Академический Документы
Профессиональный Документы
Культура Документы
Uno studio condotto nel novembre 2011 su quelli che si pensa fossero denti da latte
di Homo Neanderthalensis, ritrovati nel 1964 nel sito della Grotta del Cavallo
(Puglia), indica che sono i pi� antichi resti umani mai scoperti in Europa,
risalenti a 45 000 anni fa.
Basilicata: Matera � una delle pi� antiche citt� del mondo ancora abitate, con sue
case primitive e le sue grotte scavate nella roccia risalenti al Paleolitico, X
millennio a.C.
Ondate migratorie
Nessuna nota a pi� di pagina
Questa voce o sezione sull'argomento archeologia � priva o carente di note e
riferimenti bibliografici puntuali.
Sebbene vi siano una bibliografia e/o dei collegamenti esterni, manca la
contestualizzazione delle fonti con note a pi� di pagina o altri riferimenti
precisi che indichino puntualmente la provenienza delle informazioni. Puoi
migliorare questa voce citando le fonti pi� precisamente. Segui i suggerimenti del
progetto di riferimento.
Ci sono state circa quattro ondate migratorie che interessarono la penisola
italiana durante questo periodo storico.
La prima migrazione indo-europea � di circa la met� del III millennio a.C. e forma
la cultura di Remedello che si diffonde nella pianura Padana, come dimostrano
diversi cimeli e tombe dell'et� del rame scoperte alla fine del XIX secolo a
Remedello in Lombardia.
Una seconda ondata di immigrazione � della fine del III millennio a.C., e dar� vita
alla Cultura del vaso campaniforme, nota per la sua produzione di bronzo, nella
pianura del Po, in Toscana e sui lati della Sardegna e della Sicilia.
Trentino-Alto Adige: �tzi � la mummia la pi� antica del mondo, ritrovata nel sud
delle Alpi insieme a strumenti molto sofisticati per quel tempo (IV millennio a.C.)
A circa met� del II millennio a.C., una terza ondata migratoria arriva, associata
alla civilt� appenninica e alla cultura Terramare che prende il nome dal nero del
suolo (terremare) che formano tumuli, risultato della costruzione di antichi
villaggi scomparsi. Sono stati operai molto abili che lavoravano il bronzo in
stampi di pietra e argilla. Sviluppano rapidamente una metallurgia originale
(pugnali, spade, rasoi, fibule bronzee) e costruiscono dighe per proteggersi dalle
inondazioni. Sono stati anche agronomi, coltivando fagioli, vite, ulivo, grano e
lino. Di stanza nella pianura padana ma con un'estensione eccezionale grazie ai
traffici commerciali del bronzo con il sud. Un'altra civilt� si sviluppa
congiuntamente nell'appennino, producendo ceramiche notevoli per le loro
decorazioni.
citt� megalitiche di Luni sul Mignone nella regione del Lazio risalente all'et� del
Bronzo (III millennio a.C.) e abitato fino al Medioevo
La civilt� appenninica � una societ� di guerrieri e pastori semi-nomadi che
praticano delle scorrerie ad agricoltori e allevatori di citt� pi� a nord della
pianura Padana. Vivono in capanne o grotte, inumano i loro morti in tombe in forma
di dolmen, lavorano il bronzo e fabbricano a mano la ceramica in fondo nero
decorato con motivi a denti di sega. Si trovano vestigia di questa civilt�
dall'Emilia alla Puglia. I popoli della civilt� appenninica diventeranno Liguri.
Alla fine del II millennio a.C., una quarta ondata forma la cultura proto-
Villanova, legata alla cultura dei campi di urne, nonch� al lavoro del ferro.
Praticavano la cremazione e seppellivano le ceneri dei loro morti in urne di
ceramica a forma di cono. Questa civilt� si trovava nel centro-nord della penisola.
Pi� a sud, in Campania, questa sepoltura era prassi generale: le sepolture con il
metodo dell'incenerimento proto-villanoviano sono stati identificati a Capua,
"princely tombe" di Pontecagnano Faiano vicino Salerno (scoperte conservato nel
Museo dell'Agro Picentino) e Sala Consilina. I Proto-Villanova diventeranno gli
Etruschi. Queste societ� molto avanzate daranno vita alle citt�-stato che diventano
i primi regni della penisola.
Genti italiche
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: popoli
dell'Italia antica.
Cartina con i maggiori centri etruschi ed "espansione" della civilt� etrusca nel
corso dei secoli
Le informazioni sulle genti abitanti la Penisola in epoca preromana sono, in taluni
casi, incomplete e soggette a revisione continua. Popolazioni di ceppo indoeuropeo,
trasferitesi in Italia dall'Europa Orientale e Centrale in varie ondate migratorie
(Veneti, Osco-umbri, Latini ), si sovrapposero ad etnie pre-indoeuropee gi�
presenti nell'attuale territorio italiano, o assorbendole, oppure stabilendo una
forma di convivenza pacifica con esse. Presumibilmente, queste migrazioni ebbero
inizio in et� del bronzo medio (e cio� attorno alla met� del II millennio a.C.) e
si protrassero fino al IV secolo a.C. con la discesa dei Celti nella pianura
padana.
La Sardegna era abitata, fin dal II millennio a.C., dai nuragici, forse
identificabili con il popolo del mare dei Shardana. Alcune di queste popolazioni,
stanziate nell'Italia meridionale e nelle isole, si troveranno a convivere,
dall'VIII fino al III secolo a.C., con le colonie greche e fenicie (puniche)
successivamente assorbite dallo Stato romano.
Storia antica
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: siti
archeologici dell'Italia antica.
Fenici e Cartaginesi
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: espansione
cartaginese in Italia, storia della Sardegna fenicio-punica, storia della Sicilia
fenicia e trattati Roma-Cartagine.
Solo con l'arrivo dei Punici, a met� del VI secolo a.C., con la spedizione del
semileggendario Malco, inizi� il tentativo di conquista vera e propria delle isole
maggiori. Cartagine, a tre secoli dalla fondazione, era diventata potenza egemone
dell'Africa settentrionale fermando in Libia la colonizzazione greca vincendo
Cirene. In Sicilia invece la colonizzazione greca aveva relegato la presenza punica
nell'estrema punta occidentale dell'isola. I Cartaginesi allora, spinti da
interessi di carattere demografico e economico, tentarono di conquistare l'intera
Sicilia, cacciando da essa i Greci. Ci� avrebbe consentito il totale controllo dei
due passaggi dal Mediterraneo Orientale a quello Occidentale. Le guerre greco-
puniche (550 a.C.-275 a.C.) non portarono a grandi risultati, allargando a fasi
alterne la sfera di influenza cartaginese o greca in Sicilia senza che nessuno dei
due popoli riuscisse a prevalere nettamente sull'altro.
