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in
zona
sismica
A.A.
2013-2014
Proge9azione
sismica
di
edici
in
c.a.
Requisi1
di
prestazione
Requisito
di
non-collasso.
La
stru9ura
deve
essere
proge9ata
e
costruita
per
sopportare
lazione
sismica
di
proge9o,
denita
nella
sezione,
senza
che
si
manifesDno
fenomeni
di
collasso
locale
o
globale
ed
in
modo
da
mantenere
dopo
levento
sismico
la
sua
integrit
stru9urale
ed
una
residua
capacit
portante.
Lazione
sismica
di
proge9o
espressa
in
termini
di:
a)
azione
sismica
di
riferimento
associata
a
una
probabilit
di
riferimento
di
superamento,
PNCR=10%
in
50
anni
o
a
un
periodo
di
ritorno
di
riferimento,
TNCR=475
anni
Requisito
di
limitazione
del
danno.
La
stru9ura
deve
essere
proge9ata
e
costruita
per
sopportare
unazione
sismica,
che
abbia
una
probabilit
di
vericarsi
pi
alta
dellazione
sismica
di
proge9o
senza
che
si
verichi
un
danneggiamento
con
conseguenD
limitazioni
nelluDlizzo,
i
cui
cosD
sarebbero
sproporzionatamente
alD
se
rapportaD
con
il
costo
della
stru9ura
in
s.
Lazione
sismica
da
tenere
in
conto
per
il
"requisito
di
limitazione
del
danno"
ha
una
probabilit
di
superamento,
PDLR=10%
in
10
anni
e
un
periodo
di
ritorno,
TDLR=95
anni.
Livelli di Prestazione
Criteri
di
proge>azione
si
raccomanda
che
le
stru9ure
dovrebbero
avere
forme
semplici
e
regolari
sia
in
pianta
sia
in
elevazione.
Se
necessario
ci
pu
essere
realizzato
suddividendo
la
stru9ura
mediante
disposiDvi
di
collegamento
in
unit
dinamicamente
indipendenD.
Al
ne
di
garanDre
un
comportamento
globale
dissipaDvo
e
duWle,
devono
essere
evitate
ro>ure
fragili
o
la
prematura
formazione
di
meccanismi
instabili.
A
tal
ne,
si
deve
fare
ricorso
alla
procedura
di
proge9o
secondo
la
capacit,
che
uDlizzata
per
o9enere
la
gerarchia
delle
resistenze
dei
vari
componenD
stru9urali
e
dei
modi
di
ro9ura
necessari
per
assicurare
un
meccanismo
plasDco
adeguato
e
per
evitare
modi
di
ro9ura
fragili.
Poich
il
comportamento
sismico
di
una
stru9ura
dipende
in
larga
parte
dal
comportamento
delle
sue
zone
ed
elemenD
criDci,
i
de>agli
costruEvi
della
stru9ura
in
generale
e
di
queste
regioni
o
elemenD
in
parDcolare,
devono
essere
tali
da
mantenere
la
capacit
di
trasme9ere
le
forze
necessarie
e
di
dissipare
energia
so9o
condizioni
cicliche.
Le
analisi
devono
essere
basate
su
un
adeguato
modello
stru>urale,
che,
quando
necessario,
deve
tenere
conto
dellinuenza
della
deformabilit
del
terreno
e
di
elemenD
non-stru9urali
e
di
altri
aspeW,
come
la
presenza
di
stru9ure
adiacenD.
Capacit
di
dissipare
energia
e
classi
di
duElit
La
proge9azione
di
edici
di
calcestruzzo
in
zona
sismica
deve
garanDre
un'adeguata
capacit
di
dissipazione
dell'energia
da
parte
della
stru9ura
senza
una
signicaDva
riduzione
della
sua
resistenza
globale
nei
confronD
delle
azioni
orizzontali
e
verDcali.
Si
deve
garanDre
un'adeguata
resistenza
di
tuW
gli
elemenD
stru9urali
nella
situazione
sismica
di
proge9o,
e
si
raccomanda
che
le
richieste
di
deformazioni
non-lineari
nelle
zone
criDche
siano
adeguate
alla
duWlit
globale
ipoDzzata
nei
calcoli.
Gli
edici
di
calcestruzzo
in
zona
sismica
devono
essere
proge>a1
per
fornire
una
capacit
di
dissipazione
di
energia
e
un
comportamento
duEle
globale.
Si
garanDsce
un
comportamento
duWle
globale
se
la
richiesta
di
duWlit
riguarda
globalmente
un
grande
volume
della
stru9ura
in
dierenD
elemenD
e
posizioni
in
tuW
i
suoi
piani.
