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-Vibrazioni flessionali libere della trave mediante il metodo ad elementi finiti: metodologia di
valutazione delle matrici massa e rigidezza, funzione di forma, assemblaggio. Applicazione del
metodo per la valutazione delle frequenze naturali di una trave incastrata. Accuratezza della
soluzione. Fattori che influenzano laccuratezza del FEM, Tecniche di riduzione del numero di
gradi di libert, matrice massa lumped e consistent
-Software per il calcolo ad elementi finiti: MSC. Nastran e MSC. Patran. Lettura del file BDF
mediante i comandi GRID, MAT1, EIGRL, SOL, PBEAM, CBEAM, CTETRA, SPC1, tipi di
analisi dinamiche. Esercitazioni in laboratorio.
-Correlazione numerico-sperimentale
RIFERIMENTI
G. Diana, F. Cheli, Dinamica e vibrazione dei sistemi, 1993.
C. De Silva, Computer techniques in Vibration, 2007.
S. Rao, Mechanical Vibrations, 1995.
M. Petyt, Introduction to finite element vibration analysis, 1990.
C. Gianini, La progettazione strutturale con il calcolatore, 2003.
L. Meirovitch, Fundamentals of vibrations, 2001.
W. Heylen, S. Lammens, P. Sas, Modal analysis theory and testing, 2004
1
impossibile ottenere analiticamente le equazioni del moto che soddisfino le condizioni al contorno a
cui il sistema realmente soggetto. Sono state sviluppate pertanto una serie di tecniche
approssimate che permettono di risolvere questo problema.
In genere i sistemi continui ad infiniti gradi di libert vengono discretizzati in un modello
approssimato discreto a N gradi di libert che ne approssimi in maniera sufficientemente adeguata il
comportamento. Esistono varie tecniche di discretizzazione, alcune delle quali sono:
la schematizzazione a parametri concentrati (teoria dei sistemi a 1g.d.l. e N g.d.l.);
il metodo ad elementi finiti (Finite Element Method);
il metodo ai contorni finiti (Boundary Element Method);
il metodo Multibody
Per sistemi a parametri concentrati a N g.d.l. possibile ottenere frequenze naturali e forme modali
in forma esatta uguagliando il determinante dellequazione caratteristica a zero e risolvendo il
sistema di equazioni accoppiate cos ottenuto. Per valori elevati di N, la soluzione del sistema pu
essere lunga; in questi casi possibile ricorrere al metodo modale per ottenere un sistema dello
stesso ordine di grandezze, ma disaccoppiato, oppure utilizzare metodi numeri o analitici per
ottenere le frequenze naturali e/o le forme modali. Alcuni di questi metodi sono: la formula di
Dunkerley, il quoziente di Rayleigh, il metodo di Holzer, metodi di iterazione matriciale, metodo di
Jacobi. In particolare, la formula di Dunkerley permette di stimare il quadrato della prima
pulsazione naturale 12 :
N
1
ii mi
12 i 1
dove ii e mi sono rispettivamente i termini della matrice cedevolezza e massa sulla diagonale
principale.
Il quoziente di Rayleigh permette anchesso di stimare il quadrato della pulsazione naturale 2j :
j K j
T
j M j
j T
Esistono ancora metodi approssimati numerici che permettono di calcolare la soluzione completa
per sistemi a N g.d.l. o per sistemi continui e non solo alcune frequenze naturali e/o modi di vibrare.
Tutti i metodi di integrazione numerica delle equazioni differenziali del moto hanno due
caratteristiche comuni: a) non soddisfano le equazioni del moto ad ogni istante t, ma solo a
intervalli di tempo discreti ( t ), b) assumono un possibile tipo di variazione per spostamento,
velocit e accelerazione, in genere utilizzando la scomposizione in serie di Taylor (Metodo alle
differenze finite, metodo di Runge-Kutta, Metodo di Houbolt, Metodo di Wilson, Metodo di
Newmark, ) oppure ipotizzando arbitrariamente possibili deformate (metodo di Ritz-Rayleigh,
metodo ad elementi finiti).
2
2. Formulazione delle equazioni del moto mediante approccio
energetico (principio di Hamilton)
Il primo passo per analizzare il comportamento vibratorio di un sistema meccanico quello di
scrivere correttamente le equazioni del moto. A tal proposito esistono metodi pi o meno
automatizzati per farlo:
il metodo basato sulla legge di Newton
il metodo basato sul principio dei lavori virtuali
il metodo basato sul principio di DAlembert
il metodo delle cedevolezze
il metodo utilizzato dalle tecniche Multibody
il metodo dei coefficienti di influenza
il metodo basato sul principio di Hamilton
Di seguito se ne descriver uno che sta alla base del metodo ad elementi finiti: un metodo basato su
un approccio energetico e che utilizza il principio di Hamilton. Il principio di Hamilton afferma che
lintegrale fra t1 e t2 della variazione di energia cinetica T e del lavoro W svolto dalle forze
interne ed esterne uguale a zero.
t2
T W dt 0
t1
(1)
dove W la somma delle variazioni dei lavori dovuti alle forze conservative e non conservative:
W WC WNC (2)
In particolare, WNC dovuto alle forze dissipative (e.g. smorzamento) o alle forze che portano
energia nel sistema (e.g. forze esterne), mentre WC definito come linverso della variazione di
energia potenziale elastica:
WC U (U (t2 ) U (t1 )) (3)
Sostituendo la (2)(3) nella (1):
t2 t2
T W
C WNC dt 0 T U WNC dt 0 (4)
t1 t1
Il vantaggio di questa formulazione che si usano termini energetici e pertanto scalari e non
vettoriali che danno inutili complicanze di segno.
