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I . L'evasione II percorso della ronda d'una prigione, a livello dei tetti. I tetti della prigione, fino alla
loro sommit. l'ora in cui i guardiani, oppressi dal silenzio e stanchi di scrutare nell'oscurit, sono
qualche volta vittima di allucinazioni.
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PRIMO G. E che ci fa, uno sui tetti?... Hai ragione. Qualche volta faremmo meglio a ripiegarci sul
nostro universo interiore.
SECONDO GUARDIANO Ti arrivo persino a dire che mi sembra Roberto Zucco... Quello ch'
stato rinchiuso oggi, per l'omicidio di suo padre. Una bestia feroce. Una bestia selvaggia.
PRIMO GUARDIANO Roberto Zucco. Mai sentito.
SECONDO G. Ma vedi qualcosa, l o lo vedo solo io?
Zucco avanza sempre, tranquillo, alla sommit del tetto.
PRIMO GUARDIANO Ho come l'idea di vedere qualcosa. Ma che cosa?
SECONDO GUARDIANO un detenuto che evade. Zucco scomparso.
PRIMO GUARDIANO Merda, hai ragione. un'evasione. Cominciano gli spari, si vede la
luce dei riflettori, urlano le sirene.
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ZUCCO Me la pulir da solo. La porter alla lavanderia automatica.
LA MADRE Dici delle cose assurde, povero pazzo. Devi essere completamente fuori di testa.
ZUCCO il posto al mondo che mi piace di pi. calmo, tranquillo. Ci sono delle donne...
LA MADRE Io me ne frego. Non te la voglio dare... E non avvicinarti Roberto. Sono ancora in
lutto per tuo padre. Vuoi ammazzare anche me, adesso? !...
ZUCCO Non aver paura di me, mamma. Son sempre stato buono e gentile, con te. Perch dovrei
farti paura? Perch non vuoi darmi la mia divisa? Ne ho bisogno, mamma. Ne ho bisogno.
LA MADRE Non essere gentile con me, Roberto... Credi ch'io dimentichi che hai ucciso tuo padre?
Che l'hai buttato dalla finestra come si butta un mozzicone di sigaretta? E adesso diventi gentile
con me. Non voglio dimenticare che hai ucciso tuo padre, Roberto, e la tua dolcezza finirebbe
per farmi dimenticare tutto.
ZUCCO Dimentica, mamma. Dammi la mia divisa, la mia camicia kaki e i pantaloni da
combattimento. Anche sporchi, anche spiegazzati... dammeli. E poi io me ne vado, te lo giuro.
LA MADRE Sono io, Roberto? Sono proprio io che t'ho messo al mondo? dal mio ventre che sei
uscito? Se non ti avessi partorito proprio qui, se non ti avessi visto sbucar fuori con i miei occhi,
e coi miei occhi seguito fino alla culla; se non t'avessi spiato con lo sguardo dalla culla in poi,
sempre, senza lasciarti un attimo, se non avessi spiato tutti i cambiamenti del tuo corpo ora per
ora, al punto da non riuscire nemmeno pi a vederli avvenire, fino a vederti qua, simile a quel
piccolo che era uscito da me in questo letto - io non riuscirei neppure a credere che davanti a me
ci sta mio figlio. E invece io ti riconosco, Roberto. Riconosco la forma del tuo corpo, la tua
struttura, il colore dei capelli, il colore degli occhi, la forma delle tue mani forti che hanno
accarezzato il collo di tua madre e serrato quello di tuo padre che tu hai ucciso. Perch quel
bambino cos bravo sino a 24 anni, diventato improvvisamente pazzo? Quando sei uscito dai
binari giusti, Roberto? Chi ha messo un tronco d'albero sulla tua strada per farti precipitare
nell'abisso? Roberto, Roberto, una vettura ch' andata a schiacciarsi in fondo a un burrone, non
la si aggiusta pi. Un treno deragliato non si tenta di rimetterlo sui binari. Lo si abbandona, lo si
dimentica. Io ti dimentico Roberto, io ti ho dimenticato.
ZUCCO Prima di dimenticarmi, dimmi dov' la mia divisa.
LA MADRE Sta l, nel cesto. E sporca e tutta spiegazzata. Zucco prende la divisa.
E adesso vattene, l'hai giurato.
ZUCCO S, l'ho giurato.
Si avvicina, la carezza, l'abbraccia, le serra il collo. La madre geme. Lui la lascia, e lei cade a
terra, strangolata. Zucco si spoglia, infila la sua divisa ed esce.
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III . Sotto il tavolo
In cucina. Un tavolo, ricoperto da una tovaglia che scendefino a terra. Entra la sorella della
ragazzina. Si dirige verso la finestra, la socchiude.
LA SORELLA Entra ma non far rumore. Togliti le scarpe, siedi l e sta' zitta.
La ragazzina entra dalla finestra.
Cos dunque, a quest'ora della notte, io ti trovo accovacciata contro un muro. Tuo fratello sta
correndo in macchina per tutta la citt, e posso assicurarti che appena ti vede ti far un sedere cos,
perch gli hai dato un'angoscia d'inferno. Tua madre rimasta per ore alla finestra cercando
d'immaginare tutto quello che poteva succederti dallo stupro di una banda di teppisti, fino al corpo
fatto a pezzi in un bosco, o al sadico che ti rinchiude in una cantina... Tutto, ha pensato a tutto! E
tuo padre era talmente certo di non rivederti pi che si ubriacato fino all'incoscienza e adesso
russa con il russare della disperazione. Quanto a me, faccio come una pazza il giro del quartiere, ti
ritrovo accovacciata tutta tranquilla contro un muro!... Quando ti sarebbe bastato attraversare il
cortile per rassicurarci. Sai quel che c'hai guadagnato! Che tuo fratello ti far un sedere cos e spero
proprio che te lo faccia di un bel rosso sangue. Ma vedo che hai deciso di non aprir bocca. Sta zitta,
lei!... Zitta. C' agitazione intorno a me ma io sto zitta... Silenzio! Vedremo come riuscirai a star
zitta quando tuo fratello ti romper il sedere! Allora? Vuoi degnarti di dirmi perch sei rientrata cos
tardi, quando avevi il permesso solo fino a mezzanotte? Se non sputi almeno una parola, finir
davvero per angosciarmi anch'io, e naturalmente penser al peggio. Parla, passerotto mio, parla con
tua sorella... Posso ascoltare qualunque cosa. Sar io a proteggerti, lo giuro, dalla collera di tuo
fratello. T' successo quel che succede a tutte le ragazzine?... Eh? Hai incontrato un ragazzo, ha
fatto lo stupido come tutti i ragazzi, ha fatto il balordo e t'ha trattata male... cos? Le conosco,
queste cose, fringuellino mio, sono stata ragazza anch'io... Sono stata alle solite feste dove ci sono i
soliti imbecilli... E anche se uno t'ha dato un bacio, cosa vuoi che sia? Ti succeder ancora chi sa
quante volte, che tu ne abbia voglia o no... E ti metteranno anche le mani sul sedere che tu lo voglia
o no... I ragazzi son dei gran cretini, bambina mia, e tutto quello che sanno fare di mettere una
mano sul sedere delle ragazze. Vanno matti, per questo! Io non so che gusto ci provano, e secondo
me non ne provano proprio nessuno!... Ma si sentono in dovere di farlo, cos... per tradizione! Non
possono resistere. Sono tutti impastati di imbecillit... Per non bisogna farne un dramma!...
L'importante che tu non ti faccia portare via ci che solo tuo e che nessuno ha il diritto di
toglierti, prima che sia giunto il momento suo. Ma io so che tu saprai aspettare, e che noi
sceglieremo tutti assieme, tua madre, tuo padre, tuo fratello, io, e anche tu, certo, anche tu... la
persona a cui tu farai quel dono. A meno che qualcuno t'abbia fatto violenza, passerotto mio, ma
questo... chi l'oserebbe mai con una bambina come te, cos pura, cos intatta?... Dimmi che non
t'hanno fatto violenza. Dimmi che non t'hanno portato via ci ch' solo tuo e che nessuno ha il
diritto di toglierti... Dimmelo. Rispondi o m'arrabbio... Nasconditi sotto il tavolo, presto! Mi sembra
di sentir rientrare tuo fratello!
