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© Massimo Ghimmy
periodico mensile
Numero 54
Martedì 11
Maggio 2010
ISSN 1972-9669
Discorso
sul metodo
aiuti P
orsi degli obiettivi
e cercare di raggiun-
gerli non è la cosa
umanitari
più facile del mon-
do, ma, tutto sommato, è fattibi-
le. Ciò che è davvero difficile è
interrogarsi sull’efficacia e sulla
liceità dei metodi utilizzati.
Abbiamo due modi per dare un
contributo allo sviluppo del mon-
do: il primo, puramente di natu-
ra economica, si realizza con la
beneficenza; il secondo si risol-
ve, invece, con l’impegno - più o
meno attivo - all’interno di asso-
ciazioni, partiti, gruppi e situa-
zioni volte alla difesa e alla dif-
fusione delle cause e degli ideali
in cui si crede. Entrambe le stra-
de non sono prive di insidie. Nel
primo caso, se non si è sufficien-
temente attenti ed eventual-
mente si è spinti più dal dovere
morale che da convinzioni radi-
cate, si rischia di gettare denaro
in specchietti per le allodole o
addirittura di non vedere nean-
che un centesimo della propria
donazione nelle mani di colo-
ro che avrebbero dovuto benefi-
ciarne; nel secondo il rischio è
Sgomberato il CSOA Barattolo Non alla scienza, né agli infelici ben più alto: si corre il rischio di
perdere, oltre a del tempo pre-
Il giorno martedì 4 maggio alle ore 7:30 il CSOA Barattolo è stato Ma ad Alitalia e ai clericali: zioso, anche la propria faccia e
la fiducia del popolo, solitamen-
sgomberato dalle forze dell’ordine. Le due porte d’ingresso sono te a causa di forme di protesta
state letteralmente murate e le strumentazioni presenti all’inter- così si svuotano le casse dello stato non più attuali e/o in eviden-
no del centro portate via e danneggiate dall’incuria degli addet- te contraddizione con i princìpi
ti ai lavori, che hanno portato fuori il materiale lasciandolo to- di Emme che si vogliono affermare. Trop-
talmente privo di copertura nonostante la pioggia battente. Due po spesso l’amore per la propria
membri delle associazioni che gestiscono il CS si sono recati in lotta diventa totalizzante e ci im-
L’
mattinata negli uffici della prefettura, dove si è cercato di trovare Italia è un Paese mio- della ricerca, colpevole princi- pedisce di osservarne i difetti e
un punto di accordo. Il “patto” stipulato comporta che le autorità pe. Ce lo dimostra palmente di non portare risul- le mancanze.
si impegneranno nel cercare un nuovo spazio in cui proseguire talmente spesso che, tati tangibili “adesso e subito”. Se è vero che siamo il prodotto
le attività svolte all’interno del Barattolo, il quale sarà reso alle as- ormai, è diventato quasi bana- Una notizia davvero eclatante – della storia, facendo il bilancio
sociazioni in attesa di questo ipotetico nuovo centro d’aggregazio- le parlarne. Eppure non do- talmente eclatante che l’ho sen- complessivo della situazione ap-
ne. Sappiamo tutti che le parole le porta via il vento, ma cerchia- vrebbe mai passare di moda; è tita una volta sola – mi è giunta pare evidente il fatto che i cattivi
mo di essere fiduciosi. evidente, infatti, che una buo- nel periodo, sicuramente ricor- vincono da circa 130 mila anni.
Da segnalare, inoltre, lo sgombero - avvenuto il 3 maggio - della na fetta di popolazione non ha dato dai più, in cui si cercava Forse stiamo sbagliando qualco-
CSO Barbarossa, stabile situato in viale Sardegna occupato da mi- ben chiari determinati concet- una maniera per salvare Alita- sa. Forse sarà il caso di iniziare a
litanti di estrema destra. ti che sembrano essere perfet- lia. farci più domande. Forse, inve-
Sabato 8 maggio si è tenuto un corteo in difesa degli spazi sociali tamente lineari e logici: non Due anni fa circa, per inten- ce, è sufficiente iniziare a porci
che ha riscontrato un’ottima partecipazione (circa 600-700 perso- tutti, ad esempio, sembrano derci. quelle giuste.
