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Lo stazionamento veicolare
Si chiede l’indicazione corretta e l’aggiornamento dei dati indicati per una conoscenza
reale della città e una corretta valutazione.
Osservazione n. 7
Il Paragrafo così recita: “Su questo tema valgono le politiche di settore indicate nel Piano
Urbano della Mobilità e con il Piano Generale del Traffico Urbano, consapevoli della
pressione che deriva dalla domanda di mobilità dei 50.000 residenti e dei 30.000 che,
quotidianamente, entrano a Gallarate per motivi di lavoro, di studio, per acquisti e per
utilizzarne i servizi e dei 18.000 che da Gallarate quotidianamente si muovono verso i
comuni esterni.”
Successivamente, indicando risposte possibili, viene scritto: “migliorare la qualità della vita
a partire dai plessi scolastici rendendo più sicuri i percorsi casa–scuola, mettendo in
sicurezza le aree intorno alle scuole, realizzando, o implementando, le aree verdi e gli
spazi pedonali intorno alle scuole;”.
Si osserva che Il PGTU, affinché il traffico proveniente da Varese non attraversi il centro
città, raggiungendo piazza Risorgimento, indica il percorso via del Lavoro, via Campo dei
Fiori, via per Besnate, via Monte San Martino e, almeno nel medio periodo, via Padre
Lega, via Carlo Noé.
In tale percorso sono presenti due scuole elementari (Cascinetta e Ronchi).
Il previsto percorso anziché rendere più sicuri i percorsi casa-scuola, ne aumentano la
pericolosità e impediscono non già di implementare ma neppure di realizzare alcuno
spazio pedonale intorno alle scuole.
Nel paragrafo si recita: “Nella zona già denominata T2 conferma la scelta prioritaria della
destinazione logistica.”
Si osserva che all’interno dell’area indicata sono presenti abitazioni residenziali del
comune di Gallarate e che al confine dell’area sono presenti ambiti residenziali del
comune di Samarate.
L’affiancamento alle abitazioni residenziali già esistenti delle attività logistiche previste
comporta un deciso peggioramento delle condizioni di vita dei residenti, dovuto
principalmente all’incremento dell’inquinamento atmosferico, acustico e luminoso, oltre
all’aumento delle possibilità di rischio per incidentalità connesso al trasporto di sostanze
pericolose. La previsione eventuale di interventi di mitigazione può parzialmente, e solo
parzialmente, lenire l’incremento di inquinamento atmosferico, ma non sono in grado di
incidere sull’incremento della pericolosità.
Ciò contraddice la volontà espressa nel piano di spostare le attività produttive dalle
vicinanze degli ambiti residenziali, motivo che l’Amministrazione adduce nel prevedere gli
ambiti di ampliamento produttivo I01 e I02.
Si osserva che, benché nella riformulazione della frase nel documento di settembre si
specifichi che trattasi più propriamente di una “fermata”, permangono i rischi già
evidenziati con un parere espresso ai sensi della l.r. 12/2005 ad agosto 2010.
Se certamente l’eventuale realizzazione della fermata ferroviaria esalta gli obiettivi del
Piano in ambito AT15 e I03, aumentando l’appetibilità degli ambiti di trasformazione,
incrementando il valore delle costruzioni che lì si vogliono realizzare, rendendo più
facilmente raggiungibili i centri direzionali, gli uffici, le nuove residenze, si evidenzia che
tutti gli altri cittadini residenti nelle altre parti della città potrebbero subire svantaggi.
La posizione attuale della stazione ferroviaria, vicino al centro, ne permette il comodo
raggiungimento di una vasta fascia di popolazione residente. La costruzione di una
seconda stazione, come già avvenuto a Rho, produrrebbe la riduzione del numero di
fermate dei treni, con disagi evidenti. Non è infatti possibile immaginare, proprio come
accade nelle due fermate di Rho, che i treni si fermino in entrambe le stazioni, distanti
nemmeno un chilometro l’una dall’altra.
Si osserva inoltre che la stragrande maggioranza dei viaggiatori gallaratesi utilizza
quotidianamente proprio i treni regionali e suburbani, cioè la stessa tipologia di treni per
cui, secondo il documento, la nuova fermata è esclusivamente destinata.
Il posizionamento della stazione in un’area ai limiti dei confini cittadini obbligherebbe gli
utenti gallaratesi ad attraversare la città per prendere il treno. Con aumento del traffico di
auto per il suo raggiungimento.
Si osserva che per quanto l’ubicazione del nuovo Polo ospedaliero non venga
precisamente collocata, è evidente la previsione di insediarlo nelle arre a sud della SS336,
in area di riqualificazione ambientale.
I documenti della VAS indicano non sostenibile la struttura, se insediata nei pressi della
SS336 per consumo rilevante di suolo in un’area prevista a parco, aumento del traffico
veicolare e dell’inquinamento acustico in zona di prossimità alla SS336 già fonte di
emissioni acustiche, possibile interferenza con la Green Way Ticino Adda, interruzione dei
varchi ecologici e di continuità del verde, suscettibilità di dare luogo alla saldatura urbana
tra Gallarate e Busto con estensione/debordamento del territorio urbanizzato. Sono
sempre gli estensori della VAS a dichiarare la necessità di “Assumere solo in termini di
generica previsione (senza identificarne l’ubicazione) la realizzazione di nuovo Polo
Ospedaliero al confine con Busto Arsizio, stante l’entità di situazioni di impatto che ne
deriverebbero per la zona a Sud della SS336…” indicando come possibilità sostenibile
unicamente il “ricorso a sedimi già urbanizzati da riconvertire”.
