1. Allegro ma non troppo 2. Molto vivace 3. Adagio molto e cantabile 4. Presto – Allegro assai (coro finale sull’Ode alla gioia di Schiller) (N.B. finale da ascoltare, stampare prima la pagina per potere seguire meglio l’ascolto, collegati direttamente dall’indirizzo attivo http) DATA DI COMPOSIZIONE: 1822 - febbraio 1824, abbozzi risalenti al maggio 1815. DEDICA: a Federico Guglielmo III di Prussia. ORGANICO: ARCHI (12 violini I, 12 violini II, 10 viole, 6 contrabbassi e 6 violoncelli) + LEGNI (1 ottavino nel Finale, 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti, 2 clarinetti, 1 controfagotto nello Scherzo e nel Finale) + OTTONI (4 corni, 2 trombe, 3 tromboni solo nello Scherzo e nel Finale) + PERCUSSIONI (timpani, triangolo, piatti e grancassa solo nel Finale) + VOCI (Soprano, Mezzosoprano, Tenore, Baritono, Basso e coro solo nel Finale sul testo dell’Ode alla gioia di Schiller). PRIMA ESECUZIONE: Vienna, 7 maggio 1824, Teatro di Porta Carinzia. http://www.youtube.com/watch?v=sd1Nuu34-3o&feature=related PRESTO/ALLEGRO ASSAI –tema con variazioni (ritorni di un unico tema inframmezzati da parti libere dette divertimenti, La nona sinfonia: Finale Il finale prevede l’inserimento di quattro voci soliste e di un coro che intonano le parole dell’ode “Inno alla gioia” del poeta Friedrich von Schiller. Con la nona sinfonia Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale. Proprio per rendere tale messaggio il più chiaro possibile egli decise di far cantare nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo, Friedrich von Schiller: l'Inno alla Gioia. L'ode "An die Freude" è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dal male, dall'odio e dalla cattiveria. Proprio per questa esortazione alla fraterna amicizia la melodia su cui viene intonato questo Inno alla gioia è stata oggi assunta come inno europeo. E' stato adottato dal Consiglio d'Europa nel 1972 e viene utilizzato dall'Unione europea dal 1986 Schema del Finale RECITATIVO DEI VIOLONCELLI + TEMA • Aperto e inframezzato da una tumultuosa esplosione sonora dell’orchestra, l’ultimo tempo presenta un singolare e prolungato recitativo orchestrale dei violoncelli, sorta di sguardo a posteriori su tutto il precedente sinfonismo beethoveniano, per introdurre l’esigenza di una nuova sonorità. Dopo alcune citazioni a 1,11 in flashback tratte dall’inizio dei 3 tempi precedenti, i violoncelli riprendono il loro recitativo alla ricerca del nuovo verbo. Da questo insistito ricercare e sperimentare, nuovamente interrotto da concitati commenti dell’orchestra, scaturisce la prima volta a 1,55 il tema del rondò eseguito dall’intera orchestra; a (2,17) sgorga il tema del rondò, eseguito da violoncelli e contrabbassi e da qui esteso a tutte le sezioni strumentali. INTRODUZIONE DELL’ORCHESTRA (5,17) • Tornano le brevi e tumultuose battute che avevano preceduto l’inizio del recitativo dei violoncelli. Andamento compatto di tutta l’orchestra in fortissimo. Segue l’entrata del baritono. RECITATIVO DEL BARITONO (5,23) • Parole del baritono: «O Freunde, nicht diese Töne! Sondern lasst uns angenehmere anstimmen, und freudenvollere» («Amici, non queste note, ma intoniamone altre più gradite e gioiose»). (6,06) TEMA DEL RONDO’ • Viene cantato da voci soliste + coro ed eseguito dall’orchestra sul testo dell’Ode alla gioia di Schiller, nel seguente modo: • STROFE 1 + 2 Baritono (strofe 1-2) + coro a seguire (solo strofa 2). STROFA 3 + 4 Soli (strofe 3-4) + coro a seguire (solo strofa 4). STROFA 4 + 5 Soli (strofe 5-6) + coro a seguire (solo strofa 6). (8,30) • Si presenta in forma di marcetta, intonata dal tenore e poi dal coro (STROFA 7), come elaborazione del tema del rondò e (9,55) proseguito da un vivace e serrato procedimento contrappuntistico fugato da parte di tutta l’orchestra, (11,13) che ha termine con la ripetizione di una microcellula ritmica la quale, attraverso un ben calibrato pianissimo - dapprima in tonalità maggiore, poi in minore e di nuovo in maggiore – ci riporta all’esplosivo e vigoroso ritorno del tema in forte. (11,24) TEMA DEL RONDO’ • Torna il tema del rondò eseguito in maniera compatta da tutta l’orchestra e cantato dal coro (STROFE 1 +2). Poi costruito sul testo delle STROFE 8 e 9 dell’Ode intonate dal coro su un tema eseguito da tutta l’orchestra all’unisono. (12,11) Atmosfera di grande raccoglimento e sospensione celestiale, ricca di dissonanze. Citazioni dalla polifonia vocale sacra rinascimentale e barocca tedesca. Ha termine con un accordo dissonante scandito dai fiati, che crea una rarefatta atmosfera di sospensione tonale dalla quale ha origine il secondo ritorno del tema. (14,57) TEMA DEL RONDO’ • Secondo ritorno del tema ritmicamente variato e con entrate di tutte le voci a canone. Il coro canta contemporaneamente, a sezioni, sui testi delle STROFE 1 + 2 e 8 + 9. CODA (STROFE 1 + 2) • È la coda più grandiosa di tutte le sinfonie beethoveniane ed è tutta basata su elementi del tema liberamente sviluppati, all’infuori di due episodi assegnati alle 4 voci soliste ( 17,24) e della chiusura definitiva.