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GENERALITA

1.1. definizione della disciplina


Le linguistica generale il ramo delle scienze umane che si occupa di che cosa sono, come
sono fatte e di come funzionano le lingue.
Oggetto della linguistica sono principalmente le lingue storico-naturali, cio nate
spontaneamente nel corso della civilt umana.
1.2. li linguaggio verbale umano.
Il linguaggio umano uno dei modi di comunicare dell homo sapiens.
Un segno qualcosa che sta per qualcosaltro e serve per comunicare questo qualcosaltro,
etimologicamente , comunicare vuol dire mettere in comune, rendere comune.
In senso lato, comunicare equivale a passaggio dinformazione.
La comunicazione ha come ingrediente fondamentali, lintenzionalit, altrimenti si ha un
semplice passaggio dinformazione.
Allinterno del fenomeno della comunicazione si distinguono tre categorie:
comunicazione in senso stretto(forte): emittente intenzionale, ricevente intenzionale;
passaggio dinformazione(codice): emittente non intenzionale, ricevente (interpretante)
intenzionale;
formulazione di inferenze(debole):nessun emittente (solo la presenza di un oggetto
culturale)
interpretante ( es. case dai tetti spioventi = qui nevica).
1.3. Segni, Codice.
IL segno lunit fondamentale della comunicazione, esistono vari tipi di segni:
classifichiamo i segni in base a criteri fondamentali dellintenzionalit e delle motivazione
relativa:
1. INDICI(sintomi): motivati naturali /non intenzionali starnuto = avere il raffreddore
2. SEGNALI: motivati naturali/ usati intenzionalmente sbadiglio volontario = sono
annoiato
3. ICOONE (IMMAGINE):motivati analogicamente/intenzionali basti sulla similarit
delloggetTo designato.
4. SIMBOLI: motivati culturalmente/intenzionali colore nero = lutto
5. SEGNI (in senso stretto): non motivati (arbitrari,totalmente immotivati, basati su mera
convenzione)/intenzionali.
Per codice si intende linsieme di corrispondenze, fissatesi per convenzione, fra qualcosa
(insieme manifestante) e qualcosaltro (insieme manifestato), che fornisce le regole di
interpretazione dei segni.
Tutti i sistemi di comunicazione sono dei codici, i segni linguistici costituiscono il codice
della lingua.
CAPITOLO 2
LE PROPRIETA DELLA LINGUA
2.1. BIPLANARITA
2.2. ARBITRARIETA
2.3. doppia articolazione
2.4. trasponibilit di mezzo

2.4.1 la lingua parlata e la lingua scritta


2.5 linearit e discretezza
2.6. onnipotenza semantica, plurifunzionalit e riflessivit.
2.7. produttivit.
2.8. distanziamento e libert da stimoli
2.9. trasmissibilit culturale.
2.10. complessit sintattica.
2.11. equivocit
2.12. lingua solo umana?
2.13. definizione di lingua e principi generali per la sua analisi.
2.14. Livelli di analisi
2.1. BIPLANARITA
La prima propriet propria di tutti i segni e la biplanarit, il fatto che ci siano in un segno
due piano compresenti, il significante o espressione cio il piano percettibile del segno, il
qualcosa che sta per qualcosa daltro e il significato o contenuto, cio il piano non
materialmente percettibile.
Un codice si pu definire adesso come lassociazione di un significante e un significato.
2.2. ARBITRARIETA
il fatto che non ci sia nessun legame naturalmente motivato dalla natura delle cose fra il
significante e il significato, sono dati posti per convenzione e non naturalmente.
Occorre distinguere quattro tipi o livelli diversi di arbitrariet:
In realt nel funzionamento dei segni linguistici sono tre non due le entit in gioco:
il c.d. triangolo semiotico
significato (felino domestico, ecc.)

significante (gatto)

referente (realt esterna)

i quattro livelli di arbitrariet:


a un primo livello, arbitrario il rapporto o legame tra segno e il suo complesso e
referente ;
a un secondo livello, arbitrario il rapporto tra significato e significante.
a un terzo e pi profondo livello, arbitrario il rapporto tra forma ( struttura ,
organizzazione interna) e sostanza ( materia, insieme di fatti significabili)
d. a un quarto livello, altrettanto arbitrario il rapporto tra forma e sostanza del
significato e del significante.
Al concetto di arbitrariet totale dei segni esistono eccezioni, le onomatopee, parole
indicanti versi di animali, che imitando il significato nel significante acquistano un
aspetto iconico.

anche i c.d. ideofoni bum /bang sono iconici.


E stato ipotizzato che anche la formazione del plurale , aggiungendo qualcosa sia una
forma di iconismo.
esiste anche il fonosimbolismo che afferma un legame tra i suoni e il significante.i
vocale chiusa e tonicamente piccola.
2.3. doppia articolazione
La doppia articolazione consiste nel fatto che il significante di un segno linguistico
articolato a due livelli nettamente diversi.
A un primo livello (prima articolazione) , il significante organizzato e scomponibile
in unit, che sono ancora portatrici di significato e che vengono riutilizzati per formare
altri segni
tali pezzi costituiscono le unit minime di prima articolazione, i morfemi, essendo
ancora associazione di significate e significato sono ancora definibili come segni, i pi
piccoli.
A un secondo livello (seconda articolazione) sono ancora scomponibili in unit pi
piccole che non sono portatrici di significato autonomo, tali elementi sono detti
fonemi.
Non esistono altri codici di comunicazione naturali che abbiano la doppia articolazione,
essa consente alla lingua una grande economicit di funzionamento.
E quindi molto importante nella lingua il principio di combinatoriet, la lingua
funziona fondamentalmente combinando unit minori per formare un numero indefinito
di unit maggiori.(segni)
2.4 trasponibilit di mezzo
Il significante dei segni linguistici pu essere trasmesso o realizzato sia attraverso il
mezzo arie con il canale fonico, sia sottoforma di luce con il canale visivo o grafico.
Tale propriet si dice trasponibilit del mezzo.
2.4.1 la lingua parlata e la lingua scritta
Il parlato prioritario rispetto allo scritto nei seguenti campi:
antropologicamente, tutti le lingue che hanno forma scritta ce lhanno anche parlata, ma
non viceversa;
Priorit ontogenetica del parlato, ogni individuo umano prima impara a parlare poi a
scrivere.
Priorit fitogenica del parlato, la scrittura si sviluppata molto tempo dopo le origini
del linguaggio.
Il canale fonico - acustico presenta una serie di vantaggi biologici e funzionali rispetto al
canale visivo e alluso dello scritto:
1. purch vi sia presenza daria possono essere utilizzati in qualunque circostanza.
2. non ostacola altre attivit.
3. permetto la localizzazione della fonte di emittente.
4. la ricezione contemporanea alla produzione del messaggio, diretta.
5. lesecuzione parlata pi rapida.
6. il messaggio pu essere trasmesso simultaneamente a un gruppo di pi ricevitori.

7. il messaggio evanescente,e lascia libero il canale per altri messaggi.


8. lenergia specifica richiesta molto ridotta.
Nelle societ moderne per lo scritto ha una priorit sociale, ha maggiore importanza,
prestigio, utilit sociale e culturale.
Strumento di fissazione per la trasmissione del corpo legale, della tradizione culturale,
letteraria e del sapere scientifico.
Lo scritto nato come rappresentazione, fissazione solida del parlato, successivamente
ha sviluppato caratteristiche proprie; non tutto quello che viene detto pu essere
trascritto(tono di voce, modulazione, ecc..) e neppure tutto quello che scriviamo pu
essere reso uguale nel parlato.
La diversit del mezzo crea dei caratteri strutturali diversi che conferiscono alle due
forme comunicative caratteristiche proprie.
2.5 linearit e discretezza
La linearit una caratteristica del significante, sta a indicare che il significante si
sviluppa in successione nel tempo e nello spazio.
La linearit strettamente connessa alla doppia articolazione.
Un'altra caratteristica dei segni linguistici e di essere discreti.
Per discretezza si intende che la differenza tra le unit della lingua assoluta, non
quantitativa o relativa.
Si pu dire che i segni del linguaggio verbale sono digitali e non analogici
Non si pu intensificare il significante volendo intensificare il significato, come nella
lingua parlata con grida e interiezione.
2.6. onnipotenza semantica, plurifunzionalit e riflessivit.
Sono propriet generali del linguaggio umano:
Onnipotenza semantica, con la lingua possibile dare unespressione ad ogni
contenuto, con la lingua si pu parlare di tutto.
La plurifunzionalit, con la lingua possibile adempire ad una serie di funzioni
diverse:esprimere un pensiero, trasmettere informazioni, gestire rapporti sociali,
risolvere problemi, il creare mondi possibili.
Lo schema proposto dal linguista Roman Jakobson che identifica 6 (classi di) funzioni
sulla base di un evento comunicativo,
la comunicazione implica la presenza di almeno 6 fattori a ciascuno dei quali si pu
attribuire un classe di funzioni;

CANALE ( O CONTATTO)
(F.FATICA)
EM I TTEN TE
RICEVENTE
(F.EMOTIVA, O ESPRESSIVA)
(F.CONATIVA)

CODICE
(F.METALINGUISTICA)

M ES S A G G I O
(F.POETICA)

CONTESTO
(F. REFERENZIALE, O DENOTATIVA)

EMOTIVA, un messaggio volto ad esprimere sensazioni del parlante.


