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J-l' neri:' sfi e

'7-
^ JtflgtfZdU. &é/?d&?.6é

L A

MINERÀ
* DEL

MONDO. .,'

'
MINERÀ
del mondo,
DELL' IJLLVSTRESIG
G IO. MARIA BONARDC
J™«Si™o,Conic>c Cavaliere,

*~*ur* ,eje- torpi ct^fli ,


tnM"m^&mìmMi d'Ini
m<*^ge,Atiua,ftnfiti.'
""tragieneuelt.

mod.tà de' Lettori.

CONSACRATA
All' ni. r, tee. sic. n sia.
PRIAMO
D A L E Z 2 E.

IN VENE TI A, M.DC. LXIX.

Appteflb Gio: Bjtrifta Celtari.


C«, LìttoTh^ & Vrittìle%ia .
IBIBX-ÏOïnECA^

MÒNAí ìvVSIS
M O.

ILLVST B.ISS.
ED ECCELJL SIC. mio,
Sis. e Patron Colendifs.

Vcfta MINERÀ del


Mondo ritornando
per le mie Stampe a
farfi vedere nel gran
Teatro deli* Vniuc rio
non doueuaeffere dedicata ad altro
Perfonaggio , che a V. E. vfcita
da vna Cafa , che MINERÀ va-
ftiflìma , e inefficabile d'Eroi ha
in ognitempo prodotto aqucfta in
clita Patria numero grande di S E-
NATORI i che e Capitan» Ge-
a x ncratf
ncrali da Mare , e Generali di
Terraferma , e Procuratori di San
Marco , e in tutte le altre più eccelli
Cariche, e Dignità della SereniiTì-
ma Republica han dato a' Pofteri
chiarirmi efempij e di Prudenza
Politica , e di Valor Militare , le
due Colonne , che fomentano la
Mole Auguftiflìma dell' IMPERIO
VENETO . Da quefta gran Caia
adunque originata V. E. nonhàbi-
fegno di magare fuori de' domeftici
Fatti per apprendere quelle F roiche
doti , che rendono ammirabili a
tutte Je genti i Padri della V fi N E-
TA LIBERTA' , perche le ba
tta fpecchiarfi ne' BENEDETTI ,
negli ANDREA , ne' P R I A M I ,
nt'MATTEl, enegli altri th;a-
riffimi S E N A TO R 1 di C A' da
LE ZZ E per raffigurare in quelli ,
e ritrarre in fé medefìma i rifkiiì di
tutte le Virtù Regie , Ciuili , e Chri-
ftiane , che poflbno formare quel
Se-
Senatore di Republica , che inuano
fi cerca altroue , e iolamente fi rirro-
ua nell'augurio Seno della VENE
TA SAVi£ZZA,eM0DERAT10-
NE. Ma perche nel dedicare a V. E.
quefta MINERÀ del Mondo , non
ho hiiiuto altro feopo, che di prefen.
tare all' E. V. vn Riftretto d'affetti di
diuorione , d'offeruanza, e d'obliga-
rior.e trati dalla picciola Miner..
della ieruitù , che profeflb alla iua
Eccellentifs. Perfona , e Cafa 5 con
tento d'hauere accennato il mio fi
ne, mi difpenferò dall'entrare nel
vailo campo delle lue lodi, fapendo
bemilìmo, che TE. V. godepiù to
rto di fare opere egregie , che di fen -
tirne gli Encomij . Oltre a che mi
farebbe irrpoflibile affatto il retta
gliele in vna breue lettera l'ampiez
za delle Tue Virtù , l' Affabilità , la
Magnificenza, laBon:à, la Corte-
ila, e tante altre dignillime qualità
I ci V. E. a ciafeuna delle q^li lj
a 4 con" i
èonuerrebbe teffere vn'EIogio par- j
ticolare. Con che all'È. V.fòpro-
fondiflìma riuerenza.

Dtlle mi* Stampi li 14. Aprile 1669.

DiV. E.

mo. me te
Hum. & Oblig. Seri}.

Bernardo Ceftart ,-

LET-
LETTORE

L 'vedere ricercata^
dalla curiosità questa
Minera del Mondo
del Caualier 'Sonardo
m ha dato motiuo di risuscitarla con
le mie Stampe alla pubica luce per
comodo di chi 'vuol passare vil
mente il tempo in *vna lettone così
diletteuole , efruttuosa . Gradisci
fer gentilezza quello , che s'è fatto
per tua comodità ; e condona alla
voglia » che ho di compiacerti qual-
the trascorso difragilisa che incon
trassi per auuentura nel Leggere ,
ricordeuole , che le Stampesono tm
Labirinto,in cm ne meno i cent'occhi
d'argo hasianoper ischifargl'erro
ri. Viui felice^ . tA
^2

TA VOLA
DEI QVATTRO

L I B R I

Dclia Minera ckiMondo.

TA VOLA DEI ÇAPITOLI


Del Primo Libro .

EllaTerra. Cap. h
De* Monti . Cap. il.
Delt jsqua . Cap. nu
De'Bagni. Cep. mi.
Delle Taludi . Cap. y.
De'Laghi. Cap. Vh
Des St«gui. Cap. Vil.
TAVOLA.
De'Tozu. Cap. Vili.
Delle sofie. Cap. IX.
De' Riut - Cap. X-
ne Fonti » e dille Fwtane . Cap. XI.
De' Fiumi. Cap. X/ti
Del Mare. Cap. XIII.
Dell' jsria . Cap. X1I1I.
Del Fuoco. Cap. XV.

TAVOLA DEI CAPITOLI


del Secondo Libro .

De' Metalli ,9 quasi metalli postiper jllf*>


bette . Cap. L
De' Saffi. Cap. II.
Delle Gemme, & altrepietre. Cap. HI.

TAVOLA DEI CAPITOLI


del Terzo Libro.

Delle Herbe poste per alfabeto . Cap 7.


Degli jllkeripostiper «Alfabeto. Cap. II.

TAVOLA DEI CAPITOLI


del Quarto , & vitimo Libro.

he» Vermi posti per alfabeto. Cap. I-


Di alcune altre bestiole minute poste per
fabeto. Capali.
TAVOLA.
Delle Serpi po(ìe per alfabeto . Cap. 111.
Ddle Fiere, & animali terreflri pofli per
^Alfabeto . Cap. IIIL
De Tefcf podi per alfabeto . Cap. V-
De gli Vctelh poflt'per alfabeto. Cap. VI.

IL FINE.
LIBRO PRIMO.

DELLA MINERÀ
DEL MONDO.
M qnd fi tratta de* corpi fimplici ne\
mmio elementare ,
Della Terra . Cap. I.

|A terra non riceue più il ferpen-


te, che hà percoffo l'huomo i
! Nel paefe Crufi nm io , quello ,
che ri naie* è nociuo, Se al-
rroue è falubre .
eli'Ilbla Hibernia non nnfce animai no*
ciuo, non ri fon ne ragnatelli, ne ranoc*
chìe:ìk effendoni portati non vi riuono,
in /omnia ratti gli animali nociui , che
viri portano, fpargendouifì folamente
rlella poluere ài quei terreno fnbito mo*
fono : e gli habitanti non vi poffono fpì-
rar l' anima , fe non fon portati fuo
ri .
rll'T/bla Tanati non nafce ferpe alcuno ,
r portata dì quella terra in altre patti
rccide.le ferpi .
Terra Leonia , ò figillata hà non poi-
a proprietà coiitra il veleno delle l«-
A ' I*
% Della Minera del Mondo
I,a Terra Samia è quella, che danno i ciur
matori, buona contrai ▼eleni, detta da
essi terra di S. Paolo .
Nel paese di Tauri , ilquale da tre partii
circondato dal mare » c vna Città dettij
Prassino , doue è vna spetia di terra , la
qual rìsalda ogni serita .
Nella Russia i capi lauorati, e seminati vna
volta grossamente producono frumenti
per tre anni , pur che quando sono ma
turile le lasci cader qualche granelloitiu
terra .
Nel paese chiamato Harpano non nasce i
grano , che vi si semina.
In klanda , doue è il Tempio di San Patri-
tio,non vi è animale, Se entrandouenc
muore subito .
Nell'Inghilterra son' alcune piramidi &
terra, la quale fatta in poluere , e beuutJ
con vino guarisce ogni auuelenato , i
si crede, che sossero trásportate da Irlan
da per aria da Merlino , che fù riputato
Mago.
Appresso i popoli Macrobij è vn luod
chiamato Heluitrapefa sempre abonew
tissimo di ricchissime viuande delle qual
ciascun mangia indisserentemente , &
essi popoli affermano » che diuinamerti
augumentano.
Nell'Isola diCiprofùfabricato il tempie
' di Venere , nel quale mai non pioucLi
Nella prouincia di Cirene è vna ripa eoa
sacrata al vèto Austro, e se da mano hu
ma-
libro Trima. 5
ifìana è tocca , Albito fi leua il vento , e
commoue l'arena—* •
'Nella Dalmatia è vna grotta , doue git-
tandofi vna pietra, ò qualche cofagraue,
ne efce fuori vn'aria fi furiofa ,e con tant'
empito , che cagiona nel paefe vicino
pericolofa tempefta.^ .
In altri luoghi , come in Delii efce fpirito ,
del quale , chi riceue , diventa , come eb-
bro , e furiofo; e predice le cofe auenire .
Nel contado di Sinueffa , e di Pozzuolo da
certi fpiragli della terra,i quali chiamano
^foffe di Charonw, efce halito mortifero .
Nel paefe di Glupini fon luoghi detti An-
fanti, & vn'altro luogo chiamato Mefite
ne i quali , chi entra more.
In Ifpagna fono certe Itole dette Aguate ,
le quali nuotano hor qua hor là fopra l'
onde^ .
A Frefcorto nella Vahchia,è' vna certa for
re di Bitumedietti i Valachi ne fanno
ottime candelle , Ic quali ardono , come
jquelle di cera , e fono nere , e di buon'o
dore.
A Milo è vna terra bianca, come creta,con
la quale lauano i drappi,e fà più profitto,
che il fapone.
Appiettò il porto Acone nella reglon Pon-
tica, e lo fpeco Acherufio,il qual dicono,
che con la profondità fenza fondo arriua
per infino all'inferno .
Nell'Ifola di Samo fono alcuni horti , ne
quali lòa'alberi de i quali i pomi.e fi u»u
4 DcllaMinera del Mondo
che producono, fono in libertà, di chi lì
vuol mangiare : ma feco fuori dell'horto
ad alcuno non è conceffo portarne : per
che quindi mai non potrebbe vfeire. Non
percheda altri Fvfcita li fiacontefa, ma
dalla natura del luogo ootal retentioneè
fatta , e fi tofìo, come il pomo è pofto giù
così l'andar via è conceffo .
Appreffo,dovi'cra Sodoma,e <k>mota,nafce,
vn pomo, il quale benche appaia maturo ;
nondimeno non £ può mangiare-.percio-
che il vago della corteccia di fuori na
sconde vna ialigina à modo di fauilla , la
quale ftà dentro , e quefta leggiermente
permuta manda fuori vn fumo , e fi rifol,
ue in volatile poluc.
Nella prouincia Ringuitalas è vn monte ,
doue fi trouano certe vene di terra , che
riftringendole fi fanno come fila fottilif*
Urne, dicui fi fanno mantili, cfae refiftono
al fuoco: e come fono imbrattati , pofti
nel fuoco diuengono nettiflìmi s e bian-
, cbiflìmi.
A Paria fon d'ogni tempo è le campagne^
fiorite i egli alberi fronzuti con vn'aria
perfettiflìma, onde fi dice il Paradifo ter-
reftre.
La terra , pur che fia pofta al fereno , ha
virtù pioducit iua di qualunque cofa .
£a Nata nafce in Babilonia , e tra Naufta-
geni popoli di Parthia umile àvn liquido
bitume , & è tanta conuenienza trà il
fuoco , e quefta nata , che ouunquc fi po
i ne,
Libro Vrmo . f
ne,fiche il fuoco la vegS!n,fubito vi'vo!a,
con quefta dicono,che Medea arfc Creu-
fe, alfa quale haueadato vna corona cm-
tadi Natta,edipofaccoftandofi Itìall'-
altareper far facrificio , fubito prefe it
fuoco ♦
Appieffo di Legeftani h. terra detta herbo-
fo , fubito fi rifcatda in mezo del fiume ,
efl'endoni gittata dentro .
In Ethiopia appreffo il tròte Hefpero fono
campi , i quali di notte paiono pieni d'f
fteHe , e nel paefedi Megalopoli le foglie
di quel bofco non fon'ane dalie fiamme ,
edoue è maggior incendio,iui è yna fon
tana d'acqua fredl'Arnia.
Nel contado di Modena efceyna fiamma
in vu certo iuoce nuuleropre, ma ne'
giorni conlacrati à Vulcano .
Sotto Aritia città fono certi campiVne'qual,
te cade vn carbone accefo , ta terra arde -
Nei terreni de' Sabini , e Sidecini le pittr*
vnte ardono.
Nel paefe de' Safentini ,< nella città Igna-
tia,ft; fi pone legno alcuno fopra vn ìaflò,
con Albita fiamma s'accende.
Nell'altare del Tempio di Giunone in La»
cinia, ilquai'èallo fcoperto, arde fempre
il fuoco, la cenere per niun vento fi fpar-
ge: e nell'acqxve fi veggiono nafcer le
fiamme .> e nei corpi humani .
Nella campagna Megalòpolitana , e «e*
pafcoli foteopofti ad Arida fc cade viu.
carbone, arde la terra. 4 Ì T_
ln
6 Della Minerà del "Mondo
In Media ai confini di Perda nel piano di
Babilonia, per ifpatio d'vn giugero, arde
in forma di terreno , che pare vn lago di
fuoco.
In Roma vn capo di terra chiamato campo
Santo in tre giorni confuma vn corpo
morto .
L'Ifola Ortigia fra ì venti lungamente an
dò à galla fopra l' acque notando , ne
mai-feutì il terremoto , fe non al tempo
di Marco Varone , che vi fù fentito due
volte , quefta alla fine fi fermò , eco!
tempo fi hce grande •
Nella Libia fono alcune Ifole dette Cala-
mine le quali fi muonono non Solamen
te per lo foffiar de' venti : ma anchora fi
muouono con le pielae con ogni pie-
ciola fpinta.
A Malta è terra di tal natura , che reprime
mirabilmente il veleno , come la terra
Lennia , ò gratia di S. Paolo .
In America nella vai de Velifio, che è la
più temperata parte della nuoua Spagna,
in vn tempori femina, efi.miete , eie
' campagne fi veggion verdi.
Nel contado di Gieti , certe Ifole tempre
ondeggiano , e nel lago Vadimonio , e
Dell' acque dette Vitilie è vna Selua, che
non fi vede mai in quel luogo il dì , doue
è fiata la notte .
In Italia nel lago Tarquiniefe fono due
felue, le quali fi veggiono hora in forma
triangolare , hora circolare, Se bora qua*
drata ,
liuto rrimt . y
dratajfecondo,che fono fpinte da i venti.
In vna parte di Sorìa chiamata Fenice vici
na alla Giudea Copra il lito del mare , il
quale è per lo fpatio di fcicento pafli , à
,cafofi trouò quell' arena effer buona per
fare il vetro compofta col vetro,e quefto
poco di fpatio bafta ogni tanti fecoli à
produrre il vetro , come il ferro è pro
dotto dalle mfnere .
Nel Regno di Polonia, ne' campi delia vil
la di Nochoaa , e nelle paludi fi trouano
£entole fatte dalla natura , fimili àquel-
;, che fanno i maeftri: quefte feccate fo
no dalla natura di quefti luochi .
La peggior parte della terra,ch'c la poluere
ne' colli di Pozzuolo ,fi pone per riparo
all'onde del mare, percioche ruflata Cubi
to diuenta pietra d'vn.pezzo,& ogni dì &
fi più forte . Lo fteffo fa per le pioue , *
per lo fecco diuenta lutp .
In Afdremo fi formano ferro terra da Ù1A
pofta pentole iì pietra molto belle.
Appretto la Podoiia è vna ampia regione
così ferrile di biade,cfae bafta feminaruifì
i campi ogni duo anni vna voka,nafcei*r
doni il grano : e il fecondo anno da quei
poco , che vi cade metendofi .
Nella regione Gicena , non folo la polue ,
ma la terra diuenta pjetra pofta in mare
tutta d'vn pezzo , e quefto fi anebo iti
altri luoghi. , r
Nella fonte Gnidia la terra diuenta pieti»
in termine di otto mefi, e da Oropo fmo
A4 m
à
8 Della Minerà del Mondo
in Aulide tutta quella terra,che è toccata
dal mare, diuenta faffo .
Nel terreno di Chelmefi , che è m Ruflìa ,
i rami , e i tronchi de gl' alberi di pigna
pofti fopra la terra per due , ótre anni fi
conuertono in pietra .
Appreib gli Altari di Mutio nel paefe di
Velitri , e nella felua Giminia fono luo
ghi, ne'quali cofa, che fi ficchi, non &
può cattare.
In Sicilia è il campo Ennefc , il qual d'ogni
tempo è fiorito , come di primauera .
E vn luogo in Afia in aperte campagu»
detto PithoniTcone,done nel primo tem
po della lor venuta volano le Cicogne , e
quella , che è l'vkima à giungere , vierr
jlacerata d:> tutte t'airre ;
A Negroponte eravn ponte, ebepaflàua
dall'Idola à terra ferrea , e fette volte il
fiorno vi corte fempre l'arena di fotto ,
or sù,hor giù velociffimamente la qual
poi fi quieta, nel fettimo, ottauo, e nono
d'ogni mek, ne ciò fenza gran fecreto dì
natura . I! che fa cagione , che Ariftotile
efiendo fuggito in quefta parte per timor
àe gli Arcopagiti , per haùer fcritto così
dubbiofo fopra l'anima , enonhauend»
potuto inueftigare la verità di tal motto,
moriffe difperato .
In Finlania non molto lontano da Viborgo
è la fpelonca di Smellen,doue gittandofi
qualche animai viuo , vi tì. feotono gran
-v rumori,
Et*
lihroTrimo, '9
De' Atomi. Cap. fi
POCO lungi dal palazzo del gran Cane,
è vn monticello alta trecento paftì ,,
ilquale è pieno d'alberi fempre con le fo
glie verdi , e mai non perdono iì- colore ,
& è fempre coperto di bella herbetta fre-
fta , Se hà nome monte verde .
Sono dui monti appreGb il fiume Indo l*vr*
tira afe ogni ferro , e l'altro ogni ferro-
da fe difcacc/a . Et chi ha fctrpa di ferro ,.
ofprone, nell'vnonon può f"piccar i pie*
di , e nell'altro non può ferma rfr ,
Caffio monte «ella terza bora della notte
per la fua altezza vede il Sole,e pvr breue
dretritione ruoflra a i riguardanti il de
ntila notte ►
II monte Pelco è più alto do gl'altri monti'
vn miglio , e vn quarto .
In Licia tono monti detti Erefli, i quali toc
thi con facelline ardenti s'accendono in
modo, che ardon-rell'acquc, nutrifcefii
quel fuoco per le pioue , e fe con. marza.'
aecefa di quei fuoco fi- faceffe vn folco ia
terra, rimane vn rino di fuoco .
'I Monte Atlante è vn monte dei maggiori-
monti del mondo .
uiAmencadal monte Copo campecche,-
cioè , dalla fua fomità-efcono !ctnpr« 9
fiamme , e poggia ilfumo in aria con^^
tanta violenza , che come falda colonna
non s.'hà. mai veduto piegar da munsu
^ j euna.
ir* l* Miner a del tórnio
zaffe de verni .
Quando fi parte daCambalù per andare sì
Cataio, fi troua in vn monte vna vena di
pietre,le quali fon negre, & ardono , co
me le legne , e tengono , e fanno buon.*
fuoco , e quefte pietre s'abbruciano in
cambio di legne per tutta la prouincia .
In Islanda è il monte Hecla , dal qual'efce
fuoco, che confuma l'acqua, ma non ab-
brucciala ftoppa.
Nel paefe de Battriani la forrtmità del
monte Cofano arde la notte .
Arde in Licia il monte Chimera- , douedi
continuo dura dì, e notte la fiamma ,. e
quefta fiamma s' accende con l'acqua , e
fpengefi ò con la terra, òcol fieno .
Etna monte di Sicilia arde fempre la notte:
& in tanti fecoli non gli è mancata la
materia del fuoco ^quantunque il verno
fi copia di neui , e la cenere mandata
fuori delle cauerne fia coperta di brina ,
èchiamato Mongibello, e Vulcano,ardc
fempre dì duo fuochi T e getta diuerfe
fiamme di diuerfi. colori , e per la muta-
rione delle fiamme conofcono quelle
genti , fe farà quell'anno careftia , è»
abondanza,,fre Jgo , ò caldo , humìdo , ò
fecco, He vniuerfalraentecoaofcono, co
me fi-gouerna il tempo della Italia : nel
le fue radici fono fiamme tanto ardenti ,
che il viluppo della fiamma rigetta l'are»
aa.ciua,uanta , e cento miglia.

JDtt-
libro "Primo* W
Dell'acqua. Cty. Ut.
^1 Ell'Ifota di Glaucone , nafce da vn»
S fpeloncadi continuo tanta copia di-
vapori, che conuertendofi in acqua, fé
n'abonda in tutta l'Ifola , non ve ne et-
fendo d'altra^
l'acque dolci fono nudrimento della Lia
na, eie falfe del Sole.
In America doue fon l'Ifolette nominate
Alacrane , vi rivede, percotendofi da i
raggi del Sole l'àcqua,come l'aria,celefte
di più colori,con gran diletto de'riguaiv
danti .
Mirabil cofa è dell'acque dolci appreffo al
mare , le quali efcono fuori , come v feif-
fero di canella , e le dolci in mare vanno
di fopra dalle falfe,,e alcune acque non &
mefcolano, ma vanno di fopra dall'altre,,
come nel lago Encino non fi mefcola il;
fiume , che v'entra ma corre dì fopra :ili
medefiraofà Adda nel lago di Garda, Se
in Seuin© il fiume d'Oglio, & il Rodano
ne! lago Lemano. Quefti fiumi di là dal.-
l'alpi vengpnp in Italia , e nuotando fo
pra l'altre acque non portano maggior
onde, che vi metteilero.U medefimo fa ìli
fiume Oronte in Soria,oue ne fono ahri,-
che tanto hanno in odio ilmare , che en
trano lotto il Aio fondo, e così il paflai'.m-
Per la pioua Uàcque delle Saline fono pi w
dolci , chel'altrc , né fifà ilfrle* f« ««»
A 6 w
ia Delta THwr* iel "Monda
vi fi mefcolano le dolci . Benche ogni ac«
qua vada al vafo , pure dalle vene fi. veg-
giono faltare in su.
L'acqua , che fi vuole vfare , fi dce lafciare
fchiarare, e quella di Roma e&ndo la-
feiata fchiarare , dura le centinaia de gl'
anni lenza corromperfi .
In Islanda è tenuto d'alcuni effer le prigion
dell'anime, perche il giaccio fpiccato , &
inaffai pezzi rotto per otto mefi corre
mtornol'Ifola, e con grand'empito bat
tendo ne' lidi , e rompendofi nelle pietre
rende vn fuono Ibauenteuole firnile ai
gemito , e Irrido miferabile , chefuol tar-
la voce humana per laqual cola credono
Ipat,fani, che le anime fi ano tormentate
in quel, freddo . '
In Andro è l'acqua Eftodofia , laqual ha
fapotdi vino.
Di' Bagni. CW|r. ////
E' erigivi de Padoua nafcono moire
N ^ herbe, e ne' bagni di P'ifa ranocchi, e
in Tofana ne' bagni Vetulonij narcon»
pelei .
Nelli bagni d'Abano fui Padouano fono
alcuni , ch'hanno l'acque calditfìme, e
fertil-ffime molto , nelle quali vinono 1
pefei d'vna natura, liqtiali non folamen-
te nel!' acqua fredda cofi contraria al lor
Battimento , ma nella calda, ebe noi fac
ciamo col foco, come fi pongono ,cofi
ù
libro Trtmo, j|
Il muoiono incontinente; ma in quella h
viuono .
Nella region di Campagna fono i bagnidi
Sinueffa , i quali lemno la fterilità alle
donne , Se il furore à i mafehi che bcone»
di quell'acqua.
I bagni dell'Ifola Enaria medicano il mal di
pietra .
Fuori della città di Viterbo è vn bagno det
to delle Serpi , douc fi bagnauano gli
impiagati , Se in quellocrano molti fer-
penti , il quali L-tauano le piaghe a gli
infermi , che poi guaritiano .
A Buda fono all'intorno bagni di acqua
caldiflìma , nondimeno vi nafce gra#
quantità di ranocchi .

Defte Paludi, Cap. f.


NEH' vfeita della Palude di Rieti cre-
fcorto i fafli'. In Media è vna palude,
che nella fuperficie deli'.icvjua ha vna
certa cofa,come veleno,dc-l quale s'alcun.-
bce,òii bagna, flibito s'infiamma, e s'ab-
bruccia ..
Nell'Arcadia apprèflo à Nonacria è la Pa
lude Stigia , la cui acqua ne di odore e
differente dall'altreptna chi ne bee,more-
Appreflo i Sauromati è vna palude , àcui
non può volare fopra vcccllo, che non
vi cada dentro .
Nella Tracia è vna palude chiamata Tnto-
ne,n.vUa caicchi fi tuffa ?. volte,djuen-
"' '~ J
14 la Minerà del Monde
ta vccello .
L'Itola di Camerana- era molto notabile
per la palude , che hauea vicina la qua!
mentre toccauafi , fi conturbata .
Nella palude Martiana R trotta la quare-
fima gran copia di pefceTarichio , che
lecco fi porta per ottima mercantia, non
vene effendo poi il refto dell'anno d'al
cuna forte-
B*'Lagki^Ca$.VZ
Ittandofi nel lago di Lucerna alcun»
G_torno
pietra fi moue gran tempefta all'in
, e quello è il lago di Pilato .
In Afiaè Sana© lago,e l'acque fue fon'ama-
re per l'aflèntio, che appreffo li nafce ..
Nell'Indie occidentali appreflo Truflìgho.
è vn lago dolce che hà il fuolo di fole
Bianco nel fondo , & è appreffo.
Appreffo i Trogloditi è vn lago, doue na-
fcono ferpenti bianchi lunghi venti go
miti , quello lago diuenta tré volte ife
giorno amaro, tre volte falfo,c tre dolce-
In Arcadia è il.lago Femo,l'acqua del qua
le in tempo di notte è noceu'ele , e di
giorno non nuoce à chi ne beue ..
In Traciaè il lago Cicros , e non folamem-
te,chi ne bce, muore, ma anchora chi. vi.
filaua.
Nel, lago Auerno le foglie vanno à fondo ,.
egl'vccellijche li volano fopra,muoiono:
^ & è in Italia,, doue fi finge Vliffe, Se
Ènea*
Libro "Primo. tj
Enea effer difcefi all'inferno .
Ncll'Ifola Thalarnio , ò Pathen é vn lago ,"
nel qual non fi troua mai fondo , e fi è
trouato , che quello che cadeinquefto
lago non fi troua mai, in quello nafcono
canne grandiffime, che venti huomini
nò ne pofifono leuar vnada terra, quefte
fono dette Tabi : nelli nodi della radice
di quefte canne fi trouano pietre precio-
fe di gran virtù,e chi porta vna di quefte
pietre [opra di fc, nò può effer ferito corj
ferro. Quelli adunque, che hanno quefte
pietre,combattono arditamente per ma-
re r e per terra , perche arma alcuna non
può ferirli;ma quei chehanno à combat-
tere con loro , tirano fafli , e faete fenz»
ferro, e così percotendogli gli vecidono.
Titino al lago d'Agnano e vn gran buco,
doue giteandouifi alcuno animale viuo ,
kibito muore , il qual tolto coa preftez
za , e gittandofi nell'acqua del detto lager
ritorna in vita , fi veggionó anco molti
viluppi di ferpi , che di fuà volontà ven
gono ad annegarfiin quello lagoìcoià in*
vero mirabile .
fc canto il lago chiamato Tatta forgono
alcuni fonti tanto falfi,che bagnandomi!
gli vccelli, s'impaniano di fortel'ali, che
nonpotfbno volare , fé prima non l'a-
fciuganov
liigo Asfalirte è marauigliofo .perche Ir
' ma acqua non ingiotifce cofa viua , ne v
(borendone morta ,. che non parti i ubito
Per ,.
£6 Della Minerà del Mondo
|5er il bitume, che tuttauia manda fuori,
il qual oltFache non fi rompe con alcuna
cora , fe non con il filo tinto nel fangUe
menftruato delle donne ; genera di con
tinuo nuuoti cosi oicuri , che offuscano
l'aere dì maniera, che non vi poffono
volar gl' vccelli intorno : appreffo queftó-
lag« nafcono certi alberi , i quali proda-
cono i frutti nell'eftrinfeco belliflimi , e-
130Ì fon dentromarci,e putridi:ixi quefto-
ago è vna bucca dell'inferno -
Il Lago Meficano crefce , e fcema non d**
horain bora,oftagione in ftagione, one
ro di tanti in tanti giorni , ma di cin
quanta in cinquantanni ►
In Ethiwpia fono alcuni laghi che chi bene
del loro liquore lo fanno divenir info.
no , ò dormir per moire bore .
Nell'Arcadia appr-efib il fiume Sabrina è il
lago Lingulina , ilqualneLcrefcer dell'
Oceano: fi ritira cedendo all'onde ma-
rine,quafi fendibile riuerfandole poi ncb-
lo fcemare con grande empito ; doue
fopraprefouì alcuno-, che gli moflrila
ficcia,di manieragli sbalza 1,'acquaadof-
fo,che fc tofto non fugge,yi'e:i dà l'acqua.
fommei fo , ma non fi mnone punto , le
l'huomo gli moitra le fpalle .
Nella Sicilia è vn lago chiamato Peti es. r
.della cui acqua bcendo la vipera i'ubito.
feoppia , & à gl'alari animali l'acqua*
buoniffima , e fana ..
Nel paefe de Salentini appreffo la cittì
di
Zibro'Prhuo . 17
dì Manduria è vu \ago pieno infino all'
orlo , gc f<. cma pei cmaricne acqua , ne
crefce per metterneue .
Nel Palifco di Sicilia e vn'acqnad; dieci
cubiti, la qnal da duo gorghi vicendo và
in alto , e mentre elic fi rimira par , ch«
voglia fommerger va campo iui vicino,
ma cadendo diritta nel primiero ftato ri
torna. Doue fi vedecofadiufna,cóciofia,
che s'alcim deferiue Copra vna tauolail
giuramento di quelle colè che ci vorrà ,
e metterà quella (òpra l'acqua ; (è il giu
ramento farà giuito , latauolerta nuo
terà : fe ingiuflo s'affonderà: & oltra ciò
Jo fpergiuro fi gonfia in modo , che il
Sacerdote non troua cofa per curarlo.
In Macn'iia è vn lago , le cut acque
bagnandocene alcuno vngono il capo à
modo d'oglio molto falutifero : cadendo
in quefte acq»e alcuna foglia per la Aia
fottigliezza fe ne và Cubito al fondo .
Nella valle di Gierico nella Giudea « vno
ampliffimo lago,il qua! per la grandezza
dell'acqua , ò per la ma immobilità è
chiamato mare morto : perche non fi
muoue per li venti , facendo refiftentia
à quegli quella gomma , per la quale 1'
acqua ftà ferma , ne ù può nauicare per
che ogni cofa che non hà vita , va à fon-
do,e non ftà di fopra alcun legno, fe non
quello, che è aluminofo .
[l Sideri , òSilia è vn lago dell'India , la
cui acqua è tanto leggiera, che non pu£
* 66 loft?-
18 DcllaMinera del Mondo
foftener cofa alcuna , ne pur le cofe ftg~
gicriffime.
Nel lago Agrigentino nuota l'ogliofopra
l'acque.
£ vn lago ìie^Ua Giudea , nella prouincia di
Penta poli , in cui non fi può fommerger
cofa graue , e non produce altro, ebe
-bitume , che è certa forte di creta , ch«
s'vna volta s'accende,uon fi può più am
morzare • Si dice , anclio mar morto ,
nel qual luogo fu Sodoma, e Gomora, e
l'altre tre Città , che già furono abbrac
ciare per il peccato abomineuole..
Il lago Asfaltide è in Sona , neffun corpo
viuo in quello può andare al fondo.
Nel Iago Velino fe fi getta legno piglia, col
tempo vna corteccia di faffo .
In Cappadocia è la Città Mazaca , doue i
vn lago nel qual mettendoli vna canna >
ò legno, à poco à poco diuenta pietra , e
quella parte, che è fuori dall'acqua, non
fi muta .
Nella campagna di Falifco, doue è il mon
te Fiafcone in quel di Roma nella via
Campana, nel territorio di Cornero è
vn lago con vn fonte fortoui dentro, nel
3ual fi veggono oflà di ferpi,di lucertole,
'Afpidi , e limili animali , echi vuol
poi cauarle, non trema cofa alcuna .
Nella prouincia di Zorgai è vn monafie-
rio di Monache di S. Lunardo appreffo
vn lago, nel qual non nafce pefce, le non
«li qiurefima in grande abondanza , e
così
libro Trimo . 19
così fe ne troua fino al Sabbato Santo, «
paflato il Sabbato non ve rè ne troua più.
Degli Stagni. C*p. VII.
LO ftagno Percefio è nocino alle ferpi ,
& à gif huominf gioua .
Lo ftagno Helonio discaccia coloro , eh*
gli s'ap predano col cattiuo odore.
In Com.-!gene appreffo à Samofata , è vnò
ftagno detto Samofata,dal qual efce cre
ta ardente , la qual chiamano malta , e fe
toccaalcuna coia,fola s'appica,e fegulta,
&arde ciò che tocca , accendefi con l'
acqua, e con la terra fi fpinge , e corre
dietro , à chi fugge .
Fn India è Sideri ftagnosnelqual ogni cofa
va al fondo .
Nel/a Giudea è vno ftegno,il qual produce
qael bitume detto Asfalto , qoeftonon
nudrifce animale alcuuo, ne cola alcuna
vi può gira fondo , &itori , e camelli
vi poflòno notare lenza nocimento al
tuno.
Dt'fo^i. Caf. Vili.
COlui , che fti nel fondo d'vn pozzo J
vede folo tre braccia di Cielo , non
piti.
'« Iflà città della Boemia fù già vn pozzo ,
di cui , chi beueua indouinaua le coi»
^uxe. ^
xo Della Mine radei Mondo
DtliiFofe. C*p. IX.
APpreffo Claro Città defla Ionia néW-
Àfia minore era vii bofco dedicato
ad Apollo doue era vna fona grande pie
na d'acqua, della qualbeuendo alcuno
viueua lnenoaffai,ehe yiuuto non fareb-
be prima : ma fa pesa miracoloiamenxc
le cofe future .
Dt'Riui. C/f. X.
NEI territorio di Buda in Vngheria i
vn riuolo > nel qtial« ponendofi più
volte il ferro diuenta rame Cipriotto ,
In Giudea è vn ritto , che fi fecca ofini Sab-
bato .
ìh^Fonti, e dille Sentane, Caf. X A
IN Egitto è vna fonte , della cui acqua
chi bce, diuenta caluo .
In Sufa è vn fonte,che à chi ne bce fi cadei
tutti i denti .
Neil' Ifcla di Zea è una fonte , dalla cu,
acqua chi bce,diuien pazzo,e fmemora
to^ tanto in qaefta noia d imora guanto
quell'acqua dalla natura è digefta .
Nell'I fola Chio è vna fonte , che chi n*
b«e > diuenta pazzo, e i l'enfi di uentano ,
cerne di pietra .
At>prcflo Clito»e città d, Arcadia è vna
fpelon-
Libro Trintó . aI
fpelonca ,delhqual nafce vn' acqua, che
chi ne bce , diuenta fmemorato .
Il fonte d'Engliefteè marauigliofo , prrche
forgendo , doue non è alera acqua per
molte miglia dal mefe di Giugno infino
all'Agofto folo la mattma , e la fera con
non ricencr mai bruttezza niuna,eisédo
nel reflo del giorno fècco, fi come ancora
là nel rimanete dell'anno; fà reftar mara-
uigliato , chiunque la vede , e rende à gli
licitanti la vita , valendotene in tal tem
po, & elfi , e i lor befiiami .
la Sicilia fon'akuni fonti che aguzzano l'
ingegno , & in Betia ne fondue, l'vn de,
quali fa buona memoria , e l'altro fà
fcordare ogni cofa .
k Colofone nella (pelonca d'Apoline Cia
no è acqua, della quale chi bce, maraui-
gliòfamente predice le cofe auuemre ;
:na abbreuia la Atavita.
a Africa è vna fonte, che à chi ne bce,fà la
voce dolciflìma.
I Sorrate è vna fonte , che nel leuar del
Sole fi riuerfeia fimile à vn vafo,che bol
la, e fi verfi, è gli vccelli, che ne guftano,
muoiono .
i Tracia era vn fonte, che chi nebeucua,
redatta morto ; onde quei popoli lo
ararono.
iMacedouia, altri dicono in Arcadia, è
il fonte Stigc, di cui ftflla fi peftifero ve
leno, ebenoniipuòconfcruare, fe non
nell'vngia, d'vna m*b,c con quefto fu at-
toffi-
i
: ift LaMineradelMondo
tofficatoAteffandro Magno.
In vn colle nel paefe di Tauri detto Berofio
fon tré fonti de i quali , chi bce fenza
rimedio , e fenza dolor fi more.
In Grecia è il fonte Clitorio , che chi ne
beue , fà odiar per fempre il vino , &
amar grandemente l'acqua .
In Sardigna fon fontane , che bollono , che
Panano l'offa rotte, e l'infirmiti de gl'oc
chi.
In Tungri Cirrà della Galk , è vn fonte
che purgai corpi , fana le terzane , &
anchora il mal della pietra .
In Italia fù la fonte Iuturna appreffo il fiu.
me Minuticle cui acque eran faniflìme»
perche guaiiaanoquailogniinfirrnità .
Sopra la móragna Palombra è vna fontana
marau!g)t'ofa,cbe chi ne bce, non hà mai
mal aletmo, e fempre, mentre viue , pai
giocane , &: è chiamata fontina di gio-
UentH .
In Nouacria Città d'Arcadia è una fonu
tanto fredda,che torrendo diventa faffe
L'acqua del ft me Capriolo correndo ne
gli altri fiumi fa che diuentano piti! e,
coii fi riempono che non hanno ;l lo
corfo .
E vn fonte ne i Coletti, nel quale1 ì matoi
diuétano pietra, e nelle cane di Siretit
qualunque albero bagnato dal fluu
diuenta faffo itifiemeco* rami : e ne
fpelonchedi Nomiofo, le gocciole ,
quaiindi fiillyr.o, indurano in guit.i
pie-
libro TritHo '. r$
pietra . Il aiedefimo f* il Couolo dj Co-
ftoggia nel Vicentino .
Nella China è vn fonte , la cui acqua con
tiene la terra in pietra , e la creta in_,
faflo.
Nell'Itola diTeneddo , è un fonte che hà
un'acqua di tale proprietà , chea modo
alcuno non fi vuol mefcolare.e ftà di fo-
pra , come Te folTe oglio .
Vcrfo Tramontana ne i confini verfo i
Gordiani è vna fontana nella grand'Ar-
menia, dalla qual efce vn liquore in mo
do d'ogIio, & in tanta abondanza , che
alle uolte Ce ne caricano ben cento naui,
queft'oglio è buon d'abbrucciare , ma
non da mangiare « & ancho buono per
onger la rogna de gl' ammali la qual
/caccia.
Nella V'alena è vna fontana , che mena
fale .
In Linccfto di Macedonia fon fonti ace-
tofi, e forti.
In Paflagonia , e nel paefe di Cagli , e nel? '
Itola d' Andro , nel Tempio di Bacco è
vn fonte , ilqual ogni anno il primo dì
di Gennaio hi fapor di vino , & è chia
mato Dioftefia .
la Andria è la fonte di Bacco,che per fpatio
di fette dì consacrati à quel Dio getta
vmo,fe fi porta lontano dal tempio muta
fapore , e torna acqua , altri dicono , che
per cinque hore fole hà il fapor del vino.
Cibiri , e Ccrafa fonti l'vnodi Caria, e
l'altro
*4 HelU Minerà del Mondo
l'altro <f Aiabia.mandauano firorì mìni-
colofamente vino .
foAli'ncefti è acqua chiamata Alcidula ,
che fà gli huornini ebbri , come il vino,
E vn» fonte in Paflagonia , che chi ne bce ,
vbriaca come il vino .
In Arcadia è vna fonte detto Colotorìo,e a
chine bce , non fol cade per fempre la
volontà del vino, ma ne ancho in modo
alcuno può tojerare di più odorarlo .
In Cizicoè la fonte di Cupido,e chi ne bee
pongiù l'amore*.
L'Acqua «lei fonte Cicine fpenge j a chi né
bce , l'ardor della libidine .
Nella contrada Belifina , fon due fonti ,
nell'vn de' quali fe berrà vna donna Ae
rile , farà de' figlioli \ fe nell'altro berrà
vnefertile, diventerà Aerile. .
Nella città di Tefpi è vna fonte , che fa
concepire.
Nella ponta di Sant'Eleni vi fon'alcune
fonti dalle quali fcorre vn liquore , che
che ferue per pece.
In Italia nell'Ilota dell'Elba e vn fonte di
gran marauiglia , qnalcrefcc per cagion
delle mincre , e della labi, l'eftate , e.P
ìnucrno fcema .
Nella campagna del Gaudi© e il font» ac-
cetolò , le cui acque beuendofene affair
vbriacsno.
lì font* Salmace di Caria trasformai™ ,
quando in «uomini, e quando in donne,
". , quei , che fi tumulano nelle fue acque , e
gli
Libro Trini* . t%
glihuomini diuentauano effeminati , di
cor vile , codardi , e da poco , e le donne
per contrario virili , graui , animofe , e
valenti.
In Cipro è vn fonte detto Atamafte , che
mentre crefcelaLuna , meffoui dentro
vn legno, l'accende fubito .
Nella Schiauonia era vn fonte,che abbrùc-
ciaua i pannf.che gli fi fpiegauano fopra,
e fi girauano in quà,e in là.
In Illiria è vn fonte freddo , fopra il quale
fc fi diftendono i panni , Cubito ardono .
Trouafi vn fonte , elieabbruccialamana
à coloro . chela vi ftendeno fopra , giu
rando il falfo , lauandofi i piedi, e le ma
ni colui, che giura il falfo , in vn certo
fonte s'empiua di lepra .
In Sardigna è vna fótana,e s'alcuno giura ,
e fi bagna con quell'acqua le mani , e la
faccia,e gli occhi, s'hà rubbato, refta cie
co, fe non hà rubbato la luce fc gli fà più
chiara, o più bella.
Kel monte Licco d'Arcadia era ynfont,
chiamato Agno , il qual efTendo mefeo-
latofi dal Sacerdote con vn ramo di ro-
uere mandaua fuori alcuni vapori,8t cf-
faUtioni che leuandofi in aria , diuenta-
uano nubi , e mandauan la pioggia per
tutt'Arcadia .
Nel pacfed'Alenifia fi vede vn fonte , eh»
etìendoui alcuno appreffo , e flando che-
to,ferba l'acqiuUranquilla, ma battendo,
ò facendo rumore,ò fuono alcuno colui,
fi *«-
xS DeUaTditteradelMond»
l'acque gonfiano,e fahano delle fponde ,
A Fano è vn fonte , che tinge i drappi , ò
panni perfettamente in color negro .
La fontana del Pò dì eftate a rnezo dì fi /èc
ca.
Nel contado di Como alato al lago Ver
nano è vna fontana fpatiofa,laqual'ogni
hora vna volta crcfce .
TràRafiana, & Arcea città di Sona è vn
fonte , che per fei giorni continui iafcia
il fu© lero icco , come fe l'acqua fune
inghiottita dalla terra , venuto poi il fet-
limo giorno fi riempie tutto , efcorre
abondantiffimamente rotto il giotno , e
la fera ritorna fecco j efiàcofi fino all'
altro fettimo giorno , il perche gli habi-
tanti del paefe il chiaman Sabbatico .
In Tenedo Ifola è vna fontana , che nel
folftitio dalla terza hora della notte in
fino alla fefta trabocca fuori.
In Iipagna nel paefe detto Carrinefe fono
due fonti in poco fpatio delle quali l'vna
ogni cola riggetta, e l'alttaogni cofa af
fonda.
Il fonte del Sole . che e à Thocrato il mat
tino è tepido ,nel mezo giorno e caldo ,
. eà meza notte è freddo .
Nell'Kole fortunate fon due fonti di que
lla natura che chi bce dell'vna.muorè ri
dendo,* chi dell'altra,rmrere piangendo,
e chi hauefiè beuuto di quefta > e bea poi
dell'altra per hauer la crudel natura dell'
Vna con la pietefa dell'altra teni rerata ,
Kant'
Libro Trinto. 37
fcampa dalla morte .
Nella felua Dodana , è il fonte Dodonio
gelato,il qual fpenge le facorlline accefe,
le fpente accende, e in fu'l mezo dì fem-
pre manca , di poi crefce a meza notte, e
trabocca, e di poi comincia àfcemare.
Ih Epiro è vn fonte facro,nel quale chi get
ta dentro vna face accefa , s'ammorza ,
e la vi getta ammorzata, s'accende .
Nella ielua d'Ammone è la fontana del
Sole , l'acqua della quale auanti giorno
è tepida , à mezo dì , quando il caldo è
grande, e fredda, verfo fera diuenta cal
da , e à meza notte auampa di bollore.
Appreffo i Garamanti è vn fonte mara-
uigliofo il qual il giorno è freddo , e la
notte è caldo , la fera comincia à fcal-
darfi , e chi vi mette la mano , in po
co tempo ne rimane oftefa , e quando
aafcc il Sole , diuenta freddo in modo ,
che non fi può bere , da chi haueffe an
che gran fere per la fua fredezza .
Appreffo al Mngro vi forge vna fonte d'
acqua agra , detto il fonte Agro per er-
fcr così di fua natura .
Nella Nomonia è il vero fonte della vec
chiaia , nel qual chi fi laua la faccia di
uenta quafi vecchio canuto coi capei
bianchi : All'incontro nella Vltonia ò
vn' altro fonte della giouinezza , eh?
kuandofi la faccia fà il contrario effetto
d i quel di fopra , cioè parer giouani .
A Otfala fonte d' Abraara in cui, chi entra
%& DctUMmeri del Monda
guarifce dalle febri , e lauandofì cmque
Tolte guarifc* dalla lepra .
Appreffo i Reti è vn fonte detto Neminia,
che muta luogo , e con tal nnitarione
lignifica , Ce l'anno hà da effer fertile , ò
fterilc .
Ne' Trogloditi è vn fonte , che tre volte
il giorno , e la notte muta il fapore d'
amaro in dolce , e di dolce in amaro .
Nel fonte diGiacobin Iduinea l'acqua di
tre mefi in tré mefi fi fa torbida , rofla ,
verde , paonazza, e chiara.
Nell'Arabia è vn fonte , doue beuendo le
pecore mutano la qualità delle lane :
perche effendo prima bianche perdono
quel colore , che hanno per infin , che
han beuuto , e diuentano doppo roffe.
In Negroponte fon due fonti , cioè Ceno ,
e Nelco di natura diuerfi,perche gli ani
mali bcuendo dell'vno fanno i peli bian
chi , e beuendo dell'altro neri .
In Ifpagna nel paefe Caprinefe è vn fonte
nelqualipefci,ch'inogn'.iltro paefe fono
ài color confueto , fono di color d'oro .
Nella Datia appreso i monti Carparij è
vna fonte , nella quale immerfo il ferro
diuenta rame.
D'intorno à Tempe in Tcffaglia e vna fon
te, che il rame, e il ferro è rollo da quell'
acqua , & vna Siliqua faluatica fempre
borente di porpora abbraccia con le lue
radici quella fonte.
~ *1 fonte di Santa V$nifrida gnarifce , be-
uen-
;. libro Tri*: %$
«tndofene , molti mali incurabili .
. SI' -
De' Fiumi. C*f. ZJh
IN Germania à Luneborgo e m fiume ,
checrefcc, e fcemafeihore producen
done gran copia di fale .
In Silaro fiume non lunghi da Surento non
/blamente fi legno , ma foglie , che vi
cadono diuentano pietre, e nondimeno
l'acqua èfanaibere.
Per Etolia paffa il fiume Acheloo , il qua!
fcà l'arene inargentate .
InLidiaèilfiumePateló, quefto hà l'are
na d'oro , e Copra effo la primavera can
tano i Cigni con fi dolce canto, che nin
na cofa più gioconda fi può vdire,quefte
medefime arene hanno il fiume Hermo
in Afia , Oglio in Italia , & Tagoia
Ifpagna . ::va . .
I fiumi , che preducono gemme fon quefti»
Araflè , Mater , e Gange .
Nella Frigia è il fiume Gallo , quefto fi
diuentar matti, chi bene delle fue acque.
L'acque del fiume Silino, il qual è nella Si
cilia , à chi ne bce , fà fopportar grande
mente, gli incendi j d'amore , e à thi fi la-
ua in effo , il tempera , òdel tutto l'eftin-
g«C_J •' ' .
oc alcuno farà viffiito impudicamente , e
mefeia dell'acqua del fiume detto Diana,
il qual corre per la marina , quell'acqua
non fi mefcolcrà col vino . . .
B 3 Nel
JÒ La Minerà del Mondo
Nel fiume Srinfai» d' Arcadia nafconò
tapolini d'acqua.
L'acqua nel Nilo è tanta feconda , che da
quella le zolle della terra diuentan'ani-
mate.
Quando il Nilo inonda le campagnefi ve
de miracolo, che paffa tutti gl'altri, per-
cioche quando fcema fi trouano topi , i
quali per la virtù gencratiua dell'acqua ,
e della terra hàno le prime parti già per
fette , e riuono j e l'vltime anehora fono
tendenza forma alcuna , & ioinque-
fte bande per vna piona ho viflo rane in
cotal modo come i topi fudetti , l'acqua
di quefto fiume auanza di bontà ì vini
noftridi ponente, e toglie ia flerilità alle
donne , e le fa feconde.
Nella Sicilia benendo i greggi del fiume
Mela diuentano neri. ..'" V :\
la Boetia fon due fiumi, nefl'vn. de':qnal*
fc le pecore beranno , gl'agnelli faranno
di quel colore che vi ila pofto,fe beranno
dell'altro , le lane nere fi fanno bianche .
L' acqua del fiume Clituono beuura da_*
buoi gli fà bianchi , & in Boetia il fiume
Mela fà le pecore nere, e il Cefìfo fiume
del medefimo lago efce , e le nere fa
bianche : è à lato Troia è il fiume Xan-
tfoo , che fà le pecore bionde , in Porro è
Aftace fiume , el'herbe nate «e' campi
da lui adacquati fanno alle pecore il latte
nero , che e vtile à gli huomini , come il
bianco. ".'," j", .
i. In
libio Vrimo . ji
In Sicilia è il fiume chiamato Himeria, il
qual fi parte ih due rami, e quella parte,
che corre all'incontro d'Ethna, è mara
vigliofa menta dolce , qnello , che corre
all'altra parte , hà fapor falfo.
Il fiume Himero quando corre à Setten
trione è amaro, e quando egli fi piega
à mezo giorno , dolce .
Nell'Hibernia fono alcuni fiumi, che con-
uertono le pietre in ferro , e che mutan»
il legno in faffo.
Il fiumicello di Siena conuerteit legno in
pietra , &cinTofcana , e dentro certi
faflì di effo fiume fi trouano molte ima-
gini fatte , come per mano d'ottimi pit
tori «
Il fiume Lazareto il chiama hoggi il fiume
di Catania , e anticamente Semeto , il-
quale fcorre fqtto terra , & hà l'origine
dal lago Bulicone , fù ftimato mirabil
mente per conotceruifi la verità di ciò ,
che ccrcauano , gittandoui vna tauola
fcritta col nome di quello, che hauena-
no fofpitione , perche fe la cofe era falùt
giua al fondo : ma fe vera , ftaua à galla .
L'acqua del fiume Rofca, cioc Alfco fana
beuendofene dalla frenefia , conlcquali
Metampo (arto le figlie di Pietro .
Sotto la zona fredda , èvnfiumcd'acqua
calda , che i paefani fc ne feruono come (
noi del fuoco , e l'acqua di effo vien me
nata per alcuni riuòli per It habiiatiom,»
pongono il pane in certi vafi di bronzo
B 4 à
5* Dell* Minti* del Mond,
entro il fondo dì quei ru/celli, ilqual yI fi
cuocccomc entro in vn forno .
In Afia minore , l'acqua del fiume Sca-
màdro colorifce le lane, bcendone le pe
core. Le vergini, auanti chea ■dafferoà
marito , fi ricomandauanoal fiume Sca-
mandro , nel qual faceua la prona della
lor virginità entro l'acqua; perche s'era
no vergini andaua al fuo corfo folito; ma
fe non erano, difcopriua il fatto gonfian
do» oltre le lolite onde , quello fiume
nafce dal monte 'Ida_j .
L'acqua del fiume Hidafpe , hora detto
Moltan , & palla per lo regno di' Cam-
baia , muta il natiuo colore à gli animali
foreftieri .
Il fiume Obi è il maggiore di quello noftro
eraifpero .
La foce di Lance fù anticamente detta Le-
the fiume infernale , l'acqua della quale
chi ne beuea , fi fcordaua ogni cola , e
quella è al capo di Raufacen .
In America appreffo l'Ifola di Sonica fca-
turifee vna fonte , la cui acqua fpefib
beuuta fà ringiouenir i vecchi , è almeno
ritarda la vecchiaia , e fa miglior erfetto
dell'oro potabile de gli Alchimifti , det
ta la fontana della giouentù tanto cerca
ta, e defiderata da gli Spagnuoli , &al
fin ritrouata .
In America à canto al porto del prencipe è
vna fonte di fi perfetto bitume, che i noc
chieri ne fpalmano iu cambio di pece le
, ^ uà-
Libro Trimo. ' jj
naui , detta la fonte del bitume .
A Cales è vna fonte d'acqua odorifera ,
detto il fonte odorifero , che mantiene
fani gli habitanti.
Lungo il fiume Maragone per la tanta fe
rinità- del Cielo fi vede la Luna nel me*
defimo giorno , che fi congiunge col So
le, apparendo,1' ancho tall'hora la notte ,
l'arco celefte bianco , & alcune Stelle
maggiori , che non fi diran Gioue , Bc
Venere appreffo noi , onde fplende trà
duo nuuoli il polo Antartico vicino à
quel fegno , che fanno alcune ftellc il
crocco , cioè , à modo di Croce .
L'acqua del fiume Guaiachil e molto nota
bile , eflèndo medicinale , onde vi ven
gono molti infermi di lontano fin cento
leghe , e lauandofi fpeflfo , e beuendon*
rifanano «Ielle loro mfermità .
In Macedonia è vn fiume detto Lincefto ,
che chi ne bee, imbriaca, come fa il vt-
no.
In Calabria fon duo fiami, cioè Sibari , *
Crat , in cui chi fi laua , fi i capelli bion
di.
L' Africa bà vn fiume, cheàmezo giorno
è gelato, la matina, e la fera i temperato,
e à meza notte bolle .
Nella Leuitia f"corre vtv fiume di chiarif-
fime acqnc , che fe vien guardato da vna
donna, non produce più quell'anno pe
lei Salmoni , con tutto che di natura n«
fi§£opwfiffi»0. Jtt
J4 Della Minerà del Mondo
In Frància à Vii è rn fiume fimile à quel Io
di Epiro, che enendo torbido l'aere , ò
cffendoui^piouuto , arde ciò , che vi fi
getta di fopra , & ammorza ogni facelta
aecefa , e quelle , che fono eàinte , ac
cende .
A Campen in Germania è vn fiume detto
lei, qua! porge gran marauiglia , poichc
crefce , e fcema fette volteil giorno .
Nell'Indie dietro à Snfa è vn fiume, le cui
pietre fono di fale , è l'acqua è dolce .
Il fiume Coafpe,ehe è nella Media appreflb
i Perfi , ha l'acque tanto dolci , che i Rè
de Perfi le vogliono per fe , e di quella
fola fogliono bere-
Niun fiume ftipera di freddezza Ari , ben
che egli difcorra dal monte Ema-
In Ponto e vn fiume , che genera certa for
te di pietre,che àrdono, e fe fi fi lor ven
to, ardono meglio , e bagnandoti con
acqua fanno maggior fuoco.
I Sitonij popoli di Tracia hanno vn fiume
chiamato Ponto , nel quale è vna forre
difaflt, che ardono, come legni, e fof>
fiandonifi fopra fi eftinguono , e get-
tandoaifi fopra acqua s'accendono -
L'acqua del fiume Olco, o Olacaìlqua-
le è in Bùinia, fc alcuno ne bee, che riab
bi* giurato ilfalfo , fubito gli accende
nel petto vn caldo, & vn fuoco intolera-
**el fiume Temefi , fe li trottano tré , b
\vuttro millia Gfcoi domeftici .,
LkoTrimt' 35
DtlMért. C*t- XIIL
L'Acque marme più tardo gelano, e più
rofto fi /caldane: IL verno è il mar più
caldo, e nell'Autunno è più falato , ogni
mare fi fa tranquillo pei l ogiio, ic naui ,
non caggiono in alto mare .
Doue il mare « più profondo , non pafla
quindeci ftadij , che fono quafi due mi
glia Italiane, e piedi venti, fotro la fupet»
fieie dell'acqua del mar furoua L'acquai
dolete?
Appreffo l'Ifola di Nauanza forge vn cano
ne d'acqua fuoradelmarccne mena ac
qua dolce v & è più groffod'vn braccio,
d'huomo , e che fe ne può commoda.-
mente torre, & viària .
Nel mar roteo nafcone oliui, e molti arhife-
fceIIi.:
Etll'AriA^ Cé^ XIUh.
IL ventaFauonio> , cioè , il vento di For
nente, è genetaiiuofpirito del mondo .
queftocontribuiice l' animavegetatiua à
tutte le piante , & in queftovento fi ma>^
titano le cofe ,. che viuono nella terra ,,
quefto comincia, a gli otto del: mefedi;
febraio à fpirar verfo noi.
I venti- fon cagione de' terremoti ? ne mar
tremano le tetre,fe limata non è quieto,
f K?fia WWa tranquilla che il volale ^
36 DtlU Mintr* iti Mondo
glivccelli non filòftenga ; perche è ri-
moffo ogni foifitò , che IT porta, e mai e
terremotto le non quando il vento è rin-
chiufo nelle vene della terra, & vuole
vfeire in luogo libero all'hora fi caufa il
torremotto .
Il vento Tifone la Aia natura è rapire qual
che cofa del gelato niuiolo , e «girando
la , e con quella aggrauando il Aio em
pito , e con vdociffimo rirorgerfi , <^.>
riuolutione mutandofi da luogo à luo
go , è fomma pelle à nauiganti ; perche
non {blamente l'antene , ma tutti i nauili
torcendo li rompe : ma miracolo è , che
gittandofi verfo quello , quando ci viene
non molto aceto , fubìroceffa; ma non
facendoti tal rimedio , poi c'kà percoffo
con grande empito rimbalza nell'aere , e
quello, che ha prefo , ne porta girando-
lo nell'atre , ma fe dal nuuolo pollo in
baffo efce con minore apertura , che non
efce la procella , fà maggior rumore , &
è nominato Turbine , e ciò , che trou*
abbatte a terra .
Il vento Preflero , cioè tempefta ardente
ragirandofi da trauerfo fopra la terra , e
,procedendo con gran furia abbruccù
non folamente gl'alberi , e le cafe , ma
,tal horale ville intiere , e riduce in ce
nere le biade , et fieni , & altre firn il
co fe.
Tteme è il capo delle colonne fù il tempio di
C iuoonc > nel q,u»l pofto la ccaere di Fit
tihroVrmo. $*]
lotete non fi fpargeua da venti , ne il be-
ftiame era danneggiato dà lupi .
A Rodi non palla vn giorao , che noni
veggiailSole.
, .'-
DilFutto. Csf. XV. r
I
OVì fi dourebbe parlar del fuoco eie-
menta re nella fila sfera , maperch»
non moftra alcuna proprietà .> ci fari
lecito in cambio , parlar del fuoco mate
riale^j.
Il fuoco è conferuato dalla cenere ; perche
effendo le ceneri porofe,& bauendo alcu
ni fpiragli, il fuoco hà donde ipirare:ilcb*
non gl'auiene , effendo ricoperto da ma
teria più denfa .
Il fuoco meffo al Sola fi fpepge .
Si può cauar fuoco con vna caraffa di acqu*
pofta al Sole , e doue paffa il Sole in terra
metter ui della bombagia . .' :\
In vna parte della Fiandra fi cauano certi
carboni impetriti dalla terra , i quali
hanno quofta proprietà, che fi accendono
con l'acqua , e fi fpengono con l'oglio.
Quei , che cauano le minerc dell'oro , con
fuoco , e con l'acetto fpezzano le pietre.
Nel tempio di Giunone Lacinia era vno
altare in mezo con fuoco actefo, che per
neffun vento fi fpengcuamai,' anchora
che'l tempio fuffe d'ogni intorno aperto
per gli fpatij tra le colonne . ..
t Polonij hanno vna città detta Epidanu»
3S La Miner* del Monti»
- nel Colfo Ionico , poco lonuno da a ue»
♦a luce è vn fuoco perpetuo » evi e va
monte non molto lontano , e di po
co. circuito , che rende odor di Zolfo » e
di allume » intorno a cui son alberi slo
ridi , & alcuni verdi % i quali quando
germinano ». e son già cresciuti v non
fono abbracciati dal fuoco. ardente di
giorno , e di notte.
ta Oriente è tu fuoco». che asslige l* mano,.
come il nostro » e non la confuma ..
In Roma era vna famiglia , che era sicura.
dal fuoco ». e stando in esso. non. s.' ab*
brugiaua_,..

