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Un esercizio al giorno
Esercizi svolti di Meccanica e Termodinamica
I Basi 15
1 Analisi dimensionale 17
1.1 Periodo di un pendolo ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
1.2 Studio sperimentale del periodo del pendolo ? . . . . . . . . . . . . . . . 19
1.3 Pendolo sulla luna ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
1.4 Caduta da una calotta semisferica ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
2 Vettori 27
2.1 Triplo prodotto vettoriale ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
2.2 Matrice di rotazione ? ? ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
2.3 Il prodotto vettoriale come operatore ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
II Meccanica 31
3 Cinematica 33
3.1 Profondit di un pozzo ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
3.2 Lunghezza di una traiettoria ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
3.3 Raggiungere un oggetto che accelera ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
3.4 Moto periodico in un piano a velocit nota ?? . . . . . . . . . . . . . . . 38
3.5 Vertici di un poligono ? ? ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
3.6 Farfalle kamikaze ? ? ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
3.7 Raggiungere una boa ? ? ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
3.8 Preda e predatore ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
3.9 Otto volante ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
3.10 Moto nel piano: accerazione e velocit noti in modulo. ?? S . . . . . . . 48
3.11 Una traiettoria in coordinate polari ? S . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
3.12 Caduta di una moneta ?? S . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
3.13 Lancette dellorologio ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
3.14 Il problema dello spazzaneve ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
3.15 Rotolamento puro e traiettorie ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
3.16 Salto in lungo ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
3.17 Moto accelerato nel piano s-v ? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
3.18 Moto circolare uniforme in coordinate polari fuori centro ? . . . . . . 62
5
Indice
4 Statica 65
4.1 Pila di mattoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
4.2 Equilibrio ed energia potenziale ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
4.3 Asta vincolata ad una circonferenza ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
4.4 Catenaria ?? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
Pendolo, 17, 19
13
Parte I.
Basi
15
1. Analisi dimensionale
1.1. Periodo di un pendolo ?
Mediante considerazioni dimensionali determinare la dipendenza della frequenza di
oscillazione f di un pendolo inizialmente in posizione verticale dai parametri rilevanti
per il problema, ossia
la lunghezza ` del pendolo
la sua massa m
laccelerazione di gravit g
la velocit iniziale v0
Soluzione
I parametri in gioco sono la massa del pendolo m, la sua lunghezza `, laccelerazione
di gravit g e la velocit iniziale v0 . Vogliamo con essi costruire una grandezza delle
dimensioni di un tempo, cio
[m ` g v0 ] = M L ++ T 2 = T (1.1.1)
Otteniamo il sistema
= 0
++ = 0
2 = 1
= 0
1
=
2
1+
=
2
con arbitrario. Quindi qualsiasi combinazione del tipo
2 2 s
1 1+ v0 `
` 2 g 2 v0 =
`g g
17
1.1. PERIODO DI UN PENDOLO ?
v20
1 =
`g
Questa funzione esprime una possibile dipendenza (che in effetti esiste) del periodo di
oscillazione di un pendolo dalla sua ampiezza. Il principio di isocronia delle oscillazioni,
valido approssimativamente per piccole ampiezze, ci dice che
lim f ( x ) = C (1.1.3)
x 0
dove C una costante strettamente maggiore di zero. Risolvendo le equazioni del moto
si troverebbe che la formula corretta, e che C = 2.
Soluzione
p
Il periodo T misurato rappresentato in funzione del valore di `/g in Figura 1.1.
Per il secondo grafico richiesto una possibile scelta di parametri adimensionali indi-
pendenti
r
g
= T
`
v
1 = p0
`g
6
T (s)
Dati
1/2
T = 2 (L/g)
2
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 1.1
1/2
(L/g) (s)
p
Figura 1.1.: I periodi Ti in funzione di p `i /g per i dati in tabella (cerchi). Per confronto,
riportata la retta T = 2 `/g.
p
La combinazionep 1 il periodo misurato in unit `/g, invece 1 la velocit
misurata in unit g`.
Osservando i due grafici si nota che nel primo (Figura 1.1) i dati non si dispongono
su ununica curva, cosa che accade per il secondo (Figura 1.2).
La ragione di questo che, come possibile vedere studiando il moto del pendolo (o
come possiamo dedurre
p dallanalisi dimensionale condotta nellEsercizio 1.1), il periodo
proporzionale a `/g solo per piccole oscillazioni. In quel particolare regime si pu
dimostrare che vale la legge
s
`
T = 2 (1.2.1)
g
rappresentata in Figura 1.1 dalla retta rossa. Come si vede alcuni dati corrispondono
alla (1.2.1), negli altri casi il periodo sistematicamente maggiore.
Nel secondo grafico vediamo che i dati si allineano apparentemente su una curva ben
definita. In effetti lanalisi dimensionale ci dice che per i parametri adimensionali che
14
Dati
12 =2
10
0
0 1 2
1
Figura 1.2.: Il valori i ricavati dai dati in tabella in funzione dei valori 1i . Per
confronto riportata in rosso la costante 2.
in accordo con le considerazioni precedenti. Per quantificare tutto questo basta osservare
dal grafico in Figura 1.2 che il valore di si allontana da 2 allaumentare di 1 .
Soluzione
Riprendendo lanalisi svolta nellesercizio 1.1 sappiamo che vale
2s
v0 `
T= f
`g g
e quindi non ci aspettiamo di essere nel regime di piccole oscillazioni, nel quale potrem-
mo trascurare la dipendenza del periodo dalla velocit iniziale.
Soluzione
Dobbiamo costruire con i parametri in gioco quantit con le dimensioni di una lunghez-
za. Osserviamo che possiamo ottenere una combinazione adimensionale
m
1 =
M
e, tolta m, lunica combinazione possibile semplicemente R. Di conseguenza dovr
essere m
h = R
M
dove ( x ) una funzione arbitraria. Osserviamo che per langolo al quale avviene il
distacco vale m
h
sin = =
R M
e quindi dipende solo dal rapporto delle masse (e non da g, ad esempio).
Soluzione
Supponiamo che i vettori ~b e ~c siano paralleli. Potremo allora porre ~b = ~c. Sostituendo
otteniamo
~a (~c ~c) = (~a ~c)~c (~a ~c)~c (2.1.2)
che banalmente verificata. Se invece ~b e ~c sono linearmente indipendenti potremo
scrivere
~a ~b ~c = A ~b ~c + B~b + C~c (2.1.3)
dove A deve essere uno scalare dipendente linearmente dal solo ~a, B uno scalare di-
pendente linearmente da ~b e ~c e C uno scalare dipendente linearmente da ~a e ~b. Non
possibile costruire uno scalare dipendente linearmente dal solo ~a. Invece possiamo
prendere B proporzionale a ~a ~c e C proporzionale a ~a ~b. Quindi
~a ~b ~c = k1 (~a ~c)~b + k2 ~a ~b ~c (2.1.4)
~b = y e ~c = z otteniamo
e quindi k1 + k2 = 0. Infine prendendo ~a = z,
z (y z ) = k1 (z z )~y k1 (z y ) z (2.1.6)
cio
z x = k1~y (2.1.7)
da cui k1 = 1.
27
2.2. MATRICE DI ROTAZIONE ? ? ?
Soluzione
Cerchiamo di determinare il pi generale vettore legato linearmente a ~v, tenendo pre-
sente che abbiamo a disposizione solo n e per costruirlo. Esso dovr perci essere della
forma
~v0 = A (n,
, ~v) n + B (n, ) n ~v
)~v + C (n,
dove A, B e C dovranno essere degli scalari. Infatti ~v e n ~v sono gli unici due vettori li-
nearmente indipendenti che possibile costruire, dato che oggetti pi generali come n
(n v ) e simili si riducono ad essi utilizzando lidentit dimostrata nellEsercizio (2.1).
Veniamo adesso ai tre scalari. A dovr essere lineare in ~v, e quindi della forma
, ~v) = a ( ) n ~v
A (n,
n = a ( ) n + b ( ) n
e quindi a + b = 1.
Consideriamo adesso n = z e n = x.
Abbiamo
~v0 = b( ) x + c( )z x = b( ) x + c( )y
b( ) = cos
c( ) = sin
Il risultato finale
ed esplicitamente
cos + (1 cos ) n2x sin nz + (1 cos ) n x ny sin ny + (1 cos ) n x nz
R = sin nz + (1 cos ) nz ny cos + (1 cos ) n2y sin n x + (1 cos ) ny nz
sin ny + (1 cos ) n x nz sin n x + (1 cos ) ny nz cos + (1 cos ) n2z
Infine per n = z,
da nz = 1 e n x = ny = 0 segue
cos sin 0
R = sin cos 0
0 0 1
~f v)
~ (~ ~ ~v
~f v) =
~ (~ ~ ~
v
Soluzione
La linearit si verifica immediatamente:
~f
~ ~a + ~b = ~
~a + ~b
~ ~a +
= ~ ~b
~ ~
~ (~a ) + f
= f ~ b
~
~~ ~ ~v
v=
Meccanica
31
3. Cinematica
3.1. Profondit di un pozzo ??
Per determinare la profondit di un pozzo si lancia un sasso al suo interno, e si misura
dopo quanto tempo si sente il suono dellurto sul fondo. Detta vs = 340 m/s la velo-
cit del suono e = 2 s il tempo misurato determinare tale profondit. Che errore si
commette trascurando leffetto della velocit finita del suono?
Soluzione
Il tempo dato dalla somma del tempo di caduta c per il sasso e del tempo impiegato
dal suono s per tornare allosservatore. La caduta avviene, trascurando gli attriti, con
moto uniformemente accelerato quindi
1 2
h= g
2 c
cio s
2h
c =
g
Il suono si muove con velocit costante, quindi
h
s =
vs
Il tempo misurato sar dunque
s
2h h
= c + s = +
g vs
Questa unequazione di secondo grado nellincognita h
s
2v2s
h+ h vs = 0
g
33
3.1. PROFONDIT DI UN POZZO ??
Soluzione
Possiamo riscrivere la legge oraria nella forma
x (t) = a cos t
y(t) = b sin t
da cui segue
x2 y2
+ =1
a2 b2
che rappresenta una ellisse avente gli assi coincidenti con quelli coordinati, di lunghezza
2a e 2b. Il tempo necessario a percorrere una intera orbita chiaramente il periodo di
~R(t), ossia
2
T= .
Per quanto riguarda la lunghezza, possiamo calcolare la velocit:
Questo integrale non si esprime in termini di funzioni elementari, a parte il caso banale
a = b (traiettoria circolare) nel quale si trova ` = 2a.
Soluzione
Le leggi orarie di automobile e proiettile si possono scrivere nella forma
1 2
s A (t) = at
2
s P ( t ) = v0 ( t ) .
50 s
sA (t)
40
30
sP (t)
20
10
t
2 4 6 8 10
Abbiamo quindi
1 2
at v0 (t ) = 0 .
2
La velocit minima corrisponde alla condizione di tangenza tra retta e parabola,
= v20 2av0 = 0
t2 4 (t ) = 0
cio
t = 2 .
vx vy
Figura 3.2.: Figura per il problema. Le velocit sono rappresentate solo tra t = 0 e t = T,
in seguito si ripetono periodicamente. La velocit massima vmax .
Soluzione
Il moto identico nella direzione x e in quella y. Inoltre la velocit sempre non negativa.
Di conseguenza la traiettoria sar la semiretta
x = y, x > 0.
Pi in dettaglio, tra t = 0 e t = T/2 avremo
1 2
x = at
2
1 2
y = at
2
con
v 2vmax
a= = .
t T
Tra t = T/2 e t = T avremo
2
T 1 T T
x = vmax + vmax t
a t
4 2 2 2
2
T T 1 T
y = vmax + vmax t a t
4 2 2 2
e analogamente negli intervalli successivi.
Soluzione
Ad ogni istante possiamo scrivere la velocit di un punto nella forma
~v = r er + r e
ma per ragioni di simmetria i punti saranno sempre ai vertici di un poligono regolare,
ruotato e contratto rispetto al precedente. Allora dovr essere
r = v cos
r = v sin
dove langolo tra la velocit e il vettore che unisce il centro del poligono con il vertice
considerato,
1 1
= .
2 N
Dalle due equazioni otteniamo subito
r r
+ =0
cos sin
ossia
r
tan =
r
da cui
d d
tan log r =
dt dt
e integrando
1
log r = +C.
tan
Imponendo le condizioni iniziali abbiamo infine
1
r = r0 exp ( 0 )
tan
che descrive una spirale. Notare che questa si restringe verso il centro tanto pi lenta-
mente quanto pi N grande. Nel limite il poligono diviene una circonferenza, e ciascun
punto si muove su una traiettoria circolare.
Soluzione
Possiamo scrivere la velocit nella forma
~v = R er + R e = v cos er + v sin e
dove v il modulo della velocit (non necessariamente costante) e langolo fissato tra
la direzione del moto e la direzione della sorgente. Da questo segue
R = v cos
R = v sin
e quindi
R
= tan .
R
Integrando abbiamo
R = R0 e tan
che per tan > 0 rappresenta una spirale logaritmica attorno allorigine. Se R0 molto
grande la traiettoria diviene essenzialmente rettilinea.
vC
Soluzione
Fissiamo un sistema di riferimento cartesiano con origine nella boa, come in Figura.
Supponendo che il nuotatore parta dalla riva in un punto di coordinate (0, d) possiamo
scrivere la sua velocit nella forma
d~R ~R
= v N vC ex
dt |~R|
dx x
= v N p vc
dt x 2 + y2
dy y
= v N p
dt x + y2
2
dx d du
= (yu) = y + u
dy dy dy
du p
y = 1 + u2
dy
ossia
1 h 1+ i
x= C y C y 1
2
La costante di integrazione si determina imponendo le condizioni iniziali x = 0, y = d,
e otteniamo " 1 #
d y +1 d
x= .
2 d y
e quindi x tende a zero per y 0. Questo significa che il nuotatore raggiunge la boa.
Nel caso vc = v N abbiamo = 1 e quindi
d y 2
x= 1 .
2 d
0.0
0.2 0.4 0.6 0.8 1.0
= 1/4
0.2
= 1/2
0.4
=1
0.6
= 11/10
= 3/2
0.8
1.0
Figura 3.5.: Traiettorie per particolari valori di . Lasse x del problema verticale, d = 1.
Soluzione
Sia ~Rc la posizione del coniglio e ~Rv quella della volpe. Il quadrato della loro distanza si
pu scrivere come
2
`2 = ~Rc ~Rv
e la sua derivata temporale come
!
d `2 d~Rc dR~v
= 2 ~Rc ~Rv .
dt dt dt
Ma sappiamo che la velocit della volpe si scrive
d~Rv ~Rc ~Rv
= vv
dt ~Rc ~Rv
e sostituendo otteniamo
d `2 d~R
c
= 2 ~Rc ~Rv 2vv ~Rc ~Rv .
dt dt
Possiamo scrivere inoltre
d `2
~ ~ ~ ~
= 2vc Rc Rv cos 2vv Rc Rv
dt
dove langolo tra la velocit del coniglio e il vettore ~Rc ~Rv . In conclusione
otteniamo
d `2
= 2 ~Rc ~Rv (vc cos vv ) 2` (vc vv )
dt
che si pu anche scrivere nella forma
d`
(vc vv )
dt
ossia
` `0 + ( v c v v ) t .
Da questo segue che il coniglio verr raggiunto ad un tempo
`0
t .
vv vc
y = A sin kx
Soluzione
vmin, amax
vmax, amin
Figura 3.6.: La guida descritta nel problema. I punti nei quali, in modulo, la velocit
minima e laccelerazione massima sono indicati da una croce. I punti nei
quali la velocit massima e laccelerazione minima sono indicati con un
disco.
v2 = x 2 + y 2
ma
y = Ak x cos kx
da cui
v2 = v20 1 + A2 k2 cos2 kx .
1
x= + m
k 2
mentre il massimo vale vmax = v0 1 + A2 k2 e si ottiene per
m
x=
k
Laccelerazione solo lungo y e vale
3. Supponendo che per t > 0 il modulo della velocit valga v(t) = t, con costante
positiva, come si deve scegliere a(t) affinch la traiettoria sia identica a quella
precedentemente determinata?
Soluzione1
1. Se il modulo della velocit costante, allora laccelerazione tangenziale alla traiet-
toria deve essere nulla. Quindi laccelerazione perpendicolare alla velocit.
v20
a0 =
v4 ( t ) a20 4 4
a2 (t) = v (t)2 + = 2
+ t
R2 v40
d
r=
cos
dove d > 0 una costante assegnata.
Soluzione2
Domanda 1 Lequazione si pu porre nella forma
d = r cos = x
~a = y ey
Dato che
y = r sin = d tan
troviamo
d
y =
cos2
e
d 2d sin 2
y = +
cos2 cos3
e dato che
ey = er sin + e cos
troviamo
d
~a = 2
+ 2 2 tan (er sin + e cos )
cos
2 Primo esercizio scritto Fisica I del 10 settembre 2010
~v = y ey = V ey
x = d
y = y(0) Vt
e quindi q
q
r (t) = x2 + y2 = d2 + (y(0) Vt)2
Alternativamente si pu scrivere
d
=V
cos2
ed integrando
(t)
d
d = Vt
(0) cos2
Dato che r (0) = d deve essere (0) = 0, e quindi
d tan (t) = Vt
ma p p
d
r= = d 1 + tan2 = d2 + V 2 t2
cos
P
O
v(t)
Figura 3.7.: La moneta considerata nel problema. La velocit angolare indicata con ,
quella del centro di massa (diretta verso il basso e variabile) con v(t).
Il centro di una moneta di raggio R, inizialmente fermo, cade con accelerazione co-
stante ~a = gy verso il basso come in figura. La moneta inoltre ruota con una velocit
angolare costante .
1. Scrivere il modulo della velocit del punto P posto sul bordo della moneta in
funzione del tempo, sapendo che allistante iniziale questo si trova sulla verticale
del centro O, al di sopra di esso.
Soluzione3
Domanda 1
Il moto del punto P sar dato dalla composizione del moto circolare uniforme attorno ad
O e di quello uniformemente accelerato di questultimo. Quindi, ponendo la posizione
iniziale di O nellorigine di un sistema di coordinate,
x = R sin t
1
y = R cos t gt2
2
e derivando
x = R cos t
y = R sin t gt
Domanda 2
Dato che il centro di massa si muove ad un dato istante con una velocit ~v = gty un
punto della moneta potr essere fermo solo se questa velocit verticale compensata
da quella del suo moto circolare. Questo pu accadere solo sul diametro orizzontale
della moneta, dove la velocit del moto circolare non ha componenti orizzontali. Inoltre
indicando con d la posizione sul diametro relativa ad O di P dovr essere
d gt = 0
e quindi d = gt/. Il punto cercato esister solo per d R, e quindi per t < R/g.
Domanda 3
In questo caso laccelerazione del moto circolare che deve compensare quella uniforme
del centro di massa. Quindi il punto si trover sul diametro verticale della moneta (dove
laccelerazione centripeta non ha componenti orizzontali) e dovr essere
2 d g = 0
Soluzione
La velocit angolare della lancetta dei minuti
2
m = rad s1
60 60
e quella della lancetta delle ore
2
o = rad s1
12 60 60
Langolo che ciascuna lancetta forma con la verticale data da
m = m t
o = + o t
2
dove t il tempo trascosro dalle tre del pomeriggio. Le due lancette si sovrappongono
quando m = o , cio quando
m t = + o t
2
e risolvendo troviamo
/2 10800
t= = s ' 16 min 22 s
m o 11
Soluzione
Poniamo t = 0 a mezzogiorno. Detto t0 < 0 linstante nel quale inizia a nevicare, avremo
che laltezza della neve aumenter secondo la legge
h ( t t0 )
(t0 )3 = t0 (t0 2 )2
t20 t0 2 3 = 0
Figura 3.8.: Il cilindro (in giallo) di raggio e la cavit cilindrica (di raggio 2R) che lo
contiene.
Soluzione
Figura 3.9.: Le coordinate e utilizzate per descrivere il moto del cilindro. Entrambi gli
angoli sono considerati crescenti in senso antiorario (nel caso rappresentato,
> 0 e < 0.
Il centro del cilindro si muove su una circonferenza di raggio R centrata sulla cavit.
Scegliamo le coordinate e come in Figura 3.9. Rispetto ad un sistema di coordinate
con origine al centro della cavit le coordinate del punto P saranno:
x P = R sin R sin
y P = R cos + R cos
La condizione di puro rotolamento mette in relazione gli angoli e . Per trovare questa
relazione possiamo osservare che la velocit del punto di contatto tra cilindro e cavit
vale
v = R + R
Integrando troviamo
ma questa velocit deve essere nulla, per cui = .
= + C
x P = 2R sin
yP = 0
Soluzione
Mettendosi nel sistema di riferimento solidale al suolo avremo le due componenti della
velocit iniziale della forma
v x0 = v L + v0 cos
vy0 = v0 sin
vL
2 cos2 + cos 1 = 0
v0
e quindi un angolo leggermente minore a /4, tendente a tale valore (che corrisponde
allangolo ottimale da fermo). Per v L v0 abbiamo invece
s
vL vL 1 4v0 2
cos = + 1+
4v0 4v0 2 vL
" 4 #
vL vL 1 4v0 2 v0
= + 1+ +o
4v0 4v0 4 vL vL
3
v0 v0
= +o
vL vL
Soluzione
Le leggi orarie sono
1
s = s0 + v0 t + at2
2
v = v0 + at
1
s = s0 + v2 v20
2a
Di conseguenza si ottengono delle parabole con asse sulla retta v = 0, come in Figu-
ra (3.10). Chiaramente la parabola passa dal punto s = s0 , v = v0 . Inoltre in vertice
corrisponde alla posizione per la quale la particella ferma,
v20
sV = s0
2a
Lespressione precedente si pu riscrivere nella forma
1 2 1
v sa = v20 s0 a
2 2
e quindi la combinazione di velocit e posizione v2 /2 sa si mantiene costante durante
il moto.
Figura 3.10.: Alcune possibili curve nel piano s v corrispondenti ad un moto accele-
rato. Gli esempi corrispondono alla stessa accelerazione positiva e diver-
se condizioni iniziali. La concavit cambierebbe verso per accelerazioni
negative.
e
er
P
~r R
Figura 3.11.: Il sistema di coordinate scelto per studiare il moto circolare uniforme.
Soluzione
Per trovare lequazione della circonferenza, basta considerare che il triangolo isocele
AOP (Figura 3.12) Deve essere
r = 2R cos
e n
er
P
~r R
A
O
Figura 3.12.: Costruzioni geometriche usata per risolvere lesercizio. Langolo alla
circonferenza e langolo al centro insistono sullo stesso arco, e quindi
sono uno la met dellaltro. Notare che i versori normali e tangenti n e si
ottengono ruotando i versori er e e di un angolo .
dove
cos cos2 sin2
n = =
sin 2 sin cos
il versore normale alla traiettoria. Alternativamente
d
( R sin er + R cos e ) = R cos er R sin e
dt
R sin e R cos er
= R 2 (cos er + sin e )
2d
Soluzione
Indichiamo con xk la posizione del centro di massa del blocco k-simo (k = 0, N 1
partendo dal basso) rispetto a una origine fissata. Definiamo inoltre qk la posizione del
centro di massa dellinsieme di tutti i blocchi a partire dal k-simo compreso. Avremo
N 1
1
qk =
Nk xk .
i =k
Per avere equilibrio tutti i qk dovranno essere compresi tra gli estremi del blocco k
1-simo, cio
xk1 d qk xk1 + d k {2, N } .
q k = x k 1 + d (4.1.1)
65
4.1. PILA DI MATTONI
A d B
k1
g
`, M k2
Una sbarra di lunghezza ` e massa M sospesa al soffitto tramite due molle di lun-
ghezza a riposo nulla e costanti elastiche k1 , k2 . Ciascuna molla collegata ad un estremo
della sbarra, e la distanza tra i punti A, B a cui sono fissate al soffitto vale d (vedere Fi-
gura 4.2). Determinare langolo che la sbarra forma con la direzione orizzontale nella
posizione di equilibrio e la posizione del centro di massa
minimizzando lenergia potenziale
risolvendo le equazioni di equilibrio
Soluzione
Utilizziamo come coordinate lascissa e lordinata x, y del centro di massa della sbarra
e langolo che la sbarra forma con la direzione orizzontale. Ponendo un sistema di
riferimento con origine nel punto medio tra A e B scriviamo lenergia potenziale come
" 2 #
k1 ` d 2 `
U = Mgy + x cos + + y sin
2 2 2 2
" 2 2 #
k2 ` d `
+ x + cos + y + sin
2 2 2 2
Determiniamo il minimo:
U ` `
= Mg + k1 y sin + k2 y + sin = 0
y 2 2
U ` d ` d
= k1 x cos + + k2 x + cos =0
x 2 2 2 2
U ` ` d `
= k1 x cos + sin y sin cos
2 2 2 2
` ` d `
+ k2 x + cos sin + y + sin cos = 0
2 2 2 2
A P d Q B
k1
1
g k1`1
R `, M k2
2 k2`2
Mg
S
Figura 4.3.: Diagramma delle forze applicate alla sbarra. Tutti gli angoli sono presi
positivi nel verso antiorario.
vediamo che
U
Fx =
x
Analogamente per la somma di tutte le forze orizzontali abbiamo
Fy = k2 (y B yS ) + k1 (y A y R ) Mg
e dato che
`
y B yS = y + sin
2
`
y A yR = y sin
2
vediamo che
U
Fy =
x
Infine scriviamo la somma dei momenti scegliendo come polo il centro di massa. Abbia-
mo
` `
M = k2 ( x B xS ) sin + k1 ( x A x R ) sin
2 2
` `
+ k2 (y B yS ) cos k1 (y A y R ) cos
2 2
e vediamo che
U
M=
Le condizioni di equilibrio si riducono quindi alle condizioni per il minimo del poten-
ziale determinate precedentemente.
Soluzione
Scriviamo le condizioni di equilibrio per lasta, basandoci sullo schema in Figura 4.5. Le
~ i sono le reazioni vincolari, perpendicolari alla supeficie della circonferenza,
forze N
~ i = Ni n
N
e ~Fi le forze di atttrito, ad essa tangenti
~Fi = Fi
Abbiamo indicato con n il versore normale alla circonferenza, rivolto verso linterno,
e con quello tangente, rivolto in verso antiorario. Per la somma delle forze nella
direzione parallela allasta abbiamo
F~2
~2
N
~g r
2a
m~g
~1
N
F~1
N1 > 0 (4.3.4)
N2 > 0 (4.3.5)
| F1 | N1 (4.3.6)
| F2 | N2 (4.3.7)
Da notare che queste due condizioni sono pi restrittive delle (4.3.4) e (4.3.5).
Usando le tre equazioni (4.3.1), (4.3.2) e (4.3.3) possiamo esprimere F1 in funzione di
N1 e F2 in funzione di N2 , per un dato valore di . Otteniamo
1
F1 = N1 tan mg cos sec
2
1
F2 = N2 tan mg cos sec
2
Abbiamo inoltre una relazione tra N1 ed N2 che scriviamo nella forma
2N1 cos 2N2 cos
= 2 cos2 sin
mg mg
per futura convenienza. Sostituendo nella (4.3.6) e nella (4.3.7) abbiamo
1
N1 tan mg cos sec N1 (4.3.8)
2
N2 tan 1 mg cos sec N2 (4.3.9)
2
e le due disequazioni
Dobbiamo distinguere due casi. Se < tan possiamo scrivere le condizioni precedenti
nella forma
cos cos
Xi
tan + tan
Xi 0
che possono avere soluzioni solo se cos 0. Rappresentando in Figura 4.6 la re-
gione permessa, vediamo che questa viene intersecata dalla retta corrispondente alla
Equazione (4.3.12) per < < dove vale
" #
= arctan
2 cos2 tan2 2
Notare che in assenza di attrito lunico valore possibile = 0, e che nel limite
tan si ha /2 (sbarra verticale).
cos
X2
X2 = 2(tan )
cos
X2 = 2(tan +)
cos
X1
X1 = 2(tan )
cos
X1 = 2(tan +)
X2 = X1 2 cos2 sin
Figura 4.6.: Il caso < tan . I valori estremi di sin (opposti tra loro) corrispondono
alla retta blu e viola.
cos 0
cos
Xi
tan +
X2
cos
X2 = 2(tan +)
cos
X1
X1 = 2(tan +)
X2 = X1 2 cos2 sin
Figura 4.7.: Il caso > tan . Esistono sempre posizioni di equilibrio per /2 < <
/2.
4.4. Catenaria ??
Un filo inestensibile, perfettamente flessibile, di lunghezza ` e densit lineare di massa
appeso ai suoi estremi a due punti separati orizzontalmente da una distanza 2a < `.
Se presente un campo gravitazionale costante, determinare la forma che assume il filo
in condizioni di equilibrio.
Soluzione
Consideriamo un tratto di filo di lunghezza d`. Allequilibrio la somma delle forze che
agisce su di esso deve essere nullo, cio
dove A = sinh1 w(0). Resta da integrare ancora una volta lespressione precedente,
k g
y= cosh A + x +B
g k
La costante k ancora indeterminata. Per trovarla imponiamo che la lunghezza del filo
sia `. Ma questa data da
ap
`= 1 + w2 dx
a
a
g
= cosh x dx
a k
a
= 2 sinh
dove si posto per semplicit = k/(g). Lequazione
a ` a
sinh = (4.4.1)
2a
ammette soluzioni per se e solo se ` > 2a. Questo si pu capire ad esempio dallo
studio grafico riportato in Figura .
y y = sinh a y
` a
y = 2a
= 1.0
= 0.5
= 0.4
a
Figura 4.8.: A sinistra, la soluzione grafica dellEquazione (4.4.1). La retta (in rosso) ha
un coefficiente angolare dato dal rapporto `/(2a). Si hanno soluzioni non
nulle (per a/) solo se `/(2a) > 1. Le due rette disegnate corrispondono
a `/(2a) = 1 e `/(2a) = 3/2. A destra, esempi di profili per diversi valori
di , prendendo h = a = 1. Risolvendo numericamente lEquazione (4.4.1)
si trova che i valori scelti corrispondono a ` ' 2.3504 (rosso, = 1.0),
` ' 3.62686 (verde, = 0.5) e ` ' 4.84016 (blu, = 0.4).
Notiamo infine che la tensione del filo legata alla sua lunghezza. Anzitutto abbiamo
p
T ( x ) = g 1 + w2
x
= g cosh
In particolare la tensione agli estremi vale
a
T ( a) = T ( a) = g cosh
s
2
`g
= 2 2 g2 + (4.4.2)
2
ma allequilibrio la componente verticale delle due tensioni agli estremi deve essere
uguale alla forza peso totale del filo, quindi
2T ( a) sin ( a) = ` g
1 a/ 1
T ( a) = T ( a) ' e g = ` g
2 2
`
Nel limite opposto, 2a = 1 + con 1 ci aspettiamo invece che la pendenza del
filo ai punti di sospensione sia praticamente orizzontale. In questa situazione solo una
componente molto piccola della forza legata alla tensione diretta verticalmente, e pu
compensare la forza peso. Ci aspettiamo quindi che quando 0 valga T . In
3
effetti in questo limite possiamo usare lapprossimazione sinh x ' x + x6 e riscrivere
lEquazione (4.4.1) nella forma
3
a 1 a ` a
+ = (4.4.3)
6 2a
da cui s
a `
= 6 1 (4.4.4)
2a
Langolo del filo rispetto allorizzontale diviene quindi
s
` `
sin ( a) ' ( a) ' 6 1
2a 2a
e la tensione
ga
T ( a) ' g ' r
`
6 2a 1
h2
h1
1 2
Soluzione
Il moto sui piani inclinati sar uniformemente accelerato. Dato che il moto rettilineo
laccelerazione parallela al piano, e possiamo determinarla considerando la proiezione
della forza di gravit e della reazione vincolare in tale direzione. In assenza di attrito la
reazione vincolare normale al piano, quindi non contribuisce, e possiamo scrivere in
modulo
ma = mg sin i
Lo spazio percorso sul primo piano inclinato e la velocit saranno quindi date da
1
`1 ( t ) = g sin 1 t2
2
v1 (t) = g sin 1 t
da cui possiamo determinare il tempo di arrivo sul piano orizzontale
1 h1
`1 (t1, f ) = g sin 1 t21, f =
2 sin 1
cio s
1 2h1
t1, f =
sin 1 g
81
5.1. DOPPIO PIANO INCLINATO ?
e la velocit p
v1, f = v1 (t1, f ) = 2gh1 .
Notare che questo risultato non dipende dalla inclinazione del piano. Passando sul
piano orizzontale il modulo della velocit non cambier (giustificheremo al termine
dellesercizio questa affermazione) e la massa si muover con velocit costante fino al
secondo piano inclinato, a cui arriver a t = t2,i . Passando su questultimo il modulo
della velocit rimarr ancora una volta invariato, e avremo adesso un modo decelerato
che potr essere descritto come
1
`2 (t) = v1, f (t t2,i ) g sin 2 (t t2,i )2
2
v2 (t) = v1, f g sin 2 (t t2,i )
Resta da giustificare la conservazione del modulo della velocit nella transizione pia-
no inclinato-piano orizzontale e viceversa. Osserviamo che a un dato istante il punto
materiale sottoposto alla forza di gravit e a una reazione vincolare che sappiamo esse-
re normale al vincolo (assenza di attrito). Nel punto di raccordo la normale al piano non
ben definita, e il problema diviene ambiguo. Discuteremo il significato di questa ambi-
guit in un prossimo problema. Per adesso la elimineremo modificando la superficie in
un intorno piccolo quanto vogliamo dello spigolo, in modo da renderlo sufficientemente
liscio (Figura 5.2).
v( 0 )
v( )
Allora la reazione vincolare sar ben definita ad ogni istante, e non potr contribuire
in nessun caso alla accelerazione nella direzione tangenziale al piano. Quindi avremo
d d~v d d~v
(~v ) = + ~v = = ~g
dt dt dt dt
da cui segue che e
~v (e) = ~v (0) + ~g dt
0
dove e il tempo che la particella passa sulla parte lisciata del raccordo. Poich
possiamo prendere piccolo quanto vogliamo segue che
~v (e) = ~v (0).
x ( ) = cos (5.2.1a)
y( ) = sin (5.2.1b)
h
z( ) = (5.2.1c)
2
dove , h sono costanti positive fissate. Al tempo t = 0 vale = 0 e la particella
~
ferma. Determinare la legge oraria del moto e la reazione vincolare N.
Soluzione
Figura 5.3.: Una parte della spirale descritta dalle Equazioni (5.2.1a)-(5.2.1c). Si scelto
= 2 e h = 1.
~
Il punto materiale sottoposto alla forza di gravit e alla reazione vincolare N.
daltra parte langolo tra la verticale e la tangente alla traiettoria costante, quindi
laccelerazione tangenziale costante, uguale a quella di un punto materiale su un
piano inclinato nello stesso modo. Per verificare questo scriviamo il vettore posizione
~R = e + h ez
2
e la velocit
~ de
~ = d R = + h ez = e + h ez
V
dt dt 2 2
dove abbiamo utilizzato le relazioni e = e e ez = 0. Segue che
2e + hez
= p
(2)2 + h2
e quindi
h
ez = p = sin
(2)2 + h2
dove langolo tra lorizzontale e la tangente alla traiettoria (notare che il denominato-
re lo spazio percorso ad ogni giro della spirale e il numeratore la variazione in altezza).
Valutiamo adesso laccelerazione
~
dV de h h
~a = = e + + ez = e 2 e + ez
dt dt 2 2
ricordando che e = e . Le equazioni (5.2.2) si scrivono quindi
2 h ~ .
m e e + ez = mgez + N (5.2.3)
2
Proiettando nella direzione
h
e 2 e + ez = gez
2
cio
2 h
e e + ez 2e + hez = gez 2e + hez
2
e
h
2
= g 2 .
h
2 + 2
e
h
1 2 2
= g 2 t .
2 h
2 + 2
Soluzione
Lequazione del moto per il moto nella direzione verticale si scrive
dv
m = v mg .
dt
Questa una equazione differenziale lineare a coefficienti costanti, del primo ordine,
che si pu risolvere con diversi metodi.
Possiamo procedere per separazione delle variabili, riscrivendola nella forma
1 dv
mg =
v + dt m
r (t) = (tc t)
L
(t) = 2
.
m (t tc )
Soluzione
Mentre t tc la distanza dal centro diminuisce linearmente, mentre langolo cresce
senza limite in valore assoluto. La traiettoria quindi una spirale che viene percorsa in
senso orario mentre la particella cade sullorigine.
Sappiamo che il moto deve obbedire al secondo principio della dinamica
~F = m~a
e quindi
1
F (r )er = r r 2 er + 2r + r e . (5.4.1)
m
Daltra parte esplicitamente
r =
r = 0
e
L L
= = 2
m2 (t tc )2 mr
2L 2L
= 2 3
= 3.
m (t tc ) mr
L2
F (r ) =
mr3
mentre la parte angolare si annulla automaticamente.
1
0
0
1
Soluzione
Il moto sul piano inclinato uniformemente accelerato, con accelerazione a = g sin . Il
periodo sar il doppio del tempo necessario per spostarsi dal punto pi basso al punto
pi alto. Possiamo allora scrivere
1
s(t) = v0 t gt2 sin
2
v(t) = v0 gt sin .
v20
s0 = s(t0 ) = .
2g sin
Occorre distinguere due casi. Se s0 < ` la particella non arriva mai alla barriera superiore,
e quindi il periodo semplicemente
2v0
T = 2t0 = .
g sin
Invece se s0 > ` lurto con la barriera superiore avviene quando s(tu ) = `, cio
1
v0 tu gt2u sin = `
2
che significa
gt2u sin 2v0 tu + 2` = 0
q
v0 v20 2` g sin
tu = .
g sin
Entrambe le soluzioni sono positive, ma solo la minore accettabile. Laltra corrisponde
al tempo in cui la particella, avendo superato la barriera, tornata su di essa dopo
aver invertito il moto. Chiaramente T = 2tu . Notare che quando v0 ` g sin le due
soluzioni si comportano in modo molto diverso. Quella non accettabile diviene molto
grande (il moto si inverte a un tempo sempre maggiore)
q
v0 + v20 2` g sin 2v0
'
g sin g sin
il che significa che se la velocit iniziale molto grande gli effetti dellaccelerazione sono
trascurabili.
h 2
Soluzione
Il moto sui due piani inclinati un moto accelerato nella direzione perpendicolare alla
scanalatura, con accelerazione nella fase discendente e a in quella ascendente. Nella
direzione parallela avremo un moto uniforme. La legge oraria sul piano discendente
sar
1
x = v0 cos 1 t + at2
2
y = v0 sin 1 t
v x = v0 cos 1 + at
vy = v0 sin 1
e su quello ascendente
1
x = (v0 cos 1 + v x ) t at2
2
y = v0 sin 1 t
v x = (v0 cos 1 + v x ) at
vy = v0 sin 1
Nel primo caso abbiamo usato un sistema di coordinate con origine nel punto di in-
gresso del punto materiale nel primo piano inclinato, asse x nella direzione di massima
pendenza del piano e asse y parallelo alla scanalatura. Nel secondo caso lorigine anco-
ra nel punto di ingresso del punto materiale (questa volta nel secondo piano inclinato)
asse x nella direzione di massima pendenza e asse y parallelo alla scanalatura. v x
lincremento di velocit dovuto alla accelerazione sul primo piano inclinato.
Si vede facilmente che il tempo di discesa td uguale a quello di salita ts . Detta
` = h/ cos la lunghezza di un piano inclinato abbiamo che td soddisfa
1
` = v0 cos 1 td + at2d
2
mentre per ts vale
1
` = (v x + v0 cos 1 ) ts at2s
2
ma v x = atd per cui questultima equazione diviene
1
` = v0 cos 1 ts at2s + atd ts
2
che chiaramente verificata da ts = td . Allora alluscita della scanalatura avremo
il che significa 1 = 2 .
Per rispondere alla seconda domanda notiamo che il moto in direzione trasversa un
moto uniforme con velocit v0 sin 1 , nel primo sarebbe in assenza della fenditura. Ma
nel secondo caso il tempo di attraversamento 2td , nel primo sarebbe
2h
ta = tan .
v0 cos 1
2q gh
q sin = p , q=
1 + 1 + 2q v20 cos2 1
Solo se questa ultima condizione soddisfatta, o nel caso banale 1 = 0, le due traiettorie
risultano allineate.
Soluzione
Se y = g la particella sta accelerando liberamente verso il basso. Questo significa che
lunica forza in direzione verticale quella di gravit, e lattrito non contribuisce. Perch
questo accada necessario che il modulo della reazione normale del vincolo sia nulla,
cio il vincolo deve coincidere con la traiettoria della particella in caduta libera.
Per determinare questultima si deve conoscere le condizioni iniziali a x = 0. La
velocit in quel punto sar orizzontale, e dovr essere
1
L = v0 t gd t2
2
v = v0 gd t
Soluzione
In coordinate polari la posizione della particella si pu scrivere
~R = Rer
~a = Re R 2 er .
~Fa = d | N |e .
| |
Dal secondo principio della dinamica abbiamo allora
mR e 2 er = N er d | N |e .
| |
Proiettando lungo la normale otteniamo una prima equazione
mR 2 = N
mR = d | N | = mRd 2 .
| | | |
= d 2
Soluzione
Possiamo distinguere tre casi, a seconda della velocit della massa. Quando questa
nulla possiamo scrivere lequazione del moto nella forma
ma = kx + Fs
dove Fs lattrito statico. Esso compenser la forza di richiamo della molla quando
k | x | < s mg
x = A cos t + B sin t
Soluzione
La posizione dellanello si pu scrivere
~R = ` (t)
~v = ` sin e
e accelerazione
~a = ` 2 sin e .
~ perpendicolare
Le forze sono quella di gravit, Fg = mgez , la reazione vincolare N,
allasta:
~ = N n,
N n = sin ez cos e
e lattrito statico ~FA , parallelo ad essa
~FA = FA
Avremo quindi
~ + ~FA
m` 2 sin e = mgez + N
e proiettando nella direzione dellasta otteniamo
m` 2 sin e = mgez + FA
cio
m` 2 sin2 = mg cos + FA
Proiettando perpendicolarmente allasta abbiamo invece
m` 2 sin e n = mgez n + N
cio
m` 2 sin cos = mg sin + N
` 2 cos
g sin2
` 2 cos s sin
g s sin cos + sin2
che ha per soluzione (notare che il limite inferiore diviene negativo se s > cot )
Nel secondo
` 2 cos
g sin2
` 2
sin2 s sin cos cos + s sin
g
Soluzione
In un sistema inerziale il moto sar la composizione del movimento lungo la scanalatura
e dalla rotazione insieme al disco. Scrivendo la posizione della pallina in un sistema di
coordinate polari abbiamo
~R = Rer
dove R una funzione del tempo (da determinare), mentre sappiamo che er ruota con
velocit angolare costante. Quindi abbiamo per la velocit
~v = R er + R e
e per la accelerazione
~a = R R 2 er + 2 R
e
dove sono state usate le solite relazioni er = e e e = er . Notare che non necessario
porre alcuna restrizione su R, che potr assumere anche valori negativi.
Le due forze in gioco saranno quella di richiamo della molla, che potremo scrivere
~Fm = kRer
~ = 0.
della guida, che sappiamo ortogonale alla stessa: er N
e la reazione vincolare N
Le equazioni del moto sono quindi
m R R 2 er + 2 R
e = kRer + N
.
cio
m R R 2 = kR
ossia
m R + (k m 2 ) R = 0 .
La soluzione generali di questa equazione una oscillazione armonica
con r
k m 2
= .
m
Imponendo le condizioni iniziali troviamo A = r/2 e B = 0, quindi
~R(t) = r cos t er
2
ossia, in coordinate Cartesiane,
r
x (t) = cos t cos t
2
r
y(t) = cos t sin t
2
dove abbiamo supposto che la scanalatura sia inizialmente allineata allasse x.
Soluzione
Scriviamo lequazione del moto delloscillatore nella forma
x + 02 x = a(t)
dove
0 t<0
a(t) = F/m 0t<T
0 t T.
Consideriamo la soluzione nellintervallo 0 t < T. Sappiamo che dobbiamo aggiun-
gere alla soluzione generale dellequazione omogenea
x + 02 x = 0
e quindi
F
x2 ( T ) = x1 ( T ) = A 0 = (1 cos 0 T )
m02
F
x 2 ( T ) = x 1 ( T ) = 0 B0 = sin 0 T
m0
da cui
F
x2 ( t ) = [(1 cos 0 T ) cos 0 (t T ) + sin 0 T sin 0 (t T )]
m02
lim A = 0 .
T 0
Per ottenere un limite finito si deve far variare F con T in modo che
0 T
lim F sin
T 0 2
sia finito. Questo significa che I = FT (il prodotto della forza per il tempo di applicazio-
ne) deve rimanere costante. In tal caso
I 1 cos 0 T sin 0 T
x2 (t) = lim cos 0 ( t T ) + sin 0 ( t T )
T 0 m 2 T T
0
I
= sin 0 t .
m0
Soluzione
Supponiamo, senza perdere di generalit, che f (0) = 0 e consideriamo x > 0. Se pren-
diamo come coordinata lo spazio percorso lungo la curva possiamo scrivere lenergia
totale del sistema nella forma
1 2
E= ms + mgy(s) .
2
Questa deve essere equivalente allenergia totale di un oscillatore armonico, quindi si
deve avere
y ( s ) = K 2 s2 .
Segue che s
q u 2
dy
y(u) = K 1+ dx
0 dx
ossia, derivando, s
2
1 dy dy
=K 1+ .
2 y dx dx
Possiamo risolvere questa equazione scrivendo
2
1 4K2 y dy
=1
4K2 y dx
ossia r
4K2 y( x )
1w
dw = 4K2 x .
0 w
Integrando otteniamo la traiettoria nella forma (valida per 4K2 y < 1)
q q
4K2 y(1 4K2 y) + arcsin 1 4K2 y = 4K2 x .
2
Ponendo
1 1
y= (1 cos ) = sin2
8K2 4K2 2
otteniamo
1
x= (| sin | )
8K2
e dato che siamo interessati a x > 0 possiamo scrivere la traiettoria in forma parametrica
come
1
y = (1 cos )
8K2
1
x = (sin + )
8K2
per > 0. Possiamo interpretare quindi la traiettoria come quella di un punto posto su
una circonferenza di raggio R = 8K1 2 che ruota senza strisciare sotto il piano y = 2R. Pos-
siamo ripetere le stesse considerazioni per x < 0, ottenendo lo stesso risultato. Avremo
quindi una traiettoria complessiva descritta dalle equazioni parametriche precedenti
per < < .
Esiste una ampiezza massima per loscillazione che si ottiene da
1
y< .
4K2
Si pu interpretare fisicamente questo fatto tenendo presente che in una oscillazione
armonica si ha una forza di richiamo (tangente alla traiettoria) proporzionale a s. Ma la
massima forza di richiamo disponibile nella situazione considerata mg, corrispondente
ad una tangente verticale. Questo accade per = .
Infine osserviamo che la soluzione non unica. Possiamo ad esempio prendere per
x > 0 e x < 0 traiettorie corrispondenti a due diversi valori di K: il moto sar sia per
x > 0 che per x < 0 un moto armonico, ma con periodi diversi. Il periodo totale sar la
media dei due, e non dipender dalla ampiezza delloscillazione.
x0
Soluzione
Detta x la lunghezza del tratto verticale della catena possiamo scrivere lenergia cinetica
del sistema nella forma
m
T = x 2
2
e lenergia potenziale gravitazionale come
x x
U= m g
` 2
dove il termine nella prima parentesi la massa del tratto verticale, e quello nella se-
conda la posizione verticale del centro di massa rispetto al piano orizzontale. Lenergia
totale sar
m 1 mg 2
E = x 2 x
2 2 `
Derivando rispetto al tempo otteniamo
dE mg mg
= m x x x x = x m x x =0
dt ` `
da cui lequazione del moto
g
x x=0 (5.14.1)
`
Questa unequazione differenziale lineare omogenea a coefficienti costanti, cerchiamo
quindi soluzioni della forma
x = et (5.14.2)
x (0) = A + B = x0
r
g
v (0) = ( A B) = 0
`
da cui A = B = x0 /2. Quindi r
g
x = x0 cosh t.
`
5.15. Carrucola ??
Una pedana di massa M libera di muoversi su un piano orizzontale senza attrito, ed
collegata ad una massa m da un filo inestensibile come in Figura 5.7. Determinare
laccelerazione del sistema e la tensione del filo.
Soluzione
Considerando le forze orizzontali che agiscono sulla pedana, possiamo scrivere
M x = T
dove T la tensione del filo. Analogamente abbiamo, per il moto verticale della massa,.
my = T mg .
M x = T
m x = mg T
( M + m) x = mg
da cui
mg
x =
M+m
Alternativamente possiamo scrivere lenergia totale del sistema nella forma
1 1 1 1
E= M x 2 + my 2 + mgy = M x 2 + m x 2 mgx
2 2 2 2
E = x [( M + m) x mg] = 0
5.16. Carrucola II ??
Calcolare laccelerazione del sistema in Figura 5.8. Il filo inestensibile e privo di massa,
cos come la carrucola. La massa mobile appoggiata alla parete verticale del carrello.
Non vi sono attriti.
Soluzione
Se T la tensione del filo potremo scrivere per la accelerazione orizzontale del centro di
massa del sistema
( M + m) x = T
mentre laccelerazione verticale della massa m sar data da
my = mg + T .
1 1 2
E= M x 2 + m( x + y 2 ) + mgy
2 2
e esprimendo E in funzione, ad esempio, della sola coordinata x e della sua derivata
vediamo che il sistema equivalente ad una massa M + 2m sottoposta a una forza mg.
Soluzione
Detta T la tensione del filo avremo per il moto orizzontale del centro di massa del
sistema
( M + m) x = 2T
e per il moto verticale della massa
my = T mg
Abbiamo inoltre y = 2x + C. La costante C non rilevante e pu essere eliminata
scegliendo opportunamente il sistema di coordinate. Otteniamo infine
( M + m) x = 2T
2m x = T mg
da cui
2mg
x =
M + 5m
Possiamo anche scrivere lenergia del sistema
1 1
E= M x 2 + m( x 2 + y 2 ) + mgy
2 2
ossia
1
E= ( M + 5m) x 2 2mgx
2
che equivale allenergia di una massa M + 5m su cui agisce una forza 2mg.
Soluzione
Se il moto della massa uniforme la forza totale su di essa deve essere nulla. Tale forza
data dalla somma della forza di richiamo della molla e di quella esterna applicata:
F = kx + t
che si annulla se
t
x= .
k
Questo effettivamente un moto uniforme, corrispondente alle condizioni iniziali
x (0) = 0
v (0) = .
k
Lequazione del moto si scrive
m x + kx = t .
Abbiamo gi una soluzione particolare dellequazione completa, cio il moto uniforme
determinato al punto precedente. Per avere la soluzione generale sufficiente aggiun-
gere la soluzione generale dellequazione omogenea, cio una arbitraria oscillazione
libera:
t
x = A cos t + B sin t + .
k
Si pu pensare a questa soluzione generale come ad una oscillazione attorno a un punto
che si sposta con moto uniforme.
Soluzione
Se il moto della massa uniformemente accelerato la forza totale su di essa deve essere
costante, ed uguale al prodotto di massa per accelerazione. Scriviamo lequazione del
moto:
m x + kx = t2
e cerchiamo una soluzione del tipo
1
x = x0 + v0 t + at2 .
2
Sostituendo otteniamo
1
ma + kx0 + kv0 t + kat2 = t2
2
che soddisfatta prendendo
v0 = 0
2
a=
k
2m
x0 = 2 .
k
La soluzione generale si ottiene aggiungendo alla soluzione particolare appena deter-
minata una arbitraria oscillazione libera (soluzione generale dellequazione omogenea):
2m 2
x = A cos t + B sin t + t .
k2 k
1 2
Soluzione
Allinizio e alla fine la particella ferma, quindi occorre considerare la sola energia
potenziale. La differenza tra energia potenziale iniziale e finale deve essere uguale al
lavoro fatto dalle forze di attrito. Quindi
mg(h h0 ) = F1 `1 + F2 `2
da cui
d d
h0 1 + = h 1
tan 2 tan 1
ed infine d
0
1 tan 1
h =h d < h.
1+ tan 2
y 1
m1
x 1
M
X
y 2
m2
Soluzione
Consideriamo il diagramma delle forze per la massa m2 (Figura 5.12). Considerando il
solo moto verticale abbiamo lequazione
m2 y2 = T m2 g
M x = T T cos N sin
M y = R Mg N cos + T sin .
m2 g
m1 x1 = N sin + T cos
m1 y1 = N cos m1 g T sin
y1
tan =
x1 x
La seconda deriva dalla inestensibilit del filo. Possiamo scrivere la lunghezza di que-
stultimo come
x x1
` = y2 x + + costante
cos
e derivando due volte rispetto al tempo otteniamo
(y2 + x ) cos = x x1 .
N
T
R T
Mg
N
T
m1 g
Figura 5.14.: Le forze che agiscono sul corpo appoggiato al piano inclinato.
m1
m2 m3
Soluzione
T3 T2
T3 T2
m2 g m1 g
T1 T1
Figura 5.16.: Le forze applicate alle varie masse che compongono il sistema.
m1 a = T2 T3
m2 a = T3 T1 m2 g
m3 a = T1 T2 + m3 g
T1 T1 + T
T2 T2 + T
T3 T3 + T
le lascia invariate.
Soluzione
Se linclinazione del pendolo costante laccelerazione del cuneo anche laccelerazione
del centro di massa del sistema complessivo. Questa inoltre sar diretta parallelamen-
te al piano inclinato: applicando la seconda legge della dinamica possiamo calcolarla
immediatamente:
( M + m) a = ( M + m) g sin
a = g sin
Il calcolo perfettamente analogo a quello che si esegue per un unico corpo su un piano
inclinato: lunica forza parallela al piano una componente della forza peso.
Adesso possiamo determinare langolo . Un semplice ragionamento permette di
arrivare al risultato senza eseguire alcun calcolo. Se consideriamo il cuneo (includendo
in esso il supporto verticale del pendolo), sappiamo gi che la sua accelerazione a =
g sin . Ma anche al cuneo deve applicarsi la seconda legge della dinamica, e quindi
Ma = Mg sin + Tk
dove Tk la componente della forza associata alla tensione del filo parallela al piano. Ne
segue che Tk = 0, cio il filo perpendicolare al piano inclinato. In altre parole = .
(t)
Soluzione
Introducendo un sistema di coordinate polari centrato sul punto fisso possiamo scrivere
la posizione della massa come
~r = x er
dove x la coordinata della massa sulla pedana. Derivando otteniamo la velocit
~v = x er + x e
e laccelerazione
~a = x x 2 er + x + 2x e .
Le forze che agiscono sulla massa si scrivono
x o 2 xo = 0
xo = Aet + Bet .
x (0) = 0
g
v (0) = .
2
h
m v0 M
Soluzione
Sia lenergia che la quantit di moto orizzontale del sistema si conservano. Uguagliamo
queste due quantit tra listante immediatamente precedente al contatto tra pedana e
massa e listante in cui la massa arriva nel punto pi alto della pedana:
1 2 1 h i 1
mv0 = m (Vx + v x,rel )2 + v2y,rel + MVx2 + mgh
2 2 2
mv0 = m (Vx + v x,rel ) + MVx
dove Vx indica la velocit del piano inclinato (orizzontale) e v x,rel , vy,rel le due compo-
nenti della velocit della massa relative a questultimo. Questa velocit relativa deve
inoltre essere inclinata rispetto allorizzontale di un angolo
vy,rel
= tan
v x,rel
ma non useremo questa ultima condizione. Utilizzando le tre relazioni si pu calcolare
v x,rel , vy,rel e Vx , e porre ad esempio v x,rel > 0.
