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Alfabeto – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.

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The Times 13 Dicembre 2003 il nome del mitico continente perduto, Atlantide,
facendo tornare in voga le più fantasiose
leggende che girano attorno a questa mitica
regione.
Gli studiosi per ora non si pronunciano né sul
significato della scritta né sulla provenienza della
mummia. La polizia sta continuando le sue
indagini e spera di smascherare il traffico di
opere rubate che sta dietro al ladro catturato.
Per ora tutte le opere rinvenute nella villa di L.A.
sono state confiscate e sono esposte al British
Museum.

Scoperti tesori antichi in una villa del centro

Catturato il ladro di
reperti archeologici
Riforniva le logge massoniche di preziosi cimeli

Londra : Dopo mesi di indagini finalmente la


polizia londinese ha messo le mani sul famoso
ladro di opere d’arte e di oggetti antichi. Si tratta
di L.A. , di 44 anni, originario dell’Algeria.
Da ormai due anni rubava oggetti antichi di
grande valore per conto di vari benestanti
collezionisti di tutto il mondo.
Nella sua villa, nel centro di Londra, sono stati
ritrovati circa 100 oggetti tra quadri, monili,
manufatti di notevole interesse archeologico.
Le indagini hanno portato la polizia a scoprire
che L.A. lavorava anche per conto della
Massoneria, che spesso gli commissionava il
furto di oggetti antichi per officiare strani riti. Il
più sensazionale degli oggetti ritrovati nella villa
del ladro è un’antica mummia di provenienza
incerta conservata perfettamente.
Gli studiosi hanno per ora potuto solamente
tradurre una scritta in greco trovata sul
sarcofago, sicuramente posteriore di secoli alla
mummificazione, che dice : ”Az-tlan”.
La scritta ha fatto riaffiorare alla mente di molti

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Bolivia e Colorado – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it
Cilindro di pietra – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it
Crittografia Spartana
Ben 2500 anni fa il governo della

città greca di Sparta usava il

sistema crittografico della “scitala”

per trasmettere ai generali

dell’esercito messaggi segreti.

Mittente e destinatario usavano

due cilindri (chiamati proprio

scitala) delle stesse dimensioni. Il

mittente avvolge un nastro al

cilindro facendo combaciare la

cima e la coda della striscia con

le tacche presenti nel cilindro, e

scrive il messaggio in righe

longitudinali. Quando il nastro è

srotolato il testo può essere letto

solo da chi ha un cilindro

uguale. Nel disegno il messaggio

è AVANZARE TRA DUE

GIORNI ALL’ALBA VERSO IL

FIUME mentre il messaggio

criptato è ADRARI ZAOLEF NRILVL ATGAAI EVEEIB OMARUN LSU.

Crittografia Spartana – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


Crizia
[…] Ho rivelato in precedenza, nel parlare delle spartizioni intercorse fra gli dei, come questi suddividessero tutta la terra in parti di

differente estensione e facessero templi a se stessi e istituissero sacrifici. E Poseidone, ricevendo per sua parte l'isola di Atlantide,

generò figli con una mortale e li stabilì in una parte dell'isola che descriverò. In prossimità del mare, nel punto di mezzo della

lunghezza dell'isola, vi era una pianura che dicesi fosse la più bella di tutte le pianure e molto fertile. Sempre in vicinanza della

pianura, e anche al centro dell'isola a una distanza di cinquanta stadi, vi era un monte non troppo alto su alcun versante. Su questa

montagna aveva la sua dimora uno degli uomini primordiali di quella terra, nato dal suolo; si chiamava Evenor e aveva una moglie

chiamata Leucippe, ed essi avevano un'unica figlia, Cleito. La fanciulla era già donna quando il padre e la madre morirono; Poseidone

si innamorò di lei ed ebbe rapporti con lei e, spezzando la terra, circondò la collina, sulla quale ella viveva, creando zone alternate di

mare e di terra, le une concentriche alle altre; ve ne erano due di terra e tre d'acqua, circolari come se lavorate a tornio, avendo

ciascuna la circonferenza equivalente in ogni punto dal centro, di modo che nessuno potesse giungere all'isola, dato che ancora non

esistevano navi e navigazione. Egli, però, poiché era un dio, non ebbe difficoltà nel dare una particolare configurazione all'isola

