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PERIODICO DI CULTURA NEO-ILLUMINISTA RI

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NUMERO 27 dicembre 2017 (ANNO XI N.2)

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PROPRIETARIO ED EDITORE
Associazione Culturale Civilt Laica,
Via Carrara, 6 - 05100 Terni
e-mail: redazione@civiltalaica.it
DIRETTORE RESPONSABILE
Marco Vulcano
COMITATO DI REDAZIONE
Stefania Paolucci, Alessandro Gentiletti,
Alessandro Petrucci, Silvia Castellini,
Federico Piccirillo, Francesco Saverio Paoletti,
Marcello Ricci, Massimiliano Agostini,
Alessandro Chiometti, Valentina della Bella,
Massimilano Brasile
Stampato per lAss. Cult. Civilt Laica
dalla Tipografia Visconti - Terni
Autorizzazione del Tribunale di Terni
n. 03/07 dell/8 Marzo 2007
GRAFICA
Katapulta Design di Agnieszka Goclowska
http://katapultadesign.eu
IMMAGINE IN COPERTINA
Katapulta Design
2
Marco Vulcano
Violenza sulle donne:
la strada ancora lunga
La realt irrompe bruscamente sulla sce-
na grazie al mondo del cinema, finzione
per eccellenza. Per quanto incredibile
possa apparire, sembra questo ci che
sta accadendo un po ovunque dopo il
cosiddetto scandalo Weinstein, il po-
tente produttore cinematografico statu-
nitense con la malsana abitudine, finora
sottaciuta diffusamente, di essere una
specie di molestatore seriale di donne. E
c sicuramente di che stupirsi. Non solo
per le troppe, insopportabili violenze
maschili contro le donne, i cui numeri
solo in Italia sono quelli di una autentica
guerra di genere, quanto di come questo
tema sia percepito come secondario, al
massimo relegato a problema giudiziario
la cui soluzione risiede unicamente nella
denuncia penale. Come se dietro quel-
le violenze non ci fossero condizioni di
privazione psicologica o economica che
rendono le conseguenze di un atto legale
spesso peggiori di uno status quo fatto di
violenze. Come se davvero la donna che
denuncia il coniuge avesse sempre dei
veri strumenti con cui potersi difendere
da ritorsioni di ogni tipo. Come se dav-
vero fossimo tutti uguali e non esistesse
un brodo culturale in cui siamo immersi,
ancora ammorbato dai residui di vecchie
ideologie patriarcali.
Nel 1895, Friedrich Engels scriveva ne
Lorigine della famiglia, della propriet pri-
vata e dello Stato: La moderna famiglia
singola si fonda sulla schiavit, patente o
mascherata, della donna. () Oggi come
oggi luomo deve essere, nella massi-
ma parte dei casi, colui che guadagna e
mantiene la famiglia () ci gli confe-
risce una posizione di dominio che non
abbisogna di nessun privilegio giuridico
di natura eccezionale. Nella famiglia egli
il borghese, la donna il proletario. Da
allora, le cose sono di certo cambiate, ma
evidentemente non abbastanza.
Per accorgersene non servono analisi
sofisticate. Basta incontrare come ab-
biamo fatto in questo numero qualche
operatrice di un centro antiviolenza. E
la cosa peggiore, se possibile, proprio
questa. Si fa ancora fatica a capire come
dietro ogni stupro, ogni molestia, ogni
intimidazione maschile verso le donne,
sia attiva una relazione di potere, nella
fattispecie di dominio, al punto da appel-
lare come hanno fatto insigni esponen-
ti del mondo cattolico, evidentemente
ostili a qualsivoglia allontanamento dal
precetto biblico che vuole la donna ir-
rimediabilmente inferiore alluomo le
molestie sessuali subite dalle attrici nel
caso Weinstein come prostituzione dal-
to bordo (Adinolfi dixit). Una confusio-
ne aberrante e pericolosa davanti alla
quale bisogna ripartire dalle basi. Possi-
bilmente solide.
Lespressione violenza contro le don-
ne significa ogni atto di violenza fonda-
ta sul genere che abbia come risultato, o
che possa probabilmente avere come ri-
sultato, un danno o una sofferenza fisica,
sessuale o psicologica per le donne, in-
cluse le minacce di tali atti, la coercizio-
ne o la privazione arbitraria della libert,
che avvenga nella vita pubblica o priva-
ta. Cos recita lart.1 della Dichiarazione
sullEliminazione della Violenza Contro
le Donne, adottata nel dicembre 1993
dallAssemblea Generale ONU. Unacqui-
sizione dalla quale piaccia o no ad Adi-
nolfi e a quanti pensano che senza stupro
non c molestia sessuale non si pu n
si deve tornare indietro.
Denunciare fondamentale, ma purtrop-
po non sempre basta. Ed per questo che
abbiamo deciso di di far parlare, nelle
pagine che seguono, il CAV (Centro Anti-
violenza) Libere tutte di Terni.
I Centri Antiviolenza sono nati in Euro-
pa negli anni 80 come luoghi di ricerca
della libert, dellautonomia e dei saperi
delle donne a partire dallesperienza del
femminismo e dei collettivi. Una sfida al
potere assoluto del patriarcato, perch si
tratta di strutture in cui le donne che su-
biscono violenza incontrano altre donne
con le quali stabiliscono un rapporto non
neutrale, in cui ogni azione viene intra-
presa unicamente con il consenso della
donna e a suo vantaggio.
Le operatrici che lavorano nei Centri An-
tiviolenza operano quotidianamente al
fine di sostenere le donne nel raggiungi-
mento della propria autodeterminazione
e lo fanno garantendo ascolto ed accesso
24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Unopera
fondamentale e necessaria di contrasto
e prevenzione della violenza contro le
donne, il cui valore deve coincidere con
il riconoscimento della dignit e la pos-
sibilit di autodeterminazione di chi vi
lavora, garantendo adeguati, puntuali e
continuativi finanziamenti in modo da
impedire che un pezzo cos importante
di welfare sia lasciato al volontariato ob-
bligatorio di chi vi presta servizio.
Numero realizzato in collaborazione con
Eraldo Giulianelli
Il femminicidio per comando divino
La ormai quotidiana cronaca di femminicidi operati in am-
bienti socio-culturali diversi e per le pi diverse motivazioni,