A
tal
ne,
si
raccomanda
che
le
modalit
di
collasso
duWle
(per
esempio
essionali)
precedano
le
modalit
di
collasso
fragili
(per
esempio
a
taglio)
con
un
suciente
grado
di
adabilit.
Gli
edici
di
calcestruzzo
sono
classicaD
nelle
due
classi
di
duWlit
CD
B
(duWlit
bassa)
e
CD
A
(duWlit
alta),
in
funzione
della
loro
capacit
di
dissipazione
di
Dpo
istereDco.
Entrambe
le
classi
corrispondono
a
edici
proge9aD,
dimensionaD
e
dotaD
di
de9agli
locali
in
accordo
con
speciche
disposizioni
anDsismiche,
che
perme9ono
alla
stru9ura
di
sviluppare
un
meccanismo
stabile
associato
a
una
grande
dissipazione
di
energia
di
Dpo
istereDco
so9o
cicli
di
carico
ripetuD,
senza
che
si
verichino
ro9ure
di
Dpo
fragile.
Al
ne
di
garanDre
la
duWlit
necessaria
per
le
classi
di
duWlit
B
e
A,
si
devono
soddisfare
per
ogni
classe
disposizioni
speciche
per
tuW
gli
elemenD.
Si
uDlizzano
per
ogni
classe
valori
dierenD
del
coeciente
di
comportamento
q,
in
relazione
alla
dierente
duWlit
disponibile
relaDva
alle
due
classi
di
duWlit.
da Aiello, 2011
Regolarit in pianta
Per
un
edicio
da
classicare
come
regolare
in
pianta,
esso
deve
soddisfare
tu9e
le
condizioni
elencate
nei
paragra
seguenD.
a) La
stru9ura
dell'edicio
deve
essere
approssima1vamente
simmetrica
in
pianta
rispe9o
a
due
assi
ortogonali
in
relazione
alla
distribuzione
della
rigidezza
laterale
e
della
massa.
Regolarit in pianta
da Aiello, 2011
Regolarit in pianta
da Aiello, 2011
Regolarit
in
pianta
b)
La
snellezza
=
Lmax/Lmin
delledicio
in
pianta
non
deve
essere
maggiore
di
4,
dove
Lmax
e
Lmin
sono
rispeWvamente
la
maggiore
e
la
minore
dimensione
in
pianta
delledicio,
misurate
nelle
direzioni
ortogonali
da Aiello, 2011
Regolarit in pianta
da Aiello, 2011
Regolarit in pianta
da Aiello, 2011
Regolarit
in
pianta
Regolarit
in
pianta
d)
La
rigidezza
in
pianta
degli
impalcaD
deve
essere
sucientemente
grande
rispe9o
alla
rigidezza
laterale
degli
elemenD
stru9urali
verDcali,
in
modo
che
la
deformazione
dellimpalcato
abbia
un
ee9o
piccolo
sulla
distribuzione
delle
forze
tra
gli
elemenD
stru9urali
verDcali.
A
questo
riguardo,
si
raccomanda
che
le
congurazioni
in
pianta
a
L,
C,
H,
I,
e
X
siano
a9entamente
esaminate,
sopra9u9o
per
quello
che
riguarda
la
rigidezza
dei
traW
laterali,
che
dovrebbe
essere
paragonabile
a
quella
della
parte
centrale,
al
ne
di
soddisfare
la
condizione
di
impalcato
rigido.
Si
raccomanda
di
considerare
lapplicazione
del
presente
paragrafo
per
il
comportamento
globale
delledicio.
da Aiello, 2011
da Aiello, 2011
Regolarit in pianta
da Aiello, 2011
dove:
eox
la
distanza
tra
il
centro
delle
rigidezze
e
il
centro
di
massa,
misurata
lungo
la
direzione
x,
che
normale
alla
direzione
dellanalisi
considerata;
ls il raggio giratore della massa del piano in pianta [radice quadrata del rapporto
tra
(a)
il
momento
di
inerzia
polare
della
massa
del
piano
in
pianta
rispe9o
al
centro
di
massa
del
piano
e
(b)
la
massa
del
piano].
Deformabilit
torsionale
In
edici
monopiano
il
centro
delle
rigidezze
denito
come
il
centro
della
rigidezza
laterale
di
tuW
le
membrature
sismiche
primarie.
Il
raggio
torsionale
r
denito
come
la
radice
quadrata
del
rapporto
tra
la
rigidezza
torsionale
globale
rispe9o
al
centro
della
rigidezza
laterale,
e
la
rigidezza
laterale
globale,
in
una
direzione,
tenendo
conto
di
tu9e
le
membrature
sismiche
primarie
in
questa
direzione.
