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Massimo Battista
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Fondamentale conoscere la propria attrezzatura e capire
se idonea per il genere di fotografia che vogliamo fare.
La fotocamera che usiamo adatta alla fotografia di archi-
tettura? Pi grandi sono le dimensioni dellimmagine mag-
giori saranno i dettagli che la pellicola riuscir a registrare e
riprodurre sulla fotografia.
Le fotocamere si possono dividere in tre gruppi in base al
formato di pellicola: fotocamere di piccolo, medio e grande
formato.
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progettata per lutilizzo dellobiettivo grandangolare Zeiss
Biogon di 38 mm, molto corretto e privo di distorsioni, stu-
diato proprio per la fotografia architettonica ed industriale.
Un discorso a parte meritano le fotocamere digitali a mirino
separato dove linquadratura pu essere controllata a po-
steriori, cio dopo lo scatto, sullo schermo LCD.
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Tutti gli obiettivi proiettano sul piano pellicola un immagine circolare,
nellesempio limmagine circolare prodotta da un obiettivo progettato per il
35 mm che copre un p piu del formato pellicola, perch la zona vicina ai
bordi risulta progressivamente meno luminosa e nitida
(Gnter Osterloh, Leica M. Alta scuola di fotografia, Milano 1991)
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lunghezza focale
50 mm
immagine
piccola
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tto lunghezza focale
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lunghezza focale
150 mm
Focale pi lunga = immagine pi grande
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Rapporto tra formati pellicola ed area inquadrata con obiettivo di uguale
lunghezza focale e con lo stesso rapporto di riproduzione: formato digitale
15,6X23,7 mm, 24X36 mm, 4,5X6 cm, 6X9 cm, 10X13 cm, 13X18 cm.
La riduzione dellimmagine, a parit di campo coperto, al variare dei formati.
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Differenze di granularit (particolare ingrandito) nelle fotografie riprese con pellicola di bassa (ISO 32/16), media (ISO 125/22) e alta sensibilit (ISO 400/27)
(Gnter Osterloh, Leica M. Alta scuola di fotografia, Milano 1991)
La pellicola fotografica, costituita, da un supporto traspa- Association e DIN Deutsches Institut fuer Normung) cio, al
rente (pellicola) e da uno (pellicola B/N) o pi strati (pellicola a valore ISO pi alto, corrisponde in genere una maggiore di-
colori) di gelatina (emulsione fotografica), allinterno della qua- mensione della grana (i cristalli di bromuro dargento che col-
le, sono presenti i sali di argento sensibili alla luce; la quantit piti dalla luce, reagiscono e dopo lo sviluppo si trasformano
di questi sali dipende dalla dimensione, pi piccoli sono pi in argento metallico, determinando il chiaro-scuro del negati-
fitti sono, pi grandi sono pi radi ma pi sensibili sono. vo) quindi una minor capacit di riprodurre i particolari pi
Per quanto riguarda la scelta della pellicola, bisogna tener fini; chiaro che con le pellicole di sensibilit pi bassa che
presente, che allincrementare della sua sensibilit alla luce hanno la grana pi piccola e pi fitta, avviene il contrario, cio
(valore oggi espresso in ISO International Standard Organisa- dopo lo sviluppo limmagini risultano pi definite.