centrale, facendo uscire da sotto la terra due sorgenti, l'una di acqua calda, l'altra di acqua fredda, e facendo sì che dal suolo

nascesse in abbondanza ogni sorta di nutrimento. Inoltre generò e crebbe cinque coppie di gemelli maschi, e, dividendo

l'isola in dieci parti, diede al primogenito della coppia più anziana la dimora della madre e la terra circostante, che era la più vasta e la

migliore, e lo fece sovrano degli altri; questi furono principi ed egli li pose in signoria di molti uomini e un grande territorio. E a tutti

pose il nome; il maggiore, che era il primo dei re, fu chiamato Atlante e da lui l'intera isola e l'oceano presero il nome di Atlantide. Al

fratello gemello nato dopo di lui, concesse come sua parte l'estremità dell'isola in direzione delle colonne d'Ercole, di fronte a quella

regione che, in quella parte del mondo, è chiamata oggi Gades. A lui Poseidone impose un nome che in lingua ellenica suona Eumelo,

mentre suona Gadeirus nella lingua del paese che da lui prese il nome. Alla seconda coppia di gemelli diede i nomi

di Ampheres ed Evemone. Al maggiore della terza coppia di gemelli diede il nome di Mneseo e a colui che lo seguiva il nome di

Autoctone. Quanto alla quarta coppia di gemelli, il maggiore fu chiamato Elasippo, il minore Mestore. Al maggiore della quinta coppia

diede il nome di Azes, al minore di Diaprepe. Tutti questi e i loro discendenti per molte generazioni furono abitanti e sovrani di

parecchie isole sul vasto mare; e inoltre, come è stato già detto, estesero la loro signoria nella nostra direzione sul paese all'interno

delle colonne fino all'Egitto e alla Tirrenia. […] a cagione della vastità del loro impero , molte cose venivano portate loro da paesi

stranieri e l'isola stessa forniva loro la maggior parte delle cose di cui avevano bisogno per la vita. In primo luogo, estraevano dalla

terra quando vi si trovava, sia solido sia fusibile, e l'oricalco, che oggi non è altro che un nome ma allora era più che un nome, era

estratto dalla terra in molte parti dell'isola, essendo in quei giorni più prezioso di ogni altra cosa al di fuori che l'oro. Vi era abbondanza

Crizia – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


di legname per il lavoro dei falegnami e nutrimento sufficiente per gli animali domestici e selvatici. Inoltre sull'isola vi erano

elefanti in gran numero; infatti, vi era nutrimento per ogni genere di animali, per quelli che vivono nei laghi, nelle paludi e nei fiumi,

come per quelli che vivono in montagna e in pianura, non ne mancava nemmeno per l'animale più grande e più vorace di tutti. E

anche tutte le cose fragranti che esistono ora sulla terra, radici, erbe, legni, essenze stillanti da frutti e fiori, crescevano e maturavano

in quella terra; anche i frutti che si possono coltivare, frutti secchi, che ci vengono dati per nutrimento, e ogni altro frutto di cui ci

cibiamo - noi diamo loro il nome generico di legumi, e i frutti che hanno il guscio e quelli che ci danno beveraggi e polpa succosa e

unguenti, e i frutti che deperiscono appena colti, e quei gradevoli rinfreschi con cui ci consoliamo dopo il pasto, quando siamo sazi

di cibo - tutti produceva quell'isola, sacra fra quante esistessero in quel tempo sotto il sole, in bella, ammirevole e infinita

abbondanza. […] Dunque ora ho riferito press'a poco quanto allora si diceva della città e dell'antica abitazione, ma occorre che tentiamo

di ricordare qual fosse la natura della restante regione e il suo ordinamento. Si diceva primamente che tutto il luogo fosse alto e

scosceso dalla parte del mare, e tutt'intorno una pianura circondasse la città, e questa pianura cinta in giro da monti discendenti fino

al mare, fosse un quadrangolo liscio e uniforme e tutto oblunga, di tremila stadi da una parte e di duemila dal mare fino al

centro. Questo tratto di tutta 1'isola era volto a mezzodì e riparato dai venti del settentrione. I monti che lo

cingevano si diceva che superassero per numero, grandezza e bellezza tutti quelli ora esistenti, e chiudevano tra loro

molti villaggi, ricchi di abitanti, e fiumi e laghi e prati, che fornivano nutrimento sufficiente a tutti gli animali domestici e

selvaggi, e selva copiosa e svariata, che porgeva materiale abbondante a tutti i lavori in generale e a ciascuno in particolare. Così

dunque questo piano era stato fatto da natura e dall'opera di molti re in molto tempo. Era esso un quadrangolo per la maggior parte

retto e oblungo, e dove veniva meno, lo rendeva diritto una fossa scavata al1'intorno.

