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AMBIENTALE
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Per l’analisi degli impatti e per le simulazioni numeriche, a scopo prudenziale, i valori di esercizio
potenziale e dello stato attuale sono stati sovrastimati.
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE
SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO.
Il sedime aeroportuale è ubicato sulla sponda sinistra del fiume Metauro, sulla fascia
costiera della pianura alluvionale del fiume a sud della città di Fano (Cfr. TAV. 1). La
distanza dal centro urbano è di circa 2 Km verso SE. Nonostante la predominanza di una
morfologia di tipo collinare nell’area vasta di riferimento, il comprensorio aeroportuale
è collocato nell’ambito di questa ristretta pianura, della quale occupa la porzione più
aperta e pianeggiante. I rilievi presenti sono modesti e periferici, sono concentrati nei
settori WSW e SSW e raggiungono al massimo un’altitudine di 555 metri (M. S.
Bartolo). L’aeroporto gode di una posizione ottimale, sia nei riguardi delle
caratteristiche morfologiche del sito, sia nei riguardi della felice ubicazione rispetto alla
vicinanza ad importanti vie di comunicazione.
Il nodo principale di raccordo infrastrutturale è posto a sud dell’area di studio ed è
formato dalla confluenza della SS 3 Flaminia con la SS 16 Adriatica, nonché dalle
infrastrutture della superstrada E 78 che si collegano con l’autostrada A 14 Bologna-
Bari (Cfr. TAV.2).
Il Piano Regolatore Generale della città, approvato nel maggio 2002, sancisce la
prevalenza dei caratteri naturali per l’area in esame; a nord, infatti, confinante con
un’area produttiva, è presente un’area agricola di ristrutturazione ambientale che si
estende fino alla recinzione dell’aeroporto, costeggiata da una strada sterrata. Tale area
confina con un’area agricola di rispetto più prossima alla fascia costiera. Anche ad est e
a sud sono presenti aree agricole di rispetto che confinano con la fascia di rispetto
fluviale.
La zonizzazione urbanistica indica l’area come appartenente alle zone F5, zone
destinate alla conservazione e alla creazione di attrezzature e servizi pubblici, di uso
pubblico e interesse generale per attrezzature di scala urbana e territoriale,
individuandola come area aeroportuale turistica ed eliporto.
Sono escluse da questa zona le destinazioni produttive e residenziali (Cfr. TAV. 5).
All’esterno della fascia di aree agricole che circonda l’aeroporto sono poste, in
particolare a nord e ad ovest, le zone urbane che rappresentano l’espansione più recente
della città. Tali zone sono composte prevalentemente di tessuti residenziali e zone
destinate a servizi collettivi, religiosi, sportivi e per il tempo libero. Il PRG propone di
attrezzare a parco urbano gli ambiti che si frappongono tra tali zone residenziali e il
sedime dell’aeroporto, nel settore nord-nord-ovest.
Ai fini dello studio si considerano ricettori sensibili alle trasformazioni indotte dal
progetto d’intervento, gli elementi, aree o fattori del sistema ambientale che subiscono o
possono subire influenze e modificazioni, dirette o indirette, dell’attuale stato di qualità
e/o equilibrio ambientale (Cfr. TAV. 18).
Nella tabella seguente si illustrano le considerazioni operate a questo riguardo
suddividendo i ricettori sensibili individuati nell’area di studio in funzione
dell’appartenenza alle specifiche componenti ambientali.
Qualità
COMPONENTI
Ricettori sensibili individuati ambientale Tipologia di impatto potenziale
AMBIENTALI
iniziale
Molto
Fiume Metauro
elevata Sversamenti accidentali
Canale artificiale Albani Bassa
Ambiente Idrico
Falda idrica profonda Elevata
Alterazione deflusso
Molto
Pozzi Inquinamento acque
elevata
Suolo e Sottosuolo Incolti Bassa Modifica degli usi
Zone residenziali Elevata
Alterazione composizione gas
Atmosfera
atmosferici
Zone destinate a parco urbano Elevata
Zone residenziali Elevata Aumento pressione sonora e
Rumore
Zone destinate a parco urbano Elevata vibrazioni
Vegetazione Flora e Incolti Bassa Sottrazione di vegetazione
Fauna Fauna stanziale Bassa Sottrazione habitat
Ecosistema fluviale del Molto
Ecosistemi Alterazione chimico-fisica habitat
Metauro elevata
Paesaggio naturale del sistema Molto
Paesaggio Alterazione condizioni visuali
fluviale elevata
Alterazione biologica provocata
Elevata da sversamenti accidentali o
inquinamento acque
Salute Pubblica Zone residenziali Aumento pressione sonora e
Elevata
vibrazioni
Alterazione composizione gas
Elevata
atmosferici
La falda sotterranea, secondo rilievi precedenti, è situata a una profondità di 10,3 m dal
piano campagna al di sotto di spessi strati argillosi.
