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ISBN: 978-1-4092-4897-2
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INDICE
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INTRODUZIONE
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strumenti utili, lasciamo alle carte della scelta il loro
ruolo. Uno strumento e basta, dunque, non il nostro
padrone. Ricordiamoci sempre che siamo noi a
scegliere, e a usare il nostro libero arbitrio, con o
senza le carte. E, come capita quando, dopo aver
imparato ad andare in bicicletta, le rotelline di
sostegno, dopo un po’, non servono più, e, anzi, è
giusto toglierle se vogliamo andare più veloci,
capiterà anche che le carte, dopo un po’ di tempo,
verranno usate sempre meno e solo in occasioni
particolarmente complesse, occasioni in cui il nostro
inconscio manda segnali contrastanti ed è
particolarmente difficile sbrogliarne la matassa.
La particolarità delle carte della scelta è che, a
differenza di tanti altri strumenti simili, sono
decisamente personali, e la definizione di ogni singolo
arcano viene affidata al lettore stesso, dopo un’
adeguata riflessione. Quindi, tenete sempre a portata
di mano una matita o una penna, quando leggete: il
libro è fatto per prendere appunti e anche, se volete,
per essere ritagliato; anche se vi consiglio di copiare
e ritagliare gli arcani a parte, così il libro potrà
essere riletto e le definizioni cambiate dopo qualche
mese o qualche anno.
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1. I PRIMI QUATTRO ARCANI
Lago tranquillo
libera la sua acqua
nel sole caldo
Ferma aspetto
che tu dica, domani
“Io vado via”
racconta l’agire senza agire della donna che, infine, accetta gli eventi. E a
scatenare gli eventi sono quasi sempre, guarda un po’ gli uomini.
- Cosa vorresti dire - chiede Ortensia - che il femminile equivale a stare
sempre perfettamente fermi? Mi sembra di averti ormai dimostrato che noi
fate non siamo così…
- Nessun essere vivente è mai fatto di solo yin o di solo yang, ma si parla di
prevalenza. E, oltre a questo, ci sono esseri apparentemente femminili la cui
vera essenza è però notevolmente yang - interviene Fata Roverella.
- Così come - continua Iris – alcuni personaggi maschili rivelano invece un
grande Yin, molle, fermo, paziente.
- Lo Yin e lo Yang sono sempre in movimento e si mescolano, insieme ai
loro figli femminile e maschile, in un gioco a quattro dalle multiformi
apparenze. Dunque, adesso vi chiedo di scrivere i vostri primi 4 arcani:
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descrivete lo Yin e lo Yang, il femminile e il maschile, con parole vostre,
nate dalla vostra esperienza.
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Se vuoi vedere cosa hanno scritto Coriandolo,
Ortensia, Iris e Alloro puoi girare il libro.
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2. UN ORACOLO PERSONALE
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3. GLI ARCANI MINORI
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raggio di sole si è fermato su una goccia della mia foglia, e ha
liberato i colori dell’arcobaleno. Ho visto la bellezza di questa
piccola cosa, e ho pensato che, sicuramente, anche ciò che scriverò,
se pur minimo, avrà la sua bellezza.
- Una ventata di ottimismo, dunque…- commenta Iris.
- Anche io – continua – ho avuto i miei problemi. Non credevo di
essere capace di fare quello che mi veniva chiesto: non scrivo poesie,
né sono certo un’artista..
- Ma non è vero! – la interrompe Coriandolo – Questa è
autosvalutazione: i tuoi fiori sono dei capolavori!
- E’ proprio ai fiori, infatti, che ho pensato! Ho riflettuto che se sono
capace di far sbocciare quelle opere d’arte progettate da Madre
natura, sarei stata pure capace di fare qualcosa di molto meno
difficile..
- Allora, mi fate vedere cosa avete scritto? – chiede Fata Roverella.
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4. LA PRIMA CONSULTAZIONE
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Certo, potrei farvi scrivere degli arcani minori individualmente,
ma temo che allora le vostre lezioni non potrebbero più
svolgersi in classe, tutti insieme.
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5. IL SALTO
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- Io mi sento inadeguata: - commenta Iris - non ho le ali abbastanza
robuste per reggere il peso di questi goccioloni...
- E io trovo che è il posto ad essere sbagliato, invece – puntualizza
Alloro – la nostra osservatrice, alquanto strampalata, direi, ha deciso
di venire proprio oggi, nonostante il temporale, e di infilarsi nel
bosco, nonostante il pericolo. Non siamo noi a battere i denti, è lei
che....
- ...che ha paura. Paura, ragazzi miei. Una sola parola definisce
quello che mi e vi stavate raccontando. E’ la paura che fa nascere la
tua rabbia, Ortensia, e che vi fa venire voglia di scappare, che vi gela
dentro, e che vi fa trovare colpe immaginarie in voi stessi o negli
altri.