La ragazzina scompare sotto il tavolo. Entra il padre in pigiama, mezzo addormentato. Attraversa
la cucina, scompare per qualche secondo, poi l'attraversa di nuovo in senso inverso e va in camera
sua.
Tu sei una ragazzina, una piccola bambina vergine, la piccola vergine di tua madre, di tuo padre, di
tua sorella, di tuo fratello... Non dirmi ch' successa quella cosa orribile. Non dirmelo o divento
pazza. Sei perduta, e noi siamo perduti con te.
Entra il fratello con gran fracasso, la sorella gli corre incontro.
Non gridare, ti prego, non far scene. Lei adesso non c' ma l'ho trovata... L'ho trovata anche se non
c'. Calmati o divento pazza... Non voglio tutte queste disgrazie in una volta, e se ti metti a gridare
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io mi ammazzo...
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ZUCCO Io conosco dei posti, in Africa, delle montagne cos alte che ci nevica sempre. Nessuno sa che in
Africa c' la neve. E invece quello che io preferisco al mondo: la neve in Africa, quando cade sui laghi
gelati.
LA RAGAZZINA Io vorrei vedere la neve in Africa. Vorrei pattinare sui laghi gelati.
ZUCCO E ci sono anche dei rinoceronti bianchi che attraversano i laghi sotto la neve.
LA RAGAZZINA Come ti chiami? Dimmi il tuo nome.
ZUCCO Non te lo dir mai.
LA RAGAZZINA Perch? Voglio saperlo.
ZUCCO un segreto.
LA RAGAZZINA Io so tenere un segreto. Dimmi il tuo nome.
ZUCCO L'ho dimenticato.
LA RAGAZZINA Bugiardo.
ZUCCO Andrea.
LA RAGAZZINA Non vero.
ZUCCO Angelo.
LA RAGAZZINA Non prendermi in giro o mi metto a gridare. Non nessuno di quei nomi.
ZUCCO E come fai a saperlo, se non lo conosci?
LA RAGAZZINA Impossibile. Il nome vero lo riconoscerei subito.
ZUCCO Non posso dirtelo.
LA RAGAZZINA Anche se non puoi dirlo, a me dimmelo lo stesso.
ZUCCO Impossibile. Andrei incontro a una disgrazia.
LA RAGAZZINA Non m'importa niente. Dimmelo.
ZUCCO Se te lo dicessi, morirei.
LA RAGAZZINA Anche se morirai, dimmelo lo stesso.
ZUCCO Roberto.
LA RAGAZZINA Roberto e poi?
ZUCCO Contentati di Roberto.
LA RAGAZZINA Roberto cosa? Se non me lo dici mi metto a gridare. E mio fratello, ch' gi
arrabbiatissimo, ti uccider.
ZUCCO M'hai detto che sapevi cos' un segreto. Lo sai davvero.
LA RAGAZZINA E la sola cosa che so. Dimmi il nome, dimmi il nome.
ZUCCO Zucco.
LA RAGAZZINA Roberto Zucco. E un nome che non dimenticher mai. Nasconditi sotto il tavolo. Viene
qualcuno. Entra la madre.
LA MADRE Parli da sola, uccellino mio?
LA RAGAZZINA No. Canticchiavo per tener lontane le disgrazie.
LA MADRE E fai bene. (Vede l'oggetto spezzato) To', son contenta. Erano anni che volevo disfarmi di
questa porcheria.
Esce. La ragazzina raggiunge Zucco sotto il tavolo.
VOCE DELLA RAGAZZINA E allora, amore mio. Tu hai preso la mia verginit e te la porti via con te.
Nessuno potr pi togliermela, ormai. Rester con te sino alla fine dei tuoi giorni. E quando sarai morto e
mi avrai dimenticata, ancora l'avrai con te. Io ti ho marchiato, come marchia una cicatrice dopo un
combattimento. Per conto mio, non rischio certo di dimenticare, perch non ho altro da offrire, non posso
dare pi niente a nessuno. E finita, fatta sino al termine della vita. Quel che ho dato ho dato, e sei tu che
l'hai portato via.
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IV. Melanconia dell'ispettore
L'ingresso di un bordello della Piccola Chicago.
L'ISPETTORE Sono triste, padrona. Ho il cuore pesante e non so nemmeno il perch. Triste lo sono
spesso, ma questa volta c' qualcosa che non va. Quando mi sento addosso questa voglia di
piangere o di morire, cerco sempre la motivazione di questo stato. Rivedo tutto quel che m'
successo durante il giorno, la notte, e il giorno prima. E finisco sempre per scoprire un piccolo
avvenimento senza importanza, che l per l non mi ha colpito, ma che m' entrato nel cuore
come un piccolo bacillo schifoso e me lo infetta. Allora, quando ho scoperto cos' l'avvenimento
senza importanza che mi fa tanto soffrire, ci rido sopra per primo, il bacillo schiacciato come
un insetto sotto l'unghia, e tutto a posto. Oggi invece ho cercato, sono andato indietro di tre
giorni, ho rifatto l'esame a rovescio, su e gi, su e gi, e mi ritrovo sempre daccapo, senza sapere
da dove viene il male. Triste come prima, e col cuore che mi fa male come prima.
LA PADRONA Lei sguazza troppo in mezzo ai cadaveri e alle storie di magnaccia, ispettore.
L' SPETTORE Non ce ne son mica poi cos tanti, di cadaveri. Ma di magnaccia s, di quelli ce ne
son proprio troppi. Preferirei pi cadaveri e meno magnaccia.
LA PADRONA Io invece preferisco i magnaccia. Mi danno da vivere e son ben vivi anche loro.
L'SPETTORE Adesso devo andarmene, padrona. Addio.
Zucco esce da una camera, chiude la porta a chiave.
LA PADRONA Non bisogna mai dire addio, ispettore.
L'ispettore esce, seguito da Zucco. Dopo un po' entra una puttana, tutta spaventata.
LA PUTTANA Signora, signora mia, ci sono delle forze diaboliche nella Piccola Chicago!... Tutto
il quartiere come fulminato, le ragazze non lavorano pi, i magnaccia restan l con la bocca
aperta, i clienti sono scomparsi, tutto fermo, tutto pietrificato!... Signora, lei ha dato alloggio
al demonio! Quel ragazzo che appena arrivato, che non dice mai una parola, che non risponde
mai a nessuna donna - c' perfino da chiedersi se una voce ce l'ha e se ce l'ha, un sesso - quel
ragazzo, dicevo, con lo sguardo cos dolce, quel bel ragazzo, ne abbiamo parlato spesso fra noi
donne appena uscito dietro l'ispettore. E allora noi lo guardiamo, no?, tutte lo guardano e ci
fanno delle fantasie sopra. E lui cammina dietro l'ispettore che sembra sprofondato in pensieri
profondi. Gli cammina dietro come un'ombra. Poi l'ombra a poco a poco si fa pi vicina, come
quando mezzogiorno, e lui sta proprio a ridosso dell'ispettore che tutto curvo in avanti.
Finch all'improvviso, lui cava da sotto la giacca un pugnale e glielo pianta nella schiena.
L'ispettore si ferma. Non si volta mica. Scuote appena la testa, come se i pensieri profondi nei
quali era sprofondato stessero trovando finalmente una soluzione. Poi si mette a dondolare con
tutto il corpo e si affloscia per terra. N l'assassino n la vittima si sono guardati, mai!... Il
ragazzo aveva gli occhi fissi sul revolver dell'ispettore. Si china, lo prende, lo mette in tasca e se
ne va tranquillo. La tranquillit di un demonio, signora! Poich nessuno si mosso, nessuno ha
fatto un gesto! Tutti immobili, l'hanno guardato allontanarsi. Era il diavolo quello che lei s'
preso in casa, signora.
LA PADRONA Ad ogni modo, adesso che ha ammazzato un poliziotto, quel ragazzo fottuto.
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V. Il fratello
La ragazzina sta contro il muro, terrorizzata.
IL FRATELLO Non aver paura, pulcino mio. Io non ti far del male. Tua sorella una scema.
Perch pensava che io ti avrei picchiata? Adesso sei una donna, e io non ho mai picchiato una
donna. A me piacciono le donne, le preferisco a tutto. Son sempre meglio delle sorelline minori.
