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ALAN M.

DERSHOWITZ
IL MISTERO VON BULOW
Traduzione di Vittorio Beonio Brocchieri
Prefazione di Gian Domenico Pisapia
PREFAZIONE.
Ho aderito ben volentieri al desiderio dell'amico Mario Spagnol di presentare questo
libro del professor Alan Dershowitz, perch si tratta di un caso giudiziario ricostruito
e narrato dallo stesso avvocato che svolse la difesa in grado di appello; e questa
circostanza consente al lettore italiano di essere partecipe di un'esperienza
processuale particolarmente interessante, soprattutto perch svoltasi in un Paese dove
vige il sistema accusatorio, al quale si in gran parte ispirato anche il nuovo codice
italiano di procedura penale.
La vicenda di quelle, abbastanza frequenti anche presso di noi, che vanno sotto il
nome convenzionale di "gialli", in quanto sono caratterizzate dal dubbio, che d
luogo alla consueta contrapposizione tra "innocentisti" e "colpevolisti", tipica dei
processi indiziari.
L'esposizione, piuttosto minuziosa e un po'lenta nella prima parte, acquista man mano
ritmi sempre pi veloci e incisivi, fino ad assumere, nelle ultime pagine, il carattere di
un vero e proprio thriller.
Ma il volume ha come destinatari elettivi, oltre agli amanti del "gallo", avvocati e
magistrati - e questo giustifica una mia prefazione -, sia per le puntuali osservazioni
di psicologia e di deontologia forense, sia per gli interessanti riferimenti
all'esperienza processuale nordamericana.
Quando l'autore descrive, ad esempio, lo stato di sofferenza del difensore che vede
ingiustamente osteggiato il proprio compito da un magistrato maleducato o arrogante,
dice cosa che molti avvocati, anche italiani, hanno provato nella loro esperienza; cos
come certamente valida anche per noi l'osservazione che "occorre diffidare degli
avvocati che promettono troppo" perch "la maggior parte di quelli che affermano di
usare la loro influenza in realt bluffano".
Certamente istruttive, soprattutto per coloro che non hanno ancora esperienza di
processi svolti con rito accusatorio, sono, poi, le considerazioni svolte dall'autore
circa la scelta della strategia da seguire nell'utilizzazione delle prove, come pure la
descrizione del tormento del difensore che deve decidere se far rendere o no
l'interrogatorio al proprio assistito.

Non manca, per la verit, qualche punto della narrazione in cui l'autore non riesce a
nascondere il suo orgoglio per essere riuscito al ribaltare una pesante sentenza di
condanna in una di piena assoluzione; ma bisogna doverosamente aggiungere che
Dershowitz non manca di date atto che il merito della vittoria non va attribuito a lui
soltanto ma a tutta una "squadra" di avvocati, assistenti e studenti, che hanno svolto il
loro arduo compito con una metodologia raffinata, che induce ad amare riflessioni per
la sperequazione che ne deriva, a favore di chi pu permettersi una difesa pi
agguerrita e a svantaggio di chi non ha questa possibilit.
Particolarmente incisive sono, infine, le osservazioni in materia di "certezza
giudiziale", spesso contrapposta alla "verit reale", cos come l'illustrazione del
concetto di "ragionevole dubbio".
Come noto, negli Stati Uniti d'America l'imputato non pu essere condannato se la
sua colpa non provata "oltre ogni ragionevole dubbio"; ma questo principio deve
valere per ogni Paese Civile, e gi la saggezza romana insegnava la massima in
dubbio pro reo, o, come oggi si suol dire, meglio un colpevole assolto che un
innocente condannato.
Voglio concludere queste brevi note con le parole stesse dell'autore: "La storia
insegna che nei Paesi dove vengono calpestati di diritti degli imputati, vengono anche
calpestati i diritti delle vittime del crimine. Un Paese democratico si distingue da uno
oppressivo proprio per il modo in cui tratta tutti i suoi cittadini, siamo vittime
dell'ingiustizia o di atti criminali. E i principi del 'ragionevole dubbio'e di un 'giusto
processo'sono tra i segni di una vera democrazia".
Penso che queste parole sino la migliore presentazione di un libro che merita di
essere letto non solo perch racconta, con dovizia di particolari, una storia vera di un
caso che poteva risolversi in un errore giudiziario, m anche perch offre un esempio
di come il sistema accusatorio possa contribuire a far emergere la verit, e quindi a
fare giustizia, meglio di quanto non riescano a fare i processi ispirati al modello
inquisitorio.
GIAN DOMENICO PISAPIA
Questo libro affettuosamente dedicato a mio padre, Harry Dershowitz, morto due
giorni prima della nostra vittoria nel ricorso del caso Bulow. E'stato lui ad insegnarmi
il rispetto per il precetto biblico "La giustizia: tu seguirai solo la giustizia".

IL MISTERO VON BULOW


DRAMATIS PERSONALE
I protagonisti Claus von Bulow, nato a Copenaghen, Danimarca, l'11 agosto 1926. Ha
spostato Martha von Auersperg il 6 giugno 1966. Cosima von Bulow, sua figlia
unica, nata nell'aprile 1967.
Martha ("Sunny") von Bulow, nata a Crawford, nacque su un pullman il 1 settembre
1931. Il 20 luglio 1957 sposa il principe Alfred ("Alfie") von Auersperg. Dal
matrimonio nascono la principessa Annie Laurie Kneissl e il principe Alexander con
Auersperg. Il 6 giugno 1966 sposa Claus von Bulow.
Principe Alexander von Auersperg, figlio del principe Alfred e della principessa
Martha con Auersperg, nato nel 1959, Laureato alla Brown University nel 1983,
attualmente lavora presso una societ finanziaria di New York. Recentemente ha
ereditato circa 45 milioni di dollari dalla nonna materna, Annie Laurie (Crawford)
Aitken.
Principessa Annie Laurie ("Ala") Kneissl, nata von Auersperg, figlia di Alfred e
Martha von Auersperg nata nel 1958. Ha spostato Franz Kneissl il 31 maggio 1980.Vive attualmente a New York. Ha ereditato recentemente circa 45 milioni di dollari
dalla nonna materna.
Cosima von Bulow, figlia di Claus e Martha von Bulow, nata nel 1967. Frequenta
attualmente la Brown University. Diseredata recentemente dalla nonna materna per
una somma di circa 30 milioni di dollari per essersi schierata a fianco del padre.
Maria Schrallhammer, governante di Martha von Bulow a partire dal 1957. Nata
vicino a Monaco, in Germania, ha lavorato per Ala Kneissl dopo il secondo coma di
Sunny. Si ritirata in Germania dopo il secondo processo.
Alexandra Isles, attrice di commedie brillanti e amante di Claus von Bulow tra il
1979 e il 1981.
Andrea Reynolds, amica di Claus von Bulow gli costantemente vicina durante
l'appello e il secondo processo. E'stata profondamente coinvolta nella lite e nella
polemica sulla stampa.

GLI AVVOCATI
Richard Kuh, in precedenza procuratore distrettuale di Manhattan, attualmente si
dedica alla libera professione. Incaricato dalle famiglie von Auersperg e Aitken di
svolgere un'indagine discreta sulle circostanze dei coma di Sunny.
Stephen Famiglietti, procuratore capo durante il primo processo. Attualmente si
dedica alla libera professione.
Herald Price Fahringer, difensore capo al primo processo.
John Sheehan, avvocato esperto e di successo del Rhode Island, accomandato a Claus
von Bulow dal senatore Claiborne Pell; stato consulente a entrambi i processi.
Alan Dershowitz, avvocato capo per il ricorso e la domanda di appello e
sovrintendente alla strategia difensiva per il secondo processo.
Susan Estrich, Jeanne Baker, Christopher Edley, David Fine, avvocati hanno
collaborato con Dershowitz.
Joann Crispi Andrew Citron, laureati alla Harvard Law School, hanno collaborato
con Dershowitz prima, con Claus von Bulow poi e infine con Thomas Puccio durante
il secondo processo.
John "Terry" MacFayden, avvocato del Rhode Island in precedenza difensore
d'ufficio. ha continuato a collaborare con Dershowitz come consulente locale e
associato per il ricorso e la domanda d'appello.
Thomas Puccio, principale avvocato in aula di Claus von Bulow nel secondo
processo. Precedentemente stato procuratore e adesso esercita la libera professione
a New York.
Roanne Sragow, in precedenza assistente del procuratore distrettuale della contea del
Middlesex, Massachusetts, ha collaborato per le trattative finanziarie con David
Marriott.
Marc DeSisto e Henry Gemma, pubblici accusatori al secondo processo.
I TESTIMONI
David Marriott, in precedenza tipografo, giur di aver consegnato alcune droghe a
Clarendon Court.
Padre Philip Magaldi, stimato parroco a North Providence, ha convalidato il racconto
di Marriott.
Truman Capote, noto scrittore e amico di lunga data di Martha von Bulow, ha fornito
un affidavit(deposizione scritta presentata sotto giuramento) per la mozione d'appello,
ma morto prima del secondo processo.
Joanne Carson, seconda moglie di Johnny Carson e amica di Truman Capote, del
quale ha confermato il racconto.
C.Z. Guest, esponente dell'alta societ di New York e di Newport, ha convalidato
l'affidavit di Capote.

I MEDICI
Dr. Richard Stock, di New York, medico di fiducia di Martha von Bulow per
ventinove anni.
Dr. Janis Gailitis, di Newport, Rhode Island, il medico che ha assistito Martha
durante entrambi i coma.
Dr. George Cahill, professore ad Harvard e uno dei massimi esperti di diabete; in
precedenza direttore dei Joslin Research Laboratories. Ha testimoniato a entrambi i
processi.
Dr. Robert Bradley, collega di George Cahill al Joslin Institute, dichiar al primo
processo di essere sicuro al cento per cento che il primo coma venne provocato
dall'insulina e al novantanove per cento per quel che riguarda il secondo coma.
Dr. Arthur Rubenstein, professore e preside del Dipartimento di Medicina alla
University of Chicago Medical School, ha fornito un affidavit per l'istanza di ricorso
ed stato testimone per la difesa nel secondo processo.
Dr. Leo Dal Cortivo, tossicologo, perito medico della contea di Suffolk (New York),
ha fornito un affidavit per l'istanza di ricorso e ha testimoniato per la difesa nel
secondo processo.
Dr. Harold Lebovitz, docente di medicina ed esperto di endocrinologia e di diabete al
Downstate Medical Center di New York, ha fornito l'affidavit per il ricorso e ha
testimoniato per la difesa al secondo processo.

SI PREPARA LA SCENA
"In questo caso c' tutto", dichiar l'accusa, "i soldi, il sesso, la droga; c' Newport,
New York, l'Europa; la nobilt, le cameriere, il maggiordomo, un giardiniere.
Clarendon Court [la villa teatro dei principali avvenimenti] chiusa da un grande
cancello che impedisce all'uomo della strada di guardarvi dentro. Questo processo
per d anche a costui la possibilit di darci un'occhiata e di vedere come veramente
vivono i ricchi." Un commentatore ha definito il caso Bulow "un dramma epico",
degno del palcoscenico. Uno spettacolo che, con un cast d'eccezione, "avrebbe
inorgoglito Cecil B. De Mille, con tutti i suoi intrighi controintrighi, i suoi
protagonisti e le sue comparse, i giorni di tensione spasmodica intervallati da
momenti di assoluta comicit".
Non c' da stupirsi se qualcuno lo ha definito il caso giudiziario del decennio. Ma i
media attribuiscono queste iperboliche definizioni ai processi clamorosi almeno una
volta all'anno. Un giornalista ha una volta definito il caso di Patricia Hearst: "Un altro
processo del secolo, il quarto o il quinto nel sessantennio di carriera forense di F. Lee
Bailey". In America i processi hanno sempre costituito occasione di spettacolo,
qualcosa tra la commedia, una gara sportiva e una rappresentazione edificante.
Per essere definito il processo dell'anno, un caso giudiziario deve soddisfare certi
requisiti: gli attori devono essere abbastanza noti, ricchi, affascinanti o misteriosi per
catturare l'immaginazione popolare. Il crimine in questione deve apparire
sufficientemente perfido, frutto di un connubio di lussuria e avidit. Meglio ancora se
l'imputato condannato in prima istanza in seguito a una concomitanza di circostanze
e poi emergono fatti nuovi che spingono a riconsiderare il verdetto. La colpevolezza
o l'innocenza dell'accusato devono essere veramente inerte, cosicch i sostenitori di
ognuna delle due tesi abbiano di che discutere. la vicenda risulta poi ancora pi
avvincente se esistono pi scenari possibili in modo che, se l'accusato risulta
innocente, qualcun altro deve essere colpevole di qualche cosa. Infine, naturalmente,
la giustizia deve trionfare, anche se qualche scettico continuer,, naturalmente, a
dubitare.

In base a questi criteri, molti americani ed europei, hanno ritenuto che il caso di Claus
von Bulow - l'elegante aristocratico danese accusato di aver tentato due volte di
uccidere la sua bella moglie, un'ereditiera americana - potesse legittimamente
aspirare al titolo di "caso del decennio".
Una giornalista che ha seguito tutti i principali processi negli Stati Uniti durante gli
ultimi vent'anni, ha affermato di non aver mai visto un caso che avesse suscitato tanto
clamore sulla stampa come il primo processo von Bulow. E il processo d'appello ha
avuto un'eco anche maggiore, con la presenza di pi di duecento giornalisti. Poich
nel Rhode Island consentita la trasmissione televisiva dei dibattimenti, molte ore dei
due processi sono state trasmesse in diretta, a volte sui canali nazionali. I networks
hanno dato largo spazio all'avvenimento nei loro notiziari. Probabilmente il pubblico
che ha assistito al processo von Bulow stato superiore a quello di qualsiasi altro
processo nella storia.
Uno degli episodi pi noti ebbe luogo proprio alla fine del primo processo. Claus von
Bulow, seduto con portamento aristocratico, attende la giuria (gente che difficilmente
avrebbe potuto incontrare negli ambienti che frequentava a Newport)che avrebbe
dovuto giustificarlo. Il suo sforzo per sembrare superiore a quanto accadeva intorno a
lui viene per meno quando si alza per ascoltare la sentenza. Si tiene le mani e
sembra stia girando i pollici. Il volto rivolto al cielo, mettendo in risalto il profilo
della fronte e del naso. I pollici si fermano improvvisamente quando il portavoce
della giuria pronuncia la parola "colpevole". La macchina da presa coglie una quasi
impercettibile smorfia.
Ricordo che guardando queste immagini durante il notiziario della sera pensai che il
sistema giudiziario americano aveva fatto il suo dovere. Una giuria di normali
cittadini del Rhode Island, chiamati a giudicare un ricco e potente aristocratico, aveva
emesso il suo verdetto a nome della societ.
Ma la procedura giudiziaria americana non termina col verdetto. Questa storia
racconta appunto come Claus von Bulow venne condannato per un crimine che,
probabilmente, non mai stato commesso e come sia poi riuscito a scagionarsi, sia
davanti alla legge, sia davanti alla maggioranza dell'opinione pubblica, anche se non
agli occhi della sua totalit. Poich dopo il primo processo sono stato il principale
avvocato del ricorso di Claus von Bulow e ha elaborato la strategia difensiva per il
secondo processo, questa storia raccontata in prima persona.

Il mio compito, come avvocato del ricorso, comincia dopo che la giuria ha emesso il
primo verdetto di colpevolezza. Durante il primo processo non ho avuto alcun ruolo,
avendo ricevuto l'incarico di rappresentare il signor von Bulow immediatamente dopo
il verdetto della prima giuria. Ma la responsabilit di quanto accaduto da questo
momento i poi sostanzialmente mia. Il secondo processo stato brillantemente
condotto in aula da Tom Puccio, che si valso degli elementi raccolti dall'quipe che
avevo formato dopo il primo processo. Dato che ero responsabile per il ricorso e perla
raccolta di nuove prove per il secondo processo, mi trovavo in una posizione
privilegiata per confrontare i due procedimenti. Il mio osservatorio sul caso stato
eccezionale, ho avuto accesso a informazioni e persone non raggiungibili dal grande
pubblico. Ora che il caso chiuso, gran parte di ci che era coperto da segreto pu
essere rivelato.
La storia di questo caso comincia anni prima del drammatico giorno in cui, a
Newport, la vita di Claus von Bulow venne sconvolta dal verdetto di colpevolezza
emesso dalla giuria. Uno dei problemi di questa vicenda proprio quello di stabilire
quando essa sia cominciata. Secondo l'accusa, la vicenda ebbe inizio solo tre anni
prima, quando fin la storia d'amore fra Claus e la sua ricca moglie e cominci quella
con un'attrice di commedie televisive di nome Alexandra Isles.
Claus nacque Claus Cecil Borberg, a Copenaghen, in Danimarca, nel 1926. Suo
padre, Svend Borberg, era commediografo e critico teatrale. Sua madre, Jonna, era la
figlia di Frits Bulow, un ricco e illustre rampollo della famiglia tedesca dei von
Bulow. Svend e Jonna divorziarono quando Claus aveva dieci anni. Due anni Svend
spos la nipote di Henrik Ibsen. Claus venne quindi allevato dalla madre che,
all'inizio della seconda guerra mondiale si trasfer a Londra. Claus, dopo essere
fuggito dalla Danimarca, allora occupata dai nazisti, si iscrisse all'Universit di
Cambridge all'et di sedici anni e si laure in legge dopo la fine della guerra. Nello
stesso periodo suo padre - che era rimasto in Danimarca e aveva presieduto un
organismo chiamato Societ letteraria tedesco-danese - vene processato per
collaborazionismo e condannato a quattro anni di prigione. Malgrado venisse in
seguito assolto nel processo d'appello, trascorse pi di un anno in prigione e mor
poco dopo il suo rilascio.

Come si espresse in seguito Claus, "io e mio nonno ci schierammo da una parte, mio
padre - pi per incoscienza che per malvagit - scelse il campo opposto". dopo la
laurea Claus, che nel frattempo aveva adottato il cognome della madre, entr nello
studio del noto avvocato inglese Quintin Hogg - in seguito Lord Hailsham - come
praticante. Pi tardi lavor per J. Paul Getty e divenne alla fine uno dei suoi principali
collaboratori. Claus e sua madre vivevano a uno dei migliori indirizzi di Londra Belgrave Square - in un grande appartamento nel quale, sempre secondo le parole di
von Bulow, "potevano mangiare agevolmente duecento persone e dormire, un
po'strette, almeno trecento". Fino al 1966 condusse una vita da scapolo aristocratico,
in giro per tutte le principali citt del mondo.
Sunny nacque invece nel 1931 su un pullman che andava da White Sulphur Springs,
in West Virginia, a New York. Suo padre, George Crawford, aveva gi settantun anni
quando sua moglie, Annie Laurie - che aveva spostato quattro anni prima, quando
aveva ventott'anni - diede alla luce la loro unica figlia, Martha. La bambina venne
dapprima soprannominata "Choochoo" per lo strano posto dove aveva deciso di
nascere, ma questo soprannome venne presto sostituito da "Sunny". Secondo alcuni il
soprannome alludeva al buon carattere della piccola, per altri al fatto che il padre
avrebbe desiderato un figlio. Quattro anni dopo la nascita di Sunny, George mor,
lasciando una enorme fortuna. Al momento della sua scomparsa la societ che aveva
fondato - la Columbia Gas and Electric - era valutata almeno tre quarti di miliardo di
dollari.
Nel 1957 Sunny Crawford spos il principe Alfred Eduard Friedrich Vincenz Martin
Maria von Auersperg, un bel giovane, istruttore sportivo ed erede dello sventurato
destino degli Asburgo. Sunny aveva scovato lo squattrinato nobiluomo in una di
quelle "trappole per ereditiere" che si trovano in Europa, dove ricche parvenues
americane vanno in cerca di matrimoni principeschi. La coppia ebbe due figli durante
il loro matrimonio durato otto anni. La prima, la principessa Annie Laurie - il nome
della nona - soprannominata "Ala", nacque nel 1958. Il secondo, il principe
Alexander, nel 1959. Il padre, il principe Alfie, a quanto pare non riusc a adattarsi
alla vita familiare e coniugale e continu a fare il seduttore come prima del suo
incontro con Sunny.

Durante una cena a Londra, l'infelice Sunny incontr il disinvolto scapolo Claus von
Bulow. Poco dopo Claus cominci a corteggiarla e, dopo una relazione clandestina
durata due anni e il divorzio dal principe Alfie, si sposarono. Fu in questo periodo che
Claus e Sunny cominciarono a usare il prefisso von davanti al loro cognome. Un anno
dopo nacque la loro unica figlia a cui vene dato il nome di Cosima, come quello della
figlia della sua madrina. (L'originaria Cosima von Bulow era una figlia illegittima di
Franz Liszt e aveva sposato il direttore d'orchestra Hans von Bulow ma, innamoratasi
poi di Richard Wagner, aveva finito per sposarlo.)
Dopo la nascita di Cosima, Sunny perse apparentemente ogni interesse per il sesso e
condusse una vita da casalinga. Un giornalista di "McCall's", molto ostile a Claus von
Bulow, ha descritto in questi termini la giornata tipica di Sunny in questo periodo:
Questa , secondo molte testimonianze, la giornata tipica di Sunny von Bulow. Dopo
essersi alzata verso le 11, si intratteneva con sua madre, la cui casa sul lato opposto
del viale dove si trova Clarendon Court, per un'ora. Poi veniva portata dal suo autista
a una lezione di ginnastica. Seguiva un "piccolo shopping". Dopo il pasto - il suo
piatto preferito era fegatini di pollo e bacon - ritornava a casa, si metteva in pigiama e
guardava la televisione con Claus. "Una cara, semplice creatura", afferma una distinta
signora di Newport, "che pensa che la felicit consista nel guardare Lawrence Welk
alla TV cenando sul vassoio." E questo fino all'ora di andare a letto, circondata dai
suoi quattro labrador e dal marito. Ai parties la si vedeva di rado, sempre per con
abiti firmati, e si ritirava di buon'ora, paralizzata dal sua timidezza. Secondo le
testimonianze di amici, quando trascorreva l'estate a Newport, faceva una ventina di
vasche a nuoto. La governante dice che passava le ore a mettere in ordine i fiori.
Tutti concordano sul fatto che Sunny fosse una persona deliziosa, sensibile e
generosa. Ma per qualche motivo, lei e Claus si allontanarono l'uno dall'altra nel
corso degli anni.
Claus allora cerc altre amicizie. Nel 1978 incontr Alexandra Isles - una piacente
attrice di commedie, anch'essa di origini aristocratiche e danesi - e tra loro nacque
una relazione. Nel 1979, Alexandra insistette per essere spostata. A Natale del 1979,
Sunny von Bulow entr in coma per la prima volta; nel Natale del 1980 vi entr
definitivamente.
La tesi fondamentale dell'accusa fu semplice ed essenziale. Claus era incastrato in un
matrimonio infelice. Non amava la sua ricchissima moglie, ma amava il suo denaro e
il tenore di vita che questo gli permetteva.

Amava anche Alexandra Isles. Ma se avesse divorziato da Sunny e spostato


Alexandra, avrebbe dovuto rinunciare anche al suo train de vie lussuoso e ai soldi. Se
per avesse scelto i soldi, rimanendo con Sunny, avrebbe perso Alexandra che
insisteva per il divorzio.
Secondo l'accusa Claus cerc di conservare tutto; il denaro di Sunny e l'amore di
Alexandra. L'unico modo per riuscire nell'intento era che Sunny morisse di morte
naturale; e Claus avrebbe cos aiutato la natura iniettando di nascosto alla moglie
dell'insulina, una sostanza naturalmente presente nell'organismo umano e della quale
difficile individuare una somministrazione eccessiva. Il diabolico piano per fall,
dato che Sunny von Bulow si riprese rapidamente dalla crisi del Natale 1979. Ebbe
invece almeno parzialmente successo un anno dopo, quando il coma di Sunny fu
irreversibile. Ma l'insuccesso finale fu totale, dato che Claus venne accusato di
omicidio, abbandonato da Alexandra e privato della fortuna di Sunny.
Claus von Bulow sostenne invece che tutta la vicenda era gi cominciata da alcuni
decenni, prima ancora di aver incontrato Sunny, quando sua moglie inizi la sua
discesa in un inferno fatto di pillole, alcool e crisi depressive. Secondo la difesa,
quindi, Sunny era stata la causa del suo coma somministrandosi per iniezione o
ingoiandoli, volontariamente o meno, insulina o barbiturici. Le incertezze nella difesa
di Claus von Bulow - incertezze attribuibili al fatto che essendo innocente non poteva
sapere come Sunny era entrata in coma - vennero invece astutamente attribuite
dall'accusa, durante il primo processo, a una strategia difensiva che intendeva
lasciarsi aperte pi possibilit. A ci l'accusa oppose una linea basata sull'alternativa
"vero o falso": vero o falso che Claus von Bulow ha somministrato insulina alla
moglie con l'intenzione di ucciderla in due diverse occasioni? La giuria rispose
affermativamente e riconobbe von Bulow colpevole per entrambi i capi d'accusa.
La mia parte nella vicenda di von Bulow cominci parecchie settimane dopo il
verdetto di colpevolezza. Era il 1 aprile, una ricorrenza celebrata nella nostra
famiglia con gare di scherzi. Alle 7 di mattina squill il telefono. Un uomo con un
distinto accento inglese si present come Claus von Bulow. Solo poche settimane
prima avevo assistito all'emissione del verdetto da parte della giuria di Newport,
Rhode Island, che condannava von Bulow per aver attentato in due occasioni alla vita
della moglie.

Del processo per non sapevo molto. Dell'accusato sapevo solo che era danese e che
era ricco. Cos quando l'individuo coll'accento inglese disse di essere Claus von
Bulow, fui certo che qualche parente - ignaro del fatto che von Bulow era danese e
non inglese - stesse giocandomi uno stupido scherzo. "Falla breve", dissi, "sono solo
le sette e io sono andato a dormire alle due".
"Mi spiace professore", riprese la voce al telefono, "ma io sono veramente Claus von
Bulow e vorrei che le prendesse in considerazione la possibilit di assumere la mia
difesa nel ricorso." Questa telefonata di primo mattino fu l'inizio di una battaglia
giudiziaria di tre anni per rovesciare il giudizio di colpevolezza emesso a carico di
Claus von Bulow. Mi venne affidata la direzione generale della preparazione
dell'istanza di ricorso, al la testa di un gruppo di diciotto avvocati e studenti di legge
e, dopo aver ottenuto un processo d'appello, rimasi come coordinatore dietro le quinte
per questo secondo processo. All'inizio diedi per scontato che von Bulow fosse
colpevole, come del resto sono la maggior parte degli imputati condannati! Col tempo
mi convinsi per che von Bulow era probabilmente innocente. Alla fine ne fui quasi
certo. Questo non mi capita spesso: in genere pi procedo nella conoscenza del caso,
pi mi convinco della colpevolezza dei miei clienti e non mi capita mai di essere
certo della loro innocenza (Perch io difendo imputati che ritengo colpevoli, lo spiego
nel mio libro The Best Defence.) Com' riuscito Claus von Bulow a convincermi? La
risposta semplice: non ci ha mai provato. Ma il suo comportamento, i passi che
intraprese, le sue opinioni, le sue domande,. mi sembrarono espressioni di un uomo
innocente. Mi chiese ad esempio di trovare un investigatore privato di prim'ordine per
svolgere indagini informali. Non ha mai esitato anche quando gli proponevo indagini
che, se fosse stato colpevole, avrebbero potuto provare la sua colpevolezza. In base
alla mia esperienza, gli accusati colpevoli tendono a limitare le indagini troppo
approfondite.
E le nuove prove cominciarono ad arrivare. Di queste prove parler in seguito, prove
che smontarono pezzo per pezzo l'edificio costruito dall'accusa.
Un caso giudiziario come un film non ancora montato, con migliaia di fotogrammi
dei quali solo una piccola parte apparir alla fine sullo schermo.

Il ruolo del sistema giudiziario - polizia, accusa, difesa, giudice - quello di montare
il film del processo; scegliere quello che la giuria deve sapere e quello che deve finire
nel cestino dei rifiuti. Fino a che punto dobbiamo risalire indietro nel tempo? Quali
dettagli devono essere messi in luce? Quali comparse chiamate in causa?
Le nostre opinioni sul crimine derivano in gran parte dal teatro e dalla televisione.
Cechov osserv una volta a proposito del teatro che "se nel primo atto appendete una
pistola al muro, questa pistola all'ultimo atto deve sparare, altrimenti sarebbe inutile
appenderla l". Il fatto che nell'universo ristretto costituito dai tre atti di una
commedia o nei quarantotto minuti di un telefilm, non c' spazio per le coincidenze o
il caso. Se un attore ha un dolore al petto nel primo atto, potete star certi che avr un
attacco di cuore al terzo. Se un uomo d'affari stipula un'assicurazione sulla vita del
suo socio prima della prima interruzione pubblicitaria, sicuro che quest'ultimo verr
assassinato prima dell'ultimo spot. Nella vita reale, per, la maggior parte dei dolori
al petto sono solo indigestioni, e le assicurazioni sulla vita decisioni di routine. Nei
drammi per non c' spazio per gli aspetti pi quotidiani dell'esistenza. Uno dei
compiti pi difficili della giustizia criminale distinguere tra ci che pu essere
importante in una trama o in una sceneggiatura e ci che ha effettivamente rilevanza
giuridica. l giudice deve saper discernere quali elementi - armi, polizze di
assicurazione, testamenti, dolori al petto, relazioni amorose, eccetera - devono essere
portati a conoscenza della giuria. Il pericolo che la giuria, abituata a una visione
teatrale della giustizia, dimentichi che nella vita reale non vi nessuno che possa
ordinare e selezionare gli avvenimenti in base all'importanza che assumeranno in
seguito. Le pistole appese ai muri delle case sono nella realt destinate a rimanere
semplici ornamenti.
Nel celebre film giapponese Rashomon, una brutale violenza conclusa con un
omicidio presentata attraverso gli occhi di ciascuno dei protagonisti. Nessuna
versione pi vera di un'altra, sono solo diverse. Ma per la legge, a differenza
dell'arte, ci deve essere una verit. Pu essere difficile, forse impossibile coglierla,
ma questo il compito fondamentale, se non l'unico, della giustizia.

Nel caso von Bulow non si potr mai arrivare a una verit che convinca tutti. Sunny
von Bulow ormai non pu pi parlare, e forse nemmeno lei potrebbe dire che cosa
veramente sia successo. Nel periodo intercorso fra i due coma, Sunny era lucida e
poteva parlare, eppure nemmeno lei sembr avere idea di ci che poteva aver causato
il suo primo coma. Claus von Bulow afferm di essere sicuro solo di non aver mai
tentato di nuocere alla moglie. Non ci sono testimoni che possano dire di aver
assistito a un delitto.
La domanda quindi, prima ancora che "chi il colpevole?", deve essere: " stato
veramente commesso un crimine?". I due coma di Sunny sono un fatto reale, ma
furono provocati da qualcuno? o piuttosto da Sunny stessa? Se accettiamo questa
seconda ipotesi, si sia trattato di un gesto volontario o meno, non c' alcun delitto.
In questo libro lascio al lettore libero di scegliere la risposta che preferisce. Non
cercher di raccontare ci che accadde. Neppure io sono assolutamente sicuro, anche
se ho una mia ferma opinione che si basa sulle risultanze del processo e sulla
conoscenza e l'osservazione dei principali personaggi coinvolti. Quello che posso fare
raccontare le diverse verit emerse. Naturalmente la mia opinione trasparir
malgrado il desiderio di obiettivit, ma il lettore potr comunque trarre le sue
conclusioni. Questo atteggiamento potr sembrare nichilistico, ma solo il risultato
di molti anni di esperienza nel sistema accusatorio legale.
Il libro comincer quindi col presentare gli avvenimenti cos come li ha presentati
l'accusa nel primo vittorioso processo. Quindi verranno presentati gli spettacolari
elementi nuovi emersi solo dopo il verdetto e che gettano una luce interamente nuova
sia sulla versione dell'accusa sia sui protagonisti della vicenda. Da ultimo verr
presentata la vicenda cos come stata ricostruita durante il secondo processo. Queste
diverse storie verranno raccontate attraverso le parole dei principali protagonisti,
nessuno dei quali conosce l'intera storia, ma ciascuno dei quali ha contribuito al
mosaico con una propria tessera. Nella ricostruzione che proporremo verranno
raccontati fatti mai emersi prima, provenienti da documenti e testimoni che, per
diverse ragioni, erano rimasti nell'ombra.
Non c' da sorprendersi se due versioni contrastanti ma plausibili della stessa vicenda
possono risultare egualmente convincenti. Una storiella ebraica che sono solito
raccontare ai miei allievi pu dare un'idea di ci che voglio dire.

Un saggio rabbino presiedeva una corte di giustizia in una shtetl dell'Europa


orientale. Un giovane studente era stato inviato a osservare il saggio all'opera. Il caso
riguardava una lite domestica. Parl per prima la moglie: "Rabbi, mio marito un
uomo terribile. Sta in giro tutta la notte, si beve tutto il suo salario, mi picchia e non si
lava". Il rabbino riflett un po'e quindi emise il suo verdetto: "Figlia mia, ti ho
ascoltato e tu hai ragione". Quindi parl il marito: "Rabbi, mia moglie una strega,
urla giorno e notte, on vuole coricarsi con me, non cucina e non si occupa della casa".
Il rabbino riflett ancora e diede la sua risposta: "Figlio mio, ti ho ascoltato e penso
che sia nel giusto".
Lo studente allora si alz ed esclam: "Ma, rabbi, non possono aver ragione
entrambi!". Il rabbino ci pens su e disse :"Figliolo, hai ragione".
No, lo studente non aveva ragione. Nella vita come per la legge entrambe le parti
coinvolte in una disputa domestica possono aver ragione - e pi spesso torto - allo
stesso tempo. Ci non per sempre vero, soprattutto quando si tratta di fatti
specifici, come nel caso von Bulow. Ma anche cos la storia del rabbino chiarisce un
punto importante del mestiere di avvocato: non puoi sperare di vincere se la tua storia
non convincente. Troppo spesso l'avvocato non riesce a persuadere la giuria anche
prima che questa abbia ascoltato la versione del suo antagonista. In questo caso la sua
sola speranza che la tesi sostenuta dal suo rivale risulti ancora pi fragile e
insostenibile.
Durante il primo processo, l'accusa fu convincente e la difesa no. Nel secondo
processo avvenne il contrario. Questo libro racconta l'appassionante - e per certi
aspetti inedita - storia di questo rovesciamento di un processo che aveva sempre gli
stessi protagonisti.
Ma anche un esempio di come il sistema giudiziario americano pu contribuire a far
emergere la giustizia. Oggi si sentono dire molte cose su corti di giustizia costrette a
mettere in libert persone colpevoli grazie a cavilli legali. qualche volta accade. Ma
succede anche che le corti rovescino un verdetto per dare all'accusato odo di provare
la sua innocenza. E'quello che accaduto in questo caso, ed una storia affascinante
di come le libert civili possano essere poste al servizio della ricerca della verit.

PARTE I
IL PRIMO PROCESSO
OVVERO
SANGUE BLU, GLICEMIA E DOLCIUMI
1.
LA VERIT DELLA GOVERNANTE: LEALT E TRADIMENTI
Il primo processo a Claus von Bulow racconta, in sostanza, la verit della governante.
Maria Schrallhammer ne fu la testimone principale e una testimone abile. In un caso
fondato quasi interamente du inferenze tratte dal contesto, Maria era ci che pi si
avvicinava a un testimone oculare.
Secondo Stephen Famiglietti, il procuratore capo, molto abile, durante il primo
processo, "fu Maria Schrallhammer a dare veramente il via all'indagine". "Se le
credete", chiese retoricamente il tenente John Reise, l'ufficiale di polizia del Rhode
Island che condusse le indagini e si pens avesse risolto il caso, "come potete pensare
che costui sia innocente?". E molti osservatori, tra i quali alcuni giurati, sono infatti
dell'avviso che fosse stata "soprattutto la testimonianza di Maria a nuocere a von
Bulow", come disse un commentatore.
Chi era questa donna alla quale ci si rifer come alla "governante di ferro", alla
"governante del secolo", ricordando la fedele governante di Rebecca di Daphne Du
Maurier, Mrs. Danvers?
Maria Schrallhammer era in primo luogo una "dama di compagnia", e
secondariamente una Frau tedesca. Nata in un piccolo villaggio presso Monaco,
venne educata in un vicino convento cattolico a entrare al servizio dell'aristocrazia.
Prima di entrare al servizio di Sunny von Auersperg era stata alle dipendenze della
famiglia di Alfred von Krupp, il famigerato magnate degli armamenti che durante il
periodo nazista utilizz il lavoro di schivi e venne condannato a Norimberga per
crimini di guerra. Quando Sunny spos il principe Alfred "Alfie" von Auersperg, la
coppia cerc una governante adatta a Sunny. La cameriera della baronessa von Krupp
venne loro raccomandata e alla fine assunta.
Da questo momento in poi, Maria Schrallhammer dedic la sua intera esistenza a
Sunny, che consider sempre la sua "padrona". Un amico di Maria afferm che
"viveva solamente per la famiglia, era tuta la sua esistenza". Ma un'altra vita
l'attendeva.

Il suo progetto era di tornare alla fine in Germania - Paese del quale aveva ancora la
cittadinanza - e di trascorrere, una volta andata in pensione, i suoi ultimi anni nella
sua amata patria.
Anche se Maria era al servizio di tutta la famiglia di Sunny, non era una governante
di famiglia. Era soprattutto a Sunny che si dedicava, "una dama di compagnia",
appunto. I mariti potevano cambiare, i figli crescere e andarsene, ma Sunny restava.
Sunny era l'unico oggetto delle attenzioni di Maria in una casa piena di servitori e
domestiche.
Il rapporto tra Maria e Sunny pu essere difficilmente comprensibile per chi non
abituato a questo tipo di relazioni personali. Ma Maria aveva le molto chiare su quale
fosse il suo posto nella vita. Si prendeva cura di ogni particolare della vita della sua
padrona, l'aiutava a vestirsi, l'ascoltava e le era costantemente vicina. "Facevo tutto
per lei" disse una volta alla giuria. Un altro domestico - osservando come Maria fosse
l'unica persona ad avere accesso ai pi intimi dettagli della vita di Sunny - disse che
erano come sorelle. Ma Maria neg di essere come una sorella. "La sua padrona si
mai confidata con lei?" venne chiesto a Maria durante il primo processo. "No, molto
raramente." "E lei, si mai confidata con la sua padrona?" "S, se qualche cosa mi
preoccupava glielo dicevo." Questo rapporto continu durante tutto il periodo del
matrimonio con Claus von Bulow. Continua, in modo strano, anche oggi che Sunny
giace in coma irreversibile. Fino a poco tempo fa, Maria si recava a visitare la sua
signora diverse volte alla settimana e le parlava. Oggi prega per lei.
Nessuno - marito, parenti, amici, figli - era pi di Maria vicino a Sunny von Bulow.
Nessuno si trovava in posizione pi favorevole per osservarne le abitudini e le attivit
quotidiane. Nessuno avrebbe potuto essere un testimone migliore in un processo che
riguardava la sua vita e un possibile tentativo di sopprimerla. Era quasi come se
un'invisibile macchina da prese avesse seguito Sunny durante tutti gli ultimi ventitr
anni della sua vita.
Maria Schrallhammer raccont diverse volte la sua storia dopo aver saputo che la sua
padrona non sarebbe mai pi uscita dal secondo coma. Il primo col quale parl fu
Richard Kuh, l'avvocato assunto dalla famiglia di Sunny per indagare sulle cause dei
due coma. L'8 gennaio 1981, diciotto giorni dopo che Sunny venne colpita dalla crisi
finale, Maria incontr Richard Kuh nel suo studio.

Kuh, ora libero professionista dopo essere stato procuratore distrettuale della contea
di New York, era stato indicato dal banchiere di Sunny come la persona pi idonea
per svolgere discretamente accertamenti su un'eventuale origine dolosa del coma di
Sunny. Il primo passo di Kuh fu quello di interrogare tutti i testimoni chiave degli
avvenimenti relativi ai coma senza mettere in allarme Claus von Bulow sui sospetti
della famiglia.
L'incontro dell'8 gennaio fra la Schrallhammer e Kuh fu ovviamente della massima
importanza perch fu la prima volta che Maria raccont la sua storia a un estraneo,
una storia che aveva avuto il suo epilogo solo due settimana prima. E'importante
anche perch questa storia venne raccontata prima che la famiglia giunta a
conclusioni definitive su quanto era avvenuto e sul da farsi. nessuno face pressioni su
Maria per confermare la sua versione a unta teoria preesistente. Tutto ci che Kuh
voleva sapere erano - per dirla con le parole di Joe Friday in Dragnet - "i fatti ,
ma'am, solo i fatti".
Maria trascorse un'ora con Kuh e gli rifer i fatti fondamentali a proposito dei quali
avrebbe poi testimoniato in entrambi i processi. Kuh prese appunti dettagliati di
quello che Maria gli rifer. N l'accusa n la difesa ebbero accesso a questi appunti
durante il primo processo. La ragione per cui rimasero segreti che Kuh e gli
accusatori affermarono che essi erano protetti dal segreto professionale cui un
avvocato era tenuto rispetto ai suoi clienti. Il giudice del primo processo accett
questa tesi e non obblig Kuh a mostrare i suoi appunti malgrado una richiesta della
difesa. la prima giuria non venne quindi mai a conoscenza di quello che Maria aveva
detto a Kuh durante il loro primo incontro. Questo punto avrebbe avuto
un'importanza decisiva nel seguito della vicenda. Cos anche il silenzio di Maria sulla
sua prima versione degli avvenimenti assunse una notevole rilevanza.
Maria raccont poi quello che aveva da dire anche alla polizia del Rhode Island e al
grand jury. E infine, il 4 febbraio 1982, tutti poterono vedere e ascoltare la
Schrallhammer quando testimoni davanti alla corte - e alle telecamere - in occasione
del primo processo a Claus von Bulow a Newport, nel Rhode Island. ci che gli
spettatori videro fu una donna di cinquantanove anni che sembrava il prototipo della
fedele governante tedesca.

La fisionomia sottile, l'espressione triste, il colorito grigiastro, il sorriso nervoso e


l'abito vecchiotto contribuirono a farla apparire fragile e diffidente, almeno durante
l'interrogatorio da parte del procuratore Famiglietti.
L'accusa indusse Maria a parlare dei precedenti storici e biografici della sua
testimonianza diretta. Si arriv quindi al fatale 27 dicembre 1979, quando Sunny von
Bulow per poco non mor nel suo cottage di Newport, Clarendon Court, la faraonica
villa di venti stanze che era stata usata come set per il film Alta societ.
Maria cominci col riferire alla giuria a proposito dell'umore di Sunny la sera prima
del coma. Sunny era triste ma non depressa, e questo perch la sua primogenita Annie
Laurie si era dovuta temporaneamente separare dal suo fidanzato, Franz Kneissl,
l'erede di una ditta produttrice di sci, perch questi era andato a trovarla sua famiglia
in Europa per un periodo di due settimane. La famiglia aveva bevuto dell'eggnog
fatto in casa come si usa nei giorni di festa. Sunny ne aveva preso un bicchiere o due.
Alle 20 circa, si ritir per la notte nella camera che divideva con suo marito, Claus.
Il mattino dopo, circa alle 9,30, Maria stava scendendo dalle stanze dei domestici
quando si imbatt in Claus. Maria stava recandosi nella stanza della sua padrona per
vedere se era gi sveglia. Claus le disse per che aveva mal di gola e che non avrebbe
dovuto svegliarla. Circa cinque minuti dopo, Maria si avvicin alla porta chiusa della
stanza di Sunny e la ud gemere: Maria buss e quindi entr. Claus era tornato a letto.
Maria si avvicin alla sua padrona e le afferr il braccio destro che pendeva dal bordo
del letto. Era "freddo come il ghiaccio... rimisi il braccio sul letto e tentai di
svegliarla", ma Sunny non si mosse.
Maria url e tent di scuoterla. ancora nessuna risposta. "Era priva di sensi, pensai
che fosse svenuta." Dato che Sunny aveva in genere un sonno leggero e si svegliava
al minimo rumore o contatto, Maria si spavent. "Bisogna chiamare il medico", disse
a Claus, "chiamare sua madre." "Sta semplicemente dormendo", rispose con calma
Claus, "la notte scorsa non abbiamo dormito", spieg. "La lasci dormire." "Non sta
dormendo", grid Maria, " svenuta. Non riesco a svegliarla."

Claus per insistette sul fatto che nel giro di poche ore sarebbe stata benissimo, e
Maria lasci la stanza. Mezz'ora dopo torn e non vide alcun miglioramento. Tent
ancora di svegliare la sua padrona. Anche questa volta nessuna risposta. Maria
rinnov la richiesta a Claus, che stava leggendo a letto accanto alla moglie la richiesta
di chiamare un medico. Claus disse a Maria che non vi era un medico di fiducia della
famiglia a Newport, ma Maria replic che Sunny aveva visto una volta il dottor
Gailitis. "Ieri sera ha bevuto", afferm a questo punto Claus, "lasci che le passi
dormendo." Maria sapeva che Sunny aveva scarsa tolleranza per l'alcool. "Dopo due
drink, era gi ubriaca" testimoni. Ma questo sembrava essere qualcosa di pi serio
dei postumi di una sbronza postnatalizia. Maria continu a entrare e a uscire dalla
stanza, controllando lo stato della sua padrona e insistendo con Claus perch
chiamasse un medico o la madre di Sunny. Maria spieg alla corte che non aveva
preso l'iniziativa lei stessa "perch lui non aveva voluto che io chiamassi, e io non
conoscevo un medico a Newport". dopo colazione, Maria torn nella camera da letto
e constat che lo stato della sua padrona non era migliorato. "O chiama lei il medico",
minacci, rivolta a Claus, "o lo far io." Claus allora cedette alle sue insistenze e
chiam il dottor Janis Gailitis. Il medico era per fuori e Claus dovette lasciare un
messaggio. Chiam anche la madre di Sunny, Annie Laurie Aitken.
Quando Claus riusc finalmente a contattare il dottore gli disse che sua moglie "ha un
problema con l'alcool e la notte scorsa ha bevuto troppo e oggi non si sente bene" ma
che Sunny si era alzata e che egli le aveva anche dato un bicchiere d'acqua. Quando
Maria sent quello che aveva detto, abbandon la stanza sconvolta perch "non era
affatto vero". Maria era sconvolta anche perch mentre Claus stava parlando col
medico, il respiro di Sunny si era fatto irregolare e inoltre continuava a gemere. ma
Claus non fece cenno al medico di questi sintomi preoccupanti.
Circa alle 6 del pomeriggio, Maria si avvicin alla stanza, Claus stava telefonando in
tono concitato al medico. Sunny rantolava. Come Maria rifer alla giuria, "la signora
stava rantolando e pensai che sarebbe potuta morire a ogni istante. Quasi non
respirava pi e ebbi l'impressione che il respiro stesse per arrestarsi".

Claus chiam il medico: "Per favore, venga immediatamente", lo preg, "pagher per
il suo disturbo qualunque cifra". Il dottor Gailitis arriv nel giro di pochi minuti. "Ha
smesso di respirare", grid il medico dopo aver tentato il massaggio cardiaco, e
ordin a Claus di chiamare il pronto soccorso. Il dottor Gailitis elimino il vomito
dalla gola di Sunny e pratic la rianimazione bocca a bocca, salvandole la vita. Sunny
venne trasportata d'urgenza al Newport Hospital, dove, il giorno dopo, riprese
conoscenza.
Nel frattempo, ritornata a casa, Maria tolse il lenzuolo dal letto di Sunny, notando una
macchia di urina. I sospetti di Maria si fecero pi gravi perch ne dedusse che Sunny
non si era affatto alzata per andare in bagno. Perch - si chiese - Claus aveva mentito
al medico?
Malgrado i suoi sospetti e i dubbi, Maria non rifer ai alla sua padrona come si era
comportato Claus mentre lei era ancora incosciente. "Non volevo intromettermi nelle
loro questioni coniugali", si giustific, "ero solo una dipendente." Questa, in breve, la
versione della governante a proposito del primo coma. Naturalmente non tutta la
storia. Esperti medici avrebbero passato molte ore a cercare di capire le cause
biochimiche che avevano condotto Sunny a un passo dalla morte. Ma fu il racconto
agghiacciante di quelle ore decisive - e soprattutto il ritardo nel ricorrere al medico fatto da Maria Schrallhammer che fece s che il comportamento di Claus von Bulow
verso sua moglie il 27 dicembre 1979 venisse definito "indegno di un marito".
Sarebbe trascorso quasi esattamente un anno tra i due coma di Sunny. Durante
quell'anno, 1980, Maria assunse il ruolo di super investigatore. Come disse in seguito
un giornalista, "Claus si teneva in casa un nemico formidabile". Un nemico occulto e
temibile.
Maria trov un alleato nel principe Alexander, il secondogenito di Sunny. Insieme si
recarono dalla matriarca della famiglia, la madre di Sunny, Mrs. Aitken, e le
riferirono come il comportamento di Claus durante la crisi della moglie fosse stato
perlomeno negligente. Maria insisteva su questo punto, senza per che Sunny o Claus
ne avessero sentore. Ma la signora Aitken le diede ascolto e avvert Claus che
avrebbe dovuto chiamare il medico a ogni minimo inconveniente della figlia, "anche
per un callo".

In risposta a questi rimproveri, Claus decise di mettere a punto una sua linea
difensiva per la condotta tenuta quel giorno e scrisse una lettera al dotto Gailitis per
chiedere il suo parere sul proprio comportamento. Questa lettera venne definita
dall'accusa come "un tentativo di coprirsi le spalle" da parte di Claus e venne usata
contro di lui nel primo processo. La lettera, che ci d l'opportunit rara, di ascoltare la
voce di un uomo che non venne mai ascoltato dalla giuria, questa: 22 gennaio 1980
Gentile dottor Gailitis, mia moglie sta facendo rapidi progressi e ha quasi interamente
recuperato le forze. Le siamo entrambi molto grati. Io avrei adesso bisogno del suo
parere personale, e preferibilmente per iscritto.
Mia suocera ritiene che io sia in colpa per non aver fatto ricorso al medico prima,
durante la giornata. E'una domanda che mi sono posto pi volte anch'io, nei giorni
che sono seguiti alla crisi di mia moglie. I fatti, come le ho gi riferito, possono
essere riassunti cos: 1. Ho assistito a molti omenti di "incoscienza" negli ultimi
quattordici anni. In nessun caso, al momento o retrospettivamente , si reso
necessario l'intervento di un medico. Quando mia moglie si rotta l'anca, due anni or
sono, mi sono naturalmente rimproverato per non essere stato con lei quando si rec
in bagno. Non ho commesso questa volta lo stesso errore.
2. Mia moglie dorm durante la notte di marted 25. La sua voce era molto rauca e il
mattino del 26 aveva mal di gola. La notte del 26 non dorm affatto e io rimasi
sveglio con le i durante la notte e durante il giorno del 27. La lasciai solo per pochi
momenti per portarle dei ginger ale o del dolce di tapioca che mi aveva chiesto.
Quando, finalmente il mattino del 27 si addorment, pensai che fosse proprio quello
di cui aveva bisogno. I nostri figli, perfettamente sani e non ancora ventenni, a volte
dormono fino all'ora di pranzo, quando lo permettiamo loro. Il suo respiro era in ogni
caso perfettamente regolare e si sarebbe alzato ogni tanto per recarsi in bagno. Ho
tentato di raggiungerla telefonicamente verso le 2.30 del pomeriggio e ci sono
riuscito circa un'ora dopo, quando le ho fatto quel breve riassunto dei fatti. Poco dopo
le 6, improvvisamente, il respiro di mia moglie si fatto affannoso e io l'ho chiamata
immediatamente. Lei arrivato subito, come l'ambulanza, salvando la situazione. la
mia impressione che la vera crisi sia giunta all'improvviso e inaspettatamente.
quello che era successo prima, non diverso dalle molte notti insonni che ho trascorso.
In verit, se non ci fosse stato il soffocamento, anche questa volta non ci sarebbe stata
nessuna crisi. Se devo dire il mio parere, mia moglie non si era riavuta
completamente dalla violenta influenza che aveva avuto circa dieci giorni prima, e
che deve aver lasciato tracce nei suoi polmoni. Unitamente agli antidepressivi, tutto
ci che le quasi stato fatale. Il dottor Stock e lei siete ancora sconcertati dalla basa
pressione sanguigna.
Non so se ha valutato le cose correttamente. Ho qualcosa da rimproverarmi? Dall'ora
di pranzo del 25 fino al 27 sono rimasto sveglio per pi di cinquanta ore, e forse la
mia capacit di valutare le circostanze ne ha risentito.

Le sono sempre molto grato e vorrei avere la sua opinione su questo punto, anche
qualora questa dovesse riuscirmi sgradevole.
Sinceramente Claus von Bulow (Nella sua corrispondenza privata, Claus firmava in
genere col solo cognome Bulow, tralasciando il "von". La storia di come e in quali
circostanze il "von" venne aggiunto al cognome affascin la stampa. Claus mi disse
che Sunny insistito perch il suo secondo marito avesse un "von" anche se era un
surrogato inadeguato del titolo principesco del suo primo marito. Claus aveva diritto
ereditario a questa particella, secondo quello che pensa chi d importanza a queste
cose. Il suo diritto al titolo confermato dall'Adel Kalenders tedesco, l'albo della
nobilt, che cita suo bisnonno e suo nonno come aventi diritto al "von", cosa
certificata anche da una lettera della principessa Bismarck. dopo aver ricevuto la
patente di nobilt, tutti i membri della famiglia Bulow avevano diritto a fregiarsi del
"von". alcuni lo fecero, altri no. La famiglia di Claus comprendeva ministri danesi, un
ambasciatore, un giudice della corte suprema e un generale. durante la disputa
sollevata dai von Auersperg sul diritto all'uso del "von" da parte di Claus, Sunny
continu ancora a chiamarsi "signora von Bulow". Quando mi chiamava nel mio
ufficio, come accadeva quotidianamente durante il processo, si annunciava alla mia
segretaria con "Mr. von Bulow", pronunciando il "von" alla tedesca come "fon".
Questo fece s che la irriverente segretaria, Maureen Doherty, lo chiamasse
bizzarramente "the fun guy", l'allegro ragazzo o "Fonzie", come il personaggio della
serie televisiva. I nostri documenti pi riservati erano inseriti in un dossier separato
sotto il titolo "the Fonz".)
Il dottor Gailitis rispose un paio di settimane pi tardi, nei termini sperati da Claus:
Caro signor von Bulow, sono lieto di sapere che la signora von Bulow sta
migliorando.
Gli avvenimenti che hanno portato alla gravissima crisi di Mrs. von Bulow, vomito,
aspirazione di contenuto gastrico e arresto cardiocircolatorio, erano imprevedibili.
Non ho dubbi che riconoscendo l'improvviso aggravamento delle sue condizioni e
avvertendomi lei le abbia salvato la vita.
Sinceramente Janis Gailitis, M.D.
Questa lettera deve aver soddisfatto Claus e forse anche la signora Aitken, che la
lesse. Ma i sospetti di Maria aumentarono. Qualche settimana dopo il primo coma,
Sunny si ammal ancora, questa volt nel suo appartamento di New York, la
principesca abitazione di quattordici stanze nell'Upper Fifth Avenue. Quando Maria
le port il vassoio della prima colazione quel mattino di febbraio, non fu in grado di
mettersi a sedere, di vedere il vassoio e aveva difficolt a parlare. Questa volta Claus
chiam il medico di famiglia, ma il dottor Stock - medico di fiducia di Sunny per
ventinove anni - non ritenne necessario venire pensando che si trattasse di una
normale influenza. Claus attribu la colpa del malessere a un hamburger indigesto
mangiato la sera prima da Sunny. Ma Maria si preoccup, pensando sempre allo
strano comportamento di Claus di qualche settimana prima.

Qualche settimana dopo, Maria fece una scoperta che trasform la sua
preoccupazione per il comportamento poco premuroso di Claus nei confronti della
moglie nel vero e proprio sospetto che questi stesse cercando di attentare alla sua vita.
La scoperta fu quasi casuale. Maria stava pulendo l'armadio a muro della camera di
Claus nell'appartamento della Fifth Avenue. ( A New York, la coppia non
condivideva la stessa stanza, apparentemente perch Claus si svegliava prima di
Sunny e non voleva disturbarla. Vi era per un'altra ragione: Claus mi disse che non
aveva quasi pi avuto rapporti sessuali con sua mogie dopo la nascita di Cosima,
circa tredici anni prima.) L'armadio era in comune tra Sunny e Claus. Conteneva
"tutti i vestiti da sera, le scarpe da sera, e qualche altro vestito di Sunny". Conteneva
anche qualche abito di Claus, ma la maggior parte degli oggetti presenti nell'armadio
appartenevano a Sunny.
Pulendo l'armadio, Maria trov una "valigetta da viaggio" che Claus usava ogni
settimana nei suoi spostamenti "avanti e indietro da Newport". La valigetta era aperta
e, spostandola, Maria not al suo interno una borsa chiusa in plastica nera "lunga una
quindicina di centimetri e con una cerniera lampo". Maria decise di aprirla. "Non so
veramente perch lo feci, semplicemente lo feci." Nella borsa aperta Maria trov
"Valium, pillole, una polverina e del liquido". cosa fossero il liquido e la polverina
senza etichette, non lo sapeva. Ma il valium aveva una ricetta. Maria guard
rapidamente se fosse una ricetta per Claus o per Sunny. Ci che vi lesse la sorprese.
Era per una certa "Leslie Baxter", nome che le era del tutto ignoto. dopo aver fatto
questa scoperta, Maria chiam la figlia di Sunny, Ala, e le rifer tutto. Qualche giorno
dopo, port la borsa nell'appartamento di Ala dove esaminarono il contenuto, presero
nota delle etichette e prelevarono "alcuni campioni del liquido e della polverina".
Le boccette vennero quindi rimesse nella borsa nera, che venne nuovamente riposta
nell'armadio di Claus. I campioni vennero portati da Ala al medico di famiglia, il
dottor Stock, per essere analizzati. Nel frattempo Claus era assente e non sospett
affatto che il contenuto del suo armadio fosse stato esaminato con tanta attenzione.

Mentre Maria continuava a controllare la borsa nera, il dottor Stock complet le


analisi dei campioni. Si scopr che la pasta gialla era Valium e la polverina bianca
Secobarbital, un barbiturico. Ovviamente il dottor Stock sapeva che Sunny faceva
ricorso a entrambi questi farmaci. Nel corso degli anni glieli aveva prescritti pi
volte. Ma il mistero riguardava piuttosto la forma in cui erano stati trovati. Di solito
Sunny li prendeva in pillole. Perch allora erano stati trovati in pasta e in polvere,
forme nelle quali non sono in genere reperibili in farmacia? La faccenda era resa pi
intricata dalla misteriosa persona - Leslie Baxter - il cui nome figurava sulla ricetta
del Valium. si trattava di un uomo o di una donna? Un amico di Claus o di Sunny?
Nessuno sapeva la risposta. E nessuno aveva il coraggio di cercarla direttamente da
Claus o da Sunny. La borsa nera e il suo contenuto rimasero quindi avvolti nel
sospetto.
Ma vene comunque compiuto un tentativo per andare a fondo del mistero riguardante
il coma di Sunny del Natale 1989 e le sue frequenti ricadute. Nell'aprile del 1980,
Sunny ancora una volta si svegli nella sua casa di New York sentendosi poco bene.
parlava in modo confuso e faceva movimenti convulsi. Questa volta Maria non esit
e chiam la madre di Sunny, che avvert il dottor Stock, il quale decise die vedere
chiaro nei problemi fisici di Sunny e ordin una settimana di ricovero per una serie di
analisi al Columbia Presbyterian Hospital.
Dopo aver saputo che sarebbe stata ricoverata, Sunny chiam Maria nella sua stanza
e le ingiunse aspramente di non chiamare pi sua madre senza il suo esplicito
permesso. Maria si convinse per che "era stato Claus a farle dire questo" perch "era
molto preoccupato" che fosse stato chiamato il dottor Stock.
Comunque Sunny si rec in ospedale perle analisi. Quando queste furono completate,
Maria ebbe la gioia di sapere che la sua padrona non aveva nulla di serio. Nessun
tumore o cose del genere, solo un piccolo problema: "Gli esami rivelarono che gli
zuccheri nel sangue diminuivano". In sostanza i medici scoprirono che Sunny soffriva
di una forma di Ipoglicemia reattiva relativamente frequente.
Come il diabete, l'ipoglicemia reattiva il risultato di un cattivo funzionamento del
meccanismo che regola i rapporti fra l'insulina naturalmente presente nel corpo
umano e gli zuccheri nel sangue.

Contrariamente ai diabetici, nei quali il tasso di zucchero aumenta dopo l'ingestione


di carboidrati, coloro che soffrono di ipoglicemia reattiva presentano un
abbassamento del livello di zuccheri nel sangue dopo aver mangiato o bevuto
carboidrati. Il caso di Sunny era piuttosto grave. Durante un testo di tolleranza del
glucosio, gli zuccheri nel sangue scesero a 23,(23 milligrammi per 100 millilitri dopo
l'ingestione di 100 unit di glucosio. Il livello normale tra i 65 e i 90 milligrammi.)
che un esperto giudic "il valore pi basso che io abbia mai visto in un caso di
ipoglicemia reattiva". Il suo medico di fiducia, il dotto Stock, qualific il suo caso
nella cartella clinica come "una grave forma di ipoglicemia reattiva".
Un'ipoglicemia reattiva, anche se grave, non rappresenta un pericolo per la vita, ma
non si pu fare molto per curarla. La soluzione pi comune una dieta ragionevole.
Dato che l'abbassamento provocato dai carboidrati, il paziente dovrebbe evitare di
consumare grandi quantit di alimenti ricchi di carboidrati, come i dolci, gelati e
alcolici.
A Sunny venne detto di fare attenzione alla sua dieta, e i domestici ricevettero le
istruzioni del caso. Bibite dietetiche sostituirono i drink zuccherati e la frutta fresca i
dessert. Tutti si sentirono sollevati alla notizia che Sunny non era gravemente
ammalata e, come la stessa Schrallhammer avrebbe testimoniato pi tardi, nessuno
prese troppo sul serio la diagnosi dell'ipoglicemia reattiva.
La prova migliore del fatto che Sunny si era ripresa dai suoi problemi, fu il suo
comportamento al matrimonio della figlia Ala, in Austria, nella tarda primavera. Il
ricevimento fu veramente regale, con una lista di invitati che pareva uscita dal Royal
Families of the World di Burke. Ci fu anche un sontuoso ballo nel Palazzo
Arcivescovile. Sunny ricevette i suoi regali ospiti senza presentare alcun segno di
malessere. Tutto sembrava ritornato alla normalit nello splendore di Salisburgo.
Ma Maria continu a essere sospettosa e preoccupata e a tenere d'occhio per tutta
l'estate la misteriosa borsa nera. Ma fu solo la domenica dopo il giorno del
Ringraziamento che vide nuovamente la borsa di plastica mentre stava riordinando la
stanza di Claus a New York. Questa volta si trovava, insieme a varie riviste, in una
sacca di tela bianca che Claus aveva preparato per una gita a Newport.

Ancora una volta Maria apr la borsa. questa volta trov qualcosa di diverso, e di pi
sinistro. Oltre alle boccette, vide una fiala con la scritta "insulina" con diversi aghi e
una siringa. Non aveva mai visto cose simili prima. Maria avvert immediatamente il
figlio di Sunny, Alexander, e gli mostr eccitata la fiala e l'occorrente per iniettarne il
contenuto.
"Insulina, per farne che?" domand incredula. "La signora von Bulow non ha il
diabete e non ha alcun bisogno di insulina." Questa frase - "perch l'insulina?" - ebbe
grande eco nel pubblico; come disse pi tardi la stessa Maria: "Tutti sapevano che io
avevo detto 'perch l'insulina?'".
Non era la prima volta che Maria aveva visto siringhe e aghi. Molti anni prima - per
essere precisi, nel 1969 a Majorca - Maria aveva visto Claus far uso di questi aggeggi
" per farsi iniezioni di vitamine". Si ricordava bene degli aghi e delle siringhe perch
Claus "era solito gettare via gli aghi e i ragazzi giocavano con le siringhe" usandole
come pistole ad acqua. Anche se qualche volta Claus aveva fatto iniezioni di vitamine
a Sunny, Maria non aveva mai visto la sua padrona in possesso di aghi o siringhe.
Maria rimase sconcertata dalla nuova scoperta, ma non sapeva cosa fare. Doveva
mettere in guardia la sua padrona? Doveva affrontare direttamente Claus? Anche
questa volta pens che non aveva altra scelta che continuare a tenere, discretamente e
in silenzio, la situazione sotto controllo.
Una settimana pi tardi, Sunny ebbe un nuovo malore. si era sentita poco bene
durante tutta la giornata: "Aveva un forte mal di testa e raffreddore". Prese quindi
un'aspirina dall'abbondante scorta che teneva a portata di mano. (Maria afferm che
era solita comperare due o tre confezioni di aspirina formato famiglia per volta, e che
una confezione era sempre "sul suo comodino".) Verso le 10 di sera, Claus von
Bulow buss alla porta di Mari. "Temo che sia successo qualcosa", spieg, "ma non
niente di grave, non si spaventi." Quando Maria entr nella stanza della signora, la
vide stesa nel letto "in una pozza di sangue... Aveva una ferita nella parte posteriore
della testa" dalla quale sgorgava il sangue. Vi erano macchie di sangue ovunque, sul
cuscino, sul letto, sul tappeto. Claus spieg che Sunny aveva avuto un attacco di
vertigini ed era caduta battendo il capo.

Maria cerc di parlare alla sua padrona, ma Sunny diceva cose "sconnesse" e le i non
riusciva a capirla. Era "in un completo stato confusionale". Questa volta Maria non
dovette insistere perch Claus chiamasse il medico: stava gi componendo il 911.
L'ambulanza arriv e Sunny venne portata al Lenox Hill Hospital, dove la ferita
venne ricucita e lei fu sottoposta a terapia per un iperdosaggio da aspirina. Rimase
all'ospedale sei giorni.
Maria non sapeva cosa pensare di questi episodi confusi. Si confid con un amico
tedesco, col quale era rimasta in contatto epistolare, affermando che "qua non tutto va
per il meglio" e raccontando quanto le era successo durante i malori della signora.
Dopo aver raccontato al suo amico il terribile giorno di dicembre quando aveva
tentato in tutti i modi di indurre Claus a chiamare un medico, descrisse i suoi
sentimenti quando finalmente il dottore arriv: "Mio Dio, che sollievo! E'stata
letteralmente strappata alla morte. Con un'ambulanza del pronto soccorso l'hanno
portata in ospedale. Grazie a Dio, lentamente si ripresa. Hanno scoperto che il
livello di zuccheri nel sangue era molto basso. Un punto a suo [di Claus] vantaggio."
Maria prosegu raccontando al suo amico cosa aveva fatto e i suoi timori:
Le sue condizioni in febbraio erano molto precarie. Sono andata in segreto dalla
signora Aitken a dirle la verit. Io e Bulow siamo ormai ai ferri corti. In aprile la
signora Bulow ha passato almeno due settimane al Medical Center per analisi. Le
hanno diagnosticato qualcosa circa gli zuccheri nel sangue. Ma in ospedale stava
abbastanza bene. Talvolta mi sento male al pensiero di cosa accadr in futuro. La
signora si fida ciecamente di suo marito e ne dipende totalmente. Lui, naturalmente,
ha un'amante. Tutta la nostra vita cambiata. Non si danno pi ricevimenti e non
escono neppure. La signora sta ingrassando ed molto infelice per questo.
I timori di Maria circa quello che sarebbe successo in futuro erano ben fondati.
Coll'avvicinarsi del Natale, tutta le famiglia fece i preparativi per trasferirsi
nuovamente a Newport, ma Claus glielo imped perch era stanca e avrebbe potuto
"prendere l'influenza". "Perch non si prende qualche giorno di vacanza a New York
invece di venire con noi?" sugger Claus. La famiglia non intendeva comunque
trascorrere il Natale a Newport perch la madre di Sunny era a New York malata e la
tradizione voleva che tutta la famiglia fosse riunita per il pranzo di Natale. L'idea era
poi di trascorrere il week-end prenatalizio a Clarendon Court e quindi di tornare a
New York per Natale.

L'ultima volta che Maria vide la borsa nera fu quando Sunny e Claus si stavano
preparando per partire. Mentre stava portando alcune delle loro valigie all'ascensore,
la not in una sacca di tela bianca con la scritta "Metropolitan Opera", insieme ad
alcune riviste . Mentre l'ascensore stava scendendo, Maria apr rapidamente la borsa e
vi sbirci dentro. Vide ancora l'insulina e le siringhe con gli aghi. Questa fu l'ultima
occasione che Maria ebbe per mettere sull'avviso Sunny o per chiedere a Claus
spiegazioni sullo strano contenuto della borsa. Ma, pur essendo molto preoccupata,
Maria non disse nulla e si limit ad augurare buon viaggio a Claus e alla sua padrona.
Fu l'ultima volta che la vide cosciente.
Maria venne pi tardi a sapere da Alex che, dopo l'arrivo a Newport, Sunny trascorse
il sabato a decorare l'albero di Natale che aveva ordinato per Clarendon Court. La
famiglia - Sunny, Claus, Alex e Cosima; Ala era in Europa - pens di cenare presto
quella sera in modo da poter vedere il film Dalle 9 alle 5. Non chiaro se Sunny
abbia mangiato molto. Ma insistette per avere come dessert un grande gelato con
caramello."(Anche se questo capitolo incentrato sul racconto della governante,
alcuni elementi sono desunti da altre testimonianze e altre fonti.) dopo il film, la
famiglia torn a casa. Claus si ritir nel suo studio a lavorare. Sunny, Alex e Cosima
andarono a chiacchierare in biblioteca. Prima di recarsi in biblioteca, Sunny and in
bagno per qualche minuto. (Anche se a Clarendon Court Claus e Sunny dividevano la
camera da letto, i bagni erano separati.) Quando torn, aveva un bicchiere che Alex
pens essere pieno di ginger ale.
I tre si sedettero in biblioteca e parlarono per circa una mezz'ora. Claus entr e chiese
se qualcuno voleva qualcosa. Sunny disse che le avrebbe fatto piacere avere un po'del
brodo di pollo rimasto e Claus and a prenderlo. Mentre Claus era in cucina, Alex
noto che la voce di sua madre si indeboliva progressivamente. Si preannunciava
un'altra crisi. Sunny divenne debole al punto di non riuscire a sollevare il bicchiere.
Quando tent di alzarsi, ricadde seduta. Alex domand a sua madre se avesse preso
sonniferi o barbiturici. Rispose di no. Ma Alex ripet la domanda "tre o quattro
volte". Sembrava preoccupato per la possibilit che sua madre avesse preso pillole,
perch Claus gli aveva detto che era solita farlo.

Alex prese in braccio sua madre e la port in camera da letto. Sunny protest dicendo
che non voleva essere aiutata e che era in grado di muoversi da sola, ma Alex non era
di questo parere. La distese sul letto, ma lei si alz e and in bagno. Alex corse a
chiamare lo "zio Claus", espressione con la quale si riferiva al suo patrigno, in
biblioteca, ma Claus era impegnato in una telefonata d'affari con New York. Alex
ritorn quindi in camera della madre giusto mentre le i si stava rimettendo a letto. LA
aiut a coricarsi e le rimbocco le coperte.
Mentre Alex stava uscendo, dopo che Claus era giunto in camera da letto, sua madre
gli chiese di aprire le finestre. Anche se la temperatura era parecchio sotto lo zero
sulla riva dell'oceano Alex sapeva che sua madre amava dormire in una stanza fredda.
Sunny augur buona notte a suo figlio per l'ultima volta, e Alex raggiunse alcuni
amici in un bar sulla costa.
Il mattino dopo Alex chiese alla sua sorellastra di tredici anni, Cosima, se la madre si
era gi alzata. Cosima gli rispose che dormiva ancora. Quando ritorn dopo una
passeggiata mattutina in riva all'oceano e si sedette a tavola per il break fast, Claus si
stup che Sunny non si fosse ancora alzata. Anche se dormiva fino a tardi, erano
ormai le 11 passate.
Claus si rec in camera da letto, ritornandone pochi minuti pi tardi. Giunto presso la
stanza dove si faceva colazione, fece un cenno ad Alex in modo che Cosima non
potesse vedere. Alex segu Claus nella stanza. Non appena vi entr si rese conto che
il problema era serio. sua madre giaceva, priva di conoscenza , sul pavimento di
marmo del bagno. La testa si trovava sotto il lavabo e le gambe erano rivolte verso la
vasca. Perdeva sangue dalla bocca e le labbra erano gonfie. La camicia da notte era
sollevata intorno alla vita. L'acqua scorreva nel lavabo. (Sembra che Sunny aprisse
sempre il rubinetto quando si chiudeva in bagno, cosa che faceva spesso.)sotto il
corpo vi era una pozza di urina.
Claus le si avvicin e le mise un dito sotto le narici. "Respira ancora" esclam
apparentemente sollevato, correndo a chiamare il pronto intervento. Alex tocc il
collo di sua madre e sent che era gelido. Trov una pelliccia e gliela mise addosso
per scaldarla.
Sei minuti dopo arriv l'ambulanza che port Sunny - mentre Claus la seguiva - al
pronto soccorso del Newport Hospital.

La temperatura corporea era di poco superiore ai 27 gradi, il polso variava tra 36 e


40. Pochi minuti dopo, Sunny ebbe un arresto cardiaco e due medici intervennero per
rianimarla.
Alle 2 del pomeriggio Claus telefon a New York a Maria per avvertirla che Sunny
era stata ancora male ed era stata ricoverata in ospedale. Pochi giorni dopo, Maria
venne portata dall'autista a Newport. Ma nel frattempo le condizioni di Sunny erano
state giudicate troppo gravi perch potesse essere curata nel Newport Hospital, che
non dispone di una TAC e di altri sofisticati strumenti diagnostici e terapeutici.
Sunny era stata quindi trasferita a Boston e affidata a eminenti specialisti nella cura
del coma profondo del Peter Bent Brigham Hospital.(L'atmosfera drammatica che
regnava in aula venne spezzata per qualche istante da risatine quando Maria chiam
l'ospedale "Peter Pan Woman's Hospital".)
Quando Maria si rec a trovare la sua padrona, le venne detto che "non vi era
assolutamente pi alcuna speranza". Mentre ripeteva lentamente queste parole alla
giuria, Maria si port una mano al volto, la voce le trem e scoppi in lacrime.
Con questa nota di dolore, termin il racconto della governante al primo processo. La
deposizione di Maria Schrallhammer ebbe un effetto dirompente per la posizione di
Claus von Bulow. anche se l'avvocato difensore, Herald Price Fahringer, tent di
screditare la sua testimonianza, il suo controinterrogatorio ebbe come unico risultato
di aggravarne le conseguenze. Uno degli avvocati dell'accusa dichiar alla stampa
che "Fahringer un ottimo avvocato, ma Maria inattaccabile". Maria riusciva a
"impadronirsi " delle sue domande "e a ribaltarglierle contro in modo micidiale". Un
commentatore si espresse in questi termini: "Solo la testimonianza diretta di von
Bulow potrebbe controbattere quella della Schrallhammer". Tutto quello che
Fahringer riusc ad ottenere da Maria fu che questa riconoscesse che non aveva dato
una risposta completa alla giuria quando le era stato chiesto se Sunny le aveva mai
detto che lei e Claus stavano pensando al divorzio. Ma anche la spiegazione di Maria
per non aver detto l'intera verit deve averla messa in buon luce davanti ai giurati:
"Ho promesso alla signora von Bulow che non ne avrei parlato con nessuno...
Pensavo ancora che la signora potesse uscire dal coma e non volevo tradire la sua
fiducia".

2.
IL RACCONTO DEL FIGLIO: LA RICERCA DELLA BORSA NERA
Maria fu la star indiscussa del primo processo, ma attorno a lei si mossero altri attori.
Tra questi il figliastro di Claus, Alex; il banchiere di famiglia, Morris Gurley;
l'amante di Claus, Alexandra Isles, e diversi periti medici. Gli altri furono comparse
che ebbero brevi momenti di notoriet quando si tratt di chiarire alcuni dettagli del
dramma. La regia era nelle mani degli avvocati dell'accusa e della difesa che
tentarono di combinare insieme le diverse storie secondo gli interessi dei loro
rispettivi clienti.
Il racconto di Alex ha veramente inizio dopo il secondo coma della madre.
Naturalmente ha arricchito anche la deposizione della governante circa gli eventi che
avevano portato ai due episodi di coma confermando anche altri punti della sua
testimonianza, come la scoperta dell'insulina nella borsa nera. Ma quello che disse fu
rilevante soprattutto per quel che riguardava gli avvenimenti che seguirono alla
dichiarazione di irreversibilit del coma di sua madre da parte dei medici.
All'epoca Alex aveva ventuno anni e studiava alla Brown University. La Stampa lo
soprannomin "il principe studente". Molto bello, con una voce bassa, fece la sua
deposizione in tono monotono e triste, dando risposte brevi e facendo sempre in
modo di apparire rispettoso verso l'autorit. Era l'unico a essere stato con Sunny poco
prima dei due coma. Ma la sua importanza come testimone deriva dalle indagini
condotte discretamente dalla famiglia dopo il secondo coma. questo fu un momento
confuso e di grande tensione per i figli di Sunny, soprattutto per Alex e Ala. Claus
alluse con Ala alla possibilit di staccare il respiratore e di lasciare morire Sunny. I
figli discussero tra loro dei sospetti che nutrivano nei confronti dello zio Claus. Poche
settimane dopo la diagnosi infausta sulle condizioni di Sunny, Alex, Ala e Claus
erano seduti nell'appartamento di New York e Ala disse che aveva sentito che Claus
era coinvolto in una vicenda sentimentale. Claus ammise subito la sua relazione con
Alexandra Isles, spiegando che la loro madre era stata "incapace di avere rapporti
sessuali" dopo la nascita di Cosima.

Sunny, spieg Claus, gli permetteva di soddisfare le sue esigenze sessuali con altre
donne, purch lo facesse con discrezione. Alex e Ala non riuscirono a credere che la
loro madre, una donna molto bella e molto femminile, non avesse avuto alcuna vita
sessuale nel corso degli ultimi tredici anni.
Sospettosi nei confronti del loro patrigno, spaventati perla loro madre, desiderosi di
evitare uno scandalo che coinvolgesse la loro vita privata, i ragazzi si accordarono
per incontrarsi nello stravagante appartamento di Manhattan della madre di Sunny,
Annie Laurie Aitken. Oltre ad Alex e ad Ala, alla riunione parteciparono Annie
Laurie, Russel Aitken - il patrigno di Sunny - e Morris Gurley, il banchiere di fiducia
e confidente della famiglia.
Il problema di fronte al quale si trovavano era se limitarsi al male minore o fare
alcune indagini. Nessuno voleva uno scandalo, soprattutto se i sospetti non avessero
trovato alcun fondamento oggettivo. Che conseguenze avrebbe avuto su Cosima una
pubblica accusa contro Claus? Ma Alex insistette che qualcosa andava fatto, proprio
per il bene di Cosima: "Dobbiamo permettere che trascorra il resto della sua vita con
un uomo che ha tentato di uccidere sua madre?". Si discusse anche di altro ma su
queste cose fu mantenuto il segreto fin dopo il primo processo.
Gurley sugger di procedere con molta cautela. Per prima cosa si sarebbe dovuto
ingaggiare un investigatore privato con molta esperienza per sondare discretamente il
terreno. decisero per Richard Kuh, il cinquantanovenne ex procuratore distrettuale di
Manhattan. Le opinioni su Kuh come procuratore erano controverse. Come giovane
assistente del procuratore distrettuale aveva proceduto contro il commediografo
Lenny Bruce in seguito a una denuncia per "oscenit" commesse sul palcoscenico.
Molti lo consideravano troppo aggressivo. Ma era anche molto intelligente, deciso e
piuttosto colto. Era stato nominato procuratore distrettuale di Manhattan nel 1974
dopo le dimissioni del suo capo, Frank Hogan. Ma Kuh fu oggetto di molte critiche
da parte del suo stesso ufficio e quando concorse alle elezioni venne battuto da
Robert Morgenthau. ( In un articolo sul "Village Voice" io ho appoggiato la
candidatura di Kuh contro Morgenthau.) Entr quindi in uno studio legale di
Manhattan dove segu numerosi casi. Gurley ritenne che avesse l'esperienza, la
discrezione e la determinazione necessarie per affrontare la delicata questione von
Bulow. Kuh accett con entusiasmo.

Kuh cominci incontrando e ascoltando i principali testimoni. Il primo incontro lo


ebbe con Alex e Ala, il 5 gennaio 1981, poco pi di due settimane dopo che la loro
madre era entrata in coma. Le informazioni che ricevette dai ragazzi, cos come
quelle che ricevette da Maria tre giorni dopo, non vennero mai portate a conoscenza
della corte durante il primo processo. Anche se prese appunti dettagliati su quello che
gli venne detto, Kuh consider sempre queste informazioni come personali e
riservate. Poich la difesa aveva richiesto che queste annotazioni venissero esibite,
Kuh le consegn alla corte. Ma egli e i suoi clienti chiesero formalmente che
venissero considerate private e il giudice diede loro ragione.
I giurati del primo processo vennero comunque a sapere che in conseguenza di questi
primi incontri era stato deciso di approfondire le indagini. Il prossimo obiettivo
sarebbe stata la borsa nera che Maria aveva mostrato ad Ala in febbraio e ad Alex
durante il week-end del Ringraziamento.
Dopo l'ultimo coma, Maria aveva cercato nell'appartamento di New York la borsa l
dove l'aveva vista in precedenza. ;a la borsa era scomparsa. Pensando quindi che si
trovasse a Clarendon Court. Alex la cerc qui. Forse era nell'armadio di Claus.
Quando per and a cercare, si accorse che l'armadio era chiuso a chiave, il che era
piuttosto insolito.
La famiglia decise di mandare Alex a Newport con un investigatore privato, assoldato
dall'avvocato Kuh, per aprire l'armadio. Quindi convinsero un fabbro ad
accompagnarli a Clarendon Court.
Il terzetto si diresse subito nello studio di von Bulow. Proprio sulla scrivania di Claus
vi era un biglietto con scritto sopra "scatola di metallo". Fu proprio come se in
un'intricata caccia al tesoro qualcuno avesse lasciato un indizio. Alex guard nel
cassetto della scrivania e trov un mazzo di chiavi. Aprirono l'armadio e
cominciarono le ricerche. Dopo circa un'ora, l'investigatore indic qualcosa ad Alex.
Era - manco a dirlo - una scatola di metallo. al suo interno vi era una borsa nera, che
Alex ricord essere "simile a quella che avevano visto prima a New York".