non pu non rimandare a una, se pur fuggevole, panoramica
delle uccisioni di donne che sono avvenute ed avvengono per
giustificazioni o per istigazioni religiose.
Ancora oggi le cronache ci informano sulle donne sepolte
vive nel Belucistan ad opera di fondamentalisti religiosi che
non tollerano che le ragazze possano sposare un uomo da
loro scelto, disubbidendo alle tradizioni secolari che im-
pongono il matrimonio preordinato e programmato, in loro
vece, dai familiari o dalla trib di appartenenza.
Ma nel nostro ordinato ed erudito mondo occi-
dentale il destino delle donne non stato,
per secoli, diverso da quello oggi in
auge nel Belucistan.
Tutto ha avuto origine da quella
patetica favoletta che il pri-
mo libro della Bibbia ebraica
(Genesi) ci ammannisce e
che ha tuttora, secondo il
Cattolicesimo e secondo
lIslam (Corano: Sura IV,
1 - Sura VII, 189 - Sura XX,
120,121) il carattere di
verit dettata da un Dio
intollerante, acrimonio-
so e crudele: il peccato
originale, la disobbedien-
za al Dio ebraico che si
traduce soprattutto nella
colpa della donna inganna-
ta ed ingannatrice a sua volta
dellincolpevole maschio Ada-
mo. Da qui discende il concetto
della donna responsabile della di-
sgraziata sorte del maschio e quindi
della necessaria sua sudditanza: il suo de-
stino legato solo alla sua capacit di generare
discendenti al maschio padrone e le sue devianze sessuali
da questo destino programmato non possono essere tollerate
e quindi saranno punite con la morte per lapidazione (Deute-
ronomio XXI, 13, 20 XXII, 20 Levitico XXI, 7,9).
Ma il Cristianesimo, la religione dellamore, ribattono i cre-
denti cattolici, ha addolcito la sorte delle donne e discono-
sciuto il diritto del maschio di uccidere: non ci viene forse
riproposto lepisodio di Ges che impedisce la lapidazione
delladultera (...chi tra voi senza peccato scagli la prima pietra
GV 8, 7)?
Peccato che gli stessi credenti chiudano gli occhi di fronte al
femminicidio religioso, legalizzato e riproposto dalla Chiesa
Cattolica facendo appello proprio al Vecchio Testamento, di-
mentica del Nuovo. Come altrimenti si possono giudicare le
parole del sommo teologo della Chiesa, Tommaso DAquino
il quale non esitava a decretare la morte per gli eretici? (Per
quanto riguarda gli eretici, essi si sono resi colpevoli di un peccato
che giustifica che non solo siano espulsi dalla Chiesa con linterdet-
to, ma anche che vengano allontanati da questo mondo con la pena
di morte. Gli eretici, immediatamente dopo la loro incriminazione
per eresia, non soltanto devono essere cacciati dalla comunit ec-
clesiale, ma anche a buon diritto giustiziati! - Summa Theologiae
II a q XI, a 3).
Civilt Laica Numero 27
Quanti sanno che la caccia alle (presunte) streghe venne sti-
molata e promossa dalle parole del sommo teologo che equipa-
rava la stregoneria alleresia e per questo diede la stura alluc-
cisione di quasi un milione di povere donne, accusate di aver
avuto rapporti carnali con il diavolo? Come dimenticare che
la morte sul rogo venne ufficialmente approvata e decretata
dai santi padri mediante bolle e decreti che si ripeterono per
pi secoli? Basterebbe ricordare le principali : Vox in Rama di
Gregorio IX ( 1233) Ad exstirpanda di Innocenzo IV (1252)
Super illius specula di Giovanni XXII (1326) Nuntiatum est
nobis di Sisto IV (1473) Summis desiderantes affectibus di In-
nocenzo VIII (1484) Cum acceperimus di Alessandro VI
(1501) Honestis petentium vobis di Leone X (1521)
Dudum uti nobis di Adriano VI (1523) Licet
ab initio di Paolo III (1542) Coeli et terrae
di Sisto V (1585) Omnipotentis Dei di
Gregorio XV (1623) Inscrutabilis di
Urbano VIII (1631).
Come giudicare altrimenti che
istigazione al femminicidio re-
ligioso quello che deriva dalle
parole di un papa, oltretutto
venerato come santo, Pio V,
che incitava il re di Spagna
Filippo II a perseguitare
eretici e streghe, nel 1570
con queste parole: Ricon-
ciliarsi mai, non mai piet;
sterminate che si sottomette e
sterminate chi resiste; persegui-
tate ad oltranza, uccidete, ardete,
tutto vada a fuoco e sangue purch
sia vendicato il Signore!.
Possono i fedeli cattolici far finta di
dimenticare che papa Sisto V invita-
va, nella bolla Immensa aeterni del 1588
i sovrani cattolici ad eseguire le condanne a
morte decretate dalle autorit religiose? (Con tut-
te le nostre forze, nel nome del Signore, esortiamo e scongiuriamo
i nostri figli carissimi, LImperatore legittimo, i sovrani e i nobili
figli diletti e gli altri Governatori degli Stati, li esortiamo a prestare
la propria opera sia aiutando i ministri della Santa Inquisizione sia
punendo i delitti dopo che la Chiesa abbia emesso il verdetto).
Possiamo dimenticare che papa Sisto V istitu la pena di mor-
te per le donne accusate di incesto e adulterio con la bolla
De Temeraria (1586) e per la donne che avessero tentato di
abortire con la bolla Effraenatam (1588)?
Non dimentichiamo che stato il Catechismo Romano (1566)
a dettare queste regole ai parroci: Enunciata la legge divina che
vieta di uccidere, il parroco dovr subito indicare le uccisioni che
non sono proibite. Vi sono anzi delle uccisioni compiute per espresso
comando di Dio.
Invito ribadito puntualmente dal Santo Ufficio nel 1605: Ami-
co di Dio chi uccide i nemici di Dio.
Quando le autorit religiose uccidono e stimolano a uccidere
le donne, quando tale orrenda pratica viene sollecitata osses-
sivamente per secoli e secoli con argomentazioni di natura
soprannaturale ed entra a far parte dellinconscio collettivo
di generazioni di maschi, possono le autorit religiose (di
qualsiasi religione) ipocritamente e spudoratamente dichia-
rarsi innocenti e girare la faccia dallaltra parte?
3
 La spirale della violenza
(Conoscerla per difendersi)