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Duat
…Il cancello della terra è aperto per te Osiride

una scala per il Duat possa

essere allestita per te nel luogo in cui si trova Orione

O re il cielo ti concepisce con Orione il cielo ti ha fatto

nascere con Orione

O re, sii un'anima simile a una stella vivente

Il cancello della terra degli dei e aperto

puoi spostarti verso il cielo

e sedere sul tuo trono di ferro

L'apertura della finestra del cielo e aperta per te

“Le porte di ferro che si trovano nel cielo stellato

sono state spalancate per me, e io le varco…”

Duat – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


Guida al British Museum
Great Russell Street, WC1, tel. 0171.636.1555;

Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17, domenica dalle 14.30 alle 18; chiuso il 24, 25, 26 dicembre, il 1° gennaio, il
Venerdì Santo e la festa mobile di maggio.
Ingresso con contributo volontario.

Metro più vicini: Tottenham Court Road e Russell Square


Bus: 7-10-14-19-22B-24-25-29-30-38-55-68-73-91-98-134-168-188-X68

Si tratta sicuramente di uno dei musei più grandi e più ricchi del mondo. Nacque nel 1753 dalle proposte
testamentarie del medico e collezionista Sir Hans Sloane le cui raccolte di opere d'arte, antichità e reperti di storia
naturale, costategli all'incirca 50.000 sterline, furono acquistate dal Parlamento britannico, per volontà
dello stesso Sloane, per sole 20.000 sterline. La prima sede del British Museum, sul suolo dove si trova ancora oggi,
fu la Montague House, che nel 1775 fu pagata 10.250 sterline. La cifra era parte del ricavato di una pubblica
lotteria fruttata 300.000 sterline. Ma è solo a partire dal 15 gennaio 1759 che i battenti del museo furono
aperti al pubblico: tre ore al giorno per un numero limitatissimo di visitatori che ne facessero richiesta
scritta, e per un massimo di 10 persone per ora d'ammissione.
Dovevano trascorrere 120 anni perché si potesse arrivare, nel 1879, al libero accesso per tutti. Intanto,
nel 1823, con l'accumularsi di nuovi acquisti e donazioni, e specie per l'ingrandirsi della biblioteca
(British Library), era iniziato il lavoro per la costruzione di una sede più ampia. L'architetto Robert
Smirk progettò un edificio quadrangolare neoclassico con un cortile centrale alle spalle della Montague
House, progetto che venne successivamente modificato con la demolizione della stessa Montague House. La
sede attuale ricalca questo progetto con l'aggiunta della Sala di Lettura costruita verso la metà dell'800 nel
cortile centrale.

Le Collezioni

La sezione Egizia, raggruppata nella sala 25 al pianterreno e nelle sale dal 60 al 66 del piano superiore, comprende fra
l'altro la stele di Rosetta nella sala 25: una lastra di basalto nero del II secolo a.C. redatta in greco e in
due differenti scritture dell'egiziano antico, che costituisce la chiave di interpretazione dei geroglifici. Una
coppia di imponenti leoni reclinati in granito rosso del 1355 a.C. sono sempre nella sala 25, dove si trova anche
una colossale statua di Ramsete II, del 1250 a.C., e altre statue la cui età sfiora ormai i 4500 anni. Nelle
sale superiori sono esposte molte mummie e sarcofaghi, scarabei commemorativi e statuette di gatti votivi.

