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Sigmund Freud

Epistolari
Lettere a Wilhelm Fliess
1887-1904

Boringhieri, Torino 1990

,,

M
217

~erio inconscio di attirarmi l, e poich non andai da lei nella notte


rinnov le emorragie come mezzo infallibile per ridestare il mio affetto.
Per tre v?lte. perse sangue spontaneamente, e ogni emorragia dur per
qua~tro g'.orm, fatto che deve avere un significato. Mi deve ancora dare
parhcolan e le date precise.

e cita a m emoria la frase in ques tione (189 ;a , p. 186), in cui si sosti en e che soprattu tt o lo
stesso "rappo rt o sessuale (. ..) tras mett e la propria periodicit ai suoi effetti, cio agli attac chi d'angoscia". Fliess prese poi effettivamente posizione contro Lowenfeld (1897a, p . 197,
nota); vedi oltre, i passi citat i da Kris (pp. 529 sgg.). (S)

Ricevi i miei affettuosi saluti e non dimenticare di scrivermi non appena la tu a testa lo consente.
Tuo Sigm.
1 Fli ess pubblic poi nel suo libr o (1897a, p. 174) i calcoli sulla da ta del primo dente di
Anna Freud, calcoli che egli pare abb ia effettuato dopo la comun icazione ricevuta ne lla
lettera 9 5. (S)
2. Non ~ possibil e compr end ere il segno mat ematic o che precede qu esta cifra ; Fr eud pu
avere OSC11latotra > e <: Fliess (vedi la precedente not a 1) calcola " 29 giorni e 1/ ., in
5
base alla durata della gravidanza (vedi anche lette ra 89 e nota 13). (S)

Vi enna, 30 maggio 1896

Mio caro Wilhelm,


come frutto di torm enta te riflessioni, ti invio la seguente soluzione
dell'etiologic.tdelle psico~~vrosi, che atte nde ancora diE ere convalidata
da analisi ind ividu al/. Il corso della vita pu venire suddiviso in quattro
periodi:

3, Si tratta con ogni probabilit della conf erenz a sull'i steria ch e Freud tenne nell' estate
1896 (Gicklhom e Gicklhorn, 196o, p. 152). (S)

II

la

Ib

fino a 4 anni

fino agli 8

fino ai 14

fino a x

Preconscio

Infantile

Prep uberale

Ma tu rit

IU.

4. Non conservata. (S)

97
Caro W ilhelm,

Vi en na, 17 maggio 1896

il trambu sto. del matrimonio I si app ena placato ; la coppia partita


e q~esto ha nclestato ogni sorta di ricordi del 6 settembre.2 Eravamo
tutti molto content i; lui un uomo eccellente e non v'era altro motivo
alle nozze che una reciproca inclin azione di vecchia data ma eravamo
tutti stanc~ i mo~ti. Un grazie di cuore per i tuoi affettuo;i auguri sia a
nome d~gh sposi c~e mio. La pi bella al matrimonio era peraltro la
nostra piccola Soph1e: con i capelli arricciati e una coroncina di nontisco~dardim sul capo. Spero che non ti tormenterai troppo per J'osservaz'.on~. ~on~:o Lowenfeld. Il passo q~esto : "Trasmette la propria
penod1c1ta... _Adesso naturalmente non n esco a trovare lo scritto.
I saluti pi affettuosi a te e a Ida
tuo Sigm.
Il 12 mi tornata la forza d'an imo.
Aprile: giorni critici 6 e 12.
1.

Le nozze della sorella R osa con l'a vvocato H einr ich Graf (1852-1908).

A e B (circa dagli 8 ai !.2 .f. dai_13 __ai 17 anni ) sono i periodi di tran siz.ione durante i_quali di solito ha luogo la rimoziQ!le.1
Il risYeglio, in un 'epoca successiva, cli un ricordo sessuale cli un'ep oa
ante riore produce, nella psiche, un eccesso di sessualit che ha un effet to
inibitorio sul pensiero e conferisce alla memoria e ai suoi derivati il carattere ossessivo cli incapacit a resistervi.
Il periodo la possiede la caratteristica del non tradotto; cos che il
risveglio di una scena sessuale avvenuta in la conduce non a conseguenze
psichiche ma a realizzazioni, cio alla conversione. L' eccesso della sessualit impedisce la tradu zione.
Sennonc h il solo eccesso di sessualit non pu causare la rimozione;
si richiede la cooperazione della difesa. Ma senza un eccesso di sess1,1a
lit
la difesano n cond uce a una nevrosi.
Le diverse nevrosi_dipendono dal periodo nel quale si sono verificati
gli episosli_se~uali~2
Condizioni temp orali

2. La data delle nozze di Fli ess. (S)


3, Eviden~emente, in s.eguito all'osservazion e compiuta da Fliess ne lla lett era 8 , Fli ess
9
a~eva deciso, ~el su~ libro (1897a), di pr end ere pos izione nella controv ersia tra Freud e
Low~nfeld e .d1 ,espnm ~re la propria idea rispetto al pro blema dib at tut o della period icit
degl'. attacc~1 d angoscia. A qu esto scopo deve aver invita to Freud a indicar gli il passo
preciso (vedi lett era 99, not a 1). Freud rif erisce la richiesta dell'ami co alla propria replica

la
fino a 4
Isteria
N evrosi oss.
Paranoia

Rimozione
Ib
fino a 8

Scena
Scena

II

III

fino a 14

fino a x

R imozione

Rim ozione

Rim ozione

Rimozione

Scena

R im ozione

219

ANNO1896

Cio, nell'isteria le scene sessuali accadono durante il primo periodo


dell'infanzia (prima dei 4 anni ), nel quale le tracce mnestiche non pos3 indifferente se
sono essere tradotte in !!1.PP
rsentazioni delli P.""arola.
queste scene sessuali la riaffiorano nel periodo che segue la seconda dentizione (tra gli 8 e i 10 anni) o durante Io stad io della pubert . La conseguenza invariabilmente l'isteria, sotto forma di conversione, poich gli
effetti combi nat i della difesa e dell'eccedenza sessuale impedis cono la
traduzione.
Le scene sessuali della nevrosi ossessiva rientrano nel periodo Ib e possono essere tradotti in parole. Quando riaffiorano sia in II sia in III, sorgono i sintomi psichici ossessivi.
Nella paranoia gli episodi accadono dopo la seconda den tizione, nel
periodo II, e si risvegliano nel III (maturit). La difesa allora si man ifesta
- come incredulit . Cos non ha nessun significato nella scelta della nevrosi
il periodo nel quale avviene la rimozione, mentre il periodo nel quale si
verifica ~
to ha un'importan za decisiva. La natura delle scene sesL suali importante
in qu ant o pu dare origine alla difesa.
Che cosa succede se gli episodi si ripetono a et diverse? Allora il
risultato determinato dal periodo pi remoto oppure si producono
forme combinate, come dovrebbe essere possibile dimostrare. Non vi
pu perlopi essere una comb inazione di paranoia o di nevrosi ossessiva, perch la rimozione di un episodio in Ib effettuata durant e II
impedirebb e nuovi episodi sessuali.
L'isteria la sola nevrosi nella quale si possono riscontrare sintomi anche in assenza della difesa, perch allora permane anche la caratterist ica
della conversione. (Isterica puramente somatica .)
Come si vede, la paranoia gu~lla che meno dipend e dalle determinanti infanti li. Essa J la vera e 12
.ropria nevrosi di difesa ed indipendente qalla mor~le e dalla avversione alla sessualit che, in A e in B,
procurano i motivi di difesa per la nevrosi ossessiva e l'isteria; perci
essa accessibile agli strati sociali inferiori. un disturbo dell'et
matura.
Se mancano le scene sessuali in la, Ib o II , allora la difesa non pu
avere conseguenze patologiche (si ha cio la rimozione normale). L~ecdell'atta cco d'angoscia durante la
--cesso di sessualit la det erminante
..
maturi t. 1&._tracce mnestiche sono insufficienti J)~Ssorbire
la qua nti t di sessualit libe~ ta che dovrebbe trasforma_!2
i ig.Jibido.
Si vede quale impo rtanz a abbiano le 12ause nell'esperienz a sessuale.
U na continua serie di ep isodi sessuali che si producono al di l del limit e esiste nte tra i due periodi pu forse essere un mezzo per sfuggire
alh ri~z ione, poich in tal caso non si svilupper un eccesso di sessualit fra un episodio e il successivo, profondo ricordo di esso.4

..
Il

---~-~-

_}..,.,,,

Occorre supporre tre cose riguardo alla coscienza o piuttosto alla presa
di coscienza:
,
)
che
per
quanto
concerne
i
ricordi
consista
perlopi~
i~ un'ad~guata
1
coscienza verbale, cio nell 'amm ettere le rappresentaz1om verbali associate all'episodio;
2 ) che non siano int eressate esclusivamente e insep~rabiln:ie nt~ n 1~
sfera cosiddetta inconscia n quella cosiddetta conscia, cos1cche questi
termini vadano rifiutati;
3) che essa venga determinata da un compromess~ tra_ le diverse forze
psichiche che entrano in conflitto reciproco nella nmoz10ne. .
.
Queste forze devono essere studiate da vicino e desunt e dai lor~ n sultat i. Esse sono 1 ) Ia....r.
~ale forza guantitativa di una r<1pp
resen_taz10ne, e
)
Qn~
attenzione
liberam
ente
fluttuante,
che

attratta_
secondo
~erte re2
gole ed respinta in base alla legge di difesa. I smt om1 sono tu tti fQ!!QalJ

zioni di compromesso.

. .
. . ..
Si constata una differenza fondamenta le tra i processi psich1c1 non 1mb1h
e quelli che vengono inibiti dal pensiero. ~ l con~itto t~ _gli uni e g!i
altri trovano origine i sintomi, come compromessi a cm s1 ap ~e la v1.~
della coscienza. Nelle nevrosi ognuno di quest i due processi m s logico, quello non inibito monoid eistico, un ilaterale, mentr_e il com5
prom esso che ne risulta irrazionale, analogo. ~ u~ errore _lo~1co. . ,
In ogni caso occorre adempiere alle cond1z10m qu_ant1tahve, po~che
altrimenti ]a difesa del processo mentale inibito imped isce la formazione
dei sintom i.
.
Una specie di disturbo psichico si verifica quando si accresce la forza dei
processi non inibiti , un' altra quando la forza della inibizion e prodotta
dal pe nsiero diminui sce (melanconia, esaurimento, sogno co~e ~ odello).
Un aum ento dei processi non inibiti fino al punto ~he essi soli posseigano la via della cos_c~ n~j v~rbale_yro duce la psic~~;
. . .
Non da parlare di separazione tra i due processi; e s~l~ p~r moti_v1_di
dispiacere che vengono sbarrate le varie possibili tran s1z10m associative
tra di essi.
.
E con ci vorrei, per questo semestre, sotterrare la bacchetta ma_g1ca.
Non ho scritto perch ero di umor nero e sapevo c~e ~nch~ tu en nel
tuo periodo infelice. Ho gi fatto bottino di date s1gmficative:
aprile:

6, 7
12

maggio: 6, 7
12

20

29

221
220

ANXO 1896

Necessito di un'altra infusione di forza vitale, come l'ultima di Dresda.


Quest'anno ha logorato la mia forza morale. A dispetto dei miei colleghi, ho trascritto interamente per Paschkis la conferenza sull'etiologia
dell'isteria 6 e la prima parte uscir oggi.
. Il mio fratello maggiore di Manchester7 stato qui per tutta questa settimana, mentre gioved prossimo il mio popolo partir per Aussee.
Sono gi assetato di tue notizie. Che cosa non avrai scoperto nel frattempo! Quando ci rivediamo? Che fa R. W.? E la tua cara consorte
che, malgr~do i tentativi di influenzarla in senso contrario non ha perso
la sua affez10neper me? 8 La vita molto difficile, non credi?
Non occorre che tu esprima il tuo giudizio sulle cose che ho scritto
all'inizio; ti ho detto che vi sono presenti pi congetture del solito ma
non trovavo proprio pace al riguardo.
'
Con i pi affettuosi saluti
tuo Sigm.
1. Primo accenno al concetto di "periodi di latenza" la cui denominaz ione Freud ha desunto da Fliess (vedi invece Sulloway, 1979, p. 193, nota 8). (K/ S)

2. Nello schema seguente Freud si serve delle abbreviazioni di uso corrente in que~k
lettere per indicare )"'isteria", la "nevrosi ossessiva" e la "paranoia"; sz sta per scena e
V ( = Verdriingung) per rimozione. Effettivamente colpisce che le determinanti cronologiche _d_ellascelta della ne~
appa iano come_ rovesciate rispetto alle successive idee psicJl~aht,che , cosa che, tra l'altro, pu essere legata all'Q!jentament o psicologico del pepsiro
i:h Freud, allora ancora prevalente. (S)

3 Jl rapporto tra rappresentazi(mi della cosa e della parola verr ripreso e sviluppato soprattutto nello scritto metapsicologico .L'inconscio .(12 15a, pp. 85-87). (S)
4 _Questa ip_otesi,qui appena abbozzata, porter in seguito, unitamente alle idee esposte
ne, Tre saggi sulla teona sessuale (1905a), all'elaborazione della teoria della fissazione. (K)
5. Troviamo qui la _Prim3_fonnu_lazione della teoria relativa al carattere di compromesso
(ma vedi gi la Minuta K). Vi @che un'ipotesi relativa alla teoria
~ uttura: Freud parla di forze psichiche che entrano in conOitto le une con le altre e nel
suo cqncetto di coscienza anticipa l'id ea, successivamente sviluppata in maniera cs:ustiva
in ~ 'Io e l'Es (1922), secondo cui l'Io parteciperebbe sia della coscienza che dell'inconscio
o, i_naltre parole, che alcune funzioni dell'Io sono consce e altre non lo sono. Ci ~

md_,cabvo P_ergh inter essi che Freud coltivava al tempo in cui scrisse questa lett era che
egli sceglie 1 suoi paragoni desumendoli dal c_ampodella psicologia dei processi int ellettu ali
e che paragona i sintomi a errori di logica; qu i hanno una parte notevole le idee d
Progetto di una psicologia (1895a). (K) [Freud usa il termine korrekt e unkorrekt probabi~mente nel senso di "adeguato" o "inad eguato alla realt".]
'

dc:lla..

..<!dsintomo

6. Vedi lett era 95, nota

1.

(S)

7 Eman ucl Freud (1832?-1915?), che nel 1859 era emigrato a Manchester con la moglie
Mane (mo~ta nel 1923), un figlio di nome Johann/Jolm (nato nel 1855) e una figlia di
nome Paulme (1856-1944) che hanno entrambi una parte importante nei sogni e nei ricordi
di Freud (vedi lettera 141).

8. Vedi lettera 103 e nota

2.

Vienna, 4 giugno 1896


99
Caro Wilhelm,
sono in subbuglio! Dobbiamo vederci ancora in questo mese, e proprio
a Berlino? davvero una tentazione, ma necessario resistervi. A giugno dovrei perdere esattamente quattro pazienti al giorno, che a luglio
non potr pi avere. E un padre di famiglia che spende tutti i suoi
sedici-diciassettemil a faticosamente guadagnati non pu permetterselo.
Inoltre , Berlino non va: hai forse dimenticato che i congressi non devono aver luogo n a Vienna n a Berlino, perch in queste due sedi
noi siamo lavoratori che non si possono mai prendere un po' di libert?
Intendo recuperare ci che perdo con l'escludere Berlino, facendo in
modo, la prossima volta, di venirti a prendere a casa, per dare un bacio
sulla mano a Ida e sulla fronte a R. W. e poi andarmene via con te
in un posto lontano dalle due alle quattro ore, per esempio in una
localit sul Mar Baltico. purtroppo da escludere, per ora, che venga
anche Mart ha per neutralizzare e pacificare tua moglie. Parte domani
con i bambini per Aussee ed senza governante.
Poich hai scritto cos poco, avrai certo alle tue spalle un periodo
molto brutto; ma chiss quante scoperte avrai fatto e quante nuove
soluzioni trovato! Me ne rallegro gi di cuore. Io invece ti dovr deludere. Questo periodo mi ha ridotto quasi allo stremo, sia dal punto di
vista intellettuale che da quello morale, e ora ho dovuto mettere da
parte le nevrosi e la psicologia, per scrivere le paralisi infantili , che devono essere concluse per agosto. Finora mi sono convinto solo dell'ultima spiegazione: guella_che rigilllj"da!.'.i$~ria_figol!_ll'e
t gj_qu~ttro _?nni;
anche l'in_ap~cit di tradurr e ir_irappre1entazioni verbali vale solo p~r
quel periodo r Per Lowenfeld le cose stanno in questi termini: il suo
articolo l'hJ gi letto; la mia osservazione su "periodicit e coito" fa
parte della mia replica (pp. 9 sg.).1 Non darti troppa pena a questo ri-

guardo.
A luglio penso dunque di riuscire a liberarmi. Se non ti piace il mare,
qualsiasi altra citt va bene: Magdeburgo, ad esempio, o Danzica. Ne
ho veramente bisogno; spesso non mi riconosco pi, talmente mi hanno
malridotto proprio in maniera ridicola - le esperienze con i colleghi e
i pazienti -. Credo che il cuore ne soffra pi che per il tabacco; si porta
peraltro assai degnamente.
Non ho pi rivisto Breuer, trann e che per un momento al mat rimonio, anche perch non se ne presentata la necessit.
Sfortunata ment e non si possono avere le date significative della Eckstein, poich non sono state registrate in clinica. La sua storia diventa
sempre pi chiara; non v' dubbio che le sue emorragie fossero dovute

23;

236

e la "resistenza" da:

' ,1

111.ioni simili esistano: almeno tre, ma probabi le che siano di pm .


questo concetto nel seguente schema 3 il quale presume che

1111 illustrato

Macht's kurz!
Am jungsten Tag ist's doch nur ein ...6

Ti salut o caramente insieme alla tua famigliola e resto assetato di rerum


novarum della famiglia e del lavoro
tuo Sigm.

Percez.
X

Con estrema probabilit si tratta della conferenza su "Dismenorrea e doglie del parto"
che F1iess tenne in realt soltanto !'11 dicembre 1896 alla Societ di ostetricia e gineco,
logia di Berlino (Fliess, 1897b), una sintesi di alcune tesi centrali del suo libro Dic
Beziehungen (1897a). (S)
Il motivo di questa domanda scaturisce dalle esaurienti informazioni sui sintomi della
paziente esposte nella lettera 115: Freud ricercava il sedutt ore con cui lei evidentemente si
identificava. (S)

2.

3. "Entrate, anche qui ci sono gli di": motto usato da G. E. Lessing per il suo dramma
Nathan il saggio. Aristotele, nel De partibus animalium, I 5 (vedi Schinau, 1968, pp. 58.61)
lo attribuisce (naturalmente nella forma greca) a Eraclito. Motto citato anche nella lettera 197
e oell'Autobiogralia (1924c, p. 81). Fliess se ne serve nella sua raccolta di conferenze Von
Leben und Tod (1909, p. 59).
4. ["Fanno cose da pazzi, temo un crollo; Dio non paga ogni sabato."] Goet he, Sprichwortlich 13 (vedi Schonau, op. cit., pp . 80-83).
5. ["Se non potr piegare gli di, smuover l'Inferno." ] J;: un verso dell'Eneide di Virgilio (VII 312) divenuto il motto posto ad apertura dell'Interpretazione dei sogni (vedi
Schonau, op. cit., 61-73).
6. ["Sii breve! I Al giudizio finale ci non sar che un ... "] Goethe, Zahme Xenien, IX 22:
citato quale motto al terzo capitolo ("Il dissenso con Adler e con Jung") dello scritto Per
la storia del movimento psicoanalitico (1914a) (vedi Schin au, op. cit., pp. 82-84). (K/ M)

112

6 dicembre 1896

Mio caro vVilhelm,


sono fisicamente stanchissimo, ma menta lmente fresco, dopo aver raggiunto la piena misura del lavoro giornaliero e del guadagno necessario
per star bene (dieci ore, 100 fiorini); ora cercher di esport i nelle sue
linee essenziali l'ultimo frammento della mia riflessione teorica.
Come sai, sto lavorando all'ipotesi che il nostro meccanismo psichico
si sia formato mediante un processo di stratificazione: il materi?le di
tracce mnestiche esistente di tanto in tant o sottopos to a una risistemazione in base a nuove relazioni, a una sorta di riscrittura '.! La novit
essenziale de11amia teoria sta dunque nella tesi che la memoria non sia
:presente in forma univoca, ma molteplice, e venga fissata in diversi tipi
di segni. Una risistemazione di qu esto genere l'avevo gi supposta a suo
tempo (afasia) per le vie provenienti dalla periferia. 2 No n so quante tra-

x-

x--X
X

1.

III
Prec.

II
Inc.

S. percez.

x--x

x---X

--x
X

c.

singole trascrizioni siano anche separate (bench non necessariamente


topico) in base ai neuroni che le trasmetto no. Questa ipotesi
111111 forse necessaria, ma la pi semplice e quella provvisoriamente
pii\ ammissibile.
l'crcez. [peJcezione = W] _s_pnoneuroni nei quali si origin~no. le percei cui collegata la coscienza ~ che non 1:onse!:Ya1!0
j n s stessi al1011
11111a traccia dell'accaduto. Coscienza e memoria si escludono infatti 2
11

111 senso

l' lct'Hda.

S. percez_. [segni della percezione_= W :z:] la prima trascrizione delle


pcrccziol_!j,del tu tt o incapace di pervenire alla coscienza, ~i stru ttura
111 base ad associazioni di simultaneit.
l11c. (inconscio = Ub ] la seconda trascrizione ordinata i? base ad al11(' relazioni, per esempio causali. Tracce inc possono corrispond ere per
rscmpio ai ricordi concettua li, parimenti inaccessibili alla coscienza.
Prcc.1[preconscio = Vb] la terza riscrittu!a connessll. al~e ra1wresel!
lnzioni della parola. Pe r cui i neuroni della coscienza_sarebbero ancora
1111a volta neuroni percettivi e privi in s stessi di memqria.
Se fossi in grado di connota re completamente il carattere psicologico
ddla percezione e delle tre trascrizioni, avrei in tal modo enunc iato una
11uova psicologia. Ho qualche materiale al riguardo, ma per ora non ho
111tcnzionedi utilizzarlo.
Vorrei sottolineare il fatto che le successive trascrizioni rappresentano
la realizzazione psichica di successive epoch e della vita.4 La traduz ione
ciel materiale psich ico deve avvenire al confine tra due di tali epoche. Mi
~piego le ~aratteristiche specifiche delle psiconevrosi supponendo che
questa traduzione di una parte del mater iale non sia avvenu ta, il che imi>licherebbe determin at e conseguenze. Noi infatti ci atteniamo alla t endenza verso l'equilibrio quantitativo. Ogni ulterior_Llrascri~o ne.JpiQisce
ln precedente e deriva da essa il processo eccitat ivo. Dove manca la nuova
trnscrizione l'eccitamento si verificher secondo le leggi psicologiche valide per il precedente per iodo psichico, e lungo le vie allora disponibili.
Ci troviamo cos di fronte a ut1 anacrgnismo: in una particolare provincia

II

~39

vigono ancora i fu eros; 5 siamo cio in presenza di sopravvivenze dcl


passato.
Un insuccesso nella traduzione ci che clinicamente si chiama "riwzjone". Quest'ult ima sempre provocata dalla liberazione di_scillc1renza_ che risulterebbe da una traduzione, quasi che, at traverso _g__uesta
sofferenza, si provocasse un disturbo del pensiero, che non consente di
effettuare il lavoro di traduzione.
~ella stessa ~ase psichica e con trascrizioni della stessa specie insorge
IU..lli!...!).O
rmale difesa contro la produzigJle_s!j_~offerenza. Ma la difesa Eatof-l~gica insorge solo c~11tro una. traccia m_!l~s
tica non ritrascritta, _12..r~v~ment e da una fase anteriore.
suc~esso- ?el_larimozione attuata dalla difesa non pu dipendere dalla
misura m cm viene prodotta della sofferenza.6 Noi spesso lottiamo inutilmen~ proprio contro ricordi estremamente sgradevoli. Cos si hai l
quadro seguente: se l'evento attuale A ha causato una certa sofferenza
la sua trascrizione mnestica, A I o A u, possiede un mezzo per inibir~
la liberazione di sofferenza allorch riappare il ricordo. Pi spesso ricorre l'evocazione mnestica, tanto pi questa liberazione viene, in ultima
analisi, inibit a. Ma esiste un caso, un o solo, nei riguardi del quale l'ini bizione non pi sufficiente: quando A ha provocato, producendosi,
una certa sofferenza e al suo ripresentarsi suscita nuovamente sofferenza,
allora l'inibizione non pi possibile. I!.Iicordo si comporta allora_come
qualcosa di attuale. Tale fatto solo possibile in caso di eventi sessuali,
perch le quant it di eccitamento che questi ultimi liberano tende ad
aumentare con il passare del tempo (cio con lo sviluppo sessuale).
Quindi un evento sessuale verificatosi durante una certa fase agisce
nella fase successiva come se fosse attuale e nello stesso tempo impossibile da inibire. La condizione determinante della difesa patologica (cio
.:) della rimozione ) quindi la natura sessuale dell'evento e il fatto che esso
si sia verificato in una fase precedente.
Non tutte le esperienze sessuali sono tali da scatenare sofferenza la
maggior par~, anzi, producono piac~re. Quindi la riprodu~ione della
maggior parte di esse_ si accomQ_agna a un piacere non inibibi le.
UJLpiacere di questo gener(,!, che cio non si possa inibire , costituisce
_!!_na coazione. Si giunge quindi alle seguenti conclusioni: quando~n'esperienza sessuale viene ricordata in una fase diversa e si accompagna a
una scarica di piacere, il risultato sar la coazione; ma se vi liberazione
di sofferenza il risultato s ar una rimozione. In entrambi i casi sembra
e1sere inibita la traduzione nei segni della nuova fase. (?)
L'esperienza clinica ci insegna a individuare tre gruppi di psiconevrosi
sessuali: l'isteria, la nevrosi ossessiva, la paranoia, e ci insegna che i ricordi rimossi sono in relazione con ci che era capitato nel caso dell'iste-

1111
I n1 l'anno e mezzo e i 4 anni di et; nel caso della nevrosi ossessiva,
I 111i 4 e gli 8 anni, e nel caso della paranoia, tra gli 8 e i 14 anni. Ma
1111111:1
dell'et dei 4 anni non esiste rimozione , e quindi i periodi dello
viluppo psichico e le fasi sessuali non coincidon<?.
1 /1/2

14-15

II

III

II

III

l 111'altra conseguenza delle esperienze sessuali premature costituita


d,1llc perversioni; perch esse si presentino sembra necessario che o la
d1ii'sa non si sia verificata prima del compl etame nto dell'apparato psi, litt'O, o che essa sia mancata del tutt o.7

S. percez.

Isteria

S. percez.

+Inc.

S. perccz. + Inc.
+Pr ec.

fino a 4

fino a 8

fino a 14-15

attuale

coazione

rim osso n ei
S. percez.

attuale

rimosso nei
segni !ne.

Nevrosi oss.

!
1

Ib

la

~]
I

l'ara noia
l'crvcrsione attuale

attu ale

idem

attuale

rimosso nei segni Prec.

coazione
(attu ale)

rimozione impossibile
o non tenta ta

Questo mi pare l'edificio; cerchiamo ora di collocarlo su basi organiche.


l\1sogna spiegare come mai le esperienze sessuali che, mentre erano at- \
t1111li,
generavano piacere debbano generare dispiacere, quando vengano J
11c
orclate in una fase successiva, in alcune persone, e persistere in alt re
~ot lo forma di coazione. Nel primo caso esse devono evidentemente scatn1are una sofferenza che non fu scaricata in precedenza. Noi dobbiam o
111
cora rintracciare le origini delle differenti epoche sia psicologiche che
~1ssuali. Tu mi hai spiegato queste ultimea come speciali numeri multipli
dd periodo femminile di 28 giorni:8
1no .n-9 = 7 anni 3/ 4, oltr.e a 20 n = 1 anno e 6 mesi 1 / 2
mo n = 15 anni, 50 n = 3 anni e 10 mesi.
Se considero tutti i periodi osservati come taH multipli rimangono tut1:aviainutilizzati da un lato i periodi di 2 3 giorni, e d'altra parte non si
spiega perch le fasi psichiche non collimino con gli stadi sessuali (4 ]
11
1111i
) e perch talvolta si origini una perversione, tal altra si instauri una
11cvrosi.

ANNO

1897

splendida similitudine degli spartani che vanno a morire . M i avrebbe


impressionato anche in altre circostanze, ma mi ha colpito, e mi ha dato
conforto, tanto pi ora quando ero pronto a dare per persa la mia Mathilde , che si ammala ta di difterite settica. 2 Oggi subentrato un
notevole miglioramento, che ci riempie di speranza . Lo zio Rie fa veramente tutto il possibile e mostra sempre i suoi lati migliori. Lui e Kassowitz 3 sono stati contrari all'iniezione consigliata da Behring .
Spero che i futuri sviluppi non mi turberanno la prospettiva di incontrarti a Praga per Pasqua. Per ora concludo, per poter spedire la lettera che ho gi fatto attendere parecchio tempo .
I saluti pi affettuosi
tuo Sigm.
1.

Vedi le ttera 115, nota

1.

(S)

2. Si trattava gi della seconda malattia di questo genere della figlia maggiore di Freud
(vedi lettera 224 e Freud, 1899c, p . 112). (S)
3. Max Kassowitz (1842-1913) fu, dal 1882, direttore del primo Istituto pubblico viennese
per le malatt ie infantili, del cui reparto per le malattie nerrnsc Freud fu a capo dal 1886 al
1896 (vedi Gicklhorn e Gicklhorn, 1960, pp. 11-15).

122

Mi o caro,
\
oggi ini sono svegliato in forma, dopo una sett imana cli malessere che
si protratto da una scadenza critica all'altra . Mathilcle sta bene , tranne
che per un'albuminuria, e continua a restarsene a letto . Oggi verr eseguita la disinfezione. Gli altri non se la sono presa.
T i ringrazio moltissimo per la tua conferenza, 1 che rivela un'incredibile capacit cli condensare le idee e che in venti minuti conduce attraverso un intero universo. Non stento a credere che tu abbia avuto necessit di compiere l'osservazione sulla mim ica dei tuoi uditori. 2 Anelo ai
giorni di Praga. Il mio lavoro mi ha tormentato terribilmente in queste
brutte giornate . Che fortuna non vedere pi Br[ euer] ! Mi avrebbe gia
indotto a emigrare . Ho sempre le medesime difficolt, e non sono ancora
venuto a capo di nessun caso.
Spero che Robert si sia rimesso da tempo .
Con i saluti pi affettuosi a te e a Ida
tuo Sigm.
1.

Vber Dysmenorrhoe und Wehenschrnerz (Fliess, 1897b).

2. Il riferimento a un passo della conferenza di F1iess (ibid., p. 366) in cu i, a proposito


di una dimostrazione della regolarit periodica di serie di nascite si afferma: "Per ciascuna
di tali serie potrei includ ere le date di na scita dei frat elli da part e di madre, ossia dello
zio e della zia. Vedo, signori miei, che questo mio proposito stimola in maniera preoccu-

ANNO

1897

265~

pante al riso i vostri muscoli facciali, ma posso rivelarvi che si tratta di una grande leg~
della natura, e vi preannuncio che verr un tempo in cui dovrete amm utolire di fronte alla
grandezza di questa legge!"

12 3

6 aprile 1897

Caro Wilh elm,


l'interpretazione che di del tuo sogno non tanto semplice, ma il
sogno dev'essere comunque esatto. Amo Norimberga pi ancora di
Praga, e mi sarebbe ancora pi gradito associare Ve nezia ai tuoi periodi
se Ven ezia fosse una citt che consentisse le passeggiate. Ora per, dato
che il congresso ha per te uno strascico di pr imavera, 1 a cui io non posso
prendere parte, e dato anche che i giorni ora mi verrebbero a costare
75-90 fiorini, mentre a settemb re non avrebbero valore, dovresti organizzarti in maniera da inserire il nostro incontro, la cui sede ha poca importanza, in altri tuoi piani, dimodoch Ida possa facilmente raggiungerti e
tu non debba compiere una deviazione per proseguire il tuo viaggio.
Perci attendo tue disposizioni in tutto. Posso partire venerd sera e
restare assente al pi tardi sino al mercoled mattina.
Mathilde sta bene; ieri per la prima volta scomparsa completamente
l'albumina; la piccola si comporta ta molto bene . Marth a la porter
forse un po' via, se non lascer il letto in un momento troppo vicino
alla partenza per Aussee.
Il punto che mi sfuggiva nella soluzione dell'isteria consiste nella
// scoperta di una ~uova fonte, da cui scaturisce un nuovo ele~~nto ~ lla
'/ produz\ on"e inconscia . Mi riferisc(!_y lle fantasie isteriche che, lo co_m'/ p~d o- adesso, ritornano regohg_mente alle_ cose che__il
_ba~b iE,o ha udito _
;ella prima i~fanzia e delle quali solo pi tardi ha co~preso il signi~
ficato.2 B.i!!. cu~ ngono recepite tali informazioni _q~~la che ~-a
dai sei-sette mesi in avanti, e ci gavvero sin_g_olare! Il cognato Oscar
.
- ..- -~-=-fil
ha assolutmente scongiurato di lasciar perdere unicamente questo
punto (probabilmente perch ne stato incaricato) e mi domanda
in continuazione che cosa ne dici tu di questa novit . Io te lo comunico
quindi ufficialmente in questa sede . Rinuncerei volentieri a simili
complicazioni ma, come tu ben sai: Que messieurs les assassins commencent P come per le serie [dei periodi] ; se ve ne fossero due soltanto, troverebbero pi facilmente credito .4
Ho appena scritto la mia biografia ad uso di Krafft-Ebing, il quale
deve presentare un rapporto su di me. 5 Gli altri miei lavori so~o _di poca
importanza; l'attivit delle ultime settimane mi ha portato al limite delle
mie possibilit .

270/

271

t-

ANNO 1897

4. 'Probabilmente la Minu ta L spedita in parte insieme a questa lett era e in parte con
que11a seguente. (S)
5. Si riferisce
forse all'antipatia di Fliess pQr
. b erga (ved'I 1ettera 1 37). (K)
.
- la citt di No nm

~;iti~u: :t,~:t~o~:g~e~::etrt:a~~~:a~};;e:~t:~:~a

1
: ;1:r:1:~~a::;.:~. ~~;rcitato in sogno una

7. Manca la firma, '.1che lascerebbe arguire che la lettera sia stata ,n


tratten t
t FI
un primo tempo
u a men re 1ess era in ,iaggio in Italia. (S)

126
Caro Wi lh elm,

Vienna,

maggio 1g97

ho ricevuto nel f:attempo cartolina e telegramma, e m1 rmcresce che il


congresso
d'
non
abbia dato anche a te quello che ha d at o a me: una sorta
i
nng10va111m
e di rinnovamento . Da all
. uno stato d1.
e nt'
f ento
.
, ora sono 111
o . 111ua~u ona, e lavoro come un giovanotto. Come ind ovinerai dallo
scntto qui accluso' 1 le mie acqms1Z10111
. . s1. stanno consolidando Anz
ttto ho otten~to una. esatta nozione della strutt ura dell'isteria .. Non
<!..
tro che una nprod uz10ne di certe scene ad alcun e delle
1 .
,
accedere d ett
t
qua 1 s1 puo
ir. amen e, m~ntre ad altre solo attraverso un velodi sovra poste fanta sie. L<:_fanta sie derivano da cose udite che son-o t -t
fil)
pres
1
,
d
s a e com. e so o .pm tar i, e naturalmeQ_te tutto il loro materia le ge .
S1 tratta d1 strutture difensive, sublimazioni e \b bellimenti dei fatt~u111lo.
servono nello
e 1e
. ste sso t emp o come autogiustificazione. Accidentalm1,ente
possono denvare anche dalle fantas ie onanistiche. Una seconda nozione
ure psichic he, che nell'isteria vanno soggette
i;po :tant ~ che l~
) ~ ~ozwne,
n~n_sono P:Opnamente i ricordi, dato che nessuno mette
a avor~ la propna mfmona senza_motivo, quanto piuttosto gli im Julsi
che _d~nva~o dalle ~cene p~imarie.2 Ora io vedo che tutte ~ 'tre 1~ ne~
vros1,.istena, nevrosi ossessiva e paranoia, sono formate dagli stessi elen:ientI. (~ltre a~ ave~e la. stess~ etiologia), vale a dire da frammenti di
ncord 1, impulsi (denvantI da ncordi ) e finzioni di difesa ma 1 .
nella cose e
l f
.
',
nruz1one
i nza, a ormaz10ne di compromesso ossia dei sinto . . t
ressano
in
lo
t

d'

'
1111,
1n e.'
. .r O' p~n i ivers1. Nell'isteria sono i ricordi, nelle"nevrosi
ossessive gh imp~ls1 peiver si ~ nella paranoi~ le fantasie di difesa che
penetrano nella vita norma le 111una forma deformata imnost d l
r:
J!. a compromesso.

!_~cdil
_lio scorgo -~n grande progresso conoscitivo e spero che anche tu
sarai e o stesso parere.3
Ancora una conferma delle mie "prei storie" dell''ste
. e,
1 na.
1a d a seth.ma n~ ~ro venuto, a ~apere da F. che la sua lieve depressione riprodu ceva
un s1m1le stato d ammo del padre che si presentava quando lui non aveva

ancora compiuto i due anni. Questo fatto pu essere dimostrato nel


modo seguente. La depressione del padre era collegata a una m alattia
dello stesso, che attesta una vecchia lue. (Il vecchio presenta effett ivamente una ptosi bilat erale.) L'uomo intrapr ende una cura di frizioni
che lo rende impotente e lo predispone alla malinconia . L'interruzione
dei rapporti coniugali viene sfruttata da un altro per avvicinarsi alla
giovane moglie, ragion per cui l'uomo, quando viene a sapere che la
moglie rimasta incinta, avanza dei dubbi sulla propria paternit e
pensa al divorzio. Orbene, il figlio in questione ha due anni e mezzo in
meno del mio pazient e; gli event i descritti accaddero nei primi mesi cli
gravidanza, ossia quando lui aveva 21-24 mesi. Ora capita quanto segue:
il padre, che ha oggi 62 ann i, dice al figlio, del cui stato di salut e non
soddisfatto: "Vedi quel che succede a consultare medici che non si
conoscono. Anch'io u'1a volta sono stato depre sso, 35 anni fa, quando
t u non avevi ancora due anni , sono andato dal medico di famiglia che
mi ha mandato via sei setti man e, e bene stato ."
Anche sotto gli altri riguardi stiamo benissimo. Volevo ancora doma ndarti se ti sembri ben fatto eseguire a Martin la pulitura della gola e la
tonsillotomia in leggera narcosi, e se non ti pare che il dottor Laufer
possa essere controindicato. Ti prego di esprimere il tuo parere al riguardo,
perch quest'anno sono diventato decisamente ansioso.
Il 15 maggio intendiamo partire per Aussee dove, come ricorderai, vi
aspetta una piccola locanda . Non posso ancora inviarti un modello di
pane. 4 La mia guarigione si estende solo ai lavori inconsci; per quel che
riguarda la coscienza non posso ancora farlo.
Spero che tu abb ia finalmente incom inciato a goderti i laghi. T~ovo
difficile perdonarti le critiche su Ven ezia, ma capisco un poco l'armonia
e la costruz ione rigorosamente proporzionata dei tuoi proce ssi psichici.
R ivolgo ad ent rambi i migliori augur i di godere delle belle giornate cli
vacanza,

tuo Sigm.

Vedi, pi oltre, la Minuta L. (S)


"Scen2,. primEia" significa ancora, in questo periodo, una scena di seduzione reals
principalmente operata dal padre. A partire dal caso clinico dell'uomo dei lupi (1914b) il
c-oncetto venne poi invece impiegato per indicare il rapporto sessuale dei genitori, osser-

1.

2.

vato dal bambino.


3. Il "grande progresso" di cui parla Freud por t suc~ss~e
nt~~na
revisione~ IJ'intero impianto delle ipotesi psicoanalitiche e rese la psicoanalisi una psicologia delle
pulsioni. Q~a-;-;-doFr
eud afferma che non sono i ric~;~a
gli i;;pu lsi cl 1e derivano dalle
scen;- p~imarie a essere soggetti alla rimozione, eg!j...t.2nnai~simo
allaJS? Qertade ll'Es
(l'importanza della pulsione). (K)
4. Riferimento incomprensibile. (S)

ANNO

[MINUTA

1897

L]l

Architettura dell'isteria
Lo scopo sembra sia quello di arrivare alle scene primarie. In alcuni
casi vi si_perviene direttamente, in altri solo per via indiretta attraverso
le fantasie. Le fantasie infatti sono facciate psichiche costruite per sbarrare l'ingresso a questi ricordi. 2 Nello stesso tempo , le fantasie sono al
serv'.zio della tende~za ad a~nare i ricord '., a sublimarli. Esse sono co\ strmte sulla base d1 cose udite e, successivamente, utilizzate; e quindi
combinano esperienze vissute e cose udite , fatti passati (dalle vicende dei
genitori e degli antenati) e cose viste coi propri occhi. Si comportano con
le cose udite come i sogni con le cose viste. Infatti, nei sogni non sentiamo nulla, ma vediamo.

273

e cos mette i suoi genitali a contatto con esso, per ripetere una scena
nella quale la parte che ora dolorante, ed era stata allora premuta contro
lo spigolo, ha servito alla fissazione.
Moltep licit delle personalit psichid1e s
Il fatto dell'identificazione permette forse di prendere questa frase alla

lettera.
Avvolgere
Continuazione della storia del fungo. La ragazza esigeva che ogni oggetto che le veniva porto fosse avvolto. (Condom .)
Differenti redazioni di fantasie. C' anche ricollegamento [all'esperienza
originale J?6

Ruolo delle ragazze di servizio 3


Dalla identificazione con queste persone di bassa morale, ricordate
come materiale femminile di nessun valore tanto spesso in relazione
sessuale col padre e col fratello, scaturisce un enorme peso sulla coscienza, con autoaccuse (furti, aborti); e in seguito alla sublimazione di
queste ragazze nelle fantasie, figurano in queste stesse fantasie accuse
assai inverosimili contro altre persone . Hanno come riferimento le
ragazze di servizio anche la paura di divenir prostitu te (paura di camminare sole per 1a strada), la paura che un uomo sia nascosto sotto il letto,
e cos via. Vi una tragica giustizia nel fatto che la condiscendenza del
capofamiglia per la domestic a venga espiata dall'autoumiliazione della
figlia.

Funghi
Una ragazza, l'estate scorsa, aveva paura di cogliere un fiore o persino
un fungo, perch ci andava contro il comandamento di Dio che non
vuole che i germi di vita siiho distrutti. All'origine di questo sta il ricordo di scrupoli religiosi della madre contro le precauzioni durante il
coito, poich esse portano alla distruzione di germi vitali. Le "spugne"
(spugnette di Parigi) 4 erano esplicitamente menzionate a questo riguardo .
L'identificazione con la madre costituiva il contenuto principale della
nevrosi.

Dolori
Non sono direttamente la sensazione di fissazione, ma la deliberata
ripetizione di essa. Il bambino urta contro uno spigolo, un mobile ecc.,

Quando un paziente desidera essere ammalato e si aggrappa alla sua


sofferenza, ci avviene regolarmente perch essa viene considerata come
arma protettiva contro la propria libido, e cio perch non ha fiducia in
s stesso. In questa fase il sintomo mnestico diventa sintomo difensivo:
le due correnti attive si un iscono. In precedenti stadi il sintomo era una
conseguenza della libido , un sintomo provocatorio; pu darsi che, fra di
essi, le fantasie servano alla difesa.
1

possibile seguire via, tempo e materiale di formazione delle fantasie,


formazione che poi del tutto simile a quella dei sogni, solo che non vi
alcuna regressione ma soltanto una progressione nella raffigurazione.
Rapporto tra sogni, fantasie e riproduzione .7

Ancora un sogno di desiderio s


"Questo dev'essere un sogno di desiderio", dice E. "Sognai che, proprio mentre arrivavo a casa con una signora, venivo arrestato da un
poliziotto che m'intimava di salire su una carrozza. Gli ho chiesto di
darmi il tempo di sistemare i miei affari eccetera ." - "Altri dettag li?" "Ho fatto il sogno al mattino, dopo che avevo trascorso la notte con
questa signora." - "Era molto spaventato?" - "No ." - "Sa di che cosa
lo si accusasse?" - "S, di aver ucciso un bambino ." - "C' un rapporto
con qualcosa di reale?" - "Ho avuto una volta la responsabilit di un
aborto in seguito a una relazione, e non ci torno volentieri col pensiero."
- "Bene, non era accaduto nulla durante la mattina, prima che facesse
il sogno?" - "S, mi ero svegliato e avevo avuto un coito ." - "Con
precauzioni?" - "S, rit irandomi ." - "Dunque aveva paura di aver gene-

ANNO

Prima angina di Martin: domenica 14 febbraio,


Seconda angina di Martin: sabato 10 aprile.
(Molto probabilmente l'inizio stato sabato
= 2

1897

279

Sintomi
13

febbraio) = 56 giorni

28.

poes ia: Dachstein, venerd/saba t o 9/10 aprile


poesia: venerd 14 maggio,
anche l'indomani, sabato 15 maggio
qualcosa ancora domenica 16 maggio
(due denti in questi tre giorni).
3 poesia: mercoled 19 maggio, decisa riduzione della vis poetica.

1a

Il lavoro C'anatitlco'J
consist in un crto numro
di questi stqdl a livelli sempr
pi profondi

Cordialmente tuo Sigm .


Data di nascita: 7 dic. 1889. 5
Altra possibile lettura : 11 x 23-28.
Allusione all'aria di Lcpor ello nel Don Giovanni di Mozart . Si int endono i Sommari
dei lavori scientifici (1897b).

Figur a 4
Nell'originale tutt e le linee tratt eggiate, le frecce e i numeri sono in rosso, cos come
la parola Lavoro e il tratto che la preced e.

Rimozione

1.

2.

Vedi oltre, Minuta M. (S)

3. Da questa e da simili allusion i ci si pu render conto che _Fliess si riduce y_


a sempre pi
a compiere _Q)geoperazion i aritmeti_che . Il suo volume Der Ablauf des Lebens (1906a)
pieno principalmente di calcoli siffatti (anche se soltanto la prima edizione e non pi la
seconda, riveduta, del 1923). (S)
4. Come si pu notare, Fliess incominciava allora nella sua analisi dei periodi a occuparsi
della differenza tra 28 e 23 per far concordare con la sua teoria date effettivamente stabilite (vedi, pi avanti, pp. 532 sgg.). (S)
~
5. Data di nascita di Martin Freud. Fliess inser le date comunic ate al termine di questa
.lettera nei suoi appunti per il volume Ablauf des Leb ens (1906a) (vedi FN 13/7, foglio
15). (S)

\{ [MINUTA M] 1

Architettura dell'isteria
Probabilmente cos: alcune scene sono accessibili direttamente, altre
solo attraverso le fantasie sovrapposte . Le scene sono ordinate secondo
l'aumento della resistenza : quelle pi leggermente rimosse vengono alla
luce prima, ma solo in modo incompleto a causa della loro associazione
con quelle rimosse pi pesantemente. Il cammin ~ ~~_t.Ito dal lavoro
[di analisi] scende a spirale dapprima alle scene o alle loro immediate
vjcinanze; poi, da un sintomo, pi sotto; quind i di nuovo da _un sintomo,
ancora pi in basso .2 Poich la maggioranza d<:lle sce_E~ o~ erge solamente su pochi sint~
il nostro cammin _Q
_ ~~gue riptut? _sm~ali attraverso i 2ensie ri che fanno d~ sfondo ai medesi!Ili sint~mi [fi.g. 4] .

da sospettar e che l'el emento effett ivam ente responsabile della nmo zione sia sempre il femminile; ed confermato dal fatto che le donne ,
non meno degli uomini, ammettono pi facilmente esperienze con
donne piuttosto che con uomini. Ci che gli uomini propriamente rimuovono l'elemento pederastico .3

Fantasie
Le fa!)ta_ie si 6riginano dalla combinazione inconscia __li_
__o
~ s11erime_ntate__e_udiJ;e, secondo c~te J,. enckn ~ . _Queste te nd enze mirano a
rendere ina_cs:ss
i b..ik.iLric.m.d.o...dal...q_uale
i sintomi si i.Q!l_g_generatiQ.RQ.S
sono generar si. La c_ostru~ one di fagtasie avviene __per fusione e deforma zione, in modo analogo alla decomposi zione cli un corpo ch imico che
consiste in
dev~~ n.1binarsi con un altro . IJ pri;;o _J:ipo cli def(!E__mazione
no .J@una falsificazione c!tl_ricordo meqiante frammentazion~ , o~ ,2Q_
scurati sopratth!_!:tQ
j_!fil?ps>rti cronologi~ i (le correzioni cronologiche sembrano proJ.Jriamente dip ~ 1d~re dall'atti yjt del sistG_
ma della co_scienz\).
Un framrn ~nto di cosa vista poi cong iunto con un framm ento di cosa
udita, a formare una fantas ia, mentre il frammento lasciato libero va
incontro a un altro legame. In questo modo non pu pi essere rintracciata una loro connes sione originaria. Attraverso la costruzione di f::mtasie di questo genere rueriodi
di eccitamento ) i si~1tomi mnes tici~ ~ ~ o. Al loro pos to si presentano drammatizzazioni inconsce che no n
sono soggette alla difesa. Se l'int ens it di tale fanta sia aumenta al pun_g>
da minacciare di forzar e l'in gresso n ella coscienza, la fantasia~
~e
alla rimo zione e si genera un sintomo per riflusso impetuoso dall a fant asia sui ricordi che la costitui scono.

ANNO

280

Tutti i sintomi di angoscia (fobie) derivano in questo modo dalle fantasie. Cos, tutta via, semplifichiamo i sintomi . Un terzo movimento in
avanti e un terzo modo di formare i sintomi, proviene forse dalla formazione di impulsi.
Tipi di spostamento di compromesso
Spostamento per associazione: isteria.
Spostamento per somiglianza (concet tuale): nevrosi ossessiva. Caratteristica per il luogo della difesa (forse anche per il tempo). 4
Spostamento causale: paranoia .

Decorso tipico
Vi sono buone ragioni per sospett are che il risveglio del rimosso non
sia lasciato al caso ma segua le leggi dello sviluppo . Inoltre, che la rimozione proceda all'indietro partendo dal materiale recente e colpisca prima
gli ultimi eventi.
Differenza tra le fantasie nell'isteria e nella paranoia
Queste ultime sistematiche, tutte in armonia; le prime, indipendenti
le une dalle altre, anche contraddittorie, dunque isolate, sorte come
automaticamente (per via chimica). Qu esto, e il non curarsi delle caratteristiche cronologiche, sono senza dubbio essenziali per distinguere tra
\ l'attivit nel preconscio e nell'i nconscio.

.I

Rimozion e nell'incon scio 5


N on sufficiente prendere in considerazione la rimozione tra il preconscio e l'inconscio , ben s anch e la normale rimozione all'interno del sistema inconscio stesso. Mol to importante, ma ancora assai oscuro.6
Una delle pi belle .s.~ran z: quella d_ipoter determina~; il n,~mero
Un
e la specie delle{janta si7 cosi come possiamo fare _con le ~romanzo di estraniamen_to (vedi la paranoia ), quale s1 t rova abitualmente ,
serve a illegittimare i parenti ai quali ci si riferisce. L'agorafobia sembr~
dipendere d un romanzo di prostitu zione, che anch'esso di nuovo _riconduce a questo romanzo familiare. Una donna che non vuole uscire
da sola afferma, quindi , l'inf edelt della madre.
1.

Allegata alla lett era 128. (K)

2 . L'idea che )e scene siano " ordinat e secondo l' aumento della resistenza" e che il lavoro

1897

del trattam ento proceda a sp irale port p i tardi ai consigli sull'i nt erpretazione da dare
alla resistenza formula ti negli scrit ti tecnici di Freu d e di conseguenza alla fon dazione
della tecnica psicoanalitica. (K) Negl i St udi sulJ'isteria (1892-9, , pp . 265-68) present e gi
una prima formulazion e orient ata ancora p i decisamen te verso la psicologia della coscienza, la qual e conduc e - come in questa Minuta - all'idea della sovradete rminazion e
dei sintomi. (S)
3. Il pensiero qui accennato ha ten ut o occupato Fre ud per tut ta la vita (vedi olt re, le considerazioni di Kris, pp. 531 sg.; vedi anche Fliess, 1906a, p. 470). Da essa scatur ita una
serie di osservazioni successive : anz itu tto la comprensione del significato generale d ella
tendenza all'in versione n egli psiconevrotici", una scoperta che Freud (second o una nota
presente nei Tr e S3ggi sulla teoria sessuale, 190,a, p. 4 78, nota 1) deve a un suggerimen to
di Flie ss; di qui il significato gen erale dell'omosessualit laten te; e infine, negli ult imi anni
del suo lavoro, la compr ensione della passivit nella vita del bambino piccolo. (K/ S)
4. Qu est'o sservazione si trova, nella M inuta , collocata accanto allo scl1ema, in pa rte sopra
e in part e sotto la second a riga. Parrebbe pii1 comprensibile riferirla a tutta la tab ella
piutt osto che esclusivamente alla nevrosi ossessiva (vedi fig. 4). (S)
5. N egli scritti successivi di Freud si possono rintracciare gli sviluppi in molte plici d irezioni degli accenn i cont enuti in questo paragra fo della Min uta: nella distinzione tra element o pulsionale e rimosso nell'Es (L'Io e l'E s, 19 22) e nell'i dea che il rimosso stesso
possa venir e elaborato e fatto scomp arire (lJ tramo nto d el complesso edipico, 1924a). (K)

6. In questo passo, i termini con cui Freu d descrive l'apparato psichico sono quelli
impiegati n el settim o capitolo dell'Int erpretazione dei sogni (1899c, pp . 464 sgg.); pe r la
formulazione immediatamente precedente si ved a la lettera 112. (S)

129
31 maggio 1897

Caro vVilhelm,
da tempo non ti fai pi senti re. E ccoti alcuni frammenti I gettat i sulla
riva dall'ultimo flusso. Li ho imba stiti soltanto per te , e spero che tu
me li conservi. N on aggiungo nulla a mo ' di scusa e di spiegazione; so
benissimo che si tratta solo di presentim enti, 'ma da t utta qu esta roba
ho sempre ricavato qualcosa; solo per quello che volevo otten ere con il
die.!_
ro. Un a sorta di .2resentimen t;_o
sistema Prec 2 ho dovuto fa!"_maJ cia i.!_l
mi _dice anche, -~ome se io gi~ lo ~apessi (quantunque i~_n on sa0>J.a
~ solutamente nulla ), che sto per scoprire la fonte della IJlQ_
rale.3 Quin d i,
~~o cresce nella mia attesa e mi d le gioie pi grandi. Se solo tu fossi
pi vicino, in modo da poterne parlare con maggior agio!
A parte questo, sento molto int ensamente l'arr ivo dell'estat e. Venerd
sera andremo ad Aussee per la Pente coste . Non so se mi saranno venut e
in mente altre cose da comunicart i; di lavorare non ho pi voglia. Ho
messo da parte perfino i sigari. No n molt o tempo add ietro ho sognato
di avvertire un sent imento di estrema tenere zza per Mathilde, che per

296

A,; NO

1897

tribuito anche qualcosa di simile alla superstizione - non si deve mai


voler forzar~la
-, un proposito che anche il tuo banchiere avrebbe
potuto collocare sopra la sua scrivania. Ho veduto che tu volevi compiere tutti i possibili sacrifici e che il risultato cos ottenuto non sarebbe
stato all'altezza dell'attesa che avevamo a lungo nutrito .
Oggi essenz ialmente ti scrivo per pregarti di comunicarmi dove sarai
reperibile nell'imm ediato futuro. Due tappe le conosco gi: lago di Ca rezza fino al 2 3 agosto e poi la Bri.ihl. Ma fammi sapere quanto ti tratterrai nella Bri.ihl ecc.
Mi accorgo che negli ultimi tempi ho assai tra scurato la nostra corrispondenza perch era immin ent e il nostro incontro. Ora che esso
trascorso (nei miei pensi eri, intendo) , voglio riaprire la via alla vecchia
tecnica, ingiustamente negletta, dello scambio di idee. La mia calligrafia
di nuovo pi umana; vuol dire che la mia stanc hezza si sta risolvendo.
La tua scrittura, come constato con piacere, non cambia mai.
Martha molto felice all'idea del viaggio, sebbene i giorni riportino
continuamente resoconti di disastri ferroviari e questo non sia molto
incoraggiant e per un padre e una madre di famiglia. Tu riderai - e a
ragione - ma devo confessarti nuove preoccupazioni le quali vanno e
vengono, ma durano almeno mezza giornata. La paura del prossimo
incidente ferroviario l'ho superata una mezz'ora fa pen sando che in fondo
W ilhelm e Ida sono gi in viaggio. Cos ha avuto fine la danza infernale. C he resti strettamente riservato.I
Del resto, tu mi hai promesso un congresso in terra italiana , promessa
che ti rammenter a suo tempo. triste vedere come abbiamo colmato
male la distanza tra noi . Ora non so nulla di te , e il tuo vantaggio sta
solo nel fatto che io da Pasqua non avrei nulla di nuovo da raccontarti.
Questa volta mi auguro di riuscire ad approfondire un pochino di pi
l'arte italiana. Incomincio a intravedere il tuo punto di vista : tu prendi
in considerazione non tanto ci che ha interesse storico-culturale, quanto
piuttosto la bellezza assoluta racchiusa in forme e idee e in sensazioni
di spazio e di colore gradevoli a livello elementa re. A Nor imberga ne
ero ancora lontano. Ti ho gi detto, d'altro canto, che Napo li esclusa
e che l'itinerario prevede San G imignano, Siena, Perugia, Assisi, Ancona;
in breve, la Toscana e l'Umbria?
Spero di sentire molto presto tue notizie, anche se ogni volta in poche
righe. Scrivi anz itutto qui; dal 2 5 al 1 settembre il mio recapito sar
Venezia, Casa Kirsch.
Gl i auguri pi affettuosi di trascorrere una bella e indi sturba ta fine
estate .
Tuo Sigm.

ANNO

1897

297

Corretto da 18-7-1897.
1.