Intimidazione
L'uomo mette la partner in uno stato di tensione e

 paura attraverso sguardi, gesti, parole, urla, rottura di

oggetti anche personali, controllandola nelle azioni
che fa, gelosia. Minaccia di lasciarla se lei non fa ci
che chiede o disobbedisce ("se fai questo significa che
non mi ami")

Ricatto dei figli Isolamento/Segregazione

Lui disprezza amici e parenti di lei, fino


La ricatta, minacciandola di toglierle i figli, se

 si ribella. Farla sentire in colpa di non essere

una buona madre. Se separati usa le visite dei
bambini per continuare a molestarla.
ad impedirle di frequentarli. Le impe-
disce di avere un lavoro per metterla
nelle condizioni di chiedergli i soldi e/o
allontanarla da tutti.

False riappacificazioni
A momenti di violenza si alternano quelli di

 pentimento, accompagnati anche da regali.

Proprio in questi momenti, il partner sembra
tornare quello di cui la donna si era innamo-
Svalorizzazione
rata tempo prima, spingendola a perdonare,


Svalorizzarla, insultarla, farla passare per
giustificare, sperare in un cambiamento. Un pazza fino a creare senso di fiducia in se
cambiamento che non arriver mai. stessa. Trattarla come una serva, agendo
come il padrone di casa, ignorandola in
qualsiasi decisione.

!
La societ in cui viviamo, tende a minimizzare e giustificare ci
che accade alle donne, specialmente tra le mura domestiche, fino
a renderle responsabili della violenza che subiscono.

Violenza sessuale


L'uomo la costringe ad avere rapporti
Violenza fisica
sessuali contro volont, anche se la
donna non oppone evidente resistenza. L'uomo fa violenza fisica se aggredisce
La tocca nelle parti intime e la tratta
come oggetto sessuale.  la partner anche "solo" con una spinta,
o afferrandola con forza o dandole uno
schiaffo...

!
Anche un singolo episodio di violenza o
minaccia sufficiente per stabilire il potere e il
controllo sulla partner.

PER CONTATTARE IL CAV DI TERNI: 0744/288069 oppure 342/3028610 (Lanonimato sempre garantito)