I tre aprirono immediatamente la borsa nera. Al suo interno trovarono boccette;


alcune contenenti pillole, altre dei liquidi. Vi erano anche altri oggetti, ma ci che
maggiormente attir la loro attenzione furono "tre aghi ipodermici". due di questi
erano sigillati nelle loro confezioni originali, uno, invece, sembrava essere usato.
Avevano trovato quello che cercavano: "la possibile arma del delitto": Trovarono
anche una boccetta di Dalmane con una ricetta a nome di Claus von Bulow.
Alexander aveva trovato un equivalente delle impronte digitali di Claus sulla borsa
che conteneva l'arma dell'attentato.
Prima di ripartire, raccolsero vari oggetti che avevano trovato in diverse altre stanze
della casa, tra i quali alcune boccette trovate nel comodino di Sunny e nell'armadietto
delle medicine del suo bagno, nonch nelle tasche del soprabito di Claus e nel bagno
di quest'ultimo. Per comodit, misero tutto nella borsa nera e tornarono a New York.
Qualche giorno dopo, il contenuto della borsa fu affidato al medico di fiducia,
Richard Stock, che lo invi a un laboratorio. I risultati delle analisi furono l'ultimo
tassello necessario a completare il puzzle. L'ago era stato effettivamente usato. Il
residuo trovato al suo interno conteneva un'alta concentrazione di insulina, di Valium
e di Amobarbital. Nel frattempo, il dottor Stock era venuto a sapere che le analisi del
sangue, effettuate subito dopo il ricovero di Sunny al Newport Hospital, rivelavano
un livello anormalmente alto di insulina. tutto sembrava coincidere. Il dottor Stock
era ormai sicuro che Claus von Bulow avesse iniettato a sua moglie dell'insulina. "O
andate voi alla polizia, oc i andr io", minacci Stock rivolto a Kuh. Kuh ottenne da
Alex e Ala l'autorizzazione a procedere per vie legali. Per prima cosa si rivolse alle
autorit di New York, che dissero di non avere giurisdizione su eventuali crimini
commessi nel Rhode Island, e quindi si rivolse alle autorit del Rhode Island,
fornendo loro quelle che gli sembravano le prove della colpevolezza di Claus, ma
tenendo riservate le note prese negli incontri precedenti. i sospetti della famiglia
erano ormai divenuti certezza. l'ago con l'insulina era la "pistola ancora fumante", "la
ferita d'arma da fuoco" era l'alto livello di insulina riscontrato in Sunny e avevano
anche le "impronte digitali" dato che l'ago era stato ritrovato nella borsa di Claus. Se
potevano esserci ancora dei dubbi su chi fosse il proprietario della borsa nera, essi
vennero dissolti dalla scoperta che Leslie Baxter - il cui nome appariva in delle ricette
trovate in febbraio da Maria - era una prostituta frequentata per qualche tempo da
Claus. Avevano anche il precedente del comportamento "non degno di un marito"
tenuto da Claus in occasione del primo coma della moglie. Tutti i conti parevano
tornare.
Ci di cui ancora avevano bisogno era una conferma medica del fatto che il coma di
Sunny fosse stato provocato dalle iniezioni di insulina e un movente preciso per il
tentativo di omicidio. La famiglia e l'avvocato si diedero da fare per riannodare questi
ultimi fili.

3.
LA VERIT DEL MEDICO: GLICEMIA E INSULINA
Le perizie scientifiche sulle quali si fond l'accusa furono di tre tipi diversi. Il primo
tipo consistette nella testimonianza oculare dei medici che ebbero un contatto diretto
con Sunny von Bulow. Il secondo in quella dei tecnici che analizzarono le sostanze
per rilevare la presenza di insulina e di altri componenti significativi. Il terzo nella
deposizione di specialisti che non avevano ,mai esaminato direttamente Sunny von
Bulow, ma che - rispondendo a domande in forma ipotetica - poterono dare il loro
parere di esperti sulle cause dei coma di Sunny.
Il testimone medico diretto pi importante fu Janis Gailitis, il medico di Newport che
aveva salvato Sunny dopo che Claus l'ebbe finalmente chiamato. Emigrato sovietico
dalla Lituania, Gailitis aveva esercitato a Newport per trent'anni. Nel 1978 e 1979
aveva avuto in cura Mrs. von Bulow per questioni di secondaria importanza. Il 27
dicembre assistette direttamente alla crisi di Sunny, che descrisse alla corte col suo
inglese dal forte accento:
Entrai anella stanza, volevo visitarla rapidamente, auscultarne i polmoni ma non
appena ebbi preso il mio stetoscopio dalla borsa, vomit e smise di respirare.
Famiglietti, il procuratore, prosegu l'interrogatorio:
D. Quando si rese conto che aveva smesso di respirare e aveva avuto un arresto
cardiaco cosa fece?
R. Le misi un dito in bocca, fino in gola, cercando di rimuovere il vomito il pi
possibile, le tirai fuori la lingua, le chiusi il naso e tentai una respirazione bocca a
bocca, sempre tenendole chiuso il naso.
D. E cosa accadde in seguito?
R. Dopo questi due tentativi, le diedi il pugno pericardiaco, secondo la prassi,
dandole un colpo sul petto. Poi comincia il massaggio per riattivare il cuore.
Il dottor Gailitis visit Sunny anche dopo il secondo coma. Si trov quindi a essere
l'unico a poterne paragonare i sintomi per dare un giudizio sulle - o sulla - loro cause.
ma non espresse un giudizio definitivo, se non che una combinazione di barbiturici,
ipoglicemia, alcool e basa temperatura corporea difficilmente avrebbero potuto
provocare "un coma irreversibile".

Il dottor Gailitis riconobbe subito di no essere uno specialista di glicemia,


endocrinologia e tossicologia; rifiut quindi di esprimere un parere personale o di
fare ipotesi se non in risposta a domande precise degli avvocati. Alla fine della
vicenda, avrebbe raccontato una storia molto diversa che avrebbe fatto rumore sulla
stampa. Ma la primo processo il dottor Gailitis si rivel solo un cauto anche se utile
teste a favore dell'accusa, malgrado la sua mancanza di competenza specifica sugli
aspetti specialistici, essenziali nel caso von Bulow.
L'accusa non mancava per certo di perizie a carico. Come testimone principale
chiam il dottor George Cahill, docente di medicina all'Harvard Medical School - "un
esperto tra gli esperti", come venne definito -, "quello al quale si rivolgono gli
endocrinologi quando si imbattono in un caso particolarmente enigmatico".
Considerato universalmente come il pi grande esperto mondiale in fatto di diabete e
affini, dal 1962 al 1978 era stato direttore di Joslin Research Laboratories, un istituto
di fama mondiale specializzato appunto nella ricerca sulle disfunzioni della
regolazione degli zuccheri nel sangue . quando era ancora un giovane medico aveva
contribuito alla messa a punto del testo per determinare la presenza di insulina
nell'organismo.
Il compito del dottor Cahill fu di cercare di spiegare alla giuria, in termini che
potessero essere compresi anche dall'uomo della strada, perch vi era 'assoluta
certezza medica che la sola causa di entrambi i coma della signora von Bulow era
stata un'iniezione di insulina. Gli esami di laboratorio mostrarono, secondo l'accusa,
che quando Sunny venne ricoverata peri l suo primo coma il livello di zuccheri era di
41 milligrammi. anche dopo aver ricevuto delle dosi di glucosio direttamente per via
endovenosa, il suo livello di zuccheri continu a calare. Tre ore e quarantacinque
minuti dopo il suo ricovero, era sceso da 41 a 20 milligrammi.
Al dottor Cahill vene poi chiesto, in via ipotetica e basandosi sulle circostanze delle
crisi della signora von Bulow, "se aveva una opinione ragionevolmente sicura da un
punto di vista medico sulle cause del coma della donna". Rispose affermativamente:
secondo la sua opinione, il primo coma era stato indotto "da insulina esogena", cio
di provenienza esterna al corpo.

Un'iniezione di insulina, dunque! Il dottor Cahill spieg che il continuo abbassamento


del tenore degli zuccheri anche dopo la somministrazione di massicce dosi di
glucosio "poteva essere dovuto solo all'insulina o a un elemento simile all'insulina
che provocasse un consumo molto rapido degli zuccheri da parte dell'organismo".
Cahill escluse tutte le "altre nove possibili cause".
La stessa certezza anche per il secondo coma di Sunny. I risultati di laboratorio
riguardo al secondo episodio erano ancora pi convincenti di quelli relativi al primo.
Anche in questa occasione il tasso di zuccheri della signora von Bulow risult
estremamente basso: 29 milligrammi,. Ma inoltre vi era un risultato sul livello di
insulina che, secondo l'accusa, proveniva dallo stesso campione di sangue. Un livello
molto alto, 216 milligrammi, mentre la norma sotto i 15. Secondo l'accusa la
compresenza di un basso livello di zuccheri e di un alto livello di insulinaerano
correlati; l'eccessiva quantit di insulina - una quantit molto pi alta di quella che
l'organismo poteva naturalmente produrre - aveva provocato l'abbassamento degli
zuccheri. Il dottor Cahill conferm la tesi dell'accusa, concludendo che solo l'insulina
esogena avrebbe potuto spiegare la concomitanza di questi dati.
La difesa tent di smontare la ricostruzione dell'accusa mettendo in dubbio alcuni dei
risultati di laboratorio, controinterrogando gli esperti dell'accusa e chiamando un
proprio perito. Ma non riusc a eliminare l'impressione che aveva sortito l'elegante e
semplice deposizione del dottor Cahill. Tutto ci che la difesa riusc a ottenere dal
proprio esperto, il dottor Milton Hamolsky della Brown Medical School, fu il suo
giudizio secondo il quale, anche se credeva che altri elementi avessero probabilmente
provocato il coma, non poteva "escludere con ragionevole certezza medica" l'insulina
come causa di entrambi gli episodi.
Quando l'esperto dell'accusa - tanto pi se si tratta di "esperto degli esperti" -
praticamente certo delle cause e quello della difesa non in grado di escludere questa
causa, non c' da stupirsi se la giuria presta fede al primo. Questo soprattutto se, come
avvenne nel caso von Bulow, il teste dell'accusa era qualcosa pi di un testimone su
un punto importante ed era inoltre sostenuto da parecchi altri esperti e medici curanti
e aveva dalla sua i risultati degli esami di laboratori. Era ovvio che, alla fine della
discussione sugli aspetti medici del caso, la giuria avrebbe concluso che Sunny von
Bulow fosse entrata in coma a causa di iniezione di insulina.
Ma questa lasciava ancora aperto l'interrogativo fondamentale - una domanda alla
quale non spettava agli esperti scientifici rispondere - : chi aveva iniettato a Sunny
dell'insulina? Lei stesa o suo marito? Per trovare una risposta a questa domanda
occorreva scandagliare le anime e i cuori degli unici due possibili responsabili
piuttosto che affidarsi a provette e analisi. L'attenzione di spost quindi sul movente,
questa strana cosa che esiste in ciascuno di noi ma che pochi traducono in azioni.

4.
IL RACCONTO DEL BANCHIERE E DELL'AMANTE: AVIDIT, AMORE E
LUSSURIA
L'accusa ama ripetere alle giurie che l'imputato certamente colpevole se aveva "un
movente, i mezzi e l'occasione" per commettere il crimine. La famiglia e l'accusa
erano sicuri di avere provato che Claus aveva avuto i mezzi: l'insulina trovata nel
corpo di Sunny e iniettata da Claus utilizzando l'ago su cui erano state rilevate tracce
della sostanza e ritrovato nella borsa nera. Sull'occasione vi era qualche incertezza,
dato che prima che Sunny avesse cominciato a sentirsi debole la famiglia aveva
trascorso insieme diverse ore senza che Claus avesse avuto l'opportunit di trovarsi
da solo con la moglie. Ma speravano di poter convincere la corte che egli avesse
avuto la possibilit di far scivolare qualcosa nel suo bicchiere o nella zuppa di pollo e
quindi iniettarle qualcosa quando si era addormentata. Ma avevano ancora bisogno di
un movente.
Per individuare un movente di carattere finanziario, l'accusa si rivolse a Morris
Gurley, che aveva consigliato Sunny nelle sue decisioni finanziarie e nelle sue
disposizioni testamentarie. Un movente sentimentale fu invece trovato nella persona
di Alexandra Isles, piacente attrice di commedie televisive, che era stata per lungo
tempo l'amante di Claus.
Il racconto del banchiere fu breve, ma convincente. Gurley afferm che dopo essersi
laureato alla Harvard Law School era entrato alla Chemical Bank a New York dove
era giunto a essere vicepresidente incaricato della gestione di patrimoni privati. In
questo ruolo aveva amministrato circa un centinaio "di patrimoni molto rilevanti",
inclusi quello di Sunny von Bulow e di sua madre. Per Sunny era, sotto l'aspetto
finanziario, quello che Maria era sotto quello personale: pagava il personale della
casa e gli altri conti, raccoglieva le entrate, faceva donazioni in beneficenza, si
prendeva cura delle varie case e delle propriet. Gurley conosceva la situazione
patrimoniale di Sunny come Maria conosceva la sua vita privata. Era la persona pi
indicata per far conoscere alla giuria cosa Claus von Bulow potesse aspettarsi in
ciascuna delle possibili eventualit, dal divorzio al coma e alla morte.

Ci che rifer non lasci dubbi sul fatto che Claus von Bulow avesse ottimi motivi per
attentare alla vita di sua moglie. Secondo il testamento, Claus avrebbe avuto circa 14
milioni di dollari, comprese Clarendon Court e la residenza di New York con il loro
fastoso arredamento. Vi erano anche benefici minori, come il controllo di vaste
attivit di beneficenza e altre rendite. Tutto sommato, da vedovo Claus von Bulow
avrebbe potuto permettersi uno stile di vita sontuoso e la gestione di un patrimonio
enorme.
Gurley afferm anche che Claus von Bulow sapeva perfettamente cosa doveva
aspettarsi dalla morte della moglie. Mentre Sunny era piuttosto negligente riguardo
alle questioni finanziarie, Claus, soprattutto negli ultimi anni aveva mostrato uno
spiccato interesse per il testamento e per le propriet di Sunny. Gurley disse con col
matrimonio Claus aveva portato molto poco di suo e non aveva certo guadagnato
molto in quegli anni trascorsi con Sunny. Aveva persino detto ad Alex di sentirsi
talvolta come un mantenuto, un "gigolo", in presenza degli amici di Sunny a
Newport.
La deposizione di Gurley chiar anche che Claus non se la sarebbe passata cos bene
se avesse divorziato da Sunny. In questo caso avrebbe ricevuto solo le entrate di un
legato che Sunny aveva stabilito per lui, circa 120.000 dollari l'anno. Forse avrebbe
potuto ottenere anche una "liquidazione", come aveva fatto il principe Alfie, m
avrebbe dovuto rinunciare a Clarendon Court, all'appartamento di New York e alle
somme praticamente illimitate che gli sarebbero spettate alla morte di Sunny. Una
somma superiore ai 100.000 dollari all'anno pu sembrare un'enormit a molti di noi e certamente sembr tale ai giurati - , ma non era neanche lontanamente sufficiente a
permettere a Claus di mantenere il lussuoso tenore di vita a cui si era ormai abituato
dopo il matrimonio con Sunny. Certamente non avrebbe soddisfatto i suoi gusti
costosi e quelli della donna che intendeva sposare.
L'altra donna della vita di Claus von Bulow fece un'entrata in scena spettacolare.
Nella sua vita professionale aveva avuto la parte della bella Victoria Winters nel
serial televisivo Dark Shadows. Ma Alexandra Isles era qualcosa di pi di una
semplice attricetta. Proveniva da una buona famiglia e aveva classe, proprio il tipo di
donna che poteva affascinare Claus von Bulow.

La relazione tra Claus e Alexandra aveva origini familiari. Alexandra era svedese per
nascita, ma suo padre era un conte danese che aveva conosciuto i genitori di claus. I
nonni di Claus e Alexandra erano stati entrambi ministri del governo danese, quello
di Claus ministro della Giustizia, quello di Alexandra degli Esteri. Quando i nazisti
invasero la Danimarca, il padre di Alexandra, il conte Moltke, fu tra coloro che
aiutarono il giovane Claus a fuggire dal paese nascosto nella stiva di un bombardiere
Mosquito. Claus mantenne legami di amicizia con Moltke durante gli anni trascorsi in
Inghilterra e negli Stati Uniti.
Alexandra lasci la Svezia da bambina e crebbe a New York. La Sua giovinezza non
fu molto diversa da quella di Sunny: La Chapin School - che Sunny frequent anni
prima -, il debutto nella season del 1964-65, l'appartenenza al Colony Club, un
matrimonio, un figlio e poi il divorzio. Ma le due donne di Claus erano tra loro tanto
diverse quanto possono esserlo anche due persone che provengono da un ambiente
familiare simile. La passivit di Sunny era l'opposto dell'attivismo di Alexandra; il
suo atteggiamento matronale era in netto contrasto con l'ardente sensualit di
Alexandra, cos come la sua ingenuit contrastava con la spregiudicatezza della
rivale.
Era inevitabile che alexandra e Claus si incontrassero. Quello che sorprendente
che non si fossero conosciuti prima di un casuale incontro, nell'aprile 1978,
all'esclusivo Knickerbocker Club di New York, che certamente quanto pi lontano
da un club di tifosi di baseball possa esserci. Parlarono delle loro comini origini
danesi e cos Claus venne a sapere che il padre di Alexandra era il conte Moltke.
L'amicizia fu immediata, subito seguita da un'appassionata storia d'amore.
Gi nel marzo 1979 si cominci a parlare di matrimonio e quindi, inevitabilmente, di
divorzio. Claus pensava che "per salvare le apparenze" avrebbe dovuto essere Sunny
ad avviare le pratiche. Ogni volta che si incontravano, la questione del divorzio si
ripresentava.
Alla fine, ad aprile, Alexandra present un ultimatum: "sarebbero bastati sei mesi?".
Lei da parte sua pensava "a ottobre".

Nell'estate del 1979, Alexandra si rec in Irlanda a trovare sua madre. Quando torn,
raccont "c'era tensione fra noi due... pensai che forse non aveva ancora annunciato
che voleva sposarmi... cominciai a dubitare della sua capacita di dire le cose
chiaramente e di ottenere il divorzio".
Per Natale, Alexandra torn in Irlanda. Il 27 dicembre a casa di sua madre squill il
telefono. Era Claus . sua mogie era in coma.
Quando Alexandra torn a New York, Claus le raccont tutti i dettagli del coma della
moglie, coma del quale si era per perfettamente ripresa. Alexandra si convinse che
potesse essere un tentativo di suicidio inscenato dalla moglie alla notizia a che suo
marito aveva un'amante. "Pensai che non si fosse trattato proprio di un suicidio
attivo... orse una forma di suicidio passo." Impaurita, Alexandra si tenne alla larga da
claus per i seguenti sei mesi. Si sent sollevata quando venne a sapere, in maggio, che
gli esami clinici aveva stabilito che il coma di Sunny "aveva origini naturali...
proveniva da disturbi fisici e quindi non si doveva pensare al suicidio".
La love story prosegu quindi durante l'estate del 1980, anche se Alexandra era
sempre in attesa di una prova che il suo status sarebbe passato da quello di amante a
moglie ufficiale. Nella tarda estate, Claus le comunic che si era procurato un
appartamento. alexandra ne fu elettrizzata, ma quando chiese "come l'aveva presa sua
moglie", il silenzio di Claus le fece capire che stava ancora cercando di barcamenarsi.
Certo, aveva un appartamento per conto suo, ma continuava a vivere con la moglie.
Alexandra comment pi tardi che l'unico arredo dell'appartamento di claus
consisteva "in un rotolo di carta igienica".
Alexandra era furiosa. And a Washington per impegni di lavoro facendo in modo
"che fosse impossibile raggiungerla". Ma Claus ci riusc e si incontrarono per un
caff al Watergate Hotel. Durante questo "incontro al Watergate" - come venne detto
al processo -, Claus le propose nuovamente di sposarle, ma Alexandra era ancora
furibonda e rifiut. Claus torn quindi a New York.
All'inizio di dicembre chiam per informarla del malore della moglie e dell'overdose
di aspirina. A questo punto la loro relazione aveva cessato di essere intima, ma
Alexandra si sentiva ancora legata a claus e lo invit al saggio di Natale del figlio.

Il 19 dicembre 1980, il giorno in cui claus e Sunny partirono per il loro ultimo
viaggio a Newport, Alexandra lasci alcuni regali di Natale nella casa dei von Bulow
nella Fifth Avenue. Uno dei doni di Alexandra per claus era avvolto in un foglio di
carta con disegnato un cuore infranto con un cerotto. La giuria non venne mai a
conoscenza di cosa contenessero i pacchi che, apparentemente, vennero consegnati
dopo che Claus e Sunny erano partiti per Newport.
Quando Claus parl ancora con Alexandra fu per avvertirla che sua moglie era in
coma irreversibile.
Nel gennaio del 1981 la coppia si vide pi spesso e in febbraio andarono insieme a
Nassa con il figlio undicenne di lei, Ada. (Era previsto che venisse anche Cosima, ma
prese la varicella.) Lo scopo del viaggio era un periodo di prova di vita in comune,
"come una famiglia", un tentativo "di stabilire un legame". Due mesi pi tardi fecero
un altro viaggio, questa colta con Cosima, in Florida.
I progressi della storia d'amore andavano di pari passo con quelli delle indagini sulle
cause dei coma di Sunny. Alexandra sapeva che Claus era sospettato di aver tentato
di uccidere sua moglie, "ma pensavo che si trattasse di un mucchio di sciocchezze".
Dopo che Claus venne ufficialmente accusato nel luglio 1981, l'avvocato di
Alexandra le consigli di stargli alla larga. Salvo per una visita alla vigilia di Natale
del 1981, alexandra segu il suo consiglio.
Durante l'interrogatorio da parte di Famiglietti venne chiesto ad Alexandra come
reagisse al fatto "che la gente la considerava la sua amante". "Non mi faceva certo
piacere" riconobbe Alexandra. "Ama ancora l'accusato?" le venne chiesto. Dopo una
pausa rispose tristemente: "Non lo so". Il procuratore le chiese anche se pensasse
ancora che le accuse di tentato omicidio fossero "un mucchio di sciocchezze". Tutto
il pubblico si volse allora in direzione dell'avvocato difensore, aspettando
un'obiezione. Ma non ne venne sollevata alcuna. Alexandra rispose ancora: "Non lo
so".
Certamente il fatto che, l'amante dell'accusato, una donna che doveva nutrire ancora
forti sentimenti per l'uomo che aveva sperato di sposare, nutrisse dubbi sulla sua
innocenza deve aver prodotto un forte impatto sulla giuria e un effetto disastroso per
la difesa.

Quando l'interrogatorio di alexandra fu terminato, venne il momento del


controinterrogatorio della difesa. Ma il principale avvocato difensore, Herald Price
Fahringer, fece un drammatico annuncio:
Vostro onore, dopo averne discusso l'altra sera col signor von Bulow, egli ha espresso
la volont di non sottoporre la signora Isles a un ulteriore interrogatorio pubblico.
Quindi, vostro onore, rinunciamo al controinterrogatorio.
Fu riferito che Claus von Bulow disse che "un gentiluomo non pu permettere che la
sua amante venga controinterrogata". Alcuni osservatori sospettarono per che dietro
questa cavalleresca facciata si nascondessero motivi pi sinistri. In un'intervista
rilasciato dopo il processo, alexandra Isles disse a un giornalista che la "storia
cavalleresca" di Claus era lontana dalla verit. "E'chiaro perch non mi hanno
controinterrogato", continu, "avrei potuto dire cose esplosive." Uno dei suoi amici si
spinse pi lontano: "Avrebbe potuto dire molto di pi di quello che ha effettivamente
detto. Se avesse rivelato queste cose, le conseguenze per Claus avrebbero potuto
essere molto negative. Non ha mentito, ma ha omesso di dire parecchie cose. Anche
se lui l'ha tratta in modo disgustoso, non ha voluto essere lei a rovinarlo".
N la giuria n il pubblico vennero mai a sapere in cosa consistettero queste "cose
esplosive", almeno non durante il primo processo. Anche se non fu la deposizione di
Alexandra a determinare la rovina di Claus al primo processo - questo merito spetta
alla governante -, certamente contribu ai suoi problemi. La giuria aveva visto e
sentito una bella donna che aveva messo Claus di fronte alla scelta: lascia Sunny o
rinuncia a me! Non era abbastanza per spingere un uomo a uccidere, soprattutto se
uccidendo poteva guadagnarci 14 milioni di dollari? Questa era la domanda alla quale
la giuria doveva rispondere, una giuri composta da uomini e donne per i quali il lusso
e lo sfarzo che apparivano di fronte a loro avevano qualcosa di fantastico.
Questa, in sostanza, la ricostruzione dell'accusa. Una governante sospettosa testimone
oculare del comportamento poco sollecito di Claus e della borsa nera. Un figlio ostile
alla ricerca della borsa e che vi trova un ago sporco di insulina. Gli esperti che
affermano che i coma di Sunny sono dovuti proprio a insulina esogena, vale a dire
iniettata da qualcuno. Un banchiere che spiega quello che Claus aveva da guadagnare
alla morte della moglie. Un'amante splendida che rendeva plausibile che un uomo
potesse uccidere pur di non rinunciare a lei. Ottimi ingredienti per un romanzo di
Agatha Cristie. Forse un po'troppo scontati e prevedibili, ma i conti tornavano, a
meno che la difesa non fosse riuscita a smantellare questa ricostruzione. Ma la difesa,
durante il primo processo, non riusc a proporre un'alternativa.

5.
IL RACCONTO DI JOY O'NEILL: LA PAROLA ALLA DIFESA
In una causa penale, la difesa non obbligata a chiamare testimoni o a esibire prove.
Pu limitarsi a controinterrogare i testimoni dell'accusa per smantellare le sue
conclusioni o ad affidarsi alla presunzione di innocenza dell'imputato. Molti, forse la
maggioranza dei difensori, non tentano neppure una ricostruzione alternativa. Per una
ragione molto semplice: non ne hanno nessuna. L'imputato colpevole come il
peccato, frase del resto insulsa perch molti crimini sono ben peggiori di molti
peccati. Le uniche ricostruzioni che la maggior parte dei difensori pu tentare si
basano sullo spergiuro. E gli avvocati non amano chiamare a testimoniare bugiardi
che giurano che l'imputato era con loro in chiesa mentre la banca veniva svaligiata.
La maggior parte dei difensori evita anche che i loro clienti colpevoli depongano sul
proprio comportamento. I mentitori, in genere, sono pessimi testimoni e crollano nei
controinterrogatori. E'molto pi facile ricordare i dettagli di una verit che "ricordare"
quelli di una menzogna.
Inoltre la maggior parte degli accusati ha qualche cosa da nascondere alla giuria. Gli
imputati colpevoli vogliono naturalmente nascondere il loro coinvolgimento nel
crimine, ma anche quelli innocenti preferiscono che non si parli dei loro precedenti
penali, dei loro affari, delle loro perversioni e della loro disonest. In breve, quasi
sempre la strada migliore per il difensore - e non una strada facile - quella di
evidenziare le debolezze della versione dell'accusa. Queste debolezze possono
talvolta significare che l'imputato innocente , pi di frequente significano
semplicemente che l'accusa non stata in grado di raccogliere le prove necessarie,
anche se l'imputato colpevole.
Nel casi di Claus von Bulow, non vi erano precedenti e la vicenda era gli inizi. Ma vi
erano altre ragioni per non chiamarlo a testimoniare. Forse i suoi avvocati hanno
ritenuto che non avrebbe fatto una buona impressione per via della sua personalit
altera e spocchiosa. (Claus era solito scusare questa sua caratteristica affermando che
non era colpa sua se era un danese malinconico che aveva ricevuto un'educazione
austera e aveva un'espressione severa.) C'erano per altri elementi che essi avrebbero
voluto evitare che venissero a galla in una sua eventuale deposizione.

Ad esempio, si era detto che mentre era ancora un giovane avvocato inglese nella
corte di Lord Hailsham, un altro giudice della stessa corte presiedette un
procedimento per omicidio contro Kenneth Barlow. Il caso riguardava uno sventurato
infermiere che pensava di aver escogitato il delitto perfetto. Aveva iniettato
dell'insulina alla moglie, e a quell'epoca la sostanza era considerata non rintracciabile
nel corpo umano. Ma Barlow non era al corrente degli ultimi progressi della scienza
medica. L'insulina venne scoperta e Barlow condannato.
Il giudice del caso von Bulow aveva impedito all'accusa di rendere noto alla giuria il
fatto che claus von Bulow poteva essere a conoscenza della vicenda dell'omicidio per
insulina. Ma se Claus avesse testimoniato, il giudice forse non avrebbe impedito
all'accusa di chiedere a claus se ne era a conoscenza. Naturalmente essere a
conoscenza del caso significava anche essere consapevoli del fatto che l'insulina era
individuabile e che il colpevole era stato condannato in un processo che aveva fatto
molto rumore, ma evidentemente la difesa ritenne che il fatto che la giuria venisse a
sapere delle conoscenze di Claus circa la possibilit di commettere un omicidio
mediante insulina superasse i vantaggi possibili.
Circolavano anche altre dicerie infondate sul periodo in cui von Bulow era stato un
giovane scapolo inglese. Gli vennero attribuite tendenze necrofile, omosessuali,
incestuose e praticamente ogni vizio umano immaginabile, e certi anche
inimmaginabili. Alcune di queste voci erano divenute cos insistenti che Richard
Kuh, l'avvocato della famiglia on Auersperg, si era rivolto a un'agenzia investigativa
inglese per scandagliare il passato di giovane avvocato scapolo di von Bulow. La
difesa seppe che l'agenzia aveva presentato un rapporto dettagliato, ma non le fu
concesso di accedere al suo contenuto. Gli avvocati difensori temettero quindi chele
informazioni del rapporto e altre che Kuh si era rifiutato di rivelare potessero dare
origine a domande insidiose se von Bulow fosse stato controinterrogato. Pareva che
Kuh si fosse appostato, in attesa, per impallinare von Bulow non appena questi si
fosse seduto sul banco dei testimoni. Fahringer afferm pi tardi che "Claus von
Bulow non aveva deposto perch riteneva che la ricostruzione dell'accusa fosse
fragile, ma non un segreto per nessuno che la sua personalit costituiva un
problema".

Quale che ne sia stata la ragione, la difesa decise di non far deporre Claus von Bulow.
Era comunque sempre possibile mettere in piedi una versione solida anche senza
ricorre all'imputato. Alcuni avvocati ritengono che non sia opportuno che, se
l'imputato stesso non depone, altri lo facciano per la difesa. Questo perch una
ricostruzione della difesa senza l'intervento dell'imputato come un Amleto senza il
principe e pu dare alla giuria l'impressione che l'imputato abbia qualcosa da
nascondere. Altri avvocati difensori sono per riusciti a mettere insieme una valida
strategia difensiva anche senza la deposizione dell'imputato, come il caso di John
DeLorean sta a dimostrare.
L'quipe di difensori di von Bulow scelse questa strada, ma con effetti
controproducenti.
La loro testimone principale fu una donna di nome Joy O'Neill, istruttrice di
ginnastica che aveva diretto il programma di esercizi per Sunny all'esclusivo Manya
Kahn Studio. Non era stata chiamata da nessuna delle due parti, ma a met del
procedimento aveva di sua iniziativa chiamato lo studio dell'accusa e rivelato ci che
sapeva. L'accusa aveva comunicato alla difesa l'esistenza di queste informazioni e la
difesa l'aveva chiamato a deporre.
Joy O'Neill disse di aver dato lezioni private a Sunny per quattro anni "in media
cinque giorni alla settimana". Durante queste lezioni le due donne erano diventate
molto amiche e discutevano di questione familiari, di religione, della vita e della
morte. Avevano anche parlato della "situazione coniugale" di Sunny. Da amiche
divennero "quasi sorelle". Nel 1978, durante una lezione, Joy si lament con Sunny
di stare ingrassando perch beveva vino. "Ci che ti ci vuole un'iniezione di
insulina o di vitamina B." Iniettandosi insulina, spieg Sunny, "puoi mangiare tutto
quello che vuoi, dolci e qualsiasi altra cosa". L'insulina "mangiava lo zucchero" e lo
metabolizzava. Sugger anche iniezioni di Valium come calmante.
La deposizione era proprio quello di cui la difesa aveva bisogno. Se erano vere,
queste rivelazioni fornivano una risposta esauriente alle prove esibite dall'accusa.
Certo, era stato riscontrato un tasso elevato di insulina nel sangue di Sunny. Certo, i
coma erano stati causati da insulina.

Certo, vi erano tracce di insulina nell'ago contenuto nella borsa nera. Tutto vero;
salvo che era stata Sunny e non claus a praticare le iniezioni. Era una risposta
esauriente a tutte le prove dell'accusa e lasciava un margine di dubbio sulla
colpevolezza dell'accusato. Rimaneva il movente di Claus, ma molti uomini
avrebbero qualcosa da guadagnare a uccidere la propria moglie eppure non lo fanno.
Forse lo pensano, forse si augurano un suicidio, ma questo non basta a fare di loro
degli assassini. Inoltre, gli stessi moventi che potrebbero indurre un uomo a uccidere
la moglie - disinnamoramento, infedelt - possono spingere questa a commettere atti
autolesionisti. E, in effetti, uno dei periti medici della stessa accusa aveva ventilato
l'ipotesi che l'insulina potesse essere stata iniettata da Sunny stessa. La testimonianza
di Joy O'Neill era un'ottima carta per la difesa, a patto che non fosse truccata.
Nessuno oltre a Joy O'Neill poteva essere certo che queste conversazioni avessero
veramente avuto luogo. Ma quello che la giuria venne a sapere in seguito fu un brutto
colpo per la difesa. L'accusa fu infatti in grado di dimostrare che, in base ai registri
del Manya Kahn Studio, Joy O'Neill non aveva affatto dato lezioni private a Sunny
cinque volte alla settimana per quattro anni. Anzi, le aveva dato solo poche lezioni e
nessuna nel 1978, l'anno in cui avrebbe avuto luogo la conversazione riguardo
l'insulina. La credibilit di Joy venne distrutta agli occhi della giuria. Nessuna giuria
avrebbe ora potuto prendere sul serio questa testimonianza su quello che Sunny
avrebbe detto a proposito dell'insulina a una sua "amica intima".
Il resto della costruzione della difesa non si rivel controproducente, m non fu
neppure di grande aiuto. Una sfilata di personaggi secondari: il fabbro che aveva
accompagnato Alex e l'investigatore a Clarendon Court; l'autista di famiglia; il
precedente capo di Claus; un mercante d'arte; il dottor Hamolsky, perito medico; un
tecnico di laboratorio che aveva sentito Sunny parlare di suicidio; uno psichiatra che
aveva ascoltato per una mezz'ora Sunny che gli parlava della sua vita infelice. Tutti
costoro rettificarono alcune delle conclusioni dell'accusa e diedero qualche credibilit
alla difesa. Ma nessuna di queste testimonianze minacci seriamente il solido edificio
eretto dall'accusa, fondato su schiaccianti prove scientifiche, testimonianze oculari e
moventi indiscutibili.

6.
LE ARRINGHE DEGLI AVVOCATI: COMBINAZIONI IRRESISTIBILI
Le prove erano state presentate ed era ormai temo che gli avvocati raccontassero le
loro versioni dei fatti. Secondo l legge, l'accusa e la difesa non dovrebbero dare una
loro interpretazione ma limitarsi a richiamare e riassumere ci che emerso dalle
testimonianze. In pratica, per, agli avvocati consentito di trarre conclusioni
personali dai fatti che sono emersi. Ci che ne risulta sono delle storie, delle
ricostruzioni che possono avere sui giurati un'influenza altrettanto importante della
deposizione di qualsiasi testimone.
Secondo l'uso del Rhode Island, la parola spetta per primo al difensore. Herald Price
Fahringer dovette avere molta fantasia per mettere insieme la sua ricostruzione. Molti
osservatori presenti in aula pensarono che, vista la scarsit di elementi concreti, si
sarebbe trattato di una sorta di racconto fiabesco. Secondo un vecchio detto, se un
avvocato ha dalla sua i fatti, batte sui fatti, se ha dalla sua la legge batte sulla legge,
se non ha nessuno dei due, batte i pugni sul tavolo. Ma Fahringer non era tipo da
battere i pungi sul tavolo. Era un gentiluomo che parlava a bassa voce, con le tempie
brizzolate, dinoccolato: la sua somiglianza con Claus von Bulow era stupefacente.
Herald Price Fahringer era proprio l'avvocato per gente ricca. Il suo soprannome era
infatti "Hy Price" Fahringer, Fahringer "il costoso". Poteva vantare una lunga serie di
difese vittoriose, soprattutto nel campo della pornografia, ma non aveva avuto spesso
a che fare con casi simili. Quando Fahringer si alz per rivolgersi alla giuria, fu quasi,
anche se non esattamente, come se Claus stesso si fosse alla fine degnato di
raccontare ai giurati la sua storia.
Fahringer parl con calma ed eleganza, ringraziando i giurati per l'attenzione che
avevano prestato durante tutto il lungo processo e ammonendoli sulla "tremenda
solennit della circostanza". Ricord loro l'impegno che si erano assunti prima del
processo di presumere l'innocenza dell'imputato, se non fosse stato dimostrato il
contrario, e di non farsi influenzare dalla sua infedelt coniugale. "Vi ho creduto
quando avete detto che avreste giudicato secondo la legge. Ho fiducia in voi."

Quindi cominci a esaminare le prove. Sorprendentemente cominci "proprio


dall'uomo". "Il signor Bulow vi sembra il tipo d'uomo capace di attentare in due
occasioni alla vita della moglie iniettandole dell'insulina?". Fu un esordio curioso,
visto che i giurati non sapevano quasi niente di Claus von Bulow, salvo quello che
aveva riferito Maria Schrallhammer. E Claus non aveva tentato di controbattere a
nessuna delle caratterizzazioni negative che questa aveva dato di lui. Non andando a
deporre per ribattere alle disastrose testimonianze che erano state portate contro il suo
comportamento insensibile, aveva implicitamente ammesso di non essere il pi
affettuoso dei mariti, di essere colpevole di un comportamento "indegno di un
marito". A dire il vero tra "indegno di un marito" e "omicida" c' un abisso non facile
da colmare. Una giuria, per, non fa sempre uso di una logica matematica per arrivare
alle sue conclusioni e iniziare l'arringa difensiva richiamando l'attenzione su due
degli aspetti pi pericolosi per von Bulow - la deposizione della governante e il suo
rifiuto di replicare - fu una scelta tattica discutibile.
Fahringer pass poi a discutere il primo coma. Dando per scontato che Sunny aveva
bevuto abbastanza eggnog la notte precedente per rimanerne intossicata, egli tent di
spiegare alla giuria perch Claus si era dimostrato riluttante a chiamare un medico.
"Era ben noto che lei - Sunny - non voleva che si chiamasse un medico a meno che
non fosse veramente necessario. " Ricord comunque che alla fine Claus aveva
chiamato un medico che era arrivato e le aveva salvato la vita.
Arrivando al secondo coma, il difensore sottoline che Sunny aveva mangiato un
gelato al caramello e che aveva dovuto essere portata nella sua stanza prima che
Claus potesse rimanere solo con lei. concluse richiamando l'attenzione della giuria sui
numerosi ragionevoli dubbi che sussistevano nell'accusa avanzata contro il suo
cliente: Come si posso spiegare i suoi numerosi altri malori? Come interpretare
l'episodio del 1 dicembre, quando fu proprio lui a salvarle la vita, proprio due o tre
settimane prima dell'ultima crisi? Penso che tutti questi episodi debbano far sorgere
dei ragionevoli dubbi. Penso che, se contate tutti i ragionevoli dubbi di questo caso,
potreste trovarne una dozzina o pi, ciascuno dei quali basterebbe a giustificare un
verdetto di noncolpevolezza.

L'insistenza di Fahringer sulla "dozzina o pi di ragionevoli dubbi" forn l'esordio al


procuratore Famiglietti che oppose alla difesa basata sulla molteplicit delle ipotesi
un'accusa fondata sul dilemma "vero o falso":
E'stata per me un'esperienza interessante trovarmi qui seduto e assistere alla sviluppo
delle tesi della difesa... Dal momento che i testimoni dell'accusa hanno provato al di
l di ogni ragionevole dubbio che non stato l'eggnog a provocare il coma del 1979 e
che l'Amobarbital non era responsabile di quello del 1980, allora la difesa ha dovuto
cambiare tesi.. adottando quella che chiamer della scelta multipla. cosa significa? A.
La causa del come stata l'ipoglicemia reattiva provocata da 1.eggnog;
2.Amobarbital; 3.aspirina; 4.bassa temperatura corporea; 5.un gelato con caramello;
6.un gelato con zucchero filato alla malva; 7.un misterioso, improvviso ,malore
spontaneo che nessuno ancora riuscito a scoprire.
Scelta multipla B. Se pensate che la causa sia stata l'insulina, allora la colpa di
Martha von Bulow stessa. Questa la soluzione Joy O'Neill. Martha von Bulow si
uccisa involontariamente cercando di dimagrire.
Scelta C. Se non credete che Martha von Bulow sia rimasta uccisa dal suo tentativo di
dimagrire, allora deve essersi trattato di un deliberato tentativo di suicidio. Non
chiaro se questo tentativo di suicidio sia stato portato a termine tramite insulina o
eggnog o gelato. Questo la difesa non ce lo ha detto.
Scelta C... tutto ci che precede.
A questo punto Famiglietti si concesse una battuta:
Scelta E. Nessuna delle ipotesi precedenti. Martha von Bulow stata colpita al capo
da un invisibile meteorite proveniente dallo spazio. Ecco cos', signori, una difesa ad
alternative multiple. L'unica cosa che la difesa non ci ha detto, che i due coma
possono essere messi in rapporto col lifting che aveva fatto nel 1978.
Ma Famiglietti abbandon presto meteoriti e lifting per tornare sulla terra:
La posizione della pubblica accusa invece pi semplice e diretta. Vero o falso.
Claus von Bulow ha somministrato a sua moglie dell'insulina esogena nel tentativo di
ucciderla in due diverse occasioni; questo il punto, vero o falso?
Nel tentativo di convincere la giuri a barrare la casella "vero", Famiglietti riprese la
vicenda dall'inizio:
Chi ha dato il via alle indagini?... Il signor von Auersperg? Mr Kuh? No, signore e
signori, stata Maria Schrallhammer.

Prosegu cercando quindi di dimostrare la credibilit della testimonianza


dell'affettuosa e premurosa governante a proposito della condotta riprovevole del
marito in occasione del primo coma, della scoperta della borsa nera e della decisione
di Claus di lasciare Maria a New York poco prima che verificasse il secondo coma.
Passando poi ai moventi, Famiglietti port all'attenzione della giuria "l'irresistibile
combinazione" costituita dalla bellezza di Alexandra Isles e dalla ricchezza di Sunny
von Bulow. Claus voleva entrambe le cose, e l'unica maniera di ottenerle era la morte
di Sunny, che lo avrebbe lasciato in possesso di buona parte delle sue ricchezze e
libero di sposare Alexandra.
Un'altra irresistibile combinazione arricch l'argomentazione dell'accusa; il fatto che
dell'insulina fosse stata trovata nel sangue di Sunny, dell'insulina fosse stata vista da
Maria nella borsa e tracce di insulina fossero state trovate sull'ago. "Non trovate che
sia una delle pi straordinarie coincidenze della storia umana?" chiese retoricamente
Famiglietti ai giurati. L'accusa ricord anche che "la difesa aveva concordato sul fatto
che nell'ago ci fosse insulina". Perch la difesa l'avesse fatto, rendendo cos superfluo
all'accusa il dimostarlo, cosa che non mai stata spiegata. L'importanza di questa
concessione da parte della difesa stata enorme, dato che l'accusa stessa defin l'ago
"l'arma del delitto". Se l'ago era l'arma, il riconoscimento che era incrostato d'insulina
lo trasformava in "una pistola ancora fumante". E l'alto livello di insulina nel sangue
di Sunny equivaleva all'aver trovato nel suo corpo un proiettile le cui caratteristiche
balistiche erano compatibili con quelle della "pistola fumante".
Non c'erano poi dubbi sul proprietario della borsa nera contenente l'insulina.
Famiglietti sottoline il fatto che una boccetta di Dalmane trovata nella stesa borsa e
nello stesso momento recava una prescrizione a nome di Claus von Bulow. Ed ecco
anche le impronte digitali.
Famiglietti insistette anche sul fatto che Claus era l'unica persona in casa che sapesse
fare iniezioni o che avesse mai avuto a che fare con aghi e siringhe: "Qual' l'unica
circostanza emersa nella quale risulta che una delle due persone aveva familiarit con
aghi e siringhe...? " chiese , ricordando ai giurati che claus era stato visto con siringhe
a Majorca e nessuno aveva invece mai visto la signora von Bulow maneggiare simili
cose.

E non era neppure vero che Sunny avesse problemi di alcool o di droga. Al contrario,
il riferimento di claus ai medici riguardo ai problemi di alcool di sua moglie venne
presentato da Famiglietti come una prova della sua colpevolezza.
La stringente argomentazione dell'accusa pareva lasciare poco spazio alla giuria per i
ragionevoli dubbi. La ricostruzione dell'accusa appariva inattaccabile. Una sentenza
di assoluzione avrebbe significato non prestar fede a numerosi testimoni e rifiutare
molte prove indipendenti. Anche se non ci si fosse lasciati convincere dalla
testimonianza di Maria - la pi diretta testimonianza oculare -, la giuria doveva tener
conto del parere dei medici; e anche se il parere dei medici fosse stato messo in
dubbio, vi erano sempre le analisi di laboratorio che provavano che l'insulina era stata
trovata sia sull'arma del delitto" sia nell'organismo di Sunny. E se ancora tutto questo
non fosse stato sufficiente, vi era "l'irresistibile combinazione" dei moventi : l'avidit
e la lussuria.
Alla luce di tute queste schiaccianti prove a favore della tesi della colpevolezza di
Claus, per molti la sola sorpresa fu il tempo che impieg la giuria per mettere il
verdetto. In parte la ragione risiedeva nella lunghezza del processo stesso, il pi lungo
della storia del Rhode Island: nove settimane. E anche la lunghezza delle
deliberazioni sorpass ogni record del Rhode Island: Ci vollero sei giorni perch i
giurati decidessero se Claus von Bulow avesse o no ucciso la moglie. Poco prima di
emettere il verdetto , i giurati chiesero che venisse loro riletta la testimonianza di
Maria relativa la comportamento di Claus durante il primo coma. Poco dopo aver
riascoltato questo agghiacciante racconto, la giuria inform il giudice di essere giunta
a una decisione. Claus von Bulow era colpevole di entrambe le accuse.
I mormorii e le espressioni di stupore tra alcuni degli osservatori furono forse il
riflesso di una simpatia per Claus von Bulow, fosse il risultato della convinzione
razionale della sua innocenza. Un giornalista che aveva seguito il processo disse che
all'inizio "i colleghi pi esperti prevedevano che von Bulow sarebbe stato assolto".
Ma man mano che il processo andava avanti, "l'opinione dei pi informati cominci a
orientarsi contro di lui". Alla fine, "quasi tutti coloro che avevano seguito le sedute
del processo si erano convinti che fosse colpevole".

Un giornalista di una rete televisiva mi disse perfino che anche uno degli avvocati di
Claus von Bulow aveva ammesso che tutti gli elementi indicavano la colpevolezza
del suo cliente. John Sheehan, un avvocato del Rhode Island che assistette Fahringer
nella difesa, ammise pubblicamente che "le loro prove contro di noi erano
schiaccianti". E Fahringer , dopo aver osservato che "ci hanno completamente travolti
coi loro esperti", not che "in un caso come quello di Claus von Bulow impossibile
trovare al mondo dodici giurati che possano simpatizzare con lui". Claus von Bulow
accolse il verdetto col suo consueto atteggiamento stoico, interrotto solo da una
smorfia che venne trasmessa in tutto il paese dai telegiornali della sera.
La sentenza venne registrata il 7 maggio 1982. Von Bulow aveva davanti a s la
prospettiva di quarant'anni di prigione: Per il cinquantaseienne danese, qualsiasi
condanna significativa era in pratica una condanna a vita. La rivista "New York"
diffuse la notizia che il raket aveva fatto sapere che la protezione nelle dure prigioni
del Rhode Island sarebbe costata a von Bulow 1000 dollari alla settimana. Si disse
che von Bulow avrebbe tentato di espatriare o di uccidersi pur di evitare di trascorrere
in prigione il resto della sua vita.
L'ultima questione aperta era se sarebbe stata concessa a von Bulow la libert dietro
cauzione - o se invece avrebbe dovuto cominciare a scontare la condanna - mentre si
discuteva del suo ricorso. Con questo problema sarebbe cominciata,
tempestosamente, la mia parte in questa vicenda.

PARTE II
TRA I DUE PROCESSI: UN'OCCHIATA DA VICINO
7.
IL RHODE ISLAND SHUFFLE
Se, in sostanza, il primo processo u la storia della governante, il resoconto delle
vicende occorse nel periodo tra i due processi la mia storia, ovvero la storia di come
venni coinvolto nel caso; di come misi insieme un nuovo team il cui obiettivo era di
ribaltare il giudizio dell'opinione pubblica, ottenere un rovesciamento del verdetto,
elaborare la strategia e trovare gli elementi per un nuovo processo; e di come
riuscimmo a raggiungere questi risultati. Il periodo che segue un processo - la fase del
ricorso - vede in genere gli avvocati protagonisti. I clienti, una volta conclusosi il
processo, non hanno un ruolo rilevante.
La faccenda della cauzione fu il primo traguardo che dovetti superare in questo caso,
ma anche prima di mettermi a lavorare su questa importante questione, dovetti
superare qualche prova.
La mia entrata in scena non stata n piacevole n facile. Dopo la telefonata di Claus
del 1 aprile, mi recai da Cambridge, Massachusetts, a New York per parlare con lui.
Anche se sono professore a tempo pieno alla Harvard Law School, talvolta mi occupo
di ricorsi penali o che riguardano le libert civili. Prima di assumere l'impegno della
sua difesa, insistetti perch Claus leggesse le prime bozze di The Best Defense, un
libro che trattava di vari miei casi e che stava per uscire. Il libro descriveva il mio
stile giudiziario, fondato sul confronto e conteneva l'affermazione che, a mio parere,
la maggior parte degli imputati condannati fosse effettivamente colpevole. Volevo
che von Bulow sapesse esattamente a cosa andava incontro affidandomi l'incarico di
formulare la sua istanza di ricorso. Le bozze gli vennero inviate per espresso e
concordammo un appuntamento.
Di Claus von Bulow sapevo molto poco prima del nostro primo incontro, avendo a
malapena seguito il processo. Ma, come la maggior parte degli avvocati penalisti, mi
era fatto una mia opinione. A una cena di colleghi, il sabato prima che venisse
emesso il verdetto, si discusse del dramma che andava in scena a Newport. Azzardai
che due cose mi sembravano evidenti: innanzi tutto che von Bulow era colpevole;
secondariamente che se la sarebbe cavata.

Questa mia seconda conclusione non aveva niente a che vedere con le prove emerse o
con l'efficacia della su difesa. Si fondava esclusivamente sulla mia valutazione di
quello che gli abitanti di Newport pensavano di von Bulow. La TV aveva mostrato le
"Clausettes" che indossavano T-shirt con la scritta "Claus libero" e la gente accalcata
in aula per urlare il suo sostegno al celebre imputato. Un cinematografo situato presso
il tribunale aveva persino sostituito il titolo del film in programma con lo slogan
ripetuto dai sostenitori di von Bulow "Claus libero".
Al momento del mio incontro con von Bulow la mia seconda conclusione si era gi
dimostrata certa, la giuria lo aveva condannato. Ma, per quanto riguardava la prima,
continuavo a crederlo probabilmente colpevole.
Claus mi chiese di incontrarlo nell'appartamento della Fifth Avenue. Mentre mi
avvicinavo all'imponente facciata che dava sul Central Park, pensai alla differenza
delle nostre origini. Per i miei genitori, che abitavano a Brooklyn, la Fifth Avenue era
un'attrazione turistica, una componente della cultura di New York City che meritava
di essere vista e apprezzata, ma che rimaneva remota ed estranea. Anche se ero
passato diverse volte davanti alle eleganti case allineate lungo la Fifth Avenue
andando o tornando dai musei, non vi ero mai entrato. La ricchezza non mi ha mai
impressionato. anzi, sono sempre stato un po'sprezzante, soprattutto nei confronti di
coloro che l'avevano raggiunta per eredit o per matrimonio. Quand'ero giovane, non
conoscevo nessuno che fosse ricco. I miei vicini di Brooklyn erano operai, bottegai e
piccoli artigiani. Pochi professionisti e nessuna ricchezza di lunga durata. Mio padre
e un socio gestivano un piccolo negozio sulla Lower East Side di Manhattan che
vendeva all'ingrosso durante la settimana e al dettaglio la domenica. Mio padre era
fiero di non dipendere da nessuno, anche se magari non guadagnava quanto quelli che
lavoravano per altri.
Ho frequentato il Brooklyn College, una scuola gratuita che richiedeva che i propri
allievi vivessero in famiglia. I miei compagni di classe provenivano da ambienti
simili al mio. Il mio primo impatto con i noveaux riches avvenne al campeggio estivo
ebraico di Livingston Manor, New York, dove lavorai come assistente. Molti dei
partecipanti a pagamento provenivano dall'Upper West Side di Manhattan de dai
sobborghi pi ricchi della citt.

Gli assistenti - la maggiore parte provenienti da famiglie povere di Brooklyn trattavano quei ricchi mocciosi con disprezzo. Noi eravamo atleti miglio, eravamo
migliori nella lotta, pi svelti di lingua e anche, almeno cos pensavamo, pi
intelligenti. Tutto quello che loro avevano era invece il denaro, e il denaro non
molto utile in un campeggio estivo, dove gli abiti consistevano in scarpe da
ginnastica e pantaloncini e dove non vi erano molte occasioni di sfoggiare la propria
ricchezza.
Al campo potevamo far valere le nostre doti naturali e le astuzie imparate sulla strada,
e in questo avevamo u grande vantaggio sui figli dei ricchi della citt o dei sobborghi.
Il mio primo contatto con la ricchezza di antiche origini - la vera ricchezza - ebbe
luogo alla Yale Law School. Tra i miei compagni di corso, in questa istituzione
elitaria che ammetteva solo 150 studenti all'anno provenienti da tutto il mondo, vi
erano i rampolli di alcune delle pi ricche famiglie americane come i du Pont, i
Danforth e gli Heinze. Durante i tre anni trascorsi a Yale incontrai i figli - di figlie ce
n'erano molto poche - di giudici della Corte Suprema, di governatori, di senatori e di
magnati dell'industria. Anche in questo caso, per, il denaro non dava grandi
vantaggi, essendo il sistema fondato su esami anonimi. Dopo due anni come
assistente, ho cominciato a insegnare diritto e ho trascorso gli ultimi due decenni ad
Harvard. Il giudice Felix Frankfurter ha definito una volta la Harvard Law School
come "l'istituzione pi democratica che io abbia mai conosciuto. Per democratico
voglio dire che si bada al merito e a nient'altro". E fu in un ambiente come questo che
decisi di passare la mia vita professionale.
Se la Law School era l'ambiente pi democratico che potesse esserci, il mondo di
Claus era l'opposto. Ci che si ereditava era tutto, il valore intrinseco di una persona
non significava quasi niente. Nella societ di Newport non vi erano esami anonimi. si
viene valutati perle proprie origini e la propria famiglia.
La persona che mi ha raccomandato a Claus aveva un piede in entrambi questi
universi. Ho incontrato Gilbert Verbit quando eravamo entrambi al "Yale Law
Journal". Anche lui era diventato professore di diritto alla Boston University Law
School, in faccia alla Harvard sull'altra sponda del fiume Charles. Con Newport
aveva legami di famiglia e trascorreva l'estate tra le splendide case di questo ghetto
dorato. Dopo essere stato condannato, Claus gli chiese di indicargli un avvocato
specializzato in ricorsi penali, e Gil gli fece il mio nome.

Ricordo il mio stupore per il fatto che Claus fosse giunto fino a me: non credevo che
avessimo conoscenze in comune. Quando mi disse che era stato Gil a fargli il mio
nome, ne fui molto lusingato perch ha per lui la massima stima, come studioso e
come persona." Questi pensieri che mi giravano in mente mentre mi avvicinavo
all'ingresso del 960 Fifth Avenue. Il portiere in livrea anticip la mia presentazione
dicendomi: "Professor Dershowitz, il signor von Bulow la sta aspettando" e
indicandomi l'ascensore con pannelli di legno che mi port fino al piano di von
Bulow. Non appena uscii dall'ascensore, capii di essere entrato in un mondo diverso.
I due vestiboli attraverso i quali passai per raggiungere il salotto, che precedeva
l'enorme salone, erano decorati con pezzi da museo. Marmo, oro e argento erano i
materiali pi diffusi, la sensazione dello spazio, in altezza e in profondit, la
sensazione dominante; la ricchezza l'impressione pi netta. Notai subito una
differenza che mi colp tra la casa di von Bulow e la mia: l'appartamento della Fifth
Avenue non aveva alcun profumo di cucina, nessun sentore, nessun odore. Nessuna
sensazione di una casa vissuta, dove ci si amava, si mangiava, si dormiva. Era un
museo.
Claus mi accolse sulla porta della biblioteca. Indossava un abito che sarebbe dovuto
apparire informale, ma che su di lui appariva un cascante, come se fosse stato fatto di
una taglia di troppo per sembrare sportivo. Fui stupito dalla sua altezza . Era almeno
quindici centimetri pi alto di me, che sono alto poco meno di un metro e ottanta. (A
causa della sua taglia e della sua nazionalit la stampa lo soprannomin "Il grande
danese".) "Professore", mi disse con fare formale, "lei stato molto gentile a venire."
Come se fossi l per un invito mondano a un t e non per discutere di un affare che
riguardava la sua vita.
"Piacere di conoscerla, signor von Bulow", replicai con una formalit che era tanto
impacciata quanto la sua naturale.
Mi introdusse nel salotto che era ornato di libri antichi rilegati in pelle e di ritratti di
famiglia. Attirando la mia attenzione sul ritratto di un gruppo di gentiluomini togati,
von Bulow mi disse che i suoi antenati erano stati giudici e ministri della Giustizia
della Danimarca.

Dopo avermi mostrato la parte "pubblica" della casa mi chiese: "Non pensa sia
meglio fare colazione insieme come prima cosa? Poi, dopo esserci conosciuti un
po'meglio davanti a un bicchiere di vino, potremo tornare qui e parlare d'affari". Mi
rialzai dalla poltrona dove mi ero momentaneamente seduto e che riacquist subito il
suo aspetto immacolato.
Camminammo per qualche isolato fino al ristorante del Carlyle Hotel, dove il matre
e i camerieri sembravano tutti conoscere von Bulow. durante il tragitto la
conversazione fu piuttosto impacciata: Claus mi mostr dei punti interessanti e fece
alcuni commenti sui ristoranti dei dintorni. Io, da parte mia, ero gi stufo di
chiacchierare e ansioso di venire al dunque e di sapere quale poteva essere il mio
ruolo in questa vicenda.
Non appena ci sedemmo, il camerieri cominci a versare un Bordeaux rosso secco, il
mio vino preferito, Non so se fosse una coincidenza o se Claus era riuscito in qualche
modo a venire a conoscenza dei miei gusti, piuttosto recenti, in fatto di vini. (Un paio
di anni prima sarebbe andato benissimo un bicchiere di Manischewitz. - Per natale,
Claus mi ha mandato una bottiglia di Sautarnes ( e un paio di guantoni da boxe). Non
conosco molto i vini da dessert,. ma questa bottiglia mi sembr molto graziosa. La
divisi con un caro amico e l'apprezzammo molto. Alcuni giorni dopo la mia gioia si
trasform in senso di colpa, quando riferii a un altro amico il nome e l'anno (Chateau
d'Yquem 1940) e venni a sapere che ci eravamo scolati una bottiglia che valeva
parecchie centinaia di dollari.) - La prima cosa che Claus mi disse fu che anche lui
era stato avvocato. "Sono stato procuratore, nello studio di Lord Hailsham, in
Inghilterra. Certo non posso paragonarmi a lei, ma ai miei tempi non ero male." Mi
chiesi perch mai avesse iniziato la conversazione con questo paragone, forse lo fece
per sottolineare che in fondo qualcosa in comune tra noi due esisteva. mangiammo
salmone affumicato continuando a parlare del pi e del meno. Improvvisamente,
quando stavamo per terminare, si volt e mi guard.. Notai in lui un cambiamento
fisico. Il suo portamento rigido - che pareva richiedere un considerevole sforzo ai
muscoli del volto, delle spalle e del torace - si rilass un po'. Stava abbassando la
guardia, solo un poco.
"Ho bisogno del migliore avvocato che possa avere. sono assolutamente innocenti e i
miei diritti civili sono stati gravemente violati."

Quando parl di diritti civili, mi venne in mente la battuta secondo la quale un


conservatore un progressista che stato derubato. Quello che mi venne in mente fu,
per, che un progressista spesso un conservatore che stato accusato e, in questo
caso, condannato. Mentre questi pensieri mi attraversavano la mente, von Bulow
aggiunse subito: "Ma ho anche bisogno di un amico e di un sostenitore. Herald
Fahringer e John Sheehan mi hanno deluso. Forse non stata colpa loro, ma mi
hanno sempre fatto credere che tutto stesse andato per il verso giusto. Ho bisogno di
qualcuno che sia sincero con me." Sarebbe stato facile per me passare oltre con una
innocua assicurazione che avrei fatto tutto quello che mi si chiedeva. Ma quello che
Claus von Bulow voleva da me erano due cose diverse e fra loro inconciliabili. "Mi
spiace, signor von Bulow, ma non posso essere allo steso tempo un amico e
assolutamente sincero con lei. Posso essere il suo avvocato, o uno dei suoi avvocati, e
in tal caso sar sempre sincero. Ma non posso essere anche un amico e un sostegno.
Un amico deve talvolta mentire per essere incoraggiante. Un avvocato deve essere
esplicito fino alla brutalit, se necessario." Sono giunto a questa conclusione dopo
aver visto troppi avvocati confondere i loro ruoli di consulenti professionali e amici
personali. Qualche volta lo fanno per sincera sollecitudine per il benessere
psicologico dei loro clienti-amici; altre volte per questioni di denaro. Molti clienti
non desiderano sapere la verit. Essi vogliono sentirsi dire che tutto va a gonfie vele e
che certamente vinceranno la causa. Se un avvocato non si dimostra abbastanza
incoraggiante, rischia di farsi soppiantare da un collega pi ottimista. Ma io ritengo
che i clienti debbano essere messi al corrente della loro reale situazione perch
possano operare scelte consapevoli; e l'avvocato, date le sue competenze tecniche e la
conoscenza generale del caso, nella posizione migliore per fornire un quadro
accurato e realistico degli esiti possibili. Oliver Wendell Holmes ha definito in
un'occasione la professione forense come una semplice "profezia su quello che
decider la corte". E i profeti della legge sono gi avvocati che formulano queste
previsioni. Un avvocato che per non sappia prendere le distanze dal suo ruolo di
amico e sostegno pu incontrare difficolt a fare previsioni corrette. Jimmy il Greco
non si fa certo guidare dai confortatori per dare giudizi sensati sulle possibilit di
vittoria di una squadra.

Dopo aver detto quello che non avrei potuto essere, parlammo del ruolo che avrei
potuto svolgere. "Ho alcuni problemi ad affidarle il caso", disse Claus, "ma sono
problemi miei e non suoi." Ero sicuro che si riferisse ad alcuni dei commenti critici
verso giudici e accusati contenuti nel mio libro. Ma Claus mi assicur che nulla del
mio libro l'aveva contrariato. "Al contrario", disse, "il libro un grosso punto a suo
favore. La sua schiettezza e onest mi piacciono." Il primo problema, mi spieg
imbarazzato, era che alcuni dei suoi conoscenti erano turbati all'idea di affidare il
caso "a un ebreo aggressivo". "Non mi fraintendo, ci che non ha per me alcuna
importanza", mi assicur, "l'uomo che ammiro di pi al mondo dopo Lord Hailsham
Mark Millard, un brillante ebreo russo, vero genio della finanza e gentiluomo. Io non
sono in alcun modo antisemita. Ma alcune di queste persone non hanno mai
incontrato ebrei intellettuali come lui. Peggio per loro, ma le cose stanno cos." Mi
assicur che la decisione sarebbe spettata a lui e, se io fossi stato la sua scelta, gli altri
avrebbero dovuto adattarsi.
Vi erano alcuni amici di Newport che temevano che un estraneo come me non
avrebbe esitato " a lavare i nostri panni sporchi in pubblico." "Questo assolutamente
vero", replicai, "non avr la minima esitazione a mandare tutto all'aria se vi della
verit da scoprire e se pu giovare al suo caso. Io, se avr l'incarico, non
rappresenter i suoi cari amici o il suo ambiente sociale. Difender solo lei e i suoi
interessi. Meglio che lo sappiano." L'altro problema era molto pi delicato e
immediato: "Vorrei che lei fosse il mio avvocato per l'appello, ma non posso
sbarazzarmi subito di Fahringer e Sheehan": Risposi che questo non sarebbe stato un
problema, che mi stava bene il gioco di squadra e che potevo lavorare coi suoi
precedenti avvocati. "Ho recitato parti secondarie con alcuni dei migliori, e pi
egocentrici, avvocati del paese. Posso lavorare anche con loro." "Ma loro non
possono lavorare con lei", replic. "Herald insite nel lavorare da solo. Non vuole
collaboratori a meno che non siano totalmente sotto il suo controllo." Claus era
chiaramente insoddisfatto del duo Fahringer-Sheehan. Non aveva alcuna fiducia che
riuscissero a far seguire alle promesse i fatti. Perch era allora cos preoccupato
all'idea di come avrebbero reagito al mio ingresso nel collegio di difesa?

Gli chiesi perch non potesse semplicemente dire a Fahringer e Sheehan che insisteva
perch io lavorassi con loro. "Se questo non gli va a genio, possono andarsene. Posso
condurre io la faccenda della cauzione, anche se avrei preferito lavorare con loro,
soprattutto durante il periodo di transizione." Claus mi guard come se fossi uno
scolaretto ingenuo. "Professore, lei di legge ne sa certamente pi di Fahringer,
Sheehan e me messi insieme, a non consce il sottobosco politico della giustizia del
Rhode Island." Continu quindi con una lezione su quella che defin "una fogna di
corruzione".
Mi spieg che aveva assunto John Sheehan su consiglio del senatore Claiborne Pell,
un suo vicino di Newport. Sheehan era stato un penalista di successo a Providence,
noto per essere duro ed efficace nei controinterrogatori. Conosceva l'ambiente
politico e giudiziario del Rhode Island. Von Bulow aveva creduto che se avesse
assunto Sheehan non si sarebbe giunti al processo. Invece ci si arriv. Sheehan
raccomand allora a von Bulow di ingaggiare Herald Price Fahringer come avvocato
da esibire in prima linea. Insieme avrebbero formato una grande squadra. Sheehan
avrebbe potuto far ricorso alla sua rete di amicizie a Newport e alla sua esperienza del
mondo giudiziario del Rhode Island, Fahringer, il compassato ed elegante avvocato
newyorchese, sarebbe stato la star per la stampa e avrebbe interrogato i testimoni
principali. Sheehan aveva gi difeso con Fahringer diversi imputati di atti osceni.
Cosa curiosa, in un'occasione si erano rivolti a me in un processo conducendo
insieme chiedendomi di intervenire a favore del loro cliente come esperto di diritto
costituzionale. Quella volta avevo declinato l'invito.
Claus mi spieg le "regole del gioco nel Rhode Island". "Nessuno la star ad
ascoltare", mi assicur, "a meno che non abbia dietro di lei la persona giusta, e Jack
Sheehan la persona giusta." Gli feci notare che Sheehan non era stato in grado di
impedire la sua incriminazione e la sua condanna. "Jack in parte uno specchietto per
allodole", replic Claus, "ma non posso permettermi di trascurare nessuna possibilit,
tantomeno ora." La decisione circa la cauzione, a quanto gli aveva detto Sheehan,
spettava interamente al giudice del processo, Thomas Needham. Se Needham si fosse
rifiutato di concedere la libert su cauzione durante la procedura di ricorso, allora la
decisione sarebbe spettata al giudice Florence Murray della Corte Suprema. Sheehan
"si stava lavorando" entrambi i giudici, facendo ricorso "alla vecchia amicizia", come
la defin Claus.

Non questa la mia concezione della giustizia, a devo riconoscere che piuttosto
diffusa in certe parti del paese. In genere, sono piuttosto scettico circa gli avvocati
che pretendono di poter ottenere qualcosa con questi sotterfugi. In un articolo apparso
su "Parade" ho criticato gli avvocati che promettono "la libert": "Occorre diffidare
degli avvocati che promettono troppo... la maggior parte di quelli che affermano di
usare la loro influenza in realt bluffano". Il guaio per il nostro sistema giudiziario
che non tutti questi avvocati stanno bluffando.
Esposi a von Bulow i miei dubbi, ed egli mi rispose subito: "E'proprio questo,
professore, il motivo per cui ho bisogno di lei in questo caso. Non posso trascurare
niente. Non posso affidarmi solo alla sua intelligenza o solo alle conoscenze di Jack.
Ho assoluto bisogno di entrambe le cose. Quello che le sto chiedendo di entrare a
far parte di una difesa condotta su due binari. Sul primo, lei, con il suo team, avr il
compito di elaborare i migliori argomenti giuridici, sul secondo continuer a operare
Sheehan". dissi a Claus che non avrei mai partecipato - neppure su un binario
separato - a una difesa che fosse in qualche modo scorretta o venisse meno a una
certa deontologia. Mi assicur che questo era il modo in cui, da entrambe le parti,
veniva giocata, nel Rhode Island, la partita. "Tutti cercano di contattare i giudici.
Tutti cercano scorciatoie. La legge nel Rhode Island viene amministrata cos. Ogni
estraneo che volesse tentare di vincere senza rendere omaggio ai potenti del luogo
riceverebbe 'il Rhode Island Shuffle', il bidone del Rhode Island." Era la prima volta
che sentivo questa espressione, ma non sarebbe stata certamente l'ultima.
Dissi a Claus che avrei accettato di presentare una domanda per la libert provvisoria
durante l'esame del ricorso. Decidemmo che Fahringer e Sheehan avrebbero
rappresentato von Bulow al dibattimento. Claus si riserv di decidere su chi di noi
avrebbe dovuto discutere la richiesta di libert dietro cauzione davanti alla corte.
Radunai in fretta un team di supporto per lavorare alla domanda di libert di
cauzione. La mia arma segreta di non lavorare mai da solo. Il mio sempre un
lavoro di squadra che si avvale della collaborazione di qualche collega pi giovane e
di studenti.

Quando formo una squadra penso sempre al mio vecchio programma televisivo
preferito: Missione impossibile. Il capo di questa squadra aveva davanti a s un
compito difficile, e doveva raccogliere un gruppo di esperti in grado di lavorare con
discrezione cooperando con gli altri componenti della squadra. In genere ricorreva ad
amici fidati sui quali poteva contare completamente.
Questa volta chiamai Jeanne Baker e il suo compagno David Fine. Jeanne e io
avevamo lavorato insieme parecchie volte. Chiesi poi a Susan Estrich e Christopher
Edley, entrambi laureatisi di recente alla Harvard Law School e poi divenuti assistant
professors, di unirsi a noi. Reclutai anche Joann Crispi, altra laureata della Harvard
Law School e mia ex ricercatrice, che aveva appena terminato un anno presso uno
studio legale di New York. In ultimo gli studenti: una dozzina fa i migliori che riuscii
a trovare.
L'altra mia arma segreta mio fratello minore, un avvocato di New York il cui
approccio alla professione legale un po'diverso dal mio. Non ho mai preso
un'importante decisione legale senza aver prima sentito il suo parere. Il suo giudizio
sempre molto penetrante e quasi sempre lo seguo. Le poche volte che non l'ho fatto
me ne sono pentito amaramente.
Assegnai a ognuno degli avvocati un compito preciso. Ognuno sarebbe stato
responsabile per le ricerche in biblioteca compiute dagli studenti, destinate a produrre
un abbozzo per ognuna delle parti di cui si compone la richiesta di libert dietro
cauzione. Facemmo numerose riunioni collettive nel mio studio, sul tipo dei seminari,
dove riconsiderammo ogni aspetto e ogni punto di vista. In queste riunioni vigeva la
pi assoluta eguaglianza; le idee venivano accolte o rifiutate secondo il loro merito
intrinseco, non secondo la loro provenienza. Quando si arriv alla stesura finale della
lettera dovetti prendere difficili decisioni a proposito di cosa includervi o osa
tralasciare.
Completammo la domanda di trenta pagine in tempo per la formalizzazione della
sentenza, prevista per il 7 maggio 1982. Ma gi vedevo problemi in vista. Fahringer
era estremamente risentito per il mio coinvolgimento in questo caso. "L'ultima cosa
di cui abbiamo bisogno un altro cuoco", ringhi quando gli telefonai per cercare di
definire le nostre rispettive competenze. "SE vuole preparare un abbozzo, gli dar
un'occhiata", disse, "ma sia chiaro che io ho il comando e io prender le decisioni.
Non possono esserci due comandanti."

Gli assicurai che ero pronto a collaborare con lui nel superiore interesse del nostro
comune cliente, ma appariva decisamente irritato. In diverse occasioni mi invi in
ritardo le trascrizioni e i documenti necessari alla preparazione della domanda, e
continu a mettermi in cattiva luce presso Claus. Fahringer si era impegnato in una
dura lotta per rimanere il solo capitano a bordo della nave di von Bulow in procinto
di affondare.
Scrissi a Fahringer dicendogli che ero stato incaricato di preparare un memorandum
che desse le linee generali dell'istanza di ricorso e avvertendolo che "speravo di poter
lavorare con lui in uno spirito di collaborazione e nella speranza che potessimo
riparare alla terribile ingiustizia che era stata fatta al signor von Bulow".
Rispose dicendosi "scosso" per la mia affermazione di essere stato incaricato di
redigere la domanda di ricorso, e dichiarando che "spetter a me farlo".
Ma nulla di quanto accadde in questa fase avrebbe potuto farmi prevedere quello che
sarebbe successo il giorno della lettura della sentenza e della decisione circa la libert
dietro cauzione.
Su richiesta di Claus, mi recai in macchina a Newport con Susan Estrich per
l'udienza. Claus non aveva ancora deciso chi avrebbe presentato la domanda al
giudice Thomas Needham, e, soprattutto, chi l'avrebbe presentata all'alta corte, se il
giudice non avesse accordato la libert dietro cauzione.
Ci incontrammo tutti nella stanza di von Bulow allo Sheraton Islander a Newport.
Claus era accompagnato dalla figlia Cosima, e dalla sua amica Andrea Reynolds.
Fahringer era presente insieme a Sheehan.
Sheehan apr la discussione annunciando che io sarei dovuto rimanere nella stanza
d'albergo durante l'udienza. "Ho raggiunto un accordo col giudice Murray", disse,
"non la vuole in aula, e mi ha detto che se ne star lontano far in modo che Claus
ottenga la libert dietro cauzione. Il giudice Needham mi ha detto che intende negare
la libert provvisoria", continu Sheehan, "ma che ci dar il tempo di appellarci
all'unico giudice della Corte Suprema del Rhode Island che tratta le mozioni urgenti."
Sheehan disse che il giudice incaricato di trattare le mozioni d'urgenza quella
settimana era la Murray. "L'ho incontrata venerd ed disposta a concedere la
cauzione fin quando l'intera Corte Suprema non avr ascoltato la richiesta.

Florence mi ha detto che il resto della corte su questa faccenda si atterr alla sua
opinione." Secondo gli usi del Massachusetts, ai quali ero abituato, si trattava di una
procedura piuttosto singolare. Ma Sheehan si spinse pi oltre. Mi disse che un decano
dell'altra Law School della zona di Boston gli aveva spiegato perch il giudice
Murray non mi aveva in simpatia. "Non ricordo precisamente la ragione ma era
qualcosa che aveva a che vedere con un giudizio che aveva espresso una volta sui
giudici".
La storia aveva una parvenza di verit, dato che, effettivamente, avevo espresso
critiche su alcuni giudici ed era certamente vero che alcuni giudici non mi amavano,
sentimento del resto ricambiato. Ma ero sicuro di non aver mai dato giudizi specifici
su magistrati del Rhode Island, dal momento che mi ero presentato solo due volte
davanti a un giudice di questo Stato - il giudice federale Raymond Petine - che era un
eccellente giurista. Mi chiesi anche chi potesse essere il decano: per caso il nome che
fece si rivel essere quello di un mio collega e amico che non aveva mai detto nulla a
proposito del giudice Murray. Al contrario mi ricordai che in un'occasione mi aveva
invitato a presenziare a una funzione per gli ex allievi alla sua facolt in presenza di
alcuni giudici del Rhode Island.
Decisi che era giunto il momento di vedere le carte di Sheehan. Se stava dicendo la
verit sulle sue entrature presso i giudici del Rhode Island, dovevo saperlo e agire di
conseguenza, a se stava bluffando allora Claus doveva esserne informato. Davanti a
tutti presi il telefono e chiamai il decano e gli chiesi se avesse mai detto al suo amico
Jack Sheehan che il giudice Murray non nutriva simpatia nei miei confronti.
Il decano cadde dalle nuvole. "Non conosco nessuno di nome Jack Sheehan" rispose
esitante. Gli descrissi Sheehan e il decano disse che ricordava vagamente un ex
allievo del Rhode Island che poteva corrispondere alla descrizione e aveva qualche
volta partecipato alle riunioni degli ex alunni. Ma ricordava benissimo di non aver
mai discusso con nessun Jack Sheehan di me o del giudice Murray. "Sono certo che il
giudice Murau ti tiene nella pi alta stima", mi assicur. Ascoltando la
conversazione, Sheehan divenne paonazzo.
Claus si inquiet visibilmente. Mi chiesi se avessi fatto la cosa migliore. Claus aveva
gi abbastanza problemi senza che si aggiungessero guerre intestine far i suoi
avvocati. Ma era della sua libert che si trattava e doveva scegliere a chi affidarsi.

Se Sheehan stava bluffando, correvamo il rischio di vederci negata la libert su


cauzione perch non avevamo presentato gli argomenti giuridicamente migliori. Ma,
se diceva la verit, Claus non avrebbe certo voluto perdere subito la libert perch un
suo avvocato non era simpatico a un giudice.
Claus era paralizzato dall'indecisione, non sapeva assolutamente cosa fare. Aveva di
fronte a s le due versioni dei fatti, ma non riusciva a scegliere tra loro. La mia
telefonata al decano confermava i suoi peggiori sospetti sulla inattendibilit della
maggior parte delle affermazioni di Sheehan. Ma se tra le menzogne ci fossero stati
anche elementi di verit? Esisteva veramente un accordo tra lui e i giudici Needham e
Murray?
L difficolt della decisione era aggravata dalla tremenda paura che claus aveva che
gli venisse revocata subito la libert provvisoria e che fosse quindi tradotto in
prigione direttamente dall'aula di tribunale senza avere la possibilit "di mettere in
ordine i miei affari". Mi parve di capire che con questa frase Claus non pensasse solo
a qualche conto da pagare e ai saluti ad amici e familiari.
"Ho bisogno di tempo per prendere la decisione giusta", continua a ripetere. Mi sentii
correre un brivido lungo la schiena: Claus non stava forse cercando di dirmi - certo
non esplicitamente - che se avesse saputo di dover andare in prigione, avrebbe
pensato al suicidio? "In Europa, a un gentiluomo concesso di concludere
degnamente le cose, di lasciare memoriali per i propri cari... Ci sono cose peggiori
della morte", mi disse tristemente. "Vi il disonore, e una vista in prigione il
disonore anche per un uomo completamente innocente." Il mio abbozzo della
domanda di libert vigilata conteneva una proposta destinata ad assicurare la corte
che Claus non sarebbe fuggito, anche se fosse stato respinto il ricorso. In genere,
quando l'accusato in libert dietro cauzione, viene a sapere se la sua domanda
stata accolta o meno da un annuncio pubblico. Non presente in aula come quando
viene emessa la sentenza. Cos, in caso di notizie negative, pu cercare di scomparire
o di lasciare il paese. Dato che von Bulow era danese e non americano, se fosse
riuscito a raggiungere la sua nazione d'origine non avrebbe potuto essere estradato
negli Stati Uniti senza il suo consenso.

Per incoraggiare la corte a concedergli la libert provvisoria in attesa del giudizio sul
ricorso, in una sezione della mia domanda proponevo alla Corte Suprema, prima di
rendere pubblico il risultato della domanda d'appello, annunciasse semplicemente di
aver preso una decisione e richiedesse la presenza fisica dell'imputato in aula al
momento "dell'apertura della busta". Questo assicurava che, se il ricorso fosse stato
respinto, si sarebbe potuto portare von Bulow direttamente in carcere senza rischi di
fuga.
Quando comunicai questa ipotesi a claus, si agit. "Significa che non avr neppure la
possibilit di andare a casa a riordinare le mie cose? Questo inaccettabile, devo
avere almeno qualche giorno per sistemare i miei affari." Sapevo che Claus non
pensava di fuggire. Con un volto ormai ben conosciuto e alto un metro e novanta non
avrebbe potuto fare molta strada. "Riesce a immaginarmi con naso e baffi finti?" mi
chiese una volta. L'immagine di Claus von Bulow travestito da Groucho Marx
rendeva poco plausibile che volesse fare la parte del Il fuggitivo.
L'idea che forse Claus aveva bisogno di tempo per riflettere se togliersi la vita, mi
scosse profondamente. Alzava la posta in gioco, ma mi rendeva furioso. Mi chiesi se
non nutriva fiducia in me. Ma perch mai dovrebbe aver fiducia in un qualsiasi
avvocato, vista la situazione nella quale si trovava? Per me non era quindi pi in
gioco una lunga detenzione: era un caso di pena capitale. Pensai che Claus von
Bulow avrebbe potuto uccidersi se avesse perso il ricorso.
Un uomo che si trova faccia a faccia con la morte ha certamente il diritto di scegliere
a quale avvocato affidare la difesa della sua libert.
Claus mi chiese di dargli il mio parere spassionato. Gli dissi che, alla luce di quel che
sapevo, non poteva contare sulle relazioni di Sheehan.
"Vuole discutere le la richiesta di libert provvisoria?" mi chiese.
"Vorrei", riposi, "ma non insisto." "Sheehan invece insiste sul fatto che devono essere
loro a discuterla", replic, "e che lei non deve assolutamente essere presente in aula.
Cosa devo fare?" "Non posso prendere una decisione al suo posto, lei un adulto ed
lei a rischiare, non noi avvocati. Qualunque cosa decida, deve essere nel suo
esclusivo interesse, senza nessuna considerazione per la suscettibilit o i sentimenti
degli avvocati."

