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G.W. F.

Hegel
(Stuttgart 1770 – Berlin 1831)

Renato Curreli
Filosofia e Storia
Liceo Classico G. Siotto Pintor - Cagliari
• Aufheben/Aufhebung

È qui il luogo opportuno per ricordare il doppio significato della nostra espressione
tedesca aufeheben (superare). Aufheben da un lato vuol dire togliere, negare, e in tal
senso diciamo ad esempio che una legge, un’istituzione sono soppresse, superate
(aufgehoben [ agg.]). D’altra parte però aufheben significa anche conservare, e in
questo senso diciamo che qualcosa è ben conservato mediante l’espressione wohl
aufgehoben [ben conservato]. Questa ambivalenza dell’uso linguistico del termine,
per cui la stessa parola ha un senso negativo e uno positivo non deve essere
considerato casuale, né addirittura se ne deve trarre motivo di accusa contro il
linguaggio, come se fosse causa di confusione, al contrario, in questa ambivalenza va
riconosciuto lo spirito speculativo della nostra lingua che va al di là della semplice
alternativa o – o propria dell’intelletto.
(G. W. F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
• aufheben:
[auf, su, sopra; heben, tenere, sollevare, alzare, mettere su, togliere
sollevando, elevare, rialzare, migliorare]

raccogliere, conservare, levare, alzare, concludere, rialzare, sollevare,


levare in alto; annullare, abolire, revocare, abrogare, cassare

Togliere, negare (p. e. una legge)

Aufheben (nel passo di Hegel)

Conservare

Problema:
La traduzione comune del sostantivo Aufhebung con S U P E R A M E N T O, va bene?
Rende il senso di Togliere/Conservare (e Sollevare)?
Logica (die Logik)

La logica studia l’impalcatura dell’intero,


ossia la struttura portante del tutto.
In questo senso essa ha come oggetto
l’Idea Pura , ossia la realtà in sé stessa e –
come tale – il principio stesso di qualunque
realtà.
«La Logica va pertanto intesa come il sistema della
ragione pura, come il regno del pensiero puro.
Questo regno è la Verità quale essa è in sé e per sé
senza velo. Di conseguenza si può dire: questo
contenuto è l’esposizione di Dio come Egli è nella
sua essenza eterna, prima della creazione della
natura e di uno spirito finito.» (Scienza della logica, 1812-16)
Dunque, parafrasando le espressioni di Hegel, la Logica vuole
esporre Dio come egli è, nella sua essenza eterna, prima della
creazione del cosmo e degli esseri pensanti.
Mutatis mutandis, non è inappropriato mettere in connessione
queste affermazioni con il prologo del Vangelo di Giovanni – scritto
probabilmente nel I secolo d.C. e influenzato da elementi stoici e
neoplatonici – dove si dice:
Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,
καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν,
καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.

In principio era il Logos, e il Logos era presso Dio, e Dio era il


Logos. (Giov., I,1)
Struttura di base della Logica

Essere (essere-nulla-divenire)

L’Idea in
sé e per
sé: Essenza
il λόγος

Concetto
Enzyklopädie der philosophischen
Wissenschaften im Grundrisse

In tedesco: die Idee; die Vernunft/das Wort; das Sein (das Nichts – das Werden); das Wesen; der Begriff.
Hegel nel suo studio
Struttura di base della Filosofia della Natura (die Natur)
Spazio e Tempo

Meccanica Materia e Movimento

Meccanica assoluta

L’Idea nella
sua Fisica (studia elementi quali: peso specifico, calore, suono, processi chimici)
alterità

Natura geologica

Organica Natura vegetale

Natura animale
Struttura della Filosofia dello Spirito (der Geist)
Antropologia (anima naturale/anima senziente/anima reale)

1. soggettivo Fenomenologia (coscienza/autocoscienza/ragione)

Psicologia (spirito teoretico/spirito pratico/spirito libero)

L’Idea che ritorna Diritto (proprietà, contratto/ diritto contro torto)


entro sé a partire 2. oggettivo Moralità (proponimento e colpa/ intenzione e benessere/ bene e male)
dalla propria
alterità Eticità (famiglia/società civile/Stato)

Arte (intuizione sensibile)

3. assoluto Religione (rappresentazione)