Una sorellina ti rompe le scatole. Devi star l tutto il giorno a sorvegliarla, non perderla mai di
vista. Per proteggere cosa, la sua verginit? E quanto tempo deve durare, la sorveglianza di una
verginit? Tutto quello che ho passato a vegliare su di te, ad esempio, stato tempo sprecato. Io
lo rimpiango. Rimpiango ogni giorno, ogni ora perduti a sorvegliarti. Si dovrebbero sverginare le
ragazzine subito, appena son ragazzine, cos i fratelli maggiori starebbero in pace, non avrebbero
pi niente da sorvegliare e avrebbero modo di pensare ad altro. Io sono contentissimo che ti sei
fatta fottere da qualcuno. Perch adesso sto in pace. Tu vai per la tua strada e io per la mia. Non
avr pi questa palla al piede da tirarmi dietro. Vieni a prendere un bicchiere con me. Devi
imparare adesso. Niente pi occhi bassi, n rossori, i ragazzi li puoi guardare in faccia. Finito,
finito!... Devi essere sfrontata. Su la testa guardali negli occhi squadrali bene!... Agli uomini
piace da pazzi. Non serve essere modesti un minuto di pi. Gettalo via, il pudore!... E prima lo
fai, meglio . Liberati nella natura, corri nella Piccola Chicago in mezzo alle puttane, fa' la
puttana anche tu... Guadagnerai un sacco di soldi e non peserai pi su nessuno. E magari io
t'incontrer in uno di quei bar dove si va a battere, ti far un cenno e staremo l, fratello e sorella
allo stesso bar. Ci si smerda di meno e ci si diverte molto di pi. Non perdere pi tempo a
chinare gli occhi, uccellino mio, a stringere le gambe... Non serve pi a niente. In ogni caso,
ormai, di matrimonio non se ne parla pi. Sorveglianza, occhi bassi, potevano servire per farti
arrivare intatta al matrimonio. Ma adesso il matrimonio fottuto e anche il resto pu andare a
farsi fottere!... In un colpo solo, hai fottuto tutto: matrimonio, famiglia, padre, madre, sorella, ma
io me ne frego. Tuo padre russa per la disperazione e tua madre piange. Tu lascia che piangano,
lascia che russino, e taglia la corda. Vai via da casa. Se vuoi fa' dei bambini, se non vuoi non
farli, tanto non gliene frega pi niente a nessuno. Sei libera. Io ho finito di sorvegliarti, come tu
hai finito d'essere una ragazzina. Non hai pi et. Puoi avere 15 anni o 50, tanto lo stesso. Sei
una donna, ormai, e tutti se ne fregano.
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VI. Il metr
Un manifesto con la scritta "ricercato" e la fotografia di Zucco, senza il nome. Seduti l'uno vicino all'altro,
sulla banchina di un metr, stanno Zucco e un vecchio signore.
IL SIGNORE Io sono un uomo anziano e son rimasto qua dentro pi del ragionevole. Stavo gi
rallegrandomi d'esser arrivato per l'ultimo metr, quando d'un tratto a un incrocio, in mezzo a
questo dedalo di scale e corridoi, non son pi riuscito a trovare dove fosse la mia stazione, e s che
ci vengo ormai cos spesso che pensavo di trovarla anche ad occhi chiusi, come fosse la cucina di
casa mia. Non sapevo che dietro quel percorso ch'io faccio ogni giorno, in apparenza cos limpido,
c'era tutto un mondo oscuro di tunnel, di direzioni sconosciute che io avrei ignorato tanto volentieri,
e che la mia stupida distrazione mi ha invece obbligato a conoscere. Ed ecco che le luci si spengono
e restano solo quei lampioncini bianchi di cui ignoravo perfino l'esistenza. E allora mi metto a
camminare dritto davanti a me in un mondo sconosciuto, il pi svelto possibile - che non poi
granch, per il vecchio che sono. E quando finalmente mi sembra d'intravvedere un'uscita al termine
di una scala mobile che non finisce mai... patatrac! Ecco una cancellata!... Enorme. E cos mi
ritrovo qua, in una situazione ben strana per un uomo della mia et, punito per la mia distrazione e
la mia lentezza. Non so cosa sto aspettando, e a dir la verit non vorrei neanche saperlo perch non
certo alla mia et che si apprezzano le sorprese. Forse aspetto l'alba, anzi s, senz'altro l'alba
quella che sto aspettando, in questa stazione che mi sembrava un tempo cos familiare come la mia
cucina e che adesso mi fa paura. Aspetto senz'altro che si riaccendano le solite luci, aspetto di veder
passare il primo metr. Ma a dir la verit sono un po' angosciato. Rivedr veramente il chiarore del
giorno, dopo un'avventura cos grottesca? E mi sembrer ancora la stessa, questa stazione? Potr
mai dimenticare quei lampioncini bianchi di cui ignoravo perfino l'esistenza? E come cambier la
mia vita, dopo una notte in bianco? I giorni e le notti torneranno a succedersi come una volta? O
sar tutto spostato?... Son cose che mi preoccupano profondamente. Ma lei, giovanotto, che deve
avere delle gambe agili e un cervello lucido - s, certo, lo vedo dai suoi occhi chiari, non appannati
di sicuro o vaghi come quelli di un vecchio come me, impossibile credere che anche lei si sia fatto
intrappolare da quest'intrico di corridoi e di cancelli... No, no, neanche una cancellata chiusa
potrebbe fermare uno spirito limpido come il suo, ci passerebbe attraverso come una goccia d'acqua
in un passino del t. Lei lavora qui di notte? Mi parli di lei, la prego. Servir a tranquillizzarmi.
ZUCCO Io sono un ragazzo normale e ragionevole, signore. Non mi sono mai fatto notare. Mi
avrebbe mai notato, lei, se non fossi venuto qui a sederle accanto? Ho sempre pensato che il modo
migliore per vivere in pace sia quello di farsi trasparente come un vetro, invisibile come un
camaleonte sulla pietra, passare attraverso i muri, non avere odore n colore. Che lo sguardo della
gente ti attraversi e veda altra gente dietro di te,come se tu non ci fossi! un duro impegno, sa, il
farsi trasparente. E un lavoro. un antico, antico sogno, diventare invisibili... Io non sono un eroe.
Gli eroi sono dei criminali. Non c' eroe i cui abiti non siano inzuppati di sangue, e il sangue la
sola cosa al mondo che non pu passare inosservata. la cosa pi visibile in assoluto. Quando tutto
sar distrutto, e la fine del mondo avvolger la terra nella sua coltre nebbiosa, solo gli abiti degli
eroi resteranno ancora e ancora si vedranno, inzuppati di sangue. Ho fatto miei studi e sono stato
un buon allievo. E quando uno ha preso l'abitudine d'essere un buon allievo, non torna pi indietro.
Sono iscritto all'universit. Il mio posto sta sempre l, riservato a me solo, sui banchi della Sorbona,
in mezzo ad altri allievi tra i quali io non mi faccio mai notare. E le giuro che bisogna essere
davvero un buon allievo, discreto e invisibile, per rimanere alla Sorbona. Non una di quelle
universit di periferia piene di teppisti e di tipi che si credono eroi. I corridoi della mia universit
son silenziosi, delle ombre li attraversano ma non si ode un passo. Domani stesso io ritorner ai
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miei Corsi di Linguistica. C' un Corso di Lingue proprio domani. E io sar l, invisibile fra gente
invisibile, silenzioso e attento nella spessa nebbia della vita d'ogni giorno. Niente pu cambiare il
corso delle cose, signore. Io sono come un treno che attraversa tranquillo una prateria e nulla pu
far deragliare. Sono come un ippopotamo che affonda nella sua mota, si muove adagio, e nulla pu
distrarre dalla strada e dal ritmo che lui stesso ha scelto.
