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ARMANDO PETRUCCI

LIBRO, SCRITTURA E SCUOLA


in La cultura nellOccidente latino dal VII allXI secolo, CISAM, Spoleto 1975.

Nel VII secolo la delicata serie di equilibri che ancora cento anni prima collegavano fra loro in un rapporto
reciproco di influenza produzione letteraria, produzione libraria, elaborazione grafica e pubblico si
definitivamente interrotta, in quanto se ne sono profondamente modificati tutti gli elementi interessati.
Lonciale diviene, soprattutto in Italia nettamente prevalente sule altre scritture, mentre si ha limpressione
che a livello di produzione non ci si preoccupi pi di rispettare corrispondenze un tempo consuete tra testi
e tipi grafici.
Gi con la seconda met del Vi secolo elaborazione grafica e produzione del libro avvenivano ormai
esclusivamente nei nuovi centri scrittori ecclesiastici, certamente molto diversi da quelli, laici, artigianali e
cittadini, propri del mondo antico, ma anche fra loro notevolmente dissimili. Limpressione che, al di fuori
dellambiente monastico, dove doveva esistere, se non altro sul piano organizzativo, una certa esteriore
uniformit , e cio presso le cattedrali, le chiese minori cittadine, e in genere nel clero secolare, la
produzione dei codici fra la seconda met del VII secolo e lVIII dovesse avvenire in modi diversi da luogo a
luogo, prescindendo da ogni forma di centro comune organizzato.
Occorre allora chiarire dove e in quale modo gli scribi operanti in questi centri acquisivano unistruzione
grafica di base e dove imparavano a scrivere i tipi di scrittura che adoperavano nel loro lavoro.
I modi di apprendimento di una scrittura libraria erano nellalto medioevo sostanzialmente due:
linsegnamento e limitazione.
In realt i due processi non erano sempre fra loro nettamente distinti, ma una diversit di fondo fra i due
procedimenti esisteva: le scritture di base, quelle cio imparate con i primi rudimenti dellistruzione nelle
scuole primarie di monastero o cattedrale o di statio notarile, venivano insegnate per mezzo di un
semplice processo didattico da un maestro che disegnava modelli di lettere e poi di una o pi parole (si
trattava o di tipi semplificati di corsiva nuova, o di semplificazioni delle stesse scritture librarie locali.
Linsegnamento di secondo grado impartito nello scriptoritum si fondava su una serie di esercizi
calligrafici ripetuti nellimitazione di modelli vergati da un maestro calligrafo. Ecco cos che limitazione si
rivela qui come uno dei momenti e dei mezzi del processo didattico, ma vi compare in funzione occasionale
e subalterna. Le scritture documentarie e librarie nate da questo tipo di processo possono essere definite
tutte scritture di insegnamento.
Ad esse si contrapponevano in campo librario altre scritture di origine diversa, che possiamo definire invece
di imitazione. Sono queste lonciale e la semionciale, che continuano un tipo grafico antico la cui
tradizione didattica si era interrotta intorno alla met del VI secolo con la dispersione dellartigianato
librario laico e la morte delle officine produttrici di codici allantica.
I fattori che davano il via ad un processo di imitazione erano molteplici: innanzitutto lesistenza di modelli
considerati esemplari di un centro distributore carico di prestigio (come Roma); quindi lintenzione di
adoperare una scrittura di tradizione antica; infine la presenza di scribi capaci di adoperare una pi o meno
raffinata tecnica di imitazione grafica.
Ma chi sono gli scriventi del VII-VIII secolo?
Su 988 sottoscrittori di testimonianze pervenuteci, il 32,7% era costituito da alfabeti. NellItalia Longobarda
del pieno secolo VIII esisteva fra i ceti medi e superiori della societ una certa diffusione della conoscenza
dello scritto, che per escludeva le donne; la netta maggioranza degli ecclesiastici, sia di piccoli centri che di

