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LE IMMAGINI
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RIPENSARE
LE IMMAGINI
A cura di
Giuseppe Di Giacomo
MLMESrS
Filosofie
\I presente volume viene pubb licato con il contri buto del M URST (fondi di Ateneo
2003. re~ponsabile dell a ri cerca pro r. G iuseppe Di G iacomo) - Uni versit d egli Stud i
di Roma ULa Sapienza", Dipartimento di Studi fil osofi ci cd epistemo logici.
(I//(/
iNDICE
I NTRODUZIONE
di CiI/seppe Di Giacomo
p.
XI
p.
p.
23
p.
39
p.
59
p.
77
p.
93
p.
III
I.
STORJA E TEMPORALlT DELLE IMMAG INI
I.
di Claudia Cieri
2.
di Stefania Mariani
3. W ALTER
di Hansmichael Hohenegger
4.
di Carla SlIbrizi
5.
di Massimo Carboni
II.
ORIG INI E FORME DELLE IMMAGIN I
6.
di Simo1/Q Argentieri
7. L' IMf..MGI NE
di
TOlli(1
CC/Ilcrini
'W
8.
di Fiorella Bassall
9.
p.
119
p.
133
p.
15 1
p.
167
p.
183
p.
20 1
p.
2 13
p.
229
p.
245
p.
26 1
p.
277
di AlI,onio Valenthli
IO.
di Luca Marche";
Il . I VOLTI DELLA MASCHERA.
di Micol Porti
II I.
SPAZIALlT E DIVENIRE DELLE IMMAG INI
12.
di Dario Evo/a
13.
di Silvia BO/dilli.
14.
CI li RICO ALBERTO
di Lore,, ~o Gasparrini
IV.
SUON I. PAROLE E IMM AG INI
17.
di Giollfranco Rubino
18.
di Giorgio Patri: ;
19.
di Cilllial/o BallislOl1
20.
p.
29 1
p.
31 1
jl.
327
jl.
343
p.
367
di Micaela Wlilli
2 i.
di Alfol/so Ottobre
22.
di Leollardo DiSfa.W)
CONS IDERAZION I CONCLUS IVE
23.
di Giuseppe Di Giacomo
39
HANSMICHAEL HOHENEGGER
2
3
P. Valry, Regard sur le monde aetuei et autres essais, Gallimard, Paris, 1945 ,
Aval1t-propos ( 1931 1 con il titolo Regard SUI" le monde actllel), p. 14.
lvi , pp. 14- 15.
l vi, p. 15.
2Q
40
Ripensare le ill/magini
Valry parla proprio di choses, invece che di " uomini ", "sudditi " o "cittadini "; inevitabilmente, infatti, toute politique tend traiter les hommes
4
5
Ivi, p. 19.
<de le confesse: le spectacle de l'u nivers politique me sou lve le coeUD>. L' uni ca
invocazione di fron te al pericolo rappresentato dalla ncessit politique d'exploiter tout ce qu i est dans l' homm e de plus bas dans l'ordre psychique quella di G.
Meredith: More Brain, o Lord .. . , in P. Valry Leftre sur la socir des esprirs, in
P. Valry, Petits rextes a!ltour de la politique [1933J, in P. Valry, (Euvres , editi on
tablie et annote par Jean Hyti er, Gallimarcl, Paris, (1957- 1960), vo I. l, ( 1957) p.
1142.
On voit qu ' il suffit c1e penser la vie c1 ' ensemble cles hommes et de la considrer
comme c1cvant s' organiscr sur un moclle intellig ible pour que l'ide dictatoriale
soit conuc in P. VaJry. L'ide de dielalure, prcfazione a llibro di A . Fcrro, Sala:ar. Le PortI/gal el son chef, Grasset, Paris. 1934, in P. Va lry. Regard sur le monde
aetuel. cit. , p. 74.
lvi, pp. 70-7 1.
41
comme des choses. [ ... J l'esprit ne peut, quand il s'occupe des "hommes",
que les reduire des etres en tat de figurer dans ses combinaisons8.
