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Temi teologici del Deuteronomio Teologia dellAT

Pietro Bovati

Temi teologici del Dt

Le prime lezioni saranno di carattere introduttivo, con 2 argomenti principali:


- la teologia dellAT: cos questa disciplina? quali modalit attraverso le
quali tale disciplina affrontata? Cos teologia dellAT? Quali sono le
modalit attraverso le quali questa disciplina oggi affrontata come
disciplina scientifica?
- Il modo in cui noi faremo teologia dellAT, studiando il Dt. Si tratter di
giustificare come noi facciamo teologia dellAT studiando un libro
dellAT stesso e, in particolare, alcune parti soltanto, alcuni temi. Quali
sono le esigenze della disciplina quand limitata solo ad un libro e ad
alcune parti di questa?

Teologia dellAT: qualche considerazione generale


Tale disciplina differente dalle altre, dallesegesi Lesegesi la disciplina
che studia in modo dettagliato, preciso ed esauriente gli aspetti interpretativi
di una determinata porzione di un testo biblico.
La teologia biblica ha il carattere della globalit: si occupa dellinsieme, non
di una porzione del testo biblico. Il carattere analitico e preciso dellesegesi
non pu essere preso dalla teologia, che procede per grandi unit letterarie e
sintesi. Spesso la teologia Biblica appare meno tecnica e dimostrativa, ma
percorre in modo rapido i testi. Suppone una grande familiarit con i testi
biblici.
Per lesegesi ci sono molti metodi, approcci. Il documento del PCB mostra
come gli approcci siano diversificati e non sempre omogenei. La difficolt
dellesegesi di avere una metodologia completa si ripercuote anche nella TB.
Rispetto allesegesi, la TB ritenuta meno scientifica del procedere esegetico,
per 2 ragioni:
- sembra che la teologia assuma affermazioni dogmatiche pregiudiziali; si
interessa di dimostrare determinati contenuti a partire da posizioni di
ordine confessionale;
- il suo intento di sintesi della tradizione biblica sembra unoperazione
scientificamente impropria: si vogliono mettere insieme tante
prospettive. Il risultato sembra pi un pasticcio che opera di sintesi
scientifica. Chi fa esegesi ha voglia di arrivare a una sintesi anche
teologica. Quando si studia una pericope la si colloca in un contesto pi
ampio, quali le credenze e i riferimenti istituzionali di chi ascoltava il
testo.
Lesegesi, che ha problemi metodologici, cerca di criticare la TB, ma auspica
che la TB possa configurarsi in modo accettabile in ambito scientifico.

Quali le modalit nel proporre la TB e quali prospettive sono possibili?


Nel foglio che il professore ha dato sono presentate tre modalit per fare
teologia dellAT:
- approccio sistematico; organizzare in un solo volume tutte le idee
sviluppate nella Bibbia;
- le sintesi di ordine lessicografico; le parole che sono concetti;

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Temi teologici del Deuteronomio Teologia dellAT
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- temi biblici: i concetti principali, le immagini, qualche elemento di
ordine concettuale che appare significativo della rivelazione biblica e
per il credente

Breve storia della disciplina:


1787: J.P. Gabler. Secolo dellIlluminismo: secolo del metodo storico critico. Fa
la prolusione di inizio insegnamento accademico, che segna linizio della TB
come disciplina autonoma: La doverosa distinzione tra teologia biblica e
dogmatica. Diceva che la TB doveva emanciparsi, sottraendosi allimpero
della teologia dogmatica.
Infatti, per oltre un millennio (le prime letture interpretative della
Scrittura, attorno alla svolta del prima e dopo Cristo) la teologia cristiana si
era espressa come commento alla Scrittura. Si faceva teologia prendendo un
libro della Scrittura e lo si commenta. San Gregorio Magno, per esempio,
commentando Gb faceva morale. Agostino, commentando i Salmi, faceva
teologia. La lectio era spiegazione del testo biblico. La pagina biblica era
fondamentale come punto di partenza per fare teologia. Cerano alcuni trattati
di ordine teologico e spirituale, ma la pagina biblica era quella fondamentale
su cui si faceva teologia.
Con il XII-XIII secolo arriva la Scolastica (Tommaso). La quaestio e la
Summa con lapproccio razionale, prendono il sopravvento e la Scrittura
ridotta a citazione (non pi pagina centrale). La Scrittura un patrimonio di
affermazioni autorevoli che serve per una dimostrazione di ordine speculativo.
Ma altre realt sono a fianco: i filosofi, i dogmi della Chiesa, le catene
patristiche: la Scrittura unautorit tra le altre. La Scrittura diviene sussidio.
Con la Riforma: la Scrittura ritrova importanza decisiva come normativa
per il pensiero credente. Persone come Erasmo, Calvino, Melantone, Lutero
ridanno alla Scrittura un ruolo di primaria importanza. Tuttavia, limpianto
dogmatico continua ad essere dominante anche in ambito protestante.
Gabler, al termine di questo processo, dice che la TB deve trovare una
sua identit propria, non essere sottoposta allimpianto dogmatico. Il modo di
separarla dal dogma di affidarle il valore di disciplina storica (non
speculativo come la dogmatica). Ogni testo biblico adeguatamente compreso
quando studiato con i metodi storico critici, in riferimento al tempo in cui fu
scritto, non prelevandolo dal suo contesto. Si doveva riuscire a distinguere tra
le notiones universae (verit perenni) e ci che frutto di una particolare
epoca e mentalit. Solo le idee generali avrebbero trovato posto nella teologia
dogmatica. Emancipazione della TB significava scelta di un ruolo di un ruolo
di genere storico e riduzione del suo ruolo normativo. LAT non si leggeva
come prova della verit, ma verificare se era valida per la verit. Si doveva
valutare se la verit dellAT era significativa per la fede. Cos, la TB assunse
un aspetto descrittivo. Si configur come disciplina storica: si presenta come
storia della religione dellAntico Israele.
Con il 900 nasce la teologica dialettica: Barth e il suo commentario alla
lettera Romani; E. Bruner: cercano di dare alla pagina biblica il suo valore
fondante.
Negli anni 20-30 c un nuovo sviluppo della ricerca biblica, che non ha la sua
matrice solo nel metodo storico critico, ma cerca di rivitalizzare la Bibbia
come Parola per il credente: attinge esigenze dalle discipline storiche.
Nascono i modi di fare TB prima accennate: nascono le teologie dellAT.
Nascono le ricerche lessicografiche (lo studio delle parole bibliche), i dizionari
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della Bibbia e gli studi monografici di tipo tematico che prendono la forma
enciclopedica.

Modalit di fare teologia


Approccio sistematico: raccogliere in uno o pi volumi le idee dellAT, le
istituzioni, i personaggi le cose di cui parla lAT. La modalit molto
diversificata: J. Barr (scuola inglese di semiotica e semantica). Raccoglie una
serie di tipologie con cui si fa lAT e descrive quale sarebbe la migliore
realizzazione della tipologia.
Bovati vuole mostrare che ci sono dei modelli e modi di organizzare la TB:
- modello concettuale: griglie di introduzione del materiale, schemi
ragionevoli per sostenere ci che dice lAT. Un esponente W. Eichrodt
(ha scritto negli anni 30). Rispetto alle opere dello stesso genere
precedenti lui non ha preso lo schema della teologia dogmatica
(Summa+cosa dice lAT). Lui prende un concetto della tradizione
biblica: ALLEANZA e ritiene che questo concetto che viene dalla Bibbia
possa aiutarlo a fare una sintesi sistematica di tutto ci che lAT dice.
Compone tre volumi: Dio e il popolo; Dio e il mondo (tematica della
creazione); Dio e uomo (dimensioni etiche della fede di Israele). Il
materiale organizzato in funzione di alcune idee principali, che
riteniamo essere sufficientemente adeguate a esprimere il sapere
teologico.
Critiche: il concetto di alleanza un concetto tardivo e non adeguato per
esprimere le diverse tradizioni religiose di Israele; ma anche
lartificiosit dello schema, attraverso cui si esprimono le idee
dellalleanza; inoltre, non si vede lo sviluppo delle idee.
Ma tale modello di raccogliere le idee principali dellAT molto
apprezzato e seguito da molte teologie dellAT: per esempio, H.D.
Preuss: parte dallidea di ELEZIONE.

