Questo manuale stato realizzato da Roberto Rovelli prendendo qua e la

appunti e immagini su internet, stato realizzato senza fini di lucro, per
educare e per divertimento.

1RGL

Ecco i nodi usati pi comunemente nell'ambito dell'arrampicata.

Nodo barcaiolo.

Nodo mezzo barcaiolo.

Nodo delle guide.

Nodo prusik.

Nodo ad 8.
Nodo a
contrasto.

,12',1(//
$/3,1,602

$66,&85$=,21('(//$&25'$7$

I nt ant o qualche piccola def inizione:

l' aut oassicur azione il vincolo che lega la cor dat a alla par et e;
l' assicur azione la manovr a che uno dei component i della cor dat a ef f et t ua per f er mar e
l' event uale cadut a di un compagno di cor dat a.

I t emi sar anno poi ampiament e t r at t at i nel cor so r occia, ma quest i concet t i ser vono per capir e che:

il nodo per l' aut oassicur azione non per met t e scor r iment o alcuno della cor da che r imane quindi
bloccat a in caso di cadut a di un component e della cor dat a;
il nodo per l' assicur azione per met t e di ef f et t uar e manovr e: per met t e lo scor r iment o della
cor da ma f unziona da "f r eno" e per met t e un r apido bloccaggio senza sf or zo.

I n pr at ica si usano 2 nodi: il EDUFDLROR (per l' aut oassicur azione) ed il PH]]REDUFDLROR (per
l' assicur azione al compagno). E' impor t ant e poi conoscer ne un t er zo che per met t e di "bloccar e" il
mezzo bar caiolo anche quando la cor da in t ensione: l' DVRODGLEORFFDJJLR.
Ma vediamo la lor o esecuzione:

I L BARCAI OLO
I L MEZZ O BARCAI OLO
L' ASOLA DI BLOCCAGGI O
,/12'2%$5&$,2/2

Di facile esecuzione, fondamentale essere in grado di realizzarlo in qualunque posizione, con una
mano sola e con la corda passante nel moschettone (come nelle figure). Per questo non illustro e
soprattutto sconsiglio altri modi per fare il nodo.

%$5&$,2/2

: Con la cor da nel moschet t one, pr ender e con due dit a un capo e, incr ociandolo con l alt r o
capo, f or mar e un' asola da met t er e nel moschet t one. La cor da r imane cos bloccat a in ent r ambe le
dir ezioni, si pu f acilment e r egolar e per allungar e un capo o l' alt r o ed il nodo pu esser e f acilment e
sciolt o anche se ha subit o f or t e t ensioni.


,/12'20(==2%$5&$,2/2

Anchesso di facile esecuzione, permette di accompagnare i movimenti del compagno di cordata

(sia per "dare corda" quando si allontana da noi, o meglio dalla sosta, sia per "recuperare" quando si
avvicina). Inoltre permette di sostenenre totalmente il peso del compagno (in caso di caduta) senza
bisogno di molta forza.

I n f igur a indicat o con A il capo in cui legat o il compagno e B il capo della cor da liber o. Pr endendo con
due dit a la par t e B della cor da, r ealizzar e un' asola (senza incr ociar e i due capi) ed inser ir la nel
moschet t one.
Come si pu not ar e, per eseguir e quest i due nodi, si compie il medesimo moviment o: semplice ed
ut ilizzando solo due dit a di una mano. L' unica dif f er enza consist e nell' incr ociar e i due capi per
r ealizzar e il bar caiolo.

/
$62/$',%/2&&$**,2

Consente di bloccare lo scorrimento della corda anche quando questa in tensione e di liberare
entrambe le mani per fare altre manovre. Supponiamo per un attimo che il nostro compagno, al
quale stiamo facendo sicura con un mezzo barcaiolo, si trovi in difficolt per qualsiasi motivo e
abbia bisogno del nostro aiuto: ovvio che facendo sicura non possiamo lasciare il capo della
corda, n abbiamo altre possibilit di movimento. Effettuando un'asola di bloccaggio (disegni da 1 a
5), possiamo liberarci dalla posizione, effettuare qualsiasi altro movimento o manovra e tornare
nella posizione iniziale per sbloccare la corda e riprendere le manovre con il mezzo barcaiolo.