Sulla fobia dei viaggi, vedi anche in particolare le lettere 149 e 229. (S)

Siena, 6 settembre 1897

Caro W ilhelm,
da Venezia (ricevuta la tua lettera) passando per Pisa e Livorno sono
giunto qui. In Italia cerco, come tu sai, un "punch al Lete" 1 e ne sorbisco un sorso qua e l. Ci si ristora alla bellezza straniera e all'immane
slancio creativo; ma in ci tro va il suo tornaconto anche la ~li_na~i_9ne_per i!_~rottesco, per le perversioni _psichiche . Avrei molto da
raccontarti (e questa, d'ora inn anzi, sar una frase che non manch er mai
tra noi). La prossima meta sar Orvieto, poi San Gim ignano. Sono difficilm ente raggiungibile da una tua risposta. Piacciati dunque ricevere cenni
di vita senza pretese dal mio viaggio.
Un affettuoso saluto a I. F. e R . W.
Tuo Sigm.
1. li Lete era il fiume dell'oblio nell'Ade. L'osservazione costruita in analogia alla frase
"u n punch al vino rosso". (M/S)

139

Vienna, 21 settembre 1897

Caro W ilhelm,
eccomi di nuovo qui, da ieri mattina, fresco, di buon umore, un po'
meno ricco, momentaneamente senza lavoro, e per prima cosa scrivo a
te, dopo che ci siamo sistemati nell 'abitazione . Voglio subito confidarti
il grande segreto che ha cominciato lentamente a chiarirsi in me negli _
ultimi mesi. Non credo_gi ai miei neurotica. Probab ilmente ci non si
riuscir a compr endere senza una spiegazione; tu stesso hai gi trovato
degno di fede ci che sono riuscito a esporti. Voglio perci incominciare
la storia da princip io e spiegart i da dove sono venuti i mot ivi che mi
hanno fatto dubitare . Le continue delusioni nei tentativi di condurre
almeno un 'ana lisi a reale compimento, la fuga di persone che per un
certo tempo erano state coinvolte come meglio non si poteva, l'assenza
dei successi pieni su cui avevo contato, la possibilit di spiegarmi nella
maniera usuale, i parziali successi: questo il primo gruppo di motivi.
Poi la sorpresa che in tu tti i casi la colpa fosse sempre da attribuire al
padre, non escluso il mio, e l'a ccorgermi dell'inattesa frequenza dell'iste-

298

ANNO 1897

299

ANNO 1897

ria, dovuta ogni volta alle medesime condizioni, mentre invece poco
1
credibile tale diffusione della perversione nei con!fronti dei bambini.
(La perversione dovrebbe essere enormemente pi frequente dell'isteria,
dato che la malattia pu instaurarsi solo dove ci sia un accumulo di
esperienze e dove sia subentrato un fattore che indebolisce la difesa.)
Poi, in terzo luogo, la netta convinzione che non esista un "dato di
realt" nell'inconscio, dimodoch impossibile distinguere tra verit e
finzione investita di affetto. (Di conseguenza, rimane la spiegazione che
2
la fantasia sessuale si impossessi regolarmente del tema dei genitori .)
In quarto luogo, la considerazione che anche nelle psicosi pi profonde
non si fa strada il ricordo inconscio, in modo che il segreto delle esperienze giovanili non si svela neppure nel pi confuso stato di delirio. Se
dunque si constata che l'inconscio non vince mai la resistenza del conscio,
naufraga anche la speranza che durante il trattamento si debba verificare
il processo opposto, che cio il conscio arrivi a controllare completamente
l'inconscio.
Influenzato da queste considerazioni, ero pronto a rinunciare a due
cose: la risoluzione completa di una nevrosi e la sicura conoscenza della
sua etiologia nell'infanzia. Ora sono in grave imbarazzo, poich non mi
riuscito di comprendere sul piano teorico la rimozione e il suo gioco
di forze. Sembra di nuovo discutibile che siano soltanto le esperienze
pi tarde a mettere in moto fantasie che risalgono all'infanzia, e in tal
modo il fattore della disposizione ereditaria ricupera una sfera di influenza dalla quale io mi ero proposto di rimuoverlo, nell'interesse a far
luce sulle nevrosi.
Se io fossi depresso, confuso, sfinito, in tal caso tali dubbi potrebbero
fssere presi come segni di debolezza. Ma siccome mi trovo invece nella
condizione opposta, devo riconoscere che essi sono il risultato di un
onesto e intenso lavoro intellettuale, e sono orgoglioso di poter avanzare
una tale critica dopo essere andato tanto a fondo. E se questo dubbio
, fosse soltanto un episodio sulla strada che porta a nuove conoscenze?
altres rimarchevole che sia cessato in me ogni senso di vergogna,
per la quale potrebbe darsi ancora qualche motivo . Certo, non andr a
raccontarlo a Dan, e neppu re ne parler ad Ascalon, nella terra dei Filistei,3 tuttavia ai tuoi occhi e ai miei avverto pi la sensazione di un
4
\ trionfo che di una sconfitta (il che, di certo, non giusto).
Com' bello che proprio ora arrivi la tua lettera! Mi fornisce l'occasione per avanzare una proposta con la quale intendevo concludere
questa mia. Se, durante questo periodo di inattivit, io partissi .sabato
notte sulla linea nord-ovest, potrei essere da te a mezzogiorno di domenica, e ritornare la notte successiva. Puoi tenerti la giornata libera
per un idillio a due, interrotto da un altro a tre o a tre e mezzo? Questo

volevo 'Chiederti. Oppure hai un caro ospite in casa o qualcos'altro di


urgente da fare? O eventualmente, se io dovessi part ire e ritornare a
casa. 1~ sera stessa (cosa che non varrebbe la pena di fare), sarebbe
poss1b1le attuare lo stesso progetto, se andassi alla stazione venerd notte
e passassi con te un giorno e mezzo? Naturalmente questa settimana
s'intende! s
'
Proseguo la mia lettera con una variazione sulle parole di Amleto.
"To be in readiness": 6 il buon umore tutto . Io potrei certo sentirmi
molto felice. Cos bella era la speranza della fama imperitura e delle
sicure ricchezze, dell'indipendenza totale, del viaggiare e dell'allontan~re_i bambini _dallacerchia delle preoccupazioni che mi hanno impedito
d1 vivere la mia giovinezza. Tutto ci dipendeva dal successo dell'isteria. Adesso posso di nuovo essere tranqui llo e modesto, continuare a
preoccuparmi e a risparmiare, e a questo punto mi viene in mente una
storiella della mia raccolta: "Rebecca, puoi toglierti l'abito da sposa;
non vi saranno pi nozze, ormai! " 7 Ma, nonostante tutto, mi sento di
buon umore e sono contento che tu avverta un bisogno di rivedermi
pari al mio di rivedere te.
Mi rimane ancora una piccola angoscia. Che cosa posso capire io delle
cose tue? Sono sicuramente incapace di darne un giudizio critico sar
appena in grado di comprenderle, e i dubbi che ne potranno s~rgere
non saranno - come nel caso della mia materia - un prodotto di lavoro
int~llettuale, bens il risultato di insufficienza mentale. Per te pi
facile, dato che tu puoi supervisionare tutto ci che porter e lasciarvi
cadere una parola autorevole.
D_evoagg!ungere ancora alcune cose. In questa caduta di ogni valore \
rimasto mtatto solo l'elemento psicologico. Il sogno resiste sicuramente, e i miei primi passi nel lavoro di metapsicologia hanno acquistato valore. Peccato che non si possa vivere, per esempio, dell'interpretazione dei sogni.
Martha tornata a Vienna con me, mentre Minna e i bambini rimarranno fuori citt ancora per una settimana . Si sono trovati tutti molto
bene .
Il mio discepolo, dottor Gattel, si rivelato una grossa delusione.
Pur essendo molto dotato e sensibile, va tuttavia classificato tra le persone poco piacevoli a causa del suo nervosismo e di parecchi tratti sgradevoli del suo carattere.
. Sp~ro di senti~e ~resto di persona - presumendo che la tua risposta
sia s1 - come v1 stiano andando le cose e quanto altro accada tra cielo
e terra.
Cordialmente tuo Sigm.

ANNO 1897

300

Gi da mesi Freud aveva rivolto il suo interesse allo studio della fantasia infant ile;
egli aveva indagato la funzione dinamica della fantasia e raggiunto stabili idee in questo
campo (Minute M e N; lettere 127 sgg.). Si era avvicinato al complesso edipico riconoscendo nei bambin i la presenza di impulsi aggressivi verso i genitori. Ma in tutto ci egli
credeva ancora alla realt della scena di seau:.,ione. ovvio presumere che sia stata soltanto l'autoanalisi dell'estate a rendere possibile il passo decisivo, ossia il ripudio dell'ipotesi della seduzione. Vedi oltre, pp. 523 sgg. (K)
1.

2. Il passo successivo fu l'intuizione del complesso edipico. (K) Dall'insieme della lettera
139 emerge tu ttavia che, da un lato, vi si stavano gi cristallizzando i primi germi di
perplessit (vedi per esempio lettera 120, nota 8) e, dall'alt ro, essa non presenta ancora un
chiarimento definitivo della posizione freudiana. Fra le tappe della successiva evoluzione
teorica sono, per esempio, l'assicurazione dell'esistenza di scene reali nella storia della sua
prima infanzia nella lett era 142 (parte finale), la nuova sottolineatura dell'"et iologia
paterna" nella lettera 150 (di cui si veda la nota 5), l'accrescersi delle perplessit nelle lettere 17 5 sg., il presentimento di una cesura nelle lettere 179 sg., e infine il primo accenno
alla "chiave della fantasia" nella lett era 188 (vedi anche lettera 189, nota 2). (S)
3. Allusione a 2 Sam. 1. 20: "Non fatelo sapere in Gat , non l'ann unciate per le vie di
Ascalon, non ne facciano festa le figlie dei Filistei." (S)
4. In una nota aggiunta nel 1924 al paragrafo "L 'etiologia specifica dell'isteria", nello scritto
Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896b) si afferma: "Quest'ultima parte
dominata da un errore che io, in seguito, ho pi volte denunciato ed emendato. A quell'e
poca non sapevo ancora distinguere le fantasie degli analizzati circa gli anni della loro infanzia dai ricordi reali. Per questo attribu ivo al fattore etiologico della seduzione un significato
e un'universalit che non lia. Superato questo errore, fu possibile avere una chiara visione
delle manifestazioni spontanee della sessualit infantile, da me descritte nei Tre saggi
sulla teoria sessuale (1905[a]). T uttavia, non tutto quanto contenuto nel testo qu i
sopra dev'essere respinto, perch la seduzione ha pur sempre una certa importanza etiologica, e ritengo ancora oggi che alcune delle osservazioni di carattere psicologico qu i
riportate vadano considerate esatte" (p. 312, nota 1) (vedi anche oltre, pp. 523 sgg. e 527
sg.). (K) Il primo accenno pubblico a questo mutamento di opinione presente in una
"comunicazione scritta" inviata da Freud a Liwenfeld e pubblicata da quest'u ltimo (1904,
p . 297) (vedi Masson, 1984, pp. 112 sg.) cui finora non si era prestata attenzione; meno
inosservate passeranno poi le osservazioni contenute nei Tre saggi (1905a, p. 499).

5. Questo viaggio a Berlino verr ricordato da Freud anche nello scritto sul Meccanismo

psichico della dimenticanza (1898b, pp. 429 sg.; vedi gi Anzieu, 1959, p. 470). Vedi
oltre, a questo riguardo, lettera 175 e nota 3. (S)

ANNO

1897

301

1. Appun to vergato sul retro di un foglio che Io stesso Gatte! riemp con date di attacch i
di emicrania e di depressioni (17 maggio 16 settemb re 1897) (FN 12/5, foglio 34a);
serie di date che Fliess prosegul di suo pugno sul foglio medesimo e su un altro foglio
ancora (FN 12/ 5, foglio 34) (24 ottobre 1897 3 febbraio 1899). Ulteriori precisazioni
sono conten ute in una lettera inviata da Gatte! a Fliess il 4 aprile 1898 (FN 15/ 12,
foglio 1). (S)

27 settemb re 1897

Caro Wilhelm,
rientrato a casa dopo un viaggio ideale (dodici ore di sonno in cella d i
isolamento), completamente libero da impegni, ristorato, colmo di idee
nuove e di stimoli, mi accingo anzitutto a compiere una cosa assolutamente superflua, ossia a esprimerti ancora una volta l' immensa gioia che
i tuoi lavori, il tuo ottimo stato di salute, tua moglie e il tuo bimbo
hanno destato in me in quanto vecchio socio e nove11ozio. Mi congratulo con me stesso per la felice risoluzione mantenuta salda dal pieno
dell'estate, di renderti visita a casa tua a Berlino.
I miei figlioli non sono ancora tornati . Ho trovato Martha afflitta da
una lieve emicrania, la prima dai tempi di Bolzano (20/21 agosto - 27 settembre, per il co11ezionistadi date). Una nuova recensione de11e "paralisi infantil i", apparsa sulla rivista di Wernicke, mi ha reso edotto di
quanti bei e preziosi libri io sia solito scrivere.1
I saluti pi affettuosi e ringraziamenti. Presto scriver di pi,
tuo Sigm.
1. Si tratta di una recensione olt remodo elogiativa di Ludwig Mann (Breslavia) apparsa
sulla "Monatsschrift for Psychiatrie und Neurologie", dove fra l'altro si dice: " Il punto
centrale del volume e insieme il suo massimo contributo, che non pu ancora essere
apprezzato in tutto il suo valore, sta (...) nell'insuperabile chiarezza e precisione dell'espo
sizione e nella valutazione critica cui viene sottoposto l'intero materiale clinico e anatomico."

6. Shakespeare, Amleto, atto 5, scena 2: "Ci cl1e conta di essere pronti."


7. Non stato possibile ricostruire l'intero aneddoto . Schur (1972, p. 231) ne interpreta
il senso in questo modo: "Sei stata una sposa orgogliosa, ma ti toccata una sventura:
il matrimonio non si fa pi , togliti l'abito da sposa."

[ALL EGA TO

?] I

Serie del dr F. Gatte!, 27 anni , le prime date fino al 24 luglio [1897]


sono state annotate prima che fosse a conoscenza della tua legge dei
per iodi. L'asino si vergogna, d'altronde, di aver reso queste confidenze.

Vienna, 3 ottobre 1897

Caro Wilhelm,
la mia visita ci ha arrecato il vantaggio che tu mi puoi ora comunicare
di nuovo le minuzie, dal momento che io conosco l'ambito generale del
tuo lavoro attuale. Non aspettarti una replica a ogni cosa e, per quel
che riguarda alcune mie risposte, spero che terrai conto della mia estraneit e scarsa competenza nella tua mat eria. Tuttavia ti sono grato ogni
volta che mi fai avere cos disinteressatamente qualche piccolo fram-

J. Breuer, S. Freud

Studi sullisteria
1892-95

In Opere, vol. 1. Boringhieri, Torino 1974

Capitolo 1
Comunicazione preliminare
Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici'
Breuer e Freud

1.

Partendo da una osservazione casuale, stiamo da alcuni anni ricer. cando nelle piu svariate forme e sintomatologie dell'isteria il motivo,
o processo che, spesso molti anni prima, ha provocato per la prima
volta il fenomeno. Nella grande maggioranza dei casi non si riesce
a chiarire questo punto di partenza col semplice esame del paziente,
per quanto accurato esso sia; in parte perch si tratta spesso di fatti
la cui discussione penosa per il malato; soprattutto per perch i
malati veramente non se ne ricordano, spesso non sospettando affatto
la connessione causale esistente tra l'evento determinante e il fenomeno patologico. Per Io piu necessario ipnotizzare i malati per ridestare nell'ipn osi i ricordi del tempo in cui il sintomo si manifestato
perla prima volta; e allora si riesce a porre in evidenza quella conness~ne nel 1rn:
~slo pi chiaro e convincente.
Questo metodo d'indagine, in un grande numero cli casi, ci ha fornito risultati che appaiono preziosi sia dal punto cli vista teorico che
da quello pratico.
Dal punto cli vista teorico, perch questi casi ci hanno dimostrato
che il fatto accidentale determinante per la patologia dell'i steria
molto piu di quanto normalmente si sa e si riconosce._Che nell'iste ria
"tra.urnatica" sia l'infortunio _ad avere proy__ocatQ.
la sin_drorm;, Qvvio;
e cosi pure il nesso causale evidente quando , negli attacchi isterici,
dalle dichiarazioni degli amma lat i si apprende che essi in ogni attacco
rivivono in modo allucinatorio sempre lo stesso avvenimento che
1 [Come spiegato sopra, questo primo capitolo fu pubblicato originariamente come
l:ivoro a s stante nel 1893. Come tale fu da Freud inserito anche nel primo volume
tlclla Raccolta di brevi scritti sulla teoria delle nevrosi (1893-1906) (1906).)

STUDI

SULL'ISTERIA

)1

aveva provocato il primo attacco. La situazione per piu. oscura in


altri fenomeni.
Le nostre esperienze ci hanno tuttavia mostrato che i piu svariati sintomi che si considerano manifestazioni spontanee, per cosi dire idiopatiche dell'isteria, presentano col trauma motivante una connessione
altrettanto stringente di quella dei fenomeni sopra indicati, che, sotto
questo aspetto, sono piu trasparenti. A fatti motivanti di tale tipo abbiamo potuto ricondurre nevralgie e anestesie delle specie piu. svariate
e spesso perduranti da anni, cont ratture e paralisi, attacchi isterici e
convulsioni epilettoidi, che tutti gli osservatori avevano scambiato per
epilessia autentica, piccolo male e affezioni tipo tic, vomiti continui
e anoressia spinta al punto del totale rifiuto del cibo, i piu. svariati
disturbi della vista, allucinazioni visive ricorrenti e altre manifestazioni ancora. La sproporzione fra i sintomi isterici che cont inuano per
anni e il fatto originario che si prodotto una volta sola la stessa
di quelle che siamo normalmente abituat i a osservare nella nevrosi
traumatica; molto sp~~o sono ~pi~9di d~Jl'infanzia ad aver instaurato
per tutti gli ann i seguenti un fenomeno morboso pi; -o meno grave.
Spesso la connessione tanto chiara che si c~~prende perfettamente come il fatto iniziale abbia prodotto proprio quel fenomeno e
non altri. In questi casi il fenomeno determinato in modo perfettamente chiaro dal fatto originario. Cosi, per ricorrere all'esempio pi
banale, u~m<:?zio1~ed<:?!o
ro~ _insorta, ma repressa, durante un pasto
produce nausea e vomito, e questo poi perdura ~r mesi sotto forma
di vomito isterico. Una ragazza che veglia presso il letto di un malato, tormentata dall'angoscia, cade in stato crepuscolare e ha una
terribile allucinazione mentre il suo braccio destro, pendu lo sullo
schienale della sedia, si addormenta; se ne sviluppa una paresi
del braccio con contrattura e anestesia. Essa vuole pregare e non trova
le parole; finalmente riesce a dire una preghiera infanti le in lingua inglese. Quando in seguito si sviluppa una grave e complicatissima isteria, essa parla, scrive e comprende soltanto l'inglese, mentre la sua
lingua materna le rimane incomprensibile per un anno e mezzo. 1 - Un
bambino gravemente ammalato si finalmente assopito; la madre
concentra tutta la sua volont nello sforzo di non fare rumore e non
svegliarlo; proprio per effetto di questo proposito essa fa (" contro volont isterica"!) un rumore schioccante con la lingua . II fatto si ri1

[ la paziente del primo caso. Vedi oltre pp. 189 sgg.]

COMUNICAZIONE

PRELIMINARE

177

pete in un'altra occasione in cui essa vorrebbe pure manteners i assolutamente silenziosa, e se ne sviluppa un tic che, nella forma di uno
schioccare di lingua, si accompagna a ogni occasione di eccitazione,
per molti anni. 1 - Un uomo molto int elligente assiste all'operazione
con la quale a suo fratello viene raddrizzata, in narcosi, l'articolazione
dell'anca anchilosata. Nell'istante in cui si sente il crac dell'articolazione che cede, egli stesso percepisce un dolore violento all'anca e
questo dolore gli dura per quasi un anno. E cosi di seguito.
In altri casi la connessione non tanto semplice, e tra il fatto originario e il fenom eno patologico vi soltanto una relazione per cosi
dire simbolica, come la relazione che la persona sana pu stabilire
anche in sogno: come quando al dolore psichico si associa una nevralgia o allo stato affettivo di una ripugnanza morale si associa il vomito.
Abbiamo studiato malati che usavano servirsi di una tale simbolizzazione con molta frequenza. In altri casi ancora una determ inazione di
tal genere non subito afferrabile; sono tra questi proprio i sintomi
isterici tipici, quali la emianestesia e il restringimento del campo visivo, le convulsioni epilettiformi e altri ancora. Dobbiamo per riservare l'esposizione del nostro punto di vista su questo gruppo alla discussione pi approfondita clell'argomento.
Queste osservazioni ci sembrano provare I'ana1ogia lli!!Qgenadella
comune isteria e della nevrosi traumatica, e giustificare un'estensione
del concetto di "isteria traumatica" . Nella n~v!_osi,tr~umatj s;, if!fatti,
no~ la lesione fisica in _s modesta la vera causa della malat~ynalo
spavento, il trauma psic~iS~ In !Ilaniera analoga, dalle nostre ric~rche,
per molti se non per la maggior parte dei sintomi isterici_risultano
fatti determinanti, che si devono descrivere come traumi psichici. Pu
gire c~~trauma qualsiasi esperienza provochi gli affetti penosi del
terrore , dell'angoscia, della vergogna, del dolore psichico, e dpende
~eite
dall; _s~~~sibilitdella persona colpita (come anch; d; -~na
condizione di cui si parler in seguito) se l'esperienza stessa agis~e
~
a_llma.t-Jon di rado in luogo di un grosso trauma si scoprono
nella comune isteria pi traumi parziali, piu fatti raggruppati , che soltanto sommandosi hanno potuto esercitare l'azione traumatica e che
sono fra loro connessi in quanto in part e elementi di una vicenda dolorosa. In altri casi ancora si tratta cli circostanze di per s apparente1 [ il secondo caso esaminato piu oltre, pp. 21 3 sgg. Gli episodi sono anche riferiti
sopra (pp. 129 sg.) in Un caso di guarigione ipnotica (1892), dove pure discusso il concetto di "controvolont isterica".)

12

STUDI

SULL'ISTEIHA

!1

mente banali le quali, essendosi prodotte in coincidenza con l'avvenimento realmente operante o con un momento di particolare eccitabilit, hanno acquistato una dignit di traumi che altrimenti non si
potrebbe sospettare in esse, ma che da' quel momento in poi conservano.
La connessione causale fra trauma psichico induttore e fenomeno
isterico non va per intesa nel senso che il trauma, fungendo da agente
provocatore, susciti il sintomo e questo, divenuto indipendente,
continu i poi a sussistere per conto proprio. Dobb iamo piuttosto affermare che il trauma psichico, o meglio il ricordo del trauma, agisce
al modo di un corpo estraneo, che deve essere considerato come un
agente attualmente efficiente anche molto tempo dopo la sua intrusione; e ravvisiamo la prova di ci in un fenomeno estremamente
curioso il quale nel contempo conferisce un notevole interesse pratico alle nostre scoperte.
Trovammo infatti, in principio con nostra grandissima sorpresa, che
i singoli sintomi isterici scomparivano subito e in modo definitivo,
quando si era riusciti a ridestare con piena chiarezza il ricordo del!' evento determ inante, risvegliandoinsieme anclle l'affetto elle l'aveva
accoinpagnato, e quando il malato descriveva l'evento nel modo pi{r
completo possibile esprimendo verbalmente il proprio affetto. Il
ricordo privo di elementi affettivi quasi sempre del tutto inefficiente;
il processo psichico svoltosi in origine deve ripetersi con la maggiore
vivacit possibile, deve essere riportato nello status nascendi e deve
poi "essere espresso in parole". Allora, quando si tratti di fenomeni
sensoriali, quali crampi, nevralgie, allucinazioni, questi si manifestano
ancora una volta con piena intensit, per scomparire quindi per sempre. Allo stesso modo scompaiono le alterazioni funzionali, le paralisi
e le anestesie, naturalmente senza che appaia chiaramente la loro
intensificazione momentanea. 1
1 La possibilit di una terapia di ques to gene re stata chiaramente riconosci uta da
Dclbreuf e Binet, come mostrano le cita zioni seguent i: "Si spiegherebbe allor a come il
magnetizza tore aiuti la gua rigione . Egl i colloca nuovamente il soggetto nello stato in
cui il male si manifestato e combatte con la parola queJlo stesso male, ma mentre
esso rin asce" J. DELll<EUF, Le magntisme an ima] (Parigi 1889).
" ... forse si osserver
che, rip orta ndo il malato med iante un artificio mentale al momento stesso in cui il
sintomo apparso la prima volta, si rende il malato piu docile a una suggest ione cura
tiva" A. BrNET, Les altrations de la personna]it (Parigi 1892) p. 243.
Nell'interessante
libro di P. JANET, L'automatisme psycliologique (Parigi 1.889), si trova la descrizione
della guarigione ottenuta in una fanciulla isterica mediante applicazione di un procedimento analogo al nostro.

COMU NICAZIONE PRELIMIN ARE

179

Si potrebbe sospettare che si tratti qui di un' involontaria suggestione: il malato si aspetterebbe di venire liberato mediante questo
procedimento dalle propri e sofferenze e proprio questa aspettativa
sarebbe il fattore determinante, non il fatto di esprimersi in parole.
Ma non cosi: la prima osservazione di questo tipo [vedi oltre p . 201],
un caso complicatissimo di isteria cosi analizzato e i cui singoli sintom i
di differenti origini furono singolarmente eliminati, risale all'anno
1881, quindi a un 'epoca "presuggestiva ", fu resa possibile dalle autoipnosi spontanee della malata, e procur all'osservatore grandissima
sorpresa.
Invertendo il detto: cessante causa cessat effectus; ci sar lecito dedurre da queste osservazioni che l'evento determinante continua ad
agi:e in qualche modo ancora per anni, non indirettamente per il tramite di una catena di.anelli causali intermedi, ma come causa diretta,
circa come un dolore psichico coscientemente ricordato da sveglio
provoca, anche dopo molto tempo , secrezione di lacrime: l'isterico
soffrirebbe per lo piu di reminiscenze. 1
2.

Sembra a prima vista strano che esperienze da gran tempo passate


debbano agire cosi intensamente, e che i ricordi di esse non soggiacciano al logoramento cui pure vediamo sottosta re tutti i nostri ricordi. Forse le considerazioni che seguono riusciranno a rendere piu
comprensibile questo dato di fatto.
L'affievolirsi di un ricordo o dell'affetto che lo accompagna, dipende da parecchi fattori. E innanzitutto rilevante al riguardo se si
sia reagito energicamente o no all'evento impressionante. Intendiamo
qui per reazione tutta la gamma di riflessi volontari e involontari con
i quali, come l'esperienza insegna, gli affetti si scaricano: dal pianto
lino all'att o di vendetta . Se tale reazione avviene in misura suffiricnte, una grande parte dell'affetto scompare; il nostro linguaggio
t'Onferma questo fatto di osservazione quotidiana mediante le espressioni "scaricare il rancore", "sfogarsi col pianto" e simili. Se la rea,,,ione viene repressa, l'affetto rimane legato al ricordo. Un'offesa
1 Nel testo di questa comunicazione prel iminare non possiamo isolare ci che nel suo
11111lc
nuto nuovo da ci che si trova in altr i autori, come Moeb ius e Striimpell, i quali
111111110
sostenuto per l'isteria punti di vista simili al nostro. La maggiore approssimazione
, ,111
1111t
o and iamo esponendo in linea teorica e tera peuti ca, l'abbiamo tro vata in alcune
11mvnzoni occasionali pubblicate da Benedkt , delle quali ci occuperemo in altro lu ogo
jwdi oltre p . 356, n . 1].

180

ST U DI SULL'ISTERIA

11

vendicata sia pure a sole parole, si ricorda in modo diverso da un 'offesa che si dovuta accettare. Il linguaggio riconosce anche questa
distinzione, nelle sue conseguenze psichiche e fisiche, e qualifica in
modo molt~ car~tter'.;tico proprio; la sofferenza patita in sile~zio
come mortificaz10ne [Krankung/ da krank, malato]. - La reaz10ne
della persona colpita al trauma ha propriamente un effetto "catartico" completo solo quando una reazione adeguata, come la vendetta. Ma nella parola l'uomo trova un surrogato all'azione, e con
l'aiuto della parola l'affetto pu essere "abreagito" in misura quasi
uguale.1 In altri casi il parlare di per s il riflesso adeguato, nel
lamento e nel liberarsi dal peso cli un segreto (confessione!). Se non si
produce una reazione simile, con l'azione, con la parola, nei casi piu
lievi col pianto, il ricordo dell'evento conserva anzitutto l'accento affettivo .
L" ' abreazione" , tuttavia, non il solo mezzo per liquidar e il
trauma psichico cli cui disponga il meccanismo psichico normale
della persona sana. 11 ricordo del trauma , anche se non stato
abreagito, entra a far parte del grande complesso dell'associazione,
si affianca ad altre esperienze che eventualmente lo contraddicono ,
sub isce una correzione da parte di altre rappresentazioni . Dopo un
infortunio per esempio, al ricordo del pericolo corso e al rinnovarsi
(in forma attenuata) dello spavento provato si associano il ricordo
dell'ulteriore corso dei fatti, del salvataggio, e la consapevolezza
della sicurezza presente. Il ricordo di una mortificazione viene corretto con una rettifica dei fatti, con considerazioni sulla propria dignit ecc., e cos1 l'uomo normale riesce a far scomparire, con prestazioni dell'associazione, l'affetto che accompagna il ricordo .
Vi si aggiunge poi quel generale confondersi delle impressioni,
quello sbiadire dei ricordi che noi chiamiamo "diment icare", e che
logora soprattutto le rappresentazioni non piu attive sul pian~ affettivo .
Ora, dalle nostre osservazioni risulta che quei ricordi divenuti det erminanti di fenomeni isterici si sono conservati per lungo tempo
con straordinaria freschezza e con tutto il loro accento affettivo. Dobbiamo tuttavi a accennare a un altro fatto sorprendente , e di cui in
seguito dovremo tener conto: di tali ricordi i malati non dispongono
affatto come degli altri comuni ricordi della loro vita. Al contrario ,
11

[ questo il primo scritto in cui compaiono i concetti di catarsi e abreazione (de


fiusso).]
1

COMUNICAZIO NE PR ELIMI NARE

queste esperienze sono del tutto assenti daIIa memoria dei malati
nel loro stato psichico ordinario o sono presenti soltant o in forma
assai sommaria. Solta nto quando si interrogano i malati nell'ipno si,
qu esti ricordi si affacciano con non sminuita vivacit, come fossero
fatti recenti .
Cosi, per la durata di sei mesi, una delle nostre malate riprodusse
nell'ipnosi con vivezza allucinator ia tutto ci che l'aveva eccitata negli stessi giorni dell'anno precedente (durant e un 'isteria acuta); un
diario, a lei ignoto, della madre , permise di attestare la perfetta esattezza della riproduzione . Un'a ltra malata riviveva, parte in ipnosi,
part e in attacchi spont anei, con chiarezza allucinatoria tutti gli
eventi di una psicosi isterica sofferta dieci anni prima, per la quale
fino al momento della ricomparsa era stata quasi del tutto amnestica.
Anche singoli ricordi, etiologicamente importanti, vecchi di quindici ,
ventic inqu e anni, risultarono in lei sorprendentemente inta tti e presenti ai sensi, agendo al loro ritorno con la piena forza affettiva di
eventi nuovi.
La ragione di ci pu ricercarsi solo nel fatto che questi ricordi
occupano una posizione di eccezione per quanto riguarda la loro
usura nei vari aspetti sopra considerati . Si rileva infatti che questi ricordi corrispondono a traumi i quali non sono stati sufficientemente
"a breagiti"; e approfondendo l'esame delle cause che lo hanno impedito , possiamo rilevare almeno due serie di condizioni per le quali
la reazione al trauma mancata.
Nel primo gruppo annoveriamo quei casi in cui i malati non hanno
reagito a traumi psichici perch la natura del trauma escludeva una
reazione, come per la perdita appare ntemente insostituibile di una
pers.ona amata, o perch le condizioni sociali rendevano impossibile
una reazione, o perch si trattava di cose che il malato voleva dimenticare, e che perci intenziona lmente rimoveva 1 dal suo pensiero
cosciente, inibendole e reprimendole. Proprio queste cose penose si
trovano poi nell'ipno si quale fond amento di fenomeni isterici (deliri
isterici di santi e di monache, di donne astinenti , di bambini bene
educati.2
La seconda serie di condiz ioni non costituita dal contenuto dei
ricordi, ma dagli stati psichici del malato con i quali le esperienze
sono venute a coincidere. Quale motivo di sintomi isterici si trovano
1 [ la prima apparizione del ter mine "rimuovere" (verdriingen) nel suo senso psicoanalitico. Ved i anche le note a p. 272 e p. 300. ]
z {Vedi sopra Un caso di guarigione ipnotica (1892) p. 131 n.J

STUDI

SULL'ISTERIA

\t

infatti nell'ipnosi anche rappresentazioni le quali, non di per s significative, devono la loro conservaziorr6-.._alla
circostanza di essere
sorte in occasione di emozioni gravemente paralizzanti, quale per
esempio il terrore, o addirittura in stati psichici anormali come nello
stato crepuscolare, semipnotico del sogno ad occhi aperti, nelle
auto ipnosi eccetera. Qui la natura di questi stati a rendere impossibi1e una reazione all'evento.
Le condizioni dei due tipi naturalmente possono anche verificarsi
contemporaneamente, ed effettivamente ci accade spesso. Cosi nel
caso in cui un trauma di per s capace di avere ripercussioni si produce in un momento di grave emozione paralizzante o di coscienza
modificata; tuttavia pare anche accada che per effetto del trauma
psichico in molte persone si provochi uno di quegli stati anormali
che poi a loro volta rendono la reazione impossibile.
Vale per per entrambi i gruppi di condizioni che ai traumi psichici non risolti mediante reazione debba venire a mancare anche il
superamento mediante elaborazione associativa. Nel primo gruppo
il proposito del malato che vuole dimenticare le esperienze penose
e quindi le esclude piu che pu dall'associazione; nel secondo gruppo
questa elaborazione associativa non riesce perch, fra lo stato di coscienza normale e gli stati patologici nei quali quelle rappresentazioni
sono sorte, non vi un fertile nesso associativo. Avremo ben presto
occasione di occuparci di queste situazioni pi(1 da vicino.
Si pu quindi dire che le rappresentazioni divenute patogene si
conservano cosi fresche e robuste di affetti perch loro negata la
normale usura attraverso l'abreazione e attraverso 1ariproduzione in
stati di associazione non inibita.

3.
Quando abbiamo elencato le condizioni che, secondo la nostra
esperienza, sono decisive perch da traumi psichici si sviluppino fenomeni isterici, abbiamo gi dovuto parlare di stati anormali della
coscienza in cui tali rappresentazioni patogene hanno origine e abbiamo gi dovuto rilevare il fatto che il ricordo del trauma psichico
agente non ritrovabile nella normale memoria del malato, bensi
nella sua memoria durante l'ipnosi. Ora, quanto piu abbiamo continuato ad occuparci di questo fenomeno, tanto piu sicura divenuta
la nostra convinzione che queIIa scissione deIIa coscienza cosi sorprendente nei noti casi classici di c~oubleconscience [coscienza dop-

COMUNICAZIONE

PR EL IMINARE

183

pia], esiste in stato rudimentale in ogni isteria, e che la tendenza a


tale dissociazione e quindi al manifestarsi di stati anormali della coscienza, che chiameremo congiuntamente "ipnoid i", il fenomeno
basilare di tale nevrosi. A questo riguardo, concordiamo con Binet e
con i due Janet [Pierre e Jules], bench non abbiamo esperienza
delle loro inter essantissime osservazioni compiute su pazienti anestetici.

AI noto detto : "l'ipnosi isteria artificiale", vorremmo quindi sostituirne un altro: "base e condizione dell'isteria l'esistenza di stati
ipnoidi ". Questi stati ipnoidi, per quanto diversi possano essere, concordano tutti fra loro e con l'ipnosi in un punto: le rappresentazioni
in essi affioranti sono molto intense, ma sono tagliate fuori dai rapporti associativi con il rimanente contenuto della coscienza. Fra di
loro questi stati ipnoidi sono associabili e il loro contenuto rappresentativo pu anche raggiungere per tale via i piu diversi gradi di
organizzazione psichica. Del resto, il carattere di tali stati e il grado
della loro segregazione dai restanti processi della coscienza varia probabilmente in manier a analoga a quella che riscontriamo nell'ipnosi,
che si estende dalla leggera sonnolenza fino al sonnambulismo, dal
ricordo completo all'amnesia assoluta.
Se tali stati ipnoidi esistono gi prima della malattia manifesta,
essi costituiscono il terreno sul quale l'affetto impianta il ricordo patogeno con i suoi fenomeni somatici conseguenti. Questo comportamento corrisponde all'isteria per predisposizione. Dalle nostre osservazioni tutt avia emerge che un trauma grave (come quello della
nevrosi traumatica) o una repressione faticosa (per esemp io dell'emozione sessuale) possono produrre anche nell'uomo, per il resto libero,
una eliminazione di gruppi di rappresentazioni; e questo sarebbe il
meccani smo dell'isteria psichicamente acquisita. Fra gli estremi costituiti da queste due forme si deve ammettere l'esistenza di una
serie di forme in cui la facilit della dissociazione nell'individuo colpito e l'entit affettiva del trauma variano in sensi opposti.
Non sappiamo dire nulla di nuovo circa l'origine degli stati ipno idi
predisponenti. Essi si sviluppano frequentemente, cosf ci sembra di
poter presumere, dal "sognare ad occhi aperti", tanto frequente anche nelle persone sane, e a cui inducono ad esempio facilmente i
lavori femminili. Perch le "associazioni patologiche" che si producono in tali stati siano cos, solide e influenzino i fenomeni somatici
in modo tanto piu inten so di quanto accade per le rappresentazioni
comuni, un problema che coincide con quello dell'efficacia delle

STU DI SULL'I ST ERIA ! 1

. . 1pnobc
.
. he. L e nostre espenenze
.
\non portano nulla di
suggesbom
nuovo a tale proposito ; esse, per con tro, spiegano l'apparente contraddizione fra l'affermazione ch e "l'isteria una psicosi" e il fatto
ch e fra gli isterici si possono trovare persone di mente lucidissima,
di forte volont , di molto carattere e di grandissima capacit critica.
In questi casi le qualit ora enunciate spettano al pensiero vigile
della persona; mentr e nei suoi stati ipnoidi essa alienata, cosi come
lo siamo tutti nel sogno. Mentre, tuttavia, le nostre psicosi oniriche
non influenzano la nostra vita vigile, i prodotti degli stati ipnoidi
penetrano, quali fenomeni isterici, in quella stessa vita vigile.1

4
Le nostre affermazioni riguardanti i sintomi isterici permanenti
possono essere all'incirca ripetute anche per gli attacchi isterici.
Come noto, possediamo una descrizione schematica, fornita da
Charcot, del "grande" attacco isterico, secondo la quale in un attacco compl eto si possono distinguere quattro fasi: 1) la fase epilettoid e; 2) quella dei grandi movimenti; 3) quella delle attitude s passionnelles [atteggiamenti passionali] (la fase allucinatori a); 4) quella
del delirio conclusivo. Charcot deriva tutte le forme di attacco isterico, piu frequenti che non la grande att aque completa, dall'abbr eviazione o dal prolun gamento, dall'a ssenza o dall'isolarsi, delle singole fasi elencate. 2
Il nostro tentativo di spiegazione si riannoda alla terza fase, qu ella
delle attitud es passionnelles. Qu ando questa fase pronunci ata, si
ha in essa la riprod uzione allucinato ria di un ricordo che stato importante per l'in sorgere dell'isteria: il ricordo dell'unico grande
t rauma dell'isteria cosiddett a traumatic a ;,,a.' Uox~Y[per eccellenza],
o il ricordo di una serie di traumi parziali fra loro connessi, quali
stanno a base dell'i steria comune. Oppure ancora l'atta cco riproduce
quegli eventi che, per avere coinciso con un momen to di particolare
disposizione, hanno assunto la fun zione di traumi.
Vi sono per anche att acchi che apparen temente consistono solo
in fenomeni motori e ai quali manca una phase passionn eJle. Se, durant e un siffatto attacco di convulsioni generali, di irrigidiment o
catalett ico, o durant e un attaque de sommeil [accesso di sonno ], si
riesce a mett ersi in rapporto con la persona malata, o meglio ancora
[V edi lo schema di qu esto paragrafo nell'abbozzo III , sopra a p. 141.J
2 U.-M.CHARCO T, Leons sur /es ma/adies du syst me ne rveux, III (Parigi 1887) p. 261.J

COl\1.UNICAZJONE PRELIMIN ARE

185

se si riesce a provocare l'attacco nell'ipnosi, si trova anch e qui alla


radice il ricordo del trauma psichico o di una serie di traumi che
altrimenti appare di solito in una fase allucinatori a. Una raga;zi na
soffre da anni per attacchi di crampi diffusi, che potrebbero essere
scambiati per epilettici e che anzi sono stati anche scambiati per
tali. La si ipnotizza a scopo di diagnosi differenziale ed essa cade
subito nel suo attacco. Alla domanda: " E adesso che cosa vedi?" essa
per risponde: "Il cane, arriva il cane"; ed effettivamente risulta
che il primo attacco di questo t ipo si era manifestat o dopo che la
ragazza era stata inseguita da un cane arrabbiato. Il successo della
terapia conferm poi il giudizio diagnostico.
Un impi egato, che diventato isterico in conseguenza di un maltrattamento da parte del suo superiore, soffre di attacc hi durante i
quali crolla a t ena, si agita e si infuria senza pronun ciare un a parola
e senza lasciar sospettare un'alluc inazione. Si riesce a provocare l'attacco nell'ipnosi e il malato allora rivela di stare rivivendo la scena
di qu el sup eriore che lo ingiuria per la strada percuotendolo con un
bastone. Pochi giorni dopo ritorna lamenta ndo di avere avut o nuo vament e -lo st esso attacco, e questa volta nell'ipno si risulta che egli ha
rivissuto la scena alla quale era piu propriamente conn essa l'origine
della malattia: e cio la scena nell'aula del tribunal e, quando egli
non era riuscito a ottenere soddisfazione per il maltrattamento subito, eccetera.
I ricordi che si affacciano durant e gli attacc hi isterici, o che possono in essi ridestarsi, corrispondono anche per tutti gli altri aspetti
ai mot ivi che abbiamo trovato alla radice dei sintom i isterici pennanenti. Come questi, concernono traumi psichici che si sono sott ratti
alla liquidazione ott enuta mediante abreazione o mediante elaborazione associativa; al pari di essi, si sottraggono, completamente o
nelle loro parti essenziali, alle capacit m nestiche della coscienza
'normale, mostrando di appartenere ai contenuti rappresentat ivi degli stati ipnoidi con associazione limitata . . infine possibile una
conferma sul piano terapeutico. Le nostr e osservazioni ci hann o
spesso insegnat o che un ricordo di questo genere, che aveva fino allora provocato attacchi , diventa inefficiente quando portato nel!' ipnosi alla reazione e alla correzione associativa.
I fenomen i motri dell'atta cco isterico possono essere interpr etati
in parte come form e generiche di reazione dell'affetto connesso al
ricordo (come il dibatters i con tutte le membra, di cui gi si serve il
lattante), e in parte come movimenti che esprimono direttamente

186

STUDI

SULL'ISTERIA

\1

il ricordo; mentre , per un'altra parte ancora, si sottraggono, prop rio


come le stigmate isteriche 1 nei sintomi perman enti, a una tale spiegazione.
L'attacco isterico pu inoltre essere caratterizzato in un modo particolare se si tiene conto della teoria dianzi accennata, per cui nell'isteria sarebbero presenti gruppi di rappresentazioni sorte in stati
ipnoidi che, escluse dai rapporti associativi con le altre rappresentazioni, ma associabili fra di loro, rappresentano un rudimento piu o
meno altamente organizzato di un a seconda coscienza, di una condition seconde. Un sint omo perm anente isterico corrisponde allora
alla irruzione di questo secondo stato nell'inn ervazione corpor ea abitualment e dominata dalla coscienza norma le; un attacc o isterico rivela
per una organizzazione superiore di questo secondo stato e indica,
al suo primo apparire, un momento nel quale questa coscienza
ipnoide si impossessata dell'int era esistenza, cio un mom ento di
isteria acuta; se invece un attacco ricorrente, che contiene un ricordo, esso ne rappresent a una recidiva. Charcot ha gi espresso
l'idea che l'attacco isterico debba essere un rudim ento di una condition seconde. Durante l'att acco, il dominio su tutta l'inn ervazione
corporea trasferito alla coscienza ipno ide. In tal caso, come not e
esperienze dimostrano, la coscienza normale non sempr e totalmente rimossa; essa pu pure percepire i fenomeni motori dell'attacco, mentre i processi psichici corrispond enti si sottraggono alla
presa di coscienza.
Il decorso tipico di un 'isteria grave consiste, come noto , in primo
luogo nella formazione, in stati ipnoidi, cli un contenuto rappresentativo; questo, una volta accresciutosi sufficientement e, si impossessa,
durante un periodo di "isteria acuta", dell'innervazione corporea e
dell'esistenza del malato , creando sintomi permanenti e atta cchi; per
finire col guarire, salvo dati residui. Anche se la persona normale
riesce a riprendere il dominio di s, ci che di quel contenuto rappresentativo ipnoide sopravvissuto ritorna in nuo vi attacchi isterici,
riportando temporaneamente la persona in stati consimili a loro volta
influen zabili e accessibili a traumi . Si stabilisce allora per lo piu una
specie di equilibrio fra i grupp i psichici che si trovano riuniti nella
medesima persona; attacco isterico e vita normale procedono parallelamente senza influenzarsi a vicenda. L'atta cco in tal caso si pro1 [CHARCO'f,
ibid., pp. 255 , definisce le st igmate isteriche: "i sintom i permanent i dell'isteria". Le stig111atesono discusse piu oltre da Breuer alle pp. 387 sg. e da Freud a

p. 40 3.J

COMUNICAZIONE

PRELIMINARE

duc e spontaneamente, cosi come sogliono presentarsi spontane amente anch e in noi i ricordi; per pu anch e essere provocato, cosi
come ogni ricordo pu essere ridestato secondo le leggi dell'associazione. La provocazione dell'attacco pu aversi o in seguito a stimolazione di una zona isterogena o in seguito a una nuova esperienza
che, per la sua somiglian za, dia risonanza all'esperienza patogena.
Speriamo di pot er mostrare che fra queste du e condizioni , apparen tem ent e tanto diverse, non esiste una differenza essenziale, e che in
ambedue i casi si tocca un ricordo iperestetico . In altri casi questo
equilibrio labilissimo: l'attacco appare come espressione del residuo
di coscienza ipnoide , ogni volta che la persona normale , essendo esaurita, perde la propria capacit di controllo . Non si pu escludere che
in tali casi l'attacco, spogliato del proprio significato originario, possa
anche riprodursi quale reazione motoria priva di contenuto.
Ricerche ulteriori dovranno stabilire da quali fattori dipenda il
fatto che un'indi vidualit isterica si manife sti con attacchi, o con
sintomi permanenti, o con un miscuglio delle due forme. 1

5.
Si comprende ora come il metodo di psicote rapia da noi esposto
possa guarire. Esso elimina l'efficienza della rappresentazione originariamente non abreagita, in quanto consent e al suo affetto incapsulato di sfociare nel discorso;e la conduce alla correzione associativa
traendola nella coscienza norm ale (nell'ipnosi leggera) o annullandola mediante suggestione del medico, cosi come accade nel sonnambulismo con amnesia.
Noi riteniamo che il vantaggio terap eutico nell'applicazione di
questo procedim ento sia not evole. Natura lmente non guariamo
l'ist eria in quanto predispo sizione, n possiamo agire contro il ritorno degli stati ipnoidi. Durante lo stadio produttivo di un'isteri a
acuta, inoltre , il nostro procedim ento non pu impedir e che i fenomeni fat icosamente eliminati vengano tosto sostitui ti da nuovi fe.
nomeni . Se per questo stadio acuto terminato e ne permangono
i residui sotto forma di attacchi e di sintomi isterici permanenti, il
nostro metodo li elimina spesso e per sempre, perch un metodo
radicale; ci sembra che in ci esso superi di gran lunga l'efficacia del [Vedi l' abbozzo di questo paragrafo in Sulla teoria de/l'attacco isterico, sopra a p.
143. Il soggetto degli atta cchi isterici sar ripreso da Freud negli scritti: Osservazioni generali sull'attacco isterico (1909), e Dostoevskij e il parricidio (1927).]

188

STUDI

SULL'ISTERIA

jli

l'annullamento suggestivo diretto, quale viene esercitato attua lment e \


dagli psicoterapeuti.
Se, scoprendo il meccanismo psichico dei fenomeni isterici, abbiamo compiuto un passo avanti sulla strada gi iniziata da Charcot
con tanto successo con la sua spiegazione e riproduzione sperimentale delle paralisi isterotraumatiche, 11011 ci nascondiamo tuttavia che
con ci abbiamo reso pi prossimo alla nostra comprensione soltanto
il meccanismo dei sintomi isterici, 11011 le cause intime dell' isteria.
Abbiamo soltanto sfiorato l'etiologia dell'isteria e abbiamo potuto
propriamente chiarire soltanto le cause delle forme acquisit e, il significato del fattore accident ale per la nevrosi.

Capitolo

Casi clinici
Breuer e Freud

Vienna, dicembre 1892


1. SIGNORINA

ANNA

o. (Breuer)

La signorina Anna O., di ventun anni all'epoca della malatti .a


(1880), sembra presen tare tare nevropatiche di non eccessivo rilievo,

costituite da alcune psicosi verificatesi nella sua numerosa famiglia;


i genitori sono sani di nervi. Lei stessa era stata prima sempre
sana, Senza alcun fatto nervoso durante l'et dello sviluppo; di intelligenza notevole, dotata di intuizione acuta e di una sorprendente
capacit di afferrare le relazioni fra le cose. Questo vigoroso intelletto avrebbe avuto 1a possibilit di alimentarsi di un valido nutrimento spiritua le, di cui avrebbe avuto bisogno, ma che invece non
ha piu ricevut o dopo la fine della scuola. Il suo ricco talento poetico
e fantastico era controllato da uno spirito critico molto acuto che la
rendeva anche del tutto insuggestionab ile; soltanto argomenti, mai
pur affermazioni avevano su lei un 'influenza. La sua volont era
energica, tenace e costante, giungendo talora fino all'ostina zione, e
rinu nciava alla propria meta soltanto per bont, per far piacere agli
altri .
Fra i tratti essenziali del suo carattere erano la bont e la simpatia
umana; la cura e l'assistenza di taluni ammalati poveri le furono di
grande aiuto nella sua malatt ia, consentendole di soddisfare un forte
suo impul so naturale. I suoi stati d'animo avevano sempre una leggera tendenza all'esagerazione, sia nell' l.ilegria che nella tristezza;
ne derivava anche una certa lunati cit . L'elemento sessuale era sorprendent emen te poco sviluppato; 1 la paziente, la cui vita divenne per
1 [Freud citer quasi testu almente questa asserzione in una nota nel primo dei Tre
saggi sulla teoria sessuale (1905) S 4 e nell'Autobiografia (1924) S 2.]

STUDI

SULL'ISTERIA

12

dolo fare essa era venuta meno ai suoi doveri. Se la cosa si fosse \
ripetuta egli avrebbe affidato l'educazione delle bambine ad altre
mani. Era il periodo in cui essa si credeva ancora amata e in cui attendeva una ripet izione del primo intimo colloquio. Questa scena
aveva spezzato le sue speranze . Si era detta: "Se per una piccolezza
simile, nella quale per di piu sono del tutto innoc ente, pu aggredirmi e minacciarmi in questo modo, vuol dire che mi sono sbagliata,
e che egli non ha mai avuto per me un sentimento cli tenerezza . Questo gli avrebbe fatto avere maggiori riguardi ." Evidentemente stato
il ricordo di questa scena penosa che le si era presentata quando il
capo contabile aveva fatto il gesto di baciare le bambine e ne era
stato sgridato dal padre.
Ouando Miss Lucy venne nuovamente a trovarmi due giorni dopo
q;;st'ultima analisi, dovetti domandarle che cosa le fosse accaduto
di bello. Era come trasformata, sorrideva e teneva alta la testa. Per
un momento pensai di avere malgrado tutto interpretato male la situazione e che l'istitutrice delle bambine era diventata la sposa del
direttore. Ma essa respinse le mie ipotesi:
- Niente accaduto. che lei non mi conosce, mi ha vista soltanto malata e depressa. In genere sono sempre cosi serena. Quando
mi sono svegliata ieri mattina, l'in cubo era scomparso e da allora sto
bene.
- E che ne pensa ora delle sue speranze nella casa?
- Sono completamente lucida, so di non averne e non sar per
questo infelice.
- E andr ora d'accordo con le persone della casa?
- Credo che tutto sia dipeso principalment e dalla mia suscettibilit.
- E ama ancora il direttore?
- Certamente, lo amo, ma questo non mi fa piu soffrire. Uno pu
ben pensare e sentire per conto suo quello che vuole.
Le esaminai allora il naso e trovai quasi completamente ripristinata la sensibilit al dolore e ai riflessi; distingueva anche gli odori
ma in modo incerto e solo quando erano piuttosto intensi. Devo
per lasciare in sospeso la questione della misura in cui la malattia
del naso abbia avuto parte in questa anosm ia.
Tutta la cura era durata nove settimane. Quattro mesi dopo incontrai per caso la paziente in una delle nostre villeggiature. Era serena
e mi conferm che continuava a star bene.

MISS

LUCY

R,

Epicrisi

Non vorrei sottovalutare il caso clinico qui narrato, anche se si


tratta solo di una piccola isteria di lieve entit con pochi sintomi.
Ma mi sembra istruttivo il fatto che anche una malattia di questo
genere, modesta come nevrosi, ha bisogno per prodursi di tante premesse psichi che, e ad una pi attenta considerazione sono tentato di
presentare questa storia cliuica come modello di un tipo particolare
di isteria, quella che anche una persona non ereditariamente tarata
pu contrarre in base a determinate esperienze idonee. Con ci, naturalmente, non parlo di un'isteria che sia indipendente da qualsiasi
disposizione; una tale isteria probabilmente non esiste; ma noi. parliamo di una tale specie di disposizione soltanto quando la persona
gi diventata isterica, in quanto prima non vi nulla che l'attesti.
La disposizione nevropatica, come la si in'tende di solito, un'altra
cosa; essa gi determinabile prima della malattia in base all'entit
della tara ereditaria o alla somma delle anomal ie psichiche individuali. Per quel che mi risulta, in Miss Lucy R ., questi due fattori
non erano affatto riscontrabili. Si pu perci chiamare la sua una
isteria acquis ita, ed essa non presuppone altro che la capacit (probabilmente assai diffusa) di contrarre l'isteria: capacit che siamo
ancora lungi dal saper caratterizzare . In casi simili, l'accento
principale non pu che cadere sulla natura del trauma , natural ment e in combinazione con la reazione della persona al traum a
stesso. Condizione indispensabile per l'acquisiz ione dell'isteria, sembra essere il fatto che si determini un rapporto di incompatibilit fra
l'Io e una rappresentazione che a esso si presenti. Spero di poter
mostrare in altro luogo 1 come varie turbe nevrotiche siano originate
dai diversi procedimenti che questo "lo" impiega per liberarsi da
tale incompatibilit. Il modo isterico della difesa - per il quale appunto si richiede una particolare attitudine - sta dunque nella conversione dell'eccitamento in un'innervazione corporea, e il vantaggio
di questo che la rappresentazione incompatibile risulta rimossa
dalla coscienza dell'Io. In cambio la coscienza dell' Io contiene la
reminiscenza corporea prodottasi con la conversione - nel nostro
caso le sensazioni olfattive soggettive - e soffre per l'affetto che piu
o meno chiaramente si collega appunto a queste reminiscenze. La
1
[Freud abbozz la distinzione dei procedimenti dell'isteria, delle ossessioni e della
paranoia nella Minuta teorica D per Wilhelm F liess {1896), e la pubblic poi in
Nuove osservazioni suJJe neuropsicosi da difesa (1896).]

STUDI

SULL ' IST E RIA

12

situazione cosi creatasi non piu d'ora in poi modificabile, perch


mediante la rimozione e la conversione eliminata la contraddi- /
zione che avrebbe spinto a liquidare l'affetto. Cosi il meccanismo
che produce l'isteria da un lato corrisponde a un atto di vilt morale,
e dall'altro lato risulta un congegno protetti vo a disposizione dell'Io .
Vi sono parecchi casi per i quali si deve ammettere che la difesa
contro l'incremento di eccitamento, mediante la produzione di isteria, stata effettivamente in quel dato momento la cosa piu opportuna; piu spesso naturalmente si deve invece concludere che una
maggiore misura di coraggio morale avrebbe costituito un vantaggio
per l'individuo.
Il momento veramente traumatico quindi quello nel quale la
contraddizione si impone all'Io e l'Io stesso decreta il bando alla
rappresentazione contraddicente . Con tale bando quella rappresent azione non viene per annullata, ma soltanto sospinta nell'inconscio;
quando questo processo si produce per la prima volta, si forma con
ci un nucleo e centro di cristallizzazione per la formazione di un
gruppo psichico distinto dall'Io, attorno al quale si raccoglie successivamente tutto ci che avrebbe per presupposto l'accettazione della
rappresentazione contraddicente . La scissione della coscienza in tali
casi di isteria acquisita quindi voluta, intenzionale, o per lo meno
promossa per lo piu da un atto volontaristico. Di fatto accade una
cosa diversa da quella che l'individuo si propone; egli vorrebbe eliminare una rappresentazione come se non si fosse mai prodotta, ma
riesce soltanto a isolarla psichicamente.
Nella storia della nostra paziente , il momento traumatico corrisponde a quella scenata che il direttor e le fece per i baci alle bambine. Questa scenata per il momento rimane per senza effetto
visibile; forse cominciarono con essa la depressione e la suscettibilit, ma io non ne so nulla; i sintomi isterici sono insorti solo in
seguito a momenti che si possono chiamare "ausiliari",1 e che si
potrebbero caratterizzare dicendo che in essi i due gruppi psichici
temporaneamente separati confluiscono come nella coscienza dilatata del sonnambulismo. Il primo di questi momenti, nei quali si
prodotta la conversione, stata per Miss Lucy R . la scena a tavola,
quando il capo contabile voleva baciare le bambine. Qui intervenuto anche il ricordo traumatico , ed essa si comportata come se
1 [Freud discute questi momenti traum atici " ausiliari" nelle Neuropsicosi da difesa
(1894) 1.]

M ISS

LUCY R.

2 7Q

non si fosse liberata di tutto ci che si riferiva alla sua inclinazione


per il proprio padrone. (In altri casi clinici questi diversi fattori
coincidono; la conversione avviene immediatamente sotto l'effetto
del trauma.)
Il secondo momento ausiliario riproduce abbastanza precisamente
il meccanismo del primo. Un a fort e impressione ristabilisce temporaneamente l'unit della coscienza. e la conversione procede per la
medesima via che le si era dischiusa la prima volta. E interessante
il fatto che il sintomo insorto come secondo ha coperto il primo ,
cosicch quest'ultimo non viene percepito chiaramente fino a che
non sia stato eliminato l'altro. Mi sembra notevole anche l'inversione dell'ordine di successione che anche l'analisi costretta a seguire. In tutta una serie di casi mi accaduta una cosa analoga: i
sintomi sorti piu tardi coprivano quelli di data piu antica, e solo
quello a c?i l'analisi perveniva per ultimo, conteneva la chiave di
tutto.
La terapia consistita qui nel costringere il gruppo psichico separato a riunificarsi con la coscienza dell'Io. Il successo, strano a dirsi,
non si prodotto parallelamente al lavoro di analisi; solo quando
l'ultimo elemento fu liquidato, si avuta improvvisa la guarigione .

