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Astrolabio-Ubaldini 1970
« La Scienza dell'Essere e l'Arte del Vivere » presenta una filosofia di vita nel compimento e
offre una pratica adatta agli uomini di ogni parte del mondo per esaltare tutti gli aspetti della loro
vita di ogni giorno.
Essa si occupa dei problemi fondamentali della vita e suggerisce soluzioni per sradicare le
sofferenze.
Questo libro vuole unire la saggezza pratica della vita integrata, messa in luce dai Rishi Vedici
dell'antica India, con il progresso del pensiero scientifico nell'attuale mondo occidentale.
Esso delinea una pratica tesi atta a soddisfare la ricerca della verità da parte dell'uomo attraverso
scienza, religione e pensiero metafisico, e con l'ausilio di una tecnica pratica mette gli uomini in
condizione di armonizzare il loro contenuto spirituale interiore con la vita materiale esteriore.
«La vita — dice Maharishi — non dovrebbe essere una lotta.
Gli uomini sono nati per essere felici, e qui c'è una "via" che non implica austere discipline, non
è in contrasto con la vita normale e la tradizione, e dà più completo e profondo significato alla vita».
Traduzione italiana di
G. FIANDRI
INDICE
Prefazione Pag. 5
Introduzione » 7
L'economia » 103
La cultura umanistica » 103
Le scienze politiche » 104
La sociologia » 104
La psicologia » 105
Le scienze naturali » 105
Questo libro è foriero di rinascita per l'era attuale. Se l'età dell'oro è pronta ad albeggiare sulla
società umana, se pace ed armonia aspettano il loro regno in terra, la Scienza dell'Essere e l'Arte di
Vivere aprirà il cammino necessario perché tutto ciò avvenga.
Ne nascerà un nuovo genere umano, migliore nella sua concezione e più ricco di esperienze e
compimento in tutti i campi. La gioia di vivere apparterrà ad ogni uomo, l'amore guiderà la società,
verità e virtù regneranno nel mondo, la pace sarà stabile sulla terra e tutti vivranno in compimento,
nella pienezza di una vita nella coscienza di Dio.
Questo libro è l'eccezione che conferma la regola espressa nel vecchio detto: l'Occidente è
Occidente e l'Oriente Oriente, e mai i due mondi s'incontreranno. Ciò poiché il libro fornisce non
solo un punto d'incontro — la via di accesso per la reciproca comprensione delle due tradizioni e
culture — ma formula un metodo che dà possibilità a ciascuno dei due di avvicinarsi, completare ed
arricchire l'altro, con immediato e pratico beneficio di entrambi e per l'arricchimento finale di tutta
l'umanità.
Se ciò sa di straordinario, è solo perché l'argomento in sé è straordinario. L'Occidente ha sempre
accettato come uno stato di fatto la saggezza spirituale dell'Oriente, ma quasi per fede e senza
alcuna chiara comprensione del vero significato di questa saggezza. Perfino da parte di quegli
studiosi i quali, tramite i loro studi, hanno ottenuto un certo grado di familiarità, la saggezza
spirituale dell'Oriente è stata diffusamente riconosciuta come di competenza del monaco asceta, del
santo discepolo, che vive appartato ed evita tutti i contatti con il mondo eccetto quelli strettamente
indispensabili.
Così l'Occidente ha sempre considerato l'insegnamento religioso e mistico orientale come
qualcosa che, sebbene indubbiamente profondo, autentico, forse anche vicino alla risposta finale
delle domande poste da tutti gli uomini, è tuttavia essenzialmente un pezzo da museo da guardare
sotto vetro e di poco valore pratico per l'uomo occidentale che ha a che fare con la vita del mondo,
con i suoi problemi e le responsabilità che gli pesano addosso. Per gli occidentali, insegnamenti che
hanno consigliato di ritirarsi dal mondo e dalle sue tentazioni, possono essere guardati come
curiosità, ma non offrono alcuna possibilità reale di applicazione come credo da essere vissuto o
seguito.
Qui sta la differenza ed il significato di quest'opera. Essa contiene l'essenza della cultura
spirituale, degli insegnamenti e della saggezza indiane: l'eredità dell'imperitura tradizione dei
Maestri dell'India. Essa formula un metodo per mezzo del quale ogni uomo può entrare a far parte
di questa eredità. Il metodo non obbliga a staccarsi dal modo di vivere occidentale, ma promette un
aumento della capacità individuale di sapere, capire, vivere e sacrificare sull'altare del proprio
credo. L'insegnamento di questo libro non è ristretto ad una particolare religione; esso si occupa
della verità essenziale che è alla base di tutte le religioni, ed il suo messaggio può essere vissuto da
uomini di ogni fede, perché non è in contrasto con alcuna di esse.
Esso è stato scritto per riempire un vuoto — il bisogno degli uomini di ogni paese — e come
risultato delle sempre più pressanti insistenze da parte di coloro che sono stati a contatto con la
saggezza del Maharishi Mahesh Yogi.
Una rapida immagine della materia trattata si ha già dal titolo del libro: “La Scienza dell'Essere e
l'Arte di Vivere”. La scelta delle parole è deliberata e provocante, perché raramente vengono unite
insieme scienza ed insegnamento spirituale. Tuttavia il sistema sul quale è imperniato
l'insegnamento del Maharishi — una semplice tecnica di meditazione trascendentale (parola questa
sempre travisata in Occidente, ma con la quale si definisce un mezzo di comunicazione con
l'Infinito) — è veramente sistematico e produce risultati misurabili e descrivibili in anticipo, ed è
per questo scientifico.
Ma il prodotto finale di questa scienza è la realizzazione ed il compimento nell'arte di vivere.
La chiave di questa saggezza, da sempre in possesso dei Maestri in India, è stata a lungo
considerata come di loro esclusiva e misteriosa pertinenza. Comunque non è così, naturalmente.
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Certamente l'insegnamento di Dio è per tutti quelli che vogliono ascoltarlo. Questo dice Maharish
Mahesh Yogi; e il suo libro è indirizzato a quelli che lo leggeranno ed agiranno di conseguenza.
Conoscere Maharishi ed essere in sua presenza è realizzare insieme che c'è un uomo che ha preso
un posto a parte dagli altri, uno che veramente conosce Dio e vive la terrena personificazione del
più alto conseguimento umano. In questo egli è il diretto erede della tradizione dei grandi maestri
indiani. Egli fu il discepolo più vicino di un Maestro in possesso di qualità umane straordinarie,
Swami Brahmananda Saraswati, il più illustre degli Jagadguru Shankaracharya dell'India.
Foto p.9
Swami Brahmananda Saraswati, Jagadguru Bhagwan Shankaracharya
di Jyotir Math
CHARLES F. LUTES
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INTRODUZIONE
"La Scienza dell'Essere e l'Arte di Vivere" vuole porre alla luce del corrente pensiero scientifico
del mondo occidentale l'insieme della pratica saggezza della vita integrale quale ci è presentata dai
Rishi Vedici dell'antica India.
Essa, oltre a delineare una filosofia di vita in compimento e ad offrire una pratica adatta ad ogni
uomo per glorificare tutti gli aspetti della sua vita di ogni giorno, si occupa di ciò che è alla base dei
problemi della vita, e suggerisce il modo per sradicare la sofferenza.
Questo libro presenta una soluzione pratica atta a soddisfare la ricerca che l'uomo fa della verità
attraverso scienza, religione e pensiero metafisico, ed offre il principio di una tecnica pratica che
metta ogni uomo in condizione di armonizzare il suo contenuto spirituale interiore con le glorie
esteriori della vita materiale, e di trovare Dio in sé stesso.
La scienza esplora la realtà delle forme e dei fenomeni. Tutte le branche della scienza sono vari
sistemi per realizzare la verità dell'esistenza. Ognuna di esse parte da quanto è ovviamente
conosciuto e mira ad investigare le cose ancora sconosciute. La realtà ultima della vita comincia ad
essere guardata da tutte le direzioni. Tutte le scienze stanno esplorando i vari strati della creazione,
dal campo grossolano a quello sottile di esistenza.
La scienza dell'essere, come ogni altra scienza, inizia il suo esame della verità dell'esistenza dal
livello grossolano, ovvio, della vita, ed entra nelle regioni sottili dell'esperienza. La scienza
dell'essere, tuttavia, trascende finalmente queste regioni sottili ed arriva alla diretta esperienza del
campo trascendentale dell'eterno Essere.
Essa è una profonda e pratica filosofia di vita, è una sistematica investigazione della vera natura
della realtà ultima. Sebbene, come ogni altra scienza, sia teorica nella sua natura, nondimeno il suo
aspetto applicato raggiunge gli orizzonti più lontani della suprema realtà della vita, a differenza di
quanto accade nelle astratte speculazioni metafisiche.
Questo libro è diviso in quattro parti: "La Scienza dell'Essere", "La Vita", "L'Arte di Vivere", "Il
Compimento". Le ultime tre parti del libro presentano una pratica saggezza di vita giornaliera, e
questa pratica saggezza è basata sul profondo significato filosofico contenuto nella prima sezione
sulla scienza dell'essere.
La scienza dell'essere crea una base profonda per l'arte di vivere. È uno stato di fatto che l'arte di
vivere è l'applicazione della scienza dell'essere.
Per coloro che non hanno mai avuto interesse per gli studi metafisici, la Scienza dell'Essere può a
tutta prima apparire molto astratta. Ma quando avranno letto sia la Vita e l'Arte di Vivere, sia il
Compimento, riconosceranno che, se non ci si fosse soffermati sulle parti astratte della scienza
dell'essere, l'intero insegnamento del libro non avrebbe avuto una base reale.
Il giardiniere deve conoscere la radice dell'albero prima di poter portare un giusto nutrimento nei
differenti stadi della sua crescita. Allo stesso modo, l'uomo dovrebbe avere dapprima una buona
conoscenza della realtà fondamentale che giace nel campo astratto dell'Essere, allo scopo poi di
glorificare interamente la vita a tutti i livelli. Ecco perché la Scienza è posta nella prima parte di
questo libro, e le parti di valore pratico seguono.
La parola 'scienza' viene dalla radice latina 'scire', sapere. Essa implica conoscenza; una
conoscenza sistematica è scienza. La scienza dell'essere significa conoscenza sistematica dell'Essere
— sistematica conoscenza dell'esistenza o la realtà della vita. Il campo dell'Essere, o assoluta
esistenza, è stato per molti secoli considerato in termini di misticismo. L'attuale era scientifica esita
ad assegnare valore a qualsiasi cosa avvolta nel velo del misticismo, ed ecco perché lo studio
dell'Essere, il campo astratto della creazione, non è stato preso in considerazione da nessuna branca
della scienza fino ad oggi.
La crescita del pensare scientifico nella presente generazione ha portato l'Essere a livello dello
studio e dell'investigazione scientifica. Questo lavoro è il primo nel suo genere nella lunga storia del
pensiero umano.
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PARTE PRIMA
LA SCIENZA DELL’ESSERE
CAPITOLO PRIMO
LA REALTA' SCIENTIFICA
Le scienze fisiche ci informano che l'intera creazione è costituita da strati(1) di energia, gli uni
dentro gli altri. Il più sottile costituisce lo strato più profondo della creazione.
Vi fu un tempo in cui la fisica era governata da due leggi fondamentali: la conservazione
dell'energia e la conservazione della materia. Né l'energia né la materia potevano essere create o
distrutte: l'ammontare totale era mantenuto costante separatamente. L'atomo era considerato la
particella più piccola di materia, sostanzialmente immutabile e indistruttibile.
La teoria della relatività ha portato un profondo mutamento in queste idee. La materia veniva ad
essere solo un'altra forma di energia e non separatamente conservata. La materia poteva essere
creata dall'energia di radiazioni e poteva di nuovo essere « distrutta » e trasformata in energia di
radiazioni, ma la quantità totale di energia, in tutte le forme, rimaneva sempre la stessa. Così l'intera
creazione era costituita da energia indistruttibile.
Però l'idea degli atomi indivisibili doveva essere ulteriormente riesaminata. I fisici nucleari
trovarono che tutti gli atomi erano composti di alcune particelle elementari stabili: il protone e
l'elettrone, instabile il neutrone. Queste particelle rappresentano un più sottile, elementare livello
dell'atomo.
In questi ultimi anni la nostra conoscenza del numero delle particelle elementari si è rapidamente
accresciuta: molte altre particelle instabili sono state scoperte. La fisica, oggi, non può considerare «
elementari » nemmeno queste particelle. Al contrario i fisici sono alla ricerca di stati di materia
ancora più sottili che, a loro volta, siano i costituenti delle attuali particelle elementari. Così la
ricerca della fisica è diretta verso stati sempre più sottili di materia e di energia.
Nel mondo fisico, che noi chiamiamo relativo, o il campo relativo di esistenza, si conoscono
diverse forme di energia. Queste forme ruotano costantemente l'una nell'altra, in conformità con le
leggi fisiche.
Le ricerche della fisica inducono gli scienziati a pensare che potrebbe esserci qualche forma
fondamentale di energia assolutamente stabile e più sottile di qualsiasi altra. Il campo relativo
dell'esperienza, allora, sorgerebbe quale perturbazione di quell'energia assoluta, e tutte le forme di
energia fisica sarebbero manifestazioni di questo stato assoluto di energia non manifestata. Questa è
la sorgente di tutta la materia e dell'energia. Si potrebbe considerarla come troppo sottile per essere
conosciuta dalla fisica. Persino l'energia-pensiero è troppo sottile per essere misurata dalla fisica
attuale. È chiaro che ogni pensiero ha un processo che coinvolge energia. L'esistenza della
trasmissione del pensiero a lunga distanza, benché non sia un fenomeno comune, conferma il
concetto di energia-pensiero.
La base dell'energia-pensiero noi la chiamiamo lo stato dell'Essere; l'Essere, o l'Assoluto, sono
così sinonimi.
A mano a mano che la nostra conoscenza degli strati sottili della materia e dell'energia aumenta
mediante le scoperte delle scienze fisiche, si verifica un avanzamento delle capacità umane che
sorpassa di molto ciò che, alcuni decenni or sono, si poteva soltanto immaginare.
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In base a tali scoperte, noi acquistiamo tutti i vantaggi di tale conoscenza. La nostra vita diventa
più vasta, più efficace, più utile; anche le nostre aspirazioni aumentano, e noi diventiamo più
creativi e maggiormente compiuti. Con la conoscenza della base ultima della creazione, l'energia
assoluta, la civiltà dell'uomo sulla terra raggiungerà una gloria impensabile.
A mano a mano che la fisica continuerà ad esplorare gli strati più sottili di queste sottilissime
particelle, essa cozzerà inevitabilmente contro gli aspetti non manifestati dell'esistenza che si
trovano al di là degli aspetti più sottili di ogni singola particella di energia, il campo dell'Essere.
Ecco in che modo la scienza sarà certa di dichiarare che l'Essere è una realtà scientifica. È solo
questione di tempo. Ma, per quanto tempo occorra prima che i fisici di qualche futura generazione
dichiarino che l'Essere si trova all'estremo limite della scienza, l'uomo non dovrebbe rimanere privo
dell'esperienza diretta di quella realtà di esistenza che forma la base stessa della vita e la cui
realizzazione glorifica la vita in tutti i suoi aspetti.
L'ONNIPRESENZA DELL'ESSERE
Abbiamo visto che l'Essere è la realtà suprema della creazione e che Esso è presente in ogni
livello della creazione. Esso è presente in tutte le forme, le parole, gli odori, i sapori e gli oggetti del
tatto, in tutto ciò che viene sperimentato, nei sensi di percezione come negli organi di azione, in
ogni fenomeno, in colui che fa e nel lavoro fatto, in tutte le direzioni — nord, sud, est, ovest —; in
tutti i tempi: presente, passato e futuro; Esso è uniformemente presente. Esso è presente davanti
all'uomo, dietro di lui, alla sua destra e alla sua sinistra, sopra, sotto e dietro di lui. In ogni
circostanza e ovunque l'Essere, il costituente essenziale della creazione, permea ogni cosa. Esso è
l'Onnipresente Dio per coloro che lo conoscono e lo capiscono, lo sentono e lo vivono nella loro
vita.
L’intera creazione è il campo della coscienza in differenti forme e fenomeni. La coscienza è
l'irradiazione dal centro del puro Essere. Per esempio, la corrente elettrica raggiunge la lampadina e
si irradia come un fascio di luce; a mano a mano che il fascio di luce si allontana dalla sorgente, la
sua intensità diminuisce finché raggiunge un punto in cui la luce può dirsi nulla. Così
dall'inesauribile batteria dell'Essere, si irradia la coscienza di beatitudine e, mentre si allontana dalla
sorgente, la sua intensità diminuisce. In questo modo la coscienza di beatitudine appare in tutte le
forme di vita sottili e grossolane.
Coloro il cui cuore e la cui mente non sono evoluti, la cui visione è trattenuta da ciò che è
grossolano, vedono soltanto il valore superficiale della vita. Essi provano unicamente qualità di
materia e d'energia. Essi non trovano l'innocente, sempre presente e onnipresente Essere, la cui
presenza soave è al di là di ogni grado relativo di dolcezza. Essi non godono dell'onnipotente Essere
nel suo stato innocente e immutabile, che dimora oltre la fase ovvia delle forme e dei fenomeni,
della materia e dell'energia, della mente e dell'individualità.
Il puro Essere è di natura trascendentale a causa del suo stato di costituente essenziale
dell'universo. È più sottile del più sottile livello della creazione. Per sua natura non è accessibile ai
sensi che furono originariamente formati solo per dare esperienza alla realtà manifestata della vita.
Esso non è ovviamente accessibile alla percezione della mente, perché la mente è, in massima parte,
connessa con i sensi. La costituzione della mente è tale che, per qualsiasi esperienza, essa deve
associarsi con i sensi e venire in contatto col mondo esteriore delle forme e dei fenomeni.
L'esperienza mostra che l'Essere è la natura essenziale, basilare della mente. Ma poiché la mente
rimane comunemente in sintonia con i sensi, proiettandosi all'esterno, verso gli aspetti manifestati
della creazione, essa non si accorge della sua natura essenziale, oppure non riesce a valutarla,
proprio come gli occhi che non sono in grado di vedere sé stessi. Ogni cosa, tranne gli occhi stessi,
può essere veduta con gli occhi. Similmente ogni cosa è basata sulla natura essenziale della mente,
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che è l'Essere onnipresente; tuttavia, mentre la mente è impegnata nel campo proiettato della
diversità manifestata, l'Essere non è da essa riconosciuto benché ne sia la base stessa e il costituente
essenziale. L'Essere è alla radice di ogni cosa, eppure è come se esso sostenesse l'esistenza della
vita e della creazione senza esporre sé stesso. La grande dignità, il grande splendore della sua natura
innocente, onnipotente e onnipresente, è presente nell'uomo quale base dell'ego, dell'intelletto, della
mente e dei sensi, del corpo e dell'ambiente. Ma esso non è ovvio, benché sottenda l'intera
creazione.
È come un potente uomo d'affari che raramente si trova nel luogo in cui si svolge l'attività
esecutiva dei suoi progetti, che rimane sconosciuto ma che, in effetti, controlla ogni operazione. Per
vederlo è necessario incontrarlo in un luogo appartato, lontano dalla scena degli affari. Allo stesso
modo Colui che controlla l'universo, che influisce su ogni cosa, rimanendo alla base dell'attività
universale, e della vita fenomenica, dimora nell'intimità silenziosa del cuore di ognuno e di ogni
cosa.
L'onnipresenza dell'Essere è la causa per cui la Sua natura si nasconde in luoghi appartati,
lontano dal frastuono del mondo. L'onnipresenza dell'Essere è la causa per cui Esso si nasconde
dietro le quinte, la causa che gli conferisce lo stato di Signore onnisciente, onnipotente e supremo
dell'universo.
Il Signore dell'universo dimora amorevolmente nel cuore di ognuno, affinché nessuno soffra. Per
conservare il fluire dell'amore, della felicità e dell'evoluzione di ciascuno, l'onnipresente Signore
dell'universo è così benevolo che dimora naturalmente in ogni cosa. Nessuno può mai allontanarsi
da Lui.
L'onnipresenza dell'Essere è vita eterna, l'essenza della vita eterna.
L'attività è subordinata al pensiero. Noi dobbiamo pensare prima di eseguire qualsiasi cosa. Noi,
però, consideriamo raramente da che cosa procede il nostro pensiero. Il pensare è la base dell'agire;
quale è la base del pensare? Per pensare noi dobbiamo, almeno, essere. L'Essere è la base del
pensare, e il pensare è la base dell'agire. L'Essere è la base del vivere. Proprio come senza la linfa
non ci sarebbero né la radice né l'albero, così senza l'Essere non ci sarebbero né il pensare né l'agire.
Senza l'Essere non ci sarebbe la vita. Se ci prendiamo cura della linfa l'intero albero fiorirà; allo
stesso modo, se ci prendiamo cura dell'Essere, l'intero campo del pensiero e della azione fiorirà.
L'intero campo della vita, prendendo coscientemente cura dell'Essere, sarà glorificato.
Per questo noi troviamo l'Essere alla base di ogni attività, del comportamento e dei vari modi e
forme del vivere. L'Essere è il fondamento più glorioso e lodevole della vita. L'Essere è il piano
della legge cosmica, la base di tutte le leggi della natura, che si trova alla radice dell'intera creazione
e dell'evoluzione.
È possibile glorificare tutti gli aspetti della vita e vivere infondendo coscientemente la natura
dell'Essere nei differenti campi dell'attività e del comportamento.
del campo unificato. Potrà avere un nome diverso, ma il contenuto stabilirà il principio dell'unità
nell'ambito della diversità, l'unità basilare dell'esistenza materiale.
La scoperta di questa base ultima dell'esistenza materiale segnerà il conseguimento ultimo nella
storia dello sviluppo della scienza fisica. Questo aiuterà a dirigere il mondo della fisica verso la
scienza dei fenomeni mentali. Le teorie sulla mente e sull'Essere sostituiranno le scoperte della
fisica. All'estremo limite dell'investigazione sulla natura della realtà nel campo della mente, sarà
trovato lo stato di pura coscienza, quel campo di natura trascendentale che dimora al di là di ogni
esistenza relativa dei valori materiali e mentali. L'ultimo campo dell'Essere dimora al di là del
campo dei fenomeni mentali ed è la verità della vita, in tutte le sue fasi relative ed assolute. La
scienza dell'Essere è la scienza trascendentale della mente. La scienza dell'Essere trascende la
scienza della mente che, a sua volta, trascende le scienze naturali che trattano le diversità
dell'esistenza materiale.
L'Essere è la realtà ultima di tutto ciò che esiste; è assoluto nella sua natura. Ogni cosa
nell'universo è di ordine relativo; ma l'eterno Essere, il principio ultimo della vita di natura non-
manifestata, si esprime in differenti forme e mantiene lo status quo di tutto ciò che esiste,
mantenendo allo stesso tempo il processo perpetuo del mutamento e dell'evoluzione nella creazione.
L'esistenza assoluta e relativa sono i due aspetti dell'eterno Essere, che è sia assoluto che relativo.
Le Upanishad lo descrivono come Purnamadah Purnamidam — quell'Assoluto non-manifestato è
pieno, e questo relativo manifestato è pieno.
afferma che non ci sono ostacoli ad essa, che non ci sono barriere sulla via: un po' di pratica libererà
l'uomo dalle grandi paure.
Questo messaggio pratico dell'esperienza dell'Essere come realtà ultima, glorifica tutti gli aspetti
della vita. È unico nello stabilire l'Essere come l'Assoluto ed ultima realtà di tutte le fasi relative
della vita.
L'Essere, in quanto realtà ultima, è di natura trascendentale. Perciò il campo dell'Essere può
solamente dirsi astratto e non concreto. Le parole « astratto » e « concreto » sono relative e nessuna
delle due esprime esattamente la natura dell'Essere. Ma se, per amore di chiarezza, dobbiamo usare
una parola che renda l'idea della natura dell'Essere, possiamo soltanto dire che Esso è astratto e non
concreto, benché la Sua esperienza sia molto più concreta di qualsiasi cosa nella vita relativa.
In ragione della Sua natura astratta, lo studio dell'Essere è stato avvolto nel misticismo e, di
conseguenza, per innumerevoli generazioni l'uomo comune è stato privato dei grandi vantaggi
dell'esperienza dell'Essere.
Ora che un modo sistematico per sperimentare direttamente l'Essere ultimo è a nostra
disposizione, l'Essere non è soltanto spogliato dalle bende del misticismo ma, entrando nel campo
delle scienze moderne, Esso indicherà all'uomo come usare la sua crescente conoscenza per la sua
evoluzione invece che per la sua distruzione.
La rivelazione dell'Essere come eterna ed ultima realtà, rende possibile integrare la vita
individuale con la vita eterna dell'Assoluto. Le fasi sempre mutevoli della vita individuale debbono
fondarsi sulla base dell'Essere immutabile, l'eterna ed ultima realtà. Il prana unisce, con un legame
sottile, il campo immutabile dell'eterno Essere, con le fasi sempre mutevoli della vita relativa.
gas sono cambiate nelle proprietà del liquido ma H e O, idrogeno e ossigeno, rimangono H e O. Di
nuovo poi l'acqua si congela e si trasforma in ghiaccio. Le proprietà dell'acqua si sono mutate nelle
proprietà del ghiaccio, ma l'idrogeno e l'ossigeno, i costituenti essenziali, rimangono gli stessi. Il
fatto che essi rimangano gli stessi indica che c'è qualche forza, qualche legge o sistema che
mantiene l'integrità dell'idrogeno e dell'ossigeno anche se vi sono certe leggi che mutano le
proprietà del gas in acqua e dell'acqua in ghiaccio.
C'è una legge che non permette alla natura essenziale dell'ossigeno e dell'idrogeno di cambiare.
Persino mentre permette all'idrogeno e all'ossigeno di passare attraverso i diversi stadi della
creazione, essa mantiene la loro integrità come idrogeno e ossigeno.
Questa è la legge che mantiene lo status quo del costituente essenziale; ma, a differenti livelli di
creazione, essa dà origine ad altre leggi che trasformano la qualità di questo piano nella qualità di
quel piano, che trasformano cioè le proprietà del gas in quelle del liquido, e del liquido in quelle del
solido.
Differenti livelli di creazione continuano ad evolvere in differenti forrne. L'apparire di nuove
qualità è dovuto a nuove leggi che entrano in gioco mentre la legge eterna continua nel suo stato
immutabile. Tutti i cambiamenti hanno luogo sull'immutabile piattaforma del costituente essenziale.
C'è una legge nell'universo, che sta alla base delle innumerevoli leggi responsabili di tutti i
mutamenti nella creazione. Questa legge mantiene l'integrità del costituente ultimo essenziale della
creazione e, contemporaneamente, essa continua sempre a produrre nuove leggi nei differenti piani
della natura. Ciò costituisce i diversi stadi della creazione.
Il costituente ultimo ed essenziale della creazione è l'assoluto stato dell'Essere, o lo stato di pura
coscienza. Questo stato assoluto di pura coscienza è di natura non-manifestata, ed è sempre
mantenuto tale dalla legge cosmica. La pura coscienza, il puro Essere, è sempre mantenuto come
pura coscienza e puro Essere, eppure Esso è trasformato in tutte le differenti forme e fenomeni.
Questa è la legge cosmica; una legge che non permette mai all'Essere assoluto di cambiare. L'Essere
assoluto rimane eternamente tale, sebbene Lo si trovi in forme che variano ad ogni livello.
La legge cosmica è quello stato assoluto di pura coscienza che non conosce mutamento. È la
base di tutte le leggi della natura e, attraverso esse, mantiene lo status-quo dei differenti strati della
creazione: al tempo stesso fa evolvere ogni strato e con ciò mantiene il corso dell'evoluzione in
conformità al fine cosmico. Così, sebbene il mantenimento e l'evoluzione della creazione sia
direttamente svolto da diverse leggi, la base di tutte queste leggi è l'eterna legge cosmica al livello
dell'Essere, la base dell'intera creazione. Questo dà un quadro chiaro della legge cosmica.
La legge cosmica svolge la sua funzione da un livello che si trova fra il piano assoluto e il piano
relativo della vita. Essa armonizza fra di loro il non-manifestato eterno Essere e il campo
manifestato dell'esistenza relativa differenziata. È il potere della legge cosmica che mantiene
l'Essere eterno nello stato assoluto e, al tempo stesso, conserva la differenziazione fenomenica
sempre mutevole negli stati relativi della vita. L'unità di vita nell'Essere assoluto e la diversità della
creazione molteplice sono entrambe mantenute nelle loro proprie sfere. Questa è la natura
misteriosa e onnipotente della legge cosmica che ha il suo eterno stato sul piano dell'Essere.
IL PRANA E L'ESSERE
Il prana è l'espressione dell'Essere che si manifesta. È la tendenza del non-manifestato a
manifestarsi. Si può dire che esso sia l'impulso dell'Essere astratto, assoluto. L'Essere è l'esistenza
assoluta di natura non-manifestata. La sua tendenza a vibrare e a manifestarsi è chiamata — prana
—. L'Essere vibra, il prana vibra e la creazione comincia a manifestarsi. Quando l'Essere assume
una natura soggettiva Esso diventa mente; quando assume una natura oggettiva esso diventa
materia. Quando rimane — innocente — serve come legame fra il soggetto e l'oggetto e, creando
una relazione soggetto-oggetto, il divino Essere comincia il suo gioco nella grande varietà della
creazione molteplice.
Troviamo quindi che il prana è il potere dell'Essere latente nel suo stato non-manifestato e che
esso entra in gioco nel processo di manifestazione, quando l'Essere assume il ruolo di creazione
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soggettiva e oggettiva. Allora ci si può domandare: «che cosa fa sì che il prana assuma qualità
soggettive e oggettive? ».
L'intelligenza cosmica, o il potere creativo, che è la natura stessa dell'Essere, genera il prana da
sé medesimo, dall'interno dell'Essere assoluto. Il prana scaturisce dalla sorgente dell'Essere non-
manifestato, l'Essere assoluto assume il ruolo di prana. Ecco come la natura stessa dell'Essere inizia
i processi di creazione e di evoluzione.
Quale ne è la causa?
La stessa natura dell'Essere ne è la causa. È come se l'Assoluto volesse divenire creativo e
relativo.
« Perché? ».
A causa della sua stessa natura; o, forse, per la gioia della varietà.
L'espansione della felicità è lo scopo della creazione.
L'Essere, lo stato dell'eterna unità, senza sottoporsi a nessun cambiamento in sé stesso, assume il
ruolo della molteplicità della creazione, la diversità dell'Essere. L'Assoluto che assume il ruolo del
relativo, o l'unità che appare quale molteplicità, non è altro che la natura stessa dell'Essere assoluto
che appare in diverse manifestazioni. Ecco perché, mentre l'Assoluto è eterno nel suo stato
immutabile, la diversità relativa della creazione è eterna nella sua natura sempre mutevole.
Questo risolve l'enigma della creazione.
L'unità dell'Essere non-manifestato e assoluto è anche la diversità e la varietà della creazione
manifestata in tutte le sue fasi relative di esistenza. L'Assoluto e il relativo formano, insieme,
l'intera verità della vita. Il cento per cento di Assoluto e il cento per cento di esistenza relativa si
uniscono per formare il cento per cento della vita nella creazione.
Dovremmo tener presente che la creazione manifestata e l'Essere non-manifestato, sebbene
appaiano diversi, sono in realtà uno e lo stesso.
La realtà della dualità è l'unità. Sebbene differenti nelle loro caratteristiche. L'Essere assoluto e la
creazione relativa formano insieme una realtà unica. L'intero processo di ciò che noi conosciamo
come creazione ed evoluzione è semplicemente lo stato dell'Essere nel prana, e il mutamento
appartiene alla natura stessa dell'Essere. La creatività dimora nella natura dell'Essere assoluto, la
creazione è il Suo ruolo e l'evoluzione è l'espansione della Sua esistenza. L'Essere rimane l'Essere, e
da questo deriva la creazione.
Il prana è Essere, nella sua natura; è la forza motrice della creazione e la forza fondamentale
della mente.
LA MENTE E L'ESSERE
La mente può essere paragonata a un'onda dell'oceano dell'Essere. Il non-manifestato, assoluto
Essere, stimolato dalla sua stessa natura, il prana, appare come mente; allo stesso modo l'oceano,
stimolato dal vento, appare come onde.
Ciò che agisce come la forza del vento per produrre l'onda della mente nell'oceano dell'Essere
non-manifestato è il karma. Così si può dire che il prana, integrato con l'influsso del karma, è la
mente.
Questa affermazione suggerisce che, se non ci fosse l’influsso del karma, non esisterebbe la
mente. Ci si domanda se il karma debba prima esistere affinché la mente possa esistere.
Quando esaminando il karma troviamo che, senza la mente (l'agente), il karma o azione, non si
può produrre, questo dimostra l'interdipendenza della mente e del karma; sembra quindi difficile
stabilire se il karma è prodotto dalla mente, o la mente dal karma.
La risposta è che la mente nasce dal karma e crea il karma, e che il karma nasce dalla mente e
crea la mente. Il seme produce l'albero e l'albero il seme. Non si può determinare quale dei due
abbia dato origine all'albero, nel principio. Si può dire soltanto che il seme è la causa dell'albero, e
che l'albero è la causa del seme. Ma non è possibile determinare quale dei due abbia dato origine al
ciclo.
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La metafisica tace su questo punto, accetta semplicemente che il ciclo del seme e dell'albero sia
esistito e continui ad esistere. Analogamente non c'è testimonianza che provi se il prana abbia dato
origine alla mente o se la mente abbia dato origine al prana. Noi, praticamente, accettiamo il
principio dell'interdipendenza della mente e del prana.
Questo può essere capito in termini di karma.
Il karma di una vita passata dà origine all'identità della mente nella vita presente; il livello di
evoluzione raggiunto dalla mente in una vita passata le dà il suo stato nella vita presente e, sulla
base del karma passato, la mente inizia la sua vita presente.
Senza la forza vitale del prana, il karma rimane inerte. Questo karma inerte, integrato dalla forza
vitale, cioè dal prana, fa sorgere la mente. Così la mente è una composizione di prana e di karma e,
attraverso il prana, è reintegrata con l'Essere non-manifestato. Troviamo così che la mente è il
secondo stadio nel processo di manifestazione, o di creazione, mentre il prana è il primo.
Questo chiarisce la posizione della mente nel campo della creazione, e la sua relazione con
l'Essere che è il fine Ultimo. Il prana è la prima espressione dell'intelligenza cosmica. Il prana,
riflesso dal karma, realizza l'individualità e appare come mente individuale. Così la mente
individuale è un riflesso limitato della illimitata mente cosmica, o pura intelligenza. Proprio come il
prana è la manifestazione dell'eterno oceano dell'Essere non-manifestato, così la mente è il riflesso
dell'intelligenza cosmica sul karma.
Questo dimostra che, prima della creazione della mente, teoricamente all'inizio esisteva l'azione
del karma. Il che ci porta a concludere che c'era creazione prima della creazione. Esisteva un giorno
prima di questo giorno, e una notte prima di questa notte. Il ciclo di creazione e di dissoluzione è un
ciclo eterno, nell'eternità dell'Essere.
Nel processo di creazione la mente comincia ad esistere perché, prima, c'è stata una mente che
creò un karma. Questa influenza del karma continua ad esistere quale base della mente attuale.
Possiamo così concepire due realtà alla radice della creazione. Una è la realtà eterna dell'Essere
assoluto, e l'altra è la realtà del karma che, sebbene dimori nel campo sempre mutevole
dell'esistenza relativa, trova il suo stato eterno nel ciclo ininterrotto dell'azione, dell'esperienza e
dell'impressione. L'impressione di un'esperienza sulla mente di chi agisce è l'influsso più sottile del
karma. Esso conserva la sua esistenza al livello più sottile della mente, quasi al punto d'incontro
della mente col prana. È proprio su questo piano, dove l'Essere diventa mente, che ha inizio la
creazione e che in virtù di questa sottilissima impressione del karma, il prana assume il ruolo di
mente. Si potrebbe dire in linea di massima che, nella creazione, il gradino successivo sia prodotto
quasi simultaneamente attraverso il meccanicismo dei sensi di percezione che rende la mente
capace di funzionare e di attuare la realtà della mente stessa e dei sensi. La materia viene ad essere
per formare il meccanismo fisico attraverso il quale i cinque sensi di percezione trovano la loro
espressione e per giustificare la validità della loro creazione, al fine di esistere e funzionare, quali
agenti della mente nel processo di evoluzione e di creazione. Mediante questo processo si formano i
sensi, il sistema nervoso e il corpo.
Questo chiarisce il sottile meccanismo della creazione, ed illustra i principi che sono alla base
della creazione stessa della mente, dei sensi, del sistema nervoso, del corpo e la loro relazione con
l'Essere.
L'Essere è l'oceano illimitato, eterno, della vita assoluta. Poiché Esso è di natura trascendentale è
privo di attributi. Esso può essere certamente sperimentato ma questa esperienza avviene sempre nel
suo stesso campo di esistenza trascendentale, o pura coscienza, dove la mente trascende tutti i
campi dell'esperienza relativa e diventa una con l'Essere e, ottenendo lo stato dell'Essere, non è più
mente cosciente. Questo stato di esistenza assoluta, priva di attributi, dimora completamente al di là
dell'immaginazione, al di là di ogni concezione o comprensione intellettuale.
La mente umana cerca naturalmente di capire la realtà ultima e di giungere sulla riva
dell'illimitato oceano di saggezza dell'Assoluto. Nel suo tentativo di scandagliare l'insondabile, e di
capire il Trascendente, essa prende la via che le consente di capire i campi più sottili della
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creazione, nella speranza che, non appena il livello più sottile venga compreso, sia possibile capire
la reale natura del supremo ultimo.
Per aiutare tali ricerche intellettuali sulla natura dell'Essere e il suo rapporto coi campi più sottili
della creazione soggettiva e oggettiva discuteremo brevemente lo stato dell'Essere e la successiva
creazione del prana, della mente, dei sensi, del sistema nervoso e del corpo.
È stato messo in chiaro che non è l'Essere che si manifesta (perché, a causa della sua natura
trascendentale priva di attributi, Esso non è in grado di manifestarsi o di opporsi alla
manifestazione) ma che è la strumentalità del karma che si riflette sull'Essere, o che accetta il
riflesso dell'Essere, e diventa la tendenza a creare, ottenendo con ciò l'attributo di prana. Da questo
punto, basata su questo riflesso, l'intera creazione comincia a separarsi dall'Essere, che rimane
immutato nel suo eterno stato assoluto. Nulla, perciò, accade all’Essere assoluto, e la creazione
comincia nelle sue molteplici forme e fenomeni, basata sulla strumentalità del karma, spinta dal
prana e realizzata dalla mente, lasciando l'Essere intatto.
Poiché l'Essere è onnipresente, Esso pervade l'intera molteplicità della creazione. Nulla è senza
di Esso. Ogni cosa è Esso. Così lo stato della creazione è separato dall'Essere e, al tempo stesso
l’essere è l'intera creazione. La mente è distinta dall'Essere e, al tempo stesso, la sua natura
essenziale è l'Essere.
La ruota del karma continua a creare, ad evolvere e a dissolvere la creazione fenomenica in cicli
di esistenza e di non esistenza dell'intero cosmo, e l'individuo trova il suo ruolo in esso, come parte
di esso.
Troviamo che, in essenza, la vita è eterna ed assoluta. In realtà non esiste nulla all'infuori
dell'Assoluto. Tutte le forme e i fenomeni relativi e sempre mutevoli, e l'intera esistenza cosmica,
hanno la loro vita nell'eterno Essere mentre, al tempo stesso, la loro fase fenomenica di esistenza è
basata sul piano del karma che non ha, in sé stesso, alcuno stato assoluto. La fase relativa trova uno
stato imperituro nei cicli di creazione e di dissoluzione.
Questo ci suggerisce che ci sono due basi nella vita: l'assoluto Essere e il karma. Ci si domanda:
« Possono esserci due realtà ultime? ».
Se fosse così questo lascerebbe incompiuta la ricerca della realtà ultima e il ricercatore della
verità rimarrebbe nell'incertezza.
Non ci possono essere, di certo, due realtà supreme: l'Essere e il karma. Evidentemente ce ne può
essere una sola. Rimane da scoprire quale è la realtà ultima: l'Essere o il karma,
Abbiamo visto che l'Essere, nella sua natura essenziale, è esistenza assoluta e che Quello solo
può essere accettato come realtà ultima della vita. Ma abbiamo anche visto che questa realtà ultima,
l'Essere, essendo assoluta è priva di attributi e quindi incapace di creare. Abbiamo detto che la
creazione deriva dal seme del karma latente nell'Essere, che tiene insieme la strumentalità del prana,
del karma e della mente. La creazione ha luogo quando il karma, per virtù propria, assume il ruolo
di prana, la forza vitale della vita e della creazione.
Il fatto che il karma assuma il ruolo di prana per dare inizio alla creazione nell'onnipresenza
dell'eterno Essere, porta speranza al ricercatore e giustifica la sua ricerca della realtà ultima, una.
La natura onnipresente dell'Essere non permette al karma di assumere uno stato indipendente
quale realtà ultima. Il karma è latente nella natura stessa dell'Essere, e la creazione trova in Esso la
sua sorgente. Così l'Essere rimane come l'unica suprema realtà ed ha la strumentalità del karma
latente nella sua propria natura, per il fine della creazione.
La consapevolezza che l'Essere eterno è l'unica, ultima suprema realtà dell'esistenza, dimostra
che la causa della creazione, o la creatività onnipotente, è latente nella natura stessa dell'Essere e
che essa si esprime nella creazione. Abbiamo così trovato che l'Assoluto, eterno Essere, privo di
attributi è la realtà ultima dell'esistenza e che, in virtù della Sua stessa natura, il processo della
creazione, dell'evoluzione e della dissoluzione continua eternamente senza influenzare il Suo stato
assoluto.
Questo ci dà un quadro completo dell'assoluto eterno Essere in relazione alla Sua onnipossente
intelligenza creativa, o mente universale, e come pure alla mente individuale.
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IL KARMA E L'ESSERE
Karma significa azione o attività. Nel paragrafo precedente abbiamo visto la natura del rapporto
che intercorre fra l'Essere e il karma, e abbiamo trovato che il karma, nella sua forma manifestata, è
opposto alla natura essenziale dell'Essere. L'Essere è esistenza assoluta, mentre il karma è lo
strumento attraverso il quale il ciclo della creazione, dell'evoluzione e della dissoluzione è
continuamente tenuto in movimento. Abbiamo veduto così che la natura essenziale del karma non è
certamente in conformità con la natura essenziale dell'Essere il quale è soltanto — essere —.
Nessun karma può mai raggiungere lo stato dell'Essere. Mediante il processo del karma l'intera
creazione deve muoversi continuamente attraverso l'eterno ciclo della nascita e della morte; della
creazione, dell'evoluzione e della dissoluzione. Poiché il karma è opposto allo stato dell'Essere,
qualsiasi processo che porti il karma all'estinzione, si risolverà nello stato dell'Essere.
Abbiamo visto che lo stato dell'Essere è sempre la medesima esistenza onnipresente,
trascendentale, assoluta. Esso è sempre presente. Ma la vita dell'individuo, muovendosi sulla ruota
del karma, rimane sempre nel campo dell'esistenza relativa, per questo perde la gloria dell'Essere.
Come abbiamo già detto, la vita dell'individuo, e quella del cosmo, è creata, mantenuta e dissolta
dalla forza del karma. Ecco perché ogni individuo e tutti gli esseri, nel mondo, sono soggetti alla
sua forza. La forza del karma mantiene la vita nel campo relativo, di conseguenza l'individuo
rimane fuori dal regno del puro Essere.
Se ci fosse un mezzo per evitare la morsa del karma, sarebbe possibile ottenere lo stato
dell'eterno Essere. Nel prossimo capitolo vedremo che, mediante una tecnica che consente di
minimizzare l'attività dell'esperienza e di trascenderne, alla fine, il campo più sottile, si arriva allo
stato dell'Essere, il campo della vita eterna.