L'extreme simplification de formules un elemento essenziale di questa
estetica dell' arte dittatoriale 9, ma il genio del dittatore si mostrer, ancora
pi che nello stabilire tale aritmetica politica, nel non togliere agli "uomini" tutta l' iniziativa pour que l'oeuvre que l'esprit poursuit ne souffre pas
d'excs de soumission et d' inertie chez ses agentslO.
Si possono interpretare queste parole come le conseguenze estreme e paradossali di uno scetticismo non filosofico ll , e non si deve forse prenderle
troppo alla lettera. Esse permettono tuttavia, anche riportate cos sommariamente, di mettere in evidenza la relazione tra politica e immaginazione
storica, ovvero la forza politica delle immagini storiche, un problema centrale nel pensiero di Walter Benjamin.
Come si sa, Benjamin ammirava molto Valry e dedic, nel 193] , per
i 60 anni del poeta francese, un breve studio in cui metteva in luce sia la
radicalit dell'indagine di un'intelligenza che indaga se stessa, sia la concezione della posie pure che quasi dialettica nel suo sapersi giocare tra
le "idee" e la "voce". Gli editori delle opere di Benjamin esagerano per,
forse, a dire che solo Proust e Kafka suscitano in lui pari entusiasmo l2
Trovano poi difficile, infatti, giustificare come nel lungo saggio del 1934
dedicato alla posizione nella societ degli scrittori francesi contemporanei,
Benjamin segnali i limiti della concezione politica di Valry. Benjamin conosceva il prologo del] 931 dell'antologia politica di Valry (Regard sur le
monde actuel), avendolo citato nel suo primo studio. Gi in quell'occasione Benjamin aveva suggerito che la poetica di Valry sotto il segno dei
due mondi formali della matematica e del mare, simboli della fuga dall a
societ J3 . Nel seco ndo saggio pubblicato nei primi mesi del 1934, Benja8
9
Ivi, p. 72.
II y a de l'arti ste dans le dictaleur, et de l'es th tique dans ses conceptions; iv i,
p.72.
10
II
12
13
Ivi, p. 73.
Nella nota alla traduzione italiana del suo libro Eupalino, Valry si dichiara
lutt 'altro che filo so fo e dice che forse egli [l'Autore, cio Valry che parla in
terza persona] non stima possibile un va lo re universale della conoscenza, e pensa
che una filosofia opera essenzialmente vo lon taria, cio personale all 'estremo.
P. Valry, El/palino o l'architetto, tI'. il a cura di R. Contu, Padova, 1991, (Lanciano, 1932), p. XIII.
W. Benjamin, Gesammelle Schriften, hrsg. vo n R. Ticdcmann, H. Schwcppenhauser, Suhrkamp, Frankl'urt a./M., 1974- 1989; d 'ora in poi GS ILI , p. 11 43 .
Cfr. anche l'abbozzo di questo sagg io, riportato in nota dagli editori, GS 11.1 , p.
I 145. 11 mare certamente una dell e dits incol1feslables di Valry, e corrispo nd e
42
Ripensare le immagini
min non cita la prefazione allibro su Salazar, che, essendo stata pubblicata
quello stesso anno, forse non fece in tempo a leggere; ma, dopo aver di
nuovo messo in evidenza l' indiscutibile qualit della sua produzione, il
suo essere colui che pi di ogni altro ha pensato a fondo la tecnica della
letteratura14, Benjamin sottolinea come il tentativo di passare dalla pianificazione artistica alla pianificazione della societ umana non fosse riuscito
a Valry. Il processo metodico messo in atto dall'arte fa s che l'uomo (si
tratta esemplarmente di Monsieur Teste, Everyman estetico) possa varcare
la soglia storica e diventare un individuo armonico autosufficiente il quale,
una volta trasformato in tecnico e specialista, pronto a inserirsi al proprio
posto in una grande pianificazione.
La soglia non stata varcata; l'intelletto rimane un intelletto privato, e questo il malinconico segreto del signor Teste. Due, tre decenni prima Lautramont aveva scritto: "La poesia deve essere fatta da tutti. Non da uno soI0"15.