Che silenzio, ora. Non tuona più. I deva scrivono paura su una foglia
di ortica.
Eh no, vorrei dire. Non è così semplice. Come dice Don Abbondio,
“uno, il coraggio, non se lo può dare”. Non basterà certo scriverlo per
stare bene.
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- Infatti – continua Fata Roverella, come se rispondesse al mio
pensiero. – Non si tratta di andare a procurarsi il coraggio fuori da
qualche parte o di chiedere ad un altro che te lo regali. Tutti ce
l’hanno, il coraggio, dentro di sé. Si tratta solo di andarlo a prendere.
Come? Con un tuffo, un salto.
- Saltare? - Dove?
- In ciò che non si conosce. Prendete una foglia di quercia. Ecco,
scrivete: 5. IL VUOTO.
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Se vuoi vedere cosa hanno scritto Coriandolo,
Alloro, Iris e Ortensia, capovolgi la pagina.
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6. SPECCHI E ATTORI
Sì, sì, sì….E non sono più in classe, con Fata Roverella e gli
altri, ma in un archivio personale di ricordi in cui i miei
“innamoramenti” occupano tutto uno scaffale.
Quando senti che non sei sola e non lo sarai mai più, quando la
tua mezza mela trova l’altra metà, quando un solo sguardo può
arrivare a toccare il tuo nocciolo tenero, quando non importa
niente altro che non sia noi due, quando le parole per sempre
hanno un suono così reale…
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- E’….di là da quel muro. Nel giardino di quella villa c’è un ciliegio
e ogni tanto lui viene in visita….Non è che non ci vediamo più, ma,
insomma…non è come allora.
- Dunque, se parliamo in termini di arcani, quello che ti è successo
allora, durante la tua danza con Ciliegio, è il 6: L’ALTRO.
Avevi finalmente cominciato a guardare qualcosa di diverso da te,
ma, proprio per un discorso di allenamento, all’inizio non potevi
riuscire a vedere proprio bene. Nessuno riesce a vedere bene, finché
non è allenato: è come se fossimo circondati da specchi. Quello che
vedevi nell’altro era proprio quello che volevi vedere, che avevi
bisogno di vedere. Sai, l’esperienza del vuoto, quando accetti di
saltare, ti porta fuori dal tuo mondo, e accetti di confrontarti con
l’altro. Ma è solo l’inizio: quello che vedi è solo un riflesso dei tuoi
desideri. Forse tu, in Francia, avevi desiderato di innamorarti e…
- Vero, vero, verissimo! Non vedevo altro che fate che si
accoppiavano con fayoux ed elfi, e solo io restavo sola….
- Ma dobbiamo per forza innamorarci per capire questo 6? – chiede
Alloro.
- Ciò che ti sta fuorviando è il significato limitato che tu dai alla
parola innamorarsi. Si parla di “6” anche all’inizio di un’amicizia, o
di una conoscenza, o comunque tutte le volte che si sente una forte
attrazione per qualcuno o qualcosa.
- Parli di inizio, Fata Roverella. Perché, dopo l’inizio, cosa succede?
- Semplice: succede che il 6 diventa 7.
Il 7: LE MASCHERE. Incontrando quella che si crede la passione
della propria vita, ci si è aperti tanto, almeno rispetto a prima. Gli
occhi sono diventati più allenati a vedere , e qualcosa comincia ad
apparire, oltre gli specchi. Purtroppo non è sempre così piacevole.
Così, viene voglia di mascherarsi, di fingere di essere ciò che ci fa
più comodo, di fingere di non vedere.
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“Che c’è, apri gli occhi per far finta di non vedere? Sei proprio
in pieno 7!…”
Ho due foglie di quercia davanti a me.
“Scrivi.”
Perché ho la sensazione che il 6 sia così tanto più piacevole del
7? Eppure, se questi arcani hanno il significato di un percorso,
come mi sembra di aver capito, via via che si procede si
dovrebbe star meglio…
“Ah sì? E chi lo dice? Quando cammini in montagna, a volte a
una pianura distensiva segue una salita faticosa, eppure, se non
passi di lì, non puoi arrivare in cima…”
Potrei decidere di fermarmi nella radura. Chi me lo fa fare di
andare in cima?
“Giustissimo. La verità infatti è che la pianura non è migliore
della salita, né viceversa, così come il 6 non è più piacevole del
7.
Hai provato anche tu che, dopo un po’, fare la coppietta degli
innamorati ti veniva a noia, vero? E il fatto che tu sia entrata
nel 7, è stato come l’esigenza di un attore che ogni tanto vuole
cambiare personaggio. “Le maschere” vuol dire anche giocare,
in fondo, no?
“Dunque, adesso cosa trovi più piacevole. Il 6 o il 7?”
Prendo la penna, il notes, e scrivo.
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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.