"Ma se mi inimico Sheehan, sono rovinato" disse scoraggiato, rivelando i suoi timori
per i danni che Sheehan sarebbe stato in grado di fare.
"Penso di presentare la richiesta tramite Fahringer e Sheehan", decise, "ma solo se
Sheehan ha raccontato la verit a proposito della possibilit di guadagnare tempo per
appellarsi al giudice Murray in caso di rifiuto del giudice Needham." Mi fiss e i
diede le istruzioni: "Lei rimarr all'hotel, potr seguire tutto alla televisione. Ma se il
giudice Needham ordiner la mia carcerazione, voglio che lei intervenga
immediatamente e si precipiti alla Corte Suprema per chiedere una sospensione o
qualsiasi cosa per tirarmi fuori".
"Parler di questo suo piano con Sheehan e Fahringer?", gli chiesi.
"No, non posso farlo. Mi abbandonerebbero lasciandomi nei guai. E'sufficiente che lo
abbia detto a lei. Speriamo solo che io non debba ricorrere a lei come paracadute."
Non era l'ultima volta in cui sarei stato paragonato a questo estremo strumento di
salvezza.
Non mi sentivo soddisfatto. Lo spettacolo di due gruppi di difensori che si
precipitavano alla Corte Suprema, ognuno dei quali reclamando di rappresentare
l'imprigionato Claus von Bulow, non mi piaceva, soprattutto se solo uno dei due
gruppi comprendeva un avvocato del Rhode Island. Dissi a Claus che avrebbe dovuto
darmi un'autorizzazione scritta a rappresentarlo dinanzi alla Corte Suprema del
Rhode Island nel caso fosse detenuto. Batt rapidamente a macchina una lettera che
mi autorizzava a presentare qualsiasi tipo di ricorso contro la negazione della libert
provvisoria. Me la misi in tasca sperando di non doverla mai usare.
Tutti si recarono al tribunale, abbandonandomi. Mi sentii a disagio non potendo
entrare in aula. Centinaia di accusati mi avevano pregato di andare in aula per
difenderli e in questa circostanza l'imputato mi aveva gentilmente chiesto di starmene
nella mia camera d'albergo. Fu il segno pi tangibile che mi trovavo nel Rhode
Island. Cominciai a pensare di vendicarmi del "Rhode Island Shuffle".
Accesi la televisione in tempo per vedere il giudice Needham comminare a Claus
dieci anni di prigione per il primo capo d'accusa e venti per il secondo.
Era il momento della concessione della libert provvisoria.

Mentre giocherellavo con la lettera che claus mi aveva dato, il giudice Needham
sorprese tutti concedendo la libert dietro cauzione di un milione di dollari. Claus von
Bulow sarebbe rimasto in libert fino alla decisione sul suo ricorso.
Mi chiesi se tutta la storia del giudice Murray fosse stata solo una semplice
messinscena per tenermi lontano dall'aula in modo che non potessi distogliere
l'attenzione della stampa da Sheehan e Fahringer. Oppure era l'ultimo disperato
tentativo per tenermi lontano da questa storia e persuadere Claus a servirsi solo di
loro? Non avrei mai saputo se Sheehan avesse veramente incontrato qualche giudice,
da solo o con l'accusa, M diffidai di Sheehan e mi preoccupai per il "Rhode Island
Shuffle" per tutto il resto del caso.
Quando Claus ritorn in albergo sembrava depresso. Era sollevato per aver evitato la
prigione nell'immediato futuro; ma comprensibilmente preoccupato per quello che lo
attendeva dopo. Mi ringrazi diffusamente per essere stato "cos ragionevole di fronte
alle richieste irragionevoli degli altri". Cercando di mostrarmi solidale, gli dissi
quanto fosse iniqua questa lunga condanna. Abbass lo sguardo e rispose con un
certo biasimo: "Una condanna a trent'anni perfettamente giusta per chi ha attentato
due volte alla vita di sua moglie. Se fosse stata pi mite, sarebbe stato mostruoso".
Quando gli chiesi cosa volesse dire, aggiunse subito con decisione: "Ma per me
qualsiasi condanna ingiusta dal momento che non ho mai cercato di fare alcun male
a mia moglie": Il comportamento di Sheehan e Fahringer all'udienza della lettura
della sentenza e della concessione della libert dietro cauzione convinse finalmente
von Bulow a togliere l'incarico di difensore principale a Fahringer e a chiedermi di
assumermi la responsabilit del caso. I ero pronto a lavorare con Fahringer, ma
Fahringer non aveva alcuna intenzione di lavorare con me. E Claus voleva che io
fossi il suo avvocato per il ricorso. Claus si decise infine a scrivere a Fahringer
rifiutando il suo ultimatum e insistendo a dire che era a lui che spettava la
decisione:"... questo il giusto rapporto che deve esistere tra avvocato e cliente,
almeno cos mi stato insegnato in Inghilterra molti anni fa. Forse vi sorprender che
molti avvocati americani di fama si attengano al medesimo principio".

Claus contest la pretesa di Fahringer di essere lui, e solo lui, "il comandante della
nave", un principio che aveva applicato come un "despota, senza tollerare
discussioni... secondo la legge del mare, il marinaio che si ribella al capitano della
nave viene messo ai ferri, ma questo principio non si applica ai rapporti fra cliente e
avvocato, e non intendo quindi permettere che ci avvenga nel ricorso, come
avvenuto durante il mio processo": Nel settembre 1982 Fahringer usc quindi dal caso
e io assunsi l'incarico di dirigere la difesa. (Fahringer port a termine il processo di
appello di Jean Harris, la donna che aveva ucciso "il medico di Scarsadale"; la sua
condanna venne confermata.) Claus era per ancora restio a rompere ogni rapporto
con Sheehan. "Abbiamo bisogno di una avvocato del Rhode Island", mi ricord, "per
i dettagli di routine. Perch non servirci ancora di Jack per questo? E anche per avere
dei consigli sugli argomenti verso i quali la Corte Suprema pi sensibile." Dissi a
Claus che avrei preferito ingaggiare un assistente del Rhode Island di mia fiducia,
qualcuno di cui potevo fidarmi e che aveva della giustizia un concetto simile al mio e
col quale potessi avere un maggior affiatamento, qualcuno che non mi avrebbe
rifilato il "bidone del Rhode Island". Non avevo in mente nessuno in particolare, ma
era sicuro che nel Rhode Island ci fosse qualcuno che rispondeva a quei requisiti.
Claus i autorizz ad aggiungere un altro avvocato del Rhode Island al mio team, ma
non tagli i ponti con Sheehan. Sheehan rimase il consigliere personale di Claus per
quanto riguardava le questioni del Rhode Island durante il ricorso, e alla fine si
riscatt con una trovata brillante che ci cav d'impiccio in un momento cruciale.
Cominciai col chiedere in giro il nome di un giovane avvocato esperto in ricorsi.
Quasi tutti mi fecero il nome di John "Terry" MacFayden. costui aveva appena
lasciato il posto di difensore d'ufficio nei ricorsi del Rhode Island. In quel ruolo
aveva discusso davanti alla Corte Suprema del Rhode Island dozzine di ricorsi penali
a favore di imputati indigenti. Prima di lavorare come difensore d'ufficio, era stato
assistente di un giudice di quella corte. Tutti coloro coi quali parlai mi assicurarono
dell'onest di MacFayden, della sua integrit e della sua abilit, sia come giurista sia
come avvocato in aula. "Non il tipico penalista del Rhode Island", mi sentii ripetere.
"Non come gi altri. E molto scrupoloso e furbo come il demonio", mi disse un
avvocato. Il fatto che MacFayden avesse fatto le sue esperienze come difensore di
non abbienti creava un curioso contrasto col suo nuovo ruolo di consulente legale per
uno dei pi ricchi imputati mai giudicati nel Rhode Island in un procedimento penale.
Ingaggiai quindi MacFayden come mio consigliere per il Rhode Island.

8.
SI TORNA SULLA VECCHIA STORIA
In linea di principio, in un ricorso non si dovrebbero introdurre elementi nuovi: un
ricorso deve basarsi interamente sui documenti del primo processo, le trascrizioni e
l'altra documentazione che registra le testimonianze che sono state presentate. Un
ricorso una richiesta di revisione dell'operato del giudice del primo processo.
Sempre, in teoria, una procedura destinata a convincere la Corte Suprema che
l'accusato innocente e che i giurati hanno commesso un errore. In un ricorso, il
giudice che ha presieduto il processo a essere messo in discussione. Come comment
lo stesso giudice Needham: "Il processo di Claus von Bulow terminato, comincia
ora il processo al processo". Se gli indizi erano insufficienti all'incriminazione, il
giudice avrebbe dovuto impedire alla giuria di esaminare il caso, pronunciando un
verdetto di non colpevolezza giuridicamente motivato. Se alcuni degli elementi
addotti erano irrilevanti, inopportuni o inammissibili, allora egli non avrebbe dovuto
permettere che venissero portati a conoscenza della giuria. Se l giudice ha commesso
qualche errore procedurale che abbia pregiudicato le possibilit della difesa, allora
all'accusato deve essere concesso un nuovo processo pi corretto.
Gli argomenti portati a sostegno di una richiesta di revisione devono essere di natura
giuridica. Per quanto strano possa sembrare, l'innocenza dell'accusato - in base a
nuove o a vecchie prove - non riguarda la corte che esamina il ricorso, la quale deve
solo giudicare se le prove fornite hanno effettivamente permesso alla giuria di
emettere un verdetto di colpevolezza al di l di ogni ragionevole dubbio. Ma questo
non significa affatto decidere se l'accusato o no colpevole. "Prove sufficienti"
possono comprendere testimonianze deboli o inattendibili. anche se convinti
dell'innocenza dell'accusato, i giudici dovrebbero respingere il ricorso se ritengono
che il verdetto della giuria sia stato emesso partendo da elementi convincenti.

Ma i giudici d'appello sono uomini normali in toga che siedono in scanni di quercia
in stanze dalle pareti in marmo. Molti di loro sono sinceramente preoccupati
dall'eventualit di un errore giudiziario, e quindi di sapere se gli accusati, il cui
processo devono esaminare, sono colpevoli o innocenti. In genere il loro presupposto,
condiviso da molti di coloro che lavorano nella giustizia penale, chela maggioranza
degli accusati sia effettivamente colpevole. In effetti, gli imputati i cui casi sono
portati davanti a loro non godono, come quelli in giudizio di primo grado , della
presunzione di innocenza. Dopo la loro condanna, gli imputati sono presunti
colpevoli, e questa presunzione tanto pi difficile da rovesciare di quella di
innocenza, perch in genere molto pi saldamente fondata. la giustizia penale come
un triangolo isoscele: alla base vi il grande numero di arresti; vicino alla met dei
lati il numero, gi minore, dei processi; in cima vi sono le condanne. Passando dalla
base al ristretto vertice, il sistema elimina la grande maggioranza degli innocenti.
Quando si giunge al ricorso, si vicini alla cima e di innocenti ne restano
presumibilmente pochi.
Nella maggior parte dei casi di ricorso, l'unica possibilit dell'avvocato attenersi
strettamente ai vizi di forma. L'ultima cosa che un avvocato desidera che la corte si
ponga il problema della colpevolezza del cliente, perch non solo questi in genere
colpevole, ma, cosa pi grave dal punto di vista di un avvocato, la sua colpevolezza
dimostrabile. La loro colpevolezza risalta da ogni pagina. Facciamo un esempio, La
polizia irrompe senza autorizzazione in una camera d'albergo e trova l'imputato in
possesso di cocaina, bilancino e una grande quantit di denaro. In questo caso l'unico
elemento al quale aggrapparsi l'illegalit della perquisizione e la cosiddetta "norma
di esclusione" che vieta all'accusa di addurre come prova elementi ottenuti in
violazione delle norme costituzionali. La ragione fondamentale dell'impopolarit di
questa norma proprio il fatto che a essa fanno ricorso imputati colpevoli colti con le
mani nel sacco. Non facile per la gente accettare che un accusato trovato in
possesso di materiale di contrabbando - o trovato in flagranza di reati anche peggiori
- venga scarcerato perch il poliziotto ha commesso degli errori di procedura. (Questo
spiega anche perch stata la Corte Suprema, che viene nominata, e non il
Congresso, che viene eletto, a estendere la validit di questa norma a tutto il territorio
nazionale.)

Nei rari casi in cui il ricorso riguarda un imputato innocente, l'avvocato si trova di
fronte a una alternativa. Se si limita a mere constatazione procedurali, i giudici
riterranno probabilmente che l'imputato sia colpevole e, peggio ancora, riterranno che
anche l'avvocato lo giudichi colpevole. Ma se il ricorso incentrato sulla sostanza,
cio sull'innocenza dell'accusato, l'avvocato sicuro di inimicarsi certi giudici che
preferiscono attenersi rigorosamente alle questioni di forma. Questo dilemma si
sarebbe ripresentato lungo tutto il ricorso von Bulow.
Io sono fermamente convinto che occorra introdurre in maniera opportuna nel ricorso
l'affermazione dell'innocenza dell'imputato. Il punto sta nel trovare nel caso appigli
giuridici che facciano implicitamente emergere questa innocenza.
Avevo gi qualche idea per la nostra istanza, ma non ancora un progetto complessivo.
A questo punto pensavo forse che Claus era innocente. Ovviamente aveva sempre
protestato quest'innocenza, ma soprattutto non aveva fatto nulla che potesse
contraddirla. Tuttavia i fascicoli processuali erano disperatamente poveri di elementi
che inducessero a smentire i dodici giurati che avevano esperesso il verdetto o il
giudice Needham il quale, da parte sua, aveva ribadito, in pubblico e in privato, la sua
convinzione circa la colpevolezza dell'imputato. Needham aveva pubblicamente
dichiarato che von Bulow "meritava la galera" e che nutriva poca simpatia per lui.
Disse anche che la sua convinzione si basava su informazioni confidenziali.
Vi era un appiglio giuridico che balzava immediatamente agli occhi di tutti. Anche il
giudice aveva affermato che sarebbe stato oggetto di giudizio da parte della Corte
Suprema. si trattava della liceit della perquisizione compiuta da Alexander von
Auersperg e dall'investigatore privato. Essi aveva aperto un armadio appartenente a
Claus von Bulow e frugato tra i suoi vestiti, i suoi cassetti e i suoi oggetti personali. Il
risultato di questa ricerca, la borsa nera con l'ago sporco di insulina, costitu la prova
principale del processo. L'accusa si era riferita all'ago come "all'arma del delitto". La
perquisizione e il sequestro si erano svolti senza autorizzazione. Si trattava per di
privati cittadini non direttamente sottoposti alla Corte costituzionale, che poneva
limiti solo all'azione dei funzionari governativi.
Il giudice Needham aveva stabilito chela perquisizione aveva violato la riservatezza
di Claus von Bulow; che era stata condotta "al fine di ottenere informazioni che
potessero condurre a un'incriminazione"; e che, se stata effettuata dalla polizia,
"senza dubbio" sarebbe stata incostituzionale. Ma ritenne anche che, dal momento
che gli autori erano semplici cittadini e non agenti del governo, la Costituzione non
trovava applicazione.

Lo stesso procuratore Famiglietti riconobbe in un'intervista a un giornale che


"se i ragazzi si fossero rivolti alla polizia anzich a Kuh, la cosa probabilmente non
sarebbe andata oltre. La polizia avrebbe avuto bisogno di un mandato per cercare la
borsa di plastica nera e, a questo punto, non credo ne avrebbero trovata una. E'stata
una fortuna chele cose siano andate come sono andate."
La questione della costituzionalit di questa indagine privata, i cui risultati vennero
poi trasmessi alla polizia e alla pubblica accusa, era della massima importanza. La
possibilit che una famiglia ricca assoldi una sua polizia privata, non soggetta ai
limiti della Carta costituzionale, mi aveva interessato a lungo. Il proliferare di guardie
private e di vigilantes aveva gi obbligato diverse corti ad affrontare, con esiti
diversi , questo tipo di problema. La Corte Suprema del Rhode Island poteva
pronunciarsi in entrambe le direzioni. claus mi disse che John Sheehan lo spingeva a
centrare la richiesta di revisione su questo punto, assicurandogli che la Corte
Suprema del Rhode Island non avrebbe tollerato simili violazioni private alla
costituzione.
Io ero certamente favorevole a includere questo punto, ma non mi persuadeva l'idea
di insistere troppo. "E'un argomentazione da colpevole", dissi a claus, "il genere di
pretesto che conferirebbe un'aria di colpevolezza a tutta la richiesta. Un accusato
innocente vuole prove a suo favore, non eliminare prove contro. Come potremo mai
convincere qualcuno, se noi fondiamo la nostra affermazione di innocenza
sull'estensione della regola di esclusione ai cittadini privati?" Ero anche restio a
chiedere a una corte di estendere l'applicazione di questa norma, gi impopolare,
proprio in un momento in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti e molte corti dei
singoli stati stavano facendo tutto quanto era in loro potere per limitarla. "Ci sono
almeno sei giudici della Corte suprema a Washington che sarebbero felici di smentire
una corte di Stato che applicasse il quarto emendamento ai privati cittadini", dissi a
claus, elencadoli con nome e cognome.
"Quello di cui abbiamo bisogno un argomento che dimostri che la persona
innocente", insistetti nelle riunioni in cui il mio team riesaminava il caso. La stampa
aveva gi stabilito che Claus, colpevole, si sarebbe visto respinto il ricorso. Il
settimanale "New York", in un articolo riguardo il mio coinvolgimento nel caso,
aveva citato "uno dei principali penalisti del paese" e prevedeva che avrei perso il
ricorso: "Potr aggiungere qualcosa di utile e far senza altro un brillante esame del
dossier, ma non pu farcela. Questo un paziente senza speranza, pu solo evitare
che soffra troppo".

"Esquire" scrisse invece chela richiesta di appello nel caso von Bulow "appariva solo
come un esercizio rituale in difesa del dogma delle libert civili" che "sarebbe stato
portato davanti alla corte semplicemente perch c'era denaro da spendere e qualche
pretesto a cui richiamarsi, ma non perch [Dershowitz] creda veramente chela
giustizia si sia sbagliata": E un altro commentatore osserv perfidamente chela scelta
di von bulow "di assumere il professor Alan Dershowitz di Harvard poco dopo la sua
condanna rafforzava l'impressione che non intendesse pi protestare la sua innocenza,
ma opporsi solo ai modi coi quali era stato incastrato Dershowitz gode di un'ampia
reputazione come ultima risorsa per i criminali condannati, essendo la sua specialit
trovare cavilli legali per far dichiarare incostituzionale la condanna dei suoi clienti ":
Avevamo bisogno di qualcosa che non sembrasse solo una scappatoia per un
colpevole. Dovevamo far balenare il sospetto che fosse stata commessa un'ingiustizia
e che fosse stato condannato un'innocente. Qualcosa di convincente che ci aiutasse a
risalire la china e a ottenere una revisione malgrado le convinzioni sfavorevoli.
Improvvisamente l'idea arriv.
Mi ricordai che i primi interrogatori dei testimoni decisivi non erano stati condotti
dalla polizia, ma da Richard Kuh, l'avvocato assunto dalla famiglia per svolgere
indagini private, lo stesso avvocato i cui clienti avevano consegnato la borsa nera alla
polizia. "Dove sono gli appunti originali di Kuh su questi incontri?", chiesi a claus.
"Non ne ho idea", mi rispose, "penso che li abbia ancora lui e forse li ha distrutti. Il
giudice li ha giudicati riservati." "Qualcuno li ha mai visti, l'accusa, la polizia?" "Non
credo, almeno non ufficialmente", rispose con un certo scetticismo.
La nuova compagna di Claus, Andrea Reynolds, che sarebbe presto diventata parte
inseparabile della sua vita quotidiana, fu ancora pi cinica: "Di una cosa si pu star
certi: se vi era qualche annotazione che poteva esserci utile, l'avranno gi cancellata o
modificata": Dissi che ne dubitavo: "Kuh un avvocato deciso, ma non avrebbe
modificato nulla, n gettato via qualcosa che gli era stato detto di conservare".

Controllai negli atti e con mia grande gioia scoprii che Kuh aveva promesso, otto
giuramento, di conservare ogni foglio delle sue note e di non gettare nulla fino alla
fine del ricorso.
Volevo quelle note. Per esperienza so come funziona la memoria di un testimone al
processo, vale a dire in modo esattamente opposto a quello che si potrebbe aspettare.
In un caso giudiziario la memoria dei testimoni, soprattutto di quelli coinvolti in
qualche modo nel suo esito, tende a migliorare col passare del tempo. Spesso la loro
ricostruzione iniziale degli avvenimenti confusa, perch non stata ancora inserita
in una teoria generale. Man mano che la teoria prende forma, la memoria comincia a
colmare i vuoti e il quadro si fa pi preciso. Coll'avvicinarsi del processo e quando ci
si trova davanti alla giuria e si viene interrogati, si "ricorda" l'avvenimento con
maggiore chiarezza e minori contraddizioni. E il risultato finale che quello che
all'inizio era un racconto confuso acquista una chiarezza cristallina. Quello di cui ci si
ricorda non pi l'avvenimento, il ricordo di un processo di ripetizione e di
chiarificazione che sfocia in una sempre maggiore sicurezza.
Qualche volta il processo non cos innocente. La memoria di alcuni testimoni
migliora perch il loro interesse in un certo esito aumenta. Scientemente o no, questi
testimoni danno alla loro storia una forma confacente al risultato che si prefiggono.
Lewis Carrol si prese gioco di queste memorie interessate con una delle sue battute:
"Ricordarsi delle cose ancora prima che accadano".
Ho assistito molte volte a questo processo di miglioramento della memoria. I maestri
del controinterrogatorio lo capiscono bene e sfruttano questa loro conoscenza per
creare dubbi sulla validit della testimonianza. Questa la ragione per cui l'accesso ai
risultati delle prime domande ai testimoni pu essere cos importante per gli avvocati.
Avevo il forte sospetto, forse pi che un sospetto, che gli appunti di Kuh
evidenziassero questo tipo di fenomeno anche nella vicenda di von Bulow.
Il problema era come avere questi appunti. Fahringer non aveva mai esplicitamente
chiesto gli appunti al processo per utilizzarli come aiuto nel controinterrogatorio dei
testimoni. La corte aveva rifiutato di ordinare la loro esibizione in risposta alla
richiesta preprocessuale di Fahringer.

Questo rifiuto poteva essere un elemento per la richiesta di revisione. Ma la questione


non era stata n chiaramente sollevata al processo n interamente rimandata al
momento della richiesta di revisione. Inoltre, vi era un problema analogo a quello
della perquisizione e del prelevamento della borsa nera. Gli appunti di Kuh erano
stati presi da un privato, non da un pubblico ufficiale. La corte avrebbe potuto
ritenere che un privato non fosse obbligato a sottostare alla richiesta di renderli
pubblici. Se le cose fossero andate cos, la difesa avrebbe avuto la peggio, e l'accusa
la meglio, in entrambi i casi; la borsa nera, prova a carico, veniva ammessa; gli
appunti, potenzialmente utili alla difesa, dichiarati inammissibili. Forse non sarebbe
stato giusto, ma era un esito possibile.
Inoltre, anche se avessimo ottenuto un processo di appello su questo punto, la Corte
Suprema avrebbe potuto ordinare che Kuh mostrasse i suoi appunti alla corte perch
fossero esaminati. Se non fosse stata trovata nessuna "pistola fumante", ovvero
qualche grave incongruenza che potesse richiedere una revisione del processo, la
corte avrebbe potuto decidere perla conferma della condanna. Quello che volevo era
avere gli appunti prima dell'appello, in modo da potermi giovare del loro contenuto
per vincere il nuovo processo; era un'arma che non volevo lasciare a una corte
"neutrale" o agli avvocati della parte avversa.
A questo fine, tentai per prima cosa di avere gli appunti in via amichevole, inviando a
Richard Kuh la seguente lettera:
Caro Dick, mi auguro che la mia lettera ti trovi bene.
[...]
E'nostra opinione chela difesa di Claus von Bulow e la pubblica accusa debbano
poter esaminare i tuoi appunti... per vedere se vi sono elementi di rilievo per la
richiesta di appello o per la revisione del processo... Spero che questa
collaborazione... servir gli interessi della verit e del chiarimento completo che tu e i
tuoi clienti avete sempre detto di desiderare.
[...]
Dick, sono consapevole del fatto che in questo caso rappresentiamo due punti di vista
opposti, ma ti conosco abbastanza per sapere che il tuo scopo che la verit emerga.
Io credo sinceramente che in questo caso vi sia stato un tragico errore giudiziario. Tu
e i tuoi clienti potete ritenere, in buona fede, che il signor von bulow sia colpevole.
Solo due persone al mondo sanno la verit e disgraziatamente una in coma. L'altra
afferma recisamente la sua innocenza. Ti prego di considerare l'ipotesi che tu e i tuoi
clienti vi siate sbagliati, e di cooperare al raggiungimento della verit. Se gli appunti
non dovessero contenere niente di utile alle proteste di innocenza del signor von
Bulow, i tuoi clienti non ne avranno alcun danno. Ma se ci fosse qualcosa che, al mio
esame in qualit di suo legale, dovesse rivelarsi utile al raggiungimento della verit
sarai certamente d'accordo che avrei il diritto di avervi accesso.
Sono a tua disposizione per discutere di questo e di ogni altro punto.
Rispettosamente Alan M. Dershowitz Legale di Claus von Bulow

La cortese risposta di Kuh - dalla quale non si poteva prevedere il nostro futuro
conflitto su questo caso - giunse per posta:
Caro Alan che piacere avere tue notizie! Ma che peccato che sia la tragedia von
Bulow a farci ritrovare. Dopo che, passato tanto tempo, ho rincontrato Herald
Fahringer... adesso , circa un anno dopo, il ciclo si ripete e trovo un altro amico a
fianco dello stesso imputato, ormai ritenuto colpevole.
Le cose vanno cos...
Come certamente saprai, date le tue eccellenti credenziali accademiche, privilegi e
altre forme di riservatezza possono talvolta impedire che informazioni rilevanti
giungano a conoscenza di coloro che non ne vengono autorizzati. Quindi, a volte, la
ricerca della verit pu venir frustrata dal fatto che qualcuno faccia valere un simile
diritto alla riservatezza. Fortunatamente non questo il caso. Posso assicurarti che
non vi un rigo tra i miei appunti che possa anche lontanamente contribuire a
discolpare l'imputato.
Questa sicurezza avvocatesca si sarebbe rilevata infondata. La lettera proseguiva in
tono poco conciliante:
Il fatto che il signor von Bulow abbai deciso di non testimoniare al processo e di non
rilasciare dichiarazioni sul suo comportamento alla lettura della sentenza, ma di dare
la sua versione a una certa Barbara Walters - che non cerc di metterla in discussione
- e e a una crescente schiera di avvocati che presumibilmente sono stati ben pagati per
rappresentarlo, non rende la sua versione, per quanto ben presentata, pi credibile.
Per passare a cose pi piacevoli - e sulle quali possiamo pi facilmente trovarci
d'accordo - ti faccio le mie congratulazioni. Alan, per il tuo recente e godibilissimo
libro. Mi ha trovato cos entusiasta che ne ho inviate due copie ad amici. Un giorno se
ci incontreremo per la vicenda von Bulow o, preferibilmente, per una chiacchierata, ti
chieder una dedica sulla mia copia.
Sinceramente Richard H. Kuh
Ci saremmo invece scontrati in un'aspra battaglia giudiziaria, e quella dedica non me
l'ha mai chiesta.

Non mi aspettavo veramente che Kuh mi facesse vedere i suoi appunti solo perch
glieli chiedevo. Ma pensai che questo era in ogni caso un passo che andava fatto.
Avevo per anche pensato che se veramente non ci fosse stato niente che avrebbe
potuto essermi utile, se cio gli appunti fossero stati assolutamente in linea con le
deposizioni dei testimoni, allora forse me li avrebbe potuti dare per evitare il rischio
di un nuovo processo fondato su appunti privi di valore. Ci avrebbe fatto risparmiare
tempo a entrambi.
Dopo aver ricevuto la lettera di Kuh, inoltrammo una richiesta alla Corte Suprema
per chiedere che a Kuh venisse ordinato di rendere accessibili i suoi appunti.
Chiedemmo alla corte di esaminare questa richiesta prima dell'appello, dato che gli
appunti avrebbero potuto contenere informazioni rilevanti su altri punti della richiesta
d'appello.
Anche in questo caso, avevo poche speranze che la Corte Suprema del Rhode Island
fosse disposta a considerare il caso in maniera frammentata, ma volevo che fosse
chiaro - e lo fosse il pi presto possibile - che le nostre proteste di innocenza erano
serie. Volevamo perfino che la corte prendesse visione di prove che non avevamo
ancora visto. Il nostro atteggiamento non mirava dunque all'esclusione di prove, ma a
rendere accessibili elementi che non lo erano stati finora.
La corte rifiut di prendere in considerazione la questione degli appunti di Kuh
separatamente dagli altri elementi del ricorso, ma eravamo comunque riusciti a
impostare la nostra posizione interamente sulla teoria dell'innocenza. Avremmo usato
l'argomento degli appunti di Kuh come filo conduttore e cornice per il nostro ricorso
contro la condanna di Claus von Bulow. Una delle ragioni della nostra insistenza su
questi appunti che, mentre stavamo preparando la domanda di ricorso, stavamo
ricevendo informazioni, da fonti piuttosto insolite, tali da rafforzare il nostro sospetto
che gli appunti di Kuh potessero contenere informazioni utili.

9.
ALTA SOCIET
Le prime novit arrivarono quando lo scrittore Truman Capote lesse il verdetto.
Capote aveva l'aspetto di un cherubino quasi sessantenne. Uno dei pi dotati scrittori
americani del secolo, aveva trascorso gran parte della sua via tra quella che si solito
chiamare "la bella gente" dell'alta societ di cui parlano i giornali. Incontrai per la
prima volta Capote una calda domenica del maggio 1982. L'avevo chiamato dopo
aver letto una sua breve intervista a "People" a proposito della sua lunga amicizia con
Sunny Crawford, che aveva conosciuto prima che diventasse la signora von Bulow.
durante la nostra conversazione dal telefono Capote mi disse di essere rimasto colpito
dal fatto che la vera vita di Sunny fosse rimasta nel buio durante il processo. Gli
chiesi come faceva lui a conoscere questa vera vita e mi rispose che conosceva Sunny
da trent'anni, anche se non aveva mai incontrato il suo attuale marito, Claus. Ci
accordammo per incontrarci a New York per discutere della faccenda.
La storia che Truman Capote mi raccont a proposito di Sunny era in stridente
contrasto con quanto era emerso dalle testimonianze. Me la raccont con la sua voce
acuta e cantilenante, ma quello che mi disse mi fece totalmente dimenticare l'effetto
sgradevole della sua voce. Registrammo la storia cos come ci fu raccontata e questa
storia, la verit dello scrittore che non venne mai resa pubblica in nessuno dei due
processi, presenta un lato inedito di Sunny.
Capote venne presentato perla prima volta a Sunny Crawford da una famosa donna di
mondo, C.Z. Guest, il cui marito Winston, oltre a essere cugino di Churchill, era un
noto cavallerizzo e giocatore di polo. Sunny, quando incontr Truman Capote alla
villa dei Guest a Old Westbury, Long Island, era una giovane donna timida. La villa,
chiamata Templeton, era un edificio in marmo bianco, luogo di ritrovo del bel
mondo. Truman e Sunny fecero una passeggiata e si accordarono per una colazione al
Colony Restaurant alcune settimane dopo. Capote si ricordava che si erano seduti
nell'angolo lontano del bar "sotto un televisore che non funzionava mai".

A quell'epoca Capote stava lavorando al suo colazione da Tiffany. Anemico ed


esaurito, aveva cercato aiuto da un "santone" di nome Max Jacobson, che in seguito
venne accusato di aver prescritto psicofarmaci in eccesso. Jacob gli praticava ogni
giorno delle iniezioni di vitamina B12.
Durante questa colazione con Sunny, la discussione scivol sui rispettivi problemi di
peso e quindi su droghe e medicine varie. Poich Capote si lamentava che le sue
quotidiane visite dal medico interrompevano il suo lavoro. Sunny gli chiese perch le
iniezioni non se le facesse da solo. "E'la osa pi semplice del mondo", disse, "una
volta imparata non un problema ." Truman esitava, ma Sunny insistette: "Ti
insegner io come fare".
Uscirono dal Colony e si incamminarono lungo la Cinquantasettesima finch non
arrivarono a un drugstore poco dopo il Sutton Theater. L comprarono dell'acqua
distillata, perch Sunny preferiva usare quel liquido per le iniezioni.
Nell'appartamento di Truman, Sunny prese dalla sua borsa un borsellino nero. "Era
un borsellino di coccodrillo nero, di una ventina di centimetri e largo cinque, chiuso
con una cerniera lampo." Sunny lo apr e al suo interno vi erano "delle siringhe
ipodermiche usa e getta".(A questo punto chiesi a Capote se quelle siringhe, allora,
fossero gi in uso. Mi spieg che non intendeva usare un termine tecnico, ma che
alludeva semplicemente a siringhe che potevano essere facilmente contenute in un
borsellino.)
Sunny prese una delle siringhe e si arrotol la manica della giacca che portava su una
camicetta e disse: "In genere l'iniezione la faccio all'anca, ma credo sia meglio",
aggiunse ridendo, "che ti insegno come farla nel braccio": Sunny si pratic quindi
un'iniezione al braccio sinistro. Dando poi una siringa a Truman cerc di insegnargli
come fare. "Ma proprio non potei farlo", prosegu Capote, "e tentammo varie volte
finch il mio braccio sanguin e io mi innervosii..." Alla fine rinunciarono al
tentativo. "Non ho problemi a farmi fare un'iniezione da qualcuno, ma da solo non
riesco proprio, mi rende troppo nervoso." Truman disse quindi a Sunny che avrebbe
continuato a farsi fare le iniezioni dal dottor Jacobson. Non appena ebbe menzionato
questo nome, Sunny disse: "Ma io so tutto di Max Jacobson... Sono andata da lui con
Peggy Bedford Bancroft". Peggy, che si era prima sposata con Thomas Bancroft e
quindi era diventata principessa di Atenberg e poi duchessa d'Uzes era un'amica di
Sunny e una delle eredi dalla Standard Oil."

Truman e Sunny continuarono a incontrarsi per colazione nel corso degli anni; i loro
ristoranti preferiti erano La Petite Marmite, Quo Vadis e Antolotti. La conversazione
in genere ruotava introno a farmaci, medici e problemi di peso. A Truman Sunny
piaceva perch gli ricordava sua madre. Truman fece effettivamente conoscere sua
madre a Sunny e fecero amicizia. (La madre di Capote divenne un'alcolizzata,
trascorreva gran parte del suo tempo a letto e alla fine si suicid.) Sunny e Capote si
iniettarono stupefacenti insieme in diverse occasioni. "Aveva con s una borsa, non
sempre la stessa, e nella borsa un astuccio con il necessario per le iniezioni e delle
pillole." Capote ebbe occasione di vederla mentre si iniettava delle droghe: "Certo
che ho visto della droga, le la usava su se stessa e su di me. Prendeva la fiala del
dottor Jacobson dal cassetto e se la iniettava". Diceva che si trattava di un miscuglio
di anfetamine e di vitamine. "E'da un pezzo che mi inietto anfetamine", affermava in
tono spavaldo.
Truman e Sunny si incontrarono per l'ultima volta all'inizio dell'inverno del 1979,
poche settimane prima del primo coma, Capote era appena uscito dal dentista quando
incontr Sunny sulla Medison Avenue. Aveva una pelliccia leggera e portava dei
regali di Natale. Camminarono lungo la Madison Avenue chiacchierando e
ricordando i bei tempi. Quando si fermarono per un drink al Bemelmaos Bar del
Carlyle Hotel erano circa le 3,30 del pomeriggio. Ordinarono il suo drink preferito,
un Manhattan fatto col Southern Comfort. Parlarono di libri e del matrimonio con
Claus von Bulow. Truman chiese cosa facesse Claus e lei rispose che lavorava per
Paul Getty, ma che anche lui era un buono scrittore. Gli parl di un pamphlet che
aveva scritto su Newport.
Truman raccont a Sunny qualcosa del suo libro, Musica per camaleonti, e come
avesse iniziato a sniffare cocaina mentre lo stava scrivendo. Lei disse di aver provato
la cocaina qualche volta ma che non le piaceva. Quindi disse a Capote che da un po'di
tempo prendeva qualcosa che era "l'esperienza pi rilassante e piacevole che si
potesse fare, un misto di Demerol e anfetamine da iniettare". Spieg anche a Truman
come avesse l'abitudine di mescolare del Quaaludes in polvere con acqua distillata e
anfetamine. Gli rivel anche un altro segreto circa una droga "assolutamente terribile"
chiamata Lotusate - una grossa pillola - e molto difficile da trovare.

Sunny raccont inoltre a Truman di aver scoperto un libro meraviglioso intitolato


Recreational Drugs, che descriveva ogni possibile miscuglio di droghe. Capote cerc
di procurarsi una copia del libro, ma non vi riusc perch era una pubblicazione di un
oscuro editore della California. Chiam Sunny dicendole delle sue difficolt a
reperirlo e lei gliene invi una copia tramite un persona di fiducia.
Questa fu l'ultima volta che Capote ebbe contatti con Sunny on Bulow. Poche
settimane dopo lei ebbe il suo primo coma, un anno dopo venne ridotta per sempre al
silenzio dal secondo. Truman Capote non venne mai a sapere del primo coma di
Sunny, come del resto molti altri amici. L'incidente venne considerato dalla famiglia
come un problema medico privato, da trattare con discrezione. Capote ebbe invece
notizia del secondo coma: "Fui certo che se lo fosse procurata da sola". Capote
credeva che i problemi di droga di Sunny fossero un fatto noto alla gente che
frequentava. Era certo che sarebbero venuti fuori in un processo che riguardava il suo
coma. In quel periodo era occupato in un libro e si trovava in Europa e non credeva di
avere informazioni utili che non fossero note anche a molti altri. Fu solo dopo esser
venuto a conoscenza con un amico, di farsi avanti. Anche se non aveva mai
incontrato il signor von Bulow, "non mi venne neppure in mente che potesse essere il
responsabile".
Mi incontrai molte altre volte con Truman Capote per discutere di questa storia. Ogni
volta lo pregavo di fornirmi altri particolari e di precisare le date. Sembrava avere una
memoria eccellente, soprattutto per quel che riguardava gli avvenimenti mondani.
Ricordava chi era presente a un certo ricevimento, chi era stato snobbato e chi vi
aveva fatto una figura ridicola.
I nostri incontri avevano luogo all'ora di colazione in ristoranti come La Cote Basque,
posti in cui non ero mai stato prima ma dove Capote pareva essere a casa sua. Tutti lo
conoscevano e i camerieri sapevano quali erano i suoi piatti preferiti.

Quando parlava dei diversi personaggi era torrentizio. Mai in vita mia avevo sentito
tanto parlare di conti, contesse e duchesse, soprattutto di donne. "Amo le belle
donne", mi disse, " e loro mi amano." Cosa ancora pi importante, sottoline come
"loro si fidano di me, o almeno si fidavano prima di alcune mie recenti pubblicazioni.
Ma anche per quelle che sostengo ora che non i confideranno mai pi nulla, io sono
come una sorella". Credetti di capire cosa voleva dire.
Dopo una di queste colazioni mi invit nel suo appartamento per mostrarmi il libro
sulle droghe che Sunny gli aveva inviato. Dopo un'affascinante ricerca nella sua
biblioteca, trovammo. Lo fermai mentre stava per prenderlo: "Non lo tocchi. Dovr
essere esaminato per le impronte". Misi il libro in una borsa di plastica e me lo portai
via. (Pi tardi venimmo a sapere che sulle pagine non venne trovata alcuna impronta.)
Chiesi a Capote se era disposto a inoltrare un affidavit e a deporre se necessario. Era
molto restio, soprattutto di fronte all'eventualit di deporre. "Pensa che sarei un buon
testimone?" mi chiese.
"No, non lo credo, ma forse l'unico testimone che ha visto veramente Sunny
praticarsi un'iniezione." Gli spiegai quando potesse essere importante una sua
testimonianza, dicendogli che la pubblica accusa aveva affermato nella sua arringa
finale che Claus era l'unica persona in quella casa ad aver mai usato una siringa e che
"nessun altro aveva mai visto la signora von Bulow col necessario per un'iniezione".
"Come hanno potuto crederlo?" sbott. "Sanno tutti che Sunny era un'esperta di
iniezioni. Come ha potuto l'accusa fare un'affermazione del genere?".
Capote mi autorizz a trascrivere la nostra conversazione.
"La legger e se corrisponde firmer un affidavit giurando che la verit." Sulla
deposizione era ancora perplesso ma disse: "Se necessario lo far".
Il racconto di Truman Capote venne immediatamente confermato da C.Z. Guest, la
donna che l'aveva presentato per prima volta a Sunny. Conferm l'incontro alla villa e
la loro lunga amicizia. Escluse assolutamente che Capote potesse essersi inventato la
storia della droga solo dopo aver letto del caso sui giornali: Giur che in pi
occasioni Truman le aveva detto che "Sunny, con sua grande sorpresa, era una
esperta di iniezioni di droga e di altri intrugli che probabilmente i due si erano drogati
insieme".

Si ricordava ancora in particolare che una volta, dopo essersi incontrato con Sunny a
New York, "Truman Capote disse che A Sunny aveva ancora problemi di droga".
Questo conversazioni, disse la signora Guest, coprono un periodo di pi anni, e molte
di esse "ebbero luogo molto rima che venisse sollevata qualsiasi accusa contro Claus
von Bulow".
Pi tardi - dopo la morte di Capote a cinquantanove anni - la donna nella cui casa
mor diede un'ulteriore conferma. Questa donna era Joanne Carson, moglie, tra il
1963 e il 1970, di Johnny Carson. Joanne Carson - da non confondersi con Joanna
Carson, terza moglie di Johnny - una nota nutrizionista che conduce un programma
televisivo nazionale. Lei e Capote erano diventati amici nel 1967, dopo essersi
incontrati nella casa dello scrittore Bennet Cerf. "Divenne il mio migliore amico e
confidente", disse. Si parlavano ogni giorno e vivevano nello stesso edificio alla
United Nations Plaza a New York.
Le chiesi di raccontarmi di una conversazione che aveva avuto con Capote prima del
giorno del Ringraziamento nel 1969. quello che mi disse, e che io ho trascritto, non
mai stato reso noto prima.
Dunque, ho pranzato con Truman quel giorno, e da un po'di tempo mi sentivo gi e
una mia amica, Jacqueline Susann, mi aveva raccomandato un dottore che avrebbe
potuto darmi delle iniezioni di vitamine che mi avrebbero fatto molto bene, e io parlai
di questo appuntamento col medico a Park Avenue, e Truman fu molto spaventato e
mi disse che si trattava di un ciarlatano e che quello che mi avrebbe dato non erano
vitamine ma qualcosa di pi e che una sua amica, Sunny Crawford, era andata da
questo dottore per aver delle iniezioni anche lei per la stanchezza ed era rimasta
incastrata...
La signora Carson mi disse che Capote le aveva descritto "il borsellino di lucertola o
di un altro tipo di pelle con un lampo dove mette le sue siringhe e le boccette". Mi
disse che Sunny "si faceva le iniezioni su un fianco". La signor Carson aggiunse che
"questo pensiero mi spavent perch io odio gli aghi e persi l'appetito". Gli disse:
"Bel colpo, non solo mi hai rovinato pasto, ma ora non ho pi neppure un medico
dove andare": Chiesi a Joanne Carson come potesse essere cos sicura chela Sunny
Crawford di cui sent parlare nel 1969 fosse la stesa persona che ora si trova in coma.
Joanne mi disse che ne era assolutamente certa perch , dopo la morte di Natalie
Wood, Truman Capote la mise ancora in guardia sui pericoli di una overdose:

"Sta'attenta . Ti ricordi che anni fa ti avvertii di non farti incastrare da un dottore, stai
in guardia con le droghe. Pu capitarti un'overdose come a Sunny, che probabilmente
morir, proprio come Natalie".
Pensava che Sunny si fosse iniettata qualcosa nel tentativo di uccidersi. Mi disse:
"Tutt'e due queste mie piccole care amiche hanno tentato di uccidersi", perch in quel
momento - era il giorno della notizia di Natalie Wood - pareva che anche lei si fosse
suicidata.
Joanne mi disse anche che, mentre stava preparando il suo Ph. D. in biochimica e
fisiologia, Truman le aveva chiesto se poteva "scoprire cosa erano queste pretese
iniezioni di vitamine che la sua amica Sunny si faceva".
Chiesi a Joanne se avesse discusso con Truman dell'opportunit di divulgare queste
informazioni su Sunny. Mi disse:
Io gli dissi: "Truman, se sai qualcosa su questa faccenda, devi contattare qualcuno e
dirlo", e lui mi rispose: "Oh, non voglio certo farmi coinvolgere in una storia come
questa", e io: "Ma in gioco la libert di un uomo. Se sai qualcosa, non so la
procedura, ma devi andare da qualcuno e dirlo".
Anche se n lei n Truman avevano mai conosciuto Claus von Bulow, cominciarono
a interessarsi molto alla possibilit di riparare all'ingiustizia che gli era stata fatta. La
notte prima della sua morte nella casa di Hollywood di Joanne Carson, Truman e
Joanne avevano parlato del caso e della decisione di Truman di sottoporsi a quello
che sapeva sarebbe stato un imbarazzante controinterrogatorio sulla sua vita privata e
le sue abitudini.
Non possibile che il racconto di Capote sia stato costruito dopo i fatti, a meno che
sia la signora Guest sia la signora Carson abbiano mentito. Inoltre vi erano molti
particolari - alcuni dei quali, compresa l'amicizia tra Sunny, Capote e la Guest,
potevano essere controllati indipendentemente - che lo rendevano plausibile. Fui
anche colpito da ci chela storia non diceva. Non si faceva alcuna menzione
dell'insulina. Se Capote avesse voluto inventare una storia per aiutare Claus von
Bulow, certamente vi avrebbe messo dentro anche Sunny coll'insulina o almeno
avrebbe detto di averne sentito parlare da lei. Truman Capote non era Joy O'Neill. E
il racconto di Capote non era neppure molto indulgente nei suoi stessi confronti.
Nella sua storia Capote non si riserva la parte dell'eroe, sembra piuttosto uno
spettatore impotente delle abitudini autodistruttive di Sunny.

Mia madre che assistette a uno dei miei incontri con Capote mi diede il parere di una
donna qualsiasi: "Non posso sopportare il suo modo di parlare. Sembra una delle mie
compagne di canasta. Ma perch dovrebbe aver mentito? Non mi piace, ma gli
credo".
Tutto sommato, la cosa sembrava credibile e non solo a me o a mia madre, ma anche
ad altri avvocati che lessero e controllarono il racconto. E se questa storia era vera,
allora Clarendon Court sarebbe stato un perfetto scenario per un ramake reale di Alta
societ. vi era per un aspetto ancora da chiarire, come osserv lo stesso Capote.
Tutta questa droga Sunny dove se la procurava? Non era certamente tipo da
comprarla per strada. e nessun medico - neppure un ciarlatano - le avrebbe prescritto
la quantit e la variet di droghe di cui sembrava fare uso. nel periodo in cui Capote
mi stava fornendo le sue informazioni, un altro testimone stava per dandoci qualche
risposta a questo interrogativo. Il suo nome era David Marriott. Lui e Capote non si
erano mai incontrati, e neppure erano a conoscenza l'uno del racconto dell'altro
quando decisero di parlare. Ma le loro storie coincidevano in modo cos perfetto da
sembrare la sceneggiatura di un film.

10.
IL PRINCIPE, LO SPACCIATORE E IL PARROCO
David Marriott un ragazzo alto, biondo e di bell'aspetto, ora poco meno che
trentenne. Nato in un sobborgo a nord di Boston chiamato Malden, si diplomato alla
Malden High School nel 1976 e ha lavorato poi in diverse tipografie dei dintorni.
Viveva con sua madre in una casa del valore di circa 100.000 dollari presso
Wakefield. anche se non aveva avuto un'educazione completa, Marriott sembra, e in
certi casi si veste come, un giovane perbene, con jeans e camicie firmate. In altre
circostanze per, il suo abbigliamento costituito da pellicce e gioielli vistosi.
Comunque si vesta, porta sempre occhiali scuri che fanno pensare che abbia qualcosa
da nascondere. I suoi vicini lo descrivono come un ragazzo simpatico, di quelli che
curano il prato e sono sempre gentili. Solamente li stupisce la sua abitudine di girare
in limousine prese a nolo. Ma lui sostiene che, dato che suo padre usa limousine per
la sua attivit di pompe funebri, la famiglia ha degli amici nel settore.
L'episodio di Marriott - che fece molto scalpore - mostra quanto sia difficile per un
avvocato decidere se fidarsi di promesse di rivelazioni da parte di una fonte
discutibile.
A quanto i disse Claus, alcuni giorni dopo che la corte ebbe emesso il suo verdetto di
colpevolezza, Marriott lo chiam nel suo appartamento della Fifth avenue e, senza
rivelare il proprio nome, gli chiese se era interessato ad avere informazioni sul fatto
che Alexander von Auersperg aveva ricevuto droga e materiale per iniezioni. claus
disse che la cosa gli interessava. La voce disse che avrebbe richiamato. Quando lo
fece, combinarono un incontro - alla presenza di Herald Fahringer, allora ancora
avvocato do Claus - a Newport, allo Sheraton Islander, il 2 aprile 1982. Marriott
venne con sua madre, che rimase fuori mentre lui raccontava a von Bulow e a
Fahringer la storia della consegna di droga ad Alexander von Auersperg.
Pochi giorni dopo quest'incontro, Marriott ritelefon a von Bulow e gli disse di aver
ricevuto una telefonata minatoria, "Non voglio avere pi niente a che vedere con lei
o con la usa storia" disse a Claus e riagganci.

Dopodich scomparve semplicemente e per mesi non ci furono altri contatti. Claus mi
raccont questa storia poche settimane dopo che mi ero assunto l'incarico
dell'appello. Io gli dissi che la storia poteva essere importante a patto che fosse vera,
ma avremmo dovuto essere estremamente cauti sulla sua plausibilit prima di farne
uso. "Una Joy O'Neill gi abbastanza." Inoltre non avevo intenzione di mettere a
repentaglio la reputazione di qualcuno senza solidi riscontri perle accuse implicite
nelle rivelazioni.
Assoldammo quindi un investigatore perch ci fornisse informazioni complete su
Marriott. Alla fine, dopo aver sfruttato ogni pista senza dovergli parlare direttamente,
decisi di telefonargli. Presi la precauzione, come faccio di solito, di avere un
testimone al mio fianco. Marriott sembrava restio a parlare per telefono, ma mi
conferm che aveva qualche informazione su della droga consegnata ad Alex. Gli
chiesi se potevamo incontrarci; rispose di si, ma "a patto che lei sia solo e senza
registratori". Accettai le sue condizioni con qualche esitazione. Non piacevole
incontrarsi da solo con uno spacciatore, ma non avevo molta scelta.
Chiesi al nostro investigatore privato, che porta sempre con s una pistola, di
portarmi alla casa di Marriott a Wakefield. Lui avrebbe aspettato in macchina, e se
non fossi rientrato entro un'ora o avesse notato qualcosa di strano, sarebbe venuto a
cercarmi.
Bussai alla porta della casa di Marriott alle 7 del pomeriggio del 17 gennaio 1983. La
signora Marriott, la madre di David, si present. Era una donna di mezza et con gli
occhiali e i capelli chiari e sembrava un po'spaventata. Ci guardammo imbarazzati
finch non entr David. Mi port in una stanza nel seminterrato. La stanza aveva una
spesa moquette ed era piena di cianfrusaglie di ogni genere. Ci sedemmo l'uno di
fronte all'altro. "Ha qualcosa che possa identificarla?" mi chiese. Tirai fuori il mio
portafogli e anche un paio di articoli che descrivevano il mio ruolo nel caso von
Bulow.
All'inizio sembr restio a parrlare: "Non voglio avere guai con la legge, perch le
informazioni che posso darle possono incriminarmi.". Gli dissi che era certamente un
elemento importante e gi chiesi se avesse parlato con un avvocato. "Si, ho parlato con
qualcuno nel North Shore. E'un uomo politico e un avvocato.

Mi ha detto di parlare pure con lei, ma solo per delle informazioni. Di deporre o di
qualcosa del genere non se ne parla neppure." Questa eventualit lo rendeva
chiaramente nervoso: "Possono tagliarmi la gola o farmi saltare la testa", disse con
una mimica appropriata. "Quello che ho da dire coinvolge alcune persone piuttosto
importanti nel giro della droga." Non aspett nessuna risposta, improvvisamente si
mise a raccontare la sua storia, mentre parlava, prendevo appunti.. Marriott cominci
con calma, con frasi rapide e brevi, fermandosi dopo ognuna per vedere che effetto
facevano su di me. Cominci a parlarmi della sua amicizia con un decoratore di
interni di nome Gilbert Jackson. Jackson era un travestito che indossava spesso
vistosi abiti femminili - gioielli, pellicce, eccetera - ed era ben noto in certi ambienti
gay. Jackson e Marriott andavano talvolta a Newport per divertirsi.
Una sera dell'estate 1977, Marriott incontr un ragazzo di nome Alex in un locale sul
lungomare. Gilbert conosceva Alex e questo incontro era stato ovviamente
combinato. Gilbert present David ad Alex e quindi gli diede un pacchetto, dicendo
che si trattava di "un regalo". In questa occasione non vennero pronunciati cognomi.
Poche settimane dopo i tre si incontrarono ancora. Mangiarono insieme in un
ristorante di Newport a Thames Street, dopodich Jackson consegn ad Alex un altro
"regalo". Questa volta Jackson disse qualcosa di pi su Alex. Era un riccone che
frequentava una qualche scuola, ma passava l'estate a Newport. Viveva in una bella
casa che era stata decorata da uno degli amici di Jackson. Jackson disse il suo
cognome: qualcosa come "Owrsberg".
David qualche volta andava a Newport da solo per passare la serata in citt. Diverse
volte Gilbert gli chiese di portare regali ad Alex, cosa che lui fece.
Chiesi a David se sapesse di che regali si trattava, David sorrise e disse che, dato che
Alex era un giovanotto attraente, aveva pensato che fossero solo regali di tipo
affettivo.
David disse di aver portato questo genere di regali ad Alex una mezza dozzina di
volte durante due estati. David cominci a insospettirsi quando not come in varie
occasioni Alex fosse molto circospetto. Una volta si nascose dietro alcune macchine
in un parcheggio quando vide passare per Bellevie Avenue una macchina che forse
apparteneva a qualcuno che lo conosceva.

Durante l'estate del 1978, Gilbert chiese a David di portare un pacco ad Alex. David
chiam Alex per combinare un appuntamento.
A questo punto interruppi la conversazione e chiesi a Marriott dove avesse trovato il
numero di Alex. Rispose che glielo aveva detto Gilbert. "Hai ancora questo numero?"
"Forse", rispose e sal le scale. Torn pochi minuti dopo con due rubriche telefoniche:
una era una scatola di plastica con un indice alfabetico, l'altra un quadernetto
giallastro. Cerc sotto Alex e mi lesse tre numeri, che copiai.
Marriott riprese il suo racconto. Alex gli chiese di portargli il pacco a casa, a
Clarendon Court, ma di usare l'entrata sul retro che dava su una piccola strada.
Quando arriv, il maggiordomo gli disse che Alex era fuori. David ritorn in
macchina, parcheggi nella strada laterale e aspett. I suoi sospetti erano aumentati e
decise di esaminare che cosa conteneva il pacchetto. Era legato con dello spago.
David lo sleg e lo apr. Si spavent quando vide il suo contenuto: siringhe
ipodermiche aghi, una borsa di plastica con un polverina bianca, una boccetta di
Demerol e diverse pillole e capsule.
Richiuse in fretta il pacchetto cercando di dargli l'aspetto originario. Ritorn in fretta
a Clarendon Court e suon nervosamente. questa vola venne ad aprire una donna,
bella, anche se un po'matronale, coi capelli biondi. David cominci a farsi prendere
dal panico e cerc di nascondere il pacco che aveva con s, ma la donna lo not e
disse che Alex stava aspettando un pacco e le aveva detto di ritirarlo. Sollevato
perch riusciva a liberarsi del pacchetto, ma confuso per l strana piega che gli
avvenimenti avevano preso, David consegn l'involucro e torn alla sua macchina.
Sei o sette settimane dopo quest'episodio, Gilbert Jackson chiese a David di
consegnare ad Alex un altro pacchetto. David non sapeva cosa fare, cos prese il
pacchetto e telefon ad Alex per combinare un incontro. And a Newport tremando
per il nervosismo. Questa volta non vi erano dubbi sul contenuto del pacchetto e su
quello che David stava facendo. Alex lo stava aspettando vicino a un supermarket.
David gli chiese di entrare in macchina e gli disse: "Apri il pacco".
"Non qui", gli rispose Alex.
"So benissimo cosa c' dietro. Ho visto quello che c'era nell'altro pacco." Alex si
arrabbi. "Cosa vuoi farmi credere? che non sapevi quello che stavi facendo? Che
vuoi, ricattarmi?"

David lo rassicur che non ne aveva l'intenzione, voleva solo vederci chiaro in questa
storia e sapere cosa esattamente vi era nel pacco.
I due si piegarono nella macchina quando Alex lo apr. David vide talmente tanti tipi
di droga e aggeggi che disse: "E'un mucchio di roba per una sola persona". Chiese ad
Alex se ne rivendeva una parte. Alex rispose "No, ne do un po'a mia madre per
levarmela di torno".
Chiesi a David se gli fosse mai stato dato del denaro da Alex dopo aver consegnato i
pacchetti, e mi disse di no. Delle questioni finanziarie si occupava direttamente
Jackson.
David non sapeva come comportarsi con Jackson. Cercava di evitarlo. aveva paura di
rispondere al telefono perch temeva di venir incaricato di un'altra consegna. Non
voleva diventare un corriere di droga a tempo pieno.
A questo punto David cominci a soffrire di dolori acuti all'addome. And da un
medico che gli diagnostic un'appendice acuta. Venne quindi ricoverato d'urgenza
all'ospedale e operato. Ma anche durante la convalescenza non poteva fare a meno di
pensare ad Alex e Gilbert. Cosa gli avrebbero chiesto di fare la prossima volta? E
quanto tempo sarebbe trascorso prima che lo catturassero? Come uscirne, ora che si
era lasciato coinvolgere nel traffico di droga?
Ma il problema svan improvvisamente come si era presentato; Gilbert Jackson venne
ucciso con dei colpi alla testa da due uomini provenienti da Lynn, Massachusetts,
mentre David era ancora in ospedale. Il suo corpo venne trovato imbavagliato, legato
e con segni di percosse. Il suo appartamento era stato messo a soqquadro.
La morte di Jackson non aveva per risolto tutti i problemi di David o di Alex.
Qualche giorno dopo l'omicidio, Alex cominci a chiamare David a casa. Rispose sua
madre ed Alex le chiese se sapeva qualcosa della morte di Jackson. Alex chiam poi
Marriott in ospedale e parlarono dell'omicidio. Alex era terrorizzato: "Indagheranno
su tutti quelli che conosceva?" chiese. "Pensi che ci saranno guai?" David non sapeva
cosa rispondere, ma anche lui era preoccupato.
Alla fine la polizia arrest i due del Massachusetts in qualche parte del Kentucky.
Entrambi confessarono e vennero condannati a lunghe pene detentive.

David disse che non vide mai pi Alex. E non vi pens pi fino all'inizio del 1992,
quando la foto di Alexander von Auersperg cominci a comparire regolarmente sui
giornali in connessione col caso von Bulow. David si spavent nuovamente. Cap che
poteva essere testimone di fatti importanti per il processo, ma cap anche che lui
stesso poteva essere accusato di qualche crimine. C'era poi la questione della sua vita,
della sua amicizia con Gilbert Jackson, delle sue abitudini particolari, del suo passato
non proprio irreprensibile. Non voleva che tutto questo saltasse fuori. E soprattutto
non voleva finire in prigione per aver consegnato anni prima della droga. Cos,
semplicemente, se ne stette zitto, cercando di non far troppo caso agli avvenimenti
dei quali parlava tutta Newport, Ma alla fine, per ragioni che si rifiut dispiegare,
decise di chiamare von Bulow.
Questo il succo della storia che mi raccont David Marriott. L'ascoltai con un misto
di interesse e scetticismo. La ragione dell'interesse evidente: se la storia fosse stata
vera, avrebbe demolito una parte importante della tesi dell'accusa. L'informazione
avuta da Capote era naturalmente molto pi importante, dato che, anche in questo
caso, se vera, avrebbe dimostrato che Sunny era esperta di iniezioni. Prese insieme, le
due storie fornivano una spiegazione esauriente dei coma. Al processo l'accusa aveva
insistito sul fatto che solo Claus von Bulow in quella casa era esperto di aghi,
siringhe e iniezioni. L'accusa aveva anche affermato che non vi era "alcun indizio che
Alexander sapesse usare aghi e siringhe".
Ma ecco che compare un testimone che afferma di avere personalmente consegnato
siringhe, aghi e droghe iniettabili a casa von Bulow, proprio un anno prima del primo
coma di Sunny. Inoltre le nuove affermazioni provenienti da Marriott - indipendenti,
ma che collimavano con quanto aveva detto Capote - risolvevano anche il problema
di dove un'elegante signora di Newport si fosse procurata le deroghe e l'attrezzatura
che usava abitualmente.
Le ragioni del mio scetticismo hanno a che vedere pi con il mio carattere che con
quello che all'epoca sapevo di Marriott. Per natura, e per esperienza come avvocato
che difende accusati in genere colpevoli, sono uno scettico.
La storia di Marriott conteneva certi indizi che la rendevano plausibile. Alcuni
dettagli erano difficili da inventare, e inoltre era coerente con quanto detto da un
uomo a lui sconosciuto.

Ma sembrava quasi troppo bella per essere vera. Era proprio quello che avremmo
voluto sentirci dire! O meglio, quasi quello che avremmo voluto sentirci dire. Come
nel caso di Capote, sarebbe stata pi teatrale, ma anche pi sospetta, se Marriott
avesse visto insulina tra le droghe che consegnava. Ma l'insulina una droga che si
vende normalmente, solo le siringhe richiedono una ricetta.
Dato che la storia era cos perfetta, dovevo sottoporla a una verifica molto severa, a
un controinterrogatorio serrato, prima di prendere inconsiderazione l'idea di usarla.
Mettendomi nella parte dell'accusa, feci ricorso ad ogni trucco del mestiere , non
esclusi alcuni ai quali non mi sarei mai sognato di ricorrere in aula, per scoprire le
falle del suo racconto.
Giocai d'astuzia: "David, chi credi di rendere in giro? Alex e sua madre erano in
Europa durante l'estate del 1977. I fatti di Newport che hai raccontato non possono
essere accaduti". Marriott insistette con la sua versione, aggiungendo anche altri
particolari sui vari momenti di quell'estate in cui si verificarono i fatti.
Gli dissi che sarebbe stato accusato di essere uno spacciatore, un uomo da
marciapiede, un ladro e un bugiardo.
Gli feci ripetere la storia una dozzina di volte, ogni volta in ordine diverso.
Rimase irremovibile, diventando sempre pi preciso ogni volta.
Provai i numeri telefonici che Marriott aveva trovato nella sua rubrica. Erano quelli
di Alex. Uno era quello di Clarendon Court, l'altro quello dell'appartamento nella
Fifth Avenue.
Mi stavo convincendo sempre pi della veridicit della storia, ma ancora non bastava.
Dovevo essere assolutamente sicuro che stesse dicendo la verit prima di ricorrere a
lui. Ma non era sufficiente che fossi convinto io, Io non ero n il giudice n la giuria:
ero parte in causa.
Era essenziale che osservatori esterni - giudici e giurati - fossero convinti che David
non si era inventato tutto. E Marriott non era certo il testimone ideale. David Marriott
non sarebbe affatto piaciuto alla giuria. La sua stretta amicizia con un notorio
travestito e spacciatore di droga avrebbe certamente sollevato parecchi interrogativi
sui suoi gusti sessuali e sui suoi rapporti con gli stupefacenti.

La sua affermazione di non sapere cosa ci fosse nei pacchetti poteva essere accolta
con scetticismo, a essere ottimisti. E il fatto che non avesse un impiego stabile
avrebbe sollevato dubbi sul suo comportamento complessivo. Infine, questa sua
decisione di intervenire, con grandi rischi personali, in difesa di un uomo ricco,
avrebbe sollevato il sospetto che fosse stato pagato.
L'accusa ricorre spesso - pagandoli - a testimoni anche pi loschi di Marriott;
truffatori, spergiuri e assassini. Ci si giustifica col vecchio detto "Se cerchi di
incastrare il diavolo, i testimoni devi cercarli all'inferno". Avrei potuto dire, a mia
volta, che se volete prove su traffici di droga, allora dovete cercare testimoni che
abbiano a che fare con questo mondo. Ma questo tipo di argomenti funziona molto
meno bene per la difesa che per l'accusa, e in questo caso ebbi l'impressione che non
avrebbe funzionato per niente.
Decisi provvisoriamente che,. malgrado l'importanza delle informazioni di Marriott,
non avrei potuto usarlo come testimone, senza elementi che confermassero la sua
storia. Inoltre, Marriott non era affatto disposto a testimoniare. Fino a questo
momento tutto quello che faceva era dare soffiate e un qualche appoggio
investigativo.
Non ebbi contatti con Marriott per i mesi seguenti poich ero molto impegnato a
lavorare sulla richiesta di revisione, ma egli parl e si incontr con Claus von Bulow
e con Andrea Reynolds diverse volte per discutere delle sue informazioni. Claus mi
disse che, durante una di queste conversazioni, Marriott aveva detto di aver rivelato a
un prete la storia della consegna della droga all'epoca stessa in cui avveniva. Claus
aveva insistito per avere il nome del sacerdote, ma Marriott non l'aveva rivelato.
Una conferma da parte di un religioso sarebbe stata fondamentale per due ragioni: se
David aveva veramente raccontato la storia die anni prima che Sunny von Bulow
entrasse per la prima volta in coma, era evidente che non poteva essersela inventata
dopo aver letto del processo. E un giudice e una giuria, anche se potevano non avere
simpatia per Marriott e non erano disposti a credergli, avrebbero sicuramente prestato
fede a un sacerdote. Secondo la letteratura giuridica, il parroco il testimone perfetto.
Quando Claus mi disse del prete, chiami Marriott e gli chiesi il nome ottenendo per
un deciso rifiuto. "Non voglio coinvolgere il prete", continu a dire.

"Ma cos ti metti nei guai", insistetti, "sai quello che faranno di te quando ti troverai
sul banco degli imputati, senza la conferma del sacerdote? Ti faranno a pezzi. Ti
faranno passare per un bugiardo prezzolato." "Ma io dir loro la verit e dir anche di
averlo detto a un prete" insistette David.
"Questo peggiorer solo le cose", gli replicai. "Se dirai alla giuria che c' di mezzo un
sacerdote e poi ti rifiuterai di dire chi , saranno assolutamente persuasi che ti sei
incentrato tutto. Te la faranno pagare ancora di pi per aver coinvolto un religioso
nelle tue bugie." Perch David insisteva nel suo rifiuto di rivelare chi fosse il
sacerdote, cominciai a farmi domande su tutta la faccenda. Perch non voleva
coinvolgere il prete? C'era qualcosa che non mi aveva detto? Gli feci queste
domande, ma lui tenne duro nel suo rifiuto, diventando sempre pi vago sui motivi
del medesimo.
Alla fine gli dissi: "Senti ne sei fuori. Useremo le informazioni che ci hai dato per
arrivare ad altri testimoni, ma non posso mandarti sotto giuramento o farti deporre".
David era furioso: "Se non mi crede, perch non mi sottopone al test della macchina
della verit?" mi chiese con tono di sfida. Io nutrivo scarsa fiducia nel polygraph e
solo in certe situazioni, e raramente, vi facevo ricorso nei miei casi. Ma Marriott ci
aveva sfidati e, dopo averne parlato con Claus, accettammo.
Joann Crispi si procur un lie-detector affidabile per il testo all'inizio dell'estate del
1983. Ma, prima di sottoporsi al test, Marriott insistette perch Claus firmasse un
documento con promessa di non rivelare il suo nome senza il suo permesso.
Accettammo e l'accordo fu raggiunto.
Come ci aspettavamo, i risultati del lie-detector furono ambigui. Marriott stava
nascondendo, come sapevamo, diverse cose del suo racconto, e, alla luce di questo
fatto, il tecnico ci disse che "l'esame non conferma le risposte", ma che occorreva
considerare a che alcuni elementi e fatti rilevanti erano stati taciuti e quindi il
risultato non significava necessariamente che Marriott avesse mentito.
Dissi ancora a marriott che non avremmo usato come testimone, anche se avremmo
apprezzato ogni informazione che ci avesse dato, soprattutto il nome del sacerdote do
di chiunque altro potesse confermare le sue affermazioni riguardo ad Alexander.

Anche senza le testimonianze del religioso, vi erano vari motivi di utilizzare le


informazioni di Marriott. Potevamo sperare di trovare qualcuno assolutamente
affidabile - o almeno pi affidabile di David - che potesse confermare la sua storia.
Ma noi non sapevamo neppure se un tale testimone esistesse; nel racconto di David si
parlava solo di Alexander von Auersperg e di Gilbert Jackson, che era morto.
Marriott aveva lasciato intravedere qualcosa circa altri personaggi che avrebbero
potuto confermare la sua storia, ma si trattava di allusioni vaghe che avevano un
significato solo per lui.
Rivolgemmo la nostra attenzione su Jackson, indagando su tutti coloro che lo
avevano frequentato. Mio figlio, Jamin, che aveva lavorato in un'agenzia
investigativa, controll tutte le notizie che riferivano del suo omicidio. Riuscimmo a
ottenere copie dei rapporti di polizia e parlare con funzionari e avvocati che si erano
occupati delle indagini e del processo. tutto quello che riuscimmo a trovare
coincideva con la storia di Marriott, ma niente e nessuno comprovava direttamente la
specifica consegna di droga che ci interessava. Questo naturalmente era normale: in
genere gli spacciatori non hanno l'abitudine di rilasciare ricevute. David ci aveva
detto che, in seguito all'assassinio di Jackson, Alexander aveva espresso il timore che
la polizia potesse trovare qualcosa che lo collegasse a lui. Ci chiedemmo se la polizia
avesse trovato effettivamente qualcosa, po, in caso contrario, se potevamo trovarla
noi.
L'assassinio aveva per avuto luogo cinque anni prima, e ormai le tracce erano quasi
scomparse. In realt le tracce non erano state seguite molto a fondo neanche allora,
dato che i sospetti si erano dichiarati colpevoli poco dopo la loro cattura. Il risultato
di questa confessione fu di impedire indagini approfondite.
Mentre eravamo impegnati a trovare conferme alla storia di Marriott, ricevetti una
strana telefonata. La voce al telefono, che rifiut di declinare il suo nome, disse di
avere informazioni che potevano essermi utili per il caso von bulow. Non era la prima
telefonata che ricevevo con offerte di aiuto. Mi avevano telefonato alcuni medium
che potevano parlare con Sunny e rivelare com'erano andate veramente le cose, un
esperto di agopuntura che poteva farla uscire dal coma, donne che si offrivano di
scontare la pena al posto di Claus, e vari testimoni che avevano "visto" Sunny,
talvolta di persona, talvolta in sogno, iniettarsi insulina.

Una testimone dichiar di essere Sunny von Bulow e che la donna in coma era
un'impostora che le aveva rubato Claus. Era stata lei, non Claus a tentare di uccidere
l'impostora, e con ottime ragioni. Ma ora era pentita e voleva riconsegnarsi e riavere
Claus.
In genere, poche domande bastavano a smascherare la menzogna, ma a volte
facevamo controlli pi approfonditi. Alcune delle telefonate, inclusa una di un
anonimo di Newport, fornirono anche informazioni utili.
Quest'ultimo informatore mi sorprese dicendomi: "Ho saputo che interessato a
Gilbert Jackson". Non avevo la minima idea di come facesse a saperlo, dato che
avevamo indagato piuttosto discretamente. "Sa quale bomba ha tra le mani?" chiese
in tono sinistro.
Gli chiesi come fosse venuto a conoscenza del mio interesse per Gilbert Jackson. Il
mio primo sospetto fu che la telefonata fosse stata organizzata da David Marriott per
darsi credibilit. L'uomo al telefono non fece nulla per allontanare i miei sospetti.
"Ho le mie fonti di informazioni come voi avete le vostre", disse, " e ora lasciamo
stare quest'argomento. Voglio metterla in guardia, perch ho il massimo rispetto per
lei come avvocato; Jackson era solo un pesce piccolo, dietro di lui c'era
un'organizzazione molto pi grande e spietata. Quello non stato l'unico omicidio.
"Gli chiesi di spiegarsi meglio e mi disse che l'avrebbe fatto, ma solo di persona. Mi
diede un indirizzo e mi disse di incontrarlo nell'ufficio al terzo piano quel pomeriggio
stesso. gli chiesi se potevo portare con me un mio assistente per prendere appunti. (La
mia richiesta era motivata dalla paura tanto quanto dal bisogno effettivo.) Mi disse
che andava bene, purch non fossimo armati e non avessimo con noi registratori.
Gli studenti che assistevano in quel momento per il caso von Bulow erano entrambi
intellettuali perbene, provenienti da famiglie perbene. Si pi quindi immaginare la
loro sorpresa, e la mia, quando arrivammo all'indirizzo che ci era stato dato e ci
trovammo in una sauna per omosessuali piena di agenti di borsa, dirigenti, manager e
altri professionisti.

Eravamo tutti piuttosto nervosi mentre attraversavamo la zona dei bagni col
caratteristico odore di spogliatoio e gli interni scuri. Uno dei miei assistenti mormor:
"Se i miei genitori sapessero per quale educazione spendono il loro denaro, mi
manderebbero a studiare economia". L'altro per gli fece notare che "se sapessero
quanti laureati in economia frequentano questo locale, ti manderebbero a studiare
teologia": Alla fine trovammo l'ufficio al terzo piano e bussammo. Un uomo sui
trentacinque anni ci invit a entrare. "Sono quello che vi ha chiamato", disse,
"l'informazione che posso darvi vi far saltare sulle sedie." "Ma come faceva a sapere
che ci interessiamo di Jackson?" gli chiesi ancora.
Questa volta me lo disse. "Io lavoro con la polizia, e lei stava frugando nel dossier di
Jackson. Tra me e i miei amici poliziotti non ci sono segreti." Gli chiesi se la sauna
fosse una specie di copertura per la sua attivit di informatore della polizia. "No", mi
assicur, "ricavo circa un milione di dollari all'anno con questo posto. Ci vengono un
sacco di ricchi. Il locale abbastanza vicino alla borsa per farci una rapida puntatina
ogni tanto, ma non troppo vicino perch tutti li vedano. Non esattamente l'Harvard
Club, ma qualche volta vi sono abbastanza Rossi e Azzurri per mettere insieme una
partita di calcio Harvard-Yale." Mi disse di non essere alle dipendenze della polizia ,
ma di collaborare con vari dipartimenti: "Loro hanno bisogno di informazioni sul tipo
di gente con la quale ho a che fare, e io gliele procuro in cambio di qualche favore. Sa
come vanno le cose, tu gratti la schiena a me e io la gratto a te..." mi disse con un
sogghigno che suggeriva che ricorreva spesso a quest'immagine particolarmente
appropriata al luogo.
"Perch vuole aiutarmi?" gli chiesi, non desiderando approfondire la metafora.
"Per molte ragioni. Forse se io l'aiuto oggi, lei si sentir in debito verso di me."
Tagliai corto. "Forse non ci siamo capito. Questo non il mio modo di condurre il
gioco. Non ho nessuna intenzione di sentirmi in debito nei suoi confronti. Se lei ha
informazioni da darmi, d'accordo, ma non si aspetti nulla in cambio." "Immaginavo
che avrebbe risposto cos. Lei un professore. Ma io l'aiuter ugualmente. E'anche
nel mio interesse." "Perch aiutarmi nel suo interesse." "Lo capir da solo", mi disse
sorridendo, "non mi chieda di essere troppo esplicito, almeno non subito."

Con questa frase sibillina, il gestore della sauna cominci a raccontarmi quello che
sapeva di -Gilbert Jackson. La storia comprendeva una divagazione circa un ricco
petroliere accusato di molestare i ragazzini. vi erano omicidi, estorsioni, droga e
coperture. Una storia bizzarra e quasi incredibile. Gilbert Jackson vi aveva solo un
ruolo secondario, ma il suo coinvolgimento coincideva perfettamente con quanto
aveva detto Marriott.
Quando effettuai alcuni controlli sul racconto che mi aveva fatto il padrone dei bagni,
trovai che era confermato da quanto aveva scritto la stampa e dai rapporti di polizia.
Scoprii anche che egli stesso era un sospetto, o per lo meno un testimone, di uno
degli omicidi, dato che si riteneva chela vittima avesse trascorso la sua ultima notte
alla sauna. Non vi erano dubbi che almeno una parte della storia fosse vera. Non vi
erano neppure dubbi sul fatto che avesse il suo tornaconto a fornirmi una certa
versione dell'intricata vicenda per stornare da s i sospetti.
L'informatore mi mise anche su una pista che potei seguire. Riguardava un tizio del
Massachusetts, allora detenuto in un braccio della morte in Florida. Quando riuscii a
contattarlo, stava salendo sulla seda elettrica.
La storia della sauna rafforz la mia fiducia nell'attendibilit del racconto di David
Marriott. Confermava il fatto che Gilbert Jackson era coinvolto in traffici di droga.
Ma non era ancora abbastanza. Innanzi tutto, il gestore di una sauna per gay non era
certo un teste credibile come un sacerdote. Poi, anche se il giudice o la giuria gli
avessero creduto, quanto aveva detto non serviva a dare conferma all'essenziale della
storia di Marriott, cio alla consegna di droga e di attrezzatura per iniezioni ad
Alexander von Auersperg. Avevamo ancora bisogno del sacerdote, e non sembrava
probabile che saremmo riusciti a trovarlo.
Improvvisamente riuscimmo ad avere l'informazione che stavamo cercando e questa,
almeno in un primo momento, super le nostre migliori speranze. Un giorno Claus mi
telefon: "Abbiamo scoperto chi il sacerdote, Marriott alla fine c' l'ha detto. Si
chiama Philip Magaldi. E'il parroco di St.Antony a North Providence".
Prima di chiamare il religioso, decidemmo di fare alcuni controlli attraverso i suoi
superiori della Chiesa Cattolica. Anche von Bulow e i suoi avvocati del Rhode Island
fecero delle verifiche. Non rivelammo i motivi delle nostre domande, a la risposta fu
che padre Magaldi era "un sant'uomo , uno dei parroci pi amati e rispettati del New
England".

Aveva la responsabilit di una grande parrocchia e un grande seguito personale, si


diceva che per lui era in vista una promozione nella gerarchia cattolica e che sarebbe
diventato vescovo. "Non solo un ottimo pastore e sacerdote", mi venne detto, "ma
conosce il mondo. E'amico di alcuni tra i principali uomini politici del Rhode Island e
usa le sue conoscenze per aiutare la parrocchia." Venimmo a sapere in particolare che
padre Magaldi era amico da anni del procuratore generale del Rhode Island: Dennis
Roberts.
Roberts era qualcosa di pi del magistrato di grado pi elevato nel Rhode Island, era
il diretto responsabile della pubblica accusa contro von Bulow. Mi chiesi quali
conseguenze avrebbe potuto avere la conoscenza tra il procuratore generale e il
sacerdote nel caso che questi avesse deciso di confermare il racconto di Marriott. Per
di pi, correvano voci che il prossimo concorrente di Roberts alla procura generale
sarebbe stata una ex monaca cattolica.
Ne sapevo ormai abbastanza su padre Magaldi da scalpitare per l'impazienza di
parlargli. Lo chiamai. All'altro capo del file mi rispose una voce gentile ma di
persona pratica. Il sacerdote si present come Philip Magaldi e disse che aveva
sentito parlare di me e che aspettava una mia telefonata. Lo ringraziai per la sua
disponibilit, ma mi assicur che stava facendo solo il suo dovere.
Gli chiesi se conosceva David Marriott. Mi disse che gli era stato presentato anni
prima da un conoscente del Massachusetts, che gli aveva detto che un amico di nome
David Marriott aveva un gran bisogno del suo sostegno morale e spirituale.
Il rapporto fra i due cominci in modo piuttosto informale. All'inizio il padre parl
con David per telefono. Si incontrarono per pranzo qualche volta. David sembrava
diffidare di tutti, anche del sacerdote. Ma alla fine questi riusc a conquistarsi la sua
fiducia e David parl pi liberamente.
Non ci fu nessuna confessione nel significato religioso del termine. I colloqui
avvennero o per telefono o faccia a faccia, in genere a cena. Non vi furono
appuntamenti precisi, David chiamava quando aveva bisogno di un consiglio, in
genere ogni sei od otto settimane.
Chiesi a padre Magaldi se avesse mai incontrato Alexander von Auersperg.

"credo di s"", mi rispose.


"Pu dirmi in che circostanze?" "Fu durante l'estate del 1977. Lo ricordo bene perch
arrivarono a notte fonda e per la cosa orribile che giovanotto aveva gridato." "Cosa?"
"Qualcosa relativamente a una coppia di colore che voleva sposarsi. Ma non disse 'di
colore'." "Padre mi dispiace di doverle chiedere la parola esatta, ma importante che
lei mi dica esattamente cosa disse." "Capisco", disse il sacerdote a basa voce e, dopo
aver fatto una pausa come se cercasse il permesso divino, parl come tentando di
imitare la voce di un altro: "Sono due negri che vogliono sposarsi, digli che due negri
vogliono sposarsi'".
"Perch il ragazzo ha parlato di due negri?" "Oh, l'ha fatto perch avevo chiesto, in
tono un po'irritato, perch qualcuno veniva a disturbare a tarda notte. Il ragazzo l'ha
detto in tono da furbo. Naturalmente non era affatto vero. Non c'era nessun altro
tranne loro due." Chiesi al sacerdote di raccontarmi la scena.
"Sembrava un film. Vi era una grande limousine, bianca mi pare. Mi arrbiai e gli
bisbigliai quasi ad alta voce 'Sss entrate e non svegliate i vicini'.
"David e il ragazzo entrarono. Li feci passare in cucina e aspettai che mi presentasse
il suo amico. David me lo present come 'Alexander von Auersperg di Newport'."
"Aveva mai visto prima quel ragazzo? Aveva mai conosciuto Alexander von
Auersperg?" chiesi.
"No, mai, o almeno non lo ricordo." "Allora on pu essere veramente sicuro che il
ragazzo fosse Alexander von Auersperg." "Si, lo sono. Quando cominci il processo
diversi anni dopo, ricordo di aver letto un resoconto del processo e di aver visto il
ragazzo alla televisione. Era lo stesso che avevo visto in cucina con David. E che
aveva detto quella frase odiosa sui negri.
"All'inizio non ne ero assolutamente sicuro", continu lentamente il sacerdote, "la
persona che apparve in televisione era pi adulta pi triste e vestita in modo pi
convenzionale. Tutto il contesto era diverso. Ma pi guardavo, pi mi convincevo.
Poi, quando ho letto delle siringhe e degli aghi trovati nella borsa di plastica, mi resi
conto che dovevo chiamare David a causa di quello che lui i aveva detto dopo
l'incontro in cucina."

Chiesi a padre Magaldi di parlarmi della telefonata a Marriott.


