Академический Документы
Профессиональный Документы
Культура Документы
significante (gatto)
CANALE ( O CONTATTO)
(F.FATICA)
EM I TTEN TE
RICEVENTE
(F.EMOTIVA, O ESPRESSIVA)
(F.CONATIVA)
CODICE
(F.METALINGUISTICA)
M ES S A G G I O
(F.POETICA)
CONTESTO
(F. REFERENZIALE, O DENOTATIVA)
Ma il linguaggio umano non un fatto solo culturale, infatti accanto alla componente
culturale ambientale c una componente innata , cio la facolt del linguaggio, la
predisposizione naturale.
Lapprendimento della lingua avviene nella prima infanzia e nella c.d. pubert linguistica.
Se entro i 11-12 anni un essere umano non esposto a stimoli linguistici, lo sviluppo della
lingua bloccato.
2.10 complessit sintattica.
La complessit sintattica la disposizione reciproca in un segno linguistico degli
elementi che lo costituiscono nonch mai indifferente: e i rapporti fra gli elementi o parti
del segno danno luogo a una fitta trama plurima, percettibile nella sintassi del messaggio.
Gli elementi di rilevanza della trama sintattica sono i seguenti:
1. lordine degli elementi contigui, posizioni lineari in cui essi si combinano.
2. le relazioni e le dipendenze che vigono tra gli elementi non contigui.
3. le incassature.( il cavallo che corre, sta vincendo , che corre un incassatura)
4. la presenza di parti del messaggio che danno informazioni sulla struttura
sintattica( tutte le congiunzioni coordinanti e subordinanti, e,ma,-- che , perch)
5. la possibilit di discontinuit nelle struttura sintattica.
Tutte queste caratteristiche forniscono ai segni linguistici una complessit sintattica alta.
2.11 equivocit
La lingua un codice tipicamente equivoco, a un unico significante possono
corrispondere pi significati (omonimia, e polisemia) ad un significato possono
corrispondere pi significanti (sinominia).
2.12 lingua solo umana?
Solo luomo ha precondizioni anatomiche e neurofisiologiche necessari per lelaborazione
mentale e fisica del linguaggio verbale:
1. adeguato volume di cervello, quantit delle circonvoluzioni della corteccia, quantit e
plasticit dei collegamenti interneuronali.
2. conformazione del canale fonatorio, con ampia cavit intermedia fra cavo orale e
laringe.
La prima condizione rende possibile la memorizzazione, e lelaborazione.
La seconda consente le sottili distinzioni articolatorie nella produzione fonica necessarie per
la comunicazione verbale.
2.13 definizione di lingua e principi generali per la sua analisi.
la lingua un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente
fonico-acustico, fondamentalmente arbitrari ad ogni livello e doppiamente articolati,
capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata
che permette di produrre infinite frasi a partire da un numero finito di elementi.
Distinguiamo tre dicotomie o distinzioni binarie frequentemente utilizzate nellanalisi della
lingua:
sincronia e diaconia, si intende due differenti modi di guardare le lingue
per diacronia sintende la considerazione delle lingue e degli elementi delle lingue lungo lo
sviluppo temporale, nella loro evoluzione storica.
per sincronia sintende la considerazione delle lingue e degli elementi delle lingue
guardando come si presentano in un determinato momento storico.
Fare etimologia di una parola significa fare un operazione diacronica, cio trovare da dove
deriva e fare la storia spiegandone le modifiche eventuali nel significante e nel significato.
la trattazione di questo corso tipicamente sincronica.
Unaltra distinzione importante si ha tra sistema astratto e realizzazione concreta:
la distinzione si ritrova in linguistica moderna con tre distinzioni.
la coppia opposta langue e parole (termini francesi)( uno dei cardini del pensiero di
Ferdinand de Saussure)
lopposizione tra sistema e uso.( che troviamo nel pensiero di Louis Hjelmslev, scuola
strutturalista anni 50)
lopposizione tra competenza ed esecuzione( tipica della linguistica generativa che fa
capo a Noam Chomsky)
il primo termine di tutte le coppie intende linsieme di conoscenze mentali di una lingua, di
regole interiorizzate nel codice lingua.
il secondo termine indica latto linguistico individuale, la realizzazione concreta, qui e ora,
di un messaggio verbale in una certa lingua.