ne). Per conoscere le iniziative future si rimanda direttamente al aver capito quanto sia impor-
sito: http://www.csabarattolo.org/. tante un settore come quello Continua a pagina 4 Ginevra Sanvitale
La redazione di Kronstadt esprime solidarietà nei confronti del CS
“A
di Gianluca Flego
noi tocca subi-
re ciò che ac-
cade in Germa-
vo; e anche egli stesso, con tutto
quanto sa della vita, prova gran-
de difficoltà a odiare senza re-
I n principio era l’onda, quel-
la che travolse l’Italia, quel-
la che non si poteva ca-
valcare; il vasto movimento di
opposizione alla legge 133, quella
gregazione studentesca degli ul-
timi anni che, anche in una lo-
calità addormentata come Pavia,
sebbene meno che in altre città
universitarie, era esploso fragoro-
suo iter come se nulla fosse, por-
tarono ad un progressivo sgreto-
lamento del movimento pave-
se. Non bastarono conferenze,
incontri, gruppi di studio. Sem-
nia, e al contempo facciamo la strizione e riserve. Certo, si han- parte della finanziaria 2009 rela- samente, raggiungendo il culmi- pre meno gente si faceva vede-
constatazione che il fenomeno no dei nemici e ci si rende conto tiva all’istruzione. Tagli per più di ne il 30 ottobre 2008, con miglia- re, sempre più lavoro toccava ai
dell’odio ci è stato prima d’ora di questo fatto, ma non si riesce otto miliardi all’istruzione pubbli- ia di studenti in corteo per le vie pochi che rimanevano, e, arriva-
quasi sconosciuto. In circostan- a credere che sarebbero capaci ca in genere, nella fattispecie un della città. ti ormai in primavera, l’Onda Pa-
ze normali, una persona civi- di tutto. Non lo sarebbero, del miliardo e novecento milioni di Ma lacerazioni e dissidi interni, vese, senza gran rumore, cessò di
le incontra nel suo simile solo resto, nemmeno gli amici. tagli all’università. Ma anche uno oltre al disincanto nei confron- esistere.
un odio moderato e molto relati- Continua a pagina 3 dei più grandi movimenti di ag- ti di una legge che continuava il Continua a pagina 2
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periodico mensile
La foto dell’onda pavese è tratta dal flickr di no133pavia
Numero 54
locale
Martedì 11
Maggio 2010
Autunno a Pavia
Se non se ne parla (o scrive) è come se non fosse successo niente
“E ora siamo lontani, siamo moci: io sono il primo a ripudia- seguendoli per il loro tragitto e, Digos e il tutto passa nelle mani vuole sentirsi raccontare. Si trat-
tutti vicini, / e lanciamo nel re le guerre e il primo a indignar- mentre li seguono, li insultano: della Procura in attesa del pro- ta di un articolo dozzinale, scrit-
cielo i nostri canti assassini” si per le sparate di Berlusconi, “Luca, non senti anche tu puz- cesso, per accuse che vanno dal- to superficialmente, che omet-
Massimo Morsello, Canti assas- della Lega e del papa; ma queste za di merda?” I quattro evitano la violenza privata alle lesioni te - magari ingenuamente per
sini (Inno di Forza Nuova) sono faccende in un certo senso di rispondere alle provocazioni, personali gravi. Il tutto aggravato carità, ma pur sempre omette-
“lontane” da noi. Certamente tut- accelerano il passo e proseguo- dalla “legge Mancino”, che riguar- molti dettagli. Dicendo che gli
esteri
Martedì 11
Maggio 2010
C ontrariamente a quanto
si potrebbe pensare, il
tedesco è estremamen-
te polemico. Come elettore, co-
me lavoratore, come cliente, co-
tario recentemente modificato
dalle riforme, attacchi che ven-
gono volentieri introdotti surret-
tiziamente dagli studenti in qual-
siasi discussione, da Hegel al
notare marcate differenze antro-
pologiche in primo luogo tra uo-
mo e donna: laddove il ragazzo
tende ad affermare con una cer-
ta compiaciuta spocchia anche la
gno diretto e attivo dello studen-
te con il testo e con i compagni/
avversari nella discussione, im-
pegno dal quale poi risulta col
tempo una maturata consape-
contenuto del corso, che è spes-
so così massiccio che il professo-
re non riesce a esporlo per inte-
ro: di certo non c’è il tempo per
pensarci su. Il professore stesso
me studente. Il suo senso critico possibile sviluppo della tecnolo- più patente cretineria, la ragazza volezza nell’argomentazione non ha peraltro alcun interesse
viene metodicamente sviluppa- gia 3D nel cinema porno (sì, a le- normalmente premette al suo in- (sia nella forma che nei conte- nell’affaticarsi a mettere in que-
to a partire dall’educazione sco- zione si discute anche di questo). tervento una lunghissima recusa- nuti), non ha per fortuna nul- stione la propria autorità, che in
lastica e in modo particolare in La posizione del professore è in tio che comporta una serie di “non la a che vedere con la pace da una discussione verrebbe inevi-
quella universitaria, nella qua- alcuni casi simile al direttore di so, a me sembrerebbe così, ma camposanto che regna nelle le- tabilmente bistrattata, mentre
le accanto alle lezioni frontali i una multinazionale che difende non avrò capito bene, non me ne zioni universitarie in Italia. Qui allo stato attuale delle cose con-
Seminare costituiscono la parte una politica corretta o scorretta intendo, non ho letto tutto il leg- i tentativi di vivacizzazione in- serva la propria sacra rassicuran-
più rilevante dello studio. Il ca- dall’associazione di consumato- gibile…” e via discorrendo. Certe tellettuale degli studenti sono te immobilità (pure esistono del-
rattere essenziale di queste le- ri agguerrita, in taluni altri simile differenze etniche sono rilevabi- astutamente incanalati in attivi- le eccezioni, ma rimangono, per
zioni è la discussione, il cui pun- a quella del rappresentante del- li anche tra i vari popoli scienti- tà ricreative quali le carte, i cru- l’appunto, eccezioni).
