SNOB & POP vol.

10
REALIZZATA DA
BRUCE WEBER
REALIZZATA DA
BRUCE WEBER
DIOR.COM - 02 38 59 59 59
DIOR.COM - 02 38 59 59 59
ARMANI.COM
ISSUE 10 SEPTEMBER 2017

42 EDITORS LETTER
52 I LEONI DELLA SOCIET
text Lina Sotis
54 XENNIALS?
text Raffaella Silvestri
56 BACK TO ITALY
text Cesare Cunaccia
62 CHANEL, CHANEL, CHANEL
text Cesare Cunaccia
66 MODA UOMO
text Carlo Mazzoni
72 LA CRISI DELLORDINE DI MALTA
text Ornella Fusco
78 VIA BAGUTTA
text Alessandra Lanza
84 CARTOLINE DALLALABAMA
text Nicola Manuppelli
90 DONNE PRETE
text Giulia Bianchi
94 LO STUPRO CONSENZIENTE
text Angelica Carrara
photo Janell Shirtcliff
98 CORITA NUNS
text Claudia Bellante
photo Janell Shirtcliff
106 CHARLIE SIEM
text Cesare Cunaccia
photo Michael Avedon
120 MADAME F.
text Cesare Cunaccia
photo Masiek Jasik
128 PATTERNS
145 GRAFFIO
photo Amanda Demme
172 THERE IS NO AUTHORITY
photo Zach Gold
194 CONTESSA DI MONZA
photo Sophie Delaporte
206 BALLATA DI UNA MONACA
text Cesare Cunaccia
photo Sophie Delaporte
224 MINA VAGANTE
photos Alexander Beckoven,
Michael Avedon
230 POESIA PER MINA
text Cesare Cunaccia
268 LA REGINA DUNGHERIA
text Angelica Carrara
photo Christopher Broadbent
280 KEEP ON SHINING
photo Michael Avedon
296 ENERGIA NOSTALGIA
text Carlo Mazzoni
300 LAMPOON AGENDA
304 LAMPOON LIBRI
texts Matilde Quarti, Gian Paolo Serino, Chiara Beretta Canarino Mannaro 1994,
Mazzotta, Nicola Manuppelli, Giovanni Gastel Junior Copyright Mauro Balletti/PDU
308 TEXTS - ENGLISH VERSION Music&Production SA
Editor in Chief
CARLO MAZZONI
Creative Director
ALESSANDRO FORNARO
Senior Editor
CESARE CUNACCIA

Editorial team
ANGELICA CARRARA
CAROLINA FUSI
COSTANZA MAGLIO
MARTA MAZZACANO

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The Fashionable Lampoon
is a quarterly magazine published by THANKS TO: Michael Avedon, Lisa Bae, Mauro Balletti, Claudia Bellante, Nicola Bertellotti, Giulia Bianchi,
Lampoon Publishing House Christopher Broadbent, Maria Rita Cerilli, Denis Curti, Sophie Delaporte, Amanda Demme, Nadine Dinter, Zach Gold,
that is part of Maciek Jasik, Giovanni Gastel Junior, Salvatore Laspina, Nicola Manuppelli, Christopher Maul, Chiara Beretta Mazzotta,
Memoria Publishing Group Ellen Mirck, Mia Moretti, Phillip Morrison, Francesca Pellegrini, Giuseppe Poeta, Matilde Quarti, Gian Paolo Serino,
via Olmetto 1, 20123 Milano, Italia Janell Shirtcliff, Paola Tiziana de Simone, Marco Tinari
Iscrizione al Tribunale di Milano SPECIAL THANKS TO: Giulia Cangianiello, Lina Sotis
n. 408, December 19th, 2014
Pre Press by Graphic & Digital Project The editorial staff have taken every care to obtain from copyright holders the authorization to publish the pictures in this issue.
via Vincenzo Russo 28, In any case where this has not been possible, the editorial staff would like to make it known that they are available to eligible parties
20127 Milano, Italia to settle any amounts that are owed.

Printed by Elcograf S.p.A., TRANSLATIONS: TDR, Paola Corazza, Sonia Piscaglia

via Mondadori 15,
37131 Verona, Italy
fur e blusa FENDI; dalla collezione Jean Schlumberger for Tiffany & Co. collana Lynn in platino e oro con diamanti,
WWW.LAMPOON.IT bracciale Croisillon in oro e smalto; orecchini in platino con diamanti TIFFANY & CO.
@thefashionablelampoon Photography ZACH GOLD
 DELICATA
R ADICE DI IRIS
PREZIOSO dallItalia
CORIANDOLO
dal Marocco

CUBEBE
PEPATO
da Java

MANDORLE
TRITATE
dalla Spagna

LIMONI
SBUCCIATI
A MANO
dalla Spagna

SPEZIATI GRANI
DEL PARADISO
dal Ghana occidentale

PROFUMATO
GINEPRO
dalla Toscana

ANGELICA
NATUR ALE
dalla Germania

PREGIATA
CORTECCIA
DI CASSIA
dal Vietnam

LIQUIRIZIA
DOLCE
dalla Cina

A GIN OF
EN JOURNEYS
Dieci erbe aromatiche ricavate in modo
sostenibile. Larmonia di sapori che crea
un gin dallequilibrio perfetto.

B E V I B O M B AY S A P P H I R E R E S P O N S A B I L M E N T E
 A GIN OF
EN JOURNEYS
Dieci erbe aromatiche ricavate in modo
sostenibile. Larmonia di sapori che crea
un gin dallequilibrio perfetto.

B E V I B O M B AY S A P P H I R E R E S P O N S A B I L M E N T E
 DELICATA
R ADICE DI IRIS
PREZIOSO dallItalia
CORIANDOLO
dal Marocco

CUBEBE
PEPATO
da Java

MANDORLE
TRITATE
dalla Spagna

LIMONI
SBUCCIATI
A MANO
dalla Spagna

SPEZIATI GRANI
DEL PARADISO
dal Ghana occidentale

PROFUMATO
GINEPRO
dalla Toscana

ANGELICA
NATUR ALE
dalla Germania

PREGIATA
CORTECCIA
DI CASSIA
dal Vietnam

LIQUIRIZIA
DOLCE
dalla Cina
CARLO MAZZONI, EDITORS LETTER
GRACE & GRAPHIC
LA BELLEZZA salver il mondo, lam-
biguit salver gli uomini. La Gra-
zia e la Grafia. Maschio e femmina.
Libert dei costumi e sobriet dei
consumi sono la stessa cosa.
I VELI SONO LEGGERI, garze che si
muovono allaria sopra inserti di
seta geometrici, intagli di damasco
moderno. Vale per luomo, la mor-
bidezza e linserto grafico rosso che
segnava Raf Simons sopra unidea
di Prada. Nella moda c la morbi-
dezza, c il romanticismo ma con
il diritto alla deriva, volont ferrea
da acrobata. Il femminismo un
graffio, prima ancora di un diritto.
LE DONNE devono riappropriarsi di
carattere in Italia c ancora lo
smacco della cultura di Berlusco-
ni: troppe ragazze sognano ancora
di essere veline per Mediaset - o
blogger, che ne sono la esatta evolu-
zione. La moda funziona da avam-
posto, come sempre e definisce il
carattere nella donna che diventer
di massa tra qualche anno. Lo sfor-
zo di Maria Grazia Chiuri merita
ogni racconto: il miglior simbolo
di moda italiana, davanti agli ec-
cessivi sforzi commerciali di Gucci,
davanti alla nostalgia di Missoni. Il
lavoro di Chiuri definisce la supre-
mazia della moda italiana. Miuccia
Prada si conferma lorigine di une-
stetica continuamente e ripetuta-
mente rivista dagli altri Prada
resta loriginale, la signora borghese
di Milano che ancora non ha uguali
e che della francesina di rive gau-
che, dellartista intellettuale o della
grande dama al Crillon, pu tran-
quillamente infischiarsene.
ALLINIZIO DI LUGLIO, Massimo Gra-
mellini raccontava di quanto fosse
difficile per un suo conoscente al-
bergatore assumere una cameriera
italiana durante lestate la stra-
grande maggioranza rispondeva
sulla rima di le vacanze le faccio
42
io, dopo magari mi occupo di quelle fine la morte. Mi torna in mente
degli altri lalbergatore sospirava Thornton Wilder, quando diceva
- dalla parte opposta della strada su che anche quando tutto sar pas-
cui affaccia la sua attivit c la sede sato, tutti i moti damore tornano
di un istituto alberghiero con nove- allamore che li ha creati... lamore
cento iscritti. Offrire un lavoro oggi il solo significato, la sola sopravvien-
offrire qualcosa di cui la maggior za - e ancora Aciman, con queste
parte dei giovani sembra poter fare sue frasi di quel libro cos incredi-
a meno. C la crisi, la disoccupazio- bilmente noioso, che ti spiazzano
ne, tutto quello che si vuole ma il e che raccontano tutta la nostalgia
sabato mattina tutti in spiaggia. La della mia vita - tu, amore mio:Se
bellezza salver il mondo, lambi- ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei
guit salver gli uomini ma non davvero come me, allora domani pri-
sar n la cultura, n listruzione ma di partire o quando sei pronto per
a sconfiggere lignoranza. Lunica chiudere la portiera del taxi e hai gi
arma che pu sconfiggere ligno- salutato gli altri e non c pi nulla da
ranza la curiosit. dire in questa vita, allora, una volta
soltanto, girati verso di me, anche per
GODARD scriveva che non da dove scherzo, o perch ci hai ripensato, e,
prendi le cose, ma dove le porti. Sia- come avevi gi fatto allora, guardami
mo anime per acrobati. La certezza negli occhi, trattieni il mio sguardo - e
che linnamoramento dia luogo chiamami con il tuo nome.
a una storia che deve finire, anzi,
che finir presto. Il senso dinizio
e di energia, quando tinnamori e
ti sembra che tutto sia per sempre,
e che il paradiso sia in quellamore
eppure, sai gi che finir. La fine.
La Grazia e la Grafia - un graffio.
Quante abbiamo desiderato, sogna-
to, lottato per averle e per viverle - e
quando divengono realt sappiamo
gi bene che non dureranno. Call
me by your name un libro che
torner attuale,: Quando saremo
vecchi, parleremo di noi di come sia-
mo oggi, di noi due giovani come se
fossimo due sconosciuti che abbiamo
incontrato sul treno, che ammiria-
mo e vorremmo aiutare. Ci verr da
chiamarla invidia, perch chiamarlo
rimpianto ci spezzerebbe il cuore.
NON VERO, mi dici tu, esistono
le storie damore che durano per
sempre hai ragione, dico io: sono
i matrimoni pi belli ma la fine
arriva in ogni caso. Quando una
storia damore per sempre, si-
gnifica che la fine la morte. Una
lunga storia damore lha scritta
Gino Paoli, lha cantata Mina la
THE FASHIONABLE LAMPOON
CARLO MAZZONI, EDITORS LETTER
GRACE & GRAPHIC
BEAUTY will save the world, ambi-
guity will save mankind. Grace and
Graphic. Male and Female. Free-
dom of choice and moderation in
consumption are the same thing.
THE VEILS are light, gauzes that move
with the air over geometric inserts
in silk and cut-outs of modern da-
mask. This softness and graphic red
insert that Raf Simons has impres-
sed on the Prada image, is applied to
menswear. In fashion there is soft-
ness, theres romanticism but with
the right to be adrift, the iron will of
an acrobat. Feminism is a scrape,
even before it is a human right.
WOMEN must repossess character
Italy still feels the failure of the
Berlusconian culture: too many
girls dream of being a trash diva
or a blogger, who is the exact latter
day version of the same. Fashion
has always acted as a precursor,
defining the type of woman that
will become the mass identity in a
few years. The work of Maria Gra-
zia Chiuri is worth citing: it is the
best representation of Italian fa-
shion, compared to the commercial
excesses of Gucci and the nostalgia
at Missoni. Chiuris current work
defines the preminence of Italian
fashion. Miuccia Prada is the ori-
ginator of an aesthetic continually
and repeatedly reworked by others.
Prada is the original, she is the un-
rivaled Milanese city woman who
rises above the French girl from the
Rive Gauche, the intellectual artist
or the grande dame at the Crillon.
LAST JULY, Massimo Gramellini
wrote how hard it was for hotelier of
his acquaintance to hire an Italian
waitress during the summer the
overwhelming majority sang to the
tune of my holiday first. The hotelier
draws a sigh: on the opposite side
of the road to his hotel is the main
building of a college for hospitality
44
services with 900 students. A job
offer seems to be something that
most young people today think
they can do without. There is eco-
nomic crisis, unemployment, and
everything that goes with it but
on Saturday morning everyone is at
the beach. Beauty will save the wor-
ld, ambiguity will save mankind
but neither culture or education
will defeat ignorance. The only we-
apon against ignorance is curiosity.
GODARD said that its not where
you take things from its where
you take them to. We are souls for
acrobats. The certainty that falling
in love will give rise to a story that
must end, one in fact, that will end
soon. There is a sense of beginning
and of energy when you fall in love
and everything seems forever. That
paradise resides within that love
- yet, in your deepest heart, you al-
ready know that it will come to an
end. The Grace and the Graphic of
a Scrawl. How many love stories
seem to be too good to be true? How
many times have we desired, drea-
med of, fought for relationships so
we may have them and live them?
When they become reality we know
that they wont last, that they will
end swiftly. Call me by your name
a book thats coming back into
fashion: When we grow older still,
well speak about these two young
men as though they were two stran-
gers we met on the train and whom
we admire and want to help along.
And well want to call it envy, becau-
se to call it regret would break our
hearts.
THATS NOT TRUE, you say, there are
love stories that last forever you
are right, I reply: those are the most
beautiful marriages but the end
arrives just the same. When a love is
forever, it means that the end is dea-
th. Una lunga storia damore wrote
Gino Paoli, the end is death sung
Mina. It reminds me to Thornton
Wilder, when he says that the love
will have been enough; all those im-
pulses of love return to the love that
made them. love is the only sur-
vival, the only meaning and even
Aciman, in these sentences from
his extremely boring book, which
astound you and which express all
my lifes nostalgia - you my love: If
you remember everything, I wanted
to say, and if you are really like me, On cover 1:
ERIKA LINDER
then before you leave tomorrow, or blusa ISSEY MIYAKE
when youre just ready to shut the Photography
door of the taxi and have already said AMANDA DEMME
goodbye to everyone else and theres
not a thing left to say in this life, then,
just this once, turn to me, even in jest,
or as an afterthought, which would
have meant everything to me when
we were together, and, as you did
back then, look me in the face, hold
my gaze - and call me by your name.
On cover 2:
KIRIN DEJONCKHEERE
fur e blusa FENDI
gioielli TIFFANY & CO.
Photography
ZACH GOLD
On cover 3:
CHARLIE SIEM
pullover ISSEY MIYAKE
abito EMPORIO ARMANI
Photography
MICHAEL AVEDON
creative handrwriting
ANNA TSVELL
THE FASHIONABLE LAMPOON
 #IFEELGOOD
DIOR.COM Dior OnLine 02 38 59 88 88

IL NUOVO ROSSETTO-INCHIOSTRO LIQUIDO FONDENTE

3 EFFETTI: MAT, SATINATO, METALLIZZATO.
COLORE COUTURE. TENUTA ESTREMA.
RENDEZ-VOUS
A film by Ellen Von Unwerth FW17
elisabettafranchi.com
LINA SOTIS

I LEONI DELLA SOCIET

MILANO? I punti fissi della citt pi
smart dItalia sono cambiati. Non
sai pi a chi chiedere un piacere.
Fino al 2010 a ogni desiderio corri-
spondeva un volto, un nome, un cel-
lulare di chi te lo poteva realizzare.
O pi semplicemente ti poteva dire
realizzabile o no. I vecchi leoni
della societ dellessere e del benes-
sere sono andati tutti in pensione,
i giovani leoni non hanno ancora
preso il potere assoluto, forse perch
nellepoca del precariato quel potere
non esiste pi. Poi si conoscono fra
loro ma gli altri non li conoscono.
Insomma una bella confusione per
una citt che vantava una societ,
precisa e ristrettissima, che con-
densava la milanesit culturale,
politica economica artistica, mo-
daiola, avveniristica del capoluogo
lombardo. Prima, dire un nome,
un luogo significava siglare unap-
partenenza. Negli anni Sessanta lo
Stork, negli anni Settanta Oreste,
bocciofila chic di Brera, negli anni
Ottanta si cambia giro, da Armani
si decolla su Prada. Tutti possono
avere successo: i maldestri lo esibi-
scono. Nascono i finanzieri, gli in-
tellettuali ripiegano sul Medio Evo.
Adesso che, come dicevamo, i vec-
chi leoni sopravvivono ma non han-
no degli eredi visibili, perch ormai
il potere internazionale e non cit-
tadino e si muove come una lippa
fra Londra, New York, Roma Per
fortuna arriva il volontariato, lu-
nico nuovo lavoro che ha dei punti
di riferimento. Su questo avremmo
molto da dire, come sul fatto che
la vita si allungata, che chi sta-
to bravo e fortunato ha il dovere di
guadagnarsi la pensione mettendo
a disposizione del prossimo il pro-
prio sapere. A presto per delineare
la nuova societ. Nel frattempo
appuntamento per un cappuccino,
schiumoso, da Cova che rimane un
buon riferimento.

52 THE FASHIONABLE LAMPOON

FALIEROSARTI.COM
RAFFAELLA SILVESTRI
XENNIALS?
IMPURIT. Una purezza persa, mai
avuta, rimpianta, che si guastata.
Non con il rumore secco del vetro
che cade ma con una crepa sottile,
che si espande lenta. Impurit: la
nostra, che abbiamo preso e lasciato
mille strade, che non avevamo pi
una linea retta da seguire, che non
cera pi studio-laurea-lavoro, ma
nemmeno amore-matrimonio-figli.
Noi che difficile raccontare le no-
stre storie. Spiegare i nostri lavori.
Perch cambiano di continuo, per-
ch un tempo non esistevano, per-
ch ci siamo arrivati attraverso una
lunga fila di esperienze, apparen-
temente casuali: partenze e ritorni,
speranze e delusioni da parte di chi
ci ha messo al mondo. I protagoni-
sti, Anna, Teo e Marcello lavorano
e vivono in un clima emotivamente
post-apocalittico, un mondo in cui
lincertezza condizione acquisita,
accettata, e la domanda costante
piuttosto: e adesso?, e allora?. del proprio meglio con quello che
Naturalmente dellaspetto sociale,
del mondo, se ne fregano: sono io
semmai che li metto l, nelloggi, a
dipanare i loro umani casini.
IMPURA ANNA che deve fare i conti
con le false partenze che ha disse-
minato nel suo passato. Anna che
trascina una storia con un uomo
vecchio e stanco, Valerio. Valerio
che le ha viste tutte, ha avuto quel
successo puro e netto che ora non
esiste pi. Valerio con la sua voce
da attore, di quelle voci che, anche
quando non dicono niente, le senti
calde e le senti sulla pelle. impuro
Teo, che nato sotto il segno pi.
54
Ha ereditato da una lunga lista di
antenati ricchi lunica ricchezza
che realmente conta: la sicurezza in
se stesso, la certezza di meritare.
alto, Teo, e abita lo spazio come se
lo possedesse. Non fatto per occu-
pare a titolo provvisorio i luoghi, ma
per dominarli, senza tracotanza da
macho, ma con una chiarezza, una
sicurezza che ha gi digerito e accet-
tato una certa fragilit di esistere.
Mi piace, Teo, perch uno nuovo.
uno che poteva diventare uno
dei mille stronzi autocompiaciuti
che esistevano ed esisteranno: nato
ricco, da una famiglia importante,
quelli che sono popolari per dirit-
to. A lui succede qualcosa, perch i
tempi, i luoghi che abita lo toccano.
Lo contaminano. Lo rendono, ap-
punto, impuro.
CI SONO QUESTI trentenni, trenten-
ni e qualcosa, che cercano di fare
per sopravvivere - resistenti, non
gli stato lasciato da una genera-
zione per cui tutto era pi lineare.
Per loro, a fatica corrispondeva un
risultato. Per noi vigono altre re-
gole, stiamo ridefinendo i nostri
valori, e allora anche la sfera delle
piccole preoccupazioni di questi
personaggi, il modo in cui si ama-
no, riflette una certa provvisoriet,
un certo non sapere pi come si fa.
C molto cercarsi in questo libro
e c poco amore, perch come in
tempi di guerra tutto appannato
da una sottile ma logorante fatica di
esistere. Laltra parola che mi viene
da dire resilienza: una certa forza
morale di cui siamo tutti provvisti,
Tra la
Generazione X
e i troppo vaghi
Millennials. Una
generazione di
transito da cui
emergeranno
i leader dei
prossimi
quarantanni
oggi, e di cui non ci rendiamo ne-
anche conto, che diamo per scon-
tato, perch cos bisogna essere
rimettere in piedi sapendo che forse
duri ma flessibili, intaccati da mille
fallimenti, dai mille modi in cui ve-
niamo snobbati da una generazione
che non vuole cedere spazio, a noi
che non abbiamo la forza di pren-
dercelo; forgiati dalle mille e-mail
a cui non otteniamo risposta, dalle
mille volte che ci ripetono che noi,
in realt, non siamo proprio niente
di speciale.
LA FRAGILIT DELLE CERTEZZE que- vedere il proprio lavoro maltratta-
sto. Erano inconsistenti e fragili le
certezze con cui siamo cresciuti:
impegnati e otterrai, studia e gua-
dagnerai, cresci e diventerai adulto.
anche quello che accade dopo che
La fragilit delle certezze
lultimo libro di Raffaella
Silvestri, uscito nel febbraio
2017 per Garzanti Libri
Combattiamo con la forza
di non avere certezze -
resilienza appunto, perch
ci vuole forza, ad essere
i primi di qualcosa che
ancora non sappiamo
le certezze si sono infrante. Il nostro
cambiare, cambiare tutto e sempre,
a ogni fallimento; il nostro saperci
saremo ributtati al suolo. Ci accu-
sano di essere impazienti. Io dico
che lo siamo anche troppo poco,
sopportiamo troppo, con pazienza,
lassurdit di un mondo che non ci
d dignit di adulti, in cui la gavet-
ta la parola jolly per rimetterci al
nostro posto. Combattiamo con la
forza di non avere certezze, resilien-
za appunto, perch ci vuole forza a
lavorare a vuoto, cambiare e rifare,
to e distrutto, eppure iniziarne un
altro, e un altro ancora. Forse non
siamo niente di speciale, ma siamo i
primi, i primi di qualcosa che anco-
ra non sappiamo.
THE FASHIONABLE LAMPOON
NEWS / CESARE CUNACCIA

BACK TO ITALY Il racconto 1927 IL RITORNO IN ITALIA

di un viaggo. Museo Salvatore Ferragamo,
Il ritorno in patria di Palazzo Spini Feroni
Salvatore Ferragamo, Piazza Santa Trinit 5
dallAmerica a Firenze
Firenze,
tra le due guerre
FINO A MAGGIO
mondiali
La mostra inaugurata
il 19 maggio rimarr aperta
fino al 2 maggio 2018
Courtesy of Salvatore Ferragamo.

LA SCENOGRAFIA inquadra un vasto

corpus di dipinti, oggetti, sculture,
abiti, scarpe e accessori, mobili,
documenti, fotografie depoca e
apparati video storici e contempo-
ranei. Si riferisce allepopea dorata
delle grandi navi passeggere tra le
due guerre mondiali. Ne autore
Maurizio Bal, in collaborazione
con Andrea De Micheli. Il filo con-
duttore dellesposizione quello del
ritorno in Italia dagli Usa del giova-
ne Salvatore Ferragamo, nel 1927,
a bordo del Roma, transatlantico
gioiello della Navigazione Generale
Italiana. Dalla Campania in cui ave-
va visto la luce, a Bonito, in Irpinia,
Salvatore era partito da emigrante
appena diciassettenne su un piro-
scafo in terza classe. Non soltanto
armato di coraggio e di speranze,
ma gi in pieno possesso di mae-
stria di calzolaio.

IL PAESE in cui Ferragamo rientra,

forte della sua affermazione a Hol-
lywood, allora sembrava stabile, pi
unito e proiettato verso il nuovo. Va
sottolineato che il debutto del go-
verno fascista era stato ben accolto
in America. Ferragamo quindi de-
cide di installarsi a Firenze, citt
che considera come un autentico
simbolo di cultura, e di intrecciare
la sua esperienza americana con
la sapienza ancestrale degli arti-
giani toscani. Una dinamica che si
sviluppa attorno a quel concetto di
unit delle arti, urbanistica, archi-

56 THE FASHIONABLE LAMPOON

In questa pagina, Lucio Venna, Disegno pubblicitario per rivista, 1928, Museo Salvatore Ferragamo, Firenze;
nella pagina a fianco, Vittorio Zecchin, Medusas, 1919-1923, Collezione privata, Venezia.

THE FASHIONABLE LAMPOON 57

tettura, tecnologia e artigianato, cui
si collegava il recupero del mestiere
e della tradizione della bottega ri-
nascimentale quale ideale esempio
di sincretismo. La figura dellarti-
sta artiere riveste un ruolo etico
e politico di spirito guida dei tempi
nuovi, come osserva Stefania Ricci
nellintroduzione al catalogo. Sono
anni, quelli tra i Venti e la met dei
Trenta, nei quali le arti applicate
vivono una stagione fervida e di
ricerca a tutto tondo. Nel 1922, a
Monza, era stata varata lUniversit
58
delle Arti, mentre, dal 1923 al 1930,
nella Villa Reale, hanno luogo le ce-
lebri mostre biennali che in segui-
to confluiscono nelle Triennali di
Milano. Questo febbrile fermento,
questa progettualit creativa poli-
forme e il profumo salmastro delle
lunghe traversate tra Usa ed Europa
sul finire dellet del jazz e prima
della terribile crisi economica del
1929, lungo la linea narrativa della
mostra si rivelano nel solco della
rivoluzionaria visione estetica e
produttiva di Salvatore Ferragamo.
THE FASHIONABLE LAMPOON
 LA FIRENZE di quellepoca, in trasformazione e come sospesa tra recupero del
passato e tradizione, tra aggiornato modernismo e slancio architettonico
razionalista, non rimane inerte. Lo comprova il dipinto di John Baldwin
che raffigura la neonata stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Di
rilievo sono listituzione dellEAT (Ente Attivit Toscane) e le Fiere darte
del 1923 e 1924, ma soprattutto lIstituto dArte di Porta Romana, fucina
creativa di enorme importanza a livello nazionale, qui testimoniato dai
gessi di Bruno Innocenti e Antonio Berti. Nella prima parte del percorso
della mostra vi sono elementi della decorazione, affiches e brochures pub-
blicitarie della motonave Roma. Filmati, ritagli di giornale e documenti di
espatrio del giovane Salvatore, oltre a una rassegna stampa che ne racconta
i trionfi americani e il rapporto con le star quali Mary Pickford, Douglas
Fairbanks e Dolores del Rio. Non a caso, in America era famoso come il
calzolaio delle stelle. Ecco alcuni storici modelli di sue calzature, come la
Francesina del 1929, che abbina la tomaia in capretto bluette al dcor asim-
metrico in lucertola; il sandalo Due Pezzi del 1930, in raso ricamato mer-
letto di Tavarnelle o la dcollet Labirinto (1927-30) in capretto ricamato
in filo di seta grigio perla a punto catenella. Creazioni di moda cariche di
ispirazione e catalizzatori di suggestioni e semantiche artistiche identitarie
contemporanee.

UNAVVENTURA fatta di riappropriazione di linfe culturali, immaginarie ed

emotive, il cui fil rouge simpernia sul viaggio di ritorno in Italia di Salvatore
Ferragamo. La carrellata prosegue incalzante. Si succedono gli arredi lignei,
Courtesy of Collezione Alberto Wolleb, Palermo.

Courtesy of CASVA, Fondo Luciano Baldessari, Milano.

Sopra, Pippo Rizzo,

Scenariodanzatrice, 1926.
A sinistra, Luciano Baldessari,
Teatro della Moda alla IX Fiera
Internazionale di Milano e al Teatro
dellEsposizione di Torino, 1928.
Le opere pubblicate in queste pagine
sono inserite nel percorso espositivo
della mostra 1927 Il Ritorno in Italia in
corso in questi mesi al Museo Salvatore
Ferragamo a Firenze.

THE FASHIONABLE LAMPOON 59

le terrecotte e le ceramiche di Duilio
Cambellotti. I progetti di vetrate del
veneziano Carlo Scarpa per il nego-
zio fiorentino di Cappellin e le tarsie
di stoffe colorate del futurista For-
tunato Depero. I vetri incisi di Bal-
samo Stella per S.A.L.I.R. Gli arazzi
in seta di Vittorio Zecchin, seguace
a Venezia del verbum neo-bizantino
e secessionista viennese di Klimt.
Una serie di splendidi costumi re-
gionali contrasta con toilette e lin-
gerie femminili. Una costellazione
di foto delle protagoniste di quel
tempo dialoga con i tessuti della
Manifattura Lisio. Le maioliche di
Dazzi e Tempestini per la Mani-
fattura Cantagalli. Le urne e i piatti
ceramici di Gio Ponti per Richard
Ginori spiccano vicino a tele di
Pippo Rizzo, di Giacomo Balla, di
Giovanni Colaticci e Primo Conti.
Gli scorci marini di Moses Levy e
Mario Broglio. Il ritratto, raffinato,
di Alma Fidora, Calma Argentea,
Edina Altara, SIsposa, 1919.
60
di Domenico Guerello. Nellespo- IL PROGETTO ESPOSITIVO
sizione affiora il tema della casa, A cura di Carlo Sisi,
a sfondo del dibattito sulla conce- prende forma da unidea
zione organica dellarchitettura, di Stefania Ricci,
delineato dalla video-installazione direttore del museo fiorentino
dellultima sala con la riproposizio-
ne dei tre moduli progettati in que-
ORARI DI APERTURA
gli anni: la Casa dArtista di Balla e
Depero, la Casa Neoclassica di Gio Tutti i giorni
Ponti e la Casa Razionale di Terra- dalle 10.00 alle 19.00
gni e del Gruppo 7 che si incarna ferragamo.com/museo
nella Casa Elettrica presentata a
Monza nel 1930. Infine, unulterio-
re tessera di questo mosaico di rife-
rimenti legati allambito di Firenze
e ai suoi imprestiti internazionali
durante i due conflitti mondiali,
sono le variegate personalit ar-
tistiche dei due fratelli Ernesto e
Ruggero Alberto Michahelles, alias
Thayaht. Assai nota la sua collabo-
razione con Madeleine Vionnet e
Ram, figure libere e sperimentali,
a cavallo di linguaggi e concezioni
stilistiche avanzate.
Courtesy of MAN 2017, Nuoro.
THE FASHIONABLE LAMPOON
NEWS / CESARE CUNACCIA

CHANEL, CHANEL, CHANEL

Trentanni L'INIZIO
di magnifica La storia dellorologeria di
avventura Chanel comincia nel 1987
di Chanel con il modello che, non a
nellorologeria caso, si chiamava Premire

NEL 2016
Chanel firma il suo
IL TEMPO. Mademoiselle Chanel, nel-
primo movimento di Alta
le varie case che ha abitato e trasfor- Orologeria in-house,
mato in teatri esistenziali ed esteti- il Calibro 1
ci, esorcizzava il tempo con le sue
pendules preziose, oggetti privati
apotropaici, magici e di estrema so-
fisticazione, che facevano affiorare
giade e pietre dure sullacqua gelata
del cristallo di rocca o su quadranti
in lacca giapponese e vermeil. Pro-
prio come una signora del rinasci-
mento, perduta nella pacificante
e filosofica contemplazione dello
scorrere cronologico di secondi e
di ore, di giorni e di anni, capace di
vincere lentropia e laccumulo, tal-
volta malinconico, di gocce e fram-
menti di memoria.

GLI OROLOGI di varia forma, destina-

zione e grandezza, nel passato era-
no appannaggio di donne di rango e
di potere come la regina di Francia
Caterina de Medici, un frequente
punto di riferimento per Gabrielle
Chanel, fino dal monogramma che
intreccia le due C, contravvenendo
recisamente alla condanna gettata
dalla storiografia soprattutto dOl-
tralpe sulla sovrana di origine ita-
liana, madre degli ultimi Valois sul
trono di San Luigi. Isabella dEste,
marchesa di Mantova, intellettuale
e spregiudicata figura al centro del
dibattito della cultura e della poli-
tica italiana ed europea tra Quattro
e Cinquecento, agli orologi, ama-
tissimi oggetti del desiderio, aveva
addirittura dedicato una stanza
apposita nella Wunderkammer del
suo appartamento in Corte Vec-
chia, rifugio colmo di tesori darte
e di rarities, incastonato nella trama
architettonica della residenza man-
tovana di casa Gonzaga.
MADEMOISELLE COCO gli orologi li colle-
zionava e li interpretava quali simbo-
li di eternit e mirabili sospensioni
concettuali. Il filo si dipaner abba-
gliante. Il modello che nellottobre
1987 per la Maison Chanel d inizio
a questa storia, non a caso si chiama
Premire. Porta un nome program-
matico che significa superiorit ed
eccellenza, ma che riprende anche
Geometrie speculari, Place Vendme, cuore di Parigi.
quello che distingue il ruolo demiur-
gico della direttrice di un atelier
di haute couture. Premire ricalca,
miscelandole, due morfologie per la
Maison, il tappo delliconico flacone
del profumo N5 e la geometria clas-
sicista e Grand Sicle, ariosa e sfac-
cettata come un diamante, di Place
Vendme, il cuore di Parigi dove
si affaccia lHotel Ritz, proustiano
berceau per Mademoiselle che l vi
trascorreva le sue notti, ritirandosi al
calare della sera dal sontuoso appar-
tamento di Rue Cambon e fuggendo
le incombenze professionali e stili-
stiche che ve la impegnavano lungo
lintero corso del giorno.
PREMIRE rimasto proverbialmente
associato allo charme intenso e aral-
dico di Ins de la Fressange. Possiede
un innovativo concetto che lo vuole
sia segnatempo che vero accessorio
di moda. Nuova anche la sua defi-
nizione estetica, lillusione di uno
spazio non contenuto o riducibile
da limiti, senza indici n quadrante.
Una superficie pulita, liscia e piana,

62 THE FASHIONABLE LAMPOON


basata su femminilit e funzionalit,
ossia un binomio imprescindibile
che diktat di modernit e bellezza
chez Chanel, riassunto in un solo
carismatico gioiello. Lempireo rico-
noscibile della semantica Chanel, il
fervido mosaico delle suggestioni e
dei simboli della Maison, ispirano e
nutrono anche il percorso nelloro-
logeria al femminile, cambiandone
definitivamente il corso. Ecco le
fatidiche perle, le comete porta for-
tuna e il matelass, ecco le iconiche
camelie che fioriscono sui tailleur e
THE FASHIONABLE LAMPOON
Boy-Friend Tweed, Chanel Horlogerie.
sulle robes noir e i fiocchi, che gentili
e galanti duna grazia rocaille, dun
tratto, fuggendo alla poetica liturgia
degli atelier, si prestano ad allacciare
i polsi. Intanto, ogni fase di produzio-
ne, dal disegno e dalla progettazione
fino allo sviluppo e fabbricazione di
ogni singola parte ed elemento, di-
viene interna, senza lintromissione
di alcuna licenza o subappalto.
NELLANNO 2000, giusto allinizio del
terzo millennio, nasce J12, in cera-
mica nera, inalterabile e scintillan-
te, racchiuso nel rotore. Sar una
vera rivoluzione, una guizzante di-
namica proiettata come un fulmine
nel ventunesimo secolo. Al contra-
rio di quanto accade con il metallo,
il bracciale qui si adatta subito alla
temperatura corporea. Due, in que-
sto caso, gli atout Chanel: limpiego,
fino a quel momento mai visto, della
ceramica high-tech che si trasforma
in materia preziosa e lacquisizio-
ne del colore nero ossidiana, im-
prendibile, misterioso e profondo,
come cromia essenziale nel settore
dellorologeria. Mutatis mutandis,
per opposizione, nel 2003 creato
il J12 bianco, immacolato, niveo e
opalescente, un catalizzatore di luce
e di riflessioni speculari. Da unec-
citante moltiplicazione di versioni
prende forma un ventaglio erme-
neutico che, attraverso edizioni e
serie effimere, si spinge fino alla
raffinata invenzione del modello
XS. Una metamorfosi che ancor
oggi in atto, accrescendo la porta-
ta miliare e per cos dire storica di
questo orologio. La vocazione alla
sfida dunque, nei laboratori elvetici
di Chanel si accresce.
NEL 2005 la volta del J12 Tourbil-
lon, un ulteriore passo avanti nella
competenza, che fa da premessa al
debutto della Maison nellolimpo
dellhaute horlogerie, grazie al J12
Retrograde Mystrieuse. Un blend
che combina audacia stilistica, tota-
le realizzazione in-house e rispetto
ortodosso verso le tradizioni svizze-
re pi virtuosistiche e radicate, dove
il dato tecnico in continuo supera-
mento al servizio dello slancio
creativo e mai viceversa.
NEL 2012, per celebrare il suo venti-
cinquesimo anniversario, lorologio
Premire si arricchisce di un tour-
billon volante, declinando al femmi-
nile il mondo prettamente maschile
delle alte complicazioni meccani-
che. Naturalmente, secondo il gusto
e il linguaggio proprio della Maison
di rue Cambon. Il tourbillon di dia-
manti ricalca i contorni canonici e
immancabili come un presagio o
63
 Mademoiselle un poema avvincente, di camelie
Coco gli orologi e comete, mentre le innovazioni e
li collezionava i brevetti si susseguono senza posa
e incalzano impavidi oltre i limiti
e li interpretava e i confini assodati. Chanel per la
quali simboli di prima volta insignita di un presti-
eternit e mirabili gioso riconoscimento al Grand Prix
sospensioni dHorlogerie de Genve, nella cate-
concettuali goria specifica Montre Dame, con
il suo Premire Tourbillon Volante.
A Coco Chanel, amante di tutto ci
che guardava al futuro, ma che sape-
va sposare lantico e addirittura lar-
cheologia a un respiro avveniristico,
in un sublime cortocircuito estetico
autonomo e appassionante, tutto ci
sarebbe piaciuto molto.
64
SEMPRE NEL MEDESIMO anno, i pezzi
rari della collezione Mademoiselle
Priv vanno in una direzione oni-
rica e perfino fiabesca. Quadranti
fantasiosi, movimenti inusitati, tec-
nologie artigiane rivisitate, brode-
ries di fili doro, intarsi di diamanti
e nacre. Addirittura larte minuzio-
sa e patrizia della glittica classica,
destinata a committenti imperiali
nella romanit e a Costantinopoli
come ad Alicarnasso, e nellAles-
sandria tolemaica: unarte che resta
simbolicamente anche oggi appan-
naggio di monarchi, di alti prelati
e colti grand seigneur. un fiume
in piena, una delirante vertigine di
Boy-Friend
Tweed, Chanel
Horlogerie.
savoir faire e di splendori da Mille e
una notte, pensati per sontuose Te-
odora di Bisanzio e immaginifiche
Shhrazade, cui contribuiscono
mani di smaltatori e incisori, di in-
tagliatori e incastonatori. Il Made-
moiselle Priv Camelia Brod, arric-
chito da un quadrante ricamato con
fili di seta colorati secondo la prassi
calligrafica e, viene da dire mistica,
della Peinture laiguille, consegue
per la seconda volta il Grand Prix de
lHorlogerie de Genve nel 2013, per
la categoria Metirs dArt.
NEL 2015 il modello Boy-Friend ri-
considera i codici androgini dello-
rologeria al femminile. Si raggiunge
lennesimo primato: allure maschile
dedicata alle donne. Lanno succes-
sivo presentata unaltra novit, il
cinturino in metallo che riprende il
motivo Tweed, prodigioso intreccio
di fili metallici generato da una stu-
pefacente segreta prodezza tecnica
capace di ricomporre la morbida
texture del tessuto.
NEL 2016 Chanel pronta a firmare il
suo primo movimento di Alta Oro-
logeria in-house, il Calibro 1, ore sal-
tanti e minuti retrogradi, apposita-
mente concepito, cos come la cassa
che lo racchiude, per il varo di Mon-
sieur de Chanel, una creazione che,
aprendo lennesima esplorazione, si
rivolge specificatamente alluomo.
Si accostano spinta onirica e visio-
nariet, perizia inimitabile e realt,
sovrapponendo desiderio e mirabile
espressione creativa. Il traguardo
del trentennale, per la Maison Cha-
nel non che uno sprone ad andare
pi lontano, a librarsi pi in alto.
editato il secondo calibro in-house e
interpreta Premire, lorigine e il ca-
postipite di tutta questa superba pa-
rabola, in unottica di alta orologeria.
Nero assoluto, questo movimento
scheletrato abbina una tessera della
leggenda della Maison alla febbri-
le e caparbia libert del suo studio
creativo. Trentanni sono trascorsi e
possono forse sembrare lunghi, ma
non esiste stanchezza e non cambia
di una virgola la voglia di fare altro,
di superarsi ed estrarre meraviglie a
getto incessante dal favoloso univer-
so, dalla meravigliosa macchina dei
sogni del marchio francese.
THE FASHIONABLE LAMPOON
NEWS / CARLO MAZZONI
MODA UOMO
ARMANI codifica la moda maschile.
Si pu dire quel che si vuole, sul-
le sue collezioni femminili, sulla
rilevanza attuale di Milano ma
quando si tratta di moda maschile,
Armani rimane a dir poco prima-
rio. Con il casting migliore Ton
Heukels, Fabio Mancini, Alessio
Pozzi Emporio introduce defi-
nendo la prossima stagione: scarpe
grandi con suole alte e massicce ma
leggere verso la caviglia restando-
ne al di sotto, senza diventare boot
(che se in italiano lo chiami stivale
non rende). I pantaloni morbidi,
e larghi. Lane calde, tessuti spes-
si, sempre morbidi lungo tutta la
gamba (qui da Emporio sono a vol-
te corti, mentre il mercato li vorr
lunghi). Poi felpe, maglioni, chiodi
tutti sopra la vita e stretti intor-
no al busto perch se la gamba
morbida e ampia, il busto rimane
strutturato. Compaiono i pattern,
cos presenti per la moda femmini-
le, invaderanno presto anche le col-
lezioni delluomo. Mina e Celentano
nel soundtrack cantano A(r)mami.
Giacche damascate e scarpe borchia-
te: la ricerca di CHRISTIAN PELLIZZARI
dei tessuti deve puntare a una mor-
bidezza maggiore e a un taglio pi
artistico. Il potenziale c ed solido.
A Bangkok, NEIL BARRETT tra gli
stilisti pi venduti. La sfilata ha una
presenza notevole di buyer pi che
di stampa. Una sfilata di quasi cen-
to capi, logicamente commerciale
66
per quanto notato prima pi crea-
tiva. Tra lAsia e la Germania, con
riferimenti a Raf Simons e ai sei di
Anversa.
Uno dei momenti pi interessanti
potrebbe essere MARCELO BURLON,
ma lo show riesce meglio della col-
lezione. C una coerenza precisa
nei riferimenti alla Patagonia, al
guerriero che balla in un rave sot-
terraneo, a un eroe digitale costru-
ito di terra ma c il rischio che
tutto diventi un costume. Sembra
manchi la fantasia per esplodere,
per divertirsi che, pensando al
designer, appare come un contro-
senso. MARNI ha perso la direzione
e non lha ritrovata, con una comu-
nicazione troppo legata alla labilit
dei cosiddetti web influencer che
degrada il brand a unazienda di se-
condo ordine. MOSCHINO ormai ri-
petitivo non immaginifico, non
irrisorio. Gli inserti di pelliccia da
SANTONI rimandano troppo a Guc-
ci, fino alla pateticit (un peccato,
considerando che si tratta di belle
scarpe italiane).
FEDERICO CURRADI una buona pro-
messa. Pantaloni morbidi, quasi
poetici come lo show. Frasi scritte
al posto della fascia da smoking
laterale che ormai dettaglio per
il pantalone quotidiano (da consi-
derare che i modelli sfilano senza
scarpe e che parte della bellezza di
un pantalone si comprende pro-
Ancora oggi FEDERICO CURRADI
e domani, la Frasi scritte al posto della
morbidezza di fascia da smoking laterale
Giorgio Armani che ormai dettaglio per il
detta legge per la pantalone quotidiano
moda uomo
ANDREA POMPILIO
Una garza di lana
infeltrendosi ha prodotto
una texture rigata e
morbida
prio nel contatto con la scarpa). Fili NON FUNZIONA
sfilati come decoro. Il soundtrack Una delle immagini
allinizio commovente, alla fine ri- peggiori la ressa al
dondante. Mandarin Hotel per il
cocktail di Lamborghini, i
ANDREA POMPILIO possiede la capaci- piatti sporchi ammassati
t di giocare con le linee e i volumi, sui davanzali delle finestre
riuscendo a spingersi a unelettricit
e a uningegneria che altri, nel suo
stesso metodo, non trovano. Linee
rilassate nelle forme e geometriche
nelle stampe. La ricerca dei tessuti,
la banda da smoking sulla vigogna,
una garza di lana infeltrendosi ha
prodotto una texture rigata e mor-
bida. FERRAGAMO con una nuova
direzione artistica di Guillaume
Meilland. Le scarpe sono bellissime,
presentano borchie basse tagliate
dal pavimento. Dettagli di colore
su grigio e nero una maglia rossa
fuoriesce dal giubbotto di panno ed
un tocco di genio. Felpe e golfini su
pantaloni formali. Un maxi cappot-
to con un enorme bavero blu navy
luscita finale. Sarebbe bello un lieve
twist di moda, anche fosse solo per lo
show, in mezzo alla qualit.
DAMIR DOMA qui vediamo come
i pantaloni larghi si alzino sopra
la vita. Il primo cappotto lungo e
morbido e stupendo. Ricorda Haider
Ackermann ma pi consistente gli Nella pagina a fianco:
stessi riflessi blu petrolio e rosa ama- Marco Pasini,
ro arancio arrugginito su velluto. Le Istanti sul Molo, 2000,
Corniglia, Cinque Terre.
maglie sdrucite e bucate sono gi Questanno stato esposto alla mostra
viste. Allinizio dello show la colle- Capri: unisola per la fotografia,
zione potente, poi si perde via. a cura di Denis Curti.
THE FASHIONABLE LAMPOON
MISSONI. Troppi blogger ispirano
una stupidit che stride con la cul-
tura e la tradizione nobile della casa.
Appliques tipiche di Dries van Noten
ma non si tratta daltro se non di
una legacy che spetterebbe a Misso-
ni di pieno diritto. La prima maglia
sa di spettacolo poi ce ne sono al-
tre che si mescolano a troppo tartan.
DAKS e la sfilata teatrale. Hai modo
di vedere tutta la collezione insieme
ma rischi la noia che la fretta della
sfilata scansa. Daks fuori dal coro,
parla di Matthew Goode in Down-
ton Abbey: un pilota di macchine
negli anni Trenta che sposa una
contessa altera. Vestiti tagliati sul
corpo, comodi perch aderenti ma
non rilassati c una distanza del
discorso di oggi.
PRADA. Lily Collins. I modelli somi-
gliano tutti a Clement Chabernaud
che sfila verso la fine. Maglioni in
patchwork: quel senso di infanzia
che Prada sa sempre tirare fuori. La
nonna borghese della casa in citt,
non in campagna no, non la
nonna qui c la zia borghese che
era giovane quando tu avevi quattro
anni e che resta nei tuoi occhi ogni
domenica pomeriggio di novembre.
Il color ruggine su vigogne e pelle
molta pelle, come le lenzuola in
pelle delle sedute alla sfilata. Sotto
il ruggine, un verde acceso di prato
bagnato, mocassini rosso sangue. I
pantaloni sono tipici di Prada, una
sigaretta che si apre in fondo ma
senza diventare zampa, e avvolgono
il sedere potenziandone le rotondit.
Un cappello di pelo viola, una giacca
rosso sangue. Peccato che davanti a
tutto questo, una fila di ragazze ad-
dirittura, la migliore selezione Pra-
da, non fa altro che scattarsi selfie
in coppia come fanno le sceme sul
muretto della metropolitana.
volta, di McQueen forse, e il dettaglio PRADA
forte che non si tratta di couture ma Quel senso di infanzia,
di sportswear. DSQUARED2. Un pattern i maglioni in patchwork
di fiori ricamato scintillante a mar- - la zia bellissima che
gherite per il giubbotto. La donna ti ricordi in qualasiasi
e luomo sono quasi vestiti uguali.
domenica di sole e colori
Totalmente fuori dal tempo. FENDI
di fine ottobre
ritorna sobrio ma sulle giacche c
scritto Fantastic Fendi, Think Fen-
di. Pensateci non c niente di pi MONCLER
fantastico, scientificamente parlan- Una fila di uomini legati
do, dellintelletto. Giacche corte. La da cime da barca -
banda da smoking sale azzurra sulla lunione tra amici in uno
giacca. Non pi blogger finalmente, stesso destino
ma fotografi. Non pi streetstyle, ma
lusso pieno. Appare un cappotto FENDI
iper-colorato a righe che va sul ba- Sulle giacche c scritto
vero gigante pantaloni a vento, la Fantastic Fendi, Think
striscia sulla manica unidea bella
Fendi. Pensateci
pi che mai.
non c niente di pi
Si apre con Emporio, si chiude con fantastico dellintelletto
GIORGIO ARMANI. Il verde sui velluti
e sa di boschi e di smeraldi. Le giac-
che corte, le lane morbide tutto
morbido, anche se i pantaloni si
stringono un poco rispetto a tutto
quanto visto in questi giorni, per ri-
trovare un classicismo formale che
Armani vuole mantenere per la sua
prima linea uomo forte di un visual
tra gli anni Trenta e Richard Gere
alla fine degli Ottanta.

