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© 1991 by Dimitri Nicolau – SIAE, Italy UE

Dimitri NICOLAU

DIE ALTE op.108


Satira musicale in un atto con Voce, Clavicembalo ( o Pianoforte), Chitarra e Clarinetto.
Libretto e drammaturgia dell’autore.Commissionata da MUSICA ‘85
E presentata per la prima volta a Morlupo, Ottobre 1991 per l’anno Mozartiano

Sul palco:
Un cembalo ( o pianoforte) col coperchio grande aperto, leggii e sedie con sopra una chitarra su quella di sinistra, un
clarinetto su quella di destra, una sedia libera al centro e davanti al cembalo, un tavolino.
( La luce si accende di colpo e ) Entra la CANTANTE tenendo un grande cesto dal manico. Essa dovrà impersonificare
una insegnante (MAESTRO) di una certa età che tiene un corso di perfezionamento estivo di composizione. E' vestita con
sobria eleganza ma nei suoi modi ha qualcosa di "casalingo" seppur in contrasto con il suo muoversi squadrato,
determinato e ostentatamente sicuro, quasi “manageriale”.
Accende una RADIOLINA che trasmette musica rock o simile e la poggia sopra una sedia o un tavolino al lato della
scena. Indi tira fuori dal cesto (che avrà lasciato per terra accanto alla sedia centrale) un PIUMINO con cui inizia a
SPOLVERARE le sedie.

Cantante: (mentre è dedita allo spolvero) _ Ho gia lavato i piatti ...ho dato da mangiare ai gatti..... Che delizia la
piccolina, come leccava le tre lische .... certo il pesce doveva essere proprio fresco...eh! i gatti se ne intendono.
(Lascia il piumino e prende uno straccio e si avvia verso il cembalo. Apre il coperchio della tastiera e pulisce i tasti con
forza e un po' alla rinfusa ...canta inserendosi sui suoni prodotti dalla pulitura.)
Cantante: _ Facciamo un po' di musica moderna! (Dopo un po' si ferma di colpo e guarda l'orologio.)
Cantante: (gridato) _ Santo cielo, quasi le quattro e devo fare ancora le correzioni ai compiti di quei
scocciatori..... (spegne la radio e rimproverandosi).... Certo, pagano, che vuoi?. (Tira fuori dal cesto alcuni quaderni di
musica e lì mette sul leggio del cembalo) _ Se non era per questi (fa il gesto dei quattrini fra le dita) .... me ne starei
sdraiata a prendere il sole magari in una spiaggia "schick".... anche da sola... (Si mette seduta al cembalo e con la matita
sulla destra suona con la sinistra e corregge commentando i compiti).

Cantante: _ Mamma mia che orrore!.... chi sa con chi avrà studiato la poverina... Ai tempi miei, eh, ai tempi
miei... Ah! qui è più raffinato ....ostìnato giusto, molteplici accadimenti, irruenza plebea, sufficiente rigore e con morfemi
tradizionali.... e poi? PATAPUMFETE!!! tutto cade, che "decadence"... Brutto, brutto ....Ah! Ai tempi miei, ai tempi..
Oh'. (Si interrompe e diventando di colpo dolcissima con tono affettuoso dice rivolta verso l'ingresso)

Cantante: _ Entrate, venite , su! (Chiude rapidamente i quaderni e li poggia sullo sgabello) _ Vi stavo, appunto,
aspettando ... (Lancia lo straccio in un angolo per toglierlo di mezzo).

Entrano dalla platea i tre allievi e prendono posto.

Cantante: _ Accomodatevi... (pausa) .. Sentite, ho pensato, anziché offrirvi qualcosa di fresco adesso, e visto
che oggi è l'ultimo giorno del nostro corso, ho pensato, ecco... di invitarvi e tutti insieme facciamo festa con qualche
bibitina alla fine, che dite, va beeeene? Ora, su! al lavoro (seria e "professionale" al cembalo) _ .. Ho visto il tuo
componimento. Innanzitutto il titolo: "CHE FA IL BRUCO A MEZZANOTTE?" . Veramente superlativo. Brava. Anzi
bravissima! (muta tono, un po' più lamentosa) _ Qua e la qualche cedimento specie nella sezione centrale ma... proprio
inezie stai tranquilla..... (si entusiasma) ... Poi quell'uso ripetuto ma così appropriato dell'acciaccatura, stupendo, tale da
assumersi il compito di Palo indicatore. No, non ridete ...anzi, proprio come una serie di Pali epifanici conficcati lungo il
vasto terreno della composizione che aiutano l'orecchio a mantenere una carica mnestica formidabile.... Ma ascoltiamola
insieme, che ne dici? Ah! ecco, prima una bella accordatura tutti “ensemble”.