Pi avanti Benjamin ripete che Valry non ha avuto la forza di chiarirsi la contraddizione che sussiste tra la sua tecnica e la societ alla quale
la mette a disposizione 16. piuttosto in Gide che Benjamin vede colui
che ha saputo mettersi sulla strada della soluzione d.el problema. Almeno
in questa fase della sua vita, Benjamin assume come modello teoretico
del rapporto arte-vita quello rappresentato da Lautramont e Gide, due
anticipatori del surrealismo secondo lo stesso Benjamin. Non questa
l'occasione per considerazioni storiografiche sul rapporto tra Valry e
14
15
16
43
18
Riguardo alla fortuna di Valry sarebbe, per, interessante valutare il fatto che Th.
W. Adorno ha in lui uno dei suoi autori di riferimento, lo considera non solo poeta
davvero moderno, ma anche vero filosofo. Di fronte alla proposizione di Valry:
Ci che non pu essere stabilito nulla. Ci che stabilito morto, arriva a dire
che Se qualcosa pu ancora pretendere il nome di Ilosofia, allora questo tipo
di antitesi, Th.W. Adorno, Noten zur Literatur, in Th.W. Adorno, Gesammelte
Schriften, hrsg. von R. Tiedemann, unter Mitw. von G. Adorno. Wiss. Buchges. ,
Darmstadt, 1998, Bd. XI, p. 177. Le poche obiezioni che Adorno muove al conservatore Valry sono sempre superate da giustificazioni recise. La negazione di
una dimensione pubblica e storica dell' arte che pure Adorno trova in Valry
vista come un esempio di autentica dialettica. L'art pour L'art . nella perfezione
della posie pure, superamento del formalismo, l'assenza di concezione pubblica
e comunitaria vista come eminentemente dialettica. L'artista nella sua cura della
forma, sparisce nel lavoro, in tal modo sta in luogo, Statthalter, del soggetto sociale: L'arte che grazie alla concezione di Valry tornasse a se stessa supererebbe
la stessa arte e si compirebbe nel vivere giusto degli uomini . Ivi, p. 126.
Il [le tyran intelligent] demeure seule volont Iibre, seule pense intgrale, seuI
possesseur de la plnitude de l'action, seuI etre jouissant de toutes les propriets
et prrogatives de l'esprit [ ... ], in P. Valry, L'ide de dictature, cit., p. 75 .
Ri"ellJare te ill/magi" j
ideo log ica, n de ll a mi surazio ne utopica de ll a contingenza ne lla storia.
Benj amin tenta un a metafi sica criti ca c he di a co nto di tutto Ci19 .
Negli scritli preparatori a Su l cOI/ celio di storia , Walter Benjamin descri ve l'uso po litico della sto ria qu ando no n c ' la capacit di predire il
presente 20 :
Chi va a fru ga re ne l passato come in un ri posti glio di esempi e di analogie, no n ha la bench minima idea di quanto, in un dala attimo, dipe nda
dall a lo ro attua li zzazio ne 21
I termini dc i prob lema so no pi o meno que lli posti da Valry: la sco mpostezza de ll ' uso po litico de lle immag ini indice di mancanza di coscie nza stori ca, cio assenza di immag inaz ione politica melodi ca. C i che
preocc upa Be njamin no n sono. per, le conseguenze di sordin ate di questo difetto. l' esigenza non que lla di stabilire regole oggetti ve scientifi che dell"uso dell'immaginazione che possano fo rnire alla politica i term ini
esalti per stabilire un ordine sociale razionale o esteti camente armonico.
