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ANNALI
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ANNALI DEL FRIULI
OSSIA
COMPILATI
Voi. 1.
Contenente i Calli dall'anno 614 avanti Cristo all'anno 1000 dell'era volgar.
UDINE 1858
TIP. TROMBETTI - MURER
Z. niMl'IMXM EDITORE.
dotte deteeYe tnae detn/tte atee code /u caie . etceo ' amano
otauceco di 'TTuuua-wo
AL GENTILE LETTORE
ANTICHI ABITATORI
<
n
eitl, il silo delle porte, il pomerio, la distribuzione delle
Trii delle Curie, delle Centurie, gli ordini militari, i fune
rali erauo tutte cose fatte sacre dalla Religione ed avevano
le loro cerimonie. Merc questo felice accordo della Reli
gione colle leggi e coi costumi, mantenevasi la base fonda-
_ , j || .... a) Virali. l.'Mal. pr.
mentale delie citta aj. . n p. 77 aiu io.-;.
I statali di questo Popolo vcrlivano: sulla propriet, sui
malriinonii, sul diritto dei genitori, sulla successione, sulla tutela
e sai diritti dei creditori. La facolt di giudicare era da prima
risenala ai Capi, cio ai Generali, ai Giudici ed ai Ponte
fici del Popolo ; ma poscia vi fu specialmente provveduto, e
troviamo i Pretori ministri di giustizia secondo la legge e 1' e-
l'iil decidere le cause civili e criminali, e in qualche luogo
i Liberti, che cambiavansi ad anno b). i>) ina e. f.
La vita civile basavasi sopra le leggi agrarie: quindi il
diritto di propriet era efficacemente assicuralo, e promosse
wniTano l' industria e la coltura de' campi. Anche a ci
wa provvisto la Religione, facendo che Giove avesse fissali
i termini a' confini dei campi, rendendoli sacri : e vi erano
delle leggi apposite per il proprietario, le quali lo autorizzavano
J poter liberamente disporre delle sue sostanze. Altre leggi
connubii provvedevano e facevano sacre le nozze e invio
labile il matrimonio; e solenni erano le cerimonie e gli au-
spini. La podest padronale era in vigore; ma i servi non
Tennero mai barbaramente degradati con vile oppressione.
E diffatli essi convivevano, si cibavano, e lavoravano co'
padroni, che traltavanli con dolcezza ed equit; perch la
N'aziona era laboriosa e frugale, ed i costumi bastavano
a mantenere la fedelt dei servi. Perci i costumi e la
morale di questo Popolo erano piuttosto l' effetto di savie
istituzioni, che di leggi scritte, 0 promulgate. Tutta la loro
politica economia si occupava ad inculcare in ogni classe
' osservanza degli ordini su cui riposava il gran disegno della
pubblica tranquillit e della conservazione dello Stalo : e lati
e
si mantennero a lungo. Ma la decadenza e la perdila di questi
nostri antenati fu poscia prodotta da nuove e poco sagge in
troduzioni, dal rilassamento degli ordini antichi e dal disprezzo
dei costumi de' maggiori, che pi di ogn' altra cosa accele
rarono la caduta di questo Popolo; il quale laborioso, costu-
luTni'S'j. mato e sagace lasci di s buona memoria alla posterit a).
AMILI DEL FRIULI
OSSIA
A QUESTA REGIONE.
Epoca I.
Il dominio dei Romani in Friuli.
<ij Mom tcsctto cui quelle chiese vetuste, effe lutto giorno si vedono sovra la cima
neirAreheot!"- de' monti, probabile fossero anticamente tempj dei gentili, rimasli
/."wT"'^"^ tra que' molti che i cristiani ed il tempo distrussero dj.
(1) Le Alpi orientali. La parte orientale della catena di
montagne chiamate con speciale nome Alpi, venne distinta coi nomi
di Alpi Rezie, Nonch e Gamiche; e quest'ultime, perch pi pros
sime al piano del nostro Friuli, anticamente chiamaronsi Venete,
ed anche Giulie, dal nome di Giulio Gesare. Esse sono quelle ap
punto che terminano verso il Timav'o e da levante e da greco chiu
dono il Friuli Rezie diconsi quelle che presero il nome dai Po-
{ioli Reti che le abitarono e comprendono oggigiorno il Feltrino, il
lellunese ed altri luoghi situali nel Veneto ; nonch i Vescovati di
Trento, di Bressanone, parte del Tirolo ed altro. Queste al set
tentrione ed a levante si congiungono alle Noriche ; al mezzod alle
Carniche Noriche diconsi quelle che dipartendosi dalle Re-
zie, lungo la valle di Pusteria si estendono verso levante e colle
loro sommit dividono il Norico dal paese Carnico a cui stanno
di prospetto Carniche le altre, che incominciando dalle Re
zie sono situate al di qua delle Noriche: e che dalle Tonti del 'ra
gliamento e dalle sorgenti del Savo e del Nalisone prolungarsi
lino a quelle del Fornitone, ora Risano, e del Neuporlo or detto Lu-
o^Anlonlnl e. s. bjaza )_
43
concedere loro dopo qualche tempo pur anche il Jus La
a)Anloninirus. CU.
tin a) (i). pa- 6-
"V
15
porio a). Questo castello o citt viene situala da Slra- ?.' "*" Sb&:
bone nel mezzo della spiaggia marittima degl' Istri, distin
guendola da Tergesta, vico, ossia villaggio, ch'egli pone fra
i gioghi alpini de' Carni, presso ad un fiume, il quale da esso
dipartendosi, dopo il corso di mille stadii mette nel Danu
bio b) (1). b) Stratone llb. 7.
54 av. Cr. Cesare, circa l' anno di Roma 700, conduce
tre. legioni (2) in Aquileja, per poi passar con esse nell'Il-
hrio, dove le pose a quartiere d' inverno e). er*ntoninims.cit.
51 av. Cr. I Giapidi, uniti coi Taurisci e coi Salasi, sac
cheggiano Trieste (Appiano) d). lSSW.".slr-
Forogiulio. Nell'occasione, in cui Cesare svernava le sue
tre legioni in Aquileja, stabili un nuovo Foro, ossia mercato, in
Forogiolio per comodo di quegli abitanti, e gli diede il di lui
nome, che in seguilo si eslese a tutta la provincia Aquilejese.
Sped in essa citt altres una colonia Romana (3) per
popolarla ed accrescerla, e per assicurar P Italia a quella
parte contro le straniere Nazioni, nonch per aumentarvi il
ytc?.nm ? (3) Concordia. Questa citt era ascritta alla Trib Claudia f).
(4) Colonie I, sitino si chiamavano cosi ; perch i Coloni Ro
mani, che andavano a popolare altre regioni, perdevano il Jus Quirlium,
cio la piena cittadinanza Romana, ed acquistavano la cittadinanza
'oi.'i'ple. w'ciiiil e denominazione del paese che popolavano g).
17
quileja, apri una strada per passare dal Friuli nella Gallia
per le Alpi Giulie, cosi delle dal di lui nome. Si serv di
essa per condurre nella Gallia le cinque legioni (1)
eoe lev d' Aquileja.
Per assicurare tale strada in quelle inospili situazioni,
fond, a non grande distanza dal Monte Croce, una citt, cui
diede il nome di Giulio Gamico, nome che col tempo si
caBgi in quello di Zuglio a) (2). ^pT^':"1'
41 av. Cr. La Gallia Cisalpina nell'anno di Roma 713,
io (una della legge di Ottaviano, viene dichiarata libera, come
era gi slata prima della guerra Cimbrica b). b) Antonini ivi.
55 av. Cr. Augusto nell'anno di Roma 719, intraprende
la guerra contro i Giapidi, e dopo essersi reso padrone di
Terpono ed Auropeno, assedia Metello, altra loro citt prin
cipale, e la prende; ma rimasto gravemente ferito nella gamba
destra, si fa condurre in Aquileja, ove per curarsi si trat
tiene alcun tempo e). SJEW!:
34 av. Cr. Augusto, dopo aver preso Promoua, nell'anno
di Roma 720, portossi all' assedio di Seltovia capitale della
Libnrnia, ed essendo ivi rimasto ferito in un ginocchio, ri
torn in Aquileja, ove si trattenne sino alla sua guarigio iJ) Svrtonio nella
vita d'Augusto ed
ne d). Appiano AICK-amlr.
(I) Sci virato era un nome con cui venivano chiamali i Sacer
doti Augustali i ). wa r" c' '
'20
il suo codice degli Evangelii, che di propria mano ivi scrisse
ili lingua latina (1) presso una cappelletti, che tuttod si
tiene in reverenza; essendo rimasta costante tradizione di
^ruJaSv'!i.P: questo fatto fino ad ora a).
Circa r anno di Cristo 48 Claudio imperatore Romano a-
bolisce in Italia le Prefetture, sostituendo i Questori. Esse
avevano l'incombenza sopra il danaro pubblico; indi diede
ai Questori anche fuori di Roma una tal cura, invece degli
s.MtDee7.pn9."' Arconti a cui era prima devoluta b).
Eufemia, Dorolea, Tecla ed Erasma, sotto Nerone, e prima
di S. Ermacora, subirono il martirio in Aquile ja, e furono i
voi. ii. pag. ai. Protomartiri Aquilejesi e).
57 Lino, Toscano da Volterra, 2 Pontefice Romano.
d^rguoecnm.d.1 Sedette anni il, mesi 3 e giorni 12 d).
S. Ermacora primo Vescovo Aquilejese, eletto dai cristiani
d' Aquileja e destinato da S. Marco Evangelista a quella
e) S. Fiorano Fond-
Chiesa, viene da lui condotto a Roma per essere ordinalo,
ui.ciMY.7ip!n2o! e ricevere il bacolo pastorale da S. Pietro, come ottenne e).
(2) Nacque iq Aquileja ed ivi subi il martrio unila-
nB;jl|Ant.p"4. mente a Fortunato il 12 luglio nel 70 di Cristo f). Sedette
v!rSrodAq ""' anni 20 g). Alcuno riporta per esser egli slato eletto al
fgS'if?ei!" Vescovado nell'anno 43 h).
68 Cleto, 3 Pontefice Romano, sedette 9 anni, 4 mesi
e 26 giorni. NB. Sappia il lettore che il Platina nelle Vile
de' Papi pone Cleto prima di Clemente, mentre nell* indice
cronologico fa seguire quello a questo; e qui noi ci siamo
r' \
21
temili alla vita per il numero ordinale, all' indice per la da
rata delta sede. Avvertiamo per, essere discordi i Cronisti
sulla serie cronologica de' primi Papi, si nella progressione,
che nel tempo della loro sede a). ajpiat.vhpj.i
1 ' _ l'api e suo luci. cr.
69 Antonio primo da Tolosa, del partito di Vespasiano
contro Vitellio, persuase 1' esercito illirico a calare per le
Alpi in Italia ; sorprese Aquileja, ove fu accolto con festa
Aitino, Este, Padova, Vicenza e Verona furono in quell' in
10 Ontii SIot. ini.
contro sorprese b). Aquileja poi, Concordia, Opitergio (1 v.luriV Ann.p. 171 -Mnra-
d'Iljlia.
w Il
23
109 Alessandro Pontefice Romano fu il settimo in que
ai Platina. Indice
sta dignit ed ebbe di sede anni 8, mesi 6 e giorni 19 a). cronol.
117 Adriano Imperatore in questo tempo divide la
Gallta Cisalpina in 47 Provincie. Allora rest separato dal
la provincia aquilejese Giulio Gamico, e fu compreso nella
seconda Rezia. Gi ci fatto noto anche per Massenzio
vescovo di quel luogo; perch nella supplica degli scismatici
aquilejesi all' Imperatore Maurizio, bench suffraganeo d'A-
qnileja, egli si sottoscrive Vescovo della seconda Rezia b). b) Antonini nu. clt
pag. IO in Sue.
117 Sisto I 8 Pontefice Romano regn anni 9, mesi
10 e giorni 25 e). cj Platina e. s.
127 Telesforo 9 Pontefice Romano, ebbe IO anni,
8 mesi e 28 giorni di sede d). d) detta
cato che in qualche luogo vedesi spuntare nel basso del fosso che
separa la strada dai campi. Si pu ritenere che venisse cosi chia
mata per essere contigua al muro Gemino il' Aquileja ; quando non
si volesse supporre che fossero state due vie, una di qua e 1' altra
al di l di questo muro, come queir antica da Roma ad Ostia, che
per esser molto frequentata fu, come osserva l'Alberti, divisa in due
da un corso di pietre alquanto pi alte, per una delle quali si andava
e per 1' altra veniasi, schivando l' incontrarsi. La via Gemina quindi,
semplice o doppia eh' ella fosse, doveva sboccare nella via Emilia.
Secondo il Della Bona (Stren. cronol. not. Geogr. pag. 11) la via Ge
mina, ossia doppia, con un ramo presso le fonti del Timavo a-
vrebbe condotto a Trieste e nell' Istria, mentre 1' altro ramo pas
sando 1' Isonzo presso la Mainizza, proseguendo verso Vipacco ,
avrebbe messo a traverso le Alpi per la Hrussizza nella Panno-
nia. Di altre due vie veggonsi le traccie: una quella che da A-
quileja si dirige a S. Egidio, e dai rimasugli di lastricato tuli' ora
sussistenti dicesi pedrata; la quale nelle Carte Capitolari di quat
e) Melchior Gioia. tro secoli fa nominavasi Appia, e fu costruita nel 442 di Roma e).
Stai. voi. I pag. X
E l' altra che da Aquileja si dirige verso la Belligna e principia
dopo il fiume che scorre entro la citt, il quale si vuole sia il Na-
tissa Un' altra via antica e rotabile vi era pure d' Aquileja a
d) Bertoli Ant.d'A. Grado d).
pag. IO, 9 e 201
(1) Questo ponte artificiale fu formato con delle botti ossia, con 'AS^^nM.
que' vasi di legno come sopra fu dello e) inventati da' Friulani, $,]* Ullere
come congettura Zanon f). voi. ui pig. n"
circa 1' eloquenza, portando essa l' impronta dei tempi, si pre
senta con disordine e confusione. Da quest' imperatore Ano alla
i ti b od i rov'na dell' Impero Romano, essa non ebbe n chiarezza, n dili-
p.i3s!3n3i8ei56 genza, n esaltezza e). Medicina. Sotto i primi Cesari i suoi
cultori non avevano altro scopo che di oscurare la gloria de' loro
rivali e d' innalzarsi sulle loro rovine. Sotto i seguenti non vi fu
alcuno, che in essa si acquistasse gran nome, quantunque in Roma
fosse venuto e vi dimorasse Galeno, nativo di Pergamo. La me
dicina fu esercitata dai Cristiani dei primi tempi ; e sotto g' im
peratori che abbracciarono il Cristianesimo vennero falle delle
t) Tirai., e. in leggi in suo favore con assai pi saggezza di quello ch'era stato
,1.211 413 339 essi fall0 sotto gl'imperatori gentili f). E qui, prima di dar ter
mine a quest' articolo, diremo, che innanzi alla met del II secolo
le scienze ebbero provvide cure da Antonio Pio, e anteriormente da
Vespasiano. Questi assegn pubblici stipendii in Roma ai professori
di Retorica e di altre scienze: quegli anche in tutte le provincia
dell' Impero accord loro e stipendii e onori. Fiss egli il numero
de' professori che nelle scienze aver dovessero le citt; cio,, nelle
minori, 5 medici, 3 sofisti o retori e 3 grammatici; nelle maggiori
7 medici, 4 retori e 4 grammatici; nelle massime 10 medici, 5
retori e 5 grammalici, esentandoli da vari pubblici servigi: cosi
pure i filosofi, de' quali non fissavasi un numero determinato. Nelle
Gallie e nella Cisalpina (Lombardia), dopo Roma, maggiormente che
il Tirabosch e. i. 'n altri luoghi d'Italia, fiorirono in questi secoli e relori, e poeti
pa6. m efj eruditi g).
,
39
503 Quirino vescovo di Aquileja venne ucciso in que-
i) Pinvmo. Cronol.
sto lempo a). Ecckistica.
503 Fortunato vescovo di Aquileja fu eletto in que-
sl' epoca b). b) dono iti
tempo dopo succedeva la merenda, che nella qualit de' cibi era quasi
mile alta colazione. Presso a sera imbandivasi la cena, e la notte era
destinata alla commessaziune, o voglinm dire gozzoviglia riservata agli
sregolati ed ingordi. Per la colazione e la merenda erano usate dai
giovani e da coloro che impiegavansi in faticosi mestieri ; comuni a
timi furono il pranzo e la cena. Nel principio i Romani cenavano
stando a sedere; ma introdotto il lusso asiatico, fu costume di sdrajarsi
in certi letti simili a' nostri canap, i quali presso i ricchi erano fre
giati d" avorio e di preziosi metalli e coperti di porpora o di altro
panno lavorato a ricamo. Cresciuto il lusso, i tettucci tenevansi diversi
secondo le diverse stagioni. La loro grandezza era per due, tre o quat
tro persone, rare volte per un maggior numero. I Convitati vi stavano
ano dopo 1' altro, col dorso sostenuto da guanciali, il rapo alquanto
elevalo, il rimanente del corpo disteso in lungo ed appoggiati sul go
mito sinistro. Se i Ietti contenevano due persone, il luogo pi ono
revole rputavasi il primo o superiore; se tre, quello di mezzo; se
quattro, il pi vicino al primo. La Cena comprendeva tre portate.
Nella prima ponevansi dinanzi ai convitati delle ova, delle more, dei
fratti di mare ed altri si fatti cibi. Nella seconda venivano le vi
vande pi sostanziose e pi Inule, come carni, pesce, volatili ecc.
Vlla lerza pomi, uva, dolci ecc. In questa facevansi delle libazioni
affi Dei Lari col versar un po' di vino in terra, o sulla tavola. I ricchi
preparavate alla cena col lavarsi nel bagno e vestendo 1' abito de
stinalo per la mensa. Levavansi le scarpe e prendevano certe pan
tofole, cui in tempo del convito lasciavano in terra vicino al letto
sa cui giacevano e ripigliavano nel levarsi da tavola. I convitali di
riguardo avevano la libert di condur seco alcuni compagni, che
h dissero Umbra. Era costume che il convitante offrisse a' suoi
commensali una porzione di ci che vi era di meglio nella seconda
mensa 'portata) onde sei recassero a casa. Nei conviti di solennit
gl'invitati portavano il capo cinto. d'una ghirlanda di fiori, e i ca-
pegli unti di odoroso unguento. Tali conviti si facevano ordinaria
mente di notte e duravano talvolta sino a giorno. Il Sale riputa-
vasi presso i Romani cosa sacra, e rilenevasi imminenle qualche di
sgrazia, e profanata la mensa, se sovr' essa fossesi dimenticato di
porlo. Lo stesso avveniva quando lasciavamo sulla tavola, o si ad
dormentavano prima di averlo riposto. Il Vino era tenuto in molta
riputazione, e ne avevano di varie sorta, tenendo per in molto pre
gio il pi vecchio. Conservavano diligentemente in vasi ben chiusi,
annotandovi il nome d' uno de' consoli, sotto i quali era stato infuso,
o qualche celebre avvenimento. Oltre ci, per maturare il vino nuovo,
42
perch in essa rilrovavansi un sontuoso e singolare palazzo
per g' imperai ori, degli anfiteatri, de' teatri, un circo, e
JliLHwNracil' molle piazze per gli spettacoli di corse e giuochi a).
.).)
566 Damaso, Pontefice Romano, crealo in quest' anno
ai Muralo
muore alli 11 dicembre del 384 a). d' nulla.
I Bagni di Monfalcone (di cui Plinio dice : h) < contra Ti* li! Plinio libro II
<mu. 109.
mavum amnem insula parva in mari est cum fontibus calidis qui
pariter rum aestu maris crescimi, minunturque) pare, e non
senza fondamento, siano stati conosciuti e trattati anche negli an
tichi tempi, e che sotto i Romani vi concorressero g' infermi.
54
S. Girolamo, che da qualche tempo risiedeva in Aqui-
f^K Icja, parte per l'Egitto e la Tehaide verso l'anno 5G9 a).
Florenzio, monaco Aquilejese, era amico di Rufino e di
S. Eliodoro, dei quali fu coetaneo. Ebhe commercio episto
lare con S. Girolamo. Si crede eh' egli fosse di nobile e
ricca famiglia, per il largo giovamento che procur con le
sue sostanze a' bisognosi ; e eh' egli passasse lungo tempo
in Gerusalemme, o ne' luoghi vicini, ove avesse fondato un
ricovero per que' molti cristiani che col si portavano. Fu
erudito ed appassionalo nello studio delle Sacre Carle, e
molti codici interessanti egli possedeva su tale oggetto.
Nulla per sappiamo intorno alle sue opere, n sull* epoche
l'iTsb""': de,,a nasc'la e de"a raorle di lui b).
Bonoso, monaco d' Aquileja, nobile di nascila ed istrutto
nelle sacre e profane lettere, fu compagno di S. Girolamo,
di Rufino e di Florenzio; e col primo venne educalo in Roma
solto g' insegnamenti di Donalo. Resliluilosi alla patria, fece
il viaggio nelle Gallie con S. Girolamo, dopo un anno ritor
nando con lui in Aquileja; indi rilirossi ad austera vila in un'i
sola, n si sa se vicino ad Aquileja, o ai lidi della Croazia.
ivi. i pai. ss-n.*- La patria di questo dotto monaco fu quella di S. Girolamo e).
Grisogono, monaco e cittadino d' Aquileja, pass tutta
la sua vita nel monastero di questa citl. Fu di esemplari
costumi ed amico a S. Eliodoro, a Rufino e a S. Girolamo.
Quesl' ultimo, nel 573, dalla Siria Calcide scrivevagli una
lettera, probabilmente col mezzo di S. Eliodoro. Era molla la
stima eh' egli faceva di Grisogono, e strettissima tra loro
1" amicizia. Fu dolio ed accreditalo ne' studii sacri ; venne
tLi*
dello ad un vescovato, ma per la preferenza data ad altra
persona non Io consegui. Nulla ci rimane intorno alle sue
opere, n sull'epoca della sua nascita; ci nolo per che
egit ancora viveva nel 401 a). ^iM'97Vai/wi'.
j'O Rufino prete d' Aquileja riceve il battesimo (1)
tparte da quella citt per l1 Egitto, animato dall'esempio di
I' anno 345. La XV sotto Giuliano nell* anno 562. La XVI sotto Va-
v! v MMala'se: lente dal 566 al 578 e); e fu l'ultima, e successe appunto nel
perodo a cui fu posta questa nota.
(1) Studio sacro in Af uilcja Sotto il vescovo S. \>-
i!'i!i"Taop' ariano era riputatissimo, e S. Girolamo lo loda molto d). L' istituto
della vita monastica dall' Oriente fu portato in Occidente da S. A-
tanasio, e forse da lui il primo monastero in Italia ebbe origine in
Aquileja, quando esule dalla sua chiesa <!' Alessandria dimor quivi
due anni ricettato dal nostro vescovo Fortunaziano. In questo mo
nastero aveva luogo lo studio di cui facciamo parola e in esso gli
allievi venivano ammaestrati nelle scienze religiose e nell' istruzione
cristiana. Attendevano essi allo studio de' Santi Padri e delle sacre
carte, e ad acquistare perfezione ne' costumi, sotto la direzione di
Cromazio, di Eusebio, di Giovino; e ne sortirono dotti e celebri
tomm^*' uom'n' Per scienza e santit e).
Educazione sotto i Romani Nei tempi della Repulr
blica, l'educazione dell' infanzia era affidata interamente alle madri,
che oltre a nutrire i figli da per s stesse, insegnavano loro la lin
gua nativa ed istillavano in essi i primi semi delle sociali virt.
L'uso di provvederli di estranee nutrici, e di abbandonarli all' altrui
direzione, non ebbe luogo se non dopo che 1' affetto e la tenerezza
materna vennero superate dall' amor dei piaceri e dalla mollezza.
Dopo i selle anni circa venivano educali nello spirito e nel corpo :
nel primo, con gli studii delle lettere, dei costumi, delle leggi e del
governo, insinuando loro le massime di religione e di virt, la sog
gezione a' genitori, I' amor della patria e della libert, e lo zelo pei'
61
375 Valentiniano imperatore muore nel d 17 novem
bre di quesl' anno. Eccessive imposte, fatte esigere con ri
gore, esose vie adoperate per accumular dinaro, e mancanza
di clemenza e carit verso i suoi Popoli, gli attirarono 1' odio
generale. E da osservarsi, che da treni' anni addietro di que
sl' epoca, le gravezze de' sudditi dell'Impero Romano ven
nero accresciute del doppio a). S'itMamoriJ7s.n"'
379 Graziano imperatore, ne' primi di luglio, ritor
nando dalla citt di Sirmio per portarsi nelle Gallie, passa
. ... , , b) Gothof. Cbron.
per Aquileja b). cid. n.
380 Graziano imperatore, saputo gravemente amma
lalo Teodosio, e temendo le conseguenze della di lui morte,
parte da Trevigi e viene in Aquileja ne' primi di marzo, e
quivi, avute nuove favorevoli intorno alla salute di quel mo
(i) Prefetto del Pretorio era il capo, o duce delle coorti g) Chamliers. Di
pretoriane destinate alla guardia dell' imperatore g). Comodo elev zionario Unir ere.
questa dignit a prima dell' Impero, unendo al militare comando
della stessa un' autorit civile, cio di ministro di Stato e preside del
Consiglio del principe li). h) Cant. Si. un.
Rac. T.Vp. CT.
(2) Emona dagli antichi, come vogliono molti, fu detta la citt i) Nlcoletll Palr.
Bert.T.H p.* lento
ora chiamata Lubiana i). Secondo il Bertoh Emona fu credula Citta- Are. trieit. v. I
p.49 Fislulario.
nuova nell' Istria. O. su Gemona v.
unico |u,j. 1W.
(5) Eserciti dei Romani La fonte del potere e della
ricchezza Romana erano le armi; talch severissima era la militare
disciplina, e dottrina suprema quella della guerra. La Legione, cosi
detta dal riempirsi d' uomini eletti, si compose prima di 4200, poi
li 12800 uomini; e ciascun console ne levava due. Ogni cittadino, sano
di sua persona, era tenuto alla milizia, se non avesse compiuto 46 anni,
o fatte 16 campagne a piedi, o 10 a cavallo, (u battaglia, i legionarii
stavano disposti in 5 divisioni : primi erano gli astati, indi i principi,
5
6C
contro Massimo tiranno verso Aquileja per la via di terra.
Minore di forze, ma avvalorato dalla fede, vince le di lu
armate ai fiumi Sava e Drava, cala ad Emona, che, o non
ben difesa, o per preceduta intelligenza, aperte le porte, lo
accoglie magnificamente; e a rapide marcie giunge alle mura
d' Aquileja, ove Massimo erasi rinserrato. Vi pone V assedio,
che fu di breve durata, perch o a mezzo di vigoroso assalto,
o in altro modo, poco dopo vi entr la sua armata e s'im
possess del tiranno. Questi, spogliato delle insegne e degli
ornamenti imperiali, e con le mani legate, venne condotto
dinanzi a Teodosio, da cui acremente ripreso per la sua
tirannide e per aver dato a credere essersi usurpato l'Im
pero col di lui assenso, fu condannato al taglio della testa.
Sentenza eh' ebbe esecuzione tre miglia fuori d' Aquileja
nel giorno 28 luglio, o piuttosto nel di 27 agosto di quel
a) Muratori. Ann.
d'Hai, anno 5ss. l'anno a).
407 Agostino vescovo di Aquileja eletto in quest' anno, e) Liniii No, ecc.
v. Il p. 1-J3 l'Jt 197.
era Beneventano e sedette anni 19 e). Per i vescovi d' Aquileja Panviiio. Crun.
Ecclesiastica.
che succedettero ad Agostino, della cui elezione non si ha
carne d' animali, frollita col tenerla fra la sella ed il cavallo. I pri
gionieri di guerra coltivavano i loro campi e curavano gli armenti ;
n case, n capanne abitavano, considerando ogni ricinto di mura
come un sepolcro, e credendosi mal sicuri sotto un tetto. Abituati
dall' infanzia a freddo, a fame, a sete, spesso mutavano dimora,
trasportando sopra carri tratti da buoi V intera loro famiglia, e le
donne che vi cucivano gli abiti pei mariti, e nutrivano i fanciulli.
Vestivano tele o pelli di martoro, non deponendole finch non ca
devano a pezzi. Elmo in testa, ai piedi uose di becco, e scarpe
tanto rozze da impacciare il passo; onde non ismontavano quasi
mai da' cavalli, standovi di e notte, or cavalcioni, or seduti ; su quelli
mangiavano, radunavansi a Consiglio, bevevano, dormivano abban
donandosi sul collo della cavalcatura. Sul nemico piombavano ur
lando spaventosamente, e se trovavano resistenza, sguizzavano in
dietro, poi come lampi tornavano all' attacco, abbattendo checch si
opponeva. Correndo di carriera, o fuggendo, avventavano freccie colla
punta di osso, dure e micidiali quanto il ferro; da vicino combat
tevano colla scimitarra in una mano, neh' altra un laccio per ac
calappiare il nemico: e nessuno potea ferire colpo prima che un
cavaliero di famiglia privilegiala non n' avesse dato l' esempio. Le
donne talora combatteano anch' esse. Da un secolo erano arrivati
in Europa, eppure non aveano per anco idea dell' arte dello scri
bi oanti. si. onir. vere b).
t. Vip. 89 alla 338 ;
b) smuralo, mcc. vans' * cadaveri dei personaggi pi riguardevoli. Molte lapide ro-
deiiec<Ke<ienFrT. mane quivi esistenti ci fanno accorti essere stato abitato da quei
cast am. uri Frinii dominatori; e ne daremo i cenni della sua storia nel seguito di
h!ic'I!': m's"'i'ifuiio! questa Raccolta, agli articoli delle epoche ad esso spettanti b).
S. Eufemia nell' isola di Grado, che tutt' ora esiste g). Vedrassi ?ro!Si!,pa7u,i.slr-
per in appresso, che la costruzione della chiesa suddetta viene
da altri attribuita al Patriarca Elia.
(1) Gli Alani abitavano alla destra del Tanai; e lo storico
Marcellino crede che i veri Alani siano i Massageti degli antichi.
Procopio assegna loro il paese tra il monte Caucaso e le porle Caspie.
Erano grandi di statura e ben conformati, educatori di cavalli e
quasi sempre su di essi ; conducevano nei carri le donne, i figliuoli
e gli arnesi. Liberi e di condizione eguale, crudeli in guerra, e
superstiziosi predicevano il futuro a mezzo di frasche d'alberi, ed ) Maou. 1* lam
aveano in disprezzo la morte b). pesisi l'ili '.ni'
G
82
Rugj, Skirri e Turzelingi, Popoli guerrieri e selvaggi, origi
nari! della Pomeriana (Pomerania), i quali avevano preso sog
giorno nei dintorni di Vienna d'Austria, abbandona le rive
?i!,u"wSn'bb' del Danubio, e guadagnato il Norico,- viene in Italia a). Passa
per il Friuli e lo danneggia gravemente, in specialit la por-
viiLiwilif.C0, zine sotto le Alpi b). Prnde Pavia e fa decapitare Oreste
padre dell' imperatore Romolo Momillo. Questo giovinetto
EPILO GO
EPOCA II.
OSSIA
(1) Enrico Palladio, Iter. Foro-Jul. a pag. 48 e 119 dice: che que
sto ponte di pielre quadrate fu costruito siili' Isonzo, e con un solo
arco, nel sito della Maruzza, vicino a Gradisca, circa 1' anno 167
innanzi Cristo; e fu fatto atterrare nel 237 o 238 dell' era volgare,
da Crispo, che in allora comandava in Aquileja per g' imperatori
romani ; onde maggiormente difendere quella citt dall' invasione di
Massimino. L' Abate Birrini, nel suo opuscolo Indagini sullo stato
del Timao a pag. 29 asserisce , che il ponte di pietre quadrate in
dicato, non sia gi quello del sito della Manizza; ma bens l'altro
ponte sul terreno delle basse di Ronchi di Monfalcone, ove si sup
pone che anlichissimamente passasse I' acqua dell' Isonzo, nel quale
anche al giorno d' oggi scavando si trovano le pietre quadrate de
lti' interrati piloni ili esso ponte ; e che quello della Manizza poi fu
fitto costruire da Costantino imperatore dopo 1' auno 315 dell' era
nostra. Da ci rilevasi essere stati due ponti siili' Isonzo, e bench
ambedue antichi, quello di Rouchi certamente di maggiore antichit.
7
98
minori d'Italia. Il suo governo fece fiorire la mercatura ed
il commercio, per cui in Italia affluivano volonterosi i mer
calanti stranieri. La propriet era guarentita a tale, clie nelle
campagne l' oro e 1' argento, come nelle murate citt, slava
sicuro ; e l' abbondanza in questo periodo fu s grande, che
per un soldo, ossia scudo d' oro, aveansi GO moggia di fru
mento (doveva in allora essere il moggio ben diverso dal
nostro); cosi valevano pure 30 anfore di vino, delle quali ognu
na conteneva 3 moggia. E pure da considerare come in tutta
Italia non chiudevansi mai le porte delle citt in quel tempo,
sicch era libera ai cittadini, di notte e di giorno, 1' entrata
a) Muratori. Ann,
d'Hai, anno 316. e l' uscita senza timore de' malviventi a).
Morto Marcellino vescovo d' Aquileja, gli successe Ste
li) Llnili.Not.'clK
fano di origine milanese nel 521 e sedette anni 42, mesi
rag. SH8 Rubels.
N. E. A. col. 161. 3, giorni 45: cosi il Dandolo b) (4). Questo prelato
ebbe per il primo il titolo di Patriarca tra i vescovi della
gWiff-* sede Aquilejese e) (2j.
(1) Qui il Dandolo non presenta quell' esattezza cui siamo soliti
riscontrale nella sua Cronaca, mentre essa non combina con s
medesima. I 15 anni di sede gi indicati a Marcellino ci dimostrano
incompatibile la data dell' anno 521 per l'elezione di Stefano; ma
non la si pu emendare per mancanza di antichi documenti.
(2) Il titolo di Patriarca fu dato ai vescovi d' Aquileja
>1) Cappelletti. Le circa l' anno 552 o 534. Ebbe principio un tale titolo sotto il
Chiese il' tu. Vili
p.:w-loRobe ine.
s. col. I!H Llrutl
regno de" Goti, i quali avevano costume di chiamare i loro vescovi
e. s. p. 233-2S1. Patriarchi d). Il Fontanini lo poue pure circa questo tempo, o poco
e) l'ontanlnl nis. prima e). In forza dell'editto promulgato dal re Atalarico, in uno
de Cune. Tiid.p.i'J.
degli anni che passarono dal 532 al 534, con cui venne stabilito
intorno alle spese di lite per 1" elezione delle dignit ecclesiastiche;
cio, trattandosi del Romano Pontefice, non pi di 5000 soldi, 2000
per quelle degli altri patriarchi, arcivescovi e metropolitani , e 500
per quelle de' vescovati minori. Perci essendo qui disegnati sotto
1) Muratori Ann.
l' II. -unti 33*2. il nome di patriarchi anche gli arcivescovi e metropolitani f), ve
diamo chiaramente che questo titolo era in allora di gi usalo ; ne
quindi egli nacque per cagione dello scisma Aquilejese, come Ai
creduto e riportalo da molli e dolti uomini, essendo questo acca
t) l.lrull. Noi. ce, duto in epoca posteriore g). Altri per dicono, che Paci" patriarca
v. Il p.Zii-i.--..
li) Cappelloni e. s.
. Mll p (II. d' Aquileja fosse il primo ad appropriarselo li).
99
523 Tempi tristi in Italia dal 525 al 52G. Neil' anuo
523 Giustino imperatore perseguit gli ariani, e Tcodorico
re d'Italia, a rappresaglia, perseguit i cattolici. Quindi ire,
sospetti reciproci tra Goti ed Italiani. Finalmente in agosto
del 326 Teodorico fulmin un decreto per dar le chiese dei
cattolici agli ariani ; ma mori prima del di fissato all' esc-
,.,. \ il Balbo. Stor. d'Il.
giumento a). ri. un. hb- n.
525 Giovanni Pontefice, Romano di nascita, fu eletto
Bel di 15 agosto, e mori, per quanto credesi, a' 18 mag-
' i i - n> i \ ' Muratoci Ann.
glO del 020 b). d* Italia.
.
100
fazio II ; e sedette sino al 27 maggio del 555 in cai
al Muratori. Ann. ,,.; \
d- nana. mori aj.
554 Massenzio vescovo di Aquileja, eletto nel 554, ebbe
anni 4 e mesi 5 di sede. I Dittici Cividalesi, monumento
ragguardevole, lo fanno successore di Stefano, in luogo di
Lorenzo o Mauro, del quale non parlano, e gli assegnano
voiM^'rar0' l'epoca stessa di elezione e di sede b) (1).
554 Teodato sposo di Amalasunta, figlia di Teodorico,
-uuTk.'s'p.os: proclamato re d'Italia e regna 2 anni e). Questi ordin
al canonicato, ossia esattore de' tributi nella Venezia, di la-
sciare esenti dalle imposte per quell' anno tutti coloro che in
ragione della scorreria de' Svevi fatta nella Venezia sotto il
suo regno, ne avessero sofferto un danno. Circa questi tem
pi, e forse per la slessa cagione, scarseggiando la nostra
provincia di biade, vino ed altri prodotti, ed avendo i
Forogiuliesi mandato Agostino loro legato, ecclesiastico di
molto inerito , a rappresentare alla corte tale disgrazia,
venne ordinato fosse restituito lutto il frumento ed il
vino si alla citt di Concordia, che a quelle di Aquileja e
A) Ar-'niiinlm*. cil.
pay. 3.V5G. Forogiulio d) (2).
554 L'imperatore Giustiniano, in questo tempo, alle
leggi Romane fa seguire un' aggiunta intitolata Novelle, ed
(1) 11 Muratori pone all' anno 555 la fine del regno de' Goti
e) Detto anno 53.1. in Italia e) mentre a noi sembra che a quest' epoca sia successa
soltanto la cacciata dell' ultimo rimasuglio di essi.
(2J Franchi, loro armatura Descrive Agatia l' arma
tura de' Franchi, se pur non vuol dire degli Alamanni. Essi qua
si tutti erano fanteria. Non usavano archi, frecce, dardi o lionde.
Al lato destro portavano lo scudo, al sinistro la spada. Presso di
loro non era in uso 1' usbergo, o sia la lorica ; pochissimi porta
vano celata in testa; nudi fino alla cintura, da cui poscia scende
vano calzoni fino a' piedi, fatti di tela di lino, oppure di cuojo.
Portavano anche accette con ferro da due parli aguzzo, e degli an
ioni, specie di alabarde coli' asta di legno, ma quasi tutta coperta
di ferro e non molto lunga, nella cui punta era un acuto ferro con
varie punte, ossieno uncini, che guardavano al basso, e simili agli
ami. Di questi angoni si servivano per lanciarli contro il nemico,
quando erano a tiro. Se colpivano il corpo, ancorch il colpo non
fosse mortale, non se ne poteva sbrigar 1' uomo ferito per cagione
degli uncini. Se li ficcavano negli Scudi, non e' era verso di staccarli,
n di valersi pi d' essi, ed intanto trovandosi disarmato il corpo
t) Dotto anno 554. del ii cinico, o colla scure o con altra asta il finivano l'I
405
Alamanni e Franchi, essendo i Greci assai minori di forze,
e dirisi in molli presidii. Passati quindi dalla Liguria verso
Roma lasciarono le funeste traccie della loro barbarie, per
ch rapirono i vasi sacri, spogliarono i tempii, molti ne di
strussero, altri ne guastarono, e spietatamente trucidarono le
a) Muratori. Ann.
genti della campagna a). Pi che la guerra, 1' intempc- u" II. anuo 351.
(1) II Viviani nella sua traduzione della Storia dei fatti de' Lon
gobardi di Paolo Diacono, dice : Duplavile ora chiamasi Valdobbia-
dene. Per molli illustri scrittori ritengono che il Duplavile sia il
S. Salvadore.
(2) Opere di Venanzio FortunatoScrisse sette vite di santi, voltando
anche in esametri quella di S. Martino fatta da Sulpizio Severo; lettere
teologiche in prosa e 249 componimenti in versi di vario metro per
chiese erette o dedicale, o a nome di Gregorio di Tours, o dirette
a lui e ad altre persone. Dove poetizza, -mostrasi frivolo per lo pi e di
color roseo, fra l' immensa seriet ed importanza di quei tempi. Lo
fanno autore del Simbolo di Sani' Atanasio, del quale diede una spie
gazione. G' inni suoi sono buoni per il tempo eJ armoniosi, con mo
vimento d'immaginazione; mentre la prosa disabbellita da antitesi
e da cadenze rimale. Quando Radegonda ottenne da Giustino impe
ratore un pezzo della vera croce, egli compose il Vexilla regis pru-
deuut ed una elegia disposta in forma di croce, che comincia : Crux
K) Canili. SI. link. mihi certa salus, crux est quam semper adoro g).
R.v.Vll.p.lS3-ll.
(I) 1 Longobardi che dominarono 1' Italia, gente corag e) Canlii. SI. un.
giosa e guerresca e), non si vuole siano degli stessi cui Strabone Baco. t. VII p. 153.
e Tacito annoverano tra le genti Germane. Secondo Paolo Dia-
wo, i Longobardi o Longobardi in origine furono Goti, o meglio
Gepidi; che questi non sempre si sanno distinguere da quelli.
tennero detti alcune volte anche Winili, ossia vagabondi. Su tali
wgini per haxvi confusione, perch queste genti barbare, prive di
rittori e di storici, mutando assai volte luogo e condizione, usan
ti modo antico, linguaggi semplici, espressivi, e soprannomi va
ri* secondo gli eventi, o le circostanze, fecero si che gli storici
"lini e Greci, ignari dei paesi, de' costumi e della favella de' Bar-
rari, forse prendessero alle volte i soprannomi per nomi di Popoli
' li moltiplicassero e confondessero senza volerlo. Checch sia il
,(Jr", i Longobardi, come gli altri barbari del nord europeo, nei
tempi antichi abitarono la Scizia o Tartaria, indi passarono in Eu
ropa e fissaronsi ora al Baltico, ora al Danubio. Il loro nome comu
nemente suolsi dedurre dalle lunghe barbe che accostumavano porta
re- essendo detti perci Lang-Bacrt. Erano essi idolatri, vestivano pelli
ed abiti di lino a varii colori, radevano la nuca, e due treccie di
"pelli dividevano sulla fronte, che poi lungo 1' orecchio portavano
Pallenti: insomma erano brutte figure, di genio feroce, di costumi
I ) Filiali e. sopri
'"atto burberi e rozzi f ). Tenevano le gambe ravvolte in una sin- t. Il pag. l-X-W.
"olar foggia di usatti, e in piede calzari sparati quasi fino alla som-
Mia del pollice e allacciati con stringhe di cuojo, finch sostituirono
?ji stivali. Forse il sudiciume manteneva tra loro una malattia, qual
*"a si fosse, indicata col nome di lebbra; e chi n' era infetto veniva
espulso di casa e di citt, considerato per morto, interdetto non solo
di disporre de' proprii beni, ma fin dall' usarne al puro manlenimen-
g Canili e sopri
,0 ?) Avanti i dodici anni non permettevano le nozze alle donne pag. 36G-367.
e "vanti i quattordici ai maschi ; e iu generale proibivansi fra et
HO
a!Potonimn.PI. 568 Forogiulio (Cividale) vion preso da' Longobardi
ce. lib. Ilcap. IX
Uniti. Noi. eo. voi.
Il pag. 319.
sotto la condotta di Alboino loro re, diecsi in aprile a). Fo
rogiulio in questi tempi aveva la preminenza su questa nostra
regione, ed era subentrato nel grado di primazia goduto gi
I.) Limi) e. sopra
toI. 1 pag. S6. dalla illustre e grande Aquileja b). Da esso poi prese il
e) Muratori. Ann.
il' It. anno 368. nome la provincia stessa e) (1).
568 Il ducalo del Friuli venne istituito in quest' epoca
d) Lfratl e. opra
voi. Il pag- 31'J. da Alboino re de' Longobardi d). I suoi confini nel piano
eslenderonsi dalla Livenza all'Isonzo, e dall' Adriatico al
Monte Croce nella Carnia; ne' monti abbracciarono il No-
rico-medilerraneo, die ora fa parte della Garintia, piegando
anebe verso l' Adriatico fino al Medalino, monte dell' Istria
e) Palladio. SI. ec.
pari. 1 pag. . bagnalo da quel mare e). Alboino nomin a primo duca il suo
nipote Gisulfo, (2) grande scudiere, (dello Marpabis iu
]' obbligo del militare non traevano da queste, ma dalla loro qua
lit di liberi; sicch non sarebbe cessato neppure perdendo quelle.
Se il re o il duca affidava un fondo proprio a qualche dipendente,
era prezzo di servigio, non ragione feudale. Talvolta il proprietario
concedeva ad alcuno, vita durante, l' onore, cio il diritto di gover
nare una terra di suo dominio, lasciandogliene godere i fondi ; ma
sebbene il benefiziato fosse tenuto alla fedelt ed a servir coli' anni
al concedente, la condizione sua non differiva da quella de' gaslalili
e degli ordinarli uffizioli dell' esercito. In fine duchi, sculdasci, de
b) Cant. SI. univ.
cani possedevano le terre come ufhziali della Nazione, o vogliam
Rac. t. VII p. 168. dire dell' esercito longobardo b).
Gastaldi Ai poderi della regia camera, che molli erano,
soprintendevano gaslaldi, l'ornili anche d' autorit giudiziale e mili
tare sopra i Romani, e probabilmente anche sopra gli n ri monili a-
bitanli nella citt a loro commessa. Si dice citt, perch alcune ve
ramente formavano parte de' possessi regii; nelle altre pu argo
mentarsi che il gastaldo assicurasse le ragioni dei liberi e i privi
e) canni, e. s. ivi legi riservati a qusti allorch pattuirono la resa e).
Giudizi! Primo diritto e fondamento degli altri, fra i Lon
gobardi come fra gli altri germanici, era la faida, cio il poter fare
vendetta de' proprii o degli oltraggi di parenti e collegati. Come il
governo prese consistenza, tent sostituire l' azione giuridica per
guarentir la propriet e la vita, onde s' introdussero tribunali; ma
questi pure, come tutto il resto, ordinati alla militare, semplici,
spicciativi. Qualunque litigio nascesse fra i membri della centuria
o della decania, discutevasi avanti al capo, che ne riscuoteva le
multe. Negli affari pi rilevanti 1' assemblea della centina giudicava
sotto la presidenza delio sculdascio, o per non raccoglierli tutti,
scieglievasi una thecina di buoni uomini, cio perfetti Longobardi, che
sotto giuramento esaminavano il fatto, rimettendo al magistrato la
applicazione della legge. D' ufficio non si procedeva se non nei casi
in cui il fisco partecipasse alla multa; negli altri voleasi l' istanza del
ri) Canto, iv '. p.i-
1GX-IM. l' offeso o del suo crede d).
(1) Pier Paolo Locntello dice: per questo crederci io che gran
parte della nobilt che oggidi trovasi in Cividale discendesse, o da
ri Pie Pani l.ofii-
lello. Conim. delle quo' Romani che non furono distrutti dai Longobardi, o da Lon-
cmrilicividaloni*.
Plroupart. Ilp.17. gobardi che furono conservali dai Franchi e).
Ilo
568 I Longobardi (I) non s'impadroniscono della
Venezia marittima, ma essa diviene teatro di lunghe e strug-
gitaci contese, trovandosi divisa tra due genti. I Greci, sotto
l'esarcato di Longino, essendo padroni dei mare, facilmente
mantennero pi a lungo la difesa de' luoghi marittimi, ed
perci che in essa non posero piede i barbari (2) e
ir.
Concordia, Oderzo ed Aitino furono immuni dal loro furore a). Sifu"^^
568 Nel cominciar dell' inverno di quesl' auno, cadde
tanta neve nel piano della nostra provincia quanta ne pu
cadere sulla cima de' monti; e nell'annata i prodotti furono
, , . , -, ...... ) Paolo Diacono.
abbondanti a segno da non ricordarne di maggiori b). u cap*s-*" "u
569 A tquesl' epoca erano gi introdotti in Italia i
monasteri per monache di S. Benedetto, ed avevano le loro
i ! i \ e) Muratori. Ann.
abbauesse e). <rn. anm> sta.
569 Probino, patriarca scismatico d' Aquilcja, successe
a Paolo. Egli era Beneventano, fu ordinato in Roma, e in
quest' epoca venne eletto dal Clero e Popolo eh' erasi ri-
foggialo in Grado alla prelatura Aquilejesc. Dopo un anno
e olio mesi di sede fini di vivere in Grado e quivi fu se
polto; cosi il Dandolo, ma Paolo Diacono gli assegna un ^"^J",^
amo solo di sede e lo dice morto in Aquileja d) (5). SteS."*"**
) Liruii. soi. ai, (1) Anche gran parte della nobilt Aquileiese si trasport col
'"' '""">' ' col patriarca Elia h) '
Grado, era per vergini (io penso esser quello che ancora si
chiama S. Pietro d' Oro, di cui la torre ed i ruderi vedonsi
presentemente) e fu fatto costruire dal patriarca Elia coi ri
masugli di un antico tempio dedicato dai gentili all'idolo
Beleno, particolare divinit degli Aquilejesi, e da essi eretto
SSKS su que' lidi b). Dandolo poi porta aver Elia convertilo il
dUIWbK tempio stesso nel convento suddetto e).
m-m- I Longobardi fino al 583 o 584 usarono in Italia il
modo barbaro di trarre il terzo non in terre separale, ma
in fruiti pagabili da' conquistati, ridotti cosi a servit ter
ritoriale, e poco meno che personale. Stanziativi^ poscia
piegaronsi a modo pi mite; cio vollero il terzo, non pi
in fruiti, ma in terre, per cui molti Italiani rimasero terri
torialmente liberi. Ad ogni modo, civilmente e politicamente,
sotto questi barbari, essi divennero pi servi che non sotto
121
de" prati, lasciando per intatti i grani. Questo flagello si
riprodusse anche nell' anno seguente a). a) Muratori. Ann.
d'it. anno 591.
591 Peste terribile in Italia, specialmente in Ravenna
e neir Istria, cbe attacc pur anche la citt di Narni b). An bj Detto
e) Paolo Mac. St.
che a Grado infier orribilmente e). Il Liruli la chiama pe clt.ro>. lVeap.IV.
(1) Ai tempi di Strabone, come osserva il Gibbon b) erasi per- j'1jJ0}*on "*
-il ; v la razza dei cavitili della Venezia, ond' che mancavano al
l'Italia questi quadrupedi al tempo della venuta dei Longobardi.
Questa la cagione, per cui Alboino lasci a G istillo in Friuli pa
recchie man dre di generose cavalle (vedi sopra a pag. 112). Una
di queste mandre si ha contezza essere stata collocata presso i colli
di Butrio, ora Burri, non lungi da Cividale e da Udine. In seguito i
Longobardi introdussero anco i cavalli selvatici qui nominati. Quanto
ai bufali, pe' quali facevano le maraviglie g' Italiani, probabile che
Paolo, per errore inveterato, abbia dato il nome di bubalus all' urvs.
o toro selvaggio del settentrione, e cui i Germani dicono Urochs i ). liu uSTH? u&
122
no (1) ma in Cremona, Padova e particolarmente in
altre citt marittime. N si pu intendere come i Longobardi,
pi poderosi de' Greci, non formassero il blocco o 1' assedio
a) Muratori. Ann. * * . . , . .
d ii. anno 597. fa queste citta, che tanto intcrnavansi ne loro Stali a).
599 Fra il re Agilolfo, o Agilulfo, e Callinico esarca
t) Detto. Anno 599. di Ravenna fu finalmente conchiusa la pace b). Moltissimo
cooper ad ottenerla l'instancabile paciere, il papa Gregorio
I, grande per virt, pi grande per la sua viva carit verso
i Popoli sofferenti. Fu egli che preg Agilolfo, acciocch or
dinasse a' suoi duchi non guastassero la pace fatta, ma fosse
conservata fedelmente. Sappiamo ancora, che in questi tempi
il re Longobardo non molestava i cattolici; anzi i vescovi
aveano convenevole libert di esercitare il loro ministero, e
e) Detto comunicare colla sede Romana e).
599 Il vescovato e chiesa Capritana, o Caprulana, o
di Caorle ebbero la loro origine circa questo tempo. Di ci
ne rende consapevoli S. Gregorio con le due sue lettere di
rette una a Callinico, l' altra a Mariuiano vescovo di Ravenna.
A quesl' ultimo egli scrive, che venuti a lui il vicedomino
od il difensore della chiesa di Caorle narrarongli, esser
giunto dalla Pannonia in un castello chiamato Nuove, non
lungi da Caorle, certo Giovanni vescovo ed aver quivi fissato
residenza. Ma violentemente caccialo dal Popolo, altro in
vece sua fu ordinato, coli' obbligo di risiedere, non nel castello
delle Nuove, ma nell' isola Capritana, cio Caorle, soggetta
(1) Nelle citt Italiane tuli' ora soggette all' impero Greco vi
doveva essere in quest' epoca il visconte e di conseguenza il conte.
Il nome di visconte si trova adoperato in questi secoli; e nell'anno
598 lo sappiamo usato, come vedesi in Mauro visconte di Terracina.
Tale titolo, o dignit, dur molti secoli dopo che i governatori di
una citt erano appellali Comites, conti. Il visconte fungeva la mansione
di loro luogotenente e chiamavasi perci vicecomes, che in italiano
fu detto viceconte e poscia visconte; cos pure usavasi in Francia.
I Longobardi, bench dassero ai loro governatori il nome di giu-
<i) Detto. Aimo 598. dici, pure alcune volte li chiamavano conti d).
123
alla Tasta in allora diocesi d' Aquileja. Questi, siccome suf-
fraganeo Aquilejese, venne persuaso ad entrare nello scisma,
dal qual errore per ravvedutosi, ricorse all' esarca, onde ot
tenere la sua riunione alla chiesa Romana; ci eh' ei fece.
Ma non fermo, ricade nel partilo contrario e si allontan dal-
l' isola. Questa ragione spinse il Popolo di Gaorle ad inviare
al pontefice i sunnominati coli' incarico di chiedere li prov
vedesse di un vescovo. Perci io vi dico, seguita il santo
pontefice a Mariniano, se il vescovo assentatosi ama ritor-
wre, semprecch viva nelF unit della Chiesa Cattolica, re
stituitelo alla sua sede ; nel caso contrario, createne un altro
cattolico,
.
che risieda in quell'
*
isola, cui io IO
pongo sotto la vo- a)T'lluniti, noi. cu.
p.Mdaiianoo
slra giurisdizione sino a che durer lo scisma Aquilejese a). wJu&ia'!ii.A
600 Gli Sciavi, ossia Schiavi (1) o Schiavimi, che
avevauo gi comincialo ad entrare in Italia, minacciano
(I) Questi Sciavi, o Slavi, che con Cant noi diremo gli Slavi
Aali del mai- Nero, nel 527 compaiono a settentrione della Dacia,
toste al modo degli altri barbari infestarono la Mesia e l' Illiria,
'Incordo forse co' Bulgari, nel 5(i8; soggiogati poi dagli Avari, do-
'rtlero seguirne le imprese, sino a che questi rimasero sconftti
'unum a Costantinopoli, nel 626. Gli Sfcvi diedero mano ai Romani;
< cacciati i loro antichi signori dalle rive della Sava, piantaronsi
all'interna Illiria, consenziente Eraclio. Avvezzi a vivere sotto ca
tarie, o in grotte, distruggevamo quante citt occupassero, e le
mine di Scardona, Naroua, Solona, Epidauro rimasero monumenti
di loro Terit.
Le tradizioni ci presentano gli Slavi per gente tranquilla, tutta
lavoro e casa, che "fissava dimora tosto che nel passaggio trovasse
conveniente luogo, inoffensiva a' vicini, industre sui campi, ed ospi
tale a segno, che qualora partivano per un viaggio, lasciavano la porla
schiusa, legna sul focolare, provvigione nella dispensa: belli del resto
quanto robusti e mirabilmente snelli del corpo. Eppure dai loro
fotti ci appajono tremendi guerrieri, e gente fiera, che convertita la
stiva e la ronca in lancie e spade, divennero formidabili ai vicini,
malevoli, scaltriti, crudeli. Dopo la battaglia piaceansi di torturar il
Prigioniero, dilettandosi degli spasimi di esso ; dopo il mercato assa
livano il merciajolo, togliendogli per forza il danaro datogli per patti.
Tiranni domestici, nessuna pena infliggevano all' uccisore d' una don
na; il marito concavasi nel letto, mentre le mogli giacevano nude
124
Solona citt dell'Istria, il di cui vescovo era Massimo Que
sti barbari, gi impadroniti di buona parte deU" illino, rico
noscevano per loro signore Cacano re degli Avari, o almeno
dipendevano molto da lui. Con esso, per assicurarsi da' ne
mici esterni, Agilulfo conchiusc pace in Milano a mezzo dei
di lui ambasciatori ; onde poter battere g' interni, come fece,
contro Zangrulfo duca di Verona, Gaidolfo duca di Bergamo
l Muratori. Ann.
il'II. anno 600, e Vernecausio in Pavia cui vinse e pun a).
600 La peste affligge Ravenna e la spiaggia dell'A
b) Detto driatico b).
601 Padova viene assediata da Agilolfo re de' Longo
bardi, in vendetta del rapimento praticato in Parma, quan
tunque sussistesse la pace o tregua fatta tra i Longobardi ed
i Greci, dall' esarca Callinico delle persone di Godescalco e
sua moglie, di lui figlia. Forte difesa present la citt e
lungamente sostenne l'assedio; ma dovette cedere, e bench
e) Detto. Anno COI. innocente, fu incendiata, e vennero atterrate le sue mura e].
dj Detto. Annoimi. 601 La peste infierisce crudelmente in Verona d).
In questo tempo ritornarono dalla Pannonia, ossia Un
gheria, gli ambasciatori Longobardi che aveano confermata
(I) GIS Avari, spossessati delle loro terre Uraliane dai Tu-Kiu,
sorti dagli avanzi degli Yung-nu, nel 550 passarono il Volga ; e le
lue loro trib degli Uar e dei Kunni, indicate per lo pi col
Dome comune Uarkoniti, penetrarono in Europa, assumendo il te
muto nome di Avari. Accostatisi nel 557 alle falde del Caucaso,
utile terre degli Alani e de' Circassi, si diressero, col mezzo de'
'oro ambasciatori, all' imperatore Giustiniano in Costantinopoli, of
frendogli di porsi a suo servizio per difendere e distruggere i
nemici del Romano Impero, chiedendo in guiderdone sussidii e pos
sessioni. Non ardi Giustiniano rifiutarli, anzi carichi di doni li ri
mand, slimolandoli contro i nemici dell'Impero; onde, passato il
Tanai e il Ilorislene, penetrarono nel cuore della Germania, e s' as-
sisero siili' Elba e sul Danubio. Quando la loro ambascieria si pre
not in Costantinopoli, come fu detto, que' cittadini uscirono ad
ammirarne le strane forme, e quei capegli cascanti in lunghe treccie
sulle spalle, e annodali con nastri e). LSTit+&
126
sulfo duca di Forogiulio, gi disgiunti per lo innanzi dai
ni, vrap. xxvii?. l'alleanza d'Agilulfo, furono da esso richiamati alla pace a).
Neil' inverno precedente all' anno della morte di S.
Gregorio papa il freddo fu si forte in Italia, che dissecc le
viti, e nella state seguente il caldo si eccessivo, che inaridi
li) Muratori. Ann.
quasi
1
tutte le messi ; e le poche
rimaste furono consunte
Kg.S^Two: dalla voracit de' topi e dal vento brucione b).
C04 Firmino vescovo di Trieste scismatico ritorna in
quest' anno alla comunione cattolica per esortazione del papa
e] Bolla Bona. SI. n mj s
cfonoi.pag. 20. Gregorio Magno e).
604 Muore in quest'anno, ai 12 marzo, il pontefice
d)Mur. e. s. an.SO.
S. Gregorio,
D'I
e l' Italia perde in lui un uomo Ogrande 1per
v^MiVin note: scienza e virt, e per doli <T animo e di cuore singolari d).
e)pia|ina.vnee. q|j succede Sabiniano nel di 1 settembre e) (1).
604 Sabiniano, Pontefice di Roma, successe a Grego
rio I il Magno, e credesi consacrato addi 13 settembre e
rj Muratori e sop. mor nel giorno 22 febbrajo del 606 f).
604 Pace, o tregua fatta in questo tempo tra V esarca
Smeraldo ed i Longobardi per la durata d' un anno, eh' ebbe
g) Detto. Anno mi. il suo principio nel mese di novembre g).
605 Nel novembre dell' anno presente termin la tre
gua tra i Greci e i Longobardi ; ma 1' esarca Smeraldo, tro
vandosi in difficili circostanze, tratt nuovamente per la con
ferma di essa, e l'ottenne per un anno ancora; per col-
b) Delio. Anno 603. 1' Csboi'SO di dodici mila Solili il" (ITO 11).
606 Gisulfo duca del Friuli nel lungo suo governo, rifor
malo il desolato paese, riedific particolarmente Castel Venere,
pari.YpaM.0 ' che poscia fu chiamato S. Vito olire il Tagliamenlo i) (2).
(1) Intorno all' origine di Forofriulio, ora Cividale del Friu bJNIeolctti.Daeato
del Fr. t. uh. p. G
li, nulla diremo , perch non s' hanno fatti pienamente prova ms. Cron. di tur.
Varcatone di Ma
li b). certo per , eh' esso il vecchio Forogiulio descritto niaco ms.
sella Geografia di Tolommeo con topografica precisione, indicandolo e) Nlrolctti e. sop.
appunto sotto a' monti alle rive del Natisone ove tuli' ora sussiste e). pag. 6.
Che Giulio Cesare fosse quegli che v* introdusse il Foro o Mercato
e gli desse il nome, un fatto storico gi da noi riportato; ma che
egli ne sia stato 1' edificatore, non lo possiamo asserire ; anzi col
Nicolelti e con altri siamo condotti a credere, che prima di Giulio
d) Detto pag. 7-8.
Cesare questa citt avesse principio d). Di Ila ili il Biondo da Forl e) Il Biondo. L'I
e) porta: esser quella citt che nel 185 avanti Cristo fabbricarono talia illustrata.
i Galli nella provincia della Venezia non molto lungi d' Aquleja. ti Plinio lib. Ili
E PUaio dice f) che lontano 12 miglia d' Aquileja fu disfatta una citt cap. XIX.
i H. Claudio Marcello, contro la volont del Senato. Lo stesso suo
nome, die procede da origine celtica, ci lascia luogo a congetturare g) Vlvlanl. Traditi,
tssere stata probabilmente edificata da' Galli g). Pier Paolo Loca- eli. noi. I pag. mi.
telh poi nel suo Commentario delle cose di Civirial del Friuli li) li) Ms. Pinma pan.
11 pag. 16.
a merle aver essa citt appartenuto alla Repubblica Romana,
iodi per successione a quegli imperatori. Checch ne sia di vero
''! ci, noi sappiamo che noli' anno i'.l avanti Cristo fu da Giulio
Cesar* aggregala alla cittadinanza dei Romani, e divenne colonia
Romana ( vedasi a pag. 10 di quest' opera) ascritta alla Trib
Seapzja i ). Poche citt invero ebbero, come questa, tanto svariate I ) Urlili e. sopra
voi. 1 pag. 212.
denominazioni, perch sino al termine dell' Vili secolo fu chia
mata Forum Julii. Sotto Carlo Magno cominci a nominarsi Ci
nta* Forojuliana, Oppidum Forijulii, e Caslrum Forojuliensp. Dopo
Carlo Maguo Cividale continu a dirsi Civilas Forojuliana. A' tempi
di Carlo il Grasso i sapuli la nominavano Forum Julii. Anche nel
1015 si chiamava Civilas Fori Julii. Per verso il 1195 si trova
nominala Civilas Austria, e Austria Civitas, ed anche Civilas Fori
Imiti qua dicitur Austria. In qualche instrumento viene chiamala so
lamente Civitas; ma allora era capo di lutto il paese, o provincia.
Dalla quale denominazione poi per abbrevialura di lingua, come ac
costumano i Friulani, si form Civitat e Cividal, che in seguito la I ) Fonlanlni. Delle
dolcezza della lingua Italiana mut in Cividale 1 ). .Maaiadcp.au.21.
Questa citt, secondo le antiche cronache friulane, fra le quali
9
130
OH Cacano co' suoi Avari assedia Forogiulio, o divi
dale, alla di cui difesa, dopo l'accaduta morte del duca Gi-
sulfo, stava Romilda di lui moglie, che ivi erasi rinchiusa
coi proprii figli: ma come dall'alto degli spaldi vide il Ca
cano, lasciva od ambiziosa, pens acquistarsene 1' amore col
tradimento, e sped esibendogli la citt e tutto, s' e' le pro
mettesse sposarla. Promise egli; ottenne la citt, che mand
a sterminio, e men schiavi gli abitanti, cui poscia, non
mantenendo la fede data di depositarli sui confini della Pan-
nonia, fece uccidere tutti, meno le donne ed i fanciulli,
(1) Discordano gli storici intorno all' epoca di questo fatto, po-
radolo alcuni nell' anno 655, altri nel GI circa. Noi ci siamo de
terminati a seguire quest' ultimi, perch sembrano combinare con
Paolo Diacono. Anche il Nicoletti b) pare voglia accennare a quest' e- Jag'.'s'!"1 ms' c"'
poca. Rendiamo perci attento il lettore, onde ne faccia queir uso che
creder meglio.
nam M| Cmn (1) Eugenio fu il terzo vscovo nominato a Roma dal sovrano
uinv!"1vpun.'p.'in! senza consultare la volont del Popolo b).
seguita: ma giacch noi seppe Paolo Diacono, n pur si pu esigere a, ,,, Ann.
che io lo sappia a). Non v' dubbio che senza una guida sicura diui.umowi.
non si pu chiarire questo punto della storia nostra; pure, facendo
riflesso all' anno 661 riportato dal Sigonio e dal de Rubeis per la Kf.,%",^0-
morte di Grasolfo e riscontrando che il Nicoletti b), il Palladio e), j^'f1-.^ ec-
e il Cidonio d), segnano breve il Ducato di Agone successore di <f) zanraroiocyiio-
r ir ,.' i, nnm < IMO. Allliq. CWIlal.
wasolfo, la di cui morte viene posta sotto 1 anno 663, contessiamo fot. r.un. p. \*a.
di non poter combinare la detta brevit sostenuta dai citati autori,
con la data 051 assegnata dal chiarissimo Muratori. Quindi ci siamo
terminati a seguire l' opinione dei pi. ponendo questo fatto nel
W. mzich nel 651, allontanandoci in ci dal dottissimo Modenese,
cui sapere per altro ci fu e sar sempre una delle scorte
per questa nostra raccolta.
(t) Armi ed armature sotto i Longobardi e i barbari in
Italia Le offensive erano la spada, il giavellotto, l'alabarda, la
ww; per difensive il solo scudo e). Il Muratori poi nella disser- ?0|T?v"!Iig.nioers
kaone XXVI porta: per anch'essi ebbero spade, sciabole, fionde,
dardi, mazze, lancie, archi e saette, loriche, scudi, clini, corazze,
-tali e il resto dell' armatura che anticamente si usava. Usavano
inche tende e padiglioni, e quasi tutti g' istrumenti da espugnare
otti e fortezze adoperati dai Greci e dai Romani f). ci'i.lom.'Tp. S:
La legge longobarda imponeva che il soldato fosse coperto di
Jnmdura pesante, caschetto. collana, corazza, stivaletti di ferro, largo
scudo e che dovesse combattere con lancia, spada, stocco, ascia, cui
N la cavalleria abbandon. Nel capitolare dell' 815 9 viene or
dinalo che il pedone abbia lancia, scudo, arco con due corde di ! cani*, si. unir.
ambio e dodici freccie g). Sotto i Longobardi ogni libero era ob- jLg*us? T- MVI'
Migato alla milizia, e ogni duca o gastaldo doveva condurre all' e-
rcito i suoi dipendenti, potendo per lasciare a casa sei fra quelli
ce possedessero cavallo, servendosi di questi cavalli pei trasporti;
e dieci di bassa condizione, perch tre giorni per settimana lavo
rer le terre del signore h). Mneiiop.2n-2ifi.
154
per cui, toltone pretesto, trasse la spada e l' uccise : dopo di
che occup il Regno. Berlarido, sentita la Gne del fratello, si
diede alla fuga e lasciossi addietro la moglie Rodelinda e il
picciolo Cuniberto suo figlio, i quali caddero prigioni e ven
nero esiliati a Benevento da Grimoaldo; il quale fattosi pro
clamare re de' Longobardi, nella Dieta di Pavia, onde as
sodarsi sul trono, volle in moglie la sorella di Godeberto,
promessale per patti da esso cosi infedelmente adempiti.
Dell'infelice Godeberto rimase un figlio, chiamato Ragim-
berlo o Ragumberlo, fanciullo di poca et, che da1 fedeli
servi di quel re fu posto a salvamento e segretamente al-
d'iKM'""' levato; e del quale non se ne cur punto Grimoaldo a). E
qui giova, che la storia riporti l'abborrito nome dell'infa
me maneggiatore di si vile tradimento, che cost la vita
a Godeberto, la perdita del regno ad ambi i figli di Ari-
berto, e una macchia incancellabile al nome di Grimoaldo.
Questi fu Garihaldo duca di Torino, il quale spedito dal suo
re a chiedere ajulo al Beneventano, propose invece al medesimo
che s' impossessasse del Regno Longobardo, e ne diresse le
trame onde ottenerne l' intento. Ma dopo consumati tanti mi
sfatti, non ne god il frutto il fellone; perch da un pa-
toi. Si pu. In. reute di Godeberto, in una chiesa di Torino, venne ucciso b).
663. Costante imperatore giunge in Italia, egli il solo
tra' greci monarchi che vi venisse, ma a nulla fu buono,
i^sg1:.1'" se non a spogliarla e). Assedi Benevento, e per tema di
Grimoaldo, se ne parti alla volta di Napoli, battuto per via
sul fiume Calore da Micola conte di Capua. Arrivato in Roma
il mercordi 5 luglio, fu accollo magnificamente dal papa
Vitaliano e dal clero. Vi si trattenne 12 giorni, poscia si di
resse nuovamente a Napoli, indi a Reggio di Calabria, dopo
aver tolto a Roma tutti i bronzi che la ornavano, fino le
tegole di metallo che coprivano la chiesa di S. Maria ai
ann'fS!0- Tcffm Martiri, cio la Rotonda d).
nniT. v.Xllp. 363. '
663 La morte di Agone duca del Friuli successe in
155
quest anno a). Fu egli il quarto de nostri duchi, e il suo ^"Ifi^A8^"'^
breve governo viene gradevolmente ricordato, perch dur
costante la pace. Dal di lui nome la casa sua fu chiamata
Agonia, o di Agone, e per oltre due secoli si mantenne florida
in Forogiulio, ora Gividale, sino ai giorni di Paolo Diacono,
che volle ricordarla nella storia de' Longobardi b). SIsTm^pV
665 Lupo, o Lupone, uomo ambizioso e di pessimo
talento, marito a Ermilenda, venne dal re Grimoaldo fatto
faci del Friuli e successe ad Agone. Tosto che fu entrato
m (pel governo, si diresse al saccheggio di Grado, isola lut-
l ora soggetta al greco dominio. Portatosi col con un corpo
cavalleria, battendo una strada costruita anticamente dalla
parte del mare, poich ebbe saccheggiata la citt, rap e
seco trasport i tesori della chiesa Aquilejese. In quel torno,
assedialo Benevento dall' imperatore Costante, il re Longo
bardo dovendo recarsi in soccorso del figlio, lasci il duca
Cupone a custode del reale palazzo in Pavia. Questi, rite
nuta disuguale la lotta, suppose perdente Grimoaldo; perci c. Viao mc m
i diede all' abuso di potere, e insolentemente vess quella rwf$it?7ou
. It, , r ili-. P-M9- Detto Noi.
u nel! assenza del re. Ma sapendolo di ritorno, e conscio k"'A.^. mT*
talle male sue azioni, pass in Forogiulio e ribellossi a SJf'npln-ff
r . ' r D netti op. cu. y.nn.
urimnaliln r\
"imudlUO C;. p.
li,388
eli.-p.Niroldli
88-89.
(1) lemaso, ora Nimis, castello che stava posto fra i due
torrenti Torre e Corno, o Cornapo; nove miglia a ponente di Civi- oiviTianiirad.cii.
Me e). Di questo antico castello niuna memoria ci venne fatto di ^'^.Tujufil
raccogliere, se non la sua denominazione ed il sito ove era posto;
nonch aver esso servito di riparo ai Forogiuliesi neh" invasione de
si Avari l' anno 6H.
(2) Abbiamo posto questo fatto sotto 1' anno 6C4, appoggiati e. so -palldio p.
^ de Rubeis, al Palladio ed allo Schnleben d): per il Mu- if.fl^mp'IS!
"lori ne' suoi Annali d' Italia lo annota nel 666, confessando di
in averne 1' epoca certa. Il Zanetti poi e) lo crede succeduto e- 'li^m^'1'
^niente nel 66C, adducendo essere troppo breve lo spazio di un
ma per 1' elfettuanicnlo dei fatti accaduti dalla rivolta di Lupo alla
morie di Varnefrido. Noi confessiamo di non vedere la diflicolt ri
portala dal Zanetti, e troviamo invece esser questi falli di tale na-
m
So*?- "tiiii 664 Veltari da Vicenza, uomo benigno, viene costi-
pag.%.1 tuito duca del Friuli e vi governa dolcemente a).
