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IL QUADRO DI RIFERIMENTO

1. Le strutture politiche, economiche e sociali dell'Italia postunitaria


Con l'unificazione, l'Italia divenne una monarchia costituzionale, regolata dallo statuto
Albertino del 1848. E lo Stato era accentratore: le autonomie locali erano praticamente
inesistenti. Aveva il diritto di voto solamente il 2% della popolazione, e si trattava in
prevalenza dei grandi proprietari terrieri. A suffragio universale maschile si arriver nel 1913.
La classe politica al potere in, la destra storica, era ostile a uno sviluppo industriale italiano,
poich riteneva che l'Italia non avesse i requisiti adatti, te ne ha che creando un proletariato di
fabbrica, si potesse generare un problema sociale e innescare pericolose tensioni. La destra
liberale era espressione della borghesia agraria e applic le tenui tariffe doganali del regno di
Sardegna per favorire l'esportazione di prodotti agricoli. La scelta libero - scambista ebbe
effetti disastrosi sulle industrie del mezzogiorno che erano fortemente protette da i dazi e che
furono rapidamente spazzati via dalla concorrenza internazionale.
Le poche manifatture si collocavano nel settore tessile e alimentari: erano arretrate sul piano
tecnico e ancora legati all'agricoltura. Mancava la mentalit imprenditoriale. Questa politica
increment le esportazioni agricole: la situazione rimase arretrata con metodi di coltura
arcaici. Un settore molto attivo fu invece quello della creazione di infrastrutture, ferrovie,
strade, pronti, porti e opere pubbliche; queste vennero affidati in appalto la societ private.
Il quadro cambi con l'avvento della sinistra che CO a cura di interessi di gruppi sociali diversi
e durante la quale cominciano ad avere peso anche gli imprenditori industriali. La sinistra
promuove un primo inasprimento delle tariffe doganali nel 1878. La sinistra inaugura una
politica di Potenza che spingeva ad una corsa agli armamenti per la necessit di potenziare
l'industria siderurgica.
Un altro fattore si aggiunge partire dal 1880: la crisi agraria. L'arrivo sui mercati europei di
enormi quantit di grano americano a buon mercato fece crollare i prezzi. Le conseguenze
furono molteplici: andarono in crisi i sistemi agricoli arcaici e non competitivi, ci determin la
scomparsa rapida della piccola propriet contadina. La crisi, acceler la modernizzazione
dell'agricoltura e la concentrazione capitalistica nelle campagne pronte, l'industria diventa pi
redditizia. Si delinea cos quel blocco agrario-industriale che per causa un ulteriore
impoverimento del mezzogiorno che, si vede ora danneggiato dal protezionismo
nell'esportazione di prodotti pregiati: costretto a comprare prodotti industriali a prezzi maggiori
dal Nord. Si profila quindi la "questione meridionale", il divario nello sviluppo dell'economia e
della societ civile tra il Nord e il sud della penisola. Molte furono le trasformazioni della
struttura sociale italiana. Accanto ai nobili, nel ceto dei grandi presidenti, si collocano ormai in
molti borghesi, arricchitisi con l'acquisto di beni demaniali ed ecclesiastici. La figura del
borghese moderno che impressiona l'opinione pubblica di questi anni non pi il capitano di
industria ma lo speculatore, il finanziere senza scrupoli, al centro di un giro spesso poco
pulito di capitali. Nel ceto medio troviamo professionisti, commercianti, piccoli proprietari e
artigiani. Ma questo ceto entra ben presto in crisi, specie nei vicoli proprietari colpiti dalla crisi
agraria. La letteratura conobbe molti scrittori provenienti da questo strato sociale i quali
patiscono la decadenza e la riflettono nelle loro opere.
I ceti popolari sono ancora composti da contadini; e operai sono una minoranza, seppure in
espansione. Le condizioni delle masse contadine peggiorano anzich migliorare. La tassa sul
macinato colpisce il popolo e genera tensioni e disordini; i contadini sono afflitti dalle malattie
dovute a denutrizione, scarsissima igiene, mancanza di assistenza medica.

2. Le ideologie
Tre sono gli atteggiamenti degli scrittori di fronte alla modernizzazione economica sociale:
-un atteggiamento apologetico che inneggia ad essa come realizzazione del progresso;
-un atteggiamento di rifiuto romantico, in nome dei valori del passato;
-un atteggiamento che non esalta e non condanna, ma tende ad un rapporto conoscitivo con
quel processo, senza slanci n ripiegamenti.
Il positivismo
La cultura positivistica nella seconda met dell'800 si impone anche in Italia. Essa ha le basi
nel balzo del capitalismo industriale. I presupposti della cultura positivistica sono le importanti
scoperte scientifiche che si verificano in questo periodo nel campo della termodinamica,
dell'elettromagnetismo, della chimica, nella biologia, nella fisiologia e delle applicazioni
tecniche che danno inizio ad una nuova era. sempre maggiore la diffusione del sapere e
dell'istruzione e grazie all'industrializzazione aumenta il benessere sociale. Questo insieme di
fattori determina un clima di fiducia nelle forze dell'uomo e nelle possibilit del sapere
scientifico e tecnologico. Il positivismo propone come figura mitica, lo scienziato, a cui si
affiancano il medico, l'ingegnere e il maestro.
LEsaltazione positivistica della scienza posa su tre convinzioni di base:
1) la scienza l'unico metodo valido; da qui il rifiuto di ogni visione di tipo religioso,
metafisico, idealistico. Il positivista crede che bisogna fondarsi solo sui fatti positivi,
dimostrabili sperimentalmente, in contrapposizione a ci che astratto.
2) il metodo della scienza, poich l'unico valido, va esteso a tutti i campi esercitandolo sui
fenomeni naturali, sulla psicologia dell'uomo, sulle sue idee, sui suoi sentimenti, sui suoi
comportamenti sociali.
3) la scienza ci consente di dominare il reale; da qui deriva la fine del progresso, garantito
dalle conquiste scientifiche in ogni campo, che consentono di piegare la natura alla nostra
volont assicurando all'umanit la liberazione dai mali fisici e dai mali sociali.
Non bisogna per credere che questa ideologia dominasse l'intero quadro culturale. In tipico
esponente di questa fiducia positivistica nella forza del progresso Carducci. Ma in lui vi
anche una componente romantica che si manifesta come disgusto e paura per la
modernizzazione, per gli affari, per la corruzione, per la caduta gli ideali: Carducci rifiuta il
presente rifugiandosi in un sogno del passato (nel Rinascimento, nella rivoluzione francese,
nel Risorgimento). Carducci quindi pu essere assunto come rappresentante del primo dei tre
atteggiamenti nei confronti della modernit, mentre per queste forme di rifiuto romantico un
esponente della seconda tesi.
Il rappresentante del terzo atteggiamento Verga: in lui sopravvivono componenti di anti
capitalismo e anti modernismo romantici, che si manifestano nella campagna come sede di
una genuinit, a difesa dei valori che la modernit va distruggendo. Dall'altro lato si afferma in
lui una visione naturalistica della realt, che lo porta a studiare i meccanismi della "lotta per la
vita", a porsi di fronte alla modernizzazione con un atteggiamento conoscitivo.
Il positivismo si afferma in Italia grazie a Francesco de Sanctis. Egli, pur rifiutando le
implicazioni materialistiche del positivismo, in vita allo studio dei fatti positivi e concreti come
necessario correttivo dell'idealismo. Egli afferma il valore di un mondo spirituale libero dalle
leggi della natura, ma propone una conciliazione tra "ideale" e "reale" attraverso l'uso di un
metodo positivo nello studio dei fenomeni.
Il campo politico
in campo politico, ideologia resta quella del liberalismo. La sinistra giunse al potere nel 76
come erede del partito d'azione e del mazzinianesimo, ma la sua politica non si discost
molto dalle linee liberali.
L'atteggiamento intransigente della chiesa verso il nuovo Stato impediva ai cattolici e
partecipare alla vita politica. Per cui, questi, cominciarono ad essere una componente viva e
attiva solo agli inizi del novecento, quando il non expedit della chiesa cominci ad attenuarsi.
3. Le istituzioni culturali
dopo l'unit si presenta un fatto nuovo: con l'unificazione, il mercato culturale assume
dimensioni nazionali; non esistono pi gli ostacoli doganali e le censure poliziesche: i libri e i
periodici circolano ormai liberamente. L'editoria si avvia a diventare un'industria nel senso
moderno e nascono cos editori che sono veri e propri imprenditori.
La pubblicit diventa indispensabile per far conoscere e vendere la merce-libro; gli editori
tendono ad essere anche proprietari di giornali e periodici, per meglio diffondere i loro
prodotti con recensioni e annunci.
La scuola
un dato nuovo dell'Italia post unitaria l'introduzione dell'istruzione elementare obbligatoria;
ci segno un relativo progresso in vari stati dove non esisteva istruzione obbligatoria e
l'analfabetismo raggiungeva percentuali elevatissime. Le scuole elementari erano affidate ai
comuni ma spesso, la preparazione dei maestri era scadente: non erano in grado di
padroneggiare l'italiano. Una riforma fu tuttavia avviata dalla sinistra, che istituiva l'istruzione
elementare obbligatoria divisa in due cicli di due anni ciascuno (legge Coppino del 1877) e
che aveva il presupposto di fornire un minimo bagaglio culturale a tutti. La scuola aveva
inoltre il compito di amalgamare una popolazione differente nelle tradizioni, nei costumi e
nella mentalit, facendo acquisire alle masse popolari una coscienza nazionale e civile.
Funzione che bene emerge dal Cuore di De Amicis (1886), che descrive una classe
elementare torinese in cui si mescolano alto borghesi, piccolo borghesi e proletari, che
devono tutti assorbire certe virt civili e l'amore della patria.
La gran maggioranza della popolazione si fermava all'istruzione elementare, una parte
raggiungeva un diploma di istruzione tecnica andando a formare i ranghi intermedi della
piccola borghesia; un'elite, che usciva dai licei, arrivava alla laurea e andava formare la
classe dirigente.