METALINGUISTICA, un messaggio volto a specificare aspetti del codice.
REFERENZIALE, volto ad esprimere informazioni sulla specifica realt esterna.
CONATIVA, volto a far agire il ricevente.
FATICA, volto a sottolineare il canale comunicativo e/o il contatto fisico e psicologico fra i
parlanti.
La propriet riflessiva consiste nel fatto che con la lingua si pu parlare della lingua
stessa, la lingua si pu usare come metalingua.
2.7. produttivit.
La produttivit o creativit regolare indica il fatto che con la lingua e sempre
possibile creare nuovi messaggi, tale propriet legata da un lato alla doppia articolazione
e dallaltro all onnipotenza semantica.
La produttivit resa possibile dalla doppia articolazione in prima istanza che permette un
combinatoriet illimitata di unit piccole.
La ricorsivit che un propriet formale delle parole, appartenente anche alla lingue , le
regole e le istruzioni di procedura sono applicabili al proprio prodotto o risultato.
2.8 distanziamento e libert da stimoli
Unaltra propriet del linguaggio verbale umano il di stanziamento, che consiste nella
possibilit di poter formulare messaggi relativi a cose lontane, distanti nel tempo e/o nello
spazio rispetto al luogo dove si sta formulando il messaggio.
Poter parlare di unesperienze in assenza di essa o dallo stimolo che ha provocato
lesperienza.
La libert da stimoli consiste appunto nel poter formulare il messaggio in assenza di
stimoli rendendosi indipendente dalla situazione immediata e dalle sue costrizioni.
2.9 trasmissibilit culturale.
Da un punto di vista antropologico va segnalato che la lingua trasmessa per tradizione
allinterno di un societ e una cultura, come uno dei fatti costitutivi della cultura.

Ma il linguaggio umano non un fatto solo culturale, infatti accanto alla componente
culturale ambientale c una componente innata , cio la facolt del linguaggio, la
predisposizione naturale.
Lapprendimento della lingua avviene nella prima infanzia e nella c.d. pubert linguistica.
Se entro i 11-12 anni un essere umano non esposto a stimoli linguistici, lo sviluppo della
lingua bloccato.
2.10 complessit sintattica.
La complessit sintattica la disposizione reciproca in un segno linguistico degli
elementi che lo costituiscono nonch mai indifferente: e i rapporti fra gli elementi o parti
del segno danno luogo a una fitta trama plurima, percettibile nella sintassi del messaggio.
Gli elementi di rilevanza della trama sintattica sono i seguenti:
1. lordine degli elementi contigui, posizioni lineari in cui essi si combinano.
2. le relazioni e le dipendenze che vigono tra gli elementi non contigui.
3. le incassature.( il cavallo che corre, sta vincendo , che corre un incassatura)
4. la presenza di parti del messaggio che danno informazioni sulla struttura
sintattica( tutte le congiunzioni coordinanti e subordinanti, e,ma,-- che , perch)
5. la possibilit di discontinuit nelle struttura sintattica.
Tutte queste caratteristiche forniscono ai segni linguistici una complessit sintattica alta.
2.11 equivocit
La lingua un codice tipicamente equivoco, a un unico significante possono
corrispondere pi significati (omonimia, e polisemia) ad un significato possono
corrispondere pi significanti (sinominia).
2.12 lingua solo umana?
Solo luomo ha precondizioni anatomiche e neurofisiologiche necessari per lelaborazione
mentale e fisica del linguaggio verbale:
1. adeguato volume di cervello, quantit delle circonvoluzioni della corteccia, quantit e
plasticit dei collegamenti interneuronali.
2. conformazione del canale fonatorio, con ampia cavit intermedia fra cavo orale e
laringe.
La prima condizione rende possibile la memorizzazione, e lelaborazione.
La seconda consente le sottili distinzioni articolatorie nella produzione fonica necessarie per
la comunicazione verbale.
2.13 definizione di lingua e principi generali per la sua analisi.
la lingua un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente
fonico-acustico, fondamentalmente arbitrari ad ogni livello e doppiamente articolati,
capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata
che permette di produrre infinite frasi a partire da un numero finito di elementi.
Distinguiamo tre dicotomie o distinzioni binarie frequentemente utilizzate nellanalisi della
lingua:
sincronia e diaconia, si intende due differenti modi di guardare le lingue
per diacronia sintende la considerazione delle lingue e degli elementi delle lingue lungo lo
sviluppo temporale, nella loro evoluzione storica.

per sincronia sintende la considerazione delle lingue e degli elementi delle lingue
guardando come si presentano in un determinato momento storico.
Fare etimologia di una parola significa fare un operazione diacronica, cio trovare da dove
deriva e fare la storia spiegandone le modifiche eventuali nel significante e nel significato.
la trattazione di questo corso tipicamente sincronica.
Unaltra distinzione importante si ha tra sistema astratto e realizzazione concreta:
la distinzione si ritrova in linguistica moderna con tre distinzioni.
la coppia opposta langue e parole (termini francesi)( uno dei cardini del pensiero di
Ferdinand de Saussure)
lopposizione tra sistema e uso.( che troviamo nel pensiero di Louis Hjelmslev, scuola
strutturalista anni 50)
lopposizione tra competenza ed esecuzione( tipica della linguistica generativa che fa
capo a Noam Chomsky)
il primo termine di tutte le coppie intende linsieme di conoscenze mentali di una lingua, di
regole interiorizzate nel codice lingua.
il secondo termine indica latto linguistico individuale, la realizzazione concreta, qui e ora,
di un messaggio verbale in una certa lingua.
La terza distinzione e quella fra asse paradigmatico e asse sintagmatico
costituiscono due dimensioni secondo cui funzionano le strutture, le combinazioni di segni
linguistici, e secondo cui vanno viste.
asse paradigmatico fornisce i serbatoi da cui attingere le singole unit linguistiche, l
asse sintagmatico assicura che le combinazioni di unit siano formate in base alle
costrizioni proprie di ogni lingua.

2.14 Livelli di analisi


Esistono nella lingua quattro livelli di analisi, stabiliti in base alle propriet della
biplanarit e della doppia articolazione, che identificano tre strati diversi del segno
linguistico:
Strato del significante come mero significante;
Del significante in quanto portatore di significato;

Lo strato del significato.


3 livelli danalisi sono relativi al piano del significante:
uno per la seconda articolazione, fonetica e fonologia;
due per la prima articolazione, che riguardano ambedue lorganizzazione del significante in
quanto portatore del significato., morfologia e sintassi
un livello relativo la piano del significato:la semantica.
CAPITOLO 3
FONETICA E FONOLOGIA
3.1 Fonetica
la fonetica studia il carattere fisico e primario della lingua, il carattere fonico - acustico.
la fonetica si distingue in tre parti principali, a seconda dal punto di vista con cui si guarda
dei suoni:
la fonetica articolata: studi i suoni del linguaggio in base a come vengono articolati.
la fonetica acustica: studi i suoni del linguaggio in base alla loro consistenza fisica,
utilizzando i principi dellacustica.
la fonetica uditiva, percettiva o uditivo - percettiva: studia i suoni del linguaggio in base al
modo in cui vengono ricevuti.
APPARATO FONATORIO E MECCANISMO DI FONAZIONE.
i suoni del linguaggio vengono normalmente prodotti mediante lespirazione , con un flusso
laria egressivo .
laria muovendo dai polmoni attraverso i bronchi arriva ala laringe ( pomo dadamo) dove
incontra le corde vocali ( pliche lariche) , a parte della laringe dove stano le corde vocali
detta glottide.
le corde vocali, che dorante la respirazione normale restavano separate e rilassate, tendono a
contrarsi e tendersi avvicinandosi e ridocendo o bloccando il flusso dellaria.
i cicli rapidissimi di queste contrazioni producono vibrazioni delle corde vocali.
laria passa poi alla faringe e nella cavit boccale (o Orale).
alla fonazione contribuiscono poi lugola, che spostandosi pu mettere in comunicazione la
falange con la cavit orale.
nella cavit orale svolgono importarte funzione apparati mobili e fissi:
la lingua, il pi importande degli organi mobili ( divisa in radice, dorso, apice)
il palato ( velo o palato molle)
Alveoli, parte retrostante i denti
le labbra.
Anche la cavit nasale partecipa alla fonazione, quando il velo e lugola sono in posizione di
riposo e permettono il passaggio dellaria dal naso.
i parametri fondamentali per classificare e identificazione dei suoni sono:
il luogo in cui viene articolato il suono;
il modo di articolazione, cio il restringimento relativo ad u punto preciso del percorso
dellaria,
il contributo di mobilit dei singoli organi ( aspetto legato al punto precedente).in base al
modo di articolare abbiamo una prima distinzione:
vocali, suoni prodotto senza la contrapposizione di ostacoli e con vibrazioni delle corde