286

STUDI

SULL'ISTERIA

12

comprendeva, e che non utilizzava per alcuna deduzione; vedendo la


coppia durante l'amplesso aveva immediatamente stabilito la connes- /
sione tra la nuova impressione e quelle due serie di reminiscenze;
aveva cominciato a capire e contemporaneamente a difendersi da
tale comprensione. Era seguito un breve periodo di elaborazione , di
"incubazione", e poi si erano presentati i sintomi della conversione ,
il vomito quale elemento sostitutivo per la ripugnanza morale e fisica. L'enigma con ci era risolto, essa non aveva sentito nausea alla
vista dei due, ma al ricordo che quella vista aveva ridestato in lei, e
tutto considerato poteva trattarsi solo del ricordo dell'aggressione
notturna, quando essa "senti il corpo dello zio". Le dissi dunque ,
dopo che ella ebbe terminato la sua confessione:
- Adesso so quel che Lei ha pensato quella volta guardando dentro
nella stanza. Lei ha pensato: 'Adesso fa con quella ci che allora di
notte e le altre volte aveva voluto fare con me.' di questo che Lei
ha sentito ripugnanza, perch si ricordata dell'impressione quando
si era svegliata di notte sentendo il suo corpo.
- Pu essere - risponde - che io abbia sentito ripugnanza di ci
e che allora abbia pen sato questo.
- Mi dica un po' esattamente, tanto Lei adesso una ragazza
adulta e sa tante cose ...
- Adesso si.
- Mi dica esattamente , che cosa ha sentito quella notte del corpo
di lui?
Ma essa non d una risposta piu precisa, sorride imbarazzata e
come colta in fallo, come una persona che deve ammettere che si
giunti al fondo delle cose, per cui non c' piu molto da dire. Io
posso immag inarmi quale sia stata la sensazione tattile che essa
aveva imparato piu tardi a interpretare ; l'espressione del suo volto
pare anche mi dica che essa suppone che io pensi la cosa giusta, ma
non posso insistere oltre con lei; devo gi esserle grato di essere assai
piu spontanea nella conversazione che non le pudibonde signore
della mia pratica in citt, per le quali naturali a sunt turpia .
Cosi dunque il caso sarebbe chiarito; ma un momento: donde
viene l'allucinazione della testa che si ripet e nell'attacco incutendole
terrore? Glielo chiedo ora. Come se anche essa avesse ampliato le
sue capacit di comprensione durant e questo colloquio, risponde
prontamente : "Si , adesso lo so, la testa la testa dello zio, ora la
riconosco, ma non di quell 'epoca li. Pi tardi, quando sono sort

Y.AT HARL"fA.

tutti quei litigi, allora allo 210 venuta un'ira insensata contro di
me; diceva sempre che ero io la colpa di tutto; se non avessi chiacchierato, non si sarebbe giunti alla separazione; mi ha sempre minacciata di farm i qualche cosa; quando mi vedeva da lontano, la faccia
gli si contorceva dall'i ra e si avventava contro di me con la mano
alzata. Sono sempre scappata davanti a lui e ho sempre avuto una
paura matta che mi acch iappasse in qualche posto cli sorpresa. La
faccia che vedo sempre adesso la faccia sua quando era furibondo."
Ques ta informazione mi ramment a il fatto che il primo sintomo
dell'isteria, il vomito, scomparso; l'accesso d'angoscia rimasto ,
acquistando un nuovo contenuto. Quindi si tratta di un'isteria in
buona parte "abreagita". Infatti poco dopo essa aveva effettivamente
comunicato la sua scoperta alla zia.
- E alla zia ha raccontato anche le altre storie, di quando egli la
insidiava?
- Si, non subito , ma in seguito, quando gi si parlava di separazione. Allora la zia aveva detto: 'Questo lo teniamo da parte, se fa
difficolt in tribunale , diremo anche questo.'
Si pu comprendere come proprio l'ultimo periodo, quando le
scenate paurose in casa eran divenute frequenti, quando lo stato di
lei aveva cessato di destare l'inter esse della zia, tutta occupata da
quelle lit i, cio il periodo dell'accumulo e della ritenzione, abbia
lasciato il proprio simbolo mnestico.
Spero che lo sfogo con me abbia in qualche modo giovato alla fanciulla cosi prematuram ente offesa nella sua sensibilit sessuale. Non
l'ho piu riveduta.
Epicrisi

Non potrei obiettare nulla se qualcuno affermasse che questa storia


di un'ammalata non tanto un caso di isteria analizzato quanto un
caso risolto tirando a indovinare. L'ammalata ammetteva si come
verosimile tutto ci che io interpolavo nella sua nar r2zione, ma non
fu in grado di ricono scerlo come qualcosa realmente vissuto. Penso
che perci sarebbe occorsa l'ipnosi . Supposto che io abbia indovinato
giusto, e volendo ora tentare di ridurre questo caso allo schema di
un'isteria acquisita , quale si presentata nel caso precedente, logico considerare le due serie di esperienze erotiche simili a momenti
traumatici, e la scena della scoperta della coppia simile a un mo-

288

STUDI

SULL ISTERIA

12

mento ausili2rio. La somiglianza sta in ci, che nelle prime si era


prodotto un contenuto di coscienza il quale, escluso dall'attiv it /
pensante dell'Io, si conservato, mentre nell'ultima scena una
nuova impressione aveva imposto il collegamento associativo di
questo gruppo isolato con l'Io. D'altra parte vi sono anche differenze che non si possono trascurare. La causa dell'isolamento non ,
come nel caso precedente, la volont dell'Io, ma l'ignoranza dell'Io ,
il quale non sa ancora utilizzare le esperienze sessuali. A tale riguardo il caso di Katharina tipico; nell'analisi di ogni isteria fondata su traumi sessuali si trova che impressioni deU'epoca presessuale, rimaste senza effetto sul bambino, acquistano potenza traumatica successivamente quali ricordi, quando alla vergine o alla donna
si dischiusa l' intelligenza della vita sessuale. 1 Il distacco di gruppi
psichici per cosi dire un processo normale nell'evoluz ione degli
adolescenti, ed comprensibile che il successivo accoglimento di
tali gruppi nell'Io rappresenti un'occasione, spesso decisiva, per lo
sviluppo di turbe psichiche. Inoltre vorrei esprimere qui anche il
dubb io se la scissione della coscienza a causa di ignoranza sia effettivamente diversa da quella dovuta a rifiuto cosciente, e se anche gli
adolescenti non posseggano conoscenze sessuali molto pi spesso di
quanto non si creda e cli quanto essi stessi pensino.
Un'ulteriore variante nel meccanismo psichico di questo caso sta
nel fatto che la scena della scoperta, che abb iamo detto "ausil iaria",
merita nel contempo anche la definizione di "traumatica". Essa
agisce per il proprio contenuto, e non solo per effetto del risveglio
delle vicende traumatiche anteriori, riunendo in s i caratteri di un
momento "ausiliario" e di uno traumatico. Questa coincidenza per
non mi sembra un motivo sufficiente per rinunciare a una distinzione concettuale, alla quale in altri casi corrisponde anche una
distinzione cronologica. Un'altra peculiarit del caso di Katharina
sta nel fatto, del resto noto da gran tempo, che la conversione, la
produzione dei fenomeni isterici, non ha luogo imm ediatamente
dopo il trauma, ma dopo un inte rvallo di incubazi one. Charcot
amava chiamare questo intervallo il "periodo deU'elaborazione psichica".2

JCATHARINA,

280

L'angoscia della quale Katharina soffre nei suoi accessi isterica.


vale a dire una riprodu zione di quell'angoscia che si era manife stata in ciascuno dei traumi sessuali. Tralascio qui anche di commentare un processo che ho regolarmente verificato in un grandissimo numero di casi, il processo cio per cui l'aver sento re di Uli
rapporto sessuale provoca in individui vergini un affetto d'angoscia. 1
1 "rNota aggiunta nel 1924] Dopo tanti anni posso permettermi di infrangere la discrezione cui mi ero originariamente attenuto e dir che Kathari na non era la nipo te ma
la figlia dell'ostessa: la fanciulla dunq1,1esi era amm alata sott o le ten tazioni sessuali che
provenivano da suo padre. Le deformaz ioni come quelJa da me effettuata in questo
caso, si dovrebbero assolutamente evitare nel racconto di casi clinici . Non si tratta evidentemente di un particolare indifferente per la comprensione, come lo sareb be, ad
esempio, indicare quale luogo dell'awen iment o una montagna irnece di un'altra.

[Vedi il Progetto di una psicologia (1895) cap. 2, $ 4 sgg., e le Nuove osservazioni


iulle neuropsic osi da difesa (1896) 5 1. Solo piu tardi Freud sottoline la parte avuta
11e1Jenevrosi dagli impuls i sessuali gi presenti nell'infanzia. ]
z [J.-M. CHARCOT, Leons du mardi de la Salptrire (1887-88) (Parigi 1888) voi. 1,
p. 99.J
l'J

S. Freud

Progetto di una psicologia


1895

In Opere, vol. 2. Boringhieri, Torino 1977

PROGETTO

DI UNA PSICOLOGIA

\1

. d .
della carica. J?.:difficile giungere
. r "f legata a. un. m della
ug1are
d.
certi 1m1i,
coscienza attraverso queste con la un a reale determmaz10ne dd.
. Dobbiamo anche prendere in
. .
.
ente contra ittone.
J
z10111rec1procam .
11 uali la coscienza emerge ne
considerazione le circostan~e ne e q

Capitolo

Psicopatologia

corso del processo secondan~. t della coscienza onirica pu forse


La peculiarit sopra menzwna a t egressiva di OrJverso <fJsia
.
do che una corren e r
. .,.
spiegarsi supponen
. , energica diretta verso le vie 'I'
incompatibile con una corrente pm
.
valere per
processi
.
. .
Alt re condiz1om sembrano
di associazione.
coscienti cp.
25 settembre 1895

Il primo capitolo di questo progetto conteneva tutto quanto poteva, in un certo senso a priori, essere dedotto dalle nostre ipotesi
fondament ali, modellat e e corrette in accordo con alcune esperienze
concrete. Questo secondo capitolo cerca, mediante l'analisi dei processi patologici, di determ inare ulteriormente i caratteri del sistema
fondat o sulle nostre ipotesi fondamentali. Un terzo capitolo, basato
sui due precedenti , tent er di costruire le caratteristic he del corso
psichico normale.

A. 1

r1.]

PSICOPATOLOGIA

DELL'ISTERIA

La coazione isterica

Comincer da alcune cose osservabili nell'isteria ma che non sono


11ccessariamentesua esclusiva caratteristica.
Chiunque indaga sull'isteria immediatamente colpito dal fatto
l'i 1c gli ammalati isterici sono soggetti a una coazione che deriva da
1:ippresentazioni sovraintense. 2 Una rappresentazione pu, ad esempio, entrare nella coscienza con particolare frequenza, senza che il
t'lll'SO [degli eventi ] la giustifichi; o pu accadere che il risveglio
di talc rappresentazione si accompagni a conseguenze psichiche che
111111
si riesce a comprendere . L'emergere della rappresentazione so, 111illl'
cnsa ha risultati che non possono n venire soppressi n essere
' IN,,J ,11nnoscritto
iI ,11 slcss:1 parola

non figura alcuna "B" corrispond ente a questa "A". ]


(iiberstark), nello stesso contesto , sar usata da Freud nel Fram111,11/u ,li 1111
'minlisi d'i steria (1901) S 1, dove il termine detto analogo al "sovra valente"
11C'kc, usato da Breu er negli Studi sull'isteria (1892-95) p. 390 . lvi, p. 24 5,
111 Wr11
I 1, 11,I11vt v11gi~ espresso il concett o cont enuto in questa frase.]

PROG E TTO DI UNA P S ICOLOGIA

capiti: liberazione di affetto, innervazioni motorie, impedimenti. ~l


soggetto stesso non per nulla ignaro della stranezza della situazione.
Rapp resentazioni sovraintense si verificano anche normalmente.
Sono esse che dnno all'Io il suo carattere particolare . No i non ce
ne sorprendiamo se ne conosciamo lo sviluppo genetico (educazione,
esperienze) e i motivi. Abbiamo la consuetudine di considerare tal(
rappresentazioni sovraint ense come conseguenze di motivi potenti
e giustificati. Le rappresentazioni sovraintense isteriche, al contrario,
ci colpiscono per la loro stranezza. Sono rappresen tazioni che non
producono effetto su altre persone e la cui importanza non possiamo
apprezzare. Esse ci appaiono invadenti, usurpatrici e di conseguenza
ridicole.
La coazione isterica quindi: 1) incomprensibile; 2) insolubile
attraverso il processo del pensiero; e 3) incongrua nella sua struttura.
Esiste una coazione nevrotica semplice, che pu essere contrapposta a quella isterica. Per esempio: un uomo che caduto da una
carrozza ha corso pericolo, e in seguito pu diventargli impossibile
usare questo mezzo di locomozione . Tale coazione : 1) comprensibile, e infatti ne conosciamo l'origine ; 3)1 congruent e, poich l'associazione con il pericolo giustifica il legame tra viaggiare in carrozza e paura . Essa per non pu neppure venire risolta da alcuna
attivit mentale . Caratteristica, questa, che non pu venire definita
interamente pato logica: anche le nostre idee normali sovraintense
spesso risultano irrisolvibili. Si sarebbe inclini a considerare la
coazione nevrotica come niente affatto patologica, se l'esperienza
non dimostrasse che in una persona normale una coazione di questo
genere persiste solo per un breve tempo dopo la sua provocazione,
per scomparire poi a poco a poco. Quindi il persistere di una coazione patologico e indica una nevrosi semplice. 2
Ora le nostre analisi mostrano che una coazione isterica viene risolta immediatamente se viene spiegata (resa comprensibile) . Queste
due caratteristiche sono dunque essenzialmente una sola. Durante
l'analisi noi app rendiamo anche il processo mediante il quale avviene la comparsa di assurdit e incongruit . Il risultato dell'analisi
, in termini generali, il seguente.
[Riferito al 3) della precedente ennmerazione.]
[L'uso del termine eccezionale negli scritti di Freud; comparir in Nuove osscr
vazioni sulle neuropsicosi da difesa (1896), vedi oltre p. 311, a indicare il tipo di ne
vrosi poi chiamate da Freud "nevrosi attuali". Ma qui sembra che Freud usi il tern1i1H
'
in un'ac cezione differente.]
I

PSI COPATO LOG IA

j2

249

Prima dell'analisi, A una rappresentazione sovraintensa che penetra nella coscienza troppo spesso, e ogni volta provoca lacrime .
Il soggetto non sa perch A lo fa piangere e considera ci assurdo,
ma non pu impedirlo.
.
Dopo l'ana lisi, si scopre una rappresentazione B la qale provoca
giustamente le lacrime, e che giustamente si ripete con frequenza
finch un complicato lavoro psichico, diretto contro di essa, non
viene compiuto dal soggetto. L'effetto di B non assurdo, appare
comprensibile al soggetto e questi pu persino combatterlo .
B si trova in una particolare relazione con A.
Si era verificata infatti una situazione composta di B +A. A era
una circostanza secondaria, mentre B era adatta a produrre quell'effetto duraturo. Ora, nella memoria, la riproduzione di questo evento
ha luogo come se A avesse preso il posto di B. A divenuto il
sostituto, il simbolo per B; di qui l'incongruit: A accompagnata
da conseguenze che non sembra meritare, perch non le si confanno .
Anche normalmente si ha tale simbolizzazione. Un soldato si sacrificher per una striscia di stoffa colorata attaccata a un'asta, perch
essa diventata il simbolo della sua patria , e nessuno considera
questo fatto nevrotico. 1
Ma il simbolo isterico si comporta differentemente . Il cavaliere
che combatte per il guanto della dama sa in primo luogo che il
guanto deve la sua importanza alla dama e, secondariamente, l'adorazione del guanto non gli impedisce affatto di pensare alla dama e
di servirla in alt ri modi. Ma l'isterico che piange per A non sa di
far questo per l'associazione A-B, e B stessa non ha alcuna importanza nella sua vita psichica. In questo caso il simbolo ha sostituito
completamente la cosa.
Ci vero nel modo piu assoluto. E facile convincersi che per
ogni stimolo esterno o associazione che dovesse di fatto investire B,
A che penetra nella coscienza al suo posto . Certo, si pu scoprire
la natura di B dalle circostanze che provocano, stranamente, l'eme rgere di A.
1
[Lo stesso esempio ricorre nell'Interpretazione dei sogni (1899) p. 168. In questo
scrit to, Freud sembra usare la "simbolizzazione" nel senso molto generale di "spostamento", mentre negli Studi sull'isteria (1892-95) pp. 177, 362 aveva usato il termine
nel senso piu ristretto della " conversione" di stati ment ali in sensazioni fisiche. Entrmnbi gli usi sono solo scarsamente connessi con il significato del termine degli scritti
posteriori di Freud. I vari usi del concetto di "simbolo" saranno discussi da Freud nelle
prime pagine della lezione 10 della Introduzione alla psicoanalisi (1915 -17).]

PR OGETTO

250

Dl UN A PSICOLOGIA

PSICO PATO LOGIA

j2

Possiamo riassumere questo stato di cose dicendo che A in


forma di coazione e B rimosso (almeno dalla coscienza).
L'analisi ha rivelato il fatto sorprendente che a ogni coazione corrisponde una rimozione e che per ogni irruzione eccessiva nella coscienza esiste un 'amnesia corrispondente.
Il termine " sovrainten so" designa una caratteri stica quantitativa .
plausibile supporre che la rimozione abbi a il significato quanti tativo di una diminuzion e di Q e che la somma di entrambe
[coazione e rimozione] sia uguale al normale. Se cosi fosse, solo la
distribuzione mutata. stato aggiunto ad A qualcosa che stato
sottralto a B. Il processo patologico quello dello spostamento ,
come l'abbiam o imparato a conoscere nei sogni, e quindi un processo primario . i

(2.) La genesi deila coazione isterica

Sorgono ora parecchi problemi significativi. In quali condizioni


si verifica tale simbolizzazione patologica o (d'altra parte) una rimozione? Qual la forza operativa int eressata? In quale stato si trovano i neuroni della rappresentazione sovraintensa e quelli della
rappresentazione rimossa?
Nulla si sarebbe potuto scoprire a questo proposito e nulla si sarebbe potuto costruire se l'esperienza clinica non ci avesse insegnato
due cose: primo , che la rimozione ha esclusivamente luogo in relazione a rappresentazioni che suscitano .un affetto pen oso (dispiacere)
nell'Io; secondo, che essa si riferisce a rappresentazioni della vita sessuale.
Si pu gi sospettare che sia questo affetto spiacevole ad opern1(
la rimozione. In realt, abbiamo gi ammesso l'e sistenza di 111
111
difesa primaria, che consiste in un 'inversione della corrente di pc11
siero, appena s'imbatte in un neurone la ci carica libera dispiac(11
[pp. 226 e 234]. La giustificazione di quest 'ipotesi si basa su d11<'
osservazioni: 1) che l'investimento di questo neurone non cc1t:1
ment e quello cercato, quando lo scopo originario del processo cli
pensiero era di stabilire una situazione di soddisfacimento </I;2) C'l11
quando la cessazione di un'esperi enza di dolore ottenuta i11v1,
riflessa, la percezione ostile sostituita da un' altra [p. 227].
[Molte delle argomentazioni che precedono figureranno sviluppate nel
cli un 'analisi d'isteria (190 1) S 1.J
1

V11111111
1 11f 1

Tuttavia esiste un modo piu diretto per convincerci della part e


avuta dall'affetto difensivo. Se investighiamo la condizione della
[rappresentazione] B rimossa, troviamo che essa pu facilmente
essere scoperta e port ata nella coscienza. Ci appare sorprend ent e,
perch noi avremmo potuto supporre ch e B fosse stata dimenticata
e che non ne fosse rimasta traccia mnest ica in </I.Al contrar io, B
un'imm agine mn estica come ogni altra e non estinta; ma se, come
abitualmente si verifica, B un complesso di cariche, allora sorge un a
resistenza, che forte in misura eccezionale e non pu essere facilmente sconfitta, contro ogni attiv it di pensiero che si ricolleghi a B.
Qu esta resistenza a B pu essere considerata senz'altro come la misura
della coazione esercitata da A, e possiamo concludere che la forza che
originariamente ha rimosso B ancora una volta al lavoro.1 Con tem poran eamente apprendiamo qualcosa d'altro. Fino a questo punto avevamo solamente appreso che B non pu diventa re cosciente; non sapevamo nulla del comportamento di B in relazione all'investimento di
pensiero. Ora scopriamo che la resistenza diretta verso ogni operazione mentale inter essante B, anche se un a parte [di B] gi divenuta cosciente. Cosi, invece che "esclusa dalla coscienza", possiamo
dire esclusa dal processo di pensiero.
quindi un processo difen sivo avente origine nell'Io caricato che
ha come conseguenza la rimozione isterica e, con ci, la coazione
isterica. Fino a questo punto il processo sembra differenziarsi dai
processi </Iprim ari.
(3.) La difesa patologica

Siamo nondimeno lontani dall'aver trovato una soluzione. Com e


abbiamo visto, le conseguenze della rimozione isterica differiscono
largamente da quelle della norm ale difesa, di cui abbiamo nozioni
precise. evidente che noi evitiamo di pensare a cose che ci producono solamente dispiacere e che otteni amo questo dirigendo i
11o
stri pensieri verso qualcosa d'altro. Pure, se facciamo in modo,
1nantenendo la il pi possibile isolata, che la rappresentazione B
int ollerabile emerga di rado nella coscienza, tuttavia non riusciamo
111:1i
a dimenticarla sino al punto che qualche nuova percezione non
1,csca a risuscitarla. Ora, tale risveglio non pu essere impedito
1 [L'identit delle forze al lavoro nella resistenza e nella rimozione diventer la "pietra
1111uo
lnrc " della psicoanalisi, come Freud ribadir, ad esempio, nell'Aut obiografia (1924 )
~ l, Si trova gi negli Studi sull'isteria (1892-95), ad esempio p. 407.]

PROGETTO

DI UNA P S ICOLOGIA

Il

nemmeno nell'isteria; la differenza sta solo in questo, che nell'isteria


ci che diviene cosciente, ossia viene investito, sempre A invece
di B. Quindi una simbolizzazione cosi solida rappresenta la prestazione che va oltre la difesa normale.
La piu ovvia spiegazione di questo incremento sarebbe qu ella di
attribuirlo a una maggiore int ensit dell'affetto difensivo. L'esperienza dimostra tuttavia che i piu penosi ricordi, i quali devono
necessariamente risvegliare il piu grande dispiacere (il ricordo di
rimorsi per azioni malvage), non possono venire rimossi e sostituiti
da simboli. L'esistenza della seconda condizione necessaria per la
difesa patologica [p. 250] - la sessualit - suggerisce che la spiegazione deve essere cercata altrove. fuori luogo supporre che gli
affetti sessuali penosi superino cosi grandemente per intensit tutti
gli altri affetti spiacevoli. Deve esservi qualch e altra particolarit
delle rappresentazioni sessuali, che permetta di capire perch le
rappresentazioni sessuali siano le sole soggette a rimozione .
Un 'ulteriore osservazione deve essere fatta : la rimozione isterica
si attua evident(jmente grazie all'aiuto della simbolizzazione, dello
spostamento su altri neuroni. Si pu supporre che l'enigma consista
solo nel meccanismo di questo spostamento, e che la rimozione in
s stessa non abbia bisogno di essere spiegata. Ma giungendo all'analisi, per esempio, della nevrosi ossessiva, troveremo che ivi si
verifica la rimozione senza simbolizzazione e che in verit la rimozione e la sostituz ione sono cronologicamente separate. Di conseguenza il processo della rimozione rimane il nocciolo dell'enigma.
(4.J Il "proton pseudos" isterico!

Come abbiamo visto, la coazione isterica deriva da un particolare


genere di movimento Q17
(simbolizzazione), che probabilmente un
processo primario giacch pu essere con facilit osservato nei sogni, e la forza mot rice in questo processo la difesa da part e dell'Io
che, tutt avia, compie in questo caso qualcosa che va oltre la sua
normale funzione [vedi sopra inizio pagina]. Ci che noi dobbiamo
1
[In caratteri latini nel manoscritto , qui, e in caratte ri greci nel titolo successivo. Questa frase figura nell'Organon aristo telico ("Pr imi analitici", lb. 2, cap. 18, 66a, 16:
"D'altro canto, l 'argomentaz ione falsa prende lo spunto dalla 'prim a proposizione che
sia falsa' (proton pseudos)." t da notare che essa fu usata dal medico vienn ese Max
Herz, in un contesto simile, durante una relazione tenuta alla sezione neurologica di un
Congresso svoltosi a Vienn a nel 1894: di questa sezione Freud era il segretario (vedi
lettera a Fliess del 7 febbraio 1894).]

PSI COP ATOLO GIA

53

spiegare come mai nel caso di un processo dell'Io si hanno conseguenze che siamo abituati a incontrar e solo nei proc essi primari. Dobbiamo aspettarci di incontrare speciali condizioni psichiche. L'osservazione clin ica c'insegna che tu tto questo si verifica solo nella sfera
sessuale, e-quindi forse le speciali condizioni psichiche devono essere
spiegate con le caratteristiche natur ali della sessualit .
O ra, troviamo nella sfera della sessualit una particolare costellazione psichica che pu servire ai nostri scopi. Essa ci nota empiricamente e vogliamo illustrarla con un esempio.i
Attualmente Emma soggiace alla coazione di non poter entrare
in un negozio da sola. A fondamento di questo, essa pone un ricordo che risale all'et di dodici anni (poco dopo la pubert). Entrata in un negozio per comprare qualcosa, vide i due commessi
(dei quali ne ricorda uno) che ridevano insieme e, presa da un certo
a~~tto di spavento, usd precipitosament e. In connessione a ci, poss1b1leportare in luce il pensiero che i due uomini ridevano del suo
vestito e che uno di loro l'attr aeva sessualmente.
Sia il legame che unisce questo framment o che le conseguenze
dell'esperienza sono incompr ensibili. Se ha provato dispiacere perch
si rideva del suo vestito, questa sensazione avrebbe dovuto correggersi molto t empo fa: sin da quando cominci a vestirsi come una
signora. N modifica in alcun modo i suoi abiti l'and are in un negozio da sola o in compagnia. Che non si tratt.i semplicemente del
bisogno di protezione mostrato dal fatto che, come avviene nei
casi di agorafobia, la comp agnia di un bambino sufficiente a darle
sicurezza. Del tutto separato il fatto che uno degli uomini la attraeva, ma anche qui l'essere accompagnata non mute rebbe nulla.
Qu indi i ricordi suscitati non spiegano n la coazione n la determina zione del sintomo.
Un'ulte riore ricerca mette in luce un secondo ricordo che essa
nega di aver avuto in mente al momento della scena 1. N lo si pu
provare in alcun modo . Quando era una bambina di otto anni
entr due volte da sola in un negozio per comprare alcuni dolci ~
qu el brav'uomo del negoziante tocc i suoi genitali attraverso i
vestiti . Nonostan te la prima esperienza essa vi era ritornata una
seconda volta, poi aveva cessato di andarvi. Ora si rimprovera per
essere ritornata la seconda volta dal negoziante, come se avesse vo1

[Questo caso non figura in altri scritti di Freud .]

l'ROGETTO

Df

UNA PSICOLOGIA

PS ICOPATO LOGIA

\1

254

luto in tal modo provocare l'assalto. Difatti uno stato di "p esante
cattiva coscienza" dev'essere ricondotto a questa esperienza.
Possiamo ora comprendere la scena 1 (con i commessi) se la colleghiamo con la scena n (con il negoziante). T utto ci di cui noi abbisogniamo scoprire un legame associativo tra le due scene. Essa
stessa nota che esso fornito dalla risata: la risata dei commessi le
ricorda il ghigno con il quale il negoziante aveva accompagnato i
suoi assalti. Tutto il processo pu ora venire ricostruito come segue.
I due commessi ridono nel negozio e questa risata rievoca (inconsciamente) il ricordo del negoziante. La situazione inoltre ha un'altra somiglianza: in entrambi i casi, essa era sola nel negozio. In sieme al negoziante, viene ricordato il suo tocco attraverso i vestiti;
ma dopo di allora essa ha raggiunto la pubert . Il ricordo risveglia, .
cosa che non poteva certo fare allora, una scarica sessuale che si
cambia in angoscia. Con quest'angoscia, teme che i commessi possano ripetere l'assalto e fugge.
certo che ci troviamo di fronte a due generi di processi emischiati fra loro e che il ricordo della scena n (con il negoziante) si
verificato in uno stato diverso rispetto all'altra. Il susseguirsi degli
avvenimenti pu essere raffigurato come segue [fig. 5]:
Vestiti

;,~--
Commessi

Negoziante

Risata

=o-~ssere

:s~~J...

:
Vest~ti

sola

~Negozio
(..-~Fuga
-

---O
Assalto ..
Q

[Figura ;.}

di non rimanere sola nel negozio a causa del pericolo di venire assalita, abbastanza logicamente costruita, prendendo in considerazione tutt i gli elementi del processo associativo. Eppure nulla del
processo presentato nella parte inferiore [della figura] entrato nella
coscienz:i, eccetto l'elemento "vestiti", e i pensieri funzionanti coscientement e hanno fatto due falsi nessi 1 nel materiale disponible (commessi, risata, vestiti, sensazione sessuale): si era riso di lei a causa dei
suoi vestiti ed era rimasta sessualmente eccitata da uno dei commessi.
L'intero complesso 2 (contrassegnato in chiaro) rappresenta to
nella coscienza dalla sola rappresentazione dei "vestiti", evidentemente la piu innocente. A questo punto si verificata una rimozione accompagnata da simbolizzazione . Il fatto che la conclusione
finale - il sintomo - sia stata costruita in modo del tutt o corretto
cosi che il simbolo non ha parte in essa, propriamente un a parti:
colarit del caso.
Si potrebbe dire che sia abbastanza abituale, per una associazione,
passare attraverso anelli intermedi inconsci prima di arrivare a uno
cosciente, come accaduto qui. L' el'emento che entra nella cos~ienza allora prob abilmente quello che suscita un interesse speciale. Ma, nel nostro esempio, degno di nota proprio che sia
entrato nella coscienza non l'eleme nto che desta int eresse (l'assalto),
ma un altro come simbolo (i vestiti). Se ci domandiamo quale possa
essere stata .la causa di questo processo patologico int erpolato , noi
possiamo indicarne una sola: la scarica sessuale, della quale v' testi monianza anche nella coscienza. Essa collegata al ricordo dell'assalto; solo merita la maggiore attenzione il fatto che essa non era
collegata all'assalto quando questo venne sperimentato. Abbiamo
qui l'esempio di un ricordo che produce un affetto che non aveva
prodotto allo stato di esperienza, perch nel frattempo i cambiamenti della pub ert hanno reso possibile una diversa comprensione
dei fatti ricordati. 3
1 [Vedi sopra p. 126, n. 3.]
[5i noti l'uso del t ermine in un'accezione la cui introd uzione solitamente attribuita
nlla scuola di Zurigo, ma che gi figura negli Abbozzi per la "Comunicaz ione preliminare "
(1892) p. 141 e n. 2, e ne gli Studi sull'isteria (1892-<)5) p . 231n. (in questi ult imi anche
usato da Breuer).]

3 [L'ipotesi qui avanzata (e discussa nei due paragrafi seguenti) caratterizza le idee di
\ireud sull'etiologia dell'is teria in questi anni. Esaminata con maggiore elaborazione in
11~nlunga nota (vedi oltre p. 311, n. 1) delli: Nuove osservazioni sulle neuropsico si da
difesa (1896 ), scritte po~o do~o il Proge tto, non verr abbandonata del tutto neppure
tlnpo la scoperta, pos.teno~e d1 un anno o due, della sessualit infantile e di:lla persi1tm1za delle sue puls1on1 mconsce, m quanto la nozione dell" 'azione d ifferita" di un
l111
uma figurer in una n ota in Dalla storia di una nevrosi infantile (1914) S 4.]
2

Le rappresentazioni contrassegnate in nero 1 sono percezioni eh~


vengono anche ricordate. Il fatto che anche la scarica sessuale sin
ei1trata nella coscienza provato dall'idea, altrim enti incompren si,
bile, di essere attratta dal commesso ridente. La conclusione finale,
[Cio quelle rappresentate nella figJra da circoletti neri che, come nella preced cnt ~
figt1ra , indicano gli elem<:iti CvJcier.ti, mentre i circoletti ch iari raffigurano gli eh
4
menti inconsci.)

25 ;

PROGETTO

DI UNA PSICOLOGIA

12

Ouesto caso, dunque, rappresenta una tipica rimozione isterica.


T;;viamo sempre che viene rimosso un ricordo il quale diventato
un trauma solamente piu tardi. La causa prima di tale stato di cose
sta nel ritardo della pubert in paragone con il rimanente sviluppo
dell'individuo.
[ 5.J Le condizioni del newro'V '1/Jcvbo
,tm:[E(!t?e61']

:i-

Quantunque sia fuori del comune nella vita psichica c~e un


cordo susciti un affetto che non ha prodotto come espenenza vissuta, questo nondimeno ci che ordinariamente si verifica nel
caso delle rappresentazioni sessuali, e precisamente perch il ritardo
della pubert costituisce una caratteristica generale dell' organiz~azione. Ogn i adolescente ha tracce mnest iche che possono vemre
comprese solo con la comparsa delle proprie emozioni sessuali; ogni
adolescente, di conseguenza, porterebbe in s il germe dell'isteria .
Nat uralmente , devono essere presenti anche altri fattori concom itanti, se questo effetto determinante generale poi limitato solo al
piccolo numero di individui che diventano ve:amente isterici. ?r~
l'analisi mostra che la liberazione d'affetto evidentemente costltmsce, nel trauma sessuale, l'elemento perturbatore, e l'esperienza c'insegna che gli isterici sono persone che in alcuni casi sappiamo essere
divenute precocemente eccitabili sessualmente mediante stimolazione meccanica ed emotiva (masturbazione) e che possiamo presumere abbiano, in alcuni casi, una predisposizione alla scarica sessuale
precoce. Ma un inizio precoce della scarica sessuale o una scaric,1
sessuale precocemente intens a sono ovviamente equivalenti. La cosa
si riduce a un fattore quantitativo.
Quale, dunque, il signifi_cat? di qu~~ta preco~it della sca~ica
sessuale? Si indotti ad attnbmrle la pm grande importanza, giacch non si pu sostenere che la scarica sessuale in genere dia origine
alla rimozione: ci infatti trasformerebbe nuovamente la rimozio11c
in un processo di frequenza normale .
[6.J La perturbazione del pensiero provocata dall'affetto

Arriviamo cosi inevitabilmente alla conclusione che la pertnrhn


zione dei normali processi psichici dipende da due condizio111
p<'
1 ) dalla scarica sessuale collegata a un ricordo anzich a uu '<.:s

PSICOPATOLOGIA

:i.s1

rienza; 2) dalla scarica sessuale precoce. Q ueste due condizioni


dovrebbero provocare una perturbazione che supera i limiti del
normale, quantunque essa venga adombrata anche nei casi normali.
Sappiamo dall'esperienza di ogni giorno che Io sviluppo d'affetto inibisce in vari modi il normale corso del pensiero. In primo
luogo, possono essere dimenticate molte direzioni di pensiero - che
di solito vengono prese in considerazione - come si verifica nei sogni.
Per esempio, mi accadde, in uno stato di agitazione provocato da una
grave preoccupazione, di dimenticare di fare uso del telefono che
poco tempo prima era stato installato nella mia abitazione. Il percorso recente soggiacque allo stato affettivo; la facilitazione, vale a
dire la parte piu ant ica, prese il sopravvento. Simili dimenticanze
comportano una perdita di selezione, di azione efficiente e di logica
nel decorso [del pensiero], proprio come si verifica nei sogni. In
secondo luogo, senza alcuna dimenticanza, possono venir seguite vie
di solito evitate: in particolare, vie che portano alla scarica, per
esempio azioni compiute in stato affettivo. In conclusione, il processo affettivo ha una somiglianza con il processo primario non
inibito.
Alcune conclusioni possono trarsi da ci. Primo, quando si libera
un affetto, la rappresentaz ione liberatrice stessa viene inten sificata;
secondo, la principale funzione dell'Io caricato consiste nell'evitare
nuovi process.i affettivi e nel ridurre le vecchie facilitazioni affettive.
Questa situazione pu immaginarsi solo nel seguente modo: originariamente un investimento percettivo, come erede di un 'esperienza
dolorosa, ha generato dispiacere; esso si intensificato per la Qry
emessa e cerca ora di scaricarsi seguendo vie di deflusso gi in parte
predisposte. Dopo la formazione di un Io caricato, si sviluppata
nel modo noto [pp. 2 39 e 240 sg.] 1"' attenzione" verso nuovi investimenti percettivi, la quale ora segue, con investimenti laterali, il
flusso proveniente dalla percezione. In tal modo la liberazione di
dispiacere stata ristretta quantitativamente e il suo inizio ha agito
t ome un segnale perch l'Io desse inizio a una normale difesa
!p. 231]; cosi si evitato il generarsi tanto agevole di nuove espe, icnze di dolore con le loro facilitazioni. Piu la liberazione di dispiacere intensa, tuttavia , piu difficile diviene il compito dell'Id ,
1:i:1cc
h esso in grado solo entro certi limiti, grazie a investimenti
lntcrali, di fornire un contrappeso alle Qry,e cosi ' costretto a
permettere il verificarsi di un Busso primario.
Inoltre, quanto piu grande la quantit che tenta di defluire,
Il

PROGETTO

DI UNA PSICOLOGIA

j2

tanto piu difficile per l'Io l'attivit di pensiero che, come ogni
cosa tende a dimostrare, consiste nello spostamento sperimentale di
piccole Q11[pp. 237sg.]. La "riflessione" un'attivit dell'Io che richiede tempo; essa diviene impossibile quando il livello affettivo
coinvolge forti Q11
. Di qui, la precipitazione nello stato affettivo e
la scelta di vie simili a quelle del processo primario.
quindi compito dell'Io non permettere la liberazione di affetto,
giacch questa permetterebbe allo stesso tempo un processo primario. Il suo migliore strumento per questo scopo il meccanismo
d~ll'attenzione. Se un investimento che scatena dispiacere potesse
sfuggire all'attenzione, l'intervento dell'Io arriverebbe troppo tardi;
ma questo precisamente ci che si verifica nel caso del proton
pseudos isterico. L'attenzione orientata [di solito] sulle percezioni,
che generalment sono occasione di liberazione di dispiacere. Ma
qui non si tratta di una percezione bensi di una traccia mnestica,
la quale libera inaspettatamente dispiacere, e l'Io ne viene a capo
solo troppo in ritardo: ha permesso un processo primario perch
non ne aspettava alcuno.
Esistono, tuttavia , anche altre occasioni nelle quali i ricordi liberano dispiacere e, certo, nel caso di ricordi recenti questo si verifica
normalmente. Se il trauma (un'esperienza di dolore) si verifica per la
prima volta quando esiste gi un Io - i primissimi traumi sfuggono
in genere all'Io .,....si verifica una liberazione di dispiacere, ma l'Io
entra simultaneame nte in attivit creando investimenti laterali. Se
in seguito si ripete l'investimento del ricordo, anche il dispiacere
si ripet e, ma le facilitazioni dell'Io sono gi presenti; e l'esperienza
mostra che questa seconda liberazione [di dispiacere] gi minore
finch, dopo ulteriori ripetizioni, essa si riduce a nulla piu di un
segnale di intensit accettabile dall'Io [vedi p. 231]. Si tratta dunque
soltanto del fatto che vi un'in ibizione da parte dell'Io in occasione della prima liberazione di dispiacere, che il processo non si
verifica come un' esperienza affettiva primaria postuma; ma proprio
questo ci che in realt succede quando , come nel caso del proton
pseudos isterico, la liberazione di dispiacere prende occasione da
un ricordo.
Questo conferma l'importanza di una delle condizioni da noi indicate [p. 256] e fornite dall'esperienza clinica: il ritardo deila pubert rende possibili processi primari postumi.

[Capitolo 3]
Tentativo di rappresentare i processi r/; normali

S ottobre 189 5

[1.J
Deve.ess~re possibile un a spieg:.1zionemeccanica [p. 211] di queilo
che .ch1am1amo "processo secondario", basandoci sugli effetti prodoth da un gruppo di neuroni con carica costante (Io) su un altro
gruppo di neuroni con cariche mutevoli. Comincer con un tentativo di descrizione psicologica di siffatti processi.
Se ho da una parte l'Io , dall'altra percezioni, vale a dire cariche
m r/; aventi origine da rp (dal mondo esterno), allora devo trovare
un meccanismo che induca l'Io a seguire le percezioni e a influenzarle. Questo meccanismo consiste nel fatto che secondo le mie
ipotesi, una percezione invariabilmente eccita ~. cio trasmette
segn_i di qualit . Per dirla con maggiore precisione, essa eccita la
coscienza (la coscienza di una qualit) in w, e la scarica dell'eccitamento w, come ogni scarica, fornisce a r/; un'informazione, che in
sostanza costituisce il segno di qualit. Suppongo quindi che siano
questi segni di qualit che interessano e/Inella percezione [p. 239].
9uesto sarebbe il meccanismo dell'attenzione psichica. Trovo diffic1le dare una spiegazione meccanica (automatica) del suo insort;cre.1 Pertanto io credo che essa sia biologicamente determinata~
cio. che sia sopravvissuta nel corso dell'evoluzione psichica perch
0 ~ 111.alt:o comportamento di r/; stato escluso per via dello sviluppo
d1 d.1sp1acere:L'effetto dell'attenzione psichica di investire gli
s1css1 neurom che sono portatori dell'investimento percettivo. Que,l o stato ha un prototipo nell'esperienza di soddisfacimento [p. 223J
1 [Ma vedi sott o p. 26~. "".'edianche u~'osservazione di Breuer negli Studi sull'isteri;
a
l11d1cnre
che nel cervello in attivit )"'eccitamento tonico intracerebrale" non ri artito
1111,f
onnemente.]
P

( ' H'?2-95) p. 342, dove cita 11concetto d1 Exner della "facilitazione per attenzione"

S. Freud

Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa


1896

In Opere, vol. 2. Boringhieri, Torino 1977

306

LE NEUROPS!COSI

DA DIFESA

Riportando nelle Gesammelte Schritt.en q~1esto ~rtic.ol~ (eh~ in quella


raccolt a precede l'articolo in francese _L~red1taneta e l et10logia delle n~vrosi) Freud dichiara in una nota (qm ~1prodo_ttaa p. ?12), che la teor'.a
del trauma sessuae specifico deve cons1derars1 e_rr~ta,_m q~ant? fondat'f1
sulla mancata distinzione tra fantasie dei n evrot~c~e nc?~d1 ven.
. \
L a scope rta che i ricordi di esperienze sessuali mfa1:t1h, ra~contah du rante l' analisi da soggetti affetti da isteria o da nevrosi ossess1~a, P?ssono
essere fantasie successivamente costruite e proi ettate _come ncord1 nella
prima infanzia, fu fatta da Fr~ud in modo dra~ma~1co nel corso della
propria autoanali si. Si conosce il momento prec1s? d1 questa scoper_ta da
una lettera a Fliess del 21 settembre 1897 (vedi a questo propos ito la
Introduzion e al vol. :, della presente edizione, pp. xvi e xvu).

Nuove osservazioni sulie neuropsicosi


da difesa

In un mio breve saggio del 1894 (Le neuropsi cosi da difesa) ho raggruppato , sotto il nome di "neuropsicosi da difesa", l'isteria, le ossessioni, nonch alcuni casi di confus ione allucinatoria acuta, in quanto
queste affezioni hanno tutte un punto in comun e: i loro sintomi provengono dal meccanismo psichico della difesa (inconscia),
cio dal tentativo di rimuovere un a rappresentazione incompatib ile
entrata in penoso conflitto con l'Io del malato. Successivamente, in
alcuni passi dell'opera, del dottor Breuer e mia, Studi sull'isteria,ho
potuto spiegare, riport ando alcune osservazioni cliniche, in qua le
senso tale processo psichico della "difesa" o della "rimozione"
vada inteso. In quella stessa opera si ritrovano alcuni dati sul metodo della psicoanalisi 1 (faticoso, ma assolutamente sicuro), di cui
mi servo in queste mie indagini, le quali costitu iscono, al tempo
stesso, una terapia.
Le esperienze di questi ultimi due anni hanno rafforzato la mia
I cndenza a considerare la difesa come il nucleo del meccanismo psichico delle suddette nevrosi, e mi hanno inoltre permesso di dare
un fondamento clinico alla teoria psicologica. Con mia stessa sorpresa, ho tro vato alcune soluzioni, semplici ma ben precise, del problema della nevrosi, soluzioni delle quali mi limiter, per ora, a dare
brevemente noti zia nelle pagine che seguono. Il carattere della
presente comunicaz ione non mi consente di corredare le mie asseri.ioni delle prove che esse richiedono; spero tuttavia di assolvere
q11csto impegno in una prossima, piu particolareggiata esposizione.2

rr,:questa la

111llll

111

prima volta ch e appare, in tedesco, il termine psicoanalisi, gi usato da


2 [Vedi nota a p. 295.J
francese nello scritto precedente.]

LE NEUROPS !COSI DA DIFESA

308
1.

NUOVE

L'etiologia "specifica" del!' isteria

Che i sintomi dell'isteria divengano intellegibili solo se ricondotti


a esperienze che abbiano effetto "traumatico" e che tali traumi psichici siano in rapporto con la vita sessuale, gi stato detto da
Breuer e da me in precedenti pubblicazioni. Ci che oggi ho da
aggiungere il risultato costante delle analisi da me con~otte i~
tredici casi cli isteria, e si riferisce da un lato alla natura cli questi
traumi sessuali, dall'altro al periodo .della vita nel quale essi hanno
avuto luogo. Non sufficiente per la produzione dell'isteria che in
un qualsiasi periodo della vita si determini un evento riferentesi , in
qualche modo, alla vita sessuale, il quale divenga patogen~ provo~
cando un affetto penoso, che viene poi represso. Ma, questi traumi
sessuali de~ono appartenere all'infanzia (al periodo che precede la
pubert) e il loro contenuto deve consistere in un'effettiva irritazione dei genitali (processi simili a queIIi del coito).
Questa specifica condizione dell'isteria - passivit sessuale in et~
presessuale - stata da me rilevata in tutti i casi di isteria (tra 1
quali figurano i casi di due uomini) che ho analizzato. Inutile sottolineare quanto questa presenza indispensabile dei fattori etiologici
accidentali riduca la pretesa di una predisposizione ereditaria; inoltre, ci fa capire perch l'isteria sia estremamente piu. frequente nel
sesso femminile, in quanto esso fin dall'infanzia piu suscettibile di
aggressioni sessuali.
.
Contro questa conclusione si potrebbe anzitutto obiettare che le
aggressioni sessuali perpetrate su bambini in tenera et sono trop po
frequenti perch si possa attribuir loro un serio valore etiologico;
oppure, che tali episodi non dovrebbero avere alcun effetto, propr i~
perch accaduti a un essere sessualmente immaturo; infine, che SI
dovrebbe badare a non suggerire ai malati, incalzandoli con do
mande, pretese reminiscenze di tal genere, e che ci si dovrebbe g~w1
dare dal credere ai romanzi che essi inventano . A queste due ult1111
<
obiezioni vorrei rispondere pregando di astenersi dall'emett ere giudi,-;1
tanto assoluti in un campo cosi oscuro, se prima non si sia S])( ' l 1
mentato l'unico metodo atto ad illuminarlo (quello cio della psi!'o
analisi per rendere cosciente ci che prima era inconscio).1 L'cssrn
ziale delle prime obiezioni viene a cadere se si osserva che 11011 ~111111

309

le esperienze ad avere effetto traumatico, ma il loro rivivere come


ricordo, dopo che il soggetto ha varcato la soglia della maturit
sessuale.
I miei tredici casi di isteria, senza eccezioni, erano di grave entit;
i pazienti erano affetti da isteria gi da molti anni, e alcuni erano
stati precedentemente trattati senza alcun risultato. I traumi infantili, rivelati dall'analisi in questi casi gravi, non potevano non essere
tutti definiti come gravi offese sessuali; occasionalmente si trattava
addirittura di cose ignobili. Tra coloro che si erano resi colpevoli di
abusi dalle conseguenze cosi gravi, figuravano in primo luogo le
bambinaie, le governanti e le altre persone di servizio alle quali
viene con tanta leggerezza affidata la cura dei bambini; seguivano
poi, con frequenza veramente deplorevole, persone preposte all'insegnamento ; 1 in sette dei tredici casi si trattava per di piccoli aggressori irresponsabili, per lo piu fratelli che per anni avevano avuto
rapporti sessuali con le proprie sorelle di poco piu giovani. Lo svolgimento era senza dubbio simile ogni volta a quello che si poteva
seguire con sicurezza in alcuni casi singoli: il ragazzo aveva subito
un'aggressione da parte di un soggetto di sesso femminile; in seguito a ci, la libido si era risvegliata in lui precocemente ed egli,
qualche anno piu tardi, effettuando un'aggressione sessuale sulla sorella, aveva ripetuto le stesse pratiche sessuali alle quali egli era stato
sottoposto.
Dalla lista delle pratiche sessuali nocive dell'infanzia, che sono
patogene per l'isteria , elevo escludere la masturbazione attiva. Se la
si ritrova tanto spesso accanto all'isteria, ci dovuto al fatto che
nuche la masturbazione, molto piu frequentemente di quanto non si
C'rcda, conseguenza di un'aggressione o di una seduzione.
Non raro che entrambe le parti della coppia infantile si ammalino piu tardi di una nevrosi da difesa, cio di ossessioni il fratello e
di isteria la sorella, ci che naturalmente indurrebbe a pensare a una
p1cdisposizione nevrotica familiare . Tuttavia la vera natura di questa
11sc11
d oereditariet si rivela talvolta in modo sorprendente. In un o
1lci casi da me osservati, erano malati fratello, sorella e un cugino
il'<ll appena maggiore. Dall'analisi che condussi sul fratello, appresi
, l1c questi soffriva dell'autoaccusa di essere colpevole della mlatti a
1

t Io stesso riten go che le aggressioni cosi frequentem ente denun ciate . d:igl i l~l 1111I
siano invenzioni ossessive che provengono dalla traccia mnest ica del traum a mfo11l1lt1,

OSSERV AZIONI

IFrcnd omette

qui di notare che in molti casi il seduttore apparente era il padre, come

l111n1
r comunicher a Fliess, per esempio nella lettera del 6 dicembre 1896 . Di aver sop11111~11 Inie notazione in due dei casi gi riportati negli Stud i sull' isteria (1892-95) Freud
1ll1il 11\ iu note aggiunte a quel libro nel 1924 (vedi ivi pp. 289 e 322).]

310

LE NEUROPSICOSI

NUOVE OSSERVAZIONI

DA DIFESA

della sorella; per quanto lo riguardava, egli era stato sedotto dal cugino, e di quest 'ultimo si sapeva in famiglia ch'era stato la vittima
della sua bambinaia.
Non posso dire con certezza fino a quale et massima del soggetto
un'offesa sessuale possa agire come fattore etiologico dell'isteria;
dubito per che la passivit sessuale renda possibile la rimozione
dopo l'ottavo-decimo anno d'et, 1 a meno che ci non sia dovuto
a esperienze precedenti. Il limite minimo si estende sin dove pu
giungere la capacit di ricordare, cio fino all'et, teneri ssima, di
un anno e mezzo o due anni! (ho avuto due casi). In un buon nu mero dei casi il trauma sessuale (o la serie dei t raumi) si era verificato verso il terzo o quarto anno di et. Non presterei fede a questi
straordinari reperti, se essi non venissero completamente avvalorati
dalla successiva insorgenza della nevrosi. In tutti i casi un a somma
di sintomi morbosi, di abitudini e di fobie trova spiegazione solo se
si risale a questi episodi infantili , e la strutturazione logica delle
manifestazioni nevrotiche rende impossibile rifiutare questi ricordi,
tanto fedelmente conservati, che emergono dall'infanzia. Certo, sarebbe perfettamente inutile interpellare, fuori della psicoanalisi, un
soggetto isterico su questi suoi traumi infantili , la cui traccia non
mai reperibile nel ricordo cosciente, ma soltanto nei sintomi della
malattia .
Si pu dimostrare che le esperienze e gli eccitamenti i quali, nel
periodo di vita successivo alla pubert, preparano o cagionano lo
scoppio dell'isteria, agiscono soltanto riattivando la traccia mnestica
di quei traumi infantili; questa traccia non diviene cosciente neppure allora, ma conduce alla liberazione di affetto e alla rimozione.
Con questa particol are funzione dei traumi piu recenti , concorda il
fatto che per essi non valgono le rigide condizioni dei traumi infantili, ma possono variare per int ensit e natura, andando dalla reale sopraffazione sessuale ai semplici approcci sessuali, alla percezione di
atti sessuali compiuti da altri, o all'apprendimento di notizie riguardanti le cose sessuali.2

1 [Questa et quella della "maturit sessuale ". Vedi le precisazioni nella secondn
nota che segue e a p. 3 52.J
.
.
. .
2 Ne l mio saggio Legitt imit di separare dalla nevrastenia un preciso complesso dt s111
tomi come " nevrosi d'angoscia" (1894) ho ricordato [vedi sopra p . 162] che "il pr111111
conta tto con il problema sessuale ... pu provocare, in ragazze prossime alla matunl 1\,
una nevrosi d'angoscia combinata in modo quasi tipico con isteria". Oggi so che l'o cc;i
sione in cui si manif esta una tale angoscia virginale non corr_isponde affatto al pri11111
in contr o con la sessualit, ma che invece m questi soggetti si verificato, negli a111JI

311

Nella mia comunicazione del 1894 sulle nevrosi da difesa non fu


chiarito perch , nel soggetto fino ad allora sano, lo sforzo di dimenticare una tal e [tarda] esperienza traumati ca potesse avere il risultato di portar e effettivam ente all'agognata rimozione, aprendo cosi
le porte alla nevrosi da difesa. Ci non poteva dipendere dalla
natura dell'esperienza, dal momento che altre persone erano rimaste
sane nei med esimi frang enti. L'isteria dunque non poteva essere
interamente spiegata dall'azione del trauma , e si doveva perci ammettere che gi prima del trauma esistesse nel soggetto una suscettibilit alla reazione isterica.
A qu esta imprecisata disposizione isterica possiamo ora sostituire, in tutto o in parte, l'azione postuma del trauma sessuale infantile. La "rimozione" del ricordo di un'esperienza sessuale penosa
vissuta in anni piu ~aturi ha luogo soltanto in quei soggetti nei
quali tale esperienza pu riattivare la trnccia mnestica di un trauma
infantile. 1
Le ossessioni hanno esse pure, come premessa, un'esperienza sessuale infanti le, di carattere diverso da quella rilevata nell'iste ria.
L'etiologia delle due neurop sicosi da difesa presenta la seguente relazione con l'etiologia delle due nevrosi semplici,2 la nevrastenia
<.: la nevrosi d'angoscia. Queste due ultime affezioni rappresentano
dell'infanzi a, un episodio di passivit sessuale, il cui ricordo risvegliato da questo
,n,iddetto "pri mo contatto" .
1 Una teori a psicologica della rimozione dovrebbe pote r anche gett ar luce sul perch
possano essere rimosse soltanto rappresentazion i di conte n uto sessuale. Essa potrebbe parI11c dai seguenti eleme nti: le rappre sentaz ioni di contenuto sessuale producono nei geniIuli, com' noto, processi eccitanti simili a quelli della stessa esperienza sessuale. lecito
N11pporre che que sto eccitamento somatico si converta in eccitamento psich ico. Di regola
l'dfotto corrispond en te , nell'esperienza vissuta, molto piu forte che non nel ricordo.
Mn se l'esperienza sessuale cade nel periodo d'immaturit sessuale, e se il suo ricordo si
11Nvcglia du ran te o dopo la maturazione, il ricordo agisce producendo un eccitamento
l'll<JI memente piu intenso di qu ello a suo tempo provocato dall'esperienza stessa, dato
, hu nel frattempo la pub ert ha aum entato eno rmemente la capacit di reazione dell'11t1parato sessuale. Un tale rapporto rovesciato tra esperienza r eale e ricordo sembra
, osi ituire la condizione psicologica della rimozio ne. La vita sessuale - per il ritardo della
11111l11ra
zione pu berale rispett o alle fun zioni psich iche - offre l'unica possibilit per l'a li J1111Si
di questa inversione dell'efficacia relativa. I traumi infantili agiscono a posterior i
1111110
esperienze recenti, ma solo in consciamente. Devo rimandare ad alt ra occasione
l',iposizione di ult eriori considerazioni psicologiche su questo tema. Faccio ancora nol 11JCl che il periodo da me chiamato della "ma tu razione sessuale" non coincide con
11111
1!0 della pubert, ma lo precede (in quan to va dagli otto ai dieci anni).
[1.n questione dell"' azione differita" di un trauma era stata discussa a lu ngo da F reud
uri Progetto . di una psicologia (1895) cap. 2, SS4-6, vedi sopra p. 255, n. 3. Accennata
111Ilo scritto che qui precede, sar ripresa nello scritto seguente (ove vedi p. 352, n. 2) e
111'1!1lettere a Flie ss, vedi in particolare, lette re del 1 marzo, 30 maggio e 6 dicemb re
1111111,
con elabora te tabelle cronolog iche .]
; [<.;io: nevrosi "attuali", vedi sotto p. 404, n. 1.]

312

LE

NEUROPSI COSI DA DIFESA

l'effetto immediato di pratiche sessuali nocive, cosa che gi ho spiegato nel mio saggio sulla nevrosi d'angoscia (1894); le due nevrosi
da difesa sono invece conseguenze mediate di incidenti sessual\
accaduti prima della maturit sessuale, conseguenze cio delle tracce
mnestiche di tali eventi. Le cause attu ali producenti la nevrastenia
e le nevrosi d'angoscia han no spesso anche il ruolo di cause atti vanti per le nevrosi da difesa; d'altra part e, le cause specifiche della
nevrosi da difesa, cio i traumi infantili , possono ugualment e porre
le basi di una futura nevrastenia. Infine, non nemme no raro che
una nevrastenia o una nevrosi d'angoscia siano mantenut e attive,
invece che da attuali pratiche sessuali nocive, soltanto dall'effett o
perdurante del ricordo di traum i infanti li.1
2.

Essenza e meccanismo della nevrosi ossessiva

Le esperienze sessuali dell'infanzia hanno, nell'etiologia della


nevrosi ossessiva, lo stesso significato che nell'isteria, con la differenza per che qui non si tratta piu di passivit sessuale, bensi
di aggressioni compiute traendone piacere e di partecipazione ad
att i sessuali dalla quale si sia tratto piacere, cio di attivit sessuale.
Ouesta differenza delle circostanze etiologiche connessa con il
futto che nella nevrosi ossessiva appare preferito il sesso maschile.
Del resto, in tutti i miei casi di nevrosi ossessiva ho trovato un
substrato di sintomi isterici che potevano essere ricondotti a un
episodio di passivit sessuale precedente l'azione piacevole.2 Ritengo
che questa coincidenza si verifichi regolarmente, e che un 'aggressione sessuale precoce presuppon ga sempre un'e sperienza precedente
di seduzione subita. Ma dell'etiologia della nevrosi ossessiva non so
' (Nota aggiunta nel 1924) Quest' ult ima parte dominata da un errore che io, in
seguito, ho piu volte denunciato ed emendato. A quell'epoca non sapevo ancora distinguere le fantasie degli analizzati circa gli anni della loro infanzia dai ricordi reali. Per
questo attribu ivo al fattore etiologico della seduzione un significato e un'universa lit che
non ha. Superato questo errore, fu possibile avere una chiara visione delle manifestazioni
spontanee della sessualit infantil e, da me descritte nei Tre saggi sulla teoria sessuale
(19 05) . Tuttav ia, non tutto quan to contenuto nel testo qui sopra dev'essere respinto ,
perch la seduzione ha pur sempre una certa importanza etiologica, e ritengo ancor oggi
che alcune delle osservazioni di caratt ere psicologico qu i riportate vadano considerate
esatte.
2 [Vedi sopra un accenno nella Min uta teorica K (1895), appena antec edent e, p. 52.
Tra pochi mesi, nella lettera a Fliess del 30 maggio 1896, Freud rinuncer a distinguere tra un'et iologia passiva per l'ist eria e una attiva per la nevrosi ossessiva. Del
"substrato di sintomi isterici " nella nevrosi ossessiva Freud offrir un esempio in Dalla
storia di una nevrosi infantile (191 4) S 7 e vi far riferimento in Inibizione, sintomo e
angoscia (1925) cap. 5.J

NUOV E OSSERVAZIO NI

ancora dare una esposizione definitiva; ho solo l'impressione che il


motivo per cui in base al trauma infantile debba insorgere un'isteria piuttosto che una nevrosi ossessiva abbia a che fare con i rapporti di tempo nello sviluppo della libido.
L'essenza della nevrosi ossessiva pu essere compendiata in una
formula molto semplice: le rappresenta zioni ossessive sono sempre
autoaccuse mascherate, che ritornano dalla rimozione, ed esse si riferiscono sempre a un atto sessuale dell'infanzia, compiut o ritraendone un piacere. 1 Per spiegare questo principio necessario descrivere il decorso tipico di una nevrosi ossessiva.
Gli episodi che contengono il germe della futura nevrosi si verificano in un primo periodo, il periodo dell'immoralit infant ile.
Dapprima, all'inizio dell'infanzia, hanno luogo quelle esperienze di
seduzione sessuale subit a che piu tardi renderanno possibile la rimozione; poi, quegli att i di aggressione sessuale contro l'altro sesso che
piu tardi appariranno nella forma di azioni che comportano l'autoaccusa.
Questo periodo si chiud e con l'ini zio, spesso prematuro , della
"mat urazione" sessuale. Al ricordo di quegli atti da cui fu tratto un
piacere si lega ora un'autoaccusa, e la connessione tra essi e le iniziali esperienze di passivit consente [p. 311] - spesso soltanto dopo
sforzi coscienti in base a effettivi ricordi - di rimuoverla e di sostituirla con un sint omo primario di difesa. Scrupolosit, vergogna,
sfiducia in s stessi sono i sint omi con i quali comincia il terzo periodo, quello della apparente sanit o, piu propriamente, quello
della difesa riuscita.
Il periodo seguente , quello della malattia , contra ddistinto dal
ritorno dei ricordi rimossi, dunqu e dal fallimento della difesa; a questo proposito, non ancora possibile stabilire se il risveglio di questi
ricordi avvenga piu frequentemente per caso e spontaneam ente, o
in conseguenza di disturbi sessuali attuali e come effetto secondario
di questi. I ricordi riattivati e i rimproveri da essi provenienti non
riemergono per mai inalterati nella coscienza; ma ci che come
rappr esentazione e affetto ossessivi si fa cosciente, sostitue ndo per
la vita cosciente il ricordo patogeno, costituisce formazioni di compromesso tra le rappresentazioni rimosse e quelle rimoventi. 2
1 [Vedi un riesame critico di questa definizione all'inizio del secondo capitolo delle
Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva(1909) .]
2 [Anche questa frase sar citata da Freud in una nota apposta nel luogo citato nella
nota precedente.]