IlfiHêdti^mme Libre 0.
LIBRO SECONDO.

DELLA MINERÀ
DEL MONDO.
DELLE COSE COMPOSTE , IT^^itJJ.
M'dTE i EpvticaUrwsnte
delle c»/e minerali.
JDt' MeulU , e quafi Mttdlt patii
per Mf«beitQ* Qap. /.

[Ell'Ifola dell'Elba poftanefmar


Tofcano , i metalli canati ire*
quel luogo non irruginifcono,
ma portati altrouc fi.
L'Argento viuo meffo nel fuoco va in fu
mo , ma fe lo copri con velo , quel fumo
torna argento vmo , come prima .
Il ChriftaIlo, benche non fia frà i metalli ,
pur il nominarono . Si fi di ncue aggiac
ciate perciò nafce in luoghi ncuolì .
Moftrando lo fpcechio di Chriftallo verfo
h tempefta paflcrà via fenza far nocu
mento alcuno : appreso a chi dorme ,
fcaccia i maluagi fogni, libera i fafcinad ,'
tenuto in bocca mitiga la fete , trito con
mele empie le poppe di latte .
Gli fpecchi concaui di Chriftallopofti verfo
i raggi del Sole accendono ilfuocopi*
4« 1* Minerà del Mondo
facilmente j che altra cofa , onde i medici
con quefti fanno i Cauterij a gl'infe tritìi
che fi fpauentano del foco viuo .
21 ferro piglia , e ricette dalla calamita vele
no, e ritienlo longo tempo, perche piglia
vn'altro ferro , ne fi . come catena , fi
guale il vulgo dice ferro viu« .
Il ferro affocato, fe non fi aùoda col martel
lo, fi guafta, non fi dce martellare, quan
do è rafie, ne innanzi, che comincia ad
imbianchire, vnto con aceto, fc col lume
diuenta come il rame , conferita! dalla
rugine con biacca , geffo , e pece liquida .
li foco è quello che purga l'oro , e frà gl.-
altri mettali di quello non confuma nien
te , e ne gl'incendi} fi ritroua tutto, que-
fto non piglia macchia , ne temè fucco di
fale , è. d'aceto confumatori di tutte le
cofe : Toro fi fonde con la paglia , fc ben
flà lungo tempo in terra fcpolto , ònell'
acqua mai non fi irruginifce - Nafcc l'oro
oltra le mincre ancho ne' fiumi , come in
Ifpagna nel Tago, in Tracia , nell'Ebre ,
in India.nel Gange, in Lidia, nel Patollo,
in Vngheria, nel Danubio, in Lamagna ,
nel Reno , in Italia, in Ada, in Pò-, e
nel Tefinoj ma nonfi troua però in tutte
le lor arene , ma in alcuni luoghi parti
colari.
,IE vtile il Rame alla perpetuità delle me
morie delle cofe , e perquefto le publiche-
«6ftitutionis'intaghan!inuuolc di rame.
* Rame » $C il piombo ,n nula vanno à
A. foa-
Libro Secondo . 41
fondo , e distesi in piastre nuotano sopra
l'acque.
Il sale d'Agrigento indura nell'acqua ; est
dissolue nel fuoco .
Il vetro f quantunque non sia metallo (pur
Tl il porremo tra ertitaglio
.
,v?tro hà tanto in tutte le parti ,
^e taglia sin su l'olio , che il tagliato non
ÉRn'accorge , e non si sente dolore nell'
esser tagliato.
Il Vetro Carmelitano nel luogo doue si ca»
ua sempre cresce, e nel luogo doue nasce,
ciò che si metre dentro , subito diuenta
Vetro, e cauato fuori di quel luogo, sur
bito ritorna nella sua natura , & esser >
ch'egli era prima .
De' Saffi. C4f. II.
Appresso ad Harpasa città in Asia è vn_*
sasso terribile , ilquale con vn dito-si
moue , c chi lo spinge con tutto il corpo »
non lo può mouere.
la Ninfeo elee siamma d'vna pietraia qual
per le pioue s'accende : esce appresso l'ac
que Scontie vn' altra simile} ma questa
e più debole siamma , ne molto dura
in tal materia , & in quel luogo stà sem
pre verde vn frassino » che euopre quel r
acque. •
Nella città di Cizico è vna pietra chiamata
fuggitala . Gli Argonauti hauendoia
ta m luogo d'anchora,la lasciato»»^..
41 la Minerà Jet Mondo
, "quefta perche fpefle velie fi fuggì dal
Pritanco , che cefi chiamano il luogo :
dque era, ve li impiombarono .
In Roma all'incontro di 5. Maria ìa Scola
Greca è vna tefta marmorea , che fi 4 ice
la bocca della Verità , Uguale riteneua la
mano à chiunque , fopra giuraua iffalfo :
quefia perde la virtù per iraudc dima
femina «
Incontro à Maltolto fi trouano (petto con
gran marauiglia alcune pietre bitumino
le , che fi chiamano ardole , fopra le qua
li fono dipinte diuerfe imagini di vari}
animauVcome de1 pefci, ferpenti, vccelli,
l>eftie»e d'huoroiru didiuerfi habiti , cofi
garbatamente , che eccedono l'artificio
d'ogni moderno xSc antico pittare, cofa
in vero mirabile -
A Tiuoli nella pianura fono l'acque Alba-
ne doue «afcono vari] fàffolini tanto fi-
raili alle confett ioni di zuccaro, che, fé
ne 8 fatto il prouerbio confettioni da Ti
uoli .
Neil' Ifoladi Siro lepietreintere nuotano ,
e rotte vanno al fondo .
Apntcffa il Polefene d'Arcadia fono certe
pietre , che pofloui farmenti fopra verfe
il Sole s'accendono fenza altro fuoco .
DtlU Gmmt , & tltre tutu ., C*f+ liA
LA pietra Asbifto effendo fcatdata con-
ferua pei otto giorni il calore .
La
Libro Second, . 43
La pietra Afrodifìaca fcaldata al fuoco ri
tiene il caldo fette dì .
L'Agapi è pietra di color giallo , ha virtù
contra le ponture de glifcorpioni , ei
morfi delle vipere , effendo legata ali*
ferita , e bagnata d'acqua , toglie di fu-
bito , e mitiga il dolore .
In Scoria è la pietra Agata, la q «al 'arde nel
l'acque , e in q nelle mantiene il fuoco , e
non «'ammorza, fe non con foglio, & bà
gran virtù quefla pietra con gli fcoi pio
ni , cioè" , al lor trafiggere , e dose ella na-
Cce gli fcorpfoni non fono velenofi .
L'Alabandina hi virtù di prouocare il Saf
fo del /àngue, beau© eftingue ogni forte
di veleno , è di color giaito, e celefte . .
L'A labaftio, cbì lo porta,hà virtù di far vin
cer le caufe. f
La pietra Alettorio trouata nelle tefte de'
galli, fatta come il chtiftallo con vn poto
d'o/burezza,chè tende allackiarejZfca del
l'acqua è grandecome vnafaua,vfatada
Milone Craroniefe lo facea inuitto . Al
tri dicono, che fi troua nel ventricolo del
gallo, de' caponi , ì-quali di tré anni fi ca,
ftrino , & habbiano viimto fett'anni , ne
fi caua più preflo, perche qiuntoè più-
vecchia, è meglio , quand'ella è a perfer.-
tione il gallo , ò il capone non beue più .
Oltrache fà , chi la porta inuitto , tenuta
in bocca ammorza la fere , fa la moglie^
grata al marito . Dagli honòri,.à chi non
Jl'hà, e chi gl'hà acquietati , gli confetti* •
44 t>tll* tiìnera iti Itimi*
Libera i fafeinati, fà l'huomo eloquente
, coftante, grato, & amabile , fà ricourare
ìì perduto regno,& acquiftare dt'ft lame-
ri .
La pietra Amafichìtide de ì negromanti co
llocano l'imagini de gli fpiriti con effa .
L'Amandio è pietra di varij colori , qncfta
«ftingue il velen© , fa vittoriofo , chi la.rf
porta, e infogna interpretar i fogni, gl'e
nigmi , e feioglier varie queftioni .,
Nelle Ambre trafparentifi veggiono mo-
febe, zanzane, api , formiche, lucerte, «
..fimili,e cjuefto nafce, perche andandoli
fopra , ò volando , eflendocome bitume
liquido l'ambra, fi rinchiudono in effa,
e poi diuengono pietra, come fi congela:
tira à fe le foglie , e le paglie , le fimbrie ,
e gl'orli delle veftimenta , flropieciau-j,
prima con panno : ma chi vnge le paglie,
è le fimbrie prima con oglio , non le puo
tirare . Maaifcfia i velini in due modi
per hauer quella proprietà dalla natura,
cioè , irridendo , e mandando fuori certi
fegnfà guifa d'arco baleno . Scaccia i de-
monij: fe fi voi fapere, fe la moglie è cor-
K)tta,fi lafcia ftar nell'acqua per tré gior
ni , poi fi dà a bere ; perche effendo cor
rotta , fubito orinerà .
L'Ametifto è pietra purpurea, e trafparen-
te mefcolata di color di viola, cfparge
alcune fiammete rofate , è di fette forti ,
« tutte fi volgono al color purpurco ,
beucht tempeftati da varij colori. L'In
diano
libro Secondo . 4$
diano hà il principato, poi l'Arabico, poi
l'Armenico, poi il Galatco, poi l'Egiti»,
poi il Tarfico , e poi il Ciprico, idue vi-
timi fono più vili. Tutti gl'Ametifti fo
no atti d'effer fcolpiti, la virtù loro , è di
jcacciare l'vbriachezza , effendo legati
fopra il belico rafrenano il vapor del vi
no , e cofi rifoluono ubriachezza , ri-
ftringono i raaluagi penfieri , inducono
buon'intelletto , fanno l'huorno deftro,
e prefto nelle fue attioni , fanno le Aerili
feconde, beuendofi l'acque, douefono
lauati, eftingwono il veleno, difendono ,
chi combatte , e fanno, che fupcra i nc-
raici, della caccia fanno l'huorno pronto
à prender coa ageuolezza diuerfe fiere,
& vccelli.
a pietra Amianto fi li/eia, fi pettina, fi fi
la, e fi teffe, in tele, di cui gl'antichi face-
uano i vefti menti funerali,di cui fi vefti-
uano i corpi de Rè morti de gli Indiani ,
perche abbrucciati fi difcerncua la cene
re de' corpi,de' Rè, da quella delle legna,
perche efla non s'abbruccia ; ma fi fi net
ta, e più fplendente nel fuoco . Vale con-
tra tutti gl'incanti , e malie , e maffima-
mentc quelle, che fi fanne per arte magi
ta : e perche non arde , anchora , che ftia
nel fuoco molto tempo , fattone vn luci
gnolo à vita lucerna non fi confuma.4
j"ai.
(• pietra Anacithido è pietra de' negro
manti , pcrciodie hi virtù-di oonftringer
r rei
45 Della Minerà del Mondo
re i demoni) , e gli fpirfti .
La pietra Androdamante, onero Andro-
nuda è di fplendor dell'argento in qual
che cofa fimile al diamante , mitiga gl'
impeti de gl'animi rifcaldati , e i afrcni
la violenza dell'ira , acheta la lumina , e
rimoue la grauezza del corpo, tira àfe
l'argento , e il rame , come fa la calamita
il ferro.
Lt pietra Anfitane hà la virtù della calami
ta , è più fà crefcerc l'oro .
La pietra Antifate è nera , e traluce , & è
buona contra il mal d'occhi .
L'Antracitide bagnata d'acqua s'accende ,
& arde; lafuavirtùèdifgombrarl'aria
peftilente, echi la porta, rende ficuro.
Nella pietra Antracitide par che difcorra-
no fauille alcuna volta.
La pietra Antratitide è fimile a cai boni se-
cefi , quefta gettata nel fuoco quafi il
fpinge,& all'incontro gettami acqua fo-
pra fi accende .
La pietra Aridromada è quadrata fimile .1
vn gran dado , quefta doma l'empito , «
l'ira deiTbuomo .
La pietra Asbefto accefa vna volta , ard<
poi fempre,e mai più non fi può ammor-
-rare : nafce nell'Arcadia , e chiamali an
chora piuma di falamandra.
La pietra Aftrapia hà nel bianto , ò nel ver
de raggi di folgore , che difcorrono pe
lei. ' '..','
La gemma Aftrio , che na/co in India, e . <
lidi
libro Secondo . 47
lìdi di Pallene appreffafi al criftallo , c_>
dentro procede dal fuo centro vna flella,
che riluce in forma di luna piena, eop-
pofta alle ftelle rapifce laluccdi quelle , e
poi la rende in dentro .
V Aftroidc , & P Arrochite pofte fopra
vn marmo bagnato con fucco di cedro,»
aceto, P vna fi muoue per dritto , « l'altra
a faltoni , hor quà , bor là, e la pietra fer-
pentina nuota nell'acqua ,
ta pietra Auolroio, e cofi detta dall'augel
lo del fuo nome , perche tagliandoglifi al-
l'improuifo il capo fi troua nel ceruello ,
quei, che la portano rende fani, alle don-
ire empie le mammelle di latte, e fà, che ,
chi domanda ottiene il fuo intento. _
Il Balafio ha il color della gragnuola, Se è
duro, come il Diamante , fequeftofarà
pofto nel fuoco , mai non fi fcalderà , ha
virtùdi leuar i noiofi penfieri, e la lufln-
ria, riconciliar le difcordie de gl'amici , e
indurfanità nel corpo humatìo, quello,
che £" marauigliofo in lui > è , che toccan
doti^ con tflb i quattro canti d'vn giardi
no, ò d'vna vigna,non faranno mai orTefi
dal fulmine, da«anpefta , e da vermr.
La pietra Bafar è mirabile contra il veleno ,
e fi caua dal ventre d'vn'animale grande,
tome vn becco , detto Bafa .
«' Berillo fà, chi lo porta, pronto, ega.
gli'ardo, accrefce l'amor de' mariti, verfo
le mogli , giouaalle grauide , che non fi
'tonciano del parto , e che non Tentano
- dolo-
M
48 DeIU Minerà del Mende
dolora. #
La pietra Bezahar e miracolosa contra i
veleni, & si ritrouano al mondo, percio-
che li supera tutti tolta per bocca * ò por
tata adoslò in luogo, doue tocchi la carne
nella sinistra parte del corpo . Vn'altra_<
dell'incisa virtù si dice ritrouarsi negl'
occhi de' cerui , la quai si congela dentro
dì lagrime, e questo interuienc nelle par
ti orientali, quando i cerni mangiano!
serpenti per ringiouenire volendo supe
rare la sorza del veleno , si mertono per
alcun tempo, sott'acqua » ne' siumi sino
alla testa doue stàno à questo modo lagri
ma fuori per gli occhi vn certo. vischiose
humore , il qual sinalmente si congela ia
pietra simil di sorma quasi à vna ghianda,
questa nelPvscir fuori icerui de'siumisi
spicca per se stessa , e cade in terra douev
vien poi ritronata da quelli, che per que-
sto essetto vi fan la guardia .
Legandosi la pietra della Botta in vn'anello
d'oro in modo , che tocchi la carne del
dito, subito,che le si appresenta il veleno,
induce in quel dito della mano tanta cal
dezza , che par veramente vn'acceso car
bone , che l'abbruci .
La pietra Broncia hà virtù di resistere ài
fulmini. . ). .
La pietra Brontea è simile a i capi delle te-
ftugini , questa restringe i tuoni , e spen
ge le cose pcrcosle dai folgori .
La pietra Caconite hi virtù di fare» chi con
le
libro Secondo . 49.
le mani la rocca,vincitote nelle battaglie,
e redite all'arte .magica se di lei si piglia
vn scropolo , questa si troua in Corsica .
.a géma Calacia hà color , e sigura di gra-
gnuola,& è di durezza,come il diamáte
si dice ancora, che messa nel fuoco ritie
ne il suo freddo. La pietra Calamita è di
tré sorti, vna che solo tira il serro dell'i-
slesso colore, vn'altra, che nra la carne ,
che è bianca,la terza è detta himmon da
vna parte tira il serro,? dall'altra lo scac
cia : posta nel letto sà se la donna è casta
che abbraccia il suo maritale hà cómes-
so adulterio,si getta fuor del lettcporta-
ra rapacìsica le mogli à i mariti,e i mari
ti alle mogli,leua via le paure, »i sosper-
ti,fà l'homo bel dicitorce gratioso 1 per-
suader.L'anello tirato dalla calamita tire
rà vn'altro anello, e quell'altro, vn'altro
tanto che si si catenari maschio della ca
lamita è quello, che tira il ferro valoro
samente: e la calamita d' Etiopia nó solo
tira à se il serro,ma ogni altra calamitai
produce anco vna pietta detta tbeameto
le, la quale scaccia da se ogni serro , tira
'il serro,pur che nó siarugin©so,&.vnt„°
con oglio,ò nó vi sia presente il Diamá
te: ma si .inerte, che vuol esser Indiano .
II Calcidonio hà; virtù essendo portato al
collo di scacciar le fantasie , e V faR°™
nateda malinconia,ch'il Pon^lano,C
nel buco porterà vna settola d'A le bat_
rà vincitore nelle cause ciuiU,e ta_
C
50 La Minerà del Mondo
tagli'c confcrua la forza del corpo, rafre-
nala litìTuria, e confcrua dall'auuerfità .
La pietra Calorite,laqual'è di color verde,
vale all'arte Magica legata nel ferro in.j,
vno anello .
LapiettaCamenitee dì color dìChriftal-
lo , portata fa l'huomo grato à tutti, affa
bile, & amabile, legata al braccio manco
fana gl'ì'dropicì . .',-.,
La pietra Catochite ponendomi! su la ma
no , la ritiene , come fe foffe gomma .
La pietra Cepite, ò Cepocapite rigetta la.^
imagine del candore , e i nodi , e le vene
infieme. .
Sono alcune gemme dette Cernirne fenza
fplendorè , ma ftando in molle alcuni di
nel nitro , e nell'aceto concepono vna.j
fìella , la quale dopò altri tanti mefi fi
fpenge.Sono quefteceraunie nere fimili
à vna feure, e con quelle, che fon roton
de , e nere fi vincono combattendo le_jj
Città, e l'armate di mare, e fi chiamano
Betuli . Nafce quefta gemma nel lido di
Portogallo, il color fuo è limile alle bra
gie: la virtù fua fi proua al fuoco: perche
poftaui non è offefa da quello , fi crede ,
che gioui contra la forza del fulmine.
La pietra Ceraunìo cade dalle nuuole , chi
la porta,non fi può.fommergere,ne effer
peicoffodal fulmine,o d'altro accidente,
fà l'huomo nelle battaglie, e caufe vitto;
* riofo,e fà che i fogni végono dolci.c lieti.
La pietra Charabe, è di color di Cnftallo ,
eoa
libri Sterni*. 51
con fofea bianchezza , havirtH di farP"
huomo eloquente , & allegro , gli dà ho-
nori, lo fi amabile, lo difende dicali
noccuoli , e guarifce P idropifìa .
IlChelidonio è pierra trouata nel ventre^,
dellerondi'nidi due forti, cioèroffo, e
nero.il rollò portato in panno lino mon
do gioua a lunatici , e guarifce le lunghe
infermiti . Il nero conduce le facende al
defiderato fine , acheta l'ire, fà piaceuo-
k, e gratiofo , e mitiga l'ira de' Signori,
iìcauano nelmefe d'Agofto, quando i
pollidelle rondini fono piccioli nel nido:
ma non toccano terra,ne vi fia la madre,
mentre quelle pietre fi cauano .
La pietra Chelonia è occhio di Teflugine
Indiana , i Magi dicono , che bagnando-
fi la bocca col mele, e ponendoli quella
su la lingua , l'huomo , indouinà le cofe
future 5 quando la luna è in oppofitione,
eqqandoè in congiontione tutto il dì, e
quando fcema innanzi , che'l fol nafea ,
ma ne gli altri tempi dalla prima hoiM.^>
infino alla fella.
Lapietta Chelonitide è fimileaileTeftugi-
ni, con quella s'indouinano molte cofe,
mitiga la tempefta, gettata quella c'hà
gocciole d'oro ( perche ve ne fon di due
forti ) con vn fcarafagio in acqua difen
de le tempefie , e fi cauano dalla tefla d'-
vna gran Teflugine. 1
U pietra Chemele finaile all'auorio confer.
uà i corpi , & non li confuma , in quffta

A
5a La "Minerà del Mondo
fu fepelito Dario Rè de Pcrfia , quefta e
dì durezza fimile al marmo .
La pietra Chemite conferita lungo tempo i
corpi de'morti che non fi poffono putre
fare , ne fono mangiati da i vermi .
La pietra Chene fi genera ne gli ocelude'
cerni , \k cui virtù e contra i veleni .
La pietra Chinoceto, ha virtù di fcaccia-
re i demonij •
La pietra Cinodie fi troua nel ceruellodel
pefce Cinodie,l'afpetto fuo è nubilofojò
chiaio,predice quello, che habbia ad effer
in mare.
I Coralli, che nafcono fotto l'acqua rotti ,
bianchi , e neri , come fon toccati con_,
mano indurifcono ^portati adoffo rimo-
uono i pericoli, me/fi al collo de fanciul
li li reodono ficurida gli urigamenti, te
nuti in cafa conferua le cafe da i folgori ,
quefto portato douunque l'huomo fia , ò
in cafa , ò in naue fcaccia le cattiue om
bre de gli fpiriti , fogni , fulmini , venti ,
e tempefte, e gli difende da ogni affalto
di fiere.
La|pietra detta Corno d'Hammone è trà le
rariffi me gemme d' Ethiopia hà colo
re , e forma di corno di montone, quefta
promette , che l'indouinationi faranno
vere .
Coruia , ouer Coruiuaè vna pietra di co
lor giallo , e fi hà à queflo modo . Il pri
mo giorno d'Aprile fi pógono à cuocere
l'uotu del como infino , che effe d i uen-
gono
Libro Secondo '. $3
gono dure,e lafciatele rafreddare fi pon
gono nel nido, come prima erano, il
còrno per certa Aia natura conolctndo
comincia à gridare , & vola di lontano
per trouar quefta pfetra , .e trematola
torna al nido, tocca l'uoua, e ritornano,
come crnde à far la prole , all'hora bifo-
gna tor preflo la pietra del nido , la cut
virtù è d'accrefcerc le richez ze , recare
honori , e far predir molte cofe , che^_,»
hanno à venire.
Con la pietra Ciifocomo fi proua l'oro, fc
è buono .
La piena Crifolampo nella luce è ofcura ,
e nelle tenebre luce, di notte è infocata,
e di giorno è palida .
La pietra Crifoletro è di color d'oro , qtie-
fta tira a fe l'ambra , & il mattino è più
bella da vedere , e fe'l fuoco è poft» ap-
preflb lei , facilmente le fi auenta , lega
ta , e portata in vno anello nella maru_,
manca fcacciai demonij , le paure dalla
notte , e le vifioni malinconiche, la fua
principal virtù è di valor contra gl'in
canti delle cattiue femine , e delle ftri-
ghe, e le lor malie , tenuta in mano cac
cia là fete .
La pietra Dafnia , & Orcaftre ( fecondo
Zoroaftio } è buona , & vtile al morbo
caduco.
La pietra Demonio, è di due colori , ebeè
dettò Iri, prende il nome dalla fomiglia-
za di efl'a Iri , che è deùo arco demone :
C 3 Por"
54 Della Minerà del Mondo
portata (cuccia via le fcbvi , & i veleni",
e fà ficuro, e vittoriofo da'nemici .
La pietra Diacodo , è di color fimile al be
rillo , e con palidezza , quefta fopra tut
te l'altre cofe commoue idemonij fa
cendogli apparire in alcuna cofà , per-
cì'oche getta nell'acqua moftradiuerfe
effigie de' demonij, i quali danno dipo
rta ,à chi domanda , è nemica de' corpi
morti: percioche fe fi tocca con lei al
cun- morto, e priua d'ogni virtù .
La pietra Diadocos è fimile al Berillo ,
è fi pura, e di tanta bellezza, e nettez
za, che non può fopportare la impurità,
ne la brutezza del corpo morto .
Sono fei forte di Diamante , cioè di Dia-
mantelndiano, Arabico, Sithico, Ma-
cedonico , Etiopico , e Ciprico . L'indi
co è di picciola forma, mìe maggior di
virtù, ilqualc è grane , & ha color di lu-
cidiflìmo Cntiftallo. L'Arabico à que
lla s'affimiglia ; ma è più palido , e mi
nore . Il Sithico, e'l Macedonico hanno
color di rifplendente ferro. L'Erhiopi-
co è più k uro di tutti gl'altri. Il Ciprico
fi voglie al color d'oro : ma è più vile , e
più tenero di tutti. Siche fe metri l'In
diano sù la incude , e li dai fopra d'vti^
martello , s'ammacano il martello , e la
incurie , equefto pofto nel fuoco non fi
fcalda mai . Scaccia i mali fpiriti , e le-,
paure nate dalla mente , è tanta difcor-
dia frà il Diamante Indiano, e la calami
ta,
Libro Secondo. 55
ra, che pofto preffo à quella non gli la-
feia tirare il ferro , ò fe l'haueffe tirato,
gli lo fa lafciare . Tuttauia col fanguc di
Capro , e di Lcone fi rammollifcc iiv^,
modo, che (ì può romperei con liquido
piombo nelle ardenti fornaci fi fcalda di
manieracene fi diffohie : portato il Dia
mante orientale legato al bràccio fin^.
Aro trà il gomito , e Ia fpalla , rompe la
forza di tutti i veleni , & annulla iloro
• effetti: mà quantunque il diamante riab
bia virtù di difcacciar'il veleno,con tut
to ciòeffo heuuto è mortai veleno , e
. manifefto , che vna punta di freccia, ò
d'altre armeeffendouirneffa della pot-
uere di Diamante trapana aggeuolmen-
te ©gni forte d'arme : onde fi chiarna_j
Diamante ia greco , che fuona virtù in
domita : refifte all'arte de venefici , e ri-
moue levane paure , fa vincer Ie rifle ,
e le queftioni , gioua à lunatici, & inde
moniati: humilia le indomire beftie,è
centrale fantafme, &i terrori della-,
notte ; fà chi lo porta ardito , Se vii tuo-
fo ne i manegi di qtialunque cofa. Il
Diamante Indico hà la virtù della Gila-
mita , che è drizzare il ferrò da lui toc
co alla tramontana, onde alcuni lochia-
mano calamita , onero la calamita Dia
mante r ma per hauer più forza della.j
calamita , poiche alla fua prefentia effa
calamita lafcia il ferro . . ,
U Diafpro portato adoffo fa gli buommi.
C 4 6rrtr
5 6 Della Minerà del Mondo
grati à cfafcuno, e potenti, e gioua cern
irà ogni veleno, coftrjnge i fluflì del
fangue , e la libidine . Si deue ligare in
argento , che cofi crefce la Aia virtù .
La pietra Dionifia, fe fia macerata nell'ac
qua , rende l'odor del vino , e con il fuo
proprio odor vieta ubriachezza-
Là pietra Dorfaltide fi troua nella tefta d'
vn animale detto Mucilago : alcuni vo
gliono, che fi caui dalla tefta d'vn gallo ,
quella hà virtù di far, che l'huomo ot
tenga il fine d'ogni fuodefiderio.
La pietra Draconite, ouero Deaerile , ò
Draconico , ò Chimedio vefpertino , la
qual fi caua dalla tefta d'vn Dragone, ha
virtù grande in ifeacciar ogni veleno, e
maflìmamente di Serpenti, e'fàchila
porta inuito, Se audace.
Effeftide pietra , ouer Effeftite ha la natura
dello fpecchio nel render I'imagini , tro-
uafi in Corinto . S'ella vien pofta in ac
qua , diuenta tepida , e pofta al Sole_^
accende il fuoco in materia atta a ricc-
ucrlo .
La pietra Emathite fa vfeire , ediffolue la
pietra della vellica , fe farà pofta in ac
qua bollente la fà intepidire , e perder la
caldezza .
Emetren è vna gemma di color puro,quc-
fia differo gli Affirij efler dedicata a_j
Dio, è gemma , con la quale fi fanno
tacile malie.
La pietra Enai è candida , e leggera , ma-,
motta-
libro Secondo. 57
moffafi , diguazza dentro, come fà vn'-
ouo .
La pietra Efconthalico ouero Efaconta ha
vn pi'cciol cerchio di feffanta colori dì-
ftinto, è trottata fpefiflime volte nell'A
frica, quefta hà tante virtù,quanti orna
menti dimoftra di preciofe pietre .
La pietra E th ice , fà chi la porta amabile,
fobrio , e riccho , e loconferua da ogni
aunerfità .
Lapietra Etite fi troua nelnido dell'Aqui
la , guarda la donna d'ogni fconciatura ,
& è di due forti , mafehio , e femina , e
fenza quefte l'Aquila non partorirebbe,
e per quefto non partorifce , fe non due
alla volta , legata alla cofeia finiAra del
la donna le facilita il parto.
La pietra Eumetenafce fra i Batriani po-
fta fotto il capo fa i fogni venVcome ora
coli .
La pietra Flegonite par che arda dentro
con fiamma , che non efce fuori .
La pietra Filaterio fcaccia i terrori , e le
paffioni malenconiche, induce allegrez-
za , conforta le parti fpiritali, e fa coftu-
mato , chi la porta .
La pietra Gagate bagnata con acqua fred
da, e pofta propinq uà al fuoco s'infoca ,
& arde d'vn gran fplendore , e fi fpenge
con oglio , & i maghi vfanoquelta nel
la negromantia , e dicono, fc dce venir
quello, ch'altri defidera, non arde, s'al>-
bruccia in Fiandra per careftia di kgru,
C 5 ciax"
j8 La 'Minera del JAondo
e sinto olio di questa pietra è rimedio
per gl'indemoniati, e per il mal caduco»
e per le donne sterili, che non possono
mgrauidare, & hà molte altre virtù,ma
particolarmente scaldata per lo fregate
rit)'ene,come l'ambra, quelle cose che le
si acostano: col suo fumo scaccia ide-
»ionil',scioglie chi è legato,che non pos
si rsarl'atto venereo,e gl'incantesimi: e
dandosene la poluerc ad vna verginein
Tino la fà palese, s'è corrotta, perche^_j-
non può ritener l'orina , e se non è cor
rotta, ritienla à sua voglia .
La pietra Galalite, ò leucogagea, ò leuco-
graíìa , ò Siniphite è notabile per Io suo
succo, e per lo suo sapor di latre,fà copia
di latte alle nutrici, & appiccata al collo
a i bambini fà salina , che'si disfà- in boc
ca,questa ancho lena la memoria tenuta
in bocca,& hà color di latte, trouasi nel
Nilo, fà intendere le magiche scritture ,
& à l'ombre scongiurate fà render le ri-
sposte,fà ancho, che l'huomo si scorda le
passate questioni, e trauagli, chi la porta
seco hauendo osseso alcun Rè , subito lo
placa,^ raquista il perduto amore» nelle
cause fà l'huomo vittorioso,astuto,ama.
bile,& eloquente.ne permette,che possa
ester assa(sinato,tritta,e posta nell'acqua,
e data a bere a duo,che tra loro sien ini
mici gli fà diuentar amici in guisa, che'l
loro amore mai più non si rompe .
«i--* Garaaiatica c simile allo Smeraldo hi
* per
Libro Secondo . $9
per trauerfo vna bianca linea, qual vale
molto all'arte magica.
La pietra Garof ftagna il fangue anche,
delle piaghe,e fi troua nella Giana in al
cuni animaletti, che liano l'ifteffa virtù-
La pietra Gafidanc vien da Media, è di co
lor di cigno, e quafi fpa'rfa di fiori, nafce
anco ne gli alberi, quefta /ngrauida , e
percoffa dimoftra hauer il parto in fe , e
dicono , che concipe.in ifpatie di tré
mefi.""
La pietra Gatromco, è limile al peliti della
Capra , quefta portata à doflo , fà chi la
porta vitoriofa , e felice in tutte le Aie
attieni.
La pietra Gelatide, ò Garatitfe, chi la por
ta, fa amabile, piaceuole, e gratiofo, te
nuta in bocca fa,che l'huomo giudiea^
dj'rittamen;e,e ben conofce le diuerfe£.>
opinioni, fà che L'huomo, sa quello, che
altri penfa di lui :. per conofcer quefta^
pietra fi vnge dì mele- vn corpo huma>-
no, e fi pone,.doue fien molte mofche, e
fe li pone quefta pietra ùa mano, le dalle
mofehe il corpo non làràoffefo, è vera;
GaraticJe^jj .
La gemma Geniana fa vendetta de' nemi
ci..
LaGerade è pietra rubiconda-, e fiammeg
giante la fua virtù-, e da difender L'huo,-
mo,da volatili , che combattono ..
La pietra Giacinto alla prima vifta dilet^
&auanti,che fi. fodisfacemno quelite
6o Della Wnera del Mondo
la riguardano, si disfa, e si perde, e fà si
curo , chi la porta dai veleni , dalle cose
pestilentiali, & anchora dalle saette. In
tende lo spirar de' venti: perche mutan
dosi il Cielo , non risplende così egual-
mente,come quando il giorno è nubilo-
so , e sereno , questa posta in bocca serre
pre diuien più fredda .
La pietra Gloso è simile alla lingua huma-
n?.,questa quando scemala luna,cadedjl
Cielo, è perserta nell'arte magica, e con
efìa si fanno eccitar i morti lunari , e fà
sermar i venti .
La pietra Gorgonia mitigale tempeste_i
marine , e fà resistenza à i solgori , & al
vento Tisone.
La gemma Gramatia è vtìle à quei , che
parlano nelle áringhe .
La pietra Granata ha virtù di rallegrare il
cuore , e caccia via la tristezza , e disen
de, chi la porta da la peste .
La pietra Grisopasso è di color verde,& hà
per entro alcune vene d'ero , gioua alla
vista , fà l'huomo assiduo nelle buonç_í
operationi , scaccia l'auaritia , rallegra il
cuore, e rimoue da lui le passioni .
Lo Grobio è lo stesso,che il corallo, hà pre
so il nome dalle sue virtù,ch'c di sormar
i fulmini .
La pietra Hamone è di color d'oro, questa
è annouerata trà le più rare gemme , hà
forma di vn córno di montone , trouasi
-nell'Edi iopia, quando alcuno sta in con
libro Secondo . 61
templatione,gli fà raprefentar nella mè
re tutte le cole Diuine . La pietra Helì-
tropìo nafce in Ethiopia,in Africa, &c in
Cipro, riceue il Sole,come lo fpecchio,e
vedeuifi dentro, quando il Sole ecelifla ,
dicon'i maghi, che mefcolata quefta pìe-
rracon l'herbaElitropio,e portata adof-
fo con certi incanti fà.chi la porta,non è
veduto,quefta gettata in vn vafo mura il
color del Sole, e fà predir le cofe future.
La pietra Hermatite nafce in Ethiopia , A-
rabià, & Africa di color fauguinco,que-
fta riuela l'infidie de' baibari,e pelta get
ta fangue.La pietra Hepiftite,benche fia
fplendente , nondimeno ntoftra l'inaagi-
ni, come lo-fpecchio,meffà in acqua,che
bolla-->.ilibito la rafredda , e pofta al Sole
con materia fecca l'accende , portata in-'
nanzial cuore rende l'huomo ficuroda-
ognioffefa,fcaccia le locufte,e i noceuo-
li augelli, e fgombra le fterili nubi, &i
turbini della terra, doue farà polla.
La gemma Hiena è d'occhio d'Hiena , chi
tienqutfta lotto la lingua indouina le
cofe future,et è di molti colori.La pietra
Hicria,è di color liuido,& e vtile ai mor
bo caduco.La pietra Iacinto è di diuerfe
forti.ma'l Giacinto zafirino ottien il pti
cipatefono però di virtù egua!e,ancor-
che fié differiti di colore,quefti accrefco
no Ic virtù delcorpo,e maflìmametedel
cuore,fcaccia Ie triftezze,e i varij lòfper-
ri,accrefcon l'ÌDgegao,rhonere, e le nc>
CtlCZ. a
6i La Minerà del Monda
chezze , rendono l'huomo Reato da t
folgori,e da' nemici, pongono fScurezza
a color,che-caminano, in guifa, che non
può loro nuocer la pefte de' diuerfi pae-
fi , fà ottener degni honori ..
In America è la pietra lada, la quale s'affì-
miglia alla madre dello fmerafdo, rom
pe con occulta virtù tenendola nellc_>
mani.
La pietra Ingranella ,. nelle rene* e nella_*
vefica.
L'Ifidrino,. caccia i vermi velenou,& è ri
medio a morti loro , fpezza le pietre_.>
dalla vefica effendoprefo per bocca-
La pietra Ignite è di color di vetro , legata
al fronte riftagna il fluffodel fangue , &c
ancho fpenge i gran fùochi,e gl'incédij .
La pietra Indica bà ilnome dalla gente ,. è
di color roflìgno ,, ftropkeiandofi getta,
fudor purpurco -
Nella Libia nafcevna pietra detta Imper-
col ,. che ha quefta proprietà , che fe fi
mette auanti ai cani,& a i cacciatori nò.
poiTono nuocer ad alcuno animale, e s
q.uaado..gLi ammali fentonoi cacciatone
corrono a quefta pietra. % e così fono fi-
curi - 4
La gemma Ione,cosr chiamata dalle viole>
ha fplendor di grana,rifcaldata,ò dal So-
de,ò per effer ftropicciatacon le dita,tira
liMe la pagliai le fila della carta -
Itulfpagjiaiòna.picire dette Ifthmos di co-
4m di zaiaalanrititflie per la lor vento fui,
-sari:. fi.
Libro Sectndo . 6}
fi poffono filare , e fe di quefta farai vai
vefte,e la metterai nel foco , non fi con
fumi, anzi vien più bella.
La pietra Iride pofta parte a raggi de! Sole,
e parte all'ombra fòtto il tetto rende i
raggi fimile all'arco celefte* e da lui hi
prefo il nome .
La pietra Leucopetra è buona perglifpirì-
tati, e contragii fpiriti .
La pietra TJchno,è gemma ardente,rifcal-
dataalSoIe, ò fregata tira à fe le felu
che della paglia.
La pietra Lignite è del colortk-l vetro, chi
la porta attaccata al. cojlo guarda da ftri-
gherie, ligata alla fronte itagna il fluiTo
del fangue, che rien dal' nafo , Ieua lt_,j
alienationi della mente, e fà , che I'iiuo-
mo predice le cofc auenire . •
La pietra Ligurio tira à fe la paglia, pi ita il
dolor dello flonnco , ftagaaìl fluffo del
fangrie', & aguzza la viltà .
Il Lincurio è detto dall' orina del Lupo"
ceruiero canato di fotto terra,perche.j
egli iubito, c'hi orinato, ficuopre l'ori
na con la terra, perinuidia,chel'huomo .;
non ne polla bauer vtilità , e l'orina fi
congela in Lincurio.hà il color dell'am
bra , & intagl afi , e non folo tira à fe le
foglie, e le paglie , maanchora le piaftre
del ferro, e del rame .
La pietra Linfico difende l' huomo da' do-
lori,'& incommodi .
La pietra Lipare , ò Liparìa tira à fe ogni
ani- M
6f la Wntn del 'Mondo
animalc,quasi molso da natura, in modo
che à prender gli animali saluatichi , chi
hà questa pietra, non hà mestiero d'altro
ingegno,e'l suo profumo conuoca tutte
le bestie,questa si troua in Africa,hà mi-
rabil virtù anchora in diséder gli anima
li, percioche quando la siera è molestata
da i cani,ò dal cacciatore,s'assretta à tro
ttar questa pietra,come sua disendftrice,
percioche quando l'animai vede questa
pietra,non può esser vedutene da cane »
ne da cacciatore . La gemma Malch ite
non traspare,ma hà denso verde,e nomi
nata dalla maina , & è lodata in render i
sogelli,& è custodia d'ogni cofa,elie può
succeder a'fanciulli per certa virtù natu
rale , che è in lei contro ai pericoli di
quelli , e disende le cose dalle noceuoli
fantasilm , accioche esse in ogni buona
fortuna crescano . La pietra Marcasita
tien'il principato in gettar fuoco, tocca
ta con l'acciaio , & ha conuenienza con
tutti i minerali . La pietra Melite pesta ,
e posta in acqua rende sa por di mele .
La pietra Mennte presa nel bere,ò con ace
to macerata fà le membra , che si debba
no tagliare , ó abbrucciare , adormentar
in guisa , che l'insermo non sente alcun
dolore. La pietra- Mirire fregata con pa
ne rende odor di nardo có molta soauità.
La pietra Mirmedia hà certi nìeuati porri,
bella à vedersi .
LapictraMitraceè di color di rose , ma
toc-
Libro Secondo. 6]
toeca dal Sole rifplende per colori varij.
La pierra Mitridate percoffa dal Sole ri
fplende con varij colori .
La pietra Naxia, che s'adopra per aguzza
re i coltelli, e le falci,tolta la rottura fat
ta nell'aguzzare i ferri , non lafcia ere-
fcerie mammelle nelle fanciulle vergi
ni , e medefimamente non lafcia crefce-
re i tefticoli ne i fanciulli. La pietra Ni
colo fà vittoriofo, e graro al popolo, chi
la porta feco.La pietra Ombria cade con
le pioggie,e con le faette, come ancho la
Ceraunia,e la Brontea: polla ne gli alta
ri, fà che i facrificij non ardono .
La pietra Onice nel fonno fà rapprefentar
cofe horrende , portata muoue queftio-
ni, e liti, pofta appreffo vn'occhio infer
mo da fe frena a guifa di colà fenfata en •
tra nell'occhio,e lo circonda d'ogni par
te fenza alcuna moia,e fe vi troua dentro
alcuna cola noceuole,da fe ftefla la caua.
La pietra Opalo cóferua gl'occhi da diuerfi
mali,a chi la porta fa la villa acuta, e gl'
occhi dì quei,che li ftanno intorno,offu-
fca in guifa,che non poffono vedere, ag
giungali con effa vna foglia d'alloro .
La pietra Orfano luce all'ofeuro , è amata
da gl' Imperadori , percioche confcrua i
reali honori.La pietra Olite è di tre for
ti, vaa nera tonda,quefta portata confer-
ua l'huomo fano trà tutte le fortini fie
re , l'altra forte è verde fparfa da bianche
macchie,queua portata fà refiftere a'cafi
66 DeUdMinera del Mondo
aiiuersi : la terza è sottile, come Intra di
serro signata di non ispesse macchie ap
pesa al collo alle donne non le lascia in-
grauidare, e se son grauide, sconcia loro
il parto , di più non sente il fuoco , & è
simil'al serro , portata done si litiga ac
cresce le discordie .
La pietra Pancros è quasi di tutti i colori ,
tanto è vaga,e bella questa pietra,chç_^
tira gli occhi à se bramosi di vederla , &
è vtile à contribuir fecondità »
La pietra Pantera si troua in Media,qntsta
fé (ari risguardata,quando nasce il So!ç>
d à alcuno , farà colui vincitore in tutti ì
fatti di quel giorno .
La pietra Pantide è chiamata grauida,e per
quanto se rie dice impregna » è partori
sce » & è vule alle donne fopra il parto.
I periti , che cauano le minere tolgono la
pietra diParagone , & con questa cono
scono, quanto le minere tengoao d'oro»
d'argentoni rame, e punto non fallano i
La pietra Pauonio data nel bere con vrj
pocodi sudore costringe ia incendio d'
amore colui, à chi c data, per cagione di
chi la diede .
La gemma Pedereti, ò Antenoti,è da mos
ti detta gemma di Venere , resiste ali -
vbbriachezza»& intagtiandouisiil nome
del Sole, & della Luna,& apicata al col
lo , ò con capelli di Cinocefalo , ò con_»
penne di rondini vale contra alle malie ,
& in qualunque modo si porti , gioua_j
nello
libro Seconde . 6j
nello andare à i' fuoi (ignori , e caccia le
tempefte , e le locuftc con certe parole,
che fi dicono .
La pietra Pentatua , pietra del Sole cono-
feiuta-, e ritrouata d' Apolnnio Ti.meo
hi virtù di tirar tutte l'altre pietre , co-1
me la calamita il ferro , e quefta fola hà
in fe la virtù di tette l'altre piene, ri-
fplendecome vn fuoco , e natte quattro
paffifotto terra, & ha tanto fpirito.e
virtù , che gonfia la terra , doue ella na
fte , e doue è concetta , fcopia .
La Perla fà , chi la porta , diuenir cafto : le
Madriperie ^quando il tempodell'anno
le ftimula à generar, s'aprono la notte
impiendofi di raggiada* che racolgono,
delia quale itagratiidandofi partorifcono
le perle chiare , ò torbide ,- fecondo Ja_,
qualttà della ruggiada , edekempofeè,
chiaro, ò torbido^ le perle nell'acqua fon
tenere-, ma come ve^gìono là Uice , in
durano, le Madriperie vanno à fchiera ,
& hanno il Ior Rè di corpo affai mag
giore dell'altre. I pefearori s'affaticano
per prender il Rè, quefto prefo , condu
ce più facilmente l'altre nelle rett.quan-
do s'accorgono effendo aperte , che la_.,
mano del pefeatore la voglia pigliare , fi
chiudono talmente,che tagliano crudel
mente le dita al pefeatore , facendo elle
fieffele lor vendette. Nelle Madriperie
fe ne generano quattro, ò cinque per
vna, come fono prefe fi mettono in cer
ti
éS Della Minerà del -Mondò
ti vafi dì terra con molto fale, perche^
conmrnandofi cefi la carne, rimangono
poi le perle nette nel fondo del vaio .
La pietra Pirite è neta , ma ftroppiciando-
fi arde le dita .
1l Piropo è di fi viuo colore,che luce ncjk
tenebre , e da lui vengono à gli occhi
certi raggi , che paiono candelle*-
Meffo vn pezzo di pietra pomice nel mo
rta , che bolla Cubito lo fa fermare , e lo
rafredda in tutto .
La pietra Pontica è palida, ma lucidiflìma,
in virtù di quefta pietra fi parla co' de*
moni) , & ancho fi fcacciano , ò fi con-
Aringono à dar rifpofta.La pietra Praflì-
na,chiamata volgarmente Plafma,perde
fubito la fua lucidezza quando fi porta
alla prefenza di qual fi voglia veleno .
Co la Pietra Quirino, ò Quero fi faìi delle
ftregherie,& ingàni,fi troua nel nido del
l'Vpupa,efledo pofta fu'l petto di chi dor
me,lo coflringe à riuelar i fuoi misfatti.
La pietra Radiano è pietra nera tralucente
trouafi nella teftad'vn gallo , alcuni di
cono nel capo d'vn gatto marino,taglia-
to,e mefib fubito,doue le formiche fono
acciò che li mangiano la carne : à chi la
porta recca honore , e gioua à comman
dare, perche fà , che fia obedito .
Il Rubino fcaldato al Soie , ò fregato con
la mano tira a fe le paglie, e le foglie .
La pietra Sagda è di color verde, e tirà à fe
il iegno,come la Calamita il ferro, non è
facile
Libro Secondo . 69
facile il trouarla , se già ella istessa non si
offerisce, e si lascia vedere: percioebç^»
dalle prosonde parti esce atte naui, e vi si
attaca in modo , che se non vien toluu*
via coi coltelli, con difficoltà si spica .
La pietra Salio portata nella man manta
gioua à stagnar le lagrime,che per lungo
tempo scendono da gli occh;,con questa
gl'oresici poliscono l'oro.
La pietra Sacrofago è di tanta virtù, che in
quaranta giorni consuma il corpo mor
to» fuor che i denti, intanto che niuna_»
cosa apparisce , e viuendo l'huomo atta-
candola alla carne, ella la rode, di questa
gli antichi faceuano le lor sepolture, c le
spoglie poste co'morti diu etano di pietra
Il Sardio, ò Sarda lega. l'onice, perche rro-
uandosi/uï presente non può nuocere ,
non lascia veder nel sonno cose spauen-
tose 1 accresce le ricchezze , fà l'huomo
allegro, aguzza l'ingegno, e fi,che si su
perano i nemici.
La Sardonica posta sopra la carne rappre
senta l'vngi'a dell'huomo,questa è quella
pietra,che Policrate tiràno di Samo, vo
lendo in#lcuna parte mostrar di esser in-
ua moTtO,C poi in capo di sci dì vn pesca
tore prese vn ceno pesce,che à caso l'ha-
ucua inghiottita , e lo presentò all'istesso
7& ttefiaM'wera del Monde
air amabile , e pien d'allegrezza .
La pietra Scino mentre è intiera non vi
fotto l'acqua, fpezzata va fubitoal fon
do , e queftó aimiene per la leggerezza
dell'ari;\,che la foftiene,ma come è fpez.
zata, l'aria ne efce , e così và al fondo .
, La gemma Selinite in sù il bianco riluce
con fplcndor giallo , quefta contiene in
fe l'imagine della Luna, la qual così cre
sce, e fccmma in quella gemma, come la
Luna in Cielo . Portata al collo è buona
per le malice app/'cata a gli alberi augu-
raenta loro far frutto , nafce appieno l'
Eufrate, è ponente a far, che due amanti
fi rapacifichino infieme , gioua a tifici,
e quando la Luna fcema,dimoftra mira
bili effetti ; percioche fa predir le coiea-
. " uenire , pofta in becca , ma prima lauata
con acqua, fa che l'huomcpenfa a quel
le cofe, che £ar debba: & quelle, che non
sà, fe far fi debbano , così fattamente gli
fi imprimono nella meme,che non C<z_j>
ne può fcordare: e fe non fon da farfi, gli
fi partono tofto dell'animo .
La pietra Siderite è della", figura del ferro ,
quefta è malèfica, perche douukquc_J5
s. ' e portata, feminadifcordia. -
Con la pietra Sinochitide i negromanti le
conuoca te ombre infernali ritengono .
Gli Smeraldi, intagliàdoui dentro,ò Aqui-
le,ò Scarafaggi, fanno l'effetro , che fila
gemma di Venere , quefta pietra è com-
moda à coltjro,che amano la caftità:per,
cioche
libro Secondo. 71
cioche non foftiene , che vna vergine fia
violata:ma fi fpezza; frena il mouimen-
to della lafcfuia, accrefce le foftanze__j,
vieta le illufioai de' demonij , e le tem
perie, riftora la villa affaticata, e la fà più
efficace .
La pietra Smeriglio lega il vetro , come il .
, Diamante . «
Lepietre Spugne , che fi tronano in efle^,j
fpugne, beiuue con vino rompono le._j
pietre della vefica.
La pietra Pheamide fà contrario effetto
alla Calamita , perche accoftato il ferro
lo fcaccia . ,
La pietra Thelìto è fimìle ad vn Inciuolo
d'oliua , e rompe la pietra della velica , e
mandala fuor'à que/, che larocano, non
è molto honorata trà le gemme .
La pietra Thirfite è limile al corallo, prefa
nel bere genera il fonno -
E vna pietra detta Tirco, la qual benché^j
grande pofta in acqua intera ftà à gala ,
efpezzata va al fondo.
Il Topario e di più forti, portato vale cob-
tra le malie,& appicato alla parte di fuo
ri delle cofeie accelera il parto,non lafcia
feonciar le donne grauide , prohibifce il
coito , e caccia le febrì , e l'hidropifia ,
gettato in aafua bollente fubito li' inte-
pidifce , caccia ogni lufluria , fana ì fre
netici , e furiofi, monda le Emoroide, e
guarifce le paffioni lunatìchcaccrefce le
ricchezze , fcaccia l'ira, e la triftezza , e
7 a Della Minerà del Mondo
ftdnge il fangue , che efcc dalle vene, Ti
mone la fubitanea morte , e fà acquiftar
aKportatorlagratiadeifr.o Prencipe .
La pietrai Trachmia s'accende con l'ac
qua , e fi fpenge con l'oglio .
La pietra Tracia pofla nel fuoco con non
poca marauiglia vieta le fiame , e quan
do fi bagna cor. l'acqua , s'accende, e.
fpengefi con l'oglio.
La pietra Turchefe, ò Tntchefia , fcaccia
la vbriachezza, e le panie, è di color
Turchina, e vaghifiìma alla vifla, quefta
èvtileàicaualcantiinguifa, che chi'ia
porta , maidalcaualcarc non riceuerà
noia, ne danno dalla caduta,il fuo afpet-
to fortifica la vifla , e la difende da ogni
contrario accidente .
La pietra Zafiro è di color celefle, fortifica
il corpo , e gli dà buon colore , rafredda
gl'ardori della lufluria , e fà l'huomo ca
fto, e pudico, rafredda il troppo fudore,
leua la/fordiderzade gl'occhi , e i dolori
della fronte , fà , chi la porta pacifico ,
amabile, pio,e denoto, difcopre le frau
di , e fgombra le paure, ferne molto all'
arte magica , porge grand'efficaciaall-
ppre della negromantia, col toccar fola-
mente libera da' carbonijjeftilenti, toc
cando gl'occhi li conferuaTc difende ^9
dalle vaiuole , gioua alle ponture de ra-
gtìatellijde gli fcorpioni,gioua ancor al
la vifta guardandoli , e tenuto in bocca
lelìa la fete . Quei Zaffiri , che fon di cev
lor
lor di' pelle lconina,hàno virtù con Ic fer-
pi , m Perfia dicono , che col profumo di
queft i {cacciano le tempefte , e fermano i
'Arimi, quei, che fon umili alla pelle della
H/enn , inducono difcordie nelle cafe.
La pìetj a Ziazaa fa l'huomo,che la porta H-
tigiolò , e veder nel Tonno cofe terribili .
La pietra Z'rite polla al collo (lagna il /an
gue, e Io ftupor della morte.
La pietra Zororafio trouau nel fiume Tn-
dio,& è molto adoperata da i maghi.pcr-
che è profitteuole nell'arte loro .
Appreffo il lago di Bolfena, e nel paefcftra-
tonefe fono certe pietre bianche , le quai
non temono fuoco , e facendofene fepol-
ture non le confuma il tempo .
Obfidio trono in Ethiopia vna pietra di co
lor negriflìmo,& alcuna volta rrafparen-
te, la qual pofta nel muro per ifpecchio
nioftra l'ombra in luogo di Imagini .
fa C/ampagù fi trouano certe pietre precio-
fe,che tenute al braccio deliro, tra carne,
e pelle oprano,che color,che le vi tégono,
non poiTon efler offefi,fe non con baftoni.
Si troua vna pietra, laqual combatte con l'
acqua, e co' venti: quefta fi leua fopra l'
acqua , quando fi leua l'acqua co' venti ,
nafce nel mar mediterranco, & ha quefta
proprietà , che fé la metti in vn'altra pie-
tra.c teco la porti,niun'euercito può con
trafiar teco ; ma fugge in grandi flima-*
confufione, & ti trabocca aitanti .
Si troua due pietre preciofe di mirabil virtù.
t> l'vn*
74 ueua minerà a« monao
l'vna bianca , e l'altra roffa nell'acque
falfe ; la bianca comincia apparir In fli l'
acque nel tramontar del Sole , e coda ih
,pello d'acqua infino à meza notte , e poi
comincia ad andar in giù, enelnafcer
del Sole và in nel profondo, eia pietra
roffa per contrario comincia ad apparir
nel leuar del Sole infino all'hora del me
zo dì , e poi và in giù infino al tramon
tar del Sole, fa proprietà di tal pietre
fon quefte . Se tù appichi meza dramma
della pietra roG'a al collo à vn cauallo,
tiittì i causili, che farano in compagnia ,
fe ben fodero gran numero , non ceffi,
ranno di annitrire , finche la pietra non
farà leuata via. Ma la pietra bianca è per
contrario ferue in aguati, & infatto d'
arme, perche gli fa taciti. Hanno ancho-
ra querte due pietre quefta proprietà. Se
due pedone cótraftano infieme,metten-
dofi la pietra bianca in bocca deH'vno,e
dell'altro , chi hà ragione, parla fubito,e
chi non hi ragione,ammutifce,eftàque-
to , in fin che quell'altro hà la pietra in
bocca : e la pietra roffa opera il contra
rio , cioè , fi ftar mutoli , chi hà ragione
e parlar chi ha torto.