IL SIGNORE Si pu sempre deragliare mio caro ragazzo, io adesso lo so. Pu succedere a chiunque
di deragliare in qualsiasi momento. Io che sono vecchio - io che credevo di conoscere il mondo e la
vita come la cucina di casa mia, patatrac, eccomi qua come fuori dal mondo, a un'ora che non so
quale sia, sotto una luce strana, angosciato al pensiero di cosa accadr quando torneranno le solite
luci che un tempo conoscevo, quando passer il primo metr, quando la gente comune, com'ero
anch'io una volta, torner a riempire la stazione. E allora io, io che ho passato la mia prima notte in
bianco, dovr pure uscire, attraversare un cancello finalmente aperto, affrontare il giorno, io che
non ho visto la notte. E non so nulla, per adesso, proprio nulla di quello che succeder, di come
vedr il mondo e il mondo vedr me - se pure mi vedr ancora. Perch non riuscir pi a sapere
cos' il giorno e cos' la notte, non sapr pi cosa fare, mi metter a girare in tondo per la cucina
cercando invano di capire l'ora -e tutto questo, mi fa molto paura.
Le luci della stazione si riaccendono. Zucco aiuta il vecchio ad alzarsi e l'accompagna. Passa il
primo treno del metr.
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VII . Due sorelle
La cucina. La ragazzina con una borsa. Entra sua sorella.
IL PADRE Vostra madre ha nascosto la birra, e io la riempir di botte come facevo una volta. Lo sa Dio
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perch ho smesso. Avevo le braccia stanche ma avrei dovuto sforzarmi, tenermi in esercizio, farla magari
battere da un altro. E poi riprendere daccapo: batterla tutti i giorni ad ore fisse. Ma bastato che io lasciassi
perdere qualche volta, un attimo di negligenza, ed eccola l, che mi nasconde la birra... E io sono certo che
voi siete sue complici! {Guarda sotto il tavolo) Erano rimaste cinque bottiglie. E io vi batter cinque volte a
testa se non le ritrovo. (Esce)
LA SORELLA La mia allodola nella Piccola Chicago!... Come devi essere infelice, e quanto lo sarai ancora!
Entra la madre.
LA MADRE Vostro padre ubriaco un'altra volta. S' scolato una bottiglia dopo l'altra. Perch vi siete messe
a dargli una mano anche voi? Mi lasciate sola a battermi contro quell'ubriacone. Ve ne infischiate,
eh? Non ve ne importa nulla, se ci rovina con l'alcool!... Due piccole sciocche che chiacchierano,
chiacchierano delle loro stupidaggini, e mi lasciano sola con quel beone. Che significa questa borsa?
LA SORELLA Va a passare la notte da un'amica.
LA MADRE Un'amica, un'amica... Chi questa amica? Cosa sono tutte queste intimit fra ragazzine? Perch
deve andare a dormire da un'amica? Ha dei letti migliori, quella l? Meglio dei nostri?!... Oppure la notte,
da lei, a far pi notte che in casa nostra? Se aveste ancora l'et e io la forza, ve le darei di santa ragione a
tutte e due. (Esce)
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VIII . Poco prima della morte
Un bar aperto di notte. Una cabina telefonica. Zucco viene sbattuto fuori attraverso una finestra, tra un gran
fracasso di vetri rotti. Grida all'interno. Della gente si ammassa sulla porta.
ZUCCO "Ed cos che mi creasti, o mare Fu la tua furia a far di me un atleta
Ed la tua grandezza che mi s'infrange sui piedi Il Piedistallo divino, dove sto nudo e forte
La fronte immersa in vortici di nebbia."
UNA PUTTANA Qui si gela dal freddo. Quel ragazzo prender una polmonite.
PRIMO GIOVANOTTO Non preoccuparti, va'. tutto sudato, deve avere un gran caldo dentro di s.
ZUCCO "Intorno a me il fragore, la grandine, la schiuma La notte e i venti che cozzano fra loro
Mentre io levo le braccia al monte tenebroso."
SECONDO GIOVANOTTO Secondo me ubriaco.
PRIMO GIOVANOTTO Impossibile. Non ha bevuto niente.
UNA PUTTANA un po' matto, tutto qui. Bisogna lasciarlo in pace.
IL COLOSSO Lasciarlo in pace? Ci rompe il cazzo da un'ora e dovrei pure lasciarlo in pace? Se mi cerca
un'altra volta gli spacco la testa.
UNA PUTTANA (avvicinandosi a Zucco e aiutandolo a rialzarsi) Non cercar rogne, bambino mio, non
cercar rogne. La tua bella faccia gi abbastanza rovinata. Vuoi che le ragazze non ti guardino pi. La faccia
una cosa fragile, mon beb. Uno crede di potersela tenere com' per tutta la vita, poi arriva un bel coglione
grosso cos e gliela disfa in un attimo, tanto lui non ha niente da perdere con la sua. Tu invece hai molto da
perdere, mon beb. Se ti spaccano la faccia, anche la tua vita fottuta in un lampo, come se t'avessero
tagliato il cazzo. Prima magari non ci pensi, ma t'assicuro io che ci penseresti dopo. Non guardarmi cos o mi
metto a piangere. I tipi come te fanno venire le lacrime agli occhi solo a vederli.
Zucco si avvicina al colosso e gli d un pugno.
UNA PUTTANA Oh Dio ricominciano.
IL COLOSSO Non cercarmi, piccoletto, non cercarmi. Zucco gli d un altro pugno, ricominciano a battersi.
UNA PUTTANA Io chiamo un poliziotto, quello lo ammazza.
UN GIOVANE Qua non c'entra, la polizia!
UN ALTRO GIOVANE Ad ogni modo, l'ha gi steso a terra.
Zucco si rialza e si lancia dietro il colosso che stava andandosene. Gli aggrappa addosso e lo colpisce in
faccia.
UNA PUTTANA Non reagire, lascialo perdere!... Non sta gi pi in piedi!
ZUCCO Reagisci, smidollato, reagisci!... Dove ce li hai i coglioni?
Il colosso lo fa volar via.
IL COLOSSO Per l'ultima volta piantala, o ti schiaccio come una mosca.
UNA PUTTANA [al colosso) Lascialo perdere, lascialo perdere. Non massacrarlo.
IL colosso stende Zucco con un pugno terribile.
UN GIOVANOTTO L'ha fatto a pezzi...
UNA PUTTANA Era troppo facile. Ha ragione di dire che siete dei vigliacchi.
IL COLOSSO Un uomo non si lascia mordere due volte dallo stesso cane.
Rientrano tutti nel bar. Zucco si rialza, si avvicina alla cabina telefonica. Stacca il ricevitore, forma un
numero.
ZUCCO Voglio partire. Voglio partire subito. Fa troppo caldo, in questa troia di citt. Voglio andare in
Africa, sotto la neve. Devo partire subito perch ho la morte addosso. Ad ogni modo, nessuno si preoccupa
di nessuno. Nessuno. I maschi han bisogno delle femmine e le femmine han bisogno dei maschi. Ma di
amore, non ce n'. Con le donne, io per piet che me lo faccio rizzare. Vorrei rinascer cane, per soffrire
meno. Un cane da strada, un bastardo che fruga nella spazzatura: nessuno mi guarderebbe. Vorrei essere un
cane giallo, marcio di rogna, che la gente evita senza badargli. Vorrei frugare nella
spazzatura per l'eternit. Io credo che le parole non ci sono, tanto non c' niente da dire. Bisogna smetterla
d'insegnar parole. Bisogna chiuder le scuole e ingrandire i cimiteri. Ad ogni modo, un anno o cento la
stessa cosa: prima o poi si muore tutti. Ed questo che fa cantare gli uccelli. Gli uccelli cantano e ridono per
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questo.
UNA PUTTANA Lo dicevo io ch'era pazzo. Sta parlando in un telefono rotto.
Zucco lascia cadere il ricevitore, si siede contro la cabina. Il colosso si avvicina a Zucco.
IL COLOSSO Allora, bambino, a cosa stai pensando?
ZUCCO Penso all'immortalit del granchio, della lumaca e del calabrone.
IL COLOSSO Sai, a me non piace battermi. Ma tu mi hai talmente cercato, che non potevo star li zitto ad
incassare. Perch hai voluto la zuffa a tutti i costi? Si direbbe che hai voglia di morire.
ZUCCO Io non voglio morire. Io morir.
IL COLOSSO Come tutti, bambino mio.
ZUCCO Non un buon motivo.
IL COLOSSO Forse no.
ZUCCO II problema, con la birra, che uno non la compra, pu prenderla solo in affitto. Adesso devo
pisciare.
