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Indice
1
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7
7
11
14
17
18
21
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23
23
28
31
33
36
39
Integrali multipli
3.1 Integrali doppi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.2 Integrali tripli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.3 Esercizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
41
41
48
58
Integrali di linea
4.1 Curve notevoli . . . . . . . . . . .
4.2 Integrali di linea di prima specie .
4.3 Integrali di linea di seconda specie
4.4 Esercizi . . . . . . . . . . . . . .
Punti critici
2.1 Punti stazionari di funzioni di classe C
2.2 Punti stazionari con hessiano nullo . . .
2.3 Punti critici non stazionari . . . . . . .
2.4 Ottimizzazione vincolata . . . . . . . .
2.5 Funzioni armoniche . . . . . . . . . . .
2.6 Esercizi . . . . . . . . . . . . . . . . .
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61
64
67
77
Integrali di superficie
5.1 Superfici notevoli di R3 . . . . . . . .
5.2 Integrali superficiali di funzioni scalari
5.3 Calcolo del flusso di campi vettoriali .
5.4 Esercizi . . . . . . . . . . . . . . . .
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79
84
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97
106
109
115
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Bibliografia
117
Introduzione
Questo eserciziario raccoglie gli esercizi che saranno svolti a tutoraggio per il corso di Analisi
matematica 2 dei CdL in Ingegneria a Cagliari.
Leserciziario e` diviso in sette capitoli pi`u appendici. Il capitolo 1 presenta una raccolta di
integrali indefiniti notevoli che saranno utili nello svolgimento di vari esercizi nei capitoli successivi. Dal capitolo 2 al capitolo 7 sono presenti gli argomenti classici del corso: funzioni di
pi`u variabili (continuit`a, derivablit`a, differenziabilit`a, massimi e minimi), integrazione multipla, di linea e di superficie, campi vettoriali. Negli appendici sono presenti tavole sulle funzioni
elementari, sviluppi di Taylor notevoli, coniche e quadriche e trasformazioni notevoli di coordinate.
In ogni capitolo e` presente
Brevi richiami di teoria;
Esercizi con svolgimento;
Esercizi senza svolgimento.
Poich`e in matematica non tutto pu`o essere trasposto in discorso scritto senza perdere in chiarezza, lo svolgimento degli esercizi pu`o essere per alcune parti non completa: in questo modo
il lettore e` invitato a risvolgere da solo e con tutti i dettagli gli esercizi proposti nelle lezioni
frontali.
Si avvisa che in questo testo sono presenti esercizi su argomenti che non sono in genere trattati
nei corsi di Analisi 2 a Ingegneria a Cagliari, come ad esempio la programmazione lineare, la
geometria differenziale delle curve e le superfici non orientabili. Questi argomenti sono stati
aggiunti per dare completezza alla trattazione. In ogni caso linsegnante e in particolare modo
il tutor/assistente, che adotta leserciziario, dovr`a indicare quali esercizi dovranno richiedere
lattenzione degli studenti.
Il libro e` stato composto in LATEX. I grafici sono stati creati con il pacchetto Tikz/Pgf.
Capitolo 1
(1.1)
Si pu`o procedere nel modo che segue: si studia il grafico (che indicheremo per semplicit`a
di trattazione con ) di (x, y) = 0. sar`a una curva, che appartiene alla soluzione di
(1.1), e suddivider`a il piano xy in un certo numero di zone A1 , , An , .
y
A3
A2
A4
x
A1
Per stabilire quali zone appartengono allinsieme delle soluzioni della (1.1), si andr`a a
considerare un punto Pi appartenente a ciascuna zona ma non a : se (Pi ) > 0 allora la
zona Ai fa parte dellinsieme delle soluzioni della (1.1), altrimenti se (Pi ) < 0 la zona
non sar`a soluzione. Se si deve risolvere (x, y) > 0 si procede allo stesso modo, ma non
fa far`a parte della soluzione. La determinazione delle zone Ai prescinde dal disegno di :
questo significa che prerequisito fondamentale e` la conoscenza delle coniche, e abilit`a nello
studio di funzione. Si consideri che il metodo qua descritto va coniugato con le conoscenze
sui metodi di risoluzione delle disequazioni in una variabile.
1
2
Esempio 1.1.2. Determinare il dominio della funzione
q
f (x, y) = log 1 (x2 + y 2 8).
10
Il dominio D della funzione e` costituito dai punti del piano che verificano il sistema di disequazioni
log 1 (x2 + y 2 8) 0
10
x2 + y 2 8 > 0
che corrisponde a
8 < x2 + y 2 9.
y
2
x
2
2
2
8,
2
x
4
4
Esempio 1.1.4. Determinare il dominio della funzione
f (x, y) = arcsin(x + 2y).
Il dominio e` linsieme
1 x
1 x
2
D = {(x, y) R | |x + 2y| 1} = (x, y) R | y
2 2
2 2
2
Possiamo interpretare graficamente il dominio come linsieme delle ascisse comprese fra le
quote 12 (x + 1) e 12 (1 x) al variare di x in R, ovvero
10
1
x
2
2
1
2
Le soluzioni sono quelle che rendono il rapporto positivo, quindi saranno quelle aree che sono
colorate contemporaneamente di rosso e blu, e quelle che non sono colorate: quindi
D = {x 1, 2 < y < 2} {x 1, 2 < y < 2}
{1 x 1, y > 2} {1 x 1, y < 2}.
Graficamente D si rappresenta come
11
y
2
x
2
2
2
1.2
Limiti
f (x, y) = l
(x,y)(x0 ,y0 )
(x0 , y0 )
12
(x0 , y0 )
Quelli che abbiamo illustrato sono solo due degli infiniti modi per mostrare che un limite
non esiste, poich`e le curve che passano per (x0 , y0 ) sono infinite. Avremo potuto anche
porre, ad esempio, y = y0 + (x x0 )m che al variare di m Z sono le funzioni potenze
passanti per (x0 , y0 ), oppure la chiocciola (x, y) = (t cos t + x0 , t sin t + y0 ).
Esempio 1.2.1. Calcolare
x
.
(x,y)(0,0) x + y
lim
Poich`e il risultato dipende da m il limite non esiste. Vediamo ora laltro metodo: passando in
coordinate polari si avr`a
lim+
cos
cos
cos
= lim+
=
.
cos + sin 0 cos + sin
cos + sin
2x y
.
(x,y)(0,0) x + 2y
lim
13
(x,y)(0,0) x2
xy
.
+ y2
2 cos sin
= cos sin .
2 (cos2 + sin2 )
Imponiamo y = mx:
3mx3
3m
=
lim x = 0.
2
2
x0 4x (1 + m )
4 (1 + m2 ) x0
lim
In questo caso dalla sostituzione y = mx otteniamo che il risultato del limite e` costantemente
zero per ogni valore di m: allora il limite potrebbe essere veramente 0. Proviamo
che il limite e`
p
2
2
2
2
0 sfruttando la definizione di limite: ricordando che x x + y e |y| x + y 2
p
3x2 y 3 x2 y 3|y|
3
x2 + y 2 (x,y)(0,0)
=
0.
4(x2 + y 2 ) 4 x2
4
4
Il limite quindi e` zero.
Esempio 1.2.6. Calcolare
xy
p
.
(x,y)(0,0)
x2 + y 2
lim
14
Passando, come di consueto, in coordinate polari otteniamo (verificare i dettagli) che il limite
potrebbe essere zero. Verifichiamo se ci`o e` vero dalla definizione di limite. Ricordando che
2|xy| x2 + y 2 :
p
x2 + y 2 (x,y)(0,0)
|xy|
1 x2 + y 2
xy
0.
=p
p
=
p 2
x + y2
2 x2 + y 2
2
x2 + y 2
Il limite quindi e` effettivamente zero.
1.3
f (x, y) = f (x0 , y0 ).
= 0.
(h,k)(0,0)
h2 + k 2
lim
Ricordiamo che:
Se una funzione e` differenziabile in un punto in cui e` definita allora e` ivi continua e
derivabile parzialmente.
Se una funzione ha derivate prime parziali di classe C 1 in un punto allora e` ivi
differenziabile.
Se una funzione e` differenziabile in un punto allora ivi ammette derivate in ogni
direzione.
Esempio 1.3.1. Dire se la funzione f (x, y) =
(0, 0).
p
x2 + y 2 e` continua e differenziabile in
15
y
fy = p
.
1 x2 y 2
Si nota che in (0, 0) le derivate parziali non sono definite e quindi la funzione non e` ivi differenziabile.
Esempio 1.3.2. Dire se la funzione
x4 y
(x, y) 6= (0, 0)
2
2
f (x, y) =
x +y
1
(x, y) = (0, 0)
e` continua e differenziabile in (0, 0).
Dobbiamo verificare se
lim
f (x, y) = 1.
(x,y)(0,0)
Questo non pu`o essere vero poich`e con la sostituzione y = x abbiamo che f (x, x) =
Quindi la funzione non pu`o tendere a 1 in (0, 0).
Ne consegue che f non e` continua (e quindi non e` differenziabile) in (0, 0).
x3 x0
0.
x2 y
(x, y) 6= (0, 0)
4
2
f (x, y) =
x +y
0
(x, y) = (0, 0).
dire se e` continua, derivabile direzionalmente e differenziabile nel punto (0, 0).
Il grado del polinomio a numeratore (uguale a 3) e` minore del grado del polinomio a denominatore (uguale a 4): da questa osservazione ci aspettiamo che in 0 la funzione non tenda a
zero e quindi che f non sia ivi continua. Con la semplice sostituzione y = x2 otteniamo che
f (x, x2 ) 21 per x 0. Ne consegue che
lim
(x,y)(0,0)
f (x, y) 6= 0
16
ovvero che f (x, y) non e` in (0, 0) continua. Il grafico mostra il differente andamento in (0, 0)
lungo y = x2 (blu) e x = y (verde):
1 z
0.5
0.5
x
0.5
0.5
1
Dv f|(0,0) = lim
Similmente si trova D(1,0) f|(0,0) = 0, che corrisponde al caso = . Quindi possiamo dire
che in (0, 0) esiste in ogni direzione la derivata direzionale di f .
Esempio 1.3.5. Dire se la funzione
xy 2
(x, y) 6= (0, 0)
2
2
f (x, y) =
x +y
0
(x, y) = (0, 0).
e` continua, derivabile parzialmente e differenziabile nel dominio della funzione.
Osserviamo che il dominio della funzione data e` R2 .
La funzione e` continua in (0, 0) essendo lim f (x, y) = 0 (cfr. 1.2.5). Inoltre e` continua
(x,y)(0,0)
h02
h2 +02
h
0h2
02 +h2
= lim 0 = 0,
h0
= lim 0 = 0.
h0
17
Quindi
2 2
y (y x2 )
(x, y) 6= (0, 0)
2
2 2
fx =
(x + y )
0
(x, y) = (0, 0).
2x3 y
(x, y) 6= (0, 0)
2
2 2
fy =
(x + y )
0
(x, y) = (0, 0).
= lim
3
(h,k)(0,0)
(h,k)(0,0) (h2 + k 2 ) 2
h2 + k 2
lim
che per`o, dopo una semplice verifica, non esiste. Quindi f in (0, 0) non e` differenziabile.
Potevamo anche notare che in (0, 0) le derivate parziali non sono continue. Invece in R2
{(0, 0)} le derivate parziali sono continue, essendo composizione di funzioni continue, da cui
consegue che f e` ivi differenziabile.
Esempio 1.3.6. Dire se la funzione
3
x y3
(x, y) 6= (0, 0)
2
2
f (x, y) =
x +y
0
(x, y) = (0, 0)
e` continua e differenziabile in (0, 0).
Facendo la sostituizione y = mx, o in coordinate polari, otteniamo che il limite potrebbe essere
proprio 0. Verifichiamo dalla definizione che effettivamente ci`o e` vero:
3
x y 3 |x y| x2 + xy + y 2
|x y| x2 + y 2 + 21 x2 + y 2
=
x2 + y 2
x2 + y 2
x2 + y 2
3
2
x2
+
y
) |x
2 (
2
2
y|
(x,y)(0,0)
x +y
0.
lim
=0
(1.2)
(h,k)(0,0)
h2 + k 2
Calcoliamo fx (0, 0) e fy (0, 0):
f (0 + t, 0) f (0, 0)
fx (0, 0) = lim
= lim
t0
t0
t
f (0, 0 + t) f (0, 0)
fy (0, 0) = lim
= lim
t0
t0
t
Quindi il limite (1.2) diventa
lim
(h,k)(0,0)
h3 k3
h2 +k2
h+k
h2 + k 2
t3 03
t2 +02
03 t3
02 +t2
lim
(h,k)(0,0)
= lim
t0
t3
t2
= 1,
t2
= lim t = 1.
t0 t
h2 k hk 2
3
(h2 + k 2 ) 2
il quale dopo una semplice verifica si mostra che non esiste. Ne consegue che la funzione non
e` differenziabile in (0, 0).