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Ultimamente nella sala 25 è stata portata una nuova mummia con i monili contenuti dentro il sarcofago. Non
si tratta di una mummia egizia ma la sua precisa collocazione è ancora al vaglio degli esperti.
Riproduzioni di questi oggetti, specie del gatto di bronzo adornato di orecchini, sono in vendita presso il
negozio del pianterreno. La sezione Greco-Romana, raggruppata nelle sale dalla 1 alla 16 del pianterreno e dalla 68
alla 73 del piano superiore, comprende i capolavori di gioielleria del tesoro di Egina del 1600 a.C. nella sala 2; le
statue delle Nereidi nella sala 7; le sculture del Partenone nella Galleria Duveen della sala 8; la Cariatide dell'Eretteo
nella sala 9; il Sarcofago etrusco di Seianti in terracotta, nella sala 11.Quanto rimane di uno dei quattro
colossali cavalli di marmo del Mausoleo di Alicarnasso, si può vedere nella sala 12; il famoso vaso di
Portland, nella sala 14; la testa di Augusto in bronzo, dagli occhi in alabastro e vetro, nella sala 70. La sezione
dell'Asia Occidentale è raggruppata nelle sale dalla 16 alla 21 con la 24 e la 26 al pianoterra e dalla 51 alla 59 al
piano superiore. Comprende antichità dei Sumeri, degli Assiri e dei Babilonesi. Notevoli in questa
sezione, il leone e il toro alati dalla testa umana, provenienti dal palazzo di Assurnazirpal II, e una statua dello stesso
re, nella sala 26; l'obelisco nero dell'825 a.C., interamente intagliato, nella sala 19; e la sala degli avori (58). Le sale 53,
54 e 55 sono dedicate ai tesori provenienti dalla Mesopotamia e dall'Anatolia, fra i quali si trovano terracotte
anteriori al 3000 a.C., pietre di confine babilonesi squisitamente scolpite e bellissimi gioielli. La sezione della
Preistoria e Romano-Britannica, raggruppata nelle sale dalla 35 alla 40 al piano superiore, comprende innumerevoli
oggetti del periodo paleolitico e mesolitico di tutto il mondo e del periodo neolitico, dell'età del bronzo e del ferro
dell'Europa e della Britannia romana. Fra questi ultimi primeggia il medaglione centrale di un grande mosaico
raffigurante Bacco sul dorso di una tigre (40).
La sezione Medievale si trova nelle sale 41-47 e 71 al piano superiore. Questa sezione raccoglie antichità
medievali e successive dell'arte e dell'archeologia europea e di altre culture cristiane ed ebraiche dagli inizi dell'epoca
cristiana fino al XX secolo. Tra gli oggetti di maggior rilievo c'è nella sala 41 il calice di Licurgo, straordinario vaso di
vetro risalente al tardo periodo romano del IV secolo, e l'interessante galleria degli orologi nella sala 44.
La sezione Orientale nelle sale 34 e 75 al pianterreno e 74 al piano superiore, contiene collezioni provenienti
dall'Asia meridionale e sudorientale, dalle terre islamiche del Vicino Oriente, dall'Asia centrale e
dall'Estremo Oriente.
Particolarmente interessante la Galleria Orientale III nella grande sala 34 dedicata all'arte giapponese.
La sezione Monete e Medaglie, nella sala 50 al piano superiore, è dedicata ai 2000 anni di storia
numismatica della Gran Bretagna.
La sezione Stampe e Disegni è nella sala 67, al piano superiore, che tuttavia non ha un'esposizione
permanente.
Selezioni di opere appartenenti alla collezione, solitamente dedicate a un tema o a una scuola, oppure opere ottenute in
prestito, sono oggetto di mostre temporanee con rotazione quadrimestrale. Riproduzioni delle principali
stampe e dei disegni del British Museum (che comprende disegni di Michelangelo, Raffaello, Botticelli, Rubens e
Rembrandt) sono in vendita presso il negozio del museo.