Pi semplicemente si pu determinare la velocit necessaria a far arrivare la massa
esattamente nel punto pi alto della pedana. In questo caso v x,rel = vy,rel = 0 e le leggi
di conservazione si scrivono
1 2 1
mv0,min = (m + M)Vx2 + mgh
2 2
mv0,min = (m + M)Vx,min
da cui segue immediatamente
r
m+M
v0,min = 2gh .
M
Per velocit maggiori di quella determinata il piano
p inclinato verr superato. Notare che
per M si ha il consueto risultato v0,min 2gh, mentre per M 0 v0,min .
R x
Soluzione
La velocit della massa sempre ortogonale al filo, quindi lunica forza ad essa applicata
(la tensione del filo) non fa lavoro. Lenergia cinetica sar quindi conservata ed il modulo
della velocit sar sempre uguale a v0 . Per quanto riguarda la tensione del filo, possiamo
considerare istante per istante il moto come moto circolare con velocit v0 attorno a
un punto posto a distanza ` x = ` R. Avremo quindi uguaglianza tra T/m e
accelerazione centripeta:
v20
m =T
` R
quindi la tensione aumenta allaccorciarsi del filo.
Verifichiamo tutto questo in modo pi formale. Introducendo un sistema di coordina-
te polari possiamo scrivere la posizione della massa come
~r = Rer + (` R )e
e derivando rispetto al tempo troviamo velocit
~v = Rer + (` R )e R e = (` R )er
e accelerazione
~a = R 2 (` R ) er 2 (` R )e .
Daltra parte la forza che agisce sulla massa si pu scrivere come ~F = T e e dal secondo
principio della dinamica segue
m 2 (` R ) = T
R 2 (` R ) = 0 .
d
(` R ) = 0
dt
ossia
(` R ) = v0 .
Sostituendo nella seconda abbiamo
mv20
T= .
` R
Per la traiettoria possiamo scrivere
cos sin
~r = R + (` R )
sin cos
x = R cos (` R ) sin
y = R sin + (` R ) cos .
r2 = x2 + y2 = R2 + (` R )2 .
K1 K2 K K1
K2
Figura 5.21.: Equivalenza tra diversi sistemi di molle. Al centro una massa attaccata
ununica molla, che per un opportuno valore di K equivalente al sistema
a sinistra (una massa attaccata a due molle poste in parallelo) o a quello a
destra (una massa attaccata a due molle in serie).
Soluzione
Consideriamo prima di tutto il sistema a sinistra. Possiamo scrivere
F1 = K1 x
F2 = K2 x
F = F1 + F2 = (K1 + K2 ) x
F = K1 x 1
F = K2 x 2
da cui
F F
+ = ( x1 + x2 ) = x
K1 K2
cio
1 1 1
= + .
K K1 K2
m1
s,d
K
m2
Soluzione
Se le due masse non slittano possiamo scrivere
m1 x1 = FA
m1 y1 = N m1 g = 0
m2 x2 = Kx2 FA
m2
F
m1 m3
Soluzione
Scriviamo le equazioni del moto delle tre masse:
m1 x1 = F R T
m2 x2 = T
m3 x3 = R
m3 y3 = T m3 g .
Inoltre deve essere
x2 x1 = y3
x1 = x3
e sostituendo otteniamo
m1 x1 = F R T
m2 x2 = T
m3 x1 = R
m3 ( x1 x2 ) = T m3 g
da cui
(m1 + m3 ) x1 + m2 x2 = F
m3 x1 (m3 + m2 ) x2 = m3 g .
Le due accelerazioni x1 , x2 saranno uguali quando
m3
F = ( m1 + m2 + m3 ) g.
m2
m3
v0 k
m2
m1
Soluzione
Se lurto avviene in un tempo molto breve possiamo trascurare lo spostamento della
massa m3 , di conseguenza la molla non viene compressa e nessuna forza agisce sulla
massa m2 . Abbiamo quindi un normale urto elastico tra la massa m1 e la massa m3 ,
descritto dalla conservazione di energia e quantit di moto:
m3
v0 v1 = v3
m1
v0 + v1 = v3
e infine
2m1
v3 = v0
m1 + m3
m1 m3
v1 = v0
m1 + m3
Dopo lurto la velocit del centro di massa del sistema m2 + m3 si conserva, e vale
v3 m3 2m1 m3
vcm = = v0
m2 + m3 ( m1 + m3 ) ( m2 + m3 )
Soluzione
Possiamo utilizzare la conservazione della quantit di moto per scrivere
m 1 v 0 = ( m 1 + m 3 ) v 1+3
dato che la molla, come nel caso precedente, non interviene durante lurto. Abbiamo
quindi
m1
v 1+3 = v0
m1 + m3
e la variazione dellenergia sar
1 1
E = m1 v20 (m1 + m3 )v21+3
2 2
1 m1 m3
= v2 .
2 ( m1 + m3 ) 0
m1 m2
v0
Soluzione
Usiamo la conservazione dellenergia e della quantit di moto orizzontale. Detta la
contrazione della molla abbiamo
1 1 1
m1 v20 = (m1 + m2 )V 2 + m1 g sin + k2
2 2 2
e
m1 v0 = ( m1 + m2 )V
dove stato usato il fatto che nel momento di massima contrazione le masse m1 e m2
hanno la stessa velocit. Da questo segue
m1 g sin 1 m1 m2 2
2 + 2 v =0
k k m1 + m2 0
e quindi ( = m1 m2 /(m1 + m2 ) la massa ridotta del sistema)
s !
m1 g sin k
= 1+ 2 v2 1
k m1 g2 sin2 0
dove stata scelta la soluzione > 0. Per valori molto grandi della velocit leffetto
della molla dominante: r
' v0
k
mentre per valori piccoli la gravit a limitare la contrazione:
' v2
2m1 g sin 0
Per
ottenere le approssimazioni precedenti si utilizzato 1 + x ' x per x 1 e
1 + x ' 1 + x/2 per x 1. La massima velocit del piano inclinato si ha chiaramente
quando la massa m1 separata da esso. In questo caso valgono le normali formule
dellurto elastico, che danno
2m1
v1 = v0
m1 + m2
,m
Figura 5.26.: La sbarra vincolata in una configurazione intermedia tra quella iniziale e
quella finale.
Soluzione
Dato langolo possiamo scrivere la posizione di un tratto infinitesimo sulla sbarra
posto a una distanza r fissata dal giunto verticale come
~r = ` cos ey + r er
dove 0 r `. La velocit sar data da
~v = ` sin ey + r e
ed il suo modulo quadro
v2 = 2 r2 + ` (` 2r ) sin2
Notare che la coordinata r non stata derivata. Possiamo ora scrivere lenergia cinetica
come
1 1 m ` 2 2
T= 2
v (r ) dm = r + `2 2 sin2 2`r 2 sin2 dr
2 2 ` 0
ossia
1 2 2
T= m`
6
Per lenergia potenziale abbiamo
`
U = mg cos
2
che poteva ottenersi direttamente usando la posizione del centro di massa. Usando la
conservazione dellenergia troviamo
3g
2 = (1 cos )
`
Per un fissato valore di il punto pi veloce dellasta corrisponde al massimo di v2
rispetto a r in 0 r `, cio r = ` se < /4 e se > /4. La relativa velocit vale
rmax = 0
v2max = 3g`
cio il giunto fissato sulla guida verticale si muove pi velocemente di ogni altro punto,
e questo avviene quando la sbarra verticale.
m1 m2 m3 m4 m5 m6
v0
Soluzione
In un urto elastico tra una massa m e una m0 se la prima inizialmente in moto con
velocit v0 e la seconda ferma immediatamente dopo lurto si ha
m m0
v = v0
m0 + m
2m
v0 = v0 .
m + m0
Quindi, tenuto conto che nel nostro caso il rapporto tra una massa e quella precedente
si trova
1
v = v0
1+
2
v0 = v0 .
1+
Supponiamo che ciascuna massa urti la successiva una sola volta. Lespressione generale
per la velocit ad eccezione della massa pi a destra, per la quale
k 1
2
vk = v0 .
1+
Le caso particolare = 1 tutte le masse sono ferme, salvo lultima che si muove con
velocit v0 .
Soluzione
dove n il versore normale al vincolo
Se scriviamo la reazione vincolare nella forma Rn,
nel punto dato, la condizione di distacco R < 0. Lequazione del moto nella direzione
normale n si scrive
v2
m = mg cos + R
dove il raggio di curvatura della parabola nel punto dato e la sua inclinazione
rispetto alla verticale. Dallequazione della guida segue che
2x
dy = dx
a
da cui
1
cos = q .
4x2
1+ a2
1 y00
=h i3/2
1 + ( y 0 )2
da cui
1 2 1
= h i3/2
a 4x2
1+ a2
e quindi
mg 2m v2
R= q h i3/2 .
1+ 4x2 a 4x2
a2 1+ a2
1 2
0= mv + mgy
2
da cui
2g 2
v2 = x
a
e sostituendo troviamo
mg
R= q
4x2
1+ a2
m x + 2 x + kx = F (t)
Trovare se possibile una soluzione x (t) periodica in < t < e discuterne lunicit.
Soluzione
Determiniamo la soluzione generale nel periodo dellonda quadra corrispondente a
k = 0. Tra t = 0 e t = T/2 lequazione si riduce a
m x + 2 x + kx = F0
F0
x0 (t) = A0 et + A0 e t +
k
dove , sono le soluzioni complesse coniugate di
m2 + 2 + k = 0 .
m x + 2 x + kx = F0
( t pT ) F0
x p (t) = A p e(t pT ) + Ap e +
k
e imponiamo la continuit di soluzione e derivata in t = T troviamo
2 F0 T/2
A1 = eT A0 + e 1
k
e ripetendo il ragionamento per t = pT
2 F0 T/2
A p = eT A p1 + e 1 .
k
Possiamo risolvere questa relazione ricorsiva scrivendo
2 F0 T/2 1 epT
A p = epT A0 + e 1
k 1 eT
che risulta valida anche per p < 0. Se ha una parte reale negativa, come accade in
presenza di attrito, abbiamo evidentemente che per p i coefficienti A p divergono.
Fa eccezione il caso in cui
2 F0 T/2 1
A0 = e 1
k 1 eT
per il quale
A p = A0
e che corrisponde chiaramente a una soluzione periodica.
v~0
g(y)
Soluzione
Le uniche forze esterne sono quella di gravit mgez e la reazione vincolare, perpendi-
colare ovunque a ex e al moto della particella. Si conserva quindi la quantit di moto
lungo x e lenergia totale. Possiamo scrivere di conseguenza
mv0 cos = mu x
1 2 1 2
mv0 = m u x + u2y mgh
2 2
dove u x , uy sono le componenti della velocit per y > L. Risolvendo otteniamo
u x = v0 cos
q
uy = v20 (1 cos2 ) + 2gh .
Soluzione
Le quantit conservate sono lenergia totale (cinetica pi potenziale gravitazionale) e la
componente verticale del momento angolare rispetto al centro della buca. Questultima
si conserva perch le forze che agiscono sulla particella sono normali al piano (forza di
gravit sempre, e reazione vincolare quando la particella non sul bordo della buca)
oppure radiali (reazione vincolare quando la particella si trova sul bordo). Nel primo
caso il momento della forza non ha componente verticale, nel secondo caso nullo.
Allinterno e allesterno della buca la particella si muover di moto rettilineo uniforme.
Resta da determinare come i diversi pezzi di traiettoria si raccordano tra di loro.
Facendo riferimento alla Figura 5.30, anzitutto chiaro che = . Questo perch,
come vedremo tra breve, le due leggi di conservazione precedentemente citate sono
sufficienti a determinare univocamente in funzione di . Inoltre
1. Data una soluzione ~r (t) che soddisfa alle equazioni del moto, anche la soluzione
invertita nel tempo ~r (t) le soddisfa (le forze dipendono solo dalla posizione)
2. Invertendo nel tempo una soluzione lentrata nella buca diventa una uscita da
essa. Quindi la legge che lega e la stessa che lega a .
1 2 1
mv = mv2 mgh (5.38.1)
2 0 2
e
mv0 b = mvR sin (5.38.2)
DallEquazione (5.38.2) segue
v0 b
v= (5.38.3)
R sin
Ricavando v2 dalla conservazione dellenergia e sostituendo abbiamo quindi quindi
(tenendo conto che b/R = sin )
sin2 2gh
2
= 1+ 2 (5.38.4)
sin v0
Soluzione
Le forze che agiscono sulla massa m1 e m2 quando la molla lunga ` sono
F1 = k ` + FA,1
F2 = k ` + FA,2
dove
| FA,i | s mi g .
Devono essere quindi soddisfatte le due condizioni
s m1 g k `
s m2 g k `
e quindi
s g
`max = min (m1 , m2 ) .
k
m1 m2
Soluzione
Consideriamo le forze che agiscono su un tratto infinitesimo del filo (Figura 5.32).
Abbiamo allequilibrio
0 = T ( + d ) ( + d ) + T ( ) ( ) + dN ( )n ( ) + dFA ( ) ( ) (5.40.1)
T~ ( + d)
~ ()
dN
dF~A()
T~ ()
Figura 5.32.: Le forze che agiscono su un tratto del filo compreso tra e + d.
dT dFA
=
d d
dN
T =
d
dove si tenuto conto del fatto che
d
= n .
d
Usando il valore massimo e minimo della forza di attrito possiamo scrivere
dT
s | T | s | T | . (5.40.3)
d
Integrando abbiamo
T (0) e s T ( ) T (0) e s
m1
e s e s .
m2
Per un valore arbitrario del rapporto delle masse che soddisfa la condizione preceden-
te la tensione T ( ) non univocamente determinata. Esistono molti modi infatti di
soddisfare la (5.40.3) con le corrette condizioni al contorno. Nei casi estremi
m1
= e s
m2
la soluzione invece unica:
T ( ) = m2 ges .
K1 K2 K1
m m
Soluzione
Le equazioni del moto sono della forma
m x1 = K1 x1 + K2 ( x2 x1 )
m x2 = K2 ( x1 x2 ) K1 x2
mu + Ku = 0
dove
K1 + K2 K2
K=
K2 K1 + K2
In analogia con il metodo usato per trattare equazioni lineari omogenee a coefficienti
costanti cercheremo soluzioni della forma
u(t) = Aet
Questo un sistema lineare omogeneo che avr soluzioni non banali quando
2
1 + 2 + 2 22
2
det I + K = 1 2 =0
m 22 1 + 2 +
2 2 2
In questo caso le due masse oscillano in sincrono, e la molla centrale non influenza il
moto. Questo spiega la frequenza di oscillazione. Nel secondo caso abbiamo
22 22
A2 = 0
22 22
da cui q q
1
u2 ( t ) = a2 cos 12 + 222 t + b2 sin 12 + 222 t .
1
In questo caso le due masse oscillano in opposizione di fase. La soluzione generale sar
una sovrapposizione arbitraria di u1 e u2 .
5.42. Oscillatore ??
Nel sistema in Figura 5.34 lasta AC, AC = `, libera di ruotare attorno al perno posto
in A, ed di massa trascurabile. La molla ha costante elastica k e lunghezza a riposo
nulla. Inoltre AD = AB = 31 `.
A
B m
C
Figura 5.34.: Loscillatore considerato nel problema.
Soluzione
Introducendo come coordinata langolo dellasta rispetto allorizzontale possiamo
scrivere lenergia cinetica
1 1
K = mv2 = m`2 2
2 2
e lenergia potenziale
K 2 2
U = mg` sin + ` (1 sin )
2 9
La posizione di equilibrio stabile corrisponde al minimo del potenziale, che della
forma
K 2
U = mg` ` sin + costante
9
avremo quindi un minimo per = /2 se mg` > K `2 /9 oppure per = /2 se
mg` < K `2 /9. Se mg` = K `2 /9 allora U = 0.
k,
Figura 5.35.: Loscillatore considerato nel problema, con una molla di massa non nulla
.
Soluzione
Scriviamo lenergia del sistema nella forma
1 2 1 2
E= M` + k ` + Kmolla
2 2
dove Kmolla lenergia cinetica della molla, e ` la sua lunghezza. Parametrizziamo la
posizione di un elemento della molla come
x = `u
x = ` u
e
dx = `du .
La parametrizzazione scelta equivalente alla ipotesi che la molla si dilati in maniera
uniforme. Abbiamo allora
1 1 2 2 1 2
Kmolla = d x 2 = u ` du = ` .
2 2 0 23
In conclusione lenergia del sistema si scrive nella forma
1 2 1 2
E= M+ ` + k`
2 3 2
y = x2
Soluzione
Utilizzando come coordinata lascissa x del punto materiale scriviamo lenergia del
sistema
1
E = m x 2 + y 2 + mgy
2
nella forma
1
E = m 1 + 42 x2 x 2 + mgx2 .
2
Sviluppando per piccoli valori di x, x otteniamo al secondo ordine
1 2
E= m x + mgx2
2
che corrisponde ad un oscillatore armonico di frequenza
1 p
f = 2g
2
m1
m2
Figura 5.36.: Il manubrio considerato nel problema, libero di ruotare attorno al perno
indicato dal piccolo cerchio scuro.
Soluzione
Usando come coordinata linclinazione del manubrio rispetto alla verticale possiamo
scrivere lenergia del sistema come
1
E= m1 x2 + m2 (` x )2 2 + [m1 gx m2 g(` x )] cos .
2
La posizione di equilibrio stabile corrisponde al minimo del potenziale, cio
=0 se m1 x m2 (` x ) < 0
= se m1 x m2 (` x ) > 0
ossia a seconda se il perno sia sopra o sotto il centro di massa del sistema. Trattiamo
il primo caso, il secondo completamente analogo. Per piccoli valori di possiamo
approssimare
2
cos ' 1
2
da cui
1 1
E= m1 x2 + m2 (` x )2 2 + [m2 g(` x ) m1 gx ] 2 + costante .
2 2
Questa lenergia di un oscillatore armonico di frequenza
s
1 m2 g(` x ) m1 gx
f = .
2 m1 x2 + m2 (` x )2
Per | x | > ` possiamo pensare ad una estensione della sbarra esterna alle due masse,
sulla quale posto il perno. Per x = L con L molto grande abbiamo ad esempio
r
1 g
f
2 L
Soluzione
Lequazione del moto in coordinate cartesiane vale
m xi = 0 .
xi
x i = u j
u j
j=1,2,3
e
xi 2 x i
xi = u j
u j +
u j uk
u j u k
j=1,2,3 j=1,2,3 k =1,2,3
Soluzione
Scriviamo la conservazione dellenergia e della quantit di moto orizzontale tra listante
immediatamente precedente e successivo al lancio:
1 h i 1
W = m (v0 cos + V )2 + v20 sin2 + MV 2
2 2
0 = MV + m (v0 cos + V )
dove v0 il modulo della velocit del proiettile nel sistema solidale con la piattaforma.
Risolvendo abbiamo
mv0 cos
V=
M+m
e " #
1 mv0 cos 2 1 m2
W= m v0 cos + v20 sin2 + M v2 cos2
2 M+m 2 ( M + m )2 0
da cui
4 ( m + M )W
v20 = .
m(m + 2M + m cos 2 )
Le componenti della velocit del proiettile nel sistema di laboratorio sono
M
vx = v0 cos
M+m
vy = v0 sin
corrispondenti ad una gittata di
2v x vy M v20 4MW sin 2
`= =2 sin cos =
g M+m g mg(m + 2M + m cos 2 )
m,v0
Soluzione
Due quantit conservate in questo problema sono la quantit di moto orizzontale di
tutto il sistema (non ci sono forze esterne orizzontali) e lenergia totale (non ci sono forze
non conservative). Utilizzando come coordinate langolo che descrive la posizione
della particella sulla guida e la coordinata X del centro di questa abbiamo
x = X + R sin
y = R(1 cos )
x = X + R cos
y = R sin
da cui
mv0 = M X + m X + R cos
1 2 1 2 1 h 2 2 i
mv0 = MX + m X + R cos + R sin + mgR(1 cos )
2 2 2
Utilizzando la prima relazione possiamo eliminare X dalla seconda, ottenendo:
m
X = v0 R cos
M+m
1 2 1 1
v = R2 2 cos2 + mR2 2 sin2 + mgR(1 cos ) .
2 0 2 2
mR 2 = N + mg cos m X sin
dove abbiamo tenuto conto della opportuna proiezione della forza apparente. Possiamo
scrivere N in funzione di utilizzando le relazioni precedenti, notando che
s !
2 2mgR (1 cos )
m v
X = v0 R cos 0
.
M+m R2 ( cos2 + m sin2 )
Derivando ancora una volta, e sostituendo nuovamente otteniamo infine tutto ci che
serve per porre N ( ) < 0. Per quanto riguarda lo spostamento della guida, possiamo
integrare X:
2
m d
L = Xdt = v0 R cos
0 M+m
ossia s
2
mv0 R2 ( cos2 + m sin2 )
L= d .
M+m 0 v20 2mgR(1 cos )
m M
Soluzione
Usiamo come coordinate langolo che identifica la posizione della massa e la coordi-
nata orizzontale X della guida. Lenergia totale conservata:
1 2 1 h 2 i
E= M X + m X + R cos + R2 2 sin2 + mgR(1 cos )
2 2
e nel sistema di riferimento solidale con la posizione orizzontale del centro di massa la
quantit di moto lungo x nulla:
M X + m X + R cos = 0
Utilizziamo questa ultima relazione per eliminare X:
1 Mm2
E= R2 2 cos2
2 ( M + m )2
" 2 #
1 M
+ m R2 2 cos2 + R2 2 sin2 + mgR(1 cos )
2 M+m
Per piccoli valori di , abbiamo cos ' 1 2 /2 e sin ' quindi al secondo ordine
1 2 2 2
E= R + mgR
2 2
Questa lenergia di un oscillatore armonico di frequenza
r
1 (m + M) g
f =
2 MR
Soluzione
Lenergia del pendolo si pu scrivere nella forma
1 2 2
E= m` + mg`(1 cos )
2
da cui r
2E 2g
= 2
(1 cos ) .
m` `
Possiamo scrivere anche
1 d
q =1
2E
2g dt
m `2 ` (1 cos )
dove si tenuto conto del fatto che un periodo corrisponde a un giro completo. Ci serve
il limite per grandi velocit dellintegrale precedente. Dato che E = mv20 /2 abbiamo
2 2
` du ` g`
T= r ' 1 + 2 (1 cos u) du
v0 0 2g` v0 0 v0
1 v20
(1 cos u)
m1
m2
Soluzione
Introduciamo i due versori n 1 e n 2 allineati con la direzione dei due fili. La posizione
delle due masse si scriver allora
~r1 = `1 n 1
~r2 = `1 n 1 + `2 n 2
dove, esplicitamente,
sin 1 sin 2
n 1 = , n 2 =
cos 1 cos 2
~v1 = `1 1 1
~v2 = `1 1 1 + `2 2 2
e le accelerazioni
~a1 = `1 1 1 `1 12 n 1
~a2 = `1 1 1 `1 12 n 1 + `2 2 2 `2 22 n 2
con
cos 1 cos 2
1 = , 2 =
sin 1 sin 2
Possiamo scrivere adesso le equazioni del moto. Per la prima massa abbiamo
m1 `1 1 1 12 n 1 = T1 n 1 + T2 n 2 m1 gy (5.51.1)
e per la seconda
m2 `1 1 1 12 n 1 + `2 2 2 22 n 2 = T2 n 2 m2 gy . (5.51.2)
m1 `1 1 x = T1 (y + 1 x ) + T2 (y + 2 x ) m1 gy (5.51.3)
m2 `1 1 + `2 2 x = T2 (y + 2 x ) m2 gy . (5.51.4)
In direzione verticale questo significa
T1 = (m1 + m2 ) g
T2 = m2 g
cio le tensioni non dipendono dallangolo. In direzione orizzontale si trova
m1 `1 1 = T1 1 + T2 2
m2 `1 1 + `2 2 = T2 2
che si potevano ottenere sin dallinizio notando che per piccole oscillazioni
x1 = `1 1
x2 = `1 1 + `2 2
F1,x = T1 1 + T2 2
F2,x = T2 2
Abbiamo quindi
`1 1 = (1 + m2 /m1 ) g1 + m2 /m1 g2
`1 1 + `2 2 = g2 .
Sottraendo la prima equazione dalla seconda abbiamo infine
m2 g m2 g
1 + (1 + ) 1 2 = 0
m1 `1 m1 `1
2 (1 + m2 ) g 1 + 1 + m2 g 2 = 0
m1 `2 m1 `2
Cerchiamo delle soluzioni del tipo
1 u1
= eit
2 u2
che avr soluzioni non banali solo quando il determinante della prima matrice nullo,
cio per particolari valori di legati alle frequenze dei modi di oscillazione.
k, 0 k
v0 m2
m1
Calcolare la velocit del centro di massa del sistema m2 + m3 dopo lurto, e confron-
tarla con il caso di urto elastico istantaneo.
Soluzione
Scriviamo le equazioni del moto delle tre masse valide durante il contatto tra la molla e
la massa m1 . Indicando con x1 , x2 e x3 le coordinate delle tre masse abbiamo
m1 x1 = k( x3 x1 `0 )
m2 x2 = k ( x3 x2 )
Introducendo il vettore q T = ( x1 + `0 , x2 , x3 ) queste possono essere scritte nella forma
Mq + Kq = 0
dove
m 0 0
M= 0 m 0
2
0 0 3m
e
k 0 k
K= 0 k k
k k 2k
Determiniamo i modi normali di vibrazione, trovando le soluzioni di
K 2 M q = 0
Il determinante della matrice vale zero per
2 = 20 = 0
k
2 = 21 =
m
k
= 2 = 4
2 2
m
Soluzione
Lenergia potenziale totale del sistema data dalla somma delle energie potenziali di
ciascuna molla
ki
U (~r ) = |~r ~ri |2
i
2
e sviluppando i calcoli otteniamo
ki ki ki
U (~r ) = 2 ~r ~r + 2 ~ri ~ri 2 2~r ~ri
i i i
!
1
= ~r ~r k i + k i~ri ~ri 2~r k i~ri
2 i i i
e introducendo
k= ki
i
~R = i k i~ri
ki
possiamo scrivere
!
k 1
U (~r ) =
2
~r ~r 2~r ~R + ~R ~R +
2 ki~ri ~ri ~R ~R
i
Il secondo membro una costante irrilevante, il primo lenergia potenziale di una molla
equivalente, di costante k e fissata in ~R
k 2
U (~r ) = ~r ~R
2
Soluzione
0 = mg + N sin
mR = 0
mR 2 = N cos
mg
N=
sin
e quindi r
g cos
=
R sin
..............
Soluzione
Detta xk la coordinata della k-sima massa riferita alla sua posizione di equilibrio abbiamo
le equazioni del moto per le masse intermedie della forma
dove imponendo che la massa totale sia m abbiamo chiaramente N = m, mentre per
la costante elastica deve valere K 1 = ( N 1)1 . Per le masse agli estremi abbiamo le
equazioni modificate
x1 = x N = 0
Utilizziamo direttamente le equazioni del moto cercando soluzioni del tipo
xk (t) = u (t)eik
ossia
4 1
u + sin2 u = 0
2
Questa lequazione di un oscillatore con
r
= 2 sin
2
e tutti i valori reali di sono permessi. Dobbiamo per tenere ancora conto delle
equazioni per le masse agli estremi. Queste danno le condizioni
u ei = 0
u eiN = 0
che non possono per essere soddisfatte qualunque sia il valore di . Possiamo per so-
vrapporre soluzioni corrispondenti a , che oscillano nel tempo con la stessa frequenza.
La nostra soluzione sar quindi del tipo
xk (t) = Aeik + Beik u (t)
Aei + Bei = 0
AeiN + BeiN = 0
sin ( N 1) = 0
ossia quando
m
m =
( N 1)
con m intero. Si hanno N soluzioni indipendenti per m = 0, , N 1 che si scriveranno
(m)
xk (t) = um (t) eim (k1)k eim (k1)
ossia
(m)
xk (t) = Am sin [m (k 1)] cos (m t + )
m1
m2
Soluzione
Possiamo usare come coordinate lascissa x della massa superiore e langolo di inclina-
zione del pendolo . Lenergia cinetica si scrive
1 1 h 2 i
K= m1 x 2 + m2 x + ` cos + `2 2 sin2
2 2
ossia
1 1
K= (m1 + m2 ) x 2 + m2 `2 2 + 2` x cos
2 2
Lenergia potenziale vale invece
U = m2 g` cos
Si conserva inoltre la quantit di moto orizzontale, e nel sistema del centro di massa
possiamo scrivere
m1 x + m2 x + ` cos = 0
da cui
m2 ` cos
x =
m1 + m2
Il minimo del potenziale si ha per = 0, e per piccole oscillazioni attorno a questa
posizione di equilibrio stabile si ha
1 1
K' (m1 + m2 ) x 2 + m2 `2 2 + 2` x
2 2
1
U ' m2 g` 2 + costante
2
m2 `
x '
m1 + m2
m1
m2
Scrivere le equazioni del moto del sistema e studiare il suo comportamento per piccole
oscillazioni attorno alla posizione di equilibrio.
Soluzione
Studiamo il sistema in un riferimento non inerziale solidale con la massa m1 . Ci riducia-
mo in questo modo ad un pendolo semplice sottoposto alla forza apparente
~F = m2 y y
dove abbiamo indicato con y la posizione del punto di sospensione superiore della
molla rispetto a m1 . Abbiamo allora per laccelerazione tangenziale
m2 ` = m2 ( g + y ) sin
0 = m1 y ky T cos m1 g
m2 ` = m2 g (5.57.1)
T = m2 g + m2 y
e
(m1 + m2 ) y + ky = (m1 + m2 ) g (5.57.2)
La (5.57.1) lequazione del moto di un pendolo di frequenza
r
1 g
f =
2 `
( m1 + m2 ) g
y0 =
k
e frequenza s
1 k
f =
2 m1 + m2
h
v0
m M
Soluzione
Possiamo utilizzare la conservazione della quantit di moto orizzontale del sistema e
dellenergia. Nel caso limite la particella arriva nel punto pi alto della pedana avendo
la stessa velocit orizzontale V di questultima, e velocit verticale nulla. Quindi deve
essere
mv0 = (m + M)V
e
1 2 1
mv = (m + M)V 2 + mgh
2 0 2
Segue che
mM 2
v = 2mgh
m+M 0
ossia s r
2mgh 2(m + M) gh
v0 =
M
s , d
M
Soluzione
Studiamo il singolo urto. Dato che la separazione tra le due pareti grande possiamo
considerare la pedana ferma, dato che lenergia acquistata nellurto precedente stata
dissipata. Allora immediatamente dopo lurto avremo le velocit
mM
v= v0
m+M
e
2m
V= v0
m+M
Lenergia cinetica della pedana sar tutta dissipata in attrito, per cui questa percorrer
un tratto determinato da
1
MV 2 = d (m + M) g
2
cio
2Mm2
= v2
d g ( m + M )3 0
Tutto questo si ripeter ad ogni urto, ogni volta con la velocit della particella ridotta di
un fattore e lo spostamento cambiato di segno, cio
n
mM
vn = v0
m+M
e 2n
2Mm2 2Mm2 v20 mM
n = (1) n
v 2
= ( 1 ) n
.
d g ( m + M )3 n d g ( m + M )3 m+M
ossia
Mm m v20
L=
( m + M ) m2 + M 2 d g
Se m > M la massa non inverte il proprio moto dopo lurto, e anche i successivi av-
verranno dalla stessa parte. Quindi tutta lenergia viene dissipata da spostamenti della
pedana nello stesso verso, e quindi
1 2
mv = d ( M + m) gL
2 0
da cui
mv20
L=
2d (m + M) g
Questa espressione coincide con la precedente per m = M.
Fx = Ax m
Fy = Aym
Soluzione
Il campo sar centrale se della forma
~F = f ( x, y)~r
U
Fx = Ax m =
x
U
Fy = Aym =
y
A
U= x m +1 + f 1 ( y )
m+1
e
A
U= y m +1 + f 2 ( x )
m+1
che sono compatibili se
A
U= ( y m +1 + x m +1 ) + C
m+1
dove C una costante arbitraria. Quindi la forza conservativa m.
Soluzione
Per essere conservativo deve valere
U
Fx = ax + by = (5.61.3)
x
U
Fy = cx + dy = . (5.61.4)
y
Integrando la prima equazione in x abbiamo
a
U = x2 bxy + g(y) (5.61.5)
2
dove g una funzione arbitraria. Derivando rispetto a y otteniamo
Fy = bx g0 (y) (5.61.6)
che consistente con la seconda equazione solo se
b = c (5.61.7)
0
g (y) = dy (5.61.8)
e quindi il potenziale sar della forma
a d
U = x2 y2 bxy (5.61.9)
2 2
Il campo sar centrale se
~F = f ( x, y)~r (5.61.10)
e scrivendo
y
Fx = x a + b (5.61.11)
x
x
Fy = y c + d (5.61.12)
y
troviamo che deve essere
y x
a+b = c +d (5.61.13)
x y
da cui b = c = 0 e a = d. Notare che il campo conservativo, e il potenziale vale
a
U = x 2 + y2 (5.61.14)
2
Soluzione
Supponiamo
~F = f (r )~r (5.62.1)
e mostriamo che il campo conservativo. Dovr essere
U
Fx = f (r ) x = (5.62.2)
x
U
Fy = f (r )y = (5.62.3)
y
Questo possibile prendendo
r
U (r ) = u f (u)du (5.62.4)
r0
r2
r1
Figura 5.48.: Un possibile percorso chiuso sul quale calcolare il lavoro del campo di
forze. Gli unici contributi non nulli sono sui tratti di percorso radiale, dato
che sugli altri la forza perpendicolare allo spostamento.
0m1
1
1
0
0
1
1
0
1
0 m2
Soluzione
Il sistema ha due quantit conservate, lenergia totale e il momento angolare della massa
m1 rispetto al foro. Lenergia si conserva perch le forze vincolari non fanno lavoro. Il
momento angolare perch il momento della forza applicata alla particella m1 (la tensione
del filo) rispetto al polo scelto nulla.
Usando coordinate polari per descrivere la posizione della massa m1 possiamo scri-
vere
1 1 1
E = m1 r 2 + m1 r2 2 + m2 r 2 + m2 gr (5.63.1)
2 2 2
e per la componente z del momento angolare della particella m1 abbiamo
Lz = m1 r2 (5.63.2)
L2z
= m2 g (5.63.4)
m1 r 3
Uef f (r)
E1
E0
m2 gr L2
2m1 r2
Figura 5.50.: Il potenziale effettivo (in blu) e i due termini che lo compongono: il po-
tenziale gravitazionale originario (in rosso) e il potenziale centrifugo (in
verde).
ossia
m1 r 2 = m2 g (5.63.5)
che ovviamente la usuale relazione tra forza radiale e accelerazione centripeta. In
Figura 5.50 questo corrisponde allenergia E0 .
k 2
U= r (5.64.1)
2
usando coordinate polari.
Soluzione
Si conservano il momento angolare e lenergia totale. Queste quantit si scrivono nelle
coordinate scelte nella forma
L = mr2 (5.64.2)
e
1 2 1 2 2 1 2
E= mr + mr + kr (5.64.3)
2 2 2
ed utilizzando la prima relazione per eliminare la velocit angolare nellenergia ottenia-
mo
1 1 L2
E = mr 2 + kr2 + (5.64.4)
2 2 2mr2
Sempre dal momento angolare otteniamo la regola
dr dr L dr
= = (5.64.5)
dt d mr2 d
e possiamo riscrivere lenergia nella forma
2
L2 dr 1 L2
E= + kr2 + (5.64.6)
2mr4 d 2 2mr2
Em
= (5.64.9)
L2
da cui 2
0E2 m k L2 ds L2 2
E = = + s
2L2 2 8m d 2m
T= (5.64.10)
da cui otteniamo r
1 Em 2mE0
s= 2 2 = cos (2 + ) (5.64.11)
r L L2
Lorbita chiaramente chiusa. La scelta di equivale chiaramente ad una rotazione
dellorbita, e ci limitiamo a considerare = 0. Possiamo allora scrivere
L2
2 mE
r = r (5.64.12)
L2 k
1+ 1 mE2
cos (2 )
ossia " s s
# " #
L2 k 2 L2 k L2
1+ 1 x + 1 1 y2 = (5.64.14)
mE2 mE2 mE
Notare che r
1 1 L2 1 2 L2 kL2
E = mr 2 + kr2 + kr + (5.64.15)
2 2 2mr2 2 2mr2 m
da cui
kL2
1
mE2
Luguaglianza corrisponde a unorbita circolare.
Soluzione
Dallespressione dellenergia totale del pendolo
1 2 2
E= m` + mg`(1 cos )
2
si trova
q = 1
2
m `2
[ E mg`(1 cos )]
e integrando arriviamo alla formula per il periodo
max
d
T=4 r h i
0 2E 2mg` 2
m` 2 1 E sin 2
otteniamo infine s
` E
T = 2 1+
g 8mg`
Possiamo esprimere questo risultato in funzione dellampiezza di oscillazione:
s
` 1 2
T = 2 1 + max
g 16
m m
k1 k2 k1
Nel sistema in Figura 5.51 presente un attrito viscoso proporzionale alla velocit
relativa tra le due masse. Alla massa pi a sinistra inoltre applicata una forza
F = F0 cos t
Calcolare la risposta in ampiezza del sistema. Supponendo che la forza sia presente solo
da t > 0 mostrare che in generale il transiente non sar mai trascurabile.
Soluzione
Possiamo scrivere le equazioni del moto nella forma
m x1 + ( x 1 x 2 ) + k1 x1 + k2 ( x1 x2 ) = F0 cos t
m x2 + ( x 2 x 1 ) + k2 ( x2 x1 ) + k1 x2 = 0 .
xi = ReZi eit .
m2 z1 + i(z1 z2 ) + k1 z1 + k2 (z1 z2 ) = F0
m2 z2 + i(z2 z1 ) + k2 (z2 z1 ) + k1 z2 = 0
ossia
m2 + i + k1 + k2 z1 (k2 + i) z2 = F0
(i + k2 ) z1 + m2 + i + k1 + k2 z2 = 0 .
Risolvendo otteniamo
F0 (k2 + i)
0 m + i + k1 + k2
2
z1 =
m2 + i + k1 + k2 (k2 + i)
(i + k2 ) m2 + i + k1 + k2
m2 + i + k1 + k2 F0
(i + k2 ) 0
z2 =
m2 + i + k1 + k2 (k2 + i)
(i + k2 ) m2 + i + k1 + k2
ossia
F0 m2 + i + k1 + k2
z1 =
(m2 + i + k1 + k2 )2 (i + k2 )2
F0 (k2 + i)
z2 = .
(m2 + i + k1 + k2 )2 (i + k2 )2
Il numeratore di queste espressioni pu essere fattorizzato ed abbiamo
F0 m2 i k1 k2
z1 =
(m2 k1 ) (m2 2i k1 2k2 )
F0 (k2 + i)
z2 =
(m2 k1 ) (m2 2i k1 2k2 )
e calcolando il modulo di queste espressioni otteniamo la risposta in ampiezza
s
k22 + 2 2 F0
| z2 | = 2 2
.
(m2 k1 2k2 ) + 42 2 |m k1 |
Notare che il denominatore si annulla per il valore reale della frequenza
r
k1
= .
m
Questo indica la presenza di un modo di oscillazione non smorzata nellevoluzione
libera del sistema. Linterpretazione fisica che le due masse possono oscillare in fase
con velocit relativa nulla, ed in questo caso non sono presenti effetti dissipativi. Per
questo motivo non sar possibile in generale trascurare la presenza di un transiente,
anche per tempi molto grandi.
v0
Su una slitta di massa M e dimensioni trascurabili montato un condotto liscio che per-
mette il passaggio di una pallina di massa m, lanciata verso la slitta con velocit iniziale
v0 parallela allorizzontale dalla stessa quota ad una distanza d (vedere Figura 5.52). La
slitta libera di muoversi senza attrito su un binario verticale e viene lasciata andare al
momento del lancio.
1. In assenza di gravit, calcolare le velocit finali di slitta e pallina.
2. In presenza di gravit, sotto quali condizioni la pallina entra nel tubo?
3. In presenza di gravit, per quale valore di v la slitta si ferma subito dopo lurto?
Soluzione
Domanda 1
In assenza di gravit si conserva lenergia cinetica totale e la quantit di moto verticale).
Abbiamo quindi
1 2 1 1
mv = my 2 + MY 2 (5.67.1)
2 0 2 2
e
0 = my + MY (5.67.2)
Ricaviamo y dalla seconda relazione
M
y = Y (5.67.3)
m
e sostituendo nella prima otteniamo
1 2 1M
mv0 = ( M + m) Y 2 (5.67.4)
2 2m
e quindi
s
m2
Y = v0 (5.67.5)
M( M + m)
e s
M
y = v0 (5.67.6)
( M + m)
Domanda 2
In presenza di gravit la particella si muove con accelerazione costante g diretta verso
il basso e con velocit costante in orizzontale. La slitta si muove verso il basso con
accelerazione g. Le leggi orarie si scrivono quindi
x = d v0 t (5.67.7)
1
y = gt2 (5.67.8)
2
X = 0 (5.67.9)
1
Y = gt2 (5.67.10)
2
e dato che il moto verticale di slitta e particella identico, la pallina entra sempre nel
tubo.
Domanda 3
Dato che le dimensioni della slitta sono trascurabili, linterazione tra slitta e particella
avviene pure in un tempo trascurabile. Questo significa che la forza di gravit sar tra-
scurabile durante lurto rispetto alla forza impulsiva tra slitta e particella.e successivo
ale, tra listante immediatamente precedente e quello immediatamente successivo al
contatto tra particella e slitta varr la conservazione della quantit di moto verticale
totale (lunica forza verticale non trascurabile quella impulsiva interna) e la conser-
vazione dellenergia cinetica totale (lo spostamento verticale di slitta e particella sono
trascurabili).
Linterazione avviene allistante
d
t= (5.67.11)
v0
e in tale istante (prima dellurto) lenergia cinetica del sistema vale
" #
1 d 2 1 2 d 2 1 g2 d2 1
K = M g + m v0 + g = ( M + m) 2 + mv20 (5.67.12)
2 v0 2 v0 2 v0 2
( M + m) gd
Py = (5.67.13)
v0
Eguagliando alle stesse quantit dopo lurto abbiamo
1 2 1 2
K= MY + my (5.67.14)
2 2
e
Py = MY my (5.67.15)
Siamo interessati al caso Y = 0, quindi deve essere
1 g2 d2 1 1
( M + m) 2 + mv20 = my 2 (5.67.16)
2 v0 2 2
e
( M + m) gd
= my (5.67.17)
v0
Ricavando y dalla seconda relazione e sostituendo nella prima abbiamo
g2 d2 2 ( M + m) gd 2
( M + m) 2 + mv0 = m (5.67.18)
v0 mv0
Soluzione
Conviene descrivere il sistema in coordinate sferiche. Possiamo scrivere lenergia cineti-
ca come
1 2 1 1
K= mv = m r 2 + r2 2 + r2 sin2 2 = m`2 2 + sin2 2
2 2 2
e lenergia potenziale
U = mgz = mg` cos .
Osserviamo che sulla particella agiscono due forze: la forza peso e la reazione vincolare
della superficie. Possiamo scrivere
~F = mgez N er
ma dato che
~r = `er
abbiamo
~ = ~r ~F = mg`er ez N `er er
M
~ ez = 0. Quindi il momento delle forze non ha componenti verticali
da cui segue che M
e la componente z del momento angolare si conserva:
Lz = m`2 sin2
1 2 2
E= m` + Ue f f ( )
2
dove
L2z 2
Ue f f ( ) = mg` cos + = mg` cos + .
2m`2 sin2 1 cos2
Per comodit abbiamo introdotto la variabile adimensionale
L2z
2 = .
2m2 `3 g
Uef f 5
mg
2 = 4
4
2 = 1
3
2 = 0.1
2
1
2 = 0
Soluzione
Introducendo x = cos abbiamo
2
Ue f f ( ) = mg` x +
1 x2
(1 x2 )2 + 22 x = 0
x0 = 1
4x12 = 2
e quindi
x ' 1 + .
2
La posizione di minimo quindi leggermente spostata rispetto alla verticale.
Soluzione
Introducendo x = cos abbiamo
2 x 1
Ue f f ( ) = mg` 2
+ .
1 x2
1
x = cos =
2
cio
1
= + .
2 2
Lorbita circolare sar quindi leggermente al di sotto del cerchio massimo orizzontale.
Soluzione
Figura 5.54.: Il valore dellenergia totale in unit k/R0 (retta orizzontale tratteggiata) e
del potenziale efficace (curva continua) dopo lespulsione della massa in
funzione di r/R0 . Le differenti curve si riferiscono a M/M = 0 (nessuna
espulsione, nero) M/M = 1/4 (rosso) M/M = 1/2 (verde) M/M = 1
(massa completamente espulsa,blu). Notare che una intersezione sempre
a r = R0 .
k k0 kR0 k0
= 2
2R0 R0 2r r
Riordinando i termini abbiamo
kR0 1 1 0 1 1
2 =k
2 R20 R R0 R
Eliminando la soluzione banale R = R0 troviamo infine
0
1 2k 1 k 1
= 1 = 12
R k R0 k R0
Notiamo che la variazione relativa della massa della stella. Se k/k < 1/2 ottenia-
mo una nuova orbita ellittica, in caso contrario la nuova orbita illimitata. Possiamo
calcolare direttamente leccentricit usando la formula
r s r
2E0 L2 2R0 k k0 2k
e = 1+ 0 2
= 1+ =
mk k 2R0 R0 k
ossia r
2M
e= (5.71.1)
M
La formula conferma che abbiamo un ellisse per M/M < 1/2, una parabola per
M/M = 1/2 ed uniperbole per 1/2 < M/M < 1. Il caso M/M = 1 corrisponde
ad una traiettoria rettilinea, dato che tutta la massa stata espulsa e non vi sono pi
forze gravitazionali, che possiamo interpretare anche come iperbole degenere.
U= + 2
r r
Soluzione
Dato che si conserva lenergia totale e il momento angolare rispetto allorigine del si-
stema di coordinate, sappiamo che il moto avviene in un piano e possiamo descriverlo
utilizzando coordinate polari. Abbiamo allora
1 e
E= m r 2 + r2 2 + 2
2 r r
e
L = mr2
che si deve annullare dato che E si conserva. Questo accade nei due casi
du
= 0
d
L2 d2 u L2
+ + 2e u =
m d 2 m
= k
con a > b > 0 (vedere Figura 5.55). Studiare le possibili orbite in assenza di gravit,
verificando in particolare lesistenza di orbite limitate e circolari.
Soluzione
Lunica forza in gioco la reazione vincolare, normale alla superficie liscia. Dato che la
velocit della particella sempre tangente alla superficie tale forza non pu fare lavoro,
si conserva quindi lenergia cinetica. Questo significa che il modulo della velocit della
particella rimane costante.
Inoltre per motivi di simmetria la forza contenuta nel piano definito dallasse z
e dal vettore posizione del punto materiale, e quindi il suo momento non pu avere
componenti lungo z. Esplicitamente, la reazione vincolare sar del tipo
~ = N e + Nz ez
N
cio priva di componenti nella direzione di e . Dato che il vettore posizione
~R = zez + e
ossia
~ = zNz N
M ez e
(notare che ez e = e ). Di conseguenza si conserva la componente z del momento
angolare
Lz = m2
Quindi lenergia si scrive
1 2 1
E= mv = m 2 + 2 2 + z 2
2 2
Possiamo eliminare usando la conservazione di Lz , e usare la condizione di apparte-
nenza al piano per eliminare e
= bkz sin kz
ottenendo
1
E= m 1 + b2 k2 sin2 kz z 2 + Ue f f (5.73.1)
2
con
L2z
Ue f f =
2m ( a + b cos kz)2
Dato che il primo termine al membro destro della (5.73.1) deve essere positivo abbiamo
che il moto pu avvenire solo nella regione in cui Ue f f (z) < E. Rappresentando grafica-
mente il potenziale effettivo (Figura (5.56)) che una funzione periodica di z, troviamo
che esistono orbite a z costante, per un valore dellenergia
L2z
E = min Ue f f =
2m ( a + b)2
Lz 2
Figura 5.56.: Sulle ordinate, il potenziale effettivo in unit 2ma 2 . Sulle ascisse, kz. In nero,
il potenziale effettivo per b/a = 1/4 (linea continua) e per b/a = 7/10
(linea tratteggiata). Per un fissato valore del momento angolare, la barriera
da superare cresce quando b si avvicina ad a (bottiglia molto strozzata).
che corrisponde al minimo del potenziale effettivo. Dato che funzione di z, queste
saranno anche orbite circolari.
Se
L2z
min Ue f f < E < max Ue f f =
2m ( a b)2
avremo orbite limitate. Infine per
E > max Ue f f
e quindi s
(t)
1 2m2 ( a b)3
t= d
(0) bk2 L2z
Dato che lintegrale diverge se (t) 0, la particella arriver al massimo del potenziale
effettivo in un tempo infinito.
x = ( R + r cos ) cos
y = ( R + r cos ) sin
z = r sin
Soluzione
La conservazione del momento angolare in direzione z discende dal fatto che lunica
forza in gioco (la reazione vincolare, normale alla superficie) ha sempre un momento
con componente z nulla. Utilizziamo le coordinate , per descrivere la posizione del
punto sulla superficie. Possiamo costruire due versori tangenti alla superficie derivando
de
= sin e + en
dt
de
= sin e + cos en
dt
den
= e cos e
dt
Scriviamo adesso il vettore posizione come
~r = R sin e (r + R cos ) en
~v = r e + ( R + r cos ) e
e laccelerazione
~a = 2 ( R + r cos ) sin + r e
+ ( R + r cos ) 2r sin e
+ r 2 + 2 cos ( R + r cos ) en
Dato che non si hanno forze tangenti alla superficie le accelerazioni nelle direzioni e
e e nulla, per cui
2 ( R + r cos ) sin + r = 0
( R + r cos ) 2r sin = 0
d h i
m ( R + r cos )2 = 0
dt
ma questa proprio la conservazione del momento angolare in direzione z, dato che
R + r cos la distanza da tale asse e la componente z della velocit angolare
Lz = m ( R + r cos )2
1 2 1 h 2 2 2 2
i
E = mv = m r + ( R + r cos )
2 2
Possiamo eliminare utilizzando la conservazione del momento angolare, ottenendo
1 2 2 L2z
E= mr + 2
2 2mR2 1 + Rr cos
Lz
=
m ( R + r )2
Per valori dellenergia intermedi tra il massimo e il minimo oscilla tra un valore
massimo e il suo opposto, la traiettoria quindi una oscillazione centrata sul bordo
esterno del toro, accompagnata da unavanzamento di . Infine per valori dellenergia
maggiori del massimo aumenta (o diminuisce) senza limite. La traiettoria quindi
una spirale che si avvolge al toro.
L2z
Figura 5.58.: Il potenziale effettivo in unit 2mR2
in funzione di per r/R = 0.2 (in rosso)
e r/R=0.5 (in blu).
d
= f (, )
dt
d
= g(, )
dt
e determinare le funzioni f e g.
G (, ) = 0
(0) = 0
( 0 ) = 0
Soluzione
Domanda 1
g
= sin = f (, )
`
= = g(, ) .
Domanda 2
Dividendo membro a menbro le equazioni scritte precedentemente si trova subito che
d f (, ) g sin
= = .
d g(, ) `
Questa unequazione differenziale a variabili separabili che si pu integrare diretta-
mente:
g
d = sin d
`
da cui
1 2 g
cos C = G (, ) = 0
2 `
dove C una costante arbitraria. Possiamo scrivere allora
r
g
= 2 C + cos .
`
Osserviamo che il luogo dei punti che soddisfano questa relazione simmetrico rispetto
agli assi = 0 e = 0. Inoltre si ripete periodicamente lungo con periodo 2, sar
quindi sufficiente studiarlo tra = e = .
Occorre distinguere diversi casi:
g
1. Se C < ` la quantit sotto radice sempre negativa, e non esiste nessuna
traiettoria.
g g
2. Se ` C ` solo alcuni valori di sono possibili, pi precisamente quelli per i
quali
`
cos > C .
g
g
3. Per C > ` tutti i valori di sono possibili.
Alcune possibili traiettorie sono rappresentate in Figura 5.59. Le curve chiuse (C < 1)
rappresentano moti oscillatori, le altre corrispondono ai casi nei quali il pendolo, avendo
energia sufficientemente elevata, ruota sempre nello stesso verso (senso orario per la
traiettoria con < 0 e senso antiorario per quella con > 0).
Problema 3
Date le condizioni iniziali la traiettoria deve passare dal punto (, ) = (0, 0 ), deve
cio essere
1 g
G (0 , 0) = 02 C = 0
2 `
che significa
1 g
C = 02 .
2 `
6 4 2 2 4 6
Per determinare 0 si pu imporre che lenergia cinetica iniziale sia esattamente uguale
alla differenza tra energia potenziale in = e = 0, cio
1 2 2
m` 0 = 2mg`
2
da cui
4g
02 =
`
e quindi
g
C= .
`
In altre parole la traiettoria vale
r
2g
= (1 + cos )
`
che corrisponde alla curva verde in figura. Per calcolare il tempo necessario a raggiun-
gere la posizione = si pu considerare lequazione precedente come unequazione
differenziale. Scegliendo il segno positivo abbiamo
r r
d 2g 4g
= (1 + cos ) = cos2
dt ` ` 2
3.0
2.5
2.0
1.5
1.0
0.5
2 4 6 8 10
Figura 5.60.: La legge oraria (t) nel caso particolare considerato nella terza domanda.
x = a cos
y = b sin
Soluzione
Dato che in assenza di attrito la guida non pu esercitare forze nella direzione tangente
il modulo della velocit si conserva e quindi vale sempre v0 . Possiamo quindi scrivere
x = a sin
y = b cos
e inoltre
v20 = x 2 + y 2 = 2 a2 sin2 + b2 cos2 (5.76.1)
Il vettore velocit si pu scrivere nella forma ~v = v0 .
Possiamo allora calcolare laccele-
razione:
" #
d v0 a cos a2 b2 sin cos a sin
~a = v0 =p 2 2
dt a2 sin2 + b2 cos2 b sin a sin + b2 cos2 b cos
e scrivere
~ = mabv20
N 3/2 n .
a2 sin2 + b2 cos2
m2
m1
Soluzione
Data linestensibilit del filo, il modulo della accelerazione delle masse e di ciascun
elemento del filo sar lo stesso. Possiamo allora scrivere
m1 a = T1 m1 g (5.77.1)
e
m2 a = T2 m2 g (5.77.2)
Il tratto che si avvolge sulla carrucola non contribuisce allultimo integrale, che si riduce
quindi a
T2 T1 = aL + g (`1 `2 ) (5.77.9)
dove `1 e `2 sono le lunghezze dei tratti verticali del filo.
Questa lultima equazione che ci serviva. Dalle prime due che abbiamo scritto
otteniamo
(m1 + m2 ) a = T1 T2 + (m2 m1 ) g (5.77.10)
e quindi
m2 + `2 m1 `1
a= g. (5.77.11)
( m1 + m2 + M )
Teniamo conto adesso del fatto che
L = `1 + `2 + R (5.77.12)
e che
` 2 = a . (5.77.13)
Abbiamo quindi
2g m2 m1 ( L R)
` 2 `2 = g. (5.77.14)
( m1 + m2 + M ) ( m1 + m2 + M )
e quindi
!
m1 m2 + M 1 RL ` 2 (0)
`2 ( t ) = `2 (0) cosh t + sinh t
2M
m1 m2 + M 1 RL
+
2M
M = k . (5.78.1)
Soluzione
Scelta come coordinata langolo , la seconda equazione cardinale
dL
=M (5.78.2)
dt
per la componente del momento angolare ortogonale al piano della figura si pu scrivere
d
m`2 = k + mg` sin (5.78.3)
dt
ossia
g k
= sin
` mg`
Le posizioni di equilibrio corrispondono ai valori di per i quali lespressione tra pa-
rentesi si annulla. Possiamo determinarle graficamente studiando le intersezioni tra le
curve
y = sin (5.78.4)
y = q (5.78.5)
k
q= , (5.78.6)
mg`
1.0
0.5
-10 -5 5 10
-0.5
-1.0
Figura 5.63.: Studio grafico delle posizioni di equilibrio e della loro stabilit. Le
curve (5.78.4) e (5.78.5) sono rappresentate in funzione di , per q = 1/9.