IL COLOSSO Corri corri, prima che sia troppo tardi.
ZUCCO vero che perfino i cani mi guarderanno storto?
IL COLOSSO I cani non guardano mai storto nessuno. I cani sono i soli esseri viventi nei quali puoi aver
fiducia. Gli piaci e non gli piaci, ma non ti giudicano mai. E quando tutti ti avranno mollato, bambino
mio, ci sar ancora un cane che ti gira attorno per leccarti la pianta dei piedi.
ZUCCO "Morte villana, di piet nemica, di dolor madre antica giudicio incontestabile gravoso di te blasmar
la lingua s'affatica."
IL COLOSSO Devi andare a pisciare.
ZUCCO troppo tardi.
!14
IX. Dalila
Un commissariato di polizia. Un ispettore. Un commissario. Entra la ragazzina, seguita dalfratello. La
ragazzina si avvicina al manifesto con la faccia di Zucco, e lo indica.
LA RAGAZZINA Io lo conosco.
IL COMMISSARIO Cos' che conosci?
LA RAGAZZINA Quel ragazzo. Lo conosco benissimo.
L'ISPETTORE E chi ?
LA RAGAZZINA Un agente segreto. Amico mio.
L'ISPETTORE Chi quello l? Dietro di te?
LA RAGAZZINA Mio fratello. M'ha accompagnato. E lui che mi ha detto di venir qui, perch io ho
riconosciuto la sua foto per la strada.
L'ISPETTORE Ma tu sai che un ricercato?
LA RAGAZZINA S, s... Lo cerco anch'io.
L'ISPETTORE Ed un tuo amico, dicevi.
LA RAGAZZINA Un amico. S, un amico.
L'SPETTORE Un assassino di poliziotti. Ti arresteranno per possesso d'armi clandestine e omessa denuncia
di criminale.
LA RAGAZZINA mio fratello che m'ha detto di dirvi che lo conosco. Io non posseggo nessuna arma
clandestina, e non denuncio nessuno. Lo conosco, soltanto.
L'SPETTORE Di' a tuo fratello di uscire.
IL COMMISSARIO Non hai sentito?!... Fila. Il fratello esce.
L'SPETTORE Cosa sai di lui?
LA RAGAZZINA Tutto.
L'SPETTORE francese? Straniero?
LA RAGAZZINA Aveva un accento un po' straniero, ma appena appena... Molto carino.
L'SPETTORE Germanico?
LA RAGAZZINA Che vuol dire germanico?
L'SPETTORE E cos, lui t'ha detto ch'era un agente segreto. Molto strano. Di solito, un agente segreto
segreto, non va a raccontarlo in giro.
LA RAGAZZINA Io gli ho detto che avrei tenuto il segreto, qualunque cosa avvenisse.
IL COMMISSARIO Brava. Se tutti tenessero i segreti come te, il nostro lavoro sarebbe pi facile.
LA RAGAZZINA M'ha detto che faceva delle missioni in Africa, fino sulle montagne dove c' sempre la
neve.
L'SPETTORE Un agente tedesco nel Kenia.
IL COMMISSARIO Le nostre ipotesi non erano cos sbagliate, ispettore.
LSPETTORE Erano perfette. (Alla ragazzina) E adesso il nome. Lo sai? Devi saperlo, visto che era amico
tuo.
LA RAGAZZINA Certo che lo so.
IL COMMISSARIO Dimmelo.
LA RAGAZZINA Lo so anche benissimo.
IL COMMISSARIO Allora? Ci stai prendendo in giro? Cos', bambina mia vuoi delle sberle?
LA RAGAZZINA Io non voglio sberle. Voglio dirvi il nome... Solo che non ci riesco.
LSPETTORE Come sarebbe, non ci riesci?
!15
L'SPETTORE Se non il cognome, almeno il nome. Devi ben ricordartelo. Chiss quante volte gliel'avrai
sussurrato all'orecchio.
IL COMMISSARIO Un nome, un nome... Dimmi il nome o ti spedisco nella stanza delle torture.
LA RAGAZZINA Andrea.
LSPETTORE {al commissario) Scriva: Andrea. (Alla ragazzina) Sei sicura?
LA RAGAZZINA No.
IL COMMISSARIO (all'ispettore) Io questa qua l'ammazzo.
L'ISPETTORE O sputi questo nome di merda o sputerai i denti, scegli tu. Soltanto sbrigati prima che sia
troppo tardi.
LA RAGAZZINA Angelo.
L'SPETTORE Uno spagnolo?
IL COMMISSARIO O un italiano, un brasiliano, un portoghese, un messicano. .. Una volta ho conosciuto un
berlinese che si chiamava Tulio.
L'SPETTORE Lei ne sa di cose, commissario. (Alla ragazzina) Sto perdendo la pazienza.
LA RAGAZZINA Ce l'ho proprio qua, le assicuro. Sulle labbra.
IL COMMISSARIO Vuoi un colpetto sulle labbra? Cos il nome casca?
LA RAGAZZINA Angelo. Angelo Dolce o una cosa cos.
L'ISPETTORE Come sarebbe... Dolce? Dolce come?
LA RAGAZZINA Dolce. M'ha detto che il suo nome, in straniero, voleva dire dolce o zuccherato. (Piange)
Anche lui era cos dolce, cos gentile.
L'SPETTORE Immagino che ce ne siano parecchi, di nomi per dire zuccherato.
IL COMMISSARIO Azucarado, sucre, sweetned, gezuekert, ocukrzony.
L'ISPETTORE (con sufficienza) Questi li sappiamo tutti, commissario.
LA RAGAZZINA Zucco. Zucco. Roberto Zucco.
L'ISPETTORE Sei sicura?
LA RAGAZZINA Sicura. Sono sicura.
IL COMMISSARIO Zucco? Zucco con la zeta?
LA RAGAZZINA Con la zeta. S. Roberto. Con la zeta.
L'ISPETTORE Fatele mettere a verbale.
LA RAGAZZINA E mio fratello?
IL COMMISSARIO Che c'entra tuo fratello?... Non hai bisogno di fratelli. Ci siamo noi.
!16
X. L'ostaggio
In un giardino pubblico, di giorno. Una signora elegante seduta su una panchina. Entra Zucco.
LA SIGNORA ELEGANTE Si sieda pure vicino a me. Parli che mi sto annoiando. Faremo un po' di
conversazione. Io odio questi luoghi. Lei per mi sembra timido. La intimidisco io?
ZUCCO Io non sono timido.
LA SIGNORA ELEGANTE Per vedo che le mani le tremano, come un ragazzino alla prima avventura. Ha
una bella faccia. E un bel ragazzo...
Le piacciono le donne? perfino troppo bello per piacergli le donne.
ZUCCO A me piacciono le donne. Molto.
LA SIGNORA ELEGANTE Secondo me, lei preferisce quelle sciacquette insulse di 18 anni.
ZUCCO A me piacciono tutte le donne.
LA SIGNORA ELEGANTE Questa una bella cosa. E mai stato duro con una donna?
ZUCCO Mai...
LA SIGNORA ELEGANTE Ma la voglia? Ce l'avr ben avuta, qualche volta, la voglia d'essere violento con
una donna... Sa cosa voglio dire. Quella voglia prima o poi gli uomini ce l'hanno sempre.
ZUCCO Non io. Io son sempre dolce e tranquillo.
LA SIGNORA ELEGANTE Per ha un'aria strana.
ZUCCO E venuta qua in taxi?
LA SIGNORA ELEGANTE Non dica sciocchezze. Io detesto i taxi.
ZUCCO Allora venuta con la sua macchina.
LA SIGNORA ELEGANTE Ovviamente non sono venuta a piedi. Abito dall'altra parte della citt.
ZUCCO Che macchina ha?
LA SIGNORA ELEGANTE Se lei sogna una Porsche si sbaglia. Ho una macchinetta da niente. Mio marito
uno spilorcio.
ZUCCO Che marca?
LA SIGNORA ELEGANTE Mercedes.
ZUCCO E che tipo?
LA SIGNORA ELEGANTE 280 SE.
ZUCCO A me non sembra una macchinetta da niente.
LA SIGNORA ELEGANTE Forse no. Ma mio marito uno spilorcio lo stesso.
