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Salvatore Palermo
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Con questo contributo, si anticipa in via introduttiva e sintetica, uno degli argomenti che verranno
approfonditi nel corso.
PROGETTO SISMICO
DEGLI EDIFICI CON PIANI INTERRATI IN C.A. (NTC, EC8)
INDICE
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Si consideri, per fissare le idee, un telaio nel piano, di dimensioni usuali e caricato come per un
edificio di civile abitazione; sottoposto ad analisi dinamica modale.
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1 Modo di vibrare
2 Modo di vibrare
3 Modo di vibrare
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Al di sotto del telaio, a partire dal livello identificato con liv. 0 o zero sismico,
consideriamo la presenza di unusuale muro in c.a. da interrato, di ordinaria altezza e rigidezza,
come da figura.
Si ripete lanalisi dinamica modale e si riportano le deformate dei primi tre modi.
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1 Modo di vibrare
2 Modo di vibrare
3 Modo di vibrare
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.Occorre solo osservare che se nel primo caso con soli tre modi di vibrare si attiva di solito
quasi il 100% della massa (es. 99%), nel secondo caso con lo stesso n.o di modi si attiva una
percentuale pi bassa (es. 70%); pertanto a causa dello squilibrio di rigidezza occorre attivare un
n.o molto pi elevato di modi per giungere ad almeno un 85%-90%.
Anche gli spostamenti nei due sistemi (misurati allultimo impalcato) si presentano molto
simili.
Si pu concludere che la sovrastruttura che poggia su una struttura di elevata rigidezza
riproduce la stessa risposta dinamica che la struttura presenterebbe se fosse considerata isolata su
appoggi fissi.
Naturalmente quanto precede: verifica in termini di modi-massa di vibrare e di
spostamenti; andrebbe a rigore sempre verificato di volta in volta.
Se per la scatola di fondazione presenta, in termini tridimensionali, una distribuzione di
muri, come posizione e rigidezza, molto uniforme e simmetrica, queste due condizioni dovrebbero
essere spesso soddisfatte.
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generico orizzontamento, non deve differire pi del 20% dallanalogo rapporto determinato per un altro orizzontamento); pu
fare eccezione lultimo orizzontamento di strutture intelaiate di almeno tre orizzontamenti;
h) eventuali restringimenti della sezione orizzontale della costruzione avvengono in modo graduale da un orizzontamento al
successivo, rispettando i seguenti limiti: ad ogni orizzontamento il rientro non supera il 30% della dimensione corrispondente al
primo orizzontamento, n il 20% della dimensione corrispondente all orizzontamento immediatamente sottostante. Fa eccezione
lultimo orizzontamento di costruzioni di almeno quattro piani per il quale non sono previste limitazioni di restringimento.
Comunque, qualora solo una di tali verifiche non fosse soddisfatta occorrerebbe assumere
KR=0,8 (edificio non regolare in altezza).
Tali verifiche vanno riferite alla sola sovrastruttura (ovvero, nel caso in esame, al telaio
considerato isolato).
Il BTF tende a comportarsi come un corpo rigido, con due effetti benefici a livello della
sovrastruttura:
- impone rotazione identica nelle zone di attacco della sovrastruttura (ad. es. base dei pilastri
che spiccano dai muri) ;
- tende a filtrare gli effetti dellazione sismica, trasferiti allelevazione, attenuando la
possibilit di distribuzione impreviste o imprevedibili.
Questo fa si che la risposta dinamica della sovrastruttura possa essere considerata come
quella che si avrebbe considerandola isolata.
Pertanto il BTF, nei termini sopra precisati, non va di regola considerato nella verifica di
regolarit; nel senso che la variazione di rigidezza (che si verifica ad esempio passando da muri
interrati a struttura intelaiata) non di regola pertinente ai fini di tale valutazione.
I muri del BTF esplicano una funzione ben definita, sopra delineata, che non va confusa
con quella dei muri di elevazione fuori terra.
Questultimi, sviluppandosi in parallelo alle strutture di elevazione, ne influenzano la
risposta dinamica globale fuori terra e pertanto loro variazioni di rigidezza (al limite interruzione
ad un certo livello fuori terra), andrebbero si computate per verificare la regolarit in altezza.
I muri di un BTF correttamente progettato, interrompendosi a livello zero, fanno si che non
sviluppandosi in parallelo alle strutture di elevazione, non ne alterino generalmente la risposta
dinamica globale (si rivada con la memoria allesempio introdotto all inizio).
Linterruzione a livello zero, in corrispondenza dellinterfaccia terreno-fondazione, tende a
trasferire allelevazione, con attenuazione di incertezze distributive, lazione sismica che si genera
allinterfaccia.
