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Mediterranea

Universit
degli
Studi

Di Reggio
Calabria

FACOLTA DI INGEGNERIA

Corso di
Laurea
Specialistica
in

Ingegneria Civile Progettazione Strutturale

ANNO ACCADEMICO 2008 - 2009

Corso di PROGETTO DI STRUTTURE


Prof. Ing. Enzo DAMORE

COLLASSO PROGRESSIVO:
STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

GRUPPO 1
Diego BRUCIAFREDDO
Francesco CAMINITI
Sandro TROVATO

INDICE
1. INTRODUZIONE .......................................................................... Pag. 1

1.1 Definizione di Collasso Progressivo.. .............................................. Pag. 1


1.2 Report di crolli che documentano il collasso progressivo................ Pag. 1
1.3 Quadro normativo, guide tecniche e approcci per la riduzione
del rischio di collasso progressivo.. ................................................. Pag. 2
1.4. Metodi per labbattimento e mitigazione del rischio di collasso
progressivo.. .................................................................................... Pag. 5
1.4.1 Approccio Tie Force ............................................................. Pag. 7
1.4.2 Ridondanza ........................................................................... Pag. 9
1.4.3 Considerazioni della linee guida riguardo il collasso
progressivo ............................................................................ Pag. 11
1.4.4 Prescrizioni specifiche contro le esplosioni .......................... Pag. 16
1.5 Analisi del percorso di carichi in seguito alleliminazione di una
colonna.. ........................................................................................... Pag. 17

2. LINEE GUIDA GSA .................................................................... Pag. 23

2.1 Collasso Progressivo secondo GSA.. ............................................... Pag. 23


2.2 Analisi statica lineare secondo GSA.. .............................................. Pag. 24
2.3 Altra tipologie di analisi secondo GSA............................................ Pag. 27

3. LINEE GUIDA UFC .................................................................... Pag. 28

3.1 Collasso Progressivo secondo UFC.. ............................................... Pag. 28


3.2 Analisi statica lineare secondo UFC.. .............................................. Pag. 29
3.3 Analisi statica non lineare secondo UFC.. ....................................... Pag. 34
3.3.1 Modello Analitico ................................................................. Pag. 34
3.3.2 Combinazioni di carico ......................................................... Pag. 34
3.3.3 Fattore di incremento dinamico (DIF) .................................. Pag. 37
3.3.4 Limite al danneggiamento strutturale.................................... Pag. 39
3.4 Analisi dinamica non lineare ........................................................... Pag. 40

4. VALUTAZIONE DEL POTENZIALE DI COLLASSO


PROGRESSIVO DI UNA STRUTTURA IN C.A.
PROGETTATA SECONDO NTC08 CLASSE DI
DUTTILITA A ......................................................................... Pag. 42

4.1 Generalit.. ....................................................................................... Pag. 42


4.2 Caratteristiche delledificio in esame.. ............................................. Pag. 44
4.3 Combinazione di carico per il collasso progressivo.. ....................... Pag. 46
4.4 Combinazione di carico per il collasso progressivo.. ....................... Pag. 46
4.5 Risultati delle analisi.. ...................................................................... Pag. 48
4.6 Considerazioni .. .............................................................................. Pag. 57

5. IPOTESI DI ADEGUAMENTO................................................. Pag. 59

5.1 Considerazioni preliminari............................................................... Pag. 59


5.2 Descrizione della travatura reticolare spaziale ................................. Pag. 60
5.3 Modellazione della travatura reticolare............................................ Pag. 63
5.4 Caratteristiche dei materiali e dei profili utilizzati.. ......................... Pag. 64
5.5 Risultati delle analisi.. ...................................................................... Pag. 65

A.1 ALLEGATO 1: Tabulati modellazione nodi

A.2 ALLEGATO 2: Particolari nodi Vestrut

A.3 ALLEGATO 3: Tavola designazione travi

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

CAPITOLO 1

INTRODUZIONE

1.1 Definizione di Collasso Progressivo


Con lespressione collasso progressivo si descrive quel fenomeno
in cui una rottura locale si propaga in maniera analoga a una reazione a
catena, causando il collasso totale o parziale delledificio.
LASCE 7-05 definisce il collasso progressivo come la
propagazione, tra gli elementi strutturali, di una rottura iniziale locale che
provoca, eventualmente, il collasso dellintera struttura o di una parte
sproporzionata della stessa. Si tratta quindi di un crollo di tipo
incrementale.
Generalmente, la causa scatenante il crollo sconosciuta, generata
da azioni anomale, non prevedibili e non previste nella progettazione: onde
di pressione causate da esplosioni, impatti di veicoli, aeroplani, oggetti in
caduta, incendi, cicloni, errori di progettazione e/o costruzione.

1.2 Report di crolli che documentano il collasso progressivo


Lattenzione nei confronti del rischio di collasso progressivo
andata crescendo in seguito alla diffusione di crolli disastrosi: Ronan Point
(Londra, 1968), Murrah Federal Building (Oklahoma, 1995), il World Trade
Center di New York nel 2001, solo per citarne alcuni.
In Italia il comportamento disastroso in fase post-collasso di edifici
in c.a. improvvisamente crollati nellarco di pochi anni (a Palermo,
l'11/03/1999; a Foggia, in viale Giotto, l'11 novembre 1999; a Roma, in via
Vigna Jacobini, il 15/12/1999; a Napoli, in via Sanseverino, all'Arenella, il
25 giugno 2001) ha richiamato l'attenzione della comunit tecnicoscientifica sulla questione della possibilit di evitare collassi progressivi

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Prof. Ing. Enzo DAMORE Studenti: Diego BRUCIAFREDDO Francesco CAMINITI Sandro TROVATO

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

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conseguenti a cedimenti anche di elementi strutturali importanti, ma


inizialmente localizzati e circoscritti.
Nella prima met degli anni '70 negli Stati Uniti (ed ancor prima in
Canada) furono istituite varie commissioni di studio. Dalla analisi del
censimento dei crolli avvenuti negli anni immediatamente precedenti emerse
che una elevata percentuale aveva avuto caratteristiche tipiche del collasso
progressivo. Nel 1973 Allen e Schriever raccolsero i dati (disponibili a
partire dal 1968) dell'Engineering News-Record sui crolli avvenuti negli
USA

ed

in

Canada.

Obiettivo

dello

studio

era

principalmente

lidentificazione sia delle cause di innesco del fenomeno, sia delle cause di
quelle modalit di evoluzione del collasso, che avevano poi portato dalla
rottura locale al crollo parziale o totale dell'edificio.
Unaltra questione sviluppata dai due studiosi fu il censimento dei
crolli in funzione delle modalit del loro sviluppo, con lindividuazione di
quelli nei quali si potevano riconoscere le caratteristiche proprie di un
collasso progressivo. Ci comportava, naturalmente, di stabilire prima quali
caratteristiche dovesse presentare un crollo perch potesse definirsi
progressivo. Gli Autori proponevano cos di convenire che l'aspetto
identificativo dovesse riconoscersi nel numero (almeno 3) di elementi
strutturali significativi coinvolti nel crollo in conseguenza diretta di una
rottura locale.

1.3 Quadro normativo, guide tecniche e approcci per la


riduzione del rischio di collasso progressivo
Attualmente possibile fare riferimento ai seguenti documenti per lo
studio del fenomeno del collasso progressivo.
ASCE 7-05: tale guida tecnica definisce due approcci per la
riduzione del rischio di collasso progressivo. Il primo il Direct Design
secondo il quale deve essere analizzata in maniera esplicita la resistenza al
collasso progressivo durante liter di progettazione. Questo approccio
include lAlternate Path (AP) method (metodo del percorso alternativo dei
carichi), per il quale ogni struttura deve essere in grado di fare ponte al di

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

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sopra di un elemento strutturale collassato,e lo Specific Local Resistance


(SLR) method (metodo della resistenza locale specifica): ledificio (o le sue
parti) deve avere sufficiente resistenza per sopravvivere ad una specifica
azione o minaccia.
Con il secondo metodo, detto Indirect Design, la resistenza al
collasso progressivo garantita implicitamente attraverso la fornitura di
livelli minimi di resistenza, continuit e duttilit. LASCE 7-05 fornisce
altres linee guida e suggerimenti per il miglioramento del comportamento
strutturale, anche se va sottolineato che la normativa americana si limita a
fornire indicazioni qualitative. Tali indicazioni vengono approfondite e
trattate quantitativamente in altri due documenti, ovvero le Progressive
Collapse Guidelines della GSA (U.S. General Services Administration) e
nelle Unified Facilities Criteria (UFC) Design of buildings to resist
progressive collapse Departement of Defense.
I British Standards, alla stregua dei due documenti appena sopra
elencati, prevedono i seguenti approcci: Tie Forces (TF), Alternate Path
(AP), Specific Local Resistance (SLR).
TF (approccio di tipo Indirect Design): migliora la continuit, la
duttilit e la ridondanza strutturale mediante il funzionamento a catenaria
degli impalcati (ties) che incatenano ledificio in presenza di azioni
anomale.
AP (approccio di tipo Direct Design): richiede al progettista di
garantire che la struttura sia capace di far ponte sopra un elemento
strutturale rimosso e che il danneggiamento non superi i limiti fissati dal
codice stesso.
SLR (approccio di tipo Direct Design): si richiede che ogni elemento
strutturale al di sopra del quale ledificio non sia pi in grado di far ponte sia
progettato come un elemento chiave (key element), ovvero sia in grado di
sopportare una pressione statica di 34 kN/m2.
LUNI EN 1990, che fornisce le basi della progettazione strutturale
valide per tutti gli Eurocodici, da indicazioni molto generali in merito alle
azioni eccezionali prescrivendo che una struttura sia progettata e realizzata