Il fine del Secondo Libro .

LIBRO
75
LIBRO TERZO.

DELLA MINERÀ
DEL MONDO.
De" corpi compofli, & inanimati $-
. minima vegetatiua ".

Dell''Herbe pofle per uiljabttto .


CAp. I.

E L'herba Achemenìde fi getta


m vn campo de' nemfci,fubito
fi fpauentano,e fuggono,la ftia
«s*- bAjM radice data a malfattori a bere
con vino, li fa fubito confeffare i lor mi
sfatti : quando fi poneòuo alla corda.
L'Aconito beuuto in vino caldo è contra
rio aIle punture de gli fcorpioni , doue
la fua natura è d'ammazzar l'huomo, fe
non troua nell'huomo qualche cofa, che
fu veleno d'ammazzare. E il più veloce
veleno di tuffi veleni,fe fi toccano co ef-
fo le membra genitali del fetto feminile ,
il medefimo giorno induce la morte .
Si dice effer nato dalla fpuma di Cerbero
cane, quando Hercole lo tirò fuori del
l'inferno , e però generali in Ponto ap
preffo Heracka, doue fi credeua cfler l -
D , mtra •
75 DellaTdinera del Mondo
intrata dell'inferno. L'odor dell' Aconito
ammazza i topi fenza altro , e così il fuo
,fumo gli discaccia. L'Aronito Thelifone
ammazza gli fcorpioni , che fi toccano
con eflo : ma tornano poi viui toccati la
radice dell' Eleboro bianco «ammazzafi
medefimo giorno le pecore , e i buoi , e
tutti i quadrupedi, legandocene loro vna
foglia.ò la radice fòpra i tefticoli;amazza
tutte le fiere,quadofi dà loro mefcolato.
L'Acquifolia tenuta in cafa , ò nella villa.-,
caccia via tutte le malie, & il fior fuo ag«
ghiaccia l'acqua lafciatoui détro qualche
giorno . Fatto vn battone dell'acquifo-
gli'a, e gettato verfo qualunque animale ,
fe ben diffetto di chi lo trà, non ardua al
l'animale , va tanto fdrucciolando da fe ,
elic và à ferire l'animale .
Le foglie dell'Adiamo , cioè , Capei vene-
re gettate nell'acqua non fi bagnano, e
mescolate nel cibo : che fida alle galline,
galli, e quaglie , li fa forti a combattete ,
Se vecidere .
L'Agarico fimilc al lino fenza rad ice, e con
fior di giacinto, e Teme vitulinariohà
virtù, che chi con quello s'vngerà, di-
uenterà più gràtiofo; ne veleno , 6 malia
può nocer'à chi lo porta legato al braccio.
Nell'Ifola fpagmiola è vn'herba detta A-
gies , dellaqujl gl'Indiani fan pane ; ma ,
chi beue il ino fuccò muore, & il pane è
buoniilìmo , e non fà male .
L'Aglio, che naice ne' campi, cotto , eget-
tuo
libro Ttrqt. 7J
Tato ne' campi fà,chc tutti gli vccdli/chc
ne beccano, reftano fiorditi , e fi pofiono
pigliar con le mani. Eflendoappicatoi
rami di gualche albero l'Aglio , non vi h
accollerà mai alcun'vccello , il medefl-
fimo auuiene, quando sVngc il coltel
lo, con cui fi brufea.
Rforouafi vna pianta d' nerba apprrffo i
1 artari , hqu.il produce vn frutto fimile
a vn agnello, ricoperto d'vna fottiliflìma
pelle , di cu! fanno gli huomini del pacfe
captili , la polpa di dentro è fimile al lin
gue Hj n),Ynb/j dolcezza, la rad/ce della
pianta efce fopra terra fino al bellico del
trurnKmemre ila trà I'herbe tenere,e fre-
icne, Ita dello, e vino , e ca nategli l'herbe
d mtorno fi va poi feccando ,"& è defi-
derato, e mangiato da lupi come rafie vi-
uo, e vero agnello.
L'Agno cafto portato adofib acqueta la tuf
farla , e rende cafto colui , che lo porta ,
meflò «ci letto nmoue ogni pollutione, i
viandanti,che portano in mano vn baflo
ne di Agno cafto non fi fcorticano perii
cammare m alcuna parte del corpo .
"> Creta è vn'herba chiamata Alima, & al
trimenti Cretica , quefta mafticara pro-
hibifce vna lunga fame .
L Alimo detto da gl'Arabi Molochia hà
quefta proprietà, che folo morfo caccia
1 . * .. rac ' e in Cand'a ne nafce alfai .
L'Allaùer ha le frondi lunghe , & ha il zuc-
thero,che efet da gl'occhi de' (noi rami,e
D 3 dai
7 8 Delia Wneta del Monda
dailuochi , onde escono le frondidel
quale ríccrlgono gl'huomini , quando
lor bi'sogna : ma in cotai zucchero è an>
. niarezza .
Alosso. c'oè rubis minorecon cm si tin.go-
. no i panni, attacata perle case è falutife-
ra , tanto nc gl'huomini , quanto ne gì'-
animali contra le fascinationi , leg.ua al
colso in tela rossa al bestiame diícaccia_rf
le malatie di quello .
In Candia n.isce l'heiba de tu Alsmosn„ la-
. quai masticata conscrua da vna lunga j
fame .
I fìori deU' A maranto, cioè , sior d'amore ,
ò Gelcsia fanno cosa marauigliosa : per
che doppo il dissiorire di tutti gli aitri
. fìori meísi à molle nell'acqua tepida ri-
. . tornano viui , e se ne fanno ghirlanda il
verno .
E chiamata l'Ambrosia da queflo nome :
perche questa pianta à chi l'vsa, prolun-
ga la vita ; talche pare, che sia simile aU'-
atnbrosiafauoIosadegliDij , concuisi
crede , che si conseruassero in perpetuo
immortali, esenza micchia alcuna.
L' Ammt herbahà virtù marauigliosa di
far le donne maritate seconde:percioche
dandosi loro à bere ridotto in sottiliíïì-
ma poluere al peso d' vna dramma nel
vino, vn giorno sì, t- l'altro nò, la mati-
na à digiuno , fà senzn dubio conciper le
donne » vsando loro co'l marito i giorni
dimezo, ne'qualinon pigliano h pol
uere :
íwto òeconao . 79
ucrc : e basta il pigliarlo ai più cinquç 9
nutrine quantunque vc ne sieno di
quelle, che alla terza ingrauidano .
L'hcrba Anacapserote toccando alcuno ri-
torna l'amore , ancora quello , che soíse
stato posto giù con odio .
L'Aniso toglicí sogni» se è sospeso al cap-
pezzale.
L'Anonide è quella,cheadi'mandiamo Bo-
noga , questa fá grandiíTìma reíìrtenza à
gf'aratori con le suc radici , e rami , che
vi sii tntricano per elser le sue radici sor-
tislunç^ji .
L'iierba dctta Antirino è così nimi'ca de glì
scorpioni,che effì veggendola solamerïte
restano , come insensati . Chi s'vnge coi
semi delP Antirino , & oglio de'g/gis , c
de'li'gustndiuentagratioso , e poitato
adoslb coral seme è contrario à i venesi-
ci , 8c à i medicamenti nociui.
La radicedell'Aproxitiraa se il fuoco di
lentano con non minor furia, che faccia
il bitume chiamato Naftha .
L'herba Arianidedicolordi fuoco, sico-
glie quando il Sole è in Leona,con alie
na toccate le legna vnte d'ogl.'o subito
s' accendono .
A chi porta adoslb l' Artemïsia non può
nocere veleno , ò bestia alcuna : legata_j
con le radici in *à sopra vn'albero ta ve
nir le tempeste , commoite i venti , e Ic
nubi , & è chiamata madre, & reginodi
tuttel'herbe : L'Artemisia. e lo Elesipha
D 4 co
8 o Della Wnera del 'Mondo
co
no portati adosso per viaggio non lascia
sentir stanchezza, l'Artemisia appic
cata sopra le porte delle case, fà sicuri gli
habitatori dalle malie , e da gl'incanti .
L'Assentio messo nelle casse consenta la sta
te le vesti dalle tignuole . Credesi , anco
che vnto con oglio caccia via i pulei' da
dosso, l'inchiostro fatto con l'Assentio,
cioè , della sua infusione prohibiice , che
ì topi non rodano i libri , con cui si scri-
uono .
L'herba Asciomene legata al collo,ò al gio
go de gli animali mitiga subito la seroci
tà loro bagnata prima con vino .
L'herba Attratilo portata adofìò non lascia
sentir i dolori delle ponturc de gli scor
pioni, a leuandolasi da dosso subito si
^ sentono il dolore .
E vnTicrba in Giudea chiamata Baaras , la
qual nel colore imita vna siamma di fuo
co , risplende à modo di raggio di solgo
re».Ma il cauarla è cosa non poco perico-
losa.e difficile. Percioche, come sente ac
costarsi alcuno,si ritira sotto terra, sin che
le si sparge sopra ò sangue menstruo, ò
orina di dóna,e toccata la radice con ma
no dà subito la morte, se nó si porta lega
ta , e pendente dalla mano. Onde per più
sicurezza, la scalzano all'intorno siii_*
presso al sondo , e dipoi vi legano vn ca
ne, ilqual volendo seguire il padrone ,
mentre corendo,singe di partirsi tira con
empito la corda , e la stirpa di terra , ç )
subico
Libro Ter%o . 81
subito cademorroìhvece:HcoUiiche la
douc3 cauare: così cessa po: ogni perico-
lo , & ogni timore . Quest.i posta ndosso
à gli spiritati subito gli libera .
ìl'Indiani con l'herba Baign vbriacanoil
pesce, di modo,che víen sopra acqua con
la pancia in suso , e questa credo , che sia
il Vcrbaso , il quai credo , che sarebbe il
ifiedesirno esssetto.
.'herba Baiin fà risuscitare i corpi morts , e
í crede che sia l'herba , che porta il Pic-
cliio per far aprtreil bucco dell'albero se-
rato , à sr.oi sigliuoli , con la quale fù rc-
suscitato Thilone veciso da vn drago , &:
altri.
a Barba di becco apre,& allarga il sizo slo
re qnando vedeilSoìe, e serra si ia not-
te i &c ìì giorno q ua ndo è n u nolo .
l Belico di Venere è buono per le cosç. _í
amorosc .
La casa doue è pìantata la Bctoníca c íìca -
ra da tutti i mali , 8c è di tarira sorza, che
sefai vn cerchio vi elsi, e vi chiudi le ser-
pi, elle si sbattono tanto , che si vecidono
da se stesse, e questa íì pone à i morsi d'el
se serpi , la Beronica custodisce l'anime ,
& i corpi de gl'huomini, &c i viaçgi noi-
turni dai pericoli, e malesici ), aflicura »e
disende i luoghi sacri, & i cemkeni dalle
visioni, che inducono timon » e.Pa^^I
mangiata auaati pasto probibisce r' é
carsi. Dalla Bietola,cioè dal.««2^1 pro
dosocatoesce vn' acqua d. m* ric.
8ì li "Minerà del Mondo
prictà,quefta è marauigliofa per romper
le pietre , tanto nelle reni , quanto nella
viflca bcendofene lungamente , il fucco
delle foglie raefcolato col calcio lo pre
ferita daìla putrefattone , e da i verrai .
L'berba Britonìca .cioè Biftorta mangiata
auanti , che fi fentono i tuoni , aflìcura
da quelli .
Mede le frondi della Bucolofa nel vmo
rallegrano , e confolano l'animo .
Volendofi Capere fe l'huorao infermo fta
per viuere, fi fàquefta efperienza, che fe
può toletarc l'infermo d'effer lauato tic
giorni con la radice del Camalcone^
bianco non morrà .
Eflendo ftata da i fapientiffimi d'Egitto
.confecrata l'herba Camamila al Sole , e
riputata vnico rimedio a tutte le febri.
L;, Camphora pofta nelle fcatole , fe none
confer uata con diligenza, fi conuerte in
fumo, & aprendoli la icatola vapora.^,
fuori . A Giaua minore è gran copia di
Canfora , laqual nafce dall'albero detto
Capei, che ipaefani chiamano Cafur,
la cui ombra e più gioueuole, che quel-
, la del Platano.
La decottione del Canape fatta conti-*
, debita efpreflìone , gettata in terra ., oue
fiano Lombrici nelle cauerne loro flibi
to gli fa vfeire fuori , e quello è arti tìcio
de' pefeatori , quando vogliono hauer
efea per metter fopragli ami per pren
dere il pefce : & il feme del canape fi
ma-
mafchib , e femìna .
Ufemede'Caoluquandoè vecchio proda-
te il rafano, e le rape, il Car>k> e vtilead
ogni forre di male: di quelli IV valfeto ì
Roman-' pei anni fdeento, che flettero
fenza Medici .
Nafcono le Carchiofole fenza ipine , .fe fi
fpunta il loro ferne, atlanti che fi feminù
Nella ragione CadiflTa ,è vna maniera di
frutti à modo dì Caretta , ma affai più
graffi quando fon maturi fi fendono per
mezo , e trottati denaro yno anima
letto in carne, & in oflh,ve fangue , in_,
modod'vn picciolo agnello fenza lana :
ilqual mangiamneme come col frutto .
Il.vero Caftorioaccpftato al nafò tirafuori
ilfangue.
Tutte le Catanace,e fondi due fpetie, va-
gliono alle cofe amorofe , e lo vfàno le
donne di Tenaglia .
Il Cece ammazza tutte l'herbe che gli fi
apprefentano: nondimeno il Centone
ammazza poieglinì Velucchio ammaz
za il Cece,la faua, perche loro fi aupglie
intorno, ne mai gli laida finche non li
fi feccare . ,
L"nerba Celidonia , ò Hfrondinarìa nalce
quando vengono à noi le rondini, e lec
cati quando elle fi partono, guariteci»
cecità de rondini.
La Centaurea , che da' noftri è chiamata
fil di terra, è di due forti, tra lequah vna
è detta Triorche, kaqual citendo legata
D 6 .W
84 Della Minerà del Mondo
col ferro rare yblteauuiene, che colui,
che la fega né'n u" tagli . Qjjefta herba è
dirt'efa davna fpcric di vccelli chiamati
Tnorchi, che fono come fparuicri, i
quali hanno dato il nome all'herba, e
combattono con quei, che la legano:
cocendou" la radice della Centaurea.j
maggiore , e ponendoli nella carne in.,
più pezzi tagliati la congiùnge infieme:
la Centaurea minore cotta nella lifeia
fa biondi i capelli,e per quello in Tofca-
ni fi chiama biondella, altri la chiamano
caccia febre, perche data à bere caccia le
febre terzane .
L'herba Centocapi è di due fettì , fe'I ma
rchio «'abbate nel feflb mafehio portan
dolo feco è molto amato , e per quefto
Phaone fù amato da Sapho .
Quei, che fon onti col fucco della Cico-
tea , cioè radichi incorporato con oglio
hanno affai fauore , & impetrano facil
mente , ciò che vogliono , e fono amati .
La Cicuta mangiata ammazza gli «uomi
ni , e le beltie , nondimeno gli (tornelli
mangiano il fno feme, e non nuoce lo
ro, la Cicuta è veleno mortifero,& am
mazza con la dia molta fredezza , il ri
medio è bere il vino puro.
Gl'Hipocriti vfano di mangiare fpeffo il
fcme del Cimino , e parimente profu
marli con effoper farfi palidi, e cam
biarfi il colore per ingannare il mondo .
Il cinque foglie e buono per liberar da'
pecca-
Libro Ter%o.„ 85
peccati , da gl'incanti , e fà viuer cafla
mente port.no adoflò .
La Cippola Icilla bianca è mafehio , e nera
è femina, tenuta lo/pela fopra f'vfcio
non lafcia entrare in cala alcuna malia ,
ò incantamento,e toccandola il lupo fu.
bito diuenta ftropiato .
Nell'Ifole Occidentali è vn'herba dettai
Cocahe gl 'Indiani la prezzano più , che
l'oro : quefta feminano , laqual portata
in bocca ammorza li fame , e la fete , e
l'accolgono tutto l'anno .
Il Cocomero piantatogli appreflò del
l'aglio, né è tanto nemico , che fi piega ,
come vn'hamo più preflo , che toccarlo,
Se ogni volta, che lo troua fi voglie, co
me sbigotito foffopra .
Tutta la pianta del l'herba Conifa, caccia
Ieferpi fparfa per terra , efumentara.*
caccia le zarizanc , & ammazza i pulci .
Gli animali amoibati forandoli con vn.j
ferro le orecchie, e turando il ferro in
vna radice di configgine, li purghiamo,
perche tutta quella velenolìtà vi con
corre , e quindi fe n'efce , e fi purga .
L'herba Coracielìa , eCalicia, fàaggiac-
ciar l'acque .
Le radici dell'herba Cori rifueglìa i tra
mortiti, colta nel vino, ma bilogna , elic
fe gli dia loro a bere , e che fi coprano i
patienti molto bene , perche li fa fudnr ,
per tutto il corpo, il che è caufa di fi
lero racquietare la primiera falurc .
86 Della, "Minerà del "Mondo
Chi tocca con la mano , ò col piede il fac
co della Corinthia verfato su l'herba fu-
bito more .
L'herba Crocodilo beuuta la fua decotio-
ne fa fubito vicir fangue del nafo copio-
famente .
La Cofcuta ammazza le piante auiucchia-
dofi loro attorno,viite fòpra l'altre pian
te fenza radice , e (i nodrifce di quelle ,
e riporta la virtù delle medefirrte piante
doue nafce .
L'herba Diamantina approffimata à lconi
li fà riuerfciare in terra, e ierar la bocca-,
e dicono effer quella herba cofi chiama
ta per eGfer dura à tirare , come il Dia
mante. .
In Candia fi curano col Ditano i cerui , e
le capre filueitrì , dalla ferita del caccia
tore riiigando la faetta per la ifteflì pia
ga'
Le piante della Dragoneta efcono di terra
all'altezza ài due piedi, nel tempo, che i
ferpenti efcono di fotterra, e fi feccano
poi, quando finafcondono.
Il fumo iell'Ebula fi fuggir leferpt.
Impiaftrato vn Scorpione mortoconl'E-
leboro bianco rifufcìra, ilmedefimofà
t'herba toccandola : Si fa in Ifp.ig.na vn'-
vnguento con le radici dell* Eleboro
bianco, col quale vntelelaettedinen-
gono velenoie . Si fanano gli animali
quadrupedi morfi daiferpi, facendoti
vnbucco nella pelle dell'animale noii.*
molto
Libro Tcr^p . 87
molto iont.mo dal luogo mot fo , e met>
tendoni fi denti o della radicedell' Elcho-
ro nero : perche tira tutto il veleno in fe
ftefl'i, quefta ammazza 1 buoi, i canali'', ì
porci.Kla il bianco non- fà lor noetmemo
alcuno. Cotte le radici dell'Eie boro bian
co in latte, ammazzano tutte lemolche,
che le gnfiano, ammazzanti con effe i to
pi, eie galline.
L'herba Eleno'fa acquiftar gratin, & amore
& è a Venere fauoreuole . Beuuta in vi
no genera letitia,e l.i fua radice ammaz
za i topi , bagnandoli le faette nel locco
dell'Enoladinentano velenofe , e quelle
adoprano i cacciatori per ferir le fière .
L'Enola ha la virtù dell'Eleno .
L'herba Enothera,legara ai col!o,ò :-I giogo
degl'animali iwitiga fubi.ola ferocità lo
to , bagnata pi ima con vino .
1 fiori dell'Ephemero di Coleo metti nel vi
no fanno fubito imbriacare, e quefli via-
no i Turchi ne i lor cornuti per andar
meglio-in cfta fi.
Si flimano effer più gratiofi,edi miglior fa
ma quelli , che s'vngono con l'hfrrba det
ta Epulea.
Se vn getterà fette graneltadi fumo di Fri-
fimo in vnacafa ,'fnbito vi fi co ninciarà
a farqueftioneda chi vi farà dentro;
L'herba Efchinomenccioè vergognofa, è
così detta: perche qu mdo h.y.anole fi
appi e fa per coglierla, idra a il"k- foglie.
L'herl a Etiopke pofta n i lkr.v>:> fitt' in
98 UWneraielMondo
gni li /ceca. Et ogni cofa ch'ufi fi aprej
con quella , & i cauatli in montagna fa-
bito, checalpeftano qneu'herba , cadono
loro tatti i ferri , e perciò fi chiama her-
ba sferra caualli.
L'Eufragia è ottima , per chi hà corta, e
debol viltà •
Ufumo dell'herba Eupatorio fcaccìa tutti
gli animali velenofi , e i cerui feriti d?IIc
faette fi fanano p^afcendofi di queft' her-
ba, & e buona a ix:aualli boi fi . ,
Legata i'Eupatoria fopra le palme dellc_j
mani, e fotto le piante de' piedi, fbenee il
calore di tutte le febri.
La faua dinota meftitia più che altro grano,
e perche fuile foglie de fuoi fiori paiono
effer certe: lettere , elie rapprefentano il
pianto . E perciò Pitagora non voleua
che fe ne mancane.
Il Felice marchio", ilqual è quel, che comin.
eia a metter le foglie apprefib le radici fà
il feme alla rouerfeia delle foglie.ma così
mminole mgannando l'occhio a fatica
fi difcerne, fi coglie , tagliandoli le foglie
appreffo le radicale quali appiccate fopra
panni l,ni,o carte vi lafciano il femerque-
fte Ci ù alla fine del mefe di Giugno nel
qual tempo fi matura le fue foglie fcac-
ciano i cimici, e le ferpi. Eifendo circoa-
dato mtorno intorno dallecanne fi fccca,
elecanneeffendo circondate dal Felice
non crefcono , e fi feccano .
3-occandofi con l'herba detta Ferola la mu
rena
Libro Tfrjp. «V
rena fubìto muore. I Fonghì velenofi nap
fcono,oue fiano fotto chiodi di' ferro ru-
ginefi,ò panni fi-acidi, ò npprciTo qualche
cauerna di ferpenti,ò di Botte,ò fopra gli
alberi , cheprodncono i frutti loro vele-
noli, e mortiferi,quelli, che fono tnli ba
rio fopra di loro vna certa vifcofità mol-
licchiofa,e fubito che Cono rkcolti di ter
ra fi putrefanno,e infrafeidano, ma fi co.
nofcono nel mondarli , enei tagliarli ,
quando fi vogliono cuocere perche mu
tano diuerfi colori, percioche rópendofi
dìuentano prima verdi,poi d'rn roiìb,che
tralic al nero , Si vltimamente di celefte
feuro, e finalmente di color nero, e fi pu
trefanno fubito. Le fragole Te ben vanno
ferpendoper terra fon tanto inocentife
ben fono calcate da ferpenti,vipere,& al
tri animali velenofi non fi infettano, né
pigliano alcun fapore velenofo.In Halbe-
ftrado le fpicche del frumento mature fo
no tàt*alte,come vn'homo a cauallo. Nel
paefe di Colmogora appreflo Mofcouia
nafee il frumento bello fenza leminare,ò
arare la terra . Il frumento , e l'orzo di-
uenta vena, e quefto procede dnlla molta
humidità del terreno, e dell'aria, Si anco
procede da molto tepp,chc ftìa nafcer,ò
fe il grano è roffo, cioè totco,ò màgiaro,
che per debilità del feme diuenta vena, e
quello procede che no è ben nodrito a far
delle fotte in loco afeiutto, e metter della
paglia in fondo, e poi ponerui i frumenti
con le fpicche, e turar beniifimo,che non
vi
vi entriaria, è cagione , che ilgrariofi
conferirà cmqunnt'anniuV il miglio cen
to : percioche la paglia è dì qualità , che
conferua le cole nello fiato , in cui le ri-
troua. La onde freddiffima ncue pofta
in lei, frcddiiTima.fi mantiene, c\:ogni
cofa calda abbracciata dalla paglia non
perde mai it calore , .
L'herba Calio , è così chiamata , perche fa
apprender il l.-irte in vece di caglio .
Si fanno i Garofoni di diuerfi colori , to
gliendoli il feme di diuerfi Garofoni di
più colori,e ferandofi in vna penna d'oc-
,ca, dalla qual piantata poi in terra na-
fcono i Garofani di diuerfi colori facen-
, dofi di tutti quei femi vna pianta fola .
Nella Galia è vn'herbadetta.GauftQfimil
. al piàtagine,chis'vnge col fugo di queft'
hetba diuenta negriflìmo .
Il Gira Sole,ò Eutropio in tutte le hore del
di fi voglie, come il Sole benche fianu-
uolo , e da queft'herba fi può faper doue
è il Sole , è che hora fia quantunque fia
nuuofo.
,L'herba Gteotophiljda nafte ne' Barrì, &
ioBoriftine , beuuta con mira , e vino li
fà veder cofe , che fanno ridere, ne mai
fi refla di rfdere fe non fi bcono finocchi,
e pepe , e mede in vino di danari .
Ii'Cuado,cioé Ifaride,ò Glafto>che adopra-
no i tentori per tingerei panni .conier»
uà vini tutti i colori con quali egli fi at
compagna . Approffimata la radice del
l'Ha-
LrbroTer^o. pi
ì'Halicacabo all'afpido li fi adormenta-
re, ecosì l'amazzano, à vna fpeti'e di So-
iarr/o detto Halìcacabo , che fà il mede-
fimo, chiama fi ancor Ì'Halicacabo Do-
ricni©^ Carteca, e Calea. S'vfa nirllc
,cole amorofe , & è buono per tale effVt-
toilfuofeme.
E vna forte di Hedera trà le bianche afprif-
fima , e faluatfchiffima , che auit/cchian-
dofi adolfo a gli alberi gli ammazza tutti
al fine, e falli. feccare leuando loro il nu
trimento: l'Hedeta bianca genera conti
nuamente radicette da fuoi germini tra
le frondi ,, con lequali fale ne gli alberi, e
nelle mura, 8c attacafi loro adoflo, e co
si tirando con quelle l'humore,e fuggen.
dolifi fa feccar gli alberi in modo che fi
bea ù taglia dal piede , può nondimeno
vmere ancora,e durare aiTai,hà la fuddet.
ta hedera non picciola differenza ancora
nel frutto, percioche l' vno è dolce,e l'al
tro molto amaro,tanto nella bfanca,qua«
to nella nera,deiche hanno mani'fefto in-
ditto gii vccelli: perche dell' vno mangia
no, e l'altro lafciano . L'hedera abbrac
tiandone vn muro buono non rena infi
ne) à tanto, che.ella il conduce alla mina:
di Poi quando vuol cadere , e minare lo
foftiene , l'hedera femiria ftà molto tem
po fterile . Se farai vn cerchio con l'her.
ba Helioftrophio , e vi metterai vn fcor-
pione in mezo, mai egli nò vfoirà qi quel
terchio , e (e li metti queft'herba adotto ,
Cubito
fi la Minerà del Mondo
Abito more , ferrandoti con l'helioftra-
phio il pertuggfo onc fi annidano le for
miche , elle fi muoiono dentro nella lor
Jtanza. Quelle fecondo, che ho detto di
foprà con l'herba de l'Eleboro bianco ri.
fufeitano . L'herba Frittlaca , ò menta
Greca,cioè faluia romana fparfa trita fo-
pra la terra fcaccia i ferpentirilche fà arto
fimilmente il fumo dell'abbracciata .
Gl'Indiani col fnccodell'herba Hit fi fanno
i denti neri, t li fortificano di modo , che
non vi fentono mai più dolore .
Vn grano di feme dell'Hermi'no.cioè Sela
rea meffo ne li occhi li rifrhfara , nel che
hà egli marauigliofa proprie tà, e da que-
Ilo ha prefo il nome quefi'herba Selarea ,
altrimenti detta herba di San Giouanni.
Piedero il nome allo Hieracio gli fparuie-
n:pcreioche come fi fentonohauer la lu
ce impedita, fi medicano con queft'hcrba
eftirpandola co' piedi , e mettendofi po-
fciail lacco , che ae vien fuori , in su gli
occhi . Gl'Indiani attoflìcano convna
certa mirhira,che fanno di formiche, che
fono piu che fealabroni grandi , & con^,
alcune pome, Se herbe velenofe mifeian-
douifanguediferpenrele lor faette , ò
frezze , che il ferito non può guarire fc
non con l'herba Hiperbaton , che è quel-
Ja, che vide in fogno Alcfiandro magno .
Lo Hipenco , cioe Perforata pofta fop'ra gli
fpiritati/ubito gli libera, fregati trà le di
rai fiori dell'Hiperico fanno vn liquore
fimìle '
libro Tcr%$. f%
fi m ile al fanguc : l'Hiperico è tanto io-*
odio a" Di'auoli,& abbrucciandofi.c face'
dofi fumo con effo nelle cafe , oue fi feti-
tono , fubito fe ne partono ria , è però è*
chiamato da alcuni cacciadiauoli: chia
mati preforata,perche ha le foglie forate.
L'herba Hipife tenuta in bocca leua la fa
rnese la fete per dodici giorni,& hi la vir
tù dell'herba Sparraniana.nafcc in Bcoti»
4'herba Impia è cosi derta.perche i figliuo
li, cioè quei ramufcelli più alti fuperanoi
capidella madre,ò del padreiquantunque
vogliono alcuni che fia così chiamata ,
per non ritrouarfi animale alcuno» che4a
tocchi per cibarcene: è cofa marauigliola
quello , che fi dice dell'herba Impia , che
mai non parifce la Schelcntia , chi ne ma
gia, dadi à i porci, e quelli, ne muoiono ,
che non la vogliono mghiottire,ibno al
cunche penfano, chegli vccelli la porti
none' nidi loro.accioche i loro figliuoli*
che troppo ambamente inghiottifcono il
tibo,non fi foflfochino . Il Rè di Perfi u
dauano à i loro ambafeiatori l' nerba La-
tacc.accioche doinmque*rriuauero, ha-
ucifero abondantia d'ogni cofa , per efler
tale la virtù di queft'herba .
Mangiata la Lamica nel fin della cena fi
foauemente dormire la note,ma fi dcono
guardar dalla latuca gli ftretti di petto , e
quei,chc fputano il fangue. Ma piùquel-
li,che fon defiderofi di generar figliuoli .
Inerbi Lentopidonafce in mòte B'.ldo,&:
è gioucuole nelle cofe amorale. Toc*
94 Be&t Minerà del Mondo
Toccatigli florpioni con l'herba Lichnide
diuentano flapidi , e pigìi •
Il Lino, che natte ne' deferti, efolitudine
dell'India aguaglia il' valore delle pift prò
ciofe pietre, percioche i panni,che fi fino
di quello non abbrucciano, e fplende ntl
fuoco, e- fi monda da ogni bruttura, così
la fua tela. Però da' Greci per la proprie-
, tà della natura è chiauma Asbeftino, Se
effendo fafc'nto vn'albero con tela teffu-
ta di quello lino fi taglia con l'aceta, fen-
za che fi lentano i colpi : foglio fattodi
feme di lino per gran freddo che faccia ,
mai non fi aggiaccia .
La Lifimaelua legata al collo a' caualli , che
non vogliono tirare , li fa manfueti, e ra-
frena la lor ferocità , meffa nel'nafor'fti-
gnailkuY^ìechenVfce, riftaguaancho il
. fart'gue delle ferire,abbruciata su i carbo ,,
ni fà acutiffimo fumo , e però fcacciale
fefpi, & ammazza le mofche .
Niente è più miracolofadell'herba Litobo
fpenrio, ò Hefonicon,ò Difpiron,ò Hc-
radiòn , che così vien diuerfa mente no
minata, quella è alta cinque oncie , oc h;
le foglie il doppio maggiori della ruta ,
rami fuoi hanno affai felluche , e fon ,\
giouezzadigionCo, appreffoalle foftlii
" hi'quafi barbe,e nella fommità petrucc;|
in bianchezza , e rotondità fnmle alle
peile, e grolle, come grani di cece,e dui
come fafiò,quelleappreffo il picciolo de
ue fono ateacate hanno dentro il fenic
• ,. . che
che non fi vede fe non fi fpica . Nifce in
Italia . Ma è ottimo in Candia , ne fi ve
de mai cofa trà l'herbe di maggior mira
tolo, & è come fé fofle fatta per mano d'
orefite, così pulita, e bella; e trà ogni fo
glia fono biache perle. Vna drama beuu-
tadi quelle petrucic , fcaccia fuori indu-
bitatamenre la pietra della vefica in pez
zi , bcuuta in vino bianco . Ne altra pie
tra è più gioueuole a queftomale. La_»
pietra apprelTo doue è attaccata produce
mufehio fecco , e canuto .
Il Loglio , quando haurà quafi fatta la fpiga
tauandoli con la radice , facendofenc_>
vna ghirlanda, & appicandofi a i rami dv
vn'albero, all'hora terrà i frutti,e ne pro
durrà in gran copia .
In Egitto nel fiume Eufrate nafce vn'herba
detta Lotho , & ha il fiore , come i papa-
ueri. D cono che il capo, ò il fiore,quan-
do vien la notte, fi tuffa nell'acqua infme,
alla mezza notte tanto , che non fi può
totcar con mano . Dipoi a poco a poco
efee dell'acqua , & appare il fiore , e così
vialzandou tanto , che riman alto fopra
l'acqua, quanto fi ritira fotto lanotte_>,
e così fanno le foglie .
Il Lupino gin col Sole,e da quello i conta
dini conofcono l'hore del dì .
Nelle radici del Malbauifchio detro Althea,
fi ritroua il vifchio , ma non molto per
fetto. Alcuni dicono,che li-fua rndiet
tritata nell'acqua polla all'aria la ti gelar.
' ' La
yo La /rimerà u« nini,
La Maina peih con oglio , & onte dì lei le
membra , fa , che ne le api , ne le vefpe
pofl'ono pungerle .
La Mandragola , cioè, la fua radice giona
alle cofe amorofe.
Nella Mifn verfo il Ponto nafce vn' ner
ba detta Medica , delia quale fi fà oglio ,
cheeffendoaccefo, e volendoti fpenger
con l'acqua arde maggiormeme,e fi fpen.
gc con la poluere.
Polii la Menta nel late non lo lafcia ap
prendete 9 •
Il Miglio conferita dalla corruttiooe non
folo fe fteffo: ma anchora le cofe vnite_j
in lume con lui. La onde il Reitbatbnro ,
la Canfora, e l'altrc cole preciolc li con
feritme nelle fcatole piene di miglio, di
cui lì' fà' miminone nelle fortezze.
S'vngerai le calte delle api con l'herba Mc-
lilìopliio , ò Melitena non Ci partiranno ,
perche quefto è il fior , che più lor dilet-
ra-j!.
Ladecottion dell'heiba Minaide fana fo-
mentala ben prillo i morfi de' ferpenti ,
e nondimeno ammazza coloro , che fon
fani, e (i bagnano con elfo, ò calpeftano à
piedi nudi l'herba , fopra laqual fia (lata
fparfa la medefma decottione lenza tro-
uaruifi rimedio veruno .
Il Moli, eh'è vna forte d'herba , vale centra
potetti iflTtmi incanti .
L'herba detta Morfus Diaboli , vìen cosi
«omin:. ta, perche fecondo alcuni il Dia.
uolo
Libro Ter^p, 97
uolo hauendo frutici fa grande della virtù
di' qucft'herba, va mangiando, e rodendo
le lue radici .
a pianta del Napello, è mortifera, e velo.
noia, ma la radice è cftremamente cru
dele, perche ammazza chi la tien lunga
mente Uretra in mano .
n America gl'Indiani pigliano il fumo del-
l'herba Negotiana, e lo pigliano per vn
tornero di pietra, e olerà che fi f"caldano,
tome fe ftelTero dentro à ftufe,fe ne ritar
dano la fame, Se eftinguono la lete, ralle
grano li fpiriti,c con vn grato fonno s'a-
dormentano , e fognano i più bei fogni ,
the fi pofia dire , & imaginaie .
L'herba Nepéte induce obliuione delle co-
fc malinconiche, e fà perdonar gl'errori.
offendo dato a bere alle fiere , & à gli ani-
mali faluatichi l'acqua , doue ri Ila mace
rata l'Onagra detta da molti Oneterra ,
fidimefticano fubito.
l'herba Ophiufa beuuta induce tanto ter
rore, e tanta paura per la gran copia de,
ferpenti, che rapprefentaa chi la bce, che
^l'induce à darli la morre per la paura c'-
hanno d'efler diuorati viui da elfi . E pe
rò l a danno à bere à coloniche commet
tono facrilegio,ne altro rimedio vi fi tro
nche il dare a bere loro vino de'datteri.
L'herba Orobanche detta da cótadini herba
Lupa, aramazza folamète con la Aia pre
sela i legumi.lc biade,ilcanape,che le na
le* d'intorno séza toccarlcò auitjeluar'
E toro
98 LaMìntrtàelMMidé
Jqro intorno : E chiamata quelì'herba in
blenni lochi Coda di Lcone , & in alcuni
herbaTora , percioche è tòsto prouato ,
che fubito , che le vaecfoc he mangiano
vanno al toro; .-...,:..
Nel paliuro , che nafce nel monte Coccigio
rimangono inUifchiari gl'vccelli , che sù
vi fi pofano , come fanno nella pennia ,
ìuor che il Cucco; ilqual folo per ifpetial
.virtù non rimane.
Il Pan Porcino in quella cafa doue è pofto
non lafcia nocer incantefimo,e malia al
cuna, es'vnadonnagrauida li pafla l'o
pra fi fconcia diparto.
L' herba Parai ifis fa il fior aureo, & è il pri-
mo,the ne annoatia la Primauer a .
A.chi porta la Pconia di giorno l'augel Pic
chio, fi auenta à gli occhi per cauarglieh",
e quando fi caua Infogna cauarla di notte
,pfir l'impeto, che fa il Picchio. Quando fi
caua la radice é pericolo,che colui, che la
caua, ne elea fuori il budello del fcffo . E
portata adoffo non lafcia effer punto di
, gli fcorpioni , e fe pur pungono non am
mazzano . Attaccata la radice della Peo
nia alcollo de' fanciulli,s rimedio al mal
.caduco , e molti fono guariti . Ma fa mi-
flior elfetto quando la radice è verde.
_ erba Pcrficaria, cioè Hidropepe, ò pepe
acquatico, ò herbe rafie , fparfa nelle ca
mere la fiate ammazza i pulci,5t il gior
no feguente fi fpazza fuori .
L'uouoi il fale , e'i Pctrofilo hanno tantali
ni-
' LibroTerq*. $9
tumi'citia naturalmente infieme .> che eP«'
fendo mefcolati, naturalmente fi fcpara-
no. Queft'herba quanto più fi taglia.tan-
to riforge più ve rete , e oelk .
L'herba Phiteuma è buona nelle cofeamo-
rofe. . :'i , ,
Nell'Indie occidentali', i cacciatori fi 1/gà-
uanol'berba Picieth a i piedi , con laqual
parlando oue erano le ferpi elle s'ador-
tócntauano .
Non può effer trafitto da gli fcorpioni , chì
porta feco la radice della Polempnìa , e fc
pur foue trafitto non (ènte dolorane no-
cimento alcuno .
L'furba Poligonato , è la fraffinella , che fi
domanda anco fogello di Salomone. Con
quella Salomone coftringeua i demonij .
Appreffo i Greci , è vn'herba detta Polion ,
la qual dicono ciTer vtileà tutte le cofe ,
e Capta, tutto alla famma & alla dignità,c
certo e marauigliofacofa fe è vero quei-
lo, che dicono, che le Aie foglie la matti*
na fien bianche,- mezo giorno purpurce,
e h fera verde .
Il Cucco del Porro al pefo de' tré denari d'
argento beuuto ammazza , chi'l bec .
L'herba Potamantina , la qual fi troua nel
fiume Indo beuuta fà impazzire gl'huo-
mini, lapptdentando loro auanti gl'oc
chi cofe fuori di natura • Il che parimen
te fcriue Diofcoride del Solatro, quando
fi bce vna dram.della fua radice coti vino.
Chi pelea à Cocodrili porti feco il Potamo-
E a g,to,
i oo L* Minerà del Minio
giro , che per effer lor contrario non può
eflcroffefo da quelli. Anzi con quella li
fà manfueti, e li caualca, come li piace.
L'herba Prefoluta tenuta fotto rafrena la
lufTuria,c maffimamente degrhuomini.
L'herba Prefura fa il caflio dolce per tutta
Tofcana .
L'herba Pslfo , portata verde nelle cafe non
vi lafcia generar pulci .
Chi porta duo ramufcelli di pulegio vn per
orecchia non farà offefo dal Sole. Qyefto
ten uro appicato con le radici al granaio ,
fiorifre quando i giorni cominciano à
crefcere ■ il Pulegio fi chiama ancho Ble-
confa , percioche guftato quando fior ifee
dalle pecore, fubito le fa ballare .
Nell'Ifola di Sardigna è gran copia de be-
Itiami , perche non vi fi trouano lupi , &
non vi produce ferpenti, con tutto che vi
nafca l'herba Ranuncolo tanto velenofa,
che guidandola alcuno fe ne muor riden
do quafi Cigno cantando, il perche fidi
le, Ri fo Sardonico , Coprendo l'interno
dolore con la finta allegrezza.
La Rapa feminata per duo anni diuenta
Naone, e così il Naone diuenta Rapa , il
feme delle rape di tre anni prod nce Cao-
li,e per contrario quel de' Caoli produce
Rape.Le Rape tonde fono mafchi,le pia
ne , e concaue fono {emine . In America
gl'Indiani hanno certe radici fomiglianti
alle Rape , e fono Rape Indiane di cui
quei popoli fi (eruono in cambio di pane,
vfan-
libro Ter^p. 101
v/andolc tal volta gli Spagnuoli , nel ri
torno, che fanno in Ifpagna per bifcotto .
Poft' il Rafano fopra il fcorpione l'amazza.
Gli Sciti manicando {blamente la radice^
della Rcgolicia , vi'uono dieci , ò dodeci
giorni fenz'altro cibo, ne altro bere .
Portandofi al collo le radici dell' herba.j
Rombice , ò delPiantagineguarifcono
le Scrofole .
Chi porta i fiorì del Rofmarino dalla parte,
che tocchi il cuore , fempre và allegro , e
da effo fuggono i demonij .
fieuuto il Cerne della Rucula nel vino, da_j
chi hà effer battuto , fa ch'ei non fente le
battiture .
La Ruta hà la virtù" dell'Iperico , e di più
gettata contra il pefce polpo, ii fa immo
bile: e morirà fe farà tocca da vna donna,
che habbi tenuto mala vita, tanto ama la
virginità, & abborifce la corrotta .
Benendo la donna vna hernina di fucco di
Saluta, con vno poco di fale,doppò quat
tro giorni, cheterà fiata fenza dormire
con huomoi e poi congiungendofi coa*,
lui ingrauida .
In Sardigna nafcel'herba Sardonica,chine
mangia par che fi muoia di ridere . Per-
cioche ella wtira i ncrui, e i muicoli , e fà
aprir la bocca , e far ceffo , & vecidendo
fa ridere.
Il Satiro Erithronio con la fua rad.ce tenti
tà in mano pronoe a il coito ; molto pm
beuuto nel vino. . -
E 3 J-a
lo% LaTMmera del Monda
La Sauina colta fenza ferro , e con la man
deftra , come fe fi robbaffe ila huorflo -ve-;
(tiri di yce bianca con pura menré , e«on
, i piedi foalci , e lattati , che prima frabbia
, fatto (aeri ficio di pane , e divino porrata
in tanàglia nuoua , è buona contra ogni
calamità .
La Scilla appfeatafopra la porta fcaccia_*
ogni malia, e futura da farfi , ò fatta .
Le pecore mangiando' della Scolop"renda.j
non hanno milza.
Lo Scordio conferita i corpi morti dalla
putrefattone t> -
Il tempre viuó* chenafecfopra le afcK^j
nelle gronde , ilqual' è chiamato con di
tterà" nomi, è buono per fard amar* . ,
li Senetio vfato prouoca efficacemente i
. meftrui in fatata , ò come fi vuole, e così
il fuofucco. " ,"
Ilfucco dello Asfodilo vnto fu'l capo , 'fi i
capelli rizzi . -
Chi porta feco l'herba Siderite può teWrgh
fcorpioni in mano ,
I corbi, e i cani mangiando l'herba detta Si-
nata , fubfto fono vbriachi .
In Perfia nafce l'herba Siffiteride , così no
minata dal conuito , perche dà allegrez
za. E anchora detta Protomedia , perche
con quella ottengono il primato appretto
il Rè .
Chi tiene in bocca l'herba Spartanta noru
/'ente ne fame,nefete. Quefto medefimo
fa l'herba Hipice, cioè, cauallina, ne'ca
ualli.
ualli . Gli Sciti con queftedue herbe fi*
portano la fame, elafete dodici giorni.'
Portata attacata al collo la Spina bianca di-
fcaccia tutti iferpènti : la Spina nera è
perpetuamente dureuole nell'acqua .
Gli fpmaci fono tanto pieni di fucco , che
commciandofi à fcatdare mandano fuori
tanto fuco.che fi eueoono nelloro ifteùo
liquore .
L'herba Stafiro ha forza di fare amare .
Laitàfifagria, cioè , Strafufària i TitimaK
ammazzano il pefce peftandofi le fue ra-
fdici , e mettendoli ne' fiumi in vn fatco.
éttbe i pefcf «orditi, e mezi morti fi la*
iano portare à galla .
l'herba Thalafl>g1tè nafte appretto il fiume
indo, e aneti© detta Potamantfs. Quelli ,
che la bcono diéeatano furiofi,e par lóro
veder miracoli. ' A
Ì?te Theangelidenafee nel monte Li
bino di Sorta , & in Idco monte di Cai*
«a , Se in Babilonia , beuendone i maghi
indoumano.
jF^?0arca' che nafce ,n Capadoccia ,
«inMifiafàdiuentar fiupide le fiere,
che fi toccano con eflà , e non fi poffono
liberare, fe non con l'orina della Mien*
Iparfaloroadoflb.
LsToftìIagine^ioè fatfara,fà vna certa la
na berettina , la qual purgandoti dalle. *
fcàglie, e dalle refte , e pofeia cocendofi ,
come fi cuoce il filato nella lifeia, con vn
poco di falnitro, & alciugandofibeniiTì-
£ 4 ino
1 04 Dell* Minera ici TAondo
mo al Soif, dìueata la piu mirabii esea_i
peraccenderilfuococon l'aciaío, ehesia
a tempi nostrí. Questa sempre senza fallo
alla prima b.i ttuta s'accende. La Tossila-
gine maggiore si a gl'animali qnadru
pedi per ammazzar i vermi, & a í caualli
bolsi, e stretti di petÙK
Pestato il Tribolo , emessoalla cauemafí
fuggirrutte le serpì,e mescolato con l'ac-
qua, e gettato per casa ammazza i pulci.
llTrìsogliode'prati , come serine Plìnio
predice la tempesta, percioche tutto s'ar-
ricct'a .
IfìoridelTripoliomutanocolor trè volte
al giorno. Percioche la martina sono biá<
chi,à mezzo giorno rofTì,e la sera violât/.
II Verbasct>,cioe Tasse barbaso,e cín brusto,
. Ion» ehe produce i siori gialli , tinge ica-
pelïi» messo in quai si vogiia luogo, tirai
se le tignuole : le sue soglie erano adope-
rate da gl'Antichi, per sor stupini al!e lu*
cerne: le dône con il Verbasco fanno vn'
acqua per farsi lucide molto bona:l'herha
srescadel Verbasco seitiinapefta trà due
pietre messi nellc inchiodature de caual.
liisubito le guariice. Hà quella proprietà
il verbasco,quand« la mattina apre il flo
re i se si scuote leggiermente hpiantai
siori si seccano, e cadono à poco,à poco T
e molti non considerano questo , credo-
no, che sia fimo per incanto .
La Vcrbana , è portata Ha gli Ambasciatori
à nemici , con qyesta diccuano le tauele i
sco-
Sàbre Tenp . 105
feoparfi la menfa di Giouc , purgonfi ne'
facrificij le cofe , i Francefi fanno le fòrti
con quefta, e predicono il futurorChì s'-
vngecon quefta impetra ciò, che chiede ,
e riconcilia l'amicitia , fi fofpende nelle
cafe , contra gli fpiriti , e gl'incantefimi ,
e però portafiadofio per rimedio contra
gli fpiriti , e le malie .
Quel Vifchio detto da Greci Ixia, che fi ri-
troua nelle radici del Camalcone bianco,
quantunque ila veramente mortifero
veleno , nondimeno prefo in certa poca
3uantira , vale contra il fonno . Onde le
onne di Candia per veggiare la notte
fenza effer oppreffe , ò moleftate dal fon.
no,mentre,che s'eflercitano in diuerfi la-
uori , vfano tome dopò cena poca quan
tità fenza nocimento alcuno: nafee il Vi
fchio à quello modo . Pafccfi il Tordo , e
dal fuo fterco pieno ancora di feme,refta-
to doue alberga l'vcceilo (òpra gli alberi,
nafce, pofeia la pianta, che lo produce , e
non nafce fe prima non fi matura nel ve
tte de gl'vccelli.Quefta pianta fià ft rrrprc
verde,nafc ,e viue (òpra gl'alberi^ Plau
to diceua, che i tordi fi cacano la morte ,
La Vit'Alba,ouero Brionia, ò Zucca fpa-
daiaabbrucciaco' fuoi virici tutte lc_j
piante, the le nafcono appreflo.
Nell'lfola occidentale , è vna forte d' herba
detta Viua . Perche pare , che ella habbfa
qualche fenfo . Perche tocca anco legier-
mente,ò con la mancò con qualche alyra
E 5 cofa,

