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Per essere un musicista bisogna avere un buon orecchio, immaginazione, intelligenza e personalità.
Non si tratta solo di riconoscere e distinguere i suoni, ma avere una percezione interiore e suscitare
emozioni. Essere artisti non significa soltanto essere intonati, avere una buona tecnica ed essere puliti
nell’esecuzione ma significa essere sensibile alla musica. Infatti, l’altezza delle note è solo una delle
caratteristiche del suono, riconoscere la dinamica, agogica, timbro e velocità rivela un orecchio
musicale. Anche Rubinstein affermava di fare spesso errori al pianoforte, sbagliando tante note, ma
certo non possiamo affermare che sia un cattivo musicista. Avvicinare un bambino alla musica
significa anche fargli ascoltare tutte le sfumature del suono, facendogli notare i diversi timbri degli
strumenti orchestrali e delle differenze tra i suoni gravi e acuti.
Se questa educazione fosse adottata nelle nostre scuole, nel giro di pochi anni il livello musicale del
nostro paese si alzerebbe considerevolmente. Esistono pianisti di prim’ordine, estremamente
musicali, ma ve ne sono altri che non amano la musica o amano solo quella che essi stessi suonano,
ai concerti apprezzano soltanto i virtuosismi, non sanno distinguere stili, né forme, e non si
interessano né si emozionano ascoltando le opere più belle; se la loro sensibilità fosse stata educata
prima di intraprendere lo studio di uno strumento, è molto probabile che le loro capacità di apprezzare
la musica sarebbero molto più elevati.