Lo scontro tra le due civilt� si concluse con lo scoppio della prima guerra punica
che tolse ai Cartaginesi le aree siciliane e pose una pesante ipoteca su Siracusa,
unico regno siceliota importante. Cartagine riusc� comunque a bloccare quasi
completamente l'espansione greca nel Mediterraneo occidentale. In Sardegna invece i
Cartaginesi conquistarono la parte meridionale dell'isola, pur incontrando maggiori
difficolt� a causa della resistenza opposta dalle popolazioni autoctone. Nel corso
del tempo i Cartaginesi chiusero le coste dell'isola in un vero e proprio cerchio
di fortezze e colonie[8]. La conquista della Sardegna permise il controllo della
produzione mineraria e agricola in relazione alle necessit� puniche e non solo
autoctone. L'agricoltura sarda si basava principalmente sulla produzione di grano
tanto che gi� nel 480 a.C. Amilcare, impegnato nella battaglia di Imera, fece
venire dalla Sardegna i rifornimenti di grano per le sue truppe, che si trovavano
in Sicilia. Lo pseudo-aristotelico De mirabilibus auscultationibus riporta che
Cartagine proibiva la coltivazione di piante da frutto per incentivare la
monocultura del grano[9]. Anche l'artigianato sardo sub� profonde influenze
puniche.
Cartagine entr� anche nella storia d'Italia peninsulare alleandosi con gli Etruschi
per combattere i pirati greci di Alalia, in Corsica. Le Lamine di Pyrgi
testimoniano quanto fosse sentito l'influsso cartaginese sulle coste toscane e
laziali. Nel 509 a.C., infine, la neonata Repubblica romana e i cartaginesi
siglarono il primo dei Trattati Roma-Cartagine, che segn� l'inizio di relazioni
diplomatiche stabili fra le due citt�. Successivamente vennero conclusi altri
trattati, in cui vennero concesse ulteriori concessioni all'Urbe fino alla caduta
definitiva di Cartagine.
Tetradracma di Siracusa
SNGANS 259.jpg
Testa di Aretusa Auriga alla guida di una quadriga
Argento ca. 415-405 a.C.
Civilt� greca
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Magna Grecia
e Sicilia greca.
Colonie greche (in rosso) e fenicie (in giallo) in Italia nel IV secolo a.C.
Tra l'VIII ed il VII secolo a.C., coloni provenienti dalla Grecia iniziarono a
stabilirsi sulle coste dell'Italia meridionale e in Sicilia. Le prime colonie ad
essere costituite furono quelle ioniche e peloponnesiache: gli Eubei fondarono
Cuma, Reggio Calabria, Napoli, Naxos e Messina, i Corinzi Siracusa (i cui abitanti
a loro volta fonderanno Ank�n, l'odierna Ancona, e Adr�a, l'odierna Adria), i
Megaresi Leontinoi, gli Spartani Taranto, mentre coloni provenienti dall'Acaia
furono all'origine della nascita di Sibari e di Crotone. Altre importanti colonie
furono Metaponto, fondata anch'essa da coloni Achei, Heraclea e Locri Epizefiri.
Con la colonizzazione greca i popoli italici entrarono in contatto con una civilt�
raffinata, caratterizzata da espressioni artistiche e culturali elevate che diedero
origine nel Sud Italia e in Sicilia alla fioritura di filosofi, letterati, artisti
e scienziati sia di origine greca (Pitagora) che autoctona (Teocrito, Parmenide,
Archimede, ecc.). I Greci furono anche portatori di istituzioni politiche
sconosciute all'epoca che prefiguravano forme di democrazia diretta. Tra le
principali citt� greche in Italia vi fu Siracusa che, fra il V ed il IV secolo
a.C., conobbe un notevole sviluppo demografico ed economico.
Anche citt� come Reggio Calabria o Napoli raggiunsero una notevole importanza
politica ed economica[10]: la prima sotto il governo di Anassila e la seconda
grazie al rapporto privilegiato con l'Atene di Pericle[11]. I contrasti fra le
colonie greche e le popolazioni autoctone furono frequenti, nonostante i Greci
cercassero di instaurare rapporti pacifici favorendo, in molti casi, un loro lento
assorbimento. La ricchezza e lo splendore delle colonie furono tali da far
identificare l'Italia meridionale peninsulare dagli storici romani con
l'appellativo di Magna Grecia. Nel III secolo a.C. tutte le colonie italiote della
Magna Grecia e quelle siciliane furono assorbite nello Stato romano. Per molte di
esse inizi� un fatale declino.
La scultura rappresenta la Lupa capitolina che allatta i gemelli Romolo e Remo che
furono aggiunti, probabilmente da Antonio del Pollaiolo, nel tardo XV secolo
Roma (753 a.C.-476 d.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: storia romana
e Italia (epoca romana).
Secondo la tradizione, la citt� di Roma fu fondata il 21 aprile del 753 a.C. da
Romolo sul colle palatino. In realt�, gi� in precedenza erano sorti villaggi in
quella posizione, fondamentale per la via di commercio del sale, ma solo alla met�
dell'VIII secolo a.C. questi si unirono in una sola citt�. La zona era dotata,
inoltre, di un buon potenziale agricolo, e la presenza dell'isola Tiberina rendeva
facile l'attraversamento del vicino fiume Tevere.
Ai primi quattro re, di origine latina, fecero seguito altri tre di origine
etrusca: verso la fine del VII secolo a.C., infatti, gli Etruschi, all'apogeo della
loro potenza, estesero la loro influenza anche su Roma, che stava divenendo sempre
pi� grande e la cui importanza a livello economico iniziava a farsi considerevole.
Era dunque fondamentale per gli Etruschi assicurarsi il controllo su una zona che
assicurava il passaggio delle rotte commerciali; comunque non si ebbe mai un reale
controllo militare etrusco su Roma. Il primo re etrusco, Tarquinio Prisco, combatt�
contro i popoli confinanti, ordin� la realizzazione di numerose opere pubbliche,
tra cui il Circo Massimo, la Cloaca Massima e il tempio di Giove Capitolino sul
Campidoglio e apport�, infine, anche alcuni cambiamenti in campo culturale. Il suo
successore, Servio Tullio, fu, secondo la leggenda, l'ideatore dell'ordinamento
centuriato, sostituendolo alla precedente ripartizione della popolazione e combatt�
anch'egli contro alcune delle principali citt� etrusche e latine limitrofe a Roma.
Ultimo monarca a governare Roma fu Tarquinio il Superbo, espulso dall'Urbe nel 510
a.C., secondo la leggenda con l'accusa di aver violentato la giovane Lucrezia; il
patriziato romano, comunque, non era pi� disposto a sottostare al potere
centralizzato del re, ma desiderava acquisire un'influenza, in campo politico, pari
a quella che gi� rivestiva negli altri ambiti della vita civile.
Roma si trov� subito a lottare contro le popolazioni latine delle zone limitrofe,
sconfiggendole nel 499 a.C. (o, secondo altre fonti, nel 496 a.C.) nella battaglia
del Lago Regillo, e federandole a s� nella Lega Latina mediante la firma del foedus
Cassianum, nel 493 a.C.[13] Combatt� poi contro gli Equi e i Volsci, e, una volta
sconfitti, si scontr� con la citt� etrusca di Veio, espugnata da Marco Furio
Camillo nel 396 a.C.