15
10
0
0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 1.4
-5
-10
-15
v0
Soluzione
Lenergia e la quantit di moto orizzontale del sistema si conservano. Inoltre, dato che
lurto avviene in un tempo molto breve, lunica forza non trascurabile applicata alla
pallina la reazione normale alla superficie del piano inclinato. Durante lurto quindi
si conserver la componente della quantit di moto della pallina parallela al piano
inclinato.
Abbiamo quindi la conservazione dellenergia
1 2 1 1
mv0 = m v2x + v2y + MV 2 (5.79.1)
2 2 2
dove si tenuto conto che immediatamente dopo lurto la posizione della pallina non
cambiata, e che quindi non necessario includere lenergia potenziale gravitazionale.
Per la conservazione della quantit di moto orizzontale sar
mv0 = mv x + MV (5.79.2)
ed infine per la componente della quantit di moto della pallina parallela al piano
inclinato
mv0 cos = m v x cos + vy sin . (5.79.3)
Ricavando V dalla seconda relazione abbiamo ( = M/m)
1
v20 = v2x + v2y + ( v0 v x )2 (5.79.4)
v0 = v x + vy tan (5.79.5)
ossia
2 1 2
v x + vy tan = v2x + v2y + v tan2 . (5.79.6)
y
Risolvendo per tan = vy /v x otteniamo le due soluzioni
tan = 0 (5.79.7)
e
2 tan
tan = . (5.79.8)
1 1 1 tan2
m1
v0
1 P
v0
m2
Soluzione
Vale la conservazione del momento angolare ~L rispetto al perno, dato che le uniche forze
esterne sono applicate in esso al manubrio, e quindi hanno braccio nullo. Consideria-
mo in particolare la componente di ~L normale al piano in cui si muove il manubrio.
Inizialmente questa vale
m1 v0 `1 + m2 v0 `2 (5.80.1)
ed alla fine
m1 `21 + m2 `22 (5.80.2)
dove la velocit angolare finale. Equagliando queste due espressioni si ottiene
( m2 `2 m1 `1 ) v0
= . (5.80.3)
m1 `21 + m2 `22
un urto del perno sopra, sotto o in corrispondenza del centro di massa del manubrio.
Lenergia dissipata si calcola come differenza tra energia cinetica iniziale e finale:
1 1 1
E = (m1 + m2 ) v20 m1 `21 2 m2 `22 2 (5.80.4)
2 2 2
ossia,
1 1 ( m2 `2 m1 `1 )2 2
E = (m1 + m2 ) v20 v
2 2 m1 `21 + m2 `22 0
1 (m1 + m2 ) m1 `21 + m2 `22 (m2 `2 m1 `1 )2 2
= v0
2 m1 `21 + m2 `22
ed infine
1 m1 m2 (`1 + `2 )2 2
E = v . (5.80.5)
2 m1 `21 + m2 `22 0
Soluzione
Poniamo il punto materiale nellorigine di un sistema di coordinate. Qualunque sia la
soluzione del problema, con una rotazione del sistema potremo allineare la forza attrat-
tiva totale con lasse z. Da questo segue che un elemento dM della massa di plastilina
posto nalle posizione ~r dar un contributo utile alla forza totale uguale a
mdM
dFz = G ~r z
r3
dato che la somma di tutte le componenti perpendicolari a z si dovr annullare. Usando
coordinate sferiche questo significa
mdM
dFz = G cos
r2
Possiamo spostare lelemento dM mantenendo dFz costante se ci muoviamo sulla super-
ficie
r2 = K cos
dove K una costante definita da
1 dFz
K 1 =
Gm dM
Chiaramente K 1 proporzionale allimportanza del contributo di dM. Al variare di K
avremo diverse superfici, invarianti per rotazioni attorno allasse z. Alcune di queste
sono rappresentate in Figura 5.67.
Avendo a disposizione una massa M totale converr iniziare a riempire le superfici
a K pi piccolo (ma positivo). Per determinare il valore di K corrispondente alla super-
ficie pi grande completamente riempita baster imporre che la massa totale in essa
contenuta sia quella a disposizione, cio
dV = M
ossia
r2 drd cos d = M
da cui
4
K3/2 = M
15
Otteniamo infine che K scala come la potenza 2/3 del volume della plastilina
2/3 2/3
15M 15V
K= =
4 4
Possiamo confrontare questo risultato con ci che si otterrebbe con una distribuzione
sferica di plastilina,
GmM 4G V 125 1/3
Fz = = m
R2 5 4 9
che risulta minore di un fattore (25/27)1/3 ' 0.97. Per maggiore chiarezza riportiamo
in Figura 5.68 le sezioni trasversali delle superfici.
-0.5 0.5
-0.5
-1.0
-1.5
Figura 5.68.: Le sezioni trasverse delle superfici riportate in Figura 5.67 per K = 1/10
(blu), K = 1 (verde) e K = 10 (arancio). Le linee tratteggiate corrispondono
alle sfere di uguale volume.
Soluzione
La quantit di moto del sistema al tempo t, escludendo il gas espulso fino a quellistante,
P ( t ) = M ( t )V ( t )
La quantit di moto al tempo t + dt vale invece, tenendo conto del gas espulso tra t e
t + dt,
P(t + dt) = [ M(t) (t)dt] V (t + dt) + [u + V (t)] (t)dt
dove abbiamo considerato una massa espulsa per unit di tempo = M non necessa-
riamente costante. La variazione della quantit di moto uguale allimpulso delle forze
esterne
P(t + dt) P(t) = M (t) gdt
da cui
[ M(t) (t)dt] V (t) + V (t)dt + [u + V (t)] (t)dt M(t)V (t) = M(t) gdt
Sviluppando e omettendo i termini del secondo ordine si ottiene
M (t)V (t) = (t)u M(t) g
Vediamo che il razzo si sollever dal suolo se
(0)u > M0 g
Passiamo adesso allintegrazione delle equazioni del moto. Abbiamo
dV u(t)
= t g
dt M0 0 (t0 )dt0
ed integrando otteniamo
t
u(t0 )
V (t) = t0 dt0 gt
0 M0 0 (t )dt
00 0
che posto di conoscere (t) e di saper calcolare gli integrali al membro destro da una
1soluzione completa del problema. Considerando costante in particolare abbiamo
t
u
V (t) = dt0 gt
0 M 0 t 0
t
= u log 1 gt
M0
`
M
Soluzione
Nella situazione considerata il momento angolare del sistema composto dallasta, dal
razzo e dal gas espulso si conserva, dato che il vincolo non pu esercitare un momento
di forza. Calcoliamo il momento angolare del missile ad un dato istante, tenendo conto
del gas non ancora espulso:
L = M `V
Se ad un istante successivo calcoliamo il momento angolare del missile e del gas espulso
nel frattempo, dobbiamo trovare lo stesso valore. Indicando con dM la variazione della
L = ( M + dM ) ` (V + dV ) dM ` (V u)
MdV ` + dM `u = 0
ossia
V (m) M0 m
dM
dV = u
V (0) M0 M
dove abbiamo indicato con m la massa di gas espulso. Integrando troviamo
m
V (m) = V (0) u log 1
M0
Soluzione
Utilizzando la prima strategia si raggiunge una velocit finale data da
(1 ) M0
Vf = u log = u log (1 )
M0
Con la seconda strategia al momento dellabbandono del primo stadio si ha
(1 /2) M0
V1 = u log
M0
e al termine avremo
(1 /2) M0 (1 ) M0 /2
Vf0 = u log u log
M0 M0 /2
= u log 1 u log (1 )
2
che maggiore di quella ottenuta nel primo caso di
Vf0 Vf = u log 1
2
Soluzione
m/2
(1)
Fz
m/2
(2)
Fz
Consideriamo il semplice modello in Figura 5.70. La massa distribuita sui due corpi
(testa e piedi), uniti da una sbarra che per semplicit immaginiamo priva di massa.
Lequazione del moto del primo corpo
(1)
m1 a = Fz T
e per il secondo
(2)
m2 a = Fz +T
m1 m2 g m1 m2 3GMT
T' h= h
m1 + m2 z m1 + m2 z3
m m2 GMT h
=3 1 2
m1 + m2 z z
m m2 GMT h
'3 1 2
m1 + m2 RT R T
1.8 m
T ' 3 20 kg 9.8 m s2 ' 1.7 104 N
6.3 106 m
La tensione depressa rispetto alla forza peso di un fattore molto piccolo, il rapporto
h/R T tra laltezza del corpo e il raggio della terra. Per avere un termine di confronto,
lordine di grandezza di una tensione dolorosa lo stesso del peso del corpo, 103 N.
Fz
z
in un punto dato, dove Fz indica la componente z della forza attrattiva generata dal-
la plastilina. Una possibile applicazione una versione scientificamente avanzata del
banco di stiramento in Figura 5.71.
Figura 5.71.: Il banco di stiramento, uno strumento di tortura usato nel medio evo, ma
di origini ben pi antiche.
Soluzione
Immaginiamo una massa m allorigine di un sistema di coordinate. La forza che una
massa dM posta in ~r esercita su di essa sar
~F = GmdM~r
r3
e quindi
GmdM
Fz = z
r3
Fz 1 z2
= GmdM 3 3 5
z r r
dove
1
Fz
K = GmdM
z
una costante tanto pi piccola quanto maggiore il contributo. Per rendere massimo
Fz /z dovremo determinare la superficie capace di contenere tutta la massa disponibile
corrispondente al minimo valore positivo di K.
Notiamo che il massimo valore di Fz /z corrisponde ad una azione di trazione
esercitata sul corpo vicino allorigine (la testa a z > 0 viene spinta verso lalto, i piedi a
z < 0 verso il basso).
Per ottenere una compressione dobbiamo chiederci invece quale sia la configurazione
corrispondente ad un Fz /z massimo in valore assoluto ma negativo. In questo caso
sufficiente trovare la superficie capace di contenere tutta la massa disponibile corrispon-
dente al valore di K pi piccolo in valore assoluto, ma negativo. Il grafico per le superfici
corrispondenti ad entrambi i casi (per K = 1 e K = 1) sono riportati in Figura 5.72.
Analogamente a quanto visto nellesercizio 5.81 sommiamo i contributi di tutta la
massa contenuta allinterno di una superficie data. Questo significa per K > 0
Fz 1 3 cos2
= Gm dV
z r3
[K (13 cos2 )]1/3
1 3 cos2
= 2Gm d cos dr
0 r
1/3 [K (13 cos2 )]1/3
2
dr
= 2Gm d cos 1 3 cos
1/ 3 0 r
Una particolarit di questa espressione che lintegrale sulla coordinata radiale di-
vergente. Il significato di tutto questo che il contributo della massa vicina a r = 0
1/ 3 [K (13 cos2 )]1/3
Fz 2
dr
= 2Gm d cos 1 3 cos
z 1/ 3 rmin r
Fz 2 1/ 3 K 1 3 cos2
2
= Gm d cos 1 3 cos log 3
z 3 1/ 3 rmin
!
8 4K 5
= Gm log 3
9 3 rmin 3
molto piccolo, chiaro che per ottenere il risultato voluto dovremo avere un volume
totale enormemente pi grande di rmin 3 , dato che il logaritmo dovr essere O 1 , quin-
Soluzione
k `0
Conviene utilizzare coordinate polari per specificare la posizione del punto materiale
rispetto allorigine. Lestremo opposto della molla fissato in questultima (Figura 5.73).
Possiamo allora scrivere le equazioni del moto nella direzione radiale e tangenziale nella
forma
m r r 2 = mg cos k (r `0 ) (5.87.1)
m r + 2r = mg sin (5.87.2)
sin = 0 (5.87.3)
k
cos = (r `0 ) (5.87.4)
mg
= + (5.87.7)
mg
r = `0 + r (5.87.8)
k
legate agli spostamenti rispetto alla posizione di equilibrio scelta. Sostituendo nelle
equazioni del moto abbiamo
h mg i mg
m r `0 + r 2 = mg cos ( + ) k `0 + r `0 (5.87.9)
h k
i k
mg
m `0 + r + 2r
= mg sin ( + ) (5.87.10)
k
Trascurando tutte le quantit di ordine maggiore del primo rispetto alle piccole va-
riazioni e utilizzando le approssimazioni sin ( + ) ' e cos ( + ) ' 1
otteniamo
mr = kr (5.87.11)
mg
m `0 = mg (5.87.12)
k
La seconda equazione non corrisponde a piccole oscillazioni se, come supporremo,
`0 > mg/k. In effetti la sua soluzione generale del tipo
con s
g
k= mg (5.87.14)
`0 k
= (5.87.15)
mg
r = `0 + + r (5.87.16)
k
e sostituendo come nel caso precedente nelle equazioni del moto troviamo
h mg i mg
m r `0 + + r 2
= mg cos ( ) k `0 + + r `0(5.87.17)
h k
i k
mg
m `0 + + r + 2r
= mg sin ( ) (5.87.18)
k
mr = kr (5.87.19)
mg
m `0 + = mg (5.87.20)
k
Entrambe le equazioni descrivono oscillatori armonici, ed hanno per soluzioni generali
con
r
k
r = (5.87.23)
m
s
g
= mg (5.87.24)
`0 + k
Abbiamo quindi una oscillazione radiale, la cui frequenza dipende dalla costante di
richiamo della molla, e una oscillazione tangenziale. Per la seconda la frequenza iden-
mg
tica a quella di un pendolo di lunghezza ` = `0 + k , cio alla lunghezza della molla
nella posizione di equilibrio.
Le due oscillazioni sono indipendenti, e nel limite k , che ci aspettiamo corri-
sponda al caso di un filo inestensibile, la frequenza di oscillazione radiale tende pure
allinfinito, mentre quella tangenziale diviene la frequenza di un pendolo di lunghezza
`0 .
M
Figura 5.74.: La scodella ha una sezione orizzontale S, la pioggia cade su di essa con un
angolo determinato dalle componenti orizzontali e verticali della velocit.
Se la scodella ferma, la massa di acqua raccolta in ununit di tempo
costante e vale .
Soluzione
Calcoliamo prima di tutto la massa di pioggia raccolta per unit di tempo da una sco-
della che si sta muovendo con velocit v. Questa la massa contenuta nel cilindro
rappresentato dallinsieme dei vettori in Figura 5.74, con base S e altezza uguale alla
componente verticale della velocit della pioggia. Dato che questultima non cambia al
variare della velocit della scodella, otterremo ancora .
Scriviamo la quantit di moto della scodella al tempo t + dt. Esso sar dato da
dove m(t + dt) la pioggia raccolta a quellistante. Al tempo t questa dovr essere
uguale alla quantit di moto della scodella pi quella (orizzontale) della pioggia raccolta
nellintervallo dt successivo:
P = ( M + m(t)) v(t) + Vx dt
( M + m) v = (Vx v)
dv
( M + m) = (Vx v)
dm
che si pu integrare direttamente:
v(m) m
1 1
dv0 = dm0
0 Vx v0 0 M + m0
ottenendo
Vx v(m) M+m
log = log
Vx M
e quindi
m
v(m) = Vx
M+m
Questa soluzione fornisce la velocit della scodella in funzione della massa della pioggia
raccolta. Come si vede per grandi valori di m v Vx : questo si interpreta facilmente
tenendo condo che quando v = Vx la pioggia cade verticalmente nel sistema di riferi-
mento solidale con la scodella, che diviene anche un sistema di riferimento inerziale.
Notanto che m = t possiamo anche scrivere la velocit della scodella in funzione del
tempo:
t
v(t) = Vx
M + t
N = St
Soluzione
Un proiettile urter la sfera se si trover allinterno del cilindro di raggio r avente con
Tante particelle attraverseranno una sezione trasversa di questo
lasse nella direzione z.
cilindro, tanti saranno gli urti. Quindi avremo
Nurti = r2
urti al secondo. Notare che il numero di particelle che attraversano la sezione trasversa
anche il numero di particelle contenute nel cilindro di base r2 e altezza v0 t, quindi
Nurti = v0 r2 e = v0 dove la densit di volume dei proiettili.
Nellurto elastico il proiettile viene deviato specularmente. Supponiamo infatti che n
sia il versore normale alla superficie della sfera nel punto di impatto, abbiamo due leggi
di conservazione. Lenergia, dato che lurto elastico
1 2 1
mv = mv2f
2 0 2
e la quantit di moto del proiettile parallela alla superficie, che possiamo ottenere sot-
traendo alla quantit di moto totale quella perpendicolare alla superficie, ~p = m~v =
m (~v n ) n
~pk = m~vk = m [~v (~v n ) n ]
In questo caso si tratta in realt di due quantit conservate, dato che ~pk ha due compo-
nenti indipendenti. Abbiamo quindi le equazioni
~v0k = ~v f k
v20 = v2f
v20 = v2f
cio
~v f = ~v0
In questultimo passaggio abbiamo potuto derivare luguaglianza (a meno di un segno)
dei vettori dalluguaglianza dei moduli dato che la direzione di un vettore perpendico-
lare alla superficie fissato univocamente. In conclusione
~v f = ~v f k + ~v f = ~v0k ~v0
w
n
Figura 5.75.: La relazione tra particelle entranti e particelle uscenti. La particella si avvi-
cina alla sfera muovendosi parallelamente allasse z, ad una distanza b da
esso.
Questa la legge di riflessione speculare: la traiettoria dopo lurto giace nel piano
determinato dalla traiettoria prima dellurto e dalla normale n. Inoltre langolo tra la
traiettoria e la normale lo stesso prima e dopo lurto. Se utilizziamo coordinate sferiche
vediamo che la traiettoria della particella dopo lurto data da in funzione del parametro
s > 0 da
~r 0 = r n + sw
sin cos
n = sin sin
cos
mentre w nella direzione del moto dopo lurto. Dalla costruzione in Figura 5.75
vediamo che possiamo scrivere w nella forma
sin 2 cos
w = sin 2 sin
cos 2
e che b = r sin , detta b la distanza tra la traiettoria iniziale della particella e lasse z.
Figura 5.76.: La relazione tra particelle entranti e particelle uscenti. Il fascio in ingresso
con sezione a corona circolare (in azzurro, area S = [(b + b)2 b2 ])
viene trasformato nellarea a forma di anello S0 sulla sfera esterna di
raggio R. Nellanimazione larea S viene mantenuta costante, e si pu
verificare che anche S0 si mantiene approssimativamente costante. Questo
non esattamente vero perch la condizione R r non particolarmente
rispettata nella figura (R/r = 3). Animazione disponibile allindirizzo
http://www.df.unipi.it/~cella/videos/ueg/UrtoSfera.html
Al variare del punto di impatto varia nellintervallo 0 < < /2 e in 0 < < 2.
Quindi 0 = 2 varia in 0 < 0 < ed il versore w varia sullintera sfera unitaria (vedere
Figura 5.76).
Considerando un elemento infinitesimo di una superficie ortogonale allasse z, che
potremo scrivere come
dS = b db d = r sin d (r sin ) d
= r2 sin cos dd
il numero di particelle che la attraverseranno prima dellurto nel tempo t sar (b < r
dora in poi sottointeso)
1 r 2
dN = t R2 2 sin 2dd
4 R
1 r 2
= t R2 d cos 0 d
4 R
e notare che lespressione tra parentesi quadre lelemento di superficie infinitesima
dS0 su una sfera di raggio R. Dato che per R r le traiettorie delle particelle dopo
lurto sono approssimativamente radiali, ~r 0 ' sw,
tutte le particelle che attraversano la
superficie attraversano successivamente dS0 , e quindi potremo scrivere
dN = 0 dS0 t
con
1 r 2
0 =
4 R
Notare che integrando su tutta la sfera abbiamo
N = 0 4R2 t = r2 t = Nurti
Soluzione
Lequazione del moto del sistema si pu scrivere nella forma
m x + (1 + e) kx = 0
m ( x0 + e x1 ) + (1 + e) k ( x0 + ex1 ) = 0
x1 + 2 x1 = 2 ( A cos t + B sin t)
che rappresenta un oscillatore armonico forzato alla sua stessa frequenza naturale. La
soluzione generale dellequazione omogenea associata identica alla precedente, resta
da determinare una soluzione particolare. Verifichiamo che questa della forma
e sostituendo
da cui
2D cos t 2C sin t = A cos t B sin t
e quindi
1
D = A
2
1
C = B
2
In conclusione la soluzione generale sar
e e
x (t) ' x0 (t) + ex1 (t) = A + Bt cos t + B At sin t
2 2
Imponiamo le condizioni al contorno
x (0) = A = 0
1
x (0) = B (2 + e ) = v0
2
da cui
2v0
x0 (t) + ex1 (t) = (sin t + et cos t)
(2 + e )
v0 1
= 1 e sin t + et cos t + O e2
2
Figura 5.77.: A sinistra, il confronto tra la soluzione esatta (in rosso), quella approssi-
mata allordine zero x0 (t) (in blu) e quella approssimata al primo ordine
x0 (t) + ex1 (t) (in verde). Sono stati scelti i valori e = 101 , = 1 rad s1
e v0 = 1 m s1 A destra, la differenza tra espresso in secondi. A destra, la
differenza tra x0 (t) e la soluzione esatta (in verde) e tra x0 (t) + ex1 (t) e la
soluzione esatta (in rosso) per 0 < t < 1 con la stessa scelta di parametri.
Gi da questa espressione finale possiamo iniziare a capire quanto sia valida la so-
luzione approssimata ottenuta. Infatti ci attendiamo che il termine O(e) debba essere
una piccola correzione rispetto a quello O(1). Ma questo non vero: infatti per quanto
piccolo possa essere e vediamo che per tempi abbastanza grandi (tali che t > e1 ) il
secondo termine tra parentesi quadre diviene dominante.
Una conferma viene dal confronto tra i grafici della soluzione esatta (in rosso) e di
quella approssimata in Figura 5.77 a sinistra. Come si vede lapprossimazione al primo
ordine in e x0 (t) + ex1 (t), riportata in verde, sembra addirittura peggiore di quella
allordine zero x0 (t) riportata in blu.
Cerchiamo di capire perch. Se espandiamo formalmente la soluzione esatta in e,
dovremmo ottenere quella approssimata. Ora, possiamo iniziare scrivendo
1 v0
x (t) = sin 1 + et
1+e
e dato che e 1 sar sicuramente una buona approssimazione (1 + e) ' 1 + e da cui
v0 1 1
x (t) ' 1 e sin t + et
2 2
Se procediamo meccanicamente, dovremmo adesso espandere il seno nella forma
1 1
sin t + et ' sin t + et cos t (5.90.1)
2 2
ed in effetti otterremmo la soluzione approssimata x0 (t) + ex1 (t) (dopo aver cancellato
un termine O(e2 ). Il problema che affinch lapprossimazione (5.90.1) sia accurata non
sufficiente e 1. Occorre infatti che la correzione alla fase del seno sia piccola,
1
et 2
2
e questo smette di essere vero per tempi abbastanza grandi, comunque piccolo sia e.
Possiamo riassumere la discussione dicendo che in realt la variabile piccola nella
quale ha senso espandare la soluzione non bens et.
Ci si pu chiedere infine se la soluzione al primo ordine sia in qualche modo pi accu-
rata di quella di ordine zero. Da quanto visto facile rispondere che lapprossimazione
x0 + ex1 sar migliore della x0 nel regime et 1. Ad esempio prendendo e = 102
e = 1 rad s1 ci attendiamo un errore piccolo per t 10 s. Questo confermato dal
grafico a destra in Figura 5.77, dove sono riportate la differenza tra x0 (t) e la soluzione
esatta (in verde) e la differenza tra x0 (t) + ex1 (t) e la soluzione esatta (in rosso) per
0 < t < 1 con questa stessa scelta di parametri. Vediamo che in effetti lerrore al primo
ordine minore di quello allordine zero.
R R
g `
m
Figura 5.78.: Il pendolo modificato descritto nel problema. Durante loscillazione una
parte del filo si appoggia ad una delle due semicirconferenze.
Soluzione
Usiamo come coordinata langolo di inclinazione del filo rispetto alla verticale. Ponendo
lorigine nel punto di sospensione le coordinate della massa si scrivono
1
x = R (1 cos ) + (` R ) sin = ` R 2 + O 3
2
1 2
y = R sin (` R ) cos = ` + ` + O 3
2
per > 0 e
1 2
x = R (1 cos ) + (` + R ) sin =R + ` + O 3
2
1 2
y = R sin (` + R ) cos = ` + ` + O 3
2
Figura 5.79.: Ponendo lorigine nel descritto nel problema. Durante loscillazione una
parte del filo si appoggia ad una delle due semicirconferenze.
per < 0. I valori approssimati valgono per piccole oscillazioni attorno a = 0. Sempre
per piccole oscillazioni le velocit varranno
x = ` R + O 2
y = ` + O 2
per > 0 e
x = R + ` + O 2
y = ` + O 2
1
E= m x 2 + y 2 + mgy
2
1 2 2 1
= m` mg` + mg` 2
2 2
che identica allenergia di un pendolo semplice. Dunque le semicirconferenze non
hanno alcun effetto sulle piccole oscillazioni.
Se al posto delle circonferenze si avessero due curve con tangente verticale nellorigine
e raggio di curvatura (sempre nellorigine) , sarebbe possibile riscrivere le coordinate
della massa nella forma
dove Y e Y sono le coordinate della curva e abbiamo usato come parametro la lunghezza
s del filo che si appoggia ad essa. Per piccoli valori si s (e quindi di ) avremo per > 0
1 d2 X d
x= 2
(0)s2 + (` s) (0)s + O(s3 )
2 ds ds
2
dY 1 d2 Y 2 1 d
y= (0) s + 2
(0) s ` + s + ` s2 + O ( s3 )
ds 2 ds 2 ds
e per la velocit
d2 X d d
x = (0)ss + ` (0)s 2 (0)ss + O(s2 s )
ds2 ds ds
2
2
dY d Y d
y = (0)s + 2 (0)ss + s + ` ss + O(s2 s )
ds ds ds
dY
= cos
ds
e che quindi
d2 Y d 1
2
= sin = sin
ds ds
si annulla per = 0. Lenergia per piccole oscillazioni sar quindi a meno di costanti
2
1 ` 1 `
E= m s + mg 2 s2
2 2
M, R
M
m
Figura 5.80.: Sia la macchinina che il disco si muovono, rispettivamente con velocit
angolare M (t) e D (t).
Soluzione
Lunica forza orizzontale che agisce sulla macchinina quella di attrito. La massima
forza di attrito statico deve uguagliare la massa della macchinina per il modulo della
sua accelerazione, che avr una componente tangenziale a T = R M e una componente
centripeta ac = R 2M
q
2
s mg = m ( R M )2 + R 2M
risultato che non dipende dalle masse o dal raggio del disco. I due segni dipendono dai
due possibili versi dellaccelerazione.
Per determinare langolo di rotazione del disco usiamo la conservazione del momento
angolare del sistema, inizialmente nullo. Abbiamo allora
mR2 M + I D = 0
mR2 m m
D = = 2 M =
I M M M2
R
g
Figura 5.81.: La particella arriva sul bordo del fossato perpendicolarmente ad esso, si
stacca e cade sotto lazione della gravit.
Soluzione
Laltezza massima raggiunta rispetto al piano si trova facilmente con la conservazione
dellenergia,
1
mV 2 = mgh
2
da cui
V2
h=
2g
In un sistema di riferimento con origine nel centro della circonferenza determinata dalla
sezione del fossato la traiettoria del punto materiale determinata dalle leggi orarie
1
y = gt2
2
x = R + Vt
nella forma
g
y= ( x + R )2
2V 2
Dato che lintersezione della traiettoria con la semicirconferenza si ottiene quando x2 +
y2 = R2 , quindi conviene usare la parametrizzazione x = R cos , y = R sin . Abbiamo
quindi una prima relazione
gR
sin = (1 + cos )2 (5.93.1)
2V 2
~v0 = ~v 2 (~v n ) n
~v x = 2 (~v n ) (n x )
Dato che
cos
n =
sin
esplicitamente questo significa
r
2 2gR
2 cos 1 = 2 sin cos sin
V2
ossia, usando la (5.93.1)
2gR
2 cos2 1 = sin cos (1 + cos ) (5.93.2)
V2
Dividendo membro a membro la (5.93.2) per la (5.93.1) otteniamo lequazioneda cui
1
cos = 1
2
Sostituendo nella (5.93.1) otteniamo
3/4
p 1 p
V= gR 2 ' 0.935 gR
2
m `/2 `/2 m
Figura 5.82.: Il punto medio della sbarra appoggiato alla sommit del cilindro. La
sbarra rotola senza strisciare, in altre parole il punto della sbarra a contatto
con il cilindro istante per istante fermo.
Soluzione
Usiamo come coordinata langolo tra la direzione verticale e il segmento che congiunge
il centro del cilindro con il punto di contatto, come in Figura (5.83).
m
`
2 + R
`
2 R
g
m
R
Figura 5.83.: Il punto medio della sbarra appoggiato alla sommit del cilindro. La
sbarra rotola senza strisciare, in altre parole il punto della sbarra a contatto
con il cilindro istante per istante fermo.
Scegliendo un sistema di riferimento con origine nel centro del cilindro, possiamo
Soluzione1
Per unorbita circolare di raggio r la massa per laccelerazione centripeta deve essere
uguale alla forza radiale
V 2 (r ) U
m = Fr =
r r
Inserendo lespressione della velocit otteniamo
dU Km
=
dr r 1 + rr0
cio q
L2 + L L2 + 4Km2 r02
r=r =
2Km2 r0
corrispondente allorbita circolare di momento angolare L (e energia E = Ue f f (r )).
Se la distribuzione di massa della galassia sferica deve essere
GmM(r )
Fr (r ) =
r2
dove M (r ) la parte della massa totale contenuta in una sfera di raggio r. Se con-
frontiamo questa espressione della forza radiale con quella ottenuta precedentemente
abbiamo
Km GmM(r )
=
r 1+ r r2
r0
Kr2 Kr0
lim M (r ) = lim =
r r r G
Gr 1 + r0
v0
m M
Figura 5.84.: La particella urta contro il piano inclinato: in quel momento ha una velocit
~v = v0 x.
Soluzione
Indichiamo con R(t) la forza di reazione che il lato obliquo del cuneo esercita sul pro-
iettile durante lurto. Possiamo allora scrivere le equazioni del moto, sempre durante
lurto, nella forma
ma x (t) = R(t) sin
may (t) = R(t) cos mg
MA x (t) = R(t) sin N (t)
0 = R(t) cos + N (t) Mg (5.96.1)
Abbiamo indicato con a x , ay le componenti dellaccelerazione del proiettile, con A x
laccelerazione del cuneo e con N la reazione normale del piano su cui il cuneo appog-
giato. Se linterazione tra proiettile e cuneo avviene per 0 < t < possiamo integrare le
equazioni precedenti in tale intervallo , ottenendo
mv x (t) = mv0 I (t) sin
mvy (t) = I (t) cos mgt
MVx (t) = I (t) sin [ I (t) cos + Mgt]
dove t
I (t) = R(t0 )dt0
0
Ma adesso inseriamo le espressioni delle velocit durante lurto ricavate dalle (5.96.2)
ottenendo
1 1 2
L= R(t) v0 sin + I (t) + I (t) sin cos sin dt
0 m M
Notare che abbiamo nuovamente trascurato le forze peso, dato che siamo sempre inte-
ressati al limite di urto istantaneo. Dato che la forza conservativa deve essere L = 0,
quindi
1 1 2
+ sin cos sin R(t) I (t)dt = v0 sin R(t)dt
m M 0 0
Sappiamo gi che lintegrale a destra vale I . Per calcolare quello a sinistra osserviamo
e quindi
che R = I,
1 d 2 1
R(t) I (t)dt =
I (t) I (t)dt = I dt = I 2
0 0 2 0 dt 2
Otteniamo infine
2v0 sin
I =
1
m + 1
M sin2 cos sin
Se sostituiamo nellespressione per la variazione dellenergia ricavata precedentemente
otteniamo
( 2
)
1 1
m + M (sin cos )
E = I 1 1 2
1 v0 sin
m + M sin cos sin
1
= M1 I 2 (sin cos ) cos
2
Notiamo che in assenza di attrito ( = 0) lenergia si conserva. Lo stesso accade per
= /2: questo risultato in apparenza sorprendente dipende dal fatto che quando il
lato obliquo del cuneo diviene verticale la reazione N (t) non pi impulsiva, e quindi
lattrito si pu trascurare durante lurto.
Soluzione
Riprendiamo dallesercizio precedente i due risultati incriminati. Il primo riguarda la
velocit del cuneo immediatamente dopo lurto, che riscriviamo nella forma
1
E = M1 I 2 (tan ) cos2
2
Se < tan non succede niente di particolare. Al contrario se > tan durante lurto
apparentemente si ha sempre E > 0, inoltre se
M
< sin cos (tan ) < 0
m
si trova anche Vx < 0.
Per risolvere il paradosso osserviamo che nellesercizio precedente le equazioni sono
state scritte utilizzando due assunzioni implicite:
1. la velocit del cuneo Vx positiva: in caso contrario la forza di attrito cambia segno
Affinch la seconda assunzione sia consistente, necessario che R(t) > 0, come segue
dalla quarta equazione delle (5.96.1). In particolare deve essere I > 0, ma dato che
2Mv0 sin
I = M
m + sin cos (tan )
M
sin cos (tan ) <
m
Tolta questa possibilit, avremo E < 0 se Vx > 0 e E > 0 se Vx < 0.
~F = ~r
r4
dove ~r il vettore posizione e una costante.
Soluzione
La forza attrattiva se < 0 e repulsiva altrimenti. Dato che anche centrale si conserva
il momento angolare. Inoltre la forza conservativa: possiamo verificare che lenergia
potenziale corretta
1
U (r ) =
2 r2
dato che
U r x
= 3 = 4 = Fx
x r x r
e cos via per le altre componenti. Quindi le quantit
1 1
E = m r 2 + r2 2 + 2
2 2r
L = mr2
Figura 5.85.: Alcuni esempi di orbite. Le prime 8 traiettorie, da sinistra verso destra
e dallalto verso il basso, corrispondono al caso 1. per k = 2/n e n =
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8. La traiettoria in basso a sinistra corrisponde al caso 2. (per
a = 1/5). La traiettoria in basso a destra corrisponde al caso 3., per r0 = 1
e k = 1. In questultimo caso non possibile apprezzare dalla figura il
numero infinito di rivoluzioni attorno allorigine.
r cos = x = r0
2. Se mL2 = 1 si ha
1
u= = a ( + )
r
e quindi a meno di una rotazione
1
r=
a
La traiettoria si pu descrivere come una spirale che si avvicina allorigine ruotan-
do infinite volte attorno ad essa. Un caso particolare rappresentato in Figura 5.85,
in basso a sinistra.
Soluzione
La forza centrale sar data in un sistema non rotante da
~F = A(r, )~r
dove A(r, ) una funzione arbitraria e ~r il vettore posizione della particella (r = |~r |).
Scegliamo un sistema rotante con asse x nella direzione della particella. Potremo scrivere
lequazione del moto lungo tale asse nella forma
m x = A ( x, (t)) x + m 2 (t) x
dove si tenuto conto della forza centrifuga e (t) langolo di rotazione, che non
possiamo conoscere prima di avere risolto il problema.
Nel sistema scelto la particella non accelera in direzione y, quindi la relativa equazione
del moto diviene una condizione di equilibrio
my = 0 = mx (t) 2m x (t)
Infatti moltiplicando per onservazione del momento angolare. Infatti moltiplicando per
x troviamo
mx2 (t) + 2mx x (t) = 0
ma questo si pu anche scrivere come
d 2
mx (t) = 0
dt
e la quantit tra parentesi esattamente il momento angolare della particella in un
sistema non rotante
mx2 (t) = L
In conclusione possiamo scrivere le equazioni del moto nella forma
L2
m x = A ( x, ) x +
mx3
L
=
mx2
Se A non dipende dallangolo abbiamo unulteriore legge di conservazione. Infatti
L2
m x x = A ( x ) x x + x
mx3
da cui
d 1 2 d L2
m x = A( x ) x +
xdt
dt 2 dt mx3
d L2
= A( x ) x + dx
dt mx3
d L2
= A( x ) xdx
dt 2mx2
L2
Ue f f = U +
2mx2
pu essere interpretato come potenziale che descrive le forze nel sistema che ruota
insieme alla particella.
dove ~F12 la forza che il corpo 1 (che si trova nella posizione ~r1 ) esercita sul corpo 2 (che
si trova nella posizione ~r2 ).
Soluzione
Iniziamo scrivendo le equazioni del moto per le due masse puntiformi. Dato che lunica
forza quella gravitazionale abbiamo
d2~r1 m1 m2
m1 = G (~r1 ~r2 )
dt2 |~r1 ~r2 |3
d2~r2 m1 m2
m2 = G (~r1 ~r2 )
dt2 |~r1 ~r2 |3
Servono quindi 6 coordinate (ad esempio le 3 coordinate cartesiane delle due masse)
per descrivere una configurazione del sistema. Dato che le forze che si esercitano sulle
due masse sono uguali e opposte abbiamo la conservazione della quantit di moto
totale. Questo si verifica direttamente sommando membro a membro le due equazioni
precedenti, e ottenendo
d d~r1 d~r2
m1 + m2 =0
dt dt dt
che ci dice effettivamente che la quantit di moto totale
~P = m1 d~r1 + m2 d~r2
dt dt
costante. Alternativamente possiamo dire che laccelerazione del centro di massa
zero,
d2 m1~r1 + m2~r2 d2~rCM
= =0
dt2 m1 + m2 dt2
Quindi il centro di massa si muove di moto rettilineo uniforme, e possiamo scegliere
un sistema di riferimento nel quale esso si trova in quiete nellorigine. Abbiamo quindi
determinato il moto di 3 dei 6 gradi di libert del sistema.
Unaltra variabile conveniente per descrivere il sistema la posizione della massa m1
relativa alla massa m2 ,
~r = ~r1 ~r2
che si verificano imediatamente. Sar quindi sufficiente trovare ~r: per farlo moltiplichia-
mo per m2 : per farlo moltiplichiamo per oto precedenti e per m1 la seconda, e sottraiamo
membro a membro. Abbiamo
d2 m1 m2
m1 m2 (~r1 ~r2 ) = (m1 + m2 ) G (~r1 ~r2 )
dt 2
|~r1 ~r2 |3
ossia
d2~r m m2
= G 1 3 ~r
dt2 |~r |
dove = m1 m2 /(m1 + m2 ) la massa ridotta del sistema. Queste sono tre equazioni
del moto (non indipendenti tra loro) che permettono in linea di principio di calcolare
la posizione relativa in funzione del tempo, per date condizioni iniziali. Formalmente
sono equazioni per una massa puntiforme fittizia che si muove sotto lazione di una
forza centrale. Da questo segue che avremo una costante del moto, il momento angolare
~L = ~r d~r
dt
Inoltre la forza centrale anche conservativa. Questo si verifica immediatamente notan-
do che la possiamo ottenere a partire dal potenziale
m1 m2
U = G
r
Verifichiamo questa affermazione: deve essere
U m1 m2 1 1 r
Fx = = G = Gm1 m2 = Gm1 m2 2
x x r x r r x
ma q
r 1 1 x
= x 2 + y2 + z2 = p 2x =
x x 2 x +y +z
2 2 2 r
e quindi
x
Fx = Gm1 m2
r3
che effettivamente la componente x dellattrazione gravitazionale. Calcoli assoluta-
mente analoghi permettono di verificare che il potenziale da anche la corretta compo-
nente y e z.
L = r2
e lenergia come
1 2 1 2 2 m1 m2
E= r + r G
2 2 r
Entrambe queste quantit si conservano, in particolare possiamo usare la prima per
determinare la velocit angolare in funzione della distanza dal centro,
L
= 2 (5.100.1)
r
1 2 L2 Gm1 m2
E= r + 2
2 2r r
L2 Gm1 m2
Ue f f =
2r2 r
1 2
r = E Ue f f (r )
2
e dato che deve essere non negativa, per un fissato valore di E il moto sar possibile solo
per i valori di r tali che
Ue f f (r ) < E
Possiamo sfruttare questo fatto per una prima discussione qualitativa delle orbite.
Per piccoli valori di r il termine proporzionale a r 2 del potenziale efficace (il cosid-
detto potenziale centrifugo) dominante, e quindi
lim Ue f f (r ) = +
r 0
Uef f (r)
rN E>0
r rc r+ E=0
r
E = Emin
Figura 5.86.: Caratteristiche qualitative delle orbite per il problema di Keplero. Il grafico
azzurro rappresenta il potenziale efficace, per un fissato valore di L. Le
rette verdi tratteggiate rappresentano possibili valori dellenergia E.
lim Ue f f (r ) = 0
r +
dUe f f L2 Gm1 m2
= 3+
dr r r2
si annulla in
L2
rc =
Gm1 m2
e il potenziale efficace assume in rc il valore
G2 m21 m22
Ue f f (rc ) =
2L2
e ancora una volta la particella si avviciner al centro fino ad una distanza r N per
poi sfuggire allinfinito. Questa volta per la velocit radiale rimarr positiva per
r .
Passiamo adesso ad uno studio pi dettagliato della forma delle orbite.
Conviene a questo punto introdurre la nuova variabile u = 1/r. La sua derivata rispetto
allangolo legata a quella di r dalla relazione
dr 1 du
= 2
d u d
e sostituendo nellenergia troviamo
2
L2 du L2 2
E= + u Gm1 m2 u
2 d 2
dE L2 du d2 u L2 du du
= 2
+ u Gm1 m2 =0
d d d d d
d2 u Gm1 m2
+u =
d 2 L2
Questa equazione determina la traiettoria, ed formalmente identica a quella cheun
oscillatore armonico sottoposto a una forza costante (con che gioca il ruolo del tempo).
La soluzione generale pu essere scritta nella forma
Gm1 m2
u = A cos ( + ) +
L2
dove le costanti A e dipendono dalle condizioni iniziali. In particolare sostituendo
nellenergia possiamo determinare A in funzione delle costanti del moto. Abbiamo
2
2E du 2Gm1 m2
= + u2 u
L2 d L2
e quindi
2
2 2E Gm1 m2
A = +
L2 L2
dove
L2
p =
Gm1 m2
s
2
L2 2E Gm1 m2
e = +
Gm1 m2 L2 L2
Variando otteniamo orbite della stessa forma, ma ruotate di tale angolo. Senza perdere
generalit possiamo quindi limitarci a = 0. Inoltre anche un cambiamento di segno di
e sar equivalente ad una rotazione di dellorbita, e potremo limitarci a considerare il
caso e 0 corrisponde a minima energia accettabile, corrispondente allorbita circolare,
corrisponde a e = 0: in tutti gli altri casi lespressione sotto radice positiva).
Possiamo adesso discutere la forma delle orbite. Scrivendo lEquazione (5.100.2) nella
forma
r = p er cos
ed elevando al quadrato otteniamo
1 e2 x2 2pex + y2 = p2
e si vuole calcolare la sua risposta. Discutere il risultato in funzione dei parametri del
problema.
Soluzione
Lequazione del moto per t > 0 si pu scrivere nella forma
k F0
x + x= cos t
m m
e sappiamo che la sua soluzione generale data dalla somma di una soluzione partico-
lare e della soluzione generale dellequazione omogenea. La soluzione generale cercata
unoscillazione libera
xom (t) = a cos 0 t + b sin 0 t
con 02 = k/m. Determiniamo adesso una soluzione particolare: sappiamo che per
6= 0 possiamo cercarla nella forma
1 F
A = 0
02 2
m
B = 0
1 F0
x (t) = a cos 0 t + b sin 0 t + cos t
02 2
m
1 F
x (0) = a + 0 =0
02 2
m
x (0) = b0 = 0
da cui
1 F
x (t) = 0 (cos t cos 0 t)
02 2 m
Cerchiamo adesso di ottenere la soluzione nel caso = 0 come limite della precedente.
Abbiamo
F0 cos t cos 0 t
x (t) = lim
0 m 02 2
Applicando il teorema di de lHpital
F0 t sin t F0
x (t) = lim = t sin 0 t
0 m 2 2m0
Soluzione
Per unorbita circolare deve essere
U k k
2
mr = = 2
+ er/r0
r r rr0
da cui s
mer03
T = 2
2k
Lenergia del sistema si pu scrivere nella forma
1 2 L2 k
E= mr + er/r0
2 2mr2 r
Per lorbita circolare sappiamo che ed inoltre
E = E0 = 0
L2 = L20 + L2
E = E
Introducendo una nuova coordinata proporzionale alla deviazione radiale dalla traiet-
toria circolare,
r = r0 +
possiamo scrivere lenergia del sistema nella forma
Notare che al secondo ordine nella deviazione stato sufficiente sostituire con il suo
valore imperturbato della traiettoria circolare originaria. Di conseguenza lorbita si pu
chiudere solo se la frequenza delle oscillazioni radiali appena determinata in rapporto
razionale con linverso del periodo di rotazione, determinato precedentemente. Ma nel
caso considerato questo non vero, dato che
s
1 1 2k
= = f 2
T 2 mer03
x0 (t) = a cos t
y0 (t) = b sin t
cio su una ellisse di semiassi a e allineati agli assi coordinati. Determinare la traiettoria
della massa a regime.
Soluzione
Scriviamo le equazioni del moto nella forma
m x + x + kx = ka cos t
my + y + ky = kb sin t
mz + z + kz = keit
k
z= eit
m 2 + i + k
m
hi
R
M
Soluzione3
Domanda 1 Indichiamo con Xi la posizione orizzontale iniziale del centro di massa
della sola scodella. Per il centro di massa del sistema avremo
MXi + m ( Xi R)
Xcm,i = (5.104.1)
M+m
Al momento del distacco avremo
M ( Xi + d ) + m ( Xi + d + R )
Xcm, f = (5.104.2)
M+m
dove d lo spostamento cercato. Ma dato che la componente orizzontale della quantit
di moto del sistema si conserva ed inizialmente nulla sar Xcm,i = Xcm, f , quindi
MXi + m ( Xi R) M ( Xi + d ) + m ( Xi + d + R )
= (5.104.3)
M+m M+m
e risolvendo troviamo
2mR
d= (5.104.4)
m+M
3 Scritto del 9 marzo 2011
0 = mv x + MV = m (v x V ) + ( M + m) V = (m + M )V (5.104.5)
1 2 1
mghi = mv + MV 2 (5.104.6)
2 2
dove abbiamo indicato con v, V le velocit della particella e della scodella (entrambe
orizzontali quando la prima si trova nel punto pi basso). Inoltre dalla conservazione
della quantit di moto orizzontale abbiamo
0 = mv + MV (5.104.7)
e quindi
m
V= v (5.104.8)
M
Sostituendo otteniamo
1 m 2
mghi = m 1+ v
2 M
e quindi s
M
v= 2ghi (5.104.9)
m+M
ma x = N sin (5.104.11)
dove N la reazione vincolare della scodella. Se scriviamo lequazione del moto per la
particella nella direzione radiale abbiamo invece
v2
m = mg cos + N (5.104.12)
R
1
mghi = mgR(1 cos ) + mv2 (5.104.13)
2
Sostituendo nellala velocit in funzione della posizione. Sostituendo nella (5.104.11)
otteniamo
hi
N = 2mg 1 + cos + mg cos (5.104.14)
R
e quindi
hi
F = mg 2 1 + 3 cos sin (5.104.15)
R
Cerchiamo il minimo:
dF hi
= mg 2 1 + 3 cos cos + 3mg sin2 = 0 (5.104.16)
d R
cio
1
cos2 + 2 cos =0 (5.104.17)
2
dove abbiamo posto per semplicit
1 hi
= 1 (5.104.18)
6 R
Risolvendo troviamo r
1
cos = 2 + (5.104.19)
2
Scartando la soluzione negativa (non corrisponde ad una posizione sulla scodella) e
sostituendo abbiamo
r !s r
1 1 1
F = 3mg 3 + 2 + 22 + 2 2 + (5.104.20)
2 2 2
Soluzione
Descriviamo la traiettoria usando coordinate polari nel piano passante per il centro di
forza e perpendicolare a ~L. Come abbiamo verificato in un esercizio precedente questa
si pu scrivere nella forma
p
R=
1 + e cos ( + )
dove per una traiettoria ellittica 0 < e < 1. La posizione del punto di massimo avvi-
cinamento corrispondono dunque a = , e quindi le componenti cartesiane di n
sono
cos
n = sin
0
pR
R cos ( + ) =
e
ossia
pR
n x cos + ny sin = n er =
eR
Derivando questa espressione rispetto al tempo otteniamo
p
n e = R
eR2
In questa espressione non abbiamo pi quantit che dipendono da una particolare scelta
del piano orbitale, quindi il risultato sar vero in generale.
Per specificare un versore in tre dimensioni sono necessari due parametri (ad esempio
i due parametri angolari delle coordinate sferiche). Sappiamo per che n giace nel
piano dellorbita, che completamente determinato dal momento angolare. Resta quindi
ununica nuova quantit conservata.
Osserviamo infine che il vettore
~
~ = kmen = ~P ~L km R
A
R
~ una
diretto come n noto come vettore di Lenz. Da quanto abbiamo visto segue che A
costante del moto per il problema di Keplero.
Z m2
m1
X
Figura 5.89.: Il cono sul quale si muove la particella di massa m1 . La massa m2 fissa nel
vertice.
Una particella di massa m1 si muove vincolata ad un cono senza attrito, con angolo
di apertura 2, sotto lazione della sola interazione gravitazionale con una massa m2
fissata sul vertice. In coordinate cilindriche lequazione del cono
= z tan (5.106.1)
1. Scrivere le costanti del moto del sistema in termini delle sole coordinate e .
Soluzione
Domanda 1 Le costanti del moto del problema sono lenergia totale e la proiezione del
momento angolare lungo lasse z. Lenergia si conserva perch la forza gravitazionale
conservativa, e il lavoro da essa fatto sar incluso nellenergia totale come energia
potenziale. Lunica altra forza che agisce sulla massa m1 la reazione vincolare del cono,
ma dato che il vincolo privo di attrito questa perpendicolare alla superficie e quindi
allo spostamento, per cui non fa lavoro.
Domanda 2 Data la forma del vincolo unorbita circolare una traiettoria a costante.
La seconda legge della dinamica si scrive quindi nella forma
Gm1 m2
m1 2 e + e = ~R 3
~r21 (5.106.3)
r12
dove ~R la reazione vincolare del cono e ~r12 il vettore che unisce il vertice del cono
alla particella di massa m1 . Dato che ~R normale alla superficie e quindi a ~r12 conviene
proiettare lungo questultimo lequazione precedente, ottenendo
Gm2
2 e ~r12 = (5.106.4)
r12
dato che ~r12 e = 0. Inoltre e ~r12 = e quindi
Gm2 sin
2 = (5.106.5)
3
da cui s
2 Gm2 sin
= = (5.106.6)
T 3
ossia
3/2
T = 2 (5.106.7)
Gm2 sin
Alternativamente si poteva eliminare dallenergia ottenendo il potenziale efficace
2
1 L2z Gm1 m2 sin
E = m1 + 2
(5.106.8)
2 sin 2m1
che minimo al valore di corrispondente allorbita circolare. Derivando rispetto a 1
otteniamo
L2z
Gm1 m2 sin = 0 (5.106.9)
m1
ossia
L2z
= (5.106.10)
Gm21 m2 sin
daltra parte sostituendo Lz otteniamo
3
2 = (5.106.11)
Gm2 sin
che coincide col risultato precedente.
dE L2z du d2 u L2z du du
= 2 2
+ u Gm1 m2 sin = 0
d m1 sin d d m1 d d
L2z d2 u L2z
+ u = Gm1 m2 sin (5.106.14)
m1 sin2 d2 m1
1 Gm21 m2 sin
u= = + A cos ( sin + ) (5.106.15)
L2z
si possono interpretare come coordinate polari nel piano in cui stato incollato il cono
tagliato. In tali coordinate il problema indistinguibile da quello di Keplero, come si
pu verificare riscrivendo le costanti del moto
1 Gm1
E= m r 2 + r2 2 (5.106.18)
2 r
Lz
L0z = = m1 r2 (5.106.19)
sin
se si eccettua il fatto che non tutto il piano ricoperto dal cono se < /2 (oppure
ricoperto pi volte se > /2). Avremo quindi, ad esempio, orbite ellittiche che per
andranno collegate sui due bordi del taglio, che dovranno essere identificati. Questo
equivarr ad un angolo di precessione delle orbite di = sin 2
. Vedere la Figura 5.90 e
la discussione del problema
v0
Una massa m sospesa al soffitto mediante una molla di costante elastica k e lunghezza
a riposo nulla. Si trova inizialmente nella posizione di equilibro. Un proiettile di massa
m0 = m la urta orizzontalmente con velocit v0 , rimanendo attaccato ad essa. Lurto
istantaneo.
1. Calcolare la velocit delle due masse immediatamente dopo lurto.
2. Per quali valori di e v0 le masse urtano il soffitto?
3. Calcolare il massimo allungamento della molla, nel caso = 1
Soluzione
Domanda 1 Durante lurto le sole forze importanti sono quelle impulsive tra la massa
sospesa e quella in arrivo. Dato che si tratta di forze interne, la quantit di moto si
conserva e quindi
mv0 x = ( + 1) m~v (5.107.1)
quindi la velocit finale sar orizzontale e varr
~v = v0 x (5.107.2)
+1
Domanda 2 Immediatamente dopo lurto le equazioni del moto per la massa risultante
saranno
( + 1)m x + kx = 0 (5.107.3)
( + 1)my + ky = ( + 1)mg (5.107.4)
quindi il moto sar la composizione di unoscillazione orizzontale attorno alla po-
sizione di equilibrio x = 0, e di una verticale attorno alla posizione di equilibrio
mg
y = ( + 1) k . Entrambe le oscillazioni avranno la frequenza angolare
s
k
= (5.107.5)
m ( + 1)
di conseguenza A = mg/k, B = 0 e
mg
y(t) = [ cos t ( + 1)] (5.107.9)
k
In altri termini, lampiezza di oscillazione la differenza tra la quota iniziale e quella
di equilibrio. Ma allora il massimo valore di y raggiungibile sar quello iniziale, y(0) =
mg/k, e la massa non potr mai urtare il soffitto.
O
mg
k
P
mg
k
E
mg
k B
A
x (0) = C = 0 (5.107.11)
1
x (0) = D = v0 (5.107.12)
2
otteniamo
v0
x (t) = sin t (5.107.13)
2
Possiamo adesso scrivere lallungamento della molla nel caso = 1 come
2 2 2 v20 2 g2 2
` (t) = x (t) + y(t) = sin t + 2 2 (cos t 2) (5.107.14)
4 2 v0
d `2 v2
= 0 22 + 1 2 cos t sin t = 0
dt 2
e si annulla per sin t = 0, che corrisponde ai due allungamenti quadri
( v20 2
1
v2
`2 (t) = 02 2 (1 2)2 = 4 2
v20 2
(5.107.15)
4 9
4 2
22
cos t = (5.107.16)
2 1
che accettabile (perch minore di 1 in modulo) nellintervallo 0 < < 1/ 3. La
lunghezza corrispondente
1 v20 1 + 32
`2 ( t ) =
4 2 1 2
che sempre lallungamento massimo in questo intervallo.
