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Lorenzini, Pescia
Anno scolastico 2014-2015
Matteo Rosellini
Introduzione
Una piccola sfida
Dio gioca a dadi?
La bellezza come fonte di ispirazione
Caccia a ritroso
I conflitti
Lintuizione di Einstein
Le stranezze quantistiche
Alla ricerca della teoria del tutto
La teoria delle stringhe
Simmetrie della natura
Le dimensioni nascoste
Le difficolt logiche
Lautoreferenza
Il teorema di Godel
Godel, Escher, Bach
Un atto di fede
La trama della realt
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Bibliografia
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Introduzione
Ad osservare il fenotipo del mondo si fa abbastanza presto: altra cosa saperlo apprezzare.
Ma il genotipo, lo scheletro delluniverso, cosa ben pi rara e raffinata. La fame di conoscenza
sempre stato lingrediente fondamentale della specie umana, si andava per tentativi: la filosofia ha
fatto da apripista, poi arrivata la scienza. Oggi camminano a braccetto, a volte si separano per un
attimo, ma alla fine tornano a scorrere parallele, perch la ricetta del mondo complicata e un
protocollo per comprenderla non esiste. Lo diceva Galileo che
La natura un libro aperto agli uomini: essa ci parla, e comunica attraverso un
linguaggio che quello matematico.
Ma gli scienziati sono sempre stati cattivi: prima Copernico toglie la Terra dal centro degli
ingranaggi delluniverso, poi Darwin smentisce la creazione delluomo dalla costola di Abramo e lo
rimanda alla meno nobile discendenza da un tipo di scimmia: e poi, cosa si inventeranno? La
difficolt, forse, proprio questa: sconfiggere quei pregiudizi arrugginiti che labitudine alla Hume
ci ha messo in mente. Prima di esser pronti a comprendere la mente di quel Demiurgo-senza-copie
che ci ha plasmati bisogna imparare a pensare trascendendo dalla tranquilla ortogonalit delle
ascisse con le ordinate: ad osare, a stupirsi, a credere in qualcosa. Cos fece Darwin quando
pubblico lOrigine delle specie, cos fecero Faraday e Maxwell quando dettero una forma al campo
elettromagnetico, cos fece Einstein quando pubblic la Relativit Generale: il genio osa, questa la
costante. Se vero che Sir Newton scrisse le leggi del moto dopo che una bella mela gli era
caduta sulla testa, non si pu certo dire che Gabriele Veneziano abbia sfoderato la teoria delle
superstringhe perch aveva sbattuto la capoccia in un mesone-ro: ma il principio di
funzionamento lo stesso, la curiosit che accende la miccia alla scienza, e solo quando si
consapevoli della bellezza del mondo, allora, si inizia a chiedersi perch.
Una piccola sfida
Allora, eccoci qui: una piccola sfida, qualcosa per separare gli uomini dai ragazzi, il grano dalla
pula, i mesoni dai mesoni-p, i quark dai quaqquaraqqu.
La rincorsa al sapere prosegue per cambi di rotta: quando sembra che tutto torni, quando
sembra che il lavoro sia ormai bello che finito, ecco, proprio allora che una teoria rivela le sue
contraddizioni ed emerge la necessit di andare a scavare ancora pi a fondo. Albert Einstein nel
1905 firm da solista la relativit ristretta: era una scommessa, una legge che andava contro non
solo alla meccanica nata con le sensate esperienze e le necessarie dimostrazioni di Galileo e
canonizzata da Isaac Newton, ma anche contro al modo di pensare delle persone. Una legge che
rivedeva il tempo. Lo spazio. La materia. Una decina di anni dopo adatt la gravitazione alle
scoperte precedenti fondando la relativit generale. Lo stesso Einstein raccolse latto
disperatissimo di Planck e os rivedere e correggere daccapo la concezione fisica dellenergia:
Faraday e Maxwell avevano descritto il campo elettromagnetico con quattro integrali, Lord Kelvin
era pronto a scommettere che il lavoro dei fisici ormai fosse giunto al termine, si sarebbe trattato
solo di migliorare le approssimazioni di misurazione di qualche cifra significativa. Ma Bohr, De
Broglie, Heisemberg, Shrodinger raccolsero le orme di Einstein e diedero luce alla meccanica
quantistica, una fisica del paradosso, volta ad occuparsi di dare un nome e un cognome a particelle
piccolissime generate dagli urti di altre particelle accelerate. Non un caso che i pilastri della fisica
moderna siano proprio la relativit e la meccanica quantistica: due teorie tanto profonde, quanto
diverse. La prima si occupa del mondo del macro, studia corpi immensi su scale ancora pi grandi;
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laltra tratta del mondo del micro, dalle molecole agli atomi fino ai quarks e alle particelle subatomiche. Luna studia corpi grandi e pesanti, laltra oggetti piccoli e leggeri: com logico, i campi
di applicazione di queste due teorie non sintersecano, ma se lo facessero? Prendiamo un buco nero,
ad esempio: una massa enorme assume dimensioni minuscole. Oppure, pensiamo al big bang:
sembra proprio che lintero universo sia schizzato fuori da un misero granellino microscopico.
