Вы находитесь на странице: 1из 7

Fenomenologia dello spirito

luned 14 settembre 2015

15:05

La Fenomenologia dello spirito l'opera con cui Hegel introduce il suo sistema di scienza, la sua filosofia. Essa descrive
la strada, il "calvario" che lo spirito deve affrontare per scoprire di essere tutta la realt, l'assoluto.
Ci fondamentale per molte ragioni:
Per rivendicare a pieno titolo la superiorit dell'idealismo; se si dicesse infatti "lo spirito tutta la realt" senza
spiegarlo questo non avrebbe pi verit che una qualsiasi affermazione di un'altra filosofia. Si mostra quindi sul
piano storico come si arrivati a questa enunciazione.
Perch non vi altra via per arrivare all'assoluto che per gradi ( l'assoluto non si intuisce immediatamente
come volevano altri colleghi romantici )
Perch questo il percorso dello Spirito per raggiungere l'assoluto ed ogni individuo empirico pu (deve)
ripercorrerlo e farlo proprio.
E' importante capire la strutturazione interna della Fenomenologia, essa si divide in 8 sezioni, le 8 figure dello spirito.
Ognuna di queste figure, ovviamente, tutto lo spirito, semplicemente cambia il modo in cui esso conosce se stesso, il
suo livello di autoconsapevolezza. Queste figure sono
1. Sensibilit
2. Percezione
Coscienza
3. Intelletto
4. Autocoscienza
5. Ragione
6. Spirito
7. Religione
8. Spirito assoluto

La coscienza
E' la dimensione elementare basata sulla contrapposizione soggetto-oggetto
La sensibilit: il soggetto crede che tutta la realt provenga dalle sensazioni. Il sensibile cio che qui ora,
analizzando questa considerazione la coscienza si rende per conto che questo qui e ora non fa parte del
sensibile, qualcosa al di la di esso che lo definisce. Si rende conto che il sensibile illusorio, quindi la coscienza
diventa
La percezione: la coscienza percepisce la realt e i suoi vari oggetti. Analizzando uno di questi cerca di conciliari
le varie qualit che lo contraddistinguono ( e che pu avere in comune con altri oggetti ) con il suo essere
unitario. Si rende conto che impossibile, passa schizofrenicamente da una parte all'altra, quindi attraverso
questa consapevolezza diventa
L'intelletto: si analizzano gli oggetti a un livello superiore. Per superare le contraddizioni si formano delle leggi
sul rapporto fra l'uno, i molti, etc. Ci si accorge per che queste leggi richiedono, per essere spiegate, un piano
ancora superiore, un universale; inoltre ci si rende che queste leggi sono imposte dal soggetto, dalla coscienza
che a questo punto non riflette pi su l'oggetto ma su stessa, diventa

L'autocoscienza
Giunto a questo stadio lo spirito vuole appropriarsi di tutti gli oggetti della realt imponendo le sue leggi sopra di loro.
Si scontra per con un fatto: esistono altre autocoscienze. La lotta per il dominio all'ultimo sangue, chi vince?
Un'autocoscienza disposta anche a morire per appropriarsi dell'altra e affermare se stessa, l'altra ha paura, perde e
viene assoggettata. Diventa servo
- Rapporto servo-padrone: questa figurazione dello spirito, estremamente interessante, ha notevole importanza
perch sar evidenziata come marxista. Ora il servo svolge un lavoro per il padrone, trasforma la realt per lui, il
padrone gode dei frutti di questo lavoro. Si noti per una cosa: lo schiavo interagisce dialetticamente con la
realt, il padrone no, e non lo fa neanche con lo schiavo, ridotto a cosa. Inoltre il padrone da indipendente dalle
cose ne diventato dipendente, essendo padrone in quanto il servo gli ubbidisce dandogli il frutto del lavoro,
mentre lo schiavo sovrano delle cose perch le trasforma. I ruoli quindi si rompono e il servo riacquisisce la
libert perduta. Ora emancipato sia dal padrone che dal mondo esterno diventa uno stoico.
- Lo stoicismo: l'uomo emancipato dal mondo trova la libert come libert di pensiero. Questa libert si traduce
per da estraneazione dal mondo a negazione del mondo, si scettici di tutto.
- Lo scetticismo: l'autocoscienza nega tutto ci che incontra, non vuole attribuirgli alcuna realt fissa. Per si
rende conto che non pu avere fermezza neanche nel suo scetticismo, deve negare anche quello, deve negare
se stessa. Appena fatto per deve anche ritornare a negare la realt, etc. Si produce quindi una scissione non
solo col mondo ma anche con se stessa, la coscienza pone la verit stabile al di fuori della sua portata e quindi
infelice
- La coscienza infelice: l'uomo tipicamente medioevale scisso dalla distanza incolmabile con Dio visto come l'unica
Hegel Pagina 1

