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6) Stati di cedimento

6.1) Introduzione allanalisi delle costruzioni in muratura nel loro stato attuale

Nel contesto del modello di materiale rigido non resistente a trazione, la valutazione delle
capacit portanti delle strutture murarie si effettua con successo con lutilizzo dei teoremi
statico e cinematico. Non risulterebbe possibile, invece, la determinazione dellassetto
statico di una struttura muraria sotto carichi che non sono tali da determinarne il collasso. Il
rispetto delle sole equazioni dellequilibrio ammissibile non conduce infatti ad un numero di
equazioni sufficiente per determinare lo stato di sollecitazione interno alla struttura: il
problema si presenta indeterminato.
Per poter risolvere il problema, cos come accade per le strutture elastiche, occorrerebbe
formulare altre equazioni aggiuntive, le equazioni di congruenza. E evidente, daltra parte,
che con il modello di materiale rigido, se non si attivano meccanismi, la struttura non si pu
deformare e quindi tali equazioni aggiuntive non potranno essere formulate.
Il semplice modello costitutivo di materiale rigido non resistente a trazione risulterebbe
quindi circoscritto alle sole valutazioni di resistenza limite in quanto inefficace nellanalisi
degli assetti statici attuali delle strutture in muratura. Ci spiega la la formulazione di
modelli teorici alternativi, basati su legami costitutivi del materiale muratura pi complessi di
quelli prima esposti, che inseriscono anche le deformazioni elastiche nel caratterizzare la
deformabilit delle strutture in muratura. Tali modelli di calcolo si concretizzano nello
sviluppo di complessi programmi di calcolo, in genere di non facile gestione pratica.
Utili informazioni sullassetto statico attuale delle strutture in muratura, ed ancora nel
contesto del semplice modello di materiale rigido non resistente a trazione, possono daltra
parte essere ottenute, come ora andiamo a vedere, appena si tenga conto della deformabilit
dei vincoli che collegano la struttura allambiente circostante e che quindi si sia prodotto un
cedimento dei vincoli. Il problema della determinazione dello stato di sollecitazione di una
struttura nel suo stato attuale diventa allora staticamente determinato se si ammette che la
struttura abbia subito una lieve distorsione per un sopravvenuto movimento di uno dei suoi
vincoli esterni. Ci del tutto naturale che accada, in particolare per le strutture spingenti, a
causa delle deformazioni delle opere o dei vincoli che devono assorbire lazione di tali
spinte.
Un arco o una cupola, ad esempio, sono inseriti in un sistema strutturale pi complesso su cui
essi scaricano la propria spinta. Le imposte dellarco o il tamburo di sostegno della cupola,
sotto lazioni ad essi trasmesse, subiscono una piccola deformazione, sufficiente a
determinare il lieve cedimento allimposte e quindi produrre stati di minima spinta.
Analogamente accade, come si visto nellesempio introduttivo prima discusso, per la
fondazione di una pila di un ponte in muratura che cede sotto lazione su di essa trasmessa
dalle strutture soprastanti.
Lesprimere il verificarsi di tale cedimento costituisce la condizione di congruenza che
risolve il problema dellequilibrio a priori indeterminato. Tale condizione, nel contesto di
materiale rigido non resistente a trazione, non richiede di definire lentit del cedimento ma
solo lindicazione del vincolo che effettivamente ha ceduto. Nellanalisi dello stato di
equilibrio di strutture pi complesse, quali ad esempio un ponte a pi arcate e pile ovvero una
parete muraria con aperture, una ispezione dei quadri fessurativi presenti pu suggerire il
meccanismo di cedimento prodottosi.
In tal modo ancora lanalisi limite con i due teoremi sulla minima spinta prima discussi che
pu esser efficacemente applicata nellanalisi dello stato attuale di equilibrio delle strutture
murarie. Di tali risultati si faranno sistematiche applicazioni, oltre che al caso degli archi, alle
volte a crociera, alle cupole e nellesame di alcuni complessi monumentali.
6.2) Stato di cedimento. Definizioni

Si consideri una generica struttura muraria soggetta alla distribuzione dei carichi g, ad
esempio costituiti dal suo peso. La struttura sia in equilibrio ammissibile sotto i carichi g e le
corrispondenti sollecitazioni interne i. Sia Ci la configurazione assunta dalla struttura in tale
stato di equilibrio.
Supponiamo ora che la struttura in esame abbia subito una deformazione in conseguenza del
cedimento di uno dei suoi vincoli esterni. Ad esempio, la struttura in esame un arco o una
volta a botte in muratura che si innesta su due muri laterali e questi ultimi hanno subito, sotto
la spinta della volta, una piccola inflessione laterale.(Fig. 62).