I primi anni di vita della Repubblica romana furono notevolmente travagliati anche
nell'ambito della politica interna, in quanto le gravi disuguaglianze sociali che
avevano portato alla caduta del regno non erano state cancellate. I plebei
avviarono cos� una serie di proteste contro la classe dominante dei patrizi: nel
494 a.C., infine, si ritirarono in secessione sul Monte Sacro (Secessio plebis). La
situazione si risolse con l'istituzione della magistratura del tribunato della
plebe e con il riconoscimento del valore legale delle assemblee popolari.
Importanti acquisizioni furono anche la redazione, nel 450 a.C. da parte dei
decemviri, delle leggi delle XII tavole, che garantivano una maggiore equit� in
ambito giudiziario, e l'approvazione della lex Canuleia, nel 445 a.C. Nel 386 a.C.
l'esercito romano fu sconfitto dai Galli guidati da Brenno, che sottoposero l'Urbe
ad un rovinoso saccheggio. Vent'anni dopo, nel 367 a.C., furono promulgate le leges
Liciniae Sextiae, che ampliarono ulteriormente i diritti della plebe.
A tentare una riforma che ponesse un rimedio alla crisi furono per primi i fratelli
Gracchi, ovvero Tiberio e Gaio Sempronio Gracco, il cui progetto di riforma
prevedeva la limitazione dell'occupazione delle terre dello Stato a 125 ettari e la
riassegnazione delle terre eccedenti ai contadini in rovina, oltre alla limitazione
delle terre che le famiglie nobili potevano possedere a non pi� di 1000 ettari; i
terreni confiscati furono distribuiti in modo che ogni famiglia della plebe
contadina avesse 30 iugeri (7,5 ettari). Un tale piano di riforma trov� per�
l'opposizione dei ceti aristocratici, i cui interessi furono duramente colpiti, che
impedirono l'attuazione della riforma assassinando i due fratelli.
Le rivendicazioni di italici e schiavi: la guerra sociale e le guerre servili
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: guerra
sociale.
Gi� dal tempo dei Gracchi a Roma si avanzavano proposte d'estensione dei diritti di
cittadinanza anche ad altri popoli italici fino ad allora federati ma senza
successo. La speranza degli alleati italici era che a Roma prevalesse il partito di
coloro che volevano concedere agli alleati italici la cittadinanza romana. Ma
quando nel 91 a.C. il tribuno Marco Livio Druso, che stava preparando una proposta
per concedere la cittadinanza agli alleati fu ucciso, ai pi� apparve chiaro che
Roma non avrebbe concesso spontaneamente la cittadinanza. Fu l'inizio della guerra
che dal 91 a.C. all'88 a.C. vide combattersi gli eserciti Romani e quelli italici.
Gli ultimi a cedere le armi ai Romani, capeggiati tra gli altri da Silla e Gneo
Pompeo Strabone, padre del futuro Pompeo Magno, furono i Sanniti. Gli italici si
videro comunque riconosciuta la cittadinanza romana. All'epoca, comunque, l'Italia
comprendeva solo la parte peninsulare; la parte transpadana formava la provincia
della Gallia Cisalpina i cui abitanti non erano ancora cittadini romani. Nel
dicembre del 49 a.C. Cesare concesse la cittadinanza romana agli abitanti della
provincia e nel 42 a.C. venne abolita la provincia, facendo della Gallia Cisalpina
parte integrante dell'Italia romana.
L'anfiteatro Flavio, simbolo di Roma e del potere imperiale ancora ai nostri giorni
Dinastia Giulio-Claudia (14-68)
La prima dinastia fu quella Giulio-Claudia, che fu al potere dal 14 al 68; nel
corso di mezzo secolo si succedettero Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. I primi
anni del regno di Tiberio furono pacifici e relativamente tranquilli. Egli
consolid� il potere di Roma e assicur� la ricchezza e la prosperit� dello Stato
romano. Dopo la morte di Germanico e di Druso, i suoi eredi, l'imperatore, convinto
di aver perso i favori del popolo e di essere circondato da cospiratori, si ritir�
nella propria villa di Capri (26), lasciando il potere nelle mani del comandante
della guardia pretoriana, Seiano, che avvi� le persecuzioni contro coloro accusati
di tradimento. Alla sua morte (37) il trono venne affidato a Gaio (soprannominato
Caligola, per la sua abitudine di portare particolari sandali chiamati caligae), il
figlio di Germanico. Caligola inizi� il regno ponendo fine alle persecuzioni e
bruciando gli archivi dello zio.
Tuttavia cadde presto malato: gli storici successivi riportano una serie di suoi
atti insensati che avrebbero avuto luogo a partire dalla fine del 37. Nel 41,
Caligola cadde vittima di una congiura ordita dal comandante dei pretoriani Cassio
Cherea. L'unico membro rimasto della famiglia imperiale era un altro nipote di
Tiberio, Claudio. Questi, pur essendo considerato dalla famiglia stupido, fu invece
capace di amministrare con responsabile capacit�: riorganizz� la burocrazia e
conquist� la Britannia. Sul fronte familiare, Claudio ebbe meno successo: la moglie
Messalina fu messa a morte per adulterio; successivamente spos� la nipote
Agrippina, che probabilmente lo uccise nel 54. La morte di Claudio spian� la strada
al figlio di Agrippina, Nerone. Questi inizialmente affid� il governo alla madre e
ai suoi tutori, in particolare a Seneca. Tuttavia, maturando, il suo desiderio di
potere aument�: fece giustiziare la madre ed i tutori e regn� da despota.
L'incapacit� di Nerone di gestire le numerose ribellioni scoppiate nell'Impero
durante il suo principato e la sua sostanziale incompetenza divennero rapidamente
evidenti e nel 68 Nerone si suicid�.
Quanto all'Italia, il suo posto nell'impero, nel secondo secolo, cominci� a perdere
la sua preponderanza, a causa della romanizzazione delle province, e in parte
dell'integrazione delle loro �lite in seno agli ordini equestri e senatoriali. Il
secondo secolo vide l'impero governato da imperatori provenienti dalle province e
discendenti da antichi coloni italici: Traiano, Adriano e Marco Aurelio originari
della Spagna, Antonino Pio della Gallia Narbonense. Fin dai primi anni del secolo,
Traiano cerc� di regolamentare la presenza dei senatori in Italia, obbligandoli a
possedere un terzo delle loro terre in Italia; secondo Plinio il Giovane (VI, 19)
certi senatori provinciali abitavano in Italia difatti come se fossero in vacanza,
senza curarsi della penisola. La misura ebbe solamente un effetto limitato, di
rialzare momentaneamente i prezzi delle propriet�, che stavano decadendo, e fu
reiterata da Marco Aurelio ma in un'inferiore misura, un quarto delle terre.
I quattro tetrarchi
La riforma tetrarchica di Diocleziano non risolse per� nei fatti il problema della
successione, dato che alla sua abdicazione (305) scoppi� una guerra civile tra i
vari Cesari e Augusti, che termin� solo nel 324 con la vittoria di Costantino I.