to di partenza è un testo che la multinazionale, che, insicuro fici: il filosofo dimostra un amo- civerba, nomi-cose-città, la lettu- In Italia quindi gli studenti so-
viene letto e preparato a casa (o perché a conoscenza solo parzial- re incondizionato per monologhi ra dell’oroscopo et similia, che no per natura più assimilabili al
dovrebbe essere preparato: per mente delle informazioni neces- interminabili che diventano non per non interferire con l’omelia pubblico di una chiesa che a cit-
quel che riguarda il senso del sarie a una risposta convincente raramente astrusi, il teologo una del professore si svolgono rispet- tadini che stanno formando e al-
dovere il tedesco-studente è più o perché egli stesso poco convin- certa reazionaria unidirezionalità tosamente e per quanto possibi- lenando la loro coscienza critica.
studente che tedesco). to delle sue affermazioni, oscil- nelle argomentazioni (ma tra i te- le in silenzio nelle ultime file. I Essa trova uno spazio ludico di
Un’analisi fenomenologica-so- la tra l’abuso di potere e l’abban- ologi si trovano spesso anche ele- tentativi insurrezionali delle do- esercizio extra-universitario, do-
ciale condotta sul tedesco-stu- dono della posizione in favore menti incredibilmente progres- mande o – peggio! – delle osser- ve però quando non muove da
dente nel suo ambiente natura- dell’unione con la protesta. sisti), il filologo scarsa fantasia vazioni personali vengono san- un testo, un problema, una que-
le permette alcune interessanti Ma lo scontro non avviene solo compensata da acribia/pedante- zionati pubblicamente dall’ethos stione dai contorni definiti e non
osservazioni. Agli occhi degli ita- in direzione verticale, tra l’asso- ria, il fisico e gli scienziati in ge- studentorum con sospiri, sbuffi, incontra un compagno/avversa-
liani essi infatti potrebbero appa- ciazione e l’autorità, bensì anche nerale una malcelata convinzio- risatine, pazienti occhiate al cie- rio pronto ad ascoltare e discute-
rire più simili a un’associazione in orizzontale, tra i consumato- ne di superiorità intellettuale (o lo. Questi vengono comunque re si trasforma in lamentela o al
di consumatori isterici: il profes- ri stessi. Le dinamiche sono in morale?). Come è buon costume preventivamente ostacolati an- più in polemica circolare da bar.
sore è evidentemente il destina- questa direzione particolarmen- in ogni parte del mondo, ogni po- che dalla forma stessa delle le- In Germania è abbastanza nor-
tario naturale degli interventi e te divertenti, considerato che si polo è convinto di trovarsi nella zioni, il cui numero dei parte- male bere di tanto in tanto una
delle critiche e si trova a dover di- intrecciano con altre dinamiche condizione migliore per esprime- cipanti è spesso troppo elevato birra coi professori dopo le le-
fendere l’autore o il tema oggetto personali che coinvolgono rap- re le proprie considerazioni sulla per costituire un gruppo di di- zioni o a fine corso. Da noi si
della discussione da letture filolo- porti di amicizia, competizione, realtà. scussione (in Germania parte- potrebbe sempre provare a fare
gicamente improprie e da attac- esibizionismo. Per quel che ri- La vivacità confusionaria dei Se- cipano ad ogni Seminar non più lezione al bar.
chi generali al sistema universi- guarda quest’ultimo, si possono minare, che pretende un impe- di 25 studenti di norma), e dal Serena Gregorio
In circostanze normali
Cartoline da Belgrado
continua dalla prima. parlava inglese. Ero davanti a un sulmano? Il fatto è, dice, che dal
rudere che, dai cartelli apposti, mio nome non si capisce. Io ri-
Questi come quelli sono fat-
si identificava come i resti della spondo, jugoslavo. Fanno capi-
ti proprio come te, giacché an-
Biblioteca di Stato, distrutta dai re che la risposta non va più be-
che tu ami oppure odi fino a un
bombardamenti del ‘45; una sto- ne. Insistono, e dico: serbo, sul
certo punto e non oltre. [...] Tu
ria che non sapevo. Uno pensa censimento sono serbo. Ma que-
confronti il nemico con l’amico
all’ironia della storia, e che i ser- sto cosa importa? Sono nato qui,
e constati che entrambi, alla fin
bi l’hanno anche avuta, una bi- lavoro qui. “Sapevamo che di te
fine, sono esseri umani.