- La coscienza infelice: l'uomo tipicamente medioevale scisso dalla distanza incolmabile con Dio visto come l'unica
entit immutabile.
Rendendosi conto per di questo inganno che ha fatto a se stessa la coscienza capisce che l'immutabilit dentro di
s, non al di fuori, che lei ragione del mondo ( si pensi all'umanesimo rinascimentale- e quindi post-medioevale).

La ragione
La ragione ha la certezza di essere ogni cosa, non ne ha la verit, vuole delle conferme di questo e compie la sua
ricerca nel mondo in vari modi
- La ragione osservatrice della natura: partendo dal presupposto che il mondo segua la stessa ragione umana la
coscienza ricerca le leggi insite nella natura. Ma in questo modo giunge a una realt inaccettabile: lo spirito
sembra essere solo uno dei tanti oggetti nella natura, "come un osso" per usare le parole di Hegel. Da questo
risultato lo spirito si scuote e diventa
- La ragione attiva che impone le proprie regole sul mondo cercando di plasmarlo. Questa a sua volte si divide in
tre figurazioni. L'uomo mondano che vuole controllare il mondo e farlo suo (come il Faust di Goethe) ma che si
scontra con la realt. L'uomo che vuole imporre la propria legge del cuore nel mondo ma scopre che ce ne sono
altre a lui contrapposte. L'uomo che disposto a sacrificarsi per imporre la virt (come Don Chisciotte ).
L'infruttuosit di questi tentativi porta a riflettere su se stesso, a considerare l'agire umano e le sue motivazioni
spogliate dal manto della virt sotto il quale agiva.
- La ragione autocosciente:
L'uomo che fa per fare, e si perde nel suo fare
La ragione legislatrice che si impone delle leggi morali ma le scopre inadeguate
La ragione critica delle leggi (vd. Kant 9) che dice che si deve fare in senso astratto, senza motivazioni e
quindi rimane scissa fra il suo dover fare e il suo non poterlo fare per non avere motivazioni
Al termine di ci la ragione si rende conto che la moralit la sostanza etica in cui gi immersa, le istituzioni dello
stato, la famiglia, le leggi, scopre se stessa in queste cose e quindi si eleva a