Nei disegni sempr e indicat o con A il capo della cor da in t ensione (dove evident ement e appeso il
nost r o compagno), con B il capo liber o di manovr a. Per scioglier e l' asola suf f icient e t ir ar e il capo B.
Quando si esegue un' asola, per maggior sicur ezza, si consiglia ef f et t uar e anche una cont r oasola come
indicat o nel disegno 6.

,12',1(//
$/3,1,602

*/,$872%/2&&$17,

Sono cost it uit i da uno spezzone di cor da (anello di cor dino), che avvolge a spir ale una cor da, ed hanno la
car at t er ist ica di scor r er e sulla cor da se impugnat i sui gir i di cor dino ma di bloccar si aut omat icament e
se sot t opost i a t r azione. I n pr at ica, r ealizzando un nodo aut obloccant e, l anello di
cor dino avvolge la cor da che ut ilizziamo per una calat a o per la r isalit a e f or ma un asola che, collegat a
al nost r o imbr ago, per met t e di f er mar e un event uale cadut a accident ale che pr ovocher ebbe la t r azione
del nodo.
I nodi ut ilizzat i con quest e car at t er ist iche sono due:

I L NODO PRUSI K
I L NODO MARCHARD

,/12'23586,.

Aut obloccant e nelle due dir ezioni, ha maggior ef f icacia quant o pi elevat a la dif f er enza di diamet r o
t r a la cor da e l' anello di cor dino (quest ' ult imo mai inf er ior e a 6 mm). Pu esser e dif f icolt oso scioglier lo
quando le cor de sono bagnat e o quando il nodo ent r a in f or t e t ensione.

Per la sua esecuzione suf f icient e avvolger e la cor da con l' anello di cor dino ef f et t uando almeno 3 gir i.
Si consiglia di cont r ollar e che le spir e non si accavallino l' una sull' alt r a ma che r imangano or dinat e come
in f igur a. L' asola r isult ant e pu esser e f acilment e collegat a all' imbr ago ut ilizzando un moschet t one.

,/12'20$&+$5'

Anch' esso aut obloccant e nelle due dir ezioni (se eseguit o come in f igur a), ef f icace anche quando non
vi gr ossa dif f er enza di diamet r o t r a la cor da ed il cor dino. Pu sempr e esser e f acilment e sciolt o.

I n pr at ica suf f icient e "avvolger e" la cor da con l' anello di cor dino (almeno 4 spir e). Con le due asole
r isult ant i possibile:

1. ut ilizzar e un moschet t one su ent r ambe le asole come indicat o nel disegno: in quest o modo il
nodo aut obloccant e in ent r ambe le dir ezioni;

2. far passare lasola inferiore dentro quella superiore e, stringendo il nodo, utilizzare solo
un'asolaper il collegamento all'imbragatura: in questo modo il nodo sar autobloccante in
una sola direzione.

,12',',81,21(

Ser vono per unir e i capi delle cor de: siano essi i capi di due cor de diver se o quelli di una st essa cor da
(ad esempio per f ar e un anello di cor dino o di f et t uccia.

I L DOPPI O I NGLESE
I L NODO FETTUCCI A
,/12'2,1*/(6('233,2

Ut ilizzat o per la giunzione di due cor de (ad esempio per calar si con la cor da doppia o per oper azioni di
soccor so), o per r ealizzar e anelli di cor dino. Per unir e due cor de pu esser e ut ilizzat o anche il nodo
piano: non viene per illust r at o in quant o non ha una buona t enut a nel caso in cui le cor de da unir e
avesser o diamet r i dif f er ent i. Deve esser e ut ilizzat o anche sul cor dino che "chiude" le asole
dell' imbr ago (ad eccezione dell' imbr ago basso che nor malment e gia dot at o di un anello di f et t uccia
cucit a).
Nell' esecuzione bene che i capi delle cor de liber e siano abbast anza lunghe ad evit ar e che, in caso di
f or t e sollecit azione, possa scioglier si.