In
edici
mulDpiano
sono
possibili
solo
denizioni
approssimate
del
centro
delle
rigidezze
e
del
raggio
torsionale.
Una
denizione
semplicata,
per
la
classicazione
della
regolarit
stru9urale
in
pianta
e
per
lanalisi
approssimata
degli
eeW
torsionali,
possibile
se
le
due
condizioni
seguenD
sono
soddisfa9e:
a)
tuW
i
sistemi
resistenD
ai
carichi
laterali,
quali
i
nuclei,
le
pareD
stru9urali,
o
i
telai,
si
sviluppano
senza
interruzioni
dalle
fondazioni
no
alla
sommit
dell'edicio;
b)
le
deformate
dei
singoli
sistemi
so9o
i
carichi
orizzontali
non
sono
molto
dierenD.
Questa
condizione
pu
essere
considerata
soddisfa9a
nel
caso
di
sistemi
a
telaio
e
sistemi
a
parete.
In
generale
questa
condizione
non
soddisfa9a
nei
sistemi
doppi.
Nei
telai
e
nei
sistemi
a
pareD
snelle
con
deformazione
prevalentemente
essionale,
la
posizione
dei
centri
di
rigidezza
e
del
raggio
torsionale
di
tuW
i
piani
pu
essere
calcolata
come
quelle
dei
momenD
di
inerzia
della
sezione
degli
elemenD
verDcali.
Se
in
aggiunta
alle
deformazioni
essionali,
sono
signicaDve
anche
le
deformazioni
a
taglio,
queste
possono
essere
tenute
in
conto
uDlizzando
un
momento
di
inerzia
equivalente
della
sezione.
Deformabilit torsionale
da Aiello, 2011
Deformabilit torsionale
Deformabilit torsionale
Regolarit in elevazione
da Mezzina, 2011
Se
ci
sono
considerevoli
irregolarit
in
elevazione
(per
esempio
una
riduzione
drasDca
di
tamponamenD
in
uno
o
pi
piani
rispe9o
ad
altri),
devono
essere
aumentaD
gli
eeW
dellazione
sismica
negli
elemenD
verDcali
dei
rispeWvi
piani
con
il
seguente
coeciente
di
amplicazione
:
dove:
=
(1
+
VRw/Ved)
<
q
VRw
la
riduzione
totale
della
resistenza
delle
pareD
di
muratura
nel
piano
considerato,
paragonata
al
piano
con
pi
tamponamenD
al
di
sopra
di
esso;
ved
la
somma
delle
azioni
sismiche
di
taglio
agenD
su
tu9e
le
membrature
sismiche
verDcali
primarie
del
piano
considerato.
Se
questespressione
porta
a
un
coeciente
di
amplicazione
minore
di
1,1,
non
necessario
modicare
gli
eeW
delle
azioni.
Regolarit in elevazione
da Mezzinaa, 2011
!
!"#$%&'(')'*&++,-"./0'1"'1,--0'1&-0/"-,20'34",-0'.055"+&36'
!
!"#$%&'(')'*+,,-..+'/&,'01"-2+'.+33"4&0'-'5&66"2+7'
Devono
essere
tenuD
in
conto
gli
eeE
locali
possibilmente
sfavorevoli
dovuD
allinterazione
telaio-tamponamento
(per
esempio
la
ro9ura
a
taglio
di
colonne
so9o
forze
di
taglio
indo9e
dallazione
a
puntone
diagonale
dei
tamponamenD)
Si
raccomanda
che
per
i
sistemi
stru9urali,
ecce9o
nei
casi
di
bassa
sismicit,
siano
prese
appropriate
misure
per
evitare
ro9ure
fragili
e
premature
disintegrazioni
delle
pareD
di
tamponamento
(in
parDcolare
di
pannelli
di
muratura
con
aperture
o
composte
da
materiali
fragili),
nonch
il
collasso
parziale
o
totale
fuori
piano
di
pannelli
snelli
di
muratura.
(Esempi
di
misure
in
accordo
per
migliorare
lintegrit
e
il
comportamento
sia
nel
piano
sia
fuori
piano,
includono
leggere
reD
metalliche
ben
ancorate
su
una
faccia
della
parete,
elemenD
di
armatura
ssaD
alle
colonne
e
inseriD
nei
leW
di
malta
della
muratura,
puntelli
e
catene
a9raverso
i
pannelli
e
lo
spessore
totale
della
parete.