blioteca distrutta, oltre a darla non ci si può fidare.” Me ne de-
Occorre essersi lasciati alle spalle
agli altri, quella di Sarajevo nel vo andare, mi dicono, e vanno
parecchie cose prima di darsi de-
‘92. (Che tempi, che ricordi!). [1] via sbattendo la porta. È scappa-
cisamente in braccio all’odio. Op-
In questa via appartata, chiedo al- to in Serbia con la famiglia, e da
pure può darsi che non si sia fat- neanche quante volte l’ho senti- Alla parete pende il gusle, una
lora direzioni a quest’uomo. Avu- qui Milošević l’ha mandato in Ko-
to alcun passo avanti nel campo ta...) “E non si fida dei suoi ami- specie di cetra balcanica, suonata
ta la risposta, faccio per andar- sovo, per aumentare il numero di
dell’umana riflessione e del dub- ci?” Qui c’è una frase di cui vor- dai cantori di mattanze medieva-
mene; ma con mio piacere mi serbi. Da lì di nuovo è venuto via,
bio, e non si sia quindi del tutto rei ricordare le parole. “Sì, ma... li e più di recente da lui stesso. Il
chiede di dove sono, comincia- e lavora a Belgrado. Ora stanno
civilizzati. In effetti, nel partito Vedi, lì c’è una guerra in cor- cassiere copriva la sua latitanza.
mo a parlare. Vedo che aspetta bene, ma per anni è stata dura,
che ha sottomesso la Germania, so, tra cristiani e mussulmani. Eccolo lì, il male: posso toccarlo
con una macchina di lusso. Vie- da non avere da mangiare. Arri-
si distinguono chiaramente due Io non ho voglia di vivere in un allungando la mano.
ne fuori che lavora come autista va il momento della politica e mi
classi umane. Vi è in primo luo- posto in cui non puoi mai esse- Vado a bere fuori, sotto gli alberi;
presso l’agenzia locale dell’ONU; espone la classica teoria di par-
go la bestia, e poi il civile rinne- re sicuro degli altri. Voglio vive- vicino passano famiglie e passeg-
ma che, “prima”, era ingegnere e te serba per cui furono i mussul-
gato, che deve farsi violenza per re tranquillo. Ho visto cose che gini. A un certo punto, una bella
lavorava in un’impresa di Tuzla. mani a rifiutare, nel marzo ‘92, il
ridiventare barbaro.” Così inizia non avrei creduto possibili, e bambina si avvicina al tavolo ac-
Tuzla è una città sopra Sarajevo; piano Cutillero [2] per una pacifi-
“L’odio” di Heinrich Mann, lette- non voglio vivere nel posto dove canto al mio; il ragazzo che be-
è graziosa, e ora è a larga maggio- ca rinegoziazione; insomma, col-
rato tedesco fratello di Thomas possono accadere.” ve con un amico la chiama a sé,
ranza musulmana, essendo dove pa loro. (Per precisione: la cosa è
Mann e attivista dell’SPD. Il libro, La sera, prima di partire, prendo l’accarezza e prende a vezzeg-
sono arrivati gran parte degli pro- vera, ma di per sé non è un’ag-
del 1933, impressiona per la luci- il tram dalla stazione per la cit- giarla. Il mio povero serbo mi la-
fughi delle zone prese dai serbi. gressione ai serbi e non elimina
dità con cui l’autore capiva con tà nuova: Novi Beograd, Blok 45, scia solo capire che dev’essere la
Il che non le toglie, come ricorda- le loro responsabilità. Inoltre, ar-
cosa aveva a che fare; la stessa dove fino a qualche mese prima figlia del fratello. “Ma cos’abbia-
vo da un altro viaggio, un’atmo- gomenterei che lo schiacciante
che gli consentì di lasciare la Ger- è vissuto Karadžić, l’ex-presiden- mo qua? Che cos’ha preso que-
sfera festosa. Ho visto che spes- predominio militare serbo, evi-
mania già all’indomani dell’in- te della Repubblica Serba di Bo- sta bella bambina? Ma che belle
so i bosniaci dicono le loro storie, dente da subito, rende un attac-
cendio del Reichstag, il 27 febbra- snia. In quella che a quel punto è scarpe!...” Palesemente la adora
perlomeno se non troppo doloro- co d’iniziativa mussulmana tanto
io di quell’anno. Il confronto con una buia periferia, chiedo in giro e la bambina fa quasi le fusa. La
se, e con un po’ di tatto cerco di irrazionale da parermi incredibi-
le contemporanee illusioni p.e. di e trovo il locale dove, durante la cosa va avanti per minuti.