9StmmT' 665 Grave pestilenza in quest'anno afflige l'Italia b).
666 Gregorio esarca di Ravenna succede a Teodoro
t,aft
crwi.
Calliopa nell'Esarcato e).
667 Circa questi tempi il re Grimoaldo diede in mo
glie a suo figlio Romoaldo duca di Benevento, Teoderada
figliuola di Lupo gi duca del Friuli, da cui ebbe Grimoal
di Paolo Dlac. Uh.
do II, e Gisolfo, che poscia
r
furono duchi di Benevento, ed
SffliffiB; Anelli ossia Arigiso d) (4).
667 Opilergio, ora Oderzo, bench citt gi dipen
dente dal dominio Longobardo, viene dal re Grimoaldo falla
distruggere fino dalle fondamenta, in vendetta del tradimen
to ivi praticato nella morte de' suoi fratelli Tasone e Ca
ci taratori c.sop. cone e); ed acciocch non restasse memoria di essa, ne
m.raii.Not.M.v. divide anco il suo territorio, assegnandone parte a Cividal
bKv*c!mvm di Friuli, parte a Trivigi, e parte a Ceneda f). Distrusse
pure Forumpopilii, ora Forlimpopoli, dipendente dai Greci,
perche que' cittadini aveanlo travagliato nel suo passaggio
per Benevento ed aveano pi volte maltrattalo i suoi mes
si. (2) Fu nel sabbato santo, che Grimoaldo piom-
(2) Per messi, missi, ne' tempi barbarici intendevansi gli aniba-
loiViiupMlr4o;ct' sciatori, come si ha nelle leggi de' Franchi ed altrove i).
159
li su quella citt, appunto nel tempo, in cui secondo il co
starne il' allora, si amministrava ai fanciulli il solenne bat
tesimo nella chiesa maggiore (1) e trasse barbara
vendetta di Opitergio affogando nel sacro fonte sino i diaconi
battezzanti, e disfacendo talmente la citt, che a' tempi del ^ Pa0io me ub.
Diacono era ancor quasi vuota d'abitatori a) (2). vifr-M"^
068 Stefano II patriarca ortodosso, in questo tempo
successe a Massimo nella sede patriarcale di Grado. Era di
Faremo nell'Istria; sedette anni 5 mesi 2 e manc di vita
nel 673 b). Ebbe sepoltura nella cappella di S. Giovanni in ^FsfSffi*'
Grado, fabbricata da lui nella chiesa di S. Eufemia e). JW0 "^ '
668 Sulla fine del settembre di quest' anno l'imperatore
Costantino, detto Costante, essendo in Siracusa, venne ucciso
nel bagno; perch le sue azioni aveangli attirato l'odio
universale de' Popoli. Mecezio si fece proclamare successore
l trono, mentre Costantino Pogonato, primogenito di Costante,
dal padre dichiarato imperatore sino dal 654, assunse
i. i- i i ,^ d) Muraioli. Ann.
le redini del governo dj. **
W>8 Il re Grimoaldo aggiunge delle leggi al codice di
Ritiri, cio, la prescrizione treutennaria, colla quale veniva
.Mentita la libert e la propriet ; frena 1' abuso de' duelli
H giudizio di Dio, smodatamente attivati presso i Longo
bardi; ed ammette il giuramento, o il combattimento a giu
stificazione della donna accusata d'infedelt, o di attentato
alla vita del marito e). ' DcUo-
. ''<) L' esagerazione usala dal Diacono nel riferire questo macello
(>s smodata, che non occorre avvertire il lettore sulla poca ve
nta dell' esposto,
il
102
perdila di gran copia d'antiche memorie: perch qui, non
un leggendario, non una vita de' vescovi e degli ottimi mo
naci Italiani: e se non fossero rimasti que' pochi lumi che
raccolse il Diacono, saremmo tutt' ora al huio intorno alle
J it'S0u%*n'1- cose nostre di quest'epoca a).
671 Il re Grimoaldo in quest' anno, essendo nove giorni
eh' erasi fatto aprire la vena, stando nei suo palazzo e vo
lendo colpire una colomba, tir d' arco con forza, per cui
spezzatasi la vena, mori dopo nove anni di regno. Fu prin
cipe che non ebbe la benevolenza de' sudditi, perch te
muto da tutti, e vendicativo, si mantenne sul trono pi col
rigore che coli1 amore ; e perch i Longobardi non gli sep
pero mai perdonare I' usurpo dell' altrui corona. A rincontro
era uomo gagliardissimo di membra, ardilo nell' imprese e
di un' avvedutezza singolare; portava folta barba ed era cal
vo di testa. Si ritiene fosse di religione cattolica, perch fu
sepolto nella basilica del Bealo Ambrogio da esso fabbricala
in Pavia. Si sparse anche il grido, che i medici propinassero
a Grimoaldo il veleno nelle medicine, e cos lo privassero
li) Paolo Ptiic. lib
v cau. xxxui tostamente di vita b). Rimase di lui, e della figlia del re
Ariberlo sua moglie, un figliuolo, chiamato Garibaldo, in te
ri Muratori e. sop
anno 611. nera et; il quale fu proclamalo re de' Longobardi e) e regn
rr-pla- tre mesi d).
(i) Monasteri! Vestito d' una badessa del tempo di S. ,,, Muratori. di.
Adelmo, vissuto intorno l'anno 680 g) Vestiva questa una sot- fL^*** T0'"
tona, subuccula, di tela fina di color violetto, di sopra una tunica
di scarlatto a maniche larghe e una cuffia di seta vergata; scarpe
i" piedi di ptlle rossa; capelli arricciati coi ferri le cascavano
slla fronte e sulle tempia; e un soggolo, assicurato sopra il
c?po con nastri, scendcvale attorno al seno', poi dietro ondeg
giava fin a terra; le unghie aveva tagliate a punta, sicch parevano
artigli di falco li). fc^'vi:
172
maggio di quest' anno, e venne posto nel numero de' Sanli.
Giovanni V, d'origine Siria, subentr al papato. Era uomo
di fermezza singolare, scienziato e moderatissimo nelle sue
a) Muratri. Ann. Q,;ftn; a\
d' II. anno 685. aZIOHl aj.
686 Morto a di 2 d' agosto il papa Giovanni V, fu
eletto a pontefice (1) dopo due mesi e 18 giorni, il
prete Conone, Trace di nascita, venerabile vecchio, religioso,
b) Detto anno 686. verace, di aurea semplicit e di quieti costumi b).
687 Mancato Teodoro nell' Esarcato di Ravenna, gli
successe in quella dignit Giovanni patrizio, di soprannome
e) Dello anno 687. Platyn e).
687 Mori il papa Conone nel giorno 21 settembre, e
dj Detto. fu eletto a pontefice il prete Sergio nato in Palermo d).
688 11 re Bertarido cessa di vivere in quest' an
no: cos Paolo Diacono. Il Muratori poi, per non discor
dare con esso, pone la morte di questo re sotto la data
segnata ; ma a cagione d' un diploma da lui veduto soggiunge:
perci pare quasi certo che Bertarido prima del novem-
e) Detto anno ss. bre dell'anno 686 fosse mancato di vita e). Successegli
Ui^rlU."- suo figliuolo Cuniberto f).
690 Alachi duca di Trento e di Brescia, fellone al
suo re Cuniberto, portossi co' suoi al ponte della Livenza,
48 miglia distante da Cividale, in aspettazione delle milizie
Forogiuliesi che alla spicciolala si portavano in ajulo del re;
e facevate giurare di non combattere contro di lui. Nulla-
meno nella battaglia che Cuniberto ebbe con esso verso
(i) A questa pugna non intervenne 1' esercito de' Friulani atteso
il fatto giuramento: ma tosto che fu attaccata, ritorn al proprio flpaoloDte Dtac. Iib.
|>aese f). Vcap.xix
(1) molta l'incertezza delle epoche riguardo a questo patriar- 0) Ura(l m c)t
ta. Il Liruti lo fa ascendere alla sede nel 726 e), il Muratori nel Toi.iiipa'g.soes.
723 f), il Palladio nel 729 g); n il Diacono ci fa parola del- annoda0' e'sop'
l'anno h). In questo nodo intricato ci siamo appigliati alla crono- nart.aVapaK. <68SI>'
logia de' patriarchi Aquilejesi posta nell'appendice all'opera del viwploxiv' "b"
de Rubeis M. E. A.
tori eh' avessero dato 1' assenso per tali nozze. Queste leggi veni
vano anche contro chi sposava delle parenti, o rapiva le altrui don
ne. Provvedevano riguardo a' servi, o schiavi fuggitivi, onde fos
sero presi, fissando pene ai ministri di giustizia, se trascuravano l'arre-
, sto e I" avviso a' padroni. Questi servi, che noi chiamiamo schiavi,
erano in uso presso i Longobardi, come in addietro presso i Greci
ed i Romani. Se ne servivauo per far lavorare le terre e pe' servigi
di casa e de' negozii. Restavano sotto il loro dominio tutti i figliuoli
e discendenti dei medesimi, ed a misura del buon servigio da essi
prestato a' padroni, venivano fatti liberi; e specialmente ci prati cava si
verso i meritevoli, allorch i padroni discreti e pii venivano a morte.
Non v' dubbio essere stato per i padroni utile e comodo l'avere il co
mando su gente cosi soggetta, che non poteva staccarsi dal servigio
sotto rigorosissime pene, e il far proprio ogni guadagno de' servi, dando
loro soltanto il vitto e vestito, e lasciando ad essi solo un qualche pe
culio. Ma grave incomodit doveva esser pur anche il tener dietro a
costoro, se maltrattati fuggivano da' padroni, e il dover render conto alla
nnoTa ' ' S0p' giustizia de' loro eccessi e soddisfare pe' misfatti che commettevano e).
Scema ne* principi, venne meno la gara del meglio. Pur troppo in
questo periodo perirono i monumenti per rovine ed incendii; e la
rozzezza de' Longobardi non fu meno dannosa all' Italia che l' in
gordigia dei Greci. I Longobardi per avvivarono lo studio delle
belle arti e particolarmente 1' Architettura, ma lo fecero conio
poterono. Non vi fu quasi alcuno dei loro re, che non facesse in
nalzare un qualche edifzio, cio fnonastcrii, chiese e palazzi ; ma la
loro architettura, mancante di proporzioni, di buone regolarit nel dise
b) TiralxKchl. Rlor.
gno e' di buon gusto, ci dimostra andar essa tutto giorno peggiorando b). ec.t. Ili p.U> 15.1
Questi dominatori non recarono seco io Italia un sistema d'arte,
n architetti; anzi se alcuno ne troviamo mentovato, di nome Ita
liano: e i natii lavoravano secondo i tipi che avevano sott' occhio ;
ma nel lungo tempo che i Longobardi dominarono l' Italia, mai non
s'avvisa alcun progresso, talch i loro edifizii del 600 poco variano
da quelli del XI secolo, quando fecero luogo ai Normanni, Popolo
tarilo progressivo. Le leggi longobarde parlano replicatamente dei
Magistri comaciui, muratori comaschi. L' esterna distribu
zione delle fabbriche, particolarmente delle facciate, lo stile dei ca
pitelli con figure d'uomini e d'animali stranissimi, i pilastri di rin
forzo, le esili colonne prolungate dal pavimento fino al sommo del
l' edilizio, passando da un piano all' altro senza interruzione di archi,
di travature o cornici, mostrano un far nuovo d' architettura, somi
gliante alle costruzioni usitate alla fine dell' Impero Romano in Oc
cidente, che poi divenne generale. Le torri longobardiche tenevano
del fare ciclopico. Quelle di Ascoli, che si vedono ancora, hanno
nna porta quadrala a cui sovrasta un frontone triangolare forato an
e) Canlii. SI. nnlT.
ch' esso e). cosa nota, che i Longobardi fabbricavano general R.V.VIlp. WfieMK
aiuais. Slor. di.
mente in legno d). Sotto di essi esercitavasi la Scultura, ma voi. Ili pag. 311.
rozza ed informe. La Pittura non si estinse in Italia nemmeno
in questi tempi; cosi neppure i lavori a Mosaico: ed ambedue questi
rami delle arli furono fatti sussistere per opera de' pontefici e de' ve
scovi, che g' impiegarono neh" ornamento delle chiese e degli edi
fizii proprii. E di ci ai papi, particolarmente riguardo alla pittura,
devono gl'Italiani l'obbligo loro; n si dimentichi pure la coope
razione prestata dai monasteri! e dalle abazie. I Longobardi stessi,
nelle provincie in cui dominavano, davano esercizio alla pittura;
e Teodolinda nel suo palazzo in Monza fece dipingere alcune im-
188
g in quel torno. Cerilo e due sono le da lui pubblicate
a) II.
<]' Muratori. Ann.
anno Hi. in quest' anno a) (1).
726 L' imperatore Leone Isauro emana V editto, che
vieta il culto delle sacre immagini, e ordina che vengano tolte
da tutti i luoghi soggetti all' Impero Romano, chiamando i-
b) netto anno 7w. dolatria il venerarle b).
72G Mancato di vita Marcello duca di Venezia, venne
sostituito in suo luogo Orseolo, ovvero Orso Ipato, uno de'
nobili della citt d'Eraclea, personaggio di grande prudenza
e valore; ma che fu ucciso nel 737, undici anni dopo lu
c&t0"slT0Sop- sua elezione e).
727 Paolo patrizio fu inviato esarca in Italia coli' in
prese de' Longobardi: come pare si crede che essi osassero di far
dipingere i loro ritratti; mq si questa, come le arti tutte, venne
di Tiraboschi ator. infelicemente trattata nel tempo della dominazione Longobarda d).
cft.l.uip.imiBS
Fabbriche al tempo de' Longobardi in Italia In esse usa-
vasi molta rozzezza, e purch le case bastassero a contenere chi
v' avea da abitare, e fossero lavorale con forte muro, scala e tetto,
c't.'Exxiv.'*' con 'e necessarie camere, il muratore aveva fatto il suo dovere e).
Nelle riparazioni delle citt usavano essi circondarle di nobili, so
lide, mura e torri con varie porte e con fortificazioni d' ogni sorte
xi rag ira'*' a'zate contro il nemico f). Molte case anco nelle citt erano co
perte di assicelle di legno, fermate con chiodi, o di paglia; abbon
ai "tT^KJjsB aauaov' Pero anche quelle fatte con calce e mattoni g).
(1) Venivano esse leggi intrno a varii oggetti, cio: sulla sn-
perstizione, perch tra i Longobardi, bench la Nazione avesse
abiurato l'arianismo e seguitasse la religione cattolica, nullaineno
eranvi non pochi che conservavano le superstizioni del paganesimo.
Ricorrevano questi agli indovini, agli aruspici, ed aveano qualche
albero appellato da loro Santo, o Santivo, dove venivano fatti de'
sacrifizi!, nonch delle fontane ebe adoravano. Perci Liutprando,
re cattolico, proib sotto rigorose pene tali superstizioni, bandi gli
indovini ed incantatori, incaricando i ministri di giustizia a vigilare
su ci. Proibivano il monacarsi alle vedove prima che fos.e
passato l' anno dopo la morte del marito, quando non ne avessero
ottenuto licenza dal re. Disapprovavano il duello, pel cosi detto Giu
dizio di Dio, consuetudine radicata ne' Longobardi come presso gli
V iranno'11"1' a'tl' PPh settentrionali h).
189
carico di procurare la morte del pontefice Gregorio II, per
ch contrario agli alti di Leone Isauro, apertamente in guer-
i. ,. I- \ a) Muratori. Imi.
ra eoo la religione cattolica a). d'u.annoTmc'K
728 Ucciso l' esarca Paolo, in un conflitto successo
ira i partili dell' imperatore e del pontefice, subentr nel*
l'esarcato Eulichio patrizio eunuco, gi slato per l' addietro
ia quella dignit b). Detto anno m
728 Lo stalo d'Italia in questo tempo era torbido,
tumultuoso, per vertenze di religione tra il greco imperato
re ed il pontefice di Roma. I maneggi de' Greci astuti, con
tinui, il papa, vigilante e sagace, forti i partiti, le opinioni,
altre vacillanti, altre ferme, ed i fatti resoluti : ma superava
il pontefice ; e se da lui non frenali i Popoli, inculcando i
doveri verso il sovrano, l' Impero Greco avrebbe perduta
l'Italia e) ({). o) Detto.
& "uffft Sfa ne'la mercatura per la via di mare e). Egli certo poi, che in qoe'
tempi la commissione, eh' la forma pi consueta d' oggi giorno,
non accostumavasi ; mancavano le poste e la corrispondenza non
concatenavasi, n i fabbricatori affidavano merci a negozianti da ven
d) Cantu. Si. unir.
dere
a conto.. : e la mercatura
. i\
doveva essere esercitata rpersonalmente
toi. xui m- o a mezzo di commessi d).
Agricoltura sotto i Longobardi in Italia Poche memo
rie abbiamo intorno a quest' interessante oggetto. Il Muratori pero
ce ne d qualche cenno. Ripiena di boschi e paludi era l'Italia,
particolarmente vicino ai fiumi del Regno Longobardo; e le torbide
che questi trascinavano seco forinavan delle prominenze in que' din
torni, sulle quali veniva eretta da' villani una qualche capanna co
perta di canne palustri o di paglia, ad oggetto di fermarvisi per la
pesca, e d' arare porzione di quel terreno tosto asciugato. Non ab
bondavano i contadini come oggid, mentre non solo ne' monti, ma
anche nel piano troppo frequenti erano le selve. In varie parti per
le campagne trovavausi coltivate e fertili, per le popolazioni che i
tempi di pace avevano richiamate nelle citt e ne' villaggi; e le
quali eransi occupate ad arginare i fiumi, a seccare le paludi ed a
sradicare i boschi. Coltivavansi in allora quasi tutti que' grani e
legumi che noi usiamo, nonch" le viti e gli ulivi; e le terre venivano
S!ssMjSIo'xiv: affittale o concesse a livello e).
(t) Dai contrassegni del sito qui dati da Paolo Diacono si deduce
chiaramente essere questo 1' antico castello l'unno, lauto celebrato da
<l) Vivimi traci, olt.
Plinio. Deduco dunque per certo, che Ponzio, Ponlium, sia orrore mi II \ag. in.
'togli amanuensi, e che si debba leggere Pucinum A), Pucinio, che i) \irolcml traccici
V'r. p. 76. nis. eli.
c"si diiamavasi anticamente la Rocca di Prosccco e), Zarton. Leti. TOl.
111. p. 104.
io
194
non volendo i Popoli Schiavi pagare a lui il tributo loro
imposto da Penamene e da' suoi antecessori, mosse guei-
.) imiti, km. cu. ra ad essi, li vinse pi volte, e devast e saccheggi la
sol. Ili pap:. 11C. .,, r, i lt m ,'
p^ioS!""150"' regione da loro abitala a), cio la Carniola b). Il Muratori
i'j Muratori. Ann. * >- c\ \
a1 II. anno 139. pone CIO liei 10\f C).
757 Liberato il patriarca Calisto dalla sua prigionia,
ritorn in Forogiulio, e fece ivi fabbricare la chiesa e bat
tistero di S. Giovanni (ci attesta la cronaca de' patriarchi
o) Dctio anno 737. d' Aquileja) d). 11 Liruli poi espone, che restituitosi Calisto
in Forogiulio, dopoch fu uscito dal carcere, fece erigere
una sontuosa chiesa, ed alla medesima congiunse quella di S.
Giambattista ove stava il battistero per immersione, all' uso
ci E" a' Duc' di tuie' tempi. Anche il Nicoletti e) riporta: Et in grazia
de' Longobardi innalz due chiese, 1' una alla Vergine, e
l'altra a S. Giovanni Callista, con un baltisterio di mar-
mo di olio angoli et archi di composilura barbara . Fece
pur anche costruire il palazzo (1) per s e successori
presso la gran chiesa da lui fondata; il quale dur pi se
coli, e venne atterrato nel 1555 per ivi innalzare il nuovo
'luminello alla porta del cimitero, ma quesl' arco non si trova pi.
fw esisteva ai tempi di Pier Paolo Locatello, nel secolo XVI, a-
'endone egli lasciato questo cenno g), gjsiirtoii.Ant.ee.
(1) La carta. Neil' anno 750 dell' era volgare pare si comm
esse a trovare una carta fatta con cotone pesto e ridotto come
"a pasta. Chiamavasi Carta bombicina, ed era adoperata nel.' Im- , Mot S|0r dL
ptro orientale 1 ). voi. ni pi kb.
(2) Nella serie dei duchi del Friuli posta nell' Appendico del
l' opera M. E. A. del de Rubeis, di seguito a S. Anselmo riscon
tai i nomi di Aristolfo o Astolfo, e quello d' Irprando: ma non
trovando niun' epoca, n alcun indizio del loro reggimento in quel
Ducato, nulla possiamo dire di essi.
204
duca del Friuli ci ignota l'epoca della morie; ma sap
piamo aver egli concorso co' suoi Friulani ncll' esercito Lon
gobardo alla presa di Ravenna fatta dal re Astolfo; ed alle
j)Nicoieuims.cn. ostilit da quello attivate contro il Ducato Romano a).
L'ambizioso Astolfo re de' Longobardi nel 751, o 752,
desideroso di accrescere il suo Regno con ci che ancor
restava in Italia ai Greci imperatori, ostilmente invase l'E
sarcato di Ravenna ed occup quella citt; dirigendo poscia
le sue armi contro il Ducato Romano e le citt a quello
spettanti. Fu un inconsideralo passo l' impresa d' Astolfo
contro il Ducato Romano ; perche necessit lo sviluppo della
crescente influenza papale, che ricorse per appoggio a' po
tenti e trovollo in Francia ; per cui ebbe principio la deca
denza del Regno Longobardo, che vedremo durare ancora
icrr Per pchi anni- b) (*)
752 L'ottimo papa Zaccaria pass a miglior vita il
di 14 marzo, lasciando di s buona memoria. Venne dello
pontefice Stefano prete; ma nel terzo giorno dopo, non es
sendo ancora consacralo, mor. A quesli il Baronio ed il
Panvino diedero il nome di Stefano II ; ma il Sigonio e gli
altri moderni, con pi ragione, perch non consacrato, lo
escludono dal catalogo de' papi. Da li a dodici giorni altro
Stefano di Nazione Romana fu dal Clero e dal Popolo eletto
pontefice, e venne consacrato. Riserbarono a questo, gli altri
vecchi storici, il nome di Stefano II ; e noi col Platina lo
SuSfJiSu?' diremo Stefano III detto II e). Fu uomo di grande merito per
t) Muratori e sop. virt, piet e singolare fermezza d) (2).
(1) Su questo fatto, che viene collocato nel 752 dal Muratori,
egli ci avverte: poter appartenere non senza fondamento all'anno
precedente, e ci appoggiato alle note di un diploma del re Astolfo,
dal quale rilevasi che ai 4 luglio del 751 egli signoreggiava lla-
c)Dito. venna e che Eulicuio, ultimo degli csarchi, era fuggito e).
(2) Il papa Stefano III, detto li, fu il primo che introdusse 1" uso
uniY"Tl*u^p?'m: di farsi portare sulle palle dagli uomini nelle solenni cerimonie I ).
205
I,' Istria in sino a questi tempi dipendente dal Greco
Impero, venne presa da Astolfo re de' Longobardi nel 751
o 752, sicch a quell' Impero non rimasero in Italia, che le
lajune di Venezia, Roma, Napoli con altre citt di quella a) ma, si. r n.
. . 0. ... . ... tol. un. pae. 83-86.
manna, e la Sicilia a) (1).- JnRSom"-
752 Fine dell'Esarcato di Ravenna, il quale, per so
stenere con barbaro fasto e greca fede un vano simulacro
Ji Romano Impero, tribol l' Italia per 184 anni. E con ci
i Greci cessarono di dominare in Roma b). IL^T^'m*!:
752 Il papa Stefano HI, detto II, vedendo i passi del
i! Astolfo innoltrarsi a danni del Ducalo Romano, sped a
lui ambasciatori forniti di eloquenza e di regali per ottenere
la pace, la quale fu conchiusa e giurata per 40 anni. (2)-*-
Non dur essa per neppur 4 mesi, perch Astolfo, rompendo
la Tede data, infest nuovamente i Romani, minacci il papa
e pretese un soldo d' oro a testa da ogni persona di quel
Ducato, protestando di voler sottomettere Roma al Regno suo:
per cui nuovi ambasciatori gli mandava il pontefice, onde pr-
turare la pace; ma nulla ottennero e). e) Muratori e. *.
752 Non picciolo numero di monasteri fondaronsi in
Italia in questi tempi d). <<) Detto.
752 Lo sconsigliato imperatore Costantino Copronimo
iutieri al massimo grado contro le sacre immagini e). e) netto.
753 Continuando le violenze di Astolfo contro il Du
calo Romano, il pontefice in ogni modo cercava ajuto dal
greco imperatore, adopcravasi presso Astolfo, il quale
r*
209
bbc grandi difficolt a superare, perch
onaco, prclcndcva nuovamente al Re-
".orse al pontefice, promettendo d'a-
\ restituzione di alcuue citt non
Il papa energicamente intromes-
%
are al chiostro, ottenne fosse
3
Longobardi la guerra civile:
a) Muratori. Ann.
II' anno susseguente a). d1 Hai. anno T56.
de' Longobardi,
"74 Carlo-Magno
'a corona ed
e) Llrnli. Noi. CU.
T. Ili p. ltt-1-13-
Uuraloricomcsop.
III, del
inca, par-
. di lui fratello,
.aio il contrario partito,
oriio, col nome di Paolo I. Tosto
egli ed il Popolo Romano fermi nella
ri) Muratori e. sop.
-.usa tra lui ed il fratello suo predecessore d). anno 157.
capi della Chiesa non avevano posseduto fin allora veruna sovranit
un sogno di tarda composizione il dono che Costantino fece a papa
Silvestro; ma vero che i papi aveano sterminate possessioni. Ci*
al tempo di Gregorio Magno contavano ventitre patrimonii in Italia,
e varii in altri luoghi, su' quali esercitavano qualche atto di sovra
nit; e sui coloni aveano giurisdizione. Questa donazione di Pi-
. i?viii"pRo-$o pino per li colloc fra i principi della terra d), e couleneva lo se
guenti citt: Ravenna, Rimini, Pesaro, Fano, Cesena, Sinigaglia, Jesi,
Forlimpopoli, Forl, Castel Sussubio, Montefeltro, Acerraggio, Monte
Lucaro, Serra, Castel San Mariano, Robro, Urbino, Cagli, Luceolo.
Gubbio, Comacchio, e Narni; non Roma, che di nome reggevasi
sotto l' imperatore, di fatto da s sotto al papa e sotto il re franco
e) Balbo e. .p. 86. patrizio coli' ambiguo nome di Repubblica romana e). Seguita poi il
Muratori: questo a mio credere il primo esempio di domimi tem
porali con giurisdizione dati alle chiese e a' .sacri pastori, del quale
approfittarono in seguito gradatamente le altre chiese, procurandosi
r) Muratori e. sop. simili signorie f).
JuiI'iiu^h"' (1) Desiderio, dice il Liruti g), non fu duca dell' Istria come lo
209
aspirando al trono, ebbe grandi difficolt a superare, perch
Riieliis gi re, indi monaco, pretendeva nuovamente al Re-
jno. Perci Desiderio ricorse al pontefice, promettendo d'a
derire a' suoi voleri, e la restituzione di alcune citt non
anco adempita da Astolfo. Il papa energicamente intromes
sosi, obblig Rachis a ritornare al chiostro, ottenne fosse
latto re Desiderio, e scans tra' Longobardi la guerra civile:
a) Muratori. Ann.
ma tutto ci dovette succedere nell' anno susseguente a). d' Hai. anno 156.
756 Galla, usurpatore del Ducato di Venezia, venne
orbato e cacciato dal Popolo; e fu posto in quella dignit
Domenico Monegario, coli' introduzione di due tribuni da e-
leggersi ad anno b). b) Dello.
v
210
758 Il re Desiderio non mantiene la parola data della
restituzione di alcune citt al pontefice Stefano: per cui il
suo successore Paolo I si rivolge al re di Francia. Muove
anche grossa armata contro i duchi di Spoleto e Benevento,
i quali, datisi a Pipino, oratigli divenuti ribelli. Passa per le
citt della Pentapoli ed a ferro e a fuoco devasta i raccolti
e le sostanze di quegli abitanti, e cosi de' Ducati suddetti;
imprigiona il duca Spoletino ed assedia in Otranto quello
di Benevento. Poscia maneggia perch il Greco imperatore
spedisca un esercito in Italia, promettendo unirsi a lui per
ricuperargli Ravenna. Si abbocca col pontefice in Roma, ove
pregato di restituire a S. Pietro le citt d' Imola, Bologna.
Osimo ed Ancona, accampa pretesa fossergli prima rimessi gli
ostaggi Longobardi eh' erano in Francia: indi fa delle scor
rerie sul territorio Romano 'e minaccia il Pontefice. - In tale
stato erano le cose in Italia, per cui il papa Paolo I ricorse
nuovamente alla Francia, acciocch con la forza obbligasse
S'iuTSm tT' il re Desiderio al dover suo a).
Giovanni da Trieste, precettore di grammatica, fu fal
lo patriarca di Grado e successe a Vitelliano nel 758 o 759.
iwrt!l!*p.,)'Hc %'. Lo vedremo poi dopo 44 anni di sede aver fine miserando b).
La Famiglia de' Discovertini Aquilejese, nel 758 o
759, si porta ad abitare in Venezia, e viene aggregata a quella
d netto pag. il. nobilt. Si estinse nel 1437 e).
La famiglia Aoldi Aquilejese, V anno 758 o 759 passa
a domiciliare in Venezia e viene aggregata a quella nobilt.
d) Detto tri. g esiinse neI 1432 d).
759 Continuano le doglianze del papa Paolo I al re
di Francia contro Desiderio, e le sollecitazioni onde sia ri
chiamalo al dovere. Pipino per non sped armate in Italia,
bens invi suoi messi per trattare col re Longobardo; e
le trattative efieltuaronsi in gran parte nell'anno sussc-
e (Muratori e. sop. mintilo p"\
anno 159 gULIIU, L). _
i)f.roii.
nciiapile.nona.
*v,
str. 759 Giovanni II vescovo di Trieste f).
*
211
760 Paolo, diacono di Aquileja, fioriva in questo tem
po. Nacque in Forogiulio, o Cividale del Friuli, circa il 720,
da Varnefrido e Teodelinda Longobardi di quella citt;
d'una famiglia agiata secondo que' tempi e quattro et pri
ma stabilita col. Fu accreditato nelle scienze civili ed ec
clesiastiche ed uno dei maggiori ingegni del suo tempo.
Era addetto al ministero sotto il re Rachis; e come si crede
siche sotto Astolfo. Fu intimo consigliere del re Desiderio
e suo cancelliere, e venne tradotto con quest' ultimo prigio
niero in Francia. Ivi acquist la benevolenza di Carlo-Magno,
aa cadutogli in sospetto, venne esiliato nelle isole Diomedee,
ora Tremili, nel!' Adriatico. Fuggi a Benevento, ove venne a-
micuevolmente accolto da Arichi e da sua moglie Adelperga,
figlia ii Desiderio. Allora si fece monaco in Monte Cassino. La
sci molle opere, tra cui la storia de' Longobardi, interes
sante perch unica. Trasse i primi rudimenti delle lellere,
e come credibile nella sua slessa cilt, alla scuola di Fla-
... . . , . ... a) I.inili. Noi. iil.
"ano, il quale a que giorni v insegnava grammatica a). v.wp.ioeaiiaii.
fo pure discepolo di Pietro da Pisa, grammatico famoso,
' di un certo Felice. Paolo Diacono tent pi volle di ri
stabilire 1" indipendenza della sua Nazione dai Franchi. Pare
Ae s' immischiasse in una congiura ordita contro Carlo-
Sagno. Accusato e trailo in faccia ai tribunati, protest non
avergli le sventure della Patria mutali i sentimenti. I giudi
ci lo condannarono a perdere gli occhi e le mani ; ma Carlo-
Magno gli fece grazia dicendo: dove troveremo noi una mano
me quella per scrivere la storia b)? II Diacono, nel Conci- in^OT?!:
'io Lateranense congregalo dal pontefice Stefano III inter
ine col titolo di consigliere del re Desiderio e di Sigualdo
filriarca d' Aquileja, e fu tra quelli che posero in iscritto
terminazioni..... . /-.
di quella universale .
Congregazione e). (1
,,
) <") Martelli. Vila
auira?l063>c<i'e^*:
(2) Intorno agli anni dell' elezione, della sede e della morte di
luesto patriarca, le memorie storiche non ci presentano precisione;
Per le date che abbiamo qui indicato ci parvero le pi esatte.
214
762 Il papa scrisse al re Pipino, facendogli conoscere
come i Greci fossero in movimento e minacciassero di ostilmen
te procedere contro Ravenna ed il Ducato Romano: per cui se
gli raccomandava, disponesse Desiderio a soccorrerlo, e co
mandasse a' Popoli di Spoleto, di Benevento e di Toscana
ftiff.wm' facessero egualmente a) (1).
762 L' imperatore Costantino Copronimo seguita la per
secuzione delle sacre immagini e di chi difendeale, particolar
mente contro i monaci, sino a proibire che nessuno abbrac
ciasse rislituto monastico. 11 papa procura con ogni modo siano
w Detto. rimesse in venerazione, ma i suoi mezzi riescono inutili b).
Sesto, abbazia per monaci di S. Benedetto, con chiesa
dedicata alla Vergine, al Ballista e all'Apostolo Pietro, fu
fondata dai tre fratelli Longobardi Erfone, Anto o Anione, e
Marco, signori de' principali del Friuli e tgli diPillrude moglie
a Pietro duca Friulano. Quest' abbazia ebbe le sue fondamenta
nel loro castello di Sesto, situato sulle rive del picciolo fiume,
un tempo chiamato Ebdago, ora Beghena, non lontano dal
castello di Cordovalo, 6 miglia a levante da Concordia e sotto
quella Diocesi. Fu essa dolala con ampio patrimonio, per
ch, con carta di donazione dell' anno 762, lasciarono i
fondatori tutte le rendite che possedevano in pi di 30
ville sparse nella provincia, e intorno a Seslo tutto il ter
ritorio dal Tagliamento alla Livenza, che oggid contiene
oltre 22 villaggi, e molti altri luoghi nella parte montuosa
del Friuli. L' abbazia di Sesto crebbe poscia in tanta possanza,
per larghe donazioni avute, che contava possesso e signo
ria su pi di 50 castella, senza altri beni, diritti e do
mimi: per cui, non mollo dopo il 1155, essa non riconosceva
che il dominio dell' imperatore, dal quale avea ottenuto la
piena libert ed immunit temporale; come nello spirituale,
( 1 ) Neil' anno 762 Silvestro fu il primo abate di Sesto d). <i) cappelloni, op.
' ' ' CU. voi. IX p. SJ.
ti. Ta?p! sn'im'. naie; *0 di politico e). La regola prescriveva il lavoro di mano a
certe ore del giortio, e l;i pi fiorita agricoltura vodeasi ne' dintorni
de' conventi, i piali erano per lo pi isolali; a certe altre la pia
lettura e la preghiera, che se povert ne< essilava, diminuivasi per
dar luogo al lavoro. Era determinato chi avesse ad obbedire e a
comandare; chi copiar libri, chi predicare, chi vigilare il granajo,
la vendemmia, la cucina, chi accogliere i pellegrini o visitare g' in
fermi, chi intuonare salmi, chi far la scuola. Ne' primi tempi i mo
naci Benedettini vestivano abito quale accostumavasi nel paese ; ma
poscia ne adottarono uno nero e sciolto, a maniche larghe e gran
di, con cappuccio sul capo che terminava in una punta al di
dietro. In sul principio non usavano chiese nel monastero, e le
domeniche ascoltavano messa alla parrocchia : sotto i Longobardi
.il nrnio n sa- Per0 c' e nof0 cne ess' 'e aveano, e tra le altre ne una prova
!'.^g'ik<m" 1* abbazia di Sesto in Friuli d).
I conventi in quei tempi, contro quello che oggi ci figuriamo, di
venivano centri di attivit e asili della libert. Dicono : erano for-
se braccia sottratte al lavoro . Erano forse braccia, io dico, tolte
al delitto e all' assassinio ; e gi gran cosa dee parere l' incatenare
le passioni e spegnere il vizio in tempi in cui non v' avea prigioni,
ergastoli, polizia e l' altro corredo de' Popoli colti, n si credea ne
cessario che il governo intervenisse in tulio, su tutto. Il mondo
non aveva ricoveri, non unione o sicurezza: dove convenire, dove
discutere tranquillainenlc? dove meditare sopra di s e degli alni?
Ed ecco i monasteri offrivano una vita tutta sociale, tutta operosa
per isvolgcre l' intelletto, propagare le idee, discutere, ineditare, i-
struire. Mentre da per tulio regnavano la prepotenza e le spade, cia
scun monastero gelosamente conservava una costituzione sua parli
217
istanze alla Sede Romana per ottenere e corpi e reliquie
di santi; ed appunto in questi tempi gli Annali Ecclesiastici
a ) Muratori. Ann.
annotano alcune strepitose traslazioni a). d'Hai, anno 765.
con S. Michele da una parte, e dall' altra il busto del re, che si
e) Canti e. sonni trovano ne' musei, ma tanto logore che non si pu valutarne il
toI. VII pag. 283. peso. Delle migliori nessuna eccede la met d' uno zecchino e). Il
Liruti asserisce che monete ile' re Longobardi, le quali avessero corso
in Friuli, non ne vide alcuna; ma sapersi esser fatta da loro co
niare moneta in oro, argento e rame seguendo la consuetudine e
l'esempio delle imperiali romane de' bassi tempi, simile all' in
circa alla costantinopolitana d' allora. Quella in oro chiamavasi Soldo,
che dividevano in Semissis ossia la met, e in Tremissis ossia un
terzo. I Tremissis suddividevano in 8 monete d' oro dette Silique,
delle quali ognuna valea la vigesima quarta parte del soldo. Per
le monete poi in argento ed iti rame, nonch riguardo al peso di
d) Llroll. nello mo quelle d' oro, egli non espone che congetture, le quali noi ommettia-
nete tv. toI. unte,
pag. 13 alla 17. mo : ma chi amasse saperle potr leggere 1' opera sua d).
Paravcredi e Veredi suona pubblico aggravio; per il quale
erano tenuti gli uomini delle provinole di somministrar cavalli, tanto
da cavalcare che da soma, per condurre i bagagli, allorch il re
e la sua corte, e i messi regi o conti ed altri pubblici ministri,
passavano per il paese. Sotto i re Goti, Longobardi e Franchi dur
e) Muratori. Disi,
cil.v.lp. ~" quest' uso, e a spese de' sudditi e).
IMansionatico Era questo un aggravio, accostumato an
che ne II' ottavo secolo, che si sosteneva dai sudditi, concorren
do a contribuire le vettovaglie all' esercito regio mentre ritrovavasi
ri Nlcolettl. Vita
di S. Paolino ms. in quartiere. Tale aggravio venne poscia chiamato Stanzia ().
Stratone Sotto il regno de' Longobardi era questo un
uffzio, che consisteva nel servir il suo signore nel salir a cavallo e nel
guidar questo perla briglia, ovunque gli andasse a grado di portarsi. Que
s) Zanetti. Op. eli.
voi. un. pag. 31. st'uffzio si chiamava auche alle volte Equislralore o Protostratorc g)
219
771 - Muore repentinamente ii re Carlomanno in que
sto tempo. Il di lui fratello Carlo-Magno usurpa i suoi Slati ;
e la vedova regina Gilberga, coi due figli superstiti, si ri
para presso il re Desiderio, per timore che il cognato non
Ann.
cercasse privarli della' patema eredit a). S'ilfifuSom!
771 Irene, moglie di Leone IV Augusto, diede alla luce
ud figlio, che fu nominalo Costantino e divenne poscia im
peratore d' Oriente b). b) Deito.
772 Anselberga, figlia del re Desiderio, fondatrice e
badessa del monastero di S. Giulia di Brescia, chiede a Si-
gualdo patriarca d' Aquileja l'immunit da qualunque eccle
siastica servit pel suo convento, il potere di far ordinare
da qual vescovo gli paresse i chierici ad esso servienti, ed
il diritto di eleggere la propria abbadessa dal corpo di quel
l'istituto senza intervento di alcun' altra autorit. E' tutto
ci accordavale Sigualdo col diploma H ottobre del 772
in Ticino, ossia Pavia, mentre trovavasi alla corte del re
Desiderio e di Adelchisio e)' (1).v '
ciLjraii.Noi.cn.
Tot- Ili pag. 81-82.
772 Il re de' Longobardi nelF epoca segnata, perso
nalmente affligeva il Clero ed il Popolo dell'Istria; e face
va che que' vescovi dipendessero dal patriarca d' Aquileja,
Sigualdo, per la loro ordinazione; mentre pe' canoni erano sog
getti a quello di Grado. Per ci Giovanni patriarca Gradese
si rivolse a papa Stefano IV, dello III, il quale scrisse a quei ve-
(2) L' abate Anselmo, gi duca del Friuli, poi santo, probabile
fosse uno di quelli che agevolarono a Carlo-Magno la conquista del
Regno Longobardo, maneggiando presso i suoi congiunti e le fazioni
contrarie al re Desiderio, essendo slato da questo caccialo in esilio, e) Doratori. Ann.
perch contrario alla sua ascesa al trono e). d' Hai. anno 774.
EPILOGO
EPOCA III.
I FRANCHI
OSSA
in uso in Italia in questo tempo, come lo furono per pi secoli e). c) Dcito.
Continuavano pure l' inumano iranico di schiavi conducendoli sino
alla costa settentrionale dell' Africa, sede in allora de' Saraceni.
Erano quegl' iufelici, branchi di prigionieri da guerra che dalle con
trade slave, germaniche ed anche dall' interno dell' Italia si slrap-
farauo, e che, per cavarne maggior prezzo, secondando le voglie
'le' couiiiiiltenti, mutilavansi rendendoli eunuchi. Involavano alle volte
auebe gli uomini liberi e i loro figli f). l.'nSg.M:
guenlc ordinava Carlo si presentassero tulli quei nobili cac
ciatori eoa le vesti adoperate il giorno innanzi, e chiese loro
quale abito fosse pi ulile e prezioso; il suo che costavagli
ai liruu. Noi.cit. un soldo, ed era rimasto bianco ed illeso, oppure i loro,
v. Hip. 1W-H9-
ra kua'i "' comPn. a SI caro prezzo, e che , 11 .. i
am a nulla pi valevano a).
77G Marcario, o Marquard, duca o marchese del Friuli,
si imi .m. k. \. venne istituito da Carlo-Magno nell'anno 776, e successe a
cui Dtti ed appeiiil. ... . , "
tamii, si. unir. Ko(lllrnilflo l I 1 1 l
voi. Vili pag. 3S9. D<"'UU V) yij.
per ogni modo l' animo. Consisteva questo diritto nel far libero in
gran parte dalla giurisdizione del conte quel territorio che al ve
scovo o al monastero spettava, ed in questo 1' autorit del conte
si ristringeva alle sole cause criminali di maggior rilievo. Per
Carlo-Magno neh" 803 dava facolt al conte di ciascuna provincia di
poter reclamare dal vescovo o dall' aliate un reo che si fosse rifu
giato nel territorio immune per giudicarlo. Il territorio che godeva
di questi diritti era esso slesso chiamato immunit. I diritti ebe
altrove esercitavansi dal eonte, nelle immunit ecclesiastiche si
esercitavano da un giudice particolare, che prendeva nome gene
rale di avvocato. Eleggevasi a quest' officio un uomo libero di buon
nome, laico e non chierico, e capace cosi di prestar giuramento
per la Chiesa, e di rappresentare e patrocinare al cospetto del
conte, sedente in tribunale, quegli uomini che, compresi nel terri
torio immune, vi fossero tradotti per le cause gi dette, e riserbale
V.StmlSk, alla giurisdizione del conte d).
Nelle immunit di maggiore estensione questi due uffizii erano
commessi a persone differenti: nel qual caso a colui, che invece del
vescovo o dell' abate esercitasse la giurisdizione del conte, veniva dato
il nome di Vicetlomiuo o Visilomiii. (vicedominus). Pretesero
alcuni che al vicedomino o vicario del vescovo o dell' abate, fosse
dato anche il nome di visconte proprio del vicario del conte; ma
questa conghieltura appare distrutta dalle parole dell' infaticabile
Muratori.
241
ad un chierico chi fosse? Ebbe in risposta: Carlo primogenito
di Carlo-Magno; ed il patriarca si tacque, e quegli pass ol
ire. Poscia, con comitiva di cortigiani, venne Pipino; ed il
nostro prelato, sapulo esser egli il re d' Italia, lo onor ca
vandosi il berretto ; e quegli senza fermarsi progred. Per
ultimo avanzatosi Lodovico re d' Aquitania, inginocchiossi
all'altare e divolamente preg. Udito il di lui nome, S. Pao
lino alzossi dalla sedia, corse ad abbracciarlo, e quel prin
cipe riverentemente corrisposegli. Recatosi poi il patriarca
all'udienza di Carlo-Magno, gli fu chiesto da quel monarca
quale fosse il motivo per cui crasi egli dimostrato cosi
parziale verso il terzo suo figlio. Perch, rispondevagli
S. Paolino, se Dio vuole che uno di questi abbia a succe
dervi nelP Impero, Lodovico certamente il pi adattato.
E cosi successe come egli predisse a). SiEuESl; m?'
794 Muore la regina Faslrada, donna crudele, Fran
ca di nazione; e Carlo-Magno nell' anno stesso passa a
nuove nozze con un1 Alemanna di nome Liulgarda, da cui
non ebbe figli b). m Detto.
795 Avenluradi famiglia Aquilejese si trasferisce in
(1) Il Muratori pone questo fatto nel 795, non per positiva-
niente; e noi, seguendo varii autori, lo abbiamo Ossalo al 796. Il Li-
roti poi asserisce Carlo-Magno aver disposto del tesoro di Ringo
anche a vantaggio delle metropolitane del suo vasto Impero, tra le
quali furono comprese le nostre due 1' Aquilejese o Forogiuliese, e la
Gradcse. Su ci parlano gli altri storici, ma in diverso modo; cio
die la munificenza di quel monarca le beneficasse alla sua morte,
non gi con parte del predetto tesoro, bens con le proprie prezio
se suppellettili.
243
fesle fu ordinato dovessero cominciare all' ora di vcspero,
o quando suonava il segno, del quale ancora se ne tiene
costumanza ne' nostri villaggi. Fu pure fssalo ordinamento
ai I.irull. Noi. M.
sul pngar le decime (1) o primizie. Il nome de' pre Tijl.llln.9fia5-
Bubcb. M. E. A.
col. 3ff7Muratori.
lati che sedettero in questo Concilio, ignoto a). Ann. anno 196.
(2) Rendiamo attento il lettore che questa data 801 non del
tulio comprovata: nullameno 1' abbiamo posta avendola accennata il
Liruli; per come lui avvertiamo, che i fatti qui annotali potreb
bero essere accaduti in altra data, e forse sotto l' anno 802.
252
802 Nieeforo patrizio e logotetn generale, nomo avaro
e tiranno, si fa proclamare imperatore di Costantinopoli;
rinserra Irene nel palazzo, e con arte ricavatogli ove fosse
il tesoro, in ricompensa la esili in un monastero di Lesbo,
8^SuXK>'r- oggid Metelino, ove nell'anno seguente mori a).
802 Grado viene preso e saccheggiato dai Veneziani,
i quali fatto prigione il patriarca Giovanni, l' uccisero col
precipitarlo d' un1 alta torre. Ci successe perch questo pa
triarca rifiutossi di consacrare Cristoforo Dannalo in vescovo
ste dalla loro posizione. Tale carica, non ereditaria e talvolta neppur
vitalizia, obbligava a fedelt verso il re, ad usare giustizia verso i sud
diti a tenor delle leggi e delle costumanze, a punire i malfattori, pro
leggere gli orfani le vedove, ed a riscuotere le tasse debite al fisco. Di
retta giurisdizione nini ;i vini no essi che sulla citt di loro residenza,
presiedevano ai placiti de' liberi e degli scabini; dirigendo
la procedura e raccogliendo i voti di questi, i quali erano veri giudici;
esponevano il fallo in discussione e le prove; indicavano il tenor
della legge seguita dai contendenti; e definivano la questione che i
giudici doveano risolvere; udita poi la decisione di questi, profferi
vano la sentenza e ne procacciavano I* adempimento. Adunque so
stenevano le funzioni del pubblico ministero e del presidente: ina
il giudizio restava agli seabini eletti dal Popolo fra' proprielarii
del paese, Franchi o Romani, equivalenti ai decurioni degli antichi
i vh'p'.otmw Municipii: che se fossero trovati indegni, il conte li deponeva b).
Molto sminuzzata era la giurisdizione, giacch sotto le leggi ger
maniche pu dirsi che ciascun ufficiale pubblico ne avesse una par
ticella, fin agi' intendenti dei beni regii. Nelle citt e nelle borgate
v' erano vicari! ; nelle campagne centenari! e decani, costi
tuiti sopra un maggiore o minor numero; ma qualora si trattasse
della libert e della propriet de' cittadini, ai conti era serbata la
sentenza. Chi avesse voluto potea richiamarsi, secondo le cause e le per
sone, o alla corte del conte palatino per le meno importanti, o al
re od al suo consiglio ; infine le pi rilevanti recavansi all' Assem-
o neiio P. 3WOT. blea generale e).
Carlo, volendo che la regia autorit fosse presente a lutto, diede
maggior regola, importanza e generalit ai messi regi!, legati
del trono. Ne sceglieva per lo pi due per provincia fra i vescovi,
e gli abati, i conti o i duchi (misti majnres) perch accompagnati
da altri inferiori (missi minores) avessero la suprema ispezione del
l' amministrazione pubblica, la razione d' un messo regio consisteva
253
di Castello di Venezia, bench il principe e doge Giovanni
Galliajo,
*
nonch _ I' imperatore
r
Niceforo gliene
D
avessero fatto )d' lui.
Muratori. Ann.
anno SOI
istanza a). Altri poi dicono essere accaduta 1' uccisione jS^V-^
di questo patriarca per aver egli ripreso il doge Giovanni "' p- 103-
e il doge Maurizio di lui figlio sulle molle loro iniquit bj. bj Muratori e. op.
802 Sinodo provinciale convocato in Aitino da S. Pao-
femmine coli' andar del tempo. A noi pare che veramente fossero
rivocabili in principio; poi, salvo il caso di fede mancata o di de
litto qualunque, fossero a vita reversibili in altri, ma che final
mente la cresciuta preponderanza dei signori sulla regia autorit li
mutasse in possessi ereditarii od in feudi. Cosi il Benefizio intorno
al Xt secolo si chiam Feudo, e siccome i Bcnefizii si davano di pre
ferenza ai vassi o nobili che servivano in corte, o combattevano
presso il re, principi, vescovi, e grandi baroni, col tempo la parola
Vasso e 1 assalto signific beneficiario o feudatario. Sappiamo che
anche il Clero eh' ebbe terre le cambi in BeneOzii per entrar nel-
c) Mois stor cu '* ord'ne politico: poi mut i Benefizii in Feudi per entrar nel-
v. i nag- a-aii! 1' ordine feudale e). Benefizii cbiauiaronsi pur anche le cariche, le
dignit, le collette, le elemosine, le decime e le prestazioni d' ogni
genere. Benefizii in Friuli ve n* erano sino dal tempo di Carlo-
?ii?'iTS.I7f: *" Magno, e il diploma 21 dicembre 8H ce lo comprova d). Vedi a
pag. 2G6.
1/ Erilianiin Era questa un' istituzione Francica, per la
quale ogni uomo libero, sotto il regime di quella Nazione, era te
nuto a prestare il servigio militare. Carlo-Magno impose l' obbligo
del servigio militare, come dissimo, ad ogni uomo libero, ai posses
sori di allodii, o di henelzii; e quest' obbligo fu regolato in ragione
dei loro possedimenti. Anche i possedimenti ecclesiastici vi anda
vano soggetti. Chiunque negava di servire era multalo di 60 soldi,
mentre sotto Botati la multa non era che di 20; e se per caso non
li avesse avuti cadeva sotto la servit del re fino a tanto che avesse
pagato, od altri per lui, questa somma. Chi avviatosi all' esercito
disertava, incorreva nella pena di morte e nella confisca di tutti i
804 La oill di Mantova venne decorata in quesl' an
no di vescovato dal pontefice Leone III, il quale essendo iv
rre Gregorio primo vescovo di quella citt a) (1). dMiT'Inin' Ann.
d'Ila!, anno Mi.
804 Il papa Leone III nel Concilio di Aquisgrana ot
tenne dall' imperatore Carlo-Magno, che le chiese dell' Istria,
sulle quali S. Paolino patriarca d' Aquileja aveva accampalo
i suoi diritti metropolitici, fossero restituite alla sede patriar
cale di Grado, alla quale aveano appartenuto sino dai tempi
della divisione delle due sedi b). ^ mT'ix'p.u1:
805 Giovanni duca dell'Istria, gi mandalo a quel
governo da Carlo-Magno, aggravava di esorbitanti imposi-
chiamaronsi ora bassi, vassi, vassalli, che divisero poi quelle terre
in simil modo ad uomini loro detti quindi vassalli vassallorum o
valvassori, i quali poi suddivisero ancora le terre a valvassini via
via minori, senza che sia possibile determinare a quanti gradi scen-
ifSj'iSgl'iJj.11" desse tale sminuzzamento b).
In tempo di pace i duchi non avevano debito che di lealt; i
marchesi, i conti, i feudatarii, le citt, le chiese, i monaslerii dove
vano inoltre fornire certa quantit di biade, traini, stanze a misura
dei bisogni del re ne' suoi viaggi e permanenza in Lombardia. In
guerra poi si i duchi che gli altri sunnominati, erano obbligati in
proporzione delle loro forze a prestare, oltre al proprio personale
Sh'in^iug0"' servigio, delle milizie fisse e de' cavalieri a tutto loro carico e).
Miglior Carlo-Magno la condizione dei Popoli diminuen
do i balzelli ed assoggettandoli a leggi fisse, e non arbitrarie come
sotto gli antichi feudalarii; alto non solo di giustizia ma di politi
ca, legando in tal guisa e Popolo, e Clero, e Nobilt al sovra
no. Mentre cosi rialzava il Popolo ed abbassava i grandi, pensava
alla buona amministrazione della giustizia, divenula sotto la tirannia
de' conti e signori il flagello del Popolo, tanto pi in quanto clicca
si d' esercitarla all' ombra della legge. Sostenne il contratto fen
dale, stabilendo delitto di fellonia il mancare ai patti in esso
convenuti, primo dei quali era il non abusare dei reali diritti com
messi alla fede dei vassalli, e non in assoluta propriet e dominio
n) Delio w. trasfusi d).
A freno de' feudatari! istitu questo monarca una specie di tri
bunale composto di alcuni individui che si chiamavano inviati
reali, o messi regi; e con ci apri al Popolo un asilo contro la
e) nello pag. 33. prepotenza de' grandi e).
In Italia la suprema podest legislativa risiedeva nel re e nel
gran Consiglio della Nazione (Assemblea generale); il potere ese
cutivo soltanto nel re. Polea, oltre le ordinarie, comandare straordi
narie convocazioni, intimare il servigio ai baroni ed ai vassalli. Que
sti al bisogno conduce va no i loro dipendenti, e cosi i vescovi e gli
abbati; ed i conti anche gli altri uomini liberi che possedevano terre
allodiali. Era principio fondamentale, che quelli che slavano sotto
269
(lume Drava, cos stabilito da Carlo-Magno con la sentenza
16 maggio di quest'anno; onde togliere ulteriori dissensioni
. i v ) l.lnill. Vile ol
ir loro a). 'oi. i pjg. 6.
8ii Tre eserciti vennero ordinali da Carlo -Magno
contro gli Unni e gli Schiavi. Uno di questi fu affidalo al co
mando del nostro duca Cadolaco, che esperto in quella guer
ra, assieme co' suoi Friulani batt pi volte quo' barbari, e
'
271
Popolo elesse in nuovo dogo Angelo Parliciaco, chiamato ila
altri Participazio, nato in Eraclea. La sede ducale, sino a
questo tempo ferma in Malaraocco, venne trasferita in Rialto,
e il novello doge ivi fabbric il palazzo ducale, esistente
ancora a' tempi del Dandolo. E la citt di Venezia veniva
in allora chiamala dal Popolo anche Rialto, e dal clero Oli-
feudale dopo
K
la morte., di Carlo il Grosso scrollava,
, . ' , , i tir \
sfasciava, rove^ a) Moiri. Slor.elt.
sciava ogni cosa, e ci sul finire del secolo IX a). voi. iu pag. tot.
In fondazioni inferiori , ossia sotto-infeudazioni. . Dai
benefizii divenuti ereditarii e convertiti in feudi staccarono spesso i
possessori alcune porzioni che trasferirono in alni col titolo di
Sotto-infeudazioni. Consigli da principio queste trasmissioni
l' ambizione e l' orgoglio, poi la necessit di attendere alle guerre. I
olio-infeudati giurarono ai primi vassalli colle stesse forinole di
lealt e di omaggio come al principe. Queste alienazioni di feudo
non potevano per farsi dal vassallo senza il beneplacito del signore.
Le leggi di Lotario II, di Federico I e di Ruggero in Sicilia s' oc
cupano di questo divieto. Secondo le leggi di Francia, il signore ad
ogni alienazione fatta da un vassallo, aveva diritto di ripigliare il
feudo al prezzo di compra, o pretendere una certa porzione del
valore quasi tassa che a lui fosse dovuta per il mutato possessore.
In Inghilterra le sotto-infeudazioni, perch dannose ni sovrani che
perdevano i diritti di successione, ed altri vantaggi di signoria, fu
rono annullale dalla Magna Citarla b). b) Detto ..i p.Bi.
Vassalli investiti di Feudi I doveri dei vassalli investiti
consistevano, oltre a pagare certe tasse ordinarie ed altre straordina
rie, che si dissero Aiuti, anche nel non divulgare i fatti del signore,
nel manifestargli le insidie che si tramassero contro di lui, nel
non offenderne il letto, la dama, la famiglia in tempo di pace; nel
seguirlo in tempo di guerra iu ogni ventura guerriera a proprie
spese or per venti, or per quaranta giorni, secondo l' estensione
dei feudo, a prestargli il cavallo se venisse a perdere il suo, a non
abbandonarlo per qual si fosse causa, a darsi per istatico in sua
vece, se mai egli venisse ad incappar in mano dei nemici e). c) De" * 2i5
Oltre a quello che abbiamo riportato sotto 1' articolo Investi
tura (Vedi a pag. 270), diremo, che 1' investiture de' Feudi
davansi con varii simboli, cio colla tradizione d' un bastone, di
una coppa d' oro, di un ramo d' albero, ed altre simili cose, che
si mettevano nelle mani dui nuovo vassallo. Ma allorch si trattava
de' maggiori fendi, davansi queste per lanceam el confanonum, nella
qual congiuntura il vassallo prestava il giuramento di fedelt che ,,, ,., Ann.
tuttavia si pratica d). . i i'pJJmh xi
272
vola o Castello, perch il vescovo di essa abitava nella parie
a) Muntort. Ann
d' lui. uno SII. cosi denominala a).
811 Carlo-Magno in sul principio di quest'anno, se
pur non fu sul fine del precedente, rimanda a Costantino
poli l'ambasciatore di Niceforo, e seco lui invia col i suoi
ambasciatori, cio Aitone o Azzo vescovo di Basilea, Ugo
conte di Tours, e Aione ossia Agione Longobardo del Friuli ;
(1) perch quel saggio monarca distribuiva gl'impieghi
yi onorevoli della corte e del Regno non solo a' suoi, ma
b) Detto Irl.
anche a' Longobardi ed agi' Italiani b).
811 Malfermo in salute, l'imperatore Carlo-Magno fece
nell' anno presente una specie di testamento contenente il
modo di dividere i suoi tesori in limosine alle chiese (2)
Pose rimedio alle triste arti con cui alcuni traevano i beni alle
chiese, o li disperdevano a vantaggio delle proprie famiglie, o li
volgevano a destinazione diversa della primitiva. Provvide che i
[>i \ <> i non donassero a scapito degli eredi ; imped d'assegnare a'
bici i patrimonii ecclesiastici, se non a titolo precario, e questi
pare a palio che gli utenti pagassero doppia decima, e con
servassero i monumenti del culto.
Protettori ufficiali delle chiese furono costituiti i conti, per cui
istanza vediamo confermati o resi i diritti ad una quantit di mo-
aasterii. Anche dei messi regii uno per lo pi era ecclesiastico,
siccome richiedevano le attribuzioni politiche assegnale da Carlo a
ciascun vescovo.
Andando la Giurisdizione annessa al possedimento delle
terre, il Clero la esercit sui possedimenti suoi non altrimenti che
i vassalli u' loro feudi; e perci alle donazioni solevasi annet
tere l' immunit, per la quale verun giudice regio sopra i domimi
ecclesiastici potesse fare alto d' autorit.
Carlo assod la Giurisdizione Canonica estendendola fi
no ai casi di sangue ; nessun cherico poteva essere sostenuto senza
avvisarne il suo diocesano; ai vescovi spettava l'inquisizione anche
dei gravi delitti commessi nelle loro diocesi. Gli avvocati delle chiese
almeno una volta l'anno tenevano placito in una delle citt da quel
le dipendenti, e vi rendevano giustizia assistiti da probi uomini.
Per tale Giurisdizione venne la Chiesa a penetrar pi sempre
nell' interno delle famiglie per le cause di matrimoni! e di testa
mento; e ad aumentar grandemente di possessi, attesoch molli
secolari le sottoponevano i proprii beni onde godere di quella. Impe
rocch quando i codici erano dettatura de' barbari, ed applicali da
gente rozza e passionala, pareva un oro il diritto canonico, e i
Tribunali 1 escorili, regolari nelle forme, stabili nel diritto,
iure vano di lunga mano le corti dei conti, pi ignoranti e corrotti.
Ma poich a questo modo il (riero restava sciolto quasi da ogni
iHpendeu/.a verso lo Slato. Carlo-Magno con ispeciali raccomanda
zioni frenava I' eccedere della concessione generale. Nel Concilio di
Francofone fu dato ti' appellarsi dalle curie vescovili al re, sebbene
18
274
811 Niceforo imperatore, indegno dell' augusta dignit,
venne ucciso iu una battaglia contro i Bulgari il 25 luglio.
Il 2 ottobre gli successe il buon Michele Curopalala, ottimo
d\i."no'ji,.n- "e' costumi e ragguardevole per insigni virt a).
812 Carlo-Magno, gi avanzato negli anni e con sa
lute mal ferma e desideroso di trasmettere al figlio Lodovico
pacifica e senza nemici la Monarchia, accolse gli ambascia-
c) Zanetti iM Ben.
vennero poscia chiamati Saraceni e), appena stanziati nelP Africa si
diedero a tribolare l' Italia. E le cronologie che mettono all' anno
G52 la morte di Maometto, e nel 662 la rovina di Cartagine ope
rata dagli Arabi, segnano pure al 669 la prima loro discesa in Si
cilia. Trascorse poi un secolo e mezzo, nel quale periodo spi tra
d) Traini unlT. v.
V pag. Ita. vagliarono la Sardegna e la Corsica d). Questi Popoli dividonsi in
due principali classi, cio in stanziati e coltivatori, in nomadi e
pastori. Gli ultimi sono predatori per indole e per antichissimo a-
e) nulo voi. I pag.
bito; n possedono che alcune mandre e le armi loro, colle quali
SO*. mettono a tributo i Popoli vicini e le carovane e). Focosi come il loro
cavallo, sobrii come il cammello, superstiziosi, sanguinarli, generosi ed
ingordi di storie e di avventure. Religione la vendetta che tra
passa in eredit, e vile chi perdona ; talvolta accettano il compenso
del sangue, pi spesso puniscono l' innocente pel reo. A queste rap
presaglie d luogo fra' privati il minimo insulto recalo ad un onore
delicatissimo. Come senza piet nella vendetta, cosi sono senza li
miti nella riconoscenza; e il servo al padrone, il figlio al padre, il
dipendente al capo professano cieca sommissione. L' ospitalit e la
sobriet sono loro caratteristiche, come la predilezione e le cure
per il loro cavallo e per il loro cammello. Oziosi, gravi, solinghi, se
si uniscono diventano vivaci, ballonzani, armeggiano, improvvisano;
sono probi e fedeli alle promesse, e possedono una lingua armo
niosa e poetica. Ogni uomo pu menare di molte donne, bench
generalmente si accontentino di una o due al pi,- che possono ri
pudiare a talento. 11 nome di Saracini, secondo la varia pronuncia,
f I rjnlii. St. imlr. significa orientali, adri o palafrenieri. Probabilmente erano gli abi
Rar rol. Vili dalla
pag. " alla 11. tanti Sciatta o del deserto Sahara f).
fr# (1) Il Liruti riporta, che Massenzio patriarca d' Aquileja nel 813
recttssi in Verona a consacrare la chiesa di S. Giorgio di quella
citt, e che in tale incontro Rotaldo vescovo di col gli fece
cessione della superiorit del Capitolo di canonici di quella chiesa.
277
813 Leone Armeno Tiene proclamalo imperatore di
Costantinopoli, e Michele co' suoi figli astretto ad ab
bracciare la vita monastica a). d"^,mU?n'
813. I Mori di Spagua, corsari di professione, invadono
l'Isola di Corsica ed esportano grandiosa preda. Ma Ermin-
gardo conte di Ampuria, attesili al varco sotto Majorica, ri-
In altro luogo poi b), e nell'anno stesso, parla di tale cessione; 01!')'^!!:!)!'''
Dia la dice del Capitolo di S. Maria in Organo di Verona. Non pare
probabile clic di due Capitoli abbia in allora fatto cessione il ve
scovo Rotaldo, bensi di uno; e noi basali al documento inserito
nell'opera del de Rubeis, M. E. A. col. 404 e 405, abbiamo ripor
talo quella del Capitolo della chiesa di S. Giorgio e non altrimenti.
I Canonici Fin dai primi tempi alle cattedrali erano ad
detti sacerdoti che formavano un Collegio; vivendo coi beni della
chiesa, ed assistendo il vescovo nei misteri e nei sinodi. Nel Con
cilio di Laodicca del 5G4 si trovano nominali i salmisti canonici,
detti cosi dal canone o catalogo su cui erano registrali. Nel secolo
IV S. Eusebio radun il suo Clero in casa e mensa comune con
regole di vita austera. Il pi aulico esempio eh' io sappia fra uoi
in Como, che aveva canonici nell'803, e nell' 824 S. Giovanni di
Firenze. A Milano s' introdussero solo nel XI secolo, quando si sper
con questo far riparo al concubinato. Le tavole su cui scrivevansi
i nomi de' canonici erano cerale; e da ci il titolo di primicerius,
seeundocerius ec. San Crodegango vescovo di Metz sottopose il Clero
della sua cattedrale ad una regola che prescriveva il vivere comune
in una casa attigua alla chiesa cou voto d' obbedienza all' arcidia
cono; compartendo le ore fra lo studio e la preghiera, e ci nel 760.
Questi sono i canonici, i quali sebbene se ne possa trovare vestigio an
tecedente come abbiamo detto, pure allora soltanto ebbero regola
definita, col salmeggiare in comune, e accoppiando la monastica
forma al vivere secolare. SI ben ne parve a Carlo-Magno, che nel
Concilio d' Aquisgriua le' raccogliere quanto crasi scritto per meglio
dirigere quelle convenienze, le quali ben presto si dilatarono in
Italia ed altrove ; e cosi durarono lin al XII secolo, quando, per
evitare i nati scandali, cessarono dal vitto comune, e ciascuno abitan
do nella canonica riceveva una particolare prebenda. Perch non
faccia meraviglia che il Clero libero si sottomettesse senza contra
lto a nuovi rigori, convien ricordare che i beni delle chiese erano
amministrali dal vescovo, il (piale distribuir a ciascun sacerdote
la porzione che credeva; e poich, cogli spiriti secolareschi intro
dottisi, talvolta i vescovi trascuravano il loro Clero fin a lasciarlo
mancare delle prime necessit, volentieri fu accolla un' istituzione
che assicurava un vivere convenevole ed anche agiato e). S!?v!i'p?i.ni'ii
278
prende ad essi olio delle loro navi, per cui 500 Corsi pri
gionieri su queste ottengono la libert. Inaspriti i Mori, si
vendicano su Civita-vecchia, allora Cento Celle, e su Nizza di
Provenza che rimangono desolate dal loro furore: poscia ten
tano uno sbarco in Sardegna, ma respinti sono costretti alla
"iMlranuosr fuga con la morte di molti dei loro a).
815 Carlo-Magno, convocata in Aquisgrana una Dieta
generale, conferisce, assenziente quella, il titolo d' impera
tore al figlio Lodovico, e lo dichiara suo collega nell'Im
pero e nei Regni. Fu quindi fra liete acclamazioni coronato
con la corona d' oro , che il padre ordinogli prendesse dal-
bj Detto. l'altare e se la ponesse in capo b).
814 L'imperatore Carlo-Magno, nel giorno di sabato
28 gennajo, in et di 71 anno, dopo aver languito alcuni
mesi, spir. I posteri unanimi a dargli nome di Magno, mille
anni di storia empiuti delle cose bene e male creale da lui,
le voci del Popolo, e la poesia che lo cantano fanno di que
e) nono inno 8U
sto monarca tali lodi vere, che farebbon tacere anche uno
rouS'wi storico retore o panegirista e).
814 Lodovico imperatore figlio di Carlo-Magno, detto
dagli uni il Pio, dagli altri meglio il Bonario, incominci a ini-
d)Mk> e. . pag. periar solo su lutto l'Impero, tranne l'Italia eh' era di Ber-
S!"tC'p!'. nardo re d), e regn anni 26 e). Dando adempimento all' ulti
ma volont del padre conferm le giurisdizioni che da Carlo
e antecedenti sovrani erano slate concesse a' monaci di S.
UJt^Sfw.0*" Benedetto, fra le quali fu in Friuli il castello di Sesto f).
814 L'Italia sotto il re Bernardo godeva ottimo go
verno ; al cui ben essere cooperavano i consigli di Adalardo
abbate di Corbeja, e di Walla suo fratello, discendenti diilla
famiglia imperiale, perch pronipoti di Carlo Martello. Ma
i maligni screditarono il re ed i suoi consiglieri presso Lo
dovico il Bonario ; per cui perseguitali, ritirossi l' abbate al
suo monastero di Corbeja, Walla si f' monaco nel medesi-
i5lBllfrt*'**' mo d) e Bernardo vedremo aver line miserando.
279
810 Il papa Leone III cessa di vivere I' 14 giu
gno o in quel torno; fu gran erettore di chiese e targo be-
nefattore delle medesime. In questo pi che in altro sfog
giava, in que' tempi la divozione dei cristiani. Gli succes
se Stefano V, detto IV, diacono della chiesa Romana, uomo
pio e di vita veramente ecclesiastica a). d'ii"!'^ **.
817 Il pontefice Stefano V, detto IV, muore nel di 24
gennajo, e viene eletto al papato Pasquale, Romano di
nascita, le di cui virt Io resero degno di lode. Fu egli con
sacrato nel giorno 25 del mese stesso b). bjDwioimionn.
817 Le controversie pe' confini della Dalmazia cre
scevano tra i due imperatori d' Occidente e d' Oriente, per
cui il Greco sped Niceforo suo inviato in Aquisgrana. Que
sti dovette attendere col la venula di Cadolaco duca o mar
chese (1) della Marca del Friuli (che comprendeva anche
la Lihurnia, l'Istria e la Dalmazia Francese) al quale spellava
la cura di que' confini, e che Lodovico imperatore voleva
presente. Giunto, e conosciuta necessaria l'ispezione dei sili.
In Cadolaco col greco ambascialore inviato in Dalmazia uni
tamente ad Albigario nipote di Unroco ( probabilmente uno
dogli antenati di Berengario re d' Italia ), ed ivi accomoda
rono pacificamente quelle vertenze, accordandosi ne' confini
gi stabiliti per lo innanzi, cio restando la Dalmazia marit
tima all'imperatore d'Oriente, la mediterranea a quello d'Oc-
. , . e) Dello iviLiruil
adente e). nlm' TUl' '" v'
817 Siccone, nobile Friulano e della citt di Foro-
giulio, era in quest' epoca principe di Benevento e di Na
poli d). Fu figliuolo di Siccardo e di Avola. Il padre in- ^^'":iC-
corse nello sdegno del re Pipino, e partitosi dal Friuli
(1) In quest' epoca, secondo gli abusi d' allora, che durarono
anche gran tempo dopo, i vescovi, gli abbati, ed altri ecclesiastici
che avevano de' vassalli erano obbligati ad intervenire con le armi
alla guerra; quantunque i pontelici ed i Concilii movessero forti
lagnanze, e Carlo-Magno avesse promesso di esentarli dalla mede-
f) Detto. sima f).
'287
il monarca lo rimise al ponleiice Nomano siccome giudice
competente per lui. Il Dandolo poi porla, die questo pa
triarca dopo un1 instabile vita mor in Francia; lasciando per
testamento alla Chiesa di Grado molti ricchi arredi acqui
stali nelle sue varie vicende a). 5'iolllnno sa'"'
824 Venerio, nato in Rialto, successe a Fortunato nel
Patriarcato Cradese, e fu egli che rifabbric in Grado molte
chiese cadenti per la loro antichit h) (1). t) Detto.
