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della
Rete
degli
Archivi
Sonori,
Biblioteca
Nazionale
Centrale
di
Roma,
13
marzo
Il
quartetto
Zampognari
di
Villa
Latina
ha
illuminato
una
già
radiosa
giornata
di
primavera
ed
ha
aperto
da
par
suo
l’inaugurazione
della
Rete
degli
Archivi
Sonori
alla
Biblioteca
Nazionale
Centrale
di
Roma.
Dal
13
marzo,
quindi,
è
disponibile
la
consultazione
unificata
dei
materiali
censiti
in
sei
regioni
italiane:
Calabria,
Puglia,
Campania,
Abruzzo,
Marche,
Umbria,.
A
fare
gli
onori
di
casa
è
stato
Andrea
De
Pasquale,
direttore
della
Biblioteca
Nazionale
Centrale
di
Roma,
che
ha
voluto
sottolineare
l’attenzione
della
Biblioteca
per
le
tradizioni
dialettali
italiane
e
lo
stretto
legame
fra
ricerca
musicale
e
ricerca
linguistica.
In
questo
ambito
ha
presentato
le
recenti
acquisizioni
relative
a
Tullio
De
Mauro,
dalla
sua
biblioteca
alla
sua
sedia
e
scrivania,
evidenziando
la
componente
museale
della
Biblioteca
Nazionale
che
comprende
alcuni
dattiloscritti
originali
delle
opere
di
Pierpaolo
Pasolini.
E’
del
2018
l’acquisizione
del
Fondo
appartenuto
al
centro
di
documentazione
della
poesia
dialettale
“Vincenzo
Scarpellino”,
fondamentale
per
gli
studi
dialettologici.
De
Pasquale
ha
poi
lasciato
al
professore
Domenico
Ferraro
il
compito
di
far
da
moderatore
della
giornata
e
di
introdurre
la
rete
degli
archivi
sonori.
Presidente
dell’Associazione
Altrosud,
editore
di
Squilibri,
Ferraro
ha
dato
il
benvenuto
anche
agli
studenti
e
agli
insegnanti
che
testimoniano
di
attività
di
animazione
culturale
in
corso.
Come
far
sì
che
il
lavoro
sulla
“tradizione”
si
traduca
in
un
patrimonio
vivo,
legato
a
repertori
e
modalità
esecutive?
Alternandosi
agli
interventi
dal
palco,
alcune
scuole
laziali
hanno
rivisitato
alcuni
canti
regionali.
L’iniziativa
è
nata
all’interno
della
seconda
edizione
del
concorso
promosso
dalla
Rete
degli
Archivi
Sonori
dal
titolo
“Adotta
un
canto,
scopri
una
tradizione”.
Sono
intervenuti
gli
studenti
e
gli
insegnanti
dei
laboratori
musicali
di
cinque
istituti
scolastici:
dei
Istituti
comprensivi
Fidanae,
San
Biagio
dei
Platani
e
Piaget-‐Majorana;
del
Liceo
Musicale
Farnesina
di
Roma
e
del
Liceo
James
Joyce
di
Ariccia.
Giunto
alla
seconda
edizione,
il
concorso
è
promosso
dalla
Direzione
Generale
per
lo
spettacolo
del
Ministero
per
i
beni
e
le
attività
culturali,
ed
è
rivolto
ad
associazioni
culturali
e
scuole
del
Lazio
e
delle
sei
regioni
aderenti
alla
Rete
degli
Archivi
Sonori.
Quest’anno
sono
stati
invitati
ad
approfondire
le
tradizioni
dell’Italia
centrale
proponendo
volumi
e
cd
in
adozione
gratuita.
Una
volta
scelto
il
titolo,
alle
associazioni
e
alle
scuole
è
stato
inviato
un
numero
di
copie
del
volume
e/o
cd
pari
al
numero
delle
persone
coinvolte
che
vengono
così
invitate
a
realizzare
una
recensione
individuale
o
collettiva
tramite
un
testo
scritto,
un’elaborazione
multimediale
o
una
riproposta
musicale.
Tre
elaborati
vengono
scelti
per
un
riconoscimento
monetario:
la
cerimonia
di
premiazione
si
svolgerà
a
maggio.