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7. UN BAGNO DI REALTA’
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- Certo non è facile – riflette Ortensia – in Francia avrò sicuramente
proiettato su Ciliegio e mi sarò immaginata che fosse super
innamorato di me, ma è anche vero che anche lui deve aver proiettato
su di me, perché mi veniva di comportarmi in modo un po’…un
po’….appiccicoso, direi, certo in modo diverso da come sono io.
- E lui, lui come si comportava?
- Sembrava “preso”, era molto attento a vedere se avevo bisogno di
qualcosa: effettivamente questo è un po’ strano, considerando che
Ciliegio è un tipo indipendente, che viaggia per i mondi senza
fermarsi troppo da nessuna parte…
- Ma questi non sono solo gli effetti delle vostre proiezioni! Avrete
fatto l’azione di proiettare, ma poi stava ad ognuno di voi decidere se
comportarsi con sincerità o meno…
- Ok, trovato! – dice Iris. E scrive sincerità su un petalo di rosa, mentre
Alloro scrive menzogna su un’altra foglia di ortica.
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- Stringiamo forte il petalo di rosa della sincerità, per impedirglielo,
presto! - balbetta Iris.
Io mi faccio piccola piccola: in questo teatro, non mi è concesso
neanche il ruolo del suggeritore, almeno per ora….
- Temo che la sincerità non basti: noi possiamo anche essere sinceri;
ma è lei che non lo sarà, se si comporta da mostro, seguendo le nostre
proiezioni. Abbiamo bisogno di un’altra risorsa…
- Potrebbe essere semplicemente un atteggiamento più razionale, più
logico: - interviene Alloro - che interesse avrebbe un’osservatrice a
spaventarci comportandosi da mostro e facendoci scappare? Non
avrebbe poi più niente da osservare! Se usi la logica capisci che le tue
proiezioni sono fuori posto!
- Come dire: che interesse avrebbe Ciliegio, che è un avventuriero, a
comportarsi improvvisamente come il più stanziale dei deva, fermo
in un giardino di città pur di stare vicino a Ortensia? Sì, c’è del buon
senso in questa domanda. – commenta Iris
- E allora scriviamolo, veloci! – incalza Coriandolo.
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8. LA PERSONALITA’
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Eccoli qui, adesso, tutta la classe è al completo.
- Avete domande sul lavoro svolto fino ad ora?
- Certo - risponde Alloro – Vorrei sapere cosa stava
combinando Ortensia di là dal muro. E’ così che si usano gli
arcani?
- Gli arcani sono uno strumento che può essere usato in ogni
modo: e possono anche essere usati in modo non appropriato,
direi…un po’ come un bastone, che può essere usato per
aiutarsi a camminare o per picchiare qualcuno….
Quello che stava accadendo, era che Ortensia stava vivendo
uno stato da….8: LA PERSONALITA’ .
Quando abbiamo strutturato degli aspetti di noi stessi, quando,
attraverso il 7, che ci permette di vedere cose spiacevoli e
piacevoli, siamo riusciti a limare via le cose che non ci
piacciono di noi e a formare un bel quadretto di noi stessi, ecco
che ci capita di sentirci belli, giusti, e arrivati, e pensiamo di
sapere che cosa è bene per noi e per gli altri. Magari lo
sappiamo anche, ma chi può dirlo? Come si comportava
Ortensia?
- Con sicurezza – risponde Iris.
- Certamente. Ma le sue risposte venivano da un’idea del
momento, non da una convinzione profonda. Altrimenti non
avrebbe avuto bisogno di rigirarsi l’interpretazione delle carte
come pareva a lei….
- Io avrei interpretato gli arcani come una messa in guardia al
pericolo di proiezioni, e che bisognava procedere lentamente.
Altro che stabilirsi permanentemente qui!- commenta
Coriandolo.
- E poi, non avrebbe dovuto tralasciare quella foglia d’ortica
che parlava di paura! Imperdonabile! – aggiunge Alloro
- Perdonabile, perdonabilissima! Sono errori che abbiamo fatto
tutti, quando siamo in uno stato da 8. Ci sentiamo capaci di fare
qualsiasi cosa, e non stiamo tanto a rifletterci su. Ma,
attenzione: questo stato nasconde una certa paura del vuoto…
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Certo non è la paura del salto del 5, ma , nascosta da qualche
parte, c’è, e , per non sentirla, ci immergiamo nelle attività,
nelle parole, nel dirigere la vita degli altri. Ci creiamo delle
certezze, che siano più o meno false non ci importa molto.
Abbiamo la presunzione di sapere le cose, insomma.
- Non è un gran bell’arcano, allora! - Commenta Iris
- Perché no? E’ uno stato in cui senti di saper fare, in cui
cominci a sapere chi sei e che cosa vuoi, e, quindi, puoi
camminare, finalmente, invece di barcollare a tentoni, come
prima.
- Scusate, posso unirmi alla lezione?