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

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in modo che non venga danneggiata in maniera sproporzionata rispetto alla


causa originaria, da esplosioni, urti e conseguenze di errori umani. Gli
elementi da considerare sono quelli concordati per un progetto specifico con
il committente e con lautorit competente. Per ulteriori prescrizioni la
norma rimanda alla EN 1991-1-7. Essa prescrive, inoltre, che il danno
potenziale venga evitato o limitato attraverso una scelta appropriata di una o
pi delle seguenti procedure:

evitare, eliminare o ridurre i rischi cui la struttura pu

essere esposta;

scegliere una forma strutturale con bassa sensibilit ai

rischi considerati;

scegliere una forma strutturale ed una progettazione

capace di sopravvivere in maniera adeguata alla rimozione


accidentale di un singolo elemento o di una parte limitata della
struttura, o al verificarsi di un danno localizzato accettabile;

evitare il pi possibile sistemi strutturali che possono

collassare senza segni premonitori;

connettere gli elementi strutturali.

compito degli altri Eurocodici fornire regole specifiche per ridurre


il rischio di collasso progressivo. LEC2 al par. 9.10 Tying systems
prescrive che le strutture non progettate per resistere ad azioni eccezionali
debbano avere un sistema di incatenamento idoneo per prevenire il collasso
a catena mediante la creazione di percorsi alternativi delle forze interne
dopo un danno locale e prescrive alcune tipologie di incatenamenti, oltre ad
alcune regole di dettaglio per il dimensionamento di tali elementi. Tali
indicazioni praticamente coincidono con quelle riportate dalle UFC
americane precedentemente introdotte.
Le Norme Tecniche per le Costruzioni (2008) forniscono
indicazioni generali, e non di dettaglio, relative ad una progettazione mirata
a ridurre il rischio di collasso progressivo. Le norme introducono il concetto
di robustezza nei confronti di azioni eccezionali (capacit di evitare danni

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sproporzionati rispetto allentit delle cause innescanti quali incendio,


esplosioni, urti).
In merito alla robustezza le NTC riportano al paragrafo 3.1.1 In
fase di progetto, la robustezza dellopera deve essere verificata imponendo
azioni nominali convenzionali, in aggiunta alle altre azioni esplicite (non
sismiche e da vento), applicate secondo due direzioni orizzontali ortogonali
e consistenti in una frazione dei carichi pari all1%, al fine di verificare il
comportamento complessivo.
In maniera sempre del tutto generale al capitolo 3.6 Azioni
eccezionali, le norme recitano cos: Le azioni eccezionali sono quelle che
si presentano in occasione di eventi quali incendi, esplosioni ed
urti.Quando non si effettuano verifiche specifiche nei confronti delle
azioni eccezionali, quali esplosioni, urti, ecc., la concezione strutturale, i
dettagli costruttivi ed i materiali usati dovranno essere tali da evitare che la
struttura possa essere danneggiata in misura sproporzionata rispetto alla
causa.

1.4. Metodi per labbattimento e mitigazione del rischio di


collasso progressivo
Con riferimento alle Unified Facilities Criteria (da qui in poi
denominate per semplicit UFC), si vogliono descrivere i principali metodi
per labbattimento del rischio di collasso progressivo. In particolare, come
prima anticipato, tale guida nel paragrafo 1-3.4.1/2 fa riferimento a due
approcci, diretto (Direct Design Approaches) ed indiretto (Indirect Design
Approaches).

Lapproccio diretto include esplicite considerazioni riguardo alla


resistenza nei confronti del collasso progressivo durante la fase
progettuale.

Tale

obiettivo

pu

essere

raggiunto

seguente

due

metodologie:
1.

Metodo dei percorsi alternativi di carico Alternate Path


(AP) method, il quale richiede che la struttura sia in grado di
fare ponte al di sopra degli elementi strutturali rimossi, in

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

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modo che il danno generato resti localizzato e se ne scongiuri


quindi una sua propagazione.
2.

Resistenza locale specifica Specific Local Resistance


(SLR), il quale richiede che ledificio, o alcune parti di esso,
possiedano sufficiente resistenza per resistere allo specifico
carico che potrebbe generare il collasso progressivo.

Chiaramente questultima via non pu essere seguita quando le


azioni in gioco sono anomale ed eccezionali, proprio a causa
dellindeterminatezza dei carichi da assumere a base di progetto.
Il metodo dei percorsi alternativi di carichi da per scontato invece
che sia stata gi vinta la resistenza locale degli elementi direttamente
soggetti allazione eccezionale e che quindi debba essere il resto delle
struttura a fronteggiare tali azioni e consentirne la ridistribuzione nelle
regioni non danneggiate tramite i propri requisiti di continuit, iperstaticit,
ridondanza e duttilit. Questapproccio prescinde quindi dallevento che ha
prodotto il danneggiamento o leliminazione di un determinato elemento
strutturale, e si limita a studiare il comportamento delledificio in seguito ad
esso.
Lapproccio indiretto considera la resistenza al collasso progressivo
implicitamente attraverso la fornitura di livelli minimi di resistenza,
continuit e duttilit. Le ASCE 7 forniscono delle linee guida generali e
suggerimenti per migliorare lintegrit strutturale, ma non danno requisiti
quantitativi per la progettazione sia diretta che indiretta nei confronti del
collasso progressivo. Possono essere cos riassunte tali indicazioni:
1)

Buona organizzazione della pianta

2)

Sistema integrato di tiranti (effetto catenaria)

3)

Ritorno dei carichi sui muri portanti

4)

Cambi di direzione dellorditura dei solai

5)

Partizioni interne in grado di sopportare carichi

6)

Azione catenaria dei solai

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

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7)

Raggio dazione dei muri portanti

8)

Ridondanza dei sistemi strutturali

9)

Duttilit

10)

Rinforzi addizionali per esplosione o linversione del


carico

11)

Costruzione con compartimenti stagni

1.4.1 Approccio Tie Force


Seguendo lapproccio tie force, si devono fornire alla struttura
legami adeguati tra gli elementi strutturali che siano in grado di ridistribuire
i carichi in seguito alla perdita istantanea di un elemento di supporto
verticale attraverso. Il tie force deve essere assicurato alla struttura sia in
direzione orizzontale (longitudinale, trasversale e perimetrale) che in
direzione verticale. Per quanto riguarda lazione orizzontale la norma
propone un nuovo approccio rispetto a quello precedente. Lazione
orizzontale, che prima era affidata alle travi, ora deve essere riportata a terra
dai sistemi di solai che, in caso di perdita di elementi di supporto verticale,
ridistribuiranno le sollecitazioni per via catenaria o membranale (vedi Fig
2).
La condizione di carico del solaio per il calcolo della tie force
necessaria la seguente:
wF = 1.2D + 0.5L
dove:
wF = carico sul solaio
D = carichi permanenti
L = carichi variabili
Nel caso in cui alcune parti della struttura siano soggette a carichi di
maggiore entit si segue la procedura inserita nella norma per il calcolo
delle azioni risultanti.

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Figura 1. Azione ridistribuita per via catenaria

Figura 2. Nuovo approccio Tie force in una struttura intelaiata

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Figura 3. Vecchio approccio Tie force in una struttura intelaiata

1.4.2 Ridondanza
Le strutture devono essere progettate in modo che di fronte alla perdita di
alcuni elementi, ci siano dei percorsi di carico alternativi che evitino il
collasso progressivo. Se il sistema ridondante, la perdita di uno o pi
elementi principali non dovrebbe causare il collasso poich i carichi che
prima erano sopportati dallelemento danneggiato possono essere trasferiti
agli altri elementi della struttura.
Nel caso del World Trade Center 1 (WTC1) si pu vedere un sistema
reticolare posto sulla copertura della torre (figura 3.1) che fornisce dei
percorsi di carico alternativi nel caso della perdita di elementi principali di
supporto [Byfield 2007].

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Figura 3.1. Sezione del WTC1 dove si vede un sistema in copertura che crea percorsi di carico
alternativi

Inoltre, la ridondanza alla struttura pu essere fornita anche a livello locale


con laumento della resistenza degli elementi pi vulnerabili, che possono
essere colpiti da azioni accidentali, con levidente difficolt di poter stabilire
quali sono questi elementi e soprattutto lazione che potr investirli [Nair
2003].
Da quanto detto si deduce che la progettazione delle strutture che possono
essere sottoposte a carichi eccezionali di difficile previsione deve possedere
un elevato livello di ridondanza che provveda a fornire un adeguato
meccanismo (percorsi di carico alternativi) per evitare il collasso
progressivo.
Nella seguente figura si possono vedere due sistemi costruttivi. Il primo ha
un elevato livello di ridondanza, mentre il secondo ha un basso livello di
ridondanza.