I flussi auto orari maggiori, si verificano, generalmente, intorno alle 8:00, ora in cui si
contano 548 veicoli/ora in media nei punti di rilievo, e alle 17:30, ora in cui se ne
contano 460 in media. Per quanto riguarda il flusso orario del traffico merci, invece, non
si hanno picchi accentuati in particolari momenti della giornata, il flusso, infatti, si
mantiene costante, intorno agli 80 veicoli/ora, tra le 7:00 e le 19:15.
1056
1094
Non essendo disponibili dati fondati su rilievi diretti della qualità dell’aria nella zona
oggetto di studio, si sono stimate le emissioni dovute al traffico veicolare della
superstrada E78 Fano-Grosseto, che allo stato attuale rappresenta la maggiore fonte di
inquinamento atmosferico non domestico dell’area.
I dati di traffico relativi a questa strada di grande collegamento, sono stati forniti come
input del modello CALINE 4; questo modello è stato studiato e verificato da
CALTRANS (California Departement Of Trasportation) ed è utilizzato per la
previsione delle concentrazioni di inquinamento in corrispondenza di ricettori
sopravento o sottovento. In CALINE 4 è sviluppato un algoritmo per la suddivisione dei
tracciati in tratti elementari di opportuna dimensione ai quali applicare le equazioni di
dispersione. La concentrazione di CO, di NOx e di inquinanti non reattivi sono calcolati
su una media di un’ora o a discrezione dell’utente su una media di otto ore.
Nel caso in esame, sono stati inseriti:
i dati di traffico orari (veicoli per ora) nelle tre sezioni di rilievo prima evidenziate;
le emissioni per autovettura;
i dati anemometrici, quali velocità e direzione del vento;
la classe di stabilità atmosferica; come noto, secondo Pasquill, è classificata, in 7
categorie indicate con le lettere dalla A alla G in base al gradiente termico verticale
(U.S.A.E.C., 1972);
la temperatura media;
Mixing zone che rappresenta l’altezza dello strato di rimescolamento atmosferico.
Con l’obiettivo di simulare gli effetti delle emissioni in atmosfera dei flussi di traffico
maggiormente rilevanti nell’arco della giornata, come dato di input è stato inserito il
maggiore flusso di traffico su base oraria per ciascuna sezione analizzata. In particolare,
Sono stati selezionati i ricettori sensibili, presso i quali simulare le ricadute in termini di
inquinanti in atmosfera; a tale scopo sono stati scelti i fabbricati più prossimi alle
sezioni 1055 e 1056, e la pista aeroportuale in prossimità della sezione 1094.
Selezionando la pista dell’aeroporto come ricettore sensibile è possibile, infatti,
rappresentare una stima sullo stato di qualità dell’ambiente iniziale nell’area di
intervento, per la componente in esame.
I fabbricati per la sezione 1055 sono stati considerati contigui alla strada; quelli della
sezione 1056 e la pista aeroportuale (sezione 1094) sono stati considerati distanti 200 m
dalla strada.
I limiti di emissione considerati (limiti di emissione europei relativi al triennio 1997-
2000, recepiti dal Codice della Strada 1993) sono quelli relativi ad autovetture con
motore EURO II a benzina con valori di emissione di 2,20 g/Km di CO e 0,50 g/Km di
HC+NOx, nell’ipotesi che tutti i veicoli rispettino gli standard normativi di emissioni in
atmosfera.