Questa verità, che la natura dell'Essere e quella del karma sono incompatibili fra di loro, è stata
sostanzialmente male interpretata da coloro che non conoscono la tecnica che permette di
minimizzare le forze del karma e di elevarsi al di sopra del suo influsso per ottenere lo stato
dell'Essere. Quando tali persone di visione incompleta leggono nei libri di metafisica che l'assoluta
coscienza di beatitudine è opposta alla natura del karma, esse incominciano a sviluppare le loro
personali teorie per sostenere che, secondo la loro convinzione, una vita di attività nel mondo è
opposta allo stato dell'assoluta coscienza di beatitudine. Questa interpretazione sbagliata ha creato
l'abisso che esiste da molti secoli fra i valori spirituali e materiali.
Sebbene la natura dell'Assoluto e quella del relativo, dell'Essere e del karma, siano incompatibili
fra di loro, esiste una tecnica mediante la quale è possibile glorificare il campo del karma con la
luce dell'Essere. Questo è il punto che innumerevoli generazioni hanno perduto di vista, questo
punto di conoscenza per cui è solo necessaria l'abilità nell'azione per compiere la glorificazione del
karma.
Questa interpretazione sbagliata è stata la causa principale che ha fatto crescere la sofferenza,
l'infelicità, le tensioni, ed aumentare la negatività in tutti i campi della vita.
È ormai tempo di correggere questo errore e di rendersi conto che, attraverso il sistema della
profonda meditazione trascendentale, ogni mente può uscire dallo stato relativo dell'esperienza e
raggiungere lo stato dell'Essere. La mente, avendo preso coscienza di questo stato, è permeata dal
valore dell'Essere, perché nel Trascendente essa è fuori dal campo del karma e cessa di essere mente
individuale per diventare una con l'assoluto eterno Essere. Quando la mente è di nuovo portata
fuori, nel campo relativo dell'attività, dalla forza del karma, essa si rende conto che lo stato
dell'Essere trascendentale, nel suo aspetto illimitato di beatitudine assoluta, è assai migliore dello
stato relativo di felicità transitoria nel campo dell'attività.
Lo stato di coscienza di beatitudine del Trascendente esercita una immediata impressione sulla
natura della mente. Ritornando nel campo relativo, dove spazio, tempo e causalità tengono ogni
cosa entro confini ristretti, la mente comincia a trattenere qualcosa di questo stato illimitato. E,
mediante una pratica ripetuta, essa diviene sempre più familiare col Trascendente.
La pratica continua della meditazione trascendentale produce una impressione talmente forte
dell'Essere nella natura della mente, che essa, mentre continua a sperimentare nel campo
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dell'esistenza relativa, incomincia a vivere la natura dell'Essere eterno. Questo è di enorme valore
pratico per la mente impegnata nelle attività quotidiane. Ciò che mancava era la capacità di
armonizzare il valore dell'Essere con quello dell'attività nel campo del karma. Questo non è difficile
capirlo. L'abilità nell'azione sta nel riportare la mente alla sua sorgente e nel cominciare un'attività
cosciente, dalla stessa sorgente del pensiero. Questa è l'abilità nell'azione che infonde il potere
dell'Essere nel campo del karma attraverso la strumentalità della mente. Questo esalta l'attività su
tutti i livelli e, nello stesso tempo, lascia la mente libera dalla schiavitù del karma. La mente deve
questa libertà alla sua stabilizzazione nell'eterna coscienza di beatitudine. Proprio come alla chiara
luce del sole, la luce della candela perde il suo significato relativo, allo stesso modo, nell'eterna luce
della beatitudine assoluta, le gioie relative della vita cessano di tenere la mente nella loro stretta
morsa. In questo modo la mente è liberata dall'influsso vincolante del karma attraverso l'esperienza
della beatitudine assoluta dell'eterno Essere.
L'abilità nell'azione sta nel ridurre, prima, l'attività a zero e, da quel punto, cominciare ad agire.
È come tirare indietro la freccia nell'arco quando vogliamo scoccarla. L'abilità sta nel ritirarla il più
possibile, finché raggiunge lo stato di non attività. Da quel punto la freccia viene scoccata, senza
sforzo, lasciando semplicemente la presa. L'abilità nell'azione sta solo nel tirare indietro la freccia e
nel rilasciarla. Allora essa sarà scoccata in modo naturale, col minimo sforzo e con la massima
forza.
Allo stesso modo, se si porta l'attività della mente ad uno stato di quiete e da quel punto si inizia
l'azione, sarà richiesto un minimo di energia. L'azione sarà compiuta agevolmente e darà i massimi
risultati. Colui che compie l'azione agirà, una volta stabilizzato nell'eterna libertà dell'Essere e, di
conseguenza, non sarà sotto l'influsso limitante del karma.
Questa è l'abilità nell'azione.
Possiamo così concludere che, sebbene la natura del karma e la natura dell'Essere siano
incompatibili fra di loro, è possibile potenziare il karma con la beatitudine dell'Essere. È possibile
per l'uomo vivere nel campo dell'azione e, simultaneamente, vivere anche una vita di eterna libertà
nella coscienza di beatitudine dell'assoluto Essere. L'uomo può agire nel mondo con tutto l'interesse
possibile e può, contemporaneamente, vivere nella coscienza divina, unendo i valori dell'esistenza
assoluta e relativa.
Lo scopo di questo libro è di rivelare ciò all'uomo.
Dobbiamo ricordare che, mentre la scienza dell'Essere è completa nella sua teoria, essa è
essenzialmente una scienza positiva i cui risultati dipendono dalla pratica della meditazione.
Ciascuno di noi può sperimentare questo stato dell'Essere, creare nella sua vita una condizione di
eterna libertà e ottenere, nello stesso tempo, maggiori successi in tutti i campi dell'attività.
1. Nel testo appaiono più volte le espressioni «stati sottili» e «strati sottili». L’una e l’altra
corrispondono al dettato del Maestro, e il lettore attento si accorgerà della differenza che le due
espressioni hanno nel contesto (N.d.T.).
2. «Sat-Chit-Ananda». «Sat», è ciò che non cambia mai; «Chit», è ciò che è coscienza;
«Ananda», è ciò che è beatitudine.
22
Capitolo Secondo
LA MEDITAZIONE TRASCENDENTALE
Il processo di portare l'attenzione al livello dell'Essere trascendentale è conosciuto come il
sistema della meditazione trascendentale.
Nella pratica della meditazione trascendentale si sceglie un pensiero adatto, e la tecnica per
sperimentarlo nei suoi stati iniziali di sviluppo rende la mente cosciente capace di giungere,
sistematicamente, alla sorgente del pensiero, il campo dell'Essere.
IL PRINCIPIO FONDAMENTALE
Abbiamo visto che l'Essere è lo stato di eterna assoluta esistenza e che il modo di sperimentare
l'Essere consiste nello sperimentare dagli stati grossolani a quelli sottili della creazione, finché la
mente arriva al Trascendente.
Abbiamo detto che potremmo procedere mediante uno qualsiasi dei sensi della percezione.
Attraverso il senso della vista, per esempio, potremmo gradualmente sperimentare forme sempre
più sottili finché in ultimo i nostri occhi raggiungano un punto oltre il quale siano incapaci di
percepire una forma al di là di un certo grado di sottigliezza. Se chiudiamo gli occhi e addestriamo
l'occhio interiore — l'occhio della mente — a percepire l'oggetto al punto in cui non ci è più
possibile percepirlo ad occhi aperti, avremo una immagine mentale dell'oggetto. Se ci fosse un
modo che ci permettesse di sperimentare i livelli sottili di questa immagine mentale, indi il suo stato
più sottile e di trascenderlo, raggiungeremmo allora lo stato dell'Essere. Analogamente, mediante
qualsiasi senso di percezione, potremmo cominciare a sperimentare l'oggetto e giungere, infine, allo
stato trascendentale dell'Essere.
Attraverso l'esperienza di un pensiero possiamo sperimentare gli stati sottili del pensare e,
trascendendoli, possiamo essere sicuri di giungere allo stato trascendentale dell'Essere.
Il pensare è, in sé stesso, lo stato più sottile del parlare. Quando parliamo, le nostre parole sono
udibili, ma se non parliamo, esse non sono percepibili. Troviamo così che il pensiero è una forma
sottile del suono.
Il processo del pensare ha inizio dal livello più sottile, più profondo della coscienza e diventa, a
mano a mano che si sviluppa, più grossolano. Infine diviene abbastanza grossolano da essere
percepito al livello di superficie della coscienza: il livello comune del pensare. Un'analogia chiarirà
questo principio.
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Un pensiero parte dal livello più profondo della coscienza, dal livello più profondo dell'oceano
della mente, proprio come una bolla d'aria parte dal fondo del mare. A mano a mano che la bolla
sale essa diventa più grande. Quando essa raggiunge la superfice dell'acqua è percepita come bolla
d'aria.
La mente è come un oceano. Gli strati di superficie della mente funzionano attivamente, mentre i
livelli più profondi rimangono silenziosi. Il livello di superfice, attivo, dell'oceano della mente è
chiamato mente cosciente. Qualsiasi pensiero, sul livello di superficie, è riconosciuto
coscientemente ed è a questo livello che i pensieri sono riconosciuti come tali.
Un pensiero parte dal livello più profondo della coscienza e sale dalla profondità dell'oceano
della mente sino ad apparire alla superficie quale pensiero cosciente. Troviamo così che ogni
pensiero muove l'intero raggio di profondità della coscienza. Ma è consciamente riconosciuto solo
quando raggiunge il livello cosciente; tutti i suoi precedenti stadi di sviluppo non sono riconosciuti.
Ecco perché, ad ogni fine pratico, diciamo che i livelli più profondi dell'oceano della coscienza sono
silenziosi.
In riferimento al grafico, la bolla del pensiero, sorgendo dal livello A, diventa gradatamente più
grande. Allorché essa raggiunge il livello di superficie B si è sviluppata abbastanza da essere
riconosciuta come pensiero. Questo è il livello della mente cosciente. Gli stati sottili della bolla-
pensiero, al di sotto di questo livello cosciente, non sono riconosciuti.
Se la bolla-pensiero potesse essere riconosciuta consciamente sotto il livello B, e a tutti i livelli
di sottigliezza fra A e B, sarebbe, allora, possibile portare il livello A entro la sfera della mente
cosciente. In questo modo la profondità della mente cosciente (rappresentata da W1) diventerebbe
più vasta (come è rappresentata da W2) e il suo potere aumenterebbe enormemente. Questa
espansione della capacità cosciente della mente avviene automaticamente nel cammino della mente
verso l'Essere. Così le onde, sulla superfice dell'oceano, prendono contatto coi livelli più profondi
dell'acqua in modo tale che ciascuna onda diventa più potente di quella che la precede. L'intero
potenziale mentale è, in questo modo, dispiegato e la capacità cosciente della mente è aumentata al
massimo.
LA TECNICA
Le bolle del pensiero vengono prodotte a getto continuo, una dopo l'altra, e la mente è allenata a
sperimentare la bolla successiva allo stato iniziale del suo sviluppo (vedi grafico). Quando
l'attenzione raggiunge il livello A essa ha attraversato l'intera profondità della mente ed ha
raggiunto la sorgente dell'intelligenza creativa dell'uomo.
Questa sorgente del pensiero entra così nella sfera della mente cosciente. Quando la mente
cosciente trascende lo stato più sottile del pensiero, essa trascende il livello più sottile
dell'esperienza relativa e arriva all'Essere trascendentale, lo stato di pura coscienza o di auto-
consapevolezza.
Ecco come, in modo sistematico, la mente è condotta, passo passo, all'esperienza diretta
dell'Essere trascendentale assoluto.
25
universo.
Un'azione compiuta da un particolare individuo, in un luogo e in un tempo particolari, può
produrre effetti favorevoli per colui che la compie e per il suo ambiente. La stessa azione può
produrre un'influenza differente sotto differenti circostanze. La valutazione dell'azione e la sua
influenza è molto complicata. È al di là della capacità della mente umana, valutare l'influenza di
un'azione a un qualsiasi livello della creazione. Perciò, il problema di scegliere un pensiero adatto
per questa pratica di meditazione, è qualcosa che non può venir deciso, con successo in base
all'iniziativa personale di nessun individuo.
Per facilitare la scelta della parola adatta per ciascun individuo, degli istruttori sono stati allenati
nell'arte di scegliere un suono, o parola, che corrisponda alle qualità dell'individuo. Questi istruttori
qualificati allo scopo di impartire la meditazione si trovano in quasi tutti i paesi del mondo nei
centri del Movimento di Rigenerazione Spirituale.
Capitolo Terzo
campo relativo della vita sono vissuti simultaneamente, senza che l'uno diventi una barriera per
l'altro. Questo è lo stato di coscienza cosmica in cui l'Essere assoluto è vissuto insieme con tutti i
valori della vita relativa.
Nel capitolo « L'arte del vivere » abbiamo chiarito che, col sistema della meditazione
trascendentale, non è soltanto possibile ma è persino facile per ognuno coltivare questo stato.
Coloro che iniziano questa pratica di meditazione realizzano maggiore energia, maggiore
chiarezza mentale e godono miglior salute. Essi diventano più efficienti ed energici in tutte le
attività. Dovrebbero tuttavia ricordare che, se anche la loro efficienza fisica e mentale aumenta, essi
non dovrebbero aumentare la loro attività sino ad esserne esausti, e a non trovare più il tempo per la
meditazione. Quando la radice è innaffiata, l'albero diventa verde e maggiormente vitale nella sua
crescita. Se l'attività del crescere fosse così importante per l'albero da non permettergli di trovare il
tempo per trarre acqua dalla radice, allora la stessa base della sua crescita sarebbe perduta.
È importante notare che, mentre l'infusione della natura dell'Essere nella natura della mente si
manifesta come ringiovanimento della personalità, maggiore chiarezza di pensiero e maggiore
energia, il processo è, tuttavia, molto delicato. Questa infusione avviene sul livello dell'Essere,
l'esistenza stessa dell'individuo, e mai sul livello pensante della mente. Perciò mettiamo in guardia
ogni aspirante dall'aspettarsi di sentire l'Essere sul piano pensante della mente cosciente.
È come il processo mediante il quale l'albero riceve acqua alla radice e, di conseguenza tutte le
sue parti ne traggono nutrimento naturalmente, e prosperano. Ma nessuna parte dell'albero è
consapevole o sperimenta il processo della radice che riceve l'acqua. La sua influenza si vede
nell'aumento di freschezza dell'intero albero. Forse una foglia affermerà di sentirsi meglio, ma non
sente di ricevere alcun nutrimento.
La sua costituzione è tale che essa ha sempre ricevuto nutrimento dalla radice e questo processo
continua, semplicemente su scala maggiore. Ecco perché la foglia non si accorge che le sta
accadendo qualcosa di insolito. Ciò che le sta accadendo è tuttavia riconosciuto da tutti coloro che
l'hanno vista appassire e che ora la vedono diventare fresca e prospera.
Allo stesso modo chi medita sperimenta un aumento di energia e di chiarezza mentale, ma non
l'effettivo processo dell'infusione dell'Essere nella natura della mente. L'intero processo è
silenzioso, al livello del puro Essere. Non importa quali siano le esperienze della mente durante la
meditazione, esse sono solamente i differenti stati relativi al mezzo di meditazione. Questi stati
diventano sempre più sottili sino a quando, alla fine, non rimane nulla del mezzo e la mente rimane
sola con sé stessa nello stato di pura coscienza. L'infusione della natura dell'Essere nella natura
della mente ha la sua origine nel campo trascendentale.
Il vivere l'Essere è indescrivibile. La descrizione non può dare una esposizione completa di
questo stato. Esso può soltanto essere vissuto. È come domandare a qualcuno che sta mangiando
qualcosa, di descriverne il sapore; è impossibile rendere esattamente in parole il sapore di un cibo,
per quanto si sia capaci di gustarlo perfettamente. Allo stesso modo l'Essere è vissuto nella vita, è
uno stato di esperienza ma Esso rimane indescrivibile.
L'Essere può essere vissuto mediante la pratica della meditazione. All'inizio l'Essere si imprime
lievemente nella natura della mente ma, a mano a mano che si continua, la sua infusione nella
mente diventa sempre più profonda e, alla fine, diventa così profonda, così significativa e
irremovibile che Esso è continuamente vissuto, attraverso tutte le esperienze degli stati di veglia, di
sogno e di sonno profondo. Allora si vive la libertà eterna sul livello dell'esperienza relativa.
livello della comprensione intellettuale, capire la grandezza dell'intelligenza cosmica che risiede nel
campo dell'Essere trascendentale? Come può un individuo che opera entro le limitazioni della sua
comune capacità mortale, concepire le enormi possibilità dell'energia creativa del suo pieno
potenziale quando egli è in accordo con l'intelligenza creativa dell'Essere assoluto?
La mente, il corpo e l'ambiente sono i tre campi principali della vita. I vantaggi dell'esperienza
diretta dell'Essere in questi aspetti della vita, saranno trattati in capitoli successivi.
L'esperienza dell'Essere ci permette di vivere la vita nella sua pienezza e significato e ci conduce
a vivere la vita normale, la coscienza cosmica.
Il ringiovanimento del corpo e della mente sono le speciali benedizioni dell'esperienza
dell'Essere la cui influenza trasforma la salute, la cultura, e il comportamento sociale. Esse
eliminano la paura, la tensione, e la sofferenza sul piano sociale e individuale, portando la Pace
nella vita.
Mediante l'esperienza dell'Essere l'uomo può usare il suo pieno potenziale e fare pieno uso del
suo ambiente e dell'immenso potere della natura. I valori materiali e spirituali della vita sono portati
in armonia fra di loro.
Mediante l'arte di sperimentare l'Essere è possibile vivere la vita in eterna libertà, pur
continuando a svolgere la massima attività nel campo materiale. Non è difficile vivere l'Essere in
tutte le fasi della vita: nel corpo, nella mente, nel sistema nervoso, nel linguaggio, nel pensiero, nel
respiro, nel comportamento, e nell'ambiente.
L'Essere, portato sul livello della mente individuale, fornisce all'uomo la chiave per un pensare
chiaro, significativo, fecondo che, nell'azione, lo conduce alla fiducia in sé stesso, e all'aumentata
efficacia in tutte le cose che egli intraprende.
La pratica della meditazione trascendentale porta adempimento alla psicologia, alla filosofia e
alla vita religiosa dell'uomo, ed è la chiave della realizzazione di Dio.
PARTE SECONDA
LA VITA
Capitolo Primo
I campi relativi della vita sono così strettamente interdipendenti, e l'influsso di ciascun aspetto
della vita su ogni altro, nel cosmo, è così complesso e svariato che ogni uomo, nel mondo, dovrebbe
diventare un uomo retto. I pensieri di ciascun uomo, allora, sarebbero amorevoli, ispirati al
desiderio di aiutare il prossimo, compassionevoli e produrrebbero buoni influssi sui singoli
individui, sul loro ambiente immediato e sull'intera creazione.
L'unico modo per raggiungere questo è che ciascun individuo trasformi la natura della sua mente
in modo tale da consentirle di accogliere, in modo naturale, solo i pensieri giusti e d'impegnarsi,
spontaneamente, soltanto in discorsi ed azioni giuste.
Ciascun uomo deve elevarsi da sé stesso a questo livello. Nessuno può elevare il livello della
coscienza altrui. Qualche aiuto, certamente, sotto forma di consiglio e di indicazione, può essere
offerto da coloro che conoscono il sentiero, ma la responsabilità di elevare la propria coscienza si
trova soltanto entro noi stessi. Ciascun individuo deve scegliere il proprio sentiero ed elevarsi coi
propri sforzi. Gli altri possono, al massimo, rivelargli la saggezza della vita individuale e cosmica e
ispirarlo a stabilire la coordinazione fra lui stesso e lo stato universale dell'Essere.
Dovrebbe essere fermamente insito nella mente di ogni individuo che egli fa parte dell'intera vita
dell'universo e che il suo rapporto con la vita universale è simile a quello di una cellula nei
confronti dell'intero corpo. Se ogni cellula non è vigile, energica e sana, il corpo comincia a soffrire.
Perciò, per il bene della vita dell'individuo e per la vita di ogni cosa nell'intero universo, è
necessario che l'individuo sia sano, virtuoso e giusto in ogni pensiero, parola, azione. Questa verità
è poco conosciuta, ma è un fatto scientifico che l'intero universo reagisce ad ogni azione
individuale. Poiché esiste un rapporto intimo e inseparabile fra l'individuo e l'universo, nessuno dei
due è indipendente.
I confini della vita individuale non sono limitati ai confini del corpo né a quelli della propria
famiglia e della propria casa; essi si estendono molto al di là di queste sfere, verso gli orizzonti
sconfinati dell'illimitata vita cosmica.
Capitolo Terzo
LA VITA NORMALE
Abbiamo già visto che la vita ha due aspetti, relativo e assoluto. Perciò « vita normale »
dovrebbe significare che i valori di entrambi questi aspetti sono vissuti e goduti in modo naturale
Abbiamo anche visto che la vita relativa ha due aspetti: la vita interiore soggettiva dell'individuo,
che include l'ego, l'intelletto, la mente e i sensi, il prana e l'Essere assoluto presi insieme, e l'aspetto
esteriore oggettivo che include il corpo e l'ambiente.
Il corpo e la mente dovrebbero funzionare in maniera normale, l'Essere dovrebbe permeare tutti i
campi dell'esistenza relativa, e l'ambiente dovrebbe essere utile e armonioso. Quando si usano
spontaneamente tutte le risorse della mente, del corpo e dell'Essere per il processo naturale
dell'evoluzione, la vita può essere considerata normale. Quando tutti i valori della vita relativa,
inerenti al corpo, alla mente e all'ambiente, vengono integrati dai valori divini, la natura beata
dell'Essere assoluto, allora la vita del mondo è la vita normale dell'Essere umano nella pienezza
della libertà eterna — nello stato di coscienza cosmica. È una vita piena di gloria nel mondo
materiale, integrata dalla libertà eterna nella coscienza di Dio. La coscienza cosmica è destinata ad
essere la coscienza normale degli esseri umani.
Il raggio della vita umana non è, come generalmente si pensa, ristretto ai nostri svariati modi di
vivere, di dormire, di svegliarci, di parlare, di giocare o di avere rapporti sociali; questi sono
soltanto i livelli grossolani dei valori umani. Il valore reale, sostanziale della vita umana è la
coscienza di beatitudine che innalza l'uomo allo stato elevato della libertà eterna, anche quando egli
è impegnato nel mondo quotidiano dei valori transitori.
L'uomo che non ha acquisito la coscienza cosmica non ha ancora raggiunto il livello normale
della vita umana; egli è più vicino al livello della vita animale.
In che cosa consiste la differenza fra l'uomo e il regno animale? Il processo che mantiene la vita
è il medesimo in entrambi. Entrambi mangiano, bevono, dormono e sono attivi. L'uomo gode gli
oggetti dei sensi, come pure ne gode l'animale. Quali vantaggi ha l'uomo sugli animali?
L'uomo è superiore alla specie animale in virtù della sua capacità di maggiore comprensione,
della sua abilità di percepire un più vasto raggio di vita e del suo potere di agire indipendentemente.
L'uomo ha libertà di azione, mentre ciascuna specie animale si comporta sulla base di un modello
prestabilito, governato dalle leggi della natura. Nessun animale ha una mente tanto sviluppata da
consentirgli di deviare dai canali di attività che gli sono imposti dalle leggi naturali.
L'uomo ha un sistema nervoso sviluppato mediante il quale egli può sia mantenere la sua attività
in accordo con le leggi della natura che deviare da queste leggi. Differentemente dagli animali egli
ha questa possibilità di scelta.
L'uomo ha un cervello sufficientemente sviluppato per poter distinguere ciò che è giusto e ciò
che è sbagliato, per questa ragione è insita in lui la grande responsabilità di un giusto
comportamento. Egli ha la possibilità di sperimentare direttamente il campo astratto della coscienza
di beatitudine. Il suo sistema nervoso lo mette in grado di sperimentare gli stati sottili del pensiero,
di trascenderne il più sottile e di giungere allo stato trascendentale di pura coscienza,
Lo stato dell'Essere assoluto. Questo è l'inestimabile vantaggio dell'uomo sulle specie animali.
Quando l'uomo non vive una vita normale, una vita in cui usi il proprio pieno potenziale, egli si
sente infelice, teso e soffre in molti modi. Ma la possibilità di vivere nel potere dell'Essere
illimitato, eterno e di glorificare, così, tutti gli aspetti della vita è insita nella sua normale capacità.
Capitolo Quarto
L'ARTE DI VIVERE
La parola « arte » implica un metodo di adempimento abile e pieno di benevolenza. L'arte di
vivere qualsiasi fase della vita sta nel padroneggiare quella fase usando le proprie potenzialità
latenti unitamente a una tecnica corretta.
Quest'arte permette all'uomo di vivere i pieni valori della vita, di compiere il massimo nel
mondo, e allo stesso tempo, di godere una vita di eterna libertà nella coscienza divina.
Come l'arte di disporre i fiori sta nel dar rilievo a ciascun fiore mediante la bellezza e lo
splendore di ogni altro, analogamente l'arte di vivere è tale che ogni aspetto della vita è integrato
dallo splendore di ogni altro.
L'arte di vivere rende possibile all'aspetto trascendentale della vita di nobilitare gli aspetti
soggettivi e oggettivi dell'esistenza, cosicché l'intera sfera dell'oggettività e della soggettività
gioisca della forza, dell'intelligenza, della beatitudine e della creatività assoluta dell'Essere eterno.
Questa arte fa sì che il torrente della vita scorra in modo tale che ogni aspetto del vivere sia
arricchito dalla magnificenza della vita nella sua pienezza.
Quando il potere dell'Assoluto sostiene tutti gli aspetti della soggettività, l'ego è pieno, l'intelletto
è profondo, acuto, ben determinato, la mente è concentrata e potente, la forza del pensiero è grande
e i sensi sono pienamente svegli e attenti. Quando l'ego, l'intelletto, la mente e i sensi sono
pienamente sostenuti dall'Essere assoluto, essi diventano efficienti. Allora l'esperienza diventa più
profonda e l'attività più potente. In questo modo tutte le sfere della vita individuale diventano più
utili per la società e anche per l'intero cosmo.
Abbiamo visto che la linfa è la base della radice e dell'intero albero. In questo esempio troviamo
che la radice si trova fra l'area trascendentale e l'aspetto esteriore dell'albero. Allo stesso modo
l'aspetto soggettivo della vita, l'uomo interiore (ego, mente e sensi) sta fra essere trascendentale (la
base della nostra vita) e il campo esteriore grossolano dell' esistenza oggettiva.
L'arte di vivere richiede una vita buona ed efficace. Richiede un efficace e reale assorbimento
dell'Essere nell'aspetto soggettivo della vita e il suo influsso in tutti i campi dell'aspetto oggettivo.
Richiede che la mente tragga il potere dall'Essere e lo passi al corpo e all'ambiente. Perché un
albero possa crescere sino alla maturità la radice deve essere efficiente affinché il nutrimento,
dall'ambiente circostante, possa venire appropriatamente assorbito dalla radice e trasmesso alle
diverse parti dell'albero esteriore. Questa è la chiave dell'arte di vivere.
L'uomo interiore dovrebbe assorbire i valori dello stato trascendentale assoluto della vita e
trasmetterli agli stati relativi esteriori grossolani, arricchendone ciascun aspetto col potere
dell'Essere assoluto. Mediante questa tecnica, la mente lavora in modo tale che ogni pensiero
individuale gode la forza dell'intelligenza cosmica, ogni azione gode il potere della vita cosmica
illimitata, e l'energia creativa dell'individuo è integrata dall'illimitata energia dell'Essere cosmico.
Concludiamo così che l'arte di vivere richiede alla mente una comunione costante con lo stato
assoluto della vita, affinché qualunque cosa la mente pensi, in qualunque esperienza essa sia
impegnata, non sia mai separata dall'influsso diretto dell'Essere assoluto, eterno.
L'arte di vivere, allora, dimora nella mente che coltiva entro sé stessa lo stato eterno dell'Essere
assoluto. L'infusione continua e costante dell'assoluto nella natura stessa della mente diventa la
verità vivente della vita quotidiana.
Se l'uomo d'affari non investe la sua ricchezza nei suoi affari, non guadagna il massimo profitto.
Se la mente individuale non riflette la beatitudine dell'Essere assoluto e non sperimenta le cose nel
campo esteriore relativo della vita, rimanendo satura di quella beatitudine, niente, allora, di ciò che
sperimenta le porterà soddisfazione duratura. La mente sarà sempre alla ricerca di una felicità più
grande. Ma se la mente è satura di beatitudine, essa trae gioia dalle varietà della creazione
molteplice, pur rimanendo stabile nella sua contentezza. Soltanto allora essa godrà appieno queste
varietà.
Se la mente, entro sé stessa, non è basata sulla beatitudine dell'unità, essa viene lanciata, come
una palla, da un punto all'altro, non avendo alcuna stabilità intrinseca.
La varietà del mondo sarà pienamente goduta solo quando la mente avrà raggiunto uno stato
incrollabile nella beatitudine dell'Essere assoluto. Altrimenti lo stesso fine della molteplicità, della
gioiosa e meravigliosa varietà della creazione sarà minato. Se l'esperienza è solo unilaterale, se la
mente sperimenta soltanto la varietà degli aspetti relativi, grossolani della vita, allora è chiaro che i
valori dell'esistenza relativa non sono stati integrati dallo stato assoluto dell'Essere. Tale vita
unilaterale è dovuta unicamente alla mancanza di conoscenza dell'arte di vivere, la sola che può
rendere l'uomo capace di sviluppare il suo pieno potenziale mentale per glorificare, in modo
naturale, tutti gli aspetti della sua vita.
Al fine di rendere chiaro tutto questo, analizzeremo dapprima il pieno potenziale dell'uomo e
dopo vedremo come il potere dell'Essere possa venire infuso nei differenti livelli della vita, affinché
sia possibile trarre vantaggio da tutti gli aspetti dell'arte di vivere.
Capitolo Primo
L'ARTE DELL'ESSERE
Ogni campo di vita deve essere vissuto e usato in maniera tale che l'individuo e l'universo ne
abbiano il massimo risultato. Tratteremo di questi differenti campi di vita e troveremo la tecnica che
ne rende possibile l'uso col maggiore vantaggio.
L'Essere, come abbiamo visto, è l'elemento fondamentale della vita. Esso è di natura
trascendentale e, normalmente, il suo valore risiede in un campo che sta al di là delle caratteristiche
ovvie della vita quotidiana. L'arte dell'Essere implica che i valori dell'Essere siano pienamente
utilizzati per il bene dell'individuo e dell'universo.
L'arte dell'Essere presuppone che non soltanto i valori dell'Essere non vengano perduti nelle
diverse sfere della vita, ma che vengano trattenuti naturalmente e pienamente in tutti i campi, in
ogni circostanza, in tutti gli stati di coscienza e che siano utilizzati per glorificare tutti gli aspetti
della vita e condurli all'adempimento.
I diversi aspetti della vita sono: il sistema nervoso, il corpo, la mente, i sensi, l'ambiente, il
karma, il respiro, il pensiero, la parola, lo sperimentare e il comportarsi. I tre stati di coscienza sono:
lo stato di veglia, di sogno e di sonno profondo.
Anche senza l'arte di vivere l'Essere, l'Essere è presente, perché niente può esistere senza di Esso.
Che cosa potrebbe esistere senza l'Essere? L'Essere è la base dell'esistenza di ogni cosa, benché essa
sia nascosta dietro ciò che è ovvio.
La natura dell'Essere è coscienza di beatitudine; è felicità concentrata, di natura assoluta e di
condizione permanente. Perciò la natura dell'Essere significa che lo stato concentrato di felicità
dovrebbe essere vissuto costantemente in tutte le circostanze. L'arte dell'Essere richiede che Esso
non venga perduto e che, normalmente, domini la vita.
Questo significa che, per sua natura, la vita è beata, libera dalla sofferenza, dall'infelicità, dalla
tensione, dalla confusione e dalla disarmonia. Tutte le sfere di vita: il pensare, il parlare, l'agire, il
comportarsi, debbono diventare e rimanere permeate dalla consapevolezza dell'Essere, affinché la
vita sia vissuta nel pieno valore dell'Essere.
L'arte dell'Essere è necessariamente la tecnica per scandagliare l'Essere nei livelli più profondi
della propria vita e quindi riportarlo fuori dal campo trascendentale di natura non-manifestata,
nell'esistenza relativa.
Così l'arte dell'Essere consiste in una tecnica che ha due aspetti: il primo esplora la regione
dell'Essere distogliendo la mente cosciente dal campo grossolano dell'esperienza relativa e
portandola nel campo dell'Essere non-manifestato; il secondo riporta fuori la mente permeata dal
valore dell'Essere. Perciò l'arte dell'Essere, o la tecnica per raggiungere lo stato dell'Essere, consiste
nel prendere contatto con Esso e nel viverlo naturalmente. Una tecnica o un'arte implica
necessariamente un processo e un compimento privi di sforzo. La meditazione trascendentale è una
tecnica pratica per apprendere l'arte dell'Essere.
Considerando il fine dell'arte dell'Essere prenderemo in esame i diversi aspetti della vita e li
tratteremo dettagliatamente.
1La parola sanscrita « prana » è usata perché non ne esiste una corrispondente in italiano.
prima di tutto necessario vedere come il respiro, o il prana, abbia inizio e che cosa lo faccia
emergere dall'Essere, Abbiamo detto che il prana è la natura vibratoria dell'Essere. Ma come e
perché la natura vibratoria dell'Essere adotta un particolare tipo di modello facendo sorgere un
torrente specifico di vita individuale in virtù del respiro?
Qualcosa di più del prana è necessario, tuttavia, per creare la vita di un particolare individuo.
Quale è l'origine, all'infuori del prana, di un determinato tipo di respiro?
Sappiamo che la vita dell'albero è mantenuta dalla fecondità della terra. Ma, per quanto la terra
sia feconda, essa non può produrre alcun albero senza il seme. Il tipo dell'albero è determinato dal
suo proprio seme, senza il quale la fertilità della terra non possiede alcun mezzo mediante il quale
esprimersi.
Pensiamo alla fecondità della terra come all'Essere trascendentale, e all'albero come al flusso di
vita individuale. L'Essere è eternamente presente, ma, per produrre un tipo specifico di vita
individuale, ha bisogno di quel seme specifico. Senza un seme specifico, nessuna vita individuale
determinata può manifestarsi dall'Essere onnipresente non-manifestato. Che cosa è il seme
dell'individuo mediante il quale l'Onnipresente in virtù della sua propria natura, il prana, si
manifesta in un flusso di vita individuale?
Il seme della vita individuale è simile a quello dell'albero: esso non è altro che la fecondità
manifestata nella sua espressione più sottilmente evoluta. Passando attraverso tutti i cicli evolutivi,
questa fecondità raggiunge il suo stato più alto di evoluzione in un albero pienamente sviluppato
dove appare come seme. Così il seme rappresenta l'albero nel suo stato più sottile di sviluppo e la
fertilità nel suo stato più concentrato. Allora il seme attrae nuova fertilità e si sviluppa in un nuovo
albero.
L'Essere esprime Sé stesso come prana, e sul prana si basa il sorgere di un pensiero che, a sua
volta, si sviluppa in un desiderio che determina l'azione. E quando l'azione è compiuta il frutto della
azione indica la piena crescita dell'albero, del pensiero o del desiderio. L'esperienza del frutto
dell'azione lascia un'impronta che, come il seme concentrato, può far sorgere futuri desideri ed
azioni. Troviamo, così che il ciclo del seme e dell'albero è simile al ciclo del pensiero, del desiderio,
dell'azione e al frutto dell'azione e della sua impronta. Ora il seme è come un pensiero, e il terreno
da cui trae nutrimento è l'Essere che si trova alla base del pensiero. Si potrebbe benissimo dire, per
amore di chiarezza, che l'Essere si sviluppa o si manifesta come un pensiero, evolve poi nell'azione,
ed essendosi ulteriormente evoluto come frutto dell'azione, si concentra in un'impronta e ritrova lo
stato dal quale aveva cominciato a manifestarsi. Questa analogia ci aiuta a visualizzare il torrente
della vita individuale che emerge dalla vita universale in virtù del prana.
L'Essere onnipresente non-manifestato, dopo essersi manifestato come un pensiero, e dopo
essere passato attraverso tutti gli stadi della sua evoluzione, raggiunge il suo apice nel frutto
dell'azione che, a sua volta, diventa il seme del pensiero futuro. In virtù del seme-pensiero l'Essere
comincia ad esprimere sé stesso nel torrente della vita individuale.
Così vediamo come l'Essere esprime Sé stesso nei diversi gradi di manifestazione e passa
attraverso i diversi stadi di evoluzione per arrivare a un punto dove Esso può diventare il seme della
vita futura.
Abbiamo visto che il prana è la natura vibratoria dell'Essere. L'Essere non-manifestato non ha
bisogno di alcuna strumentalità esteriore per vibrare. Lo fa in virtù della Sua stessa natura. Infatti
mantenere Sé stesso quale Essere eterno, assoluto, mentre vibra e sostenere i livelli transitori
dell'esistenza, vita dopo vita, è la sua vera natura. La vera natura dell'Essere è conservare il Suo
stato eterno quale Essere assoluto e, a causa dell'unicità della vita, di essere la base degli aspetti
sempre mutevoli dell'esistenza relativa manifestata. Così, quando il prana si manifesta, l'Essere
vibra e, vibrando, assume il ruolo di un tipo particolare di respiro, per produrre un tipo specifico di
vita individuale.
Il seme individuale della vita è il karma incompiuto della vita passata dell'uomo. La somma
totale di tutti i desideri non realizzati nella vita precedente è il seme che plasma l'Essere vibrante nel
flusso specifico di vita di un individuo. Così il prana, congiunto al desiderio, forma la mente. E il
prana, privo della sua associazione con la mente, forma la materia. Ecco come gli aspetti soggettivi
e oggettivi della vita individuale vengono in esistenza. La vita individuale è essenzialmente l'Essere.
Come nella vita di un albero è la linfa che si esprime nei diversi aspetti dell'albero, così nella vita
dell'individuo, è l'Essere che esprime Sé stesso nei diversi aspetti della vita e del vivere. Allo stesso
modo, come è il seme che modella il tipo dell'albero, così, nella vita individuale, è l'impronta
dell'esperienza di una vita passata che plasma l'Essere in un tipo specifico di forza-vita individuale o
prana.
Così troviamo che il prana, o il respiro che ne è l'aspetto grossolano, è l'aspetto fondamentale
della vita dell'individuo, ed è il legame fra il flusso vitale dell'individuo e l'oceano dell'energia vitale
cosmica. In virtù della congiunzione della mente col prana, l'intera vita individuale è posta entro
uno schema specifico.
L'arte dell'Essere applicata al respiro consiste nel mantenere il valore dell'Essere nella natura
della mente, perché il respiro è il risultato di una combinazione di prana e di mente, e il prana e la
mente non sono due cose completamente diverse.
La mente include in sé stessa la presenza del prana; senza il prana essa non potrebbe esistere, e
senza la mente il prana è semplicemente la natura dell'Essere, qualcosa di valore assoluto al di là
della vita relativa. Perciò, per mantenere l'Essere a livello del respiro, è prima necessario portare
l'Essere al livello della mente. Quando, mediante la tecnica della meditazione trascendentale, la
mente diventa satura dell'Essere, il respiro è al livello dell'Essere. Sappiamo che il respiro è in
armonia col ritmo della natura, e quando la vita individuale lo trasforma al livello dell'Essere, essa
respira secondo l'armonia e il ritmo della vita cosmica. Il respiro, allora, realizza lo stato sottile di
prana vibrante.
Il respiro dell'individuo è così in armonia con la natura dell'Essere cosmico, il livello del prana.
L'arte dell'Essere applicata al respiro è l'arte di elevare lo stato dell'individuo al livello dell'eterno
Essere cosmico.
Questo atteggiamento della mente ispirata dal pensiero di Dio e dal Suo servizio, e da un
sentimento di gratitudine produce, certamente, un buon effetto.
Fig. 2 p.101
La mente, associandosi coi livelli grossolani dei sensi (A), percepisce i livelli grossolani
corrispondenti all'oggetto A; associandosi coi livelli sottili dei sensi A1, percepisce i livelli sottili
corrispondenti all’oggetto A1; associandosi coi livelli più sottili dei sensi A2, percepisce i livelli più
sottili corrispondenti all'oggetto A2.
Gli occhi aperti rappresentano il livello grossolano del senso della vista. Allo stesso modo,
quando una parola diventa udibile, il suono grossolano è percepito quale risultato della mente
associata col livello grossolano dell'udito.
Quando parliamo entro noi stessi e la mente ode, è perché la mente si associa col livello sottile
del senso dell'udito. Quando, durante il processo della meditazione trascendentale, la mente
percepisce stati particolarmente sottili di pensiero, questo è dovuto al fatto che essa si associa coi
sottilissimi stati del senso dell'udito.
Così troviamo che, durante la meditazione trascendentale, viene usato il senso più sottile di
percezione mentre, nella vita quotidiana, usiamo comunemente soltanto i livelli grossolani dei sensi.
Quando la mente fa uso dei livelli più sottili dei sensi, l'intera sfera dei sensi si rianima. In questo
modo, durante la meditazione, quando la mente raggiunge la trascendenza, essa vivifica tutti i livelli
dei sensi mediante i quali avviene la meditazione. Quando l'intera sfera dei sensi è vivificata,
l'Essere viene portato al livello dei sensi. Ne consegue un aumento di capacità dei sensi di
percezione. Essi diventano maggiormente capaci di sperimentare una felicità più grande. Finché
soltanto una piccola parte dei sensi viene utilizzata per sperimentare il mondo oggettivo, la facoltà
dei sensi d'esperienza non viene usata appieno. In questo stato i sensi vengono imprigionati dalla
piccola gioia dell'oggetto.
Sul livello grossolano della creazione il contatto dei sensi con l'oggetto non produce grande
gioia. Il grado di gioia aumenta a mano a mano che i sensi apprezzano i livelli più sottili della
creazione. Durante il processo della meditazione trascendentale la mente, mediante l'organo della
parola, sperimenta gli stati sottili del pensiero e il fascino aumenta ad ogni livello di sottigliezza.
Mentre il fascino aumenta, l'organo diventa maggiormente capace di sperimentare gli stati sottili; in
questo modo la felicità della mente aumenta fino a che, mediante il primo aspetto dell'organo della
parola, avviene la percezione diretta dello stato più sottile del pensiero e la mente è in grado di
sperimentare il livello più alto di felicità nel campo relativo.
Quando la mente trascende questa felicità e va oltre il dominio della percezione sensoria, la
beatitudine dell'Assoluto è un'esperienza diretta e la mente vi si identifica completamente. E quando
la mente pienamente permeata dall'Essere ritorna nel campo dell'esperienza oggettiva, l'Essere si
riflette al livello dei sensi.
L'arte di portare l'Essere al livello dei sensi è l'arte della meditazione trascendentale. Questa è
l'arte di rendere i sensi capaci di sperimentare l'oggetto in tutti i suoi stati sottili e grossolani.
Anche i sensi, come la mente, sono simili a un oceano profondo. Con la meditazione
trascendentale la mente comincia ad attivare il livello più profondo dei sensi. In questo modo
l'intera portata dei sensi viene vivificata. Alla fine i sensi raggiungono la loro sorgente e sono
nutriti, per così dire, dal valore dell'Essere trascendentale assoluto.
Ecco come l'Essere è portato entro il campo dei sensi al fine di renderli atti a lavorare nella
pienezza della loro possibilità, e a rimanere liberi dall'influsso limitatore dell'esperienza. Questa è
l'arte dell'Essere al livello dei sensi.
Quando entreremo nei dettagli di questo studio dovremo aver compreso chiaramente che l'Essere
è, nella sua natura essenziale, pura coscienza di beatitudine, l'Assoluto non-manifestato. Guardando
l'Essere da un punto di vista assoluto, vediamo che Esso non può venire qualificato da nessun
attributo, Esso è privo di attributi. D'altro canto, da un punto di vista relativo, tutti gli attributi della
vita relativa, come pure gli attributi dei diversi fenomeni nel campo relativo della esistenza hanno la
loro base nell'Essere.