MONCLER. Lo show immaginifico, al

limite del cinematografico, epocale,
con rimandi al temibile, al cupo,
allapocalittico. Una fila di uomini
legati da cime da barca, portate in
montagna tra la neve funi da risalita
libera lunione tra amici in uno
stesso destino. Lo show immagine,
pathos, leggenda in showroom tro-
vi pezzi che vorresti mettere sempre.
Tornano in mente gli show di una

68 THE FASHIONABLE LAMPOON

Anelli in oro rosa, diamanti e spinelli
della collezione
Cactus de CARTIER.
Fotografia Alexander Beckoven
Bracciale in oro giallo
Juste un Clou de CARTIER.
Fotografia Alexander Beckoven
INCHIESTA / ORNELLA FUSCO

LA CRISI DELLORDINE DI MALTA

SMOM I PROTAGONISTI
Sovrano Il Gran Cancelliere,
Militare Ordine il giurista tedesco Albrecht
Ospedaliero di Freiherr von Boeselager
viene cacciato allinizio
San Giovanni
di dicembre 2016
di Gerusalemme,
detto di Rodi,
Il Gran Maestro,
detto di Malta il britannico fra Matthew
Festing, costretto
ad abdicare
a fine gennaio 2017

Il Gran Commendatore
18 LUGLIO 2017. Proprio mentre stiamo ultimando questo racconto, un cava- fra Ludwig Hoffmann von
liere di Malta, Alberto di Janni, rende pubbliche le sue dimissioni accusando Rumstein gestisce la sede
il papa di ingerenze eccessive nelle questioni interne allOrdine di Malta. Un vacante
grido di dolore e un jaccuse che, se vogliamo, un sintomo marginale di una

Courtesy of CLP Relazioni pubbliche.

situazione ben pi densa e complessa, che negli ultimi mesi si sta sviluppan- Fra Giacomo della Torre
do nelle viscere dellOrdine. del Tempio di Sanguinetto,
gi Gran Priore di Roma,
DUE MESI PRIMA. Il 24 giugno 2017, il Luogotenente di Gran Maestro rice- viene eletto Luogotenente
vuto in modesti abiti civili, privo degli abiti e delle insegne del suo ruolo, di Gran Maestro
dal Sommo Pontefice. Una fotografia ritrae la scena: unimmagine pesante
come un macigno contro la tradizione, che riesce in pratica a sancire la cadu-
IL PRETESTO
ta della sovranit dellOrdine di Malta. Si dissolve cos, al torrido sole di un
Il gran Cancelliere
giugno romano, la storia plurisecolare e appassionante come una chanson
de geste, degli unici veri eredi dei Cavalieri Templari. un conclamato stato Boeselager ufficialmente
di crisi che d luogo a una riflessione sullintero significato e sulla portata deve andarsene per il suo
emblematica e profondamente etica dellOrdine della Croce Ottagona, inse- coinvolgimento in una
diatosi a Roma nel 1834. vecchia e controversa
storia di preservativi
ALLE ORIGINI. La fondazione risale a Gerusalemme nel 1048. Alcuni mercanti distribuiti dallOrdine
della Repubblica marinara di Amalfi ottengono dal Califfo dEgitto di potere in vari paesi. La realt
di erigere una chiesa, un convento e un ospedale per assistervi pellegrini di sembra essere ben altra
ogni razza e - nota di capitale di importanza - di ogni professione religiosa.
La fondazione ratificata con una bolla appositamente emessa, rendendo
lOrdine Sovrano, da Papa Pasquale II, il 15 febbraio 1113. Lasciata la Terra
Santa, litinerario storico approda in Grecia, a Rodi, nel Dodecanneso, sot-
traendo lisola agli Ottomani e resistendovi strenuamente. Da Rodi allIsola
di Malta, nel 1530, di cui lOrdine ottiene i diritti feudali concessigli dal Re-
gno di Sicilia. Malta diventa cos un avamposto cristiano, roccaforte stra-
tegica e di controllo in pieno Mediterraneo, affacciata sulle coste del Nord
Africa. LOrdine governa Malta fino al 1798, quando ne perde il dominio
senza fare alcuna resistenza davanti allesercito napoleonico: per legge i
cavalieri non possono opporsi con le armi ad altri cristiani. Secoli e riflessi
remoti ma vivi tuttora, una geografia che anchessa assurge a messaggio di
gloria, di scontro e confronto di civilt e culture.

72 THE FASHIONABLE LAMPOON

 Caravaggio, San Girolamo scrivente, 1605 circa. Il dipinto conservato a Malta, nella Cattedrale di San Giovanni a La Valletta.
LORDINE DI MALTA uno dei pochis-
simi baluardi del cattolicesimo
rimasti vigenti e pugnaci in Medio
Oriente, culla della matrice cristia-
na attaccata e compromessa nella
sua stessa libert di esistere, con
ospedali - segnatamente a Bet-
lemme - e iniziative umanitarie di
assistenza ai migranti e ai rifugiati,
in particolare in Libano. Lo SMOM
un organismo apprezzato e tolle-
rato dalle altre religioni, un dato di
grande rilievo nellattuale clima di
radicale tensione ideologica. Rico-
nosciuto dalla Chiesa Cattolica da
oltre novecento anni, lo SMOM
capace di una forza di fuoco grazie
THE FASHIONABLE LAMPOON
ai notevoli beni italiani e ai finan-
ziamenti americani. Tutto ci ben
distante da quelle vanit e smanie
vetero-patrizie e passatiste di una
lobby di fanatici dai bizzarri palu-
damenti, con cui una certa parte
dellopinione pubblica liquida assai
superficialmente il significato e lo-
pera infaticabile dellOrdine di San
Giovanni. Si tratta di una piccola
ONU - nellassemblea delle Nazioni
Unite lo SMOM possiede pure un
seggio in qualit di osservatore dal
1994 - di una Comunit di SantE-
gidio con fattivi canali diploma-
tici autonomi, riconosciuti da un
numero sempre crescente di Stati,
LA STORIA
Fondato a Gerusalemme nel
1048, fu riconosciuto come
Ordine Sovrano da Papa
Pasquale II, nel 1113. Nel
1530, dopo un approdo a
Rodi, ottiene i diritti feudali
sullisola di Malta dal Regno
di Sicilia. Nel 1798, lisola
passa sotto il dominio di
Napoleone Bonaparte.
73
Aniello Falcone, Giacobbe contempla la tunica insanguinata di Giuseppe, riferito al periodo trascorso da Caravaggio a Malta.

soprattutto nel sud del mondo, larea di maggiore interesse per la politica IL FATTO
universale del Vaticano. Il 24 giugno scorso viene
divulgata unimmagine che
LA VICENDA ATTUALE prende le cadenze di un novel, configurandosi come
immortalava il Luogotenente
uno spietato regolamento di conti e una sorda lotta per la supremazia che
ha ben poco di spirituale. Sembra di immergersi in certe convulse pagine
di Gran Maestro, fra Giacomo
di Peyrefitte, sullo sfondo della barocca e intrigante penombra dei palazzi della Torre del Tempio di
pontifici. Unavventura - ebbene s, nobiliare - al servizio e in difesa della Sanguinetto, in ginocchio,
Cristianit che, a livello di grandioso immaginario, si manifesta tuttora at- genuflesso davanti a Papa
traverso il fasto di splendori artistici quali la spettacolare Decollazione di San Bergoglio, senza luniforme
Giovanni Battista e il Ritratto di Alof de Vignacourt del Caravaggio - uno che storica, ma in pi modesti e
con lOrdine di certo non ebbe un rapporto facile e idilliaco, dovendo fuggire contriti abiti borghesi
dalle carceri di Malta per rifugiarsi in Sicilia. Ancora, il Battesimo di Cristo
maltese di Alessandro Algardi e la candida sofisticazione di Santa Maria del
Priorato, la chiesa romana sullAventino che, come la villa annessa e il Palaz-
zo Magistrale, gode di extraterritorialit (chiesa di remota fondazione che fu
ristrutturata da Giovanni Battista Piranesi tra il 1764 e il 1765 per volere del
cardinale veneziano Giovanni Battista Rezzonico - n.d.r.).

COS SUCCESSO, allora, di tanto grave, a fine gennaio? Il Gran Maestro dello
SMOM, il britannico fra Matthew Festing rassegna le dimissioni per una vec-
chia e controversa storia di preservativi distribuiti dallOrdine in vari paesi. Si Caravaggio,
Amorino dormiente.
tratta dello stesso argomento che il mese prima aveva portato alla rimozione Il dipinto porta sul retro
del Gran Cancelliere, il giurista tedesco Albrecht Freiherr von Boeselager. In la firma dellartista, con
tale risoluzione, il Gran Maestro Festing forte dellappoggio sia del Cardinal data e luogo: Malta, 1608.
Mller, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina e la Fede, anche- Fu commissionato sotto
il patrocinio di Alof
gli defenestrato dal Papa, sia del Cardinal Burke, gi Prefetto della Segnatura de Wignacourt, Gran
Apostolica, a sua volta retrocesso al ruolo di Cardinalis Patronus dellOrdine Maestro dellOrdine di
e definitivamente zittito quale reo di essere uno degli estensori dei Dubia. Malta dal 1601 al 1622.

74 THE FASHIONABLE LAMPOON

 (I Dubia: quesiti rivolti a Sua Santit
per chiarire alcuni aspetti dottrina-
ri dellAmoris Laetitia, esortazione
apostolica post-sinodale sullamore
nella famiglia, soprattutto in meri-
to alla delicata materia delle nuove
unioni e della comunione ai divor-
ziati n.d.r.).
SOLO UN PRETESTO, lecito pensare,
questo argomento sui preservati-
vi. Un pretesto colto dal Vaticano
per risolvere una ben pi prosaica
vicenda di denaro, originata da
un lascito di oltre cento milioni di
franchi svizzeri, destinato allOrdi-
ne, confluiti in un trust neozelan-
dese gestito a Ginevra da una gen-
tile e determinata signora, Ariane
Slinger, il cui nome apparso nei
Panama Papers (Panama Papers:
THE FASHIONABLE LAMPOON
elenco di nominativi pubblicato pi IL LASCITO
o meno un anno orsono che citava Oltre cento milioni di franchi
quanti avevano creato disponibilit svizzeri sono confluiti in un
di fondi offshore esentasse a Pana- trust neozelandese gestito
ma n.d.r.). Uneredit attorno alla a Ginevra da una signora:
quale in corso una contesa giudi-
Ariane Slinger, peraltro
ziaria in sede penale presso il Tribu-
molto suscettibile rispetto
nale di Ginevra e che vede in qual-
che modo coinvolti esponenti di alle indiscrezioni della
primo piano della diplomazia vati- stampa, il cui nome apparso
cana. Si pu intendere come questo nei Panama Papers
impasse sia la vera venefica scintilla
che ha fatto divampare lincendio,
implicando lallontanamento del
Gran Maestro Festing, imputabile
di diverse responsabilit nella vi-
cenda. Su tutto questo punto, non
dato sapere di pi - ragione per la
quale esso ancora pi rilevante in
questa nostra inchiesta sulle crisi
tra lOrdine e il Vaticano.
75
FRANCESCO un Papa diverso, poco
curiale e che evidentemente mal
sopporta i tradizionali fasti della
corte romana. Si rivelato insof-
ferente ai retaggi ancestrali di un
racconto sontuoso, dalla mistica
sideralmente lontana, ieratica e
inaccessibile ai pi. Un Pastore ecu-
menico e militante, molto attuale
e dirompente nel messaggio di cui
si fa portatore, e che ancor meno
digerisce limmaginario opulento
delle uniformi napoleoniche indos-
sate dai dignitari dellOrdine nelle
cerimonie ufficiali. Ergo, non deve
essergli sembrata vera la sollecita-
zione proveniente dal suo Segreta-
rio di Stato a riportare lunico stato
sovrano cattolico per definizione
esistente oltre al Vaticano, sui bina-
ri dellortodossia comportamentale
accettando le dimissioni del Gran
Maestro Festing. Bravi, siete bravi a
fare tutto quello che fate, per dora
in poi mi dovrete assoluta obbedien-
za non solo religiosa e morale, ma
anche politica e finanziaria - cos,
giocando di fantasia ma non trop-
po, si potrebbe sintetizzare il pater-
no ma fermissimo e ferreo diktat
papale. (Le dimissioni accettate
dal papa prendono luogo anche a
seguito degli esiti dei lavori di una
commissione dindagine costitu-
ita alla fine del 2016. Un ente di
controllo istituito dal Vaticano e
composto anche da membri dello
SMOM in dissidio con Festing, che
aveva analizzato loperato del Gran
Maestro col fine di avvalorarne la
caduta - n.d.r.).
AL LUOGOTENENTE di Gran Maestro
fra Giacomo della Torre del Tempio
di Sanguinetto, gi Gran Priore di
Roma (ruolo che fino agli anni Cin-
quanta del Novecento spettava a un
Cardinale di Santa Romana Chiesa
- lultimo in carica, il nobile reatino
Nicola Canali, per ironia della sorte,
tent di impadronirsi dellOrdine
di Malta ai tempi del tradizionali-
sta Papa Pio XII Pacelli - n.d.r.),
affidato il compito di condurre in
porto la riforma della Costituzione
e del Codice richiesta dal Vaticano.
Sar il Luogotenente a convocare
entro il prossimo aprile il Consiglio
Compito di Stato per il rinnovo delle
cariche di governo. Il Delegato Pon-
76
tificio nominato a febbraio da Papa
Francesco, arcivescovo Giovanni
Angelo Becciu, dovr riformarne
gli aspetti religiosi. Ad oggi, i frati
professi dellOrdine sono una set-
tantina, di questi solo dodici eleg-
gibili alla carica di Gran Maestro e
met dei quali ultra ottantenni. Chi
vivr vedr.
FRA MATTHEW FESTING rester forse
lultimo vero Gran Maestro di una
teoria che per novecento anni ha
custodito come un valore intoc-
cabile la sovranit e lautonomia
dellOrdine. La cronaca suggerisce
paradossi e domande cruciali desti-
nate a non ricevere risposta e deli-
nea inquietanti derive per cos dire
egemoniche, particolarismi e com-
plicit quanto mai evidenti. Il Gran
Cancelliere Albrecht von Boesela-
ger, intanto, stato reinsediato nella
sua dignit e suo fratello Georg
entrato nel Consiglio di Sovrinten-
denza dello IOR, la potente banca
vaticana. Il segretario della Com-
missione costituita dal Papa per
indagare sullOrdine, Marc Oden-
dall, stato confermato allAIF,
lautorit anti-riciclaggio dello Stato
della Chiesa. Il Cardinale Parolin, al
quale molti addebitano la responsa-
bilit di una gestione quanto meno
superficiale della vicenda, sempre
saldo al suo posto. Tutto questo
ben rappresentato dallimmagine
inziale: la figura cruciale di tanto,
il Luogotenente del Gran Maestro,
inchinatosi davanti al papa senza
luniforme simbolo della sovranit
dellOrdine.
LA LINGUA ITALIANA dello SMOM (con
Lingua si richiama lantica organiz-
zazione per competenza costruita
dallOrdine, basata su matrice geo-
grafica - n.d.r.) stata di fatto esau-
torata e messa in ginocchio davanti
a uno strapotere franco-teutonico
sempre pi volto a fare dellOrdi-
ne una onlus e a marginalizzare il
ruolo centrale della nostra nazione.
Peccato solo che sia proprio la Lin-
gua Italiana la prima fonte di so-
stentamento del governo centrale,
e la pi attiva nella miglior gestione
di questo le associazioni degli
altri paesi sono oggi estremamente
pi deboli e meno dedite alla causa.
Sembra quasi che la dedizione dei IL MOTTO
Cavalieri italiani, capace di ingenti Tuitio Fidei et Obsequium
lasciti e oblazioni, forte di innu- Pauperum, ossia Difesa
merevoli meriti storici, non sia poi della Fede e Aiuto
cos apprezzata, n rispettata, dal ai Poveri, come orgoglioso
Vaticano forse a conferma di una e meravigliosamente umile
fredda indifferenza del Papa. Che
insieme, recita il motto
questa indifferenza sia intellettuale
o di calcolo politico la sintesi della
dei Cavalieri
nostra domanda.
TRISTE EPILOGO di una parabola glo-
riosa, fervida e spesso esemplare per
dedizione ed eroismo. Il pavimento
della navata centrale della Concat-
tedrale di San Giovanni Battista a
La Valletta, sullisola di Malta un
arazzo prezioso di marmi policromi
a commesso, finemente istoriato
dagli stemmi, dai predicati araldici
e dai nomi iscritti di quattrocento
lastre tombali. Memento mori, epi-
ca cavalleresca e fuoco dartificio
manierista e barocco. Qui, sotto lo
sguardo dolce e fiero della patrona
dello SMOM, la venerata e avventu-
rosa Madonna del Fileremo, dormo-
no il loro sonno eterno tanti espo-
nenti del fior fiore dellaristocrazia
europea. Un qualcosa che dovrebbe
essere un richiamo alla verit e allo
spirito di servizio e abnegazione dei
primordi dello SMOM perfino in
unepoca di cinismo e di politica-
mente corretto, pi fittizio che reale,
come la nostra.
THE FASHIONABLE LAMPOON
REPORTAGE / ALESSANDRA LANZA

VIA BAGUTTA

Definizione e GARAGE TRAVERSI

sintesi di Milano, In procinto di diventare
nella sua identit cantiere. I lavori di rinnovo
pi intima, e di restauro saranno possibili
segreta grazie agli accordi condotti
ed essenziale da BNP Paribas Reim

FEERRAGAMO
Totale riserbo sul progetto
immobiliare per il Seminario
Arcivescovile
COME UNA SFINGE a via Bagutta, il garage Traversi sta di guardia a una strada
lunga appena duecento metri in cui si condensano le due anime del centro di
MONTENAPOLEONE DISTRICT
Milano: quella storica, con i palazzi ereditati dalla tradizione ottocentesca e
le botteghe del Novecento, e quella contemporanea, con negozi che erodono Via Bagutta entrata
realt nate prima che si imponesse la fama del Quadrilatero della Moda. Deli- a far parte dellassociazione
mitata da piazza San Babila e da via SantAndrea, via Bagutta corre parallela guidata da Guglielmo Miani
a via Montenapoleone. A sentire chi ci vive o lavora da decenni, sempre sta-
ta considerata una strada di servizio, in cui i camion sostano per lo scarico PAPER MOON
merci, e dove, lamentano i residenti, il Comune ha sempre preferito investire A novembre prevista
poco, a partire dagli addobbi natalizi, sfarzosi nelle vie limitrofe e sacrificati lapertura di Paper Moon
invece in questo micro-borgo. Giardino nel cortile di
Palazzo Reina
IL GARAGE TRAVERSI fu progettato dallarchitetto Giuseppe De Min nel 1938
- fu il primo garage multipiano di Milano, ai tempi una questione di avan-
guardia, con i montacarichi che portavano su e gi da un livello allaltro le
macchine. Forse davvero la sfinge allingresso di questa via che pi di tutte
definisce e sintetizza lanima pi intima di Milano. Una sfinge addormentata
da anni, gli occhi chiusi. La sua facciata ocra ricorda la roccia sabbiosa del
deserto. Questo edificio, dopo molti anni di abbandono e lunghe trattative
che sembrano concluse, pare essere in procinto di diventare sito di cantiere e
oggetto di un lavoro di restauro e rinnovo. Chiuse i battenti il 31 dicembre
del 2003: la data ben stampata nella mente di Zazzeron, il titolare di quel
bar al confine tra via Bagutta e Corso Matteotti che con la chiusura salut
un buon numero di clienti quotidiani. Dopo progetti di trasformazione in
outlet durati poco e sogni mai realizzati come quello di Vittorio Sgarbi,
che propose di farne un museo di Arte moderna - il Comune di Milano
ha firmato la convenzione con Bnp Paribas Reim, che a patto di non
demolire la facciata razionalista e di seguire tutti i vincoli imposti dalla
Soprintendenza ai Beni Archeologici e Culturali proceder alla riquali-
fica e ne far probabilmente un centro commerciale.

VIA BAGUTTINO cos corta che a percorrerla bastano cinquanta passi - il

terzo accesso a via Bagutta da via Montenapoleone e sembra voler definire la

78 THE FASHIONABLE LAMPOON

 prima come appendice della secon-
da. Le vetrine di Giorgio Armani si
specchiano da poco pi di un anno
in quelle nuove di Dolce & Gabba-
na: questi ultimi hanno preso il po-
sto di Ralph Lauren, la cui chisura
racconta la sconcertante decadenza
del brand americano (in pochi rie-
scono ancora a capacitarsene: come
sia possibile che una casa come Ral-
ph Lauren debba subire una tale ri-
duzione di immagine). Entrando da
via Baguttino, dicevamo, in via Ba-
gutta, ci si imbatte nella facciata in
stile neoclassico e da poco ristruttu-
rata di Palazzo Reina. Costruito tra
il 1826 e il 1831 dallarchitetto Ni-
cola Dordoni su commissione della
famiglia milanese Reina, il palazzo
fu residenza del nobile letterato
Luigi Bolis Gualdo. Divenne poi di
propriet della famiglia Litta Mo-
dignani, che lo lasci in dono alla
citt di Milano nel 1921, affinch i
suoi spazi, cinque mila metri quadri
di edificio e ottocento di giardino e
corte interna, fossero destinati alle
associazioni: dal Lions Club allU-
nione Nazionale Ufficiali in Con-
gedo, dallAssociazione Deportati
della Seconda Guerra Mondiale alla
prima sede di Emergency, sono sta-
te tante le realt a succedersi negli
anni a cavallo tra Novecento e Due-
mila, a Palazzo Reina. Noi stavamo
al quarto piano, prima scala sulla
destra racconta il direttore del
Gruppo Archeologico Milanese
(con sede oggi in corso Lodi, n.d.r.).
Dividevamo non solo il pianerotto-
lo, ma anche il contatore elettrico con
il Gruppo Ornitologico Lombardo.
Dopo anni dincuria e abbandono e
un incendio nel 2011, il Comune di
Milano si decise a venderlo.

PALAZZO REINA stato acquistato nel

2014 dal Gruppo L.S.G.I. immobi-
liare e sottoposto a un restauro che
ne rispettasse la struttura antica e
gli affreschi ai soffitti. Oggi profu-
ma ancora di vernice nuova: al pia-
no terra il primo negozio italiano di
Issey Miyake - maison la cui sofi-
sticazione intellettuale e moderna
non poteva trovare sede migliore.
La contessa Cora Durini di Monza ha vissuto in via Bagutta fino alla sua scomparsa, agli inizi degli anni Ottanta. Allinterno del cortile, nei locali che
affacciano sul prato e sugli alberi re-
trostanti, a novembre prevista la-
pertura del Paper Moon Giardino,

THE FASHIONABLE LAMPOON 79

 La signorina secondo spazio del ristorante iconi-
co al civico uno. Ad aprirlo nel 1977,
Francia
sono stati Pio Galligani insieme con
riconosciuta dai la moglie Enrica. Oggi diretto
vicini come la vera dalla figlia Stefania, che festeggia
memoria storica i quaranta anni di attivit della fa-
della via. miglia con la nuova sede a Palazzo
Old America Reina - dove aspetter i suoi clienti
il suo negozio di fissi italiani e gli stranieri, una volta
antiquariato soprattutto giapponesi (tanto che
esisteva un men scritto apposta
per loro) oggi prevalentemente rus-
si, in ogni caso asiatici. S, il Paper
Moon raddoppia e consola la citt
con nuova e buona energia - dopo
che un ristorante protagonista della
storia di questa via oggi non c pi.
LA TRATTORIA BAGUTTA, fondata nel
1924, ha chiuso i battenti lo scorso
anno. Il gestore, Marco Pepori, ha di-
chiarato lattivit in fallimento - qui
senza sorprese, considerando las-
surda e sprovveduta, ingiustificabile
e palese, mal gestione. La Trattoria
Bagutta, con i suoi affreschi e fumet-
ti, i quadri alle pareti, gli autografi di
tutta la letteratura del secolo scorso,
non solo rappresentava la suprema-
zia culturale di questa via rispetto a
tutte le altre del centro, ma codificava
quellintellettualit meneghina che
in pochi conoscono e riconoscono, e
che indiscutibilmente stata lungo il
Novecento la linfa celebrale dello svi-
luppo industriale di Milano e di tut-
to il Nord Italia. Al posto del Bagutta
(scriverlo muove ancora incredulit),
una volta superata la lunga trafila di
lavori che dovrebbero essere comple-
tati questo autunno, vedremo laper-
tura di Cesare Attolini, sartoria na-
80
poletana. Crediamo che nei prossimi
anni spiega Giuseppe Attolini, alla
guida dellazienda paterna insieme al
fratello Massimiliano via Bagutta
sar una delle arterie principali del
commercio al dettaglio.
CARLO ORSI e la sua Galleria al civico
14: un altro luogo che come pochi,
pochissimi altri, sa identificare la
vera anima di Milano. Il centro di
via Bagutta, il centro d tutta la citt,
si racchiude in queste stanze. Alla
galleria si accede dalla porta interna
del cortile - un luogo privato per
lanima, che custodisce tesori darte
che qui arrivano e da qui ripartono
per le collezioni, le esposizioni pi
rinomate al mondo, da Londra a
New York. La Galleria Carlo Orsi
sintetizza la societ educata di Mi-
lano - ancora alla vecchia sana ma-
niera. Si ritrova lunderstatement
di tutto quello che ormai in pochi
sanno riconoscere come il salotto
buono della citt - in mezzo a statue
di Canova e alle labbra rosse di Fra
Galgario, sempre e comunque di
passaggio.
LA SIGNORINA FRANCIA gestisce da
sempre lOld America, aperto nel
lontano 1954 insieme alla sorel-
la mancata nel 1986 e rimasto
fermo nel tempo: un negozio dove
si trovano mobili e piccoli oggetti
preziosi darredo. Il nome lha preso
da quei film western che piacevano
tanto alle sorelle, mentre moquette
e tappezzerie verdi, mobili in legno
e ceramiche appese alle pareti con-
servano un sapore inglese. Una scala
THE FASHIONABLE LAMPOON
 Terrazza con vista sopra ai tetti di via Bagutta, affacciata sul giardino di Palazzo Reina in direzione del Seminario Arcivescovile. La fotografia risale ai primi anni Sessanta.
Poeti e scrittori a chiocciola si avvita verso lalto, ma
erano soliti darsi non porta pi da nessuna parte: con
appuntamento a laumento degli affitti, Old America
Palazzo Taverna ha dovuto rinunciare al piano supe-
riore. La signorina Francia ricono-
Radice Fossati, tra
sciuta dai vicini come la vera memo-
il civico 1 di via ria storica della via in cui una volta,
Bagutta e il 2 di al posto degli showroom, cerano un
Montenapoleone, fruttivendolo, un prestinaio, un ri-
ospiti di gattiere, un benzinaio, un droghiere,
Carlo Porta un parrucchiere. Nei locali del Pa-
per Moon, quando ero ragazza, cera
la latteria di una signora svizzera,
dove si andava a fare colazione prima
di cominciare a lavorare. La scom-
parsa del Bagutta per la signorina
Francia un dispiacere e unassenza
THE FASHIONABLE LAMPOON
pesante. Ogni tanto ci portavo del-
le signore che venivano a trovarmi
dallInghilterra. Una volta venne in
visita Sandro Pertini. Cerano le sar-
tine che applaudivano e salutavano
dalle finestre dei piani superiori. Via
Bagutta sempre stata pi defilata
rispetto alla Montenapo, dove gi
negli anni Cinquanta si andava a far
la vasca e bisognava stare attenti al
portafogli. I ladri li sfilavano e poi li
abbandonavano vuoti in Bagutta. Il
garzone dellepoca li raccoglieva per
restituirli: non sa che mance si por-
tava a casa. Alessandro Mainieri
de LOrecchino - un altro piccolo
negozio tra antiquario e gioielle-
ria, sullaltro lato della via qualche
civico pi in l - passa a trovare la
signorina Francia: fanno quattro
chiacchiere, portano a passeggio lo
Yorkshire Terrier della signorina,
pi fedele di qualsiasi marito.
I BOTTONI in ottone dipinto che al-
lacciano i suoi vestiti, la signorina
Francia li ha sempre acquistati da
Re Ottavio, la nota rivendita al pri-
mo piano di Palazzo Taverna fonda-
ta nel 1935 e riconosciuta Bottega
Storica nel 2005. Gli arredi sono ri-
masti quelli di ottantanni fa, come
latmosfera, tra spille e cinture tra-
puntate di strass e scatole ricolme
81
 di bottoni, ma a dirigere il negozio
c oggi Sergio Coletto, un altro fi-
glio che ha abbracciato le attivit
di un genitore: Mio padre aveva
iniziato a lavorare qui come garzone
ad appena quindici anni racconta
Coletto. Poi ha rilevato lattivit nel
1949 e ci ha passato mezzo secolo.

RUMORS vogliono che anche il palazzo

dellex imprenditore Zunino, al civico
venti, ora in liquidazione, potrebbe
trasformarsi in un polo di negozi di
lusso. Destino simile quello del Se-
minario Arcivescovile, i cui immensi
spazi, incastonati tra via Bagutta,
SantAndrea, via della Spiga e Corso
Venezia, sembra siano stati dati a Fer-
ragamo, per il progetto di un albergo
della Lungarno Collection. Lufficio
stampa mantiene il riserbo.

I PITTORI. In via Bagutta e in via Ba-

guttino, dal 1965 ogni primavera
e ogni autunno, dipinti, sculture e
altre opere sono esposti in vendita
per la durata di un fine settima-
na - sabato e domenica. La storica
sede di quello che oggi il Gruppo
Culturale Artisti di via Bagutta era
al piano interrato di Palazzo Reina:
con la cessione da parte del Comu-
ne, il Gruppo si spostato in corso
Garibaldi, dove tutto lanno sono or-
ganizzate mostre collaterali alle due
principali in via Bagutta. Un tempo
alle due manifestazioni prendevano
parte anche le istituzioni cittadine,
con tanto di banda. Negli ultimi
anni stata registrata una minore
partecipazione. Forse a causa di una
presidenza, quella dellultranovan-
tenne Romualdo Caldarini (1989-
2015), resa stanca dallet. Dal 2016
a tener le redini c Guido Poggiani,
che punta allantico prestigio. LAs-
sociazione racconta conta oggi
sessantacinque membri e dieci soste-
nitori. Gode di ottima salute. Dopo
il declino gestionale abbiamo co-
minciato a pubblicizzare levento sui
quotidiani e siamo tornati ad avere
buona affluenza di pubblico. Alcuni
negozianti la vivono come una festa,
altri ne farebbero a meno. Poggiani
guarda dritto: Via Bagutta per noi
il punto di partenza e di continuit,
di importanza vitale per rivivere una
storicit che sta scomparendo - ma
non il punto di arrivo.
via Bagutta, illustrazione di Michela Nanut

THE FASHIONABLE LAMPOON

REPORTAGE / NICOLA MANUPPELLI
CARTOLINE DALLALABAMA
LALABAMA UN LUOGO DI PASSAGGIO,
se stai viaggiando negli Stati Uniti.
questo che dicono, quasi come a
volere intendere: lAlabama un
paese per vecchi. uno stato di cose
antiche: la limonata, la pecan pie, i
confederati, i battelli che costeggia-
no lAlabama River. cos che lo im-
maginiamo prima di lasciare Key
Largo, Florida. Io e Annie, in teoria,
dovremmo andare diretti a New
Orleans, ma stiamo viaggiando via
terra, su autobus e Greyhound, e il
tragitto sembra complicato. Lul-
timo giorno a Key, Diane Smith
la moglie dello scrittore Chuck
Kinder, di cui siamo ospiti da una
settimana ci consiglia di saltare
lA labama. Andate a New Orleans
o a Memphis, vi divertirete di pi.
Sam, il loro vicino e amico un ex
dogsoldier in Vietnam (importava
droga dentro bare di soldati morti)
si propone di portarci in elicottero.
Sam ha un elicottero, dice Chuck.
Guardo Sam, ha due baffi lunghi da
tricheco, il naso rosso di chi ha be-
vuto qualche Old Turkey di troppo,
la pancia che sembra contenere un
ordigno esplosivo. Credo che prose-
guiremo via terra, dico.
ALLA FINE SCEGLIAMO LALABAMA e
Montgomery, la capitale, forse per-
84
ch ci suona bene il nome Alabama,
che quello di una vecchia trib
indiana e si dice significhi qui ripo-
siamo. Se avessimo una figlia, forse
ci piacerebbe chiamarla Alabama.
Diane ci accompagna alla stazione
del Greyhound. una sera di mar-
zo, il clima mite, come sempre in
Florida, ho un cappello da cowboy
in testa e mi sento come John Voi-
ght in Un uomo da marciapiede.
Non so perch abbiate scelto lAla-
bama, ci ripete Diane, salutandoci
e consegnandoci un sacchetto con
i suoi famosi sandwich (le mogli
degli scrittori in Usa ne fanno di
meravigliosi). Sul bus ci addormen-
tiamo. Di notte facciamo due soste
per cambiare. Prima a Orlando poi
a Tallahassee. La Florida sembra
non finire mai. Ho bisogno di un
dentifricio, mi dice Annie mentre
siamo fermi ad aspettare il terzo
e ultimo Greyhound. Il viaggio
lungo. Inizio a rimpiangere di non
essere andato a Memphis, e non mi
sono nemmeno ancora bloccato a
Mobile, come dice la canzone. Ci
addormentiamo entrambi e quando
ci svegliamo, iniziato lAlabama.
LA STRADA DESERTA , attorno a noi
campagna, campi, grosse fattorie,
capannoni e una serie infinita di
Lo Stato delle IMMAGINI
Camelie, come Montgomery,
lo chiamano da i battelli sullAlabama
queste parti, River, la vecchia Union
tra una limonata Station, dove oggi c
e la bandiera lufficio turistico, lAlley,
confederata, il ristorante Central, che
rossa e blu si affaccia su due lati,
ultimamente, un la casa di Zelda e Scott
simbolo attuale Fitzgerald in Felder
pi che mai Avenue e il museo
a loro dedicato
cartelli che promuovono predica-
tori religiosi. Sembrano i paesaggi RELIGIONE
di True Detective, assolati e inquie- Uno stato a maggioranza
tanti, se non fosse che siamo in Ala- battista. I metodisti e
bama e non in Louisiana. Lo Stato i cattolici sono piccole
delle Camelie, come lo chiamano da minoranze in confronto
queste parti, a maggioranza bat-
tista. I metodisti e i cattolici sono SUGGESTIONI
piccole minoranze in confronto. la deep America, come
A dominare la Southern Baptist dicono, lAmerica pi
Convention. Dio punisce chi lo tra-
profonda, il cuore del
disce! Brucerai allinferno per i tuoi
cuore degli Stati Uniti
peccati! - sono solo alcune delle
scritte minacciose che costeggiano
la strada. A una fermata sale un
tizio che sembra uscito da Gotico
Americano, il famoso quadro di
Grant Wood. Fischietta il brano
Dixie. Benvenuti in Alabama, ci
dice. Qui ci teniamo alle tradizio-
ni: la morale, la vecchia bandiera
confederata rossa e blu, il country.
ruvido ma gentile. Ci chiede in
che citt scenderemo. Quando gli
diciamo Montgomery, gli brillano
gli occhi. Ho conosciuto mia moglie
laggi, ci dice. Siamo felicemente
sposati da ventanni.
A MONTGOMERY SALUTIAMO GOTICO
AMERICANO e scendiamo alla stazio-
ne degli autobus. Abbiamo preno-
tato una notte in un B&B chiamato
Red Bluff Cottage, una vecchia casa
THE FASHIONABLE LAMPOON
Piero Gemelli, Tania Coleridge in uno scatto per Vogue (Milano, 1986).

di legno pitturata di rosso, con il portico come quelli che si vedono nei film, minuti compare un tizio che identico a Bill Cosby, solo che vestito di bian-
con tanto di sedia a dondolo, una cosa alla Pomodori verdi fritti alla fermata co giacca, camicia, pantaloni, berretto da gelataio pi scarpe nere lucide
del treno. Al telefono, quando lho chiamata, la padrona di casa mi ha chie- e un papillon. Sono Alfred, si presenta. Non sappiamo chi sia Alfred, ma lui
sto: Quante notti? - Una, le ho risposto. Eh, gi, mi ha detto la donna: insiste a dirci che un tassista. Ci afferra le valigie e ci costringe a seguirlo.
Siete di passaggio, vero? Come tutti in Alabama. Alla stazione dei bus ini- Dove stiamo andando?, mi fa Annie. Non lo so, dico, anche se iniziano a
ziamo a cercare un taxi, come se fossimo a New York - ma non siamo a New tornarmi in mente quei minacciosi cartelli religiosi che abbiamo visto sulla
York. Annie disperata, stanca e ha bisogno di un dentifricio. Dopo venti strada. Non sono sicura sia un tassista, mi dice Annie. Costeggiamo la sta-

THE FASHIONABLE LAMPOON 85

Piero Gemelli, Melissa Keller (Parigi 1998).
Il vecchio Hank zione degli autobus e ci fermiamo
aveva una davanti a unutilitaria, anche questa
vita sregolata. bianca e completamente scassata.
Un Elvis Sul lato del conducente c un altro
tizio di colore, pi giovane, il viso
pi maledetto sorridente, un dente doro, le spalle
di Elvis enormi e un berretto con sopra la
scritta Alabama Bound.
SUL SEDILE DI DIETRO UNALTRA
PERSONA , una specie di rapper.
86
Dove andiamo?, mi chiede Alaba-
ma Bound. un taxi?, dice Annie.
Non lo so. Papillon cerca di cari-
care le nostre valigie sul bagagliaio,
che gi pieno. Le valigie non ci
stanno, allora lascia il bagagliaio
aperto e lega il tutto con una corda.
un taxi?, mi chiede nuovamente
Annie. Non lo so, ripeto. Siamo
forzati a salire sullauto. Papillon
ci dice qualcosa in una lingua in-
comprensibile e ci spinge dentro.
Dove?, ci chiede Alabama Bound.
Gli do lindirizzo del cottage: Clay
Street. Il rapper ci fissa e poi ci in-
dica le formiche che stanno cammi-
nando sul tetto dellauto - capiamo
che un passeggero come noi ed
confuso. Lauto parte a fatica. Il
navigatore mi dice che siamo a solo
sei minuti di strada dal cottage, ma
dopo un quarto dora siamo ancora
THE FASHIONABLE LAMPOON
 Qui ci teniamo a bordo dello pseudo-taxi. Non c nemmeno la scritta taxi, dice Annie.
alle tradizioni: Il rapper ci indica dei ragni. Forse stanno portando prima lui, dico. Non
la morale, capisco che problema abbia con gli insetti, mi dice Annie. Passiamo di nuovo
davanti ai cartelli religiosi. Un cartello mostra un uomo fra le fiamme sotto
la vecchia la scritta - Ha tradito il Signore. I due davanti stanno parlando a bassa voce
bandiera fra loro. Sembra stiano questionando. Alabama Bound mostra a Papillon il
confederata nostro bigliettino con lindirizzo. Un cartello con la freccia a sinistra indica
rossa e blu, El Paso. Forse abbiamo tradito il Signore, dico ad Annie. A questo punto
il country il dentifricio inutile, mi risponde laconica. Superiamo uno stabilimento
di polli. Si sente odore di gallina bruciata. Lauto entra in un parcheggio.
finita, penso. Poi il rapper ci saluta e ci stringe la mano. Mi accorgo che
ha delle gocce di sudore freddo sulla fronte. Auguri, ci dice e scappa gi
dallauto. Mi volto a controllare i bagagli. Nulla volato per strada. Almeno
questo. Ora andiamo in Clay Street, dice Papillon. Solo che non sappia-
mo dov, dice Alabama Bound. Ah, ah, dice Papillon. Ci rimettiamo in
moto. Annie inizia a tranquillizzarsi. Stiamo rientrando a Montgomery.
Forse per il dentifricio c speranza, mi dice. Mi offro di usare il navigatore,
ma Papillon conosce una scorciatoia. Se vi serve un taxi anche domani, ci
dice. Abbiamo i bigliettini da visita. Fissa Alabama Bound. Vero, John?.
Alabama Bound rimane in silenzio. John?. Non so dove abbiamo messo i
bigliettini da visita, Alfred, dice Alabama Bound. Beh, dice Papillon. Ve lo
scrivo sulla ricevuta. La ricevuta un foglio bianco dove, quando arriviamo
davanti al Red Bluff Cottage, dopo mezzora, Papillon segna anche il prezzo.
Venticinque dollari. Venticinque dollari?, dice Annie. Gi, dice Papillon,
e allunga una mano. Anni lo fissa. La tips, chiude Papillon.

IL B&B IN VERO stile southern. Vecchi mobili, letto a baldacchino e persino

un dentifricio, per la gioia di Annie. La sera visitiamo lAlley, il centro del-
la citt. La statua di Hank Williams domina su tutto. C anche un museo
dedicato al cantante country. Le sue canzoni erano piene di moniti religio-
si, un po come le parole dei predicatori che qui si agitano come ballerini.
Il vecchio Hank aveva una vita sregolata. Un Elvis pi maledetto di Elvis.
Donne, droghe, alcol. I am so lonesome I could cry, cantava. Era davvero
un solitario. Disperato. Soffocato dalla sua stessa morale. morto a soli
trentanni, nel 1953. Era gi diventato leggenda. Dylan si veste come Hank
Williams. Nel museo c ancora la Cadillac azzurra dove morto. Forse
per una dose di morfina. Sul sedile trovarono anche alcune lattine di birra
e il testo di una canzone inedita il cui titolo diceva: Dunque il giorno fatale
giunto

MONTGOMERY, i battelli sullA labama River, la vecchia Union Station, dove

oggi c lufficio turistico, lAlley, il ristorante Central, che si affaccia su due
lati, la casa di Zelda e Scott Fitzgerald in Felder Avenue, dove c un museo a
loro dedicato (e dove mi sono perso per ore a vedere i manoscritti originali di
lui). il museo di Rosa Parks, leroina dei diritti civili (nel 1965 sal su un au-
tobus e occup uno dei posti comuni, rifiutandosi di far sedere un bianco al
posto proprio. Fu fatta scendere e la cosa fece scaturire una protesta guidata
da Martin Luther King, e una canzone dei Beatles, Blackbird). Montgomery
Il racconto di la limonata, il razzismo a volte latente ma in gran parte superato, la genti-
un viaggio in lezza degli abitanti, le librerie di letteratura afro-americana, la prima Casa
Alabama trova Bianca confederata (dove abit Jefferson Davis e dove un tizio simile a Steve
una dimensione Martin vi accoglier e cercher di farvi diventare sudisti). la maglietta con
letteraria sopra lo yellowhammer, luccello tipico della zona. Gli abitanti sono pronti a
che sembra raccontarvi la storia di ogni angolo, perch lAlabama sar pure un luogo di
passaggio, ma una terra piena di cose meravigliose. Montgomery la sera
ritrovata da un con la luna che sembra una moneta dargento e la musica che esce dai locali.
altro tempo. Uber invece dei taxi (perch altrimenti rischi di incontrare strani tizi col
Tra Fitzgerald papillon). la deep America, come dicono, lAmerica pi profonda, forse per-
e Martin ch piena di contraddizioni, di paura, di sogni e di bellezza. Come il cuore del
Luther King cuore degli Stati Uniti.

88 THE FASHIONABLE LAMPOON

REPORTAGE / GIULIA BIANCHI
DONNE PRETE
WOMEN PRIEST PROJECT il viaggio
che Giulia Bianchi ha intrapreso
nel 2012. Ad oggi lha portata pri-
ma ad attraversare gli Stati Uniti e
Canada e poi a volare in Colombia
per raccontare un desiderio, una ri-
volta, un diritto: quello delle donne
di arrivare allaltare. Non come an-
celle e spose, di un uomo o di Ges,
ma come incarnazione del divino.
Si tratta di donne che chiedono
pari diritti e le stesse possibilit di
poter esser proclamate sacerdoti.
Contravvenzione a regole e tradi-
zione, rischio di scomunica per
ogni prelato che si voglia aprire ed
essere loro interlocutore. Le donne
che Giulia Bianchi ha cercato tra le
due Americhe vorrebbero celebrare
messe, matrimoni. Sognano una
Chiesa nuova, rigenerata, che apra
davvero le sue braccia ai diseredati
della Terra. In queste immagini le
storie che ha incontrato.
Se non c modo di cambiare una
legge ingiusta, bisogna infrangerla
Patricia Fresen, Vescovo (Sudafrica)
NELLESTATE DEL 2002 , sette donne
cattoliche provenienti da Austria,
Germania e Stati Uniti hanno scelto
di non rispettare la legge cattolica
e sono state ordinate sacerdoti su
una barca nelle acque del Danubio.
Poco dopo, tre donne sono state no-
90
Nellestate del 2002, OGGI
sette donne cattoliche 250 donne prete
provenienti da 10 vescovi
Austria, Germania e 100 circa sono comunit
Stati Uniti hanno indipendenti della Chiesa
scelto di non Cattolica Romana
rispettare la legge
IL VATICANO
cattolica e sono state
Lordinazione femminile
ordinate sacerdoti
un reato grave che
su una barca nelle comporta la scomunica
acque del Danubio immediata
minate vescovi in gran segreto per
far s che le ordinazioni femminili
potessero proseguire senza ulteriori
interferenze da parte del Vaticano.
Da allora, RCWP - Roman Catholic
Womenpriests, un gruppo di suf-
fragette che promuove lordinazione
femminile per mezzo della disob-
bedienza religiosa, ha organizzato
cerimonie simili.
Allinizio le ordinazioni avveniva-
no esclusivamente su barche in ac-
que internazionali. Dal 2007 altre
confessioni cristiane e una sinagoga
ebraica hanno deciso di mettere a
disposizione i propri spazi per le
ordinazioni e il culto. Oggi, il movi-
mento annovera circa duecentocin-
quanta donne prete e dieci nominate
vescovi in tutto il mondo, cos come
circa un centinaio di comunit in-
dipendenti della Chiesa Cattolica
Romana. Numeri in crescita.
Il Vaticano considera lordinazio-
ne femminile un reato grave che
comporta la scomunica immediata.
Qualunque membro della Chiesa
Cattolica che se ne renda colpevole Washington DC, maggio 2013,
nel corso della riunione annuale
perde lavoro, pensione e supporto.
dellassociazione americana RCWP
Tentare di ordinare una donna un che sostiene il sacerdozio delle donne
peccato paragonabile allabuso ses- nella chiesa romano cattolica.
suale sui minori da parte dei preti. La foto fu scattata durante un
massaggio subacqueo nella piscina
Ciononostante, la maggior parte dei
tra Donna LeMaster Rougeux e
sostenitori di questo movimento non Dotty Shugrue. I colori sono stati
vuole abbandonare la Chiesa, ma tra- corretti, e anche lo sfondo.
THE FASHIONABLE LAMPOON
 Se non c modo sformarla: la spiritualit femminista
di cambiare una si fonda sulluguaglianza e sullin-
legge ingiusta, clusione piuttosto che sulle gerarchie
e celebra la compassione e la collabo-
bisogna
razione a scapito del potere. Le donne
infrangerla prete non hanno fondato un nuovo
Patricia Fresen, culto, ma hanno raccolto sostenitori
Vescovo dalla base, facendo presa in coloro
che non si sentono pi accolti dalla
Chiesa ufficiale. Si tratta di donne
mature, molte delle quali in passato
erano suore, missionarie e teologhe e
che lavorano nellambito della giusti-
zia sociale, in movimenti ecologisti e
in organizzazioni no profit.

LA CHIESA Cattolica Romana ha

combattuto fieramente il femmi-
nismo e la Santa Sede uno degli
ultimi governi al mondo a essere
guidato in esclusiva da uomini. Per
questo motivo, la storica apertura
di Papa Francesco il 12 maggio
2016 ha suscitato grande stupore:
in quelloccasione, il Santo Padre ha
promesso di fronte a un pubblico di
novecento suore che avrebbe aperto
una commissione per studiare il
ruolo delle donne diacono, il primo
passo verso lordinazione, agli al-
bori della cristianit e la possibilit
di applicare questo modello oggi. Il
cattolicesimo sta affrontando una
fase critica della sua storia. La Chie-
sa sembra sempre pi un modello
obsoleto, distaccato dalla realt e
dai bisogni spirituali contempora-
nei. Il suo destino sembra dipen-
dere da due forze opposte, lattuale
disgregazione delle istituzioni in un
culto conservatore riservato a pochi
e la necessit di un profondo rinno-
vamento della struttura ammini-
strativa e religiosa. La battaglia per
una nuova forma di sacerdozio che
non escluda le donne un elemento
fondamentale di cui discutere.

