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Epistolari
Lettere a Wilhelm Fliess
1887-1904
,,
M
217
e cita a m emoria la frase in ques tione (189 ;a , p. 186), in cui si sosti en e che soprattu tt o lo
stesso "rappo rt o sessuale (. ..) tras mett e la propria periodicit ai suoi effetti, cio agli attac chi d'angoscia". Fliess prese poi effettivamente posizione contro Lowenfeld (1897a, p . 197,
nota); vedi oltre, i passi citat i da Kris (pp. 529 sgg.). (S)
Ricevi i miei affettuosi saluti e non dimenticare di scrivermi non appena la tu a testa lo consente.
Tuo Sigm.
1 Fli ess pubblic poi nel suo libr o (1897a, p. 174) i calcoli sulla da ta del primo dente di
Anna Freud, calcoli che egli pare abb ia effettuato dopo la comun icazione ricevuta ne lla
lettera 9 5. (S)
2. Non ~ possibil e compr end ere il segno mat ematic o che precede qu esta cifra ; Fr eud pu
avere OSC11latotra > e <: Fliess (vedi la precedente not a 1) calcola " 29 giorni e 1/ ., in
5
base alla durata della gravidanza (vedi anche lette ra 89 e nota 13). (S)
3, Si tratta con ogni probabilit della conf erenz a sull'i steria ch e Freud tenne nell' estate
1896 (Gicklhom e Gicklhorn, 196o, p. 152). (S)
II
la
Ib
fino a 4 anni
fino agli 8
fino ai 14
fino a x
Preconscio
Infantile
Prep uberale
Ma tu rit
IU.
97
Caro W ilhelm,
Le nozze della sorella R osa con l'a vvocato H einr ich Graf (1852-1908).
A e B (circa dagli 8 ai !.2 .f. dai_13 __ai 17 anni ) sono i periodi di tran siz.ione durante i_quali di solito ha luogo la rimoziQ!le.1
Il risYeglio, in un 'epoca successiva, cli un ricordo sessuale cli un'ep oa
ante riore produce, nella psiche, un eccesso di sessualit che ha un effet to
inibitorio sul pensiero e conferisce alla memoria e ai suoi derivati il carattere ossessivo cli incapacit a resistervi.
Il periodo la possiede la caratteristica del non tradotto; cos che il
risveglio di una scena sessuale avvenuta in la conduce non a conseguenze
psichiche ma a realizzazioni, cio alla conversione. L' eccesso della sessualit impedisce la tradu zione.
Sennonc h il solo eccesso di sessualit non pu causare la rimozione;
si richiede la cooperazione della difesa. Ma senza un eccesso di sess1,1a
lit
la difesano n cond uce a una nevrosi.
Le diverse nevrosi_dipendono dal periodo nel quale si sono verificati
gli episosli_se~uali~2
Condizioni temp orali
la
fino a 4
Isteria
N evrosi oss.
Paranoia
Rimozione
Ib
fino a 8
Scena
Scena
II
III
fino a 14
fino a x
R imozione
Rim ozione
Rim ozione
Rimozione
Scena
R im ozione
219
ANNO1896
..
Il
---~-~-
_}..,.,,,
Occorre supporre tre cose riguardo alla coscienza o piuttosto alla presa
di coscienza:
,
)
che
per
quanto
concerne
i
ricordi
consista
perlopi~
i~ un'ad~guata
1
coscienza verbale, cio nell 'amm ettere le rappresentaz1om verbali associate all'episodio;
2 ) che non siano int eressate esclusivamente e insep~rabiln:ie nt~ n 1~
sfera cosiddetta inconscia n quella cosiddetta conscia, cos1cche questi
termini vadano rifiutati;
3) che essa venga determinata da un compromess~ tra_ le diverse forze
psichiche che entrano in conflitto reciproco nella nmoz10ne. .
.
Queste forze devono essere studiate da vicino e desunt e dai lor~ n sultat i. Esse sono 1 ) Ia....r.
~ale forza guantitativa di una r<1pp
resen_taz10ne, e
)
Qn~
attenzione
liberam
ente
fluttuante,
che
attratta_
secondo
~erte re2
gole ed respinta in base alla legge di difesa. I smt om1 sono tu tti fQ!!QalJ
zioni di compromesso.
. .
. . ..
Si constata una differenza fondamenta le tra i processi psich1c1 non 1mb1h
e quelli che vengono inibiti dal pensiero. ~ l con~itto t~ _gli uni e g!i
altri trovano origine i sintomi, come compromessi a cm s1 ap ~e la v1.~
della coscienza. Nelle nevrosi ognuno di quest i due processi m s logico, quello non inibito monoid eistico, un ilaterale, mentr_e il com5
prom esso che ne risulta irrazionale, analogo. ~ u~ errore _lo~1co. . ,
In ogni caso occorre adempiere alle cond1z10m qu_ant1tahve, po~che
altrimenti ]a difesa del processo mentale inibito imped isce la formazione
dei sintom i.
.
Una specie di disturbo psichico si verifica quando si accresce la forza dei
processi non inibiti , un' altra quando la forza della inibizion e prodotta
dal pe nsiero diminui sce (melanconia, esaurimento, sogno co~e ~ odello).
Un aum ento dei processi non inibiti fino al punto ~he essi soli posseigano la via della cos_c~ n~j v~rbale_yro duce la psic~~;
. . .
Non da parlare di separazione tra i due processi; e s~l~ p~r moti_v1_di
dispiacere che vengono sbarrate le varie possibili tran s1z10m associative
tra di essi.
.
E con ci vorrei, per questo semestre, sotterrare la bacchetta ma_g1ca.
Non ho scritto perch ero di umor nero e sapevo c~e ~nch~ tu en nel
tuo periodo infelice. Ho gi fatto bottino di date s1gmficative:
aprile:
6, 7
12
maggio: 6, 7
12
20
29
221
220
ANXO 1896
2. Nello schema seguente Freud si serve delle abbreviazioni di uso corrente in que~k
lettere per indicare )"'isteria", la "nevrosi ossessiva" e la "paranoia"; sz sta per scena e
V ( = Verdriingung) per rimozione. Effettivamente colpisce che le determinanti cronologiche _d_ellascelta della ne~
appa iano come_ rovesciate rispetto alle successive idee psicJl~aht,che , cosa che, tra l'altro, pu essere legata all'Q!jentament o psicologico del pepsiro
i:h Freud, allora ancora prevalente. (S)
3 Jl rapporto tra rappresentazi(mi della cosa e della parola verr ripreso e sviluppato soprattutto nello scritto metapsicologico .L'inconscio .(12 15a, pp. 85-87). (S)
4 _Questa ip_otesi,qui appena abbozzata, porter in seguito, unitamente alle idee esposte
ne, Tre saggi sulla teona sessuale (1905a), all'elaborazione della teoria della fissazione. (K)
5. Troviamo qui la _Prim3_fonnu_lazione della teoria relativa al carattere di compromesso
(ma vedi gi la Minuta K). Vi @che un'ipotesi relativa alla teoria
~ uttura: Freud parla di forze psichiche che entrano in conOitto le une con le altre e nel
suo cqncetto di coscienza anticipa l'id ea, successivamente sviluppata in maniera cs:ustiva
in ~ 'Io e l'Es (1922), secondo cui l'Io parteciperebbe sia della coscienza che dell'inconscio
o, i_naltre parole, che alcune funzioni dell'Io sono consce e altre non lo sono. Ci ~
md_,cabvo P_ergh inter essi che Freud coltivava al tempo in cui scrisse questa lett era che
egli sceglie 1 suoi paragoni desumendoli dal c_ampodella psicologia dei processi int ellettu ali
e che paragona i sintomi a errori di logica; qu i hanno una parte notevole le idee d
Progetto di una psicologia (1895a). (K) [Freud usa il termine korrekt e unkorrekt probabi~mente nel senso di "adeguato" o "inad eguato alla realt".]
'
dc:lla..
..<!dsintomo
1.
(S)
7 Eman ucl Freud (1832?-1915?), che nel 1859 era emigrato a Manchester con la moglie
Mane (mo~ta nel 1923), un figlio di nome Johann/Jolm (nato nel 1855) e una figlia di
nome Paulme (1856-1944) che hanno entrambi una parte importante nei sogni e nei ricordi
di Freud (vedi lettera 141).
2.
guardo.
A luglio penso dunque di riuscire a liberarmi. Se non ti piace il mare,
qualsiasi altra citt va bene: Magdeburgo, ad esempio, o Danzica. Ne
ho veramente bisogno; spesso non mi riconosco pi, talmente mi hanno
malridotto proprio in maniera ridicola - le esperienze con i colleghi e
i pazienti -. Credo che il cuore ne soffra pi che per il tabacco; si porta
peraltro assai degnamente.
Non ho pi rivisto Breuer, trann e che per un momento al mat rimonio, anche perch non se ne presentata la necessit.
Sfortunata ment e non si possono avere le date significative della Eckstein, poich non sono state registrate in clinica. La sua storia diventa
sempre pi chiara; non v' dubbio che le sue emorragie fossero dovute
23;
236
e la "resistenza" da:
' ,1
1111 illustrato
Macht's kurz!
Am jungsten Tag ist's doch nur ein ...6
Percez.
X
Con estrema probabilit si tratta della conferenza su "Dismenorrea e doglie del parto"
che F1iess tenne in realt soltanto !'11 dicembre 1896 alla Societ di ostetricia e gineco,
logia di Berlino (Fliess, 1897b), una sintesi di alcune tesi centrali del suo libro Dic
Beziehungen (1897a). (S)
Il motivo di questa domanda scaturisce dalle esaurienti informazioni sui sintomi della
paziente esposte nella lettera 115: Freud ricercava il sedutt ore con cui lei evidentemente si
identificava. (S)
2.
3. "Entrate, anche qui ci sono gli di": motto usato da G. E. Lessing per il suo dramma
Nathan il saggio. Aristotele, nel De partibus animalium, I 5 (vedi Schinau, 1968, pp. 58.61)
lo attribuisce (naturalmente nella forma greca) a Eraclito. Motto citato anche nella lettera 197
e oell'Autobiogralia (1924c, p. 81). Fliess se ne serve nella sua raccolta di conferenze Von
Leben und Tod (1909, p. 59).
4. ["Fanno cose da pazzi, temo un crollo; Dio non paga ogni sabato."] Goet he, Sprichwortlich 13 (vedi Schonau, op. cit., pp . 80-83).
5. ["Se non potr piegare gli di, smuover l'Inferno." ] J;: un verso dell'Eneide di Virgilio (VII 312) divenuto il motto posto ad apertura dell'Interpretazione dei sogni (vedi
Schonau, op. cit., 61-73).
6. ["Sii breve! I Al giudizio finale ci non sar che un ... "] Goethe, Zahme Xenien, IX 22:
citato quale motto al terzo capitolo ("Il dissenso con Adler e con Jung") dello scritto Per
la storia del movimento psicoanalitico (1914a) (vedi Schin au, op. cit., pp. 82-84). (K/ M)
112
6 dicembre 1896
x-
x--X
X
1.
III
Prec.
II
Inc.
S. percez.
x--x
x---X
--x
X
c.
111 senso
l' lct'Hda.
II
~39
1111
I n1 l'anno e mezzo e i 4 anni di et; nel caso della nevrosi ossessiva,
I 111i 4 e gli 8 anni, e nel caso della paranoia, tra gli 8 e i 14 anni. Ma
1111111:1
dell'et dei 4 anni non esiste rimozione , e quindi i periodi dello
viluppo psichico e le fasi sessuali non coincidon<?.
1 /1/2
14-15
II
III
II
III
S. percez.
Isteria
S. percez.
+Inc.
S. perccz. + Inc.
+Pr ec.
fino a 4
fino a 8
fino a 14-15
attuale
coazione
rim osso n ei
S. percez.
attuale
rimosso nei
segni !ne.
Nevrosi oss.
!
1
Ib
la
~]
I
l'ara noia
l'crvcrsione attuale
attu ale
idem
attuale
coazione
(attu ale)
rimozione impossibile
o non tenta ta
ANNO
1897
1.
(S)
2. Si trattava gi della seconda malattia di questo genere della figlia maggiore di Freud
(vedi lettera 224 e Freud, 1899c, p . 112). (S)
3. Max Kassowitz (1842-1913) fu, dal 1882, direttore del primo Istituto pubblico viennese
per le malatt ie infantili, del cui reparto per le malattie nerrnsc Freud fu a capo dal 1886 al
1896 (vedi Gicklhorn e Gicklhorn, 1960, pp. 11-15).
122
Mi o caro,
\
oggi ini sono svegliato in forma, dopo una sett imana cli malessere che
si protratto da una scadenza critica all'altra . Mathilcle sta bene , tranne
che per un'albuminuria, e continua a restarsene a letto . Oggi verr eseguita la disinfezione. Gli altri non se la sono presa.
T i ringrazio moltissimo per la tua conferenza, 1 che rivela un'incredibile capacit cli condensare le idee e che in venti minuti conduce attraverso un intero universo. Non stento a credere che tu abbia avuto necessit di compiere l'osservazione sulla mim ica dei tuoi uditori. 2 Anelo ai
giorni di Praga. Il mio lavoro mi ha tormentato terribilmente in queste
brutte giornate . Che fortuna non vedere pi Br[ euer] ! Mi avrebbe gia
indotto a emigrare . Ho sempre le medesime difficolt, e non sono ancora
venuto a capo di nessun caso.
Spero che Robert si sia rimesso da tempo .
Con i saluti pi affettuosi a te e a Ida
tuo Sigm.
1.
ANNO
1897
265~
pante al riso i vostri muscoli facciali, ma posso rivelarvi che si tratta di una grande leg~
della natura, e vi preannuncio che verr un tempo in cui dovrete amm utolire di fronte alla
grandezza di questa legge!"
12 3
6 aprile 1897
270/
271
t-
ANNO 1897
4. 'Probabilmente la Minu ta L spedita in parte insieme a questa lett era e in parte con
que11a seguente. (S)
5. Si riferisce
forse all'antipatia di Fliess pQr
. b erga (ved'I 1ettera 1 37). (K)
.
- la citt di No nm
~;iti~u: :t,~:t~o~:g~e~::etrt:a~~~:a~};;e:~t:~:~a
1
: ;1:r:1:~~a::;.:~. ~~;rcitato in sogno una
126
Caro Wi lh elm,
Vienna,
maggio 1g97
d'
'
1111,
1n e.'
. .r O' p~n i ivers1. Nell'isteria sono i ricordi, nelle"nevrosi
ossessive gh imp~ls1 peiver si ~ nella paranoi~ le fantasie di difesa che
penetrano nella vita norma le 111una forma deformata imnost d l
r:
J!. a compromesso.
!_~cdil
_lio scorgo -~n grande progresso conoscitivo e spero che anche tu
sarai e o stesso parere.3
Ancora una conferma delle mie "prei storie" dell''ste
. e,
1 na.
1a d a seth.ma n~ ~ro venuto, a ~apere da F. che la sua lieve depressione riprodu ceva
un s1m1le stato d ammo del padre che si presentava quando lui non aveva
tuo Sigm.
1.
2.
ANNO
[MINUTA
1897
L]l
Architettura dell'isteria
Lo scopo sembra sia quello di arrivare alle scene primarie. In alcuni
casi vi si_perviene direttamente, in altri solo per via indiretta attraverso
le fantasie. Le fantasie infatti sono facciate psichiche costruite per sbarrare l'ingresso a questi ricordi. 2 Nello stesso tempo , le fantasie sono al
serv'.zio della tende~za ad a~nare i ricord '., a sublimarli. Esse sono co\ strmte sulla base d1 cose udite e, successivamente, utilizzate; e quindi
combinano esperienze vissute e cose udite , fatti passati (dalle vicende dei
genitori e degli antenati) e cose viste coi propri occhi. Si comportano con
le cose udite come i sogni con le cose viste. Infatti, nei sogni non sentiamo nulla, ma vediamo.
273
e cos mette i suoi genitali a contatto con esso, per ripetere una scena
nella quale la parte che ora dolorante, ed era stata allora premuta contro
lo spigolo, ha servito alla fissazione.
Moltep licit delle personalit psichid1e s
Il fatto dell'identificazione permette forse di prendere questa frase alla
lettera.
Avvolgere
Continuazione della storia del fungo. La ragazza esigeva che ogni oggetto che le veniva porto fosse avvolto. (Condom .)
Differenti redazioni di fantasie. C' anche ricollegamento [all'esperienza
originale J?6
Funghi
Una ragazza, l'estate scorsa, aveva paura di cogliere un fiore o persino
un fungo, perch ci andava contro il comandamento di Dio che non
vuole che i germi di vita siiho distrutti. All'origine di questo sta il ricordo di scrupoli religiosi della madre contro le precauzioni durante il
coito, poich esse portano alla distruzione di germi vitali. Le "spugne"
(spugnette di Parigi) 4 erano esplicitamente menzionate a questo riguardo .
L'identificazione con la madre costituiva il contenuto principale della
nevrosi.
Dolori
Non sono direttamente la sensazione di fissazione, ma la deliberata
ripetizione di essa. Il bambino urta contro uno spigolo, un mobile ecc.,
ANNO
1897
279
Sintomi
13
febbraio) = 56 giorni
28.
1a
Il lavoro C'anatitlco'J
consist in un crto numro
di questi stqdl a livelli sempr
pi profondi
Figur a 4
Nell'originale tutt e le linee tratt eggiate, le frecce e i numeri sono in rosso, cos come
la parola Lavoro e il tratto che la preced e.
Rimozione
1.
2.
\{ [MINUTA M] 1
Architettura dell'isteria
Probabilmente cos: alcune scene sono accessibili direttamente, altre
solo attraverso le fantasie sovrapposte . Le scene sono ordinate secondo
l'aumento della resistenza : quelle pi leggermente rimosse vengono alla
luce prima, ma solo in modo incompleto a causa della loro associazione
con quelle rimosse pi pesantemente. Il cammin ~ ~~_t.Ito dal lavoro
[di analisi] scende a spirale dapprima alle scene o alle loro immediate
vjcinanze; poi, da un sintomo, pi sotto; quind i di nuovo da _un sintomo,
ancora pi in basso .2 Poich la maggioranza d<:lle sce_E~ o~ erge solamente su pochi sint~
il nostro cammin _Q
_ ~~gue riptut? _sm~ali attraverso i 2ensie ri che fanno d~ sfondo ai medesi!Ili sint~mi [fi.g. 4] .
da sospettar e che l'el emento effett ivam ente responsabile della nmo zione sia sempre il femminile; ed confermato dal fatto che le donne ,
non meno degli uomini, ammettono pi facilmente esperienze con
donne piuttosto che con uomini. Ci che gli uomini propriamente rimuovono l'elemento pederastico .3
Fantasie
Le fa!)ta_ie si 6riginano dalla combinazione inconscia __li_
__o
~ s11erime_ntate__e_udiJ;e, secondo c~te J,. enckn ~ . _Queste te nd enze mirano a
rendere ina_cs:ss
i b..ik.iLric.m.d.o...dal...q_uale
i sintomi si i.Q!l_g_generatiQ.RQ.S
sono generar si. La c_ostru~ one di fagtasie avviene __per fusione e deforma zione, in modo analogo alla decomposi zione cli un corpo ch imico che
consiste in
dev~~ n.1binarsi con un altro . IJ pri;;o _J:ipo cli def(!E__mazione
no .J@una falsificazione c!tl_ricordo meqiante frammentazion~ , o~ ,2Q_
scurati sopratth!_!:tQ
j_!fil?ps>rti cronologi~ i (le correzioni cronologiche sembrano proJ.Jriamente dip ~ 1d~re dall'atti yjt del sistG_
ma della co_scienz\).
Un framrn ~nto di cosa vista poi cong iunto con un framm ento di cosa
udita, a formare una fantas ia, mentre il frammento lasciato libero va
incontro a un altro legame. In questo modo non pu pi essere rintracciata una loro connes sione originaria. Attraverso la costruzione di f::mtasie di questo genere rueriodi
di eccitamento ) i si~1tomi mnes tici~ ~ ~ o. Al loro pos to si presentano drammatizzazioni inconsce che no n
sono soggette alla difesa. Se l'int ens it di tale fanta sia aumenta al pun_g>
da minacciare di forzar e l'in gresso n ella coscienza, la fantasia~
~e
alla rimo zione e si genera un sintomo per riflusso impetuoso dall a fant asia sui ricordi che la costitui scono.
ANNO
280
Tutti i sintomi di angoscia (fobie) derivano in questo modo dalle fantasie. Cos, tutta via, semplifichiamo i sintomi . Un terzo movimento in
avanti e un terzo modo di formare i sintomi, proviene forse dalla formazione di impulsi.
Tipi di spostamento di compromesso
Spostamento per associazione: isteria.
Spostamento per somiglianza (concet tuale): nevrosi ossessiva. Caratteristica per il luogo della difesa (forse anche per il tempo). 4
Spostamento causale: paranoia .
Decorso tipico
Vi sono buone ragioni per sospett are che il risveglio del rimosso non
sia lasciato al caso ma segua le leggi dello sviluppo . Inoltre, che la rimozione proceda all'indietro partendo dal materiale recente e colpisca prima
gli ultimi eventi.
Differenza tra le fantasie nell'isteria e nella paranoia
Queste ultime sistematiche, tutte in armonia; le prime, indipendenti
le une dalle altre, anche contraddittorie, dunque isolate, sorte come
automaticamente (per via chimica). Qu esto, e il non curarsi delle caratteristiche cronologiche, sono senza dubbio essenziali per distinguere tra
\ l'attivit nel preconscio e nell'i nconscio.
.I
2 . L'idea che )e scene siano " ordinat e secondo l' aumento della resistenza" e che il lavoro
1897
del trattam ento proceda a sp irale port p i tardi ai consigli sull'i nt erpretazione da dare
alla resistenza formula ti negli scrit ti tecnici di Freu d e di conseguenza alla fon dazione
della tecnica psicoanalitica. (K) Negl i St udi sulJ'isteria (1892-9, , pp . 265-68) present e gi
una prima formulazion e orient ata ancora p i decisamen te verso la psicologia della coscienza, la qual e conduc e - come in questa Minuta - all'idea della sovradete rminazion e
dei sintomi. (S)
3. Il pensiero qui accennato ha ten ut o occupato Fre ud per tut ta la vita (vedi olt re, le considerazioni di Kris, pp. 531 sg.; vedi anche Fliess, 1906a, p. 470). Da essa scatur ita una
serie di osservazioni successive : anz itu tto la comprensione del significato generale d ella
tendenza all'in versione n egli psiconevrotici", una scoperta che Freud (second o una nota
presente nei Tr e S3ggi sulla teoria sessuale, 190,a, p. 4 78, nota 1) deve a un suggerimen to
di Flie ss; di qui il significato gen erale dell'omosessualit laten te; e infine, negli ult imi anni
del suo lavoro, la compr ensione della passivit nella vita del bambino piccolo. (K/ S)
4. Qu est'o sservazione si trova, nella M inuta , collocata accanto allo scl1ema, in pa rte sopra
e in part e sotto la second a riga. Parrebbe pii1 comprensibile riferirla a tutta la tab ella
piutt osto che esclusivamente alla nevrosi ossessiva (vedi fig. 4). (S)
5. N egli scritti successivi di Freud si possono rintracciare gli sviluppi in molte plici d irezioni degli accenn i cont enuti in questo paragra fo della Min uta: nella distinzione tra element o pulsionale e rimosso nell'Es (L'Io e l'E s, 19 22) e nell'i dea che il rimosso stesso
possa venir e elaborato e fatto scomp arire (lJ tramo nto d el complesso edipico, 1924a). (K)
6. In questo passo, i termini con cui Freu d descrive l'apparato psichico sono quelli
impiegati n el settim o capitolo dell'Int erpretazione dei sogni (1899c, pp . 464 sgg.); pe r la
formulazione immediatamente precedente si ved a la lettera 112. (S)
129
31 maggio 1897
Caro vVilhelm,
da tempo non ti fai pi senti re. E ccoti alcuni frammenti I gettat i sulla
riva dall'ultimo flusso. Li ho imba stiti soltanto per te , e spero che tu
me li conservi. N on aggiungo nulla a mo ' di scusa e di spiegazione; so
benissimo che si tratta solo di presentim enti, 'ma da t utta qu esta roba
ho sempre ricavato qualcosa; solo per quello che volevo otten ere con il
die.!_
ro. Un a sorta di .2resentimen t;_o
sistema Prec 2 ho dovuto fa!"_maJ cia i.!_l
mi _dice anche, -~ome se io gi~ lo ~apessi (quantunque i~_n on sa0>J.a
~ solutamente nulla ), che sto per scoprire la fonte della IJlQ_
rale.3 Quin d i,
~~o cresce nella mia attesa e mi d le gioie pi grandi. Se solo tu fossi
pi vicino, in modo da poterne parlare con maggior agio!
A parte questo, sento molto int ensamente l'arr ivo dell'estat e. Venerd
sera andremo ad Aussee per la Pente coste . Non so se mi saranno venut e
in mente altre cose da comunicart i; di lavorare non ho pi voglia. Ho
messo da parte perfino i sigari. No n molt o tempo add ietro ho sognato
di avvertire un sent imento di estrema tenere zza per Mathilde, che per
296
A,; NO
1897
ANNO
1897
297
Corretto da 18-7-1897.
1.