Quando consideriamo l'arte dell'Essere nei confronti dei diversi aspetti del corpo, dobbiamo
capire chiaramente che quest'arte, connessa con ogni aspetto del corpo, porta maggiore permanenza,
stabilità, salute, gioia, creatività, ed energia vitale. L'arte dell'Essere deve avere la sua base su di un
maggiore accordo con le leggi della natura affinché l'influsso della vita individuale sull'ambiente
fortifichi il fine delle leggi naturali e crei una maggiore armonia nell'universo. L'arte dell'Essere
quindi, sotto ogni aspetto particolare del corpo, significa che questo aspetto viene fortificato nel suo
valore per l'individuo e per l'universo come un tutto.
Mediante l'arte dell'Essere le diverse parti del corpo funzionano in coordinazione l'una con
l'altra, e la coordinazione del corpo con la mente, mediante il sistema nervoso, è sempre forte; il suo
rapporto con l'ambiente esterno è stabile e utile tanto al corpo che all'ambiente.
Per creare al corpo tale condizione è necessario che la mente sia portata al livello dell'Essere,
affinché il sistema nervoso e il suo organo periferico, il corpo, siano simultaneamente stabilizzati ai
livello dell'Essere. Abbiamo visto che, mediante la meditazione trascendentale, il corpo viene
portato a uno stato intermedio di non attività e di non passività: il livello dell'Essere.
4 « karma » è un termine che ha vari significati secondo il contesto: come azione, forza
dell'azione, frutto dell'azione, impronte dell'esperienza dell'azione. Generalmente, in occidente,
il karma è associato con la cattiva azione e i suoi risultati. Ma la parola karma non fa distinzione
fra buono e cattivo; è soltanto pertinente all'azione. Buon karma significa buona azione, cattivo
karma cattiva azione. Però il karma stesso significa semplicemente azione.
Questo dimostra come un'azione, dopo aver influenzato il cosmo da un capo all'altro, alla fine
ritorni e reagisca contro chi l'ha compiuta.
A questo punto sorge una domanda: «Come può il frutto della azione raggiungere chi l'ha
compiuta, dopo migliaia o milioni di anni?»
Un uomo spedisce una lettera a suo padre che vive lontano da lui. Quando la lettera giunge, se il
padre è andato in un'altra città, essa gli viene rispedita. Se è necessario la lettera continua ad essere
rispedita sino a quando il padre è rintracciato. Le conseguenze di una azione che sono destinate a
ritornare in un migliaio d'anni raggiungeranno l'anima nell'universo, dovunque essa si trovi.
Coloro che non capiscono la filosofia della rinascita e della continuità della vita dopo la morte,
troveranno difficoltà a capire la filosofia del karma. Come può un uomo continuare a ricevere i
frutti delle sue azioni per milioni di anni?
Finché l'anima non sarà liberata, sino a quando l'anima individuale non si immergerà
nell'esistenza cosmica, essa conserverà la sua individualità in qualsiasi mondo o corpo essa si trovi.
L'individuo continuerà ad esistere come tale e a ricevere i frutti del karma passato.
Quando l'uomo sarà liberato e la sua individualità si sarà immersa nell'esistenza cosmica, allora
l'influsso del suo karma passato verrà ricevuto da suo figlio o da suo nipote, o da coloro che hanno
affinità di sangue con lui. La reazione continuerà, e se non rimarrà nessun membro della sua
famiglia, l'influsso raggiungerà coloro che sono più vicini ai suoi consanguinei: i suoi amici e
conoscenti.
Il karma, la reazione o il frutto dell'azione, raggiungerà infallibilmente chi lo ha determinato.
Proprio come un vitello troverà la sua propria madre in una grossa mandria di vacche. Come una
lettera intestata a un uomo raggiungerà lui e nessun altro, così il frutto della azione raggiungerà solo
chi ne è responsabile.
Secondo la filosofia del karma, se un uomo è felice questo è il risultato delle sue azioni nel
passato: azioni virtuose che hanno prodotto nell'atmosfera vibrazioni buone, felici, armoniose. Se
invece egli soffre questo è conseguenza delle sue azioni passate che hanno diffuso nell'atmosfera un
influsso di infelicità, di cattiva salute e di sofferenza.
Nessuno, all'infuori di sé stesso, è responsabile della sua propria felicità o sofferenza. Sia che un
uomo gioisca o che soffra, la sua gioia e la sua sofferenza sono il risultato delle sue proprie azioni.
Se un uomo viene da noi e ci colma di gioia, noi pensiamo che egli sia, per sua natura, un
portatore di felicità. Ma la filosofia del karma ci dice che egli è un portatore di felicità solo per noi
perché, in quel momento, ci restituisce la felicità che nel passato noi diffondemmo nel mondo. La
reazione del nostro buon karma ci ritorna attraverso di lui. Egli non fa che consegnarcela, proprio
come il postino ci consegna la nostra lettera. Se fosse realmente un portatore di felicità egli, allora,
non potrebbe portare infelicità a nessuno.
Se un uomo è buono verso alcuni e cattivo verso altri, non può essere completamente buono; se
lo fosse lo sarebbe con tutti. Se egli fosse completamente cattivo lo sarebbe, allo stesso modo, con
tutti. Ma nessuno è totalmente buono o totalmente cattivo. Tutti sono talvolta buoni e talvolta
cattivi. Perciò l'uomo diventa il portatore del karma buono o cattivo dei suoi simili. Egli ci reca
infelicità quando diventa il portatore delle nostre azioni cattive. Ci reca gioia quando diventa il
portatore delle nostre azioni buone. Perciò, quando viene l'infelicità non dobbiamo biasimare gli
altri; e quando viene la felicità dobbiamo mantenerci equanimi: l'equanimità è lo stato d'armonia
nella natura divina.
Conoscendo la filosofia del karma dovremmo sempre essere intenti a fare del bene. Ma come
possiamo stabilire ciò che è bene e ciò che è male? Le leggi sociali ci danno un'idea approssimativa
del bene e del male; c'è un'intesa comune rispetto a ciò che la gente considera buono o cattivo. Le
leggi che governano i paesi ne forniscono un criterio; si dovrebbe, almeno, obbedire alle leggi del
proprio paese.
Se desideriamo approfondirci nei criteri di bene e di male, dobbiamo studiare le Scritture. Se
siamo Induisti, Cristiani o Buddisti le nostre rispettive Scritture ci dicono ciò che è giusto e ciò che
è sbagliato.
Non dovremmo analizzare come queste Scritture differiscano l’una dall'altra, ma trovare
appagamento nella religione a cui apparteniamo. La verità è presente nelle Scritture di tutte le
religioni, perciò i seguaci di ciascuna di esse possono leggere le scritture delle altre, ma è preferibile
non creare confusione mediante lo studio comparato delle religioni. È meglio seguire le Scritture
del proprio credo.
Così le Scritture dovrebbero essere prese come criterio di ciò che è buono e di ciò che è cattivo.
Qualche volta si può trovare che certe affermazioni, nelle Scritture, appaiono contradditorie. Questo
accade perché, nel campo relativo della vita, i valori cambiano secondo l'epoca, le circostanze e
l'ambiente. Quando parliamo in termini di bene e di male, ciò che viene considerato come bene in
una certa circostanza può essere considerato come male in un'altra. Perciò l'interpretazione di ciò
che è bene e di ciò che è male può essere diversa persino nelle Scritture a seconda dei tempi, delle
circostanze e dell’ambiente. Ma un gran numero di errori potrebbe essere evitato se noi seguissimo
le Scritture entro i limiti delle nostre possibilità conoscitive. Questo è meglio che non seguirle
affatto.
Noi potremmo vivere il bene assoluto nella vita. Ma come possiamo sapere quale è il bene
assoluto? Chi ci dirà come potremo plasmare noi stessi e il nostro ambiente per vivere una vita di
bene assoluto?
Se desideriamo avere un criterio assoluto di bene e di male, esso è a nostra disposizione.
Vedremo ora come il karma, o l'azione, possa essere basato sul bene assoluto, secondo la filosofia
del karma. Ma prima cercheremo di capire che cosa intendiamo coi termini « bene e male, virtù e
malvagità ».
Un'azione è buona quando produce, nel presente, un buon influsso per chi la compie e gli
assicura il suo bene futuro e produce anche una buona influenza a tutti i livelli dell'ambiente.
Qualsiasi azione che produca un influsso sostenitore di vita per chi la compie e per il suo
ambiente, sarà un'azione buona e virtuosa.
Qualsiasi azione che produca un influsso nocivo alla vita di chi la compie e del suo ambiente, a
qualsiasi livello di vita, nel presente o nel futuro, sarà considerata cattiva, sbagliata, corrotta o
immorale.
Così abbiamo la misura dell'azione giusta e sbagliata. L'azione dovrebbe risolversi nel bene
completo di chi la compie e dell'universo, nel presente e per sempre. Questa è la definizione di bene
assoluto.
Ma chi può sapere quale influsso viene prodotto dall'azione di un uomo in una particolare epoca?
Chi può sapere come essa influenzerà un particolare strato dell'universo nel presente o nel futuro? Il
raggio d'influenza di un'azione non è calcolabile; esso si estende nel tempo, nello spazio e nella
causalità; esso va oltre la portata della mente umana.
Poiché è così, chi può decidere che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, e se un'azione deve
essere compiuta o rifiutata?
Non sembra possibile stabilire intellettualmente ciò che è bene e ciò che è male; se anche
potessimo farlo, sarebbe complicatissimo. Ma è possibile incanalare l'intero flusso della vita in
modo tale che ogni azione eseguita sia naturalmente buona e giusta. Analizzeremo questa possibilità
e scopriremo come ogni pensiero, parola e azione possano essere guidati verso il bene dell'individuo
e della vita dell'intero universo.
La vita dell'universo significa la sua conservazione e la sua evoluzione. La conservazione e
l'evoluzione di innumerevoli esseri a tutti i livelli della creazione sono sostenute da un processo
naturale e automatico, governato dalle leggi della natura. Abbiamo visto che sulla base della legge
cosmica eterna e immutabile, tutte le leggi di natura, inflessibili nel loro carattere, continuano a
funzionare su diversi piani e sostengono ed evolvono la vita. L'intero processo cosmico
dell'evoluzione è governato dalle leggi di natura che sono a loro volta fondate sulla legge cosmica.
Siccome c'è un modo per dirigere il torrente di vita dell'individuo sino al piano della legge
cosmica, l'intero processo di mantenimento della vita individuale e il suo completo progresso
evolutivo si svolgeranno in maniera naturale ed automatica. E poiché c'è un modo di regolare la
nostra propria vita secondo le leggi della natura, allora ogni nostro pensiero, parola ed azione
produrrà un influsso adeguato alle stesse leggi della natura che agiscono per la conservazione e
l'evoluzione di tutte le cose.
Abbiamo visto, parlando della legge cosmica, che la mente dell’individuo può essere portata ad
armonizzarsi con la coscienza trascendentale assoluta, mediante un semplice processo che potrebbe
venir praticato da chiunque, ovunque e in ogni momento.
Questo dovrebbe incoraggiare ogni individuo ad accordare la propria vita con le leggi naturali
che mantengono la vita stessa e l'evoluzione. In questo modo egli potrebbe, mediante il pensiero, la
parola e l'azione, produrre un influsso benefico per sé stesso e per gli altri, nel momento presente e
per l'eternità.
Questa è la filosofia del karma, essa ci rivela il fine illimitato del karma, il suo influsso sempre
crescente per chi lo produce. Ci rivela inoltre che, benché il raggio d'influenza dell'azione sia molto
al di là della portata della comprensione umana, compiendo l'azione (o il karma) della meditazione
trascendentale possiamo raggiungere un piano di vita nel quale qualsiasi cosa da noi eseguita sarà
naturalmente in armonia e nel ritmo della vita cosmica e aiuterà il mantenimento e l'evoluzione di
tutti gli esseri da un capo all'altro dell'intero universo, in questo modo potremo fare il bene nella sua
totalità essendo noi totalmente buoni.
Quando l'Essere è infuso nel campo dell'esistenza relativa, nella natura stessa della mente,
l'intero karma diventa un karma di assoluta rettitudine.
Questa è una via diretta e pratica per fare il bene nella sua totalità, sempre, per tutti gli esseri e
per vivere, nello stesso tempo, una vita assolutamente libera dall'influsso limitatore del karma.
Come si può, compiendo l'azione, essere liberi dall'influsso limitante del karma?
Prima però di trattare questo argomento dobbiamo capire che cosa intendiamo per schiavitù e
libertà.
L'Essere, nella sua natura, è non-manifestato. È il karma che Lo tende manifestato. Il karma è
temporaneo, perituro; l'Essere è eterno, assoluto. L'Essere è pura coscienza di natura assoluta; il
karma è basato sulla mente cosciente. In virtù del karma la pura coscienza dell'Essere viene
trasformata in mente cosciente. L'Essere, nella Sua natura, è unità eterna; il karma crea la
molteplicità nell'ambito dell'unità. Troviamo così che la natura del karma è opposta a quella
dell'Essere, sebbene l'Essere sia la sorgente del karma. Questo è il rapporto fondamentale fra
l'Essere e il karma.
Abbiamo visto che la natura della mente viene adombrata da ogni esperienza; che chi compie
l'azione viene adombrato dalla sua azione; che il pensatore viene adombrato dal pensiero. Questo
adombramento della natura essenziale della mente è chiamato l'influsso limitante della mente o il
karma.
Con la pratica della meditazione trascendentale, tuttavia, il valore dell'Essere è totalmente infuso
nella mente di chi compie l'azione, e l'azione non riesce ad adombrarla. La sua natura essenziale,
l'Essere, è allora mantenuta e l'azione è compiuta in modo tale che non riesce ad adombrarla. Essa
rimane libera dall'azione. In questo modo, quando l'Essere è mantenuto, il karma non riesce a
vincolare.
Non è possibile eliminare il karma. L'azione deve continuare perché la vita è attività, la sua
stessa natura è dinamica. Perciò non è fisicamente possibile sottrarsi al karma e sfuggire all'azione.
Così vediamo che sino a quando l'Essere non si è sviluppato nella natura della mente è impossibile
sfuggire alla schiavitù dell'azione.
La libertà dal karma si ottiene raggiungendo lo stato dell'eterno Essere. Permettendo alla mente
di raggiungere l'Essere è possibile creare una situazione interiore mediante la quale potremo sempre
produrre buoni influssi per noi stessi e per l'intero universo. Nello stesso tempo ci eleviamo al di
sopra dell'influsso vincolante dell'azione e viviamo una vita di eterna libertà.
Questa è la filosofia del karma. Essa non tratta soltanto il problema del bene e del male e della
sconfinata influenza dell'azione, ma suggerisce anche una tecnica per elevarsi al disopra
dell'influsso vincolante del karma. Inoltre essa analizza la struttura del karma e provvede una
tecnica che rende l'azione più forte e assicura risultati potenti e soddisfacenti. Ora tratteremo
quest'argomento.
Un'azione debole produrrà naturalmente un effetto debole, e un'azione forte produrrà un effetto
forte. La forza dell'azione dipende principalmente dalla forza del pensiero che la precede. L'azione
basata sul pieno potere del pensiero produrrà influssi e risultati potenti. Conseguentemente per
produrre un risultato potente e godere del frutto dell'azione è necessario portare la mente nel campo
dell'Essere, infondere l'Essere nella natura della mente, affinché la mente cosciente sia sempre
colma dei Suoi valori. Quando essa è permeata dal potere dell'Essere, la sua creatività è
infinitamente grande e, col minimo consumo di energia, può eseguire azioni potenti e realizzare i
risultati desiderati.
Il karma, o azione, al livello dell'Essere ha un valore infinito. La sua esecuzione avviene col
minimo consumo d'energia e reca il massimo risultato a chi la compie e al mondo. Chi compie
l'azione ne gode i risultati e, vivendo sul piano dell'Essere, rimane libero dall'influsso vincolante del
karma. La filosofia del karma ci insegna questa abilità nell'azione. Essa si sviluppa naturalmente
nell'individuo mediante la semplice pratica della meditazione trascendentale, che porta la nostra
attenzione cosciente nel campo dell'Essere. Così, quando l'azione è compiuta al livello dell'Essere, il
karma aiuta ad adempiere il fine della vita che è evoluzione al più alto grado.
Il fine della vita è di godere della coscienza di beatitudine, di evolvere allo stato eterno di
liberazione e, contemporaneamente, di realizzare e godere pienamente nella vita, facendo il
massimo bene a sé stessi e agli altri. La filosofia del karma ci insegna come, compiendo l'azione
specifica di portare la nostra attenzione nel campo dell'Essere trascendentale, noi possiamo
adempiere il fine della nostra vita e contribuire all'evoluzione cosmica.
L'azione compiuta da una mente che non agisce al livello dell'Essere, può essere giusta o
sbagliata per chi la compie e per l'intero universo. Ogni azione sbagliata produce una tensione nel
funzionamento delle leggi naturali che governano il processo evolutivo di tutti gli esseri.
Quest'azione è debole; essa deve sostenere, per essere compiuta, un enorme sforzo che reca grande
tensione nella vita individuale e negli ambienti. Essa, soprattutto, vincola la mente.
Perciò, qualunque possa essere il fine del karma, soltanto una tecnica può favorirlo e consentirgli
di produrre il meglio, i risultati più efficienti e più forti. Questa tecnica consiste nel ritirare la mente
all'interno, nel permetterle di raggiungere il campo dell'Essere trascendentale e di ritornare a
impegnarsi nelle azioni che saranno forti e soddisfacenti a tutti i livelli.
Qualsiasi attività, qualsiasi azione sia compiuta dalla mente, dai sensi, dal corpo e dall'ambiente,
l'Essere deve essere mantenuto eternamente. Mediante l'arte dell'Essere nel campo del karma,
sebbene il karma per sua natura sia opposto all'Essere, esso stesso viene portato al livello
dell'Essere. L'Essere viene mantenuto nel Suo stato e il karma non riesce a sfidarne la validità.
Allorché tanto il karma, quanto l'Essere vengono mantenuti al livello della mente, si realizza
simultaneamente, l'arte dell'Essere e del karma.
Capitolo Terzo
L'ARTE DI PENSARE
L'arte di pensare consiste nel produrre i pensieri più potenti col minimo consumo di energia
mentale. Il pensiero dovrebbe venire espresso senza sforzo o tensione. Questa è l'arte del pensare:
compiere il minimo sforzo per ottenere il massimo risultato.
Il pensiero non dovrebbe soltanto essere forte, ma anche giusto. L'arte di pensare non permette
alla mente di ospitare pensieri inutili e sbagliati. Soltanto pensieri virtuosi e morali occupano in
modo naturale la mente, pensieri che aiutano l'evoluzione.
Un altro aspetto dell'arte di pensare è che i pensieri vengono in modo tale da produrre il bene
maggiore per il pensatore e diffondere l'armonia nel suo ambiente.
Senza l'arte di pensare verranno continuamente pensieri vaganti.
I pensieri inutili, sbagliati, deboli, ingannevoli o degeneri sono una barriera all'evoluzione.
L'evoluzione sarà assicurata solo quando il pensare vagante sarà sostituito dall'arte di pensare. Il
pensare sarà, allora, in armonia con la legge cosmica, con le leggi della natura e col fine
dell'evoluzione.
L'arte di pensare significa che il pensiero, mentre mette la mente in azione nel campo relativo, la
lascia contemporaneamente libera dalla schiavitù o dall'attaccamento.
La mente dovrebbe rimanere libera mentre è occupata nell'attività del pensiero, e dovrebbe
essere usata quale mezzo per raggiungere la libertà eterna nella coscienza di Dio.
L'arte di pensare si coltiva portando la mente alla sorgente del pensiero affinché raccolga il seme
stesso del pensiero, coscientemente, e lo porti fuori insieme con l'illimitata energia del campo
dell'Essere trascendentale. Il pensiero, permeato dall'Essere, diventa un mezzo per portare l'Essere
trascendentale nel campo relativo della molteplice creazione fenomenica.
L'arte di tirare l'arco consiste nel ritrarre prima la freccia nell'arco, il più possibile, poi nel
lasciarla affinché colpisca il bersaglio con grande forza. Allo stesso modo l'arte di pensare consiste
nel ritrarre la mente sino alla sorgente del pensiero e nel rilasciarla, da quel punto, per produrre un
pensiero forte, integrato dal potere dell'Essere. Questo porterà maggiore efficienza nel campo del
pensiero e dell'azione. Darà potere e successo alla vita, porterà l'infusione dell'Essere nella attività
esteriore e diventerà un mezzo mediante il quale l'autocoscienza trascendentale si svilupperà nella
coscienza cosmica, lo stato più altamente evoluto della coscienza umana. Perciò l'arte di pensare è
l'aspetto più vitale della vita.
L'arte di pensare include un pensare chiaro. La chiarezza di pensiero dipende dallo stato della
mente e del sistema nervoso. Il sistema nervoso non dovrebbe essere affaticato, e la mente dovrebbe
essere capace di agire pienamente su di esso e di esprimersi nel mondo esteriore. Il pensare chiaro è
il risultato di una mente completa, coordinata con un forte sistema nervoso; allora i pensieri sono
chiari e il pensare è efficace.
L'efficienza in qualsiasi azione dipende dall'efficienza del pensiero che, a sua volta, dipende
dall'abilità della mente di cogliere il pensiero al suo livello più sottile. Se il pensiero viene colto alla
sua sorgente esso è più forte e maggiormente vitale.
Così l'arte di pensare consiste nell'avere: 1) pensieri giusti; 2) pensieri utili e creativi; 3) pensieri
potenti; 4) pensieri il cui influsso non vincoli il pensatore e lo lasci stabilizzato nella libertà,
nell'Essere. Tratteremo questi quattro punti separatamente.
1. Il pensare giusto
È indispensabile che la mente ospiti soltanto pensieri giusti. Il pensiero giusto è quello che
produce un influsso buono, armonioso, utile e sostenitore di vita, per il pensatore e per l'intero
universo, ora e sempre. Il pensiero giusto è in accordo col processo naturale dell'evoluzione e non
produce alcun effetto nocivo né al pensatore, né a chiunque altro.
Come può la mente ospitare soltanto pensieri costruttivi?
Abbiamo visto mentre parlavamo della legge cosmica che quando la mente è nello stato
dell'Essere trascendentale essa acquista quel livello di coscienza che è la base di tutte le leggi della
natura. In questo stato la mente ospita soltanto pensieri costruttivi. Non è possibile ospitare pensieri
giusti soltanto cercando di pensare in modo giusto. I tentativi coscienti di avere soltanto pensieri
giusti sforzeranno la mente. Affinché essa riesca ad avere soltanto pensieri giusti, deve essere così
coltivata da cogliere spontaneamente soltanto pensieri giusti. Se la mente non è stabilizzata sul
piano della legge cosmica essa è insoddisfatta e non riesce ad ospitare soltanto pensieri giusti.
Non esiste un modo per affermare intellettualmente quale pensiero sia assolutamente giusto.
Anche se il valore di giustizia di un pensiero potesse essere giudicato intellettualmente, questo
avverrebbe soltanto quando il pensiero fosse già sorto e fosse stato esaminato per scoprire se esso
sia giusto o no. Ma allora il pensatore e l'atmosfera sarebbero già stati influenzati dalla qualità del
pensiero.
Così non è possibile assicurarsi soltanto di avere pensieri giusti, finché la mente non sviluppa
entro sé stessa uno stato in cui non sia possibile avere pensieri sbagliati. Abbiamo già visto che è
facile per chiunque raggiungere questo stato mentale.
3. Il pensare efficace
Affinché il pensiero sia efficace sono necessarie due condizioni. Prima: il pieno potere della
mente dovrebbe essere usato per creare e sviluppare questo tipo di pensiero. Seconda: esso
dovrebbe essere sostenuto dalle forze della natura. Il pensiero sarà efficace al massimo grado solo
se, tanto il pensatore quanto il mondo circostante, gli forniranno la massima forza. Se il pieno
potenziale della mente sostiene un pensiero, ma il pensiero non è gradito all'ambiente, né gode la
benevolenza della natura, esso non riuscirà a mantenere la forza necessaria al suo adempimento
finale.
La meditazione trascendentale può creare uno stato nel quale ogni pensiero viene sostenuto dal
pieno potenziale della mente e gode della benevolenza di tutte le leggi della natura.
L'ARTE DI PARLARE
L'arte di parlare presenta questi quattro aspetti:
1. Parlare con un minimo consumo di energia.
2. Parlare in modo giusto.
3. Parlare armoniosamente.
4. Parlare in modo piacevole.
5. Parlare efficacemente.
6. Parlare in modo utile.
7. Parlare in modo tale da rimanere liberi dall'influsso vincolante delle parole.
3. Parlare armoniosamente
Affinché il discorso sia armonioso e appropriato, il pensiero deve essere chiaro e acuto: come
minimo, non deve essere offensivo e nella sua miglior espressione deve corroborare la vita del suo
ambiente.
L'arte di parlare sta nel pensare con chiarezza, e nel modo di esprimersi semplice e innocente.
Dobbiamo esprimere ciò che sentiamo purché il nostro pensiero sia adatto all'occasione. Se
sentiamo in un certo modo che l'ambiente può essere danneggiato dalla manifestazione di questo
sentimento, sarà meglio non parlare. Sebbene si ritenga che sia meglio non sopprimere i propri
sentimenti, l'arte di parlare richiede che non vengano pronunciate parole che possano dispiacere a
qualcuno o produrre disarmonia nell'atmosfera.
Anche se qualche volta si deve dire di no a qualcuno, l'arte di parlare richiede che ciò venga fatto
con parole che non suonino offensive e dure. L'arte di parlare consiste nel dire la verità, ma nello
stesso tempo, dicendo la verità non dovremmo far male a nessuno.
Molte persone pensano sinceramente per natura e credono che la sincerità consista nell'esprimere
esattamente quello che pensano. Può darsi che questo modo di parlare sia sincero, ma può anche
essere privo di tatto e dispiacere all'ascoltatore provocando una disarmonia che danneggia il
proposito stesso di chi parla.
Anche se dovete dare un ordine perentorio fatelo con parole accettabili. Queste qualità di
gentilezza e di delicatezza di cuore si sviluppano quando il cuore comincia a intenerirsi mediante
l'esperienza di beatitudine e la felicità grande dell'Essere trascendentale. Il cuore si raddolcisce e
l'uomo, allora, non può più essere aspro o spiacevole verso nessuno. La parola, allora, fluirà
naturalmente in tutta la sua armonia.
5. Parlare efficacemente
L'efficacia della parola dipende dalla forza del pensiero, dalla completa conoscenza
dell'argomento che si deve trattare e dalla purezza del cuore e della mente. Abbiamo visto che la
purezza del cuore e della mente si realizza aumentando la purezza della coscienza mediante la
pratica regolare della meditazione trascendentale. Questo aiuta anche ad aumentare l'intelligenza, e
rende l'uomo maggiormente capace della totale conoscenza dell'argomento che deve trattare.
Capitolo Quinto
L'ARTE DELL'AZIONE
C'è un proverbio sanscrito, in India, che dice che il successo delle azioni dei grandi uomini
dipende più dalla purezza dei loro cuori che dai mezzi dell'azione. Questo proverbio ci suggerisce
come il potere della natura possa essere influenzato a vantaggio delle nostre imprese.
Mentre trattavamo della legge cosmica abbiamo chiarito che, quando la mente acquista una
purezza assoluta nel campo dell'Essere, essa attua una piena coordinazione con le leggi della natura
e ottiene l'influsso favorevole dell'ambiente. Così l'arte dell'azione risiede fondamentalmente
nell'arte della meditazione trascendentale che libera la mente da tutte le impurità e la lascia nella
purezza, in conformità alle leggi della natura.
Spiegando la filosofia dell'azione abbiamo dimostrato che l'arte dell'Essere sottende l'arte
dell'azione. Un'azione più efficace richiede un pensare più efficace e un pensare più efficace
richiede una maggiore stabilizzazione dell'Essere nella natura della mente. Così la base dell'arte
dell'azione è l'arte dell'Essere.
La qualità di qualsiasi azione dipende dalle qualità di chi la compie, dalle circostanze e
dall'influsso dell'ambiente.
Le qualità di chi compie l'azione possono essere buone, le sue abitudini ordinate, la sua vita pura,
la sua mente forte e il suo pensare chiaro, ma se le circostanze e l'ambiente non gli sono favorevoli,
l'azione non darà buoni frutti.
Abbiamo dettagliatamente veduto come mediante la pratica della meditazione trascendentale,
l'ambiente e le circostanze vengano rese armoniose e conducano all'adempimento del desiderio e
dell'azione.
Un altro aspetto dell'arte dell'azione è costituito dall'esecuzione dell'azione col minimo consumo
di energia e col massimo ammontare del lavoro eseguito; nello stesso tempo la qualità del lavoro è
migliore, sicché l'arte dell'azione produce un minimo di tensione e il massimo risultato; l'individuo
e l'universo vengono, entrambi ampiamente ricompensati.
L'abilità nell'azione è ancora un altro aspetto dell'arte dell'azione. L'abilità nell'azione significa
che chi la compie ne trae grande piacere e, nello stesso tempo, rimane libero dal suo influsso
vincolante e da quello del suo frutto.
L'abilità nell'azione è tale che chi la compie si identifica pienamente col pensiero del lavoro, col
processo dell'azione, col godimento dei frutti che ne derivano e, nello stesso tempo, rimane in uno
stato di libertà eterna, permeato dalla coscienza di beatitudine dell'Essere assoluto. L'arte dell'azione
richiede che la mente sia permeata dall'Essere, affinché esso possa esprimersi liberamente nel
mondo esteriore delle forme e dei fenomeni.
L'arte dell'azione consiste nel sondare, dapprima, i livelli più profondi dell'oceano della mente
poi nel portare la mente alla sorgente del pensiero: il campo dell'Essere. Questo processo porta alla
fruizione del pieno potenziale della mente.
In questo modo l'intero campo del pensiero e dell'azione diventano un mezzo che consente
all'Essere trascendentale assoluto di penetrare nel campo relativo e di vibrare mediante ogni attività.
L'intero campo del pensiero e dell'azione e il suo frutto diventano un piacere perché le leggi della
natura e l'ambiente conducono all'adempimento del desiderio. È come se l'intera creazione si fosse
presa l'incarico di adempiere il pensiero e l'azione. Il pensiero diventa un pensiero del Divino.
L'azione, allora, diventa un mezzo per adempiere il proposito divino mentre, al tempo stesso, il fine
dell'individuo viene completamente realizzato. Lo scopo della vita individuale raggiunge una fase
gloriosa nell'adempimento del fine divino.
Questa è l'arte dell'azione: dobbiamo soltanto tuffarci profondamente entro noi stessi prima di
cominciare un'azione. In seguito l'intero processo del pensiero e dell'azione modella
automaticamente l'arte dell'azione.
75 l'arte di vivere
L'azione deve essere compiuta per il bene maggiore di chi la esegue. A questo proposito la
maggiore preoccupazione di chi agisce dovrebbe essere quella della sua salvezza, e questo significa
che egli non dovrebbe essere vincolato dalle sue azioni. Né l'influsso vincolante dell'azione, o del
suo frutto, dovrebbe toccare chi la compie. Si sa molto poco dell'influsso vincolante dell'azione nel
mondo di oggi. L'azione si compie semplicemente per soddisfare il livello sensorio della vita.
Questo perché il concetto dell'Essere è stato, in gran parte, dimenticato. L'azione non viene mai
considerata in conformità al livello dell'Essere, si pensa che essa interessi soltanto il livello della
mente, dei sensi, del corpo e dell'ambiente. L'intero raggio della vita, oggi, si esprime ad un livello
molto superficiale.
Quando riflettiamo sull'arte di vivere dobbiamo prendere in considerazione l'intero campo della
vita: l'Essere, il pensare, l'agire e l'intero universo. Così l'azione deve essere considerata non solo in
termini di adempimento e di fruttuosità, ma anche in funzione dell'impressione e dell'influsso che
essa crea su chi la compie e sul suo ambiente.
I punti principali dell'arte dell'azione sono i seguenti:
delle risorse che abbiamo a disposizione per la realizzazione del nostro lavoro. È necessario essere
realistici, conoscere il proprio livello di coscienza, e vivere entro i limiti dei propri mezzi.
Nel considerare l'importanza della progettazione dovremmo tener presente che l'organizzazione
automatica produce risultati perfetti, esenti da irregolarità e imperfezioni; se il meccanismo non è
automatico il risultato può essere imperfetto. Se potessimo adottare un sistema di progettazione
automatica elevando la nostra coscienza a uno stato dove la progettazione e l'esecuzione del lavoro
avvengono simultaneamente, le probabilità di variazioni e di errori sarebbero naturalmente assai
minori. Ma sino a quando non avremo realizzato tale stato mentale è vantaggioso dedicare un po' di
tempo a un'appropriata progettazione.
Se la progettazione è efficiente, l'azione esigerà un impiego minore di tempo, sarà eseguita col
minimo di energia e darà i massimi risultati possibili in conformità alle circostanze. È però
necessario rivedere di tanto in tanto i progetti alla luce del progresso.
La progettazione dovrebbe essere fatta in maniera appropriata, ma entro un certo limite. Il fattore
tempo, che è il più prezioso nella vita, non dovrebbe essere perso di vista.
Una coscienza più elevata dovrebbe essere coltivata per sviluppare una visione più ampia, la
capacità di previsione, la chiarezza e la precisione di pensiero, l'intuizione, il potere
d'immaginazione. Tutto questo costituisce la base di un'appropriata progettazione e la chiave di una
valida economia in tutti i campi della vita, che rappresenta lo scopo principale della progettazione
stessa.
Una volta che l'azione sia stata progettata è molto importante che essa venga eseguita nel modo
più efficace.
Il fattore tempo è d'importanza vitale nella nostra vita. Quelli che hanno compiuto cose grandi
nel mondo, hanno ben valutato il fattore tempo. Il tempo è limitato in questa vita e una lunga
evoluzione deve essere compiuta per la nostra realizzazione. Perciò il fattore tempo deve essere
valutato sopra ogni cosa. Si dice che il tempo e la marea non aspettano nessuno. Però l'esperienza ci
mostra che se noi guadagnarne terreno nell'eternità senza tempo dell'Essere assoluto, il tempo allora
ci serve maggiormente perché l'esistenza assoluta dell'eternità illimitata è la sorgente e la base di
tutti i tempi; passato, presente e futuro.
La vita dell'individuo, integrata dall'Essere diviene libera da ogni tipo di resistenza interiore ed
esteriore. Grande fiducia in sé stesso, chiarezza e vigore di mente sorgono nell'individuo, e la totale
armonia unita all'influsso favorevole del suo ambiente creano naturalmente un'atmosfera propizia a
un'azione da compiere nel minimo lasso di tempo.
b)L'abilità di concentrarsi
Si crede, generalmente, che l'abilità di concentrarsi dipenda dalla qualità e dalla forza della
mente. Invece l'abilità di concentrarsi dipende, in realtà, dal grado di gioia o di felicità suscitato
dall'oggetto della nostra attenzione. Se una rosa è bella la mente si concentrerà naturalmente sulla
sua bellezza. Se la rosa, per qualche motivo, non è bella o attraente la mente non rimarrà
concentrata su di essa.
Ogni cosa incantevole attrae la mente. Quanto più grandi saranno l'incanto e la felicità offerte dal
punto su cui è focalizzata l'attenzione, tanto più a lungo la mente si concentrerà su di esso.
Ogni mente ha un potere illimitato di concentrazione. La mente non ha bisogno di acquistare
questa abilità perché essa già la possiede. Nessuna mente si sofferma su qualcosa di brutto o su
qualcosa che non offra alcuna felicità. Ogni mente è attratta da tutto quello che è affascinante e
gioioso. Perciò ognuno possiede l'abilità di concentrarsi illimitatamente.
È tuttavia frutto di esperienza comune che la mente è incapace di rimanere concentrata su di un
punto particolare. La ragione di questo sta nel fatto che ovunque l'attenzione si volga non riesce a
trovare una felicità sufficiente, e la mente vuole dirigersi verso un campo di maggiore felicità.
Siccome non sembra esserci, nel mondo, un centro di gioia così grande da soddisfare la sete di
felicità della mente, essa non può rimanere concentrata su alcun punto, ed è sempre alla ricerca di
una felicità maggiore nell'ambito della varietà. In questa situazione è possibile alla mente rimanere
fissa su un punto determinato? Sì, ma solo quando essa è basata sulla massima felicità di natura
permanente. Sin dalla nascita la mente ha vagato fra le gioie transitorie della vita. Per questa
ragione si ritiene che il vagare sia nella natura della mente.
Si pensa, di solito che la mente sia come una scimmia che salta da un ramo all'altro. Per
cambiare la natura vagante della mente e farla diventare stabile si pensa che la mente e i desideri
debbano essere controllati. Ma siccome il vagare non è nella natura della mente non è necessario
controllarla né costringerla alla stabilità. La sua natura è, effettivamente, di rimanere stabile.
Sebbene l'ape voli qua e là alla ricerca di un fiore dal quale trarre il nettare, il volare non
dovrebbe essere considerato la natura essenziale dell'ape. Essa vola col proposito di trarre il nettare
dal fiore; sino a quando essa non troverà un fiore che contenga nettare, continuerà a volare. Ma
quando l'ape troverà il fiore immediatamente vi si poserà sopra.
Allo stesso modo la mente vaga, ma non per sua natura. Essa vaga perché non trova un luogo
dove riposare o un mezzo di felicità. La mente non è simile a una scimmia; essa rassomiglia
piuttosto ad un re. Ogni mente rassomiglia al re dei re. Essa andrà nel luogo che le piacerà e vi si
fermerà; farà il lavoro che le piacerà. Se un re vaga per il suo paese, è sbagliato concludere che il
vagare sia nella sua natura, egli vaga soltanto in mancanza di un trono su cui sedersi. In assenza di
un posto degno di lui egli continuerà a vagare.
Nessun uomo che si rispetti siederà in un luogo sciatto indegno di lui. Così, sebbene non sia nella
natura di un re continuare a vagare, egli lo farà nonostante si senta stanco. Non si fermerà sino
quando non avrà trovato una dimora degna di lui.
Così la mente, come un re vagante, non vorrà riposare in alcun luogo indegno di lei e non vorrà
spostarsi da un luogo degno di lei che le offra attrazione e felicità. In un luogo simile la mente potrà
riposare, soffermarsi, gioire e rimanere nel godimento. È quindi sbagliato concludere che il vagare
sia nella natura della mente.
Il lavoro fatto in accordo con la nostra natura ci piace. Ogni cosa fatta contro la nostra natura ci
dispiace. Se è nella nostra natura di correre in giro ci sentiamo meglio quando possiamo farlo. Se
invece preferiamo stare quieti siamo più felici quando ci è permesso di farlo. Se è nella nostra
natura stare quieti e ci viene chiesto di correre in giro, diventiamo infelici e tesi.
Una mente che non ha un luogo dove riposare, né un mezzo di godimento ed è costretta a vagare
qua e là comincia a sentirsi infelice e tesa. Se il vagare fosse nella natura della mente essa si
sentirebbe sempre più felice se le fosse permesso di vagare senza posa. Ma al contrario troviamo
che, quando la mente non ha un luogo dove posarsi, i suoi desideri rimangono inappagati ed essa
comincia a sentirsi irrequieta. Affinché la mente rimanga stabile in un luogo è soltanto necessario
79 l'arte di vivere
offrirle qualcosa che le piaccia. Quando le viene offerto qualcosa di attraente essa rimane stabile.
Questa stabilità è lo stato di concentrazione.
Troviamo che, di solito, la mente è capace di concentrarsi su qualcosa di piacevole e di gioioso,
mentre è incapace di concentrarsi su qualcosa di brutto. Questo perché la bruttezza è contraria alla
natura della mente. Non si tratta quindi di far acquisire alla mente la capacità di concentrarsi; essa
ha bisogno soltanto di essere condotta verso un luogo pieno di gioia e di felicità dove rimarrà
naturalmente.
Nulla, nel campo della creazione grossolana è così gioioso da appagare continuamente la sete di
felicità della mente. L'esperienza mostra che le cose sottili della creazione sono più affascinanti di
quelle grossolane. Così se l'attenzione può essere condotta nei campi sottili della creazione e se essi
possono venire sperimentati dalla mente l'attrarranno naturalmente perché sono più affascinanti
degli strati grossolani della creazione. Quando l'attenzione è portata dagli strati grossolani a quelli
progressivamente più sottili della creazione, la mente troverà un fascino che aumenta ad ogni passo.
Trascendendo tutti gli stati relativi della creazione e raggiungendo la coscienza di beatitudine
trascendentale, la mente troverà quella grande gioia che trascende le più grandi gioie dell'esistenza
relativa, l'eterna beatitudine assoluta. Avendo conquistato l'assoluta, eterna beatitudine la mente non
la smarrisce più. Essa la trattiene sino a un punto tale che la coscienza di beatitudine si infonde nella
natura stessa della mente che diventa coscienza di beatitudine. Quando la mente è stabilizzata sino a
questo punto essa rimane ferma e non ha più bisogno di nient'altro, perché non esiste nulla nel
campo dell'esistenza relativa che possa rivaleggiare con la validità dell'assoluta coscienza di
beatitudine. Perciò, quando la mente è radicata nella coscienza di beatitudine lo stato di eterno
appagamento diviene la natura stessa della mente ed essa rimane stabile anche quando si associa
con le esperienze e le attività esteriori.
La mente può rimanere concentrata soltanto nello stato di coscienza beatifica. Qualsiasi altro
tentativo per coltivare la concentrazione si risolve solo in un lavoro duro privo di risultati. La
pratica della meditazione trascendentale, che è così semplice e che porta la coscienza di beatitudine
nella stessa natura della mente, è il sistema più pratico per acquisire la concentrazione. Come
abbiamo visto non è che si debba acquisire la capacità di concentrarsi; si deve creare nella mente
uno stato di coscienza beatifica affinché essa rimanga, per sua natura, stabile e concentrata.
Taluni scelgono la via ascetica pensando che in questo mondo indaffarato o nella vita del capo-
famiglia i sensi siano troppo attratti dal piacere degli oggetti esteriori. Essi credono che, per
controllare la mente, le gioie dei sensi debbano essere sacrificate e che non si debba permettere ai
sensi di venire a contatto con queste gioie. Questa convinzione ha portato a praticare il controllo
della mente e ha fatto sorgere nei cercatori della verità che desiderano aumentare le proprie capacità
mentali, un inutile ascetismo. La necessità di controllare e quindi di forzare la mente è basata sul
principio erroneo che il vagare sia nella natura stessa della mente. Lo sforzo del controllo non è
necessario.
Ci sono due modi per far rimanere un cane davanti alla nostra porta. Il primo consiste nel
rincorrerlo, nel portarvelo a viva forza e nel metterlo alla catena. Ma questa è una impresa difficile.
Anche se il cane è legato tenterà di strappare la catena e di fuggire. Sarà difficile tenerlo quieto alla
porta. Il secondo consiste nell'evitare di rincorrerlo e di legarlo mettendo invece, per lui, del buon
cibo davanti alla porta. Il cane mangerà il suo cibo e rimarrà volontariamente alla nostra porta.
Allo stesso modo non è necessario cercare di controllare la mente. Il modo migliore, il più facile
e il più pratico per consentirle di rimanere naturalmente concentrata è di abituarla alla pratica della
meditazione trascendentale affinché possa acquisire la coscienza di beatitudine. Quando la mente
rimane concentrata cessa di vagare e, dovunque la portiamo, rimane stabile.
minore di energia mentale; cosicché, se la mente è stabilizzata nella coscienza di beatitudine, essa
rimane appagata in sé stessa e non vaga qua e là pensando inutilmente. Se mille pensieri venissero
pensati ogni ora, prima che la mente fosse stabilizzata nella beatitudine, e se dopo essersi
stabilizzata ne venissero soltanto dieci ogni ora, ogni pensiero sarebbe cento volte più efficace.
Perciò l'unico modo naturale per conservare l'energia mentale a un fine costruttivo, sta nella pratica
della meditazione trascendentale.
B — Grande energia
Per compiere un'azione efficace che produca risultati soddisfacenti è necessario che l'aumentata
forza-pensiero sia integrata da una maggiore energia fisica.
