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Prologo.
Parigi
in qualche posto
estate 2008
buio e fa freddo.
Freddo? Impossibile. In una sera d'estate come questa...
Infatti: un freddo psicologico il mio. Non ho freddo. Ho paura. E quando ho paura
mi viene freddo, cio non un freddo vero... Insomma: psicosomatico... Va be', hai
capito, no?
La donna di mezz'et in T-shirt grigia si stringe nelle spalle con rassegnazione:
capito...
Un brivido mi abbraccia le scapole e scende ad attivarmi tutti i neurotrasmettitori
della schiena in un elegante domino di aghi ghiacciati.
Chiudo gli occhi, anche se, nel buio fitto, fa poca differenza. Penso che, quando
decider di riaprirli, gli ci vorr un po' per ambientarsi di nuovo...
Sono chiusa qui dentro e, nonostante sia esile, la mia claustrofobia mi espande i
polmoni con la meccanicit schizoide dell'ansia da soffocamento. Sento la pelle
inguainarmi come una tuta di lattice... Devo chiudere gli occhi per concentrarmi sul
dentro e non sul fuori. Allargare il mio mondo interno, quella polla nera d'infiniti
cerchi concentrici che sta al di qua delle finestre dei miei occhi.
Dal mio nascondiglio sento il pacato vociare dei convenuti. Ostentano autocontrollo,
ma il veleno invisibile della loro tensione intossica anche me e mi chiude lo stomaco
in un crampo di paura.
Ma chi te l'ha fatto fare, Vio? Non mi ascolti mai, mai!
Respira, fiuuuuu.... Respira, fiuuuuu...
Immagino.
La prima istantanea di pace che mi viene in mente un'alba come tante alla locanda
Sheik Ali di Qurna.
Sono le 6:45 del mattino ed i miei gesti hanno la confortevole ripetitivit del rito:
allungo la coperta sintetica sul letto, a nascondere la stropicciatura della mia notte
agitata; capovolgo con precauzione gli scarponcini, per evacuare gli eventuali
scorpioni uno sbuffo giallastro di sabbia finissima s'infila nelle narici e mi fa
starnutire; calzo le scarpe facendo scivolare i piedi sui microgranelli di questa polvere
gialla che ricopre, patina indelebile, ogni cosa, e si rideposita testardamente anche
quando la spazzoli via.
Esco. La chiave cigola nella toppa della porta di legno; qualche metro pi su, penne
arruffate spuntano da un nido di rondini aggrappato al muro giallo, impastato di paglia
pressata e fango. Il raglio di un asino accompagna l'intreccio di voli nel cielo color
fiordaliso.
Percorro ad ampie falcate il cono d'ombra proiettato dalla mia camera sull'acciottolato
del vicolo fino a sbucare nel cortile interno dell'ostello. Sotto i miei passi i sassi
schioccano, si grattugiano, sfregano e rotolano, fino a svegliare il guardiano. Apre un
occhio da sotto gli spessi strati di un approssimativo turbante di lana, si stringe
Eshta indica lo strato di crema spessa che si solidifica sulla superficie del latte quando questo passa
dall'ebollizione al raffreddamento. Il termine, se riferito ad una ragazza, intende riconoscerle doti
sensuali. Si potrebbe tradurre con: super sexy.
Basel
da qualche parte nella City
4 febbraio 2008
Basel si sveglia sotto un cielo opale in cui soffici fiocchi di neve ondeggiano, pigri.
Lo sapevo.
Come quando ero bambina e mi svegliavo, nel cuore della notte, al richiamo di quel
bagliore marziano. Avevo la fronte, il naso e le mani schiacciati contro il vetro freddo,
e un alone di condensa segnava il tocco delle mie narici; mentre un brivido
attraversava il mio pigiama, fissavo ammaliata il riflesso arancio che, dalle nuvole
cariche, s'irradiava sulle cose.
Nella visione mistico-fantastica della mia infanzia, quella patina di luce rugginosa era
preludio inconfondibile alle grandi nevicate. Tornavo a letto sapendo che, il giorno
dopo, avrei trovato una spessa coltre bianca a ricoprire le forme del mio mondo.
Per questo, quando ora scosto la tenda, non mi stupisco del metro e mezzo di candore
che pesa sul balcone, n dello strato di neve compatta che fa da cresta a qualsiasi
superficie curva o piana.
Latmosfera ovattata e una grazia candida nasconde tutto: i ciuffi stenti dell'erba
bruciata dal gelo, le screpolature del tetto, gli aloni grigiastri da esposizione allo smog
che deturpano le mie sedie di plastica bianche.
Con un brivido, torno alla scrivania e osservo con una smorfia il mare di carte e libri
pericolanti su pile di dossier, che la ingombrano. Dalla sedia, dove avevo buttato il
cappotto e la posta appena ritirata, prendo una busta con il logo della Sorbona, che
non ho avuto il coraggio di aprire. La tengo tra le mani, poi la poso sulla tastiera e mi
perdo a fissare la foto del desktop.
Un tramonto alle piramidi, sei mesi fa. Uno dei tanti viaggi lampo che avevo fatto per
raggiungerlo e strappare alle nostre rispettive, frenetiche, vite, una manciata di giorni
da dedicare a noi due.
Sogno.
Lui ha una casa a 20 Km dal centro del Cairo nel villaggio di Nazlet el Samman, ai
piedi di Giza.
Dal tetto si domina il pianoro delle tre piramidi, segnacoli irreali, spettatori
improbabili della vita medievale di un paese gettato, suo malgrado, nel terzo
millennio.
Sotto quei monumenti di pietra si stende la fascia di sabbia, poi i mucchi di casupole, i
vicoli fangosi e bui, le stalle, i bambini in strada, un viavai di turisti su cammelli e
asini.
Un recinto serve a proteggere il deserto dallinvasione deturpante delluomo, o forse a
schermare luomo dalla forza silenziosa e spietata di una lava di sabbia che avanza
inesorabile a prosciugare la vita. Laddove il villaggio e il Niente si toccano, una lunga
ferita languisce in lenta putrefazione: sono le carcasse dei cavalli abbattuti. Lodore
della morte ha una dolcezza estenuante, e sotto quella melassa che aleggia nellaria, si
aggirano branchi di randagi famelici e nuvole di mosche.
Abbiamo attraversato in moto quel luogo estremo, tante volte. Come quella sera.
Man mano che avanziamo, il cuoio cotto e aderente ai teschi, le orbite vuote, il
ringhio dei cani distolti dal pasto, e le spire di quel profumo irresistibilmente
ripugnante scivolano via, come pure si dilegua, risucchiato dalla distanza, tutto il
brulicare del villaggio: scalpiccio di zoccoli-nitriti-schiocchi di frusta-urlaimprecazioni-richiami dei muezzin.
Voliamo ciechi, sulla cresta di dune di sabbia vischiosa e lungo pietraie insidiose,
cavalieri dargento a sfidare la notte, che stende le sue lunghe braccia sullemisfero
settentrionale.
Lorizzonte punteggiato dai minuscoli bagliori rossastri di Sahara City, ultimo
avamposto umano prima del deserto: un fal, un recinto basso di pietre e una baracca.
Blake spegne il motore e mette un piede a terra, io smonto ed entro nel cerchio
illuminato dal fuoco. Ci sediamo, un egiziano in galabiah, senza et e senza parole si
avvicina e offre due bicchieri fumanti di t.
Shukran habibi - grazie amico.
Di fronte a noi, tra il manto di velluto nero del deserto e il cielo, viola cupo,
CONTRO
non credo la pensi cos anche lui;
gira il mondo ed sempre a qualche
migliaio di km da me;
abbiamo una relazione a distanza;
in poco pi di un anno lho visto 4 volte;
mi manca da morire;
le relazioni a distanza fanno schifo;
credi che una relazione di vicinanza lui la
vorrebbe?
ultimamente trova un sacco di scuse
le scuse: lavoro
fuso orario
deve mettere ordine nella sua vita
non vuole farmi soffrire (!!!)
- Violane, ti rendi conto, s? Che la colonna dei pro eguaglia quella dei contro solo
perch hai ripetuto la stessa frase?
- S e allora?
- Tecnicamente non vale, lo sai
- Tecnicamente forse no, ma semanticamente vale eccome Voglio dire di fronte
ad unaffermazione del genere, qualunque contro sbiadisce, dico ti rendi conto?
Quante volte ti capita nella vita dincontrare luomo che ti completa? La tua met che
avevi perso e hai ritrovato?
- Mentre tu continui a sognare, ti propongo una scommessina: 10 a 1 che la tua met
sta per chiederti la temutissima e inflazionatissima pausa di riflessione...
- Sei cinica, ecco cosa sei: cinica!
L o screensaver interrompe la sua danza caleidoscopica quando il trillo di una
chiamata in entrata da Skype comincia a vibrare sullo schermo del Mac.
bd is calling
accept
refuse
chat
pianto. Invece tengo duro, sollevo gli occhi, che mi appaiono grandi e liquidi, e
catturo il primissimo piano, nellattesa.
Senti, Violane...
Ci siamo
Io ci tengo molto a te E come chiunque provi un profondo affetto per qualcuno
Gioisco dei tuoi successi ma soffro anche, sento bruciare su di me, i tuoi guai
E?
Vedi, non mi piace per niente pensare che in questa relazione a distanza come se ti
tenessi in congelatore ad aspettare me Insomma sei una persona meravigliosa e
Un sopracciglio mi si solleva ad angolo acuto.
Sai, in passato mi successo che qualche ragazza mi telefonasse e mi dicesse: sono
passati gi 8 mesi dallultima volta che ci siamo visti! E io rispondessi: davvero?
Pensavo fosse solo una settimana! Perch io vivo cos, ora ho questo progetto a
Bangkok, finir certo, ma magari poi mi telefona qualcun altro e si ricomincia da
unaltra parte Insomma non voglio aggiungere ansia e tristezza alla tua vita
Capisci?
I miei occhi ora, due laghi di montagna sotto la tormenta, si ficcano dritti nella
telecamera:
Fammi capire bene, stai cercando di scaricarmi e per farlo adotti la tipica tattica
maschile del colpire al cuore e poi offrire il braccio? Ti lascio ma lo faccio per non
farti soffrire? HAHAHAHAHAHAH Dio, quanto sei patetico
No, guarda che
Senti, non renderti pi ridicolo del necessario, ho ricevuto il messaggio. Respira
tranquillo: esco dalla tua vita in questo preciso momento.
CLIC
Tremando di rabbia, accartoccio quel foglio che ora mi umilia e lo scaravento lontano
da me; quel lancio vorrei avesse un contraccolpo fisico su di lui, che un vud
imprevisto lo facesse almeno scivolare dalla sedia e rotolare a terra! Ma non mi basta,
la mia frustrazione un fiume in piena che tracima in un gesto tanto stupido quanto
definitivo: cancello Blake Debenham da tutti i client di messaggistica istantanea e di
telefonia, dalla rubrica contatti email e da quella del cellulare. Una damnatio
memoriae in piena regola.
Vado su skype e posto un messaggio personale vicino al mio profilo: ho bisogno di
spezzare la mia solitudine con un urlo silenzioso al mio piccolo mondo di contatti.
Non importa se nessuno coglier il messaggio in bottiglia. Mi basta averlo vomitato
fuori, prima che mi divori. Cos scrivo:
Violane ha nel cuore un toro infuriato che sta frantumando tutto a cornate, ma
ostenta la calma estatica di un laghetto di montagna...
Ho la magra consolazione che se l'eco della mia furia non gli appanna i vetri del
mondo reale, gli sbricioli almeno quelli virtuali.
Poi chiudo gli occhi e mi costringo a rallentare i battiti cardiaci.
Sento lo schiocco secco di qualcosa che si spezza dentro, la vista mi si annacqua e
scoppio in un pianto incontrollabile, che mi demoralizza perch, in fondo, lavevo
previsto e mi fa sentire unidiota perch, nonostante la previsione, non ho smesso un
attimo di aggrapparmi a quella stupida speranza.
Per un istante mi manca laria, ho dentro un sottovuoto che mi ha risucchiato i
pensieri, ma prima che lemorragia di dolore mi annebbi la testa, decido di convertire
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la lacerazione del mio cuore spezzato nel rumore stropicciato di un palloncino che si
gonfia daria, anzi no dei polmoni, ecco: questo schianto il dolore primo, il primo
urto contro gli spigoli del mondo, il primo respiro del pesce-uomo, la gelatina
appiccicata dei polmoni atrofizzati si espande a forza sotto la pressione dellaria
inspirata. Uno sforzo che ti squarcia il petto, tanto che vorresti piangere. Ma solo
aria nuova. Fiuuuuuuuuuu. Respira! Fiuuuuuuuu.
Immagino la sofferenza inscatolata in nuvolette nere che svaniscono davanti al mio
naso, come malie fallite e tutto ad un tratto mi sento meglio.
Riapro gli occhi ancora appiccicati di lacrime e li poso sulla lettera abbandonata,
mezza aperta, sulla tastiera. Ora tutto sembra pi facile.
Mi alzo e vado alla finestra, scosto la tenda quanto basta per scorgere lo squarcio nel
cielo di cotone spesso, da cui filtra qualche raggio di sole; poi mi volto ad inquadrare
la stanza zeppa di libri, lattraverso con passo misurato, sbuco nel corridoio e mi
affaccio sulla stanza della bambina. Sul letto, fatto, i resti di un puzzle; il tavolino
basso ingombrato di fogli e matite, dallo scaffale penzolano i pupazzi e qualche
libricino giace a terra vicino alla casetta di legno della fattoria.
Sorrido: quando Ofelia allasilo il suo mondo di giocattoli si congela nellattesa, ma
tutto sembra prendere magicamente vita, appena irrompe nella stanza Poi mi sento
dire, ad alta voce: Quanto ci metto ad imballare tutto, qui?
Parigi
Quartiere Latino
marzo 2008
Entro nel browser delluniversit > Webmail Login > user name XXX, password
XXX> Log in [Oh finalmente! Componi messaggio]. Scelgo nuovo messaggio
e scrivo une-mail a duca:
Gio, 15 mar 2008 17:05:10
Hey duke
L'odissea per la scuola materna continua... Dopo una settimana persa a preparare
documenti per un asilo in cui non c'era pi posto, sono tornata in comune per rifare la
trafila daccapo.
L'impiegato mi sforna un nuovo certificato d'iscrizione per l'anno scolastico
2007/2008, poi mi squaderna davanti la lista delle materne di quartiere e mi dice con
noncuranza spaccona:
Ne scelga un'altra.
E che ne so io? Mi suggerisca lei.
Ah no, sta a lei, ma faccia con calma, vada pure a casa e scelga.
Ma non pu farmi un certificato per ogni asilo, poi vediamo quale ha posto? Se no
rischio di nuovo di fare tutta la procedura per niente.
A questo punto la sua saccenteria raggiunge lapice e deforma la faccia in quello che
vuole essere un sorriso sarcastico: per quello che dovrebbe contattarli prima tutti
per sapere se hanno disponibilit, e solo dopo venire da me per fare il certificato.
Non potevo gettare la spugna cos Ragiona-ragiona-ragiona mi dicevo. Rileggo la
lista; i nomi non mi dicono niente Tranne uno: cole maternelle rue Saint Jacques.
Mi vengono in mente le conchiglie Saint-Jacques, meglio note come cappesante, il
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- Il tuo solo il delirio di un uomo solo, che ha trascorso sei mesi recluso nel ventre
di un paese musulmano, dove le donne che si vedono in giro sono vestite come
settarie del Ku Klux Klan.
Il suo cinismo gli strappa un sorriso: No, non il turbamento di fronte ad un bel fiore
scoperto nel deserto; le dita del suo sguardo mi hanno accarezzato lanima, come se
la conoscessi da sempre.
Blake pesca nel suo rammarico fino allalba, quando decide che, qualunque cosa
accada, lotter per avere quella donna nella sua vita, fosse anche solo come amica,
perch non vuole e non pu lasciarsela sfuggire.
Capo, in arabo.
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dello scenario brullo mi procura sempre, Lisa, seduta al mio fianco, mi guarda
apprensiva poi infila la testa nel varco tra il sedile dellautista e quello di Matthias e
domanda con voce stridula:
Cosa sta succedendo, professore?
Abdul continua a scalare, ma il freno motore non sufficiente e lo schermo metallico
anti-proiettile, che costituisce limprovvisata garitta post-atomica del posto di blocco,
si avvicina a velocit sostenuta.
Mi sporgo verso di lei e le do di gomito: Non ti sembra lo scudo di un guerriero
macedone del IV secolo a. C.? Anzi no, pare uno scappato da una testuggine
romana...
Lisa mi fissa, stranita, mentre continuo, con fare compunto: Lo so cosa stai per
dirmi: quelli erano pi piccoli, ok Per suggestivo quel ragazzetto in uniforme in
mezzo al nulla, no?
Violane! Se non freniamo in tempo quello ci spara!
Lisa, ma lo sanno tutti che i poliziotti egiziani non hanno proiettili in canna...
Lei mi guarda con un misto di disappunto, frustrazione e terrore, poi si rivolge di
nuovo al sedile anteriore:
Oddio professore, che facciamo?
Continuo: Ti rendi conto? sti poveri ragazzi hanno il testosterone a palla, niente
sesso fino al matrimonio e quanti di loro hanno i soldi per permettersi di offrire la
dote ad una ragazza? Aggiungici questo caldo infernale Il sangue ti va alla testa per
un nonnulla Se avessero le armi cariche sarebbe un far west, altro che
Lisa non lascolta e strepita, ormai in preda al panico: Professoreeeeee!
Matthias Luzzi solleva il freno a mano con studiata lentezza. La macchina scarta
leggermente a sinistra, ma rimane in carreggiata, lo stridio metallico si accompagna
alla progressiva decelerazione dellandatura. Con uno strappo finale, seguito da un
singhiozzo di Lisa, la sua marcia si arresta, a pochi metri dal ragazzo in divisa.
Il poliziotto si avvicina a gambe larghe e con il ghigno sadico di chi non vede lora di
sfogare la sua noia rancorosa sul malcapitato di turno. La sua baldanza ha uno
scossone quando infila la testa nel taxi e riconosce il gigante dagli occhi di ghiaccio.
Sorrido: caschi male, amico, hai davanti lunico svizzero capace dincenerire
diplomazia e neutralit con uno sguardo, se necessario
Matthias solleva una mano in segno di saluto, che per non ha nulla d'amichevole, e
tiene gli occhi puntati sul ragazzo. Infastidire un occidentale pu scatenare mushkella,
problemi senza fine, il poliziotto si scrolla nelle spalle e ci lascia proseguire.
Il parcheggio dei bus ancora vuoto e le baracche di souvenir che lo circondano si
addobbano di colori ammiccanti per i turisti. Io, Lisa e Matthias scendiamo dalla
macchina, poi lui si avvicina allautista, gli mette in mano una mazzetta di lire
egiziane e accompagnando il gesto con una manata sulla spalla gli dice: E fai
aggiustare i freni, domani non voglio casini.
Un trenino collega lestremit del ramo orientale della Valle dei Re allaccesso della
necropoli vera e propria, lo prendiamo al volo, schivando lassalto dei venditori di
cartoline.
Pochi minuti dopo smontiamo e ci avviamo, a passo sostenuto, verso la guardiola
dellentrata. Aggiriamo i metal-detector fuori uso, specchietto delle allodole per i
turisti intossicati dalla paura del terrorismo; e cinerpichiamo verso il nostro campo
base.
Sono le 7,30 del mattino. Il rimbombo ovattato dei nostri passi sulla sabbia sprofonda
nel ventre segreto della Valle. Il silenzio incantato dellalba galleggia ancora nellaria,
prima dellinvasione delle orde in calzoncini e macchina fotografica.
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La pace sia con te. Una forma di saluto, impiegata alla stregua del nostro buon giorno.
Un giorno luminoso [a te]. Una delle tante forme di risposta al saluto.
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Letteralmente: miele.
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- No, sto controllando, perch tu ogni tanto con questa immaginazione che ti ritrovi...
- Va be non lo so, posso dire che non lo so?
- Devo ricordartelo io che ti sei appena separata?
- Questo semmai sarebbe un punto a favore, no?
- No! Perch devi stare lontano dai guai! E hai una figlia, e
- Non me lo dimentico, tranquilla.
Un morso allo stomaco mi riscuote. Mi alzo dal tavolo di lavoro, avviso i colleghi:
Vado in bagno, e mi allontano lungo la stradina che scende verso il pianoro.
Il vociare dei turisti per una volta mi consola: riesce quasi a coprire il mio battibecco
interno.
Cammino piano per prendere tempo, mi godo il sole caldo sulle spalle e quello strano
scenario popolato di donne sbracciate e uomini sudati, guide turistiche che sventolano
totem improbabili per distinguersi nel marasma, persino un gruppetto di giapponesi
paranoici, barricati dietro ad ombrelli, visiere e maschere, come ingegneri in visita ad
un reattore nucleare. Sorrido e affretto il passo: ne ho abbastanza di quel delirio
demente; ma sono costretta a fermarmi di colpo.
Non lo vedo, ancora, non lo vedo perch tecnicamente sono miope e non saprei
riconoscerlo, ma sento che anche lui qui. Mi guardo intorno convulsamente, le
ondate dei gruppi in visita mi roteano incontro in un ammasso indistinto e rumoroso;
poi lo scorgo, un secondo prima che i nostri sguardi si incrocino.
Lo schivo decisa, mi nascondo nella ressa e scappo.
Il desiderio che ho di parlargli tanto forte, che temo di fare o dire qualcosa
dinappropriato; ma soprattutto amo sfidare la sorte, per mettere alla prova la sua
determinazione. Mentre corro via mi dico: se destino che lo riveda, lo rivedr; ben
sapendo che, in quella fiumana di gente, gi solo incontrarsi una volta, per caso, ha
del miracoloso.
Prima di uscire dal bagno, mi soffermo davanti allo specchio arrugginito e mi sistemo
i capelli corti, stopposi di sudore e sabbia, sorrido sotto lo strato di polvere e indosso
un'espressione decisa e risoluta. Ora sono pronta. S, perch so che al destino non
piace perdere e sento, come lo sentivo prima, che di l a pochi minuti
Lui a dieci passi da me, di tutta lumanit transumante che popolava la Valle non c
pi traccia: ancora una volta il mondo resta sospeso a guardare. Ci fronteggiamo sotto
un sole quasi allo zenit, in un silenzio da duello western.
Posso sentire il battito impazzito del mio cuore, la luce mi abbaglia, ma torreggio
audace. Invece delle parole, che ho bloccate in gola, a Blake arriva lurlo dei miei
pensieri: sono qui, vediamo se hai il coraggio, avanti, cosa vuoi da me, eh? Perch il
tuo fantasma mi perseguita? Chi sei? Forza, rispondi, uomo, sono qui!
- Violane, non esagerare adesso... Quanto sei melodrammatica!
- Uuufff, smettila. Non lo vedi anche tu? come annichilito, sopraffatto, non riesce a
svincolarsi dal mio magnetismo e si chiede come diavolo faccia una donna minuta a
farlo sentire cos... Debole.
- Magari solo imbarazzato perch la maledizione dei faraoni ha colpito anche lui,
sta cercando disperatamente un bagno e non sa bene come affrontare l'argomento...
- Ah, devi sempre svilire tutto; invece guarda, guarda come mi fissa: completamente
stregato. Adesso come minimo mi dice qualcosa di... Di... Audace!
- Sentiamo...
Il tono di Blake basso, circospetto, le sue parole, lente:
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necessiti di una risposta abbastanza lunga da non farci scivolare lontani di nuovo.
Tutto ad un tratto ho una visione: il picco di el-Qurn, la cima della montagna che
sovrasta la Valle dei Re.
Io e Lisa lo avevano scalato qualche giorno prima, unimpresa ardua e a tratti
pericolosa ma che vale lo sforzo: ti senti sul tetto del mondo, anche se non raggiunge
neanche i 500 metri sopra il livello del mare. Ma dalla cima domini tutta la valle e se
il cielo pulito riesci a scorgere il Nilo e poi ancora la striscia verde di coltivazioni e
palme dellaltra sponda. Tira un vento forte, tanto che si fatica a stare in piedi
Mi avvicino a lui, sollevo il braccio in modo che lui possa appoggiarvi lo sguardo e
seguirne la direzione fino alla piramide naturale di roccia, poi parto all'attacco: Sei
mai stato lass?
No.
Ti piacerebbe
- Ma che dici? Che ne sai tu di cosa gli piace?
- Eppure, guarda i suoi occhi: hanno avuto un guizzo
Imperterrita, continuo: Niente turisti, niente vociare, solo tu, il vento e il coperchio
del cielo. Un posto di pace e di libert.
Lui abbassa lo sguardo e mi sorride: Un posto per me.
Ti ci porto [respira, dai, respira e affonda:] domani!
Come?
Voglio dire Se ti interessa Non facile arrivarci se non conosci la strada, posso
farti da guida: domani venerd, non si lavora.
Giorno santo dellIslam.
Gi.
Matthias Luzzi torreggia sullentrata della tomba con il diario di scavo in mano e
tuona:
Del Vesco!
Mi volto di scatto e le guance mi diventano cremisi. Il professore mi indica la cassa di
legno in cui sono ammucchiate le schegge di calcare ed i frammenti ceramici che
devo copiare.
Vero che i cocci aspettano da 4000 anni Un minuto in pi o in meno non gli
cambia la vita, fa una pausa e un sospiro profondo, ma a me s! Abbiamo una
tabella di marcia da rispettare: al lavoro!
Mi giro verso Blake e con una smorfia gli sussurro: sai com'... svizzero
Ti ho sentita, sai?
Arrivo, professore, arrivo...
Lui mi fa locchiolino: A domani, allora.
A domani.
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Parigi
Metropolitana, dalle parti della fermata di Chtelet les Halles
27 maggio 2008
La metropolitana sferraglia nel buio delle gallerie parigine, io, la testa reclinata a
sfiorare il finestrino, ho gli occhi lucidi e rivisito nella mia mente, senza sosta, le
scene di quel film intenso che era la mia vita solo un anno e mezzo prima.
I ricordi premono per uscire fuori. Gli spezzoni, frammenti di sequenze interrotte, si
accalcano proiettati sulle pareti di cemento dei tunnel della metro; poi la corsa
sinterrompe, il proiettile di metallo decelera, le porte si schiudono, con lo schianto
soffocato di uno sparo ad aria compressa, e una voce metallica annuncia: Chtelet
les Halle prochain arrt Chtelet les Halles.
Chiudo gli occhi e ricomincio a sognare.
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Come?
Coshai detto a quelli l?
Hahaha ci stai ancora pensando? solo un vecchio trucco, quando i militari ti danno
filo da torcere basta fingere di essere della mukhabarat, la polizia segreta.
E quel libretto?
Ah quello? Be il piano B: minaccio di scrivere i loro nomi nella lista nera e di fare
rapporto ai superiori Ci cascano sempre.
Arriviamo in cima e facciamo in tempo a raccogliere a pieni polmoni la prima ventata
della sera che ci avvolge come una carezza. Ci sediamo fianco a fianco a bere con gli
occhi lo spettacolo del sole morente. In lontananza vibra il richiamo del muezzin, il
cielo si colora di blu petrolio e un velo di nuvole sfilacciate riflette toni arancio e
argilla.
Blake rompe il silenzio per primo, ma la sua voce solo un sussurro: non so chi sei e
quindi quanto sto per dire suoner bizzarro se non ridicolo, ma Vorrei come se
ti conoscessi da sempre. Non so niente della tua vita Cio mi hai detto che hai una
famiglia e
Lo interrompo: Ho una figlia, lei la mia famiglia.
Blake va avanti come non mi avesse sentita: Certo non potevo aspettarmi che una
donna come te Voglio dire Com che dicono? Le migliori sono gi prese, no?
Una mezza risata gli muore in gola.
Blake, guarda che io
Lui mi implora con gli occhi di tacere, di non interromperlo e continua:
Non voglio rinunciare a te So che suona assurdo, perch siamo due estranei,
praticamente ti ho vista due volte
Tre.
Come?
Con questa fanno tre.
Tre
Un falco ricama volute nel cielo porpora, con alte strida. Ci voltiamo entrambi a
seguirne il volo, ma Blake lo abbandona presto per soffermarsi sul mio profilo, ancora
intenta a scrutare lorizzonte. Sento il calore del suo sguardo e gli sorrido.
Se mi guardi cos non capisco pi niente Senti Violane, io non voglio insidiare la
tua famiglia, insomma Possiamo essere amici? Se solo tu potessi farmi un po di
posto Nella tua vita, intendo... Poi fa un gesto come a voler cancellare le ultime
parole, ancora coraggiosamente sospese in aria, mi sento un idiota, scusa.
Gli appoggio un dito sulle labbra: Sssstttttt
Lui mi sfiora il braccio, con un tocco leggerissimo che a me sembra incredibilmente
familiare. Senza volutt e senza malizia, la pelle riconosce la pelle, amica. Da sempre,
da ora. Mi chino nellansa del suo collo; inspiro a fondo lodore caldo e forte di
maschio, di strade polverose, sole infuocato, sudore, fatica. Poi sfioro le sue palpebre
chiuse con un bacio leggero; scivolo sugli zigomi, le guance, gli angoli delle labbra,
poi scendo lungo il collo, lapertura della camicia, un bottone dopo laltro, gi,
sempre pi gi.
Lui mi solleva il viso con mani ferme e dolci, fa cenno di no con la testa, negli occhi
tristezza infinita e desiderio strozzato. Lo guardo interrogativa, poi capisco, mi
sollevo a mordergli lorecchio, poi gli sussurro: Non sono sposata, sono separata,
sono separata con una figlia.
Blake sgrana gli occhi mentre io mi scosto e continuo con tono provocatorio: Ma se
non ti va E preferisci che restiamo amici Solo amici
Mi alzo del tutto rassettandomi con ostentazione la camicia: Per me va bene.
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Lui mi afferra una mano e mi attira a s con uno strattone, gli cado in braccio con una
risata, e Blake mi prende il viso tra le mani e comincia a baciarmi il collo, il lobo
dellorecchio, le guance, gli occhi
qui che porti tutti i ragazzi al primo appuntamento?
Gli restituisco i baci: Non tutti, solo quelli avventurosi, per gli altri uso lalbergo:
pi comodo.
Ah!
Gli sbottono i pantaloni: Dovrai accontentarti, quindi E mi siedo con maliziosa
cautela su di lui, Blake mi afferra la bassa schiena e con un ansito di piacere replica:
Voglio la rivincita, in albergo. Gli cingo i lombi e lo spingo a fondo dentro di me,
poi senza fiato, sussurro: Avido!
Parigi
Metropolitana, nei sotterranei del 10 arrondissement
27 maggio 2008
Un black-out, che fa cadere il buio nel vagone e provoca uninchiodata brusca con
successiva immobilit totale e brusii interdetti e spaventati tra i viaggiatori, mi spinge
a riaprire, controvoglia, gli occhi. I neon pulsano incerti con rapidi flash, poi il
generatore demergenza si mette in funzione e in metropolitana torna la luce.