Anche il Parco del Ticino osserva che l’ipotesi di collocazione del nuovo polo ospedaliero
a sud, a confine con Busto Arsizio, comporta “un incremento degli impatti esistenti
sull’area, già oggetto di numerose pressioni (sia esistenti che previste), è suscettibile di
pregiudicare la funzionalità eco sistemica e l’integrità dell’area di riqualificazione
ambientale individuata a sud della SS336 e della Green way Ticino – Adda”.
Lo stesso documento DR2 Definizione dello scenario strategico e sistema degli obiettivi
afferma l’importanza del mantenimento di una cintura non edificata onde evitare la
conurbazione con Busto Arsizio: “l’area a sud della SS 336, già denominata R.A. nella
Variante al Piano d’Area Malpensa, è confermata dal PGT nel Piano dei Servizi, come
zona R.A. 1, di Riqualificazione Ambientale al fine di arginarne lo stato di forte degrado e
compromissione, di consentire la realizzazione del corridoio ecologico ed evitare così, con
il consolidamento di una cintura a verde periurbana, gli effetti di conurbazione tra gli abitati
di Gallarate e Busto Arsizio”.
Si chiede di eliminare l’ipotesi di realizzazione del nuovo Polo Ospedaliero con Busto
Arsizio sulle aree a sud della SS336 e di eventualmente ipotizzarlo in un sedime già
urbanizzato da riconvertire come specificatamente indicato dalla VAS.
Osservazione n. 11
Osservazione n. 12
All’interno del paragrafo, nell’individuare i destinatari degli alloggi ERP, si indicano gli
studenti fuori sede.
Si osserva che a Gallarate non esistono Università per giustificare tale preferenza. Gli/le
studenti pendolari sono studenti delle scuole medie di secondo grado.
Si chiede di precisare in base a quali criteri e a quali dati gli studenti fuori sede sono stati
indicati come categorie da privilegiare nell’assegnazione di alloggi ERP.
Osservazione n. 13
Osservazione n. 14
Il paragrafo così recita: “La struttura commerciale di Gallarate è composta di 1.027 punti di
vendita, la gran parte dei quali (oltre il 90%) è costituito da esercizi di vicinato, da 8 grandi
strutture commerciali e da 67 medie strutture di vendita, con una tipologia merceologica
che vede prevalere la componente non alimentare (quasi l’80% del totale), contro il 13% di
esercizi specializzati in categorie alimentari e quasi il 9% di esercizi misti soprattutto
costituiti dalle grandi strutture di vendita (6 su 8)”.
Si chiede l’indicazione corretta e l’aggiornamento dei dati indicati per una conoscenza
reale della città e una corretta valutazione.
Osservazione n. 15
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Si osserva inoltre che l’apertura di medie strutture di vendita comporta un aumento del
traffico sulle vie adiacenti e nell’intorno, in una città che già presenta notevoli difficoltà,
soprattutto ma non solo in alcuni orari. Difficoltà viabilistiche evidenziate anche dallo
stesso PGT.
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Il paragrafo così recita: “Gallarate sarà “porta di Lombardia” soprattutto se saprà cogliere
come un’opportunità di sviluppo e di rilancio del suo ruolo di “città di produzione” e di “città
dei servizi”, che sempre la hanno contraddistinta nella storia, la vicinanza del più grande
aeroporto del Nord Italia, che trova in Gallarate la sua città più prossima e che può vedere
questa città come naturale luogo dove si concentrano attività terziario‐direzionali di livello
europeo, luoghi di scambio, di incontro congressuale, come accade per la Sky City di
Stoccolma nell’aeroporto intercontinentale di Arlanda.
Con la realizzazione del terzo satellite (C), che sarà completato nel luglio 2010 e che
costituirà l’area check‐in per voli U.S.A. ed Israele, la capacità del solo Terminal 1, oggi di
12‐16 milioni di passeggeri, passerà a 18‐24 milioni di passeggeri/anno.
Nel piano strategico 2009‐2016 della Società di gestione si prevedono tra i 38 e i 42
milioni di passeggeri nel 2015; a fronte di queste previsioni uno studio recente del Centro
di ricerca CERTeT dell’università Bocconi stima, più prudenzialmente un traffico
passeggeri di 25 milioni nel 2015 ed un raddoppio degli stessi nel 2030.
L’impatto socio‐economico della sua attività sul territorio è stato quantificato
complessivamente in 16 miliardi di euro nel 2015, con 172mila addetti occupati, e di 29,9
miliardi di euro nel 2030 con 314mila addetti occupati”.
Si osserva che mentre a seguito delle osservazioni dell’ARPA e della Provincia di Varese
si è provveduto a indicare la consistenza dei Piani Attuativi approvati e non ancora
realizzati, dato precedentemente tralasciato, non si è provveduto ad alcuna modifica della
previsione del fabbisogno di edilizia residenziale.
Tale fabbisogno è calcolato prevedendo 2.652 nuovi abitanti teorici nell’arco dei prossimi 5
anni, tempistica dettata dalla validità del Piano e dalla l.r. 12/2005.
Si osserva altresì, come evidenziato dall’ARPA, che la volumetria residenziale prevista per
il periodo di validità del PGT sia di fatto superiore al reale fabbisogno e quindi in contrasto
con i criteri di sostenibilità ambientale.
Si chiede che il fabbisogno residenziale sia calcolato in relazione alla validità del Piano e
quindi nell’arco dei 5 anni, così come prescritto dalla legge regionale, i cui estensori certo
conoscevano le procedure e i tempi per l’approvazione dei piani attuativi.