Sono state effettuate tre simulazioni utilizzando diversi valori di velocità e direzione del
vento. I venti prevalenti della zona, ricavati dal “Rapporto sullo stato dell’ambiente”
effettuato dal comune di Pesaro, soffiano in direzione SW e WSW, con una velocità
compresa tra i 3 e i 6 m/s. E’ stata quindi considerata sia la velocità più bassa (3 m/s) sia
la più elevata (6 m/s), per verificare il caso peggiore per la dispersione degli inquinanti
in atmosfera. La direzione del vento è stata considerata 235°, sebbene sia stato
considerato anche il caso peggiore in assoluto, simulato in automatico dal programma.
Infatti, CALINE4 calcola quale sarebbe l’angolo di vento che causa la maggiore
concentrazione di inquinanti sui ricettori scelti.
Per quanto riguarda la classe di stabilità atmosferica è stata considerata la prevalenza di
condizioni neutre (classe D di Pasquill). La temperatura media dell’area è stata
considerata pari a 13,6°C, valori ricavati dallo studio menzionato in precedenza
(Rapporto sullo stato dell’ambiente).
Non conoscendo l’altezza della mixing zone (altezza di rimescolamento), si sono
effettuati i calcoli ipotizzando prima un’altezza pari a 500 m, e successivamente pari a
1000 m, scegliendo il caso più sfavorevole (500 m).
I risultati delle simulazioni restituiti dal modello, sono stati ottenuti in parti per milione
(ppm) e quindi trasformati in µg/m3 ( µg m 3 = ppm ⋅ A ⋅ 10 6 / 24500 dove A rappresenta
il peso molecolare dell’inquinante) per poterli confrontare con i limiti di legge espressi
nella medesima unità di misura (escluso il CO che viene misurato in mg/m3 ).
Il nuovo Decreto Legislativo riprende le finalità dei precedenti decreti: stabilire gli
obiettivi per la qualità dell’aria, valutare la qualità dell’aria sul territorio nazionale in
base a criteri e metodi comuni, disporre di informazioni adeguate sulla qualità dell’aria
e renderle pubbliche.
Standards di qualità dell'aria: DPCM 28 Marzo 1983
INQUINANTE VALORE LIMITE
SO2 Mediana delle concentrazioni medie di 24 h in 1 anno: 80 µg/m3
Biossido di zolfo Percentile delle concentrazioni medie di 24 h in 1 anno: 250 µg/m3
NO2
Concentrazione media di 1 h da non superare più di una volta al giorno: 200 µg/m3
Biossido di azoto
O3
Concentrazione media di 1 h da non raggiungere più di una volta al mese: 200 µg/m3
Ozono
CO Concentrazione media di 8 h consecutive peggiori: 10 mg/m3
Monossido
carbonio Concentrazione media di 1 h: 40 mg/m3
Pb
Piombo Media aritmetica delle concentrazioni medie di 64 h rilevate in 1 anno: 2 µg/m3
F Concentrazione media di 24 h: 20 µg/m3
Fluoro Media delle concentrazioni medie di 24 h rilevate in 1 mese: 10 µg/m3
PTS Media delle concentrazioni medie di 24 h di 1 anno: 150 µg/m3
Particelle sospese Percentile delle concentrazioni medie di 24 h di 1 anno: 300 µg/m3
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE 73
SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO.
Elenco degli inquinanti atmosferici da considerare per la valutazione e gestione della qualità dell’aria
Tabella I Tabella II
Biossido di zolfo Benzene
Biossido di azoto/ossidi di azoto Monossido di carbonio
Materiale particolato fine, incluso il PM 10 Idrocarburi policiclici aromatici
Particelle sospese totali Cadmio
Piombo Arsenico
Ozono Nichel
- Mercurio
Tabella I – Inquinanti che devono essere esaminati allo stadio iniziale, ivi compresi gli inquinanti disciplinati da direttive
comunitarie esistenti in materia di qualità dell’aria ambiente
Tabella II - Altri inquinanti atmosferici
Con riferimento ai limiti di legge sopra riportati, i risultati dell’applicazione del modello
consentono di evidenziare i seguenti aspetti:
I limiti di legge non vengono mai superati anche nella combinazione peggiorativa dei
fattori utilizzati per la simulazione;
Buono stato generale della qualità dell’aria presso i ricettori sensibili posti intorno
all’area d’intervento;
Buono stato della qualità dell’aria nella zona dell’aeroporto.
