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Enore Guadagnini
Capitolo 1
Particelle e campi
I dati sperimentali mostrano che i costituenti elementari della materia si comportano come
particelle, la cui dinamica e` in accordo con le leggi della meccanica quantistica ed e` covariante per trasformazioni di Lorentz. Quindi per descrivere i fenomeni che coinvolgono
le particelle elementari e` conveniente utilizzare il formalismo della teoria quantistica dei
campi, che esprime le leggi della meccanica quantistica in forma relativisticamente covariante. In questo capitolo si considerano alcuni aspetti introduttivi delle teorie quantistiche
dei campi che sono utili alla descrizione della fisica delle particelle. Gli argomenti trattati
comprendono: la costruzione dello spazio di Fock degli stati con un numero variabile
di particelle, le regole di commutazione per gli operatori di creazione ed annichilazione,
la cosiddetta seconda quantizzazione, la struttura generale degli operatori di campo, la
rappresentazione di interazione, e infine un esempio di calcolo di vita media per un decadimento a due corpi.
(con spin 1/2), sei quark (con spin 1/2) ciascuno dei quali possiede tre possibili stati di
colore, il fotone (con spin unitario e due soli stati di elicit`a) e tre bosoni vettoriali massicci
(con spin unitario). A queste particelle occorre aggiungere una particella di spin nullo
denominata particella di Higgs e otto bosoni di spin unitario (gluoni).
Le interazioni tra elettroni e fotoni sono descritte dalla cosiddetta elettrodinamica
quantistica che nel limite classico riproduce le equazioni dellelettromagnetismo. Le leggi
dellelettrodinamica classica sono state studiate e verificate dal confronto con gli esperimenti per quasi due secoli. Mentre i concetti e gli aspetti teorici propriamente quantistici
dellelettrodinamica sono stati elaborati negli ultimi sessantanni e sono in ottimo accordo
con gli esperimenti.
Lesistenza della particella di Higgs, che era stata ipotizzata su basi teoriche, sembra
essere confermata dagli attuali dati sperimentali. Anche la presenza in Natura dei gluoni,
quali responsabili delle interazioni forti, e` basata su argomenti teorici. In questo caso
la corrispondente teoria delle interazioni forti esclude la possibilit`a di una diretta osservazione sperimentale dei gluoni e propone verifiche indirette della loro esistenza; i dati
sperimentali al riguardo sono in buon accordo con le previsioni teoriche.
Infine, lipotizzata particella la cui esistenza dovrebbe essere collegata con il manifestarsi delle interazioni gravitazionali e` stata denominata gravitone; la diretta conferma
sperimentale dellesistenza del gravitone e` attesa nel prossimo futuro.
Particelle e campi
|B
|A
(a)
Figura 1.1.
|B
|A
(b)
1.1.3 Localit`a
La localit`a delle interazioni tra particelle e` un fatto sperimentale. Quando si studiano i processi di collisione tra particelle, per esempio, si osserva che i centri di diffusione degli urti
che si verificano tra le particelle coincidono coi punti di intersezione dei fasci di particelle.
Similmente, analizzando le tracce nei rivelatori e i dati relativi alla cinematica delle particelle prodotte in un decadimento, si pu`o verificare la localit`a dellevento di decadimento.
I limiti sperimentali sulla localit`a delle interazioni sono determinati essenzialmente dalla
struttura dei rivelatori. Il modo in cui la localit`a delle interazioni tra le particelle si manifesta in Natura presenta un aspetto universale molto importante: sperimentalmente risulta
che tutte le particelle direttamente osservabili, qualora siano sufficientemente distanti tra
loro, si comportano come particelle libere.
stati, risulta conveniente considerare inizialmente un solo tipo di particelle, successivamente verranno introdotti tutti gli altri tipi.
Fermi-Dirac :
H(n)
H(n)
n
!
"#
$ %%
= H(1) H(1) H(1) %
simm.
n
"#
$ %%
!
= H(1) H(1) H(1) %
antisimm.
Infine, la somma diretta degli spazi H(n) al variare di n rappresenta lo spazio degli stati in
cui il numero n di particelle pu`o variare come n = 1, 2, 3, .
Nota 1. Questa rappresentazione dello spazio degli stati risulta essere poco conveniente.
In questo formalismo loperazione di simmetrizzazione o di antisimmetrizzazioni dei vettori di stato nelle variabili corrispondenti alle singole particelle non appare in maniera
naturale o automatica, ma deve essere imposta dallesterno. Questa mancanza di naturalezza appare anche nel procedimento logico che generalmente si utilizza per individuare
Particelle e campi
(1.1)
Si assume inoltre che esista un vettore |0 V di norma unitaria, che sar`a chiamato il
vettore corrispondente allo stato fondamentale, con la seguente propriet`a
a |0 = 0 .
Allora, posto
|n =
e
1 & ' n
a
|0 ,
n !
(1.2)
(1.3)
N = a a ,
(1.4)
N |n = n |n .
(1.5)
si ha
Lo stato descritto dal vettore |n pu`o essere interpretato come lo stato in cui n particelle si trovano nello stato |. Gli operatori a ed a rappresentano rispettivamente
loperatore di annichilazione e di creazione di una particella nello stato |.
Il procedimento appena descritto pu`o essere ripetuto per ogni possibile valore dellindice . Conseguentemente, per ogni stato | di singola particella, si introduce uno spazio
vettoriale V in cui sono definiti gli operatori di annichilazione e di creazione a ed a che
soddisfano le regole di commutazione (1.1). Si consideri ora lo spazio HF che si ottiene
prendendo il prodotto tensoriale degli spazi V per tutti i possibili valori di
HF = V=1 V=2 V=3
(1.6)
[a , a ] = 0 = [a , a ] .
(1.7)
(1.8)
e` anche chiamato il vettore di vuoto perche descrive lo stato in cui non ci sono particelle.
Uno stato che contiene, per esempio, n particelle nello stato |, n particelle nello stato
| ed n particelle nello stato | e` rappresentato da
|n , n , n = (
(1.9)
Infine, lo spazio H dei vettori di stato del sistema corrispondente ad un tipo fissato di
particelle identiche si ottiene considerando il completamento (o chiusura) in HF delle
combinazioni lineari finite di vettori di HF con un numero finito di particelle.
Particelle e campi
Gli operatori a e a corrispondenti alle seguenti matrici
*
+
*
+
0 0
0 1
a =
, a =
,
1 0
0 0
(1.12)
verificano le relazioni
{a , a } = a a + a a = 1 ,
{a , a } = 0 = {a , a } .
(1.13)
(1.14)
(1.15)
Si consideri ora lo spazio HF che si ottiene prendendo il prodotto tensoriale degli spazi
V per tutti i possibili valori di
HF = V=1 V=2 V=3
(1.16)
(1.17)
Differentemente dal caso della statistica di Bose-Einstein, i vettori che si ottengono applicando i vari prodotti degli operatori {a } al vettore di vuoto non possiedono le giuste
propriet`a di simmetria. Infatti, nel caso della statistica di Fermi-Dirac, i vettori di stato
devono essere completamente antisimmetrici per scambio delle variabili relative a due
particelle qualunque. Daltra parte, il vettore a a |0 con = , per esempio, e` simmetrico per lo scambio perche gli operatori a e a commutano tra loro, [a , a ] = 0.
Per ovviare a questo inconveniente e` sufficiente modificare gli operatori {a } e {a } in
modo opportuno1. Gli operatori di annichilazione e di creazione per le particelle che obbediscono alla statistica di Fermi-Dirac saranno indicati con {b } e {b } e sono definiti
da
b = a = a , b = a = a ,
(1.18)
dove
=
1
,*
=1
+
1 0
.
0 1
(1.19)
{b , b } = 0 = {b , b } .
(1.20)
Gli stati a molte particelle si ottengono applicando prodotti degli operatori di creazione
{b } allo stato di vuoto. Per esempio, lo stato che contiene una particella nello stato |,
una particella nello stato | ed una particella nello stato | e` rappresentato dal vettore
|, , = b b b |0 .
1
(1.21)
J.D. Bjorken and S.D. Drell, Relativistic quantum fields, Ed. McGraw-Hill, Inc. (New York, 1965).
10
Anche in questo caso, lo spazio H dei vettori di stato del sistema corrispondente ad un
tipo fissato di particelle identiche si ottiene considerando il completamento in HF delle
combinazioni lineari finite di vettori di HF con un numero finito di particelle.
[a , a ] = 0 = [a , a ]
{bi , bj } = ij
{bi , bj } = 0 = {bi , bj }
[a , bi ] = 0 = [a , bi ]
(1.23)
[a , bi ] = 0 = [a , bi ] .
Particelle e campi
11
| i bi |0 .
(1.24)
1
a U
.
(1.26)
U a , a a =
a a =
12
E` possibile labellare gli stati di singola particella per mezzo degli autovalori delloperatore
posizione per esempio e di una opportuna componente dello spin, che saranno convenzionalmente indicati con . Eventualmente, si potrebbe convenire di includere nellindice anche ulteriori numeri quantici, senza modificare la struttura delle formule che
seguono. I corrispondenti vettori {|} soddisfano
| = ( ) ,
d || = 1 ,
(1.28)
dove il simbolo di integrale in denota lintegrale spaziale e comprende anche la somma
sui valori di una componente dello spin; similmente, il simbolo ( ) denota lopportuno
prodotto di funzioni delta.
.
La decomposizione del vettore | nella base {|}, | = d ||, definisce
le cosiddette funzioni donda () = |, che formano una base ortonormale per lo
spazio delle funzioni a quadrato sommabile. La funzione donda (), corrispondente ad
un generico vettore, si pu`o scrivere come
)
)
() =
c () , [ similmente, () =
c ()] ,
(1.29)
Lequazione (1.30) e lisomorfismo (1.24) permettono di determinare univocamente loperatore di creazione a e conseguentemente anche loperatore di annichilazione a
per una particella nello stato |. Loperatore di annichilazione a viene generalmente
/ mentre loperatore a viene denotato con / (),
denotato con ()
)
)
/ =
()
a () , / () =
a () .
(1.31)
Il confronto delle equazioni (1.31) e (1.29) mostra lanalogia formale esistente tra una
/
/ ammettono uno
generica funzione donda () e loperatore ().
Entrambi () e ()
sviluppo in termini delle funzioni donda (); ma mentre nel caso di () i coefficienti
/ i coefficienti dello sviluppo sono operatori.
di tale sviluppo sono numeri, nel caso di ()
/ e / () viene anche denotata col
Per questo motivo, lintroduzione degli operatori ()
nome di seconda quantizzazione. Lutilizzo degli operatori (1.31) in meccanica quantistica e` stato discusso per esempio da Landau2 .
Particelle e campi
13
Sia p (x) la funzione donda dello stato di singola particella che e` autofunzione dellimpulso corrispondente allautovalore p. Volendo utilizzare funzioni donda normalizzabili,
risulta conveniente vincolare la particella nel sistema di riferimento fissato entro una
regione spaziale cubica di lato L (e volume V = L3 ) e successivamente considerare
il limite di volume infinito. Allora, la funzione donda normalizzata che descrive una
particella con impulso p assume la forma
0 p x1
1
,
(1.33)
x | p = p (x) = exp i
!
V
dove p x = p1 x1 + p2 x2 + p3 x3 . Lequazione (1.33) implica, per gli autostati dellimpulso
| p e | k , le relazioni
3
V
3 (2)
p|k = !
