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Tamerlano

Ritratto di
Tamerlano
Emiro. In carica

1370 1405

Successore

Khalil Sultan

Nome completo

Tmr Barlas

Nascita

Kesh (oggi
Shahrisabz), 8
aprile 1336

Morte

Otrar, 19 gennaio
1405

Sepoltura

Samarcanda
Mausoleo Gur-e
Amir

Dinastia

Timuridi

Padre

Taraghay

Consorte

Saray Mulk (Bibi)


Hanum

Figli

Jahngr (m. 1375)


Umar Shaykh (m.
1391)
Mrn Shh (m.
1408)
Shh Rkh (m.

1447)

Tmr Barlas, in turki-ciagatai , temur, "ferro", anche Temur-i lang, in turki-persiano , ossia
Temur "lo zoppo",italianizzato in Tamerlano anche "Temurbeg" da "Temur Bek" (tataro: , trad.
signore) (Shahrisabz, 8 aprile 1336 Otrar, 19 gennaio 1405), fu il fondatore dell'Impero timuride,
protagonista in Asia Centrale e nella Persia orientale tra il 1370 e il 1507. Da lui discese
poi Babur (1483 - 1530), fondatore della dinastia Mogol in India.
La sua origine era mongolo-turki[2], sebbene certamente nella sua tradizione culturale vi fossero
elementi della cultura persiana e di quella mongola. Aspirava a riedificare l'impero mongolo, ma in
realt i colpi pi forti li inferse alla cosiddetta Orda d'Oro, che non si riprese mai pi. Si considerava
un ghazi, ovvero un "Combattente per la Fede", ma le campagne pi formidabili le intraprese contro
stati musulmani.
Personalmente non assunse mai altro titolo se non quello di emiro, o Grande Emiro, come per ribadire
costantemente il fatto che governava soltanto in nome del Gran Khan dei mongoli. Assunse peraltro
anche il titolo di Khaghan.
Conquist un vasto impero che abbracciava le odierne nazioni centro-asiatiche dell'Uzbekistan, parte
del Kazakistan, ilTurkmenistan, la Kirghizistan, l'Iran, e la Georgia. Sottomise l'India Tughlaq (1398-99),
il Sultanato mamelucco (1400) e l'Anatolia ottomana arrivando a sconfiggere i cavalieri di Rodi (14021403) anche se queste ultime conquiste rimasero in mano ai Timuridi solo per pochi anni, tornando agli
antichi detentori subito dopo la morte di Timur nel 1405.
Indice

1Origini

2Ascesa

3Conflitto con l'Orda d'Oro e conquista dell'Iran

4Campagna in India

5Attacco all'Egitto e all'Impero ottomano

6Le trattative con gli europei

7La fallita spedizione in Cina e la morte

8Dopo Tamerlano

9L'esumazione

10La figura nella storia, nella musica e nella letteratura

11Note

Origini
Nato nell'antica Kesh, ora Shahrisabz, (la citt verde, 50 km circa a sud di Samarcanda),
nell'odierno Uzbekistan[3], Tamerlano proveniva dalla trib turco-mongola dei Barlas, stanziale in quella
regione. La trib faceva parte dei disprezzati karaunas (i "mezzosangue"). Egli era figlio del capo
dell'ulus (trib), chiamato Taraghay Noyan Khan, della discendenza di Kadjuli Khan, della stirpe
di Khaidu Khan, progenitore Mongolocomune a Gengis Khan.

Il clan, di cui suo padre era il capo, era composto da genti mongole e musulmane fortemente
turchizzate e vantava una discendenza dal condottiero nomade Karadjar BarlasKhan (nipote del
Khan Erumdji Barlas fondatore del clan figlio di Kadjuli Khan), di cui Taraghay Nuyan era bisnipote,
oltre a essere ritenuto il primo del clan ad abbracciare la religione islamica sunnita, che fu poi anche
quella di Tamerlano.
Secondo il biografo malevolo Ibn Arabshh, da ragazzino avrebbe praticato il furto di pecore, ma
avrebbe fallito un colpo, e il pastore lo avrebbe azzoppato con una freccia. Altri storici parlano invece di
una grave ferita subita pi tardi, in combattimento. Molto controversa la questione se sia stato fin dalla
giovent un uomo colto oppure addirittura unanalfabeta. Chi sostiene la prima ipotesi porta come prova
i suoi intensi rapporti con religiosi, scrittori, artisti e scienziati.