825 Gli ambasciatori de' Bulgari recaronsi in Aqui-
sgrana presso V imperatore Lodovico, onde por fine alle di
spute de' confini fra la loro Nazione ed i Franchi. Da ci
pare che i termini del dominio Franco si estendessero ben
olire nella Pannolini, mentre giungevano sino alla Bulgaria.
Tuttavia potrebbe essere che que' Popoli occupassero al
lora pi vasto paese che la Bulgaria moderna da noi conosciu
ta, e potessero anche siffatte liti essere accadute dalla parte
della Schiavonia. Rispose 1' imperatore con sue lettere al re
de' Bulgari, n successe in allora alcun accordo fra loro e). e) Detto inno sb.
825 Circa questi tempi, cosi il Dandolo, i dogi di
Venezia spedirono Giusto prete loro legalo, unitamente a
Pietro diacono di Venerio patriarca di Grado, agi' imperatori
Lodovico e Lotario, ed ottennero la conferma delle esenzio
ni de' beni spettanti alla Chiesa Gradese nel Regno d' Italia d). ) <>
826 A Balderico duca o marchese del Friuli, e a
Geroldo conte della Carinlia, fu da Lodovico imperatore in
viato Bertrico conte di palazzo, con ordine d' informarsi se
la sparsa nuova della morte del re de' Bulgari fosse vera ;
ma la si trov falsa e). e) netto un *
^
289
zione, ascese al trono Pontificio Gregorio IV parroco, ossia
cardinale di S. Marco, personaggio pio, caritatevole, e for
nito di molli pregi a). SfittSiS*-
827 Mancalo a' vivi in quest' anno Angelo Particiaco
o Parlicipazio doge di Venezia, Giustiniano suo figlio, molto
tempo prima dichiaralo doge, continu a governare, ed
ottenne dal Greco imperatore Michele Balbo il titolo di con
sole imperiale b). *) >*ii-
827 Massenzio patriarca d' Aquileja, bramando ridurre
all' antica obbedienza della sua Chiesa quella di Grado e le
altre da lui dipendenti, appoggiato da papa Eugenio e dai
regnanti augusti, ottenne fosse convocato in quest'anno un
Concilio, o Sinodo, di molti vescovi nella citt di Mantova.
Ivi, discusso sulle differenze di primazia Ira i patriarchi iF A-
quileja e di Grado, ebbe sentenza quale egli desiderava,
cio essere il Patriarcato Aquilejese V antico ed il metropo
litano, matrice la Chiesa di questo, filiale la Gradese, fosse
deposto Venerio patriarca di Grado, e divenissero soggetti
alla Chiesa d' Aquileja tutti i vescovi dell'Istria e). (1) '.gTwwm:
Ma dopo lutto ci continu egualmente a sussistere il Pa
triarcato di Grado d). ) ir' .
828 La Monarchia Francese non pi retta da un
Carlo-Magno sentiva gli effetti della sua decadenza. In Ca
talogna l'armala imperiale inviata contro i Mori compor
tassi vergognosamente. Altrettanto quella d'Italia, nella Pan-
nonia o Carintia, diretta contro i Bulgari, i quali danneg
giarono gran tratto di paese di ragione dell' imperatore sen
za resistenza, senza conlraslo. Perci il monarca Lodovico
nel febbrajo di quest'anno tenne in Aquisgrana grande Dieta
gli officiali dello Stato die sotto nome di duchi, di conti, di mar
chesi o margravii conducevano le forze annate, o facevano la giu
stizia, o percepivano le entrate del re, o tutelavano i contini,
ottennero che questi loro titoli, i quali esprimevano pubbliche man
sioni, funzioni, si tramandassero con le l'unzioni stesse ed i luoghi
dove si esercitavano nei loro figli, e cosi diventarono possedimenti
di famiglia. Ne furono pochi quelli che per non stare a chiederli
al sovrano li tolsero da s, e in quel disordinameulo universale si
arrogarono diritti che niuuo poteva o voleva loro impugnare. Altri
conservarono eziandio il titolo, dopo aver perduto il posto, o lo
presero prima di averlo ottenuto; e cosi si vide un maggior numero
di titolali che di ufficiali realmente in funzione. E i re che final
mente non avevano altro da dare, e nulla potevano ritogliere, non
furono pi obbediti da questi vassalli, poich n timore, n spe
ranza li faceva pender da loro. Carlo il Calvo nell'anno della sua
morte aveva approvata 1' eredit delle contee, e quella dei
fendi esisteva gi. I conti Uno allora magistrati ammovibili si
fecero sovrani ereditarli, ciascuno nel suo distretto, nella provincia
die amministrava e). ni
ili pa?. SS)-7-
WS-103.
(I) Neil' 875 questo Berengario nostro duca, si uni anche con f ) MurntnrI e. s op.
Carloinanno contro Carlo il Calvo f). Smio'st;.'
(*2) Non veramente chiaro come passassero le cose in quesli
movimenti per la successione dell' Impero e del Ilegno d' Italia, al
310
875 Valperto patriarca d' Aquilcja, successore di Lupo
o Lupone, era in sede in questo tempo, avendo pur egli
accompagnato V imperatore Carlo il Calvo per la sua inco
ronazione in Roma avvenuta nell' anno 875. Valperto era
uomo zelantissimo per i diritti della sua Chiesa, e le pro-
ai Uniti. Nnl. cit. , . ci i c\n etri
uH.niu.aB, 211, cui-o ed ottenne molti vantaggi. Sedette anni 26, o 27 a) e
bi i^i.pciioiti. i.e mori non prima
eh. ce. v. IX p. 139. r
del 902 b).
' ,
La Chiesa e Vescovato di Como a tempi di Valperto
e) Rilhcis. Jl. B. A. patriarca dipendevano dalla sede Patriarcale Aquilejese e).
cui. (SI.
875 Carlo il Calvo re di Francia, dopo aver con gran
di promesse lusingato il giovane Carlomanno, tenuto abboc
camento seco lui sul fiume Brenta e conchiuso una tregua
sino al maggio, ottenne si ritirasse in Germania, ed egli
pass a Roma, ove fu incoronato imperatore dal papa Gio
vanni Vili, nel giorno del S. Natale, dopo eh' ebbe fatto molli
<i} Muratoti. Ann.
il4 Ila! unno 875. doni alla Chiesa di S. Pietro d).
876 Nel febbraio di quest' anno, dopo il ritorno da
Roma , P imperatore Carlo il Calvo convoc in Pavia la
Dieta del Regno d' Italia, a cui intervennero dieciotlo vescovi,
a capo dei quali era Ansperlo arcivescovo di Milano, dieci
conti e Bosone fratello di Richilda imperatrice. Questi so
lennemente elessero in re d'Italia l'imperatore Carlo il
e) Dello anno S"8. Calvo e) (1).
876 Muore Lodovico re di Germania, lasciando super-
sliti i tre suoi figli Carlomanno, Lodovico II e Carlo chia
mato il Crosso. Le virt di questo re resero benedetta la
tale argomento nell' epoca II, (V. pag. 189). Ci noto soltanto, che
i nostri Friulani, come ne' secoli passati, commerciavano co' Vene
ziani; che l'apertura del porto di Pilo accenna al loro commercio
per la parte di mare, siccome da quella di terra lo faceano con la
Carintin e con la Germania. Gli oggetti poi che a' esportavano
erano, grani, olio, vino, lane e legna ; e s' introducevano stoffe, aro
mi, sale, pelli, ferro ed altro.
L' agricoltura in Italia in quest' epoca III Miglior for
tuna e maggior quiete godettero g' Italiani sotto il dominio de' Fran
chi, di quello che a' tempi de' Longobardi; per cui credesi aumen
tasse la popolazione nelle citt e nelle ville, e la fertilit nelle col 1)1 Muratori. Din.
tivale campagne b). Ninna particolarit intorno a quest'arte necessaria Clt. .Ip.B0
1 p. 0-231.
ci fu dato di raccorre in aggiunta a quanto da noi fu detto nell'e-
fioca li (V. pag. 190) ; ma rileniamo aver essa progredito, come
a vedremo decadere sotto i Berengario Soltanto annotiamo, che
l'albero Moro o Gelso, era coltivato in Italia; non sappiamo
per se con esso nulrivansi i bachi da seta e). c)Dello. DIss.XXV.
i w
318
ai Muratori. Ann. le" gli successe ; riunendo cosi, oltre Italia, anche lulla Ger-
d' Hai. anno (8 .. ... ,
Balbo, sior. unir, mailUI SOllO II SUO doillllllO a),
v. un. p. 103. '
882 Il papa Giovanni Vili muore in qucsl' anno il
w Muraiori e. sop. 15 o 16 di dicembre, ri si crede per morie naturale b).
anno Si. I '
Pontefice pi debole de! suo antecessore, si lasci illudere
da Fozio patriarca, e smuovere in punti di disciplina : inlri-
i
(i) Al nana1 11.Adriano
1
III 1 s'attribuisce
nn decreto die esclude
t* \ w t
, . . . .
p) Canti! Pt. uni*.
1 imperatore
ili. .
dall
-
elezione
,
de
j
pontefici
i\
e); il Muratori pero lo pone
*
tue. v. ix p. 2.17.
h) Muratori. Ann.
111 dubbio, ne vi presta credenza li). d'iui. anno sst.
Placiti, in -.
Ialino Placis, vocabolo cosi detto,. dal placitar le. ilei
') i*ni rcr.
cause -\
...
1). 1I piacili
Reiterali erano una sorte di giudizio . ,r . . Friuli .(liii-rra
in cui neio.F.v.viip.91.
si amministrava al Popolo la giustizia e si decidevano le liti. A une
nti era invitato tulio il Popolo, perdio ivi si portavano le cause e
le accuse si esaminavano, si ponderavano e si decidevano. Quivi e-
'21
( 1
522
885 V imperatore Carlo il Grosso, attesa la morto
immatura di Carlomanno re di Francia successa nel prece
dente anno, viene scello dai primati Francesi a loro re.
Cos questo monarca riuni in s l' intera Monarchia di Carlo
Magno; ma fu ben lungi dal possedere la mente ed il va-
a) Muratori. Ann. i j#
d'iui. anno W5. lore di quel1 sommo a).\
EPILOGO
EPOCA IV.
(2) Non sappiamo invero combinare il qui esposto dal Liruti, con
quanto asseriscono il Mois ed il Muratori, come riporteremo anche
rj Delio nag.i. alla sua epoca f), cio aver Arnolfo re di Germania nel 895 dato
il Ducato del Friuli ad uri Gualfredo, il quale erasi ribellato n Be
rengario , e che questi lo reggesse per poco, venendo a morie
*hell'89t.
551
calo del Friuli e fece la sua residenza in Verona. (I)
Molti condottieri d' armi, e tra essi alcuni vescovi (2)
accorsero in ajuto di Berengario co' loro armigeri e forma
rono parte del suo esercito, cio un Gualfredo, ch'era o fu
poscia creato marchese del Friuli e conduceva seco 5000
Friulani ; Uriroco e due suoi fratelli figli a Suppone fu duca
di Spoleto; Leutone e Bernardo fratelli; un Alberico; in
fine un Bonifazio , un Berardo , un Azzo feroce, ed un 01-
rico, che era o fu poi marchese e signoreggiava presso l' A-
drialico, de' quali non sapremmo per indicare le citt o
i . . a) Muratori. Ann.
luoghi a cui appartenessero a). <mJ. annosa.
889 Circa a questi tempi cominciarono a conoscersi in
Germania ed in Italia gli Ungri, o vogliam dire gli Ungheri,
Nazione barbara e crudele, da cui tra breve vedremo deso
lata l'infelice Italia b) (5). bj Detto.
cilio fuorch quello dei carri coperti nei quali chiudeva le mogli ed i
figli; combatteva su piccioli cavalli infaticabili e sobrii; andava arma
to alla leggera con archi e freccie, e non era meno formulabile quan
do fuggiva che quando assaliva, e superava, s' possibile a dirsi,
gli slessi Normanni in ferocia e crudelt. Facea la guerra scorraz
zando il paese a piccioli drappelli di cavalleria leggera, senza darsi
uiai un pensiero di difendersi alle spalle, o di assicurarsi la comu
nicazione col grosso dell' esercito. Non si dava briga neppure di ti
rarsi dietro vettovaglie, o foraggi, di cui si provvedeva con la pi
audace violenza dovunque capitava. La rapidit delle sue mosse (la
vagli infinito vantaggio sulla cavalleria pesante dei gentiluomini e
sulle milizie a piedi delle citt ; e siccome era suo scopo precipuo
il rubare, non il combattere, cosi evitava per quanto poteva lo scon
tro coli' inimico. Non avendo altra patria che il suo accampamento,
invece che ritirarsi al cospetto di forze superiori, avanzava il nemico
in celerit e si portava a rovistare le provincie, le quali avrebbero
dovuto contrastare. N i re in Italia, u i grandi signori avevano
perduto un palmo di terreno; ma intanto di mezzo ai loro Stali un
nemico, che mai potevano raggiungere, saccheggiava ora I' una ora
Soi!"i!*p.s5; Sai ' a'lia lulte 'e Provincie In tal modo V Italia in sul nascere del
ei. ' secolo X era afflitta da questi Popoli e).
Gli Uomini di Masnada erano i soldati o scherani del
feudatario Ciascun d' essi possedeva qualche pezzo di terra e
retribuiva un canone o fruito in denaro o in prodotti al suo signo-
re, coli' obbligo sempre di seguirlo alla guerra, che ordinariamente
sts. lw " "' non lo vincolava per pi d'un mese, o quaranta giorni d). Masna
da, secondo il Fontanini, chiamavasi quella gente di condizione ser
vile, che nasceva o si propagava ne' Mansi , e dicevasi Mas nata,
cio nata ne' Mansi I Mansi dagli scrittori dell' et barbara
furono delti Mussa? , e oggid massari sono detti i coloni, o sian
villici, nome proveniente dai Longobardi Le llasnate adunque
.,
oi _,.,,
Fonlanlnf. -,,
Stor. erano
.,->razze di servi
\ tenute da' lpadroni ne' loro poderi
r sotto la cu
eh. v. uu. p. g e 7. stodia dei coloni e).
333
VI dello V e gli succede nel seggio pontificale Formoso ve
scovo di Porto, dotto ma ambizioso pontefice a). SV. udowi.
891 Pietro doge di Venezia invi a Pavia i suoi amba
sciatori a Guido imperatore e vi ottenne la conferma de' privi
legi goduti dai dogi Veneti sotto gli antecedenti imperatori b). i>) Detto.
892 Il papa Formoso, ad istanza di Guido impera
tore, dichiara collega nell' Impero Lamberto giovane figlio
di quel sovrano, e ci nel febbrajo, o prima del 4 marzo
di quest'anno C). e) Delio anno891
892 Una guerra accanila continuava pi che mai tra
Guido e Berengario in Italia d) (1). djoeito.
893 Peggiorando le cose di Berengario contro Guido,
egli ricorse al re Arnolfo, assoggettandosi pienamente al
medesimo. Perci il Bavaro spediva in Italia poderoso eser
cito sotto il comando di Zventebaldo suo bastardo, che uni
to a Berengario assedi Guido in Pavia. Ma ivi Zventebaldo
temporeggi; e, o fosse compro dall'oro dello Spolelano, o
sempre detestabile la sua memoria : e per cui pag egli ben tosto
il fio della sua crudele empiet; mentre tre mesi di poi, balzato dal
Ram Crm trono e gettato carico di catene in oscura prigione , alcuni giorni
'nnrf.Tlun.p. SSl dopo vi fu strangolato d).
905 altri che lui quivi reggess*?. Riguardo poi all' Istria diremo,
che se quo* marchesi cominciarono in quesl.' anno le loro preroga
tive, non pare che essa fosse passata sotto il dominio del patriar
ca d'Aquileja; a meno che non ve li avesse questo istituiti. Su di
ci nulla ci lasciarono le storie. -
(1) Liulprando ci fa intendere eh' egli allora alterasse le mo-
note mescendovi molto rame f). n cam c.op.n.
(2) Avvertiamo il lettore che il latto delle dicci moggia di danari
e I' imposizione del denaro qui riportata, il Muratori lo dice pra
ticato da Berengario marchese d' Ivrea iteli* anno 947 ; e nulla di
ci attribuisce nel 905 al primo Berengario, che fu poi anche im
peratore.
542
908 - 5 agosto - Con diploma di questa data il re
Berengario concede alla chiesa vescovile di Ceneda il Porlo
I Vcrci. Della Bo- o .. Il I \
aa.str.cron.pM ih Sei inno sulla Livenza a).
909 II re Berengario accorda a Risinda badessa della
Pusterla di Pavia di fabbricare delle castella nelle tenute del
suo monastero a riparo delle incursioni degli Unghcri. Anche
Adalberto vescovo di Bergamo ottenne di poter fortificare
quella citt minacciala da que' barbari. E sotto lo stesso re,
e per eguale ragione, i canonici di Verona concedeltero fa-
\Siumom'' colla di eseguire delle fortificazioni al castello di Cerela b).
910 Anselmo Glorioso conte di Verona ( filius bona?
memoria; (1) Waldariensis Francorum genere) ad i-
slanza di Boriila moglie di Berengario ottenne una corte in
dono da questo re, con diploma rilasciato da Pavia nel di
o Delio inno io.' 27 luglio dell' anno presente e).
910 Muore il patriarca di Grado, e in sua vece ebbe
il) Palladio. Sl.cil. , , . . ,, . ,,
iMn i p. ho. la dignit Lorenzo Maslalilio dj.
910 Gli Ungheri diedero grave rotta all' armata di Lo
dovico re di GeVmania, e sostenuti da fortuna e dalla loro
fierezza irrompevano in ogni luogo. Ma Berengario continuava
IL'tio"' ' "*' a conservarseli amici, e con ci difendeva l'Italia e).
wp. lag. a. ' 9H Taurino vescovo di Trieste f).
911 Manc di vita nel maggio di quesf anno Leone
il Saggio imperatore de' Greci, ed ebbe a successori nell' im
:' ! Malori, r'. sop.
pero Alessandro suo fratello e*" Costantino Porfirogenilo suo
ui!iii. figlio jn puerile et gj.
911 Cessa di vivere il giovane e nubile Lodovico re
di Germania, e a quel Irono viene eletto Corrado duca della
h) Deuo. Francia orientale h).
verito per Santo ; secondo altri, fu egli che fino dalle prime fece
vassalla la corona u" Italia, che dal principio al line Tu il pi gran
Rao ?Tx' sf- chiamatore e soffritore d'ogni sorla di stranieri. Alcuni moderni
Daiiwo.9op.Yio7. poi ne fecero un eroe il' indipendenza Italiana g).
(1) DifTatti antichissimo il diritto di battere moneta ne' dogi
di Venezia ; e dagli atti di questo secolo ricavasi essere gi in uso
( sor' la
juiio'sb0"' Moneta
conceduto un Veneta, ne sussistere
tale privilegio, che Berengario
come fu scritlo II ahliia
e si vuole da alcunoloro
li).
349
Lamberto, circa il mese di giugno di quesl' anno a), ed oc- 3l5ui0nr^m
cupo lullo il Regno b). Sitm*
92G Ugo d'Arles marclicse o duca di Provenza e) C) Muratori e.*.,
vince i Musulmani di Frassineto, e poi li trasporta nella Marca
Trevigiana onde respingere gli Ungaresi die sovente veniva-
do a saccheggiare I Italia d). uni. ?.n.p.s.
928 Il papa Giovanni X nulla ommetleva onde tener
fermi i suoi diritti ed abbassare In prepotenza di Marozia
e del di lei marito Guido duca di Toscana, che cercavano
usurpargli il governo di Roma: ma questa dissensione per
ebbe fine sacrilego. Entrali questi due polenti co1 loro sgher
ri nel palazzo laleranese, trucidarono sotto gli occhi del pon
tefice il di lui fratello Pietro, e poste le mani intorno a lui
slesso, lo cacciarono in prigione, ove mori di cordoglio, o
soffocalo. Fu assunto al trono pontificio Leone VI eletto e
consacralo nel giugno di quest'anno; il quale non dur pi
di sette mesi e cinque giorni e). M8m4.0>"p'
928 Orso li patriarca d' Aquilcja successe a Leone
in questa dignit, ed era in sede nell' epoca segnala. Ebbe
(gli delle concessioni e dei privilegi dal re Ugonc e dal suo
figlio Lotario. Tenne il seggio patriarcale circa tre anni, e
venne a morte nella Citt d' Austria ( Cividule ) intorno al
ll-i r\ f) Uniti. Noi. rlt.
901 t ). v. in p. sso-au.
928 Il re Ugone, da Verona nel di 13 febbrajo di
'Illesi' anno, ad istanza di Orso II patriarca d' Aquilcja, con
cede un diploma d' immediala protezione ed immunit alla
badia di Gazo o Gajo posta sul Veronese g) colla chiesa di r) netto p. a.
S. Maria in Organo, ed il castello di Suregada siluato in
quella Marca, co' suoi abitanti, onori e privilegi h) (1). 5"".?.' *' A'
(1) Romeo a questi tempi volea dire pellegrino, ossia uomo b) MoW Sl(ir Cll
clic andava pellegrinando b). tot in pag. mi. '
Il Clero in Italia nel secolo X Invano avrebbe voluto
il Clero di que' tempi corrottissimi pretendere quel rispetto e quella
riverenza che gli aveauo meritato nei secoli precedenti le sue virt
evangeliche, i suoi sacrifzii, la sua santit, l' esempio d' una vita
pia, operosa, spesa tutta a pr dell'oppresso, del soverchiato. Qual
rispetto infatti meritavano uomini di arrogante tempera, nei quali i
Popoli erano avvezzi da lungo tempo a tener vlto incessantemente
lo sguardo siccome in coloro che dovevano ammaestrarli con la di
sciplina e pi coli' esempio! Prelati dissoluti, vescovi ambiziosi di
mentichi del sublime ministero cui s' erano consacrati, avevano in
vaso con violenza le cariche ecclesiastiche, e a luti' altro tenevano
I animo inteso che alle pratiche o cure paciiiche e solenni della
Religione di cui erano ministri ; uomini cui Dio aveva dato intere
popolazioni da reggere, da confortare .in mezzo a tanti pericoli, a
tante sventure, che solo miravano a soddisfare laide e sozze passio
ni ; uomini che il ben pubblico sempre agli interessi personali ed
egoistici posponevano e). n!""1" * n *'
I Vrscini in Italia nel secolo X erano potentissimi,
e venivauo rispettati pi che noi fossero le gerarchie civili, e ci
per l' indole del loro ministero. Erano polenti [ter privilegi e dona
zioni, ebbero carica di conti, e come tali conducevauo armigeri alla
guerra scambiando il pastorale con la spada d); e la loro podest djDciiup. ios-ito.
era ili lauto ingrandita e cosi influente, che quasi tulle le faccende
e tulle le risoluzioni dei principi e delle Nazioni dipendevano da
loro e). In sul unire di questo secolo, perche salili a inusitata p- pai. ms.
558
per devozione recavansi a Roma, e si abbocc con assai
vescovi, conti e nobili polenti d' Italia. La vigile sorveglianza
di Ugo scoperse questa mena, egli diede severi ordini, special
mente alle chiuse delle Alpi, per l'arrosto di Amedeo; ma
questi mutando modi e vestiti, e tingendo di vario colore i
capegli e la bella barba che allora accoslumavasi, seppe
t'uggirgli di mano, e riporlo a Berengario la descrittiva dello
'm!a!!u6m"' sialo degli animi degl' Italiani a suo favore a), per cui nel
945 vedremo Berengario ritornare- in Italia.
944 Nel di 13 marzo di quest' anno ebbero fine le
differenze di cui abbiamo parlato nell' anno precedente, e
venne conchiusa pace Ira il doge di Venezia Pietro Candia-
(1) Le Torri private de' nobili Delle citt d' Italia non
ilillicile ila credersi possano aver avuto principio in questo tempo
1(75 g). *) "elio aunolTCJ.
380
con Gualdrada sorella di Ugo duca e marchese di Toscana,
che gli rec poderi e servi. Insuperbito, tratt con rigore il
Popolo ed i vicini. In quesl' anno scoppia congiura cunlro
di lui, si difende nel proprio palazzo; ma perch luogo furie
viene incendiato, e con esso si abbruciarono la chiesa di S.
Marco, altre chiese e pi di trecento case. Fuggeudo dal
l' incendio, preso dal Popolo e trucidato unitamente al
l' infante Pietro suo Gglio. Nel di 12 agosto venne eletto
5' iut; r' doge di Venezia Pietro Orseolo personaggio di rara piet a).
97t Sicardo conte ed il Popolo di Giuslinopoli (ora
Capodistria) stabiliscono pace e lega con Pietro Orseolo do
ti Beiu> g di Venezia b) (1).
977 Il deposto duca di Baviera Arrigo II occupa la cill
di Passavia. Vi accorre Ottone II imperatore, Io assedia col
cj Deiio anno 877. e lo costringe a sottomettersi al suo volere e) (2).
977 L' imperatore Ottone II conferma al patriarca Ro-
cron.p. w. '" ' doaldo il vescovato di Concordia d).
977 Rodoaldo patriarca d' Aquileja compra da Vitale
Candiano di Venezia il luogo nell' Istria chiamalo Isola con
tulle le sue pertinenze , ed ottiene da Ollone II imperatore
P. niT'raera: il 17 aprile di quesl' anno il diploma di conferma con do
lsi oLY.' c minio ed ampia sovranit sul dello luogo e suo territorio e).
978 Vitale patriarca di Grado, figlio dell' ucciso doge
di Venezia Pietro Candiano IV, passa in Sassonia e muove
querela presso Ollone l contro gli uccisori del padre. Duolsi
t j Muratori cm l' imperatore per il tragico caso, e trattiene il patriarca nella
a. srw. Palladio \
st e. p. i p. u*. sua corle i )
978 Il doge di Venezia Pietro Orseolo nella notte del
EPILOGO
/
421
M.uco Aurelio e Lucio Vero in A- Mastalitio Lorenzo patriarca di Gra
quiteja 25; fuggono per la peste 25; do 342; sua morte 346.
tiene Imitino da Quadi ed altri Po Mali tnmi i proibiti con persone con
poli 27; li vince 28. sacrate a Dio, o che doceano con
M.uco pontefice romano 48. servare castit 185.
MarcuRiamii Popoli dei-asiano HFria- Matrimonio a' tempi di Carlo Ma
li 24; battuti ne' dintorni d' Aqui- gno, cenni 243.
leja e da' chi 24; cenni su loro 30; Maurizio vescoeo dell'Istria mutilato
incadono il Friuli e lo decattano 60; dagli Istriani 233.
insediano Aquileja ed altre citt 60. Maurizio vescovo di Trieste 2i7.
Marino I pontefice 319; sua morte 321. Mauro [Pieve di S.) donata al pa
Marino li pontefice 355; erroneamente triarca d'Aquileja 382.
detto Martino 355; sua morte 360. Mecczio si fa proclamare imperatore
Marino Contarmi patriarca di Gra 159; sua morte 160.
do 346; paciere fra il patriarca di Medio-Eco, suo principio 84.
Aquileja e la Repubblica di Venezia Mclio 163.
3l; egualmente tra il marchese del Melcniade pontefice romano 45.
l' Istria e la Repubblica medesima Memo Tribuno doge di Venezia 381 ;
354; u morte 364. fa atterrare le case de" Calloprini
Marozia moglie di Guido duca di To e ne imprigiona le mogli e i figli
scana, suo fatto contro il pontefice 388; sua morte 393.
Giovanni X 349. Memorie antiche in gran copia perdu
Martino da Todi pontefice 151 ; esi te in Italia, quando e perch 161.
liato e deposto 152. Merci iiVI lo (S. Maria da) donata
Martino 11 pontefice 319; ossia Ma al patriarca d'Aquileja 382.
rino I pontefice 319; sua morte 321. Messi o Missi, che cosa erano ne'
Martino abbate 145. tempi barbari 158; Messi dominici
Marziano patriarca a"Aquileja 136. 275.
Magnala (uomini di) cenni 332. Metropolita, dignit ecclesiastiaca,
Masselliti o Massellione duca 232. quando ebbe principio in Aquileja
Massenzio vescovo di Giulio Carni- 46.
co 23. Michele Curopalata imperatore dei
Massenzio vescovo d' Aquileja 100. Greci 274; sua pace con Carlo Ma
Massenzio patriarca a" Aquileja 266; gno 274 e 275; viene costretto a farsi
consacra Erulfo in rescovo di Man monaco 277.
tova 286; ottiene la supremazia sul Michele Balbo imperatore 284; chie-
la Chiesa di Grado per definizione de ajutn ai Veneziani contro i Sa
del Concilio di Mantova 289 ; ob raceni 290.
bliga i vescovi dell'Istria a ricono Micliiele (S.) Arcangelo, Abbazia an
scerlo per metropolitano 205. tica in Cervignano 160.
Massenzio Cesare fa coniare moneta Michiele imperatore dei Greci figlio
in Aquileja 45. di Teofilo rimette il culto delle sa
Massiminn imperatore passa l'Isonzo cre immagini 299; viene ucciso 305.
ed assedia Aquileja 3o ; eroica di Militare leva fu attivata rigorosissi
fesa de' suoi cittadini 31. ma sotto Lodovico li imperatore
Massimo Pupieno imperatore in A- 305 e 306.
quileja 32. Milizie Forogiuliesi non combattono
Massimo tiranno assedia Aquileja 63; contro Cuniberto nella battaglia da
se ne impossessa 65; rinforza i passi tagli da Alachi 173.
delle Alpi 65; sua morte 66. Milone conte di Verona 353.
Massimo vescovo d'Aquileja 76. Ministeriali sotto t Longobardi 166.
Massioni e Centenarie beni del Pa Mirionu luogo in Friuli donalo al
triarcato di Grado, ordine a Cali Patriarcato d' Aquileja 375.
sto patriarca d' Aquileja di resti Monacarsi (smania di) quando in
tuirli 191. Italia 203.
4'22
Monarchia (la) di Carlo Magno di Multe (le) come pagavansi in Italia
visa fra' suoi tre figli 260. nel secolo X 354.
Monasteri Benedettini, loro antichit Miituliliiimlo 69.
in Italia 113. Mundio sotto i Longobardi 163.
Monasteri (erezioni di) sotto i Lon Mtindualdo sotto i Longobardi 163.
gobardi 136; non piccolo numero Mundwal sotto i Longobardi 163.
se ne fonda in Italia, quando 205; Muuichi lungobardo, il solo che sal
quando quivi cominciassi a darli vassi net fatto di Ferdolfa cogli
in commenda 303; quando diven Schiavi 178.
nero sentina di vizii 365; quando i Municipii sotto i Longobardi 217.
loro abbati ebbero gli ornamenti Musaici quando ebbero principio 14.
pontificali 376.
Monastero di S. Giulia di Brescia N
da chi fondato 219.
Monastero di S. Maria in Valle in N'arsolo viene in Italia 103; suo go
Cividale, passa sotto la dipendenza verno 105; migliora Aquileja 106.
spirituale di Massenzio patriarca Nat issa fiume, coi diritti su d' esso,
d'Aquileja 291; cenni su questo mo dato in dominio al patriarca d'A
nastero 291 e 292. quileja 351.
Monastica disciplina viene rinnovata Navali Duumviri romani 14.
171; vita monastica, sua influenza Navali forze (le) degl' Imperatori di
a' tempi de' Longobardi 215 e 216; Occidente trascurale 290.
abito monastico, costume di pren Navigli antichi 58.
derlo poco prima di morire, quan Neazio citt capitale degli Istri as
do usavasi 381 ; la vita monastica sediata dai Romani 11.
nel secolo X, cenni 390. Nomasti, ora Nimis, castello, cenni
Monastico ordine di S. Benedetto 157.
quando dita tossi maggiormente 203. Nopoziano monaco d'Aquileja 52.
Monegario Domenico doge di Vene Nicea o Niccta cescovo d'Aquileja 80;
zia 209; cacciato ed acciecato 216. lettera di S. Leone papa allo stesso 81.
Monete coniate in Aquileja sotto i Niceforo dichiaralo collega alt' Im
Romani 84. pero 200; vinto e acciecato 200.
Monete sotto i Longnbardi 217; sotto Niceforo patrizio luogotela generale
Carlo Magno 261; vengono alterate si fa proclamare imperatore 252;
da Berengario 341; antico diritto sua morte 274.
dei dogi veneti di coniare moneta Niceta patrizio con una flotta greca
343. si ferma in Venezia e tratta tregua
Monfalrone, sua Rocca detta Veruca col re Pipino 262.
94; suoi bagni 55. Nicol I pontefice 304; sua morte, suo
Monselice , preso dai Longobardi elogio 305.
125. Nobili sotto i Longobardi 165.
Montagne del Friuli quando passa Nobilissimo, Illustrissimo (titoli di);
rono in potere dei Romani 14. loro importanza nel secolo IX 324.
Monte Croce; strada fatta da Cesare Nobilt antica del Friuli, cenni 178;
vicino ad esso e perch 17. 'la nobilt come compvrtavasi nel
Mnrgliengebio o Morgengb 163. secolo IX, cenni 308; nuovo ordine
Mori di Spagna invadono la Corsica della medesima, quando e da chi
277. istituito 375.
Morosini famiglia veneziana, san ini Nomi, accorciamento e storpiamento
micizia con la famiglia Caloprina d" essi, quando accostumatasi 378.
381 e 38 2; trucida t figli di Ste Norico [tu 46.
fano 390. Normanni l'opali, cenni 263 ; flagel
M uggia o Muglia castello dell'Istria lano la Francia 303; e giungono
dato in dominio al Patriarca d'A in Italia 30 .
quileja 351. Novaziano pontefice romano J2.
423
304; sur differenze con Pietro pa
triarca di Grado 312; sua morte,
Obelerii famiglia 192. suo elogio 316.
Obrlerio Tribuno doge di Venezia Orso fratello di Giovanni doge di
258; riceve la patente di Spatario Venezia, suo collega nel Dogato 323.
imperiale 262; espulso dalli pa Orso II Participazio doge di Venezia
tria 270; decapitato e perch 293. 3i3; costretto a riscattare il proprio
Odoacre 82; tiene in Frtuli e lo de figlio 344; chiede ed ottiene dal re-
rrista 82 ; cenni su d'esso 89; guer Rodolfo la conferma de' solili pri
reggia contro i Rugi 92; battuto da vilegi 34; si fa monaco 352.
Teodorico all'Isonzo 93. Orso patriarca a' Aquileja 255.
Otberto vescovo di Verona, sue diffe Orso II patriarca d" Aquileja 349;
renze con Teobaldo marchese 394. ottiene in dominio il castello di
Olderioo conte di palazzo non si sa Muglia ti eli' Istria 351; e il fiume
se fosse marchese del Friuli o di Nalissa 351.
Milano 344. Osoppo castello, cenni su d' esso 77.
Olimpio esarca di Ravenna 151; lie Ospitale di S. Giovanni in Cividale
ti r ordine il' impossessarsi del papa donato da Carlo Magno alla chiesa
Martino 151. d' Aquileja 250.
Omaggio, cirimonia dell' infeudare Ospitale di S. Maria in Organo di
269. Verona donato alla chiesa di Aqui
Onorio imperatore in Aquileja 69. leja 250.
Onorio I pontefice I3h; sua morte 143. Ostrogoti sotto Vindemiro loro re
Opilergin fora Oderzo) cenni su questa danneggiano il Friuli 81.
citt 21; distrutta dai Marcomanni Ottone il Grande re di Germania 353;
00; distrutta da Attila 79; resi tiene in Italia, sposa Adelaide e si
denza di governatore greco 135; intitola re d' Italia 363; d in feudo
distrutta da Rotori 144; da Gri- a Berengario II il regno d' Italia
moaldo 158; distrutta dagli Ungheri 363; separa dal trono Italico le
337. Marche di Verona ed Aquileja 363;
Organi, loro invenzione, cenni 288. e U assegna a principi oltramontani
Organo C-S. Maria in) di Verona suo 363; distrugge gli Ungheri in Ger
ospitale donato alla Chiesa tXAqui mania 36*; guerreggia contro gli
leja 250; tmmuntt concessa alla Schiavoni 364; spedisce un esercito
chiesa di S. Maria in Organo 349. in Italia a soccorso di Azzo di Ca
Orificeria, arte nobile nel medio-evo, nossa assediato da Berengario II
cenni 374. 366; viene chiamalo in Italia dal
Ormisda pontefice Romano 97. papa e dai grondi 367; fa incoro
Orseolo Pietro doge di Venezia 380; nare a re di Germania suo figlio
abbraccia la vita monastica e di Ottone II 367; srende in Italia 367;
viene santo 380-381. netta Dieta di Milano fa deporre
Orseolo Pietro II doge di Venezia i re Berengario ed Adalberto 367;
393; ottenne grandi conferme 33; sua incoronazione in Milano con
suoi provvedimenti contro il vescovo la corona ferrea 367; passa a Roma
di Belluno e perch 394; Ottone III e viene incoronalo imperatore 367;
gli tiene a cresima un figlio in fa eleggere a re a" Italia Ottone II
Verona 395; gli accorda privilegio suo figlio 367 ; assale i rifuggiti re
e di che 395; si porta con una flotta deposti 368 ; ritorna a Roma e fa
in Dalmazia e questa viene alla deporre il papa Giovanni XII 368;
sua obbedienza, indi comincia ad manda prigione a Ramberga Be
intitolarsi duca di Dalmazia 395 e rengario II e sua moglie Willa 369;
396. assedia Roma e fa che si deponga
Orso o Orseo Ipato doge di Venezia il papa Benedetto V 369 e 370; or
188; viene ucciso 192. dinati gli affari d' Italia torna in
Orso Participazio doge di Venezia Germania, conduce seco il pontefice
424
Benedetta F e lo relega ad Amburgo Ollone duca di Scecia; gli viene dato
371; i sommovimenti lo richiamano il Ducalo di Baviera 381; guerreg
a Roma 372; punisce i facinorosi gia in Italia 383; sua morte 383.
373 ,' sua politila in Italia 37* ; Ollone duca di Franconia padre del
grande concessione da lui falla a pontefice Gregorio V era marchese
Rodoaldo patriarca a" Aquileja 373 delta Marca di Verona 395.
e 374; sua pace col greco impera
tore 377; ritorna in Germania 377;
sua morte 378.
Ollone ][ figlio di Ottone il Grande Pace fra Niceforo imperatore e Carlo
viene eletto a re di Germania 367; Magno 266.
cosi pure a re d' Italia 3B7; iene l'ariano luogo in Friuli donalo al
incoronato imperatore 375 e 376 ; Patriarcato d' Aquileja 375.
sposa la greca principessa Teofania Padova (la Chiesa di) ottiene dal re
377; e ritorna in Germania 377; Ugone la conferma de' suoi beni
governa l' impero e viene chiamato 355.
Ottone il Rosso 378; guerreggia in Paladini (t) 338.
Lombardia contro i figli del re He- Palatinato del Reno quando ebbe prin
rengario II 379; e contro Arrigo II cipio 35.j.
duca di Baviera 379; e lo assoggetta Palazzo di Calisto in Forogiulio [ora
380; viene in Italia 382; si prepara Ci fidale) cenni 194.
per la guerra contro i Greci 382 ; Palazzo ducale di Venezia eretto a
sua ampia conferma al patriarcato Rialto 271.
a" Aquileja della sovranit tempo Palazzo [conte del) cenni 339.
rale sui beni posseduti in Friuli Pandette 101.
382; riunisce una Dieta generale Paolino o Paolo patriarca d' Aquileja
in Verona e perch 383 ; sua gran 106.
diosa donazione al patriarcato d'A- PaolinofS.) patriarca a" Aquileja, cenni
guileja 383 e 38 i; gli viene offerto su lui 229 e 230; ed altro 239 e 240;
a" impossessarsi di Venezia e ne at concitio da lui tenuto in Forogiu
tiva i mezzi 386 e 387; sua morte 388. lio 242 ; viene sollecitato a scri
Ollone III , sua nascita 382; viene vere in difesa della dottrina di Cri'
eletto a re di Germania 383; suc sto 244; sue differenze per giuri
cede al padre e vi governa l' impe sdizione sulla Corintia col vescovo
ratrice Teofania 38; li viene usur di Salzburgo 244; suo sinodo in
pato il Regno di Germania e da Aitino 253; sua morie 255.
chi 389; conferma al patriarca di Paolo cittadino di Concordia 35.
Aquileja i diritti della sua Chiesa Paolo patrizio esarca di Ravenna 188;
392; scende in Italia con fiorilo sua morte 189.
esercito e si trattiene in Ravenna Paolo diacono pontefice 209; ricorre
394; fa porre llrunone nel seggio alla Francia contro il re Desiderio
pontificio 395; tiene alla cresima 210; sua morte 217.
un figlio del doge di Venezia e con Paolo diacono di Aquileja, cenni in
cessione da lui fatta ai Veneziani torno a lui 211; sue opere 212.
395; viene coronalo imperatore in Paul uccio primo doge di Venezia 174;
lloma 395; cosi pure a re a" Italia si procura l' amicizia del re Liut-
colla corona ferrea 395; ritorna in prando 182 ; sua morte 184.
Germania 395; ridiscende in Italia Papal (il) sua influenza nel secolo
per le vertenze di Roma 395; com IX 320.
pone gli affari di Cremona, visita Papessa (la) Giovanna, cenni 302.
Venezia, passa a Roma, assedia Cre l'api, loro elezione 172; indipendenti,
scenzio, lo prende e lo fa morire quando ne fu il primo 190 191 ;
co' suoi complici, e vi ripone in chi fra loro introdusse i uso di
sede Gregorio V 396; va a Gcrma* farsi portare a spalle d' uomo nelle
nia e ritorna in Italia 306. funzioni solenni 204 ; quando co
425
minciarono a prender* altro nome Verninone duca del Friuli 179; alleva
neW assunzione al Papato 365 ; la gli orfani de' nobili morti nel
maggior somma del governo in Ro fatto di Ferdulfo 180; butti: gli
ma e nel Ducato Romano, quando Schiavi 183; fa pace con essi 184;
era in loro mano 205; chiamano i restaura la chiesa di S. Giovanni
Francesi in Italia 206, 207 e 210 ; Battista in Forogiulio (Cividale)
loro dominio temporale, cenni 287; 186 ; fa prigione in .Fucino il pa
toro potere 308; cenni sulla loro ele triarca Calisto 193; viene deposto
zione 336; quando peggiorarono 340. dal seggio ducale 193.
Parlamento del Friuli, da chi vuoisi Persecuzioni a' cristiani 59.
istituito 220. Pertica ( varii beni situati in) ven
Parala o Parato che cosa era 202. gono donati all'abbazia di Ses/o 262.
Paraveredi e Veredi 218. Pertiche lolle, sotto i Longobardi, che
Parenzo [Ch'uso di) nell' Istria, da luogo era 168.
chi consacrata 370. Peste ! Aquileja ed in Italia 24,
Parie antica delle cose del Friuli 103, 108, 120, 121, 158, 170, 202 e
sino all'era volgare 7 alle 19. 321; affligge la spiaggia dell'Adria
Parlecipazii e Badoeri erano una fa tico 124; inperisce in Verona 124;
miglia stessa 354. peste in Germania 366.
Parliciaro o Participazio Angelo doge Pietra Rossa, lago vicino al Timavoit.
di Venezia 271 ; spedisce suo figlio Pietro iS.) /. pontefice di Roma 19.
ambasciatore a Costantinopoli 285; Pietro (5. d' Orio) chiesa in una iso-
u morte 289. letta vicino a Grado 116.
Pasquale Pontefice 279; sua morte, Pietro patriarca rf Aquileja 174.
suo elogio 286. Pietro vescovo di Pola usurpa la Sede
Patriarca (titolo di) quando dato ai patriarcale di Grado 190.
vescovi d' Aquileja 98. Pietro duca del Friuli 203.
Patriarchi d' Aquileja trasferiscono Pietro Diacono, sua donazione all'ab
loro sede nel castello di Cormons bazia di Sesto di beni o cose su
141 ; poscia in Forogiulio 192; di- situate net Vico o Borgo Leproso
vengono la prima dignit ecclesia in Pertica 262.
stica in Italia dopo quella del pon Pietro abbate di Sesto 262.
tefice 369; divengono padroni inte Pietro Tradonico doge di Venezia
ramente del Ducato del Friuli 385. 296; fa ottenere a suo figlio Gio
Patriarcati d' Aquileja e di Grado da vanni di essere collega nel Dogato
qual pontefice furono separati e con 296; arma contro gli Schiarimi per
finati 180. distorli dalla pirateria e fa pace
Patriarcato a" Aquileja, concessioni e col loro principe 296; creato spata-
conferme fattegli dayl' imperatori rio 296; ottiene da Lotario impe
Lodovico e Lotario 295 ; sua po ratore la conferma dell' esenzione
dest sovrana 314; infestato da' Ve dei beni goduti in Italia dai Ve
neziani ne' suoi porli di mare 351 ; neziani 299; cosi pure dall' impe
signoreggia tutto il Friuli 369 ; ratore Lodovico II 303; viene uc
tiene ridotto a Principato e da chi ciso 304.
372; suoi beni fra l'Adda e l'Oglio Pietro Murturio patriarca di Grado
377 ; ampia conferma di sovranit 308; sue differenze con. Orso doge
accordata ne' suoi beni in Friuli di Venezia 312; sua morte ed elo
382 ; ottiene grandiosa donazione gio 320.
383; diviene interamente padrone Pietro Candiano doge di Venezia 323;
del Ducato del Friuli 385. wiuore combattendo contro gli Schia
Pelagio pontefice romano 106. vini) 323.
Pelagio II pontefice 115. Pietro Candiano II doge di Venezia
Pellegrino (S.J Chiesa di Grado 257. 352; sua morte 354.
Pollicele, usavansi molto dal Popolo Pietro Candiano III doge di Venezia
al tempo dei Longobardi 181 e 231 355; inibisce il commercio ai Ve
27'
420
neziani in Friuli e perch 356; ot Podest temporale dei patriarchi di
tiene che sia lutto collega net Dogato Aquileja in Friuli e suo principio
Pietro suo figlio 365; sleale conte 251 ; quando poterono i patriarchi
gno di questo contro il padre 365; chiamarsi principi 294 ; ila chi vie
ita morte 366. ne loro accordala tale podest 314;
Pielro Va mi m ito IV, gi collega, vie conferma dei loro privilegi 314.
ne fatto doge di Venezia 366; rinno- Pola quando fu fatta colonia roma
ra il divieto del traffico degli schia na 16.
ri ai Veneziani 367 ; ottiene dal Polcenigo (castello di) nel Friuli con
l'imperatore Ottone i soliti privilegi cesso alla citt di Belluno e a quel
pe' Veneziani 370 ; ordina che niu- vescovo 370.
no porti armi, attrezzi di guerra Politica di Ottone il Grande in Ita
od altro a' Saraceni 377; sua tra lia 372.
gica fine 379 e 380. Poni e della Livenza ; tedi Licenza e
Pietro Tribuno doge di Venezia 330; suo ponte.
ottiene da Guido imperatore la Ponte di pietra stili' Isonzo ol .
conferma de' soliti privilegi 333 ; Pnnziano pontefice romano 30.
sua morte 343. Popolazione del Friuli sul principio
Pietro sacerdote fortifica, per con del secolo IX come composta 246.
cessione sovrana, il suo castello di Popoli Italiani di terraferma, loro
Savorgnano 345; ne ottiene la giu condizione e loro Stato ne' secoli
risdizione 345. Vili, IX e X 189.
Pielro Hadoero doge di Venezia 354; Porli del Patriarcato d' Aquileja in
sua morte 355. festati da' Veneziani 351.
Pielro Orseolo doge di Venezia: vedi Porlo d'Aquileja 57.
Orseolo Pietro. Porzia e Praia, vedi Ceneda (conti di).
Pielro Orseolo 11 doge di Venezia Poste quando istituite in Friuli 93.
393; ottiene grandi concessioni 393. Pozzuoli), castello donalo a Federico
Pielro vescovo di Trieste 393. patriarca d'Aquileja 345.
Pilo (porlo di\; ne viene concessa l'a Praia e Porzia: vedi Ceneda (conti ii.
pertura a Valperto patriarca a" A- Prebprdiaro, luogo in Friuli donato
qui eja 314. al Patriarcato d'Aquileja 375.
Pini famiglia 233. Pre fello del Pretorio 65.
Pio I pontefice romano era aquilejese, Prefetture abolite in Italia da Clau
cenni su d' esso 23. dio imperatore romano 20.
Pipino re di Francia 206; dona l'E Prescrizione trentennaria attivata
sarcato di Ravenna alla Chiesa Ro sotto i Longobardi in Italia 159.
mana 207; sua morte 218; lascia Pretore spedito dai Romani in Aqui
diriso il suo Stalo fra' due suoi fi leja con un'armata e perch io; ed
gli Carlo Magno e Carlomanno 218. altro 14; uno di questi dimorava in
Pipino re a" Italia, figlio di Carla Friuli e stanziava in Aquileja 14;
Magno, conquista l Istria e ne cac pretore romano in Friuli, cenni ti.
cia i Greci 238 ; sue minaccie e Pretore nella Venezia sotto i Roma
controversie contro i Veneziani 262; ni 10.
vince la flotta greca che gli propo Primicerio Marico contro i Marco-
ne la pace 264; con armata navale manni alle alpi 60.
va contro Venezia e se ne impos Primicerio: questo nome donde de
sessa 264; sita morte 265. riva 132.
Pipino famiglia 192. Primigenio patriarca di Grado l*t;
Piro patriarca di Costantinopoli 144. ha per il primo, tra que' patriar
Piacili, cenni su il' essi 321. chi, il pallio arcivescovile 141 ; i
Platone patrizio esarca di Ravenna sovvenuto e regalato da Eraclio im
148. peratore 141; fa trasportare i corpi
l'Icini (conti di) avvocati della Chie de' Santi Ermacora e Fortunato
sa d'Aquileja 388. 141.
\
427
Procedura criminale sotto Carlo Ma- Rodaldo uccisore di Leone patriarca
yno in Italia, cenni 250. d' Aquileja 346.
Proconsole nella Venezia 14. Rodgando duca del Friuli 227 ; si
Protomartiri W Aquileja quali sono ribella a Carlo Magno e viene uc
20. ciso 228.
Provincia aquilejese quando denomi Rodnaldo figlio di Gisulfo duca del
nassi il Friuli 29. Friuli fugge a Benevento 136; fatto
Provincie sotto i Romani, loro go duca di Benevento 145; sua morte
verno 29. 148.
Pucino castello 193. Rodoaldo figlio di Rotori diviene re
de' Longobardi, e sua morte 151.
Rodoaldo duca del Friuli 109 e 173.
(Inaili Popoli battuti intorno Aqui Rodoaldo patriarca d' Aquileja 368 e
leja e da chi 24 ; battono Marco 369; consacra la chiesa di l'arenzo
Aurelio 27. nell' Istria 370; e le dona Rovigno
Qncslori. loro istituzione 20. 372; grande concessione a lui fatta
Quirino vescovo d Aquileja 39. di beni, castelli, e luoghi in Friuli
da Ottone il Grande imperatore 373
374 e 375 ; in Verona sentenzia a
favore dell' immunit dei canonici
Rarbimbmgbi 245. di quella Chiesa 376 ; in nome di
Radagaiso co' suoi barbari passa per Ottone tiene un Placito in Verona
il Friuli 70. 377; affitta i beni del Patriarcato
Radaldo vescovo di Trieste 330. fra l' Adda e l'Oglio ad Ambrogio
Ragimberlo re de' Longobardi 175; vescovo di Bergamo 377; compra il
sua morte 176. luogo d' Isola nell'Istria 380; am
Ragngna, castello, cenni 173. * pia conferma di sovranit sui beni
Ratcbis duca del Friuli \9Z ; guer del Patriarcato in Friuli 382; gran
reggia con truppe forogiuliesi nella diosa donazione a lui fatta 383; gli
guerra di Liutprando contro i Be viene confermato il vescovato di
neventani e si distingue, e rosi A- Concordia 380.
ristolfo suo fratello 198 ; fatto re Rodolfo 1 re di Borgogna, sua- mor
de' Longobardi 201; sua tregua coi te 343.
Greci 201; fa compilare le leggi Rodolfo II re di Borgogna 343; chia
202; si fa monaco 203. mato in Italia e incoronato re a
Ralerio vescovo di Verona 353. Pavia 346; balte l' imperatore Be
Regi nei io ponte di palazzo, sua mor rengario 346 e, 347; morto il detto
te 280. imperatore ritorna in Italia e la
Regno de' Longobardi diviso fra i fi possiede quasi tutta 348 ; fugge in
gli del re Ariberto, unico esempio Borgogna 348; sua morte 353 e 354.
152; ma durata e numero de' suoi Roga che cosa era 168.
re 223. Romano pontefice 336; sua morte 336.
Religione nella Venezia sotto il do Romanzo idioma 247; cenni 298.
minio romano, cenni 22; olla cri- Romeo, che cosa vuol dire 357.
sliana si concerte Aquileja e la Romilda moglie a Gisulfo primo du
Provincia, quando 22; quando la ca del Friuli, sua azione, sua fine
Religione cristiana si pratic li 130 e 131.
beramente 24 ; la Religione cat Romoaldo figlio del re Grimoaldo
tolica onorata sotto i Longobardi 158 e 160.
136. Konras, luogo in Friuli donato al
Religiose cristiane, loro restiti 56. Patriarcato a"Aquileja 375.
Hisinda badessa della Pusterla di Ilosazzo Abbazia : cenni su d' essa
Pavia 3.2. 246.
Rocche, quando se ne fabbricarono ilntaldn, vescovo di Verona, cede a
molle in Italia, e perch 343. Massenzio patriarca d' Aquileja
428
la giurisdizione del capitolo della 161; scorrono e danneggiano mollo
chiesa di S. Giorgio di quella citta il Friuli 298 ; lo infestano ne'
'276. suoi confini dalla parte di terra
Rota ri re de' Longobardi 142; racco 296.
glie e pubblica le leggi longobarde Scienze in Italia sotto la domina
145 e 146; sua morte 151. zione romana 33 ; loro stalo sotto
Rovigno nell'Istria donalo alla Chie i Longobardi 170; sotto i Franchi,
sa di Parenzo 372. cenni 316.
Rufino, suo battesimo ed altro 55 alle Scisma aquitejese, suo principio 102;
57; $uo ritorno dall'Egitto 6i>; scrive da chi estinto in parte 143; tuo
la sua prima apologia 69; suo viag fine 175.
gio verso la Palestina 73; sua morte Scisma de' Greci colla Chiesa latina,
73. suo principio 303.
Sciavi (i Schiavi Popoli; vedi Schia
rimi.
Scuole in Italia, da chi stabilii e
Sabiniano pontefice 126. quante 290 e 291; eranci anche nei
Sarile (terra di) e sua chiesa di S. secolo X 362.
Nicol da chi fondata 290. Secolo (7; X, come chiamalo 338.
Salto (monastero dil sua fondazione Secondo, vescovo d'Aquileja 77.
e cenni su d'esso 215. Sede patriarcale aquilejese venne, tra
Salulem et apostolicam benedictio- sferita in Cormons 141; poscia in
ncm: questa formolo da chi fu in Forogiulio 192.
trodotta 168. Sede vacante pontificia, succedevano
Salzburgo (vescovo di), sue differenze disordini, quando 305.
col patriarca d'Aquileja S. Paoli Seggi, cosa erano 324.
no per giurisdizione sulla Corintia Seiviralo 19.
244. Selve e boschi in Friuli sotto i Ro
Santi; traslazione di corpi santi, mani 31.
quando se ne facevano molte 216 e Separazione dei due patriarcali d'A
217. quileja e di Grado e confinazione
Saraceni Popoli, si dispongono con dei medesimi 180.
gran flotta a venire in Italia 275; Sereno patriarca d'Aquileja 180.
cenni su loro 275 e 276; scorrono Sergio pontefice 172; u morte 176.
il Mediterraneo e lo infestano 294 Sergio II pontefice 299 ; sua lettera
e 301 ; fanno guerra con Lodo ai patriarchi d'Aquileja e di Grado
vico II 306; lo battono 307; "t'n- onde distorli dalle loro discordie
festano il Ducato Romano 311; as 300; sua morte 300.
salgono Grado e vengono respinti Sergio HI pontefice 341; sua morte
312. 343.
Sa rinati Popoli, cenni su loro 72. Servi o Schiavi sotto i Longobardi
Sassoni passano al cristianesimo 165.
257. Servi, villani, e coloni, loro stalo al
Savorgnano castello, da chi edificato tempo del feudalismo 283.
345; viene fortificalo e da chi 345. Serviana : tedi Cervignano antica
Schiavi o servi sotto i Longobardi 1 65; Abbazia.
il traffico inumano degli schiavi Servolo (S.), suo martirio 37.
era in costume presso t Veneziani Sesto (Abbazia di), sua fondazione
e viene dal doge inibito 312 e 367. 214; cenni su d'essa 214; dono fat
Scbiavoni Popoli 94; infestano l'A tole dal re Adelchisio 219 ; ti ca
driatico 94; Slavi o Schiavi Popoli, stello di Forno e la Villa gli ven
cenni su d' essi 103 e 123; tributa gono donati 232; donazione fattale
rli dei Friulani 132; diretti verso da Pietro diacono 262; giurisdizio
il castello di Forogiulio vengono ni confermatele dall'imperatore Lo
fugati ed uccisi da Vettori 160 e dovico il Pio 278 ; olitene conca
429
ioni ed immunit da Lotario im Soler Comordio pontefice romano 24.
piratore 292; e dal re Berengario Spada; quando cominciarono i ricchi
la conferma de' suoi privilegi ed d'Italia a portarla usualmente al
altro 329; riceve in dono la corte fianco 366.
di Dauta situata nel Cenedese 348; Spedali o xenodocchi od ospizi watt
i suoi estesi beni passano sotto il nel secolo IX in Italia 297.
dominio del patriarca d' Aquileja Spirito cavalleresco 245.
373. Stefano pontefice romano 32.
Settimio vescovo d'Aitino 77. Slefano prete pontefice, sua elezione
Sellovia capitale della Liburnia as e morte 204.
sediala da Cesare 17. Stefano II pontefice 204.
Severino pontefice 143; sua morte 143. Slefano III pontefice detto II 204;
Severo patriarca d' Aquileja 117; sua introduce il metodo di farsi por
detenzione in Ravenna 117; sua ri tare a spalle d' uomini nelle fun
conferma nello scisma 119 ; sua zioni solenni 204; ricorre all' ap
poggio di Francia contro il re
morte 127.
Se\ero, vescovo di Trieste U5. Astolfo 205 e 206; sua morte 209.
Sircardo, principe di Benevento 294; Slefano IV pontefice dello Iti 217;
congiurasi contro di lui e viene uc sua morte 220.
Slefano V pontefice detto IV 279; sua
ciso 297
Siccone, friulano principe di Bene morte 279.
vento 279; sua morte ed alcuni cenni Stefano VI pontefice detto F322; sua
su lui 294. morte 332 e 333.
Siconnlfo fratello di Sicardo princi Slefano VII pontefice detto VI 335;
suo fatto contro il cadavere del
pe di Benevento 297. papa Formoso 334; sua fine mise
Sigeberto; gli viene data la Marca di
Verona 339. randa 335 e 336.
Sigualdo patriarca d' Aquileja 213; Stefano Vili pontefice detto FU 350;
sue differente col patriarca di Gra sua morte 351.
do 213 e 219; sua morte 229. Slefano IX pontefice detto Vili 354;
Silverio pontefice 101. sua morte 355.
Silvestro pontefice romano 46. Slefano vescovo d' Aquileja 98.
Silvestro 11 pontefice 396 Slefano II patriarca di Grado 159.
Silvestro primo abbate di Sesto 215. Stilinone balle Alarico re dei Goti 70.
Simmaco pontefice romano 96 Strada o via fatta da Cesare per pas
Simplicio pontefice romano 81. sare dal Friuli nella Gallio, situa
Sinossi sacre, ossia conventi ecclesia ta vicino al monte Croce 17.
Strade romane in Friuli 25; strade e
stici 51. campagne sotto di essi 64.
Sinodo scismatico in Aquileja 106.
Sinodo in Aquileja a mezzo del quale Strasoldo Bernero I 80; castello di
termin lo scisma aquilejcse 175. Slrasoldo 116 e 117; cenni su que
Sinodo veronese convocato dal pa sta famiglia 281; Agone di Stra
triarca d' Aquileja Giovanni IV in soldo 272; redi Ajone conte friulano,
cui fu decisa la vertenza tra quel l'amer 11 fece estendere f albero
vescovo t i chierici di S. Maria in di questa famiglia 281.
Organo 394. Stralore 218
Siricio pontefice romano 63. Studio sacro in Aquileja 69
Siro patriarca d' Aquileja 388. Suffragane! cescoc della Chiesa di
Sisinio pontefice 180; sua morte 180. Aquileja 115.
Sistema politico de' Longobardi 221. Su maga (monastero o Badia di), cenni
Sislo I pontefice romano 23. 368.
Sisto II pontefice romano 32. Superstizione 163; nel secolo X , cenni
Sisto III pontefice romano 76. 360. ,
Smeraldo esarca di Ravenna, sua pa Suregada (castello di) nel Veronese
ce co' Longobardi 126 e 128. 349.
450
Teja re d' Italia 103 ; pugna contro
filarsele e muore 103.
Tassi re degli Ungheri incade la Lom Teologica quistione sul procedere dello
bardia, e Berengario II lo fa in Spirito Santo 263.
dietreggiare a forza d'oro 361. Tergesla non era Trieste 15.
Tasone e Cacone duchi del Friuli 132; Timi emuli in Italia 134; in Roma
vocisi in Opitergio 135. 137.
Taurino vescovo di Trieste 342,- do Teulimaro patriarca d" Aquileja 301;
nazione fattagli, e da chi, e di chi presiede al concilio di Ticino, ossia
343. Pavia 301; ottiene il diploma di
Telesfnro pontefice romano 23. metropolita sulle Chiese e vescovi
Teodeberto re de' Franchi *' impa dell'Istria 302.
dronisce di gran parte della Vene Tiberio imperatore dimora varie volle
zia 103. in Aquileja, e Giulia sua moglie
Teodolinda mantiene la pace in Ita partor quivi un figlio che bam
lia 134. bino mori in questa citt 18.
Teoderada figlia di Lupo duca del Tornado famiglia 191.
Friuli, sposa a Bomoaldo duca di Torri privale nelle citt, quando eb
Benevento 158. bero principio 379; quando se ne
Teodorico re de' Goti, sua battaglia fabbricarono molte in Italia e per
contro Odoacre all' Isonzo 93; suo ch 343.
governo 95; soccorre gli Arltanesi Tolila re d' Italia 102; sua morie
97; fa costruire una flotta 97; fa 103.
sgombrare i boschi sul margine dei Traffico di schiavi usalo da' Vene
fiumi 97; suo genio 97; perseguita ziani 202 ; proibito loro dai dogi
i Cristiani 9; sua morte 99. 312.
Teodoro pontefice 145; .tua morte 150. transpadana Gallia comprendeva il
Teodoro II pontefice 336; sua morte Friuli 14. ^.
336. Traslazioni di corpi santi, quando
Teodoro vescovo d'Aquileja 46. se ne facevano molte 216 e 217.
Teodoro patrizio detto Culliopa esar Trib romane, quante, e come deno
ca di Ravenna 147 e 151. minate 13.
Teodoro li esarca di Baccnna 169. Tribuni, elezioni di essi nel governo
Teodosio imperatore in Aquileja 62; veneziano 209.
muore contro Massimo, lo vince e Tributarli sotto i Longobardi 165.
fa uccidere 65 e 06; si trattiene in Tributo territoriale sotto Costantino
Aquileja 07; suo editto contro gli 46; tributo dell' esarca di Ravenna
idoli 67; va contro Eugenio 6S; lo o de' Greci a' Longobardi di tre
vince e si trattiene in Aquileja 68 centinaja d'oro 133; de' Longobardi
e 69. a' Franchi di dodici mila soldi d'oro
Teodosio II ei'enc in Italia contro 133.
Primicerio 75 ; lo fa prigione e lo Trieste, cenni su d'esso 14.
fa decapitare 75. Trivigiano famiglia 233.
Teodosio esattore pubblico proclama Trojani ed Eneli sotto Antenore sbar
to imperatore 183. cano nell' ultimo seno deli Adria
Teofania principessa greca sposa ad tico 7.
Ottone II imperatore 377; governa Tutela sotto i Longobardi 163.
l'Impero 389; viene in Italia e rior
dina gli affari del Regno 391; sua
morie 393.
Teofllato esarca di Ravenna 176. Udine castello donato al Patriarcato
Teofilo imperatore de' Greci creaspa- aquilejese , cenni su d" esso 384;
tario Pietro doge di Venezia, e gli sulla citt di Udine 385.
chiede ajuto contro i Saraceni 286; Uffizio, ore di recitarlo dai religiosi
sua morte 299. nelle chiese; da chi stabilite 126.
/
451
Ugo figlio di Maginfredo conte di Valfredo duca del Friuli 330; soccorre
Milano uccide i' imperatore Lam Berengario con 3000 Friulani 331;
berto 330 e 337. Arnolfo re gli d questo Ducato 334;
Ugo marchese e duca di Provenza suoi fatti, sua morte 334 e 335.
viene in Italia 348; incoronato Valentino fratello ad Obelerio e Beato,
re in Milano 348; rince i Musul- fatto doge anch' esso de' Veneziani
manni di Frassineto 349; prende [sicch v' erano tre dogi ad un tempo)
moglie 354; cerca disfarsi di Be 262; privato del dogato 270.
rengario marchese d' Ivrea 354; fa Valentino Diacono eletto pontefice,
pace cogli Ungheri a mezzo di de muore 288.
naro 359; abbandona l'Italia e ri Valente vescovo di Mursa cerca in
torna in Provenza 361; sua morte trodursi nella sede Aquilejese 50.
361. Valente Ariano 60.
Ulivi in Friuli 45. Valentiniano imperatore pubblicadelle
Ungberi 'gli) cominciano a conoscersi leggi in Aquileja 52; sua morte 61.
in Germania 331; cenni ut mede Valenlinia'iio W imperatore viene in
simi 331; loro prima invasione in Aquileja 62 e 67; trovasi ivi con
Italia 337; et tornano e depredano Teodosio 67; in unione a Placidia
Padova, Treviso e Brescia 341; dan sua madre emana delle leggi in
no rotta alle armate di Lodovico Aquileja contro l' Idolatria 76.
re di Germania ed irrompono in Valeriano vescovo di Aquileja 53.
ogni luogo 342; invadono la Mora Walla dirige il re Bernardo nel go
via, la Boemia, la Croazia e la verno dltalia-n^ perseguitato 278.
Stiria 345; scendono in Italia forse Valperto patriarca d' Aquileja 310;
chiamati da Berengario 346; e ri eiene informalo dal Pontefice Gio
chiamati dallo stesso vi ridiscen vanni Vili della scomunica sca
dono 347 ; loro tornata a danno gliata contro Adalardo cescovo di
d' Italia sotto tigone re, che fa pa Verona 312; podest sovrana accor
ce con loro a mezzo di dinaro 359; data a Valperto e patriarcato Aqui
invadono la Lombardia sotto il re lejese dal re Carlomanno 314; sua
Tassi e si ritirano a forza d' oro comunicazione epistolare con Fazio
361; chiamati entrano nelle guerre patriarca di Costantinopoli 314 :
di Germania 364; l'infestano 364; sue differenze con la Repubblica Ve
vengono distrutti e da chi 36*. neta per le sue prelese sulla chiesa
l'uni, cenni su d'essi 71; gli Unni di Grado, e accomodamento delle
Avari depredano il Friuli 237; man medesime 314; sua morie 339.
tengono la guerra per trenta anni Vardadadio, famiglia 203.
contro Carlo Magno, per cui ne Varino famiglia, cenni 96.
soffre molto anche il Friuli 244; Varnefrido figlio di Lupo duca del
danneggiano orribilmente il Friuli Friuli cerca d' impossessarsi del
256. Ducato e viene ucciso 157.
Unroco o Enrico conte 245. Vassalli investiti di feudi, loro do
Unroco figlio di S. Kverardo era veri 271.
coadiutore al padre nel Ducato o Vassi, Vassalli o Bassi 268; Valvas
Marca del Friuli 30t>; succede a lui sori, Valvassini 268.
nella Ducea o Marca del Friuli 306. Venanzio Fortunato; cenni su lui
(libano pontefice romano 30. 107 e 108.
Ursacio ariano 60. Venanzio patriarca d' Aquileja 301.
Venere (costei) ristaurato, da chi, po
scia detto S. Vito oltre Tagliamento
126.
Vara n Ir sede Pontificia, gravi di Venerio patriarca di Grado 287; il
sordini succedevano 305. papa Sergio II gli scrive perch fi
Valdandn figlio d' Imone Signore di nisca le sue discordie col patriarca
Lacariano 23-2. a" Aquileja 300; sua morte 30 1.
432
Veneti antichi, furono dei primi abi spirituale dal patriarca di Grado
tatori del nostro Friuli 1 ; tono 141; suo nuovo governo 192; viene
considerati come una delle pi vec cangiato 200; non entra nei confini
chie Nazioni d" Italia 1 ; loro di d" Italia dei due imperatori d' O-
mora nell' estrema parte dell' A- riente ed Occidente 256; visitala da
driatico prima dell' arrivo di An Ottone III imperatore 396 ; come
tenore 1; era Popolo illustre prima chiamata ai tempi di Carlo Ma
della potenza Romana ecc. 1; cenni gno 271 e 272.
su loro 1 alle 6; fino da quando abi Veredi e Paravedi 218.
tavano nell' ultimo seno dell'Adria Veronese Marca, fu chiamata cos
tico 7; sin da quando erano alleali la Marca del Friuli e perch 331;
de' Romani 8 ; li soccorrono con data a Sigeberto 339.
armali contro i Cartaginesi 8; vin Versa (corte di) donata al patriarca
cono i Greci alle spiuggie della Ve d' Aquileja 382.
nezia 9 ; fanno lega coi Galli Ci Vescovato di Mantova diviene suffra
salpini e perch 9 ; ritornano al gamo d' Aquileja 182.
partito de' Romuni 9 ; quando fu Vescovato di Concordia ottiene tutta
stabilito di chiamarli Italiani e di la giurisdizione tra la Livenza e
accordar loro la cittadinanza Ro Tagliamento 390.
mana 12. Vescovi di Giulio Carnico 17.
Veneti popoli (cio Veneziani) per ti Vescovi d' Aquileja da S. lirmacora
more dei barbari ritiransi a Rialto a S. Ilario non si conoscono e
74; le loro isole ottengono conces perch 20.
sioni dal re Luitprando 182; que Vescovi di Milano e d'Aqnileja da
ste isole erano escluse dal Regno chi facevansi consacrare 62 e 63.
Longobardo 1 82 ; loro commercio Vescovi dell'Istria, voglionsi soggetti
202; eleggono due tribuni 209; loro all' ordinazione del patriarca d'A-
stalo e governo 219; loro mercatura quileja, contro i diritti di quello
23); principiano ad ammettere due di Grado e da chi 219.
dogi 232 ; battuti dal re Pipino Vescovi quando vestivano armi e-por-
che s' impossessa di Venezia 264; tavansi alla guerra 331; ce/ini 331;
loro confini molestali da Friulani loro slato ed influenza in Italia
265; trasferiscono la sede ducale da nel secolo X 357.
Malamocco a Rialto 271 ; frenano Vescovi (ij della Venezia e quello di
i pirati Schiavoni 296; soccorrono Verona divengono suffraga nei di
i Greci contro i Saraceni 296; di quello d' Aquileja 63.
ritto antico de' loro dogi di battere Vescovo di Verona diviene suffragamo
moneta 34; si accresce la loro po d'Aqnileja 63.
tenza 352; ratto delle loro fanciulle Vescovo (ti) di Salzburgo, sue diffe
353. renze per giurisdizione sulla Ca-
Venezia (la) passa sotto il dominio rintia, col patriarca d'Aquileja S.
Romano 9; suoi confini 9; quando Paolino 244.
era gi sottomessa ai Romani io; Vescovo, i< primo che passasse da una
invasa dai Galli 10; proconsole sede minore ad una maggiore quale
romano in essa esistente 14; sue fu 334.
citt antiche 2; quale religione se Vespasiano acclamalo imperatore in
guiva essa sotto il dominio Romano, Aquileja e da chi 22.
cenni 22; diviene provincia ed ha Vesti, stoffe e pelli usate nel secolo
Aquileja per capitale 49; sotto gli IX in Italia, cenni 317 e 318; e cal
Ostrogoti 102; la sua parte marit zature 319.
tima non soggetta a Longobardi Vestila d'una badessa del secolo F//171.
113; suo stato 113. Veltari duca del Friuli 158; uccide
Venezia citt, suoi principii 74; au e fuga gli Schiavi 160 e 161.
menta di popolazione 113; le isole Viaggiare in Italia nel secolo IX pe
di cui composta dipendevano nello ricoloso, e come faceasi 2 8.
io3
Vicario di S. Pietro; quale fu il pri padre 380; ritorna a Venezia ed
mo tra i pontefici a intitolarti in inviato ad Ottone 381.
tal modo 302; sostituito poscia nel Vitale Candiano doge di Venezia 381;
secolo XIII da quello di vicario di sua morte 381.
Ges Cristo 302. Viteliano patriarca di Grado 209.
Vicedomino 240. Vilige re a" Italia 101.
Vigilio pontefice Romano 102. Vii (S. Corte di) donala al patriarca
Vigilio (S.) vescovo di Trento 62. di Aquileja 382.
Willa moglie di Berengario marchese, .Vittelsbacn Enrico di Schyren mar
d' Ivrea 355 ; fugge in Germania chese dell' Istria 379.
355 ; suo carattere 362. Vittore pontefice di Roma 30.