Si chiede quindi che il fabbisogno residenziale sia ricalcolato diminuendolo della quota già
soddisfatta dai piani attuativi approvati e non ancora avviati, che hanno una consistenza di
circa 148.000 mc, pari a una popolazione insediabile di 987 abitanti.
Osservazione n. 20
Si osserva che durante la stesura del PGT si è più volte richiesto che venissero forniti dati
relativi alle costruzioni sfitte e invendute, senza mai ottenere alcuna indicazione al
riguardo. L’amministrazione congiuntamente agli estensori del Piano hanno più volte
dichiarato di non possedere dati sulle costruzioni sfitte o invendute, né di poterli
recuperare né di ritenerli utili all’elaborazione del Piano.
Si osserva altresì che la presenza di spazi sfitti e invenduti riguarda sia le nuove
costruzioni sia costruzioni esistenti da alcuni anni, a evidenziare un mercato immobiliare in
difficoltà non solo in relazione all’attuale crisi economica, crisi che comunque produrrà
effetti anche negli anni di validità del PGT.
Si chiede che venga precisato in base a quali dati degli alloggi sfitti e invenduti si basa il
giudizio che considera fisiologico tale presenza.
Si chiede che, in ottemperanza anche a quanto evidenziato dalla Provincia di Varese e
dall’ARPA e al fine (certo condiviso dall’Amministrazione) di evitare un inutile consumo di
suolo, si proceda a un censimento delle abitazioni esistenti e non utilizzate, predisponendo
il recupero dell’edificato esistente e ricomprendendo tali costruzioni nel computo delle
volumetrie necessarie a soddisfare le esigenze abitative dei nuovi abitanti teorici.
Osservazione n. 21
Si osserva che nel documento nell’ambito I03 non vengono indicate aree agricole di
interesse nel PTCP, mentre l’allegato 2 Valutazione di compatibilità ambientale degli
specifici ambiti di trasformazione - Ulteriori prescrizioni di dettaglio - nel medesimo ambito
di trasformazione afferma che sono presenti ambiti agricoli strategici di PTCP.
Osservazione n. 22
Si osserva che l’edificabilità è stata attribuita sulla base di una capacità insediativa per
circa 2.650 abitanti, considerando uno standard abitativo pari a 50 mq di Slp per abitante,
senza tenere conto né dei Piani Attuativi approvati e non ancora avviati, che hanno una
consistenza di circa 148.000 mc, pari a una popolazione insediabile di 987 abitanti né
della presenza significativa di alloggi sfitti e invenduti di nuova come di vecchia
costruzione.
Si osserva quindi che la volumetria residenziale prevista per il periodo di validità del PGT
sia di fatto superiore al reale fabbisogno e quindi in contrasto con i criteri di sostenibilità
ambientale.
Si chiede che il fabbisogno residenziale sia calcolato in relazione alla validità del Piano e
quindi nell’arco dei 5 anni, ricalcolando il fabbisogno insediativo tenendo conto dei progetti
attuativi già in essere e non ancora realizzati e degli alloggi sfitti e invenduti presenti nella
città, necessità evidenziata anche dalla Provincia di Varese e dall’ARPA.
Osservazione n. 23
Si chiede di prevedere che il 50% della volumetria residenziale complessiva sia destinata
a edilizia convenzionata e/o popolare.
Osservazione n. 24
Si osserva che fra le destinazioni d’uso escluse non compaiono le medie strutture di
vendita.
Si chiede che venga inserito, come per l’AT 05, l’esplicitazione dell’esclusione delle medie
strutture eccedenti l’unica prevista.
Osservazione n. 25
Si chiede che almeno il 20% della capacità edificatoria per usi residenziali sia di edilizia
convenzionata e/o popolare, quanto a prezzo e a requisiti di accesso.
Osservazione n. 27
Si legge nella scheda, al punto “Servizi da assicurare in relazione alla tipologia degli
interventi”: “Oltre gli oneri di urbanizzazione dovuti, è a carico degli operatori la
ristrutturazione della ex colonia elioterapica della Villa Calderara sulla collina di Cedrate”.
Si osserva che nelle schede di rilevamento dei servizi esistenti SA1 del 13 luglio 2010
realizzate dal Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Pianificazione, indica
Villa Calderara con uno stato di conservazione ottimo.
Si chiede che almeno il 20% della capacità edificatoria per usi residenziali sia di edilizia
convenzionata e/o popolare, quanto a prezzo e a requisiti di accesso.
Osservazione n. 29
Nell’area è ammessa una struttura di vendita di medie dimensioni, oltre ad attività ricettive
e ristorative.
Nell’ambito è ammesso l’uso residenziale fino a un massimo complessivo del 30% della
capacità edificatoria proposta in fase di strumento attuativo.
Si chiede che almeno il 10% della capacità edificatoria per usi residenziali proposta in fase
attuativa sia di edilizia convenzionata e/o popolare, quanto a prezzo e a requisiti di
accesso.
Osservazione n. 31
Nell’area sono ammesse attività ricettive e ristorative e una unità di media struttura di
vendita.
Nell’ambito è ammesso l’uso residenziale fino a un massimo complessivo del 80% della
capacità edificatoria proposta in fase di strumento attuativo.
Osservazione n. 33
Si osserva che fra le destinazioni d’uso escluse non compaiono le medie strutture di
vendita.
Si chiede che venga inserito, come per l’AT 05, l’esplicitazione dell’esclusione delle medie
strutture eccedenti l’unica prevista.