Ad esempio, per il sistema ad 1 g.d.l. di Figura 1, lenergia cinetica T, lenergia potenziale elastica
U e WNC sono:
1 1
T mu 2 ; U ku 2 ; WNC fe u cu u (5)
2 2
Sostituendo le espressioni in (5) nella (4) si ottiene lequazione del moto nella forma standard:
mu cu ku fe .
I passaggi matematici sono forniti in Petyt pp. 9-10.
Il principio di Hamilton (4)applicato ad un sistema discreto a N g.d.l. pu essere scritto mediante le
equazioni di Lagrange (alcuni passaggi matematici sono mostrati in Petyt pag. 10):
d T D U
Q1
dt q1 q1 q1
(6)
d T D U Q
dt qN qN qN N
dove:
q1 qN coordinate generalizzate indipendenti del sistema a N g.d.l.;
3
T T (q1 qN ) energia cinetica funzione delle velocit q j ;
U U (q1 qN ) energia potenziale elastica funzione degli spostamenti q j ;
N
D
WNC Q j q j variazione del lavoro svolto dalle forze non conservative;
j 1 q j
D D(q1 qN ) funzione dissipazione che dipende delle velocit q j ;
In generale, T,D,U possono essere calcolate sistematicamente usando le seguenti espressioni:
1
T q M q
T
(7)
2
1
D q C q
T
(8)
2
1
U q K q
T
(9)
2
dove :
M , C , K sono le matrici massa, smorzamento e rigidezza del sistema N g.d.l., mentre il vettore
colonna q il vettore delle coordinate generalizzate:
q1
q
q
N
E da osservare che nelle equazioni di Lagrange (6), il primo addendo il termine di energia
cinetica che dimostro essere uguale a M q :
d T
dt q1
M q (10)
d T
dt qN
infatti, per un sistema ad 1 .g.d.l., lenergia cinetica T definita in (5) e svolgendo i calcoli:
d T
mu
dt u
In analogia si dimostra che il secondo termine nelle equazioni di Lagrange il termine dissipativo e
il terzo termine il termine legato alla matrice rigidezza:
D
q1
C q (11)
D
qN
4
U
q1
K q (12)
U
qN
Pertanto le equazioni di Lagrange (6) possono essere ricondotte allequazione del moto in forma
standard per sistemi a N g.d.l.:
M q C q K q Q (13)
k u(t)
f e(t)
m
c
5
3. Il metodo di Ritz-Rayleigh
Per sistemi reali la soluzione dellequazione di Hamilton complicata, e la soluzione in forma
chiusa pu non esistere. Pertanto alcuni metodi approssimati sono nati. Uno di questi il metodo di
Ritz-Rayleigh (R.R.) che approssima la soluzione con una espansione della forma
d1 ( x)
...
m
v( x, t ) d k x qk t d ( x) q (t ) d k ( x) q1 (t ) ... qk (t ) ... qm (t )
T
(14)
k 1 ...
d m ( x)
Dove qk t sono le funzioni incognite dipendenti dal tempo che saranno ricavate risolvendo un
problema agli auto vettori-autovalori, mentre dk x sono le funzioni prescritte conosciute a priori e
rappresentano una possibile deformata del sistema (funzioni di forma di R.R.), e m lordine
considerato, cio il numero di termini presi in considerazione nella sommatoria.
Il metodo di R.R. per lo studio di vibrazioni libere (forze esterne nulle) e per sistemi non smorzati
prevede:
1. scegliere una funzione (che chiamo v(x,t))che sia soluzione approssimata dell equazione di
Hamilton (4) e che soddisfi le condizioni al contorno del problema;
2. Calcolare l energia potenziale elastica;
3. Calcolare l energia cinetica;
4. utilizzare le equazioni di Lagrange (6) per ricavare lequazione del moto;
5. risolvere un problema agli autovalori-autovettori. In particolare risolvendo lequazione
caratteristica K j 2 M j 0 ) si ottengono le incognite j (autovettori) e le
pulsazioni naturali j (autovalori) (j=1m). Gli autovettori permettono di ricavare le
funzioni incognite q(t ) della (14) mediante lespressione:
q1 (t ) 1 j
...
...
qk (t ) j sin j t kj sin j t . Le funzioni incognite sono definite alla pulsazione
...
...
qm (t ) mj
naturale j . Le funzioni incognite sono tante quante sono le pulsazioni naturali j . Allora la
forma del modo di vibrare si ottiene con la (14):
v( x) d x j
T
(15)
Il moto libero alla pulsazione naturale j pertanto:
v( x, t ) d x q(t ) d x j sin j t
T T
Nel seguito studieremo solo le vibrazioni flessionali della trave (Figura 2) pertanto le espressioni da
usare per T e U saranno:
2v x, t
2
L
1
U EI z dx (16)
20 x 2
6
v x, t
L 2
1
T A dx (17)
20 t
y,v
O
z,w x,u
x=0 x=L
7
La funzione v(x,t) particolare. E una espansione formata da due funzioni, una dipendente solo dal
tempo e una solo dallo spazio. Le funzioni di forma dk ( x) sono scelte arbitrariamente, tuttavia
devono soddisfare le seguenti specifiche:
1. devono essere linearmente indipendenti;
2. devono essere p volte differenziabili, dove p lordine maggiore che compare
nellespressione dellenergia potenziale elastica (p=2 nel nostro caso);
3. devono soddisfare le condizioni al contorno;
4. devono formare una serie completa, cio lerrore medio quadratico deve essere al limite
nullo:
2
L m
lim v( x, t ) d k x qk t dx 0
0
m
k 1
ESEMPIO 1. Vibrazioni flessionali di una trave a mensola. Si determinino le prime due frequenze
naturali una volta noti modulo di Young (E), densit ( ), area e momento di inerzia della sezione
(A, Iz) e lunghezza (l).
x 2
d1 ( x) l
Sia d x 3
la funzione di forma prescritta e pertanto la deformata diventa:
d 2 ( x ) x
l
q (t )
x x q (t ) x
2 3 2 3
m
x
v( x, t ) d x q(t ) d1 ( x) d 2 ( x) 1 1 q1 (t ) q2 (t )
T
k 1 l l
q2 (t ) q2 (t ) l l
0 L 0 L
Figura 3. Primo e seconda forma modale ottenute con la funzione di R.R a due termini.
