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Maria Rosaria Pecce
Università del Sannio
Il calcestruzzo ad alta resistenza (HSC)
Nel 1984 una prima definizione di calcestruzzo ad alta resistenza fu data dall’ACI
(American Concrete Institute) per definire calcestruzzi con resistenza maggiore di
41MPa.
Già nel 1989 si realizzano edifici molto alti per i quali si rende necessario l’utilizzo di
resistenze elevate.
311 South Wacker Drive in Chicago
295 m di altezza calcestruzzo di
resistenza 83MPa
I primi edifici alti con calcestruzzo ad alta resistenza
da alta resistenza ad alte prestazioni
Nel 1993 un comitato dell'American Concrete Institute (ACI) ha proposto una nuova
definizione di HPC come "calcestruzzo che soddisfa particolari requisiti prestazionali per
la facilità di messa in opera e la compattazione del calcestruzzo fresco senza
segregazione, per la resistenza meccanica iniziale e la tenacità, per la stabilità di volume
o la vita di servizio in ambienti aggressivi". Secondo questa definizione la durabilità non
è rigorosamente ed esplicitamente obbligatoria per gli HPC. Questa definizione ha
incoraggiato lo sviluppo di calcestruzzi che rientrano formalmente nella definizione di
HPC secondo l'ACI, ma che di fatto non si sono comportati durevolmente in condizioni
ambientali severe.
Il calcestruzzo normale e ad alta resistenza
Caratteristiche principali:
• densità= 2400-2500 kg/m³
Cemento: materiale inorganico finemente macinato, che ‐ miscelato con acqua – forma una pasta semifluida
caratterizzata nel tempo da presa ed indurimento per effetto di reazioni e processi di idratazione.
Acqua totale: è la somma dell’acqua di impasto e di quella presente negli altri componenti.
Aggregato: componente del calcestruzzo costituito da elementi lapidei di varia pezzatura, naturali o frantumati,
aventi forma e dimensioni consone alla confezione e al tipo di calcestruzzo; per i calcestruzzi ad alta resistenza
sono in generale preferibili dimensioni piccole, per limitare la probabilità di difetti.
Additivo: prodotto (fluidificante, superfluidificante, ritardante, viscosizzante, ecc.) generalmente organico,
liquido o in polvere, che ‐ introdotto in piccola quantità nell’impasto induce particolari modifiche nelle proprietà
del calcestruzzo fresco o indurito.
Aggiunta minerale: materiale inorganico idraulicamente attivo (loppa granulata d’altoforno) o reattivo verso
l’idrossido di calcio (ceneri volanti, argille calcinate, pozzolane naturali, microsilice, silice precipitata), che
interviene sulle caratteristiche fisico‐meccaniche e sulla durabilità del calcestruzzo. Esistono anche aggiunte
inerti (filler calcareo). In generale le aggiunte agiscono sulla lavorabilità, sul tempo di presa, sullo sviluppo della
resistenza meccanica e sulla resistenza all’attacco chimico.
Linee guida sul calcestruzzo ad alte prestazioni /alta resistenza
Rck > 55, sino a 115
N/mm2, definendo una prima categoria con 55 < Rck ≤ 75 N/mm2 ‐ Calcestruzzo ad alte
prestazioni (nel seguito indicato con AP) ed una seconda categoria con 75 < Rck ≤ 115
N/mm2 ‐ Calcestruzzo ad alta resistenza (nel seguito indicato con AR).
Calcestruzzo ordinario o normale o a resistenza normale (NR): conglomerato cementizio caratterizzato
in generale da rapporto acqua/cemento maggiore di 0,45 e con resistenza caratteristica
cubica non superiore a 55 N/mm2.
Calcestruzzo ad alte prestazioni (AP): conglomerato cementizio caratterizzato in generale da
rapporto a/c minore di 0,45 avente resistenza caratteristica cubica superiore a 55
N/mm2 ed inferiore o uguale a 75 N/mm2.
Calcestruzzo ad alta resistenza (AR): conglomerato cementizio caratterizzato in generale da
rapporto a/c minore di 0,35 avente resistenza caratteristica cubica superiore a 75
N/mm2 ed inferiore o uguale a 115 N/mm2.
NTC 2008 (DM 14 gennaio 2015)
I calcestruzzi delle diverse classi di resistenza trovano impiego secondo quanto riportato nella Tab.
