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Klaus Schulze - biografia, recensioni, streaming, discografia, foto :: O... http://www.ondarock.it/elettronica/klausschulze.

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Ondarock / elettronica / Klaus Schulze

Klaus Schulze
Il corriere cosmico
di Claudio Fabretti + AA. VV.

"Corriere cosmico", polistrumentista,


antesignano della new age, Klaus Schulze
una gura-chiave per decifrare l'evoluzione
della musica elettronica degli ultimi trent'anni.
Dall'esordio folgorante di "Irrlicht" no agli
eterogenei progetti degli ultimi anni, ecco la
sua storia, i suoi dischi, la sua losoa d'artista

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Il "kraut-rock" stato uno dei movimenti musicali pi rivoluzionari del XX secolo. Le


virgolette sono d'obbligo, poich, a rigore, si dovrebbe parlare piuttosto di un clima diffuso,
in una Germania - quella a cavallo tra i Sessanta e i Settanta esposta, ormai senza pi
difese, alle urticanti radiazioni del rock d'oltremanica e d'oltreoceano. Clima diffuso, si
diceva: anche perch non vi fu omogeneit di stili e d'intenti. Tuttavia, almeno per le
compagini pi lungimiranti, si potrebbe parlare di una comune volont avanguardistica;
iconoclasta, spesso oltranzista. Il kraut-rock (questo il nome, venato di ironia, con cui si volle
denire il rock tedesco di allora) volle partire dagli esperimenti di Stockhausen; tenne conto
di certo free-jazz; s'innamor della psichedelia; rispolver l'espressionismo. Nello stesso
tempo, andava rivolgendo lo sguardo in alto; molto in alto. Era il preludio alla nascita della
"musica cosmica", ove quell'aggettivo indicava tanto uno stile, quanto un afato universale.

All'origine, i Tangerine Dream (la band che codic il genere), persi, inizialmente, nel vano
tentativo di veleggiare al largo sulla scia dei primissimi Pink Floyd ("Electronic Meditations").
Poi, la svolta: "Alpha Centauri", "Zeit", "Atem" ovvero, l'incanto, la meraviglia, l'estasi di fronte
agli spazi siderali. Ma, come dire?, un abbandonarsi, andando alla deriva, che non era esente
da sottili sfumature interiori, invero tormentate, drammatiche.
Klaus Schulze (Berlino, 1947),che aveva militato nella band di Edgar Froese, dopo un periodo
negli Ash Ra Tempel (Manuel Gttsching, altro viandante cosmico), se ne ricorda quando,
Irrlicht (Thunderbolt, 1971)
messe da parte le esitazioni, nel 1971 decide di scandagliare in prima persona lo spazio. Dir
Cyborg (Gramavision, 1973)
in seguito che stava cercando un modo per dare sfogo alla sua fantasia. Musicalmente, il
Picture Music (Gramavision, 1973)
progetto di Schulze si concretizza in un peculiare uso di sintetizzatori, moog e sequencer,
Blackdance (Universal/Polygram, 1974)
nalizzato a creare lunghe suite liquide, racchiuse in pochi, ma suggestivi accordi, e immerse
Cosmic Jokers (1974)
in atmosfere oniriche.
Cosmic Jokers: Planet Sit-in (1974)
Nell'universo dei Tangerine Dream, i suoni si accumulavano a grappoli, ognuno dei quali
Timewind (Blue Plate, 1975)
spesso seguiva una sua lenta evoluzione spazio-temporale. Ma l'uomo di Berlino pensa a
Moondawn (Thunderbolt, 1976)
Wagner. Ha in mente una "Endlose Melodie", una sorta di melodia "esponenziale", che si nutre
Mirage (Island, 1977) di se stessa e da se stessa trae visioni sconnate.
Body Love (soundtrack, Island, 1977)

Body Love 2 (soundtrack, Antilles, 1977) L'esordio dirompente: Irrlicht (1971), la vetta pi alta da cui il rock abbia mai guardato le
X (Logo, 1978) stelle.
Dune (Thunderbolt, 1979) L'opera, suddivisa in tre movimenti ("Ebene", "Gewitter" e "Exil Sils Maria"), uno dei grandi
Richard Wahnfried: Time Actor (1979) capolavori della "kosmische musik" e della storia del rock. Schulze suona organo, chitarra,