La terza distinzione e quella fra asse paradigmatico e asse sintagmatico
costituiscono due dimensioni secondo cui funzionano le strutture, le combinazioni di segni
linguistici, e secondo cui vanno viste.
asse paradigmatico fornisce i serbatoi da cui attingere le singole unit linguistiche, l
asse sintagmatico assicura che le combinazioni di unit siano formate in base alle
costrizioni proprie di ogni lingua.
vocali.
consonanti, con contrapposizione parziale o totale di ostacoli, con o senza vibrazioni delle
corde vocali.
i suoni con vibrazione vengono detti sonori, quelli senza vengono detti sordi
le vocali sono normalmente tutte sonore le consonanti possono essere sonore o sorde.
3.1.2. CONSONANTI
3.1.2.1 Modo di articolazione
in base alla quantit di chiusura si distinguono i seguenti tipi di consonanti:
occlusive ( plosive, esplosive, in ingl. stop), chiusura momentanea totale.
fricative ( continue, costitutive, spiranti), chiusura parziale e effetto sonoro di sfregamento
degli organi articolatori.
affricate, composte da due parti, una occlusiva e una fricativa
laterali, quando laria passa dai due lati o uno della lingua,
vibranti quando la lingua vibra
nasali, quando c passaggio dellaria anche dal naso.
3.1.2.2. luogo di articolazione.
classificazioni in base la punto dellapparato fonatorio in cui sono articolate:
(bi)labiali, prodotte da o tra le labbra.
labiodentali, prodotte tra labbra e denti anteriori.
dentali, prodotte a livello dei denti.
alveolari, prodotte dalla lingua contro o vicino agli alveoli.
palatali, prodotte dalla lingua contro il vicino palato.
velari, prodotte dalla lingua contro o vicino allugola.
ugolari, prodotte dalla lingua vicino o contro lugola.
faringali, prodotte dalla radice della lingua vicino o contro la parte posteriore della faringe.
glottidalio laringali, prodotte direttamente nella glottide a livello delle corde vocali.
3.1.3 VOCALI
le vocali vengono classificate in base alle conformazioni che assume la cavit orale i
particolare la ligua:
anteriori, con la lingua avanzata;
posteriori, con la lingua arretrata;
centrali, conla lingua
alte
medie
basse
medio-alte
medio-basse
i luoghi dove vengono articolate le vocali sono rappresenta da uno schema detto per la sua
forma trapezio vocalico.
le vocali si possono classificare anche in base alla posizione dela labbra:
arrotondate (labializzate, procheile), prodotte con le labbra protruse;
non arrotondate, prodotte senza protrusione o arrotondamento delle labbra.
n.b le vocali anteriori normalmente tendono ad essere non arrotondate, quelle posteriori
arrotondate.esistono anche dei casi inversi.
una ulteriore distinzione veine fatti in base al passaggio parziale dellaria dalla cavit nasale,
e vengono dette vocali nasali.
3.1.4 SEMIVOCALI
vi sono suoni con modo di articolazione intermedio tra vocali e consonanti africative, cio
prodotte con un iniziale restringimento del canale orale.
a differenza della vocali non possono costituire apice di sillaba ( par. 3.2.4) e unite ad una
vocali costituiscono un dittongo (o trittongo, si pi di una).
una classificazione fondamentale delle semivocali o semiconsonanti pu distinguere quelle
anteriori (o palatali) da quelle posteriori o velari).
3.1.5 Trascrizione fonetica
le forme scritte rendono in varia maniera la realt fonica della riproduzione verbale.
nei sistemi alfabetici delle lingue europee in generale ogni simbolo fonico viene reso da un
particolare simbolo grafico.
le grafie alfabetiche nascono per convenzione e accumulo di abitudini grafiche e non sono
univoche e coerenti.
non c rapporto biunivoco tra suoni e unit grafiche (grafemi).
allo stesso suono possono corrispondere nella stessa lingua differenti grafici, e viceversa.
lortografia italiana puo esseredefinita anche fonolografia, in quanto siamo abituati ad
associare ad un suono una singola lettera al massimo due, che leggiamo come si scrive.
la realt della lingua principalmente fonica e non grafica, per questo i linguisti hanno
elaborato dei sistemi di trascrizione fonica; il pi diffuso lAlfabeto Fonetico
Internazionale (IPA) una parte dei grafemi utilizzati corrisponde allalfabeto latino.