Non l' ord ine la sua ossessio ne, Be njamin parl a anzi de l di so rd ine come
spazio immaginati vo tBildrauml de ll a rammemorazio ne I Eillgellell kell I
19
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21
Pe r gli editori dell e GS. la critica di Benjamin a Valry nel saggio del 1934 ( non
ha un grande peso)~ perch il pen siero centrale de ll a lcucrari aazio ne cii tutti i
rapport i soc iali non conta, a lo ro giudi zio. Ira le idee pi forti di Benjamin . GS
Il . 1, p. 802. L'espressione ( Literarisierung der Le be n sve rh ti ltni ssc~) compare. non
ne i sagg i su Valry, ma nel saggio ma rcatamcnle comuni sta del 1934, S ull'autore
cOllie prod uITore; GS 11.2, p. 688. Il fatto che Bcnj allli n es itasse a fa rlo leggere all' rllni co Sc holem (G S Ll .3 . p. 146 1) no n ne fa ce rto un lesto su c ui basare
l'in terprctazione standard dci suo pe nsiero. Ma. anche se certi accenti c qua lche
fo rlllul al. ionc po~:..on o essere ritenut i caratteri stici ~o l o di qu e~ t a produ / ionc di
Bc nj amin . i term ini del problema c he po ne l 11 0n sono per diversi da quelli deg li
sc ritt i !. uccess ivi. Il rapporto tra BildraulII e Leihraum no n vienc dimenticato n
ne l Passagerl-\Verk n ne llo se rino Sul c01lC:etto di storicI. Neanche negli scritt i
cosiddett i "comuni sti " Benjam in pensa a una cO ll fu ~i one di vita e arte. La ri volutio ne c il surreali slllo rimangono i te rmini di un ' indagi ne di alettica in c ui Va lry
un momento impo rtante in quanto rappresenta quasi in pureu<:\ un a concel.ione
de l ruolo de lle immagini nell a stori a, e dell' arte in cui la dimensione pubbli ca
assente o riso lta in un solipsismo este tico totali tari stico.
Bc njamin riprende qui la caratteri zzazione dell a poli tica come capacit di prevede re il presente proposta da TurgoL. Cfr. W. Benjamin . GS 1.3. p. 1237. Ms 47 1;
tr. il. in W. Benj amin . Sul cOl/cello di storia . a cura di G. Bonola e M. Ranchetti.
Einaudi . To rino. 1997. p. 85.
GS 1.3. pp. 1237- 1238. Ms 47 1: in W. Benj ami n. 5/1 / conce/w di sto ria ciI.. p.
85.
45
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23
a llt ocrazi~l
spirito diua delllro. Se quesla Icgi nim3 fede este tica ~i app lica alla politica inevitabi le il fatale scambio di perso na. al genio si sostitui sce l'ullictlS dicuuor.
24
25
46
Ripellsare le immagilli
divino, contiene 26 Benjamin del razionalismo conserva la tensione tra monade delle monadi (dio) e monadi periferiche, ma non intende sciogliere
l'aporeticit della riducibilit-irriducibilit tra sostanza unica e sostanze
molteplici. La monade un'individualit che contiene sonno e risveglio,
percezioni oscure e distinte, universalit e singolarit, datit e costruzione,
azione e conoscenza. La monade come intesa da Benjarnin si pone, cio,
come una forma peculiare di schematismo. La nozione di monade compare, non a caso, insieme a un altro termine chiave di questa teoria che
quello di costellazione. La costellazione gi dal suo nome un'immagine,
Sternbild, ma , in ambito gnoseologico, anche un'immagine dialettica
perch illustra nello stesso tempo la necessit e l'impossibilit dell'unione
dell'universalit dell'idea con l'individualit del fenomeno. La sua necessit evidente perch questo schematismo rende possibile la salvezza
dei fenomeni e l'esibizione delle idee27, ma in quanto congiunzione di
estremi anche impossibile, solo chi possegga lo sguardo che sa sempre
di nuovo interpretarla, vale a dire conosce l'arte di uno schematismo storico e dialettico pu pensarla. La questione si sposta, per, su quale sia il
tipo di storia che permette di pensare questa impossibilit senza ridurla
a una possibilit sotto un altro rispetto. La risposta di Benjamin, c' da
aspettarselo, affidata a un'immagine: il cielo della storia28, che sia la
26
27
28
G.w. Leibniz, Monadologie, 54. in G.w. Leibniz. Die philosophischen Schriften, hrsg. von C. L Gerhardt. Olms, Hildesheim, 1978, 1875-1890 1 , VoI. VI, p.
616.
Cfr. W. Benjamin, Ursprul1g cles deutschen Trauerspiels, E. Rowohlt Berlin, 1928,
tr. il. a cura di E. Filippini, 1/ dramma harocco tedesco, Torino, 1980; (in GS 1.1 ,
ep214-215).