ZUCCO Chi quello l?... La guarda ogni momento.
LA SIGNORA ELEGANTE mio figlio.
ZUCCO Suo figlio. grande.
LA SIGNORA ELEGANTE Quattordici anni, non uno di pi. Io non sono una vecchia carretta.
ZUCCO Sembra pi grande. Forse fa dello sport.
LA SIGNORA ELEGANTE Non fa altro. Gli pago tutti i club della citt, campi da tennis, hockey, golf, tutti,
e ancora pretende che io l'accompagni quando lui si allena. un piccolo viziato, ecco cos'.
ZUCCO Comunque ha un'aria robusta, per la sua et. Mi dia le chiavi della macchina.
LA SIGNORA ELEGANTE Ma certo, come no? Forse le farebbe comodo avere anche la macchina.
ZUCCO S, anche la macchina.
LA SIGNORA ELEGANTE Pi che giusto. La prenda.
ZUCCO Mi dia le chiavi.
LA SIGNORA ELEGANTE Lei comincia a seccarmi.
ZUCCO Mi dia le chiavi. (Estrae la pistola, la mette sulle ginocchia)
LA SIGNORA ELEGANTE Lei dev'essere pazzo. Non si scherza con quella roba.
ZUCCO Chiami suo figlio.
LA SIGNORA ELEGANTE Me ne guardo bene.
ZUCCO {puntandole contro la pistola) Chiami suo figlio.
!17
LA SIGNORA ELEGANTE Lei pazzo. [Urlando, alfiglio) Scappa, tesoro! Scappa! Torna a casa! Cavatela
da solo!
Il figlio si avvicina, la donna si alzata. Zucco le punta la pistola al petto.
Spari, deficiente. Tanto le chiavi non gliele do, non foss'altro per non passare da stupida. Mio marito mi
prende per una stupida, mio figlio mi prende per una stupida, la serva mi prende per una stupida... Spari, e
cos ci sar una stupida di meno! Ma le chiavi non gliele do. Ed peggio per lei, perch una macchina
bellissima, interni di cuoio, cruscotto in noce, peggio per lei. E la smetta con questa pagliacciata!... Guardi...
guardi tutta questa gente... Parlano fra loro, forse hanno gi chiamato la polizia... Li guardi, li guardi... Non
gli par vero... Vanno matti per scene cos. E io non sopporto i commenti della gente di quel genere. Spari,
spari... Non voglio sentirli! Non voglio sentire.
!18
SECONDO UOMO Ma no, per carit!... E tutta una strategia. Sanno benissimo quel che fanno. Hanno dei
mezzi che noi neanche ci immaginiamo. Sanno quel che fanno, creda a me. Quel tipo gi spacciato.
TERZO UOMO E anche la donna, temo.
PRIMO UOMO Non si pu fare una frittata senza rompere le uova.
SECONDA DONNA Purch non faccia del male al ragazzo. Solo questo, in nome di Dio!... che non faccia
del male al ragazzo.
Zucco si avvicina al ragazzo spingendo la signora, la rivoltella sempre puntata verso di lei. Poi
mette un piede sulla testa del ragazzo.
PRIMA DONNA Mio Dio!... Cosa non deve vedere un ragazzo, al giorno d'oggi!
PRIMO UOMO Se per quello, signora, ne abbiamo viste di belle anche
noi, ai nostri tempi.
TERZA DONNA Perch? Anche lei stato minacciato da un pazzo?
PRIMO UOMO No, ma non dimentichi la guerra. Ha presente la guerra, signora?
TERZA DONNA (ironica) Non mi dica. I tedeschi le mettevano tutti i giorni i piedi sulla testa e
minacciavano sua madre?
PRIMO UOMO Anche peggio, signora mia. Anche peggio.
QUARTA DONNA Ad ogni modo lei mi sembra ben in vita, a tutt'oggi, un po' vecchiotto e anche
grassottelle.
QUARTO UOMO E lei mi sembra una gran cafona per essere sincero.
SECONDA DONNA Io penso al ragazzo! Io penso al ragazzo!
TERZO UOMO O insomma la smetta, con 'sto ragazzo. la donna, che ha una pistola puntata alla gola!
QUARTA DONNA Ma il ragazzo quello che ne soffre! Lei ha ragione.
TERZA DONNA Scusi, signore, ma vorrei proprio sapere cosa intende lei per "tecnica speciale" dei
poliziotti. Bella tecnica. Stanno l sempre fermi e non muovono un dito. Secondo me hanno paura.
SECONDO UOMO Io parlavo di "strategia", non di "tecnica".
TERZO UOMO Strategia del cazzo.
POLIZIOTTI (da lontano) Butta quell'arma!
PRIMA DONNA Oh! Bravi!
SECONDA DONNA Adesso siamo salvi.
TERZO UOMO (ironico) Sempre grazie alla sua "strategia".
SECONDO UOMO E io le ripeto che stanno preparando un colpo decisivo.
QUARTA DONNA Secondo me, il colpo lo sta facendo solo quello l con la pistola.
PRIMO UOMO Anzi, direi che lo ha gi fatto.
SECONDA DONNA Povero ragazzo.
QUINTO UOMO Signora, se lei tira ancora in ballo il ragazzo, giuro che la prendo a schiaffi.
PRIMO UOMO O insomma! Vi pare questo il momento di litigare?! Un po' di dignit, perdio. Siamo tutti
testimoni di un dramma. Siamo di fronte alla morte.
POLIZIOTTI Ancora una volta butta quell'arma. Sei circondato.
!19
QUARTO UOMO E cattiva, per di pi. Quanta gente c' al mondo, cattiva e crudele!
QUARTA DONNA Prendetele le chiavi con la forza, santo Dio. Possibile che non ci sia un uomo, tra noi,
che abbia il coraggio di frugarle le tasche e prendere le chiavi?
TERZA DONNA (all'uomo) Lei che ha tanto sofferto, da bambino, con tutti quei tedeschi che le mettevano
un piede sulla testa e minacciavano sua madre, avanti su! Coraggio! Dimostri d'avere almeno un po' di
coglioni! Magari uno solo, piccolo piccolo!
QUINTO UOMO Mi lasci dire, signora, che lei se la meriterebbe davvero, una gran sberla! Ringrazi Dio
ch'io sono uomo di mondo.
TERZA DONNA E allora frughi lei, in quelle maledette tasche! Prenda le chiavi e io accetter le sue sberle.
Il quinto uomo si avvicina tremando, tende un braccio, cerca nelle tasche della signora e trova le chiavi.
LA SIGNORA ELEGANTE Imbecille
QUINTO UOMO {trionfante) Visto?! Visto?!... Portate qui la Porsche!
La signora elegante ride.
SECONDA DONNA (melodrammatica) E lei ride!... Riesce a ridere mentre suo figlio sta per morire!
PRIMADONNA Che orrore.
QUARTO UOMO una pazza.
TERZO UOMO Date le chiavi ai poliziotti. Che si occupino almeno di questo, ammesso che sappiano
guidare un'automobile!
Il quinto uomo ritorna correndo.
QUINTO UOMO Non una Porsche. una Mercedes.
SECONDO UOMO Che tipo?
QUINTO UOMO 280 SE, mi sembra. Molto bella.
SECONDO UOMO Mercedes. E una buona macchina.
QUARTA DONNA La porti qua, chi se ne frega della marca! Quello ci ammazzer tutti.
ZUCCO Io voglio una Porsche. Non ammetto che mi si prenda in giro.
QUARTA DONNA Chiedete ai poliziotti di trovare una Porsche!... Non stiamo l a discutere. Abbiamo a che
fare con un pazzo. Trovategli la Porsche.
TERZO UOMO Speriamo che la polizia sappia fare almeno questo.
QUARTO UOMO Io non ci giurerei. Stanno sempre l.
Si muovono verso i poliziotti.
QUINTO UOMO Guardateli, guardateli!... Noi siamo gente comune, ma abbiamo pi coraggio di loro !
SECONDA DONNA (al ragazzo) Bambino mio! Quel brutto piede cattivo non ti sta facendo male?
ZUCCO Stia zitta lei. Nessuno deve parlargli. Non voglio che lui apra la bocca. Chiudi gli occhi, tu. Non
muoverti.
PRIMO UOMO E lei, signora? Come si sente?