3.1.5.1. CONSONANTI
OCCUSIVE: bilabiali, sorda come pollo, sonora come bocca; dentali o alveolari , t come
topo , dito, alveolari, k come cane o gatto ; uvulari ; sorda come in arabo Iraq; glottidali che
si trova in tedesco allinizio di ogni parola che inizia per vocale.
FICATIVE (o sibilanti): bilabiali, sorda come in fiorentino tipo; labiodentali, come filo;
dentali e alveolari come think e sano (alveolare).
AFRICATIVE. labiodentali, dentali come pazzo [tz], palatali come in cibo e gelo.
NASALI: bilabiale come mano, labiodentali come invito; dentale come nave;palatali come
gli; velare come fango.
LATERALI. dentale/alveolare come lana ;palatale come gnocco
VIBRANTI: dentale come in riva uvulare come in francese rose.
3.1.5.2. VOCALIE SEMIVOCALI
ANTERIORI (non arrotondate). semivocale come piano. vocali, alta come vino, tra alta
e medio-alta come in inglese bit medio-alta come meno, medio-bassa come bere
Anteriori arrotondate; alta come in francese mur, medio-alta , medio-bassa.
CENTRALI. medio-alta (o media) come in inglese lart. the.
POSTERIORI.(arrotondate). Semivocale, come uomo. vocali alta come muro, tra alta e
medio alta come full (pieno), medio alta come bocca, medio bassa come but (ma), bassa
la lunghezza riguarda lestensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono
prodotte.
la quantita della vocale o delle consonanti, pu avere valore distintivo., ma non in italiano.
CAPITOLO 4
MORFOLOGIA
(studio delle unit minime di prima articolazione)
La morfologia prende in considerazione il piano del significante in quanto portatore di
significato, lambito di studio la struttura della parola.
la parola la minima combinazione di morfemi ( costituita da almeno un morfema) che
funzioni come entit autonoma della lingua e costituisce un segno linguistico compiuto
costitutivo di un messaggio.
Morfema lunit minima di prima articolazione o la minima associazione di un significante
e un significato.
fra i criteri che permettono una definizione della parola elenchiamo i seguenti:
il fatto che allinterno della parola lordine dei morfemi che la compongono fissa .
il fatto che confini di parola sono potenziali punti di pausa del discorso.
il fatto che la parola di solito separata/separabile nella scrittura.
il fatto che foneticamente la pronuncia di una parola non interrotta ed caratterizzata da un
unico accento primario.
per lanalisi morfologica si scompone la parole in morfemi, che sono pezzi pi piccoli di
prima articolazione a cui si possa associa un significati proprio isolabile.
ciascun morfema suscettibile di entrare a far parte come componente di altre parole in cui
porta lo stesso significato.
un modo per scomporre quello di confrontare la parola con parole simili che contengono
uno per uno i morfemi che vogliamo trovare.
tale procedimento chiamato tecnicamente prova di commutazione.
il morfo un morfema inteso come forma, dal punto di vista del significante.
lallomorfo la variante formale di un morfema, che realizza lo stesso significato di un altro
morfo equifunzionale, ciascuna delle forme diverse in cui si pu presentare lo stesso
morfema.
il criteri di base per cui si possa ritenere lo stesso morfema che si trovi nella stessa
posizione e realizzi lo stesso significato.
Es. il verbo venire in italiano realizza quattro allomorfi: ven- (venire, venuto, veniamo ecc.)
venn- (venne, vennero, ec.) veng- ( vengo, venga) ver ( verrebbe, verr).
litaliano ricco di fenomeni di allomorfia.
nellallomorfia ci deve essere anche una certa affinit fonetica.
i ha il fenomeno del supplettivismo quando in certe parole derivati un morfema viene
sostituito da un altro con forma completamente diversa con lo stesso significato, il acqua e
laggettivo idrico acqu- e idr-.
