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Dolore
Rigidità
Deformità
Deficit funzionale
Compromissione stato generale
SEGNI OBIETTIVI
arrossamento
calore
dolore alla palpazione
tumefazione
deficit funzionale
mobilità anomala
crepitio articolare
deformità
FREQUENZA
1% fino a 18 anni
18% dai 19-60 anni
81% oltre i 60 anni
INCIDENZA IN ITALIA
1. Infiammatorie
2. Degenerative
REUMATISMI INFIAMMATORI
ARTRITE REUMATOIDE
REUMATISMI DEGENERATIVI
ARTROSI
ARTRITE REUMATOIDE
DEFINIZIONE
CARTILAGINE
REUMATISMI INFIAMMATORI
ARTRITE REUMATOIDE
REUMATISMI DEGENERATIVI
ARTROSI
OSTEOARTROSI
DEFINIZIONE
AMERICAN COLLEGE OF
RHEUMATOLOGY
Malattia articolare conseguente
ad una perdita di integrità della cartilagine
in associazione ad una correlata
modificazione
del tessuto osseo adiacente
ANATOMIA
STRUTTURA GENERALE
DELLE DIARTROSI
Costituite da un complesso
apparato strutturale che
svolge una funzione sinergica
biomeccanica atta a garantire
lo scorrimento dei capi
articolari, conferendo
mobilità in assenza di attrito.
La stabilità articolare è
garantita da strutture
accessorie: sistema capsulo-
legamentoso e muscoli.
1
FISIOLOGIA ARTICOLARE
CARTILAGINE
Costituzione: acqua, condrociti, condroblasti e fibrociti che secernono matrice e fibre;
glicosaminoglicani e proteoglicani; fibre collagene tipo II ed elastina.
Non contiene vasi o nervi si nutre per diffusione durante il carico intermittente:
LIQUIDO SINOVIALE
funzione meccanica, nutritiva, smaltimento dei cataboliti. Contiene ac jaluronico, enzimi, elettroliti,
complemento, IG, leucociti, citokine. In parte prodotto localmente, in parte filtrato sierico.
MEMBRANA SINOVIALE
Sinoviociti. Funzione metabolica immunoregolatrice
Diapositiva 21
OSTEOARTROSI
FISIOPATOLOGIA
NORMALE FUNZIONE
ARTICOLARE DIPENDE
DA:
1) Geometria dei capi articolari
2) Caratteristiche
biomeccaniche della matrice
extra-cellulare
3) Anatomia dell’apparato
capsulo-legamentoso
QUALSIASI ALTERAZIONE A CARICO DI
CIASCUNO DI QUESTI ELEMENTI E’ IN
GRADO DI INNESCARE IL PROCESSO
ARTROSICO
Diapositiva 22
m1 Per comprendere alcuni dei meccanismi fisiopatologici dell'artrosi è necessario fare un breve cenno sulla fisiologia normale.l'articolazione è
costituita da un insieme di strutture anatomiche atte ad una una precisa funzione biomeccanica.
meeffugit g; 23/09/2012
DEFINIZIONE
CARTILAGINE
(tessuto bersaglio del processo artrosico)
Lesioni regressive Lesioni produttive
(zone sottoposte a (zone non sottoposte a carico)
carico) Neoproduzione di cartilagine e
Iniziali
conseguente ossificazione
Perdita della levigatezza,
periferica (osteofiti)
riduzione dello spessore
Tardive
Ulcerazioni focali o confluenti
sino alla de nudazione osso
subcondrale
La cartilagine articolare è il target
primario
OSSO
SUBCONDRALE
SCLEROSI
Aumento di spessore delle trabecole nelle zone sottoposte a carico
PSEUDOCISTI O GEODI
Da microfratture osso subcondrale e penetrazione di liquido sinoviale
EBURNEIZZAZIONE
Ispessimento dell’osso che funge da superficie articolare nelle aree prive di
cartilagine
OSTEOFITI
Da proliferazione ossea nelle zone non sottoposte a carico (marginali)
Cartilagine
Sclerosi
Subcondrale
OSTEOARTROSI
ALTERAZIONI ANATOMICHE
2) Sinovite
CAPSULA ARTICOLARE (modificazioni
aspecifiche)
1) Ispessimento e fibrosi
ARTICOLAZIONE NORMALE
OSTEOARTROSI
LESIONI INIZIALI
OSTEOARTROSI
LESIONI AVANZATE
OSTEOARTROSI
LESIONI TERMINALI
Artrosi: caratteristiche morfologiche
Rimodellamento +
Normale OA addensamento non regolare
dell’’osso subcondrale +
dell
sclerosi e presenza di cisti
Distensione + fibrosi
capsula articolare
Assottigliamento
+ degradazione cartilagine
articolare
Sinovite cronica
Marginale osteofitosi
Artrosi: … non solo invecchiamento
CARATTERISTICHE CLINICHE DELLA OA:
“… L’OA è una malattia cronica caratterizzata da indebolimento e
disintegrazione della cartilagine articolare, con fenomeni reattivi,
come la congestione vascolare e …
… L’OA differisce dalla semplice usura delle articolazioni per diversi
aspetti:
1. Non è necessariamente correlata all’età
2. E’ distribuita asimmetricamente e spesso localizzata ad una sola parte
dell’articolazione
3. E’ più chiaramente correlata al carico che all’usura per frizione
4. Progredisce assiduamente, spesso esitando in dolore e disfuzione
dell’articolazione.