Si pu interpretare graficamente questo risultato. La traiettoria una delle ellissi in
Figura (5.92): il semiasse verticale vale sempre mg/k, quello orizzontale tanto pi
grande quanto maggiore la velocit iniziale. Se il semiasse orizzontale piccolo (
grande) la distanza massima tra O e un punto dellellisse OA. Quando il semiasse
orizzontale diviene abbastanza grande il massimo diviene OB. Dalla figura chiaro che
questo accade quando il raggio di curvatura della traiettoria in A diviene maggiore di ,
cio quando
2 2 v 2
mg v x k 0 1 v0 2
(2 + 1) < A = = =
=
k a A y A mg 2 2 g 2
cio per
(2 + 1) 2 < 1
che per = 1 si riduce alla condizione trovata precedentemente < 1/ 3.
3. Calcolare la frequenza delle piccole oscillazioni radiali attorno alle orbite circolari.
Soluzione4
Domanda 1
Si conserva la somma di energia cinetica e potenziale gravitazionale, e la componente
verticale del momento angolare rispetto ad un polo posto nellorigine (o pi in generale
sullasse z). Infatti, la reazione vincolare normale alla superficie e quindi alla velocit
del punto materiale, quindi non fa lavoro. Inoltre posta la particella in in punto arbitrario
sulla superficie, se consideriamo il piano determinato dal suo vettore posizione rispetto
al polo e dallasse z vediamo che esso contiene anche tutte le forze presenti (reazione
vincolare e forza di gravit). Quindi il momento sar perpendicolare a tale piano, e non
potr avere una componente verticale.
Domanda 2
Supponiamo che la particella si muova in unorbita circolare di raggio rc . Dato che il
momento angolare conservato la velocit angolare costante. Inoltre avremo, usando
coordinate cilindriche (, , z)
mz = N cos mg = 0 (5.108.1)
e
mrc 2 = N sin (5.108.2)
dove la pendenza della superficie nel punto considerato,
dz 1
tan = = . (5.108.3)
d 4rc
Risolvendo otteniamo
r 1/4
g g2 r c
v = rc = rc tan = (5.108.4)
rc 4
4 Primo problema scritto 11/9/2008
Domanda 3
Scriviamo lenergia totale nella forma
1
E= m z 2 + r 2 + r2 2 + mgz (5.108.5)
2
e il momento angolare lungo z:
Lz = mr2
e usando il
Possiamo adesso eliminare r e tenendo conto del vincolo (r = 2zz)
momento angolare, ottenendo
1 L2z
E= m 1 + 42 z2 z 2 + + mgz (5.108.6)
2 2m2 z4
che sviluppiamo per piccole variazioni attorno allorbita circolare. Questa corrisponde
ad unenergia uguale al minimo del potenziale effettivo. Poniamo
z = zc + , z = (5.108.7)
1 5L2z 2
E E0 = m 1 + 42 z2c 2 + (5.108.8)
2 m2 z6c
a b
Soluzione5
Domanda 1
La velocit iniziale v si pu calcolare scrivendo lenergia totale in r = a e r = b:
L2 k
E = 2
2mb b
L2 k
E = 2
2ma a
5 Secondo problema scritto 30/3/2007
1~
~vc = v + Q.
m
Se la nuova orbita deve essere circolare chiaro che la nuova velocit deve essere ancora
puramente tangenziale, da cui Q ~ = Q. Inoltre la massa per laccelerazione centripeta
dovranno essere uguali alla forza radiale,
v2c k
m = 2
b b
da cui 2
k Q
= v2c = v+
mb m
e quindi
r ! r r !
~ = mk mk 2a
Q mv = 1 .
b b a+b
Domanda 2
Unorbita corrisponde alla caduta sul centro di forze quando il momento angolare
nullo, limpulso dovr quindi essere applicato in modo tale da annullarne il valore
iniziale. Scrivendo separatamente la componente radiale e tangenziale
~ = Q + Qn n
Q
abbiamo la condizione
~L = ~L = bn ( Q + Qn n )
da cui
L = mvb = bQ
~ corrisponde ovviamente a Qn = 0
mentre Qn resta arbitrario. Il modulo minimo di Q
ed abbiamo r
~ = mv = km 2a
Q
b a+b
che corrisponde allimpulso necessario a fermare la particella nella posizione in cui si
trova.
Domanda 3
Per ottenere unorbita illimitata sufficiente avere E > 0. Dopo lapplicazione dellim-
pulso lenergia totale vale
2
1 Qr (mvb + Q b)2 k
E= m +
2 m 2mb2 b
da cui
2mk
Q2r + (mv + Q )2 .
b
Sviluppando i quadrati
2mk
Q2r + Q2 + 2mvQ + m2 v2
b
vediamo che il modo pi efficiente di aumentare il membro destro quello di applicare
limpulso tangenzialmente (a causa del termine lineare in Q ). Quindi avremo un Q
minimo dato da
2mk
Q2 + 2mvQ + m2 v2 =0
b
ossia r r r
2mk 2mk a
Q = mv + = 1
b b a+b
Soluzione6
Domanda 1
Conviene descrivere il moto in un sistema di coordinate polari. La formica avr una
velocit radiale uguale a v0 er e una velocit tangenziale (dovuta al trascinamento del
disco) uguale a r e . Daltra parte lespressione generale della velocit in coordinate
polari
~v = r er + r e (5.110.1)
e quindi
r = v0 (5.110.2)
= . (5.110.3)
Possiamo integrare direttamente queste equazioni, e imponendo le condizioni iniziali
abbiamo
r = R v0 t (5.110.4)
= 0 + t (5.110.5)
da cui
v0
r = R
( 0 ) . (5.110.6)
La traiettoria la combinazione di un moto uniforme in direzione radiale e di una
rotazione uniforme, cio una spirale di passo costante. In realt langolo percorso prima
di raggiungere il centro dato da
R
( 0 ) = <1 (5.110.7)
v0
ed quindi sempre inferiore ad un radiante. La traiettoria rappresentata in Figura 5.94
per diversi valori di R/v0 .
6 Secondo esercizio scritto 12/11/2008
1.0
0.5
-0.5
-1.0
Figura 5.94.: Alcune possibili traiettorie sul disco, corrispondenti a R/v0 = 1/2 (blu)
e R/v0 = 1 (verde). Per confronto riportata anche una traiettoria
corrispondente a R/v0 = 10 (in rosso).
Domanda 2
Domanda 3
Per muoversi radialmente la formica deve dirigere parte della sua velocit nella direzio-
ne tangenziale, in modo da annullare il trascinamento del disco. Detto langolo tra la
v0 sin = r (5.110.10)
v0 cos = r . (5.110.11)
1 dr
1= r 2 dt . (5.110.14)
v0 1 r
v0
cio
R
dr 1 R
T= r 2 = arcsin . (5.110.17)
0 v0
v0 1 r
v0
3m m
3m m k
(a) (b)
Un proiettile urta come in Figura 5.95-( a) un bersaglio tenuto da una molla di lun-
ghezza nulla e costante elastica k. Il proiettile ha massa tripla del bersaglio, lurto ha una
durata trascurabile ed elastico.
1. Si calcoli la velocit di bersaglio e proiettile appena dopo lurto.
2. Si calcoli la massima elongazione della molla.
3. Ora il bersaglio tenuto fermo a distanza ` dalla posizione di equilibrio al momen-
to dellurto, in maniera che la molla sia perpendicolare alla velocit del proiettile
come in Figura 5.95-(b). Si calcoli il momento angolare del bersaglio (sempre dopo
lurto) e quindi la massima elongazione della molla.
Soluzione7
Domanda 1
Durante lurto, che avviene in un tempo molto breve, la molla rimane di lunghezza nulla.
Si pu considerare quindi il bersaglio come una massa libera, e varr la conservazione
dellenergia
3 2 3 1
mv0 = mv2p + mv2b (5.111.1)
2 2 2
e della quantit di moto
3mv0 = 3mv p + mvb (5.111.2)
dove abbiamo indicato con v p e vb le velocit finali di proiettile e bersaglio. Risolvendo
il sistema si ottiene la soluzione
v p = v0 (5.111.3)
vb = 0 (5.111.4)
7 Primo problema scritto 19/12/2008.
Domanda 2
Dopo lurto lenergia totale Eb della sistema costituito dal bersaglio e dalla molla si con-
serva. Eguagliando lespressione di Eb immediatamente dopo lurto (solo energia cineti-
ca, dato che la molla non allungata) a quella nel momento di massimo allungamento
(solo energia potenziale della molla, dato che la massa ferma) si ottiene
2
1 3 1
m v0 = k2MAX (5.111.7)
2 2 2
e risolvendo r
3 m
MAX = v0 . (5.111.8)
2 k
Notare che si conserva anche il momento angolare del sistema considerato, valutato
rispetto allestremo fisso della molla. Questo perch la forza di richiamo della molla
centrale. Ma questa legge di conservazione non da alcuna informazione utile (Lb = 0
banalmente perch il moto radiale).
Domanda 3
Anche in questo caso dopo lurto si conserva sia lenergia totale Eb che il momento
angolare totale Lb del sistema costituito dal bersaglio e dalla molla. A differenza del caso
precedente entrambe le leggi di conservazione danno informazioni utili. Osservando
che la velocit iniziale del bersaglio vb = 3v0 /2 la stessa dei casi precedenti abbiamo
per lenergia
1 2 k 2 m 2 k
mvb + ` = r + r2 2 + r2 (5.111.9)
2 2 2 2
e per il momento angolare
mvb ` = mr2 (5.111.10)
dove abbiamo espresso la posizione del bersaglio in coordinate polari. Ricavando dalla
relazione (5.111.10)
v `
= b2 (5.111.11)
r
e sostituendo nella (5.111.9) otteniamo
!
v 2 `2
mv2b + k `2 = m r 2 + b 2 + kr2 (5.111.12)
r
m1 ,v0
m2
Nel sistema in Figura 5.96 il pendolo costituito dalla massa m2 e da una bacchetta
rigida di massa trascurabile si trova, al momento dellurto con la massa m1 , in quiete
nella posizione indicata, parametrizzata dallangolo 0 .
1. Supponendo lurto istantaneo e completamente anelastico, trovare se esistono
eventuali quantit conservate durante esso.
2. Trovare lampiezza delloscillazione del pendolo dopo lurto se la velocit iniziale
della massa m1 vale v0 .
3. Per quali valori di 0 lenergia dissipata nellurto massima e minima?
Soluzione8
Domanda 1
Si conserva il momento angolare rispetto al punto di sospensione del pendolo, dato che
lunica forza esterna applicata al sistema ha braccio nullo rispetto ad esso. Scegliendo
coordinate polari possiamo scrivere questa legge di conservazione come
m1 v0 ` cos 0 = (m1 + m2 )`2 (5.112.1)
8 Secondo problema scritto 21/9/2009
Domanda 2 Abbiamo appena calcolato la velocit angolare iniziale del pendolo. Avre-
mo per la conservazione dellenergia
1
(m1 + m2 ) `2 2 (m1 + m2 ) g` cos 0 = (m1 + m2 ) g` cos max (5.112.3)
2
e quindi
2
` 2 v2 m1
cos max = cos 0 = cos 0 0 cos2 0 (5.112.4)
2g 2g` m1 + m2
Domanda 3
Lenergia dissipata nellurto data dalla differenza delle energie cinetiche,
1 1
E = m1 v20 (m1 + m2 ) `2 2 (5.112.5)
2 2
e quindi
1 m1
E = m1 v0 1
2 2
cos 0 . (5.112.6)
2 m1 + m2
Il valore massimo si ha per 0 = /2, nel qual caso tutta lenergia cinetica iniziale
dissipata. Il valore minimo si ha per 0 = 0 e 0 = . In questo caso
1 m1 m2 2
E = v (5.112.7)
2 m1 + m2 0
che corrisponde allenergia disponibile nel centro di massa.
m ~v2
g
0
v1 v3
m m
Tre masse identiche sono collegate da due aste di lunghezza ` e massa trascurabile
come in Figura 5.97. Le masse agli estremi sono vincolate a scorrere su un piano oriz-
zontale, mentre langolo tra le due aste pu variare liberamente, e vale inizialmente
0 .
1. Se v1 (0) = V e v3 (0) = 0 determinare la velocit iniziale della massa intermedia
~v2 (0).
2. Nel caso v1 (0) = v3 (0) = 0 determinare la velocit ~v2 quando la massa intermedia
urta il piano.
3. Se v3 (0) = 0, determinare il minimo valore di v1 (0) che permette alle masse agli
estremi di toccarsi.
Soluzione9
Domanda 1
Posto un sistema di coordinate cartesiane con origine nella posizione della terza massa
abbiamo
x2 = ` sin (5.113.1)
2
y2 = ` cos (5.113.2)
2
per le coordinate della massa intermedia e
x1 = 2` sin (5.113.3)
2
per quella della prima massa. Derivando rispetto al tempo questultima relazione otte-
niamo, allistante iniziale,
0
v1 (0) = ` cos =V (5.113.4)
2
9 Problema compitino 19/12/2008
e quindi
V
= (5.113.5)
` cos 20
Derivando x2 e y2 otteniamo le due componenti della velocit ~v2 :
`
x 2 = v2x = cos (5.113.6)
2 2
`
y 2 = v2y = sin (5.113.7)
2 2
che valutate allistante iniziale danno, utilizzando la (5.113.5),
V
v2x = (5.113.8)
2
V 0
v2y = tan . (5.113.9)
2 2
Domanda 2
Possiamo utilizzare due principi di conservazione, quello dellenergia totale e quello del-
la quantit di moto orizzontale. Dalla seconda segue che il centro di massa del sistema
non si muove orizzontalmente. Ma la posizione orizzontale del centro di massa coincide
con quella della massa intermedia, che quindi si muover solo verticalmente. Ma allora
possiamo scrivere, scegliendo un sistema di coordinate con origine nella proiezione del
centro di massa sul piano orizzontale,
x1 = ` sin (5.113.10)
2
x2 = 0 (5.113.11)
x3 = ` sin (5.113.12)
2
e anche
y2 = ` cos . (5.113.13)
2
Scriviamo adesso lenergia totale conservata. Abbiamo
m 2
E= x 1 + x 32 + y 22 + mgy2 . (5.113.14)
2
Allistante iniziale le masse sono tutte ferme, ed abbiamo
0
E = mgy2 = mg` cos . (5.113.15)
2
Quando la massa intermedia tocca terra = . Quindi
`
x 1 = cos = 0 (5.113.16)
2 2
`
x 3 = cos = 0 (5.113.17)
2 2
ed otteniamo
m 2
E=
y . (5.113.18)
2 2
Eguagliando le due espressioni dellenergia otteniamo infine
r
0
y 2 = 2g` cos (5.113.19)
2
che la velocit cercata.
Domanda 3
Anche in questo caso possiamo usare la conservazione dellenergia e della quantit di
moto orizzontale. Notare che con le condizioni al contorno specificate il centro di massa
si muove anche in direzione orizzontale, ovviamente di moto rettilineo uniforme.
Inizialmente lenergia totale vale
1
E = m v21 (0) + v22x (0) + v22y (0) + mgy2 (5.113.20)
2
che si pu scrivere, utilizzando quanto visto rispondendo alla prima domanda,
1 2 1 2 1 2 2 0 0
E = m Vi + Vi + Vi tan + mg` cos . (5.113.21)
2 4 4 2 2
Gli estremi si toccheranno se = 0. In questo caso avremo
1
E = m 3Vf2 + mg` (5.113.22)
2
dove si usato il fatto che nel caso limite le tre masse si muoveranno solo orizzontal-
mente con la stessa velocit Vf .
La conservazione della quantit di moto orizzontale ci da
1
m Vi + Vi = 3mVf (5.113.23)
2
e quindi
1 5 1 0 0 1 2
mVi2 + tan2 + mg` cos = m 3Vf + mg` (5.113.24)
2 4 4 2 2 2
1 3 2
= m V + mg` (5.113.25)
2 4 i
da cui ricaviamo la velocit iniziale cercata
v
u
u 8g` 1 cos 0
u 2
Vi = t . (5.113.26)
2 + tan2 20
Soluzione10
Domanda 1
Durante lurto le uniche forze impulsive sono quelle che agiscono orizzontalmente tra i
due blocchi. Possiamo quindi trascurare la presenza del pendolo, e la massa del secondo
blocco quindi uguale a quella del primo, perch solo in questo caso questultimo si
ferma.
Domanda 2
La velocit del pendolo sar inizialmente v0 . Nel punto pi alto essa diverr
v2
m = T + mg (5.114.2)
`
da cui 2
v20 v0
T=m 4g mg = m 5g 0 (5.114.3)
` `
cio
p
v0 5g` (5.114.4)
10 Secondo problema scritto 11/9/2008
Domanda 3
Per una inclinazione qualsiasi la tensione sar determinata da
e
v2
m = T mg cos (5.114.6)
`
e risolvendo si trova
T = 3mg (1 + cos ) . (5.114.7)
Imponendo lequilibrio del carrello abbiamo
Fa + T sin = 0 (5.114.8)
N T cos Mg = 0 (5.114.9)
da cui
(1 + cos ) sin
M
s (5.114.12)
(1 + cos ) cos + 3m
(supponendo che sia sempre N > 0). Dobbiamo massimizzare rispetto a il primo
membro. I punti stazionari corrispondono alle soluzioni di
2M 2 M M
1+ cos + 2 + cos + 1 =0 (5.114.13)
3m 3m 3m
1
cos ' (5.114.16)
2
9m
s 3 (5.114.17)
4M
m /4
Soluzione11
Domanda 1
Usiamo la conservazione dellenergia e della quantit di moto orizzontale. Lenergia
totale del sistema si pu scrivere nella forma
1 1 1
E = mV 2 + m v2x + v2y + mgy = mv20,min (5.115.1)
2 2 2
e la quantit di moto orizzontale
Px = mV + mv x = mv0,min . (5.115.2)
Nel caso limite la particella arriva nel punto pi alto del piano inclinato, con velocit
nulla rispetto ad esso (v x = V, vy = 0 ). Allora possiamo scrivere
2 2 1
mV + mg ` = mv20,min
2 2
11 Primo esercizio scritto 31/1/2007
e
1
V= v0,min . (5.115.3)
2
da cui q
v0,min = 2 2g` . (5.115.4)
Domanda 2
Dato che siamo interessati alle sole velocit finali, possiamo trattare il problema come un
urto completamente elastico. In dettaglio, le equazioni per la conservazione di energia
e quantit di moto orizzontale si possono scrivere
1 2 1 1
mv0 = mV 2 + mv2 (5.115.5)
2 2 2
mv0 =mv + mV (5.115.6)
Risolvendo il sistema si trova che particella e piano inclinato si scambiano le velocit,
cio
v = 0 (5.115.7)
V = v0 (5.115.8)
Domanda 3
Abbiamo nuovamente conservazione di energia e di quantit di moto orizzontale. Inol-
tre lenergia potenziale non varia, quindi
1 2 1 1
mv0 = mV 2 + m v2x + v2y (5.115.9)
2 2 2
mv0 = mV + mv x (5.115.10)
Abbiamo infine un vincolo da imporre, cio il fatto che per t > 0 la velocit relativa della
particella rispetto al piano inclinata di /4 rispetto allorizzontale. Questo significa
v x V = vy (5.115.11)
Usando le ultime due relazioni per esprimere la conservazione dellenergia in funzione
di V abbiamo
v20 = V 2 + (v0 V )2 + (v0 2V )2 (5.115.12)
che da !
1 3
V= 1 v0 . (5.115.13)
2 3
La soluzione accettabile quella con il segno negativo, la sola che corrisponda ad una
velocit verticale positiva della particella:
1
vy = v0 2V = v0 (5.115.14)
3
m2
m1
Soluzione12
Domanda 1
Facendo riferimento al diagramma delle forze in Figura 5.100, allequilibrio deve essere
N1 = m2 g + T cos 0 (5.116.1)
FA = T sin 0 (5.116.2)
e daltra parte | FA | s N1 da cui
s (m1 + m2 ) g m1 g tan 0 (5.116.3)
cio
m1
s tan 0 (5.116.4)
m1 + m2
12 Secondo esercizio scritto 31/1/2007
N1
m2
FA
0 T m1 g
N2
T
m1
m2 g
Figura 5.100.: Diagramma delle forze. Sono rappresentate le forze applicate alle due
masse.
Domanda 2
In assenza di attrito vale la conservazione dellenergia totale. Inoltre nella configurazio-
ne finale la massa m1 ferma. Possiamo quindi scrivere
1
m1 g` cos 0 = m1 g` + m2 v22 (5.116.5)
2
da cui r
m1
v2 = 2 g` (1 cos 0 ) . (5.116.6)
m2
Domanda 3
Scriviamo ancora una volta la conservazione dellenergia confrontando la configurazio-
ne iniziale con quella ad un generico angolo . Otteniamo
1 1
m1 g` cos 0 = m1 g` cos + m1 v21 + m2 v22 . (5.116.7)
2 2
In funzione della coordinata scelta le velocit si scrivono
d
v1 = ` cos = ` sin (5.116.8)
dt
d
v2 = ` sin = ` cos (5.116.9)
dt
(5.116.10)
da cui
1
m1 sin2 + m2 cos2 `2 2 = m1 g` (cos cos 0 ) . (5.116.11)
2
Daltra parte deve essere
dv2
m2 = T sin (5.116.12)
dt
dv1
m1 = m1 g + T cos (5.116.13)
dt
cio
m2 ` cos ` 2 sin = T sin (5.116.14)
m1 ` sin ` 2 cos = m1 g + T cos (5.116.15)
er semplificare i calcoli possiamo prendere una combinazione delle equazioni prece-
cio la somma di m1 sin volte la prima e di m2 cos
denti che cancella i termini in ,
volte la seconda:
m1 m2 ` 2 = T m1 sin2 m2 cos2 m1 m2 g cos (5.116.16)
da cui
m1 m2 ` 2 m1 m2 g cos
T= (5.116.17)
m1 sin2 m2 cos2
e ricavando 2 dalla conservazione dellenergia otteniamo la risposta finale:
000
111
000
111
00000000000
11111111111
000
111
00000000000
11111111111
000
111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
00000000000
11111111111
Soluzione13
Domanda 1
Scriviamo lenergia potenziale in funzione dellangolo in Figura 5.101. Abbiamo
1
U = mgh + k `2 = mgr cos + 2kr2 sin2
2 2
= mgr cos + kr2 (1 cos )
dove stata indicata con h = r cos laltezza della particella relativa al centro della
guida e con ` = 2r sin /2 la lunghezza della molla. Dallultima espressione segue
che gli estremi del potenziale sono in 1 = 0 e 2 = . In particolare se mg < kr si
ha equilibrio stabile in 1 e instabile in 2 , viceversa se mg > kr. Il caso mg = kr
particolare: lenergia potenziale non dipende da e qualsiasi posizione di equilibrio
indifferente.
13 Secondo esercizio 10/9/2007
Domanda 2
Nel caso considerato la posizione iniziale di equilibrio stabile. Imponendo la conser-
vazione dellenergia totale troviamo che lenergia cinetica iniziale deve essere almeno
uguale alla massima variazione di energia potenziale:
1 2
mv > 2(mgr kr2 )
2 0
da cui r
kr2
v0 > 2 gr .
m
Domanda 3
Nel caso considerato lenergia , a meno di una costante, solo cinetica:
1 2 2
E= mr
2
da cui seguono le equazioni del moto:
E = mr2 = 0 = 0 .
= 0 + t .
Figura 5.102.: Il modello di urto non istantaneo tra le due masse considerato
nellesercizio.
Soluzione14
Domanda 1
Cerchiamo sotto quali condizioni le masse si toccano. Possiamo utilizzare la conser-
vazione dellenergia e della quantit di moto. Uguagliando il valore iniziale di queste
quantit a quello posseduto al momento del contatto abbiamo
m1 v0 ( m1 + m2 ) v2
e
1 1 1
m1 v20 (m1 + m2 )v22 + k `2 .
2 2 2
Si utilizzato il fatto che al momento del contatto v2 v1 , e la molla completamente
contratta. Ricavando v f dalla prima relazione si trova
m1
v2 v0
m1 + m2
m21
m1 v20 v2 + k `2
m1 + m2 2
14 Prima parte compitino 22/12/2006
da cui s
k
v0 `
dove = m1 m2 /(m1 + m2 ) = m/2 la massa ridotta del sistema. Le masse non
arriveranno dunque a toccarsi per
s
k
v0 < `.
Domanda 2
Si tratta di un urto elastico, e dato che le masse sono uguali deve essere
m1 v0 = m1 v1 + m2 v2
1 1 1
m1 v20 = m1 v21 + m2 v22
2 2 2
ossia v1 = 0 e v2 = v0 se m1 = m2 = m.
Domanda 3
Anche in questo caso possiamo vedere il problema come un urto, questa volta comple-
tamente anelastico. Sar ovviamente
m1 v0 = m1 v1 + m2 v2 = ( m1 + m2 ) v f
m2
M L
m1
Figura 5.103.: La carrucola con le due massa appoggiate sul cuneo mobile.
Soluzione15
Domanda 1
Consideriamo le forze che agiscono sulle due masse lungo la direzione parallela al piano.
Per la prima abbiamo
m1 a1 = m1 g sin T
e per la seconda
m2 a2 = m2 g sin T .
15 Seconda parte compitino 22/12/2006
Abbiamo preso come verso positivo per le accelerazioni di entrambe le masse quello
verso lo spigolo del cuneo. Sottraendo membro a membro abbiamo
m1 a1 m2 a2 = (m1 m2 ) g sin
ma a2 = a1 da cui
m1 m2
a1 = g sin < 0 .
m1 + m2
Le due masse quindi si muovono di moto uniformemente accelerato. Partendo da fermi
e misurando lo spostamento a partire dalla posizione iniziale di ciascuna massa abbiamo
1 m1 m2
s1 = g sin t2
2 m1 + m2
1 m2 m1
s2 = g sin t2
2 m1 + m2
Domanda 2
La quantit di moto orizzontale del sistema si conserva. Questo significa che la posizione
orizzontale del centro di massa non cambia, dato che inizialmente ferma. Possiamo
dunque scrivere
MX0 + m1 x1 + m2 x2 M ( X0 + ) + m1 ( x1 + 1 ) + m2 ( x2 + 2 )
=
M + m1 + m2 M + m1 + m2
dove X0 , x1 e x2 sono le coordinate orizzontali iniziali del centro di massa del cuneo e
delle due masse, e , 1 , 2 i relativi spostamenti finali, il tutto nel sistema di riferimento
del laboratorio. Daltra parte lo spostamento orizzontale finale della massa m2 noto
2 = L cos
2 = (1 ) .
2 = + L cos
1 = L cos
M + m1 ( L cos ) + m2 ( + L cos ) = 0
da cui
(m1 m2 ) L cos
= .
M + m1 + m2
Domanda 3
Facciamo riferimento ai diagrammi delle forze agenti sul cuneo e sulle due masse ri-
portati in Figura 5.104. Indichiamo con T la tensione del filo, con N1 e N2 le reazioni
vincolari del piano obliquo, con R la reazione vincolare del piano orizzontale e con la
forza di attrito.
2T
N1
Mg
R N2
FA
N1
T
m1 g
T N2
m2 g
Scriviamo le equazioni del moto per le masse e per il cuneo, nellipotesi che questul-
timo resti fermo. Tenendo conto del fatto che
y1 = y2
x1 = x2 .
possiamo scrivere
Dato che
y1 y2
= = tan
x1 x2
dividendo membro a membro le Equazioni (5.119.1) (5.119.2) e (5.119.3), (5.119.4) otte-
niamo
N1 = m1 g cos
N2 = m2 g cos
Dalle equazioni del moto per le masse abbiamo
N1 N2 1 1
+ sin T + cos = 0
m1 m2 m1 m2
N1 N2 1 1
+ cos + T + sin = 2g
m1 m2 m1 m2
da cui ( = m1 m2 /(m1 + m2 ))
T = 2g sin .
Sostituendo nella equazione (5.119.6) troviamo
ossia
(m1 m2 )2 cos sin
s .
M (m1 + m2 ) + (m1 + m2 )2 cos2 + 4m1 m2 sin2
k, 0
R/2
3. Scelta una opportuna coordinata scrivere le equazioni del moto per il sistema,
sempre per `0 generico.
Soluzione16
Domanda 1
Possiamo scegliere come coordinata langolo tra il raggio corrispondente alla posizio-
ne della particella e quello corrispondente alla posizione di massimo avvicinamento.
Lenergia cinetica si scriver quindi
1 2 1
K= mv = mR2 2
2 2
16 Secondo esercizio scritto 11/1/2007
e quella potenziale
1
U= k (` `0 )2
2
Con
q r
5
`= R2 sin2 + ( R cos R/2)2 =R cos .
4
Nel nostro caso `0 = 0 quindi
1 kR2 5
E = K+U = mR2 2 + cos .
2 2 4
1 2 1 2 1
mv0 + k `min > k `2max
2 2 2
da cui
r
k 2
v0 = `max `2min
m
ossia
r r
k 2 2 2k
v0 = R `max `2min = R
m m
Domanda 2
Se sulla molla vi tensione, una posizione sar di equilibrio solo quando questa
ortogonale al vincolo. Ci possibile soltanto in = 0 e = .
Laltra possibilit che non vi sia tensione. Questo accade quando la molla alla sua
lunghezza di riposo, il che significa
5
`20 = R2 cos
4
Domanda 3
Possiamo ottenere le equazioni del moto derivando lenergia totale rispetto al tempo:
r !2
d 1
mR2 2 + k 5
E = R cos `0
dt 2 2 4
r !
5 R sin
= mR2 + k R cos `0 q
4 5
2 4 cos
da cui
k `0 sin = 0
mR + R q
2 5
4 cos
Soluzioni17
Domanda 1 Lequazione del moto in direzione radiale si scrive
v2 mM
m = G 2T
R R
e daltra parte per il periodo vale
2R
v=
T
da cui
1/3
GMT T 2
R=
4 2
!1/3
6.7 1011 6 1024 (24 60 60)2
' m
4 2
' 4.2 107 m
L2 k
E=
2mR2 R
dato che lorbita circolare. Inoltre sappiamo che il potenziale effettivo minimo,
2
d L k L2 k
2
= 3
+ 2 =0
dR 2mR R mR R
17 Seconda domanda compitino 13 aprile 2011
da cui
L2 = kmR
Applicando limpulso cambiamo il momento angolare di L = IR. Dato che la velocit
radiale resta nulla la nuova energia vale
( L + IR)2 k
E0 = 2
2mR R
e per avere unorbita parabolica deve essere E0 = 0. Quindi (supponendo L > 0)
otteniamo 2
kmR + IR = 2kmR
da cui r
km
I = 1 2
R
Si pu quindi applicare limpulso con lo stesso verso della velocit
r
km
I= 21
R
oppure in verso opposto r
km
I= 2+1
R
Domanda 3 Applicando il primo impulso si ottiene unorbita ellittica che deve avere
il perigeo in R e lapogeo in 2R. Per ottenere questo lequazione
( L + I1 R)2 k
E1 =
2mr2 r
deve essere verificata in r = R e r = 2R, ossia
( L + I1 R)2 k
E1 = 2
2mR R
( L + I1 R)2 k
E1 = 2
8mR 2R
Sottraendo membro a membro troviamo
3 ( L + I1 R)2 k
2
=0
8 mR 2R
da cui r !r
4 km
I1 = 1
3 R
ossia r
1 1 km
I2 =
2 3 R
mentre se L0 < 0 (lorbita circolare finale percorsa nel verso opposto di quella iniziale)
deve essere
L + RI1 + 2RI2 = 2kmR
e quindi
r
1 1 km
I2 =
2 3 R
Riassumendo abbiamo le quattro possibilit in tabella
I1 I2
q q
2 km 1 + 1 km
1+ 3 q R 3 q R
2
2 km 1 1 km
1 R 3 qR
3 q 2
2 km km
1+ 3 q R
12 + 13
q R
2 km km
1 3 R 12 13 R
5.122. Nibiru ?? S
Secondo una teoria accreditata da un grandissimo numero di pagine web ogni 3600
anni il pianeta Nibiru arriva con la sua orbita in prossimit della terra. Il prossimo
avvicinamento previsto da alcuni attorno al primo aprile del 2013. Nel seguito si
considereranno solo le interazioni gravitazionali tra la terra e il sole e tra Nibiru e il sole,
per semplicit si considerer la massa di Nibiru uguale a quella della terra, e lorbita di
questultima circolare e di raggio a T ' 1.5 1011 m. Inoltre si supporr che il perielio di
Nibiru e quello della terra coincidano, che le orbite siano nello stesso piano e percorse
nello stesso senso.
1. Sulla base dei dati precedenti calcolate il rapporto tra lafelio di Nibiru e la distanza
terra-sole.
2. Modellando leventuale scontro tra la terra e Nibiru come unurto istantaneo com-
pletamente anelastico al perielio calcolare la frazione di energia cinetica dissipata
durante lurto.
Soluzione18
Domanda 1
Conosciamo il periodo T dellorbita e il perielio. Dalla terza legge di Keplero sappiamo
che
2
TN TT2
=
a3N a3T
dove a il semiasse maggiore. Quindi
2/3
TN
aN = a T ' 234.9 a T
TT
Indicati con r e r+ il perielio e lafelio dellorbita abbiamo
r+ + r = 2a
e quindi
r+ = 2a N a T ' 468.9 a T
Domanda 2
Al momento dellurto le velocit radiali sono entrambe nulle, e si conserva il momento
angolare totale (o anche la quantit di moto nella direzione tangente allorbita, che
proporzionale a questultimo). Quindi
L f = LT + L N
L2T + L2N
Ei =
2m T a2T
( L T + L N )2
Ef =
4m T a2T
2L2T + 2L2N ( L T + L N )2 ( L T L N )2
E = =
4m T a2T 4m T a2T
e quindi
E 1 ( L T L N )2 1 ( L T L N )2 1 (1 )2
= = =
Ei 2 L2T + L2N 2 L2T + L2N 2 1 + 2
18 Secondo esercizio compitino 18 aprile 2012
LT
=
LN
L2 Gm T MS
E = 2
2m T r r
L2 Gm T MS
E = 2
2m T r+ r+
abbiamo s
r+ r
L= 2GMS m2T
r+ + r
e quindi
q s r
GMS m2T a T 1 ( a T + r+ ) 1 1 + 468.9
= q = ' ' 0.7
2GMS m2T r+aT+r+aT 2 r+ 2 468.9
Sostituendo otteniamo
E 1 (1 0.7)2
= ' 0.03
Ei 2 1 + (0.7)2
Domanda 3
Lorbita dopo lurto definita dal valore delle due costanti del moto, lenergia
( LT + L N )2 2GmT MS
E=
4m T a2T aT
e il momento angolare
L = LT + L N
Il perielio e lafelio sono soluzioni dellequazione
L2 2Gm T MS L2 1 1 1 1
E = =0
4m T r2 r 4m T r r+ r r
e quindi, dato che una delle due soluzioni concide com a T , possiamo scrivere per laltra
L2 1 1
= E
4m T r a T
cio
L2 ( L T + L N )2
r = =h i aT
4m T a T E 8Gm2T MS a T ( L T + L N )2
( L T + L N )2 ( L T + L N )2
= h i aT = aT
8L2T ( L T + L N )2 7L2T 2L N L T L2N
(1 + )2
= a T ' 2.7a T
72 2 1
Soluzione 19
Domanda 1 La tensione del filo deve equilibrare la somma della forza peso della ca-
bina e della componente verticale della tensione TP del pendolo. Scrivendo lequazione
del moto di questultimo nella direzione del filo abbiamo
m` 2 = TP mg cos
19 Seconda domanda scritto Fisica I del 10 settembre 2010
ossia
TP = m` 2 + mg cos
Dalla conservazione dellenergia abbiamo
1 2 2
m` mg` cos = mg` cos 0
2
2g
2 = (cos cos 0 )
`
e quindi
TP = mg (3 cos 2 cos 0 )
In conclusione
T = TP cos + Mg
= mg (3 cos 2 cos 0 ) cos + Mg
da cui
TMAX = mg (3 2 cos 0 ) + Mg
TMI N = mg cos2 0 + Mg
rispettivamente per = 0 e = 0 .
= 0 sin 0 t
con r
g
0 =
`
Dopo laccelerazione sar, tenendo conto della continuit,
= 1 sin 1 t
dove r
g+a
1 =
`
Imponendo anche la continuit di troviamo
0
1 = 0
1
= A cos 0 (t ) + B sin 0 (t )
1
E = ( M + m) v2 + ( M + m) gh
2
1 1
= ( M + m) a2 2 + ( M + m) ga 2
2 2
1 2
= ( M + m) a`
2
dato che per ascensore e pendolo sono saliti di h = 12 a 2 ed hanno acquistato una
velocit verticale v = a. Questo corrisponde al lavoro fatto dal motore.
2a
I k k
m
Figura 5.108.:
Un contenitore di massa m della forma in Figura 5.108 ospita al suo interno un corpo
puntiforme, pure di massa m. Il corpo pu muoversi senza attrito sul fondo, che ha una
lunghezza totale 2a, ed fissato ai due bordi da molle di lunghezza a riposo trascurabile
e costante elastica k. Inizialmente il contenitore in quiete su un piano orizzontale privo
di attrito, e anche il corpo si trova allinterno in quiete nella posizione di equilibrio.
1. In un tempo molto breve si applica al contenitore un impulso orizzontale I. Deter-
minare nellistante immediatamente successivo la velocit del contenitore e quella
del corpo allinterno.
Soluzione20
Domanda 1
Dato che lurto istantaneo il corpo allinterno del contenitore non ne risente, e qindi la
sua velocit resta nulla. Per la velocit del contenitore abbiamo invece
mvc = I
Domanda 2
Usando il teorema di Koenig lenergia del sistema si pu scrivere nella forma
1 1 m 2 k k
E= (2m)v2cm + x r + ( xr a)2 + ( xr + a)2
2 2 2 2 2
dove vcm la velocit del centro di massa (costante) e xr la posizione del corpo relativa
al centro del contenitore. Usando la conservazione dellenergia abbiamo inizialmente
1 1 m 2 2k 2
Ei = (2m)v2cm + vc + a
2 2 2 2
20 Scritto 8 febbraio 2012
Domanda 3
Lenergia dissipata sarebbe quella cinetica disponibile nel centro di massa. La frazione
rispetto alla cinetica totale sar
1 m
2
2 2 vc v2c I2 1
= 1 1 m
= 2 2
= 2 =
2
2 (2m ) vcm + 2 2 vc
2 4vcm + vc I2 + 4 I 2
4
dove~r il vettore posizione della particella, r il suo modulo e A(r ) una funzione incogni-
ta. Si sa che sono possibili orbite circolari di raggio qualsiasi, e che tutte corrispondono
allo stesso valore L0 del modulo del momento angolare.
1. Determinare A(r ).
2. Determinare due costanti del moto e scriverle usando opportune coordinate (si
consigliano coordinate polari).
3. Discutere qualitativamente le caratteristiche delle possibili traiettorie della parti-
cella. Se, in particolare, esistono delle traiettorie che portano la particella a cadere
sul centro, dire se tale caduta avviene in un tempo finito.
Soluzione21
Problema 1
In unorbita circolare
v2
m = A (r )r
r
e daltra parte
L0 = mvr
Sostituendo otteniamo
L20
= A (r )r
mr3
e quindi
L20
A (r ) =
mr4
Problema 2
Lenergia e il momento angolare si conservano:
L = mr2
1 2 1 2 2 L2
E = mr + mr 0 2
2 2 2mr
Lenergia potenziale stata determinata integrando la relazione
L20 U
3
=
mr r
21 Prova scritta 8 febbraio 2012
da cui
L20
U (r ) =
2mr2
Problema 3
Il potenziale efficace vale
L2 L20
Ue f f =
2mr2
e dal suo studio vediamo che per L2 > L20 tutte le orbite sono illimitate. Per L2 < L20 le
orbite che corrispondono ad unenergia negativa sono limitate e terminano nel centro.
Se invece E 0 lorbita pu condurre la particella nel centro o farla sfuggire a r
a seconda del segno della velocit radiale iniziale. Il caso L2 = L20 particolare. Il moto
radiale del tipo
r ( t ) = r0 + v0 t
che corrisponde a una caduta nel centro per v0 < 0, ad unorbita illimitata per v0 > 0 e
a unorbita circolare per v0 = 0.
Il tempo necessario per la caduta nel centro si pu determinare a partire dallenergia,
scritta come
1 L2 L20
E = mr 2 +
2 2mr2
e quindi s
dr 2 L20 L2
= E+
dt m 2mr2
Possiamo integrare questa equazione differenziale ed ottenere il tempo di caduta da una
distanza iniziale r0 r0
dr
= r
0 2 L20 L2
m E + 2mr2
M
M g
dove ~FD la forza di attrito che agisce su uno dei due corpi in contatto, N ~ la reazione
normale alla superficie nel punto di contatto e ~v la velocit del corpo considerato relativa
al secondo, sempre al punto di contatto.
Soluzione
Scriviamo le equazioni del moto per il cilindro, facendo riferimento alla Figura 5.110.
La prima equazine cardinale (nella direzione parallela al piano) e la seconda equazione
cardinale (scritta scegliendo il centro del cilindro come polo) si scrivono
Ma = N + T + Mg sin
I = FD R + TR
FD
M g sin N N M g sin
M g cos M g cos
R0 R
FD T
Figura 5.110.: Le forze che agiscono sul cilindro (in blu) e quelle che agiscono sul cubo
(in rosso).
Invece la prima equazione cardinale nella direzione parallela al piano per il cubo si
scrive
Ma = N + Mg sin
Dobbiamo adesso scrivere esplicitamente FD . Tenendo conto che la velocit del cilindro
relativa al cubo nel punto di contatto vale R possiamo scrivere
FD = D | N |
| |
Ma = N + T + Mg sin
a
I = D | N | R + TR
R | |
Ma = N + Mg sin
Ma = M ( g sin a) + T + Mg sin
a
I = D M | g sin a| R + TR
R | |
N = M ( g sin a)
T = 2M ( a g sin )
v
a + 2 D | a g sin | + 4 ( a g sin ) = 0
|v|
dove si tenuto conto che I = MR2 /2. Per discutere questa espressione conviene
esplicitare D
4g sin 5a v
D =
2 | a g sin | |v|
a
e rappresentarlo graficamente in funzione di g sin come in Figura 5.111.
D a = 45 g sin
D = 5/2
a
g sin
Le due curve corrispondono al caso v > 0 (linea continua rossa) e v < 0 (linea
tratteggiata verde). Se v > 0 abbiamo una soluzione per D < 5/2. In particolare per
0 D < 2 il sistema si muove con accelerazione positiva costante, per D = 2 si ha un
moto a velocit costante e per 2 < D < 5/2 laccelerazione negativa, di conseguenza
0 = N + T + Mg sin
0 = Fs R + TR
0 = N + Mg sin
Fs = 2Mg sin
357
5.127. MASSE E MOLLA: IDENTIFICARE UN ERRORE ??
h
g
k, `0
Una massa M sospesa mediante una molla di costante elastica k e lunghezza a riposo
`0 al di sopra di un piano, come in Figura (5.112), e si trova inizialmente in equilibrio.
Una seconda massa m viene lasciata cadere da ferma, partendo da un punto posto
ad una altezza h al di sopra della prima. Le due masse si urtano, e restano attaccate.
Successivamente la lunghezza della molla si riduce ulteriormente di
s
2m2 gh
=
k (m + M)
Dimostrate che il risultato precedente errato. Fatelo senza calcolare il risultato cor-
retto, ma utilizzando un argomento basato su un opportuno caso limite. Infine trovate
esplicitamente la risposta giusta.
Soluzione
Si pu osservare che la molla si deve abbassare anche nel caso h = 0. Infatti anche
appoggiando semplicemente la massa m su quella M si aumenta la forza peso che deve
essere equilibrata dalla molla, quindi questa si dovr contrarre. Al contrario il risultato
proposto predice = 0 in questo caso.
Per trovare il risultato corretto si pu usare la conservazione dellenergia, che solo
potenziale sia nella configurazione iniziale (massa m appena lasciata libera) che in quella
finale (massima contrazione della molla).
Lenergia potenziale si pu scrivere in funzione della lunghezza ` della molla e della
posizione z della massa m come
k
U (`, z) = (` `0 )2 + Mg` + mgz
2
Il primo termine corrisponde al potenziale della molla, il secondo al potenziale gravita-
zionale della massa M, in terzo al potenziale gravitazionale della massa m. Inizialmente
M 2 g2
Ui = Mg`0 + mgh
2k
Quella finale varr
2
k Mg Mg
Uf = `0 `0 + ( M + m ) g `0
2 k k
La soluzione corretta corrisponde al segno positivo, che significa anche > 0, dato che
Mg
h > `0
k
Laltra soluzione corrisponde invece allaltro valore di per il quale la molla si trova in
quiete durante loscillazione.
Soluzione
Scegliamo un sistema di coordinate cartesiane con origine nella posizione iniziale del
proiettile. Scriviamo le equazioni del moto nella direzione orizzontale e verticale. Ab-
biamo
x = x (5.128.1)
m
y = y g (5.128.2)
m
Risolviamo esplicitamente la (5.128.1), cercando soluzioni del tipo
x = et
x (0) = A + B = 0
x (0) = B = v x,0
m
otteniamo
mv x,0 h
i
x (t) = 1 e m t (5.128.3)
Passiamo alla (5.128.2). La soluzione si ottiene aggiungendo alla soluzione generale
dellequazione omogenea (identica alla (5.128.1)) una soluzione particolare. Sappiamo
che nel caso considerato questa pu corrispondere ad un moto a velocit costante, y =
vl t, e sostituendo nella (5.128.2) troviamo vl = mg/. Quindi la soluzione generale
sar mg
y = A + Be m t t
y (0) = A + B = 0
mg
y (0) = B = vy,0
m
da cui
m mg h
i mg
y= vy,0 + 1 e m t t (5.128.4)
Veniamo adesso alla traiettoria. Possiamo ricavare dalla (5.128.3)
x
1 e m t =
mv x,0
e
m x
t = log 1
mv x,0
Sostituendo nella (5.128.4) otteniamo lequazione desiderata,
vy,0 m2 g x x
y= x+ 2 + log 1 (5.128.5)
v x,0 mv x,0 mv x,0
Per valori di x tali che
x
1 (5.128.6)
mv x,0
possiamo utilizzare lapprossimazione
1
log (1 x ) = x x2 + O( x3 )
2
e ottenere 3
vy,0 1 gx2 x
y= x +O
v x,0 2 v2x,0 mv x,0
cio la stessa traiettoria valida in assenza di attrito. Per valori maggiori di x il termine
logaritmico diventa importante, ed in effetti la traiettoria ha un asintoto verticale per
mv x,0
x =
Linterpretazione di questo fatto che a causa dellattrito il proiettile non supera oriz-
zontalmente il valore x = x , come daltra parte chiaro dalla (5.128.3).
Discutiamo il limite di piccolo attrito. Per x fissato se vale la condizione (5.128.6), che
possiamo riscrivere nella forma
mv x,0
x
potremo approssimare il logaritmo come in precedenza e ottenere la soluzione priva di
attrito. Notiamo per che, per quanto piccolo possa essere , per valori sufficientemente
grandi di x la traiettoria risulter comunque fortemente modificata.
~g
Figura 5.113.: Il carrello di massa M scorre liberamente sul piano, la massa m vincolata
a scorrere (senza attrito) lungo lasta verticale.
Soluzione
Scriviamo prima di tutto lequazione del moto per il sistema composto dal carrello e
dalla massa nella direzione parallela al piano inclinato. Lungo tale direzione massa e
carrello hanno la stessa accelerazione ak , quindi possiamo scrivere
( M + m) ak = ( M + m) g sin 2T
Consideriamo adesso lequazione del moto per la sola massa, nella direzione perpendi-
colare al piano inclinato. Dato che lasta priva di attrito possiamo scrivere
ma = T mg cos
Infine teniamo conto della inestensibilit del filo. Da essa segue che la somma dei due
tratti orizzontali del filo e del tratto tra la carrucola e la massa deve rimanere costante,
2` x + `y = Costante
( M + m) ak = ( M + m) g sin 2T
2mak = T mg cos
ed infine
( M + m) g sin 2mg cos
ak =
M + 5m
~g
m1 m2
Soluzione
Scriviamo lequazione per il moto orizzontale del carrello. Abbiamo
Ma = N1 sin N2 sin T cos + T cos (5.130.1)
dove N1 , N2 sono le forze di contatto che le due masse esercitano sul carrello, e T la
tensione del filo.
Scriviamo adesso le equazioni del moto per le due masse, nella direzione della nor-
male al piano al quale sono appoggiate. Osserviamo che in tali direzioni le accelerazioni
delle masse rispetto al carrello sono nulle, e quindi quelle assolute coincidono con le
relative componenti dellaccelerazione del carrello. Quindi
m1 ( a sin ) = N1 m1 g cos
m2 ( a sin ) = N2 m2 g cos (5.130.2)
Scriviamo le analoghe equazioni per il moto delle due masse nelle direzioni parallele al
piano al quale sono appoggiate. Otteniamo
T
(r )
a cos + a1k = g sin
m1
T
(r )
a cos + a2k = + g sin
m2
(1) (2)
dove a1k e a2k sono le accelerazioni relative al carrello. A causa dellinestensibilit del
(1) (2)
filo a1k = a2k , possiamo quindi sottrarre membro a membro ottenendo
1 1
a (cos cos ) = + T g (sin + sin )
m1 m2
ossia
m1 m2
T= [ a (cos cos ) + g (sin + sin )]
m1 + m2
Sostituiamo la tensione cos ottenuta nella (5.130.1) insieme con le espressioni per N1 e
N2 ricavati dalle (5.130.2), ottenendo laccelerazione richiesta
Soluzione
Sostituendo lespressione della velocit del centro di massa troviamo
1 1
Ec = (m1~v1 + m2~v2 + m3~v3 )2
2 m1 + m2 + m3
1 1 1
+ 12 (~v1 ~v2 )2 + 23 (~v2 ~v3 )2 + 31 (~v3 ~v1 )2
2 2 2
e sviluppando i quadrati
1 m21 v21 + m22 v22 + m23 v23 + 2m1 m2~v1 ~v2 + 2m2 m3~v2 ~v3 + 2m3 m1~v3 ~v1
Ec =
2 m1 + m2 + m3
1
+ 12 v21 + v22 2~v1 ~v2
2
1
+ 23 v22 + v23 2~v2 ~v3
2
1
+ 31 v23 + v21 2~v3 ~v1
2
Questa espressione si deve ridurre a
1 1 1
Ec = m1 v21 + m2 v22 + m3 v23
2 2 2
quindi i termini misti si devono annullare. Questo da le condizioni
m1 m2
= 12
m1 + m2 + m3
m2 m3
= 23
m1 + m2 + m3
m3 m1
= 31
m1 + m2 + m3
m21 m2 + m1 m2 + m1 m3
+ 12 + 31 = 1 = m1
m1 + m2 + m3 m1 + m2 + m3
e similmente gli altri si riducono rispettivamente a m2 e m3 , per cui la relazione cercata
verificata.
vc
Soluzione
Consideriamo una quantit m di sabbia che cade sul nastro. Il nastro trasportatore
eserciter su di essa una forza F (t) che la far accelerare fino a raggiungere la velocit
vc . Questo significa che limpulso totale esercitato dal nastro sulla massa sar
I = F (t)dt = m vc
Per il terzo principio la sabbia avr esercitato una forza uguale e contraria sul nastro, e
quindi avr fatto su di esso un lavoro
L = F dx = Fvc dt = vc F (t)dt = mv2c
Ma lenergia del nastro trasportatore non varia, quindi questo lavoro deve essere com-
pensato dal lavoro fatto dal motore, che vale quindi
L M = mv2c
Possiamo chiederci anche quanta potenza Pdiss sia stata dissipata in attrito. Dato che
lenergia cinetica della massa aumentata di
1
Ek = m v2c
2
vediamo che esattamente met della potenza del motore dissipata in attrito, dato che
Ek
P = Pdiss +
t
2. La massa espulsa per unit di tempo costante, e viene espulsa tutta in un tempo
(1) (2)
Dette v f e v f le velocit finale del razzo nel primo e nel secondo caso, stabilire se
vero che
(2) (1)
lim v f = vf
0
Soluzione
Se la massa viene espulsa tutta a t = 0 sar
(
0 t<0
(t) =
m t>0
da cui
(1)
vf = v0
1
(2)
Notare che v f non dipende da , di conseguenza
(2) (1)
lim v f = v0 log (1 ) 6= v f
0
Soluzione
Lequazione del moto delloscillatore
m x + x + kx = 0
x = Ae1 t + Be2 t
m2 + + k = 0
x (0) = A + B = 0
x (0) = 1 A + 2 B = v0
Risolvendo otteniamo
v0
A =
1 2
v0
B =
1 2
e quindi
v0
x (t) = e 1 t e 2 t
1 2
v0
x (t) = 1 e 1 t 2 e 2 t
1 2
Sostituendo nellenergia troviamo
1 2 1 2
E= m x + kx
2 2
1 2
v0 h i
1 t 2 t 2 1 t 2 t 2
= m 1 e 2 e + k e e
2 ( 1 2 )2
1 mv20 2 k 21 t 2 k 22 t k ( 1 + 2 ) t
= 1 + e + 2 + e 2 1 2 + e
2 ( 1 2 )2 m m m
Soluzione
Lequazione del moto del sistema
m x + x + kx = F0 cos t
La soluzione a regime sar della forma
x = A cos t + B sin t
dove A e B sono costanti da determinare. Calcolando le derivate prime e seconde e
sostituendo troviamo
k m 2 ( A cos t + B sin t) + ( A sin t + B cos t) = F0 cos t
Segue che deve essere
k m 2 A + B = F0
k m 2 B A = 0
Il sistema ha per soluzioni
B= F0
(k m 2 )2 + 2 2
k m 2
A= F0
(k m 2 )2 + 2 2
Scriviamo adesso lenergia, ponendo 02 = k/m. Abbiamo
m02 2 2 2
E(t) = ( A sin t + B cos t) + ( A cos t + B sin t)
2 02
m02 1 2 2
2
= A +B 1+ 2
2 2 0
1 2
2
2
+ 1 2 A B cos 2t + 2AB sin 2t
2 0
dove = /m.
F (t) = F0 cos t
A ( r )
A (0)
Soluzione
La soluzione a regime dellequazione del moto
m x + x + kx = F0 cos t
si pu scrivere come
F0 eit
xr (t) = Re
k m 2 + i
ed dunque una oscillazione di ampiezza (02 = k/m)
F0 1
A( ) = q 2
m 2 2
02 2 + m2
ossia
2
r2 = 02
2m2
Sostituendo troviamo r
A ( r ) m0 km
= = =Q
A (0) 2
F (t) = F0 cos t
Soluzione
Lequazione del moto
m x + kx = F0 cos t
che ammette come soluzione particolare
F0
x p (t) = cos t
k m 2
Per ottenere la soluzione generale dobbiamo aggiungere la soluzione generale dellomo-
genea. Quindi abbiamo
m1 F0
x (t) = cos t + A cos 0 t + B sin 0 t
02 2
m1 F0
x (0) = +A=0
02 2
x (0) = B0 = 0
da cui ricaviamo
B = 0
m1 F0
A =
02 2
e quindi
F0 cos t cos 0 t
x (t) =
m 02 2
Notare che possiamo prendere il limite 0 . Applicando la regola di de LHopital
abbiamo
F0 cos t cos 0 t F0 t sin t F0
lim 2
= lim = t sin 0 t
0 m 0 2 0 m 2 2m0
che possiamo interpretare come risposta del sistema forzato alla risonanza.
Soluzione
Dobbiamo trovare una F (t) tale che la soluzione di
m x + kx = F (t)
con le condizioni iniziali specificate si annulli per t > T. Una possibile strategia otte-
nere x ( T 0 ) = 0 e x ( T 0 ) = 0 con T 0 < T, smettendo di applicare la forza successivamente.