(p k ) ,
d3 p | p p | = 1 .
(1.34)
3
3
V
(2) !
Conseguentemente, in accordo con la corrispondenza (1.24), gli operatori di annichilazione e di creazione di una particella con impulso p e k devono soddisfare, nel caso
di statistica di Bose-Einstein,
[a(p), a (k)] = !3
(2)3
(p k ) ,
V
(1.35)
(2)3
(p k ) .
V
(1.36)
Dalle relazioni (1.35) e (1.36) segue che gli operatori di annichilazione e di distruzione
sono adimensionali.
p = ( E/c , p ) ,
,
x
x = x ,
(1.37)
14
1 0
0
0
0 1 0
0
=
0 0 1 0 = .
0 0
0 1
(1.38)
Per una singola particella libera di massa m, lenergia E e` funzione solamente della componente spaziale p dellimpulso della particella ed assume la forma
(
E = E(p) = c m2 c2 + (p)2 .
(1.39)
(1.41)
In realt`a, nel formalismo della teoria quantistica dei campi, la dipendenza delloperatore
campo (x) dal tempo e` in accordo con lutilizzo della rappresentazione di Heisenberg
per particelle libere, in cui levoluzione temporale riguarda esclusivamente gli operatori
della teoria mentre gli stati del sistema non hanno evoluzione temporale.
Sia H0 loperatore hamiltoniano che agisce nello spazio degli stati H delle particelle
del tipo considerato (che hanno spin nullo e massa m). Nello spazio degli stati di singola particella, si scelga una base {|} in cui ciascun vettore | descrive uno stato con
energia definita. Allora, lhamiltoniana H0 per particelle libere si ottiene moltiplicando
loperatore numero di occupazione dello stato | per lenergia di una particella nello
stato | e sommando su tutti i valori di . Ovvero, lhamiltoniana vale
V
H0 =
d3 p E(p) a (p ) a(p ) .
(1.42)
(2)3 !3
Utilizzando loperatore (1.42), in rappresentazione di Heisenberg la dipendenza dal tempo
degli operatori di annichilazione e di distruzione risulta essere
a(t; p) = eitH0 /! a(p) eitH0 /! = eiE(p) t/! a(p) ,
a (t; p ) = eitH0 /! a (p) eitH0 /! = eiE(p) t/! a (p) .
(1.43)
Si ottiene quindi
1
a(t; p) p (x) = a(p) eipx/! = a(p) p (t, x) ,
V
1
a (t; p) p (x) = a (p) eipx/! = a (p) p (t, x) .
V
(1.44)
Particelle e campi
15
/
Gli operatori di annichilazione (x)
e di creazione / (x) di una particella situata nel
punto x allistante t,
V
1
/
(x) =
d3 p a(p) eipx/! ,
3
3
(2) !
V
1
V
d3 p a (p) eipx/! ,
/ (x) =
(1.45)
3
3
(2) !
V
a (p) (
1
.
V E(p)
(1.46)
/
Si consideri ora il comportamento di (x)
per una trasformazione di Lorentz x x. Il
ipx/!
fattore di fase e
resta invariato purche si trasformi anche il vettore impulso
p p.
3
A seguito delle trasformazioni di Lorentz per`o, il prodotto(V d p a(p)(1/ V ) sotto il
segno di integrale non risulta invariante, ma trasforma come E(p). Conseguentemente,
/
(x)
non trasforma come uno scalare (e nemmeno come un tensore irriducibile non banale). Per avere
( covarianza relativistica occorrerebbe, per esempio, introdurre un fattore
correttivo 1/ E(p) negli integrali che compaiono nelle espressioni (1.45).
(
+ a (p)
.
(1.47)
(x) = 3
a(p)
!
(2)3 2E(p )
V
V
Per trasformazioni di Lorentz, loperatore (x) trasforma come uno scalare; inoltre, si
ha (x) = (x) e per questo motivo (x) e` anche denotato col nome di campo scalare
reale. Per determinare le dimensioni [(x)] delloperatore campo, e` utile notare che il fattore V d3 p/ !3 e` adimensionale. Ricordando che anche gli operatori di creazione e di an1/2
nichilazione sono adimensionali, si ottiene
L)/(L3/2 ) = M 1/2 /L1/2 . Con
. 3 [(x)] = (M
questa normalizzazione, lintegrale d x ((x)/t)2 ha le dimensioni di unenergia.
La struttura delloperatore di campo mostrata in equazione (1.47) e` generale e si
mantiene sostanzialmente inalterata anche per campi spinoriali e vettoriali, che sono associati a particelle rispettivamente con spin 1/2 e con spin 1. In genere, per ciascun tipo
di particella si introduce il corrispondente operatore di campo.
16
(rappres. di Heisenberg) ,
(1.48)
dove H0 rappresenta loperatore hamiltoniano (1.42). In questo schema, gli stati del sistema non subiscono evoluzione temporale.
Nota 3. Due sistemi fisici interagiscono tra loro quando, variando lo stato del primo
sistema, si pu`o modificare levoluzione del secondo sistema e/o viceversa; ovvero, uno
dei sistemi influenza levoluzione dellaltro. In Natura si osserva che, aumentando la
distanza relativa tra due sistemi localizzati in regioni spaziali finite, gli effetti osservabili
delle mutue interazioni possono essere resi piccoli a piacere e, nel limite in cui questi
effetti siano trascurabili, i due sistemi sono detti liberi. Similmente, si utilizza il concetto
di particelle libere per designare il comportamento delle particelle realmente osservate in
Natura che sono quindi necessariamente particelle interagenti nella situazione ideale
in cui gli effetti delle interazioni siano trascurabili.
Quando si tiene conto dellinterazione tra le particelle, lhamiltoniana H del sistema
ha una struttura generalmente molto pi`u complicata di quella dellhamiltoniana libera H0 .
In presenza di interazioni tra le particelle, risolvere esplicitamente lequazione (1.48)
ovvero determinare la soluzione delle equazioni del moto per gli operatori di campo
rappresenta un problema estremamente complicato di cui, in generale, non si conosce
soluzione. Risulta allora conveniente abbandonare la rappresentazione di Heisenberg e
utilizzare la cosiddetta rappresentazione di interazione, nella quale gli operatori di campo
presentano sempre la struttura (1.47) di campi liberi. Il formalismo della rappresentazione
di interazione descrive in maniera naturale i processi elementari tra le particelle.
Lhamiltoniana totale H del sistema e` generalmente decomposta nella somma di due
termini,
:,
H = H0 + H
(1.49)
(1.50)
Particelle e campi
17
dove si e` posto
OI (t) = eitH0 /! O eitH0 /! ,
(1.51)
(1.52)
Come mostrato nelle equazioni (1.51) e (1.52), nella rappresentazione di interazione sia
gli operatori che i vettori di stato dipendono dal tempo. Per quanto riguarda gli operatori,
la loro dipendenza dal tempo coincide con la dipendenza dal tempo nella rappresentazione di Heisenberg nel caso in cui lhamiltoniana sia quella libera. Questo significa che,
in rappresentazione di interazione, gli operatori campo assumono la forma (1.47) degli
operatori campo relativi a particelle libere.
(1.53)
che appare in equazione (1.52) e che determina levoluzione temporale dei vettori di stato.
Derivando U(t, 0) rispetto al parametro t, si ottiene
i!
Si ha inoltre
;
<
dU(t, 0)
: eitH/!
= eitH0 /! H H0 eitH/! = eitH0 /! H
dt
;
<
: eitH0 /! eitH0 /! eitH/!
= eitH0 /! H
: I (t) U(t, 0) .
= H
U(0, 0) = 1 .
(1.54)
(1.55)
Le equazioni (1.54) e (1.55) determinano univocamente U(t, 0), che si pu`o anche ottenere
integrando direttamente lequazione (1.54) tenendo conto della condizione iniziale (1.55).
Il risultato e`
=
>
- t2
:
U(t2 , t1 ) = T exp (i/ !)
dt HI (t) ,
(1.56)
t1
dove il simbolo T denota lordinamento cronologico, ovvero lordinamento nel parametro temporale degli operatori che compaiono nellespressione (1.56). Nellordinamento cronologico, allaumentare del parametro temporale gli operatori vanno posti a
sinistra, in accordo con lequazione (1.54); per esempio, si ha
?
@
: I (t) H
: I (t ) = (t t ) H
: I (t) H
: I (t ) + (t t) H
: I (t ) H
: I (t) .
T H
(1.57)
18
: I (t)
dt H
>
(1.59)
Per descrivere la dinamica delle particelle elementari occorre perci`o specificare (o deter: I (t). Loperatore H
: I (t), che deve essere espresso
minare) lhamiltoniana dinterazione H
in rappresentazione di interazione, e` in generale una funzione o, pi`u propriamente, un
funzionale degli operatori di campo (in rappresentazione di interazione) associati ai vari
tipi di particelle.
(1.60)
Per ogni tipo di particella si introduce un operatore di campo scalare, a (x), b (x) e
c (x), ciascuno dei quali ha la struttura mostrata in equazione (1.47). A questo punto
occorre determinare la forma dellhamiltoniana di interazione che risulta rilevante per
descrivere il decadimento (1.60). In generale, la soluzione di questo problema non e` nota
a priori. Si possono allora formulare ipotesi pi`u o meno plausibili e proporre una
possibile forma per lhamiltoniana di interazione con la quale calcolare lampiezza di
: I (t)
transizione e fare il confronto coi dati sperimentali. Si assuma, per esempio, che H
sia
:
HI (t) = (gc/ !) d3 x a (x)b (x)c (x) ,
(1.61)
dove il parametro reale g ha dimensione [g] = M 1/2 L3/2 /T 2 . In generale, il parametro che moltiplica lhamiltoniana di interazione viene denotato col nome di costante di
accoppiamento poiche determina in qualche modo lintensit`a dellinterazione tra le particelle. Facendo uno sviluppo di Taylor in potenze di g delloperatore (1.59) e limitandoci
Particelle e campi
al primo ordine nella costante di accoppiamento, si ottiene
=
>
- +
:
U(+, ) = T exp (i/ !)
dt HI (t) =
ig
= 1 2 d4 x T [a (x)b (x)c (x)] +
!
ig
= 1 2 d4 x a (x)b (x)c (x) +
!
19
(1.62)
Si noti che lordinamento cronologico agisce in maniera banale sugli operatori del termine
lagrangiano a (x)b (x)c (x) poiche questi operatori sono definiti a tempi uguali e quindi
commutano tra loro.
Si denoti con ka il quadrimpulso della particella di tipo a che decade e con kb e kc
i quadrimpulsi delle particelle di tipo b e di tipo c prodotte. I vettori normalizzati corrispondenti agli stati iniziale e finale sono
|in = |ka = aa (ka ) |0 ,
(1.63)
Pertanto lampiezza di decadimento A(kb , kc ; ka ), al primo ordine nella costante di accoppiamento, risulta determinata da
A(kb , kc ; ka ) = kb , kc | U(+, ) |ka =
ig
= 2 d4 x 0|ab (kb )ac (kc )a (x)b (x)c (x)aa (ka )|0 .
!
(1.64)
Utilizzando la forma esplicita (1.47) delloperatore di campo scalare e le regole di commutazione degli operatori di annichilazione e di creazione, si ottiene
A(kb , kc ; ka ) = i
g !5 (2)4 4 (ka kb kc )
.