1.4
Piano tangente
18
Sia data una funzione f : A R2 R con legge y = f (x, y). Supponendo che f sia
derivabile con continuit`a in (x0 , y0 ) A allora lequazione del piano tangente al grafico di
f e`
z f (x0 , y0 ) = fx (x0 , y0 )(x x0 ) + fy (x0 , y0 )(y y0 ).
Esempio 1.4.1. Trovare il piano tangente alla funzione f (x, y) = sin(x + y) nel punto
(x, y) = ( 4 , 0).
Calcoliamo le derivate parziali
fx = fy = cos(x + y)
da cui otteniamo che
2
x+y+1
.
z=
2
4
Esempio 1.4.2. Trovare il piano tangente alla funzione f (x, y) = 8 x + 5|y| + cos(x +
y) ex nel punto (x, y) = (1, 1).
Calcoliamo le derivate parziali
fx (x, y) = 1 ex sin(x + y)
fy (x, y) = 5 sin(x + y)
1
.
1+x+y
1.5
Polinomi di Taylor
Sia data una funzione f : A R2 R con legge y = f (x, y). Supponendo che f
C 3 (A) e (x0 , y0 ) A, allora il polinomio di Taylor di grado 3 e`
P3 (x, y) = f (x0 , y0 ) + fx (x0 , y0 )(x x0 ) + fy (x0 , y0 )(y y0 )+
1
fxx (x0 , y0 )(x x0 )2 + fxy (x0 , y0 )(x x0 )(y y0 ) + fyy (x0 , y0 )(y y0 )2 +
+
2!
1
+
fxxx (0, 0)(x x0 )3 + 3fxyy (0, 0)(x x0 )(y y0 )2 +
3!
+3fxxy (0, 0)(x x0 )2 (y y0 ) + fyyy (0, 0)(y y0 )3 .
Si nota come P1 (x, y) e` lespressione del piano tangente. Senza difficolt`a si trova il
19
polinomio di Taylor di grado pi`u alto, e per funzioni di pi`u di due variabili.
Esempio 1.5.1. Trovare il polinomio di Taylor di grado 3 della funzione z = cos(x2 + y 2 )
in (0, 0).
Calcoliamo le derivate fino al terzo ordine:
fx = 2x sin(x2 + y 2 )
fy = 2y sin(x2 + y 2 )
Allora:
fx
(0,0)x
+
fy
(0,0)y+
cos x2 + y 2 f (0, 0) +
1
2
fxy(0,
0)xy
+
fxx
0)x2 +
fyy(0,
0)y
+
(0,
2!
1
+
fxxx
(0,0)x3 + 3
fxyy
(0,0)xy 2 + 3
fxxy
(0,0)x2 y +
fyyy
(0,0)y 3 =
3!
=1
Potevamo anche procedere in un altro modo: ricordando che
cos t = 1
t2
+ o(t2 )
2!
ponendo t = x2 + y 2 avremo
(x2 + y 2 )2
+ o (x2 + y 2 )2
cos(x + y ) = 1
2!
2
da cui
x4 + y 4 + 2x2 y 2
2
e troncando i monomi di grado strettamente maggiore a 3 riotteniamo lo stesso risultato.
cos(x2 + y 2 ) 1
fy = p
1
1 (x2 + y)2
y + x2
fyy = p
(1 (y + x2 )2 )3
2x(y + x2 )
fxy = p
(1 (y + x2 )2 )3
20
Allora:
+ f
arcsin y + x2
f (0,
0)
x (0, 0)x + fy (0, 0)y+
1
2
fxx (0, 0)x2 +
fxy(0,
0)xy
+
fyy(0,
0)y
=
2!
= y + x2 .
Anche in questo caso potevamo sfruttare gli sviluppi di Taylor delle funzioni di una variabile:
poich`e
arcsin(t) t
allora
arcsin(y + x2 ) y + x2 .
Esempio 1.5.3. Sfruttando i polinomi di Taylor in una variabile trovare il polinomio di
Taylor di grado 3 della funzione z = y sin(x + y) in (0, 0).
Ricordando che
sin t = t
t3 t5 t7
+ +
3! 5! 7!
da cui ponendo t = x + y
sin(x + y) = (x + y)
+
3!
5!
7!
+ .
3!
5!
7!
1.6
21
Esercizi
1 log x
.
1 log y
x2 y 3
;
(x2 + y 2 )2
2. lim(x,y)(0,0)
x2 + xy y 2
;
x2 + y 2
x2 y 2
3. lim(x,y)(0,0) p
;
x2 + y 2
4. lim(x,y)(0,0)
5xy
;
3x2 + y 2
5. lim(x,y)(0,0)
2x + 3y
;
3x 5y
1 cos2 (x + y)
.
x2 + y 2
xy 2
(x, y) 6= (0, 0)
3
f (x, y) =
2 + y2) 2
(x
0
(x, y) = (0, 0).
Si dica se e` continua, derivabile parzialmente
e differenziabile in (0, 0).
1 exy
;
6. lim(x,y)(0,0) p
x2 + y 2
7. lim(x,y)(0,0)
xy 3
(x, y) 6= (0, 0)
2
2
f (x, y) =
x +y
1
(x, y) = (0, 0).
f (x, y) = x xy + 1.
p xy
(x, y) 6= (0, 0)
2 + y2
f (x, y) =
x
0
(x, y) = (0, 0).
Si dica se e` continua, derivabile parzialmente
e differenziabile in (0, 0).
Esercizio 1.6.9. Sia data la funzione
f (x, y) =
xy
p
(x, y) 6= (0, 0)
2
2
sin( x + y )
0
(x, y) = (0, 0).
Si dica se e` differenziabile in (0, 0), e in tal caso ricavare ivi lequazione del piano tangente.
22
1 cos(x2 + y 2 )
f (x, y) =
x2 + y 2
(x, y) 6= (0, 0)
(x, y) = (0, 0).
arcsin(x y) x + y
f (x, y) =
x2 + y 2
(x, y) 6= (0, 0)
(x, y) = (0, 0).
0
(x, y) = (0, 0).
e` continua, derivabile parzialmente e differenziabile in (0, 0) al variare di R.
Esercizio 1.6.15. Si dica se la funzione f (x, y)
definita come
p
f (x, y) = |y x| + x2 + y 2
e` continua, derivabile parzialmente e differenziabile nel dominio di definizione.
Capitolo 2
Punti critici
Sia data la funzione f : A R2 R. Allora, il punto x0 A e` detto
critico se non esiste almeno una derivata parziale prima o se annulla le derivate
parziali prime (equivalentemente se ivi f = (0, 0)).
stazionario se ivi f = (0, 0).
di estremo o estremale se e` di massimo o di minimo.
2.1
fy = 3y 2 x.
23
24
3y 2 x = 0
x = 3(3x2 )2 = 27x4
27x4 x = 0
Dalla seconda equazione si ottiene x1 = 0 e x2 =
e y2 = 31 . Quindi i punti stazionari sono:
1
3
A = (0, 0)
B=
1 1
,
3 3
.
fxy = 1
fyy = 6y
6x 1
= 36xy 1.
Hf (x, y) =
1 6y
0.8
0.4
0.2
0.5
0
0.8
1
0
1 1
1
1
1
.2
0.5
0.4
0.2
0
0 .2
.4
0
x
0.40.2
0.5
0.8
.2
8
0 0.4
0.
0
2
0.5
2 +y 2
).
2 +y 2 )
(1 2x2 + 2xy)
fy = e(x
2 +y 2 )
2 +y 2 )
.
2y 2 2xy 1 = 0
x2 = y 2
x=y
x=y
x=y
2 - Punti critici
25
x = y
x = y
x=y
x = y
da cui si ottengono i punti stazionari
1 1
A= ,
2 2
B=
1 1
,
2 2
.
Poich`e Hf (A) = Hf (B) = 8e > 0 abbiamo che A e B sono punti di estremo, in particolare A
e` un punto di massimo relativo essendo fxx (A) < 0, mentre B e` un punto di minimo relativo
essendo fxx (B) > 0.
1
0.5
y
1
1
0.5
1 1
1
0.
0.25
0.25
25
5
0.
0.5
0.
2
5
0.
1
0.
1
0
0
0
0.5
0
0.5
1
0.5
0.5
0.5
0
.5
0.5
fy = 2x 2y.
0
x
0.5
26
2.
5
10
0
22
2
2
2.5
20
0
2.5
2.5
10
y 0
0
20
2
0
x
2xy
.
1 + x2 + y 2
fx =
2y(1 x2 + y 2 )
(1 + x2 + y 2 )2
fy =
2x(1 + x2 y 2 )
(1 + x2 + y 2 )2
2 +y 2 )3
(1+x
(1+x2 +y 2 )3
= 2(1+x4 6x2 y2 +y4 )
4xy (33x2 +y 2 )
(1+x2 +y 2 )3
(1+x2 +y 2 )3
4 (1 x6 + y 2 + y 4 y 6 + x4 + x4 y 2 + x2 + 22x2 y 2 + x2 y 4 )
=
.
(1 + x2 + y 2 )5
Avendosi che Hf (0, 0) = 4 < 0 ne risulta che il punto e` di sella. Quindi la funzione f non ha
punti di estremo1 .
Questa deduzione si pu`o fare perch`e la funzione e` continua e derivabile in tutto R2 . Si sarebbero dovute fare
altre analisi se ci fosse stato almeno un punto critico non stazionario. Questi esempi verranno esposti in seguito.
1
2 - Punti critici
27
2
0.5
0
22
0
.5
2
0
0
5
0.2
0.25
0.75
y 0
0.75
0.5
0.75
1
0
1
2
0.5
0.5
.5
0
0.25
0
0.2
5
0.75
0
x
fy = 1 4x2 + 2y
8y + 36x2 6 0
.
Hf (x, y) =
0
2
Un semplice calcolo mostra che Hf 0, 21 = 4 < 0 ovvero che il punto e` di sella. Anche in
questo caso f non ha punti di estremo.
4
0
.25
0.5
1
y
1 1
0.25
0.25
0.5
25
0.
y 0
0.5
4
2
0
2
1
.25
0
0.
25
0
x
28
2.2
fy = 6y + 12xy 2 .
da cui Hf (A) = Hf (B) = 72 < 0 e Hf (C) = 0. Si deduce che A e B sono punti di sella,
mentre per C dobbiamo effettuare altre analisi.
2 - Punti critici
29
=
0
Dallo studio di gm
(x) si deduce che x = 0 e` punto di minimo per ogni m R {}. Non
possiamo concludere che (0, 0) e` punto di minimo per f .
Usiamo allora la definizione di punto di minimo. La funzione f si pu`o riscrivere come
f (x, y) = x4 + y 2 (3 + 4xy) .
Per 3 + 4xy 0 si ha f (x, y) f (0, 0) = 0: allora prendendo
D = (x, y) R | x2 + y 2 1 {(x, y) R | 3 + 4xy 0}
e avendosi f (D) f (0, 0) = 0 ne consegue che (0, 0) e` punto di minimo relativo per f .
2
52.
5
0
2.5
22
2
2
0
x
52. 0
5
0
y
2.5 5
5
2.5
y 0
100
2.5
50
f (x, y) = x2 y 3xy 2 .
Le derivate parziali prime sono
fx = 2xy
3y 2
fy = x2 2 3xy.
Dallannullamento delle derivate parziali prime otteniamo che (0, 0) e` il solo punto stazionario.
Un semplice calcolo mostra che lhessiano e` ivi nullo. Vediamo se (0, 0) pu`o essere un punto
di estremo usando il metodo della valutazione lungo le rette passanti per (0, 0):
f (x, mx) = m 3m2 x3 m 6=
gm (x) =
f (0, x) = 0
m=
Dobbiamo studiare landamento delle curve gm (x): derivando
2 m 3m2 x2 m 6=
0
gm (x) =
0
m=
30
0
e` positiva (rispettivamente negativa)h se il coefficiente
2 m
La funzione gm
i
2
3m e` positivo
0
e` positiva per m 0, 33 e negativa nellinsieme complemen(negativo). Ne discende che gm
tare. Ne consegue che x = 0 e` punto di flesso per gm (x) per ogni m: allora (0, 0) non e` punto
di estremo per f .
