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Ecumene

Domeniche della Bibbia


(20 dicembre 2009)
APERTURA
Tratto da Isaia 9,1.5; 11,1-10
Prima Parte
LEADER Shshshsh…
GRUPPO SHSHSHSH…
LEADER Shshshsh…
GRUPPO SHSHSHSH…
LEADER (dolcemente) Il popolo
GRUPPO Il popolo
LEADER Il popolo che camminava
GRUPPO Il popolo che camminava
LEADER (più forte) Il popolo che camminava nelle tenebre
GRUPPO (bisbigliando come sottofondo) Tenebre, tenebre, tenebre
LEADER (con decisione) Il popolo che camminava nelle tenebre vede
una gran luce.
ACCENSIONE DELLA 1° CANDELA D’AVVENTO
GRUPPO (aumentando il tono gradualmente) Luce,luce, luce,
Seconda Parte

LEADER Poiché un bambino ci è nato


GRUPPO Un bambino nato per noi
LEADER Un figlio ci è stato dato
GRUPPO Un figlio dato a noi
LEADER Sarà chiamato consigliere ammirabile
GRUPPO Consigliere ammirabile
LEADER Dio potente
GRUPPO Dio potente
LEADER Padre eterno
GRUPPO Padre eterno
LEADER Principe della pace
GRUPPO Principe della pace
LEADER Shshshsh…
GRUPPO SHSHSHSH…

ACCENSIONE DELLA 2° CANDELA D’AVVENTO


LEADER Il popolo che camminava nelle tenebre
GRUPPO (forte, con decisione) Vede una gran luce!
Terza Parte

LEADER 1 Lo spirito del Signore riposerà su di lui: spirito di saggezza e


d’intelligenza, spirito di consiglio e di forza, spirito di
conoscenza e di timore del Signore. Non giudicherà
dall’apparenza, non darà sentenze stando al sentito dire, ma
giudicherà i poveri con giustizia, pronuncerà sentenze eque
per gli umili del paese. La giustizia sarà la cintura delle sue
reni e la fedeltà la cintura dei suoi fianchi.
LEADER 2 Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto
al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato
staranno assieme, e un bambino li condurrà
ACCENSIONE DELLA 3° CANDELA D’AVVENTO
GRUPPO Un bambino li condurrà, un bambino li condurrà, un
bambino li condurrà
Quarta Parte

LEADER 2 In quel giorno, verso la radice d’Isai, issata come un


vessillo dei popoli, si volgeranno premurose le nazioni,
e la sua residenza sarà gloriosa
GRUPPO Un bambino li condurrà, un bambino li condurrà, un
bambino li condurrà
LEADER 1 Shshshsh…
GRUPPO SHSHSHSH…
LEADER 1 Shshshsh…
GRUPPO SHSHSHSH…
ACCENSIONE DELLA 4° CANDELA D’AVVENTO
ASSEMBLEA (molto forte, con decisione, tutti insieme) Il popolo che
camminava nelle tenebre, vede una gran luce! Vede
una gran luce! Vede una gran luce!
Salmo 34,1-8