Dio gioca a dadi?
Il determinismo un modo di leggere gli eventi tale da associare ad ogni causa un effetto e,
al contrario, ad ogni effetto una causa: secondo questo punto di vista niente avviene per caso. E un
ragionamento ontologico che fa come concetto-chiave la necessit, per cui un ente necessario
governato da un nesso di causalit lineare.
Un'intelligenza che in un certo istante conoscesse tutte le forze che mettono la natura in moto e
tutte le posizioni di tutti gli oggetti la quale natura conosciuta, se questo intelletto fosse anche
abbastanza vasto per analizzare questi dati, raccoglierebbe in una singola formula i movimenti dai
pi grandi corpi dell'universo a quelli del pi piccolo atomo; per una tale intelligenza niente
sarebbe incerto e il futuro, come il passato, sarebbe il presente ai suoi occhi.
Lo scienziato pi famoso dellEt Napoleonica Pierre Simon de Laplace, ricordato per aver
proseguito gli studi di Newton combinando analisi matematica e geometria a descrivere una
meccanica celeste, per esempio, era convinto che un intelletto sufficientemente preparato avrebbe
potuto, conosciute velocit e posizione di una particella in un dato istante e tenute a mente le leggi
della natura, calcolare la posizione di ogni particella in un altro istante. Viceversa, lindeterminismo
un modo di pensare che non riesce necessariamente a fare di una causa un effetto: a questo punto
che scende in campo non pi la certezza matematica, ma la probabilit. Il concetto alla base di
questo modo di pensare, al contrario della necessit, la contingenza, ossia la concezione per cui
due eventi siano collegati tra loro da una relazione di causalit non-lineare, ma senza porre il caos
come requisito fondamentale dellesistenza.
Nellambito della realt le cui connessioni sono formulate dalla teoria quantistica, le leggi
naturali non conducono quindi a una completa determinazione di ci che accade nello spazio e nel
tempo; laccadere (allinterno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni) piuttosto
rimesso al gioco del caso
Nel 1927 Heisemberg firm il principio di indeterminazione:
h
x p
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dove x lincertezza sulla posizione, p sulla quantit di moto, e h la costante di Planck
ridotta. Data la proporzionalit inversa tra posizione (quindi velocit) e quantit di moto, anche
riducendo di moltissimo lerrore assoluto relativo alluna, aumenterebbe quello dellaltra: non
quindi possibile conoscere, in un dato istante, contemporaneamente, lo stato fisico preciso di un
sistema. Lentanglement quantistico, infatti, non consente di osservare contemporaneamente
posizione e quantit di moto, altrimenti una si distrugge. Nellesperimento della doppia fenditura
di Feynman, ad esempio, sparando un fascio di elettroni contro una doppia fenditura, si notava che
se un osservatore assisteva al processo le particelle avevano comportamento corpuscolare;
altrimenti, si comportavano come onde elettromagnetiche.
Einstein: Dio non gioca a dadi con luniverso
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Concedo che non si pu dimostrare che il mondo razionale. E possibilissimo che al livello pi
profondo sia assurdo. Tuttavia il successo della scienza una forte prova indiziaria a fronte della
razionalit della natura.
