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-cavit faringea
-cavit laringea, trachea e bronchi
-cavit polmonari.
Senza addentrarsi nei particolari, ci interesser puntualizzare in breve il ruolo svolto dalle corde vocali, dal diaframma e
dalle cavit di risonanza.
-corde vocali
Le corde vocali sono dei muscoli posti nella cavit laringea. L'analogia con le corde degli strumenti
musicali totale: il tono della voce dipende dalla maggiore o minore tensione delle corde vocali e dal loro maggiore o
minore spessore. Pi la corda spessa e robusta pi il suono risulter grave e sicuro, pi la corda sottile e debole pi il
suono sar acuto e incerto.
Lo spessore un problema fisiologico per il quale non possibile intervenire, l'elasticit del muscolo, al
contrario, pu essere migliorata nel tempo a patto che, in parallelo, si educhi la sensibilit dell'orecchio.
E' assolutamente da sfatare il pregiudizio nei confronti degli stonati: unicamente mancanza di
educazione, lo stonato , in realt, un maleducato! Se vi sono problemi d'intonazione, con tempo, pazienza e attraverso
esercizi corretti, si possono tranquillamente risolvere.
-diaframma
Le corde vocali vengono poste in vibrazione da una uniforme colonna d'aria, precedentemente inspirata, in
fase di espirazione controllata. Al controllo dell'uniformit preposto un muscolo chiamato
diaframma (si tratta di un muscolo laminare che ha forma di cupola a concavit inferiore). E' posto sotto ai
polmoni. In fase di inspirazione si abbassa, in fase di espirazione si alza.
Saper utilizzare correttamente il diaframma essenziale per la qualit e la stabilit del suono. Nel paragrafo relativo alla
tecnica vedremo degli esercizi all'uopo.
Il completamento della funzione di vocalizzazione dipende dall'articolazione (in cui hanno un ruolo
predominante labbra, lingua e palato molle) e dalla risonanza (che dipende da bocca, naso, seni paranasali e
faringe).
-casse di risonanza
La caratteristica che rende unico il nostro settimo strumento la possibilit, per l'appunto, di utilizzare pi
casse di risonanza. Queste sono costituite da quelle particolari cavit corporee nelle quali risuonano le vibrazioni
prodotte dalla voce.
Anche in questo caso l'analogia con gli strumenti presto individuata: pi la cassa di risonanza ampia, tanto maggiore
sar l'entit sonora e viceversa. Pensate, ad es., al contrabbasso in rapporto ad un violino: i suoni gravi del primo
necessitano di una cassa pi ampia in grado di sostenere la ridotta ampiezza delle vibrazioni.
Alla stessa stregua avviene per la voce: siamo in possesso di 4/5 casse di risonanza a seconda del registro
sonoro (vale a dire l'altezza di un suono in rapporto alla propria estensione).
Come per gli strumenti tanto pi il registro grave tanto pi ampia sar la cassa di risonanza e viceversa.
Per semplicit denominiamo come segue le casse di risonanza in rapporto ai precedenti distretti corporei:
-petto
(registro grave - lirica)
--cavit polmonari
-gola
(musica leggera)
--cavit laringea
-seconda gola (musica leggera)
--cavit faringea
-maschera (memorizzazione di un suono)
--cavit nasali e seni paranasali
-testa
(registro acuto-rinascimento)
--cavit nasali e seni paranasali
Ad esempio chi ha l'estensione da tenore, utilizzer il petto come cassa di risonanza per il registro grave, tendendo a
passare di testa nel registro acuto
Il petto rappresentato dalla zona attorno ai polmoni. Le cavit di risonanza interessate sono anche la trachea e i
bronchi. Non pensate al famoso DO di petto di Pavarotti: qui non si parla di impostazione della voce. Pavarotti utilizza
l'impostazione lirica che a noi, indubbiamente, non interessa; ma nello stesso tempo, sfrutta la medesima cassa di
risonanza: quella che garantisce la maggiore amplificazione.
L'errore che comunemente si commette cantare troppo di gola. In parole semplici il registro di gola rappresenta la
situazione usuale di quando parliamo: la zona preposta allamplificazione delle vibrazioni unicamente la gola, quindi
la cavit laringea.