LA SIGNORA ELEGANTE Cos, mica male. Per mi sentirei meglio se chiudeste il becco tutti quanti e
tornaste alle vostre pentole e ai vostri marmocchi.
PRIMA DONNA E dura, ecco cos'. Una donna dura.
UN POLIZIOTTO {dall'altra estremit del gruppo) Ecco le chiavi dell'automobile. E una Porsche. E l
davanti. Da l pu vederla. (Alle persone) Passategli le chiavi.
TERZO UOMO Gliele dia lei, se non le spiace. Gli assassini sono lavoro suo.
UN POLIZIOTTO Abbiamo i nostri motivi.
TERZA DONNA Motivi del cazzo.
PRIMO UOMO Io quelle chiavi non le tocco. Non spetta a me. Io son padre di famiglia.
ZUCCO Adesso ammazzer la donna e poi mi sparo in testa. A me non me ne frega niente, della vita. Vi
giuro che non me ne frega niente. Ci son sei pallottole nel caricatore. Ammazzo cinque persone e poi mi
ammazzo.
QUARTA DONNA Lo fa, lo fa! Andiamocene.
SECONDO POLIZIOTTO State fermi. Non lo innervosite.
!20
TERZO UOMO Siete voi che ci innervosite a non fare un cazzo.
SECONDO UOMO Li lasci in pace. Lasciateli fare. La polizia ha certo un piano.
SECONDO POLIZIOTTO Non muovetevi.
Mette le chiavi per terra, e con un bastone le spinge attraverso le gambe della gente fino ai piedi di
Zucco. Zucco si china adagio e le raccoglie, he mette in tasca.
Tutti si fanno da parte. Tenendo la pistola con l'altra mano, Zucco si china, solleva per i capelli la testa del
ragazzo e gli spara alla nuca. Tutti urlano, scappano. Sempre tenendo la pistola puntata contro la signora,
Zucco attraversa il parco quasi deserto e si dirige verso l'automobile.
!21
XI. Il patto
II banco dell'albergo "Piccola Chicago". La tenutaria sta nella sua poltrona, la ragazzina aspetta.
!22
MACR No, non abbiamo tutto il tempo. Tu hai i soldi, io voglio la ragazza.
IL FRATELLO Ce l'hai, ce l'hai. come se ce l'avessi.
MACR Adesso che hai i soldi, ti dispiace, eh?
IL FRATELLO Non mi dispiace di niente. Di niente. Sto pensando.
MACR A cosa pensi? Non il momento di pensare. Allora? Quando?
IL FRATELLO Domani o dopo.
MACR Perch non oggi?
IL FRATELLO S, perch non oggi? Questa sera.
MACR Perch non subito?
IL FRATELLO T'innervosisci, t'innervosisci.
Si sentono i passi della ragazzina.
D'accordo!... Subito!
Il fratello scappa e corre a nascondersi in una camera. Entra la ragazzina.
IL FRATELLO Non sono io che l'ho voluto, padrona, le giuro. stata lei a insistere, stata lei che ha voluto
venire in questo quartiere a far questo lavoro. Sta cercando non so chi e vuole ritrovarlo. E sicura di
ritrovarlo qui. Io non volevo. Io ho vegliato su di lei come nessun fratello l'ha fatto mai. Era il mio
pulcino caro, il mio amore. Non ho mai amato nessuno come ho amato lei. Ma non posso farci nulla. La
disgrazia si abbattuta su di noi. Lei l'ha voluto e io ho dovuto cedere. Non son mai stato capace di non
cedere alla mia sorellina. la disgrazia che ci ha scelto e si accanisce su di noi.
LA PADRONA Sei un bel pezzo di merda.
!23
XII. La stazione
!24
LA SIGNORA ELEGANTE Paura? !... Sia uomo, santo Dio ! Lei ha un'arma: basta mostrare quella
per farli scappare tutti.
ZUCCO E proprio perch sono un uomo che ho paura.
LA SIGNORA ELEGANTE Io invece non ne ho. Con tutto quello che lei mi ha fatto vedere! io non
ho paura e non ne ho mai avuta.
ZUCCO Perch lei una donna e non un uomo.
LA SIGNORA ELEGANTE Lei troppo complicato.
ZUCCO Se mi prendono, mi rinchiudono. E se mi rinchiudono divento pazzo. Del resto, lo sto gi
diventando. Ci sono poliziotti da tutte le parti, gente da tutte le parti. Io sono gi rinchiuso in
mezzo a tutta
questa gente. Non li guardi! Non li guardi!
LA SIGNORA ELEGANTE Ho forse l'aria di qualcuno che vuol denunciarla? Imbecille. Se volessi
l'avrei gi fatto. Ma tutte queste facce da scemi mi danno il voltastomaco. Lei invece mi piace.
ZUCCO Guardi questi pazzi. Guardi che aria cattiva. Sono degli assassini. Mai visti tanti assassini
tutti assieme. Alla minima scintilla dentro la testa, si metterebbero subito ad ammazzarsi fra di
loro. Mi domando
perch la scintilla non scocca adesso, all'istante, dentro le loro teste. Perch certo, ad ammazzare
sono pronti da un pezzo. Son come dei topi nelle gabbie dei laboratori. Hanno voglia di uccidere.
Basta vedere le loro facce, vedere come camminano, io vedo i pugni serrati nelle tasche. Io
riconosco subito un assassino, mi basta un'occhiata. Hanno gli abiti pieni di sangue. Qui ce ne
sono moltissimi. Bisogna star buoni, non muoversi. E soprattutto, mai guardarli negli occhi. Non
devono neanche vederci, dobbiamo diventare trasparenti. Perch se no, se noi li guardiamo negli
occhi, e loro si accorgono d'essere guardati, se anche loro ci guardano e ci vedono, subito scocca
la scintilla dentro la testa e allora uccidono, uccidono, uccidono.
Basta che uno solo cominci, e qua tutti ammazzano tutti. Aspettano solo, in silenzio quella scintilla
dentro la testa.
LA SIGNORA ELEGANTE Adesso basta! Non cominci con una crisi di nervi. Vado a comprare
due biglietti. Ma si calmi, altrimenti ci notano. (Una pausa) Perch l'ha ucciso?
ZUCCO Chi?
LA SIGNORA ELEGANTE Mio figlio, imbecille.
ZUCCO Perch era un piccolo viziato.
LA SIGNORA ELEGANTE Chi glielo ha detto?
ZUCCO Lei. Ha detto lei che era un piccolo viziato. E che la prendeva per una stupida.
LA SIGNORA ELEGANTE E se avesse fatto piacere, a me, l'essere presa per una stupida? Se a me
piacessero i piccoli viziati? Se io amassi i piccoli viziati pi di qualsiasi cosa al mondo, pi
ancora dei grandi coglioni? Se io odiassi tutto tranne i piccoli viziati?
ZUCCO Bastava dirmelo.
LA SIGNORA ELEGANTE Ma gliel'ho detto, imbecille! Gliel'ho detto.
ZUCCO Non doveva rifiutarmi le chiavi. Non doveva umiliarmi. Io non volevo ammazzare
nessuno, ma le cose si sono incatenate una dopo l'altra. Tutto per via della Porsche.
LA SIGNORA ELEGANTE Bugiardo. Niente si incatenato. Tutto si messo di traverso... lei
aveva me sotto tiro: perch ha fatto saltare la testa di mio figlio, spargendo sangue dappertutto?
ZUCCO Ma anche se avessi fatto saltare la sua, di testa, il sangue si sarebbe sparso dappertutto!...
!25
LA SIGNORA ELEGANTE Almeno io non l'avrei visto, imbecille! Non l'avrei visto. Il mio sangue
pazienza, me ne infischio, non appartiene mica a me. Ma il sangue di mio figlio, gliel'ho messo
io nelle vene, roba mia - e io detesto vedere la mia roba sparsa in giro cos, in pubblico, tra i
piedi di tutta quella massa di imbecilli. Non ho pi niente che sia mio ormai. Tutti ci possono
mettere il piede sopra all'unica cosa che mi apparteneva. Poi domattina i camerieri puliranno. E a
me cosa resta, eh? Cosa mi resta? (Zucco si alza)
ZUCCO Io parto.