8
Esercizio 1 (da portare in forma scritta allesame). Vibrazioni flessionali di una
trave a mensola in acciaio. Si determinino le prime due frequenze naturali e le relative forme modali
(con prima componente di ogni modo uguale ad 1) della trave di lunghezza 3 metri e dimensioni
della sezione h=4cm; t=3 mm; s=3mm.
x 2
4
d1 ( x) L
Sia d x 3
d 2 ( x ) x
2 L
Si risolva lesercizio per iscritto ricavando i modi e le frequenze naturali per via analitica e
successivamente risolvere lesercizio in ambiente Matlab mostrando il grafico delle deformate
modali
figure
plot(x,v1)
9
differenziale del moto del sistema continuo. Il grado di correttezza del metodo di R.R. risiede
principalmente nella bont delle funzioni di forma prescritte e nel loro numero, come visto
nellesempio precedente. Tuttavia per sistemi complessi non semplice definire a priori una
possibile funzione di forma sullintero dominio. Infatti, nel metodo di R.R. la funzione di forma
deve essere definita sullintero dominio della struttura (nellesempio precedente fra 0 ed L). Il
metodo ad elementi finiti permette di superare questo problema, infatti le funzioni di forma sono
definite in piccoli sottodomini del sistema completo, chiamati elementi finiti. Linsieme degli
elementi finiti si chiama mesh. In genere queste funzioni sono polinomi di basso ordine e sono le
stesse per ogni elemento finito. La metodologia seguita dai metodi ad elementi finiti la seguente:
1. dividere la struttura in un numero di elementi di dimensione finita. Gli elementi sono uniti
luna allaltro mediante nodi;
2. associare ad ogni nodo un dato numero di g.d.l.;
3. costruire un set di funzioni (funzioni di forma) in modo tale che ognuna abbia valore
unitario in un grado di libert e zero in tutti gli altri;
4. sostituire le funzioni di forma di un elemento nellespressione dellenergia cinetica e
dellenergia potenziale per ottenere le matrici massa e rigidezza di ogni elemento finito
5. sommare le energie cinetiche e potenziali di elemento per ottenere le energie del sistema
completo (assemblaggio delle matrici massa e rigidezza)
6. imporre le condizioni al contorno;
7. risolvere il problema (ad esempio un problema agli autovettori-autovalori per ottenere modi
e frequenze naturali).
10
Figura 6. Variabilit delle strutture reali
11
1. dividere la struttura in un numero di elementi di dimensione finita. Gli elementi sono
uniti luna allaltro mediante nodi.
y (v, )
y
x (u, )
x
z )
,
z (w
e4
e3 n5
e2 n4
e1 n3
n2
n1
3. Costruire un set di funzioni (funzioni di forma) in modo tale che ognuna abbia valore
unitario in un grado di libera e zero in tutti gli altri (Figura 10).
12
v1
z1
v2
z2
v3
z3
v4
z4
Figura 10. Funzioni di forma di elemento per vibrazioni flessionali della trave.
Le funzioni di forma in analogia con quanto mostrato per il metodo di R.R. devono soddisfare le
seguenti condizioni:
Essere linearmente indipendenti;
Essere funzioni continue e p volte differenziabili allinterno dellelemento, dove p
il massimo ordine di derivazione che appare nellespressione dellenergia potenziale;
Se le funzioni di forma sono polinomi, devono essere polinomi complete di ordine
almeno p oppure se hanno ordine superiore possono essere anche incompleti;
Soddisfare le condizioni al contorno;
Per lo studio delle vibrazioni flessionali della trave si scelto un polinomio completo di ordine
3, visto che il massimo ordine di derivazione che appare nella (16) uguale a 2.
Considero ora un elemento finito trave di densit , modulo di Young E, inerzia e area della
sezione Iz e A (Figura 11) in cui gli effetti di taglio e linerzia rotazionale sono trascurati.
v1 v2
1 z x 2
z1 z2
x=-a x=a
=-1 =1
Figura 11. Notazione per lo studio delle vibrazioni flessionali di un elemento trave.