Osservazione n. 34
In entrambi gli ambiti si afferma che “sarà facoltà degli operatori proporre, all’interno del
piano attuativo, un’ulteriore quota di aree da destinare a servizi pubblici, per la
realizzazione di uno spazio pubblico (come ad es. una piazza alberata, ecc.) prospiciente
la via Vespucci”.
Si osserva altresì che non è stato previsto un parcheggio di interscambio per car-sharing
vicino all’autostrada, che potrebbe trovare spazio all’interno di detti ambiti di
trasformazione, particolarmente vicini all’ingresso dell’autostrada.
Osservazione n. 35
Si osserva che fra le destinazioni d’uso escluse non compaiono le medie strutture di
vendita.
Si chiede che venga inserito, come per l’AT 05, l’esplicitazione dell’esclusione delle medie
strutture eccedenti l’unica prevista.
Osservazione n. 36
Si osserva la necessità di limitare il commercio delle medie strutture di vendita, sia per le
caratteristiche dell’area, adiacente a zone particolarmente trafficate, sia perché l’offerta
commerciale gallaratese della media e grande distribuzione si è negli ultimi 10 anni già
fortemente incrementata tanto da occupare oggi oltre il 60% della superficie commerciale
presente in città.
Si osserva infine anche la necessità di avviare un percorso di confronto con gli operatori
del mercato cittadino, per una valutazione comune dell’ipotizzato trasferimento.
Osservazione n. 38
Osservazione n. 40
Si osserva che l’area indicata è prossima al centro storico e su una via con un elevato
traffico veicolare.
Osservazione n. 41
Si osserva che la finalità del progetto “che deve prevedere la progressiva sostituzione
delle attuali strutture commerciali della grande e media distribuzione con edifici di carattere
terziario”, anche con il previsto trasferimento di unità di media e grande distribuzione
nell’area AT 15, contrasta con l’ammettere destinazioni di uso commerciale per medie
strutture di vendita.
Osservazione n. 43
Si osserva che all’interno dell’area indicata sono presenti abitazioni residenziali del
comune di Gallarate e che al confine dell’area sono presenti ambiti residenziali del
comune di Samarate.
L’affiancamento alle abitazioni residenziali già esistenti delle attività logistiche previste
comporta un deciso peggioramento delle condizioni di vita dei residenti, dovuto
principalmente all’incremento dell’inquinamento atmosferico, acustico e luminoso, oltre
all’aumento delle possibilità di rischio per incidentalità connesso al trasporto di sostanze
pericolose. La previsione eventuale di interventi di mitigazione può parzialmente, e solo
parzialmente, lenire l’incremento di inquinamento atmosferico, ma non sono in grado di
incidere sull’incremento della pericolosità.
Ciò contraddice la volontà espressa nel piano di spostare le attività produttive dalle
vicinanze degli ambiti residenziali, motivo che l’Amministrazione adduce nel prevedere gli
ambiti di ampliamento produttivo I01 e I02.
Si osserva che all’interno dell’area I03 dedicata alla logistica sono presenti abitazioni
residenziali del comune di Gallarate e che al confine dell’area sono presenti ambiti
residenziali del comune di Samarate.
L’affiancamento alle abitazioni residenziali già esistenti delle attività logistiche previste
comporta l’aumento delle possibilità di rischio per incidentalità connesso al trasporto di
sostanze pericolose per gli abitanti lì residenti, oltre che un deciso peggioramento delle
loro condizioni di vita, dovuto principalmente all’incremento dell’inquinamento atmosferico,
acustico e luminoso.
Ciò contraddice la volontà espressa nel piano di spostare gli ambiti produttivi dalle
vicinanze degli ambiti residenziali.
Consumo di suolo: Area urbanizzata in minima parte, che interessa ambiti agricoli
strategici di PTCP, anche se in piccola percentuale (cfr. Relazione agronomo.)
Osservazione n. 46
Si osserva che nella scheda non viene evidenziata alcuna criticità rispetto alla presenza di
ambiti residenziali, pure presenti nella documentazione fotografica, criticità che vengono
invece evidenziate dall’ARPA di Varese.
Le attrezzature collettive
Il paragrafo così recita: “Il campo di sosta è dotato di servizi ed ha una buona accessibilità
veicolare essendo in prossimità del casello autostradale di Gallarate.”
Osservazione n. 48
Osservazione n. 51
All’interno del paragrafo, nell’individuare i destinatari degli alloggi ERP, si indicano gli
studenti fuori sede.
Si osserva che a Gallarate non esistono Università per giustificare tale preferenza. Gli/le
studenti pendolari sono studenti delle scuole medie di secondo grado.
Si chiede di precisare in base a quali criteri e a quali dati gli studenti fuori sede sono stati
indicati come categorie da privilegiare nell’assegnazione di alloggi ERP.
Osservazione n. 52
Osservazione n. 53
Il paragrafo così recita: “In relazione alla domanda di servizi insorgente si valuta la
necessità di identificare una nuova area che viene prevista nell’unico Ambito di
trasformazione suscettibile di accogliere strutture per usi di interesse comune per servizi
religiosi, denominata AT 15, in quanto unica area di espansione, con prevalente
destinazione residenziale e terziaria, esterna al consolidato urbano, già ampiamente”.
Così si legge nel paragrafo: “Nella porzione Sud/Ovest in confine con Busto Arsizio
potranno essere realizzati insediamenti a carattere ospedaliero per una superficie di circa
130.000 mq.”.
Poiché l’area ricade nella zona di riqualificazione ambientale, dove la VAS evidenzia
persino la non sostenibilità dell’Ospedale Unico con Busto Arsizio, si chiede di sostituire la
terminologia utilizzata così da ipotizzare unicamente ed eventualmente il nuovo Polo
Ospedaliero Gallarate – Busto Arsizio.