"Dopo aver visto il giovane von Auersperg in televisione e aver letto di lui sui
giornali, chiamai David e insistetti perch dicesse a qualcuno quello che sapeva. Ne
parlammo con un mio ex chierichetto che diventato avvocato." "Come si chiama?"
"John Tarantino, ancora nella parrocchia. gli parlai io per primo, poi David
insistette per parlargli anche lui. Fu a questo punto che David Chiam von Bulow e
organizzarono l'incontro nell'albergo di Newport." "D'accordo , veniamo all'estate del
1978." "Non ricordo se David avesse chiamato prima o fosse venuto direttamente.
Ma comunque arriv. Tremava di paura: 'Sono sconvolto, lei deve dirmi cosa devo
fare', mi disse. David era sempre stato un po'nervoso quando mi incontrava, ma
questa volta era veramente in preda al panico.
"Cominci a raccontarmi che era andato in macchina da Boston a New York in serata
per vedere alcuni amici. Mi disse che il suo amico Gilbert Jackson gli aveva chiesto
di portare un pacchetto al loro comune amico Alexander. A questo punto David fece
una digressione parlandomi dell'attivit di decoratore di Gilbert e di come lui
pensasse che il pacco contenesse tappezzeria o roba del genere. Poi cominci a
parlarmi di Alexander, di quanto fosse ricco e in quale casa vivesse. Quindi si ferm
e disse: 'Alexander, il ragazzo dell'anno scorso, si ricorda? 'I negri che vogliono
sposarsi'. Feci cenno di si. 'Si, proprio quel ragazzo, maledetto il giorno che l'ho
incontrato'." Padre Magaldi continu a raccontare la storia che David gli aveva
riferito. La stessa che David aveva raccontato a me qualche settimana prima: il suo
arrivo a Clarendon Court, il maggiordomo che gli dice di attendere, la decisione di
aprire il pacco, l scoperta delle siringhe, degli aghi, delle polverine, delle pillole e del
liquido, e infine la consegna del pacchetto a una donna.
Padre Magaldi mi disse che non appena David ebbe finito il suo racconto, lui, un
sacerdote, si infuri: "Persi le staffe. Non gli risposi in maniera molto paterna. Anzi
lo insultai: 'stupido', 'idiota'e forse anche di peggio. Mi ricordo di essermene poi
vergognato. Non si ricava nulla a prendere le persone a male parole, soprattutto
quando sono gi sconvolte come David.

"Ma dovevo fare la mia parte. Dovevo convincere David a sganciarsi da questa gente,
a stargli alla larga. Di problemi ne aveva gi abbastanza senza immischiarsi in
questioni di droga e di crimini. Lo ammonii a stare lontano da Newport, e di non
vedere mai pi Alexander o Gilbert Jackson.
"Dopo la sfuriata cercai dimettere ordine nei miei pensieri e chiesi a David se avesse
mai consegnato altri pacchi. Rispose che l'aveva fatto, ma giur che fino a quella
notte non sapeva che contenessero droga. Pensava fosse roba di tappezzeria. Ricordo
che gli dissi con sarcasmo: 'Cosa credevi che fosse, chiodi da tappezzeria placcati in
oro?'David non rise, ma mi giur ancora che non ne sapeva niente." Chiesi allora
padre Magaldi che cosa secondo lui, c'era di vero in questa storia cos complicata. Il
prete cominci a parlare come un avvocato.
"Dunque, la storia va divisa in varie componenti. Innanzi tutto c' quello che io ho
visto direttamente. David Marriott in compagnia di un giovanotto che ho riconosciuto
come Alexander von Auersperg. David stesso mi ha detto, in un momento in cui non
aveva ragioni per mentire, che si trattava di Alexander von Auersperg. a tutto questo
ovviamente credo." "Poi viene la storia delle consegne di droga. Quali motivi aveva
per mentirmi David nel 1978 riguardo la droga portata a casa von Bulow? Certamente
non l'ha detto per farmi piacere o per guadagnarsi il mio rispetto. Se la storia non
fosse stata vera, perch raccontarmela provocando la mia collera? Quindi anche
questa parte della storia mi sembra credibile, anche se non posso esserne altrettanto
certo come nel caso dell'incontro con Alexander von Auersperg.
"Infine, veniamo al fatto che David ha affermato di non sapere quello che stava
consegnando. In questo caso", e il sacerdote assunse il tono di uno Sherlock Holmes
che ammonisce insegnamenti al dottor Watson, "una ragione per mentire c'. E anche
se non vorrei accusare qualcuno senza prove, non sarei sorpreso nel venir a sapere
che David sospettava di star trasportando droghe. Secondo me, probabilmente
credeva di portare marijuana o cocaina o qualche pillola, ma fu molto sorpreso nel
trovare aghi e siringhe. Questo gli fece temere di rimanere coinvolto in qualcosa di
pi serio, eroina forse!"

Continuai a insistere: "Ma il fatto di dubitare di una parte della storia non le fa
pensare che anche il resto sia falso?" "Professore", rispose con impazienza, "non
capisce quello che dicendo? Non sto parlando dell'onest di David in quanto tale, ma
di due cose distinte: innanzi tutto quello che ho visto coi miei occhi; secondariamente
del fatto che se anche David fosse un mentitore incallito, non aveva assolutamente
alcuna ragione di inventarsi la consegna di droghe ad Alexander e a sua madre. Anzi,
aveva tutte le ragioni per mentire e per teneri nascosto un fatto che mi ha irritato
verso di lui." Ascoltai attentamente la logica del sacerdote, che era simile a quella dei
giudici e dei giuristi che consentivano che si facesse ricorso in aula a certe
testimonianze "per sentito dire". Secondo la legge, se uno come David dice a
qualcuno come padre Magaldi qualcosa di negativo su se stesso - per esempio, di aver
consegnato della droga - la persona che ha raccolto la confidenza, nella fattispecie
Magaldi, pu testimoniare anche se solo per sentito dire. La ragion di fondo di questa
eccezione alla norma generale, che non ammette testimonianze per sentito dire, che
se uno parla male di se stesso dice probabilmente il vero, dato che in genere non ci si
calunnia da soli. Invece, quando qualcuno parla bene di s, spesso dice il falso allo
scopo, ovviamente, di mettersi in buona luce.
Dopo aver ascoltato quanto padre Magaldi mi aveva detto a conferma della storia di
Marriott, gli feci la domanda cruciale: "Padre, presumo che lei sia disposto a mettere
tutto ci in un affidavit e, se necessario, a testimoniare davanti a un giudice o a una
giuria". Aspettai con ansia la risposta che arriv dopo una lunga pausa.
"Preferirei decisamente non farlo e non essere coinvolto in questo caso. Mi sento
molto a disagio a dover rivelare quello che mi ha detto qualcun altro, anche se questo
qualcuno mi autorizza a farlo. La cosa potrebbe essere fraintesa e si sarebbe meno
disposti ad avere fiducia in un sacerdote." "Ma senza la sua deposizione"; insistetti,
"quella di David inutile. Lei la carta decisiva perch il signor von Bulow vinca il
ricorso. Abbiamo assolutamente bisogno di lei, padre. Se potessimo farne a meno,
non insisterei per avere la sua deposizione."

Il sacerdote riflett ancora. "L'avvocato lei e io mi metto nelle sue ani", disse
rassegnato, " se lei crede sinceramente che io sia indispensabile, allora sono a sua
disposizione. Ma la prego di rifletterci bene." Padre Magaldi continu poi a farmi
domande su come si sarebbero svolte le cose. "Il ricorso non solo il primo passo? E
se lei la spinta, non pu darsi che non abbia pi bisogno di me o di David?" mi chiese
speranzoso.
"Certo possibile", risposi, "ma non molto probabile. Penso che abbiamo validi
argomenti per il ricorso, ma non possiamo contare solo su questi. Ma anche se
vincessimo, ci sar comunque un nuovo processo." Il prete sembrava ignorare che ci
sarebbe stato un nuovo processo, se avessimo vinto il ricorso: "Non sarebbe questo
quello che chiamano 'un doppio rischio'?" mi chiese, fiero della sua conoscenza dei
principi giuridici. "Io spero che lo sia. Ma dipende dalle motivazioni grazie alle quali
vinceremo eventualmente il ricorso. Se vinciamo perch la corte ritiene che non ci
siano prove sufficienti per condannare il signor von Bulow, allora la cosa finir l. Ma
se vinciamo sulla base di considerazioni giuridico-formali, come ad esempio l'aver
prodotto prove ottenute illegalmente, allora ci sar un altro processo, questa volta
senza le prove in questione. E naturalmente possibile che noi perdiamo il secondo
processo." dissi al padre che solo il 5 per cento di tutti i ricorsi penali sono coronati
da successo, con qualsiasi tipo di motivazione. Questo sorprese molto il sacerdote,
che disse di aver sempre letto di condanne annullate in sede di ricorso. "Certo", dissi,
"questi sono appunto i casi che fanno notizia sui giornali, ma ogni giorno, in ogni
tribunale, le corti d'appello confermano dozzine di condanne di cui non si sente
parlare, Questa la realt. Essere un avvocato d'appello un mestiere frustrante,
soprattutto se si ama vincere." Padre Magaldi accett di dare un affidavit a un
avvocato del Rhode Island che conosceva, specificando quello che aveva chiesto e
sentito, ma io gli promisi che non lo avrei prodotto o usato senza prima consultarmi
con lui.
"Spero proprio che lei vinca il suo ricorso", disse ridendo, "la mia tranquillit futura a
quanto pare dipende da questo." Non vi alcun modo certo per un avvocato di sapere
se un testimone sta dicendo la verit. Ci sono un sacco di vecchi trucchi - boobemysehs, avrebbe detto mia nonna, in yiddish - come le palme delle mani sudate, gli
sguardi sfuggenti e i tic nervosi. Ma un mentitore di classe raramente manifesta
questi sintomi banali, e, al contrario, testimoni che dicono il vero ma nervosi possono
manifestarli. Un avvocato deve ricorrere a tutta la sia esperienza e perspicacia, ma
anche cos non vi pu essere certezza.

Le regole del mestiere richiedono che un avvocato penalista risolva i ragionevoli


dubbi o le incertezze " a favore del suo cliente". Per quel che mi sembrava, la
credibilit di padre Magaldi non era in dubbio.
In base alla mia valutazione, i racconti di padre Magaldi e, di conseguenza, di
Marriott erano veri, ed ero pronto ad accludere i loro affidavit al mio ricorso, se loro
fossero stati disposti a firmarli. Dato che gli affidavit sono documenti legali che
devono avere una forma particolare, sono in genere redatti da avvocati a partire dagli
elementi forniti dal testimone che si impegna con un giuramento. claus fece in modo
che a preparare gli affidavit fossero gli avvocati del Rhode Island che conoscevano
meglio le consuetudini e le norme locali.
Seppi pi tardi che il 6 agosto 1983 padre Magaldi e David Marriott si erano
incontrati col procuratore generale del Rhode Island, Dennis Roberts, e gli avevano
raccontato la loro storia e la loro intenzione di firmare degli affidavit. Marriott chiese
al procuratore generale se poteva essere perseguito per traffico di droga sulla base
dell'ammissione fatta sotto giuramento di aver trasportato stupefacenti nel Rhode
Island. Anche se tent di dissuadere Marriott e Magaldi dal firmare affidavit perla
difesa, Roberts apparentemente assicur Marriott che non sarebbe stato perseguito
per il suo ruolo di corriere della droga relativamente al caso von Bulow.
Padre Magaldi e Marriott quindi si recarono nella casa del Rhode Island di Earl e
Mary Levenstein, amici di famiglia dei von Bulow, che ospitarono Claus e Andrea
per parte dell'estate, e firmarono gli affidavit che erano stati preparati dagli avvocati
del Rhode Island.
Tutto questo lo venni a sapere solo dopo il mio ritorno dalle vacanze estive, quando
ricevetti copie degli affidavit. Le lessi per controllare che contenessero l'essenziale di
quello che mi era stato raccontato da Magaldi e da Marriott. Era cos. Eravamo pronti
a usare gli affidavit. Ma non poche cose sarebbero accadute prima del momento in
cui avremmo deciso se, e in quale modo, usarli.

Dieci giorni dopo che Marriott ebbe firmato il suo affidavit, ricevetti una telefonata
terrorizzata dal pronto soccorso Melrose-Wakefield a Melrose, nel Massachusetts.
Era David Marriott. Mi disse che stava percorrendo una strada oscura non lontano da
casa sua a bardo di una Cadillac noleggiata, quando una Lincoln Continental con due
uomini a bordo aveva cominciato a seguirlo. Aveva cercato di seminarli, ma loro gli
si erano affiancati per bloccarlo. "Ho urtato pi volte il guardarail per evitare di
essere buttato fuori strada e finire nel fosso." Improvvisamente per si rese conto che
il guardarail terminava e temette di finire nel fossato A questo punto "un uomo con
una calza sul volto si sporto dal tettuccio della Lincoln Continental e ha gettato un
sasso grandi quasi come la mia testa attraverso il finestrino e ho perso il controllo
della macchina." La pietra aveva colpito Marriott alla spalla. "Mollai il volante e la
macchina, alla fine del guardarail, finita tra gli alberi." La Continental si ferm e gli
uomini al suo interno gettarono un'altra pietra contro la Cadillac orai immobile,
mancando per Marriott e colpendo il baule.
Poco dopo arriv la polizia e Marriott venne trasportato in ambulanza all'ospedale.
Marriott mi disse che questo non era il primo avvertimento Aveva infatti gi ricevuto
diverse telefonate minatorie. Gli chiesi di dirmi cosa gli avevano detto: "Ascolta,
figlio di puttana, se apri la bocca ti facciamo saltare la testa... Non salirai mai gli
scalini del tribunale, perch non t'accorgerai neanche di quello che ti sar successo.
Non parlare col vecchio, ti metter in un are di guai".
La voce di David tremava mentre raccontava questi fatti. "Non ho mai avuto
problemi prima di incontrare Claus", url, "adesso ho paura a rientrare a casa, a
uscire, a rispondere al telefono. "Marriott mi chiese di assicurargli "una qualche
protezione. Non ho intenzione di uscire da solo da quest'ospedale".
Alla fine riuscii a rintracciare l'investigatore privato che mi aveva accompagnato a
casa di Marriott, e lo incaricai di riportare il ragazzo a casa e di stare di guardia l
durante la notte.
Ma le minacce non finirono qui. Padre Magaldi ricevette un messaggio intimidatorio
che venne trascritto da un telefonista del Boston Park Plaza Hotel, dove alloggiava in
quel momento. Quando lo seppi mandai subito uno degli studenti che mi assistevano
per farne una copia. Era un avvertimento per dire "al tuo amico David Marriott di
tenere la bocca chiusa o prima o poi lo facciamo secco".

Marriott cominci a chiamarmi ogni giorno. "Non ho voglia di rischiare la vita per
Claus von Bulow. Lui se sta nel suo bell'appartamento della Fifth Avenue mentre
qualcuno cerca di farmi la pelle." Marriott mi disse che se non gli fosse stata
assicurata una protezione ufficiale, sarebbe sparito e non avrebbe avuto pi nulla a
che fare col caso. Gli dissi che solo il governo pu dare protezione ufficiale e l'accusa
lo fa spesso per i suoi testimoni, ma un avvocato difensore pu solo chiedere, come
cittadino privato, un qualche aiuto. Mi preg di farlo.
Chiamai l'ufficio del procuratore degli Stati Uniti a Boston e gli dissi delle minacce e
dell'incidente della pietra chiedendogli che l'FBI aprisse un'inchiesta. L'assistente del
procuratore i disse che la cosa non riguardava i federali, dato che tutto si era
apparentemente svolto all'interno dello stato del Massachusetts.
Mentre si verificavano tutti questi fatti, ero all'inizio di un lungo week-end a Cape
Cod e non era facile raggiungere le persone. Riuscii a trovare il viceprocuratore della
contea del Middlesex, nel Massachusetts, proprio alla fine della giornata di venerd.
Gli raccontai la storia e gli chiesi se il suo ufficio poteva indagare e proteggere il
testimone. Mi disse che non poteva offrire protezione, m che avrebbe chiamato la
polizia di Wakefield chiedendo di tenere d'occhio la casa di Marriott. questo sembr
soddisfare Marriott.
Ma ci furono altre minacce e altre violenze. Mentre stava uscendo da un ristorante a
Wakefield, due uomini si avvicinarono a David e cominciarono a picchiarlo, gridando
che questo era solo un anticipo di quello che avrebbe ricevuto se avesse continuato a
creare problemi. "Se ci tieni alla pelle, sar meglio che ti dimentichi di questo caso."
Marriott mi chiam ancora una volta in preda al panico da un ospedale: "Non conti su
di me. Non deporr in nessun caso. Claus se ne esce libero e io cadavere : non ci sto".
Marriott accett comunque di dare una mano a trovare altri testimoni in grado di
provare i traffici di droga che coinvolgevano membri della famiglia von Bulow. Mi
disse che aveva alcuni informatori a Newport, a Montreal e anche in altri posti e che
avrebbe fatto in odo di sapere qualcosa, ma solo se fosse stato protetto. E non voleva
pi "uscire allo scoperto". "Cosa devo fare? farmi tagliare la gola per essere reso sul
serio da lei?" mi chiese furioso.

Presi le minacce molto sul serio. Il mio informatore della sauna mi disse che
bisognava aspettarsi "brutti colpi" dai vecchi soci di Marriott. "Vanno per gradi,
prima le minacce, poi un avvertimento, alla fine uccidono." La polizia per era
scettica. Dopo aver svolto una breve indagine conclusero che non vi era nessuna
prova evidente di minacce o di aggressioni. Come si espresse l'esasperato procuratore
distrettuale, "in fin dei conti tutto quello che lei pu dire che David Marriott ha fatto
certe affermazioni, e che queste affermazioni sono oggetto di indagine. Ma non siamo
stati in grado di provare nulla di quanto affermato da David Marriott, abbiamo solo la
sua parola".
Poco dopo Marriott venne ferito al braccio con una coltellata profonda. Dopo essere
stato soccorso, si fece fotografare in odo da poter provare la gravit della ferita. Disse
che "loro" stavano facendo sul serio perch lui stava per venire a sapere chi aveva
fornito droga a diversi membri della famiglia von Auersperg-Kneissl.
A complicare le cose ulteriormente, Marriott chiese che Claus von Bulow pagasse le
spese che aveva sostenuto come risultato del suo coinvolgimento nell'affare. Non
voglio rimetterci per avere aiutato Claus", spieg, io ho una madre invalida da
mantenere. Non posso pagare tutto di tasca mia. "Marriott disse che, per essere stato
coinvolto in quel caso, aveva perso un lavoro come tipografo. Era in effetti vero che
Claus richiedeva molto del suo tempo, e ritenemmo che il suo licenziamento ne fosse
il risultato. Egli ci disse che stava seguendo alcune piste, nel tentativo di trovare
conferme alla sua versione attraverso altri testimoni e circostanze. N noi n lo stesso
Marriott volevamo che lui fosse costretto a deporre in aula: Entrambi speravamo di
riuscire a convalidare la sua storia attraverso altri. Preferimmo usarlo come
investigatore e infiltrato. David era il solo sostegno di sua madre che era piuttosto
malata e stava divorziando. Marriott arriv al punto di minacciare Claus di citarlo in
giudizio perla perdita dello stipendio.
Mi venne richiesto se fosse o no giuridicamente ammissibile che Marriott ricevesse
qualcosa per compensare il suo mancato guadagno, o per permettergli di vivere,
mentre si trovava disoccupato a causa del suo impegno nel caso. Consultai vari
esperti procuratori, avvocati, professori e il loro punto di vista unanime fu che era
lecito per il difensore pagare un testimone-investigatore come la pubblica accusa
pagava i suoi testimoni in circostanze simili.
L'accusa rimborsava i suoi testimoni, informatori e infiltrati per le spese di
protezione, per i mancati guadagni e altre spese. La norma che un testimone non
debba essere pagato per dure menzogne; se un testimone riceve denaro, queste
somme devono essere interamente rivelate e giustificate se e quando il testimone
depone. Discussi di questa materia in un seminario di deontologia giuridica alla
presenza di diversi procuratori federali di alto rango. Essi concordano sul fatto che la
difesa potesse comportarsi coi suoi testimoni cos come faceva l'accusa.

Alla fine scrissi a Marriott una lettera nella quale esprimevo il mio parere legale
sull'opportunit di pagare un investigatore che fosse anche un testimone:
Caro signor Marriott, come ho avuto gi modo di riferirle in pi occasioni, mia
opinione, e opinione di altri coi quali mi sono consultato, che lecito che lei riceva lo
stesso trattamento dei testimoni dell'accusa. Di conseguenza giusto che lei riceva
protezione contro eventuali aggressioni, un compenso per le entrate perse a causa del
suo coinvolgimento nel caso e un rimborso per tutte le spese nelle quali lei incorrer a
causa del suo impegno in questa vicenda. Lo scopo che lei non debba avere alcun
danno dalla sua decisione di dare il contributo. Naturalmente, lei non sar pagato per
la sua testimonianza, ed tenuto a dire la verit e nient'altro che la verit. Inoltre,
come le ho detto, ogni somma da lei ricevuta od ogni pagamento fatto in suo nome,
verr reso pubblico al processo. Il legale del signor von Bulow le chieder di rendere
noto tutto e lei lo far interamente e senza omissioni.
Marriott di conseguenza ricevette una piccola somma ogni settimana - sei dollari l'ora
- per il lavoro che aveva perso e per le sue necessit nel periodo durante il quale
svolgeva lavoro investigativo. Il denaro venne versato a mezzo assegno a un avvocato
con istruzioni scritte perch Marriott rivelasse ogni penny ricevuto se fosse stato
chiamato a deporre e dicesse tutta la verit anche se questa dovesse essere a sfavore
di Claus von Bulow.
Le autorit di polizia sono abituate ad aver a che fare con testimoni come Marriott. Io
non lo ero, ma decisi di comportarmi come loro. Non vi erano altre norme che
potessero essere di guida in una situazione come questa.
(Un caso portato recentemente dinanzi alla corte Suprema ha rivelato che il governo
degli Stati Uniti d'America dispone di un formulario intitolato "Contratto perla
ricerca di informazioni e il pagamento di somme forfettarie a questo scopo". Il
contratto promette pagamenti in denaro per i testimoni "per produrre prove" e
"testimoniare contro l'imputato in una corte federale". In considerazione di questi
servizi "gli Stati Uniti pagheranno al detto collaboratore una somma commisurata ai
servizi e alle informazioni procurati". In questo caso la Corte Suprema sentenzi che
la prospettiva di una ricompensa portava "al raggiungimento dell'obiettivo che si
desiderava ottenere... la soddisfazione del governo"; un eufemismo per dire la
condanna dell'imputato. La corte ritenne che promettere un compenso avrebbe
significato rendere il testimone interessato all'esito del processo, vale a dire alla
condanna dell'imputato. Stabil inoltre che la natura ipotetica del compenso "serviva
solo come ulteriore incentivo a fornire una falsa testimonianza per assicurare una
condanna". Malgrado questo incentivo, nessuno dei giudici critic il governo per
questo tipo di accordo. La loro critica si limit al fatto che il governo dovesse rendere
noto, se richiesto, questo genere di transazione.)

Io speravo che non avremmo mai dovuto ricorrere a David Marriott come testimone.
La sua non era certo una testimonianza tale da convincere ogni giuria; speravo per
che il suo lavoro investigativo potesse portarci a qualche importante informazione o
testimone.
Non ero neanche molto ottimista riguardo a Truman Capote il quale, malgrado la sua
fama di scrittore, non era proprio il testimone ideale. Fondare la propria linea
difensiva su un uomo che aveva ammesso di aver consegnato droga, su uno scrittore
che con la droga aveva i suoi problemi e su un gestore di una sauna gay, non era il
massimo per un avvocato. E non potevamo usare neanche padre Magaldi senza
David, perch la sua era in larga misura una testimonianza per sentito dire.
Certamente avrebbe confermato alcuni spetti della storia di Marriott, ma non poteva
sostituirla. Una storia credibile l'avevamo, quello che ci serviva erano testimoni
credibili per raccontarla.
Dopo un sacerdote, probabilmente il testimone migliore uno scienziato. Cos ci
mettemmo in cerca di uno scienziato che potesse smentire la ricostruzione dell'accusa
e dare qualche sostegno alla versione di David Marriott. In fondo, nella sostanza, il
caso von Bulow era un problema scientifico. Occorreva quindi attaccare la versione
dell'accusa da un punto di vista scientifico. La storia Capote-Marriott-Magaldi
sarebbe sempre rimasta una vicenda secondaria, anche se significativa, avvincente e
frustrante.

11.
PROVE E CONTROPROVE
Le informazioni di Capote-Marriott-Magaldi mi fecero sorgere parecchie perplessit
sulla struttura della ricostruzione presentata al processo dall'accusa. La prova pi
imbarazzante era, evidentemente, la borsa nera contenente la siringa sporca di
insulina ; "l'arma del delitto", come era stata definita, e la boccetta di Dalmane con
prescrizione a nome di Claus von Bulow. La presenza della prescrizione e della
boccetta nella stesa borsa dell'ago con le tracce di insulina equivaleva alla scoperta di
un'impronta digitale. Come l'accusa fece notare alla giuria, "la sola cosa nella borsa
nera che ha un nome o un'indicazione di appartenenza la prescrizione di Dalmane
per Claus von Bulow". Non c'era dubbio che se entrambe le cose fossero state vere,
allora l'arma del delitto doveva appartenere a Claus von Bulow. Una prova
schiacciante.
La borsa conteneva anche altre droghe e pillole che, sempre secondo la tesi
dell'accusa, potevano essere state usate dall'assassino per addormentare la moglie
prima di farle l'iniezione fatale. Questa combinazione di "armi", unitamente alla
prescrizione a nome di Claus von Bulow, segn il suo destino.
Alla luce delle rivelazioni Capote-Marriott-Magaldi, decisi di dare un'occhiata pi da
vicino alla borsa nera e al suo contenuto. Il primo passo fu di riesaminare le
testimonianze relative alla borsa. Feci raccogliere dai miei assistenti ogni parola che
fosse stata pronunciata a proposito di quello che era stato trovato nella borsa nera il
giorno in cui Alexander von Auersperg disse di averla trovata nell'armadio di Claus
von Bulow a Clarendon Court.
Riesaminai non solo la testimonianza di Alexander von Auersperg, ma anche quella
dell'investigatore privato e del fabbro, i rapporti di polizia, le minute del grand jury e
le testimonianze preprocessuali. Una della armi pi importanti per un avvocato la
contraddizione. Quando un certo avvenimento viene descritto da varie persone in
diverse circostanze, quasi mai le descrizioni coincidono esattamente. Piccole
discrepanze sono in genere il risultato di normali vuoti di memoria. Ma
contraddizioni pi gravi rivelano bugie meglio di quanto non possa fare il pi
sensibile lie-detector.

Quando riesaminai le testimonianze relative alla scoperta della borsa nera, rimasi
profondamente sorpreso da quanto scoprii. Il fatto che il Dalmane con la prescrizione
a nome di claus von Bulow fosse stato effettivamente trovato nella borsa nera era
tutt'altro che evidente.
Le circostanze della scoperta della borsa nera il 23 gennaio 1981 a Clarendon Court
hanno due testimoni principali: Alexander von Auersperg e il detective Edwin
Lambert che lo accompagn. Il fabbro, infatti, che pure era stato testimone di alcune
fasi della ricerca, non venne presentato come testimone dell'accusa col pretesto che
nessuno aveva preso nota del suo nome. Alla fine venne trovato dalla difesa e
testimoni che dopo che l'investigatore ebbe perquisito l'armadio disse ad Alexander:
"Non qui".
L'accusa era fondata sul racconto di Alexander. Alex aveva deposto che tra gli oggetti
trovati nella borsa vi erano "due boccette, una contenente diversi tipi di pillole con
una prescrizione allegata..." Alex identific la boccetta del Dalmane prescritto a
Claus von Bulow come quella con la prescrizione.
L'altro testimone della ricerca della borsa nera fu l'investigatore privato che venne
ingaggiato proprio a questo scopo. Il suo compito era quello di scovare e conservare
tutte le prove che collegassero Claus al coma di Sunny. E in questo lavoro era un
professionista con molta esperienza alle spalle: erano trentatr anni che faceva questo
mestiere; per gran parte di questo tempo aveva lavorato come detective al
dipartimento di polizia di New York. Era particolarmente qualificato "nel maneggio
delle prove" e nel prelievo e nella conservazione delle impronte digitali e nel
fotografare, nel catalogare e inventariare gli elementi raccolti. Inoltre, aveva gi
testimoniato diverse volte in aula a proposito di perquisizioni. Io mi aspettavo chela
deposizione dell'investigatore confermasse in tutto l'elenco che Alexander aveva fatto
di quello che aveva visto nella borsa nera. Ma non fu cos. Secondo quanto dichiar il
detective, solo lui aveva maneggiato il materiale trovato nella borsa: Alex non l'aveva
toccato. Il detective ricordava di avervi trovato "due contenitori dei quali uno
conteneva un liquido e l'altro una sostanza secca, una polverina". Ma non ricordava di
aver visto "alcun contenitore con pillole nella borsa nera". E neppure ricordava dia
aver visto una boccetta "nella borsa con una prescrizione".

Quando gli venne mostrata la boccetta di pillole con la ricetta a nome di Claus, il
detective non fu in grado di identificarla come uno degli oggetti che aveva rinvenuto
nella borsa nera, anche se era stato perfettamente capace di riconoscere gli altri
oggetti, quelli senza indicazione del nome, come ritrovati nella borsa.
Dato che il compito fondamentale dell'investigatore era quello di trovare prove che
collegassero Claus al come di Sunny, sarebbe stato piuttosto sorprendente se, dopo
aver trovato la prova pi eloquente - la boccetta con la prescrizione -, si fosse
dimenticato proprio di questo dettaglio. Mi sembr che la spiegazione pi plausibile
fosse che il detective non avesse affatto trovato la boccetta nella borsa nera.
Questo era possibile, dato che la ricerca era stata condotta in modo molto casuale.
Non venne steso alcun inventario, non vennero scattate fotografie, non vennero
rilevate impronte digitali e, cosa ancora pi importante, tutti gli oggetti rinvenuti
durante la perquisizione, quindi anche quelli rinvenuti in altre stanze e non nella
borsa, vennero "mescolati tutti insieme" e messi nella borsa "per comodit". Non
venne registrato quali oggetti furono trovati nella borsa e quali al di fuori prima di
esservi mischiati.
L'affermazione fatta dal procuratore Famiglietti davanti alla giuria secondo la quale il
Dalmane con la ricetta a nome di Claus von Bulow era stato trovato nella borsa nera,
non ricevette durante il processo, alcuna smentita. Questo perch l'accusa aveva
avuto l'ultima parola. Spettava a noi ora replicare.
Dopo che mi parve di aver sollevato seri dubbi, almeno nella mia testa e speravo
anche in quella di osservatori obiettivi, sulla deposizione di Alexander riguardo alla
presenza della boccetta con la prescrizione nella borsa nera, cominciai a pormi il
problema del resto del contenuto della borsa.
Tutti gli oggetti rimanenti avrebbero potuto essere stati utilizzati anche dalla signora
von Bulow, se questa effettivamente si drogava, come aveva affermato Truman
Capote, con il materiale che David Marriott le forniva. In una deposizione
preprocessuale, l'investigatore aveva dichiarato che all'interno della borsa nera aveva
trovato dell'Inderal. La polizia aveva confermato questa circostanza. Il significa di
questa testimonianza sta nel fatto che la boccetta di Inderal recava anch'essa una
ricetta, ma questa volta a nome di Martha von Bulow.

Se si doveva credere quindi deposizione dell'investigatore invece che a quella di


Alexander, allora le "impronte digitali" trovate sull'arma del delitto" sarebbero state
quelle della vittima, Martha von Bulow, e non quelle del presunto assassino.
L'arma del delitto sarebbe quindi diventata lo strumento di un suicidio o di un
incidente, no quella di un omicidio o di un tentato omicidio.
Ma che dire dell'ago con tracce di insulina? Questo elemento cruciale non era preso
in considerazione dalle nuove informazioni emerse grazie a Capote e a Marriott.
Nessuno dei due aveva mai visto insulina o ne aveva sentito parlare. Se Sunny von
Bulow non si iniettava insulina, chi lo faceva? A questa domanda non vi era ancora
una risposta.
Ma era proprio cos certo che l'ago contenesse insulina? Ed eravamo poi sicuri che
fosse stata iniettata alla signora von Bulow come asseriva l'accusa? Se alcuni
elementi della ricostruzione dell'accusa - la boccetta con la prescrizione, la pretesa
che solo Claus avesse una qualche familiarit con l'iniezione di droghe - si era
rivelata cos fragile, perch non rimettere in discussione anche il resto? A partire da
quest'idea, decisi di esaminare la questione dell'ago. Con l'aiuto dei miei assistenti
cominciai a chiamare esperti di medicina legale, cio di quella specializzazione
medica che si occupa delle cause di morte, ferite o altri aspetti medici che hanno
rilievo giudiziario. Il protagonista della serie televisiva Quincy, basata sull'esperienza
reale del medico legale della contea di Los Angeles, forse l'esempio pi noto di
questo tipo di esperto.(Fatto abbastanza interessante, il medico legale capo di Los
Angeles, Thomas Noguchi, ha recentemente scritto un libro intitolato La parola al
coroner, nel quale arriva alla conclusione che i coma di Sunny possano essere stati
provocati da una sindrome denominata "iperplasia cellulare". Egli cita un caso
recente verificatosi a Los Angeles in cui una donna con sintomi analoghi a quelli di
Sunny mor per un eccesso di insulina senza che vi fossero state iniezioni. Noguchi
neg anche l'eventualit che l'insulina trovata nella borsa dopo il giorno del
Ringraziamento potesse essere stata usata per fare iniezioni a Sunny un mese dopo,
dato che il tipo di insulina in uso nel 1980 "doveva essere conservata al freddo...
altrimenti si sarebbe danneggiata seriamente".)
Raccogliemmo tutte le testimonianze che riguardavano l'ago, che si affermava trovato
nella borsa, e le mostrammo ad alcuni dei pi illustri medici legali del mondo. Tutti
giunsero alla stessa sorprendente conclusione. Come disse il dottor Robert Shaler,
direttore della sezione sierologica dell'ufficio medico -legale di New York, "l'ago che
secondo la pubblica accusa stato usato per un'iniezione su Martha von Bulow... non
, e non poteva , in realt, essere stato usato a questo fine".

Se questa conclusione di un esperto scientifico era vera, e non avevamo ragioni per
dubitarne, allora tutta la costruzione dell'accusa crollava. Senza "arma del delitto"
non vi era crimine, e l'ago non poteva essere l'arma del delitto se "non era, e non
poteva essere, stato usato per iniezioni". La "pistola fumante" si era rivelata una
scacciacani.
Ma se l'ago non era stato usato per un'iniezione, perch mai aveva tracce di una
sostanza letale e si trovava nella borsa nera trovata da Alexander von Auersperg e
dall'investigatore?
La risposta a questo enigma mi fece correre un brivido lungo la schiena. Le
implicazioni sinistre erano evidenti e sconcertanti. La conclusione degli esperti era
che "l'ago era stato immerso in una soluzione".
Poich la siringa e l'ago in questione non erano del tipo che normalmente viene
immerso prima di un'iniezione, dato che il liquido contenuto nel corpo stesso della
siringa e fatto uscire attraverso il condotto dell'ago dallo stantuffo la conclusione
degli esperti evocava lo spettro di un diabolico complotto per far sembrare che la
soluzione fosse stata iniettata, mentre in realt non era cos.
Perch qualcuno dovrebbe immergere un ago in un soluzione per far sembrare che sia
stato usato per un'iniezione? Non esisteva una risposta ovvia, e cominciai a prendere
in considerazione diverse ipotesi.
Ma prima di lanciare la mia fantasia a briglia sciolta, dovevo essere assolutamente
sicuro che l'ago fosse stato immerso invece che usato per un'iniezione. Insistetti
perch gli esperti mi dimostrassero, al di l di ogni ragionevole dubbio, che le cose
erano andate effettivamente cos. (Tra gli esperti che consultammo vi era il medico
legale capo per la citt di New York e il tossicologo della contea di Suffolk, New
York.)
Gli esperti mi dissero che vi erano quattro ragioni indipendenti perch l'ago non
poteva essere stato usato per un'iniezione alla signora von Bulow. Primo, se l'ago
fosse stato veramente usato, qualsiasi analisi avrebbe rivelato la presenza di tracce di
sangue e tessuti umani, il che non era.
Secondo, sull'ago era stato trovato dell'Amobarbital, ma questa sostanza altamente
corrosiva non avrebbe potuto essere iniettata senza lasciare dei segni notevoli e
facilmente visibili, chiamati bruciature da barbiturici, sulla pelle della vittima nel
luogo dell'iniezione.

Queste cicatrici procurano pus e desquamazioni della pelle e non possono


assolutamente sfuggire a un esame anche superficiale. Il corpo della signora von
Bulow era stato esaminato alla ricerca di segni di iniezioni al momento del ricovero
ma non era stato trovato niente. terzo, l'ago presentava tracce di Valium, ma la
presenza di questa sostanza non venne riscontrata nelle analisi compiute sulla signora
von Bulow.
In ultimo, "le incrostazioni cristalline" trovate sulla parete esterna dell'ago presso la
punta "sono incompatibili con un'iniezione". Potevano solo essere il risultato di
"un'immersione in una soluzione". La ragione di questa conclusione era evidente,
dissero gli esperti, e pu essere dimostrata anche a casa con un semplice esperimento.
Quando un ago viene iniettato, "la fuoriuscita della pelle fa s che venga pulito dalle
incrostazioni di farmaci". In parole per, la pelle che circonda l'ago agisce come uno
strofinaccio che ripulisce l'ago fino alla punta. "Quindi, se l'ago entra ed esce
realmente nella pelle, non dovrebbe restare alcun residuo." Il solo residuo rinvenibile
dovrebbe trovarsi "alla base dell'ago, dove questo si innesta sulla siringa".
Chiesi a uno dei miei assistenti che aveva consultato i vari esperti di convincermi fino
in fondo e di darmi una dimostrazione incontrovertibile. Mi port in una cucina e
cerc gli attrezzi opportuni. Trovato uno spiedo da barbecue, che pareva un enorme
ago, apr il frigorifero e tir fuori della maionese e mi chiese cosa mi ricordava! Alla
sommit dello spiedo vi erano residui di maionese. Quindi introdusse lo spiedo tra
l'indice e il pollice e poi lo estrasse. Mi chiese ancora cosa vedevo. Tutta la maionese
sulla punta era stata eliminata e ne rimaneva solo un residuo alla base, giusto sotto
quella parte dello spiedo che aveva toccato le dita. "Voil" esclam. "Sono stato
chiaro?" Indubbiamente la dimostrazione era stata efficace. A questo punto per me
era chiaro, e pensavo o sarebbe stato per ogni osservatore imparziale, che le
cosiddette "armi del delitto" non erano mai state utilizzate per iniettare alcunch a
Sunny von Bulow.
Dato che questa parte dell'edificio dell'accusa era stata demolita, il mio scetticismo
sulle altre prove prodotte aument. Il solo mistero ancora da risolvere era la presenza
di insulina sull'ago. N Capote n Marriott avevano mai visto o sentito parlare di
insulina. perch allora l'ago era sporco di insulina?

Per cerare una risposta tornammo esaminare la fonte che aveva parlato di presenza di
insulina sull'ago. La sola prova scientifica della presenza di questa sostanza
proveniva da un'analisi fatta in un laboratorio chiamato BioScience, un laboratorio di
analisi di fama mondiale.
Mostrammo a diversi esperti i dati e le risultanze di laboratorio presentati da
BioScience. Ancora una volta l'opinione degli esperti fu unanime. Le analisi di
BioScience non arrivavano a un risultato definitivo. Come disse il dottor Steven
Fletcher, responsabile della sezione biologica del Central Research Establishment of
the British Home Office Forensic Science Service, l'equivalente inglese della famosa
sezione scientifica dell'FBI, " mia opinione professionale che i risultati delle analisi
sull'ago prodotte al processo siano compatibili con l'assenza completa di insulina
sull'ago".
Le ricerche del dotto Fletcher avevano dimostrato che quando gli aghi sporchi di
Amobarbital e Valium, ma non di insulina, sono immersi in soluzioni saline, risultano
spesso positivi ai test era l'insulina, vale a dire che denunciano la presenza di insulina
l dove non ve n' affatto. Le ricerche del dottor Fletcher non erano ancora disponibili
al momento in cui BioScience fece le analisi sull'ago trovato nella borsa nera.
Per confermare le ipotesi del dottor Fletcher, un altro esperto fece un esperimento col
laboratorio BioScience. Prepar cinque differenti aghi e li invi a BioScience come vi
era stata mandata "l'arma del delitto". Due dei preparati contenevano insulina,
Amobarbital, Valium e soluzione salina, uno conteneva solo una soluzione salina, i
restanti due solo Amobarbital, Valium e soluzione salina, senza insulina.
I risultati inviati da BioScience confermarono completamente le ipotesi del dottor
Fletcher: i due preparati con Amobarbital, Valium, soluzione salina ma senza insulina
risultarono positivi al test dell'insulina. Uno con 93 microunit per millilitro, l'altro
con 282 unit per millilitro.
La conclusione di tutti gli esperti ai quali mostrammo questi dati fu che non vi era
alcuna prova che l'ago contenuto nella borsa di plastica contenesse effettivamente
insulina. Un altro bastione dell'edificio dell'accusa era caduto.
Potevamo ormai provare che la presunta arma del delitto non era mai stata utilizzata
per fare iniezioni a Sunny e che le risultanze scientifiche addotte dall'accusa non
erano valide.

Dalla ricostruzione messa in piedi dall'accusa rimaneva orami ben poco, salvo il fatto
che il livello di insulina nel sangue di Sunny era effettivamente alto al momento del
ricovero per il secondo coma e che il livello degli zuccheri nel sangue era basso e
rimase basso anche dopo aver ricevuto dosi di glucosio. (Durante il rimo coma non
venne misurato il livello di insulina.) Queste circostanze avevano fatto s che gli
esperti dell'accusa traessero la conclusione che a Sunny era stata iniettata insulina.
Nessuno degli esperti aveva naturalmente affermato che fosse stato Claus, anzi, uno
di loro aveva suggerito che se la fosse iniettata da sola. Ma i due livelli, quello
dell'insulina e quello degli zuccheri nel sangue, rimanevano un punto importante per
la tesi dell'accusa. Era quindi importante era noi valutarne la consistenza.
Sottoponemmo quindi anche i dati BioScience relativi agli esami del sangue di Sunny
agli esperti e anche in questo caso il loro giudizio fu unanime e devastante per le tesi
dell'accusa. Il dottor Arthur Rubestein, preside del dipartimento di medicina alla
prestigiosa University of Chicago Medical School, disse che secondo la sua opinione
l'alto livello di insulina riscontrato nel sangue di Sunny "poteva non essere un
risultato attendibile". E il dottor Harold Liebovitz, docente e primario del reparto di
endocrinologia e diabete al Downstate Medical Center di New York, afferm che i
dati sull'insulina rilevati da BioScience "non erano attendibili".
Questi medici devono fare ogni giorno i conti con rilevazioni dei livelli di insulina, e
devono prendere certe precauzioni. Una di queste precauzioni, largamente adottata
nell'ambiente medico, che prima di giudicare attendibile un dato, il campione di
sangue deve essere testato pi volte e i livelli di insulina devono coincidere con uno
scarto accettabile del 10 per cento. Negli esami compiuti da BioScience vennero
effettuati quattro diverse letture, ma tute presentarono tra loro uno scarto maggiore.
Una lettura diede come risultato 216 microunit per millilitro, un'altra 0,8, una terza
350 e una quarta venne registrata come "NSC", ovvero "conteggio non significativo".
Gli esperti, considerando questi risultati cos in contrasto tra loro, conclusero che
"non vi era una base sufficiente era esprimere una risposta valida" e che "
scientificamente impossibile stabilire quale tra questi risultati contraddittori sia quello
corretto".

Gli esperti dissero anche che non si sarebbero affidati nella loro pratica medica ai
risultati forniti dal laboratorio. La pubblica accusa invece li aveva trovati
sufficientemente sicuri per condannare Claus von Bulow a trent'anni di prigione.
Vi era ancora un ultimo "fatto" scientifico che aveva avuto un ruolo significativo
nella versione dell'accusa. Al perito dell'accusa, il dottor George Cahill dell'Harvard
Medical School, era stato chiesto in via ipotetica quale potesse essere la causa dei due
coma. Domande in forma ipotetica vengono frequentemente rivolte al esperti che non
hanno avuto odo di esaminare direttamente il paziente. Dato che non aveva mai
esaminato Sunny von Bulow, n l'aveva ai vista, al dottor Cahill non poteva venir
chiesta un'opinione su una paziente che si fosse trovata nelle condizioni di Sunny.
Una domanda che poteva ad esempio essere formulata in questi termini: "Se lei
avesse esaminato una paziente di sesso femminile e di quarantotto anni di et,
sofferente di ipoglicemia reattiva e avesse trovato un livello di zuccheri nel sangue di
29 e un livello di insulina di 216, quale sarebbe stata la sua diagnosi sulle cause del
coma?" Se poi i giurati ritengono che i fatti esposti nella domanda ipotetica - paziente
di sesso femminile, di anni quarantotto, in coma con livello di zuccheri 29 e di
insulina 216 - corrispondano adeguatamente alla reale situazione di Sunny von
Bulow, possono applicare la risposta al caso in esame e concludere che il coma di
Sunny stato probabilmente causato dai fattori elencati nella risposta ipotetica.
E'inutile dire che una risposta di questo genere condizionata da tutte le eventuali
imprecisioni delle premesse.
Con questa idea in mente, tornammo a esaminare gli atti processuali e la domanda
ipotetica posta dall'accusa al dottor Cahill, il quale aveva risposto che entrambi i
coma di Sunny erano stati provocati da insulina esogena, ale a dire da insulina non
prodotta naturalmente dall'organismo.
Anche questa volta ne valse la pena, Scoprimmo chela domanda ipotetica circa il
primo coma non corrispondeva alle circostanze effettive del rimo coma di Sunny e
del ricovero.
Poich per questo primo episodio non vi erano dati, attendibili o meno, sull'insulina,
il dottor Cahill dovette formulare la sua risposta solo a partire dal livello di zuccheri
nel sangue di Sunny.

Gli venne chiesto se poteva individuare la causa del coma in una paziente ipotetica
che veniva ricoverata con un basso livello di zuccheri nel sangue che non si
risollevava dopo aver ricevuto una prima dose di glucosio alle 8 pomeridiane e una
seconda alle 9. Il dottor Cahill rispose che probabilmente alla paziente era stata
iniettata insulina, poich in assenza di insulina esogena il livello degli zuccheri si
sarebbe risollevato dopo due somministrazioni nel giro di un'ora. Sunny per aveva
ricevuto una sola somministrazione di glucosio, alle 9. Quella delle 8 era un'aggiunta
della fantasia dell'accusa. Cos, se il coma ipotetico di una paziente ipotetica nelle
condizioni ipotetiche descritte poteva essere stato provocato da un'iniezione di
insulina , il coma, molto reale, di Sunny von Bulow poteva avere altre origini.
L'altrettanto reale condanna di Claus von Bulow era quindi fondata, almeno in parte,
su una diagnosi di una paziente ipotetica mai esistita.
La risposta del dottor Cahill alla domanda ipotetica circa il secondo coma era
inficiata da un duplica errore: i dati inattendibili forniti dal laboratorio BioScience sul
livello di insulina e la conclusioni alle quali era giunto circa il primo coma,
conclusioni che, come abbiamo visto, poggiavano su premesse di fatto errate. Inoltre,
quando gli esperti diedero il loro parere lo fecero nella convinzione, anch'essa errata,
che fosse stata scoperta l'arma del delitto, un ago con tracce di insulina. Sarebbe stato
assurdo per loro ignorare informazioni cos importanti per formulare la diagnosi. Ma
queste informazioni si dimostrarono a loro volta false.
L'intera teoria dell'insulina sostenuta dall'accusa stava quindi sprofondando. Nel
processo il fatto che i du coma fossero stati provocati da iniezioni d'insulina era stato
presentato come una verit scientifica incontrovertibile. Adesso, ognuno dei dati
scientifici che suffragavano questa tesi - l'insulina nell'ago, il livello di insulina nel
sangue, il fatto che l'ago fosse stato usato per l'iniezione e la perizia degli esperti veniva messo in discussione da esperti di chiara fama.
Ma mano che l'edificio dell'accusa si sgretolava, Claus von Bulow cominci a pormi
la domanda cruciale: Perch tutte queste debolezze della tesi dell'accusa non sono
emerse durante il processo? Perch Fahringer ha accettato i dati di laboratorio
prodotti dall'accusa come verit rivelata?" Claus von Bulow aveva pagato bene i suoi
avvocati e aveva quindi senz'altro il diritto di chiedersi perch essi non fossero ricorsi
a questi argomenti.

Tentai di spiegargli come fosse facile fare profezie il giorno dopo e criticare adesso
quelli che apparivano ora errori o trascuratezze degli avvocati incaricati del primo
processo. Un processo, come una partita di calcio, spesso un'avventura frenetica,
imprevedibile, elettrizzante. Non c' molto temo per pensare, per esaminare
attentamente tutte le possibili alternative, o per rimettere in ordine i prezzi del puzzle.
Questo particolarmente vero perla difesa, che si trova costretta a combattere su un
terreno scelto dall'avversario.
Il periodo dopo il processo e quello del ricorso permettono una valutazione pi pacata
di quello che andato storto. E'possibile cos rileggere attentamente tutto
l'incartamento: i rapporti di polizia, gli appunti del grand jury, le audizioni
preprocessuali, le trascrizioni degli atti del processo stesso. Le varie versioni date dai
protagonisti - ad esempio quello che Alexander disse inizialmente alla polizia, quello
che raccont al grand jury, quello che rivel al giudice e infine il racconto che fece ai
giurati - possono essere confrontate attentamente alla ricerca di contraddizioni. E'solo
dopo il processo che l'intera argomentazione dell'accusa pu essere capita e valutata
adeguatamente, e solo a questo punto le sue falle, le contraddizioni, i vuoti, le
incongruenze vengono alla luce.
E'quindi pi facile smantellare la tesi dell'accusa dopo il processo che durante il suo
svolgimento.
Ma vi era anche un altro elemento, oltre alla disponibilit di tempo, che differenziava
in questo caso particolare l'avvocato del processo da quello dell'appello. Herald Price
Fahringer era un cavaliere solitario. Lavorava a un caso da solo, con il minimo di
assistenti consentito dalla legge. nel caso von Bulow aveva lavorato da solo con John
Sheehan, l'avvocato locale che l'aveva messo al corrente del caso.
Il mio stile invece completamente diverso. Quando possibile, preferisco il lavoro
d'quipe. Cerco di non lasciare inesplorata nessuna possibilit, incaricando studenti
che fungono da assistenti di battere ogni pista possibile. Questa strategia "a rullo
compressore" naturalmente conduceva anche a numerosi vicoli ciechi, come questo
caso avrebbe dimostrato, ma assicurava che non era stato lasciato nulla di intentato.
La mia arma segreta sono quindi i miei meravigliosi studenti, decine dei quali
scalpitano per essere utilizzati in casi reali e interessanti. Per loro non solo
l'occasione di guadagnare qualcosa, ma anche di vivere l'emozione di risolvere un
caso grazie al loro lavoro investigativo e alle loro ricerche giuridiche.

Non appena venni coinvolto nel caso von Bulow, mi resi immediatamente contro che
era il tipico caso che richiedeva un grande sforzo collettivo Come ho gi detto, riunii
quindi un gruppo di giovani avvocati e circa una dozzina di studenti formando
diverse squadre.
Innanzi tutto la squadra dell'insulina endogena o di quella esogena. Il loro compito
era quello di esaminare ogni testimonianza di carattere medico, di parlare con medici
ed esperti, nel tentativo di determinare se i livelli di insulina rilevati nel sangue della
signora von Bulow erano attendibili e, se lo erano, se erano attribuibili all'ipoglicemia
reattiva di cui soffriva o a iniezioni di insulina.
Poi viene la squadra "dell'iniezione fatta da s o da altri". Il suo compito era di
controllare tutti i dati, vecchi e nuovi, sul problema se, posto che alla signora von
Bulow fosse stata iniettata insulina, quest'iniezione fosse stata fatta d lei stesa o da
latri.
Vi era anche la squadra della borsa nera. Doveva cercare di stabilire il contenuto della
borsa durante la sua misteriosa storia, dalla prima volta che fu vista, nel febbraio
1980, fino alla sua scoperta, nel gennaio 1981.
Il compito assegnato a un'altra squadra era di compiere indagini sull'ago trovato nella
borsa di plastica per stabilire se fosse o meno "l'arma del delitto" e che cosa
effettivamente contenesse.
La squadra della perquisizione privata doveva invece valutare tutti gli elementi
relativi alla perquisizione effettuata da alexander von Auersperg e dall'investigatore
privato per trovare argomenti al fine di stabilire che i risultati di questa perquisizione
non autorizzata non avrebbero dovuto essere prodotti come prova al processo.
La squadre delle indagini di polizia aveva come compito quello di stabilire e le
perquisizioni condotte inseguito dalla polizia del Rhode Island fossero
costituzionalmente valide e, nel caso non lo fossero, se i risultati dovessero essere
ammessi al processo.
Infine la squadra degli appunti di Kuh. Questa squadra era incaricata discoprire quali
informazioni fossero contenute nel dossier dell'avvocato Kuh, che era stato
ingaggiato dalla famiglia della signora von Bulow per condurre le prime indagini su
Claus, prima che la polizia venisse chiamata in causa.

Doveva anche trovare argomenti giuridici che dimostrassero come gli appunti di Kuh
avrebbero dovuto essere messi a disposizione della difesa durante il processo.
Quando venne il momento di redigere il ricorso, la mia casa si trasform in una
combinazione di studio legale, dormitorio e ristorante. Le squadre al lavoro erano
molte, e molti gli argomenti da trattare e cos volevo che tutti fossero sotto lo stesso
tetto durante la fase finale della preparazione del documento.
Io vivo in una grande casa, vecchia di cento cinquant'anni, di propriet dell'Universit
di Harvard, in Brattle Street presso Cambridge. Avevo affittato la casa quando i miei
figli - che avevano circa dieci anni - erano venuti a stare con me dopo la mia
separazione. Avevamo installato una sauna, un tavolo da ping pong e un biliardino. Il
giardino era stato in gran parte trasformato in un campo di basket, teatro di
impegnative partite domestiche. I miei amici avevano soprannominato la casa "Camp
Dersh", facendo stampare delle T-shirt con questo nome. Al tempo del caso von
Bulow, i miei figli erano entrambi al college, cos la grande casa di dodici stanze,
durante l'ano scolastico , era quasi vuota.
A ogni squadra venne assegnata una stanza e un limite di tempo tassativo per
completare il suo lavoro. La competizione divenne cos accanita che sconfin anche
sul campo di basket. La squadra dell'insulina si suddivise a sua volta in sezioni: il
partito dell'insulina esogena e quello dell'insulina endogena combatterono
ferocemente fra loro in biblioteca come in aula. La squadra della borsa nera si
segnal comunque come l'indiscussa vincitrice sul campo di basket. (Invece di
chiedere un fallo, uno dei giocatori chiese intelligentemente l'eliminazione dei punti
ottenuti illegalmente.)
Ma non tutto era gioco e divertimento. Lavorammo per molte ore, dandoci dei turni
in cucina e per il cibo. Vi era almeno un segretario disponibile ventiquattr'ore su
ventiquattro e la fotocopiatrice era perennemente in funzione. durante questo mese
battemmo a macchina probabilmente pi di duemila cartelle. Il prodotto finale, il
ricorso, si sarebbe invece dovuto limitare a cento cartelle.

Produrre e correggere un ricorso qualcosa di simile alla produzione di un


programma televisivo. Una volta ebbi una lunga conversazione con un regista del
programma televisivo 60 Minutes su queste analogie. I registi televisivi cominciano
da una massa informe di materiale che riducono a qualche migliaio di minuti di
pellicola. Da questa base, distillano quei pochi minuti che contengono l'essenziale
dell'azione drammatica.
L'avvocato d'appello comincia anche lui da un'enorme quantit di materiale; in questo
caso seicento pagine di trascrizioni delle udienze; centinaia di pagine di
testimonianze al grand jury, di rapporti di polizia, di affermazioni di testimoni, di
registri di ospedali, di riassunti investigativi; cinquecento pagine di lettere e
memorandum legali che erano stati sottoposti al giudice e infine una miscellanea di
materiale che andava dalla borsa alle foto di Clarendon Court. Il problema della
selezione del materiale, era, nel nostro caso, complicato dal fatto insolito che
avevamo anche tutto il materiale scoperto di recente, sviluppato e annotto in relazione
alla nostra richiesta di un nuovo processo. Dovevamo quindi prendere decisioni
difficili su come integrare in un insieme coerente - la nostra istanza di ricorso - tutte
queste informazioni esplosive e controverse in alcuni casi non ancora confermate.
La cosa pi difficile fu scegliere quali argomenti tralasciare. Una decisione che ci
cost notti insonni. Almeno due volte nella mia esperienza sono stato sul punto di
omettere da una richiesta di ricorso un argomento perch convinto che fosse
perdente; in entrambe queste occasioni i miei pi giovani collaboratori mi fecero
cambiare idea; diedi loro ascolto, relegando questi punti alla fine dei ricorsi e in
entrambi i casi le corti d'appello annullarono la condanna sulla base delle
argomentazioni che avrei voluto escludere.
La soluzione pi semplice sarebbe includere tutti gli argomenti, anche se possono
sembrare fragili. Ma anche questa non una buona tattica. Le argomentazioni che
possono sembrare deboli ai giudici, indeboliscono anche le altre pi solide. "Se lei
ritiene che i suoi argomenti principali siano cos solidi", ho sentito chiedere da alcuni
giudici, "allora perch aggiungervi anche argomenti cos deboli?" Inoltre,
semplicemente non c' abbastanza spazio in una richiesta di ricorso, che dee sempre
essere contenuta in un certo numero di pagine, per tutti gli argomenti possibili.

La soluzione ideale naturalmente sarebbe includere tutti gli argomenti che potrebbero
convincere qualsiasi giudice e tralasciare gli altri. Ma gli avvocati non possono
leggere nella mente dei giudici. La Corte Suprema del Rhode Island composta da
cinque giudici molto diversi fra loro, ciascuno dei quali pu avere un'opinione
differente su che cosa sia un argomento convincente.
Partendo da quest'idea, mi misi a studiare le opinioni giuridiche espresse da ciascuno
dei giudici nel tentativo di farmi un'idea di quali argomenti avrebbero potuto risultare
convincenti per ciascuno, o ciascuna, dato che vi era anche il giudice Florence
Murray. In genere sembrava che non amassero i verdetti molto innovativi, quanto
piuttosto i cambiamenti graduali e minori che potevano derivare quasi naturalmente
dalle decisioni precedenti. Raramente avevano luogo discussioni su principi giuridici
generali. E quasi mai i giudici discussero della possibile innocenza dell'accusato.
Ma tra le righe mi parve di cogliere, soprattutto nel caso del presidente e di due altri
giudici, una preoccupazione reale per l'innocenza o la colpevolezza dell'imputato.
Questa mi sembrava essere la premessa nascosta di alcune delle loro decisioni. Notai
come talvolta due imputati che avessero sollevato argomenti simili venissero
giudicati diversamente. Questi diversi esiti non erano giustificabili solo sulla base di
argomenti strettamente legali. Si capiva che l'imputato il cui ricorso era stato accolto
era stato giudicato come potenzialmente innocente. Non potevo dimostrare la mia
ipotesi, ma ne sapevo abbastanza per convincermi che dovevo persuadere i giudici
che non solo il processo a Claus von Bulow era pieno di vizi formali, ma anche che
l'imputato era innocente.
Le mie frequenti conversazioni con altri giudici, amici o ex compagni di studi entrati
in magistratura, e la mia esperienza personale come assistente per due giudici di
ricorso mi avevano convinto dell'importanza di persuadere la corte dell'innocenza
dell'accusato, sempre che, naturalmente, questa fosse anche la mia convinzione.
Ma il linguaggio degli avvocati e dei giudici talvolta strano, in aula o nei
documenti. Una delle regole fondamentali di questo linguaggio "non affermate mai
apertamente l'innocenza del vostro cliente, anche se ci credete".

Ci sono diverse ottime ragioni per questa regola. Innanzi tutto e soprattutto, la
maggior parte degli avvocati si troverebbe in una situazione molto imbarazzante, dato
che la grande maggioranza dei loro clienti non in realt innocente. Un avvocato
onesto si sentirebbe come minio a disagio a protestare davanti alla corte l'innocenza
del suo cliente sapendo che non vero.
Secondariamente, la funzione delle corti che giudicano i ricorsi non da valutare le
conclusioni della giuria che ha gi giudicato l'imputato colpevole al di l di ogni
ragionevole dubbio. Almeno in teoria, la sua sola funzione di valutare i vizi formali.
"I fatti non ci interessano in questa sede, avvocato" il genere di risposta che ci si
sente spesso dare dai giudici quando si proclama l'innocenza dell'imputato. "Tenga da
parte questo tipo di messinscena per l'arringa del suo prossimo processo" un'altra
formula consueta.
Ma molti giudici sono profondamente, anche se discretamente preoccupati
dell'eventuale innocenza dell'imputato. Un noto giudice d'appello, conosciuto per le
sue opinioni giuridiche fredde e formalistiche, mi ha confidato di recente che "se
credo che un imputato sia innocente, o anche se ho solo qualche dubbio, faccio
qualunque cosa per invalidare la condanna e dargli un altro processo. Una base
giuridica la trovo senz'altro. Ma se sono sicuro che sia colpevole, solo il demonio pu
convincermi a rovesciare la sentenza". questo approccio molto umano al problema
del giudizio d'appello non sorprendente, ma non quasi mai confessato
apertamente.
Gli argomenti iniziali in un ricorso sono quindi quasi sempre di natura strettamente
formale, ma quelli sostanziali riguardano spesso la colpevolezza o meno
dell'accusato. Questo duplice modo di procedere pone grossi problemi all'avvocato
che crede nell'innocenza del suo cliente. Io e la mie quipe passammo molte ore a
discutere su come scegliere e presentare i nostri argomenti giuridici in modo da
convincere i giudici dell'innocenza di Claus von Bulow. Avevamo gi deciso di
insistere sul fatto che gli appunti di Kuh non erano stati mostrati per far capire ai
giudici che anche elementi gi noti avrebbero potuto provare l'innocenza
dell'imputato. Ma avevamo bisogno anche di un pretesto per portare la loro
attenzione sui fatti nuovi che erano venuti alla luce.

Alla fine optammo per una strategia azzardata e che poteva rivelarsi pericolosa.
Decidemmo di giocare a carte scoperte, mettendo tutto quello di cui disponevamo
sotto gli occhi della Corte Suprema del Rhode Island. Riunimmo tutte le prove,
vecchie e nuove, a favore dell'innocenza di Claus von Bulow. Il nostro punto di forza
sarebbe stata l'innocenza dell'imputato. Non avremo insistito sui motivi tecnici, sulla
norma di esclusione o sulle violazioni costituzionali, a meno che gli argomenti
giuridici non servissero a evidenziare il nostro punto fondamentale: l'innocenza di
Claus von Bulow.
Poich un appello solo una revisione legale dell'operato del giudice al processo,
dovevamo trovare il modo di far giungere alla Corte Suprema le nuove informazioni,
quelle non prodotte al processo, giunte in nostro possesso. Un avvocato non pu
semplicemente convocare una conferenza stampa e annunciare che ha scoperto fatti
nuovi. Deve escogitare una via legale per produrre questi fatti innanzi alla corte.
Dato che non esisteva nel Rhode Island una procedura consolidata per portare questi
fatti nuovi a conoscenza della Corte Suprema in un ricorso, decidemmo di crearne
una adeguata alla nostra situazione. Scegliemmo una via a due tappe. Innanzi tutto
avremmo cercato di includere alcuni dei fatti nuovi alla richiesta di ricorso.
Sapevamo che probabilmente queste aggiunte sarebbero state respinte, ma valeva la
pena tentare. La nostra linea era la seguente: poich l'accusa si fondava
esclusivamente su fatti circostanziali, doveva provare che da questi fatti non potevano
essere tratte inferenze a favore dell'innocenza; ora, i nostri nuovi elementi, almeno
cos pensavamo, mostravano che i fatti prodotti dall'accusa erano compatibili
ragionevolmente con l'innocenza dell'imputato, anzi costringevano a concludere in
questo senso.
Le nuove perizie mediche che esibivamo portavano a conclusioni talmente diverse da
quelle alle quali si era giunti al processo chela corte non poteva non dubitare del
verdetto emesso dalla giuria.
Di conseguenza, allegammo alla nostra istanza una serie di affidavit fattuali che
comprendevano alcune, ma non tute le nostre nuove informazioni. La ragione per la
quale alcune di queste vennero escluse che , al momento della redazione dell'istanza
, non avevamo ancora completato il nostro lavoro di elaborazione e di conferma delle
nostre scoperte. Non menzionammo, ad esempio, le informazioni che ci aveva dato
Marriott in quanto stavamo ancora verificandole.

Come ci aspettavamo, l'accusa si oppose all'inserimento dei nuovi elementi in quanto


non facevano parte della documentazione processuale che era oggetto del ricorso.
Alla fine la Corte Suprema del Rhode Island accolse l'obiezione dell'accusa e ordin
che la maggior parte delle nostre nuove informazioni venisse stralciata dall'istanza di
ricorso. speravamo comunque di aver seminato qualche dubbio.
Il passo seguente era radicare e far germogliare questi dubbi. A questo fine cercammo
una via legale che ci consentisse di dispiegare davanti alla corte l'intera penaplia dei
nuovi elementi emersi.
La strada consueta in questo caso "una mozione per un nuovo processo fondata su
elementi recentemente acquisiti ". Vi erano per alcuni problemi. Innanzi tutto questa
mozione doveva esser presentata al giudice del processo prima di essere portata
davanti alla Corte Suprema. Non avevamo alcun interesse a portare le informazioni a
conoscenza del giudice Needham, dato che il caso, per il momento, non era pi di sua
competenza.
Secondariamente, una mozione per un nuovo processo non pu essere presentata
finch un ricorso per il primo ancora pendente davanti alla Corte Suprema. Il
principio generale che un caso non pu essere presentato a due orti diverse
contemporaneamente. Poich avevamo gi presentato domanda di ricorso davanti alla
Corte Suprema, l'intero caso era per ora nelle sue mani. Ma questa corte non aveva il
potere di esaminare la nostra mozione per un nuovo processo, dato che questa non era
stata ancora esaminata dalla corte del primo processo. E l prima corte non poteva
esaminarla perch tutto il caso era nelle mani della Corte Suprema. La procedura
normale avrebbe dovuto essere di attendere finch l a Corte Suprema non si fosse
pronunciata sul ricorso e quindi, se avessimo perso, presentare la nostra richiesta di
un nuovo processo alla prima corte. Ma anche questa via presentava pericoli.
Temevamo che le corti decidessero che avevamo aspettato troppo e che le nostre
"nuove "informazioni non fossero pi giudicate tali. Volevamo anche che le
informazioni, soprattutto le perizie mediche, della nostra mozione per il nuovo
processo fossero portate a conoscenza della Corte Suprema in modo che questa
avesse un quadro completo della vicenda. Decidemmo quindi di costruirci una via
insolita che fosse funzionale ai nostri progetti.

Ci trovammo di fronte a una situazione veramente da comma 22: l'unica sede nella
quale potevamo presentare la nostra mozione per un nuovo processo era la corte
giudicante, ma questa mozione poteva essere presentata solo dopo che la Corte
Suprema avesse deciso in merito al ricorso. La nostra unica speranza di poter
presentare la nostra mozione al posto giusto e al momento giusti, cio alla Corte
Suprema prima che questa decidesse sul ricorso, era di introdurre qualche novit
legislativa creativa. Elaborammo quindi la nostra mozione in modo che questa
potesse scivolare tra le fitte maglie della procedura consueta.
Cominciammo a lavorare su una mozione d'appello tradizionale da presentare alla
corte giudicante mentre ancora il ricorso era pendente; in essa sarebbero stati
compresi tutti i nostri affidavit con tutte le nostre informazioni che saremmo riusciti a
confermare. Ma non lo presentammo alla corte del processo. Lo avremmo invece
inviato alla Corte Suprema con la richiesta che i giudici della corte decidessero loro
stessi se e quando inoltrarlo alla corte giudicante. Questo quello che scrivemmo nel
memorandum:
Questa mozione per un appello iene inoltrata ora in anticipo su una richiesta orale
d'appello in modo da rendere noto a questa corte l'esistenza di nuovi elementi e
consentire quindi a questa corte il massimo di flessibilit nella procedura.
Mentre stavamo preparando il ricorso e la richiesta d'appello, venimmo a sapere che
stava per essere pubblicato un libro che riguardava il caso von Bulow. Consapevoli
del fatto che ogni versione del caso avrebbe potuto influenzare la pubblica opinione,
e quindi l'opinione dei giudici, aspettammo con ansia la sua pubblicazione. Quando
scoprimmo quale sarebbe stato il contenuto, ci preoccupammo. Ma quando venimmo
a sapere perch l'autore adottava un certo punto di vista, divenimmo veramente
furiosi e decidemmo di contrattaccare.
Il caso von Bulow era opera di un rispettabile scrittore, William Wright, che aveva
scritto anche una biografia di Luciano Pavarotti e diversi altri libri sui protagonisti del
bel mondo. Secondo Wright, non c'erano dubbi sulla colpevolezza di Claus von
Bulow. Solo un folle influenzato dalla stampa, un fanatico o u furfante poteva credere
alla sua innocenza. Per ogni dubbio aveva una risposta certa. Le domande che Wright
si poneva non erano per: "Chi stato?"; oppure: "C' stato veramente un delitto?".
Secondo lui l'unico mistero era come mai persone apparentemente ragionevoli
avevano avanzato dei dubbi sul verdetto della giuria.

Oltre a ripercorrere, in maniera assolutamente parziale, il processo, Wright diede


spazio nel suo libro a pettegolezzi infondati, e tutti negativi, sul passato di Claus. Tir
in ballo omosessualit, orge, necrofilia, travestitismo sadismo. Si arriv anche
all'incesto. Cit un noto personaggio tedesco il quale, secondo lui, avrebbe detto "che
non avrebbe voluto toccare von Bulow neanche per stringergli la mano", dato che la
"malvagit che emanava dalla sua persona era cos forte". Posso facilmente capire
perch la sensibilit al male di quest'uomo fosse cos forte; si trattava, secondo
Wright, del barone Arndt Krupp von Bohlen, erede di quel Krupp fabbricante di armi
per i nazisti e sfruttatore del lavoro di schiavi. (Pi probabile che fosse Claus a non
voler toccare la mano di Krupp, una mano che era stata calorosamente stretta dal pi
grande criminale della storia.)
Wright non si espose mai chiaramente avallando queste dicerie, a non poteva essere
consapevole del fatto che pubblicandole, anche con smentite, dava un'immagine
negativa di Claus von Bulow, che caratterizzava come "un criminale internazionale di
lusso", e avvalorava la sua conclusione in base alla quale era un uomo capace di
uccidere la propria moglie. Arriv a dire che claus era stato uno degli autori del
soggetto del dramma di Broadway Deathtrap, un "giallo che racconta la storia di un
uomo che escogita un piano diabolico per uccidere la ricca moglie". Lasciando
evidentemente capire che nel caso di von Bulow la vita imitava l'arte.
Non solo il libro di Wright venne citato sui giornali e riviste, ma l'autore fece un giro
in tutto il paese per reclamizzarlo alla radio e alla televisione. Il messaggio era
sempre lo stesso: Claus von Bulow era un essere diabolico che aveva tentato di
uccidere sua moglie per ben due volte. Wright afferm che all'inizio aveva dubitato
della colpevolezza di Claus ma che, dopo un obiettivo esame dei fatti, era giunto
all'incontrovertibile conclusione che fosse colpevole.
Mi preoccupava questa conclamata imparzialit da parte di Wright. Finora gli
accusatori di von Bulow avevano un chiaro interesse a sostenerlo: la famiglia,
Richard Kuh, l'accusa. Ma Wright affermava di avere svolto un'analisi assolutamente
indipendente dei fatti e di non essere stato minimamente influenzato da nessuno. Le
sue affermazioni, se fossero rimaste senza risposta, avrebbero potuto avere
conseguenze gravissime sulla pubblica opinione.

Claus e io ci leggemmo il libro con grande attenzione evi trovammo decine e decine
di imperfezioni, alcune minori, altri pi rilevanti. Ad esempio Wright sottoline il
fatto che entrambi i coma capitarono in un momento in cui gli ospedali si trovavano a
corto di personale:
Il procuratore Famiglietti ha inoltre tralasciato di sottolineare un elemento
evidenziato da latri. Perch entrambi i tentativi furono fatti di domenica? Potrebbe
essersi trattato di una sorta di "strategia di Pearl Harbor"(L'attacco giapponese alla
base americana di Pearl Harbor ebbe luogo il 7 dicembre 1941, all'alba di domenica,
per cogliere di sorpresa gli americani.):si poteva pensare che il personale e le
apparecchiature degli ospedali funzionassero a livello ridotto.
Una teoria interessante, ma falsa. Il primo coma ebbe luogo il 27 dicembre 1979. Un
semplice sguardo al calendario avrebbe immediatamente rivelato che il 27 dicembre
di quell'anno cadeva di marted. Quando Sunny von Bulow venne ricorverata,
l'ospedale era a pieno organico. Il secondo coma si verific effettivamente di
domenica, e Sunny venne ricoverata d'urgenza poco prima di mezzogiorno, ma non vi
fu nulla che facesse pensare che in quel momento l'ospedale fosse sprovvisto di
personale. Anzi, il dottor Gerhard Meier, "uno dei migliori medici di Newport",
secondo il "Journal" di Providence, prese immediatamente in cura Sunny e la rianim
quando ebbe un arresto cardiaco. Non c' quindi da stupirsi se il procuratore
Famiglietti non ha fatto allusione alla "strategia di Pearl Harbor" di Wright.
Un altro esempio significativo la descrizione che Wright fa della ricerca della borsa
nera. Disse ad esempio, che della lidocaina venne trovata all'interno della borsa,
quando entrambi i testimoni sono concordi nel ritenere che venne trovata all'esterno.
Wright afferma inoltre che i due rimisero gli oggetti che avevano trovato all'interno
della borsa " e la chiusero", mentre i due testimoni ammettono di avervi messo altri
oggetti prima di chiudere la borsa con la lampo. Wright dunque "miglior" in molti
punti la versione della famiglia.

Quello che i sorprese mentre leggevo questo libro fu che nessun altro aveva rilevato
questi errori e altri egualmente plateali. Ma ci che mi insospett fu il fatto che quasi
tutti questi errori fossero a sfavore di Claus von Bulow. Pochi o nessuno erano a
sfavore dei clienti di Richard Kuh. Era come se il manoscritto fosse stato letto in
anticipo solo da una delle due parti. Se questo fosse veramente accaduto, la
conclamata imparzialit di Wright sarebbe stata una menzogna. Dubitavo per che un
autore noto come Wright avesse sottoposto il manoscritto all'esame di una parte e non
dell'altra.
Scoprii presto, per, che le cose erano andate molto peggio di quanto sospettassi.
Claus mi disse che aveva ricevuto un'informazione confidenziale che lo avvertiva che
William Wright aveva firmato un vero contratto con Richard Kuh. Il contratto
prevedeva che, in cambio di interviste coi suoi clienti e dell'accesso alle sue
informazioni, Wright avrebbe permesso a Kuh di vedere il manoscritto prima della
sua pubblicazione. Kuh e i suoi clienti avrebbero quindi potuto rivederlo e suggerire
correzioni e altri cambiamenti. Wright sarebbe rimasto libero di non accettarli, ma
prometteva di prenderli in considerazione in buona fede. Non vi fu nessun accordo
simile con Claus von Bulow o coi suoi difensori per poter esaminare il manoscritto
prima della pubblicazione e suggerire correzioni.
Se quanto mi disse Claus era aver, era chiaro perch tutti gli errori puntavano in una
direzione. Venni invitato a partecipare con Wright a numerosi programmi radiofonici
e televisivi. Accettai volentieri, ansioso di confrontarmi con lui e di saperne di pi su
questo contratto. Nel maggio 1983 partecipammo a People are talking, un talk-show
di un'ora a una televisione di Boston. Wright ammise che per poter intervistare i
clienti di Kuh aveva dovuto sottoscrivere un accordo scritto. Me lo mostr. (Wright
sostiene che questo accordo fu uguale ad altri "chiesti da Alex e Ala in cambio di
interviste e informazioni rilevanti", e firmato da altri autori.)
In base a questo accordo, Kuh aveva il diritto di rivedere il manoscritto e segnalare
gli errori. Wright non era obbligato a fare le correzioni, ma naturalmente ogni autore
preoccupato della correttezza del suo testo, e di eventuali conseguenze penali, lo
avrebbe fatto. Non ci fu nessun accordo con l'altra parte per la segnalazioni di errori,
e Wright non ci mostr il manoscritto, il che spiega perch gli errori andassero tutti
nella stesa direzione. Il resoconto di un giornale afferm che "Wright era stato sulla
difensiva per tuta la durata della trasmissione". Mi sembr che il nostro obiettivo di
mettere in discussione la credibilit del libro di Wright fosse stato raggiunto.

Sottolineai il carattere unilaterale del contratto di Wright in diverse trasmissioni


televisive e radiofoniche, descrivendo questo contratto come "un patto col diavolo".
Wright era furioso e minacci di querelarmi per diffamazione. In un accesso infantile
d'ira, scrisse anche al decano della Harvard Law School per chiedergli di cacciarmi.
Non era certo la prima lettera che il decano riceveva, e ignorava, a questo riguardo.
E'perfettamente comprensibile che Wright fosse furioso . La sua presunta imparzialit
era stata smascherata. La rivelazione pubblica della sua unilateralit distrusse
completamente la sua credibilit come cronista obiettivo del caso von Bulow. La
prova definitiva della sua malafede fu che, anche dopo che i suoi errori erano stati
pubblicamente rivelati in televisione, non apport alcuna correzione nelle seguenti
edizioni tascabili del suo libro. Cos, se si guarda a pagina 134, si pu ritrovare il
racconto scorretto della perquisizione nella borsa nera, malgrado il pubblico
riconoscimento da parte di Wright che si era trattato di un errore; e a pagina 312 si fa
riferimento ala "strategia di Pearl Harbor" e al "fatto" che entrambi i tentativi erano
stati compiuti di domenica.
Considerammo quindi il libro di Wright come una divulgazione della tesi dell'accusa.
L'autore era anche riuscito a rendere il punto di vista della famiglia in modo pi
persuasivo di quanto non fosse riuscito a far e lo stesso Famiglietti, perch
Famiglietti poteva venir corretto se commetteva errori, mentre il libro pieno di sviste
di Wright rimase immodificato. Cogliemmo ogni occasione per segnalare gli errori e
gli strani accordi che legavano l'autore a Kuh e ai suoi clienti. Non avevamo altra
scelta che contrttaccare. Wright, e la cosa non ci stupisce, non querel mai nessuno.

12.
ASSOLUZIONE PER NON AVER COMMESSO IL FATTO
Inoltrammo il nostro ricorso il 15 marzo 1983, quasi un anno dopo il mio ingresso nel
caso. Era la pi lunga e complessa istanza che io avessi mai preparato, pi di
cinquantamila parole. Ma si trattava del pi lungo processo penale della storia del
Rhode Island. Per non spaventare, e annoiare, la corte e scoraggiarla
dall'intraprendere il compito ingrato di esaminare cento cartelle dattiloscritte a spazio
uno, esordimmo con uno sguardo generale che presentava in termini semplificati
l'essenziale della versione che intendevamo presentare in appello. (Il resto della storia
era riservata alle mozioni di appello.) Ecco la premessa:
Claus von Bulow si trova a dover affrontare una condanna a trent'anni di prigione per
un crimine che non ha commesso. Incapace di accettare il fatto che Martha von
Bulow potesse aver distrutto da sola la propria vita, la sua ricca famiglia ha
ingaggiato un avvocato per esercitare una vendetta privata contro suo marito.
L'avvocato ha organizzato un'operazione di perquisizione e distruzione, durante la
quale prove sono state trascurate, perdute o gettate via; queste prove avrebbero potuto
scagionare in modo definito Claus von Bulow. Sulla base di una ago ipodermico, che
si dichiar di aver trovato in una borsa di vinile nero, l'avvocato privato... persuase le
autorit del Rhode Island a intraprendere un procedimento penale, in parte finanziato
dai suoi clienti, contro Claus von Bulow per aver tentato di uccidere sua moglie.
Ma i fatti, alcuni dei quali sono stati cancellati, dimostrano che quell'ago non venne
mai usato per iniettare alcunch a Martha von Bulow. I fatti dimostrano anche che la
prova fondamentale che avrebbe dovuto collegare Claus von Bulow all'ago, una
boccetta contenente pillole col nome di Claus von Bulow, che si disse era stata
trovata nella borsa di plastica nera, fu invece trovata all'esterno della borsa e messa in
seguito al suo interno. In effetti, a quanto afferma lo stesso investigatore privato
ingaggiato dall'avvocato della parte lesa, se qualche boccetta contenente pillole fu
trovata all'interno della borsa nera, questa recava il come di Martha von Bulow.
Malgrado i continui e concertati sforzi compiuti dalla famiglia di Martha von Bulow
per impedire che la verit emergesse, appare ora chiaro che Martha von Bulow era
una donna con tendenze autodistruttive, profondamente depressa e
farmacodipendente, che assumeva sostanze che non le erano state prescritte e che
persisteva nel tenere un comportamento a rischio anche dopo aver corso pericolo di
vita ed essere stata messa in guardia dai medici.

Non essendo stata portata a conoscenza dell'intera verit, la giuria ha condannato un


uomo innocente. L'obiettivo di questo ricorso di riparare a questa ingiustizia.(La
famiglia di Sunny contesta molte delle affermazioni contenute nella nostra istanza.)
Ricordammo alla corte che i coma di Sunny von Bulow avevano dato origine a uno
dei misteri medici e legali pi discussi nella storia della giurisprudenza americana. Il
caso von Bulow qualcosa di pi di un semplice: "Chi il colpevole?" La questione
ben pi inquietante se qualche crimine stato veramente commesso. Nessun
testimone ha visto perpetrare alcun crimine. L'accusa stessa ha ammesso che le prove
circostanziali "lasciano aperti alcuni interrogativi per i quali non avremmo mai una
risposta..." Oltre agli interrogativi rimasti senza risposta, il procedimento contro
Claus von Bulow... solleva gravi dubbi di ordine giuridico, alcuni immediati, altri
riguardo a principi da lungo tempo accolti. Ognuno di questi elementi ci conduce al
punto centrale del ricorso: la completa innocenza di Claus von Bulow.
Proseguimmo presentando alla corte un ritratto di Martha von Bulow che, sebbene
fondato sui documenti processuali, era piuttosto diverso da quello che era stato
offerto alla giuria:
Sia prima sia dopo che le venne diagnosticata la sua condizione [l'ipoglicemia
reattiva], la signora con Bulow mangiava grandi quantit di dolci, sebbene fosse stata
informata che per lei erano come veleno. Era ossessionata dal suo peso e dall'et di
sedici anni prendeva 24 lassativi al giorno.
Ingeriva anche enormi quantit di aspirina. proprio 19 giorni prima dell'ultimo coma,
la signora von Bulow venne ricoverata d'urgenza per una grave intossicazione da
aspirina, avendone volontariamente ingerite 60 compresse. Dopo questa "disastrosa
intossicazione da aspirina", il medico che l'aveva in cura da 26 anni le ordin di non
prendere ai pi aspirina ma un succedaneo. La signora von Bulow continu invece a
prendere aspirina in dosi massicce, come provano io 156 mg% trovati nelle sue urine
in occasione dell'ultimo coma.
Consumava anche grandi quantit di alcool, malgrado sapesse di tollerarlo male, e
grandi quantit di Valium e di barbiturici. Analisi condotte durante il suo ultimo
coma hanno rivelato un livello di Amobarbital sufficiente di per se stesso, secondo i
principali testimoni dell'accusa, a procurare l'incoscienza e forse la morte.
La signora von Bulow era una donna autodistruttiva la quale, sempre secondo gli
stessi testimoni dell'accusa, aveva un disperato bisogno di aiuto psichiatrico e che
aveva dichiarato al primario del reparto psichiatrico del Newport Hospital di "essere
quasi sempre infelice", "spesso annoiata", di non desiderare talvolta "di alzarsi dal
letto al mattino" e di "aver spesso desiderato di morire". (Sunny era particolarmente
preoccupata al pensiero della morte e chiedeva agli amici: "Non pensate anche voi
alla morte tutto il tempo? Siete fortunati, io si.")