… E’ più un processo che una malattia …”
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18
1. M cNeil JM , Binette J.MMWR. 2001;50:120-125 Disabilità (%)
2. CDC. National Arthritis Action Plan. A Public Health Strategy. 1999.
Impatto delle artropatie
Impatto significativo sulla QoL del paziente1
Molti pazienti sono incapaci di svolgere le loro attività
quotidiane
Il 57-81% dei pazienti accusa dolore costante che ne limita
la vita di tutti i giorni1,2
Il 38-52% dei pazienti con OA afferma di non riuscire a
fare ciò che vorrebbe nelle attività di tutti i giorni1
• Ereditarietà
• Età
FATTORI • Obesità
PREDISPONENTI • Sesso
• Ipermobilità articolare
• Fumo
• Dismorfismi articolari
FATTORI • Attività professionali
MECCANICI • Attività sportive
LOCALIZZATI • Traumi
• Patologie articolari pre-esistenti
QUADRO CLINICO
I segni cardinali dell’artrosi sono:
Il dolore;
La rigidità;
La progressiva limitazione funzionale
DOLORE
E’ un dolore di tipo “meccanico”. Esordisce in modo subdolo e
insidioso; insorge tipicamente all’inizio del movimento, si
accentua con esso e con l’insorgere di un certo affaticamento
muscolare.
Si attenua pressoché invariabilmente con il riposo e, nelle fasi
iniziali, manca il dolore notturno.
Con il progredire della malattia, il dolore tende comunque a
farsi più continuo e può presentarsi anche di notte poiché viene
meno la funzione vicariante della muscolatura che, durante il
riposo, contrasta la mobilità dolorosa dell’articolazione.
La presenza di dolore notturno può inoltre essere facilitata dal
sovrapporsi di una reazione flogistica sinoviale.
RIGIDITÀ
La presenza di una certa rigidità e difficoltà ad iniziare il
movimento è tipica delle ore mattutine o dopo un periodo di
immobilità ed è un elemento costante nell’artrosi.
ESORDIO
Generalmente lento ed insidioso
PROGRESSIONE
• lenta e graduale (anni)
• lenta con riacutizzazioni
• rapida (mesi) rara
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ACR PER
L’OSTEOARTROSI DI GINOCCHIO
PRIMITIVA SECONDARIA
o
IDIOPATICA
OSTEOARTROSI
CLASSIFICAZIONE
SUBSET CLINICI PARTICOLARI
PRIMITIVA • OA generalizzata
o • OA nodulare mani /OA ginocchia
• OA infiammatoria erosiva :
IDIOPATICA OA rapidamente progressiva
ARTROSI PRIMARIA
SUBSET CLINICI
-Sulla base di criteri radiologici ben definiti sono
stati descritti alcuni sottotipi dell’OA primaria o
idiopatica anche se a volte non è possibile
classificare i pazienti nell’ambito di una di queste
categorie
-marker genetici e immunologici utili per la
distinzione di tali subset non sono stati identificati.