Il cosmologo Stephen Hawking, invece, tiene presente che
In numerose occasioni abbiamo introdotto una nuova classe di osservazioni solo per poi scoprire
nuovi fenomeni che non erano previsti dalla teoria di partenza
Sembrerebbe quindi che il progetto scientifico tenda allinfinito, come la metafora del filosofo
Niccol Cusano che immaginava la conoscenza ultima come una circonferenza, e i successi
scientifici degli uomini come un poligono inscritto ad essa: aumentando il numero dei lati del
poligono, ci si avvicina sempre di pi alla circonferenza, ma non sar mai possibile raggiungerla. E
invece, sempre Hawking, rinormalizza questi infiniti:
Sembra per che la gravit escluda questa serie di scatole cinesi. Per energie prossime a
quella di Planck, una particella avrebbe una massa cos concentrata da separarsi dal resto
delluniverso e collassare su se stessa, formando un buco nero. [] Pare quindi che, di questo
passo, alla serie di teorie sempre pi precise dovrebbe esserci un limite, una sorta di Teoria
Ultima dellUniverso.
Il geniale fisico per sottolinea con brillante ironia il fatto che il cammino da compiere sia ancora
parecchio lungo:
A conferma di quello che ho detto dovremmo costruire un acceleratore di particelle capace di
raggiungere lenergia di Planck, pari a 1019 GeV: se si considera che il pi potente acceleratore
di cui disponiamo raggiunge scarsamente 1 solo GeV, coi tempi di crisi economica che corrono,
poco probabile che questo progetto sar raggiunto a breve.
I conflitti
Sono stati tre i grandi conflitti che hanno attanagliato la fisica nel corso della sua storia:
1. Secondo le leggi Newtoniane del moto possibile raggiungere e superare la velocit della
luce: per le leggi dellelettromagnetismo di Faraday-Maxwell invece questo non possibile.
Einstein risolse questo enigma con la Relativit ristretta, spiegando che spazio e tempo non
sono entit assolute ma costruzioni elastiche le cui forme dipendono esclusivamente dallo
stato di moto del soggetto che le esperisce;
2. Proprio la Relativit ristretta, col fatto che la velocit della luce risulta essere insuperabile,
collideva con la Gravitazione universale di Newton, secondo cui le forze di attrazione si
trasmettono istantaneamente nello spazio. Ancora Einstein sciolse questo nodo con la teoria
della Relativit generale, secondo cui spazio e tempo non sono solo influenzati dallo stato di
moto dellosservatore, ma si curvano, si piegano, in presenza di grandi masse ed energie.
3. Lultimo conflitto, quello ancora irrisolto, quello che potrebbe portare ad una ipotetica
Teoria di Ogni Cosa: quello di conciliare il grande con il piccolo, la Relativit generale con
la Meccanica quantistica.
Lintuizione di Einstein
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La teoria della relativit ristretta, che non altro che il prolungamento sistematico della
elettrodinamica di Maxwell e di Lorentz, ha aperto nuove vie superando i suoi stessi limiti.
Einstein aveva in mente di dimostrare che i fenomeni elettromagnetici possono non essere
influenzati dal moto uniforme attraverso letere, ammesso che un etere esista. Nel 1905 pubblic
due principi:
1. Il principio di relativit: le leggi che regolano tutti i fenomeni fisici sono le stesse per due
osservatori animati di moto rettilineo uniforme luno rispetto allaltro. Allo stesso modo, non
possibile distinguere un osservatore in moto uniforme relativo da un altro osservatore in
quiete.
2. Il principio di costanza della velocit della luce: la luce si propaga nel vuoto, e non
nelletere, con una velocit costante c, in tutte le direzioni, indipendentemente dalle
condizioni di moto sia della sorgente, sia dellosservatore.
La simultaneit classica venne superata da quella relativa: due eventi si dicono simultanei se
due segnali luminosi, partiti da A e da B, giungono contemporaneamente nel punto medio di AB.