Osservazione n. 55
Così si legge nel paragrafo: “Nella porzione Sud/Ovest in confine con Busto Arsizio
potranno essere realizzati insediamenti a carattere ospedaliero per una superficie di circa
130.000 mq.”.
Si osserva che per quanto l’ubicazione del nuovo Polo ospedaliero non venga
precisamente collocata, è evidente la previsione di insediarlo nelle arre a sud della SS336,
in area di riqualificazione ambientale.
I documenti della VAS indicano non sostenibile la struttura, se insediata nei pressi della
SS336 per consumo rilevante di suolo in un’area prevista a parco, aumento del traffico
veicolare e dell’inquinamento acustico in zona di prossimità alla SS336 già fonte di
emissioni acustiche, possibile interferenza con la Green Way Ticino Adda, interruzione dei
varchi ecologici e di continuità del verde, suscettibilità di dare luogo alla saldatura urbana
tra Gallarate e Busto con estensione/debordamento del territorio urbanizzato. Sono
sempre gli estensori della VAS a dichiarare la necessità di “Assumere solo in termini di
generica previsione (senza identificarne l’ubicazione) la realizzazione di nuovo Polo
Ospedaliero al confine con Busto Arsizio, stante l’entità di situazioni di impatto che ne
deriverebbero per la zona a Sud della SS336…” indicando come possibilità sostenibile
unicamente il “ricorso a sedimi già urbanizzati da riconvertire”.
Anche il Parco del Ticino osserva che l’ipotesi di collocazione del nuovo polo ospedaliero
a sud, a confine con Busto Arsizio, comporta “un incremento degli impatti esistenti
sull’area, già oggetto di numerose pressioni (sia esistenti che previste), è suscettibile di
pregiudicare la funzionalità eco sistemica e l’integrità dell’area di riqualificazione
ambientale individuata a sud della SS336 e della Green way Ticino – Adda”.
Lo stesso documento DR2 Definizione dello scenario strategico e sistema degli obiettivi
afferma l’importanza del mantenimento di una cintura non edificata onde evitare la
conurbazione con Busto Arsizio: “l’area a sud della SS 336, già denominata R.A. nella
Variante al Piano d’Area Malpensa, è confermata dal PGT nel Piano dei Servizi, come
zona R.A. 1, di Riqualificazione Ambientale al fine di arginarne lo stato di forte degrado e
compromissione, di consentire la realizzazione del corridoio ecologico ed evitare così, con
il consolidamento di una cintura a verde periurbana, gli effetti di conurbazione tra gli abitati
di Gallarate e Busto Arsizio”.
Si chiede di eliminare l’ipotesi di realizzazione del nuovo Polo Ospedaliero con Busto
Arsizio e di ogni altra struttura pubblica o privata a carattere ospedaliero sulle aree a sud
della SS336 e di eventualmente ipotizzare unicamente il cosiddetto Ospedale unico in un
sedime già urbanizzato da riconvertire come specificatamente indicato dalla VAS.
Osservazione n. 56
Così recita il paragrafo relativamente all’area a sud della SS336: “Inoltre vi troverà sede un
Nuovo Cimitero Multiconfessionale la cui localizzazione sarà concordata con l’Asl, in
concomitanza con la revisione del Piano Cimiteriale”.
L’articolo così recita: “Le cessioni dei diritti edificatori di compensazione delle aree a
servizi e delle aree destinate alle infrastrutture stradali sono riportate in un apposito
registro delle cessioni dei diritti edificatori, istituito dall’Amministrazione comunale, che
sarà aggiornato e reso pubblico secondo modalità stabilite dalla stessa”.
Si osserva che le modalità di aggiornamento e pubblicità del registro delle cessioni dei
diritti edificatori sono indefinite.
Si chiede che le Norme di Attuazione definiscano con precisione le modalità con cui il
registro delle cessioni dei diritti edificatori è aggiornato e reso pubblico.
Osservazione n. 58
L’articolo così recita: “Gli interventi di Edilizia residenziale Pubblica potranno essere
realizzati sia su iniziativa pubblica che su iniziativa privata e saranno destinati a:
- nuclei familiari a basso reddito, anche monoparentali o monoreddito;
- giovani coppie a basso reddito;
- anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate;
- studenti fuori sede;
- soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio;
- altri soggetti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 1 della Legge n. 9 del 2007;
- immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno dieci anni nel territorio nazionale o
da almeno cinque anni in Regione Lombardia”.
Si osserva che a Gallarate non esistono Università per giustificare tale preferenza. Gli/le
studenti pendolari sono studenti delle scuole medie di secondo grado.
Si chiede di precisare in base a quali criteri e a quali dati gli studenti fuori sede sono stati
indicati come categorie da privilegiare nell’assegnazione di alloggi ERP.
Osservazione n. 59
Il paragrafo così recita: “(…) coincidono con quelle individuate dal Piano dei Servizi come
Aree di riqualificazione ambientale (R.A.) in quanto esse risultano strategiche nel
mantenimento dei corridoi ecologici, o per ragioni di acclività sono tecnicamente non
idonee ad essere urbanizzate, o sono aree non funzionali ad un’attività agricola produttiva
e richiedono, comunque, un impegno manutentivo anche significativo per evitare fenomeni
di progressivo degrado ambientale e paesaggistico.
La non trasformabilità urbanistica si traduce in interventi di valorizzazione ambientale e
paesaggistica, privilegiando in tali aree la localizzazione di misure compensative come
fissate nelle NTA del Piano dei Servizi.