Tipico della peggiore musica leggera (ce n' forse una migliore?), da sconsigliarsi quando ci si ritrova nei registri
acuto e grave. In particolare abominevole tentare di intonare di gola una nota appartenente al proprio registro acuto:
spesso si corrucciano sopracciglia o si fanno facce strane, dopodich si sostiene che la nota troppo alta per la propria
estensione.
Tutto falso, la propria estensione di gola non corrisponde assolutamente con l'estensione che pu raggiungere una voce
educata a cantare di petto e di testa.
Stesso discorso vale per la seconda gola, che una zona poco superiore che interessa la cavit faringea sulla quale,
comunque, non vale la pena di soffermarsi.
La maschera rappresenta la zona attorno alle orbite degli occhi e in parte del setto nasale e paranasale. In pratica viene
denominata cos perch la zona sulla quale poniamo la maschera di carnevale.
Si utilizza questa cassa di risonanza quando cantiamo... a bocca chiusa.
Proviamo a suonare un DO centrale e a intonarlo pronunciando una m a bocca chiusa. Sentiremo le labbra vibrare: in
quel momento sar la maschera a sostenere le vibrazioni. Quando dobbiamo iniziare a cantare un gospel a cappella
molto utile prendere in questo modo la propria nota di partenza: ci consente, tra l'altro, di evitare
pericolosi cali d'intonazione che inevitabilmente condurrebbero ad una falsa partenza in grado di pregiudicare il
proseguo dell'esecuzione
Infine la testa rappresenta il registro pi importante, in quanto consente alla voce (cos come il petto) di arrivare a chi
ci ascolta. Con arrivare s'intende generalmente una capacit di emissione intensa, chiara, precisa, pulita, intonata e
gradevole nel timbro.
Non si confonda il registro di testa con una particolare impostazione denominata falsetto: quest'ultimo
viene utilizzato nella musica antica e nei cori virili.
Anticamente, infatti, le donne non avevano la possibilit di accedere alle cappelle musicali, pertanto si
utilizzavano, con il sorgere della polifonia, le voci bianche (i bambini) come soprani e i falsettisti (detti
anche castrati) come contralti. Nei cori virili (ad es. i cori alpini) le parti acute vengono eseguite in falsetto,
senza per questo ricorrere... a dolorose operazioni chirurgiche.
La testa in realt un registro vocale che sfrutta le cavit del setto nasale e frontale (quindi anche la maschera), la cavit
boccale e mascellare. Il segreto per una intensa voce di testa nel saper utilizzare il palato molle, vale a dire la parte
terminale del palato (verso la gola). Tanto pi sar ampia la cavit boccale, tanto pi il suono arriver. Ma, in realt, il
segreto per suonare perfettamente lo strumento che in noi, racchiuso in un insieme di accorgimenti che vanno dalla
corretta respirazione, alla articolazione, alla pronuncia di vocali e consonanti, alla intonazione per giungere fino
all'educazione dell'orecchio. In una sola parola il segreto nella tecnica.
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vengono poste in vibrazione da una colonna d'aria in fase di espirazione controllata, sar importante
capire come controllare la fase di espirazione; il controllo avviene grazie al diaframma.
a) Respirazione
Immaginiamo di dover affrontare un viaggio di 500 Km con la nostra autovettura. Recandoci dal
benzinaio ci preoccuperemo di riempire il serbatoio della quantit di benzina sufficiente per non arrivare
all'asciutto o con la spia in riserva. Allo stesso modo quando affrontiamo un brano vocale, ad es. un gospel,
occorre valutare prima di tutto la lunghezza del viaggio, in secondo luogo il consumo di carburante.
1) La lunghezza del viaggio non consiste nell'estensione totale del brano, ma di ogni singola 'frase' tra un
respiro e l'altro. Ogni respiro come una tappa dal benzinaio per rifornire il serbatoio. Prima di affrontare
vocalmente un brano il gruppo deve riunirsi a tavolino e analizzare la 'forma' del brano: vale a dire
individuare le frasi tra un respiro e l'altro per ogni singola voce. Un brano 'omoritmico' (tutti allo
stesso ritmo) avr i respiri per tutti negli stessi punti, un brano non omoritmico (ad es. un gospel
con domanda e risposta) potr avere alcuni respiri sfasati rispetto alle altre voci. Ci che conta
stabilirlo a priori.