Sulla fobia dei viaggi, vedi anche in particolare le lettere 149 e 229. (S)
Caro W ilhelm,
da Venezia (ricevuta la tua lettera) passando per Pisa e Livorno sono
giunto qui. In Italia cerco, come tu sai, un "punch al Lete" 1 e ne sorbisco un sorso qua e l. Ci si ristora alla bellezza straniera e all'immane
slancio creativo; ma in ci tro va il suo tornaconto anche la ~li_na~i_9ne_per i!_~rottesco, per le perversioni _psichiche . Avrei molto da
raccontarti (e questa, d'ora inn anzi, sar una frase che non manch er mai
tra noi). La prossima meta sar Orvieto, poi San Gim ignano. Sono difficilm ente raggiungibile da una tua risposta. Piacciati dunque ricevere cenni
di vita senza pretese dal mio viaggio.
Un affettuoso saluto a I. F. e R . W.
Tuo Sigm.
1. li Lete era il fiume dell'oblio nell'Ade. L'osservazione costruita in analogia alla frase
"u n punch al vino rosso". (M/S)
139
Caro W ilhelm,
eccomi di nuovo qui, da ieri mattina, fresco, di buon umore, un po'
meno ricco, momentaneamente senza lavoro, e per prima cosa scrivo a
te, dopo che ci siamo sistemati nell 'abitazione . Voglio subito confidarti
il grande segreto che ha cominciato lentamente a chiarirsi in me negli _
ultimi mesi. Non credo_gi ai miei neurotica. Probab ilmente ci non si
riuscir a compr endere senza una spiegazione; tu stesso hai gi trovato
degno di fede ci che sono riuscito a esporti. Voglio perci incominciare
la storia da princip io e spiegart i da dove sono venuti i mot ivi che mi
hanno fatto dubitare . Le continue delusioni nei tentativi di condurre
almeno un 'ana lisi a reale compimento, la fuga di persone che per un
certo tempo erano state coinvolte come meglio non si poteva, l'assenza
dei successi pieni su cui avevo contato, la possibilit di spiegarmi nella
maniera usuale, i parziali successi: questo il primo gruppo di motivi.
Poi la sorpresa che in tu tti i casi la colpa fosse sempre da attribuire al
padre, non escluso il mio, e l'a ccorgermi dell'inattesa frequenza dell'iste-
298
ANNO 1897
299
ANNO 1897
ria, dovuta ogni volta alle medesime condizioni, mentre invece poco
1
credibile tale diffusione della perversione nei con!fronti dei bambini.
(La perversione dovrebbe essere enormemente pi frequente dell'isteria,
dato che la malattia pu instaurarsi solo dove ci sia un accumulo di
esperienze e dove sia subentrato un fattore che indebolisce la difesa.)
Poi, in terzo luogo, la netta convinzione che non esista un "dato di
realt" nell'inconscio, dimodoch impossibile distinguere tra verit e
finzione investita di affetto. (Di conseguenza, rimane la spiegazione che
2
la fantasia sessuale si impossessi regolarmente del tema dei genitori .)
In quarto luogo, la considerazione che anche nelle psicosi pi profonde
non si fa strada il ricordo inconscio, in modo che il segreto delle esperienze giovanili non si svela neppure nel pi confuso stato di delirio. Se
dunque si constata che l'inconscio non vince mai la resistenza del conscio,
naufraga anche la speranza che durante il trattamento si debba verificare
il processo opposto, che cio il conscio arrivi a controllare completamente
l'inconscio.
Influenzato da queste considerazioni, ero pronto a rinunciare a due
cose: la risoluzione completa di una nevrosi e la sicura conoscenza della
sua etiologia nell'infanzia. Ora sono in grave imbarazzo, poich non mi
riuscito di comprendere sul piano teorico la rimozione e il suo gioco
di forze. Sembra di nuovo discutibile che siano soltanto le esperienze
pi tarde a mettere in moto fantasie che risalgono all'infanzia, e in tal
modo il fattore della disposizione ereditaria ricupera una sfera di influenza dalla quale io mi ero proposto di rimuoverlo, nell'interesse a far
luce sulle nevrosi.
Se io fossi depresso, confuso, sfinito, in tal caso tali dubbi potrebbero
fssere presi come segni di debolezza. Ma siccome mi trovo invece nella
condizione opposta, devo riconoscere che essi sono il risultato di un
onesto e intenso lavoro intellettuale, e sono orgoglioso di poter avanzare
una tale critica dopo essere andato tanto a fondo. E se questo dubbio
, fosse soltanto un episodio sulla strada che porta a nuove conoscenze?
altres rimarchevole che sia cessato in me ogni senso di vergogna,
per la quale potrebbe darsi ancora qualche motivo . Certo, non andr a
raccontarlo a Dan, e neppu re ne parler ad Ascalon, nella terra dei Filistei,3 tuttavia ai tuoi occhi e ai miei avverto pi la sensazione di un
4
\ trionfo che di una sconfitta (il che, di certo, non giusto).
Com' bello che proprio ora arrivi la tua lettera! Mi fornisce l'occasione per avanzare una proposta con la quale intendevo concludere
questa mia. Se, durante questo periodo di inattivit, io partissi .sabato
notte sulla linea nord-ovest, potrei essere da te a mezzogiorno di domenica, e ritornare la notte successiva. Puoi tenerti la giornata libera
per un idillio a due, interrotto da un altro a tre o a tre e mezzo? Questo
ANNO 1897
300
Gi da mesi Freud aveva rivolto il suo interesse allo studio della fantasia infant ile;
egli aveva indagato la funzione dinamica della fantasia e raggiunto stabili idee in questo
campo (Minute M e N; lettere 127 sgg.). Si era avvicinato al complesso edipico riconoscendo nei bambin i la presenza di impulsi aggressivi verso i genitori. Ma in tutto ci egli
credeva ancora alla realt della scena di seau:.,ione. ovvio presumere che sia stata soltanto l'autoanalisi dell'estate a rendere possibile il passo decisivo, ossia il ripudio dell'ipotesi della seduzione. Vedi oltre, pp. 523 sgg. (K)
1.
2. Il passo successivo fu l'intuizione del complesso edipico. (K) Dall'insieme della lettera
139 emerge tu ttavia che, da un lato, vi si stavano gi cristallizzando i primi germi di
perplessit (vedi per esempio lettera 120, nota 8) e, dall'alt ro, essa non presenta ancora un
chiarimento definitivo della posizione freudiana. Fra le tappe della successiva evoluzione
teorica sono, per esempio, l'assicurazione dell'esistenza di scene reali nella storia della sua
prima infanzia nella lett era 142 (parte finale), la nuova sottolineatura dell'"et iologia
paterna" nella lettera 150 (di cui si veda la nota 5), l'accrescersi delle perplessit nelle lettere 17 5 sg., il presentimento di una cesura nelle lettere 179 sg., e infine il primo accenno
alla "chiave della fantasia" nella lett era 188 (vedi anche lettera 189, nota 2). (S)
3. Allusione a 2 Sam. 1. 20: "Non fatelo sapere in Gat , non l'ann unciate per le vie di
Ascalon, non ne facciano festa le figlie dei Filistei." (S)
4. In una nota aggiunta nel 1924 al paragrafo "L 'etiologia specifica dell'isteria", nello scritto
Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896b) si afferma: "Quest'ultima parte
dominata da un errore che io, in seguito, ho pi volte denunciato ed emendato. A quell'e
poca non sapevo ancora distinguere le fantasie degli analizzati circa gli anni della loro infanzia dai ricordi reali. Per questo attribu ivo al fattore etiologico della seduzione un significato
e un'universalit che non lia. Superato questo errore, fu possibile avere una chiara visione
delle manifestazioni spontanee della sessualit infantile, da me descritte nei Tre saggi
sulla teoria sessuale (1905[a]). T uttavia, non tutto quanto contenuto nel testo qu i
sopra dev'essere respinto, perch la seduzione ha pur sempre una certa importanza etiologica, e ritengo ancora oggi che alcune delle osservazioni di carattere psicologico qu i
riportate vadano considerate esatte" (p. 312, nota 1) (vedi anche oltre, pp. 523 sgg. e 527
sg.). (K) Il primo accenno pubblico a questo mutamento di opinione presente in una
"comunicazione scritta" inviata da Freud a Liwenfeld e pubblicata da quest'u ltimo (1904,
p . 297) (vedi Masson, 1984, pp. 112 sg.) cui finora non si era prestata attenzione; meno
inosservate passeranno poi le osservazioni contenute nei Tre saggi (1905a, p. 499).
5. Questo viaggio a Berlino verr ricordato da Freud anche nello scritto sul Meccanismo
psichico della dimenticanza (1898b, pp. 429 sg.; vedi gi Anzieu, 1959, p. 470). Vedi
oltre, a questo riguardo, lettera 175 e nota 3. (S)
ANNO
1897
301
1. Appun to vergato sul retro di un foglio che Io stesso Gatte! riemp con date di attacch i
di emicrania e di depressioni (17 maggio 16 settemb re 1897) (FN 12/5, foglio 34a);
serie di date che Fliess prosegul di suo pugno sul foglio medesimo e su un altro foglio
ancora (FN 12/ 5, foglio 34) (24 ottobre 1897 3 febbraio 1899). Ulteriori precisazioni
sono conten ute in una lettera inviata da Gatte! a Fliess il 4 aprile 1898 (FN 15/ 12,
foglio 1). (S)
27 settemb re 1897
Caro Wilhelm,
rientrato a casa dopo un viaggio ideale (dodici ore di sonno in cella d i
isolamento), completamente libero da impegni, ristorato, colmo di idee
nuove e di stimoli, mi accingo anzitutto a compiere una cosa assolutamente superflua, ossia a esprimerti ancora una volta l' immensa gioia che
i tuoi lavori, il tuo ottimo stato di salute, tua moglie e il tuo bimbo
hanno destato in me in quanto vecchio socio e nove11ozio. Mi congratulo con me stesso per la felice risoluzione mantenuta salda dal pieno
dell'estate, di renderti visita a casa tua a Berlino.
I miei figlioli non sono ancora tornati . Ho trovato Martha afflitta da
una lieve emicrania, la prima dai tempi di Bolzano (20/21 agosto - 27 settembre, per il co11ezionistadi date). Una nuova recensione de11e "paralisi infantil i", apparsa sulla rivista di Wernicke, mi ha reso edotto di
quanti bei e preziosi libri io sia solito scrivere.1
I saluti pi affettuosi e ringraziamenti. Presto scriver di pi,
tuo Sigm.
1. Si tratta di una recensione olt remodo elogiativa di Ludwig Mann (Breslavia) apparsa
sulla "Monatsschrift for Psychiatrie und Neurologie", dove fra l'altro si dice: " Il punto
centrale del volume e insieme il suo massimo contributo, che non pu ancora essere
apprezzato in tutto il suo valore, sta (...) nell'insuperabile chiarezza e precisione dell'espo
sizione e nella valutazione critica cui viene sottoposto l'intero materiale clinico e anatomico."
[ALL EGA TO
?] I
Caro Wilhelm,
la mia visita ci ha arrecato il vantaggio che tu mi puoi ora comunicare
di nuovo le minuzie, dal momento che io conosco l'ambito generale del
tuo lavoro attuale. Non aspettarti una replica a ogni cosa e, per quel
che riguarda alcune mie risposte, spero che terrai conto della mia estraneit e scarsa competenza nella tua mat eria. Tuttavia ti sono grato ogni
volta che mi fai avere cos disinteressatamente qualche piccolo fram-
J. Breuer, S. Freud
Studi sullisteria
1892-95
Capitolo 1
Comunicazione preliminare
Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici'
Breuer e Freud
1.
Partendo da una osservazione casuale, stiamo da alcuni anni ricer. cando nelle piu svariate forme e sintomatologie dell'isteria il motivo,
o processo che, spesso molti anni prima, ha provocato per la prima
volta il fenomeno. Nella grande maggioranza dei casi non si riesce
a chiarire questo punto di partenza col semplice esame del paziente,
per quanto accurato esso sia; in parte perch si tratta spesso di fatti
la cui discussione penosa per il malato; soprattutto per perch i
malati veramente non se ne ricordano, spesso non sospettando affatto
la connessione causale esistente tra l'evento determinante e il fenomeno patologico. Per Io piu necessario ipnotizzare i malati per ridestare nell'ipn osi i ricordi del tempo in cui il sintomo si manifestato
perla prima volta; e allora si riesce a porre in evidenza quella conness~ne nel 1rn:
~slo pi chiaro e convincente.
Questo metodo d'indagine, in un grande numero cli casi, ci ha fornito risultati che appaiono preziosi sia dal punto cli vista teorico che
da quello pratico.
Dal punto cli vista teorico, perch questi casi ci hanno dimostrato
che il fatto accidentale determinante per la patologia dell'i steria
molto piu di quanto normalmente si sa e si riconosce._Che nell'iste ria
"tra.urnatica" sia l'infortunio _ad avere proy__ocatQ.
la sin_drorm;, Qvvio;
e cosi pure il nesso causale evidente quando , negli attacchi isterici,
dalle dichiarazioni degli amma lat i si apprende che essi in ogni attacco
rivivono in modo allucinatorio sempre lo stesso avvenimento che
1 [Come spiegato sopra, questo primo capitolo fu pubblicato originariamente come
l:ivoro a s stante nel 1893. Come tale fu da Freud inserito anche nel primo volume
tlclla Raccolta di brevi scritti sulla teoria delle nevrosi (1893-1906) (1906).)
STUDI
SULL'ISTERIA
)1
COMUNICAZIONE
PRELIMINARE
177
pete in un'altra occasione in cui essa vorrebbe pure manteners i assolutamente silenziosa, e se ne sviluppa un tic che, nella forma di uno
schioccare di lingua, si accompagna a ogni occasione di eccitazione,
per molti anni. 1 - Un uomo molto int elligente assiste all'operazione
con la quale a suo fratello viene raddrizzata, in narcosi, l'articolazione
dell'anca anchilosata. Nell'istante in cui si sente il crac dell'articolazione che cede, egli stesso percepisce un dolore violento all'anca e
questo dolore gli dura per quasi un anno. E cosi di seguito.
In altri casi la connessione non tanto semplice, e tra il fatto originario e il fenom eno patologico vi soltanto una relazione per cosi
dire simbolica, come la relazione che la persona sana pu stabilire
anche in sogno: come quando al dolore psichico si associa una nevralgia o allo stato affettivo di una ripugnanza morale si associa il vomito.
Abbiamo studiato malati che usavano servirsi di una tale simbolizzazione con molta frequenza. In altri casi ancora una determ inazione di
tal genere non subito afferrabile; sono tra questi proprio i sintomi
isterici tipici, quali la emianestesia e il restringimento del campo visivo, le convulsioni epilettiformi e altri ancora. Dobbiamo per riservare l'esposizione del nostro punto di vista su questo gruppo alla discussione pi approfondita clell'argomento.
Queste osservazioni ci sembrano provare I'ana1ogia lli!!Qgenadella
comune isteria e della nevrosi traumatica, e giustificare un'estensione
del concetto di "isteria traumatica" . Nella n~v!_osi,tr~umatj s;, if!fatti,
no~ la lesione fisica in _s modesta la vera causa della malat~ynalo
spavento, il trauma psic~iS~ In !Ilaniera analoga, dalle nostre ric~rche,
per molti se non per la maggior parte dei sintomi isterici_risultano
fatti determinanti, che si devono descrivere come traumi psichici. Pu
gire c~~trauma qualsiasi esperienza provochi gli affetti penosi del
terrore , dell'angoscia, della vergogna, del dolore psichico, e dpende
~eite
dall; _s~~~sibilitdella persona colpita (come anch; d; -~na
condizione di cui si parler in seguito) se l'esperienza stessa agis~e
~
a_llma.t-Jon di rado in luogo di un grosso trauma si scoprono
nella comune isteria pi traumi parziali, piu fatti raggruppati , che soltanto sommandosi hanno potuto esercitare l'azione traumatica e che
sono fra loro connessi in quanto in part e elementi di una vicenda dolorosa. In altri casi ancora si tratta cli circostanze di per s apparente1 [ il secondo caso esaminato piu oltre, pp. 21 3 sgg. Gli episodi sono anche riferiti
sopra (pp. 129 sg.) in Un caso di guarigione ipnotica (1892), dove pure discusso il concetto di "controvolont isterica".)
12
STUDI
SULL'ISTEIHA
!1
mente banali le quali, essendosi prodotte in coincidenza con l'avvenimento realmente operante o con un momento di particolare eccitabilit, hanno acquistato una dignit di traumi che altrimenti non si
potrebbe sospettare in esse, ma che da' quel momento in poi conservano.
La connessione causale fra trauma psichico induttore e fenomeno
isterico non va per intesa nel senso che il trauma, fungendo da agente
provocatore, susciti il sintomo e questo, divenuto indipendente,
continu i poi a sussistere per conto proprio. Dobb iamo piuttosto affermare che il trauma psichico, o meglio il ricordo del trauma, agisce
al modo di un corpo estraneo, che deve essere considerato come un
agente attualmente efficiente anche molto tempo dopo la sua intrusione; e ravvisiamo la prova di ci in un fenomeno estremamente
curioso il quale nel contempo conferisce un notevole interesse pratico alle nostre scoperte.
Trovammo infatti, in principio con nostra grandissima sorpresa, che
i singoli sintomi isterici scomparivano subito e in modo definitivo,
quando si era riusciti a ridestare con piena chiarezza il ricordo del!' evento determ inante, risvegliandoinsieme anclle l'affetto elle l'aveva
accoinpagnato, e quando il malato descriveva l'evento nel modo pi{r
completo possibile esprimendo verbalmente il proprio affetto. Il
ricordo privo di elementi affettivi quasi sempre del tutto inefficiente;
il processo psichico svoltosi in origine deve ripetersi con la maggiore
vivacit possibile, deve essere riportato nello status nascendi e deve
poi "essere espresso in parole". Allora, quando si tratti di fenomeni
sensoriali, quali crampi, nevralgie, allucinazioni, questi si manifestano
ancora una volta con piena intensit, per scomparire quindi per sempre. Allo stesso modo scompaiono le alterazioni funzionali, le paralisi
e le anestesie, naturalmente senza che appaia chiaramente la loro
intensificazione momentanea. 1
1 La possibilit di una terapia di ques to gene re stata chiaramente riconosci uta da
Dclbreuf e Binet, come mostrano le cita zioni seguent i: "Si spiegherebbe allor a come il
magnetizza tore aiuti la gua rigione . Egl i colloca nuovamente il soggetto nello stato in
cui il male si manifestato e combatte con la parola queJlo stesso male, ma mentre
esso rin asce" J. DELll<EUF, Le magntisme an ima] (Parigi 1889).
" ... forse si osserver
che, rip orta ndo il malato med iante un artificio mentale al momento stesso in cui il
sintomo apparso la prima volta, si rende il malato piu docile a una suggest ione cura
tiva" A. BrNET, Les altrations de la personna]it (Parigi 1892) p. 243.
Nell'interessante
libro di P. JANET, L'automatisme psycliologique (Parigi 1.889), si trova la descrizione
della guarigione ottenuta in una fanciulla isterica mediante applicazione di un procedimento analogo al nostro.
179
Si potrebbe sospettare che si tratti qui di un' involontaria suggestione: il malato si aspetterebbe di venire liberato mediante questo
procedimento dalle propri e sofferenze e proprio questa aspettativa
sarebbe il fattore determinante, non il fatto di esprimersi in parole.
Ma non cosi: la prima osservazione di questo tipo [vedi oltre p . 201],
un caso complicatissimo di isteria cosi analizzato e i cui singoli sintom i
di differenti origini furono singolarmente eliminati, risale all'anno
1881, quindi a un 'epoca "presuggestiva ", fu resa possibile dalle autoipnosi spontanee della malata, e procur all'osservatore grandissima
sorpresa.
Invertendo il detto: cessante causa cessat effectus; ci sar lecito dedurre da queste osservazioni che l'evento determinante continua ad
agi:e in qualche modo ancora per anni, non indirettamente per il tramite di una catena di.anelli causali intermedi, ma come causa diretta,
circa come un dolore psichico coscientemente ricordato da sveglio
provoca, anche dopo molto tempo , secrezione di lacrime: l'isterico
soffrirebbe per lo piu di reminiscenze. 1
2.
180
ST U DI SULL'ISTERIA
11
vendicata sia pure a sole parole, si ricorda in modo diverso da un 'offesa che si dovuta accettare. Il linguaggio riconosce anche questa
distinzione, nelle sue conseguenze psichiche e fisiche, e qualifica in
modo molt~ car~tter'.;tico proprio; la sofferenza patita in sile~zio
come mortificaz10ne [Krankung/ da krank, malato]. - La reaz10ne
della persona colpita al trauma ha propriamente un effetto "catartico" completo solo quando una reazione adeguata, come la vendetta. Ma nella parola l'uomo trova un surrogato all'azione, e con
l'aiuto della parola l'affetto pu essere "abreagito" in misura quasi
uguale.1 In altri casi il parlare di per s il riflesso adeguato, nel
lamento e nel liberarsi dal peso cli un segreto (confessione!). Se non si
produce una reazione simile, con l'azione, con la parola, nei casi piu
lievi col pianto, il ricordo dell'evento conserva anzitutto l'accento affettivo .
L" ' abreazione" , tuttavia, non il solo mezzo per liquidar e il
trauma psichico cli cui disponga il meccanismo psichico normale
della persona sana. 11 ricordo del trauma , anche se non stato
abreagito, entra a far parte del grande complesso dell'associazione,
si affianca ad altre esperienze che eventualmente lo contraddicono ,
sub isce una correzione da parte di altre rappresentazioni . Dopo un
infortunio per esempio, al ricordo del pericolo corso e al rinnovarsi
(in forma attenuata) dello spavento provato si associano il ricordo
dell'ulteriore corso dei fatti, del salvataggio, e la consapevolezza
della sicurezza presente. Il ricordo di una mortificazione viene corretto con una rettifica dei fatti, con considerazioni sulla propria dignit ecc., e cos1 l'uomo normale riesce a far scomparire, con prestazioni dell'associazione, l'affetto che accompagna il ricordo .
Vi si aggiunge poi quel generale confondersi delle impressioni,
quello sbiadire dei ricordi che noi chiamiamo "diment icare", e che
logora soprattutto le rappresentazioni non piu attive sul pian~ affettivo .
Ora, dalle nostre osservazioni risulta che quei ricordi divenuti det erminanti di fenomeni isterici si sono conservati per lungo tempo
con straordinaria freschezza e con tutto il loro accento affettivo. Dobbiamo tuttavi a accennare a un altro fatto sorprendente , e di cui in
seguito dovremo tener conto: di tali ricordi i malati non dispongono
affatto come degli altri comuni ricordi della loro vita. Al contrario ,
11
queste esperienze sono del tutto assenti daIIa memoria dei malati
nel loro stato psichico ordinario o sono presenti soltant o in forma
assai sommaria. Solta nto quando si interrogano i malati nell'ipno si,
qu esti ricordi si affacciano con non sminuita vivacit, come fossero
fatti recenti .
Cosi, per la durata di sei mesi, una delle nostre malate riprodusse
nell'ipnosi con vivezza allucinator ia tutto ci che l'aveva eccitata negli stessi giorni dell'anno precedente (durant e un 'isteria acuta); un
diario, a lei ignoto, della madre , permise di attestare la perfetta esattezza della riproduzione . Un'a ltra malata riviveva, parte in ipnosi,
part e in attacchi spont anei, con chiarezza allucinatoria tutti gli
eventi di una psicosi isterica sofferta dieci anni prima, per la quale
fino al momento della ricomparsa era stata quasi del tutto amnestica.
Anche singoli ricordi, etiologicamente importanti, vecchi di quindici ,
ventic inqu e anni, risultarono in lei sorprendentemente inta tti e presenti ai sensi, agendo al loro ritorno con la piena forza affettiva di
eventi nuovi.
La ragione di ci pu ricercarsi solo nel fatto che questi ricordi
occupano una posizione di eccezione per quanto riguarda la loro
usura nei vari aspetti sopra considerati . Si rileva infatti che questi ricordi corrispondono a traumi i quali non sono stati sufficientemente
"a breagiti"; e approfondendo l'esame delle cause che lo hanno impedito , possiamo rilevare almeno due serie di condizioni per le quali
la reazione al trauma mancata.
Nel primo gruppo annoveriamo quei casi in cui i malati non hanno
reagito a traumi psichici perch la natura del trauma escludeva una
reazione, come per la perdita appare ntemente insostituibile di una
pers.ona amata, o perch le condizioni sociali rendevano impossibile
una reazione, o perch si trattava di cose che il malato voleva dimenticare, e che perci intenziona lmente rimoveva 1 dal suo pensiero
cosciente, inibendole e reprimendole. Proprio queste cose penose si
trovano poi nell'ipno si quale fond amento di fenomeni isterici (deliri
isterici di santi e di monache, di donne astinenti , di bambini bene
educati.2
La seconda serie di condiz ioni non costituita dal contenuto dei
ricordi, ma dagli stati psichici del malato con i quali le esperienze
sono venute a coincidere. Quale motivo di sintomi isterici si trovano
1 [ la prima apparizione del ter mine "rimuovere" (verdriingen) nel suo senso psicoanalitico. Ved i anche le note a p. 272 e p. 300. ]
z {Vedi sopra Un caso di guarigione ipnotica (1892) p. 131 n.J
STUDI
SULL'ISTERIA
\t
infatti nell'ipnosi anche rappresentazioni le quali, non di per s significative, devono la loro conservaziorr6-.._alla
circostanza di essere
sorte in occasione di emozioni gravemente paralizzanti, quale per
esempio il terrore, o addirittura in stati psichici anormali come nello
stato crepuscolare, semipnotico del sogno ad occhi aperti, nelle
auto ipnosi eccetera. Qui la natura di questi stati a rendere impossibi1e una reazione all'evento.