In tali aree sono sempre ammessi, previa valutazione di possibili alternative, interventi per
servizi pubblici o di uso generale, prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni
agroforestali e ambientali”.
Si osserva che lasciare la possibilità di interventi di costruzione per servizi pubblici o di uso
generale, inserendo come unica clausola la previa valutazione di alternative, apre la
strada al consumo di suolo anche nelle aree che il PGT stesso individua come di
riqualificazione ambientale, da conservare poiché strategiche nel mantenimento dei
corridoi ecologici. Ogni intervento per servizi pubblici o di uso generale comporta oltre che
l’edificazione per l’intervento stesso, anche ulteriori consumi di suolo per rendere la nuova
costruzione raggiungibile e fruibile.
Si chiede che nelle aree non soggette a trasformazione urbanistica, individuate come R.A.
dal Piano dei Servizi, non siano ammesse nuove edificazioni di qualsiasi natura.
Osservazione n. 60
L’articolo così recita al punto 5: “Slp ‐ Superficie lorda di pavimento (mq) è la somma di
tutte le superfici coperte comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali ai vari
piani e soppalchi di interpiano, sia fuori terra che in sottosuolo. Al fine di consentire la
completa fruibilità delle costruzioni, nella compilazione dei progetti di opere edilizie non
devono essere conteggiate nella Slp., pur trattandosi di spazi che consentono
l’insediamento di abitanti e/o addetti e/o utenti, le seguenti superfici:”
Alla lettera b si specifica: “le superfici degli androni di ingresso, delle scale, degli ascensori
e dei pianerottoli di sbarco, delle scale di sicurezza e dei vani corsa degli impianti di
sollevamento;”.
L’articolo così recita al punto 5: “Slp ‐ Superficie lorda di pavimento (mq) è la somma di
tutte le superfici coperte comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali ai vari
piani e soppalchi di interpiano, sia fuori terra che in sottosuolo. Al fine di consentire la
completa fruibilità delle costruzioni, nella compilazione dei progetti di opere edilizie non
devono essere conteggiate nella Slp., pur trattandosi di spazi che consentono
l’insediamento di abitanti e/o addetti e/o utenti, le seguenti superfici:”
Alla lettera d specifica: “le superfici degli spazi comuni destinati a ricovero di biciclette,
motocicli, carrozzine per bambini e mezzi di trasporto per persone fisicamente impedite,
compresi i relativi spazi d’accesso, le superfici degli spazi per attività comuni di pertinenza
del fabbricato (fitness, palestre, sale riunioni, sale ricreative comuni, complete di relativi
servizi igienici);”
Si osserva che rispetto alle NTA del vigente PRG è stato aggiunto lo scorporo dal calcolo
della Slp degli spazi per attività comuni di pertinenza del fabbricato (fitness, palestre, sale
riunioni, sale ricreative comuni, complete di relativi servizi igienici). Pur ritenendo positiva
la promozione di spazi comuni, di servizio e socializzazione, si ritiene che sia necessario
meglio definire le attività comuni di pertinenza del fabbricato, escludendo qualsiasi forma
di utilizzo commerciale e per attività economiche.
Si chiede di modificare l’articolo, prevedendo per le superfici degli spazi per attività comuni
di pertinenza del fabbricato si conteggi il 50% della superficie a essi destinata e che si
specifichi che è esclusa qualsiasi forma di utilizzo commerciale e per attività economiche
delle stesse, richiedendo alla proprietà una dichiarazione pubblica registrata di tale
impegno.
Osservazione n. 62
L’articolo così recita al punto 5: “Slp ‐ Superficie lorda di pavimento (mq) è la somma di
tutte le superfici coperte comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali ai vari
piani e soppalchi di interpiano, sia fuori terra che in sottosuolo. Al fine di consentire la
completa fruibilità delle costruzioni, nella compilazione dei progetti di opere edilizie non
devono essere conteggiate nella Slp., pur trattandosi di spazi che consentono
l’insediamento di abitanti e/o addetti e/o utenti, le seguenti superfici:”.
Alla lettera h specifica: “le superfici dei vani attigui a terrazzi o giardini destinate a serra,
chiuse da pareti e coperture vetrate fisse o asportabili stagionalmente, purché tali superfici
non eccedano il 25% della superficie del terrazzo o giardino interessato;”.
L’articolo, indicando ciò che non deve essere conteggiato come Slp, così recita alla lettera
f: “le superfici dei piani e dei locali interrati o seminterrati, privi dei requisiti di agibilità e
comunque aventi altezza netta minore o uguale a m. 2,50;” e alla lettera d: “le superfici
degli spazi comuni destinati a ricovero di biciclette, motocicli, carrozzine per bambini e
mezzi di trasporto per persone fisicamente impedite, compresi i relativi spazi d’accesso, le
superfici degli spazi per attività comuni di pertinenza del fabbricato (fitness, palestre, sale
riunioni, sale ricreative comuni, complete di relativi servizi igienici);”.
Successivamente specifica: “Nei piani di cui al precedente lett. f) del punto 5, è ammessa
la realizzazione di almeno un servizio igienico nonché la realizzazione di un secondo
servizio ogni qual volta la superficie di detti piani superi i 300 mq e quindi un ulteriore
servizio per ogni multiplo di tale cifra.
Questo limite non opera per i servizi comuni previsti dal precedente lett. d) del punto 5”.
Si osserva che locali privi dei requisiti di agibilità non possono essere considerati spazi per
un utilizzo continuato, tali da richiedere la presenza di servizi igienici. Viceversa la
previsione della possibilità che servizi igienici vengano realizzati, anche in numero
maggiore ad uno, in ambienti privi dei requisiti di agibilità trasforma la tipologia di detti
spazi.