2) Per ridurre il consumo di carburante sufficiente impadronirsi della tecnica di respirazione. La
tecnica di respirazione non pu fare a meno del diaframma, muscolo del quale importante
prenderne coscienza fisica.
Esercizi consigliati per 'prendere coscienza 'del diaframma:
Esercizio na 1:
fase 1) svuotare i polmoni espirando;
fase 2) inspirare profondamente ma lentamente dal naso (non alzare le spalle);
fase 3) apnea (pausa di 2 o 3 secondi per stabilizzare la colonna d'aria);
fase 4) espirare lentamente pronunciando una 'f '.
Vince chi dura pi a lungo e chi riesce a mantenere uniforme l'uscita dell'aria.
Esercizio n 2: Uguale al n 1 fino alla fase 3, poi espirare pronunciando una 's'.
Pi difficile perch esce pi aria di prima;
Esercizio n 3: Uguale al n 1 fino alla fase 3, poi aprire completamente la bocca e far uscire l'aria
come se si stesse sbadigliando (si consiglia di deglutire, prima, altrimenti ...ci si sputacchia l'uno
contro l'altro!).
E' quello in assoluto pi veloce e complicato da controllare, ma si avvicina maggiormente alla realt del canto
vero e proprio.
Esercizio n 4: Uguale al n 1 fino alla fase 3, poi far uscire l'aria a scatti con le labbra
completamente chiuse: sentirete che per spingere userete i muscoli addominali e quindi anche il diaframma.
Potranno sembrare esercizi stupidi, ma in realt sono indispensabili per ogni cantante che si rispetti.
Ricordate, per, che la tecnica non fine a se stessa, ma deve essere il mezzo per esprimere la
propria musicalit: quindi cercate di mettere in pratica quanto allenato tecnicamente, in ogni
frammento che vi accingerete a studiare.
b) Articolazione
Un altro 'atto' fondamentale da compiere su ogni strumento consiste nello studio dellarticolazione, della cinetica.
Quando cantiamo sono interessati al movimento i muscoli facciali, la mandibola, le labbra, il palato
molle e la lingua. Il controllo consiste nel compiere un corretto movimento, ma anche nell'impedirlo del tutto. Ad es. i
muscoli facciali, quali fronte, sopracciglia ecc..., sempre meglio non tenderli, gi i trattati di canto del
'500 sostenevano che cantare un'arte naturale e spontanea, pertanto la tensione del viso che pregiudichi
l'emissione sonora da eliminare in quanto sintomatica di stress e innaturale. Ma lo studio
dell'articolazione si rivolge essenzialmente alla 'coscienza del palato molle' e alle consonanti. Non
ci addentriamo in specifici esercizi, perch si riferiscono ad alcune impostazioni vocali che a noi non
interessano. Ricordate comunque che le consonanti non sono un suono, ma l'articolazione di labbra,
lingua ecc... deve permetterne la comprensione.
c) Pronuncia
Immaginate un raggio laser di colore rosso. Una lama lo attraversa e lo interrompe
sui tasti bianchi) molto lentamente. Con il vostro strumento prendete la prima nota (il do). Cantate
le seguenti fino al sol. Controllate con lo strumento se il sol intonato. Se non lo correggetevi.
Prendete un respiro e proseguite fino al do dell'ottava. Qui controllate l'intonazione e tornate
indietro fino al fa e poi nuovamente al do.
Esercizio n 2:
Provate ad eseguire la scala 'cromatica' (sul pianoforte partire dal do fino al do successivo sia tasti
bianchi che neri) molto lentamente. Come sopra. Stabilite a priori i punti dove fermarsi a
controllare l'intonazione e a prendere i respiri. Questo esercizio molto utile per prendere coscienza
dell'intervallo pi piccolo: il semitono. E' infatti una scala, quella cromatica, tutta composta da
semitoni. Potete cantarla anche senza dire il nome delle note, semplicemente pronunziando una 'o'.