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Dig It (Logo, 1980) "Quadrophonische Symphonie fr Orchester und E-Maschinen" si legge nel sottotitolo. In
Live (live, Brain, 1980) pratica, l'orchestrazione di un tormento, di un'inquietudine, di uno spasmo gelido che lascia
Mindphaser (Gramavision, 1981) vibrare la mente e il cuore dinanzi al mistero dell'illimitato, che, mentre spinge alla
Trancefer (Gramavision, 1981) sublimazione, evidenzia, di sfuggita, la nitezza del genere umano. L'incanto svela la tragedia
Richard Wahnfried: Tonwelle (1983) di un vagare senza direzioni. "Smarrimento" potrebbe essere un termine appropriato.
Audentity (Innovative, 1983) Smarrimento che esige forme mutevoli, sfuggenti.
Dziekuje Poland (Innovative, 1984)

Drive Inn (Magnum America, 1983) Il primo movimento, "Ebene" (23'25"), viene introdotto da un sibilo di tastiere, manco a dirlo,
Angst (Thunderbolt, 1983)
"astrale". Una vibrazione magmatica, uorescente, dipana un'atmosfera thriller, mentre i
Aphrica (Inteam, 1984)
violini iniziano a crepitare in lontananza. La potenza immaginativo-descrittiva sviluppata
Richard Wahnfried: Plays Megatone
impressionante. La "Orchester", ltrata dai meandri tortuosi delle "E-Maschinen",
(1984) responsabile di una intensit spaventosa, spia dello scontro tra l'uomo (la sua "sehnsucht") e
Interface (Brain, 1985) il cosmo, con il suo muto, immobile, accadere. Gli accordi liformi del synth troneggiano in
Richard Wahnfried: Meditation (1985) un fondale vuoto. Droni raccapriccianti ondeggiano rovinosi sulla supercie del silenzio. Il
Dreams (Brain, 1986) suono si dilata no all'inverosimile, vertiginosamente, in un terribile delirio di paura.
En-trance (1987) Schulze condensa il tutto in un mistico amplesso tra musica ambientale ante-litteram e
Babel (Venture, 1987) sussulti cosmici. Ma un "ambiente totalizzante" quello con cui deve fare i conti. Perci, gli
Miditerranean Pads (Magnum America, impossibile descriverne i caratteri atmosferici con semplici pennellate. Ha necessit,
1989) dunque, di disporre anche di tonalit metasiche, impalpabili. Cos, i continuum e i suoni
Dresden Performance (live, Venture, protratti all'innito spostano ulteriormente il baricentro di questo "sinfonismo astrale" verso
1990)
dimensioni parallele. Anche lo spazio, allora, cos come il tempo, risulta essere trasposto,
Beyond Recall (Venture, 1990)
ricongurato su di una matrice espressionista.
Royal Festival Hall vol. 1 (live, Caroline,
A 9'56", preannunciato da scie abbaglianti che precipitano da qualche costellazione
1992)
incenerita, l'organo a canne si protende, disperato, in un volo solenne, incastonato in un lago
Royal Festival Hall vol. 2 (live, Caroline,
1992)
di vortici atterriti. Come un Ulisse moderno, Schulze depone ogni remora e oltrepassa
colonne su colonne. La progressione si fa sempre pi insostenibile e cadenzata, no al
The Dome Event (Caroline, 1993)
collasso, liberato in un'esplosione catastroca.
Silver Edition (1994)
La musica si accartoccia su se stessa ("Gewitter Energy rise energy collapse"; 5'38"),
The Essential 72-93 (antologia, 1994)
impietosamente ridotta a riverbero sintetico senza pi l'ardore di "sintetizzare" l'ebbrezza del
Le Moulin De Daudet (soundtrack, Virgin,
1994) volo ascensionale, intergalattico, ultra-terreno. E', dunque, la stasi: avvolgente come una
Richard Wahnfried: Trancelation nebulosa. Placata la sua temerariet incandescente, l'organo tesse micro-vibrazioni che
(1994) soriscono esauste, come amme strozzate.
The Dark Side Of The Moog 1 (Fax, Nel terzo movimento, "Exil Sils Maria" (21'27"), il cosmo ormai gi l'inferno adombrato di
1994)
barlumi paradisiaci. Alla prodigiosa forza titanica di "Ebene" subentra la disperazione del
Totentag (ZYX, 1994)
nulla. Lo spazio denitivamente declassato a mero ammasso di asteroidi impazziti e di
Goes Classic (1994) pulsar agonizzanti. Come erosa da una de-strutturazione interna, la mimesi cosmica sembra
Das Wagner Desaster-Live (ZYX, 1994) a questo punto capovolgersi in pura apologia del negativo. In questa "spazializzazione
Historic Edition (1995) psichica del suono" (per dirla con Iannis Xenakis), il usso emozionale e ininterrotto della
In Blue (ZYX, 1995) psiche trova la sua massima espressivit. Poi, proprio mentre la rarefazione ipnotica viene
The Dark Side Of The Moog 2 (Fax, opposta all'intensit del primo movimento, l'indugiare stordito della musica tra le
1995)
vibrazioni minacciose e i rumori siderali continui prodotti dai sintetizzatori - si tramuta in
The Dark Side Of The Moog 3 (Fax,
una spirale ossessiva. Ma un'ossessione pacata, invero rassegnata. A 12'48", una luce
1995)
inquietante (la luce raminga, la "irrlicht") sorge dal bordo dell'eternit. E' probabile ci siano
The Dark Side Of The Moog 4 (Fax,
1996) scenari sovraumani a emanarne lo splendore irrequieto. Ma ormai il Suono ha pi di un
The Dark Side Of The Moog 5 (Fax,
presagio di morte. Tra galassie incenerite ed echi riverberati da abissi ancestrali, si lascia
1996) inghiottire da quella polifonia del vuoto che la vera essenza della sublime magnicenza di
Are You Sequenced? (WEA, 1996) Irrlicht.
Dosburg Online (WEA, 1997)