LE DONNE PRETE chiedono linstau-

razione di un nuovo modello di
cooperazione fra i due sessi e una
leadership che non si fondi sul po-
tere, ma su un amore pastorale e re-
sponsabile. Concepiscono la Chiesa
come una comunit inclusiva ed

THE FASHIONABLE LAMPOON 91

 Una sera, egualitaria, simile a quella dei pri-
mentre mi cristiani e perci non clericale,
passeggiavo una religione in cui i sacerdoti siano
al servizio del popolo di Dio. Lobiet-
nel giardino tivo non istituire un nuovo culto,
della sua casa ma raccogliere sostenitori dalla
in Kellys Island, base e dalle periferie: tutti coloro
un serpente si che non si sentono pi i benvenuti
strofin per un allinterno della Chiesa ufficiale. Il
attimo contro la Ges raccontato dai Vangeli non
mia scarpa e lasci ha allontanato nessuno dalla sua
la sua pelle intatta vita: per questo nessuno escluso
dalle comunit RCWP, che spesso
ai miei piedi
accolgono divorziati, omosessuali,
transgender e donne che si sono
sottoposte a un aborto.
NEL MESE di febbraio 2015 a Popayn,
nel sud della Colombia, ho incontra-
to Blanca Cecilia Santana Corts,
ordinata prete. Blanca ha accettato
di portarmi a Buenaventura, una
delle citt pi povere della Colom-
bia, dove aveva lavorato per dieci
anni. Buenaventura sullOceano
Pacifico ed una cittadina di pala-
Il Cristo e i visitatori della cattedrale di Los Angeles si rispecchiano sullaltare di marmo. Le donne prete dicono: Cerca gli angeli della citt degli angeli.
92
fitte sopra una palude intorno a un
porto. La marea quotidiana porta
rifiuti per le strade, la temperatura
nel mese di febbraio superava i tren-
tacinque gradi ed era umido. Zan-
zare e scarafaggi ovunque. Pochi
minuti dopo abbiamo incontrato
Kalymary Betancuru, che vive sullo
stesso canale, vicino a una fabbrica
che lavora il legno. Anche nel buio
della palafitta, ho capito che cera
qualcosa che non andava con la sua
pelle. Gattini magrissimi correvano
tra i nostri piedi e quando mi ha of-
ferto la sua mano per stringerla, ho
cercato di nascondere la mia paura
di toccarla. Kalymary ha il cancro
alla pelle su tutto il corpo, e il suo
unico figlio paralizzato da pi di
un anno. Kalymary sta lottando
con il governo per una pensione
dinvalidit. Cera una contraddi-
zione. Questa famiglia, cos povera
e cos sfortunata e cos malata, era
regale. Cera qualcosa nel modo in
cui portavano il loro corpo, che era
THE FASHIONABLE LAMPOON

Nella casa di Dagmar Celeste, in Kellys Island, Ohio USA, si trovano molti oggetti
speciali, alcuni strettamente religiosi e altri dalla simbologia pi aperta ma sempre
spirituale. Tra questi, un unicorno rosa fatto a mano.
THE FASHIONABLE LAMPOON
cos pieno di presenza, di anima e di eleganza. Quella sera Blanca non poteva
parlare e non riusciva a mangiare. And a dormire nel letto di fronte a me,
dandomi la schiena. Per ore ho guardato il contorno del suo corpo, come una
pietra di onice nera contro la tenda dorata che rifletteva la luce della strada.
Blanca non si mosse. Solo il giorno dopo ha condiviso con me quanto era dif-
ficile vedere che non si pu mai fare abbastanza, che le cose non cambiano.
JANICE SEVRE-DUSZYNSKA
Lexington, Kentucky. Una mattina di aprile del 2013.
Janice ha partecipato a decine di conferenze di vescovi mostrando striscioni
che chiedevano lordinazione delle donne. Nel 1998 ha deciso di presentar-
si presso la Cattedrale di Cristo Re. Ero nella cattedrale, tutti i candidati al
sacerdozio erano seduti l. Mi sono alzata in piedi, ho buttato via il cappotto,
e sono andata verso di lui: Vescovo Williams! Vescovo Williams! Sono chia-
mata dallo Spirito Santo a presentarmi per lordinazione. Il mio nome Janice
e chiedo questo per me e per tutte le donne!. E il vescovo disse: Torna al tuo
posto, stai solo interrompendo la cerimonia. Io mi sono prostrata nella navata
con un giglio di tigre nelle mani: Io sono tutte le donne oppresse nella Bibbia.
Io sono Sarah, sono Annah, sono Elisabetta, sono Veronica, io sono la donna
che ha toccato la veste di Ges, io sono la donna che vers olio sopra Ges, sono
venuta qui oggi con laiuto del mio santo patrono, santa Giovanna dArco, spe-
rando che tu mi ordinerai per tutte le donne. Mi vuoi ordinare? Ovviamente
non lha fatto. La gente mi guardava come se fossi una pazza. Ci rimasi male.
Speravo che alcuni dei miei amici sacerdoti avrebbero fatto un cerchio intorno
a me e mostrato un po di solidariet. Non successo.
BRIDGET MARY MEEHAN
Sarasota, Florida. 2015.
Vescovo dal 2009. Per venti anni suora, una Sister for Christian Community,
oggi serve le comunit cattoliche Maria Madre di Ges in Florida e in Vir-
ginia. Presiede liturgie, officia matrimoni e offre ministero sacramentale in
molte comunit. Bridget Mary autore di venti libri sulla religione cattolica
ed una delle donne che pi hanno parlato con giornali e televisioni per chie-
dere il sacerdozio femminile. La vedo avvolta di grazia e gentilezza, con lin-
nocenza e la gioia di una bambina, ma quando parla del sacerdozio femminile
ecco la passione: Vogliono portare via la nostra fede? La mia fede nel mio
DNA. Sono una donna cattolica irlandese e sono tanto cattolica quanto il papa.
ROSEMARY SMEAD
Louisville, Kentucky, 27 aprile 2013.
Le cerimonie sono strettamente romano cattoliche, non sono liturgie prote-
stanti, ma alcune piccole modifiche vengono effettuate al linguaggio: meno
enfasi viene data al peccato, il linguaggio utilizzato inclusivo (ovvero Dio sia
padre che madre), e non legato solo ad una gerarchia bianca e di sesso maschile.
DAGMAR CELESTE
Kellys Island, Ohio.
Oggetti speciali, alcuni religiosi e altri dalla simbologia pi aperta, sempre
spirituale. tra questi oggetti che ho trovato un unicorno rosa fatto a mano.
Dagmar una teologa di origine austriaca, madre, ex first-lady dellOhio, ex
moglie di un politico molto famoso, ed una delle Danube Seven, le prime sette
donne al mondo che sono state ordinate sul Danubio nel 2002. Una sera, men-
tre passeggiavo nel giardino della sua casa in Kellys Island, un serpente si strofin
per un attimo contro la mia scarpa e lasci tutta la sua pelle intatta ai miei piedi.
Come fosse uscito dal guscio di fronte a me - forse per annunciami limminente
divorzio con il padre dei miei sei figli, forse per mostrarmi come cambiare pelle
e rinascere. La pelle del serpente ancora si trova nella mia casa, dopo cos tanti
anni. Lho appoggiata tra le braccia della Dea pagana dellisola di Creta, regina
dei serpenti - E questo unicorno? - Lunicorno il simbolo dellateismo.
93
CHRONICLES #1

WONDER WOMANITY #1
Photography JANELL SHIRTCLIFF
Creative Direction MIA MORETTI

La sentenza FATTI E SENTENZE

rimbalz in ogni 12 Luglio 1992, Rosa Pagliuca
parte del mondo, denunciava alla Questura di
suscitando Potenza, la violenza carnale
scandalo e subita il giorno precedente,
indignazione verso le ore 12.30, da parte
estrema di Carmine Cristiano

29 febbraio 1996, il Tribunale di

Potenza assolve Carmine

19 marzo 1998, la Corte di

Angelica Carrara Appello di Potenza condanna
LO STUPRO CONSENZIENTE Carmine a due anni e dieci mesi
di reclusione
SKINNY REVOLUTION. La mia rivoluzione sono stati i jeans: ero in vacanza a
Ibiza, con la mia fidanzata, e arrivarono queste bellissime australiane. Si tuf- 6 novembre 1998, pronuncia
farono in mare vestite. Quando sono uscite, con il denim aderente al sedere, n. 1636 - la Corte di Cassazione
sono rimasto folgorato. Ho inventato i primi skinny. Che poi sono diventati gli di Roma annulla la sentenza di
shorts: quando le signore di Milano entravano in negozio ne uscivano un po secondo grado
intimidite. Poi si mettevano gli zatteroni ed erano subito pin-up. Che, dopotut-
to, quello che ogni donna sogna di essere, mi spiegava Elio Fiorucci. Il giorno dopo, tutte le donne
del Parlamento italiano scendono
IL FATTO. L11 luglio 1992, a Potenza, pi precisamente nel piccolo comune
in piazza per protesta,
di Bella. Rosa Pagliuca una ragazza di diciotto anni. Cristiano Carmine
indossando un paio di jeans
il suo istruttore di guida. Un uomo di quarantacinque anni, sposato, con
figli. Dopo essere andato a prendere la ragazza a casa per la lezione giorna-
liera, Cristiano Carmine port Rosa Pagliuca nelle campagne vicine, e abus 19 maggio 2006, quasi dieci anni
sessualmente di lei. La minacci di morte, affinch mantenesse il silenzio dopo, la Sezione Terza Penale
- Rosa comunque confess alla famiglia la violenza subita. Rintracciato e della Cassazione riabilita
interrogato, Cristiano Carmine dichiar che Rosa fosse consenziente. Nel la difesa della donna
processo di primo grado, condotto a porte chiuse il 29 febbraio del 1996,
limputato fu assolto dal Tribunale di Potenza per insussistenza del fatto. In
Appello, il 19 marzo del 1998, la Corte gli diede torto e lo condann a due
anni e dieci mesi di reclusione.

IL MISFATTO. Il 6 novembre 1998, la sentenza n. 1636 della Cassazione di

Roma annull quella del 19 marzo dello stesso anno, e assolse Cristiano
Carmine. Secondo lanalisi, la vittima indossava jeans molto, molto stretti:
laggressore non sarebbe mai riuscito a sfilarli senza laiuto della vittima. Ri-
muovendo i jeans quindi con laiuto della vittima, non era stupro ma sesso
consensuale. Ancora pi sottile, se vogliamo: se Rosa si fosse davvero oppo-

94 THE FASHIONABLE LAMPOON

 gonna e giacca
ALICE + OLIVIA

In questa pagina e nelle due seguenti: Mia Moretti e Margot. Le immagini di queste pagine sono un tributo allimpegno e alla libert delle donne.

THE FASHIONABLE LAMPOON 95

 LA LEGGE
La numero 66 del
15 febbraio 1996:
Chiunque, con violenza
o minaccia o mediante
abuso di autorit,
costringe taluno a
compiere o subire atti
sessuali punito con la
reclusione da cinque a
dieci anni. Alla stessa
pena soggiace chi induce
taluno a compiere o
subire atti sessuali

Margot. Insieme a Mia Moretti, Margot compone il duo The Dolls.

sta con tutte le sue forze, Carmine non sarebbe mai riuscito a sfilarle i jeans
e quindi ad abusare di lei. Rosa, perch? Perch non ti sei opposta con tutte
le tue forze? Perch non hai riflettuto sul fatto che, se ti lasciavi sfilare i jeans,
i giudici non ti avrebbero creduto?
CI STAVA la vera volgarit. Espressione usata dalla Cassazione: la ragazza
era consenziente. Lavvocato della ragazza ha ricordato altre sentenze della
Cassazione in cui si era gi espressa in senso diametralmente opposto, affer-
mando che non necessaria una violenza estrema nellatto, ma sufficiente
anche lesercizio di una violenza psicologica che metta la vittima in condizioni
di non reagire. La legge parla chiaro. Chiunque, con violenza o minaccia o
mediante abuso di autorit, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali
punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Nessun cenno allobbligo, per
la donna violentata, di difendersi con tutte le forze. Nessun comma ritiene
che, in un processo per stupro, si possano usare termini come logico o illogi-
co per giudicare leventuale atteggiamento passivo della vittima.
LAPPELLO DELLE DONNE. Da Rita Levi-Montalcini a Franca Rame, in molte si
scagliarono contro una sentenza che offende e vanifica anni di battaglie.
Furono raccolte centinaia di adesioni. Margherita Hack. Il ministro Rosy
Bindi. Firmano la campionessa mondiale di atletica Sara Simeoni, lattri-
ce Irene Papas e lex presidente della Camera Nilde Jotti. Firma la stilista
Miuccia Prada. Il giorno dopo lannullamento della sentenza, le rappre-
sentanti femminili del Parlamento italiano si presentarono alla Camera in
jeans aderenti.
ECO MONDIALE. Fu una sentenza che rimbalz in ogni parte del mondo, su-
scitando clamore, scandalo e indignazione estrema. Una vergogna per lu-
manit e per noi italiani oltremodo la sentenza arrivava da un tribunale
del nostro territorio. Risposta ancora pi forte fu quella americana. A Los
Angeles, lassociazione Peace Over Violence istitu il Denim Day. Giornata in
cui tutte le donne indossano blu jeans aderenti, facendo del denim il simbolo
di protesta contro la violenza sulle donne, manifestando la sensualit che un

96 THE FASHIONABLE LAMPOON

paio di jeans aderenti riesce a dare
al corpo di una donna e ribadendo
la libert che una donna possiede a
vestirsi con tale sensualit senza
per questo legittimare alcuna vio-
lenza contro di lei. Non c spazio
per alcun pensiero rurale e idiota,
per non dire bestiale, riassumibile
nella frase se ti vesti cos, te la cerchi
non si pu neanche edulcorare un
tale atteggiamento con una banale
imputazione di maschilismo.

IL SUPPORTO a questo messaggio

arrivato in innumerevoli forme
e misure. Tra tanti, vogliamo qui
citare quello di Guess il brand
che con le sue campagne ha sem-
pre voluto rendere il denim vicino
alle donne e anche agli uomi-
ni come simbolo di libert, nel
vestire, nel pensiero nel vivere. Il
jeans sexy, sensuale e nellim-
maginario collettivo ha sempre
rappresentato la freschezza di una
giornata leggera, in citt destate
e in primavera, a tutte le ore del
giorno. C dellincredibile a pen-
sare che sia proprio il jeans ad ave-
re dato luogo a una sentenza tanto
pretestuosa.

19 MAGGIO 2006, arriv la precisazio-

ne della Sezione Terza Penale della
Cassazione: lattendibilit di una
vittima della violenza sessuale non
pu essere inficiata dal fatto che la
stessa indossasse i jeans al momento
dello stupro, posto che la paura di
ulteriori conseguenze potrebbe avere
determinato la possibilit di sfilare
i jeans pi facilmente. Una riabi-
litazione che non si capisce quanto
valore possa avere. Conta di pi la
memoria, il monito della vergogna
e la forza di reazione.

A MAGGIO. Come ogni anno in pri-

mavera, la Guess Foundation Eu-
rope con il supporto dei media, ha
ripetuto linvito a vivere il Denim
Day, che tutti indossino i jeans, tut-
ti, in ununica giornata come segno
di attivismo. Il 27 maggio scorso,
a Roma, in collaborazione con The
Circle Italia Onlus, Guess ha invita-
to le donne a Palazzo Barberini per
dare lavvio alla raccolta fondi in fa-
vore di D.i.Re, Donne in Rete contro
la violenza.

THE FASHIONABLE LAMPOON

CHRONICLES #2

WONDER WOMANITY #2

Era come Andy FRANCES ELIZABETH KENT

Warhol, come nasce in Iowa nel 1918,
Roy Lichtenstein, prende i voti come Sister
ma era anche Mary Corina nel 1936
una suora
ARTISTA
Nel 1971 le viene
commisionata la
decorazione del serbatoio
di gas di Dorchester, a
Claudia Bellante Boston. Muore nel 1986
CORITA NUNS IL LIBRO
Looking Good,
25 dicembre 1967. Newsweek le de-
dica la copertina: The Nun: Going
a visual guide to the nuns
Modern. Era il Natale di un anno habit, di Ryan Todd
nel quale forse cera poco da festeg- e Veronica Bennett,
giare. In Grecia era cominciata la Edizione GraphicDesign&
dittatura dei Colonnelli e in Roma- un piccolo volume
nia quella di Ceausescu, in Nigeria dedicato a lei,
era scoppiata la tragedia del Biafra, alla sua arte
il Medio Oriente aveva vissuto sei e alla sua vita
terribili giorni e Che Guevara era
Courtesy of the Corita Art Center, Immaculate Heart Community, Los Angeles.

stato fucilato in Bolivia. Allo stesso

tempo, a Citt del Capo, era stato ef-
fettuato il primo trapianto di cuore
e a Londra i Beatles pubblicavano
Sgt. Peppers Lonely Hearts Club
Band. Corita Kent, the Nun, la suora
impersonava tutto questo: le ingiu-
stizie, la guerra, la fame, il rock and
roll, lamore e s, anche Dio che quel
giorno sarebbe ritornato sulla terra,
per lennesima volta, cercando di
salvare il salvabile senza riuscirci.

FRANCES ELIZABETH KENT era nata in

Iowa nel 1918, mentre in Europa
finiva la prima guerra mondiale, da
una famiglia senza troppe possibili-
t economiche. Era cresciuta a Los
Angeles e nel 1936 aveva abbraccia- Corita Kent, a casa, 1970. Una donna icona per limpegno femminile nellarte e nella societ.

98 THE FASHIONABLE LAMPOON

 abiti DIOR
Mia Moretti e Liza Voloshin. Il racconto di una tribe femminile, emblema di un art scene newyorkese.

THE FASHIONABLE LAMPOON 99

Photography
JANELL SHIRTCLIFF
Creative Direction
MIA MORETTI

Editor in Charge
ALESSANDRO FORNARO
Da sinistra:
Featuring
MARGOT, LIZA VOLOSHIN, Kabrina H. Adams,
KABRINA H. ADAMS, BRANDEE BROWN, Brandee Brown, ShiShi Rose,
SHISHI ROSE, TENNESSE THOMAS, Mia Moretti, Tennesse Thomas,
SHRUTI GANGULY, ALIX BROWN Margot, Shruti Ganguly,
Hair Alix Brown
RYAN AUSTIN @CUTLER SALON
and BEN MARTIN
Make-up
CAMPBELL RITCHIE@ART-DEPT
and STEPHANIE PEREZ

Special thanks to
PUBLIC HOTEL and
ROXY HOTEL

100 THE FASHIONABLE LAMPOON

 jeans e giacche in
denim tutto GUESS;
Mia Moretti indossa
un trench di THE ROW;
occhiali KAREN WALKER

THE FASHIONABLE LAMPOON 101

 giubbotto in denim
GUESS
to lordine dellImmacolato Cuore
di Maria convertendosi in Sister
Mary Corita. Nelle foto e nei filmati
dellepoca Corita ha molto pi spes-
so una matita in mano piuttosto che
il rosario e attorno a lei gravitano
decine di ragazze durante le sue le-
zioni di arte allImmaculate Heart
College. Era come Andy Warhol,
come Roy Lichtenstein, ma era an-
che una donna e una nun.
MISCHIAVA LA BIBBIA con gli slogan
pubblicitari, i testi delle canzoni alle
vignette di Winnie the Pooh, ama-
va Martin Luther King e chiedeva
102
la fine della guerra nel Vietnam.
Ambiva a una nuova istituzione
religiosa fatta di suore senza velo
e di messe recitate in inglese, non
pi in latino, da preti rivolti verso i
fedeli e non di spalle. Tutto ci, alla
sua Chiesa non piacque, e passate le
feste Corita nel 1968 lascia lordine
per trasferirsi a Cape Code e dedi-
carsi unicamente alla sua arte.
NEL 1971 le viene commissionata la
pi grande opera mai realizzata al
mondo: la decorazione di un enor-
me serbatoio di gas a Dorchester,
Boston. Attorno al disegno ruota
per un grande mistero: un arco-
baleno di colori simbolo della pace
o il volto nascosto nella striscia blu
di Ho Chi Minh, leader comunista
del Nord Vietnam? Corita non ha
mai risposto e ha lasciato che il can-
cro la portasse via assieme al suo
segreto nel 1986.
LOOKING GOOD, a Visual Guide to the
Nuns Habit un piccolo libretto
pubblicato da GraphicDesign& nato
dalla collaborazione tra lillustra-
tore grafico Ryan Todd e la teologa
Veronica Bennett ed dedicato a
lei. Le quaranta silhouette che ritrae
THE FASHIONABLE LAMPOON
 tutto DIOR

THE FASHIONABLE LAMPOON 103


Mischiava la raccontano di donne la cui vita, esat-
tamente come quella di Corita, di-
Bibbia con
pesa da un segno. Sono storie di re-
gli slogan lazioni irrequiete, di lotta tra i potenti
pubblicitari, e i poveri, parlano di politica, di assi-
i testi delle stenza sociale. Mostrano linterazione
canzoni alle tra cultura, moda e fede e riflettono
vignette di sul ruolo delle donne, dentro e fuori la
Winnie the Pooh Chiesa cattolica, spiega Bennett.
SANTA CHIARA , come Francesco,
rinunci a ogni cosa. Beatrice da
Silva, ex dama di compagnia della
regina Isabella di Castiglia fu incar-
cerata per la sua bellezza. Ci sono
ordini dediti esclusivamente alla
preghiera, altri allinsegnamento e
altri ancora ai servizi sociali. Come
la congregazione delle Suore di
San Felice da Cantalice fondata da
Mary Angela Truszkowska, che a
Varsavia a met dellOttocento apr
104
Karina H. Adams e Mia Moretti.
cappotti
VIVIENNE WESTWOOD
una cucina comunitaria e un orfa-
notrofio per bambini cercando di
aiutare cos la classe operaia. Altre,
come le Barnabite, vennero sospese
nel 1552 per decreto papale perch
accusate di corruzione dallarcive-
scovo di Milano e indagate dalla
Santa Inquisizione.
SUORE SCALZE o con i sandali, altre
indossano invece medaglioni e
scapolari. Ci sono sorelle che quasi
si confondono tra la folla per i loro
sari color pesca, come le Carmeli-
tane apostoliche votate alleduca-
zione delle ragazze e delle donne in
India. Le Figlie della Carit di San
Vincenzo de Paoli ribattezzate iro-
nicamente le Oche di Cristo per il
caratteristico copricapo a larghe
tese le cui ali divennero sempre pi
appuntite e inamidate con il passa-
re del tempo: sono state infermiere
in numerosi scontri durante il ven-
tesimo secolo prendendosi cura
dei feriti indipendentemente dalla
fede religiosa di appartenenza e
durante la Guerra di Crimea i mu-
sulmani le soprannominarono le
Rondini bianche di Allah. Dopo
il Concilio Vaticano II, papa Paolo
VI invit personalmente la supe-
riora generale a semplificare labi-
to, che il 20 settembre 1964 diven-
ne blu scuro e senza cornetta, con
uno scollo a V e un incrocio sulla
vita disegnato, niente di meno, da
Christian Dior. Forse dovremmo
cambiare anche la bandiera fran-
cese esclam il generale de Gaulle
davanti alla novit.
PILOT VIRUET, editor di flavorwire.
com, ha cercato, dopo mezzo secolo,
THE FASHIONABLE LAMPOON
 Mia Moretti
trench THE ROW;
ShiShi Rose completo
in denim GUESS
di trovare un senso a una sitcom
mandata in onda da ABC tra il
1967 e il 1970 dal titolo The Flying
Nun, che raccontava le imprese di
una giovane suora volante, un in-
crocio tra Mary Poppins e Murder,
she wrote con in pi il dono della
fede. Per essere chiari, questa suora
volante non pu effettivamente vo-
lare precisa Viruet. La premessa,
THE FASHIONABLE LAMPOON
basata sul libro The Fifteenth Peli-
can di Tere Ros, semplice quanto
sciocca: la sorella Bertrille (Sally
Field) in grado di volare quando
il vento a suo favore, grazie a una
combinazione del suo lieve peso
e delle sue cornette. Non esistono
espliciti elementi soprannaturali
o divini. Dopo la rottura con il suo
ragazzo, Bertrille decide di diventa-
re una suora e si trasferisce da New
York a San Juan, Puerto Rico, dove
vive in un convento. Durante tutta
la serie, Bertille converte le persone,
risolve misteri, cattura i ladri e aiu-
ta gli orfani. Durante tutta la serie,
Bertille vola regolarmente. A volte
necessario, come quando sorvola
il mare per aiutare un pescatore che
ha perso lorientamento a lanciare
la rete, ma altre volte, vola anche
quando una semplice scala sarebbe
sufficiente, come quando ha solo
bisogno di recuperare un gattino da
un tetto. Solo il fatto che siano stati
girati e mandati in onda ottantadue
episodi di Sally Field che vola nel cie-
lo vestita da suora lennesima pro-
va che la televisione magica. E che
le vie del Signore, sono infinite.
105
CHRONICLES #3

CHARLIE SIEM
Photography MICHAEL AVEDON
Text CESARE CUNACCIA

Il violino. Classe 1986, quintessentially brit.

Un Guarnieri
del Ges detto
dEgville
del 1735, in
precedenza
appartenuto a
Yehudi Menuhin
ASTRAZIONE. Per me la musica
tempo e suono. stata ed il mio
canale privilegiato, la mia essenza.
La qualit del violino come quella
della voce umana. Perfetta, ideale
per esprimere sentimenti, differenti
temperature emotive. Charlie Siem
un ragazzo doro londinese di
trentuno anni basato nel Principato
di Monaco, che, specie nellultimo
decennio, si imposto come uno dei
violinisti classici pi celebri al mon-
do. Ha suonato senza alcun timore
con i Who e Miley Cyrus. Superstar
fin dal 2001, dotato di carisma da
vendere, magnifico comunicatore.
La sofferenza, il dolore e la catarsi,
se ci sono - e di certo cos - li sa
nascondere dietro lombra di un
sorriso e di uno smagliante uso di
mondo very british. Charlie di-
retto e affabile, ma sintuisce la sua
complessit interiore e magari un
filo di malinconia, da puro Capri-
corno qual . Su di lui, oggi, riflet-
tori pi che mai puntati, sfatando in
toto il clich del musicista dannato,
tormentato e consunto dalla pro-
pria arte e dal genio che lo abita.
Padre norvegese, Kristian Siem
e madre di origine sudafricana,
Karen Ann Moross. Allet di
tre anni lascia intravedere il suo
naturale trasporto verso
la musica
Si d allo studio vero tra gli otto
e i nove anni. Almeno quattro
ore al giorno, ogni giorno. Con i
maestri pi virtuosi, quali Itzhak
Rashkovsky al Royal College of
Music o Shlomo Mintz, e presso
scuole e seminari di alto livello in
ogni parte del mondo
LA MUSICA E IL VIOLINO - il suo un un elemento innato e fondamenta-
prezioso Guarnieri del Ges detto le. Cos come una salutare e severa
dEgville del 1735, in preceden- autocritica. Senza esagerare. Que-
za appartenuto al grande Yehudi sto divertirsi, il fun, un concetto
Menuhin, non si stanca mai di che Charlie Siem, alle spalle scuole
ripetere, sono il perno della sua deccellenza come Eton e il Girton
intera esistenza. Costituiscono il College a Cambridge, ribadisce
suo massimo divertimento. Poi continuamente. Se cos non fosse,
c lambizione, che talvolta vince se suonare questo strumento non mi
addirittura sul talento e la disciplina divertisse e non mi appartenesse pi -
- ce lhai o non ce lhai. Anchessa aggiunge perentorio - metterei subito

106 THE FASHIONABLE LAMPOON

 camicia, pantaloni e pullover
SALVATORE FERRAGAMO
Courtesy of Dorotheum.

giacca e pantaloni
EMPORIO ARMANI.

THE FASHIONABLE LAMPOON 109

 maglia stampata e pantaloni
GIVENCHY by RICCARDO TISCI,
scarpa ISSEY MIYAKE MEN;
orologio East West; bracciale Knot di
Paloma Picasso e bracciale
Textured Barbell in argento
TIFFANY & CO.

La sfida leman look impeccabile, di rado con

consiste nel qualche grammatura di stravagan-
tirare fuori dal za dandysh. Non raro vederlo, in
compagnia dellaltrettanto avve-
testo musicale
nente e solare sorella Loulou, scul-
una fragranza trice. Allultima tornata parigina
inattesa. Un di couture del luglio scorso sedeva
chiaroscuro o in prima fila agli show di Chanel,
unangolazione di Giambattista Valli o di Arma-
inedita e piena ni Priv - qui cercato dai fotografi
di un ulteriore quasi quanto liconica ultima diva
significato Sophia Loren, accanto a lui al Palais
de Chaillot.

UNARIA SCANZONATA e insieme com-

punta. Tratti aristocratici, regolari
e disegnati. Occhi interrogativi, dal
colore luminoso e indefinibile, affa-
bile, simpatico e misurato ma pieno
di humour. Non spreca mai parole,
esprime concetti pregnanti, preci-
si e affilati come unantica lama di
Toledo. Viaggia su una rombante
Porsche arancio, o meglio rosso
lampadina, acquistata per soddi-
sfare un irresistibile colpo di testa
poco pi di un anno fa. Un vezzo
questo, che lo accumuna al sulfureo
charme di Herbert von Karajan, in-
dimenticabile direttore dorchestra
austriaco malato di velocit sia in
campo automobilistico che nauti-
co e aereo. Siem gira il globo come
una trottola per far fronte a una
popolarit crescente, specie in Paesi
lontani e di diversa cultura. La sua

110 THE FASHIONABLE LAMPOON

THE FASHIONABLE LAMPOON 111
 Courtesy of Peggy Guggenheim, Venezia.
preparazione fisica richiede regolari
sessioni in palestra. La pratica del
violino, conferma, ti sbilancia, va a
carico di una sola parte del corpo, in-
vestito da una dinamica in torsione
originata da sinistra, quindi nasce
forte lesigenza di recuperare armo-
nia ed equilibrio e di lavorare sulla
postura.

A FINE GIORNATA, per dirmi sul serio

soddisfatto, devo avere raggiunto un
risultato nuovo. Un qualcosa, un
riflesso che non mi aspettavo di tro-
vare. La sfida consiste nel tirare fuori
dal testo musicale, che tanti prima
di te hanno studiato, amato, com-
battuto, analizzato ed eseguito, una
fragranza inattesa. Un chiaroscuro o
unangolazione inedita e piena di un
ulteriore significato. Devi riuscire ad
aprire una tua strada personale, in-
dipendente, solo tua, per maneggiare
staccato, vibrato, interruzione mul-
tipla e controllo dellarco. Suonare
il violino, ben oltre la tecnica anche
pi eccelsa, un fatto individuale, in
cui non puoi non superarti e superare
certi snodi, certi riferimenti assodati.
Nessun altro pu riuscire a spiegarti
in quale maniera reagir il tuo corpo
o risponderanno le tua mani. E non
puoi pi esimerti dal prendere rischi
e di sbagliare, se occorre.

SULLA VITA PRIVATA , lineffabile Char-

lie, adorato dal pubblico femminile
- per quella sua aria concentrata e
romantica insieme, senza contare il
potere dattrazione del suono lieve,
accorato, spirituale e struggente di
un violino, tiene la bocca ben chiu-
sa, se la ride e non si lascia sfuggire
un solo commento rispetto ai tanti
flirt anche illustri che gli sono stati
attribuiti. Cresciuto in una famiglia
cosmopolita e di vaste possibilit
economiche, nato a Londra il 14
gennaio 1986, padre norvegese, il
businessman Kristian Siem e ma-
dre di origine sudafricana, Karen
Ann Moross. Gi allet di tre anni,
come una specie di piccolo Mozart,
lascia intravedere il suo naturale
trasporto verso la musica. Tra gli
otto e i nove anni inizia il suo vero
training, una pratica dura e quoti-
diana di almeno quattro ore al gior-
Giorgio de Chirico, no, sotto la guida di maestri virtuo-
La Nostalgia del Poeta, 1914. si, quali Itzhak Rashkovsky al Royal

THE FASHIONABLE LAMPOON

College of Music o il celebre Shlomo
Mintz, e presso scuole e seminari di
alto livello in ogni parte del mondo.
Appena quindicenne, parte da solo
per Rio de Janeiro per esibirsi con
unorchestra, mentre tre anni dopo
riceve il suo battesimo in palcosce-
nico a Londra con la Royal Philar-
monic. Rashkovsky e Mintz, suoi
docenti, diventati mentori e amici.
Da bambino, cera in me come un
senso, un moto dellanima che do-
vevo esprimere. Unattitude, unur-
genza che ti viene da dentro, una
dote naturale. Poi, vero, esistono la
ritualit dellapprendimento e laffi-
namento progressivo della tecnica,
un mezzo di cui ti devi impadronire
alla perfezione, oltre al necessario
allenamento fisico. Sembrer strano
ma nella nostra storia familiare an-
che remota non esisteva alcun prece-
dente, a parte la lontana ascendenza
del violinista e compositore norvege-
se Ole Bull. N si pu dire vi fosse una
particolare predisposizione alla cul-
tura musicale. Da noi, in famiglia,
cerano avvocati, uomini di legge e
daffari. Io sono un musicista e le mie
tre sorelle, con le quali, e in un modo
singolare e personale con ognuna di
loro, ho un rapporto profondo e di
enorme scambio e affetto, sono tutte
variamente legate al mondo dellarte
o della musica.

FIRENZE la citt dove ha deciso di

vivere. Lo incontro in quello che
forse il giorno pi torrido dellan-
no. appena arrivato da Cap Ferrat,
dove andato a visitare la sua fa-
miglia, che risiede principalmente
in Costa Azzurra. Sintuisce che il
suo pensiero, la tensione mentale e
la concentrazione spesso lo portano
altrove. Sto preparando il Concer-
to Numero 1 per violino e orchestra
in sol minore Opera 26 del tedesco
Max Bruch. Lo eseguir in pubblico
a Harbin (Manciuria, Cina nord-o-
rientale), per la prima volta il 10
agosto prossimo, con Zubin Mehta
come direttore e la Israel Philarmo-
nic Orchestra, un organico con cui da
molto tempo sognavo di collaborare.
Un lavoro di scavo e di ermeneutica
su un pezzo dalle infinite sfumature e camicia e pantaloni
LOUIS VUITTON,
segreti, pervaso da un romanticismo felpa COLMAR ORIGINALS,
lirico che termina su uno sperico- impermeabile ISSEY MIYAKE,
lato accelerando. Vanta una storia scarpe ISSEY MIYAKE MEN

THE FASHIONABLE LAMPOON

114 THE FASHIONABLE LAMPOON
 Photography
MICHAEL AVEDON
Creative Direction
ALEXANDER BECKOVEN
Styling
SABRINA BOLZONI
Hair
ALESSANDRO SQUARZA
@FACETOFACE
Hair and Make-up assistant
GIOVANNA ANGAROLA
Post-production
LAURA BAIARDINI

abito e guanti
DIOR HOMME

THE FASHIONABLE LAMPOON 115

 Volevo controversa: debutt nel 1866, fu
recuperare revisionato e redatto nella forma
quella gioia di in cui universalmente conosciuto
per il violinista Jzsef Joachim con
vivere, quella esordio a Brema il 5 gennaio 1868.
sprezzatura e A Harbin, una metropoli di quasi
quella libert dieci milioni di abitanti, lattenzio-
bohemian ne per la cultura musicale alta.
vagamente Forse non sar una platea sofisti-
eversiva che cata come lo sono altre in Europa e
ricordavo con America, ma il livello di conoscenza
vera gioia. Penso e lentusiasmo di un pubblico ampio
e variegato, stanno via via crescen-
che lItalia mi
do costantemente. La tourne estiva
aiuter a scoprire cinese peraltro inizia a Nanjing the
me stesso giorni prima. Presso la Universi-
ty of the Arts di Nanjing e il Leeds
College of Music dove sono visiting
professor.

CHARLIE ha deciso di coronare un

In questa pagina e a destra:
giacca HERNO,
camicia XACUS,
pantaloni Homme Pliss
ISSEY MIYAKE,
gilet GALLO, bretelle
BRETELLE & BRACES
suo vecchio desiderio e di trascor-
rere lunghi periodi in Italia, pi
segnatamente a Firenze. Come
per tanti ragazzi di educazione in-
glese, lItalia una meta del cuore,
un luogo, una specie di sogno forse
pi vagheggiato che reale. il Paese
del Rinascimento, del divino Clau-
dio Monteverdi. Memorabile una
performance di Siem al London
Science Museum di Londra per un
evento intitolato Beyond the Stars,
del monteverdiano Pur ti miro,
Pur ti Godo dallIncoronazione di
Poppea, in occasione del quattro-
centocinquantesimo anniversario
dalla nascita del compositore cre-
monese, di Paganini e di Rossi-
ni, del bel canto, della Camerata
de Bardi che, proprio nella citt
dei Medici ha inventato il genere
operistico in et barocca. LItalia
una sublime cultura del cibo e la
radiazione inestinguibile, sensuale
e fascinosa della Dolce Vita. Da
piccolo sono stato a lungo a Spoleto
durante le mie vacanze estive, ospi-
te del fotografo Derry Moore che ci
viveva. Volevo recuperare quella
gioia di vivere, quella sprezzatura e
quella libert bohmien vagamente
eversiva che ricordavo con vera gio-
ia. Penso che lItalia mi aiuter a
scoprire me stesso, a rompere degli
schemi, a liberarmi e a rendermi
indipendente da tante costruzioni e
sovrastrutture ormai forse inutili o
non pi necessarie nel mio percorso
esistenziale e di musicista.

THE FASHIONABLE LAMPOON

Courtesy of Peggy Guggenheim, Venezia.Bonino.

Giorgio de Chirico, Il Pomeriggio Soave, 1916.

118 THE FASHIONABLE LAMPOON

CHRONICLES #4

MADAME F.
Photography MACIEK JASIK
Text CESARE CUNACCIA

Il concetto di
Esotico in una
carrellata di
frames fuggenti e
insieme precisi

ESOTICO. Una parola che ha perso

molto del suo senso originale, in un
mondo tanto globalizzato e veloce
negli spostamenti - ma il fascino
dellesotico, anzi, degli esotici e de-
gli infiniti estenuati esotismi che ne
derivano, resta vivido e appassio-
nante ancor oggi. Il ritmo incalza
sinuoso, sincopato e avvolgente
come una milonga di Paolo Conte, il
tamburo che, sordo e tellurico, rim-
bomba soffuso sullo sfondo.

UNA RAPSODIA SULLESOTICO un

flusso di suoni, immagini e riman-
di ha luogo qui in queste pagine e
oggi, come racconto della collezione
di accessori in pellami esotici della
maison Fendi. Patchwork, filamenti
e fustelle lineari di pitone, cocco-
drillo, lizard e serpente raccontano
geometrie fluide, fulminee e tri-
dimensionali. Collage e commessi
di granature e spessori, mosaici di
pelle a pezzature minuscole o gros-
se. Effetti tessili e raggiere floreali
di scaglie di rettile, i cui petali ogi-
vali tremblant impaginano nuances
fredde e distillate intorno alla F
metallica, rovesciata e posta in dia-
gonale, pi grafica di sempre e cir-
coscritta da un anello dacciaio. Le
zip campiscono superfici piane con
quadrature in cerca dastrazione,
come fratelli e segmenti scarniti e
guizzanti. Colorati e ricolorati, que-
sti pellami esotici seguono una pa- Blooming Muse, illustrazione di Miss Van.

120 THE FASHIONABLE LAMPOON

 Falming
hair muse,
illustrazione di
Miss Vann.

122
Mini Peekaboo di cocco
bianco, FENDI
 CROCO STEEL

Courtesy of Casa di Vendite Bonino.

lette che accosta toni vividi e smal-
tati a sfumature dense e naturali, Il set di borse Peekaboo
fino a inserti anni Settanta e pop di in coccodrillo opaco il
verde e rosso lacca warholiani. massimo livello raggiunto
dallarte artigiana di Fendi.
FENDI non vuole mettere un punto
fermo alla sua esigenza di meta- FRANCA FLORIO
morfosi e di febbrile sperimenta-
Donna Franca Jacona
zione su materiali, inserti, lavora-
zione di alto artigianato. Borse e
della Motta dei baroni di
clutches che, talvolta partendo da San Giuliana nacque a
classici item della maison romana, Palermo nel 1873. Moglie
ne rivisitano lessenza. La frontiera dellindustriale Ignazio
ondeggia, il limite si sposta oltre, Florio, fu protagonista
verso una sfida ulteriore. La lingua europea di quella che fu
di Fendi un sofisticato grammelot definita la Belle Epoque.
che definisce estetiche caleidosco- Limperatrice di Germania
piche e avvincenti mai viste prima. si riferiva a lei come la
Ieri e oggi, passato e futuro, quotes Regina di Palermo.
culturali e street style metropolita-
no in dinamico dialogo e sovrap-
posizione. Una centrifuga di segni
e suggestioni tra pura geometria,
texture pulsanti e polveri esote-
riche dai toni saturi di speziature
orientali.

UN PROFUMO DALTROVE, unangolazio-

ne di pura fantasia, vicino o lontano
non importa. Exotic una dimen-
sione che ti porta via, attraverso
altri scenari dellimmaginazione,
abbandonandosi a un volo che pla-
na nel sogno, quale che sia il sogno
che pretendi o rincorri. Tutto questo
esotico - che muta di accezione e
di significato secondo i desideri,
dellottica e della visionariet di let-
tura di chi ne va in cerca. Exotique
letterario davventura tropicale e
dal retro-gusto coloniale, alla Pier-
re Loti e alla Kipling, fino al nostro
Emilio Salgari, esegeta di unIndia
opulenta, feroce e misteriosa, quan-
to totalmente dinvenzione. Lo scrit-
tore veronese non ebbe mai modo di
visitare e conoscere lIndia di perso-
na. I viaggi del dandy inglese Robert
Byron al Monte Athos, in Tibet o,
nel 1937, lungo La via per lOxiana
in Rolls-Royce e le peregrinazioni
entomologiche e piene di humour
di Patrick Leigh Fermor in direzio-
ne Bisanzio. Il t nel deserto di Paul
Bowles, anno 1949, sconcertante,
una sola frase medianica a riassu-
merne il sortilegio, la struggente
poesia e leversione: una stella nera
appare, un punto oscuro nel chiarore
Giovanni Boldini, Ritratto di Donna Franca Florio. del cielo notturno.

124 THE FASHIONABLE LAMPOON

Kan I in pitone bicolore
grigio e verde FENDI
Mujer Pajaro V, illustrazione di Miss Van.
ESOTICA E SENSUALE, ai primi del No-
vecento, in una stagione aurea e ir-
ripetibile, era la Palermo dominata
da Franca Florio - F.F. bizzarra e fati-
dica assonanza in questo caso - una
donna dalla bellezza magnetica e
imperiosa, ritratta da Boldini in abi-
to dcollet Worth con il suo sautoir
di perle lucenti e il devant-de-corsage
in diamanti. Gioielli esagerati, leg-
gendari e capaci di far invidia a una
126
sovrana. Lultima imperatrice di
Germania, Augusta Vittoria di Sch-
leswig-Holstein-Sonderburg-Au-
gustenburg, per gli intimi Dona,
consorte del Kaiser Guglielmo II di
Prussia, come tutta la societ inter-
nazionale si recava in Sicilia attratta
dalla mobile fiesta ordita senza so-
luzione di continuit dai Florio con
grazia sontuosa e megalomane tra
il capoluogo, Mondello e Favignana.
Fu proprio limperatrice a battezza-
re la divina Franca come indiscussa
regina di Palermo.
NUMEROSE TRAIETTORIE di ambito
esotico, fragranti di cardamomo
e sandalo, di incenso, di ambra e
di patchouli, che miscelano inserti
mozarabici e moreschi, zagare in
fiore e gelsomini, trionfi di corallo
trapanesi e scrigni in bronzo e tarta-
FENDI
Un incontro di quotes
culturali e street style
metropolitano.
AGATA CROCO
Trattamento artigianale
realizzato con la pietra
agata: effetto lucido, forma
arrotondata
THE FASHIONABLE LAMPOON

ruga. La Zisa e il pavimento cosmatesco a tessere marmoree policrome della
Martorana trascolorano nella teatrale Alhambra toscana ottocentesca del
Castello di Sammezzano e nelle narrative figurazioni musive tardo-romane
della Villa del Casale a Piazza Armerina.
VIVE A BAGHERIA nella settecentesca Villa Valguarnera, per la quale ha com-
battuto una durissima battaglia, Vittoria Alliata di Villafranca, autrice
dellindimenticabile Harem, memorie dArabia di una nobildonna siciliana,
libro dalle lucide analisi sul mondo islamico, per tanti versi profetico e ora
pi che mai attuale, frutto di una cospicua serie di viaggi, di permanenze e
vasta conoscenza.
THE FASHIONABLE LAMPOON
Baguette in pitone con bordo ondulato, FENDI
UN IMMAGINARIO ABBAGLIANTE e poliforme diede vita allestro magico del
jewel-designer palermitano Fulco di Verdura - come rivela un libro autobio-
grafico, The Happy Summer Days: A Sicilian Childhood (1978), che scrisse
nella maturit per esorcizzare i ricordi e gli splendori patrizi della sua infan-
zia, trascorsa a Villa Niscemi e nel suo parco lussureggiante. Cosa potrebbe
esserci di pi esotico di questo bosco incantato traboccante di palme e rare
specie tropicali, incastonato nella Favorita? Pienamente esotico il trasporto
di Fulco, bambino, fra deriva mistica e delirio di sensi, davanti al rutilare di
marmi colorati, di argento dorato e pietre dure e allhorror vacui iper-baroc-
co della Chiesa conventuale di Santa Caterina, dove ogni domenica assisteva
alla messa nel banco di famiglia. Una ricchezza dinnumerevoli cromie.
127
ILLULIAN
ALBINI
FENDI
LA FAB
ZADIG & VOLTAIRE
TRUSTWORTH
MICHAEL KORS
MSGM
NIELS_J
TAPETENDER 70
RIFLE PAPER CO.
MONCLER
JONES OWEN

Special thanks
per i profumi, lidea e lispirazione dal web
@PERFUMEOBSESSION

128 THE FASHIONABLE LAMPOON

ILLULIAN
ALBINI
FENDI
Twilly dHerms
il nuovo profumo di HERMS,
tessuto LA FAB
TRUSTWORTH
MICHAEL KORS
MSGM
Because its you il profumo per lei
di EMPORIO ARMANI;
tessuto ALBINI
NIELS_J
TAPETENDER 70, Felicia
RIFLE PAPER Co.
RIFLE PAPER Co.
MONCLER
JONES OWEN
 pullover LES HABITUDES,
cappello AMANDA DEMME
abito DIOR
abito DIOR

148
 cappotto LOUIS VUITTON

THE FASHIONABLE LAMPOON 151

top GIORGIO ARMANI,
pantaloni ISSEY MIYAKE

152
pullover LES HABITUDES,
pantaloni CHANEL,
cappello AMANDA DEMME
Francesco Merlini, Valparaiso, 2016
maglia ISSEY MIYAKE
giacca CHANEL,
t-shirt INTIMISSIMI

158 THE FASHIONABLE LAMPOON

abito VIVIENNE WESTWOOD
abito RICK OWENS

162 THE FASHIONABLE LAMPOON

 abito VIVIENNE
WESTWOOD,
pantaloni ISSEY MIYAKE
 pullover COLLIDE -
GREG LAUREN
& MONCLER,
pantaloni CHANEL,
scarpe LOUIS VUITTON,
cuffia MISHA GIBB
Betta Gancia, Into the Deep, 2016
pullover COLLIDE -
GREG LAUREN & MONCLER,
cuffia MISHA GIBB

168 THE FASHIONABLE LAMPOON

pullover LES HABITUDES,
cappello AMANDA DEMME

Editor
ALESSANDRO FORNARO
Model
ERIKA LINDER @NEXTMODELS
Stylist
PHILLIP MORRISON
Fashion Market Editing
COSTANZA MAGLIO
Hair
SERENA RADAELLI
@CLOUTIER REMIX
Make-up
KATHY JUENG
@FORWARD ARTIST AGECY
Photography assistant
DALE GOLD
Digital tech
HUGO
Fashion assistant
DEVON JEFFERSON
Special thanks to
MISHA GIBB

170
 Photography
ZACH GOLD

THERE IS NO
AUTHORITY

Firenze Novecento
(Sala 2)
La cupola del Brunelleschi, i dipinti di Egisto Ferroni, John Baldwin e Ottone Rosai
raccontano il clima culturale di gusto neo-quattrocentesco della citt.
1927 Il Ritorno in Italia
Ferragamo e la Cultura Visiva del Novecento
Museo Salvatore Ferragamo
Palazzo Spini Feroni
Firenze
Illustrazione di Buket Koyuncu

172 THE FASHIONABLE LAMPOON

giacca, top e pantaloni
GIVENCHY by
RICCARDO TISCI,
collana e orecchini
JACQUIE AICHE

175
cappotto JORGE AYALA,
gonna MURMUR,
chocker SARAH
MAGID JEWELRY
 cappotto e gonna
ALEXANDER MCQUEEN,
collana DIOR,
anello H. CROWNE
cappotto GIORGIO ARMANI,
collana Lynn in platino e oro
con diamanti, collezione Jean
Schlumberger for Tiffany & Co.;
orecchini in platino con diamanti
TIFFANY & CO.
 abito e dcollet DIOR,
guanti in lattex DEAD LOTUS,
anelli e earcuff
STEFERE JEWELRY
bolero e top FENDI,
collana Lynn in platino e oro
con diamanti, collezione Jean
Schlumberger for Tiffany & Co.;
bracciale Croisillon in oro e smalto,
orecchini in platino con diamanti
TIFFANY & CO.