Quest'ultimo (imperatore dal 306 al 337) continu� la politica di Diocleziano,
fondando una seconda capitale nell'antico sito di Bisanzio, da lui ridenominata
Costantinopoli (330). Sempre Costantino pose fine con l'Editto di Milano (313) alle
persecuzioni contro i cristiani; il cristianesimo da qui in poi assunse sempre
maggiore importanza per l'impero e, dopo un tentativo da parte dell'imperatore
Giuliano (360-363) di restaurare il paganesimo, sotto il regno di Teodosio I (379-
395) il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'Impero (380). L'Italia,
pur perdendo sempre pi� importanza, rimaneva comunque una delle regioni pi�
importanti dell'Occidente romano, perlomeno dal punto di vista religioso (il Papa
risiedeva a Roma). Nel 395, alla morte di Teodosio, l'Impero si trov�
definitivamente suddiviso in un Impero d'Occidente (capitale Milano, poi Ravenna) e
in un Impero d'Oriente (capitale Costantinopoli).
Nel corso del V secolo, a partire dal 406, Vandali, Alani, Svevi, Burgundi e
Visigoti (spinti dalla migrazione verso occidente degli Unni) sfondarono il limes
dell'Impero e dilagarono nelle province galliche e ispaniche, costringendo i Romani
a riconoscerli come foederati (cio� alleati dell'Impero che, in cambio del loro
sostegno bellico, ottenevano il permesso di stanziarsi in alcune province), che,
tuttavia, si svincolarono man mano dall'autorit� centrale, andando a costituire dei
veri e propri regni romano-barbarici, solo nominalmente facenti parte dell'Impero.
Neanche l'Italia era al sicuro dai Barbari: il sacco di Roma del 410 ad opera dei
Visigoti di Alarico I venne vista dai contemporanei come il segno imminente della
fine del mondo. Discordie interne peggiorarono la situazione: il comes d'Africa
Bonifacio, nominato nemico pubblico da Galla Placidia, per difendersi invit� i
Vandali in Africa, che nel giro di un decennio la strapparono all'Impero (429-439),
con il sostegno dei Mauri e della setta eretica dei Donatisti. I Vandali
costruirono una flotta e in breve tempo occuparono la Sicilia, la Sardegna, la
Corsica e le Isole Baleari, riuscendo anche nell'impresa di saccheggiare Roma
(455).
In breve, a parte una parte della Gallia e la Dalmazia, l'Impero si era ridotto
alla penisola italica. Tuttavia anche l� l'influenza dei barbari si fece sentire e
min� la gi� traballante autorit� degli Imperatori: nell'ultimo ventennio di vita
dell'Impero esso era governato da imperatori fantoccio manovrati da dietro le
quinte da generali di origini germaniche (Ricimero (461-472), Gundobaldo (472-474),
Flavio Oreste (475-476)), ormai i veri padroni di Roma. L'ultimo di questi
generali, Oreste, dopo aver costretto alla fuga l'imperatore Giulio Nepote, che si
rifugi� in Dalmazia, dove continu� a regnare fino al 480, pose sul trono il figlio
Romolo Augusto. Un anno dopo tuttavia il rifiuto da parte di Oreste di cedere alle
truppe mercenarie barbariche un terzo dell'Italia caus� la rivolta di queste
ultime, che, capeggiate da Odoacre, deposero l'ultimo imperatore Romolo Augusto,
causando la caduta formale dell'Impero. Infatti Odoacre decise di non nominarsi
Imperatore romano, ma semplicemente Re d'Italia.
L'Alto Medioevo
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Italia
medievale.
Odoacre, Goti e Bizantini (476-568)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno
ostrogoto e guerra gotica (535-553).
Impero bizantino
Deposto Romolo Augusto, Odoacre govern� l'Italia per 17 anni come rex gentium � una
formula del tutto nuova � teoricamente alle dipendenze di Zenone, imperatore
d'Oriente. Si serv� del personale amministrativo romano, lasciando libert� di culto
ai cristiani e combatt� con successo i Vandali strappando loro la Sicilia. Ma nel
489 Zenone allontan� gli Ostrogoti dal basso Danubio inviandoli in Italia affinch�
rovesciassero Odoacre e conquistassero l'Italia. Dopo cinque anni di guerra, il re
goto Teodorico riusc� ad uccidere Odoacre e a impadronirsi del trono. Teodorico,
che aveva vissuto a lungo a Bisanzio, garant� pace e prosperit� all'Italia,
affidando le magistrature civili ai Romani e l'esercito ai Goti; l'autorit� dei
magistrati romani era per� limitata da funzionari goti detti comites. Nonostante
fosse ariano, si mostr� tollerante con i Cattolici, anche se negli ultimi anni di
regno reag� alla decisione dell'Imperatore Giustino di bandire dall'Impero
l'arianesimo lanciando una serie di persecuzioni che ebbero tra le sue vittime il
filosofo Severino Boezio, condannato a morte. Gli succedette Atalarico (526-534).
Nel frattempo i papi entrarono in contrasto con Bisanzio per la questione del
monotelismo, una formula teologica compromissoria ideata dagli Imperatori per
accontentare sia i cattolici che i monofisiti. Con un editto del 648 (Typos)
Costante II impose il monotelismo e fece deportare il papa Martino I in quanto
questi non l'accettava.[28] Nel 680, per opera dell'Imperatore Costantino IV, il
monotelismo venne condannato come eresia e i rapporti tra pontefici e imperatori
migliorarono. Nel 726, tuttavia, inizi� l'iconoclastia, la lotta alle immagini, da
parte dell'imperatore Leone III[29]. Di fronte all'opposizione del papa, Leone
ordin� il suo assassinio ma il crimine fall� per l'opposizione delle truppe fedeli
al Papa che si rivoltarono. Intanto il re longobardo Liutprando (713-744),
approfittando dei dissensi tra Bisanzio e la Chiesa Romana, fece nuove conquiste
che furono aumentate dal suo successore Astolfo (749-756) che allontan� i Bizantini
da Ravenna (751) e si accinse ad unificare l'Italia conquistando il Lazio.[30] Ma
papa Stefano II (752-757) chiam� in suo soccorso il re dei Franchi Pipino il Breve,
che sconfisse Astolfo e don� le terre di Ravenna (l'esarcato) al papa. Nacque cos�
lo Stato della Chiesa[31] e il potere temporale dei Papi, che venne legittimato
tramite la falsa Donazione di Costantino. Nel 771 papa Stefano III invoc�
l'intervento del nuovo re dei Franchi, Carlo Magno, contro Desiderio. La guerra tra
Franchi e Longobardi si concluse nel 774 con la vittoria di Carlo, che assunse il
titolo di Rex Francorum et Langobardorum ("Re dei Franchi e dei Longobardi") e
unific� la Langobardia Maior al suo Regno dei Franchi.