Abbiamo visto che la vita individuale è simile a un'onda dell'oceano della vita cosmica, e che
ogni onda ha la possibilità di attingere qualsiasi quantità d'acqua dall'oceano; l'intero oceano
potrebbe sollevarsi in un'unica onda. Allo stesso modo ogni individuo ha la possibilità di
comunicare con l'oceano illimitato dell'energia cosmica allo scopo di acquistare la forza che gli
necessita per compiere un'azione che produca i risultati più positivi e soddisfacenti.
L'energia che ci deriva da ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo è limitata. Ecco perché, dopo
qualche ora di lavoro, l'energia prodotta dal cibo è esaurita e, verso sera, cominciamo ad aver fame
e a sentirci esausti. Questo dimostra che per eseguire un'azione che produca risultati maggiormente
effettivi e soddisfacenti, dovremmo avere qualche ulteriore sorgente di energia vitale.
Dovremmo sapere che l'energia vitale si manifesta come forza di pensiero, di intelligenza, di
creatività e di gioia. La medesima energia vitale è usata per diverse funzioni.
Se vogliamo un quantitativo di energia vitale maggiore di quello che comunemente attingiamo
dal cibo e dalle bevande, sarà necessario trovare un mezzo per attingerlo dall'atmosfera. Inoltre
dobbiamo sapere in che modo attingere maggiore energia vitale mediante il potere del pensiero e
81 l'arte di vivere
dell'Essere.
Sappiamo che la sorgente dell'intera creazione, dell'atmosfera, del cibo, delle bevande e dell'aria,
del pensiero e dell'abilità del pensare è l'Essere. Perciò il contatto fra la mente cosciente e l'oceano
dell'Essere sarà la via per attingere a questa illimitata sorgente di energia.
Ci sono molti metodi per attingere maggiore energia dall'aria. Ci sono dei santi, nell'Himalaya,
che vivono dell'energia vitale che attingono dall'atmosfera; ma essi sono degli yogi compiuti, che
possono, nelle prime ore del mattino, captare abbastanza energia per sostenersi durante l'intera
giornata. Questi metodi non sono adatti per la gente attiva che vive nel mondo.
Il sistema della meditazione trascendentale, però, è il metodo più efficace per portare la mente
nel campo dell'Essere trascendentale, dove essa attinge naturalmente energia vitale per l'esecuzione
di qualsiasi ammontare di duro lavoro e per ottenere risultati effettivi e soddisfacenti. L'attingere
energia dal campo dell'Essere è l'aspetto più straordinario dell'arte di vivere, poiché esso porta la
vita attiva di ogni giorno in comunione con la sorgente illimitata dell'energia vitale, del potere,
dell'intelligenza, della creatività e della beatitudine.
Se questo messaggio, che l'illimitata energia vitale può essere attinta dal campo dell'Essere
eterno, potesse raggiungere tutti i popoli del mondo, e se essi potessero avvantaggiarsene, la vita
diventerebbe libera, gioiosa, piena di creatività, di intelligenza, di pace e di felicità. E se tutti i
popoli del mondo si elevassero a questo alto livello di coscienza, il mondo sarebbe un paradiso.
Fortunatamente l'epoca presente è la più adatta per la propagazione dell'ideologia della
meditazione trascendentale; la necessità di una tale formula è sentita ora più che mai, poiché l'uomo
ha virtualmente perduto l'ancoraggio che, nel passato, gli offrivano gli studi religiosi e metafisici.
Le menti vigilanti dell'epoca scientifica sembra che vedano solo delle futilità nelle promesse
della religione e delle diverse scuole filosofiche e psicologiche. Le tensioni stanno aumentando
rapidamente a tutti i livelli di vita, in tutto il mondo. Da un lato l'individuo avverte una mancanza di
energia e un aumento di tensione e dall'altro il ritmo troppo rapido della vita moderna non gli
concede un attimo di vero silenzio. L'individuo è combattuto fra il bisogno di maggiore attività e la
mancanza di energia sufficiente per svolgerla. Il risultato è un aumento delle malattie di cuore e di
altre sofferenze varie.
Ogni uomo sta cercando qualcosa che lo aiuti ad affrontare positivamente l'aumentata velocità
del ritmo di vita che la civiltà moderna richiede.
La meditazione trascendentale armonizza direttamente l'energia dell'individuo con quella della
vita cosmica. E, in quest'ora pericolosa per la civiltà umana, questo è un dono del cielo.
E — Fiducia in sé stessi
La fiducia in sé stessi è un elemento necessario per compiere un'azione che produca i risultati più
efficaci e soddisfacenti. Abbiamo visto che la fiducia in sé stessi dipende dallo stato della mente.
Per avere fiducia in sé, il Sé deve, almeno, essere conosciuto e portato al livello cosciente.
83 l'arte di vivere
Colui che non è consapevole del proprio Sé, non può avere fiducia in sé. Qualsiasi tentativo per
migliorare la fiducia in sé, senza acquistare familiarità col Sé, risulterà sempre inefficace.
Ottenere familiarità con la natura del Sé è il primo passo per avere fiducia in sé. Quando la
familiarità con la natura essenziale del Sé è stata acquisita così profondamente che essa non
abbandona mai il livello della consapevolezza, allora lo stato di intima fiducia in sé è acquisito.
A meno che non si sia fermamente stabilizzati nello stato irremovibile di coscienza di beatitudine
dell'Essere eterno; a meno che non si sia realizzata la coscienza cosmica che, sola, è in grado di
stabilire l'Assoluto nel campo relativo della vita di ogni giorno, non è possibile avere uno stato
naturale di incrollabile fiducia in sé.
Nessun uomo d'affari ispira mai fiducia nel campo finanziario se non ha grandi ricchezze
investite nei suoi affari. Solo quando la mente individuale si sarà tanto ampliata da conquistare lo
stato di mente cosmica, solo allora essa potrà avere sempre fiducia in sé stessa.
Se, per esempio, uno scienziato che ha famiglia è talmente devoto al suo lavoro da trascorrere
tutto il suo tempo in laboratorio, sia la moglie che i figli non riceveranno sufficientemente il suo
affetto, e ne soffriranno e la casa verrà trascurata. La mente dovrebbe essere ampiamente coltivata
su di una base globale e la sua abilità dovrebbe essere migliorata su tutti i livelli.
Abbiamo visto che la pratica della meditazione trascendentale amplia la capacità cosciente della
mente e la rende più profonda e costruttiva a tutti i livelli. Solo mediante questa tecnica è possibile
coltivare l'abilità di impiegare nell'azione una particolare attitudine, senza permettere che essa ci
leghi al punto da toglierci il piacere degli altri aspetti della vita.
secondaria. Il fattore principale per il successo nell'azione è la purezza d'intenti di chi la compie.
Se la mente è pura al 100%, se cioè l'uomo ha realizzato la coscienza cosmica, allora il risultato
che otterrà sarà del 100%. Se la mente è pura al 50%, se cioè l'uomo è evoluto al cinquanta per
cento, il risultato delle sue azioni ammonterà al 50% del possibile risultato finale.
È la purezza del cuore e della mente dell'uomo, il suo leale e innocente accostamento all'azione
col fine di recare benefìcio a tutti, che realmente riescono a produrre massimi risultati col minimo
sforzo.
Un altro fattore ha una parte importante nel determinare i risultati dell'azione. Esso è il karma, il
frutto delle azioni compiute nel passato. Un uomo buono e virtuoso ha compiuto, nel suo passato,
atti buoni e virtuosi, in accordo col processo evolutivo. I risultati di quelle buone azioni vengono
sommati, ora, coi successi delle sue azioni presenti. Così troviamo che le sue attuali possibilità
fisiche e mentali, la sua intelligenza e la sua energia portano successo alle sue azioni in proporzione
all'influsso buono o cattivo del karma passato.
L'influenza del buon karma passato gli dona più energia, maggiore chiarezza di pensiero e la
capacità di prendere decisioni, e produce anche una buona influenza sull'ambiente che lo favorisce
nell'adempimento dell'azione che è in procinto di compiere.
L'influenza del cattivo karma passato gli porta apatia, inefficienza, perdita di energie e persino
continue tensioni e sofferenze; gli porta anche influenze avverse nel suo ambiente che comincia ad
ostacolare l'esecuzione delle sue azioni e ad impedire il progresso verso ogni risultato positivo.
Questo aspetto del karma passato è al di là del controllo di chi compie l'azione. Il meglio che si
possa fare per neutralizzarne l'influenza è di impegnarsi nella pratica della meditazione
trascendentale che eleverà il livello di coscienza e produrrà influssi favorevoli nell'ambiente.
Quando la coscienza si sarà elevata, l'energia e l'intelligenza aumenteranno. Allora, qualunque sia
l'influsso del passato, esso non riuscirà ad annullare l'azione presente. Certamente l'influsso del
karma passato rimarrà, ma esso non potrà guidare completamente il destino dell'azione presente.
Se un uomo d'affari perde cinquecento sterline, questa perdita è definitiva. Ma, benché questa
perdita rimanga per sempre tale, se il giorno dopo egli guadagna duemila sterline, il guadagno
eclissa la perdita.
Il sistema per ottenere i massimi risultati sta nell'ignorare gli ostacoli e gli influssi negativi che
oppongono resistenza all'esecuzione dell'azione. Chi compie l'azione dovrebbe impegnarsi e
insistere nel suo conseguimento finché i risultati desiderati non siano ottenuti. Quando il livello di
coscienza si è elevato mediante il processo della meditazione, le azioni compiute da questo alto
livello di energia vitale e di intelligenza avranno un forte influsso sul karma passato e produrranno i
massimi risultati.
Ecco come, con la regolare pratica della meditazione trascendentale, integrata dal potere della
carità e da atti virtuosi, le influenze negative del karma passato possono essere neutralizzate c il
sentiero del karma presente appianato. Allora l'azione sarà compiuta senza resistenze ed ostacoli e
produrrà i massimi risultati.
Ecco come, col potere dell'azione attuale sul karma, il destino è controllato. Questo spiega il
significato della massima: « L'uomo è padrone del proprio destino ».
9. L'arte di compiere un'azione in modo tale che la sua esecuzione sia motivo di gioia
Ogni azione avrà un andamento gioioso, dal principio alla fine, per colui che la compie e per il
suo ambiente, solo quando egli abbia grande energia e intelligenza, non incontri resistenza sul
cammino e riceva, da ogni parte, la completa cooperazione. L'azione non deve diventare faticosa
per le sue possibilità, egli deve avere fiducia in sé stesso, efficienza e l'abilità di concentrarsi in
modo tale da non ritenere mai che l'azione sia al di là delle sue capacità.
Quando un uomo d'affari è molto ricco, non si preoccupa di ciò che spende. Il mondo degli affari
rimane per lui motivo di grande soddisfazione, perché non dà molta importanza alla perdita o al
guadagno; egli possiede già più del necessario per i suoi fini. Allo stesso modo quando chi agisce
ha più energia di quanta ne serva per eseguire qualsiasi azione, l'agire è facile e rimane un motivo di
86 l'arte di vivere
gioia.
Qualsiasi cosa fatta in accordo con la natura della mente, piace alla mente, mentre ogni cosa
contraria alla sua natura le dispiace. Sicché, se l'uomo intraprende un'azione che sia in accordo con
la natura della propria mente e rientri nelle sue possibilità, questa azione non può risultare né
faticosa né noiosa. Solo un'azione adeguata al temperamento dell'uomo può essere goduta.
Per esempio, si dice a un bambino di portare un pallone in una casa a due miglia di distanza. Se
egli, durante il percorso, può continuare a dare calci al pallone, lo porterà in modo piacevole e
gioioso. La consegna del pallone non gli diventerà un peso perché, strada facendo, ci ha giocato. Se,
invece, gli si chiede di portare il pallone sulle spalle o in braccio anziché permettergli di servirsene
come di un giuoco, la consegna sarà per lui un compito pesante.
Se ci fosse un sistema per portare, nella vita, tutte le azioni al livello della gioia, potrebbe essere
usato per conseguire l'abilità di compierle gioiosamente e impedire che esse diventino pesanti e
noiose.
Se una madre è amorevole verso il suo bambino, egli è traboccante di gioia. Se gli affida un
incarico, la richiesta della madre diventa un nuovo motivo di soddisfazione per il bambino che
obbedisce immediatamente, con uno stato d'animo scherzoso e gioioso. Ma se la mamma,
picchiandolo, lo fa piangere e lo rende infelice, poi gli ordina di fare qualcosa, il suo ordine diventa
un ulteriore motivo di infelicità per il bambino che esegue l'incarico con uno stato d'animo depresso
e appesantito.
Così, se il nostro umore è gioioso, l'esecuzione di qualsiasi azione sarà gioiosa; se invece il
nostro stato d'animo è infelice, teso e preoccupato, qualsiasi azione ci procurerà nuove tensioni.
Se la mente non è in uno stato naturale di felicità, qualsiasi nostro tentativo di essere soddisfatti e
felici durante l'esecuzione dell'azione fallirà. Solo quando la natura stessa della mente è satura di
gioia, qualunque azione può essere gioiosa. Questo è possibile soltanto quando la mente ha
raggiunto lo stato di pura coscienza. Solo quando la mente cosciente è diventata tanto familiare con
la beatitudine dell'Essere trascendentale, da esserne sempre pervasa, è possibile compiere ogni
azione in uno stato di gioia.
Altrimenti qualsiasi nostro tentativo di essere felici mentre compiamo un'azione servirà soltanto
ad aumentare la tensione perché l'energia sarà divisa fra l'esecuzione dell'azione e il bisogno di
sentirci gioiosi.
Il sistema attuale di introdurre la musica nelle fabbriche per rallegrare gli operai ha l'effetto di
dividere la loro attenzione: benché la necessità di compiere il lavoro sia pressante, è naturale per la
mente di prestare attenzione alla musica. L'esecuzione del lavoro diventa quindi contraria alla
normale tendenza della mente che è di godere la musica. Perciò, non solo si crea tensione nella
mente degli operai, ma anche una diminuzione nella qualità del lavoro. Il datore di lavoro introduce
la musica nella fabbrica per rallegrare lo stato d'animo dei lavoratori, ma il risultato globale si
risolve in un aumento di tensione e in una graduale diminuzione di efficienza degli operai.
Qualsiasi tentativo artificiale di rallegrare il campo dell'attività porta risultati negativi. L'unico
modo per rendere gioioso l'intero campo dell'azione è di colmare la mente di gioia e questo può
essere raggiunto soltanto mediante l'esperienza dell'Essere.
87 l'arte di vivere
Capitolo Sesto
della mente si ottiene solo entrando in comunione con la beatitudine dell'Essere assoluto. Sicché la
base dell'arte del comportamento è una tecnica che consente di portare la mente alla coscienza di
beatitudine dell'Essere trascendentale. Questo porta ad entrambe le parti, in qualsiasi rapporto, un
aumento di gioia, di energia e d'amore e, nello stesso tempo, un influsso di pace, d'armonia e di
spontaneità si crea nell'atmosfera.
Un vero buon comportamento fra gli uomini sarà possibile soltanto quando la loro mente si
amplierà, quando essi riusciranno a vedere globalmente le situazioni, a comprendersi
reciprocamente in profondità, per potersi aiutare a risolvere le loro rispettive necessità.
Per attuare questo è necessaria, naturalmente, una coscienza più vasta, un giusto senso di
giudizio e tutte le qualità che soltanto una mente chiara e forte può avere.
Le menti piccole non riescono a percepire globalmente le situazioni e, nella loro visione ristretta,
creano ostacoli immaginari e restrizioni che non sono di utilità né a loro stessi né agli altri. Di
conseguenza il loro comportamento con gli altri crea solo malintesi e aumento di tensione. Un buon
comportamento sociale è basato sulla mente chiara, forte e contenta.
In ogni rapporto sociale, la mente di entrambe le parti dovrebbe essere stabilizzata al livello
dell'Essere, o l'Essere dovrebbe essere stabilizzato al livello della loro mente affinché la beatitudine,
la contentezza e la gioiosità dell'Essere siano profondamente radicate nel cuore di ognuno. In questo
modo il loro comportamento produrrebbe influssi di pace e di armonia nell'ambiente. L'arte del
comportamento è tale che non soltanto gli uomini ne traggono vantaggio, ma l'intera atmosfera
vibra col loro influsso di amore, di benevolenza e di pace.
Il comportamento e l'ambiente
Non appena l'uomo si è stabilizzato nell'Essere, può fare il miglior uso del proprio ambiente;
come esso è non ha importanza, esso rappresenta il mezzo per condurre all'adempimento dei
desideri dell'individuo.
Nessun ambiente può essere considerato assolutamente cattivo e totalmente inutile o nocivo. Se
la mente non riesce a trarne vantaggio, questo dipende dalla sua debolezza. Per esempio, un uomo
vive in una stanza piena di polvere e di sudiciume. Se la sua mente è basata nella gioiosità e nella
pace egli irradia queste qualità intorno a sé e non si preoccupa della polvere e del sudiciume.
Oppure egli comincia a spazzare la stanza, a spolverare e, facendo questo, non si sente infelice
perché persino le particelle di polvere riflettono la gioiosità del suo cuore. Se invece egli è triste e
teso diventa ancora più teso e infelice. L'infelicità della sua mente viene così moltiplicata e si
riflette su di lui persino dalle particelle di polvere della sua stanza. È lo stato interiore della mente
che rende l'uomo gioioso o infelice in ogni ambiente.
Una mente forte è tollerante; una mente debole è facilmente sopraffatta dall'ambiente.
Se si dubita di un uomo, si continuerà a dubitare di lui anche quando, incontrandolo, ci rivolgerà
espressioni di lode e di gioia, perché il dubbio era presente in noi prima ancora che la conversazione
cominciasse. Così una mente dubbiosa e priva di benevolenza non riesce a godere neppure della
gioiosità e della sincerità che prevale nell'ambiente.
L'influsso dell'atmosfera sull'individuo dipende dallo stato della sua mente. Secondo lo stato
della sua mente la natura dell'atmosfera cambia. Se egli si mette un vetro rosso davanti agli occhi
vede ogni cosa rossa, se guarda attraverso un vetro verde, vede ogni cosa verde. Qualunque sia lo
stato della mente dell'individuo, l'atmosfera viene percepita secondo tale stato d'animo.
L'individuo è responsabile dell'atmosfera. Egli la crea e, a sua volta, ne è influenzato. Quando la
sua mente è forte, e usa il suo pieno potenziale egli, allora, riesce a fare migliore uso dell'ambiente e
delle circostanze. L'arte dell'azione e del comportamento sta nel rendere l'ambiente favorevole a noi
stessi, anziché sfavorevole. L'atmosfera è a nostra disposizione per farne uso, non per renderci
infelici. Se qualcuno dice qualcosa, il risultato di questa azione è suo, la responsabilità è sua. Se
quello che ha detto ci è utile ne godiamo, l'accettiamo, vi pensiamo, lo traduciamo in atto e ne
ricaviamo beneficio. Ma se non ci è utile, allora evitiamo di pensarci su, e non vi poniamo
attenzione, altrimenti contaminiamo la nostra mente con un pensiero cattivo.
89 l'arte di vivere
Perciò dobbiamo coltivare la nostra mente in modo tale da consentirci di pensare e di agire
naturalmente, in modo elevato e benefico. Così facendo gioviamo a noi stessi e agli altri. Non
dobbiamo incoraggiare pensieri dannosi o maliziosi, né rifiutandoli né accettandoli; l'indifferenza è
l'arma da usare, nella vita, contro qualsiasi situazione negativa.
Questa è l'arte del comportamento. Se qualcuno ci ha fatto una ingiustizia, non dobbiamo
accoglierla, né pensare ad essa: forse ci è stata fatta solo per errore. Se permettiamo a chi ci ha
offeso di influenzare le nostre azioni future nei suoi confronti, non gli diamo l'occasione di
migliorare il rapporto che ha con noi, e anche noi ne soffriamo. Anche se egli coltiva sentimenti
ostili verso di noi, noi beneficiamo tanto lui quanto noi stessi se, nonostante questo, siamo
amorevoli e tolleranti verso di lui. In questo modo aiutiamo l'atmosfera a migliorare e ne riceviamo
un beneficio maggiore.
Abbiamo visto che, quando la mente è portata al livello dell'Essere, anche il corpo è portato allo
stesso livello. Così coi nostri pensieri, con le nostre parole, con le nostre azioni e persino con la
nostra presenza, irradiamo un buon influsso di vita, di pace, di armonia e di gioiosità.
Per migliorare i nostri rapporti umani dobbiamo prima migliorare la nostra mente; allora
cominceremo a comportarci bene. L'ambiente ci risponde meglio se siamo stabilizzati nell'arte
dell'Essere; quest'arte è la tecnica che pone la nostra vita su di un alto livello, cosicché noi,
naturalmente e innocentemente, ci comportiamo bene, in modo armonioso e gioioso. Non dobbiamo
mai, in nessun modo, essere innaturali nel nostro ambiente.
Se dovunque, tutti cominciassero a meditare per qualche minuto la mattina e la sera, il
comportamento sociale raggiungerebbe uno stato ideale, perché il contatto con l'Essere non solo
migliora e soddisfa la vita individuale ma rende migliore l'atmosfera, aumenta l'armonia e riduce la
paura, l'odio, la tensione, la crudeltà e l'antagonismo.
L'assenza dell'arte del comportamento produce effetti del tutto opposti. Nella famiglia, nella
società e nei rapporti internazionali le tensioni si sviluppano.
Quando l'Essere è infuso nella mente degli individui, i rapporti sociali migliorano nel modo più
automatico e naturale, una grande armonia si produce nell'atmosfera, la tensione si rilascia e il
mondo è reso migliore per chi lo abita.
90 l'arte di vivere
Capitolo Settimo
VITA
Fig. 3 p.149
I due aspetti principali della vita dell'uomo sono: l'aspetto relativo e l'aspetto assoluto. L'aspetto
relativo è perituro, l'aspetto assoluto è imperituro. La vita relativa ha tre aspetti: mentale, fisico e
ambientale, cioè mente, corpo e ambiente.
Così troviamo che l'intera vita dell'uomo ha quattro diverse componenti: l'Essere, la mente, il
corpo e il suo ambiente.
L'Essere sano, la mente sana, il corpo e l'ambiente sani, insieme con una sana coordinazione fra
l'Essere e la mente, fra la mente e il corpo e fra il corpo e l'ambiente costituiscono la salute perfetta
dell'individuo. Per determinare la natura della buona salute dobbiamo considerare:
1. L'Essere
2. La mente
3. Il corpo
4. L'ambiente
5. La coordinazione fra l'Essere e la mente
6. La coordinazione fra la mente e il corpo
7. La coordinazione fra il corpo e l'ambiente.
Bisogna tener conto di questi sette punti per esaminare il problema della salute, altrimenti
l'esame sarà parziale e, per risolvere il problema della cattiva salute, può essere utilizzata una
soluzione non completamente idonea.
Invitiamo le organizzazioni sanitarie del mondo a considerare questi principi affinché possano
fare ciò che è necessario per risolvere il problema della cattiva salute e alleviare le sofferenze
umane.
È triste che nei secoli passati il problema della salute sia stato considerato principalmente al
livello fisico. Grazie ai recenti progressi della medicina, l'investigazione delle cause delle malattie
ha rivelato che, per una grande maggioranza di disturbi, la malattia può essere di natura fisica
benché la sua causa non sia fisica. Tali scoperte hanno sottolineato la validità del problema mentale
come causa dei disordini del corpo fisico.
91 l'arte di vivere
La psicologia e la psichiatria sono sorte per eliminare la tensione mentale e, con ciò, sradicare le
cause mentali della malattia, mentre la professione medica continua a curare le parti ammalate del
corpo fisico.
Sino a che punto la medicina aiuta a ristabilire la salute fisica e sino a che punto la psicanalisi e
la psichiatria riescono ad aiutare l'uomo a superare le cause mentali della malattia psicosomatica,
sono problemi che debbono essere risolti dagli esperti che guidano il destino della scienza medica,
della psichiatria e della psicologia.
Il meno che si possa dire sul problema della salute, oggi, nel mondo è che le misure adottate sino
ad ora sono insufficienti per conservare la salute dell'uomo. Persino nei paesi dove la scienza
medica è maggiormente progredita, dove psichiatri e psicanalisti sono alla moda del giorno, le
statistiche dimostrano che un gran numero di persone ammalate di cuore muoiono di questa
malattia, e che il numero dei pazienti mentali sta rapidamente aumentando.
Questa è una situazione grave, che può solo essere risolta dalle autorità sanitarie di tutto il
mondo. Ma prima che questo possa venire raggiunto è necessario che esse aumentino la loro attuale
conoscenza. Questo richiede da parte delle associazioni mediche un atteggiamento favorevole verso
nuovi suggerimenti e prontezza nel sottoporli ad esperimento.
Se una foglia comincia ad appassire e a seccarsi, due possono essere le cause: o essa è stata
esposta a un calore eccessivo, o la quantità di nutrimento proveniente dalla radice è diminuita. Se la
causa è dipesa dal calore eccessivo sarà opportuno curare quella foglia particolare e proteggerla dal
calore; allontanando così la causa del male si impedirà alla foglia di morire. Ma persino quando le
foglie vengono curate una per una dall'esterno, è necessario che una giusta quantità di nutrimento
venga loro provveduto dalla radice. Ogni qualvolta una foglia mostra segni di appassimento è
essenziale provvedere e mantenere un'adeguata provvista di nutrimento da parte della radice a tutte
le parti dell'albero.
Quando una bolla appare su un dito un buon medico esaminerà il sangue e ne ricercherà la causa
anche se cura la bolla al livello di superficie.
Perciò arriviamo al principio che coloro che sono interessati a prevenire e a curare le malattie
dovrebbero avere la conoscenza di tutti gli aspetti grossolani e sottili del corpo. Questi aspetti vanno
dal corpo, che è l'organo periferico del sistema nervoso, alla mente che, a sua volta, si estende dai
livelli grossolani a quelli sottili del pensiero e tocca il campo dell'Essere.
È necessario, perciò, che i medici abbiano la conoscenza della intera sfera della vita, dal cosmo
esteriore al corpo e, attraverso tutte le regioni sottili della mente, fino allo stato di pura coscienza,
l'Essere. Sarebbe anche estremamente importante che le autorità sanitarie possedessero la formula
per venire a contatto col campo dell'Essere ultimo, che è la base stessa di tutti i diversi livelli della
vita individuale.
Un giardiniere che sa come curare la radice, e che si preoccupa di darle il nutrimento di cui essa
ha bisogno riuscirà a mantenere la salute di tutte le parti dell'albero. Un medico che possieda la
conoscenza di tutti i diversi aspetti della salute individuale, sapendo come curare lo strato
fondamentale della vita — il campo dell'Essere — riuscirà a ristabilire e a mantenere la salute a tutti
i livelli.
Esiste una formula che consente di prendere cura della radice stessa della vita individuale, di
ristabilire e mantenere la salute a tutti i livelli della mente, del corpo e dell'ambiente. Noi offriamo
questa formula, non con uno spirito di concorrenza e tanto meno di sfida, spinti soltanto dall'amore
per l'uomo, e dalla buona volontà nei confronti di tutti coloro che, nel mondo, cercano di alleviare le
sofferenze con qualsiasi mezzo che risulti utile a questo fine.
Costruire altri ospedali per alleviare le sofferenze e curare le malattie di coloro che già ne sono
vittime è un notevole atto di carità. Ma è infinitamente più importante trovare vie e mezzi per
aiutare l'uomo a non ammalarsi, prendere le misure precauzionali affinché esso goda sempre di una
buona salute. Poiché esiste un modo per impedire all'uomo di ammalarsi, mettere questo metodo a
disposizione dell'uomo, in tutto il mondo, sarebbe un atto di carità ancora maggiore.
Vedremo come questa nuova meta, che si propone di portare la buona salute, possa essere
92 l'arte di vivere
raggiunta.
La medicina preventiva costituisce già una parte stabile e importante del programma sanitario di
ogni paese. Ma il vero progresso, in questo campo, dipende dall'applicazione di nuove scoperte a
mano a mano che vengono alla luce.
Qualcosa di nuovo che è risultato valido per la preservazione e il miglioramento della salute del
corpo, della mente e dell'ambiente viene spiegato nelle pagine che seguono.
La salute mentale dipende dallo stato della mente che è un fattore astratto, e dallo stato del
sistema nervoso che è concreto.
Il sistema nervoso è il veicolo che consente il funzionamento della mente poiché serve a
collegare la natura soggettiva dell'uomo, la mente, col mondo oggettivo che lo circonda.
Così, considerando la salute mentale, dobbiamo tener conto tanto dello stato della mente quanto
dello stato del sistema nervoso.
Ma prima dobbiamo farci un concetto chiaro di ciò che è l'aspetto mentale della personalità, di
ciò che la mente è in relazione al corpo e all'intera personalità.
La mente si trova fra l'Essere e il corpo. Essa è semplicemente un legame per collegare l'Essere
di natura non-manifestata al corpo e agli aspetti manifestati del mondo relativo. È un legame per
coordinare gli aspetti assoluti e relativi della vita. A un'estremità la mente, nel suo aspetto più
sottile, tocca il centro dell'esistenza assoluta, l'Essere; dall'altra tocca i livelli grossolani
dell'esistenza relativa. In termini di Essere la mente può venire definita come coscienza vibrante, e
per quanto riguarda il corpo fisico la mente può essere definita come la sorgente del sistema
nervoso e, come tale, la sorgente stessa del corpo.
Così la mente, nei confronti dell'uomo, sta nello stesso rapporto della radice nei confronti
dell'albero, e la funzione della mente è simile a quella della radice. La radice adempie una funzione
duplice. Deve trarre nutrimento dal terreno e passarlo all'albero esterno. La mente, in virtù della sua
posizione fra l'Essere e il corpo, ha simultaneamente una duplice funzione. Essa deve trarre energia
vitale dallo Essere e passarla al corpo e agli altri campi dell'esistenza relativa. Se la radice riesce a
mantenere il processo del trarre e del dare il nutrimento necessario, allora la salute dell'albero è
idealmente mantenuta. Qualsiasi errore nell'esecuzione di questo processo, si risolve in cattiva
salute per l'albero. Allo stesso modo, se la mente non trae sufficiente energia vitale dall'Essere, la
cosa si risolverà conseguentemente nella debolezza e nella cattiva salute del corpo e della
personalità. Così troviamo che la coordinazione della mente con l'Essere e col corpo è la chiave
della buona salute.
Ora tratteremo i diversi aspetti della salute: mentale, fisica e ambientale.
La salute mentale
La salute mentale dipende dal funzionamento normale del sistema nervoso, cosicché l'intera
mente è portata a sostenere il mondo esterno. Il normale funzionamento del sistema nervoso
produce uno stato di buona salute fisica che permette all'organismo di eseguire gli ordini della
mente, di adempierne i desideri e di realizzare il fine dell'esistenza.
Finché la coordinazione fra la mente e il sistema nervoso è intatta, la salute mentale è mantenuta.
Quando questa coordinazione manca a causa di qualche difetto, o della mente o del sistema
nervoso, ne risulta cattiva salute. Tale inefficienza della mente è il risultato della sua costante
incapacità di realizzare i suoi desideri.
La ragione principale di questo, sta nella mancanza di chiarezza e di forza di pensiero che
impedisce la stimolazione del sistema nervoso sino al punto di svolgere l'attività necessaria per
adempiere il desiderio. La completa coordinazione e il perfetto funzionamento richiede una
profonda efficacia di pensiero, da parte della mente, insieme con una corrispondente abilità
esecutiva del sistema nervoso.
L'integrità della natura organica del sistema nervoso è altrettanto essenziale quanto il potere della
mente poiché le due cose sono interdipendenti nelle loro funzioni. Abbiamo trovato che, mentre il
sistema nervoso rimane immutato, un miglioramento dello stato mentale si risolve in una migliore
93 l'arte di vivere
capacità di pensare e in una migliore coordinazione fra la mente e il mondo circostante. Quando la
mente, nella sua pienezza, riesce ad esprimersi nel mondo esteriore, il soggetto entra in un rapporto
più perfetto, e più soddisfacente con l'oggetto. La felicità è chiaramente il risultato
dell'adempimento delle necessità della mente, e questo crea la base di una salute normale.
Si è anche trovato che se lo stato fisico del sistema nervoso viene migliorato mediante le
medicine, mentre lo stato mentale rimane il medesimo, il pensare diventa più profondo e la mente
funziona più intensamente e più efficacemente. Così affermiamo che la mente e il sistema nervoso
sono interdipendenti. Ma poiché la mente è ovviamente di natura più sottile del suo organo, il
sistema nervoso, sembra più saggio dare maggiore importanza alla mente, particolarmente quando
consideriamo la salute mentale.
Un indeterminato numero di fattori può interferire con la crescita di un albero, ma la debolezza
del seme stesso sarà certamente il fattore determinante. Allo stesso modo un qualsiasi numero di
fattori può ostacolare il soddisfacimento di un bisogno, ma certamente la debolezza nel potere del
pensiero supererà tutti gli altri fattori. Un seme forte produrrà un albero persino in un deserto,
mentre nessuna quantità di nutrimento aiuterà un seme debole. Se il potere fondamentale del
pensiero è forte esso troverà la strada verso l'adempimento.
Se, a causa della sua incapacità di soddisfare le proprie necessità e i propri desideri, la mente si
sente inappagata e, per questa ragione, cominciano a sorgere delle tensioni, il modo per eliminarle
sta nel rafforzare la mente aumentando la sua efficacia di pensiero. Questo si ottiene con
l'ampliamento della mente cosciente mediante la meditazione.
Quando le tensioni sorgono nella mente esse si riflettono sul corpo attraverso il sistema nervoso.
La mente ansiosa, dibattendosi costantemente nei suoi problemi in uno stato di insoddisfazione,
esaurisce ed irrita il sistema nervoso e l'organismo. Proprio come un domestico che riceve
costantemente ordini indecisi e confusi dal suo padrone si stanca, si irrita e non riesce più a far
niente, così il sistema nervoso ed il corpo, quando la mente è in uno stato di tensione, si esauriscono
e, alla fine, non riescono a funzionare efficacemente.
In questo modo la tensione mentale produce malattia e persino un cambiamento organico
nell'organismo. Ovviamente la cura di tali sofferenze sta nel creare uno stato mentale mediante il
quale la mente diventi e rimanga stabile. Questo si raggiunge provvedendo all'estensione dell'area
cosciente della mente che, in questo modo è resa più forte.
Quale risultato di questo aumento di forza della mente cosciente, si stabilisce una migliore
coordinazione fra la mente e il sistema nervoso e un sereno e regolare funzionamento del corpo.
Mediante questa coordinazione della mente col sistema nervoso e il suo organo periferico, il corpo,
un'ottima salute mentale viene mantenuta.
Molte persone, in molti paesi di tutto il mondo, realizzano questo mediante la regolare pratica
della meditazione trascendentale.
La salute fisica
Le ricerche mediche hanno dimostrato che gran parte dei disturbi fisici sorgono principalmente
dalla tensione mentale come risultato delle ansie e dei fallimenti nella vita.
Quando abbiamo esaminato la salute mentale, abbiamo visto che il processo della meditazione
trascendentale rinforza la mente e rilascia le tensioni e che, in questo modo, tutte le malattie
psicosomatiche possono essere risolte alla loro sorgente. Vi sono tuttavia malattie puramente
organiche per le quali non c'è un'evidente causa mentale. Ma è ben noto che l'uomo ammalato
assume un atteggiamento mentale ed emotivo verso la sua malattia, che, pur non causando la
malattia stessa, può tuttavia avere effetti profondi sul suo corso. La meditazione certamente elimina
queste ansietà. Essa svilupperà la forza mentale, per resistere alla sofferenza e superarla. Anche
sotto questo aspetto il contributo della meditazione è di reale valore.
Ma consideriamo ora quali effetti può avere la meditazione sulla struttura fisica del corpo al fine
di scoprire i suoi effetti sulle malattie puramente organiche.
94 l'arte di vivere
* A meno che non si realizzi questo stato per alcuni minuti al giorno mediante la meditazione
trascendentale non esiste la possibilità di provvedere alcun riposo per il meccanismo interno del corpo
che, altrimenti, funziona ventiquattro ore al giorno per l'intera durata della vita, sino all'ultimo
respiro. È quindi ovvio il vantaggio, ai fini della salute e della longevità, che il meccanismo interno del
corpo, costretto a funzionare continuamente, può avere con qualche momento di riposo e di silenzio
quotidiano mediante questa regolare pratica.
95 l'arte di vivere
Quando parliamo del livello dell'Essere, vediamo prima chiaramente cosa intendiamo. L'Essere è
il costituente essenziale dell'individuo. Esso semplicemente esiste, nel Suo stato non-manifestato
che costituisce la base di ogni cosa e di ogni fenomeno. Esso è la base dell'intera mente e di tutta la
materia, la base dell'intera creazione manifestata. Questo stato dell'Essere è al di là di ogni esistenza
relativa; per questo esso è definito trascendentale e assoluto. Trascendentale perché Esso è al di
fuori di tutta la creazione relativa; assoluto perché Esso non appartiene all'esistenza relativa. Esso è
l'immutabile eterna esistenza. Come la linfa nell'albero, l'Essere è onnipresente nella creazione. È la
sorgente ultima di tutta l'energia, l'intelligenza, la creatività e l'attività. Esso, in sé stesso, non è né
attivo né passivo, Esso è la sorgente unica di ogni attività e di ogni passività.
Nel campo relativo della vita esistono o l'attività o la passività. L'Assoluto Essere, nella sua
natura essenziale, non appartiene né al campo dell'attività, né a quello della passività. Ogni stato di
vita che non appartenga né all'attività, né alla passività, dimora al di fuori dell'esistenza relativa e
naturalmente appartiene al campo dell'Essere assoluto, e ciò che appartiene al campo dell'Essere
assoluto raggiunge, Esso stesso, lo stato di Essere assoluto. Poiché null'altro che Esso stesso, può
essere Esso.
Il significato delle parole « Essere Assoluto », dovrebbe ora essere chiaro. Alla luce di questa
tesi, « Esso » significa lo stato di vita che non è né attivo né passivo.
Così è chiaro che se il processo metabolico che mantiene vivo il corpo e mantiene la sua
coordinazione con la mente, nel campo relativo dell'esistenza, potesse essere portato
fisiologicamente a uno stato di tranquilla vigilanza, la vita potrebbe essere posta sul livello dello
Essere.
Si potrebbe dire che la consapevolezza dipende dallo stato del sistema nervoso. Quando il
sistema nervoso è attivo nello stato di veglia, la mente non ha la possibilità di dissociarsi dal mondo
circostante; quando il sistema nervoso è stanco la mente non può usare la sua capacità cosciente e la
consapevolezza è perduta nel sonno profondo.
Se il sistema nervoso potesse essere portato a uno stato che consenta alla mente di non perdere
completamente la sua consapevolezza — cioè se la mente potesse semplicemente rimanere
cosciente, senza però essere cosciente di nulla nei confronti del mondo esterno — essa
raggiungerebbe uno stato di pura consapevolezza, in cui non sarebbe né attiva né passiva. Questa
pura consapevolezza è lo stato dell'Essere. Simultaneamente il sistema nervoso raggiunge lo stato di
tranquilla vigilanza che diventa il punto d'incontro per lo stato relativo e lo stato assoluto della vita.
Il sistema nervoso, per quanto riguarda la sua capacità di produrre la consapevolezza è, allora, sul
piano dell'Essere, sul piano dell'esistenza eterna. Questo sarebbe lo stato di perfetta salute fisica e
mentale.
Come è possibile questo? Quale mezzo potrebbe essere adottato per produrre un tale stato
fisiologico del sistema nervoso?
Fisiologicamente il funzionamento del sistema nervoso dipende dal processo metabolico. Il
processo metabolico dipende principalmente dal respiro. Se con qualche mezzo il respiro potesse
essere rallentato o reso più lieve, e ridotto in ampiezza, il processo metabolico verrebbe ridotto. Se
il respiro potesse essere portato in uno stato né attivo né passivo, quello stato di estrema tenuità del
respiro in cui esso fluisce e non fluisce, allora il metabolismo si stabilizzerebbe in uno stato di
sospensione fra l'attività e la non attività, cioè al livello dell'Essere. Questo armonizzerebbe il corpo
con l'Essere. La vita sarebbe mantenuta ma la sua espressione sarebbe silenziosa nell'esistenza
relativa. Questo è lo stato del sistema nervoso che mantiene la mente sveglia in sé stessa e mediante
questo stato di autoconsapevolezza della mente, l'intero corpo sarebbe integrato in sé stesso.
Uno stato di non cambiamento fisico esisterà nel corpo, l'intera struttura fisica del corpo sarà
sospesa al livello del puro stato della vita. Questo sarà uno stato in cui il processo di evoluzione o il
processo di mutamento avranno cessato di aumentare o di decadere; il cambiamento avrà cessato di
essere. Sia il corpo che la mente saranno interamente posti sul livello dell'Essere.
Sia la mente che la materia, che costituiscono l'aspetto sottile e quello grossolano dell'individuo,
saranno elevate a un unico livello di esistenza immutabile, il livello dell'eterno, assoluto Essere. Qui
96 l'arte di vivere
esse si trovano insieme, in unità, perché entrambe avranno raggiunto lo stesso livello di vita.
I risultati desiderati possono essere raggiunti in uno qualsiasi dei seguenti modi:
1. Psicologico: in cui la mente soltanto è coinvolta.
Questo, in pratica, è il sistema della meditazione trascendentale.
2. Fisiologico: nel quale il processo metabolico viene ridotto, lavorando sul corpo e sul respiro.
Questa pratica si raggiunge mediante la cultura fisica dello yoga e appropriati esercizi respiratori.
3. Psicofisiologico: nel quale sia la mente che il respiro vengono fatti funzionare ai loro livelli, al
fine di portare sia la mente che il corpo a quello stato di sospensione al livello dell'Essere.
Vedremo ora come il respiro possa venire portato a uno stato né attivo né passivo.
Questo stato del respiro deve essere creato in modo molto naturale, perché un metodo innaturale
provocherebbe tensione. Esso non può essere raggiunto tentando di rallentare il respiro perché ciò
forzerebbe il processo del respiro. Il problema è come creare uno stato naturale di respirazione
estremamente tenue, in cui il respiro quasi trascenda l'attività. Una via possibile per rallentare il
respiro è data dalla pratica prolungata del controllo del respiro, cosicché il corpo si abituerà a
mantenere sé stesso quando il respiro è emesso o immesso. Questa pratica consiste nel mantenere il
corpo con una respirazione molto tenue e, infine, nel creare uno stato fisiologico in cui il respiro
viene portato in condizioni di non essere più né attivo né passivo.
Lo scopo di portare il corpo al livello dell'Essere si raggiunge come risultato di tale pratica della
respirazione controllata. Ma poiché il successo di questo metodo richiede una lunga pratica di
grande controllo, sotto l'esperta vigilanza di un maestro competente, esso è del tutto inadatto per il
tipo di vita di chi vive nel mondo, specialmente nei tempi moderni.
Tuttavia vi è il sentiero psicologico per raggiungere questo stato del respiro. Consideriamo il
principio che governa questa via. L'esperienza dimostra che il respiro diventa più rapido quando
corriamo e più lento quando ci fermiamo. Il respiro è più rapido dopo che abbiamo mangiato perché
è richiesta una maggiore quantità di ossigeno per la digestione del cibo. Il respiro è lento o veloce
rispetto al lavoro che il corpo deve fare. Il lavoro che il corpo deve fare dipende da come la mente
vuole che il corpo funzioni. Questo significa che l'attività della mente, cioè il pensiero, è alla base
dell'attività del corpo. Così troviamo che l'attività del corpo, il quale controlla direttamente il
processo del respiro, è governata dal processo del pensiero.
Come abbiamo visto il processo del pensiero, sul livello della mente cosciente, è il risultato di
un'attività molto più grande che non al suo punto di partenza. Una maggiore attività naturalmente
richiede una maggiore liberazione di energia nell'organismo e questo ha bisogno di una respirazione
corrispondentemente più pesante. Ma, al contrario, se il pensiero può essere coscientemente
riconosciuto come tale, alla sua sorgente, allora l'energia richiesta per portarlo all'ordinario livello
cosciente della mente, sarà naturalmente risparmiata, e il risultato sarà una minore produzione di
energia nel sistema. Questo provocherà una grande riduzione nel processo di ossidazione che, a sua
volta, attenuerà il respiro. Il fine di portare il respiro a uno stato in cui non sia né attivo né passivo,
sarà raggiunto.