Durante l'accordatura la cantante si mette seduta al centro della scena. Appena inizia a suonare il brano della
compositrice al cembalo, essa tira fuori dal cesto un lavoro a maglia gia iniziato e lo continua seguendo il ritmo della
musica. Durante un passaggio che essa giudica fastidioso:)
Cantante: (rivolta al pubblico, acida,) _ Ma questo altro che bruco a mezzanotte... questa è una vera tarma
(ridacchia) Eh! che volete bisogna perdonare e comprendere i giovani d'oggi ... con quello che sentono in giro... Ai tempi
miei, ai tempi miei... (al cembalo) _ Bravissima.. questa è un'idea davvero portentosa ... in fondo è un bruco simpatico....
(all'improvviso smette di lavorare a maglia, deposita il tutto nel cesto e ne tira fuori uno specchio, si guarda e si aggiusta
i capelli e assorta nei suoi pensieri canta :)
Ah! My beautiful face like a dream.....

(depone lo specchio e con tristezza si avvicina al cembalo. Alla fine del brano applaude con entusiasmo) _ Stu-pen-do
cara ...Brava, anzi bravissima ... in pochi minuti sei arrivata all'apogeo del linguaggio pancromatico, alla più perfetta
“desensibilizzazione del materiale” come avrebbe detto Adorno buonanima..... Applaudite pure voi no? Su tirchioni! Qui
te lo dico e qui te lo nego: con questo pezzo tutte le cattedre di nuova didattica musicale sono già tue, garantito .... anche
se no fai il mio nome... ma che brava che sei! Anzi.... Ma il tempo stringe. (Al clarinetto) Vediamo che ci hai combinato
tu. Anche tu come titolo non c'è male : "IL RAMO RECLINO SUL SELCIATO BAGNATO OR TACE AL VENTO" ...
ma che caro che sei.. (al pubblico con tenerezza) L'ha dedicato a me... (Decisa e sentenziosa) ... sarà bellissimo. (Con
grande slancio si precipita dal clarinettista e gli schiocca un bel bacio sulla guancia. Poi dice con tono apocalittico) _
Non mi stancherò mai di ripetervi che un titolo ad effetto, dica quel che dica, fa gia il pezzo... e poi è anche utile per i
critici, insomma rende il tutto, come dire... più intellettuale ... (al clarinetto) _ Sei pronto caro? Vai!. Alt!, fermo !. (Alla
chitarra): Ma tesoro non fare quella faccia!. Ho un'idea: vieni qui vicino a me e ascoltiamo insieme il pezzo così non ti
annoierai di sicuro... (al cembalo): Vieni anche tu ... siediti, così non ti stanchi e io vi farò l'analisi del pezzo.... in
DIRETTA, Via!
Il clarinetto attacca il suo pezzo.

Cantante : Sì, ho capito tutto e vi dirò:


Questo pezzo che ascoltiamo
Tutto quanto è costruito
Su una cellula soltanto: si re la
Che si allarga e si restringe
Poi prolifera e poi cresce
Poi cade. Morta? No!
Si rialza e si riforma
Si riforma e si trasforma
Si rovescia tutta quanta
Poi affoga e rigonfiata
Or soletta or fidanzata
In concentriche armonie
Soffocandosi muor!

Cantante : _ Bene, bene. Anzi benissimo... che altro dire? ... con tre note: Si, Re, La, macinate a dovere ecco che
viene fuori una sinfonia... Veramente è un pezzo che avrei potuto scrivere io ha ha ha ha... Però a quella povera cellulina
gli fai fare una brutta fine, anche se il pezzo chiude bene anzi ...benissimo. Ma adesso riposati (alla chitarra) e tu fammi
vedere un po' che hai fatto. (Si avviano insieme al leggio della chitarra. La cantante legge subito il titolo del brano)
_"HARAKTHI PA MUNA ovvero: GRATTAGE PALINDROMIQUE, COMPOSIZIONE IMMAGINIFICA IN SEI
GIORNATE E UN BREVE RIEPILOGO PER LA SETTIMA".... Ma, tesoro.. (guarda l'orologio) E' un po' tardi (con
risentimento) per ascoltarlo tutto, non ti pare?... Senti, perché non facciamo finta che oggi è Domenica e sentiamo il
riepilogo? Orsù... (velocemente) Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì e Sabato che fanno sei, ed ora... (come una
presentatrice televisiva) A VOI DOMENICA.... Via!