Dopo aver descritto le circostanze dei coma, ci occupammo della ricerca e del
ritrovamento dell'ormai famigerata borsa nera, e raccontammo la nostra versione di
questa storia, una versione chela giuria non aveva mai sentito. Spiegammo alla corte
come Alex e l'investigatore avessero
"mischiato" insieme tutte le boccette di farmaci - quelle trovate all'interno e quelle
trovate all'esterno della borsa - e le avessero gettate nella borsa di plastica. I due
trascurarono tutte le impronte digitali che potevano trovarsi sulle boccette e sulla
borsa, e persero, gettarono via o in altro modo distrussero elementi cruciali che
potevano provare l'innocenza di von Bulow.
La discussione su questa perquisizione privata port inevitabilmente ad affrontare il
problema degli appunti dell'avvocato Kuh, presi durante gli incontri coi testimoni pi
importanti. Spiegammo come gli appunti di Kuh avrebbero potuto costituire un
prezioso aiuto per il controinterrogatorio dei testimoni:
Come ben noto, spesso il rimo contatto con un testimone che fa emergere le
osservazioni pi obiettive e immediate. Quando ormai si arrivati al processo, le loro
storie sono ormai state depurate da continue ripetizioni e private di ogni elemento in
contrasto con la visione generale del caso che stata elaborata nel frattempo. Quindi
l'accesso a questi appunti era essenziale, sia come fonte di indizi per la difesa sia
come materiale per controinterrogatori e invalidamento.
Per dimostrare quanto avrebbe potuto essere utile alla difesa questo materiale,
riferimento di un episodio del processo che si dimostr estremamente utile all'accusa.
La difesa aveva chiamato come testimone l'autista di famiglia, Charles Roberts, che
aveva affermato di aver condotto Sunny presso vari medici e farmacie per avere
prescrizioni di farmaci. L'accusa chiam allora Richard Kuh, che aveva interrogato
Roberts, per confutare questa testimonianza. Dal banco dei testimoni Kuh si dimostro
perfettamente disposto a riferire il contenuto dei suoi appunti e a dichiarare che
Roberts durante il primo incontro gli aveva rivelato fatti che contraddicevano la sua
deposizione. Sottolineammo quindi come venne permesso a Kuh di servirsi degli
appunti riservati "come scudo per impedire che venissero resi pubblici, se questo
avrebbe potuto essere utile alla difesa, ma nello stesso tempo come spada contro la
difesa nel momento in cui il fatto di renderne pubblica una parte poteva giovare ai
suoi clienti e alla strategia dell'accusa".

Dichiarammo che questo episodio "dimostrava drammaticamente l'uso scorretto, anzi


l'abuso, che il signor Kuh aveva fatto del suo privilegio, e il danno che ne era
conseguito per l'imputato e per la ricerca della verit".
Alla fine affrontammo la questione della norma di esclusione di prove ottenute
illegalmente per quanto riguardava la borsa nera. Come avevo gi detto a Claus,
questa in genere l'ultima risorsa degli imputati colpevoli, perch presuppone quasi
sempre che la prova che si ottenuta illegalmente sia a carico. Tentammo di
eliminare questo aspetto distinguendo questa situazione dal "solito caso del quarto
emendamento, in cui i benefici in termini di deterrenza devono essere controbilanciati
dal danno che consegue alla societ in virt dell'esclusione di attendibili prove di
colpevolezza". Nel caso von Bulow, per, "entrambi gli argomenti militino a favore
dell'esclusione perch, come si dice inseguito, la norma di esclusione avrebbe come
conseguenza un verdetto fondato su prove pi attendibili e non l'esclusione di prove".
Spiegammo che la discutibile perquisizione "aveva ignorato quasi tutti i requisiti ai
quali doveva attenersi la polizia per la raccolta e la conservazione delle prove".
Ricordando alla corte come non fosse stato steso alcun inventario, sostenemmo che
"il risultato fu che non ancora chiaro cosa fu trovato effettivamente nella borsa nera.
E'proprio perch la memoria individuale fallibile che, in questi casi, la normale
prassi della polizia richiede un inventario e fotografie".
Cercammo anche di mettere in relazione questa mancanza di garanzie con le
contraddizioni presenti in quanto avanzato dall'accusa:
Dato il ruolo che la borsa nera ha avuto nella ricostruzione dell'accusa, l'incertezza
che ancora adesso circonda il suo contenuto inaccettabile. Non accettabile che un
imputato venga condannato sulla base della collocazione di una boccetta di pillole,
quando n un inventario n delle fotografie ci assicurano che questa boccetta fosse
veramente l, e quando anche coloro che hanno effettuato questa perquisizione sono
in completo disaccordo sul contenuto della borsa.
Passando poi alla distruzione delle impronte digitali sulla borsa e sul suo contenuto,
l'istanza sottolineava l'ipocrisia dell'affermazione fatta da Famiglietti davanti alla
giuria, secondo la quale "non vi il ben che minimo indizio che ricolleghi la signora
von Bulow alla borsa nera o a uno degli oggetti che erano contenuti".

Facemmo notare alla corte che "anche una singola impronta digitale della signora von
Bulow sulla borsa nera o su uno qualsiasi degli oggetti che i erano contenuti, avrebbe
completamente smentito la teoria dell'accusa in base alla quale la borsa e il suo
contenuto appartenevano esclusivamente al signor von Bulow. La perdita, o per
meglio dire la distruzione, di questa prova essenziale e potenzialmente discolpante, la
si deve al ricorso deliberato a metodi privati di indagini che non soddisfano i requisiti
delle indagini di polizia".
Invitammo quindi la corte ad applicare la norma di esclusione a indagini private di
questo tipo, perch altrimenti, i privati sarebbero incentivati a evitare indagini di
polizia e a cercarsi da soli le prove, al di fuori di ogni autorizzazione e requisito di
leicit. E grazie a questo incentivo le ricerche di prove fatte da privati continueranno
e la distruzione di prove, sia che le parti manchino della competenza tecnica, sia che
manchino di buona fede, sar inevitabile. Il "rischio per la societ" che prove
importanti vengano esclulse non deriva quindi dall'applicazione della norma di
esclusione, quanto, piuttosto, dalla sua mancata applicazione.
Concludemmo quindi come avevamo cominciato: con una ferma dichiarazione di
innocenza:
Poich la conduzione del processo da parte del giudice e il comportamento
dell'accusa hanno impedito a Claus von Bulow di provare la sua innocenza, e poich i
fatti prodotti dall'accusa sono ben lontani dal provare che l'imputato abbia iniettato
insulina alla moglie, la difesa chiede rispettosamente a questa corte di invalidare la
sua condanna...
Anche il semplice fatto di inoltrare la nostra istanza si rivel un piccolo dramma.
Dato che era cos lunga, decidemmo di stamparla noi stessi, sperando di poter infilare
qualche migliaio di parole in pi nelle nostre pagine sovradimensionate e coi margini
ridotti al minimo, Naturalmente le operazioni di stampa e fotocopia furono un
disastro e rischiammo di finire fuori tempo massimo. Dovetti quindi reclutare mio
figlio Jamin, che era in vacanza, per questo compito tecnico e grazie al suo intervento
d'urgenza riuscimmo a terminare l'istanza alle 4 pomeridiane del giorno di scadenza.
Una telefonata all'impiegato da parte di Terry MacFayden riusc a guadagnarci un
quarto d'ora extra rispetto al normale orario di chiusura, le 5. Ci precipitammo a
Providence a tempo di record, con i nostri documenti nel baule della macchina, come
che cercavo la strada e Jamin che guidava. Arrivammo proprio mentre stavano
chiudendo le porte e, con un sospiro di sollievo, inoltrammo l'istanza.

Il 16 giugno 1983, il procuratore generale del Rhode Island inoltr la sua risposta, in
101 pagine. Attacc quasi ogni punto della nostra tesi, affermando che "le prove
circostanziali della colpevolezza dell'imputato erano schiaccianti, che il giudice aveva
garantito all'imputato un processo del tutto equo, che gli appunti di Kuh erano stati
giustamente stralciati e che la ricerca della borsa nera non violava alcun diritto
costituzionale. Accusava la nostra ricostruzione di presentare i fatti "in maniera
distorta e imprecisa" e di fondarsi su informazioni "assolutamente non contenute nel
dossier del processo", alludendo alle nostre nuove testimonianze mediche.
Noi allora presentammo un'ulteriore replica, che, almeno cos io credevo, ci avrebbe
dato l'ultima parola. In ogni Stato in cui io ho lavorato, colui che presenta ricorso vale a dire l'imputato condannato - deve inoltrare per primo la sua istanza; quindi
l'accusa replica e la difesa ha l'ultima parola con una contro replica. Rimanemmo
quindi molto sorpresi quando la Corte Suprema del Rhode Island, con una decisione
senza precedenti, permise all'accusa di presentare una contro-controreplica, dandole
cos l'ultima parola. Mi chiesi se eravamo ancora vittime del "Rhode Island Shuffle"
o fosse solo un innocuo favoritismo verso i padroni di casa.
Poich per l'appello occorreva inoltrare svariate istanze, una squadra composta da
Jeanne Baker, Susan Estrich, Terry MacFayden, Joann Crispi, Andrew Citron e
diversi studenti veterani del ricorso stavano lavorando duramente per preparare gli
affidavit delle testimonianze e delle perizie mediche. Il mio compito nella richiesta di
appello era di scrivere il memorandum giuridico che avrebbe riassunto gli affidavit e
tratto da essi gli argomenti di carattere giuridico e fattuale.
Pensavamo di inoltrare la nostra richiesta di un nuovo processo all'inizio di ottobre
1983. Volevamo inoltrare la domanda prima della discussione in modo che se i
giudici avevano domande da porre - che riguardassero la sostanza o la sua forma
piuttosto inconsueta - avrebbero potuto informarsi su di esse durante la seduta che era
prevista per il 17 ottobre 1983.

Stavo lavorando al memorandum per il nuovo processo il week-end prima dell'inoltro


della domanda. A questo punto tutti gli affidavit erano stati autenticati, copiati e
preparati per l'inclusione nel documento finale. Improvvisamente David Marriott
comparve nel mio ufficio chiedendo di vedermi, insistendo che doveva modificare il
suo affidavit e che aveva omesso qualcosa. Mi trovavo nel mio studio, uscii mentre
Marriott stava protestando ad alta voce con alcuni membri della squadra perch
doveva essere introdotto un cambiamento nella sua deposizione. Gli chiesi se si
trattasse di una modifica rilevante. "Molto rilevante", mi rispose.
"C' qualcosa di falso nell'affidavit cos com' ora?" "No, assolutamente no. E'tutto
vero, ma ho tralasciato una cosa." Gli chiesi cosa. "Si ricorda dove ho affermato che
una donna si present sulla porta di Clarendon Court e io le diedi il pacchetto di
Alex?" Mentre stava parlando, gir le pagine del suo affidavit e cominci a leggere:
"La donna non sembrava una domestica..." "Lo ricordo", lo interruppi.
"Bene, sono certo che quella donna fosse Sunny von Bulow", afferm David con aria
di sfida.
"Come puoi esserne cos sicuro?" chiesi sospettoso.
"Era proprio come nelle fotografie e mi fece capire chi era." Marriott mi disse che era
cos sicuro fosse Sunny von Bulow che lo aveva gi dichiarato alla polizia quando era
stato interrogato.
Dissi a Marriott che, se anche avesse avuto il bench minimo dubbio, non avremmo
dovuto modificare l'affidavit. Gli dissi che non ci era di aiuto questo cambiamento
perch avremmo dovuto renderlo noto all'accusa che avrebbe potuto dedurne che i
due affidavit erano in contrasto.
"Non necessario che glielo dica", osserv David, "perch non potremmo
semplicemente dire che questo quello che ho sempre sostenuto nell'affidavit?"
"Perch questo non il mio modo di lavorare. Se tu presenti due affidavit, entrambi
sotto giuramento, non possiamo mantenere il fatto segreto." Dissi a Marriott che se
fosse stato assolutamente sicuro che quella donna era Sunny, avremmo modificato
l'affidavit, qualsiasi conseguenza ne potesse derivare.
"Ne sono sicuro come se si fosse trattato di mia madre", dichiar, "Ho sempre saputo
che era lei, ma ne sono stato sicuro quando ho cominciato a guardare meglio le
fotografie. Chi altro poteva essere? Certamente non Maria."

Autorizzai quindi una delle mie assistenti a rivedere l'affidavit e insistetti che
Marriott controllasse ogni singola parola per essere sicuro che fosse esatto. Non fu
semplice fare la modifica richiesta da Marriott perch era gi notte fonda quando la
battitura venne completata, e non era facile trovare un notaio a quell'ora. Marriott
risolse il problema dicendoci che gli addetti alle pompe funebri dovevano essere dei
notai "per sbrigare tutte le pratiche relative alle salme. E sono aperti tuta la notte".
Cos Marriott e una mia assistente andarono in cerca di un notaio delle pompe funebri
e alla fine ne trovarono uno.
All'ultimo momento Marriott mi diede anche un affidavit di sua madre. Non ce lo
aspettavamo, n lo avevamo mai chiesto perch i aveva sempre detto di "lasciare mia
madre fuori da questa faccenda". Ma apparentemente aveva cambiato idea e, di sua
iniziativa ne aveva preparato uno e lo aveva fatto autenticare da un notaio. L'affidavit
di sua madre affermava che mentre David era in ospedale, un uomo che si era
qualificato come Alexander von Auersperg aveva chiamato pi volte chiedendo
informazioni su Gilbert Jackson.
Avevamo un'ulteriore conferma. Se Marriott fosse stato un mentitore, questo avrebbe
voluto dire che sua madre e un sacerdote cattolico erano coinvolti in una congiura per
commettere spergiuro. La cosa appariva molto improbabile.
In aggiunta alle perizie mediche e alla storia Capote-Marriott-Magaldi, includemmo
nella nostra domanda vari affidavit di diversi testimoni che avevano avuto a che fare
da vicino con Sunny e che ne davano un'immagine molto diversa da quella che era
risultata dal processo. Un amico che la conosceva da vent'anni giur che "Sunny
aveva molte meravigliose qualit, ma quando cominciava a bere non sapeva pi come
smettere".
L'amico raccont a malincuore cosa accadeva in queste circostanze: "I suoi discorsi e
i suoi movimenti diventavano completamente sconnessi"; "rovesciava mobili, batteva
la testa contro gli stipiti delle porte"; "e alla fine crollava nella toilette delle signore".
Alcuni amici intimi fecero racconti simili: "Quando le presi la mano mi accorsi che
era flaccida; scuoteva semplicemente la testa e aveva uno sguardo allucinato. Ho
avuto l'impressione che non sapesse nemmeno che fosse l". "Perdeva facilmente il
controllo e la riportavo a casa." "L'alcool aveva delle conseguenze disastrose su
Sunny... perdeva completamente la padronanza di s.

Constatai sempre che diventava incapace di controllare i suoi gesti e i suoi discorsi...
" Sunny era seduta sul letto, tentando di avvicinare il rossetto alle labbra, facendo
smorfie, ma era cos ubriaca che non riusciva a metterselo. Spazientita scagli via gli
oggetti contenuti nella sua borsetta e si lanci verso la porta, la manc e and a
sbattere contro il muro." "Parlava confusamente, si muoveva a scatti e ogni tanto
cadeva." "Bevve molto e di conseguenza alla fine della cena non si riusciva pi
assolutamente a capire cosa stesse dicendo." Queste descrizioni di avvenimenti
occorsi durante un ventennio della vita di Sunny ricordavano strettamente il suo
comportamento poco prima dei due coma e confermavano quello che Claus aveva
detto ai medici. I suoi amici, molti dei quali erano a conoscenza dei suoi problemi di
alcool e droga, le avevano "consigliato di rivolgersi agli Alcolisti Anonimi", ma
Sunny aveva detto che non voleva avere a che fare "con gente di livello sociale ed
economico cos diverso dal suo".
I nuovi affidavit rivelarono che "nel nostro ambiente, i problemi di Sunny erano
noti". Ma i suoi "amici non si erano fatti avanti al processo a causa delle pressioni
emotivi e di altro genere che avevano subito, e cos la verit non era emersa". "La
famiglia e gli amici di Sunny volevano solo proteggerla." Una delle amiche pi
intime di Sunny, dai tempi della scuola fino agli ultimi momenti, ci diede un affidavit
a proposito dei problemi di alcool di Sunny e poi mi fece una telefonata isterica
riguardo alle pressioni che lei e sua figlia subivano da parte della famiglia di Sunny.
Mi preg di ritirare l'affidavit, affermando che sua figlia veniva isolata ed esclusa.
Alla fine per accett di dire la verit, comprese le minacce e le pressioni. "Malgrado
le conseguenze che questo potrebbe avere su mia figlia e sui miei rapporti con la
famiglia di Sunny e altri amici, ho deciso che non posso tacere." Inoltre presentammo
un affidavit di un'ex cameriera che aveva lavorato a stretto contatto con Maria
Schrallhammer per cinque anni. Maria le aveva raccontato dei problemi di alcool e
droga di Sunny e di come prendesse "un'enorme quantit di sonniferi... in pochi
giorni ne prendeva la dose di settimane"; di come Sunny "bevesse cos tanto che
Maria pensava che la signora von Bulow non si sarebbe pi svegliata. Maria aveva
sempre cercato di nascondere questi fatti a tutti per il bene della reputazione della
signora von Bulow".

La cameriera aveva anche osservato personalmente l'alternanza di anoressia e bulimia


di Sunny: "La signora von Bulow rifiutava di mangiare per dieci giorni per mantenere
la linea, poi improvvisamente cominciava a mangiare enormi quantit di cibo chiusa
nella sua stanza per diversi giorni, rifiutando anche di vedere i ragazzi". La cameriera
rivel anche che "Maria odiava il signor von Bulow, e aveva manifestato chiaramente
questo sentimento", soprattutto dopo che il signor von Bulow aveva tentato di
licenziarla quando era nata Cosima.
Il giorno seguente inoltrammo la nostra richiesta di appello. Era una vera bomba.
Dopo aver elencato i nuovi sette elementi di prova emersi - le cinque perizie mediche
pi la deposizione di Capote e quella di Marriott e padre Magaldi - che "scuotevano
dalle fondamenta l'edificio dell'accusa", giocammo la carta delle sinistre implicazioni
delle nuove perizie mediche:
Queste perizie stabiliscono che la presunta "arma del delitto" ritrovata da Alex nella
borsa nera non pu essere stata utilizzata per fare iniezioni a Martha von Bulow.
L'ago fu invece "immerso in una soluzione" che forse non conteneva neppure
insulina. Questi nuovi elementi evocano in maniera precisa lo spettro di una
messinscena che secondo l'accusa stessa richiederebbe un'assoluzione: la prova usata
per condannare Claus von Bulow venne "costruita" per condannare un innocente.
Ma si possa o no provare che Alex ha tentato di "incastrare" il suo patrigno, ognuno
di questi nuovi elementi... sarebbe sufficiente a ottenere un nuovo processo. (Alex e
Ala contestarono molti di questi punti, ma non venne presentato nessun affidavit in
risposta.)
Comparvero titoli come: "VON BULOW: SUCCESSO LEGALE O GIGANTESCO
INGANNO?" "DUBBI SOLLEVATI DA NUOVI FATTI EMERSI NEL CASO
VON BULOW".
Chiedemmo alla corte un'audizione per stabilire se i fatti da noi riferiti fossero veri o
no. Ma la corte non si dedic alla nostra mozione, preferendo apparentemente
centrare la sua attenzione sul ricorso.
Pochi giorni dopo che la nostra mozione era stata inoltrata, Marriott decise di
convocare una conferenza stampa davanti alla sua casa a Wakefield. Lo pregai di non
farlo, spiegandogli che il suo affidavit era solo uno tra i ventisei che avevamo
presentato e non il pi importante. "Gli affidavit dei medici provano l'innocenza di
Claus. I tuoi forniscono solo prove del fatto che altri in quella casa avevano accesso a
farmaci e iniezioni."

Gli dissi che non volevamo che tuta l'attenzione fosse concentrata sulla sua storia,
soprattutto perch non avevano ancora deciso se lui o pare Magaldi avrebbero
deposto in aula. Sia noi sia loro preferivamo presentare i nostri argomenti senza usare
Marriott come testimone.
Marriott continuava a dirci che stava lavorando su alcune piste nel mondo della
droga. parlava costantemente di un corriere di Montreal, di un trafficante a Newport e
dell'organizzazione criminale che introduceva la droga dalla Florida. Noi speravamo
sempre che riuscisse a trovare testimoni o documenti che provassero l'uso di droga da
parte di Alex senza che dovesse comparire sul banco dei testimoni.
Ma non c'era modo di fermare Marriott, che prese accordi per quella che sarebbe stata
la prima di decine di conferenze stampa. In piedi davanti al prato della sua casa, e con
gli immancabili occhiali scuri, lesse semplicemente il suo affidavit davanti alle
telecamere. Era poco pi che l'occasione per una fotografia, ma Marriott volle cos.
Agendo in questo modo Marriott fece credere di essere il "nostro" testimone. Era
completamente alla deriva, una mina vagante che andava da una parte all'altra senza
preavviso. Un giorno incontrava noi, il giorno dopo, senza farcene parola, il
procuratore generale, un altro giorno le autorit del Massachusetts, e quasi ogni
giorno la stampa. Oltre a questi incontri pubblici, faceva arrivare continuamente ai
medi storie su di s. Era ormai chiaro che David Marriott stava diventando un grosso
problema del quale era difficile venire a capo. Ma era pur sempre il testimone di
avvenimenti importanti, e se la sua storia era vera - e noi pensavamo che lo fosse era di grande importanza per il caso. Per quanto fosse difficile trattare con lui,
bisognava farlo, in modo diretto e onesto.
La controparte naturalmente non faceva mistero della sua incredulit a proposito del
racconto di Marriott. anche prima della discussione del ricorso, Richard Kuh dichiar
al "New York Times" che Marriott era "un dannato bugiardo". Il procuratore generale
dichiar pubblicamente che "gran parte di quello che aveva detto era stato
smentito..." e un funzionario di polizia disse al "Journal" di Providence, in termini pi
brutali, "secondo noi pieno di..."

I giudici della Corte suprema avrebbero certamente ascoltato entrambe le versioni del
racconto di Marriott prima della discussione. E le ascoltarono ancora prima di
prendere la decisione. Marriott non stava affatto dando una buona immagine di s alla
stampa e stava esagerando il suo ruolo nella vicenda. Ero preoccupato per le
conseguenze che tutto ci avrebbe potuto sortire sulla richiesta di ricorso. Poteva
danneggiarci, soprattutto se i giudici si fossero preoccupati per l'attenzione dei mezzi
di informazione che Marriott stava attirando su di s. Avrebbero potuto pensare,
erroneamente ma comprensibilmente, che stavamo orchestrando la campagna di
Marriott sulla stampa.
Mi chiedevo se avrebbero chiesto qualcosa su Marriott durante il dibattimento. Mi
preparai alla discussione raccogliendo una finta corte. La parte dei giudici sarebbe
stata interpretata da un gruppo di illustri avvocati, tra i quali John Kerry, ora senatore
del Massachusetts ed ex assistente capo del procuratore distrettuale. La mia intera
classe venne invitata a criticare il dibattimento, cosa che fece. Sezionarono
minutamente tutta la mia discussione, criticando lo stile, la sostanza e la grammatica.
Fu un'occasione rara per gli studenti, dato il mio metodo di insegnamento socratico in
base al quale lo studente non ha mai ragione. Ma trassi da questo esercizio grandi
vantaggi e modificai numerosi punti della mia tattica.
Il dibattimento ebbe luogo alle 10 di mattina del 17 ottobre 1983 presso la sede della
Corte Suprema del Rhode Island. Venne trasmesso in diretta nel Rhode Island e in
vari stati confinanti. Era la prima volta che un dibattimento davanti alla Corte
Suprema del Rhode Island veniva trasmesso in diretta, ma non era la prima volta che
discutevo un ricorso davanti alle telecamere; qualche anno prima avevo discusso in
Arizona un caso che contemplava la pena di morte. in base alla mia esperienza, non
appena il dibattimento ha inizio, tutti sembrano dimenticare le telecamere. Ma questa
volta alla fine del dibattimento sarebbe successo qualcosa che ci avrebbe ricordato
che eravamo in onda.
Come salii verso il leggio, vidi cinque volti severi che mi fissavamo come per dirmi:
"Va bene straniero. Facci vedere perch la gente di qui non stata capace di fare un
buon processo": Entrai subito nel vivo del tema del nostro ricorso, cio che quello
che volevamo era "il riconoscimento dell'innocenza di Claus von Bulow".

Mentre ripercorrevo i fatti in modo da sollevare nei giudici dubbi sul verdetto di
colpevolezza della giuria, uno dei giudici, Thomas Kelleher, continuava a
punzecchiarmi con la stessa domanda: "Non pensa che questo avrebbe dovuto essere
detto davanti alla giuria? Spiegai che l'assenza di informazioni, tra le quali gli appunti
di Kuh, aveva impedito alla difesa di presentare certi argomenti, e continuai ad
attaccare la ricostruzione dell'accusa. Il giudice Kelleher mi interruppe ancora: "Lei
non era presente al processo, e mi sembra che, come accade spesso in questi casi, le
arringhe tenute durante i ricorsi siano migliori di quelle tenute nel corso del
processo". Continu ad ammonirmi: "Mi pare che lei stia mettendo in discussione le
prove".
Naturalmente aveva ragione. Stavo proprio cercando di indurre i giudici a guardare
un po'pi a fondo quella che sembrava l'intaccabile fortezza eretta dall'accusa, ma che
era in realt un fragile castello di arte. Continuai quindi a sottolineare la debolezza
delle prove addotte dall'accusa riguardo al contenuto della borsa nera, quando si
verific improvvisamente un vivace scambio di battute. Stavo rispondendo a una
domanda e cominciavo a dire che "mandare un uomo in prigione considerando pi
attendibili le osservazioni di Alexander rispetto a quelle di un investigatore
professionista solleva seri interrogativi giuridici". Improvvisamente, a met della
frase, il giudice Kelleher mi grid, come farebbe un maestro elementare di fronte a un
ragazzino di dieci anni: "Non si permetta di parlarmi cos!" L'intervento era del tutto
ingiustificato e fuori posto. Ho mostrato la registrazione del nastro decine di volte a
colleghi e nessuno di loro stato in grado di capire cosa mai l'avesse offeso in quello
che stavo dicendo. Stavo parlando a bassa voce con un accenno di sorriso. Fu come
se fosse stato in attesa della minima provocazione per far vedere chi comandava; dato
che la provocazione non era arrivata e il mio intervento stava per finire, decise di
attaccare comunque. Ma non appena ebbe finito di pronunciare queste parole, parve
subito imbarazzato.
Spiegai che non intendevo affatto mancare di rispetto a nessuno: "Questo
semplicemente il modo di discutere, stavo soltanto cercando di rispondere agli
argomenti avanzati dalla corte". Mentre avveniva questo scambio di battute, mi
chiedevo come potesse sentirsi Claus in quel momento, chiuso nella sua stanza
d'albergo a guardare l'udienza alla televisione. Mi disse pi tardi che quasi si sent
mancare quando il giudice cominci il suo attacco.

Spostai rapidamente il mio discorso sulla questione degli appunti di Kuh, nella
speranza che questo sarebbe servito a gettare un ponte tra gli argomenti di fatto e
quelli di diritto. Non volevo limitarmi a un'arida esposizione giuridica, ma piuttosto
ricollegare questi punti con la nostra affermazione di innocenza. Parlando
dell'importanza degli appunti di Kuh, suggerii uno scenario ipotetico che sarebbe
potuto risultare da questi appunti. Questo scenario si sarebbe rivelato in seguito molto
realistico. Questo quello che dissi, prima ancora di aver mai visto quegli appunti:
Cosa pensare se in quei fogli non si parlasse di insulina? In questa eventualit sarebbe
ragionevole supporre che il problema dell'insulina sia stato sollevato dopo la sua
scoperta e dopo che i testimoni ebbero adeguato la loro testimonianza alle prove
emerse nel frattempo.
I giudici parvero molto interessati a questo argomento, ma evidenziarono anche un
serio problema. Herald Fahringer, chiedendo gli appunti, non aveva mai detto di
volerli utilizzare per controinterrogare i testimoni durante il processo. Non aveva
quindi forse rinunciato a questo diritto? I giudici mi chiesero chiarimenti a questo
proposito. Risposi che il giudice Needham aveva inequivocabilmente stabilito che
non avrebbe permesso che gli appunti presi da un avvocato fossero usati per
controinterrogare un testimone. Ma perch Fahringer non aveva insistito e presentato
un'obiezione a questa disposizione del giudice? Avevo un disperato bisogno di una
risposta. Sapevo che l'intero caso poteva dipendere dal fatto che riuscissi o meno a
persuadere i giudici che Fahringer non aveva rinunciato ai diritti di von Bulow solo
perch non era stato abbastanza insistente.
Improvvisamente mi venne un'idea. Ricordai alla corte lo spiacevole scambio che
avevo avuto solo pochi istanti prima col giudice Kelleher: "Penso, come dimostra il
mio scontro - spero perdonato - col giudice Kelleher, di poter essere considerato un
avvocato coraggioso, ma neanch'io avrei insistito dopo che il giudice Needham aveva
inequivocabilmente decretato, come fece, che 'nella mia corte questi appunti non
saranno usati per controinterrogare i testimoni...'Non mi sarei certo alzato per dire:
"Vostro Onore, vediamo un po'di riconsiderare la questione', dopo che era stata data
una norma evidente. 'Nessuna discussione od obiezione, queste sono le mie regole e
nessun dubbio possibile'". Spiegai alla corte come Fahringer aveva probabilmente
pensato che ogni ulteriore insistenza dopo la ferma presa di posizione del giudice
Needham poteva procurargli un'ammonizione per oltraggio alla corte (come del resto
accadde a William Kunstler nel caso Seven a Chicago, altro ricorso sul quale avevo
lavorato).

Chiesi alla corte di cercare di "comprendere le difficolt nelle quali si trova un


avvocato. Dopotutto, proprio mentre cerco di esprimermi nel modo pi rispettoso, un
giudice ha trovato il mio atteggiamento troppo aggressivo. Provate a mettervi nella
situazione di un'udienza, preoccupati di non superare la soglia che forse io ho
superato un momento fa; considerate colpevole un avvocato per aver superato il
limite e allo stesso tempo per non essersi avvicinato abbastanza significa veramente
porlo in una situazione critica". Implorai la corte di non voler considerare la difesa
responsabile per ogni manchevolezza dei difensori al processo o in appello.
Mentre sviluppavo quest'argomentazione, vari giudici annuivano, e sperai che fosse
in segno di assenso e non di sonno. Ero riuscito a rovesciare lo sgradevole scontro
con un giudice in un elemento a mio favore ali occhi degli altri.
Mi concentrai poi sulle prove di carattere medico a carico del mio cliente. Ero stato
informato che molti dei giudici erano rimasti colpiti dalla reputazione de dalle
credenziali dl dottor Cahill. Al processo la sua diagnosi non era mai stata veramente
mesa in discussione. Decidete quindi di farlo ora, durante il dibattimento.
Uno dei pilastri della testimonianza di Cahill era che i barbiturici non potevano aver
provocato il coma di Sunny perch aveva una forte ipoglicemia:
D.Ma i barbiturici possono provocare un coma, non vero?
R. Certamente, ma non con una glicemia a livello di 29 microunit.
Non necessario essere un esperto per capire quanto illogica fosse questa risposta,
malgrado le credenziali dell'esperto che l'aveva dat. Nel tentativo di convincere i
giudici che non occorreva inchinarsi riverenti davanti alla diagnosi dei medici,
presentai un caso ipotetico:" Immaginiamo una donna che soffre di ipoglicemia e che
decide di suicidarsi. Ingoia un centinaio di barbiturici e poi, come 'ultimo desiderio',
si concede un gelato. In questo caso, il gelato sarebbe responsabile della crisi
ipoglicemia e i barbiturici del coma. Quindi avremmo un coma da barbiturici pur in
presenza di una ipoglicemia. Il coma e l'ipoglicemia avrebbero quindi potuto avere
cause diverse, ma il medico ha trascurato questa possibilit dettata da semplice buon
senso..."

Il mio scopo era convincere i giudici a usare il loro buon senso, invece di accettare
come vangelo tutto quello diceva il dottor Cahill.
Dopo aver passato in rassegna gli altri punti di natura giuridica, chiesi alla corte di
dare a Claus von Bulow "gli strumenti per stabilire l'intera verit, un nuovo processo
con la possibilit di accedere a tute le informazioni possibili e nel quale si potesse
sentire la verit e non solo una versione costruita dalle parti interessate." Mi sedetti,
molto soddisfatto. Avevo affrontato il fuoco di sbarramento delle domande dei
giudici riuscendo a tenere la loro attenzione fissa sui motivi di innocenza. Capii che
ero riuscito a portare la discussione sul ricorso nella direzione voluta quando il
procuratore Famiglietti cominci la sua replica ammettendo di "non essere preparato
a discutere e a dimostrare la colpevolezza del signor von Bulow". Ma la strada era
ormai segnata e la corte continu a interrogare Famiglietti sulle questioni di fatto. Era
chiaro che almeno alcuni di loro erano preoccupati dell'eventualit che un'innocente
fosse stato condannato. Famiglietti parl per circa un'ora, ma era chiaramente sulla
difensiva, sia sulle questione di fatto sia su quelle di diritto. Mi godetti ogni minuto
del suo intervento.
Mentre Famiglietti stava terminando, mi voltai verso Susan Estrich e Terry
MacFayden e mormorai: "Non ho mai rinunciato in vita mia ad avere l'ultima parola
in un dibattito, ma penso che ormai abbiamo vinto, e non credo ci sia altro da
aggiungere a questo punto. Se nessuno di voi due ha niente in contrario, penso di
rimanere zitto".
Era una decisione difficile per me. Gli avvocati di solito amano le repliche. E'la parte
del dibattimento che mi riesce meglio. Un avvocato ha in questa circostanza
l'opportunit di fare, in pochi minuti, il punto sul caso, di spiegare ai giudici i punti di
accordo e disaccordo tra le due parti e perch dovrebbero decidere a favore del suo
cliente. Ho sempre insistito coi miei allievi sull'importanza della replica.
Apparentemente, quindi, stavo venendo meno ai miei stessi insegnamenti, ma non era
proprio cos; avevo sempre cercato di insegnare ai miei studenti l'arte di interrompere
la discussione quando ci si trova in vantaggio.

Per illustrare questo principio mi servivo dell'esempio dell'avvocato che difende un


lottatore accusato di avere staccato con un moroso l'orecchio del suo avversario. "Lei
ha visto veramente il mio cliente staccare il suo orecchio con un morso?" l'avvocato
chiede a un testimone. "No, non l'ho proprio visto", risponde il testimone. Allora,
invece di interrompere la discussione in un momento a lui favorevole, l'avocato
decide di insistere: "E allora come fa a sapere che gli ha veramente staccato
l'orecchio?" chiede con aria di trionfo. E il testimone: "Perch gliel'ho visto sputare".
I miei colleghi concordarono sul fatto che fosso opportuno non insistere. "So quanto
ti costa stare zitto", mi disse Susan scherzando ma tenendomi per la giacca come se
volesse impedirmi di alzarmi, "ma se c' un momento giusto per farlo questo." Ma
mi alzai semplicemente per dire: "A meno che la corte non abbia qualche domanda,
noi non abbiamo niente da aggiungere".
I giudici sembrarono sorpresi. "Non vuole valersi dei dieci minuti che le spettano?"
mi chiese il presidente. Evidentemente si aspettavano una replica. Ma la loro sorpresa
fu nulla in confronto a quella degli operatori televisivi presenti in aula, che avevano
un programma da seguire e contavano sulla replica per riempire il tempo loro
assegnato. Il regista guard il presidente della corte, il quale si strinse nelle spalle
come per dire: "Non posso farci niente". Allora il regista pass la linea allo studio,
dove un paio di mezzibusti tentarono di occupare il tempo restante facendo
speculazioni sul perch avessi rinunciato alla replica e avessi dedicato tanto tempo
alle questioni di fatto.
Questo quello che pu accadere quando lo show business si impadronisce della
giustizia.
Pochi giorni dopo l'udienza del ricorso, cominciarono a circolare delle voci secondo
le quali avevamo vinto. Sheehan rifer che, come ci si poteva aspettare, si mormorava
che la corte non avesse apprezzato la mia tesi sugli appunti di Kuh, ma fosse rimasta
convinta delle mie argomentazioni a proposito della perquisizione e della raccolta
delle prove. Venimmo anche a sapere quale giudice avrebbe scritto la decisione:
Florence Murray. Io non ero del tutto convinto dell'attendibilit di queste voci, dato
che nel passato non si erano dimostrate molto corrette circa il caso di Claus. Ma mi
stupii della precisione dell'informazione.

Quando dissi ad alcuni miei studenti che si mormorava che avremmo vinto sulla base
della perquisizione della borsa nera, uno comment argutamente: "Allora li abbiamo
messi nel sacco".
Pu essere difficile per chi non avvocato capire quanto sia inusuale sapere in
anticipo il risultato di un ricorso. I lavori di una corte di appello sono tra i segreti
meglio custoditi della legge. Quando ero assistente di un giudice della corte d'appello
degli Stati Uniti e in seguito della Corte suprema, la prima regola era "innanzi tutto,
nessuna indiscrezione". Anche se questa dovrebbe essere la norma in ogni settore
dell'amministrazione pubblica, si sa bene, in genere, che le indiscrezioni fanno parte
del gioco per l'esecutivo e il legislativo. Ma un'indiscrezione giudiziaria alto
tradimento, punibile, quando ero assistente, con l'immediato allontanamento. Ci sono
ottime ragioni per questa regola di segretezza. Se la disponibilit di informazioni
sempre un fattore di potere, sapere in anticipo quale sar l'esito di un ricorso
veramente un grande vantaggio. Quando si tratta di casi riguardanti imprese
commerciali, questo pu tradursi in rapidi profitti. Nel campo del diritto penale,
invece, un imputato che venga messo preventivamente al corrente di un verdetto
negativo pu tentare di fuggire; se invece l'accusa a sapere in anticipo della propria
sconfitta, pu tentare di giocare un brutto tiro alla difesa, se questa ne all'oscuro.
Io ero ancora scettico anche se le voci si facevano via via pi precise a proposito del
risultato e delle motivazioni legali. A un certo punto, Claus venne informato che il
primo capo di imputazione - il primo coma - sarebbe stato cancellato per
insufficienza di prove e che nel caso del secondo capo di imputazione - il secondo
coma - l verdetto sarebbe stato annullato e sarebbe stato celebrato un altro processo a
causa della perquisizione illegale della borsa. "I giudici non vogliono creare un caso
politico annullando tutto", ci venne detto, "preferiscono che sia il procuratore
generale a decidere se procedere ancora contro Claus." Sembrava tutto molto logico.
La sola cosa sorprendente era che tutti sapessero che cosa stavano pensando e
discutendo i giudici nelle loro delibere segrete.
Venimmo inoltre a sapere che anche il procuratore generale sapeva che stava
perdendo il ricorso e che stava facendo pressione sui giudici per modificare l'esito o
almeno la forma, in modo di avere migliori possibilit nel processo d'appello.

Continuavo comunque a essere sospettoso e infastidito da queste voci. Ovviamente,


eravamo comunque tutti in ansia per le affermazioni. Io ero il solo ad avanzare dubbi
sulla loro affidabilit. Anch'io ritenevo che avremmo vinto il ricorso , ma il mio
giudizio era fondato soprattutto sulle reazioni dei giudici durante il dibattimento. Il
mio disagio di fronte a queste voci era in parte alleviato dal sapere che anche la
controparte aveva accesso alle stesse informazioni.
Ogni settimana ci veniva fatto sapere che la decisione sarebbe stata presa la settimana
successiva, e in genere veniva anche indicato un giorno preciso. Alla vigilia ci veniva
detto ogni volta che ci sarebbe stato qualche piccolo ritardo, nulla di sostanziale, ma
alcuni giudici erano in disaccordo su certe espressioni o certe questioni formali.
Io stavo progettando un lungo week ed nei Caraibi per l'inizio dell'inverno, ma non
volevo lasciare Claus ad affrontare da solo una possibile sconfitta nel ricorso. Claus
mi assicur che potevo partire. La decisione non sarebbe comunque arrivata prima
del mio ritorno. Ancora scettico, ma in cerca di ogni scusa per una vacanza al sole,
partii portando con me la radio a onde corte per essere informato, qualora la decisione
fosse stata presa nel frattempo. Non fu cos.
Tornai quindi al clima pi fresco del New England per aspettare la decisione della
corte, ma anche questa attesa non fu priva di avvenimenti. David Marriott stava
aspettando anche lui e aveva in serbo per noi alcune brutte sorprese.

13.
LA FORTUNA GIRA
All'inizio del febbraio 194, dopo che il ricorso e la richiesta d'appello erano stati
inoltrati, ricevetti una telefonata da parte di un avvocato di nome Roanne Sragow.
"David sta insinuando che alcune parti della sua storia non sono del tutto vere", disse
con rabbia. Sragow una mia amica che lavora a Boston. Ex pubblico ministero ed
ex socia del senatore John Kerry, ha una fama meritata di integrit morale e di abilit
professionale. Allora, il suo pi recente successo era l'aver ottenuto il rilascio di
George Reisfelder, che era stato condannato per un omicidio che la polizia sapeva
che non aveva commesso. Ma l'incastro era stato cos ben congegnato che Reisflder
aveva dovuto attendere sedici anni prima che Sragow e Kerry riuscissero a ottenere il
suo rilascio. Il loro era stato un vero miracolo giudiziario. quando David Marriott mi
chiese di essere pagato per le spese e i mancati guadagni, io mi rivolsi a Sragow.
Volevo che i pagamenti venissero approvati ed effettuati da un legale della pi
assoluta onest, in modo che Marriott sapesse che tutto veniva fatto secondo le regole
e che non c'erano assolutamente altre strade. Marriott aveva il suo legale dal quale
andava per avere pareri personali e professionali. Sragow non poteva svolgere questo
compito, era solo responsabile della certificazione dei versamenti a Marriott. David
comprese il suo ruolo e lo accett. Avrebbe sottoposto tutti i conti, le ricevute e le
fatture a Sragow. Claus avrebbe quindi inviato un assegno a Sragow, che ne avrebbe
inviato un altro dello stesso importo a Marriott. Il tutto era organizzato in modo che
Marriott avesse il minimo dei contatti diretti con Claus e che fosse possibile
controllare indipendentemente le pretese spese di Marriott. Questo sistema creava un
canale di comunicazione attraverso il quale Marriott poteva far arrivare messaggi o
lamentele (in effetti Marriott aggirava spesso questa via e compariva o telefonava a
me o a Claus a ogni ora del giorno o della notte).
Marriott affrontava regolarmente il problema delle sue spese e dei pagamenti con
Sragow. Si lamentava in continuazione delle spese che erano contestate o rifiutate.

Ogni tanto minacciava di scomparire. "Vorrei non essere mai stato coinvolto in
questo caso", si lamentava spesso. "Non riesco a trovare un lavoro. Tutti sanno che
ho consegnato della droga. E'stavo perch ho deciso di farmi avanti che ho perso il
mio vecchio lavoro. E'tutta colpa di Claus e adesso mi fa le pulci sulla nota spese. Ma
io non ho bisogno di tutto questo, io andavo in frigno in limousine e avevo bei vestiti
prima di decidermi a parlare. Non ho bisogno dei soldi di Claus. Ho altri mezzi per
procurarmi del denaro, ma una questione di principio. Non giusto che io ci rimetta
perch sono stato un buon cittadino." Ogni tanto Marriott minacciava Claus di citarlo
per avergli fatto perdere il lavoro o per non avergli rimborsato alcune spese. Una
volta sped la sua gigantesca guardia del corpo nel mio ufficio domandandomi di
pagargli alcune spese extra di sicurezza. La mia segretaria rispose coraggiosamente
che avrebbe dovuto aspettare che l'assegno arrivasse secondo le modalit previste.
Marriott se la prese anche con padre Magaldi: "Lui ha la sua congrua. Si occupano di
tutti i suoi problemi, nessuno gli d dello spacciatore. E'stato lui a mettermi in questo
pasticcio, ma sono io a rimetterci." In qualche rara occasione tent subdolamente di
minacciarci di cambiare la sua storia, se Claus non gli avesse dato pi soldi: "Posso
sempre dire che avevo dimenticato qualcosa. Tutto successo parecchio tempo fa!"
Quando arrivava a queste minacce, gli facevo una ramanzina di questo genere:
"Attento, David, tu non sei il testimone di qualcuno. Tu devi testimoniare la verit o
non testimoniare affatto. Hai raccontato la tua storia al procuratore generale, alla
polizia, alla stampa, e a noi. Se vuoi cambiarla, fallo pure, purch sia la verit, questo
quello che mi interessa. Tu non sei pagato per testimoniare, tu sei rimborsato per le
spese che hai avuto e per il mancato guadagno in diretta conseguenza dell'esserti
presentato come testimone e per aver perso molto del tuo tempo in questa vicenda. Tu
continuerai a ricevere quello che stai ricevendo - e non pi di questo - sia che tu
testimoni a favore sia contro claus o che non testimoni affatto. E se qualcuno te lo
chiede, tu devi dire esattamente quanto hai ricevuto. Non ci sono segreti e dovrai
anche pagare le tasse statali e quelle federai su ogni penny che ricevi come compenso
per il mancato stipendio. Chiedi pure al tuo avvocato".

Quando menzionavo le tasse Marriott scattava:" Non ho mai pagato le tasse. Non pu
fare in modo che questo denaro sia esentasse?" Ma la mia risposta era naturalmente
prevedibile come la sua domanda: "Ti invieremo il modulo fiscale 1099. Dovrai
portarlo al tuo avvocato e pagare quello che devi." Ho sempre tentato di dissuaderlo
dal convocare quelle sue stravaganti conferenze stampa, poich qualcuno avrebbe
potuto pensare che la cosa fosse orchestrata da noi. Ma non l'ho mai trattenuto
dall'incontrarsi con la polizia, col procuratore o col suo avvocato. Dato che Marriott
aveva la lingua lunga speravamo che ci avrebbe rivelato quello che pensavamo. E la
nostra aspettativa non andata delusa.
Fu sempre un rapporto difficile, e gran parte delle difficolt nascevano dalla mia
insistenza a seguire scrupolosamente le norme e pagare attraverso assegni.
Quando Sragow telefon, io mi aspettavo i soliti problemi. Ma questa volta il suo
tono era diverso. "David insiste per parlarti. Dice di avere alcuni nastri che
proverebbero che alcune parti della sua storia sono false." Chiesi a Sragow di
organizzare immediatamente un incontro nel suo appartamento di Boston.
Alle quattro del pomeriggio di quella domenica ci riunimmo, io, David e Sragow.
David portava con s un miniregistratore e alcune piccole cassette. "Alan, stai per
ricevere lo shock della tua vita", disse, "sei stato veramente fregato." "Dimmi
esattamente di cosa stai parlando", insistetti, "non voglio che tu trascuri nulla. Devo
conoscere la verit, e devo conoscerla adesso. Non pensare se quello che dici
dannegger o favorir il mio cliente. Dimmi tutto." Tirai fuori un piccolo notes per
prendere appunti, ma Marriott cominci a diventare piuttosto vago.
"Ci sono certe cose che non posso dirti. Almeno non subito. Dovrai chiedere a padre
Magaldi. Quello che posso dirti che non tutto nei nostri affidavit vero." "Cosa c'
di non vero? Hai o non hai consegnato droga a Clarendon Court?" Avevo assunto un
tono da controinterrogatorio.
"Oh, questa parte vera, assolutamente. Il succo della storia andata proprio cos.
Ma il modo in cui padre Magaldi e io ci siamo incontrati... non andata proprio come
abbiamo raccontato." "Cosa intendi dire con il modo in cui vi siete incontrati?" gli
chiesi incredulo. "Non il tuo padre spirituale?"

"Puoi chiamarlo cos, se ti va, ma tu non sai tuta la storia. E'qui, in questi nastri", mi
disse porgendomi con noncuranza le tre cassette.
"Voglio ascoltarle ora." "Te ne far ascoltare abbastanza perch tu ti convinca che si
tratta proprio di padre Magaldi, ma non di pi. Non adesso. Questi sono i miei assi
nella mancia", disse Marriott con fare allusivo, " e non sono i soli nastri che ho. Ho
registrazioni di Claus di Andrea, di Joann Crispi, dell'assistente del procuratore
generale della contea del Middlesex e dell'aiutante del procuratore che mi ha
interrogato. Ho collegato il mio telefono a un registratore e ho un registratore
tascabile che tengo legato alla gamba. Questi nastri sono la mia assicurazione." Mi
ricordai del mio rimo caso importante, che descritto nel capitolo di apertura di The
best defense. Il mio cliente Sheldon Seigel, aveva registrato di nascosto poliziotti e
pubblica accusa che gli avevano fatto alcune promesse, e quei nastri ci avevano
aiutato a vincere il caso. Ora la situazione si era capovolta. Il testimone aveva
registrato le conversazioni del mio cliente. E io non avevo la minima idea di quello
che avesse detto Claus, anche se ero fiducioso che non avesse detto niente che
avrebbe potuto incriminarlo, dato che si era empe protestato del tutto innocente.
Chiesi a Marriott se stesse registrando anche quest'incontro. "Come potrei?" rispose
in modo poco convincente. "Il mio registratore qui", disse tenendo orgogliosamente
in mano il piccolo marchingegno. Naturalmente vi era sempre la possibilit che
avesse un altro registratore nascosto su di s.
Non so quali dei nostri incontri avesse registrato fino a quel giorno, spero per che li
abbia registrati tutti; sarebbe cos disponibile una documentazione completa dei miei
incontri con lui. So che ha registrato alcune delle nostre conversazioni telefoniche.
Anche in questo caso spero che le abbia registrate tute , in modo che non possa
mentire circa quello che stato detto. In ogni caso, presi la precauzione di avere
sempre con me testimoni e di prendere appunti delle nostre telefonate e dei nostri
incontri. durante una conversazione in un bar, piazzai un mio studente e una
studentessa a un tavolo vicino, col compito di prendere nota della conversazione
simulando un convegno romantico. In un altro incontro per lo stesso scopo mi servii
di uno dei miei figli e di un'amica.

Marriott inser una casetta nel registratore e cominci a cercare un passo particolare.
Incontrava qualche difficolt nel trovarlo e, mentre si fermava per verificare a che
punto era, potei sentire alcuni spezzoni di conversazione con la sua voce e una voce
che sembrava quella di padre Magaldi con un sottofondo di un brusio di folla. Ala
fine trov il passaggio che voleva ascoltassi. Non riuscii a capire quello che veniva
detto a causa dei rumori di fondo. Sembrava che la discussione avesse luogo durante
una cena. David alludeva a un incontro precedente in un bar. Padre Magaldi
rispondeva brevemente.
"Lo sente anche lei, lo ammette. Ci siamo incontrati in un bar, non al rettorato come
ha dichiarato nell'affidavit. Ha mentito e nel nastro lo ammette." Mi girai verso
Roanne Sragow e le chiesi cosa avesse sentito. "Dal rumore si direbbe che una volta
si sono incontrati in un bar. Ma non ho sentito niente in contrasto col contenuto
dell'affidavit. Perch non telefoni a Padre Magaldi?" Mi alzai per andare al telefono,
ma Marriott si precipit verso di noi come per bloccarmi. "No, non lo faccia. Devo
chiamarlo prima io. Non parler con lei a meno che io non gli dica a che proposito."
La cosa sembrava sospetta, e decisi di aspettare finch Marriott non fosse uscito per
telefonare al sacerdote, prima che lo facesse lui.
Improvvisamente il tono di voce di Marriott cambi: "Alan", disse nervosamente,
"non preoccuparti. E'solo un piccolo dettaglio. Non devi preoccuparti o mettere in
agitazione Claus. Il fondo della storia vero. E'andata proprio come abbiamo detto,
devo solo chiarire alcune cose col prete. E'una questione fra lui e me, non ti
riguarda".
"Mi riguarda eccome", risposi, "qualsiasi osa abbia a che vedere con la veridicit di
quegli affidavit mi riguarda. Non ti far testimoniare il falso, ammesso che tu
testimoni." Dissi a Marriott che volevo ascoltare tutto quello che contenevano i nastri
e che aveva a che fare con gli affidavit o col caso. Marriott disse che me li avrebbe
fatti sentire presto, ma non ora e nel frattempo insistette nel rassicurarmi.
Ma sapevo che invece c'erano problemi. Non avevo intenzione di mettere la mia
credibilit a repentaglio a causa di un testimone che non stava dicendo tuta la verit.

Non appena Marriott se ne fu andato, chiamai padre Magaldi e gli riferii quello che
Marriott mi aveva detto e mi aveva fatto sentire. Il sacerdote non sembr
preoccupato. "Naturalmente, l'ho incontrato in bar e ristoranti. Insiste sempre perch
ci si incontri in posti dove si mangia. Io vengo a Boston abbastanza spesso e, quando
ci incontriamo l, spesso a cena." Feci allora una domanda diretta a padre Magaldi:
"E'assolutamente vera ogni parola del suo affidavit?" Mi sentii come questa mia
domanda mettesse in discussione l'autorit stessa della Chiesa. L'idea di chiedere a un
rispettabile sacerdote se avesse mentito sotto giuramento mi turbava, sapevo come mi
sarei sentito io se mi fosse stata fatta una simile domanda. Spiegai a padre Magaldi
che ero obbligato a fargliela.
Mi disse che non era offeso. "Lei sta facendo solo il suo lavoro, cos come io ho fatto
il mio insistendo perch David si presentasse. E'una persona impossibile, cerca
sempre di trovare ovunque della cattiveria. Ogni cosa che ho dichiarato nel mio
affidavit vera, spero solo che anche tutto quello che lui mi ha detto sia vero, ma
questo non posso giurarlo. Posso giurare solo per quello che ho visto e sentito coi
miei occhi e con le mie orecchie." Dissi a padre Magaldi che apprezzavo molto la sua
sincerit e che probabilmente avrebbe ricevuto una telefonata da parte di Marriott.
Era libero di dirgli che avevo telefonato, se lo riteneva opportuno.
"Glielo dir", disse padre Magaldi, "non mi piace prendere in giro la gente." Poco
dopo quest'incontro, Marriott chiam per comunicarmi un'altra novit esplosiva. "Ti
ricordi quelle minacce e quelle aggressioni di cui ti ho parlato? Be', alcune andarono
proprio cos altre no." "Cosa intendi dire? Che te le sei inventate?" "Diciamo che ho
esagerato un po'", disse, sulla difensiva.
"Senti, o ti hanno accoltellato o no. Non cercare di prendermi in giro." "In quel caso
stata la verit, ma alcune altre volte le cose non sono andate proprio come ho detto",
ammise in modo poco convincente.
"Dunque hai mentito a noi e alla polizia", gli gridai furibondo.

"Dovevo farlo. Ero terrorizzato, gli uomini del racket mi cercavano per quello che
stavo facendo, ma non volevo dirlo perch hanno protezioni in alto loco anche nella
polizia, soprattutto nel Rhode Island. Avevo veramente bisogno di protezione cos ho
esagerato un poco." "Devo sapere esattamente quali minacce e quali aggressioni
erano reali e quali fasulle", gli dissi.
"Va bene, ti dar un elenco entro marted." Mi disse anche che per quel giorno mi
avrebbe anche dimostrato che padre Magaldi era "il pi grande bugiardo del mondo".
Marriott insistette ancora nel dirmi che la sostanza della storia era vera: "La faccenda
della droga a Clarendon Court assolutamente vera. E'quello che riguarda padre
Magaldi e le minacce che non del tutto vero".
Quanto mi disse era sufficiente per farmi decidere di non chiamarlo a deporre o di
chiedergli un altro affidavit: sembr sollevato. Gli dissi anche che, se dopo un'attenta
indagine avessimo scoperto che il suo affidavit p quello di padre Magaldi
affermavano il falso, l'avremmo comunicato alla corte e chiesto il loro ritiro.
Non appena Marriott cominci a parlarmi delle possibili menzogne contenute negli
affidavit, mi consultai con Terry MacFayden e con diversi altri componenti del mio
team per discutere sull'atteggiamento da adottare.
Non c'erano molte scelte e la questione era complessa. Avevamo un testimone che
insisteva sulla sostanziale veridicit della sua storia, ma che ammetteva che alcuni
importanti particolari sui quali aveva giurato erano falsi e che dicevamo inoltre, che il
principale testimone che avrebbe dovuto confermare la sua deposizione era "il pi
grande bugiardo del mondo". Il sacerdote confermava in pieno quanto gi detto. Noi
credevamo alla verit del nucleo centrale della storia di David, ma sapevamo anche
che la pubblica accusa avrebbe avuto perfettamente ragione nel presentare Marriott
come un uomo che non sempre dice la verit. E io ero sempre pi convinto che
Richard Kuh avesse ragione nel definire Marriott "un dannato bugiardo".
Quando chiamava Marriott sembrava sempre pi incapace di controllarsi. A volte
diceva che era tutto vero. Altre volte insinuava che Claus e Andrea Reynolds gli
avevano fatto dire cosa che non aveva detto.

Scrissi una lunga lettera a un amico che era membro del Comitato di deontologia
giuridica dell'Associazione dei penalisti del Massachusetts, illustrandogli in dettaglio
tutti i contorcimenti ai quali Marriott aveva sottoposto la sua storia. Gli chiesi il suo
parere su varie questioni etiche relative al comportamento di Marriott e mi rivolsi
anche ad altri colleghi ed esperti i d etica giuridica, come fecero anche Terry
MacFayden e il suo socio nel Rhode Island.
Mentre ci stavano giungendo le risposte, l'intera storia venne ancora modificata in
vari modi. Innanzi tutto Marriott mi chiam il 24 febbraio 1984. Durante la
telefonata, che supponevo stesse registrando, sembrava calmo e padrone di s. Mi
disse di essere "terribilmente spiacente di aver accusato Claus e padre Magaldi ", e
che "tutte le minacce contro di lui e contro Magaldi erano vere". Mi disse di essere
stato sotto pressione e che aveva confezionato tutte quelle bugie nel disperato
tentativo di assicurarsi di non essere chiamato come testimone perch aveva paura.
Stava veramente ricevendo minacce, la pi recente delle quali, affermava, era un
avvertimento che diceva:"Ti faremo saltare la testa".
Marriott mi disse che non voleva essere chiamato come testimone, ma che era
disposto a continuare a raccogliere materiale per Claus e a cercare altri testimoni e
cit il nome di qualcuno che stava a Montreal e a Newport. Mi chiese di preparargli
una lettera da spedire alla corte per chiedere il ritiro dei suoi affidavit. Preparai la
lettera e gliela feci leggere. disse che avrebbe deciso se e quando servirsene.
A questo unto era ormai impossibile sapere quando Marriott stava mentendo e
quando diceva la verit. I nostri esperti di etica professionale ci dissero che anche il
procuratore si trovava spesso di fronte a situazioni simili. Molti dei loro principali
testimoni erano mentitori consumati e delinquenti che decidevano a volte di dire la
verit, se questo tornava a loro vantaggio, barattando a caro rezzo la loro occasionale
conoscenza di fatti importanti. Io conoscevo il fenomeno soprattutto dall'altro punto
di vista, essendomi trovato a difendere persone che venivano accusate da questi
mentitori selettivi. Gli esperti coi quali ci consigliammo ci avvertirono di seguire le
direttive alle quali si attengono in questi casi i procuratori nel trattare con i testimonimentitori. Non eravamo obbligati a rivelare tutti i ripensamenti di Marriott, anche se
l'intera storia sarebbe venuta fuori se David fosse andato a deporre.

Questo era vero soprattutto in questo caso anche perch Marriott si rivolgeva
direttamente anche alla stampa e alla pubblica accusa. L'accusa quindi poteva, se lo
riteneva opportuno, comunicare alla corte le nuove rivelazioni di Marriott. Ci dissero
anche che potevamo continuare a versare a Marriott i rimborsi per le spese e per i
mancati guadagni. Un esperto ci disse anzi che sarebbe stato scorretto sospendere i
pagamenti, se Marriott modificava la sua storia. Una brusca interruzione nei
versamenti avrebbe dato l'idea che questi gli fossero stati versati per il contenuto
stesso delle sue rivelazioni e che, non essendo la sua eventuale nuova versione di
nostro gradimento, i pagamenti fossero stati interrotti.
Mentre si verificavano tutti questi avvenimenti, Marriott si comport in modo da
mettere in discussione questa linea di condotta etica. Mentre la decisione del ricorso
era ancora pendente, tenne un'altra delle sue conferenze stampa. L'Associated Press
divulg la notizia che Marriott "stava ritirando il suo affidavit a causa del
comportamento di von Bulow e perch non era pi convinto che quest'ultimo stesse
dicendo la verit". Marriott defin Claus von Bulow "un mentitore e un imbroglione".
E aggiunse:"Questa gente non si tirerebbe indietro di fronte a nessuna azione illegale
o legale e ci sarebbe molto altro da aggiungere." Prima che venisse presa una
decisione sul ricorso, Marriott rivolse a claus accuse anche pi esplicite, pretendendo
che Claus e Andrea Reynolds l'avevano drogato e che lui e claus erano in relazione,
anche sessuale, da ormai nove anni. Chiesi a Claus conto di queste accuse ma lui
neg categoricamente.
Marriott continuava a restare in contatto anche con le autorit del Rhode Island e con
la polizia dello Stato, la quale avvertiva Kuh delle novit. Il procuratore stava
compiendo un'inchiesta su Marriott. Avrebbe potuto anche presentare dei contro
affidavit, ma prefer non farlo, probabilmente per sorprenderci a un'udienza o a un
nuovo processo. Praticamente tutto quello che Merriott faceva diveniva oggetto di
una delle sue conferenze stampa ampiamente divulgate dai giornali e dalla
televisione.(Spesso venimmo a conoscenza delle rivelazioni di Marriott grazie ai
giornalisti, che avevano gi avvertito la controparte per avere commenti. Qualche
volta eravamo gli ultimi a conoscere quello che il "nostro" testimone aveva detto.)
La Corte Suprema del Rhode Island era quindi di fronte, mentre redigeva la sua
sentenza sul caso von Bulow, a tutta questa confusione. Ogni possibilit che i giudici
avessero potuto essere ingannati dagli affidavit di Marriott e di Magaldi era esclusa
perch, molto prima che esprimessero il loro giudizio, Marriott si era ormai
pubblicamente schierato contro von Bulow e Magaldi. Era impossibile sapere cosa
avrebbe potuto ancora dire David Marriott e a chi.

Intanto continuavano a circolare le voci sugli sviluppi della decisione della Corte
Suprema, ogni volta che la decisione veniva data come imminente, immancabilmente
ne seguiva una ritardo:"C' ancora qualche problema formale". Cominciai a pensare
che qualche contrasto interno stesse rallentando la decisione e magari che avrebbe
potuto portare a un rovesciamento del risultato. Se le voci erano attendibili riguardo
al risultato, potevano esserlo anche riguardo ai tentativi del procuratore di esercitare
pressioni sulla corte per cambiarlo. quell'anno nel Rhode Island ci sarebbero state le
elezioni e se il popolare procuratore generale democratico Dennis Roberts, il cui
padre era stato presidente della Corte Suprema del Rhode Island fino al 1976 e lo zio
governatore, avesse perso il caso pi clamoroso della storia giudiziaria di questo
Stato, ne avrebbe certo sofferto alle urne. Stava forse facendo pressioni sui suoi
colleghi democratici della corte perch non ostacolassero la sua carriera politica? E
loro gli davano retta? La giustizia di Alice nel paese delle meraviglie, ma era il
Rhode Island, uno Stato con una piccola citt nel quale il livello di trasparenza
politica e giudiziaria sembrava essere in ritardo almeno di un decennio sul
Massachusetts. Uno dei miei colleghi disse di aver finalmente capito perch il Rhode
Island veniva soprannominato "l'isola dei mascalzoni".
Un venerd, il 25 aprile, stavo recandomi a New York per vedere mio padre,
ricoverato nel reparto geriatrico di un ospedale perch sofferente del morbo di
Alzheimer. Mentre l'aereo della Eastern si accingeva ad atterrare lo speaker
annunci:"Il professor Dershowitz pregato di presentarsi all'assistente di volo".
Quando mi presentai, lo steward mi disse che il mio ufficio aveva un messaggio
urgente per me. Il primo pensiero and alla mia famiglia. Sapevo che la mia
segretaria nona avrebbe fatto tutto questo sforzo per rintracciarmi solo per motivi
professionali, per quanto importanti potessero essere. Speravo che fosse un
messaggio professionale, ma non mi facevo illusioni.

Mi precipitai fuori dall'aereo e chiamai il mio ufficio. "Chiami sua madre", mi disse
la segretaria, non aggiungendo altre informazioni. Chiamai quindi mia madre in
lacrime, e seppi che mio padre era morto serenamente la mattina stessa. Andai
direttamente al loro appartamento a Brooklyn e feci del mio meglio per confortare
mia madre, che lo aveva assistito per tutti i cinque anni della sua grave malattia. negli
ultimi tempi mio padre riconosceva solo lei, e tutto ci che ricordava erano
frammenti del libro di preghiere che aveva recitato per tutta la vita. La morte serena
di mio padre, dopo tanti anni difficili, fu una benedizione e occasione per ricordare
che uomo meraviglioso egli fosse stato.
Mentre stavo facendo i preparativi per il suo funerale, previsto per il giorno dopo,
suon il telefono. Era Claus:"Ci siamo, la decisione per domandi". Claus mi chiese
di recarmi nel suo appartamento cosicch, una volta letta la sentenza, avrei potuto
spiegarne le implicazioni a lui e alla stampa. Misi Claus al corrente della morte di
mio padre e gli spiegai che on avrei potuto essere con lui in occasione della lettura
della sentenza. Claus cap.
Ma a questo punto non avevamo alcun dubbio che avremmo vinto. Le sole questioni
ancora aperte erano su quale base giuridica sarebbe stato possibile un nuovo processo
e se l'accusa avrebbe presentato ricorso alla Corte Suprema. Mi chiesi come potevo
essere, alla fin fine, cos sicuro dell'esito malgrado il mio scetticismo sulle
indiscrezioni che ricevevamo. Evidentemente il fatto di ricevere continuamente
informazioni concordi aveva avuto la meglio sul mio scetticismo.
Nel tardo pomeriggio arriv un altro rinvio. La decisione venne rimandata ancora di
un giorno: problemi di battitura e di correzione di bozze. Ci assicurarono per che
questo sarebbe stato l'ultimo rinvio. anche il "Journal" di Providence, il quinto potere
locale, ricevette in anticipo una copia della sentenza. Quando lo venimmo a sapere,
chiedemmo di vederne una copia. Era importante per noi avere la sentenza delle corte
nello stesso momento dei giornali per poterci preparare a rispondere alle domande
della stampa. Ci venne risposto che dovevamo aspettare la diffusione ufficiale. solo
nel Rhode Island poteva verificarsi che un giornale, che godeva di un trattamento
preferenziale, riuscisse ad avere la sentenza prima dei suoi concorrenti, prima degli
avvocati e prima dell'imputato. Un altro esempio del Rhode Island Shuffle.(Seppi pi
tardi che uno dei giudici aveva consultato un noto giornalista diverse settimane prima
che la sentenza venisse resa nota; gli aveva detta che la condanna sarebbe stata
annullata e gli aveva chiesto come avrebbe reagito la stampa.)

Il venerd 27 aprile, alle 9, il mattino dopo il funerale di mio padre, venne resa
pubblica la sentenza. Il telefono squill. "Abbiamo vinto", disse la mia segretaria, "
tutto quello che so." Stavo celebrando il shivah, il periodo di lutto ebraico di sette
giorni, nell'appartamento di mia madre a Brooklyn. Presi un breve congedo dal nostro
lutto familiare e andai da Brooklyn alla Fifth Avenue, un percorso di mezz'ora che
separa due mondi. quando arrivai, davanti al 960 Fifth Avenue, la strada era piena di
telecamere e giornalisti.
"No comment, finch non ho visto o sentito la sentenza", risposi ai microfoni che mi
venivano agitati davanti.
"Possiamo salire con lei?" "Quando scende Claus?" "Cosa far ora Claus?" "Andrea
con lui?" "Cosima gi stata avvertita?" Chiesi scusa per non essere in grado di
rispondere, e mi precipitai attraverso la hall nello stesso ascensore nel quale Maria
apr la borsa nera per l'ultima volta, vide l'insulina e le siringhe emerse l'ultima
occasione di mettere in guardia la sua padrona. Istintivamente contai gli otto secondi
necessari per arrivare al piano dei von Bulow, come per trovare conferma al fatto che
Maria non poteva aver fatto quello che diceva di aver fatto in un periodo cos breve.
Quando aprii la porta del vasto appartamento, il cane stava abbaiando, ma in giro non
c'era nessuno. Claus era in biblioteca e ascoltava tranquillamente Terry MacFayden
che gli leggeva al telefono le cinquantotto pagine della sentenza. Andrea Reynolds
era in salotto che registrava la voce suadente, anche se un po'flebile di Terry. Joann
Crispi stava riempiendo un taccuino di risposte da dare ai giornalisti.
Claus mi fece segno di prendere un altro ricevitore. Terry stava leggendo. Lo fermai e
gli dissi: "Vai alla fine, cosa hanno deciso?" Terry mi disse che la corte aveva
annullato i verdetti per entrambi i capi d'accusa e che aveva sentenziato che dovesse
essere celebrato un nuovo processo.

"Le motivazioni giuridiche sono di carattere statale o federale?" Se l'annullamento


fosse avvenuto per violazione di norme costituzionali federali, allora il procuratore
avrebbe dovuto presentare ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti; se fosse stato
per violazione della Costituzione o degli statuti del Rhode Island, allora competente
sarebbe stata la Corte Suprema di questo Stato, senza possibilit di ricorrere a
Washington.
"Tutte e due le cose", disse Terry con stupore. "Le violazioni riguardano entrambi gli
ambiti." Era un'eccellente notizia. Dato che la Corte Suprema del Rhode Island aveva
fornito motivazioni indipendenti per l'annullamento, la Corte Suprema degli Stati
Uniti non aveva giurisdizione per intervenire. Il verdetto contro Claus von Bulow era
stato annullato. Almeno per il momento era tornato a essere innocente. Il procuratore
non poteva presentare un ulteriore ricorso, anche se poteva nuovamente procedere
contro Claus.
Chiesi a Terry di dirmi in breve in basi a quali punti la corte aveva annullato la prima
sentenza.
"Innanzi tutto la questione degli appunti di Kuh." "Gli appunti di Kuh? Ma non ci
avevano detto che non avevano apprezzato quell'argomento?" dissi con un certo
compiacimento.
"Forse hanno cambiato idea." Il secondo punto era pi sorprendente. Era uno di quelli
che quasi avevamo lasciato fuori dal nostro ricorso:"La polizia avrebbe dovuto
procurarsi un mandato quando mand a far analizzare le pillole in laboratorio".
"Ma a proposito della borsa?" "Per quella invece tutto regolare", rispose Terry, "si
trattato di una perquisizione privata non soggetto al quarto emendamento. ma i
funzionari di polizia lo erano e non avrebbero dovuto far analizzare le pillole senza
un mandato." "Un argomento piuttosto limitato e tecnico", osservai, "sar difficile far
ingoiare queste pillole alla stampa, soprattutto perch non erano un punto importante
della tesi dell'accusa. Mi chiedo perch la corte sia ricorsa a una motivazione cos
secondaria." Terry mi ricord che la Corte Suprema del Rhode Island aveva emesso
diversi giudizi sull'argomento delle prove che i privati passavano alla polizia per
ulteriori indagini. Mi chiedevo comunque se la corte avrebbe fatto ricorso a questa
motivazione, se non avesse avuto dei dubbi sostanziali sulla colpevolezza di von
Bulow."(In un recente casi di fronte alla corte di appello di New York, un simile
argomento stato sollevato per impugnare u verdetto di colpevolezza. Anche se le
circostanze di fatto erano ancora pi forti a favore del difensore nel caso di New
York, i giudici confermarono all'unanimit la condanna, senza neanche
un'interruzione per scrivere la sentenza.)

Ma anche se ebbi quest'impressione, non la espressi apertamente. Il presidente della


corte accluse una sua opinione separata a favore dell'annullamento della condanna per
il secondo capo d'accusa, ma chiedendo l'assoluzione per il primo. A parere del
presidente, non vi erano prove sufficienti per una condanna relativamente al primo
capo d'accusa. Egli concludeva affermando che "i fatti relativi al primo coma al
massimo consentono di concludere che l'imputato ha agito in modo non conforme
alle sua qualit di marito, ma non che il suo comportamento sia stato criminale".
L'opinione discorde del presidente provoc la seguente risposta della maggioranza:
Con tutto il rispetto dovuto al presidente, noi crediamo che l'esame delle prove nella
prospettiva pi favorevole all'accusa possa condurre ala ragionevole inferenza che,
alla fine di dicembre 1979, l'imputato, consapevole dell'ultimatum di quella che
sperava sarebbe divenuta sua moglie, abbia pensato di prendere in pugno la
situazione, iniettando un'abbondante dose di insulina a sua moglie coll'intento di
ucciderla al fine di poter sposare liberamente Alexandra.
Tuttavia, nonostante la sua conclusione sulla sufficienza delle prove presentate contro
von Bulow, la corte espresse gravi dubbi sulle prove che non vennero mai presentate,
in particolare gli appunti di Kuh. La corte stabil che il rifiuto di mettere a
disposizione questo materiale aveva causato "grave danno e pregiudizio all'imputato"
e che la conseguenza era stata "l'impossibilit di produrre degli elementi
potenzialmente essenziali per la sua difesa". Poich i giudici non avevano visto
direttamente questi appunti, potevano solo ipotizzare in via teorica che fossero di
importanza vitale.
Sulla base dei documenti processuali non siamo in grado di valutare fino a che punto
le informazioni contenute negli appunti di Kuh vennero portate a conoscenza delle
autorit del Rhode Island. Sappiamo, tuttavia, che fin dal'inizio e Kuh e i suoi clienti
rivelarono consapevolmente parte delle informazioni in modo selettivo, cos da
aiutare la pubblica accusa a costruire la sua tesi contro l'imputato, mentre allo stesso
tempo si richiamavano al privilegio per impedire alla difesa l'accesso a informazioni
potenzialmente utili.

Quest'uso selettivo di materiale sottoposto a privilegio non andato nella direzione


degli interessi della societ e dell'imputato non contribuendo a dare una risposta equa
alla domanda sull'innocenza o la colpevolezza dell'imputato. (Malgrado questo parere
favorevole sugli appunti di Kuh, la corte disse che non vi era niente di irregolare nella
posizione di Kuh come avvocato della parte lesa.)
La corte continuava illustrando "l'uso scorretto" del materiale di Kuh, facendo
riferimento proprio all'episodio che noi avevamo sottolineato nel nostro ricorso: l'uso
degli appunti per smentire Charles Roberts. La corte specifica anche che " provato
che Kuh, nella sua testimonianza, si fond proprio su quegli appunti che rifiutava di
rivelare". In conclusione "il ricorso selettivo" del materiale di Kuh recava un'evidente
"ingiustizia e pregiudizio" all'imputato "impedendo l'accesso" a informazioni
potenzialmente significative. (Non c' alcuna contraddizione nel fatto che la corte
abbia ritenuto che esistessero elementi sufficienti perch la giuria emettesse un
verdetto di colpevolezza e che allo stesso tempo ritenesse che le prove rilevanti
potessero essere rimaste escluse. Valutando il primo elemento la corte considera solo
le prove effettivamente prodotte davanti ai giurati e trae le ragionevoli deduzioni dal
punto di vista dell'accusa.)
Ma poi la corte si limit anch'essa l'accesso a informazioni rilevanti. Il suo secondo
punto consisteva infatti nell'affermazione che la polizia aveva violato sia la
Costituzione federale sia quella del Rhode Island quando aveva fatto analizzare le
pillole trovate nella borsa nera senza previo mandato. Nel nostro ricorso avevamo
sostenuto che i medicinali personali potevano rivelare aspetti intimi di una persona
allo stesso modo di un diario. Attraverso di essi si potevano avere ragguagli sulla vita
sessuale, emotiva e altre cose che ciascuno preferiva mantenere riservate. Quindi
ritenevamo che fosse necessario un mandato per "girare le pagine" di un "diario
farmacologico" personale. La corte concord col nostro punto di vista un po'insolito e
stabil che "la mancata presentazione di un mandato di perquisizione da parte della
pubblica accusa incompatibile con le garanzie costituzionali", le analisi chimiche
condotte illegalmente "costituivano una parte significativa della sua argomentazione",
suggerendo che "l'imputato avesse addormentato" sua moglie prima di praticarle
l'iniezione.

Dopo aver ascoltato le linee generali della sentenza, eravamo pronti a parlare con la
stampa. In un caso ancora in corso e nella probabilit di un nuovo processo, un
avvocato deve sempre tener presente che quando parla alla stampa lo fa nell'interesse
del suo cliente e non nel proprio. E'certamente una forte tentazione quella di
attribuirsi tutto il merito in caso di vittoria o, in caso di sconfitta, dare la colpa
all'evidenza delle prove,, come aveva fatto Sheehan dopo il primo processo. Ogni
parola deve essere pesato in modo che risulti il pi possibile vantaggiosa al cliente. E
gli interessi del cliente e quelli dell'avvocato non necessariamente coincidono.
Qualche volta, pi un imputato appare colpevole, pi l'avvocato che riuscito a
ottenere l'assoluzione passa per abile, e viceversa. Ogni parola quindi fa parte di un
disegno strategico per avvantaggiare un cliente o, almeno, per non danneggiarlo.
Nel momento in cui la Corte Suprema del Rhode Island aveva emesso la sua
sentenza, si entrava in un'altra fase della vicenda. Lo scopo al quale tendevamo era
ora convincere il procuratore generale - o convincere la gente perch convincesse il
procuratore generale - a non procedere di nuovo contro von Bulow. Non solo
perfettamente legittimo per un avvocato cercare di influenzare attraverso l'opinione
pubblica il procuratore ma, a mio parere, sarebbe grave se non sfruttasse questa
risorsa, soprattutto quando la controparte vi ricorre per indurre il procuratore a
prendere una decisione opposta. Del resto, non esiste nessuna regola o norma che
vieti al difensore di agire in questo modo. Le sole norme sono quelle che
impediscono di esercitare pressioni indebite sulla giuria durante i processo. E'per il
nuovo processo, se mai ce ne sarebbe stato uno, avremmo dovuto attendere almeno
ancora un anno.
A questo scopo, sia io sia Claus accettammo di partecipare a varie trasmissioni
televisive. Quella sera a Nightline spiegai la nostra interpretazione della sentenza e
Claus parl dei suoi contrastanti sentimenti a proposito dell'eventualit di un nuovo
processo: da una parte, infatti, desiderava un'assoluzione completa, dall'altra voleva
lasciarsi dietro tutta questa faccenda per dedicarsi a Cosima, sua figlia. Il giorno dopo
tornammo su questi argomenti in vari telegiornali del mattino.
La notizia dell'annullamento del verdetto era sulle prime pagine di tutti i giornali.
Anche l'austero "New York Times", che in genere non dedica molto spazio alle
cronache giudiziarie, questa volta mise la notizia in prima pagina:"La corte annulla la
condanna di von Bulow".

I giornali popolari spararono titoli cubitali:"Un altro punto a favore del ricco
aristocratico", "L'elegante danese intesta: le dichiarazioni degli avvocati". Diversi
resoconti dei giornali insistettero sugli aspetti giuridici della sentenza, lasciando
intravedere che la corte aveva annullato consapevolmente la condanna di un
colpevole, il che significava ignorare l'esplicito giudizio della corte, secondo la quale
la non disponibilit degli appunti di Kuh aveva impedito "un giusto e equo verdetto".
Con nostra grande sorpresa, il procuratore generale del Rhode Island decise di
appellarsi contro la decisione della Corte Suprema del suo Stato presso la Corte
Suprema degli Stati Uniti, pur, sapendo bene di non avere nessuna possibilit.
Qualsiasi studente di legge al primo anno avrebbe potuto dirgli che la Cote Suprema
degli Stati Uniti ha il potere di interpretare solo la Costituzione federale. Anche se la
Corte Suprema del Rhode Island avesse avuto torto nella sua interpretazione della
Costituzione degli Stati Uniti, il verdetto contro von Bulow sarebbe comunque
annullato perch era fondato indipendentemente, su un'interpretazione della
Costituzione del Rhode Island data dalla Corte Suprema del Rhode Island. Per quel
che riguarda la Costituzione del suo Stato, la Corte Suprema del Rhode Island come un pontefice quando parla ex cathedra - considerata infallibile. (Diversamente
dal papa per non Corte suprema perch infallibile, piuttosto infallibile perch
la Corte Suprema.)
Pensammo che il procuratore generale avesse presentato appello per ragioni politiche.
Dennis Roberts doveva concorrere alle elezioni dopo aver perso il suo caso pi
importante e vi era qualche possibilit che la Corte Suprema degli Stati Uniti
rinviasse la decisione fin dopo le elezioni . se questo si fosse verificato avrebbe
potuto far balenare la prospettiva di un nuovo rovesciamento della sentenza.
Comunque sia, chiese l'intervento della Corte Suprema. A lui si un anche Richard
Kuh non solo in rappresentanza dei figli di Sunny, ma anche di Sunny stessa! Quale
diritto avesse Kuh di parlare a nome di una donna in coma, non chiaro. Egli scrisse
un documento nel quale la sentenza della Corte Suprema del Rhode Island era
attaccata nei termini pi violenti.