4 Civilt Laica Numero 27

Marco Vulcano
CAV LIBERE TUTTE.
IL LAVORO Di UNOPERATRICE
Partiamo dai fondamentali: come organizzato il
lavoro al CAV?
Finora la presenza delle operatrici al centro antiviolenza
si strutturata in una suddivisione su 4 turni: mattina,
pomeriggio, notte e intermedio, dove con intermedio si
intende il turno che copre la fascia pi calda della giorna-
ta, dalle 10:00 alle 17:00. Tuttavia, proprio in questi giorni
abbiamo abolito il turno di notte. Dora in poi il CAV nelle
ore notturne non sar pi presidiato fisicamente dalle
operatrici, ma continueremo comunque a garantire il ser-
vizio ciascuna da casa sua, con una reperibilit telefonica
notturna.
Come mai?
Abbiamo fatto due valutazioni. La prima che di notte
effettuiamo perlopi interventi di urgenza, dove neces-
sario chiamare la Polizia, i Carabinieri o il Pronto Soccor-
so, pi che essere presenti noi. Inoltre, dato che il lavoro
notturno volontariato obbligatorio, abbiamo pattuito
col Comune che se volontariato deve essere, che almeno
sia da casa.
Che cosa intendi con lossimoro volontariato ob-
bligatorio?
Le cose da fare al CAV sono davvero molte per cui, oltre
alle ore contrattualizzate, ne facciamo di pi , che volon-
tariato in quanto non retribuito, ma obbligatorio poich
se non facessimo cos la struttura non andrebbe avanti.
Descrivici una giornata lavorativa standard.
Prima di tutto si fa il passaggio di consegne tra le ope-
ratrici, poich lavorando su pi turni fondamentale
garantire la circolarit dellinformazione e comunicare
ci che successo e quello che c da fare. Poi si parte con
i colloqui.
Colloqui? Di cosa si tratta?
la parte centrale della giornata di unoperatrice e con-
siste nellascolto delle donne che si rivolgono al CAV.
Un lavoro molto delicato che, pur non configurandosi
come intervento psicoterapeutico, serve a rielaborare
quello che accaduto alla donna, attivando un percorso
di fuoriuscita dalla violenza. Sono incontri separati dove
non pu entrare nessuno al di fuori della donna e di due
operatrici.
Abbiamo talmente tante richieste che dobbiamo dare gli
appuntamenti a un mese di distanza.
Perch due operatrici per ogni donna?
Perch due teste ragionano meglio di una.
Che cosa vuol dire rielaborare un vissuto violento?
Vuol dire innanzitutto riconoscere le violenze come tali
e lavorare sul problema della cultura e della mentalit in
cui siamo immersi, che rende spesso molto complicato
far comprendere a una donna che alcune cose sono suoi
diritti o che le situazioni violente che si trovata a subire
sono inaccettabili.
Mi rendo conto che pu sembrare assurdo, ma spesso le don-
ne vittime di violenze anche gravi vi sono talmente abituate
da non riconoscerle come tali. Per loro quella la normalit.
Civilt Laica Numero 27
Quante donne ascoltate ogni giorno?
Di norma riusciamo a fare 4-5 colloqui al giorno, 5 giorni
su 7. Un colloquio dura circa unora. Ad ogni modo, quella
occupata dai colloqui solo una parte della nostra gior-
nata lavorativa. Laltro protagonista del nostro lavoro il
telefono. Non saprei dire quante telefonate di donne rice-
viamo ogni giorno. Il telefono suona sempre al punto che
se per un po sta in silenzio ci preoccupiamo e pensiamo
sia rotto. Ma non finisce qui, perch ci occupiamo anche
di reperire tutto quello di cui hanno bisogno le donne
ospiti del Centro, seguirle in tutte le loro esigenze, fare
spesa, ecc. In realt di lavorare non smettiamo mai.
Hai detto che i colloqui li fate 5 giorni su 7. Mi vuoi
dire che sabato e domenica riposate?
Tuttaltro. Il fine settimana dedicato a quella che chia-
miamo raccolta fatti ovvero : un resoconto dettagliato
della storia della donna, che possa essere utile alla stessa
anche a fini legali.
Il sabato e la domenica scriviamo appunto queste relazio-