4.2. TIPI DI MORFEMI
due punti di vista principali per individuare i tipi di morfemi:
la prima la classificazione funzionale, cio in base alla funzione svolta.
La seconda la classificazione posizionale, in base alla posizione assunta allinterno della
parola.
Es DENTALE
dent- reca un significato referenziale, concettuale: un morfema lessicale,radice,base o
tema.
al- ha un valore interno alla grammatica riferito alla lingua funzionale/grammaticale serve a
formare altre parole attaccandosi al morfema lessicale di cui modifica il significato: un
morfema derivazionale.
e- non modifica il significato di base ha il valore di marcare flessionalmente la parola: un
morfema flessionale.
nella classificazione funzionale la prima distinzione tra morfemi lessicali e grammaticali,
che a sua volta di dividono in m. derivazionali e m. flessionali.
i lessicali stanno nel lessico di una lingua e costituiscono una classe aperta, i m.
grammaticali stanno nella grammatica e costituiscono una classe chiusa, non aperta a nuove
entit.
non sempre la distinzione tra m. lessicale e m.grammaticali chiara come come nel caso
delle parole funzionali: articoli, pronomi, preposizioni, che formano classi chiuse ma
difficilmente possono essere definite m.grammaticali.
un'altra definizione quella di morfemi liberi, quelli lessicali, e m. legati (non possono
apparire mai da soli) m.grammaticali, possiano definire m. semiliberi le parole funzionali.
la derivazione e la flessione costituiscono due grandi ambiti della morfologia. la derivazione
agisce prima della flesione; prima costuiamo le parole e pio gli diamo la giusta flessione.
la derivazione non obbligatoria mentre la flessione si.
da un punto di vista della posizione i m. grammaticali si distinguano in classi in base alla
posizione che occupano nella parola.
posso essere generalmente chiamati affissi in quanto si combinamo con una radicegli
affissi che nella parola stanno prima della rdice si dicono prefissi, quelli che stanno dopo
suffissi.
i suffissi con valore flessionale si dicono desinenze.
i italiano i prefissi sono solo derivazionali.
esistono in altre lingua anche gli infissi che si inseriscono allinterno della radice.
unalta tipologia di affissi sono i circonfissi, cio affissi formati da due parti una che st
prima della radice e una che sta dopo.
in arabo abbiamo anche i transfissi che si incastrano alternativamente dentro la radice.
abbiamo anche i morfemi sostitutivi che si manifestano con la sostituzione di un fono ad un
altro fono.
il morfema zero o morfo zero si ha quando un distinzione marcata nella grammatica di una
lingua non viene rappresentata nel significante.es. sheeepSG/sheep/PLU.
il fenomeno della reduplicazione , si ha con la ripetizione della radice lessicale.
spesso m. grammaticali recano contemporaneamente pi di un significato o valore.es buone
vale insieme femminile e plurale si definiscono morfemi cumulativi.
un caso particolare il c.d. amalgama, due morfemi che si fondono assieme in maniera che
non pi possibile distinguere i due morfemi originali.
4.3. FORMAZIONE DELLE PAROLE.
analizziamo alcune parole particolari; da socio, sociologia e nazionalsocialismo.
quelle che operano sui nomi e nominali( sostantivi, pronomi, ecc.e quelle che operano sui
verbi.
in italiano la morfologia nominale ha come categorie fondamentali il genere e il numero.
un'altra categoria flessionale rilavante il caso.
nelle lingue che possiedono un sistema casuale il numero dei casi pu variare.
il tedesco ha quattro casi:
nominativo,genitivo, dativo, accusativo, il latino oltre a questi ne ha altri due: il vocativo
e lablativo.
il greco classico ha cinque casi, come il latino meno lablativo. come il latino il greco marca
tre valori di genere , maschile , femminile, neutro, e tre valori del numero singolare,
plurale e duale.
il processo mediante il quale un verbo assegna il caso al suo complemento si dice
reggenza.