L’intenzione
degli
organizzatori
è
di
dare
al
concorso
cadenza
annuale
e
sarebbe
un
bene
visto
quanto
ascoltato
il
13
marzo:
attraverso
i
testi
e
i
documenti
sonori
pubblicati
da
Squilibri,
quanto
è
stato
catalogato
in
archivi
istituzionali
come
l’Accademia
di
Santa
Cecilia,
così
come
in
archivi
privati,
trova
nuova
linfa
e
sollecita
nuovi
testi:
ben
due
riletture
de
“Mira
la
Rondondella”
da
parte
dell’Istituto
Comprensivo
San
Biagio
dei
Platani
e
dell’Istituto
Piaget
Majorana,
una
“Pasquella”
interpretata
dagli
studenti
del
Liceo
James
Joyce
(Ariccia),
stornelli
a
cura
dell’Istituto
Fidanae
e
una
magnifica
suite
per
voci
e
chitarre
da
parte
degli
studenti
del
Liceo
Farnesina,
a
partire
dalle
storiche
ricerche
di
Giorgio
Nataletti
e
Luigi
Colacicchi.
Oltre
agli
studenti,
sono
intervenuti
i
poeti
improvvisatori
in
ottava
rima
del
reatino
Donato
De
Acutis
e
Giampiero
Giamogante
che
hanno
coinvolto
la
sala
prima
con
un
saluto
in
rima
all’Archivio
e
poi
con
due
“contrasti”
suggeriti
dalla
platea:
Salvini-‐Zingaretti
e
Buca-‐
Cittadino:
la
perizia
e
la
capacità
di
improvvisare
e
ironizzare
ha
colpito
e
affascinato
sia
gli
amanti
di
questo
genere,
sia
chi
vi
si
avvicinava
per
la
prima
volta.
Durante
la
mattinata,
la
poesia
a
braccio
e
l’ottava
rima
sono
stato
oggetto
anche
delle
riflessioni
del
professore
Maurizio
Agamennone,
responsabile
di
Per
un
archivio
della
poesia
estemporanea
in
ottava
rima
(APORIE)
e
di
David
Riondino,
cantautore
e
scrittore,
responsabile
de
“L’ottava.
Accademia
di
Letteratura
Orale”
che
ha
tracciato
un
brillante
ponte
con
le
esperienze
artistiche
ed
educative
delle
Americhe
e
dei
Caraibi
di
lingua
ispanica
ed
in
particolare
con
Cuba
dove
si
distingue
l’attività
didattica
sulle
poesia
in
decime
di
Alexis
Díaz
Pimienta,
responsabile
dellaCátedra
de
Poesía
Improvisada
dell’Universidad
de
las
Artes
e
vice-‐
direttore
del
Centro
Iberoamericano
de
la
Décima
y
el
Verso
Improvisado.
Assente,
suo
malgrado,
il
professore
Nicola
Scaldaferri
(responsabile
all’Università
degli
studi
di
Milano
del
LEAV-‐Laboratorio
di
Etnomusicologia
e
Antropologia
Visuale,
http://leavlab.com/),
sono
stati
Domenico
Ferraro,
Raffaele
Di
Mauro
e
Alessandro
Portelli
a
guidare
io
presenti
alla
scoperta
del
tesoro,
attualmente
di
circa
12.000
documenti
testuali,
sonori
e
audiovisivi,
offerto
dalla
rete
degli
Archivi
Sonori.
Sono
state
catalogate
attraverso
un
unico
approccio,
che
privilegia
un’introduzione
narrativa
e
accessibile,
brani
e
documenti
che
vanno
dalle
ricerche
dei
primi
anni
Cinquanta
alle
più
recenti
manifestazioni
delle
culture
popolari,
comprese
rilevazioni
di
ricercatori
sconosciuti
anche
agli
stessi
addetti
ai
lavori.
Sono
quindi
consultabili
decine
di
voci
che
rimandano
a
Carpitella
,
Bosio
e
Leydi,
ma
anche
a
pionieri
come
Colacicchi,
alle
ricerche
di
Roberto
De
Simone
e
Annabella
Rossi,
alle
registrazioni
salentine
di
Giovanna
Marini,
a
raccolte
storiche
come
quella
di
Elvira
Nobilio,
alle
rilevazioni
abruzzesi
di
Marco
Müller,
ai
fondi
depositati
da
ricercatori
stranieri
come
Mariko
Kanemitsu
e
Steven
Feld:
un
vasto
patrimonio
di
suoni,
canti,
narrazioni,
immagini
restituito
ad
una
migliore
fruizione
pubblica.