Ascesa
Tamerlano sfrutt le rivalit tra le vicine trib e le debolezze dei vari khan e grazie ad un'accorta politica
guerriera seppe conquistare tutta la Transoxiana nel 1369.
Un anno dopo assunse il titolo di "grande" emiro, a voler sottolineare le pretese di supremazia su tutti
gli emiri della regione.
Dopo il matrimonio con la giovane principessa Saray Malik Katun, appartenente alla discendenza
di Gengis Khan, assunse il nome di Timr Gurkn (in persiano: , dove Gurkn la
forma persianizzata dell'originale mongolo kregen (in turco kregen), ovvero genero (imperiale),
cio genero nell'ambito della famiglia di Gengis Khan. Di quel nome si glori moltissimo, poich da
esso riteneva di trarre la legittimazione gengiskhanide che era la sua massima ambizione.
Scelse Samarcanda come sua capitale, una citt di incontro tra mondo greco e indiano, gi parte
dell'impero di Alessandro Magno, ed emporio tra i pi importanti sulla via della Seta. Vennero
formalizzate una serie di istituzioni statali, come i periodici kurultaj che avrebbero dovuto legittimare il
suo governo, in realt dispotico, e la zona (dell'attualeUzbekistan) divenne un centro di grande crescita
culturale e artistica.

Conflitto con l'Orda d'Oro e conquista dell'Iran

Ritratto di Tamerlano nella serie Gioviana

Durante i tre decenni successivi Tamerlano condusse campagne militari in tutte le direzioni, con metodi
travolgenti e spesso spietati.

Uno dei suoi pi formidabili avversari fu Toktami, Khan dell'Orda d'Oro. Questi, esule giovanissimo
dalla sua terra per aver tentato di fare suo il khanato, era stato accolto da Tamerlano, che gli aveva
fornito le forze necessarie per la conquista del suo ambito territorio. Ma una volta conquistatolo e
divenuto signore anche del Kipchak orientale, Toktami era venuto una prima volta in contrasto con lui
per il possesso della Corasmia e dell'Azerbaigian. La fortissima stima e simpatia che nutriva per lo
stesso Toktami avevano tuttavia indotto l'Emiro a fornirgli di nuovo l'assistenza militare necessaria per
attaccare la Russia, dove il giovane guerriero arriv addirittura a prendereMosca nel 1382. Nel
frattempo Tamerlano inizi la conquista militare della Persia, dove la morte
dell'ultimo ilkhanide (dinastia mongola discendente da Gengis Khan tramite il ramo del nipote Hulegu)
aveva lasciato un vuoto politico militare.
L'invasione prese inizio dalla regione orientale del Khorasan e in particolare dalla citt di Herat (ora
in Afghanistan e allora governata dalla dinastia dei Kartidi). L'espansione in Iran continu ai danni della
cosiddetta "repubblica" locale dei Sarbedar ("pendagli da forca"), stanziata nella citt di Bayhaq.
A differenza di quanto si spesso affermato, i Sarbadr si dichiararono suoi vassalli, e forse fu in
questa occasione che egli ebbe l'opportunit di incontrare Khwja Ali, personalit sciita di grande
importanza che avrebbe avuto una certa influenza su di lui e avrebbe in seguito agevolato i Safavidi nel
proclamare una propria discendenza dallo stesso Tamerlano. Qualcuno sospett addirittura che
Tamerlano avesse abbracciato la fede sciita, ma non se ne hanno prove.
La conquista dell'Iran continu con l'aggressione all'Azerbaigian, allora dominato dal sovrano Sult n
Ahmed, della dinastia dei Jalayridi. Fu in questa fase che i piani di Tamerlano entrarono in conflitto con
quelli di Toktamish. A sua volta attratto dalla prospettiva di conquistare l'Azerbaigian, quest'ultimo
attacc nel 1386 Tabriz, la capitale, ma l'evento scaten la prima delle tre campagne di Tamerlano
contro di lui. Nel corso di questa campagna Tamerlano distrusse il regno della Georgia, catturando il
sovrano Bagrat Ve penetrando poi ulteriormente nel Caucaso.