anche le preposizioni possono assegnare casi.
in molte lingue gli aggettivi possono essere marcati per grado: comparativo,
superlativo. litaliano affida alla flessione solo lespressione del superlativo mentre il
latino affida anche il comparativo di maggioranza. Altre lingue marcanno con in morfemi
sui nomi la definitezza o il possesso.
la morfologia verbale ha invece le seguenti categorie flessionali:
il modo , che esprime la modalit, cio la modalit con cui il parlante si pone nei confronti
del contenuto di quanto detto.(mangeri, condizionale).
il tempo, che colloca nel tempo relativo o assoluto quanto viene detto(manger, futuro).
laspetto, che riguarda la maniera in cuui vengono osservati e presentati lazione o levento
o il processo espressi dal verbo (perfettivo,imperfettivo).
la diatesi o voce, esprime il rapporto in cui viene vista lazione o levento rispetto ai
partecipanti e rispetto al soggetto (attivo, passivo).
la persona, che indica chi compie lazione e riferisce la forma verbale al suo soggetto.
le categorie grammaticali a livello di parola, che classificano la parole raggruppandole in
classi a seconda della natura del suo significato, c.d. la classi di parole o parti del
discorso secondo la grammatica tradizionale sono nove:
nome o sostantivo, aggettivo,verbo, pronome, preposizione, congiunzione, avverbio e
interdizione.
sono definite funzioni sintattiche e sono tradizionalmente definite dallanalisi logica.
un meccanismo che opera in molte lingue quello della marcatura di accordo che prevede
che tutti a parte degli elementi suscettibili di flessione allinterno di un certo costrutto
prendano le marche (morfemi congruenti) delle categorie flessionali dellelemento a cui si
riferiscono.
in italiano obbligatorio laccordo tra verbo e soggetto. es. un gattO miagolA, i gattI
miagolANO.
CAPITOLO 5
SINTASSI
5.1 ANALLISI IN COSTITUENTI IMMEDIATI.
la sintassi il livello di analisi che si occupa della struttura delle frasi.
la frase quindi il costrutto che fa da unit di misura per la sintassi, unit linguistica che
costituisce un messaggio autosufficiente nella comunicazione linguistica e che contiene una
predicazione.
Poich la funzione di predicare svolta dai verbi, in genere ogni verbo coincide con una
frase, ma ci sono frasi senza verbi dette frasi nominali.(buona, questa torta).
le parole si combinano in frasi secondo precise leggi strutturali.
Il principio generale per lanalisi delle frasi basato sulla scomposizione o segmentazione,
scomponendo la frase in pezzi via via pi piccoli detti i costituenti della frase.
Tale analisi introdotta dallo strutturalismo (capofila Leonard Bloomfield) va sotto il nome
di analisi in costituenti immediati.
Data una frase il primo taglio si attua confrontando la frase con unaltra pi semplice ma
che abbia la stessa struttura.
Esistono vari modi per rappresentare schematicamente lanalisi di una frase nei sui
costituenti.
un esempio lanalisi attraverso scatole:
mio cugino ha comprato una macchina nuova
mio cugino
ha comprato una macchina nuova
mio cugino
ha comprato
una macchina nuova
mio
cugino
ha
comprato una
macchina nuova
il metodo di rappresentazione pi diffuso quello a alberi etichettati.
Un albero del genere lindicatore sintagmatico della frase.
le sigle:
F = frase
SN o GN o NP in Inglese = sintagramma (o gruppo) nominale
SV o GV o VP = sintogramma verbale
N= nome
V= verbo
Art =articolo
ogni nodo domina i nodi delle ramificazioni che dipartono da esso: F domina SN e SV,
SN domina Art e N, ecc.
5.2 Sintagmi
lanalisi in costituenti immediati individua tre sottolivelli: quello delle frasi, dei sintagmi e
delle singole entit lessicali(parole).
Nella sintassi quello pi importante il livello dei sintagmi o gruppi.
Un sintagma definito come la minima combinazione di parole che funzioni come unit
della struttura frasale.
I sintagmi sono costruiti attorno a una testa, che il minimo elemento che da solo possa
costituire un sintagma.