Un momento di maggior solidit� del Regnum si ebbe con il governo di Ugo di Provenza
(926-946), il quale, per risolvere il problema della successione, associ� subito al
trono suo figlio Lotario II. Questi per� scomparve gi� nel 950, per cui gli
successe il marchese d'Ivrea Berengario II, che, temendo intrighi, fece perseguire
la vedova di Lotario II, Adelaide. Ella allora si rivolse all'imperatore tedesco
Ottone I, chiedendogli di intervenire contro l'"usurpatore" Berengario. Ottone
colse il pretesto e scese in Italia, dove sconfisse Berengario, entr� nella
capitale Pavia, spos� Adelaide e si cinse della corona italiana nel 951, legandola
a quella di Germania. Ottone I ristabil� la supremazia sul Papa, la cui elezione
per essere valida doveva ricevere la ratifica imperiale, e tent� di strappare
l'Italia meridionale ai Bizantini, riuscendo solo ad ottenere un matrimonio tra suo
figlio e la principessa bizantina Teofano. Il successore Ottone II non riusc� a
controllare l'elezione papale e per� di malaria dopo aver subito una sconfitta
contro gli Arabi in Calabria. Gli succedette Ottone III che, per restaurare
l'Impero, pose la sede imperiale a Roma ma, a causa dell'opposizione della nobilt�
romana, fu da essa scacciato. Per� nel 1002.
Il potere dei Normanni nell'Italia meridionale ebbe termine tra il 1194 (morte di
Tancredi di Lecce) e il 1198, quando Enrico VI di Svevia, Imperatore del Sacro
Romano Impero (morto nel 1197), in virt� del suo matrimonio con Costanza
d'Altavilla (morta nel 1198), un� alla corona imperiale quella di re di Sicilia. Il
regno sub� una svolta accentratrice sotto la direzione di Federico II (1211-1250),
il quale fu scomunicato tre volte, partecip� alla sesta crociata (da lui stessa
indetta e a lungo rimandata), conquist� Gerusalemme senza spargimenti di sangue ma
attraverso trattative con il sultano d'Egitto al-Malik al-Kamil, e infine tent�
nuovamente di estendere la sua egemonia sui comuni dell'Italia del nord, in una
lunga guerra senza successo. In questo periodo si affacciano nel panorama religioso
varie eresie, che infine vengono controllate dall'istituzione del tribunale
dell'Inquisizione.
Nello stesso tempo in Sardegna nascono e muoiono regni, comuni e signorie, ciascuno
con una differente storia e cultura, ma tutti ben inseriti nel contesto
internazionale del Medioevo, con regnanti che parteciparono alle crociate, che
presero parte alla lotta tra impero e papato e che furono fautori del monachesimo.
I comuni (1100-1250)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: comune
medievale, battaglia di Legnano, Regno di Sicilia e storia della Sardegna
giudicale.
A causa dell'assenza del potere imperiale, gi� a met� dell'XI secolo le famiglie
pi� potenti delle citt� italiane del nord e del centro estromisero i conti e i
vescovi dall'esercizio del potere. Esse si riunivano in associazioni - communes -
che governavano su ogni aspetto della vita pubblica cittadina usurpando prerogative
dell'Imperatore. Il potere esecutivo era detenuto da magistrati detti consoli,
scelti tra l'aristocrazia, il ceto pi� preminente. Ad essi si affiancavano delle
assemblee ("consigli"). Per porre fine alle continue lotte interne, fu per�
necessario introdurre una nuova carica esecutiva, il podest�, scelto tra i
forestieri affinch� fosse un arbitro imparziale. Da ricordare fra queste citt� le
repubbliche marinare, dedite ai commerci: Amalfi, Genova, Pisa, Venezia (le pi�
note) e Ragusa, Gaeta, Ancona, Noli.
In quegli anni si svilupp� a Firenze una nuova corrente culturale: il Dolce stil
novo, che rappresentava per certi versi la continuazione e l'evoluzione del vecchio
Amor cortese dei romanzi cavallereschi. I principali esponenti di tale corrente
furono Guido Cavalcanti, Guido Guinizzelli, e soprattutto Dante Alighieri che
rivoluzion� in modo profondo la letteratura italiana con opere come la Vita Nova e
la Divina Commedia, universalmente riconosciuta come uno dei capolavori letterari
di ogni tempo e ancora oggi studiata approfonditamente nelle scuole italiane. Da
ricordare anche il contributo del fiorentino Giovanni Boccaccio, autore del
Decameron, uno dei capolavori della letteratura italiana. In questa opera racconta
di alcuni giovani che per fuggire alla peste si rifugiano nelle campagne vicino
Firenze, e delle cento storie, molto spesso a carattere faceto, da raccontare per
passare il tempo. Anche il Decameron, al pari delle altre sopra indicate, contribu�
alla nascita di un volgare italiano, o pi� propriamente, di un dialetto fiorentino
che sarebbe poi diventato la base dell'attuale lingua italiana. Forte � anche la
fioritura dell'arte, con artisti come Giotto, Duccio di Buoninsegna, Simone
Martini, Arnolfo di Cambio e Jacopo della Quercia. Anche qui Firenze (affiancata
comunque dalle altre citt� toscane) si dimostra un centro culturale attivo oltre
che un centro politico importante.
Le pi� importanti furono quelle dei Medici, Gonzaga e Sforza. Ma anche quelle dei
Della Torre, Visconti, Montefeltro, Estensi, Della Scala e Malatesta ebbero, in
momenti diversi, notevole importanza.
Enrico VII di Lussemburgo tent� dopo la sua ascesa al soglio imperiale nel 1308 di
restaurare l'antico potere imperiale in Italia trovando per� la fiera opposizione
del libero comune di Firenze, di papa Clemente V e di Roberto d'Angi�. La sua
discesa in Italia con la conseguente incoronazione come Imperatore del Sacro Romano
Impero (titolo vacante dalla morte di Federico II, durante il cosiddetto grande
interregno) rimarr� quindi un gesto puramente simbolico. Nel 1313 muore mentre si
trova ancora in territorio italiano deludendo cos� coloro che avevano sperato in
una unificazione del suolo italiano sotto la sua bandiera. Anche il Papato, l'altra
grande istituzione medioevale, attraversa un periodo di crisi.
Alfonso I di Napoli
Il meridione tra Angioini e Aragonesi (1250-1442)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno di
Napoli, Regno di Sicilia e Regno di Sardegna.
Il papa, approfittando della morte di Federico II, cerc� di insediare al trono del
Regno di Sicilia Carlo I d'Angi�, fratello del re di Francia. Carlo trov� per�
l'opposizione di Manfredi, figlio di Federico II, che inizialmente ottenne una
serie di successi, tanto che il partito ghibellino si afferm� in molti comuni
italiani, primo tra tutti Firenze: le milizie guelfe della citt� furono sconfitte a
Montaperti (1260) dai Senesi, Ghibellini, aiutati dalle truppe dello stesso
Manfredi. Costui fu tuttavia sconfitto pesantemente a Benevento da Carlo d'Angi�
provocando un improvviso crollo del partito ghibellino in tutta Italia.