- Certo Ciliegio, benvenuto! Spero che tu non ti sia fatto
influenzare da Ortensia e dai suoi esperimenti come
cartomante….
- Forse no, ma il lancio delle carte e la loro interpretazione mi
ha fatto pensare: e poi lei sembrava così sicura di quello che
diceva!
- In quel momento vi assicuro che credevo davvero in quello
che dicevo!- si scusa Ortensia, con un filo di voce.
- E’ questa la caratteristica dell’8. Sei talmente convinto di
quello che pensi e che dici (e che a volte dici senza aver
pensato molto), che riesci a convincere anche gli altri. I quali,
poi, continuano a chiedere i tuoi consigli, e a dipendere da te,
per le loro decisioni. Il tuo rapporto con loro non è di vero aiuto
o insegnamento ma di sostituzione della tua personalità alla
loro, più fragile o in formazione.
Sarai il benvenuto , Ciliegio, per il tempo che vuoi restare qui:
sarai anche tu un osservatore, con diritto di parola, s’intende!
Ed ora vi lascio al vostro lavoro.
Con diritto di parola, lui! E io?
Mi alzo, sdegnata, per andarmene.
“Hai scritto?”
Non so neanche se ho voglia di farlo: anzi, credo che
probabilmente non ho bisogno di queste lezioni. A che cosa
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serve, poi, un mazzo di arcani? Serve solo a chi non si conosce,
a chi non sa che cosa vuole: non è certo il mio caso! Ahi!
Qualcosa mi ha punto la mano: una foglia di ortica….
Ho capito, ho capito!
Mi si chiede di continuare senza poter intervenire nella lezione?
Bene, so di potercela fare: figuriamoci, cosa ci vuole? Dove è il
mio petalo di rosa? Ah, eccolo.
Prendo il notes e scrivo.
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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.
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9. BEATA SOLITUDO, SOLA BEATITUDO
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Si alza un gran vento: mulinelli di polvere compaiono davanti al
tasso e lungo la siepe di alloro.
- Che succede? Non si riesce a fare niente con questo vento!
- Fata Roverella, dobbiamo fare lezione anche oggi? Stavo così
tranquilla, da sola, una volta tanto…
- In effetti, questo arcano l’avete già messo in pratica: non credo che
ci sia molto da spiegare….Riassumiamo: vi avevo lasciato all’arcano
8, in cui le vostre capacità vi sono così evidenti che rischiate di
diventare presuntuosi, e, ovviamente, non potete fare a meno di
mettervi in mostra. Dunque non potete lamentarvi del fatto che tutti
vi chiedano aiuto, consigli, e che vi stiano alle costole perché
lavoriate per loro…
- Ecco, è proprio per questo che mi ero messo a fare meditazione.
L’insistenza delle formiche mi aveva stressato..- commenta
Coriandolo
- Ed io mi ero reso conto che, continuando a rispondere alle esigenze
dei postulanti, mi ero dimenticato di pensare a me e alla mia fioritura
– continua Alloro.
- Io ero così contenta di aver dimostrato che valevo quanto gli altri,
che me la stavo godendo sotto le fronde del tasso, e stavo rimettendo
in ordine la mia tavolozza - dice Iris.
- Io, poi, ho riflettuto su quello che era successo prima con Ciliegio, e
avevo capito che suggerirgli di stare qui, senza che lui fosse pronto,
non era una gran buona idea, anche perché, forse, non sono pronta
neanche io. La vita da sola non mi dispiace affatto: non c’è da
discutere con nessuno, e questo è così rilassante! – conclude
Ortensia.
- Mi sembra che abbiate già trovato la risorsa da scrivere sul petalo di
rosa: ognuno di voi si è rifugiato da qualche parte, in qualcosa: e ha
trovato la tranquillità, in compagnia di se stesso, del suo respiro, di
semplici attività, al di fuori della folla…
Ma, invece, riuscite a vedere l’ostacolo che dovrete superare per non
finire la vostra vita tra le quattro mura di una prigione che vi siete
costruita da soli?
- Lo vedo io, l’ostacolo, e ben chiaramente! – interviene Ciliegio –
Quando li ho interpellati, mi sembrava di sbattere contro un muro:
neanche fossi stato un venditore a domicilio di ristrutturante di ali…
- Io non mi sono accorta di essere chiusa..- dice Ortensia .
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- E io nemmeno! – rinforzano, ad uno ad uno, gli altri tre.
-
E’ possibile che, della chiusura, si accorgano più facilmente gli altri
che non chi se ne sta, pacifico, nel suo piccolo regno. Ma sapete
anche voi che le stagioni si succedono l’una all’altra, inevitabilmente,
e che, anche se ci sembra di stare bene e che non ci manchi niente,
tutto cambia, tutto deve cambiare per poter procedere felicemente sul
sentiero in cui tutti noi siamo incamminati…
- E’ per questo che hai chiesto aiuto al vento, Fata Roverella?