tion che riunisce le precedenti scale ASA American Standard
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Esempi di esoposimetri fotoelettrici in alto a sinistra esposimetro con possibilit di lettura sia a luce riflessa che incidente, in basso esposimetro a luce rilflessa di
tipo spot, a destra schema di esposimetro con lettura a luce riflessa (sopra) e a luce incidente (sotto)
(Guglielmo Izzi, Francesco Mezzatesta, La natura, Milano, 1979)
La corretta esposizione alla luce di una pellicola, che ne de- Aperture di f:1,4 f:2 f:2,8 f:4 f:5,6 f:8 f:11 f:16 f:22 f:32
diaframma
termina il giusto grado di densit e contrasto, dipende dalla
Corrispondenti
quantit (intensit di luce) e dalla durata del tempo (tempo tempi di posa 1/1000 1/500 1/250 1/125 1/60 1/30 1/15 1/8 1/4 1/2
di esposizione), in cui la luce impressiona la pellicola in base La sempre minore profondit La sempre maggiore profondi-
Messa a fuoco di campo richiede una sempre t di campo compensa una
alla sua sensibilit. pi accurata messa a fuoco meno accurata messa a fuoco
Profondit Limitatissima - limitata - media - sempre pi estesa
di campo
Lo strumento che misura lintensit della luce lesposimetro Resa degli oggetti Nitidissima - nitida - leggermente mossa - sempre pi mossa
fotoelettrico, che pu essere interno alla fotocamera o sepa- in movimento
Quanto pi azione o movi- Quanto maggiore la profondi-
rato, a luce riflessa nel primo caso, a luce riflessa e o inciden- mento del soggetto sono rapi- t del soggetto, tanto pi pic-
di, tanto pi brevi sono i tempi cola deve essere lapertura del
te nel secondo, in generale composto da una o pi celle di posa necessari per ottenere diaframma per ottenere suffi-
Conclusioni
fotografie nitide ciente profondit di campo
sensibili alla luce che reagendo alla sua intensit producono
energia elettrica misurabile (fotocellule al selenio) oppure ne Tempi di posa brevi perch le Bisogna usare il treppiede
fotografie siano fatte a mano
oppongono una certa resistenza sempre misurabile (fotoresi-
stori al solfuro di cadmio CDS, o fotodiodi al Silicio). Tavola esemplificativa delle combinazioni tra diaframma e tempo di posa per
I sistemi di misura della luce adottati dagli esposimetri, una data sensibilit (32 ASA) con condizioni di luminosit media
(Andreas Feininger, Il libro della fotografia, Milano 1970)
sono di due tipi: a luce riflessa e a luce incidente. Nel primo
tipo, la fotocellula dellesposimetro, che di norma tarata
sul potere riflettente di una superficie uniforme (cartoncino zione, calcolati dallesposimetro in funzione dellintensit lu-
grigio al 18%), misura lintensit della luce riflessa dal sog- minosa e della coppia di valori tempo-diaframma impostati.
getto, in funzione della propriet riflettente del soggetto Gli esposimetri esterni generalmente indicano lintensit del-
stesso e quindi influenzata dal suo colore; nel secondo tipo, la luce in valori di esposizione EV, che riportati su un quadran-
la fotocellula coperta con un diffusore semisferico opalino, te calcolatore, indicano tutta la serie di accoppiamenti corret-
misura direttamente lintensit luminosa della luce, questa ti tra i valori di diaframma e relativo tempo di esposizione.
misurazione risulta pi sicura e pi precisa perch non in-
fluenzata dal soggetto, ma la fotocellula deve essere posi- Lesposizione di una pellicola, di cui conosciamo la sensibili-
zionata in prossimit del soggetto stesso e puntata verso t (perch espressa in ISO dal fabbricante), controllata
lobiettivo, cosa non sempre possibile. quindi da due strumenti correlati tra loro: il diaframma del-
Nelle fotocamere dotate di esposimetro interno, che pu es- lobiettivo e lotturatore. Il diaframma costituito in generale
sere spot, semispot o a lettura media secondo langolo di da un gruppo di lamelle incernierate tra loro, il cui movimento,
misura, in genere sono visibili direttamente nel mirino dei in maniera analoga alliride dellocchio umano, regola la mag-
simboli, che danno i valori di corretta o sovra o sottoesposi- giore o minore apertura, quindi la quantit di luce che attra-
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f/D = diaframma
Il diaframma si ottiene dividendo la lunghezza focale (f) per il diametro efficace dellobiettivo(D); diaframma totalmente aperto, parzialmente chiuso e chiuso
(Alexander Spoerl, Tutti i segreti della fotografia, Milano 1974)