Spirito
Lo Spirito sa di essere immersa nell'eticit ma deve arrivare a un maggiore livello di consapevolezza, ecco quindi una
nuova triade che parte da questa innocente certezza che deve diventare verit:
- In s: l'eticit tipica del mondo greco in cui non vi alcuna scissione fra umano e divino. Questo equilibrio per si
rompe e vi un conflitto fra legge umana e legge divina (come rappresentato in tragedie quali l'Antigone ).
Questa scissione porta a una estraniazione
- Lo spirito estraniato tipico del mondo romano, si crea la personalit giuridica, una maschera volta ad
appianare le differenze. A questa finzione si contrappone l'uomo reale dal potere illimitato, l'imperatore. La
scissione diventa ancora pi profonda successivamente fino ad arrivare alla ricerca sfrenata di ricchezze e lusso.
L'illuminismo ribadisce per il diritto della ragione e prova ad appropriarsi del mondo secondo questo mezzo.
Questo inseguire l'utile per tutto distrugge, il terrore che elimina tutte le differenze. C' bisogno di un'altra
via
- Lo spirito riconciliato nella moralit. Prima Kant e poi l'uomo romantico provano a trovare un agire morale, vi
per sempre un conflitto fra la ragione che giudica e il giudicato che non mai abbastanza morale. Lo spirito,
che entrambi, rischia di impazzire e si salva soltanto col perdono, riconciliandosi con se stesso e riconoscendo
se stesso nell'altro e quindi l'insensatezza del problema.
Siamo quasi arrivati alla vetta suprema, lo spirito per deve ancora intuire delle verit fondamentali e lo fa
rappresentandole. E' la religione in cui lo spirito prende coscienza delle verit vedendole esternamente, come
coscienza e non autocoscienza.

Religione
Hegel distingue la religione in tre tipi. E' importante sottolineare per che tutti e tre gli aspetti sono presenti in tutte le
religioni, soltanto alcune sono maggiormente rivolte verso uno di questi. E' questa forse una delle parti pi interessanti
della fenomenologia.
- La religione degli elementi naturali, tipicamente orientale, in cui si rappresentano le cose attraverso la luce, il
buio, etc.
- La religione greca in cui il divino ha aspetto umano (si pensi agli Dei greci) e che si manifesta nelle tragedie come
nelle commedie, nell'epica e nelle feste popolari.
- La religione cristiana che attraverso il cristo rappresenta l'unita fra uomo e Dio. Attraverso la triade Padre-figliospirito santo (che si manifesta in tutti) supera per la rappresentazione: si giunge allo

Spirito assoluto
Lo spirito sa di essere tutta la realt, di pi, sa tutte le sue manifestazioni come la famiglia, le leggi, lo stato, sa di
essere universale e singolare allo stesso tempo (Noi che io, io che noi), coglie che la natura non altro da se, sa che
tutto cio che reale razionale e viceversa, di pi, sa il perch di questo, perch ha compiuto il suo percorso con
fatica acquisendo piena consapevolezza di essere l'assoluto.
Hegel Pagina 2

fatica acquisendo piena consapevolezza di essere l'assoluto.

Hegel Pagina 3

Scienza della logica


luned 5 ottobre 2015

16:05

Attraverso la Fenomenologia dello Spirito siamo giunti al Sapere Assoluto e quindi possiamo studiare
la struttura dell'intero.
La logica classica era l'organon ovvero lo strumento del pensiero. Tuttavia sappiamo che per Hegel
l'essere il pensiero e quindi la Scienza della Logica sar anche una ontologia, un dottrina dell'essere
che permette di arrivare alle verit ultime. La logica l'autostrutturarsi dell'assoluto, l'assoluto che
realizza se stesso strutturandosi in maniera sempre pi ricca nel progredire delle diverse categorie. Il
logos, l'idea, non una realt monolitica ma la totalit delle determinazioni logiche nel loro
dispiegarsi.
Si detto che la logica analizza l'intero e cos , tuttavia lo analizza prima della creazione del mondo.
Significativo infatti che il suo culmine sia il concetto, quello che avevamo fatto corrispondere,
parlando della dialettica, all'in se. Lo spirito deve ancora uscire da se(scienza della natura) per poi
rientrarci (scienza dello spirito).
La logica composta da
Logica oggettiva
Logica dell'essere: il pensiero agisce su un "piano"
Logica dell'essenza: il pensiero scava in profondit
Logica soggettiva
Logica del concetto: il pensiero si attua in circolarit.