Schwarz Oder Weiss (ZYX, 1998) In bilico tra le sinfonie pi maestose diWagner e la psichedelia spaziale dei primi Pink Floyd,
Jubilee Edition (ZYX, 1997) Schulze compone un doppio album, Cyborg, che raccoglie quattro nuove suite di venti
The Dark Side Of The Moog 6 (Fax, minuti l'una, suonate da una "cosmic orchestra" dicinquanta elementi. E' una nuova odissea
1997) nello spazio in cui le sonorit elettroniche si fanno sempre pi psichedeliche, dalla solenne
The Dark Side Of The Moog 7 (Fax, "Synphara" all'ipnotica "Chromengel", dalla vibrante "Conphara" alla tetra "Neuronengesang".
1998)
Secondo la critica, le invenzioni fondamentali di Schulze sono due: gli accordi protratti
The Dark Side Of The Moog 8 (Fax,
all'innito (realizzati appoggiando dei pesi sui tasti) e le metronomie del sequencer. Il
1999)
risultato una rivoluzionaria svolta nellla musica elettronica, destinata ad essere recepita da
Trailer (1999)
un'innit di gruppi "cosmici" che negli anni Settanta, soprattutto in Germania, daranno vita
Contemporary Works vol 1 (Manikin,
2000)
alla variante spaziale di quel progressive rock dilagante in Gran Bretagna (King Crimson,
Genesis, Gentle Giant) e Francia (Gong, Art Zoyd).

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Ballet 2 (SPV, 2000) A partire da Picture Music del 1973, tuttavia, Schulze ammorbidisce la sua sperimentazione,
The Crime Of Suspense (Revisited, prediligendo ritmi pi marcati e strizzando l'occhio all'elettro-pop. Il nuovo corso pi
2000) "leggero" frutta un classico come l'incalzante "Totem" e accentua artici elettronici vicini a
Vanity Of Sounds (Revisited, 2000) quelli di Jean-Michel Jarre.
Live@Klangart (live, Rainhorse, 2001)

The Dark Side Of The Moog 9 (2002) Blackdance (1974) segna una sorta di "ritorno sulla Terra". Pur ampliando ulteriormente il
Contemporary Works vol 2 (Manikin, suo armamentario tecnologico grazie ai nuovi sintetizzatori, Schulze si propone infatti
2002)
didare una umanit alle macchine, e non a caso decide diutilizzare per la prima volta una
The Dark Side Of The Moog 10 (2005) voce umana, quella di Ernst Walter Siemon. Ecco allora i ventidue minuti di"Voices Of Syn",
Moonlake (SPV, 2005) dove arie di Verdi evoce tenorile si abbinano a un'elettronica fredda e percussiva; "Some
Drums'N'Balls (SPV, 2006) Velvet Phasing", sorta di ambient ante-litteram con la sua stasi isolazionista; e inne "Ways
Ballet 3 (Revisited, 2007) Of Changes", fragoroso raga e rarissimo saggio di chitarrismo in un disco di Schulze.
Kontinuum (SPV, 2007)