Allinterfono si affaccia una voce umana, non la solita registrazione androide senza
sesso e senza timbro che di solito cadenza le fermate: dalla cabina di guida avvisano
che c stata uninterruzione di corrente per via dei lavori dammodernamento alla
tratta, un breve contrattempo, invitano alla calma e, soprattutto, alla pazienza. Mi
rendo conto dessere ferma a Gare du Nord, quando avrei dovuto cambiare a Chtelet
les Halles e prendere la linea 7 in direzione Villejuif Louis Aragon.
Merda, sono dallaltra parte della citt Meglio che avvisi Giulia: al cinema, in
tempo, non ci arriver mai Idiota! Per una volta che ho la serata libera, mi vado a
perdere nei miei ricordi del c Be senti, scendiamo di qua almeno e cerchiamo di
prendere al volo un altro treno che riattraversi la Senna, intanto la chiamo
Dopo appena uno squillo, mi risponde:
Oh Vio, sono in ritardo, successo un casino
Ciao Giulia, stavo per dirti la stessa cosa
Mi senti? Non c campo qui.
Forse dipende da me: sono nei tunnel della metro Tu dove sei?
Sono in garage Sai, volevo venire in macchina Solo che a fare la retro, sono
salita sul lettore dvd e sulle lattine di birra che si sono rotte
Sorrido, immaginando Giulia al volante, poi faccio una domanda assolutamente
inutile: Scusa ma tieni il lettore dvd in garage?
Dovevo portarlo da Cesco Va be, comunque adesso qui ho riempito di birra in
terra e di vetri perch ha dato il giro anche il quadro grosso del padrone di casa.
Il quadro grosso
E si sono rotti tutti i vetri Quello appena lo sa mi fa due maroni Adesso sono
andata al supermercato a prendere uno scatolone per metterli dentro.
Scusa Giulia, ma come hai fatto a salire con la macchina su tutte quelle cose?
[seconda domanda inutile] Lascia stare forse meglio non chiedere...
Come ho fatto a salire su quelle cose non lo so di preciso, perch avevo la radio a
palla e non ho sentito niente Forse ho urtato la borsa con il dvd e questa ha fatto
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cadere il quadro Io mi sono solo accorta che la macchina si alzava dal lato destro...
Della serie: non me ne va una giusta...
Senti vengo ad aiutarti e ci vediamo un film a casa tua, che ne dici?
Oh mi dispiace
E di che? Sono anche pi vicina: ho Ehm Sbagliato a cambiare e mi sono
ritrovata a Gare du Nord Dieci minuti e sono da te.
Dai, ti aspetto tanto dove devo andr? Qui un lg ed brra, un lago di birra
Hahaha resisti, arrivo.
Unora dopo io e Giulia entriamo in casa sporche e sudate e con un fiatone da
quaranta minuti di pulizie e cinque rampe di scale a piedi. Crolliamo sul divano, le
maniche arrotolate fin sopra i gomiti, le scarpe da ginnastica bagnate da macchie
scure e strisce nere sui pantaloni.
Mi volto a guardare la mia amica e scoppio a ridere: Mi piacerebbe vedere la faccia
del tuo padrone di casa
Giulia fa un gesto con la mano per scacciare la prospettiva e si alza con una smorfia:
Qualcosa da bere?
Volentieri, grazie oh, dimenticavo
Estraggo dallo zaino di tela, che avevo gettato vicino al divano, un pacchetto piatto e
lo appoggio sul tavolo, quando torna, Giulia mi sorride ed esplode in un hey, anche
un regalo?
Be non capita tutti i giorni di ritrovare, per caso, su facebook, una vecchia
compagna di scavo che, guarda caso, vive proprio nella citt in cui stai per trasferirti!
Vero vero, bei tempi quelli, eh? Abbiamo passato unestate a picconare la necropoli
alto-medievale di quel paesino sperduto in Toscana E lantropologo inglese? Te lo
ricordi? Innamorato cotto della Elisa, quella coi capelli ricci
Cera il cuoco anche, come si chiamava?
Ermanno? Quello che aggiungeva la panna dappertutto? Soffrittone e panna 'na
botta
S era un gruppo di pazzi ma ci siamo divertite.
Giulia annuisce con lo sguardo perso nei ricordi e intanto squarcia la carta del regalo,
io mi alzo e con tono casuale, andando alla finestra dico: Io poi ho mollato il
Medioevo per lEgittologia e tu
Io sono finita a fare limpiegata in uno studio televisivo e ancora mi chiedo
perch
Oh, se per quello, me lo chiedo anchio
Al lavoro sono stressatissima e demotivata... Diciamo che vado avanti per i sld...
Io invece faccio un dottorato di ricerca con una bambina piccola e dopo tanti sacrifici
mi sveglio una mattina e mi dico: hey ma io voglio scrivere
Mi sembra bello.
il mio sogno vero, sai quello di quando eravamo bambini e ci chiedevano che vuoi
fare da grande? Sospiro, sempre che significhi ancora qualcosa
Be, io una soluzione allinsoddisfazione ce lho Almeno per me
Dimmi.
Oh facile: cerco di mandarmi affanculo ogni tanto...
Scoppio a ridere, ma Giulia mi guarda seria e continua: E di osare
Dovrei riprendere la penna in mano, dici?
La mia amica solleva le sopracciglia con fare saputo.
Ma chi vuoi che mi si fili, Giulia!
Non lo saprai mai se non ci provi, no?
Mi stringo nelle spalle e con un mezzo sorriso che implora di cambiare discorso
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Capitolo 1
Parigi
Quartiere Latino
1 giugno 2008
A tre mesi dallarrivo in Francia, Violane si rassegn ad aprire un conto in banca.
Sperava di riuscire ad evitarlo, trattandosi di pochi mesi, ma quella mattina, al
pagamento della quota mensa della scuola materna, la direttrice, laveva inchiodata
allentrata e, sventolando con gesto teatrale la busta marrone scuro, che Violane le
aveva appena consegnato, aveva tuonato:
E questo cosa sarebbe?
Il viavai si era interrotto di colpo, i genitori in entrata e uscita, smesso il fluire, si
erano distribuiti in ordine sparso, per gustarsi lo spettacolo. Violane, fissava interdetta
Mme Blanchard con tanto docchi e la traccia, cinerea, del sorriso del mattino.
la busta che mi avete dato voi, per il pagamento della mensa.
Gli occhi degli spettatori scattarono a fissare linterlocutrice, aspettando la battuta di
risposta, in un silenzio irreale, che la direttrice ruppe scuotendo la busta e facendone
tintinnare il contenuto. Di fronte a quella criminale evidenza, le sue parole parvero
d'un accanimento inutile:
No, io mi riferisco a questo suono
Prego?
La maschera melodrammatica di Mme Blanchard si atteggi ad una smorfia degna di
un David di Donatello, accompagnata da uno studiatissimo sospiro, che segnava il
tempo della sua degnazione: Monete! Pronunci la parola terribile e il brusio
dimbarazzo e biasimo degli astanti fece da eco alla prova di recitazione.
Violane continuava a non capire, si vide allimprovviso alta un palmo, schiacciata da
mille facce corrucciate e, per un attimo, le parve perfino di sentire lo stesso odore di
risciacquo dei pavimenti che aveva la mensa del suo asilo, per non parlare delle
smorfie feroci delle suore che sventolavano indici irosi.
Nonostante il flashback della sua infanzia, trov il coraggio di balbettare:
Sono euro, sa? Non le ho mica messo franchi francesi l dentro.
Evidentemente la Mme non aveva, tra le sue doti, il senso dellumorismo, visto che la
battuta, lanciata da Violane sullorlo della ghigliottina, non laveva scossa di un
millimetro.
Mme del Vesco, lei mi deve pagare avec un chque, con assegno, non con questi
Con questi Guard con disprezzo e disgusto lantiestetico rigonfiamento delle
monete nella busta.
Violane sugger: Soldi?
Mme Blanchard la fiss e sibil: Mme lei forse non ha ancora capito che a Paris,
senza un conto in banca, non si va da nessuna parte!
Cos alle 15 di quel pomeriggio stesso Violane si sedette, controvoglia, alla scrivania
di tale Sandra Lamant addetta allaccoglienza dei nuovi correntisti, nella filiale del
quartiere latino della BNP Parisbas; scelta del tutto casuale: era la banca pi vicina a
casa, il che almeno eliminava una delle infinite scocciature, spese e perdite di tempo
che un ulteriore conto in banca, in un altro paese europeo, avrebbe comportato.
La ragazza, in tailleur grigio fumo di Londra, le aveva appena squadernato davanti un
faldone di fogli, brochure informative e opuscoletti vari scritti in fittissimo
burocratese finanziario e Violane cominci a muoversi, a disagio, sulla sedia. Poi
squill il telefono.
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Pardon
Prego
All! Maman?
Sandra Lamant sorrise, imbarazzata.
S, s capisco Senti, sto lavorando Non posso
Sandra Lamant alz gli occhi al cielo, cercando complicit in una Violane di pietra.
Ti ho detto che Mamma?
Violane fissava i fogli e tutti i riquadri evidenziati per le firme [io lo so che si
nasconde la fregatura da qualche parte, dannazione ci capissi qualcosa di sta
roba pure in francese, merda merda merda!]
Va bene: solo una cosa... Dimmi! No, no, la fondue savoyarde no! Rudyard non la
digerisce
Violane guard con ostentazione lorologio e poi sospir.
Senti sono al lavoro, mamma, con una cliente, ti devo
I sospiri diventarono due.
Ti devo proprio lasciare Mamma? Ooouuuffff!
CLICK
Pardon.
De rien.
Allora, veniamo a noi.
Veniamo a noi... [Chiss perch a me suona come una minaccia]
Il conto che le propongo si chiama esprit libre. Le permette di avere un contoassegni (quello duso quotidiano, per le spese, i pagamenti, le bollette), e uno di
risparmio (che le garantisce una piccola percentuale dinteressi). In pi ha diritto a
sottoscrivere unassicurazione e ad una serie di gadgets.
Lasciamo perdere i gadgets.
Lo sguardo di Sandra Lamant, sopra la linea degli occhiali, era un po imbarazzato.
Ehm Per aprire il conto ci deve fornire una serie di documenti E le allung un
foglio con la lista, Violane lo guard e strabuzz gli occhi:
Una, lunga, serie di documenti!
Oh Be la prassi
Vedo che ne richiedete uno persino dal mio datore di lavoro.
S, limpiegata annu diligente, che certifichi che laspirante correntista sia
assunto.
Io non ho un datore di lavoro, sono qui per fare ricerca presso lUniversit.
Bene, avr la tessera allora.
S, ma delluniversit di Basel, io qui sono ospite, per un tempo determinato.
Vorr dire che si dovr iscrivere anche qui.
Mi devo iscrivere allUniversit, per aprire un conto in banca, che mi serve per
pagare una mensa dellasilo?
O si procuri una tessera di frequenza, qualcosa
Un tessera di frequenza, dice E con questo saremmo a posto?
Quasi. Risolto il punto 1- passiamo al punto 2-: per attivare il conto ci vuole
lattestato di domiciliazione.
Posso farlo in auto-certificazione?
No.
Basta il contratto daffitto?
No, ci vuole la ricevuta di una bolletta pagata, non so: luce, gas, acqua, quello che
vuole.
Non posso fornirvela, le bollette non sono a nome mio.
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Parigi
Quartiere Latino
10 giugno 2008
Violane apr la porta di casa e un chioccolio di gioia le arriv dalla sala, subito seguito
da uno scalpiccio di passi frettolosi e dinoccolati che diventarono tuttuno con il balzo
di una massa tonda e morbida che le salt al collo urlando: Mamma, mammaaaa!
Violane strinse a s la piccola aspirando avidamente il suo profumo di borotalco,
caucci, lampone e biscotto.
Non ha voluto saperne di dormire Le ho provate tutte Mi dispiace. Giulia le
rivolse un sorriso stanco.
molto tardi Ofelia, dovresti essere a nanna da un pezzo, domani vai allasilo, i tuoi
amichetti ti aspettano, bene che tu sia bella riposata.
Ma io voglio apettare mamma-mamn!
S tesoro, ed io sono a casa finalmente, ora ti racconto una favola mentre ti
addormenti.
Violane alz gli occhi verso lamica e sorrise: Grazie Giulia, ci sentiamo domani?
La ragazza le appoggi la mano sulla spalla con un gesto daffetto e comprensione ed
usc.
Non appena Violane l'ebbe distesa dolcemente sul cuscino, la piccola Ofelia chiuse gli
occhi e cominci a respirare rumorosamente al ritmo lento del sonno. Lei le accarezz
ancora i capelli fini e ondulati e con il dito segu il profilo della guancia gonfia e
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portatile.
Ah s s, questa tecnologia geniale, ma cos piccoli
No, guardi io
Ah ma capisco, capisco, certo comodo, non lo nego, ge-ni-a-le, solo che pare
scaldino lorecchio, sa Per i bambini non va proprio bene.
No, ma guardi che
Lascensore arriv a fondo corsa, Violane cerc di replicare ma nello sconcerto non
trovava le parole, bofonchi solo un au revoir ed usc con la bimba per mano.
Salta su Ofelia Si volaaaa!
Yuuuuuuuu! Corri mamma, corriiiii!
La bambina si teneva al manubrio, le gambine strette e parallele per far posto alla
mamma sulla pedana.
Violane impresse una forte spinta al monopattino e scivol veloce sullasfalto,
schivando passanti e cani. Era un piacere piccolo e un po puerile quello che la
portava a correre rasente ai muri, deviare allultimo secondo prima dello scontro
frontale, infilarsi nelle strettoie o far risuonare di vibrante disappunto le grate dei
tombini.
Dopo aver accompagnato la bimba allasilo, Violane torn a casa, abbandon lo zaino
in un angolo dellentrata e affond nella poltrona di fronte alla scrivania. Scosse il
mouse e lo screensaver sfum per lasciar posto al documento di word.mac, che aveva
aperto prima di uscire.
La pagina bianca occupava tutto lo schermo e il cursore pulsava in attesa, proprio
sotto il titolo: cap. I, Ostraca testuali. Ricerca Onomastica.
Violane si sporse verso la tastiera, le mani sospese, pronte a cogliere londa
improvvisa dellispirazione e a surfarci sopra con spavalda maestria, ma non successe
niente.
Titolo, a capo.
A capo.
Oddiooooo ho la testa vuota!
Le braccia le ricaddero in grembo, mentre lei guardava fisso lo schermo, nella
speranza di strizzare fuori da quella riga laconica di titolo unidea per il prosieguo.
Sincant abbastanza da lasciarsi sorprendere dal salvaschermo: un fascio di luce con
i colori delliride che spazzava il buio dello sfondo nero.
Si direbbe un esploratore che si aggira con una torcia elettrica nella mia testa
- C nessunooooo? Heyl! Voi di casaaaa?!
I tentacoli di luce colorata si allungano e si ritraggono nervosi, con landamento
casuale e un po frenetico di un calamaro accecato. Una voce accucciata a terra,
braccia intorno alle ginocchia, arriva da un angolo nero della mente:
- Sono qui. Lasciami in pace.
Lesploratore con la torcia si smaterializza: FLOP.
Violane mosse di nuovo il mouse e torn alla pagina bianca. Selezion il tasto delle
maiuscole e digit lenta: HO IL CUORE SPEZZAT O. Si ributt indietro sullo
schienale e chiuse gli occhi mentre un groppo in gola si gonfia pericolosamente
minacciando di travolgere la sua calma apparente sotto una valanga di lacrime e
singhiozzi.
Poi dalla sua mente usc una donna di mezzet, aveva una t-shirt grigia con stampato
in blu CUORISPEZZATI ANONIMI HELPER THERAPY, si piazz di fronte a lei e quando parl, lo
fece con la voce di Violane:
- Ciao, sei nuova vero? Vieni, accomodati.
Le diede il benvenuto con un ampio gesto del braccio, e dietro di lei si materializz un
30
Parecchie
3- Hai preso la decisione di venire qui da solo/a?
Certo!
4- Sei determinato/a a disintossicarti da un amore distruttivo?
S
NO
S
[Ma che sto facendo?]
Limmagine della donna in t-shirt grigia torn a fuoco:
- normale sentirsi un po confusi la prima volta; non ti preoccupare, sei tra amici.
Come vuoi che ti chiamiamo qui?
- Vio.
- Diamo il benvenuto a Vio!
Dal cerchio di sedie si alz un coro: CIAO VIOOO!
Lhelper therapy continu:
- Il nostro programma di recupero prevede lapplicazione del metodo dei 4 passi.
1- prendi atto della tua inclinazione alle relazioni impossibili;
2- individua, nelle tue radici, le cause che ti portano a scegliere prevalentemente
uomini inarrivabili;
3- renditi conto del perch certe qualit o certi difetti (preludio inevitabile ad un
legame distruttivo) ti parevano irresistibili. Grazie a questa presa di coscienza, infatti,
la coazione a ripetere inibita e il potere ammaliante degli uomini sbagliati,
disintegrato;
4- reinventa le tue aspettative sentimentali su nuove, e sane, premesse.
- Io Io non sono pronta, scusate.
Violane apr gli occhi: davanti a lei il foglio bianco con il titolo e la scritta in
maiuscolo; il cursore pulsava ancora sullultima lettera. Lei schiacci nervosamente il
tasto [DELETE] finch cancell tutta la frase.
Cap. I, Ostraca testuali. Ricerca Onomastica.
Titolo, a capo.
Dopo una mattina passata a fare e disfare la parte teorica del capitolo I della tesi, in
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[click] Pronto?
Nel prossimo estratto conto trover indicate le commissioni per questo servizio: 3,80
euro.
Commissioni? Commissioni per un bonifico interno, verso un altro correntista della
vostra banca?
Certo signora, il bonifico ON-LINE non costa niente, ma se lo commissiona alla
banca, come nel caso presente, deve pagare il servizio.
Violane guarda la cornetta, esterrefatta e frustrata soprattutto dalla sua carenza
lessicale in materia di invettive francesi.
Signoraaa? Posso aiutarla in qualcosaltro?
CLICK
Era un gioved mattina e Violane aveva in programma la spesa subito alle 8,45, dopo
aver lasciato la bambina alla scuola materna, perch se cera una cosa che
visceralmente odiava, erano i supermercati, tutti, piccoli, medi, grandi, non faceva
differenza; le loro luci al neon, la disposizione della merce negli scaffali, che la
obbligava a passare davanti agli articoli da toilette e ai liquori, anche se doveva
comprare solo una latta di pelati [infatti alla fine esco sempre con due o tre cose che
non erano nella lista], la loro musica di pessima qualit capace di intossicare la
giornata con ritornelli improbabili. Pi di tutto per, ora che era a Parigi, le dava sui
nervi che il reparto del mangime per cani, gatti & c. fosse pi ampio e variegato dello
scaffale della pasta. Una blasfemia
L'angolo della frutta e verdura invece lo trovava piacevole, per via del suo spirito bionew age. Le prime volte cera cascata, ma poi aveva capito con un certo imbarazzo
che quel cinguettare ininterrotto che pervadeva larea vegetale non era il richiamo
esotico di qualche pappagallo parigino scappato dalla gabbia, ma un nastro registrato
con la colonna sonora della giungla. Improbabile angolo bucolico nel cuore pulsante
della metropoli, a lei piaceva, non lavrebbe ammesso mai, ma la rilassava.
Violane insacchett fagiolini e albicocche, li pes e marc con ladesivo del prezzo,
poi li depenn dalla lista e rilass finalmente il suo viso tirato: ci siamo, ho finito.
Sincammin verso luscita con landatura sicura di s del maratoneta che ha
distanziato di parecchie lunghezze i compagni e si gode il taglio del traguardo in
solitaria.
Cera una sola cassa aperta, ma calcol che con solo tre persone davanti, ciascuna con
un pugno di prodotti, in sette minuti sarebbe stata fuori. Davanti a lei scorse una
sagoma familiare: le mani ossute che artigliavano la borsetta, la pettinatura plastica.
Oddio no, Mme Condor, ma mi perseguita quella!
La vicina di casa si rivolse alla cassiera:
Signorina? Chiami qualcuno che venga ad aprire unaltra cassa, se non le dispiace.
A questora ci sono solo io signora, gli altri sono in magazzino, a sistemare i bancali
dei fornitori.
Molto bene, allora dovr chiamare un responsabile.
Come prego?
Direttoreeeeeee.
Ma cosa fa signora!
Un uomo sui 50 anni, lo sguardo indifferente e le braccia nerborute si avvicin
chiedendo quale fosse il problema.
Visto che la signorina qui non vuole far aprire unaltra cassa, esigo che mi vengano
accreditati 250 punti fedelt.
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Hey duke Mi arrivata la notizia che devo ancora pagare 3.744,58 euro al mio
avvocato, per chiudere la pratica di separazione. Poi scopro che da due giorni sento un
dolore pulsante al dente, in due posti diversi. Magari ho un paio di cariette. Le carie
oggigiorno vanno a 150 euro l'una... non male. Se devo finire il bilancio della
giornata: oggi Ofelia se l' fatta addosso, ogni 10 minuti, per tutto il santissimo
giorno. Ho fatto, credo, 6 lavatrici e non so pi dove appendere la roba. E il bello
che poi mi dice "io con pap no faccio pip adosso, uso il gabinetto." Ah dimenticavo: la
fondazione Fullbright non mi ha concesso la borsa. Se queste sono le premesse che ti
danno la disperazione necessaria a scrivere un best seller Preparate il jackpot
perch, tempo un mese, sbanco!
Capitolo 2
Primo pomeriggio parigino dinizio estate. Violane oltrepass limponente cancello
daccesso ai giardini Luxembourg e il fruscio ovattato e ruvido dei passi sulla ghiaia
chiuse fuori i rumori della citt in movimento.
Il cerchio degli alberi centenari, i tappeti verdi incorniciati da aiuole fiorite, persino il
placido lago artificiale isolavano quel piccolo cuore verde dal traffico, con le sue
emissioni, e dal caldo. C'erano le palme al Luxembourg, temporanea concessione
botanica allestate; e alla loro ombra cercavano protezione i parigini in pausa pranzo, i
turisti in pausa visita, gli artisti, i naturofili, i ragazzini.
Violane scelse lovale dombra frastagliata di un (come recitava la targhetta) Punica
Granatum Flore Pleno. Era modesta, ma lei aveva la fortuna di non occupare troppo
spazio, anche con le gambe allungate sulla sedia metallica. Tra laltro, sotto lampio
ombrello di una palma, si potevano ammassare fino a dieci sedie e lei non voleva
rischiare di essere distratta dal chiacchiericcio di vicini rumorosi.
Un uccello cinguettava tra i rami, offrendole un microcosmo perfetto. Perfino una
fresca, piacevolissima brezza contribuiva. Cos, mentre intorno a lei c'era chi leggeva,
scattava foto, disegnava, passeggiava con una mappa della citt che faceva capolino
da una tasca o lo zainetto marcato DisneylandParis; mentre gli impiegati con la
cravatta allentata simpolveravano le scarpe nere lucide, abbozzando qualche
passaggio a calcio, le commesse avanzavano incerte sui tacchi a spillo, come eleganti
trampolieri ed i bambini rincorrevano i piccioni, Violane appoggi il giornale sulle
ginocchia e lo sfogli fino alla pagina degli annunci.
Sola, con figlia a carico e una montagna di bollette da pagare,
ex ricercatrice cerca lavoro (ed abbastanza disperata
daccontentarsi pressoch di tutto) avendo finito e i soldi e le
speranze di realizzare le sue ambizioni accademiche.
Quello avrebbe potuto essere il suo trafiletto, ma una che ha passato 27 anni a
studiare, con esperienza di vita vera pari quasi a zero, avrebbe mai potuto far gola ad
un datore di lavoro? A giudicare dagli annunci che le scorrevano davanti, avrebbe
risposto di No.
Latmosfera rilassata e disinvolta del parco, che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto
semplicemente contribuire a placare la sua ansia per il futuro, fin per vincerla del
tutto e lo sguardo di Violane vag dalla carta stampata a chi le transitava intorno, ai
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germani testa-verde che planavano sul lago con un sottile pizzo di schizzi [anche per
loro il tuffo acquista un valore maggiore se si esaurisce nellelemento liquido senza
quasi incresparlo? Parrebbe di s], alle installazioni darte contemporanea che
occhieggiavano tra i cespugli, alle prove di suono sullenorme ponteggio-gradinata, da
cui tra due giorni il pubblico avrebbe assistito allopera di Offenbach Les contes
dHoffmann, al merlo che zampettava sotto la sua sedia, ondeggiando, curioso, il
capino. Poi torn al giornale, ma questa volta scorse gli annunci matrimoniali, frivoli,
pi o meno nascostamente erotici.
Photographe indpendant Paris 17e recherche trs jolis modles
fminins 18/30 ans souriantes et motives, dbutantes ou tudiantes
bienvenues pour prises de vues de charme ou rotiques thme
(possibilit dtre masque et non reconnue). Rmunration 100
400euro + clichs. Tl. De 10h 22h 7J/7 au 06 45 26 25 00 .
Violane pens che il testo meritasse qualche considerazione: trovava in primo luogo
davvero discriminante labitudine a fissare un limite det, ma soprattutto la
incuriosiva la definizione delle destinatarie dellannuncio: sorridenti e motivate.
Una doppietta ammiccante, dice gi tutto. Che motivo avrebbe una giovane e bella
ragazza per non sorridere? E perch si richiede che le aspiranti modelle siano
motivate? Potrei capire pazienti... Ma 'motivate', no.
Violane aveva in testa limmagine romantica delle muse dei pittori dellottocento, in
posa per ore; ma questo non sembrava il caso e le puzzava piuttosto di trappola per
lolite ingenue e ambiziose.
Cos Violane simmagin discinta, con una maschera di trucco pesante, il volto
imbronciato e gli occhi lucidi e una mano maschile che invece di cancellare il mascara
gocciolato, nel disappunto, glielo spalmava sulle guance, come un acquerellista. Una
voce fuori campo commentava: Andiamo dolcezza, sorridi, metti il cetriolo in mezzo
alle gambe e sorridi. [Motivata a fare cosa? Principiante di che?] Violane scosse il
capo, decisa, e con una risata cacci via la visione: Non per me.
Poco sotto ce nera un altro.
Sushi Bar Isami 4e recherche sushi modle prsentant bien,
propre, patiente et professionnelle. Gains considrables. Tl. De 12h
22h mar-dim au 01 40 46 06 97 .
Violane alz gli occhi al cielo magrittiano, incredula, poi rilesse. Niente limite det,
niente aggettivi ammiccanti: sembrava tagliato su misura per lei! Non era una
stangona quindi si sentiva adattissima a soddisfare il primo requisito della modella
sushi [un attimo, dice sushi non bonsai, va be' insomma lo stesso], era mediamente
carina, quanto a pulizia: niente da dire; la pazienza? Be quella era forse la sua pi
gran virt e riguardo alla professionalit, finch aveva avuto una professione era stata
professionalissima. Poi cera quellesca che prospettava considerevoli guadagni e
Insomma ebbe una gran voglia di abboccare.
Al ritorno dai giardini Violane imbocc rue Soufflot che puntava dritta al Pantheon e
costeggiava, nellultimo tratto, la sua banca. Aspettava ancora che le attivassero il
conto corrente e aveva un disperato bisogno di prelevare almeno un centinaio di euro
per la spesa. Odiava dover andare in banca, fare la coda, ritrovarsi davanti lo sguardo
annoiato e un po spaccone dellimpiegato di turno, spiegare tutta la sua storia e
pregarlo di farla accedere al SUO conto. Ogni volta che transitava l davanti, le si
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chiudeva lo stomaco.
La porta scorrevole si apr in un soffio, e una ventata daria condizionata gelida la
invest, facendola rabbrividire. Avanz cauta e con fare casuale, per prendere tempo,
ma uno degli impiegati si sporse da dietro al bancone e la chiam a voce alta: Oui?!
Entrez, je vous en prie!
Ehm Merci.
Violane ripet tutta la solfa, il tipo controll sul terminale e conferm che ancora non
era arrivata dalla posta la cartolina di ricezione della [seconda] raccomandata.
Non importa, senta, ho bisogno di prelevare del denaro.
Quanto vuole?
170 euro.
Non si pu.
Guardi che il conto coperto.
Non per questo, signora, che il distributore automatico elargisce solo multipli di
20: le posso dare 20-40-60-80-100
160 euro andranno benissimo, grazie.
Ottimo. Un attimo prego.
Luomo compil un modulo al computer, poi si alz:
Devo farlo firmare al direttore, mi attenda un attimo, prego.
[Il direttore? Forse ha capito che intendo prelevare 160 milioni di euro? Che voglio
aprire una cassetta di sicurezza per conservavi il tesoro degli zar? Che chiedo un
mutuo per ristrutturare Versailles? Ma che diavolo ci va a fare dal direttore questo?]
Torn di l a poco e le porse il documento.
Ecco legga: Io sottoscritta dichiaro di prendere in carico la carta per il ritiro di
160 (e non oltre) euro dal distributore sito in entro e non oltre i prossimi due
minuti e mi faccio carico di restituire la suddetta carta allo sportello, dopo averla
distrutta o resa inutilizzabile. Tutto chiaro? Bene firmi qui sotto.
Violane cominci da una gigantesca 'V', forse riflesso del suo nervosismo, quando
limpiegato la blocc:
Aspetti, sopra la firma deve scrivere letto e approvato.
Ma, gi stampato qui sopra!
S, ma bisogna che lei lo copi, con la sua grafia.
[Ma voi siete davvero tutti pazzi senza speranza!] Va bene cos?
Perfetto, ora vada pure a prelevare.
Violane si scost dal bancone.
Aspetti!
Un tic nervoso cominci a farle pericolosamente tremare il sopracciglio sinistro:
S?
Si ricordi: ha solo 2 minuti, dopo di che la carta si disattiver automaticamente.
Violane torn indietro, il tremore ora aveva investito anche il sopracciglio destro ed
era completamente incontrollabile: Naturalmente! E poi che fa? Mi dica: mi esplode
in mano? O mi fate una telefonata e quando rispondo, dal cellulare, parte un raggio
laser che la polverizza? O si trasforma in pappagallo e, dopo un largo cerchio in volo,
torna ad appollaiarsi sulla sua spalla? Mi risponda! E come gliela devo restituire?
Distrutta? Come preferisce lo faccia? Laccoltello in vari punti? La butto nel
lavandino e le do fuoco? Eh? Eh? Eh?
Limpiegato schiacci un bottone rosso sotto al bancone e un omone con la maglietta
della security si materializz come il genio della lampada, si avvicin a Violane e
laccompagn gentilmente verso luscita, lei fece ancora in tempo a gridare: avete
visto troppi Mission Impossible, glielo dico io, glielo dico, vi siete sciroppati il
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- Violane ascoltami: non nutrire false speranze, sono come unedera rampicante che
invece di offrirti una scala verso le tue illusioni ti stritola il cuore e basta.