S. Freud

Etiologia dellisteria
1896

In Opere, vol. 2. Boringhieri, Torino 1977

ETIOLOCIA DELL'ISTERIA

332

raccogliere conferme per racconti di altre persone, ammalate o no, coinvolte in quegli episodi.
. .
Nella prima parte della conferenza Freud s1 diffonde _a parlare del
modo come procede nell'analisi la evocazione del matenale ~ttraverso\
catene associative che si intersecano, che convergono verso 11 terreno \
dei fatti sessuali, e che alla fine conducono a episodi sessuali localizzati
nella prima infanzia.
.
Notevole il fatto che all'inizio della conferenza Freud, per descrivere
questo lavoro, propone un 'analogia col lavoro di scavo di un arch~ologo.
Si comprende come nel 1906 Freud, quando. mtrapre s~ u_no studi? analitico sulla novella di Wilhelm Jensen, Gradiva, le cm vicende s1 svolgono a Pompei, e in cui si narra di. ~na fanciull~ che compie su u~
giovane archeologo affetto da ~n deh'.1?, per guanrlo, un lav?ro cor:1spondente a quello di ~na ps1coanahs1, usando spesso, un h~guagg1~
di esplorazione archeologica, dovesse rimanere colpito. L analogia da lm
prospettata dieci anni prima in questa conferenza doveva trovare una
tale strana conferma in un'opera di fantasia.
Anche per la presente conferenza, F~eu~ riproducendola nelle Gesa7:1melte Schriften aggiunse (come per 1 articolo precedente) una nota m
cui distingue gli elementi, che possono .continuare a considerarsi ~alidi
per la spiegazione dell'isteria, dalla teona del trauma sessuale specifico,
che invece ripudiata.

Etiologia dell'isteria

1.

Signori, ogni qualvolta ci si voglia rendere conto delle cause di


uno stato morboso come l'isteria, si soliti ricorrere innanzi tutto
all'anamnesi, e si chiede perci al paziente stesso e ai suoi familiari
a quali influenze nocive essi attribuiscano la malattia nei suoi singoli sintomi nevrotici. Ci che in tal modo si viene a sapere , naturalmente , falsato da tutti quei fatto ri che generalmente celano al
paziente la conoscenza del suo stato: mancanza di nozioni scientifiche sul problema etiologico, fallacia del post hoc, ergo propter
hoc, riluttanza a ricordare certe pratiche nocive e traumi o a farne
menzione. Noi pertanto , in siffatte ricerche anamnestiche , ci atteniamo al principio di non fare nostre le supposizioni dei pazienti se
non dopo averle sottoposte a una critica accurata, e di non permettere che siano essi a predetermina re la nostra opinione scientifica
sull'etiologia della nevrosi. Se da un lato riconosciamo la validit di
alcuni dati costantemente ricorrenti , come per esempio che lo stato
isterico sia la conseguenza tardiva a lungo persistente di una scossa
emotiva provata nel passato, dall'altro abbiamo inserito nell'etiologia
dell'isteria un fattore che il malato non segnala mai spontaneamente
e che ammette solo malvolenti eri: la disposizione ereditaria contratta
dai genitori. Come sapete, secondo l'influente scuola di Charcot soltanto l'ereditariet meriterebbe di essere riconosciuta quale effettiva
causa dell'isteria , mentre a tutti gli altri agenti nocivi, quali ne siano
la natura e l'entit , non spetterebbe che il ruolo di cause occasionali,
di agents provocateurs .
Mi si vorr senz'altro concedere che sarebbe auspicabile vi fosse
una seconda strada per pervenire all'etiologia dell'isteria, in cui si

H4

ETTOLOCIA DELL'ISTE1l!A

potesse procedere indipe ndent emente dai dati forniti dal paziente.
Il dermatologo, per esempio, sa riconoscere la natura luetica di
un 'ulcerazione dall'aspetto dei bordi, dal contorno, dalla patina\
senza lasciarsi fuorviare per nulla dalle asserzioni del malato, il quale\
nega la fonte d'infezione. Il medico legale sa identificare la causa di
una ferita anche quando deve fare a meno delle informazioni fornite
dal ferito. Ora, una tale possibilit di risalire all'origine partendo dal
sintomo sussiste anche per l'isteria, ma per spiegare la relazione tra
il metodo che ci proponiamo di adottare a questo scopo e il vecchio
metodo dell'anamnesi, vorrei prima esporvi un'analogia tratta da un
campo d'indagine in cui si verificato un notevole progresso.
Supponiamo che un esploratore giunga in una regione poco nota,
in cui una zona archeoogica, con rovine di mura, frammenti di colonne, lapidi dalle iscrizioni confuse e illeggibili, abbia suscitato il
suo interesse. Egli potr accontentarsi di osservare quanto possibile vedere, recarsi da coloro che abitano la zona, magari semibarbari, per interrogarli su quanto la tradizione ha tramandato loro
circa la storia e il significato di quei resti monumentali, annotarsi le
risposte ottenute e ... ripartire. Egli tuttavia pu anche agire in un
altro modo; pu aver portato con s zappe, pale e vanghe, pu munire di tali strumenti gli abitanti del luogo, rimuovere con loro dalla
zona archeologica le rovine ivi giacenti e scoprire, dai resti visibili,
altri pezzi sepolti. Se il suo lavoro sar coronato da successo, i reperti
archeologici si spiegheranno da soli: i resti di mura si dimostreranno
appartenenti al periplo di un palazzo o di una camera del tesoro;
dalle rovine delle colonne sar possibile ricostruire u n tempio, mentre le numerose iscrizioni scoperte, bilingui nei casi piu fortunati ,
riveleranno un alfabeto e una lingua e, una volta decifrate e tradotte , permetteranno di ritrarre un'insperata conoscenza. degli avvenimenti del passato, avvenimenti in memoria dei quali quei monumenti erano stati eretti. Saxa Ioquuntur!
Se vogliamo che i sintomi di un'isteria divengano in maniera abbastanza analoga i testimoni vivi e parlanti della genesi della malattia, dovremo necessariamente rifarci all'importantissima scoperta
di Josef Breuer: i sintomi dell'isteria (stigmate a parte) devono
la propria determinazione a esperienze particolarmente traumatiche
nella vita del malato, che sono riprodotte nella forma di simboli
mnestici I nella sua vita psichica. Valendosi dunque del metodo di
1

[Vedi sopra p.

125,

n. 1.]

ET!Ol .OCJA DELL'ISTERIA

3H

Breuer - o di un altro sostanzialmente simile - ricondurremo l'at


tenzione del paziente dal sintomo alla scena in cui e per cui insorse;
con il che elimineremo il sintomo, in quanto, ottenuta la rievocazione della scena traumati ca, saremo in grado di rettificare il decorso psichico da allora instauratosi.
Non assolutamente mia intenzione esporre ora la complessa tecnica di questo metodo t erapeutico o i chiarimenti psicologici cosi
raggiunti. Ne ho dovuto fare accenno soltanto perch le analisi condotte con la tecnica di Breuer sembrano anche in grado di farci accedere alle cause dell'isteria . Sottoponendo a quest'analisi un 'ampia
serie di sintomi rilevati "in un gran numero di pazienti, possiamo
infatt i pervenire alla conoscenza di una serie altrettanto ampia di
scene traumatiche, nelle quali sono entrate in azione le cause dell'isteria. Potremo quindi sperare che lo stud io delle scene traumatiche ci riveli quali siano i fattori atti a produrre sintomi isterici e
come agiscano.
Tale speranza non potr non rivelarsi fondata, dal momento che
le ipotesi di Breuer si sono dimostrate esatte in un gran numero di
casi. Ma il cammino che porta dai sintomi all'etiologia dell'isteria
piu lungo e indiretto di quanto non ci si potesse immaginare.
bene infatti chiarire subito che la nostra conoscenza trarr un
effettivo vantaggio solo a due condizioni: che la scena traumatica
cui fatto risalire il sintomo isterico presenti un'adeguata idoneit
alla determinazione , e che le si possa riconoscere la necessaria forza
traumatica . Un esempio pratico, in luogo di una qualsiasi spiegazione verbale! Poniamo che si tratti del sintomo del vomito isterico; in questo caso, penseremo di averne individuato la causa
prima (a parte un certo resto) se l'analisi del sintomo riconduce a
un episodio che ha prodotto un motivato e inten so disgusto, per
esempio la vista di un cadavere in decomposizione. Se dall'anal isi
risulta invece che il vomito trae origine da un forte spavento, per
esempio una sciagura ferroviaria, ci si domander, insoddifatti, come
mai lo spavento abbia potuto portare proprio al vomito, poich una
tale derivazione manca di idoneit alla determinazione. Un altro
caso di inadeguato accertamento etiologico lo si avrebbe, per esempio, se il paziente avesse cominciato a presentare vomito dopo
avere mangiato la parte marcia di un frutto. In tale caso, il vomito sarebbe si determinato dal disgusto, ma non si capirebbe
come il disgusto possa essere stato tanto violento da stabilizzarsi

ETIOLOGIA DELL' ISTERIA

permanentemente in un sintomo isterico, poich infatti a questo


evento manca un 'adeguata forza traumatica.
Vediamo ora di appurare fino a che punto le scene traum atiche
dell'isteria emerse dall'analisi soddisfino, in numerosi sintof.i e
casi, le due esigenze menzionate. E qui ci imbattiamo nella pnma,
grande delusione! Poich bensi vero che, alcune volte, la scena
traumatica che vide insorgere il sintomo possiede effettivamente
quei due caratteri: l'idoneit alla determinazion e e la forza traumatica, che ci servono per comprendere il sintomo. Ma assai piu
spesso, incomparabilmente piu spesso, non troviamo in atto che
una delle tre restanti possibilit, tanto sfavorevoli alla comprensione: o la scena alla quale l'analisi ci ha ricondotti e nella quale il
sintomo ha fatto la sua prima comparsa ci appare inadatta a determinar e il sintomo , in quanto il suo contenu to non presenta alcun
rapporto con la natura del sintomo; oppure l'epi sodio, presupposto
traumatico, se non manca di un rapporto contenutistico, si dimostra
una delle solite impressioni innocue, incapaci per lo piu di provocare qualsiasi effetto; oppure, infine, la "scena traumatica" deludente sotto entrambi gli aspetti, e cio appare non soltanto innocua,
ma anche priva di qualsiasi relazione con il carattere del sintomo
isterico.
(Noto, per inciso, che la teoria di Breuer sulla genesi dei sintomi
isterici non stata invalidata dal reperimento di scene traumatiche
che corrispondono a esperienze in s prive di significato. Infatti,
d'accordo con Charcot, Breuer suppone che anche un episodio innocuo possa assurgere a trauma e dispiegare una forza determinante,
se il soggetto lo vive in una condizione psichica particolare, cio nel
cosiddetto stato ipnoide. Per altro a me pare che sovente l'ipotesi del1'esistenza di tali stati ipnoidi non sia per nulla giustificata. Decisivo
resta il fatto che la teoria degli stat i ipnoidi non di alcun aiuto per
la soluzione delle altre difficolt, ossia che spesso manca alle scene
trauma tiche l'idoneit alla determinazione del sint omo .)
A ci si aggiunga, Signori, che questa prima delusione, usando il
metodo di Breuer, viene immediatamente seguita da un'altra, particolarmente amara, questa, per il medico. Essere ricondotti, come nei
casi descritti, a esperienze insufficienti a chiarire la determ inazione e
l'effetto traumatico, significa anche non disporre di alcun mezzo per
assicurare un :,ucces~oterapeutico; il malato conserva intatti i suoi
sintomi, nonostante i primi risultati conseguiti con l'ana lisi. Potrete
quindi facilmente capire quanto grande divenga dunque la tenta-

ETIOLOGIA DELL ISTERIA

337

zione di rinunciare a proseguire in un lavoro tanto difficile e ingrato.


Forse, per, abbiamo solo bisogno di una idea nuova per liberarci
dalle nostre difficolt e per pervenire a risultati validi. L'idea questa: noi sappiamo gi, da Breuer, che i sintomi isterici sono risolvibili se, partendo da essi, riusciamo a trovare la strada che conduce
al ricordo di un avvenimento traumatico. E se poi il ricordo che
abbiamo trovato non quello che ci aspettavamo, forse dovremo
proseguire ancora un po' per quella stessa strada, perch chiss che
dietro la prima scena trauma tica non si celi il ricordo di una seconda
scena, che maggiormente risponda alle nostre esigenze e la cui rievocazione esplichi una piu efficace azione terapeutica; se cosi fosse,
la scena ritrovata per prima non rappresenterebbe che un anello di
congiunzione nella catena di associazioni. E forse piu d'una volta
si ripeter questa situazione, ove scene inefficaci si intercalano quasi
fossero un passaggio obbligato durante la rievocazione, che necessario superare per giungere finalmente dal sintomo isterico alla scena
veramente traumatica e attiva, adeguata sotto ogni aspetto, sia terapeutico che analitico. Ebbene, Signori, la nostra ipotesi si rivela
esatta. E se la prima scena rivelatasi appare impropria, diremo al
malato che l'episodio da lui evocato non spiega nulla, e che quindi
dietro di esso deve celarsi un altro evento, piu importante e antece dente ; poi, seguendo la stessa tecnica, faremo si che il pazient e concentri la sua atte nzione sul filo associativo che lega ambedue i ricordi, quello trovato e quello da trovare.1 Proseguendo l'analisi, si
ottiene sempre la rievocazione di nuove scene aventi le caratteristiche postu late. Riprendiamo l'esempio da me scelto prima, quello
cio del vomito isterico ricondotto dall'analisi allo spavento provocato da una sciagura ferroviaria, avvenimento privo di idoneit alla
determinazione: continuando l'analisi, sono venuto a sapere che
questo incidente aveva risvegliato il ricordo di un altro incidente,
verificatosi in precedenza, il quale, bench non vissuto personalmente
dal paziente, tuttavia gli aveva dato occasione di provare tutto l'orrore
e il ribrezzo che sempre suscita la vista di un cadavere. In tal caso,
come se l'azione combinata delle due scene avesse reso possibile il
realizzarsi delle nostre premesse, fornendo il primo episodio, tramite
lo spavento, la forza traumatica, e il secondo episodio, per il suo contenuto, l'effetto determinante. Quanto all'altro caso, quello nel quale
1

Si intenz ionalmente trascurato di precisare sia il tipo dell'associazione di ambedue

i ricordi (per simultanei t, causa-effetto, per somiglianza di contenut o), sia la caratteri -

stica psicologica dei sin&oli "ricor di " (coscienti o inconsci).

22

nB

ETIOLOGIA DELL'!STF.R!A

il vomito era stato ricondotto al fatto di aver mangiato la parte marcia


di una mela l'analisi lo pot completare pressappoco cosi: la mela
marcia ricorda un episodio precedente: mentre raccoglie:,a ne_l
"(rutteto le mele cadute dagli alberi, d'improvviso il malato s1 era imbattuto nella disgustosa carogna di un animale.
.
Comunque, non voglio piu continuare a rifarmi a questi es~mp1'.
anche perch, lo confesso, essi non corrispondono ad ~lcuno de1 casi
da me analizzati; li ho inventati io e, molto probabilmente, a~c~e
male dal momento che io stesso ritengo impossibile che per 1 smtom/ isterici possano esistere spiegazioni del genere. A inventare
questi esempi sono stato costretto ~a vari fatt?r.i, di cui vo~lio subito indicarne uno: gli esempi reah sono tutti mcomparab1l~ent~
piu complicati, e l'e sposizione particolareggia~a di uno solo di _essi
esaurirebbe tutta l'ora concessa a questa relaz10ne. La catena d~ associazioni consiste sempre in piu di due anelli; le scene traumatiche
non formano una successione semplice come le perle di una ~o~lana ma si ramificano e si intrecciano come negli alberi genealogici,
poicl1 in ogni episodio nuovo agiscono, in :'este di ricord~, due
0 pi altri episodi precedenti. In breve, per spiegare un }olo smgol_o
sintomo sarebbe necessario illustrare completamente un mtera stona
clinica.
Non voglio tuttavia trascurare di riferire col ~ovut~ .ril~evo un
dato emerso inaspettatamente durante il lavoro d1 analisi d1 questa
catena di ricordi: nessun sintomo isterico pu derivare da un solo
episodio reale, in quanto il sintomo ~ sempre ?ausato _an_clle~al1'~zione concorrente del ricordo, risvegliato per via associativa, d1 episodi precedenti . Se, come io ritengo, questa afferma~ione _esatta
senza alcuna eccezione, essa indica anche la base su cm costrmre una
teoria psicologica dell'isteria .
Potreste ritenere che quei rari casi in cui l'analisi, riconduc en<l?
subito il sintomo a una scena traumatica ben idonea alla determinazione e dotata di forza traumatica, riesce cosi a eliminare il
sintomo stesso (come riusci a Breuer nel caso di Anna O.), potrebbero costituire obiezioni rilevanti alla validit generale dell'affer?1azione or ora riportata. Cosi pu sembrare infatti; ma ?oss_oass1cu~
rarvi di avere ben fondati motivi per supporre che persmo m questi
casi agisca una catem di ricordi che si spinge molt~ al _di ~ della
prima scena traum atica, anche se, per. fare s~o~panre 11 smtom o,
pu appunto bastare la rievocazione di quest ultima scena trauma tica .

ETIOLOGIA

DELL ISTERIA

33(}

Io reputo davvero sorprendente che i sintomi isterici possano prodursi soltanto per l'azione concorrente dei ricordi, soprattutto se si
considera che questi ricordi, stando alle concordi asserzioni dei pazienti, non affiorarono alla coscienza nel momento in cui il sintomo
comparve per la prima volta. Vi qui materia per molte riflessioni
ma, per ora, questi problemi non devono indurci a perdere di vist
la nostra mta: l'etio logia dell'isteria. Piuttosto , dovremo chiederci:
dove arriveremo seguendo le catene dei ricordi associati rivelateci
dall'analisi? fin dove si estendono? avranno mai, e dove, un loro termine naturale? ci porteranno ad avvenimenti in qualche modo simili, per contenuto o per l'epoca in cui ebbero luogo, cosf che ci sia
possibile scorgere, in questi fattori costantemente simili, la ricercata
etiologia dell'isteria?
L'esperienza finora acquisita mi consente di rispondere subito a
queste domande . Partendo da un caso clinico ricco di sintomi,
per mezzo dell'anal isi perveniamo , da ognuno dei sintomi, a una sequenza di episodi, il ricordo dei quali vicendevolmente concatenato per via associativa. Le singole catene mnestiche seguono percorsi a ritroso inizialmente ben distinti, ma poi, come gi detto, si
ramificano; da una scena si dipartono contemporaneamente due o
piu ricordi, dai quali a loro volta hanno origine catene collaterali, i
cui singoli elementi possono di nuovo intrecciarsi, per via associativa, con gli elementi della catena principale. Il paragone con l'albero genelogico di una famiglia nel quale spesso figurino unioni tra
consanguinei qui tutt'a ltro che improprio. Altre complicazioni
provengono dal fatto che una singola scena di una data catena associativa pu essere risvegliata piu volte, di modo che essa presenta
molteplici relazioni con una scena di data posteriore, e appare a
questa legata e per concate nazione dirett a e per concatenazione da
elementi intermedi. In breve, si tratta di una connessione per nulla
semplice, e la scoperta delle scene in ordine cronologico inverso
(fatto che giustifica il paragone con gli scavi di una zona di rovine
archeologiche) certamente non comporta la rapida comprensione di
tutto il processo.
Altre nuove complicaz ioni sorgono continuando ulteriormente l'analisi. Le catene di associazioni dei singoli sintomi prendono infatti
a incrociarsi; gli alberi genealogici si intrecciano l'uno con l'altro. In
nn determinato episodio della catena mnestica, corrispondente per
esempio al vomito, oltre agli elementi pregressi di questa catena
stato risvegliato anche un ricordo che fa parte di un'altra catena e

340

ETIO LOGIA DELL'ISTERIA

sul quale basato un altro sintomo, per esempio il mal di testa.


Quell'episodio appartiene perci ad ambedue le serie e rappresenta
quindi un punto nodale .1 Tali punti nodali si riscontrano in tutte le
analisi. Il correlativo clinico di tale nodo pu consistere forse nel
fatto che, a partire da un determinato momento, i due sintomi compaiono semp re insieme, in simbiosi, ma senza alcun rapporto di intrinseca dipendenza. Punti nodali di altro tipo si ritrovano procedendo ulteriormente a ritroso: in tali nodi convergono le singole
catene di associazioni, e qui troviamo episodi dai quali si sono
dipartiti due o piu sintomi, una catena allacciandosi a un particolare della scena, l'altra a un altro. 2
Il risultato piu importante al quale possibile pervenire conducendo quest'analisi progressiva tuttavia questo: qualunque sia il
caso e qualunque sia il sintomo dal quale si partiti, alla fine si
giunge sempre, infallibilmente, nel campo dei fatti sessuali. Co n ci
dunque avremmo scope rto per la prima volta una delle condizioni
etiologiche dei sintomi isterici.
Posso sin d'ora prevedere, Signori, dalle mie esperienze precedenti,
che proprio contro quest'asserzione, o contro la sua validit generale, ch e concentrerete le obiezioni. Sarebbe meglio dire, forse, la
inclinazione a obiettare, dal momento che nessuno di voi pu certamente basarsi su ricerche, condotte con lo stesso metodo, che abbiano dato un risultato diverso dal mio. Per quanto riguarda propriamente la controversia, da parte mia desidero solo far notare che
l'ind ividuazione del fattore sessuale nell'etiologia dell'isteria perlo meno non procede da una mia opinione preconcetta. I due ricercatori alla cui scuola io iniziai i miei lavori sull'isteria, e cio Charcot
e Breuer, erano ben lontani da una simile ipot esi, ne avevano anzi
una certa personale avversione che io stesso inizialmente condivi si.
Soltanto le piu minuziose e laboriose ricerche mi hanno conve rtito,
per altro abbastan za lentamente, all'opinione che io oggi sostengo .
Se vorrete sottoporre all'esame piu rigoroso quanto io affermo , e
cio che anche l'etiologia dell'isteria risiede nella vita sessuale, troverete conferma di ci nel fatto che in circa diciotto casi di isteria
1
[Per i "punti nodali" vedi Studi sull'isteria (18 9 2-<,>5
) pp. 425 e 430; ma merita
confrontare ivi, pp. 424 sgg., tutt a la discussione sulle "c atene di associazioni" . Un
esempio pratico di punto nodale - la parola "b agnato" - ricorre nel Frammento di
un'analisi d'isteria (1901) S 2.]
2 [Sulla divergenza e la convergenza nella e-At
ena di associazioni come caratteristic he
dell'analisi di sogni, vedi Osservazioni sulla teo1ia e prat Ka delJ'inte1pretazione dei
sogni (1922 ) S 2.J

ET IOLOGIA DELL' ISTERIA

341

ho potuto reperire que sta connessione per ogni singolo sintomo, e


che ho potuto convalidarla, quando le circostanz e lo permettevano
col successo terapeutico. Certo mi si potr obiettare che forse 1~
diciannovesima o la ventesima analis i potre bbe rivelare che i sintomi isterici derivano anche da altre fonti, restringendo cosi alla
misura dell'ottanta per cento la validit assoluta dell'etiologia sessuale. Saremmo lieti di aspettarcelo, ma poich questi diciotto casi
sono anche tutti e solo quelli nei quali io abbia potuto svolgere il mio
lavoro di anal isi, e poich nessuno me li ha selezionati per farmi un
favore, troverete comprensibile che io non possa condividere una
t~le attesa, ma sia piuttosto pronto a procedere oltre nella persuasione della forza probante delle esperienze sin qui condotte. A ci
mi spinge, del resto, anche un altro motivo che, almeno per il momento , ha un valore puramente soggettivo. L'unica volta che riassunsi e coord inai le mie osservazioni nel tentativo di spiegare il
meccanismo psichico e psicologico dell'isteria, mi fu assolutamente
indispensabile partire dall'ipot esi di un intervento di forze pulsionali sessuali.
Si giunge cosi, un a volta fatte convergere le catene mnestiche, al
terreno sessuale e ad alcuni pochi episodi che per lo piu cadono in
uno stesso periodo di vita, e cio quello dell'et puberale . da
questi episodi che dobbiamo trarre l'etiologia dell'isteria e tramite
essi dobbiamo imp arare a capire l'origine dei sintomi isterici . Ma
ecco qui di nuovo un 'altra piu grave disillusione! Questi episodi
traum ati ci, ritrovati con tanta fatica, estratti da tutto il material e
mnestico, questi episodi apparentemente ultimi della serie, hanno sf
in comune i due caratter i della sessualit e dell'et puberale , ma
sono per contro estremame nte disparati e di ben diverso valore. In
alcuni casi si tratta certo di fatti ai quali dobbiamo riconoscere una
reale forza traumatica: il tentativo di violenza carnale che di colpo
rivela alla fanciulla ancora immatura tutta la brut alit del p iacere
sessuale; l'involontaria vista dell'atto sessuale compiuto dai genitori,
che rivela un 'insospettata bruttura e insieme ferisce i sentimenti
filiali e morali, eccetera. In altri casi, per, queste esperienze sono
di una sorprendente irrilevanza . In una delle mie pazienti risult
che alla base della sua nevrosi vi era l'episodio di un ragazzo, suo
amico, che una volta le aveva teneramente accarezzato la mano e
che un 'altra volta, seduti vicini a tavola, le aveva premuto il ginocchio contro il vestito , mentre il suo volto lasciava capire che si
trattava di qualcosa di proibito. In un'altra giovane donna, il solo

342

ETIOLOGIA DELL'ISTERIA

aver ascoltato una domanda che, essendo a doppio senso, lasciava


prevedere una risposta oscena, era stato sufficiente a scatenare il
primo attacco d'angoscia e a dare quindi il via all'affezione. Tali
scoperte evidentemente non favoriscono la comprensione delle
cause dei sintomi isterici. E se possono essere traumi~ timi dell'isteria tanto un avvenimento grave, quanto un avvenimento insignificante, tanto un'esperienza subfta sul proprio corpo, quanto un'impressione ritratta alla vista di qualcosa o per aver sentito qualcosa,
potremo forse essere tentati di considerare gli isterici come esseri
umani particolari (e verosimilmente tali per predisposizione ereditaria o per deficit degenerativo), nei quali la paura del sesso, che
sempre ha una certa importanza nell'et puberale, ha assunto proporzioni patologiche e una durata permanente: e cio individui che,
in certo qual modo, non possono soddisfare psichicamente le esigenze della sessualit. Questa interpretazione trascura per l' esistenza dell'isteria maschile, e se anche non disponessimo di una
obiezione di questo genere, la tentazione di fermarsi a questa soluzione non sarebbe poi cos1 grande. Troppo chiaramente si avverte
qui la sensazione intellettuale di un qualcosa compreso solo a met,
non chiaro e insufficiente.
Fortunatamente per la nostra spiegazione, alcuni degli episodi sessuali dell'adolescenza si dimostrano inadeguati anche sotto un altro
punto di vista, il che vale a stimolarci a perseverare nel lavoro analitico. Risulta infatti che anche questi episodi mancano di idoneit
alla determinazione, seppure con frequenza assai inferiore a quella
che si nota nelle scene traumatiche di et piu tarda. Cosi, per esempio, consideriamo le due pazienti citate poco fa per illustrare il caso
di episodi dell'et puberale veramente insignificanti: dopo che questi episodi si furono verificati, esse accusarono singolari sensazioni
dolorose ai genitali, le quali si stabilizzarono fino a rappresentare il
sintomo principale della nevrosi, ma la cui determinazione non poteva essere derivata n da quelle scene della pubert n da altre di
epoca posteriore, e che inoltre non potevano certo rientrare n tra le
normali sensazioni organiche, n tra i segni di eccitazione sessuale.
f: facile comprendere come, a questo punto , si debba dire a noi
stessi che la determinazione di questi sintomi va ricercata in altri
episodi, ancora piu lontani nel tempo, seguendo cos1 per la seconda
volta quella provvidenziale ispirazione che gi una volta ci aveva
guidati dalle prime scene traumatiche alle catene mne stiche celate
dietro di esse. Si giunge cosf sicuramente al tempo dell'infanzia,

ET!OLOG!A

DEL L 'ISTERIA

343

al periodo che preced e lo sviluppo della vita sessuale e che, come


tale, sembra implicare una rinuncia all'etiologia sessuale. Ma non
si ha forse il diritto di supporre che anche l'infanzi a non vada esente
da lievi eccitamenti sessuali, e forse perfino che il successivo sviluppo sessuale venga influenzato, e in maniera decisiva, dalle espe"
rienze infantili? Un'azione nociva a carico di un organo ancora imperfetto o di una funzione ancora in fase di sviluppo ha molto
spesso effetti assai piu gravi e duraturi di quelli che quella stessa
azione provocherebbe in un soggetto di et piu matura. Forse alla
base della reazione dell'isterico al fatto vissuto in et puberale, reazione talmente abnorme da stupirci, vi sono, in genere, proprio
queste esperienze infantili , le quali in tal caso dovrebbero essere
di natur a uniform e e molto significativa. Si giungerebbe cosi alla
possibilit di spiegare come precocemente acquisito ci che, finora,
era necessario attribuire a una predisposizione, per altro inesplicabile, di tipo ereditario. E poich le esperienze infantili di contenuto
sessuale potrebbero svolgere un'azione sulla psiche solo per mezzo
delle tracce mnestiche da esse lasciate, non saremmo forse finalmente riusciti a rendere completo quel risultato al quale ci aveva
portati l'analisi, e cio che sempre i sintomi isterici insorgono solo
per l'azione concorrente dei ricordi? [p. 338].
2..

facile indovinare, Signori, che non avrei tanto a lungo ind ugiato
su quest'ultima linea di pensiero , se non avessi voluto rendere accettabile il fatto che essa l'unica in grado di condurre, dopo tante
esitazioni, alla mta perseguita. In realt, il nostro noioso e difficile
lavoro analitico giunto al termine, poich a questo punto troviamo
una risposta a ogni domanda e previsione fatte finora. Perseverando
nel penetrare, con l'analisi, fino alla prima infanzia, fin dove pu
giungere la capacit umana di ricordare, in tutti i nostri casi riusciremo a provocare nel paziente la rievocazione di episodi che, per
il loro particolare carattere e per le relazioni che essi presentano
con i sintomi morbosi piu tardi sopravvenuti, vanno necessariamente
considerati come la_ ricercata etiologia della nevrosi. Queste esperienze infantili hanno di nuovo un contenuto sessuale, ma oltre a
ci sono anche di natura ben piu uniforme delle scene della pubert
ritrovate in precedenza. Non si tratta piu della rievocazione del
tema sessuale sollecitata da una qualsiasi impressione sensoria, ma

ETIOLOG I A DEL L I ST ERTA

344

di un'esperienza sessuale provata sul proprio corpo, di un vero e proprio rapporto sessuale (in senso lato) . Mi si vorr concedere che la
importanza di tali scene basta a s stessa e non ha bisogno di altre
basi, e a ci si aggiunga che, nei particolari di esse, sar---semprepossibile reperire quegli elementi determinanti non trovat i nelle alt re
scene accadute poi, ma rievocate per prime.
Io affermo quindi che alla base di ogni caso di isteria vi sono uno
o piu episodi di esperienza sessuale precoce della prima infanzia,
episodi che il lavoro analitico in grado di rievocare nonostante i
decenni trascorsi.1 Ed , questa, una scoperta che io considero importantiss ima, la scoperta del caput Nili [sorgente del Nilo] nella
neuropato logia, anche se ancora non so bene da che parte incominciare per proseguire nell'esposizione particolareggiata di queste circostanze. Dovr esporvi i fatti emersi dalle mie analisi, o non piuttosto cercare di occuparmi della massa di dubbi e obiezioni, che ho
ragione di credere si sia gi imposta alla vostra attenzione? Sceglier
quest'u ltimo partito, e chiss che, sui fatti, non pot remo soffermarci poi con maggiore tranqui llit.
a) Coloro che si oppongono radicalmente alla concezione psicologica dell'isteria, non hanno rinunciato alla speranza che un giorno
sia possibile ricondurre i sintomi dell'isteria a "sotti li mod ificazioni
anatomiche", e respingono la teoria secondo la quale le basi materiali delle mod ificazioni isteriche non possono che essere analoghe
a quelle dei nostri normal i processi mentali; costoro non potranno
certamente nutrire alcuna fiducia nei risultati delle nostre analisi; le
differenze di principio esistenti tra le loro premesse e le nostre ci
svincolano per dall'obbligo di convincerli punto per punto.
Ma anche altri, pur essendo meno contrari all'interpretazione psicologica dell'isteria, potrebbero essere tentati, una volta posti di
fronte ai nostri risultati, di chiedersi quale sicurezza offra mai l'impiego della psicoanalisi, se non potrebbe forse darsi che sia stato il
medico a imporre al paziente, quali sedicenti ricordi, tali scene, oppure il paziente a suggerire al medico deliberate invenzioni o libere
fantasie che questi prende per vere. A questo interrogativo posso
rispondre sottolineando che qualsiasi generica obiezione sulla sicurezza del metodo psicoanalitico pu essere sollevata e sormon tata soltanto quando si disponga di un a completa conoscenza della
t

(N ota aggiunta nel 1924) Vedi la mia nota a p . 345.

ETTOLOG!A DELL'IST

E RIA

345

tecnica e dei risultati del metodo stesso; le obiezioni relative all'autenticit delle scene sessuali 1 infantili possono invece essere fin
d'ora confutate da piu di un argomento. In primo luogo, il comportamento che il paziente rivela mentre rievoca queste esperienze infantili , sotto ogni punto di vista, del tutto inconcil iabile con il
sospetto che queste scene non corrispondano a una realt penosamen te ritrovata ed assai malvolentieri ricordata. Prima di sottoporsi
all'analisi, il malato non sa nulla di queste scene ed solito ribellarsi quando lo si avverte del loro prossimo riaffiorare; solo la
forte coercizione del trattamento pu indurlo a rievocarle; mentre richiama alla coscienza queste esperienze infantili, soffre a causa
di violente sensazioni delle quali si vergogna e che aspira a nascondere, e anche dopo averle rivissute fino in fondo e in modo tanto
convincente , tenta di non prestarvi fede sottolineando di non aver
provato , come invece era accaduto rievocando altri fatti dimenticati ,
la sensazione di stare ricordando. 2
Quest'u ltimo particolare comportamento si dimostra assolutamente probante . A che scopo, infatti , il soggetto tenterebbe di comunicarmi tanto risolutamente la sua incred ulit, se egli stesso
avesse inventato , per un qualsiasi motivo, i fatti ai quali vuole poi
togliere ogni valore di verit?
L'ipotesi che sia il medico a imporre al paziente reminiscenze di
questo tipo, a suggerirgliene la rappresentazione e la rievocazione,
invece meno comodamente oppugnabile ma, mi sembra, altrettanto
insostenib ile. A me non mai riuscito di imporre a un paziente la
scena che mi aspettavo si presentasse, a imporgliela in modo che
questi sembrasse riviverla con tutte le sensazioni appropriate. Pu
darsi per che alt ri possano ottenere un maggior successo.
La realt delle scene sessuali infantili ulteriormente convalidata
da tutta una serie di altre prove. Innanzi tutto, l'uniformit di certi
particolari , uniformit che deve risultare dalle premesse simili che si
ritrovano in tutti questi episodi; natur almente, sempre che non la
si voglia attribuire a un accordo segreto stretto tra i singoli pazienti.
E poi, il fatto che non di rado i malati descrivono come innocuo un
episodio il cui significato essi evidentem ente non afferrano, dato
[Per il t ermine "scena sessuale" (Sernalszene) vedi sopra p. 58, n. 2.]
(Nota aggiunta nel 1924) Tutto ci esatto, ma bisogna tener presente che, allora,
io non mi ero ancora liberato dalla tend enza a sopravvalutare la realt e a sottovalut are
la fantasia. [Vedi il commento dello stesso genere, sempre del 1924 , n ello scritto precedente, p . 312, n. 1.]
2

ETIOLOGIA

DELL'ISTERIA

che, in caso contrario, ne sarebbero inorriditi; oppure il fatto che


i pazienti raccontano, senza darvi alcun valore, particolari che solo
una persona ricca di esperienza pu conoscere e apprezzare come
sottili tratti del reale.
Se tali fatti rinforzano l'impressione che (ma lati debbano veramente aver vissuto ci che, sotto la coerciz10ne dell'analisi, rievocano come scene dell'infanzia, un'altra e piu poderosa prova in
merito sorge dalla relazione che esiste tra le scene infantili e il
contenuto di tutto il resto della storia clinica. Come quando nei
giochi di pazienza dei bambini, dopo molti tentativi si profila alla
fine l'assoluta certezza di quale sia il pezzo da inserire in quel dato
spazio vuoto, proprio perch quel dato pezzo l'unico che possa
completa re la figura e insieme, inserendosi perfettamente con i suoi
contorni irregolari fra gli altri contorni, combaciare con gli altri
pezzi, in. modo da non lasciare alcuno spazio vuoto e da escludere
qualsiasi altra coincidenza; cosi le scene infantili si rivelano, per
conten uto, indispensabili integrazioni della struttura associativa e
logica della nevrosi, tanto che dopo l'inserzione di esse il corso delle
nevrosi diverr per la prima volta comprensib ile - spesso si potrebb e
dire: evidente - in s stesso.
Aggiunger, senza volerlo portare in primo piano, che in tutta
una serie di casi si pu anche addurre l'evidenza terapeutica dell'autenticit delle scene infantili. Vi sono casi in cui possibile
ottenere una guarigione, completa o parziale, anche senza dover
risalire fino alle esperienze sessuali dell'infanzia, altri in cui impossibile conseguire il minimo risultato senza aver protratto l'analisi
fino al suo termine naturale, ossia fino alla scoperta dei primissimi
traumi. A mio parere, nel primo caso la comparsa di recidive non
pu essere esclusa con certezza, mentre mi aspetto che un trattamento psicoanalitico completo significhi la radicale guarigione dell'isteria.1 Comunque non precorriamo gli insegnamenti dell'esperienza!
Un'altra prova, veramente inoppugnabile, dell'autenticit degli
episodi sessuali infantili l'abbiamo quando le notizie date dal soggetto in analisi vengono confermate da un'altra persona, sia essa o
no sottoposta a trattamento. Occorre, per questo, che entrambi i
soggetti abbiano condiviso, durante la loro infanzia, una stessa espe [Interessante l'attenuazion e dell'asserzione in Analisi terminabile e interminabi le
(1937). ]

ETIOLOGIA DELL'ISTERIA

347

rienza e forse avuto un rapporto sessuale tra di loro. Rapporti infantili


di questo genere non sono, come sentirete fra poco, per nulla rari.
Cpita inoltre abbastanza spesso che i due protagonisti della vicenda
vengano, in seguit o, colpiti da nevrosi; reputo tutta via una vera fortuna per me aver potuto ottenere per due volte, in diciotto casi, la
conferma obiett iva di questo dato. In uno di questi casi fu il fratello, rimasto sano, a confermarmi di sua spontanea volont non,
vero, le primissime esperienze sessuali con la sorella malata, ma
almeno scene del genere di un periodo piu avanzato della loro infanzia e l'esistenza di rapporti sessuali risalenti molto prima nel tempo.
Nell'altro caso, accadde che due signore che avevo in cura avessero
avuto, da bamb ine, un rapporto sessuale con la stessa persona cli
sesso maschile , nel corso del quale vi erano stat e alcune scene
trois. A testi monianza di questa esperienza comu ne, in ambedue
le pazienti era comparso uno stesso sintomo, derivante da questi
avvenimenti infantili.

b) Le esperienze sessuali dell'infanzia, consistenti in stimolazione


dei genitali , pratiche simili al coito eccetera, vanno dunque riconosciute, in ult ima analisi, come quei traumi da cui derivano la
reazione isterica agli avvenimenti della pubert e lo sviluppo dei sintomi isterici. Contro quest'asserz ione verranno sicuramente sollevate, da piu parti, due obiezioni reciprocamente contrar ie. Alcuni infatti diranno che tal i abusi sessuali, perpetrati su bambini o effettuati tra bambini , sono troppo rari perch in essi possa essere ravvisato l'elemento determinante di un a nevrosi tanto frequente come
l'isteria; altri, al contrario, sosterranno forse che fatti di questa specie
sono molto frequenti, anzi troppo frequenti , perch si possa attribuire loro un significato etiologico. Questi ultimi diranno anche
che sarebbe facile, dopo una breve ricerca, trovare persone le quali
ricordano scene di seduzione sessuale e di abuso sessuale negli anni
della loro infanzia , e che pure non sono mai divenute isteriche. Ci
sar infine proposto come argomento rilevante il fatto che negli
strati sociali inferiori l' isteria non certo piu frequente di quanto
non sia in quelli superiori, mentre tutto lascia supporre che l'obbligo di salvaguardia sessuale dell'in fanzia venga trasgredito molto piu
frequentem ente nei bambin i del proletariato.
Cominceremo la nostra difesa dalla parte piu facile del compito.
A me pare assolutamente indubbio che i nostn bambini si trovano
esposti agli assalti sessuali assai piu spesso di quanto non ci si do-

ETIOLOC IA DELL'ISTERIA

348

vrebbe aspettare dalle scarse precauzioni prese al riguardo dai genitori. Non appena incominciai a informarmi su quanto si conoscesse
sull'argomento, alcuni colleghi mi segnalarono che gi erano comparse varie pubblicazioni di pediatri, nelle qua_!i--veniva
den~ncia:a la
frequenza con cui le balie e le bambinaie fanno oggetto d1 pratiche
sessuali persino i lattanti. Alcune settimane fa ho anzi potuto avere
tra le mani uno studio effettuato a Vienna dal dottor Stekel, nel
quale viene esaminato il problema del Coito nell'inianzia.1 Non ho
avuto il tempo di raccogliere altri dati bibliografici, ma se anche
questi dovessero essere in numero limitato, lecito tuttavia aspettarsi che, una volta dedicata una maggiore attenzione a quest'argomento, potremo avere la rapida conferma della grande frequenza
dell'attivit e delle esperienze sessuali in et infanti le.
Infine i risultati delle mie analisi parlano da s: in tutti i miei
diciotto ' casi (sei uomini e dodici donne) di isteria pura e di isteria
combinata con rappresentazioni ossessive, sono riuscito, come ho gi
detto, a venire a conoscenza di tali esperienze sessuali infantili. A
seconda dell'origine della stimolazione sessuale, posso dividere la
mia casistica in tre gruppi. Nel primo ho riunito le aggressioni,
cio i tentativi singoli o comunque isolati di abusare di bambini, per
lo piu di sesso femm inile, da parte di estranei adulti (i quali sapevano come evitare l'offesa grossolana, meccanica), senza che vi fosse
questione di condiscendenza da parte del bambino e in cui prima
conseguenza dell'episodio fu solo lo spavento. Un secondo gruppo
formato da casi, assai piu numerosi, nei quali una persona adulta
alle cui cure il bambino era stato affidato (nutrici, bambinaie , governanti, maestri, spessissimo, purtroppo, anche un parente stretto 2 )
inizi il bambino al rapporto sessuale e mantenne con lui una relazione amorosa, sviluppata altres1 dal lato spirituale, protratta spesso
anche per anni. Del terzo gruppo fanno parte, infine, i rapporti
infantili veri e propri, e cio i casi di relazione sessuale tra due
bambini di sesso diverso, per lo piu fratelli, prolungati spesso oltre
la pubert e comportanti le piu persistenti conseguenze per la
coppia. Nella maggior parte dei miei casi notai l'azione combinata
di due o pi di tali etiologie; in alcuni casi, il sovrapporsi di esperienze sessuali di tipo diverso era veramente impressionante. Questa
singolarit delle mie osservazioni comunqu~ f~cilment_ecompr: 11
sibile se si tiene presente che ho trattato casi d1 malattia nevrol1c-:1
1 W. STEKEL,

\Vien. med. BI., voi. 18, 247 (1895).

[Vedi nota p. 309.J

ETIOLOGIA

DELL 1ST ERIA

349

molto grave, al punto da minacciare la capacit di vita del soggetto.


Ouando si trattava di un rapporto tra due bambini, si ebbe a volte
la;rova che il maschietto (il quale anche qui aveva il ruolo aggressivo) era stato precedentemente sedotto da un adulto di sesso femminile, e che poi, sotto la spinta della libido in lui precocemente
risvegliata e mosso dal ricordo ossessivo, aveva cercato di ripetere
sulla bambina proprio quelle pratiche che aveva appreso dall'adulta,
senza appor tare alcuna variazione personale al tipo di attivit sessuale.
Sono perci propenso a ritenere che il bambino non possa essere
in grado di trovare la via agli atti dell'aggressione sessuale, se prima
non sia stato a sua volta sedotto. La base per una nevrosi verrebbe
quindi sempre posta nell'infanzia da un adulto, e i bambini si passerebbero da uno all'altro la disposizione ad ammalarsi, in futuro,
di isteria. Si rifletta ancora un momento sulla part icolare frequenza
con cui tra fratelli e sorelle o tra cugini, favoriti dalle molte occasioni del vivere in comune, si instaurano, durante l'infanzia, relazioni sessuali; supponendo che, dieci o quind ici anni dopo, piu
membri della nuova generazione di una stessa famiglia risultino
essere nevrotici, ci si domandi a questo punto se non venga spon taneo attribu ire a una disposizione ereditar ia un tale insorgere familiare della nevrosi, l dove non si tratta che di una pseudoeredit e
in realt si verificato nell'infanzia un reciproco passaggio, un'in fezione.
Occupiamoci ora dell'altra obiezione, di quella sollevata da coloro
che ammettono la frequenza delle esperienze sessuali infanti li, ma
rilevano il fatto che molte persone le quali ricordano tali scene non
sono per nulla diventate isteriche . Contro costoro affermiamo che
la straordinaria frequenza di un fattore etiologico non pu assolutamente essere usata quale obiezione alla sua importanza etiologica.1
Forse che il bacillo della tubercolosi non si trova dappertutto e non
viene inspirato da assai piu gente di quanta non si ammali di tubercolosi? E forse che la sua importanza etiologica risulta sminuita dal
fatto che per provocare la tubercolosi, e cio il suo effetto specifico,
il bacillo ha certamente bisogno dell'azione concorrente di altri fattori? Per riconoscergli il ruolo di etiologia specifica sufficiente questa costatazione : la tubercolosi non pu insorgere senza il suo con1 [La questione dell"'etiologia specifica" era stata discussa a lungo sopra, in A
posito di una critica della "nevrosi d"angoscia" (1895) pp. 188 sgg.J

pro

350

ETIOLOGIA DI\LL ISTERIA

corso. Lo stesso vale per il nostro problema . Non ha import anza


che molte persone abbiano avuto episodi di sessualit infantil e senza
per questo divenire isteriche, se tutti coloro che diventano isterici
hanno vissuto tali scene. L'area di occorrenza di un dato fattore
etiologico pu essere assai superiore di quello del suo effetto, ma
non mai inferiore. Non tutti coloro che toccano o che si avvicinano
a un soggetto colpito da vaiolo ne vengono contagiati; eppure, nel
caso del vaiolo il contagio praticamente l'unica etiologia a noi nota .
Certo che se l'attivit sessuale infantile fosse un fenomeno generalizzato, il suo accertamento nei casi esaminati perder ebbe di valore.
Ma, in primo luogo, un'affermazione simile sarebbe del tutto esagerata, e in secondo luogo, le pretese etiologiche delle scene infantili
non riposano soltanto sulla costanza della loro presenza nell'an am nesi
degli isterici, ma anch e e soprattutto sulla dimostrazione dell'esistenza di legami associativi e logici tra essi e i sintomi isterici, dimostrazione che a ognuno di voi apparirebbe di una chiarit solare esaminando una storia clinica completa.
Quali potranno dunque essere gli altri fattori , necessari all"' etiologia specifica" dell'i steria per produrre realmente la nevrosi? , questo, Signori, un tema veramente a s stante che non mi propongo di
trattare ora; per oggi non ho che da segnalare il punto di contatto
in cui si congiungono le due parti del tema : etiologia specifica ed
etiologia accessoria. Andr preso in considerazione un certo numero
di fattori: la costituzione ereditaria e personale, l'importanza intrinseca degli episodi sessuali infantili, soprattutto la loro frequenza :
un breve rapporto con un bambino estraneo, piu tardi indifferente,
ha un valore causale assai inferiore a quello di una relazione, radicata e protratta per molti anni, con il proprio fratello. N ell'etiologia
delle nevrosi, le condizioni quantitative sono importanti quant o
quelle qualitative: per la comparsa dell'affezione devono venire oltrepassati i valori limin ari. Del resto, io ritengo che neppure la suddetta serie etiologica possa essere considerata completa, e che essa
non sia comunque in grado di chiarire l'enigma del perch l'isteria
non sia piu frequent e negli strati sociali inferiori (non si dimenti chi
per altro che, secondo Cha rcot, l'isteri a maschile sarebbe enormemente diffusa nella classe operaia). Desidero per ricordarvi anche
che io stesso, alcuni anni fa,1 segnalai un fattore finora poco considerato, al quale rivendico il ruolo principale nella provocazione
1

[Nello scritto Le ne uropsicosi da difesa (1894), vedi sopra p. 123. ]

ETI OLOGIA DELL "ISTERIA

3 51

dell' isteria dopo la pubert. Allora spiegai che l'insorgenza dell'isteria pu essere quasi sempre ricondotta a un conflitto psichico, in quanto una rapp resentazione incompatibile determina la
difesa dell'Io e provoca la rimozione. A quell'epoca per non mi fu
possibile precisare in quali circostanze questo moto di difesa pu
avere l'effetto patologico di respingere nell'inconscio il ricordo penoso all'Io e di creare, al posto di esso, un sintomo isterico. Tale
precisazione la posso fare oggi: la difesa riesce nel suo int ento di
respingere dalla coscienza la rappresentazione incompatibil e, se nel
soggetto, fino a quel momento sano, sono presenti episodi sessuali
infantili nella forma di ricordi inconsci, e se la rappresentazione che
va rimossa pu essere posta in connessione logica o associativa con
un 'esperienza in fantile di questo genere.
E poich lo sforzo di difesa dell'Io dipende dall'inter~ sviluppo
etico-intellettua le del soggetto, ecco che non siamo piu all'oscuro
sul perch, nelle classi inferiori, l'iste ria sia molto piu rara di quanto
non esigerebbe la sua etiologia specifica.
E ora, Signori, ritorniamo ancora una volta a quell'ultim o gruppo
di obiezioni, rispondere alle quali ci ha portato tanto lontano. Abbiamo sentito e ammesso che num erose sono le persone che ricordano molto chiaramente le proprie esperienze sessuali infanti li, e
non sono tutt avia isteriche . Questa obiezione non ha in s alcun valore, ma ci d modo di fare un'osser vazione importante . Secondo la
nostra comprensione della nevrosi, queste persone non possono essere isteriche o, perlome no, in esse l'isteria non pu comparire in
conseguenza degli episodi di cui esse han no un ricordo cosciente.
Nei nostri malati, tali ricordi non sono mai coscienti; anzi, li curiamo
della loro isteria trasforma ndo in coscienti i ricordi inconsci degli
episodi infantili. Che i soggetti avessero vissuto simili esperienze
era un dato di fatto che non potevamo, n era necessario, modificare. Voi vedete, quindi, che non conta soltanto l'e sistenza di esperienze sessuali infantili , bensi la presenza di una data condizio ne
psicologica. Qu esti episodi devono presentarsi come ricordi inconsci, e possono provocare e far perdurare i sintomi isterici solo
in quanto e fin quando restino inconsci . Da che cosa dipenda poi il
fatto che queste esperienze det ermin ino ricordi coscienti o inconsci,
e che la condizione risieda nel contenuto delle esperienze o nel pe, iodo in cui si verificarono oppure in influssi posteriori, un alt ro
problema, dal quale, per ora, ci terremo prudentemente lontan i. Mi
sia soltanto permesso di ribadire questo primo risultato cui ci ha

352

!!TTOLOG!A

DELL'ISTE RIA

condotto l'analisi: i sintomi isterici sono derivati di ricordi operanti


inconsciamente.
e) Se noi dunque riteniamo che le esperienze sessuali infantili
siano la condizione preliminare di base e, per cosi dire, la disposizione all'isteria, e non producano tutta via i sintomi isterici immed iatame nte, ma rimanendo inizialmente inattive esplicano un'azione
patogena solo piu tardi, quando, dopo la pubert, vengono ridestate
nella forma di ricordi inconsci, sar necessario conciliare questa nostra opinione con le numerose osservazioni che dimostrano l'insorgenza di affezioni isteriche gi durante l'i nfanzia e prima della pube~t. Anche tale difficolt tuttavia si risolve una volta effettuata
l'atte nta disamina dei dati emersi dall'analisi della cronistoria delle
esperienze sessuali infantili. Si riscontrer infatt i che nei nostri
casi gravi la formazione dei sintomi isterici comincia, non eccezionalmente ma di norma, verso gli otto anni, e che le esperienze sessuali che non esplicano un'azione immediata risalgono sempre piu
indietro, al terzo, quarto e persino al secondo anno di vita. E poich
in nessun caso singolo la catena delle esperienze attive si spezza
con l'ottavo anno,1 devo supporre che questo periodo, e cio quello
della seconda dentizione, costituisca un confine per l'isteria, oltre il
quale la sua causazione non piu possibile. Chi non ha avuto
esperienze sessuali prima di questo periodo non pu piu, in seguito,
essere predisposto all'isteria; chi ne ha avute, p u gi sviluppare
sintomi isterici. Casi isolati di insorgenza di isteria anche prima di
questo limite cronologico (prima degli otto anni) possono essere intesi come un fenomeno di maturit precoce. L'esistenza di questo
limite molto verosimilmente legata ai processi evolutivi nell'ambito dell'organizzazione sessuale. La precocit nello sviluppo sessuale somatico ' pu essere frequentemente osservata, ed persino
pensabile che venga sollecitata da una precoce stimolazione sessuale.2
Si perviene in tal modo a rilevare che necessario un certo infan tilismo delle funz ioni psichiche cosi come del sistema sessuale
perch un'esperienza sessuale che avvenga in questo periodo possa,
in seguito, esplicare, sotto forma di ricordo, un'azione patogena.
' [Intendi: in nessun caso le esperienze fatte fino all'ottavo anno perdono la possihl
lit di esplicare piu tardi un'azione patogena.]
2 [Su tutto questo problema vedi sopra la lunga nota nello scritto precedente, p. 1 1 , ,
n. 1. L'et dall'ottavo al decimo anno, l e a p. 310 indicata come quella della mat,11111\
sessuale, qui posta in connessione con la seconda dentizione e Freud mostra piu vol1!1
di considerare importante questo particolare.]

ET TOLOCIA DELL'ISTERIA

353

Tuttavia non mi azzardo ancora a scendere in particolari per quanto


si riferisce alla natura di questo infantilismo psichico e ai suoi
limiti cronologici.
d) Un'altra obiezione potrebbe essere fondata sul fatto che il ricordo di un' esperienza sessuale infanti le possa svolgere un'azione
patogena tanto massiccia, mentre l'esperienza stessa non ha avuto
di per s alcun effetto. In realt, non siamo abituati a vedere scaturire da un'immagine mnestica una forza che era mancata all'impressione reale. Si noter, per altro , con quanta consequenzialit
venga applicato, nel caso dell'isteria, il principio per cui i sintomi
possono derivare soltanto dai ricordi. Tutte le scene successive in
cui si formano i sintom i non sono quelle responsabili, mentre le
esperienze veramente attiv e non producono , inizialment e, alcun
effetto . Ci troviamo, qui, di fronte a un problema che, a buon diritto,
possiamo tenere separato dal nostro argomento. pur vero che,
di fronte alla massa delle singolari condizioni che siamo riusciti
a scoprire, avvertiamo in noi la necessit di attuare una sintesi.
Abbiamo infatti scoperto che la formazione di un sintomo isterico possibile solo quando esista uno sforzo di difesa diretto
cont ro una rappresentazione penosa; che questa rappresentazione
clcve presentare un nesso logico o associat ivo con un ricordo incon~cio, e ci tramite elementi interm edi, piu o meno numerosi ma essi
pnre inconsci in quel momen to; che quel ricordo inconscio pu
avere solt anto un cont enuto sessuale; che questo ricordo ha per
cont enuto un'espe rienza riferibile a un ben preciso periodo dell'et
inh~ntile: e non possiamo fare a meno di chiederci come mai il ri1orclo di un 'esperienza a suo tempo innocua possa, a posteriori e
pur perman endo inconscio, avere l'abnorme effetto di portare a riNtillati patologici un processo psichico come quello della difesa.
Dovremo dire a noi stessi, per, che si tratta di un problema
p11r
amente psicologico, la cui soluzione probabilmente richiede la
lw 111ul
azione di determinate ipotesi sui processi psichici normali e
1111 ruolo ivi sostenuto dalla coscienza; e dovremo convincerci che
qt1<"Sto
problema pu restare momentaneamente insoluto, senza ri.1111
rc il valore delle prospettive sin qui guadagnate sull'etiologia dei
I1 1H>meni isterici.

Il

354

ETIOLOGIA

DELL "!STERIA

3.