Le condizioni dei due tipi naturalmente possono anche verificarsi
contemporaneamente, ed effettivamente ci accade spesso. Cosi nel
caso in cui un trauma di per s capace di avere ripercussioni si produce in un momento di grave emozione paralizzante o di coscienza
modificata; tuttavia pare anche accada che per effetto del trauma
psichico in molte persone si provochi uno di quegli stati anormali
che poi a loro volta rendono la reazione impossibile.
Vale per per entrambi i gruppi di condizioni che ai traumi psichici non risolti mediante reazione debba venire a mancare anche il
superamento mediante elaborazione associativa. Nel primo gruppo
il proposito del malato che vuole dimenticare le esperienze penose
e quindi le esclude piu che pu dall'associazione; nel secondo gruppo
questa elaborazione associativa non riesce perch, fra lo stato di coscienza normale e gli stati patologici nei quali quelle rappresentazioni
sono sorte, non vi un fertile nesso associativo. Avremo ben presto
occasione di occuparci di queste situazioni pi(1 da vicino.
Si pu quindi dire che le rappresentazioni divenute patogene si
conservano cosi fresche e robuste di affetti perch loro negata la
normale usura attraverso l'abreazione e attraverso 1ariproduzione in
stati di associazione non inibita.
3.
Quando abbiamo elencato le condizioni che, secondo la nostra
esperienza, sono decisive perch da traumi psichici si sviluppino fenomeni isterici, abbiamo gi dovuto parlare di stati anormali della
coscienza in cui tali rappresentazioni patogene hanno origine e abbiamo gi dovuto rilevare il fatto che il ricordo del trauma psichico
agente non ritrovabile nella normale memoria del malato, bensi
nella sua memoria durante l'ipnosi. Ora, quanto piu abbiamo continuato ad occuparci di questo fenomeno, tanto piu sicura divenuta
la nostra convinzione che queIIa scissione deIIa coscienza cosi sorprendente nei noti casi classici di c~oubleconscience [coscienza dop-
COMUNICAZIONE
PR EL IMINARE
183
AI noto detto : "l'ipnosi isteria artificiale", vorremmo quindi sostituirne un altro: "base e condizione dell'isteria l'esistenza di stati
ipnoidi ". Questi stati ipnoidi, per quanto diversi possano essere, concordano tutti fra loro e con l'ipnosi in un punto: le rappresentazioni
in essi affioranti sono molto intense, ma sono tagliate fuori dai rapporti associativi con il rimanente contenuto della coscienza. Fra di
loro questi stati ipnoidi sono associabili e il loro contenuto rappresentativo pu anche raggiungere per tale via i piu diversi gradi di
organizzazione psichica. Del resto, il carattere di tali stati e il grado
della loro segregazione dai restanti processi della coscienza varia probabilmente in manier a analoga a quella che riscontriamo nell'ipnosi,
che si estende dalla leggera sonnolenza fino al sonnambulismo, dal
ricordo completo all'amnesia assoluta.
Se tali stati ipnoidi esistono gi prima della malattia manifesta,
essi costituiscono il terreno sul quale l'affetto impianta il ricordo patogeno con i suoi fenomeni somatici conseguenti. Questo comportamento corrisponde all'isteria per predisposizione. Dalle nostre osservazioni tutt avia emerge che un trauma grave (come quello della
nevrosi traumatica) o una repressione faticosa (per esemp io dell'emozione sessuale) possono produrre anche nell'uomo, per il resto libero,
una eliminazione di gruppi di rappresentazioni; e questo sarebbe il
meccani smo dell'isteria psichicamente acquisita. Fra gli estremi costituiti da queste due forme si deve ammettere l'esistenza di una
serie di forme in cui la facilit della dissociazione nell'individuo colpito e l'entit affettiva del trauma variano in sensi opposti.
Non sappiamo dire nulla di nuovo circa l'origine degli stati ipno idi
predisponenti. Essi si sviluppano frequentemente, cosf ci sembra di
poter presumere, dal "sognare ad occhi aperti", tanto frequente anche nelle persone sane, e a cui inducono ad esempio facilmente i
lavori femminili. Perch le "associazioni patologiche" che si producono in tali stati siano cos, solide e influenzino i fenomeni somatici
in modo tanto piu inten so di quanto accade per le rappresentazioni
comuni, un problema che coincide con quello dell'efficacia delle
. . 1pnobc
.
. he. L e nostre espenenze
.
\non portano nulla di
suggesbom
nuovo a tale proposito ; esse, per con tro, spiegano l'apparente contraddizione fra l'affermazione ch e "l'isteria una psicosi" e il fatto
ch e fra gli isterici si possono trovare persone di mente lucidissima,
di forte volont , di molto carattere e di grandissima capacit critica.
In questi casi le qualit ora enunciate spettano al pensiero vigile
della persona; mentr e nei suoi stati ipnoidi essa alienata, cosi come
lo siamo tutti nel sogno. Mentre, tuttavia, le nostre psicosi oniriche
non influenzano la nostra vita vigile, i prodotti degli stati ipnoidi
penetrano, quali fenomeni isterici, in quella stessa vita vigile.1
4
Le nostre affermazioni riguardanti i sintomi isterici permanenti
possono essere all'incirca ripetute anche per gli attacchi isterici.
Come noto, possediamo una descrizione schematica, fornita da
Charcot, del "grande" attacco isterico, secondo la quale in un attacco compl eto si possono distinguere quattro fasi: 1) la fase epilettoid e; 2) quella dei grandi movimenti; 3) quella delle attitude s passionnelles [atteggiamenti passionali] (la fase allucinatori a); 4) quella
del delirio conclusivo. Charcot deriva tutte le forme di attacco isterico, piu frequenti che non la grande att aque completa, dall'abbr eviazione o dal prolun gamento, dall'a ssenza o dall'isolarsi, delle singole fasi elencate. 2
Il nostro tentativo di spiegazione si riannoda alla terza fase, qu ella
delle attitud es passionnelles. Qu ando questa fase pronunci ata, si
ha in essa la riprod uzione allucinato ria di un ricordo che stato importante per l'in sorgere dell'isteria: il ricordo dell'unico grande
t rauma dell'isteria cosiddett a traumatic a ;,,a.' Uox~Y[per eccellenza],
o il ricordo di una serie di traumi parziali fra loro connessi, quali
stanno a base dell'i steria comune. Oppure ancora l'atta cco riproduce
quegli eventi che, per avere coinciso con un momen to di particolare
disposizione, hanno assunto la fun zione di traumi.
Vi sono per anche att acchi che apparen temente consistono solo
in fenomeni motori e ai quali manca una phase passionn eJle. Se, durant e un siffatto attacco di convulsioni generali, di irrigidiment o
catalett ico, o durant e un attaque de sommeil [accesso di sonno ], si
riesce a mett ersi in rapporto con la persona malata, o meglio ancora
[V edi lo schema di qu esto paragrafo nell'abbozzo III , sopra a p. 141.J
2 U.-M.CHARCO T, Leons sur /es ma/adies du syst me ne rveux, III (Parigi 1887) p. 261.J
185
186
STUDI
SULL'ISTERIA
\1
p. 40 3.J
COMUNICAZIONE
PRELIMINARE
duc e spontaneamente, cosi come sogliono presentarsi spontane amente anch e in noi i ricordi; per pu anch e essere provocato, cosi
come ogni ricordo pu essere ridestato secondo le leggi dell'associazione. La provocazione dell'attacco pu aversi o in seguito a stimolazione di una zona isterogena o in seguito a una nuova esperienza
che, per la sua somiglian za, dia risonanza all'esperienza patogena.
Speriamo di pot er mostrare che fra queste du e condizioni , apparen tem ent e tanto diverse, non esiste una differenza essenziale, e che in
ambedue i casi si tocca un ricordo iperestetico . In altri casi questo
equilibrio labilissimo: l'attacco appare come espressione del residuo
di coscienza ipnoide , ogni volta che la persona normale , essendo esaurita, perde la propria capacit di controllo . Non si pu escludere che
in tali casi l'attacco, spogliato del proprio significato originario, possa
anche riprodursi quale reazione motoria priva di contenuto.
Ricerche ulteriori dovranno stabilire da quali fattori dipenda il
fatto che un'indi vidualit isterica si manife sti con attacchi, o con
sintomi permanenti, o con un miscuglio delle due forme. 1
5.
Si comprende ora come il metodo di psicote rapia da noi esposto
possa guarire. Esso elimina l'efficienza della rappresentazione originariamente non abreagita, in quanto consent e al suo affetto incapsulato di sfociare nel discorso;e la conduce alla correzione associativa
traendola nella coscienza norm ale (nell'ipnosi leggera) o annullandola mediante suggestione del medico, cosi come accade nel sonnambulismo con amnesia.
Noi riteniamo che il vantaggio terap eutico nell'applicazione di
questo procedim ento sia not evole. Natura lmente non guariamo
l'ist eria in quanto predispo sizione, n possiamo agire contro il ritorno degli stati ipnoidi. Durante lo stadio produttivo di un'isteri a
acuta, inoltre , il nostro procedim ento non pu impedir e che i fenomeni fat icosamente eliminati vengano tosto sostitui ti da nuovi fe.
nomeni . Se per questo stadio acuto terminato e ne permangono
i residui sotto forma di attacchi e di sintomi isterici permanenti, il
nostro metodo li elimina spesso e per sempre, perch un metodo
radicale; ci sembra che in ci esso superi di gran lunga l'efficacia del [Vedi l' abbozzo di questo paragrafo in Sulla teoria de/l'attacco isterico, sopra a p.
143. Il soggetto degli atta cchi isterici sar ripreso da Freud negli scritti: Osservazioni generali sull'attacco isterico (1909), e Dostoevskij e il parricidio (1927).]
188
STUDI
SULL'ISTERIA
jli
Capitolo
Casi clinici
Breuer e Freud
ANNA
o. (Breuer)
STUDI
SULL'ISTERIA
12
dolo fare essa era venuta meno ai suoi doveri. Se la cosa si fosse \
ripetuta egli avrebbe affidato l'educazione delle bambine ad altre
mani. Era il periodo in cui essa si credeva ancora amata e in cui attendeva una ripet izione del primo intimo colloquio. Questa scena
aveva spezzato le sue speranze . Si era detta: "Se per una piccolezza
simile, nella quale per di piu sono del tutto innoc ente, pu aggredirmi e minacciarmi in questo modo, vuol dire che mi sono sbagliata,
e che egli non ha mai avuto per me un sentimento cli tenerezza . Questo gli avrebbe fatto avere maggiori riguardi ." Evidentemente stato
il ricordo di questa scena penosa che le si era presentata quando il
capo contabile aveva fatto il gesto di baciare le bambine e ne era
stato sgridato dal padre.
Ouando Miss Lucy venne nuovamente a trovarmi due giorni dopo
q;;st'ultima analisi, dovetti domandarle che cosa le fosse accaduto
di bello. Era come trasformata, sorrideva e teneva alta la testa. Per
un momento pensai di avere malgrado tutto interpretato male la situazione e che l'istitutrice delle bambine era diventata la sposa del
direttore. Ma essa respinse le mie ipotesi:
- Niente accaduto. che lei non mi conosce, mi ha vista soltanto malata e depressa. In genere sono sempre cosi serena. Quando
mi sono svegliata ieri mattina, l'in cubo era scomparso e da allora sto
bene.
- E che ne pensa ora delle sue speranze nella casa?
- Sono completamente lucida, so di non averne e non sar per
questo infelice.
- E andr ora d'accordo con le persone della casa?
- Credo che tutto sia dipeso principalment e dalla mia suscettibilit.
- E ama ancora il direttore?
- Certamente, lo amo, ma questo non mi fa piu soffrire. Uno pu
ben pensare e sentire per conto suo quello che vuole.
Le esaminai allora il naso e trovai quasi completamente ripristinata la sensibilit al dolore e ai riflessi; distingueva anche gli odori
ma in modo incerto e solo quando erano piuttosto intensi. Devo
per lasciare in sospeso la questione della misura in cui la malattia
del naso abbia avuto parte in questa anosm ia.
Tutta la cura era durata nove settimane. Quattro mesi dopo incontrai per caso la paziente in una delle nostre villeggiature. Era serena
e mi conferm che continuava a star bene.
MISS
LUCY
R,
Epicrisi
STUDI
12
M ISS
LUCY R.
2 7Q
286
STUDI
SULL'ISTERIA
12
Y.AT HARL"fA.
tutti quei litigi, allora allo 210 venuta un'ira insensata contro di
me; diceva sempre che ero io la colpa di tutto; se non avessi chiacchierato, non si sarebbe giunti alla separazione; mi ha sempre minacciata di farm i qualche cosa; quando mi vedeva da lontano, la faccia
gli si contorceva dall'i ra e si avventava contro di me con la mano
alzata. Sono sempre scappata davanti a lui e ho sempre avuto una
paura matta che mi acch iappasse in qualche posto cli sorpresa. La
faccia che vedo sempre adesso la faccia sua quando era furibondo."
Ques ta informazione mi ramment a il fatto che il primo sintomo
dell'isteria, il vomito, scomparso; l'accesso d'angoscia rimasto ,
acquistando un nuovo contenuto. Quindi si tratta di un'isteria in
buona parte "abreagita". Infatti poco dopo essa aveva effettivamente
comunicato la sua scoperta alla zia.
- E alla zia ha raccontato anche le altre storie, di quando egli la
insidiava?
- Si, non subito , ma in seguito, quando gi si parlava di separazione. Allora la zia aveva detto: 'Questo lo teniamo da parte, se fa
difficolt in tribunale , diremo anche questo.'
Si pu comprendere come proprio l'ultimo periodo, quando le
scenate paurose in casa eran divenute frequenti, quando lo stato di
lei aveva cessato di destare l'inter esse della zia, tutta occupata da
quelle lit i, cio il periodo dell'accumulo e della ritenzione, abbia
lasciato il proprio simbolo mnestico.
Spero che lo sfogo con me abbia in qualche modo giovato alla fanciulla cosi prematuram ente offesa nella sua sensibilit sessuale. Non
l'ho piu riveduta.
Epicrisi
288
STUDI
SULL ISTERIA
12
JCATHARINA,
280
S. Freud
PROGETTO
DI UNA PSICOLOGIA
\1
. d .
della carica. J?.:difficile giungere
. r "f legata a. un. m della
ug1are
d.
certi 1m1i,
coscienza attraverso queste con la un a reale determmaz10ne dd.
. Dobbiamo anche prendere in
. .
.
ente contra ittone.
J
z10111rec1procam .
11 uali la coscienza emerge ne
considerazione le circostan~e ne e q
Capitolo
Psicopatologia
Il primo capitolo di questo progetto conteneva tutto quanto poteva, in un certo senso a priori, essere dedotto dalle nostre ipotesi
fondament ali, modellat e e corrette in accordo con alcune esperienze
concrete. Questo secondo capitolo cerca, mediante l'analisi dei processi patologici, di determ inare ulteriormente i caratteri del sistema
fondat o sulle nostre ipotesi fondamentali. Un terzo capitolo, basato
sui due precedenti , tent er di costruire le caratteristic he del corso
psichico normale.
A. 1
r1.]
PSICOPATOLOGIA
DELL'ISTERIA
La coazione isterica
j2
249
Prima dell'analisi, A una rappresentazione sovraintensa che penetra nella coscienza troppo spesso, e ogni volta provoca lacrime .
Il soggetto non sa perch A lo fa piangere e considera ci assurdo,
ma non pu impedirlo.
.
Dopo l'ana lisi, si scopre una rappresentazione B la qale provoca
giustamente le lacrime, e che giustamente si ripete con frequenza
finch un complicato lavoro psichico, diretto contro di essa, non
viene compiuto dal soggetto. L'effetto di B non assurdo, appare
comprensibile al soggetto e questi pu persino combatterlo .
B si trova in una particolare relazione con A.
Si era verificata infatti una situazione composta di B +A. A era
una circostanza secondaria, mentre B era adatta a produrre quell'effetto duraturo. Ora, nella memoria, la riproduzione di questo evento
ha luogo come se A avesse preso il posto di B. A divenuto il
sostituto, il simbolo per B; di qui l'incongruit: A accompagnata
da conseguenze che non sembra meritare, perch non le si confanno .
Anche normalmente si ha tale simbolizzazione. Un soldato si sacrificher per una striscia di stoffa colorata attaccata a un'asta, perch
essa diventata il simbolo della sua patria , e nessuno considera
questo fatto nevrotico. 1
Ma il simbolo isterico si comporta differentemente . Il cavaliere
che combatte per il guanto della dama sa in primo luogo che il
guanto deve la sua importanza alla dama e, secondariamente, l'adorazione del guanto non gli impedisce affatto di pensare alla dama e
di servirla in alt ri modi. Ma l'isterico che piange per A non sa di
far questo per l'associazione A-B, e B stessa non ha alcuna importanza nella sua vita psichica. In questo caso il simbolo ha sostituito
completamente la cosa.
Ci vero nel modo piu assoluto. E facile convincersi che per
ogni stimolo esterno o associazione che dovesse di fatto investire B,
A che penetra nella coscienza al suo posto . Certo, si pu scoprire
la natura di B dalle circostanze che provocano, stranamente, l'eme rgere di A.
1
[Lo stesso esempio ricorre nell'Interpretazione dei sogni (1899) p. 168. In questo
scrit to, Freud sembra usare la "simbolizzazione" nel senso molto generale di "spostamento", mentre negli Studi sull'isteria (1892-95) pp. 177, 362 aveva usato il termine
nel senso piu ristretto della " conversione" di stati ment ali in sensazioni fisiche. Entrmnbi gli usi sono solo scarsamente connessi con il significato del termine degli scritti
posteriori di Freud. I vari usi del concetto di "simbolo" saranno discussi da Freud nelle
prime pagine della lezione 10 della Introduzione alla psicoanalisi (1915 -17).]
PR OGETTO
250
Dl UN A PSICOLOGIA
j2
V11111111
1 11f 1
PROGETTO
DI UNA P S ICOLOGIA
Il
53
spiegare come mai nel caso di un processo dell'Io si hanno conseguenze che siamo abituati a incontrar e solo nei proc essi primari. Dobbiamo aspettarci di incontrare speciali condizioni psichiche. L'osservazione clin ica c'insegna che tu tto questo si verifica solo nella sfera
sessuale, e-quindi forse le speciali condizioni psichiche devono essere
spiegate con le caratteristiche natur ali della sessualit .
O ra, troviamo nella sfera della sessualit una particolare costellazione psichica che pu servire ai nostri scopi. Essa ci nota empiricamente e vogliamo illustrarla con un esempio.i
Attualmente Emma soggiace alla coazione di non poter entrare
in un negozio da sola. A fondamento di questo, essa pone un ricordo che risale all'et di dodici anni (poco dopo la pubert). Entrata in un negozio per comprare qualcosa, vide i due commessi
(dei quali ne ricorda uno) che ridevano insieme e, presa da un certo
a~~tto di spavento, usd precipitosament e. In connessione a ci, poss1b1leportare in luce il pensiero che i due uomini ridevano del suo
vestito e che uno di loro l'attr aeva sessualmente.
Sia il legame che unisce questo framment o che le conseguenze
dell'esperienza sono incompr ensibili. Se ha provato dispiacere perch
si rideva del suo vestito, questa sensazione avrebbe dovuto correggersi molto t empo fa: sin da quando cominci a vestirsi come una
signora. N modifica in alcun modo i suoi abiti l'and are in un negozio da sola o in compagnia. Che non si tratt.i semplicemente del
bisogno di protezione mostrato dal fatto che, come avviene nei
casi di agorafobia, la comp agnia di un bambino sufficiente a darle
sicurezza. Del tutto separato il fatto che uno degli uomini la attraeva, ma anche qui l'essere accompagnata non mute rebbe nulla.
Qu indi i ricordi suscitati non spiegano n la coazione n la determina zione del sintomo.
Un'ulte riore ricerca mette in luce un secondo ricordo che essa
nega di aver avuto in mente al momento della scena 1. N lo si pu
provare in alcun modo . Quando era una bambina di otto anni
entr due volte da sola in un negozio per comprare alcuni dolci ~
qu el brav'uomo del negoziante tocc i suoi genitali attraverso i
vestiti . Nonostan te la prima esperienza essa vi era ritornata una
seconda volta, poi aveva cessato di andarvi. Ora si rimprovera per
essere ritornata la seconda volta dal negoziante, come se avesse vo1
l'ROGETTO
Df
UNA PSICOLOGIA
PS ICOPATO LOGIA
\1
254
luto in tal modo provocare l'assalto. Difatti uno stato di "p esante
cattiva coscienza" dev'essere ricondotto a questa esperienza.
Possiamo ora comprendere la scena 1 (con i commessi) se la colleghiamo con la scena n (con il negoziante). T utto ci di cui noi abbisogniamo scoprire un legame associativo tra le due scene. Essa
stessa nota che esso fornito dalla risata: la risata dei commessi le
ricorda il ghigno con il quale il negoziante aveva accompagnato i
suoi assalti. Tutto il processo pu ora venire ricostruito come segue.
I due commessi ridono nel negozio e questa risata rievoca (inconsciamente) il ricordo del negoziante. La situazione inoltre ha un'altra somiglianza: in entrambi i casi, essa era sola nel negozio. In sieme al negoziante, viene ricordato il suo tocco attraverso i vestiti;
ma dopo di allora essa ha raggiunto la pubert . Il ricordo risveglia, .
cosa che non poteva certo fare allora, una scarica sessuale che si
cambia in angoscia. Con quest'angoscia, teme che i commessi possano ripetere l'assalto e fugge.
certo che ci troviamo di fronte a due generi di processi emischiati fra loro e che il ricordo della scena n (con il negoziante) si
verificato in uno stato diverso rispetto all'altra. Il susseguirsi degli
avvenimenti pu essere raffigurato come segue [fig. 5]:
Vestiti
;,~--
Commessi
Negoziante
Risata
=o-~ssere
:s~~J...
:
Vest~ti
sola
~Negozio
(..-~Fuga
-
---O
Assalto ..
Q
[Figura ;.}
di non rimanere sola nel negozio a causa del pericolo di venire assalita, abbastanza logicamente costruita, prendendo in considerazione tutt i gli elementi del processo associativo. Eppure nulla del
processo presentato nella parte inferiore [della figura] entrato nella
coscienz:i, eccetto l'elemento "vestiti", e i pensieri funzionanti coscientement e hanno fatto due falsi nessi 1 nel materiale disponible (commessi, risata, vestiti, sensazione sessuale): si era riso di lei a causa dei
suoi vestiti ed era rimasta sessualmente eccitata da uno dei commessi.
L'intero complesso 2 (contrassegnato in chiaro) rappresenta to
nella coscienza dalla sola rappresentazione dei "vestiti", evidentemente la piu innocente. A questo punto si verificata una rimozione accompagnata da simbolizzazione . Il fatto che la conclusione
finale - il sintomo - sia stata costruita in modo del tutt o corretto
cosi che il simbolo non ha parte in essa, propriamente un a parti:
colarit del caso.
Si potrebbe dire che sia abbastanza abituale, per una associazione,
passare attraverso anelli intermedi inconsci prima di arrivare a uno
cosciente, come accaduto qui. L' el'emento che entra nella cos~ienza allora prob abilmente quello che suscita un interesse speciale. Ma, nel nostro esempio, degno di nota proprio che sia
entrato nella coscienza non l'eleme nto che desta int eresse (l'assalto),
ma un altro come simbolo (i vestiti). Se ci domandiamo quale possa
essere stata .la causa di questo processo patologico int erpolato , noi
possiamo indicarne una sola: la scarica sessuale, della quale v' testi monianza anche nella coscienza. Essa collegata al ricordo dell'assalto; solo merita la maggiore attenzione il fatto che essa non era
collegata all'assalto quando questo venne sperimentato. Abbiamo
qui l'esempio di un ricordo che produce un affetto che non aveva
prodotto allo stato di esperienza, perch nel frattempo i cambiamenti della pub ert hanno reso possibile una diversa comprensione
dei fatti ricordati. 3
1 [Vedi sopra p. 126, n. 3.]
[5i noti l'uso del t ermine in un'accezione la cui introd uzione solitamente attribuita
nlla scuola di Zurigo, ma che gi figura negli Abbozzi per la "Comunicaz ione preliminare "
(1892) p. 141 e n. 2, e ne gli Studi sull'isteria (1892-<)5) p . 231n. (in questi ult imi anche
usato da Breuer).]
3 [L'ipotesi qui avanzata (e discussa nei due paragrafi seguenti) caratterizza le idee di
\ireud sull'etiologia dell'is teria in questi anni. Esaminata con maggiore elaborazione in
11~nlunga nota (vedi oltre p. 311, n. 1) delli: Nuove osservazioni sulle neuropsico si da
difesa (1896 ), scritte po~o do~o il Proge tto, non verr abbandonata del tutto neppure
tlnpo la scoperta, pos.teno~e d1 un anno o due, della sessualit infantile e di:lla persi1tm1za delle sue puls1on1 mconsce, m quanto la nozione dell" 'azione d ifferita" di un
l111
uma figurer in una n ota in Dalla storia di una nevrosi infantile (1914) S 4.]