- Approccio storico: G. von Rad (anni 50) reagisce a Eichrodt. Fra tutte le
teologie dellAT rappresenta un monumento della teologia. Critica il
collega perch ha un approccio artificiale. Preferisce tener conto dei
risultati della scienza storico critica: il genere letterario, la storia delle
istituzioni di Israele (perch sono esse a far capire la teologia di Israele).
Il teologo non deve avere uno schema astratto ma assumere di
preferenza il modo in cui la Bibbia si consegna come racconto. Il teologo
deve raccontare di nuovo ci che il testo biblico dice. Fondamentalmente
il testo biblico parla della storia della salvezza, che ha dei nuclei che
possiamo intuire e riconoscere come antichi e che poi, pian piano, si
sono arricchiti. Nel primo volume della sua teologia si occupa delle
tradizioni, del modo con cui il nucleo essenziale della fede stato preso,
lavorato e sviluppato dal popolo dIsraele. Parte dal credo storico di Dt
26. Lelemento centrale dellEsodo per lui la matrice su cui poi si sono
sviluppate le altre riletture e gli ampliamenti, fino a produrre lAT. Le
tradizioni profetiche (gli unti del Signore: la monarchia) e sapienziali
sono trascurate. Il secondo volume tratta le tradizioni profetiche: come i
profeti hanno ripreso le tradizioni antiche e le hanno sviluppate. Li situa
nel loro ambiente e mostra come essi hanno contribuito nel dinamismo
storico alla tradizione profetica di Israele. La parte sapienziale meno

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sviluppata, secondaria. Attorno a questopera ci furono molte polemiche,
soprattutto attorno al concetto di storia: da una parte limportanza della
storia di Israele; dallaltra parte, il metodo storico critico criticava come
realt davvero storica il nucleo della fede di Israele (i patriarchi non si
sa se sono esistiti, non si sa se Israele uscito dallEgitto). Tuttavia,
questi due volumi sono di straordinaria intensit. Attenzione a non
essere ingenui: molte concezioni sono superate: legato alle feste rituali
del rinnovamento dellalleanza, allanfizionia delle trib di Israele,
riteneva che il Pentateuco fosse antico, le fonti del Pentateuco.

- Approccio canonico: B. S. Childs. Il modo di fare esegesi e TB non del


tutto accettato. Vede che la Bibbia ridotta a puro rango di descrizione
storica delle credenze antiche e ha perso il concetto di Rivelazione.
Childs vuole dare alla Scrittura il rango di Parola di Dio, da accettare
nella sua completezza: ricevere la Bibbia come si presenta nel suo stadio
finale che quadro di riferimento del teologo biblico, con la sua forza
autoritativa e la capacit di trasformare il credente (approccio
canonico). Una prima opera parte dal concetto di rivelazione e mostra
come Dio si rivela nella Legge, nellalleanza e nelle varie mediazioni
istituzionali. Appare un progetto ermeneutico: la Bibbia da capire nel
suo insieme. Ma quando si prende linsieme, la trattazione
insoddisfacente. Infatti la scelta di alcuni temi diventa difficile: perch
una parte pi importante dellaltra? E una modalit di esecuzione del
progetto che non risponde alle istanze ermeneutiche del progetto stesso.
Il secondo volume assume che il vero modo di fare teologia di fare
teologia biblica: unire teologia dellAT e del NT (gi von Rad aveva
questa preoccupazione). Childs vuole scrivere un libro in cui non solo si
parla solo del problema, ma in cui si applica tale intuizione in modo
concorde. Landamento quello narrativo della Bibbia: invece di parlare
di Dio che si rivelastudia come Dio parla, peccato, Babele, Abramo,
Mos Assume il racconto biblico come il veicolo con cui tutte le idee e
tradizioni religiose possono essere illustrate. Poi fa una cosa sul NT:
assume un procedere differente, che non pi storico. Inizia con il
Kerygma, poi il vangelo paolino, poi i Vangeli. Lultima parte: saggi di
TB, varie tematiche teologiche.
Il progetto di Childs si presenta interessante (tenere presente linsieme),
ma non adeguato: non ha i presupposti concettuali sufficienti a reggere
il procedere espositivo adeguato. E criticato da molti: chi vi vede una
prospettiva confessionale, chi non vi vede la centralit del canone.