Il polinomio del terzo ordine che descrive la deformata flessionale dellelemento finito scritto in
funzione della coordinata adimensionale x / a :
13
v( , t ) 1 2 3 2 4 3 (18)
1
v( , t ) 1 2 3 2 p t (19)
3
4
Per ottenere unespressione simile alla (18), ma riferita al grado di libert rotazionale, necessario
v
ricordare che z e differenziare la (18):
x
v v d
2 23 3 4 2 (20)
1
z ( , t )
x dx a
1
a z ( , t ) 2 2 3 3 4 2 0 1 2 3 2 2 (21)
3
4
v1 1 1 1 1 1
a 0 1 2 3
z1 2 (22)
v2 1 1 1 1 3
a z 2 0 1 2 3 4
ve Ae (t ) (23)
(t ) Ae ve (24)
1
2 1 2 1
1 3 1 3 1
dove Ae
1
(25)
4 0 1 0 1
1 1 1 1
14
Lequazione (24) pu essere scritta in una forma alternativa:
(t ) Ce ve (26)
2 a 2 a v1
3 a 3 a
1
dove Ce e ve z1
4 0 a 0 a v2
z 2
1 a 1 a
v( , t ) p t p Ce ve n( )ve (t ) (27)
Dove
n( ) N1 ( ) aN 2 ( ) N3 ( ) aN 4 ( ) (28)
Con:
N1 ( )
1
4
2 3 3 ; N 2 ( ) 1 2 3 ; N 3 ( ) 2 3 3 ; N 4 ( ) 1 2 3
1
4
1
4
1
4
T
1
1
Te ve (t ) a A n( ) n( ) d ve (t ) (30)
T
2 1
Lenergia cinetica di elemento pu anche essere definita in base alla (7):
1
Te ve (t ) M e ve (t ) (31)
T
2
Pertanto, confrontando la (30) con la (31), la matrice massa di elemento diventa:
15
78 22a 27 13a
13a 6a 2
a A 22a 8a
1 2
M e a A n( ) n( ) d
T
(32)
1
105 27 13a 78 22a
13a 6a 22a 8a 2
2
Si ripeta ora il procedimento per il calcolo della matrice rigidezza di elemento utilizzando la energia
potenziale elastica di elemento ottenuta in base alla (16):
2 2
1
a
2v 1
1
1 2v
U e EI z 2 dx EI z 4 2 ad (33)
2 a x 2 1 a
2 T
2v( , t ) d 2 n( ) 2 v( , t ) T d n( ) d n( )
2 2
2 e ve 2 e
Una volta calcolato v e 2
v si
2 d d d
2
sostituisca nella (33):
1 1 d 2 n( ) d 2 n( )
1 T
U e ve EI z 3 d ve (34)
T
2 a 1 d 2 d 2
Lenergia potenziale elastica di elemento pu anche essere definita in base alla (9):
1
U e ve K e ve (35)
T
2
Pertanto, confrontando la (34) e la (35), la matrice rigidezza di elemento diventa:
3 3a 3 3a
T 3a 4a 2 3a 2a 2
1 d n( ) d n( )
1 2 2
EI
Ke EI z 3 2 2 d 3z (36)
a 1 d d 2a 3 3a 3 3a
2
3a 2a 3a 4a
2
Che pu essere relazionata al vettore contenente i g.d.l. di ogni singolo elemento finito mediante
la matrice ae :
ve ae v (38)
dove, per esempio la matrice di trasformazione a1 per il primo elemento :
1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
0 1 0 0 0 0 0 0 0 0
a1 (39)
0 0 1 0 0 0 0 0 0 0
0 0 0 1 0 0 0 0 0 0
Lenergia cinetica totale data dalla somma delle singole energie cinetiche di elemento, secondo la
relazione:
4
1 T 4 1 T
Ttot Te v ae M e ae v v M v (40)
T
e 1 2 e 1 2
Esplicitando la (40) fino al secondo elemento si ottiene:
16
m11(1) m12(1) m13(1) m14(1) v1
(1)
z1
(1) (1) (1)
m21 m22 m23 m24
m (1)
m32 m33 m11 m34 m12 m13 m14 v2
(1) (1) (2) (1) (2) (2) (2)
1
Ttot(2 ) v1 z1 v2 z 2 v3 z 3 31 (2) (41)
m41 m42 m43 m21 m44 m22 m23 m24 z 2
(1) (1) (1) (2) (1) (2) (2)
2
m31 (2)
m32(2) (2)
m33 m3(2) v3
4
z 3
(2) (2) (2) (2)
m41 m42 m43 m44
Un ragionamento simile pu essere fatto relativamente allenergia potenziale e alla matrice
rigidezza:
4
1 T 4 1 T
U tot U e v ae K e ae v v K v (42)
T
e 1 2 e 1 2
k11 k12
(1) (1)
k13(1) k14(1) v1
(1)
z1
(1)
k21 k22 k23(1) k24(1)
1 k (1)
k32 k33 k11 m34 k12 k13 k14 v2
(1) (1) (2) (1) (2) (2) (2)
U tot(2)
v1 z1 v2 z 2 v3 z 3 31(1) (2) (43)
k41 k42 k43 k21 k44 k22 k23 k24 z 2
(1) (1) (2) (1) (2) (2)
2
k31(2) k32(2) k33(2) k34(2 ) v3
k41(2) k4(2) 44 z 3
(2) (2)
2 k 43 k
Nel metodo di R.R. laccuratezza della soluzione si otteneva aumentando i termini delle funzioni
prescritte. Nel metodo ad elementi finiti, per aumentare il numero di funzioni prescritte (funzioni di
forma) occorre aumentare il numero di nodi ed elementi, pertanto infittire la mesh. Si pu anche
aumentare il grado del polinomio della funzione di forma, scegliendo una serie di ordine superiore.
17
Sia L=0.8m; L1=L2=0.4 m; h1=4cm; h2=2cm; b=3cm; t=3 mm; s=2.5mm.
18
Traccia di soluzione
1) Inserimento dati
% Dati:
n = 4; % Numero degli elementi
dati = zeros(9,n);
Introdurre le formule di matrice massa e rigidezza di elemento (dare un indice anche allelemento)
3)Assemblaggio
4)condizioni al contorno
6) plot modi
primo_autovettore=[0 fi(1:2:end,1)']
plot(primo_autovettore),title('primo modo')
19
primo modo secondo modo terzo modo
4 5 5
2 0 0
0 -5 -5
0 5 0 5 0 5
quarto modo quinto modo sesto modo
5 5 5
0 0 0
-5 -5 -5
0 5 0 5 0 5
settimo modo ottavo modo
10 5
0 0
-10 -5
0 5 0 5
Figura 12. primi 8 modi per la trave incastrata soggetta a flessione modellata con 4 elementi finiti.