Ma questa simultaneit del sistema AB non si verifica pi in un sistema diverso da AB, in moto
rispetto al primo. Su una ferrovia AB transita un treno AB con velocit v. Sia M il punto medio del
treno AB coincidente col punto medio M della ferrovia AB. Due segnali luminosi spediti da A a B
arrivano contemporaneamente in M, ma non giungono simultaneamente in M, dato che il segnale
lanciato da B arriva prima in M rispetto a quello lanciato da A, se il treno si muove da A a B: la
luce non pu essere accelerata o frenata, dunque chi sta fuori dal treno ha ragione a dire che un
raggio arriva prima di un altro. Un orologio ritarda allaumentare della velocit: il tempo scorre
pi in fretta per un osservatore stazionario rispetto ad uno in moto, ma non si pu dire che,
ammettendo di poter passare la vita muovendosi alla velocit della luce, raggiungeremmo
limmortalit: lesistenza nel tempo si allunga, vero, ma la velocit di azione rimane la stessa,
quindi, in sostanza, la quantit di vita non varia. Il moto pu quindi essere ripartito non solo nelle
tre dimensioni temporali, ma anche in quella del tempo: tutti gli oggetti sono sempre in moto
nello spazio-tempo con velocit fissa, quella della luce. Ma questa velocit devessere divisa
lungo le quattro dimensioni: un oggetto in quiete si muove nella dimensione del tempo,
invecchiando alla velocit della luce. Un oggetto in moto uniforme si muove lungo una delle tre
dimensioni con velocit v e quindi rallenta il suo moto nel tempo che ora si dilata assumendo una
velocit (cv) . Il postulato fondamentale della meccanica classica, la proporzionalit tra la
forza e laccelerazione, viene quindi mutato dalla meccanica di Einstein: quanto pi un corpo si
muove con velocit pi alta, tanto pi difficile accrescerla: la massa non pi costante intrinseca
del corpo, ma diviene variabile e crescente con la velocit. Lenergia sotto qualsiasi forma si
comporta quindi come la materia: non c differenza essenziale tra massa ed energia,
lenergia possiede massa e la massa rappresenta energia. La fisica classica aveva introdotto due
sostanze, massa ed energia, e aveva enunciato due leggi di conservazione: Einstein le fonde
insieme, riducendo tutto ad una sola sostanza:
lim mv 2=E
v c
magnetiche hanno bisogno di un campo per propagarsi: ossessionato dallidea di campo, ecco
lintuizione: anche la gravit ha bisogno di un campo per propagarsi da un corpo allaltro, il campo
gravitazionale, che non dato da nessun ente mistico, ma dal puro spazio. La gravit si propaga
nello spazio. E lo spazio, lo spaziotempo, capace di incurvarsi: cos come un oggetto si contrae
nella direzione del moto, le relazioni della geometria piana non sono valide per un osservatore in
moto accelerato, e la gravit la curvatura dello spaziotempo. In assenza di materia ed energia
per Einstein lo spazio piatto, ma in presenza di un oggetto massiccio la struttura dello spazio
circostante viene deformata, e costituisce un incurvamento del foglio di spaziotempo tale da
produrre un effetto sugli altri oggetti che si trovano nelle vicinanze di questo corpo, dato che si
trovano a dover percorrere uno spazio modificato, come una palla appoggiata su una rete sottile la
deforma, e cambia il moto di una pallina pi piccola che deve attraversare tale regione di spazio. La
gravit trasmessa dallo spazio, ma non simultaneamente: si propaga come le increspature sulla
superficie di un lago, a quale velocit? Ma ovvio: alla velocit della luce.
Le stranezze quantistiche
Penso si possa tranquillamente affermare che non c nessuno che capisca la meccanica
quantistica. [R. Feynman]
Nel 1968 i fisici che lavoravano allacceleratore di particelle di Stanford scoprirono che
protoni e neutroni non sono le particelle fondamentali e quindi indivisibili: ognuno di loro formato
da tre particelle, i quarks, il cui nome viene ripreso da una filastrocca di James Joyce nel romanzo
Finnegans Wake, che Murray Gell-Mann e George Zweig stavano leggendo ai tempi delluniversit:
Three quarks for Muster Mark!
Sure he has not got much of a bark
And sure any he has it's all beside the mark.
I quark si presentano fondamentalmente sotto forma di due variet: up e down, ma ne
esistono anche di charm, strange, top, bottom. Un protone, per esempio, formato da due quark-up
e un quark-down, un neutrone da due down e un up. A met degli anni 50 Reins e Cowan
dimostrarono la presenza del neutrino, gi previsto in linea teorica da Pauli. Non ci sono prove di
altri costituenti fondamentali come i quarks e gli elettroni, ma ce ne sono molte sulla presenza di
altri ingredienti sub-atomici. Le forze fondamentali in natura sono quattro:
1. La Forza Gravitazionale, che ci tiene in orbita intorno al Sole e ci lascia con i piedi piantati
per terra; tra tutte queste quattro, la forza pi famosa del mondo pi di 100.000 volte pi
debole della forza forte.