Questo mostra che appena la mente comincia a sperimentare gli stati più sottili del pensiero
durante la meditazione trascendentale, essa si impegna in un'attività proporzionatamente minore e,
come risultato, il respiro comincia, simultaneamente, ad essere più leggero, più tenue e ridotto in
ampiezza. Quando la mente raggiunge l'esperienza dello stato più sottile del pensiero, il respiro
raggiunge il livello più tenue del suo fluire e, finalmente, quando la mente trascende il pensiero più
sottile e raggiunge il livello della pura coscienza, il respiro realizza quello stato che non è né attivo
né passivo: il livello del puro Essere.
Così vediamo che la pratica di portare la mente al livello dell'Essere porta, simultaneamente il
respiro allo stesso livello e stabilizza il sistema nervoso e il corpo sul piano dell'esistenza assoluta.
In questo stato non c'è liberazione di energia mediante il processo metabolico, nessun mutamento o
decadenza nello stato del corpo.
Questo è lo stato di perfetta salute della mente, del sistema nervoso e del corpo.
Il corpo è dunque un mezzo adatto attraverso il quale l'onnipresente Essere assoluto può
97 l'arte di vivere
splendere e irradiarsi nel campo relativo dell'esistenza. Quando uno specchio d'acqua è posto al
sole, il sole vi si riflette. Il sole brilla sempre, ma il suo riflesso non appare se non trova un mezzo
adatto nel quale possa riflettersi. Allo stesso modo l'Essere è sempre ovunque ma non ha
l'opportunità di manifestarsi direttamente nell'esistenza relativa se non viene creato uno stato adatto
del sistema nervoso mediante il quale Esso possa farlo.
Quando il sistema nervoso è portato in questa condizione, sia mediante la pratica del controllo
del respiro e del pensiero, sia mediante entrambe le pratiche, allora il corpo può essere portato al
livello dell'Essere per godere della vita e di una buona salute. Tale è la benedizione della
meditazione trascendentale.
completo accordo con le leggi della natura. Una tale mente, può emanare un influsso disarmonico
inconsapevolmente e senza intenzione.
O la mente funziona naturalmente in modo tale che tutte le leggi della natura siano in perfetto
accordo con la legge cosmica, e una atmosfera vibrante del valore dell'Essere venga creata intorno
all'individuo, oppure l'armonia viene disturbata perché la mente non è stabilizzata in modo naturale
al livello dell'Essere.
L'atmosfera dell'individuo non può essere tanto quieta e calma come lo è il suo corpo quando la
mente raggiunge il trascendentale e l'Essere viene stabilizzato. Il sistema nervoso viene portato a
uno stato di attività e di non attività, uno stato che non è né statico né dinamico, e così il livello
dell'Essere viene acquisito. Non è possibile creare questo stato di perfetto equilibrio nell'ambiente
perché esso è eternamente tenuto in attività dalle leggi della natura operanti in accordo col fine
cosmico dell'evoluzione.
La natura procede sempre in avanti tacendo evolvere eternamente l'intera creazione. Perciò non è
possibile portare la natura al livello dell'Essere trascendentale. Ma poiché il campo eterno, sempre
mutevole della natura è eternamente permeato dallo stato dell'Essere, è possibile fare in modo che
l'Essere trascendentale vibri nell'ambiente eliminando la disarmonia che potrebbe essere emanata
dall'individuo non evoluto cosmicamente. Questa disarmonia dovrebbe essere compresa in modo
giusto. Prendiamo il caso di un uomo che non è cosmicamente evoluto e che agisce e pensa secondo
il suo livello di coscienza.
I suoi desideri non possono accordarsi col fine cosmico, perché essi non hanno basi cosmiche,
perciò tutto quello che egli fa non può essere in armonia col fine cosmico.
Qualsiasi attività o pensiero svolto da un individuo che è in accordo con l'evoluzione naturale e
col fine cosmico, crea un influsso che è in armonia con le leggi naturali. Ma se l'attività o il pensiero
non sono in armonia col fine cosmico, sono contro il corso naturale dell'evoluzione e l'intera
atmosfera diviene tesa; tutte le leggi della natura soggette a quell'influsso vengono turbate. Correnti
contrarie alla condizione naturale dell'evoluzione sono messe in moto nella atmosfera e il flusso
naturale dell'evoluzione individuale e cosmica viene deviato.
Qui noi troviamo la ragione per vivere una vita virtuosa. Tutto ciò che è morale, virtuoso e
veritiero nella vita è in accordo con le leggi della natura. Tutto quello che è immorale, corrotto e
nocivo è contro l'evoluzione.
Quando l'uomo pensa in modo sbagliato, parla e agisce in modo sbagliato egli forza le leggi della
natura che operano intorno a lui e causa discordia in esse. Questo può essere sentito. Se si entra
nella stanza di un uomo cattivo si comincia a sentire il suo influsso nocivo. Se si entra nella stanza
di un uomo buono si sente immediatamente un influsso di armonia. Il suo influsso è trattenuto dalle
pareti intorno a lui; egli è, per così dire, nelle pareti, nel soffitto e nel pavimento della sua stanza.
Questo influsso di armonia è a sua volta sentito dagli altri come un piacere interiore. Quando si è
contenti il senso di armonia e di buona volontà che si crea nella stanza di un amico è in accordo col
processo dell'evoluzione.
Quando l'individuo si è elevato alla coscienza cosmica tutti i suoi pensieri e le sue azioni
rientrano nella finalità cosmica. Qualsiasi cosa egli faccia, dica o pensi aiuta il processo
dell'evoluzione, e aiuta a neutralizzare l'influsso innaturale creato nell'atmosfera da menti non
ancora integrate.
Elevando la nostra coscienza al livello della pura coscienza, poniamo naturalmente l'ambiente e
le circostanze in armonia col fine cosmico in accordo, cioè, con l'Essere cosmico.
Questo significa diffondere il valore dell'Essere nell'ambiente o portare l'ambiente al livello
dell'Essere.
Che cosa intendiamo dicendo che portiamo l'ambiente al livello dell'Essere? Intendiamo che
l'individuo non deve emanare vibrazioni o influssi che possano in qualsiasi modo essere opposti al
processo naturale dell'evoluzione o che possano creare disarmonia nel funzionamento naturale della
creazione a tutti i suoi diversi livelli. Perciò, affinché l'Essere possa rimanere in perfetto accordo
con tutti i diversi strati della natura, nell'atmosfera dell'individuo, è solo necessario che l'individuo
99 l'arte di vivere
si elevi allo stato di pura coscienza. In questo modo egli porta il suo ambiente e l'atmosfera nella
grazia dell'Essere ed evita di creare delle resistenze fra la legge cosmica e le innumerevoli leggi
della natura che funzionano nei diversi strati dell'esistenza.
Quando il respiro dell'individuo diventa impulso di vita eterna, la sua salute è portata al livello
della salute eterna della vita cosmica. Quando l'Essere è stabilizzato al livello cosciente della mente,
allora il corpo serve il fine dell'evoluzione cosmica. Una tale mente e un tale corpo emanano
nell'atmosfera un influsso perfettamente sano.
Sicché soltanto quanto l'Essere è stabilizzato a tutti i livelli della vita individuale è possibile
realizzare uno stato di perfetta salute a tutti i livelli della vita individuale. Quando tutti i diversi
aspetti dell'albero sono saturi di linfa, solo allora l'intero albero respira una salute perfetta; se una
parte qualsiasi dell'albero perde il suo contatto diretto con la linfa, essa comincia ad avvizzire. Allo
stesso modo, quando un aspetto qualsiasi della vita individuale perde la coordinazione con l'Essere,
essa comincia a soffrire della mancanza dell'Essere. Quando l'atmosfera non riesce a ricevere
l'influsso dell'Essere attraverso l'individuo, essa perde la salute e diventa tesa.
Questo, come abbiamo detto, viene sentito dall'individuo e non gli porta un senso di armonia e di
pace, ma piuttosto un senso di sforzo e di agitazione, di paura e di tensione.
Quando il corpo non ha la possibilità di elevarsi al livello dell'Essere, perde la forza della vita.
Quando il sistema nervoso non viene portato a quello stato di tranquilla vigilanza da noi descritto, il
corpo diventa teso, così come una macchina che funziona continuamente, senza mai fermarsi, è
soggetta a grande logorio. Ma se alla macchina vengono concessi intervalli di riposo, il logorio è
minore e la sua vita di maggiore durata. Allo stesso modo quando il corpo viene portato a quello
stato di tranquilla vigilanza, nel quale il sistema nervoso rende possibile alla mente di sperimentare
l'Essere trascendentale, esso è riposato e non è continuamente soggetto alle tensioni; esso comincia
a mantenere il suo livello normale di vita, libero da sforzo e da tensione. Quando la mente vaga
senza sosta nel campo del desiderio oscillando fra diversi sentieri, e diverse mete della vita relativa,
essa non raggiunge la grande meta della beatitudine eterna. Niente, nel mondo, può dare alla mente
un appagamento durevole perché ogni cosa è peritura e soggetta a continuo mutamento. Per questo
la mente, nella sua ricerca inappagata di felicità, vaga continuamente cercando nel campo della
varietà un punto dove essa possa riposare in eterna beatitudine. Un uomo che possieda una tale
mente trova soddisfazione e appagamento durevoli solo quando egli realizza l'armonia con la
coscienza di beatitudine dell'Essere.
È questo stato che porta appagamento eterno alla mente e le dà stabilità. Esso porta la mente al
compimento e ne costituisce lo stato più sano, mediante il quale essa ha acquisito il fine della vita,
l'eterna coscienza di beatitudine.
Così troviamo che armonizzando la mente con l'Essere mediante il processo della meditazione
trascendentale, è possibile rimanere in uno stato di perfetta salute fisica e mentale e mantenere la
salute dell'atmosfera. Questo è il modo che consente di conseguire una salute perfetta su tutti i
livelli della vita individuale.
Il problema della salute non verrà risolto se non lo consideriamo da ogni aspetto della vita
individuale: mente, corpo, ambiente ed Essere. Se non teniamo conto dell'Essere, il fine della salute
fisica e mentale non verrà realizzato; proprio come, non tenendo conto della importanza della linfa,
la salute dell'albero, dei suoi rami, dei suoi fiori e dei suoi frutti non potrà essere mantenuta. Un
abile giardiniere, vedendo una foglia avvizzita, non si preoccupa di curare la foglia stessa. Egli la
considera come un segnale d'allarme per l'intero albero. Così egli dirige la sua attenzione alla
radice, la innaffia e, facendo questo, dà alla linfa la possibilità di raggiungere tutte le parti
dell'albero.
Allo stesso modo, quando un uomo trova che la sua atmosfera è tesa, la sua mente è tesa, o il suo
corpo sofferente di qualche malattia, egli sa che questi sono sintomi di allarme della sua vita intera.
Un uomo saggio andrà alla radice del problema.
Un cattivo influsso, di qualunque genere, emesso dalla mente e dal corpo di un individuo, crea
tensione nell'atmosfera. La tensione mentale è prodotta da un errato tipo di attività. Quando il
100 l'arte di vivere
processo del pensare non è in accordo col fine cosmico delle leggi della natura esso crea tensione e
sofferenza nel corpo e nella mente e produce influssi negativi nell'atmosfera.
L'insuccesso nell'adempimento dei desideri umani sorge quando il flusso della vita individuale
non è in armonia con le leggi della natura. Come si può rimediare a questo? La fisica, la chimica, la
biologia, la fisiologia, l'anatomia e tutti i diversi rami del sapere studiano le diverse leggi della
natura. Gli strati della creazione e le leggi della natura sono innumerevoli, e sono pure svariati i
modi delle loro interdipendenze. Non è umanamente possibile conoscere tutte le leggi della natura.
Ma, portando la mente al livello della legge cosmica, essa può venire sintonizzata con ogni legge
della natura. Se la vita individuale non è in armonia con la natura essa porterà sempre tensione nel
corso naturale dell'evoluzione. La tensione prodotta nell'atmosfera porta la sua massima reazione
sull'individuo stesso. Ecco perché esistono discordie, malattie e la sofferenza.
Se la salute dell'individuo viene considerata in modo adeguato essa non può venire esaminata in
modo settoriale. La salute di una mano può soltanto essere compresa tenendo conto della salute
dello intero corpo, e la salute dell'intero corpo può soltanto essere compresa tenendo conto
dell'intero sistema nervoso che, a sua volta può essere compreso solo tenendo conto della mente. La
mente può soltanto essere capita tenendo conto dell'Essere, poiché, alla fine, l'Essere è l'essenza
della vita individuale e la sua stessa base. Soltanto se esiste la coordinazione fra la mente e l'Essere,
fra il corpo e la mente, fra l'atmosfera e il corpo il problema della salute può essere risolto.
Non è sufficiente esaminare la salute dell'uomo tenendo conto, soltanto, della fisiologia o della
psicologia. Il problema della salute verrà risolto soltanto quando verrà risolto il problema della vita
nella sua totalità.
Ma si dovrebbe ricordare che la considerazione settoriale di questi diversi aspetti della vita
individuale non è sufficiente. L'esame della coordinazione fra di essi è anche di vitale importanza.
Il risultato delle ricerche nel campo delle scienze mediche porta a teorie psicologiche e a
scoperte nel campo della fisiologia che affrontano il problema della salute secondo un'angolazione
molto limitata. In questo modo solo aspetti parziali della salute possono essere esaminati. Ecco
perché la sofferenza continua ad esistere.
Non è nostra intenzione mettere in evidenza il danno causato all'intera personalità affrontando il
problema della salute in modo parziale; medici e psicologi sono essi stessi consapevoli delle
limitazioni alle quali sono soggetti.
Quando il problema della sofferenza, fisica o mentale, deve essere affrontato, esso va affrontato
alla radice per conseguire risultati durevoli. La causa di tutte le cause nella vita, è l'Essere. E tutte le
cause della sofferenza sorgono da una coordinazione inadeguata fra l'Essere e i diversi piani della
vita individuale. Così, se la perfetta salute è la meta, c'è una formula per ottenere una salute buona
in tutte le sfere di vita. Questa formula è basata sulla coordinazione fra l'Essere e la mente, fra la
mente e il corpo, fra il corpo e l'ambiente.
La causa della sofferenza fisica e mentale nel mondo dipende dall'ignorare l'Essere, dall'ignorare
che, infondendo il valore dell'Essere nella mente, nel corpo e nell'ambiente la causa prima di ogni
malattia e sofferenza può essere eliminata.
È tempo che la professione medica, nei diversi paesi, consideri il valore dell'Essere e sottoponga
a controlli scientifici gli effetti fisiologici e psicologici della meditazione trascendentale cosicché la
salute fisica e mentale di tutti possa trarre beneficio dall'Essere. Oggigiorno, in quasi tutti i paesi del
mondo ci sono persone che praticano la meditazione trascendentale e che sarebbero dei buoni
soggetti per esperimenti atti a determinare i cambiamenti fisiologici e psicologici dovuti
all'influenza dell'Essere. Molte migliaia di queste persone hanno constatato che la loro salute
migliora, che anche il loro comportamento verso gli altri migliora e che l'armonia nell'atmosfera è
mantenuta a tutti i livelli.
Capitolo Ottavo
L'ISTRUZIONE
Lo scopo dell'istruzione è di coltivare la mente dell'uomo affinché egli possa adempiere tutti i
propositi della sua vita. L'istruzione, per giustificare sé stessa, dovrebbe mettere l'uomo in grado di
usare il pieno potenziale del suo corpo, della sua mente e del suo spirito. Dovrebbe pure sviluppare
in lui l'abilità di fare il miglior uso della sua personalità, del suo ambiente e delle circostanze
cosicché egli possa compiere il massimo nella vita, per sé stesso e per gli altri. Ci sono delle
straordinarie possibilità latenti che non vengono mai sviluppate dai giovani durante la loro vita
studentesca, che costituisce il periodo più prezioso per porre le fondamenta del loro avvenire.
Quando si viaggia e s'incontrano persone di diversi paesi, si trova che l'opinione pubblica, in
quasi tutti i paesi, è insoddisfatta del prevalente sistema d'istruzione. In nessun paese del mondo la
gente è veramente soddisfatta delle proprie istituzioni scolastiche. Non sono molti coloro che
potrebbero indicare esattamente ciò di cui ha bisogno il sistema scolastico e suggerire che cosa
manca nel programma attuale delle scuole, delle università. Eppure è evidente che c'è ovunque
insoddisfazione riguardo ai programmi esistenti. Non soltanto le masse sono insoddisfatte, ma
anche talune eminenti autorità nel campo dell'istruzione parlano di queste deficienze.
Ciò che manca è un sistema completo di istruzione che dia profondità al programma di studio e
renda possibile agli studenti di diventare dei cittadini responsabili, pienamente adulti in tutti i valori
della vita, radicati nella coscienza e nella comprensione più elevata.
Le materie dovrebbero essere insegnate in modo tale da far capire agli studenti l'intera portata
della vita. Qualsiasi materia essi scelgano dovrebbe essere presentata in maniera tale da offrire loro
un completo panorama dei pieni valori del vivere. Attualmente, con l'avvento di nuove idee in tutti i
campi della cultura, un numero sempre maggiore di materie viene aggiunto ai programmi, e ogni
materia specializzata diventa un nuovo ramo di studio in sé stessa.
Ovviamente ciascun argomento di studio va dai suoi aspetti più elementari a quelli più elevati,
ma nessun ramo dello scibile ha mai raggiunto l'apice del sapere nel suo proprio campo. Ciascun
ramo di studio presenta grandi scoperte, ma scoperte ancora maggiori aspettano le generazioni
future. La più alta conoscenza di qualsiasi materia di studio è al di là delle attuari possibilità di
ricerca. Sicché ogni branca del sapere è in uno stato molto incompleto.
È necessario che la saggezza dell'Assoluto integri ogni argomento di studio.
Lo studio dell'Assoluto rivelerà agli studenti i grandi e nascosti valori della vita che si trovano al
di là della fase ovvia, fenomenica dell'esistenza. Tale studio darà loro un senso più profondo
dell'esistenza, una più vasta visione della vita e l'intuizione dell'insondabile oceano della saggezza.
Esso, inoltre, rivelerà loro le possibilità di acquisire, nella vita, valori molto più grandi ed elevati di
quelli ottenuti al livello dell'esistenza relativa. Se la tecnica della meditazione trascendentale fosse
praticata insieme con lo studio dell'Assoluto, il fine dell'istruzione, nel senso reale della parola,
sarebbe veramente realizzato.
Degli studenti intraprendenti, in molti paesi, stanno già scoprendo tutto questo da loro stessi
mediante la pratica della meditazione trascendentale. Ma essi e i loro colleghi, che li superano di
molto nel numero e che ancora non conoscono questa tecnica, verrebbero enormemente aiutati se le
autorità, nel campo dell'istruzione, introducessero nei programmi delle scuole e delle università
questo studio pratico dell'Assoluto.
Gli attuali sistemi di istruzione offrono agli studenti soltanto nozioni superficiali. Non c'è nulla,
oggi, nell'istruzione, che sviluppi i valori interiori della mente, del corpo e dello spirito. Qualsiasi
istruzione viene ricevuta semplicemente a livello di superficie. Su ciascuna materia vengono
impartite certe spiegazioni e se lo studente riesce a ricordarle è promosso. L'attuale sistema
d'istruzione prepara lo studente soltanto per una carriera intesa principalmente a guadagnarsi la vita.
Gli insegnamenti relativi al mondo interiore della mente e dello spirito sono difficilmente
ottenibili. È sorprendente come gli aspetti interiori della vita che costituiscono la base stessa di ogni
vita ed esistenza esteriore siano stati ignorati per tanto tempo in tutto il mondo. Ora è giunto il
momento in cui, insieme con gli aspetti esteriori dei diversi rami di studio, si può offrire agli
studenti la conoscenza delle sfere interiori della vita. Senza la conoscenza dell'Assoluto e senza la
pratica della meditazione trascendentale, per sviluppare le facoltà mentali, la istruzione rimane
incompleta. Questa generazione di studenti è priva del contatto coi valori interiori della vita e con la
base permanente dell'esistenza, solo perché questo sistema della meditazione trascendentale è
ignorato da coloro che organizzano gli attuali programmi di studio in ciascun paese.
Quando allo studente viene data soltanto una cultura superficiale nel suo ramo di studio, egli non
ha una base da cui scandagliare quella materia nella sua vera profondità. Quanta parte del mondo «
potrebbe » essere investigata fisicamente e conosciuta mediante lo studio dei fenomeni? L'universo
è così vasto e la creazione così illimitata, che non è possibile analizzare e sviscerare ogni cosa
nell'intera creazione. Ecco perché il presente sistema d'istruzione non riesce a soddisfare la sete di
conoscenza. Esso suscita la sete ma non ha i mezzi per soddisfarla.
È pressoché sempre vero che quando si studia, in qualsiasi campo dello scibile, ci si trova di
fronte un più grande campo sconosciuto. Anche quando si possiede un'ampia conoscenza su di un
particolare soggetto, un ulteriore studio più avanzato può, alla fine, rivelare allo studioso un più
vasto campo del sapere che è per lui ignoto e inaccessibile. Gli attuali sistemi di istruzione aiutano
più a palesare ciò che si ignora di un soggetto che ad offrirne la conoscenza. Questo stato di cose
rimarrà tale fino a quando gli attuali programmi saranno soltanto basati su di un insegnamento
informativo.
L'unico modo per migliorare questo deplorevole stato è di trovare i mezzi per coltivare la mente
dall'interno, per renderla forte cosicché quando un ramo della conoscenza viene studiato a livello
informativo, sia anche possibile indagare gli aspetti più profondi.
Se questa cultura interiore fosse offerta allo studente di qualsiasi ramo di studio, insieme col suo
normale corso di istruzione, questo verrebbe integrato da uno sviluppo della mente e di tutte le
facoltà mentali, dall'interno.
Un uomo veramente colto sarebbe il prodotto di tale sistema. Questa sarebbe una cultura che non
lascia nessuna porta della conoscenza chiusa alla mente, e che mette ogni studente in grado di
realizzare una totale conoscenza del proprio ramo. Allora i cittadini del mondo trarrebbero
veramente beneficio da ciò che noi chiamiamo « istruzione ».
Un tale sistema non creerebbe soltanto la capacità di provvedere alle necessità della vita per
mezzo di un impiego, ma rivelerebbe all'uomo in fase di sviluppo il vero significato della sua vita
interiore. Egli svilupperebbe un carattere ardito e brillante nella sua carriera. Ogni uomo sarebbe
ben preparato per ricevere una grande conoscenza in qualsiasi disciplina.
Dare allo studente un vasto numero di materie di studio non fa che metterlo in grado di
sceglierne una fra le tante, ma ogni uomo ha dentro di sé tali straordinarie facoltà mentali latenti
che, se egli potesse svilupparle bene durante la sua vita di studente, ogni cittadino del mondo
sarebbe una personalità altamente sviluppata che userebbe le sue piene potenzialità per il suo
proprio bene e per quello degli altri.
Senza una tecnica per lo sviluppo delle facoltà mentali il genio presente entro l'uomo viene
soltanto sciupato. Abbiamo visto che, quando ci si rivolge all'interno durante la meditazione, la
capacità cosciente della mente viene sviluppata appieno.
Uscendo dalla meditazione, le potenzialità interiori dell'uomo, la natura spirituale della coscienza
trascendentale, emergono per essere vissute insieme con tutti i valori relativi delle forme e dei
fenomeni del mondo.
Questo sistema, che costituisce una facile via d'accesso allo sviluppo mentale, allo schiudersi di
tutte le potenzialità latenti, e anche a una via diretta per scandagliare i valori spirituali della vita
interiore, e per illuminare i valori materiali con la luce del sé interiore, è una tecnica semplice e
diretta di formazione realizzata dall'interno. Essa dovrebbe essere inclusa fra i programmi per gli
studenti, almeno nelle università, affinché una nuova umanità possa sorgere, sviluppata nella
pienezza della personalità, libera da manchevolezze e dall'ignoranza dei valori interiori della vita.
Questa è la necessità di ogni paese. Ogni paese nel quale questo sistema venga introdotto, otterrà
presto grandi benefici rispetto alle altre nazioni. I suoi cittadini saranno molto più capaci in tutti i
campi del pensiero, della parola e dell'azione perché essi faranno uso del loro pieno potenziale. Un
tale paese avrà migliori uomini d'affari, migliori tecnici, statisti, scienziati, sociologi, gente migliore
in ogni campo della vita. La sua popolazione sarà più integrata nella propria personalità, più felice e
pacifica.
Il sistema esiste; esso è stato provato e il suo valore è stato dimostrato in ogni parte del mondo.
Se esso verrà adottato o meno, non dipende solo dalle autorità preposte all'istruzione. È più
probabile che una richiesta a questo fine verrà dagli studenti stessi, dato che molti di essi lo
praticano già con notevole successo.
Analizziamo ora i diversi argomenti di studio alla luce della meditazione e vediamo come questa
pratica e lo studio dell'Assoluto, possano arricchire ogni ramo della cultura e glorificare l'intero
campo dell'istruzione realizzandone il significato globale.
L'economia
L'economia è la scienza della produzione, della distribuzione, e del consumo delle risorse per
soddisfare le necessità umane. Lo scopo dell'economia sarebbe raggiunto se e quando essa potesse
creare nella vita, uno stato di abbondanza tale da soddisfare pienamente tutte le necessità di tutti i
popoli. Un tale stato di abbondanza materiale potrebbe essere creato, ma è difficile dire se esso
potrebbe soddisfare l'uomo e se lo appagherebbe. Anche oggi, coloro che godono di un benessere
materiale nella loro vita individuale, non sono completamente soddisfatti. Se l'appagamento
dell'uomo non viene raggiunto il fine stesso dell'economia viene annullato.
Si può decisamente affermare che, finché l'uomo non raggiungerà una felicità permanente, egli
non sarà appagato né soddisfatto nella vita. Il fine ultimo dell'economia è di diffondere questo
appagamento permanente. Perciò appare chiaro che il campo dell'economia non dovrebbe soltanto
essere ristretto alla produzione e al consumo in senso materiale, ma dovrebbe essere esteso sino a
portare la più grande felicità di natura permanente alla portata di tutto il genere umano.
L'esperienza dell'Assoluto è un mezzo diretto per raggiungere la felicità interiore, la grande
felicità che potrebbe divenire parte integrante della natura di ognuno. Così troviamo che la
meditazione porta a compimento il più alto fine dell'economia. I più grandi economisti dovrebbero
solo introdurre la meditazione trascendentale nei loro studi. La meditazione aumenta anche l'abilità
e l'efficienza in tutte le attività umane e arricchirà direttamente il campo dell'economia sul piano
materiale, sul quale essa è, attualmente, molto impegnata. Così troviamo che la meditazione è
necessaria all'economia persino nell'ambito delle sue attuali finalità.
Gli studenti che si dedicano alla ricerca troveranno, in questo, un argomento degno di studio e di
sviluppo. La realizzazione che l'Assoluto è indispensabile al compimento dell'economia porterebbe
questa scienza al di là delle limitazioni delle sue attuali teorie, estendendo il suo campo d'indagine
ai suoi veri limiti.
Se il campo dell'economia è limitato a creare soltanto abbondanza materiale, è chiaro che esso
verrà meno al suo proprio fine.
La cultura umanistica
La cultura umanistica: — filosofia, teologia, letteratura, storia —, consiste nel documentare ciò
che gli uomini hanno ritenuto importante, e ciò che dovrebbe esserlo, nei diversi campi della vita
umana. La base di ogni valore relativo della vita è l'Assoluto, che è la sorgente e il fine di ogni cosa.
Senza una appropriata conoscenza dell'Assoluto, perciò, i progressi nella cultura umanistica
rimarranno incompleti.
Lo scopo della cultura umanistica dovrebbe essere esteso al di là del suo limite presente, e
includere l'esperienza diretta dell'Assoluto. Sembra essenziale che lo studio dell'Assoluto sia
introdotto come parte della cultura umanistica.
104 l'arte di vivere
La filosofia tende infatti allo studio dell'Assoluto. Ma senza una diretta esperienza dell'Assoluto,
la Sua natura rimane inconcepibile nel campo della logica e dell'analisi.
Senza la meditazione la mente non può mai sperimentare i domini più sottili dell'esperienza
relativa, né conoscere la natura dell'Assoluto, e così gli studi umanistici rimarranno incompleti. La
cultura umanistica, come è insegnata oggi, non aiuta nessuno ad avere forti convinzioni sulla vita e
sui suoi più alti fini.
Gli studi umanistici saranno completi solo con la pratica della meditazione trascendentale. Essa
soltanto può soddisfare la necessità urgente di espandere il dominio della cultura umanistica oltre il
suo limite attuale, rendendola capace di adempiere al suo fine.
Le scienze politiche
Lo scopo dello studio delle scienze politiche è di imparare come meglio organizzare gli esseri
umani per aumentare la pace e la felicità della loro vita. Questa visione del ruolo delle scienze
politiche è stata accettata sin dal tempo di Confucio.
Per migliorare il mondo occorre migliorare le nazioni; per migliorare le nazioni occorre
migliorare le comunità; per migliorare le comunità occorre migliorare gli individui. Appena
l'individuo migliora sé stesso, la famiglia tende verso la perfezione; l'effetto si riflette dalla famiglia
alla comunità, che ne è influenzata; l'effetto passa poi dalla comunità, alla nazione e al mondo.
Limitarsi a studiare le istituzioni politiche dei diversi paesi, i loro partiti e costumi politici non
aiuta minimamente l'uomo a migliorare come « uomo ». Perciò, se lo scopo delle scienze politiche
si limita a questo genere di studi, il loro fine rimarrà irrealizzato. La meditazione trascendentale
scopre le facoltà latenti e migliora le capacità umane in tutti i campi della vita. Perciò sembra
essenziale che la pratica della meditazione sia inclusa nello studio delle scienze politiche.
Quando la conoscenza delle organizzazioni è basata sulle facoltà interiori pienamente sviluppate,
così da poter migliorare le qualità e le capacità umane, lo studio delle scienze politiche avrà
raggiunto il suo pieno scopo e avrà individuato il suo vero oggetto di studio.
La sociologia
La sociologia studia il comportamento dei gruppi e delle comunità. Essa tende a migliorare le
condizioni di vita dell'uomo perfezionando le sue istituzioni sociali. I mutui rapporti fra i membri di
una comunità stabiliscono il grado di evoluzione di una società. Il comportamento sociale dei
membri dipende dallo stato delle loro menti individuali. Quando un individuo soffre di
insoddisfazione interiore il suo comportamento verso gli altri è spinto da motivi nascosti a
raggiungere i suoi propri fini. Questo porta artificiosità nelle sue relazioni e, alla lunga, le
corrompe, così l'armonia della vita della comunità è rotta.
Se la sociologia non tende ad aumentare la soddisfazione interiore degli individui e il loro amore
per gli altri, il suo fine rimane incompiuto.
Lo studioso di sociologia la cui propria personalità non sia adeguatamente integrata, non può
studiare soddisfacentemente i rapporti fra gli uomini, o applicare le sue conoscenze sociologiche per
migliorarli. La meditazione trascendentale conduce la mente alla felicità interiore, portando
appagamento interiore che si traduce in un giusto modo di pensare e in un vero senso dei valori. La
soddisfazione interiore conduce naturalmente ad aumentare la tolleranza e la capacità di
armonizzare i rapporti in conflitto. L'amore spontaneo per gli altri porta armonia reciproca.
Il miglioramento dei rapporti sociali dipende dalla buona volontà e dall'abilità di adattarsi alle
diverse nature e alle mutevoli circostanze che si verificano entro la società. I rapporti sociali
migliorano sviluppando le qualità della mente e del cuore degli individui.
Colui che non ha il cuore e la mente in armonia, non riuscirà ad avere una completa visione della
vita, del suo ambiente, e dei suoi rapporti con gli altri.
L'intelletto di uno studioso di problemi sociali deve essere così acuto e comprensivo da
accomunare l'innocenza del fanciullo con la saggezza di un padre anziano. Solo allora egli può
comprendere la pienezza e la completezza dei rapporti fra padre e figlio. Uno studioso di problemi
105 l'arte di vivere
sociali dovrebbe inoltre essere capace di capire e di migliorare il comportamento fra un tiranno
privo di scrupoli e le popolazioni oppresse, innocenti e prive di aiuto.
La psicologia
La psicologia comprende come area di studio, le possibilità della mente umana. La psicologia
fisiologica studia come la funzione della mente venga influenzata dalla natura del corpo, mentre la
psicologia della personalità mette a fuoco le differenze individuali nel campo del pensiero. Lo
scopo di entrambi questi rami della psicologia è di capire il comportamento umano normale e
anormale e di usare questa conoscenza per aiutare gli individui ad integrare la loro personalità. Il
processo di integrazione prima promuove la normalità della mente cosciente, poi tende a rivelare la
mente subcosciente.
Lo scopo della psicologia è di porre in relazione gli stati consci e subconsci della mente. Questo
è un ideale meraviglioso e, per quanto riguarda la sua realizzazione pratica, le tecniche per portare
una mente anormale a uno stato normale, possono essere pienamente giustificate. Ma i tentativi
delle attuali analisi per mettere in correlazione il conscio col subconscio sono molto deludenti nei
loro risultati.
I tentativi di mettere in luce i ricordi repressi di esperienze traumatiche, arrivano soltanto ai
livelli più profondi della mente cosciente che possono essere considerati i livelli superiori del
subconscio, chiamati da Freud il preconscio. La mente, ai più profondi livelli del subconscio,
possiede la capacità di sperimentare i campi più sottili della creazione, che sono al di là delle
percezioni ordinarie.
L'insoddisfazione interiore sentita dalla grande maggioranza delle persone che non sono né
nevrotiche né psicopatiche, indica certamente la necessità di una tecnica per raggiungere la felicità
interiore. Se la psicologia moderna potesse soddisfare questo bisogno, allora lo studio della mente,
secondo gli schemi moderni, potrebbe essere considerato utile e fruttuoso. Ma qual è l'utilità di uno
studio della mente che non riesce né a svelare le facoltà mentali latenti, né ad estinguere la sete di
felicità?
II sistema della meditazione trascendentale è un metodo per sensibilizzare la mente sino al suo
punto massimo di affinamento. È un processo che rende attivi i livelli latenti della mente subconscia
e che sviluppa le facoltà nascoste e realizza, nella vita, la felicità interiore dell'anima, migliorando
ogni aspetto del pensiero, della parola e dell'azione dell'uomo, per il suo stesso bene e per quello
dell'intera società.
La psicologia avrà un valore solo se la meditazione diventerà parte integrale del suo studio e
verrà adottata dagli psicoanalisti e dagli psichiatri. In verità molti psicologi di avanguardia, capaci
di giudicare la validità della loro scienza, trovano qualcosa di deludente nella psicologia moderna,
perché essi hanno riscontrato, in pratica, di non essere in grado di ottenere quei notevoli risultati che
desidererebbero.
Gli effetti della meditazione trascendentale vanno al di là dei limiti posti dalla psicoanalisi, che si
sforza di portare a uno stato cosciente solo il materiale represso nell'area preconscia della psiche,
ma che non riesce a mettere in correlazione la mente cosciente coi livelli più profondi del
subconscio.
La psicoanalisi non riesce a svelare le facoltà latenti e nemmeno a raggiungere lo stato di pura
coscienza, al di là del subconscio.
I ricercatori nel campo della psicologia potrebbero facilmente sperimentare, loro stessi, la
validità di questo metodo e sarebbero, allora, in grado di sviluppare le loro teorie oltre i limiti
dell'attuale psicologia.
Le scienze naturali
Le scienze naturali studiano il cosmo a vari livelli di organizzazione: al livello subatomico,
atomico, molecolare, cellulare e ai livelli degli organismi biologici della creazione oggettiva. Esse si
occupano del modo in cui la materia e l'energia operano per produrre i diversi aspetti della
106 l'arte di vivere
creazione. Il loro scopo è di dare all'uomo un certo controllo su queste forze, tale da migliorare il
suo benessere materiale. Sforzandosi di raggiungere gli aspetti più sottili della creazione e,
finalmente, di trovare la causa ultima della creazione, le scienze naturali aspirano ad usare la
conoscenza della causa ultima della creazione, per controllare i fenomeni e rendere, così, l'uomo
padrone del cosmo.
Tutto questo è campo di dominio della mente. Se la mente dello scienziato è libera dalle
preoccupazioni e dalle difficoltà della vita, se è pacifica, felice e appagata, se il suo intelletto è
acuto e la sua capacità discriminante è sottile, se egli ha un'intuizione e una preveggenza sviluppate,
allora certamente sarà capace di scoprire molto di più di quanto non sia stato scoperto in molti
secoli di ricerche scientifiche.
Tutte queste qualità della mente vengono facilmente sviluppate col sistema della meditazione
trascendentale. In sua assenza le scoperte degli scienziati moderni sono più che altro accidentali, e
dovute al caso, nel corso di ciò che è chiamato un metodo sistematico di ricerca. Tali scoperte
fortuite fatte da menti incomplete nel campo delle forze naturali, hanno prodotto i mezzi di
distruzione per l'umanità. Come un bambino che gioca con tutto quello che trova, persino con un
pezzo di carbone rovente, le menti incomplete degli scienziati di oggigiorno in tutto il mondo
giocano con tutto ciò che esse trovano, per caso, durante i loro esperimenti, includendo le forze
atomiche e nucleari.
Un serio modo di pensare deve mostrare che, senza lo studio dell'Assoluto, la cultura è priva di
significato. Speriamo che coloro che dirigono il corso dell'istruzione in tutte le parti del mondo
comprendano questa opportunità di preparare il terreno per la completa cultura della presente e delle
future generazioni.
107 il compimento
Capitolo Nono
La necessità di riabilitare coloro che violano la legge e i criminali, è un vecchio problema che ha
afflitto molte civiltà. Finora nessuna soluzione efficace è stata trovata al problema di trasformare i
delinquenti e i criminali in individui utili.
Il crimine è una scorciatoia per soddisfare una brama insaziabile — una scorciatoia che va al di
là dei mezzi normali e legali. Il crimine, la delinquenza e le diverse modalità di comportamento
antisociale, esprimono le tensioni che sorgono da una profonda insoddisfazione della mente, da una
mente debole e da emozioni squilibrate. Una mente debole manca di equilibrio e di senso delle
proporzioni.
Nessun modo di affrontare il problema della delinquenza e della criminalità può essere
veramente efficace, se non si pone rimedio alla debolezza della mente che ne è alla base. La
soluzione sta nell'ampliare la capacità cosciente della mente e nel rafforzarla.
Ci sono molte persone di talento tra coloro che, a causa del loro comportamento mal diretto,
sono rinchiuse dietro le sbarre. Se esse potessero essere riabilitate con successo, invece di costituire
un peso, potrebbero diventare dei cittadini utili, capaci di portare un reale contributo genuino al
progresso della società.
La pratica della meditazione trascendentale ha dimostrato di essere in grado di risolvere ogni
genere di tensioni e di trasformare una natura dura e crudele, in una tollerante e compassionevole.
Perciò è solo necessario introdurre questa pratica per assicurare la rapida ed efficace
riabilitazione di coloro che offendono la legge e dei criminali.
profondi. D'altro canto abbiamo visto che la pratica regolare della meditazione trascendentale
produce risultati meravigliosi e pienamente soddisfacenti nel ri-creare e nel ringiovanire il corpo e
la mente.
Capitolo Decimo
IL BENE E IL MALE
Ogni cosa, nella creazione, è così intimamente connessa con ogni altra, che non è possibile
distinguere completamente l'esistenza di una cosa dall'altra. E l'influsso di una cosa su ogni altra, è
così universale che nulla può essere considerato isolatamente. Abbiamo già spiegato come
l'universo reagisca all'azione individuale e abbiamo visto che la questione del bene e del male è un
problema molto complesso. Solo chi sapesse tutto sull'intera creazione e fosse capace di
determinare l'influsso di un'azione individuale a ogni livello dell'esistenza, sarebbe capace di dire
con certezza se un'azione è buona o cattiva.
Il bene è ciò che produce una influenza buona ovunque. Certo, il bene e il male sono termini
relativi e perciò nulla, nell'esistenza relativa, può essere definito assoluto bene o assoluto male. Ma,
tuttavia, il bene e il male possono solo essere giudicati per il loro influsso buono e cattivo. Se
qualcosa produce un buon influsso dovunque, si può veramente dire che è giusto.
L'intelletto umano non ha un criterio adeguato del bene e del male, perché la ragione è limitata e
la visione della mente umana è piccola, se confrontata al vasto e illimitato campo dell'influsso
prodotto da un'azione nell'intero universo.
Nello stato di coscienza cosmica, tuttavia, quando la mente individuale raggiunge lo stato di
mente cosmica, allora l'intelletto può venire considerato atto a giudicare il bene e il male; ma questo
giudizio proviene dal livello dell'Essere e non dalla comprensione intellettuale, dal pensiero, dalla
discriminazione o dalla ragione. La coscienza di coloro che hanno raggiunto il livello di coscienza
cosmica, agisce al livello elevato di una vita giusta ed è, naturalmente, libera dall'influsso del male.
Per essi il problema di individuare un criterio adatto con cui giudicare il bene ed il male non si pone
neppure.
Noi dobbiamo trovare un adeguato criterio di bene e di male per quelle persone la cui coscienza
non si è ancora elevata al livello di coscienza cosmica.
L'autorità delle Scritture è il supremo criterio per distinguere il bene dal male nella vita relativa.
Tutto quello che le Scritture dicono, quando sono correttamente capite, dovrebbe essere considerato
fonte di norma per quanto riguarda il bene e il male.
Poiché vi sono Scritture di diverse religioni, potrebbe sorgere la domanda: « A quale di esse
spetta l'autorità? ».
Sebbene il linguaggio delle Scritture differisca, e sebbene ci siano stati diversi esponenti delle
Scritture in tempi diversi nella lunga storia del mondo, la verità essenziale è sempre la stessa. Non è
necessario entrare nei dettagli della storia delle Scritture. Ma è documentato che le più antiche di
esse sono i Veda. La stessa verità essenziale della vita promossa dai Veda può essere facilmente
scoperta in tutte le Scritture che sono sorte di tempo in tempo nelle diverse parti del mondo, per
guidare il destino dell'uomo e per fornire una misura autorevole del bene e del male per il benessere
di tutti gli uomini. I seguaci di ogni religione, perciò, troveranno un criterio per distinguere il bene
109 il compimento
prossimo, è male odiarlo. È bene ammirare gli uomini per quello che c'è di buono in loro, è male
biasimarli per le loro limitazioni e il loro cattivo comportamento. È bene consigliare un uomo se
egli sta agendo male, è male non consigliarlo ad agire bene; è bene fare ciò che sarà di aiuto a sé
stessi e agli altri, ed è male fare ciò che nuocerà agli altri. È bene dire la verità, ma è male dire
parole che offendono gli altri, anche se esse costituiscono la verità. È bene essere buoni con gli altri,
è male essere aspri con chiunque. Questa distinzione fra il bene e il male serve ad aiutare l'individuo
e l'intera creazione perché, come abbiamo visto, l'intero universo reagisce all'azione di ogni
individuo. Perciò la grande responsabilità del bene e del male sta nell'individuo medesimo,
qualunque sia il suo livello di coscienza.
Sarà bene esaminare i seguenti punti: abbiamo detto che è bene non nuocere ad alcuno. Noi
vediamo che l'azione e la reazione si equivalgono. Se una madre, in preda all'ira, schiaffeggia il suo
bambino, essa ha schiaffeggiato, o bastonato, l'intero universo e ha prodotto un'atmosfera di pianto,
di odio, di sofferenza e di discordia non solo nel bambino, ma in ogni cosa circostante e nell'intero
universo. Probabilmente questo influsso è molto maggiore nel bambino e a mano a mano più debole
nell'ambiente ma, tuttavia, esso c'è. Se, ogni giorno, la maggioranza delle persone schiaffeggiasse
qualcuno, e creasse questa stessa atmosfera, l'influsso di discordia, di sofferenza, di dolore e di astio
sarebbe certamente abbastanza intensa da provocare un effetto sul mondo intero. Perciò è
indispensabile non recare danno ad alcuno. Questo è il meno che un uomo possa fare; il meglio che
egli possa fare è di produrre un influsso amorevole, buono, gentile ed utile.