V 3/2 2Ea 2Eb 2Ec
(1.65)
d =
(1.68)
20
Lespressione (1.68), che corrisponde ad una distribuzione isotropa per i prodotti di decadimento, deve essere confrontata coi dati sperimentali. Se le previsioni teoriche non sono
in accordo con gli esperimenti, occorre modificare lespressione della hamiltoniana di interazione. In caso di accordo con gli esperimenti, si pu`o determinare sperimentalmente
il valore, per esempio, della costante di accoppiamento. Si assuma che il processo (1.60)
risulti ben descritto dallhamiltoniana (1.61).
Integrando lespressione (1.68) si ricava la cosiddetta larghezza di decadimento
- 3
g2
d kb
= d =
(ma c2 Eb Ec ) .
(1.69)
2
32 ma
Eb Ec
Sia k il valore dellimpulso della particella di tipo b prodotta nel decadimento. Naturalmente, la conservazione dellimpulso implica che k e` il valore dellimpulso della particella di tipo c prodotta nel decadimento. La funzione delta di conservazione dellenergia
si pu`o esprimere come
(ma c2 Eb Ec ) =
Eb Ec
(|kb | |k|) ,
ma c4 |k|
(1.70)
g 2 |k|
,
8 (ma c2 )2
(1.71)
'1/2
c & 4
ma + m4b + m4c 2m2a m2b 2m2a m2c 2m2b m2c
.
2ma
(1.72)
Capitolo 2
Principio dazione
In questo capitolo si introducono le basi della teoria dei campi e viene discusso il teorema
di Noether. Il formalismo lagrangiano basato sul principio di minima azione e` particolarmente utile per descrivere la corrispondenza tra le propriet`a di simmetria di un sistema
fisico e le corrispondenti leggi di conservazione; in effetti, esso rappresenta anche il punto
di partenza della cosiddetta quantizzazione canonica. Inoltre il funzionale dazione ha un
ruolo fondamentale in meccanica quantistica poiche permette di collegare in maniera diretta il comportamento quantistico dei sistemi fisici col principio di sovrapposizione.
c=1.
Allora, per semplificare le notazioni, nelle espressioni delle grandezze fisiche si pu`o omettere di indicare esplicitamente la dipendenza da ! e da c. In questo modo, la dimensione
[A] di ogni quantit`a fisica A risulta apparentemente modificata e assume convenzionalmente la forma di una potenza di una energia (oppure di una massa), [A] = (energia)n .
Alcuni esempi di dimensioni in questa convenzione delle cosiddette unit`a naturali
sono riportati nella seguente tabella.
A
massa
lunghezza
tempo
energia
impulso
velocit`a
azione
[A] = (energia)n
n
1
-1
-1
1
1
0
0
In relazione con la tipica scala di energia che appare nella fisica delle particelle elementari,
sovente lenergia si esprime in MeV. Per riottenere i valori delle varie quantit`a fisiche nelle
usuali unit`a di misura, occorre introdurre un fattore moltiplicativo contenente le opportune
21
22
c
!
!c
x x = x + a ,
(2.1)
dove {a } sono i parametri di traslazione e e` la matrice che rappresenta una trasformazione di Lorentz. Un campo (x) ha in genere varie componenti che saranno indicate
con { (x)}. Per effetto della trasformazione (2.1), il campo viene modificato nel modo
seguente
(x) (x ) ,
(2.2)
dove
(x ) = R() ( x(x ) ) ,
x (x ) = [1 ] (x a) ,
(2.3)
e la matrice R() corrisponde ad una rappresentazione lineare generalmente di dimensione finita del gruppo di Lorentz. Le componenti irriducibili di questa rappresentazione descrivono le componenti irriducibili dei campi. Per esempio, un campo scalare
(x) trasforma come
(x) (x ) = (x(x )) ,
(2.4)
mentre per un campo vettoriale B (x) si ha
B (x) B (x ) = B (x(x )) .
(2.5)
2.2.2 Azione
In un modello lagrangiano, la dinamica e` descritta dalla azione S che e` una funzione dei
campi, S = S[]. Il principio di azione stazionaria determina le equazioni del moto
S[]
=0
(x)
(2.6)
Principio dazione
23
La localit`a della dinamica significa che le equazioni del moto (2.6) sono locali, cio`e coinvolgono i campi (x) definiti in un solo punto e le loro derivate di ordine finito. Ad
eccezione di alcuni casi piuttosto particolari, la localit`a implica che lazione assuma la
forma
4
S[] = d x L(x) = d4 x L ((x)) ,
(2.7)
in cui la densit`a lagrangiana L ((x)) e` una funzione locale dei campi e delle loro derivate
di ordine finito. In molte situazioni, L ((x)) e` un polinomio dei campi e delle loro
derivate prime.
La covarianza relativistica che verr`a sempre assunta nel seguito significa che
le equazioni del moto (2.6) sono covarianti per trasformazioni del gruppo di Poincare.
Questo implica che la densit`a lagrangiana L ((x)) debba essere uno scalare per trasformazioni di Lorentz.
Quando il campo (x) rappresenta variabili indipendenti in ogni punto dello spaziotempo e non necessariamente soddisfa le equazioni del moto, il campo (x) e` detto offshell. Quando invece si assume che i valori del campo (x) siano limitati alle soluzioni
o a particolari soluzioni delle equazioni del moto, il campo (x) e` detto on-shell.
Come in tutti i principi variazionali, lazione S[] e` una funzione del campo offshell (x). Nel derivare le equazioni del moto (2.6), i campi sono considerati off-shell e
generalmente si assume che i campi tendano a zero allinfinito in maniera sufficientemente
rapida in modo tale che, nellintegrale (2.7), qualunque derivata parziale nelle variabili x
si possa integrare per parti.
Nelle teorie classiche dei campi, i campi corrispondono a variabili classiche e lo studio
della dinamica del sistema consiste nella ricerca di soluzioni delle equazioni del moto
(2.6) e nello studio delle loro propriet`a.
24
La cosiddetta lagrangiana libera L0 ((x)) e` una funzione quadratica dei campi (e delle
loro derivate); nel caso in cui SI = 0 e quindi S = S0 , il modello descrive particelle libere
ovvero particelle non interagenti. La parte rimanente della lagrangiana LI ((x)) e` chiamata la lagrangiana di interazione. Generalmente, LI ((x)) e` un polinomio contenente
termini cubici e/o quartici nei campi e descrive i processi di interazione tra le particelle.
E` importante notare che la decomposizione (2.8) della lagrangiana totale L in parte
libera e parte interagente, L = L0 + LI , pu`o non essere univoca. Infatti, la somma di
un campo scalare (x) con una costante non nulla v rappresenta un altro campo scalare,
(x) + v = (x). Quindi laffermazione che L0 corrisponde alla parte di L che e` quadratica nei campi e` ben definita qualora si specifichino univocamente le eventuali costanti
additive per i campi scalari.
Nella definizione e nello studio di ogni teoria quantistica di campo, i ruoli di S0 e di
SI sono:
Lazione libera S0 specifica quali tipi di particelle sono descritti dal modello e fissa
i valori delle masse e dello spin di queste particelle. Infatti, le soluzioni classiche
delle equazioni del moto che derivano da S0 rappresentano le funzioni donda
per gli stati di singola particella. Insieme con gli operatori di creazione e di distruzione delle particelle, queste funzioni donda determinano la forma degli operatori
di campo in rappresentazione di interazione.
La lagrangiana di interazione LI ((x)), nella quale i campi classici sono stati
rimpiazzati dagli operatori di campo in rappresentazione di interazione che sono
stati definiti nel punto precedente, si utilizza per calcolare le ampiezze di transizione nei vari processi tra le particelle.
Nel precedente capitolo, loperatore di evoluzione temporale (1.59) tra gli stati asintotici e` stato definito mediante lhamiltoniana di interazione e lordinamento cronologico
T , la cui azione sugli operatori e` descritta in equazione (1.57). Benche lespressione
(1.59) non sia manifestamente covariante, i risultati che si ottengono utilizzando lequazione (1.58) sono relativisticamente covarianti. Per mantenere manifesta la covarianza relativistica, risulta allora conveniente utilizzare, insieme con un nuovo ordinamento cronologico, la lagrangiana di interazione al posto della hamiltoniana di interazione.
2.2.5 Tprodotto
Il nuovo ordinamento cronologico degli operatori di campo che verr`a utilizzato da ora
in poi sar`a denotato col nome di Tprodotto, o prodotto Tordinato. Il Tprodotto di
due operatori di campo vale
T [ (x) (y)] (x0 y 0 ) (x) (y) + (1) (y 0 x0 ) (y) (x) ,
(2.9)
in cui = 0 tranne quando entrambi i campi assumono valori che sono descritti da variabili anticommutanti, nel qual caso = 1. Mentre il Tprodotto delle derivate degli
operatori di campo e` definito essere
=
>
(x) (y)
T
T [ (x) (y) ] .
(2.10)
x
y
x y
Principio dazione
25
Si noti la differenza tra le equazioni (2.10) e (1.57) nel caso in cui almeno una delle
derivate riguardi la variabile temporale. In generale, tutte le derivate spazio-temporali che
agiscono sugli operatori di campo che appartengono ad un prodotto Tordinato
sono interpretate, per definizione, come derivate che agiscono sul Tprodotto degli stessi
operatori non derivati.
:
in cui (x)
e` una funzione locale dei campi e delle loro derivate di ordine finito e la variabile reale rappresenta il parametro infinitesimo della trasformazione. Se il parametro
non dipende dalle coordinate x dei punti dello spazio-tempo, il parametro e` detto
essere una variabile globale.
Teorema 1 (Teorema di Noether). Se lazione S[] e` invariante per trasformazioni infinitesime (2.12) solo nel caso in cui sia una variabile globale, allora tra le variabili del
sistema esiste una corrente conservata J (x),
J (x) = 0 .
(2.13)
La corrente J (x) e` un campo locale che e` funzione degli operatori di campo (x) e delle
loro derivate; inoltre, J (x) e` un campo vettoriale rispetto allindice di Lorentz .
1
N.N. Bogolioubov et D.V. Chirkov, Introduction a la theorie quantique des champs, Dunod Editeur
(Paris, 1960).
2
C. Itzykson and J-B. Zuber, Quantum Field Theory, McGraw-Hill (Singapore, 1980).
26
Dimostrazione. Laffermazione che il funzionale dazione e` invariante per le trasformazioni (2.12) significa che, senza far uso delle equazioni del moto ovvero per campi
: in potenze di non contiene il termine
classici off-shell lo sviluppo di S[ + ]
lineare in
: = S[] + O(2 ) .
S[ + ]
(2.14)
Come al solito, nella derivazione della relazione (2.14) si assume che i campi tendano a
zero allinfinito in maniera sufficientemente rapida in modo tale che qualunque derivata
parziale si possa integrare per parti. Si consideri ora una nuova trasformazione dei campi
che si ottiene dalla (2.12) sostituendo il parametro globale con una funzione arbitraria
(x) delle coordinate dello spazio-tempo
:
(x) (x) + (x) (x)
.
(2.15)
(2.16)
Principio dazione
27
Le equazioni (2.17) e (2.19) possono anche essere interpretate come le relazioni definenti
della procedura di quantizzazione. In effetti, nelle teorie quantistiche di campo (ed in
meccanica quantistica) il passaggio dalle variabili classiche (x) agli operatori quantistici
di campo deve essere tale da verificare le equazioni (2.17) e (2.19). Una discussione su
questo argomento si pu`o trovare, per esempio, nel libro3 di Bogoliubov e Chirkov.