farmi raccontare. All’inizio del- le.) Ho l’impressione, ma la ten-
Heidegger è impietoso. latitanza, passava le serate: un po- Le circostanze sono normali.
la guerra, mi dice, arrivano due go per me, che per ogni teorema
Mi piacerebbe riuscire a dire sto come tanti, niente di che ma
colleghi, due croati, a chiedergli sui Balcani ci sia un trattato sigla-
con rigore cosa sono quelle “cir- non squallido, vicino a un gran- Gianluca Flego
“lui cos’è”. Le date sono importan- to, respinto, infranto che si può
costanze normali” cui la seconda de incrocio alberato. “Luda kuća”,
ti: quando?, gli chiedo. Aprile ‘92. invocare a suo sostegno.
frase si riferisce. Ho avuto la for- si chiama, “Casa di matti”. Sem- [1] La biblioteca, simbolo della sarajevo
Vuol dire presto: il 6 ci fu la ma- Ma tornare a Tuzla, adesso? “Io mussulmana e multietnica, fu distrutta
tuna di leggere queste pagine a bra uno scherzo. Prendo una bir-
nifestazione per la pace a Saraje- lavoro qui.” “D’accordo, ma se ne dai serbi di Bosnia nel ‘92
Belgrado l’estate scorsa. Girando ra, faccio qualche foto dell’inter-
vo, le due donne uccise da cec- avesse uno lì, altrettanto buono.
per città (meno brutta delle mie no. Foto di Milošević, gagliardetti [2] Piano di riassetto istituzionale della bo-
chini serbi; siamo in quei giorni, Lei ha amici non serbi?” “Certo!
attese), ho avuto anche quella di di ogni tipo, un ritratto che abba- snia, stilato subito prima dell’inizio della
forse addirittura prima. Quindi: Croati, mussulmani, ebrei, alba- guerra, prima accettato e poi respinto dai
chiedere direzioni a un signore stanza chiaramente è di Karadžić.
lui cos’è? Serbo, croato o mus- nesi...” (Questa risposta! Non so mussulmani dietro consiglio americano.
distinto, sulla cinquantina, che
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La prosopopea di Alitalia è dal flickr di wonderfulhorriblelife periodico mensile
Numero 54
aiuti umanitari
Martedì 11
Maggio 2010
aiuti umanitari
Martedì 11
Maggio 2010
strumenti
Martedì 11
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S
L a Guida dello Studen-
te dell’Università di Pa-
via alla voce “Ristorazio-
ne” presenta un elenco piuttosto
completo dei bar, delle mense e
cena”, dalla pura e semplice
gola ai lungimiranti tentativi
di “fare fondo” in vista di una
serata alcolica particolarmen-
te impegnativa.
Qualora riesca a vincere la pi-
grizia, lo studente deve poi
scontrarsi con il tremendo de-
grado in cui versa la sua trascu-
rata dispensa. Tra le verdure
Non è comunque persa ogni
speranza di procurarsi un pa-
sto nutrizionalmente discuti-
bile!
Secondo uno studio condot-
q.b. = quanto basta
q.c.c. = quel che c’è
q.m.? = quando mai?
cultura
Martedì 11
Maggio 2010
C
te moderna”. Spazio geometri- sato: semplicemente rivisita,
co, rigido, prospettiva schema- reinterpreta, arrivando a crea- ome salvare il pianeta? so di miglioramento delle con- tre si prescrive una dieta all’iper-
tica e ordinatrice, colore teso e re un’arte rinnovata, originale. Questa domanda sem- dizioni di vita e delle possibilità consumista società occidentale,
segno netto, deciso. Evocazione ed invenzione, tra bra oggi essere sulla di benessere, che ci ha porta- paesi come Cina e India stanno
Nato a Volos, città della Tessa- classico e moderno. bocca di tutti, che siano acca- to medicine, elettricità, case ri- imboccando solo ora il loro per-
glia, nel 1888 e vissuto in Gre- Questo rapporto tra Giorgio de demici, politici o semplici cit- scaldate, aeroporti, computer e corso di crescita, reclamando
cia fino al 1906, de Chirico è Chirico, padre della Metafisica, tadini. E le circostanze senza informazioni. Prima di scagliar- un giusto diritto allo sviluppo?
grande conoscitore dell’arte an- ed il mondo ellenico è il motivo dubbio giustificano la preoccu- si contro il demone della cresci- La complessità delle questioni è
tica e questa, già dai primi de- centrale della mostra che ha aper- pazione. Esplosione demografi- ta, è fondamentale immaginarsi enorme, e il terreno scivoloso.
cenni del Novecento, diventa to i battenti lo scorso 6 Marzo e ci ca, crisi alimentari, dipenden- cosa volesse dire essere schiavi Il principale obiettivo del libro
sempre più presente nelle sue farà compagnia fino al 2 Giugno. za da risorse non rinnovabili, di natura e malattie, quando un è quindi quello di fare maggio-
opere. E’ il “romanticismo” de- ”Giorgio de Chirico. La sugge- cambiamento climatico: queste re chiarezza in questo groviglio
ed altre problematiche – tutte di fatti, opinioni e interrogativi, e
O Kamchatka, o morte!
profondamente interconnesse – capire se esistano condizioni og-
hanno alimentato in molti il so- gettive per avere una certa opi-
spetto che l’attuale modello di nione piuttosto che un’altra.
