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D.F. N. IL (omissis)
RITENUTO IN FATTO
• vizio di motivazione in ordine alla mancata valutazione della scheda di Pronto Soccorso
rilasciata in data 28 aprile 2018 dall'Ospedale di (omissis) alle ore 18.00;
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con il primo motivo il ricorrente deduce vizio di motivazione in ordine alla mancata
valutazione della scheda di Pronto Soccorso rilasciata in data 28 aprile 2018
dall'Ospedale di (omissis) alle ore 18.00, rilevando che da tale documentazione "si
sarebbero potute desumere situazioni, di fatto, differenti, implicazioni psicologiche tali
da fare ritenere la non attribuibilità soggettiva di alcuni reati, elementi integranti lo
stato di legittima difesa per la commissione di altri e le condizioni di procedibilità di
almeno un reato".
2. L'assoluta genericità della doglianza, nella quale non si indicano neppure le ragioni della
rilevanza della documentazione, rende opportuno l'esame congiunto del secondo
motivo, relativo al medesimo profilo, con il quale il ricorrente deduce violazione delle
norme, processuali e sostanziali, che presiedono al convincimento del giudice, in
conseguenza del mancato esame della predetta documentazione sanitaria,
puntualizzando, rispetto a quanto genericamente esposto nel precedente motivo di
impugnazione, che contrariamente alla certificazione medica rilasciata il medesimo
giorno 28 aprile 2008 ed attestante la presenza di una frattura e l'individuazione della
causa della lesione "in una testata sul naso", in quello indicato nel ricorso, la causa
viene indicata come accidentale e non emergerebbero segni di frattura.
OSCURATA
5. Da ultimo, i giudici di merito, con motivazione immune da vizi logici e giuridici, hanno
illustrato l'assoluta prevedibilità e, conseguente, irrilevanza della versione
successivamente riferita da S.S. al momento dell'ultimo accesso presso il
nosocomio di
I avendo la stessa manifestato chiaramente di parteggiare per il
(omissis)
fidanzato (imputato) e non per i genitori, avallando anche una "imbarazzante" (come si
legge in sentenza) ricostruzione della "testata" come conseguenza, non voluta, di un
saluto tra di due giovani.
6. Alla pronuncia di inammissibilità consegue ex art. 616 cod. proc. pen, la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché al versamento, in favore della
Cassa delle ammende, di una somma che, in ragione delle questioni dedotte, appare
equo determinare in euro 1.000,00.
P.Q.M.