Io benedirò il Signore in ogni tempo; la sua lode


sarà sempre nella mia bocca. Io mi glorierò nel
Signore; gli umili l’udranno e si rallegreranno.
Quelli che lo guardano sono illuminati, nei loro
volti non c’è delusione. Quest’afflitto ha gridato,
e il Signore l’ha esaudito; l’ha salvato da tutte le
sue disgrazie. L’angelo del Signore si accampa
intorno a quelli che lo temono, e li libera.
Provate e vedrete quanto il Signore è buono!
Beato l’uomo che confida in lui.
INNO 73
Venite, fedeli,
gioiosi e festanti,
venite esultanti:
v’è nato il Signor!
Il Figlio di Dio
fanciullo s’è fatto,
compiendo il riscatto
dell’uom peccator,
compiendo il riscatto
dell’uom peccator.
Un debol fanciullo
la gente in Lui vede,
ma in Lui, per la fede,
il Cristo scorgiam.
L’eterna Parola
in Lui s’è incarnata:
con mente umiliata,
fratelli, adoriam,
con mente umiliata,
fratelli, adoriam!
Gli angelici cori
con giubilo santo
un fervido canto
intonan lassù:
“Nell’alto dei cieli
sia gloria al Signore;
sian pace ed amore
per l’uomo quaggiù,
sian pace ed amore
per l’uomo quaggiù!”.
Annuncio della nascita di Giovanni il battista
Luca 1,5-25
Al tempo di Erode, re della
Giovanni Giudea, c'era un sacerdote di
è il messaggero, nome Zaccaria, del turno di
Abìa; sua moglie era discendente
il precursore. d'Aaronne e si chiamava
Essere uomo Elisabetta. Erano entrambi
di Dio giusti davanti a Dio e
osservavano in modo
è una grazia irreprensibile tutti i
data all’uomo comandamenti e i precetti del
Signore. Essi non avevano figli,
in cammino. perché Elisabetta era sterile, ed
(Karl Barth) erano tutti e due in età avanzata.
Mentre Zaccaria esercitava
il sacerdozio davanti a Dio
nell'ordine del suo turno,
secondo la consuetudine del
sacerdozio, gli toccò in sorte
di entrare nel tempio del
Signore per offrirvi il
profumo; e tutta la
moltitudine del popolo stava
fuori in preghiera nell'ora
del profumo. E gli apparve
un angelo del Signore, in
piedi alla destra dell'altare
dei profumi. Zaccaria lo
vide e fu turbato e preso da
spavento.
Ma l'angelo gli disse: «Non temere,
Giovanni Zaccaria, perché la tua preghiera è
stata esaudita; tua moglie Elisabetta
sarà chiamato ti partorirà un figlio, e gli porrai
nome Giovanni. Tu ne avrai gioia ed
“grande” esultanza, e molti si rallegreranno
per la sua nascita. Perché sarà
non per le sue grande davanti al Signore. Non
qualità berrà né vino né bevande alcoliche, e
sarà pieno di Spirito Santo fin dal
o capacità. grembo di sua madre; convertirà
molti dei figli d'Israele al Signore,
E’ l’incarico loro Dio; andrà davanti a lui con lo
che lo fa spirito e la potenza di Elia, per
volgere i cuori dei padri ai figli e i
grande. ribelli alla saggezza dei giusti, per
(Karl Barth) preparare al Signore un popolo ben
disposto».
E Zaccaria disse all'angelo:
«Da che cosa conoscerò
Forse questo? Perché io sono
il momento vecchio e mia moglie è in età
avanzata». L'angelo gli
in cui siamo rispose: «Io sono Gabriele che
più muti sto davanti a Dio; e sono stato
mandato a parlarti e
è quando annunciarti queste liete
siamo notizie. Ecco, tu sarai muto, e
più ricchi non potrai parlare fino al
giorno che queste cose
di parole! avverranno, perché non hai
(Karl Barth) creduto alle mie parole che si
adempiranno a loro tempo».
Il popolo intanto stava aspettando
Dio è e rimane Zaccaria, e si meravigliava del suo
indugiare nel tempio. Ma quando
fedele fu uscito, non poteva parlare loro;
e ciò che ha e capirono che aveva avuto una
visione nel tempio; ed egli faceva
promesso loro dei segni e restava muto.
Quando furono compiuti i giorni
si compie. del suo servizio, egli se ne andò a
Elisabetta casa sua. Dopo quei giorni, sua
moglie Elisabetta rimase incinta; e
va avanti si tenne nascosta per cinque mesi,
sperando dicendo: «Ecco quanto ha fatto per
me il Signore, nei giorni in cui mi
in Dio. ha rivolto il suo sguardo per
(Karl Barth) cancellare la mia vergogna in
mezzo agli uomini».
Annuncio a Zaccaria
Annuncio della nascita di Gesù Cristo
Luca 1,26-38