4. Posizione sociale e ruolo degli intellettuali


in Europa, nei primi dell'800, si deline una frattura tra l'intellettuale e la societ. In Italia
questa frattura non si era presentata a causa dell'arretratezza economica e sociale e perch
le lotte risorgimentali uno assicuravano ancora all'intellettuale un ruolo di guida ideologica, di
dirigente politico e di combattente. Con l'avvio di uno sviluppo moderno in Italia queste due
condizioni vengono a mancare e ci segna il mutamento di ruolo degli intellettuali.
Compaiono cos atteggiamenti di rivolta e di rifiuto dei valori borghesi, un senso di sconfitta e
di frustrazione. L'aspro rifiuto della civilt moderna delle banche e delle imprese industriali, si
riscontra anche nel Verga giovane e nel Carducci. Il letterato si sente spinto ai margini dai
nuovi processi produttivi che privilegiano nuove figure quali scienziati, tecnici e specialisti.
Egli ha paura della tecnica, che tende a meccanizzare la vita dell'uomo. Il meccanismo della
lotta per la vita regola tutta la societ ed duro spietato. L'avvento dell'editoria divide gli
scrittori in due grandi campi: chi rifiuta il meccanismo e chi accetta il mercato. Alla prima
categoria di scrittori appartiene Verga (i Malavoglia), alla seconda appartiene D'Annunzio,
abilissimo nel promuovere pubblicitaria mente la vendita della sua merce letteraria.
Nonostante tutto ci in Italia lo scrittore deve ancora sostenersi con altre attivit per vivere
affiancando molto spesso all'attivit di scrittori un impiego pubblico come l'insegnamento.
Ma la figura dell'intellettuale umanista non pi quella dominante, infatti compaiono sociologi,
giuristi, economisti, fisici, chimici..... Nasce cos la figura dell'intellettuale specialista e ci
contribuisce alla crisi del ceto dei letterati umanisti tradizionali: il loro sapere non pi
considerato il sapere per eccellenza ma uno dei tipi di sapere. Ma l'intellettuale umanista
reagisce rivendicando per s la funzione di guida morale e intellettuale della nazione; tale
l'abolizione di Carducci che diventa il poeta ufficiale dell'Italia umbertina, il cantore delle glorie
patrie. D'Annunzio invece si autoproclama vate di un'Italia risorta dalla mediocrit borghese,
capace di dominare il mondo e far rinascere la bellezza del passato.

5. I generi letterari
nella seconda met del 1800 il romanzo diviene anche in Italia il genere pi diffuso e pi
amato da un pubblico essenzialmente composto da lettori di opere narrative. Gli scrittori
considerano il romanzo, il genere per eccellenza della nuova et. Le ragioni del trionfo del
romanzo sono tre:
1) l'espressione della civilt borghese e quindi si afferma nell'et in cui l'Italia si avvia uno
sviluppo moderno ponte;
2) e romanzo il genere che meglio risponde alle esigenze del pubblico dei lettori comuni;
in un'et che tende al realismo, il romanzo lo strumento espressivo pi adatto, capace di
rappresentare vaste porzioni di realt sociale e di ordinarle rigorosamente tramite la
ricostruzione di complessi intrecci.
I modelli
i modelli che agiscono sul romanzo italiano sono: Balzac (commedia umana), Zola (Rougon-
Macquart), l'influenza inglese di Dickens descrittore di ambienti e problemi sociali, Paul
Bourget fondatore del romanzo psicologico, i romanzieri russi Dostoievskij e Tolstoj
esploratori di anime tormentate e Flaubert.
Scompare il romanzo storico e viene introdotta la narrativa fantastica e "nera". Dalla met
degli anni settanta il verismo diviene la tendenza egemonica nella narrativa. Con gli anni 90 il
romanzo veristico e realistico, entra in crisi soppiantato dallo romanzo psicologico che
concentra l'attenzione sulla psicologia di personaggi di alta condizione sociale.
Nuove sono anche le tecniche narrative: il codice narrativo del romanzo del primo 800 era
quello dei promessi sposi (un narratore onnisciente che dominava dall'alto la materia) ma poi
il romanzo quello caratterizzato dall'eclisse dell'autore (ridimensionamento o scomparsa
totale del ruolo della voce narrante). L'eclisse si realizza in forme diverse: la regressione della
voce narrante al livello mentale, la narrazione comportamentistica che si limita a registrare
azioni dialoghi e la focalizzazione interna per cui tutta la vicenda passa attraverso l'ottica
ristretta di uno o di pi personaggi.
Il romanzo d'appendice
Nel corso dell'800 compare un fenomeno culturale nuovo: la letteratura di consumo. Questo
l'effetto dell'allargamento del pubblico a ceti di solito esclusi dalla letteratura, della nascita
dell'industria editoriale, del giornalismo, nel mercato letterario. La letteratura diventa un
mezzo di intrattenimento per masse di lettori comuni di basso livello culturale, e di
conseguenza viene venduto su larga scala (la paralletteratura), destinata al semplice
consumo popolare.
Il metodo di divulgazione privilegiato per questo tipo di letteratura l'appendice: l'astensione
di una pagina di giornale in cui si pubblicavano opere narrative. Essendo un prodotto
destinato a venire venduto su larga scala doveva soddisfare i gusti di un pubblico poco
raffinato culturalmente; colpire l'immaginazione con intrighi complicati e fatti sensazionali. La
curiosit doveva essere tenuta desta con colpi di scena: la narrazione si interrompeva nel
punto culminante in modo tale che la trattazione poteva dilatarsi all'infinito, inventando di volta
in volta svolgimenti e soluzioni nuove. La sorpresa comunque doveva prodursi entro gli
schemi del noto. Anche il linguaggio era rudimentale e approssimativo, pieno di frasi fatte e di
formule ricorrenti, con un vocabolario povero e banale, perch si rivolgeva a un pubblico di
poca cultura e che mirava effetti immediati ed elementari.
La novella
Accanto allo romanzo riprende vigore il genere della novella caratterizzato da una misura
breve che ne rende possibile la pubblicazione su giornali e riviste. I quotidiani quindi
pubblicavano anche racconti. Da novella era favorita anche dalle tendenze veristiche, per
questo romanzieri di questo periodo si cimentarono con essa come Verga, Capuana,
D'Annunzio e in esse trovarono modo di sperimentare temi e soluzioni narrative.
La lirica
Nel campo della poesia lirica, la Scapigliatura segna l'ingresso di temi del romanticismo
europeo: il fantastico, le atmosfere allucinate; ma introduce anche i motivi tipici del moderno:
lo spleen (compiacimento del vizio in contrasto con l'aspirazione all'ideale), il "dualismo" e la
lacerazione interiore. La lirica scapigliata accosta forme preziose e modi colloquiali con
mescolanze di toni stridenti. Tenta cos di creare un linguaggio che evochi suggestioni di altri
linguaggi artistici, la musica, la pittura. Si tratta per soltanto di tentativi.
Anche se la produzione lirica copiosa, nel complesso per, essa perde il primato tra i generi
letterari perch il pubblico si rivolge ormai alla narrativa.
La letteratura drammatica
L'Europa ottocentesca non solo luogo di spettacoli e divertimenti, ma anche di ritrovo
mondano dove si intrecciano relazioni sociali, rapporti d'affari e legami sentimentali, dove si
diffondono i valori centrali della classe egemone.
Anche il teatro assume un'importanza, vista la produzione di testi drammatici molto copiosa;
ma una produzione mediocre se paragonata alla letteratura drammatica europea dello
stesso periodo (Wilde, Shaw).
Il genere che domina la scena il dramma che si cimenta nella rappresentazione della vita
borghese contemporanea e dei suoi problemi. Il dramma portatore di una tesi che tende a
smascherare concezioni false, ipocrisie e menzogne della vita sociale; i temi predominanti
sono la famiglia, il denaro e l'adulterio: vera ossessione di questo teatro borghese: lo schema
ricorrente quello del "triangolo" (marito-moglie-amante); ai problemi sentimentali si
mischiano anche quelli economici (debiti).
Accanto al dramma serio, ha rilievo anche il teatro dialettale: una produzione che non si limita
alla facile comicit per divertire platee, ma ha ambizioni "realistiche" pari a quelle del teatro in
lingua.
Ad ambienti popolari sono dedicati anche i drammi di Giovanni Verga, anche questi scritti tutti
in lingua.
La critica letteraria
Nella seconda met dell'800, con l'allargarsi del pubblico e il moltiplicarsi di riviste e di
giornali, la funzione della critica (istituire una mediazione tra gli scrittori e il nuovo pubblico dei
lettori comuni) si allarga anche essa. questa la "critica militante" che si occupa delle opere
contemporanee. composta da giornalisti, scrittori stessi, critici accademici, professori
d'universit. Con la formazione di un pubblico colto ed esteso, le polemiche letterarie del
tempo non restano pi confinate nella cerchia ristretta degli specialisti, ma arrivano al
pubblico. Dietro la critica militante quindi c' il lavoro della critica accademica, una cultura
anche in questo campo permeata dal Positivismo. L'espressione del Positivismo nella critica
letteraria la scuola storica, la quale respinge le grandi costruzioni storiche sistematiche alla
De Sanctis, interprete di un metodo storiografico romantico. Ora si respingono costruzioni del
genere e compito della critica l'esplorazione scientifica e rigorosa dei fatti accertabili.
La lingua
All'atto dell'unit sposi erano quelli in grado di usare la lingua nazionale: l'analfabetismo era al
78% e il 22% restante era solo in grado di scrivere la propria firma e di decifrare a malapena i
caratteri a stampa; ci significa che la lingua di uso quotidiano della maggioranza della
popolazione era ancora il dialetto locale.
Il problema dell'unificazione linguistica era dunque uno dei pi urgenti, ma non era di come
diffondere la lingua nazionale, bens quale modello di lingua diffondere.
L'autorevolezza di Manzoni, grazie anche ai promessi sposi, impose la sua soluzione che
consisteva nell'adozione della lingua parlata dai fiorentini colti. Questa soluzione incontr il
favore della classe politica dello Stato unitario. Ma tale soluzione era impraticabile nei fatti in
quanto sarebbe stata una contraddizione imporre l'uso di una lingua viva tramite lo studio;
una lingua viva non pu essere imposta, ma nasce solo dall'uso concreto dei parlanti.
A tal proposito la scuola si offriva come lo strumento pi adatto alla diffusione della lingua ma
le strutture erano carenti, il personale era inadeguato e moltissimi bambini evadevano
quest'obbligo perch impegnati nei lavori.
Altri fattori sociali che contribuirono all'affermazione della lingua nazionale furono: la
coscrizione obbligatoria (metteva i giovani a contatto con realt regionali diverse), l'ampliarsi
degli scambi sul mercato nazionale, l'estendersi della burocrazia, l'emigrazione all'estero.
Quando si avvi l'industrializzazione, si ebbero migrazioni interne che provocarono
mescolanza di persone.
Per resisteva comunque una situazione di bilinguismo: l'italiano era ustato solo in
determinate situazioni, ma il dialetto continuava ad essere la lingua quotidiana e familiare.