Villani servi e coloni al tempo del Vittore vescovo, sua morte 50.
feudalismo, loro stato 283. Vittore patriarca di Grado 301; sua
Vini in Friuli sotto i Romani 37. morte 303.
Winlero marchese dell' Istria 352; Vittore II patriarca di Grado 320;
molesta i Veneziani 354; ma co privilegio accordatogli per tutto il
stretto a chiedere pace 354. suo patriarcato dall' imperatore
Visconte, dignit sotto l'impero Greco Carlo il grosso 321; sua morte 335.
122. Wuerient o Variento conte dell'Istria
Vita Monastica, sua influenza al tem 393.
po de' Longobardi 215.
Vita Castellana nel secolo X in Italia
359.
Vitaliano pontefice 152; sua morte 164. Zacheria pontefice 19; sua morte 204.
Vitale Badoaro patriarca di Grado Zecca a" Aquileja derubata e da ehi 22;
303; sua morte 308. cenni su d' essa 45; la Zecca per il
Vitale 1 1 patriarca di Grado, da chi Friuli sotto Carlo Magno era in
ebbe il pallio 336; sua morte 341. Trivigi 261, 262 e 290.
Vitale III patriarca di Grado 376; Zufolino Abondio pontefice di Roma 30.
sua morte 377. Zeglla, cenni su di essa 132.
Vitale IV patriarca di Grado 377; Zosimo pontefice di Roma 74.
ottiene la conferma dei privilegi Zuglio, cenni sullo stesso 17.
della sua chiesa 379; passa presso Zventebaldo figlio di Arnolfore, man
Ottone II e muove querela contro dato in appoggio di Berengario, che
gli uccisori del doge di Venezia suo fece 333 e 334.
- pagavano in que' di
ed a negargli
, olia erezione Forogiulio, erezione del suo Foro
<
ye*c
**
*
,A a 8 6a
**"'
Errata corrige
COMPILATI
Voi. II.
dall'anno 1001 dell'era Tolgarc all'anno IBI
.A.
UDINE 18 SS
TIP. TIlOMnKTTI - MURER
Z RAMPIMELI.! EDITORE.
Propriet letteraria.
EPOCA V.
/
13
1027, al Piacilo generale in Verona convocalo dall' impera
tore Corrado a). L' anno medesimo accompagn quel monarca "? ry'.1'!*.01' "
in Ilalia per la di lui incoronazione a imperatore, e col suo
N
1G
*>[!,,l''*,jBU' sopra lulle lo Chiese d'Italia dopo quella di Roma a). Ot
tenne da Corrado imperatore l' investitura del Ducalo del
Friuli e del Marchesato dell'Istria, col diritto di coniar ino-
Villalla Salvarolo
Maniaco Toppo
Manzano ' Vanno di sopra
Sbrogliavacca Varmo di sotto
Perso Brazacco di sopra
Atlens Brazacco di sotto
Lafratina Cergneo
Queste le Comunit.
Aquileja Sacile
La Citl del Friuli Fagagna
Udene Caneva
Gemona Meduna
Venzone Aviano
Tolmezzo Portogruaro
Montefalcone San Vito
Marano San Daniele
Oltre ai nobili qui sopra descritti, avrebbero forse anteriormente
fatto parte tra essi nel Parlamento Friulano anche i seguenti abi
tatori di : Caslillerio, Tricesimo, Tolmino, SofTombergo, Mossa. Cari-
saco, Monti-reale, Pinzano, Ragogna, Flagogna, Valvasone, Socincolle,
Osoppo, Legio, Luincio, Soclevo, Artenea, Buia, Vendoglio, Treppo.
Carvaco, Cassaco, Bodegliano; ma qui siamo tenuti a render attento
il lettore, che intorno a questi abitatori ninna memoria esiste
nel gran fascio de' Parlamenti antichi; inoltre, che l'alta conside
razione in cui allora tenevansi le preminenze ereditarie, e la gelosa
cura con cui conservavansi, non lasciano supporre che essi abbiano
voluto e sapulo staccarsi da un Corpo di tanta estimazione. Quindi
diremo, che se essi vi appartennero, non possono che in seguilo
b) wroidti. cosi, esser slati disaggregati ; e ci soltanto dopo una loro comprovata
n,5:eK. %% riprovevole condotta b).
tersoci. gj eSp0Ile ancora, che le sentenze del Parlamento sotto il reggime
patriarcale andavano ad Sedem Apostolicam e che il patriarca,
superiore a lutti , puniva il delinquente, correggeva le sentenze ed
operazioni dei giurisdiceuti, o de' loro agenti soleva ogni cinque
anni andar egli, o mandar il suo vicario o il suo generale (ina ci ve
ramente spettava al vicario) a visitar ogni castello, terra e citl
della Patria, coli' incarico di comporre li; difficolt insorte tra uno
e l' altro luogo, rimediare all' oppressione che i padroni facevano
sui loro sudditi, osservare i luoghi, munirli, fortificarli, ed anche
riedificarli se abbisognavano. Questo fu costume antichissimo in-
firii!5iJeialKlr; trodotto e conservalo a miglioramento del ben essere de' sudditi e
ilei
For. Frulli nell'Oli,
del r.uerra r. .lpllo
UeIla Piirii
' au 1!) ri
c>-
MI p. 21 a 23.
17
noia a). Si porlo in Germania alla corte di Corrado, ed ) nenoii. amw..
' l u Aq. v. un. J. 373.
alcuni credono clic accompagnasse queir imperatore nel suo Srioi,',','!i'i'>'ornvi.i:
ritorno dall'incoronazione in Germania. Fu il patriarca Po- iene.
Spettabili Comunit.
Comunit di Udine Comunit di Fagagna.
Comunit di Gemona Comunit d' Aviano
Comunit di Ven/.oue Comunit di Canova.
Comunit di Tolmezzo Comunit di Mossa sotto gl'Im
Comunit di Sacile periali; ha per voce in Par
Comunit di Porto Gruaro lamento, e interviene per essa
Comunit di Monfalcnne il Fiscale del serenissimo do
Comunit di S. Daniele, la quale minio
sebbene sia solto I' Illustrissi
mo Patriarca, ha per voce in
Parlamento.
di camerieri ereditarli dei patriarchi d Aquileja il) ossia del Ducato nar. t im. uh.
del Friuli; e sotto il Veneto regime, quella di Itegolalore del Par
lamento Friulano, per cui avevano in esso sessione pi ragguarde
vole degli altri e in luogo apposito e). La famiglia di Cuccagna fr*1. VjlfSllaSt1
porlo.ssi ad abitare in Udine nell'anno 1520 e fu ascritta a quella
cittadinanza f). Si divise essa in quattro colonelli chiamali : Freschi, !,,t.|f'on fo""^!
Guerra I n. H7.
'l'i
quei marchesi italiani, e cosi portala fuori ad offrir qua e
ai Balbo, si. .in. '> e rifiutala da ciascuno per non mettersi nelle nostre di-
v. un. pag. 11". . . . . . ... ,
- Murala. Ann VIS10I1I, liei IlOStl'l Olili a).
d'lt.aimolto!4-lu-i3 ' '
1025 Ariberto, o Eriberto, potentissimo arcivescovo
di Milano, fu il primo tra' principi di Lombardia, che poscia
furono molti, il quale si portasse in Germania ad offrir omaggio
al re Corrado, promettendogli la corona del regno Italico se
I)) Muraioli. Ann. .. * -. ,. ,
.r ii ami,, io:;;.- e<ni calasse in Italia b.
Haioo o. sopra.
1025 Basilio imperatore dei Greci cessa ili vivere dopo
50 anni di regno, e resta solo imperatore Costantino suo
e) Muraioli e. sop. fratello e).
1020 Il re di Germania, Corrado il Salico, approfit
tando delle disposizioni de' principi Italiani e del pontefice
Romano a suo favore, scese in Italia con scella corte (1)
(1) Vedasi il voi. I di questa mia Raccolta a pag. 69. Qui per
annoteremo che il Nicoletti ci avverte che questo Valperto del
sangue de' duchi di Carinlia i). {uinifficiiaTo?-
(2) Il Vicariato Imperiale era una dignit che gli Impe- \^UIZ: "' ""'
raion incominciavano a dare a' loro aderenti principali qua e l.
Ivi era naturale; g' imperatori, non potendo far valer da lungi la
loro autorit quale essi aveano, la trasmettevano cosi, onde fosse at
tivala, a qualche granile che si tenesse poterla effettuare k). un,^.lU7-i$p' *'
(3) Vedasi in questo II voi. di mia Raccolta a pag. 20.
28
1028 Corrado imperatore concede (con suo diploma
di quest' anno) a Popone patriarca d' Aquileja una selva assai
grande nel Friuli; la quale dall' Isonzo piegava al mare, poi
con varii giri arrivava a Concordia, indi da Sesto (che dalla
via romana ebbe il nome, e fu badia celebre nei barbari
secoli) inollravasi fino alla Livenza e terminava alla foce di
a) Pillasi Salirlo
T?iprHU qUeSla 8) " (i)'
Sotto l'anno 1028 o nel seguente si trova men
zione, presso il Coru. Ten. geneal. cap. II, N. Vili e XIX
dei fratelli Engelberlo (conte di Lum e del Puslerlbal) ed
Hartvico vescovo di Bressanone figli del bealo Ottovino. Que
sto Eugelberto sarebbe, secondo l'Hormayr, V avo paterno
dei fratelli Engelberlo I e Mainardo I conti di Gorizia (dei
er^'oSr str' qua'' vem soll l'anno 4122) b).
4029 Il Patriarcato di Grado viene confermalo ad Or-
sone patriarca di quella citt, dal papa Giovanni XIX, ad-
ducendo esso pontefice essere sialo ingannalo da Popone
patriarca d' Aquileja quando accord il Concilio nell' anno
1027, il quale determinava la riunione di Grado e di tutta
j. !vp.''i501' cil' 'a Provincia della Venezia al Patriarcato Aquilejesc e).
(1) Abbiamo posto alla donazione di questa selva In data del 1028,
perch il Filiasi sbaglia nell' assegnargli quella del 1015, mentre
Popone non era allora Patriarca d' Aquileja: e ci abbiamo fatto ap
poggiati al Li ni li , e seguendo nnebe il de Ilubcis per il dettaglio
del fatto. Riporteremo quindi la donazione come la espongono questi
due autori; perch vi differenza anche in quanto ai dettagli, es
sendo nella medesima pi accuratamente descritti, che nell'opera
citata del Filiasi. Ecco come essi dicono: (1028) Una selva nel
disabitato Friuli nella Contea del conte Variento d'immensa gran-
dezzn, che estendevasi dal fiume Lisonzo lino al mare, e dalla
strada degli Ungbcri, delta Yalsetta. sino al fiume cosi nominalo,
e toccando alla corte del fiume Naone, e continuando pel terri-
torio della Badia di Sesto al fiume Meduna e Livenza progredir
sino alle foci di questo al mare. La succitata estesissima selva fu
dala in quest' anno in dominio e podest a Popone, cio alla Chiesa
V. iLvp! b-Js.0!!' " e Patriarcato d' Aquileja da Corrado 11 imperatore d) Avvertiamo
5Sbe5w."' E' *' cne '' l'e ^uheis pone questo tallo nel 1021), ma il diploma che
riporta sbaglia nell' indizione.
29
Alcuni dei nostri storici annotano (circa questi tempi)
la donazione del Ducato del Friuli, e Marchesato dell'Istria,
che dicono fu Ita da Corrado imperatore a Popone patriarca
<]' Aquileja, ma non si accordano nelle date. Ora tale loro
discordanza ed il lacere del de Kubeis, del Muratori, del
Liruti e di altri autori su quesl' interessante *argomenlo, ci
fa nascer dubbio sulla verit del riportato, per' cui ci trat
teniamo dall' inserirlo nella presente nostra Raccolta. Vedasi
pur anche (in appoggio a questa nostra ommissione) l'autore
...
qui citato a),...il quale
... . .il
tiene per incerta
la donazione i.,
suddetta. ) Fblultno. Di.
sopra ia st. dei Fr.
1030 Guglielmo di Weimer conte dell'Istria b). fe.!T-slr-
1030 Adalgero vescovo di Trieste e). o Deluso e..
4031 Ottone Orseolo viene richiamalo dal suo esilio,
senza che si conosca la cagione che movesse i Veneziani a
questo passo: mentre non e' noto, se il pentimento, o la
noja pel governo di Burholano, o la prevalenza della fazione
degli Orseoli (il che pi probabile) ve li determinasse. Co
me ci sia, essi in quesl' anno raser la barba a Pietro
Rarbolano, e vestitolo da monaco, lo mandarono in esilio a
Costantinopoli. Inviarono quindi col Vitale vescovo di Tor-
cello, con scello accompagnamento, onde ricondurre Ottone,
per rimetterlo sul trono ducale e diedero intanto il governo
ad Orso Orseolo patriarca di Grado di lui fratello; uomo
assennalo e generoso, che resse per un anno e due mesi,
come vice-duca, con molla lode d) (I). dV^i'i*""'
1031 Nel giorno 9 luglio (venerd) Corrado imperatore,
in Vormazia, rinnova ad Escemano vescovo di Belluno le
donazioni de' suoi antecessori sul castello di Polcenico e). Staffimi.' wi-
' l'Ind.dVlp. Pirona.
\
36
r-j.ic, clic prima di lai avcua goduta; ma egli pure muore
iiel!*uiuio presi-nlc. Se a.l ulcuno poi fosse nei 10 o 17 unni
seguenti coi) f ri ti questa Marca, noi diremo, perdio ci
ai ri i Ann. i molo al.
ullV a. no 1039. 'oI,ulu "/'
(1) Il Guerra pone questa donazione sotto 1' anno 1051, ma noi
col Liruti 1' abbiamo posta al 1041, perch egli ci avverte esser ci
accaduto nell' anno III del regno di Arrigo III re di Germania, cor
rispondente al 1041 ; quindi questo fatto non poteva aver vita sotto
la data indicata dal Guerra.
(2) Sinora circa questo Domenico patriarca di Grado, meno nel Pal
ladio, nulla abbiamo trovalo intorno all' epoca di sua elezione, n tam
poco a qual patriarca sia egli venuto di seguito. Lo vedremo per
succedere al patriarca Orso ; ma in quest' anno ci non possiamo
asserire, mentre Orso lo sappiamo in vita anche nel!' anno seguente,
come diremo. Il solo Palladio f) nel 1043 fa successore ad Orso &rp!'flp'! ism.
Orseolo Domenico Balcano ; ma ci ignoto ov'egli abbia tratto
questo patriarca Orseolo che diremo secondo, e come faccia morto Orso
quando viveva tutt' ora. Perci avvertiamo sembrarci qui nominato
anzi tempo il suddetto patriarca Domenico.
38
1044 L' Aqnilejese palriarea Popone, negli ultimi mesi
di qucsl' anno, con genti armale entra in Grado, lo saccheggia
e barbaramente incendia le chiese e la citt. Mossi a sdegno
per un si empio Tatto il doge Domenico Conlareno ed Orso
patriarca ili Grado inviarono caldissime lettere al papa Be
nedetto, e spedirono appositi messi onde implorare giustizia
e riparo. Furono ascollate le loro ragioni ; a mezzo del Si
nodo Romano venne abolito l' estorto privilegio ed il doge
Gontareno occupossi nel l'istauro dell1 abbattuta citt di
>) Muratori. Ann. (lraAn <a\
d- Hai. anno 101). UI du0 ")
1044 Stanco il Popolo Romano delle disonest, ruberie
ad ammazzamenti di papa Benedetto IX, il cacci fuori di
Roma, ed elesse Giovanni vescovo Sabinese, il quale tolse il
nome di Silvestro HI. Ma fu caccialo dopo tre mesi da Bene
detto, che coli' appoggio de' suoi parenti regn nuovamente, e
come per l' innanzi, riprovevolmente. Riconosciutosi in odio ai
Romani Benedetto rinunci il papato, vendendolo a Giovanni Gra
ziano arciprete romano, che assunse il nome di Gregorio VI,
e su cui, bench lodalo per virt, gravita la marca di sirno-
bjixiio. niaco b) (I).
e) Cappelletti. La
1045 Muore Popone patriarca t
if Aquileia dopo 26
jn-T-ap-nj anni circa di sede e) (2). Viene sepolto in Aquileja
d>"jrati.Noi. ci, nel mezzo della Basilica da lui fondata d).
t. iv p. JH-jy. *
(Urini del mercato, e che ord in a ri amen le era il signore ilei luogo ;
faceva di mestieri pagar un tanto per ottenerlo. Ogni famiglia doveva
nella ricorrenza di granili feste fare un dono consistente in pollame,
focacce, uova, fichi secchi, prosciutti e formaggi, e pi spesso in
ricotte Un diritto ili caccia pagavasi pure, dove agli abitanti
della campagna la fosse permessa ; di un cinghiale doveva darsi
la testa e una spalla; di' un ors la lesta, la pelle e le zampe;
d'una volpe la' sola pelle. Tutti i contadini erano tenuti a far certe
corve (in Toscana si chiamerebbero opere) o in persona o colle
bestie, o andando come procacci. 1 due primi servigi dovevano pre
starsi per seminatura, a raccolta, a vendemmia; il terzo quando il
padrone avesse qualche lettera da mandare. Gli strettoi, i molini,
e in generale tulli gli editizii costruiti sull'acqua, spettavano al si
gnore del luogo, e i contadini erano assoggettali a pagare un dazio
di macinatura; un ventesimo del genere pagavano coloro che avessero
voluto sollrarvisi. Faceva duopo far un regalo quando per eredit
o [ter vendita i contadini passassero ad un nuovo padrone. Non era
permesso separare il colono dalla tenuta che coltivava ; poteva il
padrone venderlo col fondo, ma non senz' esso. I viaggi del padrone
alla corte del principe o del signore che aveva diritto di vassallaggio
dovevano essere a carico dei contadini. In un cerio raggio del paese
erano tenuti i contadini al servizio militare; in ogni convoca/ione
dovevano servire tre giorni a loro spese. Quando si trattava di spe
dizione al di l di quel raggio dovevano pensare per la loto parte
all'armamento del signore e del suo gasindo. Di tulle queste ser
vilo vedremo nel secolo XIII niuna gravitare pi sopra le persone,
ma bensi sopra i beni. Il contadino era libero e poteva vendere il
suo, disfarsi di tutto, purch pagasse un certo diritto per ritirarsi;
quando egli ave-.se compiuto questa condizione, o avesse fallo rilascio
dell' ultimo boccone del suo possesso, poteva andar dove voleva, I
contadini non erano -dimoile servi, ma clienti, vassalli che avevano
una specie di propriet, senza pero diritti veri nel senso germanico e). dU. st. ito a. % .
4G
1054, L'imperatori] Arrigo II, in dala di Turegum 12
d'iulm''' febbrajo, conferma a Benedetto vescovo d'Adria i privilegi a).
1054 Cessa di vivere, nel d i 9 aprile, il buono ed
infaticabile papa Leone IX, distinto tra' primi pontefici della
Chiesa di Dio, e la sede Romana rest vacante quasi un
SMlUr anno intero bj (1).
1055 Cebeardo vescovo di Aicbslet, prelato di somma
prudenza e facoltoso, venne da Ildebrando (allora suddiacono
della chiesa Romana e faeolizzaU) dai Romani) scelto a pon
tefice e presentato all' imperatore Arrigo II, onde lo concedesse.
Ricusava il monarca, perch amava quel vescovo e lo pregiava
pe' suoi consigli: ma vinse la fermezza d'Ildebrando e Ce
beardo, consacrato pontefice nel giorno 13 aprile di questo
e) Dotto an. 1033. anno in Roma, tolse il nome di Vittore II e).
1055 Arrigo li imperatore scende nuovamente in Italia
sul principio dell' anno, allarmalo dall' ingrandimento di Go
ffredo Barbalo duca di Lorena, per il suo matrimonio con
Beatrice duchessa di Toscana. Arrigo, dopo aver tenuto in
ostaggio, contro la fede dala, Beatrice, la quile prescntossi
a discolpare il marito ; lascialo credere, temendo nuova rivolta,
di accettare le addotte scuse per Gotifredo, eh' erasi ritiralo
in Lorena ; assistilo al Concilio di Firenze, convocalo da
papa Vittore II dopo la festa della Pentecoste ; accordato
varie conferme di privilegi e veduta Y Italia in buona calma,
ritorn in Germania per la Svizzera, ove a Zurigo celebrava
d) Detto. la festa del Santo Natale d).
1055 Esorbitante imposizione di danaro venne posta
ai Veronesi dall' imperatore Arrigo II, per cui Guelfo III,
duca e Marcinone della Marca di Verona, richiam fortemente
ed obblig l' imperatore a rifondere quel danaro. Ma in quesl'
anno egli, il duca, giovane di spiriti eccelsi, moriva, estin
ti) Leone IX fu il primo papa che conserv fin che visse il suo
jffifmrSHf vescovado e si seni dell' ra volgare nelle sue Bolle e).
Al
guendosi con lui l'antichissima famiglia dei principi Guelfi;
lasci per un uipote dello Guelfo IV, figlio di sua sorella
Cunegonda e di Alberto Azzo li, marchese e primogenitore
dei principi estensi, dal quale Guelfo IV discese la casa reale
ed elettorale di Brunswic a). ^"^iosT
4055 Il doge di Venezia Domenico Coniarono, proba-
hilmenle in questo lempo, ottenne dall'imperatore Arrigo II
la conferma dei palli antichi col Regno d'Italia h). t>] Detto.
1055 Corrado era duca di Carinlia nell'anno pre
sente e) (I). e)JJnili.Not clt.
1055 Corrado marchese dell'Istria d). ti Delia Bona. su.
. cr. p. 11.
1056 A quest'epoca troviamo, bench innominato,
esistere un Conte di Forogiulio, e ci riscontrasi da un
diploma di Enrico II imperatore rilascialo a Balduino Salis-
burghese nel di 4 luglio del 1056, col quale gli diede un
cerio podere o luogo nel borgo N. in Friuli, situalo nel co
mitato di N. conte e). Sol sw* imi
1050 Il papa Vitlore, desideralo dall'imperatore Ar
rigo II, passa in Germania e ricevuto con sommi onori in
Goslaria, celebrano quivi unitamente, con solenne pompa, la
festa della Nativit della Vergine, alla quale intervennero pur
anche il patriarca d'Aquileja, Golopoldo, e pressoch tulli
i principi tedeschi ecclesiastici e secolari f). anno"?!?! c'pr'
1056 Addi 5 ottobre muore in Boenfeld g) nell' eia $Xfi%.**-
d' anni 39 per febbre perniciosa dopo 7 giorni, l'imperatore
Arrigo II, assistilo dallo slesso pontefice Vittore h). Olire w Muratori c.^.
il papa, fu invitalo anche Golopoldo patriarca d'Aquileja
all' esequie di queslo monarca, suo nipote, falle in Sassonia
nel 28 ottobre i). ouu. N.dt,
(1) Qui col Fistulario d) ed appoggiali alle cronache, diremo essere ^pra^sfr^i
slati donati, anzich confermati al patriarca Gotopoldo, il Ducato del Fr * **
Friuli ed il Marchesato dell' Istria dal re Arrigo IV ; ma, o questa
donazione non fu vera, o certamente non ebbe effetto, mentre ve
dremo riserbata tanta grandezza al patriarca Sigeardo. . Avvertiamo
inoltre aver noi sostituito qui il re Arrigo IV all' imperatore Enrico
indicato dal Tommasiui, perch il sovrano regnante in quest'anno non
era ancora imperatore.
(2) E qui non possiamo far a meno d' osservare la differenza che
passa tra i tempi anteriori e questi di cui scriviamo ; mentre iu quelli
cercavasi fuggire il Papato, in questi, dice il Muratori, si pugna per
conseguirlo e) , , ,- , ,- > " *
(3) E facile conoscere che tempi di guerra sono tempi di men
zogna, ma a qua! segno giungessero, e con esse la satira e la ca
lunnia, nelle discordie tra il sacerdozio e l' impero, non si pu ab
bastanza immaginare. Quindi le pi nere iniquit inventaronsi a
carico dei papi, dei cardinali, dei vescovi dal partito loro contrario
ed egualmente contro Arrigo IV e suoi aderenti. Perci qui il saggio
lettore si guidi con riguardo, affidandosi soltanto a ci che riscontrasi
pienamente avverato dalla misera condizione d' allora f). t; Mu.
52
1062 Nel concilio di Osbor, radunalo da Annone ar
civescovo di Colonia nel di 28 ottobre, fu deposto, e a dir
meglio, riprovato e condannalo 1' antipapa Gadaloo, che da al
cuni si vuole fosse gi ordinalo papa ed avesse assunto il
?|!|i*nnoriB.im' nome di Onorio li; ma su ci mancano le prove a).
1062 Il patriarca Golopoldo riedifica e dota la basi
lica di S. Stefano (1) gi 25 anui distrutta da' pagani,
pL'no.'. aip. prof. jvj ri p0 Iie ti do molte reliquie b).
1062 Arrigo IV re di Germania, da Ralisbona nel
giorno 16 dicembre, conferma al patriarca d' Aquileja Go
lopoldo lutto ci che la Chiesa aquilejcse aveva ottenuto da1
suoi antecessori nell'Istria, nei territori! di Pola, Pirano, Capri
o Gapodislria e quello che la noslra Chiesa aveva sul Bolo
gnese ; su quello delle citt di Fano, Siuigaglia e Pesaro ed
allri luoghi, di' io slimo patrimonio di questa noslra sede
5!iL'w!'iu!'c"' aquilejese e), come gi dissi a pag. 45.
1065 Il riprovato antipapa Cadaloo, spalleggialo dai
vescovi allora sregolali della Lombardia, lenta nuovamente
con le armi impossessarsi del Papato, ma a furia di Popolo
vennero cacciati da Roma i suoi soldati ed egli fu assediato per
innouio6j.ric',op' due anm m castel sant'Angelo d).
1065 Il 25 ottobre da Augusta il re Enrico IV dona ad
Eberardo vescovo di Frissinga diversi beni camerali nell'Istria
e) Miatona. str. nosli ne| mslrell0 de[ marchese Ulrico e).
1063 Addi 14 maggio in Aquileja Haduich moglie del
conte Ermanno (2) dona Scrilach co' suoi beni ai
(I) Mons. Florio nella vita del B. Beltrando a pag. 98 pone que
sto tatto sotto I' anno 1064, ma non ci indica il giorno, n il mo
tivo, per cui fu fallo il dono.
54
1066 Il popa con suo speciale decreto proibisce ai
nlRampokli.Cron.
Uh. v. u p. 233. Cristiani di trucidare i Giudei a).
1067 Concilio di Mantova tenuto da papa Alessandro II,
ad istanza di Annone arcivescovo di Colonia, nel quale il
pontefice prov pienamente la legittimit della sua elezione,
e rispose alle calunnie, scagliate contro di lui da malevoli,
in modo tale che i vescovi della Lombardia, suoi avversarli per
l Muratoti. Ann
u" lui. anno 1067. lo innanzi, gli divennero amici ed obbedienti h).
(1) Per l' addietro al governo della Carintia andava unilo anco
niello della Marra di Verona ; ma in questo tempo non ci noto
se ci avesse luogo, n possiamo asserire chi allora presiedesse a
quella Marca i). 9mm.mt.
56
1073 Il re Arrigo IV, svincolalo dal suo ministro An
none il quale, chiesta licenza, ritornava alla sua diocesi, attesa
la sfrenatezza delle passioni del re , si diede a sconvolgere
la Germania, vessando e vendendo le chiese, ed opprimendo
i Popoli coli' abuso del potere, per. cui i Sassoni diedero prin-
tifiTVL&k cipio alla rivolta a).
1073 Il papa Alessandro II muore addi 21 aprile. La
piet, lo zelo e I' eloquenza lo distinsero tra i migliori pon
tefici. Appena sepolto nel giorno 22 il defunto papa, i car
dinali, il Clero ed il Popolo concordi elessero pontefice il
cardinale Ildebrando che dovette accettare. Ottenuto poscia
V assenso imperiale, venne consacralo a' 20 giugno di que-
si' anno ed assunse il nome di Gregorio VII ; fu uomo do
lalo di fortezza d' animo, di virt e dottrina singolare, per
b) Delio an. 1073. cui si rese poi celebre b) (I).
1073 Domenico patriarca di Grado venne da papa
Gregorio VII spedilo suo legato a Michele imperatore di
Costantinopoli con lettera pontificia a quel monarca. Lo
scopo di questa missione tendeva a cercar di sopire lo
fmuCIic fp'is! scisma che allora sussisteva tra la Chiesa greca e la latina e).
1073 Nelle memorie della chiesa vescovile di Bressa
none riportale dal Hormayr trovasi che Enrico conte di Lurn
fa varie donazioni a quel Vescovato di beni nella Contea di
Lurn ed anche nel Friuli nel luogo di Gorizia ed in altri
di Della Bona. Str. eili d
(1) Alla pag. '2 ili ilei I volume di questa nostra Raccolta abbiamo
ilelto essere stala eretta innanzi all'epoca presente 1' 'Abbazia ili
Rosazzo ed indicammo le fonti, a cui ci siamo appoggiati. Ve
dendo per ebe gli storici nostri discordano su quest' argomento,
mentre il Liruli riscontriamo attribuirla al suddetto Enrico, il Pal
ladio li) ad Enrico conte di Gorizia ; siamo maggiormente convinti su ^ar''* f'Yl'i1.
pianto abbiamo riportato a quella pagina.
(1) Il Liruti dice, che questo non fosse conte palatino, ma conte
del palazzo, maestro e maresciallo maggiore della corte imperiale ti). ^^""'^J"01- cil-
Il castello di Moggio Intorno a questo castello che in
lingua carentana si appella Mosniz e latinamente Mosacium, situalo
nella parie alpina del Friuli, non abbiamo altre memorie se non
che Tosse posseduto da questo conte Cazzellino, e che egli lo
destinasse a questa pia intenzione, e ci in rimedio dell' anima sua.
siccome allora accoslumavasi e). e nciiop siwu.
5
or,
1085 In quest'anno, o forse nell' antecedente, mor
il Patriarca di Grado Domenico IH e gli successe Domenico
a) pnadio si. dei Ccrbano detto Domenico IV ai.
Fr. par. I p. 165. '
1085 Chiude i suoi giorni in Salerno il papa Grego-
b) Maralorl. Ann. IMI I J' Oh- , , .
d1 nai. .imo iota, no VII nel di '25 maggio b). Ne per un anno oso nessuno
Voi'^m'm-' succedere a quel terribile ponteGce e).
1085 Liutaldo, o Liutardo, era Duca di Corintia in que
sto tempo, e pare foss' anche marchese della Marca di Ve
di10S5Muratori
e 1090. e. sop. 'rniia d)
""" "/
1085 Venne ucciso Federico II Patriarca d'Aquileja, e
gli successe nel seggio patriarcale il gi abaie di S. Gallo
nell'Elvezia, Vodalrico I, o Vodarico, fratello al duca Arrigo
roi"5w-5i" eEAn: e figlio di Marquardo duca di Corintia e conte di Muerzal e).
Urtiti. Noi. eli. ..
t. in p.3w. jt u egli esecutore testamentario del conte Chezzelino e fondo
l'Abbazia di Moggio (1) dedicandola a Dio in onore
(1) Accostumasi in Friuli iti quest' epoca Ita vendili* ilei servi.
Questa facevasi specificandone il nome, la nazione, indicali-
70
IODI Nel giorno ili luned 4 agosto Ranlolfo signore
del castello di Nigriguano in Istria, dona ulta Chiesa Jaqui-
*) IspUsM?' c"' lejese questo castello con il territorio ad esso spellante a) (1).
1092 Arrigo imperatore seguita a dare il guasto alle
terre del duca Guelfo V e della contessa Matilde, saccheg-
d',iLl"j?i!!u'io')i"' giaudo ed incendiando tulle le contrade al di l del Po b)
e s'impossessa di varie cill, come abbiamo dello chiudi ri-
$!X!mm. '",' sale in Germania, dice il Balbo e).
1093 Corrado, primogenito dell'imperatore Arrigo, si
ribella al padre, ma vieti fatto prigione. Egli per se ne
fugge e si rilira presso la contessa Matilde, che dicesi com
plice di questa rivolta ; la quale invidiosa papa Urbano II
onde ottenesse I' assoluzione della scomunica. Poscia, mandalo
a Milano, venne incoronalo a re d'Italia da Anselmo arcive
scovo di col tanto in Monza che in quella Basilica d).
nSTio! cs1"' 1093 Vodalrico patriarca d'Aquileja, fallo conoscere
all' imperatore Arrigo (2; che la Marca della Carinola
conferita da esso monarca inavvertitamente ad altra persona,
dappoich aveala donala al patriarca Sigeardo, spellava al
Patriarcato aquilejese, ne chiedeva la restituzione. Per cui
Arrigo, riconosciuto I' error suo, col consiglio di pi vescovi,
marchesi e conti, gliela restitu siccome cosa propria e col
I.' !\!a)-.'c"' diritto e dominio qualmente fu concessa per lo innanzi e) (3).
stia Provincia in tal modo. II Che quivi esisteva pur anche (ed
singolare) un rimasuglio di Longobardi nel luogo di Osovo, che noi
diremo Osoppo; quando da lunghi anni addietro nulla ci nolo in
torno a questo Popolo, senonch in Friuli vivevasi ancora da alcuni
sotto le leggi emanate da quella Nazione ; come faceasi da altri
sotto quelle di Nazione differente, cio o Romana, o Bavara, ecc. E
qui, giacch cade in acconcio, diremo che I' assoggettarsi poi a que
sta o quella legge non dava certezza della nazionalit dell' indi
viduo ; mentre in Friuli era libero il professar d vvere sotto
una piuttosto ehc l' altra Ielle IcjVgi quivi allora vi-
i Guerra o. f. ?. genti e). Quest'uso esisteva anche prima dell'epoca presente, perch
xxn p. S58-IS9. aj tempi di Popone patriarca accostumavasi; e le donne maritate
f) Riihcts m. e a. passavano nella legge in cui viveva il marito f). Secondo il Nicoletli
I' uso di esporre nelle carte di quei tempi la Nazione sotto cui vo-
?.' J"?1'!!1 Vil'' 'casi vivere, avea vita gi nell' Vili secolo g).
di S. Paolino, rns. ' -/
Iti. p. I Iripn.
(1) Questo patriarca nel Sinodo o Concilio del 18 marzo 1112 te
nuto da papa Pasquale II in Roma, anch' egli soscrisse il Decreto
J.rt'iTi.'0"" di 1uella Convocazione li).
73
di Rosazzo un ultra di varii poderi di mollo valore, confer
mando ad essa in pari tempo i beni, i diritti e le giurisdizioni
assegnatile per lo innanzi a). Si v."iot' clu
1095 Quaranta e pi mila persone si uniscono in a-
perla campagna presso Piacenza; il papa le presiede; tulli
i principi d' Italia ed i magistrali delle citl indipendenti vi
intervengono. Vi si propone la conquista di Gerusalemme.
Da Piacenza il papa corre in Francia a fare lo stesso nel
Concilio di Chiaramente in Alvergna. La lega generale degli
Occidentali contro i Musulmani d' Oriente col pure procla
mala L)' (1).
a \ /
bJIUmpoWICrmi.
Univ. v.uu. p.SGO.
1095 Gran moltitudine di gente vi accorre a prendere
la croce e ad impegnarsi per la spedizione d'Oriente; n
altro risuonava nelle bocche <l' ognuno, senonch il detto :
Dio lo vuole, Dio lo vuole. Pi di centomila persone vi con
corsero, e tra queste molti monaci - (2) che con s favore
vole congiuntura si posero in libert e). N vi mancarono in tale #n*^l'od!m'
occasione molti del Friuli, che per la santa fede passarono in
quei paesi ad esporre la propria vita d). a) mmio. si^eii
1096 Da un cerio Giovanni figlio di Kantelfe o Ran-
lolfo venne donalo alla Chiesa aquilejese il castello di Ni-
griguuno nell'Istria e). ;)}'*^*
Thesaurus E. A. p.
27.
(2) A questi devesi in gran parte, sino all'XI secolo, e forse in por- DTimboschisior.
zione del XII, la conservazione dei libri e degli studii i). *.ns,'mi,
e 3H.
74
109G Raimondo conle ili Tolosa, che guidava alla con
quista di terra santa 100,000 Crociati di Provenza, pi colli
. che leali e valorosi, unitamente ad Ademaro guerriero e
vescovo del Puy e Legalo pontificio, passano per le alpi e
S?t.V.ui'- Pel Friuli ed entrano nella Dalmazia a).
1096 Cess di vivere Vitale Faledro doge di Venezia,
d'iKSoiw?' ed eDUe a successore nel dogalo Vitale Michele h).
1097 Arrigo imperatore torna in Germania snervalo
e pienamente screditato in Italia, mentre i Popoli concor
revano pi che mai in favore del pontefice e del re Corrado
suo figliuolo. Perci ri' ebhe gloria la conlessa Matilde alla
di cui prudenza e valore venne attribuito l'abbassamento di
e) Muratori e. sop. Arrio-n tA
anno 1097. Arrigo L).
1097 Guelfo IV duca di Baviera, onde sceudere in
Italia alla ricupera di sua eredit, si collega con Arrigo duca
di Carinlia, e probabilmente marchese della Marca di Verona
e col patriarca il'Aquileja fratello di esso Arrigo, duca e
p!m"' Hintori principe, signore del Friuli e della Carniola d).
C. sop. .
1097 Irmingarda in quesl' anno era abbadessa del
monastero di S. Maria in Valle della Cilt d'Austria (Civi-
Fo*T.xulpTsSf.u dale); mentre Ricbunda aveala preceduta in quella dignit e).
1098 Concilio di 185 vescovi tenuto in Bari dal papa Urba
no II nel mese di ottobre; al quale essendo comparsi molti Greci,
segu calda una dispula intorno al procedere dello Spirilo Santo
/-r~V
87
1106 Viene effettuala la Dieta in Magonza, alla quale non
lasciossi intervenire l'imperatore Arrigo tenuto prigione dal figlio
in un castello, temendo che il Popolo gli fosse favorevole. L'im
peratore fece istanza per la libert ; ma non gli si accord ve
nisse a Magonza, stante la conferma della scomunica praticatagli
dai legali apostolici intervenuti alla Dieta. Andarongli per que
sti incontro ad Inglielcim, e adoperali secolui or modi dolci or
aspri, I' indussero a rinunziare al figlio la croce, la lancia,
lo sceltro e gli altri ornamenti imperiali, non gi la spada
e la corona. Altri dicono poi essergli stale rapile a forza le
insegne della sua dignit. Comunque sia la cosa, egli si ri
conobbe colpevole dello scisma e delle conseguenze di esso,
e ne chiese I' assoluzione al legato, che gliela rifiut, alle
gando di non avere facolt d' impartirgliela ; gettossi anche ai
piedi del figlio, ricordandogli i diritti di natura, ma quesli non
si degn nemmeno di volgergli lo sguardo. Portale quindi a
Magonza le insegne reali, fu confermalo re il giovane Ar
rigo V a), terribile stromento di punizione ai peccati del pa- S^wjmhm!1'
dre ed orrendo esempio di condotta ai figli.
r
8G
1107 Il re di Germania Arrigo V, egualmente che il
padre volle sostenere contro i decreti di Roma P affare delle
investiture. Sped egli perci solenne ambasciata in Francia
(1) Secondo il Palladio (Storia del Friuli, parte I, p. 168) fra gli
altri prelati ivi intervenuti vi fu pure Giovanni patriarca di Grado.
(1) L' ordine cenobitico, indi militare, degli Spedalieri trae ori
gine da alcuni merendanti d'Amalfi, i quali nell' anno 1020 stabilirono
in Gerusalemme un cenobio ed un annessovi spedale per i poveri
pellegrini che visitavano il santo Sepolcro. 1 crociati, fallisi pa
droni della santa citt, cambiarono i doveri degli spedalieri, i quali
abbandonando la cura degli ammalati a mani mercenarie, non pen
sarono che a combattere i Maomettani. In pochi anni I' ordine
cenobitico istituito dal benefico cuore degli Amalfitani merendanti,
non fu pi aperto che alla militare nobilt. In origine que' ce-
nobiti divisi furono in tre classi: apprendenti, compagni e maestri ;
il primo maestro fu Gherardo di Martigue, villaggio di Provenza ;
coli' andar del tempo quelle umili classificazioni cambiaronsi coi fa
stosi titoli di cavalieri, comandatoli e baglivi. I cavalieri divirie-
vansi in sette lingue: Francia, Provenza, Overnia, Gastiglia, Ara
gona, Italia ed Alemagua; prima della riforma in Inghilterra era vi
pure la lingua di tal nome: il capo d' ogni lingua chiamavasi gran
priore. La decorazione de' cavalieri consisteva in una croce di otto
raggi in tela bianca che portavasi nella parte sinistra del loro sopra
SPESE FORENSI.
A' Notaj per la pubblicazione delle umane azioni doveasi pagare
come qui sotto :
Per ogni citazione, relazione o fede di relazione in
Giudizio, un frisachense.
Per ogni atto e scrittura redatta in libro, due frisachensi.
Per ogni Instrumento di venti marche, venti frisachensi.
Per lustramento di marche venticinque, venticinque frisachensi,
ed al di l, un frisachense per marca ; la qual limitazione venendo
trasgredita da' Notaj, dovevano pagare al pubblico me/za marca, oltre
la restituzione del mal tolto.
Il Nolnjo, ricercando e ritrovando nel proprio Protocollo, aveva 8
frisachensi, e mostrando le note d' un altro Notajo 16 frisachensi, e
contraffacendo, era tenuto a pagare al patriarca mezza marca.
PER RIFORMA FATTA DAL PARLAMENTO IN SACILE
doveasi soddisfare a' Notai in questo anodo a
Per l' acquisto, il cui prezzo fosse stato di lire cento, frisachensi
12 ; e se la somma era maggiore, un frisachense per marca; e cosi
97
1415 A di 24 luglio a) mori vecchia e gloriosa Matilde S'iSfimm'im'
e si contese tra imperatori e papi sul suo retaggio (1),
da lei certamente donato in Canossa e confermato poi a
r n
102
H20 Engelberlo I e Mi'.inardo I conti di Gorizia della
'd. ^"w80"' Slr' caSa del Puslerlhal a). (Vedasi anche alla pag. 109 di questo
voi.) Ragiona il Della Bona su questi conti come segue:
Verso quest'anno 1120 si hanno le prime positive notizie
dei conti di Gorizia, non pi come regii governatori animo-
vibili, ma come spellanti ad una stabile dinastia con proprio
dominio. E dunque probabile che nella seconda met del
secolo XI, o circa il principio di questo secolo XII, la Contea
siasi resa ereditaria. Sono i primi, presso il Bauzer ed il
De Rubeis, due fratelli, Engelberlo .e Mainardo, che il Coro-
nini nel suo Tentamen a pag. 89 suppone figli d'uri Goffredo II
conte del Tirolo ; noi per, seguendo 1' Hormayr, li riterremo
con maggior probabilit come figli di Mainardo, che nel suo
prospetto figura come conte di l.uin nel 1000 all'anno
ri) Mio p.50 1090 c).
1120 La famiglia Sbruglio fino da questo tempo sop
ii) Nlcololll. Palr.
^rtaSfVp'i piamo esistere in Friuli d) (1).
" eis infertili-, non audeaut conqueri domino, nec etiam destriere
et devastare domos, vites, seu arbores, et altanas super quibus
jaceul vites mausorum, qua; remaneot in pustola, nec aliquod sta
li lutimi, seu ordiiiamenluin Tacere, quod nullus audeal accipere ad
afrkluiii aliquem mausum, qui sii pustota, vel quod non accipialur
pr tanto affictu, vel majori afficlu consueto, lnsuper quod nulla-
lenus audeal aliquas Coinuuilas villarum de coster lai-ere aliqua
stallila, vel oi'dioamenta contea homines singulares villarum ba
li bitatores, qua' languiti, vel tangere possunt jurisdicliouem domini
103
1121 Muore Giovanni IV Saponario patriarca di Grado
e gli succede Pietro II Badoaro ; ma avendo questi vissuto
poco in quella dignit, el)l>e a successore il veneto Giovanni V
Gradenigo, vescovo Equilino a). MSS&ftfi!
1121 Il pontefice Calisto li, assediata Sutri, ebbe in
mano 1' antipapa Bordino, lo depose e lo cacci prigione in
una fortezza ; quindi torn la pace a Boma e in que' dintorni b). d'Mui.'1'nno mi'!'
Rdim. deiia'Torre'. dezza, e figura oggigiorno fra la nobilt pi antica li quella citt a).
7iVi(:g'a.sc"p' Nel seguito poi di questo nostro lavoro, la vedremo distinguersi nelle
lettere e nella carriera civile e militare. Nonpertanto non omettiamo
qui di annoiare che Stefano Sbruglio, valoroso cavaliere, ebbe dalla
Repubblica Veneta, in ricompensa de' suoi servigi, il castello di Mu-
ruzio e si crede anche ottenesse la nobilt veneziana, avendo con
giunto a' suoi meriti anco il parentado colf antichissima famiglia
bj Mcoietti e. s. bellina b).
^
106
1122 Nel di 21 maggio Gerardo patriarca d'Aquileja
concede al Clero, ossia al Capitolo di Cividale, il dirillo di
tenere Placito Sinodale (1). Voldorico arcidiacono
e preposilo d'Aquileja, Adalberto decano della citt (Civita-
tensis, Cividale) sottoscrissero in unione a molti altri il do-
li ?ffe?e"iiI'pe cumento di questo Placito a).
ni
I
(oatfucn a ra? i s a j orni stDtaiLaaj
SOTTO I PATRIARCHI
c
appartenenti a quesl' epoca V, tratti dal ms. autografo
DELLO STORICO
minori dei vescovi, ed in cui ponevasi fine alle liti e alle contese,
procuravasi la riforma dei costumi, casligavansi a tenore dei sacri
canoni i delinquenti, spiegavansi i punii dubbii di ecclesiastica giuri- Le
dizione b). ch.d'iu.ixp.:
p.SB.
_
Hi
1123 Circa questi tempi il doge di Venezia Domenico
Michele mand i suoi legali a Costantinopoli, per impetrare
dall' imperatore de' Greci Giovanni Comneno la bolla d'oro;
ma questi, anzich contenersi siccome i suoi antecessori,
gliela neg. Nacque quindi guerra fra' Greci e' Veneziani. Ad
istanza poi di Baldovino re di Gerusalemme, il doge riun v
un grosso stuolo di 200 legni tra galee, barche da trasporlo,
ed altre navi, e pass in Oriente, ove presso Joppe, trovala
la flotta di Babilonia, composta di 70 galee ed altri legni,
la pose in rolla a). AffiSu^*
1123 Mainardo I col figlio Enrico I conti di Gorizia
della casa del Pusterlhal b). cl^pbS!' s,r"
senza cognome, col seguo d' alcune linee mal ordinate in forma di
graticole ineguali e con la professione di quella fede, che secondo
la loro nazione seguivano.
Le anse s civili che criminali per la maggior parte
erano espedile dagli arbitri.
Le casi'! loro forma. Queste, tanto nelle terre, che nei
castelli, la pi parte erano basse, e non dissimili dal genio dei fab
bricatori d' allora, poco, anzi nulla istrutti nell' architettura.
US
1125 Torna a Venezia il doge Domenico Michele con
la vittoriosa sua flotta. Essendo prima per successa rottura,
come fu dello, con Giovanni Comneno, gli fece guerra, pre
dogli l'isole di Samo, Mitilene ed Andro, e diede loro il
sacco. Riprese agli Ungheri le citt di Spalatro e di Trau,
e li cacci dalla terra marittima di Belgrado, diversa da quella
clie sta al Danubio. Giunto a Zara con la sua flotta, fu dal
Popolo onorevolmente ricevuto, e quivi fece la distribuzione
della preda; poscia con trionfo si restitu a Venezia a). SiuPXSo a.
ii'G Addi 15 giugno, Romano del fu Pelligrino, di
legge longobarda, dona alcune terre in Cividale e Bicinicco
ad Emma figlia di- Busin visconte di Mels b). ix* """
H27 Le seguenti citt d'Italia (1) Novara,
Pavia, Vercelli, Asti, Alba, Albenga, Piacenza, Parma, Mau-
lova, Ferrara, Bologna, Modena e Vicenza, in questo tempo
si governavano a Repubblica, n pi erano governale da mi
nistri imperiali e). Snwun.ri c' "'
I FEUDI
SOTTO \ PATRIARCHI W AOtiiLEJA
CENNI
traiti dall'opera del sartori
\
Venezia Tipografia Santini
1852
i
121
1150 La famiglia Arcoloniani venne ii^ questo tempo
ad abitare in Udine a) (1). &M p?t:
il 51 Nel principio della primavera il pupa Innocenzo II,
trovandosi in Liegi, v' incoron solennemente il re di Ger
mania e d' Italia Lotario III e Richenza di lui moglie b). d-'iullunl ihT?"
bili, esigendo dai loro vassalli gli omaggi medesimi die essi al pa
triarca rendevauo. Senoncb, a temperarne il potere, i patriarchi
investirono anche degli ecclesiastici di possessi temporali,
co' medesimi onori e privilegi lutti ; d" onde la grau divisione dei
feudatari! ecclesiastici e secolari.
1 feudalarii ecclesiastici non erano obbligati al personale
militare servigio ; ma occorsero frequentissimi i casi nei quali, ad
onta del testo che dice non potest esse miles sa.-culi qui factus
est miles Chi isti, si videro forniti di tuli' armi, capitanare le
loro schiere nelle battaglie. In Friuli il carattere bellicoso
tirali ecclesiastici si mantenne vivissime : duci i patriarchi
stessi.
I feudi secolari erano di quattro sorta e si nominavano co
munit, liberi, ministeriali e abitatori.
Le comuuit erano composte di proprietarii liberi e coltivatori,
e venivano rappresentate da un podest, castaido o capitano.
Secondo la diversa qualit del feudo a questi assegnato, erano
imposti i servizii che prestar doveano in pace ed in guerra alla sede
patriarcale ed al patriarca slesso, e da questo corpo, secondo il
Palladio, fu composto il Parlamento, di cui abbiamo parlalo iu
queslo voi. a pag. 12 e seguenti.
Di tulle le predelle qualit di feudatari! le prerogative erauo
differenti ; altri avevano i feudi colle giurisdizioni e la voce nel Par
lamento : altri feudi e voce senza giurisdizione ; altri giurisdizione
e voce senza feudo ; altri voce sola senza feudo e giurisdizione (che
iu Parlamento la voce, si riconosceva per fendi), comunque il feu
datario non possedesse castello o stabile feudale); altri lilialmente
122
1132 Addi 29 giugno il pontefice Innocenzo II rilascia,
in data di Piacenza, a Peregrino I patriarca d' Aquileja una
bolla, firmala anche da 8 cardinali, con cui gli conferma non solo
i suoi diritti e prerogative spirituali di metropolita sopra 16
(1) Il Liruti nelle sue Not. del Fr. v. IV p. 105 pone sotto l'anno
1156 la convocazione di questa Dieta; ma noi, appoggiati al Mura
tori, che non solo ne indica l'anno, ma anche il mese, l'abitiamo
riportata all'anno 1155.
*M
141
1156 Nella primavera di quest'anno l'imperatore Fe
derigo celebr in Wirtzburg le sue nozze con Beatrice figlia
a Rinaldo conte di Borgogna, che portogli in dote molti
Ci_i: \ ) Muratori. Ann.
Ola 11 aj. d'it. anno 1156.
1156 Mainardo conte dell'Istria b). 5J.^'ra.801' su
1156 Sinodo tenuto in Aquileja, in cui si confermano
le donazioni e i privilegi delle decime fatte dal suo vescovo
al Capitolo di Belluno e). cj Detto p. w.
1156 Cessa di vivere Domenico Morosino doge di Ve
nezia e gli succede nel Dogato Vitale Michele II, che non
lard a far pace co' Pisani d). qmtmt.m-
1156 In quest'anno Engelberto era marchese dell'I
stria. Da alcuni vorrebbesi ch'egli fosse l' Engelberto di Go
rizia, o un marchese ivi costituito dal patriarca: ma mancano
le prove per poterlo asserire ; ed il Liruti lo ritiene piuttosto
un invasore, come altre volte accadde e). ?!ivio!0'' eU'
1157 Il papa Adriano IV add 22 febbrajo in data
di Roma (terzo anno del suo pontificato) assoggetta al Pa
triarcato di Grado l'Arcivescovato di Zara, e ne scrive ad
Enrico patriarca gradese f). K"."',!8^."
1158 Verner da Carisaco dona alla Badia di Moggio
lutto l'allodio ch'egli aveva in Carnia, e ci in presenza
di Peregrino I patriarca d' Aquileja g). jLimtic. .
1158 L'imperatore Federigo scende per la seconda
volta in Italia con un esercito di 100,000 fanti e 15,000
cavalli, che invia parte per il Friuli, parte pel Mongivi, altri
per Chiavenna e pel lago di Como ; ed egli col miglior nerbo
viene per la Valle di Trento. Assale Brescia, la quale dopo fatta
viva difesa, gli si rende. Essendo sul Bresciano, pubblica le
leggi militari (1) e intima la guerra a Milano, che
glio de' capelli, il marchio rovente sulla mascella, e per gli omicidi
la morte ; che se mancassero due testimonii, si doveva ricorrere al
duello, se v'intervenissero due schiavi, alla prova del ferro ardente-
li soldato che spoglia il mercante, renda il doppio, e giuri che non
conosceva la condizione del derubato. Chi abbrucia una casa, sia
bai itilo, tosato e bollalo. Chi trova vino, se lo prenda, ma non rompa
i dogli, n tolga i cerchi delle botti. Impadronendosi d'un castello,
lo saccieggiiio a voglia loro, ma non Io abbrucino senz' ordine. Se
un Tedesco ferisce un Italiano, il quale possa provare con due te-
p. m. c' "^ slimonii d' aver giurato la pace, sia punito d).
per. In milizia e per religione. E ci pare non lungi dal vero, per
il, Marietti. Patr.
Per. ms. aul. I. B ch quesle Ire famiglie portano una medesima arma od insegna ti),
p. 33-35. cio un dentalo argenteo con fascia rossa in campo rosso, che lo
(livide in tre denti o punte al disotto e quattro al disopra. La
famiglia di Manzano, castellana del Friuli e cittadina di Cividale,
oltre tenere fenili di abitanza nel vecchio castello di Fagagna, pos
sedeva i due castelli di Man/ano e Sdrica, ile' quali tuli' ora riman
fi nocumenti di fa gono le vestigia : avea la giurisdizione dei villaggi di Orsaria, Lon-
miglia. Porrla. zano, Obeuetlo disopra e disotto, ed era consorte nelle giurisdizioni
I>escr. diri Fr. nel
o. P. ilei r.uerra di Poulegliacco e del castello di Tolmino e). Teneva pur anche la
uri. vii p. 153-151-
159-160. superiorit di Villanova ilei Judri, parte avuta dalla Chiesa d'Aqui-
f] Hoc. e. s. Sta h'ja e parte dal monastero di S. Maria in Valle di Cividale, del qual
rniti. Delle cose di distinto ed antico cenobio possedeva 1' avvocazia f). Investita di molli
Tir v.F p 5M-595
Marietti e. . beni feudali si dai patriarchi d'Aquileja che dagl'imperatori ed ar
ciduchi d'Austria, faceva parte del Parlamento friulano ed occupava
gj noe ili famiglia. in esso tra' nobili il XVI posto g), La vedremo poi, nel seguilo di
questo nostro lavoro, distinguersi nelle pubbliche mansioni, nelle
lettere, nelle leggi e nella guerra ; e venir fregiata per ordine pubblico
di statua equestre, la quale sta riposta nell' interno del Duomo del
l' Insigne Collegiata di Cividale al disopra della porta maggiore ;
nonch essere ascritta al Consiglio della citt di Cividale ed agli
Slati provinciali della Contea di Gorizia.
.53
11(56 Olire a' sospetti di guerra vicina fra Trivigiani
e Cenedesi, il Friuli era travaglialo da forte carestia, non
ch dal nuovo scisma insorto per l'antipapa Pasquale contro
a] Palladi. SI. del
il pontefice Alessandro III a). Ir. par. I p. 180.
11 67 .Le citt Lombarde tengono Congresso a Pontida,
onde ajulare i Milanesi a rimpatriarsi b) (1). Da qui ebbe Ji.?3?iB:
vita la lega lombarda contro Federigo, la quale nel giorno 1 di
dicembre slabili : obbligarsi cadauno a difendere .le citt di
Venezia, Verona, il castello ed i sobborghi, Vicenza, Padova,
Trevigi, Ferrara, Brescia, Bergamo, Cremona, Milano, Lodi,
Piacenza, Parma, Manlova, Modena, Bologna, e alla difesa
ed offesa contro ognuno che volesse far loro o guerra o
danno, a compensarsi de' danni che patissero a tutela della
libert ed a ricuperare i diritti che possedevano al tempo di
e) Muratori. Ann.
Enrico HI e). d'Hai, anno 1167.
Canta. SI. Un.
Bac. T. X p- 133.
il 67 I Trivigiani, per accrescere forze contro a' Ce
nedesi, collegansi co' Vicentini ed assoldano nuova gente ;
per cui quelli di Ceneda, conoscendo non poter loro opporsi,
e consigliali dal patriarca d' Aquileja, inviarono ambasciatori
all' imperatore Federigo, che Irovavasi in Bologna, a dolersi
dell' attacco de' loro confini fatto da' Trivigiani. L'imperatere
commise la cognizione di quella vertenza a Voldarico pa-
Iriarca d' Aquileja, dando parte ai Trivigiani della delibe
razione. Perci essi mandarono sindaci in Friuli a difesa
della propria causa ; ma accortisi che il patriarca aveva in
telligenza co' Cenedesi, rimisero alle armi le loro ragioni.
Quindi con I' esercito, passala la Piave, scoulrarousi con
Guicellotlo da Praia, generale de' Cenedesi, che seco avea buon
numero d'armati; altaccaronlo nel luogo di S. Michele, e rottolo,
nisse cacciato dal Marchesato dall' imperatore Federigo nel 1152 per
ilarlo a suo zio Guelfo VI " Este. In quanto poi alla Diemot, ili lui mo
glie, sembra verisimile il ritenerla figlia di quel Corrado e di quella
Matilde, a cui Bertoldo vescovo di Salzburgo nell'anno 1106 dona il
castello di Attens d).' .
) hi": ^"J.v?-
V. IV p. 135- 137.
p I) r K.lnillcr. Suo
investite loro dai duchi d' Austria e). Avvertiamo per, che secondo f^'Jii.J"!"^^ ^
il Nicoletli (Guerra civile fra' Forlani, fase. F ani. p. 4 tergo) Ugo ' pu p.*k>i!
di Walsc era gi signore di Duino ncll' anno 1581. Dopo i Walse,
il castello e la signoria di Duino appartennero all' antica e nobile
famiglia HofTero, come ci avverte il conte Ottaviano Mauini nelle
sue Memorie, ove dice che Matteo HofTero signor di Duino era uno
tra' principali baroni e consiglieri dell' imperatore; e che da Lucrezia
contessa d'Arco di lui moglie ebbe due figlie, delle (piali Chiara f . ^ lr n
maritala a Leonardo di Arach barone in Austria f), e Lodovica in wn> imu. iW.
Raimondo Tornano del ramo di Gorizia. Sappiamo inoltre che que- r'"",e
sto castello e signoria, furono dall' imperatore Ferdinando III, nei
1078, conferiti in propriet ai Torriani che gli avevano ereditali dagli eiLuac Pomwo.
Hoffer, i quali li possedevano a titolo di pegno g). ni"V iw.Vmx.
<
180
la convenziono, o sentenza, con cui rimasero le medesime
all'abadessa, coli1 obbligo di pagare annualmente alla cbiesa
di Capodislria una libbra d' incenso in segno della falla Iran-
STR-Nm.'- sazione a).
1189 Bernardo di Cerclaria (1) con la di Ini mo
glie, la figlia e la sorella danno, per le anime loro, alla cbiesa di
S. Maria della citt d' Austria (Dividale) la loro corte, case ed
{^en.o.r.T. orlo situali in detta citt b).
4189 Otlocaro duca di Stirili addi 19 maggio in (ralz.
dona alla cbiesa di Milistat i suoi diritti sulla citt di Neuu
r) Cini. diplomatico ! o 1 \
Frangipane - Ind. e 01 O. AVVOCatO C).
Plrona. '
1190 L'imperatore Federigo Barbarossa, giunto in
Asia coli' esercilo, add 10 giugno, bagnandosi nel fiume Sa-
lef, affog. Questo fine ebbe Federigo, uno de' pi gloriosi
monarchi, giustizia il dirlo, che abbia governalo I" Impero
romano. Nonpertanto alle sue molte virt essendo uniti mol
tissimi vizii, la sua memoria rimase in obbrobrio presso gli
trtisr- Italiani d).
Iddio cre 1' uomo costante (I. 5), il peccato originale lo rese a peg-
gior condizione degli altri esseri creati, i quali dulia lor sorte si
contentano, mentrech l'uomo s'affatica n scambiare la sua. Tanto
lo slato del povero quanto quello dui ricco hanno I' accompagnatura
di beni e di mali; l'ambizione si dimostra insaziabile dalla storia ;
ricchezza e potere hanno un rovescio ; la fama da sprezzare e la
virt da seguire; sta nelle azioni la nobilt non nella nascita; nulla
di meglio si pu fare dall' uomo che di frenare le proprie passioni. Chi
vizioso schiavo del vizio (I. 4); il ricco, il pulente, il nobile, il
celebralo pu fare molto del bene, ma eziandio mollo del male; il
solo virtuoso felice. Vi lian due beni assoluti : iddio e la virt ;
due mali : il demonio e il vizio (I. 5). Sei cose : nobilt, potere, am
bizione, rinomo, ricchezza e signoria ponno essere buone ed anche
cattive. La scala delle virt conduce al paradiso, quella delle sei
cose dubbie, formata da gradini volli all' ingi e sdrucciolevoli con
duce al vi/io, al quale il demonio s'affatica di tirare co' suoi uncini
(modi persuasivi). Ben fa chi le sei cose dubbie schiva. Ma il mondo
peggiora per gli esempi dei grandi. Noi libro sesto si descrivono le
conseguenze dei vizii e delle virt. Il corpo non che vaso dell' a-
iiima, continuasi nel settimo ; questa pi nobile ; a questa convieu
pensare maggiormente. Quattro potenze ha I' uomo : immaginazione,
memoria, ragione, intelletto. Non ognuno le adopera come dee: uou
quegli ebe va dietro a guadagno materiale, ma u anche colui che,
senza essere virtuoso, si d alle sette arti. Chi ben opera sa meglio
di grammatica che non chi bene parla ; chi dice il vero, dialettico
miglior si mostra di colui che il ver distingue ; chi parla dritto,
miglior rettore di chi il discorso ben colora ; chi sa calcolare al
grande uopo di vivere a bene, sa pi di geometria che non chi ben
misura un prato ; colui che maggior numero di virt alberga, sar
migliore aritmetico che non colui che senza error conteggia ; chi le
sue azioni fa consonare co' giudizi!, sonator migliore di chi fa i
suoni uscir netti da uno strumento ; e se buon astronomo chi ben
conosce gli astri, miglior astronomo sar chi ben conosce iddio. Due
scienze v Inumo, divinit e fisica ; anche conviene studiare le de-
182
UDO Gollof'redo patriarca d' Aquilcju cuni|iunc le dif
ferenze insorte Ira Pellegrino arcidiacono aquilejesc e Ga
briele preposilo d' Aqnilejn |ier le ijualtro pievi di Furia,
!!lkTBir' Melerclo, Castellano e Mariano a).
1190 La famiglia Anelli venne ad abitare in Udine
li) Nlcolelii. IMIr.
Per. nw. .mi. r. B
in questo tempo b) (1).
p. 71.
1190 -Ermilina in quest'anno era abadessa del molli
ni Mona. Guerra. .. -, ,,
m.m. TUl' IV slero (" . Mana d Aqmleja e)
1190 Nel novembre di quest'anno il patriarca d'Aqui-
leja Goltofredo dona a M.... preposilo ed a' canonici di San
g%acnt dlp' Fra"" Stefano, abitanti in Cividale, molle decime e beni d).
crelali, le leggi, gli statuti ; ma per parlare eh' uno facesse delle
relazioni eh' evvi tra loro, l' idiota noi comprenderebbe. A servigio
delle quattro potenze I' uomo ha cinque sensi ; queslj le ricevute
sensazioni a quelle tramandano. Tre forze ha il corpo : vigore, svel
tezza e prontezza, le quali vengono signoreggiale dall'anima mediante
l'assennatezza. Questa dirige cinque cose aderenti al corpo: vigore,
sveltezza, concupiscenza, bellezza, prontezza ; cinque fuori di esso :
nobilt, potere, ricchezza, fama, signoria. Sorella dell' incostanza
l'immoderatezza (I. 8). Tra due vizii opposti havvi una virili: l'u
milt tra la superbia e la melensaggine, la semplicit tra I' arditezza
e la stoltezza, la pazienza tra l' irrequietezza e la pigrizia. C uu*
ira giusta e una ingiusta, un amore lecito e un' illecito, anche una
invidia giusta. La preghiera cosa buona ma pu divenire cattiva;
digiuni ed elemosine si ponilo fare bene e male. La superbia so
prattutto da schivare. Da essa viene avarizia, invidia, ira ed odio,
l'astuzia, l'audacia, la falsit, la bugia, lo spergiuro. I quali vizii
debbonsi vincere colla ragione. Il libro nono parla della giustizia. 11
diritto clericale e laicale: pur troppo questo non e sempre d'ac
cordo con quello, li giudice sia giusto, senza misericordia, tema, a-
more, odio; n sia parziale, venale, invidioso e sragionevole. L'ul
timo libro tratta dell'essere veramente liberali.
Notevolissimi sono i brani, che delle sue opere in lingua romanica
tradusse il Grion, prendendoli dai frammenti inseriti nel poema te-
. desco. Cosi dal Friuli partiva fin d' allora uu maestro di civilt ai
paesi settentrionali, del quale gli eruditi tedeschi ne lamio grande
stima.
(1) Voci;* o gnadia era un pegno che veniva dato a mano j) <[jr- {'_
V una persona il' importanza
I ... I 1-
a guarentigia
l l. r
il' una
.
cosa stabilita Tra\ h)!""Moololli.''' Cosi.
le parti, che per dissensioni od altro fossero tra esse con teine g). eW mi. de' ror.
Secondo il Nicoletti poi guatila varrebbe condanna b). fer*o*ul' m' *'
184
lu giurisdizioni di ragione dell' Abbazia di Sesto in Trevigiano,
cio in Laubiola, Cariamola e Buscano, usurpali da Ezzelino
?) m'm !*il c"' d'Ouara o da Romano, siano reslituili alla della Abbazia a).
1191 Da Gollofredo patriarca jd1 Aquileja viene con
fermata in quesl' anno, ai 14 dicembre, la donazione di al
cuni beni falla da Romolo vescovo di Concordia al suo Ca
pitolo (1) onde con pi agio e volont osservassero
b) unni. noi. cit. que' canonici la vita comune loro restituita e riformala b).
1191 Manfredo abaie di Sesto viveva in questo tempo,
e la di lui morte segnala solto il di 10 aprile, per senza
rl..r;f',rlYlc,lix.,,f indicazione dell' anno in cui accadde e).
1191 Il doge di Venezia Aureo, ossia Orio Mastropc-
Iro si fa monaco nel monastero di S. Croce di Luprio, e
nel giorno 1 gcnnajo vieue eletto al Dogalo Arrigo Dandolo,
personaggio de' pi illustri e benefci clic s'abbia mai avuto
lina" iv& quel1' iaclita Repubblica d).
1192 Pertoldo decano e i canonici di Cividale fanno
istanza a Gollofredo patriarca onde faccia giustizia contro
Corrado di Satile per le violenze esercitale gi da Dielrico
padre di esso Corrado ne' beni lasciali alla loro chiesa di
rfipuoiM.0'F'T' S. Maria da Pertoldo d'Albana e).
1192 Gollofredo patriarca d' Aquileja nel giorno 14
ottobre dona ad Urluvico abate della Beligna, e a quel mo
nastero 4 masi nel territorio di Tolmino nella villa Pouli-
kel, tenuti dal fu Reginaldo Castaldo cou tulle le loro per
tinenze, nonch il diritto d'Avvocazia eli' egli aveva su di
essi, cou la condizione che se i lavoratori o contadini (ni-
(1) Nel Calalogus Coti. Man. de rebus For. del Valenlihelli a pag.
75 suiti la data 10 dicmbre 1191 trovasi accennato un privilegio
dato da Guttofredo patriarca d' Aquilina a Hoioolo vescovo ed ai ca
nonici di Concordia, e che noi riteniamo (bench con digerente in
dicazione di giorno) sia quello di cui traila il Lini li, e qui sopra
riportalo.
185
siici) che tenevano i delti musi nutrissero un cavallo, con
esso dovessero servirli due volte all' anno a). vmbm-l
1192 In data di Roma H maggio, il pontefice Cele
stino III cominelle ai vescovi di Castello e di Cliioggia giu
dicassero la questione insorta tra il patriarca d' Aquileja ed
i canonici di Trieste sulla nomina di quel vescovo b)t ) cod. %. Frana.
1192 Goltofredo patriarca d' Aquileja ed i vescovi di
Castello e di Cliioggia confermano, per rispetto alla fede,
P elezione del vescovo di Trieste falla da' canonici di quella
pilla r\ . (i\ e) Cod. Frangipane
Cllld L) [!.). - Ind. Piroua.
1192 Nel giorno 13 maggio viene dagli arbitri comuni,
Wolrico preposilo di Concordia ed Artemanno di Sacile, ema
nata sentenza sud' Avvocazia della chiesa di Concordia, dan-
,,_,.. . .
vescovo _Romolo d.,
d)p. ?r
Valentinelli. C.
dola a Gabriele avvocato del i1Vcbus K-
71 0 w.
1192 In Aitino, i vescovi di Castello e di Cliioggia
estendono, per memoria dei posteri, un allo sulla controversia
pendente tra Gollofredo patriarca d' Aquileja ed i canonici
di Trieste, riguardo alla da loro falla elezione del proprio
VPSi'flVfl
veacuvu p\ "/ e)
- Cod.
Ind. Franginano
Piroua
1192 Vodescalco canonico della citt di Cividale, con
suo testamento del 28 agosto di quesl' anno, lascia alla chiesa
di questa citt dei masi in Moimaco, terre allodiali in Grilons,
altre terre, prati e case in varii siti f). SIxum&m/-
1192 Ricardo re d'Inghilterra, uomo che in alterigia
e nello sprezzar gli altri superava ognuno, falla tregua per
5 anni col sultano Saladino, imbarcossi e parti dalla Palestina.
Rallulo da fiera tempesta nell'Adriatico, fu spinto verso A-
guelfi in quella citt, nella quale quello ile' ghibellini era appoggiato
da Salinguerra figlio di Taurcllo o Torello. Tali erano i partili che
nelle citt andavano .aumentando in appoggio di queste due fazioni.
Quindi da 11 innanzi i marchesi d' Este signori iti Polesine, di Rovigno,
di Este, Montagnana, Badia ed altre nobili terre, comiuciaron ad aver
abitazione in Ferrara, e a figurare come capi della fazione guelfa, non
soltanto ivi, ma anche in tutta la Marca di Verona, di modo che
suonava Io stesso il dire : la Parie Marchesana che la Parie Guelfa e). tLm'tm!1 "" ""
192
1197 Il papa Celestino IH d a Corrado abate ili
a) Valenlinclll. C.
.. ... ... . ,
e m. de reta f. Moggio 1 uso della mitra a).
1198 Muore il papa Celestino III nel giorno 8 gen-
najo e gli succede nel Pontificalo Lotario figlio di Trasmonilo
conte di Segna, cardinale de'Ss. Sergio e Bacco. Questi assunse
il nome d'Innocenzo III e divenne uno de1 pi insigni pon-
dMuSo- lefici che abbiano seduto sul trono papale b) (1).
1J98 Parecchi nobili della Patria del Friuli, Ira i quali
Irmingarda di Sorpembercb moglie di Wollino, rassegnano
al patriarca d'Aquileja Peregrino II ogn' azione e diritto di
rx't*.0'*'*' feudo avuto dalla cbiesa aquilejese e).
1198 Cessa di vivere Giovanni VI patriarca di Grado,
e gli succede il veneziano Benedetto Faliero, primicerio di
il] Palladio. Sirici o M .. J\
Fr. par. I p. 190. b. Mal'CO d).
1198 Filippo duca di Svevia venne da molti principi
tedeschi proclamalo re di Germania, in onta al giuramento
prestato nell' elezione del fanciullo Federigo II, e fu incoro
nato in Magonza dall'arcivescovo di Tarantasia, in opposi
zione al rituale. Dall' arcivescovo di Colonia poi e da' suoi
suffraganei, da Arrigo duca di Lorena, dal vescovo d'Argen
tina e da altri vescovi, abati e conti (per in numero mi
nore degli elettori dell' altro) Ottone IV venne eletto a re de'
Romani, indi coronato in Aquisgrana ; elezione favorita pur
nnebe dal pontefice Innocenzo HI, essendo Ottone proveniente
da casa divota alla sede romana. Questa duplice elezione
S^rnTOrn9tLD' produsse in Germania turbolenze, guerre e danni molli e).