Per l’analisi del clima acustico, soprattutto in relazione alle ipotesi future di esercizio
dell’aeroporto, si è ritenuto utile applicare un modello di simulazione, scelto tra quelli
disponibili per l’analisi del rumore aeroportuale e con il supporto di specialisti in
materia, con l’obiettivo di individuare i livelli di rumore cui le aree limitrofe
all’aeroporto sono state sottoposte e la probabile esposizione futura. I risultati del
modello applicato sono riportati anche in forma grafica nelle tavole 16 e 17; negli
elaborati si riproducono le zone dell’intorno aeroportuale interessate dai fenomeni
acustici e le impronte delle curve isofoniche relative al solo traffico aereo selezionato.
Lo studio è stato svolto, sulla base delle indicazioni contenute nella Legge 447/95 e nel
Decreto del Ministero dell’Ambiente del 31 ottobre 1997 “Metodologia per la misura
del rumore aeroportuale” che consente l’utilizzo di modelli previsionali con riferimento
alle prescrizioni e modalità di calcolo degli indici secondo l’Allegato A dello stesso
Decreto.
Modello di calcolo
Come detto, per la caratterizzazione acustica dell’intorno dell’aeroporto di Fano è stato
utilizzato il metodo della simulazione. Le curve di isolivello di LVA possono essere
riprodotte utilizzando i modelli numerici di simulazione acustica sviluppati
specificatamente per il rumore aeroportuale.
I modelli di simulazione sono costruiti in modo da riprodurre le operazioni registrate,
secondo quanto richiesto dal D.L. 31 Ottobre 1997, riferendosi ad una procedura
solitamente denominata “giorno medio di riferimento”.
Il simulatore utilizzato è l’Integrated Noise Model, versione 6.1, fra i più affidabili della
categoria. Il sistema di simulazione steady state denominato I.N.M. è stato realizzato
dalla Federal Aviation Administration U.S.A., Office of Environment and Energy
(AEE), ufficio cui fanno capo le problematiche ambientali ed energetiche della F.A.A.,
in particolare il rumore prodotto dal traffico aereo.
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE 77
SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO.
L’I.N.M. è attualmente in uso presso oltre 700 organizzazioni di 35 paesi nelle sue varie
versioni; negli Stati Uniti in particolare è solitamente utilizzato come strumento
ufficiale dell’amministrazione federale dell’aviazione civile per accertare la
compatibilità del rumore aeroportuale con le Federal Aviation Regulation Part 150 e con
le Federal Aviation Administration Order 1050 relative agli accertamenti per
l’Ambiente e l’impatto con esso.
Per quanto riguarda l’adeguamento alla normativa italiana, al fine di soddisfare quanto
richiesto dal metodo di calcolo imposto nel D.L. del 31 ottobre 1997, la versione
utilizzata nel caso in esame implementa, all’interno del sistema di simulazione, una
metrica (LVA), che riflette interamente le formule definite nell’Allegato A del Decreto
stesso; in tal modo si è evitata ogni successiva post-elaborazione dei dati di output dei
modelli che forniscono, pertanto, i valori delle metriche già secondo lo standard delle
norme italiane.
Dati di Input
Lo studio di valutazione del livello di rumore aeroportuale per lo scalo di FANO è stato
eseguito creando un modello di simulazione “base” per il traffico aeroportuale attuale
(relativo all’anno 2002) e un modello per il traffico “futuro”, riferendosi ad una
giornata media su base annuale.
I due modelli di base contengono identiche informazioni generali, come:
- pressione;
- temperatura;
- intensità del vento prevalente;
- direzione della componente del vento lungo l’asse della pista di volo.
In ciascuno dei modelli sono state riprodotte le tracce al suolo delle procedure di volo
utilizzate dagli aeromobili per l’approccio ed il decollo dalla pista 05.
- Decolli: D05
- Atterraggi: A05
Sono state inoltre riprodotte le tracce al suolo degli elicotteri con partenze e decolli
dall’elisuperficie annessa all’aeroporto.
Per la simulazione dei profili di volo utilizzati dalle procedure (altimetria delle rotte
seguite dagli aeromobili), sono stati utilizzati i profili standard appartenenti al database
dell’INM, caratteristici di ciascun aeroplano.