Signori, il problem a da me or ora impo stato si riferisce al mecca-

nismo della formazione dei sintomi isterici. Ci vediamo per costretti a descrivere le cause primarie di questi sintomi senza pot er
prendere nella dovuta considerazione questo meccanismo , fatto eh~
inevitabilmente render meno chiara e compiuta la nostra esposizione. Ritorn ando al ruolo sostenuto dalle scene sessuali infantili ,
confesser di aver temuto di avervi indotto a sopravvalut arne la
forza formativa dei sintomi. Sottolineo perci nuovamente che ogni
caso di isteria mostra sintomi la cui determinazione deriva non da
esperienze infantili, ma da esperienze posteriori, spesso recenti. l:na
parte dei sintomi risale naturalmente a esperienze molto precoci, e
appartiene per cosi dire alla nobilt piu antica. Di que.sto. gruppo
fanno parte soprattutto le tanto numero se e varie sensaziom _epar~stesie localizzate nei genitali e in altre regioni somatiche, sintom i,
questi, che corrispondono semplicement e al contenut~ sensoriale
delle scene traumatiche infantili, allucinatoriamente n prodotto e
spesso dolorosamente intensificato.
Un'a ltra serie di fenomeni isterici estremamente comuni - bisogno doloroso di urinare, sensazione nella defecazione, dist~rbi_intestinali, nausea e vomito, disturbi gastrici e ripugnanza per 11cibo durante le mie analisi si rivelarono essere (e ci con sorprendente
regolarit) un derivato delle stess~ esperi_enze i~fa.n,tili, ~ fu:on~
facilmente chiariti da certe loro ncorrenti pecuhanta . Gh episodi
di sessualit infant ile sono difficilmente accettabili alla sensibilit di
una persona sessualm ent e normale: essi presentano tutti gli eccessi
noti ai viziosi e agli impotenti , i quali fanno un anormale uso sessuale della cavit orale e dell'int estino retto . Nel medico, ben presto
Io stupore cede per alla comprensione pi compl eta . J?a p~rsone
che non si fanno alcuno scrupolo di soddisfare le propne esigenze
sessuali con bambini , non ci si pu infatti aspett are che abbiano
alcun riguardo per le sfumature nei modi di questo soddisfacimento ;
quanto ai bambini , l'impotenz a sessuale propri.a dell~ loro et~ ne:
cessariamente impon e loro di ricorrere a quegli stessi surrogati cm
si abbassa un adulto divenuto impotente . Tu tt e le part icolari condizioni in cui la coppia male assortita mand a avanti il suo rapporto
amoroso - l'adulto , che da una parte non pu sottrarsi a quella
mutu a dipendenza che ogni relazione sessuale ine:'i:abilmen~~ com:
porta, e che ha tuttavia in mano l'arma dell'autonta e del dmtto d1

ETIOLOGIA DEL L. ISTERIA

355

punire e cambia alternativamente di personaggio per ott enere lo


sfrenato soddisfacimento delle sue voglie; il bambino che, inerme,
in balia di questo arbitrio e viene precocemente destato a ogni
genere di sensazioni, esposto a ogni disillusione, e spesso sottoposto
a int erruzione degli att i sessuali ch e gli vengono richiesti, a causa
del suo imperfetto dominio degli istint i naturali, - tutte queste
grottesche e insieme tragiche situazioni sbagliate si rivelano impresse
sull'ulteriore sviluppo dell'individuo e sulla sua nevrosi, in innumerevoli effetti durevoli che meriterebbero la piu attenta considerazione. Il carattere delle scene sessuali non cessa di essere repulsivo
anche quando si tratta di un rapporto tra bambini , poich ogni
rapporto infantil e postula la precedente seduzione di uno dei due
bambini da parte di un adulto. Le conseguenze psichiche dei rapporti infantili di questo genere sono straordinariamente profonde ;
per tutt a la vita, infatti, i due soggetti rimangono uniti l'uno all'altro
da un legame invisibile.
A volte sono alcune circostanze accidentali di queste scene sessuali
infantili quelle che, piu tardi , acquisteranno una forza determinante
per i sintomi della nevrosi. Cosi in uno dei miei casi, la circostanza
che il bambino fosse stato addestrato a eccitare con il piede i genitali di una donna adulta si rivel sufficient e a fissarne per anni l'attenzione nevrotica sulle sue gambe e sulla loro funzione, e a produrre infine una paraplegia isterica. In un altro caso sarebbe rimasto
un enigma perch mai la malata, nei suoi attacchi d'angoscia, che si
presentavano a certe ore del giorno, esigesse che proprio una e una
sola delle sue sorelle non si discostasse dal suo fianco per potersi calmare, se l'analisi non avesse mostrato che l'aggressore, a suo tempo,
era solito inform arsi in ogni sua visita se fosse in casa quella sorella,
dalla quale doveva forse temere di essere intrrotto.
Pu accadere che la forza determinante delle scene infantili si
celi a tal punto da passare inosservata a un'an alisi superficiale.
Crediamo allora di aver trovato la spiegazione di un dato sintomo
nel contenuto di una delle scene piu recenti ; quando, imbattendoci,
nel corso del lavoro analitico, nello stesso contenuto di una delle
scene in fantili , dobbiamo necessariamente concludere che la scena
cli epoca posteriore deve la sua capacit di determinare il sintomo
solo e unicam ente al fatto di coincidere con la scena di epoca piu
remota. Con ci non voglio dire che la scena di epoca posteriore sia
priva di impo rtanza; se fosse mio compito esporvi le regole della
formazione dei sintomi isterici, dovrei senz'altro identificarne una

356

ETIOLOGIA DELL 'ISTERIA

nel fatto che per la produzione di un sintomo viene scelta quell a


rappresentazione al cui richiamo concorre l'azione di molteplici fattori e che risvegliata simultaneament e da piu direzioni, ci che,
in altra sede, ho cercato di formulare con la proposizione: i sintomi
isterici sono sovradeterminati. 1
Ancora una cosa, Signori. Poco fa, vero, ho lasciato da parte
[p. 353], quale tema a s stante, il rapporto tra etio logia recente ed
etiologia infantile; ma, contro il mio proposito , non posso lasciar
cadere del tutto l'argom ento senza aver formulato almeno un'osservazione. Dovrete riconoscere con me che esiste soprattutto un fatto in
grado di turbare la nostra comprensione psicologica dei fenomeni
isterici, e che sembra diffidarci dal misurare con lo stesso metro le
azioni degli isterici e quelle dei soggetti normali. Si tratta della
sproporzione che si nota, negli isterici, tra lo stimolo cui si deve
l'eccit amento psichico e la reazion e psichica, sproporz ione che noi
cerchiamo di coprire formulando l'ipot esi di un'abnorme irritabili t
generale, e per la quale spesso ci sforziamo di tro vare un a spiegazione fisiologica, come se, nell'isterico, gli organi cerebrali deputati
alla trasmissione si trovassero in uno stato chimico particolare (come
per esemp io i centri spinali della rana stricninizzata) oppure si fossero sottratti all'influenza di centri superiori inibi tori (come nell'esper imento di vivisezion e degli animali). Le due interpr etazioni
possono essere occasionalmente e pienamente giustificate per spiegare l'isteria; non Io contesto. Ma la parte piu cospicua del fenomeno dell'abnorme, sproporzionata reazione isterica agli stimoli
psichici , d dito a un'altra spiegazione, che trova un valido punto
d'appoggio in innumer evoli esempi ricavati dall'ana lisi. E la spiegazione questa: la reazione dell'isterico solo apparentem ente
esagerata; pu sembrarci tale solo perch ci nota uni camente una
piccola parte dei motivi ai quali essa dovuta.
In realt, questa reazione proporzionale allo st imolo che provoca l'eccitamento, ed quindi normale e psicologicam ente comprensibile. Lo si capisce immediatamente non appena l'analisi ha
aggiunto ai motivi manifesti , dei quali il malato cosciente , quegli
altri motivi che hanno agito a sua insaputa e che quindi non ci
poteva comun icare.
Potrei dimostrare per ore e ore la validit di qu esto principio tanto
import ante per la piena comprensione dell 'attivit psichica nell'iste1

[Vedi gli Studi su/l'isteria

( 1892-95)

p.

40 1.)

ET IOLOGIA DELL' ISTER IA

357

ria, ma devo, in questa sede, limitarmi a pochi esempi . Si ricordi la


tanto frequente " suscett ibilit" dell'isterico, che lo fa reagire alla
minima provocazione come se fosse stato offeso a morte. Ma che
cosa penserebbe ognuno di voi se avesse occasione di notare un
grado altrettanto alto di permalosit tra due soggetti normali, per
esempio due coniugi? Concluderebbe senz'altro ch e la scenata coniugale a cui ha assistito non sia solo il risultato dell'ultima insignificante occasione, ma che certamente nell'animo dei due coni ugi
da tempo si sia andato accum ulando un materiale infiammab ile di
cui quell 'ultima provocazione ha infine causato la tota le deflagrazione.
Si segua ora, per cortesia, lo stesso ragionamento anche a proposito degli isterici. Non l'ultima offesa, in s minima, quella che ha
provocato il pianto spasmodico, la crisi di disperazi one, il tentativo
di suicidio, infirman do cosi il principio della proporzionalit tra
causa ed effetto; questa piccola offesa attua le ha invece destato e attivato il ricordo di cosi tante e piu profonde offese precedentemente
subite, dietro le quali t utt e ancora si cela il ricordo di un'offesa grave, mai sanata, subita durante l'infanzia. Oppure, se una
giovinetta si rivolge le piu tremende autoaccuse per aver tollerato
che un ragazzo le accarezzasse, teneramente e in segreto, la mano e
se, a partire da quel momento, ella cade nella nevrosi, potreste,
certo , risolvere l'enigma dichiarandola un soggetto abnorme, eccentrico, ipersensibile. Giudichere te per poi in modo diverso quando
l'analisi vi avr mostrato che quel contatto ne aveva richiamato alla
memoria un altro, simile, avvenuto nella primissima adolescenza e
che era parte di un tutto meno innocente , cosi che le autoaccuse
si riferivano propriamente a quell'antica occasione. Infine , anche il
problema dei punti isterogeni 1 dello stesso genere : toccando un
dato posto , facciamo qualcosa che non era nelle nostre intenzioni,
risvegliamo cio un ricordo che pu scatenare un accesso spasmodico, e poich non sappiamo nulla di questo elemento psichico intermedio, si vedr nell 'accesso un effetto da porre in diretta relazione
con la causa che l'ha prodotto , ossia con la nostra sollecitazione tattile. I malati si trovano in un analogo stato di ignoranza e cadono
perci nello stesso errore, cio stabiliscono sempre "falsi nessi" [vedi
sopra p. 126] tra l'ultima motivazione di cui sono coscienti e l'effetto
dipendente da cosi tanti elementi intermedi. Se per diventato
1 [Vedi

Studi sull'isteria

( 1892-95)

p.

399,

n.

3 .)

3 58

ETIOLOGIA

DELL'1STEKJA

possibile per il medico, al fine di chiarire una reazione isterica, congiungere tra di loro tutte le motivazioni, coscienti e inconsce, egli
dovr riconoscere questa reazione apparentemente esagerata come
quasi sempre adeguata, abnorme solo nella sua forma.
Contro questa interpretazion e della reazione isterica agli stimoli
psichici, si obietter ora, a ragione, che essa non comunque normale: infatti, perch le persone sane si comportano diversamente,
e perch in loro non si ha la concorrente azione di tutti gli eccitamen ti passati da gran tempo al sopraggiungere di un nuovo eccitamento? Si ha infatti l'impr essione che, negli isterici, abbiano conservato la loro forza tutte le antiche esperienze, alle quali essi hanno
pur reagito tanto spesso e in modo tanto tempestoso , quasi che si
trattasse di persone incapaci di eliminare i loro stimoli psichici.
Giusto, Signori: qualcosa di simile si deve in realt ritenere per vero.
Non dimentichiamo che le antiche esperienze degli isterici, in uu
frangente attuale esplicano la loro azione come ricordi incons ci.
Sembra quasi che la difficolt di eliminare un'impressione attuale ,
l'incapacit di trasformarla in un ricordo inoffensivo, dipenda pro
prio dal carattere dell'inconscio psichico. 1 Come vedete, il resto elci
problema ancora psicologia e, per di piu, di un genere di psicologia
cui i filosofi ci hanno fornito un lavoro preparatorio ben scarso.
)};a questa psicologia, che proprio da creare per le nostre esi,
genze, - a questa futura psicologia delle nevrosi, - che io ora ri,
mando quando, per finire, vi comunico qualcosa in cui si potr ini
zialmente ravvisare un pericolo per la nostra iniziata comprensio1w
dell'etiologia dell'isteria. Devo infatti affermare che il ruolo etiolo
gico delle esperienze sessuali infantili non limitato al solo ambito
dell'isteria, ma in pari modo operante nella singolare nevrosi clellcossessioni, e forse persino nelle forme di paranoia cronica e in all1e
psicosi funzionali. Devo qui esprimermi in modo meno categorico,
perch il numero di casi di nevrosi ossessiva da me analizzati <
'
ancora molto inferiore a quello dei casi di isteria; per quanto I i
guarda la paranoia, poi, non dispongo che di un 'unica analisi
comp leta e di alcune poche analisi framm entarie. Quanto vi lio
trovato mi per apparso rilevante e mi ha predisposto a simili :ti
tese per altri casi. Ricorderete forse che gi tempo fa ho rnc<o
1
[t uno spunto di quella che diventer, in Freud, la teoria della mancanza del sr 11, 11
t':mpo~ale nell'incon.scio: vedi. L'inconscio (1915) S 5. Un successivo accenno, pii, 1111
c1so, ricorre nella Mmuta teonca M (1897), vedi sopra p. 62.]

359

11111111 11~ l>ln.L'lSTERIA

, 11
,111cl
.1Io di raggruppare in una sola voce: nevrosi da difesa, l'isteria
1 le ossessioni, ancor prima di averne riconosciuto la comune etio1111:1,1
i11fantile. Ebbene, devo aggiungere oggi - anche se non
111H
ss111
io che sia sempre cosi - che tutti i miei casi di ossessioni
111c-l.u10
un substrato di sintomi isterici,2 per lo piu sensazioni e
duloi i, ricond ucibili precisamente alle piu antiche esperienze infan 1il i Qual dunque il fattore che, dalle scene sessuali infantili
11111
11.~1e inconsce, una volta aggiunti anche gli altri elementi patoHI111,far discrimin atame nt e derivare o un'isteria o una nevrosi
111
~1ssiva o persino la paranoia? Questo ampliarsi delle nostre cono~1l'IIZC, revocando la specificit della relazione etiologica, sembre11 hlw sminuire il valore etiologico di queste scene.
Non sono ancora in grado, Signori, di dare una risposta sicura a
,pwi,lo problema. Il numero dei casi da me analizzati non ancora
~,dlwicnte, n lo la variet delle condizioni in essi rilevate. Finora
lao pt:r notato che le ossessioni si rivelano sempre all'analisi come
, .111111f
fate e trastormate autoaccuse per atti di aggressione sessuale
1w//'i11fanzia, come tali, quindi, piu frequenti negli uomini che
11
, 11<
donne, e che negli uomini compaiono piu spesso dell'iste1111
. Ne potrei dunque trarre la conclu sione che il carattere delle
111
r11c infantili - ossia se vennero esperite con piacere o solo passi1111
111
cnte - ha una ben precisa influenza sulla scelta della futura nev,osi, ma non vorrei sottovalutare l'influenza dell'et in cui queste
,11.1oniinfanti li vennero compiute, n altri fattori. La soluzione
1p11 potr essere data solo dalla discussione di altre analisi; quando
p,1 verr appurato quali siano i fattori che determinano la scelta tra
le possibili forme di neuropsicosi da difesa, ecco che di nuovo il prolilc-,nadi quale sia il meccanismo di strutturazione di ogni singola
IIII ma sar di natura puramente psicologica.
So110cosi arrivato al termine di questa mia odierna relazione. Condelle obiezioni e dell'incredulit, desidero dare alla mia posi11011
c il viatico di un solo altro chiarimento. Comunque possiate
1H'<'Og
liere i miei risultati, vorrei pregarvi di non considerarli il
I111
li o di uno studio a buon mercato . Essi si basano su una ricerca
1111
icosa condotta malato per malato, che si protratta, nella maggior
p,11Ie dei casi, per piu di un centinaio di ore di lavoro. Ancor piu
,<10

' ICi avvenne, appunto, nello scritto Le neurop sicosi da difesa (1894).]

' IVc<li lo scritto precedente, p. 312..J

l!.TlO LOGl A ELL'r S TE.RIA

importante della vostra valutazione dei m1e1 risultati per me la


considerazione del procedimento di cui mi sono servito, procedimento del tutto nuovo, difficile da maneggiare e tuttavia insostitui bile ai fini scientifici e terapeutici. chiaro infatti che non possibile contestare validamente i risultati cui perviene questo modificato metodo cli Breuer, se si accantona questo metodo e ci si serve
solo dell'abituale metodo anamnestico. Sarebbe come voler confutare i reperti della tecnica istologica facendo appello alla ricerca
macroscopica. Poich il nuovo metodo d'indagine ci dischiude l'accesso a un nuovo elemento dell'accadere psichico, a ci che rimasto inconscio o, secondo l'espressione cli Breuer, "inammissibile
alla coscienza" ,1 ci ispira la speranza di una nuova e migliore comprensione di tutt i i disturbi psichici fun zionali . Non posso credere
che la psichiatria voglia per molto tempo ancora tratten ersi dal servirsi di questa nuova via alla conoscenza.

[Vedi le consid erazioni teorich e di Breuer negli Studi sull'isteria ( 1892 -9 , ) p. 3/iQ I

SOMMARI

DEI LAVORI SCIENTIFICI

DEL LIBERO DOCENTE DOTTOR SIGMUND

1877-1897

FREUD

S. Freud

Dalla storia di una nevrosi infantile (Caso clinico delluomo dei lupi)
(1914)

In Opere, vol. 7. Boringhieri, Torino 1977

;06

UNA NEVROSI INFANTILE

quell'evento essa si manifest nel modo pm tormentoso. Questa


trasformazione - a quanto si pot accertare con sicurezza - si verific immediatamente prima del quarto compleanno. Grazie a questo
punto di riferimento l'epoca infantile di cui intendiamo occuparci
pu dividersi in due fasi: una prima fase di "cattiveria" e di perversit che va dai tre anni e tre mesi (epoca della seduzione) al compimento del quarto anno, e una seconda piu lung a fase nella quale
prevalgono i sintomi della nevrosi. L'avvenimento che consente
questa separazione non fu un trauma esogeno, ma un sogno da cui
il bambino si risvegli in stato d'angoscia.

4.

IL SOGNO E LA SCENA PRIMARIA 1

Ho gi pubblicato altrove questo sogno per la ricchezza del materiale fiabesco in esso contcnuto. 2 Comincer dunque col riferirlo negli stessi termini :
"Sognai che era notte e mi trovavo nel mio letto (il letto era orientato con i piedi verso 1a finestra e davanti ad essa c'era un filare di
vecchi noci; sapevo ch'era inverno mentre sognavo, e ch'era notte).
Improvvisamente 1a finestra si apri da sola, e io, con grande spavento
vidi che sul grosso noce proprio di fronte aIIa finestra stavano seduti
alcuni lupi bianchi. Erano sei o sette. I lupi erano tutti bianchi e
sembravano piuttosto volpi o cani da pastore, perch avevano -una
lunga coda come le volpi, e Je oreccllie ritte come quelle dei cani
quando stanno attenti a qualcosa. In preda al terrore - evidentemente di esser divorato dai lupi - mi misi a urlare e mi svegliai. La
bambinaia accorse al mio letto per vedere cosa mi fosse successo. Pass
un bel po' di tempo prima che mi convincessi che era stato soltanto
un sogno, tanto naturale e nitida mi era parsa l'immagine della finestra che si apre e dei lupi che stanno seduti sull'albero. Finalmente
mi tranquillizzai, mi sentii come liberato da un pericolo, e mi riaddormentai."
"L'unica azione contenuta nel sogno fu l'aprirsi della finestra, poich i lupi stavano seduti tranquilli e immobili sui rami dell'albero,
a destra e a sinistra del tronco, e mi guardavano. Era come se avessero rivolto su di me tutta la loro attenzione. Credo che questo sia
stat o il mio primo sogno d'angoscia. Avevo tre o quattro anni, cinque
al massimo. Da allora, fino agli undici o dodici anni, ho sempre avuto
paura cli vedere in sogno qualcosa di terribile."
Il giovane aggiunge quindi un disegno dell'albero coi lupi che conferma la sua descrizione (fig. 1). L'analisi del sogno porta alla luce il
materiale seguente .
Egli ha sempre messo in relazione questo sogno con il ricordo della
straordinaria paura provata in quegli anni dell'infanzia per la figura
di un lupo che si trovava in un libro di fiabe. La sorella piu grande,
decisamente superiore a lui, aveva l'abitudine di stuzzicarlo mostran 1 [Vedi oltre, p. 516, n. 2.J
2

Vedi Materiale fiabesco nei sogni (1913) [in questo volume, pp. 197 sgg.].

508

UNA NE VROSI INF ANT ILE

Figura

dogli continuamente con una scusa o con l'altra proprio quella figura,
al che egli, atte rrito, si metteva a urlare. Nella figura il lupo era rappresentato erett o, con un piede proteso, gli artigli sporgenti, le orecchie ritte. Secondo il giovane si trattava cli un'i llustrazione della fiaba
cli Cappuccetto Rosso.
Perch i lupi sono bianchi? Q uesto particolare gli rammenta le pecore, che in grandi greggi si aggiravano nei dintorni della tenuta. Di
tanto in tanto il padre lo conduceva con s a visitare queste greggi
ed egli ne era ogni volta tutto fiero c felice. Piu tard i (a quanto risulta
dalle informazioni raccolte, probabilmente poco prima del sogno)
fra queste pecore scoppi un'epidemia. Il padre fece venire un allievo di Pasteur che vaccin le bestie; ma dopo la vaccinazione ne
morirono piu di prima.
Come hanno fatto i lupi a salire sull'albero? A questo proposito gli
viene in mente una storia che aveva sentit o raccontare dal nonno,
non ricorda piu se prima o dopo il sogno. Tuttavia il contenuto cli
essa depone decisamente a favore della prima ipotes i. Ecco la storia.
Un sarto stava seduto al lavoro nella sua stanza, ed ecco che la finestra si apre e balza dentro un lupo. Il sarto gli scaglia addosso la

4 J SOGNO E SCENA PRIMARIA

509

misura - anzi no ... si corregge il giovane - lo acchiappa per la coda


e gliela strappa, sicch il lupo fugge via terrorizzato. Qualche tempo
dopo il sarto va nel bosco, a un tratto vede avvicinarsi un branco di
lup i e per evitarli cerca rifugio su un albero. I lupi dapp rima non
sanno che fare, ma quello mutilato , che si trova fra loro e vuole
vendicarsi del sarto, propon e ai compagni di montare uno sull'altro
in modo che l'ultimo possa raggiungere il sarto. Lui stesso - un vecchio lupo robusto - far da base alla piramide. I lupi seguono il suo
consiglio ma il sarto ha riconosciuto il visitatore pun ito e a un tratto
grida come quel giorno: "Acchiappate il grigio per la coda!" A questo
ricordo il lupo senza coda scappa via atterrito e tutti gli altri ruzzolano a terra .
In questo racconto compare l'albero sul quale nel sogno i lupi
stanno seduti. Non solo; esso contiene altresi un'allus ione non ambigua al complesso di evirazione. Il vecchio lupo stato dal sarto amputato della coda . Le code volpine dei lupi del sogno sono probabilm ente compensazioni per questa coda mancante.
Perch i lupi sono sei o sette? Sembra che questa domanda non
debba avere risposta finch io non avanzo il dubbio che forse la figura
che gli incuteva tanta paura non si riferiva alla fiaba di Cappuccetto
Rosso. Quest'ultima offre lo spunto soltanto a due illustrazioni - la
scena di Cappuccetto Rosso che incontra il lupo .nel bosco e quella
in cui il lupo giace nel letto con la cuffia della nonna . Quindi dietro
al ricordo di quella figura si cela presumibilmente un'altra fiaba.
Egli scopre ben presto che non pu trattarsi che della storia del
Lupo e i sette capretti. Qui si trova il numero sette, ma anche il sei,
poich il lupo divora soltanto sei capretti mentre il settimo si nasconde nella cassa del pendolo. Anche il colore bianco compare nella
stor ia, perch il lupo si fa infarinare la zampa dal fornaio dopo che
i capretti, alla sua prima visita, l'avevano riconosciuto dalla zampa
grigia. Le due fiabe hanno del resto molti elementi in comune: in
entrambe c' il divorare, la pancia che viene aperta con un taglio,
l'estrazione di coloro che sono stati divorati, la loro sostituzione con
grossi sassi; infine, in entrambe le fiabe il lupo cattivo perisce. Inoltre
nella fiaba dei capretti compare anche l'albero: infatti dopo il pasto
il lupo si sdraia sotto un albero e russa.
Per un motivo particolare dovr occuparmi ancora di questo sogno
in altra sede; e allora ne interpr eter e valuter piu a fondo il significato. E sso infatti il primo sogno d'angoscia che il soggetto ricordi
della sua infanzia e il contenuto di esso,messo in relazione con altri

510

UNA NEVROSI

INFANTILE

sogni che seguirono poco dopo e con alcuni episodi dell'infanzia del
sognatore, presenta un particolarissimo interesse . Qui ci limiteremo
al rapporto fra il sogno e due fiabe che hanno mol t i elementi in
comune, quella di Cappuccetto Rosso e quella del Lupo e i sette
capretti. L'impressione prodotta da queste fiabe si mani fest, nel
piccolo sognatore, in una zoofobia vera e propria che si distingueva da
altri casi analoghi per un un ico fatto : l'animale che suscitava angoscia non era un oggetto facilmente accessibile alla percezione (come
il cavallo, per esempio, o il cane), ma era noto al bambino soltanto
dai racconti e dai libri illustrati.
M i riservo di occuparmi in altra occasione della spiegazione di queste zoofobie e del significato che ad esse va attribuito . Qui anticiper
soltanto che questa spiegazione in perfetta armonia con le principali caratteristiche che la successiva nevrosi del sognatore port alla
luce. La paura del padre era stata la ragione che piu fortemente lo
aveva indotto ad ammalarsi e un attegg iamento ambivalente nei confronti di ogni figura sostitutiva del padre domin d'allora in poi la
sua esistenza non meno che il suo compo rtamento durante la cura.
Se nel caso del mio paziente il lupo altro non era che il primo
sostit uto paterno, c' da domandarsi se la fiaba del lupo che divora
i capretti e quella di Cappuccetto Rosso celassero in s qualcosa di
diverso dalla paur a del padre. 1 Inoltre il padre del mio paziente aveva
la pecu liarit di indulgere nella "sgridata affettuosa", a cui del resto
sono avvezze molte persone nei rapporti coi prop ri figli. E la minaccia scherzosa: "Adesso ti mangio!" sar risuonata probab ilmente
piu di una volta nei primi anni, allorch quel padre - divenuto in
seguito assai severo - usava giocare col figlioletto e vezzeggiarlo.
Una mia paziente mi ha raccontato che i suoi due bambini non
erano mai riusciti a voler bene al nonno poich , giocando affettuo samente, costui soleva spaventarli dicendo che avrebbe tagliato loro
il panc ino .2
Lasciando da parte per il momento ogni possibile anticipazion e
sulle implicazioni del sogno che abbiamo citato, torniamo alla sua
immediata interpretazione. Si tenga presente che il compito di interpretare questo sogno si protrasse per parecchi anni. Il paziente lo
1 Vedi l'ana logia che Otto Rank ha messo in rilievo fra queste due fiabe e il mito cli
Cronos (RANK, Vo lkerpsycl10logiscl1e Parallelen zu den infantilen Sexualtheorien, Zhl.
Psychoanal., voi. 2, 372 e 425, 1912).
2 [Termina qui la citazione da Materiale fiabesco nei sogni (1913) .]

41s oGNO

E SCENA PR _IMARIA

511

aveva riferito in una delle prime fasi dell'anal isi e aveva accettatoquasi subito la mia convinzione che dietro ad esso si celassero le cause
della sua nevrosi infanti le. Nel corso del trattamento t ornammospesso sul sogno, ma solo negli ultimi mesi di cura fu possibile comprenderlo per intero, e ci grazie al lavoro spntaneo del paz iente.
Egli aveva sempre sotto lineato che due particolari del sogno gli avevano fatto maggiore impressione: l'assoluta tranquill it e immobilit
dei lupi, e la concentrata attenzione con cui essi lo fissavano. Trovava
anche notevole il persistente senso di realt che il sogno gli aveva
lasciato .
Prendiamo spunto da quest'ultima osservazione. L'esperienza dell'inte rpretazione onirica ci ha insegnato che questo senso di realt
ha un significato preciso. Esso indic a . che nel mater iale latente del
sogno v' un qualcosa che, nel ricordo del sognatore, avanza pretese
di realt ; ossia che il sogno si riferisce a un avvenimento realmente
accaduto e non meramente fantasticato .1 Naturalmente si pu trattare
solo della realt di qualcosa di ignoto al sognatore; giacch ad esempio la convinz ione che il nonno aveva veramente raccontato la storia
del sarto e del lupo, o che veramente qualcuno gli aveva letto la
fiaba di Cappuccetto Rosso e quella dei sette capretti non avrebbe
mai potuto sostituirsi al persistente senso di realt lasciato dal sogno.
Il sogno sembrava alludere a un avvenime nto la cui realt veniva ad
accent uarsi prop rio per il suo netto contrasto con l'irrealt delle fiabe.
Se dietro al contenuto del sogno era da supporre l'esistenza di una
simile scena sconosciuta, ossia gi dimenticata all'epoca del sogno
stesso, tale scena doveva necessariamente risalire a un'epoca assai remota. Il sognatore aveva detto infatti : "Avevo, quando feci questo
sogno, tre o quattro anni, cinque al massimo ." Noi possiamo aggiungere: e il sogno gli ramment qualche cosa che apparteneva a un'epoca ancora precedente.
I due elementi che colpiscono il paziente nel contenuto manifesto
del sogno (lo sguardo che si fissa con atten zione su di lui e l'assenza
di ogn i movimento) dovrebbero condurci al contenuto di questa
scena. Dobbiamo attender ci naturalmente che questi elementi riproducano il mater iale ignoto della scena con una qualche deformazione, forse addirittura trasformandola nel suo opposto .
D'altra parte, anche dal materiale grezzo fornito dalla prima analisi
del sogno condotta insieme al paziente si potevano trarre diverse
1

[Vedi L'interpr etazione "dei sogni (1899) pp. 342 sg.].

UNA NEVROSI

512

INFANTILE

,conclusioni che ora andavano inserite nel contesto che cercavamo.


Dietro il riferimento all'allevamento di pecore andavano rintracciate
le testimonianze della sua esplorazion e sessuale, che poteva aver trovato soddisfazione in occasione delle visite alle greggi compiute insieme al padre; ma avremmo dovuto trovarvi anche un'allusione alla
paura della morte, dato che buona parte degli animali era gi perita
in seguito all'epidemia. La part e pi vistosa del sogno - i lupi sull'albero - ci aveva condotti direttam ente al racconto del nonno, il
cui elemento piu avvincente e capace di istigare il sogno era costituito quasi certamente dal riferimento al tema dell'evirazione.
Dalla prima e incompleta analisi del sogno avevamo inoltre con. duso che il lupo rappresentava un sostituto del padre; sicch questo
primo sogno d'angoscia metterebbe in luce quella paura del padre
<lestinata, da quel momento in poi, a dominare la vita del paziente.
Va detto che questa conclusione non era ancora vincolant e. Ma proviamo a mettere insieme, come esito di un'analisi provvisoria, quel
che pu essere ricavato dal mater iale fornito dallo stesso sognatore; ai
fini della ricostruzione, ci troveremo grosso modo in possesso dei
segue nti frammenti:
Un avvenimento reale - elle risale a un'epoca assai remota - guardare immobilit - problemi sessuali - evirazione - il padre - qualcosa di terribile.
Un giorno il paziente procede nell'interpreta zione del sogno con la
-seguente osservazione: - Il punto in cui la finestra si apre improvvisamente da s non si spiega completamente riferendolo alla finestra
presso cui siede il sarto e da cui balza dentro il lu po . Esso dovrebbe
-significare: gli occhi si aprono improvvisamente. Ossia: io dormo ,
a un tratto mi sveglio e vedo qualcosa: l'albero coi lupi -. Tutto ci
era ineccepibile ma poteva essere approfondito di piu. Egli si era
-svegliato e aveva visto qualcosa. Il guardare attentamente che nel sogno attribuito ai lupi va piuttosto spostato su di lui. In un punto
essenzia le ha avuto dunque luogo una trasposizione , che peraltro
<lenunziata da un'alt ra trasposizione nel contenuto manifesto del
sogno; 1 anche il fatto che i lupi stiano seduti sull'albero mentre nel
racconto del nonno si trovavano sotto di esso e non riuscivano a sa1irvi su frutto di una trasposizione.
E se anche l'altro elemento sottolineato dal sognatore avesse subito una deformazione per trasposizione o inversione? In questo caso,
1

[Vedi L'interpretazione dei sogni (1899) p. 267.J

4J

SOGNO E SCENA

PRIMAR IA

invece che di immobilit (i lupi stanno seduti tranquillamente, lo


guardano senza muo versi) si tratterebbe di un movimento estremamente violento. Egli si dunque svegliato improvvisamente e si
trovato di fronte a una scena int ensamente movimentata , che ha
osservato con estrema attenzione. Nel primo caso la deformazion e
sarebbe consistita in una permuta tra soggetto e oggetto, tra attivit
e passivit, tra l'e ssere guardato e il guardare; nel secondo caso in una
trasformazione nel contrario: quiete in luogo di movimento.
Un'altra volta, un'associazione improvvisa del paziente consenti
un ulteriore passo innanzi nella comprensione del sogno: "L'albero
l'albero di Natale." Ora poteva dire con certezza che il sogno aveva
avuto luogo poco prima di Natale, nell'atte sa di quella festa . Poich
a Natale ricorreva anch e il suo compleanno, la data del sogn o e delle
trasformazioni da esso originate pot a questo punto esser stabilita
con precisione : subito prima del quarto compleanno. Egli si era dunque addor mentato nell'ans iosa attesa del giorno che avrebbe dovuto
port argli una doppia dose di regali. Sappiamo che in queste circostanze i bamb ini anticipano spesso nel sogno l'appagamento dei loro
desideri. Dunque , in sogno era gi Natale: il contenuto del sogno
gli mostrava le sue stren ne, dall'albero pendevano i regali a lui destinati . Ma i regali si erano trasformati in lupi e il sogno finiva cosi:
gli era venuta paura di esser divorato dal lupo (suo padre, probabilmente ) e aveva cercato rifugio presso la bambinaia. Ci che sappiamo
del suo svilup po sessuale prima del sogno ci consen te di colmare le
lacune di quest'ultimo e di spiegare la trasformazione del soddisfacimento in angoscia. T ra i desideri istigatori del sogno, il piu potente
doveva esser quello del soddisfacimento sessuale che a quell'epoca
egli ambiva ottenere dal padre. L'intensit di questo desiderio riusd
a far rivivere la traccia mnestica d'una scena, da tempo dimenticata,
atta a mostrargli cos'era il soddisfacimento sessuale ottenuto dal padre; e il risultato fu lo spavento, l'orrore davanti all'appagamento di
questo desiderio, la rimozione dell'impulso che con esso si era manifestato , e dunque lo scappar via dal padre verso la meno pericolosa
bambinaia.
L'importanza di questa scadenza natalizia sopravvisse nel presunto
ricordo del paziente secondo cui il suo primo accesso di collera sarebbe stato motivato dall'insoddi sfazione per i regali ric<:!vutiil giorno
di Nata le [vedi p. 494]. Il ricordo era vero e falso al tempo stesso.
Non poteva essere senz'altro vero perch , stando alle ripetute dichia33

514

UNA NEVROSI

INFANTILE

razioni dei genitori, la "cattiveria" del bambino si era gi manifestata


al loro ritorno in autunno, e non a Natale. D'altra parte per questo
ricordo serbava la connessione essenziale tra l'in soddisfazione amorosa, la collera e il Natale.
Ma quale immagine venne a evocare il notturno anelito sessuale
del bambino, quale immagine fu capace di distoglierlo con tanta
violenza dall'appagamento agognato del suo desiderio? Stando al materiale dell'analisi quest'immagine doveva rispondere a un certo requisito: corroborare il suo convincimento dell'esistenza dell 'evirazione.
La paura dell'evirazione sarebbe divenuta poi la forza motrice della
trasmutazione degli affetti.
Eccomi giunto a un punto in cui debbo abbandonare l'appoggio
fornitomi sinora dal corso dell 'analisi. Temo che sia anche il punto
in cui il lettore mi ritirer il suo credito.
L'immagine riattivata quella notte nel caos delle tracce mnest ich e
inconsce la scena di un coito tra i genitori, avvenuto in condizioni
piuttosto insolite e particolarmente favorevoli all'osservazione. Tutti
i quesiti connessi a questa scena poterono gradualmente ottenere
risposta poich quel primo sogno torn, nel corso della cura, in innumervli varianti e riedizioni di cui l'analisi forni il chiarimento
richiesto. Fu possibile cosi accertare innanzitutto l'et del bambino
all'epoca dell'avvenimento : egli aveva circa un anno e mezzo .1- A quell'et soffriva di una forma malarica i cui accessi si ripetevano quotidianamente a una certa ora. 2 A partire dai dieci anni il paziente and
periodicamente soggetto a stati d'animo depress ivi che iniziavano nel
primo pomeriggio e raggiungevano l'acme verso le cinque; tale sintomo sussist~va ancora all'epoca del trattamento analit ico. La depressione ricorrente sostituiva gli accessi di febbre o di spossatezza di
quella preced ente et; e le cinque del pomeriggio rappresentavano
o l'ora dell'acme febbrile di allora, o quella dell'osservazione del
coito, a meno che le due ore non avessero coinciso. 3 Probabilmente
proprio a causa della sua malattia il bimbo si trovava nella camera
dei genitori. Questa malattia, la cui esistenza confermata dalla diretta tradizione familiare , ci permette di situare l'evento nell 'estate,
1 Si pot eva pen sare anche ali' et di sei mesi, ma l'ipotesi era assai meno verosimile dell'altra, anzi a malapena sostenibile .
2
Vedi le metamorfosi che qu esto fattore ha subito in seguito, nel corso della nevrosi
ossessiva. Nei sogni fatt i durante la cura esso veniva sostituito da un fort e vento. [Aggiunta del 1924:] Aria= Luft [aria in tedesco. Mal-aria= cattiva aria].
3 Si rilevi in connessione con ci che nel disegno del paziente appaiono soltanto
cinqu e lupi, nono stant e il testo del sogno ne menzioni sei o sette.

41SOGNO

E SCENA

PRIMARIA

e quindi di attribuire al bambino (nato il giorno di Natale) l'et di


n+d anni .1
Dunque il bambino aveva dormito, nel suo lettino, nella camera
dei genitori e si era svegliato durante il pomeriggio , probabilmente a
causa della febbre che aumentava; e forse prop rio alle cinque , l'ora
che contraddistinguer in seguito la sua depressione . Concorda con
la nostra ipot esi che si trattasse di un caldo giorno d'es tate se sup poniamo che i genitori, semisvestiti, 2 si fossero rit irati in camera per
un sonnellino pomeridiano . Al suo risveglio il bambino assistette a
un coitus a tergo ripet uto tre volte, 3 riusci a vedere sia l'orga no genital e di sua madre sia il membro del padre e comprese il processo
nonch il suo significato. 4 Alla fine disturb il rapporto sessuale dei
genitori in un modo di cui diremo pi avanti [pp. 553sg.].
In fondo non v' nulla di straordinario, nulla che appaia frutto
di un'immaginazion e smodata se in una calda giornata estiva una
coppia giovane, sposata da pochi anni, conclude con atti amorosi un
sonnellino pom eridiano senza preoccuparsi della presenza di un figlioletto di un anno e mezzo , addormentato nel suo lettino . Penso
anzi che si tratti di un fatto assolutamente banale e comune, n la
po sizione in cui - stando alle nostre deduzioni - si era svolto il coito
cambia qu esta valutazione; tanto pi, poi, che dal nostro materiale
documentario non risulta affatto che il coito fosse stato effettuato
tutte e tre le volte a tergo. Una volta sola sarebbe stata sufficiente
per dar modo al bambi no di compiere quelle osservazioni che un
altro atteggiamento dei due amanti avrebbe reso piu difficili o impossibili . Il contenuto della scena stessa non pu essere quindi un
argomento contro la sua attendibi lit. Il sospetto di inverosimiglianza
si accentrer piuttosto su tre altri punti . I n primo luogo se un bimbo
della tenera et di un anno e mezzo sia in grado di accogliere le percezioni relative a un processo cosi complicato e di serbarle tanto
1
[n + t sarebbe forse piu chiaro. Poich 6 mesi la d istanza che intercorre fra la dat a
-di nascita del paziente e l'esta te, all'epoca del trauma egli doveva avere o anni+6 mesi o
1 anno+6
mesi o 2 anni+6 mesi e cosi via. Tuttavia l'et di o anni+6 mesi gi stata
2 Con addosso biancheria intima : i lupi bianchi .
esclusa da Freud a p. 514, n. 1.]
3
Perch tre volte? Un giorno il paziente sostenne inopinatamente che questo particolare
era stato accertato da me, grazie all'interpretazione. Ma non era affatto cosi. Si trattava di
una sua associazione spontanea, sottrattas i a ulteriore riflessione critica; come era sua
abitudine, il paziente me l' aveva at tribuita per conferirle, con questa proiezion e, un'att endibilit maggior e.
4
Int en do dire che lo comprese all'epoca del sogno, a quattro anni, non al mom ento dell'osservazione. In altre parole, a un anno e mezzo egli raccolse impress ioni la cui comprensione differita fu poi resa p ossibile dal suo sviluppo, dall'eccita mento sessuale e
dall'esp lorazion e sessuale infantile.

516

UNA NEVROSIINFANTILE

fedelmente nel suo inconscio. In secondo luogo se un 'elaborazione


differita delle impressioni cosi ricevute possa prodursi e spingersi
sino alla comprensione all'et di quattro anni. Infine se esista un
procedimento capace di render coscienti, in modo coerente e persuasivo, i particolari di una scena del genere, vissuta e compresa in quelle
circostanze. 1
Piu avanti vaglier accuratamente queste e altre perplessit. Per ora
assicuro il lettore che il mio atteggiamento di fronte all'opportunit
di ammettere l'osservazione sudd etta da part e del bambino non
meno" critico del suo, e lo prego quindi di unirsi a me nel prestar
fede provvisoriamente alla realt di questa scena. Procederemo in
primo luogo con l'esame dei rapporti tra questa "scena primaria '',2
e il sogno del nostro paziente, i suoi sintomi e le vicende ulteriori
della sua vita; in particolare cercheremo di indi viduare quali effetti
siano derivati dal contenuto essenziale di questa scena e da una
delle impressioni visive ricevute dal bambino.
M i riferisco con ci alle posizioni viste assumere dai genitori,
l'uomo eretto e la donna prona come un animale. Abb iamo gi sentito [pp. 507 sg.] che all'epoca dell'angoscia del bambino , sua sorella
soleva spaventarlo con l'illustrazione di un libro di fiabe che mostrava
un lupo in posizione eretta, con un piede proteso, gli artigli sporgenti, le orecchie ritte . Durante la cura il paziente frug instancabilmente i negozi di libri usati finch non ebbe ritrovato il libro di
fiabe illustrate della sua infanzia ; riconobbe cosi il suo spauracchio
in una figura che illustrava la fiaba del Lupo e i sette capretti. Egli
riteneva che la posizione del lupo avesse potuto rammentargli la posizione assunta dal padre durante la scena primaria che era stata costruita. Comunque sia, la figura era servita da punto di partenza per
alt re man ifestazioni d'angoscia. Un giorno, all'epoca del suo settimo
o ottavo anno, avendo saputo che l'indomani sarebbe arrivato un
nuovo precettore , egli lo aveva sognato la notte stessa sotto forma di

41SOGNOE

un leon e che, nella stessa posizione del lupo della figura, si avvicinava
al suo letto ruggendo selvaggiamente; e si era anche allora svegliato
in preda all'angoscia. A quell'epoca la fobia dei lupi era gi superata;
egli era quindi libero di scegliersi un altro animale come fonte d'angoscia; riconobbe comunque nel precettore di questo sogno piu tardo
una figura sostitutiva del padre. Negli ultimi anni dell'infanzia tutti
i suoi insegnanti assunsero parim enti una funzione paterna e furono
rivestiti , nel bene e nel male, di un influsso paterno.
La sorte gli forni una singolare occasione di ravvivare durante gli
anni del ginnasio la sua fobia dei lupi, e di rendere la relazione su
cui si fondava la fobia stessa foriera di gravi inibizioni . Il professore
di latino della sua classe si chiamava Wolt. 1 Fin dall'inizio si era
sentito intimidito di fronte a costui che un giorno lo redargui severamente per uno stupido errore commesso in una versione latina; da
quel momento in poi non pot piu liberarsi da una paura paralizzante che lo prendeva al cospetto di questo professore, e che presto
si estese ad altri insegnanti. Ma anche l'elemento che aveva occasionato lo strafalcione nella traduzione non era insignificante. Egli doveva tradurre la parola latina filius, e per farlo si era servito del francese fils invece che del corrispondente vocabolo della sua madrelingua.
'Il lupo continuava dunque ad essere suo padre. 2
Il primo "sintomo passeggero '',3 manifestato dal paziente durante
il trattamento si ricolleg nuovamente alla fobia dei lupi e alla fiaba
dei sette caprett i. Nella camera in cui si svolsero le prime sedute
v'era un grande orologio a muro dirimpetto al paziente, che stava
sdraiato sul divano volgendomi le spalle. Notai che di tanto in tanto
egli girava il volto verso di me, mi guardava molto amichevolmente
come per rabbonirm i, poi andava con lo sguardo da me all'orologio.
Pensai allora che il paziente testimoniasse cosi la sua ansia che l'ora
finisse. Molto tempo dopo egli mi ramment questo suo modo di
1

(In tedesco Wolf = lupo .]


Dopo la sgridata ricevuta dal pro fessore-lupo, il ragazzo seppe che, a parere di tutti
i suoi compagni, costu i si aspettava del... denaro da lui per essere rabbonito. Su questo
aspetto della cosa torneremo piu avanti (pp. 546 sgg.]. Mi rendo conto che facliter ebbe
assai una concez ione razionalistica di questa storia infantil .e poter supporre che tutta la
paura del lupo fosse originata in realt dall'ins egnante omonimo, che essa fosse stata
poi proiettata all'indietro nell 'infanzia e avesse, appoggiandosi sull'illustrazion.e del libro
di fiabe, originato la fantasia d ella scena primaria. Ma quest'ipotesi insostenibil e; la priorit cronolog ica della fobia dei lupi e la sua assegnazione agli anni infantili trascorsi
nella prima tenuta sono stabilite con certezza assoluta. Che dire poi del sogno comp iut o
a quattro anni?
3 Vedi S. FERENCZ
I, Ober passagere Symptombildungen wiihrend der Analyse, Zbl. Psychoanal., voi. 2, 588 sgg. (1912).
2

' Non si pu aggirare la prima difficolt supponendo che il bambino avesse u.n anno di
pit'.1, ossia due anni e mezzo, et in cu i probabi lmente ern capace d1 pa!lare cluarament c.
Per il mio paziente questo spostamento di data escluso m modo quasi. ass~luto da t.utte
le circostanze collaterali del caso. Del resto si noti che la scoperta d1 s1m1h scene d1 osservazione del coito dei genitori tutt'altro che rara nell'analisi. E loro condizione proprio che si producano nella prima infanzia; difatti, quanto piu grande il bamb:no'.
tanto piu accuratamente i genitori di un certo livello sociale gli precludono le occas,0111
di una simile osservazione.
2 [Urszene. probabilmente la prima volta in cui il te'.min e compar e .in uno scritto
destinato alla pubblicazione. Tuttavi a gi nella lettera a Fh ess del 2 magg,o 1897 Fr eud
Io aveva usato in un senso pressoch analogo.]

SCENAPRIMARIA

UNA NEVROSI

INFANTILE

gestire e me ne forni la spiegazione ricordando che il piu piccolo dei


sette capretti si era nascosto nella cassa dell'orologio a muro mentre
i sei fratelli venivano divorati dal lupo. Dunque, era come se il
paziente avesse voluto dire: - Sii buono con me; debbo avere paura
di te? mi vuoi divorare? debbo nascondermi nella cassa dell'orologio ,
come il piu piccolo dei capretti?
Il lupo temuto dal paziente era indubbiament e il padre, ma la sua
paura del lupo era subordinata alla condizione che l'animale fosse
rappresentato in posizione eretta. Egli rcordava con assoluta certezza di non esser stato intimorito dalla figura del lupo che cammina
a quattro zampe o che giace nel letto come nella fiaba di Cappuccett o Rosso. Altrettanto significativa era la posizione che, secondo la
nostra costruzione della scena primaria, egli aveva visto assumere
dalla donna; questo significato per restava limitato alla sfera sessuale. Le manifestazioni piu appariscenti della sua vita amorosa dopo
la maturit consistevano in accessi di innamoramento sensuale ossessivo per questa o quella donna; essi si producevano e scomparivano
in enigmatica successione, svilup pavano in lu i un'enorme energia
anche in periodi di inibizione marcata e si sottraeva no comp letamente al suo con troll o. In virtu di una connessione particolarmente
preziosa sono costretto a dilazionare la valutazione approfondita di
questi stati amorosi di tipo ossessivo [vedi oltre pp. 565 sg.]; posso tuttavia gi dichiarare che essi erano soggetti a un a determinata condizione, celata alla coscienza del paziente e che fu possibile identificare
solo nel corso della cura. La donna doveva aver assunto la posizione che
abbiamo attribuito alla madre nella scena primaria . Dall'epoca della
sua pubert il paziente vedeva nelle natiche grosse e prominenti la
principale attrattiva della donna; il coito che non fosse a tergo non
gli procurava quasi alcun godimento. Si obietter giustamente che
la predilezione sessuale per le parti posteriori del corpo costituisce
una caratteristica generale delle persone inclini alla nevrosi ossessiva,
e ch 'essa non basta a renderne legittima la derivazione da una particolare impre ssione dell'infanzia. Tale predilezione sarebbe parte di qu el
tutto che configura la disposiz ione erotico-anale e ne costit uirebbe
anzi uno dei tratti arcaici caratterizzanti. In effetti , l'accoppiam ento
da dietro, more ferarum, pu considerarsi la pi antica forma di copulazione dal punto di vista filogenetico. Anche su questo punto ritorn eremo in seguito, quando avremo messo in luce il materiale su
cui si basa la condizione in conscia alla quale soggetto lo stato di
innamor amento del paziente. [Ved i pp. 531 e 565 sg.]

4 J SOGNO E SCENA PRIMARIA

Proseguiamo ora l'esame dei rapporti tra sogno e scena primaria.


Ci saremmo potuti att endere che il sogno presentasse al bambino
- felice all'idea che il Nata le app agher i suoi desider i - quell'immagine di soddisfacimento sessuale ad opera del padre che egli aveva
osservato nella scena primaria; tale scena era infatti il prototipo del
soddisfacimento che il bambino bramava ottenere dal padre. Al posto
di questa immagine, appare invece il materiale della stor ia che il
nonno aveva raccontato poco prima: l'albero, i lupi , la mancanza di
coda (nella forma sovracompensata delle folte code dei presunti
lupi). Not iamo la mancanza cli un nesso, di un ponte associativo che
condu ca dal contenuto della scena prim aria a quello della storia dei
lupi. Anche qu esta volta il collegamento ci dato dalla posizione,
e solo da questa. Nel racconto del nonno il lupo senza coda invita
gli altri a montargli sopra. Attraverso questo dettaglio si dest il ricordo visivo della scena primaria; per questa via il materiale di tale
scena pot venir rapp resentato dalla stor ia dei lupi . Al tempo stesso,
i due genitori furono sostituiti, come il bambino desiderava, da piu
lupi. Il contenuto del sogno subi un'ul teriore trasformazion e: il materiale della storia dei lupi si adatt al conten uto della fiaba dei
sette caprett i desumendone il numero sette .1
Il modo in cui si trasforma il material e (scena primaria - storia dei
lupi - fiaba dei sette capretti ) rispecchia l' evoluzione dei pensieri del
sognatore durante la formazione del sogno: anelito al soddi sfacimento sessuale ad opera del padre - comprens ione che l'evirazione
ne costituisce una condizione - paura del padre . Soltanto ora, a mio
avviso, la spiegazione del sogno d'ango scia del bambino quattrenne
pu considerarsi esaurientemente compiuta. 2
Dopo quanto stato detto finora, possiarno soffermarci brevemente
1 Il sogno dice "s ei o sette". Sei il numero dei. figliolini divorati , il set timo si salva
rifugiandosi nella cassa del pendo lo. stretta norma dell'interpretazione on irica che ogni
dettag lio trovi la sua spiegazione.
2 Ora che sono riuscito a comp iere la sintesi di questo sogno, cercher di esporre breve,
ment e i rapporti tra il cont enuto manifesto e i pensieri on irici latenti . [Vedi la sint esi del
primo sogno nel caso clinico di Dora (1901) pp. 373 sgg.J
Era notte e mi trovavo nel mio letto. Il secondo periodo riproduce l'esordio della scena
primaria. "Era nott e " una deformazione per "a vevo dorm ito". L'osservazione : "S apevo
ch' era inverno mentre sognavo, e ch'era notte" si riferisce al ricordo che il soggetto ha
del sogno, non gi al contenuto di questo. Tale osservazione esatt a; era un a delle notti
precedenti il giorno del suo compleanno, che coincid eva col giorno di Natale.
Imp rovvisament e la finestra si apri da sola. Da tradur re: "I mprovvisamente mi svegliai
da solo", ricordo della scena primaria. L'influenza della storia dei lup i (il lup o che balza
dent ro dalla finestra) si afferma arrecando una modifica e trasformando in espressione figurata l'es pressione diretta. Al t empo stesso l'int rodu zione dell'element o finestra serve a
collegare al presente l'ulteriore conten uto del sogno. La sera di Natale la port a si apre im-

520

UNA NEVROSI

INFANT ILE

suI'azione patogena della scena prim aria e sulle alterazioni che la


sua reviviscenza ha provocato nello sviluppo sessuale del pazient e. Di
questi effetti , esamineremo soltanto quelli che trovano espressione
provvisamente e appare l'albero con i doni. Si afferma in tal modo l'influsso dell'attesa
attu ale del Natale, che includ e il deside rio del soddisfaciment o sessuale.
Il -grosso noce. Rappr esenta l'alb ero di Natale, cio un elemen to attu ale; ma anche l'albero d ella stor ia dei lupi, sul quale si rifugia il sarto inseguito e ai cui piedi stann o in
agguato i lupi. A quanto ho costatato piu volt e, l'alto albero anche un simb olo d el
guardare, del voyeurismo. Stando sedut i su un albero. si pu vedere quel ch e succede sotto,
senza essere visti. Confronta la nota novella del Boccaccio (giornata settima, 1x] e analoghe
facezie.
I lupi. Il loro numero, sei o sette. La storia dei lupi parla di nn branco, senza indicare il
numero. La pr ecisazione nel sogno mostra l'influ sso della fiaba dei sette capretti, di cui sei
vengono divorati. La sostituz ione del num ero due della scena primar ia (i genitor i) con una
plurali t che nella scena primaria sarebb e stata assurda, consona alla resistenza come
mezzo di deformazione. Nel disegno che illustra il sogno il sognatore port a a espressione il
num ero cinque , int eso presumi bilmente a ret tificare l'indi C'dZ
ione " era notte" .
Stanno sed uti sull'albero. Sost ituiscono in primo luo go i regali che pendono dall 'albero
di Natale. Ma sono altresi collocati sull'albe ro perch ci pu significare che guardano.
Nella storia del nonno sono raggruppati sotto l' albero; dunque nel sogno il loro rapport o
con l'a lbero invertito , dond e pu desumersi ch e il sogno presenti anche altr e inversioni
del materiale latente.
Lo guardano con concentrata attenzione. Il part icolare proviene decisame nte dalla scena
prim aria ed entrato nel sogno a prezzo di un capovolgimento tot ale.
Sono tutti bianchi. Questo tratto in s non essenziale ma fortemente sottoline ato nel
resoconto del sognatore deve la sua int ensit a un'amp ia fusione di element i desunti da
tutti gli strati del materiale e combina detta gli secondari delle alt re fonti del sogno con un
frammento piu significativo della scena primaria. Quest'ult ima determi nazione risale indubbiamente al bianco del letto e degli indumen ti intimi dei gen itori; ad esso si aggiunga il
bianco delle greggi di pecore e dei cani da pastore (allusione all'esploraz ione sessuale condotta dal bambin o sugli animali), il bian co della fiaba dei sette capretti, in cui la capra madre viene riconosciuta dalla zampetta bian ca. Vedremo piu oltre che la bianch eria candid a
contiene altres{ un'allusione alla morte. [Per la verit un richiamo evidente a questo te ma
non rintra cciabile. Freud si riferisce forse all'episodio del sudario (vFdi oltre p. 571).)
Stanno seduti immobili. Ci cont raddi ce l' elemento piu rilevante della scena osservata:
l'intenso movimento che medi ant e la posizione a cui d luogo stabi lisce il collegament o tra
scena prim aria e storia dei lup i.
Hanno code conic le volpi. Ci inte so a contraddi re una conclusione ch e il bamb ino ha
ricavato dalla ripercussione della scena primaria sulla storia dei lupi; tale conclusione va
considerata il risultato piu important e dell'esp lorazione sessuale: l' evirazione dunque
una realt. Il terrore con cui accolto questo risultato dell'indagine si apre alla fine una
strada nel sogno e ne provoca la conclu sione .
La paura di essere divorato dai lupi. Al sognatore questa paura non sembrava motivata
dal contenuto del sogno. Riteneva che non avrebbe dovuto intimo rirsi, giacch i lupi avevano piuttosto l'aspetto di volpi o di can i e non si avventavano su di lui come per morderlo, ma erano anzi tranquillissimi e niente affatto terrib ili. Notiamo che il lavoro onirico
si per un certo tempo sforzato di rendere inoffensivi gli elemen ti penos i medi an te trasfor.
mazioni in senso contrari o (i lupi non si muovono, hann o bellissime cod e). Ma alla fine
l'esp edient e fallisce e la paura esplod e. Essa trova modo di espr imersi grazie alla fiab1 in
cui i caprett i-bambini vengono divorati dal lupo-padr e. t anche possibile che questo contenuto fiabesco abbia ricord ato al bambin o min acce sch erzose fattegli dal padre mentre
giocava con lui, talch la paura di esser divorato dal l upo pu essere sia una reminiscenza sia un elemento sostitutivo dovuto a spostamento .
I de sideri che motivano questo sogno sono palesi. Al desiderio diurno di superficie che
sia gi arrivato il Natale coi suoi don i (sogno d 'imp azienza), si aggiunge il desiderio profondo, e a quell'epoca permanente, di otte nere dal pad re il soddisfacimen to sessuale : desiderio subito sostituito da quello di rivedere la scena che tanto lo aveva avvinto. Appagato

41SOGNO

E SCENA PRIMAR IA

521

nel sogno. Piu avanti dovremo costatare che dalla scena primaria
non scaturi una sola ma tutta un a serie di correnti sessuali: un verosminuzzamento della libido. Inoltre rileveremo che la riattivazione
di questa scena (evito di proposito la parola "ricordo") ebbe lo stesso
effetto che avrebb e avuto un avvenimen to recente . La scena, a effetto
ritardato, non perdette nulla della sua freschezza nell'intervallo di et
tra l'anno e m ezzo e i quattro anni. Forse in ci che segue troveremo
perfino motivo di supporre che essa esercit dete rmin ati effetti gi
all'epoca in cui fu percep ita, cio a partire dall'et di un anno e mezzo .
Quando il paziente si addentr profondamente nella situa zione
della scena primaria , ne eme rsero i seguent i elementi che derivavano
dalla sua percezion e di s: sostenn e di avere creduto a tutta prima
che l'atto di cui era stato t estimon e fosse un atto di vio1enza;1 poi
per, siccome l'espressione di gioia che aveva visto dipingersi sul
volto della madr e non si accordava con questa supposizione, aveva
dovuto riconoscere che da questo atto si ricava una soddisfazione_?
La novit essenziale arrecatagli dalla visione dell'accoppiamento dei
questo desiderio mediant e l'evocazione della scena primaria, il processo psichico cont inua
a svolgersi fino al ripudi o del desiderio e alla rimozione di esso - resisi ora inevit abili.
L'ampiezza e la ricchezza di particolari di quest'esposizione . deri vano dall'int ento di
offrire al lettor e qualc osa ch e sia paragonabile alla forza probante dell'analisi condotta su
s med esimi. Ci d'altra parte pot rebbe scoraggiarlo dalla pr etesa che si pubbli chino i resoconti di analisi protratte si per piu anni.
1
[Vedi a questo proposito le precedenti dichi arazioni di Freud in Teorie sessuali dei
bambini (1908) pp. 460 sg.]
2 Di questa dichiarazione del paziente possiamo forse render ragione piu facilmente se
supponiamo che la pri ma volta egli abbia osservato un coito in posizione normale, che
certamen te suscita l'imp ressione di tin atto sadico; successivamen te la posizione sarebbe
sta ta cambiata, dand ogli l' opportunit di compi ere altre osservazioni e di formarsi altri
giudizi . Peraltro quest'ipotesi non confermata , n mi sembra indispensabil e . Non b isogna
dimenticare la situ azione reale a cui soggetta l'espo sizione riassuntiva del te sto; l'a nalizzato, che ha oltre venticinque anni, presta alle impressioni e agli impu lsi dei suoi quattro
anni parole che a quell'et non avrebbe mai saputo trornre. Se non si tien conto di questa
circostanza, pu ap parire com ico e incredibi le che un bambino di quattro ann i sia capace
di giudizi cosi pertinenti e di pensieri cosi dott i. Anche in questo caso, ci troviamo semp licemente di fronte a un effetto ritardato. un anno e mezzo il bambino ricev un'imp ressione a cui non pu reagire adeguatamente; solo a quattro anni, rianimando questa impressione , la intende e ne colpit o; e solo due decenni dopo, nel corso dell'an alisi, riesce
a comp rend ere appien o, grazie a un processo mentale cosciente, quel che allora era avvenut o
in lui. Comprens ibilmente l'analizzato trascura le tre fasi temporali e inn esta il suo Io
attuale nella situazione verificatasi tanto tempo prima. Noi lo seguiamo in questo procedimento, giacch se l' autoosservazione e l' interpr etazione sono corrette esse dovranno portare
agli stessi risultati che si avrebbero se si pote~se trascurare la distanza tra la seconda e la
terza fase temporal e. Inoltre, non disponiamo di alcun mezzo diverso da que sto per descrivere i processi avvenu ti nella seconda fase. [Sulla questione dell' " azione differita " d i im
trauma - d i cui Freud si occup fin dai temp i del Progetto di una psicologia (1895}
p. 256 - , vedi la nota 1 a p. 311 delle N uove osservazioni sulle neurop sicosi da difesa
(1896). Tuttavia nelle prime enu n ciazioni di questa teoria gli effetti della scena primaria
erano differiti almeno fino all'epoca della pubert, n Freud aveva mai sup posto che la
scena pr imar ia stessa potesse risalire a un:epoca cos{ anti ca come in questo caso.]