ni. Del resto al CAV tutto viene relazionato: lincontro con
i Servizi Sociali, il colloquio, la telefonata con una donna
in difficolt, ecc.
Ma dovrete anche studiare e tenervi aggiornate.
Facciamo parte di una rete internazionale, che WAVE, e
di una rete nazionale che D.i.Re (Donne in Rete contro la
violenza). di cui fanno parte 81 CAV.Entrambe organizza-
no corsi di formazione continua, convegni, incontri spe-
cifici e momenti di approfondimento fondamentali per la
nostra professione. A volte questi incontri formativi sono
le nostre ferie
Avrete mai un contratto che vi riconoscer le ore di
lavoro effettive?
Non so. Penso che ci sia la consapevolezza, da parte isti-
tuzionale, di poter stare tranquilli e sicuri che ci siamo
noi che questo lavoro lo amiamo e lo faremmo un po a
qualsiasi condizione, assicurando comunque il servizio.
Quali donne si rivolgono al CAV?
Tutte. Purtroppo la violenza forse il fenomeno pi
democratico del mondo. Tuttavia le due macrocategorie
principali di donne che si rivolgono al CAV sono le donne
accolte, che vengono al CAV per i colloqui o per lassisten-
za legale, e le donne ospiti, che invece ci vivono.
Che cosa del tuo lavoro non scambieresti mai con
nientaltro?
I momenti conviviali con le donne, quando si mangia
tutte insieme o si gioca con i bambini. Situazioni davve-
ro belle, anche se a volte difficili. In particolare le feste.
Quasi tutte le donne con bambini piccoli ci hanno detto
che quella era la prima volta che riuscivano a festeggiare
il compleanno del figlio. Cose cos ripagano di tutto.
5
Alessandro Chiometti
Il CAV di Terni
Una giovane realt contro una lunga tradizione maschilista
Incontriamo Raffaella allinizio di
questo autunno 2017. Lei la respon-
sabile dellarea comunicazione di Li-
beramente Donna che gestisce il Cav
di Terni. Le ragazze del centro hanno
deciso di collaborare con noi in for-
ma di intervista perch i loro impegni
sono tali che non vogliono correre
il rischio di doverci costringere a ri-
mandare luscita del giornale.
Siete davvero cos indaffarate? le
chiediamo cercando di essere simpa-
tici.
Purtroppo s risponde e capiamo
subito di aver sbagliato tipo di sim-
patia. Se il Cav molto impegnato
ovvio che non un buon segno.
Scegliamo di partire dai dati tecnici,
quando nato il Cav di Terni? Come
nato? Con quali fondi?
Poco meno di quattro anni fa, a se-
guito di un bando ministeriale, lUm-
bria insieme al Molise era lultima
regione dItalia a non avere Cav sul
territorio.
E oggi? Come vi sostenete? Siete lega-
te o al Comune di Terni o alla Regione
o alla Provincia?
Abbiamo buoni rapporti con le isti-
tuzioni locali anche se i finanziamenti
non bastano a coprire tutto il neces-
sario. Le ragazze che lavorano nel Cav
sono in effetti tutte lavoratrici ma
una buona parte del servizio coper-
to grazie al volontariato. Quindi oltre
al lavoro di assistenza e accoglienza
dobbiamo anche pensare alla nostra
sopravvivenza; a tutti gli effetti fac-
ciamo anche il lavoro di cacciatrici di
bandi, quasi tutti europei.
Ci chiarisci meglio questa cosa delle
lavoratrici e della parte volontaria?
La parte lasciata al volontariato in
particolare quella notturna che abbia-
mo scelto di lasciarla come volonta-
riato.
Quante siete al Cav di Terni?
A Terni siamo sei operatrici, una
responsabile del personale e una re-
sponsabile dei progetti delle donne.
Per lorario non di trentasei ore
a settimana ma di diciotto quasi per
tutte, una sorta di part time. Con le
volontarie arriviamo a circa quindici
unit.
Va bene Raffaella, lasciamo da parte
6 Civilt Laica Numero 27
le problematiche pi legate al mondo
del lavoro e parliamo di qualche dato
interessante sul servizio che date alle
donne vittime di violenza; innanzitut-
to: quante donne qui a Terni si sono
rivolte al Cav?
Nei due anni che siamo state piena-