Libri e Manoscritti

Nell'ottobre 1997 ha chiuso i battenti la Reading Room, la sala di lettura, costruita nel 1857 nel cortile centrale ad opera
di Antonio Panizzi, capo bibliotecario dal 1856, e dell'architetto Sydney Smirke. Si tratta di un
edificio a forma circolare, coperto da una cupola, il cui diametro di base è inferiore di una sessantina di centimetri a
quello del Pantheon di Roma. I circa 12 milioni di volumi in essa contenuti - consultati in ogni epoca da uomini illustri,
da George Bernard Shaw a Karl Marx - sono in corso di trasferimento alla nuova sede di St Pancras,
mentre nella ex sala di lettura, evidentemente riadattata, verrà trasferito il nucleo principale del
Museum of Mankind. Non se ne conosce tuttavia la data di completamento dell'operazione. Non è
inoltre certa la futura collocazione di quella che fino ad ora è stata identificata come la sezione Libri e
Manoscritti, che comprende le gallerie della Biblioteca Britannica nelle sale 29-33 al pianterreno, dove si trovano
in esposizione permanente due delle quattro copie originali della Magna Carta, la costituzione inglese
emessa da re Giovanni nel 1215; i Vangeli miniati del vescovo di Lindisfarne del 698 circa; la
Bibbia di Gutenberg, primo volume a essere stampato con caratteri tipografici mobili nel 1453 circa. L'ultima novità del
British Museum è la Money Gallery, ineguagliabile collezione di monete e banconote di ogni parte del mondo.
Al British Museum è permesso scattare ovunque fotografie ed effettuare riprese video purché senza cavalletto.
Presso la libreria dell'ingresso principale sono disponibili pubblicazioni sintetiche e dettagliate in
edizione italiana e opuscoli gratuiti con la descrizione sommaria ma aggiornata delle sezioni, di cui si consiglia di
fornirsi.

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Hopkinsville, Tredici Ottobre MilleNovecentoUno

Egr. Philip Morgan

mi chiamo Edgar Cayce e vi visto trance. Non so chi

sei ma Ra-Ta sa che importante. Cristine mi

dice che stenografia trance ultima vostro nome

e quando abita. Io penso che importante voi e

scritto posta futuro. Spero. Vi mando anche

striscia vista in trance. Nel tempo troverete

decifrare. Non che significa ma penso


importante. Voi saprete. Aztlan di Ra-Ta sa che

chiave ritroverete e segreti fuori. Voi lo farete.

Addio.

Edgar Cayce

Lettera di Edgar Cayce – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


Papiro – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it
Piramidi
La Seconda e la Terza Piramide
hanno sistemi interni di camere e
di passaggi relativamente
semplici. La seconda ha una
camera principale al di sotto del
livello del suolo, situata
centralmente sotto l'apice del
monumento; l'altra ha tre camere
principali, ricavate un po' più in
profondità nella roccia ma
ugualmente situate al centro sotto
l'apice del monumento. Le entrate
di entrambe le Piramidi sono sui
lati nord e hanno la forma di
passaggi stretti inclinati a formare
un angolo di 26, in precedenza
livellati per congiungere il corridoio orizzontale sotto il monumento. La struttura interna della
Grande Piramide, invece, e molto più complessa, con il suo elaborato sistema di passaggi e gallerie
– inclinati verso l'alto o verso il basso sempre di 26° – e con tre principali camere interne. Di queste
soltanto l'ultima, la « Camera Sotterranea », si trova al di sotto del livello del suolo. Le altre due, le
cosiddette « Camera della Regina» e «Camera del Re», sono entrambe collocate nel cuore della
sovrastruttura del monumento a una notevole altezza dal terreno. La disposizione di queste
caratteristiche interne e chiaramente mostrata dal diagramma di pagina 60.
Al di sopra di tutte, sovrastata soltanto dalla Camera di Davison (e, al di sopra di quest'ultima, dalle
quattro cosiddette «camere di scarico» nelle quali si trovano i « marchi di cava » in geroglifici), c'è
la stanza rettangolare rivestita di granito rosso, ora famosa come la «Camera del Re». E stato
dimostrato che il califfo Al Ma'mun, il primo che riuscì a entrarvi nel IX secolo d.C., non vi trovo
né tesori né iscrizioni né il corpo di un re. La stanza e lunga 10,46 metri, e larga 5,23 metri e alta
5,82 metri ed e collocata verticalmente a 45 metri circa al di sopra della base della Piramide. La
Camera del Re e collegata ai livelli più bassi del monumento dalla Grande Galleria, una delle «più
celebrate opere architettoniche rimaste dell'Antico Regno ». Possiede infatti un sorprendente
ingresso con volta a mensoloni lunga 46,63 metri e larga 2,13 metri a livello del suolo, inclinato
verso il basso a formare un angolo di 26 . Il soffitto a spioventi e di 8,53 metri sopra la testa del
visitatore ed e visibile da quando, in epoca moderna, nella Piramide sono state collocate luci
elettriche. Alla base della Grande Galleria, un passaggio orizzontale, alto poco meno di un metro e
lungo 38,70 metri, conduce dal sud vero alla « Camera della Regina» . Trovata anch'essa vuota da
Ma'mun, e una stanza più piccola di quella del Re: misura infatti circa 6 metri da est a ovest e circa
5 e mezzo da nord a sud. Il soffitto, alto più di 6 metri, e a due spioventi (mentre nella Camera del
Re e piano) e c'è una grande nicchia a mensoloni, la cui funzione e sconosciuta, proprio a sud della
linea centrale nella parete orientale. Ritornando lungo il passaggio orizzontale al punto in cui si
congiunge con la base della Grande Galleria, il visitatore noterà, dietro a una moderna griglia di
ferro, la stretta e poco invitante imboccatura del « canale del pozzo » – un tunnel verticale, spesso di
diametro inferiore ai 90 centimetri, che alla fine si congiunge con il corridoio discendente, quasi 30
metri al di sotto del livello del suolo. Come facessero coloro che percorrevano i tunnel, incistati
nella dura roccia, a dirigersi con tanta precisione verso la meta, rimane un mistero. E misteriosa
anche la vera funzione di tutti questi strani sistemi di «condotti» connessi tra loro che portano – si
direbbe alacremente – qui e la all'interno del corpo del monumento, come i circuiti di un grande