1199 Nel giorno 27 marzo il papa Innocenzo III, con
sua bolla rilasciata a favore di Peregrino II patriarca d'Aqui
leja e contro i Trivigiani per le uccisioni e devastazioni da
''
190
rizia, che promise ajuto a' Trivigani in ogni guerra al di qua
della Livcnza, e in quelle al di l di portarsi personalmente
con 50 armati, di assistere, richiesto, in tempo di guerra, un
mese dell1 anno in Trivigi e tener aperti i suoi castelli apro
di quella citt. Cosi fecero i nobili di Cusano, di Pordenone,
il conte Engelhcrlo di Gorizia, Gabriello di Praia e Poma.
con condizioni pi o" meno obbligatorie. Per la qual cosa
sdegnalo il patriarca Pellegrino II raccolse buon numero di
gente e pass a' danni de' Trivigiuni, i quali mossero ad in
contrarlo sul Tagliamenlo. Si frappose Guido Ferrarese giu
dice di Verona, mandalo col per altre occorrenze da Salili-
guerra Torello suo podest, e ne segui tregua sino a tulio
maggio, rimellendo la vertenza allo slesso Salinguerra. Que
sti pronunci in modo, che il patriarca non credette poler
approvare la sentenza, perche troppo favorevole a' Trivigani,
e ritornalo in Friuli allese a rinforzare l' esercilo per rio*
a) Palladio SI. del . .
pr. par. i p. mi- novare la guerra a).
1200 Nel giorno 7 ottobre Peregrino II patriarca di
Aquileja, giudice arbitro, decide la controversia per la divi-
cr.T?.1 ji11' st' s'0lie di un feudo nell'Istria (Cod. dip. istr.) b) (1).
Stefano.
v(Quest
i Alsubetta
i \\ -viportava
i j-ti-fi cognome i-di Negroi
. ed era '' ,' Slurok).
., , IK.-IU-
ligha di donna Lucania e)). INel \li, a mezzo di suo testamento, cose <i c.n. . b.
trovasi clic Doni.1" Jacomiiia uxor q.m Jachiimclii de Civit item f"s fiutola. Dolio
legavit heremiUe S. Stephani unam pclliciam f). Questi eremitaggi J^ji* Clr * a
si crede abbiano avuto origine antiebissima, e l'orse a' tempi o poco
lopo di quelli delle Tebaidi. Gli eremiti in Friuli venivano alimentati
dalla carila de' villici e de' cittadini, ed in ispccialit dalle Comunit
religiose, e ci con la speranza di giovamento alle anime de' con
tribuenti, nonch in ricompensa della vigilanza die essi prestavano
alla patria in quei tempi d' incursioni e di guerre ; avendo essi la
incombenza, all'approssimarsi de' nemici, di darne avviso col suo
narli a stormo la campana del loro eremo. Alcuni di questi eremili
ebbero line soltanto dopo la mela del XVIII secolo, perch quello
di S. Pantaleone, chiesuola vicinissima a dividale, fu soppresso nel
<ll 10 mar/o 1770, essendo ultimo eremita col fra Antonio Flabiani g) wuroi. n;.iii>
di S. Daniele g). li^V wi'Vii.
(I) Tale maialino cominci verso questi tempi a propagarsi per ara,ori Anu
il tre Citt li). il' II. anno 1400.
cf '"'"ss Bona' "' Sotto l'anno 1201 il Della Bona e) ci riporta: Si conoscono le prime
"' ''"'" (Monete dei onti d loriiKa, quelle ili Mainardo II Tra il
1186 e il 1252; e quelle di Kngclberto III fra il 1186 e il 1218.
Cos parimente si hanno le prime monete patriarcali aqui-
lejesi di Volchero fra il 1204 e il 1218; e quelle pure prime di
Trieste del vescovo Gebardo che vi sedeva dal 1205 al 1212.
(1) Avvertiamo il lettore non aver noi creduto di esporre con in
dicazione di anno il fatto qui riportalo dal Palladio, perch ci pare
non appoggiato a precisione cronologica, tanto pi in quanto l'au
tore slesso lo poue accaduto anteriormente alla pace avvenuta tra
i conti di Gorizia ed il patriarca d'Aquileja ch'egli annota al 1205,
menile sappiamo essere successa add 27 geunajo del 1202, come
199
sessori del Carroccio dui patriarca (1), di due sten
dardi con le croci e de1 padiglioni, i quali servirono poscia
a) Palknlio.su>.
il" ornamento alla loro cattedrale a). Fr. par. I pog.llB-
193.
1201 Il papa bandisce una nuova crociata a favore
li) Ranipiil.il. Cron.
di Terra Santa. 1 soli Francesi vi aderiscono b). un. p. ili.
questa nostra raccolta ci accadr di richiamare pi volle l' attenzione delle SI diTraduz.
r) \ ivi.mi.
l'Ho
del lettore sul castello, famiglia e nobile terra di Gemona. Ki.ieono par. I |g.
n.
(2) Braizaro e Cd'jfiicu (castelli e signori di).
Due castelli di Brazzaco esistevano in Friuli, quello di sopra e quello
li sotto, posti in colle verso tramontana, lontani da Udine miglia 4
e il castello di Cergueu, o Cergnoco,- parimente a quel vento, dista
miglia 12 dalla slessa citt. N di quelli u di questo nulla ci
204 .
1203 Wudorlico ili Gemona ed Amalricu, padre e fi
glio, vendono al patriarca Peregrino li una masserizia di
a) Guerra. 0. F. T loro allodio in 'fogliano a).
IX pag. 133.
li) Della Bona. SI.
cr. pag. SS.
1203 Celiatilo vescovo di Trieste l>).
1203 1 Crociali, diretti dal doge Dandolo, anzich
andare a Gerusalemme, spingonsi sotto Costantinopoli ; rivo
luzione in quella citt. Isacco I' Angelo riposto in Irono
TfiACM' bench cieco e).
noto intorno alla loro origine (se si eccettua poter essi appartenere
forse ad una di quell' epoche ila noi citate e in cui furono costruiti
molli castelli nella parte superiore d" Italia) condizione dispiacevole
comune alla maggior parte de' nostri castelli, la quale ci costrn
ge a tacere ove avremmo desiderato parlare. 1 signori o feu
datari! di Itrazxaco e C'erjjncu sono d' una medesima
il) Guerra. 0. F. v.
Ip. 5*. origine co' signori di Savorgnano d). Vedremo nel 1270 a un Pie
tro Savorgnauo toccare per propria parie il castello di Cergneu, per
divisione successa to' suoi fratelli ; quello di Brazzaco poi venir ac
e) Guerra. 0. F. v.
I p. 5S6. quistalo intorno al cadere del secolo XIII e). Questi signori, abban
donali in seguilo i predetti castelli, vennero ad abitare in Udine e
ne ebbero la cittadinanza nel 1450: e divisi iu parecchi rami vissero in
OCr. Mwilicoli. questa citt f). Sotto i patriarchi essi facevano parie del Parlamento
friulano nel ceto de' nobili, occupando fra questi i posti 25, 20 e 27:
il primo per Brazzaco di sopra, il secondo per quello di sotto e il
terzo per Cergneu. Sotto la Bepubhlica veneta poi avevano una voce
K } Veda** In 'que
llo voi a p. 16 e 18 sola in Parlamento, e questa siccome consorti di Brazzaco e Cergneu g).
La loro arma od insegna uno scudo con fascia nera in campo
argenteo, che nel centro lo taglia in linea retta dall' alto al basso.
Kiblioteehc e libri in Atalia nel XIII .secolo. L6
biblioteche erano scarse e poche; e il nome di biblioteca iu quei tempi
era talvolta usalo a indicare non altro che i libri della Sacra Scrit
h) Tiratovi. SI.
tura ; tanto grande era la scarsezza di questi, che col donare una
nella leu. II. I. IV Bibbia credevasi fare uno splendido donativo h). Nelle citt ov'rano
p. SI -HI.
Universit, o scuole, trovavausi de' copisti che copiavano libri per
uso degli scolari ; e lino le donne adoperavansi in questo lavoro e
pagavausi a caro prezzo. N ommetlevasi il lusso, perch e do
rature delle parole e figurine e fiori ornavano i varii caratteri che
dislinguevansi in parigini, anglicani, bolognesi, antichi lombardi ed
antichi aretini, i quali alcune volle con grandezza enorme decoravano
i manoscritti. Per anche valenti artisti occupavansi nel miniare i
codici, e a Boma su quelli della libreria del papa lavor Giotto e
i) Tiralwsrhl. SI.
con lui Odcrigi da Gubbio. Fra i caratteri ed i copisti di maggior
della Ioli. il. I. IV pregio tenevansi i Bolognesi, ed erano ricercati per la nitidezza ed
n. Ki a W e p. Sii
a 7,13. esattezza loro i).
205
1203 Volderico vescovo di Concordia a). }.*'V0"" ft
1203 In quest'anno fra il vescovo di Ccneda, Matteo,
ed il Comune di Trevigi fu falla concordia e se ne estese
il documento il giorno 14 dicembre b). 8LJ5!YS
1203 Nel giorno 4 novembre in Porlogruaro, Odolrico
vescovo di Concordia investe a Gabriele e Federico di Praia
il castello di Callaresio con ogni propriet e masnada, sotto
la condizione che il vescovo abbia in esso castello, sedime
e casa, e mandi ivi il soldato ad onore del Vescovato e). e. m. do n\m r.
Trieste e Muggia, nonch quasi tutta l'Istria, circa il
1203, pagavano tributo alla Repubblica di Venezia d). I0*TS',"e['
1204 Nella chiesa maggiore di Gcmona dedicata alla
V. Maria, alla presenza del patriarca Peregrino II, nel d 21
febbrajo di quest'anno venne celebralo il matrimonio fra
Alix, o Alice,' figlia
O di Rinaldo rprincipe
r d'Antiochia con Az- e), lmi. noi. ilei
zo VI marchese d' Esle e). Il patriarca fu accompagnalo in Lr- ^Zip- "?:
, . . . ii * |. j j d'U. inno 1201.
questa solennit, che accadde in giorno di saltalo, dai due
vescovi di Ccneda e Vicenza, e da molli baroni s ecclesia
stici che secolari. Gemoua poi tratt la grandiosa comitiva
a pubbliche spese ed alloggi il principe nel suo Castel-
IO l) [). GiHiwna p. 117.
1204 Muore nella citt del Friuli (Cividale) nel giorno
8 maggio (2) il patriarca d' Aquileja Peregrino II,
dopo 9 anni, 8 mesi e 5 giorni di sede; distinto principe,
amalo da' suoi sudditi e dagli esteri. Decoroso funerale lo
accompagn alla tomba, perch dalla chiesuola di S. Paolino
fu portato sotto baldacchino d'oro nel presbiterio della chiesa
maggiore, da dove poscia, accompagnato da Federico vescovo
-
209
4204 - Volfero patriarca d' Aquileja, alleso le sue dif
ferenze con la Repubblica veneziana, per il tributo die quasi
dilla l'Istria pagava a quella dominante gi dall'anno an
teriore, come fu dello, minaccia quella con le armi e l'Istria di
scomunica, se la prima non cedesse e la seconda non pagasse
ifoldti. Palr.
a lui il tributo a). 'olferu f. A au. p.
Jf*
3 leigu e I.
1204 Con decreto pontificio le chiese di Belluno e di
Feltro vennero in quesl' anno unite bj. 8.W' Ci\
1205 Nel febbrajo Engelberlo e Mainardo conti di
Gorizia, feudatarii della Chiesa aquilcjese, con solenne festi
vit, in Aquileja, fecero cavalieri (1) e cinsero la spada
dorata a Conetto degli antichi abitatori del castello di Udine,
a Fulchero di Donimbergo il giovine, a Giovanni de Por-
.
Scienze i loro stato in questo tempo. Esse trova-
vansi in grande deperimento, e la lingua greca e la latina, nonch <; nicoIoui. pair.
le alte e mezzane scienze, erano continole solo ne' chiostri e). p."s.': iau'8'
h) Nieoioiii. wed. della pi alla importanza, perch su di essa basavasi la somma ilel-
auiB.ep.8MVS.* l'impero de' patriarchi e la felicit de' sudditi h). Il suo onorario
!ixvierr*j7s ' ascendeva a 200 ducati d' oro. i). Il patriarca, nella sua assenza,
ki Blandii. Dcum. istituiva una persona a questa carica con atto speciale di procura-
. dup. xp.35e ^^ fortna|aieni_e redatto per mano di notajo k).
213
120G Bonifazio figlio di Sauro conte di San Boni
fazio, eli* era chiamato conte di Verona, non perch la go
vernasse, ma perch discendente dagli antichi conti, o go
vernatori perpetui di quella citt, siccome del partito dei
Guelfi, ebhe controversie coi Monticoli, ossia Montecchi, cit
tadini potenti di Verona, di parlilo contrario. Nel giorno \A
maggio, venute a tenzone queste due fazioni, segui fiero con
flitto, nel quale, essendo perdenti i Montecchi, salvaronsi con
la fuga. Vennero abbruciate perci la case loro, le botteghe
de' mercatanti e le case de1 nobili della Carcere e di Lende-
nara a). Il malanno della guerra civile infieriva pure in altre d'iXiwriiT
citt d'Italia.
1206 Mainardo de' conti goriziani assale il villaggio di
Farra (\) allora della Collegiata d' Aquileja, e prima
castello de' conti di Gorizia, e sforza i conladini a confessarsi
servi e censuali del conte b) ; per questo venne dal patriarca %KfeUik autog.
*"*
pag. 5 lertfo.
scomunicalo e). e) Nlcoljlllc. s.
lasciateci siili' Istria da uno dei pi diligenti storici del nostro Friuli,
il Nicoletti, tuttora inedito; quindi riportiamo ci che segue:
L'Istria, per sito ultima regione d'Italia, ma per grazie spe
ciali e di cielo e di terra e " ingegni di eguale nobilt e chia
rezza a tutte l' altre e d' Italia e fuori, alzata tra due impetuosi
golG Tergestino, e Cameni, tiene forma di penisola : essendo con
singoiar beneficio degli abitanti bagnata da tre lati dal mar di
sopra, o pur Adriatico. La sua larghezza chiude miglia cinquanta,
il circuito centoventidue, scorrendo dal Risano, gi nominato For
nitone, all'intima concavit pur del golfo Cantero, che gli antichi
chiamarono promontorio Fanatico, da' Fa nati Popoli della Liburnia.
Ha per termini dall' occidente il Risano, et i porti marittimi, dal
meriggio et oriente il mare e la foce del fiume Arsa, confine
estremo d'Italia, dal settentrione l'Alpi, ovver monti della Vena.
ebe la separano dalla Cragna, ovvero Carniola di Germania. Nei
primi secoli fu habitala dagl' Indigeni Aborigini, gente rozza, fiera
e pastorale. La tennero poi i Giapidi, nominandola Giapidia : ed
in line si chiam Istria, ovvero da Istro capitano mandalo da Gia
no per indurre i Popoli alla politezza, e civilt del vivere, ovvero
da' (>lchi, che sotto un stretto comandamento di Oeta, loro re,
seguendo con cattiva intenzione i vestigii degli Argonauti, rapi
tori della figliuola reale, ma nel resto cavalieri scelti di tutta la
Gretia per nome, e per valore heroici, entrali ad esempio di que
sti licroi dal mar maggiore iteli' Hislro, portarono sopra gli nu
meri le navi fin al lido Adriatico, dove essendo riuscita vana ogni
fatica, impauriti ovvero dalla terribilil del re, ovvero infastiditi dalla
lunghezza della navigatimi;, e del viaggio pericoloso drizzarono
perpetue stantie con felice augurio di nome sempiterno Histriani
dall' Histro per lo quale havevano navigato, dal consenso delle
genti furono detti. Altri argomentano che questi popoli per con
formit di natura siano originarli degli Illirii, gente bellicosa, e
quasi indomita, che largamente sparsa dall' estremit dell' Alpi
tra l' Arsa, et il Lieo, overo Tilio fiumi per lutto il lido II idi Li
tico molte volte fece sudar la fronte all'Imperio Romano. Della
quale Chimi Fulvio Centtimalo proconsole gloriosamente trionf,
havendo con pi battaglie vinto Tenta loro regina, donna irragio
nevole e sanguinosa, che col disprezzo della ragione comune a
tutti i mortali, fece vilmente uccidere Publio Giunio e Tito Co-
runcanio ambasciatori, perch delle rapine e dell' ingiurie fatte
a' Romani si lamentavano. Sotto questa vittoria gli Histriani pie
garono il collo alla devotione Romana. Nella quale, perch per
alterezza di spirito non poter perseverare, Publio Cornelio, e
Marco Minutio consoli loro vennero sopra e con molto sangue
219
assistesse in tulli gli emergenti l'eletto imperatore Ottone IV
tanto co' suoi consigli, come con la costanza e con la pru-
1 1<i ii vi a\ ) Urull. Not. del
nenia a). rr. ivp.i
221
ragione de' suoi diritti (i) falli conoscere allo stesso
imperatore ; cio eh' esso apparleneva al Patriarcato aquile-
jese: per cui Ottone IV sentenzi a favore del patriarca
e contro il duca di Baviera, che infusamente lo teneva sotto
il suo dominio. Perci Volfero ne prese il possesso, e vi
istitu un suo vicario, o procuratore, che poscia si disse mar-
, . ) Llnill. Hot, cil
cuese a}. .yLi*w
r
224
1208 L' elello imperatore Ottone IV conferma ni pa
triarca Vollero gli antichi privilegi e le convenzioni de1 suoi
-M.'p1roM^ne predecessori con i conti di Gorizia a) (1).
1208 In quest'anno Ottone IV rilascia a favore della
Fr,.LT"i ?.Vel Chiesa d' Aquileja la bolla d'oro b).
1208 Ottone IV conferma in quest'anno al patriarca
Volfero la Marca della Carniola (2) occupala, indi
^S3: KSSff***0 rinunziato dal duca di Baviera e).
it Riiheli. M. E.
(1) Avvertiamo il lettore, che la conferma qui riportata viene tanto
il. MI.
e) l.lrull. Noi. e
dal De Rubeis d), che dal Liruti e) posta sotto l'anno 1209.
t. IV p. r.it.
(2) La Carniolat cenni su di essa. Questa una picciola nu
nobile Provincia di Germania nelle estreme punte chiusa dall'Hi-
stria, dalla Crovatia, dalla Carintia e dal Friuli. L' habitarono pri
mieramente i Giapidi, g' Illirij, i Liburnij, popoli che con no
valor continuo molte volle tagliarono il passo all'ambilione fret
tolosa et ardente de' Romani. Neil' ultima confusione dell' Imperia
fu occupata da Forlani col uonie antico delti Carni, e da Carni
nominata Carniola, quasi piccola Carnia. Con costoro poi in pro
gresso di tempo si mescolarono gli Schiavi, gente allora illustre
per le faccende di guerra, e per l' imperio, e non solameute pian
tarono perpetue case, ma gli sforzarono a passar nel linguaggi
loro cancellando ogni vestigio de' primi costumi conformi al Friuli,
eccetto il nome di Carniola, e la (listini ione di tre ordini in nobili, in
plebei, in villani. I primi de quali con una superbia ragionevole ten
gono un capo, et alcuni nobili consiglieri, al giudicio incorrotto de'
quali tutte le cause della nobilt prendono espedilione et esecuiione.
I secondi alla presenza de' presidenti sostengono il governo delle
terre murate e danno forma e fine a' litigi fra cittadini. I leni
obbediscono prima al principe, e poi a'palroni de' poderi, dove con
le famiglie passano faticosa e vilissima vita. distinto ancora lutto
il paese in Ire parli. L' una vicina a' popoli della Carintia delta
Carniola irrigua e bagnala, perch gode il comodo e l'amenit del
Savo, della Lubiana e d' altri fiumi conosciuti. Neil' altra chiamata
secca per essere invero tutta sassosa, arsiccia e bisognosa d'ac
que ; per lo pi in povere capanne, oppur al cielo aperto, coperti
di grossissimi panni vivono i Giapidi o Citarsi, o Tarsi (che cosi
li chiama il gran Pio secondo nell'Europa sua) huomini pastorali
di bello aspello di corpo drillo et elevalo, di patienlia bellicosa,
e di tanta alterezza, che cosi ignobili riferiscono la loro prima
origine alla nobilt romana. Confondono con le schiave molte pa
role romane; ma traviate dalla vera prpnunlia, e per non impri
221
1209 Addi 26 gennaio venne giurala in Padova I1 al-
- ? it m.- % alVcrcl st. della
leanza tra questa citta, Verona, Vicenza e lnvigi a). *sj.Tr- doc' T '
1209 Nel genmijo di quest' anno Ottone IV re dei
Romani, ad istanza del patriarca Volfero, conferma al Capi
tolo d'Aquileja tulli i suoi dirilti, le giurisdizioni, possessioni
e persone, prendendo lutto in sua protezione l>). fJ.WvT'w*.1
(1) La Str. cr. del Della Bona porta a pag. GO: aver l'impera
tore Ottone IV con suo diploma concesso al patriarca Volfero il
Criminale del Ducato del Friuli.
(2) Ecco come parla il Corio sull'argomento: L'anno milledu-
genio nove, Alberto Fontana fu eletto podest in Milano, et Olio
imperatore mand il patriarca d' Aquileja legato in tutta Italia;
* il quale giungendo a Milano, al podest e ai consoli della Repuu-
Mica, present una lettera, nella quale testificava che non si sa-
rebbe mai dimenticalo il buon amore de' Milanesi verso di lui,
che gli aveva riposti nell'intimo del cuor suo ; etc'harebbe seni-
pre a ogni lor mandato, o ambasciatore, fatto accoglienza et ho-
noie, ringratiandoli dei doni all' Dora mandatigli. Olir di ci, gli
faceva avvisati, die mandava in Italia Vuolfgero patriarca d'qui-
lej.i per general legalo, con piena et assoluta podest : il qual
tenesse il grado et facesse 1' ufficio dell'imperatore per tutta Italia,
commettendo loro et .pregandogli a raccattarlo, come a lui mede-
siino liarebbon fatto. Le quali lettere con somma allegrezza rice-
vate et lette da' Milanesi, al legato furon rese infinite gralie di
cosi buona disposilione dell' imperatore ; et appresso deliberarono
per memoria di tanti beneficii da lui ricevuti ornar la citt di
t??Mi,!,ll " "uovi et utilissimi statuti g).
22."
1209 Cala in Italia per la valle di Trento il re Ot
tone IV con forte esercito nell' estale ili quest' anno, ad og
getto di farsi incoronare a imperatore ; e intanto (se pur non
fu nell' anno seguente) nella basilica di S. Ambrogio di Mi
lano prende la corona d' Italia e riordina gli affari di questo
Regno. Progredisce poi alla volta di Roma, ove dal pontefice
Innocenzo III venne incoronalo imperatore nel di 27 set
tembre, o 4 ottobre ; ma nacquero tosto tra esso e il papa
dissapori, che crebbero dippoi. Indi, tornalo in Lombardia,
pass quivi il verno seguente, avendo licenzialo la maggior
parte della sua armala a). . iWSTtSl A5S:
1209 Il patriarca Volfero, lascialo vicedomino del Pa
triarcato il vescovo di Trieste, si uni a Bernardo duca di
Carinlia, ai conti di Gorizia ed a' nobili suoi, co' quali ma
gnificamente portossi ad incontrare Ottone IV, che disceso
per la valle di Trento, venia direttamente a Verona b). %irpWi5!!g:
p. IO.
1209 Volfero patriarca d' Aquib'ja assiste in Milano
all' incoronazione di Ollone IV a re d' Italia ; poscia lo ac
compagna a Roma, ove presente alla incoronazione imperiale
decora quella solenne funzione e). FliuhSu'an!
1209 Addi 23 agosto fu falla convenzione tra C
vescovo di Concordia ed il Capitolo per debiti di quel pre
lato ; e ci a mediazione di G di Praia avvocato di quella
Sede d). di Col. Frangiano
/' Imi. I'ic. li. i.
fnCwrKiB0MiT' bens voce in Parlamento e). Questo castello esiste tnltodi ed uno
de' meglio conservati che veggonsi in Friuli. L' antica e nobile
famiglia di lloi'ii/io, il* uno stipite medesimo con quella di
Arcano, la troviamo gi nominata nel 1071 in Arnoldo ili Moruzzo e
suoi figli Giovanni e Beleno accennati in un brano li documento di
MiT0'^'' quel' ami. f). Essa facevi parte del Parlamento, e sotto i Patriarchi
*'pll l'T810*01' occupava tra i nobili il IX posto g); e sappiamo che questi antichi
caslel'ani, o cotisorti di Moruzzo, con que' di Trienni, chiamavansi
icron MonticoH vesce"er' bandernri, ed avevano I' obbligo di essere mastri delle
nei o. f. dei'fiucr- scuderie del Patriarca d'Aquileja h). L' illustre famiglia di Moruzzo
'"' " " si distiuse in Friuli nelle materie feudali, nella guerra e nelle di
gnit, perch tra' suoi individui essa conta e marchesi dell' Istria,
e governatori di bande patriarcali, e ordinatori degli alivi de' feudi,
come diremo.
(I) Orzone (castello e famiglia di). Il castello o torre
d' Orzone, di cui ora non veggonsi vestigia, stava.situato sulla cima
d'un eminente colle, detto oggigiorno il monte di Forno lis, alla di
stanza di circa un miglio dalla citt di Cividale fra levante e mez
zod, ossia al vento di est-est-sud. Nessuna memoria ci rimasta
della sua origine, e poche intorno ad esso; ma sapendo che la fami
glia d' Orzone, a cui apparteneva, pass ad abitare in Udine gi nel
1210, dobbiamo ritenerlo sussistente ben assai tempo innanzi a que
sti anni. Ci noto per, che questa torre, o castello, venne abbru
cialo dal patriarca Gregorio di Monlelongo nel 1268 in punizione
DNieoietii rat dell'assassinio del vescovo di Concordia, del quale uno de' complici
irw. ec. r.'c aut! fu Giacomo d' Orzone i) ; sappiamo che il patriarca Ottobono nel-
p' eX' l'anno 1703 diede l'assenso ad Ulvino Canussio di alzare in forma
maggiore e pi sontuosa questo castelletto nuovamente cedutogli da
225
1210 Nel giorno C dicembre, in Aquileja, il patriarca
Volfero rinnova alla Prepositiva di S. Stefano il possesso di
tutto ci che le concedeva il suo Fondatore, patriarca Goto-
poldo, nel 1062 a). a) Cod. Franginone
InO. riroiia.
1210 Il villaggio di Pozzuolo viene donalo alla Chiesa
d' Aquileja nel giorno 13 dicembre di quest'anno dal pa
triarca Volfero ; e ci per tranquillit di sua coscienza, avendo
b Mcoletli. Palr.
sostenuto il partito dell' imperatore contro il pontefice b). Volfero f. A autog.
MS.
Nel 1210 il conte di Gorizia Mainardo li ottenne dal
l' imperatore Ottone IV il privilegio d' un foro, ossia mer
e) Sunto st. delle
cato settimanale in Gorizia e). Vedi anche a pag 224. prlncip. contee d
(or. e Giail. pag.
li.
1210 Addi 17 dicembre in Aquileja il patriarca Vol
fero conferma al Monastero della Beligna la prerogativa di
eleggere il suo abate d). d) Cod. dip. Frang.
Ind. Pinna.
-. "! :'!l'"V !.'>]'"' Il' ' -"' ' '' . -; - ,',; | ' '.'" ' : '. /,.
Enrico ti' Orzone e, e slato prima di Ginda di Francesco di questa e)Oliub. Nioolelii. Pilr.
r. E autog.
famiglia (). Negli ultimi tempi poi fu posseduto da Bellurie Mulini g). n.i ) uerra. -a. O. F. t.
Nulla sappiamo quaud' esso venisse alierralo; solo . rimasta la no V p. 98 riportando
tizia, che i suoi ruderi servirono alla costruzione della fabbrica del il i.ib. i<elld Ceni.
CreWal.-.
Ni.-.. .-Ili Fair.
munte di piet della citt di Cividale li). La fa inibii a il't^rzone &!,iiiii. r li. autog.
fu insigne no:) meno per antichit che per nobilt e ricchezze. Nel 1210 l>.n I 20Simulo. tpigo.
Delle
la vediamo aggregata alla nobile cittadinanza di Udine, e circa un se coso di Cit. v A.
ms. p. 87 a 89.
colo dopo trasferirsi ad abitare nel contado di Gorizia; e poscia, fis
sata dimora in quella citt, aver luogo tra i pi cospicui cavalieri
e baroni ('elio Stato arciducale i). Pare che questa famiglianel 1304 iili.) Capwlaglio.p. SJ6.
Ud.
avesse stanza anche nella citt di Cividale; mentre dall' incendio ivi
accaduto in queir anno si annot essere stala preda del fuoco, tra
i) Mcoletli. Palr.
gli altri e lifi/.ii, anche la torre altissima d Francesco d' Orzone j). Diluii, f. E aulog.
Dai signori d' Orzone provengo io i donami signori ilei ca p. Kl B tergo.
stello di Bracciano, i Marquardi del castello li
Cer ne' Colli (ora Coglio). i 4'oncii del castello di So-
sna ; per la qoal divisione la casa d' Orzone (che possedette molti k) Nicolein. Patr.
poderi anche nel villaggio d' Orsaria k)), bench avesse diminuito Vollero ms. au- f.
Ap.ao.
la massa dell' antica facolt, nullaineno conserv sempre considera
zione, essendo essa annoverala ira le pi; conosciute e pi vecchie
case del contado di Gorizia, e meritamente favorita da' suoi prin I) Nioiloiti. Palr.
cipi I) ; le ili cui gesta annoteremo nella continuazione di questo Dliou. f. G aulog.
nostro lavro. ' ;i: . ;:ii--_-i:nri h, ,. p. 81.
22G
1210 Il viaggiare dal Friuli nell'Istria era pericoloso
in questi tempi , per i masnadieri die infestavano le
alNIeolclti. Patr. \
Volfero r A aulog. Vie a)
p. 18 In il.
1211 Ottone IV imperatore, passato in Puglia sin dal
l' anno anteriore per ispogliare del Regno Federigo, il pu
pillo del papa Innocenzo HI, viene da questi scomunicalo.
Non pertanto Ottone continua le sue conquiste col ; ma
la Germania si solleva ed egli forzalo a risalirvi, come
li) Muratori Ann
il' Mal. anno 1211.
Balbo. Stor.tl'll. diremo b).
voi. un. pag. 160.
1211 Nel giorno 31 marzo Volrico vescovo di Con
cordia concede a Ricbiero abate di Sumaga la Pieve di
e) l.lrull. Noi. ril.
v. V pag. 383. Quinto e).
(i) o*Pi*v /
7f
*.
V l
\
pellegrini.
jllegrini. -/ f ,;
hi Terra S/ .1 ti
facesse!"'
vinata
I' ave1 , a vendere
Quii
un' ...tiuengo Bresciano, i
a' , toccli successe, mentre quegli
.01 suo pubblico per 6000 lire. Poscia
.latosi in Trivigi col vescovo di Trieste, i feti-
unnominali, e Gabriello da Praia, die pi volte avea
-r .-;..- .' !.. -
r .
r
229
aggiuslamento*iCon eloquente discorso esorl
pace, che venne accolla e sojennemente
'cattedrale; per cui si resero pubbliche a)Palladl0.s,.del
* w.
Fr. nn.
par. I ., Hit
nag'201.
J\ one ' di
di riguardo
riguardo re re
\\ taggio di Terra
viaggio
xoslumavasi iu
e) fiuerra. 0. F. v.
\'xi
Ip. w
Istria, e sua
... o. Maria d'Aquileja
jt-, e campi, valli e vigne in
.ovinoia,; come in Laurano, Ronzano,
d] Guerra. 0. F. v.
h ,, ,.-. . .,,,. . . ;. ' .:.: iiu
nup.!.:':
r
- v'olchero patriarca compone la lite tra il pre-
..o ed il Capitolo di Cividale dall'una, e Sofia abadessa del
monastero di S. Maria in Valle di quella citt dall'altra, per
la cappella di S. Pietro, che giace :alhi porta Ambrosiana
(comunemente delta porta Bres&ana), in riva al Natisone e). SUam:orT-
In quest'anno pur anche lo stesso patriarca couferm al
medesimo monastero il juspalronato della chiesa di S. Pietro
e S. Biagio (in Cividale), che moli' anni innanzi era stata n^,,,.,
fabbricata ed arricchita da quel monastero fj. ,0* AM|*
(1) L' autore che citiamo, a questo luogo dell' Istria U il nome di
Mugla; altri poi lo chiamano anche Muglia; oggigiorno viene detto-
Muggia.
228
1212 Federico II re di Sicilia venne sollecitalo dal
pontefice (onde contrapporlo all' imperatore Ollone IV) a re
carsi in Germania, e vi si porlo. In Basilea Irov lulli i
'Ji^ZlTmi"' principi dichiarali in suo favore a) e fu proclamalo impe-
.,) Rampai, cron. nlQre D) _ (I).
gMhta. n. 1212 Corrado Bojani vescovo di Trieste e).
1212 Il Consiglio del Parlamento del Friuli pubblic,
a perpetua conservazione delle antiche preminenze, la legge,
che l' investiture de' feudi delle regalie del principe non
potessero dipendere dalla sola volont del patriarca ; ma ve-
vuifrre'rA'aE'dg: nissero conferite con quella anco do' feudalarii d).
p. 19 tergo. "
1212 Giovanni I di Cucagna giov molto col consi
glio alla grandezza di Vollero patriarca, legalo imperiale in
) Niooleltl. Palr. ....
^ "erto r g
p. ( leniti e 4.
aul. tuita liaha e).J
. 1212 Volchero patriarca d'Aquileja acquiet le diffe
renze dei Trevigiani con la casa di Camino, facendo s, ebe
Corrado vescovo di Trieste, coli' appoggio d' Alberto da Se
sto, Bertaldino da Polcenigo ed altri feudalarii del Friuli,
persuadesse, Guecello, Gabriello e Bianchirlo fratelli da Ca
mino con Filippo vescovo di Fellre e Belluno, a vendere
al podest di Trivigi, Loderengo Martinengo Bresciano, i
castelli di Soligo e Visinale ; tocche successe, mentre quegli
li compr a nome del suo pubblico per 6000 lire. Poscia
il patriarca portatosi in Trivigi col vescovo di Trieste, i feu
dalarii sunnominati, e Gabriello da Praia, che pi volle avea
'L
235
1214 Nel giorno 26 aprile Volfero patriarca dona al
monastero di Rosazzo una selva per garantire i possessi di
quell' Abbazia dagli usurpamenti de' vicini a). Le islauze di "JaffiT6
Leonardo suobate ottennero questa donazione b). ixp.i FT'
1214 Addi 3 maggio Volfero e come patriarca d'Aqui-
leja e come preposito della chiesa di Cividale, dona al Ca
pitolo di della cill una casa nobilmente fabbricata (di' era
stata del preposito e)), offrendo in segno di perpetuit sul- ^["iv T?!
P altare di S. Bartolomio la carta di donazione, presenti Ot
tone decano, Corrado di Ragogna e Corrado di Pertica ca-
.... d) NIcoletll. Palr.
nOniCI d). Volter f. A autog.
1214 Parlamento del Friuli convocalo nel castello di
Udine dal patriarca Volfero, ove col parere di lutti gli Or
dini si ritenne che il patriarca si portasse in Roma, come
fece, onde ottenere dal pontefice, confessalo il suo fallo,
l'assoluzione della scomunica; locch successe, e losto li*
C) NlCOletll. Plr.
torn in patria e). yET**."1*
1214 Pellegrino
D di Manzano preposito
l * di S. Felice
di f) EuheisM.F.. A.
Aquiieja f). arwa1-
12i4 Volfcbero, o Volfero, patriarca d' Aquiieja viene
invitato a Roma dal pontefice Innocenzo HI per assistere al
Concilio che ivi voleva celebrare; ma il patriarca se ne scus,
adducendo a sua giustificazione, oltre varie ragioni, la po
vert' sua, la quale impetlivagli d'intraprendere quel dispen
dioso viaggio. Su di che gli scrisse il pontefice una lettera,
in cui dicevagli che lasciasse la pompa con cui viaggiavano
i patriarchi d Aquiieja, e v intervenisse g). gjjgh. '* p
1214 - Federico e Cabrielc fratelli conti di Porzia eb
bero sanguinose differenze per certe strade su cui vantavano
dei diritti particolari, e a tale s'accrebbe la lotta, che il pa
triarca Volfero minacci di torre loro l'allodio ed il feudo, se
non desistevano e non si rimettessero al parere di arbitri, cio
di Ezzelino da Romano, di Vecelnc, Rodolfo e Giovanni di
Praia, di Enrico di Purcardo e di Marquardo di Porzia, uo
234
mini di riputala opinione, i quali, dopo molle pratiche, eli-
voler r a smog, bero la soudislazionc di pacificarli a).
1214 I Trivigiani, in quesl' anno, ordinarono con mollo
dispendio un grandioso e singolare spettacolo nella campagna
della Spineda ; al quale, invitali, intervennero nobilissime
compagnie di Veneziani, Padovani, Vicentini, Veronesi, Friu
lani, Feltrini e Bellunesi, in numero di 1200 nobili e 5G0
dame, e che si converti in lolle terribili ed odii intensi, come
diremo. A lutti questi furono apparecchiati magnifici alber
ghi e letti superbamente adornali a spese della Comunit.
L'argomento dello spettacolo era un fnto combatlimento
fra la giovent di quel tempo dell' uno e dell' altro sesso.
Nel giorno fssalo uscirono dalla citt tulli i collegi e tutte
le arti con nuovi e superbi abili. In mezzo alla Spineda si
fabbric con vaghissimo artifizio un fnto castello con ossa
tura di legno, che invece di mura era attorniato ingegnosa
mente di pelli di vajo, di porpora, di sela, di tappeti orien
tali, e coperto con alcune ombrelle di gran prezzo. Alla di
fesa di esso stavano intente bellissime donne e donzelle, le
quali, anzich elmi, avevano in capo corone d' oro e di gemme
d' indicibile valore ; ed in luogo di corazze erano tulle cinte
Vatmi t!\JSl'. di collane e di ricchi monili b). Nel campo vicino slavano
p. a lergu e 23. . ' ...
schierali per assalire quella fortezza molti giovani diversa
mente adornati con ricchi arnesi. Capo di questi fu Paolo
da Smerdula cavaliere padovano. Tulli si ridussero sotto gli
stendardi della loro nazione. Le armi che vicendevolmente
dovevano usare erano mela, melaranci, cilroni, daleri, acque
odorifere (di rosa) ed altre cose simili. Una soave armonia
composta di strumenti musicali e di umane voci faceva l'uf
fzio di trombe e tamburi. Dato principio all' assalto senza
offesa quelle giovani si difendevano ed i giovani facevano vio
lenza soave. Ma mentre quel finto attacco dilettava gli spettatori,
la schiera della veneta giovent, stringendo l'assalto, aveva
gi posto il piede sulla soglia, con la mira di piantare sopra
235
il giro del castello le vincitrici insegne del glorioso S. Marco;
quando, avvedutisene i Padovani, che non lungi combatte
vano, mossi da generosa emulazione, fecero impeto contro
quello die portava l' insegna veneta, e strappandogliela a
forza, la stracciarono. I Veneti, non sopportando un si grave
affronto, si spinsero immantinente, colle armi alla mano con
tro i Padovani. All' imminente e verace fallo d' armi fu dagli
astanti provveduto facendoli separare ; ma non per fu sopita
la differenza. Ritornati quelli alla loro citt, si cominci fra
essi un'aperta guerra, danneggiandosi aspramente i confini
dei loro terrilorii a) (1). * iUSSfift
1215 Volfero patriarca dona all'Abbazia della Beligna
la chiesa di S. Giovanni del Timavo b). SaBaT"
1215 Mainardo conte di Gorizia si arroga l'Avvocazia
del villaggio di Farra, e per l' opposizione che gli viene
fatta dal Capitolo d'Aquileja in base a' suoi giusti diritti,
Mainardo con la violenza e con le armi spoglia alcuni conla
dini di quel luogo d' ogni loro avere, ed altri ne incatena. Voi-
foro patriarca comanda al conte 1' emenda di questo danno;
ma non obbedito, rimette il Capitolo d'Aquileja all'appoggio
del giudizio del pontefice, il quale ordina ad Angelo Baroc-
ci patriarca di Grado, che richiami il conte dall'ingiusto
suo procedere, alla qual cosa non aderendo, venga investilo
di scomunica (che si effettu per la di lui pertinacia) e). Vo^]^,'"l<*'
(1) Non sappiamo in vero come venga qui annoialo per mi nuovo
trillalo questo dei dodici pani, mcnlre il De Rubeis, il Lirnti ed
il Bertoli cu lo hanno gi indicalo a' tempi del patriarca Vodalrico 11;
Inedie dicemmo a pag. 147 e 148 di questo volume.
246
ferma nelle campagne oltre il Tagliamento al villaggio di
Torrida. Ivi fu superbamenle incontrato e trattenuto eoa
magnifiche tavole dal patriarca Volfero. Molti furono i per
sonaggi distinti della nostra provincia che col intervennero
in tale incontro, ed egli, il conte, alla presenza di parecchi
ragguardevoli leslimonii, don al Patriarcato, per s ed eredi,
tutte le masnate della casa del Tirolo (in Friaii), liberandole
da ogni legame e da ogni macchia. A quesl' atto generosa
e caritatevole furono presenta: Amelrico vescovo eletto di
Concordia, Arluico di Cusano, Artuico di Slrasoldo, Marquardo
) Mcoictu. pair. di San Daniele, Oltolino di Villalta di Gemona, Perloldo
ita'lJVi ft d'Arcano, Alderico di Pulcinico, e Volrico di Cucagna a). 11
par. ip.sio-Mi. c0|lle (je| x,ro|0 nell'incontro medesimo, coli' esercito ori
nario costrinse i conti di Porzia (i) a ritirarsi dalli
quasi ordita lega co' Tsivigiani, ed a chiedere perdono al
patriarca, dal quale non difficilmente l' ottennero a mezzo del
b) Nlcoletll. Patr. . ni,- i,
Tel * aut08' conle stesso, che ne tu 1 intercessore l>).
(1) Di tiiltc queste date, a noi pare la pi esalta quella del Ni-
coletti ; mentre la lettera del pontefice che annunzia a Volfero la
sua elezione al Patriarcato, datata 24 giugno 1204, ci fa conoscere
eh' egli fra il di 8 maggio, giorno della morte di Peregrino II e il
24 giugno suddetto devo essere stato assunto a quella dignit; c-
ch cogli anni 13 e mesi 7 (non gi 14 di sede, come dice il Pezio)
indicali dal Nicolotti, viene a concordare In sua morte appunto col
dicembre del 1217. ch'egli riporta, o al pi coi primi di gennajo del
1218.
249
Gorizia a). Riunitosi pur anche il Capitolo Aquilejese per eleg- d'S^dicS:
gere il patriarca successore a Vollero, entr in discordia, e
divisosi in due parlili, uno volea patriarca il canonico Volrico,
P altro Perloldo de' principi Andacensi. Fermi entrambi, man
darono al papa Onorio III per decisione, ed egli dava loro
risposta: essere nulla l'elezione e la domanda, perch con
traria al canone IV del quarto Concilio Lateranese, e riser
vare a s la provisioue di quella Chiesa. Locch fece di
poi nominando il gi detto Perloldo a patriarca Aquilejese
e dandone nolizia a que' canonici con sue lettere da Roma
sotto la data 27 marzo di quest'anno. Questa fu I' epoca
in cui quel Capitolo perdette l'antico e prezioso suo diritto
all' elezione del proprio patriarca, e ci per la ragione su- L| u No( du
detta b). iSKS
4218 Ginevra di Strasoldo ricca e bella d'animo e
di corpo fu da Arluico suo padre promessa sposa a Federico
di Cucagna,
o e data ad Odorico di Villalta. Un lai l'alto r
pr- cj, , , ... non.
Marietti,
dusse gravi discordie in Friuli e). r. b*kt!%X.rfe'
1218 Engelberlo conle di Gorizia, come generale del
Patriarcato, o del Friuli, onde porre riparo alle gravi diffe
renze insorte per i partiti riguardo al matrimonio di Ginevra
di Strasoldo, successo come fu detto, prestamente fece ve
nire dall'Istria e dalla Giapidia alcune ordinanze bene ar
mate ed istrutte nella milizia, e le un alle poche della Pa
tria, servendosi pur anche delle genti vicine (i).
Condusse a termine una tanta dissensione ; portandosi con
gli armati ne' villaggi insorti impose loro, e col consiglio
(1) Perch in questo tempo quasi tutti i Friulani d' illustre stirpe
erano crociati in Terra Santa sotto Federico conle di Orlimburgo,
nelle armate di Andrea re d'Ungheria. Si crede che in lale incontro,
per ricordanza delle valorose imprese, venissero portali quegli scudi
dipinti, che noi successero in luogo d'insegne od arme partico
lari alle case famiglie d). 2 FSE?.'**
250
disarm le masnulc di quelli. Poscia band pena di morie
a) IMoolettl. Con.
e confiscazione de' beni a chi continuasse nella discordia:
d'Eng. co. di fior,
f. B aulog. pag. 1 loccli diede fine in allora a que' malanni a).
tergo e t.
1218 Avendo i Trivigiani depredalo i territori di Fel-
Ire e di Belluno, mostravano d' invadere il Friuli ed erano
gi molesti ai confini. Per la qual cosa il conte di Gorizia,
vigile al riparo de' Friulani, costantemente sorvegli le guar
b) Nliolelti e. top.
pa. 4. die ogni due giorni, non omettendo anche la notte b).
1218 I Polcenigo, gi d'intelligenza con altri colle
gali, ed aventi commissioni amplissime, in abiti da contadini
e sucidi, non conosciuti, passano tra le guardie e scolle
friulane e si recano a Trivigi. Quivi Vanter, uno di quelli,
si dice, che dopo aver fallo conoscere con neri colori h
staio della Patria, marcando particolarmente I' elezione li
patriarchi forestieri, e la tirannide del conte di Gorizia,
espose a que' che dirigevano, che quando essi venissero ac
colli ed aggregati al Collegio de' nobili di quella citt, uni
tamente a' loro collegali si sottoporrebbero spontanei al do
minio trivigiano in uno cu' castelli loro, con quelle leggi e
patti che paresse conveniente alla pubblica dignit. Venne
accolla la proposta, con la condizione che egli, il Varoero,
ed i suoi partigiani entro pochi d venissero a Trivigi, e
sotto alcune pene pecuniarie si astringessero alle leggi co
e) isieolelli. Ger.
d'Eng. co. di Gor.
(. B. aulog. pag 1
muni alla nobilt trivigiana e).
tergo a 3 tergo.
1218 Sospettatasi la lega de' Polcenighi, furono chia
mali in ajulo del vescovo di Belluno quali feudalarii ; e per
ch mancanti, vennero scomunicati e per sentenza privali del
feudo di Polcenigo, nonch provocali a battaglia i loro ca
stelli di Polcenigo e Fanna dal conte di Gorizia; i quali
resistettero, pi per la posizione montuosa in cui slavano
d) Nksoletll e. aop.
p. 3 tergo e t. posti, che per il valore de' loro difensori d) (1).
d) J. Vahramnr). LI
wht. rti-lla Patria l'u smantellato dagli Udinesi, onde non vi restasse vestigia, perch
nel O. V. del dur
ra t. Ili p. ili e
nemico, e le pietre furono condotte in Udine d). La famigli*
. V p. %. de' Castellaeri, o Castillcrii, ebbe origine dal castello di
Caslillerio, e fu aggregala alla cittadinanza udinese nell'anno 1520;
poscia divenuta nemica, come ci narrano le pubbliche memorie,
venne da questa Comunit privata di discendenti e d' ogni sua fa
colt. I nobili feudatarii di Caslillerio erano del genere de' liberi ;
e) Cron. MonllTOll
ma poi, perch discesero anche da copula de' ministeriali, diven
nel il. F. del Guer
ra li KM e .118.
nero ministeriali e). Nelle cose feudali essa diede soggetti distinti
I) Nicvlelll. Palr. in Arluico e Corrado di Caslillerio f), come verr dello.
Perfidilo f. B aul.
p. 51 tergo. (1) Circa questo tempo (1218) cessa di vivere- Engelberto III conte
g) Della Bona. SI.
ci. p. ftt. di Gorizia g). Pare per, secondo il computo del Della Bona stesso,
che durasse Engelberto III sino all' anno 1220. V. questo v. a p. 177.
k) I. B aul. p. 7- (2) Il Nicoletti nel Patriarcato Perloldo di Moravia b) dice che
egli fece nel febbrajo di quest' anno con gran solennit 1' ingresso
nella sua Chiesa aquilejese. A quali documenti siasi appoggiato que
sto nostro diligente storico per l'issare nel febbrajo suddetto l'epoca
del fatto ingresso, noi non lo sappiamo rilevare ; mentre le lettere
del 27 marzo 1218 di Onorio IH pontefice dirette al Capitolo d'Aqui-
leja, con le quali accenna al trasferimento di Perloldo a questo
Patriarcato, ci fanno conoscere non aver potuto accadere nel feb
brajo indicato.
253
appoggiali al do Rubcis ed al Limili diremo, che questo
patriarca era lidio di Bertoldo duca di Merania e marchese
i i- i i- o i. n a) Uniti. Noi. eli.
dell Istria e di Luicarda di Svenonc re di Danimarca a). LKiiuJ
1218 Alcune famiglie, reliquie de' Moravi passati con 00,s'9-
la Nazione Slava in Italia, erano sparse nel piano e nelle
valli Carniche; e in questo tempo ancora dipendevano dalla
legge e signoria di Moravia. Neil' occasione dell' ingresso di
Pcrtoldo patriarca alla sua chiesa Metropolitana in Aquileja
tutti gli uomini e tulle le donne delle dette famiglie, vestili
a bianco, giunsero per augurare al patriarca ogni felicit, e
presentaronsi all'aliar maggiore. Allora Bertoldo o Pertoldo,
dandole alla mano del decano, le don alla perpetua ragione
della Chiesa h). E poscia, il giorno medesimo, riunironsi ivr^Baut.^:
lutti i membri del Parlamento nel palazzo patriarcale ad
oggetto d' intrattenersi sui bisogni che urgevano nelle cir
costanze del Patriarcato e). Jo?g. p-1,w"
1218 Nel d 19 maggio muore l' imperatore Ottone IV
in un suo castello chiamato Harlzburg, dopo aver dimostralo
pentimento de' suoi trascorsi ed ottenuta l'assoluzione dalla
scomunica d). VSTSS^aST-
1218 Una pace di dieci anni, a mezzo di un Congresso
tenuto in Parma dai deputali di Venezia e di Genova, venne
conchiusa Ira queste due Repubbliche e). ej netto.
r
256
Sacilo innalzarono de' Torli di terra e li munirono di molli
soldati. Questi fatti, lungi dall' avvilire gli animi de1 nostri,
t gli animarono ; e solleciti nella dimane il patriarca Perloldo
ed il conte di Gorizia guidando la cavalleria del Friuli, ed
i nobili de' castelli e delle Comunit la fanteria, partirono
da Udine alla volta dell' accampamento nemico, ove giunti,
diedero battaglia ai Trivigiani e li vinsero. A vergogna del
nome Friulano tra i fuggitivi capi di que' soldati nemici fi
erano Vecelello e Federico conti di Praia e Porcia, che ribelli
al Patriarcato, eransi anche imparentati con le case putenti
1 Nlrolelll. Palr. r i n ^
Pendilo r. b ant. di nomano e da Camino a).
p. IO e terno. ' . . i.
1219 Nel gennnjo di quest'anno le milizie patriarcali
' si diressero alla volta di Porzia e Praia e danneggiarono
fortemente que' dintorni, tagliando le piante, rompendo te
ruole de' motini, impossessandosi delle biade de' rustici, che
dispersero e calpestarono; e sovra i servi di masnala fecero
miserando strazio. Miseri, che schiavi della volont de' si
gnori loro erano come materia trascinali nella buona o con
traria fortuna de' medesimi. Poscia si volsero al castello di
Praia (1) che sostenne un assedio sanguinoso: e per
ch imprevedulo, mancando di vettovaglie, soffri fame e grande.
Per la quale furono costretti i conti a chieder perdono, che
stentatamente ottennero a mezzo del conte di Gorizia, e giu
rarono vassallaggio e perpetuo, espressamente rinunziando
ad ogni patto couchiuso co' Trivigiani sotto il patriarca Pe
diPerl,Nlrnlelll. Palr. . n i\
fase B aul. regnilo 11 D).
p. 10 tergo. D /
1219 Nel giorno 5 febbrajo Gabriele e Federico di
Prata infedeli a Treviso, si collegano col patriarca, coi Bel
lunesi e Feltrali. Il Comune di Treviso li bandisce come
BaclaSiS I,C"* dichiarati ribelli con taglia di 10 mille lire e).
e) mcowii. pair. (I) fuvUo. latrone e il sanane erano parole indicanti po-
fS'/n .i'.'Vs.ra desta civile e criminale e).
(2) Pulcinico e Nizza, Souumbcrgo, Villalla ed Uiuspcrgo, Cavo
riaco, Tarcenlo ed Inviliito, Savorgnano, Slrasoldo, Fonlanabona,
pirtowJef!lMi: Castillerio, Budrio, Castello di Porpeto d).
'' '' (5) ItiMlrio (castello e famiglia di): cenni. Questo
antico castello, di cui ci ignola 1' origine, slava posto in amenis
261
delli beni ; e fossero ili propriet del Comune di Trivigi nel
caso che mancassero agli obblighi loro; e se alcuno di essi
non tenesse fermo ai palli, gli altri dovessero loslo movergli
sima posizione alla distanza ili svi miglia da Udine al vento ili est-
esl-sml, sulla collina delta Paiupinutu, assai fruttifera per vini dolci
e soavi" a). La, sua costruzione dovr essere forte, mentre da un di a) Cr. Monocoli.
segno dui 1347 che lo rappresenta (esistente iteli* arelvvio del conte
Francesco di Toppo in Udine, die gentilmente attillatocelo ci lasci
trarne copia) appare fosse cinto da forti mura con massiccio fab
bricalo ali* interno, o grande porta " ingresso, nonch un' alla torre
quadrala che terminava a punta. Della (pia) torre di pietra parla il
Valvasone, dicendola opera aulica, e che servisse di specola d'Aqni- b) Varinone. LI
h'ja b). Anche il Palladio, facendo parola di questo castello, lo chia ice. della Patria
nel O. P. del Oucr-
ma edilzio ili conseguenza, ed accenna che dall'alta sua torre sco- ra . Ili p. 207.
priyasi da lungi tulio il pause e). Il Nicoletti pure lo dice castello e) Palladio. St.del
Friuli par. I p. SHS.
inespugnabile per la natura del sito, aggiungendo che in allora non d) Nlcoleili. iMir.
la prudenza e la forza, ma il luogo dava la vittoria il) Le prime Ottob. r. G autog.
p. 35 tergo e 36.
notizie che abbiamo di lui ci si presentano nel 1*210, trovandolo an e) Linai. Noi. del
Fr. voi IV p. 21.
noialo nella serie di que' castelli, i di cui signori, con unta incan Nlculrlll. Patr.
cellabile, ribellatisi al patriarca, fecero lega co' Trivigiani, rinunziando PertoL f. B aulog.
p. li
ad ogni obbligo verso il Patriarcato aquilejese e). Correndo I" anno Il mestoni. Patr.
n;iini. della Torre
1292 furono dal vicedomino forzati a cedersi una parte del medesi r. I) autog. pag. 97
e tergo.
mo f); cosi pure nel 1501 g) ; e nel 1306 sorpreso da uno de' suoi, fu g) Nicolelil. Palr.
lincili, r. li auiog.
da questo vilmente sottoposto al Goriziano, e servi di prigione a mi p. 18.
seri contadini presi da quel conte nelle scorrerie fatte ne' villaggi
h) Itiihels M. E. i.
circonvicini h) ; ma assalilo dall'esercito patriarcale, fu preso ed in Ap. p. 31.
cendiato ; indi, nello slesso anno 1306, venne da' Cividalesi distrutto 1 1 Nicoletti e. s p.
sino dalle fondamenta, perch ribelle al palriarca i). Tre anni dopo 31 tergo, 35 tergo
e :ifi. ValYaHino
per, cio nel 1500, venne riedificato dai signori ili esso e da uno e. sopra.
J) Meo lei II e. top.
dei Cucagna erede di Nicol di Budrio j). Sollo I" anno 1518 il pa p. l tergo,
triarca il' Aquileja d commissione di acquistare questo castello k); k) Bianchi. Dorimi.
ecc. dis. Il p. 130.
e nel 1520 i nobili di limino e quelli di Pavona promettono di non
alienare alcuna parte di esso senza scambievole consenso I). Indi, I) Dello disp. IV
pag. ci.
due anni appresso, cio nel 1522, fu venduto da que' signori a Pa
ni) nello ili.|i. VII
gano patriarca d' Aquileja, che ne ricevette il possesso in). E fi p Sili.
nalmente nel 1541, o 1542, questo diroccato castello (ignoriamo
come dalla vicina sua riedilicazione sia stalo ridotto a diroccamento)
venne per conlisca falla a' suoi signori, perch ribelli, donalo a Gi
rarlo di Cucagna dal patriarca Bertrando, acciocch lo fortificasse
a difesa della Chiesa aquilejese n), e fu posseduto poi sino a' di njCol. Frangipane.
nostri (dice il Palladio) da' suoi discendenti.
Itmli-io l'aiiii <;":> di). Da niuu documento abbiamo avuto
la sorte di rilevare T origine di questa, antica e nobile famiglia no
stra, u prima del 1210, in cui troviamo anuotalo un Giacomo di
262
le armi contro e ridurlo all'obbedienza; pi dovessero in Icmpo
di pace abitare un mese conlinno in Trivigi e due in tempo
di guerra ; e desiderando altrimenti, dovessero chiedere per
ai Nlcolctll. Patr '
P?."i3rie?J"a"n messo a consiglieri Invigiani a).
tergo.
raccolta delle cose nostre ci riporta, che una simile intimazione venne
falla a oCastello,
i- t
Rosumbcrch
i i
(Grossuinbcrgo), Fonlanabona, Capo- glCod.
,
riaco, Solimfoergo, l'olcenigo g).\ u Rao. Mron
ciconj.nel-
(1) La guerra in questi secoli facevasi secondo i costumi bar
bari, consistendo nel devastare il territorio nemico quando non po-
tevasi slabilmenle occuparlo, e nello scompartirne una porzione ai
soldati, piando era occupalo, confiscandosi i beni dell' opposta fa
zione. Questo metodo
b). generava uecessariameiile diij inimicizie
,. e 5f."''ilw
hi v*m. si. <teiu
diflideuze perpetue
2GG
con la Veneta Repubblica; per la qual cosa intimoriti i pa-
rcrpk>er'Blaui: Inarcali, disordinati e confusi ritornano in patria a). Animali
da tanto considerevole appoggio, i Trivigiaui slanciaronsi nel
Friuli, facendo a questo soffrire que' danni che le truppe
del patriarca aveano praticati nel loro territorio. E preso
di fronte Sacile cominciarono con le balestre maggiori (che
scagliavano pietre di loro portata) a battere le mura orni' in
debolirle; e senza la previdenza del patriarca, che nel suo
ritorno avealo lascialo ben munito di vettovaglie e d'armali,
e la valorosa intrepidezza di Dielrico Pelizza, assecondalo
dal patrio coraggio di que' terrieri, sarebbe caduto in mano
^,y8if" degli assalitori b).
1220 Maina rdo II conte di Gorizia coi nipoti Mai-
nardo HI ed Alberto I, fratelli, vedremo regnare da que-
%'*%?"" su si' anno lino al 1232 e).
1220 Menlrecch Ira Trivigiani e Forogiuliesi segui
vano i gi accennati falli di guerra, vennero in Udine e
si diressero al patriarca alcuni baroni della Carintia suoi
feudatarii ; nunzii, che tenevano l' incarico di partecipare alle
pi cospicue citt d' Italia : si preparassero per la venula
dell' imperatore con la di lui corte, ad oggetto della sua
d) \i<M>iHii, Palp. . ti j\
pcriokin f. b am. incoronazione ni Roma d).
p. 1* tergo. non .....
1220 Arrigo figlio di Federico II venne per maneggio
del padre fatto eleggere a re de' Romani e di Germania,
senza saputa e consenso del pontefice, e seguila I' elezione,
Federigo fece credere a questo averne sospesa I' esecuzione,
d'iia"!!! i!So.' finch ne avesse l' approvazione della S. Sede e).
1220 Parlamento convocato subilo dopo la venuta dei
nunzii imperiali, nel quale si determin col mezzo de' me
desimi, che Engelbcrlo conte di Gorizia praticasse stretta
lega co' pi potenti Padovani ; lo che tosto effettuato, venne
conchiusa ferma confederazione tra il patriarca d' Aquileja
dall'una e la Gomuuil di Padova dall'altra sotto le seguenti
inviolabili condizioni : che nella presente guerra ed iu
267
ogn* allea simile occasione i lei rilorii padovani e friulani
siano difesi reciprocamente e comunemente; che il grado
della nobilt padovana e friulana con tulle le gravezze
dipendenti sia goduto indistintamente dal patriarca e 'da'
nobili dell' uno e dell' altro Popolo ; che i mercanti di que-
sii e di quelli siano trattali egualmente; che in stabili-
mento di ogni conclusione, dando principio sotto il pre-
sente podest, il patriarca fabbrichi in Padova, nello spa-
zio di tre anni, dodici palazzi del valore di dieci mila scudi
per cadauno, e compri in Padova dodici poderi di egual
prezzo; che ogn' anno il patriarca medesimo, ne' primi
giorni d'ogni podestaria, in mano degli anziani Padovani,
toccando i Sacri Evangeli, giuri perpetua osservanza del a ) Nicolcltl. Patr.
promesso a). P. m ico e -
\nn~ . , .11 , -i i Bolandlno Cr. Ilb.
1220 Ad esempio del patriarca Aquilejese anche i ve- *p'-
scovi di Felice e Belluno oon le medesime leggi collegaronsi
in confederazione co' Padovani b). io njcoicui e. .
1220 Il patriarca Pcrtoldo, in adempimento allo sta
llilo coi Padovani, prest il promesso giuramento, ed ebbe
per via di cessione, in ispecialil da Ugo nolajo, larghissimi
traili di terreno in Casale; alz un superbo palazzo in Pa
dova nella contrada di S. Pietro, che poscia venne dello il
Patriarcato Vecchio, con animo determinato di supplire al
numero prefisso e). e) mio.
1220 1 Padovani confederali col patriarca d' Aquilcja
inviarono le loro truppe sotlo Castel Franco, e portarono
si grave timore a' Trivigiani, che tosto levarono I' assedio
di Sncile, e lasciarono tranquilli i confini del Friuli d). J?^<e,feIgo:'0,,'
1220 Nel settembre Perloldo manda ambasciatori al
l' imperatore, lagnandosi che i Trivigiani gli occupassero, fra
gli altri luoghi, Pordenone, e istigassero i castellani contro
. e) Bonifacio. Slor.
(Il esso ') Ir. p. ITU nella Bac.
' CiconJ.
1220 Federico li con lellere speciali esorta il patriarca
d' Aquileja ed il Parlamento friulano a sospendere per al-
r
208
quanti mesi la vendella contro i collegali, stante la sua ve
nuta in Italia; ove amava ritrovare allegrezza ne' Popoli,
a) Nlcolctli. Fair. . . . . , .
M^'trgo"'" '' * anzic"e 'olle dispiacenti e dannose a).
1220 La Comunit di Cane?, a suggerimento di Schiavo
ed Olfcherio suoi abitatori nobili, mancando di fedelt al
Patriarcato d' Aquileja, passa al parlilo Trivigiano sotlopo-
bj Dcito. neudosi agli obblighi della lega b).
1220 Il pontefice s1 intromette, onde pacificare le di
scordie tra i Friulani e i Trivigiani, ed appositamente spe
disce il suo legalo, Ugo vescovo d' Ostia, uomo di mente e
S e^ll '"'"" di cuore, che ne ottenne l'intento con sommo applauso e).
Le condizioni di questa pace furono: dover i danneggiatili
soddisfare ai danneggiali la terza parte dei danni; venir an
nullala ogni lega; esser liberi i collegati e loro garanti ila
ogni obbligo e da ogni giuramento; non restar pubblici do
cumenti di questi falli detestabili-; venir rimesso il Patriar
cato nel dominio di tulle le famiglie che dalla Livenza ln
sotto a Trivigi negli anni addietro gli erano stale costante
mente soggette, nonch in tulli i feudi che anteriormcnle
possedeva ed erano slati occupali od alienati dai Trivigiani;
restasse ai conti di Porzia le loro case in Trivigi e si desse
piena esecuzione a questi palli entro l' anno intero. Questa
?wioi*) " a uf: pace venne trattala in Venezia d): e si dice, che il patriarca
Perloldo, pollatosi col, fosse sialo ascritto alla nobilt ve-
clgcowncop. nezjaoa e).
nei o!f'. (i"n!u?r- casa Prc'a di sotto, per la compra di Ragogna da essa fallar):
"im niVn'r.im Pel cin "ni cu,llue """i godeva la giurisdizione ili Toppo il). La f.-
de'ro. Tonno crii- inibii;* di Toppo di uno stesso sangue con i signori di Ra-
Iifi'i,foiTc?'MIC" gogna, ora di Torre. Essa and ad abitare in Udine e nel 1500,
o 1520, fu ascritta a quella cittadinanza (la Cronaca Mr.tilir.nli poue
l'aggregazione nel 1520; quella di Pier l'assenno nel 1500; quella
del Giusti nel 1520, ed il Mino dell'Archivista de' Notali di Cividale
nel 1500). Il Giusti nella sua Cronaca la dico originaria del Regno
o) NMciii. rair. di Napoli ; ma noi, appoggiali allo storico Nicolelti ed al Guerra (0. f.
pas."i" '' * 0U'' v"'' ' '" ^^ siamo fermi nel ritenerla di sangue longobardo e).
1/ antica nobill de' signori di Toppo puossi auclie arguire da quei-
1' Ursino, o lirvino di Toppo, che nel 1188 era dapifero di Gntofreilo
ri Mieli. di-ita tot- Palnalca d' Aquib'ja, carica fra le quattro rimarchevoli del Patriar-
re.vem.iwiafam. calo, posseduto da famiglie le pi ragguardevoli f). Questa famiglia
"WXK illustre nelle dignit ecclesiastiche, distinta nella milizia e nella
gkirispruilenza, come diremo, godeva la fiducia della citt a cui ap-
s) fiiierra. o. f. r. parleueva ; mentre l'incarico di portare in pubblico lo stendardo
cirWij. iiCV<rta! udinese era tuia prerogativa devoluta ad uno de' nobili di Toppo g).
delta riut m i-din* Castellana del Friuli, occupava nel Parlamento tra il ceto de' no-
^'iT*0*' Ji,i Posl xx" )' e lu lessa semplicit dello slemma ch'essa
porta, composto di tre scaglioni argentei in campo azzurro, ci com
prova maggiormente la sua antichit. Verremo poi net seguito di
questo nostro lavoro indicando altre particolarit intorno a quesl' il
lustre famiglia.
271
1220 Pandolfo di Toppo in quest'anno prende in mo
a) Dai docum. della
glie Gcllrude di Maningo a) (1). fam. di Toppo.
citt f). Annoteremo poi con maggiori particolarit alle epoche relative KiSK'g'iuJ*
le gesta di alcuni de' suoi individui, i quali distinti pe' proprii meriti * '"
si resero utili alla loro patria. ,
(1) Sudri, castello situato fra le Alpi Cnrniche nel Canale di S.
Pietro sovr'un colle da cui domina tutta la vallee gode amena ve
duta. Le sue vestigia erano ancora visibili dopo la met del secolo
XVI (epoca in cui scriveva lo storico Nicolelli). La famiglia di
SiitLri, originaria come si crede dall'antichissimo lignaggio di Melso,
possedeva giurisdizioni e ricchezze accompagnate da fama onorata,
e di loile per il disimpegno di tutti quegli esercizii che in que' tem ) Nimichi. Patr.
pi la nobilt accostumava g). tv-erliiklu f. B ani.
p. 21 e tergo. .
(2) Sotto la data dell'anno 1221 lo storico Nicolelli pone la morte
di s. Elisabetta moglie a Lodovico Laulgravio di Turingia, n sap
piamo il perch; mentre siami certi ch'essa avvenne nel 1231: per
ci tale riportalo non pu essere che una svista accaduta a questo
storico, che non avremmo neppure accennala, se non vi si unisse
il fatto seguente; cio i preparativi delle grandi allegrezze, conviti,
feste e tornei che doveano aver luogo in Friuli, come egli asserisce,
per la pace fatta co' Trtvigiani, e che per la morte di quella santa
furono sospesi h). Ora, siccome tale luttuosa circostanza erronea, KrSTV'auf:
e la pace invece un fallo vero, cosi riterremo avvenuti que' puh- p*' "w"-
blici divertimenti, giacch non vi esistette il motivo per cui doves
sero essere siali sospesi.
27G
1221 l'uste gravissima in Friuli e in quasi lutla Ita
lia. Essa in sul principio cominci lentamente; ma sulla Gne
dell'anno fece strage orribile, per cui vennero abbandonati i
luoghi, e per la mortalit molte citt rimasero deserte. Fu
per avventurala sorte che l' infuriar del flagello avesse breve
pertnido r. b am. durala aj.
1221 Perloldo patriarca d'Aquileja, nel tempo che la
peste infieriva in Friuli, erasi portato in Germania, e visit
n wcoieiti e sop. quivi i suoi feudatari! della Carniola b).
p. 24 tergo. i '
1221 .Enrico di Slrasoldo venne da Federico li no
minalo libero e franco del Friuli; cos anche dal medesimo
cLnio df'siraoki imperatore fu pure nominalo Arluico di Slrasoldo e).
1222 Nel febbrajo Maiuardo conte di Gorizia, sua
cognata Matilde conlessa di Pisino ed il di lui nipole conte
Maiuardo danno al Monastero di S. Pietro in Silva, o Selva,
diverse possidenze in Ravazolo (Cron. Coron.) Vi si fa men
zione di far quel dono per rimedio dell' anima del conte En-
;0 DeihBona. str. gelberto gi defunto d).
1222 Nel febbrajo di quest'anno il patriarca Perloldo
dal suo viaggio nella Germania ritorna in Aquileja ; e con
lui veine Perloldo duca di Moravia suo parenle con molli
illustri personaggi, diretto a Roma, onde render grazie a Dio
della sua assunzione al Ducalo, essendogli morto il padre
fratello a Perloldo patriarca d' Aquileja. Fu solenne l' ospi
talit usatagli dal nostro prelato; che prest pure a quel duca
mille marche d' argento, per le quali diedegli la sua parola
di restituirli1, cantando la somma in caso di mancamento col
dare alla Chiesa d'Aquileja il libero possesso dei due ca
stelli di Slaine ed ogni altro che la Ducea possedeva nella
Carniola e nella valle di Vipacco non solo; ma lasciando in
ostaggio Ottone ed Eurico suoi figli a mano di Vanendo
de' signori di Onoch, che unitamente ad altri ministeriali del
duca, giur sull'evangelo l'intero adempimento di queir ob
bligo. A quest'alto furono presenti, olire que' baroni Ger
277
mani, Dielrice di Fontanabona, Duringo di Mclso, Enrico di
Villalta di Gcmona, Erborilo di Perslislagno con Murquardo
, _. , , . ,. T7 i- n \ a)Nklel(l. Patr.
eq Erbordo suoi tigli, e Varncro di Gucagna a). portoido r. ut.
1222 In Aquileja L . . . . vescovo Emoneiise e cano
nico d'Aquileja investe di alcune terre appartenenti al Ca
pitolo l'arcidiacono E . : . . e G . . . . di Villalta mediante
la contribuzione d' un censo b). -u&'pKT10
1222 Azzo od Azzone (dello anche Alto in un docu
mento del 4227) era in quest'anno abaie di Moggio. Mori
egli addi 28 giugno, ma non si sa di qual1 anno e). Ss-mi t' '* p'
1222 Nel giorno G giugno fu inlimalo con sacramento,
che la Selva nei colli di Genuina e Gronumbek dal Rivo
bianco a Glemon sia bandita; ed i custodi Gemonesi ritro
vando niie' di Venzone a pascere gli armenti od a furare le
... . i i, dlCod. dlpI.Fran-
legna li arrestino e conducano in pegno d). % SSM ~ ,nd' w"
1222 1 figli di Matilde di Vecellone di Villanova (del
Judri), nel giugno di quest'anno, appellano al patriarca d'A
quileja la sentenza stala emanata contro di loro, e a favore
di Vintelmuota moglie del predetto Vecellone; il patriarca
conferma l'appellala sentenza e). &vp!.0'F'T'
1222 In ragione della lega dei Trivigiaui co' Vene
ziani, premendo al patriarca d'Aquileja di togliere a' primi
l'appoggio de' secondi, propose pace ai Veneziani; e ma
neggiala in Venezia da lui medesimo in unione al conte di
Gorizia, addi 23 giugno fu accettala (1), ma le con
dizioni furono le seguenti: tener i Veneziani stabilmente in
Aquileja un loro viecdomino che giudicar debba le differenze
de' proprii e quelle tra Veneti e Friulani ed altri forestieri, e
le appellazioni da quello si devolvessero al doge di Venezia;
(I) In quest' anno l' imperatore Federico II, onde mostrare, o far
credere al Pontefice eh' egli dava adempimento alle sue promesse,
sollecitava con lettere i principi della Germania alla liberazione di
Terra Santa, annunziando loro: tener quasi pronte ne' suoi porli
100 galee, ed avere in costruzione altrettante navi grosse (dette us-
sieri) da trasportare cavalleria ; ed esibiva denaro e libero passaggio
f) Muralorl.
d'it. Ann. Pe
anno mi. n' sno
,.: nlm
Cinti f\
).