Tipi di otturatore: a ghigliottina, centrale a cinque lamelle e a tendina sul piano focale
(Alfredo Ornano, Il libro della foto, Milano 1952)
versa lobiettivo. Lotturatore che pu essere di tipo centrale, lit e in presenza di un dato valore di intensit luminosa, in
posto al centro dellobiettivo, o a tendina, posto in prossimit successione, secondo le coppie di tempo-diaframma cor-
del piano pellicola, regola la durata cio il periodo di tempo rette, dovremmo avere sempre risultati equivalenti, in gene-
durante il quale la pellicola esposta alla luce. Lotturatore rale proprio cos, ma in presenza di bassa intensit lumi-
centrale pu essere a semplice ghigliottina o a pi lamelle nosa, quando per la corretta esposizione richiesto luso di
che aprono e chiudono il flusso luminoso, quello a tendina un tempo pi lungo di un minuto, questa equivalenza non
costituito da tendine metalliche o di tela gommata che scor- pi rispettata per effetto della non reciprocit della pellicola
rendo una dietro laltra, in prossimit del piano focale, lascia- alla luce, perci per avere effettivamente lo stesso grado di
no una fessura, lampiezza di questa fessura e il suo movi- densit sul negativo, lesposizione deve essere incrementa-
mento scopre e ricopre per un certo tempo la pellicola. ta di un certo valore che dipende dal tipo di pellicola in uso
Ad una data sensibilit e a pari condizioni di luce corrispon- (alcune pellicole professionali, riportano scritto nel foglietto
dono una serie di coppie di valori diaframma-tempo, che illustrativo, lincremento in f-stop da utilizzare per compen-
daranno la stessa esposizione; allaumentare della quantit sare lesposizione a causa delleffetto di non reciprocit).4
di luce, cio alla maggiore apertura del diaframma, dovr Nelle fotocamere a controllo manuale questa scelta la-
corrispondere una minore durata del tempo e viceversa; la sciata al fotografo, che in base al tipo di fotografia potr
scelta quindi di un dato valore di apertura del diaframma scegliere il pi opportuno valore di diaframma per estendere
implica la scelta del corrispettivo tempo di esposizione. I la profondit di campo nitido oppure usare un tempo di
valori di diaframma, secondo la scala internazionale stan- esposizione molto rapido per fermare un soggetto in movi-
dard, sono espressi in frazioni f/D cio la lunghezza focale mento, rispettare la corretta esposizione data dallesposi-
divisa per il diametro del foro efficace dellobiettivo: f:1-1,4- metro, oppure volutamente sottoesporre o sovraesporre per
2-2,8-4-5,6-8-11-16-22-32, e sono in sequenza geometri- rendere nella fotografia alcune parti pi scure o pi chiare,
ca, ogni valore di diaframma (f-stop) trasmette il doppio o la secondo il gusto e linterpretazione personale della realt.
met della quantit di luce rispetto al valore adiacente.3 Gli Nelle fotocamere automatiche e/o a programma (quasi
otturatori, sempre secondo la scala stardard, sono tarati in esclusivamente di piccolo formato), questa scelta fatta di-
frazioni di secondo 1-1/2-1/4-1/8-1/15-1/30-1/60-1/125-1/ rettamente dal computer interno alla fotocamera che gesti-
250-1/500-1/1000-1/2000 pi la posa a tempo (B o T), in sce in maniera elettronica, in base appunto ad un program-
maniera tale che ad ogni valore successivo corrisponda un ma che privilegia la rapidit oppure la qualit, il giusto valore
tempo che la met rispetto al precedente e viceversa. In di tempo e di diaframma.
teoria quindi, esponendo una pellicola, di una data sensibi-
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Esempi di messa a fuoco a distanze diverse, relativa profondit di campo nitido ed estensione della nitidezza con la chiusura del diaframma, dallalto:
messa a fuoco del primo piano 5 m, diaframma f:2 profondit di campo da ca. 4,80 m a 5,20 m;
messa a fuoco dello sfondo 15 m, diaframma f:2 profondit di campo da ca. 13,5 m a 17 m;
messa a fuoco del piano intermedio 7,5 m, diaframma f:2 profondit di campo da ca. 7,10 m a 7,95 m;
messa a fuoco del piano intermedio 7,5 m, diaframma f:16 profondit di campo da ca. 5 m a 15 m.
(Gnter Osterloh, Leica M. Alta scuola di fotografia, Milano 1991)
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f:2 f:8 f:22 grandangolo normale lungo fuoco
Schema illustrativo dellinfluenza del diaframma e della lunghezza focale di un obiettivo sulla profondit di campo nitido a parit di distanza di messa a fuoco.