vocali.
consonanti, con contrapposizione parziale o totale di ostacoli, con o senza vibrazioni delle
corde vocali.
i suoni con vibrazione vengono detti sonori, quelli senza vengono detti sordi
le vocali sono normalmente tutte sonore le consonanti possono essere sonore o sorde.
3.1.2. CONSONANTI
3.1.2.1 Modo di articolazione
in base alla quantit di chiusura si distinguono i seguenti tipi di consonanti:
occlusive ( plosive, esplosive, in ingl. stop), chiusura momentanea totale.
fricative ( continue, costitutive, spiranti), chiusura parziale e effetto sonoro di sfregamento
degli organi articolatori.
affricate, composte da due parti, una occlusiva e una fricativa
laterali, quando laria passa dai due lati o uno della lingua,
vibranti quando la lingua vibra
nasali, quando c passaggio dellaria anche dal naso.
3.1.2.2. luogo di articolazione.
classificazioni in base la punto dellapparato fonatorio in cui sono articolate:
(bi)labiali, prodotte da o tra le labbra.
labiodentali, prodotte tra labbra e denti anteriori.
dentali, prodotte a livello dei denti.
alveolari, prodotte dalla lingua contro o vicino agli alveoli.
palatali, prodotte dalla lingua contro il vicino palato.
velari, prodotte dalla lingua contro o vicino allugola.
ugolari, prodotte dalla lingua vicino o contro lugola.
faringali, prodotte dalla radice della lingua vicino o contro la parte posteriore della faringe.
glottidalio laringali, prodotte direttamente nella glottide a livello delle corde vocali.
3.1.3 VOCALI
le vocali vengono classificate in base alle conformazioni che assume la cavit orale i
particolare la ligua:
anteriori, con la lingua avanzata;
posteriori, con la lingua arretrata;
centrali, conla lingua
alte
medie
basse
medio-alte
medio-basse
i luoghi dove vengono articolate le vocali sono rappresenta da uno schema detto per la sua
forma trapezio vocalico.
le vocali si possono classificare anche in base alla posizione dela labbra:
arrotondate (labializzate, procheile), prodotte con le labbra protruse;
non arrotondate, prodotte senza protrusione o arrotondamento delle labbra.

n.b le vocali anteriori normalmente tendono ad essere non arrotondate, quelle posteriori
arrotondate.esistono anche dei casi inversi.
una ulteriore distinzione veine fatti in base al passaggio parziale dellaria dalla cavit nasale,
e vengono dette vocali nasali.
3.1.4 SEMIVOCALI
vi sono suoni con modo di articolazione intermedio tra vocali e consonanti africative, cio
prodotte con un iniziale restringimento del canale orale.
a differenza della vocali non possono costituire apice di sillaba ( par. 3.2.4) e unite ad una
vocali costituiscono un dittongo (o trittongo, si pi di una).
una classificazione fondamentale delle semivocali o semiconsonanti pu distinguere quelle
anteriori (o palatali) da quelle posteriori o velari).
3.1.5 Trascrizione fonetica
le forme scritte rendono in varia maniera la realt fonica della riproduzione verbale.
nei sistemi alfabetici delle lingue europee in generale ogni simbolo fonico viene reso da un
particolare simbolo grafico.
le grafie alfabetiche nascono per convenzione e accumulo di abitudini grafiche e non sono
univoche e coerenti.
non c rapporto biunivoco tra suoni e unit grafiche (grafemi).
allo stesso suono possono corrispondere nella stessa lingua differenti grafici, e viceversa.
lortografia italiana puo esseredefinita anche fonolografia, in quanto siamo abituati ad
associare ad un suono una singola lettera al massimo due, che leggiamo come si scrive.
la realt della lingua principalmente fonica e non grafica, per questo i linguisti hanno
elaborato dei sistemi di trascrizione fonica; il pi diffuso lAlfabeto Fonetico
Internazionale (IPA) una parte dei grafemi utilizzati corrisponde allalfabeto latino.
3.1.5.1. CONSONANTI
OCCUSIVE: bilabiali, sorda come pollo, sonora come bocca; dentali o alveolari , t come
topo , dito, alveolari, k come cane o gatto ; uvulari ; sorda come in arabo Iraq; glottidali che
si trova in tedesco allinizio di ogni parola che inizia per vocale.
FICATIVE (o sibilanti): bilabiali, sorda come in fiorentino tipo; labiodentali, come filo;
dentali e alveolari come think e sano (alveolare).
AFRICATIVE. labiodentali, dentali come pazzo [tz], palatali come in cibo e gelo.
NASALI: bilabiale come mano, labiodentali come invito; dentale come nave;palatali come
gli; velare come fango.
LATERALI. dentale/alveolare come lana ;palatale come gnocco
VIBRANTI: dentale come in riva uvulare come in francese rose.
3.1.5.2. VOCALIE SEMIVOCALI
ANTERIORI (non arrotondate). semivocale come piano. vocali, alta come vino, tra alta
e medio-alta come in inglese bit medio-alta come meno, medio-bassa come bere
Anteriori arrotondate; alta come in francese mur, medio-alta , medio-bassa.
CENTRALI. medio-alta (o media) come in inglese lart. the.
POSTERIORI.(arrotondate). Semivocale, come uomo. vocali alta come muro, tra alta e
medio alta come full (pieno), medio alta come bocca, medio bassa come but (ma), bassa

come car (macchina).


le vocali possono essere realizzate anche come nasali.
3.2 FONOLOGIA
( studio delle unit minime di seconda articolazione) livello pi basso
3.2.1 FONI, FOMENI, ALLOFONI
Il fono qualsiasi suono producibile dallapparato umano potenziale suono del linguaggio.
un fono la realizzazione concreta di qualunque suono del linguaggio.
i foni sono le unit minime in fonetica.
quando hanno carattere distintivo, cio affiancati ad altri foni formano parole, si chiamano
fonemi.i fonemi sono le unit minime in fonologia.
il fonema unit minima di seconda articolazione del sistema linguistico.
gli allomorfi o varianti di un fonema possono apparire nella stessa posizione senza dar
luogo a parole diverse.ES la n dentale e la n alveolare sono allomorfi dello stesso fonema n.
una coppia di parole che siano uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al
posto di un altro in una certa posizione forma un coppia minima.
per dimostrare che un fono e fonema di una data lingua dobbiamo trovare palmento una
coppia minima che lo oppongono ad un altro fonema.
3.2.2. FONEMI E TRATTI DISTINTIVI.
i fomeni si possono analizzare sulla base delle caratteristiche articolatorie che li
contraddistinguono.
le caratteristiche articolatorie divengono quindi in fonologia TRATTI DISTINTIVI, che
permettono di analizzare definire e rappresentare i fonemi.
tratti distintivi: occlusiva, detale, sonora
fonemi: /t//d//k//g//s//z/
due fonemi sono differenziati da almeno un tratto fonetico pertinente binario (+)(-).
la teoria dei tratti distintivi permette di rappresentare tutti i fonemi grazie anche
allapplicazione di caratteristiche acustiche come +/- diffuso, +/- bemollizzato, ecc.
in linguistica ad opera di Jakobso e Chomski si giunti a porte rappresentare tutti i fonemi
attestati delle lingue del mondo con circa 12 tratti distintivi.
3.2.3. I FONEMI DELLITALIANO.
non tutte le lingue hanno gli stessi foneni:
inglese 34-44 con i dittonghi, 36 il francese, 38 il tedesco e il russo, 24 lo spagnolo, 31 il
cinese ec.
litaliano standard ha 30 fonemi o 28 secondo alcuni.
vediamo alcuni problemi generali della fonologia dellitaliano:
problematico lo statuto della consonanti lunghe doppie o geminate.
vi sono nella pronuncia dellitaliano molte differenze regionali come:
lopposizione fra vocali medio alte e medio basse che si attua in posizione tonica
tipicamente nella verit tosco-romana dellitaliano.
la consonante nasale, dove nel settentrione dende a essere realizzata velare ogni nasale che

si trovi in fine di una sillaba.