UNA NEVROSI

INFANTILE

suoi genitori fu il convincimento della realt dell'evirazione della cui


possibilit egli si era gi occupato in precedenza (di fronte alla visione
<lelle due bambine in atto di mingere, alla minaccia della nanja,
all'interpretazione che la governante aveva dato dei bastoncini di
zucchero, al ricordo del serpente fatto a pezzi dal padre). Ora, egli
vedeva coi propri occhi la "ferita" di cui gli aveva parlato la nanja
e capiva che la presenza di essa costituiva una condizione necessaria
per avere rapporti col padre. Non poteva piu confondere questa ferita
con il "pop", come quando [vedi p. 52] aveva osservato le due
bimbette.'
Il sogno si concluse con una sensazione di angoscia che spari soltanto quando il bambino ebbe vicino a s la sua nanja. Egli era dunque corso da lei per sfuggire al padre. L'angoscia costituiva un
ripudio del desiderio di ottenere dal padre il soddisfacime nto sessuale, del desiderio cio che aveva ispirato il sogno. L'espressione di
questa angoscia, "la paura di esser divorato dal lupo", era soltanto
una trasposizione (regressiva, come vedremo) del desiderio di esser
posseduto carnalmente dal padre, ossia di esser sodd isfatto da lui
come la madre. La sua meta sessuale ultima , l'atteggiamento passivo
verso il padre, era incorsa nella rimozione e al suo posto era comparsa
la paura del padre sotto forma di fobia dei lupi.
E la forza motrice di questa rimozione? L'insieme delle circostanze
ci porta a ravvisarla con certezza nella libido genitale narcisistica;
quest'ultima, poich provvede alla salvaguardia del membro virile,
si ribellava contro una forma di soddisfaciment o che sembrava necessariamente comportare la rinuncia al membro stesso. Dal suo
narcisismo minacciato il bambino trasse dunque la virilit con cui si
difese dall'atteggiamento passivo verso il padre.
Ci rendiamo conto che a questo punto dell'esposizione occorre
cambiare terminologia. Con il sogno il bambino attinse un nuovo
stadio di organizzazione sessuale. Fino ad allora, i contrari sessuali
erano stati per lui l'attivo e il passivo. Dall'epoca della seduzione la
sua meta sessuale era stata passiva e consisteva nel farsi toccare i genitali; in virt della regressione allo stadio precedente sadico-anale, essa
si trasform poi nella meta masochistica di essere battuto e punito.
Raggiungere questa meta con un maschio o con una femmina gli era
indifferente. Senza curarsi della differenza di sesso era passato dalla
nanja al padre; aveva preteso dalla prima che gli toccasse il membro ,
1 Trattando dell'erotismo anale del paziente, vedremo in che modo egli ebb e a sviluppare ulteriorm ente questa parte del problema [vedi oltre pp. 551 sgg.J.

41SOGNO

E SCENA PRIMARIA

provoc il secondo per riceverne le percosse. In questa fase i genitali


non entravano piu in questione, sebbene il nesso con questi, dissimulato dalla regressione, comparisse ancora nella fantasia di esser picchiato sul pene. Ed ecco che la riattivazione onirica della scena primaria ricondusse il paziente all'organizzazione genitale. Scopri la
vagina e il significato biologico della mascolinit e della femminilit.
Comprese che attivo equ ivale a maschio, passivo a femmina. Dunque, la sua meta sessuale passiva avrebbe dovuto trasformarsi a
qu esto punto in senso femm inile ed esprimersi nell'idea di esser
posseduto carnalmente dal padre, anzich in quella di essere picchiato da lui sul pene o sul sedere. Ma questa meta femminile soggiacque alla rimozione e fu costretta a farsi sostituire dalla paura
del lupo .
A questo punto dobbiamo sospende re l'esame dello sviluppo sessuale del paziente in attesa di trarre dalle successive fasi della sua
storia nuovi elementi che gettino luce su questo stadio pi antico . Per
la comprensione della fobia dei lupi aggiunger soltanto che sia il
padre sia la madre si trasformarono in lup i. La mad re assunse il ruolo
del lupo evirato che invita gli altri a montargli sopra, il padre del
lupo che monta. Ma il paziente ci assicur di aver avuto paura solo
del lupo eretto, ossia del padre . Ci colpisce inoltre il fatto che il terrore con cui si era concluso il sogno trovava un modello nel racconto
del nonno. Il lupo evirato, che ha invitato gli altri a montargli sopra,
colto dal terrore non appena gli viene ricordata la sua mancanza di
coda. Sembra dunque che nel corso del sogno il bambino si sia identificato con la madre evirata e abbia lottato contro quest'identificazione. Quasi si fosse detto: "Se vuoi esser soddisfatto dal pap, devi
accettare l'evirazione come la mamma. Ma a questo io mi oppongo."
Siamo insomma di fronte a una chiara protesta da parte della sua
virilit! Occorre peraltro tener presente che l'evoluzione sessuale di
questo caso ha, dal punto di vista della nostra indagine , il grande
svantaggio di aver subito dei perturbamenti. Tale evoluzione, dapprima influenzata in modo decisivo dalla seduzione, fu poi fuorviata
dalla scena dell'osservazione del coito, la quale, in virt del suo effetto ritardato, agi come una seconda seduzione.'
1
[Otto Rank ha tentato - parecchi anni dopo la pubblicazione di questo caso - di
servirsi del sogno dei lupi in appoggio alle proprie analisi sul fenomen o della traslazione
(Teclmik der Psychoanalyse I. Die analytische Situation, Vienna 1926). Sandor Ferenczi ha
criticato le argomentazioni di Rank citando il testo di una lettera dello stesso "nomo
dei lupi" che Freud gli aveva messo a disposizione (Zur Kritik der Rankschen "Technik
der Psychoanalyse", Int. Z. Psychoanal., voi. 13, 1, 1927 ).)

;I OS S ERV AZIONI
5.

ALCUNE OSSERVAZIONI POLEMICHE

stato detto che l'orso polare e la balena non possono farsi guerra
perch, confinati ognuno nel proprio elemento, non s'incontrano
mai . Parimenti impossibile per me discutere con quegli psicologi
o specialisti in malattie nervose che non acettano le premesse della
psicoanalisi e ne ritengono artefatti i risultati. Ma accanto al rifiuto
di costoro si sviluppata in questi ultimi anni l'opposizione di un 'altra specie di studiosi, i quali, alm eno a loro dire, restano sul terreno
dell'analisi, non ne contestano la tecnica e i risultati, ma solo si ritengono autorizzati a trarre da questo stesso materiale conclusioni
diverse e a inquadrarlo in concezioni differenti.
Le controversie teoriche sono generalmente sterili. Quando si comincia ad allontanarsi dal materiale al quale si dovrebbe atting ere
si corre il rischio di inebriarsi delle proprie affermazion i e di approdare a conclusioni che ogni osservazione empirica avrebbe potuto
confutare. Mi sembra perci di gran lunga piu opportuno combattere le opinioni che divergono dalle nostre verificandone l'attendibilit
su casi e problemi singoli.
Ho gi dichiarato (vedi pp. 515 sg.) che le perplessit si sarebbero
accentrate soprattutto sui seguenti punti:" In primo luogo se un bimbo
della tenera et di un anno e mezzo sia in grado di accogliere le percezioni relative a un processo cosi complicato e di serbarle tanto
fedelmente nel suo inconscio. In secondo luogo se l'elaborazione differita delle impressioni cosi ricevute possa prodursi e spingersi sino
alla comprensione all'et di quattro anni. Infine, se esista un procedimento capace di render coscienti, in modo coerente e persuasivo,
i particolari di una scena del genere, vissuta e compresa in quelle
circostanze."
L'ultima una pura questione di fatto. Chi, avvalendosi della tecnica prescritta, si dia la pena di spingere l'analisi a simili profondit
si convincer che la cosa possibilissima . Chi invece non si d questa pena e interrompe l'analisi a uno strato piu superficiale, perde il
diritto di formarsi un'opinione in proposito. Con ci tuttavia non si
risolve la questione di come vadano concepite le acquisizioni dell'anal isi del profondo.
Gli altri due dubbi si basano su una sottovalutazione delle impres-

POLEMICHE

sioni della prima infanzia, non ritenu te suscettib ili di effetti cosi
durevoli. Chi si fa interprete di questi dubbi sostiene che l'etiologia
delle nevrosi va ricercata quasi esclusivamente nei gravi conflitti della
vita ulteriore, e pensa che sono gli stessi nevrotici, con la loro propensione a esprimere i propri interessi attuali attraverso reminiscenze
e simboli di un passato lontano , a illuderci sull'importanza del1'et infantile . Una valutazione come questa del fattore infanti le
comporta la rinuncia a qualcosa che appartiene da tempo alle caratteristiche piu profonde dell'analisi, ma implica altresi l'eliminazione
di molti aspetti che provocano le resistenze contro la psicoanalis i e
le alienano la fiducia del pubblico.
Il punto di vista che ci accingiamo ora a mettere in discussione
dunqu e il seguente: le scene della prima infanzia che ci vengono fornite da un'analisi esaurient e, come ad esempio quella compiuta nel
nostro caso, non sono la riproduzione di avvenimenti reali ai quali
sarebbe possibile riconoscere un 'influenza sulla vita ulteriore e sulla
formazione dei sintomi; sono invece formazioni fantastiche, nate da
stimoli occorsi in et adulta, destinate a fungere in certo qual modo
da rappresentazione simboli ca di desideri e interessi reali: tali fantasie debbono la loro origine a una tendenza regressiva, alla tendenza
a sottrarsi ai compiti del presente. Se le cose stessero cosi potremmo
ovviamente risparmiarci tutte quelle strane suppos izioni sulla vita
psichica e la capacit intellettuale dell'infante .
N umerose circostanze di fatto depongono in favore di questo punto
di vista oltre al desiderio, comune a noi tutti , di razionalizzare e
semplificare un compito difficile. anche possibile fugare immediatamente un dubbio che potrebbe sorgere proprio nell'animo dell'analista pratico. Bisogna infatti ammettere che se anche la suddetta
concezione delle scene infantili fosse giusta, lo svolgimento della cura
analitica non subirebbe, a tutta prima, modificazione alcuna. Se
fosse vero che il nevrotico ha la brutta abitudine di distogliere il
suo interesse dal presente e ancorarlo a queste formazioni regressive
e sostitutive della sua immaginazione, non potremmo far altro che
seguirlo nel suo cammino e rendergli coscienti queste produzioni inconsce, giacch esse sarebbero - a parte il loro non-valore obiettivo - della massima importanza per noi quali attuali titolari e portatrici dell'interesse che vogliamo liberare per rivolgerlo ai compiti
del presente . L'analisi dovrebbe dunque esser condotta esattamente
come se prestassimo ingenuamente fede alla realt delle fantasie in
questione. Solo alla fine del trattamento, dopo aver portato in luce

526

UNA NEVROSI

INFANTILE

le fantasie stesse, ci sarebbe una differenza; l'analista dovrebbe dire


al malato: - Benissimo; la sua nevrosi si svolta come se lei avesse
ricevuto queste impressioni nell'infanzia e poi avesse contin uato a
ricamarci sopra. Ma ammetter che ci non possibile. Si trattava soltan to di prodotti della sua fantasia, destinati a distoglierla
dai problemi reali che le stavano di fronte . Ora vediamo di scoprire
quali fossero questi problemi e per quali vie si siano collegat i alle sue
fantasie -. Liquidate cosi le fantasie infantili , si inizierebbe una seconda fase del trattamento, rivolta alla vita teale.
Ogni scorciatoia, ,alc a dire ogni alterazione della cura analitica
quale s' praticata sino ;.cl oggi, pertanto tecnicamente inammissibile. Se queste fantasie non sono rese coscienti al malato in tutta
la loro estensione diventa impossibile restituirgli la libera disponibilit degli interessi ad esse vincolati. Se cerchiamo di distogliere il
paziente da queste fantasie non appena ne intra vediamo l'esistenza e
i contorni generali, non facciamo che aiutare l'opera della rimozione
che le ha poste fuori della portata di tutti i suoi sforzi. Se infine le
svalutiamo prematuramente ai suoi occhi, dicendogli che si tratta
solo di fantasie destituite di significato obiettivo, non otterremo mai
la sua collaborazione per riportarle alla coscienza. D unqu e, se si procede correttament e, la tecnica analitica non subir alcu na modifica,
comunque si considerino le scene infantili.
Ho gi detto che la tesi secondo la quale queste scene corrispondono a fantasie regressive pu chiamare in suffragio diversi elementi
di fatto. E innanzitutto questo: queste scene infanti li non vengono
riprodotte nell'analisi sotto forma di ricordi (alm eno questa la mia
esperienza sino ad oggi), ma sono il frutto della costruzione analitica.
Non c' dubbio che questa ammissione sembrer a molti sufficiente
per dirimere la questione .
Non vorrei essere frainteso. Ogni analista sa e costata quotidianamente che in un trattamento ben riuscito il paziente comunica una
quantit di ricordi spontanei della sua infanzia che affiorano - talora
per la prima volta - senza che il med ico se ne senta in alcun modo
responsabile, non avendo egli compiuto alcun tentativo di costruire
alcunch che avrebbe potuto suggerire al malato idee simili a quelle
che formano il contenuto del ricordo. Non neanche detto che questi ricordi sino ad allora inconsci siano sempre veri; possono esserlo,
ma spesso sono deformati rispetto alla verit, infarciti di elementi
fantastici, proprio come i cosiddetti ricordi di copertura, spontanea mente conservati. Quel che intendo dichiarare sempl icemente

SIOSSERVAZIONI

POLEMICHE

questo: scene come quella del mio paziente, che si riferiscono a


un 'epoca cosi remota e hanno un contenuto di quel genere, scene
che rivendicano in seguito un'importanza cosi straordinaria per la
storia del caso, non vengono di norma riprodotte sotto forma di ricordi, ma devono esser desunte - ossia costruite -, faticosamente e
passo per passo, da un insieme d'indizi.' Sarebbe d'altronde sufficiente all'argomentazione se mi limitassi ad ammettere che nei casi
di nevrosi ossessiva qu este scene non divengono coscienti a mezzo
di ricordi; o se quest'asse rzione la limitassi al singolo caso che qui
stiamo esaminando.
Cionondimeno, io non sono d'avviso che queste scene debbano
necessariamente essere fantasie per il solo fatto che non ritornano
sotto forma di ricordi. Mi sembra assolutamente equivalente al ricordo se esse - come nel nostro caso - ritornano sotto forma di sogni
la cui analisi ci riporta invariabilmente alla stessa scena, riproducendo
ogni parte del suo contenuto in una inesauribile variet di forme
nuove. Del resto anche sognare un modo di ricordare, anche se un
ricordare soggetto alle leggi della notte e della formazione onirica.
Questo ritornare nei sogni delle scene primarie spiega a mio parere
il fatto che nel paziente s'instaura gradualmente il sicuro convincimen to che si tratti di scene reali, convincimento in nulla inferiore a
quello fondato sul ricordo. 2
Non pretendo certo che i miei oppositori si arrendano definitivamente davanti a questi argomenti . Si sa, i sogni possono essere orientati.3 E il convincimento dell'anal izzato pu essere un effett o della
suggestione alla quale si vogliono attr ibuire funzioni sempre nuove nel
giuoco di forze del trattamento analitico. In tal caso la differenza tra
uno psicoterapeuta di vecchia scuola e uno psicoanalista consisterebbe solo in questo: il primo suggestionerebbe il paziente dicendogli che sta benissimo, che le sue inibizioni sono ormai superate ecc.;
il secondo lo suggestionerebbe dicendogli che da bambino gli ca-pitata questa o quell'esperienza che ora deve ricordare se vuole guarire.
1

[Vedi lo scritt o di Freud Costruzioni nell'analisi (1937).]


Un punto della prima edizione della mia Interpretazione dei sogni (1899) indica da:
quanto tempo io mi occupi ormai di questo problema. A pagina 174 [dell'edizione italiana]
si fa l'analisi della seguente frase contenu ta in un sogno : "Non ne pu piu avere";
e si precisa ch'essa deriva da una frase pronunc iata da me. Difatti alcuni giorni prima
avevo spiegato alla signora in questione "che i piu remoti episodi infantili 'non si possono
piu avere come tal i', ma vengono sostituiti da ' traslazioni' e da sogni".
3 Il meccanismo del sogno non influenzabile; ma sul materi ale onirico si pu agire,
almeno sino a un certo punto. [Vedi Osservazioni sulla teoria e pratica dell'interpreta zionedei sogni (1922) S 7.]
2

UNA NEVROSI

INFANTILE

Siamo franchi: con quest'ultimo tentativo di spiegazione i m1e1


,oppositori si sbarazzano delle scene infantili assai piu radicalmente
,di quanto si potesse pensare all' inizio. Si era cominciato col dire che
queste scene non sono realt, ma fantasie. Adesso le cose si chiari.scono: non sono fantasie del malato, ma fantasie de11'ana1istache le
impone al malato per qualche suo complesso personale. Na turalmente l'analista che si sente rivolgere quest'accusa, per tranqui11izzarsi
rammenter con quanta gradualit sia stata costrui ta la fantasia di
,cui egli sarebbe il presunto ispiratore, in quanti punti essa sia emersa
,da sola, senza alcun incitamento da parte sua, come, a partire da una
Certa fase del trattamento, tutto sembrasse convergere su di essa, e
in che modo poi, al momento della sintesi, ne siano scaturiti gli
,esiti piu svariati e sorprendenti; ramm entando infin e come i problemi grandi e piccoli e le particolarit della storia del malato trovino
in que11'unica ipot esi la loro soluzione, dichiarer di non potersi
reputare ingegnoso abbastanza per aver escogitato un evento che
risponde da solo a tutti questi requisiti. Ma neppure questo modo
,di perorare la propria causa avr effetto sugli oppositori che non
hanno sperimentato l'analisi personalmente. Automi stificazioni raffinate, diranno alcuni; ottusit critica, diranno altri; e la questione
rimarr al punto di prima.
Esam iniamo ora un altro fattore che parrebbe confermare la con,cezione dei nostri oppositori in merito alle scene infantili che sono
state costruite. Tutt i i processi che sono stati messi avanti per spie.gare queste formazioni problematiche come fantasie esistono realmente, n si pu negarne il valore. La sottrazione d'interesse dai
Compiti cle11avita reale,1 l'esistenza di fantasie come formazioni
sostitutive cli azioni non portate a termine, la tendenza regressiva che
si esprime in queste produzioni - regressiva in pi d'un senso, per,ch il malato indietreggia davanti alla vita e al tempo stesso si sente
riportato al passato - sono tutti fatti verissimi che l'analisi conferma
invariabilmente. Tanto basta - si potrebbe dire - a spiegare queste
presunte reminiscenze infantili; e, per il principio econom ico della
:scienza,2 questa spiegazione avrebbe il diritto cli precedenza su11e
.altre che sono costrette a ricorrere a ipotesi nuove e strane.
Qui mi permetto di far osservare che nella letteratura psicoanalitica
1
Per buoni motivi preferisco dire: il distogliersi della libido dai conflitti attuali.
[Per la concezione freudiana del rapporto fra libido e interesse vedi l'Introduzione al
narcisismo (1914) in questo volume p. 451.]
2
[Altrimenti noto come "il rasoio di Occam".]

5j

OSSERVAZIONI

POLEMICHE

d'oggigiorno le confutazioni vengono di norma confezionate secon do


il principio della pars pro toto. Da un insieme assai articolato e complesso si isola una parte dei fattori che in esso operano, la si proclama
l'uni ca verit e in suo nome si ripudia tutto il resto e l'insieme stesso .
Se si esamina da vicino a quale gruppo di fattori viene at tribui to
qu esto privilegio ci si accorge che il gruppo che contiene elementi
gi noti per altro verso, o che a elementi cli tal genere potrebbe pi
facilmente esser ricondotto. Cosi nel caso di Jung si tratta dell'attua lit e della regressione, in quello di A,dler dei motivi egoistici. Viene
scartato e rigettato come errore prop rio ci che la psicoanalisi contiene
di nuovo, proprio ci che le piu peculiare. questa la via piu facile
per respingere le offensive rivoluzionarie de11'importuna psicoanalisi.
No n supe rfluo sotto lineare che nessun elemento addotto dai miei
oppositori per spiegare le scene infantil i aveva bisogno cli Jung che
venisse a svelarlo come una gran novit. I conflitti attuali, il distogliersi dalla realt , il soddisfacimento sostituti vo ottenuto grazie alla
fantasia, la regressione verso il materiale del passato, tutto ci fa da
gran tempo part e integran te della mia dottrina in cui trova un analogo impi ego, seppure con qualche differenza terminologica. Ma la
mia dottr ina non tutta qu i; questi sono solo alcuni dei fattori causali che a mio parere danno luogo alla formazione de11e nevrosi: i
fattori che assumono la realt come punto di partenza e agiscono in
direzione regressiva. Accanto a questa derivazione le mie teorie lasciano campo a un'altra forma d'influsso , progressivo in questo caso:
que11o che agisce a partire dalle impressioni de11'infanzia, tracc ia il
cammino a11a libido che indietreggia davanti alla vita e ci permette
di comprende re la regressione verso l'infanzia , altrimenti inspiegabile. Nella mia concezione questi due ordini di fattori cooperano
entrambi alla formazione dei sintomi; ma altrettanto importante mi
sembra un concorso di fattori i cui effetti risalgono a uri'epoca pi{1
antica. Io affermo che l'influsso dell'infanzia si fa sentire gi nelJo
stadio iniziale della formazione deile nevrosi, poich concorre in
modo decisivo a determinare se e in qual punto l'individuo subir
uno scacco nel tentativo di padroneggiare i problemi reali deila sua
esistenza.
Oggetto de11a controversia dunque l'importanza del fattore infanti le. Il problema di trovare un caso che dimostri questa importanza senza possibilit di dubbio . Il caso clinico di cui qui ci occupiamo cosi dettagliatamente - caratterizzato dal fatto che la nevrosi
dell'et adulta preceduta da una nevrosi dei primi anni dell 'infan 34

530

UNA NEVROSI INFANTILE

zia - risponde appunto a tale requisito. Proprio per questo ho deciso


di renderlo pubblico. Chi lo giudicasse indegno di esser preso in considerazione ritenendo la zoofobia non abbastanza importante per
essere assunta come una nevrosi indip endente, tenga presente che
questa fobia fu immediatamente seguita da un cerimoniale ossessivo,
nonch da azioni e idee ossessive di cui parleremo nei paragrafi seguenti.
Un'affezione nevrotica che insorge nel quarto o quinto anno di et
prova innanzitutto che le esperienze infanti li sono atte di per s a
produrre una nevrosi, senza bisogno della fuga di fronte alla necessit di affrontare un problema della vita. Si dir che anche il bambino si trova continuamente di fronte a compiti cui preferirebbe
sottrarsi. vero; ma la vita di un bambino d' et pre-scolastica
facile da abbracciare ed facile verificare se in essa si trovi un "compito" capace di provocare una nevrosi. In verit in questo caso non
scopriamo altro che moti pulsionali che il bambino non riesce a
sodd isfare e che non abbastanza grande per padronegg iare, insieme
alle fonti da cui essi scaturiscono.
L'enorme abbreviamento dell'intervallo tra l'insorgere della nevrosi
e l'epoc a delle esperienze infantili in questione consente, com'era
prevedibile, di ridurre al minimo la parte etiologica regressiva, e di
mettere in piena luce la parte progressiva, l'influsso delle impre ssioni
di pi antica data. Questo caso clinico dar, spero, un'immagine
netta di questo stato di cose. Ma anche per altri motivi le nevrosi
infantili forniscono una risposta decisiva circa la natura delle scene
primarie - le pi remote esperienze infantili che l'analisi riuscita
a rintracciare.
Accettiamo senza discutere l'ipot esi che una scena primaria siffatta
sia stata ricavata con tecnica corretta, ch'essa sia indispen sabile a
una soluzione coordinata di tutti gli enigm i posti dalla sintomatologia della nevrosi infantile , che tutte le conseguenze procedano da
essa e tutti i fili dell'analisi vi si riconducano. Dovremo ammettere
allora ch'essa non pu non costituire la riproduzione di una realt
vissuta dal bambino. Poich il bambino , come l'adulto , pu produrre
fantasie soltanto con materiale attinto a qualche fonte; e nel bambino molte vie per quest'acquisizione (la lettura ad esempio) sono
precluse; il tempo di cu i dispone per l'acquisizione breve e facile
da ripercorrere nella ricerca delle fonti.
Nel nostro caso, la scena primaria ha per contenuto l'immagine di
un rapporto sessuale tra i genitori, effettuato in posizione particol ar-

5/ OSSERVAZIONI

POLEMICHE

531

mente favorevole all'osservazione del bambino. Se la trovassimo nel


caso di un malato i cui sintomi, ossia gli effetti della scena, fossero
apparsi durante l'et adulta, ci non comproverebbe in alcun modo
la realt della scena stessa. Nel lungo intervallo tra scena e sintomi
il malato potr ebbe infatti aver avuto diverse occasioni per acquisire
impressioni, rappresentazioni e conoscenze che P,iu tardi potrebbe
aver trasformato in un'immagine fantastica e aver/ proietta to nell'infanzia connettendole ai suoi genitori. Ma quan<do
gli effetti della
I
scena appaiono nel quarto o quinto anno di vita, il bambino deve
necessariamente aver assistito alla scena in et ancora antecedente.
E se le cose stanno davvero cosi, restano in piedi tutte le sconcertanti conclusioni che abbiamo ricavato dall'analisi di questa
nevrosi infantil e. Qualcuno potrebbe ancora supporre che il mio
paziente abbia in consciament e prodotto con la sua fantasia non soltanto la scena primaria , ma altresi l'alterazione del proprio carattere,
la paura dei lupi e la coazione religiosa; ma ci sarebbe in contrasto
sia con la natur a misurata della personalit in questione , sia con la
diretta tradizione della sua famiglia. Insomma, non v' altra alternativa; o tutta l'analisi basata su questa nevrosi infantile del paziente
un vaneggiamento, o le cose stanno precisamente come ho indicato sopra.
Piu add ietro [p. 518] ci siamo imbattuti nella seguente ambiguit;
da una parte, la predilezione del paziente per le natiche femmini li
e per il coito effettuato nella posizione in cui esse sporgono particolarmente sembra esigere la sua derivazione dall'osservazione del coito
dei genitori; dall'altra siffatta predilezione costituisce una caratteristica comune alle costituzioni arcaicamente predisposte alla nevrosi
ossessiva. Qui va sotto lineato un elemento che ris.olve la contraddizione in sovradeterminazione. La persona che il bambino ha osservato in questa posizione durante il coito non altri che il suo diletto
pap dal quale egli potrebb e anche aver ereditato la suddetta predilezione costituzionale . N la successiva malattia del padre n le vicende della famiglia depongono a sfavore di questa ipotesi; ricordiamo [vedi p. 499] che un fratello del padre morto in circostanze
che vanno considerate l'esito di una grave sofferenza ossessiva.
Ramment iamo a questo proposito che la sorella del paziente, seducendo il fratellino di tre anni e tre mesi,1 aveva proferito contro
la brava vecchia bambinaia una sconcertante calunnia, affermando
1

[Nelle edizioni che precedono quella del 1924 era scritto: "di tre anni e sei mesi".]

532

UNA NEVROS I INFANTILE

che costei metteva tutti a testa sott o e poi li prendeva per i genitali
{p. 498). Ora ci viene fatto di pensare che forse la bambina aveva essa
pur e, e verso la stessa tenerissima et del fratello, assistito alla scena
osservata piu tardi da quest'ultimo; di qui potr ebbe aver tratto la
nozione del " mette re a testa sotto" durante l'atto sessuale. L'ipotesi
ci fornirebb e oltretutto un'indicazione su una delle fonti della precocit sessuale della bimba.
{ Non 1 avevo originariamente intenz ione di proseguire a questo
punto la discussione sul valore di verit delle " scene primarie". Ma
poich nel frattempo ho avuto occasione, nella mia Introduzione
alla psicoanalisi (1915-17) [lez. 2 3], cli tratt are l'argomento piu ampiamente e ormai senza intenti polemi ci, riterrei fuorviant e non applicare le considerazioni esposte in quella sede a qu esto caso. A titolo
di integrazione e precisazione aggiunger dunqu e che concepibile
un'altra ipotesi circa la scena primaria che alla base del sogno,
ipotesi che si discosta notevolmente dalle conclusioni precedenti ed
elimina m olte difficolt. Comunque questa modificazione non giover affatto alla teoria che vorrebbe degradare le scene infantili a
simboli regressivi; tale teoria mi sembra insom ma definiti vamente
liquidata da questa (come da qualsiasi altra) analisi di una nevrosi
infantile.
Le cose potrebbero dunque spiegarsi anche nel modo seguente .
All'ipot esi che il bambino abbia osservato un coito traendone la convinzione che l'evirazione pu essere qualcosa di piu che una vuota
minaccia, non possiamo rinunci are; n possiamo fare a meno cli supporre che si trattasse di un coitus a tergo, more ferarum, data l'importanza assunta in seguito dalla posizione dell'u omo e della don na
sia nell' evoluzione della sua angoscia sia come condiz ione della successiva vita amorosa. Ma un altro elemento non altrettanto insostituibile e pu esser lasciato cadere. Forse quello di cui il bambino fu
test imone non fu un coito tra i genitori, ma un coito tra animali, in
:seguito spostato sui genitori , come se egli avesse presunto che anche
i genitori lo facessero in quel modo.
Collima con questa supposiz ione innanzitutto il fatto che i lupi
,del sogno sono in realt cani da pastore e come tali appaiono anch e
nel disegno del paziente. Poco tempo prima del sogno il bambino
era stato piu volte condotto a visitare le greggi [p. 508], e qui aveva
1

[Parentes i di Freud . Ved i p. 487, n. 1.]

5/ OSSERVAZIONI

POL EMICHE

533

visto i grossi cani bianchi, osservandon e probabilmente anche il


coito. De sidero mettere in relazione con questo fatto anche il num ero tre citato dal paziente senza alcun dichiarato motivo, 1 e suppongo che si sia serbata nella sua memoria la nozione di aver assistito tre volte al coito dei cani. C i che sopraggiunse nel clima di
eccitazione e di attesa nella nott e del sogno fu dunqu e una trasposizione sui genitori dell'imm agine mnestica recente m ente acquisita
con tutte le sue particolarit, trasposizione senza la quale non si sarebbero potute otte nere cosi potenti conseguenze affettive. In tale/
occasione si produ sse una comp rensione "r itardat a" delle impression i
ricevute alcune settimane o alcuni mesi prima, fenomeno che molti
di noi possono aver sperimentato di persona. La traspos izione sui
genitori della copula tra i cani non si comp i in forza di un qualche
processo di inferenza connesso alla verbalizzazione, ma in virtu del
fatto che il soggetto ricerc nella propri a memoria una scena realmente avvenuta in cui i genitori apparissero insieme, e che potesse
essere comb inata con la situ azione del coito . Tutti i dettagli della
scena individuati dall'analisi del sogno potevano esser riprodotti fedelm ent e. Era verame nt e un pom eriggio estivo e il bambino soffriva
cli malaria; a un tratt o, destatosi dal sonno, vide nella stanza entrambi
i suoi genitori, vestiti di bianco... ma la scena era innocente. Il
resto fu aggiun to da un desiderio ispirato piu tardi dalla sua brama
cli sapere e fondato sulle sue esperienze relative ai cani: egli desiderava assistere non visto anche a un rapporto amoroso fra i genitori.
E ora la scena edificata dalla fantas ia dispieg tutti gli effetti ch e le
abb iamo ascritt o, gli stessi che si sarebbero avuti se essa fosse realmente avvenuta e non fosse invece una giustapposizione di due diverse component i, una ante riore e indifferente, l'altra posteriore e
tale da suscitare profond issime impressioni.
chiaro che in questo modo si alleggerisce considerevolme nte la
parte affidata alla nostra credulit. Non abb iamo piu bisogno di ricorrere alla supposizione - ostica per molti di noi '- che i genit ori
avessero compiuto un atto sessuale in presenza del proprio bambino,
sia pure piccolissimo. L'intervallo coperto dall'effetto ritardato si ridu ce di molto: si estende soltanto a pochi mesi del quarto anno di
vita, senza piu risalire ai primi, oscuri anni dell'infanzia. Ne l comportamento del bambino che compie la trasposizion e dai cani ai
genitori e ha paura del lupo invece che del padre non c' quasi piu
' [Vedi sopra p. 515, n . 3.]

UNA NEVROSI INFANTILE

534

nulla di strano . Egli si trova infatti in quella fase evolutiva della


concezione del mondo che in Totem e tabu (1912-13)ho definito il
ritorno del totemismo. 1 La teoria secondo cui le scene primarie dei
nevrotici si spiegherebbero come fantasie retrospettive ela~orate in
epoche ulteriori sembra trovare un validissimo sostegno nell'osservazione di questo caso, nonostante il nostro piccolo nevrotico avesse
solo quattro anni . Pur nella sua tenera et egli riuscito infatti a sostituire un'impressione avuta a quattro anni con la fantasia di un trauma
relativo all'et di un anno e mezzo. Questa regressione non ha per
nulla di enigmatico o tendenzioso . La scena da edificare doveva rispondere a certi requisiti che, date le circostanze della vita del
sognatore, potevano esser trovati appunto in quell'epoca lontana, e
solo in quella; per esempio, il trovarsi a letto nella camera dei genitori.
Alla maggior parte dei lettori sembrer per decisivo, per valutare
la correttezza della tesi qui prospettata, quel che posso addurre a
conforto di essa dall'esame analitico di altri casi. La scena osservata
nella prima infanzia di un rapporto sessuale tra i genitori - sia essa
ricordo reale o fantasia - tutt'altro che una rarit nell 'analisi dei
nevrotici, Forse potrebbe esser trovata con altrettanta frequenza
anche nella vita di coloro che non sono diventati nevrotici. D 'altra
parte, ogniqualvolta l'analisi riuscita a portare alla luce una di queste scene emersa la stessa particolarit che ci ha colpiti nel caso
del nostro paziente : la scena si riferiva a un coitus a tergo, l'unico che
permetta allo spettatore la visione dettagliata dei genitali. Non sussiste dunque alcun dubb io che si tratta in questi casi di fantasie ,
forse generalmente stimolate dall'osservazione dell'accoppiamento
di animali . Ma non basta: ho detto a suo tempo [p. 515] che la mia
descrizione della scena primaria era incompleta perch mi ripromettevo di indicare pi innanzi il modo in cui il bambino aveva disturbato il rapporto dei genitori. Debbo ora aggiungere che anche il
modo in cui si verifica quest'interruzione in tutti i casi lo stesso.
Posso facilmente immaginare di aver suscitato gravi sospetti da
parte dei lettori di questo caso clinico. Se disponevo di questi argomenti in suffragio di una siffatta concezione della "scena primaria",
come ho potuto sostenerne a tutta prima un'altra, dall'apparenza
cosi assurda? O forse nell'intervallo tra la stesura del resoconto e
quest'aggiunta ho fatto nuove esperienze che mi hanno costretto a
1

[Vedi Totem e tabu

(1912 -13 ),

in questo volume pp.

105

sgg.J

; I OSSERVAZIONI

POLEMICHE

535

modificare la mia concez ione originaria, e per qualche motivo non


ho voluto ammettere questo fatto? No, le cose non stanno cosi; ma
in compenso ammetter qualcos'altro. Per questa volta int endo concludere la discussione sul valore di realt della scena primaria con un
non liquet. L'analis i di questo caso clinico non ancora te rminat a;
e nel suo corso ulteriore emerger un fattore che scuoter la sicurezza di cui ora crediamo di poterci compiacere . D unque non mi
resta altro che rimandare i lettori ai passi dell'Introduzione alla psicoanalisi (1915-17)in cui ho trattato il problema delle fantasie primarie
o scene primarie.} 1
1

[Vedi la lezione

23

dell'Introduzione alla psicoanalisi

{19 1 5-17 ).)

S. Freud

Introduzione alla psicoanalisi


(1915-1917)

In Opere, vol. 8. Boringhieri, Torino 1978

INTRODUZIONE

434

ALLA PSICOANALISI

generali, imposte agli ammalati dalla natura del mutamento patologico. In breve, non abbiamo alcun motivo di scoraggiarci prematuramente; vedremo che cosa ci riserver il futuro.
Anche nella teoria del sogno ci troviamo di fronte a una difficolt
del tutto simile. Non ho potuto trattarla nelle nostre precedenti
discussioni sul sogno. Il contenuto manifesto dei sogni presenta
naturalmente un'estrema variet e diversit individuale , e noi abbiamo mostrato estesamente che cosa si ricava da questo contenuto
per mezzo dell'analisi. Ma, accanto a questi, ci sono sogni che vengono anch'essi chiamati "tipici", sogni che ricorrono in tutti gli
uomini allo stesso modo, sogni dal contenuto uniforme, i quali oppongono le medesime difficolt all'interpretazione. Si tratta dei sogni
di cadere, volare, fluttuare, nuotare, essere impediti, essere nudi e
certi altri sogni angosciosi, che nelle singole persone danno luogo
ora a questa, ora a quella interpretazione, senza che la loro monotonia e il loro tipico ricorrere . vi trovino una spiegazione. Anche in
questi sogni osserviamo, tuttavia, che lo sfondo comune viene ravvivato da aggiunte che variano da individuo a individuo, ed probabile che riusciremo .a inserirli senza sforzo, e anzi estendendo le
nostre conoscenze, nella visione della vita onirica che abbiamo ricavato dagli altri sogni. 1

[Vedi il paragrafo sui "sogni tipici" nell'Interpret azione dei sogni (1899) pp. 225-56.J

Lezione 18
La fissazione al trauma; l'inconscio

Signore e Signori, la volta scorsa dissi che avremmo proseguito il


nostro lavoro ten endo presenti non i nostri dubbi ma le nostre
scoperte. C i restano ancora da discut ere due fra le pi interessanti
conseguenze delle due analisi che abbiamo preso come esempio.
Esaminiamo la prima di queste conseguenze. E ntrambe le pazienti
ci danno l'impres sione di essere "fissate" a un determinato periodo
del loro passato, di non sapersene liberare, di essere perci estraniate
dal presente e dal futuro. Esse sono rinchiuse nella loro malattia
come in epoche precedenti si usava ritirar si in un chiostro per portarvi a compimento un difficile destino. Nel caso della nostra prima
paziente stata l'unione con il marito, cui in realt ha rinunciato,
a esserle fatale. Attraverso i suoi sintomi essa continua il processo a
suo marito; abbiamo imparato il significato delle voci che perorano
la causa di lui, lo scusano, lo innalzano, lamentano la sua perdita .
Bench essa sia giovane e desiderabile per altri uomini, ha preso
tutte le precauzioni reali e immaginarie (magiche) per restargli fedele. Non si mostra a occhi estranei, trascura il proprio aspetto; ha
inoltr e difficolt ad alzarsi dalla poltrona in cui seduta, 1 rifiuta di
firmare col proprio nome, non pu fare un regalo a nessuno, con la
scusa che nessuno deve avere qualcosa da lei.
Nel caso della nostra seconda paziente , la giovinetta, il medesimo
effetto per la sua vita esercitato da un attaccamento erotico al padre instaurato si negli anni precedenti la pubert. Ella ha anche tratto
per s la conclusione che non pu sposarsi finch cosi ammalata.
1 [Questo sintomo descritto e spiegato meglio in un altro resoconto che Freud ha
fatto di qu esto caso: vedi Azioni ossessive e pratiche religiose (1907} p. 344.J

4 36

IN l'RODUZIONE

ALLA PSI COANALIS I

lecito supporre che si sia ammalata cosi per non doversi sposare
e per rimanere accanto al padre.
Non possiamo respingere la questione del perch, pe r qual via e in
forza di quali motivi si giunga a un atteggiamento cosi sorprendente
e svantaggioso nei con front i dell'esistenza, nell'ipot esi che questo
modo di atteggiarsi sia un carattere generale delle nevrosi e non un a
peculiarit di queste due malate. In effetti, esso un tratto generale,
mo lto impor tante dal punto di vista pra tico, di ogni nevrosi. La
pr ima pazien te isterica di Breuer (vedi p . 420) era fissata in modo
analogo all'epoca in cui aveva assistito il proprio padre gravement e
amm alato: da allora, nonostante si sia ristabilita, sotto un certo aspetto
ha chiuso con la vita; rimasta sana ed efficiente, ma ha evitato
il normale destino della donna .1 L'a nalisi ci permette di scoprire
che ognuno dei nostri pazienti si ripo rtato ind ietro, nei sintomi
della malattia e att raverso le conseguenze che da essi derivano, a
un determina to periodo del suo passato . Nella maggioranza dei casi
il paziente ha scelto a questo scopo add irittura una fase molto
remota della sua vita, un periodo della sua infanzia e perfino,
per quanto ci possa suonare ridicolo, della sua esistenza come
l att ant e.
L'a nalogia piu vicina a questo comportamento dei nostri nervosi
offerta dalle malattie che propr io ora la guerra fa insorgere con particolare frequenza, le cosidde tt e nevrosi trauma tiche. Casi simili si
presentavano naturalmente anche prima della guerra, in seguito a
scon tr i ferroviari e ad altri spaventosi rischi mortali. Ma le nevrosi
tra umat ich e non sono sostanzia lmente la stessa cosa delle nevrosi
spontanee che siamo soliti indagare e curare analiticamente; finora
no n siamo nemmeno riusciti a ricondur le nel nostro guadro teor ico
e io spero di potervi spiegare un giorno da che cosa dipenda questa
1imitazione. 2 In un punto per possiamo rilevare una completa
<:oncordanza. Le nevrosi traumatiche offrono chiari indizi che alla
]oro base vi una fissazione al momento dell'incidente t raumatico .
Nei loro sogni questi ammalati ripetono regolarmente la situazione
traumat ica; 3 dove compaiono att acchi di tipo isterico, ch e permet
tono un'analisi, si viene a scoprire che l'attacco corrisponde a unn
1 [Freud si riferisce al fatto che Be1tha Pappenhe im (il vero nome di Anna O.) non 11
spos mai.]
2 [L'argoment o sar sfiorato di nuovo a p. 53 ;. La speranza qui espressa trover par1IAlr
.attuazione nello scritto Introduzione al libro "Psicoanalisi delle nevrosidi guerra" (1919).J
3
[Freud to rner su questo punto quando discuter della "coazione a ripete re" in Al 111
l~ del principio di piacere (1920) S 2.)

81F ISSAZ IONE

437

Al. TRAUMA
1

trasposizione completa nella situazione anzidetta . come se questi


ammalati non fossero venu ti a capo della situazione traumatica,
come se questa stesse dinanzi a loro quale compito attuale non sormontato ; e noi prendiamo molto sul serio questa concezione: essa
ci indica la via verso una consideraz ione, diciamo cosi, economica
dei processi psichici. 2 Anzi l'esp ressione "traumati co" non ha altro
senso se non questo, economico . Con essa noi designiamo un'esperienza ch e nei limiti di un brev e lasso di tempo apporta alla vita
psichica un increm ento di stimoli talmente forte che la sua liquidazione o elaborazione nel modo usuale non riesce, donde giocoforza che ne discendano disturbi permanenti nell'economia energetica
della psiche.
Questa analogia ci induce nella tentazio ne di designare come traumat iche anche quelle esperienze alle quali i nostri nervosi sembrano
fissati. Ci sarebbe in tal modo prospettata una semplice cond izione
deter minante per l'insorgere della malattia nevrotica. La nevrosi
sarebbe da equipararsi a una malattia traumatica e insorgerebbe per
l'incapacit di risolvere un'esperienza che ha una tonalit affettiva
eccessiva. Tale era in realt anche la prima formu la con la quale
Breuer e io, nel 1893-95, demmo il resoconto teorico delle nostre
nuove osservazioni. 3 Un caso come quello della nostra prima paziente,
la giovane donna separata dal marito, rientra molto bene in questa
concezione . Essa non ha superato l'inattuabilit del suo matrimonio
ed rimasta attaccata a questo trauma. Ma gi il nostro secondo
caso, quello della fanciulla vitt ima di una fissazione verso il padre,
ci mostra che la formula non sufficientemente ampia. Da una
parte , un tale innamoramento della bambina per il padre qualcosa
di cosi comune e cosi frequentemente superato che la designazione
"trau matico", se venisse qui applicata, perderebbe ogni consistenza;
d'altra parte , la storia dell'amma lata ci insegna che questa prima
fissazione erotica fu superata apparentemente senza conseguenze e
solo parecchi anni piu tardi fece di nuovo apparizione nei sintomi
della nevrosi ossessiva. Qui dunq ue s'intr avedono complicazioni,
una piu ricca gamma di condizioni che determinano l'insorgere della
malatti a; ma presentiamo anche che non si deve abbandonar e come
1 [Vedi la "Comunicazione preliminare" di Breuer e Freud compresa negli Studi
111ll'isteria (1892-9,) pp . 184 sgg., in cui questo fatto era gi stato riconosciuto.]
1 [Su questo pu nt o Freud torne r piu oltre a pp. ,11 sg.J
1 [Vedi, per esempio, in Studi sull'isteria (1892-9 ,) le pp. 179-82.J

INTRODUZ IONE ALLA PSICOANALIS I

erroneo il punto di vista traumatico, che potr inserirsi e subordinarsi in qualche altro contesto.
Qui interrompiamo di nuovo il cammino che abbiamo intrapreso .
Per il momento esso non conduce piu avanti, e noi abbiamo ogni
sorta di altre cose da apprendere prima di ritrovarne il giusto proseguimento.1 Aggiungiamo solo, riguardo al tema della fissazione a una
determinata fase del passato, che una simile evenienza si estende
molto al di l della nevrosi. Ogni nevrosi contiene una fissazione
di questo genere, ma non ogni fissazione conduce alla nevrosi, coincide con la nevrosi o si instaura tramite la nevrosi. Un tipico modello
di fissazione affettiva a qualcosa di passato il lutto, che implica in
verit il piu completo distacco dal presente e dal futuro. Il lutto si
differenzia per nettamente dalla nevrosi anche per il profano. V i
sono, per contro, nevrosi che possono essere definite come una forma
patologica di lutto. 2
Accade anche che, a causa di un evento traumatico che scuote
quelli che erano stati fino ad allora i fondamenti della sua esistenza,
un individuo subisca una tale scossa da perdere ogni interesse per
il presente e il futuro e da rimanere assorbito psichicamente dal
passato in ma.niera durevole; non per questo per lo sventurato
destinato a diventare nevrotico . Non sopravvaluteremo quindi questo
tratto nel caratterizzare la nevrosi, per quanto regolarmente presente
e per quanto importante possa essere di solito.
Veniamo ora al secondo risultato delle nostre analisi, che non richieder alcuna riserva successiva. Abbiamo riferito, a proposito della
nostra prima paziente, come essa eseguisse una insensata azione ossessiva e raccontasse, in riferimento ad essa, un ricor?o intimo della
sua vita passata; in seguito abbiamo anche esaminato questo collegamento tra azione e ricordo e indovinato di qui l'intenzione dell'azione ossessiva. Abbiamo per completamente tralasciato un fattore
che merita tutta la nostra attenzione. Per quanto continuasse a ripetere l'azione ossessiva,la paziente non sapeva affatto che cosi facendo
si riallacciava all'esperienza da lei vissuta. La connessione tra le due
le rimaneva nascosta, e doveva rispondere, conformemente al vero,
di ~on conoscere l'impulso che la spingeva a comportarsi cosi. Poi,
[Il tema sar riaffrontato nella lezione 22.J
[Vedi su questo tema lo scritto metapsicologico Lutto e melanconia (1915) in quest o
volu me pp. 102 sgg. Sulla m.e]anconia Freud torner brevemente nella lezione 26, pit'.,
oltre a p. 577.J

181

FISSAZIONE

AL TRAUMA

439/

sotto l'in flusso della cura, accadde improvvisamente che essa scopri
quel nesso e pot comunicarlo. Continuava tuttavia a non saper
nulla dell'intenzione alla quale ubbidiva eseguendo l'azione ossessiva,
l'intenzione cio di correggere un brano penoso del suo passato e di
mettere su un piano piu alto l'uomo da lei amato. Occorse un bel
po' di tempo e cost molta fatica farle comprendere e indurla a convenire con me che solo un motivo del genere poteva essere stato la
forza propulsiva della sua azione ossessiva.
La connessione con la scena avvenuta dopo la disgraziata notte nuziale, e il tenero motivo dell'ammalata, danno insieme ci che abbiamo chiamato il "senso" dell'azione ossessiva. Ma mentre eseguiva
l'azione ossessiva questo senso le era rimasto ignoto in entrambe le
direzioni: sia "da che cosa" che "per che cosa" [vedi oltre p. 445].
In lei avevano quindi agito certi processi psichici, di cui l'azione
ossessiva era appunto l'effetto; ella aveva percepito l'effetto secondo,
la disposizione psichica normale, ma nessuna cognizione delle premesse psichiche di questo effetto era giunta alla sua coscienz. Ella
si era comportata in tutto e per tutto come quell'individuo cui
Bernheim durante l'ipnosi imparti l'ordine di aprire un ombrello
cinque minuti dopo il risveglio, nella sala dell'ospedale: destatosi,
costu i esegui l'istruzi ~ne, ma non seppe addurre alcun motivo per
quanto aveva fatto. 1 una situaz ione di questo genere che noi abbiamo presente quando parliamo di processi psichici inconsci. Possiamo sfidare chiunque a rendere conto di questo stato di cose in un
modo scientificamente piu corretto , e se qualcuno vi riuscir, rinunceremo volentieri all'ipotesi che esistano processi psichici inconsci.
Fino a quel momento ci atterremo per a questa ipotesi e, se qualcuno vuole obiettarci che quell'inconsc io non nien te di reale dal
punto di vista scientifico, che un espediente , une faon de parler,
dobbiamo respingere questa obiezione con una rassegnata alzata di
spalle, come davanti a qualcosa di incomp rensibile. Come se potesse {
non essere reale una cosa da cui hanno origine effetti tanto tangibilmente reali come un'azione ossessiva! [Vedi sopra pp. 420 sg.]
La stessa cosa, in fondo, riscontr iamo nella nostra seconda paziente.
Ella si creata una regola, che il cuscino non debba toccare la testata del letto, e deve seguire questa regola, ma non sa da dove essa
provenga, che cosa significhi e a quali motivi debba il suo potere. Il

1
[Freud riferir questo episodio (a cui aveva assistito personalmente ) con maggiore ricchezza di part icolari nello scritto rimasto incompiuto Alcune lezioni elementari di psicoanalisi (1938). Vedi anche sopra p. 278.J

440

7f atto

INTRODUZIONE

ALLA PSICOANALlSI

1evante ovvero s1
im
ch e 1e1 stessa 1a cons1den una cosa un
punti, si infuri contro di essa, si proponga di trasgredirla, non fa
-differenza ai fini dell'esecuzione. Essa deve venir osservata e invano
lei si chiede perch . Si deve pur riconoscere che questi sintomi della
nevrosi ossessiva, queste rappresentazioni e impulsi che emergono
non si sa da dove, che si mostrano talmente refrattari ad ogni influsso
della psiche, pur normalissima per altri aspetti, da dare agli ammalati
-stessi l'impressione di essere ospiti strapotenti venuti da un mondo
estraneo, esseri immortali che si sono mescolati alla folla dei m~rtali,
-si deve pur riconoscere, dicevo, che questi sintomi contengono il piu
chiaro accenno a una particolare sfera della vita . psichica, separata
<lal resto. Da questi sintomi una strada, che non si pu non imboccare, porta alla convinzione che nella psiche esista l'inconscio; ed
1
proprio pr questo che la psichiatria clinica, la quale conosce soltanto
' una psicologia della coscienza, non sa che altro fare dei sintomi , se
non spacciarli per indizi di un particolare tipo di degenerazione . Naturalmente le idee ossessive e gli impulsi ossessivi sono in s stessi
tanto poco inconsci, quanto poco l'esecuzione delle azioni ossessive
-sfugge alla percezione conscia. Non sarebbero diventati sintomi, se
non si fossero spinti fino alla coscienza. Tuttavia le loro premesse
psichiche, che deduciamo mediante l'analisi, le connessioni in cui li
inseriamo mediante l'interpretazione , sono inconsce, almeno fintantoch non le abbiamo rese coscienti all'ammalato attraverso il
lavoro dell'analisi.
Aggiungete, ora, che questo stato di cose costatato nei nostri due
casi trova conferma in tutti i sintomi di tutte le malatti e nevrotiche,
che il senso dei sintomi sempre e ovunque sconosciuto all'amm alato, che. l'analisi mostra regolarmente come questi sintomi siano le
propaggini di processi inconsci, i quali per, poste svariate condizioni favorevoli, possono essere resi consci; capirete cosi che noi in
psicoanalisi non possiamo fare a meno dello psichismo inconscio e
-siamo avvezzi ad operare con esso come con qualcosa di sensorialme nte tangibile . Ma forse comprenderete anche quanto poco capaci
di formarsi un giudizio su questa questione siano tutti gli altri, tutl i
coloro che conoscono l'inconscio soltanto come un concett o, clw
non hanno mai analizzato, mai interpretato sogni o ricavato dai si11
tomi nevrotici un senso e un'intenzione. Per dirlo ancora una volto
in vista dei nostri scopi: la possibilit di dare un senso ai sintou 11
nevrotici mediante l'in terpretaz ione analitica una prova irrefutabik

18 / FISSAZIONE

AL TRA UMA

44 1

dell'esistenza - o, se preferite, della necessit dell'ipotesi - dei processi psichici inconsci .


Questo per non tutto. Grazie a una seconda scoperta di Breuer,
che mi sembra persino piu ricca di significato dell'altra [p. 420] e che
egli non condivide con nessuno, apprendiamo ancora di piu sulla
relazione tra l'inconscio e i sintomi nevrotici. Non solo, di norma ,
il senso dei sintomi inconscio; esiste anche un rapporto di inte rcambiabilit fra questa inconsapevolezza e la possibilit di esistenza
dei sintomi stessi. Capirete subito che cosa voglio dire. Affermo, con
Breuer, che ogniqualvolta ci imbatt iamo in un sintomo possiamo
inferire che nell'amma lato esistono determinati processi inconsci , i
quali contengono appunto il senso del sintomo. Ma anche necessario che questo senso sia inconscio, affinch il sintomo si instauri.
Processi consci non danno luogo a sintomi; non appena i processi
inconsci in giuoco sono divenuti consci, il sintomo scompare . Ravvisate qui tutt'a un tratto una via di accesso alla terap ia, un modo
per far scomparire i sintomi. In questo modo Breuer guari effettivamente la sua paziente isterica, ossia la liber dai suoi sintomi; egli
trov una tecnica per farle affiorare alla coscienza i processi incon sci
che contenevano il senso del sintomo, e i sintomi scomparvero.
Questa scoperta di '13reuer non fu il risultato di una speculazione,
bensi di una fortunata osservazione, resa possibile dalla cooperazione
dell'ammalata .1 Non sforzatevi adesso inuti lme nte di comprenderla
riconducendola a qualcos' altro che gi vi noto , ma ravvisate piuttosto in essa un nuovo dato di fatto fondamentale, con l'aiuto del
quale molte altre cose diventeranno int elligibili. Permettetemi perci
di ripetervi la stessa cosa in altra forma .
La formazione del sintomo un sostituto di qualcos'altro che non
ha avuto luogo. Ce rti processi psichici avrebbero normalmente dovuto svilupparsi fino al punto che la coscienza ne avesse cognizione.
Ci non accaduto e dai processi interrotti, in qualche modo perturbati, che hanno dovuto rimanere inconsci, scaturito il sintomo.
dunque avvenuto qualcosa di analogo a uno scambio; se si riesce
~ farlo recedere, la terapia dei sintomi nevrot ici ha ottenuto il suo
scopo.
La scoperta di Breuer ancor oggi la base della terapia psicoanalitica . La tesi che i sintomi scompaiono quando si sono rese coscienti
le loro determinanti inconsce stata confermata da tutte le ulteriori
1 [Vedi la descrizione che Breuer ha fatto di questa sua scoperta (alla quale ha cooperato la sua paziente Anna O .) in Breuer e Freud , Studi suTl'isteria (1892-9 5) pp. 197 sgg.]