E suggestivo pensare che questa espressione. che si trova in un luogo centrale
di Sul concetto di storia (XIV, p. 47). possa essere arrivata insieme a quella di
costellazione dal grande maestro delle allegorie barocche il gesuita portoghese
Ant6nio Vieira. Nel suo Serma da domilliea da Sexagesima [1655] Vieira stabilisce un'analogia tra il cielo in cui le stelle sono disposte in un certo ordine per
narrare la gloria di Dio e le parole della preghiera che dovrebbero avere un ordine
simile anche loro per narrare la gloria di Dio. Se le parole nei sermoens devono
comporsi come le stelle nelle costellazioni, la dispositio deve dunque concepire le
parole non come piastrelle, ma somigliare al lavoro di chi semina. La sua clitica
dura con i cattivi predicatori che cercano si mmetrie e ordini artificiali. Il discorso
deve essere ordinato, ma come stelle: stellae manentes in ordine suo (!ude. 5.
20). Tutte le stelle sono in ordine, ma un ordine che ispira [que faz influencia].
non frutto del lavoro [quefaa lavor]. Dio non ha fatto il cielo come scacchiera
di stelle [xadrez de estrelas) come i predicatori i sermoni in scacchiera di parole.
A. Vieira, Sermoens, Lisboa, 1679, pp. 40-41. Cil. in Vocahulaire Europell des
Philosophies. Dictiol1naire des intraduisihles, sotto la direzione di B. Cassin, Paris, 2004, p. 967.
47
condizione del successo di una rivoluzione, cio della vera novit storica,
sia il testo da interpretare, lo spazio delle immagini storico-dialettiche. La
storia, infatti, interpretabile solo quando presente e passato incontrandosi danno luogo a un'immagine che segna una frattura della continuit
del tempo e produce irradiazione di punti di vista che costituiscono uno
spazio immaginativo (Bildraum). L'arresto improvviso del pensiero in
una costellazione satura di tensioni, le provoca un urto in forza del quale
essa si cristallizza come monade29 . La storia costruzione, non nel tempo omogeneo, ma in quello riempito di Jetztzeit, e solo in quanto tale
conoscibile.
Della monade leibniziana, Benjamin conserva la compresenza del momento pratico e di quello conoscitivo, ma, nel suo caso, si tratta di una
compresenza che non equivoca, ma dialettica30. Per un verso vale, in
essa, il primato della politica sulla storia3l (dell'azione sulla rappresentazione) perch proprio l'irruzione del presente nel passato (<<il balzo
della tigre nel passato32) a rendere intelligibile il passato. Per altro verso l'immagine dialettica, in quanto istanza conoscitiva, a scatenare le
energie sopite, a muovere all'azione. La peculiare monade che Benjamin
chiama in causa un'immagine che in grado di far saltare la continuit
del tempo come illusione di ordine, illusione di intelligibilit della storia.
La storia non ordo possibilitatum inconsistentium, svolgimento illusorio
de1Ja lotta dei possibili che pretendono a1J' esistenza, la storia fulminante
esperienza della natura di questa illusione, un'esperienza dialettica. Se
la storia non intelligibile a partire dal principio di ragion sufficiente, non
per neanche retta dalla logica dialettica hegeliana. Secondo Benjamin,
infatti, neanche in Hegel si trovano gli strumenti per comprendere la rottura della continuit che rende possibile la storia: Il differenziale temporale
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32
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Ripensare le immagini
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Il nuovo concetto escatologico, e appartiene, oltre che al giudizio universale, anche agli altri tre novissimi (morte, paradiso e inferno).
Nell ' allegoria, lafacies hippocratica della storia si offre agli occhi dello
spettatore come irrigidito paesaggio originari040 . Oggetto per eccellenza della meditazione dialettica, la morte si legge nel volto dalle orbite vuote, naso
scavato e pelle livida, ma un' immagine dialettica in quanto dice della fugacit e dell' eternit, della natura e della storia come in un paesaggio di rovine.