287
4225 Il patriarca Perloldo aggiunge a s il titolo di
preposilo della chiesa della Citt del Friuli, che per gloriosi
e religiosi rispetti era gi stalo portalo da molli suoi pre-
decessori a). Pcnoido r. b aui.
' p. a.
e terre erano ascritti nell' ultimo luogo, non pertanto considerali per
lor medesimi o per antichit di stirpe, o per seguito di azioni com-
mendevoli, o per altre prerogative, erano tenuti eguali a tulio il resto
della nobilt. Le Comunit poi in questi tempi, atteso le prece-
denti calamit, scarseggiando di proprii valorosi cittadini, e del nu
mero voluto dalla legge al disimpegno de' pubblici uflicii, non tar
davano ad accettarne di forestieri tosto che onesta condizione li di
stinguesse, e questi mettevano casa ed erano ascritti a' vicini (che
vale cittadini), e sedevano tra' nobili: non perci cosi toslo ricono
sciuti per tali, dovendo in prima rendersi degni con un lungo pe
riodo di tempo, con la celebrit de' maggiori, e con antichit di
ricchezze. A questo modo gli un'ini divennero misti, e quantunque
i nobili vecchi avessero il primato, e quasi sempre precedessero an
notali pe' primi nelle memorie civili; nullameno, dotati di gran
dezza d'animo per la difesa dello Stalo e per conservazione dell'or
dine pubblico, non sdegnavano sedere tra g' inferiori, conservando
pienamente nel resto la loro superiorit. Mentre era riservalo alla
sola nobilt il primo seggio u' giudizii ; la censura delle altrui
sentenze ; il decidere le differenze de' feudi in presenza ed in as
senza del principe; il disporre con piena podest," meno la pena di
morie, de' 3ervi perpetui; il militare con proprio dinaro ed insegna;
e nelle scritture usare il termine di domini e poi nobiles viri, al
quale nel fine della signoria si uni nobiles et potenles viri; l'essere
a parte degli importanti segreti dello Stato si nella tranquillit che
nella guerra; il consigliare e formare il Consiglio del principe, e
disimpegnare le ambascierie. Dal corpo della medesima per la mag
gior parte venivano eletti i rettori delle terre, castelli e citt del
Marchesato d' Istria, che poi confermavausi dal capo. I patriarchi
stessi, per ordinamento antichissimo, non conferivano la dignit di
maresciallo generale se non a nobili nostri; bench alle volte per
bi Mcoiciii. cosi. ' eccellenza del grado i principi esteri, mutato 1' online, lo diedero
e Icg. ani. del For." a' loro 1>).
r. A ani. p. 13 ter-
g0,,!- Diritti ed onori fendali. I patriarchi antichi adope
rarono molta moderazione nel governo, in ispecialil sulle vecchie
289
1225 Il Consiglio del Parlamento del Friuli manda in
Puglia, in qualit di suo ambasciatore, Vigando preposito di
S. Odorico, onde offrire all'imperatore tulle le forze del Pa
triarcato ed a lagnarsi dell' insolenze de' confinanti Germani.
Questo prelato, prima d' intraprendere il viaggio, fece il suo
testamento alla presenza di Stefano decano della Chiesa d'Aqui-
leja di molti canonici e di Rodolfo Cipriano, Duringo di Mclso,
Mattia ed Enrico di Rivarolla, disponendo fruttuosi legali an
che per l'anima sua, coli' obbligo tanto al Capitolo d' Aqui-
leju quanto a quello della Citt del Friuli di anniversario
perpetuo, ricorrendo il di della tumulazione. Ademp con
soddisfazione di Cesare alla sua ambasciata, e nei ritorno
< . f-k x * Ninfali! l'air.
.11 -imi. "|| j'.rl
mori in noma a). i-crmi* r. b ui.
' p. H Irrito.
1225 Le cronache bolognesi riportano a quest'anno
il divieto dello Studio generale di Bologna fatto dall' impe
ratore Federigo II, acciocch gli studenti frequentassero quello
di Napoli da lui istituito nell'anno precedente, chiamando
col insigni professori di arti e di scienze. E pi probabile
per che ci avvenisse nell' anno susseguente. Forse in questi
(I) Il Liruti ci narra questo fatto sotto la data del 27 ottobre 1226,
nel seguente modo: a il conte Mainardo seniore di Gorizia cesse in
propriet per 400 marche d' argento a Pertoldo tutti i suoi diritti
e rendite che aveva nelle ville di Sedeano, s. Lorenzo, Grillons e
nel porto di Latisana, i castelli di Linz e di Rotenstain, e le 4
< marche che riscuoteva dalla muta d' Aquileja ec per s ed
eredi cosi maschi come femmine d). Qui il Liruti nulla dice di A) Uniti, noi. dei
Mainardo il giovine conte di Gorizia, n di Castello e giurisdizio- '' *' '''
ni nell'Istria, quantunque sappiamo ch'egli trasse il suo cenno da
Ognibene notajo imperiale udinese, che ne scrisse la carta. Non
pertanto noi abbiamo seguito il Nicolelli, perch ci reca maggiori
particolarit, e perch egli pure accreditato storico nostro.
292
422G Pareva dubbia al patriarca d' Aquileja la fede
di Alderico e Varnero conli di Polcenico, rendendosi impos
sibile in tempo di guerra il loro servigio; giaceb essi erano,
per il castello, dipendenti dal vescovo di Belluno e per la
giurisdizione di molti villaggi nel contado di Aviano, dal Pa
triarcato d' Aquileja. Siccome il signore di Camino teneva
quasi l'assoluto domiuio temporale di Belluno, cosi ne risai-
lava che, se i Polcenico dichiaravansi per il patriarca, offeu-
devano il Caminese, se per questo, il patriarca. Quindi Per-
toldo, col consiglio del Parlamento, dopo l' investitura e la
promessa di vassallaggio, venne con essi a quest'accordo.
Obbligaronsi solennemente i conti di Polcenico, per loro e per
gli eredi, di ajutare il Patriarcato contro ogni nemico, ec
cettuato l' imperatore ed il signore di Camino. Anzi, riguardo
a questo, riservaronsi a prestargli ogni ajuto per difesa de'
suoi castelli, nel caso che il patriarca facesse aperta guerra
oltre la Livenza al Caminese. Se poi questi movesse contro
il Patriarcato, i Polcenico, potendo, doveano ritenerlo ed esor
tarlo alla pace ; n giovando, erano tenuti sotto inviolabile
condizione a difender colle armi la Chiesa aquilejese. All'in
contro il patriarca, per s e successori, promise di difendere i
conli da ogni assalitore e d' impedire a chiunque a pie dei
monti, tra' fiumi Medium e Livenza, il fabbricare castelli so
prastanti al loro ; nonch di pienamente ricompensarli di tutti
i danni sofferti dagli ultimi fatti de' Trivigiani. Alla pubbli
cazione di questi patti, che avvenne in sul principio dell'anno
susseguente, si soscrissero Enrico vescovo di Pola, Volrico di
Cucagna, Giovanni il vecchio e Giovanni il giovine de Porli?,
Rodolfo d' Ariis, Artuico di Cusano, Brisa di Ragogna e Cor
si ) Nlcolottl. Fair. j j m % / \
pcn.f. b ani.
28 tergo e 29.
pag. rado di Alatizano a)/ \(). i
(1) Il D.r Ciconj nella sua Raccolta, appoggiato alle Coli. Guerra
e Frangipane pone a questo fatto il mese di dicembre ed il luogo
di Sacile.
293
1226 L'usura in questi tempi era il pi favorito me
stiere de' Lombardi ; ma sopra tutto si applicavano al traf
fico del danaro i Fiorentini ed altri Toscani. Dal che pare
avesse principio la ricchezza del Popolo fiorentino a). d^'anDoUBT"
1227 Mori nel giorno 18 marzo il buon pontefice
Onorio HI, mentre era intento a pacificare i Cristiani ed a
promuovere l' impresa di Gerusalemme. Gli successe il car
dinale Ugolino de' conti di Segna ed Anagni, vescovo d'Ostia,
personaggio di eminenti virt, il quale assunse il nome di
Gregorio IX e fu consacrato nel di 21 dello stesso mese.
Si applic tosto a dar termine alla pace intavolata dal suo
antecessore fra Federigo II e le citt collegate di Lombar
dia ed a sollecitar quel monarca al disimpegno del suo pro
messo passaggio in Terra Santa b). #tuS!!rim!*
1227 I patti conchiusi nel 122G tra il patriarca di
Aquileja ed i conti di Polcenico, come fu dello, vennero
formalmente compiti in quest' anno coli' essere ratificali a
mezzo dell'ultimo sigillo da Corrado decano, Ottone prepo
silo di S. Odorico, e Leonardo Scolastico a nome del Capi-
. , l>.
pitolo metropolitano e).\ ci Nlcoletli. Patr.
pcnoidof.Bauiog.
1227 Dappoich manc di vita Angelo patriarca di
Grado, successe in quella sede il veneto Giacomo Tiepolo d). ^.^V^l1
1227 Bernardo duca di Carinlia ricorre alla S. Sede
contro il patriarca Perloldo per il giuspatronato della Chiesa
<) Guerra. O. F.t.
Laibacense e). IX p. 4.
I
A
297
1228 Nel giorno 12 moggio Ezzelino, o Eccelino da
Romano, insieme ad Ensidesio da Collallo, pose certi confini
ai lerrilorii di Porcia e di Praia, levando con ci ogni civile
conlesa Ira quei nobili d'un medesimo sangue, ma d'altronde,
avendo influenza su di loro per parentela, per amicizia e per
ricchezza, g' involse nella guerra, determinandoli al parlilo
Trivigiano; e con essi il tiranno corse a' danni del poco di- ,j N1(!0)oU|. mr.
leso Friuli,' lasciando Iraccie di singolari
D
crudelt a)./ r>. a tergo e aS"-'
ValeiiUnelli. C. C.
1228 Jolanta moglie di Federico li partor in Adria ****
di Puglia un figlio, a cui fu posto nome Corrado ; ma essa
mori, e fu universalmente compianta b). d,iFa?mrlis2m'
1228 Nel giorno 9 giugno il patriarca Pertoldo chiede
ad Andrea di Buliliana, o di Vitaliano, fuoruscito di Trivigi,
una vistosa somma di danaro ad imprestanza, e l' ottiene.
Con questa liber al Patriarcato molte giurisdizioni nella
Carniola tirannicamente tenute sotto nome di pegno da Reim-
berlo di Honech. Mallevadori della prestala somma furono
Corrado decano d' Aquileja, Otto preposilo di S. Odorico,
Rodolfo di Cipriano,
I
Giovanni ed Ermanno fratelli de Portis, e), Nicolelli. Palr.
Cono di Osopo, Perloldo d'Arcano e Galluzio Galluzi e). ^^'-co-
1228 Ezzelino da Romano prese con frode il castello -mi. pirona.
di Fonte e colse in esso anche Guglielmo figlio a Jacopo
di Campo S. Piero ; per cui i Padovani mossero le armi e
col Carroccio si portarono sotto Bassano, avendo per loro
podest e capitano Stefano Radoero Veneziano. Venezia cerc
di conciatore la differenza, ma non vi riusci. Fu Ezzelino da
Onara, il Monaco, ipocrita (perch infine si scoperse eretico Pa
lermo) che scrisse ai suoi figli s'accomodassero, mentre non
potevano competere ancora colla possanza de' Padovani. Per
ci, e per altre amichevoli esortazioni, il superbo giovane
\
303
1230 Mancalo a' vivi Giacomo Tiepolo patriarca di
Grado, successe in quella Sede Leonardo Quirini veneziano,
primicerio della chiesa di S. Marco a). J}.?!i?.-
1230 Da Roma, il papa Gregorio IX nel giorno 10
giugno approva V istituzione de' prebendati del Coro Aquile-
jese fatta dal patriarca Pertoldo b). SaffiSl"1
1230 Dopo poca e oscura guerra fecesi in quest'anno
una prima pace tra la Lega Guelfa e il papa per una parte
e l'imperatore dall'altra e). 5!S.top.V"'
1230 Odone de' duchi di Moravia, fratello minore di
Pertoldo patriarca d'Aquileja pretendeva, n si conoscono
le ragioni, che il Marchesato e la Contea d'Istria e Carniola
fosse a lui senza impedimento rilasciata dal Patriarcato aqui-
lejese ; e gi da molti mesi aveva promossa la questione, e
incalzandola con vigore, maneggiava acciocch la corte im
periale la decidesse. Ma avvisatone Pertoldo, portossi tosto
dall'imperatore Federigo II al castello di S. Germano nel
l'Abruzzo, e alla di lui presenza ed a quella di molti pre
lati ed illustri personaggi, primamente il duca, indi il pa
triarca esposero le loro ragioni. Tanta per fu l'espressione
e la verit dell' esposto da Pertoldo, che convinto il duca
Odone, di propria volont, in faccia a quel!' illustre consesso,
cesse e don al Patriarcato aquilejese ogni sua pretensione
sul Marchesato d' Istria e Carniola, e si assoggett ad esbor
sare, se mancante, alla promessa fatta, 2000 marche di puro
oro, met alla corte cesarea e met alla parte danneggiata.
Quest'atto solenne fu firmato dall'imperatore e munito con
sua bolla d'oro d), e da tutti que' prelati e nobili presenti, &LJi'PN2: del
tra' quali erano Corrado vescovo di Trieste, Enrico di Vil-
lalla, Arluico di Castello, Giovanni de Porlis, Cono di Osopo
ed Odo di Gemona e) (1). SeK'r.B'.niog'
\ ' P- 30 a 31 e tergo.
(1) Il Nicoletli dice aver egli alloggialo nel palazzo vecchio di pirtK'tiufoJ'.
Popone f). " ,ei*0
512
1252 Nel marzo di quest'anno l'imperator Federigo 11,
ai rod. Frangipane
in Friuli, rilascia dei privilegi
r O
presso
r
il luogo
D
dello Udina-
ir)i!!raiL"\or.'dci l0 a). ce il nostro Liruti crede sia Udine b) (1).
Fr v iv p itfc.
1252 Nel mese di marzo di quest'anno Mainardo il
giovane, conte di Gorizia, conferm a fra Ermanno, maestro
dell' Online leulouico in Gerusalemme, la donazione della
e) Rerum Por. I.M
villa di Precinico colle sue *pertinenze fatta da suo zio Mai-
Lg'S2 nardo il vecchio e).
1252 Mainardo III ed Alberto I fratelli conti di Go-
cr.^"^.80"" SIr' rizia li vedremo regnare da quest'anno sino al 1250 o 1252d).
1252 Enrico vescovo di Pola venne assunto, da Per-
lohlo alle cure del Patriarcato aquilejese ; mentre egli por-
tossi ad accompagnare l'imperatore Federigo 11 nelle pi
illusili citt il' Italia con onorevole corteggio di scelli cava
ciPorluldu
Nlcololtl. Palr. .. . .
f. I aut. ||en CI.
p. II. '
1252 Secondo il Bauzer, in quest'anno Mainardo II
conte di Gorizia concedeva a Volcltero di Dornberg il villaggio
cr.^'cV801"'1"'' e il castello a cui egli ha comunicato il nome f).
1252 Muore Mainardo II conte di Gorizia e restano al
governo di quello Stalo Mainardo III e Alberto I conti gori-
g) nello p 03. ziani g).
1252 Pordenone appartiene a Federico il Bellicoso,
duca d' Austria; e l' imperatore Federigo li va personalmente
(nella primavera di quest' anno) in Pordenone ad abboccarsi
io nube ooi. <u. con lui, dopo essere sbarcato in Aquileja h).
1252 I cittadini di Pola, avendo degli obblighi verso
il loro vescovo e verso il patriarca d' Aquileja, vennero sol-
Mm.aldfcivida( 'alla Pergola, castello della marca d' Ancona d), che trovasi contrad-
ra T."in'p?'i.er" distinta anche col cognome di Bojani di Pertica, non ci noto il
tempo in cui venne in Friuli: ma riscontrandola nominata nel prin-
cipio di questo secolo XIII, e decorata del Vescovato cospicuo di
Trieste, ci forza dedurre essere in allora gi considerevole e
pe" suoi meriti e per la sua antichit. Singolare poi e molto pre
giata riscontrasi la distinzione di cui il patriarci Bertrando nel 1559
volle fregiare questa famiglia coli' investitura nel 20 dicembre di quel-
l' anno, accordata al cavaliere Corrado Bojano e suoi discendenti;
nella quale, oltre alla giurisdizione del villaggio di Talmassanizza, si
tuato ne' monti vicino ad Antro, gli concede il diritto, che al primo
ingresso de' patriarchi Aquilejesi nella Citt del Friuli abbia a por
tare innanzi al novello patriarca una spada grande alemanna con
guaina bianca, dalla porta della citt sino alla scala del patriar
e) Doc. della tam.
Bojaul. cale palazzo, e all'entrata in quello farne dono al patriarca e). La
famiglia Bojani risplendelte per virt, valore e svegliato ingegno;
mentre basta accennare una Benvenuta, un Corrado, un Venceslao
Bojani, senza tant' altri, per vedervi santit, militare coraggio e scien
za. Seguitando poi questo nostro lavoro annoteremo ancora le ade-.
renze, il potere e le azioni che resero benemerita questa famiglia
alla Patria nostra ed al Patriarcato Aquilejese. Il Nicoletti poi a inag-
aimCOdei!a' Te *>'or chiarezza di questa famiglia ci riporta: aver essa dato i natali
[. DMiog.ptg. a Federico patriarca d' Aquileja f).
V
V..
317
1233 I Veneziani costringono nuovamente Trieste a
promettere fedelt e servigio di mare a). CT,.1pel6?0M's,r
1233 Sette Fiorentini danno origine sul monte Sena-
rio all'Ordine regolare de' Serviti b). uMl^aoS:
1233 Nel di 30 settembre Guecello e Biaqnino da Ca
mino, in Verona, alla presenza di frate Giovanni da Vicenza,
furono dal vescovo di Gencda investili di quei feudi ch'essi
confessarono aver avuti da quella Chiesa episcopale e). iJ.'' ' ' *oc-
1233 Nel giorno 1 giuguo il patriarca Pertoldo die al
Capitolo di Cividale la decima del lino che aveva in Tol
mino, perch facesse annualmente l'anniversario per l'anima
il) n.ir. Clconj
di Enrico suo fratello d). r.ucrra. 0. F. . IX
p. OT.
1233 Certo Zuliano e la di lui moglie Cordula ras
segnano a mano di Sofia, abadessa del monastero di S. Ma
ria in Valle della Citt del Friuli, un manso situato in Brez
zano e da quel monastero avuto in feudo e). 'inp.7/'''-
1234 Vorlico de Portis, gi eletto vescovo di Trieste,
in sul principio di quest' anno prende possesso del suo Ve-
scovato ' 1). * f ) Nlcolelli. Palr.
*"}i < ,ulo-
/ p. 13.
1234 La nobile Irmilina, moglie del cavaliere Colone
di Flasberch, rassegna a mani di Erburga, o Aburga, aba
dessa di S. Maria d'Aquileia, cinque masi nella villa di Ron-
1 * * f) Oocrra. 0. F. t.
c' g)- Sfa?*:-
1234 L' inverno di quest' anno fu freddissimo e ca
gion
COI
gran perdita d' alberi e vili,' estrema
carestia di vi- h) Palladio. SI. dt!l
veri, morte di gran numero d' animali e grave pestilenza h). Lrfcri*g^
... f, . i- m . d' II. anno ii.
1234 Gerardo vescovo di Trieste, a cui seguirono in
epoca incerta Giovanni IV, poi Volrico i). Secondo il Nico- |;J.^"38.BonaSlr-
letti, Volrico de Portis vescovo di Trieste successe a Cor
rado Bojani nell'anno 1234 j). Ui^p.V08'0
1234 Ezzelino da Romano toglie a Gerardo da Ca
mino il dominio della citt antichissima di Oderzo, della
Molla e di Porlo Bufalello, facendole passare alla Comunit
di....
Trivigi k). 1 Padovani. pero,
, ..
e ' correderai!-iio k) Nlcolelli. Palr.
amici del Carni- pfVs. r' B aul08r
318
nnsp, vedendo essere raduti in podest dei Trivigiani i luoghi
suddetti, mandarono tosto Otto da Mandello milanese loro po
dest col Carroccio (segno d'aperta guerra) e con tutta la mi
lizia a danno de' castelli di Ezzelino; e corsero fino alla Piave,
affliggendo con gravi guasti il Trivigiano. Ad accrescer forza
e numero all' esercito padovano, il Parlamento del Friuli sped
sollecitamente le schiere friulane ed istriane. Una parte di
esse per si pose alla difesa delle frontiere della Provincia:
ma la voce che l'imperatore tornava contro Milano ed una
j muletti, pair. grande fame che regnava sul Padovano, sospesero per allora
ps e, eie- i disegni
Palladio. Slor. del B
di guerra
B
a).
'
Fr. par i p. a, j 254 Bernardo duca di Carinlia fonda presso Lacde-
slrot nella valle di Topliz un monastero per monaci cisler-
ziensi, che nominossi del Fonte di S. Maria, dotandolo di
Fr"."ivT*S rendite pel
MI. r
valore
,
di 200 marche annue b). . .
1234 Giacomo d' O'rzone, marchese nell'Istria per il
patriarca d'Aquileja, era continuamente in contrasto cogl' I-
siriani, perch ricusavano di contribuire le rendite al Marche
sato, secondo le vecchie pratiche. Perci il patriarca Pertoldo
mand ambasciatori a Magonza ad Enrico figlio di Federi
go II imperatore, dal quale ottenne quel nobile rescritto
con cui furono annullale tutte lo locazioni fatte per minor
pihddJrlf!'Bl?i[! censo dell' antico senza I' autorit dei patriarchi e).
1234 Nel giorno 10 ottobre fu fatta transazione nella
chiesa di Greple Ira Mainardo IH conte di Gorizia ed il Ca
pitolo di Trieste su quartese e decime, delle quali esso conte
avea ricevuta investitura da Wernardo eletto vescovo di
crT"0"*-*"- Trieste d).
1234 Addi 3 novembre, sul processo tra Wilemaro
pievano di Tricesimo e Leonardo abate di Rosazzo, a mo
tivo delle cappelle di S. Elaro di Rozzolo (ora Riziolo) e
S. Bartolomeo d' Agre, Pertoldo palriarca d'Aquileja sentenzia
SttSar" a favore dell'abate di Rosazzo e).
1234, Nel giorno 27 novembre il patriarca d'Aquileja
519
Perloldo transige con Mainardo di Gorizia sul dirilto di Iran-
silo e della mula a Ira verso il monte Tauro e il Creiizberg a). Cr.1p!,M.Bou*"8lr'
1255 I Veneziani maneggiarono e fecero conchiudere
la pace Ira1 Friulani e1 Padovani dall' una ed i Trivigiani
din I. 1 \ b) Ntcoletli. Fair.
art altra b).
periodo r. b am.
p. 45 lergo.
4235 Ezzelino da Romano, non contemplalo nella pace
de' Friulani e Padovani co' Trevigiani, scorre e danneggia con
le sue truppe il Friuli d bel nuovo, e vicino a Sbrogliavacca
incendia alcuni casali. Ma Antonio della Fratlina, nobile va
loroso, difende il Friuli contro i soldati d' Ezzelino, e vitto
rioso li fuga C). e) Detto p. 8.
1235 Il patriarca Perloldo diede l'ordine di cavalieri
a Crraduccio di Corrado Dojano di Pertica ed a Corrado
de' nobili di Sudri d). d) Detto p.m.
1235 Il vescovo di Ccneda, add 19 aprile, investe a
titolo di feudo la Comunit di Conegliano delle ville di Fo
lcilo, di Comoredo, di Rivole e di Porta, e venne fatlo cit
tadino e consorte di quel Comune e). SLv,!\s,i ni!!?.
1235 L'imperatore Federigo II, nel mese di maggio, *"
imbarcatosi a Rimini con Corrado suo secondogenito, passa
in Aquileja e si porta in Germania, ad oggetto di sedare la
rivolta mossagli dal re Enrico suo figlio f). fJnu?m'im.n'
1235 Enrico di Villalla per 26 marcite di moneta di
Aquileja cede tutta I' Avvocazia della villa di Prepot al conte
Mainardo di Gorizia. Qucsl' Avvocazia la ebbe il Villalla da
Sofia abadessa del monastero di S. Maria in Valle della Citt
del Friuli g). uTlii.0^
1235 Il vedovo imperatore Federigo II, con dispensa
pontificia, si sposa ad Isabella sorella di Arrigo re d' Inghil
terra, e in Vormazia con grande solennit furono celebrale
le nozze li) (I). MSSSbP
nella solennit delle sue nozze fosse dato alcun regalo agi' istrioni,
mimi, ed alili giuocolieri. Oltre a quanto dicemmo alla pag. 52 di
questo volume, aggiungeremo: che in Italia ed in Germania, e pro
babilmente anche altrove, non faceansi nozze o feste grandiose di
principi, che non vi concorressero le centinaja di ItuiToiii, {gioco
lieri, commedianti, canlamhanrlii ed altri simili inventori
di giuochi e divertimenti della corte e del pubblico. 1 regali che lor
faceansi, non solo dal principe autor della festa, ma dagli altri an
cora che v' intervenivano, o di vesti, o di danaro, o d' altre cose di
valore, erano immensi. Quest' uso, od abuso dur anche nel secolo
h) Muratori.
dMl. Ann. "VIV
anno 1233. A,V" K\
")
Marchesato d,, e diedero alla patria soggetti singolari per valore ed ri) C.ipilil.IBlH 1 il.
ili. t. un. p. i'.l
ingegno, che vedremo figurare in Frinii sullo diversi rapporti. Al
ramo Savorgnauo della bandiera, cosi denominalo dall' arnia che lo
contraddistingue, portante una bandiera bianca in campo rosso, ap
parteneva 1' antico e rovinalo cartello ili Siavorjjiiano situalo
verso tramontana, distatile da Udine circa 0 miglia, e di cui abbia
fli Porrla. Di": ilei
mo partalo alla pag. 345 del I volume di questa Raccolta e). Se Fr. Dell' o. r. avi
condo le cronache nostre, i Savorguani del monte, o dello scaglione, i.u.t. v. vii o. i:n.
0 Cr. Monliroli e
discendono da Costantino di Udine, ch'ebbe a padre Federico f) l.lb. il'uro ili I 'lino
in (auso.
Fratello di Alberto Eletlo di Cc.iieda ambi figli di Rodolfo Savorgna- g) Ciporlaglio. t'J.
Ili. fri e -MI
no g), il qual Rodolfo dal Nicoletli s'appella di Cipriano li). A delta, del h) Xieololll. Fair.
l'IT! i. l'In r. Il Olii.
Giusti, lo stemma de' Ciprioneri era una taglia, che vedovasi scolpila p. 6.
in pietra su d'una colonna della pubblica loggia di Udine in Borgo
S. Lazzaro, la quale sovra due ale viene portala per cimiero sullo
stemma della famiglia de' Savorguani del monte, e ne forma quasi
la corona dello stesso. La citt di Udine, in ricompensa delle bene
merenze di questi Savorguani, accord loro portassero per iosegna
)' arme della citt, ma pendente anzich ritta, con circolo rosso, e
perci un tempo vennero chiamati di Udine i). Quanta influenza I ) Ciurli. I.ili. il uro
ili'li.i olila di Cd
abbia avuto questa famiglia nella Patria friulana, e particolarmente
in Udine, ce lo dimostrano' ad evidenza un Federico, un Tristano,
ed un Antonio Savorguani, come verremo dicendo; per cui poche
o niun' altra delle nostre ve d'ebbe tanta: perlocch anche la Re
pubblica Veneziana nel 1385 aggreg Federico padre di Tristano
Savorgnano alla veneta nobilt io uno a' suoi discendenti j), facen il fello
dolo nobile del maggior Consiglio. ( signori Savorguani erano dei
pi antichi feudatari! del castello d' Udine e possedevano in esso le k) Nicoli-Ili. Fair.
R;iinl tli'lla Torre
loro ahitanze feudali k). L'arme poi ili questa famiglia de' Savor- I I) aut.p. 3 ler-
Ko e 'Jl l'orna
guani del monte contrassegnata con uno scaglione nero in rampo H'.sc. di'l Fr, ecc.
bianco. . VII p. 130.
21
.722
di Sesto, dlla regola di S. Benedetto, le istituzioni, i pri-
a) Guerra. 0. F. .
.... . . *
Frang.:- m.%'. v,'eS'. ' possessi e le rendile loro a).
1236 Perloldo patriarca d' Aquileja ebbe differenze con
Federico duca d'Austria e di Sliria, per avere quegli ripu
diala la moglie, eli1 era figlia di Ottone duca di Mcrania e
nipote del patriarca stesso f per cui l' imperatore avealo pro-
rr.Vlv1 p?M4.del scritto con bando imperi.de b).
1236 Nell'estate Federigo II ridiscese in Italia; il -16
ciiwiiraiori. Ann aSosto giunse a Verona ; prese Vicenza, mentre Ezzelino preu-
-Kt?! deva Padova, e risal quindi i:i Germania e).
1256 Perloldo patriarca ed il vescovo di Bamberga pu
gnano a vantaggio dell'imperatore contro Federico duca d'Au-
coi.B"o.'s' M" E" ** stria, ed entrali ostilmente nella Sliria, vi spogliano le cinese d}.
1256 Il giorno 6 agosto, in Cividale, Eberardo cede
al genero Corrado dello Bojano, coli' assenso del patriarca,
- M'.plro"na!>'no un maso della cappella patriarcale (1) e ne lo investe e).
1236 L'imperatore Federigo II con suo diploma con-
cr.1?.' et"01"' s,r" ferma ed estende i privilegi del Patriarcato aquilejese f).
1236 In quest'anno Erburga era abadessa del mona-
fi p"ne'snF'T' stero di S. Maria d' Aquileja g).
Intorno a questo tempo, essendo gi accresciuta d'abi
tanti la citt di Udine, diede pensie.ro al patriarca di prov
vederla di pi adalto governo. Non bastando pi un solo
rettore, fu divisa in cinque quartieri all' antica foggia ro
mana, ovvero all' uso de' Veneziani, clic tengono la loro citt
^
-523
divisa in sestieri. Sceke quindi ventiquattro soggetti, dodici
di quei nobili che abitavano nel primo recinto di mura, os
sia nella citt vecchia e gli altri dodici nei borghi esteriori,
i quali avessero parimente la cura di quel pubblico, in au
mento degli altri officii ed a facilit maggiore del go
verno a) (*)- I^V^'
4236 Il papa rimette la decisione delle questioni fra
Enrico vescovo di Pola e Perloldo patriarca d' Aquileja, a
(1) Mons. Florio poi riporta, che vedendo egli troppo esposto alle
incursioni ile' nemici il Capitolo di S. Odorico del Tagliamento con
cep l' idea di aprirgli un sicuro asilo nel castello di Udine, e ne
Ri V. Florio. Vita
ottenne
- i
da Innocenzo
, . ,
IV la facolt per mezzo d' un breve spedito-
Bel B. Bertrando gli da Lione ').
p. e SI.
(2) Arieggia (castello e famiglia li) cenni. Questo
antichissimo castello dui Friuli, ora affatto distrutto, nominato dal
Diacono nella Storia dei Longobardi, giaceva vicino alle alpi non Imi-
325
il vantaggio di esso ; quindi sollecitamente il patriarca Per-
loldo porlossi col, e maneggiando accortamente, sicch re
stasse illeso 1' amor proprio di quei due pulenti, ne segui
lo sprigionamento di Vorlico, la pace fra loro, e la sicurezza
delle vile e delle sosftnze de' sudditi a). 'tSi?B!:
4237 Il giorno 11 febbrajo si fa la divisione delle terre
.. .,. i -i i .il . ix li) Cleoni nella sua
di Liuto, secondo il decreto del patriarca b). bjmoju ciundo u
1237 Nel giorno 5 giugno Pertoldo patriarca reinveste
Corrado ed Eurico fratelli di Sacile del castello di corte (Ca
villili Curia?) presso Sacile colla corte intera e la villa di
>S. Odorico oltre Livenza, gi temila dai loro predecessori in
feudo retto legale dalla Chiesa d'Aquileja, e li investe per
(1) I popolari milanesi non furono ingrati verso la casa della Torre,
il Ramponi r. t. la quale per qualche tempo ottenne il supremo dominio di Milano i).
i
327
il patriarca Pertoldo fori cruente riprendesse Uguccione per
ii fatto di questi ostaggi da lui custoditi nel castello di Prata,
di i- i,- l li . \ a) NieoleitL Pair.
ic lo bandisse per molli anni dalla sua corte a). penokio r. b. t.
' ' p. 49.
1257 Da quest'anno fino all'anno 1240 Jacopo era
abate di Moggio, coli' aggiunta di abate eletto b). ch.?K*T?"iip!
1258 In sul principio dell' anno il patriarca Pertoldo
mand in Lombardia il fiore de' soldati Friulani a sostegno
della* fazione imperiale, ebe andava giornalmente rinforzan
dosi, e Ira questi Gabriele di Piala e). rcriu6li.'B m.
1 ' p. 19 tergo
1258 Capodislria non solo non soddisfa alla mensa
patriarcale l' ordinario tributo, ma col suggerimento e col-
I' appoggio cerca distogliere g' Istriani dal corrisponderlo.
Per la qual cosa, mossosi tosto il patriarca Pertoldo a quella
volta, con le sole taglie e pocbi Slavi della Carinola, dan
neggi il territorio de' contumaci, i quali, intimoriti anche
per la tema del bando imperiale, tornarono all'aulica obbe
dienza d). ci) uoiiu.
1238 L' imperatore Federigo 11, non avpndo osato as
salir Milano, assedi Brescia parecchi mesi, ma invano ; ed
ebbe a satisfarsi di correr Lombardia e Piemonte riacco-
stando a s le citt men forti o men costanti, e lo stesso
marchese d' Este e) il). ?! SS""?: fa'1"'
1258 Il patriarca Pertoldo nel mese di ottobre si porla
al campo dell' imperatore sotto Brescia ; ed avendo esposto,
che in base ad invalide e vecchie usanze i suoi nobili vassalli
del Friuli e dell' Istria insubordinatamente usurpavano il mero
e misto impero a pregiudizio del Patriarcato, chiedeva che
(I) Quesl' esercito dell' imperatore era composto di Friulani, Lom- ejwcoietu. pur.
bardi e Tedeschi e). Ertesi"1"
550
snliomellcrsi que' cittadini, fece dono al Comune di Padova
della cill di Trivigi, con un privilegio mimilo di grande si-
d-'iiH'aum'im" g'" " oro ; indi ripass in Lombardia a).
1259 Alberico da Romano, in vernicila delle offese rice
vute da' Friulani, corre a danno de' confini del Friuli e crii-
RJiSSTiKl: delmenle li deruba ed infesta b).
P 51.
1259 Addi 5 giugno vi fu in Italia un totale eclissi
e] Mcnlelll e. son.
p.nitori.
Mimm.-iiu-
Ann. d'It.
solare, assai.-..,..
visione sul.,...
Invidiano
e).'.
3iinUisa). ^259 Gregorio di Montelongo, legalo del papa in Lom-
Fr.Ppa?dlp.sm1 bardia e generale delle armi pontificie d), persuade i Mila
nesi a portarsi a Camporgnano conilo 1' esercito dell' impe
ratore ; e a tale oggetto fa armare frati e preti. Una parie
de' nobili per passava nel campo imperiale. Rullamene, se
bassi a credere a Galvano Fiamma, l'armala Milanese stelle
a fronte del nemico, allag il di lui campo, e in un combat
timento prese il carroccio de' Cremonesi, e mise questi in
rotta in uno a' Pavesi: perci Federigo lev il campo e pass
Jl",rlito in Toscana e).
1259 Parlilo l'imperatore da Lombardia per avversa
fortuna, il patriarca Perloldo, lasciala col una parte de* suoi
alla guerra, torna in Udine per godere pace e quiete come
desiderava, ma non la trov a motivo delle dannose scor-
Uri.'.u!le"l*ilJli: reric in Friuli di Alberico da Romano f).
rag. si. m ....
1259 Una forte lega strinsero i Veneziani con papa
Gregorio IX, ad oggetto di trre, se venia lor fallo, la Sicilia
a Federigo, ed obbligaronsi a mantenere buona squadra di
galee, e ci fecero, non soltanto porcile inaspriti all' indegna
morte (1) del figlio del doge Tiepolo, ma pur anche
(1) Pietro Tiepolo podest di Milano, nel fatto d'armi tra l' im
peratore ed i Milanesi successo nel 27 novembre del 1237 rimasto
%i ii. iriur iW"' prigioniere,
di Federigo fubarbaramente
con altri nobili condotto
impiccato sullainriva
Puglia, e perg).comando
del mare
331
per le quullordici galee e quullru navi cariche di merci pro
venienti dalla Puglia, nella Marca d' Ancona siale loro lolle a). S,iu"nl.uriimn
1239 Il patriarca Pertoldo, ritornalo in palria, fabbrica
I>) Nicolclll. Fair.
chiese, ed alcune cadenti o cadute ristaimi b). l'f rli.Iclu f . DautoK.
p. Ili.
1239 Pcrloldo patriarca d'Aquileja concede a Capo-
distria la facolt di eleggersi a piacimento il suo podest,
colla condizione che l' eletto debba essere nobile Friulano
od Istriano ed in grazia del patriarca, e si rese obbligali con
doni e onori i nobili di quel Marchesato, come pure gli an I Nicoli-Ili. Palr.
IvrlnMn f. B aul.
tichi abitatori della citt di Udine e). paii. SI Thcsau-
rus E. A. p. 4*3.
1239 I nobili, a cui il Capitolo d'Aquileja affidava la
custodia del castello di Tolmino (1) avidamente rubando
mossero grave conlesa con quelli della Carinola, ma la pru
denza del patriarca Perloldo, soddisfacendo a' danni de' Car
tolici, sed ogni cosa d). TkM c' "*
(1) Vedi Corti e Cortine alla pag. 197 del I voi. di questa Raccolta.
(2) Knncaiii, fu *:;' li a. Questa, ni dire di Jacopo Valva-
nlirlv*?. ii!-i n'Jcr- sne e). fu nobile di Cividale proveniente da Wisuivico. Anche il
ra . ni p. ics. Giusti nel suo Libro d'oro della citt di Udine la dice friulana del
celo de' cancellieri ed ascritta alla cittadinanza udinese nel 1500; ed
aggiunge che per la sua aderenza a Tristano Savorgnauo fu bandita
nel 1420 e pass ad abitare in Cividale, dove insignita di le idi giu
risdizionali si mantenne sino al 1664, rimanendo ultimo di essa uu
Federico padre di tre figliuole, che tutte lecersi monache nel' con-
dMiTiualii'ilii? venl ^e"e suore di S. Domenico in Udine f). Mollo distinse la sua
famiglia Antonio Ronconi, die celebre dottore in ambe le leggi fu
stimatissimo a' suoi tempi ; e dopo essere stalo canonico e decano
della cattedrale di Udine, poscia canonico della metropolitana d'Aqui-
leja. l'u vicario generale nello spirituale per il patriarca Antonio Gae-
fiMMo'tJit M' lano ed ebbe grande autorit presso quel principe g).
\
335
1240 . Circa quest'anno Mainardo conte di Gorizia, di
stinto col prenome di Alberto, cedette al prevosto del Ca
pitolo di Siin Stefano d' Aquileja l' Avvocazia delle ville di
Predamano, Cussignacco e Terenziano per il prezzo di 2500 a) Unli M,m0.
i- \ neta v un. p v>i
ire di piccoli veneziani a).' -III **. m ft.toi.
p. 31X.
1240 Nel giorno 31 dicembre il patriarca Pertoldo
emana una sentenza, o legge clic dichiara i censitali aquile-
jesi insolventi per un triennio, decaduti dal possesso del
fondo censuario b). bjRacciconj.
1241 Il Capitolo aquilejese, richiesto dal patriarca Per
toldo, con concorde assenso diede in sul principio dell'anno
piena fermezza all' allo di concessione libera della Corte vec
chia accordalo dai giudici dei feudi al Capitolo della Citt
' e) Nffoleiil. Palr.
lll>
UBI Friuli P<
rriUll L;. Perniili
p. Sllergo.(. B ani.
(1) Questo fatto viene posto dal Liruti sotto la data 19 gennajo del
1245; e cosi ei dice: Pertoldo patriarca, pensando alla sua avanzata et,
o avvisalo da qualche accidente sorvenulogli, lasci, menti'' era in
Sacile, 10 marche annue al Capitolo di Cividale pel suo anniversario
da corrispondersi dalla muta di quella citt, come ne avea lasciato
altre 10 al Capitolo Aquilejese per Io stesso oggetto da riscuotersi dalla
muta d'Aquilcja: ed un -altra marca pure da quella muta, perch
quei canonici solennizzassero la Testa di S. Elisabetta Lantgravia di d) lh. Not. dei
Turingia di lui nipote d). Il Cappelletti e), il quale riporta il docu- of'techle^.iiw?'
mento di questo lascito con le segueuti note cronologiche: Anno tx pk- *
Dora. MCCXLV. lnd. 111. XII I. Ival. febb., ci fa vedere non essere acca
duta tale disposizione nel di 19, bens nel giorno 20 del detto mese.
(21 Lorenzaga (noi! li l): cenni. Questi erano femlatarii
del Patriarcato Aquilejese, parenti dei conti di Prata, ed abitavano
ne' casali di Lorenzaga vicinissimo alla Motta. Nell'anno 124U, con
licenza del patriarca Pertoldo, come diremo, fabbricarono il loro
castello di Lorenzaga nel villaggio stesso, in luogo mollo adatto,
e appresso la cortina. Oltre la chiarezza de' feudi, le ricchezze,
le inastiate e le cariche ouorilche, i Lorenzaga tenevano ancora
cawtcl pagano (amenissiuio castelletto non molto lungi da Udi
ne dalla parie di settentrione) sul quale si congettura, che aven
dolo fatto fabbricare questa famiglia, gli ponesse il nome di Pa-
gauo patriarca d' Aquileja. in questo castello ebbero parie anche
550
1245 Sulla fine di maggio I* imperatore Federigo 11
tenne in Verona un gran Parlamento, al quale intervennero
l'imperatore di Costantinopoli, il duca d'Austria e i duchi
di Garinlia e Moravia. Dopo molle discussioni durate per pi
giorni, nulla si conchiuse, se non che Federigo, mostrando
intenzione di trovarsi personalmente al Concilio di Lione,
2'i!"iHiurii5'.11' con quesl' apparenza and fino in Piemonte a).
1245 L' imperatore Federigo II addi 5 luglio, in Ve
rona, conferma la transazione nella lite tra Mninardo IH cnte
croUf"* .'"' Slr' di Gorizia ed il Comune di Porlo Latisana b).
1245 Viene riunito in Lione dal papa Innocenzo IV
il Concilio generale, composto di pi di cenquararita per-
Sbrani Wk!"1' sone tra patriarchi, arcivescovi e vescovi e) (1) onde
S
V
351
provvedere ai pericoli dello Grislianil, nuovamente spogliala
di Gerusalemme ed assalita in Polonia ed Ungheria dai Mo-
golli successori di Gengis Khan. Ma allor si vide a che ser
visse quel vantalo ordinamento della Cristianit sotto a' suoi
due capi temporale e spirituale. I due capi erano divisi e si
divisero tanto pi dopo il Concilio, che scomunic pur esso
Federigo. Il papa lo depose, molle citt l'abbandonarono,
molti signori delle due Sicilie gli congiurarono contro nel-
., . ,,, a) Balbo. Si. d'Il.
I anno susseguente a). (1). , MuM:
1245 Nel Concilio I di Lione, essendo siala abbattuta "'" ,nn0 im'
la sedia del patriarca d' Aquilcja, creila nelle sessioni del
Concilio in posto eguale a quelle dei patriarchi di Costan
tinopoli e di Antiochia, Innocenzo IV pupa la fece rimettere, m n<0 ,,
il -i i il /li i * ni- ">c. dt. toni. IX
riconoscendo le antiche prerogative di quella Chiesa b). Ch L%^cpiS
arcivescovi di Ravenna e di Milano ebbero sempre conlese p- Sui Pa,r- Aiu '-
di presedenza e di supremazia coli' aquilt-jese e). cjciooojc. .
1245 Nel di H agosto il pontefice Innocenzo IV, con
diploma o bolla di questa data, conferma a Lionardo abate
del monastero di Rosazzo, ossia a quell' Abbazia, il possesso
di quanto aveva allora in dominio, cio pievi, decime, chiese,
castella, ville, possessioni, diritti, giurisdizioni spirituali e
lemporali ; ed erano lanle, che nominarle darebbero noja.
Pi, altre particolarit, e il riceversi dal pontefice quest'Ab
bazia sotto l' immediala protezione della S. Sede apostolica,
i, d) Uniti. Noi. del
prerogativa di gran rimarco d). Fr.T.vP.i-g.
1245 Nel giorno 10 febbrajo e) Viviano pievano di SSffi nc"* *
Gemona, nunzio e procuratore di Perloldo patriarca d'Aqui-
leja, ricorre a nome del patriarca slesso a Wibcrto di Vi-
(1) Dal Nicoletti per rileviamo quanto segue, (bench da lui ven
ga riportato sotto la data non concordante del 1247J: che il vescovo
di Concordia ed alcuni prelati distinti per scienza e pubblica opi
nione, incaricati dal patriarca e dal Parlamento Friulano, passarono
in Francia, ove conservarono I' onore e la gloria della nostra Na
zione. Vi si rec poscia auebe il patriarca Perloldo ed il vescovo n menici", imt.
di Trieste, ed intervennero al Concilio di Lione f). ^."uerg!110*'
352
vario podest di Verona, ond' intrometta la sua autorit contro
le opposizioni, che certuni, e particolarmente Bernardo fu
abate di S. Maria in Organo di Verona e' suoi fautori, a lui
Facevano, recando impedimento all' esercizio della temporale
fir*w.'0,f'T' amministrazione di quel monastero affidatagli dal patriarca a).
1245 I Milanesi sono contemporaneamente assalili ila
Federigo li dalla parte del Ticino, e dal di lui figlio il re
Enzio verso Gorgonzola ; 'questo secondo esercito distrailo
MIK: ed Enzio fatto prigione b) (I).
1245 Ezzelino da Romano toglie ai Trivigiani le ca
stella di Anoale e di Mestre, e vi fabbrica dei gironi, specie
SMlmS1'isbT di fortezze usate in quei tempi e).
1245 Il patriarca Pertoldo, che gi aveva fatto erigere
in Udine il sontuoso tempio di S. Odorico, o Vorlico, olle-
nula in quesl' anno dal pontefice Innocenzo IV, addi 21 lu
glio, la concessione di poter istituire in esso una preposilnra
con otto canonici, trasferendo nel medesimo ogni e qualunque
diritto e presidenza ecclesiastica dell' antica chiesa di Santa
Maria del Castello di quella citt, avea tutta intenzione di
attivare il concessogli, ma fu impedito da tumulti bellici pr-
prii e da quelli dell' imperatore colla Chiesa universale, pe'
ft.Vnl'p.MMai! 1ua'' il patriarca erasi assunto la mediazione d) (2).
V
353
1245 L'antica parrocchia di S. Maria del Castello di
Udine fu soppressa in quest'anno, e in sua vece venne creala
parrocchia
. matrice della citt di Udine la chiesa di S. Ul- ,
a) Clconj. Munir.
darico, ora il duomo a). J[ g!ktT&'{
1245 Gisla di Pertica era ahadessa del mouaslero di
S. Maria in Valle della Citt del Friuli b). xin'lSExBiwf;
1246 P e' gran maneggi del papa co' principi di Ger
mania Tu eletto re Arrigo Langravio di Turingia, onde abbat
tere Federigo li e la sua casa. Lesi con ci i diritti di Cor
rado figlio dell' imperatore, successe battaglia tra esso e il
nuovo re ; nella quale rest disfallo Corrado, a segno che
giudicavasi ridotto a fuggirsene in Italia, se il duca di Ba
viera non avesse preso la sua difesa e) (1). SMImlS'iaw!"'
1246 Nel giorno 7 febbrajo Perloldo patriarca d' A-
quileja promette assistenza" a Vecellone, abate Bellignese, che
erasi lagnalo dei danni cagionatigli da Mainardo conle di
Gorizia d). H.^SH^^
1246 -> L' imperatore Federigo II, deposto dal pontefice,
viene abbandonato da molle cill, gli congiurano contro assai
signori di Sicilia, e un suo medico lenta d'avvelenarlo; per
cui Pier delle Vigne, suo cancelliere ed amico, che gli avea
condotto costui, cade in sospetto e dalla disperazione si uccide
urtando il capo al muro. Il domalo Federigo domanda pace
e poco men che piet ; implora l' intervenzione di S. Luigi
re di Francia, e promette di riprendere la croce e). v! S?."'?'. ii.d ""
1216 Tolberlo da Camino rovina i casali, ossia la villa
V
355
pra vi collochi la sua abitazione, lenendovi, guardie nella nolte,
e nel giorno porlinajo. Il castello sia aperto in ogni tempo,
senza opposizione e senza inganno, al patriarca, all'aliale e
loro legittimi successori. Senza la volont e l'assenso dei
nobili di Lorenzaga non possa n il patriarca, n l' abate
porre alcun abitatore nel castello, n ivi creare podest o
rettore, se non dal corpo dei nobili di quella casa. Per niun
titolo lu nobilt di Lorenzaga possa in alcun tempo prender
parte a que' da Camino o di Praia ed altri, senza la voce
de' suoi principi ; e ci sollo pena d' infamia, obbligandosi
d' osservare le sopraddette convenzioni ambe le parli, assog
gettandosi alla pena di 1000 marche d'argento da pagarsi
a) filmini il. Palr.
nlla parte
conlrallacente a).i Ottenuto I assenso e le con- verM<u< i. n m.
p. 58 e 60.
dizioni suddette, i nobili di Lorenzaga danno principio al
l' erezione del proprio castello, situandolo nel villaggio del
loro nome, in luogo molto comodo, superiormente alla
, I . b) Nicnli'ttl. Palr.
cortina b). ivn..L r. auiug.
' p. UO lergo.
1246 Il patriarca Pertoldo conferma la Cosliluzione
provinciale dell'Istria e). cr-Tra"0"11- 9"'
1246 Con severo comando, sollo la pena della per
dita del proprio e del feudo, fu proibito a Praia e Porcia,
che per pretesto di privale contese non ispirassero mal ta
lento nel pubblico. A Tolberlo da Camino poi fu dello, che
movendo egli a danno di qualcheduno del Patriarcato, avrebbe
provato il risentimento generale. Presso il Caminese pi che
queste parole ebbero effetto i movimenti fatti da Ezzelino
contro la sua casa ; per cui, lasciali i patriarcali, si deler-
min alla difesa de' suoi, e nel frattempo vi fu calma in
quelle parli d). ) netto.
1246 Nel giorno 16 ottobre, alcuni monaci fanno que
rela contro Ermanno abate di Sesto, per essere slati da lui
scacciali come scomunicati e). /,cc 'i! ,:ieo"J
1246 Gli affari d' Ezzelino da Romano vanno prospe
rando, scudo venuti in sua mano Castelfranco, Triville e
350
Camprelo castelli del Trivigiano ; ed a forza anco quello di
Mussolenlo. Fece morire in Verona i nobili da Lendenara, e
3! i"Ji5i i6. niolli altri in Padova per sospetto di congiura contro di lui a).
1246. Perloldo patriarca Aquilejese dona, per I" anima
sua, al Monastero di S. Maria d' Aquileja una terra, situala
fif,uS0F-T nel luogo detto Piolis b).
S.^V"-8"' 1246. Le cambiali vengono in uso e).
1246. Giovannino di Lorenzaga, ricco signore, compr
per mollo dinaro, da Federico di Castello (1) feudi d'im-
rj Porcia. iH-scrll.
secolo, indi aver riassunto quello di Frangipane col quale luti' ora
rt-j VT.TwiFoT'Fj si distingue e). Del die pure ci avverte il manoscritto intitolalo:
l'aaM? *"' Famiglie Friulane, nella Uaccolta Pirona, notando che il primo dui
signori di Castello che aggiungesse a questo il cognome di Frangipane
fu il rinomato Cornelio, e die inquart anche per il primo I' arnia
Frangipane con quella di Castello.
.
559
1247 Sulla porla del castello di Glemona (ora Ge-
moiin) Vouzina di Manzano vende 7 mansi feudali per 50
marche in .S. Maria la Lorica o
a Leonardo Cellerario a).' f-Arch. 3510iamt-
glia di Marnano.
1247 Add 25 maggio 0 conte di Herbeslein,
a nome dell' imperatore Federigo, e con guarenlia di Mai-
nardo conte di Gorizia, promette a Glizoio di Salemberg
di rifare i danni fatti dalla sua gente di Venzone b). - iDd.'piJona!111*'
1247 L'imperatore Federigo, venuto a Torino per
accostarsi al papa, fu richiamato indietro dalla sollevazione
di Parma, vi* pose campo all' intorno, e tent d' imitare la
fondazione di Alessandria, fondando l presso una sua citt
Ghibellina che chiam Vittoria e). ?! S^V"-
1247 Al campo sotto Parma Federigo imperatore in-
.. ii i- i ..... .. il) Verri. Si. della
veste Guecellelto da Praia di contado e giurisdizione d). mar ir. . h dot
1247 Guglielmo conte d' Olanda, giovane guerriero
adorno d'alto coraggio e solerzia e), nell'autunno di quest'anno ?i!,i,l"'ju,llT"
fu dal papa fallo eleggere a re di Germania, e successe
all' estinto Arrigo Langravio 'di Turingia f). V itu2lS0i'wnnn
1247 Nel giorno 26 ottobre in Tricesimo fu dagli
arbitri proferita sentenza su diritti signorili in Venzone tra
W e irai elli di Tricano, e Glizoio e fratelli di Mels g). - m. thm.
1247 Veciglio di Praia fu fallo podest di Padova da
Ezzelino da Romano e onoralo col titolo di vicario impe
riale dal limile Oglio lino a Trento; grado eminente ed in
solilo, per il quale s'accrebbe la dignit e la gloria Friulana li), trutta {!"
1247 La chiesuola o cappella del castello di Porpello
fu in quest'almo ampliala e resa in miglior forma i). ijDeito.
1248 Nel di otto febbrajo, Ermanno abate di Sesto
si appella alla Sede apostolica per i gravami impostigli dal
vescovo di Concordia, commissionalo dw Gregorio di Mon-
lelongo legato Pontificio j). iM
1248 Nel giorno 12 febbrajo, Ruggero de Pizo, capi
tano in Pordenone ed in Ragogna, per ordine dell'imperatore
Federigo 11 (dato da Vittoria sotto I' assedio di Parma addi 50
SCO
gennajo 1248) [inno Mainardo di diccelo di Praia, ricevenle
al Vak-nllnrlli. C. per
nome di suo *padre capitano
* della Marca di Trivigi,
nel
c_^M.<iercbuF.p. mnienale possesso della villa di Corra a).
1248 La citt di Parma die con valore resistette al
l'assedio di Federigo nell'anno precedente (nella quale i
Milanesi e Piacentini introdussero soccorso d' armali diretti
dal legalo Gregorio di Montelongo e da Bernardo Rosso, o
de Rossi), in questo, con un memorabile fallo, nolo per le
storie d' Italia, si libera da Federigo, ebe quasi a scherno
m Muratori Ann. di fori una li vinlo col e l' incipiente citt di Vittoria venne
rt'M. ami tM ,. .
Ita"'n ?J.?^lT- distrutta b).
un. p. 16H-IK9. '
1248 Ezzelino da Romano spoglia i signori da Camino
del dominio di Fellre; per senza offesa ne lascia uscir salvo
r) Nirnlflfi. palr. .... \ r\ \
n-rikio-r. b aui. Heachino da Camino e).
1248 Perloldo patriarca con sue lettere esorla alla pace
Ezzelino da Romano ed i signori da Camino; ma quegli non
solo non accoglie la mediazione del patriarca, bensi spe
disce parie dulie sue schiere contro i proprii parenti Fe
derico e Guido di Porcia. Questi, onde assicurare maggior
mente le loro persone ed i proprii castelli, si fecero giurare
fedelt ed obbedienza da tulle le loro masuate e si difesero
con molto valore. Ezzelino rinunzi quindi all' impresa e si
diresse alla citt di Belluno, ove ritrovata forle resistenza
w'S'c'i'c*1'' per parie de' Caminesi, tolse l'assedio e si ritir in Padova il).
1248 Il patriarca Aquilejese, lasciato il conte di Gorizia
alla difesa dei confini, si dedica interamente alla grandezza
della citt di Udine, designandola abitazione ai successori e
quasi capo del Patriarcato ; ed instiluisce in essa anche il
r^nciio iKMiergo celebre mercato (1) del sabbaio e).
omwS'p. t?" d' bagia, coltre, schiavine d), boccarami, specie di tela o stoffa che
per tai"sul'dciDFY; vendevasi a braccia e) ; e lavori da calzolaio, da cappellajo ed altro f );
?TbcT'apc m smerc'avas' anche selvaggiume, lepri, pernici, fagiani g), n devonsi
gj non doc! ni', ommettere le legna per combustibili! e le stoviglie. Uno de* rami
interessanti del commercio interno del Friuli era il vino; il quale
spacciavasi al minuto nelle taverne, comprovasi a orne o conzi, lo
si vendeva dai proprietarii anche sulla vite; e non ultimo tra le
h)nttoiioc.i8-Mi. qualit del medesimo era la Rabiola (ora Rabolla) del Coglio li).
Il vino pagava dazio, conducevasi ne' vasi, o recipienti, che conlenc-
5xv,iilpl!B6-aFi'i' vano anche sei conzi l'uno i): ed presumibile che tali vasi fossero
di legno, e forse simili a quelli che ora noi chiamiamo botticelle.
Alle fiere, o mercati franchi, che tanevansi in Friuli il concorso
era di gran lunga maggiore che alle deboli usuali fiere della pro
vincia.; mentre le merci tutte che a quelle conducevansi non erano
soggette a dazio' o gabella di sorte in sul mercato; quindi affluenza
di prodotti e lavori nostri: e siccome il Friuli abbondava di animali
grossi e minuti, cosi in queste essi formar doveano il maggior nerbo
del mercato.
Un commercio poi dannoso ai pi, spregevole presso tulli, era
nella nostra provincia quello dell' usura, la quale facendo traffico
della moneta riduceva a merce quella che dovea esserne il prezzo
JsurF/pri*i'?e," "" e 'a misura delle medesime j), e se da un lato essa favoriva il com
mercio colla circolazione del danaro, dall' altro l' esorbitante inte
resse che se ne richiedeva, impoveriva la maggioranza a vaulaggio di
pochi. Non ci noto, se il giro di cambio, o una qualche specie di
assicurazione si usasse in Friuli, come quella nel patto col quale
il mandatario o commesso che aveva fatto un contralto per conto
d'un altro ponevasi mallevadore dei rischi dell'ulteriore inviolabi
lit della persona colla quale aveva trattato. Ma sappiamo d'altronde
esistervi in allora dei provvedimenti pel buon ordine dei mercati,
he guarentivano in qualche modo il commerciare, perch e sorve
glianza pubblica, e pesi e misure pe' grani e vini; e di poi, anche
approvali misuratori sulle fiere, e stazatori delle botti, rendevano
meno facili g' inganni e le frodi.
563
1248 La chiesa ili S. Antonio de' frali Minori in Ge-
mona ebbe la sua dedicazione in quest' anno. tradizione
ferma, ebe questo Convento in Genuina sia slato fondalo da
S. Antonio di Padova a). f^^.m-i*!
1248 Nel giorno 10 dicembre, fu fatta concordia fra
il doge di Venezia e Perloldo patriarca d' Aquileja, quoad
possessiones
L . ,. Venelorum
, . . . Fori Julii transilus lper regionem b) Valonlinclli. C.
rorojuhfinsem et dalia b). pV'm rebiu F-
1248 Nel mese di decembre Perloldo patriarca con
cede al Capitolo di Aqnilcja il diritto capitolatalo sopra i
beni di quel Capitolo e). ttf% ZET"
1249 Nel giorno 1 aprile, in Manzano, Perloldo patriarca,
e Mainardo III conte di Gorizia fanno compromesso sulle loro
vertenze in Ulrico di Raiffemberg, Giovanni di Cucagna, e
nel marchese Ottone d). iSf'Jf.Se0"'^-
1249 Ezzelino da Romano di nuovo assedia Belluno,
che si difende valorosamente dai molli assalti, ma questi
replicandosi, con accanimento, i cittadini pensano alla resa
e cedono la citt. Ebbe a fortuna Beacbino di Camino, che
IP i . . n i \ e] Mcolctti. Palr.
la lima lo salvo, e riparossi sulla Livcnza e. pertowo r. b mi.
" ' p. 75 Icrgo.
1249 Il patriarca Perloldo conferma la dotazione, che
il suo predecessore Volchero aveva falla agli Ospitalieri di
S. Giovanni di Ruda, destinati a tener sicura dai ladri la
strada di Aquileja f). &?!& Mr-
1249 Il tiranno Ezzelino passa con le sue truppe entro
i confini del Friuli, brucia i villaggi, imprigiona gli abitanti,
e calpesta le messi. Ulvino di Sbrogliavacca (1) no-
rV
565
1249 I Bolognesi con le milizie della parie danno una
gran rotta agli imperiali, e prendono Enzo, uno de' non
pochi figliuoli naturali di Federigo, ornato del- nome, non
della potenza di re di Sardegna. Fu gran trionfo a' Bolo
gnesi, i quali trassero e tennero il giovane in pomposa pri
gionia per 20 e pi anni, finch mori. AH' incontro prospe
ravano i Ghibellini siili' Adige e sulla Brenta. Prosperava
e inferociva peggio che mai Ezzelino tiranno. Era, come si
vede, tra Napoli Ghibellina, Boma Guelfa, Toscana Ghibel
lina, Bologna Guelfa, Padova e il resto Ghibellino, un frap
poni, un intrecciarsi di parli, di guerre, di vittorie e scon
fitte, che doveva parer insolubile a), ma che fu sciolto dalla tol*bd?'p.s,i.'tt*
morte di Federigo li nell'anno seguente.
1249 Atmerigo di Candido di Bagogna, che maneg-
giossi, in Boma perch Perloldo patriarca (il Palladio nelle
storie del Friuli parte I pag. 232 dice: Americo Gesarino
suo famigliare benemerito) fosse rimesso nel seggio e nella
grazia e benedizione del pontefice, venne dal patriarca ri
munerato, concedendogli il castello di S. Vito, e tutte le case
nel giro di esso ed i fondi appresso quella torre, riservan
dosi il patriarca il dominio diretto, e la facolt di restau
rare i guasti. Pi, dispose che lo slesso Almerigo e Marco
Brutto suo figliuolo godessero a vita tulli P censi patriarcali
oltre il Tagliamelo, nominando in pari lempo nunzio della
tenuta Alderico di Pole*nigo governalor generale del Vesco
vado di Concordia. A quest' allo di ricompensa esteso in
Udine
,
nel rpalazzo di sopra
r
furono presenti
Odorico di Vii- b), Mroletli.
, Patr.
latta e Bodolfo di Slrasoldo b) (1). V$R>\tu
\
577
1252 Per ordine di Gregorio Monlclongo patriarca
d'Aquileja, alla presenza di Ruggero vescovo di Geneda e di
molle illusili persone, venne ordinalo e comunicalo (e ci
nel palazzo patriarcale Iella (lill del Friuli) che niun abate,
od abadessa potesse donare, vendere, alienare, u di nuovo in
feudare alcuno dei beni de' loro monasteri senza il consenso
e la volont del patriarca a). ^um.0'"-
1252 Agli affari feudali venne poslo regolamento per
ordine del patriarca Gregorio. Col parere di Perloldo d'Ar
cano, di Cono di Moruzzo e di Corrado Savorgnano, soggetti
inlendeiilissimi in queir argomento, fu determinalo, che nello
spazio d'un anno ed un giorno chi non avesse fallo istanza
per esser rinvestito dei beni feudali, per un anno ed un giorno
fosse privalo dell' usufruito, e questo rimanesse sequestralo,
e con la slessa norma si procedesse l' anno secondo ed il
terzo. Se poi in tale periodo il feudatario non avesse curalo
di rinvestirsi, fosse decaduto affatto dal godimento e dai diritti yw,,.,,, Pilr
sui predetti beni b). Il Nicoletta dice, che il solo Perloldo p3?-Liiod"!:
r . . ... .... del Fr. par. Ip.SU-
d'Arcano, uomo mollo intelligente dei costumi antichi, scello
dal patriarca, dai prelati, dai nobili, e da Cono di Moruzzo
e Corrado di Savorgnano, determin sulle materie feudali
come fu detto. Vedi il NB. a pag. 580.
1252 Add 50 aprile, in Cividale, gli astanti alla pre
senza del patriarca Gregorio confermano la sentenza di Per
loldo, o Bertoldo d'Arcano, o Tricaoo, emanala contro chi
ometteva di prendere la rinvestitura de' feudi e). -tad.'nrau1!1'8"
1252 Nel giorno 12 maggio in Cividale, Gregorio pa
triarca d'Aquileja promette a Mainardo conte di Gorizia di
osservare la sentenza arbilramenlale con la quale furono ag
giustale le differenze che sussistevano fra lui ed il patriarca
Perloldo, e di voler sollecitare la conferma pontifcia di quella
sentenza d). $]*; "
1252 L'abate di Moggio ajula la fabbrica della chiesa
di S. Lorenzo nella Citt del Friuli; i istaura ivi le case dei
578
suoi predecessori, e in Moggio la sua Abbazia; nella qual o-
pera avrebbe egli poslo e pi accuratezza e pi sontuosit,
j) Mcolelii. Palr.
se i movimenti il" armi dell' anno susseguente
uoii lo aves-
Jl.r?iJioI' c *"' sero 'stolto a).
1252 Muore Federico di Castello, consigliere di molla
autorit presso il patriarca antecessore, e lascia Arlicone suo
figlio sotto la tutela di Beacbiuo da Camino e di Eurico di
bjMio. Villalta b).
1252 Nel giorno 42 giugno i Pari della Curia di Se
sto emanano sentenza contro i figli di Domino Corrado di
e) Cifonj nella a
KSS!ucn'Uco' ' 'Ciriola c)
1252 Adalgerio di Lodovico di Villalta, canonico d'A-
quiieja e della Citt del Friuli, consideralo ed amato in Pa
tria, riverito e stimalo al di fuori, fu fallo vescovo di Fellre
e di Belluno. Lo accompagnarono nella sua audata col gli
amici ed i parenti, e tra questi Arluisio suo fratello, la di cui
posterit tenne fra i nobili di Fellre distintissimo grado, e
6) Nauti e - si eslinse dopo la met del secolo XVI d).
1252 Ollillo Ungrspaco in Floiana, villaggio dei Colli
(oggi Coglio) alz una torre a foggia di castello ; come En
ei Detto. rjco d'Altiinis avea l'alto in Barbaua villaggio nel Coglio e).
Vedi il NB. a pag. 580.
1252 Per la tenuit delle rendite di Wernardo dello
della chiesa di Pedona, il patriarca Gregorio gli d la pieve
ilcm.'t'J' di Linlb, della quale Wernardo era stalo pievano f).
1252 Muore Marino Morosini doge di Venezia nel terzo
gJCantil. SI. uiiiv. . . . . . il i Il
Vmi<^Hr^Mm anno del suo principato, e gli succede in quella dignit ne-
d^V^S nieri Zeno g).
dum. citta di Ve- .n
ueziap. il 1252 Bernardo di Zuccola rinunzia in mano del patriarca
Gregorio ogni suo diritto sui tre niansi da lui tenuti in feudo
dalla Chiesa d'Aquileja, situati in Grillon; e questi, dal pa
triarca vennero loslo investili in feudo retto e legale a li-
rardino della citt di Cividale per se e fratelli Guglielmi),
h) Thesaurus E. A. p. ^ ..
. un. p. 137. Lgidio e Guardia li).
579
1252 Il Conte di Gorizia regol in Patria (in Friuli)
le sue armauuie, specialmente nel villaggio di Gaiano, asse-
i v ir i un ~nr\ > Mcoleltl. Pillr.
gnaiido loro un determinalo capo a). Vedi il Ai, a )>ag. >80. ^miu ' c ml-
1252 Enrico di llaifmbergo e Vernardo d'Antro, chiari
per antica nobilt, ebbero dai loro vassalli la nota de1 feu
di l>). Vedi il NU. a pag. 580. iijdcuo.
1252 Enrico di Villalla e Gisla abadessa del monastero
maggiore della Citt del Friuli diedero line alla lunga lite
sopra le rnasnale del castello d'Uruspergo e) (1). Vedi e) Dotto
il NI. a pag. 580.
1252 Maina rdo 111 conte di Gorizia e suo suocero Al
berto ultimo conte del Tirolo, entrali con un corpo di truppa
nella Corintia, si pongono all' assedio del castello di Grei-
tenberg. Filippo, eletto vescovo di Salisburgo, attacca gli as
sediatili, li vince e fa prigionieri Alberto conte del Tirolo, e
il conte di Escbenloch, e li fa rinchiudere nel castello di
Werfen. Per liberarli, costretto Mainardo 111 conte di Go
rizia a dare in ostaggio i proprii suoi figli Mainardo IV ed
Alberto II d). ' Kr Sr'
1252 Vecello di Ragogua cesse a Federico di Udine
gran numero di poderi feudali e). Vedi il ND. a pag. 580. o Ncoieiu e. .
!%II. Avvertiamo il lettore, che tulli questi fatti, riportali dal Ni-
coletti, e da noi inarcati col Vedi il Mi. a pag. 580 sono da lui po
sti sotto la lata 1251: ma noi, appoggiati a Giuliano canonico di Ci-
vidale, raccoglilo contemporaneo, che ci avverte aver il patriarca
Gregorio di Monlelongo fallo il suo primo ingresso in Aquileja nei
di 15 gennaro 1252, ed al Guerra, che nella sua grande Raccolta
I>onc appunto in quesl'anno alcuni dei fatti qui descritti dal Nico-
elli, abbiamo dovuto ritenere non poter questi essere avvenuti nel
1251, ma bens in seguito al di lui preso possesso: e perci ci
siamo fallo dovere di riportarli nell'anno 1252, all'oggetto di conser
vare 1' ordine cronologico.
x-
V
387
me delle quattro porle della medesima cio: S. Pietro, S.
- Silvestro, Ponte, e Brossana; i vassalli o feudatari! di Pre-
mariaco e Risano ; i ministeriali della pistoria, della cucina,
degli orli, delle porte; ed insomma tutte le altre ragioni e
preminenze, che senza numero in diversi luoghi dipendevano
dal proposito. Cos si estinse questa preposilura addi 14
agosto del 1253 (che in allora si credette essere stalo fatto f^SVVat:
con insano giudizio)
D '
dono
I
G00 e pi
r
anni di chiarissima sue- daladi'll
- bWsestinzione
peria
cessione, avendo tenuto in quella citt il luogo de' vescovi a). Icitftnaa"'!'
r
391
di grandezza singolare pe' ricchi ornamenti e per magnificenza
di tavole ; per cui, non bastandogli la ampie sue rendile, diede
nel giugno di quest'anno per buona somma di danaro a Guido
conte di Porcia (riservando soltanto il diritto dell' investitura),
una parte delle sue antiche signorie della Corte di Corde
llone, del borgo fuori di Pordenone, dei villaggi di Fioraio
e di Zoppola, con molti altri emolumenti, al cui possesso,
Pertoldo de' nobili del castello di Sonc.olle (1) indusse
Ruslighello di Porcia commesso di Guido a) firesSjT'c iil:
1254 Addi 21 maggio, in Lavello, muore scomunicato
il re Corrado, ivi infermatosi mentre ripassava in Germania
per far guerra al suo competitore Guglielmo d' Olanda. Au
tore di sua morte fu comunemente creduto Manfredi, che a
mezzo di Giovanni Moro capitano de' Saracini, e favorito di
Corrado, lo facesse avvelenare in vendetta degli Stali a lui
tolti, nonch per farsi via al Regno di Sicilia b). Succeduto- S'uS'S'iSSi 3:
gli in diritto Corradino figlio di lui, fanciullo di due anni,
rimasto in Germania, sollevaronsi i Siciliani contro a' Tede-
sebi e Saracini; e il papa s' avanz nel Regno per imposses
sarsene egli stesso. Manfredo venivagli incontro; ma i suoi
cavalieri prendeano disputa con uno de' Guelfi seguaci del
papa e 1* uccideano; ed egli fuggiva e raggiungeva i Saracini
li Lucer devotissimi di sua casa, e risollevava il Regno e). j| *. f^d'"
Pare che il patriarca Gregorio di Montelongo nel mag
ico di quest' anno abbia riformato lo Statuto, o piuttosto le
discipline interne del Capitolo d'Aquileja ; come pure del Capi
tolo di S. Odorico di Udine, il quale esisteva di gi alli 7 jl^^t
i .,-.,. . > n ... lv BO. - Cod. dipi.
aprile 1254, e di cui Berengario era il preposilo dj. 5, WiS."
.
407
Consiglio secreto del patriarca l'er- Corradino figlio a Corrado IV succede
toldo; nomi di alcuni nobili che ne al padre 391 .
fuvea no parte 354. Corrado duca di Corintia e marchese,
Contadini, o coltivatori dei terreni ap di Verona, sua morte 9.
partenenti al reame Longobardo, loro Corrado duca di Corintia 47.
situazione ne' secoli XI e XII 44. Corrado duca di Franconia, Corintia
Coniatiti, che cosa comprendeva nel ed Istria 33; sua morte 35.
secolo XI 5. Corrado decano d'Aquileja 297.