Trance Appeal (Revisited, 2007) Quella del "corriere cosmico" berlinese non mai musica prevedibile.Ascoltare per credere
Ballet 4 (Revisited, 2007) la struggente suite siderale di "Bayreuth Return" e la poderosa "Wahnfried 1883", i due pezzi da
Klaus Schulze & Lisa Gerrard: novanta di Timewind, una sinfonia gotico-barocca dedicata a Richard Wagner, che in Francia
Farscape (Spv, 2008)
si aggiudica il "Grand Prix du Disque".
Klaus Schulze & Lisa Gerrard:
Dziekuje Bardzo - Vielen Dank (live,
3cd, Synthetic Symphony, 2009) Parallelamente, Schulze tiene in piedi alcune collaborazioni con Cosmic Jokers, Richard
Shadowlands (Synthetic Symphony/SPV, Wahnfried e Stomu Yamashta. Quindi, nel 1976, ingaggia Mike Shrieve, ex-Santana, che
2013) accentua la componente ritmica del suo sound. Moondawn (1976) si rivela cospi accessibile
Klaus Schulze & Gunter Schickert: The e solare.
Schulze-Schickert Session (Mirumir,
2013)
A interrompere questo nuovo corso giunge per Mirage(1977), uno dei lavori pi freddi e
difcilmente fruibili del compositore tedesco. Domina un mood decisamente pi buio. Il
pietra miliare di OndaRock
disco consigliato da OndaRock fratello di Klaus stava morendo, ed il trascorso greve del periodo si riette nelle sonorit
dellalbum. Velvet Voyage uno scenario freddo, in sospensione perenne, sorretto dagli
sviluppi elicoidali di un suono straniante che s glio diretto delle esperienze pi libere e
introspettive a nome Tangerine Dream, ma che ltra attraverso la sensibilit dello Schulze
Sito ufficiale
solista in ampi manti di moog glaciale. Lepica di Crystal Lake invece uno sguardo lento e
ovattato su forme di ghiaccio esili, fragilissime, quasi a sottolineare la transitoriet umana in
ventinove minuti di reiterazioni e background sonori ipnotici. Alla ristampa, editanel 2005,si
aggiunger la sacralit liturgica di In cosa crede chi non crede?, brano che completa
Recensioni listantanea di un periodo umano e creativo di Schulze particolare e irripetibile, descrivendo

KLAUS SCHULZE / GUNTER il metodo di un artista che non costruisce su unidea ma lascia che sia lispirazione iniziale a
SCHICKERT guidare il pezzo nelle sue spirali.
The Schulze - Schickert
Session
La peculiarit di Klaus Schulze proprio quella di riporre nel suono solo ed unicamente il
(2013 - Mirumir)
La seconda giovinezza di proprio animo, consegnando allascoltatore il compito attivo di attribuire nuovi signicati e
Gunter Schickert passa anche dall'archivio di Klaus
Schulze nuove identicazioni alle proprie composizioni: un approccio puro, incontaminato, a tratti
genuinamente idealista. Senza fronzoli, senza supponenza, senza boria alcuna. Citando lo
KLAUS SCHULZE
stesso Schulze, auguro a tutti una piacevole esplorazione di se stessi, non riesco a
Shadowlands
(2013 - Synthetic Symphony / esprimerlo al meglio con le parole, perch non sono un poeta ma un musicista. Nella
SPV) sensibilit di chi scrive, di caratura inestimabile.
A 6 anni dallo splendido
"Kontinuum", torna il corriere
cosmico
Aseguire, per, arriva un lavoro di segno completamente diverso:la sensualissima colonna
KLAUS SCHULZE sonora per il lm porno Body Love, del danese Lasse Braun. Quindi, la volta del barocco X,
Moonlake raccolta di suite dedicate a personaggi celebri del passato, tra cui Nietzsche, von Kleist e
(2005 - Spv)
Ludwig II di Baviera. Su quest'ultima opera, Schulze riesce a coniugare minimalismo e
rumorismo, percussioni selvagge e arie spettrali, dando un saggio delle qualit pi
drammatiche della sua musica, al punto che la rivista tedesca "Sounds" lo elegge "miglior
KLAUS SCHULZE musicista dell'anno".
Irrlicht
(1972 - Ohr)
Il mastodontico esordio su Lp Continuando il lavoro di ricerca e sperimentazione, Schulze giunge all'uso del computer e
del compositore tedesco, uno
dei cardini dell'elettronica alla sintetizzazione dei suoni, passando dal segnale analogico al segnale digitale. Il suo
sperimentale approdo verso la musica classica si manifesta con una passione particolare per Bach, Mozart,
Tchaikowsky, Wagner, Rachmaninoff, senza dimenticare per la psichedelia spaziale dei Pink
Floyd e i suoni "colorati" di John Coltrane.