Accoppiar e le due cor de, r ealizzar e due o t r e spir ali (che avvolgano ent r ambe le cor de) in dir ezione
dell' alt r o capo e quindi f ar e passar e il capo dent r o le spir e e st r inger e (disegno 1). Ripet er e la st essa
oper azione anche con l' alt r o capo (disegni due e t r e). St r inger e bene il nodo t ir ando alt er nat ivament e
t ut t i e 4 i capi che si sono f or mat i f acendo in modo che le due spir e r ealizzat e si cont r appongano
(disegno 4)


,/12'2)(778&&,$

Poich alt r i nodi di unione, ef f et t uat i su una f et t uccia, t endono a scioglier si, per r ealizzar e un anello di
f et t uccia viene ut ilizzat o quest o nodo. Ad ogni modo in commer cio si t r ovano anche anelli di f et t uccia
gi pr ont i i cui capi sono cucit i.

I nPer eseguir lo si esegue un nodo nor male con uno dei due capi senza st r inger lo avendo cur a di
avvolger e anche l' alt r o capo (disegni 1 e 2); con l' alt r a est r emit si segue in senso inver so lo st esso
per cor so "r ipassando" il nodo (dis. 3). St r inger e bene il nodo t ir ando t ut t i i lembi della f et t uccia
assicur andosi che le code del nodo siano lunghe almeno 4-5 cm.

Una volta in tensione il nodo difficile da sciogliere.



,QRGLHOHPDQRYUH

1RGRGHOOHJXLGHFRQIUL]LRQH

&RPXQHPHQWHFKLDPDWR2772qO
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O
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LPEUDJDWXUD

)DVLGLFRVWUX]LRQHGHOQRGRGHOOHJXLGHFRQIUL]LRQH

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8QLYHUVDOPHQWHXVDWRSHUO
DXWRDVVLFXUD]LRQHqGLYHORFHHVHFX]LRQHSHUPHWWHQGRODUDSLGD
UHJROD]LRQHGHOODGLVWDQ]DGHOO
DVVLFXUDWRGDOO
DQFRUDJJLR%LVRJQDHVVHUHLQJUDGRGLHVHJXLUOR
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1RGRPH]]REDUFDLROR

8QLFRQRGRGLDVVLFXUD]LRQHGLQDPLFDULFRQRVFLXWRGDOO
8,$$VSHFLILFRSHUDQFRUDJJLILVVL
%LVRJQDHVVHUHLQJUDGRGLHVHJXLUORYHORFHPHQWHLQTXDOVLDVLSRVL]LRQHHFRQXQDPDQRVROD

,PSRUWDQWH,OUDPRGHOODFRUGDVRWWRSRVWRDWUD]LRQHGHYHVHPSUHHVVHUHFROORFDWRGDOOD
SDUWHILVVDGHOEUDFFLRGHOPRVFKHWWRQH

1RGR3UXVLN

(
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6LHVHJXHFRQXQRVSH]]RQHGLFRUGLQRGLGLDPHWURFRPSUHVRWUDHPPFRPHXQFRPXQH
QRGRDVWUR]]RDYYROJHQGRORGXHRSLYROWHDWWRUQRDOODFRUGDSULPDGLVWULQJHUOR