Larco che subisce un lieve allargamento alle imposte


Fig. 62

La struttura muraria deve adattarsi al cedimento prodottosi nei suoi vincoli e si deforma
secondo le proprie possibilit, cio secondo un meccanismo, in modo da seguire gli
spostamenti dei suoi vincoli. Il campo di spostamenti che la struttura mobilita costituisce il
meccanismo da cedimento vs: questo, pertanto, determiner nella struttura lo sviluppo di un
certo numero di incernieramenti. Naturalmente, il cedimento vs per ipotesi irreversibile ed
una volta prodottosi permanente per la struttura.
In conseguenza del cedimento vs la struttura muraria sposta per il suo stato di equilibrio
dalla configurazione iniziale Ci a quella spostata Co . Nel passaggio da Ci a Co si produrranno
infatti allinterno della struttura variazioni del suo stato di sollecitazione interno e quindi
variazioni delle reazioni dei vincoli. Il campo di sollecitazioni iniziali i , ammissibile e in
equilibrio con i carichi g, allinsorgere del cedimento diventa cos

s (152)

in genere diverso da i . Se ora focalizziamo la nostra attenzione sulla reazione esplicata dal
vincolo che ha subito il cedimento, possiamo dire che questo, se un istante prima
dellinsorgere del cedimento, esplicava la reazione i r , subito dopo linnesco del cedimento
stesso, esplicher invece la reazione
sr (153)

In sostanza, se durante lo sviluppo del meccanismo vs lo stato di sollecitazione interno
nellarco passa da i a s , e la curva delle pressioni i dal suo assetto iniziale si porta in
quella s relativa allo stato di cedimento, anche la reazione del vincolo che ha ceduto si
modifica e passa dal valore i r a quello s r .
Definiamo cos stato di cedimento lassetto statico assunto dalla struttura una volta che si
verificato il meccanismo di cedimento vs.
Possiamo immaginare la struttura svincolata dal vincolo che ha subito il cedimento vs: ad
esempio, le imposte dellarco di Fig. 62 potranno scorrere orizzontalmente una rispetto
allaltra durante lo sviluppo di vs. Nella struttura svincolata possiamo inoltre considerare
meccanismi che comportano spostamento del vincolo che stato rimosso: linsieme di tali
meccanismi indicato con M . Per definizione di stato di meccanismo, dovr risultare
anzitutto

< s , ( v s ) > = 0 (154)

Cos, ad esempio, la curva delle pressioni s dellarco durante lo sviluppo del meccanismo vs
dovr passare proprio per i punti cerniera che caratterizzano vs : non potr quindi svilupparsi
lavoro delle tensioni interne s per le deformazioni corrispondenti a vs. Lo stato di
sollecitazione interno s ha quindi registrato lavvenuto meccanismo da cedimento vs .
Si osserva ancora che lazione spingente che ha sollecitato il vincolo ed ha determinato lo
sviluppo del cedimento, in effetti prodotta dai carichi g agenti. Il meccanismo da cedimento
vs deve quindi necessariamente comportare che i carichi g abbiano compiuto lavoro positivo
lungo gli spostamenti del meccanismo vs e che quindi risulti

< g, v s > > 0 (155)

Inoltre, la struttura muraria nello stato di cedimento in equilibrio ammissibile. Ci


comporta che nella struttura svincolata deve essere soddisfatto il principio dei lavori virtuali
e quindi la condizione di eguaglianza, per ogni campo di spostamento da meccanismo della
struttura svincolata

< g, u > + s < r, u > = < s , ( u) >, u M (156)

tra i lavori delle forze esterne agenti, caratterizzate dalle forze peso g e dalle reazioni sr, e
delle corrispondenti sollecitazioni interne s..

Fig. 63

Lo stato di sollecitazione interno s per ipotesi ammissibile. E quindi uno stato di


compressione attraverso tutte le sezioni della struttura: per larco di Fig. 62 la curva delle
pressioni che descrive tale stato di sollecitazione in nessuna sezione dellarco si porta
esternamente allarco stesso. Per lammissibilit statica dello stato di sollecitazione s riesce
quindi,
< s , ( u) > 0 u M (157)

cio per ogni meccanismo relativo alla struttura svincolata. Tale ultima condizione, in
particolare, per u = v s diventa la (154). In conseguenza della (156), quindi, assumendo
u = v s , tenendo presente la (154) risulta
< g, v s > + s < r , v s > = 0 (158)

e, dovendo valere la (155), risulter anche

s < r, v s > < 0 (158)

Le (154), (155), (156), (157), con le conseguenti (158) e(158), caratterizzano lo stato di
cedimento.