Attenzione a questi punti fermi validi per ogni esercizio di solfeggio cantato:
-eseguirlo molto lentamente;
-concentrarsi sui semitoni (mi-fa e si-do): spesso qui l'errore;
-sicurezza nell'attacco vocale: l'incertezza a volte provoca o nasconde errori;
-non troppa pressione: si rischia di 'crescere' d'intonazione;
-scurire un p tutte le vocali ('a' come fosse 'o'): aiuta l'intonazione;
-prendere sempre un respiro ad ogni ripresa di frase;
-cantare con rilassatezza: la tensione controproducente;
-busto dritto e possibilmente in piedi.
Potete inventarvi altri esercizi: ad esempio se c' un passaggio di un gospel dove spesso siete
insicuri, prendetelo separatamente e cantatelo lentamente controllando ogni tanto
l'intonazione suonandolo con lo strumento. Dopodich portatelo un semitono avanti e fate la
stessa cosa. Proseguite fino ai limite della vostra estensione e poi tornate indietro, sempre di
semitono in semitono.
4) Tecnica d'assieme
In realt questo argomento verr trattato pi approfonditamente in un successivo articolo di On
Stage da Martino Coppo, che far riferimento alla tecnica vocale in relazione allo stile country e
bluegrass. Mi limito solo a dare alcuni suggerimenti tecnici validi in linea di massima per chiunque
voglia cantare a pi voci. Supponiamo che vogliate affrontare lo studio di un gospel a cappella:
a) stabilire la propria estensione vocale: se le voci sono quattro le chiameremo basso - tenore contralto e soprano, dalla voce pi bassa a quella pi acuta. In realt, se il vostro un gruppo
maschile, le estensioni possibili sono:
-BASSO (la nota pi bassa , in genere, il fa)
-BARITONO (la nota pi bassa tra fa e lab)
-TENORE (la nota pi bassa un do e quella pi alta, di 2 ottave, tra sol e la)
-CONTROTENORE (la nota pi alta va oltre il la)
Quando siete caldi di voce, controllate la vostra estensione partendo dal do centrale del pianoforte e
scendendo di una ottava. Chi scende oltre il secondo do sar basso o baritono, gli altri tenori o
controtenori. A questo punto, sempre dal do centrale, provate a salire. Chi sale pi in alto (senza
sforzo e senza stimbrare la voce) sar il soprano (controtenore), cio chi canter la nota pi alta di
ogni accordo (che non necessariamente sar il lead vocal).
b) prendere le rispettive note di partenza in maschera;
c) pronunciare assieme una 'o' sul primo accordo. Questo un trucco essenziale per cercare gli
'armonici'. Mi spiego. A volte potr capitarvi, nel provare un accordo, di sentirlo vuoto, freddo.
Altre volte sar pieno e corposo. In questa seconda ipotesi avrete trovato 'gli armonici', quei suoni
naturali che si creano per sovrapposizione ad una nota fondamentale. E' fondamentale, per chi
canta gospel a cappella, sviluppare senso della polifonia, cercare costantemente un suono
corposo. Quante volte ascoltando Doyle Lawson e Quicksilver abbiamo esclamato, "sembrano
un organo". A prescindere dai 'mixaggi' digitali, la stessa corposit la si pu ottenere in acustico
(se il locale non assorbe troppo le vibrazioni).
d) se vi accorgete di calare o di crescere di intonazione al termine del brano, controllatelo frase per frase e nei punti
critici fermatevi sui singoli accordi a quattro voci. A volte il calo d'intonazione si cela in qualche vocale troppo chiara
(occhio quindi al testo dove ci sono 'i' oppure 'a'); a volte si cela nei salti di seconda o quarta eccedente o nei salti
particolarmente ampi (sesta...). Il controllo dei singoli frammenti, oltre a ricercare la sonorit e la polifonia, sviluppa il
senso mnemonico dell'intonazione dell'accordo (occhio che sia intonato). Eventualmente potrete ricontrollare le
rispettive note dell'accordo in questione con l'aiuto di uno strumento, e provare l'accordo facendo entrare una voce per
volta dal grave all'acuto.
Buon lavoro!