NATURALISMO FRANCESE

FONDAMENTI TEORICI
Gli scrittori italiani prendono le mosse dal Naturalismo francese degli anni 70 dellOttocento. Il
Naturalismo si basa sul positivismo, dunque condivide fiducia nel progresso e nella scienza,
crede che luna conoscenza possibile sia quella scientifica, perci tende a rifiutare ogni
visione religiosa della vita. Prese spunto soprattutto dal pensatore Taine, il quale affermava
che i fenomeni spirituali sono prodotti dalla fisiologia umana e determinati dallambiente fisico
in cui vive luomo. Per Taine la letteratura uninchiesta sulluomo, deve analizzare la realt.

PRECURSORI
Taine indic come precursori:
o Balzac, che scrisse la Commedia umana, per lanalisi della natura umana nel suo rapporto
con lambiente.
o Flaubert, che scrisse Madame Bovary, per la sua impersonalit.
guerre di religione in Francia 1/2
o Edmond e Jules de Goncourt per lattenzione dimostrata ai ceti inferiori e alla degradazione
umana, come il romanzo Germinie Lacertaux che analizza la degradazione fisica e
psicologica di una serva isterica.

POETICA DI ZOLA
Zola, nel suo Romanzo sperimentale, afferma che il metodo sperimentale applicato agli esseri
inanimati e viventi deve essere anche applicato alla sfera spirituale delluomo, dunque la
letteratura e la filosofia che si occupano proprio dei fenomeni spirituali devono esser
considerate scienze sperimentali. E come, la fisica ecc. sono regolate da leggi allora anche i
fenomeni spirituali hanno delle leggi, per ora ne conosciamo due: Lereditariet biologica e
linflusso esercitato dallambiente sociale in cui luomo vive. Il fine del romanzo quello di
trovare altre leggi e dominare lo spirito umano. Come nella sua opera, I Rougon-Macquart,
storia naturale e sociale di una famiglia sotto il secondo Impero, oltre allintento medico-
scientifico egli offre un quadro generale della societ francese del secondo impero attraverso
vicende di una famiglia. Studia di persona ambienti e rilascia testimonianze veritiere, inoltre la
sua un ideologia progressista, nel senso che da un lato va contro la corruzione dei ceti
dirigenti e dallaltro ha interesse per i ceti subalterni.

IL CICLO DEI ROUGON MACQUART

Queste concezioni prendono corpo nel ciclo dei Rougon-Macquart, storia naturale e sociale
di una famiglia sotto il secondo Impero 20 romanzi pubblicati tra il 1871 e il 1893, modello
la Commedia umana quadro della societ francese attraverso le vicende dei membri di
una famiglia. Il principio di interpretazione di tutte le vicende la legge dellereditariet (la
protagonista Germinal deve subire le conseguenze dellalcolismo dei genitori, cadendo in
eccessi di follia).

Vi sono inoltre degli intenti sociali e politici: quadro completo della societ francese in tutti i
suoi strati sociali; per riuscirci o scrittore si documenta con scrupolo, studiando di persona gli
ambienti.

Latteggiamento ideologico di Zola in questi romanzi progressista:

Polemico contro verso la corruzione dei ceti dirigenti e lottusit della piccola borghesia

Pieno di interesse per i ceti subalterni, operai, artigiani e contadini, di cui sono
denunciate le condizioni di vita

Lo scrupolo dello scienziato impedisce che Zola dia una rappresentazione idealizzata degli
ambienti popolari, anzi lo induce a riprodurre con crudezza gli aspetti pi ripugnanti questo
aspetto fu quello che pi colp il pubblico contemporaneo, suscitando la reazione dei
moralisti.

TENDENZE ROMANTICO-DECADENTI
Zola rivela tendenze romantiche in quanto descrive esasperatamente ogni cosa, gli oggetti
materiali assumono visioni gigantesche, offre una vasta raffigurazione della natura come nel
La colpa dellabate Mouret in cui gli amori di due giovani si svolgono in un parco con una
ampia vegetazione. Rivela tendenze decadenti per esempio in Cure dove descritto
lincesto tra una matrigna e un figliastro sullo sfondo di una serra dove ci sono piante
mostruose.
Il Verismo italiano

La diffusione del modello naturalista


Zola divenne famoso in Italia come romanziere scienziato realista, come scrittore sociale
con lobbiettivo di migliorare la societ. Il centro propulsore della sua immagine fu la sinistra di
Milano, che per non possedeva una forza culturale e intellettuale tale da costruire una teoria
artistica organica e coerente, dando vita ad un nuovo linguaggio letterario. Poca originalit.

La poetica di Verga e Capuana


Chi invece fond una teoria coerente basata su un nuovo linguaggio furono Capuana e
Verga. Luigi Capuana, come critico letterario del Corriere della Sera, ebbe una funzione
fondamentale nel diffondere la conoscenza di Zola, con le recensioni delle sue varie opere. In
tali recensioni per distinguibile un modo di intendere la letteratura differente dal
Naturalismo francese.
Prima di tutto rifiutata la finalit naturalista del romanzo (come Verga).
Nei Malavoglia Verga concretizzer certi principi comuni a Capuana, il quale nel
recensire lopera afferma che la novit non sta nella scientificit dello stesso ma nella
tecnica con cui lo scrittore rappresenta le tesi scientifiche. In altre parole, la finalit
del romanzo sperimentale non devessere quella di migliorare la societ attraverso la
scoperta e la dimostrazione di talune tesi scientifiche sulla sfera spirituale delluomo,
ma la vera novit (nel Verismo italiano) deve essere la tecnica con cui tali tesi sono
riportate. La scientificit si manifesta solo nella forma artistica, nella maniera con cui
lartista crea le sue figure, organizza i suoi materiali espressivi.
Principio dellimpersonalit: nel testo deve scomparire il narratore (eclisse del
narratore) che commenta e giudica (come Manzoni, superato): limpersonalit
(oggettivit) diventa quindi il centro della poetica dei due.

Il vero
Dagli scapigliati viene anche ripreso la volont di rappresentare il vero: rappresentazione
senza idealizzazioni o velature degli aspetti pi crudi e turpi della vita moderna, da cui sono
scomparsi i valori ideali, per colpire il mondo borghese, colpevole di tale situazione. Tutto ci
assumer unaccezione pessimistica, perch il racconto del vero, dei meccanismi spietati
della lotta per la vita, qualcosa di brutto e irrimediabile.