4.1.II, fatti salvi i limiti derivanti dal rispetto della durabilità. Per classi di resistenza superiore a C70/85 si
rinvia al § 4.6. Per le classi di resistenza superiori a C45/55, la resistenza caratteristica e tutte le grandezze
meccaniche e fisiche che hanno influenza sulla resistenza e durabilità del conglomerato devono essere
accertate prima dell’inizio dei lavori tramite un’apposita sperimentazione preventiva e la produzione deve
seguire specifiche procedure per il controllo di qualità.
I componenti
Il cemento
Gli inerti Dal punto di vista chimico il cemento è una
miscela di silicati ed alluminati di calcio che,
anche in virtù della finissima macinazione,
sono in grado di reagire rapidamente con
l’acqua formando una massa dura, simile alla
pietra.
L’acqua
L’acqua, combinandosi con il cemento nel
Gli inerti rappresentano la parte più
fenomeno dell’idratazione, dà luogo alla
resistente del calcestruzzo e ne
“presa” che trasforma l’impasto in una massa
costituiscono la percentuale prevalente
solida. Tuttavia l’acqua deve svolgere anche la
in peso e volume: la loro
funzione di lubrificante nell’impasto,
qualità è determinante per la buona
rendendolo sufficientemente fluido da essere
riuscita del calcestruzzo.
lavorabile.
Gli inerti devono riempire al massimo i
L’acqua da usare nell’impasto deve essere il più
vuoti dell’impasto, a questo scopo si
possibile pura. In particolare devono essere
usano inerti di diverso diametro.
evitate acque contenenti percentuali
Gli inerti grossi dovrebbero essere di
elevate di solfati e le acque contenenti rifiuti di
fiume. Le sabbie dovrebbero essere di
origine organica o chimica. La presenza di
tipo siliceo. Inoltre gli inerti devono
impurità infatti interferisce con la presa,
essere ben “puliti”, cioèprivi di argilla e
provocando una riduzione della resistenza del
materie organiche che possono
conglomerato.
ostacolare l’aderenza con il cemento.
caratteristiche meccaniche
lavorabilità
durabilità
cemento +
+ resistenza e ‐ lavorabilità + additivi + lavorabilità
acqua/cemento ‐
La massima resistenza viene limitata dalla resistenza dell’inerte per aumentare ancora
la reistenza oltre i 120MPa si devono cambiare gli inerti e si ottengono gli UHSC
(calcestruzzi ad altissima resistenza) che necessitano di additivi e a volte di maturazione
condizionata
lavorabilità
Caratteristiche della composizione
Additivi per il calcestruzzo ad alta resistenza
Gli additivi
Gli additivi superfluidificanti sono polimeri in soluzione acquosa capaci di provocare la
dispersione delle particelle di cemento e quindi di rendere molto fluidi gli impasti cementizi
anche con basso a/c.
La lista dei calcestruzzi che hanno beneficiato dell'impiego degli additivi superfluidificanti
include:
∙ calcestruzzi ad alta prestazione (HPC)
∙ calcestruzzi ad alta resistenza meccanica (HSC)
∙ calcestruzzi ad alto volume di ceneri volanti (HVFC)
∙ calcestruzzi autocompattanti (SCC) o autolivellanti (SLC)
∙ calcestruzzi anti‐dilavamento per getti subacquei (AW)
∙ calcestruzzi fibro‐rinforzati (FRC)
Già nel 1970 in Giappone si producevano calcestruzzi con superfluidificanti ad alta resistenza a
compressione (50‐80MPa) per impalcati da ponte. Nello stesso periodo in Germania si
producevano calcestruzzi con superfluidificanti coesivi ed autolivellanti per getti subacquei.
All'inizio degli anni '80 le fondazioni, i solai ed i pilastri di alcuni grattacieli di New York ‐ inclusa
la Trump Tower ‐ furono costruiti con calcestruzzi ad alta resistenza meccanica (60‐80 MPa) a
base di additivi superfluidificanti sviluppati in Italia.
Accanto agli additivi superfluidificanti a base di polimeri naftalinici o melamminici solfonati,
sono stati introdotti più recentemente altri additivi a base di policarbossilati capaci di conservare
più a lungo la lavorabilità iniziale
Queste sostanze sono causa della corrosione delle armature nel cemento armato
La riduzione di porosità aumenta la durabilità del cemento armato
Importanza della stagionatura
evaporazione dell’acqua
Se la stagionatura avviene senza coprire il
copriferro calcestruzzo o in un ambiente con bassa
armatura umidità l’acqua della parte superficiale del cls
evapora e non è più presente per il processo
di idratazione, quindi lo strato superficiale
presenta una porosità elevata.