(Maurizio Capobussi, Giuliana Scim, Fotografo, Milano 1984)
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Variando la distanza di ripresa cambia la prospettiva. La scultura viene riprodotta nella stessa grandezza pur variando la distanza di ripresa, ma lo sfondo sembra
avvicinarsi man mano che viene aumentata la focale degli obiettivi da 50, 120, 250, 500 mm. In questo caso non cambia solo la prospettiva, ma anche il rapporto
delle grandezze fra il primo piano e lo sfondo. (Ernst A. Weber, La foto, Roma 1989)
tici), da altri fattori: la profondit di campo nitido che viene Dopo alcune informazioni tecniche qualche suggerimento
incrementata con la chiusura del diaframma; la sfocatura da pratico, la fotografia di un soggetto architettonico quasi
movimento provocata dal movimento del soggetto e/o da esclusivamente quella di un soggetto statico, perci non
quello della fotocamera; la risolvenza dellobiettivo e della sono giustificati errori, nella ripresa fotografica, dovuti alla
pellicola cio la capacit di riprodurre i particolari pi fini. fretta, non si deve cogliere lattimo fuggente. La fotografia
Per ovviare alla sfocatura provocata dal movimento del sog- deve essere posata, valutare e ragionare con calma, utile
getto, si ricorre alla scelta di un tempo di otturazione rapido; anche prendere appunti sui vari parametri e regolazioni usa-
per evitare la sfocatura provocata dal movimento della foto- te per fare la fotografia, una volta sviluppata e o stampata
camera, chiamato anche micromosso, si ricorre alluso di un potremo, appunti alla mano, capire se e dove abbiamo sba-
supporto stabile e robusto come il cavalletto o treppiede al gliato, fare esperienza, gli errori se correttamente valutati
quale fissare saldamente la fotocamera, in modo tale da insegnano. Bisogna valutare la luce, la sua direzione, latera-
renderla statica e con luso dello scatto flessibile o dellau- le, frontale o controluce, la sua intensit, per capire quanto
toscatto evitare la pi piccola vibrazione. profonde saranno le ombrre sul soggetto, se possibile sce-
gliere lora pi adatta per eseguire la ripresa, sapendo che
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Soggetto Distorsione Distorsione
originale a barilotto a cuscinetto
Esempi dimostrativi di distorsione Luso del paraluce consente di eliminare i raggi di luce che danneggerebbero
(Ansel Adams, La fotocamera, Bologna 1989) limmagine con la loro riflessione sulle lenti
(Alexander Spoerl, Tutti i segreti della fotografia, Milano 1974)
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Scala distanze
Profondit di campo
Diaframmi
Tempi di otturazione
Profondit
di campo
re la miglior posizione di ripresa sapendo che il rapporto grafare i prospetti degli edifici di una piazza, si deve posizio-
prospettico dei volumi determinato dalla distanza. nare la fotocamera, possibilmente al centro della piazza
Posizionare il treppiede, che deve essere il pi solido e pi stessa, su di un solido treppiede messo perfettamente a li-
robusto possibile, in modo tale che appoggi bene sul terre- vella, quindi eseguire la serie di riprese, ruotando in piano la
no o sul pavimento, metterlo a livella con la regolazione del- testa del treppiede, solidale con la fotocamera, secondo
lestensione delle gambe cos che la testa possa ruotare in langolo di copertura dellobiettivo in uso, o, come nel caso
piano, fissare la fotocamera sulla testa del treppiede e con- descritto prima, sovrapponendo ogni volta una parte dellin-
trollare linquadratura nel mirino. quadratura precedente.