VERGA
Giovanni Verga considerato come uno degli intellettuali pi importanti della letteratura
italiana operante nel contesto storico letterario dell'Ottocento. Giovanni Verga conosciuto
come il padre fondatore del verismo in Italia e nelle sue opere rappresenta scene umili tratte
da contesti di vita quotidiana. Lo scrittore italiano nato in Sicilia nel 1840 e scrive dei
romanzi molto noti, come per esempio I Malavoglia in cui lo scrittore siciliano descrive le
vicende di una famiglia di pescatori, il cui capostipite Padron N'toni. Nel romanzo, tra i pi
celebri di Verga, vengono descritte scene di vita quotidiana e di vita semplice. Tra gli altri
romanzi di Giovanni Verga ricordiamo La roba, La lupa, Fantasticheria, Cavalleria Rusticana,
Rosso Malpelo, in cui vengono descritte le vicende del giovane Rosso Malpelo che lavora in
et molto giovane. In questa novella viene descritto tantissimo il tema dello sfruttamento
minorile, all'epoca molto diffuso nelle fabbriche e in molti luoghi di lavoro.
La vita: Verga nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri. Si dedic al
lavoro letterario e al giornalismo politico senza prima finire gli studi e questa formazione
irregolare segna la sua fisionomia di scrittore particolare, che si allontana dalla tradizione di
autori con una profonda cultura umanistica. Il gusto di Verga si forma attraverso gli scrittori
francesi moderni di vasta popolarit, ai limiti con la letteratura di consumo; insieme ai romanzi
storici italiani, queste letture lasciano un'impronta sensibile nei primi romanzi di Verga.
Nel 1872 si trasferisce a Milano, centro culturale pi vivo della penisola, dove entra a contatto
con gli ambienti della Scapigliatura. Nel 1878 avviene la svolta verso il Verismo, con la
pubblicazione di Rosso Malpelo. Ai soggiorni a Milano si alternano i ritorni in Sicilia dove torna
a vivere definitivamente a partire dal 1893. Dal 1903 Verga si dedica alla cura delle sue
propriet agricole, e le sue posizioni politiche si fanno sempre pi chiuse e conservatrici.
Muore nel 1922.

I romanzi preveristi: La produzione significativa di Verga inizia con i romanzi composti a


Firenze e poi a Milano.
Il romanzo Una peccatrice (1866) fu pubblicato in Catania, ma successivamente ripudiato;
un romanzo autobiografico che narra la storia, in toni enfatici e melodrammatici, di un
intellettuale borghese siciliano, che arriva al successo e alla ricchezza, ma vedendo l'amore
per la donna sognata ed adorata negato, si suicida.
Storia di una capinera (1871) un romanzo di notevole successo pubblicato a Firenze,dove
si narra la storia di un amore impossibile e di una monacazione forzata.
Il romanzo Eva viene cominciato a Firenze e concluso a Milano, narra la storia di un giovane
pittore siciliano che brucia le sue illusioni e i suoi ideali artistici nell'amore per una ballerina,
che il simbolo della corruzione in una societ materialista. Lei protesa verso il piacere e
disprezza l'arte. Nel romanzo, di carattere polemico e autobiografico, si pu notare la protesta
per la nuova situazione dell'intellettuale, che viene emarginato e desclassato nella societ
borghese; ci molto vicino all'accesa polemica anticapitalistica che caratterizza la
Scapigliatura.
A questo romanzo seguono romanzi che analizzano le passioni mondane: Eros, che narra la
storia di un giovane aristocratico corrotto dalla societ, e Tigre reale, che narra la storia di
un giovane innamorato di una donna divoratrice di uomini, e la sua successiva redenzione
segnata dal ritorno in famiglia. I due romanzi sono segnati dalla critica come realisti e
confermano il successo di Verga nel parlare di piaghe psicologiche e sociali.
Questi romanzi in realt si iscrivono in un clima tardoromantico, dove vengono rappresentati
ambienti aristocratici o la bohme artistica; si incentrano su complicate e violente passioni e
sono scritti in un linguaggio enfatico ed emotivo. Sono molto lontani dal Naturalismo francese,
che gi in quegli anni si stava imponendo.

La svolta verista: Nel 1878 esce un racconto che si distacca completamente dalla materia e
dal linguaggio della narravita precedente, ossia non vengono pi trattati gli ambienti mondani,
le passioni raffinate ed artificiose ed il soggettivismo. Questo racconto Rosso Malpelo, la
storia di un ragazzo di miniera che vive in un ambiente duro e disumano; narrato con un
linguaggio nudo, che riprende il modo di raccontare della narrazione popolare. la prima
opera di natura verista, ispirata ad una rigorosa impersonalit che arriva successivamente ad
un periodo di crisi e un silenzio di tre anni.
Nel 1874 Verga aveva gi pubblicato un bozzetto di ambiente siciliano e rusticano chiamato
Nedda, dove veniva descritta la vita di un bracciante. Il racconto per non pu essere
considerato un preannuncio della svolta in quanto i toni melodrammatici, estranei
all'impersonalit verista, hanno in pi un gusto romantico per una realt esotica e diversa.
Rosso Malpelo stato spesso interpretato come una vera conversione. Verga si proponeva di
dipingere il vero, gi ai tempi di Eva, Eros e Tigre reale. Verga non possedeva ancora gli
strumenti adatti per arrivare alla svolta. L'approdo al verismo una svolta capitale, non una
brusca inversione di tendenza : la concezione materialistica della realt e dell'impersonalit.
La svolta non va interpretata in senso moralistico, infatti Verga non vuole abbandonare gli
ambienti dell'alta societ per quelli popolari, anzi si propone di ritornarci con degli strumenti
pi incisivi di cui si impadronito. Le classi popolari sono il punto di partenza per uno studio
dei meccanismi della societ in quanto in esse tali meccanismi sono meno complicati e
possono essere individuati pi facilmente. Lo scrittore infatti vuole applicare il suo metodo
anche agli strati superiori fino al mondo dell'alta intellettualit.

La poetica dell'impersonalit: Alla base del nuovo metodo narrativo dello scrittore vi il
concetto di impersonalit, che si fonda su dei principi di poetica ben definiti. Gi nel 1879, con
la pubblicazione della novella L'amante di Gramigna, Verga aveva avuto modo di esporre i
suoi principi e i suoi intendimenti. Secondo la sua visione, la rappresentazione artistica deve
dare al racconto l'impronta di qualcosa realmente avvenuto e quindi deve possedere la
cosiddetta efficacia dell'esser stato; ci che viene trattato quindi deve essere vero e
documentato e deve essere raccontato in modo che il lettore si trovi faccia a faccia con il
fatto. Per far si che questo avvenga, lo scrittore deve eclissarsi e quindi non deve comparire
nel racconto con reazioni soggettive, riflessioni e spiegazioni, come avveniva nella narrativa
tradizionale. Inoltre l'autore deve entrare dentro i personaggi, e la sua mano deve risultare
invisibile agli occhi del lettore. L'opera dovr risultare essersi fatta da s, non deve avere
nessun punto di contatto con l'autore; per questo si parla di artificio, illusione e impressione.
Il lettore grazie a questa impersonalit avr l'impressione di assistere ai fatti del racconto,
senza che nessuno gli tracci un profilo dei personaggi o gli parli dei precedenti del racconto.
Ci pu creare una leggera confusione nelle prime pagine di lettura, come ammette Verga,
ma solo evitando l'intromissione dell'autore si pu eliminare ogni artificiosit letteraria e
creare l'illusione completa della realt.
La teoria dell'impersonalit per Verga un personale programma di poetica, definizione di
un procedimento tecnico che permette di non avvertire nel narrato la presenza dell'autore,
infine un procedimento espressivo utilizzato per ottenere certi effetti artistici.

La tecnica narrativa: Dal 1878 in poi, Verga applica quindi una nuova tecnica narrativa nelle
sue opere veriste, una tecnica innovativa e originale, che si distacca completamente dalla
tradizione e dalle esperienze contemporanee, sia italiane che straniere. Nelle sue opere,
come gi detto, l'autore si eclissa e da quindi spazio ad una libera interpretazione da parte
del lettore, inoltre non pi onniscente e quindi non interviene nel narrato.
Nelle opere di Verga il punto di vista dello scrittore non si avverte mai e la voce narrante si
colloca all'interno del mondo rappresentato ed allo stesso livello dei personaggi; con la
tecnica della regressione quindi il narratore si mimetizza all'interno di essi e adotta il loro
modo di pensare e di agire e, infatti il racconto sembra essere narrato da uno dei personaggi
che per non compare direttamente nella vicenda e resta anonimo. Chi narra all'interno del
piano della rappresentazione. Tutto questo molto evidente agli occhi del lettore perch
Verga, nei Malavoglia e nelle novelle, rappresenta ambienti rurali e popolari e personaggi
delle classi pi basse, la cui visione e il cui linguaggio sono molto diversi da quelli di uno
scrittore borghese. Un esempio molto chiaro pu essere quello di Rosso Malpelo(1878) che
la prima novella verista pubblicata da Verga, e che inaugura la sua nuova tecnica; qui infatti
sembra che a raccontare sia uno dei vari minatori che lavorano nella cava, e non uno scrittore
colto.
Il narratore anonimo inoltre, che tratta ambienti popolari, non informa in modo esaudiente
sulla storia e sul carattere dei personaggi, ne offre dettagliate descrizioni dei luoghi in cui si
svolgono le vicende. Il lettore quindi, si trova di fronte a dei personaggi di cui conosce solo
notizie parziali; inoltre la voce narrante che commenta e giudica, lo fa secondo la visione
elementare ed a volte rozza della collettivit popolare che deforma ogni fatto in base ai suoi
principi interpretativi, che si fondano sulla legge dell'utile e dell'interesse egoistico. Di
conseguenza il linguaggio povero e spoglio, con numerosi modi di dire, paragoni, proverbi e
imprecazioni popolari, dalla sintassi elementare e scorretta, in cui traspare la struttura
dialettale.

L'amante di Gramigna, prefazione. Impersonalit e regressione (1880): Ha la forma di


una lettera indirizzata a Salvatore Farina, romanziere e giornalista, contrario alle tendenze
veriste; Verga si rivolge a lui argomentando i suoi convincimenti letterari.
Nel testo si possono notare alcuni punti essenziali della poetica di Verga, come per esempio
l'impersonalit. Si delinea anche la teoria della regressione, il rifiuto della drammaticit, la
riduzione del racconto all'essenziale e i rapporti causa/effetto nei processi psicologici.