E` importante notare che la normalizzazione della corrente di Noether J , e quindi
la normalizzazione della corrispondente carica conservata Q, e` unicamente fissata dalle
equazioni (2.17) e (2.19). Questo fatto ha un ruolo importante nello studio delle simmetrie
dinamiche delle interazioni forti e sul loro legame con la normalizzazione delle correnti
deboli.
(x)
dove (x)
= (x)/x0 . La quantizzazione canonica consiste nel sostituire la variabile classica (x) con un operatore campo op (x) tale che, insieme con loperatore
op (x) corrispondente allespressione classica (2.20), soddisfi la seguente regola di commutazione canonica a tempi uguali
[op (t, x ), op (t, y )] = i (x y ) .
(2.21)
(2.22)
N.N. Bogolioubov et D.V. Chirkov, Introduction a la theorie quantique des champs, Dunod Editeur
(Paris, 1960).
28
(2.23)
d3 x (x)
(2.25)
(2.26)
(2.27)
d3 x j ,
per j = 1, 2, 3 .
(2.29)
(2.30)
Esempio 3. Lazione libera per un campo scalare complesso (x) di massa m vale
&
'
S0 = d4 x (x) (x) m2 (x)(x) .
(2.31)
Lazione (2.31)`e invariante per le usuali trasformazioni del gruppo di Poincare, ed e` anche
invariante per le seguenti trasformazioni infinitesime
(x) (x) + i(x)
(2.32)
(2.33)
?
@
d x .
3
(2.34)
Principio dazione
29
(2.36)
dove Oij e` una matrice ortogonale N N. Le trasformazioni di questo tipo che sono
connesse allidentit`a formano il gruppo SO(N) delle matrici ortogonali a determinante
unitario. Se {T a } in cui lindice a assume i valori a = 1, 2, 3, ..., N(N 1)/2
indicano i generatori del gruppo SO(N), le trasformazioni infinitesime dei campi sono
j (x) j (x) + ia [ T a ]jk k (x) ,
(2.37)
dove {a } denotano i parametri del gruppo e [ T a ]jk rappresentano gli elementi di matrice
dei generatori T a . Le corrispondenti correnti conservate risultano essere
Ja (x) = i j (x) [ T a ]jk k (x) .
Gli operatori di carica Qa sono dati da
a
Q = i d3 x j (x) [ T a ]jk k (x) .
(2.38)
(2.39)
Esempio 5. Lazione del modello che descrive N tipi di particelle libere di massa m e di
spin 1/2 e` data da
N
)
4
j (x) (i m) j (x) ,
(2.40)
S0 = d x
j=1
in cui i campi j (x) corrispondono a spinori di Dirac. Come verr`a discusso in seguito,
denotano le quattro matrici gamma di Dirac, e gli indici spinoriali sono sottintesi.
Lintegrale (2.40) e` invariante per le seguenti trasformazioni dei campi
j (x) Ujk k (x)
(2.41)
(2.42)
(2.43)
(2.44)
30
:
S = d x (x) J (x) + (x)
,
(2.45)
(x)
dove J denota la corrispondente corrente di Noether che si otterrebbe dallazione S1 [].
Quando valgono le equazioni del moto, deve essere S = 0 per qualunque valore del
parametro (x); pertanto, dallequazione (2.45) si ricava
:
J (x) = (x)
S2 []
.
(x)
(2.46)
A causa della rottura esplicita della simmetria dovuta alla presenza del termine S2
nellazione, la corrente J (x).non e` conservata. Loperatore di carica Q(t) associato
alla corrente J , ovvero Q(t) = d3 x J 0 (t, x), non e` una costante del moto ma, siccome
S2 non dipende dalle derivate del campo, Q(t) continua ad essere il generatore della trasformazione sui campi (a tempi uguali)
:
i [Q(t), (t, x)] = (t,
x) .
(2.47)
Come esempio, si consideri il caso di un campo scalare reale (x) in cui lazione
&
'
S = d4 x 12 (x) (x) m2 2 (x)
(2.48)
non e` invariante per le trasformazioni globali (x) (x) . In questo esempio,
lequazione (2.46) assume la forma
[ (x)] = m2 (x) ,
(2.49)
verifica
i[Q(t), (t, x)] = 1 ,
(2.50)
Capitolo 3
Operatori di campo
Nel presente capitolo si introducono le lagrangiane che descrivono sistemi di particelle
libere, si ricavano le funzioni donda relativistiche per gli stati di singola particella nel
caso di spin 0, 1/2 e 1 e vengono presentati i corrispondenti operatori di campo.
'
+ m2 (x) = 0 .
(3.2)
Il campo (x) viene utilizzato per descrivere particelle di spin 0. Un set completo di
funzioni donda a tempo fissato e` rappresentato per esempio dalle onde piane {eipx };
per ognuna di queste funzioni, lequazione (3.2) determina la possibile dipendenza dalla
variabile temporale. Le soluzioni classiche dellequazione del moto forniscono pertanto
linsieme completo di funzioni donda covarianti relativistiche {eipx } insieme con le
1
V d3 p
(
3
(2)
2E(p)
eipx
eipx
a(p) + a (p)
V
V
31
(3.3)
32
P = d3 x T 0 (x) .
(3.5)
[a(p), a (k)] =
a(p)a
(p)
+
a
(p)a(p)
,
p
P =
2
(2)3
(3.6)
in cui p0 = E(p). Per mezzo delle regole di commutazione (3.4), lespressione (3.6) si
pu`o scrivere nella forma
V d3 p
P =
p a (p)a(p) + costante ,
(3.7)
(2)3
in cui appare loperatore numero di particelle con impulso fissato a (p)a(p). Nel caso
delloperatore P 0 , il valore della costante additiva che appare in equazione (3.7) e` divergente poiche corrisponde alla somma di tutte le energie degli stati fondamentali degli
oscillatori armonici associati ai vari modi del campo. La presenza di questa divergenza
nellespressione (3.7) non ha conseguenze fisiche osservabili, e si pu`o quindi trascurare.
Operatori di campo
33
+ (x)(x) + m2 2 (x) : .
(3.8)
(3.10)
Il campo (x) viene utilizzato per descrivere due tipi di particelle con spin 0 e con la
stessa massa (per esempio, la coppia particella antiparticella) e pu`o essere interpretato
come combinazione lineare di due campi scalari reali
1
(x) = (1 (x) + i2 (x))
2
1
(x) = (1 (x) i2 (x)) .
2
(
(x) =
a(+) (p) + a() (p)
,
(2)3 2E(p)
V
V
8
9
eipx
1
eipx
V d3 p
(
a(+) (p) + a() (p)
.
(x) =
(2)3 2E(p)
V
V
(3.11)
(3.12)
(3.13)
34
a(+) (p) =
,
2
(3.14)
a() (p) =
a() (p) =
,
2
(3.15)
(2)3
(p k) ,
V
(3.16)
(3.17)
(3.18)
1
V d3 p 0
(3.19)
(3.20)
(3.21)
a(+) (p) e a(+) (p) sono gli operatori di creazione e di annichilazione di una particella di
carica +1, mentre a() (p) e a() (p) sono gli operatori di creazione e di annichilazione di
una particella di carica 1.
Operatori di campo
35
S0 = d x 4 F F +
B B
,
2
(3.22)
dove
F (x) = B (x) B (x) .
(3.23)
2 B B + m2 B = 0 ,
(3.24)
Il campo B (x) viene utilizzato per descrivere particelle con spin 1 e dotate di massa m.
Dallequazione del moto,
(3.25)
Tenendo conto del vincolo (3.25), lequazione del moto si pu`o riscrivere come
&
'
+ m2 B (x) = 0 .
(3.26)
pb
m
j (p, b) = jb +
pj pb
,
m(m + E(p))
(3.28)
e verificano le relazioni
p (p, b) = 0 , (p, b) (p, c) = bc ,
3
;p p
<
)
(p, b) (p, b) =
m2
b=1
(3.29)
eipx 1
,
+ a (p, b) (p, b)
V
(3.30)
(2)3
(p k) .
V
(3.31)
36
'
1 &
U = B(1) iB(2) .
2
(3.32)
U (x) =
a
(p,
b)
(p,
b)
eipx 1
,
+ a() (p, b) (p, b)
V
U (x)
(3.33)
3 0
)
V d3 p
eipx
1
=
a
(p,
b)
(p,
b)
eipx 1
,
+ a() (p, b) (p, b)
V
(3.34)
(2)3
(p k) .
V
(3.35)
S0 = 4 d x F F = 4 d4 x ( A A )( A A ) ,
(3.36)
e la corrispondente equazione del moto assume la forma
A (x) A (x) = 0 .
(3.37)
Un campo vettoriale reale di massa nulla pu`o essere usato per descrivere i campi elettrici e
magnetici; per questo motivo, il campo A (x) pu`o essere identificato con il quadrivettore
potenziale dellelettromagnetismo.
(3.38)
Operatori di campo
37
dove (x) e` una funzione scalare arbitraria. Nellinterpretazione fisica del modello definito dallazione (3.36), linvarianza di gauge e` strettamente connessa col fatto che il
campo A (x) non rappresenta unosservabile; le osservabili devono essere quantit`a invarianti di gauge. Le componenti del campo classico A (x) off-shell rappresentano quattro
funzioni reali arbitrarie; ma lazione (3.36) essendo invariante di gauge in realt`a
dipende (in maniera non banale) solamente da tre funzioni reali. Questo significa che
lequazione del moto (3.37) determina levoluzione temporale di queste tre componenti
solamente; ovvero, levoluzione temporale di una opportuna combinazione delle componenti A (x) non e` fissata dallequazione del moto (3.37). Conseguentemente, non esiste
un insieme completo di funzioni donda a quattro componenti con dipendenza temporale univocamente determinata dallequazione del moto (3.37). Per superare questo
problema, generalmente si utilizza una procedura di gauge-fixing, per mezzo della quale
si modifica la lagrangiana in modo tale da non alterare la dinamica delle osservabili.
Pur essendo i valori delle osservabili univocamente determinati, la procedura di gaugefixing non e` univoca; una possibilit`a consiste nellutilizzare al posto dellequazione del
moto (3.37) la seguente equazione
A (x) = 0 .
(3.39)
(1)
(2)
(3.41)
(3.42)
(3.43)
0 (p, j) = 0 ,
3
)
i=1
i (p, j) i (p, k) = jk ,
)
ij
i (p, 3) =
38
(
a(p, ) (p, ) + a (p, ) (p, )
, (3.44)
A (x) =
(2)3 2|p|
V
V
=0
(2)3
(p k) .
V
(3.45)
(3.47)
(3.48)
(3.49)
dove j = 1, 2, 3 e gli elementi che appaiono entro le parentesi quadre sono a loro
volta matrici 2 2. Le matrici di Pauli { j } sono
*
+
*
+
*
+
0 1
0 i
1 0
1
2
3
=
, =
, =
.
(3.50)
1 0
i 0
0 1
Lequazione del moto che segue dallazione (3.46) e` lequazione di Dirac per uno spinore
libero
(i m) (x) = 0 .
(3.51)
(3.52)
Operatori di campo
dove
39
+
i
i
R() = exp
, = [ , ] .