ARTROSI PRIMARIA
SUBSET CLINICI
Artrosi generalizzata:
articolazioni delle mani,trapezio-metacarpale,
anche,ginocchia,MTF,rachide cervicale e lombare
Primaria generalizzata o OA nodulare:
IFD,IFP delle mani (F/M 10:1)
OA erosiva:
IFP,IFD,Trapezio-metacarpale,anche,ginocchia
ARTROSI PRIMARIA
SUBSET CLINICI
-OA generalizzata : OA con tre o più sedi
articolari coinvolte
-OA generalizzata di tipo nodulare:donne con
tumefazione dolorosa delle IFD o IFP dopo circa
un anno dalla menopausa e con forte familiarità
-OA erosiva: erosioni e osteofitosi IFD delle mani
ARTROSI DELLA MANO
E’ caratterizzata da:
• Noduli di Heberden (artrosi delle interfalangee distali), assai
frequenti, con nettissima predilezione per il sesso femminile. Hanno
un’importanza più estetica che clinica; si manifestano di norma dopo la
cinquantina e l’età menopausale costituisce un periodo di elezione per
la comparsa delle nodosità.
• Noduli di Bouchard ( artrosi delle interfalangee prossimali) sono più
rari e contestualmente presenti ai noduli di Heberden. Meno netta è la
predilezione per il sesso femminile.
• Rizoartrosi del pollice (artrosi trapezio metacarpale), è abbastanza
frequente, è inizialmente monolaterale; l’esordio è insidioso ed è il
dolore che solitamente apre la scena. I dolori sono legati alla funzione e
si attenuano con il riposo; vengono esacerbati dalla digitopressione,
dagli urti. In seguito si instaura una progressiva limitazione funzionale
Heberden
Heberden
Bouchard
Bouchard
OSTEOARTROSI
CLASSIFICAZIONE
Secondarie secondaria
CAUSE ENDOCRINE CAUSE ANATOMICHE
displasie e disformismi , ipermotilità
acromegalia , ipotiroidismo , articolare Sindrome E-D .
iperparatiroidismo , obesità , M.
di Paget CAUSE ARQUISITE
CAUSE EREDITARIE TRAUMATICHE e NON
fratture dell’articolazione,
emocromatosi, emofilia , traumi cronici occupazionali,
emoglobinopatie , M.di lesioni menisco-legamentose , osteonecrosi
Gaucher , M.di Wilson , ARTRIOPATIA
ocronosi
CAUSE INFIAMMATORIE
a. infiammatorie, a. settiche , artriti da
microcristalli.
ARTROSI SECONDARIA
CAUSE
-endocrine:
Acromegalia
Ipotiroidismo
Iperparatiroidismo
Obesità
M.di Paget
ARTROSI SECONDARIA
Cause
ereditarie :
Emocromatosi,emofilia,emoglobinopatie
M.di Gaucher,ocronosi,M.di Wilson
Sindromi displasiche osteo-cartilaginee
Sindrome di Enler-Danlose
Sindrome da ipermobilità articolare
ARTROSI SECONDARIA
Cause acquisite
Fratture articolari
Meniscectomie
Osteonecrosi
Artropatia neuropatica
(articolazione di Charcot)
ARTROSI SECONDARIA
Cause
Artropatie infiammatorie
Gotta,pseudogotta,deposizione di cristalli di
idrossiapatite
Artriti croniche infiammatorie
Artrite settica
ARTROSI SECONDARIA
Cause
Artropatie infiammatorie
Il danno erosivo e la fibrillazione della superficie
articolare cartilaginea che conseguono alla
deposizione di cristalli determinano la comparsa di
artrosi secondaria; se poi si aggiunge il danno di
un panno sinoviale come nel corso di AR e/o di
una sepsi ,il deterioramento sarà maggiore.
OSTEOARTROSI
DIAGNOSI
OSTEOARTROSI
RACCOMANDAZIONI DIAGNOSTICHE
La diagnosi clinica di OA è supportata dalla presenza di
sintomi e segni tipici, laboratorio, caratteristiche di
imaging.
Prima di fare una diagnosi clinica OA idiopatica va
fatta una diagnosi differenziale.
Ad esempio:
L’evidenza clinica e radiografica che coinvolge
articolazioni solitamente meno colpite da OA (spalla,
gomito, polso e caviglia) deve indurre a ricercare una
causa sottostante (condrocalcinosi/gotta/AR/AP/ecc.).
Il dolore acuto è una manifestazione non comune di
OA. Si consiglia esame del liquido sinoviale.