6LFRQVLJOLDGLHYLWDUHXQHOHYDWRQXPHURGLJLULSHUQRQDYHUHXQEORFFDJJLRHFFHVVLYRGHO
QRGRVRWWRFDULFR

3XzHVVHUHFRVWUXLWRDQFKHFRQXQFRUGLQRVHPSOLFHFRQODSRVVLELOLWjGLDXPHQWDUHLOQXPHUR
GHOOHVSLUHQHOODSDUWHLQIHULRUHGHOQRGRSHUPLJOLRUDUHODWHQXWDYHUVRLOEDVVR

'XUDQWHODFRVWUX]LRQHGHOQRGRVLGHYHFRQWUROODUHFKHLJLULVXOODFRUGDQRQVLDFFDYDOOLQR
FLzFRPSURPHWWHUHEEHODWHQXWDGHOQRGRVWHVVR

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6LSXzHVHJXLUHLQGXHPRGLFRQXQDVRODDVRODRFRQGXHDVROHGLFRUGLQR

&RQXQ
DVRODEORFFDLQPRGRRWWLPDOHLQXQ
XQLFDGLUH]LRQHFRQGXHDVROHEORFFDQHOOHGXH
GLUH]LRQL
,OQXPHURGHOOHVSLUHGHYHYDULDUHDVHFRQGDGHOGLDPHWURGHOODFRUGD

3LLGLDPHWULGLFRUGDHFRUGLQRVRQRVLPLOLPDJJLRUHGRYUjHVVHUHLOQXPHURGHOOHVSLUH

1RGRIHWWXFFLD

(
TXHOORXVDWRSHUIRUPDUHDQHOOLGLIHWWXFFLDHGDWWXDOPHQWHDQFKHDQHOOLGLFRUGLQR
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DWUD]LRQHQRQYLHUDSLODSRVVLELOLWjGLVFLRJOLHUOR

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FKLXGHUORFRQO
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LQYHUVRWXWWHOHFXUYHGHOSULPR(
EXRQD
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(VHFX]LRQHGHOQRGRIHWWXFFLD

1RGRIHWWXFFLDHVHJXLWRFRQFRUGLQR

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3HULPRQRWLULVXURFFLDqFRQVLJOLDELOHDVVLFXUDUHLOFRPSDJQRDYLWDWUDPLWHO
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GLVFHQVRULRSODFFKHWWHWLSRMRMR2FFRUUHSHUzVHPSUHHVVHUHDXWRDVVLFXUDWLDGXQDVRVWDR
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$WWHQ]LRQHRFFRUUHVHPSUHHVVHUHDXWRDVVLFXUDWLDOODVRVWDRDXQSXQWRILVVR

,QRGLHOHPDQRYUH

&DUUXFROH

$WWHQ]LRQH/HIIHWWXD]LRQHGHOOHFDUUXFROHYDIDWWDGDSHUVRQHFKHQHFRQRVFDQR
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FRORURFKHYRUUDQQRDSSUHQGHUHLQPDQLHUDHVDXVWLYDWDOLPDQRYUHHIIHWWXLQRPHQVLOPHQWH
ULSDVVLGLWDOLFRVWUX]LRQLSHUPHPRUL]]DUHSHUIHWWDPHQWHRJQLRSHUD]LRQHRQGHHYLWDUHGHJOL
HUURULGDJOLHVLWLQRQDIIDWWRJUDGLWL

&DUUXFRODGRSSLDFRQVSH]]RQHDXVLOLDULR
'HVFUL]LRQHGHOOHIDVLRSHUDWLYH

$'RSRDYHUDUUHVWDWRODFDGXWDEORFFDUHLOPH]]REDUFDLRORFRQXQDVRODGLEORFFDJJLRH
UHODWLYDFRQWURDVROD

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SRVVLELOHGDOSXQWRGLVRVWD
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PDQFDQ]DGLXQRVSH]]RQHXWLOL]]DUHLOUDPROLEHURGHOODFRUGD(VHJXLUHXQPH]]REDUFDLROR
HIHUPDQRFRQDVRODHFRQWURDVRODGLEORFFDJJLR