(3.53)
4
2
La covarianza relativistica dellequazione di Dirac (3.51) e` garantita dalla relazione
R1 () R() = .
(3.54)
(/
p + m) v(p, r) = 0 ,
>
=
> =
p/ + m (r)
E + m (r)
,
= p
u(p, r) =
(r)
E+m 0
E+m
= > = p (r) >
/
p+m 0
E+m (r) .
v(p, r) =
(r) =
E + m
E+m
(3.57)
(3.58)
(3.59)
Gli spinori bidimensionali (r) e (r) , di norma unitaria, descrivono gli stati di polarizzazione delle particelle e delle antiparticelle. Le relazioni di ortogonalit`a assumono la
forma
u(p, r) u(p, s)
u (p, r) u(p, s)
v(p, r) u(p, s)
v (p, r) u(p, s)
=
=
=
=
2m rs = v(p, r) v(p, s) ,
2E(p ) rs = v (p, r) v(p, s) ,
u(p, r) v(p, s) = 0 ,
u (p, s) v(p, r) = 0 ,
(3.60)
r=1
2
)
r=1
2
)
r=1
u (p, r) u (p, r) = (/
p + m) = (p + m) ,
p m) = (p m) .
v (p, r) v (p, r) = (/
(3.61)
40
p (2)
= (2) ,
|p|
(3.63)
gli spinori v(p, 1) e v(p, 2) descrivono stati di una antiparticella con elicit`a 1/2 e +1/2
rispettivamente.
= 0
& i '
= i
& '
0 i 0 = i .
(3.64)
Definendo
5 = 5 = i 0 1 2 3 ,
si ottiene
(3.65)
>
0 1
5 =
= (5 ) ,
1 0
{ 5 , } = 0
B
5 , = 0
(3.66)
& '
Tr 5 = 0 .
(3.67)
p/ = 2 p/ ,
p/ q/ = 4p q .
(3.68)
&
'
Tr 5 p/ q/ = 0
,
Tr ( p/ q/ ) = 4p q ,
;
<
Tr 5 p/ q/ /
k / = 4i p q k ,
;
<
Tr p/ q/ /
k / = 4 (p q k p k q + p q k) .
(3.69)
J.D. Bjorken and S.D. Drell, Relativistic quantum fields, Ed. McGraw-Hill, Inc. (New York, 1965);
C. Itzykson and J-B. Zuber, Quantum Field Theory, McGraw-Hill (Singapore, 1980).
Operatori di campo
41
I bilineari covarianti sono i campi composti che si ottengono utilizzando i campi (x) e
(x); questi campi composti e le loro propriet`a di trasformazione sono
(x)(x)
(x) (x)
(x) (x)
scalare
vettore
tensore
,
,
(3.71)
Gli operatori di campo (x) e (x), che hanno dimensione di una massa alla potenza
(3/2), sono dati da
8
9
2 )
eipx
eipx
1
V d3 p
(
b(p, r) u(p, r) + d (p, r) v(p, r)
(3.72)
(x) =
(2)3 2E(p)
V
V
r=1
8
9
2 )
1
V d3 p
eipx
eipx
(
(x) =
b (p, r) u(p, r) + d(p, r) v(p, r)
(3.73)
(2)3 2E(p)
V
V
r=1
in cui b(p, r) e b (p, r) denotano gli operatori di annichilazione e di creazione per una
particella, mentre d(p, r) e d (p, r) rappresentano i corrispondenti operatori per una antiparticella.
Nella base degli stati di elicit`a (3.62) e (3.63), loperatore b (p, 1) crea una particella
con elicit`a +1/2 mentre b (p, 2) crea una particella con elicit`a 1/2; loperatore d (p, 1)
crea una antiparticella con elicit`a 1/2 mentre b (p, 2) crea una antiparticella con elicit`a
+1/2.
Gli anticommutatori non nulli sono
(2)3
(p k) .
{b(p, r), b (k, s)} = {d(p, r), d (k, s)} = rs
V
(3.74)
(3.75)
3
0
P = d x (x) = d3 x (x) (i ) (x) .
(3.76)
Tenendo conto della forma esplicita delloperatore di campo e delle relazioni di ortogonalit`a (3.60) per gli spinori, si ottiene
2 )
D
V d3 p C
P =
p
b
(p,
r)
b(p,
r)
d(p,
r)
d
(p,
r)
.
(2)3
r=1
(3.77)
Anche in questo caso, lespressione (3.77) differisce dalla sua espressione in cui si utilizza
lordinamento normale per una costante additiva, che e` formalmente divergente ma non
42
e` osservabile. Si noti che sia le particelle che le loro antiparticelle possiedono energia
positiva. Il tensore del momento angolare totale
&
'
M (x) = i (x) x x + 14 [ , ] (x) ,
(3.78)
e` la somma di due contributi; la parte orbitale e la parte dovuta allo spin intrinseco del
campo. I generatori delle rotazioni spaziali nello spazio degli stati, per esempio, assumono la forma
1
Mi = 2 ijk d3 x M0jk (x)
&
'
(3.79)
=
d3 x (x) iijk xj k + 12 i (x) = Li + Si .
(3.80)
(3.81)
2 )
'
V d3 p &
d x J (x) =
b
(p,
r)
b(p,
r)
+
d(p,
r)
d
(p,
r)
.
(2)3
r=1
3
(3.82)
Capitolo 4
Spinori chirali
Gli stati di particelle corrispondenti agli spinori con chiralit`a definita hanno un ruolo
fondamentale in Natura; essi intervengono in maniera essenziale nella descrizione della
struttura delle interazioni elettrodeboli e nello studio delle simmetrie dinamiche delle interazioni forti. In questo capitolo si introducono gli spinori di Weyl, che corrispondono a
spinori con chiralit`a definita, e si mostra come gli spinori di Dirac si possono decomporre
in termini di spinori di Weyl. Si illustrano le propriet`a di simmetria della rappresentazione chirale e degli stati con chiralit`a definita; si considerano i termini di massa di Dirac
e di massa di Majorana. Vengono poi presentati gli operatori di campo che corrispondono
a particelle di massa nulla con spin 1/2. Infine si ricordano brevemente le simmetrie discrete che corrispondono alle operazioni di inversione spaziale, di inversione temporale
e di coniugazione di carica nellambito delle teorie di campo.
dove { } sono variabili reali e le sei matrici {J = J } sono i generatori del gruppo
SO(3, 1)
0 0 i 0
0 0 0 i
0 i 0 0
i 0 0 0
J 02 = 0 0 0 0 J 03 = 0 0 0 0
J 01 =
i 0 0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
i 0 0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 0 i 0 31 0 0 0 i 23 0 0 0 0
J 12 =
0 i 0 0 J = 0 0 0 0 J = 0 0 0 i . (4.2)
0 0 0 0
0 0 i 0
0 i 0 0
Definendo i parametri {a } ed {a }, in cui a = 1, 2, 3, tramite le relazioni
a = 21 abc bc
,
43
a = 0a ,
(4.3)
44
(4.4)
dove si e` posto
J a = 12 abc J bc
a
K a = J 0a .
(4.5)
(4.6)
J aJ a K aK a = 3 .
(4.7)
Le rappresentazioni dellalgebra descritta in equazione (4.6) forniscono anche rappresentazioni dellalgebra di SL(2, C) che e` un ricoprimento del gruppo di Lorentz. Introducendo le combinazioni
JRa =
1
2
(J a iK a )
JLa = 21 (J a + iK a ) ,
(4.8)
(4.9)
e {JLa } sono
xi xi .
(4.10)
Ka Ka ,
(4.11)
JLa JRa .
(4.12)
Se la rappresentazione del gruppo SL(2, C) e` invariante per parit`a ovvero e` equivalente alla sua trasformata per parit`a essa e` detta non chirale; in caso contrario, e` una
rappresentazione chirale. Per trasformazione di parit`a, la rappresentazione irriducibile
(jR , jL ) viene mandata nella rappresentazione (jL , jR ); la rappresentazione (jR , jL ) e`
chirale se e solo se jR = jL . Le rappresentazioni chirali fondamentali sono le rappresentazioni (1/2, 0) e (0, 1/2).
Spinori chirali
45
JLa = 0 ,
rappr. (1/2, 0)
(4.13)
K a = 2i a .
rappr. (1/2, 0)
(4.14)
JLa = 12 a ,
J a = 21 a
K a = 2i a .
(4.15)
da cui si ottiene
rappr. (0, 1/2)
(4.16)
Le matrici che rappresentano gli elementi del gruppo nelle rappresentazioni (1/2, 0) e
(0, 1/2) sono quindi
R(1/2,0) = exp
&i
'
&i
'
1
1
a
a
a
a
,
R
=
exp
.
a
a
(0,1/2)
a
a
2
2
2
2
(4.17)
I tre parametri reali {a } si riferiscono al sottogruppo delle rotazioni nello spazio, mentre
i tre parametri reali {a } rappresentano le rapidit`a associate ai boost.
&i
2 a
'
12 a a R .
(4.18)
Mentre lo spinore con chiralit`a negativa L , chiamato anche spinore sinistrorso o spinore
left, trasforma come
L L = R(0,1/2) L = exp
&i
'
1
a
a
L .
a
a
2
2
(4.19)
Se gli spinori R e L sono dei campi, cio`e dipendono dalle coordinate x dei punti dello
spazio-tempo, le leggi di trasformazione coinvolgono le componenti degli spinori come
mostrato in equazioni (4.18) e (4.19) e contemporaneamente la dipendenza funzionale
dalle coordinate. Tutte le rappresentazioni irriducibili dellalgebra di SU(2) si ottengono
decomponendo il prodotto tensore di varie rappresentazioni fondamentali (j = 1/2).
Similmente, tutte le rappresentazioni finito dimensionali di SL(2, C) sono contenute1 nei
vari prodotti tensoriali delle rappresentazioni (1/2, 0) e (0, 1/2).
1
46
1
R(1/2,0)
= R(0,1/2)
1
R(0,1/2)
= R(1/2,0)
.
(4.21)
L R .
(4.22)
= 1 ,
= 2 ,
= 3 .
(4.23)
Introducendo la matrice unitaria (i 2 ),
*
+
0 1
2
(i ) =
1 0
(i 2 )1 = (i 2 ) ,
(4.24)
si ottiene, per a = 1, 2, 3,
(i 2 ) ( a ) (i 2 )1 = a = (i 2 )1 ( a ) (i 2 ) ,
(4.25)
(i 2 ) R(1/2,0)
(i 2 )1 = R(0,1/2)
(i 2 ) R(0,1/2)
(i 2 )1 = R(1/2,0) .
(4.26)
Le propriet`a (4.26) implicano che, dato uno spinore right R , e` possibile costruire uno
spinore left :L che ver`a denotato con RC
:L = RC = (i 2 )R .
(4.27)
:R = LC = (i 2 )L .
(4.28)
Similmente, dato uno spinore left L , e` possibile costruire uno spinore right :R = LC ,
T
L1
(i 2 )L2 .
(4.30)
Come verr`a discusso in Sezione 4.4, il termine lagrangiano di massa per uno spinore di
Majorana e` uno scalare di Lorentz costruito con un singolo spinore chirale che possiede
la struttura mostrata in ciascuna delle espressioni (4.30).
Spinori chirali
47
L = pL .