La voce della bambina la riscosse dal suo dialogo interiore:
Maaa-mmaaaa, ho finito!
S Ofelia, arrivo.
in quella che voleva essere una contenuta e garbata risata giapponese. Lidillio dur
poco perch Violane punt dritta al bersaglio:
Mi devo mettere nuda?
Il signor Watanabe torn serio, serissimo: Nuda! Signorina! Lei banalizza, lei
trivializza
Trova?
Lei si spoglia, signorina, questo s, ma per farsi vassoio di bamb, finissima coppa di
porcellana, serica opera darte
Ah be, detta cos
Certo avr le sue parti intime coperte da composizioni floreali, ma i bocconi saranno
adagiati sulla sua pelle, in uno scambio osmotico di profumi.
Violane si godette un attimo lo 'scambio osmotico' che ancora aleggiava nellaria,
cercando di figurarselo, poi scese in picchiata, al concreto.
Lei mi sta dicendo che funger da piatto di portata, sdraiata nuda in mezzo ad un
tavolo, mi coprirete di fiori, foglie di palma, gamberetti e pesce crudo e i commensali
preleveranno le vostre miniature di sushi con le bacchette?
Se vuole metterla cos, s. Comunque sono foglie di bamb.
Come?
Watanabe sospir: Sono foglie di bamb, non di palma.
Ah...
E serviamo anche sashimi, oltre al sushi.
Niente arance in bocca e ciuffi di prezzemolo nel naso per!?
Watanabe alz gli occhi al cielo e neg, seccato.
Non richiesto nientaltro?
Il giapponese sillumin: Giusto, dimenticavo Se qualcuno le offrisse un boccone,
pu accettarlo, ma di norma la modella non mangia durante la cena degli ospiti.
No, io intendevo altri favori Dopo
Oh signorina, certo che no!
E se qualcuno dei suoi ospiti si prendesse delle libert? Allungasse le mani?
Insomma in fondo sarei nuda, su un tavolo
La prospettiva parve a Yuichiro W. una bestemmia: Signorina, il nyotaimori una
pratica tradizionale che si svolge secondo i dettami di un rituale rigorosissimo e i
nostri clienti vengono a vivere unavventura del palato, ma anche unesperienza
esoterica, antropologica
Violane interruppe il suo volo pindarico con la domanda cruciale: E quale sarebbe il
compenso?
200 euro a cena, ma se discreta, professionale e gradita ai clienti, il suo cachet pu
aumentare.
Violane non replic e cal il silenzio. Lei abbass gli occhi sulle mani, indecisa sul da
farsi, il manager del sushi bar guard lorologio con un moto dansia che lasciava
trapelare: Allora ha deciso, s o no?
Ho solo unultima domanda.
Prego
Se mi fanno il solletico con le bacchette, posso ridere?
Il mattino dopo, alle 8,20 come al solito, Violane sal in ascensore con la bambina e
schiacci RC (rez-de-chausse) per scendere dal quinto a terra, ma la loro breve corsa
sinterruppe dopo pochi secondi perch cera qualcun altro al piano sotto che aveva
prenotato la discesa. La porta metallica fu inghiottita dentro la parete e salirono un
signore molto anziano, a testa bassa e potenzialmente scontroso, e [oh no, di nuovo
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Capitolo 3
Violane scopr presto che il processo di metamorfosi di un corpo femminile in un
vassoio di porcellana lungo, complicato e richiede, questo s, assoluta convinzione.
Dopo lo stupore e limpaccio iniziali, non poteva negarlo, aveva cominciato [quasi] a
divertirsi. Tutta quella lunga cerimonia di preparazione aveva il sapore di un rito
iniziatico: la depilazione, la doccia con un sapone senza profumo, le abluzioni
ghiacciate per abbassare la temperatura corporea, gli esercizi di meditazione,
lacconciatura Ma il meglio arrivava dopo.
Cera un momento, come di sospensione, di timidezza incredula e vergognosa,
quando gli ospiti facevano per la prima volta il loro ingresso in quella sala ovattata in
cui una luce soffusa accarezzava a grandi tocchi vaporosi il suo corpo steso.
Dopo lo scalpiccio e qualche battuta carica dansia eccitata arrivava listante di vuoto
pneumatico: lepifania. Lei che aveva gli occhi chiusi e tutti i sensi allerta, avrebbe
potuto raccoglierlo tra le mani quel secondo di silenzio, tanto era concreto. Dentro gli
fermentava gi la risata liberatoria, il sospiro ammirato o lesclamazione incantata che
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Letteralmente, "bevanda alcolica giapponese", il termine si usa per distinguerla dalle altre bevande. In
italiano, a Nihonshu ci si riferisce sempre con il termine "sake".
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adagiato nellincavo del suo ombelico) si era sciolto in bocca di qualche fortunato e la
serata volgeva al termine. Pure, ritornare alla realt cos bruscamente era seccante.
Erano passate un paio di settimane e gli affari procedevano piuttosto bene: aveva
partecipato in tutto ad otto cene e ne prevedeva altrettante fino alla fine del mese,
quindi facendo due calcoli [200euro x 4 (sere a settimana) = 800euro (a settimana)
x 4 = 3200euro (al mese)] i suoi problemi finanziari parevano finiti, visto che si era
abituata a [soprav]vivere con meno della met.
La logistica poi era ottimale: poteva lavorare alla tesi di dottorato di giorno, godersi la
bambina dal pomeriggio, quando andava a prenderla alla scuola materna, fin allora di
cena, poi lasciarla a Giulia, andare al lavoro e tornare in tempo per baciarle il primo
sonno.
Certo non che tutto filasse proprio liscissimo
duca says: (10:20:04 AM)
lhai detto ai tuoi?
vio says: (10:21:22 AM)
no e non ci penso nemmeno ;D
duca says: (10:24:32 AM)
e come giustifichi i soldi, scusa?
vio says: (10:24:51 AM)
be dico che alla fine la borsa di studio me lhanno data, tanto loro che ne sanno?
duca says: (10:25:20 AM)
mmm...
vio says: (10:25:27 AM)
andiamo, non penserai davvero che dovrei dire loro che mi faccio mangiare addosso
[nuda]
duca says: (10:26:16 AM)
no, basterebbe dire che hai trovato lavoro in un ristorante
vio says: (10:26:50 AM)
no, meno si sa, meglio , anche perch con la bambina Se Matteo lo viene a
sapere Capace che mi fa togliere laffido.
duca says: (10:30:16 AM)
madonnamia che situazione
In fondo perch qualcuno lo venisse a sapere bisognava proprio che il caso
complottasse cocciutamente contro di lei: nessuno dei suoi conoscenti/parenti poteva
sospettare mai che una come lei [tutta casa e biblioteca, biblioteca e casa, e ora con
una deviazione allasilo] la sera facesse la modella sushi. Difficile che i suoi colleghi
duniversit frequentassero un locale cos costoso e poi era unitaliana trasferitasi da
poco a Parigi, chi diavolo avrebbe potuto riconoscerla l?
Quel pomeriggio, dopo lasilo, Violane port la bambina ai giardini Luxembourg.
Percorsero il viale che si apriva sul lago centrale, alle spalle delledificio del senato.
Violane estrasse un registratore dalla borsa e premette il tasto [rec
], avvicin la
bocca al microfono e scand: 'romanzo surreale 5'.
Il titolo era provvisorio e, certo se qualcuno gliene avesse chiesto ragione, sarebbe
stato non poco imbarazzante per lei doverlo giustificare. Il fatto che, non riuscendo a
decidersi riguardo a niente (aveva cambiato personaggi, ambientazione, scenario,
trama, almeno un migliaio di volte), aveva deciso che sarebbe stato un libro di visioni,
senza un inizio e senza una fine. E visto che le visioni prendono forma dal niente e,
cos come sono venute, allo stesso modo, imprevedibilmente, se ne vanno, aveva
deciso di fissarle in un registratore. Aveva provato con i tradizionali carta e penna
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(non cera verso, infatti, che lispirazione la cogliesse quando era seduta comoda
davanti al computer), ma, sistematicamente, quando estraeva un notes dallo zaino, si
ritrovava tra le mani un mucchio informe di fogli mezzo stracciati e coperti degli
spessi graffiti di Ofelia o, se si procurava un quaderno nuovo, dimenticava di prendere
anche la penna Insomma aveva finito per arrendersi alla tecnologia: un sottile
registratore vocale digitale.
Quellaggeggino era diventato presto unappendice della sua macchina fotografica.
Con ogni scatto della sua Canon era come se sparasse fuori dallobiettivo un arpione
legato ad una corda; quello agganciava il rettangolo della scheggia di vita che lei
aveva inquadrato e lo strappava via dalla realt, intrappolandolo nella scheda di
memoria. Da quegli istanti sottratti allo scorrere della vita, nascevano le sue 'visioni'.
Il registratore era complemento necessario a questo processo, perch con quello
rubava i suoni, le voci, la musica degli artisti di strada, le lingue diverse (alcune
sconosciute), lo zampillio delle fontane, i richiami degli uccelli, il vento tra le
foglie
Quindi: 'romanzo surreale 5'. Lattenzione di Violane fu catalizzata da una coppia su
una panchina, alla sua sinistra [rec ]:
Ci sono delle scene perfette; cos come si mostrano. Prendi quei due sulla panchina.
Elegantissimi, ma informali. Un cesto da pic-nic di vimini color caramello li separa.
Vicino, i resti del brunch: due calici, quasi vuoti, coppe di ceramica bianca, linvolto
del pane Lei ha gambe bellissime, accavallate, e ai piedi sandali a spillo.
Dialogano; sorridono, complici. Guardo lora: sono le 16,40; il che significa che i
due devono essere l da almeno tre ore. Non posso credere che dallora di pranzo a
questistante di pomeriggio inoltrato, il tempo, il caldo, la noia, la stanchezza, il
naturale deperimento delle cose, non abbiano sfiorato la scena. Niente pare
consumato. Certo, il banchetto finito, il rubino del vino ancora tinge il vetro dei
calici, le briciole della baguette richiamano qualche piccione, ma, natura morta a
parte (che tanto era morta anche prima, solo lo era da intera), i due esseri umani
non paiono essere stati sciupati dal tempo. Ci aspetteremmo che lui abbia i mocassini
impolverati, i bottoni della camicia un po aperti, la cintura allentata, che lei si
massaggi i piedi contratti dai tacchi a spillo, che abbia una calza smagliata o una
macchia sulla camicia di seta, che i capelli si scompongano al vento e la borsetta
giaccia, caduta, a terra; ma di tutto ci non c traccia. Per questo non riesco
neppure a ricostruire il prima ed il dopo di questo scatto perfetto. Mi impossibile
immaginarla avanzare dondolando goffa sulle scarpe alte, lasciarsi cadere sulla
panca con un sospiro di sollievo e poi svoltolare il cesto del pranzo. N tanto meno
mi rassegno a credere che, fra un po, lei debba alzarsi, raccogliere la spazzatura,
ripulire tutto e lasciare la panca. Non pu accadere. E non accadr, perch le scene
perfette scompaiono, come si sono materializzate, nellafa del pomeriggio. Non
possono tradire il loro fine ultimo, sono messe l apposta per quello: suggerire un
secondo dincanto a chi lo sappia guardare.
Violane schiacci [pause ] e rimane assorta per un attimo; poi la bambina la
stratton per la maglia, cinguettando:
Mamma, facciamo corri-corri?
S, Ofelia lultima che arriva una, mentre finiva la frase fece lo scatto:
MOZZARELLAAAAA!
Ofelia part al galoppo fino a superarla, con i pugnetti stretti vicino al corpo e le
gambe disarticolate nei jeans troppo grandi, per coprire la maggior distanza possibile
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Capitolo 4
Un uomo vestito di nero agit un braccio in direzione dellauto gialla, che con suo
gran disappunto non si ferm. Lui gesticol qualche imprecazione e il tassista gli fece
segno di portarsi un po pi avanti perch non poteva caricare passeggeri fuori dalla
zona esplicitamente identificata come area di sosta taxi. Luomo segu la citron saxo
che sincamminava, lentissima, qualche metro davanti a lui, verso la fila di taxi
parcheggiati; quando la raggiunse, lautista scese con le braccia sollevate in un gesto
dimpotenza:
Mi dispiace, amico, il regolamento: non possiamo far salire nessuno al di fuori
delle zone segnate.
Uno che si caga sotto per il regolamento, mi doveva capitare
Dammi la valigia, amico, la sistemo dietro.
La mia valigia sono fatti miei, tu sistemati a quel cazzo di volante e parti, cacasotto.
Ok Ok Hey rilassati, amico, sei in buone mani.
Me lo auguro per te, amico.
Chiamami Joe.
Joe. Non francese.
Non lo sono neanche io! Il mio nome Giuseppe, ma per gli amici sono Joe.
Io non sono tuo amico, ma non ho nessun problema a chiamarti Joe.
Da dove vieni? Non so il tuo nome, se posso permettermi
Non la chiudi mai quella cazzo di bocca, Joe?
Uuuuh sei teso amico, la vita frenetica ti uccider!
Mr. K, chiamami Mr. K, mi fa dare di matto il tuo amico!
Ah sei americano?
Seee, americano.
Dove ti porto Mr. K?
Fammi fare un giro della citt Joe, ma vai piano, mi piace guardarmi intorno.
Hai scelto il taxi giusto amico, ho tutte le strade di Parigi qua dentro, picchiett la
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fronte con lindice piegato, poi aggiust leggermente lo specchietto retrovisore per
inquadrare il suo passeggero e gli disse con un sorriso complice: Se poi tinteressa
qualche localino
Sono in servizio, Joe, in servizio non bevo, non fumo e sto lontano dalle fighe.
Sei un poliziotto Mr. K?
No. Sono un Cacciatore.
Come De Niro!
Qualcosa del genere.
Qui in citt trovi poco pi che anatre, cigni e germani reali, amico.
Gi
Yuichiro Watanabe non era di molte parole e aveva uninguaribile diffidenza verso i
(barbari) occidentali che non potevano veramente capire lintima ( pardon il doppio
senso) portata filosofica dei suoi banchetti. Accettava quindi il compromesso di
accoglierli nel suo sushi bar solo alla condizione di fargli pagare lo scotto di un conto
salatissimo, ma si sentiva veramente nel suo ambiente e davvero valorizzato, quando a
varcare la soglia erano i membri dell'lite giapponese di Parigi. Si godeva tanto quelle
serate tra connazionali, che preferiva dedicarvisi completamente e quindi spesso le
organizzava nei giorni di chiusura, quando poteva sovrintendere alla preparazione ed
al servizio con tutta la cura necessaria.
A Violane il campanilismo di Watanabe faceva sorridere, tanto pi che quelli che lui
definiva rispettabilissimi signori dellalta societ a lei parevano bruti inquieti e
piuttosto kitch per quanto correttissimi e discreti, ma quelle serate un po bizzarre, le
garantivano un cachet raddoppiato, quindi faceva la sua parte senza tanti commenti.
Poi portavano una nota di folclore che le variava la routine e le offriva unoccasione
per evadere dai suoi sogni ad occhi aperti (e dai frequenti e bruschi risvegli).
Fu con una prospettiva del genere che, un luned alle 19,15, raggiunse il ristorante.
Laria aveva il calore e la luce delle serate dinizio luglio e il contrasto con il buio
vischioso dellinterno del locale rallentava il passo sicuro di Violane che strizz gli
occhi per abituarli alla luce debole.
Scorse alla sua destra la moglie di Watanabe che, spalle alla vetrina, presidiava
lingresso con una pila di giornali femminili e una calcolatrice. Un notes per le
comande era appoggiato poco lontano, sulla panca. Alzava gli occhi in sincrono con la
pagina, letta e sfogliata via, e fece un cenno muto a Violane.
Bruuuum bruuuum Il piccolo Kakuji (o Kakuji-chan, come lo chiamavano
affettuosamente i camerieri) manovrava il modellino di un vagone da metropolitana e
diede il suo contributo cortese con uneco divertita di bonsoir bonsoir bonsoir
bonsoir
Questa prima sala, a diretto contato con lesterno, era quella, in genere, presa
dassalto da turisti e avventori in cerca di un men insolito, ma a poco prezzo, quindi
non aveva latmosfera elegantemente rarefatta dellala destinata al nyotaimori. Su
Violane per esercitava un certo fascino per via delle maschere. Due file parallele di
piccoli tavoli quadrati di legno scuro correvano lungo le pareti. Poco sopra
ammiccava una fila di maschere di legno, dipinte e laccate, dalle espressioni
sanguigne e feroci. Avevano la funzione di paralumi, per cos dire, perch le uniche
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luci della sala filtravano dalle cavit dei loro occhi e bocche spalancati. Le veniva
spontaneo immaginare una melodia composta di flauto, tamburo, gong e [direi
xilofono, s, vedrei bene il suono liquido e squillante della barretta metallica di uno
xilofono] che accompagnava il suo percorso, in un crescendo drammatico, mentre le
facce si articolavano a dar forma ai suoi demoni personali. Poi voltava a destra e la
suggestione teatrale svaniva per lasciare il posto a quella olfattiva. La prima stanza
sulla sinistra era adibita a cucina; quella in fondo al corridoio, che si affacciava, per
mezzo di una grande saracinesca metallica, sul cortile interno, era stata adattata a
spogliatoio. Le piaceva sbirciare il bancone del cuoco, alle prese con la marinata dei
tranci di pesce, mentre il vapore saliva denso dai grandi bollitori in cui sobbalzavano
retine piene di riso. A volte le arrivava il profumo velluto della zuppa di champignon,
altre era il ticchettio aggraziato e preciso, con cui lo chef affettava le verdure, a darle
il benvenuto.
Contrariamente al solito, le arriv ora dallo spogliatoio un rumore sordo e cupo;
accompagnato da quelle che si direbbero parole dincitamento o biasimo. Violane si
affacci e si trov davanti una scena inconsueta. La serranda, che in genere fungeva
da parete di fondo, era interamente sollevata e nel varco cos formato era incastrato il
retro di un camion, stipato fino al tetto di pallet carichi di casse di legno. Qualcuno,
dal cortile, in cui era parcheggiato il mezzo, abbaiava ordini in giapponese ai tre
uomini impegnati a sbancalare. Si affannavano senza posa, con la rassegnata
sistematicit di una catena di montaggio da film di Chaplin.
Lo spettacolo era talmente inaspettato che Violane rest a guardare senza muovere un
muscolo. Quella che era la stanza dove lei si spogliava e lasciava le sue cose, era ora
occupata da casse, ammassate su ogni superficie disponibile [cosa fanno, le scorte per
linverno?]
Un quarto uomo si avvicin ad un mucchio accatastato a pochi metri dallentrata; e ne
scalz la copertura con lausilio di una leva metallica. La vista di file parallele di
lattine di birra, impilate, lo rese quasi euforico. Esclam qualcosa a voce alta e poi
con lespressione goduta di chi conosce gi la sorpresa che sta per svelarglisi davanti,
afferr una latta e armeggi per strapparne la linguetta.
Fu a questo punto che Violane, imbarazzata per non essere stata scorta fino allora, si
schiar leggermente la gola per attirare lattenzione. Il giapponese alz gli occhi di
scatto e la baldanza che aveva connotato tutti i suoi movimenti solo un secondo
prima, si deform in una smorfia dallarmata ostilit. Lurlo, in un francese
approssimativo: Chi sei? Che cosa fai qui? e lo scatto verso di lei furono un
tuttuno.
Violane arretr istintivamente, mentre quello incalzava masticando imprecazioni
giapponesi. Tuttavia, lo stupore forse ebbe la meglio sulla paura. Violane aveva ormai
imparato a registrate la tensione che aleggiava prima di quelle serate speciali con
llite orientale. Aveva visto Watanabe, in genere moderatamente cordiale, girare,
scontroso e rabbuiato, a riprendere con asprezza qualsiasi imperfezione. Perfino le
cameriere raffinavano, in quelle serate, larte di dileguarsi appena svolte le loro
mansioni. Nessuno per era mai stato cos [Brutale!]. Luomo la spinton e Violane
cominci a reagire:
Insomma la smetta! Tutto questo per una birra che voleva bersi di nascosto da
Watanabe, ma cosa crede me ne importi!?
Alle loro grida si materializz finalmente Yuichiro W. che allontan aspramente
liroso bracciante e poi si rivolse a Violane con uno sguardo che voleva mimetizzare
la preoccupazione dietro ad un sorriso teso.
C o s
successo,
signorina
Violane?
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Cercavo solo un posto dove cambiarmi Poi lanci uno sguardo velenoso al suo
antagonista e aggiunse: e poi se i suoi lavoranti vogliono rubarle una lattina di birra
da sotto il naso NON AFFAR MIO!
Watanabe sembr sollevato, fece un sorriso storto e laccompagn indietro, lungo il
corridoio; passarono di nuovo di fianco alla cucina e attraversarono la stanza delle
maschere fino ad arrivare, dopo un breve locale di disimpegno, al salone del
nyotaimori.
Abbiamo qualche problema logistico questa sera, spieg lui con tono affettato. I
nostri fornitori ci hanno invaso il locale, chiss perch a Violane la sua risata parve
un po forzata Pu usare questa stanza per cambiarsi, le chiudo la porta alle spalle,
e avviser il personale di non disturbarla.
Ottimo, grazie. Far in un minuto.
Violane si spogli rapidamente, mise tutto nello zaino, scarpe comprese, e lo fece
scivolare sotto il tavolo, su cui si sarebbe distesa di l a poco. [Be qui non lo vede
nessuno, e almeno ho le mie cose a portata di mano. Ora mi faccio una bella doccia,
poi trucco e si comincia.]
Usc avvolta nella vestaglia di seta, zampettando a piedi nudi sul pavimento freddo.
Ripass di fianco alla cucina e, per un riflesso che ormai non controllava pi, diede
una rapida occhiata allinterno. Le arrivarono le ultime note delle parole irate di
Watanabe che poi usc e le pass di fianco, senza neanche badare a lei. Destinataria
della sua reprimenda era una giovane sguattera con gli occhi a terra e le guance
infiammate di vergogna. Violane entr e le tocc con gentilezza la spalla:
Stai bene?
La ragazza annu con gli occhi umidi.
Posso aiutarti?
Devo Devo preparare birra, mettere lattine su bancone, ma non trovo! Watanabe
mi ha visto nella sua mimica fece capire che il titolare laveva vista con le mani in
mano.
Ho capito. Se solo per la birra, il problema risolto: so dove trovarne casse intere!
Il piccolo viso tondo sillumin e Violane continu: Aspetta qui, guardo come butta
nellaltra stanza Questa sera sono tutti un po nervosi Quelli che scaricano la
birra poi Va be lasciamo perdere, se riesco ti porto qui una cassa.
Violane usc dalla cucina e si diresse al vecchio spogliatoio, vi si affacci con
circospezione: non aveva nessuna voglia dincappare di nuovo nel bracciante isterico
di poco prima, ma il campo sembrava libero. Cos afferr una cassa e cerc di
sollevarla. [Ma quanto pesa 'sta roba? Uuuufff non ce la faccio, va bene, vorr dire
che la lascer strisciare per terra e la spinger fino in cucina, si tratta solo di pochi
metri.]
Dopo qualche minuto la cassa fu aperta, svuotata e nascosta dietro il cassone dei
rifiuti e le lattine fecero bella mostra sul ripiano delle bevande.
Ecco fatto! Comment Violane, allegra, poi vide lora sul grande orologio appeso
alla parete di fronte: Ohi sono in ritardo! Scappo in doccia
Erano ormai le 21 quando Violane raggiunse la lunga tavola intorno a cui si sarebbe
svolta la cena.
Si spogli della vestaglia di seta di un colore tra il vinaccia scuro e il melanzana cupo
e si distese lentamente avendo cura di non sfiorare le tovagliette di carta washi, le
coppe choko e le bacchette hashi di legno laccato. Due inservienti le si accostarono e,
come di consueto, le appoggiarono unorchidea alla biforcazione delle gambe e ninfee
sui seni, e poi, sparsi, in modo (apparentemente) casuale piccole camelie e boccioli
rosa di prugna. I bocconi di pesce crudo furono sistemati un attimo prima che i
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Maestro.
S!
9
Figlio.
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50
51
Vedi, con questa camicetta senza maniche, in un paese musulmano, come fossi
nuda. Nuda. E intanto il suo dito
Io mi scento fortunato, sapete? Sc perch la mia donna mi ha lassiato e Sapete
come dicono no? Scfortunato in amore
Violane ora volle mettere a fuoco limmagine dellubriaco, lo cerc sondando il buio a
tentoni con lo sguardo, per scovare traccia di quel dito che ora non sentiva pi ma
qualche attimo prima, ci poteva giurare, le aveva marchiato a fuoco lavambraccio.
Lo vide torreggiare al suo fianco, [oddio lui, ma che diavolo?] e si aggrapp ai
suoi occhi, in attesa di uno sguardo, di una spiegazione. Lui le lanci solo una
rapidissima occhiata, che scese verso di lei, laccarezz, le impose discrezione e
silenzio e fugg via. [Ma che diav?]
Fu di nuovo Korenaga a squarciare lo stato ipnotico in cui sembravano caduti tutti di
fronte al giullare ubriaco. La risata del vecchio fu un fiammifero bagnato che sfrigola
a contatto col fuoco, poi rugg:
Portate questo bastardo fuori di qui, idioti!
Watanabe intanto non si muoveva e Violane ebbe limpressione che nel suo
portamento non ci fosse pi nulla dellumilt stolta, che aveva ostentato solo qualche
minuto prima, qualcosa nei rapporti di forza era cambiando e poteva sentire la
tensione elettrica nellaria. Poi Yuichiro W. comp la seconda mossa inspiegabile della
serata la cui bizzarria puzzava di pericolo gi da un po; e lo fece con la destrezza e
la rapidit di un illusionista. Con un gesto elegante si sbarazz di giacca e camicia ed
estrasse Violane non avrebbe saputo dire da dove; una magnifica katana11.
Merda! E cosa diavolo si suppone che faccia una modella sushi adesso?
Luomo tenne la spada sollevata, parallela al pavimento, la lama lanciava bagliori alla
luce delle candele, il tranquillo e ansioso manager del ristorante si era trasformato in
un samurai daltri tempi, e su busto e braccia aveva tatuata unintera enciclopedia del
Giappone: un dragone, fiori, il monte Fuji con la vetta innevata, turbolenti marine,
ideogrammi
Korenaga non si mosse, solo le sue labbra si schiusero per farne uscire un sibilo:
Uccidetelo!
Da Il manuale della perfetta modella sushi:Se vi trovate invischiate in un guaio
imprevisto e non vedete via duscita, createvene una voi, inventando un diversivo. E
dove lo trovo un diver
Un istante prima che il primo sgherro del vecchio concludesse la parabola del suo
salto addosso a Watanabe e che il suo urlo di guerra si confondesse con lo schianto del
colpo che la sua spada levata faceva presagire, Violane afferr i lembi della tovaglia
di seta e rotol gi dal tavolo con quel mantello improbabile e tutto il suo contenuto di
coppe choko, bacchette hashi, tovagliette washi, che tintinnava e sbatteva allinterno.
Petali, foglie, resti di riso e briciole di sushi finirono per aria. In un attimo sospeso,
due uomini di cui uno a petto nudo e coperto di tatuaggi, stavano per incrociare le
spade, un vecchio osservava impassibile dalle fessure degli occhi, uno pseudo-ubriaco
aveva interrotto le sue farneticazioni, nove giapponesi strizzati in gessato lucido,
stavano per buttarsi nella mischia, altri vestiti da camerieri erano lanciati ad
incontrarli e una donna (nuda) cercava riparo sotto un tavolo, dentro una tovagliamantello, il tutto sotto una pioggia di coriandoli di pesce.
Quello che segu fu il delirio allo stato puro: lattimo di pausa si scongel e tutti i
movimenti in bilico arrivarono a compiersi, i colpi andarono a segno, le lame
cozzarono, quello che ancora doveva cadere obbed alla legge di gravit e si schiant
a terra. Qualcuno lanci un urlo; un corpo morto si abbatt sul pavimento con un
11
spada giapponese.
52
tonfo sordo e subito dopo part una gragnola di colpi da due fronti, quello dei gorilla
del vecchio Korenaga e quello dei fedeli di Watanabe.
Violane cerc di alzarsi dal pantano di tovaglie e suppellettili che le impediva i
movimenti, ma lo straniero vicino a lei lattir a s con uno strattone deciso e la
trascin sotto il tavolo. Dove lei finalmente riusc a formulare la domanda che le
urgeva in gola da un po:
Che diavolo ci fai qui, Blake?
Felice di vederti Vio! Non mi pare sia il momento giusto per le domande questo
Ma come hai fatto a riconoscermi?
Lui le rispose con un abbozzo di sorriso malizioso, che lei fulmin sul nascere.
Ok, va bene: ti ho seguita.
Mi hai cosa?
Sei in pericolo, Violane.
Guarda, che qui hanno cominciato a spararsi, da quando sei arrivato tu!
Lui laccarezz con lo sguardo: Mi sei mancata Poi si tolse la giacca, gliela
aggiust addosso e sussurr nel frastuono: Andiamocene da qui.
Lei si volt ad afferrare qualcosa da sotto il tavolo mentre correvano via. Il sibilo
degli spari tagli laria intorno a loro; poi pi niente.
Violane sfiorava appena il terreno con le gambe nude che spuntavano da sotto una
giacca troppo grande per lei, ballerina impegnata in una danza goffa e bizzarra nel
tentativo di non ferirsi i piedi nudi. Attraversarono a rotta di collo Pont Saint Marie,
lei ebbe appena il tempo di voltarsi a scattare una foto mentale alle luci che si
riflettevano sulla Senna; al cielo nellacqua, che si bagnava e sincrespava; alla scia
dei battelli che sfuocava limmagine specchiata della luna. Quando le sirene della
polizia si fecero assordanti e due auto sgommarono a tutta velocit a qualche decina di
metri da loro, Blake la spinse contro la balaustra del ponte e lavvolse in un abbraccio
che la nascose quasi completamente, mentre le sussurrava: Stringiti a me! Le
macchine li superarono e proseguirono sbandando per rue Saint Louis en lIle. Loro
ripresero la corsa e piegarono a destra in quai de la Tournelle.
Aspetta! Violane lo stratton con violenza, obbligandolo a fermarsi.
Ho un vestito nella borsa Oggi non avevamo laccesso allo spogliatoio, cos ho
infilato tutto qui
Estrasse da sotto il braccio, una sacca di stoffa e srotol fuori un abitino leggero e un
paio di scarpe piatte. Si spogli della giacca da uomo e, tendendola a Blake, usc
dallombra. Le dita della luna rischiararono la curva del suo profilo candido. I loro
sguardi sincrociarono: per un attimo furono sulla cima della falesia egiziana, in una
notte sospesa. Di due, uno. Poi lei sollev le braccia come in segno di resa, nel gesto
dondol la schiena in avanti, come un fiore che inclina lo stelo pronto ad offrirsi a chi
stia per coglierlo. Blake istintivamente si avvicin, ma prima che potesse sfiorarla, la
tensione in quel corpo, bagnato di luna, si zitt nello scivolare serico di una stoffa nera
che copr la pelle nuda e la restitu alla notte. Violane si rassett alla bene e meglio, gli
afferr di nuovo la mano e gli disse in un soffio: Possiamo andare.