Piramidi – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


macchinario. Inclinato verso il basso della Grande Galleria ed esteso nella direzione del terreno
all'angolo ininterrotto di 26°, c'è un altro corridoio. Conosciuto (dal punto di vista di coloro che
entravano nella Piramide) come il corridoio ascendente, misura 120 centimetri di altezza per 104
centimetri di larghezza ed e lungo circa 39 metri. Lasciando la Piramide il visitatore e costretto a
procedere goffamente e scomodamente fino al corridoio ascendente, nel punto in cui esso si
congiunge con il « buco di Ma 'mun » – il tunnel che gli arabi scavarono per forzare l'entrata nel IX
secolo. Sul lato occidentale una serie di enormi tappi di granito rosso massiccio nascondono il punto
di congiunzione con il corridoio discendente. In fondo a questo corridoio lungo oltre 106 metri, off
limits per tutti tranne che per gli egittologi di provata fede (e coloro che abbiano voglia di
corrompere gli ispettori sempre più sotto pressione e demoralizzati e i ghafirs responsabili
dell'amministrazione quotidiana di Giza), c'è una caratteristica veramente notevole – la Camera
Sotterranea, che e come annidata nella roccia fresca più di 30 metri al di sotto della superficie
dell'altopiano (a una profondità di quasi 180 metri sotto l'apice della Piramide). C'è un'altra
caratteristica anomala della necropoli di Giza che non abbiamo ancora citato. Questa caratteristica
appartiene esclusivamente alla Grande Piramide ed e unica nell'architettura dell'antico Egitto. Si
tratta di quattro angusti pozzi – di solito descritti dagli egittologi come «canali di ventilazione» –
due dei quali scaturiscono rispettivamente dalle pareti settentrionale e meridionale della Camera del
Re mentre gli altri due dalle pareti settentrionale e meridionale della Camera della Regina. I quattro
pozzi hanno una sezione trasversale media di 23x22 centimetri e la loro lunghezza varia da circa 24
metri (pozzo settentrionale della Camera della Regina) a circa 65 metri (pozzo settentrionale della
Camera del Re). Sono tutti inclinati verso il piano orizzontale della Piramide e gli angoli di
pendenza variano da 32°
28' (pozzo settentrionale
della Camera del Re) a
45° 14' (pozzo
meridionale nella
Camera del Re). I pozzi
furono costruiti in modo
graduale via via che la
Piramide cresceva in
altezza . Si è ipotizzato
che l’inclinazione sia
dovuta alla ricerca di una
via più breve ma questo
non è logicamente vero
perché questa via più
breve è decisamente più
difficile da realizzare che
un pozzo più lungo ma
orizzontale. Se lo scopo
dei di questi canali fosse
solo la ventilazione
perché optare per delle
complicazioni simili?
Qualsiasi dubbio su
questo argomento può
essere risolto con uno
studio preciso dei pozzi
della Camera della
Regina. A differenza dei

