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Con Democrito la filosofia si sposta nel nord della Grecia: nasce nel 460 a.C. ad Abdera.

È un uomo aperto curioso e sensibile. Nel corso della sua


vita intraprende numerosi viaggi: in Etiopia, in Persia e in India. Soggiornò anche ad Atene per un breve periodo. Per questo vene in contatto con i
pitagorici e conobbe le filosofie di Talete e Parmenide.

Il discepolo Democrito apporta un cambiamento sostanziale nella cosmologia atomistica del maestro, perché elimina il caso come causa dell'essere e
lo sostituisce con la necessità. Probabilmente indotto a farlo per rendere meglio ragione del formarsi dei corpi nel mondo vivente, Democrito però non
ha mai spiegato perché lo abbia fatto ed anzi, appropriandosi della paternità della Grande cosmologia, che è di Leucippo, ha intorbidato notevolmente
le acque. Dopo di lui infatti il suo nome e quello di Leucippo vengono legati equivocamente insieme e il Corpus democriteum degli scritti atomistici
presenta in alcuni punti un guazzabuglio di contraddizioni, dove ciò che parrebbe casuale viene poi definito come necessario.Molto ridotte, per varie
ragioni, le testimonianze relative a Leucippo, quelle su Democrito sono invece copiose, facendo sì che il suo atomismto si sia costituito per molti
aspetti, ma erroneamente, come quello "canonico". Pertanto, seppure Leucippo debba essere considerato pensatore filosoficamente più importante di
Democrito, storiograficamente è la figura di questi a dominare la scena.

L'atomismo nei termini posti da Democrito, e depurato delle contraddizioni interne sul piano cosmologico, riprende il concetto di arché posto nel VII
secolo a.C. dai naturalisti milesii (Talete, Anassimandro, Anassimene) e lo traduce con atomos nel senso pluralistico di atomoi. Egli è un grande
naturalista, attento osservatore di tutti gli aspetti del vivente, e pone a base della sua concezione una "natura" che è pura "materia", eliminando dal
mondo reale ogni elemento di trascendentalità.Facendo questo, ogni concetto di divinità risulta eliminato anch'esso. Tutto ciò che è "è nella natura";
in essa vi sono tutte le cause possibili di ogni ente esistente possibile. L'aggregazione degli atomi forma i corpi definiti della realtà percepibile e il loro
disgregarsi restituisce alla natura stessa i suoi elementi di base, in una fenomenologia puramente meccanicistica che non ha bisogno di null'altro per
verificarsi. Ma ciò che per Leucippo era frutto del caso, e ritornerà ad esserlo con Epicuro, per Democrito è il frutto di un'assoluta "necessità".

Democrito è soprattutto un acuto osservatore il quale, facendo tesoro delle sue osservazioni, ne trae importanti conclusioni di carattere biologico e
persino psicologico, ma che comunque non riguardano la teoria atomistica in senso stretto. Se Epicuro rimodula la teoria atomistica inroducendo i
concetti di peso dell'atomo e di parenklisis o declinazione, Democrito può essere considerato infatti un precursore delle teorie galileane nel
distinguere tra qualità primarie e secondarie. Sosteneva infatti che solo le determinazioni quantitative possono essere attribuite all'atomo e non le
qualitative. Un esempio di quei principi semplici che nascono dal materialismo atomistico ed entrano nella cultura greca e poi romana contro i
bizantinismi della metafisica.La teoria di Democrito trovò nel corso della storia molte disapprovazioni, in quanto esclude dall’origine dell’universo un
pensiero divino. In primo luogo c’è Platone che, nonostante disapprovasse l’atomismo, non citò mai nei suoi Dialoghi Democrito, forse perché gli era
stato sconsigliato dai suoi discepoli. Aristotele invece manifesta apertamente un totale dissenso, dichiarando che il proprio pensiero era in competa
antitesi con quello democriteo. Con il trionfo del cristianesimo poi l’atomismo venne bandito in quanto teoria atea per eccellenza. Infine nel XX
secolo si inizio a studiare questa teoria con obiettività storiografica e ci si rese conto della sua rilevanza oggettiva.