Dato che dobbiamo imporre due condizioni scegliamo una forza semplice con due
parametri liberi, ad esempio (il fattore m introdotto per convenienza)
0 t<0
F (t) = am sin t + bm cos t 0 < t < T 0
0 t > T0
e quindi
1 b a
x= 2 2
( a sin t + b cos t) + x0 2 2
cos 0 t 2
sin 0 t
0 0 0 0 2
1
x(T 0 ) = a sin T 0 + b cos T 0
02 2
b a
+ x0 2 2
cos 0 T 0 2 2
sin 0 T 0 = 0
0 0 0
x ( T 0 ) = 2 a cos T 0
b sin T 0
0 2
b a
0 x 0 2 2
sin 0 T 0 2 2
cos 0 T 0 = 0
0 0
sin T 0
sin 0 T 0cos T 0 cos 0 T 0
b = x0 (0 + ) cos 0 T 0
0
a+
0 0
cos T 0 cos 0 T 0
0
sin 0 T 0 sin T 0 0
a+ b= (0 + ) x0 sin 0 T 0
0 0
Sarebbe possibile risolvere il sistema in generale, ma per semplificare ulteriormente
lespressione prendiamo il limite 0 , ottenendo
02 x0
a=
b=0
e quindi
kx0
F (t) = sin 0 t 0<t<T
x1
x2 h(x1 )
x3
L0 h(x2 )
x4
h(x3 )
x5
h(x4 )
x6
h(x5 )
x7
h(x6 )
h(x7 )
Una molla ha lunghezza a riposo L0 , una costante elastica K e una massa M, unifor-
memente distribuita. Per avere un modello concreto si pu pensare, ad esempio, ad un
numero N molto grande di molle, ciascuna di lunghezza L0 /N, costante elastica k e
massa m = MN 1 .
Soluzione
Per quanto riguarda la costante elastica k di una delle molle componenti, dato che queste
sono in serie tra loro ed identiche avremo (vedere lEsercizio 5.27)
N
1 1
=
K i =1
k
2 y( x, t) T ( x, t)
= g + (5.140.1)
t2 x
dove = M/L0 . Usando lespressione della tensione trovata nellesercizio precedente
mostrare che deve valere
2 y( x, t) 2 y( x, t)
= g (5.140.2)
t2 x2
e calcolare il valore di . Mostrate infine che
1
y( x, t) = F ( x vt) + G ( x + vt) + gt2 (5.140.3)
2
dove F e G sono funzioni arbitrarie soluzione della Equazione (5.140.2) per un oppor-
tuno valore della costante v, e determinare questultimo.
Soluzione
Consideriamo lequazione del moto di un tratto di filo posto tra x e x + x. Per la
seconda legge di Newton
!
x +x
M 1 2 y( x, t) M
x dx = T ( x + x, t) T ( x, t) + x g
L0 x x t2 L0
In questa equazione abbiamo a destra la massa del tratto considerato, moltiplicato per
laccelerazione del suo centro di massa. A destra abbiamo le tensioni agli estremi e la
forza peso. Dividendo membro a membro per x e passando al limite x 0 otteniamo
M 2 y( x, t) T ( x, t) M
2
= +g
L0 t x L0
e sostituendo
2 y( x, t) 2 y( x, t)
KL 0 = g (5.140.4)
t2 x2
2 y( x, t)
= v2 F 00 ( x vt) + v2 G 00 ( x + vt) + g (5.140.5)
t2
e
2 y( x, t)
= F 00 ( x vt) + G 00 ( x + vt)
x2
Sostituendo nella (5.140.4) otteniamo
00
v2 F 00 ( x vt) + v2 G 00 ( x + vt) + g F ( x vt) + G 00 ( x + vt) = g
p
che verificata se v = /.
Soluzione
Si pu rispondere immediatamente alla prima domanda: il centro di massa si muover
con moto uniformemente accelerato verso il basso, con accelerazione g, dato che deve
essere
M yCM = Mg
In seguito verificheremo direttamente questa affermazione.
Per quanto riguarda il moto degli estremi, proviamo a cercare una soluzione per la
caduta della molla nella forma vista nellEsercizio 5.140, ossia
1
y( x, t) = F ( x vt) + G ( x + vt) + gt2 (5.141.1)
2
Per il seguito risulta conveniente scrivere
y( x, t) = x + u( x, t)
da cui
1
u( x, t) = F ( x vt) + G ( x + vt) x + gt2
2
1 2
= A ( x vt) + B ( x + vt) + gt (5.141.2)
2
con
x
A( x ) = F ( x )
2
x
B( x ) = G ( x )
2
Dobbiamo imporre che a A( x la soluzione coincida con la configurazione di equili-
brio determinata nellEsercizio 5.139, ossia
Mg x2 gL0 x2
u( x, 0) = A( x ) + B( x ) = L0 x = 2 x
KL20 2 v 2L0
per 0 < x < L. Inoltre nellistante immediatamente successivo al distacco la molla sar
ferma, quindi sempre per 0 < x < L dovremo avere
u ( x, 0) = v A0 ( x ) B0 ( x ) = 0
e confrontando con la (5.141.1) vediamo che la costante irrilevante, per cui porremo
C = 0.
Se consideriamo adesso la struttura della soluzione (5.141.2), vediamo che, a parte il
termine gt2 /2, la funzione u( x, t) pu essere interpretata come la somma di una funzio-
ne A( x vt) che si trasla rigidamente con velocit v che i una funzione B( x + vt) che fa
lo stesso con velocit v. Con le considerazioni precedenti abbiamo determinato A( x )
e B( x ) nellintervallo 0 < x < L0 , ma non sappiamo ancora niente sulla loro forma per
x > L0 e x < 0.
Sappiamo per che la tensione allestremo x = L0 nulla. Come abbiamo visto negli
esercizi precedenti
u 1
= T
x KL0
e quindi dovr essere
u( L0 , t)
= A0 ( L0 vt) + B0 ( L0 + vt) = 0
x
Dopo il distacco anche la tensione in x = 0 si dovr annullare, e quindi per t > 0
u(0, t)
= A0 (vt) + B0 (vt) = 0
x
Segue che
A0 ( x ) = B0 (2L0 x )
A0 ( x ) = B0 ( x )
Integrando otteniamo
A( x ) = B (2L0 x )
A( x ) = B( x )
a meno di costanti che dobbiamo considerare nulle se vogliamo che y( x, t) sia continua.
x=L x
A(x)
B(x)
x=L x
Ad ogni arrivo ad un estremo verr riflessa e invertir il suo moto. Notare che mentre
y/x deve avere una discontinuit, il limite precedente deve esistere: quindi anche
y/t deve avere una discontinuit e deve valere22
y y
= v , f lim f lim f
t x x vt+ x vt
Figura 5.118.: La funzione y( x, t) (in rosso) nellintervallo 0 < t < 2L0 /v. Per confronto
sono riportate anche le funzioni A( x vt) (in blu), B( x + vt) (in verde) e
y( x, 0) (tratteggiata). Si preso L0 = 1 m e v = 4 ms1 , quindi 2L0 /v =
0.5 s. Lanimazione disponibile allindirizzo http://www.df.unipi.it/
~cella/videos/ueg/T2.html
Notare che tutti i punti della molla in x < x D si stanno muovendo con la stessa
velocit costante
y gL0
= (1 + 2m)
t v
e quelli con x > x D con
y gL0
= (2m)
t v
2. L0 < v < 2L0 . La discontinuit nella derivata si muove da destra verso sinistra,
e si trova in x D = 2L0 v. Possiamo scrivere per 0 < x < x D
gL0 2gmL0 mL0
y( x, t) = y( x, 0) + 2 (v x ) + +
v v v
y gL0
= (1 + 2m)
t v
Figura 5.119.: Le leggi orarie dellestremo superiore (in rosso) e dellestremo inferiore
(in blu) della molla. Sullasse delle ascisse riportato il tempo in secondi,
sullasse delle ordinate y in metri. Si preso L0 = 1 m e v = 4 ms1 .
La discontinuit in y/x passa quindi dallestremo superiore in tm =
2mL0 /v = 0.0 s, 0.5 s, ed in quello inferiore in tm = (2m + 1) L0 /v =
0.25 s, 0.75 s, .
Calcoliamo infine esplicitamente il moto del centro di massa, limitandoci a 0 < t <
L0 /v. Dato che
L0
1
ycm = ydm = ydx
M M 0
otteniamo
vt
1 gL0
ycm = y( x, 0) + 2 (vt x ) dx
L0 0 v
L0
1
+ y( x, 0)dx
L0 vt
L0
1 gL0 x2
= x + 2 2x dx
L0 0 2v L0
g vt
+ 2 (vt x ) dx
v 0
2gL0 L0 1 2
= 1+ + gt
3v2 2 2
Questo conferma quanto detto inizialmente. Un calcolo analogo darebbe lo stesso risul-
tato per t > 0 qualsiasi. Molto pi semplicemente, sappiamo che le masse a sinistra e a
destra della discontinuit si muovono con velocit costante. Considerando ad esempio
la fase 1 vista precedentemente possiamo scrivere
vt gL0 vt gL0
vCM = (1 + 2m) + 1 2m
L0 v L0 v
da cui
aCM = g
ed analogamente nella fase 2.
Concludiamo osservando che il modello considerato ha delle limitazioni. Se calcolia-
mo infatti la quantit y/x troviamo, con la notazione usata in precedenza,
( gx
y 1 v2 0 < x < xD
( x, t) = gL0 x
x 1 + v2 1 L0 x D < x < L0
Figura 5.120.: La funzione y( x, t) (in rosso) nellintervallo 0 < t < 2L0 /v. Per con-
fronto sono riportate anche le funzioni A( x vt) (in blu), B( x + vt) (in
verde) e y( x, 0) (traggeggiata). Si preso L0 = 1 m e v = 2 ms1 , quindi
2L0 /v = 1 s. Notare che in questo caso alcuni punti della molla supe-
rano i successivi nel corso dellevoluzione. Lanimazione disponibile
allindirizzohttp://www.df.unipi.it/~cella/videos/ueg/T3.html
393
5.142. MOLECOLA TRIANGOLARE ? ? ?
Soluzione
Il sistema ha sei gradi di libert, dato che ciascuna massa pu muoversi nel piano in
due direzioni indipendenti. Scegliamo le coordinate delle tre masse nella forma
~r1 = (d + u1 ) u 1 + v1 v1
~r2 = (d + u2 ) u 2 + v2 v2
~r3 = (d + u3 ) u 3 + v3 v3
dove ui , vi parametrizzano le piccole oscillazioni. Per la definizione dei versori u i e vi
fare riferimento alla Figura 5.121.
Possiamo adesso scrivere lenergia potenziale
k
U=
2 (i,j)L
~ri ~r j `0 2
con L {(1, 2), (2, 3), (3, 1)}. Sostituendo le coordinate nel potenziale otteniamo le-
spressione
q 2
k 2
2 (i,j
U= (d + ui ) u i + vi vi d + u j u j v j v j `0
)L
q 2
k 2
2 (i,j
= d
u i
u j + u
u
i i u
u
j j + v
v
i i v v
j j ` 0
)L
v2 u2
v1
u3
v3 u1
1
u 1 u 2 = u 2 u 3 = u 3 u 1 =
2
1
v1 v2 = v2 v3 = v3 v1 =
2
3
u 1 v2 = u 2 v3 = u 3 v1 =
2
3
v1 u 2 = v2 u 3 = v3 u 1 =
2
otteniamo infine
1k h i2
U'
2 4 (i,j)L
3 ui + u j vi v j
1 k h i2
= 3 (u1 + u2 ) (v1 v2 )
24
h i2
+ 3 (u2 + u3 ) (v2 v3 )
h i2
+ 3 (u3 + u1 ) (v3 v1 )
U kn o
mu 1 = = (6u1 + 3u2 + 3u3 ) + 3 (v2 v3 )
u1 4
U k n o
mv1 = = 3 (u3 u2 ) + (2v1 v2 v3 )
v1 4
e 02 = k/m.
Per trovare un numero sufficiente di soluzioni proveremo adesso ad ipotizzare la
forma dei modi di oscillazione a frequenza fissata del tipo
q = Qeit
cio deve essere un autovettore della matrice che rappresenta le forze di richiamo del-
le molle. Prima di tutto ci aspettiamo che una soluzione possa essere una semplice
rotazione della molecola attorno al centro. In questo caso avremo
Q1T 0 0 0 1 1 1
Vogliamo adesso andare oltre tenendo conto delle simmetrie del problema. Dato un
possibile modo di oscillazione, ci aspettiamo che applicando una trasformazione di
simmetria del problema possano succedere due cose:
1. il modo resta uguale a se stesso, cio la molecola oscilla mantenendo completa-
mente la sua simmetria;
= 3
e quindi, a meno di una costante moltiplicativa,
Q5T 3 1 0 1
e 2 = 302 /2.
v2 u2 v2 u2 v2 u2
v1 v1 v1
u3 u3 u3
v3 u1 v3 u1 v3 u1
u1 u2
u2 u3
u3 u1
v1 v2
v2 v3
v3 v1
e quindi
Q6T 23 1
3
1
3
0 1 1
e si pu verificare direttamente che questo ancora una volta un autovettore, sempre con
2 = 302 /2. In questo modo abbiamo trovato sei vettori linearmente indipendenti23 .
Se omettiano i modi corrispondenti alle due traslazioni e alla rotazione rigida della
molecola, possiamo scrivere la soluzione generale nella forma
q(t) = Q4 A4 cos 0 3t + B4 sin 0 3t
+ Q5 A5 cos 0 3/2t + B5 sin 0 3/2t
+ Q6 A6 cos 0 3/2t + B6 sin 0 3/2t
y x
L
M
Soluzione
Usando il sistema di coordinate rappresentato in Figura 5.123 possiamo scrivere
y = L cos
e misurando laltezza della massa rispetto ad un piano orizzontale passante per lorigine
abbiamo
h = L cos sin
Scriviamo lenergia del pendolo, tenendo conto del potenziale gravitazionale. Abbiamo
1
E= ML2 2 MgL sin cos
2
Il teorema delle forze vive ci dice che la variazione dellenergia totale uguale al lavoro
della forza di attrito. Questultima vale
Fa = D N
dove
N = Mg cos
la reazione normale del piano. Applicando in teorema tra la posizione iniziale e una
posizione generica del pendolo abbiamo
1 1
ML2 2 MgL sin cos Mv20 + MgL sin = L D Mg cos
2 2
dalla quale possiamo dedurre 2 nella posizione generica
Affinch possa avvenire un giro completo, necessario che la tensione del filo sia
sempre positiva o nulla. Scrivendo lequazione del moto per la massa nella direzione
radiale sul piano inclinato abbiamo
ML 2 = T + Mg sin cos
da cui
T = ML 2 + Mg sin cos
Sostituendo il valore di 2 trovato precedentemente abbiamo
Mv20
T = 3Mg sin cos 2Mg sin 2Mg D cos + 0
L
Questo da la condizione
Mv20
3Mg sin cos 2Mg sin 2Mg D cos + 0
L
Sostituendo esplicitamente i valori di D e abbiamo
2 3
v0 gL 1 cos + 2
2
Derivando il membro destro vediamo che si tratta di una funzione sempre crescente di
. Il valore massimo su un giro completo quindi a = 2, e troviamo la condizione
s
1
v0 gL 4
2
Soluzione
Lenergia e il momento angolare sono conservate. Possiamo quindi scrivere
1 2 L2
E= mr + + U (r )
2 2mr2
L = mr2
m dU 1
u0 + u0 =0 (5.144.3)
L2 du
e quindi
2
mE 1 d 1 m d2 U
= + 1 + 2 2 u01 2
L2 2 d 2 L du
Derivando rispetto a troviamo lequazione della traiettoria
d2 m d 2 U 1
+ 1 + 2 2 u0 =0
d 2 L du
e la (5.144.3) diviene
m
u0 U0 = 0 (5.144.4)
L2 u20
da cui s
m
k= 3+ U 00
L2 u40
m 1
=
L2 u30 U0
U 00 d C1
= log U 0 =
U0 dr r
ossia
log U 0 = C1 log r + C2
U 0 = A1 rC1
A1 C1 +1
U= r + C2
C1 + 1
che corrisponde a p
k= 3 + C1
Abbiamo quindi
C1 = k2 3
Ad esempio per k = 1 troviamo
1
U
r
cio un potenziale gravitazionale attrattivo. Per k = 2
U r2
M, r, I
~g
Figura 5.124.: La pallina vincolata a rimanere in contatto con la guida circolare nella posi-
zione iniziale (in nero) ed in una posizione intermedia qualsiasi (in rosso).
Il tratteggio sulla met a destra indica il vincolo di puro rotolamento.
Soluzione
Durante la discesa dal lato destro della guida lenergia si conserva, e pu essere scritta
come
1
E= I + Mr2 2 Mg ( R r ) cos
2
di conseguenza confrontando lenergia iniziale ( = , = 0) con quella al momento
di arrivo nel punto pi basso ( = 0, = 1 ) troviamo
1
I + Mr2 2f = 2Mg ( R r )
2
da cui s
4Mg ( R r )
1 =
I + Mr2
Dato che la velocit del centro di massa legata a dalla condizione di puro rotolamen-
to avremo s
4Mgr2 ( R r )
v 1 = 1 r =
I + Mr2
Nella risalita dal lato sinistro la velocit del centro di massa e quella angolare sono
indipendenti. Lenergia si scriver allora come
1 1
E= Mv2 + I 2 Mg ( R r ) cos
2 2
Inoltre si conserver il momento angolare della pallina rispetto al suo centro di massa
L = I
dato che il momento della forza di gravit e della reazione normale della guida nullo ri-
spetto ad esso. Chiaramente anche la velocit angolare si conserver. Ponendo lenergia
iniziale uguale a quella nel punto pi alto raggiunto (v = 0) abbiamo quindi
1 1 1
Mv21 + I12 Mg ( R r ) = I12 Mg ( R r ) cos 1
2 2 2
che permette di calcolare langolo corrispondente alla posizione pi in alto
I
Mr2
cos 1 = 1 + 2 I
1+ Mr2
Per I Mr2 si ha cos 1 ' 1, cio la pallina ritorna alla stessa posizione di partenza.
Per I Mr2 si ha cos 1 ' 1, ossia la pallina rimane vicino al punto pi basso. Notare
che per I = Mr2 si ottiene cos 1 = 0, cio 1 = /2.
= 1
v = 1 r
e quindi non si trova in condizioni di puro rotolamento (la velocit v ha il segno sba-
gliato). Al momento dellentrata nel lato di destra la guida applicher un impulso nel
punto di contatto, che per non cambier il momento angolare rispetto ad esso. Quindi
avremo
I1 Mr1 r = I + Mr2 2
che permette di calcolare la velocit angolare iniziale sul lato destro,
I Mr2
2 = 1
I + Mr2
La velocit angolare cambia segno per I < Mr2 . Se I > Mr2 la pallina rimbalza e
risale nuovamente dal lato sinistro. Noratare per che per una pallina non si pu avere
I > Mr2 (sarebbe necessario distribuire a distanze maggiori di r dallasse di rotazione
passante per il centro di massa). Usando adesso la conservazione dellenergia possiamo
nuovamente determinare langolo corrispondente allaltezza massima raggiunta
1
I + Mr2 22 Mg ( R r ) = Mg ( R r ) cos 2
2
da cui
I
Mr2
cos 2 = 1 + 8 2
1 + MrI 2
Notare che cos = 1 solo se I = 0. In tutti gli altri casi laltezza massima finale
maggiore di quella iniziale. Questo dovuto al fatto che nel passaggio tra il lato sinistro
e il lato destro viene dissipata energia. Il valore massimo di cos 2 si ottiene per I = Mr2
(cos 2 = 1). In quel caso la pallina rimane sul fondo, dissipando interamente la propria
energia.
`
x y
Figura 5.125.: Il punto materiale in moto circolare uniforme. La velocit angolare del
moto in un sistema di riferimento inerziale, e viene studiata in un
sistema di riferimento che ruota attorno allasse z con velocit angolare
.
Soluzione
Nel sistema rotante osserviamo un moto circolare che avviene con velocit angolare
( ) ez , quindi lunica accelerazione quella centripeta. Usando coordinate cilindri-
che, e tenendo conto che il moto limitato al piano, possiamo scrivere quindi
~a = ( )2 `e
4. La forza centrifuga
~FCF = m 2 `e
5. La forza di Coriolis
~FCO = 2m ( ) `e
ossia, esplicitamente,
m ( )2 `e = mgez + N ez T e + m 2 `e + 2m ( ) `e
m ( )2 ` = T + m 2 ` + 2m ( ) `
m
r
Figura 5.126.: Il manubrio in orbita. Le condizioni iniziali sono scelte in modo da far
rimanere entrambe le masse nel piano che contiene lorbita percorsa dal
centro di massa.
km
U=
r
Soluzione
La forza totale che agisce sul manubrio vale
" #
~F = km (~r +~a) + (~r ~a)
|~r +~a|3 |~r ~a|3
dove ~a il vettore che unisce il centro di massa del manubrio con uno dei sue estremi,
cos cos sin sin
~a = a sin cos + cos sin
0
= a cos er + a sin e
Lequazione precedente ha soluzioni solo per sin = 0 e per cos = 0, che corrispondo-
no ad un manubrio orientato radialmente e tangenzialmente. Senza perdere generalit
data la simmetria del problema possiamo limitarci a studiare i casi = 0 e = /2.
Dobbiamo ancora verificare che i valori di considerati siano di equilibrio. Per farlo
scriviamo la seconda equazione cardinale per il manubrio, rispetto al suo centro di
massa. Calcoliamo prima di tutto il momento delle forze: abbiamo
! !
~ = ~a km (~
r +~a ) km (~
r ~
a )
M + (~a)
|~r +~a|3 |~r ~a|3
!
1 1
= km 3
(~a ~r )
|~r ~a| |~r +~a|3
e quindi
x y
z
~a ~r = a cos ( + ) a sin ( + ) 0 = ar [cos ( + ) sin sin ( + ) cos ] z
r cos r sin 0
= ar sin z
dLcm ~ z
=M
dt
ossia (tenendo conto che in un moto circolare uniforme = 0)
" #
rk 1 1
= sin (5.147.1)
2a (r2 + a2 2ar cos )3/2 (r2 + a2 + 2ar cos )3/2
Possiamo quindi verificare che il membro destro si annulla sia per = 0 che per =
/2, quindi lorbita circolare considerata possibile. Resta da determinare la velocit
con la quale viene percorsa lorbita. Abbiamo
" #
v2 r + a cos r a cos
2m = km +
r (r2 + a2 + 2ar cos )3/2 (r2 + a2 2ar cos )3/2
cio " #
2 kr 1 1 k a2
v = + ' 1+3 2
2 (r + a )2 (r a )2 r r
per = 0 e
2 kr2 k 3 a2
v = ' 1 2
(r2 + a2 )3/2 r 2r
per = /2. Le approssimazioni valgono per a r, e mostrano che lorbita percorsa
pi velocemente quando il manubrio orientato in direzione radiale.
Soluzione
Riprendiamo la seconda equazione cardinale (5.147.1) e sviluppiamola al primo ordine
prendendo = . Otteniamo\
" #
r0 k 1 1
= (5.148.1)
2a (r0 a)3 (r0 + a )3
Soluzione
Scegliamo un sistema di coordinate cilindriche con lorigine nel vertice del cono. Lener-
gia del sistema sar in coordinate cilindriche
1
E= m 1 + tan2 z 2 + z2 tan2 2 + mgz
2
dove si tenuto conto del fatto che e z sono legati da
= z tan
La posizione del punto materiale determinato da
~r = zez + e
e le forze ad esso applicate valgono
~F = mgez + N cos e + sin ez
dove il primo termina la forza peso e il secondo la reazione normale alla superficie.
Quindi il momento non ha componenti lungo ez
~ = ez ~r ~F = ez zez + e mgez + N sin ez N cos e
ez M
= ez Nz cos ez e + (mg + N sin ) e ez ez e ez = 0
Quindi la componente z del momento angolare si conserva, e possiamo scrivere
Lz = m2
nellenergia otteniamo
Eliminando ,
1 L2z
E= m 1 + tan2 z 2 + + mgz
2 2mz2 tan2
Il potenziale effettivo ha un minimo in
1/3
L2z
z=
gm2 tan2
che corrisponde ad unorbita circolare. Dato che limz0 Ue f f = + e limz+ Ue f f =
+ tutte le orbite sono limitate. Il caso Lz = 0 speciale, il potenziale efficace si riduce
a mgz e le orbite si riducono a cadute nel centro del tipo
= 0
1 g
z = z0 + z 0 t t2
2 1 + tan2
Soluzione
In questo caso lequazione cardinale (5.147.1) diviene, ponendo = /2 +
" #
r 0 k 1 1
=
2a (r2 + a2 + 2ar)3/2 (r2 + a2 2ar)3/2
r0 k 1 1
= 3/2 3/2 3/2
2a r02 + a2 1+ 2ar
1 2ar
r02 + a2 r02 + a2
3kr02
' 5/2
r02 + a2
Non abbiamo in questo caso oscillazioni, ma una instabilit esponenziale che si sviluppa
con un tempo caratteristico
v s
u
u r2 + a2 5/2 r03 1
=t 0 2
' '
3kr0 3k 30
5.151. Monopolo I ? ? ?
Un punto materiale si muove nello spazio sotto lazione di una forza della forma
~F = g ~v ~r (5.151.1)
r3
dove ~r il vettore posizione e ~v il vettore velocit. Mostrare che lenergia cinetica del
punto si conserva, ma non il momento angolare ~L. Trovare quindi un vettore ~J (~v,~r )
conservato. Calcolare infine la quantit
~r ~
W= J
r
e trarne delle conseguenze riguardo alle caratteristiche delle orbite.
Soluzione
Lenergia cinetica si conserva perch la forza perpendicolare alla velocit, e quindi non
in grado di fare lavoro. Esplicitamente
g
dL = ~F d~r = 3 (~v ~r ) d~r
r
g d~r
= 3 d~r ~r = 0
r dt
d~L g
= ~r ~F = 3~r (~v ~r )
dt r
Se scomponiamo la velocit in una componente parallela a ~r (radiale) e una componente
perpendicolare
~v = ~vk + ~v
abbiamo
d~L g
= ~r ~F = ~v (5.151.2)
dt r
che non si annulla, a meno che ~v = 0. Daltra parte la derivata del versore radiale
r = ~r/r vale
d ~r ~v 1
= rr
dt r r r
1
= ~v ~vk
r
~v
=
r
d~L d
= g r
dt dt
ossia
d ~
L gr = 0
dt
Di conseguenza il vettore
~J = ~L gr
si conserva. Da notare che J 2 = L2 + g2 e quindi anche il modulo del momento angolare
conservato. Inoltre
W = r ~J = mr (~r ~v) g = g
costante. Questo significa che langolo tra il vettore posizione e ~J si mantiene fissato,
in altre parole lorbita avviene su un cono con lasse lungo ~J e semiapertura angolare
data da
r ~J g
cos = = p
~J L + g2
2
5.152. Monopolo II ??
NellEsercizio 5.151 si visto che la traiettoria di una particella sottoposta alla for-
za (5.151.1) giace su un cono. Scegliendo il sistema di riferimento in modo da avere
~J = J z
con J > 0 ed utilizzando opportune coordinate (ad esempio, coordinate polari o car-
tesiane per la proiezione della posizione della particella nel piano perpendicolare a ~J)
studiare in dettaglio il moto della particella.
Soluzione
~vr = r
er
e
~v = r sin
~
L
~r
x y
J~
1 2 L2z
E= mr +
2 2mr2 sin2
Lz
=
mr sin2
2
e vediamo che il problema formalmente identico a quello del moto di una particella
vincolata al cono. Si tratta di un caso particolare del problema 5.106 (oppure del 5.149)
in assenza di gravit. Possiamo quindi ripetere analoghe considerazioni: in particolare
se tagliamo e incolliamo il cono su un piano, vedremo le orbite come linee rette.
Approfittiamone per verificare questo fatto con un altro procedimento, e otteniamo
esplicitamente le leggi orarie. Introduciamo le coordinate
X = r cos ( sin )
Y = r sin ( sin )
che possono essere interpretate come coordinate cartesiane sul cono tagliato e incollato
sul piano. Le relazioni inverse sono
p
r = X2 + Y2
1 Y
= arctan
sin X
Derivando rispetto al tempo troviamo
X X + YY
r =
X2 + Y2
1 XY Y X
=
sin X 2 + Y 2
Sostituendo nellenergia e nel momento angolare troviamo
2 2
1 X X + YY 1 XY Y X
E= m + m
2 X2 + Y2 2 X2 + Y2
1
= m X 2 + Y 2
2
Lz 0
= Lz = m XY Y X
sin
cio le espressioni di una particella libera. Derivando rispetto al tempo otteniamo
X Y X 0
=
Y X Y 0
X = 0
Y = 0
e quindi
X = C1 + C2 t
Y = C3 + C4 t
~v
~g
y = F (x)
Una particella di massa m scivola su un profilo privo di attrito come in Figura 5.128,
sotto lazione della forza di gravit. La forma del profilo
y = F(x)
tale che la componente verticale della velocit rimane costantemente identica la suo
valore iniziale.
Per quale motivo il profilo di esempio in Figura 5.128 non pu essere quello giusto?
Soluzione
Osserviamo prima di tutto che la curva in Figura 5.128 ha la concavit rivolta verso
il basso. Questo significa che, se la componente verticale della velocit deve rimanere
y = F 0 ( x ) x
e quindi
y
x =
F0 (x)
ma F 0 ( x ) una funzione crescente. Il modulo della velocit di conseguenza diminuisce
nel tempo, ma questo impossibile perch mano mano che la particella scende verso il
basso dovrebbe aumentare la propria energia cinetica. Per questo ci attendiamo che la
curva corretta abbia la concavit rivolta verso lalto.
Per determinare questultima conviene scrivere
x = G (y)
dove G la funzione inversa di F. Scriviamo adesso lenergia totale, che deve conservar-
si, nella forma
1
E = m 1 + G 0 (y)2 y 2 + mgy
2
0
dove G indica la derivata di G rispetto al suo argomento. Dato che y = vy = costante
possiamo anche scrivere
1 1
m 1 + G 0 (0)2 v2y = m 1 + G 0 (y)2 v2y + mgy
2 2
e in conclusione s
dx 2gy
= G 0 (0)2
dy v2y
v2y G 0 (0)2
y<
2g
y
x = 1m x = 1m
y = 1m
Figura 5.129.: La forma corretta del profilo (curva continua), data dallEquazio-
ne (5.153.2) prendendo v2y /g = 1 m. La curva pi generale (5.153.1) si pu
ottenere applicando a questa una traslazione arbitraria che per continui
a farla passare per lorigine. Un esempio la curva tratteggiata.
Soluzione
Per x > 0 il potenziale equivalente a quello di una molla di costante elastica k e
lunghezza a riposo nulla, fissata nel punto
x=
k
e per x < 0 a quello di una molla identica, ma fissata nel punto
x=
k
Di conseguenza in ciascuna regione la particella compier un tratto
q di una oscillazione
2E
armonica. Se poniamo come condizioni iniziali x (0) = 0 e v(0) = m data la simmetria
il periodo sar il doppio della durata del moto in x > 0.
La soluzione generale dellequazione del moto per x > 0 sar
x (t) = A cos t + B sin t
k
con = k/m.
Imponiamo le condizioni iniziali:
x (0) = A =0
kr
2E
x (0) = B =
m
e quindi r
1 2E
x (t) = (cos t 1) + sin t
k m
Determiniamo dopo quanto tempo la particella torna in x = 0. Scriviamo lequazione
x (t) = 0 nella forma
r !
2 t 2 2E
sin + cos t sin t = 0
k 2 m 2 2
U (x)
Figura 5.130.: Il grafico del potenziale U ( x ) considerato nel problema, tracciato con una
linea continua. Sono stati tracciati anche i due potenziali quadratici che
coincidono con esso per x > 0 e x < 0.
Soluzione
Il corpo simmetrico rispetto a inversioni e permutazioni degli assi coordinati. Da
questo segue che gli elementi fuori diagonale sono nulli, e quelli diagonali tutti uguali.
Calcoliamo allora
I xx = m y2i + z2i
Tutte le masse sono alla stessa distanza dallasse z, data da
a2
y2i + z2i =
2
da cui
a2
I xx = I yy = I zz = 8m = 4ma2
2
429
6.2. TENSORE DI INERZIA DI UN CUBO II ??
Soluzione
A causa della simmetria del corpo il tensore di inerzia diagonale, con elementi diago-
nali uguali. Possiamo allora calcolare
xx
I = ( x2 + y2 )dm
M
dm = dV = dxdydz
a3
e quindi lintegrale diviene
a/2 a/2 a/2
M
I xx = dx dy dz ( x2 + y2 ) .
a3 a/2 a/2 a/2
Integriamo su z
a/2 a/2
M
I xx = a dx dy ( x2 + y2 )
a3 a/2 a/2
quindi su y
a/2
M 11 3
I xx = a dx ( ax2 + 2 a )
a3 a/2 38
ed infine su x, ottenendo
1
I xx = I yy = I zz = Ma2 .
6
Soluzione
Il tensore di inerzia si pu scrivere nella forma
I = dm (r2 ab r a r b ) .
ab
Soluzione
Le componenti del tensore di inerzia riferito al centro di massa si scrivono nella forma
ab
Icm = mi ri2 ab ria rib .
i
ossia h i
ab
Icm = mi u2i + a2 2~ui ~a ab uia uib + a a ab uia ab a a uib .
i
Separando i diversi termini abbiamo
h i
ab
Icm = mi u2i ab uia uib
i
" !#
2 ab~a mi~ui ab mi uia + a a mi uib
i i i
h i
+ a a a 2 ab a b
mi
i
mi~ui = ~uCM = ~a
i
mi = M
i
abbiamo
h i
ab
Icm = i i
m u 2 ab
u a b
u
i i
i
h i
2M a2 ab a a ab
h i
+ M a2 ab a a ab .
Riassumendo abbiamo h i
I ab = Icm
ab
+ M a2 ab a a ab
Ia = Icm + Ma2 .
Soluzione
Dal problema precedente abbiamo per una traslazione qualsiasi
ij ij
Ia = Icm + M a2 ij ai a j .
ossia
Ia = Icm + M a2 ~a n ~a n
ma scegliendo la traslazione ortogonale a n abbiamo ~a n,
che il risultato cercato.
Soluzione
Possiamo scrivere lenergia totale nella forma
1 1
E= M s 2 + I 2 Mgs sin
2 2
dove s una coordinata presa lungo il piano e I il momento di inerzia del cilindro
rispetto al suo asse. Dalla condizione di puro rotolamento R = s abbiamo
1 I
E= M + 2 s 2 Mgs sin
2 R
6.7. Carrucola ??
La carrucola in Figura 6.1 un cilindro libero di ruotare attorno al suo asse. Attorno
ad essa avvolto un filo inestensibile al cui estremo fissata una massa M. Determinare
laccelerazione della massa e la tensione del filo.
Soluzione
Detto I il momento di inerzia del cilindro rispetto al suo asse abbiamo
d
I = TR
dt
dove T la tensione del filo e la velocit angolare del cilindro. Per quanto riguarda la
massa abbiamo
dv
M = Mg T .
dt
La velocit della massa e sono legate da v = R e otteniamo infine
I
a=T
R2
Ma = Mg T
da cui
MR2 g
a=
MR2 + I
e
I
T= Mg .
MR2 +I
6.8. JoJo ??
R
I, M
v
Calcolate laccelerazione del cilindro in Figura 6.2, attorno al quale avvolto un filo
inestensibile e privo di massa che si srotola durante la caduta.
Soluzione
Scriviamo le equazioni cardinali. Per il moto verticale del centro di massa abbiamo
M y = Mg + T
e per la rotazione
I = TR
dove I il momento di inerzia del cilindro rispetto al suo centro di massa, I = MR2 /2.
La condizione di rotolamento puro sul filo d
R = y
da cui
I
T= y
R2
e sostituendo nella prima equazione si trova
I
M + 2 y = Mg
R
da cui
MR2 2
y = 2
g= g (6.8.1)
I + MR 3
Soluzione
Possiamo scrivere in forma vettoriale
~ (~r ~rcm ) + ~vcm
~v =
Lasse z lungo lasse del cilindro e quello x nella direzione del moto del centro di massa.
Scriviamo esplicitamente le componenti della velocit ad un dato istante:
e
e
e
x y z
~v = 0 0 + V ex
x xcm y ycm z zcm
da cui
v x = V (y ycm )
vy = ( x xcm )
vz = 0
Calcoliamo il modulo quadro della velocit,
v2 = V 2 + 2 (y ycm )2 + 2 ( x xcm )2 2V (y ycm )
e determiniamone eventuali massimi e minimi rispetto a x, y:
v2
= 2 2 ( x xcm ) = 0
x
v2
= 2 2 (y ycm ) 2V = 0
y
Troviamo una unica soluzione che corrisponde a
x = xcm
V
y = ycm +
e quindi a v2 = 0. Se |V/ | R il punto precedente allinterno del cilindro, ed chia-
ramente il minimo assoluto del modulo della velocit. Altri eventuali punti stazionari
potranno aversi sul bordo. Parametrizzando questultimo:
x xcm = R cos
y ycm = R sin
V V
V V
< R = R
V V
V
R < <0 0< V
<R
V V
V V
=R >R
abbiamo
v2 = V 2 + 2 R2 2VR sin
e quindi
v2
= 2VR cos
cio
=
2
v = (V R)2
2
x xcm = 0
y ycm = R
e
3
=
2
v = (V + R)2
2
x xcm = 0
y ycm = R
Soluzione
Scegliendo lorigine del sistema di riferimento nel centro di massa e gli assi , y e z
paralleli ai lati di lunghezza a, b e c rispettivamente, abbiamo che il tensore di inerzia
diagonale. Infatti la distribuzione di massa invariante rispetto alla riflessione x x,
mentre Ixy e Ixz cambiamo segno, per cui deve essere Ixy = 0 e Ixz = 0. Ragionando allo
stesso modo per la riflessione y y si conclude che deve essere anche Iyz = 0.
Calcoliamo adesso esplicitamente Izz :
Izz = dm ( x2 + y2 )
ossia
Izz = dV ( x2 + y2 ) .
Lintegrale in z immediato:
a/2 b/2
M
Izz = dx dy( x2 + y2 )
ab a/2 b/2
e quello in y da
a/2
M 1 3
Izz = dx ( x2 b + b )
ab a/2 12
infine
M 1 3 1 M
Izz = ( a b + ab3 ) = ( a2 + b2 ) .
ab 12 12 12
Il risultato per Iyy e Ixx si ottiene immediatamente sostituendo a e b con le lunghezze
dei lati perpendicolari allasse considerato:
M 2
Iyy = ( a + c2 )
12
M 2
Iyy = ( a + c2 ) .
12
Soluzione
Consideriamo prima di tutto Izz . La sua espressione
M 2
Izz = ( a + b2 )
12
non dipende dallo spessore c, per cui resta invariata. Per Ixx abbiamo
M 2 M
Ixx = lim ( b + c2 ) = b2
c 0 12 12
e analogamente
M 2 M
Iyy = lim ( a + c2 ) = a2 .
c 0 12 12
Notare che Ixx + Iyy = Izz .
Soluzione
Se scegliamo la direzione z perpendicolare alla lamina e lorigine su di essa per tutti i
punti sar ovviamente z = 0. Da questo segue che il tensore di inerzia avr la struttura
Ixx Ixy 0
Ixy Iyy 0
0 0 Izz
Soluzione
Il tensore di inerzia semidefinito positivo, perch i suoi autovalori (momenti principali
di inerzia) non possono essere negativi. Ma allora i determinanti di tutti i suoi minori
principali sono 0, in particolare scegliendo la prima e la seconda riga abbiamo
2
Ixx Iyy Ixy 0
Soluzione
Dimostriamo la sufficienza. Dato che il determinante invariante per rotazioni del
sistema di coordinate, possiamo scegliere senza perdere di generalit una distribuzione
di massa lungo lasse z. Il tensore di inerzia allora diagonale, perch per tutti i punto
x = 0 e y = 0 e quindi tutti i prodotti del tipo xy, xz e yz sono nulli. Inoltre
Izz = dm ( x2 + y2 ) = 0
Soluzione
Inizialmente si ha una forza di attrito d Mg, e le equazioni del moto saranno
M v = d Mg
I = d MgR
per cui la velocit diminuir linearmente in funzione del tempo e la velocit angolare
aumenter, sempre linearmente. Mettendo le opportune condizioni iniziali abbiamo
v = v0 d gt
MgR
= d t.
I
Queste relazioni saranno valide fino a quando non si arriver, a t = t? , ad una condizio-
ne di rotolamento puro, definita da v = R, cio
MgR2
v0 d gt = d t
I
da cui si trova
v0 1
t = .
d g 1 + MR2
I
Da questo momento in poi le velocit rimarranno costanti:
MR2
I
v = R = 2 v0 .
1 + MR
I
Per minimizzare la velocit finale dovremo rendere minimo il rapporto MR2 /I. Il valore
massimo di I si ottiene se tutta la massa distribuita sulla superficie laterale, in questo
caso I = MR2 e
1
v = R = v0 .
2
Per un cilindro omogeneo I = MR2 /2 e
2
v = R = v0 .
3
e ine, se tutta la massa concentrata sullasse I = 0 e v = R = v0 . Linterpreta-
zione di questo caso limite che in assenza di inerzia angolare il cilindro si mette
immediatamente a ruotare senza strisciare, come si pu verificare dalla formula per t? .
0 0
Figura 6.4.: La sbarra appoggiata sui rulli rotanti considerata nel problema. Viene
indicata la direzione di rotazione.
Soluzione
Scriviamo anzitutto le equazioni del moto. Laccelerazione verticale della sbarra nulla,
quindi
N1 + N2 mg = 0
dove N1 e N2 sono le reazioni normali dei cilindri. deve essere nullo non ruota, e quindi
il momento totale applicato ad essa deve essere nullo. Calcolando i momenti rispetto al
centro di massa della sbarra abbiamo
N1 ( a + x ) + N2 ( a x ) = 0
dove x lo spostamento del centro di massa della sbarra rispetto al punto intermedio
tra i due contatti. Risolvendo otteniamo
mg x
N1 = 1
2 a
mg x
N2 = 1+ .
2 a
Scriviamo adesso lequazione per il moto orizzontale della sbarra. Tenendo conto che
la velocit della sbarra non supera mai in modulo quella del rullo al punto di contatto
possiamo scrivere per 0 > 0
d mg
m x = d ( N1 N2 ) = x
a
che descrive una oscillazione armonica di periodo
r
a
T = 2 .
d g
x = Aet + Bet
con r
d g
= .
a
Soluzione
La disribuzione di massa invariante per rotazioni, quindi il tensore di inerzia deve
essere diagonale e con tutti gli elementi diagonali uguali. Possiamo quindi calcolare il
momento di inerzia rispetto ad un asse qualsiasi, ad esempio quello z. Abbiamo quindi
2 2 M
Izz = dm ( x + y ) = dV ( x2 + y2 )
V
Conviene calcolare lintegrale in coordinate sferiche, per le quali
x = r sin cos
y = r sin sin
dV = r2 sin drdd
da cui
R 2
M
Izz = dr sin d d r4 sin2
V 0 0 0
ossia
R 1
M
Izz = 4 3
2 dr d cos r2 1 cos2
3 R 0 1
R
M 2
= 4 3
2 2 dr r4
3 R
3 0
M 8 R5 2
= 4 3 3 5
= MR2
3 R
5
I1 , m 1 , R 1
I, m
I2 , m 2 , R 2
Soluzione
Date le condizioni di rotolamento puro, il sistema ha un unico grado di libert. Utilizze-
remo come coordinata per descriverlo langolo in figura. Per scrivere lenergia cinetica,
sommiamo i contributi dei diversi corpi rigidi presenti.
Per quanto riguarda lasta, osserviamo che essa ruota attorno al punto posto al centro
Possiamo scrivere quindi
del cilindro grande con velocit angolare .
1
Kasta = Iasta 2 (6.18.1)
2
dove I il momento di inerzia rispetto allasse passante per il punto fisso
`2
m 1 m m 2
Iasta = r2 dr = `32 + `31 = `1 + `22 `1 `2 (6.18.2)
`1 + `2 `1 3 `1 + `2 3
v1 = `1 (6.18.3)
v 1 = 1 R 1 (6.18.4)
`1 R R1
1 = = (6.18.5)
R1 R1
Ragionando nello stesso modo per il secondo cilindro si trova
`2 R R2
2 = = (6.18.6)
R2 R2
Mettendo insieme tutti i termini otteniamo infine
1 1 1
K= Iasta 2 + I1 + m1 R21 12 + I2 + m2 R22 22 (6.18.7)
2 2 2
dove
1
I1,2 = m1,2 R21,2 . (6.18.8)
2
v0
Figura 6.6.: Il cilindro considerato nel problema, con velocit del centro di massa e
velocit angolare iniziali arbitrarie.
Soluzione
Scriviamo le equazioni del moto per il cilindro. Per laccelerazione in direzione parallela
al piano abbiamo
Mv = Fa + Mg sin
e in direzione perpendicolare
0 = N Mg cos
La seconda equazione cardinale da invece
I = RFa
Per la forza di attrito si devono distinguere tre casi, a seconda che la velocit del cilindro
al punto di contatto sia positiva, negativa o nulla. Questa si scrive anzitutto
vc = v + R
e quindi avremo
Mv = d N + Mg sin (6.19.1)
I = d NR (6.19.2)
per vc > 0,
Mv = Fs + Mg sin (6.19.3)
I = Fs R (6.19.4)
M v = d N + Mg sin (6.19.5)
I = d NR (6.19.6)
v c = d a + g sin vc > 0
Fs
v c = a + g sin vc = 0
N
vc = d a + g sin vc < 0
dove
1 R2
a=N + = 3g cos (6.19.7)
M I
Abbiamo diversi possibili scenari, riassunti in Figura 6.7.
Se d > 13 tan la velocit del punto di contatto diminuisce (linearmente nel tempo) se
positiva, e aumenta (sempre linearmente) se negativa. Questo significa che in un tempo
finito avremo vc = 0, indipendentemente dalle condizioni iniziali. Per consistenza dovr
essere v c = 0, cio
N
| Fs | = tan < s N
3
che assicurato dato che s > d .
Se d = 13 tan una velocit del punto di contatto inizialmente positiva rimane co-
stante, quindi non si arriva a rotolamento puro se v0 + 0 R > 0. Invece se la velocit del
punto di contatto inizialmente negativa, cresce linearmente e si arriva a rotolamento
puro in un tempo finito.
Infine se d < 31 tan la velocit del punto di contatto cresce comunque linearmente
nel tempo. Quindi se v0 + 0 R > 0 non si arriver mai a rotolamento puro. Se v0 +
0 R 0 invece si arriver in un tempo finito ad esso, e la condizione perch questo
continui si scrive ancora
1
s > tan
3
1
ma non automaticamente assicurata da s > d . Se s < 3 tan la velocit del punto
di contatto continuer ad aumentare.
t t
t t
Figura 6.7.: Evoluzione della velocit del punto di contatto tra cilindro e piano, per
diversi possibili valori di d , e delle condizioni iniziali.
I, R
I2 , R 2 , M 2
I1 , R 1 , M 1
Nel sistema in Figura 6.8 il filo inestensibile e privo di massa avvolto ai due cilindri
appesi e resta aderente alla carrucola. Scrivere le equazioni che determinano le accele-
razioni angolari e lineari dei tre corpi rigidi, e la tensione del filo. I momenti di inerzia
sono dati rispetto ad un asse passante per il centro di massa dei cilindri. Cosa succede
alla tensione se I 0?
Soluzione
Scriviamo lequazione del moto per la carrucola, indicando con T1 e T2 le tensioni del
filo dal lato della massa M1 e di quella M2
I = R ( T1 T2 ) (6.20.1)
I1 1 = R1 T1
M1 y1 = T1 M1 g
I2 2 = R2 T2
M2 y2 = T2 M2 g
dove y1 e y2 sono le posizioni verticali dei loro centri di massa. Dato che il filo
inestensibile, e resta aderente alla carrucola, deve essere
y1 = R R1 1
y2 = R + R2 2
gR ( M1 M2 )
=
3I + ( M1 + M2 ) R2
2g 3I + 2M2 R2
1 =
3 [3I + ( M1 + M2 ) R2 ] R1
2g 3I + 2M1 R2
2 =
3 [3I + ( M1 + M2 ) R2 ] R2
g 6I + (3M1 + M2 ) R2
y1 =
3 [3I + ( M1 + M2 ) R2 ]
g 6I + ( M1 + 3M2 ) R2
y2 =
3 [3I + ( M1 + M2 ) R2 ]
gM1 3I + 2M2 R2
T1 =
3 [3I + ( M1 + M2 ) R2 ]
gM2 3I + 2M1 R2
T2 =
3 [3I + ( M1 + M2 ) R2 ]
I2, R2
M3
I1, M1, R1
Soluzione
Usando le convenzioni in Figura 6.10 scriviamo le equazioni del moto per il primo
cilindro
M1 y1 = T1 + T2 M1 g
I1 1 = R1 ( T2 T1 )
per la carrucola
I2 2 = R2 ( T2 T3 )
y 1 R1 1 = 0
C D I2, R2
T2 T3
T3
M3
T1 T2
M3g
A B I1, M1, R1
M1g
y 1 + R1 1 = R2 2
R2 2 = y 3
Derivando queste condizioni rispetto al tempo otteniamo dei vincoli tra le accelerazioni.
Abbiamo quindi un numero sufficiente di equazioni per determinare y1 , y3 , 1 , 2 , T1 , T2 ,
T3 .
0 0 0
Figura 6.11.: I tre cilindri in contatto. Sono indicate le velocit angolari iniziali.
Soluzione
Possiamo scrivere le equazioni del moto dei tre cilindri nella forma
I 1 = R f 1 (6.22.1)
I 2 = R f 1 + R f 2 (6.22.2)
I 3 = R f 2 (6.22.3)
dove f 1 e f 2 sono forze (incognite) che rappresentano lattrito tra un cilindro e laltro.
Da questo segue immediatamente
I ( 1 + 3 2 ) = 0 (6.22.4)
Soluzione
Senza perdita di generalit calcoliamo il momento di inerzia rispetto allasse z. Abbiamo
I= mi (xi2 + y2i )
i
Figura 6.12.: Lasse rispetto al quale calcolare il momento di inerzia nel problema.
Soluzione
Scegliamo per lasse z. Abbiamo quindi
I= mi xi2 + mi y2i
i i
dove il primo termine il momento di inerzia del corpo proiettato sul piano y = 0 e
il secondo quello del corpo proiettato sul piano x = 0. Nel caso del cilindro, la prima
proiezione (P x , vedere Figura 6.13) da un disco di massa M uniformemente distribuita
e raggio R, per cui
M 2 2 MR2
I1 = r cos rdrd =
R2 4
Per calcolare il secondo termine proiettiamo prima nel piano z = 0 (Pz , vedere Figu-
ra 6.13): per quanto discusso nel problema 6.23 il momento di inerzia non cambia. Pro-
iettiamo adesso nel piano y = 0 (Py , vedere figura): abbiamo una distribuzione lineare
uniforme di massa, e quindi
1
I2 = Mh2
12
z
Px
Py Pz
R/2
d
Soluzione
Calcoliamo prima di tutto il tensore di inerzia di una sfera piena di massa M e raggio
R rispetto al suo centro di massa. Data la simmetria, il tensore sar proporzionale alla
matrice identica, cio Ixx = Iyy = Izz . Inoltre
Ixx + Iyy + Izz = (y2 + z2 )dm + ( x2 + z2 )dm + ( x2 + y2 )dm
da cui
3Ixx = 2 x2 + y2 + z2 dm
Abbiamo quindi
2
Ixx = Iyy = Izz = r2 dV
3
e dato che
M
= 4 3
3 R
e
dV = 4r2 dr
otteniamo R
2 M 2
Ixx = Iyy = Izz = 4 3 4r4 dr = MR2
3 3 R 0 5
Calcoliamo adesso la posizione del centro di massa del corpo. Se mancasse la ca-
vit, esso sarebbe al centro della sfera grande, dove fissiamo lorigine del sistema di
coordinate. Chiaramente dovr essere
1 ~ M~r
~0 = 7 Md +
8
7M
dove d~ la posizione del centro della cavit rispetto allorigine, M/7 la massa della sfera
che la occuperebbe la cavit, ~r la posizione del centro di massa del corpo. Otteniamo
quindi
1
~r = d~
7
Costruiamo adesso il tensore di inerzia, sottraendo da quello di una sfera piena quello
di una sfera che occuperebbe la cavit. Scegliendo le coordinate in modo da avere
d~ = (0, 0, d) otteniamo
1 0 0 (d/7)2 0 0
2 8 2 + 8M
I= M R 0 1 0 0 (d/7)2 0
5 7 7
0 0 1 0 0 0
2 1 0 0 (8d/7)2 0 0
2 1 R 1
M 0 1 0 M 0 (8d/7)2 0
5 7 2 7
0 0 1 0 0 0
dove abbiamo applicato il teorema di Steiner (vedere lesercizio 6.5) per riferire ogni
tensore al centro di massa del corpo. Il risultato finale
2
80 d
31 1 217 R 0 0
2 2
I= MR 0 80
1 217 d
0
70 R
0 0 1
er
e
CM
d
e
x y
Soluzione
Utilizziamo coordinate sferiche per determinare la posizione del centro di massa del
corpo rigido rispetto allorigine del sistema delle coordinate. Abbiamo
~rCM = der (6.26.1)
dove abbiamo indicato con d la distanza tra il vincolo e il centro di massa, costante.
Fissato il centro di massa, il corpo rigido pu ancora ruotare su se stesso. In linea di
principio avremmo bisogno di una terza coordinata, che per come vedremo non gioca
alcun ruolo nel caso considerato. Per il seguito scriviamo esplicitamente lespressione
dei versori er , e e e di cui ci serviremo:
sin cos
er = sin sin
cos
cos cos
e = cos sin
sin
sin
e = cos
0
~L = I
~ (6.26.4)
Il tensore di inerzia si scrive facilmente in un sistema di riferimento con gli assi alli-
neati agli assi principali di inerzia della trottola. Ma questo sistema di riferimento de-
terminato dai tre versori er , e e e legati alle coordinate sferiche utilizzate. Osserviamo
che possiamo scrivere
I = I1 er erT + I2 e eT + I2 e eT (6.26.5)
Nello scrivere lespressione precedente abbiamo tenuto conto del fatto che eA eTA
il proiettore lungo la direzione eA . Inoltre il momento di inerzia rispetto allasse e
identico a quello rispetto allasse e , dato che la trottola simmetrica. Infine, dato che la
somma dei tre proiettori la matrice identica 1 possiamo scrivere
I = I1 er erT + I2 1 er erT = I2 1 + ( I1 I2 )er erT (6.26.6)
~ = r er + e + e
(6.26.7)
~L = Lr er + L e + L e (6.26.8)
= I1 r er + I2 e + I2 e (6.26.9)
1h i
E= I1 r2 + I2 2 + 2 + Mgd cos (6.26.10)
2
e la componente verticale del momento angolare
Lz = ez ~L = Lr ez er + L ez e + L ez e
= Lr cos L sin (6.26.11)
dove M~ il momento delle forze esterne e si tenuto conto che, dato che er solidale al
corpo rigido1 , vale
der
=~ er (6.26.13)
dt
I due termini della (6.26.12) si annullano: il primo perch M ~ = ~rcm ( Mgez ) ortogo-
nale a er , il secondo perch
~L (~ ~ I ! e r
er ) = (6.26.14)
~ er perpendicolare a er sar I (~
ma dato che er ) = I2 (~
er ) e quindi
~ I ! e r = I2
~ ! e r = 0 (6.26.15)
1 Notare che e e e non sono solidali al corpo rigido.
~ er ortogonale anche a
perch ~.