il raddoppiamento fono sintattico: che consiste nellallungamento della consonante iniziale
della parola preceduta generalmente da parole con laccento sullultima sillaba. dove vai?
aroma.
3.2.4. SILLABE
la minime combinazioni di fonemi, usati come mattoni preconfezionati per costruire la
forma fonica delle parole sono le SILLABE.
la sillaba costruita intorno ad una volcale, che costituisce lapice della sillaba.
la struttura tipica della sillaba in italiano CV .
in una sillaba la parte che precede la vocale linizio o attacco la vocale il nucleo la parte
che segue la coda, le sillabe con coda si dicono chiuse quelle senza si dicono aperte.
il dittongo una combinazione di una semivocale e una vocale, V+SemiV dittongo
discendente
semiV+V dittongo ascendente.la combinazione di due semivocali e una vocale da luogo al
trittongo.
3.2.5. FATTI PROSODICI O SOPRASEGMENTALI.
vi sono una serie di fenomeni fonici che riguardano la catena parlata e non i singoli
segmenti e determinano landamento ritmico della catena parlata.
i pi importanti sono: laccento, il tono, lintonazione e la lunghezza o durata relativa.
3.2.5.1. LACCENTO
E la particolare forza o intensit di una sillaba, dovuto allaumento della pressione dellaria
nel canale orale.
la sillaba tonica presenta una prominenza rispetto alla altre dette atone.
la posizione dellaccento pu essere libera o fissa nel Francese e in Turco cade sempre
nellultima in ungherese sulla prima sillaba.
in italiano laccento libero, se cade sullultima sillaba la parola si dice tronca, sulla
penultima piana, sulla terzultima sdrucciola. sulla quartultima bisdrucciola, sull quintultima
soltanto sulle parole composti da pronomi clitici (fabbricamelo).
3.2.5.2 TONO E INTONAZIONE
I fenomeni di tono e intonazione riguardano laltezza musicale..
tono laltezza relativa di pronuncia di una sillaba.
in alcune lingue dette tonali o a toni il tono pu avere valore distintivo pertinente. si parla in
tal caso anche di fonemi.
lintonazione invece landamento melodico con cui pronunciata una frase o un intero
gruppo ritmico.
in molte lingue lintonazione distingue il valore pragmatico di un enunciato e permette di
capire se si tratta di un affermazione, unesclamazione, un ordine, una domanda.
intonazione ascendente = carattere interrogativo
intonazione constante = carattere sospensivo, neutro
intonazione discendente = carattere esclamativo.
3.2.5.3 LUNGHEZZA

la lunghezza riguarda lestensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono
prodotte.
la quantita della vocale o delle consonanti, pu avere valore distintivo., ma non in italiano.
CAPITOLO 4
MORFOLOGIA
(studio delle unit minime di prima articolazione)
La morfologia prende in considerazione il piano del significante in quanto portatore di
significato, lambito di studio la struttura della parola.
la parola la minima combinazione di morfemi ( costituita da almeno un morfema) che
funzioni come entit autonoma della lingua e costituisce un segno linguistico compiuto
costitutivo di un messaggio.
Morfema lunit minima di prima articolazione o la minima associazione di un significante
e un significato.
fra i criteri che permettono una definizione della parola elenchiamo i seguenti:
il fatto che allinterno della parola lordine dei morfemi che la compongono fissa .
il fatto che confini di parola sono potenziali punti di pausa del discorso.
il fatto che la parola di solito separata/separabile nella scrittura.
il fatto che foneticamente la pronuncia di una parola non interrotta ed caratterizzata da un
unico accento primario.
per lanalisi morfologica si scompone la parole in morfemi, che sono pezzi pi piccoli di
prima articolazione a cui si possa associa un significati proprio isolabile.
ciascun morfema suscettibile di entrare a far parte come componente di altre parole in cui
porta lo stesso significato.
un modo per scomporre quello di confrontare la parola con parole simili che contengono
uno per uno i morfemi che vogliamo trovare.
tale procedimento chiamato tecnicamente prova di commutazione.
il morfo un morfema inteso come forma, dal punto di vista del significante.
lallomorfo la variante formale di un morfema, che realizza lo stesso significato di un altro
morfo equifunzionale, ciascuna delle forme diverse in cui si pu presentare lo stesso
morfema.
il criteri di base per cui si possa ritenere lo stesso morfema che si trovi nella stessa
posizione e realizzi lo stesso significato.
Es. il verbo venire in italiano realizza quattro allomorfi: ven- (venire, venuto, veniamo ecc.)
venn- (venne, vennero, ec.) veng- ( vengo, venga) ver ( verrebbe, verr).
litaliano ricco di fenomeni di allomorfia.
nellallomorfia ci deve essere anche una certa affinit fonetica.
i ha il fenomeno del supplettivismo quando in certe parole derivati un morfema viene
sostituito da un altro con forma completamente diversa con lo stesso significato, il acqua e
laggettivo idrico acqu- e idr-.
4.2. TIPI DI MORFEMI
due punti di vista principali per individuare i tipi di morfemi:
la prima la classificazione funzionale, cio in base alla funzione svolta.
La seconda la classificazione posizionale, in base alla posizione assunta allinterno della

parola.
Es DENTALE
dent- reca un significato referenziale, concettuale: un morfema lessicale,radice,base o
tema.
al- ha un valore interno alla grammatica riferito alla lingua funzionale/grammaticale serve a
formare altre parole attaccandosi al morfema lessicale di cui modifica il significato: un
morfema derivazionale.
e- non modifica il significato di base ha il valore di marcare flessionalmente la parola: un
morfema flessionale.
nella classificazione funzionale la prima distinzione tra morfemi lessicali e grammaticali,
che a sua volta di dividono in m. derivazionali e m. flessionali.
i lessicali stanno nel lessico di una lingua e costituiscono una classe aperta, i m.
grammaticali stanno nella grammatica e costituiscono una classe chiusa, non aperta a nuove
entit.
non sempre la distinzione tra m. lessicale e m.grammaticali chiara come come nel caso
delle parole funzionali: articoli, pronomi, preposizioni, che formano classi chiuse ma
difficilmente possono essere definite m.grammaticali.
un'altra definizione quella di morfemi liberi, quelli lessicali, e m. legati (non possono
apparire mai da soli) m.grammaticali, possiano definire m. semiliberi le parole funzionali.
la derivazione e la flessione costituiscono due grandi ambiti della morfologia. la derivazione
agisce prima della flesione; prima costuiamo le parole e pio gli diamo la giusta flessione.
la derivazione non obbligatoria mentre la flessione si.
da un punto di vista della posizione i m. grammaticali si distinguano in classi in base alla
posizione che occupano nella parola.
posso essere generalmente chiamati affissi in quanto si combinamo con una radicegli
affissi che nella parola stanno prima della rdice si dicono prefissi, quelli che stanno dopo
suffissi.
i suffissi con valore flessionale si dicono desinenze.
i italiano i prefissi sono solo derivazionali.
esistono in altre lingua anche gli infissi che si inseriscono allinterno della radice.
unalta tipologia di affissi sono i circonfissi, cio affissi formati da due parti una che st
prima della radice e una che sta dopo.
in arabo abbiamo anche i transfissi che si incastrano alternativamente dentro la radice.
abbiamo anche i morfemi sostitutivi che si manifestano con la sostituzione di un fono ad un
altro fono.
il morfema zero o morfo zero si ha quando un distinzione marcata nella grammatica di una
lingua non viene rappresentata nel significante.es. sheeepSG/sheep/PLU.
il fenomeno della reduplicazione , si ha con la ripetizione della radice lessicale.
spesso m. grammaticali recano contemporaneamente pi di un significato o valore.es buone
vale insieme femminile e plurale si definiscono morfemi cumulativi.
un caso particolare il c.d. amalgama, due morfemi che si fondono assieme in maniera che
non pi possibile distinguere i due morfemi originali.
4.3. FORMAZIONE DELLE PAROLE.
analizziamo alcune parole particolari; da socio, sociologia e nazionalsocialismo.