20
12 7
10
10 elementi 6 50 elementi
8
5
6
4
4
Errore%
Errore%
10 Elementi Coupled 50 Elementi Coupled
3
10 Elementi Lumped 50 Elementi Lumped
2
2
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
1
-2
0
-4
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
-6 -1
Modi Modi
7 7
6
100 elementi 6
200 elementi
5 5
4 4
Errore%
Errore%
2 2
1 1
0 0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
-1 -1
Modi Modi
Figura 13. Errore percentuale (rispetto alla soluzione teorica utilizzando i sistemi continui) sulle prime 15
frequenze naturali per una trave incastrata modellata con un numero variabile di elementi (10, 50, 100, 200). In
viola utilizzando la formulazione lumped ed in azzurro utilizzando la formulazione consistent.
21
Riduzione di Guyan o riduzione statica. In questa procedura di riduzione, i g.d.l. totali del
problema vengono divisi in due categorie: i g.d.l. master e gli slave. I g.d.l. slave sono quelli
che possono essere rimossi ed espressi in funzione dei g.d.l. master mediante una relazione
statica. In particolare, lequazione del moto per un sistema non smorzato forzato pu essere
riscritta in funzione dei g.d.l. slave e master nel seguente modo:
M mm M ms um K mm K ms um f m
(46)
M sm M ss us K sm K ss us f s
Le due equazioni matriciali in (46) sono pertanto:
M mmum M msus Kmmum Kmsus f m (47)
M smum M ssus Ksmum Kssus f s (48)
Il metodo prevede che la relazione fra i g.d.l. master e slave non venga influenzata dalla
massa e inerzia (riduzione statica), pertanto dalle (47) (48) il contributo dei termini inerziali
annullato:
Kmmum Kmsus fm (49)
Ksmum Kssus f s (50)
Risolvendo la (50) in funzione di u s si ottiene:
us Kss1 f s Kss1Ksmum (51)
Sostituendo la (51) nella (49) si ottiene:
Kmmum Kms ( Kss1 f s Kss1Ksmum ) f m K mm K ss1 K sm um f m K ms K ss1 f s (52)
che pu essere riscritta come:
Kr ur f r (53)
dove:
ur um e f r f m Kms Kss1 f s (54)
Ma
T f
f r W f W m (55)
T
fs
Confrontando al (54) con la (55) si ottiene la matrice di trasformazione di riduzione di
coordinate W:
f r I K ms K ss1 f (56)
Abbiamo quindi ricavato la matrice W che riduce il numero di coordinate u Wur . La
nuova equazione del moto si ottiene poi con le (45).
Lequazione del moto per un sistema forzato ad un grado di libert con smorzamento strutturale
diventa:
22
mx ihx kx f mx k ih x f
Ponendo k ih = k 1 i , con detto loss factor, si ottiene nellequazione del moto un termine
di rigidezza complessa:
mx k 1 i x f
Tipici valori di sono fra 10-5 per alluminio o acciaio fino ad 1 per materiali plastici (gomme)
Per sistemi a molti gradi di libert, si pu generalizzare:
[M ]x [ K iH ]x f
Lincastro nel caso della trave modellata con elementi CBEAM stato ottenuto impedendo le tre
traslazioni e le tre rotazioni ad una estremit, cio in un nodo, mentre nel caso della trave modellata
con elementi CTETRA stato ottenuto impedendo questi gradi d libert ad ogni nodo di un lato del
parallelepipedo (Figura 16).
23
Figura 16: vincoli per la trave modellata con elementi CTETRA.
Si richiede di modellare con MSC Patran la trave considerandola prima come monodimensionale
(usando elementi CBEAM) e poi tridimensionale (usando elementi CTETRA) e confrontare le
frequenze naturali ottenute (SOL103) con le frequenze naturali teoriche. Inserire poi i dati nella
seguente Tabella 1.
Tabella 1 Trave incastrata modellata con 1000 elementi CBEAM e 1000 elementi
CTETRA
Modi Frequenze Frequenze Modo Frequenze Errore% Errore%
TRAVE TRAVE (indicare il Teoriche Teorica vs Teorica vs
CBEAM CTETRA tipo di [Hz] CBEAM CTETRA
[Hz] [Hz] modo,
flessionale ,
torsionale,
etc)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
24
Lanalisi modale viene eseguita in MSC.Nastran selezionando la soluzione 103.
In particolare nella sezione Analysis di MSC.Patran dopo aver impostato Analyze-Entire Model-
Full Run si clicca in Solution Type per selezionare la soluzione desiderata (Figura 17).
Compare una finestra in cui si seleziona la soluzione voluta, in questo caso Normal Modes
(Figura 18).
25
Figura 18: Interfaccia grafica con lelenco delle soluzioni disponibili.
Successivamente si clicca in Solution Parameters (Figura 19) in cui si settano alcuni parametri tra
cui il modo con cui considerare la massa (Lumped o Coupled (cio consistent).
26
Figura 20: interfaccia grafica per la creazione dei Subcases.
Seguendo il percorso Subcases/subcase parameters si possono scegliere il numero di frequenze
naturali da calcolare (number of desired roots). Infine si clicca su Apply (Figura 17) per far
partire la creazione del file .bdf che serve a MSC.Nastran per calcolare le soluzioni desiderate.
27
Soluzione Normal
Modes
Le cards presenti nel file .bdf per la soluzione Normal Modes sono:
- METHOD: indica con quale metodo sono calcolati gli autovalori (1= metodo di Lanczos).