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Figura3: Torri con un alto livello di ridondanza (1) e con un basso livello di ridondanza (2)
[Byfield 2007]

1.4.3 Considerazioni delle linee guida riguardo il collasso progressivo


Ogni edificio dovrebbe essere progettato con il massimo livello di
sicurezza e con lintento di ridurre al minimo le possibilit che sotto un
evento di carico critico ci sia un collasso progressivo della struttura.
Affinch la struttura possa essere dotata di sufficiente robustezza
durante la fase progettuale sono necessarie delle considerazioni.
Le considerazioni sono sia di tipo locale, con particolare attenzione
ai tipi di connessione, sia di tipo globale, con particolare attenzione alla
configurazione strutturale.
Alcune normative riportano le caratteristiche che le strutture devono
possedere affinch si possano mitigare gli effetti del collasso progressivo.
Tra queste caratteristiche la [FEMA 426] ci invita a considerare:
a) Ridondanza: luso di un sistema di resistenza alle forze
laterali e a quelle verticali ridondante altamente incoraggiato quando si
parla di collasso progressivo. La ridondanza tende a favorire
lirrobustimento della struttura e aiuta a garantire che ci siano percorsi di
carico alternativi nel caso in cui viene a mancare uno o pi elementi.

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Inoltre la ridondanza favorisce larrivo del carico massimo di


snervamento in diverse posizioni sulla struttura, aumentando cos la
possibilit che il danno resti circoscritto.
b) Uso di elementi e dettagli strutturali duttili: se gli elementi
strutturali sperimentano gi il superamento del limite elastico in fase di
esercizio senza mai aver sperimentato il collasso progressivo, ci
troviamo in una posizione alquanto critica. Infatti, gli elementi strutturali
devono sperimentare il superamento del limite elastico solo nel caso di
eventi eccezionali. Superato il limite elastico, consigliabile far uso di
elementi altamente duttili che permettono di avere la ridistribuzione di
carichi eccezionali sulla struttura.
c) Capacit di resistere a carichi inversi: la capacit di resistere
a carichi inversi molto importante quando siamo in presenza della
perdita di un elemento strutturale principale. La progettazione, in questo
caso, pu ricevere un aiuto dalle tecniche di progettazione sismica.
d) Capacit di resistere allo shear failure (rottura per taglio):
gli elementi strutturali devono conservare una sufficiente resistenza e
duttilit sotto eventi di carico eccezionali per poter contrastare uno shear
failure. Se la capacit di taglio viene superata prima della capacit
flessionale, si avr una rottura improvvisa (le rotture per taglio sono
improvvise e fragili), anzich una rottura duttile. Ci ha alte probabilit
di portare la struttura al collasso progressivo.
La [GSA] fornisce le seguenti prescrizioni da considerare durante la
fase di progettazione degli edifici:
Considerazioni sul comportamento locale:
a) Continuit tra travi diverse: Provvedere alla continuit tra
travi differenti nel progetto di una connessione nelle strutture in acciaio
considerato fondamentale per poter abbassare il potenziale di collasso
progressivo. compito dellingegnere strutturale dimostrare che il
sistema di connessione trave-colonna-trave adottato sia in grado di

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ridistribuire i carichi per diverse condizioni (ad esempio la rimozione


della colonna).
b) Resilienza delle connessioni: Risulta alquanto necessario che
le connessioni siano in possesso di resilienza per poter abbassare il
potenziale di collasso progressivo. Questa propriet serve per contrastare
la perdita istantanea di un supporto verticale.
c) Ridondanza delle connessioni: Avere una ridondanza delle
connessioni consente percorsi di carico differenti nel caso in cui ci sia la
perdita di un elemento strutturale. Un esempio di connessione detta
tradizionale mostrata in figura 3.3 dove viene inclusa la
rappresentazione delle deformate flessionali sotto linfluenza dei soli
carichi gravitazionali. Come si pu vedere in figura 3.4 quando il
sistema soggetto alla rimozione della colonna, la luce della trave
diventa doppia. Rimane cos il dubbio che la configurazione originaria
sia in grado di sostenere la nuova ridistribuzione dei carichi dovuta alla
perdita della colonna. Ci dipende sia dal tipo di connessione travecolonna-trave al centro, che dal tipo di connessione trave-colonna alle
estremit.

Figura4:Schemadiuncollegamentotradizionaletravecolonnatraveinuna
strutturainacciaiointelaiataprimadellarimozionedellacolonna[GSA2003]

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

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Figura 5: Risposta dello schema mostrato in figura 3.3 dopo la rimozione della
colonna, si vede lincapacit di protezione dello schema contro il collasso progressivo [GSA
2003]

d) Capacit

rotazionale

delle

connessioni:

Soltanto

le

connessioni trave-colonna per le quali stata accertata la loro qualit


attraverso dei test eseguiti su scala reale che hanno verificato il loro
livello di capacit rotazionale, dovrebbero essere usate nella costruzione
dei nuovi edifici per attenuare il potenziale di collasso progressivo.
grazie alla duttilit delle connessioni che i sistemi di travi in una
struttura in acciaio si possono adattare a diverse condizioni di carico
dovute alla perdita di una colonna. La ricerca ha mostrato che in molti
casi, affinch venga raggiunto il successo di una connessione travecolonna in una configurazione con il doppio della luce iniziale, non
basta che essa abbia alte capacit di arrivare alla condizione di cerniera
plastica ma si deve mantenere una sufficiente capacit di portare carichi
assiali sia da parte della trave che della connessione dove viene rimossa
la colonna.
e) Determinazione

della

richiesta

di

resistenza

delle

connessioni: Infine, per completare il progetto o lindagine su un dato


tipo di connessione trave-colonna (per esempio la calibratura dei piatti,
dei bulloni, delle saldature che creano la connessione), bisogna
determinare la resistenza richiesta a taglio e flessione per ogni sezione
critica. Ogni connessione potrebbe avere delle sezioni critiche differenti
per le quali la sollecitazione dovrebbe essere calcolata, a causa delle

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

differente geometrie e/o materiali impiegati. La richiesta di resistenza


delle connessioni per le sezioni critiche potrebbe essere calcolata con la
determinazione del punto in cui si formano le cerniere plastiche. Trovata
la posizione si determina la grandezza del momento in questo punto del
diagramma che pari al momento plastico della sezione Mpl = Wpl y (la
posizione delle cerniere plastiche pu essere trovata attraverso dei test
ciclici a scala reale che sono generalmente usati per quantificare la
capacit rotazionale delle connessioni). Il passo successivo quello di
tracciare il diagramma del momento della trave per la condizione in cui
la luce della trave raddoppiata come mostrato in figura 3.5.
Sovrapponendo il punto di cerniera plastica noto sul diagramma del
momento, partendo dal punto di formazione del momento plastico e
continuano verso lasse della colonna rimossa, potrebbe essere
facilmente determinato lincremento della domanda di resistenza per
ogni connessione.

Figura 6: Diagramma del momento dovuto alla rimoazione della colonna per
detrminare la richiesta di resistenza delle connessioni per ogni elemento di connessione [GSA
2003]

Considerazioni sul comportamento globale:

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Ridondanza della struttura globale: Luso di un sistema strutturale di


resistenza che sia ridondante in direzione verticale e in direzione orizzontale
fortemente incoraggiato quando si parla di collasso progressivo. Una
sistema globale ridondante tende a fornire la struttura di una maggiore
robustezza strutturale che aiuta ad assicurare dei percorsi alternativi di
carico percorribili nel caso in cui ci sia una azione anomala che possa
provocare la perdita di un elemento strutturale principale. In pi, la
ridondanza strutturale provvede a dislocare in diversi punti della struttura lo
snervamento degli elementi, che incrementa la possibilit che il danno
rimanga circoscritto.

1.4.4 Prescrizioni specifiche contro le esplosioni


La [FEMA 426] specifica quali sono le caratteristiche strutturali che
possono essere utili alla mitigazione degli effetti delle esplosioni:

importante conferire un comportamento duttile

locale e globale per poter assorbire lenergia dellimpatto dovuto


allesplosione.

Bisogna usare dei rinforzi simmetrici in modo tale da

aumentare la resistenza ultima della struttura.

Il progettista dovrebbe prestare particolare attenzione

nel riconoscere quali sono gli elementi che potrebbero essere


sottoposti a carichi opposti a quelli per i quali sono stati progettati.
Le costruzioni in acciaio sono avvantaggiate da questo punto di
vista in quanto la loro resistenza alle sollecitazioni simmetrica. Le
costruzioni in cemento armato invece, dovrebbero essere dotate di
armature simmetriche allinterno degli elementi in modo tale da
incrementare la resistenza ultima dellintera struttura.

La spaziatura tra la colonne dovrebbe essere ridotta a

una misura accettabile per poter incrementare la resistenza della


struttura sotto gli effetti dellesplosione. La distanza fra due colonne
dovrebbe non essere superiore ai 9 m.

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16

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Anche laltezza fra i piani dovrebbe essere ricondotta

a livelli accettabili e comunque non superiore ai 4,5 5 metri.

Le pareti dovrebbero essere collegate ai piani in modo

tale da minimizzare leffetto dellesplosione sulle colonne.

In molti casi, luso della duttilit in fase progettuale

come avviene nel caso sismico e luso di percorsi di carico


alternativi come avviene per contrastare il collasso progressivo,
potrebbero aiutare ad aumentare il livello di protezione contro gli
effetti esplosivi.