OSTEOARTROSI
RADIOLOGIA CONVENZIONALE
2) Valutazione progressione
CAUS ASPETT
A O
Perdita di tessuto cartilagineo Riduzione rima
articolare
Ispessimento riparativo dell’osso Sclerosi
subcondrale
Proliferazione ossea-cartilaginea Osteofitosi
marginale
Microfratture osso subcondrale Pseudocisti o geodi
OSTEOARTROSI
ESAMI DI LABORATORIO
LOCALIZZAZIONI RARE
• Metacarpofalangee
• Polso
• Gomito
• Spalle
OSTEOARTROSI
ARTICOLAZIONI DELLA MANO
OSTEOARTROSI
ARTICOLAZIONI DELLA MANO
Predisposizione genetica (OA primaria)
Associazione con artrosi del ginocchio nelle donne obese
INTERFALANGEE (IFD>IFP)
• Tumefazioni dure sulle superfici dorsali di:
IFD (noduli di Heberden)
IFP (noduli di Bouchard)
• Evoluzione in pochi anni con con fasi di riacutizzazione
(segni di infiammazione, dolore) e stabilizzazione con
deformità
TRAPEZIO-METACARPALE (rizoartrosi del
pollice)
• Evoluzione progressiva ed insidiosa sino a quadro
conclamato
OSTEOARTROSI
ARTROSI EROSIVA DELLA MANO
CARATTERISTICHE
• Variante poco frequente
• Accentuazione dei sintomi
• Evoluzione verso anchilosi
• Erosioni centrali “ala di
gabbiano”
DIAGNOSI
DIFFERENZIALE
• Artrite reumatoide
• Artrite psoriasica Artrite
psoriasica
DIFFERENZE TRA OA E AR
Feature Rheumatoid arthritis Osteoarthritis
Primary joints affected Metacarpophalangeal Distal interphalangeal
TIPOLOGIA DI PAZIENTI
• In età giovanile: uomini, monolaterale, post-trauma
• In età media ed avanzata: donne, bilaterale, obese
CARATTERISTICHE CLINICHE
• Dolore alla marcia, difficoltà nel fare le scale, camminare
in discesa, accovacciarsi
• Tumefazione dura, modesto versamento articolare,
dolorabilità, varismo o valgismo, ipotrofia muscolare
STORIA NATURALE
• Evoluzione lenta con riacutizzazioni periodiche
OSTEOARTROSI
ARTICOLAZIONE COXO-FEMORALE
OSTEOARTROSI
ARTICOLAZIONE COXO-FEMORALE
CARATTERISTICHE CLINICHE
• Dolore alla marcia: inguine e/o parte anteriore della
coscia,
talvolta al ginocchio
• Limitazione dei movimenti: inizialmente di rotazione, poi
di
abduzione ed adduzione, infine di flessione
• Obiettività: atteggiamento viziato in adduzione, flessione
e
STORIA NATURALE
rotazioneprogressiva
Evoluzione esterna consino
elevazione del bacino
all’intervento chirurgico in
omolateralmente
molti casi
OSTEOARTROSI
TERAPIA (premessa)
* Inflammatory arthritis is evidenced by history of swelling, night pain , morning stiffness greater than 30
minutes; active synovitis on physical examination; chondrocalcin osis on radiographs; rhomboid, positively-
birefringent crystals from arthroscentesis; or visualizatio n of crystallin e material upon arthroscopy.
OSTEOARTROSI
TERAPIA FARMACOLOGICA
SINTOMATICI
• Analgesici (paracetamolo, tramadolo)
• FANS
• Inibitori specifici della COX-2
• Iniezione intra-articolare di steroidi
CONDROPROTETTORI
• Iniezione intra-articolare di acido ialuronico
• Glucosamina solfato, condroitin solfato
TERAPIA
INFILTRAZIONI INTRA-ARTICOLARI
GLUCOCORTICOIDI
Indicati in pz che hanno una o poche articolazioni
dolorose, nonostante l'uso di un FANS, e nei
pazienti in cui i FANS sono controindicati.
Rallenterebbero il catabolismo cartilagineo e la
formazione di osteofiti (negli animali).
Migliorano il sintomo (e recidive) e la funzione
articolare ma non si osserva aumento dello spazio
articolare
Sicurezza a lungo termine (rischio infettivo nullo
se procedure condotte correttamente)
Raynauld JP, Buckland-Wright C, W ard R, et al. Safety and efficacy of long-term intraarticular
steroid injections in osteoarthritis of the knee: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial.
Arthritis Rheum 2003; 48:370
OSTEOARTROSI
TERAPIA
ACIDO IALURONICO INTRA-ARTICOLARE
Gli effetti dei ialuronici intra-articolari sono stati
oggetto di una serie di studi. Il loro obiettivo è stato
quello di determinare la riduzione dei sintomi di OA.