Al sesto mese, l'angelo


Gabriele fu mandato da
Dio in una città di Galilea,
chiamata Nazaret, a una
vergine fidanzata a un
uomo chiamato Giuseppe,
della casa di Davide; e il
nome della vergine era
Maria. L'angelo, entrato
da lei, disse: «Ti saluto, o
favorita dalla grazia; il
Signore è con te».
Ella fu turbata a queste
parole, e si domandava
che cosa volesse dire un
tale saluto. L'angelo le
disse: «Non temere,
Maria, perché hai trovato
grazia presso Dio. Ecco,
tu concepirai e partorirai
un figlio, e gli porrai
nome Gesù. Questi sarà
grande e sarà chiamato
Figlio dell'Altissimo, e il
Signore Dio gli darà il
trono di Davide, suo
padre. Egli regnerà sulla
casa di Giacobbe in
eterno, e il suo regno non
avrà mai fine».
Maria disse
all'angelo:
«Come
avverrà
questo, dal
momento
che non
conosco
uomo?»
L'angelo le rispose: «Lo
Spirito Santo verrà su di
te e la potenza
dell'Altissimo ti coprirà
dell'ombra sua; perciò,
anche colui che nascerà
sarà chiamato Santo,
Figlio di Dio. Ecco,
Elisabetta, tua parente,
ha concepito anche lei
un figlio nella sua
vecchiaia; e questo è il
sesto mese, per lei, che
era chiamata sterile;
poiché nessuna parola di
Dio rimarrà inefficace».
Maria
disse:
«Ecco, io
sono la
serva del
Signore; mi
sia fatto
secondo la
tua
parola». E
l'angelo la
lasciò.
Annunciazione
Annunciazione - Caravaggio
Annunciazione - Leonardo
Annunciazione - Giotto
Annunciazione - Botticelli
Annunciazione - Raffaello
Annunciazione – Lorenzo di Credi
Annunciazione - Filippo Lippi
Visita di Maria a Elisabetta
Luca 1,39-45

In quei giorni Maria


si alzò e andò in
fretta nella regione
montuosa, in una
città di Giuda, ed
entrò in casa di
Zaccaria e salutò
Elisabetta. Appena
Elisabetta udì il
saluto di Maria, il
bambino le balzò nel
grembo.
Ed Elisabetta fu piena di
Spirito Santo, e ad alta
voce esclamò: «Benedetta
sei tu fra le donne, e
benedetto è il frutto del
tuo seno! Come mai mi è
dato che la madre del mio
Signore venga da me?
Poiché ecco, non appena la
voce del tuo saluto mi è
giunta agli orecchi, per la
gioia il bambino mi è
balzato nel grembo. Beata
è colei che ha creduto che
quanto le è stato detto da
parte del Signore avrà
compimento»
Visitazione - Pontormo
Visitazione - Albertinelli
Visitazione
Visitazione
Visitazione - Giotto
Visitazione
Visitazione
Visitazione
Visitazione - Giotto
Cantico di Maria
Luca 1,46-56
E Maria disse: «L'anima
Egli vuole farsi mia magnifica il Signore, e lo
così vicino a noi spirito mio esulta in Dio, mio
Salvatore, perché egli ha
da essere da noi guardato alla bassezza della
sua serva. Da ora in poi tutte
“fatto grande”. le generazioni mi
Dio vuole chiameranno beata, perché
grandi cose mi ha fatte il
essere magnificato Potente. Santo è il suo nome;
nella nostra e la sua misericordia si
estende di generazione in
misera vita umana. generazione su quelli che lo
(Karl Barth) temono.
Egli ha operato potentemente
con il suo braccio; ha disperso
quelli che erano superbi nei
pensieri del loro cuore; ha
detronizzato i potenti, e ha
innalzato gli umili; ha colmato
di beni gli affamati, e ha
rimandato a mani vuote i
ricchi. Ha soccorso Israele,
suo servitore, ricordandosi
della misericordia, di cui
aveva parlato ai nostri padri,
verso Abraamo e verso la sua
discendenza per sempre».
Maria rimase con Elisabetta
circa tre mesi; poi se ne tornò
a casa sua.
Magnificat - Botticelli
Nascita di Giovanni il Battista
Luca 1, 57-66