Vediamo laltro metodo, ovvero cerchiamo di verificare la definizione di punto di estremo:
consideriamo linsieme D definito come
D = (x, y) R2 | x2 + y 2 1
y 00.
2
0
2
1
45
0
0
x
1 1
45
0. 1
1
1
0
y
0.4 1
5
0
5
0.4
0
1
0.45
0.
4
0
x
2 +y 2 )
2 +y 2 )
2x(1 x2 y 2 )
fy = e(x
2 +y 2 )
2y(1 x2 y 2 )
Abbiamo che H(0, 0) = 4 > 0 e fxx (0, 0) > 0 da cui consegue che (0, 0) e` un punto di
minimo.
in x2 + y 2
= 1 e` nullo: serve unanalisi pi`u approfondita. Consideriamo
2 Lhessiano
3
2
2 1
D = x + y = | 2 < < 2 che e` un intorno di x2 + y 2 = 1.
2
Nel seguito indicheremo con Metodo delle circonferenze concentriche quando, nel metodo della verifica
della definizione di punto di estremo, lintorno D di x0 e` a simmetria polare.
2 - Punti critici
31
0.5 z
0.4
0.3
0.2
3
x
3
0.1
1
1
2
2
3
0.1
0.2
0.4
3
0.1
0. 0.2
3
2
1
0.1
0.1
0
y
2.3
22
2
2
0
0.2 .3
0.3
y 0
0.
0.2
2
0.
0 .1
0.3
0.1
0 .2
0.3
0.2
0 .1 . 2
0
0.3
0.1
0
x
y
fy (x, y) = p
3y 2 .
2
2
x +y
Osserviamo che fx e fy non sono definite in (0, 0) da cui risulta che e` un punto critico non
stazionario.
1
1
Lo studio
dei
punti stazionari porge che A = 2 , 0 e B = 2 , 0 sono punti di sella e che
C = 0,
3
3
32
Studiamo ora la natura del punto (0, 0). Brutalmente possiamo ragionare in questo modo:
considerando un intorno molto piccolo3 di (0, 0) allora
f (x, y)
x2 + y 2
(2.1)
che equivale4
0 1 cos2 t 2 sin3 t
la quale e` equivalente a
cos2 t + 2 sin3 t < 1.
Ricordando che 0
ottiene
1
,
2
(2.2)
1 1
+ = 1.
2 2
0.5
0.2
0.5
0
y
0.5
0.5
0.5
1
1
0.2
5
0.35
0.5
0.75
1
0.5
0.
2
0.3 0.2
5 5
0.5
0.75
1
2
0.1
0.2
0.12
0.35
2
0.
0.12
0.4
0 0.12
0.25
0.35
12
0. 5
2
0.
0.4
0
x
0.5
Dire che prendiamo un intorno molto piccolo non vuol dire nulla. Intuitivamente pensiamo di prendere un
intorno circolare di (0, 0) di raggio molto minore di 1.
4
Si ricordi che e` positivo.
2 - Punti critici
33
Il punto (0, 0) e` punto di non differenziabilit`a. Studiamo la natura di massimo o minimo con il
metodo dei cerchi concentrici, come nellesempio precedente. Consideriamo lintorno circolare
di (0,0)
D = {(x, y) R2 | x2 + y 2 1}.
Tramite il metodo delle circonferenze concentriche vediamo se (0, 0) e` punto di minimo per f ,
verificando se f (D) f (0, 0) = 0: risulta falso perch`e
1 f (C ) = + sin t cos t 2 2.
Per lo stesso motivo (0, 0) non e` punto di massimo per f poich`e e` falso che f (D) f (0, 0) = 0.
1
1.5
1
0.5
0.5
0
0.5
0.2
5
0.5
0.5
0.5
0
y
1.5
1.5
0 0.20.4
0.5 0.4 0.2
x
1
1
0.5
0
x
0.5
0.5
2
2
0.5
0
.5
0.5
2.4
1
0
0.5
5
0.
.5
0
0.5
y 0
0.5
1
.
0 25
0 .5
.25
1 0.5
0.5
0
0 .5
0.5
0.5
1
.25
0.5
0
x
.25
1
Ottimizzazione vincolata
34
Esempio 2.4.1. Trovare i punti di massimo e minimo assoluto della funzione f (x, y) =
x2 + y 2 sotto il vincolo x + y 1 = 0.
Poniamo g(x, y) = x + y 1. Tutti i punti che appartengono al vincolo sono regolari poich`e
g(x, y) = (1, 1).
2
2 z
3
4
y 0
0.5
1.5
1.5
0.5
3
2
1.5
2
1.5
0.
1
1
x
1
3
1.5
2
1
1
2
2
2 y
3
4
0
x
2 - Punti critici
35
Esempio 2.4.2. Trovare i punti di estremo assoluto della funzione f (x, y) = x2 + y 2 sotto
il vincolo x2 + 2y 2 1.
Poich`e il vincolo non e` una curva ma unarea studiamo innanzitutto i massimi e minimi non
vincolati: le derivate parziali prime sono
fx = 2x
fy = 2y
da cui si deduce che (0, 0) e` punto stazionario. Essendo f (x, y) 0 si deduce che (0, 0) e` punto
di minimo assoluto.
Essendo linsieme D chiuso e limitato, per il Teorema di Weierstrass la funzione ha minimo
e massimo assoluto in D. Studiamo f in D = {x2 + 2y 2 = 1} che e` costituito
da punti
regolari (verificare per esercizio) e che possiamo parametrizzare come (t) = cos t, 12 sin t
con t [0, 2). Allora
f ((t)) = cos2 t +
not
sin2 t
1
=
1 + cos2 t = h(t).
2
2
Non e` difficile verificare che i punti stazionari di h(t) si hanno per t = k 2 per k = {1, 2, 3, 4}.
Quindi i punti stazionari di f in D sono
A1 =
= (1, 0)
A2 = () = (1, 0)
2
3
1
1
A3 =
= 0,
A4 = (2) = 0, .
2
2
2
Confrontiamo le quote dei punti trovati:
f (A1 ) = f (A2 ) = 1
f (A3 ) = f (A4 ) =
1
2
f (0, 0) = 0.
Si deduce che A1 e A2 sono punti di massimo assoluto vincolato, e che (0, 0) e` punto di minimo
assoluto vincolato.
2 z
2
y 0
1.
5
1.5
0.5
1
2 y
1.5
0.5
1.5
2
1
1.5
1
x
0.5
0.25
0
x
36
xy
sotto il
x2 + y 2
vincolo x2 + y 2 4 = 0.
Il vincolo e` una circonferenza centrata nellorigine di raggio 2. Inoltre e` regolare essendo
g = 2(x, y) 6= 0 nei punti della circonferenza posto g(x, y) = x2 + y 2 4.
Una possibile parametrizzazione del vincolo e` (t) = 2(cos t, sin t) con 0 t 2 da cui
sostituendo nella funzione f abbiamo
f () = f (2 cos t, 2 sin t) =
4 cos t sin t
not
2 = cos t sin t = h(t).
2
4 cos t + 4 sin t
5
1
7
1
h
h
= f ( 2, 2) =
= f ( 2, 2) = .
4
2
4
2
2,
2)
e
(
2,
2)
sono
punti
di
massimo
assoluto
vincolato
e
(
2, 2)
Quindi
si
ha
che
(
1 z
2
4
0
.4
0.2
2
y 0
2
1
y
4
2
2
2.5
Funzioni armoniche
0.4
00.2
.2
0
.4
.4
0
0.2
0.2
0.4
0.4
0.2
.2
0
.4
0
0.2
0.4
0
x
2 - Punti critici
37
Esempio 2.5.1. Sia data f (x, y) = ex sin(y). Verificare se f e` armonica e trovare i punti
di massimo e minimo della funzione in D = (1, 1) (0, 2) R2 .
Derivando la funzione abbiamo:
fx = ex sin y
fy = ex cos y
e
fxx = ex sin y
fyy = ex sin y
da cui banalmente
f = fxx + fyy = 0.
Essendo D un sottoinsieme chiuso e limitato di R2 e f C 1 (D), per il Teorema di Weierstrass
f assume minimo e massimo in D. Inoltre essendo f armonica, per il Principio del massimo,
avremo che f assume minimo e massimo vincolato su D.
2 y
6
4
3
1
2
D
2
x
4
x [0, 2]
2 (t) = (x, 2)
x [1, 1]
3 (t) = (1, x)
x [0, 2]
4 (t) = (x, 0)
x [1, 1].
Valutiamo f lungo D:
not
f (1 ) = e sin(y) = g1 (y)
not
f (2 ) = ex sin(2) = 0 = g2 (x)
not
f (3 ) = e1 sin(y) = g3 (y)
not
f (4 ) = ex sin(0) = 0 = g4 (x).
Lungo 2 e 4 la funzione
e` costantemente nulla. Lungo 1 otteniamo il minimo
per 1, 3
e il
2
3
massimo
per 1, 2 . Lungo 3 otteniamo, similmente, il minimo per 1, 2 e il massimo per
1, 2 . Confrontiamo le quote dei punti trovati:
3
f 1,
=e
f 1,
= e1
2
2
38
= e1
f 1,
2
3
1,
2
= e1
f (2 ) = f (4 ) = 0.
Quindi 1,
vincolato.
e` punto di minimo assoluto vincolato e 1, 2 e` punto di massimo assoluto
Esempio 2.5.2. Sia data f (x, y) = arctan xy . Verificare se f e` armonica e trovare i punti
di massimo e minimo della funzione in D = {x2 + (y 2)2 1}.
Derivando la funzione abbiamo:
fx =
e
fxx =
x2
y
+ y2
2xy
x2 + y 2
fy =
x2
fyy =
x
+ y2
2xy
x2 + y 2
da cui banalmente
f = fxx + fyy = 0.
Come per lesempio precedente, essendo f armonica e di classe C 2 su D sottoinsieme chiuso e
limitato di R2 , avremo che i minimi e massimi assoluti vengono assunti da f in D.
4 y
3
2
1
x
2
x [0, 2].
1 + 2 sin t
5 + 4 sin t
not
= g(t)
7
che ha i punti
e t = 11
, da cui rispettivamente si ottengono i punti del
6
stazionari
per t=
6
3 3
3 3
piano A = 2 , 2 e B = 2 , 2 . Valutando la funzione nei due punti avremo che A e` un
punto di minimo vincolato, e B e` un punto di massimo vincolato.
2 - Punti critici
2.6
Esercizi
39
2. f (x, y) = 2x 2x y xy 1;
3. f (x, y) = 1 x y + 4x2 + 2y 2 ;
f (x, y) = x2 + y 2 xy 3
sotto il vincolo x2 + y 2 = 4.
Esercizio 2.6.8. Si trovino i punti di massimo
e minimo della funzione
f (x, y) = exy + exy
4. f (x, y) = ex+xy+y ;
sotto il vincolo x y 1 = 0.
6. f (x, y) = xy 2 x3 y;
f (x, y) = 2 y 2 + e(x
2 +y 2
7. f (x, y) = 2x + x + x y;
3
8. f (x, y) = 3x y + 4xy .
sotto il vincolo x2 + y 2 1.
y 2x + 1, x 0, y 0}.
Esercizio 2.6.13. Si consideri la funzione
40
Capitolo 3
Integrali multipli
3.1
Integrali doppi
x
dxdy
y2
2
x
1
f2 (x)
f1 (x)
a
41
x
b
42
"Z
#
x
dy dx =
x2 y 2
1
2
Z 2 1 x2
xy
dx =
=
1 x2
1
2
Z 2
1
=
dx = log 2.
1 x
x
dxdy =
y2
x2
f2 (x)
f (x, y) dxdy =
D
f (x, y) dy dx.
a
f1 (x)
d
c
g1 (y)
3 - Integrali multipli
ZZ
1y
Z
(y x)dy dx =
(y x)dxdy =
y1
Z 1y
43
=
y1
1
2y 2y 2 dx = .
3
g2 (y)
f (x, y) dx dy.
f (x, y) dxdy =
c
g1 (y)
in cui D e` la parte finita di piano del primo quadrante allinterno della circonferenza
centrata nellorigine di raggio 1 e tale per cui lascissa e` maggiore dellordinata.
y
1
0.5
x
0.5
1y 2
(x + y)dx dy =
0
2
2
=
0
2
2
x2
+ xy
2
1y2
dy =
y
p
1
2
2
2y + y 1 y dy
=
2
0
22
y 2 2 1
=
y (1 y 2 )3/2
=
2 3
3
0
Z
=
1
.