2
25 ;
PROGETTO
DI UNA PSICOLOGIA
12
:i-
PSICOPATOLOGIA
:i.s1
PROGETTO
DI UNA PSICOLOGIA
j2
tanto piu difficile per l'Io l'attivit di pensiero che, come ogni
cosa tende a dimostrare, consiste nello spostamento sperimentale di
piccole Q11[pp. 237sg.]. La "riflessione" un'attivit dell'Io che richiede tempo; essa diviene impossibile quando il livello affettivo
coinvolge forti Q11
. Di qui, la precipitazione nello stato affettivo e
la scelta di vie simili a quelle del processo primario.
quindi compito dell'Io non permettere la liberazione di affetto,
giacch questa permetterebbe allo stesso tempo un processo primario. Il suo migliore strumento per questo scopo il meccanismo
d~ll'attenzione. Se un investimento che scatena dispiacere potesse
sfuggire all'attenzione, l'intervento dell'Io arriverebbe troppo tardi;
ma questo precisamente ci che si verifica nel caso del proton
pseudos isterico. L'attenzione orientata [di solito] sulle percezioni,
che generalment sono occasione di liberazione di dispiacere. Ma
qui non si tratta di una percezione bensi di una traccia mnestica,
la quale libera inaspettatamente dispiacere, e l'Io ne viene a capo
solo troppo in ritardo: ha permesso un processo primario perch
non ne aspettava alcuno.
Esistono, tuttavia , anche altre occasioni nelle quali i ricordi liberano dispiacere e, certo, nel caso di ricordi recenti questo si verifica
normalmente. Se il trauma (un'esperienza di dolore) si verifica per la
prima volta quando esiste gi un Io - i primissimi traumi sfuggono
in genere all'Io .,....si verifica una liberazione di dispiacere, ma l'Io
entra simultaneame nte in attivit creando investimenti laterali. Se
in seguito si ripete l'investimento del ricordo, anche il dispiacere
si ripet e, ma le facilitazioni dell'Io sono gi presenti; e l'esperienza
mostra che questa seconda liberazione [di dispiacere] gi minore
finch, dopo ulteriori ripetizioni, essa si riduce a nulla piu di un
segnale di intensit accettabile dall'Io [vedi p. 231]. Si tratta dunque
soltanto del fatto che vi un'in ibizione da parte dell'Io in occasione della prima liberazione di dispiacere, che il processo non si
verifica come un' esperienza affettiva primaria postuma; ma proprio
questo ci che in realt succede quando , come nel caso del proton
pseudos isterico, la liberazione di dispiacere prende occasione da
un ricordo.
Questo conferma l'importanza di una delle condizioni da noi indicate [p. 256] e fornite dall'esperienza clinica: il ritardo deila pubert rende possibili processi primari postumi.
[Capitolo 3]
Tentativo di rappresentare i processi r/; normali
S ottobre 189 5
[1.J
Deve.ess~re possibile un a spieg:.1zionemeccanica [p. 211] di queilo
che .ch1am1amo "processo secondario", basandoci sugli effetti prodoth da un gruppo di neuroni con carica costante (Io) su un altro
gruppo di neuroni con cariche mutevoli. Comincer con un tentativo di descrizione psicologica di siffatti processi.
Se ho da una parte l'Io , dall'altra percezioni, vale a dire cariche
m r/; aventi origine da rp (dal mondo esterno), allora devo trovare
un meccanismo che induca l'Io a seguire le percezioni e a influenzarle. Questo meccanismo consiste nel fatto che secondo le mie
ipotesi, una percezione invariabilmente eccita ~. cio trasmette
segn_i di qualit . Per dirla con maggiore precisione, essa eccita la
coscienza (la coscienza di una qualit) in w, e la scarica dell'eccitamento w, come ogni scarica, fornisce a r/; un'informazione, che in
sostanza costituisce il segno di qualit. Suppongo quindi che siano
questi segni di qualit che interessano e/Inella percezione [p. 239].
9uesto sarebbe il meccanismo dell'attenzione psichica. Trovo diffic1le dare una spiegazione meccanica (automatica) del suo insort;cre.1 Pertanto io credo che essa sia biologicamente determinata~
cio. che sia sopravvissuta nel corso dell'evoluzione psichica perch
0 ~ 111.alt:o comportamento di r/; stato escluso per via dello sviluppo
d1 d.1sp1acere:L'effetto dell'attenzione psichica di investire gli
s1css1 neurom che sono portatori dell'investimento percettivo. Que,l o stato ha un prototipo nell'esperienza di soddisfacimento [p. 223J
1 [Ma vedi sott o p. 26~. "".'edianche u~'osservazione di Breuer negli Studi sull'isteri;
a
l11d1cnre
che nel cervello in attivit )"'eccitamento tonico intracerebrale" non ri artito
1111,f
onnemente.]
P
( ' H'?2-95) p. 342, dove cita 11concetto d1 Exner della "facilitazione per attenzione"
S. Freud
306
LE NEUROPS!COSI
DA DIFESA
In un mio breve saggio del 1894 (Le neuropsi cosi da difesa) ho raggruppato , sotto il nome di "neuropsicosi da difesa", l'isteria, le ossessioni, nonch alcuni casi di confus ione allucinatoria acuta, in quanto
queste affezioni hanno tutte un punto in comun e: i loro sintomi provengono dal meccanismo psichico della difesa (inconscia),
cio dal tentativo di rimuovere un a rappresentazione incompatib ile
entrata in penoso conflitto con l'Io del malato. Successivamente, in
alcuni passi dell'opera, del dottor Breuer e mia, Studi sull'isteria,ho
potuto spiegare, riport ando alcune osservazioni cliniche, in qua le
senso tale processo psichico della "difesa" o della "rimozione"
vada inteso. In quella stessa opera si ritrovano alcuni dati sul metodo della psicoanalisi 1 (faticoso, ma assolutamente sicuro), di cui
mi servo in queste mie indagini, le quali costitu iscono, al tempo
stesso, una terapia.
Le esperienze di questi ultimi due anni hanno rafforzato la mia
I cndenza a considerare la difesa come il nucleo del meccanismo psichico delle suddette nevrosi, e mi hanno inoltre permesso di dare
un fondamento clinico alla teoria psicologica. Con mia stessa sorpresa, ho tro vato alcune soluzioni, semplici ma ben precise, del problema della nevrosi, soluzioni delle quali mi limiter, per ora, a dare
brevemente noti zia nelle pagine che seguono. Il carattere della
presente comunicaz ione non mi consente di corredare le mie asseri.ioni delle prove che esse richiedono; spero tuttavia di assolvere
q11csto impegno in una prossima, piu particolareggiata esposizione.2
rr,:questa la
111llll
111
308
1.
NUOVE
309
t Io stesso riten go che le aggressioni cosi frequentem ente denun ciate . d:igl i l~l 1111I
siano invenzioni ossessive che provengono dalla traccia mnest ica del traum a mfo11l1lt1,
OSSERV AZIONI
IFrcnd omette
qui di notare che in molti casi il seduttore apparente era il padre, come
l111n1
r comunicher a Fliess, per esempio nella lettera del 6 dicembre 1896 . Di aver sop11111~11 Inie notazione in due dei casi gi riportati negli Stud i sull' isteria (1892-95) Freud
1ll1il 11\ iu note aggiunte a quel libro nel 1924 (vedi ivi pp. 289 e 322).]
310
LE NEUROPSICOSI
NUOVE OSSERVAZIONI
DA DIFESA
della sorella; per quanto lo riguardava, egli era stato sedotto dal cugino, e di quest 'ultimo si sapeva in famiglia ch'era stato la vittima
della sua bambinaia.
Non posso dire con certezza fino a quale et massima del soggetto
un'offesa sessuale possa agire come fattore etiologico dell'isteria;
dubito per che la passivit sessuale renda possibile la rimozione
dopo l'ottavo-decimo anno d'et, 1 a meno che ci non sia dovuto
a esperienze precedenti. Il limite minimo si estende sin dove pu
giungere la capacit di ricordare, cio fino all'et, teneri ssima, di
un anno e mezzo o due anni! (ho avuto due casi). In un buon nu mero dei casi il trauma sessuale (o la serie dei t raumi) si era verificato verso il terzo o quarto anno di et. Non presterei fede a questi
straordinari reperti, se essi non venissero completamente avvalorati
dalla successiva insorgenza della nevrosi. In tutti i casi un a somma
di sintomi morbosi, di abitudini e di fobie trova spiegazione solo se
si risale a questi episodi infantili , e la strutturazione logica delle
manifestazioni nevrotiche rende impossibile rifiutare questi ricordi,
tanto fedelmente conservati, che emergono dall'infanzia. Certo, sarebbe perfettamente inutile interpellare, fuori della psicoanalisi, un
soggetto isterico su questi suoi traumi infantili , la cui traccia non
mai reperibile nel ricordo cosciente, ma soltanto nei sintomi della
malattia .
Si pu dimostrare che le esperienze e gli eccitamenti i quali, nel
periodo di vita successivo alla pubert, preparano o cagionano lo
scoppio dell'isteria, agiscono soltanto riattivando la traccia mnestica
di quei traumi infantili; questa traccia non diviene cosciente neppure allora, ma conduce alla liberazione di affetto e alla rimozione.
Con questa particol are funzione dei traumi piu recenti , concorda il
fatto che per essi non valgono le rigide condizioni dei traumi infantili, ma possono variare per int ensit e natura, andando dalla reale sopraffazione sessuale ai semplici approcci sessuali, alla percezione di
atti sessuali compiuti da altri, o all'apprendimento di notizie riguardanti le cose sessuali.2
1 [Questa et quella della "maturit sessuale ". Vedi le precisazioni nella secondn
nota che segue e a p. 3 52.J
.
.
. .
2 Ne l mio saggio Legitt imit di separare dalla nevrastenia un preciso complesso dt s111
tomi come " nevrosi d'angoscia" (1894) ho ricordato [vedi sopra p . 162] che "il pr111111
conta tto con il problema sessuale ... pu provocare, in ragazze prossime alla matunl 1\,
una nevrosi d'angoscia combinata in modo quasi tipico con isteria". Oggi so che l'o cc;i
sione in cui si manif esta una tale angoscia virginale non corr_isponde affatto al pri11111
in contr o con la sessualit, ma che invece m questi soggetti si verificato, negli a111JI
311
312
LE
l'effetto immediato di pratiche sessuali nocive, cosa che gi ho spiegato nel mio saggio sulla nevrosi d'angoscia (1894); le due nevrosi
da difesa sono invece conseguenze mediate di incidenti sessual\
accaduti prima della maturit sessuale, conseguenze cio delle tracce
mnestiche di tali eventi. Le cause attu ali producenti la nevrastenia
e le nevrosi d'angoscia han no spesso anche il ruolo di cause atti vanti per le nevrosi da difesa; d'altra part e, le cause specifiche della
nevrosi da difesa, cio i traumi infantili , possono ugualment e porre
le basi di una futura nevrastenia. Infine, non nemme no raro che
una nevrastenia o una nevrosi d'angoscia siano mantenut e attive,
invece che da attuali pratiche sessuali nocive, soltanto dall'effett o
perdurante del ricordo di traum i infanti li.1
2.
NUOV E OSSERVAZIO NI
S. Freud
Etiologia dellisteria
1896
ETIOLOCIA DELL'ISTERIA
332
raccogliere conferme per racconti di altre persone, ammalate o no, coinvolte in quegli episodi.
. .
Nella prima parte della conferenza Freud s1 diffonde _a parlare del
modo come procede nell'analisi la evocazione del matenale ~ttraverso\
catene associative che si intersecano, che convergono verso 11 terreno \
dei fatti sessuali, e che alla fine conducono a episodi sessuali localizzati
nella prima infanzia.
.
Notevole il fatto che all'inizio della conferenza Freud, per descrivere
questo lavoro, propone un 'analogia col lavoro di scavo di un arch~ologo.
Si comprende come nel 1906 Freud, quando. mtrapre s~ u_no studi? analitico sulla novella di Wilhelm Jensen, Gradiva, le cm vicende s1 svolgono a Pompei, e in cui si narra di. ~na fanciull~ che compie su u~
giovane archeologo affetto da ~n deh'.1?, per guanrlo, un lav?ro cor:1spondente a quello di ~na ps1coanahs1, usando spesso, un h~guagg1~
di esplorazione archeologica, dovesse rimanere colpito. L analogia da lm
prospettata dieci anni prima in questa conferenza doveva trovare una
tale strana conferma in un'opera di fantasia.
Anche per la presente conferenza, F~eu~ riproducendola nelle Gesa7:1melte Schriften aggiunse (come per 1 articolo precedente) una nota m
cui distingue gli elementi, che possono .continuare a considerarsi ~alidi
per la spiegazione dell'isteria, dalla teona del trauma sessuale specifico,
che invece ripudiata.
Etiologia dell'isteria
1.
H4
ETTOLOCIA DELL'ISTE1l!A
potesse procedere indipe ndent emente dai dati forniti dal paziente.
Il dermatologo, per esempio, sa riconoscere la natura luetica di
un 'ulcerazione dall'aspetto dei bordi, dal contorno, dalla patina\
senza lasciarsi fuorviare per nulla dalle asserzioni del malato, il quale\
nega la fonte d'infezione. Il medico legale sa identificare la causa di
una ferita anche quando deve fare a meno delle informazioni fornite
dal ferito. Ora, una tale possibilit di risalire all'origine partendo dal
sintomo sussiste anche per l'isteria, ma per spiegare la relazione tra
il metodo che ci proponiamo di adottare a questo scopo e il vecchio
metodo dell'anamnesi, vorrei prima esporvi un'analogia tratta da un
campo d'indagine in cui si verificato un notevole progresso.
Supponiamo che un esploratore giunga in una regione poco nota,
in cui una zona archeoogica, con rovine di mura, frammenti di colonne, lapidi dalle iscrizioni confuse e illeggibili, abbia suscitato il
suo interesse. Egli potr accontentarsi di osservare quanto possibile vedere, recarsi da coloro che abitano la zona, magari semibarbari, per interrogarli su quanto la tradizione ha tramandato loro
circa la storia e il significato di quei resti monumentali, annotarsi le
risposte ottenute e ... ripartire. Egli tuttavia pu anche agire in un
altro modo; pu aver portato con s zappe, pale e vanghe, pu munire di tali strumenti gli abitanti del luogo, rimuovere con loro dalla
zona archeologica le rovine ivi giacenti e scoprire, dai resti visibili,
altri pezzi sepolti. Se il suo lavoro sar coronato da successo, i reperti
archeologici si spiegheranno da soli: i resti di mura si dimostreranno
appartenenti al periplo di un palazzo o di una camera del tesoro;
dalle rovine delle colonne sar possibile ricostruire u n tempio, mentre le numerose iscrizioni scoperte, bilingui nei casi piu fortunati ,
riveleranno un alfabeto e una lingua e, una volta decifrate e tradotte , permetteranno di ritrarre un'insperata conoscenza. degli avvenimenti del passato, avvenimenti in memoria dei quali quei monumenti erano stati eretti. Saxa Ioquuntur!
Se vogliamo che i sintomi di un'isteria divengano in maniera abbastanza analoga i testimoni vivi e parlanti della genesi della malattia, dovremo necessariamente rifarci all'importantissima scoperta
di Josef Breuer: i sintomi dell'isteria (stigmate a parte) devono
la propria determinazione a esperienze particolarmente traumatiche
nella vita del malato, che sono riprodotte nella forma di simboli
mnestici I nella sua vita psichica. Valendosi dunque del metodo di
1
[Vedi sopra p.
125,
n. 1.]
3H
337
i ricordi (per simultanei t, causa-effetto, per somiglianza di contenut o), sia la caratteri -
22
nB
ETIOLOGIA DELL'!STF.R!A
ETIOLOGIA
DELL ISTERIA
33(}
Io reputo davvero sorprendente che i sintomi isterici possano prodursi soltanto per l'azione concorrente dei ricordi, soprattutto se si
considera che questi ricordi, stando alle concordi asserzioni dei pazienti, non affiorarono alla coscienza nel momento in cui il sintomo
comparve per la prima volta. Vi qui materia per molte riflessioni
ma, per ora, questi problemi non devono indurci a perdere di vist
la nostra mta: l'etio logia dell'isteria. Piuttosto , dovremo chiederci:
dove arriveremo seguendo le catene dei ricordi associati rivelateci
dall'analisi? fin dove si estendono? avranno mai, e dove, un loro termine naturale? ci porteranno ad avvenimenti in qualche modo simili, per contenuto o per l'epoca in cui ebbero luogo, cosf che ci sia
possibile scorgere, in questi fattori costantemente simili, la ricercata
etiologia dell'isteria?
L'esperienza finora acquisita mi consente di rispondere subito a
queste domande . Partendo da un caso clinico ricco di sintomi,
per mezzo dell'anal isi perveniamo , da ognuno dei sintomi, a una sequenza di episodi, il ricordo dei quali vicendevolmente concatenato per via associativa. Le singole catene mnestiche seguono percorsi a ritroso inizialmente ben distinti, ma poi, come gi detto, si
ramificano; da una scena si dipartono contemporaneamente due o
piu ricordi, dai quali a loro volta hanno origine catene collaterali, i
cui singoli elementi possono di nuovo intrecciarsi, per via associativa, con gli elementi della catena principale. Il paragone con l'albero genelogico di una famiglia nel quale spesso figurino unioni tra
consanguinei qui tutt'a ltro che improprio. Altre complicazioni
provengono dal fatto che una singola scena di una data catena associativa pu essere risvegliata piu volte, di modo che essa presenta
molteplici relazioni con una scena di data posteriore, e appare a
questa legata e per concate nazione dirett a e per concatenazione da
elementi intermedi. In breve, si tratta di una connessione per nulla
semplice, e la scoperta delle scene in ordine cronologico inverso
(fatto che giustifica il paragone con gli scavi di una zona di rovine
archeologiche) certamente non comporta la rapida comprensione di
tutto il processo.
Altre nuove complicaz ioni sorgono continuando ulteriormente l'analisi. Le catene di associazioni dei singoli sintomi prendono infatti
a incrociarsi; gli alberi genealogici si intrecciano l'uno con l'altro. In
nn determinato episodio della catena mnestica, corrispondente per
esempio al vomito, oltre agli elementi pregressi di questa catena
stato risvegliato anche un ricordo che fa parte di un'altra catena e
340
341
342
ETIOLOGIA DELL'ISTERIA
ET!OLOG!A
DEL L 'ISTERIA
343
facile indovinare, Signori, che non avrei tanto a lungo ind ugiato
su quest'ultima linea di pensiero , se non avessi voluto rendere accettabile il fatto che essa l'unica in grado di condurre, dopo tante
esitazioni, alla mta perseguita. In realt, il nostro noioso e difficile
lavoro analitico giunto al termine, poich a questo punto troviamo
una risposta a ogni domanda e previsione fatte finora. Perseverando
nel penetrare, con l'analisi, fino alla prima infanzia, fin dove pu
giungere la capacit umana di ricordare, in tutti i nostri casi riusciremo a provocare nel paziente la rievocazione di episodi che, per
il loro particolare carattere e per le relazioni che essi presentano
con i sintomi morbosi piu tardi sopravvenuti, vanno necessariamente
considerati come la_ ricercata etiologia della nevrosi. Queste esperienze infantili hanno di nuovo un contenuto sessuale, ma oltre a
ci sono anche di natura ben piu uniforme delle scene della pubert
ritrovate in precedenza. Non si tratta piu della rievocazione del
tema sessuale sollecitata da una qualsiasi impressione sensoria, ma
344
di un'esperienza sessuale provata sul proprio corpo, di un vero e proprio rapporto sessuale (in senso lato) . Mi si vorr concedere che la
importanza di tali scene basta a s stessa e non ha bisogno di altre
basi, e a ci si aggiunga che, nei particolari di esse, sar---semprepossibile reperire quegli elementi determinanti non trovat i nelle alt re
scene accadute poi, ma rievocate per prime.
Io affermo quindi che alla base di ogni caso di isteria vi sono uno
o piu episodi di esperienza sessuale precoce della prima infanzia,
episodi che il lavoro analitico in grado di rievocare nonostante i
decenni trascorsi.1 Ed , questa, una scoperta che io considero importantiss ima, la scoperta del caput Nili [sorgente del Nilo] nella
neuropato logia, anche se ancora non so bene da che parte incominciare per proseguire nell'esposizione particolareggiata di queste circostanze. Dovr esporvi i fatti emersi dalle mie analisi, o non piuttosto cercare di occuparmi della massa di dubbi e obiezioni, che ho
ragione di credere si sia gi imposta alla vostra attenzione? Sceglier
quest'u ltimo partito, e chiss che, sui fatti, non pot remo soffermarci poi con maggiore tranqui llit.
a) Coloro che si oppongono radicalmente alla concezione psicologica dell'isteria, non hanno rinunciato alla speranza che un giorno
sia possibile ricondurre i sintomi dell'isteria a "sotti li mod ificazioni
anatomiche", e respingono la teoria secondo la quale le basi materiali delle mod ificazioni isteriche non possono che essere analoghe
a quelle dei nostri normal i processi mentali; costoro non potranno
certamente nutrire alcuna fiducia nei risultati delle nostre analisi; le
differenze di principio esistenti tra le loro premesse e le nostre ci
svincolano per dall'obbligo di convincerli punto per punto.
Ma anche altri, pur essendo meno contrari all'interpretazione psicologica dell'isteria, potrebbero essere tentati, una volta posti di
fronte ai nostri risultati, di chiedersi quale sicurezza offra mai l'impiego della psicoanalisi, se non potrebbe forse darsi che sia stato il
medico a imporre al paziente, quali sedicenti ricordi, tali scene, oppure il paziente a suggerire al medico deliberate invenzioni o libere
fantasie che questi prende per vere. A questo interrogativo posso
rispondre sottolineando che qualsiasi generica obiezione sulla sicurezza del metodo psicoanalitico pu essere sollevata e sormon tata soltanto quando si disponga di un a completa conoscenza della
t
ETTOLOG!A DELL'IST
E RIA
345
tecnica e dei risultati del metodo stesso; le obiezioni relative all'autenticit delle scene sessuali 1 infantili possono invece essere fin
d'ora confutate da piu di un argomento. In primo luogo, il comportamento che il paziente rivela mentre rievoca queste esperienze infantili , sotto ogni punto di vista, del tutto inconcil iabile con il
sospetto che queste scene non corrispondano a una realt penosamen te ritrovata ed assai malvolentieri ricordata. Prima di sottoporsi
all'analisi, il malato non sa nulla di queste scene ed solito ribellarsi quando lo si avverte del loro prossimo riaffiorare; solo la
forte coercizione del trattamento pu indurlo a rievocarle; mentre richiama alla coscienza queste esperienze infantili, soffre a causa
di violente sensazioni delle quali si vergogna e che aspira a nascondere, e anche dopo averle rivissute fino in fondo e in modo tanto
convincente , tenta di non prestarvi fede sottolineando di non aver
provato , come invece era accaduto rievocando altri fatti dimenticati ,
la sensazione di stare ricordando. 2
Quest'u ltimo particolare comportamento si dimostra assolutamente probante . A che scopo, infatti , il soggetto tenterebbe di comunicarmi tanto risolutamente la sua incred ulit, se egli stesso
avesse inventato , per un qualsiasi motivo, i fatti ai quali vuole poi
togliere ogni valore di verit?
L'ipotesi che sia il medico a imporre al paziente reminiscenze di
questo tipo, a suggerirgliene la rappresentazione e la rievocazione,
invece meno comodamente oppugnabile ma, mi sembra, altrettanto
insostenib ile. A me non mai riuscito di imporre a un paziente la
scena che mi aspettavo si presentasse, a imporgliela in modo che
questi sembrasse riviverla con tutte le sensazioni appropriate. Pu
darsi per che alt ri possano ottenere un maggior successo.
La realt delle scene sessuali infantili ulteriormente convalidata
da tutta una serie di altre prove. Innanzi tutto, l'uniformit di certi
particolari , uniformit che deve risultare dalle premesse simili che si
ritrovano in tutti questi episodi; natur almente, sempre che non la
si voglia attribuire a un accordo segreto stretto tra i singoli pazienti.
E poi, il fatto che non di rado i malati descrivono come innocuo un
episodio il cui significato essi evidentem ente non afferrano, dato
[Per il t ermine "scena sessuale" (Sernalszene) vedi sopra p. 58, n. 2.]
(Nota aggiunta nel 1924) Tutto ci esatto, ma bisogna tener presente che, allora,
io non mi ero ancora liberato dalla tend enza a sopravvalutare la realt e a sottovalut are
la fantasia. [Vedi il commento dello stesso genere, sempre del 1924 , n ello scritto precedente, p . 312, n. 1.]
2
ETIOLOGIA
DELL'ISTERIA
ETIOLOGIA DELL'ISTERIA
347
ETIOLOC IA DELL'ISTERIA
348
vrebbe aspettare dalle scarse precauzioni prese al riguardo dai genitori. Non appena incominciai a informarmi su quanto si conoscesse
sull'argomento, alcuni colleghi mi segnalarono che gi erano comparse varie pubblicazioni di pediatri, nelle qua_!i--veniva
den~ncia:a la
frequenza con cui le balie e le bambinaie fanno oggetto d1 pratiche
sessuali persino i lattanti. Alcune settimane fa ho anzi potuto avere
tra le mani uno studio effettuato a Vienna dal dottor Stekel, nel
quale viene esaminato il problema del Coito nell'inianzia.1 Non ho
avuto il tempo di raccogliere altri dati bibliografici, ma se anche
questi dovessero essere in numero limitato, lecito tuttavia aspettarsi che, una volta dedicata una maggiore attenzione a quest'argomento, potremo avere la rapida conferma della grande frequenza
dell'attivit e delle esperienze sessuali in et infanti le.