La logica dell'essere
Si struttura a sua volta in
Qualit
Quantit
Misura
La logica deve trovare la sorgente dell'essere, senza premettere nient'altro, il cominciamento
assoluto. L'essere indeterminato, l'essere puro, senza nessuna determinazione. Il solo pensare
questo per richiama il nulla. Il nulla richiama a sua volta l'essere perch il non essere. Ecco che
entrambi si necessitano, ecco che entrambi si sintetizzano nel divenire. E' questa la prima triade
della logica.
Il divenire sfocia nell'esserci, nell'essere determinato. Il qualcosa richiama per il qualcos'altro, la
loro sintesi un essere meglio determinato e differenziato. Qui Hegel fa le sue considerazioni
sull'infinito. Lontano dall'essere il falso infinito di Fichte (una retta a cui si aggiunge sempre un
ostacolo) che semplicemente scappa dal finito, l'infinito di Hegel non per neanche l'infinito
"classico" inteso come qualcosa di infinitamente trascendente, invece un continuo superamento
della finitudine. Essa, come abbiamo ripetuto, non che un momento di esso, qualcosa che nel
momento in cui nasce muore, il finito non reale
Tuttavia la logica sta ritagliando la realt, ne sta analizzando un pezzo estraendolo in maniera
indebita con un criterio qualitativo. Proprio per questo l'antitesi l'analisi non della qualit ritagliata
ma della quantit. La stessa analisi della quantit per insoddisfacente e bisogna sintetizzare nella
misura, che tiene conto di entrambe. Il peso diverso dall'altezza per sono concetti vuoti, 1
sempre 1 ma sono solo numeri che non chiariscono nulla, 1kg e 1 m sono una sintesi soddisfacente.

La logica dell'essenza
Il pensiero si ripiega su se stesso per scoprire la propria intima struttura interiore.
Analizzando la forma delle cose sorge l'essenza intima, alla quale si contrappone l'apparenza ovvero
come le cose ci paiono essere, la sintesi la realt.
E' in questa parte che Hegel abbatte uno dei pilastri della logica ovvero il principio di contraddizione.
Tesi: A , Antitesi: non B,C,D,E, Sintesi: A A. Ovvero, la determinatezza di A richiama ci che A
non , solo cosi, attraverso la contraddizione A A, uguale a se stesso. L'identit si basa quindi sul
principio di contraddizione, non di non contraddizione, attraverso l'antitesi che si forma l'identit
di A. Questa non cieca ma tiene conto delle differenza, essendo passata dalla negazione di se
stessa.

La logica del concetto


Passiamo ora alla logica soggettiva, di carattere eminentemente Hegeliano. Il percorso dell'essenza
riporta l'attenzione sulla verit: il soggetto la realt.
Hegel Pagina 4

riporta l'attenzione sulla verit: il soggetto la realt.


Hegel analizza quindi i vari modi di argomentare del pensiero, silogismi, giudizi, ecc.
Il concetto risulta l'intero risultato logico, l'intera strutturazione della realt. E' un concetto creato
dalla ragione, non dall'intelletto e perci unisce logica ed ontologia, soggetto ed oggetto. Il concetto
l'Idea.

Hegel Pagina 5

Scienza dello spirito


gioved 22 ottobre 2015

16:29

L'idea in se era la logica, l'idea fuori di se la natura, ora l'idea tornata in se ed in se e per se,
spirito.
Lo spirito si sviluppa nella triade spirito soggettivo, oggettivo, assoluto

Lo spirito soggettivo.
Lo spirito soggettivo nella dimensione della individualit e si articola triadicamente.
Nella Antropologia si studia lo spirito come intelletto potenziale, nella fenomenologia si osserva
l'evolversi dalla coscienza alla ragione. Sintesi dei due momenti la psicologia (non nella sua
accezione comune): lo studio della psiche nella sua complessit. Questo studio avviene sia sul lato
teoretico che sul lato pratico, da quest'ultimo emerge il bisogno di libert che non riesce a realizzarsi
in questa dimensione.

Lo spirito oggettivo
Questa dimensione appunto quella della collettivit e riguarda la persona giuridica.