Campioni di Traffico
Per i due modelli di simulazione è stata definita la flotta che utilizza l’aeroporto:
Modello Futuro:
TIPO Modello di riferimento Modello INM Movimenti/Anno
Aviazione Generale Categoria Small con GASEPV 3000
motori a pistoni, es.
Piper
Aviazione Generale Canadair CL-415 DHC830 365
per impiego
antincendio
Elicotteri Augusta A 109 A109 807 (669 emergenza)
La tipologia degli aeromobili è stata definita nel sistema di simulazione in base alle
informazioni presenti nel Data Base ufficiale della FAA, registrato per la versione del
software in uso; gli eventuali tipi di aeromobile non registrati o non disponibili
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE 79
SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO.
Tale valutazione si è poi tradotta nella definizione del livello di “stage” (profilo di volo,
spinta, configurazione aerodinamica e relativo rumore) che presumibilmente
l’aeromobile avrà adottato durante le fasi iniziali e finali del volo.
Per ottemperare alle prescrizioni del D.L. 31/10/97 (e successivi) sono stati calcolati
tutti gli intervalli da 55 a 85dB; per ogni modello sono state poi tracciate le curve
relative ai tre livelli di intensità sonora richiesti:
Le aree riportate nelle figure in allegato associano colori diversi a valori di intensità
sonora diversi secondo il seguente schema:
Dall’analisi delle curve isofoniche riportate negli allegati grafici non si ravvisano
particolari situazioni di potenziale inquinamento acustico; tutte le ipotesi valutate sono
ampiamente contenute nei limiti di Norma. Infatti, le aree sottese dalle curve isofoniche
rappresentative dei livelli a 60, 65 e 75dB non superano i confini del sedime
aeroportuale in nessuno dei due modelli simulati (stato attuale, ipotesi futura).
Il quadro di sintesi delle valutazioni operate è riportato alla pagina successiva dove si
presenta la MATRICE “Tipologie-Azioni-Effetti” (TAE), costruita per l’analisi delle
interazioni e la definizione degli effetti potenziali.
Nella Fase di costruzione le Azioni di Progetto più significative ai fini della
individuazione delle aree critiche dal punto di vista dell’impatto sulle componenti
ambientali, risultano essere le seguenti:
Decorticazione del suolo, prevista in fase di preparazione dell’area e del sito
d’intervento. Le componenti interessate dall’azione sono “Vegetazione Flora e Fauna”
“Suolo e Sottosuolo”. Nel caso in esame sia per la dimensione dell’azione (superfici
coinvolte) che per la qualità del ricettore interessato (incolti) non si prevedono effetti
negativi di rilievo.
Escavazioni, superficiali e profonde, connesse con le operazioni di fondazione delle
strutture in progetto; si realizzeranno interventi di tipo superficiale. Nel caso di
escavazioni superficiali non si producono interazioni di rilievo con le componenti
“Sottosuolo” e “Ambiente Idrico”, interessate dalle specifiche azioni di progetto.
Compattazioni e drenaggio, azioni connesse alle attività di fondazione delle strutture
che nel caso in esame non risultano significative.
Realizzazione fossi di guardia e cunette, sono azioni previste ai margini della nuova
pista di volo in asfalto e ubicate in ragione delle pendenze da realizzare, con l’obiettivo
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE 83
SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO.
di guardia e cunette
Opere provvisionali
Opere in elevazione
Realizzazione fossi
superficiali a travi
Macchine operatrici
Compattazione e
Pavimentazione
Predisposizione
rovesce o plinti
Decorticazione
Sistemazioni
Escavazioni
Escavazioni
superficiali
Fondazioni
AZIONI
Drenaggi
profonde
terreno
pista
area
Demolizioni
sgomberi
TIPOLOGIE
Ampliamento e
COS
E DI
FAS
UZ.
TR
pavimentazione della
pista
Voli
ESEESERCIZIO
Aviazione Generale
FASE DI
Canadair
Voli
Protez.
Civile
Elicotteri
AEROPORTO DI FANO
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO.