18 /

ricerche, bcnch6 quando si inlraprcndc il Lcntal.ivo di appli ca11:


questa teoria nella pratica si incontrino le pi sorprendenti e inal
tese complicazioni. La nostra terapia opera trasformando in conscio
ci che inconscio, e sortisce qualche effetto solo nella misura in
cui in condizioni di effettuare questa trasformazione.
Debbo ora fare rapidamente una piccola digressione, affinch non
corriate il pericolo di immaginarvi questo lavoro terapeutico come
qualcosa di troppo facile. Secondo quanto abbiamo sinora esposto,
la nevrosi sarebbe la conseguenza di una specie di ignoranza, del non
conoscere processi psichici cli cui si dovrebbe aver nozione. Ci
costituirebbe un forte avvicinamento alle note dottrine socratiche
secondo le quali persino i vizi si basano sull'ignoranza. Ebbene, al
medico esperto nell'analisi sar di solito molto facile indovinare quali
impulsi psichici sono rimasti inconsci al singolo paziente. Non dovrebbe quindi nemmeno riuscirgli difficile guarire l'ammalato perch6,
comunicandogli quel che sa, lo libera dalla sua ignoranza . In tal
modo si eliminerebbe perlomeno una parte del senso inconscio elci
sintomi; dell'altra parte, del nesso dei sintomi con le esperienze dell'ammalato , il ~edico, per la verit, non pu indovinare molto: poich6
non conosce queste esperienze, deve aspettare che l'ammalato le rammenti e gliele racconti. Anche per questo tuttavia si pu trovare, in
alcuni casi, un surrogato. Ci si pu informare presso i congiunti dell'ammalato delle esperienze vissute da quest'ultimo, e costoro saranno
spesso in grado di riconoscere tra di esse quelle che hanno avuto un
effetto traumatizzante e forse di riferire perfino episodi di cui l'am malato non sa nulla, perch hanno avuto luogo nei primissimi anni
della sua vita. Combinando questi due procedimenti, si avrebbe dun que la prospettiva di porre rimedio in breve tempo e con poca fatica
all'ignoranza patogena dell'ammalato.
Magari le cose stessero cosi! Su questo punto abbiamo fatto
esperienze alle quali all'inizio non eravamo preparati. Tra sapere e
sapere passa differenza; vi sono tipi diversi di sapere, che non sono
affatto psicologicamente equivalenti: "Il y a fagots et fagots" , come
dice Molire. 1 Il sapere del medico non lo stesso di quello dell'am malato e non pu avere gli stessi effetti. Se il medico trasmette il
suo sapere all'ammalato come semplice comunicazione, ci non ha
alcun risultato. Ma no, sarebbe inesatto dire cosi; pur non eliminando i sintomi , ottiene il risultato cli mettere in moto l'analisi, di
1 [Letteralment e : "Ci sono fascine e fascine." Molire, Le mdecin malgr lui, atto
scena 5. J

1,

IS hA'l. lU N I, Al

I lt A III\IA

44 3

cui spesso le manifestazioni cli opposizione sono i primi segni. L'ammalato sa quindi qualcosa che fino a quel momento non sapeva, il
senso del suo sintomo; eppure non lo conosce piu di prima. Apprendiamo cosi che non si tratta solo di una specie di ignoranza . Occorrer
un certo approfondimento delle nostre conoscenze psicologiche, per
mostrarci in che consistano le differenze. 1 Ma la nostra tesi, che i
sintomi svaniscono con la conoscenza del loro significato, rimane
comunque esatta. Bisogna solo aggiungere che la conoscenza deve
basarsi su un cambiamento interiore dell'ammalato, quale pu essere
provocato soltanto da un lavorio psichico avente un fine determinato. Ci troviamo qui di fronte a problemi che presto confluiranno
a costituire una dinamica della formazione del sintomo.
Signori, ora devo farvi una domanda: ci che vi dico, non vi riesce
troppo oscuro e complicato? non vi confondo ricapitolando e rettificando cosi spesso le mie affermazioni, avviando ragionamenti e lasciandoli poi cadere? Se fosse cosi, dovrebbe dispiacermi. Ma io ho una
forte avversione per le semplificazioni fatte a spese dell'aderenza alla
verit, non mi rincresce affatto che riceviate una piena impressione
della multilateralit e della complessit dell'argomento, e penso anche che non vi sia nulla di male se su ogni punto vi dico piu di
quanto possiate al memento mettere a profitto. So che ogni ascoltatore e lettore mentalmente riassesta, abbrevia, semplifica ci che gli
viene presentato e ne estrae quello che vuol ritenere. Fino a un certo
punto senz'altro vero che quanto pi abbondante ci che si ha
a disposizione, tanto piu ci che rimane. Lasciatemi sperare che,
nonostante tutti gli elementi accessori, abbiate afferrato chiaramente
l'essenziale di quanto vi ho esposto riguardo al senso dei sintomi,
all'inconscio e alla loro relazione. Senza dubbio avete anche capito
che nel nostro sforzo ulteriore seguiremo due direzioni: in primo
luogo per apprendere come gli uomini si ammalino, come possano
giungere all'atteggiamento nevrotico verso la vita - il che un problema clinico - e, in secondo luogo, per sapere come dalle condizioni
determinanti la nevrosi si sviluppino i sintomi patologici, il che rimane
un problema di dinamica psichica. Per questi due problemi dovr
ben esserci da qualche parte un punto di convergenza.
Non voglio oggi procedere oltre; tuttavia, poich il nostro tempo
non ancora scaduto , intendo richiamare la vostra attenzione su
1

[Freud torner su questa questione nella lezione 27, p. 586.J

INTRODUZIONE

444

ALLA PSICOANALISI

un altro carattere delle nostre due analisi, il cui pieno apprezzamento,


ancora una volta, potr aver luogo solo pi tardi: sulle lacune mnestiche o amnesie. Avete visto [pp. 370 sg.] che il compito del trattamento psicoanalitico pu essere espresso nella formu la: rendere
cosciente tutto ci che inconscio in modo patogeno. Forse vi stupir ora apprendere che questa formula si pu anche sostitu ire con
l'altra: riempire tutte le lacune mnestiche dell'amma lato, abolire le
sue amnesie. Una cosa equivale all'altra . Alle amnesie del nevrotico
viene quindi attribuito un nesso importante con l'insorgere dei suoi
sintomi . Tuttavia, se prendete in considerazione il caso della nostra
prima analisi, non troverete giustificata questa valuta zione del1'amnesia. L'ammalata non ha dimenticato la scena dalla quale
prende le mosse la sua azione ossessiva, al contrario, ne h a conservato un vivido ricordo e neanche, nell'insorgere di questo sintomo,
entrato in giuoco qualcos'altro che stato dimenticato. Meno chiara,
eppure in complesso analoga, la situazione nel caso della nostra
seconda paziente, la fanciulla col cerimoniale ossessivo. Anche lei, a
ben vedere, non ha dimenticato il suo comportamento dei primi
anni, il fatto che insisteva perch la porta tra la camera da letto dei
genitori e la propria .rimanesse aperta, e che cacciava la madre dal
suo posto nel letto matrimoniale; se ne ricorda molto distintamente,
seppure esitando e controvoglia . La sola cosa che salta agli occhi
che la prima paziente, pur nell'eseguire innumerevoli volte la sua
azione ossessiva, non una sola volta si accorta della somiglianza di
questa con l'esperienza vissuta dopo la prima notte nuziale, e che
questo ricordo non si . presentato nemmeno allorch fu invitata
con domande dirette a cercare i motivi dell'azione ossessiva. Lo stesso
vale per la ragazza, nel cui caso, per di piu, il cerimoniale e i suoi
spunti si riferiscono a una situazione che si ripete, identica, tutte le
sere.1 In entrambi i casi non esiste alcuna amnesia vera e propria,
alcuna perdita di memoria, ma interrotto un nesso che dovrebbe
provocare la riproduzione, il riaffiorare del ricordo.
Una simile perturbazione della memoria sufficiente per la nevrosi ossessiva; per l'isteria diverso. Quest'ultima nevrosi caratterizzata perlopiu da amnesie davvero straordinarie. Di solito, nell'analizzare ogni singolo sintomo isterico si viene condotti a un'intera
catena di impressioni vissute che, al loro ricomparire, vengono espressamente designate come fino ad allora dimenticate. Questa catena
1

[Cio che padre e madre dormono insieme.]

18 J FISSAZIONE

AL TRAUMA

44S:

risale, da una parte, fino ai primissimi anni di vita, cosi che l'amnesia
isterica pu essere riconosciuta come una diretta continuazione del1'amnesia infantile, la quale nasconde alle persone normali gli inizi
della loro vita psichica [vedi sopra pp . 368 sg.]. Dall'altra prte, apprendiamo con stupore che anche le piu recenti esperienze dei malati possono essere soggett e a dimenticanza; in particolare sono state
corrose, se non del tutto divorate dall'amnes ia, le occasioni in cui la
malattia scoppiata o si intensificata. Dal quadro complessivo di
un ricordo recente di questo genere, importanti particolari sono
invariabilmente spariti o sono stati sostitu iti da falsificazioni della
memoria . Anzi, si verifica con quasi uguale regolarit che determinati ricordi relativi a episodi recenti, ricordi che sono stati cosi a
lungo trattenuti e hanno provocato lacune considerevoli nella connessione dei fatti, affiorino soltanto poco prima della conclusione di
un'analisi;
Tali m enomazioni della facolt mnemonica sono, come si dettor
caratteristiche dell'isteria, nella quale si presentano come sintomi
anche stati (gli attacchi isterici) che non necessariamente lasciano
traccia nel ricordo. Se nella nevrosi ossessiva le cose stanno diversamente, allora potete concludere che ci che in giuoco nelle amnesie
isteriche una caratteristica psicologica dell'alteraz ione che ha luogo
nell'ister ia, e non una caratteristica universale delle nevrosi in genere.
L'importanza di questa differenza trover un limite nella seguente
considerazione. Corrie "senso" di un sintomo abbiamo inteso contemporaneamente due cose: il suo "da che cosa", e il suo "verso che
cosa" o "per che cosa" [vedi p. 439], ossia le impressioni e gli episodi
da cui trae origine, e gli intent i cui serve. Il "da che cosa" del sintomo si risolve quindi in imp ressioni che sono venute dall'esterno , le
quali una volta furono necessariamente coscienti e da allora possono
essere diventate inconsce per dimenticanza. Il "per che cosa" del
sintomo , la sua tendenza, invece ogni volta un processo endopsichico, che pu anche all'inizio essere divenuto cosciente, ma che
pu, con altrettanta probabi lit, non essere mai stato cosciente ed
essere rimasto nell'inconscio da sempre . Non molto importan te se
l'amnesia ha colpito anche il "da che cosa", le esperienze sulle quali
si fonda il sintomo , come avviene nell'isteria; il "verso che cosa",
la tendenza del sintomo, la quale pu essere stata inconscia fin dal!' inizio, che ne prova la dipendenza dall'inconscio, e non meno
saldamente nella nevrosi ossessiva che nell'isteria .

INTRODUZIONE

ALLA PSICOANALISI

Co n questo risalto dato all'inconscio nella vita psichica abbiamo


per risvegliato gli spiriti piu maligni della critica cont ro la psicoanalisi. Non meravigliatevene, n crediate che la resistenza contro di
noi derivi solo dalla comprensibile difficolt dell'inconscio o dalla
relativa inaccessibilit delle esperienze che ne provano l'esistenza .
A mio parere la sua origine piu profonda. Nel corso dei tempi
1'umanit ha dovuto sopportare due grandi mortificazioni che la
scienza ha recato al suo ingenuo amore di s. La prima, quand o
apprese che la nostra terra non il centro dell'universo, bensi una
minuscola particella di un sistema cosmico che, qua nt o a grandezza,
difficilmente immaginabile. Questa scoperta associata per noi al
nome di Copern ico, bench gi la scienza alessandrina avesse proclamato qualcosa di simile. La seconda mortificazione si verificata
poi, quando la ricerca biologica annient la pretesa posizione di privilegio dell'uomo nella creazione, gli dimostr la sua provenienza dal
regno animale e l'inestirpabilit della sua natura animale. Q uesto
sovvertimento di valori stato compiuto ai nostri giorni sotto l'influsso di Charles Darwin, di Wallace e dei loro precursori, non senza
la piu violenta opposizione dei loro contemporanei. Ma la terza e
piu scottante mortificazione, la megalomania dell'uomo destinata
a subirla da parte dell'odi erna indagine psicologica, la quale ha l'in tenzione di dimostrare all'Io che non solo egli non . padron e in casa
propria, ma deve fare assegnamento su scarse notizie riguardo a
quello che avviene inconsciamente nella sua psiche. Anche questo
richiamo a guardarsi dentro non siamo stati noi psicoanalisti n i
primi n i soli a proporlo, ma sembra che tocchi a noi sostenerlo nel
modo pi energico e corroborarlo con un material e empirico che
tocca da vicino tutti quanti gli uomini . Di qui la generale ribellion e
contro la nostra scienza, l'inosservanza di ogni norma di urbanit
accademica e lo svincolarsi degli oppositori da tutti i freni della
logica impa rziale.1 A ci si aggiunga ancora che ci toccato turbar e
la pace di questo mondo anche in altro modo , come presto udr ete.

1 [Freud ha ulteri orment e sviluppat o questo tema nello scritt o Una difficolt della psico
analisi (19 16) in questo volum e, pp. 66 0 sgg.J

Lezione 19
Resistenza e rimozione

Signore e Signori, per progredire nella comp rensione delle nevrosi


abbiamo bisogno di nu ove osservazioni tratte dall'esperienza; ce ne
sono due, entrambe molto singolari e che a suo tempo sembrarono
assai sorprendent i. Ad ambedue, per la verit, siete preparat i dalle
nostre discussioni dell'anno scorso.2

In primo luogo: quando ci accingiamo a far guarire un amma lato,


a liberarlo dai suoi sintomi morbosi, egli ci oppone una resistenza
violent a, tenace e persistente per tutta la durata del trattamento.
questo un fatto talmente strano che non dobbiamo aspettarci che
sia facilmente creduto. meglio non dire nulla di ci ai congiunti
dell'ammalato, poicly~ costoro penseranno sempre e comunque che
si tratti di una scusa da parte nostra per giustificare la durata o l'insuccesso della cura. Anche l'ammalato produce tutti i fenomeni di
questa resistenza senza riconoscerla come tale, ed gi un buon risultato se riusciamo a indurlo ad adottare la nostra concezione e a
tenerne conto. Pensate un po': l'ammalato, che soffre tanto per i
suoi sintomi , facendo soffrire nel contempo le persone che gli sono
vicine, ch e disposto a sostenere tanti sacrifici di tempo, denaro ,
fatica e autodisciplina per esserne liberato, proprio lui, l'ammalato ,
opporrebbe resistenza al suo soccorritore, quasi facesse l'interesse
della sua malattia. Come suona inverosimile questa affermazione!
Eppure cosi; e se qualcuno ci fa osservare questa inverosimiglianza ,
non abbiamo che da rispondere che non mancano analogie in pro1
[Sul tema della rimozione le riflessioni fr.eudiane piu approfondite si trovano negli
,critti metapsicologici La rimozion e (1915) e L'inconscio (191 5) in questo volume
ilP- 36 sgg. e 49 sgg.]
' [Della resistenza Fr eud aveva gi parlato nella lezione 7, pp. 289 sg. La seconda osserrnzione de.scritt a piu oltr e a p p. 457 sg.J

Il)

S. Freud

Introduzione al libro Psicoanalisi delle nevrosi di guerra


(1919)

In Opere, vol. 9. Boringhieri, Torino 1977

70

PSICOANALISI

DELLE

NEVRO SI DI GUERRA

di entr~m_b: le diffe~~nt! specie di nevrosi, e utilizza a questo scopo il concetto d1 libido narc1S1shcache aveva sviluppato in Introduzi one al narci-

sismo (1914) .
. Sul tema delle nevrosi di guerra e del loro tratta mento Freud torner
m una memoria del 1920 pubblicata postuma: vedila in que sto volume alle
pp. 171 sgg.
La presente traduzione di Anna Maria Marietti.

Introduzione al libro
"P sicoanalisi delle nevrosi di guerra"

Il piccolo libro sulle nevrosi di guerra (con cui la nostra Internationale Psychoanal ytische Bibliothek apre le sue pubblicazioni) tratt a
di un tema che fino a poco tempo fa godeva del privilegio di una
att ualit estrema. Quando questo t ema venn e messo in discussione,
nel quinto Congr esso psicoanalitico (te nuto a Budapest nel settembre 1918), erano presenti alcuni rappresentanti ufficiali delle pi
alte istanze delle Potenze Centrali, ivi convenut i per prendere conoscenza delle comunicazioni e delle discussioni congressuali. Il promettente risultato di questo primo incontro fu l'impegno a istituir e
dei centr i psicoanalitici dove medici opportunamente addestrati
avrebbero avuto i mezzi e l' opportun it di stud iare la nat ura di questi
enrgmati ci- disfor I e la possibilit di influenzarli terape ut icamen te
me diante la psicoanalisi. Ancor prima che questi propositi potessero
essere messi in atto la guerra fin1, le organizzazioni statali crollarono
e l'in teresse per le nevrosi di guerra lasci0 il posto ad altre preoccupazioni. In ogni modo significativo il fatto che con la cessazione
delle condizioni determ inat e 1dalla guerra scomparve anche la maggior
parte dei disturbi nevrotici che la guerra aveva provocato. Ven ne
dunque meno, purt roppo, l'oppo rtunit di studia re a fondo queste
affezioni; anche se - dobbiamo aggiungere - ci auguriamo che essa
non si ripresenti t roppo presto.
Tuttavia, questo episodio che si recent emente concluso, non
stato privo d'importanza per la diffusione della psicoanalisi. Anche
quei medici ch e fino a quel momento si erano t enuti lontan i dalle
teorie psicoanalitiche sono venuti a contatto con esse quando , lavorando come medici militari, hanno dovuto occuparsi delle nevrosi di
guerra. Dalla relazione di Ferenczi il letto re pot r appr ende re con
quali esit azioni e sotto quali travestimenti abbiano avuto luogo questi

72

li

PSICOANALISI

DELL E NEVROSI

DI GUERRA

contatti. Alcuni dei fattori che la psicoanalisi aveva individuato e descritto da tempo nelle nevrosi del tempo di pace - l'origine psicogena
dei sintomi , l'importanza dei moti pulsionali inconsci, la funzione che
assolta ai fini della risoluzione dei conflitti psichici dal tornaconto
primario della malattia (" fuga nella malattia") - sono stati in tal
guisa accertati anche nelle nevrosi di guerra, e riconosciut i quasi da
tutti. I lavori di Simmel hanno anche mostrato i risultati positivi
che si possono ottenere se i nevrotici di guerra sono trattati col
metodo catartico, il quale, com' noto, stato il gradino preliminare della tecnica psicoanalitica. [Vedi sopra p. 69.]
T uttavia, non necessariamente a questo primo avvicinamento alla
psicoanalisi va attribuito il valore di un tentativo di conciliazione o
di attenuazione delle polemiche nei suoi confronti. Supponiamo che
qualcuno fino a un certo momento abbia rifiutato un a serie di affermazioni fra loro concatenate, e che improvvisamente si trovi nella
situazione di doversi convincere della verit di una parte di questo
insieme. Si potrebbe pensare che comunqu e il suo rifiuto diventer
meno reciso, che egli comincer a esitare e a coltivare la rispettosa
attesa che anche l'altra parte, sulla quale non ha ancora un'esperienza personale e non pu quindi formulare un giudizio, possa
rivelarsi ugualmente esatta.
Questa seconda parte della teoria psicoanalitica con cui lo studio
delle nevrosi di guerra non venuto a contatto mira a dimostrare che
le forze motrici che si esprimono nella formazione dei sintomi sono
di natura sessuale, e che le nevrosi nascono da un conflitto tra l'Io e
le pulsioni sessuali che l'Io ripudia. Dove la "sessualit" va intesa
nel senso allargato in cui usato questo termine in psicoanalisi, e
non va confusa con il pi ristretto concetto di "genitalit ". Ebbene,
verissimo, come osserva Ernest J ones nel suo contributo, che non
si ancora dimostrato che questa parte della teoria valida nel caso
delle nevrosi di guerra . I lavori che potrebbero provarlo non sono
ancora stati avviati. Pu darsi che le nevrosi di guerra siano un materiale che non si presta comunque a questa dimostrazione . Tuttavia
gli oppositori della psicoanalisi, in cui l'avversione per la sessualit
si rivelata piu forte della logica, si sono affrettati a proclamare
che l'indagine sulle nevrosi di guerra ha definitivamente confutato
questa parte della teoria psicoanalitica. Ma ragionando in questo
modo hanno fatto una piccola confusione. Se vero che l'indagine
sulle nevrosi di guerra (che finora stata molto poco approfondita)
non ha permesso di dimostrare che la teoria sessuale delle nevrosi

PSICOANALISI

DELLE

NEV ROSI DI GUERRA

73

valida, ci ben diverso dal dire che essa ha permesso di dimostrare


che questa teoria non valida.
Con l'aiuto di un attegg iamento imparziale e con un po' di buona
volont non dovrebbe essere difficile trovare la strada che porta a
una maggiore chiarezza.
Nella misura in cui le~~i
di guerra si distinguono da quelle
comuni del tempo di pace per alcune specifiche peculiarit, esse vanno
intese come delle nevrosi traumatiche la cui insorgenza stata con- <fisentita o facilitata da un conflitto nell'Io. -Il contributo di Abr;ha~
ffredelle buon e-indicazioni sull'esistenza di que sto conflitto nell'Io,
che stato riconosciuto anche dagli autori inglesi e americani citati
da Jones. Ta le conflitto si svolge tra il vecchio Io pacifico e il nuovo
Io bellicoso del soldato, e diventa acuto non appena l'Io pacifico si
rende conto di rischiare la vita per colpa della temerariet del suo
recente parassitico duplicato . Si pu dire che il vecchio Io si protegge
da un pericolo mortale con la fuga nella nevrosi traumati ca, o anche
che si difende dal nuovo Io di cui riconosce la minacciosit per la
propria esistenza. L'esercito nazionale sarebbe dunque la condizione,
il terreno di coltura delle nevrosi di guerra; esse non avrebbero la
possibilit di instaurarsi in un esercito di mercenari , fra i soldati di
professione.
Per tutto il resto le nevrosi di guerra sono dell~ n~i
traumatiche, che, com' noto, s1 presenta;o anche in tempo di pace iv seguito
aesperie nze spavntose -o a- gr;;-viincid enti, senza alcu_? rapporto con
un conflitto nell'Io.
La dottrina dell' etiologia sessuale delle nevrosi, o, come preferiamo
chiamarla, la teoria libidica delle nevrosi, era stata in origine formulata solo per le nevrosi di traslazione del tempo di pace, e in relazione a questo t ipo di nevrosi pu essere dimostrata facilmente se ci
si avvale della tecnica analitica. Tuttavia la sua applicazione a quelle
altr e affezioni che pi tardi abbiamo raggruppato sotto la comune denominazion e di nevrosi narcisistiche gi incontra delle difficolt. Una
comune dementia praecox, una paranoia, una melanconia costituiscono in verit un materiale pochissimo idoneo a illustrare la validit
della teoria libidica e a fungere da prima introduzione alla medesima ;
questo il motivo per cui gli psichiatri, i quali non si occupano
delle nevrosi di traslazione , non riescono ad accettarla di buon grado.
Giacch la nevrosi traumatica (del tempo di pace) sempre stata
considerata com e la pi refrattaria da qu esto punto di vista, la com-

74

PSICOANALIS[

DE L LE NEVRO S I DI GUERRA

parsa delle nevrosi di guerra non ha introdotto alcun elemento nuovo


nella situazione pr eesistente.
stato possibile estendere la teoria libidica alle nevrosi narcisistiche solo in seguito all'introduzione del concetto di una "libido
narcisistica", e cio di un importo di energia sessuale che legata
all'Io stesso nel quale trova quello stesso appagamento che di solito
solo l'oggetto riesce a dare; questo sviluppo perfettam ente legittimo
del concetto di sessualit promette di fare, per queste nevrosi pi
gravi e per le psicosi, tutto quello che ci si pu aspettare da una
teoria che procede per tentativi e su basi empiriche. Anche la nevrosi traumatica (del tempo di pace) si inserir in questo conte sto
non appena otterremo qualche risultato app rezzabile dalle nost re
ricerche sui rapporti che indubbiamente esistono fra spavento , angoscia e libid o narcisistica. [Vedi oltre pp. 198 sg.J
Se le nevrosi traumatiche e le nevrosi di guerra parlano a voce
altissima dell'influsso del pericolo morta le, mentre non parlano affatto o parlano in modo non abbastanza chiaro degli effetti pro dotti
dalla "frustrazion e dell'amor e ", in comp enso, nelle comuni nevrosi di
traslazion e del tempo di pace quel fattore che nella prima classe di
nevrosi ha un a parte cosi determi nante non avanza alcuna pretesa
etiologica . Si pensa addirittura che le nevrosi di traslazione siano favorite dall'eccessiva indulgenza, dalla vita facile e dall'inattivit, con il
che si rileva ancora una volta un interessante contrasto rispetto alle
condizioni di vita in cui esplodono le nevrosi di guerra. Se seguissero
l'esempio dei loro avversari, gli psicoanal isti che costatano che i loro
pazienti si sono ammalati in seguito ii "frustrazion e amorosa" (cio
perch le pretese della loro libido non sono state soddisfatte) , dovrebbero affermare che non possono esistere le nevrosi da pericolo,
o che i disturbi che appaiono dopo un grande spavento non costituiscono delle nevrosi. Naturalmente non si sono mai sognati di
sostener e una cosa simile . Al contrario, essi sono lieti di cogliere
l'opportunit che qui si presenta di unificare sotto un'unica ipotesi
due ordini di fatti appar ent ement e divergenti. N elle nevrosi trau matiche e di guerra l'Io dell'uomo si difende da un pericolo che lo
minaccia dll'esterno ,-oChe inco rporato in un rn odo "di atteg giarsi
dello stesso fo;'-ne~le
cii tr siazion~~de ! t em.E2_cii.J~~ce l'fo- cons~dera la er~pria li~id.9 C(!me un nemico le cui_E!_ete se ~li a12paio
;.:o
11;inacciose. In eptrambi i__i!
si l'Io teme di _~~ere__dq__g
negg~to: qui
tre_bbe_dire_che nelle
dalla libido, l da forze esterne. Anzi , si 20..

~<::.vros
1

PS!CO ANALIS [ DE LL E NEVROSI

DI GU ERRA

75

n evrosi di guerra - a differenza della l2!!.E.anevrosi trauma tica ..e


analogamente a quanto accade nelle nevrosi di traslazione - ci che
si teme a ben vedere un nemi co interno. Le difficolt teoretiche
che ostacolano un'ipotesi unificante come questa non sembrano insuperabili; dopo tutto la rimo~io12_ech~
lla base di og_~i _11ev~ i .. ,
E_U
~? buon diritto.-esser.e_definita come la reazion e a un trauma, come
ma nevrosi traum at ica elementare.
~

S. Freud

Promemoria sul trattamento elettrico dei nevrotici di guerra


(1920)

In Opere, vol. 9. Boringhieri, Torino 1977

170

TRATTAMENTO

DEI NEVROTICI

DI GUERRA

di Freud differivano da quelle di costui, il quale non faceva distinzioni


fra simulazione inconscia e simulazione cosciente, e considerava tutti i
cosiddetti nevrotici di guerra dei codardi, accadde che, malgrado le reciproche gentilezze formali, restasse in Wagner-Jauregg un certo astio
verso Freud . Tale astio lo indusse a sostenere per lungo tempo che il
nucleo principale della dottrina di Freud era costituito dalle idee di
Piene Janet, che Freud aveva conosciuto a Parigi nel 1885; venivano in
tal modo falsificati i fatti e si fraintendeva la natura sia delle dottrine di
Freud sia di quelle di Janet.
La perizia presentata da Freud fu conservata nel1'Archivio di Stato di
Vienna. L fu trovata dal professor Josef Gicklhorn. Non risulta che il
testo originale tedesco sia stato a tutt'oggi pubblicato . Una traduzione
inglese contenut a nel vol. xvu della "St andard Edition" delle opere
di Freud, pp. 211-15.
La presente traduzione italiana, condotta sul dattiloscritto tedesco fornito dall'Archivio di Stato di Vienna, di Ada Cinato.

Promemoria sul trattamento elettrico


dei nevrotici di guerra

Vi erano anc h e in tempo di p ace numerosi pazienti che, in seguito


a un trauma (e cio in seguito a esper ienze spaventose e p ericolose
come incidenti ferroviari e simili) presentavano gravi disturbi nella
loro vita psichica e n ella loro attivit n ervosa, senza che i medici
fo ssero giu nti a un a valutazione unanim e in merito a tali stati.
Alcuni di essi hanno ritenuto che in ques ti pazienti si fossero verificate gravi lesioni a carico del sistema ne rvoso, simil i alle emorragie e alle infiammazioni che compa iono nell e malattie non traumatiche. E quando l'esame anatom ico non riusciva a provare l'esistenza
di tali proce ssi, cost oro si sono tuttavia atte nu ti alla convinzione
che all'origine dei sint omi osservati ci fosse qualche piu sottile alterazione insor ta nei tessuti. Questi medici h an no dunque classificato
tali casi traumatici fra le malatt ie organic he .
Alt ri medici hanno sostenuto fin dall'i nizio che questi stati van no
considerati soltanto come disturbi fun zional i, e che il sistema nrvoso resta anatomicamente intatto. Comunque per molto t empo i
medici hanno fatto fatica a comp rend ere come possano produr si
disturbi fun zion ali tanto imponent i in assenza di gravi lesioni
organiche .
La guerra ch e appena finita ha prodotto e portato all'osservazione un enorme numero di tali casi traumatici, e in definitiva la
controvers ia stata risolta in favore del punto di vista funziona le.
La stragrande maggioranza dei med ici non crede pi che i cosiddetti
"nev roti ci di guerra" siano mala ti in conseguenza di tang ibili lesioni
organiche a carico del sistema nervoso , e i pi lungimiranti tra di essi
hanno gi deciso di introdurre la denominazione non ambigua di
"alterazion e psichica" al posto del termine imp reciso "alterazione
funzionale".

TRATTAME NTO DEI NEVROTICI

DI GUERRA

Quantunque le nevrosi di guerra si siano manifestate per la maggior


parte sotto forma di disturbi motori (tremori e paralisi), e bench
venga naturale attribuire alla brutalit dell'imp atto di eventi profondamente sconvolgenti (l'esplosione di una granata a distanza ravvicinata per esempio, o il rimaner sepolti sotto terra) effetti meccanici
altrettanto brutali, cionondimeno sono stat e compi ute alcune osservazioni che dimostrano inequivocabilmente come la causa delle cosiddette nevrosi di guerra sia di natura psichica. Infatti , come contestare
questa tesi dato che gli stessi stati morbosi si presentavano anche dietro il fronte, lontano dagli orrori della guerra, o imm ediatamente dopo
il rientro da una licenza? I medici furono dunque indotti a considerare i nevrotici di guerra alla stessa stregua dei soggetti nevrotici
del tempo di pace.
La scuola psicoanalitica della psichiatria, di cui io sono stato il
fondatore, negli ultimi venticinque anni aveva insegnato che le nevrosi del tempo di pace dovevano esser ricondotte a disturbi della
vita affettiva. Questa stessa spiegazione fu ora universalmente appli cata ai nevrotici di guerra. Avevamo inoltre affermato che i pazienti
nevrotici soffrono a causa di conflitti psichici, e che i desideri e le
inclinazioni che si esprimono nelle manifestazioni patologiche sono
sconosciuti agli stessi malati e sono pertanto inconsci. Era perci
facile dedurne che la causa immediata di tutte le nevrosi di guerra
fosse un'inclinazione inconscia del soldato a sottrarsi alle richieste,
pericolosissime o rivoltanti per i suoi sentimenti, postegli dal servizio militare attivo. La paura di perdere la vita, l'opposizione all'ordine di uccidere altra gente, la ribellione contro i superiori che reprimevano indiscriminatamente la loro personalit: queste erano le fonti
affett ive piu importanti da cui traeva alimento la tendenza dei soldati
a sfuggire alla guerra.
Un soldato per il quale questi moti affettivi fossero stati molto
potenti e limpidamente consapevoli, avrebbe dovuto , se era un uomo
sano, disertare o darsi ammalato. Tuttavia, solo una minima parte dei
nevrotici di guerra era costituita da simulatori; gli impulsi affettivi
che in essi si ribellavano contro il servizio attivo e li inducevano ad
ammalarsi operavano in essi senza divenire coscienti . Restavano inconsci perch altre motivazioni quali l'ambizione , la stima di s, il
patriottismo, l'abitudine all'obbedienza e l'esempio degli altri erano
inizialmente piu forti, finch, in qualche occasione adatta , venivano
sopraffatte da questi altri motivi che operavano a livello inconscio.
Tale penetrazione delle cause delle nevrosi di guerra condusse a

TR ATT AMENTO

DEI NEVROT ICI DI GU ERR A

17 3

un metodo di trattamento che sembrava ben fondato e che a tutta


prima si dimostr in effett i assai efficace. Sembr opportuno trattare il nevrotico come un simulatore e non tener conto della distin zione psicologica tra intenzioni consce e inconsce, pur essendo
consapevoli che egli non era un simulatore. Poich la malatt ia serviva allo scopo di sottrarlo a una situazione intollerabile, le radici
della malattia stessa sarebbero state evident emente scalzate se essa
fosse stata resa anche piu intollerabile del servizio militar e. Dato che
si era rifugiato nella malatti a per sfuggire alla guerra, i mezzi ch e ora
venivano impiegati erano tali da costringerlo a fuggire a ritroso dalla
malattia verso la salut e, ossia verso l'idoneit al servizio attivo. A questo
scopo venne usato un dolorosotrattam ento elettrico, e con successo.
I medici dissimulano i fatti a posteriori quando affermano che la
potenza di questa corrente elettrica non era maggiore di quella che
era stata impiegata da sempre per i disturbi funzionali. In tal caso il
trattamento si sarebbe rivelato efficace soltanto nei casi piu lievi, in
contrasto fra l'altro con l'argomentazione fondamentale secondo cui
la malattia di un nevrotico di guerra doveva essere resa dolorosa, cosi
che il bilanc io delle sue motivazioni si rovesciasse in favore della
guarigione.
Questa forma dolorosa di trattamento introdotta nell'esercito tedesco per scopi terapeutici avrebb e potuto senza dubbio essere impiegata anche in maniera piu moderata. Se stata usata negli ospedali
di Vienna , sono personalmente convinto che, quanto al professor
Wagner-Jauregg,1 i suoi interventi non giunsero mai alla crudelt.
Non sono in grado di garantire per altri medic i che non conosco. La
preparazione psicologica dei medici in genere decisamente lacunosa
e piu d'uno pu aver dimenticato che il paziente che intendevamo
curare come un simul atore dopo tutto non lo era.
Tale procedimento terapeutico aveva tuttavia una macchia fin dall'i~izio: Nton mir~va al~a guar!gione del pdaziente, o perlomendo non in
pnma 1s anza; mnava mnanz1tutto a ren er1o nuovamente i oneo a1
servizio militare . La medicina si poneva in questo caso al servizio cli
intenzioni che sono estranee alla sua natura. Lo stesso medi co era
soggetto a una disciplina militare, e, se si lasciava guidare da considerazioni diverse da quelle prescrittegli , si esponeva al pericolo personale cli essere retrocesso o di essere accusato di trascurare i suoi
doveri. L'irresolvib ile conflitto tra le esigenze di umanit, che cli
1
[Juliu s von Wagner-Jaur egg fu do cent e di psichiatria all'Univ ersit di Vienn a dal 1893
al 19 28 .)

13

t
I

174

TRATTAM ENTO DEI NEVROTICI

DI GUERRA

solito sono determinanti per il medico, e gli adempimenti richiesti


da una guerra nazionale, non poteva non creare confusione anche
nella sua attivit.
Comunque, gli splendidi successi iniziali del tratt ame nto con una
forte corrente elettrica con l'andar del tempo non si rivelarono duraturi. Un paziente che, riportato in salute con tale metodo veniva rinviato al fronte, poteva ripetere la situazione e avere una ricaduta,
grazie alla quale, perlomeno, guadagnava tempo e sfuggiva al pericolo
pi immediato. Se ancora una volta si trovava nel fuoco della battaglia la sua paura della corrente elettrica recedeva, cosi come si
era affievolita la sua paura del servizio militare durante il trattamento. Nel corso degli anni di guerra si fece inoltre sentire sempre
piu. uno spossamento crescente dello spirito popola re, e una crescente avversione per il combattimento, talch il trattamento che ho
descritto cominci a non avere piu effetto. In tali circostanze alcuni
dei medici dell'esercito seguirono la tendenza, tipica dei tedeschi , di
realizzare i loro propositi senza guardare in faccia nulla e nessuno, ed questa una cosa che mai sarebbe do vuta accadere. La
potenza della corrente, come pure la brutalit del resto del trattamento, furono incrementati fino a un punto intollerabile, allo scopo
di privare i nevrotici di guerra del tornaconto che avevano ricavato
dalla loro malattia. Non mai stato smentito il fat to che negli
ospedali tedeschi vi furono a quell'epoca dei casi di morte durante
il trattamento, e di suicidio in conseguenza di esso. Non sono assolutamente in grado di dire se anche le cliniche di Vienna abbiano
attrave rsato questa fase terapeutica .
A testimonianza del definitivo fallimento della terapia elettrica
delle nevrosi di guerra posso addurre una pro va assai convincent e.
Nel 1918 il dottor Ernst Simmel , direttor e di un ospedale per le
nevrosi di guerra a Posen, pubblic un opuscolo nel quale riporta va
i risultati davvero ottimi che aveva ottenuto con il metodo psicoterapeutico da me introdotto in casi gravi di nevrosi di guerra .1 Grazie a
questa pubblicazione, parteciparono al successivo Congresso di psicoanalisi, tenutosi a Budapest nel settembre 1918,2 alcuni delegati ufficiali dei Comandi dell'esercito tedesco, austriaco e ungherese, i quali,
in quell'occasione, presero l'impe gno di istituir e alcuni centri per un
trattamento puramente psicologico delle nevrosi di guerra. Questo
impegno fu assunto bench i delegati non potessero piu. nutrire
1 [Vedi sopra, p. 72 .]
2

[Nel manoscritto originale questa data chiaramente scritta "1 818 ".]

TRATTAMENTO

DEI NEVROTICI

DI GUERRA

175

alcun dubbio circa il fatto che con questo tipo di trattamento riguardoso, difficile e prolungato era impossib ile contare su un ripristino il piu. possibile rapido dell'idoneit di questi pazienti al servizio militar e. I preparat ivi per l'allestimento di centri di questo tipo
erano appunto in corso quando la situazione si rovesci violentem ente ponendo fine alla guerra e all'in fluenza degli uffici amministrativi che erano stati fino a quel momento onnipotenti . Ma con la
fine della guerra scomparvero anche i nevrotici di guerra: questa
l'u ltima ma impr essionant e t estimonianza della causa psichica delle
loro malattie .
Vienna,

23

febbraio

19 20

S. Freud

Al di l del principio di piacere


(1920)

In Opere, vol. 9. Boringhieri, Torino 1977

AL DI L DEL PRINCIPIO

2.

In seguito a gravi scosse meccaniche, scontri ferroviari e altri incidenti che implicano un peficolo mort ale si pu verificare una situazione che stata descritta da tempo e a cui stato dato il nome cli
Il "nevrosi traumatica". La terribile guerra che si appena conclusa
ha determinato la comparsa di molt e affezioni di qu esto genere, ma
almeno ha posto termine al tentati vo cli farle risalire a lesioni organiche del sistema nervoso derivanti dall'azione cli un a forza meccanica.1 Il quadro clinico della nevrosi traum atica si avvicina a quello
dell'isteria per la grande variet di sintomi moto ri analoghi, ma di
regola lo travalica per i segni spiccati di una sofferenza soggetti va che
ricorda l'ipocondria o la melanconia , e per le prove che offre di un
ben piu esteso generale indebolimento e turbamento delle facolt
psichiche. Finora non si giunti a una spiegazione completa 2 n
delle nevrosi di guerra n delle nevrosi traum atiche del tempo di
pace. N el caso delle nevrosi di guerra il fatto che lo stesso quadro
clinico si determinasse talvolta 3 senza il concorso di una grande
violenza meccanica parve illuminare e confonder e le cose al tempo
stesso. Nel caso delle comuni nevrosi traumatiche emergono chiaramente due caratte ristiche sulle quali riflett ere: in primo luogo
sembrato che esse siano determinate anzitutto dalla sorpresa, dallo
spavento ; in secondo luogo di solito una lesione o ferita patita simultaneamente agisce contro l'in staurarsi di una nevrosi. I termin i
"i P-avento", "pau_gt_:_~? ngosc~ " 4 sonQ.!:!_
Sat!_a_!_orto com(! sinonimi ;
in realt corrispondono a tre diversi atteggiamenti di fronte al pericolo. ]/ ~ ang~ cia" indica una certa situa zione ch e pu essere definita
di attesa del pericolo e di preparazion e allo stesso, che pu anch e
~ssere scon_osciuto. ~~
ura" richi ede un determin ato oggetto di
cui si h2_ timore; lo " spavento" designa invece lo stato di chi si
trova di fronte a un pericolo senza esservi. preparato , e sottolin ea
l'elerp.ento della__sorpresa. Non credo che l'angoscia possa produrr e
1V edi il libro Psicoanalisi delle nevrosi di guerra (1919 ) al quale h anno contri bu ito Fe r enczi, Abraham, Simm el e Jones. [L'intr odu zione di Freud a qu esto libro conte nuta in
questo volume alle pp. 71 sgg.; vedi anch e, alle pp . 17 1 sgg., il Pro memoria sul tratt amento
ele tt rico dei nevroti ci di guerra (1920).]
2
[La parola " compl eta " fu aggiunta nel 1921. ]
3 [N ella prima edizione del 1920 era scrit to: "p otesse talvolta esser determinato ". ]
[In tedesco Schr eck, Furcht e Angst. J

DI PI ACE RE

J2

199

una nevrosi traumatica; nell'angoscia c' qualcosa che protegge dallo


spavento e quindi anche dal_!
a nevrosi da2 pavento. Ritorneremo su
questo punto piu avanti [vedi p. 217].1
Lo studio dei sogni pu essere considerato il metodo piu att endibile per l'esplorazion e dei processi psichici profondi. Ebbene , la vita
onirica delle person e affette da nevrosi traumati ca ha la caratteri stica
cli riportar e continu ament e il malato nella situazione del suo incidente , da cui egli si risveglia con rinnovato spavento . Ci si stupi sce
davvero troppo poco di ci. Si pensa che il fatto che l'esperienza
traumatica si imponga continuam ente al malato, persino nel sonno,
sia appunto una prova della sua forza: il malato sarebbe, per cosi
dire, fissato psichicam ent e al suo trauma. Tali fissazioni all'esperienza
che ha fatto esplodere la malattia ci sono note da tempo , nel caso
dell'isteria. Nel 1893 Breuer e Freud hanno dichiarato che gli isterici
soffrono perlopiu di reminiscenze. 2 Anche nel caso delle nevrosi di
guerra, osservatori come Ferenczi e Simmel hanno potuto spiegare
alcuni sintomi motori con la fissazione al mom ento del trauma .
Tuttavia non mi risulta che nella vita vigile coloro che soffrono di
nevrosi traumat ica siano molto occupati dal ricordo del proprio
incidente. Forse si sforzano piuttosto di non pensarci. Se si ritien e
ovvio che il sogno notturno trasponga nuovamente queste persone
nella situazione che ha creato la loro malattia si mostra di non avere
compreso la natura del sogno. Sarebbe piu coerente con la natura
del sogno se al malato si presentassero piuttosto immagini risalenti
all'epoca in cui stava bene , o relative alla guarigione che spera di
raggiungere. Se non vogliamo che i sogni di coloro che soffrono
di nevrosi traumati ca ci turbino nel nostro convincimento che il sogno
tend e all'appagamento di un desiderio, non ci resta che una via d'u scita: ammettere che in questa situazione anche la funzione del sogno,
come molte alt re cose, viene disturbata e deviata dai suoi scopi; a
meno di non voler ricorrere alle misterio se tendenze masochistich e
dell'lo. 3
1 [Non semp re Freud si att enu to alla distin zione qui tracciata. Mol to spesso il termin e
"An gst" da lui usato per designare un o stato di paura o di angoscia che non affatto
riferito al futuro . N on imp robabile che sia qui adomb rata la distinz ione che F reud traccer
in Inibizione , sintomo e angoscia (192 5) tra l'ango scia com e reazione a una situazi one t ra'.1matica - che prob abilm ente equivale a ci ch e qui chiamato " Scl,reck" - e l' angoscia
come segnal e che an nun cia l'approssimarsi di un event o siffatto . Ve di anch e piu olt re,
a p . 21 7, dove Fi eud parla della pr eparaz ione (al pericolo) come di un element o costit utivo dell 'angoscia.]
2 [Vedi il cap. 1 degl i Stud i sull'isteria (1892 -95) p. 179, nonch la conf erenza di Freud
sul Meccanismo psichico dei feno meni isterici (1893) pp . 96 sgg.J
3 [L e ult ime parole di questo periodo, da "alt rimenti " in poi, furo no aggiunte nel 1921;

200

AL DI L DEL PRINC IPIO DI PIACERE

A questo punto propongo di abbandonare l'oscuro e tetro argomento della nevrosi traumatica e di studiare il modo in cui opera
l'apparato psichico in una delle sue prim e attivit norma li: mi riferisco al giuoco dei bambini.
Le diverse teorie del giuoco infantile sono state recentemente
riassunte e valutate dal punto di vista analitico da Pfeifer, 1 al lavoro
del quale rimando i miei lettori. Qu este teorie cercano di scoprire le
ragioni del giuoco infantile , ma senza mettere in primo piano il
punto di vista economico , e cio senza considerare il piacere che il
giuoco procura. Ora, senza voler abbracciare tutto il campo di qu esti
fenomeni, ho sfruttato un'occasione che mi si offerta per chiarire
il significato del primo giuoco che un bambino di un anno e mezzo
si era inventato da s. Si trattato di qualcosa di piu di una fuggevole osservazione, poich sono vissuto per alcune settimane sotto lo
stesso tetto del bambino e dei suoi genitori , ed passato un certo
tempo prima che riuscissi a scoprire il significato della mist eriosa attivit che egli ripeteva continuamente.
Lo svilupp o int ellettuale del bambino non era affatto precoce; a un
anno e mezzo sapeva pronun ciare solo poche parole comprensibili
e disponeva inolt re di parecchi suoni il cui significato veniva compreso dalle persone che vivevano intorno a lui. In ogni modo era in
buoni rapporti con i genitor i e con la loro unica domestica , ed era
elogiato per il suo "buon" carattere. Non disturbava i genitori di
notte , ubbidiva coscienziosamente agli ordini di non toccare certi
oggetti e non andare in certe stanze, e, sopratt utto , non piangeva
mai quando la mamm a lo lasciava per alcune ore, sebb en e fosse ten eramente attaccato a questa madr e che non solo lo aveva allattato di
persona, ma lo aveva allevato e accudito senza alcun aiuto esterno.
Ora questo bravo bambino aveva l'abitudine - che talvolta distur bava le persone che lo circond avano - cli scaraventare lontano da s
in un angolo della stanza, sotto un letto o altro ve, tutti i piccoli
oggetti di cui riusciva a impadronirsi , talch cercare i suoi giocattoli
e raccoglierli era talvolta un 'impresa tutt'altro che facile. Nel
fare questo emetteva un "o-o-o" fort e e prolungato, accomp agnato
da un' espressione di int eresse e soddisfazione; secondo il giudizio
su questo tema nel suo insieme vedi L'interpreta zione dei sogni (1899 ) pp. 502 sgg.; vedi
anche oltre, in questo volume alle pp. 2 55 sg. lo scritto Co mplementi alla teoria del sogno
(1920 ).]
1 S. PFEIFER, Xusserungen infanti/-erot ischer Trieb e im Spiele, Imago, vol. 5, 243 (19 19).

AL DI L DEL PRINC IPIO DI PIACERE

J2

201

della madr e, con il quale conco rdo, questo suono non era un'interiezione, ma significava " fort" ["via "J. Finalrn en te mi accorsi che
questo era un giuoco, e che il bambino usava tutti i suoi giocattoli
solo per giocare a "gettarli via". Un giorno feci un'os servazione che
conferm la mia ipot esi. 11 bambino aveva un rocchetto di legno
intorno a cui era avvolto del filo. Non gli venne mai in ment e di
tirarselo dietro per terra, per esempio , e di giocarci come se fosse
una carrozza; tenendo il filo a cui era attaccato , gettava invece con
grande abilit il rocchetto oltre la cortina del suo lettino in modo
da farlo sparire, pronun ciando al t empo stesso il suo espressivo
"o-o-o"; poi tirava nuo vament e il rocchetto fuori dal letto , e salutava la sua ricomp ar~ con un allegro "da" [" qui "J. Questo era
dunqu e ilLgiuoco completo )- sparizione e riapparizione - del quale
era dato assistere di norma solo al primo atto , ripetuto instancabilmente
come giuoco a s stante , anche se il piacer e maggiore era legato
)
indubbiamente al secondo atto. 1
L'interpretazione del giuoco divenn e dunque ovvia. Era in rapporto con il grande risult ato di civilt raggiunto dal bambino , e cio
con la rinuncia pulsionale (rinun cia al soddisfacimento puls ionale)
/che consisteva nel permette re senza proteste che la madr e se ne andasse. Il bambino si risarciva, per cosi dire, di questa rinuncia, inscenando l'atto stesso dello scomp arire e del riappari re avvalendosi degli
oggetti che riusciva a raggiungere. ovvio che per dare una valutazione del significato affetti vo di questo giuoco non ha importanza
sapere se il bambino lo aveva inventato da s o se esso gli era
stato suggerito da altri. Il nostro int eresse dirett o a un altro punto .
impossibile che l'andar via della madre riuscisse gradevole, o anche
soltant o ind ifferente al bambino. C orn.~ u d_unqu ~c cordarsi col
principi o di piacere la riQetizione sotto Jor ma di _gi.!:!_OC
..Q_
di questa
penosa esperienza? Forse si rispond er che l'andarsene doveva essere necessariament e rappre sentato , come condizione che prelud e
alla piacevole ricomparsa, e che in qu est'ultim a risiedeva il vero scopo
del giuoco. Ma qu esta interpretazione sarebb e contraddetta dall'osservazione eh e il primo atto ,J' andars ~ne _era in~ enato come gi uoco

' Un'osservazione successiva conferm pienamente questa interpretazione. Un giorno la


madre era rimasta fuori casa per parecchie ore, e al ritorno venne accolta col saluto "Bebi
[= il bambin o J 0--0--0 ! " , che in un primo moment o parve incomprensibile. Ma presto
risult che durant e quel lungo periodo di solitudin e il bambino aveva trovato un modo
per farsi scomparire lui stesso. Aveva scoperto la propria immagine in uno specchio che
arrivava quasi al suolo, e si era accoccolato in modo tale che l'im magine se n'era andata
"via". [Questo stesso bambino (un nipotino di Freud), e questa scena sono menzionati
anche in una nota aggiunta nel 19 19 all'Int erpretazione dei sogni (1899) p. 4 22 .]

2 02

AL DI L DEL PRINC IPI O DI P IACERE

a~
stante , e anzi si verificava incompa rabilmente piu spesso
che non la rapprese!}tazione, con:i2kta con il suo piace;ole finale.
L'analisi di un caso singolo come questo non permette di formu lare un giudizio sicuro e definitivo; se si considera la cosa in mod o
imparziale, si ha l'impres sione che il bambino avesse trasformato
questa esperienza in un giuoco per un altro moti vo. All'inizio era
stato passivo, aveva subito l'esperienza; ora invece, ripetendo
l'esperienza, che pure era stata spiacevole, sotto forma di giuoco,
il bambino assumeva una parte attiva. Qu esti sforzi potrebbero
\ essere ricondotti a una pulsione di appropriazione che si rend e
indipendente dal fatto che il ricordo in s sia piacevole o meno . Ma
si pu anche tentare un'interpr etazione diversa. L' atto di gettare via
l'oggetto, in modo da farlo sparire, potrebbe costituire il soddisfacimento di un impulso che il bambino ha represso nella vita reale,
l'impulso di vendicarsi della madre che se n' andata; in questo caso
avrebbe il senso di una sfida: "Benissimo, vatten e pure , non ho bisogno di te, sono io che ti mando via." Questo stesso bambino che
avevo osservato a un anno e mezzo intento nel suo primo giuoco,
l'anno dopo , quando era in collera con un giocattolo, usava gettarlo per
terra esclamando: "Va in guella!" A quel tempo gli avevano raccontato che il pap assente era in guerra; il bambino non sentiva affatto
la mancanza del padre, anzi dava chiaramente a vedere che non
desiderava essere disturbato nel proprio possesso esclusivo della
madre .1 Sappiamo anche di altri bambini che amano esprimere simili
impul si ostili scaraventando lontano oggetti in luogo di persone.2
Ci sorge allora il d.!!J?biose l~ ~inta a elaborare psichicamente e a
impadronirci 2.PJ:?ienodi un evento che ha suscitato in noi una fort e
i_!!!Pr~ssio
~ :e2.5
1a 1!!.
'.:
mifestarsi primariamente e indipendent ement e
@LPr _gi_si2.iq_di piacere. A ben v~der~; nel caso che stiamo discutendo , il bambino potrebbe ripet ere nel giuoco un 'esperienza sgradevole solo perch a~~
ri~ t ione legato l'ott enimento di un
piacere di ti o diverso ma ncm meno diretto .
Neppure un ulteriore esame del giuoco dei bambini ci aiuta a
optare per una delle due ipotesi tra cui esitiamo. chiaro che i
bambini ripetono nel giuoco tutto quello che nella vita reale ha

~
1

1
Quando il bambino ebbe cinque anni e nove mesi la madre mori. Ora che davvero la
mamma era andata " via" ("0 --0--0 "), il bambino non mostr alcun segno di affiizione. I!:
per vero che nel fratt empo era nato un secondo bambino, che aveva suscitato la sua violenta gelosia.
2
Vedi il mio scritt o Un ricordo d'infan zia tratt o da " Poesia e verit " di Goetlie (19 17)
[sopra, in questo volume, alle pp. 5 sgg.].

AL DI L DEL PRINCI PI O DI P l.\ CERE

I2

203

suscitato in loro un a forte impressione, vero che cosi facendo abreagiscono la forza dell'imp ressione e divent ano per cosi dire p_adroni '\
della situazione. Ma d'altro lato evidente che tutto il loro giocare
influenzato da un desiderio che domina quest'epoca della loro vita:
il desiderio di essere grand i e pote r fare quello che fanno i grandi.
Si pu anch e osservare ch e il caratt ere spiacevole di un 'esperienza
non la rend e semp re inservibile per il giuoco. Se il dottore ha guardato in gola al bambino o se gli ha fatto una piccola operazione ,
possiamo essere certissimi che questa spaventosa esperienza sar il
t ema del prossimo giuoco; ma in questo caso non va trascurato che
il bambino otti ene il piacere da un'altra fonte. Passando dalla passivit dell'esperire all'atti vit del giocare, egli fa subire l'esperienza
sgradevole ch e gli era capit ata a un comp agno di giuochi , e in tal
modo attua la sua vend ett a sulla persona di questo sostituto [del
medico ].1
In ogni caso da qu este discussioni emerge il fatto ch e per spiegare
il giuoco non necessario supporre l'esistenza di una particolare
pulsione imitati va. Per concludere, possiamo ancora ricordare che la
rappresentazione e l'imita zione arti stica degli adulti, a differenza di
quelle dei bambini , sono indirizzate alla persona dello spettatore e,
pur non risparmiandogli le impr essioni piu dolorose - nella tragedia
per esempio - possono tuttavia suscitare in lui un godimento elevatissimo.2 Ci una prova convincente del fatto che anch e sotto il
dominio del principio di piacere esiston9 mezzi e vie a sufficienza
per trasformare ci che in s spiacevole in qualcosa che pu essere
ricordato e psichicam ent e elaborato. Questi casi e situ azioni che
\
alla fin fine si concludono con l'ottenimento di un piacere potrebbero essere studiati da un 'estetica 3 orientata secondo il punto di vista
economico; per i nost ri scopi non servono, perch presuppongono
l'esistenza e il dominio del principio di piacere, mentre non provano
i/l'esistenza di t end enze che operano al di l del principio di piacere,
tendenze cio pi originarie del principio di piacere e da esso indi, pend enti.

[Un'osservazione analoga a questa si trova nel S 3 dello scritto sulla Sessualit femm inile (1931 ).]
2 [Freu d si era occupato di questo argomento nello scritto, pubblicato postum o, Perso3 [Vedi sopra pp . 19 4 sg., n . 4.]
naggi.psicopatici sulla scena (190 5).]

, A L DI L DE L PR INC IPIO

3.

Venticinque anni di lavoro int enso hanno fatto si che i fini immediati della tecnica psicoanalitica siano oggi completam ente diversi
da quelli iniziali. Dapprima il medico analista non poteva propor si
altro scopo se non quello di scoprire i contenuti incon sci ignoti al malato per raccoglierli e comunicarglieli al momento giusto . La psicoanalisi era soprattutto un 'arte dell'interpretazione . Poich con ci
non veniva risolto il problema ter~eut i_co, ben_prestoj_a pyicoanalisi
si propose uno scopo ulteriore: obbligare il malato a confermare la
costruzione dell'analista con i suoi stessi ricordi . In questo tentativo
l'accento principale
cadde- sulle -resistenze
del malato' ora l'abilit
- -- del medico consisteva nel mettere allo scoperto, il piu. presto possibile, queste resistenze, nell'indicarle al malato e, avvalendosi della
propria personale esperienza, nell'indurlo ad abbandonarle (a questo
pun to entrava in scena la suggestione, sotto forma di " traslazione" ).
Ma poi divenne sempre piu. evidente che la meta che ci si era prejissi - re!!_de~ cosciente ci che era inconscio -::._!l.
On_ po~v a essere interam ent e _g ggiunta nean_che con questo metodo. Il malato non pu ricordare tutto ci che in lui rimosso, forse non
ricorda proprio l'essenziale, e quindi non riesce a con vincersi dell' esattezza della costruzione che gli stata comunicata. Egli piutto sto
indotto a ripetere il contenut o rimosso nella forma di un 'esperienza
11attuale, anz ich, come vorrebbe il medico, a ricordarlo come part e
del proprio passato.1 Queste riproduzioni, che si presentano con una
fedelt indesiderata, hanno sempre come oggetto una parte della
vita sessuale infantile, ossia del complesso edipico e dei suoi esiti; e
ha nno invariabilmente luogo nella sfera della traslazione , vale a dire
del rapporto col medico . Se il trattamento ha raggiunto questo stadio,
si pu dire che la vecchia nevrosi stata sostituita da una nevrosi
nuova, da una "nevrosi di traslazione". 2 Il medico si sforzato di
restringere al massimo l'ambito di qu esta nevrosi di traslazione, di
convogliare quanto piu. materiale possibile nella sfera dei ricordi e
1
Vedi il mio scritto Nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi (1913-14): 2. Ricordare, ripetere e rielaborare . [In effetti in tale scrit to, a p. 356, Freud parla per la prima
volta della "coazione a ripete re" che costituisce uno dei temi principali del presente lavoro.]
~ [Anche questo termine, nell'accezione particolare in cui qui usato, compare per la
pnma volta alla p. 360 dello scritt o tecnico test citato.]

DI PI ACERE

205

di fare in modo ch e una parte minima di esso riemerga sotto forma


di ripetizione. Il rapporto ch e si stabilisce fra ci ch e ricordato e
ci che riprod ott o varia di caso in caso. Di regola il medico non
pu risparmiare al malato questa fase della cura; deve consentir e che
il paziente riviva un a certa parte della sua vita passata, e provvedere,
d'altro lato, affinch egli conservi un certo grado di !!'azionale di- )ber/ egenh~t
stacco, che gli permetta di rendersi conto che quella che g_li_a
p_pare --1_,_ ar :r i i)
c_ol_!le
reajt_it in effett i soltanto l'immagine riflessa di un passato u:ch,,rca 1;_i !
dimenticato. Se si raggiun ge tale obiettivo , vuol dire che si riusciti
a suscitare nel malato il convincimento , e a ottenere quel successo
terapeutico che da qu esto convinciment o dipende.
Per capire meglio la "c oazione a ripet ere" che si manifesta durante
il trattamento psicoanalitico dei nevrot ici, dobbiamo anzitutto liberarci dall 'errata convinzione che nella nostra lotta contro le resistenze abbiamo a ch e fare con una resistenza da parte dell"'inc onscio ". L'inco nscio, e cio il "rimo sso", non oppone alcu na resistenza
agli sforzi della cura; il suo unico scopo anzi quello di vincere la
pressione cui soggetto e riuscire o a farsi largo nella coscienza o a
scaricarsi nell'azione reale. La resistenza che si ma nifesta dura nt e la
cura proviene da quegli stessi strati e sistemi superiori della vita
psichica che originariamente hanno attuato la rimozion e. Ma poich
l'sperien za ci insegna che durante il trattamento i motivi delle
resistenze, e perfino le resistenze stesse sono inizialment e incon sci,
ci sentiamo obbligati a rettificare un elemento inadegu ato della nostra formula zione. G uadagneremo in chiarez za se invece di istitui re
un contrasto fra la coscienza e l'inconscio contra pporre mo l'uno
all'altro l'Io coerent e 1 e il rimosso. certo che una parte E_?tevole \
dell_'.lq: anch 'essa inconscia, inconscio proprio q_g_e
llo ch e si pu
chiamare il nucleo dell'I o; solo una Sl!L piccola parte pu essere
designata col termine "preco nscio".2 Dopo questa sostituzione di
una formt ;lazione meramente descrittiva con una formulazione sistematica o dinamica possiamo dire che la resistenza del soggetto ana1.iz_zatoproviene dal2QQ__lQ,~_e allora ci accorgiamo subito che la
1 [L'idea dell'Io come strut tura coerente cui spettano determ inate funzioni risale al
Progetto di una psicologia (1895) di cui vedi, per esempio, le pp. 229 sgg. Freud riprende
questo argomento e lo sviluppa in L'Io e l 'Es (1922) : vedi oltre in questo volume pp.
480 sgg.J
2 [Que sta frase formu lata cosi a part ire dal 1921 ; nella prima edizione del 1920 si
leggeva: " possibile che una parte notevole dell'Io sia anch'essa inconscia; probabilmente
solo una parte di esso pu essere designata col term ine 'pr econscio'. ")
3 [Un' esposizione piu dettagliata e un po' diversa da questa sulle fonti della resistenza
si trova nel cap. 11 di Inib izione, sintomo e angoscia ( 192 5).)