Il dominio sui mari fu invece l'obiettivo che contrappose gli interessi delle
antiche repubbliche marinare: estromessa Amalfi gi� nel XII secolo, lo scontro
prosegu� tra Pisa, Genova e Venezia. Genovesi e Pisani combatterono ripetutamente
per il controllo del Tirreno, e nel 1406 Pisa fu conquistata da Firenze, perdendo
definitivamente la propria autonomia politica. Agli inizi del secolo la contesa era
dunque ridotta a un duello fra Genovesi e Veneziani. Per tutto il Quattrocento
perdur� uno Stato di conflittualit� tra le due repubbliche senza battaglie
decisive. La potenza di Genova and� affievolendosi nel corso del secolo e Venezia
si afferm� come padrona dei mari, raggiungendo il culmine della propria ascesa agli
inizi del XVI secolo. Con la caduta dell'Impero bizantino (avvenuta nel 1453),
l'altro grande rivale di Venezia, la Serenissima pot� interessarsi ad una politica
di espansione territoriale sulla terraferma che prese avvio proprio agli inizi del
XV secolo.
Le iniziative militari veneziane entrarono in conflitto con gli interessi del
ducato di Milano, impegnato a sua volta in una politica espansionistica guidata
della famiglia Visconti. Nello scontro si inser� anche la repubblica di Firenze,
minacciata dall'aggressivit� viscontea e alleatasi con i Veneziani. La Serenissima
riport� una vittoria decisiva nella battaglia di Maclodio del 1427, assumendo una
posizione egemone che allarm� i Fiorentini, i quali preferirono rompere l'alleanza
e schierarsi dalla parte di Milano. La guerra si protrasse con operazioni di minore
portata fino alla pace di Lodi del 1454.
Il Rinascimento italiano
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Italia
rinascimentale.
Il Rinascimento italiano � la fioritura di quella civilt� culturale ed artistica
che, nata a Firenze e da l� diffondendosi in tutta Europa dalla met� del XIV secolo
a tutto il XVI secolo, mira a riscoprire la cultura classica antica, per un verso
depurandola da alcune forme della religiosit� medioevale, per un altro integrandola
nello stesso contesto cristiano del Medioevo, sulla scia della rinascita spirituale
che si era avuta nel Duecento con le figure di Gioacchino da Fiore e Francesco
d'Assisi.[41]
I principali centri dell'Umanesimo-Rinascimento sono Firenze, Ferrara con gli
Estensi, Napoli,[42] Roma, Milano, Padova, e Urbino: a Firenze sotto l'egida di
Lorenzo il Magnifico, nella citt� partenopea alla corte aragonese di Alfonso I, a
Roma con il colto Enea Silvio Piccolomini, Pio II il papa umanista, e Leone X, a
Padova con la prestigiosa Universit�, a Milano con Ludovico il Moro, a Mantova con
i Gonzaga e ad Urbino nella raffinata corte di Federico da Montefeltro.
Politicamente l'Umanesimo in Italia si accompagna alla trasformazione dei Comuni in
Signorie essendo l'espressione della borghesia che ha consolidato il suo patrimonio
e aspira al potere politico. Gli sviluppi dell'Umanesimo rientrano nella formazione
delle monarchie nazionali in Europa.
Il 22 febbraio 1495 Carlo VIII entr� a Napoli, sostenuto da buona parte dei baroni
del regno che si erano schierati dalla sua parte contro Ferdinando II d'Aragona. Ma
la conquista non pot� essere consolidata, vista l'avversione che la sua impresa
aveva suscitato anche da parte di coloro che inizialmente l'avevano favorita:
Milano, Venezia e il papa costituirono una lega antifrancese, alla quale diedero il
proprio appoggio anche l'imperatore Massimiliano e la Spagna dei Re Cattolici.
Anche se la lega non riusc� a ottenere una vittoria decisiva, con la Battaglia di
Fornovo (luglio 1495) riusc� a costringere il sovrano a riparare in Francia. Le
ostilit� ripresero nel 1499 con la discesa in Italia di Luigi XII, successore di
Carlo. Il nuovo sovrano conquist� il Ducato di Milano in forza dei diritti
ereditati dalla nonna Valentina Visconti e nel 1501 i francesi occuparono Napoli,
ma furono sconfitti dai rivali spagnoli nella Battaglia del Garigliano (1503). Fra
il 1499 e il 1503 Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI, conquist� un
dominio a cavallo fra le Marche e la Romagna, grazie anche all'appoggio della
Francia e a una politica violenta e spregiudicata. La morte del pontefice
nell'agosto del 1503 travolse anche il fragile regno del figlio, che mor� sotto le
mura di Viana, in Navarra, nel 1507, combattendo a difesa del cognato Giovanni III
d'Albret. Nel marzo del 1508, con la battaglia di Rusecco, la Serenissima sottrasse
a Massimiliano I le citt� di Gorizia, Trieste e Fiume. Il nuovo Papa, Giulio II,
temendo l'espansione della Serenissima, nel dicembre dello stesso anno, a Cambrai,
stipul� un accordo segreto contro la Repubblica di Venezia, con la Francia, la
Spagna, il Sacro Romano Impero, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Savoia e il
Marchesato di Mantova. Questo accordo prese il nome di Lega di Cambrai dalla citt�
stessa.
Carlo V in un ritratto di Tiziano
Carlo V e Francesco I
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: rapporti tra
Carlo V e Francesco I.
Con la formazione della Lega di Cambrai (1508), voluta dal papa Giulio II in
funzione antiveneziana, i francesi fecero ritorno in Italia, sconfiggendo nel 1509
con la battaglia di Agnadello i Veneziani, ma in seguito destando le preoccupazioni
dei principi della penisola. Il pontefice costitu� allora una Lega Santa che nel
1513 costrinse i francesi alla ritirata. Le mire francesi sull'Italia furono
ereditate nel 1515 da Francesco I di Valois, che fu protagonista insieme al rivale
Carlo V di una lunga lotta per l'egemonia continentale che ebbe in Italia il suo
principale teatro. Col trattato di Noyon del 1516 le due grandi contendenti
riconoscevano le rispettive conquiste: alla Francia veniva confermato il possesso
del Ducato di Milano, alla Spagna quello del Regno di Napoli. Ma l'accordo non
bast� a spegnere le rivalit�, che esplosero nuovamente nel 1519 con l'elezione a
Sacro Romano Imperatore di Carlo V, gi� re di Spagna, Napoli e Sicilia. Nel 1521 le
armate francesi scesero nuovamente in Italia con l'obiettivo di riconquistare il
reame napoletano, ma furono sconfitte nelle battaglie della Bicocca, di Romagnano e
di Pavia, durante la quale lo stesso Francesco I fu fatto prigioniero e condotto a
Madrid per poi essere liberato solo dopo la cessione di Milano agli spagnoli
(1525).
Francesco I di Valois
L'allarme per la crescente potenza degli Asburgo port� alla costituzione della Lega
di Cognac, promossa dal papa Clemente VII e siglata dal sovrano francese insieme
alle repubbliche di Venezia e Firenze. Un'alleanza fragile che non fu in grado di
evitare il terribile sacco di Roma del maggio 1527 ad opera dei Lanzichenecchi,
soldati imperiali di origine prevalentemente tedesca e fede luterana. Tale episodio
suscit� orrore e costernazione in tutto il mondo cattolico e costrinse il papa,
asserragliato in Castel Sant'Angelo, alla pace con l'imperatore, dal quale ottenne
la restaurazione dei Medici a Firenze, dove si era costituita una repubblica (1527-
1530). Il 5 agosto 1529 venne stipulata la pace di Cambrai, con la quale la Francia
rinunciava alle mire sull'Italia mentre la Spagna vedeva riconosciuto il possesso
di Napoli e Milano.