I dati disponibili suggeriscono che i Ialuronici intra-
articolari possono avere un piccolo vantaggio sul dolore
rispetto al placebo o FANS.
In alcuni studi sono paragonabili ai glucocorticoidi
intra-articolari.
Ci possono essere sottopopolazioni di pazienti con OA
con risposta ottimale e duratura a questo tipo di terapia.
Arrich J, Piribauer F, Mad P, et al. Intra-articular hyaluronic acid for the treatment of osteoarthritis
of the knee: systematic review and meta-analysis. CMAJ 2005; 172:1039
Intra-articular injections for osteoarthritis of the knee. Med Lett Drugs Ther 2006; 48:25.
TERAPIA
CONDROPROTETTORI ORALI
L'uso di glucosamina e condroitina per l'OA
appare controversa.
L'insieme delle prove, da studi di alta qualità,
dimostra poca o nessuna evidenza di beneficio
clinicamente significativo (nessuna differenza
rispetto al placebo).
Le prove che suggeriscono benefici sono state
criticate per vari motivi metodologici.
Wandel S, Jüni P, Tendal B, et al. Effects of glucosamine, chondroitin, or placebo in patients with
osteoarthritis of hip or knee: network meta-analysis. BMJ 2010; 341:c4675.
TERAPIA
FARMACI «OFF LABEL»
Farmaci antimalarici (idrossiclorochina )
Uno studio retrospettivo di pazienti con OA
erosiva trattati con l‘HCQ ne dimostra
l’efficacia.
Sulfasalazina: ?
Colchicina: ?
Necessari altri studi prospettici, randomizzati, in
doppio cieco di un gran numero di pazienti.
Das SK, Ramakrishnan S, Mishra K, et al. A randomized controlled trial to evaluate the slow-acting
symptom-modifying effects of colchicine in osteoarthritis of the knee: a preliminary report. Arthritis Rheum
2002; 47:280.
Bryant LR, des Rosier KF, Carpenter MT. Hydroxychloroquine in the treatment of erosive osteoarthritis. J
Rheumatol 1995; 22:1527.
OSTEOARTROSI
TERAPIA FISICA
CURE TERMALI
• Fangoterapia
OSTEOARTROSI
TERAPIA CHIRURGICA
ARTROPROTESI
ARTROPROTESI
DEL
DELL’ANCA
GINOCCHIO
La gestione dell’osteoartrosi
La gestione dell’OA1,2
Educazione • Fisioterapia
• Cure termali
Esercizio fisico
• Trattamenti ad-hoc
Correzione della meccanica • Lavaggio articolare
articolare/trattamento • Chirurgia
dell’obesità
Analgesia semplice
Gestione
dell’OA
• Topici • Nutriceutici (integratori)
• FANS, inibitori selettivi della COX-2 • Cortisonici intra-articolari
• Oppioidi • Acido ialuronico intra-articolare
1. Jordan KM et al. Ann Rheum Dis. 2003; 62:1145-1155
2. Zhang W et al. Ann Rheum Dis. 2005; 64:669-681
DOLORE: PRINCIPALI CAUSE
(soggetto anziano)
Dolore osteoarticolare
Dolore neoplastico
Dolore neuropatico
Herpes zoster
Neuropatia diabetica
Strumenti per la gestione
1,2
dell’OA
Iniezioni intra-articolari
Analgesia • Cortisonici
Paracetamolo • Acido Ialuronico
Trattamento topico
con FANS/capsaicina
FANS/inibitori selettivi Personale sanitario di supporto
della COX-2 • Fisioterapisti
Oppioidi
ARTROPROTESI
ARTROPROTESI
DEL
DELL’ANCA
GINOCCHIO
Le 10
raccomandazioni finali
(1-5)
La gestione ottimale dell’OA del ginocchio richiede una combinazione di modalità
di trattamento farmacologiche e non-farmacologiche
Gli analgesici oppioidi, con o senza paracetamolo, sono valide alternative nei
pazienti in cui i FANS, compresi gli inibitori selettivi della COX2 , sono
controindicati, inefficaci e/o scarsamente tollerati
Efficacia
Profilo di sicurezza
Riassumendo
COX-2 tFANS
inibitori
TOSSICITA’
GASTRICA
TOSSICITA’
CARDIACA
TOSSICITA’
GASTRICA
TOSSICITA’
CARDIACA
Il Liquido Sinoviale
Perdita di
Danno cartilagine VISCOELASTICITA’
articolare del Liquido Sinoviale
Nell’OA il peso molecolare e la
concentrazione di ACIDO
IALURONICO sono diminuiti
Diluizione secondaria al versamento
Degradazione dell’AI nel liquido sinoviale
Alterata sintesi di AI
Concetto di
VISCOSUPPLEMENTAZIONE
Balasz, 1993
Stimolazione della crescita e del
metabolismo dei condrociti
Effetto anti-infiammatorio
Preparati di Acido Ialuronico
Nome commercialeProduttore Peso molecolare Dose ( ml) N. infiltrazioni
(Dalton)
Artz Selkagaku (J) 600-1.200.000 2 3-5
CRITERI ARC
(AMERICAN COLLEGE OF RHEUMATOLOGY)
PER LA CLASSIFICAZIONE DI OA
1.dolore presente cronicamente o recidivante
legato al carico
2.evidenza radiologica di osteofiti
IL PERCORSO REUMATOLOGICO
PRIMO STEP
La figura professionale più adeguata per il primo
approccio clinico al paziente è il Medico di
Medicina Generale che esegue la diagnostica
differenziale e pone la diagnosi di OA del
ginocchio secondo i criteri ACR.