Diritto astratto
La volont, lato della libert, vuole appropriarsi degli oggetti esterni e facendolo forma la propriet
privata. L'incontro con le altre volont fa scaturire il contratto. Questo diritto il diritto astratto, e si
scopre essere ancora in balia delle volont arbitrarie. Sorge infatti il delitto che lede il diritto appena
sorto mostrandone la vacuit.

Moralit
La necessit sanare questa rottura porta su un nuovo piano, soggettivo. La propriet e le sue
determinazioni diventano ininfluenti e si pone l'attenzione sul soggetto e il suo agire. Questo modo i
procedere porta per alla scissione, tipicamente kantiana, fra essere e dover essere. Per ricomporre
la frattura si arriva a una nuova sintesi.

L'eticit
L'eticit il sommo vertice per la libert e nel suo culmine rappresentato dallo stato, la
manifestazione di Dio in terra.

La famiglia
La famiglia il punto di partenza, in cui per natura ci si trova. Non per solo un contratto ne un
fatto naturale, basata sull'amore reciproco e consente di soddisfare i bisogni primari. Tuttavia la
famiglia ha in se il germe della sua fine, i figli crescono la famiglia si dissolve, i figli trovano infatti
nella

societ civile
il luogo dove possono attuare i loro bisogni secondari attraverso scambi di natura utilitaristica.
Nascono cos commerci, associazioni, imprese e cos via. Tuttavia sorge un nuovo elemento che
permette la sintesi fra famiglia e societ civile, fra amore e utile. E' lo

Stato
Qui la libert dell'individuo si attua pienamente perch solo al suo l'individuo ha pienamente senso,
qui la RAGIONE scende in campo.

La storia
Tuttavia anche questa dimensione superata lo stato cede il passo alla storia, in cui gli stati cadono
e si rialzano. Se lo stato era la ragione, gli scontri fra stati mostrano il dispiegarsi dialettico della
ragione. La filosofia della storia studia la storia dal punto di vista della ragione. I dominatori sono
momentaneamente sull'onda dello spirito ma non lo saranno per sempre, lo spirito dei popoli
(volkgeist) cede il passo al weltgeist, attraverso le guerre si forgiano e si fanno crollare imperi,
attraverso la guerra si fa la storia grazie alla contraddizione.
Gli individui cosmico-storici , i vari Napoleone, Cesari e cos via, hanno tutto il potere ma poi sono
buttati via come fantocci, la ragione attraverso le sue astuzie fa andare avanti la storia sfruttando i
meschini scopi dei singoli, le passioni arbitrarie, facendoli diventare funzionali ai suoi fini di
razionalit e libert, fin dove?
Con l'avvicinarsi all'epoca di Hegel il processo sembra fermarsi, per il filosofo di Jena tutto sembra
compiersi in quel momento epocale, per lui siamo ormai giunti allo

Spirito assoluto
Hegel Pagina 6

Spirito assoluto
Supremamente realizzata nel lato della libert nella storia l'idea torno in se stessa
nell'autoconoscersi assoluto.
Questa conoscenza avviene con un ultimo movimento triadico fra arte, religione e filosofia di cui la
prime si articola in orientale, classica, romantica, la seconda in orientale, greca, cristiana mentre
l'ultima in Greca, Medioevale e idealistica. L'arte intuisce l'assoluto, la religione lo rappresenta
secondo una schema razionale e la filosofia lo conosce in maniera somma. Il vertice di tutto il
movimento dello spirito dunque la filosofia idealistica e quindi in Hegel stesso. La filosofia, che il
proprio tempo colto in pensiero coincide con la storia della filosofia, tutte le varie filosofie che si
sono succedute coglievano vari momenti della realt che si sono sintetizzati ed erano un teorema
volto alla filosofia di Hegel; ora che l'Idea si dispiegata sommamente la filosofia si fa Sapere
Assoluto

Hegel Pagina 7

Вам также может понравиться