- EIGRL: definisce i dati per lelaborazione per ottenere gli autovalori (vibrazioni o
deformazioni) nellanalisi con il metodo di Lanczos.
Elementi CBEAM
per creare una trave con elementi CBEAM in Patran., seguire i seguenti suggerimenti (Figura 22):
1) Geometry/create/curve/xyz e inserire la lunghezza della trave in vector coordinate list
2) Utilizzare BAR2 come tipologia di mesh
3) Nella definizione delle properties utilizzare le impostazioni di figura
28
Figura 22.
I gradi di libert associati allelemento CBEAM sono tre spostamenti, tre rotazioni e la torsione.
Linserimento delle propriet dellelemento BEAM mostrato in Figura 23.
29
Figura 23: interfaccia grafica di come inserire le propriet degli elementi CBEAM.
Elementi 3D
Gli elementi solidi di MSC.Nastran includono:
- elementi a quattro facce chiamati CTETRA;
- elementi a cinque facce chiamati CPENTA;
- elementi a sei facce chiamati CHEXA.
Questi elementi sono mostrati in Figura 24.
Gli elementi a quattro nodi CTETRA e quelli a sei nodi CPENTA sono molto rigidi e quindi non
dovrebbero essere usati nella modellazione. Gli elementi a dieci nodi CTETRA e quelli a quindici
nodi CPENTA sono pi adattabili rispetto i precedenti. Gli elementi a otto nodi CHEXA sono i
migliori e possono essere usati per modellare le pi svariate geometrie.
La scelta del tipo di elemento va fatta quando si fa la mesh del pezzo utilizzando linterfaccia
grafica di Figura 25.
30
Figura 25: interfaccia grafica di come scegliere il tipo di mesh che si desidera fare.
Lelemento CTETRA ha quattro nodi ai vertici ed altri sei nodi sui lati (Figura 24).
I nodi G1 e G4 definiscono i vertici, mentre i nodi intermedi G5-G10 sono opzionali. La loro
omissione rendono la mesh poco accurata, mentre gli elementi CTETRA a dieci nodi sono molto
usati perch consentono una buona modellazione.
stress=all
spc=2
BEGIN BULK
PARAM POST 0
PARAM AUTOSPC YES
PARAM PRTMAXIM YES
EIGRL 1 16 0
PSOLID 1 1
$ Pset: Property_1
CTETRA 1 1 5774 2133 6428 6367 24353 24376
24380 35839 13174 17539
CTETRA 2 1 2196 2185 1526 2172 40246 18845
31
$ Material : Material_1
MAT1* 1 6.8+10 .3
* 2900.
n2 EI
fn ( 2)
2 A
Dove: E il modulo di Young;
la densit;
A la sezione;
I il momento dinerzia;
l la lunghezza della trave.
Vengono riportati di seguito i valori dei coefficienti n l per il caso di trave incastrata (Tabella 1) e
per il caso di trave free-free (Tabella 2).
1l 2l 3l 4l 5l 6l 7l 8l 9l 10l
1,875 4,694 7,854 10,995 14,137 17,278 20,420 23,562 26,703 29,845
32
Tabella 1: valori di l per trave incastrata.
1l 2l 3l 4l 5l 6l 7l 8l
4,730 7,853 10,996 14,137 17,278 20,347 23,562 26,703
Tabella 2: valori di l per trave free-free.
fn
2n 1 c
( 4)
4l
GJ
dove c
Ipm
J Torsional Constant;
Ipm Ip A momento dinerzia polare della massa;
b h3 h b3
Ip A momento dinerzia polare della sezione;
12
n=0,1,2,..(la prima frequenza torsionale si ottiene con n=0)
Torsional Constant
J usato per indicare la Torsional Constant.
Sfortunatamente la stessa variabile usata per indicare la torsional constant usata anche per indicare
il momento polare dinerzia della sezione (qui indicato con Ip A ). Queste due grandezze NON sono
33
la stessa cosa. Ad aggiungere confusione nel caso di sezione circolare i due sono numericamente
identici.
r4
Ip A J ( 5)
2
Il momento polare dinerzia della sezione rispetto ad un asse OZ (asse polare) perpendicolare al
piano della sezione dato da:
Ip A r 2 dm x 2 dm y 2 dm I x I y ( 6)
La Torsional Constant varia invece a seconda della forma della sezione (Tabella 3).
34
TORSIONAL CONSTANT
a 3b3
J
16a 2 b 2
a 3b3
J
16a 2 b 2 1 k 4
a4 3
J
80
J 0.1406 a 4
ab3 b b5
J 1 0.630 0.052 5
3 a a
35
4 A2
J
0
L
t
1 s ds
4 A 2t
J
L
1 1
J r04 d 04
2 32
1 1
J r04 ri 4 d 04 di4
2 32
J 2r 3t
36
a M 3
J biti
3 i 1
where M is number of
straight or curved segments of thickness ti and
width or height bi compo sin g the sec tion
set a 1except as designated otherwise
(2n 1) E
fn ( 8)
4l
dove: densit;
E modulo di Young;
n in modo;
l la lunghezza.
n E
fn ( 9)
2l
37
Esercizio 4 (da portare in forma scritta allesame) PORTA DI
AUTOMOBILE
1)Calcolare le prime 15 frequenze naturali e mostrare le relative forme modali del modello in
condizioni libere
2)Vincolare il modello a telaio nei 3 punti evidenziati (anteriormente in 2 punti e posteriormente in
un punto). Scegliere per ogni punto gli opportuni gradi di libert da vincolare in base a
considerazione ingegneristiche. Valutare le prime 10 frequenze naturali e mostrare le relative forme
modali del modello cos ottenuto.