Infine i risultati delle mie analisi parlano da s: in tutti i miei
diciotto ' casi (sei uomini e dodici donne) di isteria pura e di isteria
combinata con rappresentazioni ossessive, sono riuscito, come ho gi
detto, a venire a conoscenza di tali esperienze sessuali infantili. A
seconda dell'origine della stimolazione sessuale, posso dividere la
mia casistica in tre gruppi. Nel primo ho riunito le aggressioni,
cio i tentativi singoli o comunque isolati di abusare di bambini, per
lo piu di sesso femm inile, da parte di estranei adulti (i quali sapevano come evitare l'offesa grossolana, meccanica), senza che vi fosse
questione di condiscendenza da parte del bambino e in cui prima
conseguenza dell'episodio fu solo lo spavento. Un secondo gruppo
formato da casi, assai piu numerosi, nei quali una persona adulta
alle cui cure il bambino era stato affidato (nutrici, bambinaie , governanti, maestri, spessissimo, purtroppo, anche un parente stretto 2 )
inizi il bambino al rapporto sessuale e mantenne con lui una relazione amorosa, sviluppata altres1 dal lato spirituale, protratta spesso
anche per anni. Del terzo gruppo fanno parte, infine, i rapporti
infantili veri e propri, e cio i casi di relazione sessuale tra due
bambini di sesso diverso, per lo piu fratelli, prolungati spesso oltre
la pubert e comportanti le piu persistenti conseguenze per la
coppia. Nella maggior parte dei miei casi notai l'azione combinata
di due o pi di tali etiologie; in alcuni casi, il sovrapporsi di esperienze sessuali di tipo diverso era veramente impressionante. Questa
singolarit delle mie osservazioni comunqu~ f~cilment_ecompr: 11
sibile se si tiene presente che ho trattato casi d1 malattia nevrol1c-:1
1 W. STEKEL,
ETIOLOGIA
349
pro
350
3 51
dell' isteria dopo la pubert. Allora spiegai che l'insorgenza dell'isteria pu essere quasi sempre ricondotta a un conflitto psichico, in quanto una rapp resentazione incompatibile determina la
difesa dell'Io e provoca la rimozione. A quell'epoca per non mi fu
possibile precisare in quali circostanze questo moto di difesa pu
avere l'effetto patologico di respingere nell'inconscio il ricordo penoso all'Io e di creare, al posto di esso, un sintomo isterico. Tale
precisazione la posso fare oggi: la difesa riesce nel suo int ento di
respingere dalla coscienza la rappresentazione incompatibil e, se nel
soggetto, fino a quel momento sano, sono presenti episodi sessuali
infantili nella forma di ricordi inconsci, e se la rappresentazione che
va rimossa pu essere posta in connessione logica o associativa con
un 'esperienza in fantile di questo genere.
E poich lo sforzo di difesa dell'Io dipende dall'inter~ sviluppo
etico-intellettua le del soggetto, ecco che non siamo piu all'oscuro
sul perch, nelle classi inferiori, l'iste ria sia molto piu rara di quanto
non esigerebbe la sua etiologia specifica.
E ora, Signori, ritorniamo ancora una volta a quell'ultim o gruppo
di obiezioni, rispondere alle quali ci ha portato tanto lontano. Abbiamo sentito e ammesso che num erose sono le persone che ricordano molto chiaramente le proprie esperienze sessuali infanti li, e
non sono tutt avia isteriche . Questa obiezione non ha in s alcun valore, ma ci d modo di fare un'osser vazione importante . Secondo la
nostra comprensione della nevrosi, queste persone non possono essere isteriche o, perlome no, in esse l'isteria non pu comparire in
conseguenza degli episodi di cui esse han no un ricordo cosciente.
Nei nostri malati, tali ricordi non sono mai coscienti; anzi, li curiamo
della loro isteria trasforma ndo in coscienti i ricordi inconsci degli
episodi infantili. Che i soggetti avessero vissuto simili esperienze
era un dato di fatto che non potevamo, n era necessario, modificare. Voi vedete, quindi, che non conta soltanto l'e sistenza di esperienze sessuali infantili , bensi la presenza di una data condizio ne
psicologica. Qu esti episodi devono presentarsi come ricordi inconsci, e possono provocare e far perdurare i sintomi isterici solo
in quanto e fin quando restino inconsci . Da che cosa dipenda poi il
fatto che queste esperienze det ermin ino ricordi coscienti o inconsci,
e che la condizione risieda nel contenuto delle esperienze o nel pe, iodo in cui si verificarono oppure in influssi posteriori, un alt ro
problema, dal quale, per ora, ci terremo prudentemente lontan i. Mi
sia soltanto permesso di ribadire questo primo risultato cui ci ha
352
!!TTOLOG!A
DELL'ISTE RIA
ET TOLOCIA DELL'ISTERIA
353
Il
354
ETIOLOGIA
DELL "!STERIA
3.
nismo della formazione dei sintomi isterici. Ci vediamo per costretti a descrivere le cause primarie di questi sintomi senza pot er
prendere nella dovuta considerazione questo meccanismo , fatto eh~
inevitabilmente render meno chiara e compiuta la nostra esposizione. Ritorn ando al ruolo sostenuto dalle scene sessuali infantili ,
confesser di aver temuto di avervi indotto a sopravvalut arne la
forza formativa dei sintomi. Sottolineo perci nuovamente che ogni
caso di isteria mostra sintomi la cui determinazione deriva non da
esperienze infantili, ma da esperienze posteriori, spesso recenti. l:na
parte dei sintomi risale naturalmente a esperienze molto precoci, e
appartiene per cosi dire alla nobilt piu antica. Di que.sto. gruppo
fanno parte soprattutto le tanto numero se e varie sensaziom _epar~stesie localizzate nei genitali e in altre regioni somatiche, sintom i,
questi, che corrispondono semplicement e al contenut~ sensoriale
delle scene traumatiche infantili, allucinatoriamente n prodotto e
spesso dolorosamente intensificato.
Un'a ltra serie di fenomeni isterici estremamente comuni - bisogno doloroso di urinare, sensazione nella defecazione, dist~rbi_intestinali, nausea e vomito, disturbi gastrici e ripugnanza per 11cibo durante le mie analisi si rivelarono essere (e ci con sorprendente
regolarit) un derivato delle stess~ esperi_enze i~fa.n,tili, ~ fu:on~
facilmente chiariti da certe loro ncorrenti pecuhanta . Gh episodi
di sessualit infant ile sono difficilmente accettabili alla sensibilit di
una persona sessualm ent e normale: essi presentano tutti gli eccessi
noti ai viziosi e agli impotenti , i quali fanno un anormale uso sessuale della cavit orale e dell'int estino retto . Nel medico, ben presto
Io stupore cede per alla comprensione pi compl eta . J?a p~rsone
che non si fanno alcuno scrupolo di soddisfare le propne esigenze
sessuali con bambini , non ci si pu infatti aspett are che abbiano
alcun riguardo per le sfumature nei modi di questo soddisfacimento ;
quanto ai bambini , l'impotenz a sessuale propri.a dell~ loro et~ ne:
cessariamente impon e loro di ricorrere a quegli stessi surrogati cm
si abbassa un adulto divenuto impotente . Tu tt e le part icolari condizioni in cui la coppia male assortita mand a avanti il suo rapporto
amoroso - l'adulto , che da una parte non pu sottrarsi a quella
mutu a dipendenza che ogni relazione sessuale ine:'i:abilmen~~ com:
porta, e che ha tuttavia in mano l'arma dell'autonta e del dmtto d1
355
356
( 1892-95)
p.
40 1.)
357
Studi sull'isteria
( 1892-95)
p.
399,
n.
3 .)
3 58
ETIOLOGIA
DELL'1STEKJA
possibile per il medico, al fine di chiarire una reazione isterica, congiungere tra di loro tutte le motivazioni, coscienti e inconsce, egli
dovr riconoscere questa reazione apparentemente esagerata come
quasi sempre adeguata, abnorme solo nella sua forma.
Contro questa interpretazion e della reazione isterica agli stimoli
psichici, si obietter ora, a ragione, che essa non comunque normale: infatti, perch le persone sane si comportano diversamente,
e perch in loro non si ha la concorrente azione di tutti gli eccitamen ti passati da gran tempo al sopraggiungere di un nuovo eccitamento? Si ha infatti l'impr essione che, negli isterici, abbiano conservato la loro forza tutte le antiche esperienze, alle quali essi hanno
pur reagito tanto spesso e in modo tanto tempestoso , quasi che si
trattasse di persone incapaci di eliminare i loro stimoli psichici.
Giusto, Signori: qualcosa di simile si deve in realt ritenere per vero.
Non dimentichiamo che le antiche esperienze degli isterici, in uu
frangente attuale esplicano la loro azione come ricordi incons ci.
Sembra quasi che la difficolt di eliminare un'impressione attuale ,
l'incapacit di trasformarla in un ricordo inoffensivo, dipenda pro
prio dal carattere dell'inconscio psichico. 1 Come vedete, il resto elci
problema ancora psicologia e, per di piu, di un genere di psicologia
cui i filosofi ci hanno fornito un lavoro preparatorio ben scarso.
)};a questa psicologia, che proprio da creare per le nostre esi,
genze, - a questa futura psicologia delle nevrosi, - che io ora ri,
mando quando, per finire, vi comunico qualcosa in cui si potr ini
zialmente ravvisare un pericolo per la nostra iniziata comprensio1w
dell'etiologia dell'isteria. Devo infatti affermare che il ruolo etiolo
gico delle esperienze sessuali infantili non limitato al solo ambito
dell'isteria, ma in pari modo operante nella singolare nevrosi clellcossessioni, e forse persino nelle forme di paranoia cronica e in all1e
psicosi funzionali. Devo qui esprimermi in modo meno categorico,
perch il numero di casi di nevrosi ossessiva da me analizzati <
'
ancora molto inferiore a quello dei casi di isteria; per quanto I i
guarda la paranoia, poi, non dispongo che di un 'unica analisi
comp leta e di alcune poche analisi framm entarie. Quanto vi lio
trovato mi per apparso rilevante e mi ha predisposto a simili :ti
tese per altri casi. Ricorderete forse che gi tempo fa ho rnc<o
1
[t uno spunto di quella che diventer, in Freud, la teoria della mancanza del sr 11, 11
t':mpo~ale nell'incon.scio: vedi. L'inconscio (1915) S 5. Un successivo accenno, pii, 1111
c1so, ricorre nella Mmuta teonca M (1897), vedi sopra p. 62.]
359
, 11
,111cl
.1Io di raggruppare in una sola voce: nevrosi da difesa, l'isteria
1 le ossessioni, ancor prima di averne riconosciuto la comune etio1111:1,1
i11fantile. Ebbene, devo aggiungere oggi - anche se non
111H
ss111
io che sia sempre cosi - che tutti i miei casi di ossessioni
111c-l.u10
un substrato di sintomi isterici,2 per lo piu sensazioni e
duloi i, ricond ucibili precisamente alle piu antiche esperienze infan 1il i Qual dunque il fattore che, dalle scene sessuali infantili
11111
11.~1e inconsce, una volta aggiunti anche gli altri elementi patoHI111,far discrimin atame nt e derivare o un'isteria o una nevrosi
111
~1ssiva o persino la paranoia? Questo ampliarsi delle nostre cono~1l'IIZC, revocando la specificit della relazione etiologica, sembre11 hlw sminuire il valore etiologico di queste scene.
Non sono ancora in grado, Signori, di dare una risposta sicura a
,pwi,lo problema. Il numero dei casi da me analizzati non ancora
~,dlwicnte, n lo la variet delle condizioni in essi rilevate. Finora
lao pt:r notato che le ossessioni si rivelano sempre all'analisi come
, .111111f
fate e trastormate autoaccuse per atti di aggressione sessuale
1w//'i11fanzia, come tali, quindi, piu frequenti negli uomini che
11
, 11<
donne, e che negli uomini compaiono piu spesso dell'iste1111
. Ne potrei dunque trarre la conclu sione che il carattere delle
111
r11c infantili - ossia se vennero esperite con piacere o solo passi1111
111
cnte - ha una ben precisa influenza sulla scelta della futura nev,osi, ma non vorrei sottovalutare l'influenza dell'et in cui queste
,11.1oniinfanti li vennero compiute, n altri fattori. La soluzione
1p11 potr essere data solo dalla discussione di altre analisi; quando
p,1 verr appurato quali siano i fattori che determinano la scelta tra
le possibili forme di neuropsicosi da difesa, ecco che di nuovo il prolilc-,nadi quale sia il meccanismo di strutturazione di ogni singola
IIII ma sar di natura puramente psicologica.
So110cosi arrivato al termine di questa mia odierna relazione. Condelle obiezioni e dell'incredulit, desidero dare alla mia posi11011
c il viatico di un solo altro chiarimento. Comunque possiate
1H'<'Og
liere i miei risultati, vorrei pregarvi di non considerarli il
I111
li o di uno studio a buon mercato . Essi si basano su una ricerca
1111
icosa condotta malato per malato, che si protratta, nella maggior
p,11Ie dei casi, per piu di un centinaio di ore di lavoro. Ancor piu
,<10
' ICi avvenne, appunto, nello scritto Le neurop sicosi da difesa (1894).]
[Vedi le consid erazioni teorich e di Breuer negli Studi sull'isteria ( 1892 -9 , ) p. 3/iQ I
SOMMARI
1877-1897
FREUD
S. Freud
Dalla storia di una nevrosi infantile (Caso clinico delluomo dei lupi)
(1914)
;06
4.
Ho gi pubblicato altrove questo sogno per la ricchezza del materiale fiabesco in esso contcnuto. 2 Comincer dunque col riferirlo negli stessi termini :
"Sognai che era notte e mi trovavo nel mio letto (il letto era orientato con i piedi verso 1a finestra e davanti ad essa c'era un filare di
vecchi noci; sapevo ch'era inverno mentre sognavo, e ch'era notte).
Improvvisamente 1a finestra si apri da sola, e io, con grande spavento
vidi che sul grosso noce proprio di fronte aIIa finestra stavano seduti
alcuni lupi bianchi. Erano sei o sette. I lupi erano tutti bianchi e
sembravano piuttosto volpi o cani da pastore, perch avevano -una
lunga coda come le volpi, e Je oreccllie ritte come quelle dei cani
quando stanno attenti a qualcosa. In preda al terrore - evidentemente di esser divorato dai lupi - mi misi a urlare e mi svegliai. La
bambinaia accorse al mio letto per vedere cosa mi fosse successo. Pass
un bel po' di tempo prima che mi convincessi che era stato soltanto
un sogno, tanto naturale e nitida mi era parsa l'immagine della finestra che si apre e dei lupi che stanno seduti sull'albero. Finalmente
mi tranquillizzai, mi sentii come liberato da un pericolo, e mi riaddormentai."
"L'unica azione contenuta nel sogno fu l'aprirsi della finestra, poich i lupi stavano seduti tranquilli e immobili sui rami dell'albero,
a destra e a sinistra del tronco, e mi guardavano. Era come se avessero rivolto su di me tutta la loro attenzione. Credo che questo sia
stat o il mio primo sogno d'angoscia. Avevo tre o quattro anni, cinque
al massimo. Da allora, fino agli undici o dodici anni, ho sempre avuto
paura cli vedere in sogno qualcosa di terribile."
Il giovane aggiunge quindi un disegno dell'albero coi lupi che conferma la sua descrizione (fig. 1). L'analisi del sogno porta alla luce il
materiale seguente .
Egli ha sempre messo in relazione questo sogno con il ricordo della
straordinaria paura provata in quegli anni dell'infanzia per la figura
di un lupo che si trovava in un libro di fiabe. La sorella piu grande,
decisamente superiore a lui, aveva l'abitudine di stuzzicarlo mostran 1 [Vedi oltre, p. 516, n. 2.J
2
Vedi Materiale fiabesco nei sogni (1913) [in questo volume, pp. 197 sgg.].
508
Figura
dogli continuamente con una scusa o con l'altra proprio quella figura,
al che egli, atte rrito, si metteva a urlare. Nella figura il lupo era rappresentato erett o, con un piede proteso, gli artigli sporgenti, le orecchie ritte. Secondo il giovane si trattava cli un'i llustrazione della fiaba
cli Cappuccetto Rosso.
Perch i lupi sono bianchi? Q uesto particolare gli rammenta le pecore, che in grandi greggi si aggiravano nei dintorni della tenuta. Di
tanto in tanto il padre lo conduceva con s a visitare queste greggi
ed egli ne era ogni volta tutto fiero c felice. Piu tard i (a quanto risulta
dalle informazioni raccolte, probabilmente poco prima del sogno)
fra queste pecore scoppi un'epidemia. Il padre fece venire un allievo di Pasteur che vaccin le bestie; ma dopo la vaccinazione ne
morirono piu di prima.
Come hanno fatto i lupi a salire sull'albero? A questo proposito gli
viene in mente una storia che aveva sentit o raccontare dal nonno,
non ricorda piu se prima o dopo il sogno. Tuttavia il contenuto cli
essa depone decisamente a favore della prima ipotes i. Ecco la storia.
Un sarto stava seduto al lavoro nella sua stanza, ed ecco che la finestra si apre e balza dentro un lupo. Il sarto gli scaglia addosso la
509
510
UNA NEVROSI
INFANTILE
sogni che seguirono poco dopo e con alcuni episodi dell'infanzia del
sognatore, presenta un particolarissimo interesse . Qui ci limiteremo
al rapporto fra il sogno e due fiabe che hanno mol t i elementi in
comune, quella di Cappuccetto Rosso e quella del Lupo e i sette
capretti. L'impressione prodotta da queste fiabe si mani fest, nel
piccolo sognatore, in una zoofobia vera e propria che si distingueva da
altri casi analoghi per un un ico fatto : l'animale che suscitava angoscia non era un oggetto facilmente accessibile alla percezione (come
il cavallo, per esempio, o il cane), ma era noto al bambino soltanto
dai racconti e dai libri illustrati.
M i riservo di occuparmi in altra occasione della spiegazione di queste zoofobie e del significato che ad esse va attribuito . Qui anticiper
soltanto che questa spiegazione in perfetta armonia con le principali caratteristiche che la successiva nevrosi del sognatore port alla
luce. La paura del padre era stata la ragione che piu fortemente lo
aveva indotto ad ammalarsi e un attegg iamento ambivalente nei confronti di ogni figura sostitutiva del padre domin d'allora in poi la
sua esistenza non meno che il suo compo rtamento durante la cura.
Se nel caso del mio paziente il lupo altro non era che il primo
sostit uto paterno, c' da domandarsi se la fiaba del lupo che divora
i capretti e quella di Cappuccetto Rosso celassero in s qualcosa di
diverso dalla paur a del padre. 1 Inoltre il padre del mio paziente aveva
la pecu liarit di indulgere nella "sgridata affettuosa", a cui del resto
sono avvezze molte persone nei rapporti coi prop ri figli. E la minaccia scherzosa: "Adesso ti mangio!" sar risuonata probab ilmente
piu di una volta nei primi anni, allorch quel padre - divenuto in
seguito assai severo - usava giocare col figlioletto e vezzeggiarlo.
Una mia paziente mi ha raccontato che i suoi due bambini non
erano mai riusciti a voler bene al nonno poich , giocando affettuo samente, costui soleva spaventarli dicendo che avrebbe tagliato loro
il panc ino .2
Lasciando da parte per il momento ogni possibile anticipazion e
sulle implicazioni del sogno che abbiamo citato, torniamo alla sua
immediata interpretazione. Si tenga presente che il compito di interpretare questo sogno si protrasse per parecchi anni. Il paziente lo
1 Vedi l'ana logia che Otto Rank ha messo in rilievo fra queste due fiabe e il mito cli
Cronos (RANK, Vo lkerpsycl10logiscl1e Parallelen zu den infantilen Sexualtheorien, Zhl.
Psychoanal., voi. 2, 372 e 425, 1912).
2 [Termina qui la citazione da Materiale fiabesco nei sogni (1913) .]
41s oGNO
E SCENA PR _IMARIA
511
aveva riferito in una delle prime fasi dell'anal isi e aveva accettatoquasi subito la mia convinzione che dietro ad esso si celassero le cause
della sua nevrosi infanti le. Nel corso del trattamento t ornammospesso sul sogno, ma solo negli ultimi mesi di cura fu possibile comprenderlo per intero, e ci grazie al lavoro spntaneo del paz iente.
Egli aveva sempre sotto lineato che due particolari del sogno gli avevano fatto maggiore impressione: l'assoluta tranquill it e immobilit
dei lupi, e la concentrata attenzione con cui essi lo fissavano. Trovava
anche notevole il persistente senso di realt che il sogno gli aveva
lasciato .
Prendiamo spunto da quest'ultima osservazione. L'esperienza dell'inte rpretazione onirica ci ha insegnato che questo senso di realt
ha un significato preciso. Esso indic a . che nel mater iale latente del
sogno v' un qualcosa che, nel ricordo del sognatore, avanza pretese
di realt ; ossia che il sogno si riferisce a un avvenimento realmente
accaduto e non meramente fantasticato .1 Naturalmente si pu trattare
solo della realt di qualcosa di ignoto al sognatore; giacch ad esempio la convinz ione che il nonno aveva veramente raccontato la storia
del sarto e del lupo, o che veramente qualcuno gli aveva letto la
fiaba di Cappuccetto Rosso e quella dei sette capretti non avrebbe
mai potuto sostituirsi al persistente senso di realt lasciato dal sogno.
Il sogno sembrava alludere a un avvenime nto la cui realt veniva ad
accent uarsi prop rio per il suo netto contrasto con l'irrealt delle fiabe.
Se dietro al contenuto del sogno era da supporre l'esistenza di una
simile scena sconosciuta, ossia gi dimenticata all'epoca del sogno
stesso, tale scena doveva necessariamente risalire a un'epoca assai remota. Il sognatore aveva detto infatti : "Avevo, quando feci questo
sogno, tre o quattro anni, cinque al massimo ." Noi possiamo aggiungere: e il sogno gli ramment qualche cosa che apparteneva a un'epoca ancora precedente.
I due elementi che colpiscono il paziente nel contenuto manifesto
del sogno (lo sguardo che si fissa con atten zione su di lui e l'assenza
di ogn i movimento) dovrebbero condurci al contenuto di questa
scena. Dobbiamo attender ci naturalmente che questi elementi riproducano il mater iale ignoto della scena con una qualche deformazione, forse addirittura trasformandola nel suo opposto .
D'altra parte, anche dal materiale grezzo fornito dalla prima analisi
del sogno condotta insieme al paziente si potevano trarre diverse
1
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INFANTILE
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SOGNO E SCENA
PRIMAR IA
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un leon e che, nella stessa posizione del lupo della figura, si avvicinava
al suo letto ruggendo selvaggiamente; e si era anche allora svegliato
in preda all'angoscia. A quell'epoca la fobia dei lupi era gi superata;
egli era quindi libero di scegliersi un altro animale come fonte d'angoscia; riconobbe comunque nel precettore di questo sogno piu tardo
una figura sostitutiva del padre. Negli ultimi anni dell'infanzia tutti
i suoi insegnanti assunsero parim enti una funzione paterna e furono
rivestiti , nel bene e nel male, di un influsso paterno.
La sorte gli forni una singolare occasione di ravvivare durante gli
anni del ginnasio la sua fobia dei lupi, e di rendere la relazione su
cui si fondava la fobia stessa foriera di gravi inibizioni . Il professore
di latino della sua classe si chiamava Wolt. 1 Fin dall'inizio si era
sentito intimidito di fronte a costui che un giorno lo redargui severamente per uno stupido errore commesso in una versione latina; da
quel momento in poi non pot piu liberarsi da una paura paralizzante che lo prendeva al cospetto di questo professore, e che presto
si estese ad altri insegnanti. Ma anche l'elemento che aveva occasionato lo strafalcione nella traduzione non era insignificante. Egli doveva tradurre la parola latina filius, e per farlo si era servito del francese fils invece che del corrispondente vocabolo della sua madrelingua.
'Il lupo continuava dunque ad essere suo padre. 2
Il primo "sintomo passeggero '',3 manifestato dal paziente durante
il trattamento si ricolleg nuovamente alla fobia dei lupi e alla fiaba
dei sette caprett i. Nella camera in cui si svolsero le prime sedute
v'era un grande orologio a muro dirimpetto al paziente, che stava
sdraiato sul divano volgendomi le spalle. Notai che di tanto in tanto
egli girava il volto verso di me, mi guardava molto amichevolmente
come per rabbonirm i, poi andava con lo sguardo da me all'orologio.
Pensai allora che il paziente testimoniasse cosi la sua ansia che l'ora
finisse. Molto tempo dopo egli mi ramment questo suo modo di
1
' Non si pu aggirare la prima difficolt supponendo che il bambino avesse u.n anno di
pit'.1, ossia due anni e mezzo, et in cu i probabi lmente ern capace d1 pa!lare cluarament c.