6.3) Alcune propriet della struttura in stato di cedimento

Possiamo riconoscere ora alcune propriet rilevanti degli stati di cedimento della struttura.
Sia Co la nuova configurazione assunta dalla struttura in seguito al campo di spostamenti
prodottisi vs. . La configurazione spostata Co per ipotesi molto vicina a quella iniziale Ci.
Si osserva allora che, malgrado lavvenuto cedimento, il lavoro dei carichi agenti per ogni
meccanismo u della struttura a vincoli di nuovo bloccati risulter ancora lo stesso di quello
valutato nella configurazione iniziale Ci , a causa della piccolezza degli spostamenti vs e
quindi della conseguente piccolezza delle variazioni di geometria della struttura.
Se nella configurazione iniziale Ci sotto lazione del peso g risultava quindi soddisfatta la
condizione di equilibrio strettamente ammissibile < g, u > < 0, u M , la stessa
condizione continuer a valere nella nuova configurazione Ci e si ritrova laffermazione, per
prima enunciata da Heyman (1966): if the foundations of a stone structure are liable to
small movements, such movements will never, of themselves, promote the collapse of the
structure.
Inoltre, se nel corso del tempo il cedimento vs subisce una variazione e diventa quindi

kv s , k >1 (159)

lassetto statico della struttura non cambia, nel senso che le sollecitazioni interne restano
fisse su s . Infatti, lo stato di sollecitazione interno s , che vincolato a soddisfare la (154),
continuer a soddisfarla anche se le deformazioni da meccanismo sono ora k volte quelle
precedenti. Cos, se la curva delle pressioni tocca lestradosso e lintradosso dellarco in
corrispondenza dei punti cerniera del meccanismo da cedimento vs per cui il lavoro delle
sollecitazioni interne dellarco nullo per le deformazioni associate agli spostamenti vs,
ancora nullo il lavoro delle sollecitazioni interne allarco per le deformazioni associate agli
spostamenti kvs.
Analogamente, la spinta sr, che vincolata a soddisfare lequilibrio lungo gli spostamenti
vs secondo la (158), continuer a soddisfare lequilibrio anche lungo il campo di spostamenti
kv s , k > 0.
In sostanza la struttura muraria segue docilmente leventuale ampliarsi del campo di
spostamenti conservando il suo assetto interno di equilibrio ammissibile. Ci una
caratteristica tipica delle strutture in muratura ed questa propriet che ha consentito la
conservazione nel tempo di tanti edifici antichi.
Va ancora detto che lentit del cedimento prodottosi non mai valutabile, se non con grande
approssimazione. A tale incertezza corrisponde invece un ben definito stato di sollecitazione
interno della struttura. Ma come determinare tale stato di sollecitazione e la corrispondente
reazione del vincolo che ha ceduto? Ad esempio, per il caso dellarco che ha subito un
allargamento delle sue imposte, ci si dovr porre il problema di valutarne la spinta da esso
esercitata nello stato di cedimento. A tale domanda si d risposta nei due paragrafi successivi.
6.4) Spinte staticamente ammissibili. Il teorema statico della minima spinta

Esaminiamo lassetto statico della struttura muraria che ha subito un cedimento e di cui
conosciamo le caratteristiche essenziali: per larco in muratura, ad esempio, sappiamo che si
verificato un allargamento alle imposte ovvero per un ponte in muratura sappiamo, ad
esempio, che la sua pila centrale ha subito un cedimento verticale.
La struttura che stiamo esaminando certamente in equilibrio ammissibile. Se indichiamo
allora con S linsieme degli stati di sollecitazione interna staticamente ammissibili, risulter
che S .
Non conosciamo lentit della reazione del vincolo che ha ceduto. Sappiamo per che il
sistema murario, svincolato, deve essere anzitutto in equilibrio ammissibile sotto i carichi
esterni, costituiti dai pesi g, dalla relativa spinta, e le sollecitazioni interne. Immaginiamo la
struttura svincolata dal vincolo che ha subito il cedimento ed applichiamo a questa la
reazione del vincolo che ha ceduto. Consideriamo inoltre tutti i meccanismi con cui la
struttura svincolata si pu deformare: indichiamo con M linsieme di tali meccanismi.
Le sollecitazioni interne presenti nello stato di meccanismo non sono a priori note: queste
ultime dovranno risultare per staticamente ammissibili; scegliamo allora una distribuzione
qualsiasi di sollecitazioni interne staticamente ammissibile: a questultime corrisponder
univocamente la spinta agente r . Indicheremo pertanto con