ibó la 'Miner*del Mondo
cosa , subito ritirandosi le soglie , si rac-
colgono, c qu :si si giungono insieme, &
indi à vn poco ritornano à spiegarsi.
Sono due herbe nell'Indie occidentali , che
stmdo nel campo nel suo più bell'essere ,
• l'vna di quelle le l'huomo , ò la donna le
mette la m.ino sopra subito si lascia cader
morta in terra : l'altra essendo sparsa per
terra nell'esser kocca, per cogliersi , s'iri-
crespa , e si riuolge in se steslà , 6 si serra ,
Come vn cartolo marchiano .
De gli Alberi sesti per Alfabttto .
CAp. II.
G Olili, che camina, & hà in mano vn_*
baston d'Agno casto , non si stanca
mai, ne percuot'il piede in luogo alcuno.
La natura quanto più prosonda il prè dell'
Albero verso il centro , tanto più leua la
sua chioma verso il Cielo .
I rami de' sottoscritti Alberi con vna parti
cella del corpo della madre, cioè del ra-
• mo vecchio » che non sia di quell'anno ,
'- s'apprendono piantandosi , e questi sono
Melli granati, nocioli, pommi, sorbi,ne-
• -sposi , frassini , sichi , e massimamente le
viti , Se il medesimo fan la Sauina , Se il
rosmarino . Auuertendosi , che gli albe
ri, che hanno radice, piantano auan ti il
• vernò, e quelli, che non l'hanno, dopò il
verno,da mezo Marzo in poi,ò dal prin
cipio di Marzo per tutto quel mese .
Gi' Alberi , deuc £ coltiua il terreno i
libro Tarqt. tóy
preflo fmiecchiano . . ;.
Gl'Alberi antichi da tagliare fi tagliano più
dirHeilmentCjC più prefto,fc prima fi toc-
cano con la mano, che co'l ferro .
E buon tagliar gl'Alberi da i venti della Lu
na infino a i trenta, e fe fi tagliano l'vlu-
mo giorno della Lana, durano eterna
mente^ •
Intorno l'ifola di Tile fono alcune Ifolette,
nelle quali fono a canto all'onde alcuni
alberi , i cui frutti fono fiftu'li alle pigne ,
che cadendo fopra l'acque diuengono tra
poco tempo vccelli Conformi alle anitre ,
detti Sluchis i quali R mangiano indiffe
rentemente da ca-rncfcraJe , come carne ,
edaQuarefima.comcpefcijtifendopetò
tutti quei popoli cattolici .
ACimbulon Ifola s'ammirano alcune^.*
frondifimilià quelle de' noli ri geifi , fi
muouono tolte dai rami,comc l laucifero
fenfo . Perche colte dalle piante dimo-
firano quefto effetto .
Nella fepoltura di Pròtefilao appreflo l'Eie-
fpento al dirimpetto dì Troia città fono
Àlberi, che cretcono tanto,chc veggiono
Troia i e dipoi fi leccano , e di nono ri
mettono fempre facendo il firn ile.
In Ir.iìia fono Alberi tanto grandi per I*_*
' fertilità del terreno , .che i folgori no» vi
arriuano alla cima,onde vengono à l'ope
rare i nuuoli, che non van piu alti di mi
glia cinque.
IaMenfi città d'Egitto fono Alberi d;«an
1 08 Della Minerà del Mondo
ta groffezza , che tré huomini à pena li
poftano abbracciare,quali fanno pomi in
quantità, ma hanno le foglie come pene .
Quefte, come fi toccano i rami cadono ,
e fubito in luogo loro rinafcono.
Nell'Indie occidentali fono Alberi di tanta
grandezza , che li fanno di molte habita-
tioni fopra , che d'vno fi fà vna barca d'-
vn pezzo, che tien cento , e cinqnanra_*
perfone commodamente .
In Tilo è vn'Albero, che fi i fiori , come la
rofa, la notte fi rinchiudono , la mattina
cominciano ad aprirfi,& a mezo dì fono
tutti iperri:i paefani dice, che dormono .
Nell'Itala d'i Cornarla , chiamata il ferro, è
vn luogo molto habitato , doue i paefani
non fi feruono fe non dell'acqua , che Ai
da vn'albero, che fempre è humido, e fu-
da acqua, la qual cade in vna pila , e ne fi
tanta,che balta à feftentar tutti quelli ha-
bi'tatoii .
NelRegnodiSenegaè vn' Albero di pal
ma , manonptoducedateri. Di quello
cauano fucco ferendolo limile al fero del
latte, ilqual pigliano con vafi , la cui dol
cezza e incredibile^ & imbriaca come fà
il vino, fe non vi metti dell'acqua , quel
fucco, cheefce il primo giorno dell'albe
ro ferito fupera di dolcezza ogni altro
▼ih dolce. Ma di giorno in giorno egli vi
perdendo quella dolcezza , e diuenta ac-
cetofo , e garbo . Addimandano quello
fucco mignolo .
--• Ap-
libro Tony. iop
Apprcffo il mar Cafpio fono alcuni Alberi,
che la manna han le foglie cariche di me-
•le, e quelli fono fimili alle qnertie, ma fe
non è raccolto «la gli habitadori fu'l leuar
del Sole in breue fi confuma .
Nell'India dalle foglie de gli Alberi cade..>
.' fneie, e le frondi producono la Lana .
Nell'Ifola di Giaua, le felue, fenza opera.*
humana producono fera in grandilfiuia
quantità .
Nell'Ifola Bprnea fono certi Alberi le fo
glie de quali cafeano in terra , vanno co
me vermi .
Nell'Ifola Pómpona non molto lontano
della Scoria, nelle Orcadi fi troua vu'Al
bero , che in vece di frutti genera anitri
detti ocche d'albere , ì quali quando fono
maturi cadono , e quei , che cadono in.j
terra muoiono,e quei, che cadon nell'ac
qua vanno al fondo , e vengono fopra l'
acqua con piume, e volano via , e d men
tano anitre , e fon detti ocche d'albara .
In Cai/cut hanno vn'Albero à fimilitudine
della palma: ma non produce Dateri. Da
quefto pigliano legna commodiflìme per
far fuoco, e noci a mangiar gratiffime,di
quefto fanno corde, e panni teneri, e pa
r/méte vino,oglio,zuccaro, produce fpe-
cialmente noci fimili à datari, emano da
quefto la fcorza , la quale abbi ucciano , e
li feguenti parti fono fimili ai bombato ,
òalrenfo, di cui fanno panno fimiliflì-
mo allafeta: la bopa d; quefk-, filata vale
r-cr
"i io Detta Minerà del Mondo
!,cr farne funi, l'vltima gufeìa , che-copre
e noce grande è come il minor dito del
la manojfi generano con la noce certe_#
acque chiar iflime, e Ornili alla ruggiada ,
della quale fi fà vn'oglio grafiffimo , ra
gliano ancora il troncóne di quello.mnti-
na, e fera, ilqual cociono,c ne fanno vna
beuanda tanto mirabile, che beuendonc
oltra mifura l'huomo , quafi diuerua fu-
riofo .
Nell'Ifola di Trogloditi nel mare è vn fter-
po il qual fi chiama capello d'IGfille fen-
za foglie fìmile al corallo il qual tagliato
indurifce, ediuenta corallo vero .
Nella pianura arenofa dell'India fettopofta
al Pretegiani nafcon net fpuntar del Sole
alcuni arbufcetli, checrefcono,e fanno
frutti in fino al mezo giorno, e dal mezo
giorno indietro cominciano a deelinar ,
e così all'andar giù del Sole non fi vede
più fegno d'albero alcuno , equcftoau-
uiene ogni giorno .
Nell'Indie occidentali fon certi tronchi d'
Alberi putrefatti , che lucono di notte, e
colui, che con moltitudine d'buomini fa
viaggio di notte mettendofene vr«_*
fcheggia fu'l capo> e riguardeuole, è gui
tta àgli altri.
Gl'Indiani fannocerto veleno incurabile,
con-euinunelenanole factte > e qucfto
fanno con pomi nati in certi alberi folti
«Jì rami , (beffi di foghe , e molto verdi fi- '
mili à quelle del Pero. I pomi fono come
pere
libro Ter^o t ti*
pere mofcatelle in alcitnc-parti fono ma-
, ehiari di roiro , e fon/Hi foaue odore , chi
dorme fotto vn diquefti Alberi, come fi
lieua, ha la tefh , e gl'occhi tanto gonfia.
ti, che fi congiungono le ciglia con ìc_,j
guancie , e fe perca fo cade vna gocciola
di niggiada Ai queft' Alberi -fte igH occhi
d'alcuno diuenta cicco . Le lor legna ar-
fe fan tanto puzzo, che-none alcuno y
, che*l poffi tolcraie,perche fa grahdiffimo
" dolor di reità.
L'Amandola femina fe è fola, fa poco frat
to: le amandole amare ammazzano i^jt
. volpi adefeando loro il cibo con effe,am-
mazzano i galli, e le galline, il mandorlo
troppo innanzi tempo produce i fuoi
fiori .
L'Alno non fi putrefa mai fotto l' acqiia ,'. e
quefto fi adopra per fare i fondamenti
delle cafe à Vincgia , le fuc foglie pofte
nelle fcarpe de' viandanti fotto i piedi al-
legen'fce loro la ftahehezza del caulina
re/,.' ' ' '
L'Arbuto ftà vn'anno à maturare i frutti ,
& ananti che nano maturi , fiorifce di
nuouò .
L'Autlàne hnnnoqi'efta proprietà , che in
quella eafa-doue fonò staccati i tuoi ra
mi , non vi può entrar , nebabitar fcor-
pionr, ne anima Ipvcfcnofi ., .
Nel!' Indie- occidentali e Vn' Albero, detto
JBicos , di laccai foglie coprpn le caie , e
'.per la piouafe ne fanno capelli, ne Sanno
anco
il» Della Mineva del Mondo
anco ceftelli , i qnai cafcati in acqua non
lafci'an bagnarti , ciò che lor han dentro .
A Cafcar città appreflo il fiume Chefelda è
vn picciol feme , che produce vna pianta
detta Boranez cioè agnello, perche in al
cuni bacelloni,come lunghe zucche pro
duce vn frutto fimileadvn'agnello, la
cui pelle, è fi preciofa, che i Tartari fe ne
coprono il capo , e la carne, fi foaue, che
la mandano a donare à dinerfi Prencipi .
Il Teme del Bollò è fuggito da ógni anima
le , & l'albero ftà verde tutto l'anno .
A Cabul vi nafcono certi frutti detti Cabu-
li , tanto falutiferialla vitaJiumana , che
guarifcono mangiandofene ogni infirmi,
tà incurabile , è così hà nome l'Albero .
Jn America è l'Albero Cacao,che tffi chta-
, mano Cacauat, il quale è così delicato
Albero,che non refifte punto à i ragg: del
Sole : con tutto che ricerchi pselè cal
do . Laonde bi fogna , à fin che duri , che
fia piantato fotto ombra, i cui frutti fi fi-
migliano alle amandole, oltreche feruo-
no à farne vn liro tino di color tane, the
rinfrefea molto non punto difpiaceuole
al gufto , vfàuano , come anco vfano e ili
frutti per moneta . , v '
Nell'Ifola Gratiofa, nell'aHegrezza infanta
Chiara àquella da i lupi della palma , &
nell'Ifola dal Ferro in tuttel'Ilòle Cana
rie non e altra acqua, fé non quella_j,
che fi difti Ila da vn' Albero detto Caligo,
fo,.il qual fi cuoprc ogni itiauina di ca
ligó,
libro Tony. ili
Ugo , in tanta copia che satia insieme con
le genti , le insinite gregi de' loro animali
de tutte l'Isole sudette .
Il Cedro maggiore è di due spetie l'vna do»
risce, e non fi frutto, l'altro producei
frutti senza siori, e sempre nascono i no
ni auanti che cadono i vecchi ne mai è
senza frutti, & è sempre verde, & il Ce
dro è contra i veleni percioche mangiato
il Cedro dall'huomo lo fà sicuro nel me-
zo delle serpi: la raggia del Cedro hà vir
tù di corrompere 1 corpi viui , e di con-
ser uare i morti.Perciò e chiamata vita de
morti . Vngendosi alcuno il corpo con la
raggia del cedro,e grasso,ò m idole di cer.
uo non gli si approssimano i serpenti.E la
materia del legno del Cedro s'hà per eter
na, e per ciò se ne fanno i simulacri de gli
Dei . E vn'Albero , che si chiama Ciglia
di gratie, & è molto efficace ad acquistar
l'amore, e le donne se ne fanno catene da
portar ai collo,quando è preso si riauede,
e indurisce,come corno,c guasta il raglio
a ferrò , e se à tradimento sono inganna
ti si trassormano in pietra .
Il Cipresso semina stà lungo tempo sterile .
Il Cipresso maschio è sempre sterile, stà
sempre Verde,e si pone auanti le porte de
morti , bà in odio tutti i siumi , e tutte le
acque , e però piantatoli! appresso si sec
ca , non perde in alcun tempo le frondi,
e il suo legno non mai per vecchiezza si
tarla , come fanno quelli dell'Ebano , del
Tasso,
114 ^iM* 'M'iMTádelfAond»
TaOo, del Bosso, e dell'Oliuo,pcste le suc
soglic,c cotte in aceto fanno neri i capel-
í'i . Solo in Candia il Cipresso ragliato vi
rinascc da se stesso vn'ahra volta , 6 si po-
■e per meta .
A Csiio si troua la Coca simile al Mirto, la
qua l tenëndola in bocca sostenta grande*
mente la same.
NeHa speti'cdell'Albero Corricale, la femi-
na solamente fa il frutto , te i 1 masebio c
sterile.
Se k donne grauide mangiano spesse volte
le melc cotogne » partorisçono i fîgliuoìi
industriosi , e di segnaiato ingegno .
Dell'Ebano fanno i bastoni regaii à i Ri
dell'India, e tazze per beuerc; perche cre-
dono esser l'Ebano valorosisfimo contra
aile rnalie , c facture .
'AltssandroCorneli'ochiamaEone Albero,
di col si fabricò la nauc Argo simile al
ronere, che producc il risebio , ne puo
corromperlo acqua, òfuoco, corne ne
anebora ii vischjo . ; ^. ^
E buon piantar il Fico,quahdo la cima mer*
re fuoritouero alli v intícsnquc di Marzo.
II Fico à tutti gli altrt Albcri è nemico,fuor
che al Mirto, & asl' Olíuo. ; . \t
I fblgori,che diseédono dalFaria, báno quel
medesimo rispetto al Fico » chehartrioal
Lauro;perciochc mai nó lo perciro tono .
II Fico saluaticho per forza delie sue ràdi-
ci dismde i marmi iìcandosi per te silìu-
rc , e commissure con lenta violenz*_j .
Libro Ter^o. tIPf
1l Fico Egittio è tanto fecondo, che prodii*
ce il frutto fette volteranno; in modo.%
che togliendo vn Fico in quel luogo fu-1
bjto ne rinasce vn'altro,e nò fol fi i frutti
ne i fuoi rami, ma nello ftipite anchora fc
In Egitto fono Fichi Alberi, che pofti nell'4
acqua vanno i fondo , e l'acqua fug-geal
legno,e così fi fcecanel fondo defl'acquaj
e qnado« fecco,vien di fopra,c và à galla.
Il latte del Fico tanto domeftico, quatofal,-
uatico fa apprendere fi late , come r*rl
cagb'o,cpei contrario pofto nel lattc^j
appreffo lo fà disfare,, come l'aceto...
La cener del Fico calda fa rifufeicarc le rrio-
fche morte dal fredo , è anegate .
L'Albero Indiano detto Fileni fà le foglie
affai ampie, le quali finifcono nella ponta
in fbine acutìfllme , e forti , delle quali fi
fcruono gli babùanti per aghi, perche ef
fe foglie fono tramezate d' alcune fila ,
d'effe fi vagliono per filo; talche dalle fo
glie hanno filo , & aghi .
1l Fraflìno manda fuori i fiori, auanti ckei
ferpi efeano dalle lor cauerne , ne mai la.
feia le frondi fe prima nò ritornano nelle
cauerne loro,e l'ombra fua è fuggita dal
le ferpi, & hanno gran virtù contra i. ve
leni. Il Fraflìno, e l'orno tirano dentro'di
loro la manna , che cade dal Cielo, come
fa la calamita il ferro, e la condenfanoje
quando fono incantati,difti'llano la man
na, e così quei popoli la racolgono . ^
W America fono molti bofehi di Gefiì , ne
quali
ti 6 Dilla Minerà del Mondo
3nali nafcono in cflì i vermi , & vi prò'
ucono la fera .
Niun animai venenofo s'accofta all'om
bra del Ginepro, perche l'ammazza, e ftà
tempre verd<t_jj .
L'ombra, che fà l'Albero Hobo, è la più fan
na, che ù ttoui,& hauend'vn fè*e,cauan-
tione vna radice mettendotela in bocca,
te alzandola in fufo ne efce tant'acqua ,
clic dà copiofamente da bere .
11 Larcie non rìceue la fiamma del fuoco,
e non fa carboni , qaefto fi vede con fu
mar a poco t a poco .
Il fulmine non tocca ne il Lauro,ne il Fico,
feaon quando il Cielo vuol dar qualche
légno di grandiffimo male: Il Lauro ftà
fempre vcrde,e il ramo del Lauro hà tan
ta virtù , che piantato ne' campi difende
mirabilmente le biade dalla rugine : per-
cioche tutta la ritira in fe fleffo : Chi po
se le foglie del Lauro fotte fi capo d'vno,
che dorma, gli fa fognar cofe vere,e pre
dice la falute a chi i'atende, oner legate
al fronte : fono caldi il Lauro , il Moro ,
e l'Hedera, quelli fregati infieme fanno
fuoco, ò con foglie fecche , ò con funghi
fecchi d'Alberi,ma il più còmodo modo,
e lo ftroppicare il Lauro con l'Hedera , ò
. l'Hedera co'l Lauro : quefti adoperano i
paftorf, e le fpie ne' campi, e vi gettano
. poluere di zolfo , l'accendono, ò fia ver
no , ò lì a fiate .
L'Albero Loto ha raccolte , e ripiegate le
foglie ,
MbroTer^f. 1*7
foglie, manzi che il Sole comincia nafta-
re , e venendo fuori a poco a poco il So-
le, anch'egli a poco a poco le fpieza , SC
andando il Sole a Occidente , & egli aa-
chora te ripiega, onde poflìamo credere,
che quello Albero fia iòlare .
>cdeuano gli antichi , che chi mangiau»
del frutto del Loto , fi feordaffe della pa-
tria,c del fuo fignore.In vna parte dell'A
frica fono alcuni popoli detti Lotofagi,
per nafeerui l'Albero Loto, ilqnal fili
fratti del fapor del dattolo , fanno tutto
quel.che biiògna per bere, e per mangiar
del (no frutto , e di grandezza poco pùW
delle cocole del lentifco , Se hi le foglie»
come il forbo , le viuande,che fi fano dot
fudetto Albero , operano , che chiunque
ne mangia, hà in odio tutte l'altre,e tutti
i foreftieri inuitati a mangiarle mai più.
non partono , fi dimenticano di tutte le
-cofe, e (tanno fempre con quei di quel
paefe , che gli hanno inuitati .
La pianta Mafilina fi chiama da noi Coro-
na regale , e coppa di Gioue, Sole India-
no, tromba d'a nore.rofa di Hierico, Bo
lide plia ;'ano : quelt'ogni mattina nel le*
uar del Sole fi china conia fommitàdel
tronco verfo luì,e quado è leuato fi driz,
za, e ftà diritta fino alla fera, quando tra-
roonta,& ail'hora fi china.e picgha all'al
tra parte, che par che lo faluti, e fti poco,
e fi drizza, e ftà il rimanente del tèpo di-
, ritta,c fi queft'effetto ogni giorno infino
, ; 't 1.8 ' l t)ella Mt#er»del Menti»
al produr dtWrtìRè* Quefta,q'uantunque
npn fià Arbore 5. è (tata pofta in quefto
fuoco per virniT grande , edigranfufto.
NelIjt'M&fia- n«jb«fvn?Albero detto Medi-
, co , il'quale'è agtazo , e fpmófo , Se iio
tutti ì temprila pomi maturi, acri bi,^_j
,-. '. fSbri VèàdpnS i maturi , altri fi matura-
, iip^'alt-r? fi fnnnO acerbi, & altri nel luo
go; onde fóri-caduti i pomi maturi, fiori-
Icdno ,' quefto non fa ben fc non in Me-
dk,'hà la frond rumili a quelle dell' Alba-
nò, in'queftd folàmented iflerifce, ch'ella
J bo'rfraaVpècciochc aggufczacon le pon-
tè'fpmoft^, i£p*rfettiflYmo rimedio con-
' tila,f>e}e.n5S-,hi-il.fepociafp*o.,e.mirabil-
' niente arnSrov fpfta ttt odore più che gfo'
condo, è moitd fenfitiuo .'
In America fonò Alberi 'Meguei , de i qtuli
jjl'Indiani piirìtanoaffai ne i lor giardini:
perchè HeHe frondi fanno fcarpe , e nelle
fòglie fcriuono , del fucco cauano vino,
aceto, mele, e zuccaro , eflendo ilfrutto
dolci fTimo, & anoho eccellenti le radici : ,
perciociie acconcie con aflènefo fanano
dai veléno,pfod «tendo di più nel tronco
alcune f|)ineacute,di cui fanno perfettif-
ii'uè conferne.
Nell'Indie Occidentali è vn' Albero detto
Mcth, alcuni il chiaman Maguei.&altri
Gardon,crefce in altezza più d'vn quar-
'tpdì miglio Italiano, di grofl'ezza è qua
'to vua cofcia'd' buonio , è più largodi
lotiojchcdifopia , fatto come Cipreflò .
fa
libra Tenuti il?
fa fino a quaranta foglie , le quai par che
fien come vna tegola di creta : perche fo
no larghe à modo di canellc groffee fini-
fconofacendo ponta, hanno in mezo,co-
me ì\ filo della fchiena groflfo , -e và fotti*
gliandofi verfo la ponta, e vi fono tanti
di quelli Alberi , che fono come le vigne
trà noi il piantano , e fa la fpjca , it fiore ,
e il firme, fa bel lume , e molto4>uona ce
nere per lifeia , il tronco fcrue per legna
me nello cafe , e le foglie per tegole da_*
coprire , il tagliano prima cheingroflì
troppo , la radice tagliano per dentro ,
donde raccolgono quello , che diftrlU , e
quel liquore, e come mofio cotto , feto
cuocono qualche poco diuenta mele, fe
lo purificano è zucchero, fe lo diftempe-
rano e acetto , e fe gli mettono lo Ocpa-
etli è vino.dellc foglie tenere fanno coa-
fcrue . \ ,
:tà le piante domeniche il Moro è chiama
to da gl'antichi più fauio di tutte l'altre
piante per effcr l'vltimo , che germini trà
tutte le piante del mondo . IkSicomoro
vero . non quello noftro hà quella pro
prietà, oltre à tutti gl'altri Alberi, cht_#
tagliato (là fempre verdene mai fi fecca,
fe non fi getta nell'acqua , percioche per
conferuarlo lo precipitano ne' laghi,e ne'
ftagni : perche flandofi al fondo fi fecca ,
e vienfene poi a galla per fe (beffo fopra
l'acqua.
&Uc Indie è l'Albero Mosè,* il cui frutto
u
ito Della Minerà del Mondo
fi crede cflèr quel pomo , in cui peccò
Adamo : perche tagliati per qual verfo fi
vuole , rapprefenta la figura della croce .
L'ombra delle noci è nimica a tutte le cofe,
e ciò che ella tocca, auelena Albito .
Toccandoli le iìrpi con vna verga di noc
ciolo renano ftupide , e finalmente fi
rauoiono,c mangiati i noccioli con fichi,
e ruta vagliono centra i veleni,& i morii
de gli animali velenofi .
L'Olino è confacrato alla caftit? . T.inta_d
difcordiaè tri l'Olino, e la Quercia, che
piantando vno di qucfti alberi rulla foflH
dell'altro tofto fi fcccr.: l' Oliuo faluatico
nel fuoco arde così verde , come fecco
fenzadifterenza alcuna, l'Oliua prefa con
la mano vergine , e piantata da mano
vergine, vien più bella, e fà frutto più in
abondantia : ma piantata di man di don
na maluagia non può appigliarfi.
La Palma pena cento anni a dar i frutti per
la fua fecchezza : le palme femine noiuj
fanno frutto , fe non hanno appreflo il
mafehio, ilq£wl le rigmrd i , e col fiato , e
con la polue l'impregni, il fiato s'intende
1'odor dell'albero, ò lpnrgcndofi il fiore,
ò la ìana del maichio sù la femina : Nella
città di Chora , & in vn'altro loco loro
de' Siagri , l'Albero della Palma muore ,
e poi rinafce da fe medefimo , come er*
prima, e pieno de' tuoi fruiti , come fà la
Fenice , la qual credono , c'habbiKprefo
I'euempio di quell'Albero . Hà quefta.*
i„. ^v, Pro*
tìiro Tnr^tvvlK "v Ut
proprietà , che fe le metti vn pefofopra
vn rimo a p >co a poco fi: va alzando , e
và vi'etoriofa verfo il Cielo , & ogiai me
le fa vn ramo : il legno della- Paglia noa
fi corrompe , e le Aie foglie fon fempre
verdi : il nociuolo del datolo fatto polito
col dentcè buono contra k fo/cinatioui,
e malie . La Palma fòla tra tutti gli altri
Alberi, quando nafte, Se efee della ter
ra , hà la fua perfetta groffe zza , ccre-
fcendo poi in lunghezza col tempo non
prende accrefeiméto alcuno in groflezza.
Bell'India fon legni così duri, come il fer
ro , e fon grolfiffimi, e non fi putrefanno
in acqua , quelli alberi fi domandano
palliferri. . , -. .[
nHermopoli di Tebaido , è vn' Albero
detto Profide , quale buono alla falute
di moki , legato al collo dell'infermo il
fuo frutto , ò la foglia , ò la corteccia lo
lana : fugendo dunque la Beata Vergine
tol figlinolo in Egitto fi abbafsò quefto
Albero fmo à terra , e GmplicementCJ
adorò CbrifVo. ..
ilflefcohàinfelicftànel fuo terreno natio
per efier velenofo : ma trapiantato poi in
terreno fertile, e lontano, è ottimo frur-
to,è di fuor beIlo,e foaue al gufto,e grato
all'odorato . Nientedimeno è amaro di
dentro, e contrario a quel , che moftra dì
-fuori . In Egitto nafcono alcune fpetie di
Pcfco,lc quali fono finaili al pero, tengo-
. no fempre le foglie,& bano aflìdua fei ti-
F lità :
121 - LaM'mcrAàelMoHào
lata : percheognl giorno nafcono i frorti,
maturano,quando,regnano i venti,&: ci",
fi frutti fon più lunghi , che vn pero, &
hanno gufto d'aniandolo,è di foauc fapo-
rc, ma lon nofoiui. I frutti vogliono vn'.
ano a maturarfKpercioche la natura pro-
ucdcche lòtto i vecchi nafcono i nuoui ,
Qyefti in Perfia fono veleno, & ammaz
zano , chi ne mangia, ma trafportati in
Egitto, fanno i frutti buoni, e gùfteuoli .
Quefti lòno vn, forte di perfichi diffe
renti da i noftri , e non tutto-vno , come
credono molti, e quefti fi dauano inPer-
fia a malfattori per farli morire .
Ne' paefi de'Meropi è vn luogo detto Ano
flo limile ad vna apertura, ilquale non s'-
ofeura per tenebre, ne s'illumina con la
luce, e gli fopraftà vn'aria torbida con al
quanto di rofl'czza, e vi corrono due fiu
mi vn detto di Allegrezza, e l'altro di
Malinconia, & hanno lunge le riue albe
ri di grandezza d'altiffimi Platini, i quai
«generano frutti deila ifteff.i natura , per
che chi mangia de' frutti,che nafcono ap
pretto il fiume^ella Malinconia , manda
"fuori tante lagrime, che quanto dura la
vita li confu.na in pianto , e così more :
ma chi mangia de'frutti nati lungo il fiu
me dell'Allegrezza, lalcia da parte i fuoi
primi defiderij , eie fi dilettaua di qual
che cofa, fe ne (corda,c fafTì a poco, a po
co più giouane ,. e ripiglia l'età paffata :
cioe, pofta già la vecchiaia diuenta buo«
mo,
mo, poi g'ouane, poi putto,' vltiaiamen-
te r.mciujlu > e finalmente muore.
Pfno è vùlc a turro Jccofe , che fotto effe
ere (cono , /Se, à,q qelje fa giouamento , e
beneficio grande , perche Ie nodrifce ,:&
augumenta .''D'ogni /ragione, hà frutti
acerbi , e maturi . ,Et Ja noce fà il contra
rio- ' !..
a Piopa fcmi'na.noncrefce in tanta altez-
za , in quanto il mafehio , l'yna fenza l' -
altra crefce poco , e tardi.
Jella prouincia d'Arma fono fratti detti
Pitania di color di more , e chi ne man-
eia, fà l'orina di color di fangtfe .
Pomi Alberi , che non portano i frutti al
tempo, cerchiati ilitroncQ con vn cerchio
di piombo, aneliti che fiorifcaoo , e di-
fciolri auatiche fi maturano i pomi,met.
tendofi il cerchio non pia , che vn piede
alto da terra, ritengono i frutti Douo fur
Sodoma,e Gomora,Ad arae, 5egor,e;Sc-
boia,lequaJi cinque città furono abbme-
tiate, nafce vn pomo, ilquale benche mia
.maturo : nondimeno non fi può mangia
le; perche il vago deIJafcorxa di fuori na-
feonde vna fuligineà modo di fauille ,
the Uà dentro.quefia premuta mada fuo
ri vn fumo, e fi rifoluein volatile poluc .
Il ramo del Pomo granato pofto , done fie
no animali velenofi , ò ferpenti li di/cac
cia. I Pomi grànati non s'apriranno fo-
pra l'albero, te fi cingerà il tróco dell'A l-
bcro con vn cerchio di piombo, ò con la
F % fpo-
H4 Dell* Minerà del Mondo
ipoglia d'vn ferpe . Chi magìa tré fiorì di
melo granato per piccioli,che fiano,q nel
l'anno nò fente alcuna malattia d'occhi .
Trouaft vn'Albero, che fi chiama Melopa-
radifo,quefto fà pomi,che tagliati da qual
partetu vuoii Tempre moftran la forma ,
o fegHo della famiflìna Croce dpi Signor
noftro . I frutti di quell'albero Con di
grandezza fiiT&'K a i limoni , ediceeffer
quel frutto , che mangiarono Euay &
Adamo, e quando è verde, e acerbo : ma
quando è giallo, è maturo, e tutto dolce,
e in fomma queflo è'l miglior frutto , è il
più fonie , che fi troui al mondo.
La Quercia piantata appieflo la noce la fa
leccare , ò fi fecca . La Quercia oltra il
frutto delle gfande,chc fà,produce anco
ra varij , e diuerfi frutti , Si. altre diuerfe
cofe: pei ch'ella genera due forti di galla,
vna picciola , e l'altra nera , e raggiofa :
genera ancor' vn'altra cofa firn il alle mo
re, ma molto dura,e malageuoliffima da
rompere,ancora vna cofa Umile al mem
bro virile, la qual crefcendo fi vna du
rezza pertugiata fimile alla tefta d'vn to
ro , doue è dentro vna cofa fimile ad'vn
nociolo d'oliua:produce anchora vna co-
f.i chiamata pello, queflo è vna pallotola
più dura d'vn nociolo tutta circondati
da certa lana morbida, la qual fi vfaper
loccignuoli delte lucerne: produce an
cora vn'altra eapigliofa palloicla_* 5
ma inutile : fà anchora nella concaui-
tàde"
libro Ter^p . uy
ti de' rami alcune pilotcfenza picc/clo ,
maconcaue, cdidiuerfi colori : genera
ancora vna pi'eciola pietra reffa: produce
anco vna pillola, pia rara ài foglie rauol-
te in fe fteua longa, e fchiacciata fopra le
foglie, fà vn'altra pillola bianca, & r.c-
quofa, mentre che e tenera , & alle volte
hà dentro à fe mofche, genera fonghi ap
preflò le radici , & il vifchio per pigliar
vccellùma i principali frutti fono legen
de , e le galle . Le giande pefte tra foipetti
cibi di herbe, òdi fungi leuano da quelli,
& amorzano ogni veleno , che vi ita , le
galle hanno quella lor particolar virtù ,
che predicono ogni anno co'l parto loro
la bótà,ò la malidì dell'anno futuro:?er-
cioche fe rompendoli quelle fi colgono
fecche, e non pertugiate vi il ritrouano
dentro mofche,fignirica gucrra,fc ragna-
telli , vefpe , e fe vermi careftltccrcfcono
infino a cent'anni, cento anni nel lor fla
to ftanno, e cento decrefcono, e così du
rano, e viuono anni trecento.
Meno vn ramo di Ramno della terza l petie
nelle fineftre della cala , fcaccia via ogni
malia, e fattura , che vi fi poteffe fare .
[1 Saccharo tic gl'antichi è la m'edefiihai*
pianta , che produce il zucchero a' notìri
tempi .
] muto del Salcio , innanzi che ù matu
ri, fi conuene in ragnatellp.
Le foglie del Sambuco abbrucci3te , e fotte
inpoluerc riftagnano il l'angue del nalò.
F 3 Nel-
1 16 la TdinendelTaMido
Neil' Indie* occidentali nella regfon derta
Florida , nafte: l'Albero Saflafrns, rime
dio porentifTìrno a tutti i mah*, che poflo-
no occorrere alla creatura humana.
A Mengredi fono Alberi , che i neri chia
mano Sori , i quali fono fimili alle rifon
di delle caftagne. Se ancho i frlnt i,fe non,
che fono, fenza fcorza gialli , e roflì , gu-
ftàti ammareggiano nel principio,dim'en
doppo dolciffimi, S? odoriferi, più che
ogni Frutto del mondo .
In America è vn' albero , il fumo del quale
effendoabbrucciaso, toccando elfo ruolo
alcuno lo rende per fempre impotente
nell'atto venerco, & è detto l'albero Ae
rile^.
Il Tamarifco è chiamato Albero infelice" :
perche non producccofa- alcuna ;
E vn"albero detto Taffo , che fà alòune co-
cole: ma fon vclenofe, fe fai vn fiafcodi
quefto albero; il viri diuenta totTìco, e in
Arcadia fe vi dormi, ò mangi fòttotfabf-
to l'ombra t'vccide . Di qui èdèriuato il
nome del roflìcojqtiafi Taflìco: di quefto
fi vngono lefaetteper far le piaghe toflì-
cate.-gl'vccelli mangiando della' fmilace ,
ò tanicodiuentanoneri,intendo di quel
lo, che nafte in Italia . Il fumo dellefo-
glie del Taflìco ammazza i topi .
I monti Efefi toccati con legno d'vn' albe
ro, che fi chiama Teda , s'infiammano, e
le pietre, e l'arena ardono dentro dell'ac
qua: talche s 'alcuno con vn baffone di
. . - . quelt'-
quest'alberotiri isolchi, si die*', che fi
i riuolidi fuoeo.
Viun'animale t€>cca il seme-dell'albero det.
toTiglio , illegnodeiqualemai nonsi
íntarla_rf .
n America è l'alberod'ïgnobili derro daL>
csisi Vacalsuth^ , ; CHf siorrsono blanchi
delia sigura d' vnenorev i quali non li
poslbno portarefe non igentil'huofflmi ,
equesto sotto pena delia tira , & hanno
vn'odore mirabile, & arpmatico .
! rtiortal'odio trà la Vite, e il Cnolo, chç^
piantato il Caolo appreslo la Vite la dis-
scaccia_j .
)al frutto dell'albero Xague, si caua vn'ac-
qua chiara» che bagftacacon q&cfta il vi-
so vien negrislímo, e lustro , e non si può
parure, la negrezza sino in capo di gior-
ni venti, facciasi pur ciò che vuole , sç 9
non si scortica lapellë , .e-così fa ail' vn-
fìn che l'vnge non ctesew* tanto , che si
taglian a poco a poco .
fclla Va lesia a lc 1 1 ni Albesi «hiamati 7. a pi-
ni,i qnalidi natuta prodneono vn Kquo*
re , eue guarisce la lepra .
i America è vn' alberodetto Zilo , ilqual
produce vn siicco,che fana le serite senza
rimanerui nlcima cicatrice , e perciò lo
chiarmno balfamo.
e semenze dellcZ ìcche appresso al collo
fáano le Zuche grandi , quelle del fondo
i iS La Wner* dei Mondo
de , e quelle de' lati le fanno groflè , ma
(>iù corte . La Zucca ama grandemente
'acqua , e perciò ti è prouato , die uuet-
tendofi lotto vn vaiò d'acqua ben largo ,
e capace, difcofto vna frana li dilunga
in vna notte fino all'acqua . Pregate le
foglie delle Zucche noftralt frcfche fopra
i cAualli non lafciano accollare loro le
mofchc la Itatcmeffe le fogl+edeik Zuc
che fopra le mammelle delle donne di
parto dìleccano il latte.

Ilfine dei Ter%o Libro,

LIBRO
LIBRO QVARTO,
Et vieumo

DELLA MINERÀ
DEL MONDO.
D;' corpi componi , & inanimati d' ^rit
ma jènfitiHi > e rattonite -

De' Vtrnn pofti per Atfabttto. Cap. I.