Abbiamo visto che l'azione di un uomo ritorna su di lui da tutti i punti della creazione, cosicché
se egli ha recato danno a qualcuno, questo danno gli ritornerà dagli innumerevoli strati della
creazione e per un incalcolabile periodo di tempo. Perciò la migliore linea di condotta è di non
nuocere ad alcuno, affinché nessun danno mai possa raggiungerci, e di fare agli altri tutto il bene
possibile affinché l'intera creazione ci restituisca il massimo bene.
Abbiamo detto che dovremmo amare gli altri per quello che di buono c'è in loro, e che sarebbe
sbagliato biasimare qualcuno per la sua debolezza e per il suo cattivo comportamento. È altamente
benefico vedere il bene negli altri. Nessuno può, infatti, essere completamente buono o
completamente cattivo, perché la vita umana è il risultato di una mescolanza di bene e di male. Se
essa fosse soltanto buona noi saremmo nel mondo degli angeli, dove non c'è sofferenza e dove
esiste soltanto la felicità e la gioia. Nella vita, tuttavia, troviamo la felicità e la sofferenza mescolate
insieme e questo dimostra che l’esistenza umana è il risultato di azioni, sia buone che cattive. Prima
di poter ammirare un uomo per le sue buone qualità, dobbiamo aver visto il bene che è in lui.
Quando vediamo il bene che è in lui, noi riceviamo un riflesso di questo suo bene. Se cerchiamo di
vedere il male in qualcuno, noi riceviamo un riflesso di quel male che finisce poi per contaminare la
nostra mente e il nostro cuore. Se noi vediamo del bene in qualcuno, allora naturalmente, un po' di
bene si riflette anche su di lui. L'azione stessa di vedere il bene in qualcuno, riflette quel bene su
colui che sta vedendolo e che, di conseguenza, acquisisce quello stesso bene che egli vede negli
altri. Nella vita è una grande arte vedere il bene negli altri. Ognuno ha qualcosa di bene in sé.
Si racconta, in India, la storia di un uomo saggio che viveva a Benares, la sede della cultura
dell'India settentrionale. Egli ammirava sempre gli altri e nessuno l'aveva mai sentito parlare male
di qualcuno. La gente era stupita dal fatto che quell'uomo potesse vedere il bene di ogni cosa, nella
creazione. Egli sapeva soltanto ammirare e non permetteva mai alla sua mente e al suo cuore di
diventare impuri vedendo il male in qualcosa o in qualcuno. Un giorno un uomo dispettoso pensò di
trovare una cosa che fosse completamente brutta e di mostrarla al saggio affinché egli non potesse
vedere in essa niente di buono. Egli trovò un cane morto e putrefatto che giaceva a un lato della
strada. E, avendo invitato il saggio a pranzare con lui, lo condusse lungo la strada dove giaceva la
carogna del cane. Da essa emanava cattivo odore, ed era sgradevole alla vista. Quando essi lo rag-
giunsero l'uomo la indicò al saggio dicendo: « Che cosa orribile da incontrare per strada! ». Ma il
saggio esclamò: « Guarda quei denti bianchi e puliti, splendono come perle ». Appena egli lodò la
splendente bianchezza dei denti del cane, quell'uomo dispettoso cadde ai suoi piedi e il saggio disse:
« Se non vogliamo ignorarlo troveremo qualcosa di buono in ogni cosa nel regno di Dio ».
111 il compimento
Questo mondo è il giardino del Dio onnipotente, ed Egli ha creato i fiori in tutta la loro varietà.
Voi potete cogliere quello che vi piace, ma non avete il diritto di dire che un altro è brutto. Anche se
non amate quel fiore, Dio lo ha creato per qualcuno che può ammirarlo e che sarà felice vedendolo.
Non procedete smarriti, sempre, nel vostro gusto personale; ammirate la grande varietà del giardino
di Dio.
Abbiamo detto che è bene consigliare un uomo a fare ciò che è giusto e buono e che questo
aiuterà lui stesso e gli altri. Abbiamo anche detto che sarebbe sbagliato non consigliarlo su ciò che è
giusto e sbagliato se ne conosciamo la differenza. Questo è un punto altamente significativo per il
mondo di oggi.
Si è sviluppato, nelle società civili, un sentimento generale per cui non dovremmo intrometterci
nei sentimenti e nei gusti altrui. Questo modo di pensare è andato così in là da creare la diffusa
opinione che neppure ai bambini bisognerebbe dire che cosa si deve fare. Si dice che non
bisognerebbe dir loro ciò che è giusto o sbagliato e che non dovrebbero essere guidati a fare il bene
e ad evitare il male. Questo deriva da quelle idee sostenute dalla psicologia in base al principio della
crescita in libertà. Ma non è bene permettere che questo criterio di libertà adombri i fondamentali
principi della crescita e dello sviluppo nella vita. Se qualcuno non sa che quello che sta facendo gli
nuocerà, ora o più tardi, allora coloro che lo sanno debbono dirglielo con uno spirito di amore, di
gentilezza e di simpatia.
Se un bambino sta per prendere un pezzo di carbone rovente, pensando che sia un bel giocattolo
luminoso con cui divertirsi, è solo giusto che i genitori glielo impediscano, anche se al bambino
dispiace la proibizione di giocare col fuoco. Una tale libertà è ridicola e dannosa allo sviluppo
dell'uomo, allo sviluppo degli innocenti e degli ignoranti che non hanno né saggezza né esperienza
di vita. È responsabilità degli adulti consigliare i giovani. Anche se i giovani si risentono e non
obbediscono ai consigli, è giusto consigliarli. Essi scopriranno da soli il risultato della
disobbedienza agli anziani; ma se gli anziani non parlano affatto e lasciano che il giovane scopra da
sé ciò che è sbagliato essi, allora, gli hanno lasciato perdere il suo tempo e, di conseguenza, sono
stati ingiusti con lui. Evitando di parlare, pur sapendo ciò che è utile e giusto alla vita del giovane,
gli anziani non lo hanno educato nel modo giusto.
Oggigiorno è una riprovevole tendenza dei genitori — anche se convinti che qualunque cosa essi
dicano dovrebbe essere eseguita — quella di smettere tranquillamente di dare consigli ai loro figli
non appena essi avvertono la possibilità che i figli se ne risentano. Non è gentilezza o amore, e non
è giusto da parte dei genitori assumere questo atteggiamento. Il figlio è giovane ed inesperto e non
ha una vasta visione, o l'esperienza della vita. I genitori dovrebbero dire liberamente ai figli, con
amore e gentilezza, che questo è giusto e quello sbagliato. Se i figli si risentono, i genitori non
insistano perché la disobbedienza dei figli si risolverà naturalmente in una esperienza che proverà
loro quanto i genitori avessero ragione. Questo è il modo di coltivare nei bambini la tendenza a
obbedire e ad agire secondo i sentimenti e i desideri dei genitori. Se il bambino si risente e non
obbedisce, i genitori hanno almeno fatto il loro dovere consigliandolo. È anche loro dovere fare in
modo che il bambino sia informato su ciò che è giusto dai loro amici, dai maestri e dai vicini — da
qualcuno che il bambino ama veramente e al quale obbedisce —, perché è responsabilità dei
genitori fare in modo che il bambino cresca in bontà e in saggezza.
I bambini sono i fiori nel giardino di Dio, essi debbono essere nutriti. Essi non sanno, da soli, ciò
che è meglio per loro; è compito dei genitori condurli su di un sentiero libero dalla sofferenza. Fa
parte del ruolo di genitori punire un bambino se egli non obbedisce e fa del male. Ma i figli
dovrebbero sempre essere puniti con amore.
La tendenza moderna di mettere il destino dei bambini completamente nelle loro stesse mani è
molto pericolosa. Essa conduce solo alla crescita disordinata delle giovani generazioni.
C'è una corrente di pensiero, accettata da molte istituzioni culturali, in alcuni dei più importanti
paesi che influenzano il pensiero contemporaneo, che auspica una tale indipendenza degli studenti.
Gli insegnanti non sono autorizzati a punirli per il loro cattivo comportamento. Questo metodo è
sostenuto dall'idea che il genio cresce meglio in libertà e quando non è represso dall'autorità. Un
112 il compimento
tale ideale deve essere stato ideato da un cuore compassionevole, pieno solo di buone intenzioni; ma
poche decadi di esperienza hanno dimostrato che esso è privo di merito. L'aumento della
delinquenza giovanile e infantile e delle tendenze criminali nella società ha allarmato le autorità in
quasi tutti i paesi nei quali, solo qualche anno fa, il principio della crescita in libertà era approvato
nelle scuole e nelle università. Questo è un principio molto sbagliato. È crudele e molto dannoso
agli interessi della società non guidare e dirigere il pensiero e il comportamento delle giovani
generazioni mediante l'amore e la disciplina unite insieme. I giovani, oggi, non capiscono né
rispettano il tipo di comportamento tradizionale e decoroso del loro stesso paese. L'aumento della
delinquenza è il prodotto della crescita indisciplinata di menti non sviluppate, prive della base di
ogni natura tradizionale.
È responsabilità degli uomini di stato, dei depositari del patrimonio culturale, delle persone
intelligenti, rendersi conto dei disastrosi risultati di un tale sistema educativo, perpetrati nel nome
della psicologia infantile, e di emendarlo, evitando ai bambini la conseguenza di questo errore. I
bambini debbono essere nutriti dall'amore e debbono essere puniti se sbagliano, allo scopo di
aiutarli a riuscire nella vita, a tutti i livelli. Ogni nazione ha una propria tradizione e il suo popolo la
propria religione e la propria fede. Ai bambini dovrebbe essere data la conoscenza della propria
tradizione, della propria religione, della propria fede.
Gli educatori, oggi, sbagliano profondamente quando, in nome della democrazia, non danno più
ai bambini la conoscenza della tradizione. Queste idee privano i popoli delle loro tradizioni
nazionali e della dignità del loro retaggio; ciò indebolisce la nazione. Sradicare le tradizioni in una
società è il danno più grande che possa essere recato al benessere di una nazione. Una società priva
di tradizioni non ha stabilità e forza alla sua base. Essa è come una foglia alla mercé del vento,
portata in ogni direzione, senza stabilità o basi sue proprie.
Nel nome dell'educazione moderna la cultura di molti paesi si sta allontanando dalle vecchie
tradizioni. Il risultato è una crescita cancerosa di gente senza fede, senza tradizione, che vive solo
sui livelli superficiali grossolani della vita.
È molto importante che il fluire della saggezza sia mantenuto fra le generazioni mature e le
giovani. Ed è soltanto giusto dire alla gente ciò che è bene e astenersi dal dir loro di fare qualcosa di
male. È necessario parlare in modo giusto ed esprimere sentimenti giusti su di un livello dignitoso e
in modo moderato. Se un uomo che ha la capacità di distinguere il bene dal male non parla, egli è
colpevole di non condividere la sua conoscenza con gli altri.
Abbiamo detto che è giusto dire la verità, ma che è sbagliato dire parole tali, o in modo tale che
offendano gli altri. Le parole offensive dette da un individuo avranno, certamente, ripercussioni su
di lui. L'offesa si diffonde nell'intero universo e ritornerà, da molte parti, a chi l'ha provocata. La
parola dovrebbe sempre essere pronunciata da un alto livello d'amore, d'ammirazione e di perdono
per gli altri.
Se dire la verità danneggia l'ambiente e l'atmosfera essa non dovrebbe essere detta. La verità
consiste nel glorificare la creazione di Dio e la sua espressione deve perciò essere, necessariamente,
a quell'alto livello. Non è bene offendere neppure nell'esprimere la verità, perché la verità è la luce
di Dio; essa è preziosa e pura e non dovrebbe essere portata in basso, sul livello dell'offesa e
dell'odio, nella vita. Essa dovrebbe essere mantenuta all'alto livello della purezza di coscienza,
dell'altezza dell'amore e della devozione.
L'intera vita dell'individuo consiste nel dare e nel ricevere. È sempre la reciprocità del
comportamento che aiuta a sostenere la vita dell'uomo e la sua evoluzione. Perciò coloro che
conoscono la verità si comportano sempre in modo corretto. Non esiste più grande atto di carità che
dare all'uomo qualche cosa che lo elevi direttamente e che aiuti la sua evoluzione.
Non potrebbe esserci maggiore virtù che offrire una formula con la quale gli uomini giungano
naturalmente a uno stato di vita dove la loro energia fluisca solo nei giusti canali. Tutte le virtù
debbono venire assimilate nella stessa natura della mente affinché esse possano esser vissute
correttamente nella vita, e il bene possa essere vissuto in modo naturale.
Abbiamo visto che la sola via diretta per ottenere questo è di mettere a disposizione della gente
113 il compimento
Capitolo Undicesimo
metafisica non sono riusciti a scoprire la natura essenziale dell'Essere divino e a liberare, così, loro
stessi dalla schiavitù. Noi dobbiamo occuparci dettagliatamente del fenomeno dell'esperienza e
vedere in che cosa consiste la chiave della liberazione. Dobbiamo anche scoprire la strada diretta, la
cui conoscenza è stata perduta da parecchie scuole metafisiche nei secoli passati.
Analizziamo ora il fenomeno dello sperimentare un fiore. Il processo di esperienza comincia
quando apriamo gli occhi e vediamo il fiore. In questo processo l'immagine del fiore va verso la
retina dell'occhio e raggiunge la mente. L'immagine del fiore, impressa nella mente, dà l'esperienza
del fiore. Il risultato è che la mente, appena riceve l'impressione del fiore, ne è adombrata. La natura
essenziale della mente è adombrata; l'immagine del fiore rimane impressa su di essa. L'osservatore,
cioè la mente, è come perduto nell'esperienza.
La natura essenziale del soggetto, o lo sperimentatore, è perduto nello sperimentare l'oggetto; è
come se l'oggetto avesse annientato il soggetto, e il soggetto perdesse il valore della sua natura
essenziale mentre è impegnato nell'esperienza. Solo l'oggetto rimane nella coscienza: questa è la
comune esperienza di ciascuno.
Quando l'oggetto predomina e il soggetto è come perduto nell'oggetto, si può dire che il soggetto
è in schiavitù. Il valore dell'oggetto ha legato o adombrato la natura del soggetto ed è diventato
predominante, non lasciando traccia della natura essenziale del soggetto. Questa è chiamata la
schiavitù del soggetto. In campo metafisico essa è chiamata l'identificazione del soggetto con
l'oggetto.
Logicamente sembra corretto concludere che l'identificazione è la natura della schiavitù. Ma
questa conclusione è errata e molto dannosa. Condotti da questa conclusione erronea pensatori e
filosofi che hanno guidato i destini del pensiero metafisico per molti secoli, hanno suggerito
pratiche per ottenere le libertà che si sono dimostrate dannose alla vita dei ricercatori della verità.
La loro conclusione era che l'identificazione è la natura della schiavitù. Questa conclusione è
sbagliata ma, per investigare il male fatto da essa, noi la prenderemo, per ora, come vera e
l'analizzeremo attentamente.
Quando fu stabilito che l'identificazione era una schiavitù, la libertà venne naturalmente pensata
in termine di non-identificazione. Si riteneva che, se non ci si identifica con l'oggetto sperimentato,
si è, allora, in uno stato di libertà. Questa comprensione metafisica, che è realmente una
incomprensione, ha dato origine a varie pratiche per ottenere la liberazione. Si suggeriva di
mantenere l'autoconsapevolezza, come una tecnica per evitare di cadere nella schiavitù
dell'identificazione. Coloro che tentavano di raggiungere la libertà cercando di mantenere l’auto-
consapevolezza usavano delle pratiche che comportavano il ricordo di Dio, mentre erano impegnati
nel processo dell'esperienza nel mondo, o durante l'attività della vita quotidiana.
Un altro metodo consisteva nel tentare di rimanere coscienti del proprio Sé durante l'esperienza e
l'attività. Cercando di mantenere la consapevolezza del Sé, guardando un fiore, l'aspirante
cominciava a pensare: « Io sto guardando il fiore ». Il senso di questo pensiero era posto su: « Io sto
». Coloro che cercavano di mantenere la consapevolezza di Dio, conservavano nella loro mente
l'idea di Dio, ricordavano Dio mentre erano impegnati nell'azione. Si pensava che, se ci si identifica
con l'idea di Dio, la nostra mente, allora, impegnata in Dio, sarebbe rimasta libera
dall'identificazione con l'oggetto dell'esperienza.
Tali pratiche di cercare di mantenere l'autoconsapevolezza, o la coscienza di Dio, erano
intraprese in tutta sincerità. Il risultato, tuttavia, è stato fatale. Cercando di mantenere
l'autoconsapevolezza, o la coscienza di Dio al livello del pensiero impegnandosi
contemporaneamente nell'attività, essi riuscivano solo a dividere la mente. Mentre una parte della
mente era impegnata nel mantenere l'autoconsapevolezza, o il ricordo di Dio, l'altra era impegnata
nell'attività esteriore. Questa pratica di dividere la mente rendeva semplicemente debole la mente
stessa. Il lavoro ne soffriva perché non poteva usufruire della piena concentrazione della mente, e
l'autoconsapevolezza, o la coscienza di Dio, rimaneva solo un atto al livello grossolano del pensiero
cosciente. L'aspirante si trovava a non essere pienamente né nel campo dell'attività, né nello stato di
coscienza di Dio.
115 il compimento
L'Essere, o il Divino, o Dio, è qualcosa che deve essere vissuto; un pensiero illusorio dell'Essere
non aiuta molto nella vita pratica. Il pensiero di Dio può essere vagheggiato nella mente ma,
sebbene possa dare una soddisfazione psicologica, esso non fornisce i vantaggi dell'effettivo
contatto col Dio onnipotente. Un tale pensiero è solo un'immaginazione astratta, non è uno stato
concreto. Questa è la differenza fondamentale fra il riuscire effettivamente a realizzare la libertà
eterna nella vita e il rimanere ondeggianti nel pensiero della libertà.
Un tale errore di comprensione nel campo metafisico ha solo contribuito, per molti secoli, a
sviare i veri cercatori della verità, ed ha creato un baratro profondo fra il campo spirituale e
materiale.
La totale concezione della libertà e la via per realizzarla nella vita sono così delicate e sottili, che
è facile che esse vadano perdute col passare del tempo. Una volta che questo tenue filo sia perduto,
l'intero campo della conoscenza e dell'esperienza della realtà diventa confuso.
La libertà nella coscienza di Dio si ottiene portando la mente nel campo della coscienza di
beatitudine, e non pensando alla coscienza di beatitudine e facendo di essa uno stato d'animo.
Sfortunatamente la realizzazione di Dio, ovvero la libertà eterna sulla terra, è rimasta solo al livello
del pensiero comune. Questo è il motivo per cui le pratiche mistiche, nel nome dell'illuminazione e
della realizzazione di Dio, hanno lasciato la maggior parte degli aspiranti sospesi nel mero pensiero
del Divino e nella speranza di realizzarlo un giorno.
Col pensiero di Dio la mente si può immergere nell'astrazione. Il pensiero di Dio ravvolge la
mente, e l'aspirante può perdere la chiara concezione dell'ambiente esterno e credere di avere
sperimentato la coscienza cosmica. Questa è una mera illusione. Essendo intento nell'idea di essere
un re, un uomo non può mai raggiungere lo stato di re. Pensando continuamente di essere un re,
nessuno può mai realizzare la condizione di re. Per essere un re è necessario essere posti sul trono e,
così, godere dello stato di re. Per raggiungere la coscienza di Dio, e per vivere la coscienza di Dio
nella vita è necessario mettere sé stessi nel campo del Divino.
Dio è onnipresente, il Divino è presente ovunque. Questa è conoscenza comune. Ma se la mente
non è portata al livello dell'Essere onnipresente, l'onnipresenza di Dio non può essere apprezzata.
La pratica di pensare a Dio e al Divino ha creato un grande scoglio alla realizzazione nel campo
della metafisica e della religione e ha fatto sì che la gente sia rimasta irrealizzata.
La realizzazione di Dio è un'esperienza positiva, concreta, al livello della pura esistenza. Essa è
più reale, più sostanziale e sublime dell'esistenza di qualsiasi cosa sulla terra. La natura dell'Essere
divino e assoluto può essere facilmente vissuta se la mente viene condotta dal campo della relatività
al campo trascendentale. È solo necessario che la mente raggiunga lo stato trascendentale e ritorni
nel campo relativo. Questa è la via diretta per coltivare la vera libertà nella vita.
Abbiamo visto che, durante il processo del trascendere, la capacità cosciente della mente
aumenta, perciò, quando si esce dalla meditazione e ci si impegna nell'esperienza e nell'attività,
l'esperienza degli oggetti diventa più profonda, più piena e sostanziale. Ci si impegna nell'attività
con maggiore energia, intelligenza, e con una migliorata efficienza.
Questa è la gloria della realizzazione divina. Da un lato lo stato dell'Essere rimane infuso per
sempre nella nostra stessa natura e, dall'altro, il campo dell'attività diventa più sostanziale e
gratificante a tutti i livelli. Questo reca armonia fra le glorie interiori spirituali della vita e quelle
esteriori materiali.
Questo stato ha costituito l'oggetto del grande desiderio dell'uomo da tempo immemorabile,
perché esso glorifica tutti gli aspetti della vita. La vita materiale dell'uomo è illuminata dalla luce
del Sé interiore. Tutte le Scritture di tutte le religioni e l'intero campo della metafisica sottolineano
l'importanza di ottenere l'auto realizzazione e la realizzazione di Dio, perché questo è il fine proprio
dell'uomo. Sulla strada di questa meta l'uomo naturalmente rende il suo mondo migliore. Egli gode
di più del mondo, a tutti i livelli, mentre gode il Divino. L'individuo gode il mondo al massimo,
perché la natura della sua mente è, ora, la coscienza di beatitudine, e la coscienza di beatitudine è la
base di tutta la sua esperienza e la sua attività. Questo è lo stato dell'uomo che ha realizzato Dio.
Questo è lo stato dell'uomo che ha successo nel mondo. Questi stati procedono insieme nel mondo
117 il compimento
Capitolo Dodicesimo
beatitudine. La ricerca della pace dovrebbe essere perseguita portando la mente nel campo del
Trascendente, la sorgente di ogni felicità, mediante la pratica della meditazione trascendentale.
Quando non si è in pace, la paura, la mancanza di sicurezza in sé stessi e tutte le miserie della
vita insorgono a renderci così infelici che non siamo più capaci di pensare o di realizzare alcunché
di utile. La paura è semplicemente mancanza di sicurezza di sé, e la base della sicurezza è
l'appagamento che può derivare solo dall'esperienza della beatitudine. Non c'è nulla nel mondo che
possa veramente portare un durevole appagamento alla mente, perché nulla nel mondo può dare una
felicità abbastanza intensa da soddisfare la grande sete della mente. Il solo campo di appagamento è
quello trascendentale della coscienza di beatitudine. Se non si giunge a questo stato la propria pace
sarà sempre minacciata da qualunque fatto interiore.
La porta d'oro che conduce alla pace nella vita è l'esperienza della beatitudine, ed è facile per
ognuno acquisire questa grande gloria e viverla nella vita.
Ogni individuo influenza l'intero cosmo con ogni pensiero, parola ed azione.
Perciò chi ha la pace nel cuore, naturalmente, irradia pace e armonia e influenza l'intero
universo. Coloro che sono irrequieti, preoccupati o turbati e che non hanno l'esperienza della
coscienza di beatitudine, producono continuamente influssi sfavorevoli nel loro ambiente. Ogni
attività ingiusta, immorale e corrotta produce un influsso degeneratore nell'atmosfera. Quando un
grande numero di persone sono infelici, tese ed ingiuste, l'atmosfera del mondo è satura di questi
influssi. Quando le tensioni nel mondo aumentano oltre un certo limite, l'atmosfera esplode in
calamità collettive.
I grandi esponenti della scienza medica dell'antica India, Charak e Shrushut, hanno dimostrato
che, finché gli uomini si comportano giustamente, l'atmosfera rimane colma di vibrazioni
armoniose. I raccolti sono buoni, il sole risplende, piove quando è utile e l'intera creazione gode di
ogni cosa nell'atmosfera. Ma quando gli uomini perdono il senso della giustizia e agiscono contro le
leggi della morale della vita, l'equilibrio della natura è disturbato, e l'atmosfera esplode in calamità
collettive come le carestie, le inondazioni, i disastri di vario genere e tutto ciò che danneggia la vita
nel mondo. Questo ci dà la misura per valutare la salute del mondo.
Così per produrre un'atmosfera armoniosa e salutare per il bene di tutte le creature nel mondo, è
necessario che l'uomo viva nella felicità e nella pace. Ogni uomo ha la possibilità di vivere in
questo modo.
Il problema della pace nel mondo può essere risolto solo risolvendo il problema della pace
dell'individuo che, a sua volta, può venire risolto solamente creando nell'individuo uno stato di
felicità. Perciò il problema della pace dell'individuo, della famiglia, delle comunità, delle nazioni e
del mondo intero sarebbe risolto dalla meditazione trascendentale che è la via diretta per stabilire la
coscienza di beatitudine nella vita.
Dove vi sono disaccordi e dissensi nelle famiglie o nei gruppi di amici, sembra che la disarmonia
ne colpisca solo una piccola parte, ma gli individui non si rendono conto che, mediante i cattivi
sentimenti, la malizia, il cattivo comportamento, le parole dure e la sofferenza, essi contribuiscono
alla distruzione della pace del mondo.
Tutti i conflitti internazionali sono causati dall'effetto collettivo delle tensioni che gli individui
hanno liberato nell'atmosfera. L'individuo non comprende che mediante il pensiero, la parola e
l'azione egli emette costantemente influssi di odio creando uno stato di tensione che, a un certo
punto, esploderà, e farà ricadere su di lui gli effetti che egli stesso ha determinato.
È tempo, ormai, che coloro che sono interessati alla pace del mondo si dedichino alla pace
dell'individuo. Cercare di risolvere il problema dei conflitti internazionali ignorando il problema
dell'individuo è un tentativo del tutto inadeguato a stabilire la pace mondiale.
Se si crea una crisi a Berlino, la mente di tutti gli uomini di stato si volge verso quella città. Se
qualcosa accade nel Congo la loro totale attenzione si volge verso il Congo. Se c'è un conflitto
nell'Himalaya la loro attenzione vi si dirige. Cercare di risolvere questi problemi singolarmente è
esattamente come cercare di dare la salute ad una foglia spruzzandola d'acqua, invece di innaffiare
la radice. Ormai l'« uomo » dovrebbe essere abbastanza saggio da capire che, solo innaffiando la
119 il compimento
radice, si può veramente aiutare la foglia. Nel loro tentativo di creare la pace mondiale, gli uomini
di stato di tutto il mondo dovrebbero ormai essere anche abbastanza saggi da utilizzare i modi atti a
portare felicità e pace alla vita degli uomini.
Tutti gli sforzi lodevoli delle Nazioni Unite sfiorano appena il problema della pace mondiale. Se
le menti e le risorse degli statisti potessero essere usate per diffondere e portare efficacemente agli
individui la pratica della meditazione trascendentale, l'aspetto del mondo potrebbe essere cambiato
da un momento all'altro.
È tragico che con tutta l'intelligenza e la sincerità che vengono impegnate nel tentativo di aiutare
gli uomini, non si faccia quasi nulla per migliorare la vita dell'individuo dall'interno. Sino a che gli
uomini di stato ignoreranno le possibilità di migliorare la vita degli individui dall'interno e di
portare loro pienezza di pace, di felicità e di intelligenza creativa, il problema della pace nel mondo
sarà sempre affrontato solo alla superficie, e il mondo continuerà a soffrire le sue guerre calde e
fredde.
La storia documenta i tentativi degli statisti di stabilire una pace mondiale duratura. Ma poiché
tutti i tentativi sono fatti alla superficie della vita internazionale e non al livello della vita
dell'individuo, il problema della pace mondiale continua ad essere un problema per ogni
generazione.
L'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura cerca di migliorare
gli individui in massa, ma di nuovo tutti questi tentativi riguardano solo i valori di superficie della
vita. Tentare di sviluppare le relazioni culturali fra le nazioni e di portare la cultura alle aree meno
sviluppate del mondo, significa solo sfiorare la superfice del problema della pace nel mondo.
Le menti capaci impegnate nei lavori dell'Unesco hanno ora la opportunità di usare le loro vaste
risorse per portare questo semplice sistema della meditazione trascendentale ad ogni individuo,
dovunque. Se esse si incaricassero di questo, uno stato naturale di pace mondiale durevole si
stabilirebbe. Ci sarebbe amore, simpatia, gentilezza, gratitudine e stima reciproca, a tutti i livelli
della vita nazionale e internazionale. Questo è qualcosa di valore pratico che può veramente
cambiare la faccia del mondo e portarlo da una condizione di sofferenza, di infelicità, di dubbio, di
odio e di paura, a uno stato di felicità, di pace, di creatività, di gentilezza e di amore.
Una generazione, i cui capi cercheranno sinceramente di dare larga applicazione a questo
principio, riuscirà a creare una pace mondiale duratura. Se gli attuali uomini di Stato e i capi politici
lo facessero, il merito sarebbe loro, ed essi avrebbero la soddisfazione di lasciare un mondo
migliore alle generazioni future.
Una solida base per la pace permanente e per la felicità nel mondo può essere posta ora. Il
successo dipende da coloro che hanno la capacità, le risorse e la volontà di fare qualcosa di valore
pratico. Se l'attuale generazione cogliesse l'opportunità di porre una solida base, e se i fortunati capi
delle generazioni future mantenessero la pratica regolare della meditazione trascendentale nella vita
dei loro popoli, la gloria della vita sarebbe goduta da tutte le generazioni.
Che sia così è la nostra sincera preghiera all'Onnipotente ed è il nostro umile appello a tutti i
Capi e a tutti coloro che desiderano il bene dell'umanità.
120 il compimento
PARTE QUARTA
IL COMPIMENTO
Capitolo Primo
coscienza di beatitudine. Ogni percezione, il suono di ogni parola, il tocco di ogni minima
particella, l'odore di qualsiasi cosa, attingono all'oceano della beatitudine eterna.
Il sorgere di ogni pensiero, parola o azione è come l'avanzare della marea della beatitudine.
In ogni stato di esistenza, statico o dinamico, la gloria divina del non-manifestato aleggia nei
campi manifestati della vita. L'Assoluto opera nel relativo. L'Eternità pervade ogni attimo
dell'esistenza transitoria. La vita è compiuta definitivamente solo quando la coscienza cosmica è
polarizzata nella devozione a Dio. La definitiva perfezione, nella vita, innalza l'uomo cosmicamente
evoluto alle altezze della devozione.
Fortunati sono quegli uomini evoluti, che hanno raggiunto la coscienza cosmica poiché essi
hanno la possibilità della devozione che porta o che eleva, il valore dell'infinita coscienza di
beatitudine a uno stato di concentrazione. Rispetto allo stato di devozione, lo stato di coscienza
cosmica può essere descritto come « di mera coscienza cosmica ». Come se l'acquisire la coscienza
cosmica non fosse, in realtà la conquista dell'adempimento finale della vita, ma soltanto il mezzo
per ottenere la capacità di acquisire il compimento reale e definitivo.
Se non si è cosmicamente evoluti, se non si vive l'eternità nei campi transitori della vita
quotidiana, non è possibile espandersi al livello dell'amore universale. Se non ci si espande al livello
dell'amore universale come si può acquisire l'amore universale in uno stato concentrato?
L'amore personale per la madre o per il padre, per il marito o per la moglie è il simbolo semplice
dello stato concentrato dell'amore universale che un'anima cosmicamente evoluta ottiene nello stato
di devozione a Dio. Nel cuore del bambino l'amore per i suoi giocattoli, per i suoi divertimenti e per
i suoi studi è diffuso, mentre l'amore concentrato è per sua madre. Questa è un'analogia che serve a
spiegare il grado d'amore possibile quando, avendo ottenuto lo stato di coscienza cosmica, ci si
dedica a Dio. L'innocente fantasia del bambino racchiude una certa quantità di amore che si
concentra nell'amore per sua madre. Lo studente ha nel suo cuore una certa quantità di amore per
svariati rami del sapere, ma esso si concentra nell'amore per il suo maestro. Il marito ha una certa
quantità di amore che fluisce dal suo cuore verso molte cose, nella vita, ma egli realizza lo stato
concentrato di tutto il suo amore, nell'amore per la moglie.
Allo stesso modo un uomo che ha realizzato la coscienza cosmica possiede uno sconfinato,
illimitato amore che si espande in tutte le direzioni e che include ogni cosa. Quando questo amore
straripante, sconfinato, illimitato, cosmico, universale si concentra nella devozione a Dio, allora
quello stato concentrato di amore universale raggiunge un grado tale che conduce al compimento
finale della vita.
Lo stato di coscienza cosmica è molto più concentrato nella devozione a Dio, che in qualsiasi
forma di amore che possa mai esistere in qualsiasi sfera d'esistenza. Vivere questo stato di amore
concentrato, universale è l'ultimo compimento della vita. È uno sconfinato fluire d'amore alla vista,
al suono, al gusto, al tatto di qualsiasi cosa: l'intera vita nella sua multiforme diversità non è altro
che pienezza d'amore, beatitudine e appagamento eterno e assoluto.
La capacità di giungere al compimento sorge nell'individuo quando, mediante la pratica costante
nella meditazione trascendentale egli acquisisce la coscienza cosmica e si abbandona, in devozione
ai piedi di Dio. Se lo stato di coscienza cosmica non è raggiunto la devozione nel senso vero della
parola non ha alcun significato. Se il cuore dell'uomo non fluisce nell'amore universale non ottiene
molto dalla devozione perché la devozione vera sta nell'arrendevolezza e arrendersi significa
perdere la propria identità e acquisire quella dell'Amato. Il sentiero dell'amore e della devozione è
percorso con successo solo dalle anime cosmicamente evolute.
L'uomo che non si è elevato alla coscienza cosmica, che è ravvolto entro i limiti della propria
individualità, che è sveglio soltanto nell'identità della sua stessa individualità, non può avere un
concetto chiaro e significativo dell'amore e della devozione. Benché gli esseri umani, a tutti i livelli
di coscienza, sentano amore nei loro cuori, devozione verso Dio e pratichino tale devozione, la
sublimità della devozione nello stato di coscienza cosmica ha un fascino che oltrepassa i limiti
dell'immaginazione.
La devozione e l'amore appartengono, nel loro pieno valore, solo alla vita della coscienza
122 il compimento
cosmica. Sotto questo livello la devozione e l'amore non hanno molto significato o valore. La
devozione dell'uomo che non ha realizzato sé stesso è soltanto un tentativo, uno sforzo, una
tensione. Nel migliore dei casi essa porta ad immaginare stati di amore più grandi, più intensi. Ma
l'amore e la devozione dell'uomo cosmicamente evoluto ha un valore significativo e sostanziale che
abbraccia l'eternità, e questo amore, questa devozione legano l'eternità in un'unica individualità
universale. Questo è il potere dell'amore e della devozione.
Sotto il livello della coscienza cosmica il potere dell'amore e della devozione è limitato e
insignificante. Perciò tutti coloro che desiderano seguire il sentiero della devozione sono invitati a
cominciare la pratica della meditazione trascendentale, che rende l'individuo capace di elevarsi allo
stato di coscienza cosmica senza sforzo o conflitti, senza mortificazione e austerità.
Quando l'individuo acquisisce la coscienza cosmica si muove in armonia con moti dell'intero
cosmo, il suo fine si trova in quello dell'intero cosmo, la sua vita è stabilita nella vita cosmica. La
volontà dell'uomo, allora, è la volontà di Dio, l'attività dell'uomo è il desiderio di Dio e l'uomo
adempie il proposito di Dio. Quando l'uomo adempie il proposito di Dio, quando respira il desiderio
di Dio, allora il figlio di Dio diventa la parola di Dio. Allora il Padre nei cieli e l'uomo sulla terra
sono uniti nello stesso ideale del bene eterno. L'uomo, mediante tutti i suoi pensieri, le sue parole e
le sue azioni, produce influssi che servono il fine della creazione, e a tutti i livelli della sua vita
individuale egli ottiene l'adempimento del fine della vita cosmica.
Allora l'interesse dell'uomo è l'interesse finale di Dio, la mente individuale dell'uomo è la mente
cosmica di Dio; il respiro individuale dell'uomo è il respiro cosmico di Dio; la parola individuale
dell'uomo è l'espressione del silenzio cosmico.
Il Signore parla attraverso di lui; la vita cosmica, onnipresente si esprime nella sua attività,
l'onnisciente si esprime nei limiti della sua personalità individuale; l'intelligenza cosmica trova
espressione nella sua mente individuale; il pensiero della vita cosmica si realizza nel suo processo
del pensare; il silenzio immutabile dell'Essere eterno trova espressione nel pensiero, nella parola e
nell'azione di tale uomo. Gli occhi dell'uomo scorgono il fine di Dio, le sue orecchie odono la
musica della vita cosmica, egli tiene nelle sue mani le intenzioni cosmiche, i suoi piedi mettono in
moto la vita cosmica, egli cammina sulla terra pur camminando nel destino dei cieli, egli guarda il
mondo e vede la gloria di Dio, ascoltando egli ode il silenzio, egli parla ed esprime la parola di Dio,
egli parla e manifesta l'intenzione di Dio, egli parla e fa conoscere il fine della vita cosmica, egli
parla e le sue parole dicono dell'Essere eterno. L'uomo è l'espressione vivente dell'onnipresente e
onnisciente esistenza cosmica.
Ecco chi può parlare nel nome di Dio e della legge cosmica, agire nel nome di Dio, ecco chi
rappresenta l'immagine di Dio sulla terra. La sua vita è il torrente dell'Essere cosmico. Il torrente
della sua vita individuale è l'onda possente dell'oceano eterno dell'Essere cosmico, un'onda che
racchiude in sé stessa l'intero oceano della vita cosmica. Egli è l'espressione dell'inesprimibile
Essere eterno. Egli si muove nello stato immobile dell'Assoluto. La sua attività nell'esistenza
relativa esprime il silenzio eterno dell'Assoluto. Nella radiosità della sua vita relativa l'Assoluto
trova l'espressione del suo Essere. Gli angeli e gli dei godono la sua esistenza sulla terra; la terra e i
cieli godono l'esistenza della beatitudine dell'Essere eterno incarnato nell'uomo.
L'informe appare nella forma, il silenzio diventa vibrante, l'inesprimibile si esprime nella
personalità, la vita cosmica viene emanata dall'individuo.
Ecco come, quando il respiro dell'individuo diventa l'impulso della vita eterna, la sua
individualità irradia l'esistenza universale e ottiene così l'adempimento della vita.
123 il compimento
Capitolo Secondo
Il fine della religione non dovrebbe essere soltanto quello di indicare ciò è giusto o sbagliato; per
adempiere il suo fine dovrebbe elevare l'uomo a uno stato di vita nel quale egli sceglierà soltanto
quello che è giusto ed eviterà spontaneamente ciò che è sbagliato. Il vero spirito della religione
manca se esso è polarizzato solo su ciò che è giusto o ingiusto e suscita la paura della punizione e
dell'inferno e la paura di Dio nella mente dell'uomo. Il fine della religione dovrebbe essere di
togliere ogni paura all'uomo. Non dovrebbe cercare di raggiungere il suo scopo instillando la paura
dell'Onnipotente.
La religione dovrebbe suggerire un modo di vivere tale che consenta alla vita di stabilizzarsi
naturalmente in armonia col fine cosmico dell'evoluzione affinché ogni pensiero, parola e azione
dell'individuo siano guidati, spontaneamente dal più alto proposito di vita. Non è richiesto all'uomo
di sforzarsi per fare il bene e per aspirare ai più elevati valori della vita, ma si richiede che tutti i
suoi pensieri, le sue parole e le sue azioni siano, spontaneamente, posti al livello che consente il
raggiungimento del più alto fine di vita.
La religione dovrebbe essere abbastanza forte da portare l'individuo, in modo naturale, ad uno
stato di compimento nella vita senza pratiche faticose o lunghi anni di allenamento. Se una religione
è pienamente integrata in sé stessa, dovrebbe rendere l'uomo capace di vivere tale adempimento in
modo naturale.
Una religione realmente viva e integrata dovrebbe essere in grado di indurre nell'uomo lo spirito
di compimento. Da quando l'uomo ha raggiunto l'età adulta il suo sistema nervoso è completamente
sviluppato. A quell'età egli avrebbe dovuto ottenere, seguendo la sua fede, lo stato di adempimento
della vita. Il resto dei suoi giorni dovrebbe essere vissuto nel compimento.
Una religione pienamente viva e integrata sarà quella mediante la quale ogni uomo avrà
realizzato la coscienza di Dio, e sarà un uomo che gode del pieno valore della vita, un uomo di Dio,
il Divino manifestato in forma umana sulla terra.
Mediante la pratica della meditazione trascendentale è ora possibile per gli uomini di tutte le
religioni acquisire entro loro stessi uno stato di vita integrata e realizzare l'assoluta pura coscienza,
lo stato dell'Essere divino.
Una religione che affida al suo popolo il messaggio di fare del bene, ma che non riesce a
sviluppare la coscienza o ad elevarlo a vivere in modo naturale una vita di bontà, è una religione di
mere parole. Una religione degna di questo nome dovrebbe avere valore pratico. Dovrebbe porre
direttamente l'uomo sul sentiero di una vita piena di bene e libera dal male.
È responsabilità della religione vedere che il bene si irradi dal viso dei suoi seguaci. Se gli
insegnamenti religiosi non riescono ad ispirare i popoli a vivere una vita di bene nella coscienza di
Dio, i predicatori di queste religioni dovrebbero rinnovare la loro forza e capire a fondo i loro stessi
insegnamenti. La luce interiore della religione manca negli insegnamenti religiosi, in tutto il mondo,
col risultato che la pace e la felicità sono assenti dalla vita dei popoli e le tensioni aumentano
dovunque. Quelle persone religiose che sembrano aver pace nella loro vita, hanno spesso
un'attitudine passiva, priva di forza dinamica, ma questa non è una caratteristica della vera vita
religiosa. La passività sorge dall'applicazione fuorviata degli ideali religiosi.
La vita dell'uomo religioso dovrebbe essere buona e dinamica alla superficie, e nella profondità
dovrebbe avere quella pace inalterabile ed eterna che si trova nel fondo dell'oceano.
La vita dovrebbe essere tale da consentirci di vivere la religione in modo naturale e di assolverne
il fine ultimo. Non dovrebbe essere una lotta il vivere e l'ottenere il compimento. La vita dovrebbe
essere vissuta nell'adempimento di tutti i suoi valori. L'uomo sulla terra, un uomo di religione reale,
viva e integrata dovrebbe essere un dio vivente, il Divino che parla, non un uomo in lotta con la
fede in Dio alla ricerca del significato del divino. La sostanza di Dio, lo stato di Dio, l'esistenza di
Dio, la coscienza di Dio, tutto ciò dovrebbe essere la vita naturale dell'uomo.
La fede in Dio e nella religione debbono avere uno scopo nella vita. Qualsiasi fede che sia
soltanto fine a sé stessa non serve che a svuotare l'uomo della sua energia. Se la fede non riesce a
liberare l'uomo dalla sofferenza e a portargli il bene, allora quella fede abbisogna di qualche altra
cosa per renderla più produttiva. Gli uomini che appartengono alle diverse religioni hanno fede
125 il compimento
nella propria religione e perseverano in essa attraverso le tensioni della vita. Sta ai predicatori delle
singole religioni di offrir loro qualcosa di valore pratico mediante il quale la fede li guidi verso la
meta della vita.
I sacerdoti sono i ministri di Dio, stanno fra l'uomo e Dio. La loro responsabilità è quella di
costituire un legame fra l'umanità e la divinità.
Inoltre i sacerdoti nei templi fanno da mediatori fra l'uomo e Dio e, come tali, la loro
responsabilità è grande. La loro vita deve essere integrata nella coscienza di Dio e se non riescono a
vivere la vita nella coscienza di Dio essi cessano di essere un legame fra l'uomo e Dio.