L'ideologia verghiana: Il diritto di giudicare e il pessimismo: Verga ritiene che l'autore


debba eclissarsi dall'opera perch non ha il diritto di giudicare la materia che rappresenta, ma
il presupposto di una simile affermazione si ritrova nelle sue posizioni pessimistiche. Per
Verga la societ un meccanismo crudele dove il pi debole verr sempre sorpassato; i
valori positivi come l'onesta, la fedelt, la piet o l'altruismo sono solo dei valori ideali che non
trovano pi posto nella realt e gli uomini sono ormai mossi solo da questioni economiche e
dalla volont di sopraffare gli altri. Tutto ci per Verga una legge naturale, e come tale non
pu essere modificata ed proprio per questo motivo, che crede che non esistano delle
alternative alla realt esistente e che il giudizio del narratore sia quindi privo di senso. Alla
letteratura non resta solo che studiare e riprodurre la realt cos com'.
La tecnica impersonale usata da Verga quindi frutto della sua visione del mondo
pessimistica.

Il valore conoscitivo e critico del pessimismo: Un pessimismo che nega ogni


cambiamento ha sicuramente una connotazione conservatrice; ad esso infatti associato un
rifiuto verso le ideologie progressiste contemporanee, democratiche e socialiste,
che Verga giudica fantasie e causa di sconvolgimenti sociali. Il pessimismo verghiano non
implica per un'accettazione della realt, ma anzi, ne ricerca e ne coglie tutto ci che
negativo, mettendolo in luce con precisione. Verga mira all'oggettivit delle cose, anche se
non da giudizi correttivi. Il pessimismo verghiano inoltre, assicura all'autore l'immunit da quei
miti che trionfano nella letteratura contemporanea e la trasformano in mitologia, come il mito
del progresso o il mito del popolo;si pu notare infatti come le opere veriste di Verga non
abbiano un atteggiamento populistico, come invece la maggior parte della letteratura della
seconda met dell'800. Tematiche umanitarie e sociali si possono ritrovare in romanzi di
Verga come Rosso Malpelo o i Malavoglia; attraverso esse, Verga sceglie di regredire
nell'ottica popolare e di raccontare dal punto di vista della lotta per la vita: ci costituisce la
dissacrazione del mito populistico progressivo. In Verga non presente neanche il populismo
romantico e reazionario, che proteso in modo nostalgico verso forma passate di vita. Infatti,
nonostante Verga sottolinei la negativit del progresso, ad esso non contrappone il mito della
campagna e della civilt contadina arcaica e patriarcale, concepita come un antidoto alla
societ moderna. Il pessimismo conduce Verga a considerare il mondo primitivo della
campagna retto dalle stesse leggi del mondo moderno come l'interesse economico, che pone
gli uomini in costante conflitto.

Verga e il verismo

Le diverse tecniche narrative: Le differenze che si possono notare tra il verismo di Verga e
il naturalismo zoliano si misurano, prima di tutto, sul piano delle tecniche narrative. Nei
romanzi di Zola infatti, la voce che racconta riproduce il modo di vedere e di esprimersi
dell'autore, che guarda dall'esterno e dall'alto la materia; la voce narrante, spesso interviene
con giudizi, sia espliciti che impliciti. Un'unica eccezione si pu ritrovare nell'Assommoir, dove
Zola si propone di riprodurre il gergo dei proletari parigini, e quindi di adattare anche la voce
narrante; ci per un procedimento non sistematico ed una soluzione episodica. Inoltre, tra
il narratore e i personaggi, nei romanzi di Zola, c' un distacco netto, che il narratore stesso fa
intendere. Ci non avviene mai nel Verga verista, perch la voce narrante interna al mondo
che si vuole raccontare e non esprime dei giudizi.
Zola quindi, non utilizza la tecnica della regressione e l'utilizzo dell'impersonalit appare
completamente diverso dal modo in cui viene utilizzata da Verga: l'impersonalit zoliana
assume il distacco dello scienziato, che si allontana dall'oggetto, per osservarlo dall'esterno e
dall'alto.

Le diverse ideologie: Le diverse tecniche narrative riflettono due poetiche e due ideologie
radicalmente diverse. Zola punta a dare dei giudizi e quindi a guardare la materia dall'alto
perch crede che l'attivit letteraria possa contribuire a modificare la realt in maniera
positiva, al contrario di Verga che crede, nel suo pessimismo, che la realt non possa essere
modificata e che la letteratura non possa in nessun modo incidere su di essa; per questo lo
scrittore deve attenersi alla riproduzione oggettiva, senza aver il diritto di giudicarla.
Per quanto riguarda le diverse posizioni ideologiche e letterarie, si pu dire che esse siano
strettamente collegate con le radici sociali. Zola, scrittore borghese e democratico, ha di
fronte a se una realt dinamica, gi sviluppata dal punto di vista industriale e quindi capace di
poter comprendere il suo messaggio, che punta sulla funzione progressiva della letteratura.
Verga invece, si ritrova in un mondo estraneo alla visione dinamica del capitalismo moderno,
e ad una situazione economica, sociale e culturale ben diversa da quella francese, dove
presente una borghesia parassitaria e le masse contadine sono estranee alla storia. Si pu
dire quindi che la societ dove vive Verga sia una societ conservatrice, come lui stesso :
galantuomo del Sud, e tipico proprietario terriero. Per Verga quindi, la letteratura pu solo
portare a conoscere la realt, ma non a modificarla.

Vita dei campi: La svolta maturata nell'arco di 3 anni, non abbastanza documentata per
capire le tappe del percorso di Verga. Si pu dire che, sicuramente la lettura dei romanzi di
Zola, soprattutto quella dell'Assommoir, ebbe un ruolo decisivo nel suggerire a Verga la
tecnica della regressione, destinata a divenire la caratteristica pi importante della sua
narrativa verista. L'Assommoir forn a Verga un punto di inizio, che egli poi svilupp in modo
rigoroso e sistematico, allontanandosi dalle tecniche di Zola. Verga sub un'influenza
caratterizzante anche da Capuana, che contribuiva a diffondere la conoscenza dello scrittore
francese.
La nuova impostazione narrativa fu inaugurata da Verga nel 1878 con Rosso Malpelo e fu
utilizzata in una serie di altri racconti come La lupa, Fantasticheria e l'Amante di Gramigna,
contenuti nel volume Vita dei campi. In questi racconti, spiccano figure caratteristiche della
vita siciliana a cui viene applicata la tecnica dell'impersonalit, ad eccezione di
Fantasticheria. In queste novelle si pu ritrovare un atteggiamento romantico, nostalgico di
quell'ambiente arcaico, dominato da passioni violente e primitive, che l'antitesi
dell'artificiosit della vita cittadina e borghese. In queste novelle presente anche un motivo
schiettamente romantico come il conflitto tra individuo e contesto sociale : si pensi a Rosso
Malpelo.
In questo periodo in Verga presente una contraddizione tra le tendenze romantiche della
sua formazione e le nuove tendenze veriste, pessimiste e materialiste, che lo inducono a
studiare le leggi del meccanismo sociale e riconoscere che anche il mondo rurale dominato
dalle stesse leggi di lotta per la vita che sono presenti nella societ cittadina. una
contraddizione che trover soluzione nei Malavoglia.

Fantasticheria: Novella composta prima del 1878 e presente nella raccolta Vita dei campi;
questo testo ha una modalit di scrittura diversa ed definito un unicum e infatti si presenta
come una lettera indirizzata ad una dama dell'alta societ, che dopo solo 48 ore passate ad
Aci Trezza, fugge annoiata, proclamando il suo disappunto sullo stile di vita del villaggio.
Nel testo gi presente l'idea dei Malavoglia, in quanto alcuni personaggi (come per esempio
padron 'Ntoni), sono gi abbozzati. In questo testo il mondo rurale ancora idealizzato, ed
quindi presente una visione tardo-romantica in quanto le classi rurali sono riconosciute come
depositarie e portatrici di sentimenti e valori positivi. presente un idoleggiamento romantico.
assente il processo della regressione e la voce narrante rappresenta l'autore stesso e il suo
mondo. Il testo si apre con una critica nei confronti del bel mondo (prime 7 righe), in quanto la
dama dell'alta societ non riesce a comprendere come si possa vivere in determinate
condizioni.
Alla fine del testo presente l'ideale dell'ostrica, che un ideale fondamentale che si ritrova
in alcuni personaggi: simboleggia l'attaccamento a qualcosa, per esempio al luogo natale.
Inoltre si fa riferimento ai romanzi preveristi e quelli veristi; ci indica che Verga vuole
descrivere la disgregazione del mondo rurale che egli definisce come un dramma.