2. La Forza Elettromagnetica, che fa funzionare lampade, computer, televisori, spiega i
fulmini;
3. La Forza Debole, che responsabile del decadimento radioattivo di sostanze come luranio
o il cobalto;
4. La Forza Forte, che tiene in collati i quarks tra di loro allinterno dei protoni e degli
elettroni dentro al nucleo, a formare gli adroni;
Si pu riassumere un concetto sicuramente complicatissimo dicendo che, a livello microscopico, ad
ogni forza fondamentale sono associale particelle speciali e specifiche, presenti in quantit
discrete e quantizzate, ossia, come costituenti della minima quantit possibile di tale forza, e
responsabili del suo propagarsi nel mezzo. Il Modello Standard delle particelle elementari,
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elaborato negli anni 70 con i suoi esperimenti a conferma ha fruttato il premio Nobel al nostro
Carlo Rubbia e continua a dare soddisfazioni, con la scoperta, di questi tempi, del famoso Bosone di
Higgs, ma sembra incompleto di qualcosa: parla di certe particelle, che si trovano in una certa
regione di un certo campo con una certa energia. E ancora lontano dalleleganza matematica in cui
speravano Einstein e Dirac. Proprio Dirac, a propostito di questo Modello Standard, afferm:
E insomma, non abbiamo ancora risolto questo grosso problema
Comunque, si pu dire che il veicolo della Forza Forte, quella che tiene uniti i quark,
rappresentato dai gluoni, dallinglese glue, colla. Allo stesso modo, alcuni tipi di bosoni, tra cui
quelli W e Z, trasportano la Forza Debole. La massa come qualit fisica invece, si scoperto esser
trasportata dal celebre bosone di Higgs. I fotoni sono i carrier della Forza Elettromagnetica e i
gravitoni della Forza Gravitazionale. A loro volta, la Forza Forte studiata dalla cromodinamica
quantistica, quella Debole e quella Elettromagnetica dalla teoria elettrodebole e quella
Gravitazionale dalla gravit quantistica. La teoria unificante dovrebbe occuparsi di conciliare le
Forze Forti con quelle Deboli: e questo gi stato fatto, il Modello in accordo con la Relativit
ristretta di Einstein. A questo punto, per, manca di tener presente la Gravit intesa come Relativit
allargata.
Figura 1
2. Il Teorema di Godel;
Lautoreferenza
Si parla di autoreferenza quando una proposizione si riferisce, direttamente o indirettamente,
a se stessa. In pittura questo fenomeno noto come effetto Droste, da una famosa pubblicit di
caramelle che raffigurava nella confezione una ragazza che teneva in mano la stesso identico
prodotto. Prendiamo la pipa di Magritte, che riporta scritto:
Ceci nest pas un pipe
Oppure si consideri il romanzo di Italo Calvino Se una notte dinverno un viaggiatore:
Dunque, hai visto sul giornale che appena uscito Se una notte dinverno un viaggiatore, nuovo
libro di Italo Calvino, che non ne pubblicava da anni. Sei passato e lhai comprato. Hai fatto
bene.
O ancora, lopera Sei personaggi in cerca di autore di Luigi Pirandello:
Di giorno,
su un palcoscenico di teatro di posa.
IL DIRETTORE DI SCENA: Oh! Che fai?
IL MACCHINISTA: Che faccio? Inchiodo.
IL DIRETTORE DI SCENA: A quest'ora?
Guarder l'orologio
Sono gi le dieci e mezzo. A momenti sar qui il Direttore per la prova.
IL MACCHINISTA: Ma dico, dovr avere anch'io il mio tempo per lavorare!
IL DIRETTORE DI SCENA: L'avrai, ma non ora.
IL MACCHINISTA: E quando?
IL DIRETTORE DI SCENA: Quando non sar pi l'ora della prova. Su, su, prtati via tutto, e
lasciami disporre la scena per il secondo atto del Giuoco delle parti.
Il teorema di Godel
Il teorema di Godel riprende il famoso paradosso del mentitore:
Io mento
per cui se dico il vero allora la dicitura falsa e se dico il falso allora la frase vera. Il teorema
dellincompletezza di Godel afferma quindi che, data una teoria matematica ben strutturata,
non banale e che ha una descrizione in un numero finito di passaggi, essa o incompleta,
oppure non esiste. Una teoria del tutto sarebbe una teoria matematica coerente, ma dovrebbe essere
o incompleta, e allora non sarebbe pi una teoria del tutto, oppure dovrebbe non esistere. Hawking
abbass la testa:
Alcune persone si arrabbierebbero molto se non dovesse esistere una teoria definitiva, che possa
essere formulata come un numero finito di principi. Io appartenevo a quel gruppo di persone, ma
ho cambiato idea.