mente attive abbiamo aperto poco
meno di duecento fascicoli allanno,
questanno sono circa centosettanta
dallinizio dellanno... poi ovviamente
ti dar i dati esatti e cosa c? la donna deve riconoscere che il rap-
Abbiamo gli occhi fuori dalle orbite e
la bocca spalancata, Raffaella ci guar-
da dubbiosa. Scusa, diciamo ripren-
dendoci da un capogiro, forse abbia-
mo capito male volevi dire duecento
telefonate allanno forse?
Raffaella sorride e ci guarda rasse-
gnata, probabilmente labitudine di
parlare con chi non sa, per forza di
cose, di cosa sta parlando. No ovvia-
mente le semplici telefonate di aiuto
sono molte, ma molte di pi. Quando
dico duecento fascicoli aperti parlo di
persone che dopo il primo contatto
telefonico, che peraltro rappresenta
sempre il passo pi difficile da fare
per una donna, vengono da noi e ini-
ziano dei colloqui di aiuto. Ovviamen-
te questo non significa che poi tutte
queste donne andranno via di casa,
ma iniziano un percorso con noi.
Rimaniamo in silenzio, atterriti. Ri-
pensiamo alle sue parole sulla prima
telefonata che il passo pi difficile,
cosa che sappiamo essere vera in base
a decine di studi... duecento fascicoli
aperti e il resto del fenomeno quan-
te donne coinvolge? Ci sfiora un bri-
vido, di quelli che abbiamo provato
finora solo leggendo i libri di Stephen
King. Ma qui si parla di donne vere.
Duecento casi gravi? accerta- to si complica, vero?
ti? verificati? definiteli come vo-
lete, sono circa duecento ogni anno in
una citt come Terni che non delle
pi grandi dItalia e forse nemmeno
delle pi problematiche. Lasciamo a
voi il resto delle stime.
Beviamo un sorso dacqua e proviamo
a continuare.
Quindi al Cav queste donne trovano
accoglienza e ospitalit.
E supporto! precisa lei, e aggiunge
subito: Quando una donna decide di
andarsene di casa, spesso ha bisogno
di tutto. E sottolineo tutto! Ci sono
state donne che sono arrivate in pi-
giama e pantofole e vi assicuro che
non un modo di dire.
E per questo che avete promosso an-
che raccolte in alcuni supermercati?
Certo i bandi permettono alcune
cose ma non tutto, anche fare in modo
di non dover far pensare alla donna
alle prime esigenze un aiuto!
Allora Raffaella spiegaci: quand che
porto con il suo compagno non va
bene? In genere si pensa che sono le
prime aggressioni fisiche a dover far
rendere conto che basta. cos o
Non cos risponde categoricamen-
te. Laggressione fisica solo la con-
clusione di un processo di distruzione
della psiche femminile che comincia
da molto lontano. A volte pu iniziare
con la lunghezza della gonna, a volte
con la gelosia sciocca verso i colleghi
di lavoro. Sempre il tutto inizia con il
senso di possesso che luomo ha nei
confronti della donna. La donna un
oggetto delluomo e lui ne deve poter
disporre come meglio crede. La spira-
le della violenza, di cui in rete trova-
te diverse elaborazioni, sempre la
stessa. Si inizia con lINTIMIDAZIONE,
poi c la fase di ISOLAMENTO e poi
quella di SVALORIZZAZIONE a questo
punto giungono pi o meno insieme
la VIOLENZA FISICA e quella SESSUA-
LE. Non finisce qui, perch poi ci sono
le FALSE RIAPPACIFICAZIONI, cio la
fase del tipo amore mio ho sbagliato
ti prometto che cambier e poi non
cambier mai, e infine i RICATTI per
farla restare in particolare quello le-
gato ai figli.
Ovviamente quando ci sono i figli tut-
Certo perch vengono usati per dirle
non te li far pi vedere o cose del
genere. E poi oggi anche certe conce-
zioni di alcuni psicologi che preten-
dono la bigenitorialit a tutti i costi
non aiutano. Ovvio, certo ci manche-
rebbe altro, se un bambino ha tutti e
due i genitori biologici sani (psicolo-
gicamente parlando) star meglio. Ma
insomma se uno dei due un delin-
quente violento sar il caso di rivede-
re questo dogma della bigenitorialit
o no?