1.5 Analisi del percorso di carichi in seguito alleliminazione


di una colonna
Negli edifici in c.a. il danno atteso a seguito di un fenomeno di
collasso progressivo proporzionale allestensione della zona inizialmente
colpita dallazione eccezionale. Affinch possano attivarsi certi percorsi
alternativi di carico necessario che la struttura subisca una determinata
deformazione. Il livello di tale deformazione cresce con lestensione della
porzione di struttura danneggiata; di conseguenza danneggiamenti molto
estesi possono essere fronteggiati solo con grandi deformazioni, requisito
che non tipico di una struttura in c.a. A questo va aggiunto che per azioni
molto intense i danni causati dallimpatto di frammenti in caduta non pu
essere ovviamente trascurato.
Leliminazione di una delle colonne innesca il fenomeno del collasso
progressivo. La mancanza di questo elemento strutturale interrompe quindi
il normale percorso verticale seguito dai carichi.
I pilastri subito adiacenti allelemento danneggiato saranno i primi a
ricevere il carico portato dalla colonna ormai mancante e si occuperanno di
portarlo fino in fondazione. Del trasferimento di questi carichi se ne
occuperanno le travi e le tamponature (soprattutto se rigide e ben confinate)
che si trovano subito al di sopra del pilastro mancante.

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura7:Schemadell'edificoaseguitodellaperditadiunpilastroperimetrale

Figura8:Potenzialemeccanismodibypassalledeficienzastrutturale

Leliminazione della colonna modifica litinerario che i carichi


seguono in condizioni statiche e genera delle forze orizzontali come si pu
intuire da condizioni di equilibrio del nodo. Tali azioni somigliano in
qualche modo a quelle generate da un sisma ma localizzate e di elevata
intensit.
Nel caso in cui si superasse la resistenza delle tamponature a causa
dellelevato valore di deformazione raggiunto dalle maglie, gli unici
elementi in grado di portare i carichi ai pilastri adiacenti saranno le travi.

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura9:Affidamentodeicarichisopportatiallesoletraviconvergentiinunnodo

Affinch una struttura sia in grado di attivare questi meccanismi di


trasferimento o by-pass delle azioni dovute al danneggiamento di una delle
colonne necessario che gli elementi che lo compongono sia adeguatamente
dimensionati e mutuamente connessi fra di loro. Proprio la rottura di uno di
questi

elementi

pu

provocare

linterruzione

del

by-pass

conseguentemente un disastroso collasso progressivo. Negli schemi sopra


proposti possibile intuire quali siano le componenti del sistema strutturale
maggiormente impegnate in questo fenomeno:
-

La pilastrata in cui si ipotizzato il collasso, che potrebbe essere


soggetta a trazione

Le travi ed i solai che ricevono le spinte orizzontali

Le murature coinvolte nei percorsi obliqui

Le due pilastrate contigue a quella in cui collassata la colonna (


questi elementi sono costretti a portare infatti oltre al loro carico
verticale, anche quello aggiuntivo che prima gravava sullaltra
pilastrata)

Le strutture di fondazione delle due pilastrate sopra elencate che


riceveranno un incremento di carico

Il terreno di fondazione sottostante le due pilastrate

I nodi trave-colonna

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19

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Se uno di questi elementi dovesse cedere, le azioni cercherebbero un


nuovo percorso che sicuramente richiederebbe valori maggiori di
deformazione soprattutto a carico delle travi, che se non in possesso di
elevati valori di duttilit collasserebbero progressivamente.
Un altro possibile ed efficace meccanismo di by-pass dei carichi
quello che si basa sul funzionamento a catenaria degli impalcati, ovvero
il Tie Forces (TF). Tale funzionamento richiede che le armature orizzontali
degli impalcati siano progettate ed organizzate in modo da poter ricevere
rilevanti azioni orizzontali di trazione che si generano durante il fenomeno
del collasso progressivo. In questa situazione i solaio sarebbero chiamati a
lavorare come una membrana vincolata lungo i bordi agli spostamenti
orizzontali e verticali. Questi pannelli infatti, dopo una prima fase in cui
manifestano un comportamento flessionale, in seguito alla rottura delle zone
critiche, attivano un meccanismo a catenaria che chiaramente legato a
deformazioni rilevanti. In funzione dellorditura dei solai questa membrana
potr essere uni o bidirezionale.

Figura10:MeccanismidiTieForceperiltrasferimentodeicarichi

Importanza decisiva nellattivazione di tale meccanismo giocata da


una corretta disposizione dei dettagli di ancoraggio e di giunzione delle
barre che fungono da catene oltre allinserimento di staffe nei nodi. E

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

necessario infatti, affinch il funzionamento a catenaria sia attivabile, che il


resto della struttura possa equilibrare il tiro allestremit della catenaria
stessa.
Per quanto riguarda i solai unidirezionali fondamentale che vi sia
continuit fra le barre di armatura inferiori da portarsi attraverso un nodo.
In figura

possibile vedere il meccanismo di resistenza che si pu

instaurare in un sistema che soggetto alla rimozione di una colonna


considerando qualitativamente solo il contributo delle travi.

Figura11: Meccanismo di resistenza dopo la rimozione di una colonna [Hamburger 2003]

La maggior parte dei progetti trascurano la possibilit che si possa


sviluppare un meccanismo di resistenza per via catenaria e si affidano
implicitamente al sistema di resistenza flessionale.
Nei sistemi in cui le connessioni sono a parziale ripristino delle
sollecitazioni, la ridistribuzione delle azioni nel caso della perdita della
colonna pu avvenire attraverso lazione catenaria.

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CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Per poter avere una azione catenaria le connessioni trave-colonna e


trave-colonna-trave nel punto in cui viene rimossa la colonna, devono
possedere una adeguata duttilit e resistenza alla trazione [Byfield &
Paramavisan 2007].
Finch le connessioni hanno una ottima resistenza agli sforzi di
trazione, in modo tale da poter attuare un comportamento catenario, non
necessario che ci sia la massima resistenza alle azioni flessionali nel piano
[Hamburger 2003].

Figura 12:Equilibrio catenario delle forze per rotazioni diverse

Effettuando una analisi dellequilibrio allazione catenaria per due


configurazioni sottoposte alla stessa forza ma con rotazioni diverse, si nota
che la sollecitazione di trazione diminuisce allaumentare dellangolo di
rotazione .
Nel caso in cui si instauri un meccanismo catenario, laumento delle
capacit rotazionali delle connessioni, comporta una diminuzione dello
sforzo di trazione sulla trave e sulla connessione stessa riducendo cos il
rischio di collasso progressivo.
Le capacit rotazionali inelastiche delle connessioni rappresentano
quindi, un parametro fondamentale per controllare i meccanismi di tipo
catenario.

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CAPITOLO 2 LINEE GUIDA GSA

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

CAPITOLO 2

LINEE GUIDA GSA


Progressive collapse is a situation where local
failure of a primary structural component leads to the
collapse of adjoining members which, in turn, leads to
additional

collapse.

Hence,

the

total

damage

is

disproportionate to the original cause.

2.1 Collasso Progressivo secondo GSA


La U.S General Service Administration (GSA) ha sviluppato:
Progressive Collapse Analysis and Design Guidelines for New Federal
Office Buildings and Major Modernization Projects, con lobbiettivo di
ridurre gli effetti del collasso progressivo negli edifici colpiti da azioni
dinatura eccezionale, generalmente non previste in fase progettuale dai
codici normativi. Il lavoro iniziato nel 1999, ha fornito il primo testo nel
2000 e la versione definitiva nel 2003.
Nel testo vengono forniti i criteri di progettazione per gli edifici
esposti al rischio di collasso progressivo e le metodologie di analisi per
verificare se tali edifici siano in grado o meno di subire danni spropositati
rispetto alla causa scatenante.
Lo scopo principale della GSA quello di fornire ai progettisti gli
strumenti necessari per la riduzione del rischio di collasso progressivo nelle
strutture di nuova progettazione e i metodi di analisi per la valutazione del
rischio di collasso progressivo nelle strutture esistenti.
La norma non specifica quali sono le azioni eccezionali contro le
quali la struttura deve resistere (i.e. attacchi terroristici dinamitardi), bens si
concentra sulla robustness che ogni struttura deve possedere per poter
contrastare i fenomeni di collasso progressivo.

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CAPITOLO 2 LINEE GUIDA GSA

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

2.2 Analisi statica lineare secondo GSA


La GSA prevede che lanalisi strutturale venga effettuata attraverso
lanalisi statica lineare al passo del modello con aggiornamento manuale
della matrice di rigidezza della struttura.
La condizione di carico alla quale si sottopone lintera struttura
cos definita:
Load = 2 ( DL + 0,25 LL )
dove:
DL = carichi permanenti
LL = carichi variabili
mentre il fattore 2 rappresenta il fattore di incremento dinamico del
carico derivante dallapplicazione di un carico impulsivo alla struttura.

Passi da seguire per lanalisi:


si carica la struttura come visto precedentemente
si procede alla rimozione istantanea di un elemento di
supporto verticale al primo piano come mostrato in figura (si elimina
una colonna alla volta lungo i due lati della struttura, nellangolo e al
centro).