Possiamo ora scrivere lenergia nella forma
1 L2r L2 2
E= + + I2 + Mgd cos (6.26.16)
2 I1 I2
v0
Figura 6.16.: Le condizioni iniziali per i due cubetti. Il primo fermo, il secondo ha un
moto traslatorio con una velocit verticale ~v = v0 y.
Le facce dei due cubeti
sono parallele, lurto avviene su una regione molto piccola vicino ad uno
spigolo di ciascun cubetto.
Soluzione
Dato che non sono presenti forze esterne (orizzontali) si conserva la quantit di moto
totale del sistema. Conviene studiare lurto in un sistema di riferimento solidale al centro
di massa. In esso la situazione prima dellurto quella in Figura 6.17, a sinistra, e la
quantit di moto totale nulla.
Per determinare le 2 componenti delle 2 velocit finali e le due velocit angolari ci
servono 6 leggi di conservazione, che sono le seguenti:
1. La quantit di moto totale totale lungo x (non ci sono forze esterne lungo x):
0 = mv1,x + mv2m,x (6.27.1)
2. La quantit di moto totale lungo y (non ci sono forze esterne lungo y):
0 = mv1,y + mv2,y (6.27.2)
v1,y
1
v20 v1,x
v2,y
v0
2
v2,x
2
Figura 6.17.: Le posizioni e le velocit dei due cubi in un sistema solidale col cen-
tro di massa (posto nellorigine) immediatamente prima (a sinistra) e
immediatamente dopo (a destra) lurto.
5. La quantit di moto orizzontale di ogni cubetto (le forze impulsive durante lurto
sono perpendicolari alla superficie di contatto e quindi verticali). Queste sono due
leggi di conservazione, ma non sono indipendenti dato che la loro somma da la
conservazione della quantit di moto totale lungo x considerata precedentemente:
0 = mv1,x (6.27.5)
0 = mv2,x (6.27.6)
6. Il momento angolare totale di ciascun cubetto non cambia (le forze impulsive
durante lurto sono applicate nellorigine, che abbiamo preso come polo, ed hanno
quindi momento nullo). Anche in questo caso le due leggi di conservazione non
sono indipendenti, dato che la loro somma da la conservazione del momento
angolare totale:
v0 a a a
m = m v1,x + v1,y + I1 (6.27.7)
2 2 2 2
v0 a a a
m = m v2,x + v2,y + I2 (6.27.8)
2 2 2 2
v0 2I
= v1,y + 1 (6.27.10)
2 ma
v0 2I
= v1,y + 2 (6.27.11)
2 ma
Sottraendo membro a membro le ultime due troviamo 1 = 2 (i due cubetti ruotano
nello stesso verso). Sommandole abbiamo invece
2I 1
v1,y = 1 v 0
ma 2
Sostituendo infine nellenergia abbiamo
v 2 2
0 2I 1 I 2
= 1 v 0 + (6.27.12)
2 ma 2 m 1
da cui
4I 2v0
1+ 12 1 = 0
ma2 a
La soluzione 1 = 0 compatibile con le leggi di conservazione, ma non con il fatto che
lurto sia realmente avvenuto (le velocit non cambiano). La seconda soluzione invece
2 v0
1 = 4I
(6.27.13)
1 + ma2 a
" #
8I
ma2 1
v1,y = 1 4I
v0 (6.27.14)
1 + ma 2
2
Se
1 2
I>
ma (6.27.15)
4
le velocit dei cubetti cambiamo verso in seguito allurto, e quindi non si urtano una
seconda volta. Se la massa vviene una nuova collisione. Se la massa distribuita
uniformemente nel cubetto abbiamo
1 2
I= ma (6.27.16)
6
e quindi si ha una seconda collisione.
Soluzione
Lenergia totale del sistema si conserva. Introducendo coordinate polari per descrivere
la posizione della massa (e della sbarra) e fissando lorigine nel punto medio della sbarra
possiamo scrivere
1 1 k
E = m r 2 + r2 2 + I 2 + r2
2 2 2
Lunica forza esterna che agisce sul sistema la reazione vincolare applicata al centro di
rotazione. Dato che rispetto ad esso ha momento nullo, si conserver anche il momento
angolare totale
L = mr2 + I
Possiamo ricavare da questultima relazione
L
=
I + mr2
e sostituendo otteniamo una energia efficace che dipende solo dalla coordinata radiale
1 2 1 L2 k
E= mr + + r2
2 2 I + mr2 2
se 4 r
k
L>I (6.28.2)
m
Possiamo adesso discutere le orbite al variare di L e di E. Distinguiamo due casi:
1. L > I k/m. Questo corrisponde al grafico blu in Figura 6.19. Abbiamo un minimo
del potenziale effettivo, associato ad unorbita circolare di raggio rmin che si ottiene
quando lenergia vale
E = E1 = Ue f f (rmin )
Il periodo dellorbita si determina direttamente dalla velocit angolare,
2
I + mrmin
2
T= = 2
L
Per valori dellenergia compresi tra E1 ed E2 la massa si muove tra un raggio mi-
nimo e un raggio massimo determinato delle soluzioni di Ue f f (r ) = E. Quando
E = E2 abbiamo una possibile soluzione nella quale la massa ferma nellorigine,
mentre lasta ruota con la velocit angolare = L/I. La massa in equilibrio
instabile: se perturbata percorre unorbita fino ad una distanza massima determi-
nata dalla soluzione non nulla di E2 = Ue f f (r ) e torna nellorigine in un tempo
2 Esprimendo questa relazione nella forma
!
mUe f f 1 mL2 1 mr2
= 2 mr 2 +
kI 2 kI 1 + I
I
m
kI Uef f
E2
E1
E1
E0
pm
r I
Figura 6.19.: Il potenziale effettivo Ue f f . Sulle ascisse riportato il valore di r m/I e sul-
le ordinate di mk1 I 1 Ue f f (r ) al variare di LI 1 m/k. In particolare la cur-
1 m/k = 1/2, quella verde per LI 1 m/k = 1
va rossa ottenuta per LI
e quella blu per LI 1 m/k = 2.
Concludiamo osservando che per una sbarra di lunghezza finita ` le orbite valide
saranno quello che non si allontaneranno dallorigine pi di `/2.
Figura 6.20.: Il semicilindro appoggiato sul piano obliquo: convenzioni per gli angoli.
Soluzione7
Domanda 1 Consideriamo la costruzione rappresentata in Figura 6.21. Fissato il punto
di contatto P, conduciamo la perpendicolare al piano inclinato passante per esso. Su
essa prendiamo il punto a distanza R da P. La circonferenza di raggio b e centro O il
luogo delle possibili posizioni del centro di massa.
Le forze che agiscono sul sistema sono lattrito statico ~Fa (applicata in P) la reazione
normale al vincolo N~ (applicata in P) e la forza di gravit m~g (applicata nel centro di
massa). La prima condizione di equilibrio da
~Fa + N
~ + m~g = 0 (6.29.1)
A
M0
O
b
M R
b R R
= = (6.29.2)
sin sin ( ) sin
1 p
IP 02 + mg ( R b) = mg b2 + R2 (6.29.6)
2
dove IP il momento di inerzia del mezzo cilindro rispetto al punto di contatto, nella
configurazione iniziale. Otteniamo quindi
r
2mg p 2
0 = R + b2 R + b (6.29.7)
IP
1
IO = mR2 (6.29.9)
2
(ovviamente m = Mcil /2). Usando il teorema di Steiner troviamo il momento rispetto
ad un asse passante per il centro di massa
Domanda 3 Conviene scrivere lenergia cinetica come somma del contributo legato al
centro di massa e della rotazione attorno ad esso:
1 2
1
K= m x cm + y 2cm + ICM 2 . (6.29.11)
2 2
Le coordinate del centro di massa si possono scrivere, fissato un sistema di riferimento
con origine nella posizione iniziale del punto O,
1 h i 1
E= m ( R b cos )2 + (b sin )2 + ICM 2 mgb cos . (6.29.14)
2 2
Sviluppando per piccole oscillazioni otteniamo, al secondo ordine in e ,
1h i mgb 2
E= m ( R b)2 + ICM 2 + mgb . (6.29.15)
2 2
Notare che questo si pu anche scrivere, trascurando una costante irrilevante,
1 mgb 2
E= IP 2 + (6.29.16)
2 2
cio per piccole oscillazioni si pu trascurare il fatto che lasse di rotazione cambia.
Lenergia appena scritta formalmente quella di un oscillatore armonico, da cui
s
mgb
= 2 f = . (6.29.17)
IP
Soluzione
b
R
La componente orizzontale della quantit di moto del sistema si conserva, dato che
non esistono forze esterne orizzontali applicate al sistema. Possiamo allora scegliere
un sistema di riferimento inerziale nel quale il centro di massa si trova in ogni istante
sullasse y, come in Figura 6.23.
Scriviamo lenergia potenziale. Detto langolo tra la verticale e il segmento che
congiunge il centro della semicirconferenza al centro di massa possiamo scrivere la
posizione verticale di questultimo
ycm = R b cos
Allora
U ( ) = Mg ( R b cos )
che ha un minimo per = 0, che quindi una posizione di equilibrio stabile.
Scriviamo lenergia cinetica nella forma
1 1
Ec = Mv2cm + Icm 2
2 2
dove v2cm = y 2cm il quadrato della velocit del centro di massa (che si muove solo
verticalmente nel sistema scelto) e 2 = 2 il quadrato della velocit angolare. Il
momento di inerzia Icm calcolato rispetto al centro di massa del sistema, e pu essere
calcolato usando il teorema di Steiner:
1
I = Icm + Mb2
2 cyl
dove
1
Icyl = (2M) R2
2
il momento di inerzia di un cilindro completo rispetto al suo asse. In conclusione
1
Icm = M R2 2b2
2
Derivando ycm rispetto al tempo troviamo
y cm = b sin
1
E= Mb2 sin2 + Icm 2 + Mg ( R b cos )
2
Per piccole oscillazioni attorno = 0 possiamo approssimare questa espressione al
secondo ordine in , ottenendo
1 1
E= Icm 2 + Mgb 2
2 2
che corrisponde ad un oscillatore armonico di frequenza
s r
1 Mgb 1 2gb
f = =
2 Icm 2 R2 2b2
Figura 6.24.: Il sistema di coordinate utilizzato per il calcolo del centro di massa.
Soluzione
Scegliamo un sistema di coordinate come in Figura 6.24. A causa della simmetria
orizzontale xcm = 0. Per calcolare ycm = b calcoliamo
1
ycm = ydm
M
che diviene, utilizzando coordinate polari,
1 dm
ycm = y dS
M dS
1 M
= r sin rdrd
M R2 /2
R
2 2
= drr d sin
R2 0 0
2 R3 4
= 2
2= R ' 0.424 R
R 3 3
La frequenza delle piccole oscillazioni , nel caso senza attrito considerato nellEserci-
zio 6.30 v
r u r
1 2gb 1 u t
8
3 g g
f = 2 2
= ' 0.162
2 R b 2 1 2 R 16 R
9
e in quello con rotolamento puro considerato nellEsercizio 6.29
r s r
8
1 2gb 1 3 g g
f = = ' 0.128 (6.31.1)
2 3R2 4Rb 2 3 3 16 R R
r
R
Figura 6.25.: La sfera allinterno del cilindro e la coordinata usata per descriverla.
Una sfera di massa M e raggio r rotola senza strisciare allinterno di un tubo di raggio
R > r come in Figura 6.25. Il tubo si comporta come un vincolo monolatero.
Scegliendo langolo come coordinata,
1. scrivere lenergia totale del sistema in funzione di e ;
Soluzione8
Domanda 1
La velocit del centro di massa del cilindro si scrive
vcm = ( R r )
8 Scritto del 2 marzo 2011
vcm = r
dove la velocit angolare del cilindro. Da queste due relazioni segue che
Rr
=
r
Possiamo adesso scrivere lenergia nella forma
1 1
E= Mv2cm + I 2 Mg( R r ) cos
2 2
1 2 2 1 R 2 2
= M( R r) + I 1 Mg( R r ) cos
2 2 r
" #
1 2 2 2 R 2 2
= M (R r) + r 1 Mg( R r ) cos
2 5 r
17
= M ( R r )2 2 Mg( R r ) cos
25
dove si utilizzato il momento di inerzia della sfera, I = 2Mr2 /5. Notare che il termine
cinetico si pu anche scrivere nella forma
1 7 ( R r )2 2 1
Ec = Mr 2
2
= I 0 2
2 5 r 2
Domanda 2
La componente radiale dellequazione del moto del centro di massa della sfera si scrive
M( R r ) 2 = N + Mg cos
N = Mg cos + M ( R r ) 2
g cos + ( R r ) 2 0 (6.32.1)
17 17
M( R r )2 02 Mg( R r ) = M( R r )2 2 Mg( R r ) cos
25 25
da cui
10
( R r ) 2 = ( R r )02 g (1 cos )
7
e sostituendo nella (6.32.1) troviamo
2 10 17
( R r ) 0 g cos
7 7
Domanda 3
La posizione di equilibrio stabile = 0. Sviluppando lenergia al secondo ordine
troviamo a meno di una costante
17 1
E= M ( R r )2 2 + Mg( R r ) 2 + O 4
25 2
quindi la frequenza delle piccole oscillazioni
s
1 5g
f =
2 7( R r )
x O r
y d
Figura 6.26.: Il moto della monetina sul piano. La velocit ~v0 specificata nel problema
quella del punto geometrico P di contatto tra monetina e piano.
Si vuole studiare il campo di velocit di una monetina molto sottile di raggio r che si
muove facendo rotolamento puro su un piano. Il punto di contatto P tra la monetina e il
piano si muove su una circonferenza di raggio d attorno ad un centro O (vedere Figura)
con velocit costante in modulo v0 . La monetina rimane tangente alla circonferenza. Si
vuole determinare in particolare
Soluzione
Il metodo pi veloce per determinare lasse istantaneo di rotazione quello di trovare
due punti istantaneamente fermi del corpo rigido considerato. Notiamo che tali punti
potranno essere esterni alla monetina, ma collegati rigidamente ad essa. Nel caso
considerato il punto F1 della monetina (Figura 6.27 ) che ad un certo istante a contatto
col piano orizzontale sicuramente fermo, data la condizione di rotolamento puro.
Consideriamo adesso, sempre in Figura 6.27, il punto F2 posto ad una altezza r sulla
verticale di O: la sua distanza da un punto qualsiasi della monetina si mantiene costante
durante il moto, e quindi possiamo pensarlo collegato ad essa rigidamente. Si tratta
quindi di un secondo punto fisso, e lasse di rotazione istantaneo la retta passante tra
F1 e F2 . Notare che il punto O non rimane ad una distanza fissa dai punti della monetina:
ad esempio la distanza tra O ed un punto A postosul bordo varia da un minimo di
OA = d (quando A P) ad un massimo di OA = d2 + 4r2 (quando A si trova sulla
verticale del punto di contatto col piano).
Il vettore velocit angolare avr una direzione parallela allasse istantaneo di rotazio-
ne. Per determinarne il modulo osserviamo che la velocit del centro della monetina
C , allistante rappresentato in Figura 6.27, ~v = v0 x. Dato che il moto di puro
rotolamento dovr anche essere
~ ~r
~v = (6.33.1)
~
F2
C
~r
O
x F1 y
Figura 6.27.: Una costruzione che permette di determinare lasse istantaneo di rotazione
della monetina, vista in sezione trasversa ad un dato istante. Dato che sia
F1 che F2 sono istantaneamente fermi, lasse istantaneo di rotazione passa
da essi.
da cui
x y z
~v = 0 v0 /r v0 /d = v0 z + r x + v0 x y + v0 x z
r d r
x 0 z+r
Si verifica che il punto di contatto (0, 0, r ) istantaneamente fermo. Inoltre i punti che
non si trovano sullasse z hanno una componente non nulla della velocit lungo y, come
ci si poteva attendere dato che la monetina deve curvare per rimanere sulla propria
traiettoria circolare. Il limite d corrisponde in effetti al caso di traiettoria rettilinea,
per il quale
z+r x
~v = v0 x + v0 z
r r
e
v
~ = 0 y
r
g
P
Figura 6.28.: Il sistema considerato nel problema visto in sezione rispetto al piano nel
quale lasse vincolato. La ruota in grigio, la guida che vincola lasse in
blu.
Una ruota di bicicletta pu ruotare liberamente attorno ad unasta. Lasta a sua volta
fissata come in Figura 6.28 ad un suo estremo nel punto O e pu ruotare liberamente
attorno ad esso. Per fare in modo che lasta rimanga in un piano fissato si aggiunge una
guida liscia circolare (in blu in Figura 6.28) e si vincola lasse a rimanere aderente ad
essa. Per gli scopi del problema si pu indicare con I1 il momento di inerzia del corpo
rigido lungo lasse delllasta, con I2 quello in una direzione perpendicolare ad essa, in
entrambi i casi rispetto al punto O, con m la massa totale e con d la distanza del centro
di massa da O.
Soluzione
Utilizziamo coordinate cilindriche per descrivere la posizione del centro di massa del
sistema
~rCM = de
Il vettore velocit angolare ha componenti non nulle solo lungo le direzioni e e ez ,
quindi
~ = e + z ez
Notiamo che descrive la rotazione attorno allasse, e z la rotazione (oscillazione)
dellasse attorno ad O. Per ragioni di simmetria gli assi principali del corpo rigido sono
chiaramente lungo lasta e perpendicolari ad essa, quindi
~L = I1 e + I2 z ez
Per quanto riguarda i momenti, avremo quello della forza di gravit e il momento della
reazione vincolare della guida
~ = mgd sin ez + MR e
M
d~L
= I1 e + I1 e + I2 z ez + I2 z ez
dt
= I1 e + I1 e + I2 z ez
= I1 e + I1 e + I2 ez
I1 e + I1 e + I2 ez = mgd sin ez + MR e
da cui
I1 = 0
I1 = MR
I2 = mgd sin
MR = 0
I2 = mgd sin
quindi il sistema oscilla come un pendolo, e la guida non esercita nessuna reazione
vincolare. Nel caso generale vediamo che lequazione del moto per non cambia, quindi
il moto sar ancora una volta quello di un pendolo. Ma questa volta la guida eserciter
sul sistema una reazione, equivalente al momento
MR = I1
e questo significa che in assenza di essa il moto non resterebbe confinato nel piano. In
effetti avremmo una trottola con un punto fisso, problema analizzato negli Esercizi 6.26
e 6.35.
dove Lr la componente del monento angolare lungo lasse della trottola, anche esso
costante. In questo esercizio si studier qualitativamente il moto della trottola al variare
delle condizioni iniziali.
Soluzione
Conviene scrivere lequazione che definisce lenergia nella forma
I2 2 L2 1
sin2 = E r sin2 ( Lr cos Lz )2 Mgd cos sin2 (6.35.1)
2 2I1 2I2
da cui segue direttamente che il moto sar possibile solo nelle regioni in cui il secondo
membro positivo. Avremo quindi la condizione
2
2I2 E I2 2I2 Mgd 2
Lz
2
cos 1 cos cos 0 (6.35.2)
Lr I1 L2r Lr
ed inoltre
I2 (1 cos2 ) = Lz Lr cos (6.35.3)
In termini di x = cos il membro destro dellEquazione (6.35.2) un polinomio di terzo
grado
P( x ) = ( x ) 1 x2 ( x )2
dove abbiamo posto
2I2 E I2
= 2
Lr I1
2I2 Mgd
=
L2r
Lz
=
Lr
I valori agli estremi sono negativi o nulli,
P(1) = ( 1)2
Questo significa che la trottola potr raggiungere la posizione verticale solo nei due casi
Lz = Lr (sar possibile = 0) o Lz = Lr (sar possibile = ). Notiamo che
I2 (1 x2 ) = Lz Lr x
e quindi il segno di (la velocit di precessione) potr cambiare, e sar in ogni istante
lo stesso di Lz Lr x.
In termini delle condizioni iniziali abbiamo adesso
I2 2 L2 1
E= 0 + r + I2 02 sin2 0 + Mgd cos 0
2 2I1 2
Lz = Lr cos 0 + I2 0 sin2 0
e quindi (notare che la velocit del centro di massa della trottola data da v2cm =
d2 02 + 02 sin2 0 )
I22 2 2MgdI2
= 0 + 02 sin2 0 + cos 0
L2r L2r
I2
= 2 2 2 v2cm,0 + cos 0
d Lr
2I2 Mgd
=
L2r
I2
= cos 0 + 0 sin2 0
Lr
inoltre
I2 sin2 = Lr (cos 0 cos ) + I2 0 sin2 0
Studiamo alcuni casi particolari. (......................)
Figura 6.29.: Il sistema descritto nel problema. I due estremi dellasta sono sulla super-
ficie delle sfere, in altre parole la distanza tra i centri delle due sfere
L + 2R.
Due sfere di massa M e raggio R sono collegate da unasta di uguale massa e lunghezza
L. Gli estremi dellasta sono saldati perpendicolarmente alle superfici delle due sfere.
Inizialmente una sfera appoggiata su un piano orizzontale, e lasta forma un angolo
0 con lorizzontale. Ad un certo punto si elimina in vincolo che mantiene il sistema in
equilibrio.
1. Supponendo che il piano sia privo di attrito determinare la velocit angolare del
corpo quando la seconda sfera tocca terra.
2. Rispondere alla stessa domanda precedente, supponendo questa volta che la sfera
inizialmente in contatto con il piano rotoli senza strisciare su questultimo.
Soluzione
Domanda 1 Se il piano non ha attrito, non ci sono forze esterne orizzontali applicate
al sistema. Di conseguenza la quantit di moto orizzontale si conserva, e il centro di
massa si muove solo verticalente, dato che inizialmente fermo. Lenergia del sistema
si pu allora scrivere
1 1
E = 3My 2cm + Icm 2 + 3Mgycm (6.36.1)
2 2
dove = la velocit angolare del corpo rigido e
L
ycm = R+ sin (6.36.2)
2
laltezza del centro di massa (al centro del manubrio) misurata rispetto allaltezza del
centro della sfera poggiata a terra. Sostituendo otteniamo
" #
1 L 2 L
E= 3M R + cos + Icm 2 + 3Mg R +
2
sin (6.36.3)
2 2 2
R + L2 cos
P CM
R + L2 sin
Figura 6.30.: Il manubrio ruota attorno al punto fisso P, che si pu determinare con la
costruzione in figura notando che il punto di contatto col terreno si muove
orizzontalmente e il centro di massa verticalmente. Quindi P deve trovarsi
alle intersezioni delle rette perpendicolari alle due velocit.
da cui
2 6Mg R + L2
= 2 sin 0 (6.36.6)
3M R + L2 + Icm
Per quanto riguarda Icm abbiamo
" 2 #
1 2 L
Icm = ML2 + 2 MR2 + M R + (6.36.7)
12 5 2
dove il primo termine il momento di inerzia dellasta attorno al suo centro, e il secondo
il momento di inerzia delle due sfere (il fattore 2) ottenuto aggiungendo al momento di
inerzia rispetto al centro il contributo prescritto dal teorema di Steiner.
Domanda 2 In questo caso possiamo considerare istante per istante il moto del manu-
brio come puro rotolamento attorno al punto di contatto. Quindi per lenergia abbiamo
1 0 2 L
E = I0 + 3Mg R + sin (6.36.8)
2 2
dove ( 2 2 )
L L
I00 = Icm + 3M R+ cos2 + R + R + sin (6.36.9)
2 2
Dalla conservazione dellenergia segue adesso
6Mg R + L2
2 = h 2 i sin 0 (6.36.10)
Icm + 3M R + L2 + R2
e derivando
L
3Mg R +
= 2
cos (6.36.16)
I 20
Soluzione
~M
~
~
L
~M ~
~m ~
L
R
R
~m
Indichiamo con ~ la velocit angolare dellorbita circolare del satellite. Dato che
M m possiamo identificare il centro di questa con il centro del pianeta. Possiamo
scrivere lenergia cinetica totale nella forma
1 1 1
Ec = IM 2M + Im m
2
+ mR2 2
2 2 2
dove il primo e il secondo termine sono le energie cinetiche dovute alla rotazione di
pianeta e satellite attorno al loro centro di massa, e il terzo lenergia cinetica dovuta
al moto del centro di massa del satellite. Questa energia non si conserva, deve per
conservarsi il momento angolare totale del sistema
~L = IM ~
~ m + mR2
~ M + Im
Possiamo usare questa legge di conservazione per scrivere lenergia cinetica in funzione
~Me
delle velocit angolari ~m
!2
1 1 1 ~L IM
~ M Im
~m
Ec = IM 2M + Im m
2
+ mR2 2
2 2 2 mR
dato che
~
~ = L IM
~ M Im
~m
(6.37.1)
mR 2
~M e
Adesso possiamo minimizzare lenergia cinetica rispetto a ~ m . Otteniamo le
due condizioni
!
Ec ~L IM
~ M Im
~m
= IM ~ M IM =0
~M
mR2
!
Ec ~L IM ~ M Im
~m
~ m Im
= Im =0
~m mR2
~m =
~M
e quindi nella configurazione finale pianeta e satellite hanno la stessa velocit angolare
di rotazione su se stessi. Sostituendo, ad esempio, nella prima equazione otteniamo
~L
~M =
~m =
( IM + Im + mR2 )
cio entrambe le velocit angolari sono lungo la direzione del momento angolare ini-
ziale. Per quanto riguarda la velocit angolare orbitale abbiamo adesso, sostituendo
nella (6.37.1)
~ =
~M = ~m
In conclusione le velocit angolari orbitali sono adesso perpendicolari al piano dellorbi-
ta, e la velocit angolare orbitale identica a quella di rotazione. In altre parole il satellite
e il pianeta rivolgono luno verso laltro sempre la stessa faccia: si muovono come un
unico corpo rigido (Figura (6.31)).
Soluzione9
Domanda 1
Il centro di massa sar lungo lasse del cono. Per determinare la distanza dal vertice si
pu scrivere
z 2 2 4
1 h Rh2 h4 3
`cm = z R dz = 1 = h
V 0 h 3 R h
2 4
9 Primo esercizio dello scritto di Fisica 1 del 19/6/2007
Dato che il cono rotola senza strisciare, tutti i suoi punti a contatto con il piano sono
fermi, e definiscono lasse istantaneo di rotazione. In particolare il vertice sempre a
contatto, quindi un punto fisso. Laltezza del centro di massa rispetto al piano resta
costante nel tempo e uguale a
zcm = `cm sin
dove abbiamo indicato con la met dellangolo al vertice,
R
tan =
h
La proiezione del centro di massa sul piano si muover invece rimanendo a una distanza
dal vertice data da cm = `cm cos . Avremo
xcm = cm cos
ycm = cm sin
Domanda 2
La velocit angolare sar diretta come lasse istantaneo di rotazione. Inoltre dovr essere
vcm = zcm
~L = IV
~
dove IV il tensore di inerzia relativo ad esso. Possiamo ottenere questultimo in due pas-
si. Scriviamo anzitutto il tensore di inerzia relativo al vertice riferito agli assi principali
del cono.
Dal teorema di Steiner abbiamo
I0 + m`2cm 0 0
IV = 0 I0 + m`2cm 0
0 0 I1
I1
~
I3 I2
Figura 6.33.: Gli assi principali di inerzia del cono (visto in sezione) e la loro relazione
rispetto al vettore velocit angolare, che parallelo allasse istantaneo di
rotazione. Langolo tra ~ e la direzione principale corrispondente a I3
quindi la met dellangolo al vertice del cono.
Sempre nello stesso sistema possiamo scrivere la velocit angolare nella forma (vedere
Figura 6.33)
0
~ = sin
cos
da cui
0
~L = IV
~ = ( I0 + m`2cm ) sin
I1 cos
Quindi ~L contenuto nel piano determinato da ~ e ~L
~ e dallasse del cilindro. Infine
sono costanti in modulo e langolo tra di essi pure costante. Possiamo scrivere lenergia
cinetica del cilindro nella forma
1 1
E = ~L ~ = I0 + m`2cm sin2 + I1 cos2 2
2 2
~ costante in modulo, quindi anche vcm lo sar.
e dalla sua conservazione segue che
Domanda 3
Possiamo risolvere il problema aggiungendo allenergia cinetica un termine di energia
potenziale gravitazionale. Abbiamo
1 2
E= I + mgdcm
2
dove
dcm = zcm cos xcm sin
cio
3
dcm = h cos sin cos + costante
4
Dato che
= cot
abbiamo per piccole oscillazioni
1 3
E= I cot2 2 + mgh cos sin 2
2 8
e quindi s
1 3mgh sin2 sin
f =
2 4I cos
mA,
m2 , R
1. Assumendo che i due cilindri ruotino senza strisciare calcolare le reazioni normali
N1 e N2 che il piano esercita su di essi.
Soluzione10
Domanda 1
La somma delle forze applicate a ciascun cilindro in direzione perpendicolare al piano
devono annullarsi. Da questo segue
N1 + P1 m1 g cos = 0
N2 + P2 m2 g cos = 0
dove come indicato nella Figura 6.35 P1 e P2 sono le componenti perpendicolari al piano
delle forze che lasta applica al centro del cilindro. Se consideriamo adesso il momento
delle forze applicate allasta rispetto al suo centro di massa abbiamo che deve essere
` `
P1 P2 = 0
2 2
10 Primo esercizio scritto 30/3/2007
P1
m1 g
N1
P2
m2 g
N2
Figura 6.35.: Le forze applicate al cilindro che contribuiscono nella direzione normale al
piano.
mentre la somma delle forze applicate allasta in direzione perpendicolare al piano deve
pure annullarsi:
P1 + P2 + m A g cos = 0 .
Da queste due relazioni segue
1
P1 = P2 = m A g cos
2
e quindi
1
N1 = m1 + m A g cos
2
1
N2 = m2 + m A g cos
2
Domanda 2
Possiamo scrivere lenergia del sistema nella forma
1 1
E= (m1 + m2 + m A ) x 2 + ( I1 + I2 ) 2 (m1 + m2 + m A ) gx sin
2 2
dove x una coordinata scelta parallelamente al piano. Dalla condizione di rotolamento
puro segue che = x/R
e poich I1 = 12 m1 R2 , I1 = 21 m2 R2 abbiamo
1 3 3
E= m1 + m2 + m A x 2 (m1 + m2 + m A ) gx sin
2 2 2
Derivando rispetto al tempo otteniamo lequazione del moto
(m1 + m2 + m A ) g sin
x = 3 3
2 m1 + 2 m2 + m A
Domanda 3
N1
F1
N2
F2
1 (m1 + m2 + m A ) g sin
Fi = mi 3 3
2 2 m1 + 2 m2 + m A
ossia per i = 1, 2
( m1 + m2 + m A ) mi
s tan .
(3m1 + 3m2 + 2m A ) mi + 12 m A
La condizione pi restrittiva quella relativa alla pi grande tra le due masse m1 , m2 .
Soluzione11
mg
Problema 1
Riferendosi alla Figura 6.37, possiamo scrivere lequazione del moto nella forma
dL `
= mg cos k (6.40.1)
dt 2
dove L = I il momento angolare rispetto ad un polo posto nel giunto elastico. Il
momento di inerzia dato da
`
m 2 m `2
I= r dr = (6.40.2)
0 ` 3
Per piccoli angoli possiamo porre cos ' 1, ottenendo per la posizione di equilibrio
mg`
eq = (6.40.3)
2k
Nella stessa approssimazione lequazione del moto si scrive
I + k = 0 (6.40.4)
dove abbiamo posto = eq + . Il periodo delle piccole oscillazioni dato quindi da
r r
I m `2
T = 2 = 2 (6.40.5)
k 3k
Problema 2
Se la parete si muove secondo y = y0 cos t nel sistema solidale ad essa agisce una forza
apparente
F = my0 2 cos t (6.40.6)
e quindi
I + k = M (6.40.7)
dove M il momento della forza apparente,
`
M = m y0 2 cos t = Re M0 eit (6.40.8)
2
ed abbiamo posto
`
M0 = m y0 2 . (6.40.9)
2
Utilizzando il metodo dei fasori otteniamo la soluzione a regime della forma
= Re Aeit (6.40.10)
con
M0
A= (6.40.11)
(k I 2 )
che rappresenta lampiezza del moto a regime.
Problema 3
Lequazione del moto diventa adesso
I + + k = M . (6.40.12)
e a una fase
= arg A (6.40.15)
con
k I 2
cos = q (6.40.16)
2
2 2 + (k I 2 )
sin = q . (6.40.17)
2
2 2 + (k I 2 )
,m
Figura 6.38.: La bacchetta forma un angolo costante rispetto allasse attorno al quale
ruota.
Soluzione12
Domanda 1
Lenergia cinetica si pu scrivere come energia di pura rotazione attorno al punto fisso,
1 2
E= I . (6.41.1)
2
Il calcolo del momento di inerzia I si pu fare direttamente, integrando sulla lunghezza
della sbarra: `
m m
I= (r sin )2 dr = `2 sin2 . (6.41.2)
0 ` 3
12 Primo problema scritto 21/1/2009
Domanda 2
Possiamo calcolare il momento angolare totale sommando i contributi di ogni elemento
della sbarra. Questo significa valutare
~L = dm~r ~v . (6.41.3)
~r = r
(6.41.5)
~ ~r = r (z )
~v = (6.41.6)
e quindi
`
~L = m (z ) drr2 (6.41.7)
` 0
Sfruttando lidentit ~a ~b ~c = ~b (~a ~c) ~c ~a ~b si trova
(z ) = z (z ) = z + cos (6.41.8)
e quindi, ponendo lasse x ad un dato istante nel piano contenente lasse di rotazione e
la bacchetta, abbiamo
Domanda 3
Dal momento in cui il vincolo viene a mancare si conserva il momento angolare e lener-
gia. Quindi, supponendo che il distacco avvenga quando la bacchetta si trova nel piano
z,x:
1 ` `
~v0 = ~ ~rdist = (z ) = sin y (6.41.10)
2 2 2
2. Nel sistema del centro di massa, in caduta libera con la bacchetta, non vi sono
forze esterne. Il moto quindi quello di una trottola simmetrica libera.
~
L
~
~T
~P
~L = IT
~T (6.41.11)
1
dove IT = 12 m`2 il momento di inerzia della bacchetta rispetto ad un asse tra-
sverso passante per il centro di massa. Quindi anche ~ T si conserva, e la bacchetta
ruota attorno a ~L fisso nello spazio con velocit angolare sin .
R1 R3 D
A
C
v0
R2
Soluzione13
Domanda 1
1 2 1
E= mvcm + Icm 2 + mgz (6.42.1)
2 2
13 Primo problema scritto 11/9/2008
e che velocit del centro di massa e velocit angolare del disco sono legate da vcm =
R1 segue che
1 Icm 3 2
E= m+ 2 v2cm + mgz = mv + mgz (6.42.2)
2 R1 4 cm
Questo significa che la velocit del centro di massa dipende solo dalla sua posizione
z. Quindi immediatamente prima e immediatamente dopo B vcm non sar cambiata
(nemmeno in direzione, dato che sar sempre orizzontale) e quindi non presente
nessuna forza impulsiva.
Il centro di massa percorre una traiettoria circolare, per cui immediatamente prima di
B sar
v2cm
m = N mg (6.42.3)
R3 R1
e immediatamente dopo
v2cm
m = N mg (6.42.4)
R2 R1
da cui si deduce che la reazione normale della guida diversa.
Si pu osservare che in B laccelerazione tangenziale del centro di massa nulla:
questo si ricava direttamente scrivendo lenergia nella forma
3
E= m ( R3 R1 )2 2 + mg ( R3 R1 ) (1 cos ) (6.42.5)
4
3
E = m ( R3 R1 )2 + mg ( R3 R1 ) sin = 0 (6.42.6)
2
3
m ( R3 R1 )2 + mg ( R3 R1 ) sin = 0 (6.42.7)
2
3
m ( R2 R1 )2 + mg ( R2 R1 ) sin = 0 (6.42.8)
2
Domanda 2
La velocit nel punto C si calcola dalla conservazione dellenergia:
3 2
mgR3 = mv + mg (2R2 R1 ) (6.42.9)
4 cm
da cui
4
v2cm = g ( R1 + R3 2R2 ) (6.42.10)
3
ma per poter passare deve essere
v2cm
m mg (6.42.11)
( R2 R1 )
da cui
4
( R1 + R3 2R2 ) ( R2 R1 ) (6.42.12)
3
e quindi
7R1 + 4R3
R2 (6.42.13)
11
Domanda 3
Il periodo la somma di un semiperiodo a sinistra di B pi un semiperiodo a destra.
Il primo determinato dalla equazione del moto scritta in precedenza, sviluppata per
piccole oscillazioni:
3
m ( R3 R1 )2 + mg ( R3 R1 ) = 0 (6.42.14)
2
da cui s
3 ( R3 R1 )
T1 = 2 (6.42.15)
2g
e analogamente la seconda s
3 ( R2 R1 )
T1 = 2 (6.42.16)
2g
quindi s
T1 + T2 3 p p
T= = R3 R1 + R2 R1 (6.42.17)
2 2g
Figura 6.41.: La sbarra con gli estremi vincolati alla guida circolare.
3. Calcolare il periodo delle piccole oscillazioni del sistema attorno alla posizione di
equilibrio stabile.
Soluzione14
Domanda 1
Possiamo scrivere lenergia del sistema nella forma
1 2
E= I Mgd cos
2
In questa espressione d la distanza tra il punto medio della sbarra (il suo centro di
massa) e il centro della guida, che vale
r
`2
d= r2
4
14 Primo esercizio scritto 11/1/2007
I il momento di inerzia della sbarra rispetto allasse di rotazione, che passa per il
centro della guida. I si calcola applicando il teorema di Steiner:
1
I= M `2 + Md2
12
Per percorrere un giro completo dovr essere cio
r
4Mgd
(0) >
I
Domanda 2
Si conserva lenergia totale, dato che le reazioni vincolari non fanno lavoro sul sistema.
Le equazioni del moto si possono ottenere rapidamente derivando E rispetto al tempo
E = I + Mgd sin = 0
da cui
I + Mgd sin = 0
Domanda 3
Possiamo utilizzare lequazione del moto determinata precedentemente. La posizione
di equilibrio stabile chiaramente = 0, che un minimo dellenergia potenziale
gravitazionale. Considerando piccole oscillazioni possiamo porre sin ' e quindi
I + Mgd = 0
m O
r, m
A B
Figura 6.42.: Lasta con gli estremi vincolati alla guida semicircolare.
Unasta di massa m e lunghezza r si muove con gli estremi vincolati ad una guida
semicircolare priva di attrito. Il raggio della guida uguale alla lunghezza dellasta,
e questultima si trova inizialmente in equilibrio nella posizione in Figura 6.42. Una
particella di massa uguale a quella dellasta viene lasciata cadere sulla verticale di une-
stremo dellasta, da unaltezza iniziale uguale a quella del centro della guida. Lurto con
lestremo dellasta istantaneo e la particella rimane attaccata ad essa.
1. Determinare langolo che lasta forma con lorizzontale nella posizione di equili-
brio del sistema.
3. Calcolare laltezza massima raggiunta dal centro di massa del sistema dopo lurto.
Soluzione15
Domanda 1
Il centro di massa del sistema si trova nel punto P posto a una distanza r/4 dal punto A,
e la posizione di equilibrio si avr quando lenergia potenziale gravitazionale minima,
cio quando P si trover sotto O. Questo significa che lasta avr ruotato di un angolo
dato da
1
r 1
tan = 4 =
3 2 3
2 r
3
r 2
P
A r/4 B
Domanda 2
Immediatamente prima dellurto la velocit della particella vale (h = r 3/2 laltezza
da cui cade) q
p
v0 = 2gh = gr 3
Durante lurto si conserva il momento angolare rispetto al punto O, perch le uni-
che forze impulsive esterne (le reazioni vincolari) hanno momento nullo. Questo vale
immediatamente prima
q
r r
LO = mv0 = m gr 3
2 2
e immediatamente dopo
LO = I
dove I il momento di inerzia del sistema rispetto ad O:
1 3 11 2
I= mr2 + mr2 + mr2 = mr
12 4 6
19
E = Ei E f = 3mgr
44
Domanda 3
Il centro di massa raggiunger la sua altezza massima rispetto alla quota iniziale quando
tutta lenergia cinetica si sar convertita in energia potenziale. Quindi
3 3
mgr = 2mgh
44
ossia
3 3
h = r
88
M1 , R1 M2 , R2
Soluzioni16
Domanda 1 Lenergia del sistema si conserva, e vale
1 1 1 K
E=I1 12 + I2 22 + My 2 + Mgy + 2
2 2 2 2
dove 1 , 2 sono le velocit angolari dei due cilindri ed y laltezza della massa misurata
rispetto alla posizione iniziale. La deformazione della molla data da = y a causa
della condizione di rotolamento puro. Uguagliando lenergia iniziale a quella nella
posizione di massimo allungamento abbiamo
K 2
Mgy + y =0
2
da cui otteniamo il massimo abbassamento
2Mg
y=
K
16 Primo esercizio compitino 13 aprile 2011
1 R 1 = 2 R 2
2 R 2 = y
da cui segue che lenergia pu essere scritta nella forma (usando I1 = M1 R21 /2 e I2 =
M2 R22 /2)
1 1 1 K
E= M + M1 + M2 y 2 + Mgy + y2
2 2 2 2
Derivando rispetto al tempo
E = M + 1 M1 + 1 M2 y y + Mgy + Kyy = 0
2 2
che sono quelle di un oscillatore armonico sottoposto ad una forza costante. La frequen-
za sar dunque s
1 2K
f =
2 2M + M1 + M2
M y = Mg + T
dove T la tensione del filo. La seconda equazione cardinale per il primo cilindro si
scrive
I1 1 = KR21 1 + FR1
dove F la forza applicata al punto di contatto e 1 lo spostamento angolare dalla
posizione iniziale. Per il secondo abbiamo
I2 2 = FR2 TR2
My = Mg + T
I1 y = KR21 y FR21
I2 y = FR22 TR22
da cui
I1 I2
M+ 2 + 2 y = Mg Ky
R1 R2
ossia
1 1
M + M1 + M2 y + Ky = Mg
2 2
Q =
Soluzione
Se il piano privo di attrito la reazione tangente per definizione nulla.
Nel caso di rotolamento puro invece possiamo scrivere
R x = 3M x cm (6.46.1)
dove xcm la posizione orizzontale del centro di massa del sistema rispetto a un sistema
di riferimento inerziale. Fissando unorigine sul piano possiamo scrivere
L
xcm = X + R + cos (6.46.2)
2
dove X la posizione del punto di appoggio del manubrio rispetto allorigine scelta.
Derivando rispetto al tempo abbiamo
L
x cm = X R + sin (6.46.3)
2
Ma X anche la velocit del centro della sfera appoggiata a terra, che vale R a causa
della condizione di rotolamento. Quindi
L
x cm = R R + sin (6.46.4)
2
e quindi
L
R x = 3M R + R + 2
cos + sin (6.46.6)
2
Dalla legge di conservazione dellenergia scritta nellesercizio 6.36 possiamo scrivere 2
in funzione dellangolo, ottenendo (Equazioni (6.36.8) e (6.36.9))
2 = 6Mg R + L2
n 2 2 o F ( )
Icm + 3M R + L2 cos2 + R + R + L2 sin
1 dF
= (6.46.7)
2 d
che sostituite nella (6.46.6) danno la soluzione del problema. Notare che omettendo il
termine X nella (6.46.2) si sarebbe ottenuto un risultato scorretto, infatti ( R + L/2) cos
la posizione orizzontale del centro di massa rispetto al punto di contatto tra corpo
rigido e piano orizzontale, che si muove orizzontalmente ed in particolare accelera.
`2, m2
g
`1, m1
Figura 6.45.: Le due aste (blu e rossa) e gli snodi (in verde). Nella configurazione iniziale
le sbarre sono allineate, come in figura.
Soluzione
Supponiamo che le due aste rimangano allineate, e verifichiamo che le equazioni car-
dinali siano consistenti. La seconda equazione cardinale per il sistema complessivo,
scegliendo come polo la cerniera che si trova ad una estremit, si scrive
" 2 #
1 1 1 1 1
2 2
m1 `1 + m2 `2 + m2 `1 + `2 = m1 `1 + m2 `1 + `2 g cos
3 12 2 2 2
(6.47.1)
che permette subito di calcolare laccelerazione angolare . La seconda equazione cardi-
nale per la sbarra di lunghezza `2 , rispetto al suo centro di massa, si scrive invece
1 `2
m2 `22 = F (6.47.2)
12 2
dove F la componente della forza che agisce sulla sbarra alla giuntura perpendicolare
alla sbarra stessa. Da questo segue
1
F = m2 `2 (6.47.3)
6
Chiaramente le equazioni (6.47.1) e (6.47.2) ammettono una soluzione per qualsiasi valo-
re dei parametri, quindi non ci danno informazioni sul mantenimento dellallineamento
tra le due sezioni. Per in linea di principio permettono di calcolare in modo univoco
(t) e F .
Date queste informazioni, verifichiamo la compatibilit con le prime equazioni cardi-
nali. Consideriamo adesso laccelerazione tangenziale del centro di massa della sbarra
di lunghezza `2 . Deve essere
`2
m2 `1 + = m2 g cos F (6.47.4)
2
Soluzione17
Domanda 1
Il disco ruota soggetto ai momenti di due forze, calcolati rispetto al centro del disco: la
forza peso dellasta e la tensione della fune:
L
I = mg sin + rT (6.48.1)
2
dove I il momento di inerzia del sistema calcolato rispetto al perno del disco. Per
ora non serve calcolarlo. Abbiamo preso come verso positivo per quello che deter-
mina una rotazione in senso anti-orario. Il moto del corpo appeso al filo determinato
dallequazione
mz = mg + T (6.48.2)
dove z crescente verso lalto. Il fatto che la fune non strisci sul disco d il vincolo:
z = r (6.48.3)
2r
L< (6.48.5)
sin
Domanda 2
Per trovare le posizioni di equilibrio si scrive lenergia potenziale del sistema e si cercano
i minimi. Lenergia potenziale ha solamente contributi gravitazionali:
L L L
U = mgz mg cos = mgr mg cos = mg r + cos (6.48.6)
2 2 2
Esiste soluzione solamente se 2r/L < 1 ovvero L > 2r. In questo caso esistono due
angoli che danno lo stesso seno, uno compreso tra 0 e /2 e laltro compreso tra /2 e
. Per vedere quali posizioni sono di equilibrio stabile, serve la derivata seconda
d2 U L
2
= mg cos (6.48.9)
d 2
che positiva (equilibrio stabile) per 0 < eq < /2 e negativa (equilibrio instabile) per
/2 < eq < .
Domanda 3
La frequenza delle piccole oscillazioni si trova ponendo = eq + nellespressione
dellenergia
m 2 1 2 L
E = z + I mg r cos (6.48.10)
2 2 2
Sviluppando al secondo ordine si trova
1 2 L
E= mr + I mg r eq + cos eq +
2
2 2
1 2 L L 1L 2
= 2
mr + I mg r eq + cos eq + sin eq cos eq + O(2 )
2 2 2 22
1 1 L
= mr2 + I 2 + mg 2 cos eq + costante + O(2 ) (6.48.11)
2 2 2
Il momento dinerzia rispetto al perno dato dalla somma dei contributi del disco e
dellasta (che si ottiene usando il teorema di Koenig):
" 2 # 2
1 2 1 2 L r L2
I = mr + mL + m =m + (6.48.12)
2 12 2 2 3
g R2, M2
R1, M1
R3, M3
Figura 6.47.: Lo schema del carrello. I tre cilindri hanno massa M1 , M2 , M3 e raggi R1 ,
R2 , R2 .
Un carretto costruito come in Figura 6.47 da tre cilindri uniti tra loro da tre barre
rigide e prive di massa. I cilindri possono ruotare liberamente attorno al proprio asse.
Si ha rotolamento puro sia nei punti di contatto tra i cilindri, sia nel contatto tra cilindri
e piano.
Il carretto appoggiato su un piano inclinato di un angolo rispetto allorizzontale,
ed immerso in un campo gravitazionale costante.
1. Soluzioneto pu scendere lungo il piano per qualsiasi valore di R1 , R2 e R3 ?
2. le velocitccelerazione del carretto.
Soluzione
Se indichiamo con 1 , 2 e 3 le velocit angolari dei tre cilindri le condizioni di
rotolamento puro sul piano inclinato danno
vcm = R1 1 (6.49.1)
vcm = R3 3 (6.49.2)
dove vcm la velocit del centro di massa del carretto, parallela al piano. Imponendo
rotolamento puro anche nei punti di contatto tra i cilindri abbiamo inoltre
1 R 1 = 2 R 2 (6.49.3)
3 R 3 = 2 R 2 (6.49.4)
Abbiamo quattro condizioni per le quattro variabili vcm , 1 , e 3 che per non sono tutte
indipendenti tra loro: ad esempio sottraendo membro a membro le Equazioni (6.49.1)
h = h0 scm sin
dove scm lo spostamento del centro di massa rispetto alla posizione iniziale, che si
trova ad una quota h0 . Chiaramente vcm = s cm . Sostituendo abbiamo
13
E= ( M1 + M2 + M3 ) s 2cm + ( M1 + M2 + M3 ) g (h0 scm sin ) (6.49.6)
22
e derivando rispetto al tempo
3
( M1 + M2 + M3 ) s cm scm ( M1 + M2 + M3 ) gs cm sin = E = 0 (6.49.7)
2
da cui
2
scm = g sin (6.49.8)
3
g
5
k
4
3 fk
2
gk
1
Figura 6.48.: La torre sul piano inclinato. Con gk si indica la componente della forza di
contatto esercitata dallo strato k-simo di cilindri sul piano inferiore paral-
lela a questultimo. Similmente con f k si indica la componente della forza
di contatto esercitata dallo strato k-simo di cilindri sul piano superiore,
sempre parallela a questultimo.
Soluzione
Se scriviamo le equazioni del moto per i cilindri e per i parallelepipedi, notiamo che
queste consistono in relazioni lineari tra le costanti in gioco. Inoltre lunica componente
rilevante dellaccelerazione di gravit quella parallela al piano. Di conseguenza per
motivi dimensionali laccelerazione angolare dei cilindri del primo strato dovr essere
della formadove una costante adimensionale da determinare. Per la condizione di
rotolamento puro laccelerazione del primo parallelepipedo parallela al piano inclinato
e vale
a1 = 2R 1 = 2g sin (6.50.1)
Consideriamo adesso il sistema appoggiato su questo parallelepipedo. Dato che la torre
costituita da un numero infinito di strati, esso indistinguibile dalla torre completa.
Lunica differenza che nel sistema solidale con la base dovremo tenere conto della
forza apparente dovuta allaccelerazione, che si tradurr in una accelerazione di gravit
efficace lungo il piano uguale a
g0 sin = g sin a1 = g sin (1 + 2) (6.50.2)
M g sin
f2
M g sin M g sin
2 2
g2 M g sin a
f1
M g sin M g sin
1 g1 1
Figura 6.49.:
e di conseguenza
g0 sin g sin
2 = = (1 + 2) (6.50.3)
R R
Scriviamo adesso le equazioni del moto per i cilindri del primo strato. Abbiamo per il
centro di massa di ciascuno di essi
1
MR 1 = Mg sin = Mg sin ( f 1 + g1 ) (6.50.4)
2
1 g sin 1
I 1 = MR2 = R ( f 1 g1 ) (6.50.5)
2 R 2
g sin 1
MR 2 = MR (1 + 2) = Mg sin (1 + 2) ( f 2 + g2 ) (6.50.7)
R 2
1 g sin 1
I 2 = MR2 (1 + 2) = R ( f 2 g2 ) (6.50.8)
2 R 2
cio limk ak = g sin : laccelerazione dei parallelepipedi degli strati pi alti sempre
pi vicina a quella di un corpo che scivola liberamente sul piano inclinato. Quelle dei
parallelepipedi sottostanti sono inferiori.
k
O
Figura 6.50.: Il cilindro vincolato da una molla, indicata dalla linea trattaggiata.
Soluzione18
Domanda 1 Lenergia del sistema si conserva e vale
1 2 k 2
E= I + `
2 2
dove I = 32 MR2 il momento di inerzia del cilindro rispetto al punto di appoggio, la
velocit angolare e ` la lunghezza della molla. Inizialmente
1 2 k 2
I + R Ei =
2 0 2
e dopo un giro completo, supponendo che il cilindro sia fermo,
k
Ef = R2 + 4 2 R2
2
Ponendo Ei = E f troviamo
r
4 2 kR2
0 =
I
18 Primo esercizio scritto Fisica 1 del 10 settembre 2010
1 2 k
E= I + R2 + R2 2
2 2
ed eguagliando a zero la derivata dellenergia
E = I + kR2 = 0
I + kR2 = 0
C0 C D
V0
mT mQ
B0 A0 B A
Soluzione
Durante lurto lunica forza impulsiva che agisce sul triangolo la reazione vincolare in
A0 B. Di conseguenza durante lurto si conserva il momento angolare del triangolo
rispetto a tale punto. Prima dellurto questo vale
~Li = mT~b V
~0
dove ~b il vettore che unisce il punto A0 B con il centro di massa del triangolo. Il
valore di ~b verr determinato nellEsercizio 6.54.
Dopo lurto il quadrato si muover con velocit V, e il triangolo ruoter attorno al
punto A0 B con velocit angolare .
C0 C D
V
cm
~b
B0 A0 B A x
Il suo momento angolare sar dato dal contributo del centro di massa e dal momento
angolare di rotazione attorno ad esso. La velocit del centro di massa del triangolo sar
~ ~b
~ CM,T = V x +
V
e quindi
~L f = mT~b V
~ CM,T + IT
~
dove abbiamo indicato con IT il momento di inerzia del triangolo rispetto ad un asse
parallelo allasse z passante per il suo centro di massa, che calcoleremo nellEsercizio 6.54.
Dalla conservazione segue che
m T~b V
~ 0 = mT~b V x + ~ ~b + IT ~
= mT V~b x + mT~b ~ ~b + IT
~
e risolvendo troviamo
bymQ m T
= h i V0
m T b2x (mQ + m T ) + by2 mQ + IT (mQ + m T )
m T m T b2x + IT
V = h i V0
m T b2x (mQ + m T ) + by2 mQ + IT (mQ + m T )
Dato che V 6= 0 dopo lurto il quadrato si muove, e quindi ha un momento angolare non
nullo. Di conseguenza il momento angolare del quadrato non si conservato (prima
dellurto nullo) e neppure lo ha fatto quello totale del sistema. Questo significa che
durante lurto il piano orizzontale ha applicato un momento impulsivo diverso da zero
al quadrato.
Dopo lurto si conserva lenergia totale del sistema e la sua quantit di moto orizzon-
tale. La minima velocit necessaria per avere il contatto si pu determinare scrivendo
lenergia iniziale nella forma
1 2 1 1
Ei = m T VCM,T + IT 2 + mQ V 2 + mT gby
2 2 2
dove
2
2
VCM,T = ~ ~b
V x +
2
= V x + bx y by x
2
= V by + 2 b2x
Dalleguaglianza Ei = E f si determina V0 .
P
`
Q O
2. Per quale velocit angolare iniziale il cilindro riesce a fare un giro completo?.
3. Determinare le equazioni del moto del sistema. Cosa succede alla frequenza di
oscillazione attorno alla posizione di equilibrio stabile nel limite di piccole oscilla-
zioni?
Soluzione19
Domanda 1 Utilizzando come coordinata langolo di rotazione del cilindro scriviamo
lenergia potenziale
1
U = k `2
2
dove ` lallungamento della molla. Si ha
`2 = ( R R sin )2 + ( R R cos )2
= 2R2 + R2 2 2R2 sin 2R2 cos
e quindi, a meno di una costante
1 2 2
U= kR 2 sin 2 cos
2
Troviamo i punti stazionari. Derivando otteniamo
U 0 = kR2 (1 cos )
19 Primo esercizio scritto Fisica 1 del 10 settembre 2010
U 000 = 4kR2 m
1 2 1 2 2
E= I + kR 2 sin 2 cos
2 2
Inoltre il potenziale una funzione non decrescente di per > 0. Eguagliando energia
iniziale e finale abbiamo quindi
1 2
I kR2 = kR2 2 2 1
2
e quindi
r
4 2 kR2
=
r I
8 2 k
=
3 m
dove si tenuto conto del fatto che I = 32 mR2 il momento dinerzia del cilindro rispetto
al suo asse di rotazione istantaneo.
kR2 3
I + =0
2
Non si tratta di unoscillazione armonica. Per studiare il periodo di oscillazione consi-
deriamo nuovamente lenergia.