Percorsero il viale che costeggiava il fiume. I cassoni fissati sui parapetti della Senna,
che i bouquiniste schiudevano di giorno per esporre i libri usati in vendita, si
susseguivano in fila muta alla loro destra.
Mantenevano un passo sostenuto, ma non troppo, per confondersi con i gruppi di
gente a passeggio nella notte destate. Blake si girava ripetutamente, con finta
noncuranza, in cerca deventuali inseguitori. Forse era un riflesso della sua paura, un
tiro della sua immaginazione, ma aveva, appiccicata alla schiena, la spiacevole
sensazione che unombra nera scivolasse lungo i muri, un soffio dietro di loro.
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Blake la precedette, apr la porta con due mandate e poi le cedette il passaggio:
Prego, entra. Lappartamento si apriva su una cucina lunga, con alti finestroni che
davano sul cortile centrale del palazzo, a destra cera una sala piccola, un divano, un
tavolo, la sedia, computer, scanner e stampante, scaffali pieni di libri, quadri, fogli
volanti, una lampada a stelo, un tappeto arrotolato sul palchetto. Da quella sbocciava
unaltra stanza, la prospettiva ne ritagliava solo la striscia del perimetro che correva
intorno alla porta: si sarebbe detto un altro studio o libreria. Poco di fronte allentrata
cera una scala a chiocciola che portava al piano di sopra. Violane avanz lenta e
diffidente: non si sentiva completamente a suo agio.
Non sapevo che avessi una casa a Parigi.
Il tono di Blake fu casuale: Infatti, non mia.
Violane comment con un sorriso storto che voleva essere sarcastico ma non ne aveva
la forza. Si sent esausta.
Ho bisogno del bagno, mindichi la strada?
Certo, seguimi. Blake la precedette sulle scale che sboccavano su una camera da
letto a cui era collegata una stanza da bagno, le accese la luce e poi si ritir.
Violane si chiuse la porta alle spalle, si sedette sul wc e nascose il viso tra le mani. Poi
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sollev lo sguardo e scrut la sua immagine riflessa nello specchio di fronte a lei: due
occhi tristi la scrutavano, tristi e ammonitori, imbrattati da un trucco da geisha ormai
sfatto.
- Trova un modo rapido, elegante e indolore per andartene di qua.
- Io
- Lo sai come va a finire poi, no?
- Va a finire che ci ricasco.
- Appunto.
- Io pensavo di aver rimosso tutto, ma mi manca da morire Merda lo sai quanto lo
abbia amato!
- So quanto lo ami ancora, idiota, ma una strada senza uscita e lo sai. Non hai la
forza o il distacco per gestire una notte di passione e via, non te lo puoi permettere:
se rimani qui questa notte, domani ti raccolgo con il cucchiaino, a struggerti per un
uomo che di nuovo sparir dalla tua vita. Violane, ti prego
Violane armeggi goffamente nella sacca di tela; rovesci una parte del contenuto a
terra: lagenda, il portaocchiali, la mappa della metro, il portafoglio [e dai, sbrigati
dannazione!] poi recuper il cellulare e chiam casa. Si scus con Giulia per il
ritardo, ma la rassicur che stava arrivando. La bambina dorme come un angelo, le
disse lamica.
Si lav il viso con abbondante acqua fredda che la rinvigor e conferm la sua
determinazione, quindi scese sotto.
Blake era affondato nella poltrona dello studio, si vedevano solo le gambe, rilassate e
allungate sul pavimento. Due tazze di t fumavano sul tavolino basso di fronte a lui.
Violane si blocc sulle scale, si sedette sul penultimo gradino e [ adesso o mai pi]
ruppe il silenzio:
Senti Blake, io non so cosa diavolo sia successo questa sera e, da un certo punto di
vista, non lo voglio neanche sapere. Non sono curiosa di natura, quindi posso
continuare a vivere senza capire chi fossero quei pazzi usciti da un film di Steven
Seagal e che ci facessi tu nel locale dove lavoro Lavoravo, anzi, a questo punto... E
perch mi stessi seguendo ecc. Di un altro argomento, per, mi preme parlare. Ti
prego di non interrompermi, cos facciamo in fretta.
Ecco io ho la maledetta abitudine, il piacere perverso, di cascare come una pera cotta
proprio per i tipi un po briganti e inarrivabili come te, i tipi complessi, chiusi, il
famoso uomo che non deve chiedere mai, tanto per intenderci. Ogni volta ci ricasco
e ogni volta nesco marchiata a fuoco, mi ritrovo con un cuore ridotto a carne trita,
secchio gettato gi nelle profondit del pozzo del mio dolore. Sar una qualit o una
dannazione, ma non conosco vie di mezzo e nel poker della vita punto tutto, pronta a
rischiare la bancarotta, pur di accarezzare la speranza di potercela fare a portarmi a
casa il jackpot. Ora io mi voglio curare e per farlo ho cercato di risalire a monte della
mia propensione kamikaze per rapporti distruttivi e inevitabilmente destinati al
fallimento. Cosa c di pi 'a monte' di un padre? Partiamo da l allora.
Mio padre sempre stato un padre-bambino assolutamente assente e inaffidabile. Era
il mio eroe, lo adoravo e lui mi restituiva la condiscendenza un po scocciata di un
fratello maggiore investito di una responsabilit che non gli competeva. Lui un
sognatore, un avventuroso, non che sia mai stato chiss dove o abbia fatto chiss che,
ma lavventura ce lha dentro, ce lha negli occhi e la vive virtualmente nei film in cui
si cala completamente (storicamente ha bruciato batterie di pentole, che erano sul
fuoco, mentre lui guardava la tv: non si mai accorto di niente, neanche della puzza
di carbone bruciato, neanche del fumo spesso e unto di cibo e plastica carbonizzati,
niente di niente). Certo gran parte di quello che lui, sono io. Solo bilancio la sua
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Poi pi niente.
Blake inspir rumorosamente, annoiato, poi, in un moto di stizza e stanchezza, butt
laggeggio sul divano e si alz.
Cosa ti aspettavi di trovare? Lha dimenticato acceso da qualche parte, chiaro
Bah Ho bisogno di un lungo bagno caldo
Sal al piano di sopra e apr il rubinetto a manetta, quando la vasca fu colma, vi
affond il suo corpo. Sent i pori aprirsi allabbraccio dellacqua, piacevolmente
tiepida; e anche la sua sensualit si risvegli.
Gli torn alla mente limmagine di Violane che si spogliava della sua giacca e gliela
porgeva. Il buio della notte non riusciva ad offuscare il candore della sua pelle. In
quellistante, ammise con un mezzo sorriso, la piena dei ricordi era dilagata,
abbattendo tutte le sue corazze di difesa, e gli aveva lasciato un nodo in gola: la brama
insaziabile di percorrere ancora una volta [una! Almeno una; ancora, lentamente]
ogni centimetro debbrezza della pelle di lei.
Si mosse a disagio, provocando una piccola onda e il successivo gorgoglio dellacqua
in movimento. La frustrazione lo invase, divent ansia e gli rese impossibile rilassarsi
o abbandonarsi alla contemplazione. In pi aveva un pensiero, incastrato nel
subconscio, che faceva fatica a materializzarsi e pure gli mandava segnali dallarme,
tanto pi fastidiosi, in quanto non ben decifrabili. Poi, finalmente, lo mise a fuoco:
cera un sottofondo nella registrazione come di voci lontane, pi un brusio che altro,
ma parevano indiscutibilmente
Giapponesi!
Balz fuori dellacqua, prese un asciugamano al volo e percorse la scala a chiocciola a
grandi balzi, infine atterr sul divano e afferr il registratore. Schiacci il bottone del
[forward ] per qualche secondo, poi chiuse gli occhi, in concentrazione: [play]
Sent dei passi, avrebbe detto scarpe da uomo, seguiva un altro scalpiccio [due
uomini?], poi il cigolio di una porta che si chiudeva.
TLOK
Gli arrivarono due voci maschili; ovattate ma percettibili:
voce #1: Andiamo subito al sodo, muso giallo: voglio l80% adesso e il resto a
missione compiuta.
voce #2: Questo non era nei patti, Mr. K.
Mr. K: [risata crudele] Me ne fotto dei patti, stronzetto.
voce #2: Io non credo di avere tutti quei soldi, qui Adesso, intendo
Mr. K: [la voce diventa un sussurro] Mi stai dicendo che mi hai scomodato per
niente, figlio di puttana? Perch in questo caso [rumore di La sicura di una 45
che scatta!] ti faccio pagare il disturbo
voce #2: [trema in modo incontrollabile] no no no Mr. K, metta via quella
Quella pistola per favore, possiamo parlare come due uomini daffari [gocciola
paura] La prego!
Mr. K: Senti ragazzo, non sto scherzando, ok? Non me ne fotte un cazzo degli affari.
Io sono qui per uccidere un uomo e io detto le regole. Te lo dico per lultima volta,
perch il mio tempo dannatamente prezioso: voglio l80% qui e adesso.
voce #2: [ impastata, la lingua gonfia, cotone in bocca, salivazione azzerata] Avr
Avr i suoi soldi
Mr. K: L80%!
voce #2: [rassegnata] L80%...
Blake schiacci [pause ] e si gratt la testa con fare pensieroso, una di quelle voci
gli sembrava di conoscerla
Ma chi? Chi ?
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Poi si batt la fronte con il palmo della mano destra: ma certo Yuichiro Watanabe!
Watanabe ha ingaggiato un assassino, Mr. K, che ha un accento marcatamente
americano...
Con uno scatto istintivo premette di nuovo [play].
Mr. K: Hai una foto del vecchio?
YW: S, eccola.
Mr. K: Molto bene, sono pronto. Portami nella stanza in cui devo aspettarlo.
YW: [tituba] Forse Sarebbe meglio che ripassassimo la dinamica Voglio dire
Si ricorda quanto le ho detto?
Mr. K: [ride di nuovo, sarcastico] Hey, fottiti amico, stai parlando con un
professionista! [sospira] Ok, vuoi vedere se ricordo la lezioncina? H21,30 inizia la
cena. E io sto tranquillo nel mio nascondiglio. H22,15 tu inviti il vecchio nella sala da
gioco. Lo fai accomodare di spalle allentrata. Tu siedi alla sua destra. Il coniglio in
trappola, amico, occhio al mirino e PAM! Dritto al cuore. Byebye Koranaga
YW: [Blake ci giurerebbe, il silenzio di Watanabe vibra di un brivido freddo]
Mr. K: Andiamo muso giallo, i minuti scorrono.
[stop ]
Violane! In che casino ti sei messa!
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che successo?
vio says: (09:06:35AM)
su tutti i giornali di Parigi: la scorsa notte hanno sequestrato 5 t di metamfetamina al
sushi-bar Isami
duca says: (09:07:03AM)
metamfetamina? E che cappizza col sushi?
vio says: (09:07:07AM)
bella domanda
duca says: (09:07:13AM)
che roba ? Un nuovo tipo di droga?
vio says: (09:07:25AM)
non direi: stata sintetizzata per la prima volta in Giappone alla fine del 1800
uno stimolante del sistema nervoso centrale, lo davano perfino ai soldati in prima
linea, durante la seconda guerra mondiale.
duca says: (09:07:50AM)
e tu come le sai tutte 'ste cose? ;-P
vio says: (09:08:06AM)
mi sono informata, scemo! Sto aprendo tutti i siti web che parlano dellargomento.
Puoi trovare unintera enciclopedia a riguardo su @.
duca says: (09:08:37AM)
gi, non ne dubito Quindi oltre alla sparatoria della yakuza ti sei pure inguaiata con
un traffico di stupefacenti Complimenti!
vio says: (09:08:45AM)
S ecco questo ti volevo dire: la cosa bizzarra che della sparatoria, non parla
nessuno, o quasi.
duca says: (09:09:03AM)
che vuoi dire?
vio says: (09:09:10AM)
i giornali Sorvolano, come se si fosse trattato di unoperazione anti-droga
programmata e portata a termine con successo, fine. Non ti puzza questo?
duca says: (09:09:40AM)
eccome! dallaltra notte (o da stamattina, ho gli orari sballati) che ti consiglio
caldamente di ANDARE ALLA POLIZIA! Ma tu chai la capa tosta!
vio says: (09:09:55AM)
scherzi? Adesso ho un motivo in pi per non andarci! Mi ci manca che mi
coinvolgano in unindagine del genere Per carit E poi finisco sui giornali pure
io, magari eh?
duca says: (09:10:15AM)
cazzo Violane, lo capisci che questa una cosa seria? gente che gioca pesante. Tu e
tua figlia (non dimenticarti che hai una figlia) avete bisogno di protezione!
vio says: (09:10:55AM)
ma se li hanno arrestati tutti!
duca says: (09:12:00AM)
dice cos il giornale?
vio says: (09:12:25AM)
non proprio, ma
duca says: (09:13:01AM)
tanto sei pi testarda di un mulo, che mi danno a fa?
vio says: (09:13:25AM)
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Capitolo 5
Tokyo
downtown
8 luglio 2008
Era luna di un mattino in cui la pioggia tamburellava un applauso di gocce senza
fine, sulle strade livide, verniciate dalle insegne fosforescenti, di Tokyo. I corvi
banchettavano con alte strida sui sacchi della spazzatura, accatastati fuori dai locali, e
gruppi di persone si muovevano in branchi senza meta, scossi da risate querule o
sfoghi di collera.
Lo scroscio incessante dellacqua si perdeva nei rumori della bisca clandestina. Ai due
lati di un tavolo basso, coperto da una tovaglia bianca, sedevano su un tatami sedici
uomini, a gambe incrociate o nel modo tradizionale seiza12. Qualcuno fumava
nervosamente. La maggior parte vestiva costumi vintage: camicie con collo a punta e
giacche sciancrate e a spalle strette, anni 70; ma il vero segno distintivo che tradiva la
loro appartenenza alla Yakuza lo recavano, impresso sul corpo, cinque di loro.
Indossavano solo lharamaki, una specie di panciera di seta bianca, legata dietro la
schiena, e la loro pelle era unenciclopedia di tatuaggi, che illustravano laffiliazione
ai clan: demoni, figure mitologiche, animali feroci e ideogrammi guizzavano, animati
dalla luce delle lampade. Il dipinto pi suggestivo ricopriva la schiena del mazziere
che, per evitare accuse di brogli, doveva essere quasi completamente nudo.
Rappresentava una tigre acquattata su un pruno fiorito, che ruggiva sotto una cascata
di petali rosa. Le fauci dilatate della belva, poco sotto le scapole, sembravano tremare
minacciose, ogni volta che luomo scuoteva i dadi dentro una coppa.
Il loro roteare e sbattere contro le pareti di bamb catalizz lattenzione di tutti e
assorb brusii e rumori. Il tonfo della coppa rovesciata fu il segnale che diede il via
alle scommesse. I presenti fecero le loro puntate e, mentre allungavano colonne di
fiches di legno, chiamarono a gran voce il segno su cui arrischiarono la posta: pari
(chou) o dispari (han). Un attimo di sospensione precedette lo svelamento; poi il
mazziere scopr i dadi, e la somma totale dei numeri presenti sulle due facce esposte
fu:
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inginocchiati a terra con le gambe raccolte sotto le cosce, mentre i glutei poggiano sulle caviglie, la
schiena dritta ma non eccessivamente rigida.
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HAN!
Il giovane boss a capotavola aspir con volutt la sigaretta che teneva sospesa tra le
dita e incamer la vincita: aveva raddoppiato la cifra che aveva messo in gioco, ma il
suo sorriso sornione fu presto interrotto. La finta parete divisoria di carta di riso
scorse quanto bastava per far scivolare dentro un uomo, che lo raggiunse a passi svelti
e si rannicchi al suo fianco. Gli rivolse un brusio, inintelligibile agli altri, e poi si
allontan altrettanto celermente di comera venuto.
Yoshida si mise in piedi con un balzo agile e segu il suo informatore nella stanza
accanto.
Allora cosa c di cos urgente? Stavo vincendo!
Perdonate oyabun13 ci sono notizie da Parigi
E?
E non sono buone
Parla!
Cosa preferisce, signore, la notizia buona o quella cattiva?
Prima la cattiva Yoshida recit soprappensiero un proverbio giapponese: Doku
kurawaba sara made: se mangi veleno, non dimenticare di leccare il piatto.
Korenaga Narato vivo.
Chikusho14! Sapevo di non potermi fidare di quellidiota di
Yuichiro Watanabe morto.
Il giovane boss interruppe la sua passeggiata nervosa e sollev un sopracciglio con
interesse:
Morto?
S , oyabun, qualcosa andato storto, Yuichiro si visto perso e ha minacciato
Korenaga sguainando la katana, quel che seguito stata una sparatoria che ha
svegliato tutto il quartiere.
Kuso baka yarou15, non ha retto il gioco!
In realt Ci sarebbe unaltra brutta notizia, signore.
Cosaltro, kobun16?
Le 5 tonnellate di metamfetamina sono state sequestrate dalla polizia.
Aahhhhggggggghhhh!
Yoshida lanci un ruggito di rabbia che zitt per un secondo i rumori del gioco
dazzardo nella stanza accanto, poi sibil al suo interlocutore:
E come hanno fatto a scoprire la droga?
stata una donna
Che?
Una donna, signore, stata vista curiosare nel magazzino, poi sembra abbia portato
una cassa contraffatta in cucina e da l la finta lattina di birra finita sulla tavola, anzi,
ad essere precisi: tra le mani di Korenaga.
Yoshida ripet le parole delluomo, caricaturando il suo tono casuale:
u n a d o n n a s t a t a v i s t a E n o n l h a n n o e l i m i n a t a s u b i t o ?
Be Era la modella sushi, oyabun!
Il giovane sollev le braccia in segno di frustrazione:
Sapevo che mi sarei dovuto occupare personalmente di tutto, dovr cominciare
adesso.
Poi si gir verso il suo tirapiedi e ordin:
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Padre.
Dannazione!
Fottuto idiota.
Figlio.
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sorriso e vol ad abbracciare Violane. Dopo averle cinto il collo con le mani, si
abbandon a peso morto, per farsi prendere in braccio.
La direttrice si avvicin. Era una donna di 65 anni, portava con vezzo una vaporosa
permanente biondo platino e un top arcobaleno che lasciava scoperte braccia e spalle
flosce. Nello sforzo di deambulare sui tacchi a spillo, metteva in movimento masse
gelatinose, inguainate in una longuette di pelle nera. Il viso grinzoso era pasticciato
con strati spessi di trucco e le labbra, rosso-ciliegia, sporgevano allinfuori, non si sa
se per via dei chili di rossetto, che pesavano, o per un vezzo dei tempi doro. Per
quanto si credesse una [ancora e sempre] procace Mary Poppins, lempatia che
suscitava nei bambini era pari a zero, ma esercitava un certo fascino per via dei suoi
vestiti, appariscenti ed elaborati, e profusione di anacronistici pizzi e lustrini.
Era un personaggio talmente esotico, eccentrico e meravigliosamente fuori luogo, che
Violane la guard con affettuosa simpatia. Nella sua immaginazione Mme Blanchard
era su un palco abbandonato a ratti e ragnatele, illuminata dal cerchio abbagliante di
uno spot. Graziosamente seduta sul bordo di un trono spelacchiato, avvolta in un boa
rosa pallido. Teneva, con un gesto fragilissimo, lo stelo di un bocchino, da cui
pendeva una sigaretta lunga, che si consumava, negletta, con gran pioggia di cenere.
Con la bocca sbavata articolava cerchi di fumo azzurrognolo. Nellaltra mano
dondolava un calice di vino rosso; lo stampo delle sue labbra ne marchiava il bordo.
Di fronte alla platea vuota, con il tono drammatico dattrice consumata, monologava il
canto del cigno del suo glorioso passato dartista burlesque.
Ciao trssssor! Non sorridi? Non sorridi alla tua direttrice?
Le sue dita tese verso il mento dOfelia sembravano quelle della strega di Hansel e
Gretel (sempre che la strega usasse lucidarle con lo smalto). La bambina grugn, mal
disposta. Violane arross leggermente della sua spietata immaginazione, ma
intervenne:
Mme Blanchard, dovrebbe togliere Ofelia dalla lista degli iscritti per il prossimo
anno, perch a settembre non saremo pi qui.
La sua voce gorgogli compiacenza: Ah bene! Allora ci rivediamo dopo le vacanze,
eh chri?
No, appunto, come le stavo dicendo, Ofelia non verr pi in questo asilo.
Ah davvero? Vai in Egitto finalmente, eh?
No, non esattamente, torniamo in Svizzera.
Che vita avventurosa chri! Ah che bello, il caldo, i cammelli! Vedrai i cammelli!
Violane ebbe un flash e nellincrinatura nostalgica della sua voce lesse il fotogramma
della direttrice, in versione safari, avvolta da veli bianchi, dentro una portantina
ciondolante, circondata da eunuchi e fanciulle che le tendevano vassoi colmi di datteri
e noci di cocco; poi la maliarda continu:
Porti anche me in Egitto, chri?
Ofelia grugn di nuovo.
Eh dobbiamo ancora imparare a socializzare eh mon petit chou? Poi, rivolta a
Violane: Bisogna che la mandi allasilo anche in Egitto, sa? Cos poi quando tornate,
a settembre, pi facile farle linserimento.
Ehm gi, ottima idea, allora ancora buone vacanze, eh?
Violane tenne salda in braccio la bambina e scivol veloce tra la calca.
Com andata la giornata oggi, Lina? Hai mangiato?
Ofelia neg e fece una faccia desolata: No
come mai? Cera qualcosa che non ti piaceva?
Cera la purera!
La purea?
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bocca con il dorso della mano, poi mi sgranchisco le gambe e muovo alcuni passi,
verso il margine del pianoro.
Togliti la camicia.
Mi volto con un sorriso: Cosa?
Blake tira fuori la macchina fotografica: Voglio ritrarti come ti vedo io.
Mi sbottono lentamente la camicia, scrutando in giro che non ci siano profili di
cammelli, cavalli o beduini disegnati sulla sabbia. La getto a terra e inspiro forte. La
pelle libera, sotto il sole; il vento che mi modella i contorni, delimita la mia massa
nello spazio. Raddrizzo le spalle; le braccia sono stese lungo i fianchi, ma in
tensione, pronte allo scatto, alla lotta. Le gambe sono ben piantate a terra, per offrire
resistenza al vento. La macchina di Blake comincia a scattare: Proprio cos, cos
che timmagino! Come Come se
Come se avessi una spada in pugno
Ciiip cip-cip-cip-cip -- chiuuuu chiuuu-chiuuu-chiuuu...
Mamma? Guarda!
Il suo sogno ad occhi aperti sbiad e Violane si volt verso Ofelia. Vicino a lei cera
un uomo di trentanni, seduto sul bordo della vasca di sabbia, con un vestito gessato
nero e le scarpe eleganti. Lei gli sorrise con gli occhi, lui le fece un cenno di rimando
e poi continu il suo mimo mentre la bambina lo guardava affascinata. Teneva le mani
accostate, con i palmi rivolti verso lalto; le dita chiuse e ripiegate verso linterno,
come a formare un nido. Le ultime falangi fremevano mentre lui continuava a
cinguettare, per far credere che nel suo nido di mani fosse nascosto un uccellino:
Ciiip cip-cip-cip-cip -- chiuuuu chiuuu-chiuuu-chiuuu. Vuoi vederlo?
La bambina fece cenno di no con la testa. Lui si spinse in avanti come se la forza delle
piccole ali dentro il nido gli sbilanciasse lequilibrio e lei arretr stupita:
Mamma, ha un uccellino in mano!
S tesoro, avvicinati, cos lo puoi vedere.
Ofelia sorrise con circospezione, tenne i piedi infilati nella sabbia e poi sinclin in
avanti allungando il collo; quando stava per mettere il naso nel nido del mimo, lui lo
schiuse, sventagli le mani aperte, con i pollici agganciati, e gliele fece svolazzare
davanti al naso:
Guarda, volato via!
Ofelia arretr con un risolino e poi url: Ancoraaaaaa!
Luomo le accarezz la testa scompigliandole i capelli, poi si alz, spazzol via la
sabbia dai vestiti con gesti veloci e allung la mano verso Violane:
Ciao, mi chiamo Marcel.
Piacere, Violane. Sei molto bravo!
Grazie. Ai bambini piace e a me diverte stare in mezzo a loro, cos ogni tanto vengo
qui e mi riposo facendo il mimo.
E quando non fai il mimo, che fai?
Ballo il tango.
Marcel le porse la mano per aiutarla ad alzarsi: Perch non venite a rue Saint Louis,
una di queste sere? Io e la mia partner Camille facciamo uno spettacolo di strada,
proprio davanti alla gelateria Berthillon
Perch no
Marcel scost la manica per dare unocchiata allorologio, poi fece un sorriso di
scuse: tardi, devo andare a prepararmi
A presto allora.
Certo, ciao bambina!
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Il giorno dopo, alle 19 come previsto, Violane strinse forte la sua bambina e le augur
buona vacanza, poi la salut con la mano mentre lei si allontanava con il padre. Si
volt e sincammin in direzione della Senna anche se un po a disagio: aveva la
sensazione di aver dimenticando qualcosa, o che ci fosse qualcosa fuori posto. Poi
realizz che era solo labitudine ad avere Ofelia che le saltella sempre intorno che ora,
in sua mancanza, la faceva sentire spoglia, incompleta.
Era tanto strano passeggiare da sola, senza orari e senza meta, che al richiamo di un
bambino, come ad una risata o un pianto fanciullesco, non poteva evitare di voltarsi di
scatto: pronta ad intervenire. Ogni volta, si riprendeva con un sorriso e sinvitava a
rilassarsi e godersi quel tempo tutto per lei.
Le strade erano animate da turisti e francesi in vacanza, laria era vivace e le nuvole
sparse si coloravano delle tinte del tramonto, ma mentre le ombre cadevano gi dai
palazzi e uomini, strade e alberi, imbrunivano, la cupola del cielo restava di un
limpido celeste pastello.
Violane percorse il pont de lArchevch, poi imbocc il pont Saint Louis e si ritrov
a seguire un gruppo, che sbandava per accostarsi a guardare i vari artisti di strada.
Cera un mangiafuoco che faceva volteggiare due torce per aria e poi le afferrava al
volo, mentre precipitavano in caduta libera; un virtuoso della bicicletta che pedalava
al contrario e faceva equilibrismi sul manubrio; un mimo con una calza bianca sulla
nuca, dipinta come un viso, che stava a testa in gi e sfogliava le pagine di un libro
con i piedi. A Violane sembrava di passeggiare in un set di Fellini; in un regno onirico
e surreale, dove le cose pi bizzarre, straordinarie e magiche, diventavano possibili.
Si volt verso il parapetto del ponte e la Senna le apparve come un inchiostro denso.
Le bolle dei lampioni riflesse nellacqua si trasformavano in scie doro di pennellate
impressioniste, che tremavano, si confondevano, si separavano, ad ogni increspatura
dellacqua.
Tra il mormorio delle persone in passeggiata e della brezza serale, le arrivarono le
note di un tango, Violane si ricord allimprovviso di Marcel e del suo invito e pochi
minuti dopo pot discernere la sua figura che danzava su un marciapiede di fronte al
ponte. Il passo fermo di Marcel conduceva con grazia; ma il volteggiare della sua
compagna, Camille, dominava tutta la scena. Era lei che porta lanima tormentata del
tango sul selciato.
Il suo corpo ora si appoggiava, si adagiava, seguiva, ora si opponeva alla guida di lui.
In ogni scarto delle caviglie, in ogni ribellione del ginocchio che si alzava a rivelare la
coscia bianchissima in mezzo allo spacco, cera la forza volitiva della passione nuda:
lei gli si aggrappava impercettibilmente e lasciava scivolare il tacco lungo il suo
polpaccio. Poi i lunghi steli delle gambe tornavano a formare un mazzo stretto e lei
piroettava, chiusa, impenetrabile; la gonna si allargava a ventaglio e poi le si
avvolgeva, a straccio bagnato, addosso e, al suo ritrarsi, lo spettatore sentiva un nodo
inconsolabile allo stomaco: il segno dellamore travagliato, di cui nessuno pu
dimenticare il gusto. Come il calice di un fiore, trattenuto da una mano gentile che lo
lascia libero di ondeggiare al vento, lei recitava con straziante intensit, tutte le scale
cromatiche dellindecisione, malinconia, trasporto, dolcezza e abbandono. Violane,
incantata, non staccava gli occhi dalla coppia e una lacrima leggera, che lei si
affrettava a cancellare, le rigava la guancia.
Si ricord ad un tratto del registratore, sfil lo zaino dalla spalla e rovist dentro:
voleva fissare quellemozione nella memoria digitale, le note del tango, lo
sfregamento delle scarpe sul cemento, il rintocco dei tacchi pestati a terra, il
mormorio ammirato degli spettatori, il suo stesso silenzio, attonito e gonfio di
pensieri.
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Violane percorse a passi lunghi e rapidi il ponte che collegava lle Saint Louis a lle
de la Cit, zigzagando tra la folla; la sua ombra rabbuiava il riflesso dei lampioni
spalmato a terra e quando i crocchi di persone si facevano pi radi, accelerava
landatura fino alle rapide falcate della corsa. I suoi arti si allungavano e si
slanciavano in avanti in un gesto molto liberatorio. Si accorse che lo sforzo per tenere
la velocit obbligava la mente a concentrarsi sul ritmo regolare della respirazione,
sulleconomia dei movimenti, sul recupero nelle pause di decelerazione, e questo
lavoro di calibratura le alleggeriva il cuore. Poteva correre via da se stessa, perch il
suo corpo sapeva essere pi veloce dei pensieri. Tamburo del cuore-polmoni in
fiamme-sete dossigeno-muscoli in combustione: lei era tutta in quel nodo, che
lasciava indietro qualunque cosa fosse altro da movimento puro.
Mentre i binari paralleli dei fondali della citt convergevano nellimbuto alle sue
spalle, in un indistinto fragore ottico di macchie di buio, polle di luce e fari di
macchine, lei si sent un proiettile: determinato, imprendibile, e Libero.
Attravers place Louis Lpine e si tuff in metropolitana. Non perch temesse
davvero di essere inseguita si diceva; ma aveva bisogno di un posto anonimo,
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Oddio Ofelia!
Poi sent uno scatto metallico, luomo lafferr dalle spalle e la trascin rudemente
contro la parete, lasciando che le sue gambe strisciassero per terra; quando le gherm i
capelli per sollevarle il volto, a lei sembr di vedere una di quelle maschere
diaboliche del ristorante giapponese. Sent il contatto di una lama fredda appoggiata
sulla sua mandibola e una furia cieca lassal, fatta di rabbia, senso di protezione e
piet: non poteva permettersi di abbandonare sua figlia, di cedere cos, senza lottare.