Senti Raffaella alcuni dicono che in
Scandinavia la situazione peggiore
che da noi e lo dicono in base al mag-
gior numero di denunce presentate
dalla donne.
Mi viene da ridere! Certo dove ci
sono pi Cav e dove questi funziona-
no meglio le denunce aumentano
ovvio no? Invece qui da noi siamo an-
cora ai genitori della donna abusata
che le dicono: devi resistere fallo per
i figli o peggio aspetta almeno che i
figli diventano grandi ma insomma
vogliamo dirlo o no che il trauma di
assistere alla violenza domestica sul-
la madre sar peggio per un bambino
che assistere ad una separazione le-
gale?
Lorologio corre, Raffaella tra poco ha
un incontro istituzionale, cerchiamo
di portare il discorso su qualcosa che
possa dare speranza, cosa si pu fare
per arginare il fenomeno?
Tutto parte dalleducazione senti-
mentale dei ragazzi e delle ragazze.
Bisogna far capire fin da quando sono
piccoli che un rapporto di coppia non
un rapporto di propriet. Guardate
che le dinamiche che ho descritto val-
gono anche per molte coppie omoses-
suali. Il problema proprio alla base
della nostra cultura. Pensate che ho
conosciuto una volontaria che dopo
qualche giorno di servizio al Cav mi
ha confidato che lei era venuta per
aiutare le donne islamiche quando
ha capito che qui quasi tutte le donne
abusate erano italiane e cattoliche ha
avuto uno shock tremendo. Non con-
cepiva che fossero gli italiani a fare
queste cose come le chiamava lei. Il
fenomeno della violenza invece il
pi trasversale e democratico che esi-
sta, tocca donne di ogni provenienza
geografica, estrazione sociale e for-
mazione culturale.
E allora...
Allora: Educazione sentimentale,
educazione sentimentale ed educa-
zione sentimentale.
Certo che magari uno spazietto fra
lora di religione e le recite di Pasqua
e Natale si potrebbe trovare per inse-
rirla a scuola... che ne dici Raffaella?
Sorride, raccoglie le cose e va verso il
suo incontro istituzionale, evidente
che la fantascienza non il suo campo.
Civilt Laica Numero 27
Numeri e fatti
il Delitto donore (la norma che prevedeva lievi pene per lomicidio di una
donna fedifraga) e il matrimonio riparatore (la norma che prevedeva la
cancellazione del reato di stupro se chi lo commetteva sposava la vittima)
sono rimaste nel codice penale italiano fino al 1981.
Lo stupro passato da reato contro la morale a reato contro la perso-
na nel 1996.
Franca Viola stata la prima donna siciliana a ribellarsi allusanza della
futina denunciando e facendo condannare il suo rapitore e stupratore.
Il film La moglie pi bella di Damiano Damiani a lei dedicato del 1970.
Il film Sedotta e abbandonata di Pietro Germi che racconta una vicenda
simile invece del 1964.
I numeri del femminicidio non sono certi e variano di qualche unit, ma
sicuramente le donne uccise da un uomo, con cui hanno o hanno avuto un
rapporto affettivo o familiare, non sono in diminuzione. In Italia nel 2016
se ne sono contate 120. Anche nel 2017 la media di una vittima ogni tre
giorni. Negli ultimi dieci anni le donne uccise, sempre in Italia, sono state
1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. (fonte: ansa.it *)
Sono 3 milioni e 466 mila in Italia, secondo lIstat, le donne che nellarco
della propria vita hanno subito stalking, ovvero atti persecutori da parte
di qualcuno, il 16% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Di queste, 2 milioni e
151 mila sono le vittime di comportamenti persecutori dellex partner. Ma
il 78% delle donne che ha subito stalking, quasi 8 su 10, non si rivolta ad
alcuna istituzione e non ha cercato aiuto. (fonte: ansa.it *)
Dati Cav di Terni e Perugia
Per ospitalit si intendono i nuclei che hanno soggiornato presso i CAV, men-
tre con accoglienza intendiamo le donne che seguono il percorso nel CAV
abitando autonomamente.
Terni
Ospitalit Accoglienza
2014 - 16 DONNE; 17 MINORI 2014 - 90 DONNE
2015 - 17 DONNE; 14 MINORI 2015 - 171 DONNE
2016 - 11 DONNE; 15 MINORI 2016 - 127 DONNE
2017 - 12 DONNE; 14 MINORI 2017 - 185 DONNE
(FINO A OTTOBRE)
PERUGIA
Ospitalit Accoglienza
2014 - 13 DONNE; 17 MINORI 2014: 100 DONNE
2015 - 16 DONNE; 17 MINORI 2015: 192 DONNE
2016 - 21 DONNE; 14 MINORI 2016: 317 DONNE
2017 - 18 DONNE; 14 MINORI 2017: 312 DONNE
(FINO A OTTOBRE)
*
http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/editoriali/2016/11/24/giornata-mondiale-2016-contro-la-violen-
za-sulle-donne_f012b86f-eceb-44d6-964d-ee030b123360.html
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Marcello Ricci