El Gange fono Vermi di no-
me, e di' color cerulei, que-
fti hanno due braccia , di
lunghezza non meno di fei
piedi, di così robnite for
re, die tirano ne] fondo gl'
Elefanti , che vi vanno L^
bc re
I Sumatri raccolgono la fera da gl' alberi
non così fina5 come la noftra, prodm en-
douifj da i medefuni vermicelli su !e_j>
piante della maniera, che lì fa da nói 11
canape , e quefto Verme detto frugello ,
poi th'hà ordito la fera, d ernia vi fi chiu- -
de, e muortse poi dìuentà animale alato.
Nell'Ifok occidentali lono molte mofche,
tzenzalej e fcaratasi ia quei cótornl,che
tiloconoicome appo noi le lucide la not
te ; ma fonra tutti vi e vn detto Loculo ,
F 5 Kè A
ijo Della Minerà del Mondo
& è della fpetic dello fcarafagio petro
sì groffo , che Hocchi fuoi rifplendono ,
come vna lume , econquefti in vna ca
mera fi può leggere , e fcriuere commo-
dainente la notte , fenza altro lume , o
mettendofene più infieme , fi vede per
vna lega , e quando egli apre l'ali , n'efee
fplendore come da gli occhi : talche fi
radoppia lo fplendore , e gl' Indiani fan.
no vna certa pafta con effi , con la quale
ongendofi, par che tutti ardano, e quefta
coìa dura , finche l' animai viue , come
comincia a mancarejcosì fi vàdiminiten-
do il lume . Altri dicono , che ha quattro
ftelle , che lampeggiano mirabilmente,
ditene ginocchi, e due fatto l'ali.
Gli Scarafagi pofati sù lo fterco del bue , o
altre vilimme corruzioni vfano infieme
per mantener la generatione, $c il feme ,
che cade in quella matetiacominciano a
riuoglierlo dentro, e ne fanno pallotole ,
e del continuo le vanno riuogliendo:on-
de alla fine le foterrano in luoco , doue il
Sole fcaldando faccia nafcer la prole_^ ,
quelto dopò certo tempo viene , 8c apre
le pallotole , e trouai figli nari quel di
ifteffo.
La natura ha dato al Tarlo i denti per fora
re il legno.e fidi quello nutrirfi,e viuere.
Nelle radici delle Quercie nafce qualche^
volta vn verme tanto pernitioio, &c anco
velenofo , & egli fcortica le piante de'
Died i folamenre calpefta:o,e fà enfiar tut-
.' te
libro Ta%p: ij«r
ti le gambe, e chi fi vorrà medicar , ance
le mani gli il Scorticano, e fe qualchewio
lo vorrà amazzare, ci manda fuori fi cor
rotto puzzo, che non fi può più odorar
tpfà alcuna. Della Piopa,Òlmo, 6c Opio
nafcono alcune veflghe attaccate à pic
coli delle foglie , nelle quali fi generano
gran quantità d'animaletti , che fanno
l'ale, e fe ne volano via..
Nell'Indie occidentali fono vermi che rilu
cono, il lor fplendore, fi vede cinquanta ,
e cento palli , e rilucono , come vna bra
gia .
D'Alcune altre beftieit minute pejleftr
jitfabttto . Cap: I /.'
LE Chiocciole fi generano di putrefat-
tioni, eiunile fpetie di cofe , il verno
Ita chiufe per rìpararfidal freddo , e viuc
del proprio fueco, pofte fot ra vna ferita
trite, fe ben folle ferito il neruo, la falda-
no mirabilmente : fe fi pungono , e le ne
caua il liquore, cho ne vien fuori , con.*
3ueftos'inuolano, e fi rattaccano i pelli
elle palpebre caduti: la.chioeciela pofta
nel fuoco, grida fempre, fin che è cotta,
doue, peradietronon laida mai vdir la
fua voce: Il ferpente,come vede la chioc
ciola ca minar fopra-la terra la prende, &
ella li ritira nella fuacala , per effer toc*- .
tuofa vien a iVringere la tetta del Serpan
te il i modo , che refta ferrato con la tefta
nella detta cafa , e non ppo aprir la boc-
F 6 ca,
1 3 » Dell* Minerà del Mondo
ca , ne prender fiato , così muoiono il
ferpente , e la chiocciola .
Le Ciccale fono foauifllrae al gufto, auanti
che efeano del gufeio , che le circonda :
quelle efcono la notte, e volano: viuono
di ruggiada , e fono di quelli animali che
non hanno bocca, tirano à fe la ruggiada
convoa certa linguetta,che hanno fosra
il petto V-il quale e concauo a modo d'vtt.
canale , onde rifponde il fuono de! canto
loro; la cicala viue anchod'aria,e col ino
cantare fà tacere il cuco ; le la mert ì neU
l'oglio, more, fe le getti dell'aceto foytfa,
torna viua , fpargendo il feme interri-*
ingrauida, e genera, nafcon di ruggiada ,
e fimilmente nafcono le farfale, locufte,
e rughe, le cicale più tofto fi lamentano ,
che cantino, finalmente doppo lunghe
querele lcoppiando muoiono .
I cimici delle ledere inghiottiti vini, noiij
fblamente cacciano la febre quartana,m«
giouano contia i morii de gli afpidi .
II graflb,cheè nella pelle de' Dorcadi, lega
to al braccio co veri di cerno fi vincer le
liti, e il primo nodo del collo dà facile
entrata a Prencipi, e i fuoi denti legati in
pelle di capra con nerui di ceruo, faano ,
che ì Signori fieno elementi , e conceda
no , ciò che lor fi domanda .
La Farfalla fi fcaccia col fumo-dei fegato
del becco aròftito, aiìezzaalbel lume,
anchora , che ini fiail Aio fine.
T e formiche hanno tri canonie, nelle quali
van-
Lik» Quarto. 133
vannocon intricati ienticii,ebucciu,vna
deputata all'albergo, &à gl' vfi della re-
publica, vn' altra ha il granaio della vi-
touaglia, che per tutto l'anno fi tiene , li
terza ha il cemirerio della morte , a.\l<__j>
quali fanno l'esequie-;, nel nono giorno
del mefe non eicono fuori della cauerna,
mai non fi cuercitano , quel giorno , che
la Luna fi -congiunge co) Sole , e non fi
può vedere, quefte hanno feftrimento d'-
indou-mre, perche auicinandofl la care
fta, vlaao maggior diligenza à racoglie
re,e riporre il grano a! loro vinerc necef-
fario:preueggiono la mutarìon de'tcnipi,
e le moire pioue: percheportano fuori L\
biada à fecarla preuedendo molta luimi-
dità, che dce venire , e acciò i grani non
nafcono,lor rodono gli occhile come dir
lo caftrano : Nel rifcontrarfi , q urlivi che
non iòn carithe danno il Inocoà quelle
caricate fi cactiano con l'ali del \: pifli el
io, ò col cor deli'vpupa . In India le For
miche vi" fon grandi , come volpi ,-fe ben
non cauano l'oro:..:
Nell'Indie Oocidétali fon due forti di For
miche, i'v. ih dille quali mina i camp' , e
l'altra li conlerai s e combatte , e fcaccia
queile,che ratmano, ne le laici.': entrai ne'
fuoi confini; e fi conofcono tx-ne i terre
ni, doue ftanno le dannofe,edouervrili -,
Nel Brafll fon formiche, che viuono su.
gl'alberi, eton velenofe ,e fanno i lor ai-
dijcomc fanno le roiidini q ì; ',''-' ,e (,o' o
de
ij4 £« 'Minerà del Mondo
de grandi della forma di groffi cani, quc^
Me cauano co' piedi , i quali fono di Leo
ne, l'arene d'oro, e perche non fieno tol
te , le guardano, e fe alcun ne pigliane, il
perfeguono-, fin che l'ammazzano.
In Hipani fiumi in Ponto mtorno al SoJflì-
tio ,nafce vno animale di quattro piedi ,
ccon l'ale fidile aspirale, il qualnon vi
ue piò d'vn giorno,& è chiamata Hime«
robio, perche himera in greco lignifica
giorno, Bio , lignifica vita .
Veggiendofi vna nuuoia di' locufte , e che**
tutte ftanno dentro fenza farfi vedere , e
nafcofe tutte paffe ranno via , pari mente
pafferanno la tua regione, feprefe alquan
te di effe le ligherai sa gli alberi di quella
patria; pigliano le ferpi nella gola, e l'vc,
cidono, fanno il lor parto tutte in vn luo
go ficando la coda in terra.e nafcono ve r-
micelli,che hanno figura d'vuouo,li qua
li fono coperti di certa tella fottiliffiraa ,
come pellicina, qoefla rompédofi poj.efi-
cono fuori le locufte, e fe ne volano via:,
quello lor parto è tanto tenero, che à pe
na toccato fi disfà, e muore,e partorifco
no nel fine di primauera , e fubito doppo
il parto muoiono ftrangolate da alcuni
vermicelli , che lor nafconcw intorno al
collO'nel tempo del pano , nel medeùmo
tempo muoiono anchcra i mafehi. In In
dia fi traviano quelle,che fono lunghe tre
piediiin modo , che le gambe delle feroi-
ne, quando fono feccates'vfano in ve
ce
Libro T'ergo. 135
ce di feghe. La locufta muore vedendo il
polpo, fe non s'abbracciano infieme, e
così ambo duo s'vccidono.
a Lucciola nafce nel grano , e fi fplendor
la notte yagblffimo-, nientedimeno con
tutto ciò è puzzolente , e vile animale .
.a Lucertola fatte le me voua non. Jesi più
ritrouare , perche non Ha alcrJfià memo
ria. La tefta della lucertoli pefta, e appli
cata fopra, caua fuori le fpine, i bronchi ,
& ogni altra cofa fitta delle membra del
corpo, nella nou.i GranarajEon di'gmn In.
certolcdalle cai braccia cainn muflhl'o.
La Mig.nata non lafcin mai la carne , finche
non è piena di fangue, ne-beue tanto, che
fe noi traeffe fuora , fi muoré .
ta Cipro nelle fucine del rame dal mezo
della fiamma efce volando vn'.-n mal
pennato con quattro piedi grande come
vnamofca,& e thiamato Pirale,ò Pirau-
fta , mentrcè nel fuoco viue , fe velando
k ne difcofth molto , more .
D'vn vouo d'vna ragnatella nafcono infi
niti figliuoli , e fubito , che fon nati , co
minciano a tenerle tele, e qnàdo fiftrac
ela la lor rete la rapatumàno,pigliano an- ,
thora con elfo le lucertole, lequali quan
do vi fono , le vi riuolgono , pigliando la
rece d'amendue i capi, e tirandola lor fo
pra, quando hanno à crefcer i fiumi fan
no le reti piùalte , non tetiono quando e
l"tieuo,ma quando è nuuolo,come eflcr-
titi le fuc inimicitic; coa la vipera fi dif-
corre
136 Del la Minerà del Monda
corre nel trattato di lei. Lenue vfanoil
. coìto di notte,inuitando il rriafebio la fc-
mina à vfeir dell'acqua fu'l lieo,, parco rff-
cono aldmi pieciolini di carne nera,iqua
li fi chiama Girini, & hanno occhi, e co
da , e diuidendofi fanno i piedi di dietro ,
miracolo, che doppo 6. mefi rifoluono in
ruota , 9c , promanera rinafcono quelli,
ch'erano prima nati , e quefto interuiene
ogn'anno.I ranabottoli nafcono di putre
fattone di terra, e d'acqua,percioche nel
bagnar , che fanno le pione della fiate la
poluere del terreno -, nafeono le rane , e
quefte fono, c'hano breue vita,e partico
larmente quelle,che nafcono prima ilra-
nabottolo generata da quei pezzo di car
ne fudetto : percioebe nafcono anchole
rane per via ordinaria di mafchio,e fea;i-
na , e quefte viuono lungamente , come
hoggtdi fi vede; le rane non canteranno,
(è vi accenderai il lume la notte^ fono al
cune ranocchie molto maggiori dell' al
tre , che habitano folamente trà le fpine
chiamate Rubete, & hanno quafi dr.f_.^
corna,etiono piene di veleni, quelle por
tate fra'l popolo fanno far filentio. NtlN
Ifoia Serifo fono tutte mute , ne poffono
col lor gridar fignificar la fqrtunal pio-
uà, come fanno le nofl re , e non con vna
fpeffa voce la chiamano , e portate l'iru-
miuoli'lcono , ma lena due portate fuori
gracchiano .Se cani la lingua à vn ranot
chio vàio , à cui non fia alto attacato del
corpo
' libro Quarto . ' 137.
corpo , clafciaandar 1l ranocchio nell'
acqua , e poni quefta lingua in fa'] petto
della donna , dou« il cor batte , la donna
rifponderà, ciò che farà dimandata. Gei-
tato vno officino , che hanno nel de ftro
lato nell'acqua bolita la rafredda, ne bole
più,fe non u caua,e fi troua à queft© mo
do . Si dà la rana alle formiche, quefte la
mangiano, e reftanoglioflìcinifeparati
l'vn dall'altro , e fi mettono nell'oglio .
Et hanno vn'altro officino nel latofini-
ftro ; il qual meffo nell'acqua fredda fà
che pare, che boia, e rafrena l'empito de'
cani. Si troua la rana pefeatrice, la quale
hà certe fettole nelle ciglia molto lunghe,
che fono pilole in cima , con l'aiuto delle
quali,ella fi infidia à i pefei, fi come le hà
infognato la natura. Perche fi nafeonde
ii\ luoghi alquanto fangofi,ma con tanf~
acqua,che vi poffono venire ipefciolini ,
u'en fuori quelle ferole , chemoftrano»
pefei etici e come cibo , & efci ; onde eflj
correndo , epigliandcle fono a poco a.»
foco rirati da lei, e mangiati. Le: rancE-"
gkti'e fono animali prudenti , e piu gran
di dell'altre rane , quando s'incontrano
Bell'hidtanodritoncl Nilo, ferpe loro
inimico pigliano vn calamo in boccale lo
tengono per trauerfo , peiciò l' hidra
non potendo tranguggiarc le rane per il
calamo attiauerfato : le lafcia ftare , eia-
prudenza di quefte rane vince la ferocità
del ferp«^. ,
JLa
Ij8 Della TfamrMetMindo
La Rugga nafce ài ruggiada ia sipI» foglia
ed rafano,ò de caolii queftafi condensa ,
come vn grano di miglio fopra effa fo
glia, ein tré giorni uafcccdi poi fi'fa-Vrfc
ca,cioè con quella feorza dura limile al
l'onde crefcHmmobilejpoi rópe' la fcor-
za, e nafce farfalla bianca con l'ale. Il ri
medio di far fuggir le rughe da gl'horr,i,c
metter il teCéhio d' vna caualla. morrà .,
cioè l'offa in sùla cinta d'vn palio in me*-
zb all'horio,© appiccami vn,gran chiodi
filme, alche vale fimilmente toccar 1'-
herbe, e icaedrcon vna bacchetta dì fan-
guino, la mattina fi poffono anchora co
gliere con manojò fcuGtere per tempo le
piante,oue coueranno:perciothe così fa
cendo mentre fono quafi del tutto atti at
te dal freddo della notte cafeano in terrai
ne fagliono più altrimenti fopra le pian
tele s'vna donnajC-'habbia i fuoi roefi fca*
pigliata, e fcalza , corre trè-volte intorno
all'hortccadono in terradalle herbe tuw
te le rughe, è cadute fubito muoiono.
La fanguifuga beue tanto fangue,che fenol
rigetta fuori forza è che fchioppi , à
muorav ",t"-j.
La^Scolopendrahà-duicapi , e tagliata per
mezocamina contorte due le parti vira
a«anti,c.r.:ltraadi'ftro. .. «.
Le Talpe ftando fotta terra fen tono fornì- :
mente, & intendono ciò che- fi -lice, e s'
ella fentono dir nulta di loro, fi fugono, e
poco che ih'a fopra terra , more .
'I Si
5/ faranno morir le Vefpi , che danneggia
no'gli fcia'mi dell'àpi,facendófi fare vn.*
vafo lungo di collo col bucco ftretto di
fòpra , e largo di forto , e h. fera metten
doli vn Inmre nel vafo , e le vefpi andai*
ranno in quello , e tuttes'abbrncciacanT
no nel fuoco di quel lume.
L'Ape, è la più fauia, più induftriofa di tut- ,
trgl'altri animali, quefta hà vna prudenr,
zi', ches'àuuìcina alla intelligenza hu-
mana, prima cheefcanodeha loro bozza .
inerocchianolegimbein modó,che fan
no forma di croceie vengono nel far que- "
ftflad abbracciarfi tanto , come s'ingir
nocchiafféro '., che è come per iftinto di
ffatura dì non dar principio à cofa. veni.- \.
flav che prima npn Ci honori Idd io . QÌjC"
ftèconcepifcono dà fe Iteffe , e fono fem-
prevtrgfni , Se amano là verginità. Col
gono il mele -, e lo conferuano ne' fiòma-
chi'loro , e pofcraló vomitano ne' lor co?
trilli douè il confermano, e il colgono ij
rtelè da i fiori fenzadar loro danno . In
Golco il mele è 'amaro:dimoftrano le api
effér amalare, quandonon iauorano.j e fi .
ftannafuori delle càfe loro al Sole appet
tando-, che l'altre portino illoro cibo «
quando fon otiofe, e pigre di communi ;
tonfenfo l'altre congiurano contrarile,
eie ammazzano, muoionfi leapi, quan
do tra figono: perche nel lafciat la fpma,vi-
lafciano gran pane dell'imeriorajequaiw
do pèrdono vn tratto l'ago , reftan difarr
r mate
1 40 Delta Trimesa del Mondo
mate per sempre. Se l'huomo fa loro al
cun male , elle si metrono alia morte per
▼endicarsene. Essendo le api in discordia
8*acquatano gittando loro vn poco di
folue sopra . Quando vogliono passate
da vna contrada all'altra , doue sia l* aria
turbata,e pericolosa per non esser «lepre-
date dal tempo maluagio , si stabiliscono
i*on certe petrucciea modo di contrape-
si, ma quando s'adunano, e siaequetrat»
per il suon del serro , combattono perii
Vkè loro insino alla morte:quando si sona
alle api per far che si appogino i qualche
cosa, sideue sonar piano, perche col suo
no piano s'abbassano % e col suon grande
»'*lzano,e vanno viaiqueste seruono con
- amore, e riuerenza * & honorano il loro
jM, e se qualcuna d'esse (uuesse vsato in*
ubedienza per isdegno al suo Rè , raue-
dacasi non aspetta , che sia gastigata , ma
con la spina vecide se stessa , cosi si am
monisce a ester sedeli al nostro Prencipe,
' ô magistrato , II Rè delle Api non sere
mai cosa alcuna, quando non pi.ò vola
re , è portato dalla tutba delle pecchie ,
e mentre è viuo , stanno separate le se
mine da i maschi , e quando è morto ,
consentano tutti insieme , quando il Rè
delle Api muore , gli stanno sopra con_.*
certo mormorio , come lo piangessero»
esc ior non sosse Iettato via , disi non lo
abbandonarebbono , che si morebbono
più tosto di fame . Verso la punta del
-.. mar
Libro Quarti. 141
mar negro per la quantità de' beffi , 5c
tafS le api vi fanno il mele amaro .
Delle Serpi poffe per Aìfubetf .
Cap. ///.
L'Amphefikenariàduetefte vna nefla-*
parte dinanzi , e l'altra nel luogo da
lie donrebbe efler h coda : e perciò cami
ni ella tanto all'innanzi , quanto all' in
dietro , getta il veleno con amenduele
tefle , veftendofi vn baftene con la pelle
dell'Amphefibena , e tenuto in mano da
coloro , che hanno le mani affiderate-dst
freddo , rifcalda , & ammorbidifce k_j
giunture delle dita.
Gl'Afpidi viuono accompagnati moglie,
e marito, ma enendo ammazzato vna di
loro , none credibile con quanta cru
deltà quel , che è rimato in vita fi pi
glia cura di far vendetta del morto: per-
cioche perlegu/ta l' veciditore. per vna
certa partìcolar notitia lo và a troua-
re , e lo conofce in gran moltitudine
di popolo ; fupera tutte le difficultà ,
cantina grandi/lìmi paffi > e non fi fug
ge da lui , fe non con paffare vn fiu
me , e con vna fugga preftiilìma , c_j
non fi è trouato anchora , chi fia.#
fcampato dal moifo dell'Afpido ; quefti
dopò morfi muoiono in quattt'horc_j> ,
perciò è rimedio potentiflìmo fubito be
re la fua vtioa, ò vn bicchier d'aceto for
tini-
Ifl t La Minerà del Mondo
trflimo . Iljlnurfo dell' Afpido è fimf-
le alla pontura d'vn'ago , ne vi fi vede^_^
all'intorno alcuna enfiagione , efce fuori
vn fangue nero , quantunque poco , dò'
pò^jli occhi s'annebbiano, e tutto il cor
po patifee vn certo dolore così piaceuo-
je , che non pacche molefti , e così fera,za
dolore fe he muore. Trà gli Afpidi,quel-
Jp, che fi chiama Ptias , quando vuol of
fendere alcuno ; dilunga alquanto il col
lo , e mifurando pofeia con k mente la
lunghezza del Ipatio , che fi ritfoua trà
cffo.e l'huomo, come larebbe vn'anirnal
ragfoneuole , gli fpuia , non fa! In n do
punto x adottò il veleno . D: qucftì Afpi*
dì ne fono tré fpetie ,. cioè Ptias , Cher-
fea , .&; Chelidonia , e con quefta fiera.-,
sjammazzò la Reina Clcopatra d'Egit
to, cioè la Chelidonia , del cui morfo Cu
bito more . Lofputo dell' ACpi io Ptias
auuelcna , chi ne è tocco ; Gli Afpidi per
.jiU-nto naturale conofeendo dal loro fori
no efler cagiQnata la morte loro*accioche
nófiano adormentatixia gl'incanti, l'voa
.dell'orecchie riuolgono ri Ha veffo la ter
ra , l'altra riupitando la coda lachii.dor.o
cori la cima di quella. Vnlafpide in Egit
to veniua domeuicamente alia tauo)a_j
d'vuo, e partorì due figliuoli , vnode'
q y ali vecité il tìgliuol del padrone , onde
venendo l'Afpide , ilpadrcgili.iiitfe, tttP
fi^uo(obi ammazzato il. mio, coi*-*,
uniauigliofa, Cubito l'Afpjdcallaprefen-
* za'
24 del- padrone ammazzò fuo figliuolo,
& andò via , ne mai più tornò in quella
cgh .
! Bafllifeo contro fguardo vecìde l'huomo,
tcon l'odore vccidele'ferptVe perquefto
effe il fuggono; ma il fuo fangue rafloda-
to , come pece fà httuer prosperità nelle
tok d+mmdate. àprencipi , Sci magi
ftrati . La donnola IVccide , ma prima
mangia della ruta pereffer armata con
erà il veleno : quefta more anch'ella : ma
il Baftlifco fe è primo vifto dall'huomo,
nonio può più offendere , quantunque
mini ogni cofa con il fuo veleno . Il Baft-
lifco è lunga quafì vn piede,và dal mezo
inci ietro per rcrra , : & il refto del corpo
alto , abbruccia il retreno , l' herbe , e gli
alberi , dotte pratica fi cader morti gli
vtcelli , che volano per l'aria . Ma hà più
paura del gallo .'.perciò coloro , che van
no per ì diferti di Cirene portano con ef-
fo loro galli , accioche col loro canto ,
facciano fuggir qneftt ferpi : ma l'huomo
andando per quei deferti non volendo
portar galli , e volendo vecider il Bafilif-
co, fi cuopre tutto con vnfpecchio, nel
quale mirando il detto Bafilifco per la re*
uerberatione dell'aria s'inetta tutto, <^a
l'huomo giungendo fino al Bafilifco ,)j-
vccide__jj •
mo ceni ferpi in Italia dette Boie ,4cqualt
diaentano tanto grandi , che alrempo dì
Claudio Imperatore n« fi. Ajjainaxzata
vati
144 Ia Mi**** del Mondo
vna, o nella pancia le trouarono vn fan
ciullo inticro , cjuefte fi nodrfrbono iru,
prmcipio di latte di vaccherperche le pop.
pano , ondò fono chiamate Boie , perche
fi pafcono del pafto de buoi .
La Borra viuc fra i Pruni,e trà le fiepi, hà in
rena, come dir due corni, che fono pieni
di toflìccche s'ndoperano à moke fattu
re : dicono i negromanti, e i maghi , che
cuèndo vna di quefte mtlfe in vna pigna-
ta. nona, e foter rata nel mezo del campo,
ella fà fiat lontani gl'vccelli che rosi ven
gono à mangiar il ieire: ma al tempo del
miètere bifogna difdtterrarla , e getrarh
fuor del campo, accioche le biade non
diuentaifero amare: porrata vna Botta ,
doue fia molte genti , fnbito fà nafcer fi-
lento tra loro : pigliando l'oflo, che hà
nella parte deftra, e meffo nell'acqua bo-
lente , l'acqua fi rafredda, e non fi può
mai rifcaldai e, fc non fieaua quell'offo :
queft'olfo 0 traila ammazzandoti la Bot
ta,. e dandofi alle formiche a mangiare ,
e quell'olio , che è nella fin ìftra pane_J«
meffo nell'acqua, fa parer, che bolla, & è
buono conila i cani , e vale grandemen
te all'amóre: fe fi attizza vna Botta, e_j>
poi le fi metta vna paglia in bocca, ella vi
fi attacca in modo,cbemai più non la lft-
kia , & attaccata la paglia a vn ramo d'
albero, là Fótta più toìto , che laibiarka fi
iiUcia morire , & lì fi confuma , &c io ne
"t-ìò latta Pcfperienza.
La
Litro Quatti: ",'' 145
a Diffida ferpe mordendo alcuno , lo tin
ge d'vn veleno di st ftrana guifa , ch'egli
fempre ha fere , e quanto più bce, più la
lete v/en crefcendo fempre, quefta e tut
ta d iftinta di punti bianchi .
tapo del Dr.igo, ilquale non hà veleno
pofto fotto la foglio dell' vfeio , fa quella
cafa^auueuturata , vnto alcuno co' fnoi.
otchi fecchi, pefticonmelle non haurà
paura delle notturne paure : fe è timido ,
diuien a~udace.Il Drago annoda l'Elcfan-
te,e li fugge tanto il fangue,che l'amazza,
& alle voite il Drago fcopia perhauer
beuuto troppo fangue , e fentendofi l'E
lefante venir meno fi lafcia cader'adoffo
al Drago , e l'ammazza, e così muoiono
attendue: I Draghi vanno con tanto em
pito per /'aria, che l'aria riluce doppo lo
ro , come ardente fiamma .
1 0. ago marino è vna beftia velenofa, tal-
the mordendo gl'altri pefei gl'ammazza,
e così ogn'altra forted'animali, & efl'en-
,lo pre/ò da j pefeatoti , e tirato in terra
fùbitq caua vna foffa , e fi nafconde, è ri
medio alle Aie ponture della fua iftefliu,
fpiaa aperto , e tagliato , e polloni fopra .
lì Serpe Emoroide fà venir fuori il fangue
mordendo , & aprendo le vene ammaz-
za altrui. > -
i vna certa forte dì Falango, che ftà at
torno i forni , e le macine , che morde
acerbamente . Il rimedio è moflrare vrV-
altro Falango-Ji quella fpetie all'ortdo, e
■ ° G molti
14* Della Minerà iti "Menda
molti per quefto ne tengono difecchi. I
Falangij non vogliono imparare à teuc
re, quantunque paiano fpetiedi ragna
tela ; ina il fuo veftire è vna rete , Se vn
laccio pronto a pigliar ogni cofa , che vi
cade ; quelli animali ftancheti , e come
immobili fan la guardia alle retti, e ìiun-
gfan fi qualche cofa, vi cade, e rimario
auolta.>? .
Il Serpente Iptimale ammazza l'huomo,fa-
cendolo dormire , ò trouandolo addor
mentato perciò quefle ferpi ù" comprano
per vcciderfi .
Della fchena dell'huomo nafce quel ferpe ,
che chiamiamo Magiriano .
Nell'Ifola detta Guaccarima , & altre Ifo.
lette vicine non è altro animale che quel
li , che dimandiamo Conigli , ò Topi d'
India , & alcuni ferpenti detti da loro I-
uane,di cui pigliano i pae/anì gran quan
tità vfandoli per pafto delicatiifimo , &
altri, che erano detti Cocoui fimili a i pi-
fiiftrelli , ma con gli occhi, e l'ale tanto
ucide , che filano le loro femine , Tenen
dole di fopra il loro dito groffo del piede.
Il Peftero mordendo corrompe fubito.
Il Piede del Ramaro pefto nell'acqua radu
na ledonole , beumo il vino , in cui fia
annegato il ramaro , fà diuentar tutto il
corpo lentiginofo, e però alcuni , che...>
hanno inuidia alla bellezza d' a!cana.j
donna, lo fanno morire ne gli vnguenti ,
"*oa cui foglia lifeiarfi la faccia , e quelto
R«-
libro Quarto. 147
Ramaro viue d'aria , come il Camaleone
te; non vi marnare, come gl'altri ani
mali, ne mai più lascia vna cosa , che vna
volta prenda col morso ; e muore subito
percosso da vn ramo di nocinolo , e così
fanno altre bestie velenose .
a Salamandra è vna spetie di Lucertola
stellata , c non si vede per gran pioueal
tempo della state, ò dell'Autunno, le Sa
lamandre non son ne maschio,nc semina,
e non generano animale alcuno, marta-
scono di putresattione; si genera nel fuo
co, viue nel fuoco,e si nutrisce di quello:
ma che non sia troppo grande, e viue po
co tratone fuori ; la Salamandra e gran
dissimo rimedio contra gl'incendij : per
che sola trà ruttigli animali spenge ogni
fuoco , per esser molto fredda, non altri-
mente che si faccia il giaccio - Trà tutti
gl'animali venenosi la Salamandra è pes
sima : perche le altre serpi non mordono
se non vno » ne ad vn tratto ammazzano
molti. Si dice, che le serpi percosso che
hanno Phuotro muoiono di pentimen
to, e che la terra non le riceue più , ma la
Salamandra può ammazzar tutto vn po
polo , perche salendo sopra vn'arborç__j
corrompe tutti i frutti , de' quali chi
mangia more .
Gli Scorpioni mangiano i sigliuoli, fuorche
vho,che si pone sopra la schena della ma-
dre , il quale non può esser lacerato con
la bocca , ne ponto con la coda , e questa
G *
1 48 Della Minerà del Monda
fà la vendetta de gl'altri. Perche ftando in
quel modo lacera la fchena alla madre, e
ammazzalo Scorpione; medica il Aio
morfo poftoloui fopra, ò pigliato in «ibo
arofto, ò beuuto in dui fiati di vino: toc
calo con l'Eleboro bianco effendo morto
refùftira. S'alcun vede il Scorpione,e di
ce duo,quello fi ranicchia, e non fi moue
ànocere. Ma chi è morfo vna volta dal
Scorpione non è poi mai più poto da ve'
fpe, calabroni,ò pecchie. Tochi gli Scor
pioni col Delfino , ò con la Lichnide fal-
uatica,ò la radice dell'Aconito pardalian.
che diuentano di tal forte ftupidi, che pa
iono euer più morti, che viui: e fe a cafo
caminano contra l'Aconito, perde le for
re del caminare,e nondimeno tocchi poi
con la radice dell'Eleboro bianco fubito
racquietano il vigore* e le prilline forze,
e muore fopraponendofi il rafano: I por-
ci, non temono altra pontura trà tutti gl'.
animali velenofi , le non quella dello
Scorpione terreftre .
Il ierpe detto fcorzohan la tefta grolla, e
quadrata, hà la bocca grande , e largarla
lingua nera , & acuta, hà i denti minuti ,
co' quali morde, e con la lingua punge: il
fuo colore è cinericcio,che trahe al nero.
Hi varie macchie,è animale ftupido nel-
l'andare,e di brutta vifta: i fuoi morfi fon
peggiori , che quei della Vipera , fologli
;è contrario l'herba fcorzonera , ne vie
altro rimedio , chi li pone adoflb il fucco
di
libro Quatto. 149
di cotal herba , il fa restar stupido , se gii
iì mette in bocca, tanto che l'ingiorist a ,
subito more .
Nell'Arabia sono alcune serpi bianchedet-
te Sirene , che corrono si velocemente ,
che par che volino , il mor- loro e tanto
acuto, che si muore prima » che si senti
dolore.
Alla Ccfalonia si troruno serpenti tanto
amici degli huomini,che spestb vengono
loro dormendo adossa , su la campagna .
La natura del maschio , e della semina delle
serpi è amarsi grandemente, talche se si
perde vn d'essi , l'altro muore di dolore ;
le serpi han la vita nel capo, e se si taglia
no per mezo , e restano sol due dita ap
presso il capo di lunghezza, viuonò.Tut-
te le serpi hanno la vita debile , e di rado
vengono per lodrito, perciocheelle han
no gli occhi nó posti nella fronte,ma nel
le tempie in modo , che hanno più velo
ce l'vdito, che la veduta, gettano più ve
leno il giorno,che la notte.I serpi voglio
no male all'huomo, 9c hanno ardiredi
ossenderlo vedendolo vestito, ma veden
dolo ignudo lo fuggono: non serisce mai
se non posto in giro, e per necessiti di
natura ritorna al 'percosso . Tutti gl'ani
mali velenosi, dopoche son morti gli
huomini per hauerlì lorotrafìtti muoio
no di pentimento , e la terra non lì vuol
riceuere, e restano sopra essa terra . Mes
sa la resa a chi è modo da ferpenA
G 3 sopra
1 5 Q Della Minerà del Mondo
fopra il male il rifatta affatto,nella prima*
ucra fi fpogliano della vefte per efler ma
gre, entrano trà duo faffi , ò per altra co-
Ta ftrerta , e così fcorzano da doflb il lo
to fcoglio, e ringiouenifcono ; e quefte
forpi prima che ringiouenifeano mangia
no del finocchio , il quale fà lor gettare
quello fcoglio così vecchio , e veggendo
ancho che hanno diminuita la vifta fi
medicano mangiandone • 1l fuoco delle
fcarpe vecchie,ò dell'Ebio, fcaccia le fer-
pi dalle cafe, & ogni altro luogo , &t in.j
particolarda i corpi humani effendo rin-
chiufe in vn cerchio di foglie di Betoni
ca, elle s'ammazzano col percuoter»" in-
fieme : chi fà vn cerchio di vn ramo di
Graffino d'iatorno a vn felpe , e vi lafcia
vn luogo aperto,e li accendi vn gran fuo.
co,il ferpe e tanto nimicodel fraffincche
per noi toccare pafla pili tofto per lo fuo
co. I ferpenti noa fi muouono gfttandofi
lor adoffo vna penna d'Ibide , ò di grù , e
gittadofi loro adoffo le foglie della quer-
tia muoiono: Jl medefimo fanno fe l'huo.
mo fputa lor ir. bocca , ò in capo a digiu
no. Percoffi vna volta con Vna cana, ò co
vn ramo di nociutolo ìruioiòtio , ma per
coffi più volte fi fa più gagliardi. Se fiaf-
condono in vna cauerna , e fon pigliati
con la mano finiftra , facilmente fi caua-
no fuora,ma con la deftra non fi poffono
cauare,perche ò fuggono,ò fi rompono ,
bagnati col fucco della Dragantea , ò col
feme
Libro Quatto . 151
deme del rafano non fi muoiono . I Sciti
lì fendono il capo, eli tolgono vna pe-
truccia la qual ha trà fili orecchi diuora-
ta da loro per paura . Nell'Ifola della Za-
falonia è vna forte di ferpi,che fono mol-
to amici de gli huomini,i quali volentie
ri fi mettono appreffo quelli , che dor
mono, e del calore humano molto godo
no. Nelpaefedi Nacaugarù fono gran
dinimi ferpi , i quali v fané il loro coito
per la bocca .
I popoli Chirandi habitano cauern e, in fega
ti de' ferpi detti Sonaglio , per Io ftrepito
che fanno ferpendo : fi iftizzano alla fola
ombra dell'huomo , & auitichiandofi d'
alcuno lo mordono fenza rimedio di vi
ta^ .
La Vipera, quando è alla prefenza del fuo
conforte.lafcia'l velenoso nafconde,e ftà
vbi'd /ente al mafehio; effempio alle mo
glie faftidiofe,Similmente quando è ina?
morata fi ferma al lido,equiui vomita il
veleno, e poi con nTchi, e gridi chiama la
murena à venir à giacer con lei . Ingra.
uida togliédo la tefta del mafehio in boc-
ca,e troncandogliela,e ingiottendola,el-
la concipe infino à venti viperini, vno a 1
giorno in modo, che effi non poffono ha-
uer patienza, e così rodono il ventre alla
madre , la qual more , eflì efcono fuori ,
morendo il padre,e la madre:mettendofi
rn ramo di raggio auanti alla vipera , Al
bico fi ferma , e refta come attonita , il
G 4 che
j 5i la Tdinen del Mùnàt
che parimente interviene , quando1 fi
(>ercuote quantunque leggiermente con
acana vna volta fola , ma fe più vol
te la percuoti-, d/m'en gagliarda , e_j
fugge . Le vipere fono auidifllme del
vino , e molti le prendono mettendo
vafi pieni di vino in campagna appref-
foalle fiepi, doue habirano, c.pofcia.j
lecauano fuori tutte,vbriache. Al morto
della vipera gioua ragliarle la tefta,e met
terla con quella parte, che il congiunte-
ua col bufto così calda forra la pa ite fe
rita: fe la Vipera và fotto vn'albero io-
pra il quale fla vn ragnatello , e fi ador-
menta : il ragnatello , fi cala giù lungo il
fuo filo, e il pone fu'! capo della Vipe
ra , ne per molto dimenar, che ella fi fac
cia , non può romper quel filo , e così il
ragnatello l'ammazza, e poi torna donde
è venuto dietro al fuo filo .
Delle fiere , & animali terreftri , pefti per
Alfabeta. C*p. UH.
L'Amarorora hà quefta indurrla , che
gonfia la pelle , e i pelli , fchifa i morii
de' cani,cdegl'huomini. Ancelaus è vna
fiera beftia, che và a bere al fiume Eufra-
te,& hà le corna grandi fatte in modo di
fega , con le quali taglia ogni grand'albe-
ro, & in quel luogo fòno arbufcelli lun
ghi, che fi dimenano, e piegano in quà,e
in là , e per la lor debolezza non fi fi pol-
fono
Ltbro Quarto . 153
sono tagl íarc da questo animale , ilqun le
cntratoglì dentro s'auuilupa, e nonne
psò piu vscire , e come si vede à qucí
niodogrìda, onde gli buommì , elie'l
sentono vanno là , e ì'ammazzano , que.
sto per altra fcrza humana non si potreb-
be prendere .
^ell'Isola Cuba sono certi an (niais . 4ctti A-
ranati grandi , corne m -cane france/è ,
che hanno sorma d'hnomo nella bocca ,
nelle mani, ne i piedi, e la- barba di capro,
e vanno inTquadre » vrlano sorte , e non
mangiano carné ; mont.ano sugl'.-ilberi
corne gatti , si schiuano il colpodd cac-
ciatore-, pigliano la sactia , e larilanciano
con gratia àchi glihà sjerratí .
ìl'Indi'aní hanno gran ropia di fìere diuer-
semolto dallenoslre , esràlealtre quel- '
le, che son ehiam.ite Argbe , le quali rap-
presentano nel voko vna g'ouane ; si nu-
triscono solo di fronde. Le Alte,che ban-
no del ceruo , e del camello , e son per le
Îelle varie , e molto vaghe , e vistose . Le
"amandue, che aílìmigliano à i cani » e si
pascono d i sormiche .
_'Armelino più tosto si Jafcia prendere,che
mai voglia imbrattarsi , la onde i caccia-
tori, come lo vogliono prendere » li met-
tonodel fangointorno la buca doueal-
berga, e poi ìi danno la fuga, écome egli
troua il fango , si láscia prendere .
jl'Asini sono di tal natura,che non si cura-
no» ne riccrcanod'bauercofaalcunada
G 5 vi-
iJ4 DettaMitera del Mondo
viuerc , fuori che quel tanto , che parca
mente fà lor bifogno , quefti non hanno
fiele in corpo : e di fi poca memoria , che
fe la madre và quattro, ò fei palli auanti ,
non la fegue più , ma fmemorato fi fer
ma. Legandoli alla coda dell'afino viu
faffo , egli non griderà, ò ragerà mai , fin
che il vi hauerà : le Afine portano tanto
amore a loro figliuoli che pafferebbono
per mezo ogni gran fuoco per andar à
trottarli , e non mettono mai i piedi iru
fallo : ma fe lor fi attrauerfa vn rufcelet-
to d'acqua Iranno tute paurofe , e non
ardifcono panarla . Gl'afini feluaggi te
mono i concorrenti nella lor libidme , e
perciò guardano le femine , che hanno
impregnato , accioche potendo col mor-
fo in alcun modo fucilano a i mafehi na
ti la fperanza del generare , dellaqual co-
fa guardandofi le femine nafcondonoi
parti in luoghi fecreti . Nella Suetia gl'
Alci, cioè Afini faluatichi fi congregano
(opra il giaccio , e fanno guerra contra i
lupi . L' Afino faluatico, di cui fi troua-j
ih Africa gran quantità , grida ogni bora
del dì , e della notte , in modo che l'huo-
mo può ben conofcere , quando fon pari
il dì , e la notte , quanto e il dì , e quanta
la notte.
Tagliando la barba à vn Becco ei non fug
ge mai , quefto fette giorni doppo , che è
nato, fi congiunge,e benche mandi fuori
* Cerne debole, e fterile > nondimeno pia
tofto
Litro Quarto .155 .
torto de gli altri animali si dà al coito .
'iella Frigia nasce vn'animale detto Boria
lo, questo hà le corna rimpiegate verso
lui , il resto del corpo è di toro, solamen
te i crini di' cauallo, e' se ben non può
adoperar le corna,come fugge, getta ve
locemente il suo sterco in quantità per
lunghezza di tre campi di terra , & in_»
modo ardente, cheabbruccia, ciò che__j
rocca, e così si disende da chi li vuol far
ossefa_j .
Bufali vanno molto in furia, & in rabbia,
quando veggono qualche subito rosso .
Jel l'Indie Occidétali è vn'animaletto chia
mato Bulgodalfma, se ne trouano pochi,
Se giouano contra ogni sorte di veleno .
»Iel regno del Perù sono cerei animali det
ti dirne, Se vn sol cóbatte con due Ele^
fantine vi è Leoncò Leonza che li pos
sa resistere, e da gl'Arabi sono anco detti
Almocohol della gràdezza d'vna Mula ,
co la testa d'vn cauallo, il resto,mor che i
piediicome Leone, velocissimi sopra mo
do . In Sumatra son' animaletti chiama
ti Cabali,cacciari più chel Castoro per le
lor'ossa,che stagna mirabilmete il langue.
uno due sorti di Camaleonti , il terrestre ,
e l'acquatico , il quale è grande , come il
Cocodrilo, Se è fatto quasi à quel modo:
nìun animale è più pauroso di questo , e
per questo credono, che si muti in diuer-
si colori . Et il Camaleonte acquatico hà
tanta forza contra gli sparauicri , eh*
G 6 yolan-
1 5 6 Della Minerà del Mondo
volando Copra lui, lo tira giù. e dalli i la
cerare a gl'altri animali: perche effo viue
d'aria . Con la Ria coda fi fermano i fiu
mi, e gl'empiti dell'acque . Il Camalcon
te fi muta ia tutti i colori , eccetto nel
bianco, e nel roffo , impalidifce tutto nel
morire , e morto non muta poi altro co
lore ; abbrucciato il capo , e la gola del
Camalconte con legna di quercia fa ve
nir la pioggia con tuoni , il medefimo fa
il fegato abbrucciato fopra vna tegola af
focata : la lingua cauata mentre l'animale
è viuo,e portata adoffo fà confeguiix- vit
toria nelle liti aitanti il giudice , e la ma-
fcelladeftra vai contra le paure , e il ti
more . E mftinto naturale , che incon
trandoti il Camalconte terreftre nellc.J>
Botta , le fi vada à mettere in bocca , che
lo mangia .
I Camelli quando li vogliamo caricare i u
caricano in terra , e come hanno il pefo ,
che par loro di poter portar , fi leuano , e
non ne vogliono più : ma effendo troppo
carichi, àniun modo fi vogliono lenire:
bcouo affai , e fe lor tagli vn poco della-^
pelle, e vi metti vna cannella, e tiri il na
to, ne caui vn'acqua chiara, e buona, co
me quella che hanno beuuto,e con quefta
ti puoi cauar la fete . Eglino per lor natu
ra arriuando à vn fonte chiaro non bco-
no di quell'acqua , fc prima calpeftandola
non la fanno torbida: Sopportano la lete j
*■ e ftanno per ^trè giorni lenza bere .
.« u / Le
Libro Quarto. *S7
Le Camocfe veggiono tanto di notte quan
to di' giorno , ne mai lor fi veggiono gl'
occhi lofchi.
Il Cane per Io più, quando vomita, ritorna
à mangiar ciò che hà vomitato . Come
fono feriti fi medicano col lecar la piaga,
ecosì fenza aiuto d'alcuno guariscono
d'ogni periglio . Trouano l'herba Cuna'
ria,con la qual purgano lo ftomaco,man«
gianla dinanzi à noi: ma informa, che
non s'intende qual (ia .j.'tnotafi maggior
malignità in quefio animale in vn' altra
nerba; perche «fTendo morfo dalie fe'rpi
fi medica con vn'herba ; ma non la pafce
mai , che l' huomo veggia > accioi he non
l'impari à conofcere . Come tocca con la
coda il fuoco, l'abbafsa,e tira trà ie gam
be, non sà doue fcampare, fi perde d'ani*
ino, e s'inuilifce affatto. Ti feguiteianno
dandoli a mangiare ranecoue.ò falcò vn
pezzo di pane tenuto lungamente fotto
le afelle , che fia vn poco humido del fa-
por d'effe , onero farli fentir la fecondine
d'vna cagna, le quali fiano legate in vn.,
panno di lino ; fcacciato dal padrone fi
duole, 9 e richiamato daini fubito cor
re, l'accarezza, &abbrazza. Se.il ca
ne arriua, doue fiano.-tré ftrade \ e.f«-
guiùqualche fiera , ò il fno patfonejjjj ,
odpra due di efse , e non femendo odo
re fenz'altro và a tutta corià per la terza ,
(Intendo aprir l' vfeio lenza fapet fe fi i
amico , ò nimico , abbaia.; prende noi
denti
1 5 8 la Wntra del Mondo
denti il faffo.col quale è percoffo,& à co
lui che l'offende , non dà moleftia : non
farai abbaiato da f cani portando teco in
mano vn'occhio d'vn can nero , cauatoli
cflèndo vìuo il cane , ilqual rjoi legare , e
cauaglierlo, ouero Pocchio,o il cuore d'-
vn lupo,ò la lingua d'vna lupa. Chi tiene
adoffo il core del cane, i cani lo fuggono,
ne abbaiano a quelli, che tengono nelle
fcarpe fotto il dita graflò la lingua del ca
ne,© a chi hauefle vna coda di donola ta
gliata, e lafciara andare: E vn verme nel
la lingua de cani, che è detto rabbia, fe fi
caua à cani,quando nafcono, non arrab
biano mai, ne fentonaalcuna noia: que-
fto medefirno portato tré volte a torno il
fuoco, fi dà a eh* è fiato morfo, accioche
non arabijj alcuni, che fon morfi da cani
rabbiofi,orinanocagnm pafiìone cagno,
letti di carne di grandezza d'vna vefpejla
fchiuma,che efce dalla bocca del can rab-
biofo , toccata la carne nuda , fà diuentr
rabbiofo, come fe haueffe mqrfo; Guari
rai il can rabbiofo facendolo ingiortire
facco di bietola con midola di fambucto,
ouero imprimendo loro nella fronte vn
fegno con vn ferro caldo, ò tufandolo, ò
tenendolo lungamence in acqua tepida:
ma quefte cofe vogliono effer fatte nel
principio del male « i bracchi fe prendo
no la lepre, la fquarciano, e la man
giano : ma fe ella muore di ftanchezza ,
te fi corcano appreflò , & non la grafta
no
libro Quarto . 159
no punto; furono dati certi cani ad Ales
sandro Magno,i quali andauano ai Leo
ni, e quando haueuano fatto presa, se^j
ben si tagliauano lor tutte le membra à
pezzo à pezzo, mai non lasciauano co'
denti la preda , ne degnauano d'andare
à gli Orsi» àCingiali , òad altre siere ;
ma solo à Leoni, & Elesanti . I cani Egit-
tij non mancano di prudenza, i quali
non beono in frotta, nè publicamente,nè
alla libera non s'inthinano a bere , quan
to fi lor meftiero , ma temendodi quelle
siere, che sono nel siume Nilo, vanno co
nte rubbatori, correndo , e beono hor
quà, hor là in tante volte, che si cacciano
la sete,e proueggiano alla lor salme. Nel
l'Indie Occidentali è vncagnuolo detto
Leggiero , il guai è vn'animalc il più pi
gro, che si possa vedere al mondo,c tanto
graue,e tardo nel raouersi,che volédo an.
dare il camino di cinquanta passi tarda
vn giorno intero, questo è vn de' brutti
animali, che si possa vedere, sta sopra gl'
alberi, e viue di aria, canta sei voci , cioè
ha, ha, ha, ha, ha, ha , l'vna più alta dell'
altra , come se cantasse la solfa : questo è
bardato, come i caualli, che portano bar
de, enon sl può veder cosa più simile, né
• che corrisponda meglio alla musica di
questo. Gl'Indiani hanno certi caglinoli ,
iquali tengono in casa , piccioli divaril
colo ri, che mai non abbaiano,ne gridano,
ne fanno mai segno di gridare , ne di ge*
mere ,
i So Della Minerà del Mondo
mere , anchora che fi ammazzino con le
baftonate, queftì fono cani muti . Nei
confini della Scotia , e dell'Inghilterra-.,
fono cani maflini , così nimici de' ladri ,
che gli conofcono all'odore: onde è pena
dì furto , à chiunque non rfceue tal forte
di cane nel Aio albergo . Nell'Ifola di Ci
ro i cani fono tanto feroci , che pigliano
Je vacche faluatiche , e à Naiam quei po
poli fanno tirar le lorcarra, e maiTìma-
mente foprail giaccio a certi cani mafti
ni , che fui hanno grandinimi , e di mol
ta forza , l' ifteffo fanno i popoli di Per-
mìa fi de, cani , come de' cerui , che ne-,
hanno gran copia : nel Perùi cani mai
non latrano .
Le Capre non fono mai fenza febre , e fe la
febre l'abbandona , fpeffe volte miraro
no , fpfrano per gli orecchi , e non per le
narici , come gl'altri animali fi lafciano
mungere : ma fe chi la munge , voglie_j
punto gl'occhi in altra parte fubito dà de'
piedi del vafo , e fp&nde il latte ; In Afri
ca le capre ogni fiata , che col Solnafce
„ la Canicola , fianno riuolte tutte verfo
Leuante à guardarla.Forato lo fterco del
la Capra,e meffoni nel mezo la lattuca, ò
larucola, òl'indiiria, ò l'apio, òilna-
fturtio vengono grandi mirabilmente^.
Gl'Indiani vanno alla caccia alle capre,
che fono della grandezza ii'vna mula na
turalmente nemiche de cani .
T Caprioli conofcono i cacciatori da gl'al
tri
..«. libro Quarto . tèi
tri huomini . 1N
[I Castoreo è di tanto terribil morso , che
tronca gl'alberi co' denti , còme se fuiTt-»
wná scure , Se eísendo perseguitato da i
cacciatori , si tàglia co' denti i testicoli:
fierche sà, che non vogliono altro da lui ,
a sua coda,e i piedi di dietro si mangiano
in giorno di pesce : e il resto del eorpoïì
mangia in giorno di carne . Questo '^à'
nelle riue de' siumi , e tien la codi nell'
acqua . Conuersa nel mar di Ponente , è
chiaimto il Castoro, cioè, can pontico ;
perche è quasi simile à vn cane , e se per
sorte vien ritrouato da' cacciatori ton i
testicoli tagliati , apre lecoscie , e mostra
loro, che non hà più testicoliima se mor
de alcuno , no'l lascia mai , sinche non_»
sente il fracasso dell'offe .
La Catoblepa vecide con lo sguardo , tutto
che sia vn miglio lontano,nasce in Ethio-
pia intorno al siume Tigre non troppo
frande, e pigra in tutte le membra ; que-
a hà il capo così grane , che non poten
dolo sostenere , lo porta sempre chinato
verso terra , altrimente ammazzarebbe
tutti gli huomini , che le rimirassero gl'
occhi , così velocemente spira fuor di lo-
jo il veleno .
I Caualli, i Muli, gì' Asini, i cerui, le capre,
i cinghiali, i camelli , i delsini non hanno
siele ; è cosa diuolgata per molte espe
rienze, che i caualli hanno giudicio,e che
conoscono i lor i?adroni,e conoscono an-
cho
l6x Della 'Minerà del Mondo
cho color , che fono contrari] alia parte
loro, e mentre che fi comba«e,mordobo
i rumici , e molte volte morti i patroni
pori vogliono più viuere , e s'appreflano
là morte con la fame . Il cauallo piange ,
e maffimamente quando per qualche dif-
gratiagl'auuienedi mutar padrone , ò
perder la compagnia di qualth'akro ca
uallo , à cui egli hauefie pofto amore , ef
fondo egli per natura molto atto ad ama
re, e non fi congiunge mai con la madre,
egli effendo terribile per trottar chi Tarn:,
& apprezzi , diuenta manfueto , e depo
ne la terribilità . S' vn Cauallo nel cauli
nare metterà i piedi doue gl' hà meflì il
lupo , diuenta infingardo , e la caualla fi
fconcia del parto . Se vn cauallo è timi
do , e non vuol patire , che fe gli monti
fopra , ò non vuol paffar qualche paffo ,
gl'appenderai dentrodì vna orecchia vna
picciola pietra , e coprirai gli occhi , ò gli
metterai fotto la coda qualche facella di
fuoco, ò qualche poma, e fe foflè reftio
gli darai d'vna bachetta trà le orecchie : t
caualli , che fentono il pefode' pomi , fe
prima non fono loro moftri , benche ne
portaflcro pochi , fubito fudano . I caual
li, &gl'Afini carichi di fichi cadono fa
cilmente fotto il pefo , Se perdono tutta
la forza; il rimedio , è dargli à mangiare
fette di pane di fromento . Vedendo le
caualle la loro imagine nell'acqua s' ina-
morano della lor'ombra, e diuengono in
rab-
Libro Quarta . 16f
rabbia, e fi (cordano il mangiare , e tanto
che muorono per tal defio : cacciali della
mente cotal'errore guidandole all'acqua,
perche veggiendofi brutte fi fcordano la
prima imagine . Le caualle ingrauidano
dopò il terzo dì del parto, & ancho dopò
il primo . In alcune regioni le caualle fo
no tanto dal defio flimolate di congiuri-
gerfi col cauallo , che quantunque non_, ^
Sabbiano mafehi , tuttauìa formandoti
nell'animo la congiuntila ne con l'affiduo,
e grande appetito ingrauidano di vento ,
e nel facro monte d i Spagna , che fi (ten
de ver l'Oceano fenza vnirfi con mafehio
fono ingrauidate dal vento, e nodrifcono
il poliedro : ma inutile ; perche more trà
il terzo anno, prima checrcfca : Icca-
uallc s'ammalano peramore,quando non
veggono iloio poledrini , ò loro Tòno st
rofi . Il poliedro prefó il latte d.-illa ma
dre, la percuote co' calci . In Ethiopia
vola l'vccello Pegafo, quefto non ha altro
di cauallo, fuor che l'orecchie . Il cauallo
di Giulio Cefarenon volle mai etfcr ca-
ualcato da altri , & haueua i piedi dinan
zi fimilià quei dell'Intorno . Così Buce
falo cauallo d'Aleffandro Magno noit^,
volfemai eficr caualcato , fej non da lui,
e s'inginocchiaua ogni volti , che'l Rè
yoleua montar a cauallo, pcredefi, che
intenderle , quando porpdua elfo Signo
re. Ilchefacea, quando fi fentiai forni
menti adoffo : perché fpogliato de gl'ad-
dob-
j 6*4 La TAìneradel Mo ndo
dobbamenti reali , qnafi che con effi~na-
uefle perduto la fua alterezza .. fi conce-
deua a effer cauateato da tutti'.Non mol
to di'fcofto da Seres nafcono glaneticosì
veloci, benche di' poca vira, ente s'afferma
lecaualleconci'perli dal vento .
I Cerui, de' quali fono affai in Sicilia , ogni
j>rimaucra mutano le corna., e fino alti
lei anni fanno vn cornicino , doppo feì
anni,ne fanno affli. Onde non fi può più
conofcere il tempo, fi ftupifce d'ogni co-
fa, accoftandolefi vn cauallo , e vn'huo-
mo mirano il cauallo , fe veggiono l'huo-
mo, guardano l'arco, e le freccie; alfe: j
cerue , & a i cerui caftrati grandi non ca
dono le corna : neH'eftremità delti coda
hanno il veleno,però fi getta via. La pol-
uere del corno del cerno beuuta ammaz
za i vermi mirabilméte,occultano iJ cor
no deftro:perche hà marauigliofa virtù in
medicina ; fono inimici delle ferpi, e tro
ttando le bucche doue ftanno , con l'alito
le fanno vfeir fuori , e le mangiano . Il
ceruo, quando và in amore, diuenta tan
to furiofo, e £azzo,che fe ne và gridando
per le felue, e tanto sfrenato , e luffurio-
(o nel coito, che fpeffo in quell'atto fa an
dar la femina in terra , ò per non potere
lei paure la durezza della fua verga, così
caminando, e con endo l'impregna . Se
fono più mafehi dietro à vna femina con
battono co i due più appuntati rami della
corna , che hanno fopra la fronte fino ali
Libro Quarto. \6$
la mortemuotano gran colfo dì imie.efe
ben non veggiono ia terra , la fentono al
l'odore. Il ceruo, come è perfeguitato da
i cani , va alta feconda del vento ; perche
non fìfenta l'odore, quando tiene dritte
l'orecthie, hà vn'acutiffimo vdito, e qua
tto baffcil contrario:effendo ferito con.*
frette , fi eaua la faetta , e fi cura la piaga
mangiando il dittamo herba , che nafce
neU'ìfoladi Candia. Il corno deftro, ò fi-
niftroabbrucciato fà fuggir le ferpìdel
luogo , doue s'abbruccia . S'alcuno pati
te del mal caduco , fubitoquel fumo fa
feoprir il male . Il cerno ogni noua Luna
la fallita, & i fuoi raggi ingenocchiato , e
tosì l'adora. Il ceruo, perche mangia ..
delle vipere, diuenta molto affetato, e
perche ci sa naturalmente , che s' ei be-
uefle dell'acqua, innanzi che haueffe_j
fmaltito le vipere , ei morrebbe , perciò
(opporta la fete,la q aal per efler grande lo
fi mandar fuori ftrani mugiti , quefto fa
tendo vna fofla fepeliffe quei denti,che gli
fono cadutirquando è infermo mangian
do l 'nerba detta Aro , guarifce della fua
infirmiti : fentendofi grafso , e mal' atto
al torrere s' afconde , il medefimo fa ,
quando li fono cadute le'corna. Come ha
vfato con la femina , fi dilegua da fc ftef-
|9.e per lo puzzo della libidine ftando fo-
litar/o caua vna fofsa, e quiui ftà , finche
vien'vna grofsa pioggia, che'l laui tutto ,
«poi ritorna àpafcere. Quando pafsano
il
\66 Della Minerà del Mondo
il mare gl'infermi pongono in vltimo , e
("oftengono fcambieuolmente fopra delle
groppe i capi de' fianchi : non hanno mai
febre, che fcampano cinquecento anni,
e di cento anni fono giouanf : quando
non poffono portar più il pefo delle cor
na vanno rintracciando le buche delle ^
ferpi , e ponendoli alla bocca della fpe-
lonca , con l'alito ne Traggono le ferpi
fuori , che (pai gono il lor veleno , dalla
cuifiriai ccrui percollì gettano non.*
pur tutto il pelo, e le corna, e mettendo
le di nouocorv vn mantello ringioueni-
feono , fi dilettano molto del canto de'
fanciulli , ma molto più del fuono della
zampogna , & alle volte per tal caufa fo
no prefi . II. maggior diletto,. che poffono
hauer e quando lono toccati da vna ver
gine , e giacendo fono manfueti , e pia-
ceuoli : quando tengono l' orecchie ritte
odono mirabilmente, e quando le tengo
no baffe, non odono punto, mai farebbo-
no giunti da' cani fe nonfoffe, che pati-
fcono grandemente la fete:perciò, quan
do fono perseguitati , e trottano acqua,
vi fi gettano dentro, ne bcono tanta ,cbe
non poffono più correre, e così fon pre-
lì ; quando le cerne fi fentono grauide_J
inghiottifcono vna pietra , che chi la iro.
usile nel Aio fterco , ò nella matrice , e
Ufaccflc portar adottò a vna donna era-
inda ella mai non difperderebbe ? fubi«
dopò il parto , mangiano il fefeli heib(
per
tìbro Quarté. i6y
per potersi dì nouo impregnare . Quan»
do hà i sigliuoli , e vede i caccíatori, sug
gere minaccia i sigliuoli, e ccrca d'ascon*
derli, pi'si che può, c quando vede hauerli
raenati in qualche luogo occulto , dà lo-
ro vn calcio , & eísi subito si gettano in
terra, e non seguono più la madre , & el«
hvì attorniando il luogo per isiiiare i
csicciatori , checiò sapendo entrano à pi-
gliarc i picctoli cerui : la cerua nasconde i
lor sigliuoli , doue vede , che sia delie pe-
date humane , pensando, che di quei luo-
ghi suggano l'altre siere , echel'huomo
sia più elemente di quelle, la cerua perse»
guitatadai cani ricorre all'huomo per
trouar pietà : I cerui fcùti à morte fug-
gono, potendo, al bosco natiuo , per mo-
rire doue son natt . Neil'ísola di Celian il
ceruo , e il corbo viuono nouecento an-
ni, e niuno animale arriuaàmilleanni:
A Sleitem soao cerui niolto domestichi ,
i quali tirano con gran domestichezza le
tarra sopra ighiacci : e gl'fndiani hanno
di trè sorti cerui , vna domestica , delia
quale riceuono tutte quelle commodità ,
che noi riceuiamo delie nostre vacche, 8c
l'altre due sono saluatiche .
ïll'Isole occidentali sono certi animalct-
ti petti Chiruche , i quali ammazzano le
galline, come fannotrà noiimartori,
íle fuine , i quali hanno vnaborsaper
fnezo sotto la pancia » doue tengono « fi-
diuoli salui , c quando vogliono , l'apro-
»o>
1 58 La lain era del "Móndo
no , e i figliuoli ne efcono , e lì agiutafoo
ad.ammazzare , e fuggere il fangue alle
' galline, come vogliono fuggire, li torna
no nel la borfa . Nella borfa hanno anche
le mammelle , con cui alleuano i figliuo
li, quelli anim .li hanno il pello, la coda,
d'orecchie , cornei topi , tutr.au ia fono
molto maggiori .
Nella pronincia Quimbaia fono animali
detti Chi'uchi, umili ad vna volpe, hanno
la coda larga-; ;' piedi corti, e il capo, co
me le volpi, e lòtto il ventre hanno vna
boria, nella quale portano i figliuoli,
quando fono piccioli .
Quando i Cinghiali vogliono combattere ,
ò-pRi- amore , ò per altro , fi voltano con
lafchena per terra ; Se s'imbrattano tut
ti ,i pòi fi fregano à qualche albero, iti_*
modo che vengono a fi r fi vna crofta du-
rififìrna adoflo , che ne con dardi , ne con
fpiedi fi può paflare, tanto è dura, & il
cacciatore tirando loro non gl'offendc. >
punto, anzi il cingiale li và adoflo coiLj
grand' empito. ' , . '. . -rri > ;, ;
Il Cinocefalo orina ogni hora vna volta -, e
nel!' equinotio abbaia dodici-volte il
giorno, ogni liora vna volta, è molto fe-
i oce,e bemale.Nel nafciniento della Lu
ca fonandoti.in. piedi alzai piedi dinanzi
aliC:ela,e fi rallegrai quando cfla Luna
confi vede per effer fternata, tutta )a.,,
rione:tieue il volto in terra per hauetli
I erdnBa -, etimo mefto piange , e non
• °* man-
Libro Quarti. i6p
mangia cola alcuna: così ancho ia femina
ftà malenconica quella notte , che non fi
vede la Luna , ne mai riuolta gl'occhi, ftà
fémpre ancho ella , come il mafchio af
flitta, e per la natura getta fangue ,r,
Cocodrilo non hà lingua,e mnoue la ma
fcella di Copra , e non potendo giunger
l'huomo , ìlquale perfeguita , morde iit>
fteffo i e doue morde non fi può mai più
lauar quella piaga , ferifce anchor con la
coda, laquale hà molto dura , & egli Colo
tra tutti gli animali piange,effo ftà afcofo
su la riua del Nilo, e piange, e tutti quel-
li,che l'afcoltano, Ifdiuorà. II Cocodrilo
fugge chi lo fegjHita, e tegue chi lo fugge *
e lagrima congTocchi, ma non col core ,
prima che ammazz^I'huomo, fi duole , e
poi lo mangia. S'aIcuno guarda con drit-
t'occhio il Cocodrilo^egli Ce ne fugge , e
per contrario dà la faccia , & ammazza
colui, che egli incontra, fe fi accorge, che
fia paurofo. Quell'animale s'afconde fot-
to il fango, e ilà folo col mufo à paro del-
l'acqua , e quando le donne vanno per
tor dell'acqua, le prende nel braccio , le
tira fott'acqua , le fà in pezzi, e le man
gia. Tiene quefto animale perpetua ini-
micitia con l'Ichneumone , il qual fi fa
vna armatura di fango per venire à com
battere , ma fe'l Cocodrilo dorme , iiu-t
quel té po il Reatino Aio parafilo lo nic-
glia col roftro , con la voce , e con l' ale :
laonde il Cocodrilo,che da quefto vccel-
H H>
IT© DelWMinerx del Mondo
lo riceue quefti auifi,e «li più 1 ìceuc mol -
to piacere, mentre ei li fruga fri i denti ,
e di quelle mondaturefi pafce , li dà fo
gno per non vcciderlo, quado vuol chiu
der la bocca abbacando vn poco la ma-
feefla di fotto, e l'vccello fpedito fe'n vo
la fuori; ma fe l'Ichneumone può intrar-
gli in bocca , mentre dorme gli va nel
ventre, e rodendolo lo ammazza, e fe ne
efce fuori, quando và in terra, ritorna-*
fempre per le medefime pedate: onde chi
lo vuol prender , caua doUe fono effe pe
date , e vi fà vna foffa coprendola di fra-
fche, e d'herba, poi li dà la caccia , e il
Cocódrìlo volendo tornar nel Nilo , ca
de nella fbffa , e così riman prefo, quefto
giace con la ferhina voltando la pancia in
fafo . Il Cocodrilo fà le fue voue, e le co
tta finche nafcono i figliuoli tanto alti
«ella ripa del Nilo , quanto preuede l'ac
qua douer venir groffa,&inalzarfi quel
l'annone' mai falano gl'huomini del pae-
fe tiouando l'oua, le quali cercano per
efler chiari del crefeimento del Nilo per
quell'anno , riconofce il luogo , doue fi
hà prefcritto douer couarc , nati i figli
uoli fobito (ì danno al nuoto , e fono
ofleruati dalla madre: perche quello, che
nuotando prende ò rann, ò lumaca, ò fe-
ftuca , ò alcuna altra cofa fomtgliante , e
da lei prefo, e sbranato, gl'ai tri, chefi
montano fieri , e predatori , fono da lei
caramente accolti. A chi è rato col graf-
l* fé del
&w.Qsot** ii»'
fo del Cocodrilo , gl'altri Cocodrili non
poffono nuotere,. ,.
Nel fiume Hi'dafpe.bora detto Moltan fo
no molti Cocodrili, i quali muouono
folo la mafcelladi fopra , e fono molto
ingordi di carne fctumana , e foli frà gl'aU
tri^n/rnali fempre etefcono , mentre^j
hanno vita. , ,
Boue habitano i conigli , non accade, che
fia acqua per lor bere : perche il coniglio
fopra ogn'altro animale abborifce l'hu-
midità:lono animali timidiflimi.il Coni-
glio mafehio contra la natura di tutti gl'
altri animali diuora i fuoi proprij figli
uoli . Il coniglio è tanto priuo di memo-
fia,che a pena fixicordadelJa fua tana : la
coniglia quando và.alla paftura,ottura la
fila rana , & rrouandola niente moffu >
credendo , che fia fiato il coniglio ma,
fchio , ammazza i figliuoli , & piùxion
vi torna.
IrrDatia fono certe Ifolete, nellequali è gra
'itìolt/tud/nc di Daini, i quali perfeguita-
ti da' cacciatori fuggono ad vn'altra Ito
la , fempre nuotando , taluolta vn gior
no intiero , i quali fi tagliano co' proprij
denti la pelle, e con lofiarui fi dentro u
gonfiano per refi fiere meglio al nuoto.
I Mori cacciano l'inuerno certi animali
detti Danti, i quali fono molto fintili a
bui; ma con le corna affai delicate e cuo
ia pregiati da Mori per la lor fortezza ,
mafono quefii animali cosi veloci, che
H a dira-
173. la TAmtrn del Intoni»
di rado s'arriuano.fc non nella fahia,per-
c foche all'hora loro fi rompono 1' vngie ,
e non durano al corfo innanzi loro ca-
ualli barbari.
Nell'lfole Gorgone fon donne veloci,comc
vecelli, tanto pelofe, flcafprc , cheèvn
miracolo il vederle ; appreffo il fonte di
Gange fono feminc , che di cinque anni
impregnanò,ma oltra gl'otto nò viuono .
L« Donole nome , che habitano le noftr*
cafe , ogni dì ti almutano i figliuoli , s^.j
mutano ftanza , e feguftano le ferpi , e t
topi, e gl'vccidono, e ùmilmente vecido*
no il Bafilifco : ma prima mangiano ruta
per efler armate centra il veleno:moren-
do però anch'effe nella battaglia per il
£ran puzzo : lo ftcrco delle donole , delle
foine , di martori , degl'armelini, delle
marmotte , del furretto , chiamato vhie-
ra , hanno alquanto odore di mufehio:
e perche ne! mutar ftanza molte volto
prendono i figliuoli in bocca, molti in*
tannati credono , the partorifcono per la
occa , chi s'incontra in lei , è. di mal au
gurio, e bifogna lafciare ogni dìfegno .
I Dromedarij fono animali , che ca minano
aj.ò 30. leghe frà il giorno, e la noite, e-,
non mangiano più, che vna quarta di fa
rina al dì , & bcono ogni 15. giorni vna
volta . A Guaden fi trouano alcuni ani
mali detti Dubbi molto Umiliai lupo , i
quali folo fi palcono di cadaucri humani,
cauandoui delle lor pofTeflioai , douc i
Mao-
libro Quarto . 175
Maomettani fi fèpeUcono,quali(non fo
no molti anni ) fono paftati in grecii all'
odor pur de' cadaueri, fepelendofi i Tur
thi come i Mori ne, giardini. A Smalan'
dia fona di quelle Mere dette Elande,a'oc
Alci , l'vngia deftra delle quali , è ottimo
rimedio contra il granchio, e mal caduco
pigliandoli viue, e portandoli, che tocchi
la carne . E vna fiera detta Gulone infa
tiabilenel mangiare,quefto animale fear-
ta , e purga il ventre ftringendolo trà gl'-
alber i , e corre fubito a mangiare , q uefta
ha bellilTìjna pelle, e chi la porta, diuenta
quali limile au efla beftia.
Gl'Elefanti no, mai fi congiungono alle Ge
mine in publico : le femine loro fono di
più fredda compleilìone , e di più breue
vita,p/ù paurofe , e più foggette alPinfir-
mità,non fono d'animo così pronte, e d'
ingegno così acuto , comeimafehi. La
più eccellente delle femine tra eflì,che fu
feconda , e più s'auuicini alla natura de,
maichi,partorifce appretto le vie,doue sì
nò prattieare,ne approffimarfi beftie cru.
deli , che viuano di carne . Il mafehio è il
più nobile poi tra loro, che nella dil pofi-
tione del corpo ferua il mediocre.nc gra.
de, ne picciolo , ne graffo , ne magro , ne
molle,ne afpro,ne caIdo,nc freddojintan-
to che eccede in quelle , ò deelini in que-
fto, e così ne gl'habiti dell'animo, e nelle
dotijchc la natura lidà,fiaiemperato,non
fia troppo ardiio,ò troppo tìmido,no effe.
H 3 mi-
J74 Beila Minerà del Mondo
mmato, ne intrattabile , non fia fenzx
appettito , ne diuenga per fouerchfo de
fiderio furiofo, e cosi in tutte l'altre .
Si che:hóniai poflìamo conchiuderè v ec-
cetto l'huomo, l'Elefante cfler di tutti
gl'altri animali nobiliflimo , e perfe't-
tiffimo : L'Elefante ( come vogliono al
cuni ) hà le giunture nelle ginocchia-.- ,
come gli altri animali quadrupedi, &al
montami fopra fi inginocchia, quando fi
cattale», perche hà poca coda, fi ripara
dalle mofche a quefto modo, fapendo
hauer la pelle piana di graticolate feffu-
re, ftringe le mofche «nicchiandoli tri
quelle, e così le ammazza; egli adopera
vn dente per mangiare cauando le cofe
,. neceffarie , e l'altro ferba per combarre-
re . Non fi trotta huomo , che Zìa così
- buon corridore , che gl'Elefanti non àr-
uiuano , anchor che carninano di lor paf-
fo, percioche la lunghezza de'paffi loro
auanza di gran lunga la velocità de' paflì
de gl'huomini , e non fi troua così grbflb
albero , che non rompano col nafo loro .
Quando fono prefi,fi domefticano, dado
loro a bere il fucco dell'orzo, fi doméftì-
cano anchora con le baronate , e con la
fame,tenendofi frà i domeftici, e piccioli
s'adomefticanocon le piaceoolezze.Ma-
rauigliofa e la intelligenza loro, ma veg-
giono pedata humana , inanzi che l'huo-
mo,temono di fubito infidio,fi fermano,
Guardano intorno, foffianOjS' accendono,
il pri-
i' libro Quarto . A r^j
il primo che'l vede , auifa quello, the lo
/ègue, e quello l'altro , fin che peru iene
alì'vltimo , e circonda runa la fquadre, li
ordma, come s'hauefle à combattere con
l'huomo nemico . Di gran prudentia fo
no gl'Elefanti , caminando , fe qtiakfce
giouanetto comprendono fianco , 'lo
mandano inanzi,& effi vanno à paflfì pKi
lenti, vanno fempre rà frotta , & il mag
gior di tempo è lor guida,e duce,appfof-
fo lui , l'altro che lo feconda d'etade i Al
paflar de' fiumi mandano i minori man
zi, acciocheper il grati pefo ioro,fepré-
cedeffero.non atterafferocosì il letto del
filmicene i più piccioli pananti dopò lo
ro non affoganeroi L'EI efante fugge dal
lo fttidor del porco , & hi paura grande:
hanno tanto paura del fuoco,che ipa&eiu
tati da quello , non fi poffono richiamar
dalla fuga: hi pàwa del rumore ,chc_>
fanno le ruote del carro, del canto del
gallo,ò del veder la Aia erefla . L'Elefan
te in colera, è furiofo diuenta manfueto,
e depone la colera, rifguardando il mon
tone, hà paura della voce de' porceJetti ,
the lattano , e le galline , Se i polcini noi
temono, e pigliano àginoco quellafua
gtandezza,e ferocità, nondimeno hanno
paura, e temono l'ombra del nibbiovW-
dendo andare veftiroalcuno di lucfctwve
chiaro colore diuien furiofo . I Draghi
fpiano, che gl' Elefanti vadano alla.*,
faflura , «montano fopra gl'alberi i e.
H 4 quan-
1 76 Della Minerà del Mondo
quando vengono,si lanciano loro adosso:
conosce l'Elefante , che non può resistere
à i legami , e nodi di quelli ; perche sono
di smisurata lunghezza,e cosi vâ per luo
ghi» doue lo polla.cttingere , e frega n-
dosi à gl'alberi afsossi , intende q nesso il
drago » e (ubito gli s'auuoglie alle gain-
be , accioche non poifa andare . L'Eie
fante scioglie quello con la mano » cioè
proboscide , ma'! drago gli si caccia nelle
narici del capo , & in vu tratto impedi
sce l'alito» c lacera quelle pani più molli:
spesse volte incontrandoli insieme» il ser
pente gli si getta á gl'occhi, ecosìl'ac-
cicca, onde si more di fame. Sono alcu
ni» ohe dicono» che l'Elefante è fredisf
umo » e per esser i serpenti di sangue cai-
dissimo sono dacisi molto desiderari' : il
perche ne' siami sott'acqua si nascondo
no i serpi » equando gl'Elefanti vengono
à bere» legano loro la mano » e il getta
no all'orecchie i perche questo è il luo
go, che l'Elefante non può toccar con
la mano : sono si grandi, che loro fuggo
no tutto il sangue , e così l'Elefante mo-
te : ma nel motire cade adolìo al drago, e
così ammazza anchor lui , e del sangue
d'ambi due si fà il cinabro . Questo ani
male si mostra placato » quando dall'-
huomo riceue il ramo verde . Gl'Elefan
ti, che non sanno nuotare»caminano vo
lontieri per le riuc de i siumi,e per liti,co
si godendo almeno con gl'occhi quel di
letto ,
libro Quarto. 177
ietto, che elfi prendono , credendo d'ef-
fere nell'acque , poiche altrimentc non—,
poffono : Gl'Elefanti hanno l'imelligen-
tia del parlar natio della patria loro : fi
crede anchora, che intendano. Sparlare
alieno : perche quando altri gif vogliono
far pn ffare il mare , non vogliono in tra re
■nnauc , fe prima il condu cuore, ò il re-
gitore della naue con facramento non.*
promette di ritorna rlo,onde lo leua.Sen-
do trafportati à Pozzuolo , e facendoli
forza vfeire fpàtientari dallo fpat/o gran
de del ponte fino à terra ferma andarono
àritroiò, per ingannare la ftima deila_*
lunghezza . Sono gl'Elefanti molto di-
fciplineuofi. Sendo vno di tardo ingegno
ad apprender quelle co/è, cheglilmo-
firauano , ca/ti'garo più volte, fu trouato
di notte effercitarfi circa effe. Lcggelì d'
alcuno , che hà imparato lettere Greche,
& ih fifa lingua hauer fcritto , io ftefiò
ho fcritto quefte, & ho dicato le Ipoghe
teltiche . Di lanciare l'armi , quando l'a
lia è tranquila, e farei giuochi de' già-
diarori, ecofa vulgare. Facendo Pom
pco magno combattere, & hauendo per
duto ogni fperanza di poter fuggire,s'in-
genocchiorono per mouere a compaffio-
ne il popolo fiipplicando con moftra mi-
ferabile , e con certa fpitie di lamento, ii
the tanto cómoffe il popolo, chefcorda-
tofi dell'Imperatore , e della fua magnifi.
tcntia, piangendo fi partì pregando Dio,
G ^ che
178 LtiWniràiWMmèo
che deffe taf pene à Pompco', quali poi
forferfe . Non cónofcono adulterio , ne
per le femine guerreggiano mai tra loro,
come fi fuol fare trà gl'altri,e maffime trà
gl'kuomini , fono foggetti molto allt_j
amorofe paflìoni gl'Elefanti anchora •
Vno amò nell'Egitto vna che vendeua le
ghirlanderte: vn'altro arfe grandemente
d'vn giouanetto nell'efferato di Tholo-
mco , e vn'altro vna fanciulla profumie
ra . Gl'indicij manifefti dello amore era
no l'allegrarli della prefentia di lei , le
carezze , i vezzi, el gittarle nel feno quei
denari, che'l popolo gli daua , adorano il
Joro Rè, gli s'inchinano con le ginoc
chia , gli porgono le corone, hanno me-
mOfia,e fi ricordano del nome IorO.-rian-
ho notitia della religione , rinerifcono le
Stelle, il Sole, la Luna. Ne.f pafehi della
Mauritania al fiume Amilo, ad ogni Lu
na noua vanno gl'Elefanti à purificarfi
(biennemente, e bagnar fi in acqua, e fa-
lutatala Luna , ritornano nelle f'elue. Se
fi fente amalato fi raccomanda a Dio ,
(cagliando herbe verfo il Cielo,quafi che
con quel mezo vi voglia far giungerei
fuoi preghi , e fuoi facrificij ; l'Elefante ,
cornee caduto, non fi può piùleuarejma
la natura gl' infegna à gridare , e così al
grido vanno gl'altri Elefanti1; e gridano
anchor loro , e gli dannammo , & il più
picciolo Elefante gli mette la fua pro-
fcòitiae- foiro, e l'aiuta , e gli altri gli
dm-
dann'anìmo , ecosì fi leua . Seyierl pre-v
io in qualche bucca, che cosi fi fanno ,
da chi li vuol prepd$rc, copert* di vi
mini, & altre cóle,,gl'altri Elefanti li
portano nella bucca alberi , pietre , e ter.
ra, tanto che atterrano la bucca , e l'Eie—,
fante viendi fopra, e fi libera. La ele
menza è negl'Elefanti, fé incontrano
buomofolo ne luoghi folinghi , fmarito
fuor di ftrada, elementi, epiaccuoligtf
dimofirano il camino, e lo diffondono
dall'altre fiere minori,; tanta è la elemen
za loro, che felcm'accQiifepaffarctra'l
gregge d'animali innocenti, e piccioli ,
co mano gli rimo non fuori.di via, accio-r
che non fieno calpeftati da ip/edi loro , e
mai non n»ocerio,fe non prouoea ti,van
no fempreinfieme, encomaifoli : non
nuoce all'huomo, fe non fi gli dà im paz-
zo,e ie pur gli nuoce,io piglia a trauerfo
col Aio lungo nafo, ecosì il getta insù
all'aria vna grande arcatala onde muore
l'huomo affogato dall'aria,prima che ca
da in terra, fe l'huomo.s'intótra nel Dra
go, e vi abbatta l'Ekfarite,ci piglia la dif->
fefa per l'huomo coiuEa'l Dingo, e cosi
gli faina la vita . La giu&iua è negli Eie*
fantireffendo incrudeluo Becco. Rè con»
tra trenta huomini gli fece ligare attron
chi, e poire inanti a trenta Elefanti, e da
altri intrigati mai octftVolCerQlsger mir
niftri effecutori, dell'altrui crudeltate .
Gl'Elefanti j come fono &raifi> fi. ridneo-
G 6 no in
i8o DetUMinera del Monda
no in luoghi difabitati perche veggono ,
fe fodero cacciati , non effer faabili a fug
gire : effendo affaliti da i cacciatori , e ra
pendo effer perfeguitati per loro denti li
batterio in vn albero,e gli fi cattano, e gli
lafciano in terra , e fi fuggono , e quefto
fanno per campar la vita:nella guerra fa.
no prudenti , giudi, e pietofi. Circondati
dalla caualleria togliono in mezo gl'in
fermi, gli fianchi, e feriti,à vicenda com
mandano, e fcruono Sono vaghi di glo
ria, di fama,e d'honor, che per acquietar
lo, non fparmiano fatica alcuna; fe ben vi
andaffe la vita. Amano gl'ornaméti. An-
tiocho,tentando il guado del fiume,Aia-
ce, ch'era capo de gl'Elefàti ricusò di più
fare, fubito fi grido , che à quello fi daria
il primo luogho, che varcane. Patrecolo
Elefante paflbllo,& hebbe in premio bel-
liflìmi ornamenti d'argento , di cai fi di
lettano incredibilraente,& il principato ;
onde quello,chefù notato, vergognando
di fe fteffo propoiè la morte di fame ai-
infamia , temendo della vergogna il vin
to fugge la voce del vincitore , e lo l'eroe
porgendoli la terra , e l'berbe .
Il Furetcò Viuerra, è quafi inimico di tut
ti gli animali, quefto è grande , corno
vno fcoiatolo.
I Gatti fon amiciflìmi della valeriana mi'
nore, e tanto fi dilettano d'effa, che ven
gono al Aio odore molto di lontano ,
e la mangiano con gran diletto, e fuggon
, n- v fem-
Libro Quarto . 181
/émpre l'afpetto de' buoni odori, i Gatti,
e i cani quando fi femono il ventre gra
ne , ricorrono a purgarfi col mangiar l-
herba bagnata dalla rugiada , come fa l-
huoroo al tempo dell'vua matura.
I Giri nudrifcono i padri vecchi con,mara-
uigliofa pietà, la vecchiaia , fi caccia da
loro col dormir del verno: pcrcioche_j
dormono tutto il verno , & à primauera
diuentano giouani : il ebe fa anco la Do-
nola : i Giri non lardano entrar nelle lor
fchiere , Giri foreftieri, e combattono
con effi infin'alla morte.
La Hiena varia , e mutai colori , in molti
modi , ne gl'occhi nelle cui pupile è vna
pietra, chiamata hieno , è di fi fatta v in ù
chepofta Cotto la lingua d'alcun'homo fà
1>red;r le cofe future . Se s'accompagna
a pelle della hiena con quella del P irdo,
quella del Pardo gettai pelli: manon.,
già quella della Hiena. Quando foffi af
faitato dalla hiena , auuertinonafialtar
lei dalla mandtftra: perche diuentarefti
attratto, e non ti potrefti aiutare: ma an
dandole tu dalla parte finiftra,facil mente
l'ammazzerai . Se vno fi metterà indoffo
lapelledtlla Hiena,nonfarà mai,neoffe-
fo , ne prefo , ancorche fia nel mezzo de
fuoi nimicala Hiena mirando fino l'Imo
mo per occulta proprietà,che dà ne gl'oc
chi l'adormenta, e lo fa diuenir così atto-
nito,che non può mouerfi:fc la hiena cir
conda, va'animale tré volte,ei non fi p^uò
„-pÌU M
1 82 Della Minerà del Mùnto
più mouere , & ha virtù , con la quale ti
ra à fe gl'huomini alienati dalla mente , e
quando fugge il cacciatore fi torce sù la
deftra , accìochc occupi le veftigle dell'—
huorao : il che fe può far, l'huomo efce dì
fe , ò cade da cauallo 5 ma fe fi volta alla
finiftra é fegno , che manca , e preflo na
{>refa . Vno de' denti maggiori dell'hiena
egato con lino , e portato adoffo lena Ie
Eaure noturne , e delle ombre ; legato al
raccio dell'homo fi i fuoi colpi ineuita-
bili , e certi . Pr.ohibifcono la grandine , e
parimente ì fulmini la pelle della Hiena >
del Cocodrilo , e dello H ippopotamo, e
del Vitel marino . Coperti i cani dell -
1' ombra della hiena diuemano fubi'to
mutoli , e non poffono abbaiare , ne pof.
fono mordere i cani quelli, che hanno la
lingua della Hienaf fceo, La Hiena fi traf
ittura d'anno in anno di femina in mat
erno, e di mafchio in femina, caua ì mor
ti delle fepolture , e gli mangia , contrafà
la voce humana,per ingannar l'huomo, e
diuorarlo, e così le cimature, alla Aia vo
ce (là quetoognianirhale,e l'animai toco
dalla fua ombra refta imobile.Se la Hiena
/guarda i'hdomo , ò il cane dormire, Men
de il corpo fuo lungo a quel dell'huomo ,
ò del cane, e fe ella loauanza di lungbez.
za , fa freneticar colui che dorme , e per
che non fi difenda, li mangia le mani: ma
fe è minor di lunghewea , fi mette in fu
sa , e và via.
Libro Quarte, 18)
Io H/ppopotamo è di tanta aftutìa,che en
trando ne' campi delle biade alla paftura,
v'entra all'indietro per parereche fia ve
nuto fuori,pernon tfferui prefo, quando
fi l'ente carico, e troppo ripieno entra ne'
canneti , doueritrouano alcun tronco di
canna già fiata tagliata , vi frega fop ra la
vena , finche fi caua fangue , iafeiandone
venir fuori tanto quanto pare à lui , ehe
gli bafti, e poi ferra la piaga con bolletta ,
ò fango . Sotterandoalcun'in vna fofla.j
de i fuoi campi , ò cafa la pelle deli' Hip-
popotamo, ilqualnafcenel;Nilo, mai
non vi darà faetta . o ,. .
L'Hiftrice , quando gli fi apprefentano ica-
ni, auen,ta loro lcfpine , e così ferifce chi
glifi appYefla , errarli il verno nafcofo
nel/e fue caue , come fanno gi'Oi fi , & è
abondante, & armata di fpine, come il
riccio, ma può col gonfiarti lanciarle da
fe, conera chi'l perfegue , come dardi ;-ò
farne vendetta. .. . .-.vjot
I Corpi fiumani amazzati dal fulmine mai
non fi putrefano, fi poffono feccare,e fai-
uare , che.durano quanto fi vogliono.
Curanficpn faliiaa le volatiche, che ven
gono a i fanciulli fregandoui fufo con v'n
dito, fin che vi penerri ben détroioltra di
tiò è la faliuatotalmcntècpruraria a* rur
ti gj'animali velcnofii^ che vceidonogl'-
huomini :; percioche /potata a digitino
fcpra glj feoepioni glt'anirnazza, è limili
rntnte in bocca delle ferpi lpuràta fa; il
medefiioo : il perche feniprc lìcoftuma
1S4 La Minerà del Mondo
di metterla in sù i morfi, & in sù le peri
ture de' velenofi animali, fubito die of
fendono gl'huomini, l'orina dell'huomo
beuendo ciafeuno della fua vale a i morfi
delle vipere , e de mortiferi veleni, 8c a
ì principij delle hidropifie .
Mangiata le Panthere, la carne, doue_.j
ftà l'Aconito , fi liberano dalla morteci
mangiando dello Aerco humano.In Afri
ca erano i popoli Pfilli, che non fi troua-
ua veleno fi crudele,e mortale de ferpen-
ti,che con l'odore loro non l'ammazzaf-
fero , e così eflì haueuano per coftume,
quando loro nafceuano figliuoli, di met
terli auanti à i veleno fi ferpi,che ritronar
poteffeio , folamente per prouare , fe le
mogli loro fuffero fiate pudiche: perc/o-
ehe non fuggiuano i ferpenti da quelli ,
che erano nati di adulterio de' forefticri.
Nell'Elefpor.to intorno à Pario era vna.
forte d'huomini detti Ophiogeni, i quili
toccando fanauano i morfi de' ferpentwe
mettendoui fopra la mano,ne cauauan il
veleno. Nella Città di Roma era vna fa
migliarla quale era ficura dal fuoco, e fià-
do in effononfi abbruggiaua; Quegl'-
huomini , che nafcono in Tentìro Ilòta
del Nilo detti Tentiri danno tanto terro
re à Cocodrili, chemon che eglino, ma la
voce loro li fa fuggire , li caualcano , e li
fanno caulinare,© correre così per terra,
esme per il fiume Nilo: fi trouano cer
ti popoli, iqualimettono le pàtine per il
corpo,
librt Quarto . 1 8f
corpo , come fanno gl'vccelli , e non vl-
uono d'alcun cibo, ma fi nodrifcono fel
lamente d'odore, riceuendo pel naia l'o
dore > cheefce da certi foaufffimi fiori , «
fubi to che setono odor malu3gio,fi muo.
iono,& habitano preffo il Gange. I popo
li de Neruuij fi mutano,a certi répi ordi-
nati,in Lupi, dopò paffete quel fpatio ri
tornano di nuouo nella forma di prima.
L'Ichneumone volendo combattere cc'l
Cocodrilo col fango s'ifmalta la perfona,
come fà va foldato , quando fi arma per
andari combattere, e volendo combat
ter co'l ferpe , chiama prima rutti della
Aia fpetic.
Nell'Indie Occidentali è vna beftia mon-
ftruofa, chiamata Lamia, la q Listi ha i pie
di dì cauaiio , Se il reflo di forma fiuma
na j tanto crudele, & inhumana , c!k.j
sbrana , & ammazza i propri) figli .
Il Leocorno è così feroce animale Tebe non
fi può prender da gli lmomini,fe non con
vna fanciulla vergine , perciocrre il Leo-
corno veggendola, và a lei, l'adora, efeè
vergine le fi adormenta in grembo , tan
to ama la verginità , e cosi ella gli pone
vna corda al collo , vengono i cacciato
ri , e lo prendono à quelito modo . Il Aio
corno pofto nell' acqua , ò nel vino (cac
cia tutte le cofe venenofe , Se à toccarli
ammazza i ranocchi , e fc ne fà vna fco-
della,vi fi può bere deliramente il veleno:
perche non nuoce: e pofto fopra le menfe
Alda,
•se ueu* minera del mondo
suda, quando sente la presenza del*oseo ;
€ questo animale conoscendo la sria vir-,
tùcjuando vuol bere in qualche acqua,
Ja rimescola , e purga prima col corno;
anzi gl'altri animali tacitamente inten
dendo la virtù di questo giunto sù le son
tane, doue vogliono bere , e vegge»doui
il Leocorno non honorando lui; ma pro-
uedendo à fé stessi aspettai.^ , ch'egli sia
il primo à trarsi la sete . Quest'animale è
nimico capital dell'Elesante , egli non si
parte mai dal nemico , ne dal combatti
mento, se non vince, ò vi muore •
Alcuni dicono , che la Leonza non partori
sce più di vna volta » altri dicono, cht_j
partorisce più volte , ma in questo modo
la prima volta partorisce cinque Lionci-
ni , dopò in ciascuno anno ne fà vno me
no tanto, che da vno in poi sono sterili i
Gittandosi qualche cosa su'l capo al Leo
ne, che gli copra gl'occhi» fèrma» està
come insensato , & si può ammazzare L
Nella Proulncia Gregicè sono Leoni as
fai , e gl'huomini volendo ammazzarli
vanno scalci vestiti di canouazza, con vn
fascio di stracci adosso , & vu col tello da
schena in mano a luoghi doue habitano i
Leoni , e venendo essi verso gl'huomini ,
li mettono quelle straccie auanti , Se i
ieoni le prendono,e credono hauer huo-
uiini , & essi gli feriscono nelle coste , Se
il Leone è vii bestia , come è serito , efì
tocca la piaga al Leone , subito muore, e
.il! così
''. libro Qùáttft . 187
«rosi sono vccisi : il Leone volendo far
pfeda và in luogo alto , & continente , e
mira oue sono le siere, e da quella patta
oue sono i fa vn gran mngito , le siere v-
dendolo restano di paura stupide , & egli
discendendo al baiso , prende quelle , che
gli piace . Il Leone, il lupo ceruicro si di
famano tanto , che non si può mescolare
il lor sangue insieme .
uando il Leone calpestra le soglie dell' e)«
'ce, ò passandoui sopra perde la sorza, & i
sènsi : vedendo battere il cane , teme , Se
ha paura , al Leone è propria cosa hauer
lasebre, e se di quella guarisce, non più
Leone, ma capra , ò pecora parrebbe^ ,
nasce con gli occhi aperti , dorme poco :
perche è di pochissimo sonno, e da questo
si comprende; che mentre dorme , mena
sempre Iacoda,mangia vn giorno sì, e l'
altro nò , e se è ripieno, stà tre, ò quattro
giorni senza mangiare , e si cnua il cibo
con l'mgk fuor dèlia bocca'. Come non
batte la coda , non è in colera .-Ma tome
la batte, è in colera grande, i giri delle^»
ruote , il cantar de' galli , le lòr creste , 3c
il fuoco gli fanno grandissima paura: égli
tra tutte l'altre siere è misericordioso , e
ch'il prega s non ossende chi si getta iiu,
terra , quando è serito d'alcuno nota, chi
l'hà serito , e non attende ad altri , se non
a chi l'hà osseso,e chi lancia ài leone qual
che arma , e non lo serisca , se lo puo ha
ltere , lo getta à terra , e non li fà altro
male:
1 98 Dttta Wntra del Mondo
«naie: egli nafte vn pezzo di carne, t»
ine morto, evieh rifueglìnto col rug/r<
della madre: non dà noia .ill'huomo, fi
non è moleftato Ha brandii lima fame;do
ucillconefàc?rch:'oconla coda , niur
animale ardifce entrare , e parlare que
fegno, occulta come camina le vngie, t
con la coda guafta le Aie pedate, nccioch*
nò fiano cono/cinte da i cacciatori.edor.
me con gl'occhi aperti: ma fon molti,cb<
credono , che il lcone non dorma mai , £
quando veggia, gli tien chinfi . S'vn cat
ciatore fi getta per terra , il lcone non io
tocca,ne ancho nelle veftimenta.I lconti
ni pungono con l'vngie il ventre della.j
madre per vfcirne fuori, quando hà la fe-
tre , diuorato , ch'egli hà la fimia fubite
guarifce. Quando il lcone hà la Ieanz«_j
grauida,non folamente piglia animali pei
il fuo cibo, e di lei, ma anchora la notte,
& il giorno le va d'intorno per guardai
da' pericoli: il lcone magnanimo prima
va centra gli huomini,che contra le doni
ne , prima contra il grande , che contra il
picciolo, e quando é affamato , è in cole
ra, ma come è pafeiuto torna quieto. Si-
pre camina co" piedi Gretti , ò rinchmfi
come fe dentro à vna guaina l'vngie por
taflè, e ciò parte per non ifpuntarìe, p?r
tepernondareoccafionc a chi lo cacti
di ritrouarlo,e con difficoltà fi può vede
re vn minimo fegno d'vn'vngia , i Leon
vecchi menano i leoni giouani a far pre,
da,
Ubr« Quarto. (tf
da , e quando non poffono più andare^.>
alianti gli la/ciano , ma fatta la preda con
il mugito fanno faper doue fono , e coi)
andar ini i lconi vecchi in compagnia de*
giouani dolcemente dinotano la preda .
L'offa de' lconi infieme percoffe fanno
fuoco. Il leone fi doma con le faci arden
ti , perche le tenie molto . Il lcone hi la
virtù della fortezza , perche non affala
mai all'improuifo, ma innanzi, che affal-
u fu ciò.che effer fi voglia, mette mugiti,
e con quello da àuifo di voler affaltare :
bà coftumi liberali , e magnanimi; per
ferapre fa parte della Aia preda à gl' altri
animali , & ancora molte volte perdona
al nimico .
Leopardo fi tira dietro al Aio odore ab
quanti animali , particolarmente le fimie
Taghc di efio odore , nafce di lionza , e di
Pardo . Sc'n quattro falti non prende la
fiera , fi vergogna, s'attrifta , guarda in*#
giù, e non vuol più feguirle .
i Lepre hi tanti anni , quante fono cauer-
ne del corpo per le quali ella manda lc_>
purgature del ventre , e ciafeuno può ba
tter l' vno , e l'altro feffo , e può generare
fenz'il mafchio,e fempre ch'alleua i figli
uoli, ò altri ne ha in corpo co i peli , altri
fenza peli,e altroche fi comincia à forma*
re,dorme con gl'occhi apertùfe è códotta
inlthaca , che fù patria d' Vliffc fubin»
muore : come ha partorito porta i figli
uoli difgoitf .'va dall'altro; acciochc_^
,"."",,- fe*
i po Delia Minera dd Monda
seicaccfatori ne rrouano vno , nonrro-
uino l'altro^ parrorisceogni mese intor-
jio.Brileto, Tharme, c Chersonesso . s le-
- pori hanno due segati , e portaci ìnaltri
íuoghi rimangono con vn solo , si di'cei
chechi ne mat^giastà bejlo per sette gtbr.
ni, come ne fa fcde Martiale. La lepre
femina , quanti o è cacdata da i can í, non
fa altro , che corsegiare intorno ai paese,
doue habita sette, e otto volte per vn íuo-
go senza fetmarsi mai ; il mascfuo fàil
contrario, perche cacciato da i cani , và
alcune volte diecì, e dodeci miglia lona-
no dalla sua tana : poriato il suo sterco
adosso dalle donne , prohibisce V impie-
gnarsi , eportato adosso i'osso del calta-
gno del lepore non lascia sentirc dolpre
di.stomac© : & in Dacia in Amanca son
gran copia de lepri., che mutano il verno
il color grig^o in bianco .
La^LiÇucrociua. è animale , che auanza tutte
lênercdi vejqcità, ella è delia grandezza
dfjViAsino con groppa di ceruo , petto, e
jaiTtijbedi Leone, capo di camello , l'vn-
g(tfidiuise , e con la bocca insino all'orcc-
Sbie aperw , con vnosso continuato ìiij
Iiiogo di denti,quèstaè la forma sua, ella
singe. la voçe humana..
L'jìtínupia produce ('animal detto Litao-