Figura 1. Approccio coretto ed incorretto per la rimozione delle colonne

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CAPITOLO 2 LINEE GUIDA GSA

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura 2. Zone di rimozione degli elementi di supporto verticale

si effettua lanalisi della struttura

si verifica quali elementi strutturali eccedono il DCR e si modifica la


matrice di rigidezza della struttura cos come spiegato di seguito:
se il DCR di un elemento supera il valore massimo a causa di
sollecitazioni taglianti lelemento viene considerato fallito; se il DCR
viene superato a causa di sollecitazioni flessionali si inserisce una
cerniera e viene applicata una coppia di momenti pari a quello resistente
dellelemento

Si rilancia lanalisi fino a che nessun elemento non eccede il DCR.

Il rischio di collasso progressivo viene effettuato valutando le dimensioni


delle parti della struttura che non hanno resistito alla rimozione istantanea di
un elemento di supporto verticale. La struttura si trova nella condizione di
basso rischio di collasso progressivo se il danno strutturale non eccede
determinate dimensioni fornite dalla norma come mostrato in figura:

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CAPITOLO 2 LINEE GUIDA GSA

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura 3. Dimensioni massime delle aree che possono danneggiarsi a seguito della rimozione di
una colonna

La valutazione delle capacit resistenti degli elementi strutturali viene


effettuata mediante il DCR (Demand Capacity Ratio) che rappresenta il
rapporto tra la resistenza richiesta e quella che lelemento strutturale pu
fornire.
Attraverso il DCR si valuta se un elemento strutturale pu considerarsi
integro, fallito o parzialmente fallito. Un elemento viene considerato non
in grado di assolvere alla sua funzione quando eccede il valore di DCR
fornito dalla norma.
Il valore di DCR varia in base al tipo di struttura (c.a. o acciaio) ed in base
al tipo di elemento strutturale.
Nel caso di c.a. il DCR vale 2 per le strutture che possono essere considerate
tipiche mentre vale 1,5 per le strutture che non possono essere considerate
come tipiche.
Nel caso dellacciaio il DCR varia in funzione del tipo di elemento
strutturale che viene esaminato, assumendo valori elevati per elementi
sottoposti ad azioni flessionali e valori pi bassi per elementi sottoposti a
presso-flessione. Valori pi dettagliati sono riportati allinterno di una
tabella presente allinterno della norma e che stata redatta in base alle

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26

CAPITOLO 2 LINEE GUIDA GSA

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

indicazioni che sono presenti nelle principali norme e commentari


americani.

2.3 Altra tipologie di analisi secondo GSA


La norma non preclude altre tipologie di analisi come lanalisi statica
non lineare e lanalisi dinamica lineare e non lineare che permettono di
cogliere in maniera decisamente migliore gli aspetti peculiari caratterizzanti
le strutture sottoposte ad azioni di tipo dinamico.
Tuttavia consigliato luso di queste analisi solo ai progettisti pi
esperti che siano in grado di non incorrere in errori di modellazione.

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

CAPITOLO 3

LINEE GUIDA UFC


Progressive collapse is a relatively rare event, in the United States and other
Western nations, as it requires both an abnormal loading to initiate the local
damage and a structure that lacks adequate continuity, ductility, and
redundancy to resist the spread of damage. However, significant casualties can
result when collapse occurs. This is illustrated by the April 19, 1995 bombing
of the Alfred P. Murrah building in Oklahoma City, in which the majority of
the 168 fatalities were due to the partial collapse of the structure and not to
direct blast effects. The recent escalation of the domestic and international
terrorist threat has increased the probability that other US government
structures will be attacked with explosives or other violent means.

the spread of an initial local failure from element to element, eventually


resulting in the collapse of an entire structure or a disproportionately large
part of it.

3.1 Collasso Progressivo secondo UFC


Il documento pi recente per quanto riguarda la progettazione contro
il rischio di collasso progressivo e lo UFC 4-023-03 pubblicato il 14 Luglio
2009 e revisionato il 27 Gennaio 2010. Tale documento fornisce le linee
guida per una progettazione mirata a minimizzare il rischio di collasso
progressivo nelle strutture che possono essere soggette ad azioni di natura
eccezionale. Tale documento pu essere applicato nella progettazione delle
nuove costruzioni e per ladeguamento di edifici esistenti che risultassero
essere a rischio di collasso progressivo. Le linee guida pu essere applicata
alle strutture in cemento armato, in acciaio, in muratura ed in legno,
fornendo degli esempi applicativi nelle appendici finali.
Nel testo vengono forniti i criteri di progettazione per gli edifici
esposti al rischio di collasso progressivo e le metodologie di analisi per
verificare se tali edifici siano in grado o meno di subire danni spropositati
rispetto alla causa scatenante.

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

3.2 Analisi statica lineare secondo UFC


La norma prevede luso dellanalisi statica lineare per tutte le strutture che
possono essere considerate come regolari senza la necessit di calcolare il
DCR. Nel caso in cui la struttura risultasse irregolare deve essere calcolato il
DCR per ogni sezione e verificare che esso non sia superiore a 2. Nel caso
in cui una sola sezione supera il valore di DCR prestabilito, lanalisi statica
lineare non pu essere usata.
DCR
Per il calcolo del DCR si crea un modello tridimensionale della struttura, si
effettua lanalisi statica lineare e si calcolano i valori di DCR per ogni
singolo elemento:
DCR = QUDLim/QCE
dove:
QCE = la resistenza dellelemento
QUDLim = lazione nelleelemento dovuta ai carichi
CARICHI
La struttura deve essere verificata in due condizioni di carico differenti: 1)
condizione di carico a controllo di deformazione; 2) condizione di carico a
controllo di forze.

Nel caso di condizione di carico a controllo di deformazione la


condizione di carico la seguente:

Per le aree vicino lelemento di supporto verticale rimosso e quelle al di


sopra di esse si ha:
GLD = LD [(0.9 o 1.2) D + (0.5 L o 0.2 S)]
Dove:
GLD = carichi gravitazionali incrementati per lanalisi statica lineare
a controllo di
deformazioni

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

D = carichi permanenti
L = carichi variabili
S = carico da neve
LD = fattore di incremento dinamico per lanalisi statica lineare a
controllo di deformazioni
Per le restanti parti della struttura la condizione di carico la seguente:
G = (0.9 o 1.2) D + (0.5 L o 0.2 S)
dove G = carichi gravitazionali

Nel caso di condizione di carico a controllo di forze la condizione di


carico la seguente:

Per le aree vicino lelemento di supporto verticale rimosso e quelle al di


sopra di esse si ha:
GLF = LF [(0.9 o 1.2) D + (0.5 L o 0.2 S)]
Dove:
GLF = carichi gravitazionali incrementati per lanalisi statica lineare a
controllo di forze
D = carichi permanenti
L = carichi variabili
S = carico da neve
LF = fattore di incremento dinamico per lanalisi statica lineare a
controllo di forze
Per le restanti parti della struttura la condizione di carico la seguente:
G = (0.9 o 1.2) D + (0.5 L o 0.2 S)
dove G = carichi gravitazionali
Per tenere in conto la stabilit nei confronti dei carichi laterali e gli effetti P in entrambi i casi si applica ad ogni facciata delledificio, per ogni
direzione principale (una per volta), la seguente quantit:
0.002

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Dove:
-LLAT carichi laterali
-P Somma dei carichi verticali (Dead e Live) agenti ad ogni piano, al netto
del DIF.

FATTORE DI INCREMENTO DEL CARICO


Il fattore di incremento dinamico del carico fornito dalla norma attraverso
la seguente tabella:

Dove mlif il minore degli m dellintera struttura. Gli m sono calcolati


attraverso la tabella seguente:

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

VERIFICA

Per il sistema a controllo di spostamenti si deve verificare che:


m QCE QUD

Dove:
QUD = azione derivante dallanalisi statica lineare
m = fattore modificatore dellelemento calcolato come specificato
nelle linee guida
= fattore di riduzione della resistenza del materiale

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

QCE = resistenza dellelemento

Per il sistema a controllo di forze si deve verificare che:


QCL QUF

Dove:
QUF = azione derivante dallanalisi statica lineare
QCL = resistenza dellelemento
= fattore di riduzione della resistenza del materiale

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura 4. Localizzazione delle zone in cui deve essere incrementato il carico a seguito della
rimozione di un elemento di supporto verticale esterno o interno

3.3 Analisi statica non lineare secondo UFC


Lanalisi statica non lineare una tecnica di analisi mediante la quale si
cerca di individuare il comportamento della struttura a seguito di azioni che
ne provocano il superamento della soglia elastica.

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34

CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Soprattutto in questo ambito, quello dei carichi di natura eccezionale,


diventa importante valutare ed indagare quali siano le effettive risorse della
struttura per far fronte ad azioni di natura anomala, risorse che non possono
essere messe in luce da una analisi elastica la quale non potenzialmente in
grado di seguire levoluzione del comportamento e la conseguente
ridistribuzione dei carichi.
3.3.1 Modello Analitico
Per modellare,analizzare e valutare un edificio, necessario
utilizzare un modello tridimensionale, non sono infatti permessi modelli
piani. Lanalisi pu essere svolta trascurando il contributo degli elementi
secondari, tuttavia andr verificato a posteriori la compatibilit della
richiesta deformativa degli stessi.
3.3.2 Combinazioni di carico
Lanalisi viene effettuata secondo le seguenti combinazioni di carico:
Carichi verticali incrementati per le aree di piano al di sopra delle colonne
rimosse o delle pareti
Larea a cui afferiscono tutte le campate immediatamente adiacenti
allelemento rimosso e le corrispondenti ai piani successivi devono essere
caricati con un valore maggiorato dei carichi espresso dalla seguente:
N 0.9 o 1.2 D

0.5 L o 0.2 S

Dove:
GN valore incrementato dei carichi verticali per lanalisi statica non lineare
D peso proprio degli elementi strutturali incluso il sovraccarico permanente
L carico variabile
S carico da neve
N Dynamic Increase Factor (DIF) fattore di incremento del carico per
tenere conto degli effetti dinamici che seguono alla rimozione di un
elemento portante e accompagnano il riarrangiamento strutturale.