Conlareno Domenico doge di Venezia Corrado primogenito di Arrigo impe
37; ottiene la conferma de' patti ratore si ribella al padre, e follo
antichi col Regno d'Italia 47; d prigione, se ne fugge ed assolto
l'arvocuzia del monastero di S. Ila dalla scomunica, viene incoronalo
rio net territorio Olivotense ed a chi a re </' Italia 70 ; g' Italiani con
53; sua morte 55. vengono pi che mai in suo favore
('.(mie (ti), quando trovossi decaduta la 74; muore 79.
sua autorit 7. Corrado avvocato di t'astellono, sua
Contea del Friuli donata al patriarca donazione alla Chiesa d'Aquileja 79.
d 'Aquileja con sotranit sulla stessa Corrado avvocato (forse della Chiesa
59. d'Aquileja) prima de' conti di Gori
Contea di Gorizia, beni da essa pos zia so.
seduti in Friuli e nell'Istria 291. Corrado abate di Moggio, ottiene l'uso
Conti (i) del Friuli nel secolo XI cenni della mitra per s e successori tao.
12; conte di Forogiulo 47, 5*2, 53; Corrado e Matilde jugali, ottengono in
Lodovico conte credesi l'ultimo di dono il castello dt Allens 83; gran
questi 60. de donazione a loro fatta e da chi
Conti di Gorizia, cenni intorno alla 116.
loro origine 109; quali i primi di Corrado degli Hohenstaufen fratello
questo casato con certezza e senza al duca di Scevia 112; ihviato in
titolo di conte 109; respingono il Italia e perch Ili; viene avvolto e
duca di Baviera alle Alpi Comiche coronato in Monza 114; scomuni
212; possedono masnate in Friuli calo, resta annientala in Italia la
245; qualche cenno su d'essi 283; loro sua potenza 114; vince l'elezione,
cessioni di beni per dinaro al pa cntro a chi, e comincia a regnare
triarca d'Aquileja 29i; vengono fatti 128; fa guerra ad Arrigo il superbo
vassalli della Chiesa Aquilejese 291; 1*9; crocialo marcia con grandi
vendono l'amocazia su alcuni abi forze in Terra Santa 132; suo ri
tatori di Rivolto 313; soccorrono Lo torno da quell'infelice crociala, suo
dovico duca di Baviera 373; fanno approdo in Aquileja e magnifica ac
pace col patriarca d'Aquileja 389. coglienza fallagli dal patriarca 133;
Ciinli urbani 55. passa a Gattona, ritorna in Ger
Contralti, qual formula usatasi in essi. mania e suoi falli col 133; stia
Vedi Ricevute. morte 136.
Coporelo, o Koporeto Boinico di Moi- Corrado arcivescovo di Salzhurgo scri
tnaco, ed altri, ottengono case ed al ve, ed a chi, sulla deposizione di Ge
tro in Cividale, in qual modo, e da rardo patriarca d'Aquileja 115.
chi 171. Corrado decano delta Chiesa di Civi
Cormons (S. Giovanni Chiesa di) con dale; donazione fattagli dal patriar
molti beni donala al Monastero di ca 290.
Rosazzo 71; era Basilica 71. Corrado di Sacile, sue vessazioni al
Cmnions (castello di) viene stabilito non Capitolo di tividale e perch 184.
doversi riedificare senza consenso del Corrado vescovo di Trieste, suo patro
patriarca Montelongo vita sua du nato della Chiesa di S. Spirito ed
rante, salvo il diritto de' conti di Ospitale di Gemono 230; testimonio
Gorizia 389. ad un alto pubblico del patriarca
Corra (vilt di) a chi data 360. d'Aquileja 274; pacifica Ugo di Duino
408
e il Comune di Trieste tulle loro perpetuo di lasciarli! al patriarca
differenze per confini 284; cede al d'AjUilija, e da chi 304.
patriarca d'Aquiltja, dopo lunghe Crema lossrdi'n di) fallo da Federigo I
lolle civili, molli luoghi nella lia- imperatore 143; sua resa 144, I4.
pidia 299; ed atiro 313; muore 315. Cristallo della famiglia e casato nobile
Corrado II Abaie di Moggio 230. de' liberi di Prtmariaco, dpiotila
Corrado il Salico re di Uermania 23; concessogli e da chi 90
discende in Italia ed e incoronalo Cristiano rescoro intruso di Muyonza
a re 24, 25, poscia a imperatore 2U; suoi aiti a favore dell'antipapa Pa
fattosi riconoscere quid, ritorna a squale 151
Germania 20; ridiscende in Italia Crociale quando cominciossi a far
33; .uni /'itti in Milano e Lombar parola di es-e 57; quando fu delibe
dia 33; sua costituzione de' feudi e rala e bandita la prima 73; nuora
scopo della medesima 34; portasi a crociala contro Musulmani ni; altra
Roma e ripone il Pontefice in potenza bandita da S. Bernardo 132; ed al
35; indi va a Cupua e Uenecenlo e tra concitata dal papa Clemente III
risale a Germania 35; passando per 177; una nuova bandita a favore di
Aquilrja 35; sua morte 35. Terrasunla da Innocenzo HI 19;
Corrado secondogenito di Federigo II, altra diretta per Terrasunla pasta
sua nascita 297; tiene in Aquileja pel Mediterraneo 247.
con il padre 319; fallo eleggire a' Crociati, l'esercito de' primi passa per
re de' llomuni 3/0; sua battaglia il Friuli 74; motti Friulani passa
contro Arrigo di Turitigia ed e rono Crociali in Terrasanla 73; t
disfatto 353 succede al trono e lascia Crociati francesi alla volta di Ter
il governo di Sicilia e l'uglia a rasatila 202; gli stessi sotto Costan
suoi fratelli 371; culu in Italia per tinopoli 204; e toro falli col 204;
sua impresa contro il regno di Ka- quasi tulli i friulani di illustre
poli 3W; e si dirige verso la l'uglia stirpe trocavansi crociali in Terra-
375; riceve col il giuramento di santa, quando 249.
fedelt, e cerca ottenere l'incesti- Crucifero accordato a' patriarchi d'A
tura di quel Uegno dal pupa, ma quiteja quando e da chi 165.
invano e perch 381; punisce Napoli Cucagna (famiglia di) cenni 23; Var-
ed altre Citt 384; muore scomuni tiero I lascia molli beni ai Canonici
cato 391. di Cividale 130; Giovanni l sua im
Corle vecchia della citt del Friuli portanza presso il patriarca Volfero
concessa in possesso a quel Capitolo, 228; Federico contrario al parlilo
e da chi 334; era feudo che portava di Strasoldo, e dannose conseguenze
il grado di nobilt 334; tiene con che ne derivano 257, 258; Ulrico
fermalo questo possesso 335. testimonio ad un allo pubblico del
Cortina ricino alta Chiesa di S. Mau patriarca 274, 292; Wernero riceve
ro d' Arcano o Tricano, falla libera da' fratelli la sua porzione pater
e istituitovi un mercato annuale32n; na 362; piene eletto vescovo di Trie
Cosa [Marsilio di) d in feudo la vil ste 392; Giovanni podest di Civi
la di S. Martino di Montereale ed a dale, chiede a quel Capitolo sovven
chi 345. zione di danaro per la medesima
Cossegliano villaggio, mela del domi 367; conferma di sue antiche pre
nio di esso dato ad Enrico di Sudri minenze nella contrada di Tolmino
e da chi 275. 390; sua mozione sul trasferimento
Costantino imperatore de Greci 24. delta propriet dai ministeriali ai
Costanza (pace dijcennisu d'essa 171. liberi 392.
Costituzioni date ai Canonici del Cuculucii Famiglia 44.
Capitolo d'Aquileja 169. diligila (selva di) a chi apparteneva 300.
Costumi antichi de' Forlani sotto i Cunegonda moglie altimperatore Ar
patriarchi d'Aquiteja 106 a 119. rigo I 9; viene incoronata impera
Cragno (la Marca del) si fa patio trice io.
40!)
Cunigonda moglie a Cottone di Con Diomede (tempio di) in Friuli, ove era
cordia, col 'figlio e fratello, per una 96.
somma, rassegnano al patriarca i Doge Veneto (il) come comincia a in
loro possedimenti situati in quel titolarsi 65.
luogo 187. Domenico patriarca di Grado 37; Do
Cusano i nobili di) si danno al partito menica Il patriarca di Grado 39;
trivigiano 196; Artuico (di) 292. Domenico III patriarca di Grado a;
Cussi ;> n aio (villa di). Le viene concessa Domenico IV patriarca di Grado CO,
l'acqua della Torre che passa per 72,
Udine col nome di roja 158; l'avvo- Domenico vescovo Olivotense, o di Ve
cazia di questa villa viene venduta; nezia 37.
da chi, ed a chi 335. S. Domenico fondatore dell'ordine de'
padri predicatori 274.
S. Domenico (concento di) in Civida
le quando ebbe principio 214; all' e-
Daila (S. Lorenzo in) luogo nell'Istria rezionc sua giovarono i conti di Or-
donato alla Chiesa di Cillanova 35. timburgo 214; epoca in cui qxiesto
Damaso II pontefice 42; sua morte 42. concento "ancora non esisteva 339; i
Daniialn; gran passaggio di Cristiani padri predicatori quando dimora-
alla conquista di essa 272. vano gi in Cividale, e quando pa
Dandolo Enrico patriarca di Grado 116. re siano venuti 381.
Dandolo Arrigo doge di Venezia 184; S. Donalo (cappella di) in Cividale; qui
scrive al patriarca d'Aquileja sulle vi il Clero di questa citt si riuni
differenze co' Trivigiani e sull'allean sce per stabilire sulla fabbrica della
za reciproca 195; dirige i Crociali in sua chiesa 183.
Oriente 204; muore 212. Oonimbergo Falcher viene fatto ca
S. Daniele (castello di) investito ad valiere e da chi 209.
Enrico di Varmo 366, Drudo vescovo di Feltre appoggia il
Dapiferi ereditarii del Patriarcato d'A vescovo di Belluno, e contro a chi
quileja 302. 186.
Decima Saladino, quando e da chi Ducato del Friuli, incertezza della do
istituita, e in che consisteva 177. nazione del medesimo fatta a Popo
Desiderio Abate di Monte Cassino e- ne patriarca 2; donalo a Gotopol-
letto pontefice col nome di Vittore do patriarca d'Aquileja 51; indi a Si-
IH 67; tue vicende prima di essere geardo patriarca Aquilejese con so
consacrato, e sua morte 67, 68. vranit sullo stesso 59; confermato a
Diemota moglie al marchese Voldarico, Volfero patriarca da Ottone IV *222*;
di chi congetturasi fosse figlia 117, cosi da Federigo II al patriarca
15H, 157. medesimo 231.
Dieta di Roncaglia: da chi riunita e che Duciano Michiele generale de' Greci
vi si tratt 142. spedito in Italia 34.
Dietrico di Sacile invitato alla causa Duino Ifamiglia di) cenni, ed altro
tra esso e il Capitolo di Cividale 178; Ugo mallevadore di Afnelrico di
per lasciti di beni a quella Chiesa Rumberch 284; sue differenze per con
173; situazione di questi beni 174. fini e con chi 2s4; Rodolfo, sue pre
Dietristan Liutpoldo, sua vendita di tese sulla chiesa di S. Giovanni di
beni al preposilo della Chiesa di Ci Duino contro l'Abbazia della lieligna
vidale 183. 343.
Dinaro a prestito preso da Pcrloldo
patriarca d'Aquileja 297, 305, 306,
314; mancanza di danaro al patriar
ca Aquilejese 368. Eberardo patriarca d'Aquileja, cenni
Diocesi d'Aquileja; cenni intorno a'iuoi 39; intervenne in Roma al Concilio
suffragami, dignit ecclesiastiche e contro i simoniaci, ove pure aggiu
leggi spirituali da cui dipendono 255. dicassi la preminenza del posto a lui
27
410
spellante in quel Concilio 3; sua sede vacante 249; reprime collarini
morte 43. partiti insorti in Friuli pel matri
Ecclesiastici. Vengono ordinale in Friu monio di Ginevra di Strasoldo 24*;
li delle leggi spettanti alla vita ec- 250; vigila alla sicurezza de' confini
clesiustica 272. contro a' Trevigiani 230; respingi
Edwige di Corintia duchessa di Slesia nuovamente questi assalitori 251; as
e Polonia, sua morte e cenni su di essa sedia Castillerio 251; seda in Gori
34-2; la si vuole della famiglia dei zia la plebe sollevata contro a' notili
conti di Gorizia 342. 251, 252; istituisce la carica di ca
Elettori di Germania, loro fondazione, pitano di Gorizia e del Corto 252;
loro numero e denominazione 175; viene incaricato a stringer lega co'
quando non esercitavano ancora l'e Padovani 266; la sua morte quando
sclusiva elezione 326. credesi accaduta 252.
Elica abbadessa del monastero d' Aqui Engelrada abbadessa del monastero d'A-
leja 217. quiteja 243.
S. Elisabetta di Turingia 275; sua Enrico patriarca d' Aquileja cenni 61;
morte, cenni su d'essa, e codice, la passa a Roma al Sinodo ivi convocate
sciato alla Collegiata di Cividale 308, e presta giuramento di fedelt al
309. papa 61, 62; fatto legato pontificie,
S. Eliseo di Ccneda (castello di), chi en viene spedito in Germania e perche
tra in possesso del medesimo 375. 62; u morte 65.
Emma figlia a Busin visconte di Mels; Enrico Dandolo patriarca di Grado
donazione fattale di beni e da chi 116; partito gi prima da Venezia,
113. ritorna e perch 134; lettera del
Emonense (Gregorio vescovo) 313; il papa che gli annunzia aver assogget
vescovo Emonense investe beni a censo tato l'Arcivescovato di Zara al Pa
277; ed altro 28 1. triarcato di Grado 141; grande ces
Engelberl di Corintia invade l'Istria, sione da lai fatta al patriarca d'A-
ma caccialo dal patriarca d' Aqui quileja 168; muore 171.
leja e dal duca Arrigo suoi fratelli Enrico ed Ottone figli del duca di
94. Moravia lasciali m ostaggio ed a
Engelberl marchese dell'Istria 116; chi 276.
Engelberl marchese dell'Istria e du Enrico vescovo di Uamberga. Fedi
ca di Corintia 130; Engelberl mar Bamberga tee.
chese dell'Istria 141, 151. Enrico conte di Gorizia sua donazio
Engel berlo II conte di Gorizia dan ne al Capitolo d' Aquileja 212.
neggia il Patriarcato coli'abuso di Enrico vescovo di Polo 284, 292; la
sua awocazia 133; fa prigione il sciato al governo del Patriarcato
patriarca e lo conduce in Gorizia d'Aquileja 312.
134; costretto a liberarlo, fa acco Enzio figlio a Federigo II assai* t
modamento sull'esercizio dell'avvoca- Milanesi ed battuto e fatto prigione
zia Aquilejese 134, 135; tiranneggia 352; caduto prigioniero dei bolognesi
nuovamente i sudditi patriarcali e muore in Bologna dopo venti anni
l'Abbazia della Ueligna, lagni di quel di pomposo carcere 365.
l'abate e combinamenlo fra loro 145; Era volgare; quale il primo papa che
avvocato del monastero d' Aquileja fece uso di essa nelle sue Bolle 46.
rinunzia allo stesso quel diritto av Eravico di Cividale rassegna suoi beni
vocatale 151; gli affari dell'Abbazia al patriarca, e situazione di cui 162.
di Sesl raccomanda a Frangipani di Erbatico cosa era 44.
Roma suoi consanguinei 157; sua Erburga abbadessa del monastero eTA-
donazione all' abate della Beliqna quileja 317, 322, 345.
175. Eremitaggi in Friuli, cenni 196.
Engelberl III contedi Gorizia man Erefiri, editto contro i medesimi 306;
dato ambasciatore dal patriarca al dn'frali predicatori si predica nelle
pontefice 211 ; eletto gentraledel Friuli piazze contro di etti 31G.
411
Eriberto arcivescovo di Milano. Vedi qual ragione 297; con guest uo
Ariberto, o Eriberto ecc. parenti danneggia il Friuli 297; to
S. Ermagora e Fortunato, commemo glie a' Caminesi il dominio di molti
razione solenne di essi istituita da luoghi 317; assalito dai Padovani
farsi nel Capitolo della Citt e da 317, 318; danneggia nuovamente il
chi 372. Friuli, ma viene respinto e da chi
Ermani {specie di servi); que' di Pre- 319; prende Padova 324; fatto vi
mariaco, dipendenti dalla preposi cario imperiale della Marca Trivi-
tura di Cicidale, vengono fatti li giana 324; manda prigioni nei suoi
beri per quanto tempo e da chi 381. castelli molti Padovani, indi in Friu
Ermanno di Lucemburgo eletto a re di li ed a chi 326; invita alla guerra
Germania 64; sua morte 68. il patriarca d'Aquileja contro il Tri-
Ermanno, dello conte ottiene la corte vigiano e danneggia anche i nobili
di Montanti 161. di Spilimbergo 340, 341; fa decapi
Ermilina abbadetsa del monastero d'A- tare il conte di Panego dopo aver
quileja 182. assediato il castello di S. Bonifazio,
Erinilinda abbadessa del monastero d'A- e suoi fatti contro i nobili in Ve
quileja; conferma fattale della Curia rona 343; spedisce truppe a danno
di Montana 156; sue differenze per del Patriarcato, suscita lotte, fra chi
le decime d'Isola 159; le medesime 347; toglie castelli a' Trivigiani 352;
vengono da essa date in feudo 159; muove contro il Caminese 355;_ fa
concede la corte di Montana ed a podest e vicario imperiale Vecilio
chi 161; tiene stabilito sulle decime di Prata 359; prende il dominio di
d'Isola 172; vertenze per esse col ve Fellre ai da Camino 360; va contro
scovo di Capodistria 179. i Porzia suoi parenti 360; e contro
Ernesto d'Austria colle truppe del du Belluno 36o; tiene scomunicalo 362;
ca di Corintia viene in Italia 6. prende Belluno 363; danneggia i con
Eroldo abate di Sesto 8. fini Friulani e si avvicina a S. Vito,
E . . . . Decano di Hamberga eletto pa donde, successa scaramuccia co' pa
triarca d'Aquileja; ma il Popolo ri triarcali, si ritira 363, 364; ottiene
cusa di riceverlo 115. per frode il castello di Fagagna 367,
Ertala abbadessa del monastero di S. 368; lo lascia libero, e cerca difen
Maria in Valle di Cicidale 166. dersi dalla lega 371; sue immanit
Esema n no vescovo di Belluno; rinno sul Veronese e Padovano 381, 388.
vazione fattagli di donazione del ca
stello di Polcinico 29.
Ellorei o Miuliti, famiglia, cenni la*.
Eugenio III pontefice 131; passa in Fabbricare (l'arte del) risvegliatasi in
Francia e perch 132; tiene gran Italia nel secolo XI 75.
Concilio in Rems, indi s' avvia per Fabbricati delle Citt Italiane nel se
i Italia 132; muore 136. colo XI 29.
Everardo vescovo di Hamberga amba Fabbriche nel XII secolo 80.
sciatore di Federigo I al papa 156. Fagagna (ai consorti di) vengono at
Ezzelino da Onara, suo carattere 297. terrate le case 231 ; Fagagna (ca
Ezzelino da Romano muore i Trivigia- stello e famiglia di ) cenni 232 ;
nt a danno del Friuli 244; soddisfa l'iene tradito il medesimo a chi e da
a' danni fatti a sudditi d'Austria chi 367 368 ; lo si lascia libero 371 ;
nel Friuli 281; assale Verona, della ( l' Avvocazia di) rinunziata per da
quale diviene podest, e da qui il naro, e chi subentra nella me
principio di sua grandezza 294; con desima 241 ; la collazione ( della
frode toglie il castello di Fonte, poi Chiesa di ) a chi data 371 ; la sua
lo lascia e perch 297; fatto citta Piece e sue chiese assoggettate al
dino di Trivigi dispone quel Popolo Capitolo di Cividale 372; le case
contro a chi 298; pone confini ai nel suo castello vengono investite
ttrritorii di Porzia e Prata e per ed a chi 392.
412
Falconi, famiglia, viene ad abitare in in Ttrrasanla 179; sua morte e cen
Udine 88. ni su lui 180.
Faledro Vitale doge di Venezia 65; Federigo 11, sua elezione ed incorona
l'imperatore tiengti a battesimo una zione a re di Germania 190, 236; a
figlia 72; muori 74. re " Italia 190; lo si cerca spoglia
l'ul i-Uro Ordelafo doge di Venezia 79; re del trono e da chi 226; si porta
ricupera Zara 98; sua morte 99. in Germania ed proclamalo impe
Faledro Benedetto patriarca di Grado ratore 228; sue conferme al patriar
192; muore 227. ca e Chiesa a' Aquileja 231, 305, 30*,
Famiglie Toscane; molte di esse ven 314, 328; fa annunziare la sua venuta
nero in Friuli, quando e perch 212; in Italia 266; fa eleggere a re suo
Fauni, (alleilo; vedi Polcenigo e Fanna figlio Arrigo 266; cosi pure il figlio
\castelli e famiglia di). Corrado 326; sue discese in Italia
l'ili ia assalita dal conte di Gorizia e suoi fatti 269, 322, 326; viene in
213; cenni intorno al villaggio {ca coronato a imperatore 269; sostiene
stello e famiglia di) 213; tengono il patriarca d'Aquileja, contro a chi
malmenati alcuni de' suoi villici 272, 312, 313; sue vertenze e conte
dal conte di Gorizia 235; l'iene di gno col papa 386, 343, 345; sue ver
strutta quasi interamente e da chi tenze e fatti coi Milanesi 330, 352;
242. sue nozze 290, 319; bandisce i Poloni
Federico II patriarca d'Aquileja, cenni 313; viene scomunicato 351; deposta
65 ; viene ucciso 66. 351; suoi editti contro gli eretici 306;
Federigo I incoronato re di Germania passa a Venezia 311 ; sue concessioni
136; cenni su lui 136; decide la 311, 338; viene in Aquileja 311, 319;
lite tra i duchi di Sassonia e di invita a Vienna i suoi ministeriali
baviera e perch 137; dispone della 326; suoi assedii 327, 329, 335, 359;
Marca di Toscana 137 138; discende abolisce in Friuli e nell'Istria il me
in Italia, onde abolirvi i Comuni 138; ro e misto imperio 327; libera i Pa
apre la guerra co' Milanesi 139 ; dovani detenuti da Ezzellno per i-
suoi fatti in Italia 139; incoronato stanza del patriarca d'Aquileja 328,
imperatore, risale in Germania 13; 329; minaccia Roma 333; fa battere
tiene Vieta in Ratisbona 140; sue moneta di cuoio 335; sottopone molti
nozze 141; ridiscende in Italia Ut; luoghi al Comune di Conegliano 343;
suoi fatti 141 a 148; sottomessa quasi chiede pace e promette di riprender
tutta l'Italia superiore risale, inGer la croce 353; fonda la Citt di Vit
mania 148; cala in Italia per la ter toria 359; che viene distrutta 360;
za volta, suoi falli 1VJ; ritorna in battuto da' Parmigiani 360; miglio
Germania 149; convoca Dieta in rano le sue cose in Toscana 362; sua
Virlzburg e perch 150; per la quar morte e cenni intorno a lui 370.
ta volta torna in Italia e nuovi suoi Federico vescovo di Parenzo 22.
fatti 152 a 155; peggiorando quivi le Federico di Porzia vescovo di Con
cose sue, si avvia per la Germania 155; cordia 272 ; giura pel patriarca e
fa eleggere e coronare suo figlio a re perch; ed altro 273, 274, 284.
di Germania 155; assegna a' suoi fi Federico duca d' Austria e di Sliria
gli i motti suoi Stati 155; cerca pace ripudia la moglie 322 ; sostiene pu
col papa 156; idea di domare la Lom gna contro il patriarca a" Aquileja
bardia e vi si dispone 159; t'irne la ed il vescovo di Bamberga e per
Utilit volta in Italia 162; e suoi ch 322.
fatti quivi operali 162 a 166; con Feltro ( il dominio di ) tolto ai si
ferma al patriarca d'Aquileja il Du gnori di Camino 360 ; la sua Chiesa
cato e Contado del Friuli, privilegi viene unita a quella di Belluno 20;
e diritti 168; colla pace di Costanza al suo vescovo vengono confermati
d la pace all'Italia 171; si ricon diritti e poderi salvo la riverenza
cilia co' Cremonesi dopo arer fatto ad al patriarca d'Aquileja 173; il vescovo
titi molte prese 175; passa crociato si collega co' Padovani 267 ; i ter-
I v
413
ritorii di Feltri e Belluno depredati cenni 210; Dietrico fatto cavaliere
da' Trivigiani t collegati 263; alcune 210; cercasi d' abbruciare questo
sue giurisdizioni vengono date dal castello a Dietrico e Francesco, e
doge di Venezia ed a chi 286; que da chi 216; Enrico mandato dal pa
siti citt viene occupata dai Trivi- triarca a rinnovare il giuramento
giani 298. della lega coi Padovani 271; Dietri
Feudatari! che in Friuli potevano farsi co testimonio ad atto pubblico del
investire ne' feudi si dal duca d' Au patriarca 274.
stria che dal patriarca Aqilejese, Fontani ve Uberto ottiene V avvocazia
quali erano 247 ; e quali furono d' uji monastero 53.
quelli che contro il patriarca cnlle- Fonte di S. Maria monastero per Ci-
garonsi co' Trivigiani. Vedi nobili sterzienti fondalo da chi 318.
del Friuli ecc.; decrescono in gran Foradale Stefano suo testamento a
dezza i feudatarii Friulani e per favore della chiesa maggiore d'l-_
ch 293. quileja e a' suoi canonici 227.
Feudi (i), loro costituzione fatta da Forno castello nelle Alpi earniche in
chi, e suo scopo 34; vengono reni vestito con il suo monte ad Enrico
ereditarti 34; * feudi sotto i patriar di Melso 392.
chi d'Aquileja 120 a 125; legge su Fortezza (assalto d'una) nel Xlll te-
a" essi emanata da Fedtrigo l im colo cenni 282.
peratore 142; rassegna de'feudi della Fortezze di varie sorta costruivansi
Chiesa Aqilejese fatta da parecchi in Italia, quando e perch 127.
nobili 192; lepge sui feudi detti rega S. Francesco (convento di) di Cividale
lie del principe 228; feudi che pote- S'io principio 214.
vansi investire s dal patriarca S. Francesco d' Assisi sua morte 290.
che dal duca &Austria in Frt'uit'247; Franconia (casa di) comincia ad im
quivi viene formato il catastro de' perare 23.
feudi 272; diritti e onori feudali Frangipani; vedi (castello, casa di). t
288; l'i feudo del magistero della Frati pacieri quale il primo, o de
cappella patriarcale Aqilejese 322; primi, a cercar di comporre le guer
giudici de' feudi, loro importanza e re civili in Italia 126; frati predi
loro numero in Friuli 334; tengono catori e minori, loro mirabile cre
riordinati gli affari feudali 377; de dito nelle citt, quando 316; t frati
cisione riguardo al disporre o meno minori, chiamati in Friuli, vi fon
del feudo e del proprio reciproca dano chiese e case 358.
mente tra ministeriali e liberi 392, Fratlina (castello e famiglia della) cen
393. ni- 22; M . . .' . sua questione col-
Fiaba nico Domenico doge di Venezia l'abate di Sesto giudicala a suo fa
31 ; sua morte 37. vore e da chi 232; Antonio difende
Fidenzio vescovo di Concordia 265. il Friuli contro Ezzellino 319; Ar-
Filippo duca di Svevia proclamato re tnanno o Ermanno si appella alla
e incoronato 192; guerreggia contro Sede Romana sui gravami impostigli
Ottone 198; scomunicato 198; mi e da chi 359; Ermanno abate di Sesto
gliorano le cose sue contro il pre 290, 354.
detto tuo emulo 212; viene assassi Friuli, suo sialo intorno il 1015; e
nato e da chi 217. 1016, 8; governato totalmente dai
Fiorentini, quale il principio della patriarchi di Aqulleja nel secolo XI
loro potenza 293; battono il fiorino 11 ; diviene Principato sovrano indi
d'oro 381. pendente 26; donato a Sigeardo pa
Fiorino d'oro quando cominci a bat triarca 59; accresce di popolazione
tersi dai Fiorentini 381. 67; suo* timori, attesa la guerra sul
Firenze, i Ghibellini s insignoriscono Tricigiano 131; una parte dell'eser
di essa 362. cito di Federigo Barbarossa passa
l'Ioiaiia (Corrado di\ 203. per esso 141; discendono nuovamente
Fonlanaboiia (nattello e famiglia di) per il Friuli in Italia truppe Te
414
riesr.hr 143; prora gran neve e di Geiza duca d' Ungheria padre di Ste
molta durala 150; devastato da ca- fano santo re della medesima 8.
rettia e dallo scisma dell' antipapa Gelasio II pontefice 100; guerreggiasi
Pasquale 153; soffre freddo infense contro a lui loo; sua morte 101.
e grave perdita di vegetabili 241; Gemona (castello, famiglia e terra di)
malmenato dalle guerre co' Trivi- cenni 203; Vodalrico ed Amelrico, lo
giani e da' partiti 260, 261, 292, ro vendila di beni ed a chi 204; ma
264, 265, 266; nelle sue terre si fa trimonio distinto celebrato nella sua
cilita l'aumento d'abitatori 272; chiesa 205; sua chiesa e ospitale di
si terminano le sue chiese di frati S. Spirito 230; quella di S. Antonio
minori e per influenza di chi 275; de' frati minori, tua dedicazione e
prova gravissima peste 276; t duchi tradizione intorno a quel convento
d" Austria tenevano in esso de' pos 363; donazione fatta dalla Comunit
sedimenti 278; piacque sempre a' alle monache di S. Agnese di Gemona
principi oltremontant 278; soffre or- 366; sua selva situata ne' colli (di'),
ribile terremuoto 281; danneggiato il pascolo di essa viene bandito 277.
da Ezzellino da Romano e dai Por Generali, termine suo, che cosa signi
zia e Praia 297; per esso vi passa fica 308.
no molti baroni Germani 301; gode Genovesi, loro pace co' Veneziani 253;
tranquillit nel suo interno 315; pro vengono rotti alla Meloria e da chi
va freddissimo inverno e danni che 336.
ne risultano 317; difeso da Antonio Genlino vescovo di Concordia riedifica
della Prattina, contro a chi 319; le e ristaura Portogruaro, e lo conce
sue chiese principali celebrano ese de a quel pubblico 130.
quie, quando e per chi 321; il mero Gerardo patriarca d" Aquileja cenni 104;
e misto imperio abolito alla sua no sua concessione al Capitolo di C<-
bilt 32"; danneggiato da Alberico vidale 106; scacciato dulia sua sde
da Romano 330; Sarmati, o Tar e perch 115.
tari minacciano <f irrompere nel Gerardo vescovo di Padova volgarizza
medesimo 342; oppresso da generale un' omelia del patriarca d' Aquileja,
carestia e dalla peste 344; gravalo quando e in qual luogo 179.
da spese 345; Ottocaro re di Boemia Gerardo tese oro di Belluno, sue difo
s' impossessa d'una porzione di esso rense co' Trevigiani 186; addiviene
354; danneggiato a' confini e da chi con essi ad una sentenza compro
363; la morte di Federigo li mi missoria 188; guerreggia contro i
gliora le cose sue 371; malmenato medesimi 191; sua morte 191.
Sai duchi di Carintia e dal conte di Gerusalemme presa da Saladino 176.
Gorizia 383; gode pace 392. Gherardo vescovo di Firenze viene fat
Fuoco sacro [morbo pestilenziale) dove to pontefice e nome da lui assunto 49.
e quando ebbe principio 69. Ghiandalico cosa era 44.
Ghibellina casa, la prima quando eb
be termine 112.
Ghibellini. Vedi Guelfi e Ghibellini
Gaboardo conte prende Padova per ecc.
l' imperatore 324. Giacomina della Citt (Cividale) vient
Gabriele preposilo d' Aquileja, sue dif co' suoi figli investita di beni e da
ferenze coli' arcidiacono Aquilejese chi 194.
composte e da chi 182. Giacomo Tiepolo patriarca di Grado
Galuzi famiglia cenni Zio; Galuzio 303.
Galuzi fatto cavaliere e da chi 2o; Gillaro Verner, o Guarnero, fatto po
ed altro 297. dest di Pirano 376.
Garilo, Latrane e Sangue, che cosa era Ginevra di Strasoldo. Vedi Slrnsoldo
260. Ginevra di.
Gebeardo vescovo d'Aichstet fatto pon Giocolieri, Buffoni, Commedianti, Can
tefice, qual nome assunse 46. tambanchi 320.
Giordano Priore del monastero di S. vengono investiti di beni e in qual
Benedetto di Padova, concezione fat luogo 378.
tagli di beni e della chiesa di S. Gironi, quando accostumavasi a fab
Giustina di Serravalle e da chi 296. bricarli, e cosa erano 352.
Giostre e Tornei in Friuli, qualche Gisela moglie a Corrado il Salico,
cenno 340. sua incoronazione a imperatrice 26.
Giovanni XVII pontefice 6. Gislero abate di Moggio 169, 172; sue
Giovanni XVIII pontefice 6; sua mor differenze con Adelmota di Duino
te 6. 178.
Giovanni XIX pontefice 23; convoca Giudizio di Dio (il) a mezzo del
Concilio in Roma, nel quale dichia duello quand' era in mollo vigore
ra doversi restituire al Patriarcato 75 ; e a mezzo del fuoco ii.
di Aquileja il Patriarcato di Grado Giuramento de' metropoliti e de' ve
26; .si ritratta, e lo conferma al scovi al pontefice Romano, cenni 62.
patriarca Gradese 38; sua morte Giustinopoli; alcuni suoi cittadini
31. si prestano onde porre il marchese
Giovanni IV patriarca d'Aquileja con dell' Istria in essa citt *224*; mio
sacra la chiesa di Bamberga h; si fatto d' armi contro a' Piranesi,
oppone all' elezione di Orso Orseolo perch, e sedato da chi 307 ; V im
a patriarca di Grado 9; convoca un peratore conferma la pace da essa
Sinodo in Aquileja io; sua grande fatta col patriarca eV Aquileja 328.
donazione al Capitolo di S. Stefano Gorizia villa, met di essa data al
di Cividale 10; muore 12. patriarca d'Aquileja, e l' altra met
Giovanni vescovo Sabinese viene fatto a chi 5; Gorizia citt e castello
pontefice 38; ma scacciato e da chi cenni 200 ; ottiene il privilegio di
38. un foro, o mercato settimanale * 224 *
Giovanni vescovo d Veletri viene in 225; la sua plebe si ribella contro
truso nel Papato col nome di Bene ai nobili 251 252 ; suo capitano,
detto X 49. quando istituito e da chi 252; suo
F. Giovanni da Vicenza tratta la pace monastero di S. Francesco, quando
delle Citt Lombarde, nella piamtra fondato 290.
di Paquara 316. Gorizia (Irmingarda di) fonda un an
S. Giovanni, chiesa di Cormons donala niversario nel monastero d' Aqui
al monastero di Rosazzo 71. leja 300.
S. Giovanni del Carso, o del Timavo, Gorizia (contea di) suoi possedimenti
I monastero e chiesa di) rifabbricali in Friuli e nell' Istria ceduti per da
e da chi 96 ; cenni intorno ad esso naro al patriarca d' Aquileja 291.
96 ; donazione fattagli da Volrico 1 Gorizia (il conte di) fatto generale de'
patriarca 101; tiene aggregato all'ab sodati del patriarca d'Aquileja 348;
bazia delta Beligna 229; e la sua chie assicura il paese ed in particolare
sa data alla medesima 235 ; Rodolfo i nobili di Lorenzaga 349; muove
di Duino pretende il patronato su con milizie da Sacile contro ad Ez
questa chiesa, ma il patriarca lo zelino ne' dintorni di S. Vito 364 ;
conferma all' Abbazia Belignese 343. non viene fatto generale del Friuli
Giovanni V (Gradenigo) patriarca di in sede vacante e perch 373; regola
Grado 103; viene cacciato dalla se le sue Armonie in Patria 379; si
de e perch 115. fa parliiante dei duchi di Corintia
Giovanni VI patriarca di Grado 171; contro il Patriarcato Aquilejese 383.
tea morte 192. Gorizia (confi di). Vedi conti di Go
S. Giovanni (Ospitale di) sulla stra rizia.
da di Aquileja. Vedi Ospitale sulla Golifredo Barbato duca di Lorena, suo
strada a" Aquileja. matrimonio e vessazioni patite da Ar
Giovanni re di Gerusalemme. Vedi rigo imperatore 4B; dicesi si volesse
Lusignano Giovanni. coronarlo a re d' Italia 48; libera il
in Aldino della Citt e suoi fratelli, pontefice dall' antipapa 51.
416
Gotifredo abate di Sesto testimonio ad Gradenigo Giovanni f patriarca di
un alto pubblico del patriarca d' A- 'rado 103.
quileja 164 ; viene fatto patriarca Grado saccheggialo e rovinalo dal pa
d' Aquileja 170. triarca Popone 21; ripreso da' Ve
Gotifredo, o Gotofredo patriarca d'A- neziani 22; il suo Patriarcato dato
quileja i~o; sua donazione all' abba all' Aquilejese 26; restituito e con
zia della Beligna 171 ; istituisce due fermalo al suo patriarca 28; sua
suoi procuratori 171; ordine da lui Chiesa assoggettata al Metropolita
dato sul possedimento delle decime Aquilejese 37; saccheggialo nuova
d'Isola 17:!; passa in Lombardia onde mente ed atterrate le sue chiese da
rendere omaggio a Federigo I 173 ; Popone patriarca 38; la sua Chiesa
consacra la chiesa di S. Maria in ritorna metropolitana 38, 140; ri-
Verona 174; suo carattere 174; con staurato dal doge Contareno 38; con
ferisce al re Arrigo la corona d' I- fini del Patriarcato (di) e pallio
talia 174, 175 ; cade nello sdegno del accordato al suo patriarca 45; i ve
pontefice e perch, ma indi tenne scovi dell' Istria assoggettali al pa
assolto 175/ sua donazione e con triarca Gradese 45; viene data la
ferma ai canonici e chiesa di ad terra di Grado al patriarca a" Aqui
dale 170; istituisce il Vescovato di leja e da chi 5t : assegnamento di be
Capodistria e consacra il primo ni alla tua Chiesa fatto dal doge di
vescovo 176 ; convalida delle transa Venezia 57; l' Arcivescovato di Zara
zioni tra la casa di Duino e l'a reso dipendente al suo Patriarcato
bate di Beligna 178 ; consacra la 141 ; ha fine la lite tra la sua Co-
chiesa di S. Maria dette Carceri _ munita e il Capitolo d' Aquileja in-
sul Padovana 179 ; compone le dif ' sorta, e perch -241.
ferenze insorte per le decime d'Isola Grata (Chiesa di). Vedi S. Pancrazio
e fra chi 179; ed altre insorte per Chiesa di ecc.
Pievi 182; sua donazione alla Pre- Graziano Giovanni compra il Papato
positura di S. Stefano di Cividale e da chi 38; assume il nome di Gre
182; altra al monastero della Beli gorio VI 38.
gna 184; sue differenze per la nomi Graziano Monaco Benedettino, sua com
na del vescovo di Trieste e decisione pilazione del Gius canonico 135.
delle stesse 185; fa sentenza contro Gregorio VI pontefice 38; viene depo
i Trivigiani a favore di chi 186; sto 40.
sue vertenze con questi 1*6; sua con Gregorio VII pontefice 56; suo grande
ferma alle monache d' Aquileja 187; Concilio a riforma^ del Clero 56;
convoca un Sinodo Aquilejese 187; commuove i principi contro il pro
l' imperatore gli conferma lo Stato gresso de' Turchi in Oriente 57; tie
e diritti sovrani 1 88.* sua morte 189. ne altro Concilio sulle investiture
Gotolino conte, suoi fatti nella Cam de' Vescovati ed Abbazie date dai re,
pania a favore dell'antipapa Pa e le inibisce, e conseguenze di eia
squale 151. 57; scomunica o fa scomunicare Ar
Gotopoldo patriarca d' Aquileja, cenni rigo IV 58; fatto arbitro de' movi
43; portasi alla corte dell' impera- menti de' principi della Germania
tore in Goslaria 47; invitato all' e- contro Arrigo bs; diretto alla Dieta
sequie dell' imperatore suo nipote 47; di Augusta, sr ritira in Canossa e
gli viene data la Terra di Grado, il perch 58; umilia tremendamente il
Ducato del Friuli ed \,l Marchesato re Arrigo 59; estende il giuramento
dell'Istria e da chi 51; riedifica e di fedelt dovuto dai metropoliti al
dota la basilica di S. Stefano 52; papa 62; spedisce legati in Germania
ottiene conferma delle concessioni e a scomunicare il re Ridolfo 62; po
diritti della Chiesa Aquilejese 5?; scia lo dichiara re legittimo 63; as
muore 53. sedialo in Roma da Arrigo IV si
Governo delle Citt libere d' Italia difende corraggiosamente 63; si rin
87. serra in Castel sant'Angelo 64; da
dor liberalo si rilira a Salerno torna in Friuli site occupazioni
65; .111// morie 06. 390; bandisce i Friulani che passano
Gregorio Vili antipapa 100; fallo all' esercito del conte di Garitta 300;
prigione 103. riforaia lo Statuto del Capitolo Aqui-
Gregorio Vili pontefice 177; sua mor Irjcse 301; riforma il Capitolo di
te 177. S. (Jdorico di Udine 3<J l ; sovviene,
Gregorio IX pontefice 293; scomunica la Citt di Cioidalr. e in che 392;
Federigo II 329; nel quii anatema suo giuramento agli ambasciatori
incorre anche il patriarca d'Aqui- Veneti 392; sua magnificenza ed altro
leja 329; appoggia il patriarca Aqui- 392.
Ivjese contro a'Trivigiani 296; prende Gruaro castello, a chi apparteneva 242.
in prolezione l' Abbazia di Moggio G o>i Ila vescovo di Brescia legato pon
298; manda unmonitorio al patriar tificio ottiene da' Trivigiani la re
ca d' Aquileja 299; approva l'istitu stituzione di Feltre e Belluno 298.
zione dei prebendar il del coro Aqui- Gualperto da Cavazio capjtano de' Tri
Irjese 303; in unione alla lega Guelfa vigiani, suoi falli a" armi contro il
fa pace coli' imperatore 303; suoi vescovo di liei /h .'di e collegali 191;
rditli contro gli eretici 300; sua con sua morte 191.
ferma all'Abbazia di Sesto 321, 322; Gu >i ncno duca e marchese, messo di
fa lega coi Veneziani, e perch 33o; Federigo I, sua sentenza a fai ore del
scrive al patriarca a" Aqutleja a l'Abbazia di Sesto contro ai Sini-
qual condizione lo assolverebbe dalla gagtiesi, e su che 140.
scomunica 333; predica la crociala Guerci lo da Soligo appoggia il vescovo
contro Federigo II, e intima un di licitano contro </' Trivigiani 186.
Concilio in Roma 333; sua morte duelli e Ghibellini /nomi di) loro in
336. troduzione in Germania e loro si
Gregorio vescovo Emonense 313. gnificato 128; quando cominciano a
Gregorio di Monte-lunga legalo pon pullulare in liulia i semi di queste
tificio in Lombardia, sue gesta col due fazioni 173; e qaaU ne furono
330, 352, 36o; sua concessione alla i inalici 173; queste fazioni vanno
Chiesa d'Aquileja 335; sua lettent a crescendo in Italia 191; i Ghibellini
Pertoldo patriarca 335; suo scritto salgono pi che mai al primato di
allo stesso //( Capitolo Aquilejesee su Toscana e perch 33i>; s' impadroni
che 338; commiisiona ti vescovo di scono di Firenze 302; prosperano
Concordia su gravami da imporsi tuli' Adige e Brenta 365.
all' abate di Sesto 359, viene confer Guelfo HI conte Svcvo ottiene il Du
mato patriarca a" Aquileja, cenni cato di Corintia e. la Marca di Ve
intorno a lui 375; l'Istria gli si mo rona 41; obbliga l' imperatore a ri
stra contraria, toma per all'obbe fondere l' imposizione estorta a Ve
dienza e perch 375; suo ingresso in ronesi 46; sua morte 46; lascia un
Aquileja e nella Cina del Friuli 375, nipote di nome Guelfo IV, dal quale
376; passa in Istria, suoi fatti col discese la casa, di Brunstoich 46, 47.
376; riordina le leggi conservative Guelfo IV duca di Baviera, onde di
delle chiese e degli a/fari feudali 376, scendere in Italia alla ricupera di
377; d la Pieve di Linth e a chi sua eredit, si collega con Arrigo
378; d investiture 378, 380, 388, 392; duca di Carintia e col patriarca
spedisce feudatarii a ritorre il ca d' Aquileja 74.
stello di Tricesimo 382; e gli rimune Guelfo V duca di Baviera, sue nozze
ra 382: suoi fatti contro i Duchi di con la contessa Matilde 6\>; fa lega
Carimia ed il conte di Gorizia 383; con alcune citt Lombarde contro
sopprime la PreposiluradiS. Stefano Arrigo IV 71; spalleggia Arrigo V
della Citt 384, a 387; fa pace coi nella rivalla contro il padre 82.
conti di Gorizia 389; e col doge Zeno Guelfo VI ottiene l' investitura della
3:m; soccorre alarono 389; passo in Marca di Toscana 137, 138.
Istria r perche', suoi fatti col 38; Gucitu tra i signori d'Italia, quando il
J8
', ] '!
prime riempio di est io; guerra in contro chi Ili; supplici, Lotario di
Lombardia tra i signori a capitani Suptimliurga si pacifica con essi 127.
seniori ed i ratrassori piccioli, mol Iloiirrli Reimherto restituisce al pa
to notevole e perch 3-2; continua pi triarca d' Aquileja molte giurisdizio
che mai 37; guerra (principio dello) ni nella Corniola, da lui tenute ti
tra il sacerdozio e I' Impero e perch rannicamente sotto titolo di pegno
57, 58; tv aumentando (il; quando 297.
ebbe suo fine 107; e morlo con cui
renne a scioglimento 108; la guerra
come faceva! dalle citt Lombarde
sulla fine del secolo Xll (07; e carne in, Igneo Pietro cardinale e vescovo a" Al
Friuli sul principio del secolo XIII bano Cri.
251, 256, 205. Ildebrando il celebre monaco 43; sce
Guerra Lodovico tolto feudatario de' glie a pontefice il vescovo Gebeard*
duchi d' Austria in Friuli, sua con 46; rimette t Romani nella loro pri
fessione de' feudi di quella ragione miera libert d'elezione dei pontefici
295. 50; fatto pupa assume il nome di
Guglielmo duca d' Aquilania, gli si Gregorio VII 56.
offre la corona d'Italia e da chi 23. Iltiganda abbadessa del monastero d'A
Guglielmo marchete di Sionferralo, suoi quileja ricusa, a preti mandato da
lagni contro de' l'opali d'Asti ed al Roma, il possesso d'una chiesa 370;
tri, ed a chi 13. incendio m Cividale 183.
Guglielmo re di Puglia appoggia il Innocenzo II pontefice li a; incorona
papa Alessandra nel suo ritorno in a re Lotario III e sua moglie 121;
lloma 150. conferma al patriarca di Aqutltja
Guglielmo conte d' Olanda sostituito ogni suo diritto 122, 123; suo trat
urli' Impero ed a ehi 353; a chi venne tato ooW imperatore Lotario II 125;
di segnilo e come f>i chiamalo 353; suo Concilio di Pisa 126; ed altro
da chi fu fatto eleggere a re di Ger Concilio l.ateranese 129; muore 130.
mania 359. Innocenzo III pontefice, cenno su lui
Guibcrto Arcivescovo di Ravenna an 92; sua bolla a favore del patriarca
tipapa col nome di Clemente 11163; d' Aquileja e contro a chi 192; altra
lascialo da Arrigo all'assedio di No per le decime d' Isola nell' Istria l3;
ma 64; assediato in Roma, se volle sua decisione sulle vertenze tra il
uscire che vi doccile fare 60; sua preposilo ed il Capitolo d'Aquileja
morte 70. 194; approva l'elezione di Ottone IV e
Guido arcivescovo di Milano succede scomunica il re Filippo 198; bandi
in quella sede ad Ariberto 39. sce nuoca crociala 199; scrive al ve
Guido Ferrarese giudice di Verona, scovo di Padova essere fallo patriar
incaricalo a comporre te differenze ca a" Aquileja 206; gli manda il pal
tra' Tricigiani ed il patriarca d'A- lio e gli ordina di prestare il con
quiteja e da chi 19G. sueto giuramento 207; manda suo
(ini) il ih ino di Tolmino, sua rinunzia di legalo inGermania Volfero patriarca
beni falla al patriarca d'Aquileja t~H. d' Aquileja a coronare Filippo 217:
PPnng<a l' imperatore Ottone IV e
a chi lo raccomanda 218, 219; con
ferma sentenza a favore del Capilitio
Unge castello donato alla Chiesa d' A- Aquilejese e contro a chi 230; sua
quileja 157. morte e suo elogio 243.
Herbestein (conte di), sua promessa Innocenzo IV pontefice, sua elezione
di soddisfare i danni fatti dai Ven- 343; suo desiderio di pace coli' im
zonesi per citi ed a chi 359. peratore, costretto a preparare
Hobenstaiifen duchi di Scecia, Fede la guerra 343; vessalo da' mercanti
rico e Corrado, il primo di essi con Romani e perch 343; stretto da' Ghi
tende pr la successione al trono e bellini fugge in Francia e vi fissa
.
410
sua corte 345; inlima ii Concilio di rassegnali all' abadessa di S. Maria
Lione 346 ; lo riunisce, risaltalo ii Aquileja 317.
del medesimo 350; depone l'imperatore Iriniiiiiardu ai Gorizia, sua fondazio
Federigo ll'Si;suacoiiferma all'uba ne d' anniversario 300.
te o Abbazia di llosazzo degli umpli Isola luoyo nell' Istria, sue decime date
tuoi possessi, la prende sol io la al monastero d' Aquileja 151; diffe
sua protezione 351; fu eleggere a re renze insorte sulle medesime acco
il Langravio di Tur ingi e perch modate dui patriarca 159; vengono
353; scomunica Ezzellino du llamuno ule in feudo ad Almerico di Mugta
yi>2; toglie all' ubali; di Sesto qucl- 159; con ordine che dopo la sua morte
i' Abbazia e la d al patriarca d' A- passino al monusltro il' Aquileja 172;
ijmUjii 307; accorda al Capital della sentenza (ti lavare di questo mona
Villa il possesso della collazione del stero e contro il vescovo di Capodi-
la chiesa di t'agogna 371; torna in siriu), che le aggiudica all' Abba-
iialia trionfando 37 1; appi ora lu sen dessa 17, 180; e bolla del papa
tenza conilo il pievano di luigwjua sa ci 193; da ileregarda Abbudessa
traditore di quel cattelo 37 1; sud vengono composte co Giuslinopoli-
scritto con cui chiama g' Istriani lani le differenze per la terra d' 1-
all' obbedienza verso il pai riarca d'A- sola 288; ni monastero a" Aquileja
aaileja 375; accorda uW ubute di Se viene accordalo il godimento di que
sto che passi a reggere il monastero ste decime dopo la morte di chi 337.
ili Verona 380; nega al re Corrado Istria, suo Marchialo donalo al pa
i' investitura del regno di faglia triarca Popone da Corrudu impera
381 ; olire ud altri quel l, gii 384; tore, incertezza su ci i\); donazione
tuo ritorno a Ilo ma Ma; si avanza [alla ul suo marchese Odolrico da
onde impossessarsi del regno di Sici Arrigo iV 50; questo Marchesato vie
lia 391; sua morte 393- ne dalo a Uotopotdo patriarca 51;
Inquisizione (il S. Ufficio dell') in Mi donato ul patriarca Sigeurdo 59; il -
lano, quando ebbero luogo col le ese Siria donala alla Chiesa Aquilejese.
cuzioni del medesimo itti. meno quullro castelli, e du chi 78;
Insegna tiri fai riamalo e della Cilt invasa da Eagelberto di Corintia,
d' Aquileja 253. che per cieim scacciato du col 94;
Insegne, Stemmi od urini donde trag i tumulti dei suoi Popoli vengono
gono la loro origine e quundo co composti dal patriarca d' Aquileja
minciarono con essi a distinguersi 169; quando pagava tributo quasi
le famiglie 24;). tutta alla llepublica Veneta 205; u -
Investiture, viene tolto ai re il diritto naceialu di scomunica, da chi e per
di rilasciar i mettiture, ile' Vescovati che 209; eslesi renai su questa Pro
ed Abbazie 57; accordo o trattalo sul vincia 217 u 223; restituita al pa
le medesime e tra ehi iti; viene que triarca d' Aquileja, quando e da chi,
sto condannalo dai Condili '93; fine e governo ivi istituito dal medesimo
della gran quislione dell' investiture 220 ii 223; vengono riparali i suoi
tra il Sacerdozio e l' Impero 107, tempii e sollevati i Popoli da gra
108. vezze 227; danneggiata ne' suoi con
Investiture, ducutisi beni in feudo col fini du' Veneziani 245; nuovo regime
la condizione di servire alla guerra datogli da Voi(ero palriurca 245;
389. li allniu di commercio per essa e tra
lriugu abate della Ueligna, suoi lagni chi 254; mulmenula d ' Carintii e
per le cessazioni aevocuziuli del con Cornioli 2stS; difesa da Leonardo
te di Gorizia e combinamtulo tra d' Arcuno 280; il diritto di allo go
loro 145. verno nella medesima a chi aggiudi
li niellici, o lrmilinda,allu quale ti pa calo 298; prelese su di essa accampale
triarca d t' usulrutlo di munsi in dal duca di Moravia, dulie quali de
Uonuna, la di cui propriet assegna campa cedendola al patriarca d'A-
ed a chi 244; questi munsi vengono quilejtt 303; i difilli degli Aadechs
il'0
sulla Conica e Marchesato d' islriu Ivalso molile incestilo ed a chi Suo.
tengono riuunziali al patriarca A-
quiiejesc e ila chi 305; lotte tra Giu-
slinopoli e l'irano, sedale da chi,
queste due villa si riuniscono al Pa Jacopo abate di Moggio 327.
triarcato 307; la giurisdizione su JoUnla moglie a Federigo II impera
l'Istria confermata con bolla d'uro al tore, sue nozze 290; d alla luce ti fi
l' Aquilrjese patriarca e da chi 309; glio Corrado e muore 297.
riforma de' suoi Ululali e riordina .lunata vescovo di Concordia 1H8.
mento del suo governo fatta dal pa
triarca Yolfero 30; dopo la pace col
patriarca gode tranquillit 315; si
rilutili di pagare a vecchia partitaLatin, avvocazia sui poderi ed abita
le rendile patriarcali, ma costrettatori {di) confermata all'Abbazia della
e perch 3t8; alla sua nobilt viene lielnjnii, e prelese del conte di Uo-
tolto il mero e misto Impero 327; rizia su di essa 343.
doni ed onori imparliti a' suoi no Laieranese Concilio generale, quando
bili dal patriarca bertoldo 331; que fu il primo e cosa tratt Ito; quan
sti conferma la Costituzione provin ti > il secondo 129; a che tempo sue-
ciale della medesima 355; dell' Istria vesse il terzo 107; e ti quarto 236.
Austriaca ehi se ne impossessa 354; Lalrone. tedi barilo.
V Istria si fa renitente iteli accetta
Ladani (Castellani di) loro pace con
re il patriarca Monlelongo, partico Coitelo d'Usoppo.
larmente fola, e perch 375; dieIt ta
Lauziaun villaggio donato al patriar
ra obbediente ed amica allo stesso ca Sigeardo 00.
375; riordinata nel suo governo dal Lt'ga Lombarda, suo principio, suoi
Monlelongo 389, 390. obblighi 153; apparteneva ad essa
Malia, suo stato nel principio del secoloanche il papa Alessandro HI 156;
XI 7; sua corona offerta ed a chi viene confermata e da chi, e obbli
23; promessa a Corrado re di Ger ghi della medesima 100; soccorre Ales
mania 24; soffre estremo caldo e gra sandria 102; si allenta 102; le sue
vi malattie 25; la minorit dell' im citici chiamate in Pavia a trattati
peratore Arrigo HI fu ad essa prin va di pace nulla vonchiasero e per
cipio di grandi mali 48; la guerra ch iti; batte l'imperatore Federigo
fra il Sacerdozio e l'Impero gli ac a Legnano 103; fa tregua per sei an
erete le sciagure 62; suo ritrailo ni, e condizioni della slessa 164; le
intorno ulta meta del secolo Xlll citt della Lega vedono assicurata la
13; quando faceeasi quivi una guer loro indipendenza 105; non ommet-
ra da barbari 140; interrorila dalla loiio misura onde guarentire la loro
rovina di Milano, cede alla forza di libert 100; la Lega viene riconfer
Federigo I imperatore 148; prova mata in Milano 300; i fa tutta a
grandissima carestia e conseguenze fai ore del papa 345; altre citt si
di ci ito; Federigo l le d quiete uniscono alta stessa e quali 3i5.
colla pace di Costanza 171; soffre L({a de' friulani co' Padovani e pal
grave lerreniuolo 281; tuo stalo in li della medesima 2flo, 279.
torno alla met del secolo Xlll 305; Leggi Longobarde, quando comincia
la morte dell' imperatore Federigo II rono in Italia ad essere poste in di
la lascia libera da imperatori e per suso so; le Romane nel secolo XII
quanto 371; guerre in essa pel Hegno pi che le altre erano quivi in ut
di Faglia 381; in Lombardia tra' no ho; prendono voga 80; si spiegano
bili e popolari 381; immanit di in oloi/na con gran concorso agli
Ezzellino sul Veronese e Padovano scolari 135; leggi auliche de Furiant
381. folio i patriarchi d' Aquilrja ~i a
Ilaliiiiii) linguaggio, quando usatasi lo; leggi militari pubblicale dall'ini-
gi 179. peraloie Federigo le cenni sulle uu
\\
destine 141; leggi conservative delle l.iuUItlu duca di Corintia pare fosse
chiese in Friuli vengono ordinale marchese anche della Marca di Ve
e da chi 376. rona 66; fu figlio a Marquurdo 69;
Leghe Lombarde, primo etempio delle j muore 69.
medesime 71; lega delle citt della , Livenza, alcuni ponti sulla medesima,
Marca di Verona contro Federigo permesso dato ut patriarca di poterti
1 imperatore 149; Lega Lombarda. demolire e da chi 338.
Vedi tega. Lodi (Conciliabolo d'J 145; traslazione
Legio, o Ilegio, castello e suoi feuda- del corpo di 6. Uatsiano da Lodi
tarii cenni 358. vecchio a Lodi nuovo 149; gran Par
Leonardo vescovo di Torcetto 186. lamento tenuto in Lodi dati impera
Leonardo abati- di Rosazzo 235; cince tore e richiumo fallo in esso dai Lom
il processo contro il pievano di Tri- bardi contro a' ministri imperiali
c est mn 3 18. 152;
Leonardo da Udine abate di Sesto 284; Lodovico conte del Friuli 59.
Leonardo !'. ila Latisanu predica nel Lodovico VII re di Francia si fa cro
la Citt del Friuli, sua scoperta di ciato e si porta in Giudea colla
S. Reliquie in qual chiesa 339. moglie, grande armala, sue vicen
Leonardo patriarca di Grado 3*4. de col 131, 132; riconosce per vero
Leone IX punte/ice 43; vi si tu Venezia pontefice Alessandro HI 146.
nel suo ritorno dalla Germania 44; Lodovico dar di baviera invade l'A-
sua morte e qualche cenno su lui 46. lentiii/nit, e te strette delle Alpi Car
Leone da Perego frate, predica nelle ni' he, ma viene respinto, da chi ili.
piazze contro gli eretici 316. Lodovico duca di Uaviera si maneg
Leonisio figlio a Riccardo conte di S. gia a mantenere la corona a Cor-
Bonifazio preso da Ezzeliino da Ro rada figlio deli imperatore Federigo
mano 342. II 373.
Leopoldo duca d' Austria unisce al Lombardia; latin del popolo contro i
suo Ducalo quello di Stiria ed il nobili 32; vanti iuta pi che mai 37;
Contado di Corniola 187; manda guerre quivi attivate da Federigo I
Federico di Cavoriaco in Friuli a imperatore 139 a 164; il di lei sgo
migliorare il governo de' suoi sud mento d ardire al detto imperatore
diti 278; dimostra voler prender ven 142; discendono Tedeschi sul di lei
detta de' Trivigiani e perch 280; fu piano 143; le di lei citt ridotte a
anch' esso mediatore della pace tra schiavit 149; colla pace di Venezia
l'imperatore ed il papa 3o5; sua mor videro esse assicurata la loro in
te 305. dipendenza 165.
Leopoldo duca d' Austria feudatario Longobardi abitanti in Osovo, loro do
del Patriarcato Aquilrjetc ai-compa nazione alla chiesa di Sesto e cenni
gna a Roma il patriarca, e alla men sui medesimi 71;
sa del pontefice lo serve quale scalco Lorenzaga (nobili di) cenni 349; mor
346, 347. te di Vecelli no e Corraduccio 354; fug
Lettere ile) loro stato in Italia nel gono dal furore del CUminese, e lo
secolo XI 40. ro richiesta al patriarca 354; castello
Liberi (Casato nobile de) o famiglia di Lorenzaga quando e dove ebbe
di Premariaco cenni 90, 91. principio 355; Giovannino compra
Liberio orefice di Treviso viene dal pa- feudi ii importanza e da chi 356.
triaca ti Aquileja fatto suo procura Lorenzo 11 patriarca di Grado 344.
tore 171. Lotario Hi Saplimburga etetto a re di
Libert ad Ermanni in Friuli, dovasi Germania fa guerra e con chi 112;
anche condizionatamente 281. il papa approva la sua elezione 114;
Libro de' benefattori delle chiese, ve viene coronalo a re e si chiama Lo
niva tenuto nelle medesime 208. tario III 121, 125; discende in Ita
Li ni h [Pieve di) data a chi e perch lia e perch 123; lo s' incorona a
378; imperatore 124, 125; e prende il no
422
me di Lotario II 125; tuo trai luto la chiesa Aqailejese e loro abuso dilla
col pontefice per la successione di Ma medesima 128.
tilde 125; l'ino (itili chiusa d,' Adi Mainarilo conte di Gorizia concede
ge e torna in Germania 126; sua pa investitura di beni ed a chi i-'i
ce con gli llohenslaufen, e concer egli, ed Engelberlo conte di Gorizia
ta la tua spedizione in Italia 127; fanno pace voi patriarca d'Aquilini
passa in Puglia contro a Ruggieri liti , 200 ; per abuso dell' esercizio
e vince; indi tornando in Germania d'aveocazia chiamalo dal patriar
$e ne muore, su elogio 128. - ca col suddetto Engelberlo, e stabi
Lotteria stabilita in Milano a profit liscono sul provento e diritti di hi
to del governo, quando 333; medesima 202; questi due conti ele
Lnus Vittimo (conte di) 274; hanno vano in Aquileja al grado di cava
termine le quistioni di padronato lieri parecchi individui 209; assali il
sulla trliies.tt di) e tra chi 274; il ca villaggio di Furra e a che cuslringt
stello di Lous o Luos donalo al Pa quei abitanti 213; viene scomunicala
triarcato d' Ai/uileja 344. 213; da chi riconosce l' avcocazia
Lubiana (chiesa di) mozione sul palro- del villaggio di S. Andrea 231 ;
iinti) di essa fatta alla sede romana arroga quella del villaggio di Forra,
da chi * contro a chi 293, 294. maltratta que' etilici e consentii*.*
Lucio II pontefice 131; muore. 131. di ci 235; rinuncia per duiwru
Lucio 111 pontefice 170; sua conferma 1' avvocazia di Fagogna ed a chi
al monastero di Sloggio 172; altra 241 ; distrugge la villa di Varr
al vescovo di Feltre colla condizio 242; procedura della corte pontifici
ne della reverenza ut patriarca d'A- contro di lui per tale oggetto iii;
quilrja 173; altra ancora al Ca si concilia col Capitolo d'.li/umjj
pitolo a' Aquileja 173; sua morte 242; Mainardo il vecchio, e Mainardo
174. il giovane conti di Gorizia, loro eli
Lucinicn, confermalo a Volfero pa sione di beni fatta per danaro a
triarca d' Aquileja e da chi 231, ti l'erioldo patriarca tT Aquileja i')\.
(Castello di) viene stabilito sia ul- Mainardo il giovane conte di Gorizia,
lerrulo 389. sua cessione di beni in Friuli e nel-
Liicinina villaggio donato al patriar l' Istria al patriarca d' Aquileja ini;
ca Sigeardo <?0. conferma la donazione delta villa di
LuipolUi) duca a" Austria, sua cessione Percinico ed a chi 31 2; compra l'or
di feud.iiai ,i e feudi al patriarca vocazia della villa di Prepot Sii;
di Aquileja, ed altrettanto da questo Mainardo conte di Gorizia distinto
al duca 247. col prenome di Alberto, sua fendili
Lusigirano Giannini re spogliato di dell' avvocazia delle ville di Prtda-
Gerusalemme marita ma figlia a tuano, Cussignaeo e Tereuzianoii;
Federigo (i imperatore 290. fa liberi i poderi siti in liicinico e a
favore di chi 336; sue pretese di acro-
cazia sui poderi ed abitatori di Lai
343; fa pace eoi patriarca Gregorio
Macchine da espugnar fortezze quali 380; segue l' insegne di Otlocaro ti
erano in uso nel secolo XIII 327. di nociuto, contro a chi, e sua gran
Macellino da Colin, sua donazione di dezza dimostrata m tmle incontro
beni all'Abbazia di Moggio 13-/. .ino; d buona parte delle sue antiche
Madonna di Munte sopra Cicidule del signorie in Friuli ut conte Poniti e
Friuli cenni 3st>. perch 391.
.M.minollii rreato psevdo pontefice col M.ilauioro citt, viene ingojalti iti
nome di Silvestro IV 70. mare 85; suo Vescovato trasjtiito a
Milton/a (bina di) tenuta da Federigo l.hioggia 5.
I imperatore 175. Malisana Arrigo d fine alle sue ets-
Mainardo conte di Gorizia e suo fi suzioni e prelese s,ulla vt.la di il"''
glio Arrigo possedono l'dvcocazia del ,a im 172.
v
423
Manttalln (Olio da) mandali} dai Pa Ofi; Arrigo duca di Carintia quando
dovani coli' esercito in favore de' era probabilmente suo marchese 74;
Caminesi e contro a chi 318. le sue citt fanno lega contro Fede
Manfredo figlio bastardo di Federigo rigo I 143; le appellazioni della stes
II, governa Puglia e Sicilia 371 ; sa a chi furono date t'iti, 216; con
aulire delta morie del re Corrado tinua la guerra nella Marca Trivi-
tuo frali-Ilo 391; ti muove contro il giana, ossia Veronese e suoi fatti
papa, che invade la Sicilia, ma co 342;
stretto a fuggire 391. Marca del Cragno. Vedi Cragno (Mar
Maniaco Giorgio generale de' Greci ca del).
viene spedito co* armala in Ita March [le) Genovese e Milanese, date
lia 34. dall' imperatore Federigo I ad Obiz-
Maniago (castello e famiglia di) cenni znne d' Esle 173.
271 ; Geltrude moglie a Pandolfo di Marchese dell' Istria, ossia vicario, o
Tappo 271. procuratore del patriarca d'Aqui
Mansi o Musi, regali 30. leja, quando istituito e da chi 221:
.Min/ ino [di) famiglia cenni intorno quali: fu il primo marciose de' pa
ad essa 151 ; lnrico e sua mnglie triarchi col 221; ed altri di seguilo
Luicardn ricevono in feudo il domi 223, 307, 318.
nio di cinque villaggi 131 ; Ogna Marciliana (Pieve di) donata al Mona
presente ad incesti tura data dal conte stero di S. Giovanni del Carso e da
di Gorizia 194; Corrado ubale di chi tot; si credi; essere desso la Pieve
Sesto 229, 292; fu vicedamino 295; ora detta di Monfalcone 101.
Pellegrino preposilo di S. felice S. Mann (il Corpo di) viene scoperto
d' Aquileja 233; lnrico mandato a in Venezia 72.
rinnovare il giuramento della lega S. Maria Maddalena (festa di) deter
coi Padovani e da chi 271; Quando minata da celebrarsi con nove lezioni
dichiaralo dal patriarca legittimo nella chiesa d' Aquileja 168.
successore ne' fendi del castello di S. Maria, antica chiesa in Verona,
Mimzano e nelle abilunze. del ca consacrala dal patriarca d' Aquileja
stello vecchio di Fagagna 305 ; Von- 174.
sina, sua vendita di mansi quando S. Maria delle Carceri (Chiesa di) con
(atta ed a ehi 359 ; Vanga 388 ; Gio sacrata dal patriarca Aquiltjese sul
vanni di Vangn governatore di ban Padovano 179.
de di soldati jcolletlisii soccorre Ma S Maria la Lnga (Villaggio di) a chi
rano 389; Mania fa compra di ter apparteneva 301.
reno e in qual luogo "393. S. Maria in Organo in Verona, {Mona
Marango h Marengo Domenico III pa stero di) sua amministrazione tem
triarca di Grado 42; attinte il pal porale inceppata al procuratore del
lio e la superiorit sulle chiese del patriarca d' Aquileja. e mozione per
l' Istria, con f indicazione de' con eia 352.
fini del suo Patriarcato e da chi S. Maria del Castello ili Udine, l'an
44; sua morte 00. tica parrocchia della medesima viene
Alar. imi danneggiato da' Veneziani 245; soppressa, e sostituita la chiesa di
assalito ed incendialo dagli stessi S. Uldarico, ora il duomo 353.
389; soccorso e confortalo dal pa Mariano (l' avvocazia di) molestala dal
triarca 39. conte di Gorizia 230.
Marra di Verona e Ducato di Carintia Marqnar<ln pare sia succeduto a Ber
quando erano uniti 9; vengono retti toldo nel bucato di Carintia 01.
da a soggetto medesimo 11; questa Martino abuie ili Sesto 103.
' Marca viene tolta ad Adalbernne 32; Martino di Fuitlriz abate di Moggio
data al duca di Franconiu 33; resta 197.
vacante 35; data a Guelfo III conte Masnata (servi di), come venivano trat
Sceco 41; t.iutaldo d Carintia pure tati dalle truppe nemiche in tempo
fosse anche marchese della medesima de, te scorrerie di guerra 250.
424
Mannaie della rasa di Tiralo in Friuli, Michele Domenico doge di Venezia n;
donate al patriarca W Aquiteja e da fa guerra co' Greci e perch in;
ehi 246. conquista la citt di Tiro 112; dopi
Maslrnpelro Aureo, ostia Orio doge molte conquiste ritorna trionfante
di Venezia 167; si fa monaco 184. in Venezia 113; muore 120.
Matilde figlia a Beatrice duchessa di Michele Vitale. II doge di Venezia 141;
Toscana, sue none 55; appoggia il ricupera le citt della Dalmazia
ponte/ire alla ricupera di Homo 68; 158; guerreggia contro a' Greci i.il;
passa a seconde nozze 69; si difende peste nella sua flotta, che la distrug
da Arrigo IV e lo respinge 69; fa le ge quasi tutta, per cui ritorna in
ga contro di lui 7i; suo gloria e Venezia, conseguenze di ci e tua
perche 74; sua morte 97; suoi posse morte 158, 159.
dimenti 97, 98. Milano assediata da Corrado impera
Matilde moglie all' imperatore Arrigo tore 34; cominciano te sue scissure a
IV, sue nozze 95. favore e contro la potenza pnpalt e
Matilde figlia di Acica e del marchese perch 48; Federigo I te inlima guer
Purcnrdo, e moglie a Corrado h5; ra, l' assedia ed affama 131, 142; in
grande donazione lasciatale dalla cendiala in una terza sua porte i
madre 116 bloccata 146; nene presa ed distrut
Matilde di Vecellone di Villanata; i ta e da chi 147, 148; la si rifabbrica
figli di essa hanno sentenza contra 153; si rialzano le sue mura 155;
ria su questione e con chi 277. quivi si riconferma la Lega delle
Matrimonio de' preti, o concubinato, Citt Lombarde 300; in essa tiene
cenni 48, 49; punito, per <;ui guer stabilita una lotteria 333.
ra civile in molle citt 54. Milizie nel secolo Xlll in Italia, loro
Matteo Cividale 75. denominazione 371.
Matteo vescovo di Ceneda si sottopone M il lesisi (/' abate di) lascia ogni w
co' suoi beni del Vescovato ut Comu pretensione sul Villaggio di Caportto
ne di Tnvigi 1 83; fa concordato col ed a chi 313.
Comune medesimo 205. , Mimigliano marchese dell' Istria 307.