Una fitta di dolore al fianco le strapp una smorfia e il suo respiro era un rantolo che
le bruciava lesofago; ma distinto lanci il palmo della mano, caricandolo con uno
scarto del fianco destro, contro il polso del giapponese. Il gesto fu sufficientemente
improvviso da sbilanciarlo e allontanare la lama dal suo viso; quanto bastava per
permetterle di infierire con una gomitata rovesciata che lo sbatt contro la parete.
Violane si guard il gomito, stupita, poi fece un sorriso storto e dolorante e cerc di
alzarsi, scrollandosi di dosso gli arti di lui che le impedivano i movimenti, ma luomo
si rialz ed ora aveva davvero gli occhi iniettati di sangue:
Koro shite yaru, Yariman onna17!
Violane alz le braccia per proteggersi mentre le gambe graffiano il cemento in cerca
di un appoggio che laiutasse a rialzarsi, quando le parve di vedere una figura
stagliarsi contro il nero della notte; poi volare sopra i gradini della rampa e planare a
due passi da lei.
Lurlo del giapponese dur un battito di ciglia, si consum nello schiocco brutale delle
giunture che saltavano, poi il suo corpo croll a terra, con il collo spezzato.
Blake si chin su di lei e laiut ad alzarsi:
Bloody bastard, guarda come ti ha ridotta!
Con il dorso della mano le asciug un sottile rivolo di sangue che le segnava la
guancia, poi labbracci con forza per frenare il tremito convulso che le scuoteva il
corpo.
Stai tranquilla: ci sono io adesso.
Violane scoppi a piangere con singhiozzi incontrollabili, si sent immensamente
ridicola, ma non riusciva a dominare lurgenza di sputare fuori con una liberatoria
cascata di lacrime tutta la tensione, la paura, la stanchezza e poi il sollievo,
accumulati.
Capitolo 6
Il mattino dopo Violane si svegli in quella che ricordava essere la camera da letto di
Blake, cerc di alzarsi puntando i gomiti sul materasso, ma una fitta di dolore la
obblig a restare sdraiata. Le tornarono in mente le immagini della lotta; la sua paura,
poi il salvataggio di Blake
Blake?! Ha Ha ucciso il mio aggressore!
Sent i passi che fecero cigolare i gradini della scala a chiocciola, poi lui socchiuse la
porta e, scorgendo che aveva gli occhi aperti, entr.
Ero venuto a vedere se fossi sveglia
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Ti uccido, puttana!
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dolce Qui vedi ancora il suo idealismo, prima che la storia gli sporcasse le mani.
Povero Che Se sapesse di essere diventato poco pi di uno dei tanti segni distintivi
del capitalismo: adesso la sua effigie la stampano perfino sui bikini
S, ricordo quel pomeriggio nel villaggio ai piedi delle piramidi Ore a parlare Il
brusio del condizionatore Sulla parete di fronte aveva la mia foto, il primo piano
dei miei occhi, stanchi, invitanti e indagatori, come Quella?! Hey quella! Che ci
fa la mia foto qui? La tiene ancora?
Blake si avvicin senza fare rumore e Violane si gir di scatto, come sorpresa a
curiosare nella soffitta di uno sconosciuto, dove aveva appena scoperto che qualcosa
di lei era entrato a far parte dei suoi ricordi intimi e Cari.
Lhai vista, un dato di fatto, pi che una domanda. Sono molto affezionato a quella
foto
Pos le tazze e si sedette di fronte a lei, la schiena appoggiata dietro, improvvisamente
molto stanco.
Violane attacc: Voglio sapere chi sono loro, chi sei tu e cosa volete da me. Per un
attimo la donna di mezzet in t-shirt grigia le si materializz di fronte, aveva lo
sguardo sornione, forzatamente puntato verso il soffitto,Violane sapeva che sarebbe
stata l ad annotare ogni sua debolezza, ma una piccola rivincita sulla CUORINFRANTITHERAPIST se la volle prendere e aggiunse: Ah e voglio anche il mio registratore!
Blake nascose il viso nella tazza per qualche secondo, poi la pos, deglut e si sistem
comodo sul divano:
Va bene. Cosa preferisci: la storia breve o quella lunga?
Voglio la verit, tutta. E per quanto forse la prospettiva possa sorriderti, non me
nandr da qui finch non avrai chiarito ogni mio dubbio.
Cominciamo dallinizio allora, ma ho bisogno che mi spieghi qualcosa Estrasse il
registratore da un cofanetto di legno intagliato, posato sul tavolo, e poi schiacci il
pulsante del [play]. Due voci invasero la stanza: una aveva un marcato accento
americano, nellaltra Violane riconobbe il suo ex datore di lavoro.
Mr. K: Ah, unultima cosa: hai un piano B, ragazzo?
YW: Non capisco...
Mr. K: Mi sembra di avere a che fare con un criminale dellultimo minuto Mai
sentito parlare di imprevisti?
YW: Non sono ammessi imprevisti.
Mr. K: [risata] Non da parte mia, idiota, ma se il TUO piano non funziona; se
qualcosa va a puttane?
YW: Niente andr storto Mr. K.
Mr. K: Lo spero per te, muso giallo. I contrattempi sono una puntina nel culo e
finisce che mi tocca lavorare pi del previsto
YW: [la voce diventa un sussurro] Qualunque cosa succeda, ho detto qualunque, io
lo voglio morto.
Mr. K: Tranquillo, stronzetto: Mr. K non lascia mai un lavoro a met. Tu preoccupati
solo di farlo entrare in quella stanza [pausa] al resto penso io.
[stop ]
Violane si sporse in avanti con fare inquisitore: Hai registrato un dialogo tra
Watanabe e un Mr. K?
Hahahah, no Violane, a quanto pare lhai registrato tu.
Cosa? Impossibile! Ho perso il registratore qui a casa tua, tre giorni fa.
Vuol dire che questo colloquio ha avuto luogo nel ristorante dove lavoravi,
presumibilmente la sera della sparatoria.
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in grado di tenere testa agli altri. Al momento della designazione, per Shizue sta
scontando una condanna a due anni per gioco dazzardo. Questo non sarebbe stato un
problema, di per s, se non fosse che 5 mesi fa, ad un anno dalla nomina, il capo
supremo morto per attacco cardiaco.
La vedova, la cosiddetta ane-san ha riunito a Tokyo Korenaga, Yoshida e Yuichiro,
per decidere il da farsi, almeno nellattesa che Shizue esca di galera. In genere alle
donne proibito avere qualsiasi ruolo nella Yakuza ma, trattandosi di unemergenza,
lane-san si propone come sostituta pro-tempore; il fatto di essere stata la moglie di
un grande capo le conferisce lautorevolezza necessaria e gli altri accettano. Lei si
rende conto ben presto, per, che gestire pi di 100.000 membri attivi e 3 capi
ambiziosi e senza scrupoli non impresa facile, e commette un grave errore, si sceglie
un vice: Korenaga.
Il vecchio.
Proprio lui. vero che a decidere sempre e solo lane-san, ma Korenaga, in virt
della sua nuova posizione, pu fare tutte le proposte che vuole e questo non piace per
nulla agli altri membri autorevoli. La situazione non promette niente di buono, ma
destinata ancora a peggiorare perch due mesi fa Shizue morto in carcere.
Che combinazione
Infatti, alla coincidenza ci credono in pochi Sono rimasti Korenaga, Yoshida un
giovane ambizioso e spietato e Yuichiro, un uomo scaltro ma senza carisma, e nessuna
vera attitudine per il potere. La guerra per accaparrarsi il ruolo di kumicho, capo
supremo, alle porte; la precede una fase di stallo, questa ormai compromessa,
dedicata a tessere alleanze, sondare le amicizie, fiutare dove tiri il vento. Watanabe sa
di non potercela fare da solo, ha bisogno di un paladino e tra i due sceglie
Lo so: Korenaga!
No: Yoshida.
Ma come? Korenaga che ha invitato al ristorante e
Quella era solo unimboscata, Violane. Yoshida il candidato preferito, perch
giovane e forse, spera Yuichiro, pi malleabile. Soprattutto a spingerlo verso di lui
il disinteresse di Yoshida per lEuropa, di cui Watanabe vuole continuare a controllare
i traffici. Yuichiro W. per preferisce non esporsi e, con il suo avversario pi temibile
(Korenaga), fa buon viso a cattivo gioco. Finge di stare dalla sua parte, gli manda
attestazioni di simpatia poco compromettenti e gli offre genericamente i suoi servigi,
senza mai impegnarsi apertamente.
Finch arriva loccasione giusta: lane-san ha organizzato un grande raduno di tutti i
saiko komon (i consiglieri anziani) e so-honbucho (capi dei centri direzionali) a Tokyo
perch riconoscano pacificamente la successione di Korenaga. Non vuole, infatti, che
le ambizioni private e le lotte di potere mandino in pezzi limpero costruito con fatica
e scaltrezza da suo marito. Lincontro fissato per il 30 luglio.
Fra 3 settimane!
Gi Yuichiro fa sapere a Korenaga che pronto a sostenerlo e gli chiede un
incontro. Sa che il vecchio, di ritorno dallAmerica, sarebbe disposto a fare scalo in
Europa, se il motivo fosse abbastanza valido; cos Watanabe lo invita ad una cena
daffari e di piacere.
Ho capito: con la scusa di voler sancire il loro patto di reciproco aiuto, lo attira in
una trappola.
S. Dopo la cena a base di sushi [condito da te], quella sera si sarebbero dovuti
spostare tutti nella sala del gioco dazzardo, sul retro, a discutere daffari: come
distribuirsi zone e competenze.
Non immaginavo neanche che si giocasse dazzardo in quel locale!
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Capitolo 7
Hey, quand che cambi macchina, Joe?
Hahaha questa pi fedele di mia moglie, non me ne separerei mai. Vado pazzo per
la mia Citron Saxo.
Ges, un cazzo di macinino!
Ha solo 5 anni! Lho presa nel 2003, lanno in cui uscita di produzione. Basta che
resista ancora un paio danni, poi mi ritiro. Ho fatto tutta la mia carriera con lo stesso
modello; un bel record no?
Mmmff.
Hey ti piace la musica K.?
Ascolto Bach.
Hahaha c una sola vera musica, amico, la musica latina, muy caliente hahahaha.
Mi fai vomitare Joe, quella musica da checca.
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Hahaha cosa ti perdi, amico! La musica latina ti scende nel cuore come una colata di
lava e ti mette in moto il bacino.
Appunto Roba da checca.
Sei un caso senza speranza K Devi imparare a rilassarti. Lascia che il tuo amico
qui tinsegni qualcosa
Spara sapientone.
Hai mai bevuto una tequila cruda?
Io non bevo quando sono in servizio. E sono sempre in servizio.
Be amico, una grande metafora della vita.
Mi diventi filosofo adesso?
Ascolta testone: lecchi il sale, bicchierino di tequila, mordi il limone, ti sciacqui la
bocca e booom butti gi. Amaro, tagliente, irritante e bollente, come la vita.
Andiamo Joe, lo sanno anche i bambini! Una pantomima del cazzo per farti
sopportare un gusto di merda infuocata e un retrogusto che anche peggio.
Uh-uh abbiamo un intenditore nel taxi! Hahahaha.
Ah chiudi quella cazzo di bocca.
Facciamo un patto K., se la prossima volta che chiami un taxi, trovi me, andiamo a
berci una tequila insieme.
La citt grande, Joe
Sar il caso a decidere.
Quanto devo per la corsa?
65 euro.
Ges, cosa credi, che li pisci i soldi? Sei uno strozzino, non un tassista, Joe.
il regolamento, amico, leggi il tariffario incollato al poggiatesta.
Ahhhhhh fanculo il regolamento.
Mr. K usc sbattendo la portiera e si allontan a grandi passi lungo la Senna. Il taxi
simmise nel traffico della sera. Joe fece in tempo ad azzerare il tassametro, che la
radio delle frequenze interne ronz di nuovo e lui prese la chiamata:
Eccomi!
Una cliente in Quai de Grands Augustins 38, Joe, codice 4774.
Ricevuto dolcezza, volo.
Violane usc dallombra del portone e si avvicin a bordo strada con un braccio levato
per farsi riconoscere dal tassista. Lauto accost e lei scivol dentro e richiuse, rapida,
la portiera.
Buona sera, vorrei andare in rue de lEstrapade 14, per favore.
Con piacere, signorina. Se le arriva troppa aria l dietro me lo dica e tiro su il
finestrino.
No grazie, piacevole anzi
Vero? Trovo anchio.
Violane accost il viso al finestrino, a spiare i volti nelle macchine in coda e a contare
le luci accese nelle case: se cera una cosa che le aveva sempre suscitato una nostalgia
struggente erano i quadri di vita estranea, che si svelavano, brevi e frammentari, dalle
finestre illuminate. Senza filtrare i pensieri, si sorprese a confessare:
La sera il momento della giornata che preferisco
La capisco
Dopo il clamore del giorno e la sua corsa frenetica a soddisfare doveri, impegni,
aspettative La sera ha una sua confortevole intimit.
Joe sollev gli occhi allo specchietto retrovisore per mettere a fuoco la passeggera:
Sa cosa? Non ci avevo mai pensato, ma proprio cos.
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Gi.
Il mio nome Joe.
Io sono Violane, piacere Joe. Non ha laccento francese per
No, sono italiano.
Ah stavo per dirlo! Che coincidenza: anchio!
No! Magnifico!
Da quanto tempo sei a Parigi, Joe?
Sono venuto qui a 20 anni e ora sono vicino alla pensione
Non ti manca lItalia?
A tutti gli emigrati manca la patria, bambina, soprattutto quando diventano vecchi.
S, deve essere cos, io per ora non ho tanta voglia di tornarci.
Hahaha tu sei giovane: hai ancora voglia di vedere, conoscere gente, citt Lo
capisco, ero cos anchio; poi per viene la sera E ti viene nostalgia di quel nido
caldo che era il tuo paese.
Perch non ci torni, Joe?
Chiss, magari un giorno E tu che fai di bello a Parigi?
Studio Sono egittologa.
Ah magnifico! Mia moglie tinchioderebbe in salotto sotto un fuoco di fila di
domande; lei ama lEgitto.
Ci siete stati?
In viaggio di nozze: ai tempi dAlessandro Magno.
Hahaha.
Bene, bene Egittologa, e cosa stai facendo? La tesi?
No sto concludendo il corso di dottorato, poi si vedr; anche se, a dirla tutta
A dirla tutta?
Voglio scrivere. Pu sembrare ridicolo Ma quello che voglio, in assoluto, pi di
qualunque altra cosa, Violane arross e abbass gli occhi: O quasi.
Non ci trovo niente di ridicolo E perch non lo fai?
Oh lo sto facendo
Ma?
Violane lo scrut cercando il suo riflesso nello specchietto retrovisore, le sembrava
strano che un perfetto sconosciuto le desse corda e fosse sinceramente interessato ai
suoi [dilemmi esistenziali], poi sorrise tra s e continu:
Be di aspiranti scrittori ce ne sono tanti Insomma perch dovrei farcela proprio
io?
Mmmm. Bisogna che il vecchio Joe ti racconti una storia, bambina.
Violane si sistem comoda sul sedile e accavall le gambe: Ti ascolto.
Quandero giovane ho fatto per un certo tempo la maschera allOpra, sai quello che
controlla i biglietti e accompagna gli spettatori a sedere
S, ho presente.
Bene. Allora Una sera, mentre aspettiamo di aprire le sale al pubblico, sono l che
parlo di musica, con un amico che studia al conservatorio. Lui mi dice che non tutti i
direttori d'orchestra sono uguali: una stessa musica, diretta da maestri diversi, cambia.
Il che sembra ovvio, ma ti assicuro che non cos facile da Capire. Insomma ci
vuole un orecchio raffinato o, diciamo, educato, per rendersene conto davvero. Infatti
io in quel momento non cho capito niente, per me erano tutti uguali e amen.
Poi una sera succede una cosa incredibile. Arriva sul palco uno giovanissimo, credo
uno dell'Europa orientale, non ricordo di dove, insomma questo alza la bacchetta e
Da quel momento tutto stato diverso. Guarda, da non crederci: tutta la musica che
c'era stata prima era solo Musica; ma quella che sapeva tirare fuori lui
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dallorchestra era Era Era la vita intera, ecco! Robe da pazzi Caveva
elettricit e la trasmetteva pure, tanto che alla fine tutta la sala ha cominciato a
risuonare dei piedi di 2.200 spettatori che pestavano a terra, al ritmo del suo braccio.
Capisci? Eravamo noi a suonare e quella musica ce la sentivamo nella pancia: era un
piacere immenso ed era dentro di me. Di concerti poi, ne sono passati molti altri, ma
quella lunica volta che ho provato unemozione cos.
Come dici tu, di scrittori ce ne sono tanti, ma pochi sanno farti assaggiare un po di
Eh: eternit! Sta l il trucco, bambina: eternit. Se sei capace di strapparne un pezzo e
tenerlo tra le mani, quanto basta per condividerlo con gli altri, hai un potere
impagabile. unepifania Che ci sopraff e ci lascia senza parole. E noi si torna
bambini eh? Stupiti e commossi Da ominicchi meschinelli che siamo, lArte ci
eleva, ci fa sentire migliori e E ci rende pi sopportabile la vita. E se chai quel
dono, fece una risata rauca, di che devi avere paura, eh?!
Joe fece una svolta stretta a destra e inchiod: Uhhh il tempo volato Rue de
lEstrapade 14, signorina, siamo arrivati.
Violane gli allung limporto indicato sul tassametro e poi scese dalla macchina:
Arrivederci Joe, stato un piacere.
Dopo aver fatto pochi passi, torn indietro, si affacci al finestrino anteriore e
aggiunse: Grazie Si volt, ma continuando ad appoggiare la mano al vetro
abbassato. Tentenn di nuovo, poi os chiedere: Sei davvero un tassista, Joe?
Lui le strizz locchio: Spero a presto, Violane.
Violane raggiunse lingresso e si ferm a digitare, sulla tastiera alfanumerica, il codice
segreto 16B82 che dava accesso allandrone. Dopo qualche secondo le arriv il ronzio
di risposta che avvisava che il codice era stato riconosciuto. Spinse la porta pesante e
la sua immagine si riflesse, abbagliata di luce, nello specchio di fronte; sotto, i
complicati intrecci di unedera finta riverberarono il neon con bagliori di plastica.
I francesi sono ossessionati dalla sicurezza, tutti gli edifici hanno, fuori, il quadrante
di una cassaforte invece dei campanelli, poi basta che uno si apposti a qualche metro
dallentrata e spii la successione nella digitazione, per scoprire il codice segreto
Davvero idiota E cervellotico oltre che pericoloso
Violane rovist nella tasca anteriore dello zaino in cerca delle chiavi.
Perch metti il caso di una come me, che ha sempre il mazzo perso chiss dove, il
tempo che lo cerco e lo trovo, e qualcuno pu tranquillamente infilarsi dietro e
Mentre sporse il portachiavi con il lettore infrarosso, per aprire il secondo accesso, la
prima porta si chiuse con un tonfo, mascherando lentrata fulminea di un uomo che,
nella foga, la spinse leggermente in avanti. Violane si gir di scatto con un urlo
soffocato.
Ah Marc lei!
Mi dispiace di averla spaventata, Violane.
No che sono Un po stanca e ho i nervi a fior di pelle.
Scatt anche la seconda porta e il vicino si tuff per aprirgliela e farle strada. Si
scambiarono qualche sorriso mentre aspettavano lascensore, nellimbarazzo Violane
flirt con la cassetta della posta, sbirciando attraverso la fessura; ma respirava
rinfrancata, pensando che se non altro con quel marcantonio vicino era difficile che un
ninja saltasse fuori dal buio.
Un breve squillo avvis che lascensore era al piano. Marc la invit a salire; poi
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sinfil dopo di lei. Lui la guard con un po dinsistenza per qualche secondo, dalle
due spanne daltezza che li differenziavano, il che fece involontariamente rannicchiare
Violane ancora di pi nelle spalle e con gli occhi a terra. Poi il ragazzo si schiar la
voce e butt l un:
Lha poi assaggiata?
Come?
Lui arross e sorrise: La marmellata, dico
La marmellata
Ricorda? Nella sua baldanza cominci a profilarsi unombra di panico e nel suo
sguardo cera la supplica che lei avesse presente quel che le stava dicendo; ma
Violane era lontana anni luce.
La marmellata Scroll le spalle, rassegnata e anche lei in preda allimbarazzo.
Le avevo regal Portato un vasetto di marmellata di more Credo sia gi passato
un mese E mi chiedevo, se per caso lavesse
Con enorme sollievo dentrambi gli occhi di Violane silluminarono: Oh ma certo,
certo! Ehm No. Non ancora.
Ah!
S, ma contavo di farlo presto.
Ah.
Molto presto.
ah
S insomma, sa, io la marmellata la preferisco dinverno.
Oh non immaginavo
No no, un regalo graditissimo, la tengo l Come una reliquia Ehm Me la
pregusto proprio Non vedo lora di assaggiarla insomma, ancora un paio di mesi
e
Lascensore mand di nuovo il suo squillo rassicurante: fine della corsa. Violane
sospir con maggior enfasi di quanto avrebbe voluto, poi si volt verso Marc per fare
i sette metri di corridoio fino alle loro rispettive porte, insieme, in modo da non parere
proprio scortese. Coprirono quella distanza superandosi a vicenda, in una gara di
gentilezza a cedere il passo luna allaltro. Con un ultimo scambio di sorrisi e cenni
del capo, infil la chiave nella toppa e, mentre la girava, Marc si schiar di nuovo la
voce.
Violane?!
Lei occhieggi da sopra la spalla, senza girarsi completamente: S?
Pensavo
Lei apr la porta e infil dentro un piede.
Che magari una di queste sere
Poi laltro, si gir, alz gli occhi, sorrise vaga e lo interruppe dicendo: Certo certo, ci
vediamo eh? Sono un po di corsa Buona serata!
UUuuuuffff
Ninja in agguato o no, non ho proprio voglia di uscire con lui
Violane detestava le luci e, se poteva, non le accendeva, tanto pi che camminare al
buio aveva per lei il sapore della sfida e dellamarcord. Le piaceva poter girare per la
casa con lagilit e la padronanza di un gatto, come le piacevano le sfumature di
grigio e le gradazioni dintensit del nero, che rivestivano tutte le cose e le riducevano
a semplici forme geometriche, o masse informi. Poi era una vecchia abitudine che
aveva le sue radici nelle esplorazioni della grande casa buia, fatte per mano a suo
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padre, nelle sere dinverno. Lui non voleva che lei crescesse con la paura del buio e
laveva iniziata fin da piccolissima a prendere confidenza con le tenebre. Pi di tutto
Violane bambina amava disegnare sulle nuvole di condensa che il suo alito lasciava
sui vetri freddi. Figure magiche, che duravano il tempo di un respiro
Appoggi lo zaino sul tavolo e scorse il cellulare appoggiato poco distante, lo prese
con sollievo, tolse il blocco tasti e vide
15 chiamate perse, merda, Matteo La bambina in vacanza con lui da un giorno
soltanto e comincia a perseguitarmi di telefonate di controllo, con la scusa di farmi
parlare con lei Ahhhh
Violane diede unocchiata allora, per accertarsi che non fosse troppo tardi, e poi
chiam: Pronto? S ciao sono io, Ofelia sta bene? Eh, ho avuto qualche
contrattempo No no tutto bene. Avevo anche dimenticato il cellulare da qualche
parte Ora lho trovato. Mi passi la bambina? Grazie. Ciao tesoro di mami! Ciao
Lina mia! Hai fatto i bagni? Bellissimo! Cosa dici? La sabbia al fondo del mare
morbida morbida? vero, tu ci hai messo i piedini dentro? No eh? Ofelia ci sei?
Non ti sento pi Ah ha mollato il telefono? Va be, non importa S, s lo capisco:
sta giocando Mettiglielo solo vicino allorecchio cos la saluto: ti voglio bene
tesoro, mi manchi. Divertiti con pap ciaooo.
Violane si butt con un sospiro sul divano e si guard intorno, ora che gli occhi si
erano abituati alla penombra, riusc a distinguere meglio le forme. Poi sent uno
strappo, lo sfrigolio di un fiammifero e il crepitare della punta di una sigaretta che
buc, con un punto di luce rossa, il buio della stanza. Dalla poltrona, affogata nel
buio, si deline la figura di un uomo, vecchio. Giapponese.
Korenaga Narato!
un piacere rivederla ragazza-sushi, pardon: Violane, cos che si chiama, vero?
Violane allung la mano verso il cellulare, cercando di non darlo a vedere.
Lasci stare quel telefono, signorina, sono qui in pace.
Chi viene in pace, non sintrufola in casa di soppiatto. Se mi avesse avvertito, lavrei
invitata per il t
Sono una persona discreta, preferisco stare nellombra.
Vedo.
Questa poltrona mi ha distrutto la schiena Si fatta aspettare a lungo, Violane.
Se mi devi uccidere vecchio, sbrigati, non giocare al gatto e topo con me.
Hahaha se ti avessi voluta morta, ragazza, al posto mio avresti trovato qualcun altro,
che ti avrebbe centrata in piena fronte entro 5 secondi dal tuo ingresso in casa.
Cosa vuoi?
Parlare.
Sopravvaluti il mio humor.
Io apprezzo molte cose di te
Di cosa vogliamo parlare? Di film di Yasujiro Ozu o di ricette sushi?
Hahaha abbassa la guardia, Violane, sono qui per ringraziarti.
Credo tu abbia sbagliato indirizzo.
Connie Cheuk mi ha detto che lidea della birra stata tua.
Connie, chi?
La cameriera del ristorante Isami.
Ah, non sapevo il suo nome.
Ci ha... Ehm... Confessato che sei stata tu a prendere le lattine con le pasticche e a
portargliele.
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stuzzic linterno delle braccia, mentre lei inarcava la schiena in un misto di piacere e
solletico; poi con un colpo dei lombi, Violane si liber dalla presa e si sollev a
sedere, lo guard fisso e gli chiese in un soffio:
Chi sei? Voglio dire Veramente.
Un agente federale, lavoro per lo zio Sam.
Un americano a Parigi
Qualcosa del genere.
Perch lAmerica interessata alla yakuza?
Stiamo indagando sulle attivit illegali dimport-export controllate dalla mafia
giapponese, che fa entrare la metamfetamina negli Stati Uniti, via Hawaii, e scarica
sul mercato del Sol Levante tonnellate di hamburger americani avariati.
E Marcel?
Marcel e Camille sono due agenti che lavorano sotto copertura.
Per questo ballano tutte le sere nei pressi del ristorante?
S, tengono sotto controllo il viavai senza suscitare sospetti.
Ma quella sera, tu, come hai fatto ad entrare al momento giusto?
Avevo un infiltrato che avrebbe dovuto avvisarmi in caso dallarme rosso.
Perch? Avresti potuto lasciare che si ammazzassero a vicenda.
Blake sorrise con un sorriso dolcissimo: Ma non potevo permettere che ci andassi di
mezzo tu.
Sei entrato per salvarmi?
Purtroppo ho scoperto tardi, e quasi per caso, che lavoravi l e saresti stata di turno
quella sera, altrimenti avrei cercato di fermarti prima. Tutti i tuoi contatti non erano
pi attivi, il numero di cellulare francese non lavevo, non rispondevi alle email
S, avevo inibito la ricezione dei tuoi messaggi nel provider di posta elettronica
Appena sono venuto a sapere del vero piano di Watanabe ho messo una squadra di
segugi sulle tue tracce, ma i tempi erano strettissimi e la situazione precipitata.
Cos ti sei infilato nel ristorante senza sapere bene cosa fare.
Ti avrei fatto scudo col mio corpo, se necessario.
Ma non avevi un piano, ammettilo.
Hey ti ho tirata fuori da l, no? E anche laltra sera non me la sono cavata troppo
male
Violane sorrise con malizia: Ma non avevi un piano Che razza dagente segreto
sei, senza un piano?
Vieni qui dolcezza, che ti faccio vedere io il mio piano
Blake si allung verso di lei e la ributt a terra, Violane gli morse il collo, poi gli
accarezz il lobo con la lingua e, con un respiro caldo nellorecchio, gli sussurr:
Dammi un minuto, e scapp al piano di sopra.
Violane entr in bagno con il cuore che le martellava, il viso in fiamme e una
piacevole cedevolezza alle gambe. Si guard allo specchio con intenzione, cercando il
suo alter ego: la donna di mezzet in t-shirt grigia prese forma nel riflesso di fronte a
lei. Le restitu lo sguardo intenso, ma non parl.
- Senti, so cosa sto facendo tutto sotto controllo.
- Se lo dici tu
- So quello che faccio, ok?
- Me lhai gi detto.
- Bene, non sono una bambina, chiaro?
- Mai messo in dubbio
- Cosa credi, che milluda?
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- No.
- Credi che pensi che una notte di sesso lo rifaccia mio?
- No.
- Perch, se quello che temi, be sono consapevole: non cambiato niente
- Lo so, Violane e so che lo sai anche tu.
- Bene e allora lasciami in pace!
- Mi hai cercata tu
- Io lo voglio. Lo voglio e basta!
- Sai cosa penso a riguardo.
- Ne ho bisogno. Punto. lultima volta; prendilo come lultimo pasto del
condannato. Me lo guster tutto fino allultima goccia, pulir il piatto con uno strappo
di pane e ci berr sopra lultimo bicchiere. Sar bellissimo e sar la fine. Lasciami
almeno questo. Lasciami chiudere questo libro Lascia che lultimo sapore che mi
resta in bocca, sia quello dolce e pieno di un amore consumato.
La donna in t-shirt abbass gli occhi, sorrise timidamente e tristemente e svan.
Violane fiss ancora per un attimo gli occhi della sua immagine riflessa, poi ammicc:
Scendi da lui, sbrigati.
Svuota la mente, alleggerisci il cuore e lascia che sia il tuo corpo a condurre, questa
volta.
Violane apr la porta del bagno e il buio la circond, le scivol dietro la schiena e la
spinse, con dolcezza, verso la scala. Blake laspettava a met strada, le prese la mano
e la guid lungo gli ultimi gradini, mentre sussurr: Chiudi gli occhi.
Lei si abbandon alle sue braccia; rallent il passo, adattandolo al suo, come in una
morbida danza, cadenzata, fino al fondo della scala.
Ora puoi aprirli.
Continuando a tenerle la mano, con laltra le indic la luce guizzante di tante piccole
fiamme che danzavano in cima a candele basse, distribuite per tutta la sala. Blake si
schiar la voce, imbarazzato dagli occhi sgranati e dal silenzio di lei.
Mi sento un po stupido Non lho mai fatto per nessuna Non so cosa mabbia
preso
bellissimo
Lui se la strinse contro: Lo sai che ti terr sveglia tutta la notte, s?