LA SIGNORA ELEGANTE Parto con lei.
ZUCCO Lei non si muova.
LA SIGNORA ELEGANTE Ma se non ha nemmeno i soldi per prendere il biglietto! Non me ne ha
dato il tempo. Lei non lascia mai a nessuno il tempo di aiutarla! come quei coltelli a
serramanico che ogni tanto uno tira fuori e poi li rimette subito in tasca.
ZUCCO Io non ho bisogno d'essere aiutato.
LA SIGNORA ELEGANTE Tutti hanno bisogno d'essere aiutati.
ZUCCO Non cominci a piangere! Ha la faccia di una donna che sta per mettersi a piangere. E una
cosa che detesto.
LA SIGNORA ELEGANTE Lei m'ha detto che amava le donne. Tutte le donne... Anche me.
ZUCCO Salvo quando fanno la faccia da donne che stanno per mettersi a piangere.
LA SIGNORA ELEGANTE Le giuro che io non pianger. (Piange. Zucco si allontana) E il suo
nome, imbecille? Sarebbe ancora in grado di dirmelo, adesso? Chi lo ricorder per lei? Sono
certa che lei lo ha gi dimenticato. Io sono la sola, ormai, a ricordarlo. Se lei mi lascia, parte
senza memoria!
Zucco esce. La signora elegante resta seduta, e guarda i treni.
!26
XIII. Ofelia
LA SORELLA Dov' la mia colomba? In quale lurido anfratto l'han trascinata?
In quale gabbia infame l'hanno rinchiusa? Da quali perversi,
viziosi animali sar circondata? Voglio ritrovarti, passerotto mio,
dovessi cercarti fino alla morte. Il maschio l'animale pi ripugnante
fra tutti gli animali ripugnanti che la terra si porta in groppa. Perfino
il suo odore mi disgusta. Come ratti di fogna, maiali nella melma
- un tanfo di palude dove imputridiscono cadaveri. Il maschio
sporco, gli uomini non si lavano, lasciano che la sporcizia e i liquidi
ripugnanti delle loro secrezioni, gli si accumulino addosso e non li
toccano, come fossero un bene prezioso. Gli uomini non si sentono
fra di loro perch hanno tutti lo stesso odore, per questo si frequentano
e frequentano le puttane, e le puttane per denaro, sono costrette
a sopportare quell'odore. Io l'ho lavata tanto, la mia bambina. Le
ho fatto il bagno prima di cena, e lavata il mattino, le ho strofinato il
dorso e le mani con la spazzola, spazzolato l'interno delle unghie, e
lavati tutti i giorni i capelli e tagliate le unghie, e lavata di nuovo, da
cima a fondo, con l'acqua calda e il sapone. L'ho tenuta bianca come
una colomba, liscia come le piume di una tortora. L'ho protetta e difesa
nella sua gabbia intatta proprio perch non insozzasse il suo candore
immacolato al contatto con la sporcizia del mondo, con la sporcizia
dei maschi, e non fosse infettata dal loro odore come da una peste.
Ed proprio suo fratello, questo ratto di fogna, quest'immondo
maiale, questo maschio corrotto che l'ha sporcata, trascinata nel fango
e tirata pei capelli fino al suo letamaio. Avrei dovuto ucciderlo, avvelenarlo,
impedirgli di ronzare attorno alla gabbia della mia tortora,
col filo spinato avrei dovuto proteggere il mio amore. Avrei dovuto
schiacciarlo col piede come un topo e bruciarlo nella stufa. Tutto
sporco, qui. Tutta questa citt sporca e popolata di maschi. Che
piova dunque, che piova ancora, che la pioggia lavi un poco la mia
colomba sul letamaio dove incatenata!
!27
XIV. L'arresto
La "Piccola Chicago". Due poliziotti, delle puttane, e in mezzo a loro, la ragazzina.
!28
PRIMO POLIZIOTTO Secondo me, lui.
SECONDO POLIZIOTTO impossibile.
LA RAGAZZINA (vedendo Zucco) Roberto. (Corre verso di lui e lo abbraccia)
PRIMO POLIZIOTTO lui.
SECONDO POLIZIOTTO Non ci sono pi dubbi.
LA RAGAZZINA Ti ho tanto cercato. Roberto. Io ti ho cercato, ti ho tradito, e ho pianto, ho pianto tanto che
son diventata come una piccola isola in mezzo al mare, e le ultime onde stanno per annegarmi. E ho talmente
sofferto, che la mia sofferenza potrebbe riempire gli abissi della terra e straripare dai vulcani. Voglio restare
con te, Roberto. Voglio sorvegliare ogni battito del tuo cuore, ogni sospiro del tuo petto. L'orecchio
appoggiato al tuo corpo lo ascolter funzionare, sorveglier il tuo corpo come un meccanico l'ingranaggio
della sua macchina. Sar io a custodire i tuoi segreti, sar la valigetta dove nascondi le tue cose, il rifugio dei
tuoi misteri pi riposti. Protegger le tue armi, terr lontana la ruggine. Tu sarai il mio agente e il mio
segreto - ed io nei tuoi viaggi, io sar il tuo bagaglio, il tuo facchino e il tuo amore.
!29
XV. Zucco nel sole
Le sommit dei tetti della prigione, a mezzogiorno. Non si vedr mai nessuno per tutta la scena, tranne
Zucco quando salir sopra il tetto. Voci mischiate di guardiani e detenuti.
UNA VOCE Ma tuo padre e tua madre, Zucco. Non bisogna toccare i propri genitori.
ZUCCO E normale uccidere i genitori.
UNA VOCE Ma un bambino. Zucco. Non si uccidono i bambini. Si uccidono i nemici, si uccidono coloro
!30
che potrebbero difendersi. Ma non un bambino.
ZUCCO Io non ho nemici e non attacco nessuno. Schiaccio gli altri animali, non per cattiveria, ma perch
non li ho visti e ci ho messo il piede sopra.
UNA VOCE Hai un po' di denaro? Del denaro nascosto da qualche parte?
ZUCCO Io non ho denaro da nessuna parte. Non ho bisogno di denaro.
UNA VOCE Sei un eroe, Zucco.
UNA VOCE Golia.
UNA VOCE Sansone.
UNA VOCE Chi Sansone?
UNA VOCE Un gangster di Marsiglia.
UNA VOCE L'ho conosciuto in prigione. Era una belva. Poteva spaccare il collo a dieci persone alla volta.
UNA VOCE Bugiardo.
UNA VOCE Solo coi pugni.
UNA VOCE No, aveva una mascella d'asino. E non era di Marsiglia.
UNA VOCE S' fatto fregare da una donna.
UNA VOCE Dalila. Una storia di capelli. Lo so benissimo.
UNA VOCE C' sempre una donna per tradire.
UNA VOCE Senza le donne, saremmo tutti liberi.
Il sole sale. Straordinariamente luminoso. Si leva il vento.
ZUCCO Guardate il sole. {Si fa un profondo silenzio nel cortile della prigione) Non vedete niente? Non
vedete come si muove da un lato all'altro?
UNA VOCE Io non vedo niente.
UNA VOCE II sole fa male agli occhi. Ci acceca.
ZUCCO Guardate quel che esce dal sole. E il sesso, il sesso del sole: da l che viene il vento.
UNA VOCE Che cosa? Il sole ha un sesso?
UNA VOCE Va a'ff in culo.
ZUCCO Girate la testa: lo vedrete girare con voi.
UNA VOCE Girare cosa? Io non vedo girare niente.
UNA VOCE Ma com' possibile che qualcosa si muova, lass? Tutto gi fissato dall'eternit, bene
incastrato e inchiodato.
ZUCCO E da l che nascono i venti.
UNA VOCE Non si vede pi niente. C' troppa luce.
ZUCCO Voltatevi verso Oriente e si volter anche il sole. E se vi voltate verso Occidente, il sole vi seguir.
Si alza un vento da uragano. Zucco vacilla.
UNA VOCE pazzo. Finir per cadere.
UNA VOCE Fermati, Zucco. Ti romperai il collo.
UNA VOCE pazzo.
UNA VOCE Ora cade.
Il sole sale, diventa immenso e accecante come un'esplosione atomica. Non si vede pi niente.
UNA VOCE (gridando) caduto! ! !
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