Promosso
dall’associazione
culturale
Altrosud,
il
progetto
pluriennale
ha
visto
la
collaborazione
di
centri
e
istituzione
quali
l’Accademia
Nazionale
di
Santa
Cecilia,
il
Centro
di
Dialettologia
ed
Etnografia
di
Bellinzona,
ed
il
contributo
di
numerosi
ricercatori
privati
che
hanno
messo
a
disposizione
i
propri
archivi.
E’
stato
sostenuto
dalla
Direzione
Generale
per
gli
Archivi
del
Ministero
per
i
beni
e
le
attività
culturali,
dalle
regioni
Basilicata
e
Puglia.
La
collocazione
nelle
sale
della
Biblioteca
Nazionale
rilanci,
inoltre,
ricerche
di
antropologi
come
Ernesto
De
Martino,
di
artisti
come
Matteo
Salvatore
e
Otello
Profazio,
di
registi
come
Luigi
Di
Gianni,
Alberto
Negrin
e
Lino
Del
Fra,
di
uomini
di
teatro
come
Eugenio
Barba
e
Annibale
Ruccello,
di
fotografi
come
Franco
Pinna
e
Marialba
Russo,
di
numerosi
ricercatori
privati
come
Giovanni
Rinaldi,
Dario
Toccaceli
e
Valentino
Paparelli,
artefici
dei
fondi
più
estesi.
Raffaele
Di
Mauro,
insegnante
del
Liceo
Musicale
Pisacane
di
Sapri,
responsabile
scientifico
dell’Archivio
Sonoro
della
Campania,
ha
mostrato
concretamente
la
varietà
dei
documenti,
spaziando
dalle
rappresentazioni
di
lavori
chiave
come
“La
Gatta
Cenerentola”
a
dialoghi
(durante
trasferte
in
auto)
fra
Roberto
De
Simone
e
Annabella
Rossi
che
aiutano
a
mettere
a
fuoco
il
loro
sguardo
sui
carnevali
campani.
In
chiusura,
Alessandro
Portelli,
dell’Università
“La
Sapienza”
di
Roma,
presidente
del
Circolo
Gianni
Bosio,
ha
voluto
legare
il
senso
di
questo
lavoro
di
documentazione
alle
parole
di
uno
dei
collaboratori
quando
gli
venne
chiesto
di
definire
il
Circolo:
una
stanza,
con
dentro
un
armadio
e
dentro
l’armadio
oltre
duemila
voci
che
gridano
la
loro
voglia
di
uscire
ed
essere
ascoltate.
Ha
quindi
ricordato
la
straordinaria
opportunità
di
trasformare
in
memoria
viva
il
patrimonio
popolare:
innanzitutto
un
atto
di
giustizia
verso
chi
è
considerato
subalterno,
verso
donne,
contadini,
operai,
immigrati
e
la
cui
voce
e
la
cui
creatività
narrano
una
storia
critica
indispensabile
per
saper
leggere
presente,
passato
e
futuro
anche
in
termini
di
lotte
di
classe.
Non
è
un
caso
se
alcune
delle
melodie
che
oggi
vengono
riproposte
dagli
studenti
delle
scuole
laziali
sono
nate
oltre
cento
anni
fa
durante
scioperi
e
lotte
per
la
giustizia
sociale.
L’ultima
“parola”
è
stata
opportunamente
lasciata
alle
armonie
degli
Zampognari
di
Villa
Latina.
Ma
anche
dopo
i
saluti
“finali”,
la
maggior
parte
dei
presenti
si
è
fermata
ed
ha
continuato
a
dialogare
con
i
musicisti,
e
a
scambiarsi
impressioni
e
appuntamenti,
segno
di
una
giornata
particolarmente
generativa.
La
sera
stessa,
tramite
Radio3,
Stefano
Poggelli,
ha
proposto
un’impeccabile
sintesi
sonora
della
giornata.
Alessio
Surian
https://www.raiplayradio.it/audio/2019/03/Panorama-‐i-‐concerti-‐e-‐gli-‐spettacoli-‐in-‐giro-‐
per-‐laposItalia-‐e1e4423a-‐0fea-‐48bd-‐bf81-‐
09b5fbccc990.html?fbclid=IwAR0SAnHgDljnIL4xPFA_aSXgSoT5L7IdVm49aK91PwtaQS5hHP
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https://www.youtube.com/watch?v=v-‐NCCgt5N4Y
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