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pozzi della Camera del Re, quelli della Camera della Regina non fuoriescono dal monumento e non
furono originariamente ricavati dalla pietra calcarea della Camera. I costruttori invece lasciarono gli
ultimi 12 centimetri circa intatti nell'ultimo blocco sulla imboccatura di ciascun pozzo – in modo da
renderli invisibili e inaccessibili a qualunque eventuale intruso. Con l'aiuto di uno scalpello
d'acciaio, furono finalmente portati alla luce nel 1872 dall'ingegnere inglese Waynman Dixon,
appartenente alla massoneria, la cui curiosità era stata risvegliata dai pozzi della Camera del Re e
che aveva deciso di cercare caratteristiche analoghe nella Camera della Regina. Il punto che qui
intendiamo mettere in evidenza, invece, e che i pozzi originariamente chiusi a entrambe le estremità
non potevano evidentemente essere usati o pensati per la ventilazione. Dovevano quindi avere uno
scopo più elevato – che fosse stato pensato dai costruttori per giustificare l’immensa cura, l'abilità e
lo sforzo impiegati nel realizzarli.

Piramidi – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


….Appena la tua mano
stringe il cristallo provi
un’intensa emozione. Vedi una
grande distesa di prati coltivati
con imponenti e progredite
costruzioni e una bellissima
città rotonda.
Improvvisamente una scossa
di terremoto fa tremare tutto
e in pochi secondi tutto il paesaggio si inabissa. Poi vedi dei grandi
carri alati solcare il mare e giungere in un deserto. Vedi gli uomini scesi
dai carri insegnare agli indigeni i rudimenti della scienza e della tecnica.
Poi vedi gli indigeni progredire velocemente e costruire edifici di
immensa bellezza. L’immagine passa avanti nel tempo e vedi un grande
vortice nero nel cielo e una creatura immensa che ne esce. Vedi degli
uomini fronteggiare la creatura armati di cristalli simili a quello che hai
in mano ma di colore nero e vedi il mostro rispedito nel suo mondo.
Per ultima cosa vedi un grande leone luminoso nel cielo ad est
cavalcare sull’orizzonte….

Ricordo del Cristallo – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


Stele di Oricalco – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it
Ed Essi crearono Nyarlathotep per Loro messaggero,
ed Essi Lo abbigliarono con il Caos,
affinché la Sua forma fosse per sempre celata tra le
stelle.
Chi conoscerà il mistero di Nyarlathotep?
Perché Egli è la maschera e la volontà di Coloro che
erano
quando il tempo ancora non era.
Egli è il sacerdote dell'Etere,
l'Abitatore dell'Aria
ed ha molte facce che nessuno può ricordare.
Le onde si arrestano davanti a Lui;
gli Dei temono il Suo richiamo.
Nei sogni degli uomini Egli sussurra,
eppure chi conosce la Sua forma?
Grande Nyarlathotep vieni a noi
La porta noi apriremo
E tu scenderai dal tuo trono di ferro
Per venire qua
Dal Duat fino a noi
Per confidarci i segreti innominabili
E concederci gli infiniti poteri

Stele di Oricalco tradotta – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it


Striscia e Busta – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it
Edgar Cayce

Edgar Cayce era nato a Hopkinsville nel Kentucky, nel

1877. All'età di vent'anni soffriva di disturbi del

linguaggio. Dopo infruttuosi tentativi di farsi fare una

diagnosi dai medici locali, scopri che riusciva a

sprofondare in uno stato di trance e a diagnosticare, per

cosi dire, la malattia trovandovi anche rimedio.

Cayce volle subito provare la sua tecnica su altri con

risultati tanto spettacolari che nel giro di pochi mesi si era

guadagnato un'immensa fama come «guaritore» che

possedeva il dono della visione interiore. Frotte di

disperati accorrevano a Virginia Beach da ogni parte del

mondo per sottoporsi alla diagnosi del «profeta

dormiente». Durante lo stato di trance, Cayce forniva ai

suoi entusiasti seguaci anche una sorta di «letture»

intuitive, che venivano stenografate da una segretaria.

Cayce sosteneva sempre di non avere assolutamente il

minimo ricordo di quanto accadeva mentre era in trance, me le letture indicavano che spesso parlava ai suoi seguaci

delle loro «vite passate» in un'epoca remota, l'epoca di «Atlantide», prima e dopo il terribile diluvio che, cosi si

presume, distrusse quel leggendario continente.

Testo su Edgar Cayce – Le Antiche Verità – Giacomo Bellucci – http://www.laportasulloltre.it

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