1 2 1 2 2
E= I + kR 2 sin 2 cos
2 2
Per piccoli valori di possiamo approssimare
1
sin ' 3 + O 5
6
1 1
cos ' 1 2 + 4 + O 6
2 24
Si deve andare oltre lapprossimazione al secondo ordine dato che i termini del secondo
ordine, come si verificher tra un momento, si cancellano. Sostituendo abbiamo, a meno
di una costante irrilevante,
1 1
E ' I 2 + kR2 4
2 8
e le piccole oscillazioni si hanno per E 0. Possiamo scrivere
r
d 2E kR2 4
=
dt I 4I
che si integra per separazione delle variabili
t (t)
d
dt = q
0 (0) 2E kR2 4
I 4I
Scegliendo come angolo iniziale (0) = 0 e come angolo finale lestremo delloscil-
lazione lintegrale al primo membro da un quarto del periodo. Quanto allestremo
delloscillazione, si tratta dellangolo che annulla il termine sotto radice, cio
1/4
8E
max =
kR2
e quindi
max
T d
= q
4 0 2E kR2 4
I 4I
Soluzione
Indichiamo con ~r A , ~r B e ~rC i vettori corrispondenti alle posizioni dei tre vertici del
triangolo. Per comodit conviene introdurre anche i due vettori
~ = ~r B ~r A
AB
~
AC = ~rC ~r A
1 ~ ~
S= AB AC
2
~ + t AC
~r (s, t) = ~r A + s AB ~
~ ~ dsdt
dS = AB AC
e quindi
m
~ 2 ~ 2 ~ ~
ICM = AB + AC AB AC
18
Possiamo anche scrivere
m 1 ~ 2 ~ 2 1 ~ 2 ~ 2 ~ ~
ICM = AB + AC + AB + AC 2 AB AC
18 2 2
b
v0
Soluzione
Le forze esterne che agiscono sul sistema sono le reazioni normali delle pareti. Se pren-
diamo come polo lintersezione tra le rette perpendicolari alle pareti nei punti di contatto
con la sbarra vediamo che entrambe le reazioni hanno momento nullo, di conseguenza
si conserva il momento angolare. Ponendo lorigine nellintersezione tra le due pareti il
polo si trova nel punto di coordinate
!
2 2
( x, y, z) = (` cos 0 , ` sin 0 , 0) = ` ,` ,0
2 2
ed immediatamente dopo
~L f = I0 0 z
dove I0 il momento di inerzia del sistema rispetto al polo prescelto. Tenendo conto che
la massa rimane attaccata alla sbarra ad una distanza d = b/(cos 0 ) dal suo estremo
abbiamo
`2 `2 h i
I0 = m + m + m0 (` cos 0 b)2 + b2 tan2 0
12 4
!2
` 2 `2 2
= m + m + m0 ` b + b2
12 4 2
In seguito si conserva lenergia cinetica del sistema, che scriveremo nella forma
1 1
E= I ( ) 2 = I0 02
2 2
Adesso I ( ) il momento di inerzia del sistema rispetto al suo asse di rotazione istan-
taneo. Ma questultimo coincide con lintersezione tra le rette perpendicolari alle pareti
nei punti di contatto (e quindi inizialmente I = I0 ). In altre parole
" 2 2 #
`2 `2 cos sin
I ( ) = m + m + m0 ` cos b + b
12 4 cos 0 cos 0
e quindi
s
I0
= 0
I ( )
y y y
O O O
x x x
d
CM
L
v0
Figura 6.55.: Il pendolo fisico considerato nel problema, prima dellurto (a sinistra) im-
mediatamente dopo (al centro) e alla massima inclinazione raggiunta (a
destra).
Soluzione
Dato che durante lurto lunica forza impulsiva che agisce sul sistema la reazione
vincolare al punto di sospensione O, il momento angolare del sistema rispetto ad esso si
conserva. Il momento angolare immediatamente prima dellurto quello della massa,
~Li = m [`y ] (v0 x ) = m`v0 z
Dopo lurto abbiamo un unico corpo rigido che ruota attorno al punto di sospensione
con velocit angolare
~ = z
quindi il momento angolare finale sar
~L f = I z
E f = Mgd + mg`
e da Ei = E f otteniamo
Mgd + mg`
2 = 4
I
cio, sostituendo la (6.56.1)
4Ig Md + m`
v20 =
m2 `2
ed infine s
4g M M 1 2
v0 = `+ d `2 + L + d2
`2 m m 12
g F
M, R
Tre cilindri identici di massa M e raggio R sono disposti come in Figura 6.56 su un
piano orizzontale privo di attrito. Al centro di massa del cilindro in basso a sinistra
applicata una forza costante F. Determinare per quali valori di F il sistema accelera
come un tutto unico mantenendo invariate le posizioni relative dei cilindri.
Soluzione
Sappiamo che i tre cilindri devono avere la stessa accelerazione. Consideriamoli separa-
tamente. Per quello in basso a sinistra avremo lungo la direzione orizzontale
1
Ma = F N1 N3
2
1 1
Ma = N3 N2
2 2
3 3
0= N2 + N3 Mg
2 2
N3 N2
N3 N2
g
N1 N1 M, R
Figura 6.57.: La convenzione scelta per le forze di contatto. In rosso sono indicate le
forze applicate al cilindro in basso a sinistra, in verde quelle applicate al
cilindro in basso a destra, in blu quelle applicate al cilindro in alto.
come era facile anticipare considerando il moto del centro di massa del sistema. Sot-
traendo membro a membro otteniamo dalle prime tre equazioni e dallultima il sistema
1 1
2N1 + N2 + N3 = F
2 2
1
N1 + N2 N3 = 0
2
3 3
N2 + N3 = Mg
2 2
che ha per soluzione
1 1
N1 = F Mg
2 2 3
1 1
N2 = Mg F
3 3
1 1
N3 = F + Mg
3 3
Il segno delle forze di contatto riassunto nel diagramma 6.58 al variare di F.
Dato che queste possono essere nella situazione considerata solo positive vediamo
che le posizioni relative possono rimanere invariate solo per
Mg
< F < Mg 3
3
che corrisponde allintervallo di possibili accelerazioni
g 1
<a< g
3 3 3
N3
N2
N1
M
F = M g 3 F = g F = Mg 3
3
di F. Le posizioni
Figura 6.58.: Il segno delle reazioni normali al variare relative rimango-
no invariate solo nellintervallo Mg/ 3 < F < Mg 3. In tutti gli altri casi
almeno una delle reazioni Ni diviene negativa, segnalando che i cilindri
perdono contatto nel modo indicato.
Soluzione
Per avere le stesse propriet dinamiche della sfera il sistema costruito deve avere la
stessa massa totale e lo stesso tensore di inerzia. Ponendo il polo nel centro di massa
questo sar della forma
1 0 0
2
I = MR2 0 1 0
5
0 0 1
Mostriamo anzitutto che sono necessari almeno quattro punti materiali. Un unico punto
ha un tensore di inerzia nullo. Con due punti abbiamo una asse (quello passante per
essi) con momento di inerzia nullo, ma una sfera ha un momento di inerzia 25 MR2
lungo un asse qualsiasi. Infine, tre punti appartengono necessariamente ad un piano.
Si verificato in un esercizio precedente (Esercizio 6.12) che il momento di inerzia
perpendicolare a tale piano uguale alla somma dei momenti di inerzia relativi a due
assi appartenenti allo stesso, mentre nel caso che ci interessa dovrebbero essere tutti
uguali.
Consideriamo adesso le coordinate di quattro punti materiali. Introduciamo le quan-
tit
u = ( x1 , x2 , x3 , x4 )
v = ( y1 , y2 , y3 , y4 )
w = ( z1 , z2 , z3 , z4 )
dove xi , yi e zi sono le coordinate del punto materiale i-simo. Dato che il centro di massa
nellorigine deve essere
xi = yi = zi = 0
i i i
M M 2 2
Izz =
4 xi2 + y2i =
4
|u| + |v|2 = MR2
5
i
M M 2
Iyy =
4 xi2 + z2i =
4
|u|2 + |w|2 = MR2
5
i
M M 2 2
Ixx =
4 z2i + y2i =
4
|w| + |v|2 = MR2
5
i
da cui segue
4
| u |2 = | v |2 = | w |2 = R2
5
Inoltre gli elementi fuori diagonale sono nulli, quindi
M M
Ixy =
4 xi yi = 4 u v = 0
i
M M
Ixz =
4 xi zi = 4 u w = 0
i
M M
Iyz =
4 yi zi = 4 v w = 0
i
cio i tre vettori sono ortogonali tra loro. Una base nel sottospazio desiderato si pu
scegliere ad esempio nella forma
1
e1 = (1, 0, 0, 1)
2
1
e2 = (0, 1, 1, 0)
2
1
e3 = (1, 1, 1, 1)
2
e quindi potremo scrivere
r r
4 2
u= Re1 = R 1, 0, 0, 1
5 5
r r
4 2
v= Re2 = R 0, 1, 1, 0
5 5
r r
4 2 1
w= Re3 = R , 1 , 1 , 1
5 5 2 2 2 2
Questa solo una delle soluzioni possibili. Tutte le altre si possono ottenere ruotan-
do la base scelta, rimanendo per nel sottospazio scelto. Questo equivalente ad una
~ri ~r j 1
cos = = (i 6 = j )
|~ri | ~r j 3
Le masse si trovano quindi ai vertici di un tetraedro, che per quanto visto pu essere
ruotato arbitrariamente attorno allorigine.
v0 x
Figura 6.59.: Il disco del problema, in un sistema di riferimento con origine nel suo
centro.
Soluzione
Una quantit che si conserva durante limpatto con il chiodo il momento angolare
rispetto al punto in cui questo viene infisso. Fissiamo un sistema di riferimento con ori-
gine nella posizione del centro del disco al momento dellimpatto. Il momento angolare
rispetto a un punto generico posto in
~r = x x + yy
1. Se tutta lenergia cinetica viene persa, allora dopo lurto ~L = 0. Ma allora anche il
momento angolare iniziale sar nullo, e questo accade se
y= R
2
mentre x pu essere scelto arbitrariamente. Potremo dunque fermare completa-
mente il disco con il chiodo per 2 < < 2.
2. Affinch tutta lenergia cinetica si conservi dovremo evitare che la reazione del
chiodo nel momento in cui viene infisso faccia lavoro. Colpiremo quindi il disco
nel punto fermo in quellistante. La velocit di un punto generico sar
v
~ ~r = v0 x + 0 z ( x x + yy )
~ (~r ) = ~v +
V
R
y v0
= v0 1 x + x y
R R
e quindi dovremo scegliere
x=0
R
y=
Questo sar possibile per 1 < < 1.2
v0
Figura 6.60.: Il cilindro nella posizione iniziale. Le velocit v0 e 0 sono arbitrarie (anche
in segno).
Un cilindro di massa M e raggio R viene lanciato lungo un piano inclinato con velocit
iniziale v0 e velocit angolare 0 . Il piano inclinato rispetto alla direzione orizzontale
di un angolo , ed presente attrito dinamico, caratterizzato dal coefficiente . Discu-
tere sotto quali condizioni il cilindro dopo un tempo sufficientemente lungo inizia a
compiere un moto di puro rotolamento.
Soluzione
Scriviamo la prima e la seconda equazione cardinale per il cilindro. Abbiamo
dv 1
= g sin + Fa
dt m
d Fa
= R (6.60.1)
dt I
dove abbiamo indicato con Fa la forza di attrito, che scriveremo nella forma
(
mg cos vP < 0
Fa =
mg cos v P > 0
dove
v P = v + R
la velocit del punto del cilindro a contatto con il piano. La condizione di rotolamento
puro corrisponde a v P = 0. Combinando le due equazioni del moto possiamo costruire
una equazione per v P
dv P d mR2 Fa
= (v + R) = g sin + 1 +
dt dt I m
ossia (
dv P g sin 3g cos vP > 0
=
dt g sin + 3g cos vP < 0
Vediamo che nel caso v P < 0 laccelerazione v P costante e positiva. Di conseguenza v P
crescer linearmente e avremo rotolamento puro dopo un intervallo di tempo
v 0 + 0 R
t=
g (sin + 3 cos )
1
> tan
3
avremo v P > 0, e arriveremo al rotolamento puro dopo un tempo
v 0 + 0 R
t=
g (3 cos sin )
In caso contrario v P < 0 e la condizione di rotolamento puro non sar mai raggiunta. La
situazione riassunta in Figura 6.61.
R
Rotolamento puro
del punto di contatto con il piano e del centro di massa. La linea rossa corrisponde ai
moti di puro rotolamento.
Indipendentemente da e un punto al di sotto della della linea rossa evolve sempre
verso di essa. Infatti dalle Equazioni (6.60.1) segue che in questa regione > 0, v > 0,
dato che Fa > 0. Quindi il sistema si sposter come indicato dale frecce viola.
Un punto al di sopra della linea rossa ha < 0, ma v pu essere sia positivo che
negativo (Fa < 0, Equazioni (6.60.1)). Quindi pu evolvere verso rotolamento puro
(linee viola) oppure no (linee verdi), in accordo con lanalisi precedente.
r m, I
R
g
Dalla sommit di una calotta sferica di raggio R viene lasciato cadere, con velocit
iniziale trascurabile, un corpo rigido di forma sferica (raggio r). La massa totale m
distribuita simmetricamente attorno al centro del corpo in modo tale che questo ha un
momento di inerzia I rispetto ad un asse passante per il centro.
Se il cilindro rotola senza strisciare sulla calotta determinare langolo a cui avviene
il distacco. Considerare in particolare il caso di massa distribuita uniformemente, e
quello corrispondente al massimo e minimo valore possibile per I. Come deve essere
distribuita la massa negli ultimi due casi?
Soluzione
Scriviamo lenergia totale del sistema, utilizzando langolo in figura come coordinata.
Abbiamo
1
E = I 0 2 + mg ( R + r ) cos
2
dove
I 0 = I + mr2
il momento di inerzia del corpo rispetto al punto di contatto e la sua velocit an-
golare. Per determinare questultima notiamo che il centro del corpo compie un moto
circolare con velocit
v = ( R + r )
v = r
da cui
R
= 1+
r
Sostituendo nellenergia troviamo
1 0 R 2 2
E = I 1+ + mg ( R + r ) cos
2 r
Uguagliando allenergia iniziale ( = 0, = 0) otteniamo
2mg r2
2 = 0 (1 cos )
I (R + r)
che ci permette di conoscere 2 in funzione dellangolo.
Dato che il centro di massa del corpo compie un moto circolare, lequazione del moto
nella direzione radiale sar
m ( R + r ) 2 = N mg cos
dove N la reazione normale della superficie della calotta. Il distacco si avr per N = 0,
ossia per
2mr2
N = mg cos 0 (1 cos ) = 0
I
Questo significa
1
2mr2 2mr2
cos = 1+ 0
I0 I
Se la massa distribuita uniformemente
2 7
I 0 = mr2 + mr2 = mr2
5 5
e quindi
10
cos = ' 0.588
17
Il minimo valore di I si ottiene concentrando tutta la massa nel centro. In questo caso
I = 0 e I 0 = mr2 , quindi
2
cos = ' 0.667
3
lo stesso valore che si ottiene per la caduta di un punto materiale. Il massimo valore
di I si ottiene concentrando tutta la massa sulla superficie esterna del corpo (si deve
mantenere la distribuzione simmetrica). In questo caso
m
I= r4 sin2 d cos d
4r2
mr2 1
= 1 u2 du
2 1
2 2
= mr
3
6
cos = ' 0.545
11
Da notare che questo il caso in cui il distacco avviene pi in basso.
x0
u
y0 v
P
F s
OV
x
O0
Figura 6.63.: Il cilindro parabolico nella posizione di equilibrio. Lasse rispetto al quale
si vuole calcolare il momento di inerzia passa per il vertice della parabola
V ed diretto lungo lasse z.
Soluzione
1. Consideriamo il cilindro nella posizione in Figura 6.63. La parabola generatrice
avr equazione
x2
y=
2p
Dato che la massa distribuita uniformemente, le coordinate del centro di massa
saranno date da xCM = 0 (per ragioni di simmetria) e da
y dS
yCM =
dS
dove abbiamo indicato con h laltezza del taglio. La prima integrazione imme-
diata ed abbiamo infine
p h
2 2p 0 dy y3/2 3
yCM = p h = h
2 2p dy y 1/2 5
0
4p
S= 2ph3/2
3
che ci servir in seguito. Se il centro di massa deve coincidere con il fuoco avremo
3 p
h=
5 2
da cui
5
h= p
6
Lequazione della parabola sar dunque
5x2
y=
12h
x2
normali e tangenti alla parabola in P x, 2p sono dati da
1 1 1 p cos
u=
p 0 = p =
1 + y 02 y p2 + x 2 x sin
1 y0 1 x sin
v = p =p =
1 + y 02 1 p2 + x 2 p cos
dove langolo di rotazione del cilindro. Dato che la parabola ruota senza stri-
sciare anche la distanza O0 P rispetto al punto di appoggio iniziale. Quindi le
coordinate del fuoco della parabola saranno
x F = s + PF u
y F = PF v
ossia, dato che !
x
PF = p x2
2 2p
xp x2
xF = s p +
p2 + x2 2 2p
2
1 x p2
yF = p +
p2 + x 2 2 2
Per quanto riguarda s, avremo
q
s= x 2 + y 2 dt
xq
= 1 + y02 dx
0
x/p p
=p 1 + u2 du
0
s 2
p x x x
= 1+ + sinh1
2 p p p
e quindi
p 1 + sin
x F = log
2 cos
p 1
yF =
2 cos
Questa la traiettoria del fuoco espressa parametricamente in funzione dellangolo
di rotazione. Si pu anche eliminare . Abbiamo infatti
p 2x F
yF = cosh
2 p
`, m
Soluzione
Nel seguito indicheremo con = M + 6m la massa totale della struttura, e con
`2
I = 6m = 2m`2
3
il suo momento di inerzia rispetto al suo centro di massa.
Consideriamo la caduta come successione di rotazioni di /3 della struttura. Osser-
viamo che ad ogni passo lenergia potenziale gravitazionale varia di
U = g` sin
Fino al momento del nuovo contatto della struttura con il piano inclinato si conserva
lenergia totale. Invece al momento del contatto, che considereremo istantaneo, si con-
serva il momento angolare rispetto ad un polo posto nel nuovo punto di appoggio, se
supponiamo che non vi siano forze impulsive che agiscono su P.
`, m
f `
P
g
i `
P0
Figura 6.65.: La costruzione utilizzata per raccordare la velocit angolare della struttura
tra listante immediatamente precedente e quello immediatamente seguen-
te il momento del contatto con il punto P. I vettori azzurri indicano le
velocit del centro di massa, prima e dopo il contatto.
Possiamo utilizzare questo fatto per calcolare la variazione della velocit angolare.
Facendo riferimento alla Figura 6.65 vediamo che immediatamente prima del contatto la
struttura sta ruotando attorno al punto di appoggio precedente P. Il momento angolare
rispetto a P0 immediatamente prima del contatto vale quindi
2 1 2
Li = Ii + ` i sin = I + ` i
6 2
I + `2
i = f
I + 12 `2
e quindi
!2
I + 21 `2 2U
n2 +1 = n2
I + `2 I + `2
n2 +1 = n2 + (6.63.1)
con
!2
I + 12 `2
= <1
I + `2
2g` sin
=
I + `2
Cerchiamo adesso un eventuale soluzione della (6.63.1) del tipo n = . Queste saranno
determinate da
2 = 2 +
ossia
2 =
1
Poniamo adesso
n2 = 2 + n
e sostituiamo nella (6.63.1) ottenendo
n+1 = n
da cui
n = n 0
In conclusione possiamo scrivere la soluzione generale nella forma
n2 = n2 2 + 2 = n + 2 = n 02 2 + 2
in caso contrario lenergia cinetica deve essere sufficiente a portare il centro di massa
sulla verticale della posizione di appoggio, cio
1 h i
I + `2 n2 > g` 1 sin +
2 3
ossia s s
r 1
4g sin 2 `
2 1 sin +
3
n >
` I + `2 sin
Se n < ? la velocit angolare cambia segno. La nuova velocit angolare immediata-
mente dopo il contatto sar data da
n2 +1 = 2 n2
=
n <
2
n+1 = (n2 + )
= ?
2
=0
n+1 = 2n2
n2
Figura 6.66.: Studio grafico della relazione ricorsiva (6.63.1). Per valori iniziali della
velocit angolare maggiori di si ha convergenza verso , che quindi
un punto fisso attrattivo. Per < ? (la fascia gialla) la velocit angolare
tende invece verso 0, un altro punto fisso attrattivo. un punto fisso
repulsivo.
v0
v0
m1 R m2 m3
k, `0
Soluzione
Durante lurto la molla rimane alla sua lunghezza di riposo, dato che questo avviene
istantaneamente. Quindi non ci sono forze esterne orizzontali applicate al sistema m2 +
m3 e la sua quantit di moto si conserva. Detta v00 la velocit di m2 + m3 dopo lurto
abbiamo
m2 v0 = (m2 + m3 ) v00
e quindi
m2
v00 = v0
m2 + m3
Per la stessa ragione (molla a riposo) non ci sono forze esterne orizzontali che agiscono
su m1 , quindi la sua quantit di moto non cambia e la sua velocit immediatamente
dopo lurto rimane v0 .
Abbiamo adesso il sistema rappresentato in Figura 6.68. Lenergia si conserva, e la
possiamo scrivere nella forma
1 1 1 k
E= ICM 2 + m1 v21 + (m2 + m3 ) v22+3 + 2
2 2 2 2
dove abbiamo indicato con
v1 v2+3
m2 + m3
m1 R
k, `0
Figura 6.68.: Il sistema dopo lurto. In rosso sono rappresentate le forze esterne che
agiscono sul cilindro, in blu quelle che agiscono sul corpo m2 + m3 , in verde
quelle interne.
Di conseguenza la quantit
3
A = m1 v1 R (m2 + m3 ) Rv2+3
2
si conserva. Da notare che questo non in generale il momento angolare totale rispetto
al punto di appoggio del cilindro, che si scriverebbbe (indicando con hCM laltezza del
centro di massa del corpo m2+3 )
3
L = m1 v1 R (m2 + m3 ) hCM v2+3
2
e non sarebbe conservato. La non conservazione dovuta al momento delle reazioni
normali distribuite che il piano esercita sul corpo m2 + m3 .
Eguagliando il valore iniziale e finale di A troviamo
3
2 m1 + m2
vf = 3
v0
2 m1 + m2 + m3
v0 g
R
x y
Soluzione
Domanda 1
Domanda 2
Dalla conservazione di L x segue che dopo lurto il settore ruota attorno allasse x con
velocit angolare data da
2
Mv0 d = I
2
dove I = 12 MR2 il suo momento di inerzia rispetto allasse specificato. Segue che
v0 d
= 2
R2
e il centro di massa del settore avr una velocit
!
2 2
~ ~r = x
~vCM = d y + d z
2 2
2
= d ( x y + x z )
2
2
= d (z + y )
2
d2
= v0 2 (z + y )
R
La variazione della quantit di moto durante lurto uguale allimpulso cercato, e quindi
2
~I = M~vCM Mv0 y = Mv0 d z + Mv0 d2
1 y
R2 R2
Domanda 3
Dopo lurto si conserva lenergia, e per ottenere il capovolgimento il centro di massa
del settore dovr arrivare sulla verticale dellorigine, ad una altezza d. Confrontan-
do lenergia in questa situazione con quella immediatamente dopo lurto abbiamo la
condizione
1 2 2
Mgd < I + Mgd
2 2
Inserendo il valore di determinato precedentemente troviamo
2v20 d2 2gd
> 2 2
R4 R2
e quindi r
g
v0 > R 2 2
d
~v
~
z
x
Una sfera di raggio R e massa M viene lanciata su un piano orizzontale con velocit
angolare ~ e velocit del centro di massa ~v, scelte come in Figura6.70. Tra sfera e piano
si ha attrito dinamico.
1. Mostrare che il momento angolare del cilindro rispetto a un polo scelto opportu-
namente si conserva.
2. Scrivere lenergia della sfera in funzione del momento angolare conservato e della
velocit istantanea del punto del cilindro a contatto con il piano.
Soluzione
Consideriamo la retta sulla quale si muove il punto di contatto tra sfera e piano. Se
scegliamo il polo in un punto qualsiasi di questa, vediamo che il momento angolare si
conserva. Infatti le uniche forze che agiscono sulla sfera sono
La forza di attrito Fa x
Dato che il centro di massa della sfera non accelera nella direzione y deve essere N = Mg.
Ma entrambe le forze hanno lo stesso braccio rispetto al polo scelto, quindi i rispettivi
~L = ( ICM MRv) z Lz z
~v0 = ~v R
~ y = (v + R ) x vo x
1 L2z 1I
E= + CM Mv2o
2 I0 2 I0
Quando la sfera inizia a rotolare senza strisciare si ha vo = 0. Inoltre Lz si conservato.
Segue che lenergia dissipata il secondo termine dellequazione precedente, ossia
1 ICM
Ediss = Mv2o
2 I0
In particolare se tutta la massa concentrata al centro della sfera ICM = 0 e non viene
dissipata energia.
M2
M1 h V
R v
Soluzione
Dato che lurto elastico si conserva lenergia. Di conseguenza possiamo scrivere
1 1 1
IO 02 = IO 2 + MV 2
2 2 2
dove abbiamo scritto lenergia cinetica del cilindro come energia di puro rotolamento
rispetto al punto di contatto con la superficie orizzontale, istantaneamente ferma. Per
questo motivo
3
IO = M1 R2
2
Notiamo che nellurto non si conserva la quantit di moto orizzontale, dato che sul
cilindro agisce una forza esterna orizzontale, lattrito statico necessario a mantenere la
e quindi
h h
K=J R = M2 V R
2 2
h
K JR = M2 V
2
che da (ovviamente?) lo stesso risultato.
~g
C
Figura 6.72.: La matita (in rosso) in caduta lungo il piano inclinato. Langolo resta
fisso.
Una matita (unasta sottile e omogenea) ha una lunghezza ` e una massa totale m.
Un suo estremo C viene appoggiato ad un piano inclinato rispetto allorizzontale di
un angolo . Lasta e la normale per C al piano inclinato giacciono sullo stesso piano
verticale .
Langolo , misurato sul piano , tra lasta e il piano inclinato scelto in modo tale
che lasta possa scendere lungo il piano inclinato senza ruotare (vedere Figura 6.72) con
accelerazione costante a. Il piano esercita una forza di attrito dinamico caratterizzato da
un coefficiente .
Calcolare, se esiste, langolo e laccelerazione a.
Soluzione
Scriviamo le due componenti della prima equazione cardinale nel piano , lungo la
direzione perpendicolare e parallela al piano. Abbiamo
0 = N mg cos
ma = N + mg sin
Abbiamo usato il fatto che lasta non ruota, e quindi tutta laccelerazione a del suo centro
di massa parallela al piano. Inoltre stiamo supponendo v > 0. Risolvendo otteniamo
N = mg cos
a = g (sin cos )
Utilizziamo adesso la seconda equazione cardinale rispetto ad un polo posto nel centro
di massa dellasta. Dato che rispetto al polo scelto il momento angolare nullo possiamo
A parte il caso nel quale il piano verticale (cos = 0) per il quale la relazione sempre
verificata, vediamo che deve essere
1
tan =
quindi lasta deve essere inclinata di un angolo > /2, tendente a /2 per 0.
Notare che per + apparentemente . Questo un risultato corretto, ma si
deve tenere conto del fatto che per
> tan
M1 , R1
~g
M2 , R2
Figura 6.73.: I due anelli, e due possibili coordinate che si possono introdurre per de-
scriverne il moto. Si ha rotolamento puro sia tra lanello grande e il piano
orizzontale, sia tra i due anelli.
Soluzione
~g y
P1 P2
Il sistema ha due gradi di libert. Per descriverlo utilizzeremo due angoli e , definiti
come in Figura 6.74. Per quanto riguarda le posizioni di equilibrio, notiamo che tutti
i valori di sono equivalenti. Al contrario, avremo equilibrio stabile solo per = 0, e
quindi potremo considerare (e ) piccolo nel regime di piccole oscillazioni.
L2z = m2 R22 2 m2 R2 ( R1 R2 )
Per calcolare la velocit angolare del disco piccolo 2 scriviamo la velocit del suo centro
di massa come
v = ( R1 R2 )
dato che questo compie un moto circolare attorno al centro del disco grande. Possiamo
scrivere la stessa velocit, data la condizione di rotolamento puro, come velocit del
punto P2 pi velocit relativa ad esso:
v = R1 2 R2
Nella seconda riga abbiamo il momento delle forze apparenti: laccelerazione del siste-
ma di riferimento, data la condizione di rotolamento puro,
a = R1
e quindi
3
2R1 m1 R1 + m2 R2 2m2 R2 ( R1 R2 ) = m2 g ( R1 R2 )
2
Per ottenere la seconda equazione, consideriamo adesso la seconda equazione cardinale
per il disco piccolo, scritta rispetto al polo P2 . Si tratta di un polo mobile, ma la sua
velocit nel sistema che abbiamo scelto parallela a quella del centro di massa del disco,
e quindi non necessario aggiungere alcun termine alle equazioni del moto.
Sempre nel regime di piccole oscillazioni possiamo calcolare il momento angolare del
disco piccolo (del primo ordine nelle velocit) trascurando lo spostamento di P2 rispetto
a P1 , e quindi
0
L2z = L2z
Lequazione del moto sar allora
d
m2 R1 R2 2m2 R2 ( R1 R2 ) = m2 gR2 R2 m2 a
dt
ossia
2m2 R2 ( R1 R2 ) = m2 gR2
e sostituendo nella prima equazione otteniamo
3
2R1 m1 R1 + m2 R2 = 2m2 g ( R1 R2 )
2
di frequenza angolare
r
g
1 =
2 ( R1 R2 )
Otteniamo la soluzione generale
= A cos 1 t + B sin 1 t
1
= 0 cos 1 t + 0 sin 1 t
1
2m2 ( R1 R2 )2
0 = 0 + D
R1 32 m1 R1 + m2 R2
2m2 ( R1 R2 )2
0 = 0 + C
R1 32 m1 R1 + m2 R2
e quindi
2m2 ( R1 R2 )2 1
= 0 (cos 1 t 1) + 0
sin 1 t t + 0 t + 0
R1 23 m1 R1 + m2 R2 1
(t) = 0
(t) = 0 t + 0
Nel sistema di riferimento scelto il disco piccolo rimane sempre in basso, e quello gran-
de ruota con velocit angolare costante. Notare che, a causa della condizione di puro
rotolamento, il disco piccolo ruota con velocit angolare
R1
2 = 0
R2
In un sistema di riferimento solidale al suolo le soluzioni per (t) e (t) trovate restano
valide. Il centro di massa del disco grande sar per in moto in direzione orizzontale
con
xcm,1 (t) = R1 (t)
e per il centro di massa del disco piccolo avremo (sempre per piccole oscillazioni)
L
R2
R1
Soluzione
Se il cono non aderisse sul fondo le forze agenti su di esso sarebbero la forza peso e la
spinta di Archimede. Nella situazione considerata necessario sottrarre la spinta dovuta
alla pressione sulla base e aggiungere la reazione vincolare N del fondo. Abbiamo
quindi allequilibrio
( L ) Vg L gLR21 + N = 0
e per non avere distacco necessario che N > 0. Questo significa
L gLR21 > ( L ) Vg
589
7.1. VENTOSA ??
ossia
h
L gLR21 > ( L ) g R21 + R1 R2 + R22
3
da cui
R2 R2 3L L
1+ + 22 <
R1 R1 h L
Questo significa che il rapporto R2 /R1 non deve essere troppo grande, pi esattamente
s
R2 1 3L L 3
< +
R1 2 h L 4
1
H = P + v2 + gz (7.2.1)
2
assume un valore costante in tutto il liquido e calcolare la forma della superficie libera
di esso.
Soluzione
Il teorema di Bernoulli dice che in condizioni stazionarie la quantit H costante su
ogni linea di flusso del fluido. Per concludere che questa costante la stessa su ogni
linea per necessario che il campo di velocit sia irrotazionale, ipotesi non verificata
in questo caso.
Per averne conferma, possiamo cercare di rispondere alla seconda domanda sup-
ponendo che H sia veramente costante. Allora sulla superficie libera del fluido deve
essere
1 2 2
r + gz = K (7.2.2)
2
cio
2 r2
z = K0 (7.2.3)
2g
Ma questo ci dice che la superficie un paraboloide di rotazione con concavit rivolta
verso il basso, il che assurdo.
Possiamo invece porci in un sistema che ruota solidale al recipiente. In questo caso
il fluido appare in quiete, quindi il suo campo di velocit ovviamente irrotazionale.
Siamo nelle condizioni per poter dedurre dal teorema di Bernoulli che la quantit
H = P + (7.2.4)
effettivamente costante in tutto il fluido, indicando con lenergia potenziale per unit
di massa, che tiene conto della forza centrifuga apparente:
1
= gz 2 r2 (7.2.5)
2
2 r2
z=K+ (7.2.6)
2g
cio un paraboloide di rotazione con concavit rivolta verso lalto, risultato sensato. Per
determinare la costante K calcoliamo il volume del liquido:
a
2 r2 a2 2 a4
V= K+ 2rdr = 2 K + (7.2.7)
0 2g 2 8g
cio
V 2 a2
K= . (7.2.8)
a2 4g
Sa , Va Sb , Vb
Soluzione
La forza che il liquido esercita sul tubo uguale e opposta a quella che il tubo esercita
sul liquido. Questultima uguale alla variazione della quantit di moto del liquido,
che possiamo scrivere come
d~ ~ A + dMV
P = dMV ~B (7.3.1)
Daltra parte
dM = S A |VA |dt = SB |VB |dt (7.3.2)
quindi possiamo scrivere
~ 2 SA
d P = S A |VA |dt (|VA |n A + |VB |n B ) = S A VA dt n A + n B (7.3.3)
SB
In particolare se = 0
!
0 SA
~F = S A VA2 SA = ~A .
(S A + SB ) |VA |V (7.3.5)
1+ SB SB
Soluzione
Poniamo inizialmente un sistema di riferimento con lorigine O sullasse del cilindro a
una distanza OP = d dalla base inferiore, come mostrato in Figura 7.3. In tale sistema
di riferimento il centro di massa sar in x = y = 0 e z = h/2 d. Immaginiamo adesso
di tagliare il cilindro con un piano passante per O e inclinato di un angolo rispetto
allorizzontale. Sempre facendo riferimento alla Figura 7.3, il centro di massa della parte
del cilindro al di sotto del piano, che rappresenter la parte immersa nel fluido, si trover
in xG ( ), yG = 0, zG ( ).
B
A
O
Figura 7.3.: Il cilindro del problema. Lorigine del sistema di coordinate (asse verticale z,
asse orizzontale x) scelto in modo da avere OP = d.
z z
A A
O O
C D x C D x
B B
M M
G
G
Figura 7.4.: Due possibili posizioni del centro di massa M del cilindro e del centro di
galleggiamento G. La situazione a sinistra corrisponde alla instabilit, quella
a destra alla stabilit.
Per avere stabilit il momento deve tendere a riportare il cilindro nella posizione di
equilibrio, quindi
R2
hd <0
4d
cio
R2
4 1 <
L L h2
Considerando il cilindro in Figura 7.3, troviamo il centro di massa G della parte del
cilindro al di sotto di un piano passante dal punto O e inclinato di un angolo (passante
per C e D in figura). Abbiamo
1
xG = xdV
R2 d
1
zG = zdV
R2 d
2 R r cos tan
1
xG = d rdr dz r cos
R2 d 0 0 d
2 R
1
= d r2 dr cos (r cos tan + d)
R2 d 0 0
R
1 1 3
= r dr tan
R2 d 0 2
1 R4
= tan
8 R2 d
R2
= tan
8d
quindi
h
x 0M = d sin
2
2
0 R2 d R 2
xG = sin + tan 1 sin
8d 2 8d2
Soluzione
Dallespressione del campo di velocit si determinano le traiettorie degli elementi di
fluido risolvendo
dx
= x
dt
dy
= y
dt
dz
=0
dt
che si integrano direttamente ottenendo
x (t) = x (0)et
y(t) = y(0)et
z ( t ) = z (0)
x ( t )2 y ( t )2
+ + z ( t )2 < 1
e2t e2t
quindi agli istanti successivi la macchia di colore ha la forma di un ellissoide con
semiassi a x = et , ay = et , az = 1. Il volume dato da
4 4
V (t) = a x ay az =
3 3
e si conserva.
Soluzione
Poniamo lorigine di un sistema di coordinate nel vertice del cono. La superficie trasver-
sa dipender da z come
S(z) = z2 cot2 (7.6.1)
ed in particolare il foro si trover a una quota z0 determinata da
z = h + z0
M
Patm
h1
S1
V
h2
S2
Detta V la velocit calcolata al punto precedente, dire quanto calore necessario fornire
al sistema per unit di tempo per mantenere le condizioni stazionarie. Indicare con il
calore latente di evaporazione e con V la densit del vapore.
Soluzione1
Domanda 1
Dato che la pressione sul fondo la stessa ovunque deve essere
e quindi
P Patm
h2 = h1 + . (7.7.2)
g
Domanda 2
Detta V1 la velocit nel tratto di sezione S1 dal teorema di Bernoulli segue che
1 1
P + gh1 = Patm + gh2 + V12 = Patm + V 2 (7.7.3)
2 2
e dalla conservazione della massa
S1 V1 = S2 V . (7.7.4)
Risolvendo abbiamo s
2 ( P Patm + gh1 )
V= (7.7.5)
e
( P Patm + gh1 ) S12 S22
h2 = . (7.7.6)
gS12
Domanda 3
Dato che la sezione S molto grande possiamo considerare h1 costante. Man mano che
il liquido defluisce necessario rimpiazzarlo con nuovo vapore saturo, per mantenere
costante la pressione P. La massa di vapore da creare per unit di tempo
V VS2 (7.7.7)
dQ
= V VS2 . (7.7.8)
dt
Figura 7.7.: La vasca scivola lungo un piano inclinato privo di attrito, e per le particolari
condizioni iniziali scelte il liquido in quiete rispetto alla vasca.
Soluzione
Se il liquido in quiete rispetto alla vasca, tutto il sistema equivalente ad una unica
massa che scende lungo un piano inclinato senza attrito. Di conseguenza laccelerazione
parallela al piano e vale a = g sin . Se adesso ci poniamo in un sistema di riferimento
solidale alla vasca, avremo che ogni elemento del fluido sar sottoposto alla forza di
gravit e ad una forza apparente costante, in totale
dove il versore parallelo al piano. Daltra parte z = n cos + sin (n normale alla
superficie) per cui
d~F = dmg cos n (7.8.2)
Nel sistema di riferimento scelto quindi le forze sono equivalenti a quelle di un campo
gravitazionale uniforme di intensit g cos perpendicolare al piano inclinato. La su-
perficie del liquido sar quindi un piano parallelo al piano inclinato, e la pressione sul
fondo si otterr applicando la legge di Stevino. Dato che anche il fondo parallelo alla
Soluzione2
Osserviamo preliminarmente che la temperatura del gas sar ovunque la stessa, dato
che le diverse parti del sistema sono libere di scambiarsi calore. Al contrario, la pressione
dipender dalla coordinata verticale, che chiameremo z. Possiamo scrivere per la legge
dei gas perfetti
P(z) = (z) RT
ed inoltre
dP = gdz
da cui
dP g
= P
dz RT
2 Primo esercizio compitino 30 maggio 2007
che possiamo esprimere alternativamente in funzione del volume e della massa totale.
Da
h
g RT gh
m = = SG (0) e RT z dz = SG (0) 1 e RT
0 g
otteniamo
2 g
gh 1 g
G (z) = 1 e RT e RT z .
RTS
In prima approssimazione potremo trascurare ovunque la variazione di pressione e
densit con laltezza, salvo tenerne implicitamente conto per il calcolo della spinta di
Archimede.
I.1
Alla sfera sono applicate due forze: quella di gravit e la spinta di Archimede, risultante
dallazione complessiva della pressione del gas. Per calcolare questultima basta valutare
la forza peso del gas che occuperebbe il volume della sfera, cio
~FA = FA z = gVs G z .
P0
> G = .
RT0
V0
0G = G =
V0
da cui segue
1 V0 G RT0 G
h = V 0 V0 = 1 = 1 < 0.
S S SP0
I.2
Aumentando molto lentamente la forza esterna abbiamo una trasformazione adiabatica
reversibile. In questo caso pressione e volume sono legati da
PV = P0 V0
cv T = ( F + F ) h
cio
V0
PV ] = ( F + F )
S
e quindi
cv G G
( F + F )V0 + 1 = Scv T0
R
ossia
1 G
Firr = P0 S .
1 1 G
Da notare che Frev Firr , e che se le densit iniziali sono molto vicine
" #
G G 2
Frev = P0 S 1 +O 1
" #
G G 2
Firr = P0 S 1 +O 1 .
F~
Figura 7.9.: La provetta completamente immersa nel liquido (cio nel caso h < 0).
Soluzione
Facendo riferimento alla Figura 7.10 possiamo distinguere quattro diverse fasi dellestra-
zione. Per ciascuna consideriamo il valore delle tre forze che agiscono verticalmente: la
forza peso (sempre mg), la forza associata alla pressione P(int) applicata alla parte ter-
(ext)
minale della provetta dal suo interno, la forza Fp = SP(ext) associata alla pressione
P(ext) applicata alla parte terminale della provetta dal suo esterno. Per avere equilibrio
dovremo quindi applicare una forza verticale
F = mg SP(int) + SP(ext)
(3) (4)
(2)
(1)
2. Adesso una parte della provetta di lunghezza h al di fuori del fluido. Se gh < PA
linterno della provetta resta completamente riempito di fluido. Avremo quindi
P(int) = PA gh e P(ext) = PA , da cui
F = mg + Sgh
3. Appena gh > PA laltezza della colonna di fluido allinterno della provetta smette
di salire, lasciando una frazione vuota. Di conseguenza P(int) = 0 e P(ext) = PA , da
cui
F = mg + SPA
F = mg
Notare che la forza F dipende da h in modo continuo, salvo che al passaggio dalla
fase 3 alla fase 4 quando si svuota bruscamente di fluido.
2. Adesso le forze che fanno lavoro sono la forza di gravit applicata alla provetta, la forza
di gravit applicata al fluido, la pressione esterna. Dato che la superficie del contenitore
arbitrariamente grande possiamo trascurare la variazione del suo livello e scrivere i tre
contributi descritti, nellordine, come
1
U = mgh + (Sh) g h + PA Sh
2
Per scrivere il secondo termine abbiamo moltiplicato la massa totale della colonna di fluido
sollevata Sh per g e per laltezza a cui salito il relativo centro di massa h/2. Lultimo
termine infine la pressione esterna per la variazione di volume.
3. Dato che la colonna di fluido smette di salire quando gh = PA , da quel momento la forza
di gravit applicata alla colonna di fluido smetter di fare lavoro, e quindi
1 PA
U = mgh + PA Sh + Sg
2 g
dove lultimo termine costante stato scelto in modo da raccordarsi con continuit con
lespressione valida nella fase precedente.
Appena h > ` la provetta si svuota e rimane il solo contributo della forza peso, e quindi
U = mgh
Soluzione
Lespressione dellenergia potenziale nella fase 2 scorretta, come si pu notare con-
frontando lespressione della forza con quella determinata nel Problema 7.11, perch il
termine legato al lavoro della pressione atmosferica PA Sh deve essere omesso. Questo si
pu comprendere tenendo conto che lenergia potenziale che vogliamo scrivere quella
del sistema costituito dalla provetta e dal fluido. La pressione atmosferica fa lavoro
quindi non solo agendo sulla superfice della provetta, ma anche sulla superficie libera
del fluido. Il totale sar dato quindi da
dL = PA dV
dove dV la variazione totale del volume del sistema, che in questa fase coincide con il
volume del fluido (la provetta completamente piena). Ma il fluido incomprimibile,
per cui dV = 0.
Si pu rimanere confusi dal fatto che nel limite di recipiente molto grande la variazio-
ne di altezza del livello del fluido tende a zero. Questo vero, ma non tende invece a
zero il prodotto tra la variazione di altezza e la superficie libera.
Soluzione
Consideriamo una linea di flusso che collega la superficie del liquido con il foro. Dal
teorema di Bernoulli segue che la quantit H = 12 v2 + gz + P deve avere lo stesso
valore sulla superficie, dove abbiamo
1
H = P0 + gh + v21 (7.12.1)
2
e al foro, dove invece
1
H = P0 + v22 (7.12.2)
2
da cui
1
h= v22 v21 (7.12.3)
2g
Abbiamo indicato con v1 = dh/dt la velocit con cui la superficie del liquido si
abbassa, e con v2 la velocit di uscita dal foro. Daltra parte dato che il liquido
incompressibile (la densit fissata) deve essere
Sv1 = sv2 (7.12.4)
e quindi
2
1 S2 2 1 S2 dh
h= 2
1 v1 = 2
1 (7.12.5)
2g s 2g s dt
Separando le variabili otteniamo
s
h(t) t
dh 2gs2
= dt (7.12.6)
h0 h 0 S2 s2
da cui, scegliendo il segno opportunamente,
s
q p gs2
h(t) = h0 t (7.12.7)
2 ( S2 s2 )
Nella soluzione non si tenuto conto di diverse correzioni possibili, che verranno
discusse in altri esercizi. In particolare
1. non si tenuto conto del fatto che la velocit di uscita del fluido non perpendi-
colare alla superficie del foro, quindi non del tutto corretto stimare il flusso in
uscita come sv2
3. non si tenuto conto del fatto che il fluido non realmente in uno stato sta-
zionario, dato che le velocit in ogni punto cambiano mel tempo. Lapprossima-
zione dovrebbe essere buona per s S, almeno lontano dalle fasi finali dello
svuotamento.
vD
Soluzione
Termodinamica
617
8. Trasmissione del calore
8.1. Sfera radiante ??
Allinterno di una sfera di raggio R e conducibilit termica viene prodotto calore in
modo omogeneo. Il calore prodotto per unit di volume e unit di tempo vale w.
La sfera immersa in uno spazio vuoto allo zero assoluto nel quale irraggia come un
corpo nero. Calcolare la temperatura allinterno del corpo allequilibrio.
Soluzione
Per motivi di simmetria il calore si propagher radialmente, e potremo scrivere la
relativa componente della sua densit di corrente come
T (r )
Jq (r ) =
r
dove, per simmetria, anche la temperatura dipender solo dal raggio.
Il calore che attraversa una superficie sferica di raggio r sar dato da
dQ T (r )
(r ) = 4r2 Jq (r ) = 4r2 (8.1.1)
dt r
e dovr essere uguale al calore prodotto per unit di tempo in tutto il volume in esso
contenuto:
4 3 T (r )
r w = 4r2
3 r
Otteniamo unequazione differenziale per la temperatura della forma
T rw
=
r 3
619
8.1. SFERA RADIANTE ??
cio
w 3 w 2 4
4 R = 4R2 T (0) R
3 6
da cui 1/4
wR w 2
T (0) = + R
3 6
Da tutto ci segue
1/4
wR w
T (r ) = + R2 r 2
3 6
Soluzione
In condizioni stazionarie la corrente che attraversa una sezione della sbarra deve essere
indipendente da z. Inoltre
I dT (z)
= J = ( z ) (8.2.2)
S dz
da cui T2
I ` dz
dT = = RI (8.2.3)
T1 S 0 (z)
La resistenza termica vale quindi
`
1 dz
R= (8.2.4)
S 0 0 + (` 0 ) z`
R1 R2
T0 T1(t) T2(t)
C C
Figura 8.1.: I tre corpi (quello pi a sinistra un bagno termico) in contatto tra loro.
Due corpi di uguale capacit termica sono collegati tra di loro e ad un bagno termico di
temperatura T0 tramite delle resistenze termiche R1 e R2 come in Figura 8.1. Calcolare
la temperatura allequilibrio e levoluzione delle temperature T1 (t) e T2 (t) a partire da
una data condizione iniziale. Trascurare la capacit termica delle resistenze.
Soluzione
La temperatura di equilibrio ovviamente quella del bagno termico. Per verificarlo
possiamo immaginare che il bagno termico abbia in realt una capacit termica C0
molto grande. In accordo con la formula generale allequilibrio termico avremo
C0 T0 + CT1 + CT2
Tf = (8.3.1)
C0 + 2C
e daltra parte
dT1 (t)
C = I1 (t) I2 (t) (8.3.4)
dt
dT2 (t)
C = I2 (t) (8.3.5)
dt
cio
d T1 1 + 2 2 T1 1 T0
+ = (8.3.6)
dt T2 2 2 T2 0
dove abbiamo posto 11 = R1 C e 21 = R2 C. Questo un sistema di equazioni diffe-
renziali lineari a coefficienti costanti, non omogeneo. Cercheremo prima una soluzione
particolare, quindi la soluzione generale del sistema omogeneo associato.
Se allistante iniziale le temperature dei due corpi sono uguali a quelle di equilibrio, ci
aspettiamo che rimangano tali anche successivamente. In altre parole T1 (t) = T2 (t) = T0
una soluzione particolare, come si verifica facilmente per sostituzione.
Veniamo alla soluzione generale dellomogenea, che cercheremo nella forma
T1 A1
= e t . (8.3.7)
T2 A2
Sostituendo troviamo
A1 1 + 2 2 A1 0
e +
t
e =
t
(8.3.8)
A2 2 2 A2 0
ossia
1 + 2 + 2 A1 0
= . (8.3.9)
2 2 + A2 0
Questo sistema lineare omogeneo avr soluzioni non banali solo quando il determinante
della matrice sar nullo. Da
1 + 2 + 2
= 2 + (1 + 22 ) + 1 2 = 0 . (8.3.10)
2 2 +
troviamo che questo accade per due valori (entrambi reali e negativi) di :
q
(1 + 22 ) 12 + 422
= . (8.3.11)
2
Le corrispondenti soluzioni per A1 e A2 saranno
A1 2 + +
= + : = c1 (8.3.12)
A2 2
A1 2 +
= : = c2 (8.3.13)
A2 2
30
25
20
15
10
0
0 2 4 6 8
30
25
20
15
10
0
0 2 4 6 8
T10 T0
c2 = . (8.3.30)
1
e quindi
T1 0 1 T0
' T20 T0 e2 t T10 T0 e1 t + . (8.3.31)
T2 1 0 T0
Anche in questo caso linterpretazione chiara: il primo corpo tende molto rapidamente
alla temperatura del bagno termico, con un tempo caratterstico dato da 11 . Il secondo
termalizza pi lentamente, con un tempo caretteristico dato da 21 11 . Un esempio
in Figura 8.3.
T f = lim T ( x, t) (8.4.2)
t
Soluzione
La temperatura finale si pu calcolare immediatamente come media delle temperature
iniziali dei diversi elementi della sbarra, pesati con le capacit termiche. Dato che la
capacit termica di un tratto infinitesimo della sbarra Scdx abbiamo
T ( x, 0) Sc dx 1 `
Tf = = T1 1 cos x dx = T1 . (8.4.3)
Scdx ` 0 `
Per calcolare levoluzione temporale ricordiamo che la densit di corrente di calore
proporzionale al gradiente di temperatura:
T
Jq = (8.4.4)
x
e che la variazione temporale della temperatura data da
T Jq
c = (8.4.5)
t x
da cui
T 2 T
= . (8.4.6)
t c x2
Se calcoliamo la derivata seconda della temperatura iniziale rispetto ad x otteniamo
2 T ( x, 0) 2
= T1 cos x . (8.4.7)
x2 `2 `
Questo suggerisce di cercare una soluzione della forma
T ( x, t) = T1 + (t) cos x. (8.4.8)
`
Sostituendo nellequazione troviamo
2
(t) cos x = 2
cos x (8.4.9)
` c ` `
e quindi
(t) = C1 et (8.4.10)
2
con = c`2
. Imponendo la condizione iniziale troviamo C1 = T1 e quindi
T ( x, t) = T1 1 et cos x . (8.4.11)
`
Soluzione
La prima equazione da cui partire quella che da la densit di corrente di calore,
T ( x, t)
Jq ( x, t) = ( x ) (8.5.1)
x
la seconda quella che lega laumento della temperatura in un tratto della sbarra al calore
entrante:
T ( x, t) Jq ( x, t)
( x )c( x ) = . (8.5.2)
t x
Questa si ottiene applicando cmT = Q a un tratto della sbarra compresa tra x dx/2
e x + dx/2.
T ( x, t) Jq ( x, t)
c( x )( x )Sdx = Jq ( x dx/2, t)S Jq ( x + dx/2, t)S = Sdx + O(dx2 ) .
x x
(8.5.3)
Derivando la prima equazione rispetto a x e eliminando la corrente di calore usando
la seconda otteniamo
T T
k = c . (8.5.4)
x x t
T 2 T
= 2 (8.6.2)
t x
con (vedere lEsercizio 8.5) e date una interpretazione del risultato.
Soluzione
ed uguagliando queste due espressioni vediamo che devono valere le due condizioni
=
A
1 A
=
2 A2 A2
La seconda equazione si integra immediatamente dopo una semplice semplificazione
ottenendo
A(t) = 02 + 2t
e sostituendo nella prima abbiamo
d
= log = 2
dt 0 + 2t
da cui s
02
( t ) = 0
02 + 2t
Sostituendo otteniamo
s
02 1 x2
T ( x, t) = T0 + 0 exp 2 (8.6.3)
02 + 2t 2 0 + 2t
T 2 T
= 2
t x
studiare, se esistono, soluzioni particolari del tipo
x
T ( x, t) = N (t)
f (t)
dove N (t) e f (t) sono funzioni incognite da determinare. Assumere che lenergia della
sbarra si finita e si conservi.
Soluzione
Lenergia totale della sbarra si pu scrivere nella forma
U (t) = c T ( x, t)dx
1
N=
f
T f x
= 2
3 f0
t f f
2 T 1 00
=
x2 f3
e sostituendo otteniamo
00 f f
( u ) + u0 (u) (u) = 0
f2 f f
f f d
00 + (u) = 0
du
f f
0 (u) + u(u) = C1
d
ff =0
dt
cio
d2 2
f =0
dt2
e integrando otteniamo
f 2 = f 02 + t
dove e f 0 sono costanti arbitrarie. Lequazione differenziale per si pu riscrivere
allora nella forma
0 (u) + u(u) = C1
2
Si tratta di unequazione differenziale lineare del primo ordine. Il metodo standard per
la risoluzione consiste nel moltiplicare membro a membro per un opportuno fattore
integrante. In questo caso ad esempio otteniamo
2 2
0 u u
(u) + u(u) e 4 = C1 e 4
2
Notiamo adesso che termine proporzionale a C10 non accettabile fisicamente. Infatti
essendo una funzione dispari di x, assume valori negativi (temperature negative non
sono accettabili) o per x positivi o per x negativi, e domina per | x | sufficientemente
grandi su quello proporzionale a C20 . Di conseguenza le uniche soluzioni accettabili
sono
A x2
T ( x, t) = exp
(t) 2(t)2
q
(t) = 02 + 2t
T (x)
T1 T2
Una sbarra di lunghezza `, sezione S e conducibilit termica , sezione a tra due corpi
molto grandi mantenuti a temperatura costante T1 e T2 > T1 (Figura 8.5). La sbarra
radioattiva, e al suo interno viene continuamente prodotta energia: il calore generato
per unit di volume e di tempo .