Mels li usi n (Visconte di) 113; cenni Ministeriali ignobili del Friuli sotto
intorno a questa famiglia 24; Daria- i patriarchi, cenni 254; ministeriali
go fa convenzione pel possesso di Ven- nobili. Vedi nobilt Friulana ecc.
zone e con chi 231; Itinzulo Enrico, Misure di grani ecc. 328; misure ca
Mattiussio e Vanendo di Uuringo pitolari 385.
si accomodano sul disposto del padre Mmlili, o Etlorei (famiglia) quando
col loro fratello Glizojo 309; Glizojo venne in Udine, e cenni su fessa !*
e fratelli hanno diritti signorili in Moggio (Abbazia di) cenni 66; olitene
Venzone 359; Enrico viene investito conferma de' suoi beni e giurisdizio
del monte e castello di Forno nelle ni 127; donazione fattale e da chi
Alpi comiche 392; Federico, sua 132; ti re Corrado le conferma i suoi
morte, suo elogio e lascilo alla chiesa possessi ed altro 133; esenzione i
di Mnlso 208. muta ai rustici della medesima 134;
Meregarda abbadessa del Monastero donazione ad essa fatta da Fornero di
d' Aquiteja 281; compone le diperenzr Cnrisac 141; il patriarca confermi
per la terra d'Isola con que' ili Gi- i suoi antichi e recenti diritti 149,
stinopoli 288; ed altro 299. 150; il papa Lucio III egualmenlt
Me reto (Villaggio) a chi apparteneva 172; il suo abate d investitura e
301. diritto di feudo del ministero ti o
Mero e misto impero tolto alla nobilt chi 174; t suoi abati ottengono fw
Friulana ed Istriana; tale abolizione della mitra 190. 192; l'imperatori
non produsse effetto di sorte 327. larbarossa conferma ad essa le giu
Mestre castello tolto a'Tririgiaui e. da risdizioni e possessioni 294; cos pu
eUi :',,v_ ; si fabbricano intorno ad esso re Federigo II 294; iene presa '
dei gironi 352. protezione dal pontefice, che le ac
425
cordii il godimento de' suoi beni e beni di chi furono prima 162; la lite
privilegi, e ordina a que' monaci per la Cappella di S. Pietro vicino
C osservanza della Regola di S. be alla porta di Borgo Brossana in Ci-
nedetto 298; saccheggiata e derubata ridale tra la sua Abbadessa ed il Pre
da truppe bacare e Corintie 374; posi!,, e Capitolo della Citt viene
soccorsa interamente dalle altre Ab composta 229; conferma del giuspa-
bazie 374,- iene ristaurato dal suo tronato sulla Chiesa di S. Pietro $
abate 378; suoi" abati Voldarico Biagio della detta Citt ad esso fat
159; bebolfo 161; Gislero 169; Do ta 229; altra conferma di nobili
menico 174; Corrado 190; Martino giurisdizioni al medesimo 320; sco
197; Corrado 11 230; Azzo o Azione perta di S. Reliquie nella sua Chie
o Atto 277; Jacopo 327; fecellone sa 339; vendita fattagli di tre mansi
374. in Sdraina e da chi 368 ; e dono di
Moggio (castello di) 65. alcune villette nelle Alpi schiave 372.
Monaci, loro influenza riguardo agli Monastero detto Fonte di S. Maria
studii 75. per Cisterciensi nella valle di To-
Monastero di S. Maria d' Aquileja da pliz quando fondalo e da chi 318;
chi fondato 21; sua Chiesa essteva viene rifabbricalo e dotato 361.
anche a' tempi di Giovanni IV pa Monastero di S. Zeno di Verona, a
triarca 21; donazione fattagli da Po dirigere il medesimo passa l' abate
pone patriarca 33; ed altra gran di Sesto Pietro II 380.
diosa dallo stesso 37; ottiene ampia Moneta, diritto di coniarla accordalo
conferma delle donazioni avute dai a Popone patriarca d' Aquileja 27 ;
patriarchi dal conte di Gorizia e dal i patriarchi Aquilejesi primi in Ita
patriarca Pellegrino 1130; gli ven lia ad aver concessione di coniar
gono donate le decime d' Isola 151/ moneta 27.
diritto d' avvocazia su d' esso avuto Monfort castello da chi posseduto 231 .
dal conte di Gorizia e ceduto al Mo Montagnaco (Brunetto di) ottiene con
nastero stesso 151; il papa confer ferma che comprova l' antica sua
magli i suoi beni e particolare pri nobilt 392.
vilegio nel caso d' interdetto ifil; Monii'i'hi o Monticali vinti dal par
anche il patriarca gli conferma i pri tito de' Guelfi vengono cacciali da
vilegi e concessioni de' suoi anteces Verona 213.
sori 163; Gotofredo patriarca pari Monleregale (castello di) atto riguar
mente e cosi pure il papa Celestino do ad esso da chi fatto e a favore
III 187; donazione fattagli da Orso di chi 33.
Calca di Mugla 229; altra di cinque Mondina (Curia di) ceduta all' Abba
munsi in Romina 284; dedicazione dessa del monastero d' Aquileja colla
della sua chiesa 298; ampia confer conferma pur anche della donazione
ma ad esso fatta ria Pertoldo pa di Regenardo 156; viene concessa ad
triarca 299; vessato da Ermanno ed Ermanno detto Conte 161.
Andrea di Sacite 342; la terra delta Moosburgo Burcardo padre del vescovo
Pinlis donatagli dal patriarca Per Bertoldo 85.
toldo e perch 356. Morave famiglie (reliquie di) in Friuli
Monastero ili S. Giulia di Brescia, 253.
suoi privilegi eorfermati dal papa Moravia Enrico (marchese di) muore
Nicol li 50. in Aquileja 311.
Monastero di S. Giovanni del Carso Mnrghengab dono usato in Friuli 342.
rifabbricalo in unione alla sua Chie Morosi no Domenico doge di Venezia
sa e da chi 96; cenni intorno ad esso 133 ; frena la pirateria di molle
96 citt dell' Istria 1S5; sua morte 141.
Monastero di S. Maria in Valle di Ci- Motta citt tolta ai Caminesi e data
vidale, donazinne avuta di beni in ai Trivigiani e ila v/ti 317.
Azzida e in S. Maria di Monte da Muggia nell' Istria quando pagava tri
chi e a qual oggetto 102, 1G3; que' buto alla Repubblica Veneta 205.
29
42fi
Municipi! in Italia 6. Nunzii pontificii in Friuli, loro scopo
Muruzio o Muruzzo (castello e fami e aggravio che recano le sptu pn
glia di) cenni * 223*; Ermanno fallo medesimi 345.
marchile dell' Istria *223'; Pelio con
sigliere del patriarca 230 ; Federigo
governatore di bande di toldali colici-
tizii soccorre Marano 389. Obizzone " Esle ottiene le Marche Mi
Muzzana villa donala al Capitolo d'A- lanese e Genovese 173; e le appella
quileja 172; zioni della Marca di Verona 176.
Oli In-. (Chiesa di) il patronato itila
medesima ceduto al patriarca d'Aqui
lina e da chi 346.
Napoli (studio di) da chi istituito e Odelrico vescovo di Padova 62.
favorito 289. Oderzini (gli) come vennero chi matite.
Nicoletti Girardo spedito dai Trivigia- Oderzo, met della sua curia unne
ni in Friuli e perch 273. comprata quando e da chi 315; il
S. Nicol in Lido, presso Venezia sua dominio di esso tolto ai Cornimi
fondazione 37; Sergio suo abate 37. e dato alla comunit di Trivigi 317.
Nicol II pontefice depone l'antipapa Odolrico marchese dell' Istria, dona
Benedetto X 49 : rimette nel primo zione fattagli e da chi 50 ; Odelrico
suo uso in Roma l' elezione de pon duca e marchese di Corintia sua mor
tefici 49 ; inibisce la simonia e il te 55.
concubinato de' preti 49; sua con Odone de' duchi di Moravia, sua mo
ferma al monastero di S. Giulia di zione sulla Conica d' Istria e Cor
Brescia So ; muore 50. niola e contro a chi 303; cede e do
S. Nicolo di Levata 2-26. na ogni prelesa su d' essa al patriar
Nigrignano castello nell'Istria donato ca Aquilejese 303.
da Rantolfo digrignano atta Chiesa S. Odorico (tempio di) in Udine, opinio
Aquilejese 70, 73. ne su quando fu eretto e da chi 324;
Nobili del Friuli, varii rassegnano al concessione fattagli dal pontefice per
patriarca i feudi avuti 192; multi l' istituzione e di che 332; incertez
si danno al partito Trivigiano e ven za intorno all' anno di sua erezioni
gono uscritti a quella Nobilt 195; 352; tiene fatto l'arrocchia 353; ri
quali fecero lega con que' di Trivigi forma del suo Capitolo, e del qualt
rinunziando ogni obbligo verso il Berengario n' era proposito 391.
Patriarcato 260 ; minacciati e sco Onorio 11 pseudo pontefice 52.
municati dal papa 263, 264; il pa Onorio II pontefice 112; scomunica
triarca Pertoldo agisce fieramente Corrado di Seccia 114 ; approva re-
contro di essi 265; chiedono perdono lezione del re Lotario di Suplim-
e si sottomettono al patriarca 268; burga 114; sua morte 118.
269. Onorio III pontefice 243; incarica il
Nobilt in Friuli (la) torna ad au patriarca a" Aquilcja ad accomodare
mentare a' tempi di Popone patriar le vertenze per il fatto della Spintiti
ca 30; gradazione della medesima 23; toglie al Capitolo Aquilejestil
sotto i patriarchi e cenni su di essa diritto di elezione del proprio pa
2N7, 288, 289; gli viene abolito il triarca 249 ; sue lettere al medesima
mero e misto impero, ma ci non e su che 249 ; suo lirece ad oggetto
ebbe effetto 327. di tranquillare il Friuli 264; coni
Nobilt e la plebe, la lotta tra que mene di scomunicare i Vassalli iti
ste nelle cilt Italiane, quando co patriarca a" Aquilcja a chi e perch
minci a propagarti 197. 264; scioglie il giuramento dei Ca
Nomi dell'avo o purenii, uso di porgli stellani del Friuli fatto ai Tritigia-
a' nipoti quando 6. ni 265; ti s' intromette onde paci
Norinamii-l'ulgesi loro prima inva ficare i Friulani co' Trivigiani 26;
sione in Sicilia 44. sua morie 293.
^
427
Orbiti famiglia passa ad abitare in Ottocaro re di Boemia t' impossessa
Udine 79. dell' Austria, Corintia, Istria au
Orseolo II [Pietro) doge di Venezia sua striaca e di porzione del h'riuli 354.
morte e cenni intorno a lui 8. Ottone ili sua grande donazione fat
Orseolo Ottone succede nel Dogato Ve ta al patriarca d' Aquileja ed a chi
neziano, alcuni cenni su d' esso 8 ; anche 5; sua morte 6
iene deposto ed esiliato 25 ; richia Ottone duca di Carintia marchese di
malo dall'esilio 2<j ; muore 31. Verona e di Trivigi 6 ; guida le sol
Orseolo Domenico ti s' intrude ul Do datesche di Arrigo in Italia 6.
gato di Venezia, ma scaccialo 31 ; Ottone vescovo d' Ostia creato pontefi
sua morte 31. ce quul nome assume OS.
Orseolo Orso fatto patriarca di Gra Ottone vescovo di Uelluno fa lega con
do, chi si oppone alla sua elezione chi e contro a chi 150.
9 ; gli viene mossa lite presso il papa Ottone IV eletto e incoronato re 192;
e da chi 21 ; gli fu tolto Grado aa pretendente all' Impero le sue cost
Popone patriarca e lo saccheggia 21, peggiorano in Germania 198; sua ele
22 ; cacciato dalla Sede da chi e per zione confermata dal papa 198; pau
ch 25; gli confermalo il Patriar sa in Inghilterra a chiedere soccorso
cato 28; assume il governo del Do 212; t'iene eletto imperatore 218 ,
gato di Venezia 29; rinunzia allo 219 ; tratta il patriarca a" Aquileja
stesso e perch 31 ; insta a Roma come gli fosse a padre 222; e lo fa
onde la Chiesa Gradese torni Metro suo Legalo e vicario in Italia 222;
politana ed ottiene 38; muore 39. sua a ni pia e interessante conferma
Ortimburgo (conti di) Federigo ed Er rilasciala al patriarca Aquilejese e
manno coadiuvano alt' erezione del Italia a" oro alla sua Chiesa 223 ,
convento di S. Domenico in Civida- 224 ; spedisce questo patriarca in
le del Friuli 214; Ermannm feuda Italia qual suo Legato e perch 'ili';
tario Aquilejese, sue vertenze col conferma allo itesso il Ducato del
conte di Sterimbcrgo e per guai ra Friuli ed altro *222'; sue nozze e con
gione 324; ti pacifica con esso a chi 'Hi'; cala in Unita e lo si in
mezzo di chi 325. corona a re e a imperatore 225 ;
Orione (castello e famiglia d') cenni passa in Putgia a quale oggetto 226;
*224'; Corradino canonico delta Villa viene scomunicato 226; gli si solleva
del Friuli "224*; Enrico rassegna un Germania, e vi ritorna col e suoi
manso al patriarca Volfero 247; Gia falli 227 ; dichiarali que' principi
como marchese neli Istria e suoi per Federigo II, egli abbandonato,
fatti col 318 ; Enrico vescovo di Pe- viene negletto per vuri anni 228; sua
dena nell' Istria 370. morte ibi.
Osiaco [Lago di , la donazione dei luo Ottone canonico di S. Felice prende
ghi di esso alla Chiesa Aquittjese 149; danaro a prestanza e per chi 314.
confermata e da chi 3o4. Olino,- Decano del Capitolo di Civi-
Osooo (t'one/o di) 297; fa pace e con date 233.
chi 388; tiene investilo del castello Ottone di Gem.ma investito del Lago
vecchio di Osopo 392. di Cavacio 227 ; sua permuta per
Ospitale sulla strada d' Aquileja cenni questo 227.
226; conferma ad esso [aita delta Olione preponilo di S Odorici) 893, 297.
donazione di Vulfero 306; nuoci cen Odone de' marcheni di Moravia eletto
ni sul medesimo 360. canonico d' Aquileja e. perch 336;
Ottaviano antipapa 144; suo scisma invitalo, ininn cui patriarca d' Aqui
145 ; fa la traslazione e di quul San leja a vili ggiiin e in qual iUogoiio.
to 149 ; muore 149.
Olile.i quale il suo slato intorno al
mille ~.
Otto da Randello. Vedi Mondello Olio Pace di Costanza (In) quando ebbe luo-
(ili). i'i e cenni su d'issa 171; pace gt
428
nerale ira le Citt Lombarde da chi Parenlini li) vengono pacificati tra loro
e dure fu trattata 316; pace tra dal patriarca a" Aquiteja 308; e col
Friulani e Trivigiani conchiusa a toro vescovo 354.
mezzo di chi e condizioni della me Parlamento del Friuli cenni intorno
desima 268, 272, 273. ad esso 12, a 19, 36; sue convoca
Padova (Universit di) suoi principii zioni e pertrattazioni 215, 217, 233,
230; Padova presa da Ezzellino da 248, 263, 266, 307, 338, 346, 368, 374;
fomano 322 ; per conto di chi 324. legge del suo Consiglio sulle" Hegaln
Padovani spedili contro a' Trivigiani del principe 'J28 ; scrive al patriar
186; addivengono ad una sentenza ca in Tivoli riguardo ai Trivigiani
compromissoria con essi, ma non e nuovi loro danneggiamenti in Fm-
ottengono risultato 188 ; sostengono li 279 ; manda in Germania il ve
il vescovo di Belluno lui ; fanno le scovo di Pota e a qual oggetto i5;
ga co' Friulani, e patti delta mede il suo Consiglio spedisce ambascia
sima 266, 267; inviano truppe sotto tore in Puglia ad offrire cippojoio
Castelfranco e perch 267; cercano ed a chi 289; manda armati in so
dissuadere i Trivigiani dall' oppri stegno dei Padovani 318 ; i suoi ora
mere chi 298; chiedono ajuto al tori si dice essersi portati ad incon
patriarca a" Aquiteja e ad Azzo. d'E trare l' imperatore e in qual luogo
tte e marciano contro a chi 298; 324 ; incarica il vescovo di Concor
ujulano i Corninosi 317; si pacifi dia ed alcuni prelati di recarsi al
cano coi Trivigiani 319 ; varii di Concilio di Lione 351.
essi mandati prigioni in Friuli 326; Parma assediata da Federigo 1/359;
uh imi nomi di questi 329 ; al co si libera con un memorabile fatto
mune di Padova viene donata la Cit 360.
t di Irivigi e perch 330. Pascolo ne' boschi, viene bandito il pa
Palagi regi in Italia ove erano fab scolo nella Selva de' Colli di Genui
bricati 22. na 277.
Palle incendiarie quando usavansi 63. Pasquale II pontefice 75 ; sue difftrenre
S. Pancrazio (Chiesa di) in Uratz cen col re Arrigo V da cui fatto pri
sita all' abate della Beligna, diffe gione 91, 92; liberato lo incorona
renze tra il suo arcidiacono e que- a imperatore e suo accordo sulle in
sl' abate 160; confermata dal papa vestiture ecclesiastiche con quel Mo
al liellignese 174. narca 92; parte da Roma per la
Pungrazio (Federigo da S.) generale di venula dell' imperatore 89 ; sua mor
chi, e suoi fatti contro il Patriar te 100
cato Aquilejese 186. Pasquale III antipapa 149; muori
Panigai (signori di] cenni 263: Fal- 155.
conio viene investito di villa Chions Palei ini Eretici, editti contro di loro
263. 306.
Papato Iti) desiderio di possederlo quan l'ali bucalo Aquilejese diviene Stato
do, e mezzi che ridoperavansi a rin sovrano 26, 59 ; suoi confini asse
contro de' tempi anteriori 51. gnatigli e da chi 45 ; quando tocc
Papi (elezione e consacrazione dei) as il maggior suo apice 67 ; onjioV-
soggettata ad approvazione imperia rato e perch 71 ; danneggialo del
le quando e da chi 42; qual ponte conte di Gorizia netl' esercizio d
fice la ritorn nella sua antica con stin a evoca zia 133; invaso ne' tuoi
suetudine 49 ; e quale nella sua pri confini da' Trivigiani 186, 187; or
miera libert 50 ; e Ai fu il primo dine riguardo a disposizione del Cen
tra i papi che conserv il suo Ve so Aquilejese ^per testamento 307;
scovato fin che visse 46 ; e quale il travagliato al di fuori e perche 315;
primo che si servi dell' Era volgare donazioni fattegli 344, 372.
nelle sue Bolle 46. Pali Kiichi d Aquiteja fatti padroni t
Paquara, quivi fu trattata la pace del sovrani nel loro Stato 26; ptretn-
le Citt Lombarde e da chi 316. anno alla sovranit del Friuli W ;
429
come prendevano il possesso spiritua 197; appianate le cose coi conti di
le e temporale del Patriarcato 207 ; Gorizia, muove contro Pordenone
aumentano in grandezza pel decadi 198; sua lega con Venezia e ne di
mento de' loro feudatari 293 ; ren viene cittadino di quella Citt 199;
dono fatti principi dell'impero 314. sua pace coi conti di Gorizia 200 ;
Patrizi Stefano generale de' Greci vie fa prestanza di danari 202; chiama
ne spedito in Italia 34. i conti Goriziani a stabilire sui
Pedena e Pisino Citt dell'Istria dona redditi dell' avvocazia Aquilejese 202;
te al patriarca d" Aquileja e da chi 9; si trova presente iti Gemona al ma
al vescovo di Pedena, Wernardo, tie trimonio di Azzo a" Ente 205 ; fu egli
ne data la Pieve di Linth, da chi e che rislaur e fere doni preziosi al
perch 378. la Chiesa di Cividale 205, 200; sua
Pelizza Dietrico difende Sacile dai morte 205.
Trevigiani 2d6; Percinico trilla di) donata ed a chi,
Pellegrino I patriarca d' Aquileja cen e conferma di questa donazione 312.
ni intorno a lui 118; conferme ch'e Perdono come lo si chiedeva da nubili
gli ottenne 122, 123 : fonda il mo ribelli, e come dagl' ignobili 5.
nastero di Si/tic 125; sua donazione Pertenstain castello donato alla chie
ed a chi riti; approvazione da lui sa d' Aquileja e da chi 157.
data a cessione d' aveocazia 129; Pertica (di) luccicher, Egidio, Cor
conferma da esso rilasciala 130; dif rado * Veciglio faltt consiglieri del
ferenze da lui composte 130, 145; fa patriarca 230 ; Corrado canonico di
consacrazione di Chiesa 1 30 ; ospita Cividale 233 ; Corraducio di Corra
il re Corrado III, e io accompagna do Uoiano viene fallo cavaliere 319;
a Gemono 133; esenzione di mula Gsia Abbadessa i S. Maria invalle
accordala ai rustici e di quale Abba delta Citt </' Austria 353.
zia 134; viene fatto prigione e da Perlislagno u Parlislagno (Erbordo di)
chi 134; ito accordo col conte di fallo cavaliere e da chi, 210.
Gorizia 134; accompagna in lioma Pertoldo Decano della Chiesa di Ci
l' imperatore e a qual oggetto 140 ; vidale 183.
ttKerriene alla dieta di Itatisbona Pertoldo o Bertoldo patriarca a" A-
140 ; concessione avuta 143; trovasi quileja 304; cenni su lui 249, 252;
all'assedio di Crema 144; e i Cre- prende possesso del Patriarcato 252;
tnaschi si rivolgono al suo appoggio sue donazioni e concessioni 253, 284,
144 ; interi-iene al Conciliabolo di 290, 317, 354, 355, 363, 365, 3lici,
Lodi 145; concessione da lui fatta 372; suoi fatti coi Trivigiani 255,
alla Chiesa di Cividale 14G ; sua 265, 268, 272, 279, 299, 326; in/re
morte 147. na te lotte pel matrimonio di Gi
Pellegrino Preposilo della Chiesa di nevra di Strasoldo 259; rilascia in
Cicidale rassegna le decime di Zop- vestiture di feudi 259, 283, 285, 291,
polano 175 ; si unisce a stabilire per 299, 304, 364 ; convoca Concilio Pro
la fabbrica di detta Chiesa 1S3; ri vinciale 264 ; agisce contro i ribelli
ceve la V'odia di alquante marche e collegali co' Trivigiani 265; gli per
da chi 183 ; fa compra di beni 183. dona 268; sue leghe 266, 279, 364;
Pellegrino arcidiacono d' Aquileja sue lo si dice ascritto alla nobilt Vi
differenze per varie Pievi e con chi, ziami, fa tregua e con chi 268 ; ac
ma vengono composte 182. compagna a Roma l' imperatore e
Pellegrino II patriarca d' Aquileja cen sua grandezza col 269, 301 ; ordi
ni su lui 1 su ; conferma da lui fat na il Catastro de' feudi 272 ; e isti
ta 189 ; passa in Sicilia e che vi tuisce i giudici de' medesimi 334 ;
ottiene dall' imperatore 189; Bolla sua lite 274 ; assiste ad esequie e ve
del papa a suo favore 192; sua al ne ordina 274, 290, 315, 3\; chiama
leanza co' Veneziani 193, luti." dan in Friuli il taumaturgo di Padova
neggia i Trivigiani e perch 196; 275 ; visita i suoi feudatarj della
differenza da lui composta e tra chi Corniola 276; suoi viaggi 269, 276,
430
279, 301, 312, 315, 326, 327, 32, ii porta a Roma e con. thi 27 ; in
351 ; ospita personaggi in Aquileja di a Tivoli 279.
276, 311, presta danaro 276, u pa Pertoldo duca di Corintia feudatario
ci e procurate pacificazioni 299, 3U1, del Patriarcato d' Aquileja, serve co
308, 325, 328, 331, 332, 348, 352, me scalco -il patriarca Aquilejest,
360; sue conferme 278, 299, 32o, 343, dove e in qual occasione 347.
363, 366, 369 ; aggiunge Prebendarii Peste nel vecchio continente, suo svi
al Capitolo d'Aquileja 282 ; teda tu luppo, sua durala 190; gravissima
multo 282, 283; funi accordi con in Friuli 276, 344.
altri 283, 292, 345, 346; pone freno Piacenza cede e si assoggetta a Fede
ad Amelrico di Rumberch 284; ti rigo I imperatore e condizioni im
aggiunge il titolo di preposilo di postole 148.
Cividale 287; regola i soldati di Pietro di Alberto d' Aldigerio Messo
confine 290, 364; e ne aumenta il Imperiale sentenzia a favore dell' Ab
numero 364; acquista beni 291; sue bazia di Sesto 183.
vertenze 293, 294, 322 ; sua scarsez Pietro da Verona (detto S. Pietro Mar
za di danaro, richiesta prestanza e tire) predica nelle piazze contro gli
restituzione 297, 305, 308, 314, 308; Eretici 316.
riceve monitorio dal papa 299; ri S. Pietro cappella vicino alla porta di
para a disordini di monaci 300, 301; borgo Urt ssana in Cividale questio
suoi fatti netl' Istria 309, 312, 315, ne per la medesima tra chi, vieni
318, 327, 331, 337; si occupa intar composta 229.
lili all' ingrandimento di Ldine 305, S. Pietro e Riagio Chiesa in Cividale
322, 330, 331,352, 3<i0 ; ottiene con il giuspatronato della stessa a chi
ferma di privilegi 311, 314; istitui viene confermalo 82.
sce anniversario e per chi 311 ; la Pietro vescovo di Concordia mandalo
scia altro soggetto al governo dello dal patriarca d' Aquileja suo amba
Stato in sua assenza 312; fallo sciatore ed a chi 211 ; tiene fallo
principe dell'Impero 314; segue la vicedomino del patriarcato Aquile-
parte dell' imperatore e conseguenze jese 211.
di ci 315, 327, 329, 335; sue sen Pietro vicedomino e procuratore iti
tenze 318, 368; ordina cavalieri 319; monastero d' Aquileja ottiene per il
suoi fatti nella Stiria 322 ; conces medesimo il godimento ielle decimi
sioni ottenute 229, 338, 352 ; fabbrica d' Isola 337.
e ristaura Chiese 331, 333; riattiva Pietro II abate di Sesto passa a reg
privilegio a favore del Capitolo Ci- gere il monastero di S. Zenone di
vidalese 336 ; convoca il parlamento Verona 380.
338, 346, 368; suo editto riguardo Pincerna, carica sotto il Patriarcato
alte spese del ristauro di Aquileja Aquilejese 302.
340 ; passa a villeggiare e in qual Pino Pietro vescovo di castello di Ve
luogo 340 ; minaccia i signori di nezia, suo incarico per la scomunia
Sacite e perch 342; sua presa di del patriarca Pertoldo 333.
possesso 344 ; amplifica l' Asliludio Piolis terra donala al monastero d'i-
di Cividale 347 ; ripara le strade ijuileja da chi e perch 356.
347 ; interviene al Concilio di Lione Piovegbi che cosa erano 247.
351 ; suoi fotti contro Ezzcllino 347, Piraiifsi ioro conflitto co' tiuslino-
348, 363, 364; stabilisce modo d' av polilani 307 ; rendono pacificati e
viso (specie di telegrafo) contro a' da chi 307.
nemici 364 ; d nuove regole a' sa Pisa tutta Guelfa batte i Genovesi 336.
cerdoti 366 ; gli viene data l' Abba Pigino; Vedi Pedenn.
ivi di Sesto 367 ; sua vendila 308 ; Placito generale in Verona tenuta dal
sua cessione 370 ; sua morte 372. l' imperatore e che vi si traili) H-
Perloldo duca di Moravia viene in Placito Sinodale 106.
Aquileja e a qual oggetto 276; ottiene Plateatico 44.
prestanza di danaro e da chi 276; Plebe e nobilt, quando vi si propago
43:{
Principato in Citt libere, chi fu il Rainoldi famiglia 3oo.
primo ad acquistarlo, per quanto Rambaldo conte di Trivigi, aggiudi
sappiasi 217. cato tra esso ed i monaci di S. pe
Propeto o Porpeto (Artuico e F . . . di) nane di Verona 21.
fanno tega in unione ad altri co' Regalie, o regie prerogative che cosa
l'adovani e col patriarca contro a erano 142; quando e dove fu definito
chi 272; Propeto [castello di). Vedi appartenere al sovrano 142; legge
Castello Signori [di). La chiesiuola feudale in Friuli sulle Regalie del
di questo castello viene ampliata e principe 228.
migliorata 359. Reliquie di Santi in Aiuileja 30; quan
Pu reardo fatto avvocalo della Chiesa do accostumatasi da' Cristiani a
d'Aquileja 78; ebbe a moglie Acica rapir Reliquie 72.
ed a figlia Matilde 80; egli era mar Rendile annuali del Patriarcato d'A
chese 140. quileja 257, 258.
Reti, queste adoperavansi nell'assedio
delle Citt 78.
Ribelli come presentavansi a chiedere
Quinto (Pieve di) concessa all'abate di pordono 5.
Sumaga 220. Ribisina famiglia, cenni 102.
Quirioi Leonardo patriarca di Grado Ricardo re d'Inghilterra, qualche cen
303. no intorno a lui 1S5; approda in
S. Quirino [Chiesa di] presso Cormons, Ai] ni Irja 185.
pace trattata in essa e tra chi 200 Ricevute, contratti od altro, qual for
201. mula inscrivasi m essi riguardo atta
S. Quirino [Chiesa o cappella di) in moneta 293.
Udine, esentata dalla giurisdizione Ricben/a moglie a Lotario HI inco
della Pieve Udinese 439; [ivi abita ronala a regina di Germania e d'I
vano le Conversa) 439. talia 121.
Riebiero abate della Beligna sue dif
ferenze coli' arcidiacono della Sau-
nia 160.
Ragngna (Corrado di) canonico di Ci- Riciardo conte di S. Bonifazio suoi
rullile 233; Siurido, i suoi eredi ma fatti di guerra 342; suo figlio preso
schi e femmine vengono dati al duca da Ezzcllino 342.
d'Austria e con qual diritto su d'essi Ridolfo duca di Svevia eletto a re di
247; Almerico di Candido ottiene il Germania 58; sue guerre e passi del
castello di S. Vito e gli sono dati papa contro di lui 62; viene dichia
a godere i censi Patriarcali oltre rato re legittimo 63; suo morte e
ragliamento 365; t" consorti (di) ac conseguenze di essa 63.
quistano il castello e villaggio di Rinaldo da Cremona, frate, predica
Toppo e di Traneb 269 270; Brisa nelle piazze contro gli Eretici 316.
284, 292; Vecelo cede gran numero di Rivis, o Ripis (Pieve di) donata al
beni feudali ed a chi 379; il castello Capitolo d'Aquileja 172; awocazia e
(di) posseduto dai duchi d' Austria giurisdizione (di) contesa per la me
278; Ha gogna famiglia (di) cenni su desima e tra chi 296.
d'essa 336. Rivolto (l' awocazia su d'alcuni abi
Raifim berso Enrico riceve da', suoi tatori di) a chi spettava 313.
vassalli la nota de' feudi 379. Ri/./.arilo pievano di Fagagna tradi
Raimondo conte di Tolosa conduttore tore come viene punito 368.
di Crociati 74. Roberto re di Francia, a questo e a
Rainardo preposto di S. Pietro in suo figlio venne offerta la corona d'I
Carnia tradisce il castello di Faga- talia 23.
gna, e come viene punito 368. Roberto Guiscardo duca di Puglia 64.
Rainerii Jacopo incestilo di che e verso Rod . . . abate di Sesto 135.
quale contribuzione 328. Rodolfo abate di Rosazzo 157.
30
434
Homann del fu Pellegrino di legge Lon manno ed Andrea (di) minacciati da
gobarda, sua donazione ad Emma chi e su che 342.
di Meli 113. Saladino toglie a' Cristiani Gerusa
Roncaglia (sui prati di) alla venuta lemme 177.
di n mirti re il' Italia tenecasi grande Salcano. Vedi Siligano.
riunione e perch 123; (Dieta di) Salerno u scuota medica molto ac
quitta defin sulle Regie prerogative creditata 136.
142. Salinguerra capo della fazione Ghi
Ronco (conti di} loro differenze coi ca bellina in Ferrara 191.
nonici di Verona sedate e da chi 130. Salvore, battaglia quivi seguita e tra
Ronchi (villaggio di) oltre V Isonzo, chi 164.
alcune sue terre donate per il man Sangue, Latronc, Garito 260.
tenimento dei" sei Prebendarii del Saponario Giovanni fatto patriarca di
Capitolo d'Aquileja 282. Grado 72; sua morte 103.-
Ronconi famiglia passa ad abitare in Sarmati o Tartari malmenano la Cor
Udine 334; cenni su d' essa 334. niola ed altri luoghi, minacciano
Ronzina, alcuni mansi di questo ter d' irrompere a danni del Friuli 342.
ritorio dati dal patriarca in usu Sassoni fi) danno principio alla ri
frutto indi in propriet ed a chi 284. volta contro Arrigo IV 56; in unio
Rusazzo (Abbazia di) discordanza de' ne ad altri principi eleggono altro
storici nostri sulla sua fondazione re di Germania 64.
61; il patriarca Vodolrico I la be Sassonia (casa di) suo fine 23.
nefica grandemente 67 ; grandiosa Saleraberg Glizoio, promessa a lui
donazione fattale e da chi 71; ed fatta di rifusione di danni 358,359.
altra ancora 72; beni in Tricesimo Sattimberg castello da chi posseduto
donatigli e da chi 127; il patriarca 231.
Tolfero gli dona una Selva 233; Svorgnano famiglia eenni 320 ; Ro
permuta alcune terre col Capitolo dolfo e Corrado investili del Castello
d'Aquileja 285; ottiene conferma dal antichissimo di Suvorgnano 392.
papa Innocenzo l V che la prende, an Sbrogliavacca, alcuni casali vicini ai
che sotto immediata protezione delta essa incendiati e da chi 319 ; (Uri
Sede Apostolica 351; suoi abati Ar- no di) danneggia il Friuli in unione
niso 126; Rodolfo 157; Valco 171; a chi 363 ; cenni intorno a questa
Manfredo 184; Leonardo 233, 318. famiglia 363 ; Ulvno spogliato dt
Rovinilo castello donalo alla Chiesa suoi feudi perch fellone 364 ; Sbro
d'Aquileja 79. gliavacca presa da Alberigo da Ro
RuggtM'io di Milano investito dei beni mano 374 ; ripresa dai Friulati
di Varnero d'Artegna e con qual con 374, 375 ; Ulvino riconosciuto felle-
dizione 389. ne 375 ; Sbrogliavacca restituita a
Rumbercu castello nella bassa Giapi- suoi consorti 375.
diii 284; (Amelrico di) viene frenato Sbruglio famiglia, cenni 102.
da Per tolda patriarca d'Aquileja 284. Scienze loro stato in Italia nei secoli
XI, XII, 41 ; e nel principio dtl
XIII, 209.
Scisma prodotto dalV eler.ione dell'an
Snelle alcuni cenni su d" esso 244 ; as tipapa Clemcnle III quanto dur
salito da' Tricigiani e da chi difeso 63; suo fine 103; e quello d'Anacleto
266; lascialo libero dai medesimi e antipapa 118, 126; suo fine 128.
perch 267 ; minacciato di danni dai Sconbenberg (Eberardo di) 203
suoi abitatori per partiti fra loro, Scrilacb villa, questa co' suoi beni
ma vennero sedati e da chi 2S2, 283; viene donata ed a chi 52.
Corrado ed Enrico (di) vengono in Sruclario Waltero investito dal pa
vestili e di che 325 ; privilegi con triarca verso singolare contribu
cessi alla sua Chiesa di S. Nicol zione 299.
dal patriarca d' Aquileja 366 ; Er Scuole nel secolo XI, 67.
435
Secolo XI, cangiamenti in esso avve su lui 54; legato della S. Sede in
nuti 5.- terviene alta dieta di Triburia 58 ;
Sede Patriarcale d' Aquileja quando innalzato all' essere di Sovrano con
trasferita in Udine 323. donazione fattagli di che e da chi
Sede cacante dopo la morte del pa 59 ; ospita il re Arrigo in Aquileja
triarca Pertotdo 373. 60 ; seguendo il di lui partito si
Sedeano, alcuni Feudatari " obbliga porta con armati in suo soccorso
no di fortificare questo luogo 370. 6o; giunge in Hatisbona e muore 61.
Sedia del patriarca d' Aquileja ai Con Sigelvdo arcivescovo di Magonza con
cita de' papi, cenno su d'essa 351. sacra Ermanno di Lucemburgo a re
Selva grandiosa in Friuli data al'o- di Germania 64.
pone patriarca 28. Sigifredo vescovo di Ceneda investe a
Sereno abate di Sesto 284. Vecelletto di Prata la Torre di Ce
Sergio IV pontefice 8; sua morte 9. neda 170.
Sergio almle di S. Nicol in Lido Sigillo grande del principato Aquile-
presso Venezia 37. jese 253.
Scrravalle, Chiesa di S. Giustina (di) Siliganu castello (o Solcano) donato a
ceduta ed a chi liuti. Giovanni patriarca d'Aquileja i.
Servi (vendita dei) usata in Friuli, Silvestro li papa sua morte e qualche
come facevasi 69, 70. cenno su lui 6.
Servili, quesV ordine quando e dove Silvestro III papa 38; viene deposto 40.
ebbe origine 317. Silvestro IV antipapa 76.
Sesto [Abbazia di) donazione fattale 8; Silvio Domenico doge di Venezia 55;
sentenza a suo favore e contro a chi fa assegno di beni alla Chiesa di
140; altra contro Ezzellino 183, Grado 57 ; viene deposto 65.
184; richiesta del suo abate ad og Sinodo Provinciale in Aquileja convo
getto che non abbia il conte di Go calo dui patriarca Giovanni IV 10;
rizia a tener Placiti nei luoghi altro tenuto dal patriarca Volfero
dell'Abbazia, meno in Bannia e Grua- 242; come pure lo tenne prima di
no 272; sentenza a favore del suo questo il patriarca Gotofredo 187;
abate pronunziala e da chi 279, 310; altro convocato dal patriarca Per-
lo stesso si accorda col patriarca toldo 264.
sull' Avvocazia di Azzanello 283 ; Sinodo di Pavia 39, 40; Sinodo sc
mala condotta de' suoi Monaci in emalo di Sutri 49.
frenata e da chi 300 ; con/erma ac S. Siro castello ncll' Istria donato alla
cordatale dal papa 321 ; 322 ; que Chiesa Aquilejese 79.
rela di alcuni Monaci contro Er Sylic monastero nella Corniola fon
manno suo abate 335 ; sentenza dei dalo da chi 125; a questo viene
pari della sua Curia e su che 338 ; confermata %la donazione fattagli
quest'Abbazia viene tolta al suo abate dal duca di Corintia 369
e data al patriarca d' Aquileja sino Sofia ubbadessa del monastero di S.
a nuovo ordine 367 ; il suo abate Maria in Valle della Citt d'Austria
Pietro II passa a reggere il mona 212, 229, 290; cedette l' Avvocazia del
stero di S. Zeno di Verona 380 ; villaggio di Prepot ed a chi 319.
suoi abati Eraldo 8 ; Benedetto SolTunibergo Matteo suo lascito perla
26; Rod .... 135; Giovanni 140; fabbrica della Chiesa di Cividale
Martino 163 ; Goti)'redo 164 ; Cor 27 ; Castello (e famiglia di) cenni
rado 229; Stefano 272; Sereno 284 ? 295, 337; suoi possessi in Cividale
Leonardo 284; Ar manno (o Erman 334; Mattia e Variendo 334; gli abi
no) 290, 354, 359 ; Stefano II 307; tatori di questo castello terminano
Pietro II 380. sontuosa fabbrica e in qual luogo
Sifredo arcivescovo di Magonza inco 337.
rona a re di Germania Federico II Sminili- castello cenni 391 ; Pertoldo
236. de' nobili (di) 391.
Sigeardo patriarca d'Aquileja, cenni Sorpenber Matteo e Variendo fanno
3(>
cessione di casa in Cividale verso legalo Pontificio, restituzione i
un annuo contribuzione 171; Ir- beni da lui procurala ed a chi 372.
mingarda di Sorpenberch fa rasse Stefano IX pontefice 48; sua morie 48;
gna di feudi al patriarca 192. si crede procurasse di porre la co
Sovranit de' patriarchi e Chiesa A- rona d'Italia sul capo di chi 48.
quilejese quando, e da chi data Stefano abate di Sesto sua richiesta
26, 59. riguardo a Placiti d" Avvocazia ne'
Speilalieri (ordine dei) cenni 94. luoghi dell' Abbazia che faceansi dal
Spilimbergo e Zuccaia, Giovanni e conte Goriziano 272..
Volframo Idi) fatti consiglieri del Stefano II abate di Sesto 307.
patriarca 230; Spilimbergo signori Stemma del Patriarcato e Citt ~ A
(di) cenni intorno ad essi 341 ; Val- quileja 253.
terpertoldo suo dono del Morghen- Slemmi. Vedi Insegne ecc.
gab alla propria moglie 342; Vecilio Steri m bergo (Forttco conte di) feuda
capitano di Castelfranco perde quel tario Aquilejese imprigionato e da
castello e viene fatto prigione 348. chi 324 ; fa pace col conte di Orda-
Spinella divertimento o spettacolo {del burgo a mezzo del patriarca 325;
la) sul Trevigiano e sue conseguenze sua donazione al patriarcato e ras
234 ; il patriarca d'Aquileja incari segna al patriarca e di che 344.
cato ad accomodare gl'insorti par Strade delle merci germaniche in Friu
titi riguardo al medesimo 243. li fatte riparare 347.
Spirilo Santo ordine dello) da chi isti Slrasoldo Recindo Crociato in Terra-
tuito 230. santa suoi fatti e sua morte col
S. Spirito C'Alesa ed ospitale di) in Ge 179; ilrtutco qualche cenno tnioriw
mono cenni su desso 230. a lui 258 ; ordine che ricevono i
Spoglie einfe in guerra, costume di Slrasoldo su che e da chi 265; Enri
consacrare a Dio una parte di esse co viene nominato dall' imperatori
298. libero e franco del Friuli 276; Gi
Srengi villa nell' Istria donata alla nevra (di^ suo matrimonio, e gran
Chiesa Aquilejese 50. conseguenze eh' esso cagiona in Friu
Stato Aquilejese (lo) sotto a' patriar li 249, 258, 259.
chi quando tocc il maggior apice Studii sacri in Italia nel secolo il
67, 70. 71. 75. .
Stalliti del Capitolo d'Aquiltja cenni Suarzmanno della Curia vecchia
380; quando eoficro vita o riforma Cormons e sua moglie fanno vendita
391, 392; quelli delle Citt quan di terreno in Iamnic 388.
do furono ridotti in carpo e for Siidri {Enrico di) ottiene il dominio
manti compilazioni di Statuti 171. di met del villaggio di Cossegliano
S. Stefano (Capitolo di) in Cividale, e da chi 274 ; cenni intorno al ca
donazione fattagli 11 ; (Chiesa di) stello e famiglia (di) 274; Corrala
in Cividale sua situazione e cenno iene fatto cavaliere 319.
sulla Prepositura e canonici di essa Sucincbero q. Miles della Citt d'Au
112; questa l'repositura viene sop stria avendo a passare in Tenutati-
pressa 384 a 387; donazione al Pre- ta fa testamento 229; ft'ene fallo
posito e canonici della medesima 182. consigliere del patriarca 230.
S. Stefano (Basilica di) in Aquileja Suffragatici (i) della Chiesa d' Aqutkp
riedificala e dotata 52 ; alla sua nei XI secolo quali erano 30. Fedi
prepositura vi si fu conferma della anche a pag. 255.
donazione avuta 2-25; al suo Prevo Suidgero eescoro di Bamberga vieni
sto fu venduta l' Avvocazia di che creato pontefice 40.
villaggi 335; apparteneva essa al Su maga, (all' abate di) viene concessa
l' Ordine di S. Agostino 338; G.... la Pieve di Quinto 226 ; Richiero fu
suo Preposilo riceve dal p<ipa appro Abate di Sumaga 22(i.
vazione di sentenza e contro a chi Superstizioni' in Friuli nelle ftriont
371; Giovanni Preponilo suddetto de rustiche '264.
437
Susa Citt incendiata dall' imperatore Togliano (Bunino e comune di) ven
e perch 162. gono investiti e di che 300.
Svevia (Casa di) comincia il suo lun Tolminesi (costumi dei) 332.
go regnare 128; quando precipit Tolmino te sue decime del Lino date
371. al Capitolo di Cividale 317; cenni
intorno al castello (di) 331; contese
de' nobili che aveanlo in custodia e
con chi 331 ; sedate dal patriarca
Tancredi re di Sicilia in guerra con 331.
tro chi 181; tua morte 188. Tommaso preposito della Chiesa di
Tartari. Vedi Sarmali. Cividale ottiene terreno per la me
Tebaldo rescovo di Verona inviato da desima 150.
quella Citt all' imperatore e perch Toppo Pandolfo ed Alberto (di) vendi
140. ta da essi fatta ai loro Contorti di
Tempii o Chiese magnifiche si fabbri Hagogna 26 ; Pandolfo si sposa ed
cano in Italia nel A'i secolo 75. a chi 271; cenni intorno al castello
Tempio d' Aquileja e sua Torre eretta e famiglia Idi) 269, 270.
quando e da chi 27 ; sua consacra Torre (delia; Guatando podest di Tri-
zione 30. vigi; 300; Pagano protegge la riti
Teologia (Scolastica la) dece assai agli rata de' Milanesi contro l' Impera
scritti di chi 88. tore 326; eletto dagli stessi a loro
Terenziano (villa di) sua avvocazia protettore contro a' Nobili 333.
venduta 335. Torri nelle Citt d' Italia, quando
Termino tuo. Vedi generali termino principiarono ad essere erette dai
suo. privati 31; che indizio era (' eri
Terrasanta, pellegrinaggi de' Cristiani gerle e possederle 31; le pi belle
alla medesima, quando numerosi e d'Italia quando furono innalzate 75.
frequenti 44; i Friulani portandosi Tulliani, Pagano della Torre. Vedi
in essa usavano far testamento 229; Torre della. Questa Casa de' Tor
l" impresa sulla medesima viene in ri uni ottenne per qualche tempo il
ceppata 286. , supremo dominio di Milano 326;
Terralico che cosa era 4*. suo primo passo per arrivare al me
Terremoto grave in Italia e Germa desimo 333.
nia e terrore che infonde 99; altro Toscane Famiglie, molle di esse ven
orribile in Italia e pi che altrove gono in Friuli 212.
in Friuli 281. Traneb villaggio acquistato e da chi
Territorio fra Piave e Licenza confer 269, 270.
mato al patriarca d' Aquileja 32. Tregua di Dio, cenni sulla medesi
Tesoro della Chiesa di Grado traspor ma 31.
tato in Aquileja e da chi 22. Treven castello donato alla Chiesa di
Tiepolo Giacomo patriarca di Grado Aquileja 148; conferma di questa do
293 ; sua morte 303. nazione 304.
Tiepolo Jacopo doge di Venezia 300 ; Tribuaria {Dieta tenuta in) 58.
rinunzia al Dogato 366 ; sua morte Tricano (Ropretto di) sua convenzione
366. pel possesso di Venzone e pertinenze
Tiepolo /'tetro podest di Milano vie e con chi 231; Pertoldo contende col
ne fatto morire e da chi 330. Capitolo d' Aquileja e perch 296; fa
Tiepolo Andrea sfascia le mura di Po- libera la Cortina vicino alla Chiesa
la e multa quella Citt 344; di nuo di S. Mauro d'Arcano e v' istituisce
vo contro la stessa e la rovina ed un mercato col 328; (W . . . e fra
abbrucia 344. telli di); fra questi e Glizojo e fra
Tirolo (ti) possa ai conti di Gorizia 388. telli di Mels, viene proferita sen
Tiven castello donato alla Chiesa di tenza sui loro diritti in Venzone
Aquileja 148; conferma di questa 359; cenni su questa famiglia. [Vedi
donazione 304. Arcano famiglia di).
438
Trieesimo {castello di) cenni 382; viene si accampano presso Sacile, ma bat
tradito e da chi 381 382; In si ri tuti sono costretti alla fuga 251;
prende dai Patriarcali 38-2; (Vili ino vengono scomunicati dal papa 255;
e Vicardo di) loro rassegna di feudi depredano i territorii di Belluno e
e a chi vennero investili 392. Feltre 263; Breve del papa contro
Trieesimo (Witemaro pievano di). Vedi di loro 264; fanno lega co' Veneziani
Witemaro. ed assalgono Sacile 265; tetano l'ai-
Trieste (Vescovato di/ donato alla Chie sedio di quella terra e perch 267;
sa d'Aquileja 64; fu deciso a favore loro pace co' Friulani 268; che min
di quel Capitolo sulla vertenza col mantengono 272; impulsati dal pa
patriarca d'Aquileja riguardo alla triarca e su che 272; patii nuora-
nomina del vescovo 185. mente tra essi e i Friulani per pace
Trieste quando diggi pagaia tributo tra loro 273; rompono i medesimi
alla Repubblica Veneta 205; il suo e di nuovo danneggiano il Friuli
Comune indotto a rimettere ad ar 279; vengono minacciati dal duca
bitri la conlesa per confini con Ugo d'Austria e perch 280; possesso di
di Duino 284; vendila falla dal tuo giurisdizioni a loro dato dal doge
vescovo 333; alla sua cattedrale ven di Venezia 286; occupano Belluno t
gono restituiti dei beni e da chi 372; Feltre 298; attaccati e da chi, re
(il vescovo e Capitolo di) fanno ven stituiscono le dette Citt 28; turo
dite per debiti contratti nelle guerre pare co' Friulant e Padovani 319; si
del Friuli 383; t suoi Consoli com assoggettano all' imperatore 3H; il
prono la giurisdizione temporale del patriarca d'Aquileja gli muove guer
Vescovato e liberano Trieste dal do ra 326; la loro Citt presa e da chi
minio de' suoi vescovi, e migliorano 32o; questa viene donata a' Pan
la forma del suo governo 321, 383, tani 330; continua la guerra nella
38*. Viene eletto a vescovo (di) Var- sua Marca 342; Ezzellino toglie loro
nero di Cucagna, t succede a Vor- varii castelli 342, 352.
lico in quella Sede 392.
Trevigiani, loro territorio rovinato e
da chi 131; loro movimento di guer
ra 150; prendono misure contro la Uccelli famiglia viene ad abitarti
lega de' Coneglianesi 150; si colle- Udine 79.
gano co' Vicentini 153; battono i Udinato luogo in Friuli 312.
Coneglianesi indi fanno pace con Udine (castello di) in esso si concoea
loro 153, 154; hanno differenze col il Parlamento e da chi 215.
vescovo di Belluno e suoi aderenti Udine va aumentando *224' ottici il
18C; invadono lo Stato Aquitejese patriarca ricevette la sommissione
186, 18"; addivengono co' nemici a de' nobili del Friuli che collegarun-
sentenza compromissario, ma non ti co' Trivigiani 268; gi cresciuto
l' approvano e ritornano alle tur d' abitanti, viene provveduto di mo
bolenze 273; Polla del papa che gli vo governo 305, 322; quando fu tra
ordina dimettere le ostilit, ma che sferita in esso la sede Patriarcale
cosa g' infren maggiormente 192, 323; tuo tempio di S. Odorico 324;
193; battono il patriarca e le sue suoi antichi abitatori vengono di
truppe al Tagliamenlo 198; loro pace stinti con doni ed onori, 331; H is
coi Caminesi a mezzo del patriarca triani Perloldo si dedica interamen
22; fnnno pace con Capodislria 243; te alla sua grandezza 360 ; tieni
vengono mossi a' danni del Friuli istituito in esso il celebre mercato
e da chi 244; sono costretti a riti del sabato 360; destinalo a residen
rarsi 2.M; molestano i confini Friu za dei patriarchi di Aquileja 36;
lani 250; tentano irrompere a danni il suo Capitolo di S. Odorico rifor
del Friuli, ma sono respinti 251; malo e ila chi 391.
assalgono nuovamente i confini pre Udine (Federico di) gran beni feudali
delti, danneggiano alcuni villaggi, e cedutigli e da chi 379.
439
Ugo vescovo d' Ostia Legato pontificio Vece) Ione di Villanova del Judri 277.
mandato in Friuli e a qual oggetto Vecellone abate di Moggio cerca sal
268. vare la sua Abbazia, dalle truppe
Ulrico d Attens fu marchese di To Bacare e Corintie 374.
scana. Vedi Vodalrico o Ulrico di Veleno (uso del) in Italia nel secolo
Attens. XI 42.
Umago ed altri luoghi nell'Istria, con Venezia soffre incendii 84; pace in
cessi ad Adalgerio vescovo di Trieste essa trattata tra il papa e l' impe
36. ratore 165.
Ungrispaco Otlilio sua fabbrica a fog Veneziani danno ajuto a' Greci con-
gia di castello in Flojana 378. tro a chi 64; loro potenza accre
Uomini distinti in Friuli nelle scien sciuta 64; appoggiano con poderosa
ze e lettere nel secolo XIII, liirbisio flotta il Greco imperatore contro
de Portis 372; Pertotdo d'Arcano 377. qual principe 87; accrescono nella
Urbano II pontefice 68; (tene Conci mercatura per la presa di Tiro 112:
lio in Roma 68; assolve dalla scomu concessioni accordale loro in Oriente
nica Corrado figlio di Arrigo IV 70; 120; Zoro inimicizia coi Pisani 131 ;
propone la conquista di Gerusalem la flotta dei medesimi ricuperata
me 73; i Popoli d'Italia concorrono Corf torna trionfante in Fenezia
pi che mai in suo favore 74; tiene 134; fanno battaglia a Salvore co-
Concilio in Bari 74; muore 75. gl' Imperiali 104; loro lega col pa
Urbano III pontefice ili ; suo itreve triarca et Aquileja, e battono i Tri-
al patriarca d' Aquileja a favore vigiani e i Conti di Gorizia 2oo;
dell abate Belinese su che e contro trasportano co' loro navigli i Cro
a chi 173 ; sua morie 177. ciali Francesi alla volta di Terra-
Urtuvico abate della Beligna, donazio santa 20*; vengono minacciati col--
ne a lui fatta ed al suo Monastero f armi dal patriarca Aquilejese 209;
184. danneggiano Marano e i confini del
Uruspergo castello cenni 379 ; si ter l' Istria 245; fanno pace co' Geno
mina la lite per le Masnate di que vesi 253; occupami a condurre in
sto castello e tra chi 379. Soria le genti della Crociata 265;
Usura in Italia 293. si pacificano col patriarca d' Aqui
leja a patti favorevoli 277; fanno
conchiuder pace tra Friulani e Pa
dovani dall'una e Trivigiani dal
Valro ahair di Rosazzo 171. l' altra 319; stringono lega col papa
Valdare Abadessa del monastero di e perch 330; cosi pure colle princi
Aquileja -290. pali Citt d'Italia per liberar que
Valli-atto o Bulfardo conte, con Emma sta dall'oppressione di Ezzellino 371;
sua moglie loro donazione alla Chie le loro galere incendiano Marano
sa a" Aquileja 148. 389.
Valsa [famiglia di) cenni i. Venzoue lascialo a Glizoio di Mels
Wallero ticudario. Vedi Scudario da Duringo di lui padre 309; gli
Waltero. arbitri pronunziano semenza sui
Valdo di Gillaco deposto dalla Pode- diritti signorili dei sig. di Tricano
staria di Pirano 389. e de sig. di Mels in Venzone 359.
Variento Milite 27. Wermaro abate della Beligna sue dif
Varmo (Ar . . di) sua donazione per ferenze colla casa di Duino 178.
l' erezione a" un ospitale e in qual Vernardo arcidiacono di Villacco 229.
luogo 194; mandato con bande Friu Wernardo vescovo di Trieste fa dona
lane in soccorso dell'imperatore 227; zione della decima d' Isola ed a chi
investilo de' feudi di chi 364; En 151.
rico (di) investilo del castello di S. Wernardo eletto della Chiesa di Pc-
Daniele 366; Asquino investito delle dena ebbe in dono la Pieve di Linth
case nel castello di Fagugna 392. 378.
440
Verona torna in grazia dell' impera triarca d' Aquileja e il vescovo dt
tore Federigo I 140; le Citt della Bamberga 346.
sua Marca fanno lega contro lo slesso Villaggi tu Friuli, cenno intorno al
149; Federigo muove contro di essa, la loro origine 213.
ma indietreggia e perch Ha; vi suc VillHlta {castello e signori di) cenni
cede nella medesima grave mutazione 216; Enrico fatto cavaliere 210: sua
a motivo de' parliti Guelfi e Ghi potenza suo carattere 216; cerca ab
bellini, ed Ezzellino da Romano di bruciare il castello di Fontanabona
viene suo podest 294. 216; ed atiro 284; cede al conte di
Veronesi [il battono e sconfiggono i Pa Gorizia l' Awocazia della villa di
dovani coli' appoggio di chi lai; a Prepot 319; Adatgerio fatto vescovo
questi, anteriormente, fu inflitta da di Fettre e di Belluno 378; Artuisio
Federigo II grave imposizione, ma passa a Feltre e fonda col il ramo
venne obbligato a rtfonderla e da di sua famiglia 378.
chi 46. Villanova (del Judri), Vecellone [di]
Verzio antico nobile fu dal patriarca 277.
creato suo presidente nell'Istria 389. Vindisgralz (castello di) donalo al Pa-
Vescovato di Trieste a chi donato 64; triarcato Aquilejese con grandioso
e quello di Capodistria quando '- territorio 372.
stttuito e da chi 176. Vintelmuola tnoglie a Vecellone di
Vescovi (t) vanno scemando di giuri Villanova ottiene sentenza a suo fa
sdizione 6; ricchezza e potenza di vore e contro a chi 277.
que' d' Italia e loro condotta 1-2; Wirtzburg (dieta di) che vi si tratt in
modo di loro elezione 39. essa 130.
Vescovo di Fola, privilegio di eleg Vitale vescovo di Torcello 29.
gerlo accordato al patriarca d'Aqui- Vilaje IV patriarca di Grado 9.
teja 71; il vescovo (di) viene spedito Vitale Michele doge di Venezia 74 ;
in Germania da chi e perch 285; fua morte 79.
le sue questioni col patriarca ven Vitale II Michele doge di Venezia 141 ;
gono rimesse alla decisione di chi u morte 159.
323. Witelspach (Ottone di) uno degli as
Viaggiare dal Friuli nell' Istria era sassini di Filippo di Svevia 217.
pericoloso nel principio del secolo Witemaro pievano di" Tricesimo perde
Xlll 226. il processo coli' abate di Rosazzo e
"Wiberto di Vivario podest di Verona su che 318.
351. S. Vito del Tagliamento, vicino ad
Vicariato Imperiale in Italia che cosa esso vi si accampa Ezzellino da Ro
era 27. mano e sua scaramuccia co' Pa
Vicedomino del Patriarcato d'Aqui- triarcali 364; il castello (di) con
leja nel temporale, cenni 211. cesso ad Almerico di Ragogna ed
Vici ria che cosa era 115. altro 365.
Virando preposito di S. Odorico, sua Wiltimaro abate della Beligna ottiene
donazione al Capitolo di Cividate e dal papa ampia conferma dei diritti
perch 243; testimonio ad atto pub e privilegi della sua Abbazia, e in
blico del patriarca 274; mandato in particolare della Chiesa di Gratz,
Puglia da chi e a quale oggetto 289; e che sia presa sotto la dipendenza
fa il suo testamento 28i>; muore 289; e protezione della S. Sede l'Abbazia
solenni esequie fattegli in Friuli medesima 174.
290. Vittore II pontefice 46; passa in Ger
Vii lacco (Chiesa di S. Ruberto di) in mania desiderato dall'imperatore 47;
essa viene trattalo accomodamento solenizza in Goslaria la Nativit
tra chi e su che, e risultato di esso della Vergine 47; assiste alla morte
294; la Chiesa di S. Martino [di) ed esequie dell'imperatore Arrigo II
riguardo a questa, hanno fine le dif 47; sua morte e cenni su lui 48.
ferenzi pel suo patronato tra il pa Vittore III pontefice 67; muore 68.
441
Vittore IV antipapa, depone la por 153; sue conferme rilasciate 149. 151,
pora e la mitra e perch 128. 103; sua concessione d' investita di
Vittore VI pseudo pontefice. Vedi Ot beni feudali 151, 152; consacra l'ar
taviano antipapa. civescovo di Solzburgo 156; cessione
Vittoria Citt fondata da Federigo 11 da lui fatta 156; compone differenze
359; viene distrutta 360. e tra chi 159; e cosi pure i tumulti
Vittorie nelle guerre, era costume con dei Popoli dell'Istria 169; sentenza
sacrare a Dio parte dette spoglie da lui pronunziata 160; mediatore
vinte a' nemici 298. di pace tra il Sacerdozio e l'Impero
Viviano pievano di Gemono procura 165; conferme e privilegi ottenuti
tore del patriarca, fa ricorso al po per ci dal pontefice e dall' impera
dest di Verona e perch 351. tore 165; lo si dice lasciato da que
Vodalrico I patriarca d'Aquiltja cenni sto suo vicario generale in Italia
intorno a lui 06, 7, 7o; chiede la 106; interviene al Concilio Latera-
restituzione della Marca della Car- nese ove pure fu maneggiala la pace
niolaevela ottiene formalmenteTO; tra i due patriarchi d'Aquiieja e di
ottiene pure il privilegio di eleggere Grado 167; determina la celebrazione
il vescovo di Pota 71; sue grandiose della festa della Maddalena nella
donazioni all'Abbazia di Rosazzo Chiesa d'Aquiieja con nove lezioni
67, 71, 72; duca, principe, signore 168; cessione grandiosa fattale dal
del Friuli appoggia il duca di Ba patriarca di Grado 168; suo accordo
viera Guelfo IV 74; accompagna a co' Veneziani 169; costituzioni da
Roma Arrigo V per l'incoronazione lui date a' canonici d'Aquiieja 169/
con distinto seguilo 91; gli viene sua morte 170.
affidata la custodia del pontefice fatto Voldarico abate di Moggio 159.
prigione e da chi 92; rifabbrica il Voldorico marchese con sua moglie
Monastero e Chiesa di S. Giovanni donano l' Istria, meno quattro ca
del Carso 96; fa donazione al me stelli, alla Chiesa d'Aquiieja 78; cosi
desimo 101; wa mort* 104. 7 castello di S Siro, e quello di
Vodalrico o Odalrico abate di Moggio, Portole 79.
conferma da lui ottenuta dei beni Voldorico arcidiacono e preposito d'A
e giurisdizioni del suo Monastero e quiieja 106; sua donazione all' Ab
da chi 127. bazia di Hosazzo 127.
Vodalrico o Volrico 150; o Ulrico di Wolfango, parente a Voifero patriarca,
Atlens fu marchese di Toscana, sua venne spedilo con un corpo di truppe
rinunzia di molti feudi al patriarca in appoggio del re Ottone IV e ri
onde investa sua figlia Lu>carda e il sultato di questa spedizione 215.
di lei marito Enrico di Marnano e Voi fero patriarca d'Aquiieja cenni in
il di loro figlio 151; fa grande do torno a lui 206, 2u~; suoi fatti coi
nazione al patriarca e Chiesa d'A Veneziani 209, 211, 215, 245; viene
quiieja 156; cenni intorno a lui 156, fatto Legato Apostolico in tutta Ita
157. lia 211; riceve investitura da chi e
Vodescalco canonico di Cividale sua di che 214; suoi viaggi 215, 217,
donazione alla Chiesa di quella Citt *223*, 230, 236, 242; accoglie ma
185. gnificamente nel loro ritorno, i car
Vodia, o Guadia che cosa era 183. dinali spediti in Germania 215; in
Voldarico II patriarca d'Aquiieja 147; contra ed accoglie egualmente il con
cenni su lui 148, 156, 159; .mi fatto te di Tiralo 246; sue convocazioni
contro Grado 148; sue donazioni 148, del Parlamento Friulano 215, 217,
150, 162; trovasi in Lodi alta tra 233; appoggia il r Ottone 215; la
slazione del corpo di S. Bassiano scia al governo del Patriarcato il
149; favorisce la lega de' Coneglia- vescovo di Parenzo 216; n nitro in
nesi e contro a chi 150; consiglia i contro lascia Vicedomino'2-2'i'; man
Cenedesi a rivolgersi all'imperatore dato dal papa suo Legato in Ger
sulle loro differenze co' Trivigiani mania e a guai oggetto 217; ricere
31
f
442
lttere dal ponte/ice 218; gli viene re- 1 Vuerient conte del Friuli 5; regge la
stintilo il marcheiato dell' Istria 220, Citt di Forogiulio 5.
321; suoi fatti in quella Provincia
223, 245; affetto portatogli dal re Ot
tone IV 222; ciene nominato suo vi
cario Imperiale e spedito in Italia Zara ricuperata dai Veneziani 98;
222, *222*; il papa si congratula se Arcivescovato fatto soggetto al
co lui e gli si raccomanda 222; sue triarcato di Grado 141; ricuperata
concessioni accordate 225, 233, 235; nuovamente dai medesimi 158.
conferme da lui ottenute 223. 224, Zecca a" Aquileja, sue prime monetm
230; accompagna il re Ottone IV per coniate sotto ai patriarchi 20
la sua incoronazione a re d' Italia Zeno Renieri doge di Venezia 378;
e a imperatore e ne presente alle sua pace col patriarca Montelongo
stesse *223*; donazioni da lui fatte 390.
225, 233, 235; conferme rilasciate Zenone (S.) (monaci di) in Verona
225, 227, 243, 247; concede investi giudicato tra essi e Rambaldo conte
tura 227; pacificazioni da esso pro di Treviso, tenuto da chi e in quii
curate 229, 243, 244; fa i aggrega luogo 21.
zione della Chiesa di S. Giovanni Ziani Sebastiano doge di Venezia 151;
del Carso all' Abbazia della Heligna sua morte 167.
229; compone lite e tra chi 229; crea Ziani o Ziano Pietro doge di Venezia
i suoi consiglieri 230 ; fa atter 212; sua morte 300.
rare le case dei Consorti di Faga- Zirbino di Corno, sua compra di beni
gna 231; suo aggiudicato 232; chia in Jamnich 388.
mato a Roma dal papa 233; ri si Zopoleno e Corrado abitatori di Sa
porta al Concilio Lateranese 236; nie, loro differenze contro Scoto se
sue minaccie contro i Porcia 233 ; date dal patriarca 282, 283.
pone ad uso del Comune di Cividale Zoppo! ami (decime di) rassegnate da
molli luoghi di montagna 236; si chi ed a chi 175; vengono date al Ca
dedica intensamente alle cose dell' a- pitolo di Cividale 176.
nima 241 ; ritorna a Roma 242; (ie Zoppnlano sotto feudatario de' duchi
ne Sinodo Provinciale 242; dona d' Austria in Friuli fa la confes
zione a (u fatta 246; sua conferma sione de' feudi di quella ragione
247; sua ultima malattia 248; muore 295.
248. Zuccola o Zuccula (castello di) cenni
Wolfredo o Wolfrado Vicedomino pa 214.
triarcale prende danaro a prestanza Zuccola e Spilimbergo Giovanni e Voi-
da chi e per chi 306; restituisce la framo (di) vengono fatti consiglieri
somma avuta 308. del patriarca 230; Uernardo, suo la
Volrico vescovo di Concordia 205; sua scito di case al Capitolo di Cridalt
concessione della Pieve di Quinto ed e perch 333; sua restituzioni: di ter
a chi 226; fa convenzione per debiti re ed a chi 372; sua rinunzia d
col suo Capitolo *233*. manti in Gritlon 378.
Volrico de Portis vescovo di Trieste Zuliano e sua moglie rassegnano i
315. Sofia Abbadessa del monastero di S
Vualperto avvocato della Chiesa di A- Maria in Valle di Cividale un man
qutleja 27. so avuto da quello in feudo 317.
ELENCO
DE' NOMI DEI SIGNORI ASSOCIATI
B
Cabassi dott. Giuseppe ingegn. Corno
Bai seri sig. Nicol Cividale Caimo Dragoni co. Giacomo Udine
Baltico sig. Giuseppe Udine Caiselli co. Francesco e
Barbati dott. Luigi Ruvigno Calice sig. Apollonio impiegalo
Barnaba dott. Girolamo Udine Municipale
Barozzi nob. Nicol Venezia Canciani di Varmo co. Dorotea
Bassi sig. Vincenzo Udine Canciani doti. Vincenzo
Buttazzo sig. Francesco Codroipo Caudotli ab. Giacomo direttore
Bearzi signori Fratelli Palma dell'Istituto dei Ciechi Padova
Belgrado (de) co. Antonio Udine Cambili ab. Luigi professore Udine
Berelta co. cav. Bernardino Manzano Camiti co. Francesco
Bertolissi dott. Giuseppe Udine Carguel ab. Giuseppe cura
Bertoni sig. Giuseppe to S. Vito di Gracili
444
Caruelutti ab. Giuseppe Chusellis Cullot ab. Carlo parroco
Carussi sig. Enrico Udine di S. Lorenzo di Nebola
Casasola mons. Andrea ve Cumano doti. Costantino Corhons
scovo PoRTOGRUARO
Casati nob. Camillo Milano D
Cassi sig. Luigi Latisana
Cattaneo co. Girolamo Pordenone I) Adda nob. Antonio Udine
Cattinelli cav. Carlo Col. Brit. Gorizia Damiani sig. Gio. Batt. Pordenone
Cernazai dott. Pietro Udine Dauielis ab. Agostino Udine
Chiminelli dott. Luigi medico e De Campo ab. Giorgio parroco Madrisio
chirurgo Bassano De Chi-co sig. Antonio Chiasbllis
Cicogna Bomano nob. Angelo Udine Degrazia bar. Goffredo i. r. Ca
Ciconj dott. Giandomenico pitano degli Usseri Vienna
Citlaro ab. Giuseppe coop. Artegna Del Conte ab. Giangaspero Brazzano
Claricini nob. Aless. i. r. cons. Gorizia Del Mestre co. Giovali Vito Corhons
Claricini nob. Guglielmo Cividale Del Mestre bar. Giovanni
Codelli bar. Agostino preposito Del Negro ab. Gio. Batt. Udine
della Cattedrale Gorizia Del Torre nob. Gius. Ferd. Romans
Codelli bar. Sesto i. r. segre Della Bianca Giuseppe Gorizia
tario Luogotenenziale Trieste Della Bona sig. Gius. Doraen.
Colaulti sig. Giuseppe Faugnacco De Nardo sig. Gius. Per. Agr. Palma
Colloredo (di) Mels co. Giro De Nipoti dott. Antonio avv. Trieste
lamo figlio Udine Deperis dott Giuseppe avv. Gorizia
Colloredo co. Vicardo Dessenibus dott. Luigi Cormons
Colloredo co. Girolamo Diak sig. Antonio prof, ginnas. Gorizia
Colloredo (di) Mels co. Pietro Padova Dolce sig. Francesco Udine
Collotta sig. Giacomo Torre di Zumo Doliac dott. Carlo podest Gorizia
Collovati ab. Stefano parroco Latisana Domini sig. Agostino
Combi (de) avv.dotl. Frane. Capodistria Domini ab. Pietro Latisana
Comelli sig. Francesco Udine Don sig. Sebastiano Palma
Coucina sig. G. B. S. Andrat del Judri Donati sig. Trino Latisana
Conlarini nob. Fantino Cividale Donda sig. Ferdinando Cormons
Conti sig. Luigi Udine Dreez cav. Francesco Trieste
Corazza sig. G. B. imp. Municip.
Corazzoni sig. Guglielmo segre
tario Municipale
Coronini S. E. co. Giovanni Te Ellero ab. Paolo Dignano
nente Maresciallo e I. B. Bano
della Croazia ecc. ecc. Gorizia V
Cossa ab. Giacomo cappel Fabiani sig. Gius. i. r. pretore Cormons
lano Yillanova del Judri Fabretti sig. Pietro Udine
Costantini ab. Domenico Tapogliano Fabris sig. Pietro
Costantini sig. Costantino Pertkole Fabris sig. Giacomo
Cozzi sig. Pietro Trieste Fabris ab. Baimondo Palma
Cressatti sig. Antonio Udine Fabruzzi sig. Luigi Udine
Cucavaz dott. Antonio Cividale Fa mia dott. Secondo Cividale
Cucavaz dott. Giovanni Batti Fantini sig. Sebastiano
sta S. Pietro del Natisone Fantini sig. Giuseppe Udine
445
Favelli doti. Carlo Gorizia Kodermatz sig. Leopoldo i. r.
Fedele sig. Pietro Cou.no Comm. Circolare Psino
Ferazzi sig. Giovanni Palma
Florio co. Daniele Udine
Foliui sig. Vincenzo
Foramiti sig. Andrea Guidale Lavaglielo signora Antonietta Udine
Formentini sig. Barone Gorizia Lazzarini dott. Giuseppe
Franceschinis sig. Giacinto Rag. Leonarduzzi sig. Giuseppe Faedis
Municipale Udine Locatelli dott. Gio. Batt. ing. Udine
Frangipane co. Doimo Lloyd Austriaco i.r. Ili Sezione Trieste
Francolini mons. Giuseppe par Lucardi sig. Orlando Udine
roco della B. V. delle Grazie Lupieri ab. Alessandro seg. Are.
Lupieri dott. Gio. Batt. Luint
Luzzatlo sig. Mario Udine
Errala Corrige
Pag. Linea
30 35 cola giacevano col giacevano
91 7 esso castello esso cristallo
120 29 d) Georgiche lib.III verso 831 d) Georgiche lib. IH verso475
159 2 questi tenovalo questi lenevala
185 52 a pag. 180 a pag. 181
195 29 nel 1500 nel secolo XV
197 2 Martino di Fraistriz Martino di Faisliiz
202 31 dopo Burcrdo dopo Purcardo
205 29 (1) (2)
205 51 (2) (1)
236 28 consiglio generale Concilio generale
241 28 al 215 appartiene al 1215 appartiene
246 21 Vecellato di Prata Vecelleto di Prata
265 3 dalla detta lettera della detta lettera
273 25 a) Nicoletti palr. Pertoldo f. Ai a) Nicoletti patr. Pertoldo TB
418 19 (col. II) incendio in Cividale Incendio in Cividale
425 AG (colon. I) corfermati confermali
453 24 (colon. II) inscrivasi inscrivasi
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