Lelevazione, a sua volta, in virt dellelevata rigidezza della scatola sui cui poggia,
risponder con un comportamento strutturale (leggasi fattore) fedele a quello che la caratterizza
come struttura considerata isolata.
Riprendiamo adesso il punto EC8, soffermandoci questa volta sui criteri di progettocalcolo:
5.8.1(5) In basamenti scatolari di strutture dissipative, che comprendono: a) una soletta di calcestruzzo che agisce come un
diaframma rigido a livello del tetto del piano interrato; b) una piastra di fondazione o un grigliato di travi di collegamento o di
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travi di fondazione a livello della fondazione, e c) muri di fondazione perimetrali e/o interni, progettati in conformit a (2)P del
presente punto, le colonne e le travi (incluse quelle del tetto del piano interrato) sono attese rimanere elastiche sotto la
situazione sismica di progetto e possono essere progettate in conformit al punto 5.3.2(1)P. Si raccomanda che le pareti di
taglio siano progettate per sviluppare cerniere plastiche a livello della soletta del piano interrato. A tal fine, nelle pareti che
continuano con la stessa sezione trasversale al di sopra del tetto del piano interrato, la zona critica si raccomanda sia considerata
estendersi al di sotto del livello del tetto del piano interrato fino a unaltezza di hcr [vedere punto 5.4.3.4.2(1) e punto
5.5.3.4.5(1)]. Inoltre, laltezza libera totale di tali pareti allinterno del piano interrato si raccomanda sia dimensionata a taglio
assumendo che la parete sviluppi la sua sovraresistenza flessionale Rd MRd (con Rd = 1,1 per la classe DCM e Rd = 1,2 per la
classe DCH) a livello del tetto del piano interrato e momento nullo a livello della fondazione.
Quindi lEC8 precisa che la richiesta che un elemento, come le fondazioni, resti in campo
elastico, equivale a richiedere assenza di plasticizzazione e per conseguire questultima occorre
soltanto considerare (per le fondazioni) la sovraresistenza delle zone adiacenti.
Questultimo punto collima con la richiesta delle NTC al p.to 7.2.1.
Gli elementi strutturali delle fondazioni, che devono essere dimensionati sulla base delle sollecitazioni ad essi trasmesse
dalla struttura sovrastante (v. 7.2.5), devono avere comportamento non dissipativo, indipendentemente dal comportamento
strutturale attribuito alla struttura su di esse gravante.
In definitiva la struttura di elevazione potr essere calcolata come struttura dissipativa (con
il fattore di struttura che le compete) e tutto il contenuto del BTF potr seguire i criteri delle
fondazioni da progettarsi in campo elastico; verifiche SLU con il minimo tra:
a) sovraresistenze;
b) sollecitazioni derivanti dallanalisi, premoltiplicati per il rispettivo Rd
c) quelle derivanti dallanalisi con q=1
Di regola, a favore di sicurezza, si potrebbe, con grosso vantaggio progettuale, evitare le
valutazioni a), b) e procedere caricando il BTF direttamente con le sollecitazioni ottenute
rifacendo lanalisi con q=1.
In questo modo, ai fini del calcolo del BTF, si potrebbe effettuare ununica analisi globale
(BTF + sovrastruttura) con q=1 .
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Questultima unaffermazione che non trova diretto riscontro in NTC, ma trova efficace
supporto in EC8 5.8.1(4)
(4) Se gli effetti delle azioni di progetto per elementi di fondazione sono state ottenute utilizzando un valore del coefficiente di
comportamento q che minore o uguale al limite superiore di q per un basso comportamento dissipativo (1,5 in edifici di
calcestruzzo, o tra 1,5 e 2,0 in edifici di acciaio o composti acciaio-calcestruzzo, in conformit alla nota 1 del prospetto 6.1 o
nota 1 del prospetto 7.1, rispettivamente), la progettazione di questi elementi pu seguire le regole del punto 5.3.2(1)P [vedere
anche punto 4.4.2.6(3)].
Si osservi che coerentemente col fatto che il BTF da progettarsi come struttura in campo
elastico, ovvero non dissipativa e che la struttura sovrastante generalmente dissipativa, accade
che le zone di connessione siano sedi di potenziali plasticizzazioni e pertanto per esse occorre
seguire gli ordinari criteri progettuali e di calcolo (cap. 7 NTC).
In proposito si osserva che, con riferimento ai valori NTC, il testo tra parentesi riferito a
EC8 (operando con le NTC i valori sono quelli fissati in NTC per le classi CDB, CDA).
5. BIBLIOGRAFIA
SEISMIC DESIGN, ASSESMENT AND RETROFITTING, OF CONCRETE BUILDINGS,
based on EN-EUROCODE 8, Autore M. N. Fardis, Ed. Springer, in lingua inglese.