Rosso Malpelo: Questo racconto fa parte della raccolta di Vita dei campi e fu pubblicato
per la prima volta nel 1878 sul Fanfulla. il primo racconto verista di Verga ed ha una frase
iniziale che ne evidenzia l'innovazione: si parla infatti di un ragazzo chiamato Malpelo a causa
dei suoi capelli rossi, che indicano, nella credenza popolare, cattiveria e maliziosit. La voce
narrante interna al racconto ed presente la regressione, attraverso cui si attua la tecnica
dell'impersonalit. Il narratore, al contrario della narrativa del primo Ottocento, non
onniscente ma portavoce di un ambiente primitivo e rozzo; inoltre non depositario della
verit, e ci che dice del protagonista non attendibile. Per esempio, quando Malpelo, dopo
la morte del padre, scava con impegno nella speranza di riuscire a salvarlo, viene frainteso
dal narratore che descrive i suoi sentimenti come negativi e portatori di malvagit. Si pu dire
quindi che il narratore non capisca le motivazioni dell'agire di Malpelo, e le deformi
sistematicamente. Questo perch, come si pu notare, Malpelo nonostante si sia formato in
un ambiente rozzo e disumano come la cava, portatore di alcuni valori autentici come il
senso della giustizia o l'amicizia, o ancora l'altruismo e il punto di vista del narratore esercita
un processo di straniamento su questi valori, in quanto ci che dovrebbe essere normale
appare strano. Ci deriva dal fatto che il narratore il portavoce di un mondo disumano, dove
non sono presenti valori positivi. Lo straniamento ha quindi la funzione di negare i valori
positivi e di mostrarne l'impraticabilit, e questo dimostra il pessimismo di Verga. presente
anche lo straniamento rovesciato, nei confronti del narratore, in quanto di solito, ci che
dovrebbe essere visto normalmente non lo , come per esempio l'assenza di valori positivi.
In questo testo il mondo rurale non mitizzato ma anzi dominato dalle stesse leggi che
regolano gli strati sociali pi alti.
Nella seconda parte del testo presente il punto di vista di Malpelo, visto fino ad ora solo
dall'esterno. Il ragazzo ha una visione pessimistica e cupa della realt che lo circonda, in
quanto ha colto le leggi che la regolano; nelle sue vesti quindi si pu delineare un eroe
intellettuale, consapevole di una realt tragica ed immodificabile, che rappresenta anche il
pessimismo dello scrittore. La forma narrativa del testo quindi inaugura il nuovo modo di
narrare del Verga verista che propone una dura analisi, dotata di valore critico e conoscitivo,
delle leggi sociali.
La lupa: Novella pubblicata nel 1880, raccolta in Vita dei campi alla cui base presente un
narratore appartenente all'ambiente in cui si svolgono i fatti, che racconta ad un uditorio.
La protagonista di questa novella la lupa, che viene descritta nella parte iniziale del testo.
Nella sua figura si fondono la sensualit, l'esclusione dalla comunit, il paragone diabolico e
l'aggressivit ossia tutto ci che estraneo alla mentalit popolare, tanto che nel suo
soprannome riecheggia una suggestione dantesca e un'atmosfera di magia e superstizione. Il
rapporto che la Lupa lega con suo genero, Nanni, interpretato come un sortilegio, e infatti,
ai caratteri magici si aggiungono quelli demoniaci, a cui si oppone inutilmente la religione. La
scena dell'innamoramento della Lupa rappresentata nelle ore calde di giugno, in un
paesaggio ampio e desolato. Anche per la protagonista l'accendersi di questa passione
intesa come un fatto magico.
Il presunto potere magico della Lupa nelle ore del pomeriggio, viene indicato da un proverbio
popolare ripetuto 3 volte nel corso del racconto; esso richiama appunto, la credenza popolare
del demonio meridiano, invisibile all'uomo, che esercita su di lui un fascino inarrestabile che
lo incita al peccato. In quest'atmosfera Nanni cede alla Lupa. L'autore attraverso il narratore
fornisce delle informazioni che motivano il comportamento dei personaggi: la lupa
presentata come una donna piena di energia e sensualit, e condotta proprio da quest'ultima
caratteristica a porsi in contrasto e quindi essere isolata dalle norme dell'ambiente in cui vive
e dalla comunit paesana, che vede la personalit di questa donna in chiave malefica.
Nanni invece, ha un carattere diverso ed sicuro di s, in quanto resiste a lungo al fascino
della lupa ma successivamente cade nella sua trappola, rendendo la sua relazione un
rapporto drammatico, in quanto il suo cedimento dovuto a delle circostanze fisiche,
psicologiche e fisiologiche. Dal momento in cui ceder alla Lupa egli vivr un contrasto
interiore molto profondo tra l'attrazione verso la donna e la norma morale che sa di violare.
Nanni considera questa attrazione un sortilegio per cui superiore alla sua volont; per questo
incapace di trovare una soluzione. Questa situazione di contrasto viene sbloccata dalla
comunit e dalla figlia della Lupa, Maricchia. La comunit appare sempre pi in primo piano
esercitando una pressione sull'animo dell'uomo che trova una soluzione tragica, che egli
minaccia apertamente alla donna. Questa soluzione ci viene posta in evidenza da alcuni
segnali e si collega ad altre parti del testo: la rottura avviene in un clima pi libero e la lupa
accetta il proprio destino e va incontro al sacrificio mentre Nanni si dimostra sempre debole e
incerto e quindi esecutore di una volont superiore ossia quella della comunit. La morte
della donna segna il riequilibrio di un ordine precedentemente violato.

Il ciclo dei Vinti: Insieme alle novelle, Verga produce anche un ciclo di romanzi, che riprende
il modello dei Rougon-Macquart di Zola; ci si pu notare in una lettera del 1878 all'amico
Verdura dove annuncia di avere in mente una molteplicit di avventure segnate dalla lotta per
la vita, che si estende a tutte le classi sociali. A differenza di Zola, il suo intento quello di
tracciare un quadro sociale della vita moderna italiana di tutte le classi, e non un intento
scientifico. Nel ciclo dei Vinti presente il darwinismo sociale in quanto tutte le classi sociali
sono dominate da conflitti di interesse, dove il pi forte trionfa schiacciando i pi deboli, ossia
i vinti, su cui si basa la sua narrazione.
Al ciclo dei Vinti viene premessa una prefazione che considerata lo scritto teorico pi
importante che Verga ci ha lasciato, dove chiarisce i suoi intenti generali: egli decide di
narrare delle classi sociali basse in quanto il meccanismo sociale meno complicato e pu
essere osservato pi facilmente. Nei romanzi successivi la ricerca del meglio sar analizzata
attraverso le classi sociali pi alte, dove si presenta la vanit aristocratica, l'ambizione politica
e quella artistica. ( La duchessa de Leyra, L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso).

Prefazione dei Malavoglia: I vinti e la fiumana del progresso: Questo lo scritto teorico
pi importante rilasciato da Verga, dove viene indicato il tema principale del romanzo dei
Malavoglia, ossia la rottura dell'equilibrio di un mondo arcaico e tradizionale. Tutto ci avviene
in una famiglia di pescatori, che vive in un piccolo villaggio, e che si ritrova a dover mettersi a
confronto con delle forze esterne e nuove che causano uno stato di insoddisfazione e un
bisogno di crescere economicamente. Si parla della fiumana del progresso, cio il processo
di trasformazione che sta mutando profondamente la realt. Ci viene identificato nella lotta
che avviene tra gli uomini per realizzarsi economicamente e socialmente. La fiumana del
progresso ha una matrice materialistica, che mette da parte i valori ideali dell'agire umano o
comunque li asseconda. I processi sociali e psicologici che si vanno a creare durante questa
fase di progresso sono considerati un meccanismo e come tale, sar pi semplice da
esaminare nelle sfere basse.
In questa prefazione Verga tocca anche il problema formale, ossia quello della forma dei
romanzi, che si risolve nel principio dell'impersonalit; Verga crede infatti che affinch
l'osservazione sia esatta, bisogna far coincidere forma e soggetto. Ogni scena infatti, va
rappresentata con i colori adatti ossia in ogni romanzo del ciclo occorre usare una forma che
corrisponda alla sfera sociale rappresentata. Nei Malavoglia infatti, il narratore si adegua alla
sfera sociale bassa imitandone il linguaggio e le credenze popolari.
Nell'ultimo paragrafo si possono notare le posizioni ideologiche di Verga per quanto riguarda
la fiumana del progresso: egli si ritrova entusiasta del processo in atto ma si limita ad
ammirarlo da lontano e a non celebrarlo, a differenza di tanti altri scrittori. Verga fa notare i
suoi aspetti negativi, come i vizi, l'egoismo, l'avidit e si concentra nel rappresentare sfere
sociali che sono state schiacciate da questo enorme processo, ossia i vinti, che sono i
protagonisti di questo ciclo. Verga infatti crede che nel risultato finale del progresso siano
presenti una serie di negativit o comunque di questioni negative.
Alla fine della prefazione si pu notare il grande pessimismo di Verga, che da origine alla sua
poetica e tecnica narrativa.

I Malavoglia: l'intreccio: Un romanzo di Verga, facente parte del ciclo dei Vinti, i
Malavoglia, soprannome attribuito ad una famiglia di pescatori che vivono in Sicilia,
precisamente ad Aci Trezza, che conducono una vita relativamente felice e tranquilla, in
quanto sono i possessori di una barca, la Provvidenza, che permette loro di guadagnarsi da
vivere e di una casa. Ad un certo punto, la storia irrompe nella famiglia, in quanto il giovane
'Ntoni, deve partire per il servizio militare, e vengono a mancare delle braccia utili per il
lavoro. A ci si aggiunge una brutta annata per quanto riguarda la pesca e la dote mancante
per la figlia Mena. Padron 'Ntoni per far fronte a queste difficolt decide di acquistare dei
lupini dall'usuraio Zio Crocifisso, ma la sua barca naufraga portandosi via con se sia il carico
di lupini che Bastianazzo, che muore. La famiglia arrivata a questo punto deve affrontare un
dramma sia affettivo che economico e l'inizio di una serie di sventure: la casa del nespolo
viene pignorata, Luca muore nella battaglia di Lissa, Maruzza, la madre, viene uccisa dal
colera, la provvidenza, dopo essere stata riparata naufraga una seconda volta. Tutto ci
causa la rottura del nucleo familiare: 'Ntoni dopo essere tornato dal servizio militare non
riesce a adattarsi alla vita del villaggio, fatta di sacrifici e stenti, inizia a frequentare brutte
compagnie coinvolte nel contrabbando e finisce per dare una coltellata ad una guardia. Lia
invece scappa di casa e finisce in un bordello, mentre Mena, disonorata dai fatti successi
nella sua famiglia non pu pi sposare Alfio. Alla fine anche Padron 'Ntoni muore in ospedale
e l'unico che riesce a riscattare la casa Alessi, che continuer il mestiere del nonno.
Successivamente anche 'Ntoni ritorner a casa ma capir di non poterci pi stare.