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delle sue suite) e lo sperimentale Dig It, Schulze torna con un album magniloquente come
Tangerine Dream
I pionieri della kosmische Audentity, capace di combinare sonorit pi accessibili e audaci sperimentazioni. Ma intanto
musik la musica cosmica stata riscoperta e rielaborata in salsa new age. E le atmosfere ambientali

Kraftwerk di Schulze diventano cos un prezioso tesoro per una nuova generazione di appassionati, in
L'esperanto del villaggio cerca di un connubio tra musica e spiritualit. Non sempre, tuttavia, la qualit dei suoi album
globale sar all'altezza del suo talento.
Daft Punk
Cyberdance dal gusto retr Ma l'artista tedesco dar ancora segni di riscossa con lavori spettacolari come la Dresden
Performance, le musiche della Royal Festival Hall o l'opera Das Wagner Desaster-Live. Nel
Autechre frattempo, la sua sterminata produzione si arricchisce di alcune monumentali raccolte, come
Gli alfieri dell'ambient- i decupli Silver Edition e Historic Edition, e di un'opera per il teatro, Totentag.
techno

Jean Michel Jarre L'attivit di Klaus Schulze proseguir per tutto il decennio 90 in bilico tra ritorni di amma
Un sogno lungo una tastiera
alla magia del passato e stanchi esercizi di stile, tra album pi classici come In Blue ed
esperimenti come Midi Classics, un doppio album inedito che vuole essere un omaggio ai
grandi classici, riletto all'insegna del suono del Moog, delle percussioni,
dell'improvvisazione. Proprio l'imprevedibilit sempre stata una componente decisiva del
sound di Schulze: "La musica - sostiene il musicista tedesco - deve essere un elemento per
liberare la fantasia e quindi non pu che essere concepita per immagini mentali, che
vengono percepite diversamente a seconda di come si ascolta e del luogo dove ci si trova.
Quando registro in studio, parto con un tempo di 4/4 sul quale suono una sequenza con il
Moog che completo con le percussioni. Poi, una volta soddisfatto della base, aggiungo
accordi e melodie. Quando inizio qualcosa non so mai dove andr a nire, quindi si pu dire
che ho improvvisato".

Se Jubilee Edition (1997),monumentale paccodi 25 dischi contenenti gli scarti degli album
precedenti (per un totale di quasi duemila minuti di musica!), e la serie dei The Dark Side Of
The Moog (1994 - 2005), registrati con Pete Namlook, deludono le attese, i due
monumentali Contemporary Works vol 1 (2000) e Contemporary Works vol 2 (2002)
condensano invece alcune delle migliori intuizioni della produzione schulziana degli
anniNovanta.
Il secondo volume, in particolare, vede Schulzeafancato dal vecchio compagno Wolfang
Tieopold al cello, da Thomas Kagermann al auto, violino e voce, Audrey Motaug alla voce,
Tobias Becker all'oboe e corno inglese, tale Mickes alla chitarra e Tom Dams a "some groove
loops". Rispetto al precedente volume, il clima generale dell'opera decisamente pi
rilassato, pi omogeneo, le parti ritmiche sono meno preponderanti, per anche la bellezza
di alcune parti deiquattro cd "Ballett" con Tieopold non viene raggiunta: il clima dell'opera
pi polarizzato sullo Schulze classico, con una forte accentuazione di parti con clima
orientaleggiante, specie nell'uso delle voci. Cinque cd, con brani lunghissimi ("The Theme:
Rhodes Elegy": 65 minuti, "They Shut Him Out Of Paradise" : 41 minuti) e altri brevissimi di 1-2
minuti, in cui Schulze celebra il suo usuale rito pagano ora dialogando con gli altri ofcianti
(particolarmente belle alcune parti con oboe e acustica), ora pennellando solitario grandi
affreschi ma anche disegni infantili, ora facendo solo un mero accompagnamento di
sottofondo.
Tra grandi emozioni e grande noia, tra arte incommersurabile e chill-out da disco-bar
alto-borghese scorronosei ore di musica talmente fredda e patinata che alla ne scalda il
cuore. Miseria e nobilt. O forse pi semplicemente due chiavi di lettura che si intersecano.