Coloni di Catan sviluppo sia da considerarsi in- Nel primo capitolo si è voluto
sostenibile. dare una panoramica delle gran-
Leggi invece di stare a guarda- mato brigante. Tramite succes- Il fenomeno di continua cresci- di questioni globali che l’umani-
re sempre solo le figure! Ben sivi lanci di dadi si producono ta – della produzione, dei redditi, tà è tenuta ad affrontare: si parla
tornata affezionata lettrice! le risorse corrispondenti agli dei consumi – che ha contraddi- perciò di popolazione, ricchez-
Piacere di riaverti assiduo let- esagoni su cui si trova il nume- stinto la società umana a parti- za e povertà, energia, risorse ali-
tore! Per la rubrica giochi del ro e di cui possono usufruire re dalla Rivoluzione Industriale, mentari, inquinamento e cam-
vostro amato K parliamo di Ca- coloro che vi avevano costru- potrebbe essere giunto vicino o biamento climatico, analizzando
tan o Coloni di Catan o (titolo ito degl’insediamenti. Con le aver già oltrepassato i propri li- stato dei fatti, teorie e prospetti-
originale) Die Siedler von Ca- risorse ricavate i vari giocatori miti. D’altronde, nulla in natu- ve future. Poiché il quadro che
tan. Inventato da Klaus Teuber possono costruire altre strade ra cresce per sempre, e pensare ne risulta è quello di un piane-
nel 1995, questo giuoco è ora- e insediamenti o acquisire car- che l’economia possa invece far- ta non gestito, si tocca l’argomen-
mai diventato un classico dei te speciali dette carte sviluppo. lo – crederla cioè slegata dal più to della governance globale e
giochi da tavolo strategici. In Chiaramente ci sono molte al- grande sistema naturale in cui delle istituzioni internazionali.
Coloni di Catan i giocatori in- tre regole ma non c’ho voglia si ritrova inserita – è un chiaro Ci si è poi chiesti come la di-
terpretano, appunto, dei colo- di scriverle. L’obiettivo è quel- sintomo di miopia. La consape- sciplina economica si sia nel
ni della mitica isola di Catan, lo di totalizzare 10 punti, che volezza dell’esistenza di limiti al- tempo confrontata con l’argo-
il cui nome è un chiaro riferi- si ottengono dalle carte e dagli la (e della) crescita si è estesa a inverno rigido poteva significa- mento dei limiti alla crescita.
mento alla città di Catania, so- insediamenti. Per le sue mec- dismisura negli ultimi decenni, re la morte. I “bei tempi anda- Il secondo capitolo spazia quin-
lo che non è vero. All’inizio del caniche (molto semplici) il gio- portando alla creazione di nuovi ti” non erano probabilmente co- di dall’economia politica clas-
gioco viene disposto un tabel- co risulta essere alla portata di concetti come crescita sostenibi- sì belli come li si vuole a volte sica al rapporto “The Limits to
lone, rappresentante la nostra tutti, veloce e con un discreto le e sviluppo umano. Alcuni so- immaginare. Growth”, dalle teorie dell’eco-
isola, formato da 19 esagoni di corredo strategico, benché la no giunti a sostenere la necessità nomia ecologica alle controver-
colori differenti, che indicano fortuna possa giocare un ruolo di una decrescita, ovvero un ab- sie accademiche sulla sosteni-
diversi terreni a cui corrispon- decisivo, specie ad inizio par- bandono della mania accumula- bilità.