Un sintagma nominale costruito intorno a un nome.
possiamo anche avere sintagmi aggettivali, avverbiali.
Il tema della struttura interna dei sintagmi stata approfondita di teoriaX-barra, che
individua i diversi gradi di complessit di un sintagma(X) identificandolo con barra o apici.
5.3 funzioni sintattiche, strutturazione delle frasi e ordine dei costituenti.
Occorre distinguere tre ordini diversi di principi:
la prima classe di principi interna alla sintassi stessa :
1) le funzioni sintattiche riguardano il ruolo che i sintagmi possono assumere nella
struttura sintattica sequenziale della frase. es i sintagmi nominali posso essere soggetti
predicato verbale o
oggetti.
Pi adeguato sarebbe definire le funzioni sintattiche in termini di relazione tra sintagmi
nominali e valenze dei verbi. Correre verbo monovalente, ( basta uno che corra) ,
lodare bivalente, dare trivalente ecc.
Il soggetto si potrebbe definire come la prima valenza o posizione sintattica di ogni verbo,
loggetto come la seconda loggetto indiretto come la terza ecc..
2) Il secondo ordine di principi che intervengono nella costruzione di una frase sono i
principi semantici, che riguardano propriamente il modo in cui il referente di ogni
sintagma ( entit che il sintagma indica) contribuisce e partecipa allevento rappresentato
dalla frase.
Per individuare i ruoli semantici o tematici occorre guardare la frase come
rappresentazione di una scena o di un evento.
La frase non pi vista nella prospettiva del significante ma del significato.
le categorie usate per definire i ruoli semantici sono:
agente
paziente
sperimentatore
beneficiario
strumento
destinazione
fra i due approcci ci sono corrispondenze ma non biunivoca.
anche lunghe, frasi complesse o periodi : la sintassi del periodo. o sintassi superiore
un ulteriore sottolivello dellanalisi del sistema linguistico.
vi sono principi che regolano le combinazioni di frasi e parole, la distinzione classica
nellanalisi del periodo e fra coordinazione e subordinazione.
Nella coordinazione le frasi sono tutte allo stesso livello gerarchico e si combinano senza
che sussista un rapporto di dipendenza, mentre si ha subordinazione quando vi un
rapporto di dipendenza tra le frasi (frase principale).
gli elementi che realizzano i rapporti di coordinazione o subordinazione tra le frasi sono
spesso chiamati connettivi o connettori.
le frasi subordinate si distinguono in tre categorie asseconda come si agganciano alla frasi
principale.
avverbiali
complettive
relative
le avverbiali o circostanziali sono frasi subordinate che modificano lintera frase da cui
dipendono, es. esco, bench piOva .
le complettive o argomentali sostituiscono un costituente nominale maggiore ( soggetto,
oggetto, pred. nominale, oggetto indiretto) della frasi o meglio riempiono una valenza o
argomento del predicato verbale, es sembra che faccia bel tempo penso a come risolvere il
problema.
le relative modificano un costituente nominale della frase, hanno sempre un nome o un
pronome come testa, es. non ho pi visto lo studente a cui ho dato un libro .
lunione di una frase principale o proposizione con una frase o proposizione subordinata d
luogo a una frase complessa.
Al di sopra del livello di analisi della frase esiste il livello di analisi dei testi.
un testo definibile come una combinazione di frasi, costituita da almeno una frase con pi
di un contesto in cui essa funziona da unit comunicativa.
Per contesto sintende sia il contesto linguistico, sia il contesto extralinguistico.
entriamo nellambito della linguistica testuale e della pragmatica linguistica.
Vi sono elementi della struttura sintattica di una frase che sono comprensibili solo uscendo
da contesto della frase e facendo riferimento al contesto situazionale.
questi casi sono rappresentanti generalmente dalla pronominalizzazione, cio limpiego
dei pronomi.
es il cane abbaia. Maria si affaccia alla finestra. Lo vede tutto infuriato.
Lo incomprensibile se non si riaggancia alla frase precedente, fenomeno di questo tipo
sono detti anafore.