Effetto della stagionatura
Ritiro
I dati di laboratorio e l’esperienza in opera dimostrano che nel calcestruzzo si possono distinguere
tre tipi di ritiro:
‐ di essiccazione che si manifesta quando il calcestruzzo – per essere in equilibrio con l’umidità
relativa all’ambiente di esposizione – deve cedere acqua (se l’umidità relativa UR dell’ambiente è
maggiore di quella esistente nel calcestruzzo, è l’ambiente a cedere acqua ed il materiale si rigonfia).
Il trasferimento di acqua, sia in un senso che nell’altro, avviene allo stato di vapore, attraverso la
superficie esposta all’ambiente esterno; ne segue che il processo di essiccazione di un manufatto
interessa prima la superficie e poi
procede all’interno, con ciò comportando il sorgere di gradienti di umidità.
‐ autogeno (chimico o di autoessiccazione o endogeno), dovuto alla diminuzione di volume che
accompagna la reazione tra i costituenti del cemento e l’acqua; il fenomeno è isotropo ed è
particolarmente rilevante nei calcestruzzi con rapporto a/c inferiore a 0,4.
‐ di carbonatazione, associato alla diminuzione di volume della reazione tra l’anidride carbonica
dell’ambiente ed i prodotti di idratazione del cemento; il grado di reazione, e quindi il ritiro
prodotto, è influenzato dall’acqua presente nel calcestruzzo, perché l’anidride carbonica reagisce
come acido carbonico in soluzione; il grado di reazione
è massimo quando l’umidità relativa è del 50%, mentre diviene praticamente nullo alla saturazione
(UR = 100%) ed in ambiente secco (UR ≤ 25%). La reazione decade nel primo caso perché i pori della
pasta di cemento sono pieni di acqua ed in queste condizioni la diffusione del gas è estremamente
lenta, nel secondo caso perché i pori della
pasta non contengono acqua sufficiente per permettere la formazione della soluzione di acido
carbonico. Il ritiro di carbonatazione non è una componente significativa del ritiro totale, ma lo può
diventare se il manufatto durante la stagionatura iniziale viene a trovarsi esposto in ambiente con un
tenore di anidride carbonica maggiore dell’usuale.
Ritiro
Per il calcestruzzo ordinario è comune identificare il ritiro totale con il ritiro di essiccazione
essendo il contributo delle altre due forme talmente piccolo da poter essere ignorato.
Il ritiro autogeno è inferiore a 100∙10‐6.
Per il calcestruzzo ad alta resistenza, il ritiro autogeno diventa significativo e di conseguenza il
ritiro totale è somma della componente autogena e di quella da essiccazione. Anche in questo
caso il ritiro di carbonatazione è del tutto trascurabile: in un calcestruzzo ad alta resistenza il
fronte di carbonatazione avanza con velocità annua di frazioni di millimetro e nel volgere di
qualche decennio la penetrazione praticamente si arresta.
A causa del ruolo svolto dal ritiro autogeno, per i calcestruzzi ad alta resistenza non è valido
l’assunto secondo cui il materiale ritira soltanto se perde umidità.
Viscosità (creep)
Nei calcestruzzi ad elevate prestazioni è importante valutare il comportamento viscoso
già alle brevi stagionature. Infatti, molto spesso, si utilizzano questi materiali per
sfruttare la resistenza che possono raggiungere a poche ore dal getto. In questa fase il
fenomeno viscoso diventa rilevante ed occorrono adeguate sperimentazioni per
prevedere il comportamento del materiale in questa fase.
L’incremento di deformazione nel tempo sotto carichi di lunga durata (creep) ha luogo
nella pasta di cemento ed è influenzato dalla sua porosità (direttamente connessa al
rapporto acqua/cemento). Durante l’idratazione la porosità della pasta diminuisce e,
quindi, per un dato calcestruzzo, il creep si riduce mentre la resistenza aumenta. Il tipo
di cemento è importante; cementi che idratano prima hanno minor creep. Poiché gli
aggregati ostacolano il creep, maggior volume di aggregati e maggior rigidezza
dell’aggregato riducono il fenomeno.
bleeding
segregazione interna: nel caso in cui il rapporto acqua/cemento
fosse superiore a 0,6, si realizza all'interno del recipiente (la
cassaforma, in questo caso) una segregazione differenziata per
granulometria e per densità. Gli elementi più grossi e più pesanti
dell'aggregato tendono a sedimentare sul fondo del contenitore
mentre i più piccoli e leggeri insieme all'acqua presente nell'impasto
risalgono sulla superficie dello stesso; quest'ultimo fenomeno è
meglio noto come bleeding.