Per il mio paziente questo spostamento di data escluso m modo quasi. ass~luto da t.utte
le circostanze collaterali del caso. Del resto si noti che la scoperta d1 s1m1h scene d1 osservazione del coito dei genitori tutt'altro che rara nell'analisi. E loro condizione proprio che si producano nella prima infanzia; difatti, quanto piu grande il bamb:no'.
tanto piu accuratamente i genitori di un certo livello sociale gli precludono le occas,0111
di una simile osservazione.
2 [Urszene. probabilmente la prima volta in cui il te'.min e compar e .in uno scritto
destinato alla pubblicazione. Tuttavi a gi nella lettera a Fh ess del 2 magg,o 1897 Fr eud
Io aveva usato in un senso pressoch analogo.]
SCENAPRIMARIA
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UNA NEVROSI
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521
nel sogno. Piu avanti dovremo costatare che dalla scena primaria
non scaturi una sola ma tutta un a serie di correnti sessuali: un verosminuzzamento della libido. Inoltre rileveremo che la riattivazione
di questa scena (evito di proposito la parola "ricordo") ebbe lo stesso
effetto che avrebb e avuto un avvenimen to recente . La scena, a effetto
ritardato, non perdette nulla della sua freschezza nell'intervallo di et
tra l'anno e m ezzo e i quattro anni. Forse in ci che segue troveremo
perfino motivo di supporre che essa esercit dete rmin ati effetti gi
all'epoca in cui fu percep ita, cio a partire dall'et di un anno e mezzo .
Quando il paziente si addentr profondamente nella situa zione
della scena primaria , ne eme rsero i seguent i elementi che derivavano
dalla sua percezion e di s: sostenn e di avere creduto a tutta prima
che l'atto di cui era stato t estimon e fosse un atto di vio1enza;1 poi
per, siccome l'espressione di gioia che aveva visto dipingersi sul
volto della madr e non si accordava con questa supposizione, aveva
dovuto riconoscere che da questo atto si ricava una soddisfazione_?
La novit essenziale arrecatagli dalla visione dell'accoppiamento dei
questo desiderio mediant e l'evocazione della scena primaria, il processo psichico cont inua
a svolgersi fino al ripudi o del desiderio e alla rimozione di esso - resisi ora inevit abili.
L'ampiezza e la ricchezza di particolari di quest'esposizione . deri vano dall'int ento di
offrire al lettor e qualc osa ch e sia paragonabile alla forza probante dell'analisi condotta su
s med esimi. Ci d'altra parte pot rebbe scoraggiarlo dalla pr etesa che si pubbli chino i resoconti di analisi protratte si per piu anni.
1
[Vedi a questo proposito le precedenti dichi arazioni di Freud in Teorie sessuali dei
bambini (1908) pp. 460 sg.]
2 Di questa dichiarazione del paziente possiamo forse render ragione piu facilmente se
supponiamo che la pri ma volta egli abbia osservato un coito in posizione normale, che
certamen te suscita l'imp ressione di tin atto sadico; successivamen te la posizione sarebbe
sta ta cambiata, dand ogli l' opportunit di compi ere altre osservazioni e di formarsi altri
giudizi . Peraltro quest'ipotesi non confermata , n mi sembra indispensabil e . Non b isogna
dimenticare la situ azione reale a cui soggetta l'espo sizione riassuntiva del te sto; l'a nalizzato, che ha oltre venticinque anni, presta alle impressioni e agli impu lsi dei suoi quattro
anni parole che a quell'et non avrebbe mai saputo trornre. Se non si tien conto di questa
circostanza, pu ap parire com ico e incredibi le che un bambino di quattro ann i sia capace
di giudizi cosi pertinenti e di pensieri cosi dott i. Anche in questo caso, ci troviamo semp licemente di fronte a un effetto ritardato. un anno e mezzo il bambino ricev un'imp ressione a cui non pu reagire adeguatamente; solo a quattro anni, rianimando questa impressione , la intende e ne colpit o; e solo due decenni dopo, nel corso dell'an alisi, riesce
a comp rend ere appien o, grazie a un processo mentale cosciente, quel che allora era avvenut o
in lui. Comprens ibilmente l'analizzato trascura le tre fasi temporali e inn esta il suo Io
attuale nella situazione verificatasi tanto tempo prima. Noi lo seguiamo in questo procedimento, giacch se l' autoosservazione e l' interpr etazione sono corrette esse dovranno portare
agli stessi risultati che si avrebbero se si pote~se trascurare la distanza tra la seconda e la
terza fase temporal e. Inoltre, non disponiamo di alcun mezzo diverso da que sto per descrivere i processi avvenu ti nella seconda fase. [Sulla questione dell' " azione differita " d i im
trauma - d i cui Freud si occup fin dai temp i del Progetto di una psicologia (1895}
p. 256 - , vedi la nota 1 a p. 311 delle N uove osservazioni sulle neurop sicosi da difesa
(1896). Tuttavia nelle prime enu n ciazioni di questa teoria gli effetti della scena primaria
erano differiti almeno fino all'epoca della pubert, n Freud aveva mai sup posto che la
scena pr imar ia stessa potesse risalire a un:epoca cos{ anti ca come in questo caso.]
UNA NEVROSI
INFANTILE
41SOGNO
E SCENA PRIMARIA
;I OS S ERV AZIONI
5.
stato detto che l'orso polare e la balena non possono farsi guerra
perch, confinati ognuno nel proprio elemento, non s'incontrano
mai . Parimenti impossibile per me discutere con quegli psicologi
o specialisti in malattie nervose che non acettano le premesse della
psicoanalisi e ne ritengono artefatti i risultati. Ma accanto al rifiuto
di costoro si sviluppata in questi ultimi anni l'opposizione di un 'altra specie di studiosi, i quali, alm eno a loro dire, restano sul terreno
dell'analisi, non ne contestano la tecnica e i risultati, ma solo si ritengono autorizzati a trarre da questo stesso materiale conclusioni
diverse e a inquadrarlo in concezioni differenti.
Le controversie teoriche sono generalmente sterili. Quando si comincia ad allontanarsi dal materiale al quale si dovrebbe atting ere
si corre il rischio di inebriarsi delle proprie affermazion i e di approdare a conclusioni che ogni osservazione empirica avrebbe potuto
confutare. Mi sembra perci di gran lunga piu opportuno combattere le opinioni che divergono dalle nostre verificandone l'attendibilit
su casi e problemi singoli.
Ho gi dichiarato (vedi pp. 515 sg.) che le perplessit si sarebbero
accentrate soprattutto sui seguenti punti:" In primo luogo se un bimbo
della tenera et di un anno e mezzo sia in grado di accogliere le percezioni relative a un processo cosi complicato e di serbarle tanto
fedelmente nel suo inconscio. In secondo luogo se l'elaborazione differita delle impressioni cosi ricevute possa prodursi e spingersi sino
alla comprensione all'et di quattro anni. Infine, se esista un procedimento capace di render coscienti, in modo coerente e persuasivo,
i particolari di una scena del genere, vissuta e compresa in quelle
circostanze."
L'ultima una pura questione di fatto. Chi, avvalendosi della tecnica prescritta, si dia la pena di spingere l'analisi a simili profondit
si convincer che la cosa possibilissima . Chi invece non si d questa pena e interrompe l'analisi a uno strato piu superficiale, perde il
diritto di formarsi un'opinione in proposito. Con ci tuttavia non si
risolve la questione di come vadano concepite le acquisizioni dell'anal isi del profondo.
Gli altri due dubbi si basano su una sottovalutazione delle impres-
POLEMICHE
sioni della prima infanzia, non ritenu te suscettib ili di effetti cosi
durevoli. Chi si fa interprete di questi dubbi sostiene che l'etiologia
delle nevrosi va ricercata quasi esclusivamente nei gravi conflitti della
vita ulteriore, e pensa che sono gli stessi nevrotici, con la loro propensione a esprimere i propri interessi attuali attraverso reminiscenze
e simboli di un passato lontano , a illuderci sull'importanza del1'et infantile . Una valutazione come questa del fattore infanti le
comporta la rinuncia a qualcosa che appartiene da tempo alle caratteristiche piu profonde dell'analisi, ma implica altresi l'eliminazione
di molti aspetti che provocano le resistenze contro la psicoanalis i e
le alienano la fiducia del pubblico.
Il punto di vista che ci accingiamo ora a mettere in discussione
dunqu e il seguente: le scene della prima infanzia che ci vengono fornite da un'analisi esaurient e, come ad esempio quella compiuta nel
nostro caso, non sono la riproduzione di avvenimenti reali ai quali
sarebbe possibile riconoscere un 'influenza sulla vita ulteriore e sulla
formazione dei sintomi; sono invece formazioni fantastiche, nate da
stimoli occorsi in et adulta, destinate a fungere in certo qual modo
da rappresentazione simboli ca di desideri e interessi reali: tali fantasie debbono la loro origine a una tendenza regressiva, alla tendenza
a sottrarsi ai compiti del presente. Se le cose stessero cosi potremmo
ovviamente risparmiarci tutte quelle strane suppos izioni sulla vita
psichica e la capacit intellettuale dell'infante .
N umerose circostanze di fatto depongono in favore di questo punto
di vista oltre al desiderio, comune a noi tutti , di razionalizzare e
semplificare un compito difficile. anche possibile fugare immediatamente un dubbio che potrebbe sorgere proprio nell'animo dell'analista pratico. Bisogna infatti ammettere che se anche la suddetta
concezione delle scene infantili fosse giusta, lo svolgimento della cura
analitica non subirebbe, a tutta prima, modificazione alcuna. Se
fosse vero che il nevrotico ha la brutta abitudine di distogliere il
suo interesse dal presente e ancorarlo a queste formazioni regressive
e sostitutive della sua immaginazione, non potremmo far altro che
seguirlo nel suo cammino e rendergli coscienti queste produzioni inconsce, giacch esse sarebbero - a parte il loro non-valore obiettivo - della massima importanza per noi quali attuali titolari e portatrici dell'interesse che vogliamo liberare per rivolgerlo ai compiti
del presente . L'analisi dovrebbe dunque esser condotta esattamente
come se prestassimo ingenuamente fede alla realt delle fantasie in
questione. Solo alla fine del trattamento, dopo aver portato in luce
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UNA NEVROSI
INFANTILE
SIOSSERVAZIONI
POLEMICHE
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5j
OSSERVAZIONI
POLEMICHE
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5/ OSSERVAZIONI
POLEMICHE
531
[Nelle edizioni che precedono quella del 1924 era scritto: "di tre anni e sei mesi".]
532
che costei metteva tutti a testa sott o e poi li prendeva per i genitali
{p. 498). Ora ci viene fatto di pensare che forse la bambina aveva essa
pur e, e verso la stessa tenerissima et del fratello, assistito alla scena
osservata piu tardi da quest'ultimo; di qui potr ebbe aver tratto la
nozione del " mette re a testa sotto" durante l'atto sessuale. L'ipotesi
ci fornirebb e oltretutto un'indicazione su una delle fonti della precocit sessuale della bimba.
{ Non 1 avevo originariamente intenz ione di proseguire a questo
punto la discussione sul valore di verit delle " scene primarie". Ma
poich nel frattempo ho avuto occasione, nella mia Introduzione
alla psicoanalisi (1915-17) [lez. 2 3], cli tratt are l'argomento piu ampiamente e ormai senza intenti polemi ci, riterrei fuorviant e non applicare le considerazioni esposte in quella sede a qu esto caso. A titolo
di integrazione e precisazione aggiunger dunqu e che concepibile
un'altra ipotesi circa la scena primaria che alla base del sogno,
ipotesi che si discosta notevolmente dalle conclusioni precedenti ed
elimina m olte difficolt. Comunque questa modificazione non giover affatto alla teoria che vorrebbe degradare le scene infantili a
simboli regressivi; tale teoria mi sembra insom ma definiti vamente
liquidata da questa (come da qualsiasi altra) analisi di una nevrosi
infantile.
Le cose potrebbero dunque spiegarsi anche nel modo seguente .
All'ipot esi che il bambino abbia osservato un coito traendone la convinzione che l'evirazione pu essere qualcosa di piu che una vuota
minaccia, non possiamo rinunci are; n possiamo fare a meno cli supporre che si trattasse di un coitus a tergo, more ferarum, data l'importanza assunta in seguito dalla posizione dell'u omo e della don na
sia nell' evoluzione della sua angoscia sia come condiz ione della successiva vita amorosa. Ma un altro elemento non altrettanto insostituibile e pu esser lasciato cadere. Forse quello di cui il bambino fu
test imone non fu un coito tra i genitori, ma un coito tra animali, in
:seguito spostato sui genitori , come se egli avesse presunto che anche
i genitori lo facessero in quel modo.
Collima con questa supposiz ione innanzitutto il fatto che i lupi
,del sogno sono in realt cani da pastore e come tali appaiono anch e
nel disegno del paziente. Poco tempo prima del sogno il bambino
era stato piu volte condotto a visitare le greggi [p. 508], e qui aveva
1
5/ OSSERVAZIONI
POL EMICHE
533
534
(1912 -13 ),
105
sgg.J
; I OSSERVAZIONI
POLEMICHE
535
[Vedi la lezione
23
S. Freud
INTRODUZIONE
434
ALLA PSICOANALISI
generali, imposte agli ammalati dalla natura del mutamento patologico. In breve, non abbiamo alcun motivo di scoraggiarci prematuramente; vedremo che cosa ci riserver il futuro.
Anche nella teoria del sogno ci troviamo di fronte a una difficolt
del tutto simile. Non ho potuto trattarla nelle nostre precedenti
discussioni sul sogno. Il contenuto manifesto dei sogni presenta
naturalmente un'estrema variet e diversit individuale , e noi abbiamo mostrato estesamente che cosa si ricava da questo contenuto
per mezzo dell'analisi. Ma, accanto a questi, ci sono sogni che vengono anch'essi chiamati "tipici", sogni che ricorrono in tutti gli
uomini allo stesso modo, sogni dal contenuto uniforme, i quali oppongono le medesime difficolt all'interpretazione. Si tratta dei sogni
di cadere, volare, fluttuare, nuotare, essere impediti, essere nudi e
certi altri sogni angosciosi, che nelle singole persone danno luogo
ora a questa, ora a quella interpretazione, senza che la loro monotonia e il loro tipico ricorrere . vi trovino una spiegazione. Anche in
questi sogni osserviamo, tuttavia, che lo sfondo comune viene ravvivato da aggiunte che variano da individuo a individuo, ed probabile che riusciremo .a inserirli senza sforzo, e anzi estendendo le
nostre conoscenze, nella visione della vita onirica che abbiamo ricavato dagli altri sogni. 1
[Vedi il paragrafo sui "sogni tipici" nell'Interpret azione dei sogni (1899) pp. 225-56.J
Lezione 18
La fissazione al trauma; l'inconscio
4 36
IN l'RODUZIONE
lecito supporre che si sia ammalata cosi per non doversi sposare
e per rimanere accanto al padre.
Non possiamo respingere la questione del perch, pe r qual via e in
forza di quali motivi si giunga a un atteggiamento cosi sorprendente
e svantaggioso nei con front i dell'esistenza, nell'ipot esi che questo
modo di atteggiarsi sia un carattere generale delle nevrosi e non un a
peculiarit di queste due malate. In effetti, esso un tratto generale,
mo lto impor tante dal punto di vista pra tico, di ogni nevrosi. La
pr ima pazien te isterica di Breuer (vedi p . 420) era fissata in modo
analogo all'epoca in cui aveva assistito il proprio padre gravement e
amm alato: da allora, nonostante si sia ristabilita, sotto un certo aspetto
ha chiuso con la vita; rimasta sana ed efficiente, ma ha evitato
il normale destino della donna .1 L'a nalisi ci permette di scoprire
che ognuno dei nostri pazienti si ripo rtato ind ietro, nei sintomi
della malattia e att raverso le conseguenze che da essi derivano, a
un determina to periodo del suo passato . Nella maggioranza dei casi
il paziente ha scelto a questo scopo add irittura una fase molto
remota della sua vita, un periodo della sua infanzia e perfino,
per quanto ci possa suonare ridicolo, della sua esistenza come
l att ant e.
L'a nalogia piu vicina a questo comportamento dei nostri nervosi
offerta dalle malattie che propr io ora la guerra fa insorgere con particolare frequenza, le cosidde tt e nevrosi trauma tiche. Casi simili si
presentavano naturalmente anche prima della guerra, in seguito a
scon tr i ferroviari e ad altri spaventosi rischi mortali. Ma le nevrosi
tra umat ich e non sono sostanzia lmente la stessa cosa delle nevrosi
spontanee che siamo soliti indagare e curare analiticamente; finora
no n siamo nemmeno riusciti a ricondur le nel nostro guadro teor ico
e io spero di potervi spiegare un giorno da che cosa dipenda questa
1imitazione. 2 In un punto per possiamo rilevare una completa
<:oncordanza. Le nevrosi traumatiche offrono chiari indizi che alla
]oro base vi una fissazione al momento dell'incidente t raumatico .
Nei loro sogni questi ammalati ripetono regolarmente la situazione
traumat ica; 3 dove compaiono att acchi di tipo isterico, ch e permet
tono un'analisi, si viene a scoprire che l'attacco corrisponde a unn
1 [Freud si riferisce al fatto che Be1tha Pappenhe im (il vero nome di Anna O.) non 11
spos mai.]
2 [L'argoment o sar sfiorato di nuovo a p. 53 ;. La speranza qui espressa trover par1IAlr
.attuazione nello scritto Introduzione al libro "Psicoanalisi delle nevrosidi guerra" (1919).J
3
[Freud to rner su questo punto quando discuter della "coazione a ripete re" in Al 111
l~ del principio di piacere (1920) S 2.)
437
Al. TRAUMA
1
erroneo il punto di vista traumatico, che potr inserirsi e subordinarsi in qualche altro contesto.
Qui interrompiamo di nuovo il cammino che abbiamo intrapreso .
Per il momento esso non conduce piu avanti, e noi abbiamo ogni
sorta di altre cose da apprendere prima di ritrovarne il giusto proseguimento.1 Aggiungiamo solo, riguardo al tema della fissazione a una
determinata fase del passato, che una simile evenienza si estende
molto al di l della nevrosi. Ogni nevrosi contiene una fissazione
di questo genere, ma non ogni fissazione conduce alla nevrosi, coincide con la nevrosi o si instaura tramite la nevrosi. Un tipico modello
di fissazione affettiva a qualcosa di passato il lutto, che implica in
verit il piu completo distacco dal presente e dal futuro. Il lutto si
differenzia per nettamente dalla nevrosi anche per il profano. V i
sono, per contro, nevrosi che possono essere definite come una forma
patologica di lutto. 2
Accade anche che, a causa di un evento traumatico che scuote
quelli che erano stati fino ad allora i fondamenti della sua esistenza,
un individuo subisca una tale scossa da perdere ogni interesse per
il presente e il futuro e da rimanere assorbito psichicamente dal
passato in ma.niera durevole; non per questo per lo sventurato
destinato a diventare nevrotico . Non sopravvaluteremo quindi questo
tratto nel caratterizzare la nevrosi, per quanto regolarmente presente
e per quanto importante possa essere di solito.
Veniamo ora al secondo risultato delle nostre analisi, che non richieder alcuna riserva successiva. Abbiamo riferito, a proposito della
nostra prima paziente, come essa eseguisse una insensata azione ossessiva e raccontasse, in riferimento ad essa, un ricor?o intimo della
sua vita passata; in seguito abbiamo anche esaminato questo collegamento tra azione e ricordo e indovinato di qui l'intenzione dell'azione ossessiva. Abbiamo per completamente tralasciato un fattore
che merita tutta la nostra attenzione. Per quanto continuasse a ripetere l'azione ossessiva,la paziente non sapeva affatto che cosi facendo
si riallacciava all'esperienza da lei vissuta. La connessione tra le due
le rimaneva nascosta, e doveva rispondere, conformemente al vero,
di ~on conoscere l'impulso che la spingeva a comportarsi cosi. Poi,
[Il tema sar riaffrontato nella lezione 22.J
[Vedi su questo tema lo scritto metapsicologico Lutto e melanconia (1915) in quest o
volu me pp. 102 sgg. Sulla m.e]anconia Freud torner brevemente nella lezione 26, pit'.,
oltre a p. 577.J
181
FISSAZIONE
AL TRAUMA
439/
sotto l'in flusso della cura, accadde improvvisamente che essa scopri
quel nesso e pot comunicarlo. Continuava tuttavia a non saper
nulla dell'intenzione alla quale ubbidiva eseguendo l'azione ossessiva,
l'intenzione cio di correggere un brano penoso del suo passato e di
mettere su un piano piu alto l'uomo da lei amato. Occorse un bel
po' di tempo e cost molta fatica farle comprendere e indurla a convenire con me che solo un motivo del genere poteva essere stato la
forza propulsiva della sua azione ossessiva.
La connessione con la scena avvenuta dopo la disgraziata notte nuziale, e il tenero motivo dell'ammalata, danno insieme ci che abbiamo chiamato il "senso" dell'azione ossessiva. Ma mentre eseguiva
l'azione ossessiva questo senso le era rimasto ignoto in entrambe le
direzioni: sia "da che cosa" che "per che cosa" [vedi oltre p. 445].
In lei avevano quindi agito certi processi psichici, di cui l'azione
ossessiva era appunto l'effetto; ella aveva percepito l'effetto secondo,
la disposizione psichica normale, ma nessuna cognizione delle premesse psichiche di questo effetto era giunta alla sua coscienz. Ella
si era comportata in tutto e per tutto come quell'individuo cui
Bernheim durante l'ipnosi imparti l'ordine di aprire un ombrello
cinque minuti dopo il risveglio, nella sala dell'ospedale: destatosi,
costu i esegui l'istruzi ~ne, ma non seppe addurre alcun motivo per
quanto aveva fatto. 1 una situaz ione di questo genere che noi abbiamo presente quando parliamo di processi psichici inconsci. Possiamo sfidare chiunque a rendere conto di questo stato di cose in un
modo scientificamente piu corretto , e se qualcuno vi riuscir, rinunceremo volentieri all'ipotesi che esistano processi psichici inconsci.
Fino a quel momento ci atterremo per a questa ipotesi e, se qualcuno vuole obiettarci che quell'inconsc io non nien te di reale dal
punto di vista scientifico, che un espediente , une faon de parler,
dobbiamo respingere questa obiezione con una rassegnata alzata di
spalle, come davanti a qualcosa di incomp rensibile. Come se potesse {
non essere reale una cosa da cui hanno origine effetti tanto tangibilmente reali come un'azione ossessiva! [Vedi sopra pp. 420 sg.]
La stessa cosa, in fondo, riscontr iamo nella nostra seconda paziente.
Ella si creata una regola, che il cuscino non debba toccare la testata del letto, e deve seguire questa regola, ma non sa da dove essa
provenga, che cosa significhi e a quali motivi debba il suo potere. Il
1
[Freud riferir questo episodio (a cui aveva assistito personalmente ) con maggiore ricchezza di part icolari nello scritto rimasto incompiuto Alcune lezioni elementari di psicoanalisi (1938). Vedi anche sopra p. 278.J
440
7f atto
INTRODUZIONE
ALLA PSICOANALlSI
1evante ovvero s1
im
ch e 1e1 stessa 1a cons1den una cosa un
punti, si infuri contro di essa, si proponga di trasgredirla, non fa
-differenza ai fini dell'esecuzione. Essa deve venir osservata e invano
lei si chiede perch . Si deve pur riconoscere che questi sintomi della
nevrosi ossessiva, queste rappresentazioni e impulsi che emergono
non si sa da dove, che si mostrano talmente refrattari ad ogni influsso
della psiche, pur normalissima per altri aspetti, da dare agli ammalati
-stessi l'impressione di essere ospiti strapotenti venuti da un mondo
estraneo, esseri immortali che si sono mescolati alla folla dei m~rtali,
-si deve pur riconoscere, dicevo, che questi sintomi contengono il piu
chiaro accenno a una particolare sfera della vita . psichica, separata
<lal resto. Da questi sintomi una strada, che non si pu non imboccare, porta alla convinzione che nella psiche esista l'inconscio; ed
1
proprio pr questo che la psichiatria clinica, la quale conosce soltanto
' una psicologia della coscienza, non sa che altro fare dei sintomi , se
non spacciarli per indizi di un particolare tipo di degenerazione . Naturalmente le idee ossessive e gli impulsi ossessivi sono in s stessi
tanto poco inconsci, quanto poco l'esecuzione delle azioni ossessive
-sfugge alla percezione conscia. Non sarebbero diventati sintomi, se
non si fossero spinti fino alla coscienza. Tuttavia le loro premesse
psichiche, che deduciamo mediante l'analisi, le connessioni in cui li
inseriamo mediante l'interpretazione , sono inconsce, almeno fintantoch non le abbiamo rese coscienti all'ammalato attraverso il
lavoro dell'analisi.