in sociologia abbiamo un morfema che allo stesso temo lessicale e derivazionale, i m. di


questo tipo vengono detti prefissoidi. esistono anche i suffissoidi come nella parola
cronometro, termometro ec.
i prefissoidi e i suffissoidi vengono anche detti semiparole o confissi.
parole composte= due parole si sono agganciate in un'unica entit i cui due membri sono
riconoscibili; portacenere,cassaforte,apriporta,lavavetri,asciugamanoec.
da non confondere con le parole composte da unit lessicali polilessematiche o
politematiche costituite da sintagmi che rappresentano ununica entit di significato, non
corrispondente alla somma dei singoli significati;gatto delle nevi, sedia elettrica, avviso di
garanzia ec.
in italiano il pi importante procedimento di produzione delle parole la suffissazione. tra i
suffissi derivazionali ricordiamo: -zion- (con i suoi allomorfi, -azion-izion-izion-ecc.) e
ment- (con allomorfi iment-ument ecc)che formano nomi di azioni a partide da basi
verbali.
ier-a(r)i-e-tor-(coni sui allomorfi) formano nomi di agente o di mestiere a partire da basi
nominali o verbali.
it che forma nomi astratti .
come in abi-lit-abil-(e allomorfi), os-al-evol-es-ic-ist-che formano aggettivi a partire da
verbi o nomi.
-izz- che forma verbi a partire da nomi e aggettivi.
-mente(e allomorfi) che forma avverbi a partire da aggettivi.ecc.
in italiano e molto produttiva anche la prefissazione.
prea i prefissi pi comuni ricordiamo:
in - s - dis ad con-a- ri- anti-.
nella categoria suffissale puo essere fatta rientrare anche un altra categoria
lalterazione, con suffissi alterativi che aggiungono al significato un valore un valore
generalmente valutativo.
diminutivo, gattini;accrescitivo, gattona; peggiorativo, gatteggio.
nei morfemi in italiano non sono rari anche i casi i omonimei come. in negazione (con
allomorfo im-) in immobile ed nel senso di avvicinamento in immigrazione.
le parole derivate si possono definire tenendo conto :
del procedimento di derivazione.
della classe lessicale della base da cui derivano.
di quella a cui appartiene il risultato.
nei meccanismi di formazione della parola avviene anche il fenomeno c.d. della
conveersiione ( o derivazione zero o suffissazione zero), cio la presenza di coppie di
parole, verbo e nome che hanno la stessa radice lessicale ed entrambi privi di suffisso.
cambiare, cambio.giocare, gioco.
4.4. FLESSIONE E CATEGORIE GRAMMATICALI
I morfemi flessionali non modificano il significato della radicce lessicale su cui operano, ma
la attualizzano nel contesto di enunciazione .
operano su basi c.d. variabili di parole ( in italiano nomi, verbi, aggettivi, articoli,
pronomi).
i m. flessionale realizza il valore delle categorie grammaticali, la marca di quel valore.
in generale si distinguono le categorie flessionali in due grandi classi:

quelle che operano sui nomi e nominali( sostantivi, pronomi, ecc.e quelle che operano sui
verbi.
in italiano la morfologia nominale ha come categorie fondamentali il genere e il numero.
un'altra categoria flessionale rilavante il caso.
nelle lingue che possiedono un sistema casuale il numero dei casi pu variare.
il tedesco ha quattro casi:
nominativo,genitivo, dativo, accusativo, il latino oltre a questi ne ha altri due: il vocativo
e lablativo.
il greco classico ha cinque casi, come il latino meno lablativo. come il latino il greco marca
tre valori di genere , maschile , femminile, neutro, e tre valori del numero singolare,
plurale e duale.
il processo mediante il quale un verbo assegna il caso al suo complemento si dice
reggenza.
anche le preposizioni possono assegnare casi.
in molte lingue gli aggettivi possono essere marcati per grado: comparativo,
superlativo. litaliano affida alla flessione solo lespressione del superlativo mentre il
latino affida anche il comparativo di maggioranza. Altre lingue marcanno con in morfemi
sui nomi la definitezza o il possesso.
la morfologia verbale ha invece le seguenti categorie flessionali:
il modo , che esprime la modalit, cio la modalit con cui il parlante si pone nei confronti
del contenuto di quanto detto.(mangeri, condizionale).
il tempo, che colloca nel tempo relativo o assoluto quanto viene detto(manger, futuro).
laspetto, che riguarda la maniera in cuui vengono osservati e presentati lazione o levento
o il processo espressi dal verbo (perfettivo,imperfettivo).
la diatesi o voce, esprime il rapporto in cui viene vista lazione o levento rispetto ai
partecipanti e rispetto al soggetto (attivo, passivo).
la persona, che indica chi compie lazione e riferisce la forma verbale al suo soggetto.
le categorie grammaticali a livello di parola, che classificano la parole raggruppandole in
classi a seconda della natura del suo significato, c.d. la classi di parole o parti del
discorso secondo la grammatica tradizionale sono nove:
nome o sostantivo, aggettivo,verbo, pronome, preposizione, congiunzione, avverbio e
interdizione.
sono definite funzioni sintattiche e sono tradizionalmente definite dallanalisi logica.
un meccanismo che opera in molte lingue quello della marcatura di accordo che prevede
che tutti a parte degli elementi suscettibili di flessione allinterno di un certo costrutto
prendano le marche (morfemi congruenti) delle categorie flessionali dellelemento a cui si
riferiscono.
in italiano obbligatorio laccordo tra verbo e soggetto. es. un gattO miagolA, i gattI
miagolANO.
CAPITOLO 5
SINTASSI
5.1 ANALLISI IN COSTITUENTI IMMEDIATI.
la sintassi il livello di analisi che si occupa della struttura delle frasi.

la frase quindi il costrutto che fa da unit di misura per la sintassi, unit linguistica che
costituisce un messaggio autosufficiente nella comunicazione linguistica e che contiene una
predicazione.
Poich la funzione di predicare svolta dai verbi, in genere ogni verbo coincide con una
frase, ma ci sono frasi senza verbi dette frasi nominali.(buona, questa torta).
le parole si combinano in frasi secondo precise leggi strutturali.
Il principio generale per lanalisi delle frasi basato sulla scomposizione o segmentazione,
scomponendo la frase in pezzi via via pi piccoli detti i costituenti della frase.
Tale analisi introdotta dallo strutturalismo (capofila Leonard Bloomfield) va sotto il nome
di analisi in costituenti immediati.
Data una frase il primo taglio si attua confrontando la frase con unaltra pi semplice ma
che abbia la stessa struttura.
Esistono vari modi per rappresentare schematicamente lanalisi di una frase nei sui
costituenti.
un esempio lanalisi attraverso scatole:
mio cugino ha comprato una macchina nuova
mio cugino
ha comprato una macchina nuova
mio cugino
ha comprato
una macchina nuova
mio
cugino
ha
comprato una
macchina nuova
il metodo di rappresentazione pi diffuso quello a alberi etichettati.
Un albero del genere lindicatore sintagmatico della frase.

le sigle:
F = frase
SN o GN o NP in Inglese = sintagramma (o gruppo) nominale
SV o GV o VP = sintogramma verbale
N= nome