Si chiede l’eliminazione della possibilità di realizzare servizi igienici in tali spazi, se non in
spazi direttamente connessi ad abitazioni che non abbiano caratteristiche di accessibilità e
fruibilità autonoma.
Osservazione n. 64
L’articolo così recita alla lettera a): “interventi di manutenzione ordinaria, gli interventi
edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture
degli edifici e quelli necessari ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici
esistenti, anche con l’impiego di materiali diversi, purché i predetti materiali risultino
compatibili con le norme e i regolamenti comunali vigenti;”.
L’articolo così recita: “Per la presentazione dei piani attuativi è sufficiente il concorso dei
proprietari degli immobili interessati, rappresentanti la maggioranza assoluta del valore di
detti immobili in base all’imponibile catastale risultante al momento della presentazione del
piano, costituiti in consorzio.”.
Si osserva che, poiché a seguito della presentazione di piano attuativo dalla maggioranza
assoluta del valore degli immobili, il sindaco provvede entro 10 giorni ad attivare la
procedura di cui all’articolo 27, comma 5, della legge n. 166/2002 e successivamente,
assegnando un termine di novanta giorni, diffida i proprietari che non abbiano aderito alla
formazione del consorzio ad attuare le indicazioni del predetto piano attuativo
sottoscrivendo la convenzione presentata e poiché, decorso infruttuosamente il termine
assegnato, il consorzio consegue la piena disponibilità degli immobili ed è abilitato a
promuovere l’avvio della procedura espropriativa a proprio favore delle aree e delle
costruzioni dei proprietari non aderenti, il possesso della maggioranza assoluta risulta
poco garante dei diritti dei proprietari che eventualmente non intendono aderire al
consorzio.
Così recita l’articolo: “Fermo restando che in tali aree sono sempre ammessi, previa
valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici o di uso generale,
prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni agroforestali e ambientali (…)”.
Si osserva che lasciare la possibilità di interventi di costruzione per servizi pubblici o di uso
generale, inserendo come unica clausola la previa valutazione di alternative, apre la
strada al consumo di suolo anche nelle aree che il PGT stesso individua come di
riqualificazione ambientale, da conservare poiché strategiche nel mantenimento dei
corridoi ecologici. Ogni intervento per servizi pubblici o di uso generale comporta oltre che
l’edificazione per l’intervento stesso, anche ulteriori consumi di suolo per rendere la nuova
costruzione raggiungibile e fruibile.
Si chiede che nelle aree non soggette a trasformazione urbanistica, individuate come R.A.
dal Piano dei Servizi, non siano ammesse nuove edificazioni di qualsiasi natura.
Osservazione n. 67
Così recita l’articolo, relativamente a edifici esistenti nelle aree R.A.: “Pertanto sugli edifici
residenziali sono consentiti interventi di restauro, di risanamento conservativo, di
ristrutturazione e di ampliamento concessi sino al raggiungimento dei 200 mc assentibili
per nucleo familiare ivi residente.”
Si osserva che l’art. 35 Interventi regolati dal PGT in aree destinate all’agricoltura prevede
ai sensi dell’Art. 62 della L.r. 12/2005 e s.m.i. negli edifici esistenti e ricadenti nelle zone
rurali, saranno consentiti interventi tendenti al recupero e al mantenimento delle
caratteristiche architettoniche tipiche dei fabbricati, escludendo ogni ricostruzione.
Nel caso in cui l’intervento, al fine di migliorare le condizioni igienico‐funzionali delle
residenze esistenti, richiedesse un incremento del volume esistente, lo stesso potrà
essere consentito con un limite massimo di 150 mc.
Si chiede che la possibilità di ampliamento per gli edifici esistenti in aree R.A. sia il
medesimo di quello concesso nelle aree destinate all’agricoltura.
Osservazione n. 68
Così recita l’articolo: “Per le strutture esistenti adibite ad attività commerciali, direzionali,
ricettive (alberghi e ristoranti) e produttive in attività, sono ammessi gli interventi edilizi di
manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
ristrutturazione edilizia. È altresì ammesso l’ampliamento degli edifici esistenti solo se
finalizzati alla realizzazione dei seguenti obiettivi:
- risanamento ed adeguamento delle strutture produttive e tecnologiche esistenti;
- documentate esigenze produttive ed occupazionali.
In particolare il progetto che prevede un ampliamento dovrà essere redatto nel rispetto
delle seguenti prescrizioni:
a) L’ampliamento potrà comportare un incremento della superficie coperta, rispetto a
quella dell’edificio esistente alla data di adozione del PGT, non superiore ai seguenti limiti:
per le attività commerciale, direzionali, ricettiva e produttiva:
- al 50% da 0 a 1.000 mq;
- al 20% oltre i 1.000 mq.”
Si osserva che è eccessivo l’incremento consentito, che non pone peraltro un tetto
massimo di ampliamento.
Si chiede che l’articolo venga modificato nella lettera a) come di seguito indicato:
- al 25% da 0 a 1000 mq
- al 20% oltre 1000 mq fino a un massimo di 400 mq.
Osservazione n. 69
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie, sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Si osserva inoltre che la trasformazione di un negozio di vicinato in una media
distribuzione comporta disagi per i luoghi dove sono ubicati in termini di traffico e
inquinamento.
Si chiede che la trasformazione dei negozi di vicinato in medie strutture di vendita non sia
consentita.