AI 1 Intercettazione e drenaggio SS 1 Modifica degli usi AT 1 Dispersione e R1 Alterazione temporanea V 1 Danneggiamento P1 Alterazione elementi SP 1 Inquinamento da
■ falda profonda ◩ ◩ sollevamento polveri ◩ del clima acustico ■ vegetazione naturale ■ del paesaggio urbano ▦ sversamenti accidentali
AI 2 Riduzione locale del SS 2 Modifica caratteri risorse AT 2 Emissioni inquinanti R2 Alterazione permanente E1 Riduzione habitat degli P2 Interferenze con aree SP 2 Peggioramento clima
◩ coefficiente di permeabilità dei ◩ geologiche ▦ ■ del clima acustico ■ incolti in zona umida vincolate ▦ acustico
◩
terreni
AI 3 Interruzione del deflusso SS 3 Consumo di risorse AT 3 Alterazione qualità F1 Disturbo habitat SP 3 Peggioramento qualità
EFFETTI
LEGENDA
◉ Effetto positivo
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO. 86
INDICATORI AMBIENTALI
Ecosistemi
Acque Acque Emissioni in Eco Sistema
Uso del suolo Sottosuolo Clima acustico Vegetazione e Fauna Ricettori sensibili
sotterranee superficiali atmosfera sistemi antropico
Ecosistema fluviale
Caratteri geologici
Caratteri geologici
Dispersione polveri
Falda profonda >
Paesaggio urbano
Emissioni gassose
Zone produttive
inquinanti post-
Clima acustico
Clima acustico
Inquinamento
Inquinamento
Inquinamento
Corsi d’acqua
Canali minori
sinantropiche
ante-operam
post-operam
Vegetazione
atmosferico
superficiali
profondi
naturali
acustico
operam
igrofila
Incolti
Incolti
servizi
Specie
acque
Pozzi
10 m
AZIONI di ROGETTO
AT 1 E1
SS 1
Decorticazione V1
■ ◩ ■
SS 2 AT 1 R1 E1 F1
Escavazioni superficiali V1
◩ ◩ ◩ ▦
FASE DI COTRUZIONE
■
AI 3 AI 3 SS 2 SS 2
Compattazioni e drenaggi
■ ■ ◩ ◩
AI 2 AI 2 SS 2
Fondazioni superficiali
◩ ◩ ◩
AI 2 AI 2 E1 P2
SS 1
Pavimentazione pista V1
◩ ◩ ■ ◩
■
Realizzazione fossi di SS 1
guardia e cunette ■
AT 2 R1 SP 2 SP 3
Macchine operatrici
▦ ◩ ▦ ▦
AT 2 AT 2 SP 2 SP 3
SS 1 R2
FASE DI ESERC.
AI 4 AI 4 AT 2 R2 R2 SP 1 SP 2 SP 3
Movimentazioni sui piazzali
■ ■ ▦ ■ ■ ▦ ▦ ▦
AI 4 AI 4 F1 SP 1
Reflui e carichi pericolosi
■ ■ ▦ ▦
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO. 87
4.5.1 Gli effetti derivanti dai vincoli dettati dalla normativa sulla costruzione di
aeroporti
In vicinanza degli aeroporti statali e di quelli privati aperti al traffico aereo civile
esistono specifiche limitazioni alla presenza di impianti in elevazione e, in generale, di
qualsiasi opera che possa costituire ostacolo alla navigazione aerea, sia nelle direzioni di
atterraggio che nelle altre direzioni.
Nella direzione di atterraggio non possono essere realizzati ostacoli a distanza inferiore
ai 300 m dal perimetro dell’aeroporto. Nella stessa direzione non possono essere
costituiti ostacoli che, rispetto al livello medio del tratto di perimetro corrispondente alla
direzione di atterraggio, superino l’altezza di dieci metri, se l’aeroporto ha una
lunghezza di atterraggio pari o superiore ai 1080 m ma inferiore a 1500. Più distante,
fino a tre chilometri dal perimetro dell’aeroporto, l’altezza può essere superata di un
metro per ogni trenta. Tali altezze non possono superare in ogni caso i 45 m sul livello
medio dell’aeroporto. Nelle altre direzioni e fino a 300 m dal perimetro dell’aeroporto
non possono essere costituiti ostacoli che rispetto al livello del corrispondente tratto del
perimetro dell’aeroporto superino l’altezza di un metro per ogni 7 m di distanza dal
perimetro stesso. Dopo il terzo Km, in tutte le direzioni, il limite di altezza di 45 m sul
livello dell’aeroporto può essere superato di un metro per ogni 20 m di distanza e cessa
ogni limitazione dopo il quarto Km (L. 4 febbraio 1963, n° 58).