- Sì, stavolta sono stata io che vi ho disturbato, perché era l’ora della
lezione, ma, nella vita, quando vi adagiate in uno stato di 9, c’è
sempre qualcuno più in alto che interviene e vi scaraventa di nuovo
nella mischia, volenti o nolenti.
- Tanto vale muoversi da soli, no? - dice Ciliegio
- Forse sì, forse no, questione di gusti…..Ma. oggi, sarò io a darvi
una spintarella, per poter passare all’arcano successivo.
Dopo aver scritto il vostro 9, comincerete un altro tipo di
esercitazione: tu, Ortensia, ad aiutare le formiche ( - meno male!-
bisbiglia Coriandolo), tu Coriandolo, dalle api, tu, Iris, ad aiutare
quel gruppo di bambini che gioca sempre a nascondino, e tu, Alloro,
dovrai guidare un gruppo di turisti in visita a Firenze…Per i dettagli,
ci vediamo dopo il tramonto: non credo che interessino i nostri
osservatori.
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E io? Quale è il mio compito fino a domani?
“Hai scritto il tuo 9?”
Ancora no, ma in questo momento non ne ho tanta voglia: ho
un po’ d’ansia all’idea di quale esperienza mi toccherà: Fata
Roverella ha parlato di essere scaraventati nella mischia, e la
cosa non mi suona tanto piacevole.
“E’ proprio per questo che devi scrivere il tuo 9, e vivertelo, per
almeno qualche respiro. Solo se l’hai vissuto a sufficienza
saluterai con piacere qualsiasi diversivo alla monotonia di una
vita da 9….Altrimenti, potresti davvero avere la sensazione di
essere catapultata nel caos, e di non vedere l’ora di tornare a
rinchiuderti nel tuo rifugio.”
Ok, adesso scrivo…
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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.
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10. TUTTO SCORRE
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Lillà. Erano, come dire?, troppo carichi di aspettative e si aspettavano
di veder comparire fantasmi ad ogni angolo di strada, o luci e
campane a sottolineare i loro momenti di meditazione.
Capisco il loro punto di vista, ma le manifestazioni più importanti le
sentiranno dentro di loro, e magari non così immediatamente…
Spiegaci questo “10”, Fata Roverella: che arcano è?
- Un passo per volta: se doveste descrivere la vostra risorsa, durante
le vostre esperienze?
- Tutte le volte che mi sentivo un po’ stressata, pensavo che in fin dei
conti stavo giocando, che io non ero né una formica, né uno
scarabeo,..
-…né un’ape..
-…né un turista …
-….né una bambina grassa…
- E così, è andata meglio?
- Così così: mi sentivo comunque persa nei punti di vista degli altri.
Io dov’ero? Non mi trovavo più..
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- E anche io, in certi momenti, ho avuto voglia di tornare al mio
tasso, nel mio mondo tranquillo da 9…
- Eppure, vedete, quando cambiate punto di vista, o cambiate
mondo, o cambiate, gioco, c’è sempre una stessa cosa che
continuate a sperimentare, ed è 10: IL CAMBIAMENTO.
Tutto scorre, tutto cambia, ma c’è qualcosa che resta sempre
fermo, sotto l’apparenza della mutevolezza: è quella parte di
voi che apprezza il gioco, che sa che è un gioco…
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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.
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11. AZIONE E REAZIONE
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Se volete sapere cosa è successo, Coriandolo, lancia i tuoi arcani e
vediamo quali sono i tre più vicini a te.
- Eccoli: il 10, presunzione e capacità.
- Cominciamo dall’inizio: Coriandolo, espletando il suo servizio
dalle api, ha imparato a conoscere il loro modo di vita (il 10) e i loro
punti di vista. Però sa benissimo che lui non è un’ape, e che è ben più
potente di loro (Bene, questo è uno dei motivi per cui gli è stato dato
l’incarico di far loro da aiutatore invisibile, grazie alle sue capacità).
Dunque pensa di sapere che, per il loro bene, (presunzione) è giunto
il momento di far migrare una nuova ape regina.
Quindi agisce, con tutto il potere che, nutrito dal suo maschile e dalla
sua personalità (cresciuto quindi attraverso il 2, il 4 e l’8), è così
efficace che può davvero cambiare la realtà fenomenica.
Ma la lezione dell’11 è che ad ogni azione corrisponde una reazione,
e che la responsabilità di tutto ciò che si fa ci torna indietro. In questo
caso, poiché ha agito con presunzione, in modo inappropriato, quello
che gli torna indietro è la rabbia di Iris, e, anche, il mio rimprovero,
che lo fa sentire a disagio.