èj^lqí^ne|ia çer{uice, egÚ è si íattaineina


viuo, chedicono, çffeiè duiitti i colot
ILupi
Librò guitti . ipl
Lupi vrlanola sera per adunarsi insieme*
e questo lo fanno astutamente , e la lupa »
e i lupi d?vst'anno vrlano con suon pili
chiaro , che i l api attempati » i odiali vrla
no con suon grosso , enoncosi spesso. I
Lupi quando vanno in amore, si raguna-
no molti insieme, ma la lupa , quando vi
in amore, sinalmente si dà in preda al più
sozzo , e laido lupo , che vi sia : trà molti
maschi non fà se non vna semina , e que»
sto ha prouisto la natura, accioche il mò
do non si riempia di simil bestie. Il Lupo
h à gran paura de sassi: perciò quando egli
è ssorzato à caulinare per luoghi sassosi »
và sempre adaggio,e quasi dubbioso: per
che essendo serito, ò percosso da ogni mi
nimo sasso, la serita subito fà i vermi, che
l0 diuorano ; per la quai cosa quando vn
viandante adopera i sassi col Lupo , sem
pre si fugge . Se'l Lupo tocca la Scilla-* >
cioè la cipolla del giglio bianco fugge , e
le volpi per assicurare i sigliuoli da' lupi ,
mettono de le scille à torno il buco delle
tane . Se s'appenderà la coda del Lupo
alla mangiatoia delle vacche , non vi fi
approssimaranno gl'altri lupi, se metterai
11 capo , e la coda del lupo , doue sieno
pecore , si spauentano di maniera, che__j
lasciano star di mangiare, e chiamano col
gridar soccorso . Il lupo non farà alcun.»
danno alle pecore , legandosi al collo di
quella , che camina innanzi all'altre vn_*
capo d'aglio seluatico ; dentro de' rogno
102, La Miners del Monda
ni de' lupi fi generano, e nodrifcono fcr-
penti, l'vno d'vn piede, e l'altro d'vn pal
mo di lunghezza , & altri meno , & in
progreffo di tempo fanno morire i lupi,
e diuentano ferpenti molto velenofi.GI'-
bechi del lupo nTplendono , e lucono la
notte, come candele accefe. Quelli fè. »
fono-prima veduti dall'huomo , perdono
il correre ; ma fe eflì veggiono prima 1'-
huomo, egli perde la voce , e diuien rau
co; il mulo del lupo refifle , e fcazzalc
malie.c per quello fi confica fopra le por
te delle cafe . I caualli c'habbiano adoffo i
maggiori denti del lupo non fi fiancano
mai nel correre. Se l'iiuomo effendo à ca
usìlo feguiterà le pedate del lupo , ilca-
uallo fcoppierà , e calcandole s'adorroen-
ta, egli ftupifcono le gambe. I Lupi, le
Volpi , e le Donnole hanno il membro di
odo , e la loro orina è buona al mal della
pietra . Il lupo hà nella coda vn pelo buo
no alle cofe d'amore,il quale quando non
può più fuggire , fe lo fterpa co' denti , e
io getta via , accióche alcuno non l'hnb-
bia. Si rompono le corde de' lauti, e delle
lire, quando tra effe vna fola fia di budel
la di lupo,e fuoni. Scoppiano tutti i tam
buri, quando vn lòlo mona , che fia fatto
di pelle.dilupo . Facendofi vn mantello
di pelle di lupo'nongli fi auicineranno i
pulti,tarme, & altra forte di animaletti ;
pecche quelli anìmaluci abborifcono la
pelle del lupo come il fuoco , e le t cani (i
u. aui-
Zito Quìrt» . . 10$ '
aurcùrario à quella non mancheranno dì
pifeiaru; (òpra . to Sciria i popoli Neuri ,
ne i tempi della ftaK, fi trasfigurano in.-,
iupi,e pallata la fiate ritornano nella pri-
ìna^jfórma, forto chiamati da gl'antic.hi
lupi rapaci' ; di quà dal Timauo era il fa-
mofo Tempio di Diomede , ne' cui bo-
lelii, ì lupi non diuorauano le pecore, ne
iferpenti mordeuano alcuno . .t
Lupo Ceruierofe à cafo prende da cibar
ti, quantunque habbia fame grandiflìma,
fe fi volta à gridar à qualche banda, fi di
mentica la preda, la lafcia, e (e ne va via ;
vede più che alcun'altro animale : perche
con la vifta paffa i monti, e la mura .
i Scandinauia Ifola è vna beftia detta Ma
chia qual non può piegarli nelle gambe ;
il perche quando dorme s'appoggia à
qualche albero , quefto potato da caccia
tori, il fegano tanto , cheà pena refti in
piedi, & appettano, che la beftia fi ritorni
ad'appoggiare , e così l'albero cade infie-
rne con la beftia,la qual non fi può più Ie
uate , e così la pigliano .
^cU'lfolc Spagnuole fon. Gatti Maimoni
tanto afluti , che ^nnò fioche veggiono
far a gli huomini'^rompooo i pinocchi , e
le noci con i (acquando fi paffa per i.bp-
fchidouecul fono fopra liberi* feaijftz-
zar.o i rami , e li gettano fopra la refta à i
viandanti, e la rompono loro,fe le le lan
tia vp faffo, purche lo poflano hauejre t
il rilanciano con gran maeÓri»:"1 -di«r
I - trb,
1 94 Bett* Minerà dèi Mondo
tro, & alle volte hanno ferito tali',che lo
ro hanno gittato tré , equattro denti di
bocca; fe loc fi tira vna frezza, ò la rifca.
glianoin dietro perferife,ò la fpezzano,
e la ripongono in luogo, donde non la
poffono più hauere .
Il Monoceroteè vn rrroftfocon horribìl
mugito, co corpo di cauallo,piedi di Ele
fante, coda di porco,e capo di cerilo, egli
ha nel mezo della fronte vn fol corno di
mirabil Iplendorc', Jango quattro piedi ,
così aguzzo , eltè cièche gli percuote ,
facilmente trapaflfa , non fi può prender
Viuo .
Il gran Can fi diletta molto di caccia , e tri
l'altvc fiere , ne ha vna chiamata Marm-
cufach, col volto d'vna donzella, il refto,
come di Lcone, e la coda, come di fcor-*
pione, di natura che non offende , fe non
prouocato .
I Montoni, i veri,icapreti,i vitelli fi caftra.
no à- Luna frema, il Montone è di così
piaceuoi natura, che non nuoce ad'alcu-
no,fe vien lafciato in pace,c non vi eflen-
do il paftore , fi fi capo del gregge , e vi
itìanzi,e lo conduce à cafa: giace fu'I lato
finiftro folamente il verno , e la ftaie fu'I
dtfaróì feghandofi lecornaal Montone,
&fièl còito più temperato , e forandogli!!
Jecórne appreffo l'orecchie doue fpiega-
t w yaf5ena'c fl mftl'ga la ferocità d'effo.
jLa Mula e Iterile : perche hà la matrice^
«bhijuariè inule , chehabbiano beuuto
vmo,
Libro J^MWfr. l$f r
vino, non tragono più; abbrucciate l'vn<-
gie delle mule , il forno di quelle caccia i
topi dalle cafr, facendone andar il fumo»
per tutta lacafà|Ja poluere, dotte fi fiaTi-
uoltato . Vna muta' , gittata à-doffo , mi
tiga , e leaia gl'ardori dell'amore .
L'Orige naice in Africa: e perche in quei'
luoghi , è careftia d'acqua , patifce ancor
egli gtandiflìmaferei & arfura : ma pere-
di tal foftanza è pieno di tanto fuccccne
egli hà adoub , che ferue per ottimale de
licata beuanda à i ladri , che vanno à ru
bare in quel paelc: inEigttoè vna fiera
chiamata Orige , la quale all' incontro
della nafcente canicula fi pone , come fe
quella adoraflV, efternurendo la faluta,
& hà i pelli volti all'infufo verfo la tefta
ai contrario di tutti gli altri animali :
adora la ftella nafcente , e dicono eflef la
canicula.
L'Orfa nafte vn pezzo di carne bianca gri
de, come vn topo,ne vi fi conofee altro ,
che gl'occhi,e l'vngie,e la madreco'l lec
care li dà la forma': partorifce in capo di
trenta dì , e per daiiecalore , e vita la fi
ftringe nelle fue braccia , es'adormenta.
per giorni quattordici fenza mangiare, e
lenza bere, e dorme fi fortemente, che
ì' huomo la potrebbe veciderc : dorme
ancho quattro mefi dell'anno continuai
mente . Gli Orfi hanno la tefta molto
debile,laquale ne' lconi è fortiffimajpe-
rò aftretei da qualche violenza volen-
I % doli
ioó , DeUaMnera del Mortilo
doli gettar in giù , da qualche ripa, fi co
prono la tefta con le mani, e fi fcagliano,
e fpeffe volte fi muoiono nell'arena per
la debolezza della tefta , con cui percuo
tono. Quando l'Orfo è ferito,tutto quel
lo , che trema, ò herbe, ò ftecchi, ò fpini ,
ò fafll , ò acqua, ò terra fi pone nella pia
ga per guarire, le qual cofe fempre pili
l'aflfligono: quando é buon tempo,s"attri.
fta,c quando è nnluaggio,G rallegraique-
flofi congiunse con la feraina, ponen
dola con la fchena in giufo, e montando
le fopra la pancia , come fà l'huomo, e la
tiene abbracciata ftrettùlìniamente : e la
femina,come non hà mafchio,fi frega ta
to co' denti la natura, fregando infufo, e
in giufo, che così acqueta la lufluria . Gli
Orfi quado lor fi fccma la vifta, il che i'n-
teruiene fpeflb , vanno à gli feiami dell'
apre così mangiano loro il mele,e i fiato-
ni, accioche fiano feriti nel mulo , e loro
efea fanguc, perche per tal ria a Uegeri-
fcono h. tefta , e ricuperano il vedere ; l'
Orfo quando crede hauer morto l'anr-
male gl'odora l'orecchia, e il nMcvcjooa
reipirando x fé ne va via, e nun «ìi dà più
moleftia: quando è vecchio ij natoti
luogo, doueftaua, e volendo. poi entrare
nello fpcco.doue vuole habitare,da prin
cipio và giù pianiamo, econvnpaffo
leggiero , fermatofi folamente \n punta
-d<? piedi nel fine riuolgendofi con lefp»-
k ipmge giù il corpo, e mandalo nella
r'Jt> ci bue-
Libro Quarta. 197
bucca , e quello fi per non eflcr ritroua*
to. Come e morto, il fuo membro di-
uenta di corno.
Il color delia Pantera diletta à tutti gl'ani
mali , ma poi hanno paura della terribili
tà del fuo capo , ilquale ella afconde , e le
bt'ft/e, che vengono a veder il refto,à tra
dimento fono prefe. La Pantera perfe-
guirata da icani , fi vi fermando per non
moftrar viltà: è macchiata di pìcciolc^.,»
macchie biache,c nere, come piccioli oc-
clìi,&c è amica di tutti gl'animaIi,fuorche
del drago, come hà prefo la viuanda,dor-
me per tré ài , poi fpira fi dolcemente ,
che tutti gl'animali, che fentono quell'o
dore, vanno, doue ella è, fuor che il dra
go, che per paura entra ibtterra: perche
la Pantera inciderebbe . La Pantera te
me ramo la lconza, che incontrandoti in
lei,iì Iafcia vecider fenza far d iffe!a;per' la
maggior parte fono in Ircania.Nell'Ara-
bia felice , nel deferto del Migfu fono
Pantere , le quali fon fegnate di molte
macchie , ma trà l'altre , vna che crefce ,
e cala tome fi la Luna .
In Libia prendono i Pardi, ponendo vino
doue habitano,perche quefti animali tan
to ne bcono, che s'vbbriacano, e poi così
facilmente fono prefi,cacciano,efeguita-
no gl'altri animali di nafcofo di vno , in
vno,nè la/ciato conofcere la loro veloci
tà , accioche gl'animali , the feguitano il
pafto , v'habbiano minore auertenza .
I 3 La
Ip8 Della Minerà del mondo
La pecora thà -manco ceruello d'ogni-altro
animale .qundrupedo.
Nella Città d'Euboa le pceoreinon hanno
iìelc j.c nell'r&aladi Nafo-ne hanno .due :
. la pecora coù-rumor-, che fà-coi piedi , fà
che'l lupo la fente,da4ontano.Ti feguite-
ranno, fe lor chiuderai le orecchie con la
lana: non offendono mai alcuno.anzi fo
no talmente q-uiete per natura,che amaz-
zandole non elidano , ne ftrepitano, ma
muoiono coa-gran manfuetudine. In In
ghilterra non bcono altro, che la ruggia-
da : perche le fontane di quel Regno be
liate Ramazzano. Nel cótorno della Ce-
Jfaloniaie pecore s'ammorzano la fetecol
frefco dell'aria : nel paefe di Calao caual-
cano le pecore, e ne portano loro forame
d'oro, e d'argento à lima .
I Porci fi mondano nel fango, e le galline
nella poluere5 ò nella cenere . Le (trofie
'. fono impatienti à fopportarla fam«, e
perciò màgiano non folaroente i porcelli
delle altrejma iproprij figliuoli.I porcel
li nati facciano le prime pope,e fe per el
fo prcndeffero vn'altia popa la Luciano le
nò è la fua:perche ciafeun conofce la fua,
e fé per cafo ne muore vno , ninno tocta
quella popa anzi fi fecca,e così interuien
. di tutte . I Porci vanno dietro à quelli >
che nella poltiglia hanno dato loro il
ceruello del corbo . Il porco è di tanta_j
memoria , che pofto in vn facco , e por
tato lontano , fe ben non vede lume , si
tornar ,
l&ro Squarto . '. *pp
tornar , doue è ftato tolto : meffo con la
pancia in fufo verfo il Cielo non grida, e
mentre fi pafce , va feraprc auanti, e mai
non fi riuolge a dietro :. nel Perù i porci
hannp,l.'obeìicc,:<bpra la fchena * 'I ifoVl
Sano anchora centi .animaletti grandi , *o-
.mefoine.iricni Quii , invadi elknàoni-
mici de i ferpenti combattono /pelo con
*flì j omiemorfi ricoprono atifoerba'.fer-
pentaria , laqual manicando guarifcono
Aibito. . j :.'. • ,;,

Appreffo il monte Egla fono certi animali


detti Rang''feri,i quali fanno gran rumo
re nel caminare, e fono molto di profitto
.jì quei popoli della felua Landregia : per-i
che olera la carne, e le cuoia ne cauano
malte loro commodità fi delle offa,comc
de'nerui feruédofene come noi del lino .
1l Rinocerote e vn'altro nimico dell'Ele
fante , quello ha vn corno nel nafo , &
hauendoà combattere con l'£lefant<_Jj
aguzza il corno à vna pietra , e con que
llo lo ferifee nella pancia;perehe è il luo
go più tenero dell'Elefante, il qual mo
rendo cerca caderli adoffo , e muoiono
per lo più amendue .
Il Riccio fi volta fopra i pomi , e così gl'in-
filza'ne gli fpini della ichiena, diporta
nelle fue tane , e li conferua per lo viuer
del verno ; il medefimo fa dell'vua , e de
gli altri frutti: quefto, come è raccol
to in fe fleffo , gettatala' l'acqua fopra ,
camina ; conofce il vento , che hi da ve-
,ii I 4 nirc, t
»©o HèlU Minent dtl Mendo
nire, e per^utitohàduc sinestrc ncIla_j
sua tanna; l'vna verso Àustro , e l'altra_j
verso Tramonjana , e serra quella , doue
aspettn il vente .
Nell'Isola fiernuda sono Satiri/ccortdo che
Vcrigono depiati con forma hnmaha ,
conTe garabe caprine » t con le corne in
test»,; .. ';>' '
Gli Scouatoli preueggono i venti, che han •
no à esserc , e così rurano ne' lorcouili
quelta parte i ondedeono venir i venti,
. & tpròno la parte oppofta , si ferùono il
verno delia coda per coperta per esltr
molto velmata . , -
Le Simie fanno due sigliuoli , quello, elie
più amano, corne veggiono i cacciatori,
pigliano in braccio , e fuggono; e l'altro ,
che amano manco , si pongono Copra. la
fchiena , r.el fuggire laseiano quello , che
hanno in braccio , che lo si p/glino i cac-
. ciatori,e faluano q uellcche manco ama
no: hanno in odio lc testuginc, e corne la
veggiono, gridano , e fugono: il maschio
delie Simie,c la Simia femina contendo-
no,chi díloto deerenir i sigliuoli in braz-
zo, e vengorioatale, che bisogna partirli
con i legni, e batcerli. In Libia prendono
. le Simie, facendo vista d'vngersi gl'occhi
di mele , e in cambio vi laseiano vischio :
le Simie vogliono far l'isteilò, e così s'in-
uisebiano gliocchi, ilmedesimo fanno
con bolzachinï , e con laçci » che lafeiano
relie scarpe • -r '
Libro Quarti . xox
i Tartari* nella region di Sibìera si troua-
no molti animali , non dissimili delle pe
core, dettiSolach, con le coma dì gran
prezzo,! quali fonodo sonare il tamburo
ballano, Sci Tartari quando vanno alla
cazza , sonano tanto il tamburo, e questi
ballano tanto, che s'imbalordiscono, e
così li prendono.
I Tarapdo è animai di quattro piedi, gran
de come vn bue, & hà il .capo, e le corna
in testa , come vn cerno , e del color del-
l'OrfOiC questo animai per paura muta il
colore,t nascondendosi,si muta nel color
di quella cosa, alla quale egli stà appogia*
to , ò sia bianca ; come il (asso : ò verde ,
come l'berba : ò di qual'altro si voglia-*
colore , e così si salua ; nia in esso è cosa
nuoua, e sola, che nella soltezza di' pelli
si seccia la diuersità de colori di quei, che
difficilmente si perdono . ' ,•
l Tasso dorme sci mesi dell'anno .
5c la Tigre animai così seroce vede fhuo- •
mo , subito trasserisce i sigliuoli in altra
parte , e intorno all'onde Caspe mai non
s'acqueta, sinche nò vede il sangucò Kn-
che non vede successa la morte , doue fe
risce: quando sente il suono de* timpani
sale in tanta rabia,che si sbrana da se stef^
sa . Quelli , che vogliono torre i sigliuoli
della Tigre, aspettano, che ella sia fuor
della tana , e con vna caualla , che hab-
i bia sigliato di poco, prendono i sigliuo
li, e si danno a fuggire, cb.cauaBa
 per
.ì I j l'amor
a ox Della Minerà del Mondo
l'amor del poliedro corre più veloce
mente, venuta la tigre fi mette dietro
all'orme, come il cacciatoi la ferite , po
ne in terra vn de' figliuoli quefta fubiro il
prende, e porta alla tana , poi torna di
nuouo , & elfo ne mette vn'altro, & ella
fà lo nello effetto, le mette anebo fpecebi
nella tana,e per ftrada.accioelie veggfen-
do la tigre la fila imagine creda , qhe fia
vn de' figliuoli, e perda tempo : intanto
ei giunge alla naue da lui à queft'erfetto
ordinata , e fi falua, e à pena alle volte ne
fahiavno , tanto è il veloce correrci
della Tigre.
In America è vn'animale detto Tfoquace,
che fuggendo s'imborfa i figli fotto'l vé
tte in vna borfa, cheapre,e flrineei ma
voglia, e la fuacodagiouaaipartorire.
E numerofo il parto de' Topi v .fecondo
Ariftotile s'ingrauidano per leccate, e
non per coito, & vna femina liiquc
f>a fpetio .partorì cento vinti topi , C_J
vfano ancho il coito, e partorifcono. Al-
•tti dicano,ch'ingraaiidano fenzanaafthio
mangiandafale, e partorifcono le temine
grauidè, nafconodipurrefatione, fono
anch'elfi di queglianimali.nell'indouins-
re efperti: pcrdhe effi preùenrgono fe vna
eafadce rumare , e perciò abbandonate
'le loro proprie ftantie vanno ad habitar
altroue . Fuggono , fe vno ne caftia ^ e fi
lafcia andare , Ie vene del Aio fegato cor-
rifpondono à i di della Luna , e chi lo da-
? I rà
Libro Qttarto . xqg
/ine' fichi a porci, fegkiiterarmojfempre
colui, che l'hatwà datotelo .Nello. Vale
rla fono topi. dell' alpi , che abbaiano à
viandanti, come trà noi i cani. Quando i
topi di montagna vanno alla paftura, par.
-te.dieflì fanno la guardia , fin che fono
cibati i compagni , « roi i compagni fan
no il medefimo . Nell;lfola di Giaro nel
mar di Candia fono topi, il cui morfo è
mortale: quefti rodono, il ferro, e muore
l'albero da queJlitQccho. Il topo ragno fe
paifa fopra la caft^g few ideile ruote de'
carri, fubito fi niuoje, t però gioua mol
to contra i Cuoi imprfi la terra attaccata
alle ruote de carri poflnui fopra . Il topo
d'India è nimico, del Coco<h ilo animai
ferociflìmo , ilquale> comejwede il Coco-
dr/IoalSole, «'imiolta neija poi aere per
noneflervifto ,-c quando il Cocodrilo
tien la bocca aperta pesi Jfcaldarfi al Sole,
gli entra in bocca , & entraine! ventre , e
glielo rode , così l'ammazza , & efcc_,j
fuori per il ventre.
''Toro, quando è vitello, quando è vecifo ,
erinchiu/tQ con qiKilkc.ircoItanze,che in-
%n%nc,gii agricoltori , produce da fe lo
feiame. delle .pecchie , rimedie trouato
per quando fe «je^tctlefle il fenie . li To
ro legato a vn fico faìna tico albero lecco
diutnt^ipiaceuole, e>£doma,& vntegli
le nari con-oglio ro(aio giratoli vna vol
tai rondo cade in terra , viene furiofo
dendo VJQ V€flito di lofio : e fc.gli ipru»-
H 6 ze-
xo4 La Minerà del Mènda
aerai dell'aceto rofato nel nafo li vengtì^
no le vertigini : fe ftringeraMl ginocchio
deftro del Toro con qualche legame , ei
non potrà vfare il coito con la vacca_j ,
ancor ch'ei l'hnbbia prefente, e fi fenta
chiamare con mugftolibidinofo , e la_j
vacca , quando brama il toro , perche_j
non lo brama più di tré hore , ella lo in
ulta al coito con grandinimi mugiti , nel
qual tempo , Ce il toro non viene , la na
tura le fi chiude infino al tempo determi
nato . Il Toro ha ii membro fi caldo , che
congiunto con la vacca fenza monèrfi
manda fuori il feme . Perche quando fi
parte dal luogo naturale , & iftende il
membro in altra parte del corpo , impia
ga la vacca per la fila iftentione tanto ga
gliarda: ma egli è temperatorperche dop-
po la generatione , non fi congiunge più
con la vacca . Il Toro doppo il coito , fe
fi riuoglie alla banda finiftt a, fi crede ha-
ucr generato femina , ma alla deftra , vn
mafehio . Il fuo fangue beuutocaldoc
veleno , e foffoca , chi lo beue .Si rirro-
uano certi buoi a Sufa j queftì adacqua*
no gl'horti del Rè con vna machina , che
fi volge sù, e giù, e lo fanno con certe_j
mifure , che per numero tengono , ogn'
vno di loro cento di quefte portando al
giorno , che niente piu può far loro por
tare , Se effendofi prouato di sforzarli ,
efli conofcendo hauer fatto il loro tlóue-
re , non voglion andar più innanzi .
« o II La
Libre Quatto, tòfi
La Volpe auamì, che pan, vn fiume aggiae*
ciato , afcolta con l'orecchia accottando
al ghiaccio il mormorio dell'acqua , e dà
quel comprende , fe può Scuramente^*
' paffarc, e far ritorno.
Le volpi, le martore, ipuzzoJfy kfofhe,
ledonole, i gatti, e tinnii' non daranno
danno ài poli , mettendo loro Iotto l'alfe
della ruta ialuatica , ò alla porrà doue_.,»
tiVno , ò fpargendoueiìe dentro alla
loto una r oucro fiele di gatto , ò di
volpe, .
InMazouia fono molti animali detti Vn,
maggior che produca l' Europa , fi nitfr av
Tori, con le cuoia nere, con vn feg^o al
la fchena roffo, quelli hanno, non so che
d'honore , fchifando quelli ,>ches'hanno
mischiato con le vacche del la'loro com
pagnia . ... r;;:.:r. ; ,,..
Sono cei ti animaletti detti Znzzos piccio
li , come conigli , i quali hanno lotto ìa_»
pancia, come bo ifeà facchetti, e q uàudo
pàrtorifcono, vi mettono i figliuoli , t_*
con quegli dentro' corrono , e falcano per
gli altieri , fenia die loro cadano , e fono
buoni da mangiare. , 0. ... ri-, J...v--.,...
Nell'Ifola SeandmaCuaè vn'Animalc fimi-
le all'Alce , il quale hi le ginocchia intie-
te , onde fi può piegare , e quando
vuol dormire , s'appoggia à vn'albcro ,
e queltì deh paefe legano l albero ìn_*
modo , che fti>tper cadere , -è l'arimia-
li-'appoggiandouifili per dormite , cadde
con
aoo' Della,Hlincra del Mondo
con effo in terra , ne più fi può Iettare ,. e
così lo pigliano: perche altramente è dif
ficile il poterlo pigtiare ,, per eflere velo-
cifTìmo nel correre .
Nel Regno di Gottua è vn'Ifola.e vn bofco
di fette leghe nel qual fi nodrifcono certi
animali, che hà la pelle di color d'oro ,
molto morbida, come velmo , la forma è
di cane , benche le g^mbe , e le zampe fia
più corte , la pelle è in gran prezzo , lt.,
carne di queftanìmaleè molto delicata ,
ne' banchetti fogliono acconciar loro h
pelle prima per grandezza * Quefti ani
mali qnando fono vecchi , fcneivannoal
mare , vi fi gettano deniro , «fi conuer-
tono in pefce , & fpeffo ne pigliano i pe-
fcatori , che fono ancora mezi animali ,
e mezi pefei , per non eiferfi ancora af
fatto mutati , in quell'altra fpetie, perla
.breuità del tempo, 'm-y i'.m .
Nell'Ifola Tambal,Ifola del mondo nouofi
ritroua vn'animairaolto contrafatto , iW
qual hà il poppo, ilfljufo, eie parti di die
tro, cioè , la coda come di volpe i i piedi
di dietrodi firoia, eqUelii.dinanizi umili
a quei dell'huomo , l'oBecchia hà di noto-
la, e fouoil ventrejià vna pell*fotea in-,
modod'vna tafea . laquale à .fuA polla
apre, e ferra, e dentro yi^porta iuioi fi
gliuoli , ne mai gli làfcM vfeie .,. infmo a
tanto cijrp.er loro riied.ejgmi noti fanno
pafeere, fuor chequando Vogliano pren
der il latfe, e fe per cafo in quel punto da'
cac-
libro Quanto '. 307
cacciatori fofle moleftato ; fubito gli ri
pone nella tafea, e ceni fe ne fuggèV ..
Nella ci tà di Tebeth fono gli animali , che
fanno il mufchfo , come qui le greggeili
nofiri animali limili alle capre, con late-
ita,come di porco,e coi denti r'noria'gtri-
fadi cingiate , 5c il pello molto groiTo , 5
crea il nmfchio in vna poftema, facendoli
ogni mefe nel ventre , crefcendo , e Sce
mando come la Luna , poi vieti colto da
-effa il mufchio .
Nell'Indie occidentali fi troua vn'animale ,
,che ha il pelto di colore , la pelle , 1! mo-
ftacio , la tefta , & il collo di cerno , & è
leggiero, come ceruo, ma l'afnctto, le_.3
fattezze del corpo , & i piedi firn ili al ca
prone; hà due corna riuolte in dietro ,
alquanto cadute , con le punte rirorre ,
-che paiono efier di capra . Quella fiera fà
vna cola di gran marauiglia , tioè , che fe
fi getta d'vrìa torre albaffo, cade fefhprc
fopra le corna fenza farfi male , anzi ri
balza, come pallone da vento nell'aere J
Quefla è quella , che produce la rrnlraco.
lofa pietra Ikzaar nel ventre in vna bor-
fa particolare , la quale è rimedio pottn-
tiffimo ì tutti i veleni, non l-fciaauelc-
nar , poetata dalla parte manca , che toc
chi tacerne, e gli anelenati rilària porta
ta à quel modo.

