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Un resistore (vedi figura) è costituito di due cilindri conduttori omogenei a contatto, entrambi di sezione S = 1.

0 mm2 ,
1
costituiti di materiale diverso, con resistività ρ1 = 2.0 × 10−6 Ω m e ρ2 = 6.0 × 10−4 Ω m e lunghezza l1 = 100 ξ mm e
1
l2 = 100 (1000 − ξ) mm. Il resistore è inserito in un circuito alimentato da un generatore di tensione (vedi figura) avente
forza elettromotrice V0 = 6.0 V. Determinare: (a ) l’intensità i della corrente elettrica che scorre nel circuito; (b ) la densità
superficiale di carica σ sulla superficie di contatto tra i due conduttori, nello stato stazionario.
Intensità di corrente i [A]:
 
Densità superficiale di carica σ nC/m2 :

o .it
ib
un
@
lli
Esercizio e_em_20, Fig. 1.

a
.g
l1 l2
La resistenza del primo cilindro vale R1 = S ρ1 , quella del secondo cilindro vale R2 = S ρ2 . Poiché i due cilindri sono posti
in serie, la resistenza totale è:
o
ic
1
Rtot = R1 + R2 = (ρ1 l1 + ρ2 l2 )
en
S
Per la legge di Ohm, ∆V = Ri, l’intensità della corrente che scorre nel circuito vale:
om

V0 V0 S
i= =
Rtot ρ1 l1 + ρ2 l2
,d

Veniamo ora alla seconda domanda e cerchiamo innanzitutto di capire perché ci debba essere della carica elettrica sulla
superficie di contatto tra i due cilindri.
14

Per la conservazione della carica elettrica e per l’assenza di accumulazione di carica nello stato stazionario, in tutto il
circuito deve scorrere la medesima intensità di corrente i. Considerando in particolare i due cilindri, essi sono percorsi dalla
20

stessa intensità di corrente i e dunque — avendo essi la stessa sezione — in essi è anche uguale la densità di corrente ~,
grandezza vettoriale che ha norma j = Si . D’altro canto le resistività ρ dei due cilindri sono diverse per cui, per la legge di
~ = ρ~), segue che il campo elettrico deve avere diversa intensità entro i due cilindri:
e

Ohm in forma locale (E


ril

´
~1 = ~2
⇔ ρ1~1 6= ρ2~2 ⇔ E ~ 1 6= E
~2
ap

ρ1 6= ρ2

Quantitativamente l’intensità del campo elettrico nei due cilindri vale:


14


i V0 ρ1
 E1 = ρ1 j = ρ1 S = ρ l + ρ l


1 1 2 2
i V0 ρ2
©


 E2 = ρ2 j = ρ2 =

S ρ1 l1 + ρ2 l2
Poiché il campo elettrostatico è prodotto da cariche elettriche, segue che, per avere un campo elettrico diverso nei due
cilindri, sulla superficie di contatto tra i due cilindri si deve trovare una certa carica elettrica in eccesso.
Come ha potuto accumularsi tale carica sulla superficie di contatto? Evidentemente, nella fase trasitoria iniziale che
ha seguito il collegamento della batteria al circuito, il campo elettrico era uguale nei due cilindri e, di conseguenza, per la
diversa resistività, la densità di corrente era differente. Questo significa che nella fase transitoria iniziale la velocità delle
cariche elettriche era superiore nel cilindro 1 rispetto al cilindro 2, pertanto le cariche elettriche si accumulavano nel punto
di contatto. L’accumulo è cessato quando tale carica ha modificato i campi elettrici nei due cilindri (rendendo più intenso il
campo elettrico nel cilindro con maggiore resistività) fino a rendere uguale la densità di corrente nei due cilindri.

Prof. Domenico Galli, Dipartimento di Fisica. Il presente materiale didattico è riservato agli studenti dell’Università di Bologna e non può essere
utilizzato ai termini di legge da altre persone o per fini non istituzionali. In particolare è fatto divieto di riproduzione in copie multiple,
distribuzione, commercio e comunicazione al pubblico senza l’autorizzazione dell’autore.
o .it
ib
Esercizio e_em_20, Fig. 2.

un
Cerchiamo ora di calcolare la densità di carica σ. Consideriamo il cilindro rappresentato in Fig. 2, con l’asse perpendicolare

@
alla superficie Π di contatto tra i due cilindri, e applichiamo a esso la legge di Gauss. I campi elettrici E ~ 1 ed E
~ 2 sui due

lli
lati sono perpendicolari al piano Π. Segue che i due campi hanno flusso nullo attraverso la superficie laterale del cilindro:

a
¨ ¨
~ 1 · n̂ dS =
E ~ 2 · n̂ dS = 0
E

.g
Σl Σl

Il flusso del campo elettrico sulle due basi del cilindro vale invece: o
ic
¨
en
~ 1 · n̂ dS = −E1 Σb
E
Σb1
om

¨
~ 2 · n̂ dS = E2 Σb
E
Σb2
,d

dove Σb è la superficie di base del cilindro e il segno meno nel primo integrale è dovuto al fatto che sulla base Σb1 il campo
~ 1 ha verso opposto al versore n̂ (normale esterna al cilindro).
E
14

Il flusso del campo elettrico attraverso la superficie totale Σtot del cilindro vale pertanto:
20


~ · n̂ dS = (E2 − E1 ) Σb
E
Σtot
e

La carica elettrica q contenuta nel cilindro è soltanto quella presente sulla superficie Π, cioè:
ril

˚
q= ρ dV = σ Σb
ap

V (Σtot )

dove V (Σtot ) è il volume racchiuso dalla superficie chiusa Σtot .


14

Per la legge di Gauss si ha:


~)
φΣtot (E
©

q
z‹ }| { z ˚}| {
~ 1
E · n̂ dS = ρ dV
ε0
Σtot V (Σtot )
1
(E2 − E1 ) Σb = σ Σb
ε0
σ = ε0 (E2 − E1 )

Prof. Domenico Galli, Dipartimento di Fisica. Il presente materiale didattico è riservato agli studenti dell’Università di Bologna e non può essere
utilizzato ai termini di legge da altre persone o per fini non istituzionali. In particolare è fatto divieto di riproduzione in copie multiple,
distribuzione, commercio e comunicazione al pubblico senza l’autorizzazione dell’autore.
Sostituendo le espressioni precedentemente trovate per E1 ed E2 , otteniamo:

σ = ε0 (E2 − E1 ) =
V0 ρ2 V0 ρ1
Å ã
= ε0 − =
ρ1 l1 + ρ2 l2 ρ1 l1 + ρ2 l2
ε0 V 0
= (ρ2 − ρ1 )
ρ1 l1 + ρ2 l2
La risposta alla seconda domanda è pertanto:

.it
ε0 V 0
σ= (ρ2 − ρ1 )
ρ1 l1 + ρ2 l2

o
ib
un
@
a lli
o .g
ic
en
om
,d
14
20
e
ril
ap
14
©

Prof. Domenico Galli, Dipartimento di Fisica. Il presente materiale didattico è riservato agli studenti dell’Università di Bologna e non può essere
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