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E' la personificazione del principio del Logos, ragione e spirito cosciente. Presso le tribù
primitive questo spirito è molto meno sviluppato che nell'uomo "civilizzato", ed è fin
troppo incline a essere riassorbito nell'inconscio. Ma tuttavia l'uomo "civilizzato" ha la
tendenza a perdersi nell'iperdistinzione, nell'ipercritica, a smarrirsi nel deserto
dell'intellettualismo. Questo processo, che ha già intaccato l'evoluzione di molte
generazioni, si riflette di nuovo in ogni individuo dopo il distacco dal grembo materno
(cioè la totale unita con la natura) fino a un'eventuale rottura con la madre. Non si tratta di
disprezzare il grande valore della ragione e dell'intelligenza, ma di reintegrare il mondo
dell'inconscio quando ciò si renda necessario. Non lasciare mai la propria madre è diverso
che lasciarla e poi sposarsi: allo stesso modo, è necessario discriminare nella sfera
interiore tutto ciò che è veramente maschile prima che il principio cosciente trovi la
possibilità di riallacciarsi all'inconscio, per non esserne sommerso in modo regressivo. I
pericoli di questa situazione sono spesso descritti nei sogni.
Il Vecchio Sapiente (Il Vecchio Saggio)
E' il tipico archetipo dell'integrità dell'Io di un uomo, in tutti i suoi aspetti, il suo potenziale
che gli fa cenno dal futuro; ma, soprattutto, le forze vitali che vengono ad un compromesso
con lo spirito cosciente. Quando l'ammirazione per i "superiori" (e specialmente per il
padre) comincia a vacillare (le loro opinioni non sembrano più tanto giuste), il Vecchio
Sapiente appare nei sogni come un indizio della saggezza e della superiorità che l'individuo
vorrebbe acquisire per sé. Nessun archetipo può apparire alla sola invocazione del
sognatore, ma il Vecchio Sapiente compare spesso quando l'individuo, o l'eroe del sogno, si
trova in una situazione disperata dalla quale solo l'intervento dello spirito può liberarlo,
spesso galvanizzando le riserve di energia dell'inconscio per raggiungere il suo scopo. Il
Vecchio Sapiente è molte volte fonte d'ispirazione, di entusiasmo, di perspicacia, di intuito,
di comprensione. Se dà un consiglio, val la pena di seguirlo.
Vi sono quattro principali aspetti dell'Io di un uomo, ciascuno corrispondente a una delle
funzioni della mente: il Padre, sensazione; l'eterno Giovane, emozione, sentimento;
l'Eroe, pensiero, intelletto; l'Imbroglione (o Mago Bianco), intuizione.
1. Il Padre/Orco. Questa figura e la personificazione dell'autorità, della legge,
dell'ordine, delle convenzioni sociali, dei comportamenti esemplari, ecc. e inoltre della
protezione maschile. Il vero padre contribuisce notevolmente a formare questa immagine
nell' individuo.
L'Orco. Il padre oppressivo, che minaccia di modellare la personalità in un modo
conformistico. Tutti i problemi che l'individuo ha nei confronti della disciplina (un
atteggiamento di ribellione oppure un atteggiamento di sottomissione) risalgono di solito
al suo rapporto con il vero padre. Ma se egli riesce a riconoscere in sé il Padre
dell'archetipo (che comprende anche il potenziale padre, cioè il padre che egli sarà un
giorno), se riesce a vedere il problema proprio come si presenta in lui, i punti in cui gli è
più facile controllarlo, allora deve essere capace di trasformare questo aspetto negativo e
distruttivo dell'archetipo in un elemento positivo (naturalmente sempre tenendo presente
che questo aspetto è uno dei quattro che compongono la sua personalità e che deve lasciare
spazio anche agli altri).
2. Il Giovane/Vagabondo o Cacciatore. è l'equivalente maschile della Principessa;
per questa sua giovinezza, ha in sé il seme della potenziale trasformazione nell'Eroe e,
successivamente, nel Vecchio Sapiente, incarnando cosi tutti gli aspetti dell'Io; poiché egli
è anche il Cercatore.
Il Vagabondo. L'errante, chi va alla deriva (chi è stato visto, in un sogno, aggrappato a un
pezzo di legno trasportato dalla corrente): privo di ogni altra influenza, questo aspetto
delle forze vitali interiori evita ogni impegno, rifiuta di diventare adulto e finisce col
restare sempre infantile, anche nella vecchiaia, piuttosto che accettare la sua condizione di
uomo. Il Cacciatore. Una passione piena di curiosità per l'avventura, che contrasta con la
pazienza, il sacrificio, la dedizione.
3. L'Eroe/Cattivo. L'audacia e lo spirito d'iniziativa dell'individuo, la sua volontà e il suo
potere di comando. Questa attitudine maschile aggressiva è stata talmente esaltata in tutti
i campi che di solito non è difficile osservare la direzione e lo sbocco che essa prende in
quanto particolare forza vitale, anche se la tendenza esteriore è antieroica. Il Messia, il
Salvatore è la manifestazione più elevata di questo aspetto dell'Io. Può inoltre essere
rappresentato dal Guaritore, che appare nei santuari o nelle grotte.