r ( ) (160)

la reazione del vincolo che ha ceduto , associata allo stato interno staticamente ammissibile .
Per ogni stato di sollecitazione interna ammissibile, cio per ogni S , si assocer una
reazione r ( ) , indicata come spinta, del vincolo che ha subito cedimento.
Certamente, per lequilibrio ammissibile tra le forze agenti g, le sollecitazioni interne e la
spinta corrispondente r ( ) dovr aversi allora

< g, u > + ( ) < r, u > = < , ( u) >, S , u M (161)

Per ipotesi c, come detto, equilibrio ammissibile: nel caso dellarco, ad esempio, la curva
delle pressioni che corrisponde a ( ) , non esce mai dallarco. Lo stato di sollecitazione
in quanto S , quindi tale che

< , ( u) > 0 u M (162)

La spinta r ( ) , in equilibrio con i carichi g e le sollecitazioni interne , soddisfacenti queste


alla (161), costituisce un generico stato di spinta staticamente ammissibile. Ma tra tutte le
spinte staticamente ammissibili, quale sar tra queste quella che corrisponde allo stato di
cedimento?
Nelleffettivo stato di cedimento la spinta associata ad uno stato di sollecitazione
ammissibile che non lavora con le deformazioni conseguenti al meccanismo da cedimento,
cio tale da soddisfare alla (154). Vedremo subito come tale condizione consente di
caratterizzare la spinta effettiva che si esplica nello stato di cedimento.
Applichiamo quindi la (159) assumendo u = v s se v s leffettivo meccanismo da
cedimento. Si ha allora
< g, v s > + ( ) < r, v s > = < , ( v s ) > (163)

Alla (163) sottraiamo la (158), relativa alleffettivo stato di cedimento, cio assumendo
u = v s . Si ha allora

( ( ) s ) < r, v s > = < , ( v s ) > (164)

Daltra parte dalla (157), assumendo u = v s , risulta

( ( ) s ) < r, v s > 0 (165)

Tenendo conto della (158) riesce quindi

s ( ) S (166)

Il moltiplicatore s della spinta da cedimento quindi il minore dei moltiplicatori degli


stati di spinta staticamente ammissibili. La spinta nella condizione di cedimento pertanto la
pi piccola tra tutte le spinte staticamente ammissibili, cio in equilibrio ammissibile con i
carichi g.
Tale propriet quella che caratterizza lo stato di cedimento. Tale risultato, dimostrato da
Como, (1996, 1998), ritrova quanto gi pi intuitivamente noto per il caso dellarco che ha
subito un lieve allargamento alle imposte: tale arco in stato di minima spinta in quanto la
sua curva delle pressioni quella caratterizzata dalla minima luce e dalla massima freccia
come chiaramente illustrato da Heyman (1968).

6.5) Spinte cinematicamente ammissibili. Il teorema cinematico della minima spinta

Esaminiamo ora il problema che caratterizza lo stato di cedimento da un altro punto di vista,
quello cinematico. Sappiamo che nello stato effettivo di cedimento, poich lo stato interno
deve soddisfare la condizione di meccanismo (154), vale la (158).
Immaginiamo ora di non conoscere leffettivo meccanismo da cedimento: ad esempio per il
caso dellarco di Fig. 2, non nota la posizione delle cerniere allintradosso e allestradosso
dellarco, anche se sappiamo che certamente i carichi g dovranno compiere lavoro positivo
per il cedimento v e la reazione del vincolo che ha ceduto compir lavoro negativo per v.
Indichiamo con M linsieme dei meccanismi da cedimento cinematicamente ammissibili
per la struttura svincolata, cio tali da non comportare compenetrazione interna e rispettosi
delle condizioni di vincolo per tutti i vincoli che non hanno ceduto. Assumiamo quindi che
nella struttura svincolata il generico meccanismo

vM (167)

caratterizzi il cedimento avvenuto: sar allora

< g, v > > 0 (168)