3
44
La forma di D pu`o suggerire un passaggio alle coordinate polari (vedi Appendice ??), ovvero
D e` polarmente normale: D pu`o essere descritto come
n
o
(, ) | 0 1, 0
4
1 ()
Z 1Z
ZZ
( cos + sin ) dd =
Z 2
Z 1
1
2
(cos + sin )d = .
d
=
3
0
0
(x + y)dxdy =
Si nota chiaramente che con il passaggio alle coordinate polari il calcolo dellintegrale e` semplificato.
Riassumendo: se D e` un dominio polarmente normale avremo che
Z 2Z
ZZ
2 ()
f (x, y) dxdy =
D
f ( cos , sin ) dd
1
1 ()
Qui abbiamo usato il teorema del cambio di variabili negli integrali multipli. Supposta
una trasformazione biunuvoca di coordinate
u = u(x, y)
x = x(u, v)
1
(x, y) =
(u, v) =
v = v(x, y)
y = y(u, v).
allora
ZZ
ZZ
f (x, y) dxdy =
D
f 1 (u, v) |detJ 1 | dudv
(D)
3 - Integrali multipli
45
(x2 + y 2 )dxdy
D
2
x
4
2
4
Z 2Z
3 dd =
Z0 2 1 Z 4
=
d
3 dd =
0
1
4 4
255
= 2
=
.
4 1
2
(x + y )dxdy =
D
2x
p
dxdy
x2 + y 2
D
in cui D e` la parte di corona circolare di raggi 3 e 5 del primo quadrante tale per cui lascissa
e` minore dellordinata.
46
.
(, ) | 3 5,
4
2
Il dominio risulta essere polarmente normale.
ZZ
Z 5Z
2x
2 cos
dd =
3 4
Z
Z 5
2
1
d
cos d = 16 1 .
=2
2
3
4
p
dxdy =
x2 + y 2
D
con
xy
dxdy
x2 + y 2
(
D=
3
1 x2 + y 2 9,
x y 3x .
3
4 y
x
2
}.
6
3
3 - Integrali multipli
ZZ
D
xy
=
2
x + y2
Z 3Z
47
cos sin
dd =
2
Z 3Z
cos sin dd =
1
3
Z
=
Z
d
cos sin d = 1.
in cui
D = {0 x 1, 2x2 y 2 x}.
2x y 2x > y
0 2x = y
|2x y| =
y 2x 2x < y.
Il dominio D e` rappresentato nella seguente figura:
3 y
2
1
x
0.5
1.5
Abbiamo dato un diverso colore alle due parti del dominio per enfatizzare che nella parte scura
la funzione integranda e` y 2x e nella parte chiara 2x y.
Ricordiamo la propriet`a di additivit`a dellintegrale multiplo. Se il dominio D e` tale per
cui esistono D1 , D2 D con D = D1 D2 e D1 D2 = allora
ZZ
ZZ
ZZ
ZZ
f (x, y)dxdy =
f (x, y)dxdy =
f (x, y)dxdy +
f (x, y)dxdy.
D
D1 D2
D1
D2
Poniamo
D1 = {0 x 1; 2x2 y 2x} D2 = {0 x 1; 2x y 2 x}
48
da cui
ZZ
ZZ
(2x y)dxdy +
(y 2x)dxdy =
D1
1Z 2x
D2
Z 1Z 2x
(2x y)dxdy +
=
2x2
Z
=
(y 2x)dxdy =
0
2x
Z
2
3
2x 4 x + 2x dx +
0
3.2
2
2x2 4x3 + 2x4 dx = .
15
Integrali tripli
f2 (x, y)
V
f1 (x, y)
x
D
f (x, y, z) dxdydz =
V
f (x, y, z) dz
D
dxdy.
f1 (x,y)
3 - Integrali multipli
ZZZ
49
in cui
V = (x, y, z) R3 : y x2 , y 1 x2 , z 0, x y z + 2 0
Possiamo descrivere V come il volume limitato inferiormente dal piano xy e superiormente dal
piano z = x y + 2 che si proietta nel dominio piano
(
)
2
2
D=
x
, x 2 y 1 x2 .
2
2
z
2
0.5
0.5
Quindi
ZZZ
2
2
Z
(z + 1) dxdydz =
1x2
2
2
2
2
Z
=
2
2
2
2
Z
=
2
2
xy+2
(z + 1) dxdydz =
x2
1x2
x2
y2
4 + 3x +
3y xy +
dxdy =
2
2
x2
8 5x
x4 x 6
757
2
3
.
+
5x 5x
dx =
3
2
2
3
210 2
Z
50
in cui
V = (x, y, z) R3 : x 0, y 0, z 0, y 1 x, z x + y
Possiamo descrivere V come il volume limitato inferiormente dal piano xy e superiormente dal
piano z = x + y che si proietta nel dominio piano
D = {0 x 1, 0 y 1 x} .
1.5 z
1
0.5
0.5
0.5
x
1.5 y
1.5
Quindi, integrando per fili, avremo
Z
ZZZ
1x
x+y
(2z 1) dxdydz =
(2z 1) dxdydz =
V
0
1
0
1x
(x + y)2 (x + y) dxdy =
3
Z0 1 0
1 1
x
x2
1
=
dx = .
3 2
3
2
12
0
in cui
n
o
y
V = (x, y, z) R3 : y 1 x2 , z , z 0, y 0 .
2
Possiamo descrivere V come il volume limitato inferiormente dal piano xy e superiormente dal
piano z = y2 + 1 che si proietta nel dominio piano
D = 1 x 1, 0 y 1 x2 .
3 - Integrali multipli
51
2 z
1
0.5
x
1
0.5
1
y
1.5
Quindi
ZZZ
1x2
y
+1
2
log(x + 1) dxdydz =
log(x + 1) dxdydz =
1
Z 1
0
1x2
y
log(x + 1) dxdy =
=
1+
2
1 x2
Z 1
5 3 2 1 4
=
x + x log(x + 1) dx =
4 2
4
1
2 log 2 33
.
= log 4
5
25
V = {(x, y, z) R3 | 0 x 1,
x y x2 , 0 z x2 + y 2 }.
x2
x2 +y 2
dxdydz =
x
=
1
=
=
0
x2 +y 2
dz dxdy =
0
x2
"Z
"Z
x2 +y 2
dxdy =
x
0
x2
x2
#
dy dx =
6
3
x
x
6
x5 +
x4 dx = .
3
3
35
52
Ricordiamo il teorema del cambio di variabili negli integrali tripli. Supposta una
trasformazione biunivoca di coordinate
u = u(x, y, z)
x = x(u, v, w)
1
v = v(x, y, z)
y = y(u, v, w)
(x, y, w) =
(u, v, w) =
w = w(x, y, z)
z = z(u, v, w).
allora
ZZZ
ZZZ
f 1 (u, v, w) |detJ 1 | dudvdw
f (x, y, z) dxdydz =
V
(V )
x2 + y 2 }.
z
2
1.5
1
0.5
2
1
1
x
2
1
2 y
3 - Integrali multipli
53
Segue che
ZZZ
ZZ Z
x2 +y 2
dxdydz =
dxdydz =
V
D 2
1Z 2Z 2
dddz =
0
Z 1Z
ddz =
0
1
Z
= 2
0
5
2 2 3 d =
.
6
x2 dxdydz
con V = {(x, y, z) R3 | x 0, y 0, z 0, z 1
x2 + y 2 }.
z
1.4
1.2
1
0.8
0.6
0.4
1
0.2
1
Possiamo descrivere
V come il volume limitato inferiormente dal piano xy e superiormente dal
p
2
cono z = 1 x + y 2 che si proietta nel dominio piano
D = {x2 + y 2 1, x 0, y 0}.
Quindi V e` normale rispetto al piano xy. Essendo D polarmente normale come dominio piano,
passiamo in coordinate cilindriche (cfr. Appendice ??):
o
(V ) = (, , z) | 0 1, 0 , 0 z 1 .
2
n
54
Segue che
ZZZ
ZZ Z
x2 +y 2
x2 dxdydz =
x dxdydz =
V
Z Z 1Z
2
( cos )2 (dddz) =
0 0
Z 1Z 1
2
cos d
3 ddz =
=
=
0
3 (1 ) d =
.
80
(x2
yz
dxdydz
+ y 2 )2
p
con V = {(x, y, z) R | x < 0; y > 0; x2 +y 2 +1 < z < 113 x2 + y 2 ; x2 +y 2 > 1}.
3
12 z
10
8
6
4
2
x
2
2
y2
2
(V ) = (, , z) | 1 2,
, + 1 z 11 3 .
2
3 - Integrali multipli
55
Quindi
ZZZ
V
yz
dxdydz =
2
(x + y 2 )2
ZZ Z
113
x2 +y 2
(x2
x2 +y 2 +1
113
yz
dxdydz =
+ y 2 )2
Z 2Z Z
cos z
dddz =
4
1 2 2 +1
Z
Z 2 Z 113
z
=
cos d
ddz =
2
1
2 +1
2
Z 2
97
7 60 2 33
+ 2
d =
33 log 2.
=
2
2
3
1
=
x
2
Per questo tipo di integrale la formula di riduzione e`
Z bZ
ZZZ
f (x, y, z) dxdydz =
V
2 (,)
1 (,)
Qui si e` mostrato solo il caso di volumi assialmente normali con asse z = 0. Lo studente non avr`a difficolt`a a descrivere il caso in cui lasse e` una retta parallela ad un asse
coordinato.
Esempio 3.2.9. Calcolare:
ZZZ
(x2 + y 2 )dxdydz
V
3
56
Sezione di V secondo xz
1
x
x
2
3 z 3, 1 x2 + y 2 4 z 2 }.
(V ) = (, , z) | 3 z 3, 0 2, 1 4 z 2 .
Scegliamo di sfruttare che V e` assialmente normale per semplificare lintegrazione:
ZZZ
Z 2Z
(x + y )dxdydz =
V
Z 2Z
=
0
Z 2Z
Z
1
4z 2
2 (ddzd) =
4z 2
3 ddzd =
15
z4
2
2z
+
=
4
4
0
3
Z 2
22 3
44 3
=
d =
.
5
5
0
ddz =
dxdydz
+ y2 + z2
V
p
p
z 2, z 3 x2 + y 2 , z x2 + y 2 }.
x2
con V = {(x, y, z) R3 |
1
2
3 - Integrali multipli
1.4
57
Sezione di V secondo yz
1.5 y
1.2
1
0.8
0.6
0.5
0.4
x
0.2
0.5
x
1.5
0.5
1.5
p
p
Il volume V e` la parte di spazio compresa fra i coni z = x2 + y 2 e z = 3 x2 + y 2 e
compresa fra le quote 21 e 1. Il volume e` assialmente normale potendosi riscrivere come
p
z
3 1
V = (x, y, z) R | z 1, x2 + y 2 z
2
3
da cui passando in coordinate cilindriche
1
z
(V ) = (, , z) | z 1, 0 2, z .
2
3
Quindi
ZZZ
V
Z 2Z
1
(ddzd) =
2
1
z
+
z
0
2
3
Z 2
Z 1Z z
1
2
=
d
dzd =
2
1
z + z2
2 0
2
3
Z 1
3
=
log
dz =
1
2
2
3
= log
2
2
1
dxdydz =
2
x + y2 + z2
58
3.3
Esercizi
in cui D = {x 1, y 1 x, , y x 1}.
in cui D = {x2 + y 2 2, x2 + y 2 1, x
x
0, y 0, y 3x}.
3
ZZ
in con D = {x2 + y 2 1, y < 3x}.
2 2
2
xy (x + y ) dxdy
D
Esercizio 3.3.12. Calcolare
ZZZ
in cui D = {x2 + y 2 1, |y| x}.
(z + y 2 ) dxdydz
Esercizio 3.3.4. Calcolare
ZZ
(x + y) log(x y) dxdy.
D
in cui D = {0 x + y 1 , 1 x y 2}.
3
x
D
2
in cui D = {x + 4y 1, y |x|}.
in cui V = {y 2 x2 , y x2 , z 6
2y, z 0}.
3 - Integrali multipli
Esercizio 3.3.17 (*). Calcolare
ZZ
2
2
e[(xy) +(x+y) ] dxdy.
R2
1
(x2 + y 2 )4
per z 1.
Esercizio 3.3.19. Calcolare
ZZZ
1 + y 2 z dxdydz
V
in cui V = {0 x 2, 0 y x, 0 z
xy}.