Per valutare la profondit di campo, mettere a fuoco il piano Se dovessi consigliare unattrezzatura fotografica, indicherei
pi vicino del soggetto e controllare la distanza riportata sul- come pi pratica e versatile quella comprendente una fotoca-
lelicoide, poi mettere a fuoco il piano pi lontano e controllar- mera reflex 35 mm manuale e meccanica, magari di tipo pro-
ne la distanza, quindi posizionare lelicoide della messa a fessionale, facente parte di un sistema, (personalmente co-
fuoco sulla distanza intermedia e verificare sulla scala degli nosco ed apprezzo il sistema Nikon della serie F, ma altre
indici di profondit a quale diaframma corrisponde lintervallo attrezzature sono ugualmente valide), corredata da un obiet-
tra le due misurazioni, oppure valutare visivamente sul vetro tivo normale 50 mm meglio se di tipo macro, utile per le ripro-
smerigliato del mirino, se la fotocamera lo consente, lesten- duzioni di disegni ed altro, un medio grandangolare 35 mm o
sione della profondit di campo chiudendo il diaframma. 28 mm preferibilmente di tipo decentrabile, tutti muniti di pa-
Misurare con un esposimetro lintensit della luce e il rap- raluce, un vetrino di messa a fuoco con reticolo ortogonale,
porto tra le zone pi luminose e quelle in ombra con pi un esposimetro esterno con la possibilit di leggere la luce
misurazioni, quindi scegliere la coppia tempo-diaframma incidente, un buon treppiede, una livella a bolla e uno scatto
pi idonea. In mancanza di un esposimetro fotoelettrico, si flessibile. Purtroppo questo tipo di fotocamere sono sempre
pu valutare approssimativamente lesposizione basandosi pi rare nei cataloghi, ma nel mercato dellusato sono di faci-
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sul foglietto illustrativo allegato alla pellicola, che indica dei le reperibilit con molti accessori ed obiettivi.
valori tempo-diaframma per le principali situazioni di ripre- 1
Cfr. Andreas Feininger, Il libro della fotografia, Milano 1970.
sa, pieno sole, sole velato, cielo nuvoloso ecc. 2
Cfr. Gnter Osterloh, Leica M. Alta scuola di fotografia, Milano 1991.
Utilizzare il paraluce dellobiettivo e o uno schermo, per evitare 3
La quantit di luce trasmessa dallobiettivo proporzionale allarea della sua
che raggi di luce indesiderata colpiscano le lenti producendo apertura cio al quadrato del diametro (ad esempio un diaframma f:4 il doppio
di un diaframma f:8 ma la quantit di luce trasmessa il quadruplo), perci la
riflessi e aloni sulla pellicola, scattare la fotografia col comando sequenza di valori f-stop suddivisa in valori intermedi che tengono conto del-
flessibile ed annotare le regolazioni ed i parametri utilizzati. lincremento di fattore 1,414 che la radice quadrata di 2, poich la trasmissione
Se con ununica ripresa non possibile riprendere lintero della luce dipende dallarea del diaframma. Cfr. Ansel Adams, La fotocamera,
Bologna 1989, Andreas Feininger, op. cit.
soggetto, per lestensione delle sue dimensioni, si pu ese- 4
Cfr. Ansel Adams, op. cit., Andreas Feininger, op. cit.
guire una serie di fotografie, cercando di mantenere sempre 5
Cfr. Alfredo Ornano, Il libro della foto, Milano 1952; Ansel Adams, op. cit.;
la stessa distanza, cio spostandosi in linea parallela al sog- Gnter Osterloh, op. cit..
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Per un maggiore approfondimento sugli argomenti trattati pu essere utile la
getto stesso, e in modo tale da inquadrare, di volta in volta, consultazione, oltre a quelli gi citati, dei seguenti testi di tecnica fotografica: Mau-
circa un terzo dellimmagine precedente, per poter rimonta- rizio Capobussi, Giuliana Scim, Fotografo, Milano 1984; S. Guida, Il nuovo fotoli-
re in seguito, lintera sequenza, come se fosse una sola im- bro, Milano 1955; Guglielmo Izzi, Francesco Mezzatesta, La natura, Milano 1986;
Alexander Spoerl, Tutti i segreti della fotografia, Milano 1978; Andr Thvenet, N.
magine. Unaltra possibilit quella di eseguire una serie Bau, Il libro completo dei piccoli formati, Milano 1965; Ernst A. Weber, La foto.
panoramica di riprese fotografiche, per esempio per foto- Come si compongono e come si giudicano le fotografie, Roma 1989.
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