I pronomi hanno valore anaforico o deittico, quando occorre far riferimento al contesto
situazionale.
Col termine deissi si indica la propriet di una serie di segni linguistici di indicare cose o
elementi presenti nella situazione extralinguistica.
Vi sono tre tipi di deissi:
d. temporale, d. spaziale, d. personale.
Anche la c.d. ellissi e comprensibile solo superando il contesto linguistico, consiste nella
mancanza od omissione in un a frase di elementi che sarebbero indispensabili.
es. nelle coppie di domanda risposta:
d. dove vai?
r. a casa.
Ruolo rilevante nella struttura dei testi e svolto dai c.d. segnali discorsivi quelli elementi
estranei alla struttura della frase che hanno il compito di esplicare larticolazione interna del
discorso, es. allora, senti, cos, anzitutto, ecc
Elementi anaforici e segnali discorsivi contribuiscono a conferire coesione al testI.
CAPITOLO 6
SEMANTICA
6.1 IL SIGNIFICATO
La parte linguistica che si occupa del piano del significato la semantica.
Esistono due modi per concepire il significato:
la concezione referenziale o concettuale del significato, cio visto come un concetto, un
immagine mentale, unidea.
in altra prospettiva vi una concezione operazionale, contestuale del significato secondo
cui esso funzione delluso che si fa dei segni
la prima prospettiva sembra quella che meglio abbraccia il concetto di significato.
Distinguiamo adesso i tipi diversi di significato: quali tipi dinformazione possono
trasmettere i segni linguistici.
Molto frequente in linguistica la distinzione fra significati denotativo ( detto anche
concettuale,referenziale, ecc..) e significato connotativi,( detto anche associativo,
stilistico, espressivo, ecc).
il significato denotativo quello nel senso oggettivo, di ci che il segno descrive e
rappresenta .
il s. connotativi il significato indotto, soggettivo, connesso alla sensazione suscitate.
gatto ha come significato denotativo felino domestico di piccole dimensione il
significato connotativi animale grazioso, furbo, pigro, indipendente, ecc...
una seconda distinzione utile quella fra significato linguistico , che la somma tra
significati denotativo e connotativi, e sociale il significato che un segno ha in relazione
ai rapporti fra i parlanti, ci che rappresenta in termini di dimensione sociale.
una distinzione di altra natura quella fra significato lessicale , cio termini che
rappresentano oggetti, entit, concetti della realt esterna, e significato grammaticale o
funzionale o strutturale, cio termini che rappresentano concetti o rapporti interni al
sistema linguistico.
i primi vengono anche detti parole piene i secondi parole vuote.
definiamo enciclopedia o conoscenze enciclopediche , cio le conoscenze del mondo
esterno.
Antonio e Milano sono nomi, in semantica nomi propri, i nomi sono etichette, termini a
referente unico che designano un individuo non una classe e che hanno solo estensione e
non intensione. cio possiamo avere conoscenza enciclopediche di su un certo Antonio
oppure su Milano, ma non e possibile trovare un significato concettuale dei due termini.
lintensione, linsieme delle propriet che costituiscono un concetto designato da un
termine
lestensione linsieme degli individui (oggetti) a cui il termine si pu applicare
uomo
donna
bambino
bambina
\UMANO\
\ADULTO\
\MASCHIO\
+
+
+
+
+
+
-
+
+
-
i tratti semantici di solito sono binari, cio che cambiano due valori +\- si\no-vero\falso,
ma si possono utilizzare anche tratti non binari, a pi valori.
6.4. cenni di semantica prototipica
questo approccio tratto dalla psicologia cognitiva, anzich vedere un lessema come
costituito da un insieme di tratti semantici, il significato di un lessema visto come un
prototipo; una sorta di immagine modello ideale con cui confrontare tutti i membri di
una classe o categoria. es. uccello \+ANIMALE-MAMMIFERO+CON LE ALI \, solo i
tratti centrali saranno posseduti da tutti i membri della categoria mentre gli altri non
saranno posseduti dai membri che si allontanano dal punto focale.
i concetti in questa prospettiva hanno una struttura basata sulla gradualit anzich sulla
categoricit, sul pi o meno invece che sul si o no .
un concetto importante della semantica prototipica quindi anche il grado di esemplarit
o bont di appartenenza di un termine alla categoria.
essa ha introdotto utili concetti ad una concezione troppo rigida e limitata dellanalisi
componenziale, ma si scontra quando si deve applicare a concetti psicologici o astratti.
esiste, e qual il prototipo di buono? o di moglie ? o di amore?.
la semantica rimane il settore pi arretrato, con conoscenze incerte e metodi arretrati di tutta
la linguistica sincronica.