Degno di nota anche il Live@Klangart,ovvero due cd registrati dal vivo al KlangArt festival di Osnabruck il 9 giugno del 2001. Liquide
improvvisazioni, suadenti e malinconiche melodie, la sacralit di un organo, sequencer e
canto gregoriano, l'imponenza di una sinfonia, la sicit di ritmi incalzanti, una stasi
angosciosa, l'astrattezza pittorica di un violoncello. Questo (e altro) sa essere ancora
KlausSchulze. La musica qui presente non si discosta stilisticamente in maniera drammatica
da quella proposta nel monumentale box Contemporary Works vol 1 , anche se prevale nettamente lo
Schulze classico rispetto a certe nuove tendenze che erano aforate nell'opera precedente.
Meravigliosa la parte centrale del secondo cd, con la presenza del violoncello di Tiepold, ma
chi apprezza l'opera di Schulze trover in questi due cd tutti gli elementi che gli hanno fatto
amare la sua musica, anche se non si pu non rilevarecome alcune parti abbiano l'aria del gi
sentito, dell'archetipo musicale gi acquisito, come alcune note di banalit aforino qua e l,

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passaggio, una sequenza, un accordo chefa riconoscere il talento, il genio.

Dopo aver passato gli anniOttanta a produrre una moltitudine di dischi, compresi alcuni
clamorosi op, lo Schulze che si affaccia sul nuovo millennio un compositore in piena
espansione artistica, teso tra ipotesi malcelate di classicismo e taglienti tendenze ritmiche.
Nella sua musica sempre possibile rilevare un'anima, un'angoscia drammatica dell'esistente
e del diveniente, un tensione romantica nel senso letterario del termine.

Nel 2005, esce un nuovo album, intitolato Moonlake. Gli spazi siderali di kubrickiana
memoria inaugurati con Irrlicht, subiscono una sorta di irreversibile contrazione. Agli
sconnati, oscuri, sinistri, gelidi vuoti interstellari, il compositore sembra preferire adesso
l'intimit di uno spazio sidereo prossimo. La Luna quindi, l'oggetto astronomico pi vicino al
globo terrestre, e, di riesso, proprio la Terra. Una riduzione, un restringimento del campo
d'indagine che tuttavia non svilisce i canoni propri della kosmische musik. Perch si tratta pur
sempre di un viaggio, sebbene di minor anni luce.
"Playmate In Paradise", divisa da un inquietante break pinkoydiano in due frammenti
indipendenti, si plasma, almeno nella prima met, come una lunga cavalcata orientaleggiante
-la Jarre. I lamenti intonati da oscuri predoni del deserto (realizzati in collaborazione con il
cantante e violinista Thomas "Fiddle Michel" Kagermann) lasciano il campo, al minuto 14 della
suite (lunga 30'), a un sinistro passaggio logico che introduce alla seconda parte, dove i
motivi esotici del prologo si trasformano in autentica space music. "Playmate in Paradise",
almeno nella sua conclusione, probabilmente uno dei pezzi pi vicini ai Tangerine Dream
dell'intera produzione "solitaria" di Schulze degli ultimi quindici anni. Nessuna sorpresa: la
musica di Schulze riproduce fedelmente le leggi dell'ambient senza alcun compromesso
contaminante. L'aspirazione tende alla linearit, alla ciclicit, a un sentiero monocorde. Il
senso del ritmo diventa ora variabile ora costante, in un groove ipnotico e straniante.
Un certo rigore matematico sembra invece il comune denominatore della traccia seguente,
"Artemis In Jubileo", costruita sopra un esoscheletro vagamente world. Le due tracce
rimanenti, registrate dal vivo in Polonia, a Poznan, per lo spettacolo di luci e illusioni di Gert
Hof, il 5 novembre del 2003, si allineano con il sostrato di Cyborg (1973) e Dig It (1980). In
"Some Thoughts Lion", l'assillante ritornello fagocitato, rivisitato, dalle tensioni di
Blackdance (lo storico album del '74), s'impreziosisce di interpolazioni e paradossi,
inglobando, nella seconda frazione, la potenza psichedelica e fuorviante del mini-Moog.
Sonorit spesse e primitive, che vibrano di echi spazio-temporali tutt'altro che
contemporanei.
Riverberi kraut spadroneggiano nelle primissime battute di "Mephisto", brano che permette
all'ex Ash Ra Tempel uno spensierato utilizzo di beat e sintetizzatori in puro stile "Dune"
(1979). Tuttavia, la formula del brano mescola elementi tipici dell'universo oldeldiano di
"Amarok" o "T3es Lunas", ai soundscape del(la) Wendy Carlos di "The Well-Tempered
Synthesizer".