Pensieri Misogini
Questo numero della nostra rivista dedicato alla violenza contro le donne. Semmai si potesse fare una graduatoria
delle forme pi aberranti di violenza, quella contro le donne a livello universale la pi storicamente diffusa per-
ch rivolta allaltra met del genere umano e perch sostenuta dalla posizione ideologica razzista che si fonda sulla
convinzione della inferiorit della donna rispetto alluomo. Abbiamo voluto darvi qui un esempio significativo di
violenza e odio nei confronti delle donne nella letteratura e nella cultura occidentale.

AUTORI PRECRISTIANI AUTORI CRISTIANI

La donna il peggiore dei mali (Euripide, Medea) Donna tu sei la porta dellinferno (Tertulliano, De cul-
La donna un male necessario (Aulo Gellio, Le notti tu feminarum)
attiche) La donna il corpo delluomo, tratta dal suo fianco e a
La donna quando pensa da sola pensa male (Publilio lui sottomessa. Capo della donna luomo (Costituzio-
Siro, Sentenze IV,23) ni apostoliche)
Tua moglie non sia istruita (Marziale, Epigrammi) Tua moglie la devi trattare con pazienza, perch sai
La donna un maschio mancato. Il silenzio la gloria che ella pi stolta (S.Giovanni Crisostomo, Sulle let-
della donna (Aristotele, Politica) tere agli Efesini)
Nessuna donna osi mai scrivere libri (Didimo il Cieco,
De Trinitate)
AUTORI NON CRISTIANI
Lopera e la parola di Dio dicono chiaramente che le
Le femmine sono per natura esseri intermedi tra luma- donne debbono servire al matrimonio o alla
nit e gli uomini (A. Comte, Sistema di politica positiva)
prostituzione (Lutero)
Le donne non sono altro che organi genitali articolati
Se le donne si affaticano e muoiono a forza di procre-
(W. Faulkner, Zanzare)
are, non poi gran male. Che esse muoiano pure, purch
Dio si fatto uomo e va bene. E il diavolo si fatto donna procreino. Sono state fatte per questo (Lutero)
(V. Hugo, Ruy Blas)
Sottomessa per natura alluomo come al suo capo, la
Ricordatevi, giovani, che le donne sono bestie (B. Fe- donna non ha il diritto di sottrarsi alla sua autorit
noglio, La malora) (Tommaso dAquino, Summa Teologica)
Dio cre la donna. La donna fu il secondo La donna che piaccia, che taccia, che
errore di Dio (Nietzsche, LAnticristo) se ne stia in casa (Pio X)
Le donne si dovrebbero picchiare a Certe specie di lavoro non si
intervalli regolari, come si fa con il confanno alle donne, che
gong (N. Coward, Private Lives) sono fatte per natura per i
Vai a donne? Non dimenticare lavori domestici
la frusta (F. Nietzsche, Cos (Leone XIII, Rerum No-
parl Zarathustra) varum)
La donna un essere inter- I figli simboleggiano
medio tra luomo e la bestia le opere buone,spiri-
(A. Schopenhauer) tuali, le figlie le ope-
re cattive, carnali
(Origene, Omelie sul
Levitico)