15

AL DI L DEL PRINCI
PIO DI PIACERE

206

\( coazione a ripetere deve essere attribuita all'inconsc io rim?~So.


probabile che questa coazione non pote sse esprimersi prima di essere
facilitata dal lavoro terap eutico che ha allentato la rimozione. 1
1: Non c' dubb io che la resistenza dell'Io, conscio e preconscio si
1 ponga al servizio del principio di piacere: essa vuole infatti evitare il
1 dispiacere che sarebbe prodotto dalla libe razione del rimosso. D'altro
lato, facendo appello al principio di realt, noi tendiamo a far si che
il nevrotico riesca a tollerare tale dispiacere. Ma qual la relazione
che esiste fra la coazione a ripetere - in cui si esprime la forza del
rimosso - -e il principio di piacere? chiaro che la maggior parte
delle esperienze che a coazione ripetere fa rivivere non pu ch e
procurare dispiacere all'Io, poich porta alla luce attivit di moti
pulsionali rimossi; ma questo dispiacere rientra in una categoria che
abbiamo gi considerato e non contraddice al principio di piacere:
dispiacere per un sistema e cont emporan eamente soddisfacimento
~ l'altro. 2 Cionondimeno, il fatto --nuovo e singolare che a questo
punto ci tocca illustrare che 1~ coazione a ripetere r~hiama in vita
1
anche esperienze passate che escludono qualsiasi possibilit di pia11cere, esperienze che non possono ave;- procurato un sodd isfacimento
1, ~eanch e in passato, nemmeno a moti pulsionali che da quel momento in avanti sono stati rimossi.
-La prima fioritura della vita sessuale infantile destinata a estin guersi poich i desideri che essa alimenta sono incompa tibili sia con
la realt sia con l'in adeguato stadio di sviluppo che il bambino ha
raggiunto. Tale fioritur a perisce in circostanze piu che mai tormentose, accompagnate da sensazioni di dolore profondo. Dalla perdita
dell'amore dei genitori e dallo scacco subito risulta per il bambino
un'offesa permanente del sent imento di s, nella forma cli una ferita
narcisistica che secondo le mie esperienze, nonch le analisi di Marcinowski,3 contribuisce piu di ogni altra cosa allo svilu ppo di quel
"sentimento d'inferiorit" cos1 comune fra i nevrotici. L'esplorazione
sessuale infantile, che non pu oltrepassare certi limiti a causa dello
sviluppo fisico del bambino , non si risolta in modo per lui soddisfa-

li

t [Nota aggiunta ne l 1923) Altrove ho spiegato [vedi oltre pp. 429 sg.J ch e ci che
viene in aiuto alla coazione a ripetere l' "effetto suggestivo" esercitato dal trattamento, e
cio quell'arrendevolezza del malato nei confronti del medico che ha profonde radici nel
suo complesso parentale inconscio.
2 [Vedi l'u so allegorico che Freud fa della favola dei "Tre desideri" nell'Introduzione
alla psicoanalisi (19 15-17) pp. 383 sg. La stessa favola citata, sia pur e per illustrare
un'altra tematica, nello scritt o Il per turbante (1919) vedi sopra p. 107.)
3 J. MARCINOWSKI,
Die erotischen Qu ellen der Minderwe rtigkeitsgefiihle, Z. Sexualwiss.,
vol. 4, 313 (1918 ).

AL DI L DEL PRI NCIPIO DI P JACERE

j3

207

cente; di qui le successive lament ele di tipo: "Non sono capace di


combinare nulla, niente mi riesce." Il tenero attaccamento che perlopiu legava il bambino al genitore di sesso opposto stato vittima di
un a delusione, della vana attesa di un soddisfacimento , o della gelosia
suscitata dalla nascita di un nuovo bambino, che ha dimostrato inequivocabilmente l'i nfedelt dell'amato o dell'amata . Il tentativo di
fare a sua volta un bambino, intrap reso con tragica seriet, fallito
vergognosamente; la diminuzione delle manifes tazioni di affetto che
gli sono rivolte, le crescenti pretese dell'edu cazione, qualche parola
severa e un'occa sionale punizione , sono tutte cose che svelano alla
fin fine al piccolo fino a che punto egli sia disprezzato. I modi in cui
vien posto fine all'amore tipico di quest'et infantil e sono pochi e
sempre gli stessi.
I nevrotici ripetono dunqu e, nella traslazione, tutte queste situazioni indesiderate e que sti dolorosi stati affettivi facendoli rivivere
con grande abilit. Essi mirano a int errompere il trattamento prima
che sia ultimato, sanno ricreare l'impressione di essere disprezzati,
sanno costringere il medico ad apostrofarli con severit, a trattarli
con freddezza; trovano appropri ati oggetti per la loro gelosia; sostituiscono il bambino che avevano appassionatamente desiderato nella
loro infanzia con il progetto o la prom essa di un grande regalo, che
si rivela perlopiu non meno irrealistico cli quello di un tempo. Nulla
di tutto ci pu aver procurato piacere in passato; 1 e siamo indotti
a rit enere che oggi provocherebbe un dispiacere minore se riemergesse come ricordo o nei sogni anzich assumere la forma di una
nuova esperienza. Si tratta naturalm ente dell'attivit di pulsioni
che dovrebbero condurre al soddisfacimento; eppure l'esperienza che
anche in passato hanno procurato solo dispiacere anzich soddisfacimento non servita a nulla. Tale attivit vie!l,e_ nondim eno ripetuta; una coazione costringe a farlo.
Ci che la psicoanalisi svela a proposito dei fenomeni di traslazione
dei nevrotici si pu ritrovare anche nella vita di persone non nevrotiche che suscitano l'impressione di essere perseguitate dal destino o
vitt ime di qualche potere "demo niaco "; ma la psicoanalisi ha sempre
pensato che questo destino sia creato da costoro in massima parte con
le loro stesse mani, e sia determinato da influssi che risalgono all'et
1 [Da qui alla fine del capoverso nella prima edizion e era scritto soltanto: " ... e siamo
indott i a ritenere che oggi provocherebbe un dispiacere minore se riemergesse come ricordo anzich assumere la forma di una nuova esperienza. Ma a qu est' ultim o esito si
costrett i da una coazione".]

208

AL DI L.\ DEL PRINCIPIO

DI PI ACERE

AL DI L.\ DEL PR INCIPIO DI PIACERE

j3

209

infantile. La coazione che in essi si manifesta non diversa dalla


coazione a ripetere dei nevrotici, anche se queste persone non hanno
mai mostrato i segni di un conflitto nevrotico che abbia dato luogo alla
formazione di sintomi. Esistono cosi persone le cui relazioni umane
si concludono tutte nello stesso modo: benefattori che dopo qualche
tempo sono astiosamente abbandonat i da tutti i loro protetti - per
diversi che siano tra loro questi ultimi sotto altri riguardi -, c che
quindi paiono destinati a vuotare fino in fondo l'amaro calice dell'ingratitudine; uomini le cui amicizie si concludono immancabilmente con il tradimento dell'amico; o altri che nel corso della loro
vita elevano ripetutamente un'altra persona a una posizione di grande
autorit privata o anche pubblica, e poi, dopo un certo intervallo di
tempo, abbattono essi stessi quest 'autorit , per sostituirla con quella
di un altro; o, ancora, persone i cui rapporti amorosi con le donne
attraversano tutti le medesime fasi e terminano nello stesso modo
ecc. Questo "eterno ritorno dell'uguale" 1 non ci stupisce molto se
si tratta di un comportamento attivo del soggetto in question e e se
in esso ravvisiamo una peculiarit permanente ed essenziale del suo
carattere la quale debba necessariamente esprimersi nella ripetizione
delle stesse esperienze. Un'impressione piu forte ci fanno quei casi
in cui pare che la persona subisca passivamente un 'esperienza sulla
quale non riesce a influire, incorrendo tutta via immancabilmente
nella ripetizione dello stesso destino. Si pensi ad esempio alla storia
di quella donna che si sposata per tre volte di seguito con persone
che dopo breve tempo si ammalavano, e che essa doveva assistere
fino alla morte. 2 La piu commovente descrizione poetica di questo
destino stata data da Tasso nell'epopea romantica della Gerusalemme liberata. Senza saperlo l'eroe Tancredi ha ucciso in duello
l'amata Clorinda, le cui sembianze erano nascoste sotto l'armatura
di un cavaliere nemico. Dopo che essa stata sepolta Ta ncredi si
addentra nella sinistra foresta magica che terrorizza l'esercito dei
crociati; con la spada colpisce un alto albero, ma dal tronco squarciato sgorga sangue, e la voce di Clorinda, la cui anima imprigionata
nell'albero, rimprovera a Tancredi di aver infierito ancora una volta
sulla donna che ama.
Se terremo conto di osservazioni come queste, che si riferiscono
al comportamento nella traslazione, nonch al destino degli uomini ,

troveremo il coraggio di formulare l'ipotesi che nella vita psichica


esiste davvero una coazione a ripeter~
quale si afferma an<:_hea
prescindere dal principio di piacere. A questo punto saremmo anch e
propensi a mettere in rapporto con tale coazione i sogni che si presentano nelle nevrosi traumatiche e l'im pulso che spinge il bambino
a giocare.
Va rilevato, tutta via, che ci capita raramente di poter osservare
gli effetti della coazione a ripetere allo stato puro , senza l'apporto di
altri motivi . Nel caso del giuoco dei bambini abbiamo gi sottolineato quali altre interpretazioni possono essere addotte per spiegarne
l'origine. Pare che la coazione a ripetere e un soddisfacimento pulsionale direttamente piacevole vi convergano in un intimo intreccio.
I fenomeni della traslazione sono evident emente utilizzati dalla resistenza dell'Io il quale persevera ostinatamente nella rimozione; la
coazione a ripete re, di cui il trattamento intendeva avvalersi, in
certo modo tirata dalla parte dell'Io che vuole tener fermo il principio di piacere.1 A nostro avviso quella che si potrebbe chiamare
la coazione del destino pu essere in gran parte spiegata razionalmente , talch non sent iamo il bisogno di invocare qualche nuovo
mist erioso motivo per farcene una ragione.
L'esempio meno sospetto forse quello dei sogni traumatici; ma se
riflettiamo piu attentamente dobbiamo amme ttere che anche negli
alt ri casi l'azione delle cause a noi note non sufficiente a fornire
una spiegazione esaustiva; e ci che rimane privo di spiegazione
sufficiente a legittimare l'ipotesi di una <::9azionea ripetere, che ci
pare piu originaria, pi_u~emeaj:a!~ J ?i.u 2!!!.sio_!1~e...9i
qt!_elprincipio
di piacere_ili cui non tiene alcun conto. Ma se Ilella psiche esiste
tale coazione a ripetere, ci piacerebbe conoscere qualcosa su di essa,
sapere a quale funzione corrisponde, in quali circostanze pu manifestarsi, e in che rapporto sta col principio di piacere, a cui, dopo
tutto, avevamo finora attribuito l'egemonia sui processi di eccitamento che si svolgono nella vita psichica.

1 [Vedi sopra, p. 95 e nota 2.]


2Vedi a questo proposito le opportun e osservazioni conten ute nel saggio di C. G. JuNc,

' [Nelle edizioni precedenti a quella del 1923 l'ultima parte di questa frase diceva:
"la coazione a ripetere in certo modo chiamata in aiuto dall'Io che vuole tener fermo il
principio di piacere ".]

L'importanza del padre nel destino de/I'inclivichio (19 09).

AL DI L DEL PR INCIPIO DI PIACERE

4.

Quello che segue ora (speculazion e, spesso una speculazione che


si spinge molto lontano , e che il lettore potr appr ezzare o trascurare
secondo le sue predilezioni individuali . anche il tentati vo di svolgere coerent emente un'idea, per la curiosit di vedere dove va a
finire.
La speculazione psicoanalitica prend e le mosse dall'impression e,
suscitata dall'indagin e dei processi incon sci, che la coscienza non
possa essere la piu universale caratteristic a dei processi psichici, ma
solo una loro specifica funzione. Esprimendo si in ter mini metaps icologici, essa afferma che la coscienza la funzion e di un particol are
sistema, che chiama C. 1 Poich la coscienza fornisce essenzialmente
percezioni di eccitamenti che provengono dal mondo esterno, non ch
sensazioni di piacere e dispiacere che possono solo derivare dall'interno dell'apparato psichico, si pu assegnare al sistema P-C una
collocazione spaziale.2 Esso dovr trovarsi al confine tra l'esterno
e l'interno, essere rivolto al mondo esterno e includere gli altri sistemi psichici. Osserviamo che queste nostre ipotesi non rappr sentano affatto un'audace novit, ma si ricollegano all'anatomia cerebrale, che localizza "la sede" della coscienza nella cortec cia, e cio
nello strato superiore e piu esterno dell'organo centra le, quello cla
cui gli altri strati sono avvolti. L'ana tomi a cerebrale non ha bisogno
di preoccuparsi del perch - in t ermini anatomici - la coscienza sia
collocata proprio alla superficie del cervello anzich esser ben protetta in qualche sua parte piu intima e profonda. Forse noi riusciremo a rendere ragione di un a posizione siffatta per il nostro
sistema P-C.
La coscienza non l'unica qualit peculiare che noi attribui amo ai
processi che hanno luogo in questo sistema. Sulla base di impr essioni
ricavate dalla nost ra esperienza psicoanalitica, formuli amo l'ipote si
che tutti i processi di eccitamento che avvengono negli altri sistemi
lascino in essi tracce permane nti che costituiscono la base della
1

[Vedi, di Freud , L'int erpretazione dei sogni (1899) pp. 559 sgg. e, nella Metapsicologia
(1915): L'inconscio, pp. 55 sgg.]
2
[Il sistema P (percettivo) fu descritto per la prima volta da Freud nell'Interp retazione
dei sogni (1899) pp . 49osgg. Nella Metapsicologia (1915): Supplemento metapsico/ogico
alla teoria del sogno, pp. 99 sgg. Freud considera coincidenti i sistemi P e C.]

J4

211

\ ~a:
residui mne stici dunqu e, che nulla h anno a che fare con il
processo del diventare coscient e. Tali residui sono spesso molto spiccati e durevoli proprio se il processo dal quale sono risultati non
mai pervenuto alla coscienza. Ma troviamo difficile credere ch e
l'eccitamento lasci anch e nel sistema P- C tracce permanent i siffatt e. Se rim anessero sempre consce, ben presto limi terebb ero la
capacit del sistema di ricevere nuovi eccitament i, 1 se invece diventassero inconsce, ci mett erebb ero di front e al problema di spiegare
l'esistenza di processi inconsci in un sistema il cui funzionam ento
per il resto caratter izzato dai fenomeni prop ri della coscienza. Co n
la nostra ipot esi che situa il processo del divent are coscient e in un
parti colare sistema non avremmo per cosi dire cambiato nulla n guadagnato null a. Pur amm ettendo che questa considerazione non sia
probant e in modo assoluto , essa pu tutt avia indurci a supporr e che
il diventar e c9scient e e il lasciare dietr q_clt s una traccia mn estica
sianq processi tra lor~ in~~ ]_)atibiliall'ig!:er119di un o stes~o sistema.
Potremmo allora dire che n_elsistema C il _processo di eccitamento
diventa consci.9, ~a non lascia tracce..Q_er
ma nenti; ch e l'eccitamento
viene inveceJ_rasm~sso ai sistemi interni_ adiacenti , e lascia in questi
sistemi le tracce che costituiscono il fondamento del ricordo. Ho
seguito queste stesse lin ee nello schema ch e ho incluso nella sezione
speculativa della mia Interpreta zione dei sogni. 2 Se pensiamo alle
scarse conoscenze che si ricavano da altre fonti sull'or igine della
coscienza, amme tt eremo che la tesi secondo cui la coscienza sorge
al posto di una traccia mnest ica merita di essere presa in considerazione, se non alt ro p erch formulata in termini piuttosto precisi.
Il sistema C avrebbe dunque la peculiare caratteristica che in esso
- diversamente cla quanto accade negli altri sistemi psichici - i processi di eccitam ento non lasciano dietro di s una durevole trasform azione degli elementi del sistema, esaurendos i, per cosi dire, nel fenom eno del diventar e coscient e. Una siffatta eccezione alla regola
generale esige di essere spiegata con un fatto re riscontrabil e esclusivament e in questo sistema; questo fattor e, assente negli alt ri sistemi, potr ebb e consistere verosimilmente nella posizione esposta
del sistema C, il quale confina dirett ament e con il mondo estern o.
1 Ci che segue tratto direttamente dalle "Consid erazioni teoriche" di Josef Breuer
contenute in Breuer e Freud, Studi sull'isteria (1892-95) [p. 336 e nota. Freud stesso
svilupp tutta via questo tema nell'Interp retazione dei sogni (1899) pp. 491 sgg.; esso figura
comunqu e gi nel Progetto di una psicologia (189 s) pp. 204 sg. e nella lette ra a Fliess del
6 dicembre 1896. Freud torner ancora sull'argomento nella Nota sul "n otes magico"
2 [L'int erpretazione dei sogni (1899) p. 492.]
(1924).]

212

AL DI L .~ DEL

PRINCIPIO

DI PIAC ERE

Rappresentiamoci l'organismo vivente nella sua forma piu semp lificata possibile come una lvesclclietta indiffere~
di una sosta nza
suscettibile di stimolazione; in questo caso la superficie dell'orga nismo rivolta verso il mondo esterno sar differenz iata in virtu della
sua stessa posizione, e funzioner come organo che riceve gli stimoli.
L'embriologia, che ripercorre le stesse tappe della storia dell'evol uzione, mostra effettivamente che il sistema nervoso centrale deriva
dall'ectoderma; la sostanza grigia della cortecc ia cerebrale ancora
un residuo della superficie prim it iva dell'organismo, e potrebbe
averne ered itate alcune propriet fondamentali. Verrebbe dunque da
pensare che l'incessante urto degli stimo li esterni sulla superficie
della vescichetta determini una con tinua trasformazione della sua
sostanza fino a una certa profondit, sicch i processi di eccitamento
si svolgerebbero in essa diversamente da come si svolgono negli
strati piu profondi. Si sarebbe cosi formata una corteccia che la
continua stimolazione ha talmente temprato che alla fine essa presenta le migliori condizioni possibili per la ricezione degli stimoli,
e non piu suscettibile di ulterior i modificazioni. Applicata al sistema
C, questa ipotesi significherebbe che il passaggio di un eccitamento
non pu piu produrre alcuna modificaz ione permanente degli elementi del sistema, poich, sotto questo profilo, essi sono gi stati modificati al massimo. Allora, per, essi hanno acquistato la capacit
di generare la coscienza . Sulla natura di questa mod ificazione della
sostanza e del processo di eccitamento si possono avanzare varie
ipotesi che per il momento non possono essere sottoposte a verifica.
Si pu supporre che nel suo passaggio da un eleme nto all'altro l'eccitamento debba superare una resisten za, e che questa diminuzione
della resistenza produca appunto la traccia permanente dell'eccitaacil,Ja~d'lt mento (istituisca cio una \f~cilitazioneJ; dunque nel sistema C ta le
resistenza al passaggio da un elemento all'altro non esisterebbe pi. 1
Questa ipotesi pu essere messa in rapporto con la distinzione stabine,f_i;a lita da Breuer fra l'e nergia di investimento quiescente (legata) e
Le5e-ca l'energia liberamente mobile negli elementi dei sistemi psichici; 2
gli elementi del sistema C non po rterebbero energia legata, ma solo
energ ia libera idonea alla scarica. Penso per che per il momento sia
preferibile che ci esprimiamo su queste cose con la massima cau-

-f

[Una anticipazione di questa ipotesi si trova gi nel Progetto di una psicologia (1895)
20 5 sgg.J
2
Breuer e Freud, Studi suil'isteria (1895) (p. 341 e nota. Ma vedi anche sopra la nota
a p. 194].

pp.
1

AL DI L,, DEL

PRINC I PIO DI PI ACERE

[4

te la. In ogni modo possiamo dire ch e qu este speculazioni ci hanno


permesso di porre la nascita della coscienza in una certa correlazione
con la posizione del sistema C e con le partico lari caratteristiche che
devono essere attribui te ai proces si di eccitamento che in questo
sistema si att uano.
Ma abbiamo ancora qualcosa da dire a proposito dell a vescichetta
vivente con il suo strato corticale ricettivo. Questo piccolo fram m ento di sostanza vivente sospeso in un mondo esterno dotato
delle pi forti energie, e pe rirebbe a causa delle stimola zioni che
ne ema nano se non fosse provvisto di uno scudo ch e lo protegge
dagli stimoli . Questo scudo se lo procura nel modo seguente: lo
strato piu esterno cessa di avere la struttura propria della sostanza
vivente, diventa in certa misura ino rganico e assume la forma di un
particolare rivestim ento o membrana che ha la funzione di respingere
gli stimoli; p er conseguenz a, le energie del mondo esterno possono
passare negli strati contigui che sono rimasti vivi conservan do solo
una piccola parte della loro originar ia intensit. E dietro il rivestimento protettivo qu esti strati possono ora dedicarsi alla ricezione
delle quantit di stimoli che hanno potuto raggiun gerli . Co n la sua
morte lo strato pi esterno ha salvato gli strati pi profo ndi dallo
stesso destino, almeno finch non arrivano stimoli cosi forti da spezzare lo scudo prote ttivo. P~ l'oI_ganismo vivente la prQ_tezi,s)
_ne dagli
stimoli una funzione quasi Qiu importante de!}a ricezi9_!].edegli
stessi; il rivestimento protettivo dotato di una propria provvista
dienergia, e deve sforzarsi anzitutto di tut elare le particolari forme
di trasformazione di energia che hanno luogo nell'organismo contro
l'influsso uniformante, e quindi distruttivo , delle enormi ene rgie che
operano nel mondo esterno . Il princi pale scopo della ricezione degli
stimoli cli scopr ire l'orientamento, la direz ione e la natura degli
stimoli esterni , e per questo sufficiente pr endere piccoli campion i
del mondo esterno, assaggiarlo in pi ccole quantit. Neg li organ ismi
altamente svilupp ati lo strato cortica le ricetti vo cli quella che era
la vescich etta si ritirato da tempo nella regione profonda che si
trova all 'interno del corpo, ma alcune sue parti sono rimaste nella
superficie immediatamente cont igua al generale rivestimento protettivo. Queste parti sono gli~organi di senso, che consistono essenzialmente in ~parati per la ricezione di stimo lazioni specifiche , ma
che comprendono anche dispos itivi particolari atti a proteggere ulteriormente l'organismo dagli stimol i in quantit eccessiva, non ch a

2 14

AL DI L,\ DE L PR INCIPIO

DI PIA CE RE

respingere gli stimoli di qualit inadeguata. 1 Gli organi di senso


hanno la caratteristica prop riet di elaborare solo piccole quantit
dello stimolo esterno, di ~ss~mere il mondo esterno a piccole dosi;
forse .e_ossonoessere paragonati ad antenne che si prote ndon o a tastare il mondo este_!no
__per poi ri_trarsene continuam ente.
A questo punt9 mi permetter di toccare b revemente un argomento che in verit meriterebbe di essere trattato nel modo piu approfondito. Sulla base di alcune scopert e psicoanalitiche, oggi la tesi
kantiana che il tempo e lo spazio sono form e necessarie del nostro
pensiero pu esser messa in discussione. Abbiamo appreso che i
processi psichici inconsci sono di per s "atempo rali ''.2 Ci significa
in primo luogo che questi processi non presentano un ordin e temporale, che il tempo non li modifica in alcun modo , che la rappresentazion e del tempo non pu essere loro applicata. Sono queste
caratteristiche negative, che possono essere int ese chiarament e solo
se i processi psichici inconsci sono confrontati con quelli consci. La
rappresentazione astratta che noi abbiamo del t empo pare derivare
interamente dal metodo di lavoro del sistema P- C e corrispondere
alla percezion e che questo metodo ha di s stesso. Que sto modo di
funzionare pu forse costitu ire un' alt ra forIJ]a di protezione contro
gli stimoli. So che tali affermazioni suonano molto oscure, ma devo
limitarmi a questi cenni. 3
Abbiamo spiegato come la vescichetta vivente sia provvista di un
rivestimento che la protegge dagli stimoli del mondo esterno. Prima
avevamo detto che lo stato corticale contiguo a questo rivestimento
deve differenziarsi come organo atto a ricevere gli stimoli che provengono dall'e sterno . Ma questo sensibile st rato corticale, che pi
tardi divent er il sistema C, riceve anche eccitament i dall'int erno;
il fatto che il sistema sia collocato fra l'est erno e l'interno, e la diversit delle condizioni che presiedono alla ricezione degli eccitamenti
nei due casi, hanno un effetto determinante sul funzionamento del
sistema e dell'intero apparato psichico. Esiste verso l'esterno una
protezion e dagli stimoli tale per cui le quantit di eccitamento in
arrivo avranno un effetto considerevolmente ridotto. Verso l'int erno
1 [Vedi, nel Progetto di una psicologia (1895), le pp . 211 sg. e 218 sgg.J
' [Vedi nella Metapsicologia (191 5): L'inconscio, p. 71 e n. 2.J
3 [Nelle ult ime pagine della Nota sul "notes magico" (1924) Freud torner a considerare l'origine della rappresentazione del tempo. Nello stesso scritto contenuta anche una
ulteriore discussione sul rivestimento che protegge dagli stimoli.)

AL DI L DEL PRINCIP IO DI PIACERE

J4

21 5

una protezione del genere impossibile; gli eccitame nti degli strati
piu profondi proseguono direttamente e senza alcuna diminuzione
del loro amm ontare fino al sistema, dato ch e alcune delle loro caratteristiche danno origine alla serie delle sensazioni piacere-dispiacere.
Comunq ue, gli eccitam enti che provengono dall'interno sono piu
adeguati - per la loro intensit e per altr e propriet qualitative (forse
per la loro amp iezza) - al metodo di lavoro del sistema di quanto
non lo siano gli stimoli che affluiscono dal mondo esterno. 2 Qu esto
stato di cose produce due risultati di importanza decisiva. In primo
luogo, k_J;ens~zioni di piacere e i!i dis_piacere (c:_
he costituisc_Of!..O
un
indizio di ci che accade all'interno dell'apparato) prevalgo_go_su
t~tti gli stimoli estern i. In secondo luogo, quegli eccitamenti inte rni
che provocano un eccessivo aumento del dispiacere sono tratt at i in un
modo particolar e: si instaura la propen sione a c9.nsiderarli ~ ome se
non agissero dall'interpo, ma dall'e sterno, al fine di poter usare
contro di essi gli stessi mezzi di difesa con cui il sistema si protegge
contro gli stimoli esterni . qu esta l'origjn~ delk...12roiez
ione, ch e ':rh,i-e-.2.>=e.
destinata a svolgere un a funzione cosi impor tante nell'etiologia dei
processi patologici .
Ho l'impressione che qu este ultime riflessioni ci abbiano aiutato a
capire meglio in cosa consista il dom inio del principio di piacere; ma
non siamo riusciti a spiegare quei casi che contraddicono a tale principio. Facciamo quindi un altro passo. Chiamiamo "traumatici" qu e- t=:.ccAernl7.nt:
g_lieccitamen ti che p!:_
o_yengonodall'esterno e sono abbastanza for , - ,.,'l)at...c
i'"
~a spezzare lo scudo prot etti vo. Penso che il concetto di trauma
implichi qu est'i dea di una breccia inferta nella barriera protettiva che
di norma respinge efficacemente gli stimoli dannosi. Un evento come
il trauma esterno provocher certamente un enorm e disturbo nel1'economia energetica dell'organ ismo, e mobilit er tutti i possibili
mezzi di difesa. Nello stesso tempo , il principio di piacere in un
primo momento messo fuori combattimento . Non pi possibile
evitare che l'apparato psichico sia somme rso da grandi masse di __
stimoli ; sorge invece un altro compito , quello di padro_p.~gggrelo -1-:>circn~'e5' ~
. 11
d.1 stimo
11 cl1e l1anno <1;....
. l o, d.1 "l egare " ps1c
s_t imo
1ca~ente l e __!lll!SSe
l lo ,s.t..._l',1.

O
fatto irruzione ne~Jarato
_psihico, in modo da pot ersene poi
sbarazzar~.
Probabilmente il dispiacere specifico ch e deriva dal dolore fisico
dipende dal fatto ch e la barriera protetti va stata spezzata in una
1

1 [Vedi il Progett o di una psicologia (1895) pp. 22 0 sg.J

[Ib id., p. 210. ]

AL Dl L DE L PRINCIPIO

DI PIACERE

sua area ben delimitata. Da questa parte della periferia si dirige


allora verso l'apparato psichico centrale una corrente ininterrotta di
eccitamenti, quale di solito pu promanare solo dall'interno dell'apparato.1 Ora, come potr reagire la psiche a questa irruzione? Da tutte
le parti viene raccolta energia di investimento , affinch la zona che
circonda il punto di irruzione sia provvista di investimenti energetici
sufficientement e elevati. Viene allestito un imponente "controinvesJimE:1to", a beneficio del quale si impoveriscono tutti gli altri sistemi
psichici, talch si verifica un'estesa paralisi o riduzione delle altre
funzioni psichiche. Cerchiamo di imparare qualcosa da questi esempi,
proviamo a basare su di essi le nostre ipotesi metapsicologiche.
Da questo caso inferiremo dunque che un sistema che esso
stesso fortemente investito in grado di accogliere una nuova
corrente di energia in arrivo, di trasformarla in un investimento
quiescente, e cio di "legarla" psichicamente. Quanto piu alto
l'investimento quiescente proprio del sistema, tanto maggiore pare
anche la sua capacit di legare una nuova quantit di energia; viceversa, quanto piu basso l'inv estimento del sistema, tanto minore
la sua capacit di accogliere un nuovo afflusso di energia 2 e tanto
piu violente saranno le conseguenze di tale irruzione oltre la barriera protettiva. A questa concezione non sarebbe giusto obiettare
che l'aumento dell'investimento intorno alla breccia si spiega assai
piu facilmente come diretta conseguenza dell'afflusso di nuove masse
di eccitamento. Se cosi fosse, l'apparato psichico sperimenterebb e
semplicemente un aumento dei suoi investimenti energetici, e non si
spiegherebbe il carattere paralizzante del dolore, l'impoverimento di
tutti gli altri sistemi. Anche i violentissimi fenomeni di scarica che
sono provocati dal dolore non pregiudicano la nostra spiegazione,
poich tali fenomeni han no un carattere riflesso, hanno luogo cio
senza l'intervento dell'apparato psichico. Se tutte le nostre discussioni che chiamiamo metapsicologiche paiono poco definite, ci deriva naturalmente dal fatto che non sappiamo nulla sulla natura
del processo di eccitamento che ha luogo negli element i dei sistemi
psichici, n ci sentiamo autorizzati a fare supposizioni di sorta.
Operiamo dunque costantemente con una grande incognita che ci
1 Vedi il mio scritto Metapsicolo gia (191 5): Pulsioni e loro destini [pp. 36 sg.; ma vedi
anche il Progetto di una psicologia (1 89 5) pp. 2 12 sg. e Inibi zione, sintomo e angoscia
(192 5) cap. 11, SC. ]
2
[Del "principio della non suscett ib ilit all'eccit amento dei sistemi non investiti "
Freud aveva parlato gi nella Metapsi co!ogia (19 1 5): Supplem ent o metapsicologico alla
teoria del sogno, pp . 94 e 10 1 nota.]

21 7
14
port iamo appresso in ogni nuova formula. Pu essere ragionevole
supporre che questo processo si compia con energie ch e variano
~antitativamente ; pu anche parere probabile che esso possieda
piu di una qualit (attinente per esempio al tipo di ampiezza).
Una nuova ipotesi che abbiamo preso in considerazione quella formulata da Breuer secondo cui le dotazioni di energia si presentano
sotto due forme [vedi sopra p. 212], talch bisogna distingu ere
fra due tipi di investimento dei sistemi psichici (o dei loro elementi):
un investimento liberamente fluttuante che tende alla scarica, e un
investimento quiescente. Possiamo forse supporre che il processo
mediante il quale l'energia che affluisce nell'apparato psichico viene
" legata" consista in un passaggio dallo stato liberamente fluttuante
allo stato quiescente.
Penso ch e possiamo arrischiarci a considerare la comune nevrosi traumatica come la conseguenza di una vasta breccia apertasi nella barriera protettiva. Ci parrebbe riabilitare l'antica
e ingenua teoria dello shock, in apparente contr asto con la piu
recente e psicologicamente piu ambiziosa teoria che attribuisce importanza etiologica non gi agli effetti della violenza meccanica,
bensi allo spavento e al pericolo morta le. Sennonch queste opposte tesi non sono inconciliabili, e la concezione analitica della
nevrosi traum at ica non si identi fica con la teoria dello shock nella
sua forma piu grossolana. Secondo quest'u ltima l'essenza dello shock
consisterebbe nel danno diretto arrecato alla struttura molecolare o
addirittura alla struttura istologica degli elementi del sistema nervoso;
ci che invece noi ci sforziamo di comprendere sono gli effetti prodotti sull'organo psichico dall'apertura di una breccia nella barriera di
protezione contro gli stimoli, nonch dai problem i che da questo fatto
conseguono. No i pure attribuiamo molta importanza allo spavento.
La condizio ne perch esso si verifichi che manchi quella preparazione [al pericolo] propria dell'angoscia 1 che implica il sovrainvestimento dei primi sistemi che ricevono lo stimolo. Quando il livello
del loro investimento basso, i sistemi non sono in grado di legare
l'ammontar e degli eccitamenti in arrivo, e le conseguenze dell'irruzione attraverso la barriera protettiva si fanno sentire tanto piu facilmente. Vediamo cosi che la preparazione connessa all'angoscia e il
sovrainvestimento dei sistemi ricettivi che l'accompagna rappresentano l'ultima linea di difesa contro gli stimoli. In tutta una serie di

AL DI L .,

DEL PR INCIPIO DI PIACER E

[Vedi sopra p . 199, n.

1.J

AL DI L DEL PRINCIPIO

DI PIACERE

traumi la differenz a fra i sistemi impreparati e quelli preparati, perch


sovrainvestiti, pu essere il fattore che decide l' esito final e; questo
fattore non ha tuttavia pi alcun peso quando la violenza del trauma
supe ra certi limiti. Nelle nevrosi traumatich e i sogni ripo rtano abitua lmente il malato nella situazione dell'inc idente; e in questo caso
va detto che essi non assolvono certo la funzione loro assegnata dal
principio di piacere di appagare i desideri in forma allucinatoria.
Possiamo invece supporre che essi aiutino a ven ire a capo di un altro
compito, ch e deve essere risolto prima che possa inst aurarsi il dominio del principio di piacere. Questi sogni cercano di padroneggiare
gli stimoli retrospettivamente, sviluppando qu ell'angoscia la cui mancanza era stata la causa della nevrosi traumatica. Essi ci permettono
cosi di farci un'ide a di una funzione dell'apparato psichico ch e, senza
contraddire al principio di piacere, per indipendente da esso, e
pare piu primitiva del proposito di ottenere piacere ed evitare
dispiacere.
Parrebbe dunque che sia questo il momento di ammettere per la
prima volta un'eccezione alla regola che il sogno l'appagamento di
un desiderio. Come ho mostrato piu volt e in modo dettagliato, i
sogni d'angoscia non costituiscono un'eccezione a questa regola, e
neanche i "sogni di punizione" , che si limitano a sostituire l'appaga mento del desiderio proibi to con la sua adeguata pun izione, e quindi
appagano il desiderio connesso al senso di colp a che reagisce alla pulsione ripudiata. 1 Invece, i sogni che si producono nelle nevrosi traumatiche e di cui abbiamo test parlato non possono piu essere classificati
come appagamenti di desiderio, come non possono esserlo quei sogni
che hanno luogo durante il trattamento psicoanalitico e che riproducono i traumi psichici dell'infanzia . Quest i sogni ubbidi scono piuttosto alla ~az ione a ripetere ) anche se vero che qu est'u ltima ,
durante l'analis i,. viene sostenuta dal desiderio (suscitato dalla "sugg estione")2 di rievocare quello che stato dim enticato e rimo sso. Parrebbe dunque che anche quella funzione del sogno consistente
nell 'eliminare i motivi che potrebbero interromper e il sonno appa gando i desideri degli impulsi disturbatori non sia la funzione prima
e originaria del sogno stesso. Quest'ultimo non potrebbe assolverla
fino al momento in cui tutta la vita psichica non si fosse sottomessa
' [Vedi L'interpreta zione dei sogni (1899) pp. 508 sgg. Ma vedi anche piu oltre in questo
volume le pp. 255 sg. e 43 0 sgg.J
2
[NeJJe edizioni precedenti a queJla del 19 23 al posto deJle parole tra parentesi si leggeva: "che non inconscio".]

AL DI L DEL PRI NCIPIO DI PIACER E

14

219

all'egemonia del pri n cipio di piacere. Ma se esiste un "al di l del


principio di piacere", logico amm ettere che ci sia stata anche
un 'epoca che ha preceduto la te ndenz a del sogno ad appaga re i de sideri del dormi ent e. Que sta ipot esi non contraddice alla funzione
assolta in seguito dal sogno . Ma una volt a infran ta la regola, sorge
un nuo vo prob lem a: no n possibi le che sogni del gen ere, ch e ubbidi scon o alla coazione a ripet ere nell 'intento di legare psichicam ente
le impr essioni traum atiche , si verifichino anche fuori d ell'analisi ?
La risposta a questo interroga tivo non pu essere che affermat iva.
Altrove ho spiegato che le "ne vrosi di guerra" (nella misura in cui
quest 'espre ssion e significa qualcos a di pi di un riferimento alle
circostanze in cui la malatt ia scoppiata ) possono essere benissimo
nevro si traumati ch e che sono state facilit ate da un conflitto dell'Io.1 Il fatto menzionato a pagin a 198, e cio che una grande
offesa fisica subita cont emporaneam en te al tr aum a diminuisce le
probabilit che si svilup pi una n evrosi, cessa di essere incomprensibile se si riflett e su due circostanze sotto lineat e dalla ricerca psicoanalitica: in primo luogo va riconosciuto che la scossa meccanica
un a delle fonti dell'ec cita mento sessuale;2 in secondo luogo che le
infermit accompagnat e da febbre .e dolore esercitano - finch du rano - un potente influsso sulla ripartizione della lib ido. La violenza
meccanica del trauma libererebb e dunque una quantit di eccitam ento sessuale che, mancando l'angos cia p reparatoria , svilup pa un
effetto traumatico ; d'al tro canto la contemporanea offesa fisica esigerebb e un sovrain vestim ento narc isistico dell'orga no colpito 3 che
legh erebbe l'ec citam ent o eccedente. anche risaputo, ma no n se
n ' tenuto conto abbastanza nella teo ria della libido , che gravi
disfunzioni n ella distribuzion e della libido come quelle che si verificano n el caso della mel anconia sono temporaneamente eliminate se
inte rviene una malattia organ ica, e anzi, ch e persino un a dementi a
praecox pienamen te svilupp ata suscett ibil e, m qu este stesse circostanze, di un a pro vvisoria remission e.

' Vedi la mia Introduzione al libro "Psi coanalisi delle nevrosi di guerra" (19 19) [in
questo volum e aJJe pp. 71 sgg.].
2 Vedi le osservazioni cont enute nei miei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905) [pp.
509 sg.J relative agli effetti del moviment o oscillatorio e del viaggiare in treno.
J Vedi il mio saggio Int roduzione al narcisismo (1914 ) [p. 452 ].

AL DI L DEL PRINCI PIO DI PIACERE

5.

Dal fatto che lo strato corticale che riceve gli stimoli non dispone
di un rivestimento protettivo contro gli eccitament i che provengono
dall'interno, discende necessariamente che queste trasmissioni di stimoli acquistano un'importanza predominante dal punto di vista economico, dando spesso origine a disturbi economi ci che possono
essere paragonati alle nevrosi traumatiche. Le fonti di tale eccitamento interno sono in massima parte le cosiddette pulsioni dell'organismo, che fungono da rappresentanti di tutte le forze che traendo
origine dall'interno del corpo vengono trasmesse all'apparato psichico, e che costituiscono l'elemento al tempo stesso piu im~tante
f _piu oscuro della ricerca psicoanalitica.
Forse non troppo arrischiato supporre che gli impulsi originati
dalle pulsioni non appartengano al tipo dei processi nervosi "legati" ,
ma piuttosto al tipo dei processi liberamente mobili che tendono
alla scarica. La parte piu valida delle nostre conoscenze r_elative a
questi processi ci deriva dallo studio del lavoro oni rico. In quelle
ricerche abbiamo scoperto che i processi che hanno luogo nei sistemi
i_nconsci sono ra_d~al men_te_ 4iversi d~ quel!i che si svolgono nei
~istemi prec.9.nsci (o consci). ~e ll 'incon~cio gli investim e_nti p~sso~o
essere facilmente trasferiti in modo completo, spostati , condensati;
tale trattamento, se fosse applicato a un materiale preconscio , potrebbe dare solo risultati difettosi; e ci determina anche le note
peculiar it del sogno manifesto una volta che i residui preconsci del
giorno precedente siano stati elaborati secondo le leggi dell'incon scio.
Ho chiamato questo tipo di processo che ha luogo nell'inconscio
JlIOCessopsichico "primario", per distinguerlo dal processo seconda Jio_che si verifica nella nostra vita normale, durante la veglia. Poich
tutti i moti pulsionali sono ancorati ai sistemi inconsci , non una
navi~ s~stenere che essi seguono ilJ~ocesso primario. Inoltr e, facile
identificare il processo y~chico primario con l'inve stimento liberamente mobile di Breuer, e il processo secondario__og_i__s:ambiam!~ i che avvengono in quello che lo ~tesso Breuer chiama i~vestiJ!lento legato o tonico. 1 Stando cosi le cose, gli strati superiori

1 Vedi il cap. 7 della mia Interpretazione dei sogni (1899) [pp . 536 sgg. Vedi anche,
di Brcucr e Freud, Studi sull'isteria ( 1892-95) pp. 333 sgg.J.

221

-CC\oi'~
dell'apparato psichico avrebbero il compito di legare l'eccitam ent o 11ccc.ibme11G:,
pulsionale che ubbidi sce al processo ~1ario . Il fallimento di questo 't){"'; onate.
t!ntati_yo provoch erebbe disturbi analoghi a quelli della nevrosi traur:!)atica;soltanto dopo che l'inve~timento libero fosse stato convenien temente leg~to,_il principio di piacere (e quella sua modificazione
~he il principio di realt ) potrebbe esplicare indisturbato il suo
dominio . Fino a quel momento prevarrebbe invece l'altro compito
dell'apparato psichico, il compito di domare o lega__!e
[ecci tam ento,
non diremo ~n contrasto col principio di piacere, ma indipenden trmente da esso e in una certa misura senza ten ern e co~to.
Le manifestazioni della coazione a ripete r_e (che abbiamo descritto Cce :lic.\e. a
considerando sia le prime attivit della vita psichica infantile sia le '''?eW11..
esperienze che si verificano durante il tratt amen to psicoanalitico)
rivelano un alto grado di pulsionalit , e, quando ~ono in cont rasto 'For,;io_,
c_ol principio_ di pi~cere )Ossono far_ 12_ensarealla presenza di una cdemor.iaca"
fQrza "demoniaca". A propo sito del giuoco infanti le ci pare che il
bambin o ripeta l'esp erienza spiacevole anche perch se attivo
riesce a dominare molto meglio una forte impressione di quanto
potesse fare quando si limitava a subirla passivamente. Ogni nuova
Epetizion e sembra r2_fforzare questo domin io che egli si propon~
di att1=!_'.!._~;
anche nel caso delle esperienze piacevoli il bambino
non si sazia di ripet erle, e insiste inesorabilmente sull'id enti t dell'impressione. Questo tratto del caratte re destinato a scomparire in
seguito . Una barzelletta udita per la seconda volta non fa quasi pi
effetto; assistendo per la seconda volta a una rappresentazione teatrale, l'impres sione che si riceve non mai quella della prima
volta; ancora, molto difficile indurre un adulto a cui piaciuto
molto un libro a rileggerlo subito dopo . La novi~ sempre condi?ione del godiment:2.:._Ilbam !2_
ino, invece, non si stgnca di chiedere
agli adulti - fino a esaurirne la pazienza - q_iripete~e i giuochi che
costoro gli hanno mostrato o fatto insieme a lui; e se gli stata
raccontata una bella storia vuole continuamente risentirla piuttosto
che ascoltarne una nuova, esigendo con assoluta intransigenza che la
ripetizione sia identica e correggendo ogni cambiamento di cui il
narratore si sia reso responsabile nell'intento , magari, di acquistare
;igli occhi del bambi no un nuovo merito. 1 Questo comportamento
non contraddice al principio di piacere ; evidente che la ripetizione ,
1 [Vedi alcune osservazioni contenute nell'opera di Freud , Il motto di spirito e la sua
,e/azione con l'inconscio (1905) p. 202 e n. 1.J

16

S. Freud

Inibizione, sintomo e angoscia


(1925)

In Opere, vol. 10. Boringhieri, Torino 1978

INIBIZIONE,

310

SINTOMO

E ANGOSCIA

tiva dell'Io, una funzione particolarmente importante nella protezione dell'Io, e abbiamo rivolto la nostra attenzione al processo del}'" isolamento", che si procura un'espressione sintomatica diretta e
del quale non riusciamo ancora a individuare la tecnica; il nostro
interesse stato inoltre attirato dal procedimento - da definirsi magico - del "rendere non avvenuto", sulla cui tendenza difensiva non
possono esservi dubbi, ma che non ha piu alcuna somiglianza col
processo della " rimozione". Queste esperienze sono un motivo sufficiente per ripristina re il vecchio concetto di difesa, che pu abbracciare tutti questi processi aventi un'uguale tendenza - cio la protezione dell'Io dalle pretese pulsionali - e per sussumervi la rimozione
come un caso particolare. Il significato di una tale denominazione aumenta qualora si consideri la possibilit che un approfondimento dei nostri studi possa dimostrare un 'intima connession e
tra particolari forme della difesa e determinate affezioni, come, per
esempio, tra la rimozione e l'isteria. La nostra aspettativa si dirige
inoltre verso la possibilit di un'altra significativa dipendenza . Pu
facilmente darsi che l'apparato psichico, prima della differenziazione
netta tra l'Io e l'Es, prima della formazione di un Super-io, adoperi
metodi di difesa diversi da qu elli che usa dopo aver raggiunto questi
stadi di organizzazione.

B.

AGGIUNTA CIRCA L'ANGOSCIA

L'affetto d'angoscia ha alcune caratteristiche il cui studio promette


qualche chiarimento ulteriore . L 'angoscia [Angst] ha un 'inn egabile
connessione con l'attesa: angoscia prima di e dinanzi a qualche cosa.
Possiede un carattere di indeterminatezza e di mancanza d'oggetto;
nel parlare comune, quando essa ha trovato un oggetto, le si cambia
nome, sostituendolo con quello di paura [Furcht]. 1 L'angoscia, poi,
oltre alla relazione col pericolo, ne ha un'alt ra con la nevrosi, a
spiegar la quale noi da tempo ci affatichiamo . Sorge la question e
perch le reazioni d'angoscia non siano tutte nevrotiche, perch ne
riconosciamo tante come norm ali; e infine la differenza tra angoscia
reale e angoscia nevrotica richiede una valutazione piu approfondita .
Cominciamo con l'ultimo compito. Il nostro progresso consistito
nel risalire dalla reazione angosciosa alla situazione di pericolo. Se
t [Vedi l'Avvertenza editor iale a p . 234. Vedi anche l'Introduzione alla psicoanalisi
(1915 -17) p. 549 e Al di l del principio di piacere (192 0) pp. 198 sg. e note.]

CAPITOLO

11

311

applichiamo lo stesso metodo al problema dell'angoscia reale, la


sua soluzione ci riuscir facile. Il pericolo reale un pericolo che conosciamo, l'ango scia reale angoscia di front e a questo pericolo. L'angoscia nevrotica angoscia di fronte a un pericolo che non conosciamo . Il pericolo nevrotico dunqu e un pericolo ancora da scoprire; l'anali si ci ha insegnato che esso un pericolo pulsionale.
Portando alla coscienza questo pericolo sconosciuto all'Io, noi annulliamo la differenza tra angoscia reale e angoscia nevrotica, e possiamo trattare quest'ultima alla stessa stregua della prima.
Di fronte al pericolo reale noi sviluppiamo due tipi di reazione:
quella affettiva (l'accesso d'angoscia) e l'azione protettiva. presumibile che nel caso di pericolo pulsionale accada la stessa cosa. Noi
conosciamo il caso dell'azione congiunta e adeguata delle due reazioni, per cui una d il segnale del subentrare dell'altra; ma conosciamo anche il caso inadeguato allo scopo, quello della paralisi da
angoscia, in cui una reazione si estende a spese dell'alt ra.
Vi sono casi in cui i caratt eri dell'angoscia reale e dell'angoscia nevrotica appaiono commisti. Il pericolo conosciuto e reale, ma l'angoscia di fronte ad esso smisuratamente grande, piu grande di
come, a nostro giudizio, dovrebbe essere. In questo sovrappiu si tradisce l'elemento nevrotico. Questi casi non introducono per alcun
elemento di principio nuovo. L'ana lisi mostra che al pericolo reale
conosciuto si riallaccia un pericolo pulsionale sconosciuto .
Se non ci accontentiamo di aver ricondotto l'angoscia al pericolo
riusciamo a procedere di un tratto ancora. Qual il nucleo, il significato della situazione di pericolo? Chiaramente la valut azione delle
nostre forze rapportate all'entit del pericolo, l'ammissione della nostra impotenza di fronte ad esso: impotenza materiale quando si
tratta di un pericolo reale, impotenza psichica quando si tratta di un
pericolo pulsionale . Il nostro giudizio verr guidato, al riguardo, da
esperienze veramente vissute; se nella sua valutazione esso sbaglia, ci
non conta ai fini del risultato. Chiamiamo traumatica una simile
situazione vissuta di impotenza; abbiamo allora un buon motivo
per distinguere la situazione traumatica dalla situazione di pericolo.
ora un progresso importante nella nostra autoconservazione se
una tale situazione traumatica d'impotenza non solo vagamente
attesa, ma prevista e aspettata sapendo di che si tratta. La situazione
nella quale sono contenuti gli elementi che determinano una simile
aspettativa, pu chiamarsi la situazione di pericolo, ed in essa che
vien dato il segnale d'angoscia. Ci significa: io mi aspetto che si

312

INIBIZIONE 1 SINT0 ~10 E ANGOSCIA

verifichi una situazion e d'impot enza; oppure: la situ azione present e


mi ricorda una delle esperienze traumatich e precedent em ent e vissute .
Perci io antic ipo questo traum a e mi compo rt o come se esso fosse
gi presente, fintantoch c' ancora tempo di respin gerlo. L'an goscia
dunqu e da un Iato aspett azion e del traum a, dall'altro ripe tizione
att enuata di esso. I due caratt eri che ci hanno colpit o a prop osito
dell'an goscia scatur iscono dunque da fonti diverse. La relazione del1'angoscia con l'att esa appa rtiene alla situazione di pericolo, la sua
indeterminat ezza e man canza d'oggetto appartengono alla situazione
traum atica d'impot enza, situ azione ch e viene anti cipata nella sit uazione di pericolo .
In base allo svolgimento della serie angoscia-pericolo-impote nza
(trauma) , possiamo riassumere cosi l'esposizione precedent e: la situ azione di pericolo la situazione riconosciuta, ricordata , atte sa, d'impotenza. L'angoscia la reazion e originaria all'impot en za vissut a nel
trauma , reazione la quale, in seguito, riprodott a nella situ azione di
pericolo come segnale d'allarme. L'Io , che ha vissut o pa ssivamente il
trauma, ripete ora attivamente una riprodu zione att enu ata dello
stesso, nella speranza di poterne orient are autonom ament e lo sviluppo. Noi sappiamo che il bambino si compo rta in questo stesso
modo verso tutt e le imp ressioni che gli risultano peno se, riprodu.
cendole nel giuoco; attrave rso questo modo di passare dalla passivit
all'attivit egli cerca di padron eggiare psichicam ente le impr essioni
della sua vita.1 Se questo dev'essere il senso di un a "abr eazione" del
trauma, non c' pi nulla da obiett are in merit o [p . 298]. Il fattore decisivo rimane comunque il p rimo spostamento della reazion<.:
d'ango scia dalla sua origine nella situ azione d'im poten za all'aspct
tazion e di essa, la situ azione di pericolo. Seguon o quindi gli
ulte riori spostamenti, dal pericolo all'elemento che lo determ ina, l:i
perdit a dell 'oggetto e le modificazioni di tal e perdita gi prese i11
esam e.
L" ' abituar male " un bambino piccolo ha la conseguenza indcsi
derata ch e il pericolo della perdit a dell'oggetto - dell'oggetto qrn1Il'
prot ezione contro tutt e le situazioni d'impo tenza - vien e innab 1to
al di sopra di tutti gli altri pericoli . C i favorisce quindi il riman e, 1
indi etro nell'infanzia, et alla quale son proprie tanto l'impot cm:11
motori a quanto quella psichica.
N on abbi am o sinora avuto occasione di considerare l'angoscia rc:dt
'[Vedi Al di l del prin cipio d i piacere

( 19 2 0)

pp.

202

sg.]

C AP IT OL O 1 1

31 3

in modo diverso da quella nevroti ca. Ma sappiamo b ene qual la


differenza: il pericolo reale minaccia da un oggett o estern o, quello
nevrotico da una pretesa pulsionale. Sino al punto in cui questa pretesa pulsionale qualche cosa di reale, anch e l'angoscia nevrotica
pu essere considerata come fondata sulla realt . Abbiamo capito
che ci che app are come una relazione par ticolarmente intim a tra
angoscia e nevrosi si ricondu ce al fatto che l'Io si difende con l'a iut o
della reazione d'angoscia contro il pericolo pulsionale com e contro
il pericolo reale esterno , ma che per questo orient ame nto dell'attivit difensiva, in virt di un a imperfezione dell'apparato psich ico,
sbocca nella nevrosi. Abbiamo anche maturato la convinzione che
1:.1pretesa pulsionale spesso diventa un pericolo (interno) per l'un ico
motivo che il suo soddisfacimento porterebb e con s un pericolo
esterno , e du nque pe rch questo pericolo int erno ne rapp resen ta
uno esterno.
D'altra part e anche il pericolo esterno (reale) deve aver t rovato una
qualch e interiorizzazione se desti nato a diventare significativo per
l'Io; dev'essere riconosciuto nella sua relazione con una situazione
vissuta d'impotenza .1 G li uomini non semb rano possedere affatto,
o solo in misura assai modesta, una cognizion e istintiv a del pericolo
l'he min accia dall'esterno . I bambin i piccoli fanno contin uamente
\'OSe che li mettono in pericolo di vita, e proprio per quest o no n
possono fare a meno dell'oggett o pro tett ore. In rapporto alla
11
ituazione traumati ca, contro la quale si comp letamente indifesi,
pericolo esterno e int erno, pericolo reale e pretesa pulsionale coin<'iclono. Se l'Io in un caso prova un dolore che non vuole. cessare, e
l ii un alt ro un accumulo di bisogni che non pu trovare soddisfaci111
cnto, la situazione economica la stessa in entrambi i casi, e
l'impot enza mo toria trova espressione nell'impot enza psichica.
I ,e enigm atich e fobie infantili [p. 284] meritan o di essere menzio11
:1te ancora una volta. Alcune tra esse - stare solo, oscurit, persone
,~lranee - le abb iamo inte se com e reazione al pericolo della perdita dell'oggett o; per altre - piccoli animali, temporal i e simili o1 potrebbe forse sost enere che esse siano le pallid e vestigia di una
1

l'n accadere abbastan za spesso che in una situazione di pericolo, valutata correttacome tale, una parte di angoscia pulsionale venga ad aggiun gersi all'angoscia reale.
I I pretesa pulsionale, di fron te al cui sodd isfacimento l'Io arretra spavent ato, sarebbe
11111111quella masoch istica, la pulsione d i distruzione dir etta contro la propria persona.
J1111NC' questo elemento suppl ement are spiega quei casi in cui la reazione d'an goscia risult a
, , , ,,.~si
va, inadeguata, paralizzante . Le fobie delle alti tudini (finestra, torre, precipizio) poIII hlicro ave~e questa origine ; il loro segreto significato femmin ile conn esso al masoch i11111 [Vedi su questo tema Sogno e telepatia (1 92 1 ) p . 4 00 e n . 1.]
111111tc

314

INIBIZIONE,

SINTOMO

E ANGOSCIA

preparazione congenita ai pericoli reali cosi chiaramente sviluppata


presso altri animali. Di questa eredit arcaica, conforme allo scopo,
per gli esseri umani, solo quella parte che si riferisce alla perdita
oggettuale. Quando queste fobie infantili si fissano, si rafforzano e
durano fino a tarda et, l'analisi dimostra che il loro contenuto si
posto in collegamento con pretese pulsionali, divenendo anche il
rappresentante di pericoli interni .

C.

ANGOSCIA, DOLORE E LUITO

Della psicologia dei processi emotivi si sa talmente poco che mi


sento autorizzato a chiedere per le osservazioni qui di seguito presentate un giudizio il piu possibile indulgente . Il problema sorge a
proposito del punto seguente: Abbiamo dovuto dire che l'angoscia
si verifica come reazione al pericolo della perdita dell'oggetto. Ebbene, noi conosciamo gi una reazione alla perdita dell'oggetto : il
lutto. Dunque: quando tale perdit a conduce all'angoscia, e quando
al lutto? Nel lutto, del quale ci siamo gi occupati in precedenza, 1
un aspetto rimaneva del tutto incompreso: la sua particolare dolorosit [vedi p. 279]. Che la separazione dall'oggetto sia dolorosa, ci
appare tuttavia assolutamente ovvio. Quindi il problema si complica ulteriormente. Quand' che la separazione dall'oggetto genera
angoscia, quando lutto e quando, magari, soltanto dolore?
Diciamo subito che al momento presente non abbiamo alcuna prospettiva di riuscire a rispondere a questi interrogativi. Ci limiteremo
pertanto ad alcune precisazioni e a qualche vago suggerimento.
Il nostro punto di partenza sar di nuovo una situazione che crediamo di capire: quella del lattante che scorge una persona estranen
in luogo di sua madre. Egli manifester l'ango scia che noi abbiamo
ricondotto al pericolo della perdita dell'oggetto. Tale angoscia, per,
ben piu complicata e merita una discussione piu approfondita .
Non vi alcun dubbio circa l'angoscia del poppante, ma l'esprcs
sione del suo volto e la reazione del pianto fanno supporre clic
inoltre egli provi dolore. Sembra che confluisca in lui qualche cosi,
che poi piu tardi verr separato. Il poppante non pu ancora disti11
guere la mancanza temporan ea dalla perdita duratura; se una volln
non riceve l'impressione del viso della madre, si comporta come Hl

CAPITOLO

non dovesse rivederla mai piu, e ha bisogno di ripetute esperienze


rassicuranti per imparare che a questo sparire della madre suole seguire la sua ricomparsa. La madre perfeziona questa conoscenza, per
lui cosi importante , eseguendo col bambino il giuoco ben noto di
nascondergli il proprio viso e poi riscoprirlo per farlo felice.1 cosi
che in un certo senso il bambino impara a provare un anelito non
accompagnato da disperazione.
La situazione in cui il bambino avverte la mancanza della madre
non per lui - dato il suo fraintendimento - una situazione di
pericolo, ma invece una situazione traumatica o, piu esattamente,
una situazione traumatica se egli in quel momento avverte un bisogno che la madre dovrebbe soddisfare; si trasforma in situazione di
pericolo qualora questo bisogno non sia attuale . La prima condizione
d'angoscia, che l'Io stesso introduce , dunque quella della perdita
della percezione, che viene uguagliata a quella della perdita dell'oggetto. Una perdita d'amore non entra ancora in considerazione. Piu
tardi, l'esperienza insegna che l'oggetto, pur rimanendo presente ,
pu esser diventato cattivo per il bambino, e ora la perdita d'amore
da parte dell'oggetto diventa un nuovo, molto piu durevole pericolo, e una nuova condizione d'angoscia.
La situazione traumatica della mancanza della madre si scosta in
un punto decisivo dalla situazione traumatica della nascita. Al momento della nascita non esisteva alcun oggetto, quindi di nessun
oggetto poteva essere avvertita la mancanza . L'angoscia era l'unica
reazione che aveva luogo. Da allora, ripetute situazioni di soddisfacimento hanno creato l'oggetto madre, che adesso in caso di
bisogno riceve un intenso investimento che potremmo chiamare
"nostalgico" . La reazione del dolore da mette re in rapporto con
questa nuova situazione. Il dolore dunque la reazione propria
alla perdita dell'oggetto, l'angoscia la reazione al pericolo che tale
perdita implica, e, in uno spostamento ulteriore, la reazione al
pericolo della perdita dell'oggetto in quanto tale .
Anche del dolore sappiamo pochissimo. L'unico elemento sicuro
ci dato dal fatto che il dolore, anzitutto e di regola, sorge quand o
uno stimolo che colpisce la periferia riesce a far breccia nello scudo
che protegge dagli stimoli e agisce ora come uno stimolo pulsiollale assillante, contro il quale le azioni muscolari, che altrimen ti
Nono efficaci in quanto sottraggono allo stimolo il luogo stimolato,
1

1 Vedi in Metapsicologia (1915): Lutto e melanconia.

11

[Si veda il giuoco di un bambino descritto in Al d del principio di piacere (192 0)


sgg.J

JlJl. 200

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