Attacca il suo brano la chitarra ma dopo due battute si ferma.

Cantante : _ Mbe?... gia finito?


Chitarra: _ No, ma qui c'è un TACET
Cantante : _ Ah gia... il TACET.... ma ce ne sono molti? (guarda l'orologio)
Chitarra : _ No, solo tre in tutto (e riprende a suonare)

La cantante si incammina per la scena senza badare alla musica ma attratta da alcune mosche che volano. Si precipita ma
in punta dei piedi verso il suo cesto da dove tira fuori furtivamente uno scacciamosche. Comincia a dare la caccia alle
mosche cogliendole di sorpresa. La caccia si estende piano piano fin giù nella platea.

Chitarra: - Ecco, scusi ...qui ci sarebbe il secondo TACET ... lo salto? (non ricevendo risposta dalla maestra-
cacciatrice riprende a suonare fino alla conclusione del riepilogo).
Chitarra: _ Scusi sa, ma avrei finito....
Cantante :(dalla platea, con sdegno) _ Ma come! E il terzo TACET ?
Chitarra: _ Sì c'è, ma l'ho messo al Martedì.....
Cantante: (avvicinandosi alla chitarra con benevolenza) _ Scusami ... ma benedetta figliuola me lo potevi dire
prima no?. Ma via! Quel che è fatto è fatto, scordiamci del passato e io qui davanti a tutti ti vo’ abbracciar ed ora
d'innanzi e poi collega ti vo’ chiamar! (non l'abbraccia ma le dà una carezza materna con entrambi le mani sulla testa e
avvertendo dopo una sensazione di unto sulle dita va a riprendersi lo straccio e si pulisce le mani con forza. Quest'ultima
azione verrà consumata durante la seguente battuta)

Cantante : _ Ora lo posso dire.... mi avete reso proprio felice. Tutti quanti. Il nostro corso è scivolato in un
baleno. Certamente il merito è anche un po' mio e lo so. E' perché vi ho lasciato liberi a comporre come vi pareva e
piaceva ... Mica come tanti dei miei colleghi che si fanno pagare molto più profumatamente di me e il risultato? Non si
distingue un pezzo dall'altro: notine, trilletti, cadenzine, frasette, fruscii, bollicine, fissazioni medianiche, vuoti siderali,
fatiscenze e banalità, il tutto racchiuso in una forma deforme di musica condominiale per i soliti cinque gatti: il maestro
con tutti i suoi nipotini pallidini, miserelli, destinati a nani epigoni del gia nano maestro, depressi e deprimenti e
ugualmente grigi.... (si infiamma salendo in piedi sulla sedia al centro) _ Ah! non c'è più morale oggi giorno. Dov'è finita
la catarsi? E la voce della Utopia perché tace? Invano cerchiamo l'ironia del fagotto e il cantare del Piffero. ( Ai suoi
allievi) Oh! come siete giovani, mi fate ritornar bambina ma... (Attacca Arioso):

Ai tempi miei, ai tempi miei


nel music college di Monterey
si stava meglio allor direi ;
Il mio Maestro cantava spesso
la sua cagnetta vicina al desco
Oh! come palpitava il cuor
Ah, quanto amor, oh! quanto amor
Lui mi spiegava la Zerstörung
l' Erlebniszeit e la Aufklärung
Oh! che magia lo Sprechgesang
Ah, che splendor in quei rumor!

Ai tempi miei, ai tempi miei


le note usate non erano sei
né trilli e frasi da cicisbei
soavi accordi eran vietati
dal soggettivo, Dio ce ne scampi!
Oh, tutto era perfetto allor
Ah quant'amor in quel fragor !
Estasiati dalla ragione
pilastro d'ogni composizione
Ah! il controllo era virtù
Amici miei, fu quel che fu.
Fu quel che fu!

(si lascia cadere accasciandosi sulla sedia. Chiude gli occhi, china la testa e abbandona le braccia ai lati della sedia
lasciando cadere la partitura. I suoi allievi si interrogano preoccupati sul accaduto con rapido scambio di sguardi.
Qualcuno si avvicina a lei preoccupato seriamente. La cantante si rianima di colpo e scattando in piedi…)

Cantante : Ha,ha,ha,ha (isterica) ...Ci eravate cascati eh? Poveri creduloni! Ma non sapete che le vecchie come
me sono eterne? (pausa)... Non sempre.

Sull'attacco della musica finale raccoglie rapidamente il cesto, se lo infila al braccio ed esce danzando a modo suo.

© Dimitri NICOLAU
Luglio 1991

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