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OBIETTIVI:
1) Rapidi tempi di attuazione verso una soluzione definitiva del problema rifiuti.
2) Contenimento dei costi. (abbattimento dei costi discariche, impiantistica anacronistica,
trasporto fuori regione dell’umido)
3) Recupero totale della materia (Riduzione a monte e Riciclo totale)
4) Esclusione della combustione e dell’ impiantistica ad alto impatto ambientale
5) Chiusura delle discariche.
6) Recupero del compost contro la desertificazione del territorio.
7) Razionalizzazione e controllo del trasporto dello stoccaggio dei rifiuti, obiettivo
KM zero, (per evitare la copertura del traffico illecito dei rifiuti pericolosi e tossici)
STRUMENTI:
Il Piano Rifiuti Solidi Urbani (R.U.) che presentiamo si basa esclusivamente sul concetto della Filiera dei
Materiali e non più sul ciclo integrato dei rifiuti .Quest’ultimo prevede il recupero dell’energia dai rifiuti, sistema
drogato dai CIP6 e dai certificati verdi, fondi sottratti alle energie rinnovabili, con impianti a grosso impatto
ambientale e assolutamente incongruenti con l’accordo di Kioto, come inceneritori e cementifici.
Si è, in questo modo, eliminata la frazione umida dai rifiuti (35% circa del totale), parte putrescibile e
percolante, responsabile dell’inquinamento dei terreni adibiti a discariche o a siti di stoccaggio.
Ricerca
Nel programma occorre promuove la ricerca e l’innovazione tecnologica nei settori dell’eco-efficienza dei
processi produttivi e nei cicli di vita dei prodotti.
La Regione, quindi, si impegna a vigilare sulle aziende produttrici affinché producano sempre meno rifiuti e più
prodotti che rientrino nel ciclo della filiera dei materiali, e affinché garantiscano un corretto recupero e
smaltimento a fine vita. Lo scopo di tale impegno è garantire una produzione sempre meno impattante.
Raccolta Differenziata
a) Obbligo dell’estensione della raccolta Porta A Porta (P.A.P) a tutti i comuni della Regione, con
l’individuazione di un unico modello di riferimento per la raccolta, e il conferimento dei materiali.
b) Individuazione di una rete di aziende che lavorino i materiali recuperati dalla Raccolta
Differenziatiata (R.D.), cercando di attivare una filiera corta che riduca l’impatto economico e ambientale
legato ai trasporti. Si darebbe, in questo modo, valore ad un’economia locale.
c) Obbligo, per tutti gli esercizi commerciali, ad avere numero adeguato di bidoni per la R.D., umido compreso,
con sanzioni ai gestori che non solo non si adeguino alla normativa, ma che producano una R.D. inadeguata e
malfatta.
d) Incentivare la grande distribuzione a munirsi di” macchinette per vuoti a rendere”: Il sistema del vuoto a
rendere c'e' anche in Danimarca e funziona benissimo. Quando si acquista una bottiglia si paga un piccolo
sovrapprezzo e i soldi verranno restituiti dal supermercato, basta inserire la bottiglia nell'apposita macchina
(che divide e schiaccia i vari contenitori) e ritirare lo scontrino da consegnare alla cassa dove si puo' ricevere il
denaro oppure avere uno "sconto" sulla spesa. (video dalla Germania)
e) Ritiro domiciliare ingombranti.
f) Controllo e garanzia dello smaltimento a fine vita del prodotto.
Questo aspetto riguarda soprattutto l’obbligo, da parte di venditori di elettrodomestici, computer, elettronica in
genere, di riprendersi il prodotto a fine vita.
Applicando così la normativa gia’ vigente, Legge n. 151/2005 che necessita però di un decreto di attuazione per
consentire ai distributori di poter offrire il servizio di ritiro e smaltimento che gli utenti pagano già il cosidetto
eco contributo sugli elettrodomestici che prevede il ritiro dell’usato da parte del venditore. Difatti nel prodotto il
consumatore finale paga già un contributo Raee sull’acquisto fatto.
Questo aspetto oltre a promuovere il recupero della componentistica dei prodotti, a disincentivare l’abbandono
in ogni dove, aiuterebbe anche far emergere il non fatturato.
Questo progetto si pone l’obiettivo finale che gli impianti ricevano solo frazione secca, ciò nonostante l’allegato
prevede una fase di transizione per cui una linea per impianto sia atta a ricevere il tal quale e a trasformarlo
con lo stesso procedimento, con una produzione aggiuntiva di fos,
Questi impianti, potrebbero oggi con una semplice ristrutturazione (revamping), ridurre a zero la frazione secca
del rifiuto senza produzione di CDR. Infatti, con le dovute integrazioni di macchinari, potrebbero ricevere tutta
la frazione dei rifiuti e selezionarla per tipologia (TMM, ossia trattamento, meccanico, manuale), dove oltre alle
macchine è necessaria la presenza dell’uomo per un più corretto recupero ( positivo anche dal punto di vista
occupazionale).
La materia così selezionata produce comunque uno scarto che non potrebbe essere destinata a recupero per
tipologia di materiale e che dovrebbe finire in discarica. Ma qui interviene l’integrazione con l’impianto di
estrusione, grazie al quale, tutto lo scarto, sanificato a basse temperature, viene triturato a freddo, producendo
così vari tipi di granulato con più o meno presenza di polimeri ( dipende dal menù ossia dal tipo di materia
prima seconda che si vuole ottenere), destinato al mercato delle plastiche o dell’edilizia, ( Certificata UNI), e
riciclabile n. volte. Con l’ impianto di C.e.D (costruzione e demolizione) sarà possibile recuperare anche l’1% di
scarto che non entra nell’impianto di estrusione, ossia quella frazione di vetro ceramica etc che viene così
destinata, grazie al trattamento c e d, all’edilizia come impasto per sottofondi stradali, malte cementizie e tanto
altro evitando così l’uso delle cave, altra piaga della nostra regione.
Il ricorso agli impianti di TMM e l’estrusore non rappresentano un’alternativa alla RD vera e propria perché la
qualità dei materiali , in particolare carta e cartone, che ne fuoriescono è sicuramente inferiore a quella della RD
di eccellenza. In particolare laddove restino linee per trattare anche l’umido ( fase di transizione) la qualità dei
prodotti scende ulteriormente.
Il trattamento TMM, dunque, non rappresenta altro che “un sostegno a questo sistema”, che ci appare l’utile e
indispensabile supporto impiantistico alle realtà urbane metropolitane che sfuggono ai risultati di R.D. di
eccellenza che vengono più facilmente raggiunti nei piccoli centri.
Un aspetto però molto importante e’che l’impianto di estrusione potrà ricevere anche la frazione di scarto delle
piattaforme CONAI che lavorano i prodotti provenienti dalla RD. La quota di scarto al momento è quantificabile
al 45-65% del prodotto conferito, perciò tale operazione renderebbe possibile un ulteriore recupero di materia.
ed un miglioramento delle percentuali di R.D.
Con questo sistema non c’è più rifiuto ma una completa filiera dei materiali dove il rifiuto risulta una
risorsa senza dover ricorrere a false valorizzazioni solo grazie a contributi statali e costruendo
costosissimi impianti a forte impatto ambientale.
ALLEGATI:
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