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Carichi verticali per le zone lontane dalla colonna o parete rimossa


Tutte le campate, ad ogni piano, non immediatamente adiacenti allelemento
rimosso devono essere caricate con una combinazione di carichi verticali G
pari a:
0.9 o 1.2 D

0.5 L o 0.2 S

In cui il significato dei termini analogo a quanto esposto in precedenza.


Lo schema di carico viene messo in evidenza dallo schema seguente tratto
dallUFC 2010

Figura1:Schemadicaricorelativoallarimozione(intempiseparati)diunacolonnacentraleedi
unaperimetrale

Carichi Laterali Applicati alla struttura.

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36

CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Per tenere in conto la stabilit nei confronti dei carichi laterali e gli effetti P si applica ad ogni facciata delledificio, per ogni direzione principale
(una per volta), la seguente quantit:
0.002
Dove:
-LLAT carichi laterali
-P Somma dei carichi verticali (Dead e Live) agenti ad ogni piano, al netto
del DIF.

Procedura di carico
I carichi determinati devono essere applicati usando una storia di carico ad
incrementi costanti in numero minimo pari a 10. Ad ogni passo il software
analizzato deve essere in grado di trovare la convergenza tra stato
deformativo ed equilibrio coi carichi esterni.
3.3.3 Fattore di incremento dinamico (DIF)
Il fattore di incremento dinamico tiene in conto degli effetti dovuti
allapplicazione istantanea del carico conseguente la rimozione di un
elemento portante. Tale carico propriamente quello che competeva in
condizioni ordinarie allelemento rimosso.
In merito a ci la versione 2005 dellUFC e le GSA 2003 davano un
valore di N pari a 2.

Nella versione UFC 2010 vengono fatte delle

considerazioni rispetto a questo valore e allinappropriatezza di ritenerlo


costante rispetto al tipo di struttura e di analisi.
Esattamente ne vengono esposte tre nel C-6.8, che si riportano in seguito:
1. Lo stesso moltiplicatore 2 non pu essere usato sia per lanalisi statica
lineare sia per lanalisi statica non lineare, in quanto lanalisi statica non
lineare incorpora le non linearit;

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37

CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

2. Un DIF pari a 2 non appropriato per la maggior parte delle analisi. Il


massimo spostamento ottenuto in campo dinamico dovuto allapplicazione
di un carico rettangolare doppio dello spostamento che si ottiene se il
carico applicato in maniera quasi statica, e conseguentemente si registra
una sollecitazione massima doppia rispetto a quella sollecitante. Ne segue
che se la struttura restasse in campo elastico la scelta di un DIF pari a 2
potrebbe ritenersi appropriata . Tuttavia, in situazioni di carico estreme
come quelle ipotizzate, la struttura tipicamente sar impegnata, e verr di
conseguenza progettata, per rispondere in campo non lineare.
Quindi il DIF, coefficiente che viene utilizzato per approssimare la risposta
effettiva che si otterrebbe con unanalisi dinamica non lineare, tipicamente
minore di 2. Daltra parte il fattore di amplificazione del carico LIF per un
analisi statica lineare deve essere pi grande di 2, per la presenza di effetti
dinamici e non lineari.
3. Il fattore amplificativo del carico era indipendente dalle perfomances
delledificio, ovvero restava il medesimo sia se il grado di danneggiamento
era alto sia se di modesta entit.
Per la determinazione del DIF da usare nelle analisi necessario valutare la
capacit rotazionale espressa come R=(u-y)/y. Il pi piccolo rapporto tra
tutti gli elementi primari (ad esclusione delle colonne) il parametro
mediante il quale determinare il DIF secondo delle espressioni riportate in
tabella:

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CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura2:TabelleUFCperladeterminazionedelDIF

Figura3:DiagrammadelDIFinfunzionedellarotazioneplasticasuquellaasnervamento

3.3.4. Limite al danneggiamento strutturale


Nella versione precedente dell UFC, il limite del danneggiamento
strutturale era fissato nel 15% per larea di piano nei pressi della colonna
rimossa o della parete e nel 30% per la rimozione di una elemento
perimetrale. Nella versione 2010 questi criteri sono stati rimossi e sostituiti
da uno pi specifico, ovvero che tutti gli elementi devono essere progettati
per non collassare.
Il requisito pu ritenersi soddisfatto se si ottengono valori
compatibili con la capacit deformativa ultima degli elementi.

Questa

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39

CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

versione dellUFC fa osservare che i criteri di accettabilit, che in sostanza


forniscono gli elementi per la definizione della cerniera plastica, sono stati
modificati rispetto alla UFC03 nella quale coincidevano con i valori
riportati nella ASCE41. Difatti quei criteri di accettabilit si riferivano a
regressioni di test ciclici nei quali la rottura avviene anche per linnesco di
fenomeni legati a fatica, quelle formulazioni sicuramente efficaci per la
risposta della struttura ad azioni sismiche diventano troppo conservative o
restrittive se si usano per valutare la risposta della struttura ad i carichi
conseguenti la perdita di un elemento portante.
Questo modo di procedere la metologia del DeformationControlled Actions che si affianca alla possibilit di controllare la struttura
mediante un confronto in forze, in sintesi la QUF forza restituita dallanalisi
non lineare deve essere minore di quella limite dellelemento (QCL)
moltiplicato per un fattore riduttivo , cio deve risultare:

3.4 Analisi dinamica non lineare


Luso dellanalisi dinamica non-lineare consentito per tutte le
strutture. La modellazione strutturale deve essere tridimensionale e il carico
da applicare a tutta la struttura il seguente:
GND = (0.9 o 1.2) D + (0.5 L o 0.2 S)
Dove:
GND = carichi gravitazionale per lanalisi dinamica non lineare
D = carichi permanenti
L = carichi variabili
S = carico da neve

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40

CAPITOLO3 LINEE GUIDA UFC

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Applicato il carico allintera struttura si inizia lanalisi rimuovendo


istantaneamente un elemento di supporto verticale. Molto importante la
velocit di rimozione dellelemento in quanto essa pu influire fortemente
sui risultati dellanalisi.
Per quanto riguarda le deformazioni ci si aspetta che gli elementi
strutturali abbiano capacit de formative maggiori di quelle risultanti
dallanalisi.
Per quanto riguarda le azioni ci si aspetta che ogni sezione soddisfi il
seguente requisito:
QCL QUF
Dove:
QUF = azione derivante dallanalisi dinamica non lineare
QCL = resistenza dellelemento.
= fattore di riduzione della resistenza del materiale

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

CAPITOLO 4
VALUTAZIONE
DEL
POTENZIALE
DI
COLLASSO
PROGRESSIVO
DI
UNA
STRUTTURA IN C.A. PROGETTATA SECONDO
NTC08 CLASSE DI DUTTILITAA

4.1 Generalit
Questo capitolo tratter la valutazione della capacit di una struttura,
progettata secondo NTC08 in classe di duttilit A in zona ad alta sismicit
(EX ZONA I), a far fronte alle richieste prestazionali riportati nellUFC
2010. Si utilizzer un approccio ibrido, ovvero si applicheranno i criteri di
analisi e accettabilit esposti in precedenza, seguendo la procedura NSP, ma
utilizzando

un

modello delledificio a plasticit concentrata con

modellazione delle cerniere fatta secondo NTC08. Questa metodologia


nasce da alcune considerazioni che vengono di seguito riportate.
Prima considerazione
La definizione di cerniera plastica adottata dalle UFC

richiede

come input anche il taglio di progetto V. La definizione di questo parametro


riportata nelle FEMA 356 6.5.2.3 (documento di riferimento per lUFC)
come il valore di taglio derivato dallinviluppo delle sollecitazioni delle
combinazioni di carico sismiche e gravitazionali. Rispetto a tale valore la
sezione si progetta considerando due contributi Vc (dovuto al calcestruzzo) e
Vs (dovuto alle staffe). Il rapporto tra Vs/V uno dei parametri che serve per
valutare se una sezione C (Conforme) o NC (Non Conforme) con
conseguente sostanziale differenza dei parametri della cerniera plastica.
La progettazione delledificio in esame stata effettuata utilizzando
il criterio di gerarchia delle resistenze per il quale il taglio di progetto deriva
direttamente dagli sforzi fatti per privilegiare le rotture duttili (per flessione)
rispetto a quelle fragili (per taglio) ed solo indirettamente in relazione con
leffettivo taglio agente; si aggiunge inoltre che la resistenza a taglio di una

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

sezione, con lapproccio NTC08, si affida completamente alla resistenza


ultima delle staffe o delle bielle compresse di cls. Ci significa che il
progetto delle armature resistenti della sezione stato effettuato utilizzando
criteri sostanzialmente, se non concettualmente, differenti da quelli adottati
negli Stati Uniti. Questa considerazione vuole esternare il sospetto che
limportanza del rapporto proposto nellUFC non abbia la stessa valenza se
riferito a sezioni progettate con criteri differenti, con sostanziale poca
attendibilit dei valori ottenibili.
Si potrebbe ipotizzare, dati i parametri in gioco, che la conformit
o meno di una sezione sia da ricercare nella capacit di esibire duttilit
importanti.
Ma

data

larbitrariet

di

questa

affermazione

unita

alle

considerazioni successive lascia preferire per una scelta differente.