Basta parlare, agente segreto!
Si sfilarono i vestiti con gioiosa furia, poi lui la prese dai fianchi e tenendola salda, la
penetr dolce, lento e forte. Un attimo prima che londa di piacere la travolgesse, gli
bisbigli: Bentornato a casa, Mr. Debenham.
Lodore vischioso e invadente del sesso fatto si mescolava a quello delle candele
bruciate e al profumo di una nuova alba, che accarezzava i resti di una guerra dei
sensi, di cui i vestiti sparsi, le lenzuola arrotolate, i cuscini schiacciati ed i corpi
abbandonati, erano pulsante ricordo.
Violane si svegli e una fitta di dolore le inaspr il pastello dellalba, si trascin pi
vicino a Blake e gli si raggomitol contro. Appoggi il capo sul suo petto,
aggrappandosi al suono ovattato del suo battito cardiaco, che le dava conforto.
Silluse per un attimo che il tempo potesse fermarsi e loro restare cos, in eterno, uniti
come un solo essere, intoccabili dalle tempeste della vita. Chiuse gli occhi e credette,
solo per un attimo, che tutto fosse ancora possibile.
Blake sbadigli e riacquist coscienza, poi si gir verso di lei, scost i suoi capelli che
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avvert il significato del suo gesto e sollev impercettibilmente il tono della voce,
come a volerla trattenere con le parole:
Invece mi ritrovo a dover giustificare questo o chiarire quello Andiamo Vio, sono
tutte stronzate Conversazioni del genere non hanno senso. Lo sai, la mia vita la
decido giorno per giorno, momento per momento, ora non so dirti cosa vorr fare
domani Hey mi stai ascoltando?
Non hai neanche il coraggio di dirmi apertamente perch non puoi stare con me, anzi
ancora non lo sai, dovrei capirlo io, leggendo tra le righe Quali? Quelle della tua
pusillanimit? Mi disgusti. Sei un patetico codardo, non meriti un grammo del mio
amore e del mio coraggio.
Ok sputa la tua rabbia, tanto lo so che devi solo sfogare la tua frustrazione, lo
capisco.
Di che cosa parli?
Non deve essere facile, crescere una bambina da sola insomma Ma hai fatto una
scelta tempo fa: hai deciso di non abortire da un uomo che non amavi pi
Cosa diavolo centra mia figlia con tutto questo?
Be Violane, la tua strada, non la mia. Io non ho mai voluto avere figli e non mi
accoller ora quella di un altro. Hai fatto una scelta e ora devi conviverci, che ti
piaccia o no, non puoi rinfacciarla a me.
Io non sto sfogando nessuna frustrazione, grandissimo pezzo di merda, io ti stavo
dicendo che ti amo e che vorrei condividere la mia vita con te e questo tutto quello
che hai da replicare?
Senti facciamola finita, e torniamo amichevoli e rispettosi luno dellaltro
comeravamo, ok?
Tra laltro, ti ho detto di avere una figlia fin dal primo momento che ci siamo
conosciuti, dopo i primi cinque minuti di conversazione, lo sapevi fin dallinizio!
vero e allora? Cosa avrei dovuto fare? Farle da padre?
Sei solo uno stronzo!
Blake intanto si era alzato dal letto e cercava di arraffare, nella pila di vestiti che
giacevano a terra, alla rinfusa, un paio di boxer.
Violane scese la scala a chiocciola al volo. Lui la segu goffamente e riusc a sfiorarle
il braccio:
Andiamo Violane! Fermati e parliamone.
Violane si ferm e si volt: Blake, tesoro Gli sorrise, con dolcezza
compassionevole, non leggi tra le righe? Le sue ultime parole furono lo schiaffo di
un urlo dritto in faccia: TI STO MANDANDO AFFANCULO!
Stai calma, stai calma, Violane stai calma, solo un attimo di concentrazione ancora e
poi scoppi fuori, ok? Allora hai tutto? Ah merda: il registratore! Dov, dov? Ah
ecco: sul tavolo! Prendilo!
Ok, fammi vedere la sacca dei vestiti, la borsa del computer, lo zaino Bene c
tutto. Forza usciamo di qui.
Blake le si avvicin, frastornato:
Non puoi andare l fuori cos, rischi che ti trovino e ti uccidano!
Violane raccolse le sue cose e sorrise, trattenendo con orgoglio le lacrime che le
bruciavano gli occhi e sforzandosi a non incrinare la voce, che gi tremava
pericolosamente:
Pi di quanto abbia gi fatto tu? Difficile
Violane!
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TLOK
Aveva chiuso la porta dietro di s, con un piccolo schianto che voleva essere la
traduzione sonora del punto che aveva messo al suo passato; ma soprattutto un
ammonimento a s e un avvertimento a lui: non permetter mai pi a te e a nessun
altro di ferirmi cos.
Capitolo 8
Sei pronto Mr. K?
Io ero pronto prima che tu nascessi, cazzo moscio.
Segui attentamente quello che faccio. Per prima cosa si taglia il limone in otto
fettine.
Perch proprio otto? Perch non sei? un altro regolamento del cazzo?
Be No che io lho imparato cos
Non sei uno che si fa tante domande, eh Joe?
Joe sorrise di rimando, cercando di non perdere la concentrazione nel taglio.
Fai bene, vecchio. Non ti fare domande e camperai pi a lungo.
Bene, fatto. Ora devi leccarti la pelle tra il pollice e lindice.
Preferisco leccare una figa che leccarmi la pelle tra pollice e indice.
E dai K.! Devi seguire tutta la procedura.
Questa una cazzo di procedura da checche, te lho gi detto.
Ora metti il sale l esatto, cos si attacca sullumido. Poi, con la stessa mano, tieni
una fettina di limone.
Dove lhai imparata questa, al circo?
Guarda me: lecco il sale aaahhhgg bleah sorso di tequila poi mordo il limone
isssssshhhhhh mi sciacquo la bocca e poi gi uuuuuoooch! Tocca a te, amico.
Mr. K imit, riluttante; poi, senza la minima reazione, pos il bicchiere vuoto sul
bancone.
Se questa la cosa pi elettrizzante che sai fare, vecchio, bisogna che aggiorni il
repertorio Lascia che sia paparino ad insegnarti qualcosa
Mr. K rovesci il salino sul bancone, ne spian la montagnola, e divise la massa in
strisce parallele. Tagli una brochure del locale e larrotol, poi la tese a Joe.
Ora sniffa.
Come?
Sniffa il sale, forza.
Ma Non so K.
Io ho provato il tuo metodo, ora tu provi il mio.
Joe inspir rumorosamente le strisce di sale non senza tossire, sputare e lacrimare,
quando ebbe finito, sollev gli occhi verso Mr K. per le istruzioni successive.
Ora gi la tequila!
Joe trangugi e appena raddrizz il collo, Mr K. gli spruzz negli occhi il limone e poi
gli assest un diretto in pieno viso, che lo port a gambe allaria; nel volo indietro
trascin con s i grani di sale, gli spicchi di limone e il bicchierino che and in
frantumi.
HAHAHAHAHA questa s che una grande metafora della vita, eh Joe? Bruciante,
aspra e imprevedibilmente puttana HAHAHAHA.
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Il palazzo di rue du Four 32 aveva una facciata tipica dellera della rivoluzione
urbanistica di Hausmann, che trasform la Parigi di labirintici e maleodoranti vicoli
medievali in una metropoli moderna, fatta darterie larghe e dritte che ne
razionalizzarono la pianta urbana. La facciata di fine Ottocento aveva spessi muri
portanti, balconi continui che correvano lungo tutto il secondo piano ed il quinto,
mentre al terzo ed al quarto c'erano solo finestre. Ad una di quelle si affacci lombra
di un uomo, un leggero movimento della tenda svel il buio nella stanza, poi la stoffa
ricadde.
Sta arrivando.
Un giapponese attravers la strada e varc lentrata ritagliata nel grande portone,
rosso Moulin Rouge, unica nota fuori accordo, nellomogenea e monotona estetica
dellarchitettura hausmanniana.
Pochi minuti dopo, tre colpi alla porta dellampio salone anticiparono lentrata di un
maggiordomo che pieg la schiena con deferenza. Al vertice della prospettiva della
stanza, che gli si apriva davanti, la sua statura, gi piccola, si perdeva sotto la cornice
della porta. Annunci:
Hanshiro qui, signore.
Il destinatario del suo messaggio era un vecchio. Emanava unaura di spietata forza
che catalizzava lo sguardo su di s, nonostante fosse una piccola figura seduta di
fronte ad un tavolino basso.
Un tappeto di pelle bianco si allargava come una macchia di latte sul palchetto di
faggio. Sul divano nero, la poltrona moderna, lo schermo al plasma e la cassettiera di
legno, si posava il tocco livido dellalba.
Il maggiordomo fece un altro inchino e spar nel silenzio. La vedetta, che aveva
sbirciato la strada dalla finestra, misur a grandi passi i quadrati di sole nascente,
distesi sul pavimento, ma interruppe il suo peregrinare quando vide Hanshiro sulla
soglia. Luomo avanz fino al tavolino basso, mentre la porta venne richiusa alle sue
spalle.
Yoshida a Parigi, oyabun.
Korenaga osservava un bastoncino dincenso che bruciava lento e, senza distogliere lo
sguardo, sussurr: arrivato due giorni fa e tu me lo dici solo adesso, Hanshiro?
Sono venuto subito, appena ho saputo.
Korenaga sollev un sopracciglio: Allora hai saputo tardi
Mi dispiace, oyabun.
Luomo che aspira al mio ruolo di kumicho, capo supremo, venuto qui per
rivendicarlo di persona, il vecchio chiuse gli occhi e inspir profondamente con il
diaframma, da quando ha toccato il suolo parigino, il 9 luglio alle 17,55, che gli
stiamo addosso, riapr gli occhi e li punt sul suo interlocutore, allaltra estremit
della stanza, e tu arrivi adesso?
Linformatore si mosse imbarazzato, spostando lequilibrio da un piede allaltro: Mi
mi dispiace, oyabun.
La voce di Korenaga lacer laria con il sibilo di un foglio strappato: Non basta!
Luomo cominci a sudare: Oyabun
Il vecchio guard fissamente il bastoncino dincenso: lestremit consumata restava
sospesa in cenere compatta, un prolungamento grigio pronto a staccarsi al primo tocco
che ne sbilanciasse lequilibrio. La voce di Korenaga usc di nuovo, bassa e forse
ancora pi minacciosa:
Magnifica metafora della vita, non trovi kobun?
Co- cosa maestro?
Siamo cenere appesa alla vita, ma basta un niente, soffi leggermente e la polvere
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finissima si volatilizz con uno sbuffo per ricadere, velo invisibile, sul tavolo, per
spazzarci via.
Il corpo di Hanshiro fu scosso da brividi di paura incontrollabili, le braccia
abbandonate lungo il corpo, la mascella serrata, in attesa. Nel silenzio la sua ansia si
fece insopportabile, Korenaga era imperscrutabile. Accarezzava con il pollice il tavolo
e poi osserv il velo grigio che gli ricopriva il polpastrello.
C un modo
La replica di Hanshiro ebbe i toni acuti di un suono isterico: S?
Voglio che tinfiltri nel clan di Yoshida.
Luomo deglut un boccone di panico.
Voglio che tu faccia finta di avermi venduto, gli dirai che puoi portarlo da me e dalla
ragazza.
Non Non mi crederebbe mai, oyabun
Allora dovrai sforzarti dessere molto convincente, kobun.
Mi uccider!
Ti conviene correre il rischio, Korenaga apr un cassetto della scrivania ed estrasse
una pistola che appoggi sul tavolo, perch se non vai da lui, lo faccio io adesso.
Cosa devo fare?
Digli che hai saputo che ho organizzato una cena per riunire il clan; una cena in
perfetto stile yakuza, e che ci sar anche la ragazza, la modella sushi, per celebrare la
fine di Watanabe.
Quando?
Diciamo fra due giorni
Dove?
Qui.
Come Come facciamo, oyabun?
Tu portami Yoshida, al resto penso io.
Violane si accasci sul sedile nel vagone vuoto e poi sistem le sue borse nel posto
accanto. La prima corsa dellalba aveva lodore umido della notte passata e quello del
treno, che mescola milioni dumori, profumi, sudori, aliti, effluvi in unessenza
rivoltante e metallica. Pensieri e immagini le affollavano la mente, flash alternati di
frammenti dorgasmi e frasi crudeli, luci e ombre, le candele, la voglia, la paura,
lillusione, il coltello nel cuore, lo sguardo di lui improvvisamente indifferente, le sue
dita, lui che la invade e la riempie tutta e poi il gelo e una porta che sbatte. Appoggi
la testa al finestrino, estenuata da quella girandola che la perseguitava e straziava.
- Be lo sapevi che sarebbe finita cos, no?
La cuorispezzati therapist non aveva proprio lespressione del te lavevo detto che
Violane si sarebbe aspettata.
- s. S s s s s s s s NO. No, non cos. Non cos.
- Capisco
- Ma ti rendi conto? Non pu stare con me e non sa neanche perch! talmente
codardo che si aspetta sia io a fornirgli un motivo, o a capirlo da me E come se non
bastasse per, dopo che mi ha fatto il cuore a pezzettini, vuole che rimanga l, vicino,
che restiamo amici A-M-I-C-I?
- Senti, Violane
- Amici del cazzo, amici, ma che andasse aff
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- Violane
- Cosa? Cosa vuoi?
- Violane, respira e cerca di calmarti.
- Ufff
- Violane ascoltami bene. Non puoi lasciare che quel veleno ti maceri dentro. Ti
ottenebra la mente, fiacca il corpo e svia le tue energie positive.
- Lo so.
- Non ce lo possiamo permettere, chiaro?
- Me ne fotto di
- NO! Non puoi permettergli di farti ancora del male. Lascialo indietro. Butta la
zavorra, Violane, e riprendi quota. Cancellalo, chiudilo in una scatola, mettici un
lucchetto di piombo e gettala negli abissi, che vi resti, sepolta, per sempre. Hai
bisogno della tua forza, e ne ha bisogno tua figlia.
- Lo so.
- Andiamo Violane: rialzati e combatti. In piedi e combatti. Forza tesoro, so che ce la
puoi fare.
- Io... Sono tanto stanca, sai?
- Un passo alla volta, Violane, non c fretta. Vieni, andiamo
Violane scese all'Opra. Sincammin rapida nel tunnel sotterraneo che portava
alluscita; un brivido le fece accelerare il passo, mentre ricordava la notte
dellaggressione.
Varc gli ultimi cancelli metallici e il movimento impastato della citt che si svegliava
al nuovo giorno laccolse. Nei Caf le serrande si sollevavano a mostrare le sedie
rovesciate sui tavoli e le luci al neon, mentre gli sguatteri ripassavano il pavimento e
altri, fuori, lavavano i vetri con la spatola gommata, un movimento serpeggiante che,
da sempre, affascinava Violane. Dalle brasserie arrivava il profumo caldo del pane
appena sfornato e macchine pigre scivolavano al semaforo verde, sulla strada ancora
deserta. Violane inspir a fondo laria frizzante e attravers. Il portone di Giulia era il
primo dopo ledicola. Violane si ferm di fronte alla pulsantiera alfanumerica e
sospir:
Uff il codice daccesso! Devo averlo registrato nel cellulare, vediamo Ecco, Giulia:
03D12
ZZZZZZ
La sicura scatt e il pesante portone si apr. Violane lo accompagn con circospezione
finch non si fu richiuso con uno schiocco alle sue spalle. Come nella maggior parte
dei palazzi parigini, le scale interne erano attorcigliate, con scalini alti e stretti,
corrimano sottili di legno scuro e ringhiere di ferro battuto. Violane cont
mentalmente cinque piani, poi si ferm di fronte alla terza porta a sinistra e aspett di
recuperare un po di fiato.
Spero sia quella giusta Ovviamente, sempre per motivi di sicurezza, non ci sono
nomi sui campanelli in questo paese Va be, alla peggio do la sveglia a qualcuno
DRIIIIIIIIIIIIIIN
Dopo qualche minuto Violane sent uno scalpiccio e poi vide la fessura della porta che
si schiudeva e la lama di luce di dentro che ritagliava un triangolo sul pianerottolo
buio. Giulia si stropicciava gli occhi e aveva lo sguardo corrucciato e inquisitore, poi
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Da un paio di giorni Violane conduceva una vita agli arresti domiciliari volontari. Si
aggirava per i 35 mq della casa di Giulia come una tigre in gabbia. Si sentiva
incastrata nel bulbo superiore di una clessidra, un suo piede strozzava lo stretto foro
che comunicava con il bulbo inferiore, rallentando la caduta dei granelli di sabbia.
[Deve essere per forza cos, visto che il tempo non passa mai!] Violane si agitava
senza posa, dal divano alla sedia, alla finestra, passeggiando fino in cucina e passando
in rassegna per la milionesima volta la libreria dellamica, in attesa di un cenno da
Korenaga, ma anche nella inconfessabile speranza che Blake si facesse vivo con la
coda tra le gambe e un programma di scuse che prevedesse una lunga permanenza in
ginocchio su un tappeto di ceci.
Forse se non ti alzassi alle 6, le giornate ti sembrerebbero meno lunghe, non credi?
Hai ragione, ma non riesco a dormire.
Giulia le sorrise, poi guard lora: Uuuh le 7,45, devo scappare in ufficio!
Usc raccomandando allamica dessere cauta e, come al solito, la invit a sentirsi
completamente a suo agio, come fosse a casa sua.
Violane si butt sul divano e unondata del profumo di Blake lassal e la travolse
come solo i colpi bassi e che arrivano alla sprovvista sanno fare. La sua mente riprese
a trasmettere frammenti spezzettati delle sequenze di qualche notte prima e lei si sent
mancare laria dalla sofferenza e dalla nostalgia. Decise di farsi una doccia e
interrompere, con lo shock dellacqua ghiacciata, quel tormento insopportabile. Si
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Violane and nella stanza di Giulia, apr larmadio e rovist in cerca di una parrucca.
Pens sarebbe stato meglio camuffarsi un po, in caso qualche sicario della yakuza,
ansioso di farla diventare una statistica, fosse sulle sue tracce.
Avere unamica eccentrica ha dei bei vantaggi Vediamo come mi sta questa: biondo
platino!
Si mise davanti allo specchio di fronte al letto e osserv con sguardo critico il suo viso
sotto la cascata di capelli Gialli. Per qualche strano miracolo la sua fisionomia
cambiava parecchio, ma non bastava ancora: prima era uno spaventapasseri
allampanato bruno, ora aveva solo guadagnato un colore diverso dei capelli. Poi
mentre fissava i suoi jeans che le cascavano addosso nonostante la cintura, le venne
unidea e corse in bagno; quando torn aveva in mano la scatola di cartone dei
Kleenex, la pos sul letto, si spogli completamente, rovist nei cassetti di Giulia e
recuper un reggiseno taglia 4 coppa B, lo indoss e si specchi con una smorfia
demoralizzata.
Dai dai, cosa guardi, la sai la storia della botte piccola, no? Su, non ti distrarre,
riempi sto mostro di fazzoletti, sbrigati!
Con meticolosit scientifica Violane si aggiunse un po di taglie sul petto e poi
arrotol qualche pantaloncino sotto i jeans in modo da guadagnare anche di fianchi.
Concluse con una generosa spalmata di rossetto ciliegia e ammir il risultato:
Ecco! Ich bin eine prosperosa turista tedesca leggermente sovrappeso, ja? Macchina
fotografica e cartina bene in vista e sono pronta.
Violane scese a Concorde e, tenendo lobelisco di Luxor alla sua destra, attravers il
lato breve dei giardini delle Tuileries fino al lungo edificio in pietra chiara, cieco a
nord (lato giardino) e vetrato a sud (lungo Senna) dellOrangerie.
Darchitettura classica e originariamente destinato ad ospitare le piante dagrumi delle
Tuileries, aveva dimensioni modeste e il decoro sobrio, adatto ad una costruzione
utilitaria. Da fuori insomma non aveva limponenza ridondante di un Louvre e non
suscitava grandi aspettative; tanto pi piacevole era quindi la sorpresa quando si
scopriva che ospitava i capolavori di Czanne, Renoir, Ricasso, Rousseau, Derain,
Matisse, Modigliani e molti altri.
Violane attravers lingresso facendo un garbato cenno di saluto ai due energumeni
che piantonavano lentrata e si diresse al bancone della biglietteria con moderata
calma, quanto bastava per guardasi intorno e accertarsi di non essere stata seguita;
decise poi di sfruttare il suo travestimento fino in fondo e con un tono di voce
leggermente pi alto del necessario scand, nel tedesco pi pietroso che le riusc:
Guten Morgen, ich mchte eine Eintrittskarte, bitte.
Come prego?
Violane finse di cadere dalle nuvole, poi rise, si scus e infine ripet la domanda in un
francese zoppicante, condito da un accento impossibile. La donna la guard con
disinteressata fissit, poi con un sospiro di sopportazione biascic il prezzo e le
allung un biglietto.
7 euro e 50.
meRci.
Nessuna occhiata indagatrice aveva messo in dubbio il suo camuffamento teutonico,
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quindi Violane si rilass e si diresse, sicura, verso lala del museo da lei prediletta: le
sale ovali della met est, in cui si srotolavano le distese lacustri delle Nymphas di
Monet.
Il luogo dellappuntamento laveva scelto lei e Korenaga non aveva avuto obiezioni.
Lungo le pareti curve interrotte da quattro archi, che collegavano le due sale tra loro e
con il resto del museo, si snodavano le tele con distese dacque stagnanti, canneti
incendiati di sole, foglie che galleggiavano e ninfee bianche, rosa, gialle dai contorni
indistinti, sfumati dalle nuvole che si specchiavano nel lago, dai ritagli di cielo, dai
mille altri colori riflessi nellacqua.
Le pareti erano bianche e la luce pioveva dallalto. Dalla lunga panca centrale qualche
visitatore strizzava gli occhi, cercando didentificare forme e contorni, di
razionalizzare un capolavoro che sfidava losservatore ad ogni pennellata. Nonostante
fosse un museo che conosceva bene, Violane per un attimo cadde nella trappola che
ingannava chiunque si trovasse di fronte ad una tela impressionista: istintivamente si
port al centro della sala per mettere qualche metro tra s e le Nymphas, ma visto che
la visione dinsieme non risolveva il suo disagio estetico, si avvicin di qualche passo,
poi ancora di una decina di centimetri, finch la tessitura degli spessi impasti di colore
non ebbe pi segreti, come una pelle svelata nei suoi pori e follicoli piliferi. Il
risultato non cambi e Violane si guard intorno imbarazzata di non avere sul viso
lespressione goduta di unesperienza intellettuale soddisfatta.
Poco distante da lei un guardiano, in completo blu scuro, la osservava con intenzione,
Violane incroci il suo sguardo e una scossa elettrica le raddrizz la schiena: era
giapponese.
Io mi perdo a studiare Monet, quando ho una missione da compiere, merda,
concentrati, concentrati! Quello potrebbe essere il tuo contatto. Cerca di essere
professionale, ok? Avvicinati con calma e digli il messaggio convenuto con
Korenaga Qualera gi? Ah s
Salve, non riesco a trovare la tavola esplicativa in italiano
Il ragazzo la guard incerto e lei si accorse di avere ben in vista una guida che aveva
preso allultimo momento, in una bancarella lungo Senna, giusto per completare il suo
travestimento, e che recitava a caratteri cubitali Frankreich.
Che stupida! Magari i segugi ninja non mi riconoscono pi, ma neanche il contatto di
Korenaga! Qui ci vuole un piano B, cosa gli posso dire per fargli capire che sono io?
Dannazione ho bisogno di unidea, rapida Cucina giapponese! Proviamo con la
cucina Funziona sempre con la cucina
Violane si avvicin un po di pi e fece un gesto vago in direzione del dipinto,
fingendo di chiedere qualche informazione tecnica e sussurr:
Mi saprebbe consigliare dove posso comprare del wasabi fresco? Mi piace
moltissimo da accompagnare alla salsa in cui intingo il sushi, ma un buon mazuma
wasabi difficile da trovare
Gli occhi del giapponese ebbero un guizzo e accenn un gesto dintesa, ma volle
unultima conferma e replic:
Mangiare il sushi pu essere pericoloso di questi tempi
Violane lo scrut da sopra gli occhiali neri e concluse:
Soprattutto se lo annaffia con la birra
Il ragazzo sorrise, si gir verso una teca di plastica trasparente, attaccata alla parete,
100
ed estrasse una tavola plastificata con la guida della sala, poi gliela porse:
Ecco la sua brochure in italiano, si ricordi di restituirla quando ha finito di
consultarla, questo materiale informativo del museo.
Violane annu e scorse un foglio ripiegato, che sporgeva dallangolo inferiore destro
della tavola; lo appallottol nella mano, poi si aggir nella sala fingendo di leggere
lopuscolo e infine lo restitu al ragazzo con un lieve occhiolino e si avvi a passo
svelto verso luscita.
Una volta in metropolitana, si abbandon sul sedile, frug nella tasca dei jeans e tir
fuori il pezzo di carta appallottolato, poi lo svolse con cautela sul ginocchio.
Bingo: il messaggio di Korenaga!
Pronto?
Ciao Giulia, sono Violane.
Hey ciao, dimmi.
Ho bisogno di parlarti, importante, che fai in pausa pranzo?
Credo manger un panino con unamica.
Ah
Con te, scema! Vieni a place de la Bastille alla mezza, ti aspetto sulla scala
dellOpra.
Violane sorrise al cellulare: Grazie, Giulia.
Alluscita dalla metro, i gradini che portavano in superficie, erano punteggiati dai
goccioloni pesanti di un improvviso temporale estivo. Ledificio imponente, fatto di
pareti di vetro imbrigliate in griglie metalliche, aveva lo stesso grigiore del cielo. Un
gruppo di turisti sedeva a met dello scalone daccesso, giusto sotto lampia cornice di
pietra nera lucida, che inquadrava lingresso, per ripararsi dalla pioggia.
Violane si accomod vicino a loro e si tir sulla testa il cappuccio della giacca a
vento, mentre guardava sconfortata i sandali zuppi dacqua; quando scorse lamica, ai
piedi della scalinata, che scrutava interrogativa il via-vai di gente, le fece un cenno
con la mano e poi, visto che Giulia non dava segno di riconoscerla, si alz e le and
incontro.
Ciao!
Mo come ti sei conciata?
Ssssttt sono in incognito.
Eh lo vedo!
Senti, non ti offendi vero? Ti ho rubato un reggiseno
Hahahaha mo figurati, dai andiamo nel bar qui di fianco.
Il marciapiede era uno specchio che rifletteva i passi rapidi della gente in fuga dalla
pioggia, le corolle degli ombrelli e le luci delle macchine, ma i temporali destate che
scoppiavano improvvisi a lacrime spesse, con grande schianto di tuoni e nuvole
gonfie e irose, avevano il sapore di una litigata di ferocia e passione tra veri amanti:
duravano un minuto e il sole che scoppiava dopo brillava nelle gocce dacqua e si
rifletteva nelle pozzanghere con una maest gloriosa, che i giorni di quiete non
conoscevano.
Per questo pi che i volti afflitti di una grigia giornata dautunno, Violane vide sorrisi
spuntare dai cappelli, risate e battute sotto k-way e parapioggia, perch tutti sapevano
che quel diluvio non era che un rabbuffo da niente.
Le due donne si fecero strada tra i tavolini del dehors, raccolti sotto lampio tendone,
pericolosamente imbarcato allestremit destra, e raggiunsero un angolo riparato
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Uomo di colore, completo sportivo, mezzet: Si sveglia e la prima persona che vede
un dottore corso al suo capezzale, al richiamo dellinfermiera che ha visto riattivarsi
le funzioni vitali
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora: Come lo chiamiamo
questo?
Vecchio elegante, capelli bianchi: Paul.
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora: Un altro?
Uomo giovane, capelli rasta, orecchino al naso [annuisce puntando il dito verso
luomo vecchio, per dargli ragione]: S, cos scaviamo nel transfer emotivo di
Michelle che ingrifata dal cognato, ma non lo sa, non ricorda neanche chi sia, non
riesce a mettere a fuoco quellimpulso, quindi si aggrappa inconsciamente al nome:
Paul, un nome che lacchiappa, le comunica calore e conforto...
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora: Michelle quindi vede il
camice bianco e resta folgorata?
Uomo di colore, completo sportivo, mezzet: Certo! Ancora non ricorda niente della
sua famiglia, della sua vita; rinasce, per cos dire, senza passato, senza memoria, vede
quelluomo e se ne innamora allistante.
Uomo giovane, capelli rasta, orecchino al naso: Esatto quello che cavevo nel
cranio.
Vecchio elegante, capelli bianchi: Pu funzionare.
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora: S, mi piace.
Vecchio elegante, capelli bianchi: La facciamo iniziare subito la liaison?
Uomo di colore, completo sportivo, mezzet: No, direi di farli rosolare un paio di
puntate.
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora: Ok E di Paul-Aldryc
che ne facciamo?
Uomo giovane, capelli rasta, orecchino al naso: Mentre lotta per riportare Michelle
alla coscienza, riceve una visita da sballo di Natalie, una sua ex dei tempi della
scuola.
Vecchio elegante, capelli bianchi: E Natalie da dove salta fuori?
Uomo di colore, completo sportivo, mezzet: Ma s, quella che ha fatto il provino
laltro giorno
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora [guarda il vecchio,
sollevando le sopracciglia, stupita]: Non ne so niente.
Uomo giovane, capelli rasta, orecchino al naso: Lamichetta di
Vecchio elegante, capelli bianchi: Di...?
Uomo di colore, completo sportivo, mezzet: una capra ma una parte gliela
dobbiamo dare
Ve c c h i o e l e g a n t e , c a p e l l i b i a n c h i : M a c h i ?
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora: Un paio di puntate
bastano?
Uomo giovane, capelli rasta, orecchino al naso: S, ma bisogna che si veda spogliata:
ha speso una fortuna per rifarsi tette e culo
Donna bionda, occhiali a montatura spessa, golfino dangora: Notte di passione con
Paul-Aldryc allora?
Vecchio elegante, capelli bianchi: Qualcuno sarebbe cos cortese da dirmi chi ?
Uomo di colore, completo sportivo, mezzet: Io pensavo ad un triangolo con il
fratello, Pascal.
Vecchio elegante, capelli bianchi: Ma siamo in fascia protetta!
Uomo giovane, capelli rasta, orecchino al naso: Un bagno in Jacuzzi con qualche
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dentro e schiacci terra; poi, appena le porte metalliche si furono chiuse, respir.
Il manichino era appoggiato, rigido e instabile, contro lo specchio, Giulia incroci il
suo sguardo ceruleo, fisso nel vuoto e bisbigli:
Dai non andata troppo male; non fosse per la figura di m
Attraversato lampio atrio dingresso, Giulia si avvicin alla doppia porta a vetri
girevole e tese il braccio libero per spingerla, quando scorse lusciere di rientro dalla
pausa sigaretta, che veniva dritto verso di lei, [oh no mi ha vista! O meglio: ha visto
LEI!]