Sostenendo che la corte Suprema degli Stati Uniti avrebbe fatto valere le ragioni delle
vittime, Kuh defin la sentenza a favore di von Bulow come "ridicola", "assurda",
"stravagante", "aberrante", "irragionevolmente irresponsabile", "superficiale".
Afferm che i giudici "dovevano essere impazziti" e che gettavano il "disonore e il
ridicolo sulla giustizia americana", rendendosi complici di Claus von Bulow che
aveva privato Sunny della "vita, della libert e dei suoi beni". Un attacco che
certamente non gli avrebbe procurato amici o appoggi in seno alla corte del Rhode
Island.
Altri documenti in appoggio al ricorso presso la Corte Suprema federale vennero
inoltrati dai procuratori generali del Connecticut e dell'Arizona(Seppi pi tardi che i
procuratori generali di diversi altri stati avevano respinto la richiesta da parte di
Roberts di inviare documenti in appoggio alla sua iniziativa, avvertendolo che la
Corte Suprema non aveva alcuna giurisdizione su questo caso.) e anche da gruppi
come l'Organizzazione per l'assistenza legale alle vittime del crimine, gli Americani
per una giustizia efficiente, e l'associazione internazionale dei capi di polizia.
Noi inoltrammo a nostra volta un esposto che sottolineava come la Corte Suprema
non avesse alcuna autorit per discutete un'interpretazione che la Corte Suprema del
Rhode Island dava della propria Costituzione:
La decisione della Corte Suprema del Rhode Island di accordare a claus von Bulow
un nuovo processo nel quale "fosse possibile stabilire con precisione la sua
colpevolezza o innocenza", fondata sulle leggi particolare di questo Stato, corretta
invia di fatto e di diritto ed in accordo coi principi della federazione, delle garanzie
costituzionali e dell'equit. Di conseguenza chiediamo rispettosamente a questa corte
di declinare la richiesta di intervento.
Il 1 ottobre 1984, il primo luned di ottobre tradizionale data di apertura dell'anno
giudiziario, i giudici della Corte Federale dichiararono la propria incompetenza nel
caso von Bulow. La vicenda fin quindi ancora sui giornali:"LaCorte Suprema degli
Stati Uniti appoggia von Bulow", recitava un titolo a tutta pagina, cui faceva seguito
una dichiarazione di Roberts che esprimeva "disappunto" e annunciava che "avrebbe
immediatamente cominciato a prepararsi per il nuovo processo". Se la speranza di
Dennis Roberts nel fare ricorso era stata di natura politica, si era trattato di un
boomerang: cinque settimane prima delle elezioni, un verdetto unanime della Corte
Suprema federale ricordava al suo elettorato il suo fiasco.
Vari mesi dopo, uno dei giudici della Corte Suprema federale defin il tentativo del
procuratore generale di ottenere una revisione del caso von Bulow "inconsistente".
Non molto professionale da parte di un giurista, e soprattutto di un funzionario
pubblico, inoltrare ricorsi "infondati". Le pretese del procuratore generale del Rhode
Island erano quindi state seccamente respinte dalla Corte Suprema.

PARTE III
IL SECONDO PROCESSO: LA RIPROVA
14.
LA PREPARAZIONE DEL NUOVO PROCESSO: GLI APPUNTI DI KUH
Un mese dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti d'America si rifiut di
occuparsi del caso von Bulow, gli elettori del Rhode Island rifiutarono a Dennis
Roberts il rinnovo della carica di procuratore generale. Al suo posto venne eletta una
ex suora cattolica, Arlene Violet, che aveva impostato la sua campagna dei diritti
delle vittime del crimine, un eufemismo per indicare la difesa "della legge e
dell'ordine". Le sue posizioni erano cos intransigenti da meritarle il soprannome di
"Attila al Monaca"(Gioco di parole fra "Nun" monaca, e "Hun" unno.), un'etichetta
che sembrava non dispiacerle. "Uno dei miei figli, dopo aver sentito alcune sue
opinioni in merito alla pena di morte, la soprannomin "la monaca elettrica".) La sua
elezione, prima donna a ricoprire la carica di procuratore generale, fu un avvenimento
nazionale. Arlene Violet comparve alla trasmissione 60 Minutes e sul "Times";
nonch su altri giornali e riviste, e la vicenda von Bulow era al centro di queste
presentazioni.
Tra i casi specifico circa i quali aveva criticato il suo oppositore durante la campagna
elettorale, vi era il caso von Bulow. Secondo Viole, Roberts non avrebbe dovuto
sprecare il denaro dei contribuenti per quello stupido ricorso alla Corte Suprema.
Questa critica ci incoraggi a pensare che il nuovo procuratore generale potesse
essere pi malleabile riguardo alla decisione di procedere o meno contro Claus von
Bulow.
Fummo ulteriormente incoraggiati dal fatto che Violet annunci che avrebbe
condotto una revisione globale di tute le prove prima di decidere se richiedere un
nuovo processo. Tra l'altro, aveva criticato il suo oppositore per essersi riferito a von
Bulow chiamandolo "il colpevole" anche dopo che la sua condanna era stata
annullata. "Supponiamo che il signor von Bulow sar particolarmente lieto del
cambiamento", dichiar il nuovo procuratore generale, facendo quasi del possibile
nuovo processo una questione politica. I giornali titolarono;"Il caso von Bulow
potrebbe essere archiviato".

Nel frattempo, naturalmente, noi dovevamo per agire come se un nuovo processo ci
sarebbe stato. Dovevamo mettere insieme una nuova squadra per il processo e
prepararci a presentare le nostre nuove prove mediche, ora sotto forma di affidavit, in
deposizioni dirette. Dovevamo anche esaminare finalmente gli appunti di Kuh, come
eravamo ormai autorizzati a fare.
Dissi per a Claus che non potevo assumermi la responsabilit di condurre la sua
difesa in un eventuale nuovo processo. Come gli avevo detto fin dall'inizio del mio
coinvolgimento in questa vicenda, i miei impegni di docente avevano la priorit.
L'inizio del nuovo processo era previsto per la met del semestre di primavera, e io
per quel periodo avevo un fitto programma di corsi. (In uno dei miei corsi - etica
giuridica per penalisti - passammo molte ore a discutere di tutti gli aspetti della
vicenda Marriott-Magaldi. Per i miei studenti questo coinvolgimento nel vivo di un
problema di attualit costitu un'esperienza formativa unica.)
Dissi per a Claus che potevo rimanere a Cambridge pur continuando a svolgere il
ruolo di stratega della difesa e a redigere i documenti legali. Due dei miei studenti e
assistenti, Joann Crispi e Andrew Citron, avrebbero potuto presenziare
quotidianamente al processo e servire da canali di comunicazione con me. Claus fu
comprensivo, ma mi preg di essere presente quanto pi possibile, nei limiti dei miei
impegni accademici. Mi chiese anche di occuparmi di tutte le questioni
preprocessuali e di aiutarlo a cercare un avocato per il processo.
Claus aveva idee precise a proposito dell'avvocato che voleva e mi chiese di
sottoporgli una lista di penalisti tra i migliori in circolazione. Voleva un vero
combattente, preferibilmente un ex pubblico ministero che fosse capace di mettere
l'accusa e i suoi testimoni con le spalle al muro. Volevo qualcuno abbastanza scaltro
per battersi contro un campione di casa come Steve Famiglietti. Anche se sapevamo
che Famiglietti - che nel frattempo aveva abbandonato l'incarico di procuratore per la
libera professione - non avrebbe pi rappresentato il pubblico ministero, non
avevamo idea di chi l'avrebbe sostituito. Claus, comunque, voleva qualcuno che
potesse tener testa a uno come Famiglietti.

Leggendo fra le righe di quel che mi diceva, mi sembr di capire che quello che
voleva era un avvocato le cui origini etniche fossero compatibili con quelle,
probabili, dei giurati, del pubblico ministero e dei giudici. La mia interpretazione
venne confermata quando Claus scart decisamente alcuni nomi della mia lista.
La persona in testa a entrambe le nostre liste non rispondeva a nessuno di questi
requisiti, ma era cos bravo e celebre che Claus lo voleva assolutamente. Era Edward
Bennett Williams, un avvocato di Washington che aveva difeso Jimmy Hoffa, Joseph
McCarthy, il governatore del Texas John Connally e innumerevoli altri accusati. Il
suo socio Vince Fuller aveva appena ottenuto un'assoluzione per infermit mentale
per John W. Hinckley jr che aveva tentato di uccidere il presidente. Telefonai a
Williams e parlai con lui e a uno dei suoi collaboratori di lunga data, Robert
Weinberg, che conoscevo dai tempi dell'universit. Ero entusiasta all'idea di lavorare
col maestro riconosciuto dei penalisti. Claus si rec a Washington per incontrarlo, ma
alla fine la cosa non funzion. Williams non poteva impegnarsi quotidianamente nel
caso e avrebbe cos dovuto delegare ai suoi collaboratori vince Fuller e Bob
Weinbger gran parte del lavoro. Claus non era favorevole a questa delega; malgrado
l'abilit e l'esperienza dei soci di Williams, voleva Williams in persona e nessun altro.
Prendemmo in considerazione vari nomi, ma Claus sollevava sempre obiezioni,
alcune convincenti altre meno. Era la sua vita a essere in gioco e spettava a lui
decidere.
Claus mi chiese informazioni su un avvocato che era stato citato da Jaonn Crispi,
Thomas Puccio, il procuratore ritiratosi di recente che si era fatto un nome nel caso
Abscam, il senatore Harrison Williams del New Jersey e vari altri consgressman.
Conoscevo piuttosto bene Puccio perch avevo parlato del caso Anbscam durante le
mie lezioni, e lui era venuto a Cambridge per "rifare" il processo di fronte ai miei
allievi (io impersonavo la difesa): Poco dopo il suo passaggio alla libera professione,
lo avevo raccomandato a un mio cliente e avevamo lavorato insieme a un caso. Tom
certamente corrispondeva a tutti i requisiti di Claus: venuto dalla gavetta, ex
procuratore, intelligente e con le stesse origini etniche di molti giudici, degli
accusatori e dei giurati del Rhode Island. (Mi venne qualche dubbio solo quando
telefonai a casa sua e mi dissero che era alla sinagoga: salt per fuori che era l con
sua moglie, ebrea.) Tom era nato e cresciuto nello stesso quartiere di Boro Park, a
Brooklyn, dove avevo trascorso la mia giovinezza, ma veniva dal lato "romano" di
quella che era chiamata la frontiera tra Roma e Gerusalemme.

I suoi nonni venivano dalla Sicilia e Tom era - secondo le parole del "Journal" di
Providence - "un ex procuratore dalla lingua svelta e tagliente con un forte accento di
Brooklyn". I giornali lo chiamavano anche un "glory hog" - un cinghiale - come
vengono soprannominati di solito i buoni penalisti. Alcuni dei suoi detrattori
ritengono che non sia adatto al gioco di squadra: "La sua opinione viene sempre per
prima". Ma a me Tom piaceva e Claus fu molto lieto di sapere che avevamo gi
lavorato insieme. La sola cosa che ci preoccupava di Tom era che non era mai stato in
aula come difensore. Tra il mestiere di difensore e quello di procuratore ci sono
differenze enormi. La maggior parte dei pubblici ministeri ha soprattutto la capacit
di impostare una ricostruzione dei fatti, ma sono meno abili nei controinterrogatori.
Questo era uno di quei maledetti casi in cui bisognava "imparare lavorando". Ma
Tom aveva comunque un'esperienza processuale notevole come procuratore.
Diedi il benvenuto a Tom nella squadra e ci mettemmo subito al lavoro. I miei
assistenti Joann Crispi e Andy divennero il suo braccio sinistro e il suo braccio
destro. Claus li defin i "computer umani" di Tom. Conoscevano tutto, ogni fatto,
ogni nuovo indizio, ogni esperto di medicina che intendevamo consultare. Erano
giovani e con poca esperienza di dibattimento in aula, ma furono una componente
essenziale della squadra, il raccordo tra il ricorso e il nuovo processo.
Il nostro primo compito fu quello di dare un'occhiata agli appunti di Kuh. Malgrado
la personale assicurazione scritta di Kuh che "non vi un rigo tra i miei appunti che
possa anche lontanamente contribuire a discolpare l'imputato", ero assolutamente
certo che questi appunti contenessero materiale importante . Durante il dibattimento
davanti alla Corte Suprema , avevo ipotizzato che se negli appunti non si fosse
menzionata l'insulina, allora si sarebbe potuto pensare che tutta la storia dell'insulina
era stata montata. Avevo preannunciato alla mia associata Susan Estrich cosa
pensavo che gli appunti avrebbero rivelato:"Scommetto la mia parcella che nessuno
ha mai parlato di insulina nella borsa nera prima che l'insulina venisse effettivamente
trovata nel corpo di Sunny o sull'ago".

Quando, alla fine, riuscimmo a ottenere gli appunti di Kuh, mi immersi nella lettura
per vedere per vedere in quale punto si fosse parlato per la prima volta di insulina. Gli
appunti erano scritti a mano da Kuh e quasi illeggibili. Il giudice ci aveva provato ,
ma non era riuscito a venirne a capo. Anche molti degli altri avvocati avevano lo
stesso problema. Ma io riuscivo a leggerli come se fossero stati battuti a macchina.
La ragione era semplice: ogni anno devo correggere centinaia di esami scritti a mano.
Ci sono grafie di tutte le parti del mondo. Alcune di queste sembrano veramente
indecifrabili, ma devono essere decifrate comunque, cos si impara. Dopo aver
passato vent'anni a decodificare migliaia di pagine di sgorbi, gli appunti di Kuh mi
parvero uno scherzo.
Il p rimo incontro di Kuh fu con alexander von Auersperg e Ala. Ebbe luogo il 5
gennaio 1981, die settimane dopo il coma fatale. I figli di Sunny parlarono dei loro
sospetti , soprattutto dopo che Maria Schrallhammer aveva scoperto la borsa nera. I
ragazzi fecero cenno al fatto che "Valium e varie ricette" e "boccette" erano stati
"trovati dalla governante nella sua borsa da viaggio". Nessun cenno all'insulina.
Passai rapidamente agli appunti presi da Kuh durante il primo incontro con Maria
Schrallhammer, tre giorni dopo. Quello che scoprii fu assolutamente esplosivo,
andando al di l delle mie pi ottimistiche previsioni. Maria descriveva
dettagliatamente quello che aveva trovato nella borsa nera la prima volta che l'aveva
aperta, in febbraio, dopo il primo coma:"Valium", "varie boccette". Ne tir fuori
"della polverina, dei liquidi e delle pillole". Maria descrisse le boccette e e loro
etichette con precisione:"Le boccette originali provenivano tutte dalla farmacia
Zitomer, allora al 75 della Medison, ora tra il 77 e il 78 della madison. Medico: dottor
Rosenberg. Una prescrizione a nome di Leslie Baxter. Una a nome di Claus von
Bulow ma con indirizzo falso". (L'indirizzo risult in realt essere di uno dei club di
Claus.)
Fino a questo punto gli appunti erano perfettamente coerenti con quanto aveva
dichiarato Maria in aula. anche il fatto che non vi fosse alcuna menzione di insulina,
relativamente al primo esame della borsa, in febbraio, corrispondeva, dato che aveva
dichiarato al processo di non aver visto l'insulina fino alla domenica dopo il giorno
del Ringraziamento

Durante la sua deposizione, Maria afferm che quando apr la borsa nera rimase
sorpresa nel vedere l'insulina e le siringhe perch sapeva che Sunny non era diabetica.
Disse che immediatamente dopo aver scoperto i nuovi oggetti nella borsa nera,
avvert Alex, prese l'insulina e indicando le siringhe e gli aghi esclam:"Insulina,
perch l'insulina?". Durante il controinterrogatorio Maria ripet la sua reazione
vedendo l'insulina:"Chiesi ad Alexander 'perch l'insulina?', perch la signora von
Bulow era ipoglicemia. Non aveva bisogno di insulina". Maria era certa di aver letto
chiaramente "insulina" sull'etichetta.
D.C'era un'etichetta?
R. Si.
D. E lei ha letto quest'etichetta?
R. Si, l, che ho letto insulina, perch prima non avevamo mai visto insulina.
E'improbabile che Maria abbia dimenticato una scoperta cos drammatica e la sua
esclamazione solo sei settimane dopo che questi fatti ebbero luogo, se ebbero luogo.
Ci che gli appunti rivelano, getta infatti gravi dubbi per non dire di peggio, sul fatto
che quello che Maria dichiar nella sua testimonianza si sia veramente verificato.
Questo il contenuto degli appunti in data 8 gennaio 1981, a proposito di quello che
Maria vide la domenica dopo il giorno del Ringraziamento:
Novembre 1980, (Ringraziamento" - Domenica dopo New York City. Nel necesssaire
di Claus, viste le stesse cose e richiamata l'attenzione di Alex su medesime cose. Ma
nessuna etichetta - tutto cancellato!
Gli appunti quindi dimostrano che Maria aveva detto a Kuh che durante questa sua
cruciale "perquisizione" dopo il ringraziamento aveva visto gli stessi oggetti gi visti
in febbraio. In febbraio non aveva visto insulina o siringhe, solo flaconi con
prescrizioni e boccettine di Valium e Secobarbital. Inoltre, in questa seconda
occasione, tutte le etichette risultavano cancellate e quindi lei non aveva potuto
identificare il loro contenuto. L'importanza della testimonianza resa da Maria in
tribunale stava proprio nel fatto che aveva dichiarato che la borsa non conteneva le
stesse cose che aveva visto in febbraio. Il punto centrale della testimonianza di Maria
fu che al Ringraziamento aveva per la prima volta visto l'insulina e le siringhe. Erano
stati proprio questi nuovi oggetti che l'avevano spinta ad avvertire Alex e a
mostrarglieli. E giur anche in aula che aveva letto la parola insulina sull'etichetta.

Tutti i punti pi rilevanti della testimonianza di Maria concernenti quello che aveva
visto il giorno dopo il Ringraziamento venivano cos puntualmente contraddetti dagli
appunti di Kuh, che riportavano quanto aveva detto in un momento in cui la sua
memoria doveva essere pi fresca - circa due settimane mezzo dopo il coma - e
prima che la famiglia avesse elaborato una sua teoria riguardo l'insulina, teoria per la
quale il supposto ritrovamento dei nuovi oggetti era cos opportuno.
Era molto meglio di quanto avessimo osato sperare. Certamente meglio di quanto
Kuh avesse cercato di farci credere, affermando avvocatescamente che "non vi un
rigo... che possa... contribuire a discolpare l'imputato." Questa informazione non solo
era utile, ma toglieva qualsiasi attendibilit alla fondamentale testimonianza di Maria
riguardo l'insulina. Nessuna giuria avrebbe ora potuto prestare la minima fede
all'affermazione di Maria secondo la qual la domenica del week-end del
ringraziamento aveva visto dell'insulina e delle siringhe, dato che noi potevamo ora
provare che aveva specificato a Richard Kuh che tutte le etichette erano state
cancellate e che gli oggetti che aveva visto erano "gli stessi" di quelli visti nella borsa
in febbraio. Era impossibile che nel corso delle sei settimane intercorse tra quel
week-end e l'incontro con Kuh avesse dimenticato un fatto cos importante come il
rinvenimento inspiegabile di insulina. Inoltre il particolare delle etichette strappate,
mai menzionato durante il processo, era del tutto in contrasto con l'affermazione di
aver letto "insulina" su un'etichetta. Queste incongruenze non potevano essere
addebitate a innocenti dimenticanze. Se quanto Maria ricordava si fosse modificato
col tempo, era pi probabile che ci fosse avvenuto nella direzione di una
dimenticanza e non di un'aggiunta di elementi.
La mia teoria fu ulteriormente confermata nel momento in cui, proseguendo nella
lettura degli appunti, scoprimmo quando Maria e Alex si "ricordarono" per la prima
volta della scoperta dell'insulina e delle siringhe. Accadde il 20 gennaio 1981. In
questa data gli appunti di Kuh fanno cenno al ritrovamento di un "ago ipodermico" da
parte di Mari anella borsa di claus. Ogni cosa diventa pi chiara se pensiamo al fatto
che solo pochi giorni prima la famiglia era venuta per la prima volta a conoscenza
dell'alto livello di insulina rilevato nel sangue di Sunny.

Ma la famiglia a questo punto non aveva ancora messo bene a punto la sua versione.
Alex disse a Kuh che l'insulina e la siringa erano state trovate "nel dicembre 1980 o
all'inizio di gennaio 1981 nella borsa". Un figlio che trova l'insulina e una siringa
prima che sua madre entri in coma se lo sarebbe ricordato e non avrebbe dichiarato
che ci avrebbe potuto anche essere accaduto successivamente. Anche in questo caso,
ricordi al momento confusi stavano prendendo un forma pi precisa, e ci avveniva
in concomitanza con il delineasi di un'interpretazione da parte della famiglia.
Gli appunti di Kuh rivelarono anche come la teoria dell'insulina venne adottata dalla
famiglia durante le prime settimane di indagine. Dopo il ritrovamento della borsa
nera a Clarendon Court il 23 gennaio 1981, gli appunti di Kuh rivelano che l'ago
venne fatto analizzare. Lo scopo era precisamente quello di "verificare la presenza di
insulina". C'era insulina nel sangue di Sunny, e quindi doveva essercene anche
nell'ago. A questo unto diventava della massima importanza "ricordare" di aver visto
dell'insulina. Il 30 gennaio Maria "era certa che fosse insulina". Lo "ricordava
perfettamente". Perch Maria non avesse comunicato a Kuh questa sua sicurezza
prima che la tesi dell'insulina avesse preso corpo e come fosse riuscita a leggere
etichette che erano state "strappate via", questo gli appunti di Kuh si guardavano
dallo spiegarlo.
Ma c'era ben altro in questi appunti! Da questi appunti venimmo a sapere che pochi
giorni dopo il coma Alex aveva detto al banchiere di famiglia di essere pronto "a
battersi con Claus", e che Alex "non voleva assolutamente perdere Clarendon Court che sarebbe spettata a claus - a nessun costo", che Ala "non era mai andata d'accordo
con claus" e, cosa ancora pi importante, che prima di decidere di procedere per vie
legali, la famiglia aveva pensato di trattare con claus, chiedendogli di rinunciare a
quanto gli spettava dell'eredit della moglie.
Gli appunti rivelavano infine che claus aveva discusso con Ala, due settimane dopo il
coma, dell'opportunit di disinserire le apparecchiature che tenevano in vita la madre.
Gli appunti suggerivano per che "egli [Claus] non avrebbe preso la decisione che
spettava ai figli". Ala era "incerta sul da farsi", alla luce del fatto che "Sunny aveva
dettochiaramente che non avrebbe voluto 'vivere'cos".

Questo era un punto importante perch i figliastri avevano sempre dichiarato alla
stampa che era stato Claus a insistere per "staccare la spina" e che loro si erano
sempre opposti a questo barbaro progetto:"Claus von Bulow voleva staccare la spina
delle apparecchiature che mantenevano in vita sua moglie, ma venne bloccato dai
suoi due figli", affermava un giornale sotto il titolo "von Bulow voleva staccare la
spina". Gli appunti presi contemporaneamente ai fatti suggeriscono invece un pi
complesso scambio di opinioni tra Claus e i due figliastri su questo problema cos
carico di tensione emotiva.
In definitiva, gli appunti di Kuh raccontavano una storia del tutto diversa, una storia
non per sentito dire e fondata "solo sui fatti", senza teorie preconcette. Una storia
molto pi incerta, molto pi ambigua di quella raccontata dai testimoni al processo
dopo che questo ebbero parlato fra loro, coi loro avvocati, con la polizia e con la
pubblica accusa, precisando cos i loro ricordi. "L'appello von Bulow sar incentrato
sugli appunti dell'avvocato", titol a piena pagina l"Inquirer" di Philadelphia.
La nuova storia, che in realt era quella originale, conferm in pieno la strategia che
avevamo adottato nella mozione d'appello e che stavamo mettendo a punto per il
nuovo processo. all'appello avremmo attaccato frontalmente tutta la teoria
dell'insulina, cercando di smontare tutte le quattro prove indipendenti di questa teoria
sulla quale l'accusa aveva fatto affidamento con notevole successo al primo processo.
Avremmo provato che Maria e Alex non avevano affatto visto le siringhe e l'insulina
nella borsa nera dopo il giorno del Ringraziamento. Avremmo provato che il sangue
di Sunny non aveva un alto livello di insulina. Avremmo provato che non vi era
insulina sull'ago trovato nella borsa in gennaio. E infine avremmo provato che i
medici che avevano deposto per l'accusa si erano sbagliati nel concludere che il coma
di Sunny era stato provocato da un alto livello di insulina. Non era compito facile, ma
occorreva attaccare la costruzione dell'accusa direttamene. Niente pi difesa "scelte
multiple". La nostra difesa stava concentrandosi su un solo punto: l'insulina esogena
in questo caso non c'entrava niente. Gli appunti di Kuh furono la nostra stele di
Rosetta, con le informazioni ancora non contaminate necessari per svelare il mistero.

La mia esperienza con gli appunti di Kuh confermava il mio punto di vista secondo il
quale la difesa dovrebbe sempre avere a disposizione tutti gli elementi per poterli
valutare indipendentemente. In questo caso l'avvocato che aveva l'esclusivo possesso
degli appunti poteva utilizzarli per sostenere la sua tesi e nello stesso tempo affermare
che i suoi appunti segreti non contenevano assolutamente niente che potesse "anche
lontanamente contribuire a discolpare l'imputato". Forse Kuh era in buona fede.
Anche a un giudice, ignaro delle altre informazioni che erano in nostro possesso,
sarebbe potuto sfuggire il significato degli appunti a una rapida lettura. Ma ogni
avvocato difensore, al corrente dell'intera strategia difensiva, avrebbe
immediatamente colto la rilevanza ai fini della difesa delle versioni molto diverse che
emergevano dagli appunti di Kuh e dalle deposizioni rese in aula.
Il problema per noi sorgeva ora dal modo in cui si era sviluppato il primo processo.
Fahringer non aveva mai contestato la presenza dell'insulina sull'ago trovato nella
borsa in gennaio. Aveva accettato "il fatto". Ponevamo noi, adesso, rimettere la cosa
in discussione? Dovevamo cercare di persuadere il giudice che noi - gli avvocati
dell'appello - non eravamo tenuti a sottostare alle ammissioni fatte dal nostro
predecessore. Naturalmente la presenza di Sheehan in entrambi i procedimenti
rendeva un po'pi imbarazzante sostenere questa tesi. Ma alla fine Tom riusc
comunque a convincere il giudice che doveva esserci permesso di esibire i nostri
nuovi dati medici, che gettavano dubbi sugli esami di laboratorio che avevano
rilevato la presenza dell'insulina sull'ago. Le novit emerse dagli appunti di Kuh ci
davano il diritto di impostare il caso in maniera del tutto diversa.
Nella nostra mozione d'appello - la cui parte pi strettamente tecnica era stata
trascurata dalla stampa a favore della pi appassionante storia degli affidavit
Marriott-Magaldi - avevamo gettato le basi della nostra nuova strategia processuale.
In effetti, tutti i principali aspetti medico-legali che vennero poi presentati in
occasione del nuovo processo nel 1985 erano gi stati delineati nella nostra mozione
d'appello del 1983. Avevamo corso il rischio di giocare tutte le nostre carte molto in
anticipo rispetto a un possibile appello. Normalmente, nei casi penali, la difesa ha il
vantaggio della sorpresa, non dovendo rivelare prima del processo la sua strategia. In
pratica pochi difensori possono valersi di questo vantaggio perch non hanno alcun
ricostruzione alternativa da presentare. Ma i pochi che sono in grado di farlo cercano
di sfruttare questa possibilit, anche se alcuni elementi - come eventuale alibi dovrebbero essere resi noti dalla difesa prima del dibattimento.

Avevamo rinunciato a questo vantaggio mettendo tutte le carte in tavola. Non


avevamo scelta; dovevamo assolutamente evitare di perdere il ricorso e che il nostro
cliente venisse spedito in prigione prima che potessimo presentare la mozione
d'appello. Discussi a lungo con Claus e coi miei collaboratori i pro e i contro di
questa decisione e decidemmo tutti di correre il rischio di svelare le nostre armi
segrete. Se fossimo stati sicuri di vincere l'appello, naturalmente avremmo tenuto
qualche asso nella manica da giocare al processo. Ma nonostante le indiscrezioni di
cui disponeva Sheehan, non potevamo esserne certi.
Nel poker, se si mostrano tute le carte poi impossibile bluffare. Nella giustizia
difficile, ma non impossibile. Avevamo reso note all'accusa le prove di cui
disponevamo, ma non la nostra tesi. Una teoria implica che le prove vengano
interpretate. Quello che non rivelammo all'accusa fu quali di questi nuovi elementi
avremmo scartato e quali sfruttato.
L'accusa sapeva naturalmente che non saremmo ricorsi a Marriott e a Magaldi.
Pareva anzi che minacciassero di ricorrere loro a Marriott come testimone d'accusa
contro Claus, pur avendo gi dichiarato di considerarlo inattendibile. Non avevamo
alcuna idea di quello che Marriott avrebbe potuto dichiarare come testimone d'accusa,
ma aveva gi detto alla stampa che le droghe che aveva consegnato a Clarendon
Court erano per Claus e non per Sunny e Alex. Marriott aveva ritrattato tutto sui suoi
contatti con Alex. L'accusa non sapeva, per, se noi avremmo presentato egualmente
l'affidavit di Truman Capote o la testimonianza di vari amici e conoscenti di Sunny
che erano a conoscenza dei suoi problemi di alcool e di droga. Non sapeva neppure se
avremmo chiesto ad Alex se avesse mai ricevuto della droga. A questo proposito,
quando la corte stava considerando la possibilit di escludere Kuh dall'aula come
testimone potenziale, Kuh present una dichiarazione di questo tenore: "Inoltre, alla
luce delle affermazioni completamente false contenute negli affidavit presentati dalla
difesa alla fine del 1983, riguardo un presunto comportamento illegale del mio
cliente, Alexander von Auersperg, ritengo che possa essergli necessaria l'assistenza
del suo legale per quel che riguarda i suoi diritti costituzionali contro la possibilit di
un'autoincriminazione durante la sua testimonianza".

Questo fu un passo falso perch lasciava pensare che avesse qualcosa da nascondere.
Poco dopo questo errore, Kuh usc dal caso e venne sostituito da un altro legale come
rappresentante della famiglia von Auersperg. (Il giudice fece uscire Kuh e respinse le
sue obiezioni perch "alla luce della conduzione del giudice, la sua presenza avrebbe
avuto un valore modesto"). La nostra tattica sembrava funzionare. La controparte
sembrava disorientata dalle nostre prove "a scelta multipla", non sapendo, fino al
momento del processo, quali di queste scelte avremmo effettivamente compiuto.
La giustizia non un gioco, ma il sistema del contraddittorio esige che gli avvocati
della difesa non rinuncino a nessun vantaggio. Trattare in cambio di qualcosa,
magari, ma rinunciare gratuitamente a qualcosa, mai!
Mentre mettevamo a punto la nostra strategia, continuavamo per la nostra azione per
convincere il nuovo procuratore generale a non procedere nuovamente contro Claus.
Avevamo saputo che si era incontrata con Richard Kuh prima che questi lasciasse il
suo incarico. Credemmo che per correttezza avrebbe incontrato anche noi, in modo
da sentire entrambe le campane. questo tipo di incontri comportava per noi qualche
rischio; avremmo infatti dovuto presentare la nostra storia nel modo pi convincente,
rivelando cos la nostra strategia difensiva. Lei invece non correva nessun rischio,
doveva solo sedersi e stare a sentire. Se fossimo riusciti a persuaderla dell'innocenza
di von Bulow, sarebbe stata moralmente obbligata a non procedere nuovamente
contro di lui. Alla stesa conclusione sarebbe giunta se avesse ritenuto colpevole von
Bulow, ma difficilmente dimostrabile questa sua colpevolezza, nel qual caso
considerazioni di opportunit e di risparmio di energie l'avrebbero fatta desistere. Se
invece avesse ritenuto von Bulow colpevole e fosse stata convinta di poterlo
dimostrare, allora avrebbe avuto il vantaggio di conoscere le nostre armi.
La maggior parte dei procuratori coglie al volo, l'occasione di uno scambio di vedute
coll'altra parte. In vent'anni di professione, non mi mai capitato una volta che la
richiesta di un incontro venisse respinta. Ma il procuratore generale Violet rifiut di
incontrarci. Il "Journal" dei Providence rifer che aveva "dichiarato di non voler
incontrare Dershowitz e altri avocati della difesa... perch non voleva venir messa
nella situazione di conoscere elementi che non sarebbero stati messi periscritto come
scoperte preprocessuali del caso".

Questa argomentazione era pretestuosa, soprattutto dal momento che eravamo pronti
a mettere periscritto che scopo dell'incontro non era la presentazione formale degli
elementi di prova della controparte, ma tentare di persuaderla ad abbandonare il caso.
All'inizio pensai che la decisione di Violet fosse semplicemente un errore dovuto alla
sua inesperienza, non avendo mai trattato casi penali. Venni per a sapere pi tardi
che, anche se non mi aveva mai incontrato, Arlene Violet aveva una spiccata antipatia
per me, come disse qualcuno che la conosceva. Secondo la mia fonte, si trattava di
una combinazione di paura, gelosia e avversione generica. Disse a diverse persone
che non si sarebbe "fatta menare per il naso" da Dershowitz, e che costui avrebbe
finalmente incontrato qualcuno che "non si sarebbe fatto travolgere" dalla sua
"aggressivit". Non solo non ci eravamo mai incontrati, ma io avevo anche sostenuto
la sua candidatura perch mi avevano parlato bene di lei. La sua evidente ostilit mi
colse di sorpresa. Probabilmente non sapr mai se questa antipatia fu all'origine del
suo rifiuto di incontrarci prima che prendesse un decisione riguardo a un nuovo
procedimento contro Claus von Bulow, ma giudicando le cose retrospettivamente la
sua decisione cost cara ai cittadini del Rhode Island. Resto convinto che se ci
fossimo incontrati e io avessi avuto modo di illustrarle le nuove prove emerse,
soprattutto quelle di carattere medico-legale, avrebbe probabilmente capito di non
poter vincere la causa, e anche se avesse deciso di procedere comunque, avrebbe
avuto il non piccolo vantaggio di aver conosciuto in anticipo la nostra strategia.
Al contrario, Violet annunci che avrebbe deciso se incriminare nuovamente von
Bulow il giorno dopo il mio previsto interrogatorio di Richard Kuh riguardo ai suoi
appunti all'udienza preprocessuale del 4 gennaio 1985. Tutto calcolato per attirare su
di lei la massima attenzione della stampa. (Seppi anche da fonti attendibili che Violet
aveva gi preso la decisione di processare nuovamente von Bulow - e aveva gi
abbozzato la su dichiarazione - prima che io interrogassi Kuh.)
Il venerd 4 gennaio 1985 mi trovai di fronte a Kuh per la prima volta. Lo scopo
dell'udienza era di stabilire la natura e il significato degli appunti di Kuh e di ottenere
un ordine scritto dalla corte perch rendesse accessibili gli appunti che non aveva
ancora rivelato. Kuh si dimostr un antagonista temibile e determinato.

Non erano pi i tempi in cui, come nella lettera del 1992, diceva di apprezzare il mio
libro e la mia integrit. Ormai mi definiva apertamente e via etere un bugiardo e un
disonesto. Quando mi avvicinai per interrogarlo, tutti erano col fiato sospeso.
L'interrogatorio venne ripreso, come consentito dalla legge del Rhode Island, da una
telecamera. A un certo punto cominciai a leggere quanto Kuh aveva annotato
riguardo al suo incontro con Maria, la quale diceva che le etichette erano state
"strappate via", e ricordai a Kuh che mi aveva detto nella sua risposta del 1982 che
nei suoi appunti non vi era niente che potesse suonare a discolpa dell'imputato.
durante l'interrogatorio gli scambi furono vivaci. Alla fine il giudice ci diede ragione
e impose a Kuh di rendere noti tutti gli appunti che aveva ancora da parte. Quando
lasciammo l'aula, venni circondato dai cronisti. alcuni giornalisti televisivi, mi
chiesero di riassumere quello che avevo detto in aula. Altri erano intorno a Kuh, Una
giornalista del "Journal" di Providence, Tracy Breton, particolarmente abile e con
ottimi informatori, mi chiese dimostrarle gli appunti di Kuh. Le risposi che non ero
sicuro di averne il diritto perch non facevano parte dei documenti accessibili al
pubblico. Breton si precipit in direzione del giudice e torn immediatamente per
dirmi che l'aveva chiesto al giudice e le era stato risposto che non vi erano obiezioni e
che le venissero mostrate le annotazioni perch non erano coperte dal segreto
istruttorio. Decidemmo comunque, per ragioni di strategia, di non mostrare a nessuno
interamente gli appunti fino al secondo processo.
Mentre mi avviavo verso l'uscita, riassunsi, forse con un linguaggio un po'colorito,
quello che avevo dichiarato alla corte: "Gli appunti di Kuh sono esplosivi.
Disintegrano completamente la teoria dell'accusa". Spiegai che Maria e Alexander
avevano potuto deporre come avevano fatto solo perch "non erano stati messi a
confronto con le contraddittorie affermazioni rese a Kuh". Kuh defin le mie
affermazioni "spazzature" e continu a sostenere , malgrado i suoi appunti parlassero
chiaro, che "non vi era nessuna contraddizione con quanto affermato durante le
deposizioni". poich i giornalisti non avevano visto gli appunti di Kuh, non potevano
chiedergli conto dell'affermazione di Maria circa le etichette "strappate via" e la borsa
contente "gli stessi oggetti" trovati il giorno del ringraziamento e che non
comprendevano l'insulina.

Il giorno dopo il procuratore generale convoc una grande conferenza stampa. Tutte
le testate e le reti nazionali e locali vennero invitate a intervenire, e i partecipanti
furono decine. La conferenza venne appositamente programmata per il primo
pomeriggio di sabato, cosicch potesse ricevere la maggior eco possibile sui giornali
domenica mattina. Alla conferenza Violet annunci che aveva intenzione di
procedere nuovamente contro Claus von Bulow. Era sua convinzione, disse, che "ci
fossero prove sufficienti le quali, se accolte da una giuria, potevano portare a una
condanna. Queste prove dovrebbero essere sottoposte a una giuria di cittadini ed
proprio quello che intendo fare".
Quindi prosegu con un attacco personale nei miei confronti. Io continuavo a non
averla mai incontrata in vita mia e rimasi quindi sconcertato dalla ferocia dell'attacco.
"Il signor Dershowitz un grande attore, ma ha perso una buona occasione per stare
zitto. Da questo momento in poi se insiste nel rilasciare dichiarazioni [sul caso],
chieder alla corte di togliergli l'incarico di difensore di von Bulow." Quindi espose
ampiamente il suo punto di vista su von Bulow in un'intervista al "Post" di New
York, che rifer che "il nuovo procuratore ha dichiarato ieri di essere 'assolutamente
convinta'che [von Bulow] ha tentato due volte di uccidere sua moglie Sunny".
Ci che mi offese maggiormente fu che Violet si alline a Kuh e mi accus di aver
distorto i suoi appunti: "Ho riesaminato gli appunti di Kuh e l'interpretazione che
[Dershowitz] offre delle dichiarazioni di Maria Schrallhammer falsa, totalmente
falsa". Quando udii queste affermazioni , mi chiesi se Violet e io avessimo letto gli
stessi appunti. Non riuscivo proprio a capire come qualcuno che avesse letto gli
appunti non potesse trovarli manifestamente in contrasto con quanto affermato al
processo, come sarebbe poi emerso chiaramente durante l'appello.
Diversi giornalisti espressero sorpresa per l'atteggiamento di Violet:"E'la prima volta
che vedo un procuratore convocare una conferenza stampa per accusare un avvocato
di aver parlato troppo con la stampa". Il comportamento di Violet un buon esempio
di chutzpa, di faccia tosta(Un caso classico di chutzpa un imputato che, dopo aver
ucciso il padre e la madre, si appella ala clemenza della corte in quanto orfano.).

Un avvocato che i conosceva entrambi defin le sue minacce "un attacco preventivo",
il desiderio da parte sua di "sferrare il primo colpo in quella che sarebbe stata una
lunga guerra. Quando ce l'ha con qualcuno", mi avvert quest'avvocato,"non molla la
presa": Quando Violet sferr il suo attacco mi trovavo in Florida per un giro di
incontri e fui colto impreparato. Ne venni a conoscenza quando feci la mia consueta
telefonata per sapere se c'erano messaggi. "Ci sono state circa una quarantina di
telefonate dalla stampa", mi venne detto, "a proposito dei problemi col procuratore
generale del Rhode Island." Per un momento pensai di prendere un aereo e di tornare
per replicare con tuta la mia panoplia di argomenti, ma il sole era troppo piacevole.
Me ne tornai in albergo a farmi una nuotata. Quando rientrai, per, i accorsi che non
altra scelta che combattere. Diverse telecamere mi aspettavano all'ingresso. Ne
scatur un'autentica battaglia campale in piena regola.
Risposi a questo primo scontro con una lunga lettera indirizzata al procuratore
generale nella quale esponevo il punto di vista circa i rapporti che dovrebbero
intercorrere tra avvocato e la stampa.
Ricordai a Violet che lei stessa aveva convocato una conferenza stampa e aveva
affermato di essere convinta della colpevolezza di von Bulow, comportamento molto
pi pregiudizievole del mio per un giusto processo. Le ricordai anche che con le mie
dichiarazioni al di fuori dell'aula, che non facevano che ripetere quanto era gi stato
detto in aula, non stavo facendo altro che esercitare la mia libert di parola, dato che
era mio diritto rispondere a quanto avevano affermato lei stessa e Kuh. Terminai per
la lettera in un tono conciliante:
A causa della notoriet del mio cliente e dell'interesse che il primo processo ha
sollevato nell'opinione pubblica, l'appello del signor von Bulow provocher
certamente grande clamore. Il mio collega e io del collegio della difesa siamo disposti
a discutere personalmente con lei per concordare ragionevoli norme di
comportamento che regolino le dichiarazioni pubbliche della difesa, dell'accusa e del
signor Kuh nei mesi che seguiranno. La mia prima preoccupazione, come credo la
sua, un processo equo ne quale tutte le provano possa essere prodotte.

Questa volta accett di incontrarmi. Quando arrivai all'incontro, capii meglio quello
che la mia fonte intendeva dire circa il complesso atteggiamento di Violet nei miei
confronti. Durante tutta la durata dell'incontro esib un sorriso forzato pur cogliendo
ogni occasione per far vedere chi comandava.
Raggiungemmo un accordo verbale in base al quale ci saremmo entrambi attenuti a
certe regole nei contatti con la stampa durante lo svolgersi della vicenda. Accett
anche di "tenere Kuh sotto controllo", come disse, perch non desse alla stampa la
versione dell'accusa senza darci la possibilit di replicare. Alla fine riconobbe anche
che alcune delle sue affermazioni su di me erano frutto di "incomprensioni" e di
"citazioni errate" della stampa. Accett di mettere tutto ci per iscritto, cos da evitare
la necessit di continuare questo spiacevole dibattito in pubblico. Anche se alla fine
effettivamente mi scrisse, la lettera di Violet non conteneva i riconoscimenti che
aveva promesso. Quando ho a che fare con un procuratore, capisco subito se
qualcuno col quale basta una stretta di mano o se meglio mettere le cose per iscritto.
Con Arlene Violet era meglio mettere le cose per iscritto.
Il "Globe" di Boston, in uno dei rari editoriali dedicati alla vicenda, cerc di
presentarla come una questione personale tra "il giurista istrione" e "Attila la
monaca". Intitolato "Cosa si dice a Newport...", l'editoriale riconosceva chela
decisione di Violet di procedere nuovamente contro von Bulow "poteva essere
politica, come ritiene l'avvocato difensore Alan Dershowitz, ma", concludeva
l'articolo, "Violet non aveva altra scelta". La corte si trovava a dover risolvere un
"caso giudiziario reale, avvincente come un telefilm pomeridiano".
La selezione della giuria per il processo era prevista all'inizio dell'aprile del 1985.
Venne nominato un nuovo giudice e, secondo gli usi del Rhode Island, vennero prese
alcune decisioni in modo discutibile. Innanzi tutto la sede del processo venne
trasferita da Newport a Providence, anche se nessuna delle due parti l'aveva chiesto.
La decisione fu presa direttamente dal presidente della corte superiore - la corte del
processo - anche se non era direttamente coinvolto nel caso. La decisione provoc
quasi una rivolta tra i ristoratori, gli albergatori e i negozianti di Newport: come se
non fosse bastato il fatto che gli australiani avevano vinto l'American's Cup! Adesso
anche il secondo grande spettacolo di Newport veniva trasferito, un colpo mortale per
il turismo. Un deputato locale present anche una petizione, ma senza successo.

Gli addetti ai lavori dissero che lo scopo del presidente era di sostituire il giudice
originariamente assegnato all'appello, Alberto DeRobbio, un sorridente signore
vecchia maniera di Newport con una reputazione di severit, efficienza e correttezza.
Alcuni osservatori ritenevano che il giudice DeRobbio fosse stato troppo favorevole
alla difesa. Ci aveva concesso quasi tutto quello che gli avevamo richiesto a proposito
degli appunti di Kuh e mi aveva dato ampie possibilit nel controinterrogatorio di
Kuh. La conseguenza di questo trasferimento fu di lasciare il ragionevole e gentile
giudice DeRobbio a vedersela con skipper ubriachi, mentre il fulcro dell'azione
veniva spostato una settantina di chilometri a nord.
Al posto del giudice DeRobbio, il presidente nomin Corrine Grande, il cui nome
gi significativo. il suo stile di conduzione dei processi era infatti solenne, dignitoso e
rispettoso delle parti, e anche se talvolta si scadeva nella pedanteria, era comunque
molto stimata. Sembrava meritare la fama di cautela nel valutare cosa portare a
conoscenza della giuria.
La sera prima che cominciasse la scelta della giuria, il collegio di difesa si riun a
Providence. Chiesi a Claus di organizzare un incontro. La sua risposta rivel
l'esistenza di un problema.
"Cosa c' che non va?" chiesi.
"Sheehan non vuole che tu ti presenti per l'inizio del processo", disse con un tono di
scusa.
"Ancora il Rhode Island Shuffle?" "B, sai che tipo . Uscir dalla corte se sarai
presente." Mi sorprese il fatto che Claus cedesse a questo tipo di pressioni. Dopotutto
era merito nostro e non di Sheehan se avevamo vinto il ricorso, se la richiesta di
intervento della Corte Suprema degli Stati Uniti era stata respinta e se erano state
trovate le nuove prove. Durante tutta la preparazione del processo, Claus mi aveva
pregato di essere presente a Providence tutte le volte che mi fosse stato possibile.
Luned non avevo cori e quindi mi sembrava naturale essere presente all'apertura del
processo per incontrare il giudice ed entrare a far parte del collegio difensivo. Claus
mi disse che anche questa volta Sheehan aveva dato la colpa al giudice. "Non vuole
che il primo giorno di udienza sia occasione di spettacolo e, se Alan presente, pensa
che attirer la stampa."

La scusa era evidentemente assurda. Centinaia di giornalisti e di troupes televisive


erano calate su Providence per vedere Claus von Bulow, che dopo il primo processo
si era tenuto lontano dagli sguardi del pubblico. Nessuno avrebbe notato la mia
presenza, anzi, forse quella che sarebbe stata notata sarebbe stata proprio la mia
assenza. la stampa mi aveva definito "la mente legale", "il condottiero", "la spina
dorsale" della difesa, "l'arma segreta della nuova difesa di Claus", l'avvocato che
"avrebbe diretto la difesa di von Bulow dal suo studio di Harvard" e perfino "la
persona pi importante nella vita di von Bulow". Tutto lasciava pensare che io sarei
stato presente all'apertura del dibattimento. Claus era per terrorizzato all'idea di
perdere qualsiasi appiglio Sheehan potesse fornirgli. Si diceva che il giudice Grande
avesse simpatia per Sheehan, erano stati amici per decenni. "Non posso
assolutamente correre il rischio di inimicarmi i locali, tanto meno ora." Decisi di non
creare problemi. Dopotutto il mio interesse per la nomina della giuria era minimo. Il
mio unico scopo era di esser presente per vedere l'inizio e per cogliere delle
impressioni. Potevo aspettare un altro momento.(Non appena l'udienza fin, ricevetti
quattro telefonate di giornalisti che mi chiedevano perch mai non ero stato presente
in aula.)
A questo punto di manifest il mio primo dissenso con Tom Puccio sulla strategia da
seguire. Puccio e Claus erano assolutamente contrari all'isolamento della giuria. Non
so perch, erano convinti che una giuria isolata - relegati in un albergo poco
confortevole lontano da amici e conoscenti - avrebbe nutrito risentimento contro
l'imputato. Tom disse di aver parlato con molti difensori esperti e che tutti si erano
espressi contro l'isolamento.
L'argomento di Tom - che la maggior parte delle giurie tenute in isolamento
condanna gli imputati - conteneva del vero, ma era vero anche che la maggio parte di
quelle non isolate faceva lo stesso. La maggior parte delle giurie condanna la maggior
parte degli imputati, e ha ottime ragioni per farlo: sono colpevoli. Se anche fosse
stato vero che il tasso di condanne espresso da giurie in isolamento era pi elevato,
questo rifletteva probabilmente il fatto che l'isolamento un provvedimento che
viene in genere adottato in caso di imputati particolarmente famigerati: membri del
crimine organizzato, autori di stragi e di delitti sessuali. Non c' da stupirsi se questo
tipo di imputati condannato pi di frequente, indipendentemente dal fatto che la
giuria sia isolata o meno.

Io ero invece convinto che una giuria isolata fosse la migliore soluzione nel caso von
Bulow. Su di lui circolavano molte storie sgradevoli e non vere, che non sarebbero
mai state ammesse in aula, ma che sarebbero state entusiasticamente propagate dalla
stampa. Inoltre vi era la questione della sceneggiata di Marriott. Marriott - che a
questo punto nessuno intendeva pi chiamare come testimone perch totalmente
screditato - stava cercando disperatamente di ritagliarsi di nuovo uno spazio nella
vicenda. Convocava conferenze stampa, telefonava ai giornali, faceva ascoltare le sue
registrazioni a chiunque (Un ulteriore mistero riguardo a Marriott fu il pestaggio che
sub durante il processo, rimediandoci il naso rotto e un occhio nero.). Anche se per
quanto ne sapevo Claus non aveva fatto nulla di errato, era assolutamente impossibile
prevedere quello che Marriott avrebbe detto e come avrebbero reagito i giurati.
Semplicemente non riuscivo a capire perch stessimo opponendoci all'isolamento.
Fortunatamente perdemmo. Quando sentii che il giudice Grande aveva deciso di sua
iniziativa per l'isolamento della giuria, fui entusiasta. "Qualche volta bisogna perdere
per vincere", comment mio figlio Elon.
Dopo doversi giorni di discussioni venne infine estratta una giuria di dieci donne e
quattro uomini. solo dodici avrebbero alla fine deciso il destino di von Bulow , ma
tutti e quattordici avrebbero ascoltato l'intero dibattimento e i due soprannumero
sarebbero stati esclusi solo prima della sentenza. L'appello ebbe cos inizio il 25
aprile 1985, marted.

15.
UN'ACCUSA A SCELTA MULTIPLA
I testimoni per l'accusa al secondo processo furono sostanzialmente gli stessi che
avevano deposto al primo e le loro deposizioni furono simili; il che non deve
sorprendere, dato che la difesa disponeva delle trascrizioni delle testimonianze rese
durante il primo processo e avrebbe potuto ricorrervi per controinterrogare se ci
fossero state delle discrepanze. Evitare queste discrepanze era quindi assolutamente
necessario. Qualche dettaglio poteva essere aggiunto o eliminato, ma la sostanza
rimase la stessa.
I controinterrogatori furono invece piuttosto diversi, grazie al materiale che avevamo
raccolto durante il ricorso.
La prima teste a carico del secondo processo fu la star del primo, Maria
Schrallhammer. "Bisogna attaccare col proprio testimone principale", disse una volta
un procuratore. La sua deposizione fu una fotocopia di quella precedente. La voce
rotta, le lacrime agli occhi, ripet agli attenti giurati come avesse tentato di
convincere il signor von Bulow a chiamare il medico mentre la sua padrona scivolava
lentamente nel coma. Rifer la sua scoperta della borsa nera con le boccette e con le
prescrizioni avvenuta in febbraio. Marc DeSisto, il trentanovenne procuratore che
aveva sostituito Famiglietti quando questi si era dedicato alla libera professione,
cominci col chiederle della sua scoperta della borsa nera la domenica dopo il giorno
del ringraziamento; l'occasione nella quale, secondo quanto aveva detto al primo
processo, aveva trovato l'insulina con gli aghi, Aspettammo ansiosamente le sue
risposte, curiosi di vedere se avrebbe modificato la sua versione per renderla
compatibile con quanto rivelato dagli appunti di Kuh. DeSisto le domand cosa
avesse trovato quel giorno. Rispose:
Dunque, vidi ancora le boccette nella borsa... Vi era anche un'altra boccetta che presi
e osservai.
DeSisto le chiese se sulla boccetta vi era un'etichetta. Era la domanda decisiva, dato
che nell'incontro con Richard Kuh sei settimane dopo gli avvenimenti aveva detto che
"tutte" le etichette "erano state strappate".

SCHRALLHAMMER: Si, c'era.


DESISTO: Lei ha letto l'etichetta?
SCHRALLHAMMER: Si, l'ho letta.
DESISTO: E cosa diceva quest'etichetta?
SCHRALLHAMMER: C'era scritto, "insulina".
La deposizione di Maria era quindi in netto contrasto con gli appunti di Kuh. Ci
chiedemmo quale fosse la strategia dell'accusa. Come pensavano che Maria avrebbe
potuto reggere al controinterrogatorio basato su questi appunti? per Saperlo avremmo
dovuto aspettare il controinterrogatorio di Tom.
Nel frattempo, quasi sfidando gli appunti, Maria aggiunse: "E c'era anche una
siringa". Naturalmente durante la sua prima conversazione, Maria non aveva affatto
parlato a Kuh della siringa.
Maria arriv quindi all'ormai famoso:"Insulina, per farne che?", affermando che
aveva mostrato la fiala ad Alex dicendogli quella frase. I giornalisti notarono che,
mentre durante il primo processo la frase venne pronunciata con un tono di sincero
stupore, ora Maria la disse in tono "piatto". Questo piccolo cambiamento sugger
come Maria intendesse far fronte al controinterrogatorio di Tom.
Maria concluse la sua deposizione raccontando gli avvenimenti che portarono al
secondo e definitivo coma. Fu cuna replica eccellente, ma Maria non aveva ancora
terminato di rispondere alle domande.
Il suo controinterrogatorio cominci luned dopo la pausa per il week-end. Dopo
qualche domanda preliminare, Tom arriv al sodo:"La prima volta che parlo col
signor Kuh, lei non gli disse nulla riguardo all'insulina, non vero?"
Improvvisamente, per la prima volta, Maria parve in difficolt: "Pi essere. Pu
essere, dato che allora di insulina non ne sapevo molto": Questa era la sua
spiegazione per non aver detto nulla sull'insulina e sulle siringhe durante quella prima
conversazione. Quello che voleva dire era che quella scoperta non aveva avuto allora
per lei un particolare significato, poich non sapeva che l'insulina poteva essere stata
l'arma del delitto. "Non ero consapevole del pericolo", spieg. Era chiaro il perch
del suo piccolo cambiamento di tono tra il primo e il secondo processo. Nella prima
deposizione aveva sottolineato la scoperta ostentando sconcerto e sorpresa.

Al secondo processo - comprendendo che avrebbe dovuto rendere conto del suo
silenzio durante il primo incontro con Kuh - prefer non mettere in risalto la sua
scoperta, parlandone in tono dimesso, come se si trattasse di una qualunque altro
oggetto trovato nella borsa. Maria ammise anche di non aver menzionato aghi e
siringhe, malgrado la loro ovvia importanza per eventuali attivit criminali. Quando
poi le venne chiesto della sua affermazione secondo la quale le etichette erano state
"strappate via", Maria si confuse:"Si, possibile che le etichette fossero state
strappate, perch in realt le avevo viste prima".
Notammo tutti che Maria sfrutt durante entrambi i processi la sua presunta
"difficolt" con l'inglese per togliersi d'imbarazzo. quando invece voleva farsi capire,
riusciva ad esprimersi con precisione teutonica anche in inglese, mentre quando era
messa alle strette, ricorreva a frasi goffe e sgrammaticate per evitare di dare risposte
chiare. Come osserv un avvocato, "quando le cose di mettevano male, l'inglese di
Maria cominciava a zoppicare": Mentre ero seduto ad ascoltare Tom Puccio che
controinterrogava Maria Schrallhammer, provavo una sensazione di orgoglio misto a
frustrazione. Ero fiero del lavoro che la mia squadra aveva svolto nel procurarsi gli
appunti di Kuh e nell'attirare l'attenzione sulla loro importanza fin dall'inizio del caso.
Ero per deluso da come Tom li stava usando. Claus descrisse questa situazione
come un commediografo che stava guardando un buon attore che interpretava una
parte non proprio secondo le sue indicazioni. Ogni avvocato ha il suo sistema per
controinterrogare un testimone che si suppone stia mentendo. Il mio sistema battere
e ribattere sulle discrepanze emerse e di attirare su di esse l'attenzione della giuria
sull'impossibilit che esse siano casuali. Tom agiva diversamente; una volta
evidenziata la discrepanza, passava a un altro argomento. Ebbi la sensazione che si
stesse lasciando sfuggire Maria, che non la mettesse abbastanza alle strette sui motivi
per i quali - se effettivamente aveva trovato l'insulina e le siringhe - non aveva
avvertito la sua padrona, il medico di Sunny, il dottor Stock, o la madre, o non ne
aveva parlato subito con Kuh. La sua scusa - non ne aveva subito compreso
l'importanza - mi sembrava debole, ma non sapevo che impressione avesse fatto sulla
giuria.
Prima del controinterrogatorio Tom e io avevamo discusso della sua strategia. "Io
non credo che qualche discrepanza con quanto detto in precedenza impressioni molto
la giuria."

I procuratori tendono in genere a sorvolare su queste contraddizioni perch i loro


testimoni hanno gi deposto davanti al gand jury o davanti alla polizia. Le
contraddizioni sono in genere di poco conto, ma gli avvocati difensori, che non hanno
molto altro su cui appoggiarsi, sfruttano ogni insignificante dettaglio grammaticale.
Ovviamente questa tattica ha raramente successo. Ma in questo caso non si trattava di
piccoli dettagli. Quando Maria ebbe lasciato il banco dei testimoni, provai
l'impressione che non avessimo sfruttato fino in fondo quello che avevamo in mano.
I commenti della stampa del giorno dopo confermarono i miei peggiori
timori:"Maria, la governante di ferro, regge alla pressione", "La difesa incapace di
demolire la testimonianza della governante". Negli articoli si affermava che "Puccio,
grazie agli appunti di Kuh stato costretto a rivelare, ha fatto registrare alcuni
importanti punti a suo favore. Il fatto che la difesa non fosse stata messa a
conoscenza del contenuto di questi appunti, stata una delle ragioni per cui la Corte
Suprema ha annullato la prima sentenza". (In un processo che si svolge sotto i
riflettori, i cronisti hanno l'abitudine di discutere tra loro delle loro sensazioni. Le
opinioni della stampa sono quindi il risultato di un'elaborazione collettiva, e
raramente coincidono con quanto pensano i giurati. Sarebbe interessante che un
giornale o una rete televisiva formino una finta giuria con tre o quattro cittadini
comuni che ascolti solo quello che la vera giuria autorizzata ad ascoltare e che
riferisca ai giornalisti la sua impressione alla fine della giornata.)
Avendo ascoltato il suo controinterrogatorio, peno che effettivamente Tom abbia
ottenuto buoni risultati nell'attaccare la deposizione di Maria su quanto aveva trovato
nella borsa nera, ma penso anche che non abbia ottenuto molto su altri punti. Quando
lasciai l'aula, mio figlio Elon defin la deposizione di Maria una "maid-up story", una
montatura. (Gioco di parole tra "maid", governante, e "maid-up", truccata,
contraffatta.)
A mio avviso, il controinterrogatorio di Maria non era stato un inizio di buon auspicio
per la nostra causa. La tattica di Tom nei controinterrogatori i preoccupava e scrissi in
proposito a claus. Ma non c' molto che un allenatore possa fare quando i suoi ragazzi
sono in campo. Sperai solo che Tom sarebbe stato pi aggressivo col prossimo
testimone, il principe Alexander von Auersperg.
Alex, come Maria, ripet quanto aveva detto al primo processo: come Maria l'avesse
chiamato per mostrargli la fiala di insulina e le siringhe che aveva trovato nella borsa
il giorno dopo il Ringraziamento; la sua perquisizione nell'armadio di Claus dopo il
secondo coma di sua madre; e la scoperta dell'ago con le tracce di insulina.

Come nel caso di Maria, il suo controinterrogatorio fu completamente diverso.


tenendo gli appunti di Kuh in una mano, Puccio indic Alex con l'altra e gli chiese
dei suoi incontri con Richard Kuh che non erano mai stati portati a conoscenza della
prima giuria. si concentr su un incontro che aveva avuto luogo quattro giorni dopo
che Alex e l'investigatore avevano fatto la loro perquisizione a Clarendon Court e
avevano trovato la borsa con l'ago incrostato di insulina. Presenti incontro erano
Alex, sua sorella Ala, la madre di Sunny, il banchiere di fiducia della famiglia,
Morris Gurley, e Richard Kuh. Puccio chiese ad Alexander se "uno degli argomenti
discussi durante quella riunione fu l'eventualit di dare a claus del denaro perch
rinunciasse ai suoi diritti sull'eredit di vostra madre. Non cos?" Messo di fronte
alle inequivocabili testimonianze rappresentate dagli appunti di Kuh, Alex non poteva
che ammettere quello che la giuria aveva sentito:"Si, cos".
Puccio presegu:"L'idea di pagare il patrigno per sbarazzarsi di lui vi venne dopo la
vostra perquisizione a Clarendon Court e dopo che trovaste tutti i vari oggetti [e li
metteste nella borsa nera] non vero?" Certo che era vero. Gli appunti di Kuh non
lasciavano dubbi sulla cronologia degli avvenimenti.
"Credo di si", ammise Alex.
Gli appunti di Kuh dimostravano che solo poche settimane dopo aver saputo che il
coma di Sunny era irreversibile e solo pochi giorni dopo aver trovato la borsa nera e
l'insulina, la famiglia stava discutendo concretamente la possibilit di "comprare"
l'uomo che essi stessi sospettavano di aver tentato di uccidere la loro amata Sunny.
Gli appunti di Kuh rivelarono altri particolari delle questioni finanziarie. Citando
ancora gli appunti, Puccio chiese ad Alex chiarimenti sul colloquio che aveva avuto
con Kuh a proposito del testamento di sua madre pochi giorni dopo che questa era
entrata in coma.
Dopo una lunga pausa, Alexander rispose:"Non mi ricordo con precisione di questo
colloquio".

Puccio gli chiese quindi di Clarendon Court, la favolosa propriet di famiglia:"Non


forse vero che durante il suo rimo incontro con Kuh, all'inizio del 1981, lei parl di...
Clarendon Court?" Ancora una volta Alex non ricordava:"Non so se fu durante
quell'incontro".
In una situazione come questa gli appunti rivelavano tutto il loro valore.
E'comprensibile che un testimone non ricordi con precisione avvenimenti e
discussioni che avevano avuto luogo pi di quattro anni prima. E'soprattutto
improbabile che ricordi esattamente la cronologia precisa e le parole. Ma appunti
presi al momento non mentono e non dimenticano nulla.
Tom si avvicin quindi con gli appunti in mano, li mise davanti ad Alex, gli indico
alcuni passi e chiese :"Dopo aver letto queste righe, le tornato in mente che durante
un incontro all'inizio di gennaio del 1981 con sua sorella e il signor Kuh ha discusso
del testamento di sua madre?" Messo di fronte alle sue stese parole, trascritte dal suo
stesso avvocato, Alex non poteva che rispondere:"Si, mi ricordo".
Puccio rinfresc la memoria di Alex a proposito di Clarendon Court ricorrendo
ancora agli appunti di Kuh. "Non ricordo esattamente l'incontro, ma se gli appunti
affermano questo, pu darsi che le cose siano andate cos", riconobbe Alex. Il resto fu
facile. Tom port Alex ad ammettere di aver detto a Kuh - come riportavano gli
appunti - che non voleva perdere Clarendon Court " a nessun costo".
In ultimo Tom costrinse Alex a fare qualche pericolosa ammissione sulle circostanze
del ritrovamento dell'insulina e sulla perquisizione. Alex riconobbe che aveva solo un
vago ricordo di quello che Maria gli aveva mostrato:"Mi disse qualcosa". Non
ricordava le sue parole, e aveva solo "vaghi" ricordi. La testimonianza di Maria
sull'insulina era quindi confermata solo da vagli ricordi vecchi di quattro anni e
contraddetta invece da annotazioni prese al momento. Tom riusc anche a dimostrare
che Alex aveva gettato via alcuni dei farmaci che aveva trovato durante la sua ricerca
a clarendon Court (Gli avvocati di Alex affermano che gett via solo farmaci poco
importanti, some dell'aspirina. Ovviamente, per, nel contesto di questo caso, nessun
farmaco, per quanto "innocente", pu essere considerato irrilevante.).

L'investigatore privato che aveva effettuato la perquisizione ammise al secondo


processo di non sapere con precisione cosa fosse stato trovato all'esterno e cosa fosse
stato trovato all'interno della borsa nera, un elemento su cui noi avevamo gi
richiamato l'attenzione durante il ricorso. a un certo punto ammise quasi che l'Inderal
con la prescrizione a nome di Sunny era stato trovato nella borsa nera, ma poi disse
che non poteva esserne sicuro perch al momento non aveva steso alcun inventario.
Gli appunti di Kuh, con la loro versione dei fatti mai udita prima, erano ormai
diventati i protagonisti del nuovo processo.
I titoli de giornali del giorno dopo dimostrarono l'importanza degli appunti:"La
famiglia voleva eliminare Claus dal testamento", "I parenti volevano diseredare
Claus", Von Auersperg ammette il suo interesse per Clarendon Court". L'attenzione si
stava spostando dal comportamento di Claus a quello dei suoi accusatori. Richard
Kuh, ormai al di fuori del caso ma che era pur sempre osservatore interessato,
comment, sulla difensiva, che il piano della famiglia non costituiva propriamente
"un ricatto" perch "non ci fu mai nessuna discussione al proposito con Claus".
Tutte queste nuove rivelazioni erano state sollevate dagli appunti di Kuh, e
giustamente la stampa ne sottoline l'importanza:
La difesa venuta a sapere di queste riunioni di famiglia grazie agli appunti
manoscritti dell'avvocato newyorchese della famiglia, Richard Kuh, che svolse quella
che la difesa ha definito un'inchiesta privata". L'avvocato Alan Dershowitz, che ha
diretto il ricorso von Bulow, ha affermato che gli appunti "faranno saltare in aria la
tesi dell'accusa". Ieri abbiamo sentito le prime esplosioni.
Anche l'austero "New York Times" defin il controinterrogatorio basato sugli appunti
di Kuh "una bomba... che sembra aver spostato l'accusa di venalit dall'imputato alla
famiglia".
Dopo la fine della deposizione di Alexander, molti giornalisti mi chiesero perch non
gli fosse stata posta alcuna domanda circa le accuse di Marriott. Anche se avessimo
deciso di non chiamare David Marriott a deporre, avremmo sempre potuto utilizzare
le sue informazioni per chiedere qualcosa ad Alex circa la droga.
La legge richiede per che un avvocato sia "in buona fede" prima di porre domande a
un testimone. Questa norma importante e ha lo scopo di impedire a un procuratore o
a un avvocato difensore irresponsabile di fare insinuazioni immotivate che possano
influenzare la giuria.

Senza questa norma molto opportuna, un avvocato potrebbe fare domande del tipo
"Quando ha smesso di picchiare sua moglie?" Ad esempio, se un procuratore
dall'aspetto rispettabile chiede a un imputato o a un testimone della difesa dall'aria
losca se sia mai stato condannato per spergiuro, anche una sua risposta negativa
lascerebbe pensare ad alcuni giurati che qualcosa di vero sotto deve esserci. La norma
non richiede che l'avvocato che controinterroga dia prove delle affermazioni implicite
nella sua domanda, ma solo che queste domande sino fatte in buona fede, concetto
non facile da definire.
Crediamo, comunque, di aver superato la prova, malgrado la ritrattazione da parte di
Marriott del suo affidavit; in fondo padre Magaldi insisteva nella sua versione dei
fatti. L'avvocato di Alex aveva inoltrato un affidavit che lasciava intendere che il suo
cliente avrebbe potuto rifiutarsi di rispondere a domande che potevano portare a una
sua autoincriminazione se fosse stato interrogato sulla base della accuse, "totalmente
false", di Marriott. Il patrigno di Alex, Claus, il quale era ovviamente parte in causa,
aveva detto fin dall'inizio ai suoi avvocati, ancora prima che saltasse fuori la storia di
Marriott, che il suo figliastro faceva saltuariamente uso di marijuana e di cocaina, e
aveva dato anche alcuni elementi di prova.
Valutammo a lungo i pro e i contro dell'aprire questo vespaio. Alla fine fu il giudice a
decidere per noi, stabilendo che il fatto che Claus fosse stato visto usare siringhe a
Majorca nel 1969 non poteva essere portato di fronte alla giuria. Si trov quindi in
disaccordo con quanto aveva deciso il giudice Needham durante il primo processo.
Secondo il giudice Grande, questo episodio, che risaliva a pi di dieci anni prima, era
"troppo remoto" per essere significativo da un punto di vista processuale e pi
fuorviante che probatorio.
Se avessimo controinterrogato Alex sul suo supposto uso di droga, avremmo perso i
frutti di questo nostro successo. Il giudice infatti avrebbe ritenuto che a questo punto
anche il vecchio episodio di Claus poteva essere portato a conoscenza dei giurati.
Inoltre, una domanda cos accusatoria poteva rivelarsi controproducente e suscitare
simpatia nei confronti di Alex, soprattutto per il fatto che non disponevano di alcun
riscontro alle informazioni che ci aveva dato Marriott, e a questo punto Marriott era
completamente screditato.

Infine, vi era anche la possibilit, per quanto remota, che facendo ad Alex domande
basate sulle affermazioni di Marriott, l'accusa decidesse di chiamare Marriott a
deporre. Era un rischio piuttosto modesto, dato che nessuna delle due parti voleva
compromettersi con un personaggio come Marriott e con la sua storia contraddittoria,
ma non volevamo che l'attenzione della giuria fosse distratta da una vicenda
secondaria come quella di Marriott e allontanata dalle questioni veramente
importanti.
Tutto sommato, non avevamo alcun vantaggio a porre ad Alexander domande sul suo
supposto uso di droga. Il giudice aveva impedito che si parlasse in aula della
familiarit di Claus con le siringhe, e quindi noi non avevamo alcunch da confutare.
Alex pot quindi terminare la sua deposizione senza doversi appellare al quinto
emendamento o rispondere ad alcuna domanda su questioni di droga. La farsa di
Marriott era ormai diventata u fastidioso dettaglio senza alcuna rilevanza processuale.
La parte "melodrammatica" del processo era per due terzi completata. L'unico
testimone che doveva ancora dare il suo contributo al quadro - prima di passare
all'aspetto pi propriamente medico - era l'attrice Alexandra Isles, una star anche
nella vita reale. M non si riusciva a trovarla. Il giudice disse al procuratore di cercarla
mentre i giurati cominciavano a sentire la sfilata di medici e tecnici di laboratorio che
cercavano di persuaderli che i coma di Sunny erano stati provocati da insulina
esogena.
L'accusa cominci la parte medica della sua ricostruzione con un fulmina ciel sereno.
I suoi primi tre testimoni - medici che avevano avuto in cura Sunny von Bulow al
pronto soccorso del Newport Hospital durante il primo coma - cercarono di
dimostrare che il corpo di Sunny presentava varie ferite, abrasioni e lacerazioni.
L'accusa voleva sostenere che queste erano il risultato di una lotta. Per la prima volta
in questa vicenda, che durava ormai da quatto anni, si avanzava l'ipotesi che Claus
von Bulow avesse iniettato con la forza alcune sostanze a sua moglie, che tentava di
resistere. Durante il primo processo e il ricorso, l'accusa aveva sempre sostenuto che
Claus aveva iniettato l'insulina "nascostamente", mentre la moglie era addormentata o
in stato di incoscienza.

Ma ora si voleva evocate lo spettro di una lotta per la vita e per la morte tra l'accusato
alto un metro e novanta e sua moglie, evidentemente molto pi debole. Il giudice
Grande riassunse cos la teoria della lotta quando si tratt di decidere se ammetterla o
no in aula:
La donna drogata, almeno in parte, a casa sua, dove dovrebbe essere al sicuro, con
un marito del quale fidarsi, che avrebbe dovuto pensare a lei. Improvvisamente si
sveglia, nel cuore della notte. Intorno non c' nessuno. Si sveglia e scopre che suo
marito le sta praticando un'iniezione. E lei lotta, lotta per la sua vita. E'durante questa
lotta - questo quanto dice l'accusa - rimane ferita.
Molto drammatico certo, ma si tratta di fantasia o di realt? L'accusa non sosteneva
che le cose fossero andate proprio cos, ma che avrebbero potuto andare cos. Era
quindi l'accusa ad adottare ora una tattica "a scelta multipla": Claus poteva aver
iniettato sostanze a sua moglie o "surrettiziamente" o "con la forza".
Per quanto ci provasse, l'accusa non era per in grado di fornire alcuna prova della
teoria della lotta. In una teatrale dimostrazione avvenuta senza la presenza della
giuria, John Sheehan sottopose i medici a una difficile prova. Il medico aveva
affermato di poter stabilire "con un ragionevole margine di certezza medica" che i
graffi di Sunny "erano stati provocati d una colluttazione", e non in conseguenza di
un innocente incidente. Durante l'udienza per stabilire se la giuria dovesse essere
portata a conoscenza di questa testimonianza, Sheehan si avvicin al medico che
sedeva al banco dei testimoni, si arrotol una manica e gli mostr alcuni graffi che si
era fatto durante il week-end. Mostrandogli il braccio, Sheehan gli chiese con tono di
sfida se potesse stabilire cosa li aveva provocati:"E'stata una lotta?" Il medico
esamin i graffi e il giudice aspett la sua risposta. Dopo una lunga pausa rispose:"Mi
dispiace, non saprei dirlo".
Sheehan insistette:"Dunque, come mi sono fatto questi graffi?" Il dottore
rispose:"Non lo so".
Sheehan allora sferr il colpo:"Tuttavia, lei mi sta dicendo che sa come Sunny si
procurata i suoi graffi, non vero?" Il medico fece rapidamente marcia indietro:"No,
non so come se li sia procurati".
Fu un ottimo esempio dello stile Perry Mason, e si capisce quindi perch Sheehan
abbia tanto successo di fronte alle giurie.

In seguito alla superba prestazione di Sheehan, il giudice concluse che il medico "non
era in grado di stabilire con una ragionevole certezza le cause delle ferite di cui ha
parlato". Il giudice Grande escluse quindi ogni accenno alla teoria della lotta,
eliminando "la scelta multipla" dell'accusa sulle modalit del coma di Sunny. Dopo la
fine della seduta, alcuni giornalisti chiesero a Sheehan come si fosse fatto quei grafi.
Sheehan sorrise e rifiut ogni commento. Pi tardi ammise che quei graffi se li era
procurati da solo con un chiodo. "Qualche volta un avvocato deve fare qualcosa di
pi del semplice dovere per vincere",disse modestamente. Una vittoria dolora che
mostrava il meglio del mestiere dell'avvocato di prima linea.
Il giudice si era ovviamente preoccupato dell'impatto pregiudiziale che questa e altre
testimonianze che aveva scartato avrebbero potuto avere. Oltre alla teoria della lotta,
aveva anche impedito all'accusa di descrivere la sanguinosa scena che era seguita
all'abuso di aspirina da parte di Sunny. (Qualcosa sulla ferita alla testa di Sunny era
comunque stato detto.) L'accusa aveva cercato di insinuare, senza tuttavia dirlo
chiaramente, che Claus aveva assalito con un oggetto contundente sua moglie. Tutte
le prove andavano per in direzione di un'overdose che Sunny si era procurata da sola
e in seguito alla quale era caduta ferendosi. L'unico motivo di accennare al sangue era
quindi di suggerire surrettiziamente ai giurati che Claus era in qualche modo
responsabile di questo episodio.
Dopo aver respinto un'obiezione della difesa relativa alla testimonianza sul sangue, il
giudice Grande disse all'accusa durante un incontro riservato che stava cercando di
"tenere questo processo insieme con lo spago" e che la sua decisione di respingere
l'obiezione della difesa avrebbe potuto essere invalidata in sede di ricorso. quando
Claus lo venne a sapere, mi chiam e mi preg ardentemente di tenere una lista di
tutti i punti sui quali il giudice Grande avrebbe potuto essere contestato in un ricorso.
ci augurammo tutti e due ridendo di poter presto stracciare questa lista.
Durante l'esposizione delle testimonianze mediche dell'accusa, si verific un bizzarro
episodio che distrasse per un attimo l'attenzione generale. Un frequentatore abituale
di entrambi i processi mise sul tavolo della difesa una busta con su scritto "Piano di
fuga". All'interno vi era un biglietto da un dollaro, un passaporto stampato a mano e
una serie di istruzioni per la fuga e per chiedere asilo ne Salvador nel caso che
"qualcosa andasse storto". Lo sceriffo sequestr il materiale e prese in custodia
l'uomo che venne infine rilasciato, ma allontanato dall'aula.

Durante tutto il secondo processo comparvero in aula i personaggi pi strani:


un'attrice che voleva recitare la parte di Sunny in un film sulla vicenda; vari
"testimoni" che si offrirono di dire qualunque cosa potesse giovare a claus; e,
naturalmente numerose donne che non chiedevano di meglio che diventare le amanti
di Claus.
Durante le pause per il pranzo, il loquace dottor Gailitis parlava con gli avvocati di
entrambe le parti. in una di queste occasioni disse agli avvocati della difesa che prima
del primo processo aveva detto "chiaramente" alla pubblica accusa che il primo coma
- quello di cui era stato testimone diretto - aveva altre cause oltre all'insulina:"La mia
conclusione, come medico che l'ha curata in quel momento, che in quell'occasione
il principale problema medico fosse il soffocamento in conseguenza del vomito e
dell'inspirazione di sostanze gastriche". E lo disse in modo molto chiaro ed
eloquente:"Non avrei potuto essere pi esplicito". L'accusa gli aveva detto tuttavia di
non esprimere "spontaneamente" questa sua opinione durante la sua deposizione in
occasione del primo processo. La prima giuria non ebbe quindi mai l'occasione di
sentire l'opinione di colui che, per essere stato presente direttamente, era il pi
qualificato a darne una: il medico che era intervenuto in occasione del primo coma e
aveva salvato la vita di Sunny.
Venne immediatamente convocata una seduta senza la presenza della giuria e il
dottor Gailitis fece ulteriori rivelazioni su come era stato "preparato" dall'accusa per
il suo ruolo di testimone. Descrisse il suo incontro con i procuratori e col professor
William Curran, l'avvocato ingaggiato da Richard Kuh per aiutare la preparazione
delle testimonianze mediche a carico, come una "tortura". Famiglietti faceva le
domande, Gailitis rispondeva e il professor Curran approvava o meno queste risposte.
Gailitis non era al corrente del fatto che Curran fosse stato ingaggiato da Kuh per
conto della famiglia, a era sicuro che si trattasse di "una cosa odiosa", una
"messinscena" come si fosse trattato di uno "sceneggiato televisivo... le domande che
non ottenevano risposte che andavano a genio a Famiglietti non i furono in seguito
poste..."

Puccio chiese al dottor Gailitis cosa gli disse l'accusa quando lui espresse il suo
parere secondo il quale il coma aveva origini diverse dall'insulina. Gli venne risposto
che avevano altri "esperti che si occupavano delle questioni tecniche. Tutto ci che
lei deve fare rispondere alle domande e non fare affermazioni spontanee".
In ultimo gli venne chiesto se qualcuno gli disse mai che il suo punto di vista sulle
cause del coma sarebbe stato comunicato alla difesa. "Assolutamente no" fu la
risposta. Ovviamente le sue tesi, che corroboravano quanto sosteneva la difesa, non
vennero mai comunicate al collegio di difesa o alla giuria durante il primo processo.
Gli appunti di Kuh non furono quindi l'unico importante elemento a discolpa
dell'imputato che non venne rivelato alla giuria che condann von Bulow.
In un procedimento penale, l'accusa ha l'obbligo costituzionale di rivelare ogni
particolare che possa scagionare l'imputato. Quest'obbligo codificato in una serie di
norme, tra le quali la pi importante la cosiddetta norma "Brady" che prende il
nome dal caso in relazione al quale la Corte Suprema la formul. La mancata
ottemperanza a questa norma pu portare all'invalidamento della condanna e a un
nuovo processo.
Se fossimo stati a conoscenza delle informazioni rivelate ora dal dottor Gailitis,
avremmo aggiunto quest'altro punto alla nostra istanza di ricorso. Ma ormai il ricorso
era gi stato vinto in base ad altri argomenti e noi eravamo nel pieno del nuovo
processo. inoltre, adesso, l'informazione l'avevamo, ed era quindi difficile strutturare
le esplosive rivelazioni del dottor Gailitis per ottenere vantaggi specifici. Tom Puccio
present un'istanza ma il giudice Grande la respinse, affermando:"le implicazioni di
quanto veniamo a sapere sono gravissime e sollevano interrogativi inquietanti..."; ma
prosegu scagionando i procuratori del Rhode Island e la polizia da ogni accusa di
condotta scorretta, anche se, secondo molti, la credibilit della procura generale sub
un duro colpo. Le rivelazioni del dottor Gailitis mostravano che per assicurare la
condanna di Claus von Bulow intendevano spingersi fino al punto di occultare
elementi di prova a discarico. Fu una brutta giornata per la pubblica accusa. Herry
Gemma, che con Marc DeSisto rappresentava l'accusa, dichiar che "una nuvola
oscura calata sul caso".
Pi o meno in questo periodo, Gemma cominci a discutere della possibilit di venire
a patti. claus era sempre disposto a dichiararsi colpevole di negligenza o di omissione
di soccorso.