La parte timuride della Moschea del Venerd diIsfahan, Iran

Nel 1387 Tamerlano pot finalmente attaccare l'Iran centrale, forse l'oggetto principale delle sue
conquiste in terra persiana. Qui governava la dinastia dei Muzaffaridi, che non riusc a contrastare
l'attacco. Se la presa di Isfahan nel 1387non vide la resistenza degli abitanti della citt, il massacro che
segu fu determinato dal rifiuto della popolazione locale di pagare tributo o forse anche dall'uccisione di
alcuni soldati della guardia. Alcune fonti ricordano le orribili torri di teste ammassate nella citt a seguito
dell'immane strage della popolazione (circa 100.000 morti), una delle pi sanguinose della storia.
La citt di Shiraz fu conquistata con minor violenza. Dopo avervi insediato un governatore fantoccio,
Tamerlano mise fine alla campagna persiana per tornare a Samarcanda, dove lo aspettava un
ennesimo attacco di Toktamish. Costui fu inseguito fino alla Siberia, ma ancora una volta Tamerlano
non riusc a catturarlo e torn a Samarcanda, dove nel 1390convoc un nuovo grande kuriltai.
Gli anni che vanno da quell'evento fino al 1395 sono caratterizzati da una campagna di assestamento
dei domini dell'Iran settentrionale (la cosiddetta "campagna dei 5 anni"), in cui Tamerlano conquist le
regioni del Gurgan e del Mazandaran, finch, sottomessa la Mesopotamia e distrutta Baghdad, si volse
verso occidente, intromettendosi nel conflitto tra le due confederazioni rivali turcomanne degli Ak
Koyunlu("Quelli del Montone bianco") e dei Kara Koyunlu ("Quelli del Montone nero").
Ancora una volta tuttavia la minaccia di Toktamish lo obblig a compiere una lunga campagna
l'ultima nelle steppe dell'Asia centrale e della Russia meridionale. Sebbene non abbia mai

raggiunto Mosca, come spesso si detto, questa campagna gli permise di liberarsi del rivale e di
distruggere Astrakhan e la sua capitale Saray.

Campagna in India
Nel 1398 Tamerlano, informato di una guerra civile in India (iniziata nel 1394), attacc il signore
musulmano di Delhi, attraversando l'Indo il 2 ottobre su un ponte di barche e abbandonandosi a terribili
massacri durante l'avanzata, allorch trov una fiera resistenza da parte dei Rajput di Bhatnir. Durante
lo scontro lo stesso Tamerlano fu colpito da una delle tante frecce che negli anni martoriarono il suo
corpo. Pochi giorni pi tardi l'Emiro arrivava comunque davanti a Delhi, dove poca resistenza poterono
opporgli le truppe del turco-tughluq Mahmud Shah II, nonostante i problemi creati dall'uso
degli elefanti da parte di queste ultime.
Il 17 dicembre 1398 la citt fu presa e atrocemente devastata e saccheggiata. Si narra che in ognuno
dei quattro angoli della citt abbia fatto erigere una piramide di teste umane distinte in: donne, uomini,
vecchi e bambini. Sebbene in seguito Tamerlano abbia sentito il bisogno di tentare di difendersi,
affermando di aver vietato il saccheggio, che sarebbe invece avvenuto durante il suo sonno provocato
dall'eccesso di libagioni. Quasi tutti i cittadini sopravvissuti al massacro furono ridotti in schiavit e
portati via spinti davanti a s da un esercito un tempo velocissimo nei suoi spostamenti, ma
nell'occasione talmente carico di bottino da dover marciare con estrema lentezza.
Tamerlano lasci Delhi pi o meno in gennaio del 1399, raggiungendo soltanto il 15
aprile Termez sull'Amu Darya (attuale confine tra Uzbekistan e Afghanistan, scavalcato col ponte
chiamato dell'amicizia dai sovietici degli anni settanta). Secondo l'ambasciatore castigliano Ruy
Gonzalez de Clavijo (arrivato a Samarcanda l'8 settembre 1404), novanta elefanti catturati servirono
soltanto per il trasporto di certe pietre con cui Tamerlano intendeva erigere una moschea a
Samarcanda, probabilmente l'enorme edificio (addirittura ammantato di leggenda) che prese il nome
dalla sua bellissima moglie gengiskhanide Bibi Khanoum.