(4.33)
*
+
1 + 3
R =
2 + 4
1
2
L =
1
2
1 3
2 4
(4.34)
+
(4.35)
Resta da dimostrare che gli spinori a due componenti R e L , dati in equazione (4.35),
possiedono le giuste propriet`a di trasformazione (4.18) e (4.19). Lazione di una trasformazione di Lorentz sulle componenti dello spinore di Dirac e` mostrata in equazione
(3.52); per trasformazioni infinitesime si ottiene
i
= + ,
4
(4.36)
0
0 c
e quindi
=
>
i
ia a /2 a a /2
=
.
a a /2 ia a /2
4
(4.38)
(4.39)
Lequazione (4.39) e` in accordo con le leggi di trasformazione (4.18) e (4.19) e mostra che
R e` uno spinore right mentre L e` uno spinore left. Usualmente si dice che R rappresenta
la componente right di mentre L rappresenta la componente left; tali componenti
corrispondono a stati fermionici con chiralit`a definita.
48
(4.40)
L0 = R i 0 R + L i 0 L mL 0 R mR 0 L .
(4.41)
Lequazione (4.41) mostra che, nella lagrangiana per uno spinore di Dirac libero, il termine cinetico derivativo che contiene le derivate del campo preserva la chiralit`a,
mentre il termine di massa di Dirac non preserva la chiralit`a, poiche accoppia spinori left
con spinori right.
0
dove { i } sono le matrici di Pauli che verificano le relazioni
C i jD
A i jB
, = 2 ij ,
, = 2iijk k .
(4.43)
>
1 0
=
,
0 1
5
(4.44)
e, conseguentemente, i proiettori sulle componenti right e left degli spinori di Dirac assumono la forma seguente
>
=
>
=
1 0
0 0
, pL =
.
(4.45)
pR =
0 0
0 1
Lo spinore di Dirac si decompone quindi nelle sue due componenti chirali nel modo
seguente
= >
?
@
= R
,
= R , L .
(4.46)
L
Valgono inoltre le seguenti relazioni
=
>
0
=
,
0
0
in cui
&
'
= 1, i
&
'
= 1, i .
(4.47)
(4.48)
Spinori chirali
Lazione per uno spinore di Dirac libero assume la forma
0
1
S0 = d x R i R + L i L m L R m R L ,
da cui risulta che termine lagrangiano di massa di Dirac
;
<
Lm = m = m L R + R L
49
(4.49)
(4.50)
( + ) = = 12 ( + ) .
= 2
= 2 .
(4.51)
(4.52)
Valgono le relazioni
tr ( ) = 2 ,
'
&
'
&
tr = 2 + i .
(4.53)
(4.54)
I generatori { } del gruppo di Lorentz, che agiscono sulle componenti dello spinore,
risultano essere
>
=i
( )
0
2
.
(4.55)
=
i
0
( )
2
La rappresentazione chirale delle matrici gamma e` legata alla rappresentazione standard
(3.49) tramite una trasformazione unitaria. Siano S le matrici gamma della rappresentazione standard, si ha
=
>
1 1 1
1
= W S W , dove W =
.
(4.56)
2 1 1
In alcune circostanze, come nel calcolo delle anomalie chirali di gauge, risulta conveniente utilizzare la rappresentazione chirale delle matrici gamma. Naturalmente, tutti i
risultati e tutte le conseguenze fisiche che ne conseguono non dipendono dalla particolare
rappresentazione che viene utilizzata.
M =
, o equivalentemente M = R
,
(4.57)
L
RC
50
e risulta non nullo qualora le componenti dello spinore L siano variabili anticommutanti,
ovvero quando le componenti di L siano descritte da variabili di Grassmann (questo
punto verr`a discusso nel Capitolo 8). Il possibile utilizzo degli spinori di Majorana per
descrivere la massa ed il mixing dei vari tipi di neutrini e` stato discusso, per esempio, da
Ramond2 .
(4.60)
(x) = 0 ,
(4.61)
w(p) , w (p)
,
(4.62)
V
V
in cui p = {pi } R3 , p0 = |p| e lo spinore a due componenti w(p) descrive lo stato di
polarizzazione di una particella con elicit`a definita sinistrorsa
i pi
w(p) = w(p) .
|p|
Introducendo la notazione p = |p|( sin cos , sin sin , cos ), si pu`o porre
* i
+
(
e
sin(/2)
w(p) = 2 |p|
,
cos(/2)
(4.63)
(4.64)
e valgono le relazioni
w (p) w(p) = 2p
2
w (p) w (p) = ( p ) .
P. Ramond, Journeys Beyond the Standard Model, Westview Press (Boulder, 2004).
(4.65)
Spinori chirali
51
(
(x) =
b(p) + d (p)
,
(2)3 2|p|
V
V
8
9
eipx
eipx
V d3 p w (p)
(
b (p) + d(p)
,
(x) =
(2)3 2|p|
V
V
(4.66)
(4.67)
dove b(p) and b (p) sono gli operatori di annichilazione e di creazione per una particella, mentre d(p) e d (p) sono i corrispondenti operatori per la sua antiparticella. Gli
anticommutatori non nulli sono
{b(p), b (k)} = {d(p), d (k)} =
(2)3
(p k) .
V
(4.68)
4.6 Parit`a
La trasformazione di parit`a, denotata con P , modifica il verso degli assi cartesiani di tipo
spaziale e pertanto si ha
0
P : ( x0 , xi ) ( x , x ) = ( x0 , xi ) .
(4.69)
P : P S (x0 , xi ) P S (x0 , xi ) .
(4.70)
P : Vj (x0 , xi ) Vj (x0 , xi ) ,
(4.71)
mentre per un campo vettoriale assiale A (x) = {A0 (x), Aj (x)} si ottiene
P : A0 (x0 , xi ) A0 (x0 , xi )
P : Aj (x0 , xi ) Aj (x0 , xi ) .
(4.72)
La trasformazione di parit`a agisce3 sul campo spinoriale di Dirac (x) nel modo seguente
P : ( x0 , xi ) 0 ( x0 , xi ) .
(4.73)
In termini delle componenti right R (x) e left L (x) di (x), la trasformazione di parit`a
assume la forma
P : R (x0 , xi ) L (x0 , xi ) , P : L (x0 , xi ) R (x0 , xi ) .
(4.74)
Lequazione (4.73) determina il comportamento dei bilineari covarianti (3.71) per trasformazioni di parit`a. Il P -trasformato di un campo spinoriale left (right) si comporta come un
campo spinoriale right (left). Lazione libera di un singolo campo spinoriale chirale (left,
oppure right) non e` invariante per una trasformazione di parit`a, a meno di non combinarla
anche con la coniugazione di carica.
3
J.D. Bjorken and S.D. Drell, Relativistic quantum mechanics, Ed. McGraw-Hill, Inc. (New York,
1965).
52
(4.75)
Un campo complesso si pu`o decomporre nella somma di due campi reali; quindi, diagonalizzando lazione della trasformazione (4.75), e` possibile definire lazione della coniugazione di carica anche su campi reali. Un campo reale pu`o essere pari per C-coniugazione
oppure pu`o cambiare segno. Siccome il campo elettromagnetico A (x) accoppia alla
corrente che definisce la carica elettrica, si ha
C : A (x) A (x) .
(4.76)
C : (x) (x) (i 2 )1
,
(4.77)
Lazione combinata della parit`a e della C-coniugazione sulle componenti con chiralit`a
definita dello spinore di Dirac risulta essere
CP : R (x0 , xi ) RC (x0 , xi ) ,
CP : L (x0 , xi ) LC (x0 , xi ) .
(4.79)
Come nel caso della trasformazione di parit`a, lazione libera per un singolo campo spinoriale chirale (left, o right) non e` invariante per C-coniugazione; essa risulta invariante per
una trasformazione di CP che e` composta dalla trasformazione di parit`a e dalla coniugazione di carica.
4
M.E. Peskin and D.V. Schroeder, An Inntroduction to Quantum Field Theory, Westview Press (Boulder,
1995).
Spinori chirali
53
(4.80)
T : Aj ( x0 , xi ) Aj ( x0 , xi ) .
(4.81)
Utilizzando la base (3.49) delle matrici gamma, la trasformazione T agisce su uno spinore
di Dirac (x) come
&
'
T : ( x0 , xi ) i 1 3 ( x0 , xi ) .
(4.82)
(4.83)
La scelta del segno nella (4.83) e` fissata dal richiedere che la densit`a lagrangiana L(x) e
ogni corrente vettoriale conservata J (x) trasformino come
T : L( x0 , xi ) L( x0 , xi )
T : J ( x0 , xi ) J ( x0 , xi ) .
(4.84)
In generale, per ogni modello di teoria di campo la cui dinamica e` locale, causale, relativisticamente covariante ed e` descritta da una densit`a lagrangiana L(x), vale il Teorema
CP T . Questo teorema afferma che e` possibile fissare i segni (ovvero le fasi) associati alle
singole trasformazioni C, P e T in modo tale5 che
,
CP T : L( x0 , xi ) L( x0 , xi ) .
(4.85)
Linvarianza per una trasformazione di CP T significa che, per ogni processo fisico elementare, lampiezza di transizione tra lo stato iniziale |in e lo stato finale |out coincide
con lampiezza di transizione relativa al nuovo processo che si ottiene modificando il
verso degli assi spaziali, sostituendo ogni particella con la propria antiparticella e invertendo formalmente il verso dellasse temporale cos` da scambiare tra loro gli stati asintotici |in e |out.
5
G. Luders, Ann. of Phys. (N.Y.) 2 (1957) 1; R.F. Streater and A.S. Wightman, PCT, Spin and Statistic
and All That , W.A. Benjamin, Inc., (New York, 1964).
54
(4.86)
C. Itzykson and J-B. Zuber, Quantum Field Theory, McGraw-Hill (Singapore, 1980).
Capitolo 5
Calcolo dei processi elementari
In questo capitolo si espongono le regole per il calcolo delle sezioni durto e delle vite
medie relative ai processi elementari tra particelle a partire dalle ampiezze di transizione; queste regole vengono illustrate per mezzo di vari esempi riguardanti la fisica
delle alte energie. Gli esempi considerati si riferiscono alla cosiddetta approssimazione
ad albero; i contributi successivi in potenze del numero di loop alle ampiezze di
transizione verranno discussi nei prossimi capitoli. Si introduce il concetto di propagatore o di contrazione di Wick tra due operatori di campo e si studiano alcune sue
propriet`a analitiche. Lutilizzo dei propagatori per il calcolo delle ampiezze di transizione
viene illustrato in alcuni esempi di processi tra particelle elementari.
5.1.1 Matrice S
Loperatore U(+, ) e` il prodotto di due termini: U(+, ) = ei0 S. Il primo
termine ei0 e` un semplice multiplo dellidentit`a che assume la forma di un fattore di fase.
Nel connettere tra loro gli stati asintotici a tempi , ei0 corrisponde ad un unico fattore
moltiplicativo per tutti i vettori di stato. Mentre il secondo termine, che e` non banale e
contiene tutta linformazione sui processi di interazione tra le particelle, prende il nome
di matrice S
&
'
T eiSI = U(+, ) = ei0 S = ei0 (1 + i T ) .
(5.2)
56
T. Convenzionalmente, il fattore di fase ei0 non viene incluso nelle ampiezze di transizione; questo argomento verr`a discusso nel prossimo capitolo. Lampiezza di transizione
A(out ; in) tra stati asintotici normalizzati, ovvero tra uno stato iniziale |in ed uno stato
finale |out entrambi di norma unitaria, corrisponde agli elementi di matrice di S
&
'
A(out ; in) = out| S |in = ei0 out| T eiSI |in .