Per quali valori di il punto pi caldo della sbarra non si trova ad un estremo?
Soluzione
A regime il calore uscente da un tratto di sbarra compreso tra e x = x2 deve essere
uguale a quello prodotto allinterno. Detta J ( x ) la densit di corrente di calore abbiamo
dunque
SJ ( x2 ) SJ ( x1 ) = ( x2 x1 ) S
ed in particolare prendendo x1 = 0 e x2 = x
J ( x ) = J (0) + x
Dato che il calore viene trasmesso per conduzione abbiamo dalla legge di Fourier
T 1 1
= J ( x ) = J (0) x
x
ed integrando troviamo
x 2
T ( x ) = T1 J (0) x
2
` `2
T1 J (0) = T2
2
troviamo la corrente allestremo sinistro della sbarra,
`
J (0) = ( T T2 )
` 1 2
e quindi
x
T ( x ) = T1 + ( T2 T1 ) + x (` x )
` 2
l punto pi caldo non si trova ad un estremo se il massimo della funzione T ( x )
allinterno dellintervallo 0 < x < `. Dato che
T 1
= ( T2 T1 ) + (` 2x )
x ` 2
deve essere
` `
< ( T2 T1 ) <
2 ` 2
dato che
`
xmax = ( T2 T1 ) +
` 2
cio per
2
> ( T2 T1 )
`2
Infine, dalla legge di Fourier troviamo che J si annulla nel massimo di T ( x ). Questo si
trover in x = ` quando
2
= 2 ( T2 T1 )
`
e in tali condizioni J (`) = 0. Notare che non mai possibile ottenere J (0) = 0, in altre
parole del calore viene sempre scambiato con il corpo pi freddo.
`, S,
Figura 8.6.: La scala semi infinita: tutti i tratti sono sbarre di identiche caratteristiche.
Una scala di lunghezza infinita costruita come in Figura 8.6 saldando tra loro del-
le sbarre sottili identiche (lunghezza `, sezione S e conducibilit ). Determinare la
resistenza termica tra lestremo e quello B.
Soluzione
R = R R
R
Figura 8.7.: La scala semi infinita: tutti i tratti sono sbarre di identiche caratteristiche.
Dato che la scala semiinfinita, se rimuoviamo le prime tre sbarre a sinistra ne otte-
niamo unaltra con la stessa resistenza termica R . Di conseguenza possiamo scrivere
la relazione
RR
R = R + +R
R + R
basata sul Diagramma 8.7. In alte parole, la resistenza termica totale della scala si pu
ottenere considerando in serie una sbarra, il parallelo tra una sbarra e il resto della scala,
e una terza sbarra. Questa relazione da una equazione di secondo grado per R
R2 2RR 2R2 = 0
P ,V ,T T0
R
P0
x = A sin t
Figura 9.1.: Il sistema considerato nel problema. Le pareti scure sono impermeabili al
calore.
Soluzione
Dal primo principio e dallequazione di stato abbiamo
dV
dQ = ncv dT + nRT (9.1.1)
V
639
9.1. ADIABATICIT E VELOCIT DI UNA TRASFORMAZIONE ? ? ?
dQ
R = T0 T (9.1.2)
dt
e quindi
dT d log V 1
ncv + nRT = ( T0 T ) . (9.1.3)
dt dt RT
Il volume una funzione nota del tempo,
V = V0 + SA sin t (9.1.4)
dove abbiamo introdotto = ncv R T , che possiamo considerare la scala temporale ca-
ratteristica degli scambi di calore tra gas e ambiente esterno. In effetti tenendo fissato il
volume vediamo che e proprio il tempo nel quale una differenza di temperatura tra
esterno e interno si riduce di un fattore e1 .
Lequazione differenziale ottenuta lineare e del primo ordine, e la sua soluzione si de-
termina con un metodo standard. Moltiplicando membro a membro per un opportuno
fattore integrante
dT 1 R d log V T0 t/ + R/cv log V (t)
+ 1+ T et/ + R/cv log V (t) = e (9.1.6)
dt cv dt
abbiamo
d h t/ + R/cv log V i T0
Te = et/ + R/cv log V (9.1.7)
dt
e integrando otteniamo
t
T0 t/ R/cv log V (t) 0/ + R/cv log V (t0 )
dt0 +Cet/ R/cv log V (t)
T= e et (9.1.8)
0
Per tempi grandi rispetto a possiamo eliminare i termini che tendono a zero esponen-
zialmente, e troviamo
R
T = T0 1 (cos t + sin t) . (9.1.13)
cv 1 + 2 2
Per 1 abbiamo
R
T ' T0 1 sin t . (9.1.14)
cv
e confrontando con landamento del volume
V = V0 (1 + sin t) (9.1.15)
Soluzione
A
P
T1
D
T2
C V
Figura 9.2.: Il ciclo di Carnot rappresentato nel piano P V per un gas perfetto. Le adia-
batiche sono tratteggiate, le isoterme continue. T1 e T2 sono le temperature
rispettivamente della sorgente calda e fredda.
Il rendimento definito dal rapporto tra lavoro e calore assorbito. Calcoliamo il lavoro
fatto in una trasformazione isoterma
vY VY
dV V
L X Y = PdV = nRT = nRT log Y (9.2.1)
VX VX V VX
Abbiamo utilizzato il fatto che PX VX = PY VY ., e quindi amente potevamo osservare che
per una trasformazione adiabatica dU = dL, e quindi
L X Y = ncv ( TX TY ) (9.2.3)
L L + L BC + LC D + L D A
= = A B (9.2.5)
Q A B L A B
nRT1 log VVAB + ncv ( T1 T2 ) + nRT2 log VVDC + ncv ( T2 T1 )
= (9.2.6)
nRT1 log VVAB
T2 log VD /VC T2 log VD /VC
= 1+ = 1+ (9.2.7)
T1 log VB /VA T1 log VB /VA
ma utilizzando le relazioni
T1 T1
VD = VA , VC = VB (9.2.8)
T2 T2
otteniamo semplicemente
T2 log VA /VB T2
= 1+ = 1 (9.2.9)
T1 log VB /VA T1
Soluzione
Dallequazione P = 13 bT 4 segue che una trasformazione isoterma anche isobara. Per
una trasformazione adiabatica si ha invece
1
dQ = dU + PdV = 4bVT 3 dT + bT 4 dV + bT 4 dV (9.3.3)
3
4 4
= bT dV + 4bVT 3 dT = 0 (9.3.4)
3
ossia
1 dV dT
+ =0 (9.3.5)
3 V T
ed integrando
V 1/3 T = costante (9.3.6)
che si pu riscrivere come una relatione tra P e V:
1 4
L A B = PA (VB VA ) = bT (VB VA ) (9.3.10)
3 1
A T1 B
D T2 C
Figura 9.3.: Il ciclo di Carnot per il gas di fotoni, rappresentato nel piano P V.
1 4
LC D = PC (VD VC ) =
bT (VD VC ) . (9.3.11)
3 2
Calcoliamo infine il calore assorbito dalla sorgente calda. Diversamente dal caso del
gas perfetto, questo non uguale al lavoro fatto, poich lenergia interna dipende dal
volume. Per una isoterma abbiamo
4 4
dQ = bT dV (9.3.12)
3
e quindi
4 4
Q A B = bT (VB VA ) . (9.3.13)
3 1
Calcoliamo infine il rendimento:
1
4
3 bT1 (VB VA ) + b VB T14 VC T24 + 13 bT24 (VD VC ) + b VD T24 VA T14
= 4 4
3 bT1 (VB VA )
T14 (VB VA ) + T24 (VD VC )
=
T14 (VB VA )
T24 (VD VC )
= 1+
T14 (VB VA )
ed utilizzando
VD T23 = VA T13 , VC T23 = VB T13 (9.3.14)
10 P
A B
8
D C
2
V
0
0 2 4 6 8 10
Un ciclo Brayton costituito da due adiabatiche e due isobare. In Figura 9.4 rappre-
sentato nel piano P V per un gas perfetto. Calcolarne il rendimento.
Soluzione
Il lavoro fatto in una adiabatica lopposto della variazione dellenergia interna. Per
lisobara il lavoro chiaramente PV, ed il calore scambiato dato da
Q = nc p T (9.4.1)
6 P
B C
4
2
D
1
A V
0
0 2 4 6 8 10
Soluzione
Il calore viene scambiato durante il riscaldamento a pressione costante e durante il
raffreddamento a volume costante. Nel primo caso dQ = c P dT > 0, quindi il calore
viene assorbito. Nel secondo caso viene ceduto, come si verifica da dQ = cV dT. Il calore
assorbito quindi
Q ass = nc P ( TC TB ) (9.5.2)
L = L BC + LCD + L AB
= PB (VC VB ) ncV ( TD TC ) ncV ( TB TA )
Abbiamo quindi
PB (VC VB ) + cV /R ( PB VC PD VD ) + cV /R ( PA VD PB VB )
=
c P /RPB (VC VB )
1
PB (VC VB ) + cV /R PB VC PB VC /VD + cV /R PB VB /VD1 PB VB
=
c P /RPB (VC VB )
1
R (VC VB ) + cV
VC VC /VD + cV VB /VD1 VB
=
c P (VC VB )
1
c P (VC VB ) + cV
VB /VD VC /VD1
=
c P (VC VB )
1 1
= 1 1 .
r ( 1)
6 P
C D
5
1 B A
V
0
0 10 20 30 40 50
Il ciclo Ericsson ideale, rappresentato in Figura 9.6 nel piano P V per un gas perfetto,
costituito da due trasformazioni isoterme e due trasformazioni isobare. In linea di
principio se una certa quantit di calore viene assorbita da una sorgente ad una data
temperatura e in seguito restituita alla stessa non se ne deve essere considerato nel
calcolo dellefficienza (viene riciclato). Verificare se questo possibile in questo caso e
calcolare lefficienza.
Soluzione
Calcoliamo calore assorbito, variazione di energia interna e lavoro compiuto dal sistema
nelle diverse trasformazioni. Abbiamo la seguente tabella (notare che in conseguenza
del primo principio Q = L + U:
Q L U
A B nc P ( TB TA ) PB (VB VA ) = nR ( TB TA ) ncV ( TB TA )
BC nRTB log V C
VB nRTB log V C
VB 0 (9.6.1)
C D nc P ( TA TB ) PC (VD VC ) = nR ( TA TB ) ncV ( TD TC )
VA VA
D A nRTA log V D
nRTA log V D
0
Il calore assorbito in C D pu essere completamente riciclato in A B, per cui
non ne terremo conto nel calcolo dellefficienza che diviene
nRTB log V VA
VB + nRTA log VD
C PB
TB log PC T
= VA
= 1+ P
= 1 B . (9.6.2)
nRTA log V TA log PD TA
D A
6 C
P
2 B
1 D
A V
0
0 2 4 6 8 10
Un ciclo Otto ideale, rappresentato in Figura 9.7 nel piano P V per un gas perfetto,
costituito da due adiabatiche e da due isocore. Calcolarne il rendimento ed esprimerlo
in termini del rapporto di compressione = VD /VC .
Soluzione
Il sistema compie lavoro solo sulle adiabatiche, e si ottiene
LC D = UC UD = ncV ( TC TD ) (9.7.1)
L A B = U A UB = ncV ( TA TB ) (9.7.2)
Il sistema assorbe calore nellisocora B C, e dato che il lavoro nullo si ottiene
Q BC = UC UB = ncV ( TC TB ) (9.7.3)
In conclusione
LC D + L A B T TA
= = 1 D (9.7.4)
Q BC TC TB
Utilizzando la relazione VT 1 = costante valida per una adiabatica abbiamo
1
TD VC
= = 1 (9.7.5)
TC VD
e 1
TA VB
= = 1 (9.7.6)
TB VA
abbiamo
1 ( TC TB ) 1
= 1 = 1 1 (9.7.7)
TC TB
6 P C
B
2 D
1
A V
0
0 2 4 6 8 10
Un ciclo Stirling ideale, rappresentato in Figura 9.8 nel piano P V per un gas perfetto,
formato da due trasformazioni isoterme e da due isocore. Calcolarne il rendimento e
esprimerlo in funzione delle temperature massime e minime accessibili, assumendo che
il calore ceduto nellisocora D A venga riutilizzato per riscaldare il sistema nellisocora
B C.
Soluzione
Il sistema compie lavoro solo sulle isoterme, e vale
D
VD
LCD = PdV = nRTC log (9.8.1)
C VC
B
VB V
L AB = PdV = nRTA log = nRTA log C . (9.8.2)
A VA VD
Il sistema assorbe calore nella trasformazione B C e C D, e lo cede nella trasfor-
mazione D A, quindi
Q BC = UC UB = ncV ( TC TA ) (9.8.3)
Notare che il calore assorbito e ceduto nelle due isocore si compensano, e quindi ha senso
tenere conto del solo calore assorbito QCD nella valutazione dellefficienza. Abbiamo
quindi
L AB + LCD nR ( TC TA ) log VVDC T
= = V
= 1 A . (9.8.6)
QCD nRTC log VDC TC
Soluzione
Scegliendo come variabili indipendenti V e T possiamo scrivere il primo principio nella
forma
nRT
dQ = (V, T )dT + (V, T )dV = ncv dT + dV (9.9.1)
V
e se esistesse una funzione Q(V, T ) di cui dQ il differenziale sarebbe
Q Q
= , = (9.9.2)
T V V T
e quindi
= (9.9.3)
T V V T
ma questo non vero come si mostra direttamente:
nRT nR
= = (9.9.4)
T V T V V V
= ncv =0 (9.9.5)
V T V T
Supponiamo adesso che per una opportuna funzione sia il differenziale di una funzione
X. Allora
nRT
dX = Ancv dT + A dV (9.9.6)
V
e ripetendo il ragionamento precedente le due derivate
nRT nR nRT A
A = A+ (9.9.7)
T V V V V T V
A
ncv A = ncv (9.9.8)
V T V T
dovranno essere uguali. Dobbiamo quindi trovare la soluzione di
cv A A
V = A+T (9.9.9)
R V T T V
che si pu anche scrivere, ponendo x = R/cv log V e y = log T
A A
=A (9.9.10)
x y y x
u = x+y (9.9.11)
v = xy (9.9.12)
otteniamo
= + (9.9.13)
x u v
= (9.9.14)
y u v
e quindi
A
2 =A (9.9.15)
v u
che si integra direttamente,
R
1 R 1
A = k(u)e v/2
= f (u) exp log V log T = f V R/cv T V 2cv T 2 (9.9.16)
2 cv
dove f una funzione arbitraria. Notare che V R/cv T rimane costante in una trasforma-
A dipende dalla natura del gas tramite il calore specifico
zione adiabatica. La funzione
cv . Scegliendo f ( x ) = k/ x abbiamo A = kT 1 , cio
dQ
dX = k (9.9.17)
T
un differenziale esatto per qualsiasi gas perfetto.
Soluzione
Dal primo principio abbiamo per una mole di gas
dQ = cV dT + PdV (9.10.2)
e quindi
RT V
dQ = cV + dT (9.10.4)
V (1 ) T
da cui
R
c = cV + . (9.10.5)
1
Per = 0 la pressione costante, e infatti c = cV + R = c P . Per = 1 abbiamo una
trasformazione isoterma, e c diverge (la temperatura non pu aumentare qualunque
sia il calore fornito). Per = c P /cV abbiamo una trasformazione adiabatica, e si verifica
che c = 0. In questo caso infatti non laumento di temperatura non viene causato dal
calore fornito, che nullo, ma dal lavoro fatto sul sistema.
Il calore specifico c pu anche essere negativo, sufficiente che 1 < < c P /cV .
Il gas subisce adesso una espansione isoterma, anche essa reversibile, che lo porta
nello stato C.
A questo punto il gas viene messo in contatto con un bagno termico ad una tempe-
ratura TA non nota. La trasformazione irreversibile che segue avviene abbastanza
lentamente da poter considerare istante per istante ben definito lo stato termodi-
namico del gas, che viene mantenuto a pressione costante. Quando si raggiunge
nuovamente lequilibrio termico il gas si trova nuovamente in A.
B
P
A C
V
Figura 9.9.: Il ciclo considerato nel problema. La linea tratteggiata identifica la
trasformazione irreversibile.
Soluzione
1. La trasformazione isoterma reversibile, e conosciamo il calore assorbito dal gas,
quindi
C C
g dQ 1 Q BC
SBC = = dQ = (9.11.1)
B T TB B TB
2. Dato che la trasformazione ciclica, e che lentropia una funzione di stato,
sappiamo che lentropia del gas non pu cambiare in un ciclo. Possiamo quindi
scrivere
g g g
S g = S AB + SBC + SCA = 0 (9.11.2)
ma
g TB
S AB = ncv log (9.11.3)
TA
g Q BC
SBC = (9.11.4)
TB
g TA
SCA = nc p log (9.11.5)
TB
Notare che non necessario calcolare alcun integrale di Clausius, ma solo utilizza-
re ancora una volta il fatto che lentropia una funzione di stato. Allora
TA Q
n(c p cv ) log + BC = 0 (9.11.6)
TB TB
da cui segue
Q BC
nRT
TA = TB e B (9.11.7)
QCA = nc p ( TA TB ) (9.11.15)
e quindi
TB TA
SCA
S
= nc P (9.11.16)
TA
Abbiamo in conclusione
TA T TA
S = nc P log + nc P B (9.11.17)
TB TA
Mostriamo che S 0. Consideriamo S una funzione di TA a fissato TB . Per
TA = TB si trova S = 0. Inoltre
d 1 TB nc P TB
S = nc p nc P 2 = 1 (9.11.18)
dTA TA TA TA TA
Soluzione
Se consideriamo una generica trasformazione termodinamica agente sul sistema, in essa
verranno cedute delle quantit di calore Q1 , Q2 e Q3 a ciascuno dei tre corpi.
Per la conservazione dellenergia dovr essere
Q1 + Q2 + Q3 = 0 (9.12.1)
T+ = T1 f (9.12.5)
T = T2 f = T3 f (9.12.6)
Notare che abbiamo stabilito che alla fine il corpo pi caldo sar il primo. Siamo liberi
di farlo, perch le Equazioni (9.12.2) e (9.12.4) sono simmetriche rispetto ai tre corpi.
Questo dipende dal fatto che le tre capacit termiche sono uguali. Riscriviamo quindi le
Equazioni (9.12.2) e (9.12.4) nella forma
T+
A
T
Figura 9.10.: Soluzione grafica del sistema (9.12.7)-(9.12.8). La retta corrisponde al-
la (9.12.7), la curva continua alla (9.12.8) per S = 0. Infine la curva
tratteggiata corrisponde alla (9.12.8) per un valore S > 0.
Le uniche intersezioni fisicamente accettabili sono nel primo quadrante, perch T >
0. Delle due, quella indicata con A nel grafico corrisponde alla massima temperatura
raggiungibileT+MAX . Vediamo che T+MAX diminuisce allaumentare di S. Il caso migliore
corrisponde quindi a S = 0.
Il calcolo esplicito di T+MAX si pu ottenere ricavando T dalla (9.12.7) e sostituendo
nella (9.12.8). Si ottiene unequazione di terzo grado
S
T+ ( T+ T1i + T2i + T3i )2 = 4T1i T2i T3i e C (9.12.9)
Concludiamo con alcune osservazioni:
Una procedura possibile per portare il sistema nello stato A la seguente:
1. supponiamo che il corpo 2 e il corpo 3 siano inizialmente i pi freddi. Utiliz-
zando una macchina termica reversibile si ricava lavoro L dalla loro differen-
za di temperatura.
Soluzione
TA , PA
TL , PL , VL
Indichiamo con il suffisso L le quantit che si riferiscono alla lattina, e con il suffisso
A quelle che si riferiscono allambiente. Dato che il volume del liquido non cambia,
indicheremo con VL il volume del solo gas perfetto. Applicando il primo principio alla
lattina abbiamo
dQ L = dUL + PL dVL
Qui dQ L il calore fornito alla lattina e dUL la variazione della sua energia interna.
Analogamente per lambiente abbiamo
dQ A = dU A PA dVL
dove si usato il fatto che dVA = dVL . Scriviamo la variazione dellentropia totale
TA P0
Wmax = (C + nR) TA log C ( TA T0 ) + nRTA log PA Vf V0
T0 PA
con Vf = nRTA /PA . Notiamo che possiamo interpretare
Soluzione
Dato che sappiamo di dover operare in modo reversibile per massimizzare il lavoro
utile estratto, non possiamo porre immediatamente in contatto il contenuto del termos
con lambiente: si avrebbe un passaggio spontaneo di calore e quindi un aumento di
entropia del sistema.
PL
P0 , V0
PL = PA
P2 , V2
P1 , V1
PL VL = nRTA
VL
dove si approfittato del fatto che lespansione adiabatica per esprimere il risultato
nella seconda forma. Notare che fino a quando PL > PA (cio fino a quando la pressione
allinterno del termos maggiore di quella dellambiente) il bilancio totale positivo.
Noi procederemo per fino a quando TL = TA . Dato che lespansione adiabatica
avremo
dUL + PL dVL = 0
cio
nRTL
CdTL + dVL = 0
VL
da cui, integrando,
C log TL + nR log VL = costante
oppure
C
VL TLnR = costante
e quindi il volume finale dellespansione sar dato da
nR
C
T0
V1 = V0
TA
Il lavoro utile estratto durante questa fase di espansione sar quindi
W1 = C ( T0 TA ) PA (V1 V0 )
Adesso che la temperatura del contenuto del termos identica a quella esterna possiamo
mettere in contatto termico i due sottosistemi, e ricavare ulteriore lavoro con una trasfor-
mazione isoterma. Ancora una volta otteremo lavoro utile fino a quando la pressione
del gas allinterno del termos diverr uguale a quella dellambiente, quindi
V2
W2 = ( PL PA ) dVL
V1
Calcoliamo il volume corrispondente alla pressione interna PA . Dato che abbiamo a che
fare con una trasformazione isoterma sar
PA V2 = P1 V1 = nRTA
e quindi
nRTA
PA
W2 = ( PL PA ) dVL
V1
nRTA
nRTA
PA nRTA
= dVL PA V1
V1 VL PA
nRTA nRTA
= nRTA log PA V1
PA V1 PA
Sommando otteniamo
nRTA nRTA
W = W1 + W2 = C ( T0 TA ) PA (V1 V0 ) + nRTA log PA V1
PA V1 PA
T P0
= C ( T0 TA ) + PA (V0 V2 ) + (C + nR) TA log A + nRTA log
T0 PA
Soluzione
PL
0 0
2 1 PL = PA
Q1 Q2 1 2
TA , PA , VA
TL , PL , VL
PL VL = nRTA
W
VL
Figura 9.13.: La trasformazione rappresentata nel piano PL ,VL . Si tratta di una isocora
(pistone bloccato) seguita da unisobara (pistone libero). I colori rosso e
verde si riferiscono a due diverse condizioni iniziali.
Dobbiamo portare la pressione e la temperatura del termos agli stessi valori dellam-
biente. Utilizzeremo una macchina termica reversibile per trasferire calore dal termos
allambiente esterno. La macchina lavora come schematizzato in Figura 9.13. Dato che
dobbiamo lavorare in maniera reversibile per prima cosa lasceremo il pistone fissato, ed
estrarremo calore fino a quando la pressione del gas sar uguale a quella ambientale.
Avremo quindi una trasformazione reversibile a volume costante nella quale
PA V0 P0 V0
Q1 = C ( T1 T0 ) = C
nR nR
e
T1 Q2
+ S = C log
=0
T0 TA
dato che lentropia non deve cambiare. Il lavoro ottenuto in questa prima fase sar
CV0 T1
W1 = Q1 Q2 = ( P0 PA ) + CTA log
nR T0
Adesso possiamo liberare il pistone e far raggiungere al gas la temperatura finale. A
seconda delle condizioni iniziali per fare questo dovremo estrarre ancora calore (caso
TA
W2 = Q1 Q2 = (C + nR) ( TA T1 ) + (C + nR) TA log
T1
Il totale
TA P0
W = W1 + W2 = C ( T0 TA ) + (C + nR) TA log + PA (V0 V2 ) + nRTA log
T0 PA
coincide ancora una volta coi risultati ottenuti precedentemente.
T1 n T2 n
Figura 9.14.: Il sistema descritto nel testo. Il setto intermedio scorrevole, le pareti
impermeabili al calore.
Soluzione
Domanda 1 Dato che il pistone scorrevole, i due setti sono in equilibrio meccanico e
quindi alla stessa pressione. Abbiamo quindi le tre equazioni
V1 + V2 = V
PV1 = nRT1
PV2 = nRT2
e quindi
T1
V1 = V
T1 + T2
T2
V2 = V
T1 + T2
Domanda 2 Dato che il contenitore isolato lenergia interna non cambia. Di conse-
guenza, detta T f la temperatura finale dovr essere
ncV T1 + ncV T2 = 2ncV T f
da cui
T1 + T2
Tf =
2
In questo stato il volume di ciascun setto la met del totale, come segue dalle espres-
sioni ottenute alla domanda precedente. Quindi la variazione di entropia sar
Tf 1 Tf 1
V V
S = S1 + S2 = ncV log + nR log 2 + ncV log + nR log 2
T1 V1 T2 V2
T 2f V2
= ncV log + nR log
T1 T2 4V1 V2
( T1 + T2 )2 ( T + T2 )2
= ncV log + nR log 1
4T1 T2 4T1 T2
T1 + T2
= 2nc P log
2 T1 T2
Questo risultato si poteva derivare pi rapidamente osservando che se il calore viene
scambiato molto lentamente possiamo considerare i gas nei due scomparti istante per
istante allequilibrio, ad una pressione costante. Quindi possiano utilizzare per ciascuno
di essi
dQ dT
dS = = nc P
T T
cio Tf Tf
dT dT
S = nc P + nc P
T1 T T2 T
Tf V Tf V
S = ncV log + nR log + ncV log + nR log
T1 2V1 T2 2V2
Tf2
V2
= ncV log + nR log
T1 T2 4V1 V1
2
Tf ( T1 + T2 )2
= ncV log + nR log =0
T1 T2 4T1 T2
da cui R/cV p
2 T1 T2
Tf = T1 T2
T1 + T2
Sostituendo otteniamo il risultato finale che possiamo scrivere nella forma
" #
2 T1 T2
W = ncV ( T1 + T2 ) 1
T1 + T2
T1 + T2 p
T1 T2
2
Soluzione
Consideriamo le varie fasi del ciclo di Carnot:
1. Compressione isoterma alla temperatura T1 , a contatto con la sorgente a tempe-
ratura TL . Il sistema riceve un calore Q1 = T1 S1 (negativo) dalla sorgente a
temperatura TL . Affinch questo avvenga necessario un tempo 1 determinato
dalla
1
Q1 = ( T1 TL ) 1 (9.17.2)
RT
2. Compressione adiabatica dalla temperatura T1 alla temperatura T2 . Non si hanno
scambi di calore e, come detto in precedenza, il tempo necessario trascurabile.
3. Espansione isoterma alla temperatura T2 , a contatto con la sorgente a temperatura
TH . Il sistema riceve un calore Q2 = T2 S2 dalla sorgente a temperatura TH . Il
tempo 2 necessario alla trasformazione sar determinato da
1
Q2 = ( TH T2 ) 2
RT
Dato che dopo un ciclo il sistema torna nello stato iniziale, e che durante le adiabatiche
non varia la propria entropia, dovr essere S1 + S2 = 0. Di conseguenza
1 T2 T1 1 ( T1 T2 ) ( T2 TH ) ( T1 TL )
PW = T1 T2
= (9.17.5)
RT T1 TL + TH T2
RT T1 TH T2 TL
1 (1 x ) (1 y) ( TL x TH y)
PW = (9.17.6)
RT xy
TH
y (1 y) + 2xy y x2 = 0
TL
TL
x (1 x ) + 2xy x y2 = 0
TH
Le soluzioni chiaramente dipendono solo dal rapporto TL /TH . Risolvendo il sistema si
trovano le soluzioni
( x, y) = (0, 0)
( x, y) = (1, 1)
s s !
1 1 TH 1 1 TL
( x, y) = ,
2 2 TL 2 2 TH
s s !
1 1 TH 1 1 TL
( x, y) = + , +
2 2 TL 2 2 TH
1 p
T1 = TL + TL TH
2
1 p
T2 = TH + TL TH
2
e ad una efficienza s
TL
TL 1 TH
= 1 = q (9.17.8)
TH 1 + TTHL
T2
C,
T1
Un contenitore riempito con una miscela al 50% in massa di ghiaccio ed acqua viene
posto in contatto con un bagno termico di temperatura T2 = 300 K mediante una barra
di rame (conducibilit termica = 391 W/(m K )), lunghezza ` = 101 m e sezione
S = 104 m2 . Il calore latente di fusione del ghiaccio = 335 103 J/kg, il calore
specifico dellacqua c = 4.18 103 J/(kg K ) e la massa totale della miscela M = 1 kg. Si
trascuri la capacit termica della barra e si considerino isolanti le pareti del contenitore
e della barra.
3. Se al posto del contatto termico si utilizza una macchina termica reversibile quale
il massimo lavoro utile estraibile dal sistema?
Soluzione1
Domanda 1
Il passaggio di calore avviene per conduzione, e possiamo scrivere per il calore ceduto
alla miscela per unit di tempo
S
Q = ( T2 T )
`
In una prima fase questo calore serve a sciogliere il ghiaccio, la temperatura della miscela
rimane quindi quella di fusione del ghiaccio T0 e possiamo scrivere per la massa di
1 Secondo esercizio scritto 31 gennaio 2007
` M
t = t1 =
2S ( T2 T0 )
da cui
T (t) T2 S
log = ( t t1 )
T0 T2 c` M
e quindi
S
T (t) = T2 + ( T0 T2 ) exp ( t t1 )
c` M
Domanda 2
La variazione di entropia finale del contenitore vale
S T2 T2
lim SR (t) = 1 t1 + cM log
t ` T0 T0
M T2
= + cM log
2T0 T0
Invece lentropia del bagno termico variata di
Q
SB =
T2
dove Q il calore totale ceduto al recipiente (e estratto dal bagno). Abbiamo quindi
1 M
SB = + cM ( T2 T0 )
T2 2
In conclusione
M 1 1 T2 T0
S = SR + SB = + cM log 1
2 T0 T2 T0 T2
Domanda 3
Detto Q1 il calore ceduto al recipiente e Q2 quello estratto dal bagno termico abbiamo
dal primo principio che il lavoro estratto W vale
W = Q2 Q1
Soluzione2
Domanda 1
Dalla conservazione dellenergia segue che
Q = m + Ug
dove Q il calore fornito e Ug la variazione di energia potenziale gravitazionale, il
calore latente di fusione. Trascurando la variazione di volume nella transizione di fase
possiamo scrivere
Q1 = m
1 1
Q2 = m + mg (d h) ' m mgh
2 2
dato che nel primo caso laltezza del centro di massa del sistema invariata, mentre nel
secondo passa da h/2 a d/2.
2 Secondo esercizio compitino 30 maggio 2007
Domanda 2
Dalla formula trovata in precedenza abbiamo che Q2 = 0 quando
2
h=
g
Domanda 3
Possiamo prima adagiare la sbarra sul fondo del recipiente, ottenendo un lavoro utile
W1 = mgh/2. A questo punto utilizziamo una macchina reversibile tra la sorgente calda
e quella fredda. La variazione di entropia complessiva deve essere nulla, da cui
m T300 Q ass
+ C log =
Tf Tf T300
e daltra parte
m + C T300 T f = Qced .
Otteniamo infine
T300 T300
W2 = Q ass Qced = m 1 + CT300 log C T300 T f
Tf Tf
e quindi
mgh T300 T300
W = W1 + W2 = + m 1 + CT300 log C T300 T f .
2 Tf Tf
Pu essere utile il seguente risultato. Lintegrale generale di una equazione del tipo
a
y0 + y = b
x
Soluzione3
Esercizio 1
In assenza di attrito abbiamo a che fare con una compressione adiabatica, per la quale
1
PV = P0 V0 = nRT0 V0
Abbiamo quindi
1 1
2 V0 2 V0 dV
1
W= PdV = nRT0 V0
V0 V0 V
da cui " #
1 1 1
1
W= nRT0 V0 = ncv T0 21 1
1 (V0 /2)1 1
V0
3 Secondo esercizio scritto 19 giugno 2007
Esercizio 2
In presenza di attrito il lavoro fatto sul sistema dato da
dW = Pext dV
F0
Pext = P +
S
Abbiamo inoltre
0 = dU + Pext dV
e quindi
nRT F0
ncv dT = + dV
V S
Otteniamo una equazione differenziale del tipo descritto nel testo, con y = T, x = V,
a = R/cv = 1 e b = F0 /(ncv S). Otteniamo infine
A F0
T= V
V 1 ncv S
dove u = V/V0 e il rapporto tra volume finale e iniziale ( = 1/2 nel caso con-
siderato). Sostituendo lespressione ottenute precedentemente per la temperatura si
ottiene 1
F0 R 1 1 F0
W = V0 P0 + + u du
cv S u1 S
e quindi
1 F0 R 1 1 F0
W = V0 P0 + 1 + 1 2
2 cv S 2 2 S
Per calcolare la variazione dellentropia possiamo semplicemente usare la formula
valida per qualsiasi gas perfetto. Dato che lentropia una funzione di stato abbiamo
1 F0 1 1 1 F0 1
S = ncv log 1 + + nR log
P0 S 1 P0 S
Notare che S 0 se il rapporto tra la pressione iniziale del gas e F0 /S tende a zero.
Esercizio 3
Lefficienza minore di quella di una macchina reversibile ideale. Questo si pu mostra-
re scrivendo
Q2 Q1 = W + Q
Q1 Q2
= S
T1 T2
dove Q > 0 il calore prodotto dallattrito e S > 0 lentropia prodotta. Segue che
W Q2 Q1 Q T Q T
= = = 1 1 S 1 .
Q2 Q2 T2 Q2 Q2
Lefficienza vicina a quella ideale quando il calore prodotto per attrito trascurabile
rispetto a quello assorbito dalla sorgente calda (notare che S < Q /T1 ).
Calcoliamo il lavoro utile estratto in un ciclo. Per la compressione adiabatica possia-
mo utilizzare la formula ricavata allesercizio precedente. Per lespansione adiabatica
dobbiamo tenere conto del fatto che la forza di attrito cambia segno, essendo sempre
opposta al movimento del pistone. Quindi
1 1
1 1 2
WD A = VD PD + P 1 + P 1 ( VA /VD )
2 (VA /VD )2
2
1 1 1 1 2
WBC = VB PB P 1 P 1 (VC /VB )
2 (VC /VB )2 2
il lavoro sulle isoterme si calcola direttamente:
VB
VB
WA B = ( P P ) dV = nRT2 log P (VB VA )
VA VA
VD
VD
WC D = ( P + P ) dV = nRT1 log + P (VD VC ) .
VC VC
Per quanto riguarda il calore assorbito dalla sorgente calda, dato che esso viene estratto
durante una trasformazione isoterma avremo Q2 = WA B . Lefficienza sar dunque
W W + WBC + WC D + WD A
= = A B .
Q2 WA B
Figura 9.17.: Il cilindro contente del materiale di capacit termica non nulla.
3. Calcolare la variazione di entropia del sistema e delluniverso nei due casi prece-
denti.
Soluzione4
Problema 1
Dal primo principio abbiamo, considerando che non si hanno scambi di calore con
lesterno,
0 = dU + pdV (9.21.1)
ma lenergia interna del sistema si pu scrivere come la somma di quella del gas e del
materiale, quindi
3
dU = nRdT + C1 dT (9.21.2)
2
e quindi
3 nRT
nR + C1 dT + dV = 0 (9.21.3)
2 V
che pu essere integrata direttamente:
3
nR + C1 log T + nR log V = K (9.21.4)
2
ossia
T ( 2 nR+C1 ) V nR = costante
3
(9.21.5)
oppure, usando la legge dei gas perfetti,
TP = costante (9.21.6)
con
nR
= 5
(9.21.7)
2 nR + C1
Da questo segue subito che
Pf
T f = T0 = T0 2 (9.21.8)
P0
Problema 2
In questo caso non abbiamo a che fare con una trasformazione reversibile, quello che
possiamo dire che laumento dellenergia interna sar dato dal lavoro fatto sul sistema:
3
2P0 Vf V0 = U = nR + C1 T f T0 (9.21.9)
2
P0 V0 = nRT0 (9.21.10)
4 Secondo problema scritto 21 gennaio 2009
Problema 3
Nel primo caso la trasformazione reversibile, quindi lentropia delluniverso non cam-
bia. Ma neppure si hanno scambi di calore con il sistema, quindi anche lentropia di
questultimo non varia.
Nel secondo caso la trasformazione irreversibile. La variazione di entropia del siste-
ma si trova calcolando la differenza tra lentropia dello stato di equilibrio finale e quella
dello stato di equilibrio iniziale. Dato che
dQ 3 dT nR
dS = = nR + C1 + dV (9.21.14)
T 2 T V
possiamo scrivere
3 Tf Vf 5 Tf P0
S = nR + C1 log + nR log = nR + C1 log + nR log (9.21.15)
2 T0 V0 2 T0 Pf
e quindi
7
5 nR + C1
S = nR + C1 log 25 nR log 2 . (9.21.16)
2 2 nR + C1
Questa sar anche la variazione di entropia delluniverso.
P ,V ,T
Soluzione5
Domanda 1
Dato che il gas in equilibrio termico con il ghiaccio deve essere
dove T0 = 0 C, da cui
nRT0
V = V0 = (9.22.2)
Patm
Domanda 2
Finch del ghiaccio presente, la temperatura del sistema fissata a T0 . Quindi
nRT0
P= (9.22.3)
V
Dal primo principio segue che
Q = 0 = dm + PdV (9.22.4)
dove dm la massa di ghiaccio che si scioglie e il calore latente di fusione. Segue che
dV
nRT0 + dm (9.22.5)
V
e quindi quando tutto il ghiaccio si sciolto il volume diventato
M
V1 = V0 exp (9.22.6)
nRT0
ossia
T V
(C + ncV ) log + nR log =0 (9.22.9)
T0 V1
che si pu esprimere nella forma
oppure
PV = cost (9.22.11)
dove
c P + C/n
= (9.22.12)
cV + C/n
Quindi la trasformazione si rappresenta come una isoterma per V1 < V < V0 , e come
una adiabatica con un esponente modificato per Vf < V < V1 . Il volume finale si ottiene
dalla (9.22.10):
C+nRncV
T0
Vf = V1 (9.22.13)
Tf
con T f = 20 C.
Dato che il sistema non scambia calore con lesterno la sua variazione di entropia
nulla.
Domanda 3
Sia Q1 il calore assorbito dallambiente e Q2 quello ceduto al sistema. Chiaramente
W = Q1 Q2 . Fino a quando presente del ghiaccio le temperature sono fissate, e dato
che lentropia totale non varia deve essere
Q2 Q
= 1 (9.22.14)
T0 Tf
e daltra parte Q2 = M, quindi
Tf
W= 1 M (9.22.15)
T0
sar il lavoro prodotto in questa prima fase.
Appena tutto il ghiaccio si sciolto deve essere
Q2 = (C + ncV ) dT + PdV (9.22.16)
dT P Q1
dS = (C + ncV ) + dV =0 (9.22.17)
T T Tf
Integrando la seconda relazione otteniamo, tenendo conto che la pressione costante
Tf
Q1 = T f (C + ncV + nR) log (9.22.18)
T0
e dalla prima
Q2 = (C + ncV + nR) T f T0 (9.22.19)
da cui otteniamo il risultato finale
Tf Tf
W= 1 M + (C + nc P ) T f log T f T0 (9.22.20)
T0 T0
Figura 9.19.: Il cilindro contenente il gas. Il setto mobile collegato al fondo con una
molla non lineare.
Nel cilindro di sezione S in figura sono contenute n moli di un gas perfetto monoa-
tomico, e la molla che collega il setto mobile al fondo ha lunghezza a riposo nulla ed
esercita una forza di richiamo di modulo
F = k ` (9.23.1)
2. Calcolare il massimo lavoro che possibile estrarre dal sistema avendo a disposi-
zione un bagno termico di temperatura TB < T0 .
Soluzione6
Domanda 1
La pressione del gas deve equilibrare la forza che la molla applica al pistone, quindi
F k ` k
P= = = 1+ V . (9.23.2)
S S S
Domanda 2
Abbiamo
dQ = dU = ncV dT + k ` d` (9.23.3)
k
= ncV dT + 1+ V dV (9.23.4)
S
6 Primo problema compitino 28 maggio 2008
daltra parte
nRT k
P= = 1+ V (9.23.5)
V S
cio 1/(1+)
nRT
V=S (9.23.6)
k
e /(1+)
nRS nRT
dV = dT (9.23.7)
k (1 + ) k
Sostituendo otteniamo
" /(1+) /(1+) #
k nRT nRS nRT
dQ = CdT = ncV + S dT (9.23.8)
S 1+ k k (1 + ) k
quindi
R
C = ncV + n (9.23.9)
(1 + )
Domanda 3
Ponendo uguale a zero la variazione di entropia del sistema abbiamo
1/(1+)
Q2 T TB
S = + ncv log B + nR log =0 (9.23.10)
TB T0 T0
da cui
R T0
Q2 = nTB cv + log (9.23.11)
1+ TB
Daltra parte
TB
R
Q1 = CdT = n cV + ( T0 TB ) (9.23.12)
T0 (1 + )
e quindi
R T0
W = Q1 Q2 = n cV + ( T0 TB ) TB log (9.23.13)
(1 + ) TB
Soluzione
h2 L
L h1
S S
Pf ( T ) = L gh( T )
L h ( T0 ) = L h ( T1 ) + S `
Soluzione
Lequazione di stato per il gas di Van der Waals una relazione tra P, V e T che permette
di calcolare la derivata parziale di una rispetto allaltra, calcolata mantenendo la terza
costante. Dal primo principio della termodinamica abbiamo
dQ = dU + PdV
che dovremo valutare rispettivamente a volume e pressione costante. Il termine pdV non
pone particolari problemi, ma dobbiamo avere informazioni sullenergia interna. Per
ottenerle possiamo scegliere come variabili indipendenti T e V, e scrivere il differenziale
dellentropia nella forma
dQ 1 U 1 U P
dS = = dT + + dV
T T T V T V T T
e sviluppando otteniamo
U P
=T P (9.25.1)
V T T
nRT n2 a
P= 2 (9.25.2)
V nb V
che permette di calcolare facilmente i termini da inserire al membro destro della (9.25.1):
U nR nRT n2 a
= T + 2
V T V nb V nb V
n2 a
=
V2
n2 a
U ( T, V ) = + f (T )
V
dove f ( T ) una funzione arbitraria della sola temperatura. Troviamo subito che a
volume costante
U
dQ = dT = ncV dT
T V
mentre a pressione costante
U U
dQ = dT + + P dV
T V T V
2
an nRT an2
= ncV dT + + 2 dV
V2 V nb V
nRT V
= ncV dT + dT
V nb T P
e quindi
RT V
c P cV =
V nb T P
1
c P cV = R 2an
(9.25.3)
1 RTV 3
(V nb)2
Soluzione7
Domanda 1 Se Q1 il calore estratto dal primo corpo, e Q2 quello fornito al secondo,
dal primo principio abbiamo
Q2 Q1 = W
ma daltra parte
Q2 = C ( T2 Ti )
Q1 = C ( T1 Ti )
e quindi
W = C ( T1 + T2 2Ti )
da cui
W
T2 = + 2Ti T1 (9.26.1)
C
Quindi
Ti2
T2 =
T1
7 Secondo esercizio scritto Fisica I del 10 settembre 2010.
e
T1 T 1
WR = CTi + i 2 CTi x+ 2 (9.26.3)
Ti T1 x
con x = T1 /Ti .
ossia
(k 1) ( x 1)2 = eS/C 1
Dato che S 0, segue che k 1. Infine
h i
S = C log 1 + (k 1) ( x 1)2
n2 , cv2
g m
n1 , cv1
Il recipiente in Figura 9.21 di sezione S diviso in due parti da due setti scorrevoli di
massa m. I due volumi sono occupati ciascuno da una mole di un gas perfetto monoa-
tomico. Il setto superiore impermeabile al calore, ed il sistema si trova inizialmente
allequilibrio (la pressione esterna trascurabile) con entrambi i gas ad una temperatura
T0 .
Soluzione8
Problema 1
2mg
P10 =
S
mg
P20 =
S
8 Secondo esercizio scritto Fisica 1 dell8 febbrario 2012
RT0 RT0 S
V1 = =
P10 2mg
RT0 RT0 S
V2 = =
P20 mg
Problema 2
La trasformazione dei due gas adiabatica, quindi lentropia non cambia. Per quanto
riguarda le temperature abbiamo (cv = 3/2R, , = c p /cV = 5/3)
1 1
T1 P1 = T0 P10
1 1
T2 P2 = T0 P20
1 2/5
2 3
T1 = T0 = T0 ' 1.18 T0
3 2
1
1
T2 = T0 = T0 22/5 ' 1.32 T0
2
Problema 3
Lenergia del sistema
V1
E = cv ( T1 + T2 ) + mg
S
si conserva perch durante levoluzione del sistema non ci sono forze esterne che fanno
lavoro su di esso. Inoltre il volume totale Vtot = V1 + V2 non cambia. Abbiamo quindi
1 1 1
V1 f 2 1 R 2
2cv T f + mg = cv T0 + cv T0 + T0 = kRT0
S 3 2 3 3
1 1 1
2 1 R 2
kR = cv + cv +
3 2 3 3
" 1 1 #
1 1 2 1 1
= R + +
1 3 3 1 2
' 4.13 R
RT f RT f mg
= +
V1 f Vtot V1 f S
da cui
mg
Vtot 2V1 f T f = V1 f Vtot V1 f
RS
Sostituendo il volume ricavato dalla prima equazione
SR
V1 f = kT0 3T f
mg
Ricordando che
3 RT0 S
Vtot =
2 mg
possiamo riscrivere questultima come
2
Tf Tf
30 4(4k 3) + k(2k 3) = 0
T0 T0
SR RS
Vf 1 = kT0 3T f ' 2.3 T0
mg mg
Soluzione
Indichiamo con Q0 il calore assorbito dallambiente e con Q1 e Q2 quelli assorbiti dai
due corpi in una trasformazione arbitraria. Dal primo principio segue che dovr essere
Q0 + Q1 + Q2 = 0 (9.28.1)
La massima produzione di entropia si avr con una trasformazione spontanea che por-
ta luniverso in uno stato di equilibrio complessivo, con tutti e tre i corpi alla stessa
temperatura T0 dellambiente. Per essa avremo
dQ0 dQ1 dQ2
dS = dS0 + dS1 + dS2 = + + (9.28.2)
T0 T1 T2
e quindi
1 dQ1 dQ2
dS = (dQ1 dQ2 ) + + (9.28.3)
T0 T1 T2
Dato che per ciascun corpo dQ = CdT questo si pu anche scrivere nella forma
C dT1 dT2
dS = (dT1 + dT2 ) + C +C (9.28.4)
T0 T1 T2
ed integrando
T02 C
S = C log (2T0 T1 T2 ) (9.28.5)
T1 T2 T0
Per determinare la massima e la minima temperatura a cui possibile portare uno dei
due corpi consideriamo nuovamente la (9.28.4). Nella situazione finale uno dei due
corpi (supponiamo si tratti di quello ad una temperatura iniziale T2 ) sar in equilibrio
con lambiente. Allora
C T0 T0
S = T10 T1 + T0 T2 + C log 1 + C log (9.28.6)
T0 T1 T2
e quindi
T10 T10 S T0 T2 + T1
log = log + 1 (9.28.7)
T1 T0 C T2 T0
T10 T0 S T2 T2 + T1
log 1 = 1+ log 0 (9.28.8)
T0 T0 C T1 T2 T0
Segue che sia il massimo che il minimo rapporto T10 /T0 si ha per S = 0, cio nel caso
di una trasformazione reversibile. Le relative temperature massime e minime saranno
quindi le due soluzioni dellequazione
T10 T0 T2 T2 + T1
log 1 = 1 log 0 (9.28.10)
T0 T0 T1 T2 T0
Notare che la massima produzione di entropia determinata precedentemente corrispon-
de a T10 = T0 .
Soluzione
La variazione di entropia dei due corpi durante la trasformazione data da
T1 f
S1 = C log
T1
T2 f
S2 = C log
T2
di conseguenza
T1 f T2 f
S = C log
T1 T2
da cui troviamo lequazione che determina il luogo dei punti accessibili nel piano T1 f ,
T2 f :
T1 f T2 f = T1 T2 eS/C
Si tratta di uniperbole equilatera che passa per il punto corrispondente alla temperatura
iniziale nel caso S = 0. Alcune iperboli sono rappresentate in Figura 9.23.
Per quanto riguarda i punti che corrispondono a un dato lavoro estratto W, detti Q1
e Q2 i calori ceduti ai due corpi durante la trasformazione, abbiamo
Q1 = C T1 f T1
Q2 = C T2 f T2
Si tratta quindi di una retta parallela alla bisettrice del secondo e quarto quadrante, che
intercetta lasse T1 f = 0 in T2 f = T1 + T2 W/C,
W
T2 f = T1 f + T1 + T2
C
Alcune di queste rette sono pure indicate in Figura 9.23. Gli stati finali possibili devono
in ogni caso corrispondere a S 0, che corrisponde alla regione gialla in figura.
Ad esempio quando W = 0 sono accessibili tutti i punti della retta blu tratteggiata
nella regione gialla. Se anche S = 0 le temperature finali saranno quelle iniziali, oppure
scambiate tra di loro, invece la massima produzione di entropia corrisponde a
T1 + T2
T1 f = T2 f =
2
che indicato in Figura 9.23 da un quadrato. Questo ci che si ottiene mettendo
direttamente i corpi in contatto tra di loro e attendendo lequilibrio.
Allaumentare di W la retta si sposta verso il basso: il massimo valore W = WMAX
corrisponde alla retta tangente alliperbole, cio a
p
T1 f = T2 f = T1 T2
e p
WMAX = C T1 + T2 2 T1 T2
T2f
S > 0
S = 0
(T2, T1)
T 1+T 2
T1f = T2f = 2
(T1, T2)
W = WM AX W =0
T1f
Figura 9.23.: Il piano corrispondente alle temperature finali T1 f , T2 f dei due corpi. Si
scelto T1 = 400 e T2 = 100. Liperbole rossa unita corrisponde alle tem-
perature finali accessibili in una trasformazione reversibile (S = 0). Per
una trasformazione qualsiasi S 0 e le temperature finali accessibili si
trovano nella regione in giallo. Le rette blu corrispondono alle temperature
finali accessibili per un dato lavoro estratto W.
U = k`T (9.30.1)
e che valga
= T ` ` (9.30.2)
Soluzione
Dalla primo principio della termodinamica abbiamo che
dQ = dU + dL
dL = d`
dato che la forza applicata dallelastico ad un suo estremo vale in modulo (per ` > `)
ed diretta in verso opposto allo spostamento. Quindi
dQ = k`dT T ` ` d`
dQ dT
dS = = k` ` ` d`
T T
Questa espressione si pu immediatamente integrare, ottenendo
2
S = k ` log T `` +C
2
dove C una costante di integrazione. Ma in unadiabatica reversibile lentropia resta co-
stante, per cui la trasformazione nel piano T S si rappresenta come una retta verticale.
Inoltre deve essere " 2 #
` `
T = T exp 1 (9.30.3)
2k `
T /T
`/`
Figura 9.24.: La dipendenza della temperatura dalla lunghezza dellelastico, per una tra-
sformazione adiabatica reversibile (Eq. (9.30.3)). La temperatura misurata
in unit T, e la lunghezza dellelastico in unit della lunghezza a riposo
`. Si scelto `/(2k) = 1 per la curva continua e `/(2k) = 2 per quella
tratteggiata.
/(2kT )
`/`
Figura 9.25.: La dipendenza della tensione dalla lunghezza dellelastico, per una tra-
sformazione adiabatica reversibile (Eq. (9.30.3)). La tensione misurata in
unit 2kT, e la lunghezza dellelastico in unit della lunghezza a riposo `.
Si scelto `/(2k ) = 1 per la curva continua e `/(2k ) = 2 per quella
tratteggiata.
lo stato iniziale
lo stato di massima e minima temperatura per uno dei due corpi, scelto arbitraria-
mente.
Soluzione
Indichiamo con Q1 , Q2 e Q B il calore ceduto rispettivamente ai due corpi e al bagno
termico durante le trasformazioni. Dal primo principio abbiamo
Q1 + Q2 + Q B + W = 0
e quindi
1
S = (W + Q1 + Q2 ) + b ( T1 + T2 2T0 )
TB
T1
B1 = (TB , TM AX )
A = (T0 , T0 )
R= 2|TB T0 |
T1 = TB
C2 = (TM IN , TB ) O = (TB , TB ) B2 = (TM AX , TB )
C1 = (TB , TM IN )
T2 = TB T2
Figura 9.26.: Linsieme degli stati accessibili nel piano T1 -T2 . Si tratta di una circonferen-
nello stato accessibile di massima entropia T1 = T2 = TB e
za con centro
raggio R = 2 | TB T0 |.
ossia
b W
b ( T1 + T2 2T0 ) T12 + T22 2T02 = S +
2TB TB
Affinch lo stato sia accessibile dovr essere S 0 (per non violare il secondo principio
della termodinamica) e W 0 (non abbiamo a disposizione lavoro utile da fare sul
sistema). La regione accessibile sar dunque
2TB ( T1 + T2 2T0 ) T12 + T22 2T02 0
( T1 TB )2 + ( T2 TB )2 2 ( TB T0 )2
Si tratta quindi della circonferenza con centro in ( T1 , T2 ) = ( TB , TB ) e raggio 2 | TB T0 |
rappresentata in Figura 9.26.
Nello stato iniziale abbiamo T1 = T2 = T0 , si tratta quindi del punto indicato con A.
Soluzione
Prima di eseguire calcoli dettagliati consideriamo qualitativamente la situazione. Sup-
poniamo che inizialmente T0 > Tb . Chiaramente non sar possibile riscaldare ulterior-
mente il corpo, dato che se questo fosse possibile allora esisterebbe una trasformazione
termodinamica capace unicamente di trasferire calore da un corpo pi freddo ad uno
pi caldo. Se T0 < Tb potremmo anzitutto pensare di mettere in contatto bagno termico
e corpo, portando questultimo alla temperatura Tb . In realt possibile fare meglio:
inizialmente si pu trasferire reversibilmente del calore dal bagno al corpo, ottenendo
del lavoro utile. Avremo a questo punto portato nuovamente il corpo a Tb , e potremo uti-
lizzare il lavoro ottenuto per spostare ulteriormente calore dal bagno al corpo ottenendo
una temperatura finale T f > Tb . Veniamo adesso ad una analisi dettagliata.
Durante le trasformazioni verr ceduto complessivamente un calore Qc al corpo, e Qb
al bagno termico. Al termine disporremo eventualmente di un lavoro estratto W. Dal
primo principio abbiamo
Qc + Qb + W = 0 (9.32.1)
Inoltre possiamo scrivere
Tf
Qc = CdT = C T f T0 (9.32.2)
T0
e di conseguenza
Tf
Qb = Tb S CTb log (9.32.3)
T0
Sostituendo la (9.32.2) e la (9.32.3) nella (9.32.1) otteniamo
Tf Tf T0 T0 W S
log = log
Tb Tb Tb Tb CTb C
Figura 9.27.: La funzione F ( T f /Tb ) (in blu) confrontata con un possibile valore della
costante F ( T0 /Tb ) W/(CTb ) S/C a secondo membro nellEquazio-
ne (9.32.4) (in rosso). Come discusso nel testo, la funzione ha un minimo
per T f = Tb . Se la costante abbastanza grande si hanno due intersezioni,
che corrispondono alle possibili temperature massime e minime finali del
corpo.
9.33. Dummy