Attacco all'Egitto e all'Impero ottomano


All'inizio del XV secolo possedeva un impero che andava dal Mar Caspio al Caucaso, al lago d'Aral e
tutta l'area tra il Syr-Darja e l'Indo.
Ritornato dall'India, Tamerlano pot attaccare l'Impero ottomano, allora governato dal quarto
sultano, Bayezid I Yldrm, "Bayezid la Folgore", il quale, vittorioso sui serbi aKosovo Polje e su una
coalizione franco-ungherese a Nicopoli (1396), si stava espandendo rapidamente verso oriente,
annettendosi territori abitati da popolazioni turkmene, che avevano invocato l'aiuto dell'Emiro.
Strada facendo Tamerlano attacc il sultano mamelucco dell'Egitto, invadendo la Siria,
saccheggiando Aleppo e prendendo Damasco - molti abitanti delle quali furono massacrati a eccezione
degli artigiani, deportati in massa per contribuire ai lavori di abbellimento di Samarcanda e Baghdad (giugno 1401, nuovo massacro).
Lo scontro con il sultano ottomano avvenne nella battaglia di Ancyra (Ankara) 20 luglio 1402. Bayezid I,
sebbene eroicamente difeso dal contingente alleato serbo addetto alla sua persona e ai suoi eredi, fu
fatto prigioniero e trascorse gli ultimi giorni della sua vita alla corte di Tamerlano.

Le trattative con gli europei


Gli occidentali erano molto preoccupati dall'avanzata ottomana in Anatolia, che stava erodendo l'Impero
bizantino e poteva minacciare tutti gli stati affacciati sul Mediterraneo. Essi iniziarono a pensare che i
loro interessi potessero coincidere con quelli di Tamerlano, contrapponendosi congiuntamente
all'avanzata turca. Gli europei vedevano in lui molte analogie con i mongoli di un secolo e mezzo prima,
anche se egli era ormai islamico, ed una nuova pax mongolica avrebbe aiutato molto le vicende dei
mercanti occidentali. Il coimperatore Giovanni VII Paleologo, si accord allora col podest genovese

di Galata per inviare ambasciatori al Khan. I bizantini infatti erano gi costretti a pagare un tributo al
sultano turco, ed essi proposero a Tamerlano di versarlo a lui in cambio di un'alleanza per sconfiggere i
turchi stessi. Un'ambasceria parallela venne condotta anche dal re di Francia tramite
alcuni domenicani.
Tamerlano, che stava effettivamente preparandosi ad attaccare i turchi, accett le proposte, sperando
anche che tramite Venezia e Genova egli avrebbe potuto ottenere quella flotta che non possedeva, e
nel 1402 i mongoli batterono gli ottomani presso Ankara, come gi detto. Tamerlano divenne padrone
dell'Anatolia, ma si rivel presto un'arma a doppio taglio per gli occidentali, in quanto non era disposto
ad accettare alcuna sottomissione. Rivendicando la discendenza da Gengis Khan e pretendendo la
restaurazione dell'Impero mongolo attacc a Smirne gli Ospitalieri di Rodi, cacciandoli e
sottomettendo Focea e Chio. Gli europei erano molto indecisi sul da farsi e molti continuavano a
sperare, come Enrico III di Castiglia che sped pi ambascerie a Tamerlano.
La vittoria di Tamerlano riusc solo a ritardare di cinquant'anni la presa di Costantinopoli da parte
degli ottomani (1453).

