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Questi due termini appena spiegati, non possono essere dissociati perciò, noi
saremo costretti a usare il termine ANTROPO-COSMOMORFISMO. Un
esempio è proprio il pappagallo totem.
una parte del suo compito: inizia a parlare proprio di lui. Viene trasportato
dall’immaginario, il cinema è magico, estetico ed affettivo.
perciò, si può dire che contribuisce alla creazione della vita. La musica infatti
è il movimento dell’anima ed è l’elemento che permette alla corrente della
vita reale di irrigare pienamente le immagini.
Il Sesto capitolo, invece, prosegue con l’analisi dei concetti di musica e
movimento affrontati, precedentemente, però li affronta attraverso lo studio
dei concetti di SOGNO E REALTA’.
All’interno di questo capitolo, si delineano le definizioni di concetti che
successivamente saranno affrontati esaustivamente negli altri capitoli.
Per iniziare, il sogno è il punto culminante della magia. Sono gli stati
d’animo interiori uniti alla magia in atto. La magia, nel cinema, esiste.
Ovviamente, non ce ne accorgiamo, come afferma Edgar Morin, poiché, al
cinema, si manifesta sotto le spoglie di sentimento. Ribolle sotto la rigidità
della percezione. Essa vive grazie alla soggettività dello spettatore: è la linfa
vitale della magia. Riesce, inoltre, a liberare interi torrenti di soggettività e di
emozioni. Al cinema, tutti gli attributi del sogno sono rivestiti dalla
precisione del reale. Anche alcune pratiche della vita reale, però, sono
impregnate di magia e di sogno. L’universo del film è continuamente
vertebrato dalla percezione oggettiva e dalla coscienza della veglia.
Si è dovuto attendere il cinema perché i processi immaginari venissero
esteriorizzati con altrettanta originalità e totalità. CON IL CINEMA SI
POSSONO VISUALIZZARE I SOGNI, POICHE’ SI SONO IMMERSI
NELL’ARTE VENGONO FABBRICATI INDUSTRIALMENTE. SIAMO
NOI CHE LI CARICHIAMO DI EMOZIONI, QUINDI DI VITA.
Tutto fa capo alla magia e quindi al sogno. Senza magia, non esisterebbe la
fiction. Affonda le proprie radici nelle tecniche e nei trucchi di Méliès. Il
carattere essenziale della fantasia è la razionalizzazione del fantastico. La
fantasia deve avere, infatti, le sembianze dell’oggettività. La finzione è
preponderante nel cinema, e contribuisce ad acuire il complesso di reale e di
immaginario. (Il complesso, infatti, è proprio la proteina dell’anima del
cinema).
Esiste da sempre questo divario tra Sogno e Realtà, ma cosa unisce, cosa
riesce a conciliare questo complesso? È proprio l’ESTETICA.
Non bisogna però intendere l’estetica, come disciplina filosofica connessa al
culto del BELLO.
L’estetica è ciò che differenzia il cinema dal sogno e dalla realtà. Tollera il
più vasto numero di forme artistiche e permette di realizzare le opere più
ESTETICA = CINEMA
Estetica = Cinema, perché quest’ultimo è la PIU’ VASTA ESTETICA
POSSIBILE, IN QUANTO TOLLERA E RIASSUME IN SÉ IL PIU’ GRAN
NUMERO DI FORME ARTISTICHE E PERMETTE, QUINDI LE OPERE
PIU’ RICCHE DI EMOZIONI E VISIONI.
Possiamo, inoltre, aggiungere, che l’estetica è MAGIA ATROFIZZATA,
IMMERSA NEL SINCRETISMO AFFETTIVO-RELAZIONALE
SUPERIORE.
Il linguaggio del cinema e il linguaggio arcaico sono vicini tra di loro per
l’uso delle immagini, della musica e dell’astrazione. Quello del cinema
chiama a sé tutti i tipi linguaggi perché è in potenza sincretico di tutti i
linguaggi. Rappresenta l’intelligibilità universale. Ci offre l’intelligenza delle
cose, ci fornisce la possibilità di realizzare una partecipazione universale. Il
cinema è più ricco del linguaggio delle parole, ma essere analfabeti (essere