3)Stampare i comandi principali del listato BDF.
Punto 1
(anteriore)
Punto 3
(posteriore)
Punto 2
(anteriore)
38
FEM in MSC. NASTRAN
NASTRAN is a finite element analysis (FEA) program that was originally developed for
NASA in the late 1960s under United States government funding for the Aerospace
industry.The MacNeal-Schwendler Corporation (MSC) was one of the principal and
original developers of the public domain NASTRAN code. NASTRAN source code is
integrated in a number of different software packages, which are distributed by a range of
companies.
NASTRAN software application was written to help design more efficient space vehicles
such as the Space Shuttle.
Nastran : NAsa STRuctural ANalysis
1
FE technology modelling process
preprocessing: components
mesh generation
material definitions
definition of loads and boundary conditions
solving:
solving the (linear) set of equations
postprocessing:
visualisation and analysis of results
(primary and secondary field variables)
displacement stress/strain
temperature heat flux
acoustic pressure velocity/intensity
2
FE technology modelling process
preprocessing
co-ordinate systems
nodes
elements
geometrical properties
material properties
units
loads and constraints
3
FE technology modelling process
4
FE technology modelling process
preprocessing
elements
5
FE technology modelling process
preprocessing
3D Solid Elements 2D Surface Elements 1D Line Elements
geometry
<none> Plate/Shell Thickness Beam orientation (3th point)
Beam cross section properties
6
FE technology modelling process
preprocessing
preprocessing
units
most FE solvers do not have an explicit notion of physical units.
it is the users responsibility to use a consistent set of units.
popular unit sets : SI, English Units
Common mistakes in FE models originate from wrong material values
(due to wrong unit conversions) !!
Use SI !!!
8
FE technology modelling process
preprocessing
loads
Static Loads :
concentrated loads applied to grid points (FORCE, MOMENT)
distributed loads on line elements (PLOAD1)
normal uniform pressure loads on surface (PLOAD, PLOAD2)
normal pressure load on face of 2D or 3D element (PLOAD4)
gravity or acceleration loads (GRAV)
Enforced displacement (SPCD)
9
FE technology modelling process
preprocessing
Dynamic Loads :
loads
concentrated loads applied to grid points :
10
FE technology modelling process
preprocessing
constraints
11
FE technology modelling process
M . X F
K j C 2
undamped
no external forces
K . m 2
m [ M ]. m
m : eigenfrequencies (# modes = total # dofs n)
m : eigenmodes (each eigenvector has size (nx1))
Lanczos algorithm :
iterative procedure to determine a subset of modes
12
FE technology modelling process
M . X F
K j C 2
13
FE technology modelling process
K . m m2 [M ]. m
m : eigenfrequencies (# modes = total # dofs n)
m : eigenmodes (each eigenvector has size (nx1))
2.2. use the modal model for decouple the equations of motion
14
FE technology modelling process
1. direct
2. modal:
15
FE technology modelling process
solver
overview of some NASTRAN solution sequences:
SOL 101 : linear static analysis
SOL 103 : normal modes
SOL 107 / 110 : complex modes (direct/ modal)
SOL 108 / 111 : frequency response (direct/ modal)
SOL 109 / 112 : transient response (direct/ modal)
SOL 106 : non-linear statics followed by normal modes
SOL 200 : Design sensitivity and optimization
16
FE technology modelling process
postprocessing
displacement stress/strain
temperature heat flux
acoustic pressure velocity/intensity
17
How to read
a nastran file
18
WORKSHOP 2
SIMPLY SUPPORTED BEAM
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-2
z Workshop Objectives
z A finite element model must be properly constrained to prevent
rigid body motion. This workshop demonstrates what happens
when a model is not adequately constrained.
P
P
Create a solid
a. Geometry: Create / Solid / a
Primitive
b. Enter 12 for the X Length
c. Click Apply.
d. Change to iso 1 view
a
Create a boundary condition
a. Loads/BCs: Create /
Displacement / Nodal.
b. Enter left_end as the
New Set Name. d
c. Click Input Data.
d. Enter <0,0, > for
Translations.
e. Click OK.
c
e
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-9
Step 4. Create Boundary Conditions
f
Screen pick this lower edge
a
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-10
g
Step 4. Create Boundary Conditions
a
Create another boundary
condition
a. Loads/BCs: Create /
Displacement / Nodal.
b. Enter right_end as the
New Set Name. d
c. Click Input Data.
d. Enter < ,0, > for
Translations.
e. Click OK.
c
e
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-11
Step 4. Create Boundary Conditions
a
NAS120, Workshop 2, May 2006 Screen pick this edge
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-12 g
Step 5. Apply Load
a
Create a load
a. Loads/BCs: Create / Force
/ Nodal.
b. Enter load as the New Set
Name. d
c. Click Input Data.
d. Enter <0 -100 0> for Force.
e. Click OK.
c
e
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-13
Step 5. Apply Load
a
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-14 f
Step 6. Create Material Properties
a
Create an isotropic material
a. Materials: Create / Isotropic
/ Manual Input.
b. Enter steel for the Material
d
Name.
c. Click Input Properties. e
d. Enter 30e6 for the Elastic
Modulus.
e. Enter 0.3 for the Poisson
Ratio.
f. Click OK.
g. Click Apply.
e c
f
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-16
Step 7. Create Physical Properties
b
a
c
a
Analyze the model
a. Analysis: Analyze /
Entire Model / Full
Run.
b. Click Solution Type. c
c. Choose Linear Static
as the Solution Type.
d. Click OK.
e. Click Apply.
d
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation
e
WS2-18
Step 9. View F06 File
Examine the .f06 file
a. Open the file titled
inadequate_constraint.f06 with any text
editor.
b. Examine the warning and fatal messages.
c
e
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-20
Step 10. Add New Boundary Condition
a
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-21 g
Step 11. Re-run Linear Static Analysis
a
Analyze the model
a. Analysis: Analyze /
Entire Model / Full
Run.
c
b. Click Solution Type.
c. Choose Linear Static
as the Solution Type.
d. Click OK.
e. Click Apply.
d
NAS120, Workshop 2, May 2006
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-22
e
Step 12. Access the Results File
a
Plot the results
a. Results: Create / Quick Plot
b. Select Stress Tensor for
fringe result
c. Select Displacement,
Translational for
deformation result
d. Click Apply.