180
giacca, camicia, pullover
e gonna PRADA,
earcuff H. CROWNE

182 THE FASHIONABLE LAMPOON

abito MAISON MARGIELA,
sciarpa indossata a top
VALERJ POBEGA,
dcollet DIOR, orecchini,
collana, anello e bracciale
JACQUIE ACHIE

184 THE FASHIONABLE LAMPOON

abito JARRET,
sandalo FAR, anelli e earcuff
STEFERE JEWELRY
giacca e abito
ANTONIO MARRAS,
sandali FAR,
collana SARINA SURIANO
orecchini JACQUIE AICHE

188
giacca, shorts e calze
THOM BROWNE,
body DEAD LOTUS,
chocker SARAH
MAGID JEWELRY
 abito e chocker CHANEL,
orecchini JAQUIE AICHE
gilet e top LOUIS VUITTON,
anelli STEFERE JEWELRY,
chocker SARAH
MAGID JEWELRY

Model
KIRIN DEJONCKHEERE
@DMANAGEMENT
Art Direction
ALESSANDRO FORNARO
Stylist
LISA BAE
Editing and Coordination on Set
COSTANZA MAGLIO
Hair
NOOGIE
Hair assistant
TRENT KEEL
Make-up
HOLLY SILIUS
Producer
MICHAEL SKINY POWER
Photography assistant
KURT MANGUM
COLIN SMITH
Post-production
SCOTT GROVER
Fashion assistant
KITA LEWIS
Special thanks to
FLOWER AVE
STUDIO 60

192 THE FASHIONABLE LAMPOON

 Photography
SOPHIE DELAPORTE

CONTESSA DI MONZA

Il ritorno di Salvatore Ferragamo in Italia

(Sala 1)
A bordo del Roma, una delle grandi motonavi della Navigazione Generale Italiana.
1927 Il Ritorno in Italia
Ferragamo e la Cultura Visiva del Novecento
Museo Salvatore Ferragamo
Palazzo Spini Feroni
Firenze
Illustrazione di Buket Koyuncu

194 THE FASHIONABLE LAMPOON

 giacca MARC-ANTOINE,
pullover DONDUP;
cappotto indossato a gonna
TRUSSARDI,
collant ATSUKO KUDO,
sandali CARVEN;
cronografo con cassa in zaffiro fum
cinturino in caucci foderato e
strutturato nero trasparente
Big Bang Unico HUBLOT
blusa GUESS,
maglione
PRINGLE OF SCOTLAND,
gonna CARVEN
 Nicola Bertellotti
Il Paradiso Brucia
SetUp Contemporary Art Fair,
Bologna 2017
Courtesy of Sensi Arte
camicia CARVEN,
blusa HONOUR,
gonna LANVIN,
pantaloni DIOR
Nicola Bertellotti
Embrace
Courtesy of Sensi Arte
 giacca 3.1 PHILLIP LIM,
cintura AQUILANO.RIMONDI,
gonna MARIA GRAZIA SEVERI
 CESARE CUNACCIA
BALLATA DI UNA MONACA
IL DOMINIO SPAGNOLO IN LOMBARDIA. IL SEICENTO ITALIANO, TRA SPLENDORI E MISERIE.
LA STORIA DELLA MONACA DI MONZA, TRA REALT E ROMANZO
LA MONACA DI MONZA , ossia Maria Anna o Marianna de Leyva y Mari-
no, divenuta suor Virginia Maria in omaggio al nome della madre prema-
turamente defunta, fu costretta senza vocazione alcuna a entrare nellor-
dine benedettino poco pi che bambina, a tredici anni come novizia, per
poi prendere i voti sedicenne. Era nata nel 1575 nel capoluogo lombardo,
nel sontuoso palazzo manierista eretto dal nonno materno, il ricchissimo
mercante e finanziere Tommaso Marino, di origine genovese: un vasto e
solenne edificio residenziale tardo-cinquecentesco oggi nientaltro che la
sede del Municipio milanese, Palazzo Marino. Una teoria di malversazio-
ni, un accumulo dintrighi e di spregiudicate controversie legali riuscirono
a privare la piccola ereditiera del cospicuo lascito materno che le spettava
di diritto, ovvero met del patrimonio Marino, e a decretarne lingresso
coatto nel convento di Santa Margherita a Monza. La vicenda oltremodo
scandalosa della nostra Monaca, che davvero, nel genere noir non si fece
mancare nulla, dalla complicit in assassinii plurimi fino al sacrilegio.
MONACA, CONTESSA e SIGNORA DI MONZA , durante il regno di Filippo III di
Spagna, donna Maria Anna amministrava la citt lombarda alle porte di
Milano e il territorio pertinente di oltre trenta chilometri quadrati e ne ri-
scuoteva i tributi. Era figlia del feudatario locale, lo spagnolo don Martino
de Leyva y de la Cueva-Cabrera, che viveva lontano, nel suo Paese dorigine,
con la nuova moglie, Anna Viquez de Moncada. I de Leyva rappresenta-
vano quella rapace, avida e altezzosa masnada di aristocratici spagnoli di
grande o piccolo lignaggio, che in vari modi avevano fatto fortuna e si era-
no insediati nel milanese sotto il dominio imperiale iberico. Nella fattispe-
cie i de Leyva erano divenuti per diritto ereditario conti di Monza, grazie
ai meriti di guerra durante la battaglia di Pavia nel 1525 (quella che
206
THE NUN OF MONZA , also known as Maria Anna or Marianna de Leyva
y Marino, became Sister Virginia Maria, her name paying tribute to her
mother, who had died at an early age. When just a child, at the tender age of
13 she was forced to enter the Benedictine order as a novice, despite having
shown no signs of any kind of vocation, taking her vows at the age of 16.
She had been born in 1575 in the capital city of Lombardy, in the magnif-
icent Mannerist building - a large, sombre residential building from the
late-sixteenth-century today containing none other than the offices of the
Milan City Hall, known as Palazzo Marino built by her maternal grand-
father, the wealthy merchant and financier Tommaso Marino, who orig-
inated from Genoa. A theory of embezzlements, a stockpile of intrigues
and ruthless legal disputes succeeded in depriving the little heiress of the
conspicuous maternal bequest to which she was entitled, that is, half of
the Marino legacy, and in ordering that she be forced to enter the monas-
tery of Santa Margherita in Monza. This is the story of the scandalous life
and times of our Nun, which truly contains all the ingredients of the noir
genre, from episodes that see her as an accomplice in multiple murders to
those which link her to cases of sacrilege.
NUN, COUNTESS and LADY OF MONZA , during the reign of Phillip III of Spain,
lady Maria Anna personally managed and collected the relative taxes
in the Lombard city at the gates of Milan and the surrounding territory
which spanned over thirty square kilometres. She was the daughter of the
local lord, Spaniard don Martino de Leyva y de la Cueva-Cabrera, who
lived far away, in his country of origin, with his new wife, Anna Viquez
de Moncada. The de Leyva family were the prefect embodiment of that
predatory, avid and haughty band of Spanish aristocrats of low or
THE FASHIONABLE LAMPOON
abito
GIVENCHY by RICCARDO TISCI
di fatto segn leclisse finale delle ambizioni di Francesco I di Francia, che
vi fu fatto prigioniero, in territorio italiano) di don Antonio, che fu investi-
to del feudo monzese da Carlo V. Suo figlio Luigi, nonno di Maria Anna,
divenne quindi primo Governatore Spagnolo di Milano.
GLI ARISTOCRATICI iberici impalmavano ricche ereditiere autoctone o vi-
ceversa e riuscivano a inserirsi tra i casati lombardi. Il cosiddetto trat-
tamento di don e di donna, che spetta ai nobili milanesi, un retaggio
della dominazione spagnola. I rapporti con il patriziato locale, spesso
anche per contrasti dovuti a vuote questioni di precedenze di rango o
di magniloquente rappresentativit, non sempre si rivelarono idilliaci. Il
grande casato dei Borromeo, di lontana origine toscana, forte di alleanze
parentali eccezionali e in possesso di quello che in pratica era uno stato
nello stato intorno e sulle isole del lago Maggiore, assurse a ulteriore pre-
stigio ai primi del diciassettesimo secolo, con la santificazione di Carlo
Borromeo, gi vescovo di Milano, e lelevazione alla cattedra episcopale
milanese e alla porpora cardinalizia del cugino Federico di manzoniana
memoria. I Borromeo, potenti e autorevoli per patrimonio e splendore
dinastico, per il mecenatismo e limpegno sociale e culturale, nonch
per la privilegiata relazione con la corte papale, portarono alto il vessillo
della nobilt locale, di cui spesso difesero gli interessi e il ruolo, nei con-
fronti dei dominatori stranieri.
LA MILANO SEICENTESCA non solo decadenza e crisi politica, sotto legida
di questi due protagonisti e veri campioni della Controriforma. Nacquero
istituzioni tra le quali la Biblioteca Ambrosiana e il Collegio Elvetico. Vi
operano architetti di vaglia, come il classicista Fabio Mangone e soprat-
tutto il grande Francesco Maria Richini, cui subentrer, pi in l, la deriva
barocchetta dellestro brioso di Lorenzo Binago. Una forte battuta darre-
sto, per, data nel 1630 dallepidemia di peste narrata dal Manzoni ne I
Promessi Sposi, che dimezza la popolazione, causando la chiusura dellAc-
cademia Ambrosiana. in questa occasione che si verifica la caccia agli
untori, responsabili della diffusione del morbo secondo credenze super-
stiziose molto radicate nella popolazione. Ancora il Manzoni squarcia le
tenebre di questa terribile vicenda ne La storia della Colonna Infame, 1840,
con cui cerca di riabilitare due innocenti, il commissario di sanit Gugliel-
mo Piazza e il barbiere Gian Giacomo Mora, torturati e messi a morte con
il supplizio della ruota perch ritenuti colpevoli di aver diffuso il contagio
pestilenziale tramite misteriose sostanze venefiche. Una spaventosa mac-
china di ingiustizia e menzogna che part dalla denuncia di una donniccio-
la locale, tale Caterina Rosa.
NEL SEICENTO A MILANO sorgono chiese ed edifici nobiliari, si aprono nuo-
ve piazze e arterie stradali. La pittura, in Lombardia, nel diciassettesimo
secolo, prende avvio con una prima fase che dominata da una triade fol-
gorante: Giovan Battista Crespi detto il Cerano, Giulio Cesare Procaccini e
Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone, accumunati dalla pode-
rosa committenza borromaica, cui segue il talento variegato e sperimen-
tale di Daniele Crespi (falciato anchegli dalla peste), pi tardi Giuseppe e
Carlo Francesco Nuvolone, e la sofisticata cifra lirica e colorista di Fran-
cesco Cairo. Se esiste unopera che riassuma in s in modo emblematico
il senso ultimo della Milano spagnola, tra sacro, fabula e prodigioso, non
pu che essere quella che raffigura il Martirio delle Sante Rufina e Seconda,
pi nota come Quadro delle tre mani, frutto del lavoro congiunto del Cera-
no, di Procaccini e Morazzone, databile al 1622-25 e custodito presso la
Pinacoteca di Brera. Lopera un avvicendarsi filmico di luci livide e ombre
dense e metafisiche, tra sospensione mistica, abbagliante opulenza di colo-
re, fantasmagorica saturazione spaziale da Auto sacramental e scintillante
intento fiabesco, che unisce astratti rigori controriformistici a spettacolari
208
high descent, who had made their fortune in various ways and settled in
the area in and around Milan under the Spanish Empire. In the case in
hand, the de Leyva family had inherited their status as the counts of Mon-
za, thanks to the warfaring exploits during the battle of Pavia in 1525 (the
battle that indeed marked the final eclipse of the ambitions of Francis I of
France, who was taken a prisoner on Italian soil) of don Antonio, who was
assigned the feud of Monza by Carlo V. His son Luigi, Maria Annas grand-
father, therefore became the first Spanish Governor of Milan.
SPANISH ARISTOCRATS would often marry rich native heiresses or vice ver-
sa and so succeed in entering the nobility of Lombardy. The so-called lord
(don) and lady (donna) treatment, reserved to the Milanese nobility, is a
legacy of the Spanish rule. But the relations with the local nobility were not
always idyllic, often also due to futile disagreements concerning the prece-
dence of a certain social class or its magniloquent representativeness. The
great Borromeo family, of distant Tuscan origins, empowered by a series
of exceptional parental allies and the owner of what was practically a state
within the state, in the Lake Maggiore area and on its islands, became even
more prestigious in the early XVII Century, when Carlo Borromeo, former-
ly the bishop of Milan, was made a saint and his cousin Federico, whom
Manzoni brought to international fame, was promoted to the episcopal pul-
pit and then donned the purple of the cardinals robe in Milan. And indeed
it was the Borromeo family, so strong and well-respected due to their her-
itage and dynastic splendour, their patronage and cultural and social com-
mitment and finally their privileged relationship with the papal court, who
continued to fly the flag of the nobility high. In fact, they would often defend
the interests and position of the local nobility against foreign conquerors.
MILAN IN THE 17TH CENTURY is not only all about decadence and political cri-
sis, under the aegis of these two protagonists and real champions of the
Counter-Reformation. Institutions like the Biblioteca Ambrosiana and the
Collegio Elvetico were created thanks to them. Those who worked on these
projects included prestigious architects, such as classicist Fabio Mangone
and most of all the great Francesco Maria Richini, who would later be suc-
ceeded by the Baroque drift of Lorenzo Binagos lively inspiration. But an
intense setback arrived in 1630, with the onset of the plague epidemic de-
scribed by Manzoni in The Betrothed, halving the population and causing
the Accademia Ambrosiana to close. It was then that people launched a
witch hunt for the anointers, who were considered responsible for spread-
ing the disease according to the deep-rooted superstitious beliefs rife
among the population. Manzoni, once again, dispelled the darkness of this
terrible episode in La storia della Colonna Infame, 1840, an attempt to re-
instate two innocent parties, health commissioner Guglielmo Piazza and
barber Gian Giacomo Mora, horribly tortured and sentenced to be broken
on the wheel, having been found guilty of spreading the plague epidemic
using mysterious toxic substances. A monstrous machine of injustice and
lies sparked by the report made by a local woman, Caterina Rosa.
DURING THE 17TH CENTURY, noble churches and buildings sprang up in Mi-
lan; new squares and main roads were opened. In Lombardy, the art of
painting commenced with an initial phase dominated by a stunning trio,
Giovan Battista Crespi also known as il Cerano, Giulio Cesare Procac-
cini and Pier Francesco Mazzucchelli, also called il Morazzone, who all
painted for the same powerful customers, the Borromeo family. They were
followed by the multi-faceted, experimental talent of Daniele Crespi (also
felled by the plague), and, later, by Giuseppe and Carlo Francesco Nuvolone
and the refined, intensively lyric, colourist style of Francesco Cairo. If there
is one work that summarises and embodies the ultimate sense of Milan
under the Spanish empire, somewhere between the sacred, the fabulous
THE FASHIONABLE LAMPOON
annunci dellimminente manifestarsi del barocco e delle sue infinite sedu-
zioni e magniloquenze.
LA SIGNORA DI MONZA , a dispetto della fatwa lanciatale dal suo fiero casato
dorigine, allora tra i maggiori del Milanese, diventata famosa attraverso
le pagine dallintenso chiaroscuro emotivo e letterario che le dedica Ales-
sandro Manzoni ne I Promessi Sposi. Una sorta di lunga digressione tra
psicologismo, partecipazione emotiva e giudizio giansenista, ritmata da
cadenze feuilleton fra trasporti di piet e vibrante esecrazione. La povera e
traviata Maria Anna, trasfigurata in Suor Gertrude, sulfurea e mercuriale,
vi identificata quale vittima di una crudele prassi sociale e di un implaca-
bile culto dinastico. Diviene epitome di tutte le nequizie e le soperchierie,
del malgoverno, della superbia e dei soprusi subiti dal ducato di Milano
durante il rapace e sgangherato dominio ispanico.
LA SVENTURATA RISPOSE un periodo conciso, anzi icastico. Profezia
che suona come unepigrafe scolpita nella pietra, come un sinistro frago-
re di vetri infranti. la laconica rassegnata frase di accettazione, il credo
di completa sottomissione al letale charme e alla vertigine di corruzione
dellOsio, con cui Manzoni, nella sua fiction, segna linizio della relazione
segreta fra i due caratteri portanti di questo capitolo. Fatale fino a perderli
e a travolgerli in un crescendo di abiezione, dimpudenza e di carnalit,
culminante nel delitto. La capitolazione della Sventurata si verifica dopo
un laborioso corteggiamento, perfino favorito da congiunti e conoscenti e
condotto sotto gli occhi di tutti. Chiss se sia andata realmente cos? Lepi-
logo, quello vero, sar esplosivo e degno del pi efferato teatro di Marlowe,
in una spaventosa catarsi tragica da castigo dostoevskiano.
SOTTOPOSTA A PROCESSO CANONICO per volere del cardinale Federico Bor-
romeo, catturata, da vera discendente di guerrieri, dopo essersi difesa
strenuamente, forsennata Bradamante, brandendo una lunga spada avita,
la Signora di Monza fu condannata a essere murata viva in un camerino
di appena un metro e mezzo per due e mezzo, per ventuno interminabili
anni, presso il Ritiro delle Convertite di Santa Valeria a Milano, ricetto di
prostitute, di mendicanti pustolose e poveracce. Come abbia potuto resi-
stere a questo orrore, al buio, allisolamento, alle condizione igieniche spa-
ventose e alla mortificante tombale umiliazione del suo sangue orgoglioso
e hidalgo, resta tuttora un grosso mistero. Il parco cibo e un filo daria
passavano attraverso una stretta feritoia, una lancinante ferita nel muro.
Liberata dopo quattordici anni invece che ventuno, nel 1622, sempre su
istanza del cardinale Borromeo, per comprovato pentimento e comple-
ta contrizione, sopravvisse ancora a lungo, fino al 1650, occupandosi di
monache dalla vocazione vacillante e impegnandosi in vari atti di piet,
consumata dallartrite reumatoide e dimenticata dalla famiglia. Il sapore
acre dello scandalo e della cattiva reputazione che proiettava sullalbero dei
Lari, bruciava ancora forte e mordeva come un taglio nel sale. Irrimedia-
bilmente altera, distante, conscia di s e, addirittura, si diceva allora che
fosse in odore di santit. Redenzione consumata. Missa est.
GIAN PAOLO OSIO, fuggiasco e condannato a morte in contumacia, nonch
alla totale confisca dei beni, andr incontro invece a un destino ben diver-
so, di rapida e concitata conclusione, tipo il sincopato e spiazzante finale
da ecatombe del Trovatore verdiano. Don Gian Paolo sar sbrigativamente
eliminato a tradimento a suon di botte dagli amici Taverna, nei sotterranei
del loro palazzo in Corso Monforte, presso cui si era rifugiato a Milano.
La sua testa spiccata, gli occhi sorpresi e sbarrati nellultimo incredulo
spasmo di dolore, con singolare tempismo subito rotoler ai piedi del go-
vernatore Fuentes come macabro omaggio e sanguinoso pegno di alleanza
futura. Una storia, questa reale e registrata nelle cronache del tem-
THE FASHIONABLE LAMPOON
and the prodigious, it can only be the one that portrays the Martirio delle
Sante Rufina e Seconda, known better as Quadro delle tre mani. Fruit of
the joint efforts by il Cerano, Procaccini and Morazzone, it can be dated
back to 1622-25 and is kept in the Pinacoteca di Brera. It is a cinematic
succession of vivid lights and dense and metaphysical shadows, blending
mystical suspension, an outstanding affluence of colour, phantasmagori-
cal spatial saturation in Auto sacramental style and a sparkling fairy-tale
intent. It combines the stiff abstract Counter-Reformist canons with spec-
tacular previews of the forthcoming Baroque movement and its infinite
seductions and exaggerations.
DESPITE THE FATWA issued to her by her original proud family, then one of
the most powerful in Milan, the Lady of Monza became famous thanks
to the pages of intense emotive and literary contrast dedicated to her by
Alessandro Manzoni in The Betrothed. A sort of long digression, spanning
psychology, emotional engagement and Jansenist judgement, punctuated
by feuilleton hints ranging from outbursts of pity and vibrant execration.
Poor, misguided Maria Anna, transformed into Sister Gertrude, sulphur-
ous and mercurial, is defined as the victim of a cruel social practice and an
implacable dynastic cult. She becomes the symbol of all the iniquities and
arrogance, misgovernment, haughtiness and oppressions experienced by
the Duchy of Milan under the ravenous, unhinged Spanish rule.
THE POOR WRETCH ANSWERED is a concise period; indeed it is incisive.
A prophecy that sounds like an epigraph carved in stone, like the sinister
shattering of broken glass. It is the laconic and resigned acceptance phrase,
the creed of complete submission to lethal charme and to the vertiginous
corruption of Osio that Manzoni uses to mark the beginning of the secret
relationship between the two main characters of this chapter. So fatal that
it loses them and overwhelms them in a crescendo of abjection, impudence
and carnality, which culminates in crime. The capitulation of the Wretch
takes place after an arduous courtship, also encouraged by relatives and
acquaintances and conducted under everyones eyes. Who knows whether
this is really what happened? The epilogue, the real one, will be explosive
and worthy of Marlowes most wicked theatre, in a horrendous tragic ca-
tharsis resembling a Dostoevskij-style punishment.
SUBJECTED TO A CANONICAL TRIAL on cardinal Federico Borromeos request;
and captured - like a true descendent of warriors, only after having strived
to defend herself, as the mad knight Bradamante, by wielding a long an-
cient sword - the Lady of Monza was sentenced to being walled alive in
a room of just one metre by two and a half, for 21 endless years, in the
Ritiro delle Convertite di Santa Valeria in Milan, a shelter for prostitutes
and destitute beggars covered in sores. How she survived this horror, in the
dark, in isolation, in monstrous hygienic conditions and in the mortify-
ing tombal humiliation of her proud, hidalgo blood, is still a huge mystery
today. She received her meagre food and a breath of air from through a
narrow slit, a stabbing wound in the wall. She was set free after 14 years
instead of 21, in 1622, once again on Borromeos request, due to her having
proved her repentance and complete contrition. She lived for many years
after that, until 1650, helping nuns who were uncertain of their vocation
and dedicating her time to various acts of mercy, consumed by rheumatoid
arthritis and having been forgotten by her family. The acrid smell of scan-
dal and bad reputation she projected on her Lares still burned her throat,
stinging like a cut bathed in salt. Irremediably haughty, distant, self-con-
scious and even suspected of sanctity. Consumed redemption. Missa est.
GIAN PAOLO OSIO, a runaway sentenced to death in absentia and to the total
seizure of his property, would instead encounter a very different
209
po in cui avvenne, assai pi cupa e feroce della fiction manzoniana di cui
sono comprimari Suor Gertrude e il tenebroso Egidio.
UN ITINERARIO fatto di crudelt e di violenza, di venefica ambiguit, dim-
punit e di arrogante albagia patrizia. Osio, figura priva di qualsiasi scru-
polo e propenso a una fiduciosa e fatalistica fede nella sorte, evidentemente
provvisto di protezioni e amicizie che contano e teso allazzardo della sfida
pi estrema, si dichiara come una specie di capetto mafioso titolato, sospe-
so tra don Giovanni e don Rodrigo. un seduttore da strapazzo, un vitel-
lone di provincia in fondo, con una certa posizione e qualche bene al sole,
dalla coloritura criminale e con svariati e gravosi carichi penali impenden-
ti, tra cui una condanna per omicidio. Gi aveva amoreggiato con una ricca
educanda adocchiata nei recinti del convento, evidentemente suo comodo
e prediletto terreno di caccia, Isabella degli Hortensi che, per placare ogni
chiacchiera, fu trasferita altrove dalla famiglia, su espressa richiesta della
Signora di Monza in persona. La reazione dellodio da parte di Gian Paolo
Osio non si fa attendere e un certo Molteno, agente fiscale dei de Leyva,
giusto a monito e intimidazione, in breve ritrovato morto, ucciso a colpi
darchibugio.
IL GAGLIOFFO ci sapeva fare. C poco altro da dire, crollata ogni resistenza,
con Osio, pericoloso vicino del convento monzese, dotato di un affaccio pri-
vilegiato sullappartamento privato della Signora, che viveva separata dalle
consorelle e assistita, secondo il suo rango, da quattro suore ausiliarie e
dame di compagnia che sembra trattasse con sprezzante alterigia arrivan-
do anche a batterle, Maria Anna finir per intrecciare un rapporto proibito,
furiosamente vissuto e quasi ostentato alla luce del sole, da cui nascono
almeno due creature. Il primo figlio, deceduto durante il parto o subito
dopo, nel 1602; la seconda, Alma Francesca Margherita, che vede la luce
nel 1604, riconosciuta dal padre, battezzata in pompa magna con tanto
di aristocratici e potenti padrini e affidata alle amorose cure della nonna
paterna. Spesso sar pure portata a fare visita alla madre.
QUESTO IL DATO surreale e incomprensibile di un accidentato scorcio nar-
rativo. Come se nessuno abbia mai voluto vedere o accettare una semplice e
lampante evidenza. Ipocrisia? Illusorio inganno del fato? Compensazione?
Menefreghismo omertoso? Impunit? Sarebbe interessante scoprirlo. La
tresca intanto precipita in catastrofe. Una povera monaca di umili origini,
Suor Caterina, scoperto larcano, minaccia di denunciare, ricattandola bel-
lamente, Maria Anna e le sue complici di sempre, le fedeli e sventate Suor
Ottavia e Suor Benedetta. Osio per non perde tempo, con freddezza la al-
letta a un incontro e quindi la uccide a sangue freddo, colpendola alla testa
pi volte con un piede di legno. Ne nascose il corpo in un pollaio in attesa
di rimuoverlo, simulando una fuga dal monastero. Poi, naturalmente, fu la
volta di Ottavia e Benedetta, scomode testimoni coinvolte in vario modo e
in tutte le fasi di questo gotico e implacabile romanzo dappendice. Ottavia
fu gettata senza indugio nel Lambro dal demoniaco Osio, riuscendo fortu-
nosamente a salvarsi. And peggio a Benedetta, che scagliata in un pozzo,
riusc a campare ancora quel tanto da vuotare il sacco davanti alle autorit
religiose. La ruota, stridendo, cominci a girare e travolse nel suo sinistro
orbitare ognuno degli attori di questa fosca e intricata vicenda.
210
future with a rapid, chaotic ending, like the syncopated, flooring one of Il
Trovatore by Verdi. Don Gian Paolo will be betrayed and abruptly removed,
to the sound of punches, by his friends the Taverna family, in the basement
of their building in Corso Monforte, where he had taken shelter in Milan.
His cut head, with his eyes, surprised and wide open in his last incredulous
spasm of pain, roll to the feet of the governor Fuentes with a timing that is
second to none, in a macabre tribute and a bloody pledge of future alliance.
A real story, registered in the chronicles of the time in which it took place,
which is much darker and more ferocious than the fiction by Manzoni, in
which Sister Gertrude and the shady Egidio play supporting roles.
AN ITINERARY composed of cruelty and violence, of toxic ambiguity, of im-
punity and arrogant noble hauteur. Osio, a completely ruthless character
with a firm and fatalistic faith in destiny, clearly in possession of strong
protection and friendships that count and programmed to taking on the
most extreme challenges, presents himself as a sort of titled Mafia boss,
halfway between don Giovanni and don Rodrigo. He is a swashbuckling
seducer, basically not much more than an oaf from the province, with a
certain position and some properties. He has criminal tendencies and vari-
ous, serious impending criminal charges to his name, including a sentence
for murder. He had already flirted with a rich Catholic school girl he had
spotted within the walls of the convent, clearly his favourite, easy hunt-
ing ground, Isabella of the Hortensi family. In order to quell any rumours
she was moved elsewhere by her family, by request of the Lady of Monza
in person. The hateful reaction of Gian Paolo Osio does not tarry, and a
certain Molteno, the tax agent of the de Leyva family, is soon found dead.
Shot using an arquebus,the purpose of his death is to warn and intimidate.
THE SCOUNDREL knew what it was doing. There is not much more to say.
Once all resistance has failed, Maria Anna, who lived separately from
the other sisters because of her status and was assisted by four auxiliary
nuns and ladies in waiting whom she treated with dismissive haughtiness,
sometimes even beating them, ended up weaving a forbidden relationship
with Osio, the dangerous neighbour of the convent in Monza, endowed
with a privileged view of her private rooms. Their love story is passionate
and almost conducted in broad daylight, producing at least two children.
The first child died during the birth or immediately thereafter, in 1602;
the second child, Alma Francesca Margherita, was born in 1604, acknowl-
edged by her father, and baptised in grand style among aristocrats and
powerful godfathers. She would be assigned to the loving care of her pa-
ternal grandmother and would often also be taken to visit her mother.
THE FASHIONABLE LAMPOON
Nicola Bertellotti
Lady of the lake
Courtesy of Sensi Arte
pullover MANDKHAI,
abito PRADA,
cappotto ISSEY MIYAKE,
guanti HONOUR
 Nicola Bertellotti
The Rime of the Ancient Mariner
Hic sunt dracones, Castel dellOvo
Napoli 2016
Courtesy of Sensi Arte
giacca DELPOZO,
gonna FENDI

216
Nicola Bertellotti
LOra che volge il Disio
Courtesy of Sensi Arte
giacca GIORGIO ARMANI,
gonna LANVIN,
pantaloni EMILIO PUCCI,
sandali CARVEN,
guanti HONOUR
Nicola Bertellotti,
Racconto di primavera

Courtesy of Sensi Arte

abito SALVATORE FERRAGAMO,
cappotto in pelle CELINE,
blazer VANESSA SEWARD,
stivali MALONE SOULIERS
NICOLA BERTELLOTTI

(Pietrasanta, 1976). Una visione

e unestetica della decadenza.
La sua ricerca fotografica si
concretizza nella prima mostra
personale, Fenomenologia della
Fine, nel 2013. Lanno successivo
prende parte al Festival
Fotografico Europeo a Busto
Arsizio. Partecipa ad Art Riga
Fair e a Set Up Art Fair nel 2015.
#091LAB di Palermo gli dedica
la mostra personale Il Lungo
Addio. Nel 2016 espone Hic
Sunt Dracones a Castel dellOvo
a Napoli. Partecipa a Mia
Photo Fair a Milano. Nel 2017
sono inaugurate le sue ultime
personali: Heimat alla Galleria
Ponzetta di Pietrasanta e
Aftermath allIsculpture Gallery
di San Gimignano.

abito ANDREAS
KRONTHALER for
VIVIENNE WESTWOOD,
scarpe BALLY

Model
CLINE DELAUGRE@IMG
Art Direction
SOPHIE DELAPORTE
Editing and Coordination on Set
AMANDINE WEPPE@ARTSPHERE
Stylist
CHRISTOPHER MAUL
Hair
SAYAKA OTAMA
Make-up
MICHELLE RAINER
Photography assistants
MARINE GRANDPIERRE, MAUD CAILLET
Digital tech, Post-production
EMMANUEL PINEAU
Stylist assistant
JAMIE RUSSEL
Thanks to
ARMAND DE TAYRAC

222 THE FASHIONABLE LAMPOON

 Photograhy & Creative Direction
ALEXANDER BECKOVEN

MINA
VAGANTE
featuring
MAURO BALLETTI
Official Photographer & Art Director
Mrs. Mina Mazzinis iconic Covers and legendary Images

Il Corpo
(Sala 8)
Strumento estetico del dinamismo nella cultura novecentesca alla fine degli anni venti.
Nel solco della nuova percezione della fisicit, dellarmonia delle articolazioni, delle leggi del movimento e delle proporzioni.
1927 Il Ritorno in Italia
Ferragamo e la Cultura Visiva del Novecento
Museo Salvatore Ferragamo
Palazzo Spini Feroni
Firenze
Illustrazione di Buket Koyuncu

224 THE FASHIONABLE LAMPOON

Festa - High Jewellery Collection
collana Palloncini in oro bianco con
tanzanite, pietra di luna, calcedonio,
acquamarina, diamanti e pav di
diamanti BVLGARI
Del mio meglio n.8
1985

227
fur VLADIMIRO GIOIA;
anello Pirouette in oro rosa e giaietto
VHERNIER
 tenda in metallo,
design ispirato da Paco Rabanne,
ROBERTAEBASTA
RIBELLE, BIZANTINA E LUSSUREGGIANTE icona gay. Infaticabile. In fourreau
nero e catenina doro, sul palco fino alla catarsi e alla consumazione di s,
forse in fondo capricciosa e pigra. Ha rinunciato a una carriera interna-
zionale, dicendo di no a Frank Sinatra che la voleva in America (si dice,
per linvincibile paura che le incutono gli aerei). Onnivora nel repertorio.
Poliglotta, ha inciso dischi in spagnolo, portoghese e inglese, in turco e
in giapponese, vedi il manga-song Sette mari, di sconcertante moderni-
t metafisica. Ha cantato in napoletano, indimenticabile la sua criptica e
sommersa versione di Sciummo di Concina e Bonagura. E in genovese. Ha
sconfinato nel sacro. Flirtato leggera e irridente con il diavolo in persona
e inneggiato a una mica tanto arcana robina qua scatologica con divertito
humour bambinesco e vagamente snob. La galleria dei suoi successi non
finisce mai. La sua discografia si frantuma in mille riflessi e seduzioni,
spalanca file onusti di ricordi ed emozioni. Calzante, immancabilmen-
te. Sentimentale e mlo. Carica di suggestioni e interrogativi. Sconsola-
tamente vera e sontuosamente fictional. Parole parole, in un rimpiattino
implacabile con Alberto Lupo. Il sognante ottativo di E se domani. La
trama onomatopeica e fiabesca delle Mille bolle blu. Livresse cristallina
e lardua escursione di note in scala dal basso allalto e viceversa dellim-
pareggiabile Brava. Poi, le atmosfere sessuali esplicite e lallusione or-
gasmica de Limportante finire. La struggente e conflittuale Bugiardo
e Incosciente di Paolo Limiti. Neve, Vivere, Volami nel cuore, remake di
Samuele Bersani e di Manuel Agnelli. I duetti con il vecchio amico Adria-
no Celentano. Capace di mille virtuosistici funambolismi vocali, proprio
come una divina creatura transgender uscita dai fasti dellopera barocca,
Mina, suo malgrado, diventata il fil rouge e lo specchio ustorio di vizi e
virt italiote, in un divampante fal di tic e vanit, in un vortice opulento
di pura rappresentazione.
UN COCKTAIL DI IMPREVEDIBILIT e delirio divistico che sfiora sfere mistiche
e kabuki, che polverizza laggregante kermesse canora del Festival di San-
remo, tormentone che ogni anno, come un vaticinio, ci regala un differente
ritratto della nazione. Mina che imbroccava le registrazioni al primo col-
po, sicura, senza esitazione alcuna. Mina che ha capito tutto. Medianica
pitonessa del vinile, ha previsto in largo anticipo la valanga di greve vol-
garit che avrebbe travolto tutto quel mondo televisivo patinato, rarefatto
e in fondo ingenuo. Tutta quella garbata e gloriosa definizione di star sy-
stem che le apparteneva. Si portata via. Si votata a unesistenza di don-
na normale, consegnandosi per a unaura mitologica quando, nel 1978,
come una Greta Garbo nostrana, si sottratta alle scene celandosi dietro
le pesanti cortine purpuree della sua stessa leggenda. Volatilizzandosi del
tutto dai media, da quel piccolo schermo di cui nella magica stagione tra
i Sessanta e i Settanta catodici ormai sdoganati pure da Francesco Vez-
zoli, stata lincontrastata regina del sabato sera. Mina si trasformata
in luminoso fantasma dalle manifestazioni cruciali. Attesissime, proprio
perch diverse. Sideralmente opposte nel senso e talvolta mirabilmente
kitsch, permettendo che soltanto le grafiche e le fantasiose rielaborazioni
del suo volto per le cover, in particolare di Tallarini e di Balletti, fossero il
luogo della celebrazione e del pubblico riconoscimento del suo verbum. (Le
copertine della discografia ufficiale di Mina sono 108 - n.d.r.).
RIMASTA NELLA STORIA lestrema apparizione televisiva di Mina: risale al
1974, lungo la collana delle puntate tematiche di Milleluci, regia dellinsupe-
rato maestro del genere Antonello Falqui. Milleluci, lultimo grande variet
italiano in sublime bianco e nero, in cui Mina divideva la conduzione con
un altro mostro sacro dogni generazione, Raffaella Carr. Specie la sigla
finale, Non gioco pi, dove magrissima, quasi emaciata, elegante come non
mai, con acconciatura un po Marella Agnelli e pesante trucco espressio-
nista degno della Lulu di Pabst e della prima Marlene Dietrich, tra
232
REBEL, BYZANTINE AND LUXURIANT gay icon. Tireless. In her black sheath
dress and gold chain, she performed right to catharsis and self-consump-
tion, perhaps whimsical and a little lazy deep down. She turned down an
international career, saying no to Frank Sinatra, who wanted her in Amer-
ica (due to her immense fear of flying, it is said). Her repertoire was diverse.
A polyglot, she recorded in Spanish, Portuguese and English, Turkish and
Japanese, see her Sette mari manga-song, of disconcerting metaphysical
modernity. She sang in Neapolitan, her cryptic, understated version of
Concina and Bonaguras Sciummo truly unforgettable. And in Genovese.
She has strayed into the sacred. Flirted lightly and derisively with the devil
incarnate, and sung the praises of a not so mysterious, scatological robi-
na qua (little thing) with amusing childish, slightly snobbish humour.
Minas successes are endless. Her discography spans a thousand reflexes
and seductions, throwing open never-ending memories and emotions.
Immeasurably fitting. Sentimental and melodramatic. Loaded with sug-
gestion and question. Regrettably true and sumptuously fictional. Parole
parole, an implacable interaction with Alberto Lupo. The dreamy optative
of E se domani. The onomatopoeic fairy tale of Mille bolle blu. The crystal-
line euphoria and the arduous range of notes in scale, ascending and de-
scending in the unparalleled Brava. The explicit sexual ambience and the
orgasmic allusion of Limportante finire. The tender, conflicting Bugiardo
e Incosciente by Paolo Limiti. Neve, Vivere, Volami nel cuore, a remake by
Samuele Bersani and Manuel Agnelli. The duets with old friend Adriano
Celentano. A virtuoso vocalist of infinite talent, a kind of divine transgen-
der creature who emerged from the roots of baroque opera. Mina, in spite
of herself, became the fil rouge and the burning glass of Italys vices and
virtues, in the raging flames of habit and vanity, in an opulent vortex of
pure representation.
A COCKTAIL OF UNPREDICTABILITY and divisive delirium, touching mysti-
cal spheres, and kabuki, which blows up the concise choreography of the
Sanremo Festival, a tormenton that every year, like a soothsayer, provides
us with a different portrait of the nation. Mina who always nailed her re-
cordings first take, confident, without hesitation. Mina who understood it
all. The psychic pythoness of vinyl promptly anticipated the avalanche of
great vulgarity that would overwhelm the glossy, rarefied, naive television
world. That horribly glorious role of star, the role she owned. Si portata via
(It all went away). She devoted herself to existing as a normal woman, but
earned herself a mythological aura when, in 1978, like Italys own Greta
Garbo, she removed herself from the spotlight, going into hiding behind
the heavy purple curtains of her own legend. Disappearing in a puff of
smoke from all media, from that small screen on which, during the magi-
cally cathodic Sixties and Seventies, now legitimised by Francesco Vezzoli,
she was the undisputed queen of Saturday night. Mina became a kind of
luminous spectre, only rarely making her presence known, and always ea-
gerly anticipated. Sidereally opposed in sense and sometimes admirably
kitsch, allowing only graphics and imaginative reworkings of her face for
her covers, in particular by Tallarini and by Balletti, to be a place for cele-
bration and public recognition of her verbum. (There are 108 official Mina
record covers, ed.).
MINAS EXTREME TELEVISION appearance went down in history: back in 1974,
part of the Milleluci series of themed episodes, directed by the unsurpassed
master of the genre, Antonello Falqui. Milleluci, the last great Italian varie-
ty show in sublime black and white, in which Mina co-presented with an-
other sacred multi-generational favourite, Raffaella Carr. Especially the
final song, Non gioco pi, where super skinny, almost emaciated, as elegant
as ever, with a hairstyle a little Marella Agnelli and heavy expressionist
makeup worthy of Pabsts Lulu and early Marlene Dietrich, in lu-
THE FASHIONABLE LAMPOON
Frutta e Verdura
1973
 Ridi pagliaccio
1988

a destra
felpa RAF SIMONS x FRED PERRY,
camicia MONCLER GAMME BLEU,
occhialiTOM FORD EYEWEAR;
mela in legno verniciato
IL CIRMOLO ANTIQUARIATO
sneakers WOOLRICH
Rane supreme
1987
Minantologia
1997
 cappotto
ANDREA POMPILIO,
dolcevita e pantaloni
ISSEY MIYAKE
blusa SILVIAN HEACH,
piumino, gonna e scarpe
VERSACE;
anello Eclisse in oro rosa, giada
cristallo di rocca VHERNIER
abito PATRIZIA PEPE,
collana CHANEL,
guanti SERMONETA,
cintura AQUILANO.RIMONDI
stivali FENDI
impermeabile e pantoli
MONCLER GAMME BLEU
lurex e piume, aspirando fumo da un lungo bocchino, recitava non senza
ironia il ruolo di cinica femme fatale. Il refrain, annoiato e ipnotico, maga-
ri gi preannunciava il suo imminente ritiro, avvenuto appunto nel 1978 e
reso memorabile dai 14 recital daddio sold out alla Bussola di Viareggio.
Antonello Falqui, grande ermeneuta del sabato sera della RAI monocanale,
laveva capito subito di che pasta fosse fatta la signora Mazzini. Nel 1964 la
dovettero richiamare a furor di popolo perfino dopo lesilio per la nascita del
figlio Massimiliano avuto dal bel tenebroso Corrado Pani, attore sposato e
fedifrago, fatto che produsse enorme fragore di scandalo e pruriginosa cu-
riosit nellItalietta bigotta e perbenista di allora. La TV era controllata da
una censura inquisitoria, che paludava le prodigiose gambe delle gemelle
Kessler in spessi e castigati collant neri, temendone gli effetti peccaminosi.
(La storia con Corrado Pani non rimane lunica che Mina sceglier di vivere
secondo le proprie regole. Nel 1970, a pochi giorni dal primo incontro con il
giornalista Virgilio Crocco, il pi classico dei colpi di fulmine si trasforma in
un matrimonio lampo. Nasce la seconda figlia, Benedetta n.d.r.).
VERRANNO TEATRO 10 e Canzonissima 68, con una teoria di veri capolavo-
ri tra cui La voce del silenzio, Io innamorata e Vorrei che fosse Amore. (La
quinta puntata di Teatro 10 entra nella storia della televisione italiana per i
nove minuti in cui Mina - abito nero lungo e maniche trasparenti, chioma
fiammeggiante e leonina - e Lucio Battisti dividono il palco e il repertorio.
Le prove non erano andate bene, con la band di Lucio arrivata da Roma in
treno per risparmiare sul volo e che, per la stanchezza, non riesce a trovare
il giusto feeling sul palco. Adriano Celentano, che era nei paraggi con lo-
recchio teso, ironizza: Oh, se vi serve qualcuno io sono qui - n.d.r.). Mina,
come nessuno, ha saputo cambiare di continuo, entrando e uscendo da este-
tiche, da generi e da ruoli musicali. Surfando tra le attese e le esigenze di un
consumo di massa e di una ricerca personale punteggiata da interpretazioni
epocali e cult da brivido. Non conosce vergogna, ha proprio cantato di tutto,
povera ragazza, sibilava di recente e malignamente una sua scorata collega,
antica compagna di battaglia ancor oggi in attivit. proprio questa la forza
di Mina: laver cantato tutto e di tutto. Quasi con sconsideratezza dgag.
Con orgogliosa e infantile impudenza, trasformando ogni hit in un qualcosa
che appartiene solo a lei e che si trasfigura in una dimensione altra. Ogni
tanto scopri una canzone che ti era sfuggita. Come quel piccolo incalzante
gioiello estivo scritto da Augusto Martelli, Noi due, che quasi la sinopia di
una sceneggiatura di Godard o di un film di Antonioni.
MILA SCHN , cos come Germana Marucelli e Jole Veneziani, la vestiva spes-
so nellge dor dei Sessanta e affermava che a Mina non importava niente
degli abiti che avrebbe indossato. Era talmente immersa nella musica e nel
suo mondo che non se ne curava per niente. Rimane inossidabile il suo con-
tributo dispirazione e di riferimento per la moda, frequentata con assidui-
t e facolt di reinvenzione sperimentale soprattutto nel sesto decennio del
Novecento. Basti pensare alla serie dei caroselli Barilla, messi in scena da
Piero Gherardi nel 1967 in location insolite e folgoranti, quali le architettu-
re littorie dellEUR a Roma o il grattacielo Pirelli. Non si pu dimenticare
Mina che intona limpervia e trascendentale struttura di Se telefonando.
Evergreen del 1966 che incrocia il compositore Ennio Morricone con i lyric
del duo Maurizio Costanzo - Ghigo De Chiara, avvolta in un groviglio di
cavi telefonici, misterica e quasi klimtiana sul tetto della stazione di Na-
poli Centrale ancora in costruzione. La sua voce echeggiante di sonorit
metalliche ne Lultima occasione, sullo sfondo di un arcadico paesaggio fra
Poussin e Pasolini e delle rovine di un ponte a Tor di Nona. Infine, la Mi-
na-geisha di Ebb tide. Atemporale. In fluttuante kimono off-white e smi-
surato ventaglio che ondeggia come una farfalla pop sul molo di cemento
industriale della spiaggia deserta davanti agli stabilimenti dellItalsider di
Bagnoli, oggi non pi esistenti.
244
rex and feathers, inhaling smoke from a long cigarette holder, she played
the role of cynical femme fatal to a tee. The refrain, bored and hypnotic,
perhaps foretold her imminent withdrawal, which happened in 1978 and
was made memorable by the 14 farewell recitals sold out at the Viareggio
Bussola Club. Antonello Falqui, beloved RAI Saturday night staple, saw
immediately what Ms. Mazzini was made of. In 1964, the public called
her back, following Minas exile after the birth of her son, Massimiliano,
fathered by the brooding actor Corrado Pani, during an extra-marital af-
fair, an event which provoked huge scandal and excited curiosity across the
bigoted, conformist Italy of the time. Back then, TV was controlled by an
inquisitorial censure, which baulked at the prodigious legs of the Kessler
twins in thick and chaste black tights, fearing the sinful effects. (Her affair
with Corrado Pani was not the only time Mina chose to live life according
to her own rules. In 1970, a few days after she first met journalist Virgilio
Crocco, the classic lightning bolt led on to a lightning quick wedding. Her
second child, Benedetta, was born ed.).
THEN CAME AN APPEARANCE on television show Teatro 10 and the release of her
album Canzonissima 68, featuring masterpieces such as La voce del silen-
zio, Io innamorata and Vorrei che fosse Amore. (The fifth episode of Teatro 10
scored its place in the history of Italian television for the nine minutes when
Mina flamboyant and leonine in a long black dress with sheer sleeves - and
Lucio Battisti shared the stage and performed together. The rehearsals had
not gone well with Lucios band, who had travelled from Rome by train to save
on the flight, arriving too tired to find their vibe on stage. Adriano Celentano,
listening backstage, joked: If you need a stand-in, Im here ed.). Mina, like
no one else, was able to constantly evolve, dipping in and out of aesthetics,
genres and musical roles. Surfing between the expectations and the demands
of mass consumption and her own personal journey punctuated by epochal
interpretations and thrilling cult. She knows no shame, she has sung about
everything, poor girl, recently lamented an old colleague and battle partner
still active on the scene, with a touch of malignity. But this is precisely Minas
strength: she has sung about anything and everything. Almost with an easy
lack of consideration. With proud and infantile impudence, transforming
every hit into something that only belongs to her, something that transcends
dimensions. Every now and then you find a song that had escaped you. Like
that little summer jewel, written by Augusto Martelli, Noi due, which is al-
most the sinopia of a Godard screenplay or an Antonioni film.
MILA SCHN , along with Germana Marucelli and Jole Veneziani, dressed
Mina regularly during the golden 60s, and the designer claimed that Mina
cared nothing for the clothes she wore. She was so immersed in her music
and her world that nothing else mattered. But her position as an inspiratio-
nal point of reference for fashion, delivered with assiduity and experimen-
tal reinvention, remained intact, especially during the sixth decade of the
twentieth century. Just think of the Caroselli Barilla series, shot by Piero
Gherardi in 1967 in unusual and flashy locations such as the liturgical ar-
chitecture of the EUR in Rome or the Pirelli skyscraper. The Mina who
intonated the impervious and transcendental structure of Se telefonando
is truly unforgettable. This evergreen, released in 1966, brought together
composer Ennio Morricone and the lyrics of the Maurizio Costanzo - Ghi-
go De Chiara duo, wrapped in a tangle of telephone cables, mysterious and
almost klimtian on the roof of the not yet completed Naples Central Sta-
tion. The echoing metallic resonance of her voice in Lultima occasione, to
the backdrop of an Arcadian landscape between Poussin and Pasolini and
the ruins of a bridge at Tor di Nona. Finally, the Mina-geisha of Ebb tide.
Timeless. In a floaty off-white kimono with an immense fan, fluttering like
a pop butterfly on the industrial cement pier of the deserted beach in front
of the Bagnoli Italsider resort, nowadays no longer in existence.
THE FASHIONABLE LAMPOON
abito e guanti
ALEXIS MABILLE,
dcollet LORIBLU;
sculture zoomorfe in argento e
minerale bianco, De Vecchi, 1950
ROBERTAEBASTA
Del mio meglio n. 8,
1985
 cappotto ELLERY
collana CHANEL,
gonna ELISABETTA FRANCHI
abito e stivali FENDI;
orecchini Verso in oro rosa e
kogolong VHERNIER
Una canzone
1981
sciarpa FALIERO SARTI,
occhiali RAYBAN,
cappotto, pullover e jeans
ANDREA POMPILIO,
calze GALLO,
scarpa FRATELLI ROSSETTI
chiodo in pelle e shangai
HERMS, giacca KWAY;
orologio Monsieur de Chanel in
platino, quadrante in smalto Grand
Feu e cinturino in alligatore
CHANEL HORLOGERIE
In duo
2003
Bosa Primates Madrillus
Primates Kandti
vasi di Elena Samistraro
GALLERIA ROSSANA ORLANDI

fur VLADIMIRO GIOIA;

catena Ottovolante in oro bianco e
kogolong e anello Pirouette in
oro rosa e giaietto VHERNIER
 cappotto FENDI,
baule LOUIS VUITTON
Festa - High Jewellery Collection,
Il Grandioso, in platino con
smeraldo tondo della Colombia,
pav di diamanti a goccia e tondi
BVLGARI
 Festa - High Jewellery Collection
collana in oro bianco
con moneta in bronzo, calcedonio
e pav di diamanti.
BVLGARI
 Dont call me baby
(cant take my eyes out off of you)
2003,

a sinistra
blusa VERSACE,
pantaloni SILVIAN HEACH;
mela in legno verniciato
IL CIRMOLO
ANTIQUARIATO
abito ALEXA CHUNG,
cuff HERMS,
borsa BURBERRY,
scultura in metallo anni Sessanta
ROBERTAEBASTA
 bomber COLMAR
ORIGINALS by
AU JOUR LE JOUR,
camicia e pantaloni
LOUIS VUITTON
Del mio meglio n.8,
1985
Per tutte le immagini di Mina
e della carriera dellartista,
copyright
MAURO BALLETTI/PDU
MUSIC&PRODUCTION SA

Special Portraits
Bulgari Festa High Jewelry Collection
featuring:
LAURA HANSON SIMS @ELITE
MATILDE RASTELLI @ELITE
Make up
SILVIA DELLORTO @FACETOFACE
Hair
LORIS ROCCHI @CLOSEUP

Models
CHIARA LEONE
@ELITE
FEDERICO NOVELLO
@ILOVEMODELS MANAGEMNET
Stylist
ELLEN MIRCK
Hair
MAURO ZORBA @FACETOFACE
Make-up
MAURIZIO MASSARI @FACETOFACE
Manicurist
ELENA STEPANIOUK @FACETOFACE
Post-production
LAURA BAIARDINI,
UP STUDIO MILANO
Fashion assistant
CHIARA GUAGLIUMI

266 THE FASHIONABLE LAMPOON

Mina
1987
 Photography
CHRISTOPHER BROADBENT

LA REGINA DUNGHERIA
ANGELICA CARRARA

PROFUMO
CAPITOLO UNO
AGLI IPER-RAZIONILISTI ANOSMICI,
PERCH IMPARINO A VEDERE AL DI L DEL PROPRIO NASO

IL SENSO DELLOLFATTO esercitato in modo involontario. Come respiriamo, THE SENSE OF SMELL is exercised involuntarily. We smell in the same way as
cos annusiamo. Il profumo arriva prima della figura che lo indossa, e ne we breathe. The scent arrives before the figure who is wearing it, and leaves
lascia traccia. their traces.