Nelle figure seguenti si presentano gli schemi illustrativi delle limitazioni indotte dalle
norme descritte in precedenza applicate al caso in esame.
O
UR
TA
ME
E
UM
FI
Sezione A-A’
Non è facile ridurre eventuali effetti di alterazione del clima acustico dovuto alle attività
aeroportuali nel caso essi risultino non compatibili con i limiti stabiliti dalla legge.
Si può agire con dispositivi di mitigazione attiva o passiva.
Gli interventi di mitigazione attiva attengono alle procedure, accorgimenti e azioni
destinati a mantenere efficienti gli aeromobili, sono, dunque, dispositivi che vengono
previsti direttamente sugli aeromobili.
Diversamente, gli interventi di mitigazione passiva sono accorgimenti che interessano
direttamente il ricettore sensibile, sia migliorandone il grado di isolamento da rumore
e/o l’assorbimento delle vibrazioni, sia interponendo tra la fonte e il ricettore, nei casi
possibili, barriere fonoassorbenti, artificiali o naturali.
Nel caso in esame, le simulazioni del clima acustico effettuate non hanno posto in
rilievo ambiti con criticità potenziale; le condizioni di massima alterazione del clima
acustico si mantengono sempre all’interno degli ambiti aeroportuali.
Tenendo conto delle limitazioni normative, possono essere previste specie arbustive di
altezza inferiore ad 1 m, nelle immediate vicinanze del perimetro aeroportuale. Man
mano che ci si allontana si può prevedere la presenza di specie arboree a fusto legnoso
più alte, e, scegliendo le specie più idonee allo scopo, adatte a ridurre l’impatto acustico.
In particolare, le barriere naturali dovranno essere posizionate in prossimità delle zone
residenziali, aree maggiormente a rischio. Le essenze che comporranno le barriere
naturali devono essere selezionate in base al patrimonio botanico della zona e devono,
in particolare, possedere i seguenti requisiti: sempreverdi, alta densità fogliare, totale
assenza di agenti patogeni, sviluppo avanzato e rapida crescita. La idonea disposizione
delle barriere può influire sull’attenuazione del rumore in maniera anche incisiva,
arrivando fino ad un abbattimento di 5/10 dB.
Confrontando i risultati riportati nella Matrice TAE, si comprende come gli effetti che le
azioni di progetto inducono sul sistema ambientale dell’area d’intervento potranno
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE 90
SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO.
In particolare, obiettivo del piano d’intervento sarà, quello di trovare soluzioni alla
frammentazione dell’area naturale del basso corso e della foce del Metauro determinata
dai programmi d’uso del territorio circostante (residenza, aree attrezzate per lo svago e
lo sport, verde pubblico e privato) e dal potenziamento delle infrastrutture di trasporto
(viabilità primaria e secondaria, potenziamento dell’aeroporto di Fano).
Secondo tale approccio, il piano dovrà rispettare una serie di condizioni sequenziali di
seguito elencate:
Esiste una discreta gamma di indici, in gran parte derivati dalla landscape ecology, che
potranno, utilmente, essere applicati per abbreviare i tempi dell’analisi funzionale e
strutturale dell’ecomosaico locale. Si elencano, di seguito, quelli di maggiore interesse
per l’ambito oggetto d’analisi (basso corso del Metauro).
Per quanto concerne le attività più strettamente connesse al progetto del Parco/Rete
Ecologica Locale, esso potrà essere inteso, secondo l’approccio suggerito, come
progetto finalizzato alla risoluzione delle problematiche di isolamento del sistema
ambientale naturale del basso corso del Metauro e a ristabilire la connettività tra gli
habitat componenti, a valore differenziato.
Le buffer zones o zone cuscinetto rappresentano settori territoriali limitrofi alle core
areas che, anche nel caso in esame, avranno la funzione di proteggere la core areas nei
confronti degli effetti deleteri della matrice antropica (effetto margine) sulle specie più
sensibili. Esse possono essere identificate negli ambiti golenali che realizzano la fascia
interposta tra le aree produttive e/o infrastrutturate (aeroporto) e il corso del Metauro.