L'equilibrio fu nuovamente infranto nel 1542, con l'inizio di una nuova fase di
conflitti franco-spagnoli in territorio italiano. Gli scontri ebbero esiti alterni,
sanciti da deboli trattati di pace (come la pace di Cr�py del 1544) e continuarono
anche dopo la morte di Francesco I e l'ascesa al trono del suo successore Enrico II
nel 1547. Ma lo scenario internazionale mut� di colpo nel 1556, quando Carlo V
abdic� dopo aver diviso i suoi possedimenti fra il figlio Filippo II e il fratello
Ferdinando I. Furono proprio Enrico e Filippo a stipulare nel 1559 la pace di
Cateau-Cambr�sis, che mise fine definitivamente allo scontro tra Francia e Spagna
per l'egemonia europea e sanc�, dopo un sessantennio di guerre continue, quella
fine della libert� italiana avviata dalla spedizione di Carlo VIII nel 1494. La
Spagna consolid� la propria posizione di dominio in Italia, destinata a durare fino
al 1714, anno della conclusione della guerra di successione spagnola e dell'avvento
dell'Austria come potenza egemone sulla penisola.
Il declino culturale dell'Italia non marci� di pari passo con quello politico,
economico e sociale. � questo un fenomeno riscontrabile in molti paesi, Spagna
compresa. Se nel Cinquecento il Rinascimento italiano produsse i suoi frutti pi�
maturi e si impose all'Europa del tempo, l'arte ed il pensiero barocchi, elaborati
a Roma a cavallo fra Cinquecento e Seicento avranno una forza di attrazione ed una
proiezione internazionale non certo inferiori. � comunque un dato di fatto che
ancora per tutta la prima met� del Seicento ed oltre, l'Italia continu� ad essere
un paese vivo, capace di elaborare un pensiero filosofico (Giordano Bruno, Tommaso
Campanella, Paolo Sarpi) e scientifico (Galileo Galilei, Evangelista Torricelli) di
altissimo profilo, una pittura sublime (Caravaggio), un'architettura unica in
Europa (Gianlorenzo Bernini, Borromini, Baldassare Longhena, Pietro da Cortona) ed
una musica, sia strumentale (Arcangelo Corelli, Girolamo Frescobaldi, Giacomo
Carissimi) che operistica (Claudio Monteverdi, Francesco Cavalli) che fece scuola.
A questo proposito ricordiamo che il melodramma � una tipica creazione dell'et�
barocca.
Nel 1701 a Napoli avvenne una nuova insurrezione contro gli spagnoli: la congiura
di Macchia ad opera dei nobili. Anche a causa di una scarsa partecipazione dei ceti
umili, la rivolta fall�. Il dominio spagnolo su Napoli continu� fino al 1707, anno
in cui la guerra di successione spagnola pose fine al viceregno iberico
sostituendogli quello austriaco.
Con il Trattato di Aquisgrana (1748), che decret� la fine del conflitto, l'Italia
sub� un riassetto tale da trasformarla in un insieme di stati dall'equilibrio
stabile per lungo tempo. L'Austria aveva ripreso il possesso del milanese e
ristabilito la propria influenza sul Ducato di Modena. Il Regno di Sardegna si era
espanso verso la valle padana e si era riappropriato di Nizza e della Savoia. La
Spagna era stata tacitata mediante la cessione del Ducato di Parma e Piacenza a
Felipe di Borbone, mentre il fratello di questi rimaneva nel pieno possesso dei
regni di Napoli e della Sicilia, per nulla rimessi in discussione. L'Italia si
avviava, quindi, ad un lungo periodo di stabilit� che sar� scosso soltanto sul
finire del secolo a seguito del coinvolgimento della penisola nei fatti legati alla
rivoluzione francese e all'epopea bonapartista.
Napoleone
A ottobre del 1797 venne firmato il Trattato di Campoformio con il quale la
Repubblica di Venezia fu annessa allo Stato austriaco. Il trattato riconobbe anche
l'esistenza della Repubblica Cisalpina, la quale comprendeva Lombardia, Emilia-
Romagna oltre a piccole parti di Toscana e Veneto, mentre il Piemonte venne annesso
alla Francia provocando qualche moto di ribellione. Nel 1802 venne poi denominata
Repubblica Italiana, con Napoleone Bonaparte, gi� Primo Console della Francia, in
qualit� di Presidente.
Nel 1809, Bonaparte occup� Roma, in seguito a contrasti con il papa, che l'aveva
scomunicato, e per mantenere in efficienza il proprio Stato[45], relegandolo prima
a Savona e poi in Francia. Nella campagna di Russia, che Napoleone intraprese nel
1812, fu determinante l'appoggio degli abitanti della penisola italiana, ma questa
si risolse con una sconfitta e molti italiani trovarono la morte. Dopo la
fallimentare campagna di Russia gli altri stati europei si riorganizzarono,
coalizzandosi tra loro e sconfiggendo Bonaparte a Lipsia. I suoi stessi alleati,
primo tra tutti Murat, lo abbandonarono alleandosi con l'Austria.[46] Ormai
abbandonato dagli alleati e sconfitto a Parigi il 6 aprile 1814 Napoleone fu
costretto ad abdicare e venne mandato in esilio all'Isola d'Elba. Sfuggito alla
sorveglianza riusc� a ritornare in Francia e a riprendere il potere. Guadagn�
nuovamente l'appoggio di Murat, il quale tent� di esortare, senza successo, gli
italiani a combattere con il Proclama di Rimini. Sconfitto Bonaparte, anche Murat
venne vinto e ucciso. I regni creati in Italia scomparvero ed inizi� quindi il
periodo storico della Restaurazione.
La Restaurazione (1815-1848)
Con la Restaurazione ritorn� sul trono gran parte dei sovrani precedenti al periodo
napoleonico. Il Regno di Sardegna che durante l'invasione napoleonica era rientrato
nei confini insulari, riottenne tutti gli Stati di terraferma e in pi� si ingrand�
con l'annessione della Repubblica di Genova, mentre Lombardia, Veneto, Istria e
Dalmazia andarono all'Austria. Si ricostituirono i ducati di Parma e Modena, lo
Stato della Chiesa, mentre il Regno di Napoli torn� ai Borbone.
Prima della Rivoluzione Francese del 1789 e delle successive campagne napoleoniche,
la dinastia dei Borbone regnava negli stessi territori, ma questi risultavano
divisi nel Regno di Napoli e nel Regno di Sicilia (ad eccezione dell'isola di Malta
che era concessa in feudo al Sovrano Militare Ordine di Malta).
Il Regno di Sardegna
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno di
Sardegna e Regno di Arborea.