21 febbario 2007

Tra i modi di fare teologia dellAT quello pi appropriato quello sistematico


(concettuale, storico, canonico). Von Rad: la rivelazione non si presenta tutta
di un pezzo, ma o eventi storici che sono stati rielaborati in successivi
approfondimenti. Albertz rappresenta il teorico pi combattivo: per lui non si
pu fare una teologia dellAT perch in Israele ci sono molte idee, tradizioni
Ci che pi opportuno fare e scrivere una storia della religione di Israele.
Rendtorf fa parte dellapproccio canonico: presenta il suo lavoro come un
progetto in vista di un approccio canonico.

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Temi teologici del Deuteronomio Teologia dellAT
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- Approccio strutturale: P. Beauchamp. improprio il suo apparire nella
lista, perch la sua opera non compare col titolo di teologia, ma Luno e
laltro Testamento. di straordinario interesse. Il suo approccio: un
autore francese e si forma quando in Francia appare il movimento
strutturalista, cio unopposizione culturale allo storicismo hegeliano. Lo
strutturalismo concepisce gli eventi nella co-presenza,
nellinterrelazione con tutti gli altri elementi. Egli critica lapproccio
archeologico della TB, come lo vede applicato da von Rad. La
preoccupazione archeologica dice come un testo viene scavato per
arrivare allarchetipo. Beauchamp legge i testi con un interesse
teleologico, cio verso la fine: i testi biblici aspirano sempre pi ad
essere perfezionati. Propone una teologia tipologica, cio non solo una
teologia fatta sui simboli, sulle interpretazioni allegoriche. Ci che si
compie nelluscita dallEgitto figura, perch saranno necessarie altre
figure, fino a che questa figura e questo evento di liberazione si compie
con luscita di Ges nella morte e la relazione eterna con Dio. lo stesso
AT che con le riletture aspira a questa definitivit. Tutta la rivelazione
biblica annuncia come figura levento della cristologia. Il concetto di
rilettura quella che media la capacit analtica di Beauchamp: continua
a tornare la stessa figura, con sfumature sempre pi perfette. Bisogna
interessarsi della teologia del libro, di cii che dice nel suo complesso,
nella dinamica di figura e compimento. Ha scritto due volumi: il primo
organizza il materiale tenendo conto della struttura del libro, secondo la
tradizione ebraica. La Tor, che appartiene alla categoria dellorigine,
racconto e comandamento che Scrittura fondamentale. Non fa
considerazione di ordine storico, ma dice come il libro si presenta che
dice che ci che scritto nei primi 5 libri racconta lorigine. Una
seconda sezione fondamentale quella profetica: parola e discorso.
Questi profeti riprendono e rileggono le figure dellorigine, non in
funzione delk tempo antico passato, ma in funzione della storia. C
rivelazione di Dio nella concretezza della storia: elemento umano della
libert, il peccato, ci che Dio fa per ristabilire. Poi, gli Scritti, che nella
teologia di Beauchamp hanno valenza sapienziale: una rilettura
antropologica. Questa modalit di rileggere lAT oggetto di analisi
molto precise di come i vari libri si coordinano tra di loro. Il secondo
volume presenta unesercitazione concreta, in cui prende le figure
principali dellAT e mostra come vengono riprese fino al nuovo
compimento in Cristo. Aveva previsto un terzo volume, in cui presentare
come lAT riletto nel NT.