Bene, Coriandolo, se hai finito di espiare, e puoi accettare di smettere
di essere triste, fissa bene nella tua memoria che cosa ti ha portato ad
agire in modo inappropriato: così non ci sarà una prossima volta. Il
miglior modo di chiedere scusa è di vigilare, dentro di te, perché non
si ripresenti più un fatto del genere.
- Credo di sapere che cosa mi ha spinto ad agire così: certo, pensavo
di sapere cosa dovevano fare le api, ma, prima ancora di questo, c’era
la mia voglia di vederle procedere, ero ansioso di vedere la cerimonia
del nuovo sciame che so che è bellissima…
- Voglia, desiderio, si attaccano e impediscono il fluire delle cose,
giusto?
- E quale poteva essere la sua risorsa, in quel momento?
- Semplicemente lasciar fluire, connettersi all’energia delle api e
vedere che mancava ancora un po’ al momento dello sciame: la
nuova ape regina doveva ancora fare dei piccoli passaggi di
consapevolezza: per esempio, elaborare le sue paure, che altrimenti si
sarebbero trasmesse al suo sciame.
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- Ma Iris, allora, non ha proprio nessuna colpa?
- Prima di tutto, preferirei che parlaste di responsabilità, e non di
colpa. Non so: chiediamo a Iris come si sente.
-Male: mi sento triste, perché non sono riuscita a proteggere la
bambina, e arrabbiata. Non sono io che dovrei stare male: è
Coriandolo che ha la colpa, cioè la responsabilità: e allora perché mi
sento male io?
- Se ti senti male, è segno che ti sei “messa in punizione”, per farti
capire che devi imparare qualcosa. Forse non hai osservato bene
quello che è successo.
Quando hai agito per proteggere la bambina, c’entravano , per caso,
presunzione e attaccamento? Eri ben connessa col fluire delle cose?
- Io…mi sono lasciata prendere dalla paura che si facesse male: certo
non potevo essere ben connessa, perché la paura disturba il flusso…
non avrei mai voluto vederla soffrire, quindi penso che ci fosse un
po’ di attaccamento.
- Un’azione che si basa su questi presupposti darà luogo ad una
reazione che ti farà star male, in modo che tu possa correggerti per la
prossima volta. Tutto questo serve ad imparare…
- Ma allora, sembra che la cosa migliore sia non agire…
Credo proprio di no – interviene Ortensia – Io non ho agito , con le
formiche, e adesso mi sento male lo stesso…quindi devo imparare
qualcosa: devo imparare che mi sono comportata in modo non
corretto.
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Ecco cosa è successo. Non mi sono più pacificata con le formiche,
dopo l’uccisione dello scarabeo, e le ho lasciate perdere. Mi sono
disinteressata di loro, insomma. Più non azione di così!… Adesso
però, quando le vedo con la coda dell’occhio, o quando penso a loro,
mi sento a disagio…
- Ma certo! Non stai svolgendo il compito che ti era stato dato:
dovevi prenderti cura di loro, mica ignorarle!
- Invece di criticare me, Alloro, guarda nel tuo piatto! Cosa stai
combinando con quel gruppo di turisti? Credi che non ti abbia visto
arruolare le lucciole, ieri sera? E che fine hanno fatto?
- E’ vero: credo di avere sbagliato anche io. Avevo notato che nel
gruppo di turisti c’erano un paio di persone che si divertivano a
prendere in giro le storie del libro, via via che qualcuno del gruppo le
leggeva e invitava gli altri a fare la meditazione consigliata. Ecco,
non era il fatto che loro non ci credessero e non meditassero a darmi
noia (ognuno è libero di fare ciò che vuole), ma era che, con le loro
forme-pensiero distruttive, rovinavano il lavoro degli altri… Allora
ho pensato di dar loro una bella lezione e , poiché le condizioni del
tempo lo consentivano (era già quasi buio) e il gruppo era proprio in
Santa Croce, davanti a quel tabernacolo con la volta dipinta come un
cielo stellato..in breve: ho chiesto ad un gruppo di lucciole di
aiutarmi e loro si sono posate ognuna su una stella dipinta. Al
momento cruciale, quando la storia finisce e gli ascoltatori inviano
pensieri di luce, le lucciole si sono alzate in volo, brillando ad
intermittenza: vi assicuro che è stato un effetto scenico stupendo,
sorprendente….
Solo che….c’erano delle altre persone che passavano di lì, con un
paio di bambini…Sapete che esistono degli usi barbari che invitano i
bambini a catturare le lucciole e a metterle sotto un bicchiere?
Ho fatto di tutto, ma due di loro sono state prese, e non sono tornate
con noi al parco.
- Capisco che tu stia male, adesso: usa la tua attenzione per capire le
motivazioni del tuo errore.
- E’ sempre attaccamento?
- Credo proprio di sì: e presunzione, anche. Ti eri messo in testa che
“una bella lezione” sarebbe stata appropriata per quei due, e non hai
esitato a coinvolgere le tue amiche lucciole. Ma il loro sacrificio è
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valso la pena? Quei due “criticoni” (mi sa che ti somigliano un
po’…) hanno cambiato atteggiamento?