Non c' composizione, n consolazione, l'allegoria della morte allegoria
della storia come distruzione e ritorno all ' originario. Per questo motivo pu
avere una funzione schematica, pu essere l'immagine che rende intelligibile la storia (in senso costruttivo, non annoverativo). Infatti l'allegoria una
figura retorica e quindi anche immagine, ma un'immagine assai particolare
perch non ha l'immediatezza del simbolo romantico - fu sione di partico37
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Ripensare le immagini
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L'unica speranza, che si configura come un dover essere, sono le schegge messianiche, cio la Jeztzeit che scardina la continuit temporale46 Anche per l'ultimo dei novissimi, l'inferno, c' posto in questa illustrazione
del carattere essenzialmente ancipite del nuovo. Come dice esplicitamente
Benjamin, Il mondo moderno il tempo dell'inferno, Zeit der Holle:
Si tratta di ci [ .. . ] , che il volto del mondo, la sua testa troppo grande, proprio in c i che pi nuovo non muta mai , che " il pi nuovo" rima ne sempre, in
ogni sua parte, lo stesso. Questo costituisce l'eternit de ll ' inferno e la neofilia
dei sadici. Determinare la totalit dei tratti fisiognomici in cui si esprime questa
" modernit", sarebbe rappresentare l'infern0 47 .
Tanto pi spaventoso questo inferno perch, come il Lucifero dantesco, si presenta con tutti i tratti della divinit, ma in antitesi. Per Benjamin la moda (anche essa, come "moderno" etimologicamente legato
a modus, adesso) ha una struttura simile alle immagini dialettiche, rappresenta una frattura nella storia, un salto di tigre nel passato. L' antica
Roma, agli occhi di Robespierre era un passato carico di Jetztzei(ls, e
la rivoluzione citava l'antica Roma esattamente come la moda cita un
abito d' altri tempi49. Ma il salto di tigre nel passato in un'arena in cui
comanda la classe dominante non esattamente lo stesso salto sotto il
cielo libero della storia50. All'inferno e al paradiso appartiene la stessa
struttura storica della citazione. Citare pu essere un automatismo, come
dice Valry, pu servire a evocare potenze di cui non si ha coscienza, ma
pu anche voler dire citare un testimone in tribunale affinch si possa
pronunciare un giudizio.
La vera differenza, ci che decide tra redenzione e condanna, non allora soltanto il movimento nell ' immagine, quanto la natura di chi pronuncia
il giudizio. Solo se il tribunale l'umanit, se possiede cio l'universalit
della storia o della lingua universale 5!, possibile riattizzare nel passato
46
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51
GS 1.3, p. 1248, Ms 442 (ad VII e A), 12; in W. Benjamin, Sul concetto di storia,
cit., p. 74.
PW G O, 17. Cil. ne ll a introduzione di R. Tiedemann a PW, GS V, p. 21.
W. Benj amin , Sul concetto di storia. cit. , XIV, p. 47.
Ibidem. La grande rivoluzione citava l'antica Roma. GS l.3, p. 1239, Ms 446;
ivi, p. 76.
W. Benjamin, Sul concetto di storia, ciI. , XIV, p. 47. AI proposito si deve ripensare
il detto adorni ano, No n si d vita giusta nella falsa. Minima moralia cit. , 18.
p. 42 ; tr. il. , p. 35.
GS 1.3, p. 1235, Ms 490 Nuove tesi K; W. Benjamin, Sul concetto di storia, cil., p.
95.
52
Ripensare le ill/II/agini
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53
dalla redenzione del passato, se non forse che l' immaginazione in tal modo
lascia del tutto impregiudicato e aperto il futuro. Il mondo redento solo
mi sura della miseria e insufficienza del nostro mondo, la speranza rivolta
al passato: rammemorazione, appunto. La potenza della rammemorazione,
Eingedenken, l'unico motivo di speranza:
Ci che la scienza ha "stabilito" pu essere modificato d alla rammemoraz ione. La rammemorazione pu fare de ll ' inconcluso (la felicit) qualcosa di
concluso, e del concluso (il dolore) un inco ncluso. Questo teologia, ma nella
rammemorazione facciamo un' esperie nza che ci vieta di concepire la stori a in
modo fondamentalmente ateologico, tanto poco quanto ci lec ito provare a
sc riverla in concetti immedi atam ente teo log ici 56
56
57
58
dovere di proporsi uno scopo, per esempio la filosofia come dottrina della saggezza, la vita del Geist (I. Kant. Verkiindigung des nahen Abschlusses eines Traktats
:um ewigen Frieden in der Philosophie A 494-495; tr. it. a cura di F. Des ideri , in
I. Kant. Questioni di confille: saggi polemici. J 786- 1800, Marietti, Genova, 1990,
p. 77. Analogameme per la vi nll: chi rosse interamente pri vo di sentimento morale
sa rebbe moralmente morto, e se (per usare il linguaggio della medicina) la forza
vitale che vi nella morale non avesse la virt li di eccitare questo sentimento.