Filosofia (concetto)
1. Lo Spirito Soggettivo
• L’Idea alienatasi nella natura, riemerge da essa innanzitutto come
Spirito Individuale.
• Lo Spirito individuale si afferma attraverso un processo che inizia
con le manifestazioni più semplici della vita psichica e giunge a
quelle più elevate e complesse.
• Queste manifestazioni sono studiate da:
ANTROPOLOGIA
Ha per oggetto l’anima (= lo Spirito che si manifesta come anima) e si riferisce a
fenomeni della vita psichica quali temperamento, carattere, abitudini.
FENOMENOLOGIA
Studia lo Spirito che si manifesta come coscienza (il rapportarsi a un oggetto "altro"
da sé), poi come autocoscienza (la scoperta che se c’è un oggetto ci deve essere un
soggetto conoscente) e, infine, come ragione (la certezza di poter ricomprendere
ogni realtà, come insieme di oggetto/soggetto).
PSICOLOGIA
Affronta le manifestazioni universali dello Spirito soggettivo: il conoscere
concettuale, l’azione pratica e il libero volere.
2. Lo Spirito Oggettivo
• La libertà conduce verso lo Spirito oggettivo che,
andando oltre il campo della individualità, si
manifesta nelle reali e storiche ISTITUZIONI SOCIALI

• Lo Spirito oggettivo si presenta attraverso i seguenti


momenti:
Diritto astratto

Moralità

Eticità.
2.1. Diritto Astratto (abstrakte Recht)
• Lo spirito libero/libero volere conduce alla persona
intesa come soggetto formale di diritto.
• Già il Diritto romano riconosce il singolo individuo
come persona dotata di capacità giuridiche.
• Il diritto astratto o formale riguarda gli aspetti
esterni della persona: proprietà, contratto,
diritto/torto (DIRITTO – DELITTO – PENA).
Corrisponde al diritto privato e a parti del diritto
penale. È formale perché si occupa delle
manifestazioni esterne della libertà, non
interessandosi ad aspetti interni o morali.
2.2. La moralità (die Moralität)
• È il campo della volontà soggettiva che opera in vista della
realizzazione del BENE.
• Il soggetto umano, in quanto pensante, è capace di proponimenti,
che si estrinsecano in determinate azioni.
• In quanto proveniente da un essere pensante, il proponimento si
presenta come intenzione.
• Nel momento in cui l’intenzione si pone sul piano dell’universalità,
la volontà aspira al BENE in sé e per sé.

Il problema è che la volontà soggettiva non è in grado di realizzare il


BENE, che resterà solo sul piano dell’intenzione.

C’è quindi una separazione tra l’essere e il dover essere, una scissione
tra l’intenzione e il piano dell’ideale (dei valori).
Critica della morale kantiana
La scissione tra essere e dover essere è
tipico della morale kantiana.
Questa prescrive un unico comando, «Devi»,
che facendo appello all’intenzione soggettiva
di bene può, secondo Hegel, giustificare ogni
scelta etica, comprese quelle immorali.
Sono necessarie indicazioni precise su cosa
sia il bene e su come orientarsi verso di esso.
Bisogna superare il formalismo kantiano,
che può trasformarsi in astrattezza e vacuità.

Frontespizio della quarta edizione tedesca


(1797) della Critica della ragione pratica di
I. Kant.
2.3. L’ Eticità (die Sittlichkeit)
• Il termine Sittlichkeit di per sé significa anch’esso moralità. Hegel lo usa,
però, per indicare non più la moralità soggettiva e individuale (Moralität)
bensì quella sociale. Considerato poi che il termine deriva da Sitte, il cui
significato, uso, usanza, costume, corrisponde al greco ἦθος, si è soliti
tradurre Sittlichkeit con eticità, rispettando inoltre in tal modo
l’opposizione hegeliana tra Moralität e Sittlichkeit.
• Quindi l’eticità indica la moralità sociale, ossia la realizzazione del Bene
(das Gute) nelle istituzioni sociali della famiglia, società civile e Stato.
• Solo in tali istituzioni, e particolarmente nelle leggi dello Stato, il Bene ha
modo di oggettivarsi e realizzarsi concretamente.
[…] il bene, che qui è il fine universale, non deve restare semplicemente nel mio interno, ma deve anche
realizzarsi. La volontà soggettiva cioè esige che il suo interno, il fine, consegua esistenza esterna, e che quindi
il bene debba essere compiuto nell’esistenza esteriore. La moralità e il momento precedente del diritto
formale sono due astrazioni, la cui verità è solamente l’eticità.
(Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, par. 33)
L’eticità dunque supera e porta a compimento le esigenze prospettate su
piani opposti dal diritto astratto e dalla moralità, conciliandole in una
sintesi superiore che conduce alla piena e concreta attuazione del Bene.
Hegel fa lezione all’Università di Berlino
Hegel 1831

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