Aggiungete, ora, che questo stato di cose costatato nei nostri due
casi trova conferma in tutti i sintomi di tutte le malatti e nevrotiche,
che il senso dei sintomi sempre e ovunque sconosciuto all'amm alato, che. l'analisi mostra regolarmente come questi sintomi siano le
propaggini di processi inconsci, i quali per, poste svariate condizioni favorevoli, possono essere resi consci; capirete cosi che noi in
psicoanalisi non possiamo fare a meno dello psichismo inconscio e
-siamo avvezzi ad operare con esso come con qualcosa di sensorialme nte tangibile . Ma forse comprenderete anche quanto poco capaci
di formarsi un giudizio su questa questione siano tutti gli altri, tutl i
coloro che conoscono l'inconscio soltanto come un concett o, clw
non hanno mai analizzato, mai interpretato sogni o ricavato dai si11
tomi nevrotici un senso e un'intenzione. Per dirlo ancora una volto
in vista dei nostri scopi: la possibilit di dare un senso ai sintou 11
nevrotici mediante l'in terpretaz ione analitica una prova irrefutabik
18 / FISSAZIONE
AL TRA UMA
44 1
18 /
1,
IS hA'l. lU N I, Al
I lt A III\IA
44 3
cui spesso le manifestazioni cli opposizione sono i primi segni. L'ammalato sa quindi qualcosa che fino a quel momento non sapeva, il
senso del suo sintomo; eppure non lo conosce piu di prima. Apprendiamo cosi che non si tratta solo di una specie di ignoranza . Occorrer
un certo approfondimento delle nostre conoscenze psicologiche, per
mostrarci in che consistano le differenze. 1 Ma la nostra tesi, che i
sintomi svaniscono con la conoscenza del loro significato, rimane
comunque esatta. Bisogna solo aggiungere che la conoscenza deve
basarsi su un cambiamento interiore dell'ammalato, quale pu essere
provocato soltanto da un lavorio psichico avente un fine determinato. Ci troviamo qui di fronte a problemi che presto confluiranno
a costituire una dinamica della formazione del sintomo.
Signori, ora devo farvi una domanda: ci che vi dico, non vi riesce
troppo oscuro e complicato? non vi confondo ricapitolando e rettificando cosi spesso le mie affermazioni, avviando ragionamenti e lasciandoli poi cadere? Se fosse cosi, dovrebbe dispiacermi. Ma io ho una
forte avversione per le semplificazioni fatte a spese dell'aderenza alla
verit, non mi rincresce affatto che riceviate una piena impressione
della multilateralit e della complessit dell'argomento, e penso anche che non vi sia nulla di male se su ogni punto vi dico piu di
quanto possiate al memento mettere a profitto. So che ogni ascoltatore e lettore mentalmente riassesta, abbrevia, semplifica ci che gli
viene presentato e ne estrae quello che vuol ritenere. Fino a un certo
punto senz'altro vero che quanto pi abbondante ci che si ha
a disposizione, tanto piu ci che rimane. Lasciatemi sperare che,
nonostante tutti gli elementi accessori, abbiate afferrato chiaramente
l'essenziale di quanto vi ho esposto riguardo al senso dei sintomi,
all'inconscio e alla loro relazione. Senza dubbio avete anche capito
che nel nostro sforzo ulteriore seguiremo due direzioni: in primo
luogo per apprendere come gli uomini si ammalino, come possano
giungere all'atteggiamento nevrotico verso la vita - il che un problema clinico - e, in secondo luogo, per sapere come dalle condizioni
determinanti la nevrosi si sviluppino i sintomi patologici, il che rimane
un problema di dinamica psichica. Per questi due problemi dovr
ben esserci da qualche parte un punto di convergenza.
Non voglio oggi procedere oltre; tuttavia, poich il nostro tempo
non ancora scaduto , intendo richiamare la vostra attenzione su
1
INTRODUZIONE
444
ALLA PSICOANALISI
18 J FISSAZIONE
AL TRAUMA
44S:
risale, da una parte, fino ai primissimi anni di vita, cosi che l'amnesia
isterica pu essere riconosciuta come una diretta continuazione del1'amnesia infantile, la quale nasconde alle persone normali gli inizi
della loro vita psichica [vedi sopra pp . 368 sg.]. Dall'altra prte, apprendiamo con stupore che anche le piu recenti esperienze dei malati possono essere soggett e a dimenticanza; in particolare sono state
corrose, se non del tutto divorate dall'amnes ia, le occasioni in cui la
malattia scoppiata o si intensificata. Dal quadro complessivo di
un ricordo recente di questo genere, importanti particolari sono
invariabilmente spariti o sono stati sostitu iti da falsificazioni della
memoria . Anzi, si verifica con quasi uguale regolarit che determinati ricordi relativi a episodi recenti, ricordi che sono stati cosi a
lungo trattenuti e hanno provocato lacune considerevoli nella connessione dei fatti, affiorino soltanto poco prima della conclusione di
un'analisi;
Tali m enomazioni della facolt mnemonica sono, come si dettor
caratteristiche dell'isteria, nella quale si presentano come sintomi
anche stati (gli attacchi isterici) che non necessariamente lasciano
traccia nel ricordo. Se nella nevrosi ossessiva le cose stanno diversamente, allora potete concludere che ci che in giuoco nelle amnesie
isteriche una caratteristica psicologica dell'alteraz ione che ha luogo
nell'ister ia, e non una caratteristica universale delle nevrosi in genere.
L'importanza di questa differenza trover un limite nella seguente
considerazione. Corrie "senso" di un sintomo abbiamo inteso contemporaneamente due cose: il suo "da che cosa", e il suo "verso che
cosa" o "per che cosa" [vedi p. 439], ossia le impressioni e gli episodi
da cui trae origine, e gli intent i cui serve. Il "da che cosa" del sintomo si risolve quindi in imp ressioni che sono venute dall'esterno , le
quali una volta furono necessariamente coscienti e da allora possono
essere diventate inconsce per dimenticanza. Il "per che cosa" del
sintomo , la sua tendenza, invece ogni volta un processo endopsichico, che pu anche all'inizio essere divenuto cosciente, ma che
pu, con altrettanta probabi lit, non essere mai stato cosciente ed
essere rimasto nell'inconscio da sempre . Non molto importan te se
l'amnesia ha colpito anche il "da che cosa", le esperienze sulle quali
si fonda il sintomo , come avviene nell'isteria; il "verso che cosa",
la tendenza del sintomo, la quale pu essere stata inconscia fin dal!' inizio, che ne prova la dipendenza dall'inconscio, e non meno
saldamente nella nevrosi ossessiva che nell'isteria .
INTRODUZIONE
ALLA PSICOANALISI
1 [Freud ha ulteri orment e sviluppat o questo tema nello scritt o Una difficolt della psico
analisi (19 16) in questo volum e, pp. 66 0 sgg.J
Lezione 19
Resistenza e rimozione
Il)
S. Freud
70
PSICOANALISI
DELLE
NEVRO SI DI GUERRA
di entr~m_b: le diffe~~nt! specie di nevrosi, e utilizza a questo scopo il concetto d1 libido narc1S1shcache aveva sviluppato in Introduzi one al narci-
sismo (1914) .
. Sul tema delle nevrosi di guerra e del loro tratta mento Freud torner
m una memoria del 1920 pubblicata postuma: vedila in que sto volume alle
pp. 171 sgg.
La presente traduzione di Anna Maria Marietti.
Introduzione al libro
"P sicoanalisi delle nevrosi di guerra"
Il piccolo libro sulle nevrosi di guerra (con cui la nostra Internationale Psychoanal ytische Bibliothek apre le sue pubblicazioni) tratt a
di un tema che fino a poco tempo fa godeva del privilegio di una
att ualit estrema. Quando questo t ema venn e messo in discussione,
nel quinto Congr esso psicoanalitico (te nuto a Budapest nel settembre 1918), erano presenti alcuni rappresentanti ufficiali delle pi
alte istanze delle Potenze Centrali, ivi convenut i per prendere conoscenza delle comunicazioni e delle discussioni congressuali. Il promettente risultato di questo primo incontro fu l'impegno a istituir e
dei centr i psicoanalitici dove medici opportunamente addestrati
avrebbero avuto i mezzi e l' opportun it di stud iare la nat ura di questi
enrgmati ci- disfor I e la possibilit di influenzarli terape ut icamen te
me diante la psicoanalisi. Ancor prima che questi propositi potessero
essere messi in atto la guerra fin1, le organizzazioni statali crollarono
e l'in teresse per le nevrosi di guerra lasci0 il posto ad altre preoccupazioni. In ogni modo significativo il fatto che con la cessazione
delle condizioni determ inat e 1dalla guerra scomparve anche la maggior
parte dei disturbi nevrotici che la guerra aveva provocato. Ven ne
dunque meno, purt roppo, l'oppo rtunit di studia re a fondo queste
affezioni; anche se - dobbiamo aggiungere - ci auguriamo che essa
non si ripresenti t roppo presto.
Tuttavia, questo episodio che si recent emente concluso, non
stato privo d'importanza per la diffusione della psicoanalisi. Anche
quei medici ch e fino a quel momento si erano t enuti lontan i dalle
teorie psicoanalitiche sono venuti a contatto con esse quando , lavorando come medici militari, hanno dovuto occuparsi delle nevrosi di
guerra. Dalla relazione di Ferenczi il letto re pot r appr ende re con
quali esit azioni e sotto quali travestimenti abbiano avuto luogo questi
72
li
PSICOANALISI
DELL E NEVROSI
DI GUERRA
contatti. Alcuni dei fattori che la psicoanalisi aveva individuato e descritto da tempo nelle nevrosi del tempo di pace - l'origine psicogena
dei sintomi , l'importanza dei moti pulsionali inconsci, la funzione che
assolta ai fini della risoluzione dei conflitti psichici dal tornaconto
primario della malattia (" fuga nella malattia") - sono stati in tal
guisa accertati anche nelle nevrosi di guerra, e riconosciut i quasi da
tutti. I lavori di Simmel hanno anche mostrato i risultati positivi
che si possono ottenere se i nevrotici di guerra sono trattati col
metodo catartico, il quale, com' noto, stato il gradino preliminare della tecnica psicoanalitica. [Vedi sopra p. 69.]
T uttavia, non necessariamente a questo primo avvicinamento alla
psicoanalisi va attribuito il valore di un tentativo di conciliazione o
di attenuazione delle polemiche nei suoi confronti. Supponiamo che
qualcuno fino a un certo momento abbia rifiutato un a serie di affermazioni fra loro concatenate, e che improvvisamente si trovi nella
situazione di doversi convincere della verit di una parte di questo
insieme. Si potrebbe pensare che comunqu e il suo rifiuto diventer
meno reciso, che egli comincer a esitare e a coltivare la rispettosa
attesa che anche l'altra parte, sulla quale non ha ancora un'esperienza personale e non pu quindi formulare un giudizio, possa
rivelarsi ugualmente esatta.
Questa seconda parte della teoria psicoanalitica con cui lo studio
delle nevrosi di guerra non venuto a contatto mira a dimostrare che
le forze motrici che si esprimono nella formazione dei sintomi sono
di natura sessuale, e che le nevrosi nascono da un conflitto tra l'Io e
le pulsioni sessuali che l'Io ripudia. Dove la "sessualit" va intesa
nel senso allargato in cui usato questo termine in psicoanalisi, e
non va confusa con il pi ristretto concetto di "genitalit ". Ebbene,
verissimo, come osserva Ernest J ones nel suo contributo, che non
si ancora dimostrato che questa parte della teoria valida nel caso
delle nevrosi di guerra . I lavori che potrebbero provarlo non sono
ancora stati avviati. Pu darsi che le nevrosi di guerra siano un materiale che non si presta comunque a questa dimostrazione . Tuttavia
gli oppositori della psicoanalisi, in cui l'avversione per la sessualit
si rivelata piu forte della logica, si sono affrettati a proclamare
che l'indagine sulle nevrosi di guerra ha definitivamente confutato
questa parte della teoria psicoanalitica. Ma ragionando in questo
modo hanno fatto una piccola confusione. Se vero che l'indagine
sulle nevrosi di guerra (che finora stata molto poco approfondita)
non ha permesso di dimostrare che la teoria sessuale delle nevrosi
PSICOANALISI
DELLE
73
74
PSICOANALIS[
DE L LE NEVRO S I DI GUERRA
~<::.vros
1
DI GU ERRA
75
S. Freud
170
TRATTAMENTO
DEI NEVROTICI
DI GUERRA
DI GUERRA
TR ATT AMENTO
17 3
13
t
I
174
DI GUERRA
[Nel manoscritto originale questa data chiaramente scritta "1 818 ".]
TRATTAMENTO
DEI NEVROTICI
DI GUERRA
175
alcun dubbio circa il fatto che con questo tipo di trattamento riguardoso, difficile e prolungato era impossib ile contare su un ripristino il piu. possibile rapido dell'idoneit di questi pazienti al servizio militar e. I preparat ivi per l'allestimento di centri di questo tipo
erano appunto in corso quando la situazione si rovesci violentem ente ponendo fine alla guerra e all'in fluenza degli uffici amministrativi che erano stati fino a quel momento onnipotenti . Ma con la
fine della guerra scomparvero anche i nevrotici di guerra: questa
l'u ltima ma impr essionant e t estimonianza della causa psichica delle
loro malattie .
Vienna,
23
febbraio
19 20
S. Freud
AL DI L DEL PRINCIPIO
2.
In seguito a gravi scosse meccaniche, scontri ferroviari e altri incidenti che implicano un peficolo mort ale si pu verificare una situazione che stata descritta da tempo e a cui stato dato il nome cli
Il "nevrosi traumatica". La terribile guerra che si appena conclusa
ha determinato la comparsa di molt e affezioni di qu esto genere, ma
almeno ha posto termine al tentati vo cli farle risalire a lesioni organiche del sistema nervoso derivanti dall'azione cli un a forza meccanica.1 Il quadro clinico della nevrosi traum atica si avvicina a quello
dell'isteria per la grande variet di sintomi moto ri analoghi, ma di
regola lo travalica per i segni spiccati di una sofferenza soggetti va che
ricorda l'ipocondria o la melanconia , e per le prove che offre di un
ben piu esteso generale indebolimento e turbamento delle facolt
psichiche. Finora non si giunti a una spiegazione completa 2 n
delle nevrosi di guerra n delle nevrosi traum atiche del tempo di
pace. N el caso delle nevrosi di guerra il fatto che lo stesso quadro
clinico si determinasse talvolta 3 senza il concorso di una grande
violenza meccanica parve illuminare e confonder e le cose al tempo
stesso. Nel caso delle comuni nevrosi traumatiche emergono chiaramente due caratte ristiche sulle quali riflett ere: in primo luogo
sembrato che esse siano determinate anzitutto dalla sorpresa, dallo
spavento ; in secondo luogo di solito una lesione o ferita patita simultaneamente agisce contro l'in staurarsi di una nevrosi. I termin i
"i P-avento", "pau_gt_:_~? ngosc~ " 4 sonQ.!:!_
Sat!_a_!_orto com(! sinonimi ;
in realt corrispondono a tre diversi atteggiamenti di fronte al pericolo. ]/ ~ ang~ cia" indica una certa situa zione ch e pu essere definita
di attesa del pericolo e di preparazion e allo stesso, che pu anch e
~ssere scon_osciuto. ~~
ura" richi ede un determin ato oggetto di
cui si h2_ timore; lo " spavento" designa invece lo stato di chi si
trova di fronte a un pericolo senza esservi. preparato , e sottolin ea
l'elerp.ento della__sorpresa. Non credo che l'angoscia possa produrr e
1V edi il libro Psicoanalisi delle nevrosi di guerra (1919 ) al quale h anno contri bu ito Fe r enczi, Abraham, Simm el e Jones. [L'intr odu zione di Freud a qu esto libro conte nuta in
questo volume alle pp. 71 sgg.; vedi anch e, alle pp . 17 1 sgg., il Pro memoria sul tratt amento
ele tt rico dei nevroti ci di guerra (1920).]
2
[La parola " compl eta " fu aggiunta nel 1921. ]
3 [N ella prima edizione del 1920 era scrit to: "p otesse talvolta esser determinato ". ]
[In tedesco Schr eck, Furcht e Angst. J
DI PI ACE RE
J2
199
200
A questo punto propongo di abbandonare l'oscuro e tetro argomento della nevrosi traumatica e di studiare il modo in cui opera
l'apparato psichico in una delle sue prim e attivit norma li: mi riferisco al giuoco dei bambini.
Le diverse teorie del giuoco infantile sono state recentemente
riassunte e valutate dal punto di vista analitico da Pfeifer, 1 al lavoro
del quale rimando i miei lettori. Qu este teorie cercano di scoprire le
ragioni del giuoco infantile , ma senza mettere in primo piano il
punto di vista economico , e cio senza considerare il piacere che il
giuoco procura. Ora, senza voler abbracciare tutto il campo di qu esti
fenomeni, ho sfruttato un'occasione che mi si offerta per chiarire
il significato del primo giuoco che un bambino di un anno e mezzo
si era inventato da s. Si trattato di qualcosa di piu di una fuggevole osservazione, poich sono vissuto per alcune settimane sotto lo
stesso tetto del bambino e dei suoi genitori , ed passato un certo
tempo prima che riuscissi a scoprire il significato della mist eriosa attivit che egli ripeteva continuamente.
Lo svilupp o int ellettuale del bambino non era affatto precoce; a un
anno e mezzo sapeva pronun ciare solo poche parole comprensibili
e disponeva inolt re di parecchi suoni il cui significato veniva compreso dalle persone che vivevano intorno a lui. In ogni modo era in
buoni rapporti con i genitor i e con la loro unica domestica , ed era
elogiato per il suo "buon" carattere. Non disturbava i genitori di
notte , ubbidiva coscienziosamente agli ordini di non toccare certi
oggetti e non andare in certe stanze, e, sopratt utto , non piangeva
mai quando la mamm a lo lasciava per alcune ore, sebb en e fosse ten eramente attaccato a questa madr e che non solo lo aveva allattato di
persona, ma lo aveva allevato e accudito senza alcun aiuto esterno.
Ora questo bravo bambino aveva l'abitudine - che talvolta distur bava le persone che lo circond avano - cli scaraventare lontano da s
in un angolo della stanza, sotto un letto o altro ve, tutti i piccoli
oggetti di cui riusciva a impadronirsi , talch cercare i suoi giocattoli
e raccoglierli era talvolta un 'impresa tutt'altro che facile. Nel
fare questo emetteva un "o-o-o" fort e e prolungato, accomp agnato
da un' espressione di int eresse e soddisfazione; secondo il giudizio
su questo tema nel suo insieme vedi L'interpreta zione dei sogni (1899 ) pp. 502 sgg.; vedi
anche oltre, in questo volume alle pp. 2 55 sg. lo scritto Co mplementi alla teoria del sogno
(1920 ).]
1 S. PFEIFER, Xusserungen infanti/-erot ischer Trieb e im Spiele, Imago, vol. 5, 243 (19 19).
J2
201
della madr e, con il quale conco rdo, questo suono non era un'interiezione, ma significava " fort" ["via "J. Finalrn en te mi accorsi che
questo era un giuoco, e che il bambino usava tutti i suoi giocattoli
solo per giocare a "gettarli via". Un giorno feci un'os servazione che
conferm la mia ipot esi. 11 bambino aveva un rocchetto di legno
intorno a cui era avvolto del filo. Non gli venne mai in ment e di
tirarselo dietro per terra, per esempio , e di giocarci come se fosse
una carrozza; tenendo il filo a cui era attaccato , gettava invece con
grande abilit il rocchetto oltre la cortina del suo lettino in modo
da farlo sparire, pronun ciando al t empo stesso il suo espressivo
"o-o-o"; poi tirava nuo vament e il rocchetto fuori dal letto , e salutava la sua ricomp ar~ con un allegro "da" [" qui "J. Questo era
dunqu e ilLgiuoco completo )- sparizione e riapparizione - del quale
era dato assistere di norma solo al primo atto , ripetuto instancabilmente
come giuoco a s stante , anche se il piacer e maggiore era legato
)
indubbiamente al secondo atto. 1
L'interpretazione del giuoco divenn e dunque ovvia. Era in rapporto con il grande risult ato di civilt raggiunto dal bambino , e cio
con la rinuncia pulsionale (rinun cia al soddisfacimento puls ionale)
/che consisteva nel permette re senza proteste che la madr e se ne andasse. Il bambino si risarciva, per cosi dire, di questa rinuncia, inscenando l'atto stesso dello scomp arire e del riappari re avvalendosi degli
oggetti che riusciva a raggiungere. ovvio che per dare una valutazione del significato affetti vo di questo giuoco non ha importanza
sapere se il bambino lo aveva inventato da s o se esso gli era
stato suggerito da altri. Il nostro int eresse dirett o a un altro punto .
impossibile che l'andar via della madre riuscisse gradevole, o anche
soltant o ind ifferente al bambino. C orn.~ u d_unqu ~c cordarsi col
principi o di piacere la riQetizione sotto Jor ma di _gi.!:!_OC
..Q_
di questa
penosa esperienza? Forse si rispond er che l'andarsene doveva essere necessariament e rappre sentato , come condizione che prelud e
alla piacevole ricomparsa, e che in qu est'ultim a risiedeva il vero scopo
del giuoco. Ma qu esta interpretazione sarebb e contraddetta dall'osservazione eh e il primo atto ,J' andars ~ne _era in~ enato come gi uoco
2 02
a~
stante , e anzi si verificava incompa rabilmente piu spesso
che non la rapprese!}tazione, con:i2kta con il suo piace;ole finale.
L'analisi di un caso singolo come questo non permette di formu lare un giudizio sicuro e definitivo; se si considera la cosa in mod o
imparziale, si ha l'impres sione che il bambino avesse trasformato
questa esperienza in un giuoco per un altro moti vo. All'inizio era
stato passivo, aveva subito l'esperienza; ora invece, ripetendo
l'esperienza, che pure era stata spiacevole, sotto forma di giuoco,
il bambino assumeva una parte attiva. Qu esti sforzi potrebbero
\ essere ricondotti a una pulsione di appropriazione che si rend e
indipendente dal fatto che il ricordo in s sia piacevole o meno . Ma
si pu anche tentare un'interpr etazione diversa. L' atto di gettare via
l'oggetto, in modo da farlo sparire, potrebbe costituire il soddisfacimento di un impulso che il bambino ha represso nella vita reale,
l'impulso di vendicarsi della madre che se n' andata; in questo caso
avrebbe il senso di una sfida: "Benissimo, vatten e pure , non ho bisogno di te, sono io che ti mando via." Questo stesso bambino che
avevo osservato a un anno e mezzo intento nel suo primo giuoco,
l'anno dopo , quando era in collera con un giocattolo, usava gettarlo per
terra esclamando: "Va in guella!" A quel tempo gli avevano raccontato che il pap assente era in guerra; il bambino non sentiva affatto
la mancanza del padre, anzi dava chiaramente a vedere che non
desiderava essere disturbato nel proprio possesso esclusivo della
madre .1 Sappiamo anche di altri bambini che amano esprimere simili
impul si ostili scaraventando lontano oggetti in luogo di persone.2
Ci sorge allora il d.!!J?biose l~ ~inta a elaborare psichicamente e a
impadronirci 2.PJ:?ienodi un evento che ha suscitato in noi una fort e
i_!!!Pr~ssio
~ :e2.5
1a 1!!.
'.:
mifestarsi primariamente e indipendent ement e
@LPr _gi_si2.iq_di piacere. A ben v~der~; nel caso che stiamo discutendo , il bambino potrebbe ripet ere nel giuoco un 'esperienza sgradevole solo perch a~~
ri~ t ione legato l'ott enimento di un
piacere di ti o diverso ma ncm meno diretto .
Neppure un ulteriore esame del giuoco dei bambini ci aiuta a
optare per una delle due ipotesi tra cui esitiamo. chiaro che i
bambini ripetono nel giuoco tutto quello che nella vita reale ha
~
1
1
Quando il bambino ebbe cinque anni e nove mesi la madre mori. Ora che davvero la
mamma era andata " via" ("0 --0--0 "), il bambino non mostr alcun segno di affiizione. I!:
per vero che nel fratt empo era nato un secondo bambino, che aveva suscitato la sua violenta gelosia.
2
Vedi il mio scritt o Un ricordo d'infan zia tratt o da " Poesia e verit " di Goetlie (19 17)
[sopra, in questo volume, alle pp. 5 sgg.].
I2
203
suscitato in loro un a forte impressione, vero che cosi facendo abreagiscono la forza dell'imp ressione e divent ano per cosi dire p_adroni '\
della situazione. Ma d'altro lato evidente che tutto il loro giocare
influenzato da un desiderio che domina quest'epoca della loro vita:
il desiderio di essere grand i e pote r fare quello che fanno i grandi.
Si pu anch e osservare ch e il caratt ere spiacevole di un 'esperienza
non la rend e semp re inservibile per il giuoco. Se il dottore ha guardato in gola al bambino o se gli ha fatto una piccola operazione ,
possiamo essere certissimi che questa spaventosa esperienza sar il
t ema del prossimo giuoco; ma in questo caso non va trascurato che
il bambino otti ene il piacere da un'altra fonte. Passando dalla passivit dell'esperire all'atti vit del giocare, egli fa subire l'esperienza
sgradevole ch e gli era capit ata a un comp agno di giuochi , e in tal
modo attua la sua vend ett a sulla persona di questo sostituto [del
medico ].1
In ogni caso da qu este discussioni emerge il fatto ch e per spiegare
il giuoco non necessario supporre l'esistenza di una particolare
pulsione imitati va. Per concludere, possiamo ancora ricordare che la
rappresentazione e l'imita zione arti stica degli adulti, a differenza di
quelle dei bambini , sono indirizzate alla persona dello spettatore e,
pur non risparmiandogli le impr essioni piu dolorose - nella tragedia
per esempio - possono tuttavia suscitare in lui un godimento elevatissimo.2 Ci una prova convincente del fatto che anch e sotto il
dominio del principio di piacere esiston9 mezzi e vie a sufficienza
per trasformare ci che in s spiacevole in qualcosa che pu essere
ricordato e psichicam ent e elaborato. Questi casi e situ azioni che
\
alla fin fine si concludono con l'ottenimento di un piacere potrebbero essere studiati da un 'estetica 3 orientata secondo il punto di vista
economico; per i nost ri scopi non servono, perch presuppongono
l'esistenza e il dominio del principio di piacere, mentre non provano
i/l'esistenza di t end enze che operano al di l del principio di piacere,
tendenze cio pi originarie del principio di piacere e da esso indi, pend enti.