6.5. elementi di semantica frasale.
Riguarda il significato globale delle frasi.
In prima ipotesi il significato di una frase la somma dei significati dei singoli lessemi
che la compongono.
Distinguiamo tra frase ed enunciato.
Chiameremo enunciato una frase considerata dal punto di vista del suo concreto
impiego in una situazione comunicativa, come segmento del discorso in atto:enunciato il
corrispettivo , nel quadro delluso della lingua, della frase. Elementi cruciali per
linterpretazione del valore degli enunciati sono:
i connettivi, per es. molte congiunzioni coordinanti e subordinanti ( ma, e, o, bench
ecc..)ma hanno spesso valore logico come i QUALIFICATORI ( tutti, nessuno, ogni
le lingue storico naturali che rappresentano la realizzazione della facolt del linguaggio
presso le diverse comunit presenti nel mondo sono nellordine delle migliaia.
le cifre proposte dagli studiosi sono da un minimo di 2200 a pi del doppio 5100.
Esistono modi per mettere un po dordine di raggrupparle in famiglie secondo criteri per
esempio di parentela genealogica, che si basano sulla possibilit di riportare le lingue ad
un antenato.
lassunto di base quello di trovare il significante uguale o simile, il che significherebbe
che condividono un antenato.
litaliano ha rapporti di parentela con tutte le lingue derivate dalla comuni base del Latino e
costituisce insieme a queste il gruppo delle lingue romanze (o neolatine): italiano,
spagnolo, portoghese, romeno e altre lingue minori, catalano, provenzale ecc)
il gruppo delle lingue romanze con altri gruppi di lingue con le quali dimostrabile una
parentela, anche se remota costituiscono la grande famiglia delle lingue indoeuropee:
famiglia delle lingue germaniche, tedesco, inglese, danese, norvegese, ecc
famiglia delle lingue slave, russo, polacco, serbo-croato, sloveno, ucraino, ceco, bulgaro
ecc)
le lingue baltiche, lituano,lettone
le lingue celtiche, bretone, gaelico, galese
le lingue indo-arie, hindi, bengali, paniabi, marathi
le lingue iraniche, persiano ofarsi, curdo,ecc
e tre lingue isolate, il neogreco, lalbanese, larmeno
il livello della famiglia costituisce il pi alto livello di parentela riconoscibile, quindi
categoria fondamentale per la classificazione delle lingue su base genetica.
Allinterno delle famiglie a seconda dei gradi di parentela si possono riconoscere dei rami
che a loro volta si possono dividere in gruppi e questi in sottogruppi.
litaliano la lingua del sottogruppo italo - romanzo del gruppo occidentale, del ramo
neolatino della famiglia indoeuropea.
la linguistica comparativa riconosce oggi fino a un massimo di 18 famiglie linguistiche
pi 4 lingue singole isolate, a queste andrebbero aggiunti alcune decine o centinaia di
lingue nate dalla mescolanza di queste.
delle famiglie esistenti solo alcune possono essere considerate grandi lingue con un
numero sostanzioso di parlanti; le principali, da una graduatoria del terzo millennio, sono le
seguenti:
cinese mandarino
902 - 21%
hindi-urdu (india,pakistan) 457 32 %
inglese
spagnolo
arabo
bengali
russo
indonesiano maltese
litaliano al 22 posto.
in Europa sono parlate le famiglie di lingue di 4 (5 col maltese)principali famiglie
linguistiche:
indoeuropea, uraliche ( ungherese, finlandese ), altaiche ( turco, tataro), caucasiche
(cecenom lavaro, georgiano) oltre a lingua isolata, il basco.