(5.3)
Per calcolare lampiezza (5.3) si pu`o utilizzare uno sviluppo di Taylor di eiSI in potenze
della lagrangiana di interazione,
=>n
n
)
i
i0
4
A(out ; in) = e
out| T
d x LI ((x)) |in .
(5.4)
n!
n=0
(5.5)
(5.6)
i valori degli impulsi iniziali e di quelli finali siano tutti diversi tra loro. Dopo aver calcolato lampiezza di transizione
&
'
A(k ; k ) = ei0 k1 , k2 , , km | T eiSI |k1 , k2 , , kn ,
(5.7)
57
(2)3
n
n
n
1
Lespressione (5.8) coincide con la densit`a di stati per singola particella (1.67).
4 4
Lm
i=1 (2Ei )
1/2
Ln
1/2
j=1 (2Ej )
(n+m)/2
M(k ; k ) ,
(5.9)
dove M(k ; k ) verr`a denotata col nome di ampiezza invariante. Pertanto, ricordando che
2
[(2)4 4 (Kf Ki )] = (2)4 4 (Kf Ki ) V T , il modulo quadro dellampiezza vale
(2)4 4 (Kf Ki ) |M(k ; k )|2 V T
L
L
,
|A(k ; k )| =
V (n+m) i (2Ei ) j (2Ej )
(5.10)
2
L
.
|M(k
;
k
)|
3 2E
V n+m1 i (2Ei )
(2)
j
j=1
(5.11)
2
L
dw =
|M(k
;
k
)|
.
3 2E
V m1 i (2Ei )
(2)
j
j=1
(5.12)
5.1.5 Decadimento
Nel caso del decadimento di una particella di massa M, occorre sostituire m = 1 nellequazione (5.12); nel sistema di riposo della particella che decade, la larghezza parziale di
decadimento d assume la forma
n
1 , d3 kj
|M(k ; k )|2 (2)4 4 (Kf Ki ) .
d = dw =
2M j=1 (2)3 2Ej
(5.13)
58
|v1 v 2 |
.
V
(5.15)
d = (
4 (k1 k2 )2 m21 m22
n
,
d3 kj
|M(k ; k )|2 (2)4 4 (Kf Ki ) .
3 2E
(2)
j
j=1
(5.16)
59
(5.17)
Mentre la sezione durto totale per un processo di urto tra due particelle vale
=
1
1
L
(
(5.18)
(5.19)
(5.20)
(5.21)
5 = 0 5 0 = 5 .
(5.22)
Nel caso in cui si debba sommare lespressione (5.20) sugli stati di polarizzazione, le
relazioni di completezza (3.61) conducono al risultato
?;
< ;
< @
)
| u(k, s) v(p, r) |2 = Tr /
k + m p/ m .
(5.23)
r,s
Espressioni analoghe alla formula (5.23) si ottengono utilizzando gli spinori u e v nelle
quattro combinazioni possibili, oppure utilizzando gli spinori chirali (4.66). Verranno ora
presentati alcuni esempi di calcolo di processi elementari.
60
(5.25)
dove, come verr`a mostrato nel Capitolo 20, la costante di accoppiamento adimensionale
ghe vale circa ghe 2 106 . Si denoti con M la massa della particella di Higgs e con m
la massa dellelettrone; si assuma che il valore della massa M sia sufficientemente elevato
da permettere il decadimento (5.24). Sia p il quadrimpulso della particella che decade,
e k1 e k2 i quadrimpulsi dellelettrone e del positrone prodotti. Al primo ordine in ghe ,
lampiezza A di transizione,
= >
4
A = 0|a(p) i d x LI (x) b (k1 )d (k2 )|0 ,
(5.26)
vale
A = (2)4 4 (p k1 k2 )
3/2
(5.27)
(5.28)
g2
k 4 dk
2 + k 2 ) = he M
m
(M
2
m2 + k 2
8
m2
14 2
M
+3/2
(5.30)
(5.31)
61
(5.32)
(2)4 4 (p1 + k1 p2 k2 )
(
(
(
(
(i 2 p1 p2 ) ,
V 2 2Ep1 2Ek1 2Ep2 2Ek2
(5.33)
M = i 2 p1 p2 = i 2 p1 p2 .
(5.34)
Sia m0 la massa del mesone 0 ; nel sistema di riferimento in cui il mesone 0 si trova a
riposo nello stato iniziale, la sezione durto (5.16) assume la forma
(
*M
+
p2 2 + m20
2 m0 3
2
2
d p2
p2 + m0 + Ek2 Ek1 m0 .
(5.35)
d =
16 2 |k1 |
Ek2
62
ad energie sufficientemente basse, una particella composta si comporta approssimativamente come una particella elementare e pu`o essere descritta da un operatore di campo locale. La lagrangiana fenomenologica deve riprodurre gli aspetti essenziali dellinterazione
dello stato composto 0 col campo elettromagnetico a bassa energia. Questa lagrangiana
e` costruita col campo pseudoscalare 0 (x) associato alla particella 0 e col campo
vettoriale A (x) e deve essere invariante di gauge. In generale, LI e` la somma di vari
termini ed occorre trovare un criterio per ordinare questi termini rispetto allimportanza
che essi hanno per la fisica delle basse energie. Questo criterio e` basato sullanalisi dimensionale e consiste semplicemente nel conteggio del numero di derivate che agiscono
sui campi. Siccome ogni derivata sui campi rappresenta un impulso, a bassa energia i termini dominanti sono quelli che contengono il minor numero di derivate. Quindi il termine
lagrangiano dominante per il decadimento 0 + assume la forma
LI = g0 A (x) A (x) 0 (x) ,
(5.37)
dove g0 rappresenta una costante di accoppiamento fenomenologica che ha le dimensioni dellinverso di una massa. Siccome il campo 0 (x) e` pseudoscalare, la presenza
nellespressione (5.37) del tensore completamente antisimmetrico assicura linvarianza
di LI per parit`a.
(5.38)
Sommando sugli stati delle polarizzazioni fisiche dei due fotoni nello stato finale e integrando sui valori degli impulsi, si ottiene la larghezza di decadimento che, nel sistema di
riposo del 0 , vale
m3
= g02 0 ,
(5.39)
16
dove m0 e` la massa del mesone 0 . La vita media del 0 e` data quindi da = 1/.
Sperimentalmente, la vita media del 0 risulta essere 8.4 1017 secondi; da questo
dato si pu`o quindi determinare il valore della costante fenomenologica g0 , il risultato e`
g0 1.23 105 MeV1 .
(5.40)
em Nc
6 f
(predizione teorica) ,
(5.41)
63
(5.42)
Ze
4|x|
Ai (x) = 0 .
(5.43)
Il processo di urto riguarda un elettrone nello stato iniziale |p, r e nello stato finale
|k, s. In questo processo non si ha produzione od annichilazione di fotoni, pertanto
il campo elettromagnetico A (x) pu`o essere considerato, in prima approssimazione, un
campo classico il cui valore e` dato in equazione (5.43). Se b (p, r) denota loperatore di
creazione di un elettrone di impulso p e stato di polarizzazione descritto dallindice r, al
primo ordine nella lagrangiana di interazione, lampiezza di transizione risulta essere
= >
4
A = 0| b(k, s) i d xLI (x) b (p, r) |0
= ie d4 x A0 (x) 0| b(k, s) (x) 0 (x)b (p, r) |0
= (
ie
(
(5.44)
Siccome il campo esterno classico (5.43) rompe linvarianza per traslazioni spaziali, nellampiezza (5.44) appare solamente la delta di conservazione dellenergia. La trasformata
di Fourier del campo esterno rispetto allimpulso trasferito (k p) vale
Ze
d3 x A0 (x) eix(pk) =
.
(5.45)
|p k|2
Quindi lespressione (5.44) diventa
A=
(5.46)
Dividendo la probabilit`a di transizione per unit`a di tempo rispetto al flusso incidente che
vale |v|/V , dove v = p/E(p) denota la velocit`a dellelettrone incidente, si ottiene la
sezione durto
2
%2
Z 2 em
(E(p) E(k)) d3 k %%
0
% ,
d =
u(k,
s)
u(p,
r)
(5.47)
|p k|4
|p|
E(k)
dove e` stata introdotta la costante di struttura fine elettromagnetica
em
1
e2
.
=
4
137
(5.48)
64
Utilizzando la relazione
d3 k = d |k|2 d |k| = d |k| E(k) dE(k) ,
(5.49)
(5.50)
A questo punto, prendendo la media degli stati iniziali e la somma sugli stati finali di
polarizzazione, si ricava
2
)
d
Z 2 em
=
| u(k, s) 0 u(p, r) |2 .
d
2 |p k|4 r,s
&
'
= 4 2E(p)E(k) p k + m2 .
(5.51)
(5.52)
(5.54)
5.6 Propagatore
Gli esempi precedenti hanno illustrato come calcolare lampiezza di transizione (5.7) in
casi molto semplici. Si considerino ora gli aspetti generali del problema. Come mostrato
in equazione (5.4), lampiezza (5.7) viene calcolata facendo uno sviluppo in potenze della
lagrangiana di interazione
n )
i
i0
A(k ; k) = e
d4 x1 d4 xn 0| a1 (k1 ) a2 (k2 )
n!
n=0
T [ LI (x1 ) LI (x2 ) LI (xn )] a1 (k1 ) a2 (k2 ) |0 .
(5.55)
(5.56)
risulta non nullo quando, muovendo a destra gli operatori di annichilazione e a sinistra
gli operatori di creazione fino ad applicarli sul vuoto, tutti gli operatori di annichilazione
65
Per valutare lespressione (5.57), e` sufficiente conoscere i valori medi del prodotto T
ordinato delle singole coppie di operatori,
0| T [ (x) (y) ] |0 = (x) (y) .
(5.58)
(5.59)
i=2
dove il simbolo /i (xi ) indica che il campo i (xi ) e` stato eliminato. Il fattore moltiplicativo i e` uguale allunit`a quando i campi 1 e i sono di tipo commutante (statistica di Bose); mentre, se questi campi sono anticommutanti (statistica di Fermi), si
ha i = (1)fi dove fi e` il numero di campi anticommutanti compresi tra 1 e i
nellespressione di partenza.
Utilizzando in maniera ricorsiva la relazione (5.59), lampiezza (5.57) risulta uguale alla
somma di prodotti di propagatori. Il valor medio del prodotto T-ordinato di un numero
dispari di campi e` nullo.
Per illustrare lutilizzo del Teorema di Wick, e` utile considerare due esempi. Nel caso
di un campo scalare reale, si ha
0|T[(1)(2)(3)(4)]|0 = (1) (2) (3) (4) +
+ (1) (3) (2) (4) + (1) (4) (2) (3) .
(5.60)
J. Schwinger, Particles, Sources, and Fields, volumes I, II and III, Advanced Book Program, Perseus
Books Publishing L.L.C. (Reading MA, 1970).
66
y
)e
+
(y
x
)e
.
(5.62)
(2)3 2E(k)
Come verr`a dimostrato nella prossima sezione, vale la seguente identit`a
0 0
@
1 ? 0 iEx0
dk 0
i eik x
0 iEx0
=
(x )e
+ (x )e
,
2 (k 0 )2 k2 m2 + i
2E(k)
(5.63)
in cui rappresenta un parametro reale positivo infinitesimo che va messo a zero dopo
aver effettuato lintegrale. Allora lespressione (5.62) assume la forma manifestamente
covariante
eik(xy)
d4 k
.