Un’importante funzione del progetto del Parco sarà quella di identificare e sottolineare i
wildlife corridors o corridoi ecologici che costituiranno la rete diffusiva del sistema
ambientale a partire dalle core areas. La loro funzione è mantenere e favorire le
dinamiche di dispersione delle popolazioni biologiche fra aree naturali, impedendo così
le conseguenze negative dell’isolamento.
Per completare una matrice funzionale da ricercare con il progetto del Parco/Rete, è
possibile che sia necessario ricreare frammenti ambientali (stepping stones) di habitat,
ottimali per determinate specie, di origine antropica (rimboschimenti, zone umide
artificiali, ecc.). Non sempre, infatti, gli elementi della rete ecologica esistono al
momento del progetto. Gli interventi di rinaturazione individuati dal progetto potranno,
pertanto, prevedere nuove unità para-naturali in modo da completare lacune strutturali
in grado di compromettere la funzionalità della rete.
E’ utile segnalare, infine, che associare gli obiettivi di riassetto ecologico con quelli di
tipo fruitivo, nel caso in esame, risulta auspicabile per i riflessi sulla qualità nella
gestione e manutenzione dei sistemi attivati e soprattutto per il loro sostegno nel tempo.
Riassumendo i risultati a cui ogni singola parte dello studio è arrivata, si può ragionare
nei seguenti termini.
- In Italia esistono 58 aeroporti “minori” che nel 2002 sono stati utilizzati
esclusivamente dall’aviazione generale.
Al fine di ricordare quali sono i confini su cui opera l’aviazione generale di ribadisce
che i soggetti che utilizzano maggiormente questo tipo di scalo sono:
- gli Aeroclub che possono svolgere attività sportiva, attività di scuola di volo per
brevetti privati e commerciali, volo a vela, volo a motore (ala fissa), aeromodellismo
attività aeroturistica, ecc.;
- le società di lavoro aereo che coprono una gamma di attività che spazia dalla
fotogrammetria, alla fotografia, alla pubblicità, allo spargimento di sostanze, al
trasporto di carichi esterni al mezzo ecc. Una branca del lavoro aereo è costituita
dall’elicotteristica che, ad esempio, viene impiegata per assistenza alle piattaforme
petrolifere presenti nell’Adriatico;
- il servizio aerotaxi che consiste nel trasportare un numero di passeggeri inferiore a
12 e svolgono attività di collegamento tra due località a richiesta del committente;
- l’aviazione d’affari che è costituita da persone e da società che utilizzano
l’aeroplano come bene strumentale per svolgere i propri affari ed anche il trasporto
di clienti presso le aziende;
- le attività di protezione civile che riguardano essenzialmente il soccorso
antincendio ed il servizio di eliambulanza.
Concentrando l’attenzione sulla realtà italiana, si può facilmente rilevare che l’aviazione
generale è molto meno sviluppata che nel resto dell’Europa. Basti pensare che gli
aeroporti minori sono pari a 450 in Francia e 680 in Germania. Occorre rilevare,
comunque, che le prospettive di crescita dell’aviazione generale in Italia sono stimate
dall’ICAO nell’ordine del 6,1% annuo per i prossimi dieci anni.
Tuttavia, perché si possano verificare tali trend è necessario che si verifichino una serie
di concause, tra le quali si possono segnalare:
- la sensibilità che le autorità politiche e governative svilupperanno verso questa
attività;
Alla luce di quanto emerso finora, l’ipotesi di adeguamento dello scalo fanese che
prende maggiormente peso, è quella di interventi limitati al minimo indispensabile atti
al miglioramento della pista di atterraggio e decollo attraverso la bitumazione di un
tratto pari a 1.200 m di lunghezza per 30 di larghezza. Questo piccolo intervento
aplificherebbe l’efficienza degli investimenti fino ad ora fatti, ampliando le potenzialità
di utilizzo, ma soprattutto offrendo un servizio ad una fetta più ampia della collettività,
allo stato attuale marginalmente coinvolta in attività di carattere prevalentemente
sportivo ed amatoriale.
In funzione di questa ipotesi si è verificata la fattibilità finanziaria dell’investimento e la
sua compatibilità con il contesto territoriale ed ambientale le cui deduzioni si possono
riassumere come segue.