Osservazione n. 70
Così recita l’articolo: “In tutti gli ambiti del tessuto urbano consolidato si possono aprire alle
condizioni sotto riportate nuove medie strutture di vendita, fatti salvi gli ambiti dove essi
siano espressamente esclusi.
L’apertura di nuove medie strutture è disciplinata dai criteri adottati dall’Amministrazione
Comunale ai sensi del 3 e 4 comma dell’Art. 8 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 114 ed ai
sensi della vigente normativa regionale”.
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie, sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Si osserva inoltre che l’insediamento di una media struttura di vendita comporta disagi per
i luoghi dove sono ubicati in termini di traffico e inquinamento.
Si chiede che nell’ambito del tessuto urbano consolidato non sia ammesso l’insediamento
di nuove medie strutture di vendita.
Osservazione n. 71
L’articolo così recita: “In tutti gli ambiti del tessuto urbano consolidato si possono ampliare
e trasferire medie strutture di vendita, fatti salvi gli ambiti dove esse siano espressamente
escluse.
Il rilascio dell’autorizzazione per ampliamento e trasferimento di medie strutture di vendita
è subordinato alla stipula di una convenzione o da sottoscrizione di apposito atto
unilaterale d’obbligo che prevede il reperimento delle aree da destinare a servizi pubblici e
di uso pubblico nella misura prevista dalle vigenti norme. (…)
Fatte salve specifiche norme di dettaglio relative ai singoli ambiti del tessuto urbano
consolidato, il trasferimento e l’ampliamento di medie strutture di vendita è ammesso alle
seguenti condizioni:
a) Vengano reperite in loco le aree a parcheggio d’uso pubblico pari ad almeno il 50%
della superficie di lorda di pavimento con possibilità di monetizzazione della quota restante
fino a concorrere al 100% della quota dovuta di aree pubbliche o di uso pubblico.
b) Gli esercizi commerciali dovranno garantire accesso e uscita dalla viabilità ordinaria
senza che l’accumulo di traffico diretto e proveniente dal parcheggio pertinenziale
dell’attività crei intralcio alla circolazione, a tal fine se necessario dovranno essere
garantite apposite opere di raccordo alla viabilità ordinaria. Tale disposizione costituisce
condizione imprescindibile per l’ammissibilità del nuovo insediamento commerciale”.
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie, sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Si osserva inoltre che l’insediamento di una media struttura di vendita comporta disagi per
i luoghi dove sono ubicati in termini di traffico e inquinamento.
Si chiede che nell’ambito del tessuto urbano consolidato non sia ammesso l’insediamento
di nuove medie strutture di vendita.
Osservazione n. 72
Nella parte finale l’articolo così recita: “Alle medesime condizioni di cui al precedente
comma è consentito l’ampliamento di medie strutture di vendita esistenti alla data di
adozione delle presenti norme da 999 mq sino al limite massimo di 1.200 mq.”.
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie, sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Si chiede che nell’ambito del tessuto urbano consolidato non sia ammesso l’ampliamento
delle medie strutture di vendita.
Osservazione n. 73
Si osserva che con queste norme diventa pressoché ovunque monetizzabile l’area a
parcheggio, con il rischio, già concretizzato in alcune zone della città, che i clienti delle
strutture commerciali parcheggino in sosta vietata portando disagi e pericoli alla viabilità e
alla percorrenza di biciclette e di pedoni, creando vere e proprie barriere architettoniche
insuperabili da persone diversamente abili.
Si evidenzia che la quasi totalità dei clienti raggiunge le medie strutture di vendita con
mezzo privato.
Si chiede che la monetizzazione sia possibile nei nuclei di antica formazione solo per i
negozi di vicinato; che per l’ampliamento o la trasformazione di negozi di vicinato in medie
strutture di vendita non sia possibile monetizzare i parcheggi, se non limitatamente alla
lettera a) con l’impegno della struttura di vendita a controllare anche in modo continuativo
che il parcheggio dei propri clienti sia conforme al codice della strada qualora
l’Amministrazione Comunale ne verificasse la necessità.
Osservazione n. 74
L’articolo così recita: “Non sono individuati ambiti su cui è prevista la destinazione d’uso a
grande struttura di vendita.
L’ampliamento o l’accorpamento di esercizi commerciali di grande superficie di vendita già
esistenti, così come definito al par. 2 della D.g.r. 4.07.2007 n. VIII/5054, è sempre
possibile, indipendentemente dalla destinazione d’uso dell’area su cui insiste l’esercizio
esistente ed il previsto ampliamento, a condizione che si verifichino tutte le seguenti
condizioni:
- non vengano interessate dall’ampliamento o accorpamento aree destinate a servizi
pubblici e di uso pubblico;
- non venga diminuita la dotazione esistente di parcheggi di pertinenza;
- vengano verificate le condizioni di accessibilità e la viabilità dell’area;
- l’ampliamento interessi superfici già edificate.
Non è consentito sul territorio comunale il trasferimento di esercizi commerciali di cui al
presente articolo già esistenti, su aree non già in uso per grandi superfici di vendita”.
Si osserva che, come riconosciuto dallo stesso PGT, l’offerta commerciale della città è
consistente, superiore alla media provinciale e regionale ed è caratterizzata dalla
presenza di grandi e medie strutture di vendita. Tale presenza penalizza i negozi di
vicinato, che sempre più spesso, nel centro storico come nelle periferie, sono costretti a
chiudere l’attività. Con conseguenze sulla vivibilità dei quartieri e sul mercato del lavoro.
Si chiede che non sia ammesso l’ampliamento o l’accorpamento delle grandi strutture di
vendita.