allora l' umanit si risolverebbe (per cos dire secondo leggi chimi che) in pura
an imali t e si confonderebbe irrimediabilmente nella massa degli altri esseri naturali. I. Kant, Metaphysik der Sitten (Tugendlehre) A 37; Metafisica dei costumi,
tI'. il. di G. Vidari, rivo da N. Merker. Laterza, Roma-Bari 1991, p. 252. Inutile dire
che questa vi ta della mente (Geist, mens, nous) strettamente imparentata con il
Geist in senso estetico della Critica della facolt di giudizio.
PW N 8, l , p. 589; W. Benjamin, Sul concetto di storia, cit., pp. 121 - 122.
IJ mio pensiero si rapporta alla teologia come la carta assorbente all ' inchiostro.
Ne del tutto imbevuto. Se andasse, per, come vuole la carta assorbente, di ci
che vie ne scritto non rimarrebbe null a. GS 1.3. p. 1235. Ms 472; W. Benj am in,
SII I concetto di storia, cit., p. 85 .
W. Benjamin, Sul concetto di storia. cit. , VII. p. 29.
54
Ripellsare le illll1lagilli
59
60
Il falso automa ideato dal barone W. von Kempelen era in grado di battere a scacchi ogni sfidante. In effetti era manovrato dall'interno da un bravo scacchista nascosto da un gioco di specchi che davano l'illusione che non ci fosse nessuno sotto
il manichino che muoveva i pezzi. Oltre all'inganno si aggiunse la truffa quando
l'automa fin nelle mani di 1. N. Maelzel, il quale lo sfrutto commercialmente
anche negli Stati Uniti, dove lo vide all'opera Poe. Cfr. W. Benjamin. Sul cOllcello
di storia. cit.. p. 21/n.
GS 1.3, p. 1235, Ms 472; W. Benjamin, Sul concetto di storia, cit., p. 85; PW N 7a,
7; lvi,p. 121.
55
mente composizione continua [durchkomponiert). Per lo schematismo dialettico che alla base di questo processo, i cinesi hanno trovato un 'espressione
altamente pregnante. Il nuovo metodo dialettico della teoria storica [Historik) si
presenta come quell 'arte di esperire il presente in quanto mondo della veglia al
quale quel sog no, che noi chiamiamo ci che stato [das GeweseneJ, in effetti
si riferisce. Adempiere [durchmachen) ci che stato nel ricordo del sogno!
- Dunque: ricordo e risvegliarsi sono strettamente imparentati . Risvegliarsi
cio la svo lta copernicana, dialettica della rammemorazione [Ein gedenken) 61.
63
64
56
Ripellsare le immagini
mondo comune dei desti al mondo tutto loro dei dormienti, ma di cogliere
il momento del risveglio come quell' adesso della conoscibilit65 che permette di passare dai sogni come processi naturali, inconsci, indistinti alla
storia come esperienza collettiva:
[I sogni come processi naturali] si trovano nel ciclo di ci che eternamente
medesimo, fino a quando il collettivo se ne impadronisce nella politica perch
ne nasca storia 66 .
La non assoluta opposizione di due mondi, del "ci che stato" e del
risveglio, resa possibile dal fatto che "ci che stato" non pi un dato
oggettivo del tutto pacifico che lo storico pu limitarsi a descrivere il pi
correttamente possibile, "ci che stato" conoscibile solo nella sintesi tra immagini oniriche e risvegli0 67 . La rivoluzione copernicana di cui
parla Benjamin si basa sul primato della politica sulla storia68 . Non c'
rammemorazione se il mondo della veglia del tutto esterno e distante dal
sogno. Risveglio e sogno sono intimamente legati: il risveglio come rammemorazione adempimento del sogno nel mondo della veglia perch solo
nel risveglio il passato diventa intelligibile e pu essere riscattato. Ci che
rende intelligibile la storia, e nello stesso tempo la rende possibile, questo
movimento dialettico nell'immagine, questa profezia del presente, ovvero
la politica che adempie, nella rammemorazione, ci che stato.