V= verbo
Art =articolo
ogni nodo domina i nodi delle ramificazioni che dipartono da esso: F domina SN e SV,
SN domina Art e N, ecc.
5.2 Sintagmi
lanalisi in costituenti immediati individua tre sottolivelli: quello delle frasi, dei sintagmi e
delle singole entit lessicali(parole).
Nella sintassi quello pi importante il livello dei sintagmi o gruppi.
Un sintagma definito come la minima combinazione di parole che funzioni come unit
della struttura frasale.
I sintagmi sono costruiti attorno a una testa, che il minimo elemento che da solo possa
costituire un sintagma.
Un sintagma nominale costruito intorno a un nome.
possiamo anche avere sintagmi aggettivali, avverbiali.
Il tema della struttura interna dei sintagmi stata approfondita di teoriaX-barra, che
individua i diversi gradi di complessit di un sintagma(X) identificandolo con barra o apici.
5.3 funzioni sintattiche, strutturazione delle frasi e ordine dei costituenti.
Occorre distinguere tre ordini diversi di principi:
la prima classe di principi interna alla sintassi stessa :
1) le funzioni sintattiche riguardano il ruolo che i sintagmi possono assumere nella
struttura sintattica sequenziale della frase. es i sintagmi nominali posso essere soggetti
predicato verbale o
oggetti.
Pi adeguato sarebbe definire le funzioni sintattiche in termini di relazione tra sintagmi
nominali e valenze dei verbi. Correre verbo monovalente, ( basta uno che corra) ,
lodare bivalente, dare trivalente ecc.
Il soggetto si potrebbe definire come la prima valenza o posizione sintattica di ogni verbo,
loggetto come la seconda loggetto indiretto come la terza ecc..
2) Il secondo ordine di principi che intervengono nella costruzione di una frase sono i
principi semantici, che riguardano propriamente il modo in cui il referente di ogni
sintagma ( entit che il sintagma indica) contribuisce e partecipa allevento rappresentato
dalla frase.
Per individuare i ruoli semantici o tematici occorre guardare la frase come
rappresentazione di una scena o di un evento.
La frase non pi vista nella prospettiva del significante ma del significato.
le categorie usate per definire i ruoli semantici sono:
agente
paziente
sperimentatore
beneficiario
strumento
destinazione
fra i due approcci ci sono corrispondenze ma non biunivoca.

3) In fine il terzo approccio e quello dellorganizzazione pragmatico-informativa, una


frase pu essere vista come unaffermazione fatta attorno a qualcosa, da cui limportante
distinzione tra la parte della frase nella quale verte linformazione e linformazione fornita
dalla stessa: cio tra tema e rema. il tema e ci su cui verte laffermazione., lentit
attorno a cui si predica qualcosa, la rema la predicazione .
un altro punto di vista della frase e quello di dato e nuovo , relativo al rapporto col
contesto precedente e alle conoscenze condivise presupposte tra parlante e ascoltatore.
dato infatti lelemento della frase da considerare noto. nuovo lelemento portato
come informazione non nota.
dato spesso coincide con tema .
Nella frase non marcata il il gatto insegue il topo, il gatto contemporaneamente soggetto,
agente, e tema..
le lingue possiedono dispositivi per separare le tre nozioni e mutare o invertire lordine non
marcato dei costituenti, in italiano possono svolgere tale compito le costruzioni note come
dislocazioni a sinistra con la quale si pu mandare a tema loggetto che di solito
rematico il topo lo insegue il gatto.
La dislocazione a sinistra anticipa allinizio della frase un costituente.
esiste anche la dislocazione a destra che consiste nellisolare un costituente sulla destra.
la frase scissa, consiste nello spezzare in due una frase introdotta dal verbo essere il
gatto che insegue il topo.
Unaltra funzione rilevante quella focus, per focus sintende la parte di maggiore
rilevanza in una frase.
In genere il focus coincide con la rema ed contrassegnato da una particolare intonazione
enfatica.
Carlo al mattino prende il caff, il caff focus.
Esistono strumenti linguistici per evidenziare il focus, come le frasi scisse, Carlo che al
mattino prende in caff, con Carlo a focus, oppure particelle o avverbi deputati introdurre il
focus detti focalizzatori ( anche, come, solo, addirittura ecc).
In conclusione possiamo analizzare la frase secondo quattro diverse prospettive:
A. prospettiva configurazionale.
B. prospettiva sintattica
C. prospettiva semantica, relativa ai ruoli semantici.
D. prospettiva pragmatico-informativa.
A. Gianni corre
B. Gianni corre
SN+SV
SOGG+PRED VERB
C. Gianni corre
D. Gianni corre
AGENTE + AZIONE TEMA+REMA
5.4 ELEMENTI MINIMI DI GRAMMATICA GENERATIVA
DIFFILE DA RIVEDERE
5.5. OLTRE LA FRASE
le frasi vengono realizzate come unit isolate, ma si combinano in sequenze strutturate

anche lunghe, frasi complesse o periodi : la sintassi del periodo. o sintassi superiore
un ulteriore sottolivello dellanalisi del sistema linguistico.
vi sono principi che regolano le combinazioni di frasi e parole, la distinzione classica
nellanalisi del periodo e fra coordinazione e subordinazione.
Nella coordinazione le frasi sono tutte allo stesso livello gerarchico e si combinano senza
che sussista un rapporto di dipendenza, mentre si ha subordinazione quando vi un
rapporto di dipendenza tra le frasi (frase principale).
gli elementi che realizzano i rapporti di coordinazione o subordinazione tra le frasi sono
spesso chiamati connettivi o connettori.
le frasi subordinate si distinguono in tre categorie asseconda come si agganciano alla frasi
principale.
avverbiali
complettive
relative
le avverbiali o circostanziali sono frasi subordinate che modificano lintera frase da cui
dipendono, es. esco, bench piOva .
le complettive o argomentali sostituiscono un costituente nominale maggiore ( soggetto,
oggetto, pred. nominale, oggetto indiretto) della frasi o meglio riempiono una valenza o
argomento del predicato verbale, es sembra che faccia bel tempo penso a come risolvere il
problema.
le relative modificano un costituente nominale della frase, hanno sempre un nome o un
pronome come testa, es. non ho pi visto lo studente a cui ho dato un libro .
lunione di una frase principale o proposizione con una frase o proposizione subordinata d
luogo a una frase complessa.
Al di sopra del livello di analisi della frase esiste il livello di analisi dei testi.
un testo definibile come una combinazione di frasi, costituita da almeno una frase con pi
di un contesto in cui essa funziona da unit comunicativa.
Per contesto sintende sia il contesto linguistico, sia il contesto extralinguistico.
entriamo nellambito della linguistica testuale e della pragmatica linguistica.
Vi sono elementi della struttura sintattica di una frase che sono comprensibili solo uscendo
da contesto della frase e facendo riferimento al contesto situazionale.
questi casi sono rappresentanti generalmente dalla pronominalizzazione, cio limpiego
dei pronomi.
es il cane abbaia. Maria si affaccia alla finestra. Lo vede tutto infuriato.
Lo incomprensibile se non si riaggancia alla frase precedente, fenomeno di questo tipo
sono detti anafore.
I pronomi hanno valore anaforico o deittico, quando occorre far riferimento al contesto
situazionale.
Col termine deissi si indica la propriet di una serie di segni linguistici di indicare cose o
elementi presenti nella situazione extralinguistica.
Vi sono tre tipi di deissi:
d. temporale, d. spaziale, d. personale.
Anche la c.d. ellissi e comprensibile solo superando il contesto linguistico, consiste nella
mancanza od omissione in un a frase di elementi che sarebbero indispensabili.
es. nelle coppie di domanda risposta:
d. dove vai?

r. a casa.
Ruolo rilevante nella struttura dei testi e svolto dai c.d. segnali discorsivi quelli elementi
estranei alla struttura della frase che hanno il compito di esplicare larticolazione interna del
discorso, es. allora, senti, cos, anzitutto, ecc
Elementi anaforici e segnali discorsivi contribuiscono a conferire coesione al testI.

CAPITOLO 6
SEMANTICA
6.1 IL SIGNIFICATO
La parte linguistica che si occupa del piano del significato la semantica.
Esistono due modi per concepire il significato:
la concezione referenziale o concettuale del significato, cio visto come un concetto, un
immagine mentale, unidea.
in altra prospettiva vi una concezione operazionale, contestuale del significato secondo
cui esso funzione delluso che si fa dei segni
la prima prospettiva sembra quella che meglio abbraccia il concetto di significato.
Distinguiamo adesso i tipi diversi di significato: quali tipi dinformazione possono
trasmettere i segni linguistici.
Molto frequente in linguistica la distinzione fra significati denotativo ( detto anche
concettuale,referenziale, ecc..) e significato connotativi,( detto anche associativo,
stilistico, espressivo, ecc).
il significato denotativo quello nel senso oggettivo, di ci che il segno descrive e
rappresenta .
il s. connotativi il significato indotto, soggettivo, connesso alla sensazione suscitate.
gatto ha come significato denotativo felino domestico di piccole dimensione il
significato connotativi animale grazioso, furbo, pigro, indipendente, ecc...
una seconda distinzione utile quella fra significato linguistico , che la somma tra
significati denotativo e connotativi, e sociale il significato che un segno ha in relazione
ai rapporti fra i parlanti, ci che rappresenta in termini di dimensione sociale.
una distinzione di altra natura quella fra significato lessicale , cio termini che
rappresentano oggetti, entit, concetti della realt esterna, e significato grammaticale o
funzionale o strutturale, cio termini che rappresentano concetti o rapporti interni al
sistema linguistico.
i primi vengono anche detti parole piene i secondi parole vuote.
definiamo enciclopedia o conoscenze enciclopediche , cio le conoscenze del mondo
esterno.
Antonio e Milano sono nomi, in semantica nomi propri, i nomi sono etichette, termini a
referente unico che designano un individuo non una classe e che hanno solo estensione e
non intensione. cio possiamo avere conoscenza enciclopediche di su un certo Antonio
oppure su Milano, ma non e possibile trovare un significato concettuale dei due termini.
lintensione, linsieme delle propriet che costituiscono un concetto designato da un
termine
lestensione linsieme degli individui (oggetti) a cui il termine si pu applicare