. . . . !»
so8 DtlU Mincraácl Mondo

De' F'tsct fosti fer Alsabttto. Cap. y.

QVando la semina del pesce pone l'uo-


ua, il maschio la seguita , e col suo se
me bagna l'uoua, e altritrenti non nasce-
rebbono .
L'Asia è vn pesce minuto,generasi d'acqua,
e di pioggia » questo à pena bà veduro il
fuoco , che è coro , vsasi per prouerbio ,
quando si vuoi signisicar vna cosa , che
subito muoia , ò si consuma .
Il pesce Alech nasce, si nodriscce viue d'ac
qua, e suora di quella muore .
L'Amerochita è vn pésce marino chiamato
da Latini Nottola : questa hà gl'occhi^*
pia il capo* il giorno sia sempre serma,
e la notte solamente và à torno, & è cin
to vorace , & ingordo , che non si può
mai (attar di mangiare , ella se troua da
mangiare, mangia tanto, chescopia_*,
e muore .
Le Anguille quando vanno in amore , get
tano dalla bocca certe schiume , lt-quali
attaccate à terra , ò à canne , ò ad alt raj
cosa generano l'altre anguille , viuono
orto anni nell'acqua , fuori viuono sei
giorni , secondo Aristotele non vi è im-
schio,ne semina.Non si prendono nell'ac»
qua chiara.ma nella torbida,e oscura: ve
dendo il popolo muoiono di paura . N«l
Gange sono anguille lunghe 300. piedi .
Ïl pesce Anthia pigliasi in questo modo .
Il
llpifcatoriàfymntidìvà fempre à vna
medefimà lieta con la medefima nauè,
« cori le ftfedèflfhe veftj per il medefirao
fpatio , t getta fempre la medèfima efeà :
perche qualunque cofa ci mutane , da
rebbe fufpetto al pefce; quando quefto ha
farro più voke, vn di quefti pefei Anthiè
aiTìcurato per la confucrudine , viene à
pigliar l'efea il pefeatore lo noradiligen»
temente , accioche poffa riconofcerlo :
perche quefto hi da effer quello, che con,
d uca g l i altri , e non è d ifficile à ricono
fcerlo , veggendofi tanti di auanti folo :
qutfto comincia à menare alcuni , e poi
tutta la greggie , e quei , che Cono prima-
venuti , cominciano ad auezzai fi col pe-
festore, e pigliar l'efea di fuamanò: al-
l'horailpe/catore occultando l'àmofot-
to l'efea , vn per volta fi cautamente ne?
piglia, che gl'altri non fe n'accorgono , e
porge al compagno il nafcofo , & egli
nella Haue il mette tra certe linzuola, ao'
ciò nel guizzare non faccia rumóre , e
fpauento à gl'altri , ma fopra'l tutto fi
Ìjuarda di riópig'iidr la guida:perchèqtìèl-
a fé ne Và in altre greggie , e di poi fimil-
mente leconducc : effendo prefo vn'An-
thia l'altre k l'occorrono à quefto modo ,
drizzano le fpine , e con la lor acutezza
tagliano il filo della fune.Quando i pefea-
tòri prendono l'Anthia con lieta pom
pa lacoronaao, perche dou'ellahabita ,
niim moltro marino vi compare , Se
,:. . j è te-
a r o Dtlla TAmera itllAondo
è tenuta sacra,e sicuramente in quei luo-
ghilihuommi poslòno djmorar tsortol'-
acqua, c í pcsci anchora partoríre scnza
sospetto, haut ndo lei, come per pegno di
questa Iorsicurez&a » del chestpossono
' allegaredúe cagioni , ò perche imostri
marini temonó o.pesio animale., come il
Icpne 5l galle , e l*Eiefante il porcello , ò
perche egli discerne , e nota i luoghí , do
ue non praticano cotai fnostr;, $c iuis'al-
berga . ìlche fà tanto più vQlentieri, pçr-
' che la semìha bà.supreina cura de' parti
suoi , 9cJ) rqaíchiCMSQn solo non gli di-
flurba, ma spesso si mupre , mcnwcli
prende troppo gouerno di loro .
Nel n'unie Aratan si pesca vna sorre di pe-
sci , che tenendosi nelle mani cagiona Ze
bre , e lasciandosi passa subito sidicono
pesci Aratoni. ,..., »
t'Arenga è vn pescc » chcdisola acqua íi
nodrisce. ..
In Nofuegia sù lo scoglio di Monaco sono
* grandissime Balene, fequali pericolano le
i naui i il rimedio è gettar nel mare Casto-
reo distemperato con l'acqua : perche da
questo , come da vn veleno tutte le Baie-
ne in vn tratto spariscono,anco nelle par
ti d'Aquilone si trouano mostri marin >
e tèrrestri di diuerse sorti:ma nell'lslanda
si veggiono Balene grandi, corne monta
gne, le quali assondano le naui , sccol
suono delie trombe non si fì lor paura, ò
non si gettano nel mare certi vasi tondi .
.•,i'.' evo-
Libro -Quarto . ±+i
'e voti, co' quali eUe fidilerano digiiio-
carc. Nel mare dell'India fonoBaleneiii
nouecemo fcflanta piedi lunghe,^ oedlr
Dano quattro giugeridi terra : il giugero
è lungo dugento quaranta piedi, e largo
cento,evinti. La Balena feguita ilpefco-
lino, chiamato gouernator della Balena
digrandezza d'vn Gobio , il- quale la gui
da fuori di tutti i pericolile fenza eflò pe
ricolerebbe, e quantunque ella mina, in.-
giotta ,«.fracaffi ciò , che le fi oppone di
nanzi : pur quefto pefciolino eonofeiuto
riceue in bocca , donne infierne con lui ,
ripofando lui, ripofa ella, meflbfi in viag
gio lui , mertiuifi anch'ella , anzi né tri ,
né notte mai l'abbandona. La Balena, co.
«ic vuol mangiare, vial'opera di coftni,
ilI qua I s'accompagna con altri pdci,e co
si a poco , a poco li guida in boca alla_*
Balenale con bel modo n'efceegIi,ecosì
la Balena ferra la'bocca , Iknangia , e fi
nodrifce: aprendo la bocca, empie tfi.ran-
to odore il tutto , chetarti i pr'fci'fefitì-
uicmano, ond'ella ne piglia, qt-ei, che,j
vuole fin che fi fatela. Nel cctffo di S.La-
zaro fono tante , e fi gran Balene , che Te
non fuflero vecife da vn picciolo vfccello
detto Lanes , che loro entra in bócca- , e
duiora il core , non 'fi potrebbe nauigare
per quei mari,
,'uoua de Barbi fono velenofe, mortifere
alle galline.
I pefce Bui^ino, come s'accorge hauer pre«
fo
aix Della Minerà del Monda
. fo l'amo, rigetta fuori l'interi©ra>e l'amo
inficme, ecosìrùnan Ubero.
Il pefce Calamaio vola ancor fuori dell'ac
qua, e nell'vltinia difperarione tinge l'ac
que, che li fono intorno di color rottò ,
f così fugge dalle mani de' pefeatori..
Il pefce Calom'o hà quefta proprietà , che fc
ne va contra l'acqua con leicaglie aHa.j
bocca rfuolte .
jl pefce Cantaro è della fua femina ù gelofo
amator , che per lei combatte fino alla
morre,& è cagione quefto amore, ch'egli
diuenga fpeffe volte preda de' pefeatori.
Le Cappe marine grandi chiamate di SaiLj
Giacopo ftando aperte per nodrirfi di
qualche cofa, che vada per l'acqua , ò per
goderli la ferenità del Cielo, come la na
tura loro infegna, alcuna volta affalite da
ipefrìper mangiarleu veggendole aper
te, quando dal mouere dell'acqua fento-
no i pefei , fi riferrano fubito fenza alcu
na onefa de' minici ; ma fe per auentun
Siriraa, ch'elle fi chiudano, il pefce haueA
è pofto la tefta dentro , elle attendono
pureà ferrarti per loro ficurezza , e lo
vengono à flringere, e far morire .
Nel golfo di Lepanto fono certe cappe lun
ghe mezo braccio dette alture , nafcono
in poco fondo d'acqua , fono da vn capa
pontute,e dall'altro larghe, col capo poni
turo ftanno fempre fitte in terra infmo >
mezo , e nafcono à quel modo, quefte.J
hanno vn granciolino , che ftà femprej
;;. ria-
Libro Quarto . x 1 3 :.
rinthiufo in effe , e lor porta il viuere ;
quando la cappa vuol cibarti ; perche co*
me hà fame, la cappa s'apre , & effo efee ,
e và a trotnre il cibo ; e come torna , ri
traua d'intorno la cappa,e cosi ella s'apre
& il granciolino vi entra dentro , e le dà
il cibo , che hà trouato . e così la nodrì-
fcc, queftecol tempo fanno duep?rlc,
Mtactee infieme , groffe come vn faggi-
uolo , ma non fono molto buone .
Carabo prefo , eh; ha il polipo , lo tiene
tanto ftretto nelle braccia, che gli dà la
morte , non li valendo punto la malitìa
fuacontra all'afprezza nel nimico , ma
:-gli poi sforzato a viuerc nelle treccie
del polipo ; more anch'egli .
>efcc Caftorco hà quefta proprietà , che
:ffo Colo non mangia dell'altro pefce; on-
ieauuiene , che non fi poffa pigliar con
'efea, quello, come ha afcofo il capo ,
reded'eflere afcofo tutta. . ,,iòi .
efee Cauallo, chenafce nel Nilo, come è
roppo ripieno , va doue fÌ3no fiate ra
llate canne di frefco , e così fi punger
into ne' piedi, che ne fa vfeire il fanguei
il làlafla per quefta ria , e medica la fua
1 firmiti. . i . ,,'
efalo abbattendofi nell'amo tanto fcuo-
; con la fommità della coda l'efea, e la fi
langia, e non la potendo fcuotere foc-
liude la bocca, e così a poco a poco con
fommità delle labra la gode .
rfee Chimusè tanto fauio, che quando
vuol
La M nsradtlMoHáo
Wioi far fomina il mare , la conosce ; co-
siprende vn saslb , e lo porta al fondo del
mare , e gli íÈppnc sopra per non esserc
mosso, c traungliato, e così»stà attaccato,
in sin chedura la borasca.
NeHà Conça si nasconde il Nautilo, ii qua-
leèsimile allaseppa » solamente peris-
cherzare; questaadunque porta ílNau-
tHò, e quando il mare è tranquillo , ríá le
gambe in luogo di rcmi, e quando è quc-
to «ento le muta in modo di vele , il piá-
ceredi questa èdi portare , cdiquello di
reggere__j. •
II pefce Corbo si pasce d'alga, partoriscç^,
cbie volte all'anno ; hà questa proprierà,
che ne.l marc, è di colore giallo , enegli
stagni, èûi coior nero .
I Damcri Tnarinijche lòno vna sorte diCon-
chiglie, ò nicchi chiamati dalla similita-
djnedell'vngnie delie dita , rispleniono
nelle tenèbre , . rilucono nella bncca , de
ckili mangianelle vesti , Sc in terra per
lcTgocciole, che da eslì cadono, di manie
ra. » che quello splendore è più tosto ne!
íucco, che nellacarnedi queíto animale.
II Dfelsino anriuede le sortune del mare,co
me vede, che è grandisllma somina,s'au-
ooglie d'intornoall'Ancore delie naui i
rìcciocbe stía serme ; e questo perche li
coftfcrai lâinnue ,. çnempera* À lui non
èimai leeiroiïauer riposodâl moto-: pef
che ogni fìa ta-, die vicnc ailal ito dal ici
^ n*c#&f giu(o il' coi po rouerlio nei I a i
caiù
Libro Quarto ". trf
miti dell'Onde infin'al fondo della fua al
tezza, tratto giù à piombo del mare, noti
più, fe non quanto percuote nel fondo, e
fi fente toccar terra:perche all'ora caccia-
to il formo, e meffo fuori vn fuo ruflb, da
capo ritorna in sù d'onde poi vn' altra-*
volta fi cala in giù , così con la perfont
diftefacompoftofi vn mirabil mtfnimea-
to dèi ripofarc : Fanno i figliuoli , e li no»
drifcono di latte , li portano con loro , Se
alle volte li mettono fuora : perche Ga-
aezz-fno a nuotare, e come veggono, che
hanno qualche pericoIo,fuhjto gli fi met
tono in corpo, e li faluano. Altri dicono,
che li portano in vna borfa , c'hannoda-
uanti , laqual'aprono, e ferrano , quando
li piace,eùendo prefo considerando bauec
datonella ragna patientemente fi ftà,t_j
punto non fi conturba , anzi gode , che-*
vede in così larga abondantia di pefei
fpIendidamente poter trionfare , fenza
che corra lor dentro . Dopò che è attiua
to al lito, fquarciata, e rotta, che ha la re
fe, da capo fe ne và nel mare: Chi ha ma
giaro d'vn Delfino, febenfoffe innaue,
e Tenuto da gl'altri Delfini , iquali fanno
ogni opera per hauerlo nelle manì,e mol
ti da vn'alrro. Delfino fono fiati deuorati
per quello . Ma i Francefi il tengono Rè
de tutti ipefei, e Io mangiano per colà,
preciofiffima . A Sebenico era vn Delfi
no , che fi lafciaua caua'Icare da i fanciul
li , 0 i péfeatori in qael luogo danno del
ri pane
1 16, La toineMdll Mondi
pane à i Delfini , che vanno co J pefearo-
riapefcarèauaaudiefR , e li menano ,
doue è gran quantità di pefci , che cir
condati da loro fi pigliano . A capo di
Maina, fù condotto da vn Delfino Ano
ne fu'l dorfo , tanto fono queftì pelei
amici de gl'I» uomini . , y . , ì , : . .
Sono alcune forti d'Echme , dette Echmo-
metri umilia i ricci marmi , cdellalpe-
tie di quei : antiueggiono le rem pelle, è*
hanno più l-mghe le fpine , che i ricci
marini, quali fi caricano di pemiccieper
non effer voltati dalle.' rempefte , perche
non vogliono logoràre le {pme , del che
sonofi i naviganti fermane.le; nani con
più anchore , per faluarfi dalla futura
fortuna.-
IlpefGe „ al ,leuar del
Efimera nafce , . Sole
c . ,
e more al tramontare : nafce nel fiumev
Hipani, che pafla per la Scarna: enei
fiume Boho . , . che
t «eleo-
r-«-
Gl'Éluri pefei hanno gh«Schi,
no, e Scemano fecondo il crefcere, e lo
Ibernare della Luna .
La Ficc attornia il luogo, doue ha partonto
da al-a , ne più , ne meno , chq*&cefle
vn nido, & in cotal modo ripara alla for
letunaFochedelpartor
mare. Icono in fccco, anchor
;„r-r.r.
ci
Lefc,Tofcva i figliuoirgrandicelli , «oj»
ad'aflaaciarc il marc.c nmenangli a dit-
rroTfafendo ciò /pefio , finche data loro
iguttà. veggendo , che hanno piacer,
Libri .%8"f«*..:Ui ìli i i
drjl'ondc , e fi fjdano-d'dfe.. .
I pelci.Galei non ce<ionoà niun'animal di
bouti , e piaceupkzza «.fanno l'voua nei .
Jor-vetu-re , in eflb li cattano, fanno i natf, "
egKpudriùopp m effo ventrc,dando loro
il cibo 4 come fono vu poco grandicelli, li
mandano fuori del corpo,loro in/ègnano
a fcherzare,e notare,di poi per lq boccali
tornano a riceucrli* finche lf>no. certi^po
teri! prcualerda lofpfteflìsVpoililaircia-
no andare * In Islanda fono Gam bari
tanto grandi , e. di tanta fòrza , . che/e pi-
giianovno, che nuoti con vna branca *Ì0
ammazzano.
[I Granchio rfafce nelle cauerne, e per natu
ra rareogp-.k>nudrifcc, Se allena , mail
Granch :'o , come è grande , piglia il cibo
con vna branca,e con l'altra piglia l'arèn-
go, e tanto lo ftringeche Uammazza^c lo -
fi mangia.Ifchiauonia doue fon'aflai oitri-
chc-j i Granchi, quando fono aperte, loro
mettono vn faffolino nella caia , e così le
mangano, perche non -fi poffono ferrare.
Pcftati d fece granchi, tanto marini,quan-
to di fiume con vn pugno$i bafilico , e
pofti in vnloco, doucfianofcprpioni ,i
tutti vi corrono. (I pefce HaJec fuh'ito che'
.e prefp, manda fuori la voce,' e muore ; '
-'Ity'ffe, che à Roma fi chiama, J-accfc , & à
Napoli Alofe, che Icriuono alcuni degni
funtori , nell'Egitto attorno lo fogno di
Mcroe , fi piglia con melodie, e canzqni
flebili. .. , ..,.,'.
' pefec. Lambcace faauendoanimoùmcr.tc
K ' p feto'
li 8 LaMincra del Mondo
. prefo l'amo , batte canto di q uà , e di là ,
che apre la piaga , e ne caua l'amo .
Le Lamprede fcoftate molto da terra più
'non vi fanno ritornare , ma bene hanno
quefto difcorfo,che come veggiono naui,
loro vanno appiedo, e s'attacano per la
maggior parte alla popa imaginandofi ,
che la nane vaila in terra, è cosìli ftanno
attaccatcranto che'arriuano in terra,poi
'fi fpiéano: nell'iVtalccarfi adoperano den-
ih che itannVy prè«ii6li , 9c acuti .
Appreffo lo ftretto Artkoch bora detto Di-
forbifer fuo inuemore, fi fono veduti pe
lei con vn corno nella fronte detti Leo-
corni marini, (Iqual corno hà maggior
virtù, che quelli de gli Lcocorni torrefai
'tanto nell'odore perfettiflìmo , quanto
tiell'operatione contra il veleno .
S'vna donna grauida guarda folamentevn
lepre marino fubito li viene angofcia , e
fi fcontia del parto . Se Phuomo lo tocca
col dito, fubito irLcpre muore: perche
! così è l'huomo velenolUui, com'egli al-
' Phuomo: Fa anebo venire ans^ofeia , a
'''chiunque lo guarda. ,
Ir péfei Loligni volano fuor dell'ai, m a in fi
gtan moltitudine, che olfendono le naui.
Net Regno deHa China , nel lago «loue è la
gran Città del Qtìinfai , nella prouincia
del Mangi, efeono con alcune I.eontreJ
. corhi maimi , che hanno domestichi, q>
me facciamo noi coi falconi contragli
vccelli:per£Ìocbc fcorrendo in barca con
• qudta ione d'animali non così toftofi
iool- ]
fciolgoua vchtl^rncigendau afferrano \\
coire^pr'efie^/l-jjefo* .eió.pprtano
Il file del Luccio gioua alla vifta, che per ciò
Cù detto Lufip„cpn quefta (fecondò alcu
ni) giuu Tobiaapcccato dallo Aerco del
le rondini. In Inghilterra oItr,a gl'altri pe
lei hanno Lucci, i quali tengono nelle pe«
. fchierc, e quando fono graflì , ipefeatori
gl'aprono fotto la pancia,e moArano a chi ,
"fi vuol comprare, la loro grau"ezza,e noli
gli potendo vendere; gli tornano à cucire
la piaga, e li mettono nella pefchiera,qua-
li non patifcono male alcuno .
Il pefce Lupo marino attorniato dalla rete
ara il fondo d i fatto dalle reti, e così fi fat
ua. Hà meno induAria in conofccrcil pe
ricolo : ma conduttoui dentro ha gran.*
. forr.fl | imperoche prefo dall'amo tanto fi
dibaitè, che allarga la ferita , e così n'efce
e fccimpa , è vorace , nuota folitario , & é
. nimico al Mugile , fi fanno delle fue pelli
cinture, e quefio fi chiama anco vite! ma
rino, le quali, quando il mar vuol crefce-
rc, alzano il pello , e quando comincia à
calare , lo abballano , e di qui II conofce ,
quando il mar cominci à crefccre,& à ca
lare. Co, queftilupi marini combattono
i Tiiberoni,f quali hanno doppio il mem
bro virile. Quando fi fa il vento da filo-
co le pelli tenute in cafa de i vecchi , ò lu
pi marini , il pello fi folieua, e fi fa crcfpp,
' e co i venti da Tramontana s'abballa,, e fi
inn . '.. , , , ,
k v n^
Hio laMitteradd Mondo
Il pefcPR&tìarm'rbje' noumeno attorto ,cbc
paurofti'però egli,qùando il mare è tran
quillo, conosce, quando.vengonq f pelea- .
ron,,ci,a(tafravfihriél'fiài«fo: ma' fe purè
"egli è forzato notare, nuota in pochiiTT-
rao fondo i'egli le ne vi trà /cogli, e faffi :
don? non fi poifono diftfchdèrele reti, ò
"con eran fagaiflri fi nafcprVdc tri le fchid-
,mcdel*mer^ t;t«lnvr.s- ps --..;~To.
Iri' Amérrcs . Coti'MzW Mariati's thè fe bene
'prroW di tbfytfWi fòrmi quali rotonda
con due predi ,' e u tefta SibacVronó però
molto miràbili pe¥ le* qualità loro , effen-
dofi fpeffo' dimofirati- così amprcuoli
dell'huomo', che s'afferma elfi haucrli tal
volta porto aghito, quali Delfini con il
dorrò, raliùndqfìtlcum, che pcricòlauanb
"risiile ónde marfale!. - !
Il-peTtc
dido ,'M.tic e picdolój-'ma
e la fiate jlverno è can
netòv v- ! ' '"•;
Il pelcc Montone fià in aguato, eficHopre
alle volte all'ombra dlalcuno nauiglio, &
affikn i pefei, cornei ladroni all'aitano
gli rinomini : alle volte mette tuora il ca
po, e fpia le barchette de' pefeatori , e di
nafcolb nuotando le affonda.
Il pefce Mugilc sà, che l'amo è nell'cfc'a, nia
con la codà la percuote' tanto, che ne fpìc-
ea Pirica-.
Il Mulo era adorato di' popoli Eleufinìj per
coiàfacra , e quello perche vecidono il le
pre marino , tanto mortifero all'huomo .
Li Murena rteordartdofi d'cuer tonda, c_y
lubrica fi caccia nel foro, e Ci conftorce
tante j cnc allarga,il forq, e ne efee le.i«u-
' rene' /ngiottiTcono l'amo, fino elic ariiua-
v no alla corda, e così la rodono , e fuggo
no ; -e per hauer anco ii dorfo tagliente fi
riuerfano sù la corda, e la tagliano.. Le
Murene (bno tutte fonine, le ferpi Itfrfl-
pregnano,e i pefeatori rìfchiando le fanno
venire, e così le pigliano , e quefte hanno
la vita nella coda, e pcitoffa quella, fubito
muoiono: ma percoffe nel capo penano
aliai a morire. -;n
Il pefce Nautilo , ò Pompilo vien à gala al
rouerfeió fopra, l'acqua , e .così a pocoi
poco ii rizza ributtando per vn canaletto,
ilqual hà adoflo , l'acqua tutta , cut hi in
corpo, e così fcarico , come la nane, vota
la fentina , inalza le due prime gambe, tri
. le quali hi vna fotriliffima peilicina , e^al
quella diftefa via in luogo di vela egli alt ri
piedi adopra per remi, e la coda per timo.
ne, e così nauicainnìleà:vna nane chia
mata liburnicà, e s alcuna cola lo fpauen-
ta , Cubito fi riempie di acqua , e vi a fon
do. Vola anco (òpra l'acqua, facendoti
timone della ,méta della coda vn &raii_j
pezzo- ^. ic incontrandoli nel polare jn
qualche cofa.,dic gli faccia paura ,'.fuetto
ripiegando le branche fi lalcia c-.rl.ere,^
nell'acqua. Vicino aliiafcer della csmj-
cuIaV'quefto pefce pau(cè , Stélti mola
to dal tafano, dal qijal{ofpimo, palì'.i_,
fpeiTe volte le naùi,ebe vanno à, ve-
,la.j- . , 'j | i. .,...':,
Ilpefce Qmgena , che,? yna forte dj.-jy.Jp/ ,
' .-"' Kr 3 egiot-
a.2.% Ben* mmcTM dee Mondo
e gl'otto delle Ofth'che , e comeìe vedc_j
apertevi per mangiar1e,c loro pone \t__j
branche dauàriti dentro percauare l'oftri-
ca,ma effe come fi fehtono Wccfìe,fi ff rfn-
gono,e tagliano via le gambe à i polpi,c fi
cibano, e fanno prèda di chi volea far pre
dadi lor : mai pólpi fatti accorti per effer
loro ftato tagliate le branche prendono vn
fafiolino,e lo gettano nell'oftrica,e fenet-n
dofi toccare l'oftrica rivorrebbe ferrare;
ma non può per il faffolino , e cosi i polpi.
le fi mangiane . 11 pefce Orata , è il più ti
mido pefee , che fi rirroui , fi fpauenra per
rumoreche fanno le frondi ile gl'alberi, fi
pone fotto le radici , e fi laida prendere .
11 pefce Orche è rfnriffimo fopra tutti , & è
tondo ; quello è tutto capo .
Il pefce Ortica^, ilqnal punge, come Oitictic
ài terra, ranìeluandofi fta molto , e quan
do i pefciolini panano diftende le frondi ,
e con quelle gl'abbraccia, e diuora: quan
do fente la mano del pefeatorc , muta co
lore, e ranicchiafi , e fi fatua.
Le Oftriche, i graneln',e tutti fimili pefci, fe-
condo,che la Luna è pfft,ò meno piena.co,
sìpiù piai*, ò più feemi forio . L'Oftrìca,
doue nafcono le perle* s'apre da fe ftefli, è
ponfi al Ciel fereno aperta,e quanto più è
chiaro , e più fcreno fi giorno , ranto pro
duce più lucida-, e fina perla : Nell'Ifola
delle perle fono doriche, che hanno den
tro di fc infino cento perle , ma minute •
Tl pefce Paftinaca è tanto velenofo , che con
' <uo pontuto raggio ficca gl'alberi,e paf-
, ' fa
libro Quart» . li;
h l'armi del doffo con lafua fpina, come
fàetta.&auuelenaiufiememente la ferita:
nafcondefi quello pefce , come fanno i la
dri di ftrada,trafigendo ì pelei a tradimen
to, chefegli propinquano, fé fichc-rai la
Aia fpina in vn'albero verde , lo farai fcc-
care, fe quefta morderà alcuno con la ce-
da,ò con le fpinc , prefe , eiafpefa à vn > l-
bcro,e maflfi me à vna quercia, fa, che aii'-
huomo palla il dolor, e l'albero fi ftccavil-
chc auiene per vna certa nimicitia natu
rale^ .
Il pefce Pediculo è veramente, come fi dice
il parafilo del Delfino, feguitando l'ofea ,
e la preda di quello , & egli volentieri ve
lo fa partecipe .. Il pefce chiamato pefee
Pcfcatore hi vna bolgia , che li pende' al
collo , laqual in vn balleno fttol' ogni vol
tai che lafcia andare,apnrfi, & ogni volta,
che la tira à fe , rinchiuderli : gitta quefta
parte in vece di rete, e lafciando , che vi fi
attachino i pefei minuti , eheglipiouono
intorno , pian piano poi leggermente la
"ringe à fe , unto lafciandone aperta-* ,
quanto li badi a pomi la bocca , 9c à tran-
pgiarfila preda. Il pefce pettine hà la
lingua, che al buio,in bocca de chi la man
gia , riluce , come il fuoco , altri d icona ,
enee vm branca. IpdciPettunculi,de?
quali (e ne pigliano affai a Taranto in_*
«talia, volano fuori dell'acqua, e ancho.
r» per lungo fpatio fi muonono lopral'-
,C(Jua , d/cefi , che quelli pefei fi dilettano
molto della lingua Greca, e che con ono à
-K 4 fchicra,
3.14 DelWMintradclMendo
fehier* , à chi fanella in Grece?, ma chf^_>
,fuggono vetoccmente da colui, che faucL
- la in lingua Italiana. ' v-.' .
I Phifit'eri gettano dà' forami della fronte à
«odo di nebbia l'acqua fubito in tanta.,
quantità, che f'peflb affondano le nani ,
« s'alzano più in sù, che le vele .
La Pmna è vna fpecie di Nicchi, qct-fta non
vàmaifenza'l compagno detto Pinnote-
rc , ò Pinnofilace, queAo è, come porcel-
la, & altroue granchio . LaPinna s'apre,
& il corpo cieco dentro al gufeio à minu
ti ptfei concede, corrono di fubito I pcfci>
epoi fatti più arditi entrano in quella ; il
compagno quando la vede piena, le fi
cenno, mordendolo leggiermente : al
l'ho» la Pinna rinchiudendoti vccide_>,
ciò che hà dentro a fe, e fanne parte al Aio
compagno .
I pefei detti Piftre , è di lunghezza dugento
gomiti. . : : i . ..
Ipefci Polipi fono di voraciffimo ventre, e
non la perdonano à quelli della propria.j
Jpetic, anzi il minore effondo prcibnel-
le reti, vien diuoratodal maggiore, vfano
d'infidiarc gl'airi i pelei in tal guila. S'ìc-
coftano alle pietce,e pigliano per loro na
tura il coloredi-quelli,ipefci adendo d'
andar alle pietre , ù trouano inaueduta-
mente nelle reti accolti , che fono a guifa
di braccia , nelle quai ftringono la preda ,
II Polmone marino fregato l'opra le bacchet
te le fa render lume,comc fiaccole accel'c.
HPopoapprolIimandoll il verno diitora, e
. ' ' -•. . , xodc
rodeieftcflQvljaijendo Ir* fua,vita.3,-r,oif...
e.ftaridq ric|I',an£ro ;j'l?«JÌ+ii ivnr;r.i9 corn.c
trouawi l'amo ne!l>c,..Vì.i , l'abbracciano
mguiTa , che non ìrpuopiù iuiluppafe, e
'fuccinndo ad \n trarro con nitrii piedi
piglia l'amo con le braccia , e non con la
bocca ne,lo lafcia , infino che non rode 1'-
efcr>,ò cori lacana inalzato foprj..l%qu3;.
Edifi {cafre odore,che douunqitt e^li'và,
di continuo è feguitató da vira giandiu*!-
ma fchicra d'altri pefei, i quah'fonb ìnua-f
ghiti, & alletati dal iòauc odore di effo .
Le Porpore firagunapoinfieme, e tra «ffi
fanno conuiti , cioè i'aproiio , e tragono
fuori il cibo , che hanno prefo che. e alga ,
e mufco, p cósLcibaiKlofi)',vna,detóbQ
dell'altra, e mudicicjbo dt#'|vn'a, fanri©
i raloni , doue fi dice, che pati or!i(cono .
La Reina difende it'iniamo n che non fiadir
uorató dalle; be^tiq marine. 5'addimanda
anco svacca marìivi: perche-ha la tefla fi-
mile à vna vacca". .'. .' : " " .
Il pefcè chiamato Remora fitto' come vnà
g&n Juù]aca,fcr'ma^
^ttQvquanuiBqùeTa^in^ a.J^T1*; X^c ,*
mg** *mm ^Mm^m^m
Aftjir^.cKeijne. Ja gaug, 4,. faajo;, queftQ
medeltùio.e '.buoijq .a rarJj?a«k>rar.e , .& , :
è perfertiflìmo per far clic duofi voglia
no benciniieme , e fa rardar fe lìti a i litt-
ganti, portandoli adofip • Se è.cqnferuato
n.efyale, e pofto jn'vu pozzojdoue fia oro,
gotica fuori". ,,.. \± :
I IjUzzi marini> quado fentoncyi,pj:imi m'oi-
K 5 l'i del- ^
x%6 WMincrtdel Mondi
ti della sortuna dell'onde, fannosi grieui
con la sabbia, accioche per la leegierezza
non vengano agitati , ò sopra stesG , e r-
• t 1 1 tempesta
si _ non eli
_l .' si
f\ porti ,
fermi dunque stanno appigliandosi alle
pietre.
1l pesce Ruota srl i pesci grandi anchora es
so s'annouera di quella spetie, il qual e dì»
uiso in quattro raggi , ò code, Se è tanto
terribile , che affronta l'armate , che van
no per il mire, negli si può far resisten
za . E l'armata di Portogallo portò gr.m-
dulì do pericolo incontrandolo, ma lo fe
cero sermare con sparargli ad wd tempo
tutte l'artigliane , e se non era questo,era
l'armata in manisesto pericolo .
La Salpa non fi può cuoccr,s'ella non è per
cossa molto ben dalla serula.
Il Sargo , che si vede verso Brindisi , i il più
superbo pesce , che sia fri mare : questo
è molto vago, e amico delle capre; però
facilmente si piglia , quando le caprc_J
vanno pascendo per il lido del mare, e
quando non vi sono capre, ilipescator si
Veste «i'vna pelle caprina, & il Sarge» ere-/
derido , che sia vna capra , .viene a terra >
e da lui con questo ingannale n\pri?ió .
Il pesce Scaro rinchiuso nella massa non fi
impeto con lafronte, masi ben coU la co
da, laquai caccia tra le colere , <bc li sono
dinanzi, e torna à dietro, e se à caso ini
si troua qualche altro Scaro , lo pigi a per
la coJa, e lucani fuori; poiche il Scaro
M preso l'amo, gl'altri radono subito il
libw Qjfttté: - .xi fi .
Aio, cio liberano. .-y
La Scoloprenda^con-* lià 'nshiottiro l'airoj
vomita fuori le lue 'nter:ora , e non le ti
ra dentro, infino tanto che li è dilli /caia
da.'l'amo .
Sii Scombri fi pi,l''ano h notte col fuoco ,
Se hirvno querìa proprietà, che nell'acque
hanno il colore fulfurco , e fwonl'hanno
fimile a gl'altri pefei.
La Sepp3, quando s'accorge, che i pefeatori
la vogliono prendere , getta vn certo fu
co nero , che ha, e dicono, che è il fuo in-
chioftro,ia vna vcfica,che le péde dal col
lo, e così intorbida , e fa nera l'acqua, e
fi faluapernoneffer veduta; l'indi ioftro
della Scppa hàìtanta forza, che metio nel,
la lucerna: fi parer gli huomini mori.
La Sirena col tuo nuotare rapera o^ni rem*
pefta. # . - .
A Saufa pia volte fi. veggiono Sirene , & al -
tri pefei moltruofi , che nel nTo paiono
huomini.
Il pefce Sola e vn pefce piano, e largo, e nu
merali fra i più delicati cibi , fana la mil
za , fe egli vi è poft i fopra.
I pefei Liniarie , cioè Palamide, e Tonni fo
no cacciati da vn pefce molto grande det
to pefce Spada, per hauer egli fui mufi»
ynduriffimo.&acutiflìmo «fio, fimile
à vna fpada, con effa lpada, fende , e palla
le niui. | Tonni per elfer adunque fim-
pjiciifimi, 8c timidiflìmi fi lafciano cac
ciare da quello pefce fpada, «ome vn-*
branco di pecore dal lupo , e così vfccn
zx8 Della Mìneva iti "Mondo
do dall'Oceano , fc ne vengono ne' noftri
mari d'Italia,& il mefc di Maggio fi pren
dono con gran fpaffo da i popoli , e così il
mefe di Giugno nell'Ifola di Gade , cor.
rendo tutti alla pefeagione,facendo gran-
diffimo rumore di voci di tamburi,e d'ar
chibugi y£ così fpauentandogli , ne preu'
dono quantità grande . Quefti ne' giorni
canicolari fono punti da vn certo vermi
cello, come fono i buoi punti da mofconi,
e da tafani ; il perche fpèffc volte, cacciati
dal dolor, vfcendo dall'acqua, faltano, co
me fe volaffero , in sù i nauigli .
La Spugna non è gouernata da granchio ,
ma umilmente da vn'altro animale limile
al ragnatello : percioche- noA è la fpugna
così inanimata, ò mancheàèldi fangne,
e «li fenrìmento,anzi,come moltJaltrxap"
piccata a Ile pietre ha vn certo proprio ino
nimento , colqualehoras'allarga , Serio
la, ti minga: hauendo folamente bifógno
d'ynafcona, che l'auuertaafarciè: per
la qual cofa non rranandoli lei foda , ma
molto; molle per fua dapocaggine , quafe
fempre Ità diftratta, qualunque fiata alcu
na cofa da" mangiare,e'ntra ne' bucchi,au-
uerm'ta da quello animaletto,che le fa feer.
ta, fi ritira in fc , e la piglia, e mangia . La
medefi ma ,. fubito che colui , che va l cep
pandole dall'acqua, la tocca , auiiata dalla
Spongioterra di ciò, prima, come impau
rirà, firiuringe , da poi per fi fatto modo
"r condenfa, e i\ì ritta col corpo, che è dif
ille .Jàllirparla. ; . '...,.,,.
t libro .*>MÌjttvV. a j,^k
LaStella marina , la q«ale é pefce , e dentro
e carne, e di fuori hi p'tì .duro callo, Set
picciol pefce , & è di fi' fecola naturacene
ogni cofa , che tocca in mare , abbriicc&i
ogniciboprefo fubito fmaln'fce.
I Strombi fono di fchiatad'i Corichigli" ,'' et
hanno vn Rè , il tjual foglionò feguitare
douunque va, è di buón'angufto , a chilo
piglia, ea chi lo vede. .''! .> '.>'. 3 .'.-yjV-.ii
La carne falata impiàftràti dello Sttfrione- i
caua fuorrlc fpìne, le faettev^&griialtia
cofa rimafa fitta ne' membri dt-1 còrpo . ]
II Temalo accolito al nafo fpfrri l'odore del.
l'herbaTitimalo. -«..'vnoi- .;,>.., ,;.i.;ì
Nei mari Indiani è vn pefce chianpto Tel"-
firore , ilqualfc'iftàlza fmifuràtamenifei
gai/a d'iltiffima colonnaTó'piV l'Antenne
delle naiii^e pigliando delinqua del ma
re con canaletti in modpMfe màrtda fuori, ,
e ne pione tanta abóndànza , cheaffonda
le nani . " >; •,,«,. -S ' \-:'
Polla la Tefhigìne alrouerfcfd ver lo ilCie-
lo , di modo che non fi poffa mouertj cac^
eia la temprila vicina-, e ne i mari Indiani?
fon grandinimele" ohe, come fitrdua^ó,
fi yoltano con la fchienà in"giù, e cosv^te?
il pefo loro non fi poffon più moucre,c «l'i
vna for giKc/a fi copre2 ina cafa : e'che nel
mar rollo ne fanno barche commam'lfiu
me. . , . ' ,.1
La Tefiuggine partorifce i figliuoli nò molf
tò d i (colti dal mare ; perche non le è di'ti.'
poter touarc , e troppo lungamente viliC'
re interra/fa l'vwòua nella fabbia,poÌcbA
sjo Della Minerà dtlMond*
rena mole , e minutiffima le copre , ò eet
piedi vi ti certi/egni , altri d icono , che fi
mettono con la fchiena in giù foprs l'uo-
ua , e'l mafehio le monta sii la pancia , e le
calca fopra tanto, che vi fanno vn fegno,à
bucca in modo di fcodella , riuengono in
capo di giorni quaranta,e fcoprono il Itto-
{;o , e trouano i figliuoli nati con t.inta al-
egrezza, che è ftupore,c gli tolgono, e gli
nodrifcono con ogni diligenza . Quei na-
uigli .. che portano il pie deftro della Te-
ftuggine, vanno più tardi . Al Zaffo in A-
leffandria fono alcune Teli uggini, che ta
gliandoti la lor tefta viuono per otto gior
ni, & anchora infino a tanto , che hanno
fangue . Perche viuono, e fi nodrifcono di
fangue . In America fi trouano Tcftuggi*
ni tanto grandi -, che gl'Indiani fe ne fer-
uono per coprire lecafe.
In America i pefei Tiburini fono di fmifurai
ta grandezza , & alle volte feguono le na*
ui , per tic , ò quattro giorni continui , Se
hanno duo ordini di denti affai acuti , co'
quali afferando troncano per inezo quii ù
yoglia animale di mezan i flatura : p.irtu-
rifcono , Se alattano i figliuoli, come i vi.
teli marini.
Il Tono s'intende del Solftirio , e dell' Eqtu-
notìo, anzi dimoftra all' Intorno niente efr
fercdibifognod'offeru.itioniaÙTologidici
Itnperoche douunque lo troua il Solftitio
del verno, iui fenza temer fi ftà ; durando
nel medefimo luogo infino all'cqiymotio ,
-lì veggiono con l'occhio finiftro beniffi
rao» e col destro non troppo bene, e di qui
auurene , che da man dri'ta palsnno nel
mare . e dalla manca vengono fuon' , per*
mcttendo la sua via sauiamente , e con ìn<
gegnoesserrettadall'occhio, chevedc »
mcglio : fri tutti gl' altri pesci son di vita'
breuisfítna . II Topo marino è guida aHa
Ballena, c insegnnle à schisar le secchc__>í
quando le ciglia le aggrauano gl'occhi in
guisa , che non veda .
a Torpedine tocca dalla lunga , b con asta ,
2r con verga fà adormentare il braccio , &
ogn i v alido piede nel correre « fà d iuentar
ftupidi tutti gli pesci , cheeHádeiiieradi
mangiare, col suo sofsiare •, perche restan-
do eglino stupidi , e quasi ímmob !í , li pi-
glia,e se li mangia. Ascondelì cHa nell'aré-
na, ò nella bellctta, e come vede, che ì pe-
sci, che le nuotano intorno , si (lupesano \
si scopre, ò se li piglia, si chiamn a Vineg'.i
tremolo -, percioche stupefacendo vtu
membro lo fà poscia tremarc .
n Voscasi troua vanguardia sù la sinistra
del siume N.uue,così témuto da i serpen*
ti.che se tal' vno nc rien portato dal Hume
Boho, datoui vn sischio se ne ritorna subi- i
to al roucrtio dell' acque .
Ihiècopertodipelle di Vccchio marino è
sicuro dalle saette celesti : perche credisi ,
che questo pesce solo non sia mai tocco
dalle saettc ; c quando vuol teinpestare , >
fir gran somma in mare riccia il pello . '
ul siume Boristene,ilqual chtamano Ncpe
sono alcuni pcsci chiamati Vczina, i quai
non
sja Della Minerà del Manda
Jion h.^nnoofla,efono al guuodolciflìmi.
Tfà-fi^ti gl'animali ìF.yìtej , marino ,. $jì più
fonnachiofo . 1" . >. ' ". . ,
Il pefcc volatore è grande come k farldellc ,
e vola fopra l'acqua a fchiere.
Non è folamente accorto animale la Volpe
terreftre , ma quella di mareajnchorac
molto afluta, cita non hà fofpetto del ci
bo, non lo fchiua per intemperanza, ne fi
teme dell'amo, anzi prima che'l pefeatore
tiri à fe la canna , la volpe taglia co' denti
lafunella, e mangia tal volta duo, òtte
ami, prima che dia in mano del pefeatore.
Il pefce Xiphio , cioè , coltello uà il becto
pontmo, queflo fora le nauì in modo, che
l'affonda- -,.'.'. i .," .
Al Cioandaie ,nell'pccan.9'apparono fpeflò
alcuni pefeidi tanta firanèzzfeche regen-
doft fopra l'acqna.ananzano i più alti aV
berkielle nani, «quali Aridano horribil-
mente , elal'tianqalciuie valli fopra l'ac
qua , mentre lì muouono con le braccia ,
che hanno àguiiàdi due gran traiti lun
ghe vetnipìnque-pajpji ,f ne vi «.alcuno fi
anùnp^ q^lwewJ ift.chjj.
deibìpr inoAnio/it^r pon:,'-.J
:;,'j.v ;Q fpauentì
' .:-..>
Neìl'ifola di2eb.ut.foBO pejff peifi , ch<_j
volano., ; , . -m i . ..,...-
In India è vn fiume , nel qnale fono pelei li
mili a gi'huomini , i quali la notte clcono
dell'acqui, e i agunano legne,e col battere
delle pietre accendono foco, e le legne ap-
preffo l'acqua abbracciano , e gl'altri pelei
cqn !o fplcndore allettino à terra , e li pi
nliiiitrt.
libi» Quarto y * *-H],
gliano , e mangiano; Qnefltarté tfòltepf-
gliati dalla forma del m'aftlhib', e-de la fc-
mma paiono non"effertiiifinxìlt.Nel!'Ifol»
Bcrnuda fi vede vna bella caccia de' pefei,
perche mentre quei pefei non contenti del
proprio elemento tentano quaft formiche
volare in aria ; dmehgono pafto d' alcuni
vccelli, chegl irifìdianbcon vn'iflintodi
natura mirabile , badandosi l'aria ferrài
talvolta, e tal volta volando intorno ap
preso l'onde , tanto che il pefce Fallando
dell'acqua il dà loro iri preda .A Cales fo
no certi pefei col -volto fiumano , iquali
fempreche faltano fopra l'onde, apporta
no finiftro augurio nel paefe. Neil'ifola,di ,
Cuba fi troua vn pefce alla fimilitudlrte a'-/-
vna Anguilla, il quale ha fopra'irl capo vna
pelle fottiliffima,e molto forte, che ad vna
gradi/lima borfa s'affimiglia, & a f«o pia
cer quella apre, e ferra, e gettandola fopra
ognf altro pefce lo preride r perche aleuti
pefce per potente , che fia , non ferie può
fuilupparcl pefcatór fi ferucmodfqhcfto
peCce, come noi de canij '& Vccrrl- dà cac.-
eia .. Quefio pefce non* làfci^hiiii'i^pred^ '.,
finche il padrone lo tieìrt'fégjtb ,' noifrahè
dell'acqua faori,tàto cfiè'peril pefce Parìa'
veduta fi fia,e quella veduta lafc'ìa'W preda
in poteftàdel padrone, e tirato u'Vl^rHJ
torna all' opera medefinia. i'w>'>' ' -"wi
De gì'Tecelli pofli per-AlfabtfU>. C4tj>.ri> .
'"Y L'Adoni;vinone nell'acqua i .'ma rutti
sj vìa tanto abbo nTconCf le^ternpèfle F che
u'.a^-. vola- ^
bedano molto in ako per ifchifarle , e ria
quefti, & il Falcone è vn'odio naturale, e
combattono infieme nell'aria , s'ingegna
ciafeund'afcenderepiù dell'altro , e fc'l
Falcone va di fopra , fcende con empito, «
vecide il nimico : ma l'Aeronc fcendendo
più vecide il F ilcone cp'l fuo fterco * co'l
quale gli fi marcifeono le penne. L'Ae o-
ne ioghiottifce l'Oftrica chiufa , e tanto la
dimena di dentro , che per il calore la fi
fanguida,e per forza fi conuien apriremo-
uè Mentendola aperta la getta fuori , e la fi
mangia ; auando non vuol'acqua , ftà fo
pra le nubi nel tempo piouofo fin che psf-
fi:qnefi'vcceljo è pieno di vitij,e d'mgani.
Nell'Indie Occidétali fono certi vccelli det
ti Alcatrazzùmolto fimilv ;i,irOcch*,e fo
nó di colqr bprettino,e gialloii quali pren
dono con grandiflì ma fac'lità delle fardel-
le,e l'inghiortifcano fubito.e ne prendono
affai. Quefti fono perfeguitati da certi vc
celli detti coda inforcati,!' quali perfegui-
tino tanto quefti Alcatrazzi j e tanto li
battono , che li fanno rigettar le fardellc,
le quali aitanti, che cadano, ò tocchino
l'acqua , fono prefe , e mangiate .
Gl'Alcioni fono poco maggiori , che le paf-
fere , fono di color verde con alquanto
penne purpurce, il lor collo è lungo,efot-
• tue .Ne fono anchod'vn'altra forre dilft-
renti per grandezza, e per canto: i minori
cantano ne' canneti , fanno i nidi, e i figl
iteli fa g;orni i^illVftadelladi S.Martin.
Alcuni dicono di Febraro , conofconoil
, i io, tempo
tempo opportuno : perche ih quel terHpb
il marèrranqiiïl'o, cioè, mar Atlantico.
I lor nidi, sono come vna palla,con istret-
ta entrata; ne si possono tagli.-! r con sti
ro, ma spezzar con robusto colpo. Gl'Al
cióni sono tanto casti,che mai non vsano,
se non marito , e moglie , sono tanto pie
ni d'amore, e benenolenza, ebe il primo »
che inuccchia,è portato dall'altro sopra la
schiena » li troua il cibò, lo nadrisce , e Io
sostenta, e gli è vbidienre sino al sine_,»
della sua vita , Vsano d'ogni tempo il coi
to, e fanno il nido delle spine del pesce
chiamato Ago.
t ll'Isola di Maldiua fon certi vccelli detti
Anacan çrispasqui, il cui sterco è ambra , -
Se è di tre sorti : la primi è biano , e que
sta e molto sina; vn'.ikn è beretina- e l'as
trai nera-, alla bianca J;'con© ambra d''-
oro, c vale assai.
polli dell'Anitre veduto il lume nuotano
subico , l'Anitra auezza à ritornar al suo
padrone , di nascoso l'attende , come sen
te l'altre Anitre,si lena à volo, e le condu
ce alla tra pola , e per esser aif.ilr.ri vtile , e
amicheuole , diuenia de' suoi proprijne^ [
mica crudele . Nella prouincia di Cantan
sono molec Isolette cop'ose d'heeba, doue
si pasce gran quancitàd'Aniire , cd'Oc-
ebe, che volano, e gl'huomini le mena
no alla pastura in certe zattere, che sono
serrate , come case , & a prendosi vn luo
go, vanno alla pastura, cpoi concerto
suolicene si fa, ritornano alla zatera, e se
ben
330 laminerà*** moamo
èen fi fanno diuerfi fuonì,tutti riconofct
no il proprio fuono,e la fua zateridnBtt
Cagna appreffo la città di Rene e yn cafid
lo chiamato Monteforte , doue nel meli
di Maggio , quando vi fi celebra il Natali
dì S.Nkolò,al!'hora cheii dice l'vfBciotfi
uinovn'anitraefccd'vnpicciollago,che<
quiui vicino,& entrà in Chicfa con tredi
'ci Anitrini ,,& hauendo ella hàuurol:
flrada dal popolo , pòicjie Uà circonda»
'l'Altare , fe ne ritorna al medefimo lago
mancandole fempre vn' Anitrino de' tre
dici, che èlla ne menò feco , e non fi è ma
Jiotuto faper , doue fi vada quefto anima-
etto , e Ce qualcuno ammazza vn di que
lli vccelli, diuenta rabbiolò. ' *-:
Nell'India Occidentale è vna ione d'vceellì