Un reato come "mancato ricorso al medico per negligenza", ammesso che un reato
simile fosse previsto dalla legislazione del Rhode Island, sarebbe stato accettabile.
Non avrebbe per in nessun caso accettato di dichiararsi colpevole di alcun reato che
implicasse un suo tentativo volontario di nuocere alla mogie, dato che non aveva mai
fatto nulla di simile. Per chiudere questa storia e per evitare il rischio che una nuova
giura lo condannasse come gi aveva fatto la precedente, era disposto a riconoscere
che, effettivamente, guardando le cose a distanza di tempo, forse avrebbe potuto
ricorrere con maggiore sollecitudine al medi col durante la crisi di Sunny nel 1979.
Alla fine per, Arlene Violet - il procuratore generale neoeletto e senza grande
esperienza - rifiut qualsiasi accordo che non prevedess una pena detentiva per Claus
e le trattative si interruppero.
Il resto delle testimonianze mediche dell'accusa ricalc quanto si era sentito al primo
processo. Tom seppe usare efficacemente le informazioni mediche che avevamo
ottenuto per la richiesta di un nuovo processo per controinterrogare i testimoni.
Puccio mise sotto torchio il dottor George Cahill, il pi importante testimone per
l'accusa, per ben tre ore, sparando domanda su domanda sempre a partire dalle nuove
informazioni che avevamo raccolto prima e dopo la nostra richiesta di un nuovo
processo. Fahringer aveva interrogato Cahill solo per venti minuti e non era riuscito a
scalfire la sua testimonianza. Puccio non riusc a demolire la deposizione di Cahill,
ma la indebol notevolmente. Puccio riusc a fargli ammettere che altre concause,
oltre all'insulina, potevano essere all'origine del secondo coma. Cahill riconobbe che
farmaci come la Solfonylurea - di cui non si era mai parlato al primo processo potevano aver provocato il coma.
PUCCIO: Dunque, a questo punto, dottore, mi sembra che lei abbia modificato la sua
deposizione, dato che non pu affermare con ragionevolezza che non sia stata usata la
Solfonylurea all'origine del coma. Non cos?
CAHILL: Si, cos.
Cahill ammise che "non possibile essere sicuri al cento per cento", ma che lui lo era
al 90 per cento, al che Tom replic, con il suo tipico fare di Brooklyn, "Questa non
una roulette!" A un certo punto il dottor Cahill, esasperato dal fuoco di sbarramento
di domande al quale lo sottoponeva Tom sbott:

"Mi spiace, non facile per continuare a rispondere a domande inutili!". Ma n i


giurati n il giudice pensavano che le domande di Tom fossero inutili; e il giudice
Grande riprese anche severamente il dottor Cahill per i suoi commenti
"assolutamente inappropriati" e "gratuiti", invitando i giurati a non tenerne conto.
Alla fine di questo supplizio di tre ore, il dottor Cahill ammise a denti stretti che
Puccio l'aveva messo molto pi in difficolt di Fahringer:"Le domande erano molto
pi insidiose", ma il medico non pens di essersi smentito. La giuria avrebbe poi
tratto le sue conclusioni.
L'accusa present anche un testimone inedito, il dottor Robert Bradley, un distinto
gentiluomo di sessantacinque anni che dirigeva il Joslin Diabetics Center a Boston,
un centro all'avanguardia sulle ricerche perla glicemia. Al dottor Bradley venne
chiesto di "quantificare" la sua certezza a proposito del fatto che il primo coma fosse
stato provocato dall'insulina. Con un'arroganza che solo un medico di Boston pu
avere, Bradley - che non aveva mai avuto occasione di esaminare la signora von
Bulow - dichiar " al cento per cento".
In sostanza stava dando dell'incompetente e dell'incapace a tutto il gruppo di medici
che aveva avuto in cura Sunny alla Columbia University nel periodo fra i due coma.
Se lui, che non aveva mai visto la paziente, poteva essere sicuro al cento per cento
che un'iniezione di insulina aveva provocato il primo coma, allora i medici che
l'avevano esaminata e non avevano neanche preso in considerazione l'unica possibile
diagnosi dovevano essere degli incapaci.
Quando gli venne posta la stesa domanda a proposito del secondo coma, il dottor
Bradley modific un po'la sua risposta:"Novantanove per cento".
Quest'episodio mi ha fato venire in mente una storiella su uno studente che in un
supermarket di Cambridge si presenta con una dozzina di acquisti a una cassa che
espone il cartello"Meno di sei acquisti". Il cassiere, burbero, guarda il ragazzo e
ringhia;"Ehi, vieni da Harvard e non sai contare, o vieni dal MIT e non sai leggere?"
Il dottor Bradley non capiva niente di calcolo delle probabilit o piuttosto era la
medicina che ignorava?

Mentre l'accusa stava portando a termine la presentazione dei suoi testimoni, le


ipotesi su cosa ne fosse stato di Alexandra Isles, l'ex amante di Claus la cui
testimonianza aveva avuto una cos grande importanza emotiva al primo processo, si
moltiplicarono. si diffuse la voce che avesse lasciato il paese per non dover
testimoniare. L'accusa chiese che fosse consentita la lettura in aula della deposizione,
sfavorevole alla difesa, che la Isles aveva reso durante il primo processo. La difesa
per si oppose, sostenendo che l'accusa non aveva fatto tutto quanto in suo potere per
trovare la Isles e portarla a deporre. L'affare era complicato dalla "cavalleresca"
rinuncia da parte di Fahringer a controinterrogare Alexandra. Al secondo processo la
difesa si proponeva invece di controinterrogarla vivacemente. Il giudice si espresse a
favore della difesa, dando all'accusa il lungo week-end del Memorial Day per
ritrovare la Isles e portarla in aula.
Sospettai un trucco. L'accusa avrebbe evidentemente preferito presentare la
trascrizione della prima deposizione resa dalla Isles senza controinterrogatorio, e solo
se fosse stata costretta si sarebbe veramente data da fare per ritrovarla. Pensai che
anche Alexandra avesse le stese intenzioni. Avrebbe preferito non deporre, se la
trascrizione fosse bastata a far condannare Claus, ma se fosse stato necessario sarebbe
venuta.
Un'altra cinica teoria circolava tra gli osservatori, secondo la quale Alexandra aveva
sempre avuto l'intenzione di testimoniare, ma voleva creare della suspense sulla sua
comparsa in scena. Una conferma a questa tesi sta forse nel fatto che la signora Isles
aveva trascorso varie settimane a Forest Mere, un'esclusiva clinica di bellezza
inglese, prima di comparire in aula.
In ogni caso la sua entrata non avrebbe potuto essere pi teatrale o meglio
programmata: un incontro all'aeroporto con gli avvocati del procuratore in maniche di
camicia - le telecamere ripresero ogni istante - e poi una corsa su una macchina della
polizia verso il migliore albergo di Boston. Alcuni gorilla la sorvegliavano
ventiquattro ore al giorno, non si sa bene da quale minaccia, dato che era difficile
pensare che Claus facesse irruzione nella sua camera d'albergo armato di siringa
d'insulina. Una vera e propria messinscena che per ai media piaceva.
Fortunatamente alla giuria questa farsa fu risparmiata e pot ascoltare solo la sua
deposizione in aula.
Ma anche la deposizione in aula fu sorprendente e costitu una delle poche vere
sorprese di questo processo. La Isles arricch la sua testimonianza precedente con il
racconto che segue. DeSisto le chiese di una certa conversazione telefonica che aveva
avuto con Claus von Bulow poco dopo il primo coma di Sunny, una conversazione
della quale non aveva parlato al primo processo.

DESISTO: Cosa disse?


ISLES: Dunque, mi raccont con precisione cosa era successo durante i primo coma
della signora von Bulow... Mi disse che avevano litigato a lungo, a proposito del
divorzio, e che erano andati avanti a discutere fino a notte fonda. Lei aveva bevuto
una grande quantit di eggnog e lui mi ha detto di averle visto ingerire una grande
quantit di Seconal. E quindi mi ha detto che il giorno dopo lei si trovava in uno stato
di incoscienza e che lui la osservava, sapeva che stava male e continuava a
osservarla, per tutto il giorno. La guardava e continuava a osservarla. E alla fine
quando era sul punto di morire disse che non poteva sopportarlo e chiam il dottore
che le salv la vita.
L'accusa forn cos un'ulteriore opzione alla sua "scelta multipla": oltre alla possibilit
che Claus avesse somministrato nascostamente o forse a forza dell'insulina a Sunny,
vi era anche l'eventualit che avesse assistito passivamente quasi alla morte della
moglie dopo che questa aveva ingerito una micidiale miscela di alcool e droghe.
Tom non riusc a incrinare la deposizione della Isles relativamente a questa
telefonata, anche se fece in modo che il suo astio verso von Bulow per essere stata
ingannata risultasse evidente. A un certo punto le chiese della lettera che gli aveva
scritto dopo il primo processo chiedendogli di riprendere la loro relazione:
ISLES: Lei mai stato innamorato? Ne dubito! Ma quando si innamorati si fanno
delle follie.
PUCCIO: Forse mia moglie avrebbe qualcosa da dire in proposito.
Su questo scambio di battute, veramente degno di Dark Shadows, il serial televisivo
interpretato da Alexandra, si chiuse il controinterrogatorio di Tom.
Da un punto di vista emotivo e forse morale, la nuova deposizione di Alexandra era
stata un disastro per Claus. "Una bomba dalla bella di von Bulow" titolarono i
giornali. L'intera prima pagina del "Post" di New York era occupata da una fotografia
della Isles con la frase "quando si innamorati si fanno delle follie". Ma in realt la
bomba di Alexandra, da un punto di vista strettamente giudiziario, aiut von Bulow.
Dopotutto, Alexandra Isles, una testimone a carico che chiaramente nutriva del
risentimento nei confronti di von Bulow, aveva confermato la tesi del difesa secondo
la quale il primo coma di Sunny non era stato provocato da un'iniezione di insulina
quanto, piuttosto, dall'aver ingerito alcool e barbiturici.

Se la giuri avesse creduto ad Alexandra circa il fatto che Claus era rimasto inerte ad
assistere quasi alla morte della moglie, allora doveva crederle anche per il resto della
sua deposizione.
E'immorale, e forse anche criminale, assistere apaticamente alla lenta morte della
propria moglie che ha ingerito farmaci, ma cosa ben diversa dall'aggredirla con
un'arma mortale, ed era di questo che Claus era accusato. Il comportamento indegno
di un marito verso la moglie in coma o quello canagliesco verso un'amante ingenua
non sarebbero bastati a far condannare von Bulow per omicidio. Come Tom dichiar
alla stampa dopo il suo scambio verbale con la Isles "ha provato che un mascalzone
ma non un uxoricida". (Andrea Reynolds sment subito che Claus fosse un
mascalzone:"E'stato assolutamente delizioso verso di me, verso mia figlia e verso i
miei cani". D'altra parte Alexandra non era "quella che si dice una donna da marito",
dato che "aveva due o tre amanti per volta e quando si tratta di uomini non il
numero a dare sicurezza...". Claus comment diplomaticamente questo vivace
diverbio tra la sua ex e la sua attuale amante facendo notare che se "il combattimento
dei galli fuori legge, non altrettanto si pu dire di quello delle galline".)
La mozione della difesa perch la trascrizione della deposizione venisse esclusa si era
rivelata controproducente quando Alexandra era apparsa, ma la sua apparizione era
stata a sua volta controproducente per l'accusa, dato che aveva finito per confermare
un'importante tesi della difesa. si potrebbe dire, parafrasando quello che aveva detto
mio figlio, che "qualche volta bisogna vincere per perdere e poi vincere ancora".
Anche se i giornali avevano titolato "I siluri di Alexandra", dal punto di vista della
pubblica accusa sarebbe stato pi corretto scrivere "Alexandra silurata".
La ricostruzione dell'accusa stava terminando cos come era cominciata, con una
testimonianza emotiva sull'uomo Claus von Bulow. Strette fra queste le due
testimonianze "melodrammatiche" della governante e dell'amante, vi furono quelle di
una schiera di medici, specialisti e scienziati. L'accusa tent anche di aggiungervi la
deposizione di Morris Gurley, il banchiere che aveva parlato del possibile movente
economico durante il primo processo.

Il giudice Grande, per, con una decisione controversa, imped che la sua deposizione
venisse presentata a questo punto, lasciando aperta la possibilit che potesse
intervenire successivamente per smentire altre deposizioni. Quando Alexandra Isles
seppe che Gurley non avrebbe deposto si dice abbia esclamato:"Non posso credere
che non ti lascino parlare. Il motivo non ero io, Morris. Il denaro era il vero motivo.
Lui poteva avermi comunque". Il giudice Grande stabil anche che la famosa lettera
scritta da Claus "per mettere le mani avanti" non potesse essere presentata alla giuria.
In generale, il giudice Grande era piuttosto severo con le testimonianze ammesse ai
suoi processi. Alcuni giudici preferiscono ammettere tutto e lasciare che sia il buon
senso della giuria a fare una scelta, altri intervengono pi decisamente e apportano
tagli considerevoli al materiale processuale. Il giudice Grande apparteneva a questa
seconda tendenza. Ne risult un film con pi tagli di quello che era stato visto al
primo processo, composto da poche sequenze fondamentali.

16.
LA DIFESA: VERO O FALSO?
L'accusa aveva finito la presentazione delle sue prove e delle sue testimonianze; era
giunto il nostro momento. L nostra linea difensiva era interamente incentrata sulle
risultanze medico-legali. Non avremmo quindi tentato di confutare il tentativo
dell'accusa di screditare moralmente l'imputato attraverso le testimonianze non
mediche. Se, come pensavamo, le nostre testimonianze mediche fossero state
sufficientemente solide, allora saremmo riusciti a dimostrare che in realt non era
stato commesso alcun crimine; in termini giuridici non c'era un corpus delicti. E
niente crimine significa niente criminale, anche se la giuria avrebbe potuto ritenere
che Claus si fosse comportato in modo cinico o disonesto.
Ero ansioso di verificare come le nostre testimonianze avrebbero sopportato il
passaggio da affidavit scritti a interrogatorio diretto da parte di Tom. Il mio compito e quello del mio gruppo - era stato quello di raccogliere i dati e, almeno sulla carta,
eravamo riusciti a trovare gli esperti pi importanti a livello mondiale. Adesso per
toccava a Tom riuscire a sfruttare al meglio questi elementi per convincere la giuria.
Claus ricorreva sempre alla metafora teatrale: io ero il commediografo e Tom il
regista.
La capacit di un testimone di essere persuasivo non dipende dai suoi titoli
accademici ma soprattutto dal suo atteggiamento, dalla plausibilit di quello che dice
e dalla capacit di reggere a un controinterrogatorio. Tom riusc a gestire le nostre
testimonianze mediche in modo magistrale.
I capisaldi dell'accusa sulla questione dell'insulina erano sostanzialmente tre: l'alto
tasso di insulina nel sangue di Sunny, l'insulina trovata sull'ago, e la diagnosi di
alcuni dei pi grandi esperti in materia che avevano dichiarato di avere la quasi
certezza - e, nel caso del dottor Bradley, la certezza assoluta - che entrambi i coma
erano stati provocati dall'insulina.
Tutti questi elementi erano stati corroborati dall'affermazione di Maria, confermata da
Alex, di aver visto dall'insulina e delle siringhe nella borsa nera solo tre settimane
prima del secondo coma di Sunny. Questa testimonianza di Maria era stata attaccata
durante il controinterrogatorio grazie agli appunti di Kuh. Gli altri capisaldi sarebbero
stati smantellati dalle testimonianze direttamente prodotte dalla difesa.

Il nostro primo testimone fu il dottor Leo A. Dal Cortivo, capo dell'ufficio medicolegale della contea di Suffolk, New York. Ci eravamo rivolti al dottor Del Cortivo
mentre stavamo mettendo in piedi la nostra richiesta di appello, e il suo affidavit ci
era stato di grande aiuto anche per il ricorso. Durante la sua deposizione in aula,
l'esperto tossicologo sostenne la tesi della difesa secondo la quale Sunny aveva
ingerito "almeno sessantacinque compresse di aspirina" nel giro di mezz'ora solo tre
settimane prima del coma definitivo. Grazie anche alla sua esperienza come medico
legale, spieg anche perch, a suo parere, era estremamente improbabile che l'ago
trovato nella borsa nera fosse stato usato per iniettare qualcosa a Sunny. Se l'ago
fosse stato veramente usato per praticare iniezioni, spieg alla giuria come gi aveva
spiegato a noi, ogni residuo sarebbe stato "pulito via" mentre l'ago veniva estratto
dalla pelle. Fu divertente assistere alla stessa dimostrazione, questa volta davanti alla
giuria, che il mio assistente aveva fatto usando uno spiedo e un po'di salsa.
Dopo venne il noto endocrinologo dottor Arthur Rubenstein, preside della facolt di
medicina alla University of Chicago. Il contributo fondamentale di questo eminente
specialista fu di mettere in discussione la validit e l'affidabilit dei dati sulla
presenza di insulina sui quali aveva fatto tanto affidamento l'accusa durante il primo
processo: il livello estremamente alto - 216 - trovato nel sangue di Sunny quando
venne ricoverata dopo il secondo coma e le tracce di insulina trovate sull'ago.
Questi erano due tra gli elementi pi decisivi per l'accusa.
Il dottor Rubenstein aveva affermato negli affidavit per la mozione d'appello che
questo dato non era scientificamente attendibile e affidabile. Al processo conferm
questo suo giudizio, asserendo che era "impossibile stabilire la validit"di un dato
senza un esperimento di controllo e in presenza di risultati cos contraddittori.
"Personalmente non mi fiderei di nessuno di questi valori", disse alla giuria. "Non '
modo di sapere quale dei tre diversi risultati quello giusto, e potrebbero anche
essere tutti e tre sbagliati." Se un esperto si dichiarava incerto, come poteva una
giuria di gente comune condannare alla prigione affidandosi a questo livello 216 di
insulina?

Durante le indagini per la nostra mozione, avevamo chiesto al dottor Rubestein un


parere sull'affidabilit dei risultati di laboratorio che rivelavano la presenza di tracce
di insulina sull'ago. Si trattava forse del pi importante aspetto scientifico di questo
caso. Fu infatti questo ritrovamento a spingere la famiglia ad accusare Claus von
Bulow. Dopo essere venuto a conoscenza di questo elemento, il dottor Stock aveva
infatti minacciato di avvertire la polizia se non l'avesse fatto Kuh. La presenza
dell'insulina sembrava un fatto cos assodato che durante il primo processo neanche la
difesa si sogn di metterlo in dubbio.
Durante le nostre ricerche eravamo per venuti a conoscenza di una tecnica per
distinguere i veri dai falsi risultati positivi in un test per l'insulina. A partire da questa
tecnica e forte della sua esperienza personale, il dottor Rubestein disse alla giuria che
era "impossibile interpretare i risultati delle analisi compiute sull'ago". La cosiddetta
"arma del delitto" dell'accusa sembrava quindi caricata a salve.
I restanti testimoni a discarico ripeterono le dichiarazioni che avevano reso negli
affidavit, e cio che nessuno dei due coma era stato provocato dall'insulina quanto,
piuttosto, da una combinazione di farmaci, alcool, ipotermia e soffocamento. I
particolari tecnici erano piuttosto complicati, ma la conclusione fu che esperti
egualmente illustri - quelli a favore dell'accusa e quelli a favore della difesa - con
argomentazioni logiche egualmente valide erano in disaccordo tra loro sulle cause dei
coma.
Si era passati dal melodramma alla querelle scientifica, e in questo tipo di scontro,
quando il valore degli esperti si equivale, la parte che ha l'onere della prova in genere
perde. Per noi era un sollievo vedere la discussione spostarsi dalla descrizione che
Maria aveva fatto del comportamento di von Bulow alla sofisticherie tecniche delle
analisi di laboratorio.
Mentre la difesa stava concludendo la presentazione dei suoi testimoni, gli
osservatori cominciarono a chiedersi se von Bulow avrebbe deposto o no. Claus,
dopo la prima condanna, aveva sempre rimpianto di non aver testimoniato
direttamente, aveva sempre ripetuto che avrebbe voluto deporre in occasione di un
nuovo processo e l'aveva dichiarato anche alla giornalista Barbara Walters durante
un'intervista televisiva che aveva suscitato grande clamore.

Alla stampa aveva detto di essere convinto "che sia stato u errore non deporre durante
il primo processo. I miei avvocati ritenevano che le tesi dell'accusa fossero deboli e
che non valesse la pena di replicare. Io non sono stato probabilmente in grado di
capire che la mia testimonianza avrebbe potuto essere utile".
Una delle ragioni per le quali gli era stato consigliato di non testimoniare in
occasione del primo processo non era ormai pi valida: se durante il primo processo
infatti la difesa era stata tenuta all'oscuro del materiale raccolto da Kuh durante le sue
indagini e Richard Kuh era presente in aula e pronto a farne uso per smentire Claus o
altri testimoni, ora che eravamo a conoscenza del contenuto degli appunti sapevamo
di quali armi poteva disporre l'accusa per il controinterrogatorio.
Inoltre, i clienti di Kuh, Alex e Ala, sfidavano pubblicamente Claus a deporre.
Avevano gi affidato la gestione dei loro rapporti con l'opinione pubblica a una
societ specializzata in pubbliche relazioni ed erano apparsi in show televisivi come
60 Minutes e su riviste come "People". Un titolo lo pungolava apertamente:"Claus
un bugiardo. I figliastri:'Vedremo se avr il coraggio di venire a deporre'".
Claus desiderava molto deporre in questo secondo processo e anche la sua amica
Andrea Reynolds lo incoraggiava. Mi chiamavano continuamente per avere consiglia
a proposito di questa decisione essenziale.
Quella se chiamare o meno a deporre l'imputato una delle decisioni pi difficili da
prendere per un difensore. In The Best Defense ho citato il caso di un avvocato che
ha presentato una parcella di 50.000 dollari per un caso penale e si giustificato
dicendo che 5000 erano per il processo e 45.000 per i consigli dati al cliente sulla sua
deposizione.
Gli avvocati che non conoscono a fondo i lati oscuri della vita dei loro clienti sono in
una posizione difficile per prendere una simile decisione, ma questo non impedisce
loro di dar consigli. Non conosco nessun avvocato - il sottoscritto compreso - che non
pensi, a posteriori, che avrebbe potuto fare meglio di un collega. La stampa chiese a
molti avvocati difensori il loro parere sull'argomento. "Se l'imputato colpevole",
disse Melvin Beli, "non fatelo deporre, questa la regola aurea, ma se innocente
meglio che testimoni." F. Lee Bailey afferm che avrebbe preferito non chiamare a
deporre von Bulow, ma ritenne che la compromettente deposizione di Alexandra
"avrebbe potuto costringerlo a testimoniare per smentirla".

Grant Cooper concord sul fatto che, a meno che non riuscisse a dare spiegazioni
sulla sua conversazione con alexandra, von Bulow "era fritto". William Kunstler, da
parte sua, disse che sebbene pensasse che von Bulow poteva apparire "troppo
sofisticato per riuscire simpatico", probabilmente l'avrebbe chiamato ala sbarra. Barry
Slotnick, l'eccellente avvocato che aveva difeso il giustiziere della metropolitana,
Bernhard Goetz, sugger che "sarebbe meglio andasse a deporre", soprattutto per
confutare la sfavorevole testimonianza di Alexandra Isles. "Penso che la giuria debba
sentire l'episodio dalla sua viva voce." Molti avvocati avevano poi una loro strategia
preferenziale . Un famoso penalista preferiva chiamare sempre i suoi clienti a deporre
a meno che non avessero una fedina penale compromessa, un altro preferiva invece
non farlo a meno che non avesse l'impressione che la giuria stesse gi "annodando il
cappio" ancora prima che fosse terminato il processo.
Io penso che ogni caso debba essere considerato separatamente, tenendo contro della
forza rispettiva delle testi della difesa e dell'accusa.
Un altro mito diffuso che la decisione debba essere "in chiusura", subito dopo
l'esposizione dell'accusa o quella della difesa. Io penso che molte di queste decisioni
siano prese in realt all'ultimo momento, anche se pu essere un grave errore. La
decisione dovrebbe essere presa all'inizio del dibattimento o anche prima del
processo. Ogni azione intrapresa dagli avocati dall'inizio deve tener conto
dell'eventuale deposizione dell'imputato. se l'imputato decide di testimoniare,
rinuncia a molti dei suoi diritti. Le prove raccolte in violazione del quarto
emendamento, ad esempio, non possono essere prodotte contro un accusato che non
deponga, ma possono esserlo contro chi decida di testimoniare. Stesso discorso per
gli elementi raccolti in violazione della cosiddetta norma Miranda. In genere non si
possono chiamare in causa precedenti condanne dell'imputato se questi non depone
ma, come latri elementi non ammissibili in questo caso, l'accusa pu utilizzarli se
l'imputato esercita il suo diritto a testimoniare. Cos una deposizione pu richiamare
l'attenzione su cose che il giudice aveva preferito tener fuori dal processo.

D'altra parte un imputato che decida di non deporre si espone egualmente a dei rischi.
Malgrado la presunzione di innocenza secondo la Costituzione, e i privilegi contro
un'autoincriminazione, la maggior parte dei giurati pensa che se un imputato non
depone perch ha qualcosa da nascondere. E in genere ha assolutamente ragione. Il
problema, per cos'ha da nascondere? Spesso effettivamente colpevole, ma
talvolta ci che cerca di nascondere qualcosa di egualmente grave ma non rilevante
per il processo, come una precedente condanna, una frode in affari, trascorsi sessuali
imbarazzanti o qualsiasi altro precedente compromettente.
Gli imputati che non depongono, raramente vengono assolti, ma questo perch in
assoluto gli imputati raramente vengono assolti. Se vero che gli imputati che
testimoniano vengono assolti in maggior numero, questo avviene perch si tratta di
imputati "migliori" degli altri, cio pi presentabili e con minori precedenti penali.
Non c' alcun modo di effettuare un esperimento controllato in cui due imputati
facciano scelte opposte al proposito e a parit di condizioni. quindi gli avvocati
continuano ad affidarsi alla loro esperienza imperfetta. (Come ha detto qualcuno,
vent'anni di esperienza possono anche giustificare lo stesso errore ripetuto per
vent'anni.) quando si vince un causa, si ha l'impressione di aver preso la decisione
giusta, e se si perde si pensa di aver commesso qualche errore. Non sempre cos. Un
avvocato sconfitto che abbia chiamato a deporre il suo cliente pu aver realmente
rafforzato la sua posizione anche se non abbastanza per ottenere l'assoluzione. Al
contrario, un avvocato vincitore pu aver commesso un errore, ma non fatale. Anche
dopo aver riflettuto a lungo e aver soppesato tutti i fattori, la decisione sempre
aleatoria e i pentimenti del giorno dopo frequenti.
Cominciai a pensare a questo problema fin da quando entrai in questo caso. Ne
discussi con Claus gi nel ristorante Carlyle. La nostra intera strategia portava a
utilizzare Claus come testimone a un nuovo processo. Era una strategia corretta nel
momento in cui cercavamo di ottenere un nuovo processo, dato che volevamo
presentare solo argomenti "da innocente" e si suppose che un innocente voglia parlare
per dire la verit e scagionarsi. Un innocente non ha nulla da perdere nel dire di voler
deporre.

Anche dopo aver vinto il ricorso, Claus insistette nel dire che voleva testimoniare.
Tra gli elementi che mi chiese di considerare al momento in cui dovevo aiutarlo a
scegliere un nuovo avvocato, vi era che costui non avrebbe dovuto impedirgli di
parlare. Edward Bennet Williams in genere faceva deporre i suoi clienti, e disse a
Claus che avrebbe dovuto testimoniare al primo processo. Tom Puccio si era
guadagnato un'ottima reputazione come procuratore per la sua abilit nel presentare la
sua versione e nel preparare i testimoni. Questo andava incontro al desiderio di Claus
di essere il principale testimone a discarico di se stesso.
Al suo primo incontro con Puccio, Claus disse:"Ascolti, al primo processo non mi
hanno fatto deporre e sono stato condannato. Sono sicuro che se non potr deporre
ora verr ancora condannato". Ma col procedere del nostro processo, diventava
sempre pi evidente che la nostra linea difensiva verteva essenzialmente sull'aspetto
medico. Se Claus non aveva iniettato insulina alla moglie,. allora non aveva
particolari informazioni da dare sulle cause del coma.
Naturalmente, poteva dire quello che non aveva fatto, poteva confutare la dannosa
testimonianza di Alexandra e di Maria e negare di aver messo insulina nella borsa
nera o nell'ago. La necessit di un suo intervento su questi punti sarebbe dipesa questo era il nostro parere - dalla forza della parte emotiva della tesi dell'accusa.
In preparazione della sua eventuale testimonianza, chiesi a Claus di raccontarmi
l'intera storia della sua vita. la storia che Claus mi raccont era convincente,
rispondeva a molte delle mie insistenti domande ed era coerente. Mi convinsi che, per
quanto riguardava la sostanza, Claus sarebbe stato un ottimo testimone, anche se
avevo ancora qualche dubbio su come la giuria avrebbe reagito ai suoi modi piuttosto
altezzosi.
Arrivammo al processo pronti a far testimoniare Claus se fosse stato necessario, ma
sempre sperando di non dover essere costretti a incorrere nei rischi di un
controinterrogatorio.
Quando venne il momento di decidere, claus e Andrea mi chiamavano
quotidianamente per chiedere il mio parere. Infine, il week-end prima di prendere la
decisione finale, claus mi chiese di venire a Providence per un incontro. "Non
vorrebbe fare l'avvocato del diavolo", mi chiese, "e cercare di convincermi a
deporre?" Dato che io ero un po'pi favorevole di Tom a questa eventualit, accettai.
Ma a questo punto avevo gi deciso quale sarebbe stato il mio consiglio.

Mi recai quindi in macchina a Providence con mio figlio maggiore, Elon, che mi fa
da consigliere nei casi pi difficili. E'prestigiatore di professione ed abituato a
valutare le reazioni del pubblico. "In fondo, facciamo l o stesso mestiere: con un
gioco di prestigio facciamo sembrare le cose diverse da quelle che sono".
All'inizio del caso, avevo portato Claus a vedere uno show di Elon al ristorante Legal
Seafood. Mentre Elon faceva scomparire monete, fazzoletti di seta e carte da gioco,
Claus scherz a voce alta suscitando l'ilarit dei vicini:"Crede che possa far sparire
anche una piccola borsa nera?" Chiesi a Elon un parere su quali avrebbero potuto
essere le reazioni del pubblico a una deposizione di Claus e lui mi disse per quali
ragioni pensava che Claus sarebbe stato un testimone migliore rimanendo zitto."C'
un certo alone di mistero che lo circonda. Sembra impenetrabile, irraggiungibile. Io
credo che abbia fatto una buona impressione sulla giuria semplicemente stando
seduto e reagendo. Se depone, il mistero svenisce e la gente ama il mistero. Se non
testimonia, conferma tutti i dubbi che circondano il suo caso, sottolinea l'incertezza.
se lui testimonia, tutto quello che preceduto la sua testimonianza sar considerato
come un preludio, e chi fa caso ai musicisti che suonano prima dei Rolling Stones?
Se vuoi che tutta l'attenzione sia focalizzata su Claus, allora fallo testimoniare, ma se
vuoi indirizzare altrove l'attenzione della giuria devi ricorrere ai trucchi e alle
illusioni di cui mi servo nei miei giochi. Lascia che la giuria pensi di sapere cosa
direbbe von Bulow, ma non farglielo sapere direttamente." Era un eccellente
consiglio, ma quella sera io avrei dovuto sostenere la parte dell'avvocato del diavolo,
vale a dire la tesi opposta.
Quando arrivammo a Providence - Claus, Andrea, la figlia Claus Cosima e mio figlio
- andammo tutti a cena. Come gesto di sfida, Claus insistette perch andassimo in uno
dei ristoranti compresi nella lista nera di Arlene. Arlene Violet aveva infatti imposto
ai suoi collaboratori di non frequentare una seri di ristoranti che si diceva fossero
sotto controllo della mafia o frequentati da appartenenti al crimine organizzato. Si
diceva che parecchi giudici e pubblici funzionati erano stati visti in questi locali,
compreso il presidente del tribunale, allora sotto inchiesta.

Non appena la lista venne resa pubblica, divenne una sorta di guida Michelin di
Providence e tutti si precipitavano a prenotare. "Quella gente se ne intende di cibo",
era il giudizio unanime. L'indice fin quindi per diventare un marchi di garanzia per i
ristorante cos come "proibito a Boston" lo per i film pornografici.
Fu una cena distesa in un clima familiare e non parlammo molto del caso. Dopo il
dessert, comunicai a Claus le mie impressioni sui nastri sui quali Marriott aveva
registrato di nascosto le conversazioni con Claus e Andrea Reynolds. Prima del
processo Marriott aveva completamente cambiato il suo atteggiamento pubblico.
Dopo che claus aveva rifiutato di dargli del denaro per riavere alcune foto che
Marriott aveva rubato dall'appartamento di claus - "Claus e Cosima in veste da
camera", almeno cos diceva, in realt si trattava di costumi da bagno - Marriott
minacci di vendere la sua storia la miglio offerente. Rifiutammo di partecipare
al'asta e Marriott ci disse che aveva offerto le fotografie, i nastri e "un memoriale" a
Richard Kuh, agli Aitken, al procuratore del Rhode Island, al settimanale "People",
alla trasmissione 60 Minutes e ad altri. Apparentemente l'unico interessato fu il
procuratore generale che "pag" Marriott offrendogli l'immunit in cambio dei nastri,
della sua deposizione e della promessa di non tenere conferenze stampa. Il
procuratore distrettuale della contea del Middlesex rifiut comunque di dargli
l'immunit per il reato di registrazione abusiva di conversazioni di altre persone senza
il loro permesso. Comunque, alla fine Marriott decise di testimoniare per l'accusa.
Prima del processo chiedemmo e ottenemmo una copia di tutte le registrazioni della
conversazioni che Marriott aveva avuto con Claus. Quando quei nastri arrivarono, mi
venne chiesto di ascoltarli: era importantissimo per noi sapere cosa contenevano
prima di consigliare o meno a claus di deporre, dato che queste registrazioni potevano
essere sfruttate dall'accusa nel controinterrogatorio. Dovevamo essere sicuri che
Claus non avesse detto nulla che potesse essere usato contro di lui.
Non mi ero annoiato cos dal giorno in cui avevo dovuto sorbirmi per un caso sei film
pornografici di fila. Ora dopo ora, i nastri scorrevano implacabili e cominciai a odiare
il suono della voce di Marriott e claus. Marriott appariva frenetico e tentava di
impressionare Claus coi suoi contatti e conoscenze nel mondo della droga.

Claus riusciva a essere assolutamente soporifero e si profondeva in storie sulle


dinastie europee e le raffinatezze architettoniche e culinarie. Nessuno dei due
sembrava capire o far molta attenzione a quanto l'altro diceva. Era un incontro
reciprocamente interessato fra due mondi diversi.
Ma i nastri erano importanti almeno per una ragione. L'ultima trovata di Marriott era
stata di dichiarare, dopo che i suoi ricatti erano stati ripetutamente respinti, che aveva
conosciuto Claus gi nove anni prima delle sue consegne di droga e che in realt la
droga l'aveva consegnata a claus a Clarendon Court e che era stato Claus ha
escogitare tutta la storia della droga consegnata ad Alex e a Sonny.
I nastri provavano invece al di l di ogni possibile dubbio che queste affermazioni
erano assolutamente false. Se ci fosse stato qualcosa di vero, sarebbe stato facile per
Marriott, che sapeva di registrare quello che diceva la sua ignara vittima, fare cenni
del tipo:"Claus, ti ricordi quella volta che..." Non solo non vi era cenno di questo tipo
in diverse ore di registrazione, ma tutto il contenuto dei nastri, parola per parola, era
coerente con quello che diceva Claus e con la storia originale raccontata da Marriott:
che loro due si erano conosciuti nell'aprile del 1982 e che Marriott disse di avere le
prove di aver consegnato droga ad Alex e Sunny.
Inoltre, in altri nastri, Marriott si dimostr in grado di far dire ad altre persone quello
che volva. Marriott registr anche le conversazioni con padre Magaldi e durante
queste conversazioni riusc apparentemente a fargli ammettere che la prima volta che
si incontrarono il sacerdote usava un altro nome.
MARRIOTT: Ti ho conosciuto prima dell'incidente come Paul Marino.
MAGALDI: Lo so.
MARRIOTT: Non dir mai che ti ho conosciuto come Paul Marino.
L'"incidente" in questione un incidente automobilistico ne quale padre Magaldi fu
coinvolto nel 1978. I nastri dimostrano apparentemente che Marriott e Magaldi si
conobbero in circostanze diverse da quelle riportare negli affidavit, cosa che noi,
naturalmente, ignoravamo quando li inoltrammo. Dai nastri non si capiva quale fosse
la natura del loro rapporto, ma era evidente che Marriott sapeva far uso dei suoi
nastri per strappare agli ignari interlocutori alcune ammissioni. Il fatto che ogni
parola registrata, fosse di claus o di Marriott, confermasse la versione di Claus delle
circostanze dei loro incontri era una prova decisiva del fatto che le ultime rivelazioni
di Marriott alla stampa erano pure menzogne.

Questo era un elemento importante da tener presente nel decidere circa la deposizione
di claus. Ora sapevamo che non correvamo il rischio di venir smentiti dai nastri di
Marriott. Marriott era ormai sempre pi in questa vicenda un dettaglio noioso ma
irrilevante.
Dissi quindi a claus che avevo ascoltato i nastri e che in questi nastri "dava il peggio
di s". Claus mi diede una rapida occhiata preoccupata, come per chiedermi:"Cosa
vuoi dire?", ma io aggiunsi subito:"Su questi nastri sei di una noia morale, con questi
sproloqui a proposito di castelli , baroni e Bordeaux. In un paio di occasioni li ho
usati come sonnifero". Gli chiesi di ricordarmi di "portare un cuscino la prossima
volta che avessimo avuto una discussione non di carattere legale". La mia descrizione
della conversazione registrata suscit l'ilarit generale dei commensali, soprattutto di
Cosima e Andrea che sapevano esattamente cosa intendevo dire.
"Adesso finalmente pu rendersi conto di cosa abbiamo dovuto sopportare durante le
cene e le lunghe serate a casa", disse Andrea, "quei maledetti castelli sono il suo solo
argomento di conversazione." Claus, con un'espressione un po'vergognosa, promise
di sospendere le "chiacchiere sui castelli" almeno fino alla conclusione del caso.
Dopo la cena si parl di lavoro. Tom era fermamente contrario alla deposizione di
Claus. "Sta''a sentire, questa una faccenda medica. Non c' insulina sull'ago, non c'
insulina nel sangue, non c' insulina nella borsa. Insomma l'insulina non c'entra per
niente, I due coma sono stati provocati da farmaci, alcool, dolciumi e vomito. questo
tutto, cosa potrebbe aggiungere claus? E'forse un medico o un esperto di insulina?
Spero proprio di no", concluse Tom con un po'di cinismo.
Mi ricordai di una volta che avevamo cenato insieme in un pretenzioso ristorante
italiano dove il matre dava un titolo a tutti. A me rivolgeva chiamandomi
"professore", ad Andrea chiamandola "contessa" e a claus rivolgeva u deferente
"dottor von Bulow", al che claus esclam:"Basta che mi si accusi di aver due
iniezioni e sono gi dottore!"

Quando venne il mio turno sostenni che Tom avrebbe avuto ragione solo se la giuria
non si fosse concentrata sulle testimonianze pi melodrammatiche:"La mia paura,
Tom che tutto questo ciarpame medico risulti cos noioso e complicato che la giuria
dica:'Ma noi cosa ne sappiamo di glicemia e livelli di insulina, quello di cui sappiamo
qualcosa l a vita, l'amor e i motivi per i quali gli uomini agiscono'. Se mettono
l'accento sull'aspetto 'umano'della vicenda - la governante, l'amante, i figli - ci sono
molte domande rimaste senza risposta alle quali solo Claus pu dare una
giustificazione".
Tom mi chiese quali domande.
"Va bene, ecco cosa mi chiederei se fossi un giurato: "Primo: perch Claus non ha
chiamato prima il medico? Rimase proprio seduto a guardare Sunny morire come ha
detto Maria e come ha confermato Alexandra? Cosa pensava in quel momento?
Aveva veramente detto ad Alexandra quello che lei aveva riferito a proposito del suo
'non riuscite ad arrivare fino in fondo'? e cosa voleva dire con queste parole?
"Secondo: a chi apparteneva alla fin fine la borsa nera? Perch il Valium recava una
prescrizione a nome di Leslie Baxter? E cosa diavolo erano tutti quei farmaci.
Papavoritum, Lidocaina, Valium di vari colori? Si praticava iniezioni o le praticava a
Sunny? O cosa?
"Terzo: cosa accadde nella camera da letto appena prima del secondo coma, quando
Alex fece sdraiare Sunny sul letto? E Sunny disse qualcosa?
"Quarto: Sunny si suicid? Ha mai saputo cosa ci fosse nei regali che Alexandra
Isles aveva consegnato a casa poco prima del secondo coma? Ha mai provato von
Bulow a impedire ad Alexandra di testimoniare?
"Quinto: cosa c' veramente dietro la storia di Marriott e padre Magaldi? Credi
veramente ala storia di Marriott? Dopotutto Claus conosceva la moglie e il figliastro:
ricevevano effettivamente droga da Marriott e da qualcun altro? Crede veramente che
il figliastro abbia falsificato delle prove per incastrarlo? Ha mai fatto a Marriott
promesse che non ha rivelato ai suoi avvocati?" a un certo punto della mia litania,
Tom mi interruppe: "Credevo che tu dovessi fornire ragioni a favore della
deposizione di Claus, queste sono ottime ragioni per non farlo deporre. Pensaci: se
queste sono le domande che credi si pongano i giurati, non credi che l'accusa le
rivolger a Claus? Naturalmente il giudice Grande ne escluder qualcuna, ma chi pu
sapere quale?"

Ribattei che, se avessimo deciso di far deporre claus, avremmo potuto chiedere al
giudice Grande una decisione preliminare sulle linee del controinterrogatorio. Alcuni
giudici stabiliscono in anticipo quali domande possano essere rivolte direttamente in
anticipo quali domande possano essere rivolte direttamente a un imputato dal suo
difensore senza che questo implichi il sollevare altre questioni.
Ma ormai stava emergendo un certo accordo. Tutti gli avvocati erano dell'opinione
che, vista la piega che aveva preso il caso, la giuria si sarebbe riunita a deliberare
soprattutto avendo in mente i problemi medici. "Voglio indurli, nella mia arringa
finale", disse Tom, "a seguire un certo ordine nelle loro decisioni. Prima domanda: i
coma furono provocati da insulina? E solo se decidessero di rispondere
affermativamente, allora avrebbero dovuto chiedersi chi ha somministrato
quest'insulina. Spero per che non arrivino a farsi questa seconda domanda." Dissi
che avrei preferito che la giuria decidesse prima la sola questione dell'insulina e che
se avesse deciso che i coma erano stati effettivamente provocati dall'insulina, allora
avremo chiamato claus a deporre.
"Fantasie", disse Tom, "le cose non funzionano cos. Dobbiamo prendere una
decisione ora, senza sapere quello che far o penser la giuria. E io sono contrario a
che Claus deponga". "Sono d'accordo", dissi. Non ci furono dissensi, eccetto un
rimpianto da parte di claus, che disse di non avere altra scelta che seguire il consiglio
dei suoi avvocati. Andrea Reynolds rispose con uno sguardo astioso che stava a
significare che non poteva opporsi all'intero collegio degli avvocati, ma che la sua
opinione era che Claus dovesse testimoniare. La decisione era per ormai definitiva,
la giuria non avrebbe mai sentito la versione di Claus von Bulow.
Mentre tornavamo a Cambridge, mio figlio Elon mi chiese di Andrea Reynolds. Era
assolutamente affascinato da questa donna cos dinamica che sembrava avere una
grande influenza sulla vita di Claus. Gli dissi quello che sapevo della sua storia e
della sua vita attuale.

Andrea Reynolds frequentava gli stessi ambienti di Sunny e Claus e aveva conosciuto
entrambi durante una vacanza a St. Moritz. Ma divenne l'amica e l'amante di Claus
solo dopo il primo processo. Da quel momento Claus e Andrea erano diventati
inseparabili, anche se lei diceva che quest'amicizia non aveva a che fare con la loro
relazione. "I buoni amici sono terribilmente poco romantici", e per lei l'aspetto
romantico era tutto in una relazione. Prima di diventare amanti avevano intrapreso un
gioco di seduzione" che manteneva ancora viva questa storia d'amore. "Claus un
romantico, non mi sarei innamorata di lui se non lo fosse stato." E gli stava attorno
ventiquattro ore al giorno. Non lo lasciava un minuto. "Ha bisogno di un testimone
che possa rendere conto di ogni sua mossa", diceva. Rispondeva al telefono,
partecipava agli incontri, lo aiutava a prendere le decisioni, anzi, alcuni dicono che le
prendeva lei. "Sono come il suo cagnolino, faccio tutto quello che mi dice", diceva
Claus, e Andrea aveva aggiunto:"Claus odia le discussioni, e io no". Era stata lei a
insistere perch per il secondo processo Claus rendesse pi simpatica la sua
immagine, affermando che durante il primo processo sembrava "un impresario delle
pompe funebri che avesse ingoiato un ombrello".
Era stata lei a curare i contatti con David Marriott e padre Magaldi, e a proposito di
Marriott ora diceva:"Non parlatemi di lui dopo mangiato". E a proposito della pretesa
di David di essere stato "in rapporti stretti, molto stretti con Claus" affermava che era
"un'oscenit". E Andrea sapeva quel che diceva dato che aveva partecipato quasi a
ogni incontro tra Marriott e Claus. claus non aveva per lei abbastanza elogi:"Questa
specie di ussaro ha saputo spronare ciascuno di noi, spesso fino all'esaurimento, a un
attivismo frenetico".
Era stata Andrea a prendere la decisione definitiva di ingaggiare Tom Puccio, "lo
scelsi perch era l'esatto contrario di Claus", spieg. "Claus un gentiluomo per
nascita e per indole, mentre Tom un elefante in una cristalleria." (Claus disse che
lui era stato d'accordo perch "se un imputato convinto della sua innocenza e crede
di essere stato incastrato, giusto che ingaggi un procuratore per stanare il
colpevole".)
Durante il secondo processo Andrea rimpianse spesso la decisione di ingaggiare
Tom. "I giurati si allontanano quando si avvicina a loro... sta distruggendo la nostra
tesi", aveva detto soprattutto dopo che era stata presa la decisione di non far
testimoniare Claus.

Andrea insisteva:"Claus deve poter raccontare la sua versione" e dopo che Claus,
sebbene a malincuore ebbe accettato la posizione dei suoi avvocati, Andrea
dichiar:"Va bene, se non lo far lui, lo far io, qualcuno deve farlo". Andrea era
furiosa con Puccio anche perch questi non aveva dimostrato abbastanza energia nel
suo controinterrogatorio di Maria e Alexandra.
Molti osservatori del processo si domandavano chi fosse questa misteriosa donna che
trascorreva i suoi giorni nel furgoncino del Cable News Network, non perdendosi un
minuto del processo, e le sue notti a consiglio e confortare Claus. Anche se non
apparve mai in aula fino all'annuncio del verdetto, tutta la stampa la considerava "la
vera star dell'appello".
Andrea Milos era nata a Budapest, in Ungheria, nel 1937, alla vigilia della seconda
guerra mondiale. quando i russi entrarono in Ungheria, suo padre, banchiere e
scacchista di fama internazionale, venne messo agli arresti domiciliari. Dopo la
guerra i suoi genitori divorziarono e la giovane Andrea si trasfer a Ginevra con la
madre. Da adulta per Andrea avrebbe seguito il padre nella sua passione per la
finanza e gli scacchi. Sapeva calcolare ogni mossa senza perdere di vista l'obiettivo
finale.
Dopo la scuola superiore, spos un banchiere italiano ma divorzi subito dopo per
incontrare e sposare quello che sarebbe stato il padre della sua unica figlia, Caroline.
Il suo matrimonio durato tredici anni con Pierre Frottier fu circondato dal fasto e dal
lusso, scandito da feste sontuose e da uno stile di vita stravagante.
Quando anche questo matrimonio giunse alla fine, Andrea spos subito dopo un
produttore televisivo americano, Sheldon Reynolds, del quale portava ancora il nome.
Al momento del processo stavano divorziando. Andrea, diversamente da Alexandra
Isles, non aveva posto Claus di fronte ad alcun ultimatum a proposito del matrimonio.
Come disse sua figlia Caroline, gi madre:"Non penso che il matrimonio come
istituzione abbia per lei molta importanza". Andrea non voleva che Claus divorziasse
da Sunny:"Divorziare da qualcuno che si trova in coma orribile". Anche se sua
figlia affermava che era "molto religiosa" e andava a messa regolarmente - era
cattolica -, Andrea viveva apertamente con Claus dividendo l'appartamento al 960 di
Fifth Avenue, che aveva risistemato quando vi si era trasferita. Andrea e Claus
frequentano insieme l'opera e condividono la stessa passione per i bei cani e per i vini
costosi.

Entrambi parlano diverse lingue e spesso durante la vicenda comunicavano fra loro in
una lingua incomprensibile. (Quando cominciavano a parlare lingue esotiche, mi
ricordavo di mia nonna che, quando non voleva che noi capissimo, cominciava a
parlare in un miscuglio di yiddish e polacco.)
Quando veniva chiesto ai suoi amici perch questa donna affascinante fosse attratta
da un uomo che aveva davanti a s la prospettiva del carcere a vita, questi
rispondevano che Andrea aveva una profonda vocazione da infermiera e che amava
"prendersi cura" di chi ne aveva bisogno.
Tra il 1978 e il 1980, Andrea e suo marito Sheldon vissero a Varsavia, in Polonia,
dove stavano producendo una serie di telefilm su Sherlock Holmes per la televisione
polacca. Questi due anni sembra abbiano avuto un profondo effetto sul modo di
vedere la giustizia e la legge di Andrea. Verso la fine del loro soggiorno, Andrea
venne infatti arrestata dalla polizia sotto l'accusa di corruzione. Dice di aver trascorso
due notti da incubo in una prigione comunista e di essere stata picchiata, messa sotto
il getto di una doccia bollente e trattata indegnamente finch suo marito non sped
30.000 dollari da Londra, via telex al funzionario incaricato dell'accusa. Anche dopo
che ebbe abbandonato la Polonia, le autorit polacche tennero in "ostaggio" per tre
mesi i suoi amati cani.
Andrea ricav da quest'esperienza un'idea estremamente cinica della giustizia e non
solo di quella polacca. Le sue esperienze nel Rhode Island non fecero nulla per farle
cambiare idea. "Il Rhode Island lo stato pi corrotto dell'intera nazione", dichiar
nel bel mezzo del secondo processo. anche se ci fu qualche discussione tra gli
avvocati sull'esattezza nel riferire queste sue dichiarazioni, l'imbarazzo per il fatto di
averle rese pubblicamente fu anche maggiore.
Durante tutto il periodo in cui fu coinvolta nel caso, Andrea mantenne sempre un
atteggiamento cinico, affermando che anche se Claus era chiaramente innocente,
"l'innocenza non un buon motivo per essere assolti, almeno nel Rhode Island". Era
quindi favorevole a una strategia multipla. "Non possiamo affidarci solo alla buona
fede del procuratore o dei giudici", insistendo perch si cercasse di ingraziarsi dei
giornalisti potenti, degli intermediari col potere politico e degli avvocati. Il duo
slogan era:"Tutti manipolano tutti".

Da buona giocatrice di scacchi, stava sempre pensando alla mossa successiva:"Cosa


succederebbe se raccontassimo tutto a Barbara Walters?(Nota giornalista televisiva
americana.) Come reagirebbe Ted Koppel? E quale effetto avrebbe su Arlene Violet?
Pensa veramente che la giuria non venga a sapere nulla di queste voci? Il giudice
Grande veramente cos rigoroso come sembra?" Quando il tipo di domande che
contiuava a pormi. La Reynolds portava anche avanti una sua personale politica con
la stampa, blandendo, adulando e anche minacciando. Un giornalista sfavorevole era
soprannominato "Commie pinko faggot"; e a un altro era stato detto, sorridendo, che
avrebbe fatto in modo "che gli capitasse un piccolo incidente". I giornalisti che erano
dalla nostra parte venivano invece invitati a cena.
Andrea non ebbe il minimo dubbio a proposito dell'innocenza di Claus. "Non
potrebbe mai fare iniezioni a qualcuno contro la sua volont. Alla vista del sangue
quasi sviene. Non ce la farebbe perch non che ha la mentalit, farebbe cadere tutto
rompendo le fiale : cos maldestro." Andrea non era tenera neanche con Sunny, che
riteneva responsabile del suo coma. "Penso che abbia una grande parte di
responsabilit nei confronti di Claus e di Cosima, perch li ha delusi." A proposito
dei figliastri di Claus era ancora pi dura:"bambocci viziati", "intellettualmente
minorati", "dediti a una vita dissoluta nelle sale riservate dello Xenon e dello Studio
54".
Andrea era sempre ai ferri corti con gli avvocati, soprattutto con Tom. Nella sua
concezione, il consiglio degli avvocati era solo una parte dell'impresa per ottenere
l'assoluzione di Claus. Tom poteva anche essere il principale legale in aula, ma il
comandante in capo doveva essere Andrea che tirava tutte le file. anche se non
partecipava alla riunioni dove si decideva la tattica processuale ed era esclusa
dall'aula, agiva parallelamente telefonando a chiunque, intervenendo sempre e
contattando chiunque riteneva potesse giovare alla causa di Claus.
E'difficile dire in conclusione quale sia stato il valore del suo apporto al caso, dato
che fu di natura tale da non risultare facilmente apprezzabile. Andrea era comunque
onnipresente e ci si imbatteva in lei a ogni momento.
Avendo preso la decisione di non interrogare Claus, la difesa aveva concluso la sua
parte. L'accusa volle chiamare altri quattordici testimoni per smentire i nove esperti
che erano stati chiamati dalla difesa.

Durante la sua ricostruzione, l'accusa aveva fatto deporre trentatr persone, la


maggior parte delle quali aveva parlato degli aspetti medico-legali. L'accusa voleva
ora chiamare vari altri esperti medici che avrebbero sostenuto che il coma era stato
provocato da insulina. Il giudice Grande stabil per che "poteva bastare" quanto gi
detto, dato che l'accusa avrebbe dovuto chiamare tutti i testimoni quando era il
momento, sapendo che la difesa avrebbe contestato la teoria dell'insulina, invece di
aspettare la fine per avere l'ultima parola. Permise per che due testimoni dell'accusa
intervenissero per contraddire quelli della difesa su alcune questioni mediche
specifiche. In sostanza, la pubblica accusa, che aveva tenuto da parte alcuni dei suoi
migliori testimoni per questa replica, era stata spiazzata dalla tattica della difesa di
giocare la partita su un piano strettamente medico.
In quella che sarebbe stata la sua decisione pi contestata e aspramente criticata, il
giudice Grande rifiut al banchiere di famiglia Morris Gurley la facolt di deporre.
Aveva gi impedito la sua testimonianza sui possibili moventi finanziari che
potevano aver spinto Claus ad assassinare la moglie lasciando per aperta la
possibilit che testimoniasse dopo la difesa. Dato per che Claus non aveva deposto,
Gurley, che non aveva la minima competenza medica di replicare a quanto sostenuto
su questo terreno dalla difesa, non aveva nulla da confutare. Il giudice concluse
inoltre che "non c'era nulla che faccia pensare che la prospettiva di vantaggi
economici abbia spinto l'imputato a commettere le azioni che il pubblico ministero gli
addebita". Senza il supporto delle prove, vi era infatti il rischio che la giuria seguisse
le regole teatrali Cechov piuttosto che quelle giuridiche di Wigmore. Come si detto,
Cechov sosteneva che in un dramma teatrale non ci sono coincidenze: una pistola
appesa al muro al primo atto deve sparare al terzo, un dolore al petto
immancabilmente seguito da un attacco di cuore e un testamento che costituisce un
buon motivo per uccidere conduce senza dubbio al delitto. Al contrario Wigmore, il
grande codificatore della giurisprudenza americana in materia probatoria, afferma che
la vita reale piena di coincidenze e deve essere il giudice a decidere se, sulla base
delle prove esistenti, la giuria deve essere messa a conoscenza dei possibili motivi di
un atto criminale e di conseguenza valutare se l'imputato ha agito di conseguenza.

La decisione del giudice Grande di escludere la deposizione di Gurley sui possibili


moventi venne accolta con un coro di critiche. Il nuovo legale dei von Auersperg la
critic come "una decisione stupefacente, senza nessuna giustificazione logica o
giuridica"(La giuria naturalmente sapeva che Claus avrebbe tratto benefici finanziari
dalla morte della moglie. L'accusa aveva fatto menzione dei possibili moventi
finanziari nella sua introduzione.). La pubblica accusa and anche pi in l asserendo
che il giudice Grande era solito prendere decisioni "a favore dell'imputato".
Quella di criticare a voce il giudice per aver deliberato a sfavore del loro cliente una
di quelle tattiche preferite dagli avvocati. Lo scopo non tanto quello di ottenere un
ripensamento - il che non avviene quasi mai -, quanto "ammorbidire" il giudice
inducendolo, nella prossima occasione, a esprimersi a loro favore. (Questa tattica mi
stata insegnata da Red Auerbach. Quando era l'allenatore dei Celtics, dopo una
decisione arbitrale contraria, protestava sempre vigorosamente e spesso riusciva cos
a strappare una decisione a sua favore nel successivo caso dubbio.)
Sia o meno una coincidenza, l'accusa ottenne il beneficio del dubbio sulla seguente
questione di rilievo, una questione che avrebbe potuto essere la pi importante del
processo: le istruzioni giuridiche che il giudice dee dare alla giuria.
Ma prima che il giudice arrivi a dare queste istruzioni, la difesa e l'accusa devono
riassumere le loro tesi. Queste considerazioni conclusive, o arringhe, costituiscono
l'ultima parola degli avvocati, il loro ultimo tentativo di influenzare la giuria che dee
decidere la sorte dei loro clienti. Gli avvocati le considerano come il momento pi
importante dell'intero processo, ma, a sentire quello che dicono i giurati, forse
esagerano l'importanza delle loro arringhe finali e forse la loro importanza in genere.

17.
L'ULTIMA PAROLA
Secondo l'ordinamento del Rhode Island, la difesa a dove r parlare per prima e
l'accusa ha l'ultima parola. Questa norma non ha molto senso e non ha un'evidente
giustificazione se non il fatto di fare un enorme vantaggio all'accusa. L'ordine
naturale vorrebbe che sia il procuratore, che ha presentato la sua ricostruzione per
primo e ha l'onere della prova, a presentare per primo la sua arringa. La pratica
federale, che in precedenza era la stessa in uso nel Rhode Island, stata cambiata
parecchi anni fa: adesso prima viene il procuratore e poi la difesa, ma il procuratore
ha la possibilit di un'ultima breve replica. Naturalmente, quando era la difesa a
dover parlare per prima non le era concessa una replica, come del resto non le
concessa nel Rhode Island attualmente. Il principio generale sembra dunque essere
che l'accusa abbia l'ultima parola.
La logica di questo principio talmente discutibile che sembra difficile poterlo
sostenere in buona fede, ma giudici, procuratori e legislatori non sembrano aver avuto
dubbi. A quanto pare, si ritiene implicitamente che, siccome l'accusa ha l'onere di
provare la colpevolezza dell'imputato oltre ogni ragionevole dubbio, questo
svantaggio debba essere in qualche modo controbilanciato dalla possibilit di avere
l'ultima parola.
Quello che tale ragionamento sembra trascurare che ci sono ottime ragioni perch
l'onere della prova spetti all'accusa. come l'ex presidente della Corte Suprema, John
Harlan, ha affermato nella sua sentenza ormai classica nel caso del In re Winship, "il
requisito della prova oltre ogni ragionevole dubbio si fonda su un giudizio di valore
fondamentale per la nostra societ, e cio che meglio che un colpevole sia assolto
che un innocente condannato".
E'una caratteristica del nostro sistema giuridico quella di richiedere un grado
maggiore di certezza per una condanna che per un'assoluzione. Non ha quindi senso
affermare che questa scelta deve essere controbilanciata dando un vantaggio che
alleggerisca il fardello dell'accusa. Questo fardello non dee essere alleggerito e
certamente non attraverso il sotterfugio di dare l'ultima parola all'accusa.

La vera ragione che ha portato all'adozione di questo provvedimento che molti di


coloro che amministrano la giustizia non credono che sia giusto che l'accusa abbia un
compito cos difficile. Cercano quindi delle vie per facilitarglielo in pratica. pur
attenendosi, in teoria, agli stessi principi. La concessione "dell'ultima parola",
proprio uno di questi stratagemmi per rendere pi paritaria una situazione che non
dovrebbe essere tale. Naturalmente la situazione non comunque cos sfavorevole
all'accusa. Il procuratore dispone infatti di risorse, non solo finanziarie, di cui non
pu disporre la difesa come ad esempio la possibilit di ottenere la collaborazione
degli imputati in cambio di riduzioni di pena. E la maggior parte dei giudici favorisce
chiaramente l'accusa, se non altro perch pochi imputati sono effettivamente
innocenti.
Comunque sia, la difesa nel Rhode Island ha la parola per prima.
Thomas Puccio cominci la sua arringa parlando nel solito modo diretto, tipico di
Brooklyn:
Quello che vi chiedo di badare al sodo, e il sodo in questa faccenda l'iniezione di
insulina.
[...]
Comincer col sottoporvi il punto singolo pi importante della mia tesi. L'imputato
accusato di quello che pu essere descritto solo come un crimine mostruoso,
incredibile: aver iniettato in due diverse occasioni insulina a sua moglie.
La questione della realt o meno di questo fatto quindi quella decisiva. Voi, signore
e signori, dovete essere quindi convinti che questa iniezione di insulina ci sia stata per
condannare l'imputato.
Puccio continu a insistere sul fatto che questo caso "era appeso al filo" dell'insulina.
E chiese quindi alla giuria di tagliare questo filo e di lasciar cadere l'imputazione
perch tutti i testimoni che aveva chiamato a deporre - "la crema della crema, i
maggiori esperti del mondo" - avevano decretato che "non c'era stata alcuna iniezione
di insulina".
Per quanto poi riguardava i testimoni a carico, Puccio ricord alla giuria che anche il
dottor Gailitis era giunto alla conclusione che il primo coma non fosse stato
provocato da insulina. Mentre parlava picchiava il leggio con la penna. Puccio
attacc anche il dottor Cahill, ma il suo sarcasmo lo riserv al dottor Bradley, che
aveva dichiarato di essere certo al cento per cento che il primo coma era stato
provocato dall'insulina.

Chiamandolo "il signor cento per cento", Puccio disse alla giuria che Bradley era
arrivato alla sua conclusione senza neanche considerare il dato di 216 dell'insulina nel
sangue, dato che Bradley considerava "la ciliegina sulla torta".
Il signor cento per cento, signori e signori, non aveva per nessuna torta sulla quale
mettere questa ciliegina cos pu star qui fino a note a ripetere che sicuro al cento
per cento senza che questo significhi un bel niente.
Puccio tent anche di distruggere la deposizione di Maria Schrallhammer,
affermando che non aveva mai avuto simpatia per Claus e che la sua deposizione
"non rivelava una grande affetto per il signor von Bulow". Richiam anche
l'attenzione della giuria sulle discrepanze esistenti fra la testimonianza che Maria
aveva reso in tribunale e quello che aveva detto a Richard Kuh, La "chiave di tutto"
sono gli appunti di Kuh:
Richard Kuh stato ingaggiato dai ragazzi per compiere indagini dopo che la signora
von Bulow versava ormai in coma irreversibile. La prima cosa che fecero fu chiamare
la governante perch dicesse quello che aveva visto, e i questo primo incontro
cruciale la governante non disse una parola a proposito della boccetta di insulina,
nulla circa sugli aghi, ancora nulla sulla siringhe. Io vi chiedo, signore signori, se
effettivamente vide quelle cose durante il week-end del Ringraziamento del 1980,
non avrebbe dovuto come prima cosa dire, quando parl col signor Kuh:"Ecco,
questo quello che ho visto?" (La descrizione che Puccio diede degli appunti di Kuh
era sostanzialmente la stessa che avevo dato io in aula nel gennaio 1985, una
descrizione che il procuratore generale Arlene Violet aveva in modo menzognero
qualificato come "erronea e falsa". Per quanto io ne sappia, Violet non ha mai difeso
in seguito questo suo giudizio fuorviante.)
"Occorre solo pensare al fatto", concluse Puccio, " che la verit alla fine emersa...
grazie agli appunti di Kuh che riferiscono die quei primi colloqui..." Il procuratore
Marc DeSisto si avvicin al recinto della giuria e mostr nell'arringa molta pi
decisione di quante ne avesse dimostrata durante il processo. Disse ai giurati che il
parere degli esperti era meno importante delle prove emerse sul comportamento di
von Bulow:"Voi siete pi qualificati degli esperti perch potete valutare cose che essi
non possono valutare". Invit la giuria ad "avere coraggio" e le forn questa
immagine pittoresca:
Carica l'ago e la siringa con l'insulina. Si avvicina alla moglie. cosa pensa? Trova il
punto ed eccolo mentre preme lo stantuffo; quali idee gli passano per la testa mentre
inietta l'insulina nel corpo della moglie?

Potete vederlo, sta premendo lo stantuffo e la tensione diminuisce.


Presto sar accanto ad Alexandra Isles e non avr alcun bisogno di lavorare. Non
riuscite a immaginare la scena? Si siede e aspetta pazientemente.
Aspetta, ma la moglie si riprende.
Allora aspetta un anno intero e ripete tutta l'operazione.
DeSisto concluse, come aveva gi fatto Puccio, con le testimonianze di Alexandra e
Maria:
Alexandra Isles la ragione, il movente lo stimolo dietro ogni iniezione, ognuno dei
due coma... Ricorderete la scadenza che si erano prefissati:" A Natale saremo
insieme". Che strana coincidenza! Il primo coma sopravviene giusto a Natale.
Rievoc anche drammaticamente la testimonianza di Alexandra su quello che Claus
le avrebbe detto:
Guardavo, guardavo mia moglie che stava male, aveva perso conoscenza. E alla fine,
quando era sul punto di morire, chiamai il dottore.
DeSisto chiese quindi alla giuria di seguirlo nella stanza dove Sunny era distesa
durante il giorno del primo coma:
Andate col pensiero a quella stanza, il 27 dicembre 1979, e sedetevi coll'imputato ad
aspettare che sua moglie muoia. Riuscite a farlo? Lei in stato di incoscienza e lui la
sta osservando. E Maria Schrallhammer entra ed esce e la scuote senza riuscire a
svegliarla.
Entrate in quella stanza. Lui chiama il medico ma gli mente:"Mia moglie ha bevuto u
po'troppo, ma non occorre preoccuparsi, si gi alzata".
Quando sarete chiusi a prendere la vostra decisione, pensate a quella camera, signore
e signori, e restatevi fino a quando non avrete udito Martha von Bulow rantolare. E
adesso guardate Maria Schrallhammer che entra e chiede all'imputato, mentre scuote
Sunny:"Vuole aiutarmi?" E'lui le risponde di no.
Entrambi gli oratori profusero tesori di oratoria e di abilit drammatica. Ma chi ha in
realt l'ultima parola il giudice. Per una giuria un giudice sempre pi convincente
dell'eloquenza di un avvocato. I giurati sanno che gli avvocati rappresentano una
delle parti e sono quindi unilaterali nei loro argomenti. Un giudice togato invece almeno in teoria - la quintessenza dell'imparzialit e dell'obiettivit.
In realt per molti giudici hanno una loro idea su quale delle due parti dovrebbe
vincere e non esitano a buttare tutto il loro peso sulla bilancia della giustizia. si dice
che un vecchio giudice di Washington D.C. avesse due elenchi di istruzioni generali
sulla giuria - circa il significato di ragionevole dubbio, dell'onere della prova e cos
via - in due diversi cassetti della sua scrivania.

Uno di questi era favorevole alla difesa, l'altro all'accusa ed entrambi erano
accettabili sotto il profilo giuridico, cosicch il giudice non temeva di essere smentito
in un ricorso. Se avesse avuto l 'impressione che l'imputato fosse innocente, dava le
istruzioni favorevoli alla difesa e viceversa. Dato che la maggior parte dei giurati
sentono queste istruzioni una sola volta nella vita, non potevano sapere in che modo
erano stati manipolati.
Le istruzioni del giudice sono importanti non solo perch sono l'ultima cosa che i
giurati ascoltano prima di deliberare, ma anche perch per loro il giudice un
oracolo. come ha osservato in un'occasione la Corte Suprema degli Stati Uniti, "la
minima osservazione di un giudice accolta con deferenza e pu dimostrarsi
decisiva" perch il giudice ha una posizione "di particolare influenza". I giurati
colgono ogni sfumatura, ogni accentuazione in quello che il giudice dice e lo
considerano un segno dei suoi sentimenti reali. I giurati vogliono sapere cosa ne
pensa il giudice perch ha molta pi esperienza in questo tipo di cose ed certamente
pi obiettivo, altrimenti - ovvio - non sarebbe diventato giudice!
Il giudice Grande era effettivamente obiettivo, ma era stata naturalmente colpita dalle
accuse che le erano state rivolte di aver favorito la difesa. Pi o meno consciamente
sembr cercare di ristabilire l'equilibrio con le sue istruzioni finali.
Il punto pi controverso di queste istruzioni - date con voce bassa e melodiosa - fu
quello circa il concetto di prova oltre ogni ragionevole dubbio. E'un concetto che i
giurati non hanno in genere ben presente e che non usano nella vita di tutti i giorni.
Una persona razionale agisce dopo aver raccolto molti fatti, anche nelle decisioni pi
importanti della propria vita. Se un medico vi dice che dovete fare un'operazione di
by-pass coronarico, voi ci pensate bene e a lungo. Confrontate le possibilit di vivere
una vita confortevole, sana e lunga con l'operazione e le stesse possibilit senza
l'operazione. Potete inserire nella vostra equazione molti altri fattori, il dolore, la
sfiducia nei medici, la possibilit della morte contro la certezza, l'antipatia per gli
ospedali, eccetera - ma se alla fine una persona razionale decide di avere una
percentuale a favore o contro del 60 contro 40 agisce di conseguenza. perch mai
scegliere il 40 per cento se si ha un 60 per cento dall'altra parte?

In un processo penale le cose vanno diversamente. Se i giurati decidono, dopo aver


preso in considerazione tutti gli elementi, che ci sono 60 possibilit su cento che
l'imputato sia colpevole e 40 che sia innocente, allora devono assolvere. Questo
anche nel caso che le probabilit siano 70 contro 30. Il diritto odia le precisazioni e
preferisce concetti pi vaghi come quello di "certezza morale". Questo concetto non
corrisponde comunque a una distribuzione del tipo 60-40 e neppure a una 70-30.
Piuttosto sembra potersi aggirare su un rapporto 90 contro 10, in accordo con
l'affermazione di William Blackstone, secondo la quale meglio che dieci criminali
circolino liberamente piuttosto che un solo innocente sia punito. nei casi penali, il
costo legale di un tipo di errore - la condanna di un innocente - considerato molto
pi alto del costo legale opposto: l'assoluzione di un colpevole.
Molti giudici per non comprendono bene questo principio o lo trascurano. Spesso
danno istruzioni, come quelle che seguono, che sottovalutano completamente la
differenza che esiste fra decidere della colpevolezza o meno di un imputato e
prendere altre importanti decisioni nella propria vita:
Signore e signori della giuria, nel decidere se l'accusa ha provato la colpevolezza
dell'imputato al di l di ogni ragionevole dubbio, non vi si chiede se l'ha provato al di
l di ogni dubbio, ma piuttosto se stata provata con quel tipo di certezza in base al
quale agite nel prendere le vostre vite pi importanti decisioni personali.
Non una parola riguardo al diverso costo dei due possibili tipi di errore! Non una sola
parola sul fatto che sia meglio assolvere un innocente piuttosto che punire un
colpevole! Il messaggio chiaro: dovete condannare l'imputato in base allo stesso
tipo di logica che adoperate per prendere decisioni come lo sposarvi, il sottoporvi a
un'operazione chirurgica, aver figli o cambiare lavoro.
Le istruzioni del giudice Grande non arrivavano a questo punto, andavano
chiaramente in questa direzione. Ecco ci che disse alla giuria riguardo al ragionevole
dubbio:
Una prova oltre ogni ragionevole dubbio non significa che l'accusa debba provare la
sua tesi al di l di ogni dubbio...
N significa che l'accusa debba provare con assoluta certezza gli elementi essenziali
della sua tesi; nulla di tutto questo.
...Significa semplicemente che l'imputato gode del beneficio del dubbio ragionevole,
non di qualsiasi possibile dubbio.

Il giuramento che voi avete prestato richiede che voi emettiate un verdetto di
colpevolezza se siete convinti al di l di ogni dubbio ragionevole. Viceversa siete
tenuti a emettere un verdetto di assoluzione se non avete la convinzione della sua
colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio.
Il giudice Grande sottoline la parola "convinti" e mise in guardia i giurati sul fatto
che un ragionevole dubbio "non una ipotesi speculativa, un sentimento interno.
E'qualcosa di pi di un dubbio basato su una congettura o su delle possibilit":
L'insistenza del giudice Grande su ci che un ragionevole dubbio non era, pu aver
dato l'impressione che un giurato avrebbe sbagliato se avesse avuto la sensazione una sensazione inesplicabile ma che a lui sembrava giusta - che l'imputato fosse
innocente. In effetti Grande aveva detto ai giurati che avevano il "dovere di emettere
un verdetto di colpevolezza" se i loro dubbi fossero stati giustificati solo da una
"sensazione" e non dai fatti. Pareva quasi si volesse dire che la giuria doveva avere
delle ragioni egualmente solide per emettere un verdetto di innocenza o di
colpevolezza. a questo punto era difficile dire a quale delle due parti spettasse l'onere
della prova.
Il giudice Grande prosegu quindi dicendo alla giuria che "la probabilit di
colpevolezza, anche se forte, non era sufficiente per sostenere e giustificare un
verdetto di colpevolezza". Questa istruzione era egualmente assurda e manifesta un
fraintendimento del concetto di probabilit. Le probabilit sono tutto ci su cui
possiamo fondarci per prendere una decisione, nella giustizia come nella vita. Come
il giudice della Corte Suprema Harlan stabil correttamente nel caso "Winship",
"Tutto ci che l'inquirente pu arrivare ad avere la probabilit che un fatto sia
avvenuto". In un caso come quello di von Bulow nessuno riuscir mai a saper
qualcosa di certo. Quella che dovrebbe essere richiesta una probabilit molto alta di
colpevolezza. Quanto alta, era esattamente la domanda alla quale la legge e il giudice
dovevano dare una risposta. Il giudice Grande per non lo fece.
L'altro punto controverso delle sue istruzioni riguardava la sua posizione confusa ed
elusiva circa il problema delle prove indiziarie. Le corti ripetono costantemente alle
giurie che "le prove indiziarie sono altrettanto valide di quelle dirette". Alcuni giudici
aggiungono "anche migliori di quelle dirette". Questo significa confondere le prove
indiziarie con quelle dirette.

In realt, l'ambiguit sta nelle parole stesse. Non esistono prove indiziarie ma solo
processi indiziari. Ogni prova per sua natura diretta: ad esempio Maria ha dichiarato
di aver "visto l'insulina nella borsa nera di Claus", Questa una testimonianza
oculare la pi diretta possibile: la testimone afferma di avere visto qualcosa
direttamente coi suoi occhi e di aver letto un'etichetta. Il solo problema dunque : sta
dicendo la verit? La sua memoria precisa?
Un altro esempio pu essere offerto dalla testimonianza di Alex di aver trovato del
Dalmane con il nome di Claus e un ago incrostato di qualche sostanza nella borsa
nera.
Ci che aleatorio non la prova in s, sono le conclusioni che il procuratore chiede
alla giuria di trarre dagli elementi di fatto emersi. L'accusa chiede dunque di
concludere che, poich dell'insulina stata vista nella borsa nera in novembre, e
poich una prescrizione a nome di Claus e un ago con incrostazioni stato trovato
nella stessa borsa in gennaio, allora la borsa che contiene l'arma del tentato delitto
deve essere appartenuta a Claus che deve aver praticato un'iniezione a sua moglie con
quell'ago.
E'questo tipo di ragionamento - trarre conclusioni ipotetiche da dati di fatto assodati che fa di un processo indiziario. Si sarebbe basato su prove "dirette" se Maria avesse
visto Claus riempire una siringa di insulina e praticare un'iniezione a Sunny mentre
stava dormendo. In questa improbabile circostanza il solo elemento di dubbio
avrebbe riguardato l'attendibilit della testimonianza oculare di Maria. Alla giuria
sarebbe quindi stato risparmiato di trarre delle conclusioni di tipo indiziario. (Nello
Stato del Rhode Island esiste una legge che distingue i casi fondati esclusivamente su
testimonianze dirette da quelli che richiedono delle induzioni basate su indizi. Questa
legge non permette alla giuria di condannare un imputato in base a quella che viene
definita "un'accumulazione" o "sovrapposizione di indizi". Questo significa che una
giuria pu trarre una conclusione da una prova diretta e non pu esserle chiesto di
trarre da questa conclusione una seconda conclusione a meno che non si tratti di una
conclusione di carattere logico. per usare le parole della Corte Suprema del Rhode
Island, "un'induzione fondata su un'induzione a sua volta fondata su una prova diretta
deve essere rifiutata... quando i fatti dai quali tratta sono suscettibili di un'altra
ragionevole interpretazione". Quindi, almeno nel Rhode Island, un processo
indiziario non viene considerato valido come un processo basato su prove dirette, e
questo per ragioni comprensibili. Nel secondo tipo di processo tutto quello chela
giuria deve fare valutare la credibilit del testimone, le induzioni si ricavano
naturalmente da quello che il testimone dice. Nel processo indiziario, invece, una
giuria deve fare due cosa: innanzi tutto valutare l'attendibilit del testimone, perch
non ha senso trarre inferenze da una testimonianza falsa, in secondo luogo trarre da
questa testimonianza le conclusioni opportune.)

Nel caso von Bulow la giuria doveva quindi decidere se credere alla testimonianza
oculare di Maria e Alex che dicevano di aver trovato l'insulina e il Dalmane nella
borsa nera, quindi decidere se questi e altri elementi portavano alla necessaria
conclusione che l'arma del delitto appartenesse a Claus che l'aveva usata per uccidere
la moglie.
Considerate cos le cose, appare assurdo dire a una giuria che "le prove indiziarie
sono altrettanto valido di quelle dirette". E'come dire che un'equazione matematica
altrettanto valida delle cifre in essa contenute, o che una teoria scientifica valida
quanto i fatti su cui si fonda.
Il modo giusto di descrivere le cose sarebbe stato quello di dire che un processo
indiziario non pu mai essere migliore delle prove dirette sulle quali si fonda. A
parit di ogni altro fattore non potr neppure essere altrettanto valido dello stesso
processo fondato esclusivamente su prove dirette. Se Maria e Alex avessero visto
Claus mettere dell'insulina nella borsa, toglierla e fare un'iniezione a sua moglie, la
tesi dell'accusa sarebbe stata molto pi solida di quanto non lo fosse avendo Maria e
Alex solamente visto l'insulina e quindi dedotto che claus l'aveva iniettata a sua
moglie.
Naturalmente nella vita reale le condizioni non sono mai eguali. Alcuni indizi
possono essere effettivamente pi convincenti di certe testimonianze dirette. Cos se
sette persone di irreprensibile reputazione - prima dell'episodio Marriott-Magaldi
avrei detto "sette sacerdoti" - avessero indipendentemente giurato di aver assistito a
un particolare avvenimento e i sette avvenimenti conducessero a una sola inevitabile
conclusione, fondata sul giuramento da parte di un incallito mentitore - un tipo come
Marriott - di aver assistito alla conclusione stessa. Tutto questo ovvio, un processo
fondato su testimonianze dirette ma discutibili debole. tutta questa discussione ha
lo scopo di introdurre alle conseguenze devastanti che ebbero le istruzioni date dal
giudice Grande a proposito delle prove indiziarie. Malgrado i criteri severi che le
leggi del Rhode Island stabiliscono per i processi basati su prove indiziarie, il giudice
Grande diede alla giuria le direttive seguenti:

Le provi indiziarie sono valide quanto quelle dirette... la forza probatoria delle prove
indiziarie pari a quella delle prove dirette e non pu essere operata una giustificata
distinzione fra le due.
Il giudice diede poi alla giuria questo esempio di prova indiziaria:
Facciamo un esempio ipotetico: una giuria deve decidere se il manico di una padella
era caldo. Questi i fatti: Il padre depone e testimonia di aver messo la padella sul
fornello e pensa di averlo spento. Vede quindi suo figlio di tre anni toccare il manico
della padella, sente il figlio gridare e la padella cadere.
Il padre entra nella cucina, guarda la mano del figlio che arrossata. Sempre il padre
dice di aver portato il figlio da un dottore. Il medico a sua volta esamina il bambino e
la sua diagnosi che la mano stata scottata.
Dunque, signori della giuria, se la nostra ipotetica giuria fosse convinta
dell'attendibilit del padre e di quella del medico, potrebbe trarre la ragionevole e del
tutto logica conclusione che il manico della padella era caldo, anche se su questo
punto nessuno ha portato una testimonianza diretta.
Questo esempio era scopertamente a favore dell'accusa per almeno due ragioni:
primo, non vi era nessun ragionevole motivo per mettere in dubbio l'esattezza e la
credibilit delle osservazioni del padre; secondo, l'induzione era in questo caso
inevitabile. Nel caso von Bulow, per sia la verit delle osservazioni sia la
plausibilit dell'inferenza erano molto discutibili.
Puccio era furioso per queste istruzioni del giudice Grande. Per la prima volta in quel
processo sembr perdere la calma, accusando il giudice di parzialit.
L'interpretazione che il giudice aveva dato dei concetti controversi - come
ragionevole dubbio o prove indiziarie - "aveva delle conseguenze gravissime e
cumulative". Tom chiese quindi a Grande di ripensarci e di dare "istruzioni pi
equilibrate". Grande gli rispose che da parte sua "era sempre stata ragionevole". "Si",
ribatt Tom, "salvo che sul ragionevole dubbio." Nonostante le proteste di Puccio e
gli elementi di natura giurisprudenziale che riuscimmo a raccogliere in tutta fretta a
Cambridge, il giudice rifiut di codificare le sue istruzioni alla giuria.
Il caso era ormai nella mani dei dodici "pari" di von Bulow, nessuno dei quali , a dire
il vero, aveva molto in comune con lui o con la sua supposta vittima: un impiegato
dell'assistenza sociale, una rammendatrice, un amministratore, un direttore di
fabbrica, uno scrittore in pensione, un consulente, un bancario, un amministratore, un
tecnico di laboratorio, una casalinga, uno studente di ragioneria e un direttore
finanziario. Questi i "pari" che avrebbero dovuto decidere della sorte di un uomo che
certamente non considerava questi onesti lavoratori come suoi eguali.

18.
LA DECISIONE ALLA GIURIA
Il secondo processo von Bulow giunse davanti alla giuria alle 11.30 del mattino del 7
giugno 1985. Tutti si chiedevano cosa stessero pensando i giurati, considerando le
indicazioni date dal giudice Grande. Erano state infatti raccontate loro due storie
completamente incompatibili e parallele. La difesa non aveva neanche tentato di
mettere in discussione il particolareggiato ritratto morale di Claus come un
mascalzone cinico, che se ne stava seduto mentre sua moglie stava morendo
lentamente. D'altra parte, l'accusa non era riuscita a smentire la poderosa impalcatura
medico-legale messa in piedi dalla difesa. Era quasi come se i giurati per sei
settimane avessero ascoltato due casi diversi.
Prima delle istruzioni date dal giudice Grande, la maggior parte degli osservatori era
propensa a credere chela difesa fosse riuscita a sollevare dei ragionevoli dubbi sulla
ricostruzione medico-legale dell'accusa, ma che non fosse riuscita a indebolire
significativamente la componente melodrammatica della ricostruzione dell'accusa. Il
problema ora era sapere su quale componente della giuria, in seguito alle istruzioni
sul ragionevole dubbio, avrebbe incentrato la sua attenzione.
Tre spie potevano fornire qualche indizio sulle segrete deliberazioni dei giurati:
innanzi tutto il tipo di domande che avrebbero rivolto ai giudici durante le loro
discussioni; in secondo luogo il tempo che ci avrebbero messo e infine il tipo di
sguardi che avrebbero rivolto all'imputato, soprattutto, nell'imminenza del verdetto.
Gli avvocati hanno una quantit di storie fantastiche su come carpire le segrete
intenzioni della giuria. Una delle ragioni di questa attivit che, quando la giuria
riunita per stabilire la sorte dei loro clienti, non hanno molto da fare oltre che sedersi
e aspettare. gli avvocati, la maggior parte dei quali non ama aspettare, devono pur
fare qualcosa per tenersi occupati, a questo tipo di attivit divinatoria la loro attivit
favorita. Questi i miti pi diffusi:
Una giuria che fa molte domande un buon segno per la difesa, perch significa che
qualcosa la inquieta. (Ancora pi indicativo pu essere naturalmente il tipo di
domande poste.)