L'irruzione della storia: I malavoglia rappresentano la vita di un mondo rurale che viene
scandito da ritmi di vita tradizionali che poi vengono mutati dall'irruzione della storia in questo
sistema arcaico, che sconvolge l'equilibrio iniziale. Nel romanzo viene messo in luce come,
dopo l'Unit d'Italia, il piccolo villaggio sia colto di sorpresa da rapide trasformazioni come la
coscrizione obbligatoria, le tasse sulla pece e il macinato, la crisi della pesca. Il sistema
sociale del villaggio quindi investito da una serie di novit che provengono dall'esterno,
dove i Malavoglia a seguito di una serie di sventure subiscono un processo di declassamento
sociale. I fatti narrati sono rappresentati dall'ottica dei personaggi stessi ed proprio per
questo che si ha una visione statica della realt.

Modernit e tradizione: Il personaggio dove si notano le forze del progresso 'Ntoni, che
avendo avuto la possibilit di uscire dal villaggio ha conosciuto un'altra realt, pi moderna;
ci va a scontrarsi con il nonno, Padron'Ntoni che rappresenta lo spirito tradizionalista e
l'attaccamento alla tradizione e ai suoi valori. Sotto il processo del progresso la famiglia va a
disgregarsi sia per l'attaccamento alla tradizione, che fa si che la casa venga pignorata solo
per mantenere la parola data, sia per le azioni di 'Ntoni, che tocca il fondo con la coltellata
alla guardia doganale. Si ha poi una parziale ricomposizione finale dell'equilibrio grazie ad
Alessi, ma ci non implica un ritorno alla situazione iniziale in quanto il romanzo si chiude con
la partenza di 'Ntoni dal villaggio. Il suo percorso sar continuato in un'altro romanzo da
Gesualdo.

Il superamento dell'idealizzazione romantica del mondo rurale: Spesso i Malavoglia sono


stati interpretati come una celebrazione dei valori di un mondo arcaico ormai in perdita, ma in
realt, il romanzo rappresenta la disgregazione di quel mondo e l'impossibilit dei suoi valori.
I malavoglia segnano il superamento della componente nostalgica di Verga verso un mondo
rurale. Egli crede che anche questo mondo sia governato dalle leggi della lotta per la vita, che
regolano ogni societ ed ogni scala sociale.
L'idealizzazione presente solo in alcuni personaggi ma non in tutto il mondo rurale. Inoltre
Verga non riesce ad abbandonare completamente certi valori positivi e per questo li proietta
in alcuni personaggi, nonostante sappia che sono solo dei valori ideali che non possono
trovare posto nella realt.

La costruzione bipolare del romanzo: I malavoglia un romanzo corale, ossia non c' un
protagonista principale ma una serie di personaggi con la stessa dignit. Questi personaggi
per si possono dividere in due categorie: da una parte sono presenti i Malavoglia, con alcuni
personaggi esterni alla loro famiglia come Alfio o la cugina Anna, che sono portatori di valori
sani e puri; dall'altra parte presente il resto della comunit del villaggio, mossa dall'interesse
economico e insensibile. Nella narrazione quindi si alternano due punti di vista opposti che
rispecchiano i due tipi di personaggio. Questa tecnica di narrazione ha il compito di straniare i
valori dei Malavoglia e quindi farli sembrare strani agli occhi del lettore: un esempio padron
n'toni che per mantenere la parola data fa pignorare la casa, il suo gesto non ben visto,
anzi, lui viene definito come un minchione. Questo straniamento utile per far comprendere
come anche questo mondo sia dominato dalla lotta per la vita, ma anche per mettere in luce
la disumanit e la corruzione presente nella societ. Si pu dire che il romanzo abbia una
costruzione problematica in quanto le due componenti della visione verghiana sono in
conflitto: l'idealizzazione romantica e il verismo pessimistico.

Capitolo 1: Viene messa in evidenza la nuova tecnica del narratore, che non onnisciente.
La voce narrante interna all'ambiente del romanzo e si colloca allo stesso livello culturale
dei personaggi. Sono presenti diversi modi di dire e proverbi, e inoltre si parla dei personaggi
come se siano gi noti al lettore. In questo capitolo vengono realizzati tutti i principi di poetica
accennati nelle lettere a Capuana e Verdura, come l'impersonalit, il rifiuto del giudizio e il
pessimismo materialistico.
I personaggi che prendono rilievo sono Padron'Toni, il patriarca della famiglia e il portatore di
sani principi e della mentalit tradizionale, che il narratore condivide a pieno. presente poi
l'irrompere della storia, e l'opposizione tra i Malavoglia e il villaggio e tra il mondo arcaico e la
modernit.

Capitolo 4: Il capitolo viene aperto con il ritratto di Don Crocifisso, da un narratore che
condivide a pieno la sua logica per l'interesse. Si parla della morte di Bastianazzo e degli
abitanti del paese che si recano alla casa del nespolo per una visita. Il testo caratterizzato
dalla messa in evidenza del bipolarismo, ossia la differenza tra i Malavoglia e il resto della
societ. Viene spesso utilizzato il discorso indiretto libero, con cui l'autore riproduce una
conversazione. Sono presenti anche lo straniamento e lo straniamento rovesciato, che fa
risaltare lo stravolgimento dei valori della comunit rurale.
Il capitolo incentrato sulla funzione corale del villaggio, dove emergono chiusura mentale e
insensibilit.Verga utilizza un tipo di comicit che non mai serena ma sempre amara, intrisa
nel suo pessimismo. Anche la tecnica narrativa diversa: gli abitanti del villaggio sono
sempre visti dall'esterno, mentre i Malavoglia sono sempre visti dall'interno e ci il segno
della presenza di un priovilegio spirituale che li contraddistingue.
Sono presenti diversi personaggi esterni alla famiglia come, donna Rosolina o la cugina
Anna.
Capitolo 11: Anche questo capitolo caratterizzato dalla distanza dei Malavoglia dal resto
della societ, tuttavia si pu mettere in evidenza che entrambe le visioni abbiano una
concezione statica della realt, che si riflette nella societ arcaica. Nella struttura del romanzo
emerge il punto di vista di 'Ntoni, che sta facendo il suo ingresso in una prospettiva di vita
dinamica e moderna. Questo personaggio affronta l'ansia di un cambiamento e di un riscatto
sociale, ed l'unico personaggio che denuncia i meccanismi disumani presenti nella societ.
Il confronto con il nonno viene identificato come lo scontro tra due mentalit opposte, due
culture differenti che non condividono la stessa tradizione o lo stesso progresso. Si pu dire
che 'Ntoni sia un ribelle negativo in quanto comprende la situazione della sua famiglia ma
aspira ad una vita di ricchezza e prova di lavoro.

Capitolo 15: Ultimo capitolo del romanzo. Si parla dell'arresto di 'Ntoni, della morte di
Padron'Ntoni, e di come Alessi riesca a riscattare la casa del Nespolo. Al finale sono date
diverse interpretazioni, in quanto si pensa che la conclusione del romanzo non da vedere
come un lieto fine.
Secondo l'interpretazione di Russo, il finale sarebbe da considerare come una celebrazione
della sacralit della casa e della famiglia mentre secondo l'interpretazione di Squarotti, la
conclusione del romanzo non un ritorno al punto di partenza in quanto la famiglia
dispersa, e il loro mondo scomparso definitivamente, dove emerge un rimpianto per il
passato perduto per sempre.
Secondo Luperini invece il romanzo si conclude perfettamente con la ricostruzione del nido
familiare. La conclusione inoltre indica il definitivo distacco di Verga dall'atteggiamento
romantico che lo aveva portato a cercare nel mondo rurale ed arcaico un'alternativa al
progresso.

Novelle rusticane, Per le vie, Cavalleria rusticana: Tra il primo ed il secondo romanzo del
ciclo dei Vinti passano ben otto anni, e nel 1883 Verga scrive Novelle rusticane, che
propongono ambienti e personaggi della campagna siciliana, dove presente un pessimismo
maggiore, dove emergono le motivazioni economiche degli umani. Inoltre i personaggi
rappresentati sono completamente privi di valori positivi. Un romanzo dalle stesse
caratteristiche ma ambientato in un luogo cittadino Per le vie, pubblicato nello stesso anno.
In questi due romanzi emerge il darwinismo sociale.
Nel 1884 Verga ha un'esperienza teatrale con una novella : Vita dei campi, che ottiene un
enorme successo.