che fi chiama Anfima di gran coi pò , the
quando gridano, par che raggi vn'Afino
sanno in ciafeuna ala tre , come corna, li
vna parimente nel capp limile a gli fperc-
ni delle galline,ma molto più dure.Quan-
doi canigl'affaltano, non fuggono,fe ber
la grandezza del corpo fmpedifee loro i
volare : ma ferendogli grauementè coiu
l'ali annate fe gli ieuano da torno .
In America è vn'vccelletto a pena grande ,
quanto vn Ape, e così detto Ape,non me
no vago per la varietà delle piume, le qua1
li gl'Indiani la notano folamente con ero i
il quale e marauigliofo per la Aia natura,
poiche pafcendofi folo di ruggiada, che_;
cafea foprai fiori , dorme qual tallo, ò
ghiro h metà dell'anno .
, Tra
.>! " -,' Libro Qttart». ifT ,
ri le fpetic de le Aquile l'Alieto , è quella ,"
th'hà la più forte vifta degl'altri vecefh"',
e the più dell'altre affifla groechi nel Sole;
l'Aquila fale dritta verfo il Cielo , e douc
prattica , non lafcia far torto a gl'altri vc-
tdli , che le fanno compagnia : nondime
no , quando non Kà da cibarli, fi volta a
tompagni, eli prende, e gì' vecide^j .
Quella conTbatre col drago, che va cer*
caado l'uóùadflci ,-és'àùiHappano infie-
)ltndo prèndere Vrt ceri» ',''vi;,' dotie fia
poluère ',} esatte tanto con l'ale , che fi
mdar in- àléogran copia di poi «ere i poi
slarga l'àle , e fi va pauoneggiando tan
to , che li fi caricano l'afe di polaere , poi
pàdotfeflà-vffto ìì cerno,' e li -fi pone fo-
jràjl eà"]5a VA cerno alza gl'occhi fri fufo ,
Sfèll'a'Rfitte l'ale , é gPerripic^? occhi di
pohlertl'., Onde ègli vi poi prectpitando
anto che fe ne muore , & ella fe ne ciba :
prende anco la teftugine , e da altò la la-
tia cader, acciochc fi frangia, e poi la -«
n.ihgia. Quefta quanto più inuecchia ,
auto più le crclce li fame : mefcolando-
i le penne di qual fi voglia vcèello coiu-t
lucile 'dell'- Aquila in brene fi corrompo-
io , quando vuol far preda aguzza il bec«
0 à vn fallo . '
Aquila fi rinoua , come è vecchia.* ,
>erche ella vola tanto verfo il Solr^» ,
he le Aie penne ardono , * le fue fcorze
le gl'occhi tanto s'apprefla al calore^
lei Fuoco t & all'ho» fi lafcia cader ia
»^ 8 Delit Jtfinera delMondo
Viia Mntaua,dQne Jì bagna immanlment
tprna giouanc» come da fuo nascimcnfo^
pcr quello viuc lungo tempo . L' Aquíí
.non muore,nc d i vecchiezza,nc d'jnfirmi
tà;ma íblamente di ramc;'lche le auuieno
quando il becco le si torce tanto , cbe ellí
non puf> mangúre, nè aprr la bocca . L'
Aquiln allcuata in -qualche casa percnot
'coi bcco. c ccrca di ícaccíarccoluuch'ap
Sare.ahia alcun veleno:qu_esto vccello ba
sanguc , é non d'altro sicaua la sçtç_;
.Quando è pregoa partoriscetrè voua,dd
le quali éleggc vno i o r. pendo l'altredut
ma fìquesto. ; perche nll'horain cai'cflel
muta l'vngie, e per questa cagione oôw
in. vn medesimoretnpo notrire trè
uo!i . £ ancho liberaiissima : pçrchc lastii
sempre qualche cosa.a gl'altri vccelli d
queilo , che prende , ê per contrario è p.
tanto inuidiosa, che non vuole alcuni tó
. pagnia , ne ancho de' propríi siglioli.E.i
sola di tutti gl'altri vccelli nó fù mai mof
ta dalla saetta: massa da istinto natunlc
quando i lupi siglioli soup .alquantog'nif
'.^icelli , fà , che riguard ino sitsonel Sole
,perchç in questo l'Aquila hà virtù mi"
. bile : perche può fin n abbagliamcnto .i>
..ciinorìgiurdarsisso il. Sole , íenza chí
luoi raggi le posta turbare , c indebolir
. vuta,'e quel che veJf, che non mira in lj
iid'imente , come baUardo , c iodcgnçJ
• «isíTtuo íìglinolo.CACcia, e g^-tta &Kjri'|
• indo.accioche cadendo nmo;a,j3niu.i,i-
f úiendo. lafeity (èjiufr. la pjçpfjr^,^;
Libro Quarto . ì^p
drì. L'Aquila quando prende il ferpe fe ef
fe può, s'infottiglia con la coda à torno f-
ale , e così in vn groppo cadono a mctadue
in terra,doue il più delle volre muoiono •
Jell' Indie Occidentali fon certi vccelli i più
ftrani del mondo detti da Chriftiani Afto-
ri di acqua; quefto è vccello da terra, e da
acqua, ha vn piede, come l'anit'ra.con cui
fi foftenta foora l'acquaie quefto è ri mnri-
co. Il deftro e da prefa con forri vngi> 9 ;
quefto fa caccia di pefce, fi ferma con quel
pkde pianosù l'acqua, e lo mangilo vola
fopra vn'albero , e fà il medefimo efletto .
Idi'Afta è vn'vccello detto Attage,ò Atra^
gena,quefto canta bene in compagnia,ma
pigliato fubitodiuenta mutolo .
ìl'Auoltoi more per l'odor dell' vnguento ,
come gli fcarafagi per l'odor delie rofe*.
Gl'Auoltoi non fi congiungono al coito*
iufieme con la faccia riuoltata verfol'O-
ftro , e per anni tré partorirono. Sente,
queft'vccello fette di inanzi la battaglia,
the fi ha à fare, e s'accompagna con quel
la parte, che dee perder, e morire, la mira
Ma inente , e xrà effi non fi troua il ma-
fcliio . E il più innocente di tutti gl' altri
animaii,auengache non tochi mai cofa al
cuna feminata, ò piantata daglliuomini.
che non vccida mai animai alcuno , e per
che non è diflèrentia alcuna di mafehio , ò
difcmina , quando foffia il vento Borea
l'Auoltoio apre il vafo genitale , & inijra ,
uida , vola fempre alla preda auanwtaT
glialtn vccelh , no»eflcndo «Stìnto <£
fepCE f
; ?4° Offa Minerxdd Monda
"fapeìler.c daffc;prendere : e nella fpiàgE.a
di Litia fi vcde:vna bella catcia trìgl' A"
Voltoi,& i lupi marini combattendo Tem
pre , che il lupo t-fce in terra , e combatte
ire Auoltoi con vn Jupo:ma l'ordinario \
vn fole, ritornando fpèfio l- Auoltoio hxl
.vittoria . La Calandra portata doue fw
vn 'infermo, fe non lo guarda, l'inrerinq
_ morirà;; aia fc'l guarda , egli guarà , end
guardado nel viio gli leua tutto il male.
UCamaiconte non fi tramuta per celarti , I
per alti ocfktto, niffolo per timidità rnu
ta ii colore,tanto è tiniido,e paurofo: qud
-fto va dietro al vemo.e.fi ìmdrifcc di quel
/q. I.Goponi ic ben fono adirati , non la
fciano fn tutto U libiti ine, fe non s'.irdon<
l^ro i fpforfictin ferro accefo, iquali con
'fumali,, jfc'ifnpiaftrab piaga concreta ài
jV.1 fi , fin cjic fi lanino . . .:,--'- :> :. > '
La gar.dt.lU, come hà portato per duo gior
ni ileibo à figlùjoK.pofti in gabbia. ,r lort
.portafoivn1)Grba velenata per liberarli
della fcruitò fon la mone ..
L'vccello Cariftio vela per le fiamme del
ruoco,e non s'abhrucciauo ic penne.
La jCjinlopia i quando ileacciator petfeguii
ta inficme.coiiuot figliuoli, di fua volon
tà, fi la/cis pigliare , pur che così facendo
xoflafahWiei tf^Uuoii.-'i v
Nrj term'ton'p de' Lotit fi a man dima l<y
Cicale citano, e altófiniftra fono mutole
1 é Cicogne nodrifcon'oil padre, e la madre*
quando fono vecchi lino alla morte j a)"1
jdieon»* fin che rrngiouinifconQ , eveg'
v - gendo
gcndo mancar lor le penne ,fi difpennanoil
e gli ricoprono , acciochc non patifeano
n^cimento alcuno dal freddo, ò dall'aria .
Se- trn-ià in fallo il compagno,ond'cgli lei,
fiparte piena di ("degno , né mai più s'ac
compagna iniicme , e li nodrifcedi ferpi,
facendogli vifci'r col fiato , eii doue fon na-
fcofi. AGrauinaipaefani riceuono quel
beneficio dalle Cicogne , vecidendo elle
i ferpenti , che riceuono gl' Egittii da gl'
Ibi .
Il Cigno canta nel morire , e finche refta_*
morto, gli fi lcua,& arrizza vna penna_»
fopra la tefta , & ci come la ferite rizzare ,
conofce l'hora della fua morte; partorif-
cono molti, e belli figliuoli, e fono di ani
mo tanto arditi * che fdegnandofi molte
volte vecidono fe medefimi, & effi cóbat-
tor.o valorofamente con l'Aquile,ma non
fono mai i primi à dar principio al com
battere, è cofa marauigliofa à veder quel
lo, che fanno i Cigni à i lor figlioli, perche
il giorno la madre ftà co' figliuoli nel ni-
'do , e la notte il padre li porta fopra l' ali,
.eli conduce al palco , nudrendoli perle
riue dell' acque. .
In Creta non fon Cinette,c Jc vi fono porta
te , muoicno: nell'Indie Occidentali fono
certe Cuiette,lequali mordono fblamente
la rotte l'eflrtmità del nafo, ò della tefta ,
ò delle dita delle mani, ò de'picdj, dalla_*
qual morditura elce gran copia di fanguc,
e quando hanno morfo alcuno tornano
fempre à rimorder quel medefimo, le brtfc
L. felle
folle trà mille , & nell'Indie Occidenti-
li hanno il veleno .
Tra tutti gl'animali folo i Colombi vfano il
taccio , e fono fenza fole, puri, e fch ietti ,
«mano grandemente i Pauoni , odiano l'
Aquile , e gli fparuicri : la natura delle: j>
Colombe nere è marauigliofa: perche ef-
fendo lor morti i mariti ., non s'accompa
gnano mai più con altri marchi, e moren
do le fonine,.!' marchi fanno il medefimo .
Trà le colombe il mafehio è più gagliar
do, caccia fuori iL padre,& cffo fi congiu
re con la madrc.Quefto vcceilo pare mol
to puro : perciochccucndo la peftc , e per
elfi tutte le cofe macchiate, quelli folUche
mangiano le colombe, fenza alcuna offe-
fa fi mantengono , per laqual cofa molti
popoli in tal tempo niun altro cibo pon
gono in tauola, auanti il Rè loro . Si feri*
uc anco,cbequello vcceilo non hi colera:
i colombi cauano l'voua a vicenda,hora il
mafehio , hora lafem.ina , e nati i polli , il
mifchi'o fputa lor in hccia.fcacciandone,
come ti dice l'inuidia, acciochc non fieno
quafti coa incantelimi \ La femina parto-
rifce due voua, il primo è mafehio; e il fe
condo è femìiu • Il mafehio non monta.*
mai la femina , fe p rifila non la baccia, ne
ella lo la 'ciarebbe montare, fenonfofle
-prima da lui bafeiata. Quando le colombe
non hanno mafehio , vtano tra loro infie-
mc , ma non generano féme : nondimeno
pai torifcono l'voua, di cui nafeóno i poi-
i)i ; nel verno fi tarpano col becco amen-
•. duo
u»roi(u»to. X43
duo l'ale v perche i figliuoli riabbiano più
delicato il nido, foctoltéfeui quelle penne;
icolombi a tonar mettono la lor parte, e
fi trago» ttetgozzo il palio , * io mettono
in quel de polli. GMtigaixrancor là mo>
glie, quandocgftaipcr eibairfi,e non fi to
fto ritorni a couarc , « pafcer i colombi :
accoglici grani,vota accompagnato, fehi-
hi corpi màrti.piarigc in vece d i cantare,
ilrnido ftio è ia pietra, non oflende col ro.
uro j e nodrifce bene ì polli fuoì .
Il Corba, come hà canato i figliuoli, veden*
itoli bianchi nel cominciar a metter Ic.>
penne gl'abbandona,^ ogni giorno li va
a vedete, e come cominciano a metter le
penne nere, li comincia ad alimentare , e
per Indietro eflì Tinono di ruggiada . Il
corto volafopra Inefta à gliiàfiòi,a i tor
ti, e lorcaua gl'occhi col becco, e fi pa-
fcc di quello, cheauanza aglialtri anima
li ; Altri dicono, che fono di poca memo-
lia , che non fanno tornare a i lor proprij
.rudi, ma fpenrida vna certaforza natura
le portano ne' nidi quelle cofe , che gene-
rrtmo vermi, di quelli fi pafcono gl'abban
donati figliuoli,ecosl viuono. A Crifual-
-de, e per tutte le bande de' Settentrio
nali lono corbi, così ammaeftrati nell'-
boitcric, che di nafcofo rubano i danari
agi vbnachUi quali occultano in vnccr-
to luogo , e danno occafionc, che fi met
ta qualche prezzo per ritrouarc, chibiT
tatto il ftirtoà pagarfi il conulto',- doueil
corbo fciwpreil /urto egli fieno. Ilcot-
l * b<j
bo combattendo col Camalconte , & ef
fe ado ferito, & auelcaato dal fuo nimico:
perche conofccche quella ferita l6 códur-
rebbe a morte , per rnedicarfi , mangia i-
ftutti, del lauro . In Africa furono corbi ,
quali non potendo arriuare all'acquarne
era" in vna.tina , vi mifero^tante pietrc_>
dentro , che l'acqua s'alzò di modoi , che
beueuano coramodamente. Solo trà tutti
gli.vceelli hà cinquanta quattro muratio-
ni di voce, e prcuede il futuro: Attempo-
de' fichi fono i corbi, comeammalati , ne
beuono punto in tutto quel tempo, quefti
cfprimono meglio la voce humana , che
alcun'altro vccello, &nell'ifola Vuaglja
non fi potrebbe habitar per i tanti ferpi ,
che vi fono, enafcono, fenon fofferoi
corbi , che li ricercano , e gl'ammazzano
come fanno nell'Egitto gl'Ibi , e nellaPu-
glia le Cicogne . . >
Le Cornacchie vfanil coito nel modo , che
fanno gl'buomini, viuonu 400. anni, e
mentre pafconoi polli fempre fonoiru,
moto: non rompono mai la fede à i mari
ti, e tempre fono concordi infieme, e non
potendo fignificare il tempo prefente li
gnificano l'auenire, la fua natura è tale ,
che di due compagac eftinta l'vna , rima
ne l'altra perpetuamente vedoua . 1 l umi
le fi dice ancora delle Lince, della Torto
ra , e de' colombi negriv
lLCuso fi nel nido della fperonxola vn'vo-
. l:Hoift>lp..,j& cpsì mai non allena figliuo
li:.^ .qtufi tutti gl'vccelli per nimici ;
vd i A onde
uoro iettano. . 14.5
onde egli và-fempre la mcntandofi , e fug
gendo : han tanta paura delh Cicala ,• che
non canta mai,douc ella fia>e lafcia il can- '
xate , quando le cicale cominciano. Qac-
ite fc, gli vanno à por fotte l'ale , ò fottosla
coda , e fan ftrepitp , Se il Cucoè tanto
vile, che fempre fugge, mai non mangia >
« così fi mqrc , , ;-tftj;.. ^.i ,>,
L'Ifolette di Tramiti eran0;c|aiarnated4£j
Diomede per U.coftipagnidi Diòmed**.
. coquerriti, in vccelHtr j quali effondo della
grandezza delle Garze, pare , che ancora
nel canto imitano la voce bumana i quali
accarezzano i Greci, e dimoftiauano cól
canto, & volo il contento del loro artiuoy
cfleado de gli altri fchiui con palefar con
Tal; , e ftrida latriftezza della lor venuta ,
I Fagiani ò Galli faluatichi ftano nafcofi fot.
te la nette per duo, ò tré mefii lenza altro
eibojqucfti fono trouati fpeffo da i caccia
tori, e prefi, vccello incauto , e femplice.
£ vna forte di Falcone, che fi chiama Fat'
con Kandione, cioè, fignore,e Ré di tut- .
ti gli vcceili, e non è alcunoJvccello , ebe
pofl[ì volar appreflo di loi,ne dinaDzi.Per-
ebe cadono tutti diftefi.in modo che pof-
fono prendere, come fonero mott \,jk an-
co l'4q«f}a non ofa vpja^e, do.u'cglt fia^,
per paurà, che ha di lui, ne appar doti 'egli
.praricha,, HFalcon apprezzala libertà ,
finche ancora non l'ha perduta, ma come
è preiò, depone l'antica vogliagli andar
errando , e fempre, che farà iciolto audrà
al fuo ùgnore , doue vdirà h nu vec/p.* .
...,-,'. 1 3 La .;
■ fO vena ntincrm mn monam
La Fenice è vna in nino il mondo, ne molto
veduta, e di grandezza d'Aquila , e in tor
no il collo è di color d'oro , il resto è pur-
purco,hà la coda verde,c distinta con pen
ne di color di rose; la faccia, e'] capo è or
nato di cresta , in Arabia è consacrata al
Sole, e viue anni cinquecento , e sessanta ,
e quando è vecchiaia il nido di ramu scel
lini cassia i e d'incenso , e quello empie di
cose odorisere , e sopra quelle battendo
l'aie , l'accende, jt mòre •, dell'Ossa Se deHa
midolla nasoe rn verme , ilqual da poi cr
uenta vccello^ fà pfimaT essequie all'altra
Fenice già morta, e tutto il nido porta ap
preíso à Panchaia nella Città del Sole, t_j
pori lo in sù l'altre . Questa volò in Egitto
nell'anno, «he quinto Plauto , e Sesto Pi*
pinio furono consoli, efù presa , e portata
aRoma,epostanelCoitiitio. Dell'albero
detto Ratini si genera nell'Arabi* la Feni
ce , e si come la Fenice è vha sola al mon
do, cosi si troua vn sol'albero Rasiti .
Le Galline con cresta, che vanno ardite, e di
pènne nere sono buone à fare , & à couat
1'vuoua ; Se nell'oro liquefato al fuoco si
porranno le membra delle galline, tutto
io consumano in se stesse.
Il Gallo , quando combatte , e resta vincito
re i subito canta in segno di vittoria , an
nunciandolo a gl'ait ri. Il perditore s'a scen
de, e tace . Il gallo non canta mai , se li fai
intorno al collo vn cerchio di sarmento di
vite : teme il Leone animai serocissimo
inarauigliosamehte la presenza del gallo,
Libro Zturto. 347
e molto più Te le Teme cantare ; canta la
notte a certe hore determinate , alle quali
mai non fi troua cfler ingannato <fed fon-
no della notte . Qucflo fi leua il cibo di
bocca per darlo alle galline , epofponela.
Tua vira per di/fenderle . Nella coda dot
^allo fono due penne maggiori dell' altre ,
ritorte, delle quali , chi canari la delira , e
la porterà feco, andrà inuifibila,c così tut
te le ferrature li faranno aperte . Ogni
animai s'atrìfta dopò il coito , fuor che il
gallo; dalla voce, e cantar fuo s'indouina*
no le cofe,ò buonc.ò rie, che debbano au-
uenire fecondo che canta in temperò fuor
di tempo: Quando quello animale è vinto
da vn'a!tro,fi tace, e l'altro tutto feftcuo-
le fc ne và altero , e col canto publica la-#
ma vittoria,G come ho detto di fopra .
Nella regione de Mcfapia , oggi detta Cala
bria , le Gauic aftìcurano i paefani , come
appreub i Cafpij l'vccelli feleucides , che
la copia de' bronchi non loro apportano
la total ruina , pafeendofi di elfi , anzi ca-
uando lor col becco l'voua fottera , e la_#
moltitudine delle tarantole limile a i ra-
gnetelli,lequali mordendo auelena di ma-
niera , che non fi può guarire , fe non coa
balli, e canti , e colori , attacandofi il vele
no a quel canto,ò colore,che più gli piacer
Le Gaze, quando s'accorgono, cheì'huomO
hà villo le loro voua,pigirano vn ftcrco, e
lo mettono fopra due voua , e con lo ftcr
co, ilquale è vifchiofo , fanno aitacarleui ,
e poi col roftro le bilanciano , e così lc_>
L 4 por- ,
z^o unii* mi»na aei moneto
, portano via a due , a due ; perche non le
poffono portar co' piedi . Da qncftoftè
trouato il bigonzòlo : quando ancho fono
. indifpofte, mettono détto al foo nido vna
*, foglia di lanto:c per quella foglia fi rifarà.
Nell'Indie Occidentali fono certivccellì ,
detti Godetz, & un'altro Margaolx,i pri-
. vai fi metton fotto a i-Margaulx , cioè tòt .
to l'ali , quando uolano,- i fecondi mordò-
i#o , come cani. ;, .li '.'.' )-u:t.-:.,-\ / «i ,
IliGriffo pone nel fuo nido la pietrà Smeral
da , accioebe 'ftftgiiucdi non fiano morii
dagl'animali uelenofi. ., > .
Nel monte Sem poias , che vuol dir catena
, del mohdoifono gl'uccelli Griffoni con.j,
uifod'Aquih, Ir uno quattro piedi, il re-
v^P in luogo di piume fono pellofi, e iran
no continuamente in contefa , congli A-
rimafpi, fi dice per occafion dell'oro , che
itti è . Le Grù -> quando dormono j e fan
no la guardia all'altre-,' tengono aita una
, gamba con un faffo, acciò addormentan-
dofi al cader del fallo fi rifucglia, e quan
do fàno paffaggio, portano ne' piedi alcu
ni faffolini, e quando fon a mezo il cami
no, gli lanciano per effer più agili : portan
anco pieno il gozzo di fabbia per elfer più
falde nel tiolare,e quàdo fon giunte a terJ
ra,la rigettano fuori, e d'ogni cofa,chi^.j>
yeggono,auifano le compagne. Chi porta
adoffo i nerbi dell'ale, òdellegambe delle
Gru, mai non fi fianta per alcuna fatica .
La Gru muta il fuo nido in quà,è in là per.
«flicurarfi da Il'infidie,che.potiebbono'efn
""*:. .: J fergli
libro Quarto, , %4$~
fergli fatte. Quando volano, fanno vn ca
po, che vi guanti,, e come qtufto è fianco/ '
io mettono di dietro , e vn'altra entra ni
luo luogo , e fe è fianco forte, l'altre gli lì
Pongo», fatto , e l'aiutano tanto. , che fi
ribabb:a, eque/te volano tant'alto, che_^
veggiono lenuuole, e le toccano. Alcuni
rcriuonò , che le Grù portano vn faffo ne'
piedi per temperare il volo per non vola-
xT1n'?e5oppo alto,nc troPPO balio .
Ne 1 Indie Occidentali fono certi vccelletnV '
cheli chiamano Guafmembri i più piccio
li di tutti , i quali fi pafcono folo di rugia
da, e vene fono di più finti , vna delle .*.
quali fi genera delfa.faitìfo, .
L'Ibis e; vn'tccello della /arma deHa.Cico- .
gna', il qual fa-lungo il nume Nilo^e prat-
nca nell'acqua; raanon ji nuotare ; come"
h fentc aggrauatq dal cibo.prende dtll.'ac- '
qua/alfa col becco , e fe ne. Ù Crifiiero, e '
cosi fiTcarica, & HiRoora¥ imparò il rar
1 Crdtieri da queft'.vccelló ,; MA molto
maggior core d/quel , che fi conuiene. _j>
alla (m perfona, , e quantità di corpo . '
^Onde quello vcceIloera dedicato a Me*,
curiq flgnor dd^nàfietw , e della ragio-
ne \ mterno le mie dcJ.N.iio per vn eerto
mftmtq: naturale l: Ibis"ricerca l' -vuoila
delle lerpi , e trovandole le ruba,', e le por
ta al nido a fiioi figliuoli, & alk-.volte dal
le palludi dell' Arabia, fi partono certi
(quadroni di. fcrpèW con l'ali, che hanno
il veleno tanto pofiente , cbeiSuiuo'r pri-
nu,cfae a lenta il dolc^rr^cfcche, que- j
I 5 fi€
ijo MUTAmtr* dtlMtndo
ftc bircie non entrino nel paefe dì Egitto *
doue habitano quelli vecelli , cfTì li vanno
ad affrontare in aria , e quiui facendo vna
gran battaglia ammazzano tutte le ferpi ,
e le diuorano , e quefto fanno à benefìcio
della lor patria . Queft'vccello partorisce
per la bocca . Il Pelufio il produce nero , e
tatto il refto dell'Egitto il genera bianco .
I Sacerdoti d' Egitto non fi purgano con
altr'acqua, che con quella , che bce quefto
vccello : perche è pura , e falubre . Quello
vccello conofce il crefcere , & il minuir
della Luna, e la mutatione , che cfTà fà .
E vn'vccello chiamato Itaeo , & in latino
Galgulo: quefto fe è guardato da vno, ehe
fia ammalatQ, l'ammalato guarifce,& egli
muo**_>. " '' ,
Nell'Ifole di Zebut fono vccelìi , come cor
nacchie , detti Lagane , i quali fi pongono
alla bocca della Balena , e fi lafciano tran
gugiare , e quando fono entrati , mangia
no loro il cuore , e le vecidono .
Le Lodole fono di due fpetie con capellerto,
e fenza,quefte mangiano hora vermicelli .
horafemi dì m'uerfe fpetie. I mafchicanr
tano attiti bene,e fono femprc eglino i pri-
' mi vccelletti , che pronunciano la Prima
vera col canto lonstemonofi grandemen-
~**gti fparuieri , e gli fmcrigli , che feguiti
molte volte da quegli fi fugono in koo a
-glifiuomini, tenendoli i mafehi Mr can
tare nelle gabbie , diuengono fpefib cieeW
da v n'occhio.
NèlI'Ii&le Tonare-j 'e nell'altre Ifole vicine
'- h, fono
Libro Quarto . xjj
Yono eerti vccelli , chiamati Mamucchi,
che hanno rifpetto alla carne : hà.rr:olta_j
piuma.il becco molto limgo, le gambe tò
ghe vn palmola tefia picciola, le penne di
vn color belliflìmo, non hanno ale-, e così
non vohno, fe non portati dall'aria , non
toccane mai terra, (e non quando foiL,
morti, ne fi corrompono.non fi s.\ doue fi
creino, & allenino, ne che mangino, fi
crede, che viuono di rugiada. I Spagnuoli
fi femore delle penne di quefti Manucchi
i per penacchi, e per rimedio contra le feri
te, cmalic^j».
La Merla fuol dicolor nero, diuentar ài co
lor roffo, canta la fiate, & il verno amuti-
fce,e circa il Solfiitio diuiene in tutto mu
tola , partorisce due volte Panno , & ama
ftrettamente il tordo . -,-.
Nell'Indie Occidentali fono alcuni pafferinì
detti Mofchetti tanto piccioli , che tutto il
corpo di effi è minor della cima del dito
groffo della mano , fono tanto veloci nel
volare>che non fi può credere,non fi veg-
giono batter l'ali , i cui nidi fono fatti di
cottone, fecondo la loro grandezza , il ni
do con l'vccello pefa grani 24. al pdo del-
l' oro* La fua piuma e di molto bdlicolo-
tU dorata, e verde, & altri colori, il becco
lungo , fecondo' il corpo , e tanto fottile ,
come vn'ago da cucite, è molto animofo ,
e quando vede, che alcun monta sù l'albe
ro, doue ha il Aio nido , va a darli ne gli
occhi con tanta prefiezza , e fugge , e tor
na, che no'l può credere, chi noi vede .
L 6 Neil'- _
15 2> £<* Minerà dei "M<mi9
Nell'Ifola Mandeigafcat vi fono vccelli det
ti Nicchi, tanto grandi, che le penne delle
lor'ale fono lunghe piedi feffanta , i quali
come vogliono cibarli, prendono vn'Elc-
fante , e lo portano nell'aria , e lo lafciano
cadere , e fracaffarfi in tèrra , e cosìlo
mangiano . , .'•'., *
IriSematra fono certi vccelli detti Nurùdd-
la grandezza del Papagalo molto vari] irti
colori, e cantano, e parlano foauiffimi-
mente,iqua!i fi vendono feudi ioo. l'vno.
L'Ocche fono di fomma vigilanza , e dì più
fottìi fono de i cani,e quafi di tutti gli ani
mali. Et hanno menccruelto d'ogni .altro
volatile, s'inamorano de' fanciulli , e d'al
tri , la notte grida ogn'horavna volta , o
poi ritornano à dormire , < di man icra ti
mida , che fi fpauenta , e fugge fobmente
f>er l'imaginatione d'un' ombrarne! la Ci- .
icianel pa-ffar il monte Tauro-temendo
dell'Aquile prendono ogni. una in bocca
una pietra affai grandicella , e così aften-
gonfi dal lpr naturai gràcchiare -> per fin
che tacitamente trafcorfe lafciano ingan-
-nate le lor.nimiche. In Nogardia apprcife
-Mofcouiti fi tiene gran quantità per guar.
-dia di paperi , cioè Ocche à guifa de gl'an-
, ciehf Romani, nòne naue foreftiera, che
entri in quella , che con le lor ftrida, non
la-fcopronov , . > ; '.'. .";,,
L'QflSfragor uccello di rapina , quefto non
/piamente gouerna con ogni amore i fuoi
-figliuoli: maanco quelli dell'Aquila^ ',
quanti© eflagliiaftia fiancaaprmn i d i nu-
^ . i .' J. . ...... trirli ,
libro Quarto,,... . 35^
trùrli .quando mangia la carne , vola cpn
l'offe in giro , e le laiciacadere'ropr.i qual
che gran l'affo , e cofì.le,romfje,, e fi pafce
della midolla. ..
*l Papagallomafchioofferua.il veleno, e ri
prende colui, che l'apparecchia, ò porta/in
cafa, il chiama per nome, è'l difeuopre .
- Beffa gl'altri vccelli : è cosìduro dicapo . .
,che chi vuole inf?gaarli à parlare , bifo- '
gna battergli foprail.capqd'vna bacchetta
di ferro-.
Nel Brafil Indje Occidentali fono PapagalK
di diuerfe forti , chevannp icj frotta!,- ,
«quando fcendono per palccr-fi ,. Tempre
vno, ò duo di loro rimangono sù Kilt.-,.
cima d'vn'aibero, e fanno la guardia, e ri
guardando per tutto intorno intorno ft-,
veggono alcuno approiTìmaril,, cantano la
j*etirata , e tutti fi fuggono ; ma non oc
correndo pericolo , - fij. ne partono faiij , e
. le few/nelle fcendono a), baffo -à. beccare, ,
.-& altri vanno a far làfgnajdia,'../
IUnafchiodeilpaffero ,monta.le 'falline ot
tanta lèi voke fenza arreilarri .
Frà tutti gl'animali non è vccello alcuno,.,
che ila. il più felitario, .e che viua più k»a-
tano dagl'altri; vocali > che'l.paffer ióh'ta-
rio , « quello gode infmitamqnte dejla fùa
{folitu.dinjt:Ne,Il'Indie Occidentali 'fon ser
.tepaffaregrandicome le noltré , cqùafi.
di quella piuma,: quelle viuono in coma . v - .
«e,lono animofiflfìme, fa vnnidogt';m.ie. j
più di quello delle Cicogne,& in cuo mere
bàno le. lor celle, & alle volte infinoàEiq ,.
'-'...-> - cento, , u.
aj4 Delia Minna del Mondo
Srnto, e li fanno i figliuoli, doiìe hanno
niJo' , noi v'habita vccello di rapina;
perche urne vm'tamenrc lo combattono <
e lo difcacciano; e nell'Ifola Canaria fono
paffnti detti palorf, che cantano più foa-
uemente, che roflìgnoli,i quali fi portano
per tutto .
I Pauoni vedendo gente, che non fia della.,
cafa,gridano,c danno di ciò col grido no.
tìtfa al padrone : foglìono fpezzar l'voue
alle pauone per haucrle più pronte a lor
feruigi, quefti aborifcono t figliuoli, pen-
fando, che non fieno figli loro, fin che lor
nafcon le piume in capo ; fono motto ge-
krft* e vanagloriofi,gode eflendo lodati, e
fanno le ruote, hanno voce diT5emonia,
tefta di ferpe, paffegiar di ladro , è<oda di
agnello . Effendo lodati fpiegano i cotqri ,
e maflìme verfo il Sole ; perche così pM
rifplendino , e fanno certo coricauo nella
coda , e tutti gl'occhi riducono infieme ,
viuono anni 25. e (tanno afcofi, come de
pongono la coda, ilterz'anno comincia
no a fare i colori, come fi veggiono i pie
di flridnno,c inm'Kfcono; accendono di fe
fteffi , & amano la foa beltade: conof:cn-
do eff r apparecchialo qualche vcleno,fu
fcito và al luogo douc egli è , e quitti co
mincia à gridare , e fpiegare l'ale , lo vuol
yVcrfar fuori del vafo , ò cauar fuori , e lo
'Miflbttet a effendo fotterato.
U Reli'car.o , come troua i figli morti , ò in
tarmi fi caua il fangue da! coftato , e col
«aldo di quel fangue li rifufcita,fe ben egli
i mo-
litro Quart0 . ij$ *
more: quefto vcccHó potendo partorire
ne' luoghi' alti, come fanno timi gl, altri
eccelli, partorifce zappando la terra', e fa
l'uoua nella folla, laqual cofa fa pendo gl'-
vccellateri , fregano d'intorno il luogo
con lo fterco di bue , è vi fortopongono il
fuoco : donde il Pelicano villo il fumo,
volendo con le fue ali eftinguere il fuoco,
non pur nonl'amorza ; ma con tal VehCif
fare piùtofto l'accrcfce, fiche abbruccìàte
l'alt facilmente è fatto preda de giteceli
Uatòr'i; ppr la^qual cola pericolando lui per
' a"mord*,!/tgliuoIi , non è' lecito, che i Sa~
cerdot i mangino del Pellicano . ; -'.
L*vccello PerdTgiórnatà da alcuni^ Wedu-
-"io il garzo tono, va lutto H d? in v^ifra^ V -£
mai non fi rifolue cibarfi', vbimiHhentè
f la fera fi ciba di rane , dìtopi, erdJ ciSV (Hfc
può hauere, è anto vna fpette-'ifi'vé'ceRo ,
-' ciurtrà ai biancone berci mazzo, che' fi' Vc>
dct'utto'l
che-li feragiorno ne' prati' :->:'2.nc?
fà h'ftè,ffoV andar Volando',
T>
Ancora vi £ vnVccello, che rritriàfepprc là
"tefla in (\ùà, e in' ih e rieri aperto ?J becco0,
finche ilpcfce li va.fn;boccaS e^ueflo ft
nell'acqua, va, dóiic paffi còntìrrUamenliè
pefei .;e IraYernjjrjb in forfe , qual;debb.i/_*
prchqcre, parendogli, ó troppij jgrande, ft
troppo piccolo', al fin vinto dalla fsfrse la
fera Ir ciba, come ho dettò di fo'pra.:Ó«^-
fro ha il becco largo di fórma de piletta .
Il liiafchló deHe Pernici cfTeridò vinto da vu'
altro oiafenìòìfi lafcia cafearce ftgujc l'a*
trePerhici , come ferainà-vfoidifce il viri
ci-
1 56. , Della Mjntra del Mondo
citerete son vfa. il coito con effe . Sono
prefe pereffer troppo Kbidinofe ; quella ,
Che è la guida di tutta la compagnia, fifa
innanzi .conerà, all'inganno defl'vccella-
t»rcs CiRiefio quella uicn l'altra , e con di
mano in-manò,& effendo mofh-aro.il ma-
fchio alle fe'minc uengonaeffe incontra-*
PCC ùqacciarlo , e così tono prefe , e qual
che Óplta fi gettano fopra'l capo alPuccel-
latore-, tanto fono inauertite. Se la femina
ftà all'incorro del rna/chfó , e il uento uien
dalla parte, tjetrojtfcq'io , .elPingrauitfa-*,
quando fono in amóre,per il caldo tengo
no la lingóa Bori.e cdncepono per l'alito
del rnafcT>Ì0,,fc uoia'ib^ra lei.e fpefle uolte ;
.ucdeiidolb Solamente cantare per.la uocc
f«grauidano;i Pernjcioni.quando ueggio-
nojl'huomo , rigettano con lafelnenam
già ,. e-fitirano una zolla di. terra fopra la
panci',a',ep.«irseffcr citi defcqlon della tèrta
fi fajuano; T^ftnw an Pafhgonia hanno
duo cori .'Scopre il ueleno in quellacafa ,
douetf^fi;ttoua>pe{c]lp comincia agri:
dare ad alfa uqcfi ,* mettere, Mi^iyjyug-
ra lafftìfa^doue ella è arcuata , e no.dr^f ;
(Mj^qftpte* cheui fi apparecchia, o lu li
pqr^'quajche uiqapda &uele1rè»a;i>ecru-
^ia^^au^ctopfrduto le fraine , J,gwj:
giungono rrl.lorp. i Poi,j delfe Permei
pofhu piedi- fuori del gufcio^orrono .udo-
cernente . Le Pernici qecchiejianno tanta
prudenza'-,.ne,! diffender da gli uccellatori
i lor figh\:olI,che li trattengoriq captò, clie
- i figli lubbino tempo di fuggire , e faluat-
,.&-;. ì .. fii
ì t (. ,
fi; in Boccia le Pernici non hanno libertà,
perche non poflbno ufeir di queU'aerO;
ne de' termini dì effo. I Pernice ioni cnlpe-
ftano l'uoua, e ucridorjole'fcmmejcht^jj
mentre couano , non-fi fottopongonolp-
.rOvqtia.rKÌoforiafcipTal'unua, fi ueggiono
oteun'hurjmoi cheiors'auuicini , ufcendt,
le madri gli uanno fpontaneamente mco
rra., e fingendo, òdi effer zoppa, òd'ha-
uer l'ale rotrecome poreffero e fTer piglia-
tej.rooftranp^ì cominciar più tanfo" , tan
to che dil unganoci nido colui , che han
iìo, Scontrati , e lo ingannano , fin xh$^> -
-menatolo d ifcofto , fe ne uolan poi u ia .
21 Picchio batte del becco nell'albero , e da
quello conofce Ce vi è cibo buono per lui ,
trouando otturato il buco , doue ha tati»
il nido, e i figliuoli, ò con legno , ò con.., 7
chiodo , con vna certa herba lo fa faltar
fuori ; il Picchio fi dice paKarire i figliuo
li dittifi ciafcuno in quattro ^arti i> e con
vna certa herba toccandoti li fa vnire in-
fienie, e;quefta è J'herba Baliri.,Quci;,chB
portano feca il becco del Picchio nonfo-
no morii da feorpioni , ragni , vefpt" , pe- '"
chie, calabroni ,e fonili forti d'animali . Il
Picchio^tEà-le qjtrp proprietà ha que(ta.,,',
chehauendoiunghiiTìma lingua- nel tem*
po della^ftate cerca Htio§hitpieni di fot*- J
miche „e po&i trà lor la'lingua, fopporu ,
che giicla.fprieo , e mordono , fina) dnentft
fentend/pja piena di forrn che , trahe à tè
la lingua , con tutte le formiche , deIle^ji
«i}alj W. tfll triodo fi .ciba-. - , - - : , v,
-y>li> Nel-
Nell'Indie Occidentali fono certi paflcrì,cfce
fi chiamano Pindateli, i quali per paura,
che i gatti non rnrngino loro i figlinoli .,
fanno i nidi iù quelle rame , dicioccano
quali l'acqua: perche quefti gatti non fan
no nuotare, e per dubbio di fommergerfi,
non vi vanno , e fe ben i lor nidi vanno
fott'acqua , tornano Ario, e quantunque i
figliuoli vi fian dentro , non s'affogano .
Il Piombino fc fi attaca viuo , b fe fi foffochi
auanti, che tocchi terta,di anno in a nno fi
muta, e r inoua le piume , '
I Pulcini non temono vn'Elcfante , vn bue ,
né vn caiullce vedendo pofeia l'ombra_*
del Nibio, che- vota per aria, fuggono con
gran fpauento alia madre,come gli agnel
li, quando veggiono il Lupov
Nell'Ifola d'Ortigia, quando le Quaglie fan
no il paflaggio hanno per guida vna tri
tutte l'altre detta Ortìgornetra : quefta-*
hauendola veduta lo Sparuicre, che s* au-
uicina à tetra , la rapilce : perciò cfle pro.
curano > che alcuno vccello Ara m'ero fe
guidi , accioche per quelle il facino vani i
perìcoli de' primi ; quefte hanno per cibi
gratinimi i lenii de! l'herbc venenofcMue-
fio folo animale oltre antiuomo patifce il
mal caduco,
t'vccello Trachilo , altri lo chiarrtan Rego
lo, 6 Reatino, ò Rè de gl'vdcelh' ,«ntran-
do in bocca al Cocodrilo,fi nodrifce,e pa-
fcedi quelle cofe che gli fono rettine tra
denti . Si trouano vccelli detti Rochi, ne'
mari dc.'Ind ia:che fono tanto grandi, che
ofeu-
ofcurano con l'ale il SoIe,e prendono vna
naue, la portano in aria , e la lafcianò ca
dere, e così ta naue s'affonda , e perifc'e.
Vi>è vn'vccello detto Onocrotalo mfrior d'.
vn'Oecha, quello empiendofi e'1 gozzo
d'acqua , manda fuori vh fnono à guifa_#
d'Afmo , quando cf raggia .
Le Rondini, le Merla, ci Palombi figliano
f due volte l'anno, non fi dimefticanò/mai ,
ne po fTono imparare cofa alcuna; le Roò-
-din" vengonod'ogni anno d'Africa irrita
iiii fare inid' , cì'vuoua nelle cafe, tanto
fi confidano nella benignità de gl'huòrai-
ni, hauendo partorito due volici & aiic-
uati ! figliuoli fe ne ritornano con loro
infieme nell'altro Equinotiò dell'autunno
ne' paefi loro. Sole tra tutti gli vccelli,che
non fono rapaci mangiano carne ; apren-
doli i Rondinini della prima figliatura-*
delle Rondini , feliritrouano nel ventri
glio due pietre, vnJd'vnfol colore; e l'al
tra varia,le quali ferrate ih cuoio^ '.vitel
li, òdjcèr'ftb, <?àt'tàtcate altolto, ò,aì
braccio , giouano mirabilmente al male»-
duco, e molti ne fono liberati cori eflfcji .
Quandofanno paffàggio, fi gettanoiu^,
mare, come fono ftaliche con vn'àla flir
ta fanno vela : per camparci figliuoli da t
tutti gli altri animali, elegono nelle noftre
cafe le più alte tram' ; quando vogliono
morire , fi i moltano nel fango 4 comc_>
fe elle fi voleffero ricoprir con laterra_*>
equ.indo i loro figliuoli fono ciechi , Jì ify
luminano con l'herba Celidonia , & 'bari
no
no nel ventre yna pietra di gran virtù .
Quefte dormono /blamente la metà della
notte: non potendo hautr fango per fa-
bricare i lor nidi, vanno! qualche fiume ,
e sbattono dell'ale /opra. l'acqua , tanto
che fi bagnaHo, quantojifà bifogno, e
volano doue è della ppluere,e j-'innokano
in quella«c poi diquella. rnateriaFabnca-r
io 1 lor nidi", hpiyanno.i Ipt oid i in quei
ietti, quali conplcouodoner rqainaic in
breue tempo, non louooffdedagli vc-
celli di rapina, e come co fe, {acre da effi ri-
fpettati , elle non mai fi cibano , quando
ftanno ferine^ ma fempi e volando .
A Vratislauiafu'l fiume Viftola,e firn lmen.
te in diuerfi. laghi fi ritronano il verno
da' Pefcatòn fpeffo Rondoni, quafi mor
ti , cflendo priui di motto , e feafo, liqua-
li pofti ih luoghi caldi ritornano in vita, e
volano iubito. Quefti fono fono il giae- '
eio , il più tflelle volte attacati co i piedi
verfo il giaccio .
In alcun'Iioiette chiamate Romeros , verfo
il; mar.de' Sur fi veggiono alle volte certi
Vccellf, detti da gl'ifqlanj Ruch , i quali
fono ài tant'a,grandez$a , che oltre che.._,,
ammazzano gl'klefaqtijì veggiono fpef-
fo volare còrijVnjCàmelIo a i piedi .
Le Scrobe cattano la terra col beco , e fan
no vira bucca''.> fopra la quale, mettono
alcuqilegnttti à vfo di gratici , e. Copra vi
mettono quella terra , ebe hanno cattato,
e in quella bucca, poi cattano Pvom.Que-
fti vecelli Fanno alle lor bucche due por
te, e
te, e per-quèna, che è volta verfe oriente;
efcono a .niangkre,e per quelht.che è vol-
ta verfo,,Ocridente« entrato a iripofarei
L'vcccIloSeleilciddlfftdatoda-Diostglifaa-
biratoridd monterCaflìno per diftrugge,
rele Loculte, c&e'triangiauanoloro rurte
le biade . Ne fisa , doue quaftp y'ccello iì
fiu , ne donde vengic; irta comparendo le
locufte, comparile artehegli a diuocarlev 1
&a fpengcric.- ;-...,j. £.;,,
Lo Smeriglio hà quella proprietà , che nel
tempo del gran freddo la /èra prende vn-
vccelietto , accioche li tengaxaWi ì piedi i
equelU notte loiiffenda dal freddo , l'yc-
celletto prefo ftà fempie in timore d'efler
morto : nondimeno uTmatino lo Smeri-
rigiiò lo lafcia fano , quantunque, faa.bbi
granldiiiima fame; quefto pcjdtì&cacnV
cì», che ne hà riceu uro , e poneiwcnrff , a
che banda ya,nc mai per q^el giorno feci-r
fcc a quella banda, per non incontrarlo V
In vna parre della Traccia fcpra Amn-poli-
foHoSpamicri.ehcfaHnoacompagnia.,,
coo gli huomittii e dijudotto la preda, che
piglia.no a jnciOiiGi'lnipigiiji veggjeado '
quefti entrano perii cancri , e per le. feìae,
e fanno kuargljvcceili, &effiftarmo di
fopra uo!ando,;e .pigliano tutti quei,, c£«
li lituano , e quando hanno fmito di cac-<
cure, fe gli diuidono tra cfIì , & ogn' vno
m3,?.l f"° VfK'o'' Bli Sparuieri agiutano''
li Pipiftrelli , che fi difendonoda gl'altri
vccelli ,e diuidonp Ulorqueftipne.,'
E vno vcedlodeaa Stellino , ilqualé èia»-'
mo>
a 6% Della Minna del Mando
morato della \ftelktdlMcrcurio . ctoU^
per goder de tea flella, e porta nel l x bra nca
ilfuo vouo ,che fa , che non ne fa più d'-
vsò, ecomcvedelaftella, hàtantaalle-
grezza , che lì fcorda l'vouo , il qual cade
inferra ^ènafce il pollo . L'vccello, come
non vede più U ftella . /'ente , che'l figlio
grida, fi ricorda di efli?, viene, e lo alleui» .
Loistruzzo effondo così alto ài corpo , piìc
cheafconda il.rollo dietro a qualche albe
ro , crede effer tutto afcoiò., quando vede
i cacciatori , fi che non può più fuggire,
prende le pietre con l'vngfe , e le lanciai
contro eh, lovuol offendere : coua l'voua
con alcuni raggi , che gli efeono da gl'oc
chi. Inghiotte-con furiale fmakifiìe pian
piano ilferro,correndo fi fa vela con l'ale;
e trapafla ogni altro animale nella veloci
ti del coffen V
i Tordi , quando hanno gran fime , eturano
nelle colombaie, e non tromndo chc^*
mangiare , forano i gozzi a picciolini peV
mangiar quello , che eflì vi tengono den
tro^ e lecolombe fono tanto fempiici, che
frànnó'quicte:e perche non fannoà niuna
cofa far male, gli mirano con merauiglia .
La Tortora perduto il compagno, fempre lo
piange , e mai phì non s'accompagna con
altri . Si getta tòprn i legni fccchi , cerca i
luoghi deferti , e folitarij . Se vi per (berci,
,ti\troua4'a««a'chiara l'intorbida col pic-
Meréifi^rdtilidBto a ber vino, fi fcorda del
la fua libertà, falcin alto, geme cantando,
.-rmoncialaptimauera, viue «itAamente
folo,
nK^S?1****

* XP™?» quando no. ■«*

te ior aie, dandole SS^S^


■*J ornano i rce/i fcr»/^^^***- *
. mcnnrfi . ^rco, «afiaoca^
*efi 'nconrraaca/bJTfisnaoio
bpcca , & ella i Vcc,de-o»I#* **=*
«ultori , chcma.Ianon^ * T"^
» «ararWft^Sn^f£,*? ■
£t23?chc £ iUQ««~^SL
te madri, cantano meglio, e quef^=
no rapm nel nido , ìoWrozrfl^
1 Vfign uol» doppo a coito eoa jr*
•X$± laMmtraaeimmeo
fi uà a lauar a un fiume , e fubi'to fi feor-
La Scilla Hercinia genera uccelli , le penne
de' quali rilucono nell'ofcurita della not
te ^quantunque fiàofcuriflìnia, ondegl -
huomini di quel luògo molte uolte coio
l'ufo drquené pènne , per non ifmarireii
e? mino, uanno di notte, e girandolerei- ..
Pòfcùró dèlie Kridè'', con i fcgni dello
rplehdoredfcffefidrfaKinola.uia. .
Nell'Indie Occidentali è vn' vccello deUa
forte de' rapaci , «quale fà J figliuoli su la
cima degl'alberi, e fc l'vcctHatore, fole su
l'albero, non fi muouc, ma cuojrc con r-
alci figliuòli, e pàt» p^rcftMfe&tpie.
fo,'theàbt^ndcrnM«*flgm^y ,' ,'. „
Nèil'lnafè'OtBatiiH» fon* ataivccelk di
rapina, fi^'i qu'rff te-ionó.alcum, cte
non folamente i fuof gemtori , c«c ™,n.™
di loro paititolar cura. : ma tinti gì altri
Vccélli , che viuono.di-ràpm , «recano
lói 6 il cWò i'corae a/forcPprmc.pi; e di pm
hàqiuuo , diefiandopoludi^igmuii
rion-nc riccfìosp nocun:^nitfa-fcuno.

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