L'atomismo dal Rinascimento all'Ottocento

Già in epoca tardo-romana si può dire che fosse incominciata quell'emarginazione e quella lunga eclissi dell'atomismo dalla scena culturale che durerà
sino al sec. XV. Ma occorre anche dire che fin dall'inizio dell'era cristiana parlare di atomismo significava praticamente solo più parlare
dell'epicureismo nei suoi elementi etici più che cosmologici.La ricomparsa dell'epicureismo sulla scena culturale data da quando Poggio Bracciolini
scopre nel 1417 un manoscritto del De rerum natura in un buio recesso della biblioteca del monastero di San Gallo, in Svizzera. Per la prima metà del
'400 noto soltanto a una ristretta cerchia di intellettuali, con l'invenzione della stampa da parte di Gutemberg e la sua rapida diffusione anche il poema
di Lucrezio, sia pure tra una profusione di Bibbie, di Vangeli, di Vite dei Santi e di altre opere di devozione, incomincia a fare qualche sporadica
apparizione. Accanto a Lorenzo Valla, che nel De vero bono del 1433 (seconda versione del De voluptate) aveva confrontato la dottrina cristiana con
quella stoica e quella epicurea, va ricordato Cosma Raimondi (1400 circa-1436) come il primo vero assertore dell'epicureismo in epoca rinascimentale
con una coraggiosa Defensio Epicuri.Alla generale indifferenza o diffidenza nei confronti dell'epicureismo supplirà Erasmo da Rotterdam scrivendo,
in polemica contro Lutero, nel 1524 o poco dopo, il dialogo Epicureus. In esso si tenta una conciliazione tra l'edonismo epicureo e la visione cristiana
della vita, nel senso che il vivere cristianamente non esclude per Erasmo la possibilità di perseguire anche il piacere. Segue poi un recupero un po'
paradossale di Epicuro da parte del teologo Pierre Galland, che nel 1551 sostiene addirittura che il messaggio epicureo ha un fondamento religioso.
Ma anche Michel de Montaigne sviluppa una tesi analoga, rifacendosi ad alcuni passi del De rerum natura di Lucrezio.Ma è Pierre Gassendi, che già
col De vita et moribus Epicuri (1647) ma soprattutto col Syntagma philosophicum (pubblicato postumo nel 1658), che il recupero dell'epicureismo e
la sua fagocitazione da parte della dottrina cristiana risultano compiuti. Adattando l'epicureismo al cristianesimo Gassendi ottiene due scopi
importanti: rimodulare la dottrina cristiana con un'ontologia pluralistica che si concilii con la Genesi e accordarla con la nuova fisica teorizzata da
Newton. Questa infatti implica la pluralità degli elementi dell'essere come particulae elementari, e soprattutto il vuoto. Gli atomi con Gassendi
cessano di essere gli elementi-base di una materia eterna, ma diventano creazioni di Dio e strumenti della sua creatività Nel Settecento vi è un
letteratura libertina che proclama l'edonismo e riprende molti aspetti dell'epicureismo, ma sono specialmente filosofi materialisti atei come Julien
Offroy de La Mettrie e Denis Diderot ad assumere i principi epicurei. Il primo in maniera più esplicita nei suoi L'anti-Seneca o Discorso sulla felicità
del 1748 e nel Sistema di Epicuro del 1749. Occorre però sottolineare il fatto che oltre a Newton anche un altro grande scienziato come Robert Boyle
è un sostenitore della struttura atomistica, della materia primaria e dell'esistenza del vuoto.Sotto il profilo filosofico-letterario l'epicureismo trova
notevole interesse in Gran Bretagna già dal 1700, ma specialmente nell'Ottocento. Il grande poeta Percy Bisshe Shelley farà dell'epicureismo
lucreziano la sua bandiera in diverse opere a iniziare dalla tragedia Prometheus Unbound del 1819. Né va dimenticato Giacomo Leopardi che nel suo
pessimismo e ateismo esistenziale ha ben presente gli analoghi sentimenti di Lucrezio espressi nel De rerum natura.Ma la validità della teoria
atomistica trova il suo definitivo riconoscimento scientifico con la chimica del Settecento e soprattutto dell'Ottocento. Sono i chimici a scoprire la
profonda verità della tesi atomistica. Già alla fine del 1700 la teoria atomistica si conferma teoria in accordo con la nuova scienza. Ciò avviene con gli
esperimenti di John Dalton(1766-1844), che redige una prima tavola dei pesi atomici, e co nquelli di William Prout (1785-1850), che misura
indirettamente le proprietà dell'atomo confermando che tutti i pesi atomici sono dei multipli del peso atomico dell'idrogeno. Il Sistema periodico degli
elementi di Dmitri Ivanovic Mendeleev, che vede la luce nel 1870, darà una definitiva sistematizzazione della teoria atomica. Ma diciassette anni
dopo Joseph John Thomson scopre l'elettrone e da quel momento si sa che l'atomo non è affatto indivisibile.

L'atomismo moderno e contemporaneo

La fisica del Novecento conferma la validità dell'atomismo come tesi filosofica fondamentale per ogni studio sul mondo materiale. Il pensiero
materialistico ed ogni altro ad esso assimilabile devono fare i conti con la costituzione atomica della materia attraverso i suoi sottocostituenti, che a
poco a poco vengono alla luce sempre più numerosi. Dopo la storica scoperta dell'elettrone, che ha aperto la strada maestra, è stata la volta del
protone, scoperto da Rutherford nel 1919, e poi del neutrone, scoperto da Chadwick nel 1932. L'esistenza del neutrino fu avanzata da Pauli nel 1931,
ma esso fu per la prima volta osservato solamente nel 1956.

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