Con il mondo sulle spalle
dono differenti materie prime: tita. L’ambientazione non è si- tiva in favore di un graduale ritor- Per concludere, nel terzo capi-
è pubblicato dalle
montagne (minerale), pascoli curamente molto coinvolgen- no ad un’economia conviviale, tolo si è voluto tornare ai gior-
EdizioniOMP, il libro è ac-
(pecore), foreste (legna), colli- te ma un gioco il cui tabellone locale e sostenibile, dove risulti ni nostri e presentare il dibattito
quistabile o gratuitamente
ne (argilla), campi (grano), de- iniziale va costruito all’inizio è possibile ricercare un progresso più recente, indagando la nasci-
scaricabile all’indirizzo:
serto (un bel niente). Sui ver- sicuramente originale, da pro- nella qualità della vita piuttosto ta ed evoluzione dei concetti di
www.edizioniomp.com
tici di ‘sti esagoni i giocatori vare! Lo trovi in tutti i peggio- che un semplice accrescimento sviluppo sostenibile e decrescita,
possono costruire villaggi e cit- ri negozi di giochi di Caracas. dei consumi materiali. esaminando gli indicatori di be-
tà, mentre lungo gli spigoli si Se non c’hai voglia di spende- Tuttavia, per quanto queste idee nessere diversi dal PIL, toccando
Perciò: che fare? Come concilia-
possono costruire delle strade. re prova la sua versione per pc, possano risultare convincen- la questione dei limiti sociali al-
re questi due aspetti contrastan-
Su ogni esagono viene posizio- se non la trovi richiedila a me ti, bisogna tener conto del fat- la crescita. Si fanno infine alcu-
ti ma complementari, bilancian-
nato un numero casuale da 2 (jco@email.it). Ciao tesoro, a to che i problemi delineati non ne considerazioni sulle possibile
do mantenimento del benessere
a 12 (tranne il 7) ad eccezione fra un mese! sono che gli effetti collaterali di strategie e politiche future.
e rispetto dei limiti ambientali?
di quello col deserto su cui è JCO un processo generalmente posi- Si può pensare di non crescere?
posto un birillino di legno chia- tivo, ossia l’eccezionale proces- Emanuele Campiglio
E come gestire il fatto che, men-
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Totus mundus agit histrionem periodico mensile
Numero 54
racconti
Martedì 11
Maggio 2010
Reg. Trib. Pv n° 594 - ISSN 1972-9669 - Stampa: Industria Grafica Pavese SAS, Pavia - Chiuso in Redazione 06-05-2010 - Tiratura 2000 copie - 2010, Alcuni diritti riservati (Rilasciato sotto licenza Creative Commons 2.5 Ita by-nc-sa)
Soirée au Théatre
Il signor Marchand non capiva. con un gesto nervoso. Edmond presente, l’uomo fece un cenno, mo. Per carità, datemi almeno la vita. Occhi che vedono morire la
Non era mai stato cattivo con Marchand non aveva la più pal- e con uno sguardo soddisfatto e una maschera, tutt’al più un vita. Occhi che ingannano la vita, e
nessuno. Lui faceva solo il suo lida idea di come fosse venuto in inquietante disse sardonico: copione. uccidono la vita. Se stesso e cento
lavoro. E mai e poi mai avrebbe mente a quel cappello con signo- - L’uomo sarà la sua maschera, altri, la carneficina era pronta, ba-
creduto di poter essere una per- re, di venire a cercarlo nel cuo- - Scritturato. la vita il suo copione. stava la scintilla, per uccidere la vi-
sona influente in quella vita. Se re della notte per giocargli strani - Capisco, non mi resta altro da ta e dare vita alla morte.
la spassava quella notte, era pro- scherzi. All’inizio pensava fosse L’alloggio non era male, c’era una fare.
fondamente immerso in un so- un venditore ambulante. Men- sedia, delle mattonelle piuttosto - Signore e signori, venite a ve-
gno confuso che prendeva anche tre pensava queste cose, di colpo consumate, una scrivania molto Infuriavano i passi nella sala, dere come muore la vita!! Veni-
sul serio, sudava. Da lontano ave- la figura ebbe uno scatto, e senza lunga, un lavabo, ed un terribile aria di festa, aria di festa. Fol- te a vedere come muore la Chi-
va sentito il campanello. E quel capire come, il signor Marchand specchio, appeso al muro, minac- la dispersa seduta e perduta, di mera, finita dal suo doppio!!
signore alla porta aveva un brut- si trovò dritto davanti agli occhi cioso, si disse che era inguarda- fronte a se stessa. Buio in sala,
tissimo cappello. Come si pote- un lucido e luminoso specchiet- bile, e si girò dall’altro lato. Non e i respiri si acquietano. Riflet- Marchand era alla sua sedia. Li
va avere un così pessimo gusto to. “Ahimè, lo specchio no!! Come capiva. La luce della lampadina tori ingialliti e polvere nell’aria. avrebbe distrutti, deflorati. Mani-
Dio solo sapeva. Sembrava scal- sopravvivrò al tremendo spec- era forte. Vivida. La finestra aper- Crepitava la folla ansiosa. La se- chino, freddo, Marchand ghigna-
tro però, quel signore. E dunque chio?!” Gridò soffocato il signor ta mostrava solo nebbia e paesag- dia nel centro lo aspettava. Il va. Manichino ladro di vita e mer-
parlava di qualcosa di molto se- Marchand. La signora Marchand gi lontani, foschi, e la vista del si- presentatore con abito da circo cante di vita e distruttore di vita.