Esercizio 3.3.20. Calcolare
ZZZ
(x + y + z) dxdydz
V
con D il dominio x2 + y 2 4.
59
60
Capitolo 4
Integrali di linea
4.1
Curve notevoli
Una curva (in forma cartesiana) in Rn e` una funzione : [a, b] R Rn la cui legge,
detta parametrizzazione, (t) = (a1 (t), , an (t)) e` una funzione differenziabile a tratti.
Dalla curva (t) si definiscono 0 (t) e 00 (t) che sono rispettivamente il vettore velocit`a
e il vettore accelerazione della curva. Inoltre k 0 (t)k e k 00 (t)k sono rispettivamente la
velocit`a scalare e la accelerazione scalare.
Si distinguano la funzione , che e` la curva, dalla traccia della curva che e` ([a, b]).
Una curva e` detta regolare se la sua parametrizzazione e` differenziabile e la velocit`a scalare
k 0 (t)k e` diversa da zero nel dominio [a, b].
Esempio 4.1.1. Sia data la curva (t) = (4 cos t, sin t). Dire se la curva e` regolare.
Le componenti della curva sono funzioni differenziabili. Il vettore velocit`a della curva e` 0 (t) =
(4 sin t, cos t) da cui si ricava la velocit`a scalare
p
k0 (t)k = 16 sin2 t + cos2 t.
Vediamo se, per qualche t si ha k0 (t)k2 = 0.
k0 (t)k2 = 16 sin2 t + cos2 t =
= 16 15 cos2 t
la quale non si annulla mai. La curva e` quindi regolare per ogni t.
1
x
1
0.5
0.5
1
61
62
4t2 + 9t4 =
1 y
0.5
x
0.5
0.5
1
La curva, pur avendo componenti differenziabili, non e` regolare avendo per t = 0 velocit`a
scalare nulla.
Esempio 4.1.3. Sia data la curva (t) = (t2 t, 1 + 2t).
Si dica se e` regolare.
Si trovi, se possibile, lequazione cartesiana.
Si trovi la retta tangente al grafico di (t) per t = 0.
Le componenti della curva sono funzioni differenziabili. La velocit`a scalare e` k0 (t)k =
y1
2
2
2
e semplificando si ottiene lequazione cartesiana:
x=
y2 y + 3
.
4
4 - Integrali di linea
63
Si osserva che la curva non e` altro che una parabola con asse di simmetria parallelo allasse x.
Calcoliamo la retta tangente r alla curva nel punto (0, 1):
r(t) = (0) + t0 (0) = (0, 1) + t(1, 2) = (t, 1 + 2t).
6 y
4
2
x
2
Abbiamo fornito una parametrizzazione della retta tangente r. Per esercizio si trovi lequazione
cartesiana di r.
Esempio 4.1.4. Si dica se la curva astroide, avente parametrizzazione
(t) = cos3 t, sin3 t
t [0, 2]
e` regolare.
y
1
0.5
x
1
0.5
0.5
0.5
1
t R.
64
10
5
1
1
x
da cui si ricava la velocit`a scalare k0 (t)k = 2. Si deduce che la curva e` regolare per ogni
t R.
4.2
Z
f ds =
f ((t)) k 0 (t)kdt.
(4.1)
1
1
Esempio 4.2.2. Calcolare la lunghezza della la curva astroide avente parametrizzazione
(t) = cos3 t, sin3 t
4 - Integrali di linea
65
3 |cos(t) sin(t)| dt =
ds =
0
Z
=
3 cos t sin t dt
0
3
2
3 cos t sin t dt
3 cos t sin t dt =
3
2
Z
=4
3 cos t sin t dt = 6.
0
x
1
p
2(1 + cos t) dt =
0
Z 2
cos t dt =
=2
2
Z0
t
dt = 8.
=4
cos
2
0
ds =
66
0.5
0.5
0.5
1
p
Essendo la velocit`a scalare k0 (t)k = 2 3 2 1 + cos(3t) dobbiamo calcolare
Z
Z 2 p
2 2
ds =
1 + cos(3t) dt =
3
0
Z
3t
4 2
16
cos
=
dt = .
3 0
2
3
2
2 cos(t) sin(t) 2dt =
2xy ds =
0
Z 2
2 cos(t) sin(t)dt =
= 2
0
Z 2
= 2
sin(2t)dt = 2.
0
z 2 ds
Z 2 2
= 2
t dt =
0
t3 2 8 3
= 2
= 2
.
3 0
3
4 - Integrali di linea
Esempio 4.2.7. Calcolare
67
Z
3
y
ds
3
in cui (t) = cos3 (t), sin (t) per t [0, 2 ].
Ricordando la definizione di integrale curvilineo di prima specie abbiamo:
Z
Z
3 y
2
ds =
sin2 (t) cos(t)dt =
3
0
Z
2
=
sin2 (t) cos(t)dt =
0
sin3 (t)
=
3
2
0
1
= .
3
x2 + y 2 ds
#
3/2 1
(1 + 2e2t )
=
=
6
0
3/2
1
=
3 3 + 1 + 2e2
.
6
"
4.3
68
F((t)) 0 (t)dt =
F ds =
{(t t) 1 + (t + t) 1} dt
=
0
Z
=
2t dt = 1.
0
Z
F ds =
F (t, t) (1, 1) dt =
0
1
2t2 , t2 (1, 1) dt =
=
0
Z
=3
t2 dt = 1.
4 - Integrali di linea
69
y
1
0.5
x
0.5
1.5
0.5
Le parametrizzazioni delle due curve tali che formano
3
2
1 (t) = (t, t t) t 0,
2
3
2
2 (t) = (t, 2t t ) t 0,
2
da cui abbiamo i vettori velocit`a
3
= (1, 2t 1) t 0,
2
3
0
2 (t) = (1, 2 2t) t 0,
2
10 (t)
Quindi1
Z
F ds =
F ds +
Z
3
2
=
Z 00
+
F ds =
2
1+
t 2(t2 t), t t2 t (1, 2t 1)dt+
t 2(2t t2 ), t 2t + t2 (1, 2t 1)dt =
3
2
3
2
=
Z 00
+
t 2(t2 t), t t2 t (1, 2t 1)dt+
t 2(2t t2 ), t 2t + t2 (1, 2t 1)dt =
3
2
Z
=
3
2
t + 3t 2t
5t + 6t2 2t3 dt =
dt +
3
2
63 45
27
+
= .
32 32
8
Qui si user`a questa notazione: data la curva (t) definita per t [a, b]. Indicheremo con
+ (t) la curva (t) in cui t varia da a a b;
(t) la curva (t) in cui t varia da b ad a.
70
i 6= j = {1, , n}.
(4.2)
Per ogni coppia di curve 1 , 2 B aventi stesso punto iniziale e punto finale
si ha
Z
Z
F ds = F ds .
1
4 - Integrali di linea
71
F1
=
y
x
x2 +y 2
y
x2 +y 2
F2
=
x
x
2xy
2
(x + y 2 )2
=
(x2
2xy
.
+ y 2 )2
Il campo e` definito in un insieme che non e` semplicemente connesso. Per verificare se il campo
e` conservativo inizialmente integriamo il campo lungo una curva chiusa che e` bordo di un
dominio che contiene (0, 0): possiamo per semplicit`a prendere x2 + y 2 = 1. Per`o:
I
F ds = 0.
x2 +y 2 =1
Per sapere se il campo e` conservativo lunico modo e` cercare di trovare una funzione potenziale
U nel dominio di definizione. Consideriamo la seguente spezzata: il segmento da (1, 0) a (x, 0)
con x 6= 0 unito al segmento da (x, 0) a (x, y)2 .
y
(x, y)
(1, 0)
(x, 0)
(x,0)
(x,y)
F ds +
F ds
Z y
=
F(t, 0) (1, 0)dt +
F(x, t) (0, 1)dt =
1
0
Z x
t 0
=
,
(1, 0)dt+
t2 t2
1
Z y
x
t
+
,
(0, 1)dt =
x2 + t2 x2 + t2
0
Z x
Z
dt 1 y 2t
=
+
dt =
t
2 0 x2 + t2
1
1
= log(x2 + y 2 ).
2
U (x, y) =
(1,0)
Z x
(x,0)
Osserviamo che a partire da (1, 0) possiamo costruire una spezzata, costituita anche da pi`u di due segmenti,
che raggiunge ogni punto del dominio del campo.
72
Z
=
dt =
0
.
2
1
1
y
y
(x2 + y 2 )2
(x2 + y 2 )2
x
x2 +y2
x2 + y 2 x(2x)
x2 + y 2
F2
=
=
=
.
x
x
(x2 + y 2 )2
(x2 + y 2 )2
Per`o poich`e integrando F lungo x2 + y 2 = 1 abbiamo
Z
Z 2
cos t
sin t
F ds =
2
,
( sin t, cos t)dt =
cos t + sin2 t cos2 t + sin2 t
x2 +y 2 =1
0
Z 2
=
dt = 2.
0
(x, y)
(1, 0)
(x, 0)
4 - Integrali di linea
Z
(x,0)
73
(x,y)
F ds +
F ds
Z y
F(t, 0) (1, 0)dt +
F(x, t) (0, 1)dt =
=
1
0
Z x
0
1
=
(1, 0)dt+
,
2
1+t t
1
Z y
t
x
2
+
,
(0, 1)dt =
x + t2 x2 + t2
0
Z y
x
=
2 dt =
0 x2 1 + t
x
Z y
1
x
=
dt =
t 2
0
1+ x
y
y
t
= arctan
.
= arctan
x 0
x
U (x, y) =
(1,0)
Z x
(x,0)
1
2
Il campo e` irrotazionale in R2 (insieme in cui il campo e` definito) essendo F
= F
.
y
x
Poich`e F e` irrotazionale in un insieme semplicemente connesso si ha che F e` conservativo.
Cerchiamo una funzione potenziale. Consideriamo la seguente spezzata: il segmento da (0, 0)
a (x, 0) unito al segmento da (x, 0) a (x, y):
(x, y)
(0, 0)
(x, 0)
74
(x,0)
(x,y)
F ds +
F ds
Z y
F(t, 0) (1, 0)dt +
F(x, t) (0, 1)dt =
U (x, y) =
(0,0)
Z x
(x,0)
Z0 x
=
Z 0y
1.5
Abbiamo due modi per risolvere il problema: fare un calcolo esplicito secondo la definizione
Z
Z 1
F(t, t2 ) (1, 2t)dt =
F ds =
1
=
Z0 1
=
cos t cos(t2 ), sin t sin t2 (1, 2t)dt =
cos t cos(t2 ) 2t sin t sin(t2 ) dt
4 - Integrali di linea
75
po lungo la curva (t) = (t, t2 , t3 ) con t [0, 1] sia con un calcolo diretto che sfruttando
la funzione potenziale U del campo.
Il campo e` definito in tutto R3 che e` un insieme semplicemente complesso. Bisogna solo
verificare se il campo e` irrotazionale, ovvero se il rotore del campo e` nullo:
i
j
k
y
z = (0, 0, 0).
rotF = x
2
6xy 3x + z y
Quindi il campo e` irrotazionale. Il campo e` anche conservativo perch`e e` irrotazionale in un
insieme semplicemente connesso. Troviamo una funzione potenziale U = U (x, y, z) con il
metodo della spezzata:
z
(x, y, z)
(0, 0, 0)
(x, 0, 0)
x
(x, y, 0)
(x,0,0)
U (x, y, z) =
(x,y,0)
+
Z
(0,0,0)
x
(x,y,z)
!
F ds =
+
(x,0,0)
(x,y,0)
Z 0z
=
0
Z
=
0
12t3 + 5t4 dt = 4.
76
Il calcolo dellintegrale pu`o essere anche svolto in questo caso con la funzione potenziale:
essendo (0) = (0, 0, 0) e (1) = (1, 1, 1) avremo ottenuto che
Z
F ds = U (1, 1, 1) U (0, 0, 0) = (3 + 1) 0 = 4.
4 - Integrali di linea
4.4
77
Esercizi
(t) = (1, t, t2 ).
Lo si integri lungo la retta che congiunge nellordine i punti (0, 0) e (1, 1).
Esercizio 4.4.9. Sia F il campo vettoriale deEsercizio 4.4.3. Si consideri la curva elica aven- finito come
te parametrizzazione
x
y+1
F(x, y) =
,
(x 1)2 + (y + 1)2 (x 1)2 + (y + 1)2
finito come
Esercizio 4.4.6 (*). Data la curva definita
F(x, y, z) = (2x + y, x + z, y 2z) .
come y = x2 con 0 x 1 si calcoli
Lo si integri lungo il quadrato di vertici (1, 1),
Z
3
(1, 1), (1, 1) e (1, 1) orientato positivamenx ds.
te.