[Un'osservazione analoga a questa si trova nel S 3 dello scritto sulla Sessualit femm inile (1931 ).]
2 [Freu d si era occupato di questo argomento nello scritto, pubblicato postum o, Perso3 [Vedi sopra pp . 19 4 sg., n . 4.]
naggi.psicopatici sulla scena (190 5).]
, A L DI L DE L PR INC IPIO
3.
Venticinque anni di lavoro int enso hanno fatto si che i fini immediati della tecnica psicoanalitica siano oggi completam ente diversi
da quelli iniziali. Dapprima il medico analista non poteva propor si
altro scopo se non quello di scoprire i contenuti incon sci ignoti al malato per raccoglierli e comunicarglieli al momento giusto . La psicoanalisi era soprattutto un 'arte dell'interpretazione . Poich con ci
non veniva risolto il problema ter~eut i_co, ben_prestoj_a pyicoanalisi
si propose uno scopo ulteriore: obbligare il malato a confermare la
costruzione dell'analista con i suoi stessi ricordi . In questo tentativo
l'accento principale
cadde- sulle -resistenze
del malato' ora l'abilit
- -- del medico consisteva nel mettere allo scoperto, il piu. presto possibile, queste resistenze, nell'indicarle al malato e, avvalendosi della
propria personale esperienza, nell'indurlo ad abbandonarle (a questo
pun to entrava in scena la suggestione, sotto forma di " traslazione" ).
Ma poi divenne sempre piu. evidente che la meta che ci si era prejissi - re!!_de~ cosciente ci che era inconscio -::._!l.
On_ po~v a essere interam ent e _g ggiunta nean_che con questo metodo. Il malato non pu ricordare tutto ci che in lui rimosso, forse non
ricorda proprio l'essenziale, e quindi non riesce a con vincersi dell' esattezza della costruzione che gli stata comunicata. Egli piutto sto
indotto a ripetere il contenut o rimosso nella forma di un 'esperienza
11attuale, anz ich, come vorrebbe il medico, a ricordarlo come part e
del proprio passato.1 Queste riproduzioni, che si presentano con una
fedelt indesiderata, hanno sempre come oggetto una parte della
vita sessuale infantile, ossia del complesso edipico e dei suoi esiti; e
ha nno invariabilmente luogo nella sfera della traslazione , vale a dire
del rapporto col medico . Se il trattamento ha raggiunto questo stadio,
si pu dire che la vecchia nevrosi stata sostituita da una nevrosi
nuova, da una "nevrosi di traslazione". 2 Il medico si sforzato di
restringere al massimo l'ambito di qu esta nevrosi di traslazione, di
convogliare quanto piu. materiale possibile nella sfera dei ricordi e
1
Vedi il mio scritto Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi (1913-14): 2. Ricordare, ripetere e rielaborare . [In effetti in tale scrit to, a p. 356, Freud parla per la prima
volta della "coazione a ripete re" che costituisce uno dei temi principali del presente lavoro.]
~ [Anche questo termine, nell'accezione particolare in cui qui usato, compare per la
pnma volta alla p. 360 dello scritt o tecnico test citato.]
DI PI ACERE
205
15
AL DI L DEL PRINCI
PIO DI PIACERE
206
li
t [Nota aggiunta ne l 1923) Altrove ho spiegato [vedi oltre pp. 429 sg.J ch e ci che
viene in aiuto alla coazione a ripetere l' "effetto suggestivo" esercitato dal trattamento, e
cio quell'arrendevolezza del malato nei confronti del medico che ha profonde radici nel
suo complesso parentale inconscio.
2 [Vedi l'u so allegorico che Freud fa della favola dei "Tre desideri" nell'Introduzione
alla psicoanalisi (19 15-17) pp. 383 sg. La stessa favola citata, sia pur e per illustrare
un'altra tematica, nello scritt o Il per turbante (1919) vedi sopra p. 107.)
3 J. MARCINOWSKI,
Die erotischen Qu ellen der Minderwe rtigkeitsgefiihle, Z. Sexualwiss.,
vol. 4, 313 (1918 ).
j3
207
208
DI PI ACERE
j3
209
' [Nelle edizioni precedenti a quella del 1923 l'ultima parte di questa frase diceva:
"la coazione a ripetere in certo modo chiamata in aiuto dall'Io che vuole tener fermo il
principio di piacere ".]
4.
[Vedi, di Freud , L'int erpretazione dei sogni (1899) pp. 559 sgg. e, nella Metapsicologia
(1915): L'inconscio, pp. 55 sgg.]
2
[Il sistema P (percettivo) fu descritto per la prima volta da Freud nell'Interp retazione
dei sogni (1899) pp . 49osgg. Nella Metapsicologia (1915): Supplemento metapsico/ogico
alla teoria del sogno, pp. 99 sgg. Freud considera coincidenti i sistemi P e C.]
J4
211
\ ~a:
residui mne stici dunqu e, che nulla h anno a che fare con il
processo del diventare coscient e. Tali residui sono spesso molto spiccati e durevoli proprio se il processo dal quale sono risultati non
mai pervenuto alla coscienza. Ma troviamo difficile credere ch e
l'eccitamento lasci anch e nel sistema P- C tracce permanent i siffatt e. Se rim anessero sempre consce, ben presto limi terebb ero la
capacit del sistema di ricevere nuovi eccitament i, 1 se invece diventassero inconsce, ci mett erebb ero di front e al problema di spiegare
l'esistenza di processi inconsci in un sistema il cui funzionam ento
per il resto caratter izzato dai fenomeni prop ri della coscienza. Co n
la nostra ipot esi che situa il processo del divent are coscient e in un
parti colare sistema non avremmo per cosi dire cambiato nulla n guadagnato null a. Pur amm ettendo che questa considerazione non sia
probant e in modo assoluto , essa pu tutt avia indurci a supporr e che
il diventar e c9scient e e il lasciare dietr q_clt s una traccia mn estica
sianq processi tra lor~ in~~ ]_)atibiliall'ig!:er119di un o stes~o sistema.
Potremmo allora dire che n_elsistema C il _processo di eccitamento
diventa consci.9, ~a non lascia tracce..Q_er
ma nenti; ch e l'eccitamento
viene inveceJ_rasm~sso ai sistemi interni_ adiacenti , e lascia in questi
sistemi le tracce che costituiscono il fondamento del ricordo. Ho
seguito queste stesse lin ee nello schema ch e ho incluso nella sezione
speculativa della mia Interpreta zione dei sogni. 2 Se pensiamo alle
scarse conoscenze che si ricavano da altre fonti sull'or igine della
coscienza, amme tt eremo che la tesi secondo cui la coscienza sorge
al posto di una traccia mnest ica merita di essere presa in considerazione, se non alt ro p erch formulata in termini piuttosto precisi.
Il sistema C avrebbe dunque la peculiare caratteristica che in esso
- diversamente cla quanto accade negli altri sistemi psichici - i processi di eccitam ento non lasciano dietro di s una durevole trasform azione degli elementi del sistema, esaurendos i, per cosi dire, nel fenom eno del diventar e coscient e. Una siffatta eccezione alla regola
generale esige di essere spiegata con un fatto re riscontrabil e esclusivament e in questo sistema; questo fattor e, assente negli alt ri sistemi, potr ebb e consistere verosimilmente nella posizione esposta
del sistema C, il quale confina dirett ament e con il mondo estern o.
1 Ci che segue tratto direttamente dalle "Consid erazioni teoriche" di Josef Breuer
contenute in Breuer e Freud, Studi sull'isteria (1892-95) [p. 336 e nota. Freud stesso
svilupp tutta via questo tema nell'Interp retazione dei sogni (1899) pp. 491 sgg.; esso figura
comunqu e gi nel Progetto di una psicologia (189 s) pp. 204 sg. e nella lette ra a Fliess del
6 dicembre 1896. Freud torner ancora sull'argomento nella Nota sul "n otes magico"
2 [L'int erpretazione dei sogni (1899) p. 492.]
(1924).]
212
AL DI L .~ DEL
PRINCIPIO
DI PIAC ERE
Rappresentiamoci l'organismo vivente nella sua forma piu semp lificata possibile come una lvesclclietta indiffere~
di una sosta nza
suscettibile di stimolazione; in questo caso la superficie dell'orga nismo rivolta verso il mondo esterno sar differenz iata in virtu della
sua stessa posizione, e funzioner come organo che riceve gli stimoli.
L'embriologia, che ripercorre le stesse tappe della storia dell'evol uzione, mostra effettivamente che il sistema nervoso centrale deriva
dall'ectoderma; la sostanza grigia della cortecc ia cerebrale ancora
un residuo della superficie prim it iva dell'organismo, e potrebbe
averne ered itate alcune propriet fondamentali. Verrebbe dunque da
pensare che l'incessante urto degli stimo li esterni sulla superficie
della vescichetta determini una con tinua trasformazione della sua
sostanza fino a una certa profondit, sicch i processi di eccitamento
si svolgerebbero in essa diversamente da come si svolgono negli
strati piu profondi. Si sarebbe cosi formata una corteccia che la
continua stimolazione ha talmente temprato che alla fine essa presenta le migliori condizioni possibili per la ricezione degli stimoli,
e non piu suscettibile di ulterior i modificazioni. Applicata al sistema
C, questa ipotesi significherebbe che il passaggio di un eccitamento
non pu piu produrre alcuna modificaz ione permanente degli elementi del sistema, poich, sotto questo profilo, essi sono gi stati modificati al massimo. Allora, per, essi hanno acquistato la capacit
di generare la coscienza . Sulla natura di questa mod ificazione della
sostanza e del processo di eccitamento si possono avanzare varie
ipotesi che per il momento non possono essere sottoposte a verifica.
Si pu supporre che nel suo passaggio da un eleme nto all'altro l'eccitamento debba superare una resisten za, e che questa diminuzione
della resistenza produca appunto la traccia permanente dell'eccitaacil,Ja~d'lt mento (istituisca cio una \f~cilitazioneJ; dunque nel sistema C ta le
resistenza al passaggio da un elemento all'altro non esisterebbe pi. 1
Questa ipotesi pu essere messa in rapporto con la distinzione stabine,f_i;a lita da Breuer fra l'e nergia di investimento quiescente (legata) e
Le5e-ca l'energia liberamente mobile negli elementi dei sistemi psichici; 2
gli elementi del sistema C non po rterebbero energia legata, ma solo
energ ia libera idonea alla scarica. Penso per che per il momento sia
preferibile che ci esprimiamo su queste cose con la massima cau-
-f
[Una anticipazione di questa ipotesi si trova gi nel Progetto di una psicologia (1895)
20 5 sgg.J
2
Breuer e Freud, Studi suil'isteria (1895) (p. 341 e nota. Ma vedi anche sopra la nota
a p. 194].
pp.
1
AL DI L,, DEL
[4
2 14
AL DI L,\ DE L PR INCIPIO
DI PIA CE RE
J4
21 5
una protezione del genere impossibile; gli eccitame nti degli strati
piu profondi proseguono direttamente e senza alcuna diminuzione
del loro amm ontare fino al sistema, dato ch e alcune delle loro caratteristiche danno origine alla serie delle sensazioni piacere-dispiacere.
Comunq ue, gli eccitam enti che provengono dall'interno sono piu
adeguati - per la loro intensit e per altr e propriet qualitative (forse
per la loro amp iezza) - al metodo di lavoro del sistema di quanto
non lo siano gli stimoli che affluiscono dal mondo esterno. 2 Qu esto
stato di cose produce due risultati di importanza decisiva. In primo
luogo, k_J;ens~zioni di piacere e i!i dis_piacere (c:_
he costituisc_Of!..O
un
indizio di ci che accade all'interno dell'apparato) prevalgo_go_su
t~tti gli stimoli estern i. In secondo luogo, quegli eccitamenti inte rni
che provocano un eccessivo aumento del dispiacere sono tratt at i in un
modo particolar e: si instaura la propen sione a c9.nsiderarli ~ ome se
non agissero dall'interpo, ma dall'e sterno, al fine di poter usare
contro di essi gli stessi mezzi di difesa con cui il sistema si protegge
contro gli stimoli esterni . qu esta l'origjn~ delk...12roiez
ione, ch e ':rh,i-e-.2.>=e.
destinata a svolgere un a funzione cosi impor tante nell'etiologia dei
processi patologici .
Ho l'impressione che qu este ultime riflessioni ci abbiano aiutato a
capire meglio in cosa consista il dom inio del principio di piacere; ma
non siamo riusciti a spiegare quei casi che contraddicono a tale principio. Facciamo quindi un altro passo. Chiamiamo "traumatici" qu e- t=:.ccAernl7.nt:
g_lieccitamen ti che p!:_
o_yengonodall'esterno e sono abbastanza for , - ,.,'l)at...c
i'"
~a spezzare lo scudo prot etti vo. Penso che il concetto di trauma
implichi qu est'i dea di una breccia inferta nella barriera protettiva che
di norma respinge efficacemente gli stimoli dannosi. Un evento come
il trauma esterno provocher certamente un enorm e disturbo nel1'economia energetica dell'organ ismo, e mobilit er tutti i possibili
mezzi di difesa. Nello stesso tempo , il principio di piacere in un
primo momento messo fuori combattimento . Non pi possibile
evitare che l'apparato psichico sia somme rso da grandi masse di __
stimoli ; sorge invece un altro compito , quello di padro_p.~gggrelo -1-:>circn~'e5' ~
. 11
d.1 stimo
11 cl1e l1anno <1;....
. l o, d.1 "l egare " ps1c
s_t imo
1ca~ente l e __!lll!SSe
l lo ,s.t..._l',1.
O
fatto irruzione ne~Jarato
_psihico, in modo da pot ersene poi
sbarazzar~.
Probabilmente il dispiacere specifico ch e deriva dal dolore fisico
dipende dal fatto ch e la barriera protetti va stata spezzata in una
1
AL Dl L DE L PRINCIPIO
DI PIACERE
21 7
14
port iamo appresso in ogni nuova formula. Pu essere ragionevole
supporre che questo processo si compia con energie ch e variano
~antitativamente ; pu anche parere probabile che esso possieda
piu di una qualit (attinente per esempio al tipo di ampiezza).
Una nuova ipotesi che abbiamo preso in considerazione quella formulata da Breuer secondo cui le dotazioni di energia si presentano
sotto due forme [vedi sopra p. 212], talch bisogna distingu ere
fra due tipi di investimento dei sistemi psichici (o dei loro elementi):
un investimento liberamente fluttuante che tende alla scarica, e un
investimento quiescente. Possiamo forse supporre che il processo
mediante il quale l'energia che affluisce nell'apparato psichico viene
" legata" consista in un passaggio dallo stato liberamente fluttuante
allo stato quiescente.
Penso ch e possiamo arrischiarci a considerare la comune nevrosi traumatica come la conseguenza di una vasta breccia apertasi nella barriera protettiva. Ci parrebbe riabilitare l'antica
e ingenua teoria dello shock, in apparente contr asto con la piu
recente e psicologicamente piu ambiziosa teoria che attribuisce importanza etiologica non gi agli effetti della violenza meccanica,
bensi allo spavento e al pericolo morta le. Sennonch queste opposte tesi non sono inconciliabili, e la concezione analitica della
nevrosi traum at ica non si identi fica con la teoria dello shock nella
sua forma piu grossolana. Secondo quest'u ltima l'essenza dello shock
consisterebbe nel danno diretto arrecato alla struttura molecolare o
addirittura alla struttura istologica degli elementi del sistema nervoso;
ci che invece noi ci sforziamo di comprendere sono gli effetti prodotti sull'organo psichico dall'apertura di una breccia nella barriera di
protezione contro gli stimoli, nonch dai problem i che da questo fatto
conseguono. No i pure attribuiamo molta importanza allo spavento.
La condizio ne perch esso si verifichi che manchi quella preparazione [al pericolo] propria dell'angoscia 1 che implica il sovrainvestimento dei primi sistemi che ricevono lo stimolo. Quando il livello
del loro investimento basso, i sistemi non sono in grado di legare
l'ammontar e degli eccitamenti in arrivo, e le conseguenze dell'irruzione attraverso la barriera protettiva si fanno sentire tanto piu facilmente. Vediamo cosi che la preparazione connessa all'angoscia e il
sovrainvestimento dei sistemi ricettivi che l'accompagna rappresentano l'ultima linea di difesa contro gli stimoli. In tutta una serie di
AL DI L .,
1.J
AL DI L DEL PRINCIPIO
DI PIACERE
14
219
' Vedi la mia Introduzione al libro "Psi coanalisi delle nevrosi di guerra" (19 19) [in
questo volum e aJJe pp. 71 sgg.].
2 Vedi le osservazioni cont enute nei miei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905) [pp.
509 sg.J relative agli effetti del moviment o oscillatorio e del viaggiare in treno.
J Vedi il mio saggio Int roduzione al narcisismo (1914 ) [p. 452 ].
5.
Dal fatto che lo strato corticale che riceve gli stimoli non dispone
di un rivestimento protettivo contro gli eccitament i che provengono
dall'interno, discende necessariamente che queste trasmissioni di stimoli acquistano un'importanza predominante dal punto di vista economico, dando spesso origine a disturbi economi ci che possono
essere paragonati alle nevrosi traumatiche. Le fonti di tale eccitamento interno sono in massima parte le cosiddette pulsioni dell'organismo, che fungono da rappresentanti di tutte le forze che traendo
origine dall'interno del corpo vengono trasmesse all'apparato psichico, e che costituiscono l'elemento al tempo stesso piu im~tante
f _piu oscuro della ricerca psicoanalitica.
Forse non troppo arrischiato supporre che gli impulsi originati
dalle pulsioni non appartengano al tipo dei processi nervosi "legati" ,
ma piuttosto al tipo dei processi liberamente mobili che tendono
alla scarica. La parte piu valida delle nostre conoscenze r_elative a
questi processi ci deriva dallo studio del lavoro oni rico. In quelle
ricerche abbiamo scoperto che i processi che hanno luogo nei sistemi
i_nconsci sono ra_d~al men_te_ 4iversi d~ quel!i che si svolgono nei
~istemi prec.9.nsci (o consci). ~e ll 'incon~cio gli investim e_nti p~sso~o
essere facilmente trasferiti in modo completo, spostati , condensati;
tale trattamento, se fosse applicato a un materiale preconscio , potrebbe dare solo risultati difettosi; e ci determina anche le note
peculiar it del sogno manifesto una volta che i residui preconsci del
giorno precedente siano stati elaborati secondo le leggi dell'incon scio.
Ho chiamato questo tipo di processo che ha luogo nell'inconscio
JlIOCessopsichico "primario", per distinguerlo dal processo seconda Jio_che si verifica nella nostra vita normale, durante la veglia. Poich
tutti i moti pulsionali sono ancorati ai sistemi inconsci , non una
navi~ s~stenere che essi seguono ilJ~ocesso primario. Inoltr e, facile
identificare il processo y~chico primario con l'inve stimento liberamente mobile di Breuer, e il processo secondario__og_i__s:ambiam!~ i che avvengono in quello che lo ~tesso Breuer chiama i~vestiJ!lento legato o tonico. 1 Stando cosi le cose, gli strati superiori
1 Vedi il cap. 7 della mia Interpretazione dei sogni (1899) [pp . 536 sgg. Vedi anche,
di Brcucr e Freud, Studi sull'isteria ( 1892-95) pp. 333 sgg.J.
221
-CC\oi'~
dell'apparato psichico avrebbero il compito di legare l'eccitam ent o 11ccc.ibme11G:,
pulsionale che ubbidi sce al processo ~1ario . Il fallimento di questo 't){"'; onate.
t!ntati_yo provoch erebbe disturbi analoghi a quelli della nevrosi traur:!)atica;soltanto dopo che l'inve~timento libero fosse stato convenien temente leg~to,_il principio di piacere (e quella sua modificazione
~he il principio di realt ) potrebbe esplicare indisturbato il suo
dominio . Fino a quel momento prevarrebbe invece l'altro compito
dell'apparato psichico, il compito di domare o lega__!e
[ecci tam ento,
non diremo ~n contrasto col principio di piacere, ma indipenden trmente da esso e in una certa misura senza ten ern e co~to.
Le manifestazioni della coazione a ripete r_e (che abbiamo descritto Cce :lic.\e. a
considerando sia le prime attivit della vita psichica infantile sia le '''?eW11..
esperienze che si verificano durante il tratt amen to psicoanalitico)
rivelano un alto grado di pulsionalit , e, quando ~ono in cont rasto 'For,;io_,
c_ol principio_ di pi~cere )Ossono far_ 12_ensarealla presenza di una cdemor.iaca"
fQrza "demoniaca". A propo sito del giuoco infanti le ci pare che il
bambin o ripeta l'esp erienza spiacevole anche perch se attivo
riesce a dominare molto meglio una forte impressione di quanto
potesse fare quando si limitava a subirla passivamente. Ogni nuova
Epetizion e sembra r2_fforzare questo domin io che egli si propon~
di att1=!_'.!._~;
anche nel caso delle esperienze piacevoli il bambino
non si sazia di ripet erle, e insiste inesorabilmente sull'id enti t dell'impressione. Questo tratto del caratte re destinato a scomparire in
seguito . Una barzelletta udita per la seconda volta non fa quasi pi
effetto; assistendo per la seconda volta a una rappresentazione teatrale, l'impres sione che si riceve non mai quella della prima
volta; ancora, molto difficile indurre un adulto a cui piaciuto
molto un libro a rileggerlo subito dopo . La novi~ sempre condi?ione del godiment:2.:._Ilbam !2_
ino, invece, non si stgnca di chiedere
agli adulti - fino a esaurirne la pazienza - q_iripete~e i giuochi che
costoro gli hanno mostrato o fatto insieme a lui; e se gli stata
raccontata una bella storia vuole continuamente risentirla piuttosto
che ascoltarne una nuova, esigendo con assoluta intransigenza che la
ripetizione sia identica e correggendo ogni cambiamento di cui il
narratore si sia reso responsabile nell'intento , magari, di acquistare
;igli occhi del bambi no un nuovo merito. 1 Questo comportamento
non contraddice al principio di piacere ; evidente che la ripetizione ,
1 [Vedi alcune osservazioni contenute nell'opera di Freud , Il motto di spirito e la sua
,e/azione con l'inconscio (1905) p. 202 e n. 1.J
16
S. Freud
INIBIZIONE,
310
SINTOMO
E ANGOSCIA
tiva dell'Io, una funzione particolarmente importante nella protezione dell'Io, e abbiamo rivolto la nostra attenzione al processo del}'" isolamento", che si procura un'espressione sintomatica diretta e
del quale non riusciamo ancora a individuare la tecnica; il nostro
interesse stato inoltre attirato dal procedimento - da definirsi magico - del "rendere non avvenuto", sulla cui tendenza difensiva non
possono esservi dubbi, ma che non ha piu alcuna somiglianza col
processo della " rimozione". Queste esperienze sono un motivo sufficiente per ripristina re il vecchio concetto di difesa, che pu abbracciare tutti questi processi aventi un'uguale tendenza - cio la protezione dell'Io dalle pretese pulsionali - e per sussumervi la rimozione
come un caso particolare. Il significato di una tale denominazione aumenta qualora si consideri la possibilit che un approfondimento dei nostri studi possa dimostrare un 'intima connession e
tra particolari forme della difesa e determinate affezioni, come, per
esempio, tra la rimozione e l'isteria. La nostra aspettativa si dirige
inoltre verso la possibilit di un'altra significativa dipendenza . Pu
facilmente darsi che l'apparato psichico, prima della differenziazione
netta tra l'Io e l'Es, prima della formazione di un Super-io, adoperi
metodi di difesa diversi da qu elli che usa dopo aver raggiunto questi
stadi di organizzazione.
B.
CAPITOLO
11
311
312
( 19 2 0)
pp.
202
sg.]
C AP IT OL O 1 1
31 3
l'n accadere abbastan za spesso che in una situazione di pericolo, valutata correttacome tale, una parte di angoscia pulsionale venga ad aggiun gersi all'angoscia reale.
I I pretesa pulsionale, di fron te al cui sodd isfacimento l'Io arretra spavent ato, sarebbe
11111111quella masoch istica, la pulsione d i distruzione dir etta contro la propria persona.
J1111NC' questo elemento suppl ement are spiega quei casi in cui la reazione d'an goscia risult a
, , , ,,.~si
va, inadeguata, paralizzante . Le fobie delle alti tudini (finestra, torre, precipizio) poIII hlicro ave~e questa origine ; il loro segreto significato femmin ile conn esso al masoch i11111 [Vedi su questo tema Sogno e telepatia (1 92 1 ) p . 4 00 e n . 1.]
111111tc
314
INIBIZIONE,
SINTOMO
E ANGOSCIA
C.
CAPITOLO
11
JlJl. 200