IL MONDO stato scoperto sulla scia del profumo. Contribu allo sviluppo di
rotte commerciali: si andava alla ricerca di piante aromatiche, considerate
beni pregiati di lusso. La cannella dallAfrica. Lo zenzero dallIndonesia.
Lincenso e lambra grigia dallOman. Il muschio dalla Cina. Il sandalo, il
cardamomo e il patchouli dallIndia.
THE WORLD was discovered in the wake of a scent. It contributed to the
development of commercial routes: people searched for aromatic plants,
considered refined luxury goods. Africas cinnamon. Indonesias ginger.
Omans grey amber and incense. Chinas musk. Indias sandalwood, car-
damom and patchouli.

PER FUMUM. Nella civilt egizia furono i sacerdoti, e non le donne, ad aggiu-
dicarsi per primi il privilegio del profumo. In occasione dei rituali religiosi,
si ardeva un composto di legni e resine, insieme a succhi spremuti da fiori,
chiamato sonter. Agli spiriti divini erano tributate resina al mattino, mir-
ra a mezzogiorno e una mistura di vapori aromatici alla sera. Quando, nel
1922, stata scoperta la tomba di Tutankhamon, il re fanciullo era cinto
da corone di fiori e la tomba conteneva trentacinque vasi in alabastro che
sul fondo avevano tracce di balsamo profumato. Durante la terza dinastia,
2686 2613 a.C., Menfi era la capitale amministrativa dellEgitto e il po-
polo venerava i suoi dei: Ptah, protettore di artigiani e artisti, che diede vita
alluniverso. Sekhmet, sua consorte, la dea-leonessa che proteggeva lEgitto
dai suoi nemici, che possedeva la capacit di guarire e conosceva i segreti
della distillazione alchemica. Nefertum, figlio di Ptah e Sekhmet, era il dio
dei creatori di profumi, degli incensi e degli oli profumati - il suo simbolo, il
loto blu, era il fiore sacro dellEgitto.
PER FUMUM. In the Egyptian civilisation, it was the priests and not women,
who were the first to acquire the privilege of perfume. During religious ritu-
als, a mixture of wood and resins was burned together with juices obtained
from flowers, called sonter. The divine spirits were bestowed with resin
in the morning, myrrh at noon and a mix of aromatic vapours at night.
When, in 1922, the tomb of Tutankhamen was discovered, the young king
was surrounded by garlands of flowers and the tomb contained 35 vases
in alabaster that had traces of perfumed balm on the bottom. During the
third dynasty, 2686 2613 B. C., Memphis was the administrative capital
of Egypt and the population worshipped its gods: Ptah, protector of crafts-
men and artists, who had given birth to the universe. Sekhmet, his wife,
the lion-goddess who protected Egypt from its enemies, had the ability to
heal and knew the secrets of alchemical distillation. Nefertum, son of Ptah
and Sekhmet, was the god of perfume creators, of incenses and perfumed
oils his symbol, the blue lotus flower, was the sacred flower of Egypt.

CLEOPATRA fu autrice del libro di ricette per profumi Cleopatra gynaecia-
rum libri. Accolse Marco Antonio in una stanza cosparsa di petali di rosa
dove bruciavano incensi ed erbe aromatiche. Nel 34 a.C. il generale impose
a Erode il Grande di cedere a Cleopatra la regione del Mar Morto a sud di
Gerico, strategica per lo sfruttamento termale. Qui si distillava il
CLEOPATRA wrote the perfume recipe book Cleopatra gynaeciarum libri.
She welcomed Mark Antony in a room sprinkled with rose petals, where
incenses and aromatic herbs burned. In 34 B. C. the general command-
ed Herod the Great to give Cleopatra the region of the Dead Sea south of
Jericho, a strategic area because of its spa waters. This is the place

268 THE FASHIONABLE LAMPOON

 Nel mondo di Mademoiselle.
Gabrielle Chanel il nuovo profumo.
La cosmesi: Ombre prmiere,
Rouge Coco Gloss e Palette
Essentielle, CHANEL
La linea YSL BEAUT:
la cipria Hologram, leyeliner e
gli smalti, il gloss Tatouage Couture
e la Couture Variation Collector

Il profumo La Panthre di
CARTIER. Lorologio Tank
Amricaine in acciaio con cinturino
in pelle. La collana Juste un Clou
de Cartier in oro e diamanti e
il bracciale Cactus de Cartier,
CARTIER
Balsamo di Giudea. Regal alla sua amata una fabbrica di profumi allestre-
mit sud del Mar Morto, unofficina di nove saloni.
DA ORIENTE A OCCIDENTE . Nellantica Grecia, furono utilizzati i primi pro-
fumi di origine animale. Il muschio racchiuso in una sacca sulladdome
del cervo muschiato che vive nelle regioni boschive delle catene montuose
dellHimalaia e dellAtlante. Lo zibetto fu definito da Shakespeare la sca-
rica assai sozza di un gatto. un forte attrattore sessuale, i dandy inglesi
del diciassettesimo e diciottesimo secolo oscillavano guanti profumati di
zibetto mentre sniffavano tabacco e occhieggiavano le bariste nelle coffee
house di Fleet Street. Lambra grigia sostanza morbida secreta nello sto-
maco del capodoglio maschio, una specie in pericolo, rigurgitata prima che
diventasse troppo voluminosa. In forma solida conserva il proprio odore
per secoli. Nellantica Grecia, durante i riti sacrificali, gli dei respiravano i
fumi odorosi emanati dal rogo degli animali cosparsi di piante aromatiche,
simboli dimmortalit, perch sfuggono ai processi digestivi. Afrodite era
la dea dellisola di Cipro pare che la cipria prenda il suo nome da qui,
lisola profumata. A Pyrgos sono stati trovati i resti del profumificio pi
antico del Mediterraneo risalente al secondo millennio a.C.
TEOFRASTO defin la professione. Bisogna ora cominciare a parlare di quegli
odori, come anche di quei sapori, che sono prodotti secondo unarte in confor-
mit a un progetto deliberato. Nelluno e nellaltro caso chiaro che il risultato
cui tendiamo sempre lelevazione al meglio, lincremento del piacere: ogni arte
infatti, mira a questo si legge nel suo De Odoribus, trattato scritto tra il Sesto
e il Terzo secolo a.C. che condensa tutto ci che un profumiere doveva sapere.
Solone, legislatore greco, eman un decreto che proibiva lesercizio della pro-
fessione del profumiere. Gli Spartani cacciavano dalla loro citt i produttori
di profumi, accusandoli di sprecare lolio doliva. Anche i filosofi, da Socrate
a Platone, si sono scagliati contro lusanza di cospargersi il corpo di sostanze
odorose. Nella sua ricerca di unesistenza giusta, la Citt dovrebbe evitare un-
guenti e profumi ed etere, perch considerati piaceri superflui colpevoli di cor-
rompere gli animi dei pi giovani scrisse Platone in La Repubblica.
ROMA IMPERIALE denota le qualit provocatorie sprigionate da quel liquido co-
lorato custodito in ampolle preziose. Tra tutti i lussi, il profumo senzaltro il
pi utile: i gioielli e le perle passano agli eredi; i vestiti ci mettono molto tempo
a consumarsi; i profumi invece si dissolvono immediatamente e non fanno in
tempo a nascere che sono gi morti. Il loro pregio pi alto consiste in questo:
quando passa una donna, il profumo che si lascia dietro attrae e distrae anche
chi in tuttaltre faccende affaccendato. Il prezzo di un profumo pu superare
i quattrocento denari la libbra: cos tanto costa un piacere che sentono gli altri,
perch chi si cosparge di profumo, il proprio profumo non lo sente -, Plinio il
Vecchio, Storia Naturale. Le bandiere dellesercito in partenza per la guerra
erano profumate per infondere coraggio nei cuori dei soldati. Nerone spese
quattro milioni di sesterzi, per petali di rose impregnati di essenze che fu-
rono sparsi sui convitati durante una festa privata nella sua Domus Aurea.
VERSO ORIENTE. Sono stati gli arabi a utilizzare per primi lalcol. Nel Decimo
secolo, il medico Avicenna ha elaborato il metodo per ottenere dai petali
della rosa centifolia lacqua di rose. Il metodo stato importato in Occiden-
te durante le crociate. Nel 1370, Eau de Hongrie, un estratto di rosmarino,
timo e lavanda, stato il primo profumo moderno in soluzione alcolica.
Narra la leggenda che la regina Elisabetta dUngheria, settantaduenne, af-
flitta da dolori reumatici, impiegando il distillato ricevuto in dono da un
alchimista, recuper sia salute sia giovent. La sua pelle levigata le valse la
proposta di matrimonio da parte di Carlo Alberto, Granduca di Lituania.
Rifiut, per amore di Dio.
Fine Prima Parte
272
where the Balm of Judea was distilled. He gave the queen a perfume factory
on the southern extremity of the Dead Sea, a workshop with nine halls.
FROM EAST TO WEST. In Ancient Greece, the first perfumes of animal origin
were used. Musk located in a pocket on the abdomen of the musk deer
that lives in the forest regions of the Himalaya mountain chain and the Atlas
mountains. Civet was defined as the very uncleanly flux of acat by Shake-
speare. It has a strong element of sexual attraction and the English dandies in
the 18th and 19th Centuries would wave civet-scented gloves and handker-
chiefs while sniffing tobacco and eyeing up the baristas in the coffee houses
on Fleet Street. Grey amber a soft substance secreted in the stomach of male
sperm whales. In its solid form, it maintains its scent for centuries. In An-
cient Greece, during sacrificial rituals, the gods would breathe in the odorous
fumes released by the animals burned at the stake, which would be scattered
with aromatic plants, symbols of immortality, as they survive the digestive
processes. Aphrodite, goddess of the island of Cyprus face powder would
appear to be named after this location the scented island. In Pygros, re-
mains of the most ancient perfume factory in the Mediterranean area were
found, dating back to the second millennium B.C.
THEOPHRASTUS defined the profession. We must start talking about those
odours, and also those flavours, produced according to an art in compliance
with a deliberate design in mind. In both cases it is clear that the result we aim
to achieve is always to raise the bar to the highest level, to increase our pleas-
ure: indeed, this is the objective of every art, we read in his De Odoribus, a
paper written between the sixth and third centuries B.C. The paper sums
up everything a perfumer needs to know. Solon, a Greek legislator, ema-
nated a decree that outlawed the profession of the perfumer. The Spartans
kicked perfume producers out of their city, accusing them of wasting olive
oil. Philosophers like Socrates and Plato inveighed against the custom of
sprinkling ones whole body with odorous substances. Plato wrote this in
his Republic: In its pursuit of a just existence, the City should avoid unguents
and perfumes and ether, as they are considered unnecessary pleasures guilty
of corrupting the spirits of the youngest members of our society.
IMPERIAL ROME indicates the provocative qualities released by that colour-
ed liquid kept in precious ampoules. Of all luxuries, perfume is without a
doubt the most useful: jewels and pearls go to heirs; clothes take a long time
to wear out; perfumes dissolve immediately; they die before they have time
to live. Their highest quality consists in this: when a woman passes by, the
perfume she leaves behind her attracts and distracts even those who are con-
centrated on other things. The price of a perfume can exceed 400 denarii per
libra: this is the price of a pleasure that others can feel, because those who
sprinkle perfume all over their body cannot smell it Pliny the Elder, Nat-
ural History. The flags of the army marching towards the war were scented
to fill the soldiers hearts with courage. Nero spent four million sesterces
on rose petals impregnated with essences that were strewn on his guests
during a private party in his Domus Aurea.
EASTWARD BOUND. The Arabs were the first ones to use alcohol. In the tenth
Century, the doctor Avicenna developed the method used to obtain rose wa-
ter from the petals of the Rosa Centifolia. The method was imported to the
West during the Crusades. In 1370, Eau de Hongrie, was the first modern
scent to be contained in an alcoholic solution. Legend has it that Queen Eliz-
abeth of Hungary, at the age of 72, afflicted by rheumatic pains, regained
both her health and her youth by using the spirit given to her as a gift by
an alchemist. Her smooth skin earned her a marriage proposal from Carlo
Alberto, Grand Duke of Lithuania. She refused, due to her love for God.
To be continued
THE FASHIONABLE LAMPOON
 Libert e bellezza per il nuovo
profumo Miss Dior Couture.
La borsa Minaudire in metallo
dorato e anticato coni segni
zodiacali incisi, DIOR
 La rosa turca e il vetiver haitiano
sono le note di testa di Superstitious,
il profumo che
FRDRIC MALLE
ha dedicato ad ALBER ELBAZ;
i rimmel Noir Interdit
di GIVENCHY;
uno dei profumi pi preziosi
al mondo Glorious
di BOADICEA
THE VICTORIOUS;
la borsa multicolore e i bracciali
smaltati di HERMS;
il profumo My Burberry Blush e gli
stivali in maglia con tacco scultura
di BURBERRY
Lo stivaletto viola e quello nero
con tacco scultura dorata
di SALVATORE FERRAGAMO;
il profumo X Masculine di CLIVE
CHRISTIAN, speziato - di nuovo,
parliamo di uno dei profumi pi
sofisticati che ci sia;
le matite per gli occhi Phyto Sourcils
di SISLEY

La borsa di GIORGIO ARMANI;

la linea di cosmesi di GIORGIO
ARMANI BEAUTY: Notorious,
Supreme defense Fluid, My Armani
to Go, The Cuscion
 VENEZIA, 2 SETTEMBRE
2017
Photography MICHAEL AVEDON
Creative Direction ALEXANDER BECKOVEN
KEEP ON SHINING
KEEP ON SHINING era la sigla di una
festa bellissima, a Venezia, a Palaz-
zo Pisani Moretta sul Canal Grande
una festa che questanno stata
replicata, ancora una volta insieme
a Tiffany & Co. al Conservatorio Be-
nedetto Marcello durante la Mostra
del Cinema. Keep On Shining oggi
un nuovo manifesto, completamen-
te e unicamente destinato al talento
e alla curiosit che alimenta ogni
talento.
UN GRANDE PLAUSO va ancora una
volta a Raffaella Banchero, am-
ministratore delegato di Tiffany
& Co. in Italia e in Spagna. Con
coraggio e lungimiranza, questa
signora meravigliosa sostiene tutti
i progetti dove si illumina il talento
che sia quello di un artista visuale, di
uno scrittore, di un musicista. Non
per altro se non per merito di Raffa-
ella Banchero, della sua voglia di ri-
cerca e indagine, lItalia si conferma
per Tiffany & Co. il secondo mer-
cato pi rilevante in Europa dopo
lInghilterra. Solo lo scorso luglio,
una nuova boutique di mille metri
quadri stata aperta alla destra del
Duomo di Milano il decimo nego-
zio monomarca in Italia e ha forse
segnato linizio di un riposiziona-
mento dellintera piazza. Il plauso
280
Musicisti,
produttori, artisti.
The Venice Waltz
al Conservatorio
Benedetto Marcello
durante il
Festival del Cinema
di Venezia
legittimo e dovuto, da un punto di
vista puramente giornalistico.
IL SOSTEGNO al Conservatorio di Ve-
nezia, sia economico sia mediatico,
ospitando l un grande ballo intito-
lato The Venice Walz stato la volta
di chiusa di un progetto editoriale.
Durante il mese di luglio, insieme al
fotografo Michael Avedon e con la
nostra direzione artistica, abbiamo
cercato coloro che potessero rappre-
sentare una scena musicale italiana
inedita: artisti e produttori, mae-
stranze, giovani talenti proiettati
verso una scrittura internazionale.
stato difficile far comprendere il
valore ad agenti e uffici stampa, ma
siamo felici perch i migliori sono
quelli che sanno vedere un passo
oltre.
LA MUSICA la pi bella espressione
dellanimo umano, scrisse Fryderyk
Chopin. Chiunque fa musica un
eroe oggi e per The Fashionable
Lampoon sostenere la musica, in
ogni sua forma, una priorit. Vo-
gliamo ritrovare la poesia, nella
musica, oltre al ritmo vogliamo
ritrovare i romanzi, nella musica
rallentare il tempo, e salvarlo con
la bellezza un po come si salva il
mondo (davvero, oltre alla bellezza,
#KEEPONSHINING
Uno dei primi hashtag per
i Lampooners. Apparve
la prima volta in un post
delleditor in chief, a luglio
del 2014, in Sardegna
TIFFANY & CO.
La Maison americana
illumina il talento, in
ogni disciplina: musica,
letteratura, arte - e
sostiene limpegno
editoriale di
The Fashionable Lampoon
non abbiamo armi, per il mondo).
LA SCENA musicale italiana - lo hanno
ripetuto tutti, qui e altrove - in dif-
ficolt. La musica italiana, cos come
la letteratura italiana, resta chiusa
dentro i confini che la bloccano in
una dimensione di provincia. In que-
ste pagine pubblichiamo stralci di
conversazioni con alcuni tra i talenti
che questa tendenza sembra siano
intenzionati a convertirla. Si legge un
desiderio di lavoro e dimpegno, una
consapevolezza del mercato e unin-
dagine tecnica, oltre che artistica, di
quelli che sono tanti, quanti, percorsi
cominciati dalla stessa terra. Perch
se la bellezza salver il mondo, c
solo unenergia che salver gli uomi-
ni e annienter lignoranza: questa
energia quella immensa, gigante-
sca voglia che ci attanaglia la mente
e che si chiama curiosit.
THE FASHIONABLE LAMPOON

BEATRICE VENEZI
abito Little Shilpa;
pendente e anelli collezione
Tiffany Prism Tiffany & Co.
BEATRICE VENEZI
Nata nel 1990, diplomatasi al Conser-
vatorio di Siena nel 2010 in pianofor-
te, e in direzione dorchestra nel 2015
al Conservatorio Verdi di Milano
ad oggi, considerata la scuola pi
prestigiosa e dura con 110 e lode.
Da pianista a unico Maestro don-
na under trenta.
Ho cominciato da piccola con il pia-
noforte, prima a Lucca poi a Siena.
A Firenze ho studiato direzione dor-
chestra e ora sono il direttore princi-
pale della Scarlatti Young di Napoli e
direttore principale ospite al festival
Puccini a Torre del Lago.
Come ti muovi in un mondo di
uomini?
I pregiudizi sono tanti, come in
qualsiasi altro lavoro da leader. un
mondo cristallizzato.
Comunicando solo con gli occhi e
la bacchetta.
E la telepatia.
Se potessi usare la bacchetta nella
vita, che magia faresti?
Dare fiducia alle donne - e fare en-
trare la musica classica nelle playlist
dei Millennials.
Unopera a cui sei legata?
Madama Butterfly di Puccini, la
prima produzione allestero: l
cominciato tutto. Poi arrivata la
nomina al Festival Puccini, posso
rappresentare il suo nome nel mon-
do. Mi sento una sua erede.
Musica e tecnologia.
C ancora tanto da sperimentare -
la diffusione del suono, dei profumi.
Il tuo Maestro?
Piero Bellugi, il mio mentore.
Scomparso qualche anno fa. Da lui
ho appreso lespressivit delle mani
senza bacchetta.
Tu la usi?
Dipende dal repertorio - lopera
una macchina pi complessa, le
distanze da gestire sono grandi. Mi
piace anche non usarla.
Sulla bilancia - talento e tecnica,
chi vince?
Il talento senza la tecnica difficile
da rendere organico. La tecnica sen-
za il talento non basta, risulta sterile.
Vince il talento.
La tua musica insegna il rigore.
Il mio rigore sta nellabnegazione allo
studio e nella dedizione alla partitura.
281

MICHELE CANOVA
Il primo tra i produttori musicali
italiani. Un nome che incute ri-
spetto, che introduce il grande pro-
fessionista: per poi incontrare una
persona con unincredibile voglia
di futuro. Unapertura internazio-
nale inedita per la scena musicale
italiana.
Eri un promettente violinista.
Cosa successo di strano?
Computer Atari, sequencer, tastie-
re, sintetizzatori e batterie elettroni-
che mi hanno conquistato. A sedici
anni, mollai il conservatorio e provai
a comporre con un campionatore,
una batteria elettronica e una ta-
stiera. Imparai a usare il sequencer,
che poteva registrare tutte le note di
una canzone e quelli che oggi si defi-
niscono DAW (Digital Audio Work-
station). A diciannove anni, per caso,
ho conosciuto Leandro Barsotti, can-
tautore firmato dalla BMG Ariola,
la stessa casa discografica di Lucio
Battisti, che mi chiese di collaborare
al suo prossimo disco.
Tu crei una canzone. Al di l di
scriverla e interpretarla, sei tu che
la inventi.
Creo il musical bed, il letto musica-
le. Ho sempre cercato di fare da solo,
per risparmiare. Erano gli anni No-
vanta, la crisi musicale era forte. Ero
un giovane di Padova, senza alcun
contatto con la discografia di Roma
o di Milano.
Da chi hai imparato?
La scrittura di un testo da Alberto
Salerno, la prima persona che mi ha
fatto lavorare. Mara Maionchi mi
ha insegnato limportanza dellargo-
mentare con lartista. Pino Pinaxa
Pischetola, ingegnere del suono, mi
ha mostrato larte di un mixaggio.
Quando c stata la svolta.
Nel 2001. Mara Maionchi e Alberto
Salerno mi hanno fatto incontrare
Tiziano Ferro. Stavano provando
a sviluppare quellartista con altri
due produttori, io ero il terzo. Ho
ricevuto da loro cinque cd contenenti
cinquantadue brani di Tiziano. e
insieme a lui ho dato forma al suo
primo disco, Rosso Relativo: vendet-
te un milione e trecento ottanta mila
copie.
Sono gli artisti a cercare te.
282
Tu fai un buon lavoro, e i creativi e e che si ritrova in molte sue canzoni.
gli artisti si chiedono chi sei. Non Bisogna sempre stare al passo con i
detto che con tutti ci sia unaffinit. tempi e con le tecniche compositive.
Pensiamo sia lecito dire che sei il Nel nuovo disco di Kendrick Lamar
produttore discografico pi richie- c un brano interamente prodotto
sto dagli artisti italiani. con liPhone.
Conta la perseveranza. Dopo nove E poi cosa succeder?
anni di tentativi nella musica, ho Un mondo fantastico. Music Me-
quasi pensato di smettere. stato mos ti permette di registrare delle
in quel momento che in Europa si idee musicali cantandole e ti sugge-
cominciava ad ascoltare musica risce gi gli accordi, e li suona. Gara-
R&B e hip pop, musica che nessuno geBand ti permette di arrangiare un
produceva. Con Tiziano siamo stati pezzo sulliPhone o sulliPad. Stan-
i primi. Finiti in cima alle classifiche no anche cercando di fare versioni
europee, davanti a Britney Spears. app dei programmi da computer,
Ti sei trasferito a Los Angeles. sar il futuro.
Ho ricevuto un invito da parte di Ho una sfilza di nomi, di tue pro-
Sony ATV, il pi grande publisher duzioni, ma con chi sogni ancora
di musica al mondo, per firmare con di lavorare?
loro unesclusiva editoriale mondia- Ci sono tanti artisti in Italia con cui
le. Una nuova sfida. I primi anni non ho mai lavorato, se c intesa e
sono stati duri, ero uno sconosciuto. comunione di intenti per me gi
Lunica cosa che li colpiva erano i abbastanza.
numeri - avevo fatto vendere ai miei Esiste una canzone perfetta.
artisti circa diciotto milioni di copie. la canzone in cui non c nulla di
Ho provato per i primi anni una superfluo. In cui ogni strumento e
sensazione di inferiorit, mi vedevo ogni parte ha un suo scopo preciso.
passare davanti i grandi produttori, Donald Fagen diceva che il bravo
i grandi artisti e io non sapevo inter- arrangiatore quello che riesce a far
facciarmi. suonare i silenzi.
Come hai detto, una questione di
costanza.
A me interessa uno sbocco in clas-
sifica, entrare nei primi quaranta,
per essere la persona che ha scritto
quello - lAmerica si basa sul con-
cetto del credito. Sto iniziando ad
avere un team di persone intorno a
me, anche qui a LA, il successo non
si fa da soli ma in squadra. In Italia
Patrizio Simonini fisso nel mio stu-
dio, Christian Rigano mi segue da
quando ho venticinque anni e cura
molte pre-produzioni e le parti live
dei concerti che si basano sui dischi.
Un mondo e una strategia.
Cercare di ripetere il successo che
ho avuto in Italia anche in Ameri-
ca.
Un tuo ragionamento sullo stato
dellarte.
I software che utilizzi come punto
di partenza per creare una canzone,
oggi, hanno la stessa valenza di uno
strumento musicale. Ableton Live e
FL Studio sono software che conten-
gono gi una libreria di suoni. Di-
verse basi di Drake ad esempio sono
prodotte con FL Studio che ha una li-
breria di suoni ritmici molto popolare
THE FASHIONABLE LAMPOON
MICHELE CANOVA

cardigan Missoni;
cronografo Tiffany CT60
Tiffany & Co.
CHRISTAUX
Unanima frastagliata, nel pieno
di una evoluzione. Un desiderio di
cambiamento: si percepisce la vo-
glia di esplodere.
Claudio o Christaux?
Christaux anche se Claudio e Chri-
staux sono la stessa persona. Una si
nutre dellaltra. Identit solitaria nata
nel 2014, quando si sono sciolti gli
Ioris Eyes, progetto a due con Sofia.
Dalla coppia a essere da solo sul
palco. stato uno shock?
stato necessario.
Il progetto con Sofia era elettronico,
super minimale. Quello di Christaux
magniloquente e rock. Ecstasy, il tuo
primo disco di matrice anni Ottanta.
Ancestrale, esoterico ma comunque
pop.
Ho resettato la mia vita, mi sono
chiuso in casa per tre anni e ho scritto
il disco. Non volevo pi avere alcuno
stimolo che mi potesse ferire.
successo qualcosa?
stata una resa dei conti con me stes-
so. Dovevo liberarmi da determinate
paure, insicurezze, ostacoli. Avevo
bisogno di una libert di espressione.
Sono un gender-fluid - maschile e
femminile, sto a met tra i due, perch
mi interessa lo scambio energetico tra
le due potenze di genere.
Cosa ti fa pi paura oggi?
Bella domanda.
Forse nulla. Dicevi che delle vec-
chie paure te ne sei liberato.
Pu sembrare banale ma la libert
di espressione a ogni costo. La liber-
t di poter essere e fare quello che si
vuole.
Come vedi il mercato italiano?
A dir la verit non me ne curo. Non
per snobismo, perch non sento di
farne parte. Abbiamo una cultura
cantautorale, legata ai grandi della
musica degli anni Settanta e Ottan-
ta, sempre ripresi e troppo semplifi-
cati. Va di moda riprendere Battisti,
Carboni, Dalla e tutti i grandi della
musica che, secondo me, funziona-
vano al tempo.
Lemulazione di adesso lascia il
tempo che trova.
Un po s, perch non siamo in un
contesto storico e sociale affine a quel
tipo di scrittura.
La musica, come la moda, la te-
284
stimonianza del tempo che .
Esatto. Faccio parlare il mio in-
conscio. Evito descrizioni al fine di
piacere o di catturare la simpatia
del pubblico cosa che sento spesso
nella musica italiana. Mi sembra di
plastica.
Sei cresciuto a pane e Nirvana.
Kurt Cobain il mio guru. Kate
Bush. Poi Prince, ce lho nel DNA.
Arvo Prt, un compositore di musi-
ca sacra minimalista dei primi del
Novecento, Bjrk. Lucio Dalla, Lo-
redana Bert: mito assoluto. Sono
un madonnaro totale.
Idoli di moda?
I fotografi. Richard Avedon cita-
to anche nei miei comunicati. Ara
Gallant, Patrick Demarchelier. Tutti
i protagonisti della moda anni Ot-
tanta Versace, Yves Saint Laurent.
Interessante il lavoro che sta facendo
Vetements.
Demna Gvasalia un genio.
Perch riuscito a riunire la cultu-
ra punk e metal, come le stampe che
sono sui bomber.
Ecstasy, il titolo del tuo ultimo di-
sco. Cosa ti manda in estasi?
Caravaggio. la voglia di isolarsi
per trarre piacere dal dolore lo in-
teriorizzo e traslo in una nuova crea-
tura, sotto forma di musica.
Questa sofferenza.
Nel momento in cui star bene non
riuscir pi a fare musica. Contra-
stata da una ricerca della felicit
spasmodica. Al momento ho scelto
la musica.
Spazio HD lunico brano in ita-
liano dellalbum.
Scrivo in inglese perch la ritengo
una lingua superiore. Elastica, poeti-
ca, che calza bene con la musica. Li-
taliano spigoloso e pecca di bana-
lit. Amo i testi di Dalla, di Fossati, CHRISTAUX
quelli scritti per la Bert. Sono stato
impermeabile Issey Miyake;
a Manchester per un paio di mesi ma bracciale Beads
non ho trovato la mia dimensione. Tiffany & Co.
VIOLANTE PLACIDO
Unartista che va controcorrente,
che punta sulla sua versatilit e sul-
la complicazione dellespressione
creativa.
Come funziona la carriera musi-
cale, per chi, come te, ha un riscon-
tro mediatico da sempre?
Ho cercato di dividere le due cose,
non so se sia stata la scelta giusta.
complesso, in un paese dove la men-
talit chiusa di fronte alla versatili-
t di una persona. Ci sono pregiudizi
verso un attore che fa anche musica.
Hai preso in mano la chitarra.
Una compagna di vita.
In questo periodo ti senti pi musi-
cista o attrice?
Attrice di teatro, sto per debuttare
con Shakespeare.
Diciamo che se in un film interpre-
ti un ruolo, qui invece interpreti te
stessa?
I miei testi non sono solo autobio-
grafici. Sono creazioni personali
che ti fanno scoprire cose di te, cos
come avviene con il cinema. Con la
chitarra, immersi nella propria sana
solitudine.
Come nasce una tua canzone?
VIOLANTE PLACIDO
un non pensare. Escono le note, la
melodia che in quel momento vuole camicia Pomandre,
stare su quelle note. tutto organico. pantaloni Salvatore Ferragamo;
Mi piace il genere indie. Anna Calvi, anello Out of Retirement
collane Tiffany T
Warpaint, We Have Band. Tiffany & Co.
Come vedi la scena musicale ita-
liana?
C bella roba, ma poco fruibile. una fase di appiattimento. Oggi si Oggi la musica usa e getta. Anche La moda ruba dallarte, per diven-
Non trova spazio mediatico, di con- crea tutto come unoperazione a cielo chi deve crescere un artista ha perso tare arte lei stessa. uno scambio,
seguenza la massa si prende il piatto aperto. C unintimit nel percorso il desiderio di seguirlo nel tempo. Tu ma direi che stata la musica ad
che gli viene servito. Un metodo che di un artista che deve essere protetta. artista diventi un numero che deve influenzare la moda. Negli anni Set-
ha impigrito, ha smorzato la voglia Se tu stai sempre in televisione, sotto dimostrare, hai una scadenza, devi tanta, sulla scena newyorkese, artisti
di scoprire. C una monopolizza- gli occhi di tutti, si pu creare qualco- portare i soldi. come Andy Warhol, Patti Smith, la
zione della radio, della tv. Siamo in sa di bello solo fino a un certo punto. Musica e moda - chi influenza chi? moda se la creavano loro.

THE FASHIONABLE LAMPOON 285

GIULIA MAZZONI
Nata nel 1989. Due album pubbli-
cati, lultimo Room 2401 (2016).
Una collaborazione con Michael
Nyman e un costante studio al Con-
servatorio Verdi di Milano.
Una pianista classica con i capelli
da punk.
Dopo aver studiato pianoforte in
conservatorio, ho scelto una musica
ribelle. Sono una compositrice, scri-
vo musica contemporanea e in essa
convivono entrambi gli stili.
I tuoi modelli punk e classici.
Classici, Pollini e Chopin. Punk,
David Bowie in assoluto. Anima ri-
belle per antonomasia.
Il tuo nuovo disco Room 2401 - il
numero di una stanza.
una stanza realmente esistente, in
cima a un grattacielo di Chicago. L
accaduto qualcosa dentro di me. Mi
sono ritrovata insieme ai miei sogni,
ma anche alle mie paure e insicurez-
ze. L ho ritrovato la voglia di vivere
e di ricominciare.
Il concetto della stanza inteso non
solo come limite di spazio fisico.
Ognuno di noi ha una stanza, fisica
e spirituale. Dalluscita del primo di-
sco Giocando con i Bottoni, la tour-
ne in Cina mi ha cambiata, sono
tornata con una sensazione di incer-
tezza del domani. Avevo bisogno di
una stanza. Ho paura del buio, sin
da quando ero bambina. Cerco sem-
pre la luce. Forse per questo che non
sogno di notte, ma di giorno.
Quali sono i tuoi sogni?
Continuare a soffrire, perch senza GIULIA MAZZONI
sofferenza non si potrebbe scrivere
neanche una nota. trench Trussardi;
Una sognatrice a occhi aperti e pendente Tiffany Prism
Tiffany & Co.
sempre in viaggio.
Non dimenticher mai tutti gli oc-
chi che mi fissavano immobili in un tro esempio il Teatro del Silenzio di giardino ho sentito il suono del pia- vamo sempre per vederci. Nyman
religioso silenzio in Cina. Quando in Bocelli, anfiteatro circondato dalle noforte. Da quel momento non ho ha scritto per me The Departure, un
prima fila vedi una bambina vestita colline. Sono una persona ottimista mai smesso di giocarci. pezzo per due pianoforti. Io da bam-
di rosso che ti sorride, da l pu na- che guarda sempre avanti. Michael Nyman. Com andata? bina scappavo dagli studi classici per
scere musica. C sempre un richiamo allinfan- Quattro anni fa, un amico mi die- suonare Lezioni di piano (composta
Tornando in Italia, credi ci sia una ca- zia, in quello che mi scrivi. de il suo indirizzo e-mail. Iniziai da Nyman), che anche un po la co-
renza di posti giusti per fare musica? I miei genitori lavorano entrambi con lui uno scambio epistolare. Non lonna sonora della mia vita.
Ci sono tanti luoghi dove poter suo- nel settore tessile, la mia citt sta- convinta fosse davvero Nyman, fissai Se dovessi dare un consiglio a un
nare nel nostro Paese. Nella natura, ta influenzata fortemente da questo un appuntamento Skype, pensando tuo coetaneo che vorrebbe fare
allaria aperta. Piano City permette tipo di attivit. Io ho scelto unaltra di smascherarlo. Da l nata una- musica, quale sarebbe?
di portare il pianoforte in luoghi ma- strada. Primo segno di ribellione micizia che mi ha portato a scrivere Lavorare tanto e studiare anche di
gici della citt. Nei cortili, nei parchi. punk. Ero in quinta elementare, Where and When. Fa riferimento pi. Passione e determinazione. Sof-
Io ho suonato allOrto Botanico. Al- quando durante la ricreazione in a quel dove e quando che ci scrive- frire, soffrire per larte.

286 THE FASHIONABLE LAMPOON

 stra, diventa un piacere. Poi ci sono Ha un difetto caratteriale che non le
GIOVANNI ZANON i traguardi. Essere nominato Alfiere permette di affrontare il pubblico. Io
della Repubblica da Mattarella. La sono pi sfrontato. Avevo dodici anni
Giovane prodigio, gi riconosciu- Medaglia al Valore datami da Ciam- quando, durante un concerto a Tre-
to a livello internazionale. Dalle pi. La musica dovrebbe essere una viso, ho avuto un vuoto di memoria:
sue parole, in queste brevi righe, si materia obbligatoria, sia alle medie ho improvvisato. Il mio insegnante se
percepisce la caratura della sua de- sia alle superiori. ne accorse, complimentandosi per la
terminazione, lapertura della sua Vuoi una vita sopra il palco? variazione. Mentii, dicendo che lave-
intelligenza. Mia sorella oggi vive a Boston, ha vo trovata in internet. Mi carica stare
Hai iniziato nella culla. intrapreso la carriera orchestrale. davanti a un pubblico.
Avevo due anni, vedevo mia so-
rella suonare il violino. Desideravo
quelloggetto pur non sapendo nem-
meno cosa fosse. E cos i miei genitori
me ne regalarono uno fatto su misu-
ra. Ho vinto il mio primo concorso
a tre anni. Quando ero piccolo, mio
padre, per insegnarmi un po di disci-
plina, mi faceva dei piccoli contratti:
ogni qualvolta avessi vinto un con-
certo, mi regalava una gallina o un
gallo o unoca.
Quanti ne hai collezionati?
Novantotto. Il nostro giardino era
un disastro. Quando ci siamo trasfe-
riti ho mangiato carne per due anni,
senza rendermi conto che fossero,
insomma i miei amici.
A quindici anni ti hanno spedito a
New York.
Ero solo, ho avuto diverse fasi. Alli-
nizio non parlavo con nessuno, man-
giavo poco. La sofferenza ti mostra
unaltra dimensione, pi completa.
Ho trovato la fede. Tutti i giorni an-
davo al Metropolitan Opera. Ho sco-
perto un ristorante italiano, di fianco
alla scuola e mi sono inventato una
famiglia allargata.
Con un maestro di musica speciale.
Pinchas Zukerman, considerato
forse il pi grande violinista al mon-
do. Ha suonato in qualsiasi teatro,
ha vinto due Grammy, ha inciso pi
di ottanta dischi.
Raccontami un segnale
Suonavo a un concerto, unopera di
Beethoven. Ho intravisto una signo-
ra sulla cinquantina che teneva una
fotografia in mano. scoppiata a
piangere, con occhi fissi sulla foto. A
fine concerto mi sono avvicinato per
chiederle il motivo. Suo marito era
un violinista, si erano conosciuti a un
concerto su quelle note di Beethoven.
Rigore, tecnica, esercizio. GIOVANNI ANDREA ZANON
Ore e ore, sempre sulla stessa bat-
camicia Xacus;
tuta. Beethoven per cinque mesi
bracciale Knot Paloma Picasso
disciplina. Solo durante lultima set- bracciale Tiffany T
timana, quando si prova con lorche- Tiffany & Co.

THE FASHIONABLE LAMPOON

BIRTHH
Appena ventenne, accento toscano.
Vorrebbe che i testi delle sue canzo-
ni assomigliassero a una poesia di
Montale.
Birthh scritto con due H.
Volevo un segno ortografico. Birth
come nascita, perch sono affascina-
ta dal concetto di origine: una cosa
certa. Le due h interpretano certez-
za-incertezza.
Come hai iniziato?
La musica di casa. Mio padre suo-
na in un gruppo, mia madre canta
in un coro polifonico e mio nonno fa
pianobar. Avevo cinque anni quan-
do, dopo aver visto School of Rock,
volevo diventare la batterista degli
AC/DC. Pap mi sugger di iniziare
con la chitarra classica.
La tua prima canzone.
Bruttissima. Parla di un grande
BIRTHH
amore, con una progressione di ac-
cordi che avevo appena imparato. gilet Brunello Cucinelli;
Ora scrivo in inglese. Ho avuto un anelli Out of Retirement
collier Feather Elsa Peretti
flirt con una persona di Bristol, a cui
tutto Tiffany & Co.
ho dedicato un disco triste.
Qual il tuo genere musicale?
Tanta elettronica. La voglia di pren- manca nel pop. lempatia. Montale, Leopardi, Ungaretti. Anche
dere suoni gi esistenti e trasformarli Com il pop italiano? Lasceresti lItalia? Dante, certo.
in altro. Si divide tra un circuito indipenden- Qui difficile fare musica in ingle- Con chi vorresti cantare?
Ascoltando si impara? te che sta prendendo piede in questo se. Parti svantaggiato considerato Con Noname, una ragazza di Chi-
Simpara cercando ci che ti colpi- periodo, e il mainstream vero e pro- che le persone non capiscono quello cago che fa rap. Lho sentita al South
sce allo stomaco. Pop - Nina Simone, prio dei talent gestito dalle radio. che dici. Voglio portare lItalia fuori by Southwest Festival di Austin.
Frank Ocean, Rihanna. Hip pop e Com il pop giusto? da qui. Il bello della nostra cultura, La sfida pi grande?
rap. La verit, quella che dovrebbe La risposta sta nel nome stesso - pop cantautorale, il peso che solo noi ita- Essere italiana e portare qualcosa
essere elemento fondamentale di significa popolare. Dovrebbe raccon- liani sappiamo dare alle parole, non allestero. Siamo il terzo mondo mu-
qualsiasi tipo di arte e che invece tare una generazione, utilizzando si trova dappertutto. Cerco la poesia, sicale.

288 THE FASHIONABLE LAMPOON

EX-OTAGO
bracciali Knot di Paloma Picasso
orologi Tiffany CT60
bracciali Groove di Paloma Picasso
Tiffany & Co.
EX-OTAGO
La si pu definire una band indie
pop, fondata a Genova nel 2002.
Maurizio Carucci voce e front
man, Simone Bertuccini e France-
sco Bacci alle chitarre, Olmo Mar-
tellacci alle tastiere, Rachid Bou-
chabla alle percussioni.
Quel prefisso Ex fa pensare a cosa
ci fosse prima.
Un film, di dubbio gusto, Scarfies,
non Scarface, protagonista una
squadra di rugby neozelandese, gli
Otago. Una squadra di brocchi o di
presunti tali, che in questo campio-
nato di massima serie riusciva a vin-
cere. Ci piaceva il concetto di persone
normali, come noi, di gente che viene
dal basso, che riesce a far parlare di
s e a vincere il campionato. Allini-
zio ci chiamavamo Otago, facevamo
funky-jazz-punk con influenze afro
sudamericane. Il mercato percepiva
poco. Dopo un quarto dora ci siamo
sciolti, e ci siamo chiamati Ex-Otago,
facendo pop.
Genova una delle vostre protago-
niste.
Marassi per lesattezza. un quar-
tiere popolare, semplice, comune,
290
dove non succede mai niente di inte-
ressante. L troviamo spunti umani.
Marassi in collina, su un pendio
molto scosceso, tamponata da mura-
glioni di cemento, case, strade strette.
Attraversata da un fiume, il Bisagno,
dove allinterno transitano orde di
cinghiali. Ci sono alcuni prodotti
tipici tra cui pitbull, pitoni, boa - ani-
mali un po esotici, un po pericolosi.
Anni e anni fa, a Marassi, imperver-
savano le droghette. Una persona,
di mia stretta cerchia parentale, si
fece un acido e inizi a vedere delle
carpe che uscivano dai muraglioni di
cemento e lo schizzavano di acqua.
Voi cantate appunto di cinghiali
incazzati.
una metafora. Questi cinghiali
non sono animali ma persone che
sincontrano, anche la mattina in
tangenziale, quelli che ti tagliano
la strada, che imprecano, che suo-
nano quando c ancora rosso. Noi
li chiamiamo amorevolmente cin-
ghiali incazzati. Facendo dispetto
ai cinghiali veri, i quali saranno si-
curamente meno incazzati. anche
lo slogan di Genova, dove si usa dire
sei un cinghiale.
Due parole sul concetto di indie.
Non pi indie. stato profetico il
titolo del disco dei Calcutta, appunto
Mainstream. Questanno capitato
che due band - i Thegiornalisti e Lo
Stato Sociale, appartenenti a scenari
indie, hanno riempito i palazzetti,
cosa che non accadeva forse da al-
meno quindici anni, dai tempi dei
Subsonica. bene parlare di pop
nella sua accezione migliore, ovvero
popolare perch trasversale. Interes-
sa tutti, dal ragazzino alluniversita-
rio, dalla signora al fashion blogger.
Fatto de core e de panza.
Facciamo un pregresso sulle band
musicali.
Ultimamente si parla di nuovo
pop, di cui facciamo parte anche noi,
insieme a Cosmo, Calcutta, i The-
giornalisti. E gente pi giovane, i Ca-
nova, i Gazzelle, Giorgio Poi. Ce n
di roba. Chiamiamole piazze in cui
ci si incontra e si mischia, dove il rap
incontra il pop. La scena pop italiana
non mai stata cos florida. Oggi si
tende a restare qui.
Come si emerge?
Sembrer banale dirlo, con un po di
qualit. Unita a fortuna, dedizione e
una marea di altre cose. In questo
bene e male, dove tutti possono fare
tutto, un po di qualit forse rima- mette dei soldi ancor prima di ascol-
sta la vera discriminante. In un po- tarci. E questo un gesto bellissimo.
meriggio si potrebbe fare un disco,
bisogna per avere la lucidit di fare
dellautocritica. La tecnologia da
sola non ti porta da nessuna parte. A
parte che la tecnologia in qualsiasi
cosa, anche in una chitarra acustica.
Ci sono delle geometrie e degli attac-
chi, delle dinamiche. La grande veri-
t sta nella canzone, se funziona con
la pi bassa tecnologia possibile vuol
dire che hai scritto qualcosa di forte.
Sono passati quindici anni e cin-
que album. Avete anche scritto un
libro a dieci mani.
S, avevamo troppe cose da dire, e in
un disco non ci stava tutto. Ci sono
capitate tante storie che non poteva-
mo tenerci dentro. Le abbiamo spu-
tate fuori attraverso questo libro.
Lidea del crowdfunding.
Siamo al terzo disco realizzato tra-
mite azionariato popolare - lascolta-
tore acquista in anticipo il disco e ha
diritto, oltre alla copia fisica del disco,
a una ricompensa, che pu essere una
maglietta o un concerto a casa sua.
Allepoca, nel 2009, fummo i primi
in Italia ad utilizzare questo metodo.
Abbiamo creato una rete di fedelissi-
mi. Una figata, perch questa gente ci
THE FASHIONABLE LAMPOON
DARGEN DAMICO
Menestrello. Rapper intellettuale,
cantautore, produttore discografico
e disc jockey italiano. La sua ultima
idea, Variazioni, ha saputo unire
hip hop e classica.
Come si scrive il rap?
Come un articolo. Ogni tanto ci sono
delle rime, non sono necessarie. Il rap
ha saputo argomentare la quotidiani-
t stato inedito. Ci sono canzoni
che parlano di tutto, di cose che succe-
dono durante il giorno. Nelle canzoni
cera la tendenza a preferire temi pi
alti, possiamo dire poetici.
[rep] o [rap]?
una musica nata senza regole,
cercare di stabilirle con il senno di poi
illogico. Ci sono vari modi per dir-
lo. C chi utilizza la definizione di
urban, che a me non dispiace, che
tutto quel mondo musicale allinter-
no del quale c anche il rap. Ci sono
anche lR&B e tutte le nuove sonorit
derivate da l.
Hai scritto un libro, Mi scuso con
tutti, ma soprattutti con me.
il backstage delle canzoni. Rac-
coglie le dinamiche e i percorsi che
faccio con la parola mentre scrivo
una strofa.
Quali sono le tue ispirazioni?
Ascolto la gente parlare ad alta voce
e mi trovo a carpire frasi e poi a col-
legarle. Parto da qualcosa di detto DARGEN DAMICO
in qualche modo, da una cadenza o
anche da qualcosa di non detto, per giacca Kiton;
arrivare a scrivere una canzone. orologio Tiffany CT60
Tiffany & Co.
In Variazioni hai unito classica e
hip pop.
Il rap una musica nata unendo, con Tommaso Colliva che ha seguito sentire novit di musica elettronica questo mestiere che definito del
rubando, strappando, mescolando e la produzione del disco. in anteprima. Non un periodo di musicista, dellartista. Devi, in
integrando. Ci sono brani che nasco- Guardiamoci intorno massima creativit per lItalia. un qualche modo, essere sempre un po
no e finiscono in me. In Variazioni Non sento pi la necessit di cibar- momento felice a livello di numeri. pi avanti di te. Questa cosa la puoi
ho lavorato a quattro mani con Isa- mi di musica. Ho la fortuna di avere Si tratta di obiettivi. fare solo se hai unidea di quello che
bella Turso, pianista eccezionale, e amici che fanno i dj e che mi fanno Avere un obiettivo utile per fare vorresti raggiungere.