Compiutosi per lei il tempo del


parto, Elisabetta diede alla luce
un figlio. I suoi vicini e i parenti
udirono che il Signore le aveva
usato grande misericordia, e se
ne rallegravano con lei. L'ottavo
giorno vennero a circoncidere il
bambino, e lo chiamavano
Zaccaria dal nome di suo padre.
Allora sua madre intervenne e
disse: «No, sarà invece chiamato
Giovanni». Ed essi le dissero:
«Non c'è nessuno nella tua
parentela che porti questo
nome». E con cenni
domandavano al padre come
voleva che fosse chiamato.
Egli, chiesta una tavoletta,
scrisse così: «Il suo nome è
Giovanni». E tutti si
meravigliarono. In
quell'istante la sua bocca fu
aperta e la sua lingua sciolta,
ed egli parlava, benedicendo
Dio. E tutti i loro vicini
furono presi da timore; e
tutte queste cose si
divulgavano per tutta la
regione montuosa della
Giudea. Tutti quelli che le
udirono, le serbarono nel
loro cuore e dicevano: «Che
sarà mai questo bambino?»
Perché la mano del Signore
era con lui.
Cantico di Zaccaria
Luca 1,67-80
Zaccaria, suo padre, fu pieno di
Spirito Santo e profetizzò, dicendo:
«Benedetto sia il Signore, il Dio
d'Israele, perché ha visitato e
riscattato il suo popolo, e ci ha
suscitato un potente Salvatore nella
casa di Davide suo servo, come aveva
promesso da tempo per bocca dei
suoi profeti; uno che ci salverà dai
nostri nemici e dalle mani di tutti
quelli che ci odiano. Egli usa così
misericordia verso i nostri padri e si
ricorda del suo santo patto, del
giuramento che fece ad Abraamo
nostro padre, di concederci che,
liberati dalla mano dei nostri nemici,
lo serviamo senza paura, in santità e
giustizia, alla sua presenza, tutti i
giorni della nostra vita.
E tu, bambino, sarai chiamato
profeta dell'Altissimo, perché
andrai davanti al Signore per
preparare le sue vie, per dare al
suo popolo conoscenza della
salvezza mediante il perdono dei
loro peccati, grazie ai sentimenti
di misericordia del nostro Dio;
per i quali l'Aurora dall'alto ci
visiterà per risplendere su quelli
che giacciono in tenebre e in
ombra di morte, per guidare i
nostri passi verso la via della
pace». Or il bambino cresceva e
si fortificava nello spirito; e
stette nei deserti fino al giorno
in cui doveva manifestarsi a
Israele.
INNO 71
Innalziam, fratelli il canto,
alla gioia apriamo il cuore;
il Natal del Salvatore
celebriamo in questo dì.
Dall’eterne sue dimore
il Figliolo in terra scese;
per lavar le nostre offese
la sua vita in dono offrì.
Per lavar le nostre offese
la sua vita in dono offrì.
Diamo lode, eterna gloria
Al divino Redentore,
Il suo grande, immenso amore
Ci riscatta dall’error.
Come i Magi offriron doni
Al Signore delle genti,
A Gesù che ci ha redenti
Oggi noi doniamo il cuor.
A Gesù che ci ha redenti
Oggi noi doniam il cuor.
Ernst Wieckert, Missa Sine Nomine