Seconda considerazione
I modelli UFC 2010 sono tarati su caratteristiche meccaniche e
prove sperimentali su materiali differenti da quelle in uso nel nostro paese.
Questo potrebbe derivare anche da standard diversi per la produzione degli
stessi, con conseguente diverso comportamento reologico atteso. A titolo di
esempio si potrebbe pensare che gli standard di produzione del calcestruzzo
e relativi criteri di accettabilit,riflessi dai nostri valori di calcolo rispetto a
quelli caratteristici, siano differenti.

Terza considerazione
Il valore del DIF (Dynamic Increase Factor) proposto dallUFC,
deriva da interpolazioni di risultati di analisi dinamiche non lineari per le
quali ha solo importanza la forma del diagramma momento-rotazione (M-).
Il modello di cerniera plastica NTC08 ricalca i punti caratteristici di quelle
curve. Di conseguenza, si ritiene che lutilizzo di una cerniera plastica tipo
NTC08 non possa influenzare il valore del DIF. Per inciso si specifica che
anche questa un ipotesi, seppur supportata da un pensiero razionale, che
andrebbe validata con delle analisi specifiche.

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

4.2 Caratteristiche delledificio in esame


Ledificio che si prende in esame destinato ad uso uffici aperti al
pubblico si prevede un affollamento tale da far ricadere ledificio in OCIII.
In pianta ha una forma rettangolare simmetrica rispetto a due assi ortogonali
(36.00m x 15.80m). In elevazione si sviluppa per sei piani fuori terra, senza
arretramenti per unaltezza complessiva di 22.00 m dallo spiccato delle
fondazioni fino allestradosso dellultimo solaio. Laltezza di interpiano di
3.60 m, eccetto il primo livello che presenta unaltezza di 4.00 m.

Figura1:Piantadelledificio

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura2:prospettolatocorto

Figura3:Prospettolatolungo

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

La tipologia resistente un telaio in cemento armato con travi


emergenti. Le dimensione delle sezioni al primo livello di 40x70 per le
travi e per i pilastri i perimetrali, mentre quelli disposti allinterno sono
70x70. Al secondo livello le travi e i pilastri perimetrali sono mediamente
30x60 mentre i centrali 60x60. Dai livelli successivi i pilastri subiscono una
rastremazione di circa 5 cm a piano.
Il materiale utilizzato calcestruzzo C25/30 e acciaio B450C.

4.3 Combinazione di carico per il collasso progressivo


La combinazione di carico analizzata pari a P=D + (0.9 o 1.2) L
per i carichi verticali (incrementati del DIF nelle zone attigue alla rimozione
come descritto nella UFC) e del due per mille dei carichi verticali.
Il peso complessivo degli elementi strutturali e del sovraccarico fisso
viene riportato in tabella, lazione dei carichi orizzontali viene applicata
sulle quattro direzioni principali delledificio una per volta.
Livello

Di
[KN]

Li
2
[KN/m ]

P=D+0.9L
2
[KN/m ]

P=D+1.2L
2
[KN/m ]

LLi=1/6*0.002P
[KN]

Livello1

13.89
13.09
13.07
12.59
12.52
10.01

4.00
4.00
4.00
4.00
4.00
0.5

17.49
16.69
16.67
16.09
16.12
10.46

18.69
17.89
17.87
17.29
17.32
12.10

9589
9589
9589
9589
9589
9589

Livello2
Livello3
Livello4
Livello5
Copertura

4.4 Combinazione di carico per il collasso progressivo


Alla luce delle considerazioni precedentemente riportate la
modellazione delle cerniere plastiche viene fatte secondo quanto riportato
nelle NTC08. Usando la formulazione di normativa si ottenuto il legame
Momento- Curvatura per tutte le travi.
Le assunzioni fatte sono:

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

- modello elastico perfettamente plastico della cerniera con


Momento di snervamento pari al momento ultimo;
- Rigidezza iniziale pari alla rigidezza della sezione non fessurata;
Per i calcolo della rotazione di snervamento y si utilizza la seguente:

In cui:
y la curvatura allo snervamento ottenuta in maniera approssimata
con la seguente:
2
2
sy valore di snervamento dellacciaio
h altezza utile della sezione
c copri ferro
Lv luce di taglio che si pone pari a met luce della trave
db diametro medio delle barre longitudinali

Per il calcolo della rotazione ultima si utilizza la formula di origine


sperimentale riportata nella C8A.6 :

Dove:

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

el pari a 1.5 per gli elementi primari ed 1 per gli elementi

secondari

h laltezza della sezione;

= N /(Ac fc) lo sforzo assiale normalizzato di

compressione agente su tutta la sezione Ac;

= As fy /(bh fc) e = As fy /(bh fc) sono le percentuali

meccaniche di armatura longitudinale in trazione e compressione (b, h


sono base ed altezza della sezione), rispettivamente, (nelle pareti tutta
larmatura longitudinale danima da includere nella percentuale in
trazione);

fc , fy e fyw sono la resistenza a compressione del

calcestruzzo e la resistenza a snervamento dellacciaio longitudinale e


trasversale, ottenute come media delle prove eseguite in sito,
eventualmente corrette sulla base di fonti aggiuntive di informazione,
divise per il fattore di confidenza appropriato in relazione al livello di
conoscenza raggiunto.

4.5 Risultati delle analisi


Si deciso di analizzare la struttura per la verifica al collasso
progressivo eliminando di volta in volta una colonna. La procedura stata
applicata su 6 pilastri poich, per ovvie ragioni di simmetria, ci rappresenta
tutte le combinazioni previste dalle UFC 2010.
Si riportano di seguito le posizioni degli elementi rimossi:

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Delle 6 combinazioni analizzate si riportano i risultati delle pi significative:


Eliminazione colonna 1:

Figura4:DeformazionedeltelaioAAalmomentodelcollasso

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COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura5:Deformatadeltelaio11almomentodelcollasso

Eliminazione colonna 2:

Figura6:DeformatadeltelaioAAalmomentodelcollasso

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

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Figura7:Deformatatelaio22almomentodelcollasso

Eliminazione colonna 3:

Figura8:DeformatadeltelaioAAalmomentodelcollasso

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

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Figura9:Deformatadeltelaio11almomentodelcollasso

Eliminazione colonna 7:

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura10:DeformatadeltelaioBBallostepfinale(noncollassato)

Figura11:Deformatadeltelaio22allostepfinale(noncollassato)

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Eliminazione colonna 8:

Figura12:DeformatadeltelaioBBalmomentodelcollasso

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura13:Deformatadeltelaio22almomentodelcollasso

Eliminazione colonna 9:

Figura14:DeformatadeltelaioBBalmomentodelcollasso

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura15:Deformatadeltelaio22almomentodelcollasso

4.5 Considerazioni
In tutte le combinazioni di carico eccetto quella in cui stata
eliminata la colonna 7 si riscontrato un collasso progressivo, in quanto il
colore giallo nelle cerniere plastiche rappresenta il raggiungimento della
rotazione ultima da parte della stessa, con conseguente sostanziale perdita di
funzionalit. Lanalisi degli step di carico ha evidenziato come la struttura
abbia attinto a tutte le proprie risorse di ridistribuzione, di fatti il
raggiungimento delle condizioni ultime di uno degli elementi evidenzia
come la struttura si sia sempre trasformata in un meccanismo.
Nei telai perimetrali il raggiungimento del collasso si ha con un
carico allincirca pari al 50-60 % di quello derivante dalle linee guida UFC
(vedi paragrafo 3 - Combinazioni di carico per il collasso progressivo). Le

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CAPITOLO 4 APPLICAZIONE

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

motivazioni principali che portano alla crisi la struttura possono essere cos
riassunte:
1)

Leliminazione delle colonne porta alla formazione di

campate con luci di circa 14 m con conseguente elevato incremento


delle sollecitazioni flessionali nelle sezioni di estremit.
2)

La condizione di doppia luce porta allinversione del

diagramma del momento in corrispondenza del nodo dove stata


eliminata la colonna. Poich le travi sono armate in maniera non
simmetrica, non possiedono risorse sufficienti per contrastare
linversione della sollecitazione flessionale venutasi a creare.