Consideriamo il moltiplicatore cinematico r ( v ) della reazione del vincolo che ha subito il


cedimento definito in modo tale che risulti
< g, v > + <r, v > = 0 (169)
cio tale che

< g, v >
( v) = , vM (170)
< r, v >
La spinta

r ( v)

cos definita quindi associata al meccanismo di cedimento v. Vediamo di quali propriet


deve godere ( v) affinch possa descrivere lo stato di cedimento effettivo. Questultimo
rappresentato dalla reazione sr, ed descritto dalle (163), (164), (165) e (166). Assumiamo
allora nella (161) u = v . Si ha allora

< g, v > + s < r, v > = < s , ( v ) >, vM (171)

dove, per la (157)


< s , ( v) > 0 (172)

Sottraiamo alla (171) la (169). Si ha allora

( s ( v)) < r, v > = < s , ( v) > 0 (173)

Poich per ipotesi vale la (155), da questa risulta che < r, v > < 0 . Pertanto dalla (159)
(Como 1996, 1998)
s ( v) (160)

Comunque si prenda pertanto un meccanismo da cedimento v, il moltiplicatore cinematico


( v) non mai maggiore delleffettivo meccanismo di cedimento s . Questo pertanto il
massimo dei ( v) per v variabile nellinsieme dei meccanismi da cedimento M .
Con tale risultato si individua il meccanismo di cedimento vs e, con esso, la reazione del
vincolo che ha ceduto. Ricercando il massimo dei moltiplicatori cinematici nellinsieme dei
moltiplicatori cinematici (v) definiti con la (170), si determina la reazione effettiva del
vincolo che ha ceduto e quindi la minima spinta del vincolo. La (160) pertanto pu essere
considerata come il teorema cinematico della minima spinta.
Con tali risultati (Como 1996, 1998), nei capitoli successivi si svolgeranno analisi
sistematiche nello studio dellassetto statico di numerose strutture in muratura.

6.6) Un esempio di applicazione del teorema cinematico

Si consideri lo schema del ponte in muratura di Fig. 57 e si ammetta che questo abbia subito
il cedimento verticale della pila centrale. Il meccanismo da cedimento vs quello indicato in
figura e s r ora la reazione verticale della pila centrale. Le sezioni critiche dove si
formano gli incernieramenti sono indicate con maggiore spessore e i punti cerniera sono
rispettivamente i due punti O, al piede delle spalle sinistra e destra, i punti A allattacco
travata/spalla e ii punto B allestradosso sulla travata.
Delle sei cerniere indicate, le O e le A hanno leffettiva posizione perch le travate del ponte,
con lo spostamento verticale della pila centrale costringono le spalle a ruotare allesterno.
Una posizione arbitraria invece quella della cerniera B, distante x dal filo pila. Vedremo,
nella soluzione del problema, come viene a caratterizzarsi la posizione della cerniera B. La
deformata da meccanismo dello schema di ponte che presenta cedimento della pila centrale
indicata nella stessa figura. Si vuole determinare la reazione Rc della pila centrale in tale
situazione di assetto statico del ponte.

2g g g 2g
C B B C
a
A A a

s r
O O

a x 3a -x

a 4a a 4a a

Lo schema di ponte in muratura con cedimento della pila centrale


Fig. 57

Si consideri un generico meccanismo v che contempli il cedimento verticale della pila


centrale per il quale incognita la distanza x tra il centro assoluto di rotazione C e la cerniera
B posta allestradosso della travata. Una generica reazione della pila definita dalla condizione
di equilibrio lungo il meccanismo v

< g , v > + < r , v >= 0 (a)

ottenuta eguagliando a zero la somma del lavoro del peso g e della reazione della pila r per
i corrispondenti spostamenti relativi allassunto generico cedimento. La generica reazione
della pila ottenuta quindi come
< g, v >
( x) = (b)
< r, v >

dipendente dalla distanza x di B da C. Come si dimostrer pi avanti in generale, leffettiva


reazione della pila corrisponde al massimo della reazione r ra tutte quelle come su definite,
al variare del meccanismo di cedimento prescelto.
Si utilizza ora la propriet, prima dimostrata, che la reazione Rc pu essere determinata
come massima tra le reazioni r definite dalla (1) al variare di v nellinsieme dei meccanismi
da cedimento. Operando in tal modo, si procede anzitutto a determinare il lavoro spingente
dei pesi g lungo il meccanismo. Si ha