rio e angosciante, addirittura di si svegliò in piena notte. Suo ma- gnor Marchand non vedeva altro entrò in scena con la sua fiacco- E ride il manichino e ruba la vi-
importanza vitale. Di un’infamia, rito non c’era. che ombre mutevoli. Forse tutto la e viso bianco di cerone. ta. Immobile Marchand chiuse
di un peccato irrimediabile, una Si ritrovò stordito e smemora- stava per prendere forma. Non gli occhi. La platea immonda sba-
gran presentazione per un at- to su una poltrona molto como- era la prima volta che vagava in - Signore e signori, l’evento è vava, li sentiva grugnire di libidi-
to infame. La signora Marchand, da, foderata di velluto, di un ros- quella stanza. E anche il corrido- speciale. Che rullino i tamburi, ne, si stavano divertendo. Presto
era scoppiata in lacrime nel frat- so acceso, porporoso diceva lui. io lo conosceva bene. Buio, rim- aguzzate la vista, non è cosa di avranno il sangue. Marchand in-
tempo, il suo sogno non le stava E non ci capiva niente. La cosa bombante. Il più delle volte gli tutti giorni vedere la vita!! spirò. Generalmente capiva da
piacendo affatto. L’uomo cappel- più incredibile è che allo stordi- sembrava un limbo. Un limbo di solo quando era il momento, lo
luto parlava, e diceva delle cose mento che già sentiva, si aggiun- gestazione. I suoi mostri nasceva- Marchand mosse un passo dalla sentiva quando doveva uccidere.
al signor Marchand che per nien- gevano le incalzanti domande di no li, e le sue paure era li che lo quinta. E’ come un’immersione, Lo sentiva come un martello nel
te lo interessavano. Non sembra- un uomo opaco, fuori fuoco, una travolgevano. Un luogo sospeso, un salto. Sentiva i soliti brividi. petto. Bastava un cenno, per uc-
va un cappello amichevole. Sotto forma allungata, fredda, che gli ma lui lo conosceva. Si sentiva Tutto gli sembrava un terribile cidere tutti, liberarli. Insaziabili
di lui si agitava la bocca dell’uo- si trovava davanti, era immobile, come dentro una cortina, e non delirio, tutto aveva un alone di curiosi in cerca del loro pasto, li-
mo come un impastatore , e di- ma in realtà ondeggiava avanti e capiva perché si trovava li. Sentì follia. Il presentatore declamava berarli tutti. Purificarli tutti.
ceva: ”Avremmo bisogno di voi”. indietro con un moto di risacca: fluttuare, e una figura fumosa gli deciso. Il pubblico sentiva l’odo- Tese il volto verso l’alto, con
Il signor Marchand non ci vedeva si parò davanti. Parlava: re del sangue. Sciacalli in platea. un soffio impercettibile disse:
ancora bene, e l’amaro in bocca - Lei è il signor Marchand? Li aveva narcotizzati migliaia di ..Autoréclame!!
lo indusse a bere dell’acqua. Du- - Si. - Signor Marchand – disse – lei volte da quella distanza. Li ave- e morì.
rante la conversazione di cui solo - Le piace il suo lavoro? è in grado di fare ciò che stia- va odiati migliaia di volte. Li ave- La platea ebbe un sospiro di sollie-
una parte lui recepiva, lo stranie- - Certo che si, è una vita che mo per chiederle. va feriti migliaia di volte. vo, finalmente era libera. Sazio il
ro del campanello, lento come lo faccio. - Non capisco, ma dite pure. presentatore, ingordo della stessa
una foca, tentò di prenderlo di - Molto bene. E’ convinto di - Noi siamo stanchi della vita - Arcano è il maleficio delle as- fame, tendeva la mano e gridava:
sorpresa in una trappola assur- quello che dice? finta. Vorremmo vedere la vi- si che portano la vita davanti
da. Si dimenava in modo goffo e - Certo, ma perché? Non capi- ta vera. agli occhi!! Accorrete, venite a - Soldi alla mano signori e si-
scoordinato e continuava ad agi- sco. - Non capisco, continuate. vedere la vita! La vita in scena gnore, la vostra vita per voi in
tare un gingillo luccicante, dove- - Non si preoccupi. Presto capi- - Noi cerchiamo l’uomo, e quel- per voi!! scena questa sera!!
va essere molto piccolo, lo tene- rà. Solo lei può capire. le assi lo rigettano, lo rifiutano, FIN
va tutto in una mano, e tentava e noi disperiamo, vortichiamo. Marchand rideva, due passi soli.
di metterglielo davanti agli occhi Rivolgendosi a qualcun’ altro - E cosa mai c’entro io con l’uo- Solo il rumore dei passi e muore Giacomo De Gregorio
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