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Digital Signal Processing

13 Gennaio 2017

Esercizio 1
Si consideri un filtro IIR causale caratterizzato dal seguente legame ingresso uscita:

4y[n] = y[n 2] + x[n] + x[n N]

dove N 2 N.

1. Determinare, in funzione di N , la funzione di trasferimento H(z) del filtro.

2. Determinare il minimo valore di N > 1 per il quale il filtro presenta guadagno nullo in
corrispondenza della frequenza !0 = ⇡/2.

In corrispondenza del valore di N sopra calcolato, determinare:

3. la risposta y[n] del filtro al segnale:


⇣ n⇡ ⌘ ⇣ n⇡ ⌘
x(n) = sin + sin , n2Z
2 4

4. la risposta impulsiva h[n] del filtro utilizzando le tecniche classiche di soluzione di


equazioni alle di↵erenze.

Esercizio 2
Si consideri un sistema tempo-discreto con risposta impulsiva h[n] reale. Vogliamo deter-
minare h[n] o, in maniera equivalente, la funzione di trasferimento H(z), nell’ipotesi di
conoscere la funzione di autocorrelazione rh [n] della risposta impulsiva. Si ricorda che la
funzione di autocorrelazione è definita come
X
rh [n] = h[k]h[k n]
k

1. Dire, motivando adeguatamente la risposta, se è possibile determinare in maniera


univoca h[n] sapendo che il sistema è causale e stabile.

2. Dire, motivando adeguatamente la risposta, se è possibile determinare in maniera


univoca h[n] sapendo che il sistema, oltre ad essere causale e stabile, ha una funzione
di trasferimento del tipo:
1
H(z) = PN
1 k
k=1 ak z
Esercizio 2
Per risolvere l’esercizio, conviene esprimere la trasformata zeta di rh [n] in funzione
di H(z). Tenendo presente che rh [n] = h[n] ⌦ h[ n], si ottiene

Rh (z) = H(z)H(1/z) = H(z)H ⇤ (1/z ⇤ ) (1)

dove l’ultima uguaglianza deriva dal fatto che h[n] è reale. Come è noto, e come si
deduce dalla (1), un polo/zero in H(z) si traduce in una coppia di poli/zeri in Rh (z)
in cui ciascun elemento della coppia è il reciproco coniugato dell’altro. Il fatto che il
sistema debba essere causale e stabile ci fornisce indicazioni sulla posizione dei poli,
che devono essere all’interno della circonferenza di raggio unitario, e sulla regione di
convergenza, che deve essere l’esterno di una circonferenza, ma non dà informazioni
sulla posizione degli zeri. Questo vuol dire che dalla conoscenza di rh [n] non si può
risalire ad h[n] se sappiamo soltanto che il sistema è causale e stabile.
Un esempio può chiarire quanto detto. Supponiamo che Rh (z) abbia la seguente
espressione:
Rh (z) = (1 z1 z 1 )(1 z1 z) (2)
con z1 2 R. La Rh (z) ha uno zero in z1 e un altro in 1/z1 . È immediato verificare
che la rh [n] corrispondente è data da

rh [n] = z1 [n + 1] + (1 + z12 ) [n] z1 [n 1] (3)

Inoltre, si verifica facilmente che i due sistemi (causali e stabili) H1 (z) = (1 z1 z 1 )


e H2 (z) = z1 (1 z1 1 z 1 ) hanno la stessa Rh (z) riportata in (2). Si noti che il
primo è un sistema FIR con uno zero in z1 , il secondo è un sistema FIR con uno
zero in 1/z1 .
Le considerazioni precedenti ci permettono di rispondere facilmente anche alla
seconda domanda. Infatti, il fatto di sapere che il sistema, oltre ad essere causale e
stabile, ha una funzione di trasferimento del tipo
1
H(z) = PN
1 ak z k
k=1

ci dà informazioni complete anche sugli zeri. In tal caso, quindi, dall’osservazione
di Rh (z) siamo in grado di risalire alla H(z).

Osservazione. Alla prima domanda si poteva anche rispondere con un con-


troesempio. Ad esempio, si poteva considerare un primo sistema causale e sta-
bile, con risposta impulsiva h1 [n], ed un secondo sistema con risposta impulsiva
h2 [n] = h1 [n n0 ], con n0 > 0. È chiaro che anche il secondo sistema è causale e
stabile. Inoltre, i due sistemi hanno la stessa funzione di autocorrelazione, essendo
legati l’uno all’altro da una semplice traslazione temporale.

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