78
Esercizio 4.4.12. Sia F il campo vettoriale de Si integri il campo lungo le curve a,b (t) =
finito come
(a cos t, b sin t) con a, b R+ .
Esercizio 4.4.16. Sia F il campo vettoriale deF(x, y) = 3x2 2xy, 3y 2 x2
finito come
2x
2y
Dire se il campo e` conservativo nellin- F(x, y) =
,
.
2 + y 2 )2 1 + (1 + x2 + y 2 )2
1
+
(1
+
x
sieme di definizione, e se affermativo trovare una funzione potenziale U .
Si dica se il campo e` conservativo nel
suo insieme di definizione.
Integrare il campo lungo la curva y =
3 x2 con 1 x 1.
(x, y, 1)
.
(x2 + y 2 z)2
Capitolo 5
Integrali di superficie
5.1
Superfici notevoli di R3
Xu = (1, 0, 2)
e
i j k
Xu Xv = 1 0 2
0 1 3
Essendo kXu Xv k =
= (2, 3, 1).
79
80
Xv = (0, v, fv )
i j k
Xu Xv = 1 0 fu = (fu , fv , 1) .
0 1 fv
p
p
avremo che kXu Xv k = 1 + fu2 + fv2 = 1 + 2 f . Essendo f differenziabile e kXu
Xv k =
6 0 in D ne consegue che la parametrizzazione di e` regolare in D.
Esempio 5.1.3. Sia data la funzione z = f (x, y) differenziabile in D. Nello spazio cartesiano e` data la superficie definita attraverso la parametrizzazione
X(u, v) = u, v, 1 u2 + v 2 .
con (u, v) [1, 1] [1, 1]. Provare che la parametrizzazione data di e` regolare.
La funzione
X e` la parametrizzazione di una parte del cono avente equazione cartesiana z =
p
2
1 x + y 2 essendo
p
z(u, v) = 1 x(u, v)2 + y(u, v)2 .
Possiamo subito affermare che la parametrizzazione di non e` regolare per (0, 0) poich`e X
non e` ivi differenziabile. Studiamo la regolarit`a della parametrizzazione al di fuori di (0, 0):
u
v
Xu = 1, 0,
Xv = 0, v,
u2 + v 2
u2 + v 2
e
i j
k
u
v
u
,
,1 .
Xu Xv = 1 0 u2 +v2 =
u2 + v 2
u2 + v 2
0 1 2v 2
u +v
Avremo kXu Xv k = 2 che e` sempre non nullo. La parametrizzazione quindi e` regolare per
([1, 1] [1, 1]) {(0, 0)}.
Esempio 5.1.4. Nello spazio cartesiano e` data la superficie definita attraverso la parametrizzazione
X(, ) = u3 , v 3 , uv
con (u, v) [1, 1] [1, 1]. Dire se la parametrizzazione di e` regolare.
Troviamo le derivate parziali
Xu = (3u2 , 0, v)
e
X = (0, 3v 2 , u)
i
2 j k
0 v = (3v 3 , 3u3 , 9u2 v 2 )
Xu Xv = 3u
0 3v 2 u
da cui kXu Xv k2 = 9v 6 + 9u6 + 81u4 v 4 che e` mai negativa e nulla solo per (u, v) = (0, 0).
Quindi la parametrizzazione di non e` regolare nellinsieme indicato.
5 - Integrali di superficie
81
Esempio 5.1.5. Nello spazio cartesiano e` data la superficie definita attraverso la parametrizzazione
X(, ) = cos , sin , 2
con (, ) [0, 1] [0, 2]. Provare che X e` la parametrizzazione di un paraboloide
trovandone lequazione cartesiana. Verificare che la parametrizzazione di e` regolare.
La funzione X e` la parametrizzazione di una parte di un paraboloide avente equazione cartesiana z = x2 + y 2 essendo
z(u, v) = x(u, v)2 + y(u, v)2 .
Verifichiamo che la parametrizzazione e` regolare:
X = (cos , sin , 2)
X = ( sin , cos , 0)
i
j
k
sin 2 = 22 cos , 22 sin , .
Xu Xv = cos
sin cos 0
p
Avremo kXu Xv k = 1 + 42 il quale si annulla per = 0: ne consegue che la parametrizzazione data del paraboloide non e` regolare per = 0. Per esercizio si provi che la
parametrizzazione cartesiana di
x(u, v) = u
y(u, v) = v
X(u, v) =
z(u, v) = u2 + v 2
con (u, v) {u2 + v 2 1}, e` regolare.
Questo esempio mostra in dettaglio la netta distinzione fra superficie regolare e superficie con
parametrizzazione regolare: una superficie regolare1 pu`o essere descritta da parametrizzazioni
pi`u o meno regolari; una superficie non regolare sar`a descritta sempre da parametrizzazioni che
saranno non regolari.
Ricordiamo come si ottengono le superfici di rotazione attorno ad un asse cartesiano a
partire da una curva profilo data.
Sia una curva nel piano xz avente parametrizzazione (t) = (a1 (t), 0, a3 (t)). Se e`
la superficie di rotazione ottenuta ruotando la curva attorno allasse z allora una sua
parametrizzazione si ha
cos sin 0
a1 ()
X(, ) = Rz () () = sin cos 0 0 =
0
0
1
a3 ()
x(, ) = a1 () cos
y(, ) = a1 () sin
=
z(, ) = a3 ().
La matrice Rz () e` la matrice che rappresenta una rotazione di angolo attorno allasse z.
In parole povere una superficie di R3 e` detta regolare se e` possibile trovare un unico piano tangente in ogni
suo punto.
1
82
1
x
1
1
1
2 y
2
Similmente possiamo anche ricavare la superficie di rotazione ottenuta ruotando attorno
allasse x:
1
0
0
a1 ()
X(, ) = Rx () () = 0 cos sin 0 =
0 sin cos
a3 ()
x(, ) = a1 ()
y(, ) = a3 () sin
=
z(, ) = a3 () cos .
La matrice Rx () e` la matrice che rappresenta una rotazione di angolo attorno allasse x.
2 z
2
1
1
1
1
2
x
3
2 y
2
Sia una curva nel piano yz avente parametrizzazione (t) = (0, b2 (t), b3 (t)). Ricaviamo
una parametrizzazione della superficie di rotazione ottenuta ruotando attorno allasse y:
cos 0 sin
0
b2 () =
1
0
X(, ) = Ry () () = 0
sin 0 cos
b3 ()
x(, ) = b3 () sin
y(, ) = b2 ()
=
z(, ) = b3 () cos .
La matrice Ry () e` la matrice che rappresenta una rotazione di angolo attorno allasse y.
5 - Integrali di superficie
83
2 z
1
2
1
1
x 1
2
2
Osserviamo che la scelta di far appartenere, nei tre casi presentati, la curva profilo nei
piani rispettivamente xz e yz e` stata solo casuale: ad esempio, nella superficie di rotazione
avente asse di simmetria lasse z si poteva scegliere anche una curva profilo appartenente
al piano yz con minime modifiche nella trattazione.
Esempio5.1.6.
Nello spazio cartesiano sia data la curva di equazione cartesiana z =
1
con x 2 , 2 .
1
x
1
2
1
x
2
2
1
1
2 y
cos
cos sin 0
X(, ) = Rz () () = sin cos 0 0 = sin .
1
1
0
0
1
Per
se la parametrizzazione di e` regolare dobbiamo vedere se per qualche (, )
1 vedere
,
2
[0,
2] la quantit`a kX X k e` sempre non nulla.
2
84
X = ( sin , cos , 0)
da cui
i
j
k
sin 12
X X = cos
sin cos 0
= cos , sin ,
1
+ 2 che e` sempre diverso da 0 per
2
da cui kX X k =
5.2
1
2
2. La parametrizzazione
Sia data una funzione scalare f definita in A R3 e una superficie contenuta in A avente
parametrizzazione X = X(u, v) con (u, v) D. Si definisce lelemento darea
d = kXu Xv kdudv.
Lintegrale superficiale di funzione scalare e` definito come
ZZ
ZZ
f (X(u, v)) kXu Xv kdudv.
f d =
(5.1)
y(1 z)2 d
p
con il cono z = 1 x2 + y 2 che si proietta in D = {x 0, y 0, y x, y 1x}.
La superficie e` un cono avente vertice nellorigine e rivolto verso il basso che si proietta in D
che si descrive anche come
D=
1
0x , xy 1x .
2
5 - Integrali di superficie
85
1.5 z
0.5
1
1
x
X(u, v) = u, v, 1 u2 + v 2 .
in cui (u, v) D. Le derivate parziali di X sono:
Xu =
u
1, 0,
u2 + v 2
v
Xu = 0, 1,
u2 + v 2
da cui
i j
k
u
Xu Xv = 1 0 u2 +v2 =
0 1 2v 2
u +v
u
v
=
,
,1
u2 + v 2
u2 + v 2
y(1 z) d =
1
2
2 dudv. Quindi
1u
v u2 + v 2
2dudv =
Z
= 2
1
2
1
u + 2u2 2u3
4
5 2
du =
.
96
x2 d
con = {x + y = 1, x 0, 0 z 1}.
La superficie e` un cilindro di cui si considerano i punti di ascissa positiva e di quota compresa
fra 0 e 1.
86
0.5
1
x
1
1
X = ( sin , cos , 0)
da cui
i
j
k
0
0
1 =
Xz X =
sin cos 0
= ( cos , sin , 0)
da cui abbiamo che d = kXu Xv k dudv = dudv. Quindi
Z
Z 1
ZZ
Z 1Z
2
2
2
dz
x d =
cos d d =
cos2 d =
.
2
1
1
1
1
1
5 - Integrali di superficie
87
i
j
k
0
X X = sin sin sin cos
cos cos cos sin sin
=
= sin2 cos , sin2 sin , cos sin .
(x + y) d =
0
2
sin2 cos + sin2 sin dd =
Z 2
Z0 0
2
(cos + sin ) d = 0.
sin d
=
n
o
p
con = z = 2 x2 + y 2 , x 0, y 0, z 0 .
La superficie e` un cono con apertura che ha vertice in (0, 0, 2) rivolto verso il basso in cui
4
si considerano i punti di quota positiva, le ascisse positive e ordinate negative.
2.5 z
2
1.5
1
0.5
2
3
1
2
88
2
2
X (u, v) = u, v, 2 u + v
in cui (u, v) D = {u2 + v 2 1, u 0, v 0}. Dopo un semplice calcolo abbiamo che
lelemento darea e` d = kXu Xv kdudv = 2dudv. Quindi
ZZ
ZZ
x (2 z) d =
u u2 + v 2 2dudv =
Z 2DZ 2
2 cos 2dd =
=
3
2
Z
= 2
cos d =
3
2
= 4 2.
Esempio 5.2.5. Si calcoli
ZZ
x2 + y 2 d
con = {z = 1 x y , x 0, y 0, z 0}.
La superficie e` il paraboloide di equazione cartesiana z = 1 x2 y 2 in cui considerano le
quote, ascisse ed ordinate positive.
1.4
1.2
1
0.8
0.6
0.4
0.2
1
1
2 y
2
La superficie ha come possibile parametrizzazione
X (u, v) = u, v, 1 u2 v 2
Xv = (0, 1, 2v)
5 - Integrali di superficie
89
da cui
i j
k
Xu Xv = 1 0 2u
0 1 2v
= (2u, 2v, 1) .
D
Z 1Z p
2
=
2 1 + 42 (dd) =
0
Z 10 p
3 1 + 42 d =
=
2 0
1
3/2
1 + 25 5
(1 + 42 ) (62 1)
=
.
=
2
120
240
0
0
Z 02 Z
= R2
d sin d =
0
= 4R2 .
5.3
90
Xu = (0, 1, 1)
(1,1,1)
d.
3
ZZ
ZZ
F (X (u, v))
F d =
D
Z 1Z
(1, 1, 1)
3dudv =
3
(u + v + 1, u, v) (1, 1, 1)dudv =
=
0
Z 1Z
(u v 1 + u + v) dudv =
=
0
Z 1Z
(1) dudv = 1.