Mentre prosegue (piuttosto stancamente) la sua lunga teoria di uscite e collezioni (l'ultima,
quella dei Ballet, arrivata al quarto volume), Schulze continua la sua attivit dal vivo, con
suggestivi concerti, impreziositi anche dalla scelta delle location, incluse chiese e teatri
antichi.

Nel 2007 esce Kontinuum, e Schulze sorprende tutti. Master at work, nell'accezione pi
squisita del termine. Lo avevamo lasciato a una sequela di cofanetti ultra-limitati
(Contemporary Works), da cui aveva poi estratto parte dei lavori: alcuni buoni (Vanity Of
Sounds e The Crime Of Suspense su tutti), altri obiettivamente fuori forma e stanchi (i 4
Ballet). Contemporaneamente, il continuo della procua collaborazione con il compianto
Pete Namlook in onor di Pink Floyd (The Dark Side Of The Moog, le riedizioni da un altro
mastodontico box-set di cinquanta dischi, "The Ultimate Edition", a nome La Vie
Electronique e tanti apprezzatissimi live show.
Schulze non s' mai fermato, ma Kontinuum veramente la sorpresa pi eclatante. Un disco
in cui, dopo anni trascorsi a irtare con la tecnologia, tornava a riavvolgere fra caldi strati di
sequencer e synth, come ai tempi del mai abbastanza considerato Mirage. Lo Schulze scultore
di architetture a met fra il cosmico e l'ambientale, quello che fra un un azzardo e un usso di
suoni ha sempre saputo toccare con gracilit il cuore degli ascoltatori.

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A scuotere l'universo schulziano, arriva poi nel 2008 l'inaspettata collaborazione con la voce
dei Dead Can Dance, la magnica Lisa Gerrard. Il primo frutto l'album Farscape, avvolto in
un'elegante confezione bianca. Si tratta di un'unica composizione di 155 minuti, divisa in 7
parti e spalmata su 2 cd dal titolo di"Liquid Coincidence".E' un'opera che nulla aggiunge alla
carriera di Schulze e nemmeno a quella della Gerrard: fa utilizzo di tutto l'armamentario
elettronico oggi a disposizione del maestro e della sua sapienza musicale, nonch delle
indubbie qualit evocative della voce della Gerrard, ma una composizione ripetitiva che,
data anche la sua lunghezza, mette a dura prova la pazienza dell'ascoltatore. Non mancano
momenti toccanti, come la prima parte, ma spesso la musica abbandona ogni riferimento e
uttua senza meta, a stento guidata dalla melodia salmodica della cantante.
Ma Schulze e Gerrard non devono dimostrare niente a nessuno e, a parte tutto, un piacere
sublime immaginarseli suonare insieme.

Klaus Schulze & Lisa Gerrard: Dziekuje Bardzo - Vielen Dank la registrazione del
concerto tenuto a Varsavia nel novembre 2008 (l'omonimo Dvd dedicato invece al
documentario "In The Moog For Love").