- Temo di no: hanno detto che era tutta una coincidenza, e che fate e
deva sono solo un’invenzione per bambini.
- Quindi, metti da parte e impara: la prossima volta connettiti con il
fluire delle cose e accetta che non sia ancora giunto il tempo dei
miracoli….
Be’, nell’ordine:
1) no, per niente, non mi capita mai di pensare a loro.
2) No, c’è il custode, per questo,
e 3) no.
“Se non c’era attaccamento né presunzione, forse eri ben
connessa col flusso delle cose, visto che ti sentivi serena e
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felice, e il prendere il pane è stato un atto che magari ti veniva
suggerito da qualche aiutatore invisibile…ora come ti senti?
Hai voglia di regalar loro un po’ di pane? Segui il tuo intuito!”
Il mio intuito mi dice di regalare il pane a quel bambino, perché
si diverta a dar loro da mangiare: io ho altro da fare. Devo
scrivere il mio arcano…
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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.
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12. IN SERVIZIO
-Ma non può funzionare, Ortensia!
-Ti dico di sì, invece! Un redreaming può davvero aggiustare le cose,
l’abbiamo sperimentato più volte…
-Ma ormai le lucciole sono state catturate..
-Fa’ come ti dico! Adesso che hai capito dove hai sbagliato, chiudi
gli occhi, concentrati e ritorna al momento immediatamente
precedente al tuo errore…Ecco, quando stai per arrivare al
tabernacolo col cielo stellato…Adesso cosa fai?
-Un bel niente , direi…Certo non vado ad arruolare nessuna
lucciola…Mi limito ad accompagnarli e a respirare per mantenermi
calmo quando quei due scetticoni cominciano a sogghignare mentre
racconto la storia di Michelangelo….
-Noi ti aiutiamo, forza, Alloro, credici! – lo sostiene Coriandolo,
chiamando a sé anche Iris e Ciliegio.
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-Un momento:- interviene Alloro – nel mio redreaming io ho pensato
di non chiamare nessuna lucciola, quindi, se veramente la realtà è
stata riscritta, nessuna di loro avrebbe dovuto essere stata catturata…
-Tu hai pensato, tu hai deciso…Sbaglio o sei ancora nell’11?
Fortunatamente non è andata così: poiché non eri veramente convinto
di ciò che facevi, ti sei limitato a riconoscere il tuo errore e a pregare
di non averlo mai commesso. Non hai riscritto un bel niente: ma il
tuo pentimento sincero ha fornito a chi di dovere l’energia necessaria
per convincere i carcerieri delle lucciole a lasciarle andare: tutto ciò è
stato possibile perché non era ancora giunto, per loro, il momento del
trapasso, e una loro morte prematura avrebbe pesato eccessivamente
su di te, che ormai avevi capito l’errore…
Ecco, diciamo che, quando hai chiuso gli occhi e hai semplicemente
“sperato di poter annullare il tuo errore”, hai messo la tua energia al
servizio di chi aveva il potere di agire, e quindi sei entrato nel 12: IL
SERVIZIO.
-Possiamo farlo anche noi, Fata Roverella, per riparare i pasticci che
abbiamo combinato quando sperimentavamo l’11?
-Potete sempre provare, ma i risultati non sono garantiti. Mi
raccomando, specialmente tu, Ortensia: non sta a voi decidere se è
giusto riscrivere il passato. Una preghiera è sempre senza aspettative,
altrimenti diventa un incantesimo, che è proprio l’arma degli 11!
Però, prima di lasciarvi provare, vorrei che cercaste di definire
meglio la risorsa e l’ostacolo legati a questo arcano.
-Alloro, tu che hai già provato, e con successo, a che cosa pensavi
quando ti concentravi nel
redreaming? – chiede Coriandolo.
-Sostanzialmente mi stava a cuore
il bene delle due piccole delle
quali, in qualche modo, mi ero
reso responsabile. Avrei voluto
che stessero bene, in qualunque
posto fossero: sotto un vetro,
libere, o nel paradiso delle
lucciole…
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credo che la risorsa sia la cura che tutti noi mettiamo nell’aiutare chi
ha bisogno di noi…- Ortensia scrive il suo petalo di rosa, dopo aver
dato un’occhiata a Fata Roverella, che annuisce.
- E sull’ortica, cosa scriviamo? Io credo che Alloro non abbia trovato
alcun ostacolo, in questo servizio…- commenta Iris
- Non l’ha trovato, in questo caso, ma mettiamo che avesse potuto
comunicare con le due lucciole che, irritate e spaventate per la cattura
gli avessero detto….Coriandolo, Ciliegio, potete darmi una mano,
interpretando le due lucciole sotto il vetro che, improvvisamente,
possono parlare con Alloro?