Accelerarono il passo entrambi, lui spinto dalla curiosit, cerc di entrare prima che
uscisse lei, che, animata dallansia di fuga, prov ad uscire prima che entrasse lui e si
ritrovarono contemporaneamente bloccati nella centrifuga di vetro in un inseguimento
congelato e senza fine. Luomo fece un inconfondibile gesto di domanda:
Hey dove la porti la mia ragazza?
Giulia, incastrata nella porta girevole, cerc di sollevare il manichino bloccato di
traverso, raccogliere la borsa scivolata a terra, recuperare il cellulare scappato fuori
dalla borsa e rispondergli qualcosa di accettabilmente sagace:
Oh le tolgo solo un po di polvere e le faccio fare un giro
Lusciere non cedette: Hey hey hey hey vietato portar fuori materiale di scena e lo
sai!
Andiamo Josef!
A cosa ti serve?
Giulia cominciava ad averne abbastanza di quel giro vorticoso, se solo lui avesse
smesso di agitarsi nel vano della porta e si fosse fermato un attimo Incoll il viso al
vetro con fare cospiratore e fingendo imbarazzo imbast una storia assurda:
Senti, ho un amico con un po di problemi Lha lasciato la ragazza e lui davvero
caduto in depressione La psicologa dice
Cos, vuole fottersi il mio manichino?
No, fa parte della terapia, si tratta di rivivere il rapporto conflittuale e gli serve un
fantoccio su cui possa anche scaricare la sua rabbia.
Ah, allora me lo brutalizza il manichino!
No no, al massimo qualche cuscinata terapeutica, niente di pi.
Quando me la riporti?
La tengo due, tre giorni al massimo.
Josef la guard fisso per un attimo, poi si strinse nelle spalle e infine licenzi con un
gesto del braccio il manichino, Giulia e quella dannata porta rotante:
Ok fila, filaaaa!
Appena si apr una breccia verso linterno delledificio, lui allung il passo ed entr,
lasciando lei libera di svincolarsi dallavvitamento e finalmente guadagnare la strada.
Capitolo 9
Il taxi mio, lho visto prima io e poi io sono Parigina, quindi ne ho pi diritto di
lei!
Muovi quel tuo culo secco, megera, su questo taxi ci salgo io.
Ma come si permette?
Mi stai appestando le orecchie, vecchia strega, gira al largo.
Signor tassista gli dica qualcosa, per favore, mi difenda, ma che modi!
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Hai visto come tiene quel cazzo di borsa, Joe? Si direbbe un condor, se non fosse che
la faccia da carogna marcia ce lha lei.
Dai rilassati K., guarda che la signora non ha tutti i torti, io sono tuo amico, ma
Lei arrivata prima
Amico? Di questinsolente?
Prima, prima Mi fotto con il suo prima, io voglio il tuo cazzo di taxi e vediamo
di sbrigarci, perch mi sto innervosendo.
Se lui sale su questo taxi, io chiamo la polizia!
Sentite perch non salite tutte due, eh? Eh K.? Accompagniamo la signora e poi ci
facciamo un giro noi, eh? E ti porto dove vuoi, visita panoramica completa della
citt.
Umf...
Io con questo bruto non viaggio.
Chiudi quella cazzo di bocca nonna, o ti faccio pentire di non essere rimasta a casa a
fare luncinetto.
Dove la porto signora?
14, rue de lEstrapade.
Joe complet con orgoglio: Quinto arrondissement.
Bravissimo!
Modestia a parte, signora, le strade di Parigi le ho
Le ha tutte qua, nel suo cazzo di testa vuota, le ha.
Hahaha tutte in testa, s.
Mme Condor sedette contratta, con la borsetta artigliata sulle ginocchia, le gambe
strette e il lato destro incollato alla portiera. Mr K. era stravaccato di fianco a lei e la
scrutava apertamente, quando lei si gir ad osservarlo di sottecchi, lui si protese
facendo tremare le labbra come a volerle strappare un bacio. Lei si rigir di scatto
verso il finestrino e Mr. K scoppi in una fragorosa risata.
Che ne dite di un po di musica, l dietro? Tanto per alleggerire la tensione
Fai il cazzo che ti pare Joe, tanto lo sai cosa penso della tua musica.
Signore e signori state per ascoltare Perfidia del grande Francesc dAss Xavier
Cugat Mingall de Bru i Deulofeu!
Amen. chios Mr. K, digerendo rumorosamente.
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Pensavo a quando sei entrata in casa come una furia, hai lanciato il manichino sul
divano e poi sei crollata gi, stravolta.
Se sapessi tutto quello che mi successo dalla casa di produzione a qui
Hahaha lo immagino dalla tua faccia!
Rispondi al telefono, dai, non vorrai far aspettare il boss della yakuza
Violane allung una mano e afferr il cellulare che vibrava sul tavolo: Non pu
essere lui, non si brucerebbe con una telefonata, eravamo daccordo che mi avrebbe
mandato solo un messaggio muto in segreteria e, quello, lho gi ricevuto e poi le
istruzioni me le ha lasciate in museo Non capisco chi possa essere
Giulia sospir un lungo aaaahhhh con gli occhi al cielo e si alz: Tu e i tuoi
giochi di spie, Violane
Pronto?
Finalmente ti ho trovato, Violane!
Il cuore cominci a martellarle e una vertigine le sal alla testa.
Violane Sono Blake.
[Come se non riconoscessi pi la tua voce] Chiuse gli occhi e inspir
profondamente; la marea dei ricordi premette contro largine che aveva costruito con
determinazione certosina dallultima sera a casa di lui: tre giorni di disciplina e
autocontrollo, tre interminabili giorni a sovrapporre mattoni dindifferenza
tuttintorno al cuore, a testa bassa e senza pensare
E ora basta il suono della tua voce ad aprire ampie crepe nelle mie difese
Violane, sei l?
Violane deglut, cercando di schiarirsi la gola senza fare rumore; avrebbe voluto poter
sparire, in silenzio, lasciare il suo involucro materiale con il cellulare in mano, e
uscire dalla sua pelle. Andare lontano, a grandi passi, invisibili, pugno datomi senza
impronte, mentre le labbra di lui avrebbero continuato ad articolare parole senza
suono: volume off.
La sua voce sorse dal profondo e suon irreale, persino a lei:
Cosa vuoi?
Volevo dirti che ci tengo a te e mi dispiace se ti ho fatto soffrire, non era mia
intenzione, io Tu non sei mai stata uno sfizio per me, spero tu lo capisca questo.
Violane deglut di nuovo, poi indoss la maschera pi fredda che aveva: Lo
apprezzo. Grazie. Cosa vuoi, Blake?
Proteggerti. Prima di tutto, vorrei poterti proteggere.
Apprezzo anche questo, grazie, ma tu sei fuori dalla mia vita, Blake.
Senti Violane, sei in pericolo.
La cosa non ti riguarda, la mia vita non ti riguarda.
Cazzo Violane, ascoltami!
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S.
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occhi un guizzo di dolcezza quasi paterna, ma dur un niente e un secondo dopo non
lo ritrov pi nelle pieghe nette del suo viso schiacciato; ma a dimostrare che non si
era sbagliata, luomo le appoggi le mani sulle spalle e, guardandola fisso, sussurr:
Sei pronta?
Violane sorrise, con una smorfia che voleva essere spavalda, mentre gli occhi
imploravano conforto e urlavano di paura repressa: Lo sono.
Sei una ragazza coraggiosa. Ora vai a prepararti.
Lei annu e segu docilmente il maggiordomo che si era materializzato sulla soglia.
Alle 21,15 un furgone bianco con la scritta Osaka Japanese Catering sinfil nel
passo carrabile del civico 32, ne uscirono cinque inservienti, carichi di pacchi e
vassoi, che furono presto inghiottiti dal portone rosso.
Luomo, che passeggia con nonchalance lungo il marciapiede di fronte, compose un
numero al cellulare e annunci:
arrivato anche il sushi
Ottimo, aspettiamo gli invitati. Alla torta con sorpresa ci penso io.
Akio lo sent ridere sonoramente, prima che Yoshida Shirai chiudesse la chiamata.
Capitolo 10
Che dici? E tu lhai lasciata andare?
Claudio camminava avanti e indietro e si passava nervosamente le mani nella folta
chioma di riccioli neri. La sua borsa era ancora abbandonata ai piedi del tavolo, a cui
sedeva Giulia, la cui fissit contrastava con lansia iperattiva di lui.
Mo la conosci, Violane!
Lui scosse la testa con rabbia: Ma quella ha una creatura, ti rendi conto?
E che dovevo fare? Secondo te, riuscivo a fermarla?
Che cazzo qualcosa te la potevi inventare! Ma che amica sei?
Bona l, riga! Violane adulta e vaccinata.
E se le succede qualcosa? Ma ti rendi conto? Madonnamia la mafia giapponese
Senti Claudio, hai unidea? No perch inutile che stai qua a prendertela con me.
La polizia dobbiamo chiamare.
La pula? E per dire che?
Ma lei niente tha detto a te? Che doveva fare?
Niente. Le ho preso un manichino dagli studi televisivi, tutto qui. E non so neanche
perch.
Un manichino?
Eh!
E se l portato?
No.
Come no?
Dopo che se n andata, arrivato un furgone di quelli del catering e se lo sono
preso.
Ma che cazzo vuol dire?
A me lo chiedi?
Ma ti ha detto almeno dove andava?
No.
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Alle 22,35 il viavai di macchine e taxi sinterruppe e al civico 32 di rue du Four torn
la calma.
Il salone dellappartamento al quarto piano ronzava dei bisbigli di una quindicina
duomini giapponesi, vestiti con leleganza appariscente e kitsch degli affiliati alla
yakuza. Le luci erano soffuse, quanto basta a creare unatmosfera accogliente, ma
soprattutto discreta. Lattenzione di tutti era catalizzata dal grande tavolo ovale, e a
gruppi vi si raccoglievano intorno, senza per osare prendere posto: Korenaga, infatti,
non era ancora apparso. Sulla superficie di cristallo in mezzo alla stanza giaceva,
diafana e quasi irreale, la modella coperta di fiori e bocconi di sushi e sashimi.
Sembrava levitare sul nulla, sospesa a mezzaria come in un numero di
prestidigitazione.
Violane chiuse gli occhi e si sforz di controllare il battito cardiaco accelerato con
respiri profondi e ben cadenzati, ma il sangue continuava a pulsarle nelle orecchie con
un ronzio che sembrava annunciare il boato della paura quando ha rotto gli argini e
tracima ad accecare la mente. Fece un sorriso involontario. Ricord quando era
bambina, la guancia appoggiata al cuscino, il primo risveglio, sentiva un rimbombo
soffocato dentro il suo orecchio, un rumore, come di un tamburo ovattato, che nasceva
nel profondo, dentro di lei. Sollevava la testa e si guardava intorno. Silenzio. E buio.
Poi la appoggiava sul cuscino e di nuovo quel ritmo serrato, quel lavorio. Era leco
del suo battito cardiaco ma lei si era convinta di avere un verme enorme e avido che,
prima o poi, le avrebbe rosicchiato da dentro tutta la testa. Cos chiamava a gran voce
sua madre e con le lacrime agli occhi diceva: Mamma, ho un verme nellorecchio,
guarda guarda me lo togli? Me lo togli mamma? Lei la guardava ansiosa: Ma
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Luomo non si lasci intimidire, anzi le parole del padrino gli provocarono una risata
beffarda:
Tu sei un morto che cammina, vecchio.
Ti risparmio la vita, Yoshida, lumiliazione a cui ti sei esposto, sar sufficiente a
tormentarla per il resto dei tuoi giorni.
Tu farnetichi.
Richiama i tuoi cani e vattene!
Sono io che comando adesso, Korenaga!
Sei un giovane bastardo e sei solo.
Hahaha io sono il futuro.
Come credi di guadagnarti la fiducia e il rispetto di questi uomini? Con un circo di
ninja?
Uccido te e quella puttana che ha rovinato la partita di Han-Chou pi fortunata della
mia vita.
Solo i codardi se la prendono con le donne.
Hahaha vuoi vedere, vecchio, chi il vero kumicho?
Yoshida abbass la canna della pistola verso il corpo di Violane e spar al petto,
quattro colpi, ravvicinati. Non usc un sospiro, un singhiozzo di paura, un rantolo di
dolore, solo schegge di pesce e petali danzarono nellaria.
I due giapponesi che sedevano fianco a fianco allaltezza dellavambraccio della
ragazza, scostarono le sedie con un urlo soffocato e trattennero a stento un
piagnucolio isterico, scossi com'erano da convulsioni incontrollabili di terrore puro:
avevano sentito i proiettili sibilare a pochi millimetri dalla loro testa.
Yoshida si avvicin, sempre con il braccio teso, regolando la mira su Korenaga. La
luce era fioca, i quindici seduti intorno al tavolo si muovevano nervosamente,
dividendo gli sguardi tra lui ed i cinque ninja che li tenevano sotto tiro. Ancora un
passo e il giovane boss mise a fuoco il corpo nudo disteso sul tavolo, sul suo volto
feroce si dipinsero, prima, incredulit e poi ira: non cera una sola goccia di sangue.
Un secondo prima che la sua furia esplodesse, una voce di donna riemp la stanza:
Mi stavi cercando, Yoshida?
Il giapponese si volt. Sulla porta, in piedi, vicino al cadavere del maggiordomo,
stava Violane: gli occhi bui, le braccia distese lungo il corpo, i gomiti nervosi, pronti
allo scatto. Le sue parole tuonarono come un ruggito e per un istante, un istante solo,
lei si sent nel deserto, laria calda sul viso, la mano destra leggermente contratta,
come ad impugnare una spada.
Yoshida sollev il braccio armato, che gli era scivolato lungo il fianco, e punt la
pistola dritta al cuore di Violane. Nel secondo di costernazione che segu, Korenaga
estrasse un fucile da sotto il tavolo, e spar. Yoshida cadde. Spar. Spar. I due ninja
alla sua destra si accasciarono a terra come burattini senza fili. E poi ancora guizzi di
fuoco e tonfi sordi; finch anche gli altri tre non furono crollati.
Leco dellultimo sparo non era ancora stato assorbito dalle pareti della sala, ma la
tensione, lo stupore, il nervoso sollievo per lo scampato pericolo stapparono una
fiumana di commenti ed esclamazioni tra i presenti, qualcuno si alz in piedi per
osservare meglio la scena della mattanza, altri scostarono rumorosamente le sedie,
altri sindustriavano ad accendere sigarette stropicciate con mani tremanti. Il vecchio
appoggi larma sul tavolo, poi guard i quindici ancora increduli e facendo un gesto
che invitava alla calma e al silenzio, sentenzi:
Comunicate allane-san che la guerra finita, limpero di suo marito salvo e il
potere, saldo, nelle mie mani.
Si rivolsero tutti a lui, quasi sullattenti e urlarono, come un sol uomo: Hai,
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kumicho!
Violane si fece strada nella stanza sconvolta, il cuore le pulsava nel petto con tale
forza che tutto lo spazio intorno le parve scosso dai rintocchi di quel metronomo
impazzito. Raggiunse il tavolo e afferr il manichino per un polso: La mia amica
Giulia non sar contenta
Korenaga la fiss a lungo con rispetto e, quello che a lei parve, lombra di un sorriso
riconoscente.
Violane trascin via la bambola in vetroresina con quattro buchi in mezzo al petto;
pass vicino al cadavere di Yoshida e indugi ad osservare lespressione incredula
scolpita sul volto di pietra poi, quando raggiunse la soglia della sala, si caric il
manichino sotto il braccio, per poter scavalcare gli altri corpi dei caduti. Si gir,
ancora una volta, prima di sparire nel corridoio buio, li guard tutti, uno per uno e con
voce ferma, che non ammetteva repliche disse:
Io non vi conosco e, per voi, non esisto pi.
Violane guadagn luscita poi si avvi a grandi passi verso lascensore, lo prenot,
entr, passarono tre secondi e le porte metalliche si richiusero. Indugi sulla sua
immagine riflessa nello specchio e sorrise: ora davvero finita.
In quello stesso istante un corpo di forze speciali della polizia francese invadeva
silenziosamente ledificio e sciamava sulle scale. I visori notturni li facevano
assomigliare a strani insetti strappati al futuro. Le torce sure fire bucavano il buio
delle rampe, mentre i nei rossi dei puntatori laser danzavano una tarantella frenetica,
che scandiva il primo, secondo, terzo, quarto piano.
Lindicatore digitale segn invece il conto alla rovescia sullascensore di Violane:
quarto, terzo, secondo, primo, terra; quando linvolucro metallico si schiuse, la sua
visuale fu completamente occupata dalla canna di una Colt 1911, 45 ACP
Semiautomatica. Una secchiata di ghiaccio invest Violane, che fiss impietrita
luomo nascosto dietro un passamontagna. Cera tutto in quel primissimo piano che
comprendeva lorlo rialzato della bocca della pistola, la fessura di un occhio stretto
nello spasmo dellattesa, la linea di due labbra contratte e un indice nervoso allacciato
al grilletto. Violane distinto sollev le braccia, o forse era luomo, che aveva abbaiato
qualcosa, e lei stava eseguendo un ordine. Nelle orecchie lo stesso vuoto pneumatico
delle immersioni subacquee, interrotto da schiocchi e ronzio. Questa volta per ad
invaderle i timpani non era lacqua salata, ma la gelatina plastica della paura: le voci, i
rumori arrivavano ovattati, deformati, lontani. Lei, sotto il neon dellascensore. Lui,
macchia nera contro il nero dello sfondo. Il mondo si ridusse a due cose sole: un
occhio e un grilletto. Occhio. Grilletto. Occhio. Gril La sua mente le urlava di
muoversi piano, di tenere i palmi delle mani bene in vista e bene aperti e di stendere le
braccia lontano dal corpo. Lei fiss quellocchio strizzato sul mirino, lo incaten con
lo sguardo, lo immobilizz. [Non farmi del male. Non sparare, cazzo!] Lo schianto
del manichino che croll a terra fu un rivolo di sudore freddo che le colava lungo la
spina dorsale.
La porta dellascensore scorse per richiudersi, mentre un urlo le arriv distinto e
identificabile: Violane!
Allurlo si aggiunse il rumore di passi concitati, che rintocc nel vuoto come un
pendolo impazzito: Fermo! Fermo unamica, lei non centra niente, abbassa la
pistola, ABBASSA LA PISTOLA!
Blake, cazzo, ma mi devi proprio, sempre, salvare la vita?
Luomo afferr per una spalla lagente e lo spost di lato, mentre premeva
convulsamente il tasto di chiamata dellascensore per sbloccare il movimento di
chiusura delle porte. Appena la raggiunse, raccolse Violane in un abbraccio, la strinse
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a s, affondando le dita nei suoi capelli e tenendole la testa stretta contro la sua spalla;
poi si scost per guardarla negli occhi, mentre le teneva il viso tra le mani e con i
pollici le accarezza gli zigomi.
Tutto bene, s?
Violane annu. Il cellulare di Blake squill, lui si sciolse dallabbraccio e accett la
chiamata: Molto bene. Saliamo.
Le sorrise un attimo prima di rivolgersi agli uomini appostati ai piedi delle scale e
dietro al portone rosso, Moulin Rouge.
Sopra hanno bonificato; possiamo andare. Voglio due uomini con me, gli altri restino
di guardia. Ah Ci sono dei feriti, lasciate passare le ambulanze quando arrivano.
Blake ed i suoi salirono i gradini due per volta, finch raggiunsero la porta
dellappartamento di Korenaga, piantonata da un agente speciale in incognito. Il
poliziotto allentrata li intercett con una valigia in alluminio e acciaio, che schiuse
sotto il loro naso.
Guardate un po qua C limbarazzo della scelta: coltelli, pistole, mitragliette
Mi chiedo perch abbiano depositato tutto allingresso.
Un segno di rispetto verso il loro ospite, e di sottomissione: non ci si presenta al
kumicho armati.
Il poliziotto scroll le spalle e Blake ed i suoi ripresero la marcia. Attraversarono un
labirinto di stanze, occupate dagli uomini della scientifica, intenti a rilevare impronte
e raccogliere indizi; poi, al fondo del corridoio, scorsero un corpo accasciato a terra.
La scena che gli si mostr nella sala ricordava quella, apparsa alla polizia al sushi-bar
Isami, solo una settimana prima. Questa volta per il bottino era pi ricco e lagente
dellinvestigativa Paul Picard, che lo accolse con un sorriso, lo fece subito notare a
Blake: Un coup de chance, Monsieur agente segreto, grazie al vostro aiuto abbiamo
preso tutti i pesci grossi.
In fila, lungo il lato di faccia alla porta, stavano i quindici esponenti della yakuza,
sottoposti a perquisizione cautelare prima dellarresto, le mani intrecciate dietro la
nuca, le gambe larghe. Korenaga Narato dava le spalle alla finestra. A terra c'erano i
cocci dei vetri e ampie pezze di velluto strappate alle tende.
Blake diede un colpetto sulla spalla allagente Picard, mentre si avvicinava ai
prigionieri:
Purtroppo non sono mai tutti, ma questa sera abbiamo inferto un duro colpo al
crimine organizzato giapponese.
Korenaga lo squadr, come a cercare didentificarlo; poi finalmente ricord:
Vedo che la sbornia passata, agente.
Invece a te, e Blake indic con un gesto la scena di morte che gli stava intorno, le
brutte abitudini non passano mai, eh?
Un sibilo tagli laria, seguito da un tonfo. Il padrino fece in tempo a sgranare gli
occhi e spalancare la bocca, poi inarc la schiena e si accasci addosso a Blake, che
ne sostenne la caduta. Un fiotto di sangue zampill da sotto la nuca del vecchio e si
allarg in un lago rosso amaranto ai suoi piedi. Blake lo trascin lontano dalla finestra
e url:
Tutti a terra!
Trascorsi dieci secondi, ordin ai poliziotti di sbrigarsi ad ammanettare e portar via i
prigionieri, restando al coperto e lontano dalle finestre; poi estrasse il cellulare:
Sono Debenham, ispettore. Korenaga stato ucciso: un proiettile solo ha attraversato
la finestra e lha preso alla nuca. Deve trattarsi di un tiratore scelto Un colpo cos,
al buio S la sola possibilit Qualcuno appostato nel palazzo di fronte No,
non ci sono altri feriti. Ora le mando i prigionieri.
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Picard strisci, gomiti a terra, fino a lui: Siamo sotto tiro, Debenham?
Non credo, volevano colpire solo lui Il colpo deve essere partito dalledificio di
fronte, difficile che il cecchino perda tempo a giocare al tiro al bersaglio con tutti. Sa
che fra pochi secondi gli scateneremo i nostri mastini Sar gi in fuga sui tetti, ma
meglio non rischiare.
Blake guard il corpo accasciato vicino a lui: Sai cosa dicono i giapponesi, Picard?
No.
Anche le scimmie cadono dagli alberi.
Che significa?
Che qualcuno stato pi furbo di Korenaga Narato.
Gli inservienti delle ambulanze corsero ai piani superiori con le barelle, seguiti da un
dottore, tre infermieri e dal medico legale. Blake li incroci sulle scale; aveva le mani
imbrattate di sangue e il passo rallentato dalla stanchezza. Violane gli corse incontro:
Cosa ti successo?
Sto bene, stai tranquilla.
Violane lo guard per un attimo, poi scosse la testa e riprese a parlare:
Non finir mai, vero? Mi daranno la caccia per sempre, vero? Eh? Ora che tutta la
yakuza ci sfiler davanti e mi vedr parlare con te Penseranno che voglio
testimoniare Korenaga creder che lo identifichi La sua voce sincrin: Oddio,
Blake, non finir mai, mai!
Lui le afferr saldamente le spalle e la scosse per calmarla: Nessuno ti far del male,
Violane.
E come no! Certo, ci pensi tu eh? Mi metti in un posto sicuro?
No Violane, nessuno ti far del male, perch Korenaga morto.
Cosa?
Lui annu.
Allora le tue mani
S. Un killer lha colpito. La finestra era aperta Io ero di fronte a lui. Senti, ora ti
porto via, cos i criminali che fra poco sfileranno di qua, come dici tu, non ti potranno
vedere e crederanno che tu sia sparita prima del nostro arrivo. tutto a posto.
Le sollev il mento e fiss gli occhi di lei, annegati nelle lacrime: Violane? tutto a
posto.
Blake le cinse le spalle e la trascin fuori del portone, rosso Moulin Rouge, e poi in
strada. Le luci stroboscopiche delle volanti parcheggiate tuttintorno al caseggiato
pennellavano di luce intermittente i riflessi dei lampioni. Molte delle finestre che si
affacciavano su rue du Four erano illuminate, curiosi occhieggiavano da dietro le
tende, mentre altri si accalcavano in strada, dietro le bande a strisce bianche e rosse
che isolavano la zona delle operazioni.
Si fecero strada nel viavai di tecnici e agenti di polizia. Blake la guid nella rientranza
di un portone, un po pi in l; poi le si par davanti per nasconderla alla vista e
allung una mano per accarezzarle la guancia. Lei aveva gli occhi lucidi e lo stomaco
contratto. Sollev lo sguardo alle finestre dellultimo piano di fronte, bagnate dal
riverbero delle luci di strada, poi ai tetti e pi su fino al cielo nero abitato da
ununghia di luna. Buffo come lass tutto sia pace, mentre qui
Violane?
S, Blake.
So che non proprio il momento adatto, ma
Lei abbass gli occhi a fissarli in quelli di lui.
Prima che tu sparisca di nuovo
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Violane fece una smorfia sarcastica e si scost, lontano dal suo tocco.
Senti, hai ragione, ho sbagliato. Ho detto un sacco di cose stupide e mi dispiace.
Lei annu, senza una parola e distolse lo sguardo.
Cosa dici, Violane? C una possibilit per noi, in questa vita?
Devo andare, Blake.
Lui la trattenne per un braccio: Abbiamo un futuro, Violane? Se tu ci credi, ci credo
anchio
Il futuro unidea, Blake, se non hai uno stimolo che tincoraggia, anche emotivo;
una speranza La fiducia Lidea non ti viene pi. Ora scusami
Violane usc dal cono dombra del portone e sincammin a passo svelto, evitando le
macchine parcheggiate e poi attravers la strada con il manichino sotto il braccio.
Quasi allincrocio con rue de Rennes, le arriv una voce nota:
Uela, Violane! Violane!
Giulia!
Violane! Ci hanno tenuti qui come d sciem
Duke!
Un largo sorriso le cancell stanchezza, paura e dolore e corse incontro ai due ragazzi,
impazienti dietro le balaustre della polizia. Violane le aggir e li abbracci con
lacrime liberatorie. Giulia guardava con rimprovero i poliziotti:
Non ci volevano far passare: operazione della pula hanno detto.
Claudio rincar: Siamo qui come due puparuli da quasi unora!
bello rivedervi!
Lamica lanci uno sguardo critico al manichino che penzolava pateticamente sotto
lascella di Violane: Mo che successo al manichino, oh?
Violane lo espose alla luce e indic i quattro buchi sul petto: Non ci fosse stata la
signorina qui Ad essere ridotta un colabrodo, sarei io.
Ti sei proprio inguaiata per bene, eh?
No Claudio, tutto finito, finalmente.
E io che minvento col custode? Gli avevo detto che mi serviva per una seduta dalla
psicologa
Violane ringhi con sarcasmo: Digli che stata una terapia durto, Giulia; una cazzo
di terapia durto!
Giulia le lanci unocchiata di biasimo, ma Claudio si allung verso di lei e chios:
Giulia Quando ce v, ce v, eh! Amun, a casa, dai.
119
decine, decine, poi ancora decine, che diventarono un centinaio e poi molte centinaia,
di pattinatori, che accarezzavano la strada con il raschio inconfondibile delle ruote.
Scorrevano dallinfinito allinfinito.
Che cappicciano adesso i pattinatori? Questa proprio
Mo Claudio Rilassati!
Scatt il verde, poi di nuovo arancione e rosso.
In questa notte e a questora precise, qualcosa nella consuetudine delle regole
cosmiche si incrinato e di quella crepa ha approfittato il Sogno. La sua colonna
sonora lo scroscio delle rotelle sullasfalto, un ronzio assordante che cancella i
pensieri ancorati al Reale. Esseri senza pi et, sesso, classe, razza o religione
spuntano fuori dal ventre della terra, si riversano, in una piena senza fine, gi per i
Boulevard della citt. Assurdo...
Violane sorrise, abbagliata: Questa s, una signora scena perfetta
I semafori continuavano a scandire tempo e azioni, ma erano burattini senza pubblico.
A nessuno importava delle macchine bloccate e dalle macchine stesse la gente usciva
a vedere.
Blake si sporse fuori dal finestrino: Ma che diav
la notte bianca dei pattinatori monsieur Debenham Blake si volt a guardare
Paul Picard tra lincredulo ed il curioso.
Vengono da tutto il mondo sa?
A fare che?
Attraversano la citt Fino allalba.
E quanti sono?
Hahaha Je ne sais pas! Cest un rve, un sogno, vero?
Io e Violane seduti a prua di una feluca. Uno spicchio di luna capovolta accarezza di
diafano splendore la nostra vela, i profili delle barche attraccate a riva e la linea di
costa, sullaltra sponda del Nilo. Il tempio di Luxor strappato alla notte dai fari
arancioni, arde allorizzonte. Scivoliamo sullacqua, raggomitolati nelle giacche
pesanti, le sciarpe avvolte a turbante intorno alla testa, per tenere fuori il freddo che
invade il deserto quando cala il sole. La guardo inspirare a occhi chiusi la brezza
frizzante Si volta e sorride. Allunga una mano guantata e la stringe alla mia nuda,
mi guarda: Non hai freddo? Chiede. Si toglie i guanti e avvolge le mie mani nella
sue, dai qua sfregandole con dolcezza e sollecitudine. Io rido a mezza voce, mi
sciolgo dalla stretta per accarezzarle una guancia, sto bene, le dico. Mi tocca il
braccio e indica la cupola del cielo che brilla di una stellata che nessun lampione o
luce artificiale offusca: Un sogno, vero?
Io e Violane navighiamo verso laltra sponda, dal deserto alla civilt, dalla Valle dei
Re alla citt di Luxor, dove ci aspetta un taxi fino alla stazione e poi un treno
notturno fino al Cairo. Due giorni ancora e poi sar allaeroporto, incollato a lei che
sta in piedi di fronte a me, cercando di non annegare nei suoi occhi umidi, cercando
dessere forte per quando, abbracciandomi stretto, mi sussurrer allorecchio: Ti
amo Blake.
Merda!
Ha detto qualcosa monsieur Debenham?