Rimangono 2 problematiche circa gli approcci sistematici:


1) molti autori pensano che non si possano fare delle sintesi, a motivo delle
contraddizioniallinterno del testo. Una sintesi che metta insieme cose
contradditorie gi pregiudicata. Allora si fa una storia delle religioni. Il
problema di vedere se un approccio di tipo storico snatura la
normativit della Parola di Dio. Se la parola di Ges: Non un iota o un
segno cadr. Questa problematica non riceve identiche risposte.
2) Qual il rapporto tra AT e NT? possibile fare una teologia del Primo
Testamento come entit autonoma senza considerazione del NT? Chi
ritiene che lAT ha una sua teologia critica come confessionale una
lettura globale. C il problema con gli ebrei, non contenti del sequestro
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dei loro libri. SI possono considerare luno e laltro senza che ci sia
confusione? Come possibile fare una teologia rispettosa dellAT, ma
che tenga conto della novit cristologica?

Sintesi lessicografiche: un altro modo di fare teologia, studiando il lessico


e ci che la lingua esprime come antropologia, come istituzione La Bibbia
nasce realmente in un contesto storico. La Bibbia Parola di Dio. Dio
rivelandosi ha usato parole umane. La scienza esegetica ha cercato di studiare
le parole che Dio dice, cos si comprende ci che Dio dice. Quando dice che ha
eletto Israele, cosa intendeva per eletto. Tale modalit estremamente
analitica. Si prende una parola di cui sic erca di comprendere lesattezza di
significato. Per ovviare alla frammentazione e si mettono insieme le voci,
costruendo un vocabolario. un modo di fare teologia in ordine alfabetico.
Le opere sono descritte nella fotocopia del professore:
- Kittel: i lessemi sono parole greche. Ma la prima parte di ogni voce
riguarda lo sfondo culturale della parola greca. Come lAT esprimeva
tale voce e termine? un dizionario interculturale: mette in rapporto il
lessico greco ed ebraico.
- Westermann: dizionario teologico dellAT.
- Botterweck: opera in 10 volumi.
Sono dizionari che presentano il frutto maturo dellesegesi contemporanea.
Influenzano lesegesi. Linfluenza del dizionario condiziona molto lo studio
esegetico.
Problemi dei lessici:
a) la linguistica moderna ha dimostrato che non si possono studiare le
parole isolatamente, ma nel loro rapporto paradigmatico e sintagmatico
(prendere in giro). Le parole si studiano nei campi semantici.
Bisognerebbe favorire lo studio delle parole insieme (studiare la parola
padre in rapporto a figlio o madre).
b) Presentano il termine in chiave diacronico: il significato assunto in varie
epoche. Ma le parole hanno avuto una storia. Invece, i dizionari bilingui
sono sincronici. Non bisognerebbe tener conto dellambito di
manifestazione di un termine. Il termine dam (sangue): ha dimensione
antropologica, oppure cultuale, o giuridico. Pu essere che 2 attestazioni
di epoche diverse possano avere lo stesso senso perch appartenente
allo stesso ambito.
c) Si ritiene che ci sia rapporto biunivoco tra gli elementi che strutturano 2
diverse lingue. Si pensa che il termine padre sia espresso con una
corrispondenza tra le lingue. Ma non sempre le sfumature sono le stesse
nelle diverse lingue. Il nominalismo porta a queste possibili derive.
d) Il dizionario di Westermann tratta le voci distinguendo tra uso profano e
teologico. Molti linguisti hanno criticato: il dizionario biblico da
significato teologico, ma a partire dalla dimensione profana. La
distinzione tra profano e sacro problematico dal punto di vista
ideologico.

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