Il nuovo progetto Shadowlands, annunciato a inizio 2011, arriva a compimento fra mille
travagli solo nel 2013. Il disco sembra dall'inizio voler suonare diverso: accantonato il retr,
Schulze tenta di riprendere in mano i discorsi pi recenti della sua carriera e dar loro
continuit, sia nelle durate (che tornano a dilatarsi incredibilmente) che nel sound. Nei
quaranta minuti di Shadowlights eccoci tornare dunque ai climi affrontati al anco di
Gerrard: straticazioni di ussi analogici e sequencer poliritmici che incontrano voci dal
sentore etnico prima di unirsi, progressivamente, al ritmo cullante delle percussioni. In
Between trasporta fra grovigli luminosi e ash docili ricordando da vicino la fase digitale,
per poi farsi pi crepuscolare e sposare di nuovo trame -la-Farscape in Licht Und
Schatten. The Rhodes Violin si rintana per cinquantacinque minuti nei saliscendi
ambientali di Moonlake, mentre la conclusiva Tibetan Loops forse l'unico vero mezzo
passo in avanti: una pice limpida e soffusa che accompagna il canto dei monaci e un buon
campionario di strumenti tradizionali.
Schulze si conferma maestro insuperabile nell'evocare immagini e sensazioni tramite la sua
musica. Una dote, questa, pervenutagli soprattutto nell'ultimo decennio di carriera, in cui le
sue sculture sintetiche hanno avvicinato sempre pi scenari cinematograci, abbandonando
la frontiera della mente in favore di quella dei sensi. Shadowlands un disco che scorre
senza mai annoiare, ma che a totale differenza del suo splendido predecessore suona in
toto come ce lo si aspettava, senza per questo trasudare segno alcuno di stanchezza.

Nel 2013, esce fuori, per la prima volta, una registrazione in tandem con il collega Gunter
Schickert, musicista per anni avvolto nell'ombra ma oggi nel pieno di una seconda
giovinezza, grazie alla ristampa di "berfllig" (2012), a cui poi far seguito quella del debutto
"Samtvogel".
The Schulze-Schickert Session nasce nel settembre del 1975, tra una tourne in Italia e
Svizzera e la produzione del secondo Far East Family Band, "Parallel World". In entrambi i
casi, come roadie prima e assistente in studio poi, ad accompagnare l'ex-Tangerine Dream c'
appunto Schickert, ai tempi titolare di quel "Samtvogel" curato proprio da Schulze. E nel
mentre di tutto questo, negli studi di di quest'ultimo, nei pressi di Hannover, la coppia
trovava anche il tempo di un registrazione a quattro mani.
Sintetizzatori, sequencer e tastiere di uno e la chitarra dodici corde (con stringhe in metallo)
dell'altro, in istintiva simbiosi, tratteggiano un'epica cavalcata cosmica che, oltre a
rammentare lo Schulze di allora (erano i giorni di Timewind), anticipa - ma in mood pi
drammatico - gli Ashra (non pi Tempel) che verranno, e questo grazie al lavoro di Schickert
che in pi di un occasione rimanda a Manuel Gttsching. Anzi, ne l'esatto contraltare. E
forse non un caso che alla chitarra ci sia lui e non altri.
Un'unica traccia divisa in sei movimenti (un po' come successo per "E2-E4" dello stesso
Gttsching) per un totale di 45 minuti; ai quali vanno aggiunti, per la stampa su cd, le bonus
"Spirits Of The Dead" (solenne e oscura) e "Happy Country Life" (liquida e pastorale).
In ogni caso, per completisti.

Schulze fugge dalla cosiddetta modernit. Il suo un tempo senza eventi, una dimensione

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Klaus Schulze - biografia, recensioni, streaming, discografia, foto :: O... http://www.ondarock.it/elettronica/klausschulze.htm

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iridescenti della mitica musica cosmica brillano ancora. La sua escursione trekkie nei
reconditi abissi siderali, per il momento, non ancora un viaggio di ritorno.

Contributi di Marco Castagnetto - Musicboom ("Mirage"), Michele Chiusi ("Contemporary Works Vol. 2", "Live@Klangart"), Emilio Saturnini ("Moonlake"),

Gaetano LaMontagna ("Farscape"), Matteo Meda ("Kontinuum", "Shadowlands"), Gianni Avella ("The Schulze-Schickert Session")

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