L'essudazione comporta l'insorgere negli strati più superficiali di un rapporto acqua/cemento eccessivo,
che è causa di un abbattimento della resistenza meccanica e del grado di durabilità della zona corticale,
che è quella più esposta agli agenti atmosferici ed a sollecitazioni quali urti, abrasioni ecc.
In realtà l'essudazione è un fenomeno più complesso che comporta la raccolta di acqua non solo sulla
superficie ma anche il deposito localizzato di acqua all'interno della struttura, in calcestruzzo (bleeding
non manifesto) che è più insidioso del precedente e che può provocare una serie di difetti e punti deboli
nella matrice cementizia anche di opere armate:
durante la risalita, l'acqua può trovare un ostacolo nelle armature; quindi al di sotto dei ferri disposti
ortogonalmente rispetto alla direzione di risalita, può accumularsi dell'acqua, che una volta evaporata
lascia cavità che riducendo la superficie di contatto tra i ferri e il conglomerato cementizio, possono
compromettere l'adesione acciaio ‐ calcestruzzo nonché possono compromettere la protezione dalla
corrosione delle armature metalliche per il più facile accesso degli agenti aggressivi (aria e umidità);
lo stesso fenomeno può verificarsi sotto gli inerti più grossi provocando un indebolimento dell'adesione
pasta cementizia ‐ aggregato a causa della eccessiva porosità della zona di transizione
Il bleeding nel calcestruzzo ad alta resistenza è minore ma si deve fare attenzione
perchè se avviene introduce una zona di debolezza che non consente di sfruttare la
maggiore resistenza.
Fessurazione da ritiro essicazione è una consequenza di
un elevato rapporto a/c e di una cattiva stagionatura
+ Inerte con varia
granulometria
Il legame costitutivo
(comportamento meccanico macroscopico)
Parametri che influenzano le proprietà fisiche e
meccaniche del calcestruzzo
• Quantità di cemento (kg/m3)
•Composizione degli inerti (curve granulometriche)
•Rapporto acqua/cemento (l/kg)
•Condizioni ambientali durante la maturazione
Calcestruzzo ordinario: Calcestruzzo ad alta resistenza:
la matrice e l’inerte hanno la matrice e l’inerte hanno
resistenza e rigidezza molto diverse resistenza e rigidezza molto simili
La rottura a compressione del calcestruzzo
• Comportamento Micro‐MacroMeccanico del Calcestruzzo
– Propagazione della frattura in un solido uniforme
La relazione tra carico e lunghezza di frattura
dipende dalla resistenza della matrice K
tensione in MPa
NSC
HSC
defomarzione %
Influenza del mix design
Dosaggio cemento Rapporto acqua/cemento
(0,4‐0,6 l/kg per calcestruzzo normale)
NTC2008
La resistenza a trazione per splitting aumenta in modo meno
che proporzionale con la resistenza a compressione
La resistenza a trazione per flessione aumenta in modo
meno che proporzionale con la resistenza a compressione
Rapporto tra resistenza a flessione per trazione e resistenza a trazione
al variare della resistenza a compressione
NTC2008
Relazione tra resistenza a trazione per flessione e resistenza a compressione
NTC2008
Energia di frattura al variare della resistenza a compressione
Modulo elastico
confinamento
La densità cambia
poco all’aumentare
della resistenza
Se Un
applichiamo una
elemento privo forzaapplicato
di carico di compressione
è sollecitato dalsu un peso
proprio elemento
questo si ropmerà quando raggiunge la sua resistenza
P
P=AHL
H
= Peso specifico
=P/A=H
Negli edifici alti la maggior parte del carico è rappresentato dal peso
proprio. Ai piani bassi il carico portato è trascurabile rispetto al carico
dovuto ai pesi propri.