La fallita spedizione in Cina e la morte


Tamerlano per nutriva maggior interesse verso la Cina che l'Europa. Tornato a Samarcanda, progett
la conquista della Cina, da dove i mongoli della Dinastia Yuan, fondata daKublai Khan, nipote di Gengis
Khan, erano stati cacciati nel 1368 dalla Dinastia Ming. Il primo imperatore di questa
dinastia, Hongwu pretendeva e riceveva tributi dai signori dell'Asia Centrale che considerava eredi del
gengiskhanide Kublai sconfitto. E fino a un certo punto, ed entro certi limiti, Tamerlano aveva obbedito
alla richiesta. Ma la sua mira era riedificare nella sua completezza l'impero mongolo, compresa la sua
parte costituita dalla Cina di Kublai, che decise di riconquistare.
L'impresa prese avvio nel dicembre del 1404, ma fall sul nascere. Il clima dell'Asia Centrale era
tremendo, ma quel periodo era stato scelto con consapevolezza nella convinzione che lo avrebbe
agevolato, consentendogli di attraversare il Syr Darya sul ghiaccio solido e di raggiungere la Cina in
primavera. Tamerlano fu tuttavia colto da fortissime febbri, forse causate da polmonite, forse da un
eccesso di libagioni, e la sua pur fortissima fibra cedette. La morte avvenne il 19 gennaio 1405 a Otrar,
appena al di l del Syr Darya, in territorio oggi kazako.

Il sestante dell'osservatorio di Ulugh Beg a Samarcanda.

Dopo Tamerlano
La notizia della morte, anche a causa dei passi montani bloccati dalla neve, raggiunse troppo tardi
l'erede designato, il nipote Pir Muhammad, figlio del primogenito Giahangir, che si trovava a Kandahar,
e di questa lontananza approfitt un altro nipote, Khall, figlio del terzogenito Miran. Questi tuttavia si
rivel un folle, come anche il padre, abbandonandosi a bagordi e dissipazioni. Shah Rukh, il saggio e

pio ultimo figlio di Tamerlano, fu richiamato da Herat, dove si era ritirato presso una confraternita
religiosa, e cacci il nipote, accettando di essere riconosciuto sovrano (1407). Tuttavia torn quasi
subito a Herat, affidando il governo al figlio Ulug Beg, altro grande personaggio, destinato a diventare,
oltre che un governante illuminato, uno dei pi grandi astronomi di tutti i tempi. Quanto rimane del suo
straordinario osservatorio infatti ancora visitabile a Samarcanda.
Dopo aver esercitato la funzione di reggente per 40 anni, per altri due anni (1447 - 1449) Ulugh Beg fu
poi legittimo sovrano, prima di essere assassinato dal figlio. Fu Ulugh Beg, in segno di venerazione per
il nonno, a far venire dalla Mongolia l'enorme blocco di giada verde che divenne la tomba di Tamerlano,
ancora visibile nel mausoleo Gur-e Amir a Samarcanda.
L'immenso impero di Tamerlano venne frammentato tra pi potentati ostili tra loro.

L'esumazione

Il mausoleo Gur-e Amir dov' conservata la tomba di Tamerlano e quella di numerosi altri sovrani timuridi.

Il corpo di Tamerlano fu esumato dalla sua tomba nel Mausoleo Gur-e Amir
a Samarcanda nel 1941 dall'antropologo russo Mikhail M. Gerasimov, il quale scopr che le
caratteristiche facciali si conformavano a fattezze mongolidi; secondo lui questo confermava la pretesa
dello stesso Tamerlano di discendere da Genghis Khan. L'esumazione conferm inoltre che il morto era
zoppo. Dal teschio, Gerasimov riusc anche a ricostruire l'aspetto di Tamerlano.
diffusissima tradizione che fosse stata scagliata una maledizione contro chi avesse violato la tomba.
La maledizione si sarebbe prima abbattuta sul persiano Nadir Shah (1736-1747), che di ritorno
dall'India avrebbe asportato la tomba (un unico blocco di giada verde [4]), dopo di che i tentativi di aprirla
vi avrebbero provocato una crepa. I guai che ne conseguirono furono tali da convincerlo a far riportare
la tomba a Samarcanda. Fin ugualmente assassinato.
Ma anche alla "violazione" per mano sovietica segu, secondo un'interpretazione para-storica delle
coincidenze, una tragedia ancor pi terribile: l'apertura avvenne il 19 giugno 1941, e tre giorni pi tardi,
il 22 giugno, i nazisti scatenarono l'Operazione Barbarossa, ovvero l'invasione dell'Unione Sovietica. La
sorte volle tuttavia che nel 1942, poco dopo che lo scheletro di Tamerlano (con quello del nipote Ulugh
Beg) fu sepolto di nuovo secondo il rito musulmano, avvenisse la resa dei nazisti a Stalingrado.