È tempo che i custodi della religione vengano risvegliati. Questa meditazione è offerta loro con
tutto l'amore di Dio e con tutto l'amore per quello che essi rappresentano. È tempo che la
meditazione trascendentale sia adottata nelle chiese, nei templi, nelle moschee e nelle pagode. Fate
che tutti coloro che sono orgogliosi della loro religione, che vivono il loro proprio modo di vita
secondo la loro fede, gioiscano dell'adempimento della loro vita, la vita divina nella vita umana,
mediante i precetti della loro propria religione.
In una semplice pratica è racchiuso il compimento di ogni religione. Essa appartiene allo spirito
di ogni religione; è esistita nella fase iniziale di ogni fede, ed è stata perduta. Il principio ne è ancora
contenuto nelle Scritture. È stato soltanto perduto nella pratica. Sfortunatamente gli istruttori
religiosi sembrano aver messo il carro davanti ai buoi. Essi consigliano all'uomo di comportarsi
rettamente, insegnandogli che mediante la giusta azione otterrà la purezza e potrà realizzare Dio. Il
giusto aiuto sarebbe di offrire un modo diretto per realizzare la coscienza di Dio. L'uomo,
stabilizzato in una coscienza più elevata, si comporterebbe rettamente in modo naturale. L'uomo si
comporta dal suo livello di coscienza, perciò qualsiasi insegnamento, nei confronti della retta
azione, senza un mezzo idoneo per elevare la coscienza, rimane inefficace. È molto più facile
elevare la coscienza dell'uomo che farlo agire rettamente. La vita religiosa è il risultato della
coscienza di Dio; la realizzazione di Dio non è il risultato della vita religiosa. Se questo non viene
compreso la meta non verrà mai raggiunta e rimarrà sempre un sogno irrealizzabile nei domini delle
speranze inadempiute. Per molte generazioni l'uomo è stato privato della coscienza di Dio e di una
vita buona. È penoso constatare che molte generazioni sono trascorse senza ottenere il vero dono
della vita. Certamente nessuno può esserne ritenuto responsabile. La responsabilità della perdita
dello spirito di religione dipende dall'eternità del tempo. Ma ora è il momento della rinascita dello
spirito.
Fortunatamente questa tecnica è ritornata alla luce nella generazione presente. Fate che venga
adottata da tutti i popoli di tutte le religioni e fate sì che essi ne godano mentre sono fieri della loro
fede. Fate che le menti intelligenti di tutte le religioni, i custodi delle varie fedi scandaglino nella
più profonda essenza delle loro scritture e trovino la meditazione trascendentale; fate che essi
imparino tale pratica e che l'adottino alla luce dei loro stessi insegnamenti religiosi.
La premessa fondamentale di ogni religione dovrebbe essere che non è necessario che l'uomo
soffra nella vita. Nella vita dell'uomo appartenente a qualsiasi religione non dovrebbero trovare
posto la sofferenza, la tensione, l'immoralità, il vizio, i pensieri, le parole e le azioni corrotte.
Nessuno di questi aspetti negativi della vita dovrebbe esistere per l'uomo che segue la religione.
Non è necessario indugiare sull'attuale stato deplorevole dei seguaci delle religioni,
sull'aumentata tensione nella vita, sulle sofferenze, sulla malattia e sul declino dei valori umani in
tutte le fedi. Queste mancanze da parte delle religioni sono la causa per cui la vita moderna sta
allontanandosi dalla religione. Anche se la gente dichiara formalmente di appartenere a una
religione o a un'altra, non riesce a vivere i valori di una vita religiosa.
La vita religiosa dovrebbe essere colma di beatitudine, di gioia, di pace, di armonia, di creatività
e d'intelligenza. Il flusso della vita religiosa dovrebbe almeno fluire al livello del senso comune.
Dovrebbe essere una vita di amore, di gentilezza, di tolleranza verso gli altri, viva nel desiderio di
aiutare gli altri. La natura della mente dell'uomo religioso dovrebbe possedere tutte queste qualità.
Se queste qualità insieme con lo stato di coscienza di Dio non sono naturalmente presenti in un
uomo religioso allora il nome della sua religione è soltanto un peso per lui.
126 il compimento
Le religioni non dovrebbero soltanto offrire solide fondamenta, ma essere in grado di costruire
un alto edificio di vita divina nella vita dell'uomo, e questo può essere realizzato soltanto
trasformando la natura dell'uomo nella natura divina. Sarà difficile che il rituale religioso trasformi
le tendenze interiori dell'uomo nelle qualità essenziali della natura divina. Ma se questo non verrà
fatto, la vita sulla terra non sarà mai virtuosa, morale e dignitosa.
Gli insegnamenti che raggiungono soltanto la superfice della mente cosciente producono un
effetto minimo sulla trasformazione della mente interiore. Insegnando la verità, la cortesia, l'amore
per il prossimo e il timor di Dio, le religioni non sono riuscite a promuovere alcun significativo
grado di evoluzione della vita umana, perché esse non hanno usato nessuna tecnica pratica per
elevare direttamente la mente umana ai valori divini.
Se la mente non si eleva ad alti valori e non ottiene un reale grado di intelligenza divina, l'uomo
continuerà ad errare. Finché l'uomo rimane nel campo dell'umanità è soggetto ad errare. È
necessario, perciò, portarlo al di sopra del campo dell'errore, portare l'intelligenza divina entro il
raggio della mente cosciente e, in questo modo, infondere la vita divina nella natura umana. Si elevi
l'umanità alla divinità e allora non avrà più importanza quali riti saranno celebrati al livello esteriore
della religione e della vita.
Quando lo spirito di religione domina la vita dei popoli, non importa quale nome essi diano alla
loro religione e quali riti essi seguano nelle loro chiese, nei loro templi, nelle loro moschee, nelle
loro sinagoghe o nelle loro pagode. Quando essi sono stabilizzati nello spirito di religione e si sono
elevati allo stato di coscienza di Dio, quando il flusso di vita è in armonia col flusso cosmico
dell'evoluzione, non importa più se essi si chiamano cristiani, maomettani, indù, ebrei o buddisti,
qualsiasi nome avrà significato. Sul livello grossolano della vita questi nomi hanno significato, ma
sul livello dell'Essere hanno lo stesso valore. Ciò che importa è che l'uomo possa vivere una vita
nella coscienza di Dio, in eterna libertà, una vita completamente integrata. La chiave
dell'adempimento di ogni religione si trova nella pratica regolare della meditazione trascendentale.
Invitiamo i custodi di tutte le religioni, i filosofi, i capi dei movimenti metafisici di tutto il
mondo a sperimentare per loro stessi la validità della meditazione trascendentale e a portare ai loro
seguaci il dono del compimento della vita.
Questa meditazione non è in nessun modo una minaccia all'autorità dei sacerdoti o pastori. Essa
è qualcosa che appartiene alla loro religione ma che, per molti secoli, è stata dimenticata. Essi
debbono sapere che questa tecnica ridarà loro i loro seguaci, che ristabilirà nella società il valore dei
templi, delle chiese, e restituirà ai sacerdoti lo stato che loro spetta.
La religione, in molti paesi, sembra essere screditata o ignorata dal governo la cui costituzione ha
una base secolare. Il governo, indubbiamente, ha a cuore il benessere della nazione, ma non è
sufficiente permettere agli uomini di professare e praticare la loro religione liberamente. È
necessario che le autorità siano vigili affinché la religione seguita dal popolo produca in esso il
giusto spirito di vita e di condotta, e che esso non diventi indolente, come accadrebbe seguendo
soltanto gli aspetti superficiali della religione. Se la religione non riesce a produrre gli effetti che
promette, essa, allora, ha bisogno di aiuto e le autorità nazionali dovrebbero essere in grado di
provvedere quell'aiuto. Altrimenti ogni sforzo per migliorare la nazione sarà minato, sempre, dalla
stessa vita del popolo indebolita dall'inefficace insegnamento religioso.
La meditazione trascendentale è la pratica che rende l'uomo capace di vivere tutto ciò che le
religioni hanno insegnato attraverso i secoli. Mediante questa pratica egli raggiunge facilmente il
livello dell'Essere divino e questo porta l'adempimento di tutte le religioni.
127 il compimento
Capitolo Terzo
Capitolo Quarto
personale, la verità che sottende la creazione. L'esperienza e la conoscenza della realtà eterna
rendono l'uomo libero dalla schiavitù e dall'autorità dei suoi propri pensieri e desideri interiori e
dall'influsso delle idee esteriori, dell'ambiente e delle circostanze.
Tutti i grandi messaggi della saggezza Vedica racchiusi nelle Upanishad, che affermano l'unicità
ultima della vita nella frase: « Io sono Quello, tu sei Quello e tutto questo è Quello » rimangono una
fantasiosa immaginazione o, nel migliore dei casi, uno stato d'animo intellettuale, senza la reale
conoscenza dell'Essere ultimo. Senza l'esperienza diretta dell'Essere trascendentale lo studio della
filosofia lascia l'uomo nell'incertezza sulla natura della Realtà suprema. È la reale esperienza che
riesce ad eliminare la confusione intellettuale causata dallo studio delle diverse scuole filosofiche.
Dobbiamo ringraziare la grande gloria del maestro Swami Brahmananda Saraswati, Bhagwan
Shankaracharya, la cui devozione ha rivelato la chiave dell'adempimento della filosofia e ha reso di
facile realizzazione, per i cercatori, la via della verità. Questa via è stata ridotta pressoché a nulla, è
stata ridotta al raggiungimento della meta. Mediante l'apprendimento della tecnica della
meditazione trascendentale e la sua pratica quotidiana si arriva alla meta stessa, molte volte nel
corso della pratica quotidiana. In questo risiede l'adempimento della filosofia.
132 IL COMPIMENTO
Capitolo Quinto
Dio
« Dio » è la parola più ambita da centinaia di milioni di uomini, dovunque. L'idea di Dio è, per
coloro che la comprendono, la più altamente amata nella vita umana. Il concetto di Dio è la più
grande delle realtà che la mente umana abbia mai concepito. L'idea di Dio non è un pensiero
fantasioso, né un pensiero da nascondere, né un pensiero che serva da riparo o da rifugio. Dio è una
realtà più concreta di qualunque altra nell'intero cosmo. L'esistenza di Dio è più permanente e
sostanziale di quella sempre mutevole e temporanea delle forme e dei fenomeni della creazione. Dio
è presente in due fasi della realtà: quale Essere supremo o assoluto di natura eterna, e quale Dio
personale al più alto livello della creazione fenomenica, il livello celeste della creazione. Così Dio
ha due aspetti: il personale e l'impersonale. Essi costituiscono le due realtà della parola Dio.
Esso mantiene la creazione nel senso che è il costituente essenziale della creazione. Poiché Esso
è la base stessa di tutta la creazione tutti gli Esseri naturalmente dimorano in Esso; la loro esistenza
sempre mutevole ha la sua base nell'immutato e immutabile Essere eterno. Così troviamo che il
mondo è la creazione del Dio assoluto impersonale. Il mondo è sostenuto da Esso e, infine, si
dissolve in Esso. Per capire come il mondo si dissolve nella sua sorgente, consideriamo di nuovo
l'esempio dell'idrogeno e dell'ossigeno che assumono le diverse forme di acqua e di ghiaccio. Come
le qualità dell'acqua, del ghiaccio e del vapore si dissolvono nell'ossigeno e nell'idrogeno, così tutte
le forme e i fenomeni dell'esistenza relativa si dissolvono nel loro costituente essenziale che è
l'Essere, il Dio eterno, assoluto, impersonale, l'Onnipotente.
Si dice che l'Assoluto è onnipotente, ma non nel senso che Esso può fare ogni cosa. Nel senso
che, essendo ogni cosa, Esso non può fare nulla né sapere nulla. Esso è al di là del fare e del sapere.
Esso è onnipotente nel senso che, senza di Esso, non ci sarebbe nulla. Tutto quello che esiste « è »
nello stato assoluto dell'Essere. In questo senso il Dio impersonale è l'Ente che crea, mantiene e
sostiene il mondo, rimanendo eternamente nello stato non-manifestato, e soltanto in questo senso è
onnipotente.
Abbiamo visto come l'Essere assoluto, trascendentale, impersonale vibri ed appaia nelle fasi
relative dell'esistenza quale pensiero, pensatore e prana. Abbiamo visto che, mentre il processo di
evoluzione di un pensiero si sviluppa, il suo stato sottile diventa lo stato grossolano, e il pensiero,
allora, si trasforma in parola e in azione. Così l'Essere, la pura coscienza, il Dio onnipotente,
impersonale appare quale soggetto e oggetto.
L'individuo, in tutti i suoi vari aspetti, è la luce di Dio, dell'Essere impersonale assoluto. Ecco
perché la vita è definita come la luce di Dio, la radiazione dell'Essere assoluto, eterno.
L'Essere assoluto impersonale, o Dio, pervade tutti i campi dell'esistenza quale costituente
essenziale della creazione. Esso è onnipresente, di natura trascendentale, al di là di ogni cosa
dell'esistenza relativa. Esso è al di là di ogni credenza, pensiero, fede, dogma e rito. Al di là del
campo della comprensione, della mente, dell'intelletto. Essendo trascendentale non può essere
compreso dal pensiero; è al di là della contemplazione, come pure è al di là di ogni decisione e
discriminazione intellettuale. È lo stato dell'Essere. L'Essere di tutto è il Dio impersonale
onnipresente.
Esso è al di là della conoscenza, è la conoscenza stessa. Poiché è l'Essere di tutto, realizzarLo
significa semplicemente « essere » ciò che si « è ». La realizzazione dell'Essere è la realizzazione
del Dio onnipresente impersonale. Nessun sentiero verso il proprio « Essere » può venire
immaginato come esistente; nessun sentiero per la realizzazione del Dio impersonale, l'Essere
onnipresente, può essere indicato perché la concezione stessa di sentiero, rimuove il Sé dal proprio
stesso Essere. L'idea stessa di un sentiero introduce il concetto di qualcosa di molto lontano mentre
l'Essere è il Sé essenziale. Un sentiero significa un collegamento fra due punti. Ma nell'Essere
cosmico onnipresente non possono esistere due diversi punti o stati. Onnipresente significa «
presente ovunque pervadente ogni cosa »; perciò non si tratta assolutamente di « un sentiero ». Si
tratta appunto di « essere »; persino quando si è stabilizzati nei diversi stati della creazione
manifestata, si è stabilizzati nello stato dell'Essere, ma in forma diversa. Perciò l'Essere non può mai
differire da ciò che già si « è », e questo ci porta a concludere che il problema di un sentiero per
realizzare l'Assoluto semplicemente non sussiste.
Quindi la realizzazione del Dio impersonale onnipotente e onnipresente è la realizzazione dello
stato naturale del proprio Essere. Se una via per realizzare l'Onnipresente impersonale potesse
essere definita, si potrebbe dire soltanto che si tratta di una via per uscire da ciò che non si è. Essere
significa entrare nel regno di natura impersonale; così, per essere sé stessi, è solo necessario uscire
dalla natura personale, dal campo dell'azione e del pensiero e stabilizzarsi nel campo dell'Essere. Lo
stato dell'Essere è lo stato impersonale della vita. Abbiamo visto che è soltanto necessario prendere
l'abitudine di raggiungere l'Essere uscendo dai livelli grossolani, per entrare nei livelli sottili del
pensiero e, alla fine, trascenderli.
È chiaro così, che la realizzazione del Dio impersonale consiste semplicemente nell'arrivare al
134 IL COMPIMENTO
proprio Essere. E questo dimostra che non esiste un sentiero fra lo sperimentatore e il Dio
impersonale. Ciò che esiste è l'esistenza eterna dell'Impersonale onnipresente. L'Impersonale
permea l'intero campo della creazione come il burro sta nel latte, e l'olio nel seme. Un modo pratico
per raggiungere il livello dell'olio nel seme, è di entrare negli strati sottili del seme e raggiungere il
campo dell'olio. Allo stesso modo, se il livello del burro deve essere raggiunto nel latte, è necessario
entrare negli strati sottili del latte.
L'unico modo per realizzare il Dio impersonale onnipotente è di entrare negli strati sottili di ogni
cosa e di trascendere l'esperienza più sottile. Così si troverà il campo dell'Impersonale, il campo del
puro Essere, lo stato di pura coscienza che dimora nel campo trascendentale di ogni cosa.
Il mondo, oggi, ha un concetto molto vago di Dio. Ci sono coloro a cui piace credere in Dio,
coloro che amano Dio e coloro che vogliono realizzare Dio, ma che però non hanno un concetto
chiaro di che cosa sia Dio. Dio è rimasto, per la maggior parte degli uomini, un piacevole e
fantasioso pensiero e un rifugio, durante le sofferenze e le infelicità della vita. Per i custodi di certe
religioni la parola « Dio » è una parola magica per controllare la conoscenza e il destino religioso di
molte anime semplici. Dio, l'onnipotente essenza della vita, viene presentato come qualcosa da
temere.
Dio non è il potere della paura; non è nulla da cui può emanare la paura, Dio è l'esistenza della
coscienza di beatitudine, della vita assoluta ed eterna. La paura del nome di Dio non avrebbe dovuto
essere insinuata nella vita dei popoli; nessuna religione dovrebbe essere basata sulla paura di Dio.
Sfortunatamente esistono religioni nel mondo, oggi, che basano i loro insegnamenti soprattutto
sulla paura di Dio, e questa paura viene insinuata nei figli di Dio. È crudele ed è nocivo alla vita
spargere la paura nel nome di Dio. Dio è vita eterna, purezza e beatitudine. Il regno di Dio è il
campo di ogni bene per l'uomo. Dio deve essere amato, non temuto.
Il Dio impersonale è l'Essere che dimora nel cuore di ognuno. Ogni individuo è, nella sua vera
natura, il Dio impersonale. Ecco perché la filosofia vedica delle Upanishad dichiara: « Io sono
Quello, tu sei Quello, e tutto questo è Quello ». Nessuno ha bisogno di temere il proprio Sé, né la
coscienza di beatitudine, né il Regno dei cieli dove non c'è che beatitudine e adempimento.
Dio, l'Essere, l'onnipotente, impersonale, non-manifestato, è l'eterna realtà della vita. Esso è
imperituro. Esso è generosità, vita, compimento. Esso può essere realizzato da chiunque. È soltanto
necessario « essere » e la tecnica per « essere » si trova nella meditazione trascendentale.
la cui pienezza di gioia, d'intelligenza e di energia sono illimitate. « Egli » è l'onnipotente, « Egli » è
l'onnisciente, « Egli » è pieno di beatitudine, « Egli » è l'onnipotente che dimora al più alto livello
dell'evoluzione.
Che cosa intendiamo dicendo che Egli è di natura onnipotente? Onnipotente significa che ha il
potere di fare, di essere e di capire ogni cosa. Questo Essere personale supremo, dovrà avere un
sistema nervoso così altamente sviluppato che la Sua abilità su ogni livello della vita sarà illimitata.
I Suoi sensi saranno i sensi più potenti, la Sua mente sarà la mente più potente, il Suo intelletto
l'intelletto più potente, il Suo ego l'ego più potente.
Quando noi consideriamo i differenti livelli di evoluzione negli strati di vita al di sotto della
specie umana sino alla specie inerte possiamo intellettualmente concepire qualche strato di
evoluzione sul livello più alto della creazione dove la vita è perfetta. La perfezione della vita
significa che i sensi, la mente, l'intelletto, l'ego e la personalità sono perfetti. Fra questo stato più
alto di evoluzione dove la vita è perfetta e lo stato più basso di evoluzione dove la vita comincia si
trova l'intera sfera della creazione. Così è come se questo supremo, onnipotente, Dio controllasse
l'intera creazione. Tutte le leggi della natura sono controllate dalla sua volontà. Egli, essendo
onnipotente, ha impostato l'intera creazione e l'intero campo evolutivo in modo che procedano
automaticamente o, potremmo dire, in completa armonia e in conformità con le leggi della
creazione. Quando la creazione si dissolve, anche il Dio personale, onnipotente si immerge nello
stato impersonale assoluto del Supremo e, con la creazione, Egli ritorna a dimorare al più alto
livello della creazione stessa. Ecco come il Dio personale mantiene eternamente il ciclo della
creazione, dell'evoluzione e della distruzione.
L'intero campo dell'esistenza relativa è governato dalle leggi della natura che agiscono
automaticamente in un ritmo perfetto. Questo ritmo e questa armonia di vita vengono mantenuti
dalla volontà suprema del Dio onnipotente, al più alto livello della creazione, che controlla e
governa l'intero processo. « Egli » è Dio, l'onnipotente « Egli ». Almeno intellettualmente noi
possiamo considerarLo quale Essere supremo. Così troviamo che possiamo capire intellettualmente
la possibilità dell'esistenza di qualche Essere supremo nella forma di un Dio personale onnipotente.
Per avere un concetto chiaro della natura onnipotente di un Dio personale dobbiamo capire che la
natura onnipotente sta nella perfezione dei sensi, della mente, dell'intelletto, dell'ego. Quando
diciamo perfezione dei sensi intendiamo che se Egli ha gli occhi i Suoi occhi saranno perfetti nel
senso che potranno vedere tutte le cose contemporaneamente. Se Egli ha un naso, il Suo naso sarà
capace di percepire tutte le varietà degli odori contemporaneamente, se Egli ha le orecchie, le Sue
orecchie dovrebbero essere in grado di udire contemporaneamente tutti i suoni dell'intero cosmo. La
Sua mente onnipotente, sarà naturalmente a conoscenza di ogni cosa, a ogni livello, continuamente.
Il Suo intelletto onnipotente sarà in grado di decidere ogni cosa in qualsiasi momento. Tutte le
innumerevoli decisioni che sono apparentemente il risultato delle leggi della natura nel processo
dell'evoluzione, sono prese dal Dio supremo, personale, onnipotente che governa e mantiene l'intero
campo dell'evoluzione e le diverse vite degli innumerevoli esseri dell'intero cosmo.
Tutto quello che abbiamo detto del Dio personale possiamo comprenderlo intellettualmente e
vedere la possibilità di un tale Essere onnipotente e supremo quale capo della creazione. Se
possiamo concepire questo dovremmo essere capaci di accertare intellettualmente se possa esistere
un mezzo di comunione con questo potere supremo onnipotente, poiché la vita dell'individuo
potrebbe essere grandemente beneficata dalle benedizioni di tale comunione. Possiamo capire
intellettualmente che Egli o Ella avranno una loro natura particolare e che il modo per ottenere le
Loro benedizioni consisterà nell'armonizzare la vita individuale con la loro reciproca natura. Questo
tentativo potrebbe integrare la vita a ogni livello della creazione, questo potrebbe affrettare il
progresso dell'evoluzione e permettere alla vita individuale di raggiungere, il più presto possibile, il
più alto livello di evoluzione. Se l'individuo riesce a mettersi in armonia con "Lui" o con "Lei",
plasmando il suo pensiero, la sua parola e la sua azione in accordo con la natura del Dio supremo,
allora certamente la sua vita non evoluta e insignificante sarà benedetta dalla natura onnipotente e
pietosa di Dio. Così il culmine dell'evoluzione potrà essere raggiunto da qualsiasi uomo.
136 IL COMPIMENTO
Se l'esistenza del Dio personale, onnipotente e supremo non potesse essere concepita
intellettualmente, sarebbe indice di scarsa comprensione. Chiunque possa vedere la creazione inerte,
e la meno evoluta, a un estremo dell'esistenza e possa riconoscere i diversi gradi della creazione,
potrà essere capace di concepire intellettualmente un Essere onnipotente e supremo al più alto
livello dell'esistenza relativa e, avendo fatto questo, di aspirare alla grande realizzazione.
L'incapacità di afferrare il concetto del Dio personale e di realizzarlo sono comprensibili, però
negare l'esistenza del Dio personale può essere soltanto il risultato di uno stato mentale non
sviluppato.
« Dio » è la più santa delle parole sante perché porta alla coscienza lo stato supremo
dell'esistenza, lo stato onnipotente dell'Essere supremo.
Abbiamo detto che la realizzazione di Dio è la meta della vita.
L'individuo, a qualsiasi livello dell'evoluzione, ha come traguardo finale la realizzazione di Dio,
perché se, e quando, egli si armonizzerà con l'Essere supremo e onnipotente, questo sarà lo stato di
adempimento e di abbondanza, d'illimitata energia, creatività, intelligenza e beatitudine.
Ora vedremo la possibilità della realizzazione di Dio e analizzeremo i diversi modi per realizzare
il Dio impersonale e personale.
due modi. O la mente inizia il processo e stimola il sistema nervoso allo scopo di determinare una
particolare esperienza, oppure il sistema nervoso viene stimolato in modo tale da creare un'attività
che renda la mente capace di sperimentare spontaneamente l'oggetto desiderato.
La realizzazione dell'Essere trascendentale è un'esperienza; perciò la realizzazione del Dio
impersonale deve essere un'esperienza positiva della realtà trascendentale. Realizzazione significa
esperienza. L'esperienza della realtà trascendentale stabilizza il sistema nervoso in uno stato
particolare. L'esperienza del Dio impersonale, trascendentale, necessita di una particolare
condizione del sistema nervoso. Se questa può essere prodotta nel sistema nervoso da mezzi
fisiologici questo, allora, sarebbe l'accostamento fisiologico alla realizzazione del Dio impersonale.
Vedremo nei dettagli come ciò potrebbe essere ottenuto.
I CINQUE SENTIERI
Avendo stabilito la possibilità di un sentiero fisiologico per la realizzazione di Dio, noi la
raggiungeremo mediante: 1) il processo della comprensione; 2) il processo del sentimento; 3) il
processo dell'azione o percezione.
Anche la percezione è un'azione della mente e può essere denominata un processo meccanico.
Per poter vedere qualsiasi cosa, dobbiamo semplicemente aprire gli occhi e guardare. Per vedere
non è necessario stimolare l'intelletto, né eccitare le emozioni. Così il processo della percezione è
un semplice processo meccanico che non include nella sua sfera nessuna qualità di emozione o di
intelletto.
Così enumeriamo cinque metodi principali per la realizzazione del Dio impersonale:
1. Metodo psicologico o intellettuale.
2. Metodo emotivo.
3. Metodo fisiologico.
4. Metodo meccanico.
5. Metodo psicofisiologico.
Uno qualsiasi di questi sentieri per la realizzazione di Dio può essere sufficiente per qualunque
uomo. Il metodo intellettuale si adatterà soltanto a coloro che sono intellettualmente preparati e che
hanno un'alta capacità intellettuale. Il metodo emozionale sarà generalmente seguito da coloro che
hanno qualità di cuore altamente sviluppate. Coloro che non sono preparati né emotivamente né
intellettualmente, possono pervenire alla realizzazione mediante due metodi: fisiologico e
meccanico.
Il metodo psicofisiologico è, come vedremo in seguito, una combinazione del metodo fisico e
mentale.
Il metodo fisiologico richiede che si porti il corpo e il sistema nervoso a uno stato che stabilizzi
la mente al livello conoscitivo della natura trascendentale dell'esistenza. La via fisiologica si
adatterà a coloro che sono fisiologicamente normali e che hanno un sistema nervoso normale o
quasi. Se il loro sistema nervoso è normale, il metodo fisiologico eleverà il loro livello di coscienza
indipendentemente dalla loro maturità intellettuale ed emozionale. Per realizzare questo stato
particolare del sistema nervoso senza l'addestramento della mente e del cuore, è richiesto un
continuo ed enorme addestramento fisico o fisiologico.
L'addestramento psicofisiologico si adatterà a coloro che preferiscono avvicinarsi al problema
della realizzazione di Dio da entrambe le estremità: fisica e mentale, addestrando la mente e il corpo
simultaneamente. Il sentiero meccanico, invece, si adatterà a chiunque, e non ha importanza se la
mente, il cuore e il sistema nervoso sono poco sviluppati.
138 IL COMPIMENTO
6 Quando abbiamo esaminato lo stato onnipresente del Dio impersonale abbiamo detto che il
Divino onnipotente trascendentale è, in virtù della sua onnipresenza, l'Essere essenziale in ognuno
di noi. Esso è la base di ogni vita: Esso non è altro che il nostro proprio Sé, o Essere. Perciò
nessun sentiero per realizzarlo può venire concepito. Quindi, parlare di un sentiero di realizzazione
del proprio stesso Essere sembra cosa priva di giustificazione. Ma, poiché la nostra vita e la nostra
attenzione sono continuamente dirette verso il campo esteriore grossolano e relativo
dell'esperienza, siamo come privati dell'esperienza diretta della natura essenziale del nostro stesso
Sé, o dell'Essere trascendentale. Ecco perché è necessario elevare l'attenzione al livello
trascendentale del nostro Essere. Questo elevarsi dell'attenzione può essere definito il sentiero
della realizzazione. Così troviamo che l'idea del sentiero della realizzazione è metafisicamente
assurda, ma che al livello pratico, essa è altamente significativa.
139 IL COMPIMENTO
contenuta in questa unicità anche in mezzo alle svariate esperienze della vita quotidiana. Nella sua
mente si crea un tale stato che egli è come profondamente preso dall'idea: « Io sono Quello, tu sei
Quello, tutto questo è Quello ». La sua coscienza è vinta dall'idea dell'unicità della vita e le diversità
ovvie dell'esistenza e della creazione fenomenica cominciano a coesistere con questa unicità.
Questo è l'inizio dell'esperienza della realtà trascendentale al livello intellettuale della conoscenza.
Così troviamo che la prima tappa sul sentiero intellettuale della realizzazione di Dio è la
discriminazione fra il reale e l'irreale, e la contemplazione sulla natura transitoria, futile, sempre
mutevole e peritura del mondo. La seconda tappa consiste nel contemplare l'unicità e le
caratteristiche dell'esistenza immutabile che sta alla base di tutte le fasi sempre mutevoli della vita.
La terza tappa sta nel vivere questo principio nella vita quotidiana mediante la pratica di
stabilizzare nel profondo della coscienza l'unicità della vita eterna in termini di prima, seconda e
terza persona, cioè: « Io sono Quello, tu sei Quello e tutto questo è Quello ».
Questo sentiero di illuminazione è, potremmo dire, di autoipnosi. La discriminazione nella
valutazione dell'esistenza fenomenica sempre mutevole, nel tentativo di individuare un carattere
immutabile di fondo è una cosa, e il tentativo di associare il proprio Essere con l'Essere cosmico è
un'altra. Questo è il sentiero intellettuale dell'illuminazione dove solo l'intelletto agisce. Se la
conoscenza dell'unicità della vita non penetra nel profondo della coscienza e non comincia ad essere
vissuta in mezzo alle molteplici e diverse esperienze e attività della vita non si tratterà di uno stato
di realizzazione. Perciò l'aspirante sul sentiero intellettuale della realizzazione conosce, assimila e
cerca di vivere l'unicità immutabile e imperitura dell'Essere assoluto in termini del suo stesso
Essere.
L'idea dell'unicità della vita raggiunge una tale profondità nella coscienza dell'aspirante che
l'associazione della sua mente con le esperienze degli stati di veglia, di sogno e di sonno profondo,
non indebolisce la convinzione che è egli stesso l'Essere imperituro, immutabile, eterno, assoluto.
Quando questo è impresso nella sua coscienza egli comincia a vivere quell'unicità di vita attraverso
tutte le diversità degli stati di veglia, di sogno e di sonno profondo. Quando egli si eleva allo stato
dell'eterno Essere, pur rimanendo nel campo dell'esperienza relativa, allora la sua coscienza è
completa, allora la sua vita è completamente realizzata. Questa è la realizzazione del Dio
onnipresente impersonale mediante il sentiero intellettuale.
La natura di questo sentiero è tale che essa coltiva la mente in modo da farle perdere
gradualmente l'interesse alle esperienze della vita pratica quotidiana. Tale mente è contemplativa
per sua natura. La mente s'impegna dapprima a pensare in conformità di negazione: negazione della
creazione data la futilità e l'evanescente natura caduca dell'esistenza fenomenica e, in un secondo
tempo, nel contemplare la natura immortale che sta al di là della fase ovvia della vita. La mente è
sempre impegnata nel pensare, nel contemplare, nel cercare di distinguere la realtà trascendentale
dal mondo esteriore perituro e, cercando di vivere questa realtà, non sente più il fascino del mondo
esteriore. Tale mente si distacca, necessariamente, dalla vita pratica; perciò il sentiero intellettuale
della realizzazione di Dio mediante la contemplazione non è adatto per gli uomini d'azione. Non è il
sentiero per i padri di famiglia. Nessun uomo che rimanga attivo nel mondo, che abbia
responsabilità familiari e sociali, che sia preso dagli affari, può avere possibilità di successo
nell'infondere la natura divina nella sua propria mente mediante questo metodo di contemplazione.
Il sentiero intellettuale della rivelazione divina si adatta a coloro che non hanno niente a che fare
con la vita pratica, che si sono distaccati dalle responsabilità della vita, che hanno rinunciato a ogni
attività negli affari e hanno scelto la via dell'isolamento. Il silenzio di cui gode colui che si isola dal
mondo è tale che lo distoglie dall'attività. Egli trascorre la maggior parte del suo tempo nel silenzio,
nella contemplazione, nella discriminazione e nell'assimilazione della natura divina, come della sua
propria natura. Solo l'aspirante che conduce questo tipo di vita solitaria e contemplativa può avere
successo nella realizzazione mediante il sentiero della contemplazione.
Prendiamo come esempio un uomo che ripeta continuamente: « Io sono un re, io sono un re ».
Concentrandosi sull'idea di essere un re egli potrà, alla fine, produrre entro sé stesso uno stato
mentale in cui, anche quando egli camminerà per la strada, continuerà a sentirsi un re. Egli potrà
141 IL COMPIMENTO
creare uno stato mentale così fermo e convinto che persino se dovrà chiedere l'elemosina per la
strada, si sentirà entro sé stesso un re. Così, indipendentemente dalle circostanze o dall'ambiente,
egli potrà creare un tale stato mentale da sentirsi sempre un re.
Tale è lo stato mentale di colui che cerca la verità mediante la via contemplativa e che percorre il
sentiero intellettuale della realizzazione. È importante notare che il successo in questo tipo di
contemplazione dipende da una prolungata devozione a questo sentiero. Se un uomo ha molto
tempo a sua disposizione per entrare nell'idea di essere un re, allora gli sarà possibile stabilizzare
nel profondo della sua coscienza la sensazione di essere un re. Ma se egli non ha il tempo per fare
lunghe contemplazioni sull'idea di essere un re, quest'idea non si radicherà profondamente nella sua
mente.
Allo scopo di stabilizzare sé stessi nell'unicità della vita mediante la contemplazione, è
necessario essere contemplativi durante la maggior parte della propria vita. Molto tempo è
necessario all'aspirante per entrare nell'idea dell'unicità e della permanenza della vita. Questo non è
certamente il sentiero per il padre di famiglia che ha responsabilità a molti livelli della vita. Questo
tipo di contemplazione porterebbe il padre di famiglia o ad abbandonare le proprie responsabilità o
a renderlo irresponsabile. L'adempimento delle proprie responsabilità richiede attenzione e
devozione al lavoro, mentre questo tipo di contemplazione richiede negazione e astinenza dal
lavoro.
La pratica del Raja Yoga (7), essendo compiuta mediante la contemplazione, appartiene a questo
tipo di metodo intellettuale per la realizzazione di Dio. Questa non è certamente la via adatta per un
normale padre di famiglia. Per la realizzazione di Dio il padre di famiglia ha bisogno di un sentiero
da percorrere mediante l'azione e non mediante la contemplazione. Non è pratico per un uomo che
vive nel mondo, che ha responsabilità familiari e obblighi sociali pensare ad ogni cosa in termini di
evanescenza, di futilità e di impermanenza. Il metodo intellettuale di discriminazione, praticato
nella vita attiva del mondo, si risolve in uno stato che divide la mente, che disturba la coordinazione
fra la mente e il sistema nervoso e che impedisce quindi la possibilità di sviluppare una coscienza
più elevata.
Sfortunatamente molti ricercatori dell'illuminazione sono stati per secoli, nel passato, le vittime
di questo stato che produce sia un fallimento nella vita del mondo, sia un fallimento nella ricerca di
Dio. La vera illuminazione mediante il sentiero intellettuale significa elevarsi intellettualmente oltre
il campo dell'intelletto e arrivare al campo della divina coscienza trascendentale. Ciò richiede di
portare la mente cosciente alla realtà trascendentale dell'Essere. Nessun tipo di creazione
intellettuale di stati d'animo può riuscire a portare nessuno a questo livello di coscienza.
Così è chiaro che la completa realizzazione di Dio non è possibile mediante il solo processo della
discriminazione intellettuale e della conoscenza, senza la reale esperienza dell'Essere
trascendentale.
L'esperienza diretta dell'Assoluto non solo rivela la natura della realtà suprema, o di Dio, ma
illumina anche l'intelletto rendendolo capace di ritenere un'indubbia, chiara conoscenza di Esso. Per
questa ragione quelli che sono tradizionalmente iniziati al sentiero della conoscenza intellettuale,
che vivono una vita di isolamento, sono necessariamente iniziati alla pratica della meditazione
trascendentale. Quelli che tentano di seguire il sentiero della realizzazione intellettuale mediante la
lettura di libri, rimangono nel campo della creazione artificiosa di uno stato d'animo, senza la gioia
della coscienza di beatitudine, la più grande benedizione della realizzazione di Dio.
conoscere.
Sul sentiero intellettuale della realizzazione di Dio il fattore predominante sta nel conoscere e nel
capire. Qui, sul sentiero della devozione, il fattore principale è il sentire. Il sentimento dell'amore è
il veicolo che rende l'uomo capace di avanzare su questo sentiero. Amore, emozione, felicità,
gentilezza e arrendevolezza sono le qualità del cuore che sostengono il sentiero della devozione.
L'amore aumenta e, aumentando, lascia dietro di sé i campi di minore felicità, per stabilirsi su piani
più sicuri e più validi di felicità. Il sentiero della devozione è un sentiero di felicità, di amore che si
realizza mediante le qualità del cuore.
L'amore di Dio è la più grande virtù che l'uomo possa mai coltivare; mediante essa l'uomo
sviluppa l'amore per la creazione di Dio, per i figli di Dio. La gentilezza, la compassione, la
tolleranza, l'impulso ad aiutare gli altri emanano dal cuore in cui cresce l'amore di Dio.
Fortunati coloro il cui cuore si intenerisce nell'amore di Dio, che sentono la pienezza dell'amore
e della devozione a Dio, il cui cuore trabocca della sua presenza e del suo nome. Fortunati coloro la
cui vita è dedicata all'onnipotente Dio e al bene della Sua creazione. Maggiore devozione significa
maggiore amore, e questo si risolve in una maggiore felicità, soddisfazione, gloria e grazia.
Sul sentiero della devozione l'uomo diviene sempre più consapevole di un grado di felicità
sempre maggiore. Il sentiero dell'amore è simile al rapporto fra il bambino e il cuore materno.
Appena il bambino fa il suo primo passo verso la madre, il cuore della madre si dilata. La sua
felicità si irradia e si riflette sul bambino che, ad ogni passo, gode di una maggiore felicità e questa
felicità si riflette di nuovo nel cuore della madre. La gioia della madre aumenta e raggiunge il suo
massimo. Quando il bambino arriva fra le sue braccia si ritrova unito al cuore della madre.
A mano a mano che l'amore aumenta nel cuore del devoto, egli raggiunge un più alto grado di
felicità. Il suo cuore trova la meta quando il suo amore riposa nell'esistenza eterna di Dio. Il devoto
e Dio diventano uno. La goccia d'acqua trova sé stessa nella pienezza dell'oceano e i due si
uniscono. L'unità è completa e, nella sua pienezza, l'unità soltanto, « è ». Qui l'uno non lascia
traccia dell'altro. I due non ci sono più; il sentiero dell'unione è estinto e soltanto l'unione rimane.
L'amante di Dio annega nell'oceano del Suo amore e anche Dio annega nell'oceano dell'amore di
chi lo ama. Questa è la grande unione in tutta la sua semplicità. Non c'è discriminazione, non c'è
eliminazione, né negazione; non c'è conoscenza. Il sentiero dell'amore, è il sentiero della beatitudine
accecante. Sul sentiero dell'amore c'è un'unica direzione: da un campo di minore felicità a un campo
di maggiore felicità.
Il fiume dell'amore fluisce verso il ripido pendio della coscienza di Dio. Esso scorre
rapidamente, rapidamente perde sé stesso e, perdendo sé stesso, raggiunge lo stato illimitato
dell'oceano dell'amore. Perdere è una vittoria sul sentiero dell'amore. È una sconfitta benedetta che
segna il compimento nella vita. Benedetti sono coloro che perdono sé stessi in questo sentiero
d'amore, e ancor più benedetti sono coloro che, perdendo anche il sentiero, raggiungono la meta e la
vivono.
La bellezza di questo sentiero è che la perdita di sé stesso è dovuta all'amore. L'amante sa solo
come perdere e questo processo del perdere non ha motivi di guadagno. Egli sa soltanto di essere
egli stesso, senza alcun scopo. L'amore comincia ed egli lo accoglie così come viene e, come viene,
esso aumenta. Egli continua a perdersi ma non sa che sta perdendo sé stesso e non lo sa neppure
quando si è completamente perduto. Quando si è perduto egli è Dio; o, piuttosto, non sa che egli è
Dio, ma che Dio è Dio. Unicità della coscienza divina, esistenza eterna unica, unicità della vita
eterna, unicità dell'Essere assoluto: solo l'Uno rimane. Allora le varietà della vita sono come la
varietà delle onde nell'oceano eterno dell'amore di Dio.
La molteplicità della vita trova sé stessa nell'unicità della coscienza di Dio. Le molte forme e
fenomeni del mondo sono come le increspature e le onde, un miraggio che sembra esistere solo
nella illimitata esistenza di Dio. Le onde dell'amore sorgono alla superficie della vita
semplicemente perché la vita possa essere sentita, conosciuta e vissuta nella sua varietà; così che il
sentiero dell'amore possa continuare a trovarsi alla superficie della vita e l'amore possa continuare
per ognuno che viene nella vita. È così che gli amanti della vita possono trovare la vita perdendola,
143 IL COMPIMENTO
8 L'Hatha Yoga è un sentiero di illuminazione mediante il controllo forzato del corpo e del respiro
allo scopo di stimolare il sistema nervoso per realizzare la coscienza trascendentale, o la
coscienza di Dio.
145 IL COMPIMENTO
Durante il sonno, il sogno e lo stato di veglia e attraverso tutte le esperienze, continuano sia il
respiro che il funzionamento del cervello; questo è causa dell'incessante attività del corpo. Abbiamo
visto che, per raggiungere la coscienza trascendentale, l'attività del cervello deve cessare, ma non
bisogna consentire al cervello di diventare statico. Il cervello è tenuto in uno stato di sospensione
dell'attività, ma non è passivo. È vigilante ma privo di attività. Se il cervello deve essere in questo
stato di sospensione, allora il totale funzionamento del sistema nervoso bisogna che sia in uno stato
particolare, né di attività né di passività, e affinché ciò sia possibile il respiro deve essere mantenuto
in uno stato né di espirazione né di inspirazione. Il respiro cioè deve rimanere tra il fluire e il non
fluire, come in uno stato di sospensione.
Per portare il funzionamento del sistema nervoso a quello stato di sospensione, il corpo deve
essere allenato perché esso è abituato ad essere attivo durante lo stato di veglia e passivo durante lo
stato di sonno. Queste sono le condizioni normali del corpo. Esso deve, perciò, essere allenato a
rimanere quieto senza entrare in uno stato passivo.
Quando il corpo funziona normalmente la sua esperienza comune è di essere sveglio o di
dormire. Noi siamo, sino a un certo punto, consapevoli dell'avvicinarsi del sonno per via di un certo
attutirsi dei sensi e della mente. L'abilità di sperimentare diventa gradatamente minore e non
sappiamo quando veramente comincia il sonno.