Ehm Gi Un sogno Proprio un sogno
Il serpentone infinito continu a frusciare davanti a loro, come un fiume in piena, la
120
sua corrente era una ramazza di saggina a maglie strette, che come riportava a galla i
ricordi sepolti, cos avvinceva alla sua corrente tumultuosa, i frammenti di quel che si
voleva abbandonare alloblio del mare, l dove ogni fiume diventa salato. Quello
scorrere impetuoso e irreale divent la tela su cui i presenti dipinsero rimpianti e
speranze, sogni interrotti e boccioli di gioie appena nate.
Quel moto perpetuo aveva in s unebbrezza tanto potente da intossicare gli spettatori
di un sorriso fanciullo, scaten un palpito di letizia irrefrenabile. Un fremito di
riconoscimento.
Quel solletico nella pancia che ti toglie il respiro, quando per una ragione che non
sai tinvade lillusione che tutto sia ancora possibile, che qualcosa di magico e
straordinario aspetti solo che volti langolo per abbagliarti la realt che si
arrende al sogno. E non sei pazzo perch ci credi; semplicemente Speri. Speri che
tutto ci che c di buono, di bello e di libero, possa un giorno invadere i cuori e le
strade e infettare tutti di vita pura, pulita Felice.
Capitolo 11
Il mattino dopo Violane era nellatrio della BNP Paribas, diligentemente in attesa,
dietro la striscia gialla di tutela della privacy. [ Serata tra mafia giapponese e i nocs
francesi e mattina in banca Come dire: dalla padella alla brace!]
Limpiegato allo sportello le fece un cenno del capo per avvisarla della sua
disponibilit e Violane si avvicin con un bollettino in mano:
Buon giorno, devo fare il bonifico dell'affitto, ma so che bisogna attivare il
beneficiario, vero?
Esatto.
E per farlo dovrei inoltrare la richiesta e poi aspettare il codice dattivazione che mi
arriva
Via raccomandata entro 10 giorni.
Non era una settimana?
Siamo sotto ferie
Capisco Senta, no vorrei fare pi in fretta, se facessimo tutto qui e ora?
Nessun problema.
Per mi costa 3 euro e 80 di commissioni, se non sbaglio, vero?
Precisissima.
Eh Senta, c una cosa che non capisco
Dica.
Voi mi obbligate, per la mia sicurezza, a fare questa trafila ogni volta che mi serve un
bonifico, dite che un metodo che tutela il cliente dalle frodi.
Assolutamente.
Per com che se qualcuno viene qui, munito del solo numero di conto e vi chiede
di fare un bonifico su due piedi voi, senza accertarvi della sua identit, senza fargli
sciorinare tutta la lista di numeri segreti e passwords, senza bisogno di codici di
attivazione e raccomandate, lo servite immediatamente? Sono i 3 euro e 80 che vi
fanno chiudere un occhio sulla sicurezza?
Non capisco
121
Non ne dubito Lei che ne sa di chi sia io? Non mi ha mai vista, potrei non essere la
titolare del conto, potrei venire qui e farmi fare, da lei, per soli 3 euro e 80 (che
pagherebbe lintestataria del conto, tra laltro) un bonifico a mio vantaggio e uscire di
qua senza colpo ferire. E cosa spiegherebbe alla signora Violane del Vesco a cui
avrebbe tolto indebitamente qualche centinaia di euro, per la sua sicurezza?
Non capisco Mi sta dicendo che lei non Violane
Non importa, non si preoccupi
Io signora, non capisco
Tranquillo Lasci perdere il bottone della security, appena mi avr fatto questo
pagamento io mi volatilizzo come le vostre carte bancomat, eh? Violane gli fece
locchiolino, gli indic le varie voci da inserire nel terminale, ritir la stampa del
bonifico e infine sincammin verso luscita con un plateale: Au revoir!
Hey regaz, ho i giornali, guardate un po
Giulia irruppe in casa e deposit sul tavolo una mazzetta di quotidiani e posta.
Violane alz gli occhi dal computer, si tolse le cuffie e le sorrise:
Ci sono solo io; Claudio sceso unora fa in cerca di un negozio di prodotti
asiatici
Giulia si scroll di dosso la borsa, tolse le scarpe e sinfil in cucina: E per fare
che? Poi ne usc con un bicchiere dacqua. Violane intanto si era alzata e raggiunse il
tavolo: Dice che sta sera lo chef di turno e per festeggiare ci prepara i gyza
Mo che cosa son gli gia
Gyza Sono ravioli.
Oh bela, mmmm la mia mamma fa certi ravioli!
Giulia Non stiamo parlando di pasta ripiena bolognese, ma di ravioli giapponesi.
E per festeggiare che la yakuza ha smesso di spaccare i maroni, cucina giapuneis?
Eh!
V a bn, lasm perder Guarda qua, sono uscita dal lavoro e ho letteralmente
ripulito il kiosque journaux.
Fai vedere.
Giulia squadern tutti i quotidiani sul tavolo, avendo cura di mettere bene in vista i
titoli che le riguardavano:
Ecco: Sgominata la mafia giapponese in Europa La scorsa notte il corpo speciale
RAID (Recherche Assistance Intervention Dissuasion) con la collaborazione di agenti
statunitensi della DEA (Drug Enforcement Administration) ha decapitato
linteligentia della yakuza eccetera eccetera
Violane prese un altro giornale e cominci a scorrere gli articoli:
La polizia ha finalmente stretto la rete intorno al clan pi potente che aspirava al
controllo della cupola di Tokyo Lepisodio al sushi bar Isami, dicono fonti vicine
alle indagini, da collegarsi ai regolamenti di conti interni al clan. La polizia ha
mantenuto il pi stretto riserbo investigativo per non inficiare le operazioni
Eccetera eccetera
Ah vedi! Per questo di quella sera non ne ha quasi parlato nessuno.
Vero. Non volevano puntare i riflettori sui pesci piccoli, mentre aspettavano che
abboccassero i pesci grossi
Giulia la guard con un sorriso storto.
Oh, senti qua: La morte di Korenaga Narato segna un duro colpo per il crimine
organizzato. Il padrino reggeva le fila di un complesso traffico internazionale che
diffondeva, partendo dalla testa di ponte hawaiana, la metamfetamina negli USA e in
Europa e, in cambio, importava hamburger adulterati, destinati alle mense scolastiche
122
Si frigge la pasta sul lato piatto finch non diventa sfrttulo, poi si aggiunge acqua e
si nzerra il cupierchio e si fa brasare. Ah dimenticavo lingrediente clou: la salsa di
patlle!
Violane socchiuse gli occhi, interrogativa: Di che?
Ostriche.
Aaaah
Giulia si port una mano alla bocca e una allo stomaco: Scusate E corse in bagno.
123
124
frigo e la sdraio sotto il braccio, bambini che urlano, cani che cagano dappertutto, la
radio che spacca i coglioni, le racchette da ping pong e gli schizzi di sabbia. E allora
fanculo anche i sogni, Joe.
Sembra strano anche a me, sentirmelo dire, ma Mi mancherai Mr K.
Sei una cazzo di checca, Joe.
Voglio farti un regalo K.
Mi diventi sdolcinato adesso, vecchio idiota?
Dovresti davvero lavorare sulla tua aggressivit K.
Che diavolo, io non sono aggressivo!
Allora ascolta: il mio regalo un proverbio giapponese, che ho letto ieri.
Mi fanno venire da vomitare i musi gialli, Joe
Se tira vento i venditori di botti fanno i soldi.
E che cazzo vuol dire, Joe?
Ora te lo spiego: quando tira vento, tanto forte da sollevare mulinelli di polvere, gli
uomini sono accecati dal pulviscolo. I ciechi, secondo lantica tradizione giapponese,
si mettono a studiare e suonare lo shamisen, una specie di chitarra. Quindi ne vengono
prodotte molte, e visto che le loro corde sono fatte con i nervi dei gatti, ne vengono
uccisi molti. Essendoci meno gatti, aumentano i topi, i quali si accaniscono contro le
botti (utilizzate per contenere cibo e bevande), rosicchiandole. Cos i venditori di botti
incrementano le vendite.
Forse non hai capito la domanda, Joe CHE CAZZO SIGNIFICA?
Hai tutto il viaggio di tempo per scoprirlo, amico. Siamo arrivati: aeroporto Charles
De Gaulle.
Ahhh fanculo anche i proverbi giapponesi, Joe.
Joe rise, scese dalla macchina e prese la valigia di Mr K., che questa volta si era fidato
a depositare nel bagagliaio; mentre gliela porse, gli appoggi una mano sulla spalla e
disse:
Visto che sei un amico, ti do un indizio: un fatto apparentemente banale pu
provocare, in una catena di reazioni inaspettate, conseguenze importanti.
Mi fai un favore, Joe?
Volentieri.
La prossima, Joe, i tuoi regali Mettiteli nel culo.
Ti voglio bene anchio, Mr.K. buona fortuna.
Prima che lamericano si confondesse in mezzo alla folla di viaggiatori, il tassista gli
url: Non dimenticare: quella che sembra sono uninnocua palla di neve oggi,
domani potrebbe trasformarsi in una valanga!
Mr. K sollev il medio della mano destra e lo tese in direzione dellamico, senza
neanche voltarsi.
Il 23 luglio, alle 17,05 Violane fremeva sotto il monitor Arrivi, nella sala dattesa
dellAeroporto Internazionale Charles de Gaulle, Terminal 2B: laereo su cui
viaggiava Ofelia stava per atterrare e, dopo due settimane di vacanza, non stava nella
pelle dalla voglia di riabbracciarla.
Dopo aver curiosato nelledicola-book shop, aver sbirciato le riviste, aver letto la
quarta di copertina di tutti i libri pocket, aver consumato un sacchetto di frutta secca
mista e scolato una bottiglietta da 25cl dacqua naturale, si rassegn ad unattesa
tranquilla, si abbandon su una sedia e controll lansia concentrandosi sui passeggeri
125
alla luce. I raggi della sera cadevano obliqui e non avevano la forza di toccare terra,
cos solo le cime degli alberi ai giardini del Senato e gli ultimi piani dei palazzi
arrossivano di tramonto, mentre dalla strada e dai sentieri di ghiaia si sollevava la
marea delle ombre che annunciavano il buio.
La gente affollava i tavolini dei Caff, soprattutto quelli baciati dagli ultimi raggi di
sole, ed ai chioschi dei gelati, che costeggiavano la cancellata dingresso ai giardini
Luxembourg, una fila pigra e irregolare, aspettava di assecondare uno dei brevi
piaceri estivi.
Violane ed Ofelia costeggiarono Boulevard Saint Michel, superando il viavai dai
negozi e le ondate di passeggeri scaricati dagli autobus. Dalle brasserie uscivano
parigini con la baguette, avvolta in un ritaglio di carta, e tenuta salda sotto il braccio.
Nel McDonalds che faceva angolo con rue Soufflot, gli avventori addentavano
hamburgers in vetrina, il bicchierone di carta con il milkshake posato vicino al laptop
aperto. La loro passeggiata prosegu in direzione del Pantheon e, al solito, giocarono a
saltare sui conci del marciapiede, cercando di fare un passo per ogni blocco di pietra:
pestare le righe di giuntura non valeva. Tappa obbligata furono, poi, le due siepi
fiorite di piccole stelle bianche a cinque petali, allingresso dellHotel des Grands
Hommes, nella piazza del Pantheon. Il loro profumo zuccherino ammaliava a
distanza; e a loro piaceva berne un po, sfiorandoli col naso. Girarono a destra in rue
Valette; una breve salita e poi a sinistra e, subito dopo la placca del Cours de
Civilisation Franaise de la Sorbonne, cera il loro civico: 14.
Violane sollev Ofelia allaltezza della tastiera alfanumerica che comandava il
portone daccesso e le indic cosa digitare. Un ronzio familiare avvis che
loperazione era riuscita e, mentre sinfilarono nello stretto vano dei campanelli, dal
secondo portone vetrato saffacci Mme Condor. Aveva laspetto segaligno e la
pettinatura plastica di sempre, ma un collare bianco spezzava la sua mise nera e
quello, che linconsueto accessorio medico non diceva, rivelavano i suoi occhi, che
guizzavano guardinghi e diffidenti. Violane simpietos a quello sguardo braccato e le
agevol il passaggio tenendole la porta e facendosi da parte, mentre la donna
transitava verso luscita.
Buona sera, signora Oh! Cosha fatto al collo?
Mme Condor si port istintivamente la mano a coprirlo e cominci a balbettare
qualcosa, senza per riuscire ad articolare un suono intelligibile; intanto indugiava nel
disimpegno del palazzo con lansia di un animale in trappola che implorava aiuto da
tutti i pori ma, nella realt dei fatti, lo negava.
Signora, sta bene?
Mme Condor annu con lenergia consentita dal gesso e si sforz di bisbigliare un
.Ou ou ou iii, intanto saffann intorno allinterruttore del portone
daccesso alledificio.
Aspetti, laiuto.
Violane le tenne aperta la porta a vetri e la segu con lo sguardo mentre la vicina,
vacillando, guadagnava il marciapiede, poi si decise a proporle: Signora? Vuole che
le chiami un taxi?
Mme Condor si gir di tre quarti con un movimento al rallentatore e pure rapidissimo,
negli occhi si dipinse il terrore e le mani che artigliavano la borsetta cominciarono a
tremare, in modo incontrollabile, e sput fuori quasi un urlo: NO, no-no-no-no-no-no
un taxi, NO!, prima di scoppiare in singhiozzi convulsi e zoppicare via.
127
Capitolo 12
Gioved sera, 24 luglio, lle Saint Louis brulicava di gente.
I tavolini nel dehors della gelateria Berthillon occupavano lampio marciapiede di rue
Saint Louis en lle l dove la strada si allargava per raccogliere le affluenti di quai
dOrlans e del pont Saint Louis. La ghiera metallica che proteggeva la base di una
grande robinia segnava il confine: al di qua gli avamposti della migliore cremeria di
Parigi, al di l il palco dei tanghri.
Laria aveva la morbidezza languida di una sera destate inoltrata, quando tutto
sembrava ancora possibile e la nostalgia dellautunno alle porte invitava ad indugiare
nel piacere e nel sogno dellatmosfera di vacanza.
Seduto in faccia al lungo Senna, un uomo assaporava con piacere una coppa di gelato.
Lelaborata montagna di gusti, coronata dalla cresta di biscotto, la faceva assomigliare
allacconciatura di una ballerina di flamenco.
Violane, dopo quello che le parve molto tempo, attravers, ancora una volta, il ponte
lasciandosi alle spalle lisola di Notre Dame e si ferm a respirare il misto di profumi,
sapori e note che serpeggiavano nellaria. Rivolse un cenno di saluto a Marcel e
Camille che facevano le prove di suono e si volt verso Ofelia che arrancava con il
monopattino:
Vieni Ofelina! Lo vuoi un gelato?
S! Un gelato nero!
Nero? Hahaha vuoi dire al cioccolato?
S, cosciolato!
Tu confondi chocolat e cioccolato, Lina. Vieni, andiamo a prenderlo Oh guarda
chi c: Joe! Buona sera.
Ehil Violane! Oh e questa la tua bimba? Come ti chiami, piccola?
Io no sono piccola, io sono grande.
Ofelia, si chiama Ofelia.
Perch non mi fate compagnia? Vi offro un gelato
Volentieri, grazie.
La cameriera si avvicin rapida e Violane ordin un cono al cioccolato e puntualizz:
Per me niente, grazie.
Joe fece una smorfia: Ah amica mia, non dirmi che sei a dieta, come tutte le
donne
Violane rise di gusto: No Joe, ci sono motivi pi gravi, per la verit
Luomo divent serio e si sporse un po in avanti: Hai problemi di salute?
Hahaha non cos gravi! Non mangio il gelato per campanilismo e scelta filosofica.
Spiegami, invit lui, con la bocca impastata da una cucchiaiata enorme.
Oh molto semplice: per prima cosa non comprerei mai un gelato che non fosse
italiano
Aaahhhh abbiamo una purista qui, hahhaha.
Tu scherzi, pensa che ho un amico di Napoli che non mangia pesce se non lha
comprato lui, allalba, direttamente dalle mani del pescatore e, naturalmente, ancora
vivo Come vedi c chi sta peggio di me
E la seconda ragione?
Be, senti, a me in generale i dolci non piacciono, c solo una cosa che fa eccezione:
il cioccolato amaro, amarissimo, ma C un MA
Un MA
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S, perch penso che il gusto non mantenga mai quel che il profumo aveva
promesso.
Cosa intendi? Mi hai incuriosito.
Immagina una barretta di cioccolato nerissimo, con un intenso bouquet di cacao
tostato, al 72 per cento. Ora inspira a fondo. Senti la sua nota amara: persistente e
corposa. Il tocco zuccherino fugace come un bacio rubato e, appena si ritrae, londa
di velluto scuro ti sorprende e avvolge e tu, che un attimo prima ti negavi di fronte al
tradimento di quel frammento di dolce, ti abbandoni di nuovo: dilati le narici, diventi
tutto naso, e ne bevi la fragranza, finch lultima papilla olfattiva ha tremato di
piacere. Ora sei pronto per il morso, ma indugi un ultimo istante: allunghi la lingua,
accarezzi la superficie della barretta e le carpisci il suo umore quasi sciolto. Lasci che
quella goccia potente tinvada la bocca, ma il deliquio, ormai scontato, non arriva,
perch quel che resta un retrogusto volgare, sdolcinato, che fa le fusa come una
sgualdrina tonda da quattro soldi, e senzarte. La delusione che ne consegue
inconsolabile... Violane scroll le spalle, poi concluse: Per questo non mangio
gelati
Bene filosofa del gusto, senti questa: io qui ho il praline, mandorle caramellate con
limone e [un tocco di] coriandolo, questa la fragola [li vedi i pezzettoni di frutta?],
poi c il mio preferito, il creole, con uva sultanina e rum e infine Non poteva
mancare il cioccolato sherbet che, credimi, per me, mantiene tutte le promesse
hahahaha.
Vedovedo
Mamma, guarda! La musica! Ofelia che fino a quel momento aveva assaporato il suo
cono in religioso silenzio, scivol gi dalla sedia con il faccino imbrattato di
cioccolata dal mento alla punta del naso, con espansioni sulle guance, le mani e la
maglietta.
Marcel e Camille si portarono al centro dello spiazzo che offriva loro il palco e
aspettavano lottava giusta per dare inizio alla danza.
Joe li osserv volteggiare nel tramonto parigino e sospir:
Vedi come sono sospesi in una bolla tutta loro? Il tango come lamore. Un cerchio
perfetto, autosufficiente, concluso.
Violane ingoi una lacrima di desiderio struggente e annu senza parlare. Joe era perso
nella sua visione.
Hanno le palpebre abbassate, ma i loro sguardi sono allacciati e concentrati uno a
bere il respiro dellaltra.
Ma senza incontrarsi mai, comment Violane.
E la tensione infinita delle labbra? Che quasi assaggiano la carnosit una
dellaltra
Ma senza sfiorarsi mai, chios Violane.
Osserva la sincronia dei movimenti: aggraziati ed acrobatici insieme; eleganti e
rocamboleschi, che si rincorrono
Ma senza raggiungersi mai, specific Violane.
C la tensione erotica, lannuncio dellappagamento, londa calda che dirompe in
tutte le membra, e insieme la frustrazione di un piacere che non mai sazio.
Si direbbe la metafora della mia vita, Joe
Una bella vita, allora, amica.
Dici? Una successione di speranze che non si saziano mai? Non direi
come il tuo cioccolato, Violane. Puoi cogliere il gusto fastidioso della disillusione
proprio perch, prima, sei stata rapita dallebbrezza. La maggior parte della gente che
vedi qui non conosce neanche quel lusso, bambina.
129
Joe accost la sedia a quella di Violane e con un gesto discreto del braccio le indic
alcuni spettatori:
Li vedi? Trattengono il respiro, tutti. E sognano. Si fissano sugli sguardi incatenati
dei tanghri e sognano. Quella ragazza vagheggia il suo amore lontano, quelluomo di
mezza et si chiede perch la giovane slanciata e ridente che ha sposato, col tempo sia
diventata la donna spenta e sovrappeso, che singozza vicino a lui. Guarda quel
ragazzino, divora tutti i passi con gli occhi e le sue gambe prudono dalla voglia di
lanciarsi nella danza. Luomo appoggiato al lampione fa volare il suo sguardo sulla
scollatura della ballerina e sospira quando lo spacco si allarga; e la gamba di lei, che
si solleva e si avvinghia? Oh, credimi, la sente, soda, su di s. Loro, lo morderebbero
volentieri il tuo cioccolato, Violane
Perch non sanno cosa li aspetta
O forse perch non ne hanno paura
Io non ho paura.
Forse no. Ma certo se gi solo un profumo ti stravolge cos Fai bene a fermarti
Cosa stai cercando di dirmi, Joe?
Niente, niente, bambina. Non badare alle parole di un vecchio Solo
Solo?
Le tue corde sono fatte per vibrare forte: hai bisogno di mordere, bambina
un lusso che credo di non potermi pi permettere, brucia troppo.
Oh non minganni, Violane, non il vecchio Joe.
Ofelia diede un colpetto con la mano sulla gamba di Violane: Mamma, balliamo anche
noi?
Oh no, Ofelia, io non so ballare il tango!
Dai mamma, dai dai dai daiiiiii!
Violane si alz con un sospiro imbarazzato e tir su la bambina, poi ne sollev la
manina nella sua, stese il braccio in avanti, come la prua di una nave e solc il mare di
note girando, fermandosi, riprendendo il passo cadenzato e poi piroettando con la
piccola fino al casqu finale; quando ricadde sulla sedia, ridevano forte tutte due.
Capitolo 13
Parigi,
Quartiere Latino
20 agosto 2008
Al 10 di rue de l'Epe de Bois lufficio postale era stipato di gente in coda, gi alle
9,30 del mattino; Violane e Ofelia entrarono ma si fermano alla macchina dei
francobolli, a destra dellingresso.
Cosa fai qui, mamma?
Dobbiamo spedire una cosa importante, tesoro.
Una busta?
Violane singinocchi vicino alla bambina: Dieci plichi, belli spessi.
E cosa c dentro?
C, speriamo, il nostro futuro.
E pecch?
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Epilogo
Violane? Violane?
Luomo sulla sessantina, capelli brizzolati e occhi cerchiati dalle rughe di tanti sorrisi,
le sventol la mano davanti alla faccia per disappannarle il sogno. Violane abbass gli
occhi dal quadrato di cielo blu imbrigliato nella maglia vaporosa di scie daereo, che
brillava tra le case nel pomeriggio afoso di fine estate, e gli sorrise:
S, pap?
Allora abbiamo finito di caricare, o no?
L a station wagon di sua madre, parcheggiata di fronte al civico 14 di rue del
lEstrapade, aveva il tipico inchiattimento, comico e tenero insieme, delle macchine
degli immigrati che quando viaggiano si portano dietro la casa. Scatole, casse, borse e
oggetti sparsi, infilati secondo una casualit calcolatissima, premevano da dentro,
schiacciati contro i finestrini e il telaio della macchina, che si acquattava pesante sui
pneumatici gonfi per il carico. Se non fossero bastate le cose stipate dentro, fino a
limitare al minimo vivibile i posti a sedere, una serie di valigie era affastellata anche
sul portapacchi e tenuta stretta dai confusi intrecci dei cavi gommati.
Violane non riusc a trattenere un sorriso. Contro ogni legge della fisica e della statica,
sfidando le pi ardite risorse del contorsionismo, erano riusciti a farci stare davvero
tutto: i 2 m di struttura metallica dello scaffale comprato su ebay, l a Parigi, tutti i
dossier della tesi, i vestiti, il violino di Ofelia, perfino scanner e stampante e [hahaha
lavevo dimenticato] la macchina per laerosol dei nonni. Schiacciato tra la vaporiera
e la seggiola di Winnie the Pooh cera il sonaglio giallo a testa di struzzo della
biciclettina della bimba, mentre musi pelosi dorsi e peluches occhieggiano un po
ovunque.
Violane guard suo padre con cipiglio critico e provoc:
Manca un bello scolapasta che penzola qui, lo vedo bene, che ne dici?
Aggiungi ancora qualcosa e ti strozzo!
Dai, resisti, so che puoi farcela, su!
Forse non hai capito, Violane, non ci entra neanche pi uno spillo qui dentro.
Mammaaaaa partiamo?
133
Ofelia sgambettava sul seggiolino con un gran sorriso, incurante di cuscini e coperte
che incombevano alla sua sinistra e della borsa frigo incastrata sotto i suoi piedi.
Vieni mamma? Facciamo viaggio!
Ancora un attimo, tesoro, c unultima, poi si rivolse a suo padre: Cosetta da
prendere
Violane, prima ti strozzo, ti spezzo i braccini e ci gioco a shangai, ti caccio due dita
negli occhi e poi ti lascio a rantolare sul marciapiede
E dai pap
Se porti ancora qualcosa esci tu, io ti avviso.
E dai
Suo padre sorrise per unimprovvisa illuminazione: No, aspetta, ho unidea: potresti
sempre viaggiare con il braccio teso fuori del finestrino e tenere
Grande! Il monopattino si presta bene; vado a prenderlo in casa eh?
Miiiiii io la strozzo, prima o poi la strozzo tua madre, Ofelia!
Io voglio monopattino, mio monopattino, voglio monopattino.
Eh adesso mettitici pure tu Mannaggia a me quando mi sono fatto fregare Solo
un traslochino pap, che vuoi che sia?
Violane rise e corse a digitare il codice per entrare nellandrone di casa, poi vol agli
ascensori, s'infil dentro e schiacci il 5.
Si guard nello specchio cominciando a sentire una punta di nostalgia:
quellimmagine riflessa aveva raccolto tanti suoi sguardi, commenti muti, smorfie
Come un confessore invisibile di tutte le gradazioni meteorologiche del suo umore.
Percorse a grandi passi il corridoio moquettato e poi schiuse la porta di casa. Faceva
strano vederla vuota e quasi scapigliata, colta alla sprovvista. Violane accarezz con
lo sguardo le due stanze della loro avventura parigina, i divani rosso fuoco, il legno
scuro del pavimento. I raggi sfrontati di fine estate filtravano dalle persiane abbassate
dei quattro larghi finestroni, da cui amava fantasticare sul puzzle di vite delledificio
di fronte. Violane abbass gli occhi per intrappolare quellistantanea di ricordi cos
comera e allung il braccio per prendere il monopattino, appoggiato contro la parete
del piccolo ingresso.
Richiude la porta mentre si apriva quella del vicino. Si salutarono e fecero insieme il
breve tratto fino agli ascensori; quando la porta metallica si apr, sinfilano dentro e
Marc Colbert trov finalmente il coraggio di rivolgerle la parola:
Finalmente la rivedo!
Ah Ehm S. Violane sorrise e abbass lo sguardo.
S insomma bizzarro, non trova? Un muro ci separa Eppure non ci vediamo
mai!
[Per quel che mi riguarda cincontriamo pi che abbastanza] Violane sper che i
suoi pensieri non intaccassero la sincerit del suo sguardo vago.
Senta Violane, che ne dice, insomma, se Mi farebbe piacere Certo,
naturalmente, anche sua figlia Voglio dire Potremmo
Lascensore segnal con un trillo larrivo al piano e lapertura della porta tagli
spietatamente la frase del vicino, che os concluderla prima che Violane si dileguasse
di nuovo:
Andare a cena fuori una sera, poi deglut, la guard con gli occhi strabuzzati di
tensione e adrenalina e, imbaldanzito dallinaspettato coraggio, precis: Per
esempio Oggi?
un peccato, Marc, stiamo partendo.
Lui non diede segno di aver capito o di voler capire.
Vede quella macchina che sembra un carrozzone da circo? Mio padre venuto a
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prenderci.
Oh!
Violane gli tese la mano con un sorriso: Grazie comunque, per quanto poco ci siamo
conosciuti, stato un vicino di casa gentile. Lui gliela strinse mestamente e poi usc
senza dire niente, si volt ancora sulla soglia della porta a vetri, scosse il capo e infine
sincammin in strada con un sospiro.
Violane guard le cassette delle lettere e realizz che il post-it con il suo nome era
ancora incollato, gloriosamente giallo pulcino, sullanta metallica corrispondente al
suo appartamento. Lo stacc e poi sbirci, per lultima volta, attraverso la fessura
[Hhmm si direbbe un foglietto Sar la solita lista di numeri utili: vigili del fuoco,
emergenza sanitaria, stagnino Va be apriamo, va]
Il foglio A4 era piegato in due, quando lo apr lunica riga di scrittura che correva
lungo il margine superiore le fece trattenere il battito del cuore e poi glielo lanci al
galoppo; quando lesse mentalmente le poche parole, lo fece con la voce di lui:
Io unidea per il futuro ce lavrei
Suo padre gesticolava da dietro il vetro: Allora Violane! Con calma eh? Non ti
affannare, fai pure con comodo
Arrivo pap, arrivo!
La donna di mezzet in t-shirt grigia si sovrappose al suo riflesso nello specchio che
incorniciava le cassette della posta. Si guard le unghie con ostentata indifferenza e
quando parl, con la voce di Violane, lo fece con la casualit di un pensiero a voce
alta.
- Com che si dice?
- Com che si dice, cosa? [Violane le sorrise con gli occhi.]
- Alla fine, tornano sempre
- Tornano sempre, chi? [Violane si divertiva a giocare al gatto col topo.]
- Sai, no? Tornano sempre sul luogo del delitto, no?
- Ah
- Eh!
-
Violane aveva gli occhi fissi sul foglio.
- Violane
- Coscienza vigile [l HELPER THERAPY distolse lo sguardo e Violane incalz:] dai, che
mi vuoi dire questa volta?
- A che serve?
- A che serve, che? Vai al sodo!
- Tanto hai gi deciso, no? Ci ricaschi, basta che lui ti lanci un osso e tu gi a
sventagliare la coda
Violane armeggiava con il foglio di carta: ne flett langolo sinistro fino a farlo
aderire alla costola che lo divideva in due e poi fiss la piega con lunghia
- Hey, mi stai ascoltando?
Alz gli occhi con un sorriso, mentre piegava anche il margine destro.
- Hey, parlo con te!
Violane continuava a piegare e svoltolare con destrezza.
- Ma che fai?
Umett con la lingua la punta di un goffo aeroplanino di carta, ne calcol
laerodinamicit, facendolo volteggiare tra le dita e ne previde la dinamica di volo
facendo scorrere lo sguardo raso fusoliera. Poi lo lanci
- Non lo vedi?
Dritto nel cestino.
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- Scodinzolo!
Violane lanci un occhiolino allo specchio ed usc.
Suo padre sal in macchina e mise in moto, quando Violane raggiunse la strada il
carrozzone si stacc con lentezza pachidermica dal marciapiede e procedette verso
lincrocio, mentre lui sventolava un braccio fuori del finestrino e urlava: Ciaooo
Aspetta! Aspettatemi!
Non possiamo, non ci stai, basta, finito, ci segui in monopattino...
Violane scoppi a ridere e si mise a correre lungo il marciapiede. Si sent leggera,
come non era da molto tempo.
FINE
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