L’incremento di peso è trascurabile al variare della resistenza
Nel calcestruzzo ad alta resistenza quando la matrice diventa resistente quanto l’inerte le
fessure diventano più lisce e il contributo diminuisce
effetto dell’ingranamento
degli inerti
aderenza acciaio-calcestruzzo
trazioni circonferenziali
regione non
fessurata
N regione fessurata
azioni sul
calcestruzzo
b·tg
azioni sul calcestruzzo b
b possibili (b , s)
per barre lisce
C possibili (b , s)
bu per barre nervate
B
°bu
br
bA A br
bo splitting splitting
completo completo
s (slip)
Legame di aderenza
Legame di aderenza
30MPA
100MPa
Il ramo di softening è più ripido nel calcestruzzo normarle perchè il legame è meno rigido e
crea una distribuzione più uniforme delle tensioni di aderenza arrivando alla rottura
contemoporanea di tutte le bielle di calcestruzzo; invece nel calcestruzzo ad alta la
rigidezza maggiore comporta una concentrazione delle tensioni tangeziali e quindi una
rottura prograssiva delle bielle compresse.
Effetto della resistenza a trazione
resistenza del legame di aderenza acciaio‐calcestruzzo
Influenza della resistenza del calcestruzzo sul comportamento della sezione armata
curvatura
Deformazione ultima del calcestruzzo 0,4%
Deformazione ultima dell’acciaio 5%
Materiale meno duttile
0.06
0.05
u [1/m]
0.04
0.03
stress block
0.02 parabolo-rettangolo
0.01
0.00
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
fck [MPa]
vantaggi
Il risultato non dipende solo dall’aggiunta di un additivo superfluidificante ma anche
e soprattutto da:
• il dosaggio di cemento che deve essere relativamente elevato (350‐450 kg/m3) per
assicurare una sufficiente coesione;
• la presenza di filler ‐ in particolare di cenere volante ‐ in sostituzione del cemento
fino al 35% laddove il calore di idratazione del cemento Portland può diventare
eccessivo;
• l'assortimento granulometrico degli aggregati per ostacolare la risalita d'acqua
(bleeding) e la segregazione;
• la dimensione massima dell'aggregato che deve rimanere al di sotto di 20 mm se si
vuol garantire una migliore mobilità del conglomerato (aggregati troppo grossi si
muovono con difficoltà ed ostacolano il movimento del calcestruzzo autolivellante in
assenza di vibrazione).
Le indicazioni fornite possono essere estese a calcestruzzi rinforzati con altri tipi di fibre,
quali ad esempio quelle di vetro o naturali, purché venga dimostrato che il loro comportamento
strutturale sia assimilabile a quello di elementi analoghi di calcestruzzo additivato con le fibre qui
prese in considerazione.
Le proprietà del composito dipendono dalle caratteristiche dei materiali componenti e dai loro
dosaggi ed in particolare dalla geometria, dalla percentuale volumetrica e dalle caratteristiche
meccaniche della fibra, dall’aderenza tra la fibra e la matrice di calcestruzzo, dalle caratteristiche
meccaniche della matrice. Le fibre possono contribuire a mitigare il fenomeno della fessurazione
e/o incrementare significativamente l’energia assorbita nel processo di frattura (tenacità).
Una volta posto in opera, il calcestruzzo fibrorinforzato acquista proprietà che dipendono anche da
fattori legati alla tecnologia esecutiva ed alle caratteristiche dimensionali della struttura.
Tra questi rientrano, ad esempio, il grado di dispersione delle fibre nella miscela, la forma e le
dimensioni caratteristiche della struttura, l’eventuale anisotropia conferita dal rinforzo fibroso, la
direzione di avanzamento e la modalità di maturazione del getto.
fibrorinforzato
L’aggiunta di fibre disperse in una matrice cementizia ne modifica le proprietà meccaniche.
In particolare, migliora il comportamento a trazione contrastando l’apertura progressiva delle
fessure.
Una volta raggiunta la fessurazione della matrice, le fibre sono in grado di manifestare il
proprio contributo, conferendo al composito una resistenza post‐fessurazione assente nella
matrice senza fibre.
fibrorinforzato
Le fibre risultano caratterizzate, oltre che dal tipo di materiale, da parametri geometrici
quali la lunghezza, il diametro equivalente, il rapporto d’aspetto e forma (fibre lisce,
uncinate, ecc.).
Fibre polimeriche e in carbonio
Prof. Meda
Il calcestruzzo fibrorinforzato collabora a trazione.
Prof. Meda
Prof. Meda
Calcestruzzo con polveri reattive