La roba: Insieme alle altre novelle rusticane rappresenta in pieno la nuova direzione narrativa
di Verga e il distacco dal mondo rurale. I valori positivi scompaiono completamente e la realt
risulta essere dominata dalla logica dell'interesse. La famiglia non pi il centro di qualche
valore positivo, e ci si pu notare dal comportamento di Mazzar nei confronti della morte
della madre. Al centro della novella posto il tema della dinamicit che travolge tutti gli
equilibri, e l'ascesa sociale di un uomo che partendo dal nulla si crea una fortuna, in un
particolare periodo storico, ossia quello che vede la borghesia come classe dominante. La
tecnica narrativa sempre la stessa (tranne all'inizio), ed interna al mondo rappresentato,
ma il protagonista principale in perfetta sintonia con il narratore e per questo la regressione
molto differente da quella utilizzata in Rosso Malpelo.
I temi principali sono l'ammirazione per l'accumulo capitalistico, le virt eroiche del
protagonista e il tendere oltre gli obbiettivi raggiunti.
presente lo straniamento rovesciato che mette in luce lo stravolgimento di un mondo che
pensa solo agli interessi e ignora ogni valore. presente una critica alla religione della roba.
Mazzar, che annuncia il personaggio di Gesualdo, nella novella viene rappresentato come
un eroe dedito alla sua ascesa sociale ma il suo atteggiamento di accumulo appare
disumano: lo stesso atteggiamento verso il progresso che si presenta nella prefazione ai
vinti. Inoltre Mazzar oltre a scontarsi con le persone si scontra anche con la natura della vita
e questo da al finale un tocco di tragicit e comicit allo stesso tempo.

Il Mastro-Don Gesualdo: l'intreccio: La novella esce nel 1889, ed il secondo romanzo


del Ciclo dei Vinti. Racconta la storia del riscatto sociale di Gesualdo Motta, un uomo che da
semplice muratore riuscito ad accumulare una grande fortuna. Egli decide di avere un
matrimonio di convenienza con Bianca Trao, una donna discendente da una famiglia nobile in
rovina, per continuare la sua ascesa sociale, ma sar sempre escluso dal mondo aristocratico
ed odiato dalla moglie. Dal una relazione extraconiugale di Bianca, nasce Isabella, che
crescendo respinge il padre Gesualdo vergognandosi delle sue origini. Oltre a questo
Gesualdo si ritrova ad avere dei problemi nella sua famiglia, sia con il padre che geloso dei
suoi averi, sia con i fratelli che puntano al suo patrimonio. Successivamente la figlia Isabella
si innamora di un suo cugino e scappa con lui, recando un altro dolore al padre, che per
rimediare la da in moglie al duca di Leyra, appartenente ad un'altra famiglia nobile in rovina, a
cui deve dare una ingente dote. Tutti questi dolori fanno si che Gesualdo si ammali di cancro
e che conduca la fine dei suoi giorni nel palazzo della figlia, con cui non riesce a comunicare.
Egli muore notando come i suoi sforzi vengano sperperati accanto allo sguardo di un servo
infastidito.

L'impianto narrativo: Nel Mastro Don Gesualdo, la voce narrante interna al mondo
rappresentato, ma leggermente elevata rispetto ai Malavoglia o alle altre novelle, come gi
stabilito in precedenza. L'ambiente in cui si svolgono le vicende infatti borghese ed
aristocratico e proprio per questo in esso non si verificano le deformazioni e gli effetti di
straniamento tipici delle basse sfere. Il narratore di Gesualdo mette in luce tutta la meschinit,
la disumanit e la durezza dei personaggi e del protagonista. Ci non vuol dire che l'autore
sia onniscente ma anzi che Verga stia utilizzando una tecnica che conferma la teoria del
principio dell'eclissamento dell'autore. In effetti la storia dell'ascesa sociale del protagonista,
non riportata dal narratore ma dal protagonista stesso che rievoca il suo passato.
Un ulteriore novit rispetto ai Malavoglia, la presenza di un protagonista, che visto come
un eroe; inoltre il punto di osservazione dei fatti coincide con la sua visione, attraverso anche
l'utilizzo del discorso indiretto libero, mediante cui vengono riportati i pensieri del
protagonista.
L'interiorizzarsi del conflitto valori-economicit: Mastro-Don Gesualdo non un romanzo
bipolare, in quanto il conflitto che era presente tra i Malavoglia la societ passa all'interno di
un unico personaggio, che dedica tutta la sua vita e tutte le sue energie all'accumulo della
roba. In Gesualdo infatti, sono presenti dei valori positivi che per non vengono praticati in
quanto vengono superati dall'interesse per l'economicit. La roba l'obbiettivo della sua
esistenza e proprio per questo motivo visto come un personaggio disumano, che nega i
suoi stessi valori positivi.
Questo fa capire che in Verga non sono pi presenti tentazioni idealistiche e personaggi
positivi. In questo romanzo si pu quindi notare il trionfo dell'economicit, che diviene l'unico
modello di comportamento. Si pu dire che Verga sia arrivato ad un verismo pessimistico
assoluto, cosa che gi si poteva intuire nelle Novelle rusticane e in Per le vie.

La critica alla religione della roba: La scelta di Gesualdo nei confronti della roba
interpretata come la sua sconfitta esistenziale; infatti da questa sua scelta non ha fatto altro
che ricavare odio da parte di tutto il paese, compresi i suoi familiari. Gesualdo non ha ricavato
che odio che si trasformato in un cancro allo stomaco, che dall'interno lo corrode e lo porta
alla morte. Egli conserva un'esigenza di valori autentici e positivi ed proprio grazie ad essi
che pu rendersi conto del suo fallimento esistenziale.
Si pu notare come a differenza dei Malavoglia, la famiglia non sia il centro di tutto, e al suo
posto ci sia la roba, ecco perch si parla di una nuova celebrazione. Verga si limita a
presentare questa nuova religione in una luce molto critica e negativa.
Anche in questo romanzo Verga non ha un atteggiamento moralistico in quanto in quanto
considera la materia come un problema; egli riconosce gli sforzi di Gesualdo, che dimostra
sforzo e sacrificio, ma ne rappresenta il lato negativo, ossia, per esempio, la fissazione per la
roba.
Verga quindi successivamente ad un mondo arcaico e rurale messo in crisi dal progresso
rappresenta un eroe tipico di questo progresso, che finisce per essere messo in crisi e portato
alla morte dallo stesso.

Capitolo 4: In questo capitolo narrata una vicenda lavorativa; gli operai di Gesualdo
interrompono il lavoro per ripararsi dalla pioggia e Gesualdo li incita, in nome della roba, a
tornare al lavoro.
Si pu dire che questa sia una giornata tipo di Gesualdo, che si pu dividere in 2 parti:
la prima parte dominata dall'energia e dalla forza di Gesualdo, che si impegna affinch la
roba aumenti sempre di pi. La figura di Gesualdo viene vista come un eroe che ha diverse
virt, come per esempio la potenza di creare ricchezza o la capacit di sacrificio. Proprio per
questi motivi la sua figura una figura problematica, in quanto questa fissazione con la roba,
ha qualcosa di cupo e sinistro, ed egli concentra tutta la sua vita su questo obbiettivo, che ha
la conseguenza di un'alienazione dall'umanit.
La seconda parte parla del riposo di Gesualdo, e di quando ricorda il passato. In questi ricordi
emerge il prezzo molto caro che egli ha dovuto pagare per la lotta per la vita. Persino la
famiglia in questo romanzo non pi un rifugio ma luogo di insidie. In questa parte presente
lo scontro tra due mentalit, una immobile e statica, quella del padre di Gesualdo, l'altra
dedita al progresso e al cambiamento, ossia quella di Gesualdo. Si pu dire che si sia una
notevole somiglianza tra il contrasto tra Padron'Ntoni e 'Ntoni, ma, mentre Padron'Ntoni
rappresentava un rifugio dai traumi della lotta per la vita, il padre di Gesualdo, Nunzio,
portatore di valori negativi e quindi non rappresenta nessun tipo di salvezza.
Nella questione per la lotta per la vita, interviene Diodata, che rappresenta una dimensione
alternativa a quella dove vive Gesualdo. Nonostante la presenza di questa donna, Gesualdo
segue il suo amato interesse. Come si pu notare, il conflitto tra valori ed economicit
presente all'interno del protagonista, conflitto che rimarr sempre aperto.
L'impianto narrativo diverso rispetto a quello dei Malavoglia in quanto non un romanzo
corale, non vi la regressione da un punto di vista basso, con i successivi effetti di
straniamento e deformazione. presente il dialogo diretto che d al racconto un tono
drammatico.

L'ultimo Verga : Dopo il Gesualdo,Verga lavora al romanzo La Duchessa di Leyra, che non
porter mai a termine. Gli ultimi due romanzi in progetto, ossia l'Onorevole Scipioni e L'uomo
di lusso non saranno mai iniziati. Ci possono essere varie motivazioni riguardanti questo
abbandono e possono essere ritrovate prima di tutto in un inaridimento dell'ispirazione, e in
una mancata voglia, ma soprattutto Verga avr sicuramente trovato delle difficolt
nell'affrontare con il metodo prescelto gli ambienti dell'alta societ, in quanto si accorse
sicuramente di non star producendo pi niente di innovativo.
Un'altra motivazione pu essere il logoramento dei moduli veristi, sostituiti da una nuova
narrativa di successo come per esempio quella di D'Annunzio. Come gi detto dal 1893
Verga torn a vivere in Sicilia, abbandonando il clima fervido di cultura di Milano; ci
testimonia una rinuncia quasi totale alla letteratura. Pubblica ancora delle novelle, e lavora
anche per il teatro, ma le opere trattate non aggiungono nulla di nuovo alla sua produzione.

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