Un cocchiere di una famiglia nobile della


Germania del passato, Cristoph, ama raccontare
delle storie che si sono tramandate di generazione
in generazione all’interno della sua famiglia.
Siamo in un castello ad una vigila di Natale.
Cristoph cominciò: “Mio nonno raccontava così.
Quando il nonno di suo padre faceva il cavallaio,
avevano nella chiesa della proprietà un parroco
che era molto umile e poverissimo. Aveva sette
figli. E nel castello viveva, dopo un padrone buono
che chiamavano il Santo, un padrone furioso come
se ne trovavano a quei tempi agitati. Era ancora
l’epoca della servitù della gleba”.
Questo padrone aveva invitato a cena il pastore. Dopo
cena gli venne voglia di giocare ai dadi col pastore, ma il
pastore rifiutò. Il barone insistette: “Gioca pastore” -
riprende a raccontare Cristoph. Il parroco scosse il capo.
“Ancora una volta: Gioca, pastore!”, gridò il padrone ed
aveva le labbra sottili e sbiancate. Il parroco incrociò le
mani sulla bianca tovaglia. Il padrone lo minaccia di
farlo frustare, ma il pastore non cede. Il padrone allora
fece rotolare i dadi sulla tovaglia: uscì il numero sette. Il
padrone condannò il pastore a ricevere sette frustate, una
per ogni figlio. E così avvenne. Il pastore – torniamo a
Cristoph – quando fu sciolto si avvicinò alla tavola,
guardò ancora una volta i tre dadi com’erano usciti dal
bicchiere, due, tre, due, e guardò poi il barone.“Pregate”,
mormorò, “affinché il Bambino vi guardi questa notte;
altrimenti non vi guarderà mai più”. Ed uscì.
Il giorno dopo, Natale, la chiesa era affollata di fedeli:
c’era anche il barone seduto sul banco a lui riservato. Inni,
letture. Dopo il Vangelo di Natale dal Libro di Luca –
riprende a raccontare Christoph – il pastore “aggiunse un
solenne necrologio del barone, mentre il defunto gli stava
seduto di fronte e lo fissava come uno al quale Dio abbia
ottenebrato la mente. Disse il pastore che era morto perché
aveva giocato ai dadi le fasce del Bambino nella mangiatoia
e perché il Bambino aveva distolto lo sguardo da lui. Disse
che era morto perché non solo aveva giocato ai dadi le vesti
di quel Bambino santo, ma anche le vesti di sette poveri
innocenti di questa terra e con essi le vesti di settanta volte
sette bambini. E aveva fatto una morte così orribile che
andava intorno come fosse vivo senza sapere della propria
morte, ma tutti gli altri vedevano il cadavere vivente e
davanti a lui si scostavano e si coprivano la faccia perché
mandava un odore come il morto nella storia di Lazzaro”.
Come reagisce il barone? Prende la sua spada e la scaglia
contro il pastore. Ma la spada colpisce il cuore di un
Bambino Gesù che era in braccia a sua madre in un
intaglio fatto anticamente sul pulpito. Dalla ferita cola un
filo di sangue. E, conclude Christoph, “allora, e fu la prima
volta quella mattina, il pastore guardò il barone che stava
sotto di lui. Lo guardò, ma non in collera e nemmeno con
aria di rimprovero, soltanto con dolore come si guarda il
ritratto di un defunto e rimase così anche quando il barone
si fu coperto il viso con le mani nei lunghi guanti bianchi. E
così lo condusse fuori, passo passo, attraverso i fedeli che
pure si erano inginocchiati. Siccome il barone non volle
montare sulla slitta, lo guidarono nella neve fino a casa, il
pastore a capo scoperto e sorridente di felicità. Da quel
momento il barone mutò come molti si erano mutati prima
di lui”.
Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli

Dicembre avanzava, era tornata la


neve, i campi dormivano abbandonati,
i contadini non uscivano dal paese, le
strade erano insolitamente animate.
Quando calava la sera, sotto il fumo
grigio dei camini, mosso e stracciato
dal vento, per le vie buie, si sentiva
un sussurrare, un rumore di passi,
uno scambio alterno di voci, e i
ragazzi, correndo a frotte, lanciavano
nell’aria nera i primi rauchi suoni dei
cupi-cupi.
Il cupo-cupo è uno strumento rudimentale, fatto
di una pentola o di una scatola di latta, con
l’apertura superiore chiusa da una pelle tesa
come un tamburo. In mezzo alla pelle è infisso
un bastoncello di legno. Soffregando con la
mano destra, in su e in giù, il bastone, si ottiene
un suono basso, tremolante, oscuro, come un
monotono brontolio. Tutti i ragazzi, nella
quindicina che precede il Natale, si costruivano
un cupo-cupo, e andavano, in gruppi, cantando
su quell’unica nota di accompagnamento, delle
specie di nenie, su un solo motivo. Cantavano
delle lunghe filastrocche senza senso, non prive
di una certa grazia; ma soprattutto portavano,
davanti alle porte delle case dei signori,
serenate e complimenti improvvisati. In
compenso, le persone lodate nel canto devono
regalare una strenna, dei fichi secchi, delle
uova, delle focacce, o qualche moneta.
E venne la vigilia di Natale. La terra era piena
di neve e di abbandono. Il vento portava il
funebre suono della campana, che pareva
scendere dal cielo. Gli auguri e le benedizioni
piovevano, al mio passaggio, dagli usci delle
case. I bambini giravano a gruppi per l’ultima
questua dei caupi-caupi. I contadini e le donne
andavano attorno, portando i regali alle case
dei signori. Qui è d’uso antico che i poveri
rendano omaggio ai ricchi, e rechino i doni, che
vengono accolti come cosa dovuta, con
sufficienza, e non ricambiati. Che quei potenti
[i Re Magi] fossero venuti dall’Oriente,
seguendo la stella, per portare le loro
ricchezze al figlio di un falegname, era un
segno della prossima fine del mondo. Ma qui,
dove Cristo non era venuto, non s’erano mai
visti neppure i tre Re.
Quella mattina [di Natale] il cielo era
grigio e freddo, e i contadini
dormirono fino a tardi. I camini
fumavano più del solito: forse qualche
pezzo di carne di capretto coceva
nelle pentole, fra gli alari. Era la più
grande festa dell’anno, un giorno lieto
di pace simulata e di supposta
ricchezza. Era soprattutto il giorno nel
quale si possono dire e fare cose
impossibili in ogni altro tempo
dell’anno.
Bertolt Brecht, Leggenda di Natale
1.
Oggi stiamo seduti, alla vigilia
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta
il vento corre di fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi,
volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.
2.
Oggi noi qui intorno stiamo seduti
come i pagani oscuri
fredda, sulle nostra ossa, la neve cade,
a ogni costo la neve vuole entrare.
Entra, neve, da noi, non dire motto:
anche nel cielo tu non hai un posto.
3.
Noi prepariamo un’acquavite, dopo
saremo leggeri, con più calore in corpo.
Noi prepariamo un’acquavite calda,
brancola un bestione intorno alla nostra capanna.
Entra, bestia, da noi, ma muoviti:
non avete un posto caldo neanche oggi.
4.
Noi mettiamo le giacche nel fuoco
così avremo più caldo dopo,
dopo per noi ardono subito le travi
solo al mattino saremo gelati.
Vieni, buon vento, ti vogliamo ospitare
perché, anche tu, non hai un focolare.
INNO 217
Padre nostro
che in cielo dimori,
del tuo Nome
esaltiam la virtù.
Su noi regna,
e sia fatto, Signore,
come in ciel
tuo volere quaggiù.
Oggi il pan
cotidiano ci dona,
e le offese
rimettici ancor,
come ognuno
di noi le perdona
al fratello
che gli è debitor.
Ci preserva
amorevol, paterno
dalle insidie
del gran tentator;
Tu sol regni
totente ed eterno,
Tu, fedele
e glorioso Signor.
Pedro Jorge da Cruz (Brasile), Seminare la speranza
Vieni di nuovo, o Signore,
a nascere su questa povera terra,
su questo suolo di miseria,
dove non piove la verità.

Vieni ad accendere le stelle


che l’egoismo ha spento,
vieni a seminare la speranza
nei campi dove è seccata.

Vieni a dominare i superbi


installati sui loro troni,
e a restituire a quanti soffrono
il prezzo del loro lavoro.

Vieni a riunire i fratelli e le sorelle


intorno alla stessa fiamma
e ad aprire nuove vie
al sangue che circola nelle nostre vene.
Filippesi 4,4-7.23
Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto:
rallegratevi. La vostra mansuetudine sia nota a
tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non
angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate
conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e
suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la
pace di Dio, che supera ogni intelligenza,
custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo
Gesù. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con
lo spirito vostro.
Ecumene
Domeniche della Bibbia
(20 dicembre 2009)

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