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citt era alfabeta; nel contado e nei centri abitati minori si riscontrano fra i soli laici una netta diminuzione
di alfabetismo rispetto ai centri maggiori; fra i laici non sembra che la diffusione dellalfabetismo fosse
legata a funzioni particolari.
Ma quali erano i tipi di scrittura che costoro avevano imparato e sapevano adoperare?
Le scritture usuali nellItalia longobarda del secolo VIII erano sostanzialmente due:
- La corsiva nuova di tipo documentario, adoperata innanzitutto dai rogatari, laici ed ecclesiastici, e
poi da altri alfabeti, che dimostrano di averla appresa allo stesso modo dei primi;
- Una minuscola non tipizzata di base corsiva, di andamento diritto, con elementi di solito ben
separati, comune a laici ed ecclesiastici e propria dei semialfabeti.
Questo secondo tipo di scrittura rappresenta con tutta verosimiglianza la scrittura didattica di base che
veniva insegnata nella scuola primaria e che rimaneva lunico patrimonio grafico del semialfabeta (si
trattava di un tracciato semplificato della corsiva nuova, privo di legamenti). Di solito da questo tipo grafico
di base si passava allinsegnamento della corsiva nuova documentaria.
Vediamo se questi prodotti dellinsegnamento grafico possano inserirsi in uno schema didattico coerente.
Ci forse possibile: ma solo a patto di non voler vedere dietro le varie fasi di insegnamento grafico
altrettante strutture scolastiche. Lorganizzazione scolastica era nellEuropa precarolingia diversa da luogo a
luogo: linsegnamento elementare si svolgeva in scuole ecclesiastiche annesse a cattedrali, monasteri,
chiese minori, aperte ad allievi destinati sia alla vita religiosa che allo stato laico, e anche in scuole annesse
alle stationes dei notai laici, destinate certamente pi a giovani non religiosi.
Nelle maggiori scuole ecclesiastiche elementi fondamentali dellapprendimento primario erano, oltre alla
scrittura, anche il canto e la lettura (con lutilizzo di libri liturgici in onciale e semionciale). Lettura che
invece mancava nelle scuole laiche, il cui repertorio grafico doveva essere perci limitato alla corsiva nuova
nelle sue diverse tipizzazioni.
Si aveva quindi un insegnamento grafico superiore, che poteva essere librario (negli scriptoria e nelle scuole
calligrafiche) o cancelleresco (nelle cancellerie laiche o ecclesiastiche, come quella pontificia).
Nella seconda met del secolo VIII il processo di distacco dalla civilt grafica romana iniziato due secoli
prima si avviava in Europa alla conclusione. Ma mentre da una parte la tendenza allimitazione grafica
manteneva in vita le antiche e nobili scritture librarie, dallaltra linsegnamento scrittorio continuava a
poggiare al suo livello pi basso su modelli costituiti dallantica minuscola comune romana, soprattutto in
Francia e in Italia, le due regioni che in et carolingia pi delle altre avrebbero contribuito alla costituzione
della nuova unit scrittoria europea.
Il metodo dellimitazione fu portato ad altissimi livelli nei centri scrittorii della scuola di corte e di Tours; e la
sua influenza, oltre che nella nascita della capitale, onciale e semionciale carolingie, pu essere a mio
parere riconosciuta anche in altre manifestazioni.
Il ritorno ad un modello normale di minuscola non pu essere certamente spiegato soltanto con
limprovviso affiorare a livello librario di una scrittura elementare fino ad allora rimasta relegata nelluso
didattico. Ma sono certe due cose:
- Che tale minuscola trovava proprio allora nuovo impulso nella rinnovata e ampliata struttura
scolastica carolingia, di cui essa si trova ed essere il primo e principale strumento didattico;
- Che essa corrispondeva sostanzialmente nella morfologia dei singoli elementi a quella minuscola
antica di cui, secondo unardita ipotesi del Cencetti, gli scribi di et carolingia sentirono linfluenza
ed imitarono le movenze.

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