6.2 rapporti di significato fra lessemi.


a livello semantico lunit minima danalisi il lessema, che corrisponde ad una parola
dal punto di vista del significato, linsieme dei lessemi in una lingua costituisce il suo
lessico.
lo studio dei vari aspetti del lessico studiato dalla lessologia.
la lessicografia invece lo studio dei vari caratteri e dei modi di costruire dei vocaboli e
dizionari.
lomonimia: sono omonimi due lessemi che hanno lo stesso significante e significati
diversi, non imparentati e non derivabili luno dallaltro.
se i diversi significati sono associati a uno stesso significante e sono imparentati o
derivano, luno dallaltro, abbiamo la polisemia.
un caso particolare di polisemia dato dall enantiosemia si ha quando i significati
diversi dello stesso termine sono in rapporto di opposizione.
ci sono casi basati sulla somiglianza o compatibilit semantica fra lessemi.
la sinonimi: sono sinonimi lessemi diversi aventi lo stesso significato. (quasi sinonimia)
sembra che i veri sinonimi ( interscambiabili in qualsiasi contesto si riducono a tra/fra,
devo/debbo).
liponimia: si ha somiglianza semantica quando il significato di un lessema rientra in
un altro. dati x e y , quando tutti gli x rientrano in y ma non viceversa.
mentre liponimia e la sinonimia sono rapporti di carattere paradigmatico, esistono
anche rapporto di compatibilit semantica sullasse sintagmatico.
un di questi e la solidariet semantica( o solidariet lessicale) basata sulla
collocazione preferenziale di un lessema rispetto ad un altro, la selezione di un termine
dipende da un altro.(nitrire\cavallo- biondi \ capelli ecc.).
lantonimia invece si ha quando due lessemi hanno significato contrario. ( se x
implica y ma -y non implica x, es. maschio\femmine- vivo \ morto ecc)..
altre due relazioni di incompatibilit sono, la complementarit e linversionesono
complementari due lessemi di cui uno la negazione dellaltro.
Sono inversi quando esprimono la stessa relazione semantica, vista da due prospettive
diverse.
possibile mettere ordine nel lessico, individuando sottoinsiemi lessicali, sono gruppi di
lessemi uniti da rapporti di significato; il c.d. campo semantico. Es. gli aggettivi di et
come vecchio, giovane, antico, recente, ecc...; colori, parentele, verbi di movimento, ecc
un concetto ancora pi ampio quello di sfera semantica , es. linsieme delle parole
della moda, della coltivazione dei campi, dellabitazione ecc
famigli semantica e gerarchia semantica: un insieme di lessemi imparentati nel
significato e /perch imparentati nel significante parole derivate da una stessa radice
lessicale.
gerarchia semantica: un insieme in cui ogni termine una parte determinata di un
termine che nellinsieme lo segue, i nomi delle unit di misura: secondo, minuto, ora,
giorno ecc
metafora fondata sulla somiglianza concettuale o connotativi ( pauroso come un
coniglio),processo che si base sui c.d. spostamenti di significatooppure come la
metonimia fondata sulla contiguit concettuale, ( bottiglia- ho bevuto due bottiglie di
Barbera)

6.3 lanalisi del significato: semantica componenziale.


uno dei metodi per lanalisi del significato dei Lessimi lanalisi
componenziale( semantica componenziale).
il principio su cui si base come la scomposizione in fattori primi dellalgebra e
dellanalisi dei fonemi nei tratti distintivi. Si tratta di scomporre il significato dei lessemi, in
unit (atomi) di significato pi piccoli, pi elementari e generali.
le propriet del significato sono dette componenti semantici o tratti semantici

uomo
donna
bambino
bambina

\UMANO\

\ADULTO\

\MASCHIO\

+
+
+
+

+
+
-

+
+
-

i tratti semantici di solito sono binari, cio che cambiano due valori +\- si\no-vero\falso,
ma si possono utilizzare anche tratti non binari, a pi valori.
6.4. cenni di semantica prototipica
questo approccio tratto dalla psicologia cognitiva, anzich vedere un lessema come
costituito da un insieme di tratti semantici, il significato di un lessema visto come un
prototipo; una sorta di immagine modello ideale con cui confrontare tutti i membri di
una classe o categoria. es. uccello \+ANIMALE-MAMMIFERO+CON LE ALI \, solo i
tratti centrali saranno posseduti da tutti i membri della categoria mentre gli altri non
saranno posseduti dai membri che si allontanano dal punto focale.
i concetti in questa prospettiva hanno una struttura basata sulla gradualit anzich sulla
categoricit, sul pi o meno invece che sul si o no .
un concetto importante della semantica prototipica quindi anche il grado di esemplarit
o bont di appartenenza di un termine alla categoria.
essa ha introdotto utili concetti ad una concezione troppo rigida e limitata dellanalisi
componenziale, ma si scontra quando si deve applicare a concetti psicologici o astratti.
esiste, e qual il prototipo di buono? o di moglie ? o di amore?.
la semantica rimane il settore pi arretrato, con conoscenze incerte e metodi arretrati di tutta
la linguistica sincronica.
6.5. elementi di semantica frasale.
Riguarda il significato globale delle frasi.
In prima ipotesi il significato di una frase la somma dei significati dei singoli lessemi
che la compongono.
Distinguiamo tra frase ed enunciato.
Chiameremo enunciato una frase considerata dal punto di vista del suo concreto
impiego in una situazione comunicativa, come segmento del discorso in atto:enunciato il
corrispettivo , nel quadro delluso della lingua, della frase. Elementi cruciali per
linterpretazione del valore degli enunciati sono:
i connettivi, per es. molte congiunzioni coordinanti e subordinanti ( ma, e, o, bench
ecc..)ma hanno spesso valore logico come i QUALIFICATORI ( tutti, nessuno, ogni

ecc) e della negazione (non).


Aspetto importante del significato degli enunciati e quello pragmatico, che riguarda che
cosa si fa con la produzione di un enunciato, in un determinato contesto situazionale,
chiamando in causa lintenzionalit del parlante, in questo contesto la lingua studiata come
modo di agire, non come sistema di comunicazione ne come riflessione verbale del
pensiero.
qui ci chiede che azione si compie quando si dice qualcosa?
Gli enunciati prodotti nella normale interazione verbale costituiscono degli atti
linguistici.
Produrre un enunciato equivale a fare contemporaneamente tre cose, a compie tre atti
distinti:
atto locativo o locutorio: consiste nel formare una frase in una data lingua, una
proposizione con la sua struttura fonetica, grammaticale, lessicale.
atto allocutivo o illocutorio: consiste nellintenzione con la quale e per la quale si produce
una frase.
atto perlocutivo o perlocutorio: consiste nelleffetto che si produce nelldestinatario del
messaggio.
chiuderesti la finestra?= struttura interrogativa ( atto locutorio), valori di richiesta o ordine
( atto illocutorio), leffeto di ottenere che venga chiusa ( perlocutorio).
sono atti illocutori laffermazione, la richiesta, la promessa, la minaccia, linvito, il rifiuto
ecc..
molti verbi designano atti illocutori , vi sono verbi particolari, come prometto,battezzo,
autorizzo, condanno, ecc. che usati alla prima persona del presente indicativo
annullano la distinzione fra contenuto referenziale e ( facente parte dellatto locutorio) e
atto illocutorio compiuto: tali verbi sono detti verbi performativi.
la teoria degli atti linguistici ha isolato e descritto le condizioni, di carattere linguistico e
semantico, ma anche pragmatico e sociale, che devono essere soddisfatte perch un
determinato atto illocutorio valga come tale, rappresenti sia per il parlante che per il
destinatario una specifica azione, analizzando le c.d. condizioni di felicit di un atto
linguistico.
Un'altra nozione importante per la semantica frasale quella di presupposizione, che il
tipo pi rilevante di significato non detto.
la presupposizione la parte del significato ci una frase che rimane vera, o valida,
negando la frase. in termini logici un enunciato A presuppone un altro enunciato B quando,
affinch il primo A, sia vero, il secondo B deve essere vero.
Smetti di fumare! presuppone che stai fumando.
Si distinguono dalle presupposizioni le inferenze perch sono per lo pi fondate sulla
nostra conoscenza del mondo, o enciclopedia.
la presupposizione si configura in conclusione come ci che in un enunciato il parlante
assume come vero o noto allascoltatore al momento di produrre tale enunciato.
CAPITOLO 7
CENNI DI TIPOLOGIA LINGUISTICA
7.1 le lingue del mondo.