THE FASHIONABLE LAMPOON 291

GIUNGLA
Un carattere che difficilmente si
trova in giro. Una cultura robusta,
tra musica e letteratura, una consa-
pevolezza razionale e una ruvidit
che ci piace.
Chi fa per s fa per tre, come hai
fatto tu.
Volevo formare una band ma non
riuscivo a trovare le persone giuste,
persone che ci mettessero lo stesso
tipo di contributo in egual modo.
Sono stata la voce di una band, poi
ho suonato il basso per unaltra.
Dopo un po ho pensato: ho dei pez-
zi che sono l e che voglio suonare.
Avevo lesigenza di portarli in giro, e
mi sono inventata un modo per far-
lo: salendo da sola sul palco con dei
beat.
Il rigore indispensabile se unarte
o una disciplina vogliono diventa-
re lavoro.
Suono con dei beat di drop machine
e la chitarra elettrica. Ho elaborato
unidea di sound molto minimale che
mi permette di essere sul palco da sola.
Giungla, perch questo nome?
Mi dava lidea di unattitudine
disordinata ma naturale. Possiedo
lati pi nascosti, come le foreste, e
altri pi vivi. Volevo un nome che
trasmettesse lattitudine per intra-
prendere questa strada da sola. Il
mio EP si chiama Camo - sta per
camouflage - mi piaceva lidea di
un pattern formato da elementi
semplici.
Chi segui e a chi ti riferisci?
Christine and the Queens, artista
francese. PJ Harvey, una musicista
che non smette di evolversi. War-
paint, rock band. Grimes, fa alterna-
tive pop e produce da sola. Ho letto
il libro di Kim Gordon (Sonic Youth) GIUNGLA
e quello di Carrie Brownstein (Slea-
terKinney), due figure femminili, abito Aquilano.Rimondi;
di due decadi diverse, di due band bracciali Atlas, Tiffany T.
Melody di PalomaPicasso,
che adoro. Ho ascoltato poca musica tutti Tiffany & Co.
italiana.
Si dice che le musiciste che fanno
rock siano arrabbiate? allestero fanno sold out. La malinconia, la sofferenza e farei i sacrifici che ho fatto.
A volte sono seria. Parlami di una tua canzone. lambizione. Camouflage significa mimetizzarsi.
A proposito di clichs, lItalia il Il ritornello di Sand, chiede se hai Credo che quello che facciamo sia Mi ha aiutata a incanalare delle
terzo mondo della musica. mai provato a tenere in mano della un modo per tirarcene fuori. Il mo- cose attraverso le immagini. Mi fa ri-
Manca la curiosit. Nessuno si sabbia, pi la stringi e pi scivola mento in cui sei sul palco lunico in dere che quando scendo dal palco mi
prende il rischio di fare un live per- via. Un pezzo malinconico, che parla cui non stai soffrendo, credo. Non c venga chiesto se ho scritto io i pezzi
ch unartista sconosciuto, anche se del saper lasciare andare le cose. nientaltro, a parte la musica, per cui - ovvio che siano miei.

292 THE FASHIONABLE LAMPOON

 POPULOUS
Ha messo Lisbona in musica, con
un velo di saudade, dedicandole un
disco: Azulejos.
Populous - che nome ?
Era un videogioco, un simulatore di
galassie e dimensioni. Lo avevo scelto
perch pensavo fosse greco e mi pia-
ceva quel mood mediterraneo, invece
poi ho scoperto che era inglese.
Sei autore di jingle televisivi, co-
lonne sonore cinematografiche,
sfilate di moda.
Alcuni brand, come Elie Saab, Vi-
vienne Westwood, Marco de Vin-
cenzo, mi hanno chiesto dei pezzi
da inserire nelle loro sfilate. LItalia
sta tornando agli anni Cinquanta e
Sessanta, tempi in cui avevamo per-
sonaggi immortali Ennio Morri-
cone, Armando Trovajoli, Umiliani,
Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo.
Forse da un punto di vista pop oggi
siamo un passo indietro agli altri,
per c un sottobosco di produzioni
molto rispettate allestero.
Perch Lisbona?
Lultimo disco si chiama Azulejos.
La meta iniziale era il Sud America,
Lisbona era il giusto compromesso.
Una sorta di Sud America in Euro-
pa. Ero nel Bairro Alto, una zona
abbastanza turistica, e i meninos de
rua ascoltavano una musica incredi-
bile. Mi sono fermato dallaltro lato
della strada cercando di capire con
Shazam cosa stessero ascoltando.
Una musica angolana chiamata Ku-
duro. Mi sono sentito quasi un ladro
perch avrei voluto rubargliela.
Come la cumbia che suoni tu.
La cumbia pi sensuale. Ha un
andamento n lento n veloce. Da
amante della musica elettronica ber-
linese, sono andato in tilt.
Un forte comparto etnico.
Mi rivedo nei portoghesi, sempre
allegri e riconoscenti per tutto quel-
lo che hanno, ma con questo velo di
malinconia perenne.
C unet della musica?
Questi tempi sono sempre pi veloci
e spesso anche le produzioni risulta-
POPULOUS no tali, peccando di superficialit.
Prima ci si prendeva il proprio tempo
pullover Issey Miyake; per tutto, dalla produzione allascol-
bracciale Tiffany T to. Spero si ritorni ad una maggior
Tiffany & Co.
cura del dettaglio.

THE FASHIONABLE LAMPOON 293

RICCIARDA
BELGIOJOSO
Il suo impegno per la diffusione
della musica: fuori dai teatri, per le
strade. Artista, manager culturale.
Societ e musica note che fanno
agglomerazione. Possiamo rias-
sumere cos Piano City?
un festival che porta la musica
fuori dalle sale. Ci si pu imbat-
tere in un concerto per puro caso,
per strada, nel luogo pi inusuale
e senza dover comprare il biglietto.
Una formula che iniziata nelle
case private, le cosiddette House
Concerts.
Si conclusa la sesta edizione.
Ci allarghiamo. Tra settembre e
ottobre, ci sar a Palermo ledizione
zero di Piano City. Abbiamo le date
per il prossimo appuntamento mila-
nese, 18, 19 e 20 maggio.
La scena musicale dal tuo punto
di vista.
A livello famigliare non c labi-
tudine di fare musica, come invece
avviene nei paesi di area tedesca o
anglosassone. Uno strano parados-
so, considerato che siamo il paese
pi musicale di tutti. I pi grandi
interpreti passano sempre da Mila-
no. Quello che manca il passaggio
intermedio, dove si posiziona Piano
City: complementare ai filoni musi-
cali tradizionali, vuole formare un
pubblico che in un secondo momen-
to potrebbe abbonarsi a una vera
stagione musicale.
Il primo approccio alla musica.
Da piccola, mentre accompagna-
vo un amico a lezione di piano. Mi
sono appassionata fino a non stac-
carmene pi. Oltre alla classica for-
mazione in Conservatorio, mi sono
appassionata di musica contempo-
ranea quella che considerata la
musica classica di oggi, che vive di
contaminazioni e interferenze.
Tu sei un architetto. Larmonia
delle linee e delle frequenze trova
un linguaggio comune.
Il rapporto tra spazio e suono. Gli RICCIARDA BELGIOJOSO
spazi esecutivi sono importanti per
la musica, lacustica degli ambienti. camicia Xacus e cravatta
I principi compositivi e strutturali, Thomas Mason;
anelli Tiffany City Hardwear
se si paragona la musica di Bach a Tiffany & Co.
qualcosa di razionale e costruito.

294 THE FASHIONABLE LAMPOON

 CHARLIE SIEM
La CBS lha definito the worlds
hottest violin virtuoso. Londine-
se, trentunenne, ne aveva appena
tre quando stato folgorato da un
concerto di Beethoven eseguito da
un altro celebre violinista, Yehudi
Menuhin. Da lui ha ereditato anche
il violino, un Guarnieri del Ges del
1735, detto DEgville. Il 3 settembre
suoner al The New Generation
Festival al Giardino Corsini di Fi-
renze. Oltre a far parte del progetto
Keep On Shining e a esser stato con
noi il 2 settembre a Venezia, Char-
lie ha posato per il servizio fotogra-
fico pubblicato nelle pagine prece-
denti, rispondendo a unintervista
di Cesare Cunaccia.

Photography
MICHAEL AVEDON
Art Direction
ALEXANDER BECKOVEN
Hair
ALESSANDRO SQUARZA @FACETOFACE
Make-up
CHARLIE SIEM SILVIA DELLORTO @FACETOFACE
Hair assistant
giacca Herms; GIOVANNA ANGAROLA
Make up assistant
orologio East West CHIARA FEDI
Tiffany & Co. Post-production
DAVIDE CATTELAN

THE FASHIONABLE LAMPOON 295


Infinity. La vista dalla lobby del Vedura Resort, in Sicilia.
A fianco, Square Swimmers, illustrazione di Lou Taylor.
MUOVERSI, pi che viaggiare. Il vive-
re di The Fashionable Lampoon non
considera la dimensione del lusso
lusso una parola troppo urlata, for-
se cafona, per noi. Il modo di vivere
di The Fashionable Lampoon non ha
bisogno di wow, non ha bisogno di
superlativi. un modo umano: se
c una parola che lo riassume, que-
sta parola piacere. Un mondo di
tranquillit, di bellezza profonda e
intima, di fuga e luce, di linfa intel-
lettuale. La letteratura per gli occhi,
lestetica sopra la pelle.
LAMPOON AGENDA tecnicamente
quella che sugli altri giornali sareb-
be una rubrica di lifestyle qui da
noi non ci piacciono le parole che
sanno di marketing, di trend, di
coolness. Agenda una parola che
noi conosciamo in italiano come
quaderno di appuntamenti, riserva
dindirizzi, diario e calendario, for-
te di una rubrica mentre in ingle-
se prende unaccezione di strategia,
calcolo, schema per raggiungere,
anche meschinamente, un obietti-
vo. Questo ci piace lobiettivo resta
il piacere. Un susseguirsi di punti, e
appunti sparsi, connessi o saltuari,
proprio come la zia li avrebbe segnati
THE FASHIONABLE LAMPOON
in agenda (le agende sono i nostri te-
lefonini). Noi li vogliamo recuperare e
ritrovare questi appunti, con la stessa
intimit e puntualit che aveva una
calligrafia su un foglio di carta.
A COME ALBERGHI. Muoversi pi
che viaggiare, dicevamo i luoghi
sono da vivere, pi che da visitare.
Tanti alberghi si chiamano di lusso
e sono distanti da quello che inten-
diamo noi come piacere. Cinque
stelle non il movimento politico,
ma la categoria che imparavamo a
Monopoli da bambini. Ci sarebbero
dei requisiti per poter entrare nella
categoria ma non so dove siano
stati tralasciati. In un Cinque Stelle,
dovresti avere la possibilit di poter
mangiare qualche cosa a ogni ora.
Al Plaza di Roma, grande lustro
nella lobby al terzo rimbalza, ho
dovuto dichiarare di essere diabeti-
co per poter avere due fette di pro-
sciutto cotto a mezzanotte e mezza.
Le spremute darancio si sa che le
vitamine si perdono se non bevi il
succo appena spremuto. Hotel Cer-
vo, Porto Cervo, in Sardegna, non
cera niente da fare: le spremute si
preparavano solo una volta la mat-
tina (il prezzo di una camera gira
TRAVEL
LAMPOON AGENDA
Indirizzi, diario
e calendario,
rubrica
sugli ottocento euro). Un albergo
come il Pellicano non dovrebbe ne-
anche permettersi di avere stanze
cos piccole. Nel 2017, un vero al-
bergo di lusso non dovrebbe offrire
bagni senza una finestra. Questo
solo un assaggio di quello che vuo-
le essere questa nostra Agenda: un
indirizzario, una raccolta di sug-
gerimenti, per i posti che davvero
valgono e meritano considerando
che la perfezione non esiste, ma la
correzione s.
V - COME VITA. Siamo partiti cer-
cando la V la V che disegnano le
rondini quando fanno lamore. Tut-
to comincia con una V Verona,
Valpolicella, Venezia, Villa Igiea,
Verdura, la Valle dei Templi. il
quarto capitolo di una Vita in Italia.
La corte di Giulietta imbrattata di
scritte lucchetti su quanti ponti
spariscono a confronto. La polenta
con il lardo e il gorgonzola, Castel-
vecchio al tramonto lAdda quasi
a secco. I Signori della Scala si sa-
rebbero poi sottomessi a Venezia.
Per le colline della Valpolicella, fino
a San Giorgio: una piccola trattoria,
trattoria Dalla Rosa costava poco,
ogni soldo per lAmarone. Si poteva
297
 V come vita, la dormire l. A Capodanno, a Dorso-
V che disegnano duro, a casa di Matteo Corvino e
le rondini Jrme Zieseniss con il loro circolo
gentile, e con Cesare. Corsini, Lore-
quando fanno dan, Rothschild palazzo Moceni-
lamore. Tutto go era unorchestra di luci e sapori
comincia con da tavola. Raffaella Curiel aveva una
una V - Verona, lettera, scriveva di Lampoon non
Valpolicella, esistono regali allultimo dellanno,
Venezia, Villa ma questa lettera ha inventato il
Igiea, Valle dei migliore. La mattina allalba, il mo-
Templi. V come toscafo per laeroporto al sole. Il
primo gennaio appare cos in ogni
vanit
sogno. Schizzi e scintille, lacqua e
loro Venezia. Un aereo per Paler-
mo, unora e mezzo di volo. La mes-
sa alla Cattedrale. In macchina ver-
so il Verdura, terra di duchi Fulco
di Verdura, lamico di Chanel. Una
torre sulla spiaggia. Le piscine alla-
perto di acqua salata, la caponata e
il sorbetto al limone. I mandarini
profumano sulla spiaggia che non
c. Agrigento e la Valle dei Templi
non ti immagini potessero essere
cos belli, e cos offesi. Vanit e Ver- Villa Igiea, lo storico albergo di Palermo, che si staglia sopra il Porto
gogna ancora le V. Attraversi la Si- dellAcquasanta, nellomonima borgata.
cilia e ti si taglia il cuore. La vanit
per questa terra nostra, che non ha
bisogno di alcuno sforzo la vergo-
gna che ogni italiano deve provare con questa vergogna. Le ceramiche 1.
per il massacro che questa terra ha di Caltagirone in cima alla scala Hotel De Russie
subito. Se non c vergogna, non pu di Santa Maria c uno spiazzo. Pia- il migliore albergo di
Luci e ombre: la piscina del esistere alcun orgoglio, dobbiamo strelle verdi, ceramiche decorano le Roma, per servizio, estetica
Boscareto a Serralunga dAlba. infangarci fino allultimo neurone balconate, sembra la citt di sme- e gestione. Con facile
raldo del Mago di Oz. Ogni bottega (incredibile) vantaggio
una produzione diversa. Andiamo
alla ricerca di pigne grandi, blu o
2.
verdi, lavorate chiuse, o con i pinoli
Hotel Augustus
cadute. Allinizio sembrano tutte
uguali poi riconosci lo spesso- Forte dei Marmi
re delle dita che hanno lavorato le Tutto lanno, la meraviglia
sfere, i volumi. Laereo da Catania, in Versilia (anche qui, con
siamo in anticipo. Vaghiamo per il ben pochi competitor)
centro della citt senza conoscerla.
Il Teatro Massimo. Leggi bene 3.
titolato a Bellini sorrido, maestro Rome Cavalieri
Vincenzo Bellini lultima V di Waldorf Astoria
questo, di ogni Viaggio. Vale la collezione darte,
inaspettata e lo scalone
R - COME RADICI. Le Langhe. Ogni
per Silvana Mangano
collina ha una torre potrebbe
essere un set pacifico di Game of
Thrones. Tra una di queste torri e
4.
laltra, su un pendio comunque rial- Il Boscareto
zato appare un colosseo futuristi- Serralunga dAlba
co no, non si pu dire bello, pu una storia damore tra
somigliare anche a una stazione sci- Fenoglio e Pavese. La prima
istica ma se guardi bene, ledificio colazione migliore in anni
rimanda a una grande barrique. Il di viaggi

THE FASHIONABLE LAMPOON


La scalinata come in una citt di smeraldo,
davanti alla Chiesa di Santa Maria del Monte a Caltagirone.
Boscareto un albergo tra le viti che
producono luva per le cantine dallo
stesso nome - nelle Langhe, che tut-
to il mondo ci invidia, che ancora
nessun film ha saputo raccontare
bene quanto Bertolucci riuscito a
fare della Toscana con Io Ballo Da
Sola. Forse non spetta a un regista,
la narrazione ma a una ragazza
con gli occhi dello stesso colore di
Liv Tyler: si chiama Valentina Do-
gliani, del Boscareto la signora.
Ne cura ogni angolo: la piscina che
ritrova la moda di Armani, il ri-
storante diretto da Pasquale Laera
in collaborazione con Antonino
Cannavacciuolo. C un dettaglio
che avvalora e definisce un albergo
la prima colazione. A distanza di
anni, la prima colazione del Bosca-
reto, per la qualit della frutta e del
pane, la variet tra brioche e focacce
e pizze - di colazioni buone e ricche
cos ultimamente non se ne trovano
pi. Lalbergo non ha il fascino che ti
aspetteresti in un luogo del genere,
tra castelli in mattoni su ogni ciglio,
e cascine e vigneti ma il conte-
sto che permette di entrare in una
nuova dimensione. Valentina Do-
THE FASHIONABLE LAMPOON
gliani parla delle gite in bicicletta l
nei dintorni, che trenta chilometri
servono di riscaldamento due ore
non bastano mai poco prima di
andare a Torino e tornare come una
duchessa di un romanzo che Fe-
noglio vuole ancora scrivere. Poco
distante, pi a nord, c il Castello
di Guarene, visibile da tutta la valle,
romantico, sembra una reggia. Pec-
cato la cura sia cos scarsa: il tavolo
nel giardino allitaliana, in mezzo
ai fiori e su una vista mozzafiato,
apparecchiato male, cos male che
neanche a casa tua quando hai il
frigo vuoto. La sera, intorno al ca-
stello, tutto sembra abbandonato, e
quello che potrebbe essere laperiti-
vo pi bello per il giorno di Pasqua,
semplicemente non c.
G - COME GLICINE. Un taxista mi chie-
de chi che dormiva qui. Il Raphal
resta uno dei luoghi iconici per la
storia politica recente italiana
quella degli anni Ottanta, una capi-
tale vivace e ambigua ma io non
voglio tornare a ripetere quella vi-
cenda. Voglio parlare del glicine, il
primo che vedevo in fiore la scorsa
primavera. Stava fiorendo ci sono
solo petali lilla e tronchi le foglie
verdi sarebbero arrivate dopo, pri-
ma intruse, poi incombenti. Conta
il preambolo del futuro, non la me-
moria del passato qui al Raphal.
Tornavamo da una festa in
smoking, era marted sera. Lim-
magine di quella Roma degli anni
Ottanta oggi nuova nel film di
Sorrentino Piazza Navona e Lar-
go Febo non parlano pi di monete,
ma di Isabella Ferrari in un ap-
partamento con leco sulla piazza.
Roma questo glicine che si arram-
pica non su una facciata qualsia-
si, ma sulla facciata del Raphal. La
pianta non potata, infestante,
come la bellezza di Roma. Il glicine
sale, le radici, i tronchi vecchi anti-
chi una jungla di bellezza intorno
a un edificio angolare, irto su uno
scoglio cittadino, promontorio con
i tavoli per lestate. Lussureggian-
te, un dipinto di epoca romantica,
passionale, scenografico s, come
Roma. Entriamo tardi per es-
ser marted sera. Larchitettura
di Richard Meier. Le balaustre in
acciaio. Le camere di legno chiaro,
come le panche di una chiesa di
Los Angeles, o le sedute sul ponte
di uno yacht per un giovane Niar-
chos. Il velluto rosso di una cornice
sopra la testa del letto una virgola,
nel moderno, nel pulito. La camera
angolare, quattro finestre affaccia-
no sulla via - il glicine si appoggia
come a comporre le tende il gli-
cine continua a salire. La mattina
presto salivamo al sesto piano, per
uscire sulla terrazza. Da l unaltra
scala. Era ancora freddo per la co-
lazione allaperto un uomo stava
ritoccando la vernice delle ringhie-
re. Oltre il balcone, il glicine era in
agguato, arrampicandosi in alto. I
campanili intorno San Pietro,
Il Vittoriale, Castel SantAngelo. I
gabbiani malvagi che mangiano
i cuccioli di gatto, i terrazzi estesi
come nuove piazze sospese. Roma
cos, come il glicine del Raphal:
sotterrata da una massa infestante
di bellezza, profumo e fiori, a pro-
teggere unanima composta di tubi
scintillanti di acciaio, angolare,
protesa verso lalto quellalto che
a me piace, ancora una volta, chia-
mare futuro.
5.
Palazzo Magnani Feroni
A Firenze, una sorpresa.Qui
davvero non si parla di lusso,
ma di eleganza: le stanze
grandi, i prezzi corretti. Una
questione
di stile
6.
Hotel La Perla
Corvara, il cuore delle
Dolomiti. Quando andare in
montagna diventa poesia
7.
Verdura
Lestate dinverno, quando
davvero esotico era il nostro
Sud nel mediterraneo.
Sembra un paradiso a
dicembre, una primavera
surreale
8.
Villa Igiea
Sul mare, davanti a Palermo
- lantica residenza dei
Florio. Un grande fascino,
che necessita - ed prossimo
- di un buon rinnovo
9.
Borgo Egnazia
Il mare di Puglia oltre gli
uliveti e i campi da golf.
Meglio dinverno, forse
- peccato solo sia troppo
grande
10.
Gritti Palace
Il migliore di Venezia, anche
qui, con facile vantaggio
soprattutto se a confronto
con il Danieli, dove il
servizio scarso, le stanze
sono vecchie - troppo vecchie.
Lunica pezza, i prezzi
ridicoli - s, anche
per Venezia
299
ENERGIA NOSTALGIA
EDITORS NOTE / CARLO MAZZONI
FORTE DEI MARMI
LA NOSTALGIA una forma di energia
che a Forte dei Marmi - quando a
maggio il cielo si fa terso, il mare si
rompe oceanico, le Apuane virano
in cristallo diventa gloria. Giusep-
pe Colombo e Titti Maschietto sono
amici da tempo: due ragazzi, due
signori, che sanno cogliere questa
gloria da ogni venatura di corteccia,
da ogni pino marittimo, da ogni
arbusto in Versilia. Pochi anni fa,
un tornado ha abbattuto gran parte
della pineta: nel giardino dellAugu-
stus sono caduti trentacinque pini,
Titti Maschietto ne ha ripiantati
quaranta.
GIUSEPPE COLOMBO lanima e il mo-
tore di Gallo. Allincirca due decen-
ni fa, Giuseppe si trov tra le mani
una produzione di calze scure for-
mali: ne ha creato un modo, prima
di un mondo. Calze di ogni colore,
a righe sopra le righe, Giuseppe
ha richiamato rondini, fiori, venta-
gli e palme ininterrottamente, ieri
gi domani. La calza non come
complemento al vestire, diventa
dettaglio dettaglio, nel vestire, si
sa cosa significhi.
QUESTO BREVE scritto prende spun-
to da qui: da una linea di costumi
da bagno che Giuseppe Gallo ha
disegnato e prodotto giocando con
righe blu e rosse sul bianco. Questi
300
Il senso del 1. Forte dei Marmi
giornalismo 2. La buona societ
di moda oggi: 3. Jeff Koons al Louvre
riuscire con le 4. Meraviglia a Luglio
parole a riportare
le immagini,
manipolare
memorie
colori a bande altro non sono che il
segno iconico dellAugustus lal-
bergo storico, per tanti (pi di tanti)
lunico, il vero albergo di Forte dei
Marmi diretto e condotto fami-
liarmente da Titti Maschietto. Sol-
tanto sullAugustus potrei scrivere
pagine, tra la Cederna e Lina Sotis,
ma trover un altro momento.
LE DUE di pomeriggio, lora di cola-
zione di ogni sabato mattina a Forte
dei Marmi. Sedevamo con Colombo
e Maschietto a un tavolo apparec-
chiato sulla spiaggia. Sotto le vele
bianche, con i nostri nuovi costu-
mi fradici dopo il primo bagno, e
un golf di lana per laria di maggio.
Ordinavamo uninsalata tiepida di
mare, con un poco dinsalata verde
raccomandandoci che non andasse
a coprire il sapore del pesce: sappia-
mo bene che per quella sensazione
di acqua salata, di arsella pescata
ogni mattina, anche se indelebile,
serve premura.
FORTE DEI MARMI. Anche se era cos
chiaro cosa stessimo raccontando,
le parole non sembravano suffi-
cienti per spiegare agli altri seduti
a tavola con noi. Non un luogo, non
un mondo, soltanto, davvero, un
modo. Le biciclette, il profumo del
pitosforo in anticipo sul gelsomino.
Il mercato in centro il mercoled la
mattina, le meduse che potevi spo-
stare con le mani nuotando fino alla
boa. I pattini di legno colorati. Gli
THE FASHIONABLE LAMPOON
 armadi chiusi, gli abiti e le scarpe
che ritrovi dalla stagione scorsa,
un cotone ruvido, stopposo, reso
pesante dallumidit e dalla nafta-
lina, dal buio dellombra che solo
a giugno si asciuga un po, per poi
ribagnarsi al primo temporale di
agosto, con le gocce di una pozzan-
ghera dove cade la luce soltanto
la luce, nessun arcobaleno meravi-
glioso niente wow, non vogliamo
stupore, qui a Forte dei Marmi,
soltanto pace. Forte dei Marmi un
modo di silenzio e amore, di corte-
sia e rispetto.
NON ABBIAMO fatto cenno, o riman-
do, alla Capannina. Non abbiamo
raccontato di come un tempo, tra le
parole, sorrisi e sospiri, in Capanni-
na restava un profumo di dolci allu-
na di notte, di souffl alla crema e al
cioccolato. Il barman con i guanti
bianchi, il gin tonic nel bicchiere di
I dettagli, a casa di Carlo Carr.
Un pavimento di piastrelle rosse e blu e azzurre.
Le stoffe gialle dei divani. Le finestre aperte,
su ricordi di quella societ di arte e letteratura
che popolava la pineta dal mare a Pietrasanta.
THE FASHIONABLE LAMPOON
vetro con la foglia di menta, i diva-
ni rossi e verdi, la luce soffusa, e le
seggiole di rattan. La Capannina
era aperta tutta lestate oggi se
ci passi davanti un luned di luglio
trovi il buio. Un tempo cera Otello,
cera la sfida per entrare la cami-
cia, le scarpe eleganti, eccezioni per
il cuoio da barca. Forte dei Marmi
era ristoro di una classe sociale so-
lida nel proprio lavoro, quella bor-
ghesia che aveva portato lItalia al
boom poca aria per arrivisti, per
ricchezze volatili o transitorie, per
eredit malamente fortunate. Lat-
tuale proprietario, Gherardo Guidi,
non ha voluto conservare niente di
tutto questo o forse, pi semplice-
mente, non stato capace di farlo.
ALLIMPROVVISO un temporale sciac-
quava via tutto. La prima pesca di
questa estate, e gli amici del bar di
Gino Paoli sorridevano al tavolo
affianco, quando ci siamo alzati per
portare le biciclette al riparo dalla
pioggia, dicendo abbiamo le spalle
larghe, a Forte dei Marmi. La no-
stalgia una forma di energia. La
villa dellammiraglio Morin le
lottizzazioni della pineta erano
concesse ai comandanti di flotta
dalla Regia Marina l abita Fa-
bio de Michele che vuole un leccio
potato ogni anno per non coprire la
vista del mare il leccio si espande
in larghezza invece che crescere in
altezza (chi legge immagino sappia
ricordare come lombra del leccio
sia lombra pi fitta che la natura
produce attraverso un albero). In
bicicletta alla casa di Carlo Carr,
il futurista, il pittore, parte di quel-
la societ di arte e letteratura che
popolava la pineta dal mare a Pie-
trasanta una signora gentile, sua
nipote ci ha aperto le finestre dello
studio dellartista: un pavimento
di piastrelle rosse e blu e azzurre,
su stoffe vecchie gialle, di divani e
tessuti ancora ruvidi, piani di tavolo
anni Cinquanta in vetro verde.
VORREI, potrei scrivere pagine e pa-
gine su Forte dei Marmi lAugu-
stus, le vie, le siepi e le ceste in vi-
mini, i cicli Maggi e la focaccia dura
e salata, le more di rovo su tutto
quanto Forte dei Marmi rappresen-
ti ancora per lo stile italiano come
301
dicevo, ci saranno altre occasioni.
Penso sia il senso del giornalismo di
moda oggi: riuscire con le parole a
riportare le immagini, manipolare
memorie, per raccontare la creati-
vit di una casa, di una produzio-
ne tessile italiana. La spiaggia, un
costume da bagno e i colori delle
cabine, un albergo e una dimora fa-
migliare, lo studio di Carlo Carr e
le piastrelle in contrasto, il pitosforo
e i gerani rossi sul balcone a Forte
dei Marmi, a maggio, fa ancora un
po freddo la sera, ai piedi un paio
di calze. cos ovvio che questo ar-
ticolo volesse solo raccontare larte
di Gallo.
LA BUONA SOCIET
I CONVENEVOLI, quelli prima di sce-
gliere se andare da Cova o da Sant
Ambroeus, compongono una con-
versazione per pochi. I loghi dorati
sulle tende blu sono i bottoni di
quel doppio petto che Berlusconi
non ha mai saputo scegliere. Sono
le frasi di un circolo chiuso, di quel
salotto buono della Milano che
conta o che contava, delle grandi
famiglie borghesi degli anni Cin-
quanta la cui progenie ha goduto
del boom degli anni Ottanta. Un
salotto di gente che aveva in mano
lindustria e la pubblicit in un
substrato pi fluido e consistente
della moda internazionale di Fran-
ca Sozzani. Il salotto buono vestiva
Doriani nei giardini nascosti dietro
Portorotondo, girava in barca a vela
in Sicilia, cresceva i figli al Bagno
America vestiva Johnny Lambs,
ironia e vezzo su Gianni Agnelli.
Le sorelle Collini, Loro Piana, Koel-
liker alcuni non ci sono pi, Carlo
Schapira, Hans Tiefenbacher, io me
li ricordo la sera, a casa di mio non-
no o a casa di Noris e Carlo Orsi. Il
lunch sempre al Paper Moon. Era la
societ di Paolo Mieli, al Corriere
della Sera quando le pagine della
cronaca di Milano davano spazio
ai trafiletti di Lina Sotis, che tra la
gentilezza di un complimento e la
violenza di una freddezza, raccon-
tava il correre del tempo, e il colore
della citt, di Milano. Quei trafiletti,
li leggevano tutti era incredibile.
302
LA MATTINA , in quella scelta, tra un COVA
convenevole e una posa, tra Cova Il salotto simbolo della
e Sant Ambroeus si riassumeva buona societ di Milano,
lappartenenza a questo salotto ha compiuto duecento anni
privato, in cui era tanto difficile
entrare, ma poi quasi impossibile
MAESTRI
uscirne io ero un bambino, un
Jeff Koons ha firmato
piccolo erede senza impero, che ap-
prendevo pi di quanto osservassi, per Louis Vuitton una
dal basso della mia statura allalto collezione di borse ispirate
di quello snobismo. Uno snobismo ai grandi maestri della
perfetto, davvero, su un caff da pittura da Leonardo da
Cova o da Sant Ambroeus di un Vinci a Rubens
circolo che Bastianello e Marchesi
non potranno mai vantare ai propri FESTA
tavoli. I cioccolatini pi buoni, i pa- Il nome della nuova
nettoni pi soffici la tradizione da collezione di Bulgari
Cova, il lusso da Sant Ambroeus. rimanda alle feste
Lo snobismo vive nella decadenza,
italiane, dei borghi di
non potrebbe fare altrimenti pa-
tisce ogni forma di cambiamento:
campagna, dei palazzi
principeschi
ma noi sappiamo quanto n lo sno-
bismo n la nostalgia siano poi cos
preziosi.
UNA SERA , allinizio di giugno,
Cova ha festeggiato duecento anni.
Montenapoleone era propriamente
arredato come un salotto, il corti-
le interno su cui affaccia Missoni,
era gremito di gente. Pagine nuo-
ve, stanze nuove. Meno poesia, pi
energia. Non c colore pi acceso
del nuovo blu delle sue tende non
pi un doppio petto, ma un abito
tagliato da Dior. Milano rinasce. Il
salotto buono non c pi, forse un
covo di vipere, chiss, ma lelettrici-
t si sparge smaniosa. Allangolo tra
Montenapoleone e SantAndrea, nel
cuore di Milano, tra le parole della
Sotis o tra le mie, Cova continua e
continuer a portare in scena la re-
torica della societ.
LV X KOONS
LALTRA SERA , a Parigi, cera tutto il
potere del mondo. Riverenza a Ber-
nard Arnauld, personificazione di
un monarca. Intorno a lui, il gover-
no di Louis Vuitton e dellimpero
LVMH, di cui Vuitton epitome
non solo nel nome. Nicolas Ghe-
squire, Michelle Williams, Jen-
Bella Hadid in
nifer Aniston - chi lo rappresenta ritardo, a Venezia, alla
e chi ne rappresenta limmagine. sfilata di Bulgari per
Jeff Koons firma Maestri, collezione la collezione Festa.
THE FASHIONABLE LAMPOON