Risorgimento
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Risorgimento.
L'inizio del conflitto fu favorevole agli stati italici, con varie vittorie, a
Pastrengo, la Battaglia di Santa Lucia a Verona, poi Peschiera e Goito. Il ritiro
dalla guerra del papa, che temeva una reazione religiosa austriaca che avrebbe
potuto provocare uno scisma, e di Ferdinando II di Borbone decret� per�
l'insuccesso della guerra, che si risolse con un nulla di fatto: gli austriaci
recuperarono le citt� perse (l'ultima a cadere fu Venezia nell'agosto 1849) e il 4
agosto Carlo Alberto firm� l'armistizio; fu quindi costretto ad abdicare in favore
del figlio Vittorio Emanuele II.
La battaglia di Custoza
Per conquistare Veneto e Friuli nel 1866 il Regno d'Italia dichiar� guerra
all'Austria alleandosi con la Prussia e dando cos� inizio alla terza guerra di
indipendenza. Le sconfitte per� furono molte, le pi� famose a Custoza e Lissa. Gli
unici successi vennero ottenuti da Garibaldi in Trentino. La vittoria prussiana,
per�, fu d'aiuto all'Italia, che ricevette dalla Francia (che, a sua volta, aveva
ottenuto dalla Prussia grazie alla vittoria di quest'ultima sull'Austria a Sadowa)
il Veneto e il Friuli.
Mancava ancora Roma e per due volte Giuseppe Garibaldi ne tent� la conquista con i
suoi volontari: nel 1862 e nel 1867, venendo fermato nel primo caso dalle truppe
italiane, nel secondo dall'esercito francese, che anche nel 1862 aveva costretto
l'esercito regio a intervenire. La caduta del secondo impero francese, conseguenza
della vittoria prussiana nella guerra franco-prussiana, tolse al papato la
protezione di Napoleone III, detronizzato, e permise alle forze italiane di
espugnare Roma il 20 settembre 1870 in seguito alla Breccia di Porta Pia. Ci�
determin� tuttavia una profonda frattura tra Stato italiano e Chiesa, formalmente
sanatasi poi con i Patti Lateranensi del 1929.
Il neonato Stato, una monarchia costituzionale, si ritrov�, fin dai primi tempi, a
tentare di risolvere problemi di standardizzazione delle leggi, di mancanza di
risorse a causa delle casse statali vuote per le spese belliche, di creazione di
una moneta unica per tutta la penisola e pi� in generale problemi di gestione per
tutte le terre improvvisamente acquisite. A questi problemi, se ne aggiungevano
altri, come ad esempio l'analfabetismo, affrontato con l'estensione della Legge
Casati, e la povert� diffusa, nonch� la mancanza di infrastrutture. La questione
che tenne banco nei primi anni della riunificazione d'Italia fu la questione
meridionale ed il brigantaggio delle regioni meridionali (soprattutto tra il 1861 e
il 1865). Ulteriore elemento di fragilit� era costituito dall'ostilit� della Chiesa
cattolica e del clero nei confronti del nuovo Stato, ostilit� che si sarebbe
rafforzata dopo il 1870 e la presa di Roma (questione romana).
La Destra storica
Giovanni Giolitti
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Destra
storica.
La Destra storica, composta principalmente dall'alta borghesia e dai proprietari
terrieri, form� il nuovo governo, che ebbe come primi obiettivi il completamento
dell'unificazione nazionale, la costruzione del nuovo Stato e il risanamento
finanziario mediante nuove tasse che produssero scontento popolare e accentuarono
il brigantaggio, represso con la forza. In politica estera, la Destra storica
mantenne la tradizionale alleanza con la Francia, anche se le due nazioni si
scontrarono in diverse questioni, prime fra tutte: l'annessione del Veneto e la
presa di Roma. Nel 1876 il governo, guidato da Marco Minghetti venne esautorato per
la prima volta non per autorit� regia, bens� dal Parlamento (rivoluzione
parlamentare). Ebbe cos� inizio l'epoca della Sinistra storica, guidata da Agostino
Depretis. Finiva un'epoca: solo pochi anni dopo, Vittorio Emanuele II mor�, e sul
trono gli successe Umberto I.
La Sinistra storica
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Sinistra
storica.
Agostino Depretis
La Sinistra abbandon� l'obiettivo del pareggio di bilancio e avvi� delle politiche
di democratizzazione e ammodernamento del paese, investendo nell'istruzione
pubblica e allargando il suffragio, e avviando una politica protezionistica di
investimenti in infrastrutture e sviluppo dell'industria nazionale coll'intervento
diretto dello Stato nell'economia. Per ci� che concerne la politica estera Depretis
abbandon� l'alleanza con la Francia, a causa della conquista da parte dello Stato
d'oltralpe della Tunisia. L'Italia entr� quindi nella Triplice Alleanza, alleandosi
con la Germania e l'Impero Austro-Ungarico. Favor� lo sviluppo del colonialismo
italiano, innanzitutto con l'occupazione di Massaua in Eritrea.
L'epoca giolittiana
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Et�
giolittiana.
Come neo-presidente del Consiglio si trov� a dover affrontare, prima di tutto,
l'ondata di diffuso malcontento che la politica Crispina aveva provocato con
l'aumento dei prezzi. Ed � con questo primo confronto con le parti sociali che si
evidenzi� la ventata di novit� che Giolitti port� nel panorama politico a cavallo
tra il XIX ed il XX secolo. Non pi� repressione autoritaria, bens� accettazione
delle proteste e quindi degli scioperi, purch� non violenti n� politici, con lo
scopo (riuscito) di portare i socialisti nell'arco parlamentare.
L'avventura coloniale
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: colonialismo
italiano.
Quando gli egiziani si ritirarono dal Corno d'Africa nel 1884, i diplomatici
italiani strinsero un accordo con la Gran Bretagna per l'occupazione del porto di
Massaua che assieme ad Assab form� i cosiddetti possedimenti italiani nel mar
Rosso. Dal 1890 assunsero la denominazione ufficiale di Colonia Eritrea.
L'interesse per la fondazione di colonie italiane continu� anche durante i governi
di Francesco Crispi. La citt� di Massaua divent� il punto di partenza per un
progetto che sarebbe dovuto sfociare nel controllo del Corno d'Africa.
Tra l'aprile e l'agosto del 1912, durante la fase conclusiva della guerra in Libia
contro l'Impero ottomano, l'Italia decise di occupare dodici isole dell'Egeo
sottoposte al dominio turco: il cosiddetto Dodecaneso. A seguito del Trattato di
Losanna (1912), l'Italia pot� mantenere l'occupazione militare del Dodecaneso fino
a quando l'esercito turco non avesse abbandonato completamente l'area libica.
Questo processo avvenne lentamente, anche perch� alcuni ufficiali ottomani decisero
di collaborare con la resistenza libica, per cui l'occupazione del Dodecaneso venne
mantenuta nei fatti fino al 21 agosto 1915, giorno in cui l'Italia, entrata nella
prima guerra mondiale assieme le forze dell'Intesa, riprese le ostilit� contro
l'Impero Ottomano.