a 2 a 2 x 2 ax
< g , v >= 2[2 g g +g + g (3a x) x + 2 g ] = g (3a 2 x 2 + 8ax) (c)
2 2 2 2
da cui ricaviamo la reazione cinematicamente ammissibile

g (3a 2 x 2 + 8ax)
r ( x) = 0 x 3a (d)
x

funzione della posizione della cerniera B in quanto x la distanza tra il centro assoluto di
rotazione C e la cerniera B allestradosso della travata. Risulta ora che per
x 0, r e per x = 3a risulta r = 4 ga .
Come prima si visto, la reazione della pila centrale contrastante il cedimento effettivamente
avvenuto la massima tra tutte le spinte cineticamente ammissibili al variare dellascissa x
per 0 x 3a . Lascissa x in cui massima la reazione r ( x ) si ottiene allora dalla
condizione

d ( r ) 3a 2
= g ( 2 1) = 0 (e)
dx x
da cui riesce
x = x = a 3 1, 73a (f)

La reazione della pila centrale allora, sostituendo la (f) nella (d)

Rc = rmax = r ( x = a 3) = 2 ga (4 3) 4,54 ga (g)

La Fig. 58 descrive lequilibrio del tratto centrale del ponte. I tratti di travata considerati
vanno dalle cerniere B allinnesto pila.
La curva delle pressioni passa per la cerniera B ed ha tangente orizzontale in B. per la
determinazione della spinta S occorre esaminare lequilibrio del tratto di travata che va da B
fino allinnesto della travata nella pila laterale, come indicato nello schema successivo. la
lunghezza di tale tratto pari a a + x = a(1 + 3) .(Fig. 59).

g
B B B
S
a S S a/2
S
a
y
V

3a x a 3a x a + x = a(1 + 3)
Stato di sollecitazione nella zona centrale Stato di sollecitazione in campata
Fig. 58 Fig. 59

Dallequilibrio alla traslazione verticale ricaviamo il taglio V trasmesso da tale tratto sulla
pila laterale. Poich questo ha lunghezza a + x = a(1 + 3) , il taglio V che deve equilibrare
tutto il carico g agente su tale tratto vale
V = ga( 3 + 1)

Per il tracciamento della curva delle pressioni si valuta il momento agente nelle sezioni
distanti y da B. Si ha
a y2 a2 y2
M ( y) = S g = g (2 + 3) g
2 2 2 2

Lo sforzo assiale N pari alla spinta S e leccentricit di N M(y)/S. Per


y = a + x = a(1 + 3) risulta Sa g (a + x ) 2 / 2 = 0 da cui

ga 2
S= ( 3 + 1) = ga (2 + 3)
2
Dallequilibrio alla traslazione verticale della pila laterale, con in testa al carico 2g risulta
(Fig. 60)

V
S S

Rl Rl

Stato di sollecitazione nelle spalle La curva delle pressioni nel viadotto


Fig. 60 Fig. 61

Rl = 2 ga + V = 2 ga + ga( 3 + 1) = ga 3(1 + 3)

La spalla soggetta a sforzo assiale N centrato nel tratto che va dalla testa a met altezza. Tra
la sezione posta subito sotto la sezione di met altezza e la base leccentricit di N varia tra
1/ 2 3 e (a / 2) . La struttura da ponte che ha subito nel suo pilone centrale il cedimento
3a ed sottoposta alla reazione r ( x ) in equilibrio ammissibile con i carichi agenti. La
reazione della pila centrale Rc , come prima determinata, quella richiesta dallequilibrio e
dallammissibilit delle sollecitazioni interne. Effettivamente allora tale reazione quella
massima tra i valori della reazione r ( x) come prima definiti. Nella Fig. 61 tracciata
lintera curva delle pressioni che, come si riconosce immediatamente, passa per le cerniere
del meccanismo che prevede il cedimento della pila centrale.
Se invece consideriamo una qualunque reazione della pila centrale staticamente ammissibile,
cio in equilibrio con i carichi agenti e tale da determinare nella struttura stati di sollecitazioni
ammissibili, e quindi curve delle pressioni mai esterne alla struttura, leffettiva reazione da
cedimento della pila centrale potr anche essere determinata, come si anche visto
precedentemente, come minima tra tutte queste staticamente ammissibili. Tra tutte le curve
delle pressioni mai esterne alla struttura, quella che corrisponde al cedimento prodottosi
quella che parte sullasse della pila centrale con la minima inclinazione possibile.

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