Chanel Haute Couture, la Tour Eiffel ricostruita nel Grand Palais.
di borse che riporta a Leonardo da
Vinci, Fragonard, Rubens, Tiziano,
Van Gogh.
CENTOSESSANTA persone arrivate da
ogni luogo, sedute a una tavola al-
lestita nella sala che il cuore del
museo del Louvre: niente di meno,
la stanza che custodisce la Gioconda.
Un cuore pulsante, il potere morbido,
the Soft Power come lo definisce
Michael Burke cos tanto morbido
da confonderlo con laria che respiri.
Il potere morbido il potere del com-
THE FASHIONABLE LAMPOON
mercio, che si sempre contrapposto
a quello dellesercito, il potere di Ve-
nezia nei secoli, di Vuitton oggi. Jeff
Koons si preso il fine settimana,
prima di rispondere alla proposta di
Bernard Arnault. Non che la rispo-
sta non sarebbe stata affermativa,
Koons ha aggiunto veloce. Era in
piedi, parlava davanti a tutti gli ospiti
seduti e in silenzio, dopo lintrodu-
zione e il benvenuto di Arnauld. Il
tempo sarebbe servito a Koons per
rispondere con unidea degna. Cos
prendeva prima forma Maestri: la
sostanza oggi al Louvre per Louis
Vuitton. Notare le assonanze.
OGNI NAZIONE aveva la sua delegazio-
ne, non di diritto certamente, ma
di estetica e autorit di racconto
bellezza e cronaca, materie prime
di oggi. Seduti vicino a Carine Roi-
tfeld, Matilde Borromeo e Antonius
Frstenberg personificano un nuovo
costume di aristocrazia: pacati, sem-
plici nella loro quiete, per una parola
in pi, un sorriso in pi una mera-
viglia in pi davanti allincoronazio-
ne di Napoleone a Notre Dame, in un
riflesso blu sotto la Vittoria Alata.
Serena Cattaneo, mente e anima di
Gagosian a Parigi, raccontava che
quella stanza, l dove eravamo tutti
seduti a cena, potrebbe salvare la
Gioconda da ogni sorta di calamit o
bombardamento. Il Soft Power defi-
nisce la difesa, il miglior attacco.
MERAVIGLIA A
LUGLIO
UNA FESTA Bulgari ha usato la pa-
rola italiana per raccontare una col-
lezione di cento pezzi esposta a Ve-
nezia. Lo zaffiro la pietra simbolo
della casa. Lo zaffiro birmano, quel-
lo di Ceylon lo zaffiro Kashmir - la
miniera esaurita - questo zaffiro
pi fondo degli altri, assorbe la luce e
la trattiene, imprigionando i baglio-
ri azzurri in eterno. Bulgari una
grande famiglia, energia e sinergia
Bella Hadid ha stonato molto, ar-
rivando in ritardo per la sfilata
stata lasciata fuori dalla porta.
A PARIGI, Dior inaugurava al Louvre,
alle Arts Dcoratifs, la retrospettiva
sui settanta anni compiuti una
delle mostre di abiti pi rilevante
mai composta. Dal giorno dopo
code di centinaia di metri per il
biglietto. Le pareti allinizio del
percorso, divise per cromia, rac-
contano i dettagli, gli accessori, i
gioielli tutti quei frammenti che
compongono la moda, quella che
nessuno stylist in circolazione si ri-
corda di imparare. Tra i giornalisti,
cera chi si metteva a piangere, per la del lusso che oggi deve imprescindi-
commozione.
UN TRIBUTO DONORE a Karl Lagerfeld
stato dato dal sindaco di Parigi a
piedi di una Torre Eiffel ricostru-
ita nel Grand Palais a grandezza
naturale, perdendosi nella nebbia e
nella volta. Per lalta moda di Cha-
nel, cerano le donne pi precise del
momento. Kirsten Stewart e Cara
Delevingne, con i capelli corti e
ossigenati, maschili ed efebiche:
lambiguit, tra grazia e graficit,
moderna insieme alla bellezza,
abbiamo detto, salver il mondo.
Cera anche la passione di tutti gli
uomini, Julienne Moore.
FENDI e lA lta Pellicceria: al di l
delle polemiche (che ormai bisogna
almeno ritenere legittime da chi le
porta), Fendi ha presentato la colle-
zione pi bella della stagione. Arte
sublima artigianato in meraviglia.
Niente Roma questa volta. Negli
ultimi due anni, Fendi e Valenti-
no avevano lasciato a turno Parigi
per sfilare nella capitale e dare un
supporto ad Alta Roma. Uno sfor-
zo notevole, ammirevole: significa
rinunciare ai servizi di alta moda
prodotti per logistica a Parigi da
quasi tutti i giornali del mondo, (nei
giorni subito dopo le sfilate, prima
che gli abiti, pezzi unici, siano ven-
duti e consegnati alle clienti), oltre
che a dover farsi carico del viaggio
di tanta stampa da Parigi su Roma
(un sorriso sovviene, quando Fen-
di smarcava con facilit Valentino,
muovendo un aereo privato men-
tre laltro si produceva con un volo
charter).
IN DIECI giorni, si sintetizza il lusso
mondiale, in gioielli e abiti. Un giro
economico da far impallidire ogni
snobismo da banchiere omofobico.
Tra tanti che personificano il con-
cetto, una lo interpreta: Bianca di
Savoia, principessa reale della casa
dItalia, sposata con Gilberto Arri-
vabene, madre di cinque figli, tra
cui le prime, Viola e Vera, splendide
creature. Bianca riesce a racconta-
re, nel suo apparire ricercatamente
dismesso, in una noncuranza quasi
nervosa di fronte al potere, in una
dedizione operativa e retribuibile,
il perfetto riferimento di un mondo
bilmente mirare al mercato.
303
 DOC FICTION
LAMPOON LIBRI
Matilde Quarti
FUGGIRE
di Guy Delisle
Rizzoli Lizard
ANNI NOVANTA , Cecenia. Il Paese
tenuto sotto scacco da bande ar-
mate specializzate nel rapimento
di operatori stranieri per la cui libe-
razione sono chiesti riscatti strato-
sferici. Christophe Andr lavora per
Medici Senza Frontiere in una cit-
tadina sul Caucaso e la notte dell1
luglio 1997 si trova per la prima vol-
ta da solo nel dormitorio: un gruppo
di energumeni lo preleva a forza dal
suo letto e nessuno pu aiutarlo.
La sua storia ha un buon termine:
questa la premessa di Fuggire, la
cronaca a fumetti del rapimento
di Andr che lautore ci assicura di
aver riportato secondo i racconti del
sopravvissuto.
QUELLA DI ANDR una vicenda che
ha dellincredibile. Non un caso
che sia stata scelta da Delisle, gi
autore acclamato di non-fiction con
graphic novel come Cronache bir-
mane e Pyongyang (tutte pubblicate
in Italia da Rizzoli Lizard). Se Deli-
sle ha sempre riportato fedelmente
quello che osservava nella sua quoti-
dianit, al seguito della moglie colle-
ga operatrice di Medici Senza Fron-
tiere, questa volta il lavoro ben pi
complesso: racconta unesperienza
traumatica in prima persona, cerca
una voce per un protagonista altro e
ancora vivo e vegeto.
304
Una letteratura
precisa: il
Doc Fiction,
anche definito
New Journalism.
Ovvero quando
la letteratura
incontra la realt
1.
Fuggire.
Memorie di un ostaggio
di Guy Delisle
2017, Rizzoli Lizard
432 pagine
IL ROMANZO VERIT , la trasposizione
su carta della docu-fiction cinema-
tografica, ha nobili predecessori,
ma il mondo del fumetto che in
questo momento sta trainando la
letteratura dinchiesta: Jo Sacco,
con la Sarajevo spietata messa in
scena in Neven (Mondadori), o la
Cina maoista raccontata da Kunwu
e Oti in Una vita cinese (Add). Le
tavole di Delisle sinseriscono in
questo filone, spiccando per lorigi- 2.
nalit del tratto essenziale che non Compulsion
sovraccarica la pagina di partico- di Meyer Levin
lari, senza per questo rinunciare al 2017, Adelphi
realismo. Poche linee e una limitata
592 pagine
palette di colori (due in questo caso:
una per il giorno e una per la notte)
che permettono al lettore di focaliz-
zarsi sugli elementi importanti.
DELISLE SA TROVARE lironia nascosta
anche nelle situazioni pi disperate
e ci fa rivivere non solo la claustro-
fobia delle giornate tutte uguali di
Andr, ammanettato per centoun-
dici giorni a un termosifone, ma an-
che i piccoli moti di coraggio, le spe-
ranze vane e i voli pindarici assurdi
e quasi comici di un prigioniero che 3.
non pu far altro che sognare e cer- Solo.
care di restare umano. A differenza Disperso in acqua
di molti film e romanzi cui siamo nell Oceano Indiano
abituati, la prospettiva del rapimen- di Brett Archibald
to ribaltata: il lettore vede con gli 2017 Nutrimenti
occhi dellostaggio, che nonostante 416 pagine
sia il centro della storia non pu
conoscere il proprio destino, se ci
siano trattative per liberarlo e quale
THE FASHIONABLE LAMPOON
sia il futuro che lo aspetta. Chri-
stophe Andr, grazie alla penna di
Delisle, si trasforma da personaggio
di cronaca a personaggio e basta:
un uomo con la barba di cui rico-
nosciamo appena i contorni, buffo e
coraggioso allo stesso tempo.
FUGGIRE, nonostante dichiari fin
dallinizio il lieto fine, coinvolge
il lettore dalla prima allultima
pagina, anche quando le tavole ri-
portano il lento scorrere del tempo,
un quadrato di sole che si sposta
con landare della giornata da un
punto allaltro del muro. Assistia-
mo allottusa e feroce ripetitivit
dei gesti dei rapitori, ma anche alla
lucida audacia di chi sceglie di aiu-
tare Andr.
Untittled by One Eye Girl.
THE FASHIONABLE LAMPOON
Gian Paolo Serino
COMPULSION
di Meyer Levin
Adelphi
IL VERO, primario, A sangue freddo,
sino a oggi considerato il primo li-
bro di non-fiction novel (una sorta
di docu-film che partendo da fatti
reali li racconta secondo diverse
tecniche narrative) non di Tru-
man Capote, con la sua storia in
presa diretta dei due psicopatici
che assassinarono senza apparente
motivo una famiglia di agricoltori
in un paesino del Kansans, nel pro-
fondo MidWest. Lha scritto Meyer
Levin nel 1955 (A sangue freddo
del 1966) con il titolo Compulsion.
ARRIVA IN ITALIA e racconta la ben pi
intrigante vicenda di due studenti
appena maggiorenni appartenenti
alla Chicago del West South, quel-
la dei multimilionari che vivevano
nel quartiere, oggi residenza di
Obama, delle ville affacciate sul
Lago Michighan. I due rampolli
nel 1925 rapirono e uccisero un
ragazzino di quattordici anni dan-
do il via a quello che in seguito fu
definito il processo del secolo. In
quella Chicago anni Venti, in mano
alla criminalit organizzata con
il pericolo pubblico numero uno,
John Dillinger, e con gli speakeasy
gestiti da Al Capone per il contrab-
bando di alcolici. In quella Chicago
maledetta, come la definisce lau-
tore pur non raccontandola mai,
esiste una societ parallela: quella
delle famiglie ebree milionarie a
cui appartengono i due assassini e
la vittima. Una societ che rimane
scossa, insieme a tutta lAmerica,
davanti a quello che allinizio do-
veva essere un delitto perfetto (non
a caso ispir anche Hitchcock per il
suo Nodo alla gola).
A RACCONTARE, con nomi fittizi, ma
fedelissimo alla realt degli acca-
dimenti lo stesso Meyer Levin
che era loro compagno di college e
al contempo lavorava come giovane
inviato del Chicago Daily News con-
tribuendo alla risoluzione del caso.
Quel che affascina, pur nella bruta-
lit del gesto, la motivazione che
spinse i due ragazzi: sispiravano
quasi identificandosi al superuomo
di Nietzsche, un superuomo che
seguendo leggi dionisiache al di
sopra del Bene e del Male. Voleva-
no dimostrare di essere intoccabili,
non punibili dalle leggi terrene.
IL RAPPORTO tra i due non mai del
tutto esplicito (e anche in questo
bravo Levin. Di tipo omosessuale
sadomasochista (con un dominante
e un dominato). Atmosfere ante-
signane dei film alla Fassbinder o
alla Roman Polanski, che intrigano
ancora di pi: per il rapporto narci-
sistico con il male e quellattrazione
presente in tutti noi, esseri umani,
dellesperienza erotica-estetica pi
estrema, lassassinio per voluttuosi-
t del piacere.
Chiara Beretta Mazzotta
SOLO
di Brett Archibald
Nutrimenti
UNA NOTTE senza stelle nello stretto
delle isole Mentawai, nellOceano
Indiano. Il mare in tempesta. Un
uomo passeggia, incerto, sul pon-
te della Naga Laut, lo yacht che ha
affittato insieme con alcuni amici.
Ha bevuto troppo. Lo stomaco in
subbuglio, si sporge dal parapetto
per vomitare immagina facciano
cos i marinai mentre limbarca-
zione balla sotto ai suoi piedi. Non
si aspetta la fitta alla testa una
coltellata n il capogiro che gli fa
quasi perdere i sensi. E si ritrova in
acqua.
BRETT ha cinquantanni, vive a Cape
Town e accanto al mare c cre-
sciuto, non solo lo conosce bene,
il suo parco giochi. Di solito, la
prospettiva da cui lo osserva di-
versa: le onde le cavalca con la sua
tavola da surf. un campione, non
uno sprovveduto che finisce fuori
bordo.
Nessuno si accorge dellaccaduto,
sulla barca tutti dormono e presto
Brett capisce che urlare non servir
a nulla: il suono viene strappato via
dalle onde, dal vento e dalla pioggia
che iniziano a offuscarmi la vista.
Istintivamente inizia a nuotare ver-
so la Naga Laut che continua ad al-
lontanarsi e a perdere forma nello-
scurit. Quando dellimbarcazione
non c pi traccia, ha una certezza:
morir, solo.
LOCEANO non un luogo desolato.
La questione se faccia piacere o no
ricevere certe visite. Un naufrago
senza muta, salvagente e sprovvi-
sto di alcun appiglio non solo deve
saper gestire il terrore ed essere un
eccellente nuotatore ma, soprattut-
to, deve tener testa alle creature che
lo considerano cibo. Il protagonista
di questa storia sopravvive a sciami
di meduse, al freddo, alla fame, alla
disperazione e alle allucinazioni. Si
addormenta, persino. Viene risve-
gliato da uno stormo di gabbiani
desiderosi di cavargli gli occhi, tan-
to quanto quei gabbiani, lui, sarebbe
305
pronto a divorarseli vivi con piume
e becco. Incontra anche uno squalo.
SOPRAVVIVERE da soli nellOceano
Indiano per ventotto ore. Due notti e
un giorno con la sola forza di volon-
t? Parrebbe una trama ardita ma, in
realt, questa la vera storia di Brett
Archibald, un uomo daffari partito
nellaprile del 2013 per un viaggio
organizzato con un gruppo di amici.
Lobiettivo era celebrare il cinquante-
simo compleanno di uno di loro ca-
valcando le onde migliori del mondo
in uno splendido paradiso tropicale.
Una spedizione in uno dei surf spot
pi remoti, le isole Mentawai, rino-
mate per la pericolosit, per il loro
fascino primitivo e lisolamento che
le ha mantenute intatte. Un viaggio
da sogno che si trasforma in una
micidiale prova di resistenza fisica
e psicologica, quasi un rito dinizia-
zione. Devi restare in vita soltanto
fino al ritorno della barca si ripete di
continuo per darsi coraggio. Nuo-
tare o morire. Per passare il tempo
Brett recita filastrocche e affronta,
uno a uno, i ricordi sgradevoli e do-
lorosi che hanno segnato la sua vita.
A tenergli compagnia c un im-
maginario consiglio damministra-
zione: Bob, la sua bocca, il direttore
operativo; Emily, la narice sinistra,
il direttore delle vendite; Hilary, la
narice destra, il direttore marketing.
PUBBLICATO A TRE ANNI dallincidente,
il romanzo accompagna il lettore
ora dopo ora, bracciata dopo braccia-
ta in questavventura incredibile,
trasmettendogli limmensit dello
sforzo e la vertigine della sfida. Una
storia di speranza, resistenza, pas-
sione che dimostra ancora una volta
quanto la forza di spirito e il coraggio
possano fare di un uomo un eroe.
Nicola Manuppelli
LULTIMO
DANZATORE
DI MONTAGNA
di Chuck Kinder
Fazi Editore
IMMAGINATE un disco che suona, ra-
schiando sulla puntina. La voce
306
quella di Elvis Presley. Il brano Love di un tunnel. La luce si era avvici- bar del West Virginia come balleri-
Me Tender. C la luna in cielo e una nata sempre pi, e si era delineata no di tip-tap. Il padre di Jessico ora
donna balla da sola in un parcheg- una figura. Era simile al padre di era morto, e cos Elvis disse a Jessi-
gio pieno di vecchie Harley. Imma- Jessico, ma non lo era. Quando co: Adesso tocca a te. Tuo padre sta
ginatevi un brutto motociclista, ve- aveva parlato, la voce era quella di ballando il tip-tap nelle strade doro
stito di pelle, i baffi gli arrivano alla Elvis. Jessico, non morire adesso! Il del Paradiso. Sarai tu, ora, lultimo
punta del mento - segnato dai tagli mondo ha bisogno di te!. danzatore di montagna. Chuck
della lametta, un po sporco di unto sbatte il suo bastone col pomello a
di patatine fritte o ketchup - il naso JESSICO aveva ubbidito ed era tornato forma di teschio a terra e si aggiu-
grosso, la pancia tesa come pelle di dalla morte. Jessico era figlio di un sta il cappello bianco sulla fronte.
un tamburo. Lo avete immaginato? uomo conosciuto in tutti i peggiori Jessico White! dice Lee Maynard.
Beh, qui ce ne sono almeno una
cinquantina di tizi del genere. Se c
qualcuno strano siete voi.
NON SIAMO A GRACELAND, dice An-
nie. Siamo in West Virginia, terra
natale dello scrittore/mito/leggenda
Chuck Alfonso Kinder, conosciuto
come il grande yeti della letteratura
americana, e questa sera del 2004
siamo in giro a bordo del furgonci-
no di Sam, ex dogsoldier e traffican-
te. Un tipo per bene. Con noi anche
Diane Cecily, la bionda moglie di
Chuck, e un altro scrittore, Lee
Maynard. I due autori sono qui per
una tappa del loro Outlaw Writers
Tour, il rock-literary tour fra i fieri
abitanti degli Appalachi. Si beve
prima e dopo gli spettacoli, a volte
anche durante. Nelle pause Chuck
ci racconta del nuovo libro. Vengo
qui, gli racconto qualche balla, canto
delle canzoncine e in cambio mi dan-
no qualche altra storia del West Vir-
ginia da infilare nel libro. Balle in
cambio di verit, dice Sam. Balle
in cambio di balle, dice Chuck. La
verit nella finzione.
IN SINTESI, il miglior modo di fare
docufiction raccontare balle. Il
titolo del libro sar Lultimo dan-
zatore di montagna, che poi il so-
prannome di uno di quei personag-
gi parte del paesaggio qui in West
Virginia, Jessico White, un pazzo
convinto di essere la reincarnazione
di Elvis. Forse lui, dice Chuck,
trangugiando la birra. Ci racconta
che una volta hanno sparato a Jes-
sico in gola e che Jessico era sicuro
di essere passato attraverso la mor-
te. Era a terra, esanime, in qualche
modo sicuro che il cuore avesse ces-
sato di battergli. Poi si era svegliato
nel buio di una specie di miniera di
carbone e aveva visto una luce, un
puntino in fondo, come al termine Isabel by One Eye Girl.
THE FASHIONABLE LAMPOON
XENNIALS? P.54
RAFFAELLA SILVESTRI
THE PALM TREES in front of Milan Cathedral. Babylon is the
location where the dispute took place Alexander the Greats
generals would have resorted to war, fighting against each oth-
er. Versace, Givenchy and Chanel attack the stars, Louis Vuitton
and Fendi, their armies, Herms, his heraldic cavalry, Dolce
and Gabbana dressed as soft toys, Moncler is a fleet of scouts
this world where the monarchs and Queens of Acropolis
fall. Bebe Vio at the Dior fashion shows: Mariagrazia Chiuri
has hailed her as a princess, a symbol paying tribute to every
womans strength a few months later, it seemed so strange
to see her enchanting Montecarlo wearing a gown designed
by Valentino. In the meanwhile, in Milan, we have an adorable
woman, flaunting around in her exclusive high-heeled shoes in
a bourgeois setting: our own, homegrown Sally Spectra, who
has finally escaped the glamourous soap opera scenario to me-
ander through real-life contexts, still creating throwbacks of
last years collections, attentively recalling the days of the week
by means of her sweatshirts.
NEBUCHADNEZZAR, the hanging gardens and Mongiardi-
no, so many wonders to be seen. Lapis lazuli, Persian cobalt
shades of blue Great gateways rebuilt in Berlin. Agrigento
recalling Athens Italian aesthetics consisting of embroider-
ies, patchworks of colored segments and swatches of fabric. A
Tiffany earring City HardWear, Lady Gaga descends from the
sky for the Super Bowl. In Babylon, those who dont evolve are
eliminated, just as a Persian king against the Emperor of the
Universe. Hephaestion gave an emerald to Alexander the Great
as a gift: legend has it that the emerald would become opaque
if it came close to a poisonous substance, serving as a warning.
Alexander always wore Hephaestions emerald nevertheless,
another legend recalls that Alexander actually died of strych-
nine poisoning when, maddened with pain after Hephaes-
tions death, he didnt notice that the emerald had become dull.
No other country is more international than Italy. All the coun-
tries that have renounced their registered offices in Italy to fo-
cus on Asian markets have since regretted this choice in Asia,
they desire what we dream of here in Italy, the Made in Italy
product still remains the utmost world reference in terms of
luxury goods. All the companies who have become paperless
enterprises, convinced that they had to stake everything they
had on the web, have found themselves empty-handed. This
is an error that Dario would never have made, not even if he
had already come to the point of defeat. The see now buy now
motto has since become see now buy never. The fashion hous-
es sell luxury goods, luxury goods are dreams that the masses
wish to fulfil if the masses dont dream, then luxury doesnt
exist. Those who can afford to, want to buy what others can
only dream of. Today, Tom Ford has performed an about-turn,
while Ralph Lauren remains suspended in a sort of limbo and
Burberry gets worked up. No-one seems to realize that this see
now buy now concept is nothing new. Its neither an innova-
tion, a novelty nor a shock to the fashion industry its simply
something that has always existed and which we have always
called couture, with all its values and mechanisms. My mother,
a poor woman who mistook beige for being chic, said Ira von
Frstenberg.
The radio in every car running around Babylon broadcasts a
catchy song that tells of Westerners karma. Its almost like a
nursery rhyme, reminding us that we are only apes and as
such, we should have more dignity than sol-fa based selfie-ad-
dicted masses. Selfies Strictly Forbidden can be read upon
entering the city of Babylon, among the palm trees in Los An-
geles, Bla Bla Land Trump has no hope of maintaining any
authority or building any stupid wall up against Meryl Streeps
first speech. Intelligence is back in fashion, wit with substance
without becoming Manneristic, merely conventional, like
Gucci (even if its true, we adore Gucci all the same). We are
simply sick and tired of seeing so many useless photos, one af-
ter another, simply fed up to the back teeth. We want to go back
to reading novels. I wanna die on Mars, possibly not landing.
Digital Visual Wave. The messaging from California is coming
through loud and clear: Instagram is a visual search platform.
Figurative art is the synthesis and the destiny of each fashion.
The web will soon be awash with these visual producers art-
ists, illustrators, graphic designers, digital artists, 3D wizards,
308
cartoonists, painters, from New Zealand to South Africa. They
only had a few thousand followers. Instagram has signed
them up as any creative agency could have done and, just as
if they were in a portfolio, it has presented them to the large
companies who have been able to choose from this range of
professionals to best suit their aesthetics according to their
characteristics and style, starting to commission work from
them. Within one week, Instagram had managed to channel
hundreds of thousands of followers to pursue these visual
producers with a snap of the fingers transforming them
into Art Instagrammers. We are all gobsmacked, between the
past and contemporary new, strong, unexpected art forms.
This is called Digital Visual Wave, or better, thats how we call it.
Throughout history, there has always been an outburst of art af-
ter a fallow period: indeed, new digital enlightenment derives
from the marvelous, nostalgic Mannerism of Gucci.
Babylon in flames. The marble archive of the Academy of Fine
Arts in Carrara is being renovated. Uneredit di ambra e avorio
(A heritage of amber and ivory) by Edmund de Waal. The Ytalia
exhibition at the Belvedere in Florence. Arrogance, you have
green eyes. Jerry Mequire enters the room Bridget Jones has
become more beautiful, in that film, after all these years Tom
Cruise starts speaking: nothing has any meaning without you,
managing the aesthetics of my life.
BACK TO ITALY P.56
CESARE CUNACCIA
Paintings, sculptures, clothing, shoes and accessories, furniture
and vintage photographs on display, portraying the golden age
of Salvatore Ferragamos return home during the interwar period
1927 THE RETURN TO ITALY is the title of the exhibition, which
opened on 19 May at the Museo Ferragamo in the Palazzo
Spini Feroni, on Florences Via Tornabuoni. Set to run until 2
May 2018, and curated by Carlo Sisi, the original concept came
from the museums director, Stefania Ricci. The scenography
takes an evocative approach, framing a vast body of paintings,
objects, sculptures, clothes, shoes and accessories, furniture,
documents, vintage photographs and historical and contempo-
rary video installations, in a nod to the golden age of the great
passenger ships between the two world wars. The exhibition
was designed by Maurizio Bal, in collaboration with Andrea
De Micheli, and centres upon the return to Italy from the USA
of the young Salvatore Ferragamo, in 1927, on board the Roma,
shipping company Navigazione Generale Italianas transatlan-
tic jewel. Born in Bonito, Irpinia, in Italys Campania region,
Salvatore left as a seventeen-year-old emigrant, travelling
third-class by steamer. Armed not only with courage and hope,
but already in possession of extraordinary skill as a shoemaker.
The country to which Ferragamo returned, boosted by his af-
firmation in Hollywood, seemed stable, more united and for-
ward-thinking. It should be stressed, here, that the Fascist gov-
ernments debut had been well received in America. Ferragamo
therefore decided to set up in Florence, a city he considered an
authentic symbol of culture and style, and to intertwine his
American experience with the ancestral knowledge of Tuscan
craftsmen. A dynamic and an attitude developed around a
concept of unity of the arts, urbanism, architecture, technology
and craftsmanship, linking the restoration of the trade and the
tradition of the Renaissance workshop as a syncretism ideal.
The artist-craftsman became fundamental, playing an ethical
and political role as a guiding spirit for new times, observes
Stefania Ricci in her catalogue introduction. Those were years,
from the Twenties to the mid-Thirties, during which applied
arts saw all-round fervour and pursuit. In 1922, the University
of Arts was opened in Monza, while from 1923 to 1930, the
Villa Reale played host to those famous biennial exhibitions
that later came to the Milan Triennali. This feverish ferment,
this creative, polyform, forward-thinking outlook, and the
brackish scent of the long crossing between the USA and Eu-
rope at the end of the jazz era, before the disastrous 1929 fi-
nancial crash, are evident throughout the exhibitions narrative,
following in the wake of Salvatore Ferragamos revolutionary
aesthetic and productive vision.
The Florence of that era, too, transforming, suspended between
the recovery of the past and tradition, between modernism and
rationalist architectural impulse, as depicted in the painting by
John Baldwin of the brand new Santa Maria Novella train sta-
tion, was moving and changing. The city was evolving, thanks
to the establishment of the EAT (the Ente Attivit Toscane,
Tuscan Activities Entity) and the Art Fairs of 1923 and 1924,
but above all to the central role of the Porta Romana Institute of
Art, a creative forge of massive national importance, where the
teachers included prestigious names such as Bruno Innocenti
and Antonio Berti. The first part of the exhibition features ele-
ments of the decoration, affiches and advertising brochures of
the Roma liner. Footage, newspaper clippings and expatriation
documents belonging to the young Salvatore, as well as a press
article about his American triumphs and his relationship with
stars such as Mary Pickford, Douglas Fairbanks and Dolores
del Rio. There was a reason why the Americans termed him
shoemaker to the stars. There are some of the designers histor-
ic footwear models, like the 1929 Francesina, that combines a
royal blue kidskin upper with asymmetrical lizard embellish-
ment; the 1930 Due Pezzi sandal, in embroidered satin and
Tavarnelle lace and the Labirinto dcollet shoe (1927-30) in
pearl grey silk thread chain stitch embroidered kidskin. Fash-
ion creations exuding inspiration, catalysts of suggestion and
contemporary identity artistic semantic.
Florence was the epicentre of this adventure, one of reappro-
priation of culture, imagination and emotion, whose fil rouge
hinged upon Salvatore Ferragamos return journey to Italy.
The tracking shot proceeds, urgently. Taking in wooden fur-
nishings, terracotta and the ceramic art of Duilio Cambellotti.
The glass creations of Venetian Carlo Scarpa for the Cappellin
store in Florence and the colourful fabric intarsia of the futurist
Fortunato Depero. Balsamo Stellas carved glass for S.A.L.I.R.
The silk tapestries of Vittorio Zecchin, follower of the Viennese
neo-Byzantine verbum and Klimt secessionist in Venice. A se-
ries of spectacular regional costumes contrasts with feminine
toilette and lingerie. A constellation of photos of the key names
of the time dialogues with the fabrics of the Manifattura Lisio.
Dazzi and Tempestini majolica tiles for Manifattura Cantagalli.
Gio Pontis urns and ceramic plates for Richard-Ginori stand
strong near canvases by Pippo Rizzo, Giacomo Balla, Giovanni
Colaticci and Primo Conti. The coastal views of Moses Levy
and Mario Broglio. The refined portrait of Alma Fidora, Calma
Argentea, by Domenico Guerello. In the exhibition, the theme
of home emerges as a backdrop to the debate on the organic
conception of architecture, outlined by the video installation in
the final room with the re-proposal of three modules designed
during that period: La Casa dArtista (the Artists Home) by
Balla and Depero, La Casa Neoclassica (the Neoclassic Home)
by Gio Ponti and La Casa Razionale (the Rational Home) by
Terragni and Gruppo 7, embodied in the Casa Elettrica (Elec-
tric House) presented in Monza in 1930. Finally, representing
a further tile in this mosaic of references relating to Florence
and its international prestige during two world conflicts, the
varied artistic personalities of the two brothers Ernesto and
Ruggero Alberto Michahelles, alias Thayaht. Well known for
their collaboration with Madeleine Vionnet and Ram, free
spirited, experimental figures, who used advanced language
and stylistic conceptions.
CHANEL, CHANEL, CHANEL P.62
CESARE CUNACCIA
This itinerary incorporates a very industrious network of profes-
sions, riddled with creativity and inspirations linked to the history
of the brand, and to a sophisticated craftsmanship that required
extreme patience and strived constantly to reach technical perfec-
tion while maintaining the timeless appeal of yesteryear
THIS ITINERARY INCORPORATES a very industrious network of
professions, riddled with creativity and inspirations linked to
the history of the brand, and to a sophisticated craftsmanship
that required extreme patience and strived constantly to reach
technical perfection while maintaining the timeless appeal of
yesteryear.
Time is precious, indeed. In her various homes that she trans-
formed into existential shrines of her sheer beauty, Mademoi-
selle Chanel exorcised time with her precious pendules, private
talismanic, magical, and extremely sophisticated ob-
THE FASHIONABLE LAMPOON
Maria Svarbova, Swimming Pool
jects that made jades and gemstones emerge on the icy water of
the rock crystal or on clock faces made in Japanese lacquer and
vermeil. Just like a lady from the Renaissance, lost in the peace-
ful and philosophical contemplation of how fast seconds and
hours, days and years pass by, able to overcome the disorder
and the accumulation, at times sad, of droplets and fragments
of past memories.
Clocks in all shapes and sizes and designed for different pur-
poses, were once the prerogative of high society, powerful
women, such as the queen of France, Caterina de Medici, who
was often a source of inspiration for Gabrielle Chanel, start-
ing from the monogram with the entwined Cs, going against
the widespread disapproval by French historians of the Ital-
ian-born queen, who was mother to the last of the Valois line-
age to take Saint Louiss throne. Isabella dEste, marchioness of
Mantua, an intellectual and unscrupulous figure at the centre
of cultural and political debate in Italy and Europe between the
fifteenth and sixteenth century, had even dedicated a room to
clocks, much loved objects of desire, in the Wunderkammer of
her apartment in the Corte Vecchia. It was a haven filled with
art treasures and rarities, nestled in the fine architecture of the
Gonzagas residence in Mantua.
Mademoiselle Coco was a collector of timepieces, and for her
they were symbols of eternity and wondrous concepts, sus-
pended from a glittering thread. It is thus no coincidence that
the name given to the model that started this path for Chanel,
in October 1987, was Premire. This programmatic name has a
connotation of superiority and excellence, but also touches on
the demiurgic role of the director of an atelier of haute couture
fashion. Premire takes inspiration from two shapes dear to
the Maison: the iconic bottle for Chanel N 5 and the classicist
Grand Sicle geometry, airy and multifaceted like a diamond,
of Place Vendme, the heart of Paris overlooked by the Hotel
Ritz, a Proustian berceau for Mademoiselle Chanel, who would
spend the nights there, going up to her sumptuous apartment
in Rue Cambon at nightfall, escaping from the professional and
stylistic burdens to which she was bounded throughout the day.
Premire is still proverbially associated with the intense, em-
blematic charm of Ins de la Fressange, embracing unexpected
aspects and concepts. It possesses an original concept of both
a timepiece and a true fashion accessory. It also has a new
aesthetic definition, the illusion of a space that is not bound
or reduced by any limits, and has no hands or face. A clean,
smooth and flat surface, based on femininity and functionality,
in other words two essential aspects which cannot but express
modernity and beauty at Chanel, captured in a single, charis-
matic jewel. The distinguishable empyrean of the Chanel style,
the fervid mosaic of suggestions and symbols of the Maison,
also inspire and nourish womens watchmaking, giving it a
completely new character. We have the ever-present pearls, the
lucky stars and matelass, the iconic camellias that come into
flower on ladies suits and robes noir, and the bows that swiftly
and gently tie around the wrist with rocaille grace, escaping the
poetic liturgy of the atelier. Each phase of production, from the
design and planning up to the development and manufacture
of each single part and element, is taken care of in-house, with-
out the involvement of any licensees or third-parties.
At the very start of the third millennium, in 2000, the J12
was created, in black ceramic, unalterable and sparkling, en-
capsulated in the rotor. It was to become a true revolution, a
dynamical explosion that entered the twenty-first century like
a bullet. Unlike metallic watch straps, the material of this watch
adapts immediately to the body temperature. In this case,
Chanel achieved two unbeatable assets: the unprecedented use
of high-tech ceramic that became a precious material, and the
use of pitch-black, elusive, mysterious and deep, as an essen-
tial colour for timepieces. Mutatis mutandis, the very opposite
applied in 2003 with the creation of the J12 in immaculate,
opalescent, snowy white, a catalyst of light and mirrored re-
flections. An exciting array of different versions was created,
with temporary limited editions and series, up to the invention
of the XS model. This metamorphisis is still ongoing, and has
reached truly milestone proportions, that can be described as
historic, for this unusual wristwatch. In the Swiss laboratories
of Chanel, therefore, there is an innate and constant vocation
for challenge.
In 2005, it was the turn of the J12 Tourbillon, yet another
bold improvement in the skill that anticipated the debut of
310
the Maison in the elite of haute horlogerie, thanks to the J12
Retrograde Mystrieuse, with its formidable complex design
and movement. A blend that combines bold stylistic choices,
complete in-house production and an orthodox respect for the
most virtuous and established Swiss watch-making traditions,
in which the impeccable, cutting-edge technology always aids
design, never vice-versa.
In 2012, to celebrate its twenty-fifth anniversary, the Premire
watch was enriched by a flying Tourbillon, taking the typically
male and niche world of highly complicated mechanisms into
womens watchmaking. Naturally, the taste and style was true
to the Maison in rue Cambon. The Tourbillon of diamonds fol-
lows the canonical and inevitable silhouettes of camellias and
comets, like an omen or a gripping poem, while the innovations
and patents are relentless and boldly go beyond any established
limits or boundaries. For the first time, Chanel received a pres-
tigious award at the Grand Prix dHorlogerie de Genve, in the
specific category Montre Dame, with its Premire Tourbillon
Volante. Coco Chanel, who loved anything that looked towards
the future, but was also able to blend the antique and even ar-
chaeology with a futuristic feel, in a sublime, totally independ-
ent and passionate short-circuit of beauty, would have been
truly proud of this.
In the same year, the rare pieces of the collection Mademoiselle
Priv took a visionary and even fairy-tale like direction: imag-
inative watch faces, unprecedented movements, revisited craft
techniques, filigree gold broderies, diamond and mother-of-
pearl inlay designs. It even involved the painstaking, noble art
of classic gem engraving, which was sought after by the imperi-
al clients of Ancient Rome and Constantinople, Halicarnassus
and Alessandria in the Ptolemaic period: even today, this art
is considered the prerogative of monarchs, senior prelates and
educated members of high society. It is a real flood, a deliri-
um of savoir-faire and splendour recalling the atmosphere of
One thousand and one nights and designed for women like the
sumptuous Theodora of Byzantium and the imaginative Sche-
herazade, created by the very talented hands of glazers and
engravers, marquetry artists and gemsetters. The Mademoi-
selle Priv Camlia Brod, enriched by a haute couture watch
face, embroidered with strands of silk coloured using Peinture
laiguille, a calligraphic and almost mystical technique, was,
for the second time, awarded the Grand Prix de lHorlogerie de
Genve in 2013, for the category Metirs dArt.
In 2015, the Boy-Friend model overturns the androgynous
codes of feminine watchmaking. Yet another leadership was
achieved: male allure fully dedicated to women. The subse-
quent year, another novelty was presented: the metal watch
strap with a Tweed-like texture, an intricate weave of metallic
threads, made using an amazing, secret, skilled technique that
made it possible to achieve the same soft texture of the fabric.
In 2016, Chanel was ready to launch its first Haute Horlogerie
movements produced totally in-house: Caliber 1, with jumping
hours and retrograde minutes, specially designed, just like its
case, for the launch of Monsieur de Chanel, a creation which,
in yet another exploration, is dedicated specifically to men. It
is a combination of imaginary boldness and vision, challenge,
unbeatable perfection and reality, overlapping desire and ad-
mirable creative expression. For Chanel, reaching its thirtieth
anniversary is simply an incentive to go even further, to soar
even higher. The second in-house Caliber has now been made
and is a re-interpretation of the Premire, the genesis and fore-
father of this entire magnificent parable, in a context of haute
horlogerie. In pitch black, this skeleton watch face is unique
in its kind and combines a legendary element of the Maison
with the feverish, stubborn liberty of its creative research. Thir-
ty years have passed and they may seem long, but there is no
tiredness and no hint of desire to do anything else, but only to
continue striving for perfection and come up with a never-end-
ing shower of wonders from the fabulous universe, the marvel-
lous dream machine of this French brand.
MODA UOMO P.66
CARLO MAZZONI
ARMANI CODIFIES MENSWEAR. Anything can be said about
Armanis womenswear collection, about Milans current rele-
vance but when were talking menswear, Armani is still lead-
ing, to say the least. Hiring the best cast Ton Heukels, Fabio
Mancini, Alessio Pozzi Emporio introduces and defines the
next season: big shoes with chunky, high soles, but lighter
around the ankles, without becoming actual boots. Pants are
wide and loose. Cozy wool, thick fabrics, loose along the whole
leg (here at Emporio pants are sometimes cropped, while the
market will want them longer). And then sweatshirts, jumpers,
biker jackets all cropped and fitted around the chest while
the leg is loose and wide, the chest is still structured. Patterns
crop up, just like for womenswear, they will soon invade mens
collections, too. Mina and Celentano, from the soundtrack,
sing Amami, Love me Armani.
Christian Pellizzari displays some powerful ideas, from the
damask jackets to the studded shoes. The research on textiles
must focus on a greater looseness yes, looseness is the con-
stant thread today and on a more artsy cut. There is potential
here, and it is solid. Neil Barrett makes us proud. He is one of
the best-selling brand in Bangkok. His show is attended by
buyers rather than the press international buyers, that is, in
particular from Asia. A collection of almost a hundred pieces,
reasonably more commercial than creative, due to what I was
saying before, but the
references are accurate: mens fashion between Asia and Ger-
many, with references to Raf Simons and to the Antwerp Six,
with inserts of colors, graphic motifs and signs and geometric
shapes so precise they create a new code.
Marcelo Burlon is considered one of the most interesting mo-
ments. The show is more impactful than the collection itself.
There is an extremely precise consistence in the references to
Patagonia, to the warrior dancing at an underground rave, to
a digital hero made of soil but the risk is that it all becomes
mere costume. The premises are there as solid foundations, but
what seems to be lacking here is the imagination to explode, to
have fun and, knowing the designer, this appears like a true
contradiction.
Marni has lost its direction and hasnt found it yet, communi-
cation is too much dependent on the ephemeral nature of the
so-called web influencers that downgrade the brand to sec-
ond-rank company. Moschino is becoming repetitive its not
imaginative, its not derisive. The fur inserts spotted at Santoni
are pathetic a desire to get an international image leads to a
bad copy of Gucci (its a shame, considering the brand crafts
tremendously beautiful Italian shoes). One of the worst sights
is the hordes amassing at the Mandarin Hotel to attend the
Lamborghini cocktail event, the dirty dishes piling up on the
window sills.
Francesco Curradi looks promising. Loose pants, almost as
poetic as the show. Slogans in place of the tuxedo side band,
now a detail for everyday pants (just think that models are not
wearing shoes and that the beauty of a pair of pants is partly
appreciated observing how they touch the shoes). Snagged
threads as embellishments. The soundtrack is touching at first,
then becomes redundant.
Andrea Pompilio has the ability to play with lines and volumes,
successfully achieving an electricity/energy and engineering
that others with his same method cannot find. Relaxed shapes
and geometric prints this is Pompilio. The research on tex-
tiles, the tuxedo side band on the vicuna, a matted wool gauze
makes a striped, soft texture.
New creative director Guillaume Meilland makes his debuts at
Ferragamo. The shoes are stunning, they feature studs embel-
lishing the lower part of the soles, touching the ground. Color
accents on gray and black a red sweater peeps out of a wool
cloth jacket, and its a touch of genius. Sweatshirts and little
jumpers are sported over formal pants. A navy blue maxi coat
with huge lapels is the final outfit. A slightly trendy twist may
have been a good thing, even just for the show, amidst the ines-
capable quality of each garment.
At Damir Doma apart from a few influencers even uglier
than those were used to the wide pants become high-waist-
ed. The first coat is long and loose and magnificent. It reminds
of Haider Ackermann but its more substantial the same pet-
rol blue and acid pink and rusty orange reflections on velvet.
The stretched out and distressed tops are nothing new. The
collection is more powerful at the beginning of the show, then
it loses it.
At Missoni too many bloggers inspire a sense of
THE FASHIONABLE LAMPOON
stupidity that clashes with the houses elevated culture and
heritage. This year we spot appliqu which are signature Dries
van Noten but its only a legacy that would pertain to Missoni
by right. The first sweater is spectacular followed by others
mixed with lots of tartan, maybe too much of it. Softness here
at Missoni can only be marvelous to touch.
Daks and the dramatic runway show. This way one can sell
the whole collection but risks generating boredom that the
fast-paced show avoids. Daks stands out from the crowd, the
collection is inspired by Matthew Goode in Downton Abbey: a
race car driver in the Thirties who marries a haughty countess.
The clothes adhere to the body, they are comfy because they
are fitted yet not relaxed distancing themselves from the
trend du jour.
Prada. Lily Collins. All the models look like Clement Chab-
ernaud who takes the runway towards the end. Patchwork
sweaters: evoking your grandma the way only Prada does every
time. The bourgeois grandmother living in the town house, not
in the countryside no, its not the grandma its rather the
bourgeois aunt who was young when you were four years old,
whose image stuck in your mind every Sunday afternoon of
November. The rusty tone of vicuna and leather lots of leath-
er, like the leather sheets on the seats at the show. Underneath
the rust lies a bright, wet grass green, oxblood loafers. The
pants are signature Prada, a cigarette silhouette that opens up at
the bottom without flaring out, and envelop the rear, enhancing
its curve. A purple fur hat, an oxblood fur jacket. The appliqu
on wool is beautiful just like Missonis. Its a shame that, with all
this going on, a few girls sitting in a row, Pradas best selection,
keep taking selfies in pairs, like little girls waiting to get on the
subway.
Moncler. The show is highly imaginative, verging on the cin-
ematic, epoch-making, hinting at the fearsome, the ominous,
the apocalyptic. A row of men tied together by nautical ropes,
brought up in the mountains like climbing ropes friends
sharing the same destiny. The show is evoking, poignant, leg-
endary on display at the showroom are pieces one may want
to wear forever. It calls to mind maybe McQueens long-ago
shows, and the strongest detail is that Im aware its not couture,
its sportswear.
Dsquared. A scintillating daisy pattern embroidered on a jack-
et. Men and women are almost dressed alike. Totally out of
time, yet consistent with this image of sporty Canadians, like
mascots from Montana transferred onto a red carpet and cov-
ered with diamonds.
Fendi is back to understatement yet the jackets feature slo-
gans like Fantastic Fendi, Think Fendi. Think about it there is
nothing more fantastic, scientifically speaking, than the intel-
lect. Cropped jackets. The tuxedo side band is blue and climbs
up the blazer. No more bloggers, but photographers. No more
street style, but total luxury. A super-colorful coat that goes
over the big lapel windbreaker pants, the stripe on the sleeves
is an amazing idea.
Emporio opens, Giorgio Armani closes. The green tones on
the velvets bring to mind forests and emeralds. The cropped
jackets, the soft wools everything is soft, although pants are
slightly tighter than all we have seen these days, going back to
a formal classic style that Armani wants to keep for his mens-
wear main line, inspired by visual references going back to a
period between the Thirties and Richard Gere to the late Eight-
ies. The women wear flat footwear, as in classic, understated
Armani.
THE ORDER OF MALTA
IN CRISIS P.72
ORNELLA FUSCO
Sovereign Military Hospitaller Order of Saint John of Jerusalem,
also known as of Rhodes and of Malta.
18 JULY 2017: just as we were finishing this account, full of mys-
tery and intrigue, a Knight of Malta, Alberto di Janni, made his
resignation public, accusing the pope of excessive interference
in the internal affairs of the Order of Malta. A cry of pain and
a jaccuse which may be a marginal symptom of a much more
complex and convoluted situation that has been developing in
the bowels of the Order over the past few months.
312
Two months earlier. On 24 June 2017, the Lieutenant of the
Grand Master is received by the Supreme Pontiff in modest
civilian clothes, free of his formal robes and of any signs of his
position. A photograph captures the scene: an image as heavy
as a ton of bricks, which ultimately sets in motion the fall of the
sovereignty of the Order of Malta. And so, under the scorching
Roman sun, centuries of history, as passionate as a chanson de
geste, of the Knights Templars only true heirs comes undone.
This full-blown state of crisis leads to a painful reflection on the
fundamental significance and on the symbolic and profoundly
ethical mission of the Order of the Eight-Pointed Cross, estab-
lished in Rome in 1834.
Origins. The foundation of the order dates back to 1048 in Je-
rusalem, when several merchants from the Marine Republic of
Amalfi obtained, from the ruling Caliph of Egypt, permission
to construct a church, a convent, and a hospital in order to assist
pilgrims of all races and of utmost importance all religions.
The foundation was ratified with a specially issued seal, making
the Order sovereign, by Pope Paschal II on 15 February 1113. mined woman named Ariane Slinger, whose name appeared in
Having left the holy land, the orders next stop was Greece,
in Rhodes, an island in the Dodecanese, where it seized the
land from the Ottomans and continued to defend it forcefully
thereafter. Then from Rhodes to the island of Malta, in 1530, to
which the Order obtained feudal rights, granted from the King-
dom of Sicily. Thus Malta became a Christian outpost and stra-
tegic stronghold in the centre of the Mediterranean, facing the
North African coast. The Order governed Malta up until 1798,
when it lost its rule to the Napoleonic army without putting up
any resistance (by law the knights may not use weapons against
other Christians). Centuries and reflections from long ago, yet
still alive; a geography that embraces a message of glory, con-
flict, and the meeting of civilizations and cultures.
The Order of Malta is one of the very few bastions of Catholi-
cism that has remained active and antagonistic in the Middle
East, a cradle of the Christian matrix, whose very freedom to
exist has been attacked and compromised, with hospitals
most notably in Bethlehem and humanitarian initiatives
which assist migrants and refugees, especially from Lebanon.
The SMOM is an organisation that is not merely tolerated, but
valued by other religions, a significant fact given the current
climate of radical ideological tension, despite its origins dating
from the time of the Crusades against Muslims. Recognized by
the Catholic Church for over nine hundred years, the SMOM
maintains its firepower thanks to Italys outstanding heritage
and to American funding. This is all quite distant from the van-
ity and old-Patrician, traditionalist fixations of a lobby of fanat-
ics in bizarre attire, from which a certain portion of the public
all too superficially dismisses the relentless work of the Order
of Saint John. It is like a small UN (the SMOM has even had
United Nations permanent observer status since 1994), a small
Community of SantEgidio with active autonomous diplomatic
channels, recognized by a growing number of countries, espe-
cially in the southern hemisphere, the area of greatest interest
to the Vaticans global politics.
The current scandal reads like a novel, developing into a ruth-
less settling of scores and a sordid battle for supremacy which
has little to do with spirituality. The sensation is that of im-
mersing oneself in the convoluted pages of a Peyrefitte paper-
back, against the backdrop of the intriguing baroque penumbra
of the papal palaces and the nearly millennial global prestige
of the Order. A noble mission in service to and in defence of
Christianity which, at the level of grandiose imagery, is still ev-
ident in the artistic splendour of works like The Beheading of St.
John the Baptist and the Portrait of Alof de Wignacourt by Cara-
vaggio, who did not have an easy or idyllic relationship with the
Order, having escaped from the prisons of Malta to take refuge
in Sicily. Then there is the Maltese Baptism of Christ by Ales-
sandro Algardi and the candid sophistication of Santa Maria
del Priorato, the Orders Roman church on the Aventine Hill
which, along with the attached villa and the Magistral Palace,
is exempt from the jurisdiction of local law. A church founded
long ago which was renovated by Giovanni Battista Piranesi
between 1764 and 1765 by order of the Venetian Cardinal,
Giovanni Battista Rezzonico).
So what happened at the end of January that was so scandal-
ous? The Grand Master of the SMOM, British fra Matthew
Festing resigned due to an old controversy involving the Orders
distribution of condoms in various countries. It is the same
scandal that, the month before, led to the removal of the Grand
Chancellor, German jurist Albrecht Freiherr von Boeselager,
from his position. In this instance, Grand Master Festing had
the full support of Cardinal Mller, then Prefect of the Con-
gregation for the Doctrine of the Faith (also removedt by the
Pope), as well as that of Cardinal Burke, already Prefect of the
Apostolic Signatura (in turn demoted to the role of Cardinalis
Patronus of the Order and ultimately silenced for his guilt in
being one of the writers of the Dubia). (The Dubia: addressed to
His Holiness to clarify certain doctrinal aspects of the Amoris
Laetitia, post-Synodal Apostolic Exhortation on familial senti-
ment, especially regarding the delicate topic of new unions and
of communion to divorced individuals ed.).
It is conceivable that the scandal concerning the condoms was
only a pretext seized by the Vatican to deal with a much more
prosaic situation involving money, which originated with a be-
quest of over one hundred million Swiss francs deposited in a
New Zealand trust managed in Geneva by a lovely and deter-
the Panama Papers (Panama Papers: a list of names published
about a year ago that cited all who had made tax-exempt off-
shore funds available in Panama ed.); a bequest around which
criminal proceedings are underway at the Court of Geneva and
in which prominent Vatican representatives are implicated in
some way. It is possible that this impasse may truly be the toxic
spark which started the fire and led to the removal of Grand
Master Fresting, involved in various aspects of the affair.
Francis is a different kind of Pope, not overly curial and only
marginally tolerant of the traditional pomp of the Roman
Court. He has proven to be intolerant of the ancestral legacy of
an extravagant history and of a sidereal and hieratic mysticism
inaccessible to most. An ecumenical and militant pastor, quite
modern and explosive in his message, and with whom the opu-
lence of the Napoleonic uniforms worn by the dignitaries of the
Order in official ceremonies does not sit well. Therefore, the so-
licitation from his Secretary of State to reprimand the only oth-
er Catholic sovereign state in existence other than the Vatican
regarding the orthodoxy of their behaviour and to accept the
resignation of Grand Master Fresting must have been surreal
to him. You are very good at what you do, but from now on you
owe me your absolute obedience, not only religious and moral,
but also political and financial this is how, with a touch of im-
agination, one might synthesize the paternal yet resolute and
inflexible Papal diktat. (The resignations accepted by the Pope
took place also following the results released by an investigative
committee formed at the end of 2016; a managing body estab-
lished by the Vatican and made up of members of the SMOM
at odds with Fresting, which analysed the work of the Grand
Master with the goal of substantiating his fall.)
Lieutenant of the Grand Master, fra Giacomo della Torre del
Tempio di Sanguinetto, already Grand Prior of Rome (a posi-
tion which up until the 1950s always went to a Cardinal of San-
ta Romana Church the last to assume the role, the noble Nico-
la Canali from Rieti, ironically attempted to take over the Order
of Malta during the time of traditionalist Pope Pius XII Pacelli),
is entrusted with the task of reforming the constitution and the
codex requested by the Vatican. It is the Lieutenant who will,
prior to next April, convene the government task force charged
with renewing government positions. The Pontifical Delegate
nominated in February by Pope Francis, Archbishop Giovanni
Angelo Becciu, will be in charge of reforming the religious as-
pects. As of today, about seventy friars are pledged to the Order.
Of these, only twelve are eligible to become Grand Master and
half of these twelve are over eighty years old. Time will tell.
Fra Matthew Festing may remain the last true Grand Master
of a belief system that, for nine hundred years, protected the
untouchable sovereignty and autonomy of the Order. The re-
cord suggest paradoxes and crucial questions that will remain
unanswered and outlines unsettling deviations for so-called
hegemonies, partialities, and complicities that are all too evi-
dent. Meanwhile, Grand Chancellor Albrecht von Boeselager,
has been reinstated to his position and his brother Georg has
joined the IOR Board of Superintendence, which oversees
the powerful Vatican Bank. The secretary of the commission
assembled by the Pope in order to investigate the Order, Marc
Odendall, has been confirmed by the AIF (Autorit di Infor-
mazione Finanziaria, Financial Information Authority), the an-
ti-money laundering watchdog unit of the Vatican.
THE FASHIONABLE LAMPOON
Maria Svarbova, Origins
Cardinal Parolin, whom many accuse of having handled the
affair in far too superficial a way, remains secure in his posi-
tion. All of this is perfectly represented in the initial image: the
crucial figure of the Lieutenant of the Grand Master, kneeling
before the Pope, not wearing the uniform that symbolizes the
Orders sovereignty.
The Italian Langue of the SMOM (Langue refers to the lin-
guistic division of the geographical distribution of the Orders
members and possessions ed.) has in fact been divested and
brought to its knees before an enormous Franco-Teutonic pow-
er increasingly bent on turning the Order into a non-profit or-
ganization and marginalizing the role that up until recently was
central to Italy. Unfortunately its the Italian Langue itself that
is the primary source of income for the central government, as
well as the most active in its management other countries
associations are far weaker and less dedicated to the cause. It
seems almost as though the dedication of the Italian Knights,
capable of enormous bequests and oblations, with the strength
of countless historical merits, is not actually particularly val-
ued, nor respected, by the Vatican perhaps confirming the
Popes cold indifference. Whether this indifference is intellec-
tual or based on political calculation is the crux of our question.
A sad epilogue to a glorious and passionate parable, so often ex-
emplary in its dedication and heroism. The floor of the central
nave of Saint Johns Co-Cathedral in La Valletta, on the island of
Malta, is a precious tapestry of multi-coloured marble inlays,
richly decorated with coats of arms, nobiliary particles, and
names carved into four hundred burial slabs. Memento mori, a
chivalric epic, and all the flourish and fanfare of the Mannerist
and Baroque styles. Here, under the gentle and proud gaze of
the patron saint of the Order of Malta, the venerated and ad-
venturous Madonna del Fileremo, many of Europes aristocratic
elite have been laid down for their eternal slumber; something
which should, in this era defined by cynicism and political cor-
rectness, by artifice rather than honesty, be a call to truth and a
reminder of the spirit of service and self-sacrifice on which the
Order of Malta was founded.
POSTCARDS FROM
ALABAMA P.84
NICOLA MANUPPELLI
The Camellia State, as they call it in these parts, with its lemon-
ade, and the red and blue of the confederate flag lately, a symbol
that has become more topical than ever
ALABAMA IS A PLACE people pass through, when travelling
around the United States. Thats what they say anyway, almost
as if to say: Alabama is a country for old men. Its a state of old
things: lemonade, pecan pie, the Confederates, the boats sail-
ing along the Alabama River. Thats how we imagined it before
leaving Key Largo in Florida. In theory, Annie and I, were to
have gone straight to New Orleans, but were travelling over-
land, by bus and Greyhound, and the trip seems complicated.
On our last day in Key, Diane Smith wife of the writer Chuck
Kinder, who was our host for the week advised us to skip Al-
abama. Go to New Orleans or Memphis: youll enjoy it more
Sam, their neighbour and friend a former Vietnam dog sol-
dier (he smuggled drugs inside the coffins of dead soldiers)
offered to take us by helicopter. Sams got a helicopter, said
Chuck. I look at Sam: he has a long walrus moustache, the red
nose of someone who has drunk a few too many Old Turkeys,
a belly that looks as if its holding a bomb. I think well just go
overland, I say.
In the end we decide to go to Alabama, to the capital city,
Montgomery, perhaps because we like the sound of the name
Alabama, which is the name of an old Indian tribe and is said to
mean Here we rest. If we had a daughter we might want to call
her Alabama. Diane drove us to the Greyhound bus station. Its
a March evening, warm, as it always is in Florida; Im wearing a
cowboy hat on my head and I feel like John Voight in Midnight
Cowboy. I dont know why you chose Alabama, says Diane
again, as we say goodbye, handing us a bag of her famous sand-
wiches (writers wives in the USA make wonderful sandwich-
es). We fall asleep on the bus. During the night we stop twice to
314
change buses. First in Orlando and then in Tallahassee. Florida ing has fallen out on the way. At least theres that. Now were off