=
0
5 - Integrali di superficie
91
1 z
1
0.5
1.5
0.5
0.5
1.5 y
0.5
1
1
F (X (u, v))
2dudv =
F d =
2
D
Z 2 Z 1
(2 sin sin , 2 sin2 , 3 cos3 ) (0, 1, 1) dd =
=
Z0 2 Z0 1
=
(3 sin2 4 cos3 )dd =
0
0
1
3
sin d
3
cos d =
d
0
.
4
92
1
1
1
d 1 =
(2u, 2v, 1)
(X1u X1v )
d =
d
kX1u X1v k
1 + 4u2 + 4v 2
d 2 =
(X2u X2v )
(2u, 2v, 1)
d =
d.
kX2u X2v k
1 + 4u2 + 4v 2
Entrambi i vettori superficie sono normali alle due superfici 1 e 2 che formano . La consegna per`o richiede il calcolo del flusso uscente da : quindi dovremo prendere lorientazione
dei vettori superficie di 1 e 2 in modo da ottenere un campo di vettori normali uscente da .
Poich`e X1u X1v e` entrante in e X2u X2v e` uscente da , andremo a considerare2
d 1 =
(X1v X1u )
d
kX1v X1u k
d 2 =
(X2u X2v )
d
kX2u X2v k
5 - Integrali di superficie
93
1
2
ZZ
(2u, 2v, 1)
F (X1 (u, v))
=
1 + 4u2 + 4v 2 dudv+
2 + 4v 2
1
+
4u
ZZ D
(2u, 2v, 1)
1 + 4u2 + 4v 2 dudv =
+
F (X2 (u, v))
2 + 4v 2
1
+
4u
D
Z 2Z 1
52 sin2 , 42 cos2 , sin 2 (2 cos , 2 sin , 1) dd+
=
Z 02Z 01
+
52 sin2 , 42 cos2 , sin 2 + 2 (2 cos , 2 sin , 1) dd =
Z0 2Z0 1
=
104 cos sin2 + 84 cos2 sin 2 sin + 3 dd+
Z 02Z 01
104 cos sin2 + 84 cos2 sin + 2 sin 2 + 3 dd =
+
0
Z 20Z 1
Z 2Z 1
2
=2
dd
2 dd = .
0
94
5.4
Esercizi
Esercizio 5.4.6. Calcolare larea della porzione di superficie avente equazione cartesiana
2
2
Esercizio 5.4.1. Nello spazio cartesiano e` data z = xy con (x, y) D = {x + y 1}.
la superficie, chiamata sella di scimmia, defiEsercizio 5.4.7. Calcolare larea della superfinita attraverso la parametrizzazione
cie avente equazione cartesiana z = x2 + y 2
che si proietta nel piano xy nel dominio D =
X(u, v) = u, v, u3 3uv 2
{x 0, y 0, x2 + y 2 1}.
con (, ) [1, 1] [1, 1]. Provare che X Esercizio 5.4.8. Calcolare larea della porzioe` la parametrizzazione di un piano trovandone ne di superficie definita come
lequazione cartesiana. Dire se parametrizzan
o
p
= z = 9 x2 y 2 , 5 x2 + y 2 8 .
zione e` regolare.
Esercizio 5.4.2. Nello spazio cartesiano e` data Esercizio 5.4.9. Calcolare larea della porziola superficie definita attraverso la parametriz- ne
p di cono di equazione cartesiana z = 1
x2 + y 2 con z 0.
zazione
X(, ) = ( cos , sin , (sin 2 cos )) Esercizio 5.4.10. Calcolare la misura dellarea della superficie toro (la ciambella) avente
con (, ) [0, 1] [0, 2]. Provare che X parametrizzazione
z(, ) = r sin
Esercizio 5.4.3. Calcolare
con 0 < R < r e (, ) [0, 2] [0, 2].
ZZ
2y
p
d
Esercizio 5.4.11. Calcolare il valore assoluto
24y 2 + 4z + 1
vettoriale
in cui e` il cilindro x2 + y 2 = 1 con 0
F(x, y, z) = (2z, x, 3y)
z 1 inferiormente tappato dal piano z = 0
e superiormente tappato dal cono z = 2 uscente dal cono tappato con vertice in (0, 0, 0)
p
x2 + y 2 .
in cui 0 z 1.
5 - Integrali di superficie
Esercizio 5.4.14. Calcolare il flusso del campo
vettoriale
F(x, y) =
xy, y , p
(x 2)2 + (y 3)2
Q
(x, y, z)
40 (x2 + y 2 + z 2 ) 32
95
96
Capitolo 6
Formule di Gauss-Green
dxdy =
F ds
(6.3)
x
y
D
+D
in cui F = (F1 (x, y), F2 (x, y)) e` un campo vettoriale le cui componenti sono C 1 (D). La
formula (6.3) ci permette in particolare di legare il lavoro di un campo lungo una curva ad
un integrale doppio nel dominio che ha la curva come bordo.
Similmente e conseguentemente alla (6.3), se ci riferiamo alle forme differenziali lineari,
abbiamo
I
ZZ
F2 F1
dxdy =
F1 dx + F2 dy.
(6.4)
x
y
+D
D
Un sottoinsieme D R2 e` chiamato dominio se e` un aperto connesso per archi. Si osservi che D
potrebbe anche non essere semplicemente connesso.
b
Indicheremo con + D lorientazione positiva del bordo di D.
a
97
98
nei casi
1. D1 = {0 x 1, x2 x y 1 + 2x x2 };
2. D2 = {1 y 1, y 1 x y + 1};
Non e` complicata la descrizione grafica dei domini D1 e D2 :
dominio D2
dominio D1
2
1 y
x
0.5
t [0, 2]
t [0, 1]
da cui
10 (t) = (1, 2t 1) t [0, 1]
20 (t) = (0, 1) t [0, 2]
30 (t) = (1, 2 2t)
t [0, 1]
1
x
0.5
1
Qui si user`a questa notazione: data la curva (t) definita per t [a, b]. Indicheremo con
+ (t) la curva (t) in cui t varia da a a b;
(t) la curva (t) in cui t varia da b ad a.
99
Z
3
y3
2 y
x y+
xy+
(x + y ) dxdy =
dy
dy+
+
3
3
1+
D
2
Z
Z
3
y3
2
2 y
x y+
xy+
dy
dy =
3
3
3
4
Z 1
Z 0
(t2 t)3
(1 + 2t t2 )3
2 2
2
2
t (t t) +
t (1 + 2t t ) +
=
dt
dt =
3
3
0
1
83
= .
35
2
Vediamo ora il dominio D2 . Poich`e D2 e` normale rispetto allasse y per semplificare il calcolo useremo la formula (6.2): questo perch`e, nei tratti di bordo orizzontali avendosi dy = 0
lintegrale curvilineo in (6.2) sar`a ivi nullo. Parametrizziamo il bordo di D2 :
1 (t) = (t, 1) t [2, 0]
2 (t) = (t, t 1) t [0, 2]
3 (t) = (t, 1) t [0, 2]
4 (t) = (t, t + 1)
t [2, 0]
da cui
10 (t) = (1, 0) t [2, 0]
20 (t) = (1, 1) t [0, 2]
30 (t) = (1, 0) t [0, 2]
40 (t) = (1, 1) t [2, 0]
Quindi, applicando la (6.2) e tenendo conto di percorrere il bordo di D2 con orientazione
positiva, avremo
1
x
2
2
1
ZZ
Z 3
x3
x
2
2
xy
(x + y ) dxdy =
dx +
+ xy dx+
+
+
+ 3
3
D
Z 2 3
Z 1 3
x
x
2
2
+
dx +
+ xy dx+
+ xy
3
3
4
3
Z 2 3
Z 2 3
t
t
2
2
=
+ t(t 1) dt
+ t(t + 1) dt = 4.
3
3
0
0
2
Questo esercizio mostra come si possano usare le Formule di Gauss-Green e gli integrali curvilinei per semplificare il calcolo di integrali doppi, nel particolare caso di domini di integrazione
normale rispetto ad un asse coordinato.
100
0.5
0.5
0.5
Le Formule di Green-Gauss sono applicabili perch`e le componenti del campo sono C 1 (R2 ) e il
dominio D ha bordo regolare a tratti.
Calcoliamo il primo membro della formula (6.3):
ZZ
D
F2 F1
x
y
ZZ
dxdy =
2 dxdy =
D
1x2
dxdy =
=2
1
Z 1
=2
1
8
1 x2 dx = .
3
t [1, 1]
da cui
10 (t) = (1, 0) t [1, 1]
20 (t) = (1, 2t) t [1, 1].
Quindi, applicando la (6.3) e tenendo conto di percorrere il bordo di D con orientazione positiva,
avremo
2
Per la definizione di integrale di linea di seconda specie il secondo membro della (6.3) e` uguale al terzo
membro.
101
1.5 y
1
0.5
x
1
0.5
0.5
0.5
I
F ds =
F ds +
F ds =
+
Z 11
+D
,
2 (t) = 2(cos t, sin t) t
4 2
1
0.5
x
0.5
1.5
Indichiamo con D il dominio racchiuso dalle tre curve il quale si pu`o descrivere in coordinate
cartesiane come
n
o
2
2
D = (x, y) R : 0 x 1, x y 2 x .
102
dxdy =
x
y
+D
D
ZZ
=
(2x 4y) dxdy =
D
Z
2
=
0
Z
=2
2 ( cos 2 sin ) dd =
2 d
2 2
(cos 2 sin ) d =
3
!
3 2
1
.
2
1
1
3
3 p
D=
x
, 1 (x 1)2 y 1 x2 .
2
2
Le componenti del campo sono C 1 (R2 ) e il bordodi D e` regolare a tratti, quindi applichiamo la
(6.3):
Z
ZZ
F2 F1
F ds =
dxdy
x
y
+D
D
Z 3 Z 1x2
2
=
2y dxdy =
3
2
3
2
Z
=
23
1(x1)2
(1 2x) dx =
3.
103
in cui D e` il dominio
x2 y 2
D= 1
+
4 .
9
4
x2
9
y2
4
=1e
x2
9
y2
4
=4
y
4
2
x
5
5
2
4
27
.
=
4
ZZ
x2 dxdy in cui D
2
tipo x9 + y4 = k 2 andremo a porre la trasformazione (x, y) =
da cui = x9 + y4 .
y = 2 sin
4
Un insieme connesso per archi D Rn e` detto semplicemente connesso se ogni curva chiusa contenuta in D
pu`o essere deformata con continuit`a fino a ridursi ad un punto.
104
e` il dominio
D = 1 x2 + y 2 2 .
In questo caso il dominio e` una corona circolare di raggio interno 1 e raggio esterno 2: ne
consegue che il bordo e` regolare. Lorientazione positiva di D e` quella per cui il bordo esterno
della corona ha orientazione antioraria e il bordo interno ha orientazione oraria.
y
1
x
1
1
1
=
x
y
3
e le componenti sono funzioni C 1 (R2 ).
Parametrizziamo il bordo esterno ed interno rispettivamente come
t [0, 2].
F ds =
!
Z 2
2 2 cos3 t
=
0,
( 2 sin t, 2 cos t)dt+
3
0
Z 0
cos3 t
+
0,
( sin t, cos t)dt =
3
2
Z 2
Z 0
cos4 t
4 cos2
=
dt +
dt =
3
3
0
2
3
= =
.
4
4
1+
Esempio 6.1.7. Utilizzare la Formula di Gauss-Green per trovare la misura dellarea del
dominio piano
D = (x, y) R2 | x2 + y 2 1, x 1 y x + 1 .
105
Per calcolare un area con la Formula di Gauss-Green dobbiamo cercare un campo F = (F1 , F2 )
tale che x F2 y F1 = 1. Possiamo porre ad esempio5 x F2 = 1 e y F1 = 0 ottenendo
F = (0, x) il quale ha componenti derivabili con continuit`a.
y
1
x
1
1
1
t [0, ]
2
t [1, 0]
t [,
4 (t) = (t, t 1)
3
]
2
t [0, 1].
Dobbiamo calcolare
I
ZZ
F ds =
dxdy =
+D
D
Z
2
=
(0, cos t) ( sin t, cos t)dt+
0
Z 1
+
(0, t) (1, 1)dt+
0
3
2
Z
+
+
0
cos t dt +
0
=1+
5
.
2
Z
tdt +
3
2
cos t dt +
t dt =
0
Un osservazione attenta porter`a a concludere che anche F = 12 (y, x) e` un campo tale per cui x F2 y F1 = 1.
Quindi entrambi i metodi vanno bene e non possono che portare allo stesso risultato.