Coeciente di stru>ura
da Braga, 2010
Quando
si
uDlizza
lanalisi
lineare
per
sistemi
dissipaDvi,
Il
valore
del
fa9ore
di
stru9ura
dipende
dalla
Dpologia
stru9urale,
dal
suo
grado
di
iperstaDcit
e
dai
criteri
di
proge9azione
ado9aD
e
prende
in
conto
le
non
linearit
di
materiale.
Esso
pu
essere
calcolato
tramite
la
seguente
espressione:
dove:
q = q0KR
q0 il valore massimo del fa9ore di stru9ura che dipende dal livello di duElit
a>esa,
dalla
1pologia
stru>urale
e
dal
rapporto
u/1
tra
il
valore
dellazione
sismica
per
il
quale
si
verica
la
formazione
di
un
numero
di
cerniere
plasDche
tali
da
rendere
la
stru9ura
labile
e
quello
per
il
quale
il
primo
elemento
stru9urale
raggiunge
la
plasDcizzazione
a
essione;
della
costruzione,
con
valore
pari
ad
1
per
costruzioni
regolari
in
altezza
e
pari
a
0,8
per
costruzioni
non
regolari
in
altezza.
Fa>ore
di
stru>ura
Per
le
costruzioni
regolari
in
pianta,
qualora
non
si
proceda
ad
unanalisi
non
lineare
nalizzata
alla
valutazione
del
rapporto
u/1,
per
esso
possono
essere
ado9aD
i
valori
indicaD
nei
paragra
successivi
per
le
diverse
Dpologie
costruWve.
Per
le
costruzioni
non
regolari
in
pianta,
si
possono
ado9are
valori
di
u/
1
pari
alla
media
tra
1,0
ed
i
valori
di
volta
in
volta
forniD
per
le
diverse
Dpologie
costruWve.
La
scelta
del
fa9ore
di
stru9ura
deve
essere
adeguatamente
giusDcata.
Il
valore
ado9ato
deve
dar
luogo
ad
azioni
di
proge9o
agli
staD
limite
ulDmi
coerenD
con
le
azioni
di
proge9o
assunte
per
gli
staD
limite
di
esercizio.
Per
la
componente
ver1cale
dellazione
sismica
il
valore
di
q
uDlizzato,
a
meno
di
adeguate
analisi
giusDcaDve,
q
=
1,5
per
qualunque
Dpologia
stru9urale
e
di
materiale,
tranne
che
per
i
ponD
per
i
quali
q
=
1.
Tipologie
stru>urali
stru&ure
a
telaio,
nelle
quali
la
resistenza
alle
azioni
sia
verDcali
che
orizzontali
adata
principalmente
a
telai
spaziali,
avenD
resistenza
a
taglio
alla
base
65%
della
resistenza
a
taglio
totale;
stru&ure
a
pare.,
nelle
quali
la
resistenza
alle
azioni
sia
verDcali
che
orizzontali
adata
principalmente
a
pareD,
singole
o
accoppiate,
avenD
resistenza
a
taglio
alla
base
65%
della
resistenza
a
taglio
totale4;
stru&ure
miste
telaio-pare.,
nelle
quali
la
resistenza
alle
azioni
verDcali
adata
prevalentemente
ai
telai,
la
resistenza
alle
azioni
orizzontali
adata
in
parte
ai
telai
ed
in
parte
alle
pareD,
singole
o
accoppiate;
se
pi
del
50%
dellazione
orizzontale
assorbita
dai
telai
si
parla
di
stru0ure
miste
equivalen5
a
telai,
altrimenD
si
parla
di
stru0ure
miste
equivalen5
a
pare5;
stru&ure
deformabili
torsionalmente,
composte
da
telai
e/o
pareD,
la
cui
rigidezza
torsionale
non
soddisfa
ad
ogni
piano
la
condizione
r/ls
>
0,8,
nella
quale:
r2
=
rapporto
tra
rigidezza
torsionale
e
essionale
di
piano
ls2
=
(L2
+
B2)/12
stru&ure
a
pendolo
inverso,
nelle
quali
almeno
il
50%
della
massa
nel
terzo
superiore
dellaltezza
della
costruzione
o
nelle
quali
la
dissipazione
denergia
avviene
alla
base
di
un
singolo
elemento
stru9urale
da Braga, 2010
da Braga, 2010
da Braga, 2010
da Braga, 2010
da Braga, 2010
da Braga, 2010
da Braga, 2010
Per
prevenire
il
collasso
delle
stru9ure
a
seguito
della
ro9ura
delle
pareD,
i
valori
di
q0
devono
essere
ridoW
mediante
il
fa9ore
kw:
1, 00
da Braga, 2010