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

CAPITOLO 5
IPOTESI DI ADEGUAMENTO

5.1 Considerazioni preliminari


Per sopperire alla mancanza di risorse resistenti degli elementi struttrali
soggetti a collasso si pensato di realizzare una travatura reticolare spaziale,
posta sulla copertura, in grado di redistribuire in maniera pi omogenea i
carichi che nascono in seguito alla perdita istantanea di un elemento di
supporto verticale. La scelta di tale soluzione nasce dalle seguenti
considerazioni:
1) Il sistema progettato non altera significativamente le caratteristiche
dinamiche della struttura. Infatti, ledificio, non subisce variazioni di
rigidezza laterale ma solo verticale. Tale condizione modifica in
maniera comunque trascurabile i periodi dei modi fondamentali di
vibrazione a causa dellaumento di massa. Di seguito si riportano i
risultati dellanalisi modale effettua in entrambe le configurazioni
(con e senza struttura reticolare).

Periodosenza
reticolare
Sec

Periodocon
reticolare
Sec

Sec

Incremento
percentuale
%

0,8830

0,8914

0,0084

0,95%

0,8784

0,8828

0,0044

0,50%

0,8000

0,8093

0,0093

1,16%

0,3117

0,3150

0,0033

1,04%

0,3041

0,3054

0,0013

0,42%

0,2812

0,2843

0,0031

1,12%

0,1815

0,1830

0,0014

0,78%

0,1724

0,1734

0,0010

0,56%

0,1632

0,1652

0,0020

1,25%

10

0,1212

0,1216

0,0004

0,36%

11

0,1167

0,1171

0,0003

0,26%

12

0,1110

0,1120

0,0010

0,93%

Modo

Differenza

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

2) Essendo la copertura non praticabile, tale intervento non apporta


consistenti modifiche funzionali alledificio.
3) Non si riscontrano particolari problematiche per quanto riguarda
linstallazione del sistema reticolare che richiede solo il montaggio
di piastre di ancoraggio in corrispondenza dei nodi di copertura.
4) Il sistema reticolare non comporta lavorazioni particolarmente
complesse e costose da realizzare in cantiere (ad esempio saldature)
in quanto tutti gli elementi che la compongono sono realizzati
direttamente in officina e assemblati in loco.

5.2 Descrizione della travatura reticolare spaziale


La sovrastruttura realizzata mediante aste tubolari in acciaio
collegate mediante giunti sferici a cerniera in acciaio bonificato al NiCrMo
ricavati mediante procedimento di stampaggio a caldo e aste tubolari
filettate in acciaio alle cui estremit sono avvitati terminali a testa sferica.

Figura1:NodopertravaturereticolaridellaVESTRUT

Il giunto costituito da tre elementi circolari, due calotte ed una


piastra centrale che le racchiude, uniti insieme da ununica vite: le due

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60

CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

calotte simmetriche sono dotate di fessure ed alloggiamenti nei quali si


posizionano i terminali delle aste durante il montaggio. I terminali a testa
sferica sono fissati da un controdado e avvitati direttamente sulle aste
rastremate, in modo destrorso da un lato, e sinistrorso dallaltro.

Figura2:ParticolarenodoVESTRUT

Il giunto sferico VESTRUT dal punto di vista statico e tecnologico,


una cerniera. Dopo il bloccaggio, tutte le aste convergenti nel nodo hanno la
possibilit di ruotare in un piano dello spazio. La caratteristica fondamentale
del sistema VESTRUT consiste nel realizzare la cerniera unidirezionale nel
giunto di convergenza delle aste. Tale particolarit fondamentale nelle
ipotesi di verifica statica dell' intera struttura reticolare spaziale. Infatti, in
sede di calcolo strutturale, i nodi di convergenza delle aste del reticolo
spaziale sono ipotizzati come cerniere perfette, al fine di limitare le
caratteristiche di sollecitazione delle aste al solo sforzo normale. In caso
contrario nellipotesi di nodi incastri, si verificherebbero caratteristiche
della sollecitazione aggiuntive nelle aste dovuti a taglio e momento
durante gli abbassamenti della struttura per effetto dei carichi accidentali.
Tale inconveniente avviene quasi in tutti gli altri collegamenti
tridimensionali esistenti, in quanto essi sostanzialmente rappresentano dal
punto di vista tecnologico degli incastri.
Nel sistema VESTRUT tutte le aste sono sottoposte esclusivamente

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61

CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

al solo sforzo normale in qualsiasi condizione di carico.

Figura3:Esplosoassonometrico

Tutte le aste sono regolabili prima, durante e dopo aver effettuato il


montaggio,

senza

alterare

le

tensioni

allinterno

della

struttura.

Grazie alla caratteristica del nodo cerniera possibile effettuare regolazioni


delle aste sia prima del montaggio che dopo la posa in opera della struttura.
I terminali avvitati alle aste hanno una filettatura destrorsa da un lato e
sinistrorsa dallaltro. La regolazione avviene quindi mediante la rotazione
delle aste intorno al proprio asse dopo averle inserite nel nodo. Tali
regolazioni hanno lo scopo di: correggere eventuali difetti dimensionali
delle aste, creare superfici curve, realizzare controfrecce nella struttura,
effettuare centraggi in corrispondenza degli appoggi.

consentito lavvitaggio contemporaneo nel nodo di massimo 12 aste


utilizzando ununica vite.

Sono escluse saldature per la realizzazione di tutti i collegamenti tra i


componenti del sistema.
Gli assemblaggi di tutti i componenti del sistema VESTRUT avvengono
senza luso di saldature: il collegamento del terminale allasta avviene

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

mediante avvitaggio sia direttamente sul tubo rastremato a caldo, sia


attraverso un tappo filettato avvitato al tubo.

5.3 Modellazione della travatura reticolare


La travatura reticolare stata modellata al SAP mediante elementi
bielle. I profili scelti per la struttura sono a sezione circolare cava. La
travatura ha unaltezza pari a quella di interpiano (3,6 m). Inoltre, anche il
collegamento tra la travatura e la struttura esistente pu essere assimilato a
quello di una cerniera. Si riporta in figura una vista assonometrica della
travatura e dinsieme della struttura.

Figura4:Vistaassonometricadellatravaturareticolarespaziale

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura5:Vistaassonometricadellastruttura

5.4 Caratteristiche dei materiali e dei profili utilizzati


Lacciaio utilizzato del tipo S235 con le caratteristiche riportate
nella seguente tabella:
Acciailaminati
Spessorenominaledellamembratura

Normaetipodi
acciaio

t40mm
2

40mm<t80mm
2

EN100252

fy[N/mm ]

fu[N/mm ]

fy[N/mm2]

fu[N/mm2]

S235

235

360

215

360

La travatura composta da profilati cavi circolari formati a caldo


con le seguenti caratteristiche:
D

A
2

W
4

(mm)

(mm)

(kg/m)

(cm )

(cm )

(cm )

(cm3)

193,7

16

70,1

89,3

3554

367

507

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Per la verifica degli elementi compressi si considerata una


lunghezza libera dinflessione pari alla distanza fra le cerniere.

5.5 Risultati delle analisi


Sono state effettuate 6 analisi sulla struttura, una per ogni colonna
eliminata. Sono stati calcolati i massima valori delle sollecitazioni sugli
elementi strutturali utilizzati successivamente per effettuare le verifiche sia
sulla travatura reticolare che sulla struttura in cemento armato. La
condizione determinante per il dimensionamento della travatura quella per
la quale viene a mancare il pilastro 2.

Di seguito si riportano i massimi valori di sforzo normale e di


abbassamento in corrispondenza della colonna rimossa riscontrati nelle 6
combinazioni:
Combinazioni

Nmax(trazione)[kN]

96

1168

1264

262

503

442

Nmax(compressione)[kN]

45

776

675

173

225

178

Abbassamento[mm]

23.2

21.5

20.8

5.6

7.0

6.5

Come si pu notare dai risultati riportati in tabella, la condizione pi


gravosa si ha per leliminazione della colonna 2. Di seguito vengono
riportati i risultati delle analisi ritenuti pi significativi:

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura6:Diagrammadellosforzonormaleperlacombinazione2(rossocompressione,blu
trazione)

Figura7:VerificadellatravaturaeffettuatadalSAPperlacombinazione2

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura8:Diagrammadellosforzonormaledellatravaturanellacombinazione9(rosso
compressione,blutrazione)

Dalle analisi si evince che, nonostante la presenza della travatura


reticolare in copertura, la perdita di un elemento di supporto verticale
comporta la plasticizzazione delle travi lungo la pilastrata danneggiata. Il
livello di questa plasticizzazione non arriva mai a compromettere lutilizzo
delledificio (non viene mai raggiunto il limite di IO immediate
occupancy fornito dalle UFC). Inoltre, tale configurazione, porter allo
sviluppo di forze di trazione sulla pilastrata stessa. Ulteriori verifiche sono
state svolte per assicurarsi che le armature e gli ancoraggi delle barre delle
colonne tese siano in grado di portare tali sforzi. In particolare, essendo gli
ancoraggi progettati in modo tale che la rottura avvenga sempre per trazione
sulle barre e non per sfilamento, tale verifica risulta implicitamente
soddisfatta. Affinch questo meccanismo possa svilupparsi necessario che
i nodi trave colonna non subiscano danni a seguito dellevento.

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CAPITOLO 5 ADEGUAMENTO

COLLASSO PROGRESSIVO: STATO DELLARTE E TECNICHE DI MITIGAZIONE

Figura9:DeformatadeltelaioAAnelcasodirimozionedellacolonna2

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ALLEGATI

ALLEGATO A1

ALLEGATO A.3 Designazioni travi

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