La figura nella storia, nella musica e nella letteratura


La figura di Tamerlano ha avuto sicuramente un successo straordinario sia nelle letterature orientali sia
in quelle occidentali. Le principali cronache storiche orientali che ne descrivono la vicenda storica sono
i due Zafarname (Liber victoriae) a lui dedicati da Niz
m al-Din Ali Shmi (terminate quando ancora

Tamerlano era in vita) e da Sharaf al-Din Ali Yazdi (conclusa nel 1421). Accanto a queste fonti va
ricordata la gi citata cronaca avversa a Tamerlano di Ibn Arabshh, autore arabo che descrisse tutte
le nefandezze compiute dal sovrano centro-asiatico. A Ruy Gonzalez de Clavijo, ambasciatore
castigliano che raggiunse Samarcanda l'8 settembre 1404, si deve forse una delle pi vivide descrizioni
di Tamerlano che, tornato in Europa, favor molto la diffusione del mito.
Nel resto del mondo, comunque, la fama del conquistatore asiatico si era gi diffusa e, soprattutto dopo
la battaglia di Angora, essa favor la nascita di una vera e propria tradizione letteraria in cui il
personaggio assunse tratti titanici, finendo anche con l'influenzare la costruzione di opere come Il
Principe di Niccol Machiavelli. Si devono infatti a un senese, Beltramo Mignanelli, le prime notizie in
Italia su Tamerlano (circa 1400) che finirono col far parte dell'opera di Poggio Bracciolini, cui sembra si
sia ispirato appunto Machiavelli.
Questo mito, rinvigorito nel Cinquecento da Paolo Giovio e Nicolao Granucci, si diffuse in Europa dove
l'enciclopedista spagnolo Pero Mexia lo introdusse nella sua opera enciclopedica.
Vanno anche ricordate le numerose opere teatrali sorte dal Seicento in poi attorno alla figura del
conquistatore centro-asiatico. Se tra i primi esempi vanno ricordati il Tamerlano il
Grande di Marlowe (Tamburlaine the Great, 1587,in due parti) e il Tamerlano, o la morte di
Beyazit (Tamerlan, ou la Mort de Bajazet, 1676) di Jacques Nicolas Pradon, altre opere successive
portarono alla creazione dei libretti di grandi composizioni liriche, come quelle di Hndel (Tamerlano,
1724) e di Vivaldi (Bajazet, 1735). Curiosamente nell'opera lirica Turandot composta da Giacomo
Puccini il padre del principe ignoto Calaf si chiama proprio Timur. Gli fu dedicato anche un poemetto
da Edgar Allan Poe.
Si ritiene, secondo testimonianze lasciateci da vari autori medioevali, che Tamerlano dopo i vari assedi
avesse la terribile usanza di fare piramidi di teschi con le teste dei propri nemici.

Note
1. ^ Vedi: Roux, Jean-Paul, Tamerlano, pag. 123
2. ^ Con l'espressione turki viene in genere indicato la comunanza linguistica dei popoli turcofoni dell'Asia
Centrale.
3. ^ Zona nota nel Medioevo come Transoxiana, in arabo M war al-Nahr, "Ci che sta al di l del
Fiume Oxus", oggi chiamato Amu Darya.
4. ^ Fu Ulugh Beg, in segno di venerazione per il nonno, a far venire dalla Mongolia l'enorme blocco di giada
verde che divenne la tomba di Tamerlano, ancora visibile nel mausoleo Gur-e Amir a Samarcanda.

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