seems never-ending. I need some toothpaste, says Annie as to Clay Street, says Bow Tie. Except that we dont know where
we sit waiting for the third and last Greyhound. Its a long jour- it is, says Alabama Bound. Ha ha, says Bow Tie. We set off
ney. I begin to regret not going to Memphis, and Im not even again. Annie begins to calm down. Were coming back into
stuck inside of Mobile, as the song goes. We both fall asleep Montgomery. Maybe theres hope for the toothpaste, she says
and when we wake up, were in Alabama. to me. I offer to use my sat-nav, but Bow Tie knows a shortcut.
The road is deserted, and all around us is countryside, fields, If you need a taxi tomorrow too, he says. Weve got business
large farms, barns and an infinite procession of billboards ad- cards. He looks hard at Alabama Bound. Right, John? Ala-
vertising religious preachers. They look like the landscapes in bama Bound remains silent. John?, I dont know where weve
True Detective, sunny and uneasy, except that were in Alabama, put the business cards, Alfred, says Alabama Bound. Oh well,
not Louisiana. The Camellia State, as they call it here, is major- says Bow Tie, Ill write it on the receipt for you. The receipt is
ity Baptist. The Methodists and Catholics are small minorities a blank piece of paper on which, when we arrive at Red Bluff
by comparison. The Southern Baptist Convention dominates. Cottage half an hour later, Bow Tie also writes the price. Twen-
God punishes those who betray him!, You will burn in hell ty-five dollars. Twenty-five dollars? says Annie. Yes, says
for your sins! are just some of the threatening signs along the Bow Tie, putting out his hand. Annie stares at him. The tips,
road. At one stop, a guy gets on who looks as if hes stepped right Bow Tie finishes.
out of American Gothic, the famous painting by Grant Wood. The B&B is in true southern style. Old furniture, four-poster
Hes whistling Dixie. Welcome to Alabama, he says to us. We beds and even a tube of toothpaste, to Annies delight. In the
stick to our traditions here: morality, the old confederate red and evening we visit the Alley, in the city centre. The statue of Hank
blue flag, country music. Hes brusque but courteous. He asks Williams dominates everything. Theres also a museum ded-
us where were getting off. When we say Montgomery, his eyes icated to country music. The songs are full of religious warn-
light up. I met my wife there, he says. Weve been happily mar- ings, a bit like the words of the preachers who fling themselves
ried for twenty years. around like dancers here. Old Hank led a troubled life: an Elvis
At Montgomery we say goodbye to American Gothic and get more cursed than Elvis. Women, drugs, alcohol. I am so lone-
off at the bus station. We have booked a night in a B&B called some I could cry, he sang, and he really was a loner: wretched,
Red Bluff Cottage, an old wooden house painted red, with a suffocated by his own behaviour. He died at the age of only
porch like the ones you see in films, with lots of rocking chairs, twenty-nine, in 1953. He had already become a legend: Bob
like something out of Fried Green Tomatoes. When I spoke to Dylan dressed like Hank Williams. The museum still has the
the owner of the house on the telephone she asked me: How blue Cadillac in which he died, perhaps from a dose of mor-
many nights? - Just one, I replied. OK, the woman said, So phine. On the car seat they found some cans of beer and the
youre just passing through, right? Like everyone in Alabama. words of a new song with the title: Then came that fatal day
At the bus station we start looking for a taxi, as if we were in Montgomery, the boats on the Alabama River, the old Union
New York - but we arent in New York. Annie is feeling desper- Station, now the site of the tourist office, the Alley, the Central
ate: shes tired and in need of some toothpaste. After twenty restaurant overlooking the Alley on two sides, Zelda and Scott
minutes, a guy appears who looks just like Bill Cosby, except Fitzgeralds house in Felder Avenue which has a museum dedi-
that hes dressed all in white jacket, shirt, trousers and an ice cated to them (where I spent hours looking at his original man-
cream sellers cap with shiny black shoes and a bow tie. Im uscripts). Theres the museum to Rosa Parks, the civil rights
Alfred, he introduces himself. We have no idea who Alfred is, heroine (in 1965 she was sitting in an ordinary seat on the bus,
but he insists on telling us that hes a taxi driver. He grabs our and refused to give her seat up to a white man. She was forced
bags and insists we follow him. Where are we going? Annie to get off and the incident sparked a protest led by Martin Lu-
asks me. I dont know, I say, though Im starting to remember ther King, as well as inspiring a song by the Beatles: Blackbird).
those threatening religious billboards that we saw along the Montgomery is lemonade, occasionally latent but largely ob-
road. Im not sure that hes a taxi driver, mutters Annie. We solete racism, the courtesy of the inhabitants, the bookshops
walk past the bus station and stop in front of a small, extremely of Afro-American literature, the first confederate White House
battered-looking car, which is also white. On the drivers side (where Jefferson Davies lived and where a guy who looks like
theres another black guy, a younger man whos smiling, with Steve Martin will greet you and try to make you become a
a gold tooth, enormous shoulders and a cap bearing the words Confederate). It is the T-shirt displaying the yellowhammer, a
Alabama Bound. typical bird of the area. The inhabitants are keen to tell you the
Someone else is sitting on the back seat: a kind of rapper. history of every corner in the town, because Alabama may be
Where are we going? Alabama Bound asks me. Is it a taxi? a place of transit, but its also a land full of wonderful things.
asks Annie. I dont know. Bow Tie tries to load our bags Montgomery is the evening, with a moon like a silver coin and
into the boot, which is already full. The cases wont fit in, so music coming from the bars and restaurants. Its Uber instead
he leaves the boot open and ties everything with a rope. Is it of taxis (because otherwise you might meet strange types with
a taxi? Annie asks me again. I dont know, I repeat. Were bow ties). Its the deepest America, as they say here, perhaps
forced to get into the car. Bow Tie says something to us in an because its full of contradictions, fears, dreams and beauty.
incomprehensible language and pushes us inside. Where to? Like the heart of the heart of the United States.
Alabama Bound asks us. I give him the address of the cottage:
Clay Street. The rapper stares at us and then points at the ants
WOMEN PRIEST P.90
walking around on the car roof - we realise that hes a passenger
like us and just as confused. The car has difficulty starting. The
sat-nav tells me that were only six minutes by road from the GIULIA BIANCHI
cottage, but after quarter of an hour were still in the pseudo
taxi. If an unjust law cannot be changed, must be broken.
It hasnt even got taxi written on it, says Annie. The rapper Bishop Patricia Fresen (South Africa)
points out some spiders. Perhaps theyre taking him first, In the summer of 2002, seven catholic women (from Austria,
I say. I dont understand what problem he has with insects, Germany and United States) were illicitly ordained priests,
Annie says to me. We pass the religious billboards again. One on a ship cruising the Danube River. Shortly thereafter, three
poster shows a man in flames with the words He betrayed the women were ordained bishops in great secrecy, so that they
Lord. The pair in front are talking to each other in low voices. could carry on female ordinations without interference by the
They seem to be arguing. Alabama Bound shows Bow Tie our Vatican. Since then, several similar ceremonies have been held
card with the address. Theres a sign pointing left to El Paso. by RCWP (Roman Catholic Women Priests), a group of suffra-
Maybe weve betrayed the Lord, I say to Annie. In that case gettes performing religious disobedience in favor of womens
I wont need the toothpaste, she answers laconically. We pass a ordination.
chicken factory. Theres a smell of burnt chickens. The car drives At first, the ordinations were held only on boats in internation-
into a car park. This is the end, I think. Then the rapper says al waters, but since 2007 other Christian denominations, and
goodbye to us and shakes our hands. I realise that drops of cold one Jewish synagogue, have provided hospitality to women
sweat have broken out on his forehead. Good luck! he says, priests by opening their spaces for ordinations and worship.
and hurries out of the car. I turn round to check our bags. Noth- Today, the movement counts around 250 ordained
THE FASHIONABLE LAMPOON
Maria Svarbova, Pool without water
women priests and 10 bishops worldwide, about a hundred of
independent Roman Catholic communities. The numbers are
still growing.
The Vatican considers female ordination a serious crime, an-
yone who participates automatically excommunicates them-
selves. For this crime, employees of the Catholic Church lose
their jobs, pensions, support. The severity of the sin of the
attempted womens ordination is at the same level of a crime
such the sexual abuse of minors by priests. Despite this, most
of them do not want to leave the Church, but transforming it,
through a model that is very frightening to the Vatican: femi-
nist spirituality is rooted in equality and inclusivity, inherently
non hierarchical, and honors collaboration and compassion
over power. Women Priests did not shape a new cult, but or-
ganically gathered people from the grassroots, the people who
no longer feel welcomed by the Official Church. Most of them
are mature women, many are former nuns, missionaries and
theologians. They work in social justice, in ecological move-
ments, in non-profit organizations.
The Roman Catholic Church have fought fiercely against fem-
inism. The Vaticans Holy See is one of the last governments in
the world to be led exclusively by males. Thus, it came as a sur-
prising historic opening when on the 12th of May 2016, Pope
Francis promised in front of an audience of 900 nuns that he
would open a commission to study the role of women deacons
(the first step in being ordained) in the dawn of Christianity
and the possibility to apply it today. This is a critical moment in
history for Roman Catholicism. The Church increasingly feels
like an obsolete model, far removed from the spiritual needs
and realities of today. The fate of the Church seems to hinge
between: the current establishment disappearing into a cult
of a few conservatives, or a deep renewal in its administrative
and religious shape. At the center of these debates and these
possibilities, is the battle for a renewed priesthood that would
include women as well.
Women priests ask for a new model of cooperation between
men and women, a new model of leadership based not on
power, but pastoral and responsible love. They envision the
Church as an all-inclusive and egalitarian community, a model
that could be closer to early Christianity, therefore not clerical,
where priests are servants to the people of God. They did not
shape a new cult, but organically gathered people from the
grassroots, from the suburbs, and the people who no longer
feel welcomed by the Official Church. The historical Jesus did
not exclude anybody from his life, and therefore they do not ex-
clude any person from their communities: it is quite common
in their communities to see Catholics that are divorced, lesbian,
gay, transgender, or women who have had an abortion.
In February, 2015, in Popayn, in Colombias south, I met
Blanca Cecilia Santana Corts, an ordained priest. Blanca had
agreed to take me to Buenaventura, one of the poorest cities in
Colombia, and where she had worked for ten years. Buenaven-
tura is on the Pacific coast and is a town of pile dwellings built
over a swamp around a port. Every day, the tide washes rubbish
onto the streets, the temperature in February was over thir-
ty-five degrees and it was humid. Mosquitoes and cockroach-
es were everywhere. After a few minutes we met Kalymary
Betancuru, who lives on the same canal near a wood-working
factory. Even in the dark of the pile dwelling, I realised that
there was something wrong with her skin. Scrawny kittens
ran between our legs and when she went to shake my hand, I
tried to hide my fear of touching it. Kalymary has skin cancer
over her entire body and her only child has been paralysed for
over a year. Kalymary is battling the government for a disability
pension. But there was a contradiction. This family, so poor, so
unfortunate and so ill, was regal. There was something in the
way they carried themselves: full of presence, of spirit, of ele-
gance. That evening, Blanca was unable to speak and did not
manage to eat. She went to sleep in the bed opposite me and
turned her back to me. For hours I watched the outline of her
body, like a stone of black onyx, against the golden curtain that
reflected the light from the street. Blanca did not move. Only
the next day did she share with me how difficult it was to see
these things and not be able ever to do enough, how things do
not change.
Janice Sevre-Duszynska. Lexington, Kentucky. One morning in
April, 2013.
Janice has attended dozens of bishops conferences carrying
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banners that call for the ordination of women. In 1998, she
decided to attend the Cathedral of Christ the King.
I was in the cathedral, all the candidates for priesthood sat there.
I stood up, I threw my coat away and I went towards him: Bishop
Williams! Bishop Williams! Im called by the Holy Spirit to present
myself for ordination. My name is Janice and I ask this for myself
and for all women!. And the bishop said: Get back to your seat,
youre disrupting the service. I prostrated in the nave with a tiger
lily in my hands: Im all the oppressed women in the Bible. I am
Sarah, I am Annah, Im Elizabeth, Im Veronica, Im the wom-
an that touched the end of Jesuss garments, Im the woman who
poured oil over Jesuss head, I came here today with the help of my
patron saint, Saint Joan of Arc, hoping youll ordain me for all
women. Will you ordain me? Obviously he didnt. People were
looking at me as though I was crazy. I didnt appreciate it. I was
hoping that some of my priest friends would form a circle around
me and show some solidarity. It didnt happen.
Bridget Mary Meehan Sarasota, Florida. 2015.
A bishop since 2009. Twenty years as a nun, a Sister for Chris-
tian Community, today she serves the Catholic community of
Mary, Mother of Jesus in Florida and Virginia. She presides
over liturgies, officiates at weddings and offers sacramental
ministry in many communities. Bridget Mary is the author of
over twenty books on the Catholic religion and is one of the
women who have talked to newspapers and on television call-
ing for women priests. I see her wrapped in grace and kind-
ness, with the innocence and joy of a little girl, but when she
talks about women priests, she becomes passionate: Do they
want to take our faith away? My faith is in my DNA. Im an Irish
Catholic woman and Im as much Catholic as the Pope is.
Rosemary Smead. Louisville, Kentucky. 27 April, 2013.
The services are strictly Roman Catholic, not Protestant litur-
gies, but some small changes have been made to the language:
less emphasis is put on sin, the language used is inclusive (that
is, God is both father and mother), and its not tied to a white,
male hierarchy.
Dagmar Celeste Kelleys Island, Ohio.
Special objects, some religious and others from more open
symbolism, always spiritual. It is from amongst these objects
that I found a handmade pink unicorn. Dagmar is an Austri-
an-born theologian, mother, former first lady of Ohio, ex-wife
to a very famous politician, and one of the Danube Seven, the
first seven women in the world who were ordained on the Dan-
ube in 2002. One evening, as I was walking in your garden on
Kelleys Island, a snake rubbed itself against my shoe and left its
skin, intact, at my feet. As if it had come out of its shell in front
of me perhaps to announce the imminent divorce from the fa-
ther of my six children, perhaps to show me how to change your
skin and be reborn. The snakes skin is still at my house, after all
these years. I placed it in the arms of a pagan Goddess from Crete,
queen of serpents - And this unicorn? - The unicorn is the tion. It brought shame on humanity and particularly on us Ital-
symbol for atheism.
CONSENSUAL RAPE P.94
ANGELICA CARRARA
Law no. 66 of 15 February 1996: Anyone who, with violence,
threats or through abuse of authority, forces another person
to perform or submit to sexual acts shall be punished by five to
ten years imprisonment. Anyone who induces another person
to perform or submit to sexual acts shall be subject to the same
penalty.
SKINNY REVOLUTION. My revolution was jeans: I was on hol-
iday in Ibiza with my girlfriend, and some beautiful Australian
girls arrived. They dived into the sea, still fully clothed. When
they came out, with the denim clinging to their bottoms, I was
stunned. I invented the first skinny jeans. Then they became
shorts: when the Milan ladies came into the shop they would go
out looking a little self-conscious. Then they put on platform shoes
and immediately became pin-ups. After all, thats what all women
dream of being, Elio Fiorucci explained.
The deed. It happened on 12 July 1992 in Potenza, namely in
the small town of Bella. Rosa Pagliuca was 18 years old. Cris-
tiano Carmine was her driving instructor: a man of forty-five,
married, with children. After picking the girl up from her home
for her daily driving lesson, Cristiano Carmine took Rosa Pagli-
uca into the nearby countryside and sexually abused her. He
threatened to kill her unless she kept quiet, but Rosa told her
family about the rape. When he was tracked down and inter-
rogated, Cristiano Carmine declared that Rosa had consented.
During the first trial, held behind closed doors on 29 February
1996, the accused was absolved by the Court of Potenza on the
basis of lack of evidence. In the Court of Appeal on 19 March
1998, the Court found him guilty and sentenced him to two
years and two months of imprisonment.
The misdeed. On 6 November 1998, sentence no. 1636 of the
Supreme Court of Appeal in Rome quashed the judgment of
19 March 1998, and absolved Cristiano Carmine. According
to their analysis: The victim was wearing very, very tight jeans
and she would have had to help him remove them. Removing the
jeans means that it was not rape but consensual sex. In other
words, the judges confirmed the argument that no one could have
removed Rosas jeans without her consent, because the jeans were
too tight consequently, the act could not have been otherwise
than consensual. An even more subtle point, if you like, is that
had Rosa truly opposed it with all her strength, Carmine Cris-
tiano would never have been able to pull off her jeans and hence
abuse her. Rosa, why? Why didnt you oppose him with all your
strength? Why didnt you consider the fact that if you let him
pull off your jeans the judges wouldnt believe you?
She was easy thats the coarse expression for it. The expres-
sion used by the Supreme court was: the girl consented. The
girls lawyer recalled other Supreme Court rulings which ex-
pressed exactly the opposite view, affirming that It is not nec-
essary for extreme violence to be used in the act; it is sufficient
for psychological violence to be used in such a way as to put the
victim in a position where she cannot react.
The law is clear. Anyone who, with violence, threats or through
abuse of authority, forces another person to perform or submit to
sexual acts shall be punished by five to ten years imprisonment.
There is no indication of any obligation on the part of the violat-
ed woman to defend herself with all her strength. No paragraph
states that in a rape trial, terms such as logical or illogical may
be used to judge the passive behaviour of the victim.
The womens appeal. Many women, from Rita Levi Montalci-
ni to Franca Rame, furiously objected to the sentence which
offends and cancels out years of struggle. Hundreds of signa-
tures were collected in support: Margherita Hack, government
minister Rosy Bindi, world athletics champion Sara Simeoni,
actress Irene Papas and former president of the House of Depu-
ties, Nilde Jotti, all signed. The fashion designer Miuccia Prada
signed. The day following the quashing of the sentence, the fe-
male representatives in the Italian parliament all arrived at the
Chamber wearing tight jeans.
Global reaction. It was a sentence that reverberated all around
the world, arousing sensation, scandal and extreme indigna-
ians, since the ruling came from a court on our territory. The
American response was even more forceful. In Los Angeles,
the Peace Over Violence association launched Denim Day, a day
when all women wore tight blue jeans, making denim a symbol
of protest against violence on women, showing all the sensual-
ity that a pair of tight jeans can give a womans body and reas-
serting a womans complete freedom to dress herself with such
sensuality without legitimizing any violence against her as a
result. There can be no room for any peasantish or idiotic, not
to say bestial, modes of thought, that can be summed up in the
sentence If you go out dressed like that, youre asking for it nor
should there be any attempt to minimise this kind of behaviour by
using the trivial term male chauvinism to describe it.
Support for this message came in countless forms of varying
scale. Among the many supporters, we want to single out Guess
the global brand that has always sought in its campaigns to
make denim supportive of women and men, too as a sym-
bol of liberty: in how you dress, what you think and the way
you live. Jeans are sexy and sensual and in the collective im-
agination they have always represented the freshness of a light
day, in the city in summer and spring, and at all times of day.
Its incredible to think that jeans could have given rise to such
a specious ruling.
19 May 2006. The clarification ruling from the Supreme Crim-
inal Court of Appeal arrived: The reliability of a victim of sexual
violence cannot be invalidated by the fact that she was wearing
jeans at the time of the rape, given that her fear of fur-
THE FASHIONABLE LAMPOON
ther consequences could have led to the jeans being removed more
easily. It is hard to see what value such a reinstatement could
have. It seems that what counts most is the thought, or warning
of shame and the strength of the victims reaction.
In May. Last spring, Guess Foundation Europe, with the support
of the media, invited everyone to participate in Denim Day as
it does every year, by wearing jeans on a specific day as a sign
of activism. On 27 May, in collaboration with The Circle Italia
non-profit organisation, it invited women to Palazzo Barberini
in Rome to launch a collection to raise funds for D.i.Re, Donne
in Rete contro la violenza (Women Together against Violence).
Paul Marciano, CEO and creative director of Guess was present
in Rome for the occasion.
CORITA NUNS P.98
CLAUDIA BELLANTE
She was like Andy Warhol, and Roy Lichtenstein, yet she was also
a woman and a nun. She mixed the Bible with advertising slo-
gans, and song lyrics with vignettes of Winnie the Pooh
25 DECEMBER 1967. Newsweek devoted their cover to her: The
nun: going modern. It was Christmas, in a year when there
seemed to be little to celebrate. In Greece the dictatorship of
the Colonels had begun, as had Ceausescus dictatorship in
Romania, while the Biafra tragedy was unfolding in Nigeria,
the Middle East had experienced six terrible days of war, and
Che Guevara had been shot in Bolivia. At the same time, the
first heart transplant had been carried out in Cape Town and
in London the Beatles had released Sgt. Peppers Lonely Hearts
Club Band. The nun, Corita Kent, embodied all of this: the
injustices, war, famine, rock and roll, love and, yes, God who
seemed to have come back down to earth on that day for the
umpteenth time, trying without success to save those who
could be saved.
The young Frances Elizabeth Kent was born in Iowa in 1918,
as the First World War was coming to an end in Europe, into
a family with few economic opportunities. She grew up in Los
Angeles and in 1936 she took holy orders, joining the Sisters
of the Immaculate Heart of Mary and becoming Sister Mary
Corita. In photos and films of the time, Corita appears hold-
ing a pencil more often than the rosary, and scores of young
girls would gravitate around her during her art lessons at the
Immaculate Heart College. She was like Andy Warhol and Roy
Lichtenstein, yet she was also a woman and a nun.
She mixed the Bible with advertising slogans, and song lyrics
with vignettes of Winnie the Pooh; she loved Martin Luther
King and begged for an end to the war in Vietnam. She longed
for a new religious institution made up of sisters without the
veil, with masses said in English rather than Latin, and by
priests facing the congregation rather than with their backs
turned to them. This did not please her Church, and after
Christmas, Corita left the order in 1968 and moved to Cape
Cod, devoting herself entirely to her art.
In 1971 she received a commission for the biggest work ever
created in the world: the decoration of an enormous gas tank
in Dorchester, Boston. The work is enveloped in mystery, how-
ever: is it a rainbow of colours as a symbol of peace, or does
it feature the face of Ho Chi Minh, the Communist leader of
North Vietnam, concealed in the blue stripe? Corita never of-
fered an answer and she let her cancer carry her away along
with her secret in 1986.
Looking Good, a visual guide to the nuns habit is a small volume
published by GraphicDesign&, created from the collaboration
between graphic illustrator Ryan Todd and theologian Veron-
ica Bennett, and it is dedicated to Corita. The forty silhouettes
it contains show women whose lives depend on a sign, just as
Coritas did. They are stories of uneasy relationships, of the strug-
gle between the powerful and the poor, of politics and social care.
They show the interplay between culture, fashion and faith and
reflect the role of women inside and outside the Catholic church,
explains Bennett.
Theres St. Clare, who renounced all worldly goods like St. Fran-
cis, and Beatrice da Silva, who was a former lady-in-waiting
to Queen Isabella of Castile and was later incarcerated for her
beauty. There are orders devoted exclusively to prayer, others to
318
teaching, and others still to social care. Like the congregation of
the Sisters of San Felice da Cantalice founded by Mary Angela
Truszkowska, who opened a community kitchen and childrens
orphanage in Warsaw in the mid 19th century, in an effort to
help the working class. Others, such as the Barnabites, were
suspended in 1552 by papal decree because they were accused
of corruption by the archbishop of Milan and investigated by
the Inquisition.
There are barefoot nuns and nuns with sandals, or wearing
scapulars and medallions. There are Sisters that almost blend
into the crowd with their peach-coloured saris, such as the
Sisters of the Apostolic Carmel devoted to female education in
India. And there are the Daughters of Charity of St. Vincent de
Paul, referred to humorously as Gods geese because of their
characteristic broad wimple whose wings became increasing-
ly pointed and starchy with the passing of time: they served as
nurses during the numerous conflicts of the 20th century, car-
ing for the wounded irrespective of their religious creed, and
during the Crimean war, the Muslims nicknamed them Allahs
white swallows. After the Second Vatican Council, Pope Paul VI
personally invited the Mother Superior General to simplify the
habit, and on 20 September 1964 it became dark blue, without
the cornette, with a V-neck and a crossover waistband designed
by none other than Christian Dior. One might as well suggest
changing the French flag, exclaimed General de Gaulle when
he heard about it.
Pilot Viruet, editor of flavorwire.com, has been trying half
a century later to make sense of a sitcom broadcast by ABC
between 1967 and 1970 with the title The Flying Nun, which
related the adventures of a young flying nun, a cross between
Mary Poppins and Murder, She Wrote, with a dose of faith
added to the mixture. To be clear, she cant actually fly, explains
Viruet. The premise, which is based on the book The Fifteenth Pel-
ican by Tere Ros, is as simplistic as it is silly: Sister Bertrille (Sally
Field) is able to fly when the wind is right, thanks to a combination
of her low weight (under 90 lbs) and her cornette. There are no ex-
plicit supernatural or divine elements at work, just Bertrilles small
frame and high wind speeds. After breaking up with her boyfriend,
Bertrille decides to become a nun and moves from New York City to
San Juan, Puerto Rico, where she lives with fellow nuns in a convent.
Throughout the series, Bertrille converts people, solves myster-
ies, catches robbers, and helps orphans. Throughout the series,
Bertrille regularly flies around. Sometimes its necessary, like
when she flies out to sea to help guide a lost fisherman to fish,
but other times, she flies even when a simple ladder would suf-
fice, like when she just needs to retrieve a kitten from a roof.
That there were 82 episodes of Sally Field flying in the sky dressed as
a nun is proof that television is magical.
And that God works in mysterious way.
CHARLIE SIEM P.106
CESARE CUNACCIA
Music for me is the highest form of art. It is both time and sound.
Abstraction. It was and still is my privileged channel, my very
essence. The quality of sound of a violin is like that of the human
voice. In other words, it is perfect, ideal for expressing feelings, the
state of mind and different emotions. Charlie Siem is a golden
boy, born thirty-one years ago in London and now based in the
Principality of Monaco. In the last decade he has become one
of the most well-known classic violinists in the world. He has
played confidently with the Who and Miley Cyrus. A superstar
since 2001 with oodles of charisma.
He conceals any suffering, pain and catharsis - which are obvi-
ous - with a smile and a very British approach. Charlie is direct
and friendly but it is clear that he has an interior complexity
and perhaps a streak of sadness, like all Capricorns. He is now
more and more under the spotlight, dispelling totally the cli-
ch of musicians who are doomed, tormented and consumed
by their art and the genius inside them. His whole life revolves
around music, and in particular the violin - his is a Guarnieri
del Ges, or dEgville from 1735, previously owned by the great
Yehudi Menuhin. They are also his greatest enjoyment. Then
there is the ambition that at times exceeds even talent and disci-
pline, which you either have or you dont. It is an innate, essential
element. As is a healthy amount of severe self-criticism. Without
exaggeration, of course. This type of enjoyment is a concept
that Charlie Siem, who was educated at renowned schools,
such as Eton, Girton College and Cambridge University, repeats
constantly. If it were any different, if I had no pleasure in playing
this instrument and no longer belonged to me, I would end my
career immediately and without any regrets. I could not keep on
speaking to myself or to the others, to the public that follows me,
without giving them truth and emotion, without striving to give
my utmost performance, at least in an experimental and met-
amorphic manner. It is vital to pursue that necessary twist that
makes all the difference and goes beyond and crushes normality.
You never stop striving to improve yourself. Since I was a child,
music has never meant a profession but being able to play Bee-
thovens violin concert.
Good looking and charming. Talented, young and sporty. Char-
lie is also much sought after by the fashion world. His face has
appeared in certain publicity campaigns, notably Burberry,
Dunhill and Hugo Boss. For the mens fragrance Armani Eau de
Nuit in 2013, with photos taken by Inez and Vinhood. And for
Dior, photographed by his friend, Karl Lagerfeld. KL is a re-
fined connoisseur, especially when it comes to the German reper-
toire, says Charlie, his mother was a skilled amateur violinist.
He appeared in the Bruce Weber film for Dior Homme, Can I
Make the Music Fly. And evidently, Charlie Siem likes fashion.
A gentleman with an impeccable look, at times with a slight-
ly dandyish tone. It is not rare to see him, as during the latest
haute couture sessions in Paris in July, where he arrived with
his sister and sculptor, Loulou, in the front row of the fashion
shows of Chanel, Giambattista Valli or Armani Priv, and was
assailed by photographers almost as much as the iconic movie
star Sophia Loren, who sat next to him at the Palais de Chaillot.
Charlie Siem has an easygoing yet at the same time contrite
aura. His face has aristocratic, regular, finely designed fea-
tures, and inquisitive eyes of a bright, undefinable colour. He
is friendly, nice and calm but with a great sense of humour. He
is not one to waste words and the concepts he expresses are
meaningful, precise and sharp like the blade of an ancient To-
ledo knife. He drives a roaring orange, or rather bright red Por-
sche, which he bought to satisfy an irresistible quim about one
year ago. This vice brings him close to the sulphurous charm
of Herbert von Karajan, the unforgettable Austrian conductor
with a mania for speed, in cars, boats and planes. Siem whiz-
zes around the world to deal with his growing popularity, par-
ticularly in faraway countries with a different culture, such as
China, where he often performs in concerts and tournes. His
physical preparation requires regular trips to the gym. Playing
the violin unbalances you because you use only one part of the
body, which is strained on the left, and this leads to the need to re-
cover harmony and balance and work on your posture. Charlie
talks about his upcoming projects and aspirations, the venues,
and above all the music he would like to play. At the end of the
day, to be truly satisfied, I must have reached a new result. Some-
thing, perhaps a detail I didnt expect to find. The challenge I face
is that of giving an unexpected twist to a piece of music that many
before me have studied, loved, toiled with, analysed and played.
A chiaroscuro or unprecedented point of view, full of further
meaning. You have to succeed in finding your very own personal
path, to manipulate the violin and control the bow with staccato,
vibrato and interrupted notes. Playing the violin goes well beyond
technical perfection, it is an individual matter in which you cant
but go any further and beyond certain articulations or estab-
lished references. No-one else can explain to you how your body
or hands will react, and you are forced to take thousands of risks
and make mistakes, if necessary.
With regard to his private life, the ineffable Charlie, who is
adored by the feminine public, with fans including Lady Gaga
and Katy Perry, for his concentrated yet romantic aura, without
forgetting the appeal of the light, heartfelt, spiritual and poign-
ant sound of a violin, keeps his mouth tightly shut. He smiles
about it and doesnt reveal a single comment on the many flirts
also with famous people that have been attributed to him.
Charlie Siem was born to a cosmopolitan, very wealthy family
in London, on 14 January 1986. His father is a Norwegian busi-
nessman, Kristian Siem, and his mother is of South African or-
igin, Karen Ann Moross. Like a sort of small Mozart, he already
showed his natural vocation for music when he was just three.
Between the age of eight and nine, he began to train seriously,
and practised hard for at least four hours each day under the
guidance of virtuous maestri such as Isaac Rashkovsky at the
THE FASHIONABLE LAMPOON
Royal College of Music, or the famous Schlomo Mintz, and at
top schools and seminars around the globe. At the age of just
fifteen, he left on his own to Rio de Janeiro to perform with an
orchestra, while three years later he debuted in London with
the Royal Philarmonic. His teachers Rashkovsky and Mintz,
have become his mentors and friends. As a child, I had some-
thing inside my soul that I had to express. It was an aptitude,
something urgent that comes from the inside, a natural gift. Of
course, there is a whole ritual of learning and fine-tuning of the
technique, which you must master to perfection, as well as the
necessary physical training. It may seem strange but there are no
forerunners throughout my family history, apart from the distant
ancestry of the Norwegian violinist and composer, Ole Bull. Nor
can it be said that I had any particular predisposition for musical
culture, although I must admit that my mother listened to a lot
of classical music. Our family was made up of lawyers and busi-
nessmen, but evidently the creative streak had to prevail. Im a
musician and my three sisters with all of whom I have a very deep,
unique and personal relationship, are all linked to the world of
art or music in different ways. On the day of our meeting - in
Florence, where he has chosen to live, perhaps the hottest day
of the year, he has just returned from Cap Ferrat, where he went
to visit his family, which mainly lives on the French Riviera. It is
plain that his thoughts, mental tension and concentration often
take him elsewhere. Im getting ready for the Concerto Number
1 for violin and orchestra in G minor, Opera 26 by the German
Max Bruch. I will be performing in public in Harbin (Manchuria,
North East China), for the first time on 10 August, with the Israel
Philarmonic orchestra conducted by Zubin Metha. I had dreamt
of collaborating with them for a long time. It involves a lot of ex-
cavation and interpretation of the music, which harbours infinite
nuances and secrets and has a lyric romanticism throughout
that ends on a reckless note of accelerando. It has a controversial
history. It was first played in 1866 but was revised and drawn
up in the form universally known today for the violinist Joseph
Joachim, who played it for the first time in Bremen, on 5 January
1868. In the city of Harbin, with a population of almost ten mil-
lion, great attention is placed on music culture. The audience may
not be as sophisticated as others in Europe and America, but the
level of knowledge and the enthusiasm of such a wide and varied
public are growing constantly. The summer tourne in China will
furthermore start in Nanjing, three days earlier. At the University
of the Arts of Nanjing and Leeds College of Music, where I am
visiting professor.
Charlie has decided to make his old dream come true and
spend long periods of time in Italy, more notably in Florence.
Like many young people who have been educated in England, It-
aly is a much desired destination, a place and a sort of dream, per-
haps more envisioned than real. It is the Country of the Renais-
sance, of the divine Claudio Monteverdi - Siems performance
at the London Science Museum of London of the piece by Mon-
teverdi Pur ti miro, Pur ti Godo from the Incoronazione di Paul Bowles in 1949, is disconcerting. A single psychic sen-
Poppea for an event entitled Beyond the Stars to celebrate the
450th anniversary of the birth of the composer from Cremona
was quite memorable -. Its the homeland of Paganini and Ross-
ini, of the bel canto, of the Camerata deBardi which invented Exotic and sensual: this was Palermo at the beginning of the
opera singing in the Baroque age in the Medicean city. It is also a
sublime culture of food and wine and symbolises the ever-present,
sensual and fascinating lifestyle known as Dolce vita. As a child,
I spent a long part of my summer holidays in Spoleto, where I was
a guest at the home of the photographer Derry Moore. I wanted
to get back that joie de vivre, that nonchalance and slightly sub-
versive bohemian liberty of which I have very fond memories. I
believe Italy will help me to discover myself, to break the mould,
to free myself and make myself independent of so many contrived
circumstances and superstructures that are now perhaps useless
or no longer necessary for my life and my career as a musician.
MADAME F P.120
CESARE CUNACCIA
The concept of Exotic in an array of fleeting yet precise frames.
Fendi is a mix of cultural citations and city street style
EXOTIC. A word that in our era has possibly lost much of its
sense and meaning, in a world overly connected, globalised
THE FASHIONABLE LAMPOON
and fast in its exchanges and movements. The irresistible fas-
cination of the exotic, or rather of the exotic peoples, and of the
endless exoticism that derives from them, is still vivid and ap-
pealing today. The urgency of the rhythm is sinuous, syncopat-
ed and enveloping like a Paolo Conte milonga; the drumbeat,
hollow and deep, echoes in the background.
A rhapsody on the exotic A flow of sounds, images and ref-
erences based on the concept of the exotic, has space here, in
these pages, and now, as a tale of the collection of accessories
in exotic leathers by the Fendi atelier. Patchwork, filaments
and linear cut-outs in python, crocodile, lizard and snakeskin
exude fluid geometry, bright flashes and three dimensionali-
ty. Collages and combinations of textures and depths, leather
mosaics in minuscule or large patches. Fabric effects and floral
bursts in reptile scales, with their tremulous oval petals creat-
ing cold, distilled nuances around the metallic F, now upturned
and placed diagonally. A graphic expression, today bolder than
ever, encircled with a steel ring. The zips cross flat surfaces with
square patterns in search of abstraction, like siblings and lean,
quicksilver segments. Coloured and recoloured, these exotic
leathers follow a palette that pairs vivid enamelled hues with
dense, natural tones, and even seventies style and pop Warho-
lian lacquer red and green inserts.
Fendi does not want to restrict its desire for metamorphosis
and fevered experimentation of a thousand iridescent flashes,
on materials, inserts, and highly skilled artisan workmanship.
Bags and clutches that, sometimes inspired by classic items
from the Roman atelier, retain their essence. Bending the bar-
riers, pushing forward the limits towards further challenges.
The language of Fendi is a sophisticated grammelot that defines
kaleidoscopic and engaging aesthetics never seen before. To-
day and yesterday, past and future, cultural citations and city
street style are in a dynamic dialogue and overlap. A centrifuge
of signs and suggestions blending pure geometry, pulsating
textures and esoteric dust in tones saturated by oriental spice.
A perfume from afar, a perspective of pure fantasy, whether
near or distant, it makes no difference. Exotic is a dimension
that will carry you away, through other scenes of the imagina-
tion, abandoning you on a flight that glides through dreams,
whichever dream it is you dream of or pursue. All this is ex-
otic, capable of shifting in sense and meaning according to
the desires, the viewpoint and the vision of those who seek it.
Exotique is the tropical literary adventure with a colonial af-
ter-taste, as described by Pierre Loti and Kipling, and by Emilio
Salgari, exegesist of an opulent India, fierce and mysterious, all
completely imagined as the writer from Verona never had the
opportunity to visit or see it first hand. There are the travels of
the English dandy, Robert Byron, to Mount Athos, to Tibet and
in 1937 along the road to Oxiana in a Rolls-Royce or the highly
amusing entomological wanderings of Patrick Leigh-Fermor
towards the Byzantium lands. The Sheltering Sky written by
tence sums up the enchantment, the heart-rendering poetry
and subversion: A black star appears, a point of darkness in the
night skys clarity.
none other than the iconic trait of the Augustus the historic
20th century, in a golden and bygone season dominated by
Franca Florio F.F a bizarre and fateful assonance. She was a
woman of imperious and magnetic beauty, portrayed by Bold-
ini in a dcollet Worth gown with her sautoir of infinite gleam-
ing pearls and the devant-de-corsage in diamonds. Her exag-
gerated and legendary jewellery was capable of arousing the
jealousy of a sovereign. The last Empress of Germany, Augusta
Vittoria of Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg,
known to her friends as Dona, Wife of the Kaiser Wilhelm II of
Prussia, was drawn, with the rest of the international society, to
Sicily, attracted by the seamless mobile fiesta organised by the
Florios with sumptuous and quixotic grace between Palermo,
Mondello and Favignana. It was the Empress herself who bap-
tised the divine Franca as the undisputed Queen of Palermo.
Numerous trajectories of exoticism, fragrant with cardamom
and sandalwood, with incense, amber and patchouli, which
blend hints of the Mozarabic and Moorish, of flowering orange
blossom and jasmine with triumphs of coral from Trapani
and chests in bronze and tortoiseshell. The Zisa and the Cos-
matesque polychromatic marble-tiled floor of the Church of
the Martorana fade before the theatrical 19th century Tuscan
Alhambra, the Castello di Sammezzano, and the Late Roman
narrative mosaics of the Villa del Casale at Piazza Armerina.
Vittoria Alliata di Villafranca lives in Bagheria in the 18th centu-
ry Villa Valguarnera, the villa she has fought relentlessly to pro-
tect. She is the author of the unforgettable book Harem, memorie
dArabia di una nobildonna siciliana (Harem, memoires of Arabia
from a Sicilian noblewoman), a book with a lucid analysis of the
Islamic world that is, in many ways, prophetic and more than
ever topical. Is is the fruit of innumerable voyages, of time spent
in those countries and an extensive knowledge.
A brilliant and multi-faceted imagination gave life to the magic
flair of the Palermo-born jewel designer, Fulco di Verdura as
revealed across the stunning pages of his autobiography, The
Happy Summer Days: A Sicilian Childhood, 1978, which he
wrote in his latter years to exorcise the memories and the pa-
trician splendour of his golden and free childhood days, spent
at the Villa Niscemi and the lush vegetation of its park. What
could be more exotic than this enchanted forest, overflowing
with palms and rare tropical species set within the Favorita
Park? Fulco was completely transported into the exotic. He
was a child caught up in mysticism and the delirium of the
senses, faced by resplendent coloured marbles, gilded silver
and semi precious stones and the ultra-baroque horror vacui of
the Church of the Santa Caterina convent, where every Sunday
he attended mass on the family pew. A wealth of innumerable
hues and decorative inserts, of details and allegorical and nar-
rative suggestions.
FORTE DEI MARMI P.296
CARLO MAZZONI
NOSTALGIA IS A FORM of energy that, in Forte dei Marmi
when the sky is clear in May, the sea looks like an ocean, the
Apuan Alps turn into crystal becomes glorious. Giuseppe
Colombo and Titti Maschietto are longtime friends: two young
friends and two adults, capable of perceiving such glory from
every bark veining, from every maritime pine, from every
shrub in Versilia. A few years ago a tornado knocked down
most of the pine forest: thirty five pines fell in the garden of the
Augustus, Titti Maschietto planted forty new trees.
Giuseppe Colombo is the soul and driving force of Gallo. About
two decades ago, Giuseppe happened to deal with the produc-
tion of formal, dark socks: from there he has created a way,
before than a world. Socks that come in any possible color, in
stripes, and on those stripes Giuseppe posed swallows, florals,
fans and palm trees, seamlessly, yesterday is tomorrow already.
Socks are not just a complement to clothing, they become
a detail, we all know what detail means in clothing. We were
saying he created a way, then a world: besides socks, the brand
produces ties, hats, sweaters and scarves and of course,
swimsuits, too.
These few lines were inspired by a swimwear line that
Giuseppe Colombo has designed and produced playing with
blue and red stripes on white. And these colored stripes are
hotel, for many (and even more than many) the only true ho-
tel in Forte dei Marmi directed and informally run by Titti
Maschietto. On the Augustus alone I could write countless pag-
es, halfway between Camilla Cederna and Lina Sotis, I hope I
will have the chance.
At 2.00 pm, which is lunchtime every Saturday morning in
Forte dei Marmi, we sat with Giuseppe Colombo and Titti
Maschietto at a table set up and laid on the beach, below the
white sails, our swimsuits were soaking wet after our first
swim, we had a wool jumper to keep warm in the May air. We
ordered a tepid fish salad with a little green salad to the side,
making sure it did not cover the taste of the fish: we know well
that to savor that salted water taste, the taste of clams fished
every morning, you need to hurry up.
We talked about Forte dei Marmi, and although what we were
discussing was very clear, words did not seem enough to ex-
plain to the other guests sitting with us. Not a place, not just a
world, but, in fact, a way. The bicycles, the scent of pittosporum
anticipating that of jasmine. The market held downtown every
Wednesday morning, the jellyfish you could move away with
your hands, swimming to the buoy. The colored wooden paddle
boats. The closed wardrobes, the garments and shoes
319
you found there again, from the last season, a thick, coarse
cotton, heavy with humidity and moth balls, with the dark-
ness that only in June dries up a little and then gets wet again,
with the first summer downpour, with the drops of a puddle
that reflects the light the light only, no marvelous rainbows
here no wowing, we dont want to be amazed, here in Forte
dei Marmi, we just seek tranquility. Forte dei Marmi is a way to
silence and love, courtesy and respect.
We never hinted at, or referred to, the Capannina. We did not
talk of when, amidst the words, the smiles, the sighs, at the Ca-
pannina a scent of sweets lingered in the air at 1 a.m., a scent of
cream and chocolate souffl, the barman donning white gloves,
the gin tonic glass with a mint leaf, the red and green sofas,
the dim light, the rattan chairs. The Capannina was open all
summer long if you walk by the club now, on a Monday in
July, you will find nothing. Once there was Otello, it was a real
challenge to get in the shirt, the stylish shoes, with the excep-
tion of leather boat styles. Forte dei Marmi was the solace of a
solid, hard-working social class, that bourgeois class that had
brought Italy to its economic boom no place for social climb-
ers, for volatile or fleeting riches, for not so fortunate estates.
The current owner, Gherardo Guidi, did not want to preserve
any of this or maybe he simply wasnt capable to.
All of a sudden, a downpour would wash everything away. The
first time we went fishing, and the friends at Gino Paolis bar
would smile from a nearby table when we got up to take our
bicycles out of the rain, saying we are tough here in Forte dei
Marmi. Nostalgia is a form of energy. The villa of Admiral Mor-
in land allocation was granted to the fleet commanders of
the Royal Marine is now inhabited by Fabio de Michele who
every year has a holly oak pruned in order not to obstruct the
sea view the holly oak branches out to the sides, but does not
increase in length (I guess the readers will remember that the
shadow cast by a holly oak is the thickest nature can generate
with a tree). Riding our bikes to the house of Carlo Carr, the
futurist, the painter, part of that art and literature society that
populated the pine forest from the sea to Pietrasanta a kind
lady, his granddaughter, opened the windows of the artists stu-
dio: the red, blue and light blue tile floor, the yellow, old fabric
of the sofas and still rough material, the 50s style green glass
table tops.
I would like to, and I could, write tons of pages on Forte dei
Marmi the Augustus, the streets, the hedges and the wicker
baskets, the Maggi bicycles and the hard, salted focaccia, the
blackberry bushes on all that Forte dei Marmi still represents
for Italian style as I was saying before, there will be other
occasions. I believe thats the meaning of fashion journalism
today: evoking images with words, manipulating memories,
to portray the creativity of a fashion house, of an Italian textile
brand. The beach, a swimsuit and the hues of the cabanas, a
hotel and a family house, the studio of Carlo Carr and the tiles
in contrasting shades, the pittosporum and the red geraniums
on the window sills in Forte dei Marmi, in May, its still a little
cold at night, so we wear a pair of socks. It is so obvious this
piece only aimed at illustrating the art of Gallo.
HIGH SOCIETY P.298
CARLO MAZZONI
THE SHARING of pleasantries ahead of choosing whether to
head to Cova or Sant Ambroeus is part of a conversation re-
served for selected few. The golden trademark logos against the
blue curtains are the buttons of that double-breasted jacket that
Berlusconi was never capable of choosing. They are the sen-
tences spoken within a closed circle, that well-heeled elite that
makes up Milans salotto buono that counts or used to count
consisting of the key haute bourgeoisie families of the 1950s
whose offspring reaped the benefits of the economic boom of
the 1980s. The salotto made by the leading players of the indus-
trial and advertising sector set against the more fluid and con-
siderable foundation of Franca Sozzanis international fashion
scene. The salotto buono wore Doriani at the secluded gardens
hidden behind Portorotondo, sailed around the Sicilian islands,
raised their children at bathing establishment Bagno America
at Forte dei Marmi and donned Jhonny Lambs with that hint
of wit and that Gianni Agnelli-inspired charm that went with it.
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The Collini sisters, Loro Piana, Koelliker some of them are no
longer among us; as for Carlo Schapira and Hans Tiefenbacher.
As per tradition, lunch would always take place at Paper Moon.
It was the society and the times of Paolo Mieli at Corriere della
Sera when the Milanese news section featured the short piec-
es penned by Lina Sotis who, blending the courteousness of a
compliment with the ruthlessness of a cold-hearted quip, wrote
about the passing of time, and of the color, of the city of Milan.
Astounding as it may sound, everybody read her articles.
Infused with the challenge and framed by the dilemma of the
choice between Cova and Sant Ambroeus, the morning em-
bodied punctuated by a game of pleasantries and playact
the belonging to that exclusive salotto, which was so difficult to
be granted access to and yet almost impossible to leave. I was
a child, a young heir with no empire, learning more than I was
observing from the vantage point of my diminutive height in
the upward direction of snobbery. The truly - perfect snob-
bery paraded over a coffee at Cova or Sant Ambroeus, of the
kind that no pasticceria like Bastianello and Marchesi could
ever boast to witness at their tables. The mere mention of their
names would in fact be a clear giveaway of the non-belonging
to that circle. The finest chocolate and the fluffiest panettone:
tradition at Cova and luxury at Sant Ambroeus. Snobbery
thrives in decadence, it could not be otherwise; it suffers as a
result of any form of change and, yet, we appreciate how neither
snobbery nor nostalgia are that precious.
One evening in the early June, Cova celebrated its two hundred
year anniversary. Montenapoleone was suitably dressed like a
salotto (drawing room), the inner courtyard the Missoni bou-
tique overlooking was crammed with people. New chapters,
new rooms. Less poetry, more energy. There is no more vivid
color than the new shade of blue of the curtains no longer a
double-breasted jacket but a Dior tailored suit. Milan is reborn.
The salotto buono has long disappeared, perhaps replaced by
a nest of vipers who can say yet the electric atmosphere
is palpable and eager. In the heart of Milan, on the corner be-
tween Montenapoleone and SantAndrea, in the words of Lina
Sotis or mine, Cova continues and will always continue to
bring the rhetoric of society on stage.
#LVXKOONS P.298
CARLO MAZZONI
YESTERDAY EVENING all the worlds heavy hitters had gathered
in Paris. Plaudits and respect to Bernard Arnault, the positive
incarnation of a monarch. Around him, the Louis Vuitton gov-
ernment and the LVMH empire of which Vuitton is the epit-
ome and not just with regard to the name- Nicolas Ghesquire,
Michelle Williams, Jennifer Aniston those who represent
him and his image. Jeff Koons is the creator of Masters, a collec-
tion of bags inspired by Leonardo da Vinci, Fragonard, Rubens,
Titian and Van Gogh.
A hundred and sixty guests from all over the world sat around
the table set up in that hall that is the heart of the Louvre muse-
um: no less than that very hall that houses the Mona Lisa. The
beating heart, soft power as Michael Burke calls it so soft
that it could be mistaken for the air we breathe. Soft power is
the power of trade, which has always contrasted with the power
of the army, the power of Venice through the centuries, of Vuit-
ton nowadays. Jeff Koons took the weekend off before replying
to Bernard Arnaults proposal. Not that the answer was not going
to be an affirmative one Koons was quick to add. He was stand-
ing, talking to all the guests who were sitting in silence follow-
ing an introductory speech and welcoming by Arnault. The
time Koons took to reply was needed to come up with a worthy
concept. That is how Masters started to take shape: the outcome
is now at the Louvre for Louis Vuitton. Notice the assonance.
Each nation had its own delegation invited not by right cer-
tainly but in virtue of the aesthetic quality and the authority of
their storytelling ability beauty and stories, the primary raw
materials of our times. Sat next to Carine Roitfeld, Matilde Bor-
romeo and Antonius Von Frstenberg embodied a new kind of
aristocracy: measured, unpretentious in their quietude, for one
more word, one more smile one more delight in front of The
Coronation of Napoleon at Notre Dame, bathed in a blue reflec-
tion under the winged goddess of victory. Serena Cattaneo, the
mind and soul of the Gagosian gallery in Paris, tells us that that
hall, where we were all seated, could rescue the Mona Lisa from
all sorts of calamities and bombing. Soft power defines defense
as the best form of attack.
JULY MARVELS P.299
CARLO MAZZONI
A FESTA BVLGARI uses the Italian word to illustrate a one hun-
dred-piece collection on show in Venice: sapphire is the houses
signature stone that dominates over all the others, due to the
gems nuances. The Burmese sapphire, the Ceylon one, the
Kashmir sapphire the mines have been used up, but this sap-
phire is deeper than the others, it absorbs and retains the light,
trapping in perpetually its blue gleam. Bulgari is a great family,
energy and synergy Bella Hadid inappropriately arrived late
at the show and was left outside.
In Paris, Dior launched at the Louvres Les Arts Dcoratifs, the
retrospective on its seventy years of history one of the most
significant apparel exhibitions ever displayed, the day after
super-long queues were already forming to get the tickets. The
walls at the start of the exhibition path, divided by color, show-
cased the details, the accessories, the jewelry pieces all those
fragments that compose fashion, the one that no stylist around
remembers to learn. Some of the journalists were so moved
they burst into tears. A special tribute was paid to Karl Lager-
feld by the Mayor of Paris at the bottom of a replica of the Eiffel
Tower, set up inside the Grand Palais life-sized, lost in the
fog and in the vault. Chanels haute couture show was attended
by the most spot-on women du jour,Kristen Stewart and Cara
Delevingne, both sporting a platinum buzz cut, looking mascu-
line and ephebic: ambiguity, both graceful and graphic, is truly
modern and together with beauty will save the world. Also
attending the symbol of feminine passion, Julianne Moore.
This is the third year that Fendi has presented a Haute Fourru-
re collection: besides controversy (that we must now at least
consider legitimate on the part of those who started it), Fendi
offered the most beautiful apparel collection of the season. Art
has sublimated craftsmanship into marvel truly, this is Fendi.
Not in Rome this time. In the last two years Fendi and Valenti-
no have both left Paris at different times to give their support
to Alta Roma. A remarkable, admirable effort, as it meant to
do without photographic coverage from global fashion maga-
zines, all present in Paris (on the days immediately after the
shows and before the garments, one-off pieces, were sold and
delivered to the clients), besides having to cover the traveling
expenses of so many journalists from Paris to Rome (I recall
with a smile when Fendi, traveling on a private jet, would easily
outclass Valentinos charter flights). Haute couture, haute joail-
lerie, haute fourrure - a theatrical show.
In Palermo, Dolce & Gabbana staged a true performance, not
just a catwalk show. Off the beaten track, almost like a boo-
merang while the houses official communication unraveled
via the friendly tone of an Instagram account. Global luxury
summed up in ten days through jewelry and garments. With
a turnover that will make any homophobic bankers snobbish
attitude go pale.
Many embody the concept, one only truly interprets it: prin-
cess Bianca di Savoia Aosta, a descendant of the Italian royal
family, married to Gilberto Arrivabene Valenti Gonzaga, and
mother of five, the eldest, Viola e Vera, are splendid creatures.
Bianca effectively represents, with her elegantly modest ook,
with her almost uneasy nonchalance before power, with an
active and rewarding dedication that clashes against her aris-
tocratic ancestry, the perfect reference of a luxury world that
must redefine itself every day on the market.
THE FASHIONABLE LAMPOON