(5.64)
0|T [(x)(y)] |0 = i
(2)4 k 2 m2 + i
eik(xy)
d4 k
.
(2)4 k 2 m2 + i
(5.65)
(5.66)
(5.67)
67
d4 k ik(xy) + k k /m2
e
.
(2)4
k 2 m2 + i
(5.68)
(5.69)
(5.70)
d4 k eik(xy)
.
(2)4 k 2 + i
(5.71)
(5.72)
Lespressione (5.71) contiene una parte non esplicita che e` determinata dalla particolare
scelta della gauge.
Campo spinoriale
dove
A
B
0| T (x) (y) |0 = (x) (y) = iS (x y) ,
S (x y) =
k + m)
d4 k ik(xy) ( /
e
.
4
2
(2)
k m2 + i
(5.73)
(5.74)
68
differenziale che interviene nella lagrangiana libera. Per esempio, la lagrangiana libera
(3.1) per un campo scalare reale si pu`o riscrivere come
&
'
2
4 1
(5.75)
S0 = d x 2 (x) m (x) = d4 x 12 (x) Q (x) ,
in cui loperatore differenziale Q = ( m2 ), che appare nella lagrangiana (5.75),
interviene anche nellequazione del moto per il campo (x)
&
'
Q (x) = m2 (x) = 0 .
(5.76)
(5.77)
+ (y 0 x0 )0|(y)(x)|0
. (5.78)
Siccome a tempi uguali i campi commutano, [(x0 , x), (x0 , y)] = 0, il primo termine
nel membro di destra dellequazione (5.78) si annulla. Allora
*
x0
+2
(y)(x)|0
+
+ (x0 y 0)0|(x)(y)|0
+ (y 0 x0 )0|(y)(x)|0
(5.79)
La regole (2.20) e (2.21) della quantizzazione canonica implicano per il campo scalare
[(x
0 , x), (x0 , y)] = i(x y), per cui
Q 0|T [(x)(y)] |0 = i 4 (x y) + (x0 y 0 )0|Q (x) (y)|0 +
(y 0 x0 )0|(y) Q (x)|0 .
(5.80)
Siccome loperatore di campo (x) soddisfa lequazione del moto (5.76), lequazione
(5.80) risulta equivalente alla relazione (5.77).
Naturalmente, e` immediato verificare che lespressione esplicita (5.64) del propagatore
del campo scalare (x) verifica lequazione (5.77). Siccome la funzione 4 (x y) rappresenta la matrice unit`a nello spazio delle x, lequazione (5.77) mostra in che senso
(x) (y) pu`o essere considerato linverso delloperatore Q. Pi`u precisamente, dalla relazione (5.77) segue che (x) (y) equivale a una funzione di Green associata allequazione
del moto per il campo (x) (moltiplicata per il fattore immaginario i). Lintroduzione
della prescrizione- di Feynman assicura che la funzione di Green (x) (y) sia causale
ed in accordo con la positivit`a dellenergia. Utilizzando loperatore differenziale appropriato per le varie equazioni del moto, la struttura dellequazione (5.77) risulta valida
anche per i propagatori associati ai diversi operatori di campo.
69
d4 k eik(xy)
.
(2)4 k 2 m2 + i
(5.81)
Per ogni valore fissato dellimpulso spaziale k, lintegrando che appare in equazione
(5.81) possiede due poli nel piano complesso della variabile di integrazione k 0 . Al primo
ordine in > 0, le posizioni di questi due poli nel piano complesso di k 0 sono dati da
(
= (k)2 + m2 i (
= E(k) i
.
2
2
2E(k)
2 (k) + m
(5.82)
(
dove E(k) = (k)2 + m2 > 0. Lintegrale nella variabile reale k 0 , che appare nellespressione (5.81), corrisponde al cammino di integrazione lungo lasse reale nel piano
complesso k 0 ; questo cammino e le posizioni dei poli (5.82) sono mostrati in Figura 5.1.
Nel limite 0, i poli si posizionano sullasse reale; quindi, la prescrizione- di Feynman rappresenta semplicemente una ricetta che determina univocamente il modo di contornare i poli sullasse reale.
Im k 0
Re k 0
70
dei residui, si ottiene
(x) (y) =
d3 k
0
0
eik(xy) ei(x y )E(k) ,
3
(2) 2E(k)
per x0 y 0 > 0 .
(5.83)
y
)e
(x) (y) =
(2)3 2E(k)
@
0
0 i(y 0 x0 )E(k)
+ (y x )e
.
(5.84)
Lespressione (5.84) pu`o essere interpretata nel limite formale in cui la massa della particella tende allinfinito come lampiezza di transizione per una particella che e` creata
ed annichilata in corrispondenza dei punti x ed y dello spazio di Minkowski. Pi`u precisamente, quando t = x0 y 0 > 0, una particella viene creata in un intorno del
punto di coordinate y e viene annichilata in un intorno del punto x; lindeterminazione
spaziale e` fissata dalla lunghezza donda Compton x 1/m. Similmente, quando
t = y 0 x0 > 0, una particella viene creata in un intorno del punto di coordinate x e
viene annichilata in un intorno del punto y.
Im k 0
Re k 0
71
sia per quanto riguarda lintroduzione della prescrizione-. In realt`a, il formalismo utilizzato nelle teorie di campo e` in accordo coi dati sperimentali, in base ai quali ogni particella
propaga in maniera relativistica nel tempo con energia positiva e viene eventualmente
rilevata solo dopo essere stata creata. Infatti, la presenza del T-prodotto nella definizione
del propagatore fa s` che, inizialmente, un operatore di creazione agisca sul vuoto per
originare uno stato di singola particella e solo successivamente un operatore di annichilazione riconduca lo stato del sistema al vuoto. Per quanto riguarda la propagazione della
particella nellintervallo tra la sua creazione e la sua annichilazione la prescrizione-
esprime in maniera relativisticamente invariante la positivit`a dellenergia.
72
iniziale ed un elettrone ed un fotone nello stato finale. Lo stato iniziale sia specificato da
|in = b (p1 , r) a(k1 ) |0 ,
(5.85)
dove lelettrone si trova nello stato di polarizzazione descritto dallindice r mentre il fotone si trova nello stato di polarizzazione rettilinea corrispondente allindice . Lo stato
finale sia descritto da
out| = 0| b(p2 , s) a (k2 ) .
(5.86)
La lagrangiana di interazione vale LI (x) = e(x) (x) A (x); quindi, al secondo
ordine nella costante di accoppiamento, lampiezza risulta essere
e2
4
d x d4 y 0| b(p2 , s) a (k2 )
A =
2
C
D
T (x) (x)A (x) (y) (y)A (y) b (p1 , r) a(k1 ) |0 .
(5.87)
eik2 x eik1 y ()
(
d4 y (
(k2 ) ()
(k1 )
2|k2 | 2|k1 |
D
C
0| b(p2 , s) T (x) (x) (y) (y) b (p1 , r)|0 . (5.88)
4
dx
k2
k2
k1
k1
(a)
(b)
73
4V 2
E(p1 )E(p2 )|k1 | |k2 |
0
p/1 + /
k1 + m
/() (k1 ) u(p1 , r) +
u(p2 , s) /() (k2 )
2
(p1 + k1 ) m2 + i
1
p/1 /
k2 + m
()
()
+u(p2 , s) / (k1 )
/ (k2 ) u(p1 , r) . (5.89)
(p1 k2 )2 m2 + i
(5.90)
dove n (x) denota il campo spinoriale associato alla particella neutrone e g denota una
opportuna costante di accoppiamento adimensionale. Le interazioni tra i barioni ed i
mesoni verranno discusse dettagliatamente in seguito; per gli scopi del presente capitolo,
lespressione (5.90) rappresenta un semplice esempio di azione di interazione mediante
la quale illustrare il calcolo della ampiezza di transizione in un processo di scattering.
Il contributo dellinterazione (5.90) allampiezza di transizione nello scattering neutrone-neutrone e` descritto al secondo ordine nella costante di accoppiamento g dai
diagrammi mostrati in Figura 5.4, in cui il propagatore del campo 0 (x) e` rappresentato
dalla linea tratteggiata. Siano k1 e p1 i valori degli impulsi dei neutroni nello stato iniziale,
e k2 e p2 gli impulsi dello stato finale. Lampiezza di scattering e` data da
g2
A =
2
dx
(5.91)
74
Eliminando gli operatori di creazione e di annichilazione dei neutroni che appaiono negli
stati asintotici si ottiene
8
g2
4
4
0
0
A =
d x d y (x) (y)
2
eip1 x eik1 y eik2 x eip2 y
( ( ( (
u(k2 , s2 ) 5 u(p1 , r1 ) u(p2 , r2 ) 5 u(k1 , s1 )
2
4 Ep1 Ek1 Ep2 Ek2 V
9
eip1 x eik1 y eik2 y eip2 x
5
5
( ( ( (
u(p2 , r2 ) u(p1 , r1 ) u(k2 , s2 ) u(k1 , s1 ) (5.92)
.
4 Ep1 Ek1 Ep2 Ek2 V 2
k2
k2
k1
k1
(k2 p1 )2 m20
I due termini che appaiono nella formula (5.94) corrispondono ai due diagrammi di Feynman della Figura 5.4 e sono in accordo con lantisimmetria dei vettori di stato per scambio
delle variabili di particelle identiche che seguono la statistica di Fermi-Dirac. Utilizzando
il formalismo della teoria dei campi quantizzati ovvero il formalismo della cosiddetta
seconda quantizzazione la propriet`a di simmetria o antisimmetria degli stati per scambio di particelle identiche risulta automaticamente verificata.
75
Q1
j(x) = 0 .
(5.96)
Q2
76
Q1 Q2
,
4 |x1 x2 |
(5.100)
che rappresenta lenergia potenziale elettrostatica tra due cariche, nelle notazioni (3.36)
in cui la lagrangiana libera per il campo elettromagnetico vale L = (1/4)F F .
(5.101)
dove J(x) rappresenta una funzione assegnata chiamata anche sorgente classica e g
denota una opportuna costante di accoppiamento. Volendo determinare il valore di (x)
che soddisfa lequazione (5.101) in funzione di J(x), si pu`o utilizzare il metodo perturbativo che e` basato su uno sviluppo di (x) in potenze della costante di accoppiamento
(x) = 0 (x) + g1 (x) + g 2 2 (x) +
(5.102)
(5.103)
i
2 m2
iJ .
(5.104)
(x) (y) = i(x y) per il campo scalare (x), e lespressione (5.104) significa
0 (x) = d4 y i(x y) iJ(y) .
(5.105)
Il risultato (5.105) per 0 (x) pu`o essere rappresentato dal diagramma di Figura 5.6(a), in
cui la linea continua rappresenta il propagatore per il campo (x) e la zona tratteggiata
denota il termine di sorgente iJ(y).
77
(a)
(b)
(5.106)
la cui soluzione
1 (x) =
i
2
m2
(i/6)
=*
i
2
m2
iJ
>3
(5.107)
pu`o essere rappresentata dal diagramma di Figura 5.6(b). Lequazione (5.107) si pu`o
riscrivere in dettaglio come
1 (x) =
d y i(x y)(i/6)
=-
d z i(y z)iJ(z)
>3
(5.108)