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Non tutti i fisici per sono pronti a rinuciare. Rimane da dire, per, che il teorema di Godel
va a fare il paio col secondo principio della termodinamica: ora aggiunge allinsensatezza della vita,
che tende irrimediabilmente allentropia del caos, un altro ingrediente: lincompletezza.
Godel, Escher, Bach
Un grande logico, un grande pittore, un grande musicista. Che cosa lega questi nomi, a parte
la gloria? Uno strano anello, un fenomeno che consiste nel ritrovarsi inaspettatamente, salendo o
scendendo lungo i gradini di un qualche sistema gerarchico, al punto di partenza. Salire una
scala e ritrovarsi ai piedi di essa. Escher lha disegnato, Godel lha pensato, Bach lha suonato.
Il canone cancrizzante di Bach (figura 2), conosciuto anche come Canone 1 a 2 allinterno
delle Variazioni Goldberg nasce come una singola frase musicale, che per deve essere
accompagnata da una seconda voce ottenuta rileggendo la prima, ma di moto contrario, e
sovrapponendole. Le due frasi, quindi, iniziano entrambe dagli estremi opposti, per poi abbracciarsi
e separarsi di nuovo, esplorandosi a vicenda nel corso della musica.
Figura 2
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Figura 3
E facile accorgersi che le cose che un sistema ha da dire su se stesso sono proprio quelle
intrinseche, essenziali, quelle da cui le altre dipendono. Condannate ad una perenne vertigine, come
quella che danno due specchi che si riflettono. Il teorema di Godel implica anche questo: che quella
vertigine non potr mai essere superata.
Un atto di fede
Allinizio delluniverso, quindi, non c niente che possa spiegare il tutto. Le contraddizioni
logiche glielo impediscono. Non si pu spigare il futuro partendo dal passato. Forse non troveremo
mai un senso vero e reale alla nostra esistenza. La natura forse proprio cos, un universo
narcisistico, pi malizioso che sottile, nato irrazionale, ma con una puntina di razionalit.
Narcisistico affinch gli uomini desiderino conoscere quanto straordinario. E lo , non ci sono
dubbi. Si cerca di conciliare il grande con il piccolo: la verit che agli estremi la fisica, la
biologia, la filosofia, la matematica, diventano assurdi. Un atto di fede. Lesistenza un atto di
fede, cieco e insensato, come quello di Kirkegaard. Bisogna scegliere qualcosa in cui credere.
Possiamo per dedurre una cosa dalle scoperte raggiunte in questi duemila anni di alloggio
sul Pianeta Terra: che la trama della realt consiste in un insieme di rapporti. Niente nelluniverso,
fine a se stesso. Abbiamo ridimensionato la concezione del tempo, dello spazio, della materia.
Sembra che non ci sia pi niente di assoluto. Ci stiamo imbattendo nella ricerca di una legge che
nello spiegare tutto dovrebbe automaticamente spiegare anche se stessa. Ma nella rincorsa alle
scoperte fisiche, labitante del mondo tecnologico diventato un nuovo soggetto: losservatore.
Losservatore in grado di influenzare la realt: il moto dellosservatore che modifica le
caratteristiche del tempo e dello spazio, la presenza dellosservatore che rivela o nasconde questa
o quella natura intrinseca della materia. La vita nata per la comunit. Il senso della vita la
coscienza di essere esseri dotati di ragione, chiamati a rapportarci, relazionarci, comunicare e
collaborare, racchiusi in una scatola di materia che alle origini sembra essere assurda: ci si pu
credere, o ci si pu non credere. Per citare il Leopardi de La Ginestra:
tutti fra s confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con vero amor, porgendo
valida e pronta ed aspettando aita
negli alterni perigli e nelle angosce
della guerra comune. Ed alle offese
delluomo armar la destra, e laccio porre
al vicino ed inciampo,
stolto crede cos, qual fora in campo
cinto doste contraria, in sul pi vivo
incalzar degli assalti,
glinimici obbliando, acerbe gare
imprender con gli amici,
e sparger fuga e fulminar col brando
infra i propri guerrieri.
Bibliografia
Stephen Hawking, La teoria del tutto, BUR, 2015
Paul Davies, La mente di Dio, Mondadori, 1995
Carlo Rovelli, 7 brevi lezioni di fisica, Piccola Biblioteca Adelphi, 2014
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