Il Cattivo. Poiché rappresenta le radici dell'inconscio, o il complemento del pensiero
cosciente e dell'ego, questo archetipo ha una propensione all'egoismo che può portare alla
megalomania, soprattutto quando le emozioni siano state trascurate. Se l'individuo si
identifica con questa particolare forza interiore dell'Io (o se, al contrario, la trascura al
punto che essa finisce con l'esplodere e con il prendere possesso della sua personalità), il
disprezzo nei confronti della sfera femminile del suo inconscio e la mancanza di rispetto
verso gli altri deformeranno inevitabilmente le sue azioni, anche se le sue intenzioni
iniziali erano grandi e nobili. E' in queste circostanze che l'idea della resurrezione e della
vita futura viene usata come un'arma per torturare e massacrare la gente; persino l'amore
è stato manipolato e brandito in vari modi: anche una coperta ha molti usi, può fra l'altro
servire per soffocare qualcuno. Questo aspetto dell'uomo, decisamente aggressivo e
dominatore, può rendere quasi tutto una nuova arma.
4. L'Imbroglione (o Mago Bianco)/Mago Nero. Questa figura è inafferrabile
quanto la stessa intuizione: i lati oscuri e quelli luminosi sembrano molto meno
differenziati che negli altri archetipi. Può essere utile in un primo tempo e poi diventare
pericoloso, o viceversa. Tuttavia alla fine della ricerca, quando le difficoltà sono state
affrontate e gli ostacoli superati, quando le prove e i compiti imposti da questa figura sono
terminati, quando è trascorso il periodo in cui si cerca di uscire dalle sue grinfie oppure vi
si rimane volontariamente, allora tutti gli sforzi hanno una ricompensa, qualunque cosa sia
successa nel frattempo.
Pensiero, Sentimento, Sensazione, Intuizione formano due coppie contrapposte in cui le due
funzioni di ciascuna coppia si escludono a vicenda:
1) Pensiero e Sentimento sono dette funzioni razionali perché lavorano entrambe per mezzo di
valutazioni: il Pensiero valuta, mediante nessi concettuali e deduzioni logiche, secondo il criterio
vero/falso; il Sentimento valuta, mediante le emozioni, secondo il criterio piacevole/spiacevole o
accettato/rifiutato.
2) Sensazione e Intuizione sono dette funzioni irrazionali perché non lavorano con giudizi ma
con mere percezioni, senza valutare ciò che è percepito: la Sensazione percepisce la cose come sono
nella realtà, cogliendo i singoli particolari, i fatti empirici (capacità di analisi); l’Intuizione
percepisce attraverso una “percezione interiore” inconscia delle possibilità insite nelle cose,
andando al di là del singolo particolare empirico per cogliere il senso globale del fatto (capacità di
sintesi).
Sebbene l’individuo abbia in sé tutte e quattro le funzioni, è prevalentemente solo una di queste
quella con cui egli si orienta e si adatta nella realtà. Questa funzione è detta funzione differenziata o
superiore e determina il tipo psicologico a cui appartiene l’individuo. Dato che ciascuna di queste
funzioni può combinarsi con un atteggiamento prevalentemente estroverso (cioè orientato verso il
mondo esterno, verso i fatti e le persone) o introverso (cioè orientato verso il mondo interiore, verso
i propri pensieri ed emozioni), possiamo avere in tutto otto tipi psicologici di base: un tipo
intellettuale (funzione pensiero) estroverso o un tipo intellettuale introverso, un sentimentale
estroverso o introverso, e così via.
Nella psicologia di Jung vale la legge fondamentale degli opposti: conscio e inconscio
rappresentano una polarità dialettica e quindi, se la coscienza sviluppa un certo atteggiamento o una
certa funzione, l’inconscio assumerà l’atteggiamento o la funzione opposta. Così, alla funzione
superiore, che determina il nostro atteggiamento conscio, corrisponde una funzione inferiore
opposta; un intellettuale introverso, ad esempio, sarà, inconsciamente, un sentimentale estroverso.
Oltre che della sua funzione superiore, l’uomo si serve in parte anche di una seconda funzione
ausiliaria, solo relativamente differenziata, che appartiene all’altra coppia dialettica (cioè a quella
coppia in cui non rientrano la funzione superiore ed inferiore). La funzione opposta a quella
ausiliaria sarà quindi prevalentemente inconscia e andrà ad affiancarsi alla funzione inferiore.
Il seguente schema circolare illustra le polarità dialettiche che si instaurano tra le quattro funzioni.
Ad ogni funzione è stato attribuito un elemento della filosofia classica (Terra, Acqua, Aria, Fuoco)
ed un corrispondente colore. I settori grigio scuro rappresentano le combinazioni tra la funzione
principale e quella ausiliaria.