-- End of workshop --
z Problem Description
z Determine if the stress in this typical piston model is low enough
for the material to be in the linear elastic region.
z Piston material: Steel with E = 30 x 106 psi and =0.3
z Pressure on piston = 1200 psi
z Software Version
z MSC.Patran 2005r2
z MSC.Nastran 2005r2b
f
a
b
Import the model geometry. c
a. File / Import
b. Make sure Source is set to
Parasolid.xmt.
c. Select piston.xmt.
d. Click on Apply.
e. Click on OK when Import
d
Summary form appears.
f. Click on Smooth Shaded
icon and Top View icons.
g. Use the middle mouse button
and rotate the model to attain
the same view shown on next
page.
e
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-8
Step 5. Create Constraints
c
e
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-9
Step 5. Create Constraints (Cont.)
c e
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-11
Step 6. Create a Pressure Load (Cont.)
a
PAT301, Workshop 1, December 2005
e
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-12
Step 6. Create a Pressure Load (Cont.)
e f
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-14
Step 8. Create Element Properties
c
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-16
Step 10. Run the Analysis
c
Send the model to MSC.Nastran a
and analyze the model.
a. Analysis : Analyze / Entire f
Model / Full Run.
b. Click on Translation
Parameters
c. Set Data Output to XDB
and
Print.
d. Click on OK.
e. Click on Solution Type
f. Set Solution Type to
Linear Static and click
OK.
g. Click on Apply. b
e
g d
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-17
Step 11. Read the Results
d. Click on Apply .
d
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-18
Step 11. Read the Results (Cont.)
c
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-20
Step 11. Read the Results (Cont.)
d
PAT301, Workshop 1, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS1-21
Step 11. Read the Results (Cont.)
z Problem Description
z Display the component of stress in the axial direction (direction
along the length of the plate structure) and the deformed shape
of the plate model.
z Plate material: Aluminum with E = 10 x 106 psi and =0.3
z Load on tip of plate = 8 lbf
z Software Version
z MSC.Patran 2005r2
z MSC.Nastran 2005r2b
d
Create a new database.
a. File / New.
b. Enter cantilevered_plate
as the file name.
c. Click OK.
d. Choose Default e
Tolerance.
b c
e. Select MSC.Nastran as
the Analysis Code.
f
f. Select Structural as the
Analysis Type. g
g. Click OK.
a
a. Geometry: Create /
Surface / XYZ.
b. Select on Vector
Coordinates List and
enter < 5 1 0 >.
c. Apply.
b a
b
a
a
a. Elements: Create /
Mesh / Surface.
b. Select
Elem Shape: Quad.
Mesher: IsoMesh. b
Topology: Quad4.
c. Click on Surface List
and select Surface 1.
d. Apply.
c
d
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-8
Step 4. Create a Force at Free End
b
c
f e
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-9
Step 4. Create a Force at Free End (Cont.)
c
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-10
Step 5. Create Constraints on the Plate
b
c
PAT301, Workshop 2, December 2005
f e
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-11
Step 5. Create Constraints on the Plate (Cont.)
b
d
a
We will set aluminum as the
material of the plate.
a. Materials: Create /
d
Isotropic / Manual Input.
b. Select on Material Name
and enter aluminum.
c. Select Input Properties.
d. Enter:
Elastic Modulus: 10e6.
Poisson Ratio: 0.3.
e. OK.
b
f. Apply.
f e
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-14
Step 7. Defining the Element Properties
a
a. Properties: Create / 2D / d d
Shell.
b. Select Property Set
Name and enter al- d
plate.
c. Select Input Properties.
d. Click Mat Prop Name b
icon, choose aluminum
and enter 0.1 as the
Thickness.
e. OK.
c
a. Select on Application
Region and pick to include
all geometry as shown in
the figure.
b. Add.
c. Apply.
a
b
a
a. Load Cases: Modify.
b. Select Default in Select
Load Case to Modify.
b
c. Check that all Loads and
BCs are selected.
d. Cancel.
c
e d
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-17
Step 9. Analysis
a
Run the analysis of the model.
a. Analysis: Analyze / Entire c
Model / Full Run.
b. Select Solution Type.
c. Choose LINEAR STATIC for
Solution Type.
d. OK.
e. Apply.
d
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-18
Step 10. Read Results Under Analysis
a
We will attach the .xdb file in
order to read the results. c
a. Analysis: Access Results
/ Attach XDB / Result
Entities.
b. Click on Select Results
File.
c. Select
cantilevered_plate.xdb. d
d. OK.
e. Apply.
e
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-19
Step 11. Results
a
Create a Quick Plot .
a. Results: Create / Quick
Plot.
b. Select Displacement,
Translational under Select
Deformation Result.
c. Apply.
c
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-20
Step 11. Results (Cont.)
d. File / Close.
a
c
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-21
PAT301, Workshop 2, December 2005
Copyright 2005 MSC.Software Corporation WS2-22
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