le lingue storico naturali che rappresentano la realizzazione della facolt del linguaggio
presso le diverse comunit presenti nel mondo sono nellordine delle migliaia.
le cifre proposte dagli studiosi sono da un minimo di 2200 a pi del doppio 5100.
Esistono modi per mettere un po dordine di raggrupparle in famiglie secondo criteri per
esempio di parentela genealogica, che si basano sulla possibilit di riportare le lingue ad
un antenato.
lassunto di base quello di trovare il significante uguale o simile, il che significherebbe
che condividono un antenato.
litaliano ha rapporti di parentela con tutte le lingue derivate dalla comuni base del Latino e
costituisce insieme a queste il gruppo delle lingue romanze (o neolatine): italiano,
spagnolo, portoghese, romeno e altre lingue minori, catalano, provenzale ecc)
il gruppo delle lingue romanze con altri gruppi di lingue con le quali dimostrabile una
parentela, anche se remota costituiscono la grande famiglia delle lingue indoeuropee:
famiglia delle lingue germaniche, tedesco, inglese, danese, norvegese, ecc
famiglia delle lingue slave, russo, polacco, serbo-croato, sloveno, ucraino, ceco, bulgaro
ecc)
le lingue baltiche, lituano,lettone
le lingue celtiche, bretone, gaelico, galese
le lingue indo-arie, hindi, bengali, paniabi, marathi
le lingue iraniche, persiano ofarsi, curdo,ecc
e tre lingue isolate, il neogreco, lalbanese, larmeno
il livello della famiglia costituisce il pi alto livello di parentela riconoscibile, quindi
categoria fondamentale per la classificazione delle lingue su base genetica.
Allinterno delle famiglie a seconda dei gradi di parentela si possono riconoscere dei rami
che a loro volta si possono dividere in gruppi e questi in sottogruppi.
litaliano la lingua del sottogruppo italo - romanzo del gruppo occidentale, del ramo
neolatino della famiglia indoeuropea.
la linguistica comparativa riconosce oggi fino a un massimo di 18 famiglie linguistiche
pi 4 lingue singole isolate, a queste andrebbero aggiunti alcune decine o centinaia di
lingue nate dalla mescolanza di queste.
delle famiglie esistenti solo alcune possono essere considerate grandi lingue con un
numero sostanzioso di parlanti; le principali, da una graduatoria del terzo millennio, sono le
seguenti:
cinese mandarino
902 - 21%
hindi-urdu (india,pakistan) 457 32 %
inglese
spagnolo
arabo
bengali
russo
indonesiano maltese
litaliano al 22 posto.
in Europa sono parlate le famiglie di lingue di 4 (5 col maltese)principali famiglie
linguistiche:
indoeuropea, uraliche ( ungherese, finlandese ), altaiche ( turco, tataro), caucasiche
(cecenom lavaro, georgiano) oltre a lingua isolata, il basco.

classificazione tipologica, sulla base di tratti strutturali uguali.


un tipo linguistico si pu definire come un insieme di tratti strutturali in armonia gli
uni con gli altri.
7.2 tipologia morfologica
un primo modo per la classificazione strutturale basato sulla morfologia, sulla struttura
della parola.
un tipo morfologico dato dalle lingue isolanti, un lingua la cui struttura della parola la
pi semplice possibile con un solo morfema, con indice di sintesi (rapporto parole/
morfemi) 1:1: vietnamita, cinese, thailandese.
il vietnamita anche una lingua a toni.
seconda categoria sono le lingue agglutinate (incollate insieme), lingua in cui le parole
hanno strutture complesse formate dalla giustapposizione di pi morfemi.
terza categoria sono le lingue flessive o fusive: presentano parole internamente
abbastanza complesse, costituite tendenzialmente da una radice lessicale semplice o
derivata, e da uno o pi affissi flessionali veicolando pi valori grammaticali insieme e
assommando diverse funzioni.
le parole si trovano nelle frasi tipicamente in forma flessa, che modula in un certo senso la
radice lessicale.
sono lingue flessive in genere le indoeuropee. anche linglese viene considerata tale anche
se ha una ridotta morfologia flessionale.
il tipo flessivo si distingue in introflessivi, caratterizzato dal fatto che i fenomeni flessionali
avvengono dentro la radice lessicale. es. tipico larabo.
il quarto tipo morfologico e quello polisintetico:
le lingue polisintetiche hanno una struttura della parola molto complessa, formata da pi
morfemi attaccati insieme, in una parola possono comparire due o pi radici lessicali,
morfemi pieni. es. le lingue amerindiane del gruppo eschimese, la famiglia paleosiberiana,
molte lingue australiane.
le lingue isolanti sono lingue sintetiche. le agglutinanti e le polisintetiche , sono lingue
lanalitiche. il gruppo flessivo rappresenta una via di mezzo tra la sinteticit e lanaliticit.
7.3 tipologia sintattica.
un secondo criteri per classificare le lingue basato sulla sintassi, e precisamente
sullordine basico dei costituenti principali della frase. i costituenti presi in
considerazione sono: soggetto (S) verbo o predicato verbale (V) complemento oggetto o
complemento diretto (O)
le combinazione possibili sono sei: SVO, SOV, VSO, VOS, OVS, OSV
le tipologie sono presenti tutte in consistenza diversa .
SOV la pi frequente, SVO quasi uguale, VSO, VOS, gli altri due ordini sono marginali.
in Italiano e in tutte le lingue romanze la combinazione SVO, si noto che nel latino
invece SOV.
Sono SOV anche il turco, giapponese, coreano, ungherese, ecc
il latino pu essere considerata una lingua a ordine libero perch oltre la struttura tipica
SOV si trovano spesso anche le altre strutture. il tema nellordine naturale dei
costituenti informativi sta in prima posizione, in oltre sembrano agire anche altri due
principi :
il principio di precedenza , il soggetto data la sua prominenza e priorit logica, deve

precedere loggetto(principio pi forte).


il principio di adiacenza , O e V devono essere contigui, in ragione della sua stretta
relazione sintattico - semantica e della dipendenza del primo dal secondo.(principio pi
debole del precedente).
SOV SVO obbediscono a tutti e due i principi.
Alcuni studiosi hanno cercato di costruire tipologie complesse a partire dalla collocazione
reciproca del verbo e del soggetto:
lingue VO, che costruiscono a destra
lingue OV, che costruiscono a sinistra, come il turco.
in ogni lingua c sempre un certo numero di incoerenze tipologiche.
7.3.2. ergativit
l egativit un parametro tipologico che coinvolge morfologia, sintassi e semantica.
esistono lingue che assegnano una marcatura diversa di caso al soggetto a seconda che
sia soggetto di un verbo transitivo o di un verbo intransitivo, le lingue ergative.
queste pongono allo stesso caso il complemento oggetto di frasi transitive e il soggetto di
frasi intransitive, e a un caso diverso il soggetto di frasi transitive.
sono lingue ergative il basco, le lingue caucasiche, molte lingue indigene daustralia.
possiamo fare un ulteriore distinzione sulla marcatura dei casi, molte lingue con sistemi di
caso marcano le funzioni sintattiche, strutturando la frase in base ad esse, altre lingue si
comportano diversamente; possono strutturare la frase sia in base alla sintassi che in base
alla struttura informativa, marcando grammaticalmente sia le funzioni sintattiche sia quelle
pragmatico informative, ed altre ancora che strutturano la frase solo o principalmente in
base alle funzioni della struttura informativa.
distinguiamo cosi le seguenti lingue:
lingue subject prominent es. indoeuropee, il turco larabo ecc
lingue topopic prominent, es. il cinese, isola il tema in prima posizione.
lingue subject e topic prominent es. il giapponese.

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