Sentiamo quando stiamo per addormentarci, sentiamo che la nostra coscienza s'indebolisce
gradatamente, poi non sentiamo più nulla. La coscienza scompare totalmente, ma noi non
sperimentiamo il momento in cui essa scompare definitivamente. Questo mostra che il corpo e la
mente non sono del tutto normali. Se l'intero sistema nervoso fosse normale, saremmo capaci di
sperimentare la pura consapevolezza, quello stato di consapevolezza che è quasi uno col sonno
profondo e, nello stesso tempo, quasi uno col più sottile stato di veglia. Poiché siamo costantemente
soggetti alle esperienze esteriori, quest'abitudine ha fissato come un'impronta nel sistema nervoso.
Noi dovremmo, normalmente, sperimentare il punto iniziale del pensiero. Questa dovrebbe essere la
nostra esperienza normale se il corpo fosse perfettamente puro; se, cioè, il cervello fosse
perfettamente puro fisicamente. "Fisicamente puro" significa "libero da oscurità e tensione".
Nel nostro stato mentale comune, quando sorge un pensiero, la mente ne è adombrata. Essa è,
allora, impegnata in quel pensiero. Quando il pensiero si è trasformato in azione e il suo fine si è
realizzato, il desiderio è appagato. Se vogliamo odorare un fiore, prima ne sorge il pensiero e
quando, più tardi, esso ha raggiunto il livello cosciente della nostra mente, essa induce la mano a
raccoglierlo, ad accostarlo al naso e a odorarlo. Ora il desiderio di odorare il fiore è appagato, è
giunto, cioè, al suo fine.
Se il cervello funziona normalmente, una volta che il desiderio è appagato e prima che un altro
ne sorga, la mente sperimenta lo stato di puro Essere o di pura coscienza. Questo è ciò che accade
all'uomo realizzato quando egli sperimenta un desiderio. Appena un desiderio è appagato, e prima
che ne sorga un altro, egli gode dello stato naturale dell'Essere. Questo perché non c'è attività nel
suo cervello. Essendo libero dall'attività, il cervello non cade in uno stato di passività. Esso gode lo
stato dell'Essere o di pura coscienza.
Lo stato del puro Essere sta fra due pensieri. Ogni pensiero sorge dallo stato del puro Essere, e
fra due pensieri c'è una pausa. La pausa non dovrebbe essere una pausa priva di esperienza. Se il
cervello funziona normalmente, se la mente e il sistema nervoso sono puri, allora fra due pensieri
sarà sperimentato lo stato dell'Essere. Di solito, tuttavia, non accade così.
Quando siamo stanchi la mente diventa oscura e cessa di funzionare. L'incapacità di funzionare
del cervello deriva dalla impurità. Questo può essere attribuito a ragioni fisiche. L'alcool, per
esempio, agisce sul cervello e provoca oscurità nella mente. Anche l'attività stanca la mente e
l'oscura, esaurisce il sistema nervoso al punto da rendere la mente persino incapace di sperimentare
gli stati grossolani, per non parlare di quelli sottili.
La capacità del sistema nervoso di conoscere stati di esperienza molto sottili è perduta quando la
sostanza cerebrale è contaminata da impurità fisiche, dalla stanchezza, o da un pensare errato, tutte
cose, queste, che esauriscono l'energia mentale. La fatica è il fattore principale. Essa impedisce alla
146 IL COMPIMENTO
mente di sperimentare i piani sottili. Anche il cibo inadatto rende la mente oscura, provoca
sonnolenza e irritabilità. Noi mangiamo e beviamo, e qualunque cibo o bevanda può contenere
qualche elemento impuro che influenza la mente.
Se un fattore materiale può influenzare la mente e renderla oscura, un fattore materiale può
anche renderla acuta. Se l'esaurimento può oscurare la mente e determinare il sonno, la freschezza e
l'energia possono ravvivarla e renderla vigilante.
Il metodo fisiologico tende a eliminare dal sistema nervoso le condizioni fisiche che causano
oscurità. Esso, perciò, combatte le impurità del corpo e i motivi di fatica. Noi vogliamo purificare il
sistema nervoso a un tale grado che esso, finalmente, sia nelle condizioni di elevarsi allo stato di
coscienza trascendentale. Noi creiamo, perciò, uno stato fisico nel sistema nervoso tale da
permettere al corpo di essere nella sua condizione più normale.
Il sistema nervoso umano è perfetto perché ha in sé la capacità di raggiungere la coscienza
trascendentale. Ma i cibi e le bevande inadatte che si consumano, l'aria viziata che si respira
rendono il sistema nervoso fisicamente inadatto a conseguire la coscienza trascendentale. Così
troviamo che il metodo fisiologico per raggiungere la coscienza divina consiste: 1) nella scelta di
adatte qualità di cibo, 2) nella scelta di un giusto tipo di attività, 3) nell'eliminare dall'organismo
l'influenza del cibo e delle attività inadatte.
Tutto questo, naturalmente, richiede molta disciplina a tutti i livelli della vita. Perciò tale metodo
può essere adatto solo per coloro che scelgono una vita di eremitaggio. Essi soltanto possono
permettersi di dedicare il tempo richiesto sotto la sorveglianza personale di un maestro. Questo non
è certamente il sentiero del capofamiglia il cui sistema di vita è tale che egli non può occuparsi di
pratiche laboriose che richiedono molto tempo. Ci sono tuttavia altre vie di illuminazione più adatte
al moderno uomo d'azione.
accompagnamento nel sentiero intellettuale o emozionale e che non richiedono stretto controllo
personale. Essi certamente aiutano ad accelerare il progresso su questi sentieri.
Il sentiero psicofisiologico della realizzazione di Dio, però, trova adempimento nella pratica
della meditazione trascendentale che, simultaneamente, influisce sul corpo e sulla mente. Senza
controlli di nessuna specie essa, automaticamente, porta la mente nello stato di coscienza
trascendentale, e il corpo e il sistema nervoso a quello stato di tranquilla vigilanza che è essenziale
allo stato di illuminazione.
è, ovviamente, il sentiero nella direzione interiore. Sia la percezione esterna che interna, sono
automatiche e meccaniche. La percezione, nella direzione esterna, deriva dall'aumento progressivo
di attività del sistema nervoso. La percezione nella direzione interna deriva dalla graduale
diminuzione dell'attività portata sino al punto in cui il sistema nervoso cessa di funzionare e
raggiunge uno stato di calma, di tranquilla vigilanza. Questo è lo stato descritto dalle parole: "Sii
calmo e sappi che io sono Dio".
Questa calma viene idealmente raggiunta quando l'attività del sistema nervoso viene portata a
quello stato di tranquilla vigilanza dove persino l'attività della mente viene ridotta a nulla, dove il
processo del pensare è stato ridotto a un punto, o alla sorgente del pensiero. A questo punto la
percezione rimane nello stato di assoluta coscienza, lo stato di illuminazione è raggiunto e l'Essere
assoluto trascendentale viene a trovarsi al livello cosciente della vita; o il livello cosciente della
mente raggiunge il livello trascendentale dell'Essere.
Il moto interiore della mente la porta meccanicamente a uno stato di piena illuminazione. Questo
processo meccanico di percezione nella direzione interiore consente al sistema nervoso di arrivare
naturalmente a uno stato di tranquilla vigilanza, ed è il sentiero meccanico della realizzazione di
Dio. Nella sua forma pratica esso è conosciuto come meditazione trascendentale. Viene chiamato
"sentiero meccanico" per indicare che il processo di percezione interiore è innocente e non ha
bisogno dell'aiuto intellettuale o emozionale. Esso non procede mediante la discriminazione o il
sentimento. Questo sentiero meccanico di percezione ha successo, indipendentemente dalle
interferenze intellettuali o emotive.
L'attività della mente nella direzione interiore la porta nel campo dell'Essere assoluto
trascendentale e la colma del potere dell'Essere eterno. Poi, quando la mente si muove di nuovo
verso l'esterno, la sua attività porta la luce dell'Essere trascendentale assoluto nel mondo esterno
aumentando, con ciò, l'intensità della beatitudine nella percezione dei campi grossolani, manifesti
della creazione.
Ecco come il sentiero innocente della percezione meccanica quietamente serve a portare la mente
all'Essere trascendentale assoluto, o a portare l'uomo nel campo di Dio affinché possa illuminare
tutti i campi della sua vita, nel mondo.
Questo spiega l'alto significato dell'azione e giustifica il suo stato, quale sentiero di
illuminazione. Questo innocente, naturale, semplice processo di percezione e di esperienza dal
grossolano esteriore al sottile interiore, e via via al trascendente, e il cammino a ritroso verso il
grossolano esteriore, costituisce il sentiero dell'azione (9) per realizzare l'illuminazione.
Il sentiero meccanico di percezione riesce ad armonizzare i valori dell'Essere eterno, col campo
dell'attività nel mondo. Poiché la realizzazione dell'Essere implica la percezione interiore, e poiché
l'infusione dell'Essere nell'attività esteriore implica la percezione esteriore, troviamo che la gloria
della percezione meccanica colma l'intero campo della vita con la gloria dell'Essere divino e porta la
vita individuale allo stato di coscienza cosmica. Ecco come troviamo che il sentiero meccanico
della realizzazione di Dio sta in un semplice processo di percezione interiore ed esteriore.
Perciò qualsiasi uomo è capace di realizzare Dio mediante questo sentiero, indipendentemente
dal suo grado di sviluppo intellettuale o emozionale. È soltanto necessario sapere come fare uso
della propria capacità di sperimentare, e questa conoscenza aprirà la strada maestra della
realizzazione di Dio.
Il sentiero meccanico per la realizzazione di Dio, come si trova nella meditazione trascendentale,
è così semplice e di portata così vasta nei suoi risultati che attrae tutti gli innamorati di Dio e i
cercatori della verità che procedono su qualsiasi altro sentiero di realizzazione di Dio: intellettuale,
emozionale, fisiologico e psicofisiologico. Esso è così attraente che chiunque procede su qualunque
sentiero di vita lo troverà confortante ed edificante. Esso sostiene e rafforza, qualsiasi sentiero di
compimento, qualsiasi sentiero verso la grande meta della realizzazione di Dio.
Capitolo Sesto
meditazione di venire pienamente addestrati nella pratica e nella conoscenza dei suoi principi.
Un'accademia di meditazione è stata costruita ai piedi dell'Himalaya sulle rive del Gange, dove
gente di tutto il mondo può essere preparata in condizioni ideali per la meditazione. Il piano
dovrebbe includere la costruzione di analoghe accademie in ogni paese.
2. Affinché l'insegnamento sia impartito ad ogni uomo al livello della sua evoluzione, esso deve
venire impartito secondo le sue tendenze naturali. Le inclinazioni naturali non dovrebbero essere
disturbate perché esse sono il sentiero dell'evoluzione dell'uomo. L'insegnamento dovrebbe
permettere a ciascuno di essere ciò che egli è, permettendogli di fare ciò che ama e di non fare ciò
che non ama. Se l'insegnamento è tale da portare compimento ai desideri dell'uomo, allora non solo
sarà prontamente accettato, ma porterà maggiore forza al suo sentiero evolutivo. La tecnica per
impartire l'insegnamento della meditazione trascendentale sta nello scoprire quali sono le
aspirazioni dell'uomo, ciò che egli vuole compiere, e quali sono i suoi desideri, e nel parlargli dei
benefici della meditazione trascendentale in conformità dei suoi desideri, delle sue necessità, e delle
sue aspirazioni.
Se la meditazione trascendentale è insegnata tenendo conto delle aspirazioni individuali di
ciascuno, allora essa sarà in armonia col livello della sua evoluzione e regolerà la sua vita in
conformità con le leggi naturali. L'intera corrente della sua vita comincia a fluire in accordo con il
ritmo eternamente progressivo della natura. L'armonia della sua vita diventerà l'eterna armonia della
natura.
3. La purezza del sistema deve essere mantenuta ad ogni costo da una generazione all'altra
perché l'efficacia dell'insegnamento dipende dalla sua purezza. Perciò è necessario addestrare
completamente i maestri nella pratica e nella teoria della meditazione trascendentale affinché la
purezza del sistema penetri profondamente nei loro cuori e l'insegnamento passi agli altri nel suo
stato puro.
Per mantenere la purezza del sistema è estremamente necessario per le organizzazioni avere
edifici propri. Centri di meditazione trascendentale, templi dell'evoluzione umana, dovrebbero
essere costruiti ovunque nel mondo, affinché i maestri dedicati a questo insegnamento, possano
lavorare con facilità e mantenere la purezza dell'insegnamento.
Inoltre la storia delle diverse religioni dimostra che sono proprio i templi, le chiese, le moschee e
le pagode che hanno costituito i centri per insegnare la saggezza delle singole religioni. Se non
fosse stato per questi grandi edifici, il messaggio si sarebbe perduto molto tempo fa. Certamente le
strutture in sé stesse non hanno alcun significato al fine di mantenere la purezza della tradizione, ma
esse sono una forte salvaguardia. Non sono gli edifici che portano avanti il messaggio, ma essi sono
punti fissi dai quali il messaggio è dato a tutte le generazioni.
4. Per mantenere l'insegnamento per tutti i tempi, è anche necessario che la pratica della
meditazione divenga una parte integrante della vita quotidiana. Dovrebbe entrare nelle proprie
abitudini di vita, dovrebbe essere un modo di vivere affinché ogni uomo viva in armonia e il mondo
ne sia glorificato. Per portare una tale gioia alla vita è solo necessario provvedere che ognuno, nelle
future generazioni, sia educato nella scienza dell'Essere, e nell'arte di vivere. La sola via diretta è di
introdurre questo insegnamento nel campo dell'istruzione cosicché nessun uomo entri nel mondo
delle responsabilità senza la tecnica della vita integrata.
Ogni istituzione scolastica dovrebbe avere un centro di meditazione. Ma costruire centri di
meditazione solo nelle scuole e nelle università, non sarebbe sufficiente: santuari del silenzio
dovrebbero essere costruiti nel mezzo dei centri rumorosi delle grandi città cosicché, prima di
andare al lavoro, e dopo aver lasciato il lavoro, la gente possa passare un breve periodo in silenziose
stanze di meditazione e, immergendosi profondamente in sé stessa, usufruire di meditazioni regolari
e indisturbate.
Tali centri dovrebbero anche essere costruiti nei luoghi di villeggiatura, dove la gente si reca a
fine settimana. La gente potrebbe avere lunghe ore di meditazione e ritornare a casa rinnovata nello
spirito, nell'intelligenza e nell'energia.
La realizzazione pratica di questo piano per l'emancipazione di tutto il genere umano,
151 IL COMPIMENTO
Alessandria sig. Morbelli tel. 0144-41553 Via Bensi 13 15010 Melazzo (AL)
Ariccia sig. Spinelli tel. 06-8084248 Via R. Fauro 82 00197 Roma
Arona MERU tel. 0322-249627 C. Liberazione 83 28041 Arona (NO)
Belluno sig. D'Incà tel. 0437-990337 Via V. Veneto 24 32010 Polpet (BL)
Bologna sig. Martini tel. 051-333581 Via del Fossato 10 40123 Bologna
Bolzano 1 sig. Barkhoff tel. 0473-241062 Via Chiesa 21 39100 Bolzano
Bolzano 2 sig. Cristofol tel. 0473-211102 Via Montani 3 39012 Merano (BZ)
Bolzano 3 sig. Pizzulli tel. 0473-291062 Vie Europa 63-13 39100 Bolzano
Bolzano 4 sig. Tappalner tel. 0473-742519 Schlanders 51 39028 Vezzano (BZ)
Boscochiesa N.sig. Canteri tel. 045-6780077 Via Grobbe 37 37021 Verona
Brescia sig. Menoni tel. 030-9143459 Via Parrocchia 13 25100 Brescia
Brunate M.C.E.I. tel. 031-221133 P. Bonacossa 12 22034 Brunate (CO)
Brunico MERU tel. 0473-90176 Via Saring 35 39020 Rablà (BZ)
Catania MERU tel. 095-361407 Via Neri 18 95123 Catania
Firenze sig. Guarnieri tel. 055-706377 G. da Montorsoli 7/B 50124 Firenze
Livorno MERU tel. 0586-810166 V.lo dei Vetrai 24/c 57100 Livorno
Mantova MERU tel. 0376-381185 Via G. Govi 19 46100 Mantova
Merano riferimento Bolzano 2
Milano MERU tel. 02-29526783 Vie Giustiniano 5 20129 Milano
Napoli MERU tel. 081-7612915 Via G. Bruno 135 80122 Napoli
Novara MERU tel. 0322-249627 C. Liberazione 83 28041 Arona (NO)
Padova 1 MERU tel. 049-8760847 Via Livorno 5 35142 Padova
Padova 2 sig. Ambrosino tel. 049-5212802 Via U. Foscolo 49 35038 Torreglia (PD)
Piacenza sig. Hort tel. 0523-336512 Via Madoli 25 29100 Piacenza
Pordenone sig. Pontel tel. 0434-918832 Via S. Foca 18 33080 Sedrano (PN)
Ravenna sig. Molducci tel. 0544-62742 Via Fusconi 11 48100 Ravenna
Roma 1 MERU tel. 06-6792753 Via della Mercede 52 00187 Roma
Roma 2 sig. Mancini tel. 06-3225297 Via B. Celentano 5 00196 Roma
San Pellegrino sig. Valle tel. 0345-21279 Via Caffi 9 24016 Bergamo
Saronno sig. Imperiale tel. 02-9603563 ViaTostoj31 21047 Saronno (VA)
Siracusa MERU tel. 0931-952373 Vie Giardino 12 96010 Sonino (SR)
Torino MERU tel. 011-5612377 Via F. Juvarra 10 10122 Torino
Udine sig. Corsi tel. 0432-231483 Via Buttrio 4 33100 Udine
Varese sig. Ferroni tel. 0332-994064 Via Matteotti 42 21030 Cantervia Rancio (VA)
Verona MERU tel. 045-8300642 Via Cerlotto 6 37126 Verona
Vimercate sig. Galbiati tel. 039-6850933 Via xxv Aprile 10 20059 Milano
ESTRATTI DALL’EDIZIONE SPAGNOLA (N.d.R.)
LOS UPANGAS
LOS UPAVEDAS
18 SMRITIS: Los Smritis evalùan el grado de conciencia pura desarrolIado por los
Upangas, y eomprueban si todas las impurezas han sido eliminadas en las
àreas de la salud, el lenguaje, la actividad y el silencio. La cognición del Veda
en la conciencia pura es la plenitud de los Smritis. Yo - Jagara tamrichah
kamayante- los himnos del Veda se abren a la conciencia pura.
LOS VEDANGAS
SHIKSHA: Shiksha estudia todos los niveles de la fonética y las bases fisiológicas del
lenguaje. Este estudio del Veda lleva sistematicamente a la conciencia desde
el nivel del lenguaje humano al lenguaje eterno de la naturaleza en su
estado puro, el veda.
KALPA: Kalpa estudia el poder organizador inherente en el Veda. Trae a la luz
procedimientos para utilizar el lenguaje de la naturaleza con el propòsito de
dar plenitud a las intenciones humanas.
VYAKARANA; Vyakarana desarrolla la amplitud total de la estructura del Veda, trayendo a
la luz la gramàtica del lenguaje de la naturaleza.
NIRUKTA: Nirukta trae a la luz las riquezas ocultas del lenguaje de la naruraleza,
revelando los impulsos de la inteligencia creativa que estructura la
semantica de este lenguaje Védico. Su plenitud yace en desarrollar el valor
del Ser còsmico en el Veda.
CHHANDAS: Chhandas estudia el flujo y provee la medida del poder organizador avivado
en cada expresión del Veda.
JYOTISH: Jyotish despliega el pieno potencial del poder organizador de la naturaleza
inherente en el Veda, permitiendo a cada uno disponer de la piena
autoridad de la ley natural con una precisión matemàtica. Jyotish proclama
todas las posibilidades en la vida diaria.
LOS ITIHASA
LOS PURANAS
El 12 de enero de 19S1, Maharishi Mahesh Yogui, junto con 1000 gobernadores de la Era de la
Iluminación asistentes a la sesión de invierno de la Era de la Iluminación en el Indian Express
Building de Delhi, inauguro 1981 como el ano de la Ciencia Védica.
En dicha asamblea, que contaba con la presencia de cientificos expertos de cada campo, se
analizaron los principios fundamentales de las àreas de la ciencia moderna—tales corno la fisica,
quimica, biologia, neurociencias, psicologia, economia, astronomia, etc. — y su relación con los
principios bàsicos que estructuran la Ciencia Védica. En cada caso se ha encontrado una
correspondencia muy pròxima, particularmente cuando se consideraron los descubrimientos mas
recientes de la ciencia moderna.
A continuación ofrecemos un articulo publicado en el Sunday Standard Magazine del 25 de
enero de 1981, por el Dr. Geoffrey Clements. Vice-rector de la universidad Europea de
Investigación Maharishi (Suiza), sobre Ciencia Védica: la sintesis màs profunda del Veda eterno y la
ciencia moderna.
Desde el 6 de noviembre de 1980, una conferencia intemacional sobre Ciencia Védica ha tenido
lugar en Delhi, bajo la guia de Maharishi Mahesh Yogui. En esa conferencia, a la que asistieron mas
de 3.000 participantes de todo el mundo, Maharishi reveló la gran profundidad y la profunda
sabiduria contenida en la estructura eterna del Veda.
Al definir la Ciencia Védica Maharishi expuso que, siendo la ciencia eterna del conocimiento,
contiene una comprensión clara y completa del conocedor, del objeto y del proceso de ganar
conocimiento.
Al igual que cualquier otra ciencia, la Ciencia Védica incluye un acercamiento teorico y otro
pràctico. Los principios de la Ciencia Védica estàn sostenidos por una gran amplitud de
procedimientos pràcticos para avivar el pieno potencial de la conciencia, el pieno potencial del
Veda. Este florecer de la vida, el regalo de la Ciencia Védica, trae el nivel supremo de plenitud para
el individuo y produce coherencia y armonia en la sociedad. La esencia de esta tecnologia pràctica
ha sido introducida en el mundo por Maharishi en la forma de la Meditación Trascendental y el
programa Sidhis-MT, practicado actualmente por màs de dos millones de personas en el mundo.
La naturaleza abarcante de la Ciencia Védica, abarcando la totalidad de la vida y la piena
amplitud del conocimiento, nos permite examinar el significado verdadero del conocimiento
contenido en los diferentes campos de la ciencia moderna, que trata de los aspectos parciales del
conocimiento. Este examen realmente tiene dos valores, debido a que también revela la totalidad
y la belleza de la Ciencia Védica en términos del lenguaje cientifìco de nuestro tiempo. Entre los
participantes en la conferencia internacional sobre Ciencia Védica se incluyen un cierto nùmero de
expertos en los diferentes campos de la ciencia incluyendo fisica, matemàticas, quimica, biologia,
psicologia y astronomia. Durante la conferencia, estos cientificos exploraron sus respectivos
campos a la luz de la Ciencia Védica y examinaron la correspondencia cercana que existe entre los
principios de la Ciencia Védica y los principios de sus propios campos.
Un àrea de la ciencia en la cual està correspondencia puede ser vista de una forma
particularmente clara es la fisica, en la cual el conocimiento se ha expandido con gran velocidad y
precisión, especialmente durante los ùltimos cien anos. En este articulo seràn consideradas dos
ramas de la fìsica moderna: la mecànica cuàntica y la teoria cuàntica de campos. Durante la
conferencia internacional sobre Ciencia Védica otras àreas de la fisica, incluyendo relatividad, la
teoria de la interacción fuerte (que describe el comportamiento en el interior del nùcleo del
àtomo) y acercamientos hacia una teoria de campo unificado —tal como la teoria de la super-
gravedad— fueron también investigadas.
El rápido progreso de la física hacia La estructura última del conocimiento puro —el Veda.
Desde el comienzo del siglo XX, la fisica ha tenido un gran éxito al profundizar en la naturaleza
absoluta de la realidad del universo. Albert Einstein, Max Planck y sus colegas descubrieron, al
principio de este siglo, que los principios de la fisica clàsica — que se habian mantenido firmes
hasta ese momento — eran inadecuados para explicar todos los fenómenos. Sus descubrimientos
llevaron a la formaciòn de la teoria cuàntica, que màs tarde se convirtió en la mecànica cuàntica y
condujo a muchas teorias avanzadas que se han desarrollado en fisica durante los ùltimos 80 anos.
La mecànica cuàntica, a los ojos de un fisico clàsico, podria parecer a primera vista que està màs
allà del campo de la interpretaciòn fisica y que produce predicciones teóricas que contradicen
nuestra experiencia usual de la realidad. Sin embargo, la comprensión que ha surgido de la
mecànica cuàntica, nos permite comprender que describe un nivel trascendental de la realidad.
Este nivel trascendental, con sus estructuras inmanifìestas, provee el conocimiento de las leyes
de la naturaleza que controlan y guian todos los fenómenos relativos manifiestos y que
determinan la naturaleza de los fenómenos observables en la creación fisica.
El anàlisis continuo de los principios de la mecànica cuàntica nos ha ensenado que describe un
nivel de la realidad que tiene una riqueza de estructura mucho mayor que la fisica clàsica, y que
està también mucho màs cerca de nuestra propia experiencia personal de la naturaleza de la
creación y de la estructura de la conciencia.
Los principios de la mecànica cuàntica, aunque pueden ser aplicados a sistemas fisicos de gran
complejidad y de un gran nùmero de componentes, son notablemente simples y a la vez
profùndos.
Toda la amplitud de la estructura y fùncionamiento de un sistema cuàntico està determinado
por un ùnico operador matemàtico llamado el "Hamiltoniano", en honor del matemàtico escocés
del siglo XIX, Hamilton. Este operador, el Hamiltoniano, es aplicado en una ecuación llamada la
ecuación de Schròedinger, en honor al fisico austriaco Erwin Schròedinger, que formulò uno de los
màs importantes acercamientos a la mecànica cuàntica en los anos 20. La ecuación independiente
del tiempo de Schròedinger, en su forma màs general se encuentra en la ilustraciòn que sigue.
El hamiltoniano deseinpena el papel fundamental al determinar la evolución de un sistema en
el tiempo. Permaneciendo constante en si mismo, genera todo el cambio y el dinamismo del
sistema, y también define todos los estados eternos, no cambiantes del sistema — a través de su
aplicación en la ecuación de Schròedinger. Los estados de un sistema corresponden a funciones
matemàticas llamadas funciones de onda. Los estados no-cambiantes son descriptos por funciones
de onda especificas como funciones propias. De està forma, todo conocimiento del sistema es
generado a partir de una entidad universale, el Hamiltoniano.
H= E
H Es el Hamiltoniano, el operador que corresponde a la energia total del sistema.
Representa los estados en los cuales el sistema puede existir. Estos estados son eternos y no
cambiantes y se llaman las funciones propias del Hamiltoniano.
E Representa los niveles de energia del sistema cuando està en los estados representados por
las diferentes funciones propias. Estos niveles de energia se llaman los valores propios de energia.
• El conjunto completo de estas funciones propias provee una base natural en términos de la
cual cualquier estado fisico del sistema puede ser representado.
• El Hamiltoniano, que tiene una forma especifica para cada sistema, genera toda la
información acerca del sistema cuando es aplicado en la ecuación de Schròedinger.
En la ciencia Védica. Maharishi ha provisto una descripciòn completa y sistemàtica del proceso
de la cognición Védica. El Veda tomado como un todo, representa la totalidad de la estructura de
la ley natural — el conoscimiento puro que yace en la base de la creación y su poder organizador
en todos los procesos de la naturaleza. Esta totalidad de ley natural està contenida dentro de la
estructura de la conciencia de Brahmàn, y està disponible para cualquiera permitiendo
simplemenle que su conciencia se asiente hasta su estado màs simple — el estado de conciencia
trascendental.
Cada cognición Védica representa algùn aspecto del valor pieno de la ley natural, un valor
parcial de la naturaleza completa de la conciencia de Brahman.
El nombre del Rishi contiene en este caso, dentro de su estructura, todo el valor de la cognición
(y todas las cogniciones de este rishi), y la cognición està caracterizada por el devata y chhandas
especificos, la forma especifica de la inteligencia creativa — o energia— y el flujo gracias al cual se
expresa este aspecto particular de la ley natural.
La misma situación se observa en la fisica cuàntica: el Hamiltoniano contiene dentro de su
estructura todo el valor de todos los estados diferentes de un sistema. El Hamiltoniano, para un
sistema particular, es como el rishil mientras el devata y chhandas estàn representados por el
valor propio de la energia y la función propia de un estado particular, el grado de energia y el
patron ritmico de su flujo.
El Hamiltoniano abstracto, universa! — no restringido a un sistema particular — asume
entonces el valor de Brahman, la totalidad de la conciencia pura, a partir de la cual pueden ser
derivados todos los valores especificos.
Estar en armonia con Brahman —la clave para la plenitud de la vida individual.
En la Ciencia Védica, la clave para todos los problemas està contenida en una filosofia y pràctica
de la vida: si la conciencia està totalmente en armonia con la totalidad de la ley natural, entonces
todo el pensamiento y acción estàn espontàneamente de acuerdo con las leyes de la naturaleza.
Los problemas, que son causados por la inhabilidad de actuar de acuerdo con la ley natural, se
disuelven automàticamente y la vida se vive en el nivel de la plenitud.
Una comprensión de los mecanismos de este proceso puede ganarse mirando a una situación
equivalente en la mecànica cuàntica. Mientras el Hamiltoniano provee una descripción de la
totalidad de un sistema cuàntico, los valores de aspectos especificos del sistema, tales como su
momento o la posición de diferentes componentes, son previstos por otros operadores, uno para
cada variable que puede ser medida. Asi hay un operador para el momento, un operador de
posición. etc. Cuando estos operadores operan sobre la función de onda, en ecuaciones similares a
la ecuación de Schròedinger, los valores de estas cantidades son obtenidos.
Aquì aparece un rasgo muy importante de la mecànica cuàntica, que no es observado en la
fisica clàsica, para un sistema cuàntico se encuentra que ciertas cantidades tienen valores exactos,
mientras otros estàn caracterizados por la incertidumbre y su medida està representada por una
distribución de probabilidad, en vez de un valor exacto.
El que una cantidad particular tenga un caràcter preciso o indefinido viene dado por las
cualidades del operador correspondiente y su relación con el Hamiltoniano. Si el operador està "en
armonia" con Hamiltoniano (el termino tècnico es que conmuta con el Hamiltoniano) entonces la
cantidad observable correspondiente tiene un valor preciso, definido. Si el operador no conmuta
con el Hamiltoniano. la cantidad observable tendrà una naturaleza incierta, imprecisa, cambiante
en el mismo estado del sistema.
Asi, en la mecànica cuàntica la ausencia de incertidumbre y de cambio aleatorio en cualquier
valor individual especifico ocurre cuando este valor individual està en armonia con la totalidad,
representado por el Hamiltoniano. Para esto, la propiedad individual debe compartir algunas de
las cualidades universales del Hamiltoniano.
Este principio se refleja en la vida pràctica, en el principio de la Ciencia Védica segùn el cual
estar en armonia con la totalidad de la vida —Brahman— capacita al individuo para elevarse por
encima de las incertidumbres y problemas, y vivir la vida en la estabilidad de la iluminación.
...tarati shokam atmavid...
Establecido en el ser uno supera el dolor y el sufrimiento...
Coherencia en la sociedad
La mecànica cuàntica elemental, tal y como fue formulada por Schròedinger y Heinssenberg, es
no relativista — ignora las consecuencias y efectos de la relatividad especial, la teoria desarrollada
por Einstein. Para reflejar màs plenamente la naturaleza, la mecànica cuàntica debe incorporar la
relatividad especial y entonces se llama mecànica cuàntica relativista. Afortunadamente no es
posible desarrollar una teoria cuàntica relativista adecuada de una ùnica particula aislada: se
deben considerar campos en los cuales cualquier nùmero de particulas (incluyendo el nùmero
cero — el estado de vacìo) pueden estar presentes. Las teorias cuànticas de campo, por tanto,
pueden proveer un modelo ùtil para describir el comportamiento de la sociedad, un conjunto de
individuos en el campo de la conciencia colectiva.
En la teoria cuàntica de campos, los valores de los campos son en sì mismos operadores (esto
corresponde con el fenòmeno de la cognición védica, en la cual el rishi actùa como operador al
conocer los valores de lo absoluto, del campo inmanifiesto, el Veda). El estado de vacìo en la
teoria cuàntica de campos asume el papel de la conciencia pura inmanifiesta. Matemàticamente,
los operadores de campo pueden crear y aniquilar particulas, y todos los estados posibles del
campo pueden ser generados a partir del estado de vacìo a través de las acciones de los
operadores de campo. Asì los operadores de campo representan el poder organizador en el campo
cuàntico, a través del cual cualquier estado manifiesto deseado puede ser creado a partir del
inmanifiesto. (En la Ciencia Védica, este papel es representado por los Brahmanas, a través de los
cuales el papel organizador del Veda se hace aparente).
La sede de la Ciencia Védica yace en la relación entre los dos constituyentes del Veda — Mantra
y Brahmana. La Ciencia Védica es la ciencia que constituye la fuente de toda la vida, el
Conoscimiento Puro, los mantras del Veda y lo que surge de ello, el poder organizador, los
Brahmanas.
VEDA
CIENCIA
VEDICA
Janmadyasya yatah
"Todo nace de Brahman" Brahma Sutra 1.1.2
Atta characharagrahanat
"Brahman es el devorador de todo" Brahma Sutra 1.2.9
La habilidad de los operadores de campo para generar todos los estados posibles del campo a
partir de su estado fundamental — el estado de vacìo — està relacionada con el teorema de
rceonstrucción. Este teorema afirma que si el estado de vacìo es conocido completamente (en
tèrminos de lo que se llaman teoricamente "los valores esperados del vacìo de todos los productos
posibles de los operadores de campo") entonces puede ser reconstruido un conocimiento
completo de todos los estados excitados del campo, todas las configuraciones de la materia y la
energia. (Este principio se expresa perfectamente en el Rig Veda, el cual dice que aquellos que
estàn completamente familiarizados con el campo trascendental efe Akshara estàn establecidos
en la uniformidad, en la cual el poder organizador pieno de la naturaleza està siempre a mano —
Ya ittadvìdusta ime samasate).
En la teoria de campo unificado del electromagnetisnio y la interacción débil —una teoria
avanzada que se ha desarrollado en los ùltimos quince anos— no hay tan sólo un estado de vacìo,
sino muchos. El comportamiento de todos los estados excitados del campo estàn determinados
por la configuración del estado inmanifiesto del campo —el estado de vacìo. En la Ciencia Védica.
esto halla su equivalente en el Karma Mimansa de Jaimini, en el cual el poder organizador de la ley
naturai se despliega actuando desde dentro de Io absoluto, dentro del campo inmanifiesto de la
conciencia pura.
Estas caracteristicas de las teorias cuànticas de campos presentan principios guìa para la
creación de coherencia en la sociedad. La comprension y la operaciòn con éxito en estas àreas de
la fisica se crea gracias a una comprension plena y completa del absoluto en el nivel inmanifiesto
del campo — el estado de vacìo. De hecho, cualquier proceso en fisica, una vez entendido
plenamente, implica una referencia constante y perpetua al estado de vacìo.
Ademàs, se sabe que el estado de vacìo tiene la caracteristica de correlaciòn infinita producida
en cualquier punto del campo se propaga suavemente y sin restricción a todos los lugares del
campo.
La ciencia Védica revela mecanismos similares para la creación de coherencia en la sociedad. La
coherencia colectiva de la sociedad debe resonar en la totalidad de su valor fundamental: el nivel
inmanifiesto, absoluto — la conciencia pura. En la misma forma que un conocimiento completo
del estado de vacìo provee una comprension plena de las leyes de la naturaleza que gobiernan
todos los procesos fisicos, la activación de la conciencia pura en la conciencia colectiva asegura
que el flujo de la actividad en la sociedad està de acuerdo con las leyes de la naturaleza.
Al igual que el estado de vacìo, la conciencia pura posee la propiedad de correiaciòn infinita, lo
cual significa que las cualidades de la conciencia pura pueden activarse en la sociedad incluso
cuando una pequena fracción de la sociedad experimenta regularmente la conciencia pura. Este
fenòmeno que ha sido llamado el Efecto Maharishi, se ha observado en la investigación cientifica
sobre el programa de Meditación Trascendental.
En un cierto numero de estudios separados, se ha observado aumento de la coherencia en la
sociedad (en términos de reducción del nivel de delincuencia, disminución de accidentes, etc.)
donde aproximadamente un 1 % o màs de la población practica la tecnica de la Meditaciòn
Trascendental y aviva regularmente la conciencia pura en su conciencia.
APÉNDICE II
Queridos colegas:
En mi relación con parlamentarios durante los últimos quince años, desde el nacimiento de esta
Asociación del Parlamento Mundial, he llegado a la conclusión de que es necesario que hagamos
algo para mejorar a los ciudadanos de nuestros países.
A escala internacional, nuestra aspiración es establecer la armonía entre las naciones, y, para
este alto fin, hemos estado trabajando y nuestros esfuerzos continuarán.
A escala nacional, todos nosotros estamos directamente interesados en la integridad de
nuestras propias naciones. Queremos que crezca nuestra industria y comercio; queremos que
nuestra tecnología se desarrolle; deseamos a nuestros científicos un gran éxito en sus empresas;
queremos que nuestra agricultura sea mejor; queremos que nuestra nación esté más integrada y
sea más poderosa en todos los aspectos.
Con el fin de alcanzar todos estos objetivos, tenemos que conseguir que nuestras gentes
disfruten de mejor salud, sean más inteligentes y más creativas. Esto puede lograrse desarrollando
la energía que cada hombre tiene dentro de sí, y desplegando las facultades que hay latentes en
su mente.
El estudio de la psicología ha revelado que, sea lo que sea lo que un hombre pueda expresar de
sí mismo, es sólo una parte de su totalidad.
La mayor parte del potencial del hombre no encuentra expresión en su comportamiento y
actividad en la vida; porque la mente consciente es sólo una parte de la mente. Así que, lo que
necesitamos, es poner al alcance de toda persona en nuestro país, una técnica para aumentar su
mente consciente, una técnica que le capacite para utilizar la totalidad de su mente.
Por ejemplo, si un hombre está utilizando sólo una fracción de su mente, al capacitarle para
utilizarla en su totalidad, se convertirá en un hombre infinitamente más desarrollado. Pensará en
forma más profunda y con mayor visión global.
Supongamos que la mente consciente de una persona es sólo una cuarta parte de la totalidad
de la mente; si es así, cualquier cosa que piense y haga será sólo un cuarto de su posibilidad real.
Si queremos que haga uso de su pleno potencial, tenemos que hacer consciente a la totalidad de
su mente, y, sólo entonces la energía de su pensamiento será cuatro veces más potente, y él será
cuatro veces más fuerte y cuatro veces más sensato y más feliz que antes.
Su amor por sus semejantes, la armonía en su casa y en su medio ambiente aumentará cuatro
veces. En el campo de la ciencia, en el campo de la industria y el comercio, en el nivel de la
civilización como un todo, se conseguirá un gran avance.
Con el fin de lograr todos estos objetivos, proponemos que se adopte un simple método que
expandirá la mente consciente, y por ese medio perfeccionará al hombre en todos los niveles —
físico, mental y espiritual—, y también aumentará su inteligencia creativa y mejorará las relaciones
con sus semejantes.
Este método simple, único, de perfeccionar a cada hombre como un todo, está hoy disponible
en el mundo. Sólo tenemos que incorporarlo a nuestro sistema de educación, sanidad y bienestar
social.
Para llevar esto a cabo, propongo que nosotros, los miembros de los parlamentos reunidos aquí
de todas partes del mundo nos unamos para presentar a nuestros respectivos gobiernos los
proyectos que incorporarán estas ideas cuyos detalles están a su disposición para ser examinados.
Propongo que presentemos cuatro proyectos en nuestros Parlamentos, que cubran los ámbitos
de los Ministerios de Educación, Bienestar Social, Justicia y Sanidad.
Confío en que desde luego ustedes examinarán este estudio cuidadosamente, y en que ustedes
serán uno de los que introducirán este proyecto en su Parlamento.
Como antes hice notar, existe hoy en el mundo un método simple para mejorar al hombre
como un todo. Por mi propia experiencia, puedo decir algo con confianza sobre él.
El método se conoce como Meditación Trascendental. Su práctica ha sido presentada a
personas de todo el mundo por Maharishi Mahesh Yogi.
Yo, personalmente, he practicado el sistema simple de la Meditación Trascendental de
Maharishi Mahesh Yogi para expandir la mente consciente.
Sobre la base de mi experiencia personal y sobre la base de las observaciones que he hecho en
algunos cientos de personas de Inglaterra, Alemania e Italia, que asimismo están siguiendo esta
práctica, les recomiendo a ustedes, con la mayor seriedad, que también la practiquen.
En el nombre de la paz y la felicidad del individuo, en el nombre de la solidaridad de nuestras
naciones y en el nombre de la paz del mundo, yo os insto, amigos míos, a presentar este método,
ensayado y comprobado, a todas las personas de vuestros países, por mediación de vuestros
Parlamentos, en una forma sistemática y efectiva.
Todos nuestros hombres disfrutarán de mejor salud, serán más felices, más inteligentes y más
creativos.
Mejorando a nuestras gentes, mejoraremos nuestra civilización en todos los niveles.
Nuestra generación actual será mejor, y dejará un mundo más habitable para las generaciones
venideras. Esto, estoy seguro, es una manera eficaz de crear una situación natural para una paz
duradera en el mundo.
Aprovecho al mismo tiempo la ocasión para proponer el tema de nuestra siguiente conferencia.
Como el propósito de nuestra Asociación del Parlamento Mundial, ha sido siempre la paz y el
progreso del género humano, y, en nuestras pasadas reuniones, hemos venido discutiendo los
temas legislativo, económico y otros de importancia nacional e internacional, para el año
venidero, propongo que nos reunamos con el fin de discutir:
El origen de un pensamiento està en el nivel mas profondo del subconsciente, desde el cual se
eleva, para pasar a través de todos los niveles del subconsciente y alcanzar el nivel consciente de
la mente. Es aqui, en el nivel consciente, donde el pensamiento es apreciado comò tal
pensamiento.
Un pensamiento arranca desde el nivel más profundo del subconsciente, lo mismo que una
burbuja arranca desde el fondo de un estanque. A medida que la burbuja se eleva, se va haciendo
mayor. Sólo cuando alcanza la superficie, llega a ser lo suficientemente grande para que se la
perciba.
La burbuja del pensamiento subiendo desde el nivel Z, se hace mayor (ver diagrama). Cuando
alcanza el nivel A de la superficie, se ha desarrollado lo suficiente para ser apreciada como
pensamiento. Este es el nivel de la mente consciente.
Los estados sutiles de la burbuja de pensamiento, por debajo del nivel del estado consciente,
no son apreciados conscientemente. Si pudiera haber una forma de apreciación consciente de la
burbuja de pensamiento, en todos los niveles de su desarrollo, y en su origen Z, la pequeña área
de la mente consciente representada por Wl, se convertirá en el área mayor representada por W2.
Si la burbuja de pensamiento pudiera ser apreciada conscientemente en el nivel inferior a A y
en todos los niveles de su desarrollo más fino, de A a Z, sería posible incluir el nivel Z dentro de la
amplitud de la mente consciente. De esta forma, el fondo de la mente consciente representado
por Wl llegaría a ser mayor, como se representa en W2 y el poder de la mente consciente se
acrecentaría muchas veces.
Las burbujas de pensamiento se producen en oleadas, una tras otra, y a la mente se la enseña a
experimentar la burbuja que se aproxima en un estadio anterior de su desarrollo, desde A a Z, en
secuencia (ver diagrama) personas en 25 países diferentes.3
Esta simple técnica para aumentar la mente consciente se ha comprobado que beneficia los
diversos campos de:
1. La educación
2. El bienestar social
3. La delincuencia y el crimen
4. La salud mental
Està es la razón por la que se pretende que està tecnica se ponga al alcance de todo el mundo
en una forma sistemàtica y efectiva, a través de los departamentos gubernamentales que se
ocupan de la educación, bienestar social, justicia y salud.
3. Este dato es muy antiguo. En la actualidad mas de dos millones de personas pratican la
Meditaciòn Trascendental en màs de 140 paises en todo el mundo (N. del T.).