Una giuria che delibera a lungo anch'essa un buon segno, perch suggerisce e i
disaccordi al suo interno, e il disaccordo pu significare una giuria divisa.
Dei giurati che non guardano in faccia l'imputato quando stanno per decidere il suo
destino si apprestano probabilmente a condannarlo.
Il meno che si possa dire che quest'arte divinatoria riflette pi le speranze che
un'esperienza empirica. La maggior parte dei difensori non pu per illudersi molto
perch la grande maggioranza degli imputati sar condannata dai giurati. La
percentuale delle condanne tuttavia pi bassa nei processi che fanno seguito a un
ricorso accolto (Circa tre quarti degli imputati vengono condannati dalle giurie.
Secondo il "New York Times", "gli esperti stimano che circa la met dei processi di
appello termina con una assoluzione".). Questa dipende da vari fattori. All'appello, il
difensore ha il vantaggio di conoscere molto meglio quello che l'accusa ha contro di
lui e pu quindi prepararsi al meglio. I casi che finiscono in appello sono inoltre
quelli che pi frequente riguardano imputati innocenti. Inoltre i processi d'appello
sono pi lontani dagli avvenimenti e quindi la memoria dei fatti pi incerta e
discutibile, i testimoni sono meno numerosi e in generale la ricostruzione dell'accusa
pi facile.
Anche se non dispongo di dati statistici, sono sicuro che anche nei casi in cui i giurati
fanno molte domande e deliberano a lungo e guardano l'imputato dritto negli occhi, la
maggior parte delle giurie - anche se forse in misura leggermente minore - emette
verdetti di colpevolezza. Questi miti hanno origine dalla frustrazione di un mestiere
dove anche i migliori, la maggior parte delle volte, perdono.
Durante il loro secondo giorno in camera di consiglio, i giurati chiesero di riascoltare
la testimonianza di Maria e Alex concernente il ritrovamento della borsa nera dopo il
giorno del Ringraziamento. Vollero anche risentire quello che aveva detto il dottor
Rubenstein, il nostro esperto che aveva deposto sull'inaffidabilit dei dati sull'insulina
ritrovata sull'ago. Questo tipo di domande ci fece ben sperare, stava infatti a
significare chela giuria stava concentrando la sua attenzione sul problema
dell'effettiva presenza dell'insulina nella borsa nera e sull'ago. Sperammo che il
riascoltare la testimonianza di Alex e Maria - e soprattutto il controinterrogatorio al
quale erano stati sottoposti - avrebbe rafforzato i dubbi sulla loro testimonianza e
sottolineato le discrepanze fra quello che avevano detto in aula e le pi immediate
dichiarazioni fatte a Kuh.

Dopo la lettura di queste testimonianze, dunque, la giuria, attraverso la voce


monotona del portavoce della corte, fece conoscere le sue decisioni.
Il sabato mattina in cui la giuria doveva far conoscere il verdetto - il secondo giorno
di riflessione - la seconda pagina del "Globe" di Boston riportava la notizia che un
gran jury del Rhode Island aveva segretamente incriminato padre Magaldi per
spergiuro. L'incriminazione era "segreta" per non influenzare le decisioni della giuria
sul caso von Bulow, ma venne egualmente fatta filtrare alla stampa, secondo una
fonte attendibile, proprio da qualcuno dell'ufficio del procuratore generale, e proprio
per influenzare la giuria. Si pens che l'incriminazione di uno dei testimoni a
discarico d von bulow, anche se si trattava di un testimone che non aveva in realt
mai deposto, avrebbe gettato una cattiva luce sulle tesi della difesa. L'ufficio del
procuratore generale, autoassolvendosi, rifiut ogni commento, che in effetti era
superfluo. La fuga di notizie aveva raggiunto il suo scopo. Anche se la giuria era
isolata, ben noto che nessun isolamento a tenuta stagna; era molto probabile che
una notizia cos sorprendente come l'incriminazione di uno dei parroci pi popolari e
stimati di Providence trovasse il modo di raggiungere la giuria. Questo era ancora pi
probabile dato che "molti dei membri della giuria conoscevano padre magaldi", cosa
ben nota nell'accusa.
E'comprensibile che il giudice Thomas Calderone della Corte Suprema del Rhode
Island, dopo esser venuto a conoscenza della fuga di notizie, abbia dichiarato furioso
che "qualunque dipendente dell'amministrazione della giustizia ne sia responsabile,
dovrebbe essere allontanato. Se lavorasse per me, lo butterei fuori. E'un fatto
deplorevole".
Ma, per quanto ne so, non venne fatto alcun tentativo di individuare la fonte
dell'indiscrezione. Nel Rhode Island la giustizia non sembra applicarsi anche ai
collaboratori della procura generale.
Non sapremo mai se la giuria sia venuta a conoscenza dell'incriminazione di padre
Magaldi. E non sapremo mai neppure chi sia stato il responsabile di questa fuga di
notizie. La giuria continu a discutere per tutta la giornata di sabato senza arrivare a
un verdetto.

Speravo che la giuria non avrebbe protratto la sua riunione anche durante la domenica
9 giugno perch per quel giorno si attendeva un altro importante responso: la sesta
partita delle finali del campionato di basket. I miei beneamati ma sfortunati Celtics
dovevano affrontare i Los Angeles Lakers. I lakers, guidati sul campo dal gioco
ispirato di Kareem Abdul-Jabbar e Magic Johnson e spronati dalla panchina dagli
improperi di Jack Nicholson, erano in vantaggio sui Celtics per tre partite a due. Se i
Lakers avessero vinto questa partita, tutto sarebbe finito e il campionato mondiale si
sarebbe trasferito da Boston a Los Angeles. Se invece i Celtics fossero riusciti a
batterli - malgrado Larry Bird fosse ferito, Cedrick Maxwell zoppicasse e Kevin
McHale fosse esausto -, avrebbero dovuto affrontare i Lakers in una settima e
decisiva partita il marted seguente.
Durante il campionato vado a vedere almeno la met delle partite che i Celtics
giocano in casa ( e anche qualche partita fuori casa quando mi trovo "per lavoro"
nella citt giusta al momento giusto). I nostri posti sono proprio poche file davanti al
presidente del Celtics Arnold "Red" Auerbach, che si prende cura dei suoi amici.
(Dio non voglia che uno degli amici di Red Auerbach esca anche solo pochi secondi
prima del termine, quale sia il risultato; in questo caso incorrerebbe nelle peggiori ire
presidenziali, che gli farebbero ricordare le sgridate paterne dell'infanzia.)
Durante l'intervallo Red - un avvocato mancato - veniva spesso a chiedermi dei miei
casi e a darmi alcuni consigli per come vincerli. Soprattutto si interessava "di quel
tipo, von Bulow". Io, in genere, mi sdebitavo con dei consigli egualmente preziosi su
come migliorare il gioco dei Celtics nei contrasti e nei rimbalzi. Entrambi credevamo
certamente di sapere di cosa stavamo parlando, e Red probabilmente non sbagliava.
Non mi ero quasi mai perso un paly-off, e non avevo la minima intenzione di
perdermi questa classica, ma sapevo anche che avrei dovuto essere a Providence non
appena la giuria avesse emesso il verdetto. Il giudice Grande, naturalmente, non
essendo proprio una tifosa scatenata dei Celtics, chiese alla giuria di riunirsi anche di
domenica.(Io suggerii che ai giurati venisse concessa una televisione a circuito chiuso
con la quale guardare la partita con cinque minuti di ritardo, in modo da essere sicuri
di poter eliminare qualsiasi eventuale notizia sul processo.)

La partita sarebbe cominciata alle 3.30 pomeridiane. La riunione della giuria era
prevista per le 2 esatte, cosicch i giurati avevano la possibilit di partecipare alla
funzione del mattino. (Claus e Andrea Reynolds per poco non si imbatterono nei vari
giurati cattolici che assistevano all'ultima messa nella stessa chiesa.)
Dopo essermi consultato con vari osservatori a Providence, che erano solidali col mio
dramma, giunsi alla conclusione che era molto improbabile che venisse emesso il
verdetto nel primo pomeriggio di domenica. Calcolai che la distanza dal Boston
Garden al tribunale di Providence era di circa cinquanta minuti, presi la mia maglia
verde dei Celtics, misi un vestito stirato in macchina, presi con me un piccolo
televisore e decisi di correre il rischio. Ogni cinque minuti mi sarei sintonizzato su
una stazione di Providence per sapere se il verdetto era imminente. Naturalmente
avvertii Red che, se mi avesse visto scappare fuori improvvisamente, non sarebbe
stato per mancanza di fede nei Celtis, ma perch si stava per pronunciare il verdetto.
Ma per quel pomeriggio l'unico verdetto fu quello che elimin i Celtics con un
punteggio di 111 a 100. Amid salut i tifosi del nostro settore - li chiamavamo "gli
amici d'inverno", perch ci vedevamo solo durante il campionato in questa stagione e io tornai a casa ad aspettare l'altra sentenza.
Pochi minuti dopo il mio ritorno a casa, Claus mi chiam. "Si dice che il verdetto
verr pronunciato domani mattina", mi comunic con sicurezza, "e terrei molto che
lei fosse presente, non tanto come 'paracadute', anche se certamente anche per questo,
ma per essere partecipe di qualunque verdetto sia emesso. Lei mi stato a fianco in
tutta questa vicenda pi a lungo e pi attivamente di chiunque altro, eccetto la mia
famiglia e i miei amici pi stretti. Neanche Cosima e Andrea ci saranno in aula
domani. La voglio qui." Gli dissi che sarei stato presente e mi preparai ad andarci la
mattina presto con mio figlio Jamin, che mi aveva aiutato in molti modi durante
questo caso; cercando le cronache di giornale sull'omicidio di Gilbert Jackson,
facendo da testimone ai miei incontri con David Marriott, controllando e
consegnando le copie del ricorso.
Durante il viaggio in macchina, ci trovammo a parlare proprio di quel genere di
illazioni e di pronostici che occupano gli avvocati nei momenti di nervosismo prima
del verdetto: "E'troppo presto", mi dissi preoccupato, facendo notare chela giuria si
era riunita in tutto per una decina di ore.

"Ricordati del primo processo", mi fece notare per Jamin, "la giuria si riunita per
sei giorni e guarda come andata." "Non mi piace questa faccenda delle domande",
continuai a rimuginare, "perch mai avranno voluto sentire di nuovo Maria? Questa
la parte melodrammatica del caso, se si concentrano su questo aspetto non un buon
segno per claus." "Continuo a pensare che Claus avrebbe dovuto testimoniare",
borbott Jamin, che aveva sempre sostenuto questa tesi nelle nostre discussioni in
famiglia.
"E'proprio per questo che si studia diritto!" gli dissi. "Per imparare come funziona un
processo. Non c'era modo di far deporre Claus una volta che era stato deciso di
puntare tutto sull'aspetto medico. Forse stata proprio questa la decisione sbagliata,
ma una volta presa non si poteva tornare indietro." "Gi, ma quando gli avvocati
sbagliano sono i clienti a pagare, e questo il motivo per il quale non far il
penalista." Jamin, che era stato appena ammesso alla Harvard Law School, pensava
infatti a un lavoro governativo.
Arrivammo in aula proprio mentre la giuria stava entrando per ricevere le istruzioni
che dovevano precedere le loro deliberazioni. Guardai ogni giurato mentre passava di
fianco all'imputato. Claus aveva un mezzo sorriso, ma nessuno dei giurati lo guard.
La maggior parte di loro aveva lo sguardo rivolto al pavimento di legno, alcuni
invece guardavano in direzione del giudice. Non c'era di che essere ottimisti.
Non appena i giurati furono seduti, il giudice Grande li rinvi nella ala della giuria
per continuare il loro lavoro. Avvis una delle giurate che suo marito aveva chiamato
e un altro che un suo problema era stato risolto. La giuria quindi usc per decidere se
claus avrebbe dovuto trascorrere il resto della sua vita da uomo libero, scagionato da
ogni colpa, o come carcerato a vita, a meno che non accadesse di peggio!
Claus e i suoi avvocati si ritirarono nella piccola stanza che era stata assegnata loro.
Era una stanzetta ingombra senza molte distrazioni e con pochi comfort, che di solito
era l'ufficio di uno dei giudici. Nel Rhode Island i giudici non godevano di molto
apparato al di fuori dell'aula.
Mentre aspettavamo ci raccontammo storielle. Malgrado il suo aspetto austero, Claus
von bulow una sorta di clown - difficile immaginarselo! - che ama le barzellette, e
soprattutto i giochi di parole.

Aveva specialmente un grande senso dell'autoironia: durante tuta la vicenda era


sempre il primo a riferirmi le battute feroci che circolavano su di lui:"Come viene
definita la paura dell'insulina? Claustrofobia", "Cosa regalare per Natale a una moglie
che ha gi tutto? Un'iniezione di insulina".
In un inutile tentativo di non farlo pensare a quello chela giuria stava facendo, presi il
menu del tribunale e cominciai a fare dei giochi di parole sui nomi con Claus. Oggi
piatto doveva ricevere un nome "giuridico". Gli involtini vennero quindi
soprannominati "Warren Burger", il presidente della Corte Suprema, l'hot dog, "Felix
Frankfurter", un ex giudice. Il roast beef fu chiamato invece "Brandeis beef" dalla
celebre "Brandeis Brief". Le bibite vennero chiamate "Lord Coke", anche se il
celebre avvocato inglese pronunciava il suo nome come "cook". Il giudice Learned
Hand ebbe invece l'onore di dare il suo nome a un tramezzino al prosciutto:"Leaned
Ham", anche Lord Bacon trov naturalmente posto tra i nostri sandwich. (Molti
giudici di mia conoscenza sarebbero stati qualificati per la parte del tacchino, ma
avevamo deciso, per non trasformare lo humor in sarcasmo, che avremmo dato solo
nomignoli non spregiativi.)
Mentre stavamo concludendo il nostro gioco, l'ufficiale giudiziario annunci che
finalmente la giuria aveva espresso il suo verdetto. In seguito a un accordo
precedente tra la stampa, il giudice egli avvocati delle parti, il verdetto sarebbe stato
letto solo quindici minuti scopo in modo da permettere ai giornalisti e agli avvocati
di accorrere per essere in aula nel momento in cui "si apriva la busta".
Questi sarebbero stati i minuti pi lunghi. Claus mi chiese di seguirlo in una stanza di
fianco a quella degli avvocati "per scambiare due parole".
"Voglio ringraziarla prima che venga letto il verdetto", mi disse in tono solenne, "lei
sa bene che tutto questo non sarebbe stato possibile senza di lei e senza il suo gruppo.
Nessuno pensava che avrei potuto vincere il ricorso e ottenere un nuovo processo,
solo lei ha avuto fiducia".Fece una breve pausa e quindi riprese:"Volevo dirglielo ora,
perch se perdo non sar dell'umore di ringraziare nessuno. E sarei terribilmente
spiacente di non averla ringraziata, perch se non fosse stato per lei e per la sua
squadra io oggi non avrei avuto una seconda possibilit".

Cercai di fargli notare che era statala sua innocenza l'elemento che aveva indotto i
giudici ad accordargli questa seconda possibilit, ma mi interruppe. "No, Alan", mi
disse in tono un po'pedante, "ho letto il suo libro, The Best Defense, e ho imparato
che l'innocenza ha poco a che fare con l'esito di un processo nel sistema giuridico
americano. A ottenere questo risultato stata la sua tenacia, la sua insistenza, la sua
energia e la sua squadra." Non era certo quello il momento per spiegare a Claus che
aveva mal interpretato il mio libro. Anche se alcuni innocenti vengono condannati, e
certamente molti colpevoli assolti, l'innocenza dell'imputato ha una grande
importanza anche nei ricorsi dove in teoria non dovrebbe averne affatto. Ringraziai
Claus perla fiducia e gli dissi che mi sembrava ci fossero degli indizi favorevoli. "La
sola cosa, per, che posso assicurarle che non ci sar una giuria divisa. Non hanno
tirato in lungo abbastanza".
Mentre stavo lasciando la stanza, Claus mi richiam a basa voce:"Alan, un'ultima
cosa. Se perdiamo, pronto a chiedere la libert dietro cauzione?" Era una domanda
seria. Tom Puccio la sent e disse rapidamente:"Se la giuria dice colpevole, allora,
Alan, tutto nelle sue mani": Rassicurai Claus dicendogli che nessuno di noi pensava
sarebbe stato necessario, ma che ero comunque pronto a fare la domanda di libert
dietro cauzione e sicuro che sarebbe stata accolta. Quello che non dissi a Claus - la
sola cosa che gli tenni nascosta durante la nostra odissea giudiziaria durata pi di tre
anni - fu che avevo gi scritto la domanda, per ogni evenienza. Ci sarebbe stato
tempo per dirglielo se e quando la giuria avesse pronunciato la parola
fatale:"colpevole". Adesso era l'unico momento in cui dovevo cercare di rassicurarlo
un po'.
Claus usc dalla sala degli avvocati, si accese una sigaretta e gironzol verso un'altra
stanza dove il procuratore e i funzionari di polizia stavano aspettando il verdetto.
Sembravano quasi altrettanto nervosi di Claus. Anche se non era il loro destino a
essere in quel momento in gioco, molti di loro avevano dedicato molti mesi della loro
esistenza a cercare di provare la colpevolezza di Claus. La carriera dell'ispettore
Reise era stata intrecciata alla vita di Claus durante gli ultimi cinque anni.

DeSisto e Gemma erano stati coinvolti in questo caso pi di recente, ma in modo


egualmente intenso. Carriere, reputazioni e sentimenti profondi sarebbero stati
influenzati dalle parole che stavano per essere pronunciate. Sembrava del tutto
normale che Claus von Bulow e i suoi accusatori trascorressero gli ultimi minuti di
attesa nella stessa stanza, scambiandosi una sigaretta e delle inezie, perfino ridendo ai
nervosi tentativi di fare dell'umorismo per allentare la tensione.
Un altro annuncio. Il momento era giunto.
Tutti entrarono in aula in ordinato corteo: Claus e i suoi avvocati per primi, quindi la
pubblica accusa. Dopo che ci fummo seduti, fu fatta entrare la stampa con i pochi
osservatori del pubblico che erano riusciti ad assicurarsi un posto in questo dramma
che registrava sempre il tutto esaurito. Poi entr il giudice. per ultimi i giurati.
Era la resa dei conti. Claus, circondato dai suoi avvocati, era solo davanti al proprio
destino. Tutti gli altri avrebbero lasciato quella stanza liberi come vi erano entrati.
Era come aspettare i risultati di una biopsia. Anche se la famiglia pu essere intorno a
te, sei solo e sai che incamera operatoria sei tu a entrarci.
Gli occhi di tutti erano fissi sui giurati. Entro pochi minuti anche loro sarebbero
tornati alle loro vite di tutti i giorni, nell'anonimato. Il giorno dopo sarebbero stati
normali cittadini, senza quasi nessuna possibilit di intervenire su ci che accadeva
loro. Ma oggi avevano sulla vita di claus von bulow pi potere di quanto non ne
avesse il presidente degli Stati Uniti. Tutti notarono che mentre entravano in aula,
nessuno guard Claus. Tutti stavano pensando la stessa cosa, ma nessuno parl.
Il silenzio sembrava per un sussurro.
Poi, quando i giurati si furono sistemati, notai che una di loro lanci uno sguardo in
direzione del tavolo della difesa. Dopo qualche esitazione, guard Claus. Lui aveva
gli occhi abbassati. Era troppo tardi per influenzare qualcuno o qualcosa. Era il
momento di raccogliersi e di pregare che poteva ascoltare le nostre preghiere. La
donna allora volse altrove lo sguardi, come per paura di violare un momento di
intimit.
La solennit del momento fu spezzata dall'ufficiale giudiziario che url, col suo aspro
accento di Providence:"Ehi, Charlie, falli stare zitti". Ci fu anche una giornalista che
si sporse verso Claus chiedendogli:"Qual' l'ultima cosa che vuol dire prima che la
giuria parli?" Claus le rivolse uno sguardo gelido e alz il medio della mano sinistra
ma poi, con un mezzo sorriso, cominci a grattarsi il naso, quasi per nascondere
l'inequivocabile significato del gesto.

Il funzionario chiese quindi al portavoce della giuria:"Ritenete l'imputato colpevole o


non colpevole di tentato omicidio il 27 dicembre 1979?" Senza nessuna pausa
drammatica il portavoce rispose:"Non colpevole".
Sentendo queste parole, Claus si rilass quasi impercettibilmente. Mormorii fra il
pubblico. Claus si volt in direzione del pubblico e mettendo un dito davanti alle
labbra fece segno di tacere:"Shh". Mi venne immediatamente in mente un
aristocratico amante dell'opera che cerca di zittire la claque della sua cantante
preferita che comincia ad applaudirla prima che abbia finito il suo brano. Un'azione
molto fuori posto ma molto in carattere col personaggio Claus von Bulow.
Il brano in effetti non era finito. C'era un'altra strofa, il secondo capo d'accusa, il pi
grave, quello per cui le prove mediche erano pi consistenti. Il funzionario ripet la
sua domanda. Questa volta ci fu una breve pausa e quindi un altro:"Non colpevole".
Mi sporsi verso Claus e sussurrai:"Congratulazioni, adesso tutto il mondo sa che sei
innocente". Ebbe un sospiro di sollievo che sembr dissolvere la tensione accumulata
in cinque anni. Chin per un attimo la testa sul tavolo, come per nascondere un
lacrima poi l'alz, senza neppure tentare di cancellare quella lacrima. Per la prima
volta in questi cinque anni era un uomo veramente libero. Andrea Reynolds, che
entrava per la prima volta in aula, abbracci Claus.
Quasi nessuno pest attenzione al giudice che recitava le formule di rito, dimetteva
la giura, dava l'ordine di scarcerazione e di restituzione della cauzione e ringraziava
tutti.
Claus ora poteva lasciare l'aula e la corte, il Rhode Island, gli Stati Uniti e andare
dovunque volesse. Io potevo buttare al macero le migliaia di pagine, di istanze, di
appunti, di memorandum che ingombravano la mia casa e i miei pensieri. Per
l'imputato un'assoluzione significa la libert, per un avvocato difensore significa non
dover conservare tutti i documenti. Poich non c' possibilit di ricorso contro
un'assoluzione, il caso von Bulow era definitivamente chiuso. (In un tentativo del
tutto pretestuoso di farsi pubblicit, l'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan
(quello che era stato per un certo tempo diretto da Richard Kuh) annunci che se
Sunny von Bulow fosse morta a New York "la faccenda sarebbe stata completamente
nuova" e l'ufficio avrebbe preso in considerazione l'ipotesi di processare von Bulow
per omicidio qualsiasi studente di legge del rimo anno sa perfettamente che New
York non aveva alcuna giurisdizione sul caso, dato che i supposti atti criminosi erano
stati interamente commessi nel Rhode Island. Se A spara a B nel Rhode Island e
quindi B viene ricoverato in un ospedale di New York dove infine muore, evidente
che nessun atto criminale stato commesso a New York solo perch il corpo stato
successivamente trasportato in quello Stato.).
Per prima cosa Claus von Bulow telefon a sua figlia Cosima. Poi si incontr con la
stampa per esprimere la sua "gratitudine agli avvocati". "Soprattutto", disse, "sono
grato ai miei avvocati, tutto merito loro." Poi lui e Andrea parteciparono a un party
d'addio che i giurati -esausti- stavano dando.
Il procuratore comment acidamente, ma non ufficialmente, la gestione del processo
da parte del giudice Grande, insinuando che il suo comportamento era motivato da
"ambizioni di carriera".
Quando il giudice Grande diede l'addio agli avvocati non del posto disse:"Siete

sempre i benvenuti purch", aggiunse con un sorriso, "Jack Sheehan sia dei vostri".
Ancora il Rhode Island Shuffle.

PARTE IV
LE CONSEGUENZE: SPESE E RIVINCITE
19.
GIURIA CONTRO GIURIA
Il giorno dopo che il verdetto era stato reso di pubblico dominio, uno dei giurati, una
dirigente di mezza et di nome Rose Carlos, diede modo al pubblico di farsi un'idea
di quelle che erano state le discussioni segrete della giuria che aveva giudicato von
Bulow. "Uno degli elementi decisivi", disse a un intervistatore, " stato quanto detto
dalla governante e da altri circa la scoperta della borsa nera ." Spieg come l'accusa
avesse cercato di convincere la giuria a credere che Maria e Alex avevano trovato
l'insulina e non l'avevano detto a nessuno! "Suo figlio non ha fatto niente. Non mi
convince... la governante corre da lui a dirgli che ha trovato dell'insulina... E'sua
madre e lui non fa nulla? Non mi convince affatto. Assolutamente. Gli ha dato solo
un'occhiata?" Un altro giurato concord sul fatto che "c'erano molti punti poco
chiari". La tesi dell'accusa "semplicemente non stava in piedi... era sconnessa".
Anche uno dei giurati di riserva disse di avere avuto dei dubbi sul resoconto di Maria
del suo ritrovamento dell'insulina nella borsa nera.
Quando la mia quipe sent e lesse le interviste ai membri della giuria, sentimmo di
aver fatto le scelte giuste. Il materiale che eravamo riusciti a ottenere nel ricorso - gli
appunti di Kuh - era stato determinante. La deposizione di Maria Schrallhammer era
stata decisiva in entrambi i processi. Al primo processo, senza l'apporto del testo dei
primi incontri con Kuh, la giuria le aveva creduto; al secondo, la giuria non si era
lasciata convincere dal suo resoconto molto pi contraddittorio e soprattutto dalla sua
affermazione di aver trovato l'insulina e di averla mostrata ad Alex, anche se nessuno
dei due ne aveva fatto poi cenno finch la teoria dell'insulina non aveva cominciato a
delinearsi. Al secondo processo questo fu uno dei punti centrali e la risposta dei
giurati era stata:"Non ci crediamo".
Mi chiedevo cosa stese pensando ora Richard Kuh della sua pretesa che non un "rigo"
conteneva elementi che potessero "anche lontanamente contribuire a discolpare
l'imputato". Erano stati proprio i suoi appunti a fare la differenza fra la condanna e
l'assoluzione.

Claus era convinto che fossero stati gli appunti a dargli la libert. In un'intervista il
giorno del verdetto, venne chiesto a claus se pensasse che "Maria avesse inventato il
fatto di aver trovato l'insulina nella borsa nera". Questa fu la risposta:
Le risponder rinviandola agli appunti di Kuh...
Gli appunti di Kuh sono stati un elemento assolutamente essenziale per screditare
testimonianze su quello che era stato visto a novembre e a dicembre, quando Maria
Schrallhammer disse di aver visto l'insulina, le siringhe, gli aghi e gli altri farmaci
nella borsa nera. E questo il motivo per il quale Kuh si opposto alla loro
consegna... Io penso che la preparazione di un testimone per la deposizione spesso
una sorta di addestramento. Questo il motivo per il quale gli appunti presi al
momento sono cos importanti.
Il verdetto della seconda giuria ci diede ragione, a mio parere, anche sulla questione
del ricorso. Troppo spesso sentiamo dire dai pi alti funzionari governativi che le
nostre corti d'appello respingono delle prove solo sulla base di cavilli giuridici.
Questa accusa venne formulata pi volte nei confronti dell'annullamento del verdetto
contro von Bulow da parte della Corte Suprema del Rhode Island. Il "Washington
Post", il "Philadelphia Inquirer", il "New York Times", e il settimanale "People", tra
gli altri, scrissero che l'annullamento della sentenza era avvenuto "su basi tecniche",
su formalismi e "sofismi".
La parola "tecnicismi" evoca l'immagine di una forma senza sostanza, di una norma
irrilevante, di un risultato inutile. Insomma, si voleva dire chela corte aveva annullato
la condanna di un colpevole solo in ossequio a principi astratti che non avevano nulla
a che vedere con l'equit o con la possibilit che un innocente venisse condannato.
qualche volta ci pu essere vero. Quando una condanna annullata - e non accade
spesso - perch delle prove indiscutibili sono state ottenute in violazione al quarto
emendamento, lo scopo della corte non di mettere in discussione la colpevolezza
dell'accusato, ma di mandare un messaggio a coloro che devono far rispettare la legge
e il cui comportamento scorretto pu essere pregiudizievole per altri cittadini che
forse sono innocenti.
In un gran numero di ricorsi accolti per, oserei dire la maggioranza, i giudici hanno
tenuto presente, implicitamente o no, la colpevolezza o l'innocenza di fatto e la
correttezza sostanziale del verdetto.

Il ricorso accolto nel caso von Bulow riflette chiaramente questo tipo di
preoccupazione. come la maggioranza della corte ha riconosciuto, "l'uso selettivo
degli appunti di Kuh" non si pu dire che "sia andato incontro agli interessi generali
della societ o dell'imputato nel rispondere in modo equo e preciso alla domanda
sulla sua innocenza o colpevolezza". Quando riuscimmo ad avere accesso a questi
appunti il processo fu certamente pi completo e giusto.
Anche se uno dei motivi che indussero la Corte Suprema ad accettare il ricorso fu il
fatto che la polizia non aveva ottenuto un mandato per l'esame delle pillole, sono
sicuro che la corte si sia lasciata persuadere da preoccupazioni pi sostanziali sul
mistero che circondava la borsa nera, i dubbi su quello che era stato visto, il suo
sequestro frettoloso e il fatto che questa prova era stata maneggiata in modo
disinvolto. Sono questi i punti sui quali avevamo insistito durante il ricorso.
Durante tutto il ricorso noi avevamo insistito sul fatto che, se ci fosse stata concessa
una seconda possibilit, avremmo dimostrato che Claus von Bulow era innocente.
Alla fine riuscimmo a provare che vi erano ragionevoli dubbi sulla sua colpevolezza.
Questo tutto quello che un difensore pu ottenere nel nostro sistema giuridico. In
realt, i giurati che vennero intervistati sembravano avere qualcosa di pi che un
ragionevole dubbio sulle tesi dell'accusa: semplicemente non ci avevano affatto
creduto. Il giudice Grande che aveva parlato coi giurati dopo il verdetto comment
dicendo che "la giuria non h a evidentemente avuto particolari problemi a nel
giungere a una decisione". Il portavoce della giuria, pur rifiutando di fare commenti
in merito al caso, disse che effettivamente era stato un verdetto rapido.
Il caso von bulow non venne semplicemente chiuso; la difesa ottenne una vittoria
decisiva. Del resto la stessa cosa era accaduta al p rimo processo, il che paradossale.
Sarebbe interessante capire perch mai due processi che riguardano la stessa persona
e lo stesso crimine possano concludersi con esiti diametralmente opposti.
Coloro che criticano il secondo verdetto richiamano l'attenzione su quegli elementi di
prova che furono ammessi al primo processo ma esclusi dal secondo: la
testimonianza del banchiere sui moventi finanziari di Claus ; la lettera di Claus "per
mettere le mani avanti" indirizzata al dottor Gailitis; il fatto che Claus avesse
praticato iniezioni di vitamine a sua moglie nel 1969 e infine la testimonianza medica
puramente speculativa circa le ferite e una possibile lotta.

Almeno altrettanto importanti furono le prove non ammesse al rimo processo


menzionate al secondo: il fatto che Maria e Alex non avessero menzionato le siringhe
e l'insulina a Kuh nei primi incontri,. il piano per "comprare" Claus, la
determinazione di Alex a non rinunciare a nessun costo a Clarendon Court, l'aver
impedito al dottor Gailitis di esprimere la sua opinione, secondo la quale il coma non
era stato provocato dall'insulina. Di grande importanza anche gli elementi di carattere
medico emersi dopo il primo processo , durante la preparazione del ricorso e quindi
utilizzati durante il secondo processo: l'opinione dell'esperto sul fatto che l'ago non
era mai stato iniettato a Sunny, la scarsa affidabilit dei dati sull'insulina
nell'organismo di Sunny e il parere di molti tra i principali esperti mondiali che
ritenevano che i due coma non fossero provocati dall'insulina. Mi sembra ragionevole
concludere che la spettacolare differenza nell'esito dei due processi dipesa pi da
quello che i giurati hanno avuto di nuovo a disposizione che da quello che stato
tenuto loto nascosto. Il giudice Grande, che stato messo a conoscenza di tutti gli
elementi , anche di quelli che ha poi deciso di non comunicare ai giurati, pare abbia
detto ad alcuni suoi colleghi che non era neanche un caso incerto:"Semplicemente
non era colpevole. Non vi sono incertezze". Per dirla con altre parole, la giuria ha
dichiarato Claus von Bulow "assolto per non aver commesso il fatto".
La giustizia un processo dinamico oltre che un risultato. In questa vicenda la fase
del ricorso stata importante. Io credo che, tutto sommato, il secondo processo abbia
dato della vicenda un'immagine molto pi completa. Se il risultato finale sia stato pi
o meno giusto, un problema che continuer a sollevare discussioni, soprattutto alla
luce della decisione di Claus von Bulow di non presentare la sua verit alla giuria.
Secondo il nostro sistema, Claus non obbligato a raccontare la sua versione. Fino a
oggi , quindi, egli ha risposto solo ad alcune precise domande (von Bulow ha infatti
risposto alle domande che gli sono state poste dalla polizia del Rhode Island prima
della sua incriminazione. la pubblica accusa riuscita a ottenere che queste risposte
non venissero rese note alla giuria poich si trattava di un'autodifesa.). forse un
giorno Claus decider di raccontare per intero la sua storia, ma questo accadr perch
sar stato lui a volerlo e non perch costretto sotto giuramento o soggetto a
controinterrogatorio.

Se e quando Claus decider di parlare, sentir la sua versione con molto interesse
perch, anche se credo che sia innocente, sospetto che non ci sia stata detta tutta la
verit. Nel nostro sistema giuridico, la storia "legale" non mai l'intera storia. Alcuni
dei risvolti pi appassionanti rimangono ignoti, ed giusto che sia cos. Quando si
processa un cittadino, bisogna conformarsi a dei criteri di rilevanza, rispetto della
privacy e correttezza. Naturalmente il risultato che la pellicola subisce dei tagli
rispetto a tutto il materiale offerto dalla vita reale. solo Claus von Bulow conosce
tutta l verit di quello che lo riguarda, e la legge non lo obbliga a raccontare quello
che veramente accadde durante quei due giorni a Newport. anche in questo, come in
molti altri casi giudiziari, la legge non risponder mai alla domanda"chi e stato?"
oppure " stato veramente commesso un crimine?". Come abbiamo sostenuto durante
il nostro ricorso, "l'attribuzione della colpa nel nostro sistema giudiziario" non "n
un test a pi scelte", n "una disputa tra l'accusa e la difesa sulla verit o la falsit".
E'un meccanismo imperfetto per stabilire se un imputato debba essere condannato o
meno per i crimini di cui accusato.
La finalit di ogni sistema giudiziario decidere su una base probabilistica e mai di
certezza cosa fare di un individuo accusato di aver commesso un delitto. In qualche
paese basta che ci sia un sospetto, in altri occorre chela colpa dell'accusato venga
provata da prove schiaccianti. Negli Stati Uniti d'America l'imputato non pu essere
condannato se la sua colpa non provata oltre ogni ragionevole dubbio.
Questo implica che in America alcuni colpevoli vengano assolti anche se gli elementi
a loro carico sono risultati pi forti di quelli a loro favore.
Anche se il nostro sistema giudiziario va orgoglioso di questa esigenza di super
certezza, molti americani non riescono a capire perch il dubbio debba andare a
favore di coloro che sono accusati di un crimine. E le vittime? Non sarebbe meglio
che alcuni innocenti finissero in prigione piuttosto che alcune persone rimangano
vittime di crimini?
La storia insegna, per, che nei paesi dove vengono calpestati i diritti degli imputati,
vengono anche calpestati i diritti delle vittime del crimine. Un paese democratico si
distingue da uno oppressivo proprio per il modo in cui tratta tutti i suoi cittadini,
siano vittime dell'ingiustizia o di atti criminali, E i principi del ragionevole dubbio e
di un giusto processo sono tra i segni di una vera democrazia.
Concedere il beneficio del dubbio a un accusato pu sembrare un prezzo alto per la
democrazia, ma preferiremmo forse vivere in un paese dove chiunque pu essere
imprigionato arbitrariamente per volont di chi detiene il potere? (Questa sembra
essere la soluzione del ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Edwin Meese, il
quale ha di recente affermato che "chi innocente non solleva molti sospetti. E'una
contraddizione. Se una persona non ha commesso nulla, nessuno la sospetta.")

20.
CHI HA INCASTRATO CLAUS VON BULOW?
Fin dall'inizio, sul caso von Bulow aleggi il sospetto di una macchinazione. Durante
il primo processo, Sheehan aveva suggerito parlando con la stampa che "Kuh o il suo
troppo zelante investigatore potessero aver sistemato loro l'ago con l'insulina". Kuh
sment l'accusa definendola "oltraggiosa" e l'investigatore "rifiut di fare alcun
commento". Nella sua arringa conclusiva il procuratore Famiglietti invit
retoricamente i giurati ad "assolvere senz'altro" Claus, se avessero pensato che fosse
stato "incastrato" e il contenuto della borsa nera "inquinato". La prima giuria
ovviamente respinse questa ipotesi.
Poco dopo il mio ingresso nel caso, cominciai anch'io a sospettare che le prove
fossero state "corrette" per rendere pi probabile una condanna. Pi andavo a fondo
in questa faccenda, pi mi convincevo di avere a che fare con una macchinazione di
tipo piuttosto insolito.
Sospettai che vari membri della famiglia von Bulow credessero in buona fede, anche
se erroneamente , che Claus avesse tentato di uccidere Sunny. Credevano anche per
che claus fosse troppo abile per lasciarsi prendere e che sarebbe riuscito a cavarsela
nel secondo tentativo cos come c'era riuscito nel primo.
Il patrigno di Sunny, Russel Aitken - un appassionato di caccia grossa che Claus
giudicava capace di un tentativo di incastrarlo - riassunse per Domink Dunne, un
giornalista di "Vanity Fair", quel misto di paura e disprezzo che la famiglia di Sunny
provava per Claus dopo il secondo come, descrivendo Claus come "un uomo
estremamente pericoloso, un mascalzone che ha studiato legge a Cambridge.
E'completamente amorale, famelico come lupo e freddo come un serprendente, e
chiedo scusa ai serpenti".
Arrivai alla conclusione che, per impedire quella che si credeva una grande
ingiustizia, qualcuno potesse aver inquinato le prove fisiche e riaggiustato i propri
ricordi. Era possibile che gli oggetti fossero stati riposizionati e la concatenazione
degli avvenimenti ricostruita a posteriori, mentre anche i ricordi subivano dei
riaggiustamenti.

In un caso come questo qualsiasi minimo cambiamento nel modo di presentare i fatti
poteva suggerire l'innocenza o la colpevolezza. Ad esempio, se la boccetta trovata
nella borsa avesse contenuto dell'Inderal al posto del Dalmane, allora sarebbe stato
pi ragionevole dedurre che la borsa apparteneva a Sunny. Se Maria avesse visto una
boccetta di Tagamet al posto di una di insulina - si somigliano molto - allora forse
l'insulina nella borsa non c'era mai stata, anche se Maria non aveva mentito
deliberatamente.
La questione era stabilire se questi "aggiustamenti" - sempre che ci siano
effettivamente stati - fossero spontanei, inconsci e individuali oppure premeditati,
consapevoli e concertati. L'indizio pi grave in questa direzione l'ago incrostato di
insulina: stato appositamente immerso in una soluzione e messo nella borsa?
Oppure stato veramente trovato come Alex e l'investigatore hanno detto? Qualche
elemento a favore dell'ipotesi della cospirazione c'. Il fabbro aveva detto che quando
l'investigatore usc dall'armadio di Claus disse: "Non c' niente" e le testimonianze
medico-legali dicono che molto probabilmente l'ago stato immerso in una soluzione
e certamente non mai stato usato per fare iniezioni a Sunny. Vi poi la strana
sequenza della memoria cos come appare dagli appunti di Kuh.
Se Claus von Bulow stato effettivamente incastrato da qualcuno che era convinto
della sua colpevolezza, ci costituirebbe una delle congiure pi notevoli negli annali
della criminalit. Non ho mai sentito nulla di simile.
Comunque sia, la teoria della macchinazione da parte di qualcuno che credeva nella
colpevolezza di Claus divenne l'ipotesi di lavoro sulla quale basare la mia strategia
per vincere il caso. Anche se non fossimo riusciti a provarlo, avevamo una teoria
coerente sulla quale testare le nostre nuove prove. E'stata questa ipotesi a farmi
predire cosa avremmo trovato nelle note di Kuh e a farmi credere nella nostra vittoria,
se a Claus fosse stato concesso un nuovo processo.
E'difficile provare in modo definitivo un tentativo abile di incastrare qualcuno.
Poich lo scopo di un simile tentativo la creazione di prove fasulle di colpevolezza,
la scoperta di simili prove in circostanze discutibili spesso "una lama a due tagli", o,
come ha detto mio figlio Elon parafrasando Dostoevskij, "un ago a doppia puta", che
pu confermare l'ipotesi della colpevolezza o quella della macchinazione.

Una curiosa storiella che fece seguito all'assoluzione di von Bulow pu illustrare
questo paradosso. Poco dopo il verdetto, Domink Donne scrisse su "Vanity Fair" che,
mentre la giuri era riunita per deliberare, Alex e Ala lo invitarono a stare a Clarendon
Court e a visitare il teatro degli avvenimenti per il suo articolo. I due figliastri lo
portarono sulla "scena del tentato delitto", la camera dove Sunny ebbe i due coma.
ecco quello che vide il giornalista:
Sul lato di von Bulow del letto vi una vecchia fotografia in una cornice d'argento
che lo ritrae in una posa curiosa, solenne. Apri la graziosa scatolette sul suo
comodino. Era piena di bossoli. Sotti i bossoli vi era una siringa usata."
Se questo fosse vero, ci che il giornalista ha osservato potrebbe essere il pi
importante elemento di prova dopo il ritrovamento della borsa nera. Si ricordi che il
giudice Grande non aveva ammesso che si parlasse delle iniezioni praticate da Claus
a Majorca nel 1969, stabilendo che questo episodio era troppo remoto - dieci anni
prima del primo coma - per essere rilevante. Se il procuratore fosse venuto a sapere
che vi era "una siringa usata nella scatola delle pallottole di Claus" non solo avrebbe
potuto produrre come prova quest'elemento e i fatti di Majorca, ma avrebbe anche
potuto far analizzare la siringa per cercarvi delle tracce di qualche sostanza.
E'per credibile che quest'indizio cos importante sia sfuggito alle attente
perquisizioni da parte della polizia, della pubblica accusa, di Maria, di Alex,
dell'investigatore privato, insomma di tutti coloro che esaminarono con cura "il luogo
del delitto" dopo il primo coma? Le risposte possibili sono due: o gli inquirenti
dimostrarono un'assoluta incompetenza, o la siringa venne messa nella scatola di
Claus dopo che le autorit di polizia ebbero compiuto le loro indagini. Ma a Claus
non era stato pi permesso risiedere a Clarendon Court, quindi la siringa non poteva
averla messa l lui. Abbiamo perci due possibilit: o la siringa stata messa nella
scatola inavvertitamente da qualcun altro che ne aveva fatto uso, o stata sistemata l
proprio perch il giornalista, che venne portato nella camera da Alex e Ala, la
"scoprisse". Non sapremo mai veramente come sono andate le cose, a questo esempio
dimostra che certi elementi possono essere interpretati sia come prove di
colpevolezza sia come tentativi di incastrare l'imputato da parte di chi magari lo
ritiene veramente colpevole. E'impossibile provare un tentativo di questo genere oltre
ogni ragionevole dubbio.

Ma questo non significa che non possa essere avvenuto. Una "macchinazione" una
questione di gradi che possono andare dalla modifica della propria testimonianza per
armonizzarla con le prove a una vera e propria cospirazione per far condannare un
uomo innocente (Cosa curiosa, anche Alex pretende di essere vittima di un tentativo
del genere da parte di David Marriott. Un giudice di New York afferm in
un'occasione che la polizia era talvolta tentata di "giocare con la verit"). Anche se
non c' stato alcun tentativo di complotto, questo non significa che Claus von Bulow
sia colpevole o che il verdetto della seconda giuria non sia corretto. Paradossalmente,
anche se si fosse trattato di un "incastro", questo significa che Claus fosse innocente.
Simili tentativi distorcono spesso il corso della giustizia anche se non sempre
riescono a modificarne l'esito.
Se nel caso von Bulow sia stata fatta veramente giustizia, sar oggetto di discussione
per molti anni a venire. Dato che l'unico a poter rispondere a questa domanda
Claus, le ipotesi su quello che veramente accaduto si molitplicano.
Passiamo quindi in rassegna le teorie disponibili sul mercato, oltre a quelle della
totale innocenza o della completa colpevolezza:
LE TEORIE DEL COMPLOTTO
Claus innocente, ma i suoi figliastri lo credevano veramente colpevole e pensavano
che se la sarebbe cavata perch molto abile, quindi modificarono le prove in un
sincero anche se fuorviante tentativo di fare giustizia. Incastrarono un innocente che
pensavano fosse colpevole.
Una variante di questa teoria prevede invece la colpevolezza di Claus.
LE TEORIE DELLE DUE CAUSE PER I DUE COMA
Claus innocente per quanto riguardi il primo coma, che fu provocato da una
combinazione di ipoglicemia reattiva di cui soffriva Sunny e di abuso di dolci, alcool
e pillole. quando per venne a sapere della malattia della moglie, Claus decise di
iniettarle dell'insulina. Secondo i sostenitori di questa teoria, l'accusa ha commesso
un errore nel processarlo anche per il primo coma, mettendo a repentaglio la sua
credibilit sulla deboli basi mediche elettive al primo episodio (Sembra che il
procuratore avesse in un primo tempo pensato di accusare Claus solo per il secondo
coma, ma la quasi certezza del dottor Cahill sul fatto che anche il primo episodio
fosse stato provocato dall'insulina convinse Famiglietti ad accusarlo di entrambi i
coma.).
Claus si effettivamente comportato in modo riprovevole stando seduto a guardare
Sunny che si trovava in stato comatoso da lei stessa indotto - come ha detto
Alexandra - ma non era assolutamente responsabile del secondo coma.

LA TEORIA DELLA DROGA - "HIGH SOCIETY" Claus ha effettivamente


iniettato a sua moglie una combinazione di droghe, ma l'ha fatto con il suo consenso,
dato che era un'abitudine, o per stravaganti giochi erotici.
Sunny era segretamente tossicodipendente (come ha giurato Capote), si procurava
droga anche se non necessariamente attraverso David Marriott. Marriott forse
venuto a sapere di questi traffici dalle sue conoscenze nel mondo della droga e si
invent la parte riguardante il coinvolgimento personale.
LA TEORIA DEL SUICIDIO A CAUSA DI ALEXANDRA
Claus e/o Alexandra Isles tentarono deliberatamente o meno di spingere Sunny al
suicidio rivelandole la loro tresca. Le lettere d'amore di Alexandra e i suoi regali
consegnati all'appartamento di von Bulow prima dell'intossicazione di aspirina di
Sunny e del coma finale sono elementi citati a sostegno dell'ipotesi della complicit
di Alexandra (Siamo venuti a sapere - anche se questo episodio non mai stato
raccontato al processo - che, qualche ora prima dell'intossicazione da aspirina,
Alexandra Isles aveva consegnato al 960 Fifth Avenue, in una borsa della spesa
aperta, una serie di lettere d'amore e di regali che Claus le aveva fatto negli ultimi due
anni. Il custode conferm di aver recapitato questo pacco che non recava indicazioni
riguardo al fatto se dovesse essere consegnato a Claus o a Sunny, in un momento in
cui Sunny era in casa e Claus no. Poco prima del viaggio finale a Newport, Alexandra
mand dei regali di Natale a Claus nel suo appartamento. Al processo si accett
l'ipotesi che Sunny non venisse mai a conoscenza di questa seconda consegna. Queste
azioni ciniche e deliberate da parte dell'amante amareggiata possono rientrare nella
categoria delle "follie che si compiono quando si innamorati".).
LA TEORIA DEL COMA PREVISTO
Claus non ha tentato di uccidere sua moglie, ma piuttosto di provocare il coma, cos
da poter avere i controllo delle sue ricchezze senza dover sposare Alexandra. Per
ottenere un risultato cos preciso occorrevano per conoscenze mediche sofisticate e
non plausibili in Claus.
Le possibilit e le varianti sono comunque infinite e alcune di queste coinvolgono
Maria, i figliastri e altri elementi bizzarri. C' in circolazione anche una teoria su un
misterioso individuo di nome Paul Molitor che viveva in una roulotte a Clarendon
Court e che apparentemente si suicid poco dopo il primo processo. Dominik Donne
rifer che
...un giovanotto chiamato Paul Molitor venne assunto da Claus von Bulow nel 1979
proveniente dal Chine Trade Museum del Massachusetts per lavorare alla Newport
Preservation Society, della quale von Bulow era uno dei responsabili

Riusc a superare oltre 120 concorrenti. Poco dopo il suo arrivo a Newport, von
Bulow lo invit a trasferirsi nella roulette sul terreno di clarendon Court. Molto
simpatico, divenne un outsider molto popolare nelle cene di Newport. Al momento
del secondo coma si trovava nella casa e gli amici dicono che era estremamente
inquieto all'idea di dover testimoniare al primo processo. Non venne convocato, ma
una notte - sei mesi dopo - salt gi dal Newport Bridge. Nell'ambiente di Newport si
disse che era stato spinto e che aveva i piedi legati. Indossava una abito da sera.
La verit non sta forse in nessuno di questi scenari ma ha probabilmente il colore
grigio dell'indifferenza, piuttosto che il bianco candore dell'innocenza o il nero del
delitto. Le armi della giustizia non sono abbastanza sofisticate per poter cogliere le
sfumature nelle intenzioni, nelle motivazioni e nei caratteri.
Nel teatro di Cechov, nelle storie di Conan Doyle e alla televisione, le cose appaiono
pi definite: colpevole o innocente, varo o falso, assassinio o suicidio. Ma la giustizia
racconta storie di vita vissuta e il dubbio - ragionevole o meno - spesso rimane. Forse
il punto di vista pi realistico, anche se apparentemente surreale e nichilista, quello
del classico film Rashomon; la legge nel dover decidere i problemi della vita o della
morte si trova davanti a situazioni irriducibilmente ambigue.
L'oggetto di questo libro la parte giuridica di tutta questa storia: una parte
importante ma non l'unica e ho cercato di tener presente la battuta del giudice della
Corte Suprema Oliver Wendell Holmes jr a un giovane ipercritico:"Qui si applica la
legge, non si fa giustizia".
La corte aveva detto l'ultima parola su Claus von Bulow e io credo che il suo giudizio
sia stato corretto. Ma i giudici umani sono fallibili e la giustizia umana non il
giudizio universale.

21.
IL DENARO CONTA, MA NON E'TUTTO
Strettamente legata alla domanda se Claus avesse ricevuto giustizia vi quella sul
ruolo che il denaro ha avuto in questo caso e nel sistema giudiziario americano in
generale.
Probabilmente i processo contro Claus von Bulow stato il pi costoso procedimento
giudiziario contro un singolo individuo imputato di violenza. sono state avanzate
varie stime sul suo costo, ma sono tutte ipotesi. Io so quali sono state le parcelle degli
avvocati difensori e ho una certa idea di quello che ricevettero dalle famiglie Aitken e
von Auersperg gli avvocati della parte lesa. Non poi difficile calcolare quello che lo
Stato del Rhode Island deve aver speso tra il 1981 e il 1985 per stipendi, testimoni,
costi della giuria e altre spese direttamente attribuibili ai processi e al ricorso von
Bulow.
Secondo stime prudenti e in base agli elementi di cui sono a conoscenza, penso sia
ragionevole stimare questi costi in una cifra tra 3,2 e 3,8 milioni di dollari in tutto.
diciamo che 3,5 milioni rappresenta un'approssimazione accettabile. La difesa ha
speso un po'di pi, perch l'accusa ha la possibilit di ricorrere ad alcuni servizi
gratuiti, o meglio ad alcuni servizi per i quali difficile stabilire i costi. Inoltre gli
stipendi dello Stato sono pi bassi delle tariffe private e quindi l'imputato deve
spendere molto pi del procuratore. a parte questo, i costi dei servizi e delle
collaborazioni utilizzate dall'accusa e dalla difesa sono pressappoco eguali.
Le parcelle degli avvocati che parteciparono a questo caso furono del tutto normali.
Io naturalmente so con certezza quello che hanno ricevuto gli avvocati della difesa e
siamo nella fascia media o medio-bassa per questo genere di casi. Le parcelle degli
avvocati per i casi che riguardano dirigenti o societ vanno dai 200 ai 350 dollari
all'ora per i pi esperti e rinomati, ma le tariffe nei casi di droga possono essere molto
pi alte. Le parcelle di questo caso furono in genere pi vicine alla cifra pi bassa. I
costi totali furono contenuti anche perch gran parte del lavoro stato svolto da
studenti che ricevono 7-10 dollari all'ora al posto dei 50-75 che vengono in genere
pagati a giovani avvocati all'inizio della carriera.

Durante tutta la vicenda vennero sollevati soprattutto due interrogativi. Per prima
cosa ci si chiesti come Claus von Bulow fosse riuscito a raccogliere il denaro
necessario. La seconda domanda, che mi venne rivolta da Ted Koppel a Nightline e
da numerosi altri commentatori, era se in America bisognasse dei miliardari per
ottenere giustizia. In parole povere, un imputato povero sarebbe riuscito a ottenere la
seconda possibilit che venne concessa a von Bulow?
Per quanto riguarda la prima domanda, la gente dimentica che, anche se l'enorme
ricchezza della coppia von Bulow proveniva innanzi tutto da Sunny, Claus era ricco
anche di suo quando si spos all'et di trentanove anni e durante tutto il periodo del
matrimonio non spese denaro suo perch la famiglia viveva del p matrimonio di
Sunny. Claus era inoltre piuttosto parsimonioso per quanto riguardava il bilancio
familiare e introdusse delle misure restrittive alla tendenza allo sperpero degli altri
membri della famiglia. Ho avuto modo di osservare questa avarizia di Claus durante
il caso: mentre staccava assegni per somme enormi destinate agli avvocati, esperti e
trascrizioni di documenti, era molto attento a non concedersi la minima stravaganza,
mostrando la pi grande soddisfazione se riusciva a risparmiare qualche dollaro.
Nel luglio 1981, dopo essere stato incriminato, Claus vendette molte delle sue
propriet personali - dipinti, sculture e roba del genere - per far fronte alle spese della
sua difesa. Tratto anche con accanimento coi suoi avvocati per tenere bassi i costi
legali. Ricorse anche a dei prestiti di amici sia per il milione di dollari della cauzione
sia per finanziare il ricorso e il nuovo processo.
Robert Lenzer, uno scrittore che aveva intervistato J.Paul Getty jr, ha affermato che il
multimiliardario aveva prestato a Claus un milione di dollari era la cauzione e la
difesa:
Un amico aveva bisogno di aiuto e io ero in grado di darglielo Non gli chieder nulla
in cambio. Gli ho sempre detto che per le parcelle doveva rivolgersi a me, altrimenti
sarebbe stato rovinato.
Getty considerava Claus "un amico intimo" e rifiut sempre nel modo pi assoluto di
crederlo colpevole:
E'ovvio che innocente ... i figli del primo matrimonio di Sunny [Ala e Alex] e la
madre... dei delinquenti, dei veri delinquenti. Non l'hanno ai avuto in simpatia e non
volevano che avesse niente. Hanno organizzato tutto Ma come si pu lasciare in giro
la borsa nera? Come possibile penare che qualcuno lasci in giro una borsa nera
piena di prove compromettenti?

Getty si sentiva solidale Claus forse anche perch sua mogie Talitha era morta, per
overdose e Getty era stato sospettato di negligenza omicida in seguito a questa
tragedia.
Alla fine, comunque ne era uscito completamente scagionato.
Nessuno, salvo Claus, pu dire con precisione da dove provenissero i fondi di cui
ebbe bisogno per la sua costosissima difesa e che certamente andarono ben oltre il
milione di dollari di Getty. Comunque, non ebbe altra scelta perch era in gioco la
sua vita, e le risorse sulle quali poteva contare la controparte era virtualmente
illimitate. Mentre Claus von Bulow riusc forse a raccogliere un milione e mezzo di
dollari per la sua difesa, gli Aitken e i von Auersperg avevano a loro disposizione
centinaia di milioni di dollari. Ed erano assolutamente decisi a provare che Claus
aveva cercato di uccidere la loro amata Sunny.
Oltre a finanziare le prime indagini - perquisizioni, esami di laboratorio,
memorandum legali, interrogatori e testimoni, rapporti investigativi - la famiglia ebbe
un ruolo rimario nella preparazione delle testimonianze mediche. Assoldarono, senza
nessuna spesa per la pubblica accusa, un eminente giurista, William Curran, autore di
un testo classico Law Medicine and Forensic Science. Curran contribu scegliendo,
interrogando e incoraggiando la maggior parte dei testimoni medici dell'accusa. Gli
avvocati della famiglia inoltre selezionarono e prepararono molti dei testimoni a
carico non medici.
Ma il denaro della famiglia non era servito solo a finanziare direttamente l'attivit del
procuratore. Venne anche utilizzato per impedire che Claus riuscisse a trovare aiuti
per la sua difesa. Molti testimoni potenziali mi dissero che erano stati minacciati di
ostracismo sociale se avessero sostenuto - o testimoniato - a favore di Claus. Per far
vedere che non scherzavano, gli Aitken depennarono Cosima - la sola figlia di Claus
e Sonny - dal testamento della signora Aitken, proprio perch la ragazza, allora
sedicenne, si era schierata a fianco del padre durante il suo calvario legale, pur
continuando ad amare profondamente la madre in coma. Quest'atto di
insubordinazione cost alla giovane Cosima circa 30 milioni di dollari e fece
guadagnare ai suoi fratellastri circa 15 milioni di dollari a testa.

La signora Aitken mor infatti dopo il primo processo lasciando Cosima diseredata.
Merita di essere ricordato a suo onore che Cosima non si lasci comprare e sostenne
sempre suo padre.
Non c' dubbio che mai nella storia recente una singola famiglia ha fatto tanto per
aiutare il procuratore nell'ottenere una condanna di un singolo imputato. Claus von
Bulow non solo ha dovuto combattere contro il procuratore generale di uno Stato, gi
di per s un avversario formidabile, ma contro le forze riunite del procuratore e della
famiglia che costituiva da sola un piccolo Stato. Come se non bastasse, questa
famiglia, trattandosi di privati non soggetti alle restrizioni dei funzionari governativi,
poteva fare cose che il procuratore non avrebbe mai potuto fare: compiere indagini
senza mandati, eliminare prove a discarico, minacciare subdolamente i testimoni,
ingaggiare un esperto di pubbliche relazioni e intraprendere altre azioni che non sono
state ancora rese note e che forse, essendo iniziative private, non lo sapremo mai.
Un caso unico, dunque, perla sua natura trilaterale - procuratore, imputato e accusa
privata - dove due delle parti si coalizzarono contro la terza.
In un caso simile, la risposta della seconda domanda - se un imputato debba essere
milionario per ottenere giustizia - sembra chiara:solo una persona con grandi
disponibilit avrebbe potuto far fronte agli attacchi della pubblica accusa e di una
famiglia come gli Aitken-von Auersperg. Il proverbiale "maggiordomo", se fosse
stato accusato di aver praticato lui le iniezioni, se la sarebbe vista brutta. Secondo la
nostra Costituzione al maggiordomo sarebbe stata data una difesa d'ufficio. (Se non
fosse stato abbastanza povero, avrebbe potuto spendere i suoi magri risparmi per
procurarsi l'avvocato che poteva permettersi. Un famigerato giudice di Boston era
solito dire agli imputati che disponevano solo di un centinaio di dollari: "Va bene, vai
a cercarti un avvocato da cento dollari".)
Il modo in cui vengono assegnati gli avvocati difensori varia comunque da Stato a
Stato. Alcuni stati dispongono di eccellenti avvocati d'ufficio, giovani aggressivi con
un'ottima preparazione alle spalle. Anche se in genere non vengono pagati molto,
almeno in confronto agli avvocati privati, guadagnano per circa quanto i loro
colleghi della pubblica accusa, anche se la loro funzione non un trampolino di
lancio perla carriera politica come avviene nel caso del procuratore.

Nei pochi stati dove il diritto di accesso alla giustizia preso sul serio, il difensore
d'ufficio dispone anche di alcune facilitazioni investigative grazie ad agenti della
polizia o dell'FBI in pensione. I bilanci sono qcomuque scarsi e le risorse devono
essere ripartite fra le molte centinaia di indigenti che vengono assistiti.
Se il nostro ipotetico maggiordomo fosse stato incriminato in uno di questi stati, forse
i suoi avvocati avrebbero potuto misurarsi con le forze della pubblica accusa e di una
famiglia ricca, ma anche in questo caso il maggiordomo non avrebbe potuto
permettersi i periti medici che sono stati mobilitati dalla difesa nel caso von Bulow. I
bilanci degli avvocati d'ufficio non consentono di far venire in aereo degli esperti di
fama mondiale da contrapporre agli esperti altrettanto rinomati come quelli messi in
campo dell'accusa e dalla famiglia nel caso von Bulow. Inoltre, anche i periti che non
chiedono un rimborso per il loro tempo sarebbero molto restii a mettere il proprio
talento al servizio di un oscuro imputato in un caso che non sarebbe stato i caso del
decennio, costantemente sotto ai riflettori come era stato il caso von Bulow.
Gli stati e le citt che non dispongono di questo tipo di difensori d'ufficio, in genere
assegnano semplicemente all'imputato uno degli avvocati sulla piazza. quello che un
avvocato riceve per questo genere di prestazione spesso una frazione irrisoria
rispetto a quello che guadagna nei casi pi redditizi. Le tariffe orarie sono molto
basse e, cosa ancora pi importante, spesso viene fissato un massimale per l'intero
caso. In un caso lungo e complesso come il caso von Bulow, questo significherebbe
pochi centesimi all'ora. E'normale quindi che molti avvocati per affibbiargli uno di
questi casi. Se un caso fa scalpore - uno di quei casi che fanno la fama di un avvocato
- gli avvocati possono sgomitare per prendervi parte, ma se il caso invece fatto
apposta per distruggere una reputazione o semplicemente troppo anonimo, il
desiderio di sprecare il proprio tempo quasi gratis molto scarso.
Anche qualora un abile avvocato volesse farsi coinvolgere in un caso del tipo von
Bulow, in cui l'imputato fosse per il maggiordomo, non avrebbe nessuna possibilit
di assicurarsi l'appoggio investigativo e gli esperti necessari.

Di recente la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che se un imputato in un


processo penale chiede l'infermit mentale, lo Stato deve fornirgli un minimo di
supporto psichiatrico per aiutarlo a stabilire la validit di questa sua affermazione.
Siamo per ancora molto lontani dal massiccio supporto medico che i genitori
riuscirono ad assicurare a John Hinckley. Molti degli imputati avrebbero inoltre
bisogno di indagini, esperti balistici, analisi di laboratorio, perizie e altre cose di
questo genere che non vengono messe a disposizione degli imputati non abbienti.
Durante il primo processo, ma non nel secondo, ad esempio, la difesa incaric una
societ di ricerche sociologiche specializzate in ricerche sui potenziali giurati di
contribuire alla selezione di una giuria che non fosse pregiudizialmente favorevole come accade spesso - all'accusa. Alcuni avvocati difensori considerano questo tipo di
aiuti come essenziali per controbilanciare i vantaggi di cui gode di solito l'accusa
nella selezione della giuria. Un imputato povero - o semplicemente non
particolarmente ricco - non potrebbe assolutamente permettersi simili lussi giudiziari.
Quello di cui allora bisognerebbe stupirsi come nella giustizia americana molti
imputati indigenti riescano tuttavia ad avere una difesa decente. Quando ci riescono,
questo avviene soprattutto malgrado e non certo per merito del sistema di difesa
d'ufficio pubblico. il merito soprattutto di quegli avvocati che non considerano la
loro parcella come l'aspetto pi interessante del caso.
Quando un ricco esce vittorioso da un processo, immediatamente si apre la polemica
sull'iniquit del nostro sistema giudiziario. La cosa curiosa. In effetti il sistema
iniquo, ma non perch un ricco vince, ma perch troppo spesso i poveri o la gente
comune non possono ottenere giustizia. L'assoluzione di un ricco non dovrebbe
essere l'occasione per chiedere meno risorse per coloro che possono comunque
permettersele, ma pi risorse messe a disposizione di chi in situazione di bisogno.
Quando il ministro della Giustizia Edwin Meese chiese al governo federale di pagare
il conto dei suoi avvocati per un totale di 700.000 dollari - era stato accusato di aver
ricevuto del denaro per garantire dei posti governativi - il problema non stava tanto
nel fatto che gli avvvocati di Meese avessero messo fuori delle parcelle da 250 dollari
l'ora, dato che seppero guadagnarsi col loro eccellente lavoro ogni centesimo che
presero.

Lo scandalo sta nel fatto che lo stesso Meese che chiedeva 250 dollari all'ora per i
suoi avvocati insisteva che la tariffa per gli avvocati d'ufficio fosse di 75 dollari
all'ora con un massimale per processo, anche nel caso di reati pi gravi.
In un corsivo velenoso a commento della decisione del giudice Needham di
concedere a von Bulow la libert su cauzione, Jeremiah Murphy del "Boston Globe"
attacc i due pesi e le due misure che la giustizia adottava quando si trattava dei
poveri e dei ricchi. La sua critica, per, non centrava il bersaglio giusto. Non era
ingiusto che von Bulow rimanesse fuori dal carcere mentre il suo caso era ancora in
esame, sarebbe stata certamente una grave ingiustizia se fosse avvenuto il contrario,
se cio fosse stato incarcerato durante i tre anni del nuovo processo che doveva
concludersi con la sua assoluzione. Quello che ingiusto che alcuni innocenti che
non possono permettersi di pagare la cauzione fissata vengano detenuti mentre il loro
caso esaminato dalla corte.
Il sistema penale americano, che certamente fra i pi corretti del mondo, ha
effettivamente due pesi e due misure per i ricchi e per i poveri, ma una riforma non
dovrebbe ridurre i diritti dei rimi, quanto piuttosto aumentare quelli dei secondi.
Vari avvocati di mia conoscenza hanno appeso nei loro uffici lo stesso cinico cartello
in cui compare un avvocato dietro alla sua scrivania e che chiede al nuovo
cliente:"Insomma, quanta giustizia pu permettersi?" Un altro mio amico, egualmente
cinico, si espresso in termini un po'diversi:"E'disposto a pagare una tariffa
irragionevole per ottenere un ragionevole dubbio?" Siamo ancora lontani da una
societ dove domande come queste non abbiamo pi posto. Sono per ben pochi i
paesi che possono vantare una giustizia pi giusta, anche fra quelli che a parole sono
pi preoccupati della giustizia sociale.

22.
LA STORIA CONTINUA
Un processo, come il pronto soccorso di un ospedale o il ponte a San Luis Rey,
riunisce artificialmente delle persone fra loro molto diverse che non si sarebbero
altrimenti mai incontrate e i cui destini non si incroceranno pi. Quando il processo
von Bulow fu concluso, tutti i partecipanti si sparsero ai quattro venti. Il giorno dopo
il verdetto, Maria diede le dimissioni dal servizio di ala e si ritir in Germania. Ala
cominci a lavorare a un film sulle vittime di omicidi e Alex torn al suo lavoro con
E.F.Hutton. Il loro padre, il principe Alfred con Auersperg, si trova anche lui in coma
irreversibile a causa di un incidente stradale avvenuto in Europa mentre si trovava
con Alex.
Comunque i casi cos complessi raramente finiscono del tutto al verdetto. C' tutto
uno strascico di querele e processi secondari, recriminazioni e accordi. Questo vero
soprattutto se c' di mezzo del denaro come nel caso von Bulow.
Pochi giorni dopo l'assoluzione, Claus e Andrea partirono per un lungo viaggio in
Europa. Domink Dunne rifer su "Vanity Fair" che Claus era pronto a prendersi una
vacanza qualunque fosse il verdetto:"Al Mortimer Restaurant, un turista francese ha
detto che se Claus fosse stato dichiarato colpevole, era gi pronto un piano per farlo
espatriare con il jet privato di un ricco texano.". (L'articolo di Dunne pieno di
citazioni vaghe di "amici intimi di von Bulow", "gli amici pi stretti", "un'altra
donna", "un turista francese", "alcune voci". La vaghezza di questi riferimenti rende
incontrollabili molte di queste affermazioni.)
L'ex marito di Andrea, Sheldon Reynolds, dichiar che "se Claus sposer Andrea,
rimpianger di non essere stato condannato". Ma n Claus n Andrea pensavano al
matrimonio mentre un aereo li portava verso un'ignota localit in Italia. Il problema
pi importante che occupava la mente di Claus sembrava essere chi avrebbe potuto
interpretare il suo ruolo in un eventuale film che raccontava la storia deluso caso.
"Woody Allen" fu la sua risposta sarcastica a un giornalista che gli poneva questa
domanda; poi ripieg su Robert Duvall. (Oltre ai progetti per riduzioni
cinematografiche e televisive della vicenda, E. Howard Hunt, l'imputato condannato
per lo scandalo Watergate, sta scrivendo un musical intitolato Beautiful People.
Durante il caso vennero anche scritte numerose canzoni diffuse dalle televisioni
locali.)

La tranquillit di Claus venne per immediatamente turbata da una richiesta di


risarcimento di 56 milioni di dollari da parte dei suoi figliastri, Ala e Alex. Dato che
il livello di certezza per emettere un verdetto in una causa civile pi basso di quello
necessario in una causa penale, i due ragazzi pensavano di riuscire a convincere una
giuria ad accettare l'ipotesi che il patrigno avesse tentato di uccidere la madre per
impadronirsi del suo patrimonio, insomma sarebbe bastata una "preponderanza di
indizi" piuttosto che una certezza "oltre ogni ragionevole dubbio".
Se mai ci sar questa causa civile, probabile che si tratter di una replica del
secondo processo e che il verdetto sar lo stesso. In realt, gli elementi in mano alla
famiglia sembrano essere ancora pi fragili di quelli di cui disponeva l'accusa al
processo. Vari testimoni saranno irreperibili e i ricordi ancora pi vaghi. Inoltre
chiaro chela giuria del secondo processo ritenne che Claus non avesse affatto
praticato iniezioni alla moglie, e non si tratt solo di un "ragionevole dubbio".
Ma nel frattempo questo nuovo procedimento costituir un elemento di disturbo e
continuer a tenere l'attenzione del pubblico concentrata sul caso von Bulow-von
Auersperg-Aitken-Kneissl, un conflitto che Claus ha definito una volta "la seconda
guerra di successione austriaca". Tra le accuse che vengono rivolte ora a Claus vi
quella di essere implicato in un racket. Secondo la querela, la comatosa Sunny
sarebbe stata "un impresa...impegnata nel commercio interstatale". Per una famiglia
che ha sempre affermato di non volere pubblicit sembra un passo un po'fuori luogo.
Un altro processo secondario che seguito al caso quello contro Phiph Magaldi.
Due giorni dopo l'assoluzione di Claus, il procuratore generale Violet annunci
ufficialmente che padre Magaldi era stato incriminato per spergiuro e
favoreggiamento al fine di ostacolare il corso della giustizia (Violet rifiut di
rilasciare interviste dopo l'assoluzione di von Bulow, affermando che per lei il caso
von Bulow era sempre stato un caso come tutti gli altri. Violet aveva anche dichiarato
sotto giuramento di essersi occupata di questo caso"come di un qualsiasi altro... e di
non avergli dato un'importanza indebita..." Evidentemente si era gi scordata del
grande clamore con cui aveva annunciato la sua decisione di non archiviare il caso,
certamente poco frequente negli altri casi.).

L'incriminazione affermava che "l'intero contenuto" dell'affidavit di Magaldi "era


stato falsamente costruito e congegnato da Philip Magaldi e David Marriott". David
Marriott era indicato come complice ma non venne incriminato avendo ottenuto
l'immunit se avesse testimoniato contro il sacerdote. si era ormai al colmo
dell'ironia: il testimone che noi avevamo giudicato un bugiardo che per aveva detto
la verit circa le consegne di droga a Clarendon Court, veniva ora utilizzato dal
procuratore, il quale era anch'esso convinto che si trattasse di un bugiardo, che per
poteva dire qualcosa di vero su padre Magaldi Il procuratore disponeva naturalmente
dei nastri registrati - in violazione delle leggi del Massachusetts - per sostenere la sua
accusa contro Magaldi. Ma come potesse affidassi ancora alla parola di Marriott era
cosa che lasciava sbalorditi gli avvocati. E non affatto chiaro perch il procuratore
avesse concesso l'immunit a Marriott, uno spergiuro e un ricattatore confesso. (Il
nuovo legale dei von Auerspeg-Kneissl annunci immediatamente che
l'incriminazione contro padre Magaldi costituiva una "prova" del fatto che Claus von
Bulow era coinvolto in una campagna di diffamazione contro i suoi clienti. Un
incriminazioni, ovviamente, non prova nulla, solo un'accusa. Inoltre questa
incriminazione non indica che Claus fosse a conoscenza della falsit delle
affermazioni contenute negli affidavit, anzi, i nastri dimostrano che ne era all'oscuro.)
Quello che era ancora poco chiaro era la natura del rapporto fra Marriott e Magaldi. S
effettivamente padre Magaldi ha mentito nel suo affidavit, sembra probabile che sia
stato costretto a farlo da Marriott. Ma di quale arma di pressione disponeva Marriott
per indurre il sacerdote a correre il rischio di essere incriminato per spergiuro? Le
ipotesi partivano dal nastro in cui Marriott era riuscito a far ammettere al sacerdote
che si erano gi conosciuti prima e padre Magaldi si faceva chiamare "Paul Marino".
L'accusa affermava che si erano conosciuti in una "stazione di autobus a Boston" e
che Marriott aveva saputo solo dopo un certo tempo che "Paul marino" era un
sacerdote. Il prete aveva una vita segreta? Aveva una relazione sessuale con Marriott?
Padre Magaldi respingeva ogni accusa e affermava che Marriott l'aveva ingannato.
Cinquemila parrocchiani del Rhode Island inviarono una petizione all'ex monaca
Arlene Violet invitandola alla clemenza. In questa petizione padre Magaldi veniva
descritto come "onesto, sincero e credibile" e avvertiva minacciosamente che i
firmatari "in coscienza non avrebbero pi potuto votare ancora per lei" se il caso
fosse stato portato avanti.

L'ufficio di Violet comunic che si sarebbe andati fino in fondo "senza considerare
l'impopolarit o la perdita di voti cui si andava incontro".
Dopo il secondo processo, il procuratore generale Violet silur Henry Gemma,
procuratore, perch aveva rifiutato di ammettere chela sua visita all'abitazione in
Florida di un individuo sotto inchiesta appariva poco opportuna. Violet dichiar:"Non
posso avere come procuratore... qualcuno che non comprende come il pubblico abbia
il diritto di sperare e di credere che i funzionari della pubblica accusa non abbiano
rapporti personali o di affari con individui sotto inchiesta da parte del loro ufficio".
Poco dopo il siluramento di Gemma, DeSisto, l'altro pubblico accusatore di von
Bulow, rassegn le dimissioni per passare alla libera professione. Pochi mesi pi
tardi, una rivista locale accus Violet di essere venuta meno ai propri rigorosi criteri
morali avendo tenuto una riunione per finanziare la propria campagna elettorale nel
1984 in una casa di un uomo che era stato condannato nel 1969 per aver tentato di
avviare alla prostituzione una sedicenne. Violet afferm di non ricordare di avere
effettivamente partecipato a questa riunione, ma il personaggio in questione disse che
aveva trascorso almeno una mezz'ora in casa sua. Violet rifiut anche ogni paragone
tra questa sua disavventura e il caso di Gemma:"In quanto candidato, io non
disponevo di alcuna informazione su quell'individuo". La vicenda riemp i giornali di
Providence.
Nel frattempo, durante il secondo processo von Bulow, stava svolgendosi anche
l'inchiesta sui rapporti del presidente della Corte Suprema del Rhode Island col
crimine organizzato. Un'inchiesta condotta dall'ex giudice della Corte Suprema degli
Stati Uniti, Arthur Goldberg per il quale avevo lavorato come assistente, e che a detta
di molti "solleva interrogativi sulla qualit complessiva dell'amministrazione della
giustizia nello Stato". alla fine il presidente Joseph A. Bevilacqua ricevete una
censura e dovette accettare una sospensione di quattro mesi. Il giudice Goldberg
defin la censura pubblica come "la pi drastica sanzione disciplinare miei imposta
contro un giudice" oggetto di un'inchiesta disciplinare. (IN considerazione delle
critiche mosse all'operato del giudice Bevilacqua, mi sembra opportuno rivelare che
non era lui la fonte delle indiscrezioni sul ricorso in esame.)

La correttezza dell'amministrazione della giustizia nel Rhode Island oggetto ancora


oggi di molti dubbi, e, malgrado l'esito favorevole del processo von Bulow, l'autore di
questo libro tra coloro che condividono questi dubbi.
Mentre questo libro si avvicina alla fine, in una splendida giornata di sole a Martha
Vineyard, rimane ancora un filo pendente nell'arazzo del caso von Bulow. Mentre si
avvicina il quinto anniversario del coma di Sunny, Claus ha ripreso le sue visite nella
stanza d'ospedale. Ha inoltre annunciato che si trasferir in Europa, anche se prevede
di ritornare periodicamente in America per seguire i processi civili e perch sia resa
giustizia a Cosima.
Quale sia l'esito del processo civile, Claus per la legge sar sempre innocente. Claus
ha riavuto la sua innocenza. Sunny invece non si riprender pi, il suo coma
definitivo. Il processo dello Stato del Rhode Island a Claus von Bulow continuer ad
affascinare, inquietare, a indignare e anche a divertire milioni di persone che hanno
letto, visto e sentito questo coinvolgente viaggio dalla colpevolezza all'innocenza.

EPILOGO
Mentre le bozze di questo libro venivano inviate in tipografia per la revisione finale,
la stampa e la rilegatura, l'editore ricevette una serie di comunicazioni legali a nome
di Alexander, Ala, Richard Kuh, William Wright e del comitato per Sunny. Pareva
proprio un tentativo ben coordinato di Alexander e Ala per impedirne la
pubblicazione. Pochi mesi prima David Marriott ci disse che si era procurato un
esemplare delle bozze e minacci di "diffonderlo ovunque" se non avessi mutato
alcuni particolari.
I legali di Alex e Ala non rivelano come si fossero procurati il manoscritto di
contrabbando, ma riconobbero che ne avevano tratto alcune copie e le avevano
inviate a Kuh e ad altre persone citate nel testo. Michael Armstrong, l'avvocato di
Alexander e Ala, ci disse, durante un incontro durato tutta una giornata, che il loro
scopo era impedire la pubblicazione, se fosse stato possibile.
Armstrong accett di farci sentire i nastri che Marriott aveva registrato di nascosto
durante le conversazioni con me, e alcuni brani di quelle con padre Magaldi. Mi dissi
disposto ad ascoltarli senza pregiudizi e che ero lieto di poter ascoltare o veder
qualunque cosa che potesse rendere pi preciso il contenuto del libro.
Ascoltando i nastri delle conversazioni di Marriott con me, arrivai ad apprezzare le
avvincenti divagazioni di Claus a proposito di vini e castelli. Riuscivo infatti ad
essere anche pi noioso di lui con le mie assicurazioni che "il mio unico interesse era
fare in modo che la verit saltasse fuori" e che non ci sarebbe stata "comunque
nessuna falsa testimonianza". I nastri Marriott-Magaldi raccontavano invece un'altra
storia. Sembrava infatti trovare una conferma che Marriott si fosse inventato la storia
della consegna di droga ad Alexander. Marriott sembrava affermarlo, anche se il
contesto non era sempre chiaro.(In base al loro stesso contenuto, risulta evidente che
alcuni di questi nastri furono registrati nel Massachusetts, dove reato "registrare
segretamente" delle conversazioni. Nel Massachusetts anche reato rivelare il
contenuto di queste registrazioni abusive; per questa ragione non possiamo
pubblicare la trascrizione. Sembra che le autorit del Rhode Island intendano rendere
note queste registrazioni al processo contro padre magaldi. Questo porre interessanti
problemi giuridici.)

Una conclusione comunque si impone. Nulla di ci che Marriott ha detto o dice - a


proposito di consegne di droga, di Claus von Bulow o di qualsiasi altro argomento dovrebbe essere creduto. Qualsiasi affermazione di Marriott che non possa essere
controllata indipendentemente dovrebbe essere semplicemente ignorata. Noi e altri
che gli abbiamo creduto, siamo stati semplicemente raggirati da questo virtuoso della
menzogna.
La carriera di truffatore di Marriott non certo terminata quando ha cambiato
bandiera. Verso la fine del nostro incontro, uno degli avvocati di Alexander e Ala ci
mostr una fotocopia di un "nuovo "documento che era sicuro non avessimo mai
visto. Non si sbagliava. La pagina scritta a mano era un affidavit che Marriott aveva
fatto autenticare da un notaio il 15 agosto del 1983, solo dieci giorni dopo aver
firmato il primo affidavit sulla consegna della droga. Questo documento era diretto "a
chi poteva esserne interessato" e attestava che "l'intera storia del mio coinvolgimento
nella consegna di droghe a Clarendon Court falsa".
Il nuovo documento appariva chiaramente un falso confezionato di recente, ben dopo
la pretesa data di stesura. La migliore prova della sua falsit sta nell'affermazione che
"Io[Marriott] ho nastri registrati delle mie conversazioni con claus, Andrea Reynolds
e padre magaldi che dimostrano che tutta la vicenda una messinscena". Ma tutti i
nastri di cui io sono a conoscenza hanno date successive al 15 agosto 1983. Dunque,
O Marriott mentiva anche in questo affidavit, o l'ha scritto dopo aver effettuato le
registrazioni, dalle quali peraltro non risulta alcun coinvolgimento di Claus o Andrea
nella questione della droga.
David Marriott continua dunque a tentare di imbrogliare chiunque sia disposto a
starlo a sentire e a prendere per buone le sue bugie. Quando si preso gioco di noi, le
sue menzogne non erano ancora note e il suo racconto era stato confermato da un
sacerdote molto stimato. Ma ora la situazione era completamente diversa. Qualunque
avvocato resti fede a Marriott - anche se si tratta del procuratore del Rhode Island nel
caso di padre Magaldi - lo fa a suo rischio, conoscendo ormai la sua attivit di
mentitore e di spergiuro.
Alexander e Ala non sono riusciti a impedire la pubblicazione di questo libro. (Grazie
alle informazioni contenute nelle comunicazioni legali che mi sono state inviate,
questo libro ha guadagnato in precisione, e voglio esprimere la mia gratitudine per
essere stato messo al corrente di queste informazioni.)

I due hanno comunque montato una violenta compagna di stampa per diffamare il
loro patrigno. Spero che loro e chiunque dissenta da quanto ho scritto siano disposti a
scendere sul terreno della libera competizione delle idee. Il modo migliore per far
emergere la verit che coloro che pretendono di conoscere degli elementi
importanti, li sottopongano al giudizio dell'opinione pubblica. I lettori americani sono
perfettamente in grado di giudicare su avvenimenti e idee controversi. Non ci resta
quindi che lasciare che il dibattito sul caso von Bulow continui, cos come avvenuto
per altri casi celebri nella storia della giustizia.

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