Questa nozione di adempimento (Durchmachen) fa pensare alla concezione figurale della storia che stato il modello di intelligibilit storica per
molta parte della tarda antichit e del medioevo. I padri della chiesa se ne
servivano non solo per l'interpretazione della Bibbia, ma per dare senso alla
propria esperienza storica in quanto rivolta all'adempimento del regno dei
cieli. Le storie narrate nell' Antico Testamento sono figure, prefigurazioni
di storie e personaggi del Nuovo Testamento, cos non solo Adamo figura
di Cristo, che lo adempie, ma Cristo in quanto chiamato Ges (Giosu)
figurafuturorwn perch condurr alla salvezza l'umanit come Giosu gli
ebrei; Giosu, infatti, non Mos ha condotto gli ebrei fuori dal desert0 69 .
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PW N 3 a, 3. GS Y. p. 579.
PW K l. 5: W. Benjamin, Sul concetto di storia, cit., p. l 13.
PW N 3 a,3: GV V, p. 579.
Cfr. PW K 1. 2; W. Benjamin, Sul concetto di storia, cit., p. l12. cfr. anche GS
Y.2., p. 1057.
E. Auerbach , Figura [1938 '] in Studi su Dante, tr. it. di M.L. De Pieri Bonino.
Feltrinelli, Milano. 1980, pp. 174-221. in parI. p. 186. Se si considera l'esame
dell ' area semantica di figu l'a in epoca precrisliana condotta da Auerbach, si vede
bene come non solo la nozione di figura pu servire come modello di intelligibi lit
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Che questa nozione di figura sia abbastanza plastica da poter andare oltre
il quadro teologico testimoniato dal fatto che, sia essa stata intesa come
promessa di adempimento in un altro tempo storico o nel regno dei cieli,
ha certamente influenzato la percezione della temporalit storica anche al
di l della concezione medievale ed stata vitale anche nella concezione
dell'arte 70 . In ogni caso, appartiene ad essa una distanza tra la natura irreale
della figura e la realt del suo compimento. Il residuo di trascendenza che
porta con s non eliminabile.
Se qualcosa di questa dinamica rimasta nella concezione dell'immagine storica in Benjamin, certo stata condotta alle estreme conseguenze,
se non altro come coscienza della potenza di questo residuo. Come si gi
ricordato, Benjamin ritiene che non si possa concepire ateologicamente
la storia, ma, aggiunge, non la si pu concepire neanche teologicamente. Questa indecisione essa stessa dialettica e costituisce il pi profondo
contributo di Benjamin alla comprensione delle immagini dialettiche come
struttura dello schematismo della storia.
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della storia. Uno schematismo storico o altri modelli seman tici analog ici della
storia potrebbe avere analoga runzione mediatrice, si pensi ag li allri con'ispeuivi
greci di figura: m0l1Jh, eidos , schema, rypos. p/asis. Cfr. ivi , p. 176.
Dante nella Commedia non si serve solo dell 'allegoria dei teologi (la relazione
figurale, teologicamente intesa), ma anche, in modo del tutto nuovo, dell'allegoria
dei poeti. Dante stesso, come personaggio della Commedia. figura difettiva di
San Paolo e di Enea, ma in qualit di poeta politico e teologo compiutamente
figura di Orfeo. Per stabilire ['autonomia della poesia come via indipendente alla
verit politica e religiosa, Dante deve forgiarsi una nuova concezione dell 'allegoria, n bella menzogna, n linguaggio divino, ma che conserva qualcosa di entrambe le concezioni, permettendo cos di non arrestare arbitrariamente la ricerca
poetica, che cos pu interrogare e politica e teologia. Nella Commedia la sua
visio per somnium del mondo ullraterreno tanto poeticamente vera da rendere
umbratile la realt terrena; non per questo qualcuno potrebbe interpretarl a come
fuga dal mondo.