IL PERCORSO REUMATOLOGICO
INTEGRATO
PRIMO STEP
PRIMO STEP
Compito del MMG alla visita successiva (30-40
giorni dopo):
- valutare la remissione o meno della
sintomatologia dolorosa ,la risposta funzionale
dell’articolazione rispetto alla prima visita
- l’uso dei farmaci proposti.
IL PERCORSO REUMATOLOGICO
INTEGRATO
SECONDO STEP
SECONDO STEP
Invio al Reumatologo in caso di :
- intolleranza o non risposta alla terapia farmacologica
- poliartropatia a genesi da definire
- episodio acuto con versamento articolare e dolore
particolarmente intenso
IL PERCORSO REUMATOLOGICO
INTEGRATO
SECONDO STEP
Invio al Reumatologo
Accertamenti proposti
Indagini siero-ematiche,su liquido
sinoviale,indagini strumentali (TAC,RMN,ECO)
Terapie proposte
Infiltrativa locale e sistemica
IL PERCORSO REUMATOLOGICO
INTEGRATO
SECONDO STEP
Invio all’0rtopedico in caso di:
SECONDO STEP
Invio all’0rtopedico
Accertamenti proposti
Studio RX dell’asse femoro-rotuleo in carico con
appoggio monopodalico , TAC e/o RMN
Terapie proposte
Infiltrativa locale(steroidi e/o acido ialuronico )
Eventuale correzione chirurgica.
IL PERCORSO REUMATOLOGICO
INTEGRATO
SECONDO STEP
Invio al Fisiatra in caso di:
SECONDO STEP
Invio al Fisiatra
Accertamenti proposti
Studio RX dell’asse femoro-rotuleo in carico con
appoggio monopodalico , TAC e/o RMN
Terapie proposte
Programma personalizzato anche a scopo antalgico
e utilizzo di ortesi .
IL PERCORSO REUMATOLOGICO
INTEGRATO
STEP CONCLUSIVO
Alla fine del percorso il fisiatra invierà il paziente
al mmg che chiude così il percorso valutando il
miglioramento sia dei dati obiettivi (VAS, minor
consumo di analgesici ) che soggettivi (grado di
soddisfazione del percorso proposto ).In caso di
insuccesso del programma terapeutico il paziente
sarà inviato all’ ortopedico per trattamento
chirurgico.
IL PERCORSO REUMATOLOGICO DEL
DANNO CARTILAGINEO
CONCLUSIONI
CONCLUSIONI
L’approccio terapeutico del danno cartilagineo e il
percorso reumatologico entrambi richiedono un
intervento integrato multidisciplinare
Il malato deve essere considerato non solo come
“malattia” ma va inquadrato in una visione “bio-
psico-sociale”, olistica e dinamica dell’uomo
inserito nel suo contesto sociale, in una prospettiva
non solo terapeutica ma anche di prevenzione e
promozione della salute in cui giocano un ruolo
rilevante il benessere soggettivo e la qualità della
vita.
Al di là della malattia l’informazione e le norme
relative alle abitudini di vita assumono grande
importanza:da ciò l’autogestione della malattia.