106
6.2
Ricordiamo la Formula della divergenza nel piano. Sia F = (F1 , F2 ) un campo vettoriale
definito in A R2 . Sia D un dominio chiuso e limitato contenuto in A il cui bordo D e`
una curva regolare o regolare a tratti. Se F1 , F2 C 1 (D) allora
I
I
ZZ
divF dxdy =
F ne ds =
F2 dx F1 dy
(6.5)
+D
+D
Sia data una curva avente parametrizzazione (t) = (x(t), y(t)) con t [a, b].
(y(t), x(t)) e` definito come il vettore normale esterno a .
Allora ne =
e il dominio
D = {1 x 1, 0 y 1 x2 }.
Si verifichi la formula della divergenza nel piano.
1.5 y
1
0.5
x
1
0.5
0.5
0.5
Poich`e la forma differenziale ha componenti C 1 (R2 ) e il dominio D ha bordo regolare a tratti,
possiamo applicare la Formula della divergenza nel piano.
Calcoliamo il primo membro:
ZZ
divF dxdy =
(2x + 1) dxdy =
1
Z 1
1x2
(1 x2 )(2x + 1) dx =
1
1
Z
=
(2x3 x2 + 2x + 1) dx =
4
3
107
1 (t) = (t, 0)
2 (t) = t, 1 t2
t [1, 1].
ds2 = 1 + 4t2 dt
e i versori normali esterni sono rispettivamente
ne1 = (0, 1)
(2t, 1)
ne2 =
1 + 4t2
Quindi
I
I
F ne ds =
+D
+
Z 11
t [1, 1]
t [1, 1].
I
F ne ds +
F ne ds =
1
(2t, 1)
(t2 , t + 1 t2 )
1 + 4t2 dt =
(t , t) (0, 1) dt +
1 + 4t2
1
1
Z 1
Z 1
4
=
t dt +
(2t3 + t2 t 1) dt = .
3
1
1
1
D = {x2 + y 2 }.
2
Si calcoli il flusso del campo uscente dal bordo di D.
Il dominio D e` un cerchio centrato nellorigine e con raggio 12 che ha bordo regolare.
Inoltre poiche il campo ha componenti C 1 (R2 ) possiamo applicare la Formula della divergenza
nel piano. Per risolvere il problema dobbiamo calcolare il primo membro della (6.5):
I
ZZ
F ne ds =
divF dxdy =
+D
ZZD
=
(3xy) dxdy =
Z
D
2
=
0
Z
= 3
1
2
32 cos sin dd =
0
2
Z
cos sin d
1
2
3 d = 0
108
Esempio 6.2.3. Usando la Formula della divergenza nel piano integrare la forma differenziale lineare
= x2 ydx + y 3 dy
lungo il bordo del dominio
D = {x2 + y 2 1, y 1 x}
orientato positivamente.
Il dominio D e` il cerchio di raggio 1 di centro (0, 0) intersecato col semipiano y x + 1
y
1
0.5
x
1
0.5
0.5
0.5
1
il quale si pu`o scrivere come lunione dei due domini
D = D1 D2 = {0 x 1, 1 x2 y 1 x} {1 x 0, y }.
Poich`e il dominio D ha bordo regolare a tratti e la forma differenziale integranda ha componenti
derivabili con continuit`a, possiamo applicare la Formula della divergenza nel piano.
Per poter applicare la formula (6.5) riconduciamo dal terzo membro al secondo membro con il
seguente (semplice) passaggio algebrico:
I
I
2
3
(x ydx + y dy) =
(y 3 , x2 y) (dy, dx) .
{z } | {z }
+D
+D |
F
ne ds
Quindi dobbiamo applicare la formula (6.5) e calcolare il primo membro in cui F(x, y) =
(y 3 , x2 y).
ZZ
ZZ
divF dxdy =
x2 dxdy =
D
ZZD
ZZ
2
=
x dxdy +
x2 dxdy =
D1
1
D2
1x
Z
=
2 cos2 dd =
0
3
2
Z
1
2
3
2
2
x x + x 1 x dx
dxdy +
1x2
3
2
4 + 3
4 + 9
=
.
48
8
48
cos
3 dd =
6.3
109
in cui
+ e` lorientazione positiva del bordo di , ovvero quella che si lascia alla sinistra
la superficie ;
n e` il versore normale di orientato coerentemente con lorientazione positiva del
bordo esterno di secondo la regola della mano destra.
z
z =x+y .
Si verifichi la formula di Stokes, in cui si deve intendere il vettore supercie rivolto verso
lalto.
Descriviamo come
X(u, v) = (u, v, u + v)
con (u, v) {u2 + v 2 1} il cui e` la curva
(t) = (cos t, sin t, cos t + sin t)
con t [0, 2]. Lorientazione positiva del bordo di si ha per valori crescenti di t, poich`e in
questo modo 0 si lascia alla sinistra la superficie , ovvero in tal modo tramite (6.6) otteniamo
il flusso del rotore di F attraverso il cui il vettore superficie e` rivolto verso lalto.
110
1 z
0.5
1.5
0.5
0.5
1.5 y
0.5
1
1
Xv = (0, 1, 1)
da cui
i j k
Xu Xv = 1 0 1
0 1 1
= (1, 1, 1) .
Il rotore del campo e`
i
j
k
y
z
rotF = x
x2 x + y x + y z
= (1, 1, 1).
Quindi
(1, 1, 1)
3dudv =
F (X(u, v))
3
D
Z 1 Z 2
=
(1, 1, 1) (, , ) dd =
0
0
Z 1 Z 2
=
dd = .
ZZ
ZZ
rotF d =
111
x+z =2
x+z =2
x+z =2
1
4
Ne consegue che il bordo di si pu`o anche descrivere come lintersezione fra il cilindro
2
x 21 + y 2 = 14 e il piano x + z = 2: possiamo parametrizzare tale curva come
1 1
1
3 1
(t) =
+ cos t, sin t, cos t
2 2
2
2 2
con t [0, 2]. Lorientazione positiva del bordo di si ha per valori crescenti di t, poich`e in
questo modo 0 si lascia alla sinistra la superficie , ovvero in tal modo tramite (6.6) otteniamo
il flusso del rotore di F attraverso il cui vettore superficie e` rivolto verso lalto.
z
2
1
2
1
1
1
1
2 y
x 1
2
x 1
2 y
I
rotF d =
I
F ds =
+
Z 2
F ds =
+
3
3
sin t cos t sin t
sin t, 3 + cos t + sin t, 8 2 cos t
,
,
dt =
2
2
2
2
2
0
Z 2
5 12 cos t cos(2t) + 28 sin t 3 sin(2t)
5
=
dt =
.
8
4
0
=
1 + cos t
112
2
,
: allora
3 3
= (cos t, sin t, 0)
1 (t) = X t,
2
=
2 (t) = X t,
3
3
3
1
cos t,
sin t,
2
2
2
z
1
1.5
1.5
0.5
0.5
2
0.5
0.5
x 1
1.5
1 1
1
1.5 y
Lorientazione positiva del bordo di si ha: per 1 per valori crescenti di t e 2 per valore
decrescenti di t: in questo modo i rispettivi vettori velocit`a si lasciano alla sinistra la superficie
, ovvero in tal modo tramite (6.6) otteniamo il flusso del rotore di F attraverso il cui vettore
superficie e` rivolto verso lalto.
Poich`e le componenti del campo sono C 1 (R2 ) e la superficie e` regolare, possiamo applicare la
113
formula (6.6):
ZZ
I
rotF d =
=
Z
0
0
+
2
0
0
+
2
Z
=
0
1+
sin2 t, cos t + sin t, 2 cos t ( sin t, cos t, 0) dt+
!
!
3 sin t 3
1
3
3
,
(cos t + sin t) , + 3 cos t
sin t,
cos t, 0 dt =
2
2
4
2
2
=
Z
F ds =
F ds +
F ds =
+
Z 2
sin3 t + cos2 t + cos t sin t dt+
!
3 3 3
3
3
2
2
cos t dt +
cos t dt = .
4
4
2
p
e la superficie di equazione cartesiana z = 2 x2 + y 2 con 0 z 1, e tappato
superiormente. Utilizzando la formula di Stokes si integri il campo lungo + in cui si
intende il vettore superficie rivolto verso lalto.
La superficie e` regolare a tratti, e composta da due pezzi: il tronco di cono avente come possibile
parametrizzazione
X1 (u, v) = u, v, 2 u2 + v 2
X2 (u, v) = (u, v, 1)
114
0.5
2
1
x 2
Per risolvere il problema dato dovremo calcolare il secondo membro della (6.6). Troviamo i
vettori superficie di 1 e 2 : dopo semplici calcoli si ha che
v
u
d 1 =
,
, 1 dudv
d 2 = (0, 0, 1) dudv.
u2 + v 2
u2 + v 2
Con questa orientazione dei campi normali, applicando (6.6) otteniamo lintegrale del bordo di
orientato come in figura.
Il campo F ha le componenti derivabili con continuit`a e la superficie e` regolare a tratti,
potendo quindi applicare la Formula di Stokes. Osservando che rotF = (2y, 2x, 2), avremo
che
ZZ
I
rotF d =
F ds =
+
ZZ
ZZ
=
rotF d 1 +
rotF d 2 .
1
ZZ
rotF d 1 =
(2v, 2u, 0)
u
, u2v+v2 , 1
u2 +v 2
D1
ZZ
(2v, 2u, 2)
=
D1
2
u
, u2v+v2 , 1
u2 +v 2
2dudv =
2dudv =
ZZ
=
2 dudv =
Z
D1
2 Z 2
2dd = 4
ZZ
ZZ
rotF d 1 =
(2v, 2u, 0) (0, 0, 1) dudv =
2
D2
Z 2 Z 2
=
2dudv = 4
0
Quindi per la Formula di Stokes abbiamo che il lavoro del campo lungo + D e` 4.
6.4
Esercizi
115
in cui D e` il dominio
lo si integri lungo la circonferenza di centro
x
2
2
D
=
3x,
1
x
+
y
2,
x
0,
y
0
.
lorigine e raggio 3 orientata positivamente uti3
lizzando la formula di Gauss-Green.
Esercizio 6.4.8. Utilizzare la formula di GaussGreen per calcolare
Esercizio 6.4.2. Dato il campo vettoriale
ZZ
2
2
F(x, y) = x, x 2y
x2 + y 2 dxdy
D
2
D = 1 x 0, 0 y 1 x .
x2 y 2
+ 2 =1
a2
b
Esercizio 6.4.4. Calcolare
con a, b numeri reali strettamente positivi.
ZZ
x2 xy + y 2 dxdy
Esercizio 6.4.11. Sia D il dominio avente coD
me bordo la curva astroide avente
parametriz
3
3
in cui D e` la porzione di piano delimitata da zazione (t) = cos t, sin t con t [0, 2].
x2 + 2y 2 = 2. Poi si verifichi il risultato appli- Utilizzare le formule di Gauss-Green per trocando il teorema di Gauss-Green.
vare la misura dellarea di D.
Esercizio 6.4.5. Calcolare
ZZ
y dxdy
D
in cui D = {x2 + y 2 14 , 2x + 2y 14 , x
in cui D e` il triangolo di vertici (0, 0), (1, 0) e
0, y 0}. Poi si verifichi il risultato applican(1, 0).
do il teorema di Gauss-Green.
Esercizio 6.4.13. Dato il campo vettoriale
Esercizio 6.4.6. Dato il campo vettoriale
F(x, y, z) = (x + y, z y, xy)
F(x, y) = (x + 3y, xy)
e la superficie
lo si integri lungo il bordo del triangolo di ver = {z = 2x 3y + 1, 1 x2 + y 2 4},
tici (1, 1), (1, 1) e (0, 1) orientato positivamente utilizzando la formula di Gauss-Green. si verifichi la formula di Stokes.
116
Bibliografia
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[DoBaMa] N. Dodero, P. Baroncini, M. Manfredi - Moduli di lineamenti di matematica, F Ghisetti e corvi.
[FuMaSb1] N. Fusco, P. Marcellini, C. Sbordone - Analisi Matematica uno - Liguori Editore.
[FuMaSb2] N. Fusco, P. Marcellini, C. Sbordone - Analisi Matematica due - Liguori Editore.
[Mo] S. Montaldo - Geometria 2 - Universit`a degli Studi di Cagliari, Dispense.
[PagSal1] C. Pagani, S. Salsa - Analisi Matematica vol. 1 - Zanichelli.
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[ZaDa] E. C. Zachmanoglou, D. W. Thoe - Introduction to partial differential equations with
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[Wo] S. Wolfram - The Mathematica Book, Fifth edition - Wolfram Media, Inc. (2003).
117