'6FLRJOLHUHODVRODGLEORFFDJJLRGHOODFRUGDFKHWUDWWLHQHLOFRPSDJQRHPDQGDUHLQ
WHQVLRQHJUDGXDOPHQWH,DXWREORFFDQWHGHOORVSH]]RQHDXVLOLDULRVFLRJOLHUHLOPH]]REDUFDLROR

$WWHQ]LRQHWXWWRLOFDULFRqVXOORVSH]]RQHDXVLOLDULRDFFHUWDUVLGHOODWHQXWDGLWXWWR
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DOODXWREORFFDQWHGLVDOWDUHLOPRVFKHWWRQHHSDUDOOHODPHQWHDWWUDYHUVRXQDUHJROD]LRQH
LQL]LDOHPROWRSUHFLVDOLPLWDUHDOPDVVLPROHSHUGLWHGLFDULFRSHUDOOXQJDPHQWRGHOODFRUGD

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FRQWDWWRGHLGXHPRVFKHWWRQLGLVRVWDTXLQGLULEORFFDUHORVSH]]RQHDXVLOLDULR
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TOPOGRAFIA. Il punto
culminante completamente in
V. dAosta. prima vetta di quella
importante costiera che, con una
serie di bellissimi picchi, giunge,
in direzione nord, fino alla
Grivola, separando le valli del
Svara e della Grand Eyvia.
Dalla vetta scende in direzione
sud-sud-est una cresta che, dopo
un netto e quadrato intaglio
visibilissimo da oriente .....
35,0,6$/,725, J. J. Cowell
e W. Dundas con Michel Payot e
Jean Tairraz, 4 settembre 1860,
dall'
Alpe di Moncorv per il
versante sud-ovest, seguendo
approssimativamente quella che
tuttora la via abitualmente seguita con gli sci. Partendo dai casolari di Moncorv, essi dovettero
infatti risalire "ab inizio" il Ghiacciaio del Gran Paradiso (o le sue morene), mentre ora, prendendo
come punto di partenza il Rif. Vittorio Emanuele Il, si preferisce inerpicarsi direttamente alla
quota.....

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NOTA. Se la crepaccia terminale si presenta difficile in corrispondenza della vetta

tradizionale, si potr sempre trovare un passaggio pi a sud percorrendo poi un maggior tratto della
cresta. Venne pure seguita senza particolari difficolt tutta la cresta a partire dai pressi del Colle
della Becca di Moncorv (Puiseux e compagni, 16 agosto 1877; C.A.F. Bull. 1877, 316).....
DDVARIANTE. DAL GHIACCIAIO DI MONCORV PER IL CENGIONE DELLA
BASTIONATA DELLA BECCA di MONCORV. R. Pendlebury, A. Cust., C. Taylor con G. e
J. Spechtenhauser e G. Blanchetti, 19 luglio 1875 (Boll. XIV, 655; A. J. VII, 318). Questa
variante, facile come la via normale, conveniente per chi voglia dai colli di Moncorv o del Gran
Paradiso raggiungere comodamente la vetta senza abbassarsi fino al Rif. Vittorio Emanuele II,
permettendo in tal caso di risparmiare oltre 1 ora di cammino. Dal Rif.. VITTORIO
EMANUELE Il (v. N. IV) seguire lIt. 41a fino a q. 2932, quindi volgendo a sin. risalire parte del
primo grande cono di deiezione tra le q. 3011 e 3119 alla base della bastionata.......

DEPER LA BASTIONATA DELLA BECCA DI MONCORVE'

. M. Baratono e F. Chabod, 8
agosto 1919 (Riv. 1920, 124). Con il. 68aa fino al grande cono di deiezione. Salirlo fino al termine,
innalzarsi per un Canalino stesso. Attraversato questo, raggiungere unampia terrazza e quindi una
comoda cengia; seguirla verso est fin oltre uno spigolo e poi salire per erti lastroni QRQGLIILFLOL,
sempre obliquando a destra...

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