-Sbrigati a levarci di qui, pomposo contaballe! Ci avevi detto che
sarebbero stati onori e gloria, ma ci sembra che l’alloro te lo sei
tenuto tutto per te! A noi la galera, invece!
-Ottima interpretazione. E tu, Alloro, come ti saresti sentito, in questo
caso?
-Mi sarei sentito veramente colpevole di averle ficcate in un tale
pasticcio e probabilmente avrei cercato, concentrandomi, di
convincere il bambino a liberarle.
-E saresti di nuovo scivolato nell’11! Come potevi sapere se , invece,
non fosse per le due lucciole giunta l’ora del trapasso, e che tu non
fossi stato semplicemente uno strumento del karma? O pensi di
saperne di più di chi sta sopra di te, e di poter decidere della vita e
della morte di due lucciole?
Facendoti comandare dal volere
delle due lucciole, invece di essere
al servizio, saresti caduto in uno
stato di sudditanza. Ma non sono
loro a cui devi obbedire né
rendere conto: c’è Qualcuno più in
alto di tutti noi..
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Mi rendo conto che il passaggio da 11 a 12 è frutto di un sottile
equilibrio fra l’intenzione e l’accettazione, fra la mente e lo
spirito: un passaggio così sottile, ma così importante come un
ponte di corde sospeso su una voragine…
Quando ho regalato il pane delle anatre a quel bambino mi sono
comportata da 11 o da 12? Perché il bambino, poi, non ha dato
il pane alle anatre, ma l’ha sbriciolato e ceduto alle formiche….
“L’unico modo in cui puoi avere la risposta a questa domanda è
attraverso la legge di causa ed effetto. Quali sono gli effetti del
tuo gesto?”
Le anatre mi sembra che stiano bene, il bambino si sta
divertendo molto, le formiche stanno trasportando le briciole
nel loro formicaio, e io sono tranquilla….
Sembra proprio una situazione in logica win-win, ma c’è una
cosa che mi turba: quando mi sono ricordata di prendere il
pane, subito prima di uscire di casa, è stato su suggerimento di
un aiutatore invisibile, che certo era incaricato di aiutare le
anatre…Io ho disatteso i suoi consigli, quindi il suo servizio ne
starà risentendo…
“E chi ti dice che il pane che stavi prendendo fosse per le
anatre?”
Effettivamente non me l’ha detto nessuno, ma sono loro che mi
sono venute in mente, non certo le formiche.
“A causa della tua mente un po’ limitata: un bambino ha certo
più fantasia di te…Forse, se tu fossi stata una bambina, avresti
udito molto meglio la voce di Ortensia che ti diceva: prendi un
po’ di pane, per favore: se le formiche avranno il pane,
smetteranno di uccidere gli scarabei…
Ma siccome tu non l’hai ascoltata, ecco che si è rivolta al
bambino, e, prima che a lui, a te per suggerirti di regalare il
pane a lui.”
Caspita, che lavoro, che inventiva! Questo lavoro di aiutatore
mi sembra molto complesso: dunque, era tutto deciso fin da
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prima che io uscissi di casa…e a me che sembrava che le idee
mi fossero venute all’istante, quasi dal nulla…
“Quando sarai anche tu un aiutatore in servizio, questo sarà uno
dei tuoi più grandi divertimenti, credo: quello di passare
inosservata…..”
-Dai, comincia tu, Ortensia!- dice Iris – voglio vedere ancora una
volta come si fa, prima di provare…
-In verità, bisogna che vi dica che io, il mio redreaming, l’ho già
fatto!
Ho deciso di occuparmi delle formiche e di fare in modo che non
abbiano più bisogno di uccidere scarabei: e mi sembra proprio di
esserci riuscita: fortuna che ci sono dei collaboratori sensibili alla
voce degli spiriti di natura…Anche se un po’ poveri di fantasia, a
volte…ma insomma, mi sembra che sia andato tutto bene, guardate!-
E indica la lunga file di formiche che portano, ognuna, una briciola di
pane, sotto gli occhi attenti di un bambino.
-Allora proverò io! – dice Coriandolo – Il mio errore comincia dal
mio attaccamento alla cerimonia della sciamatura, e dal volerla
provocare con un’alluvione. Dunque, fatemi concentrare, ritorno a
quel momento e, sì, non vado a cercare la pioggia, me ne sto lì, in un
angolo, a guardare l’alveare….Ehi, ma piove lo stesso!
-Non avrai mica creduto di aver fatto piovere tu, il mago della
pioggia più famoso del mondo! – lo prende in giro Alloro.
-Sì, piove, magari un po’ meno, ma c’è qualcosa che posso fare:
pulisco la paura che avvolge l’alveare , e faccio sì che la nuova ape
regina ascolti il suo intuito, che le dice che è giunto il momento di
andare, appena sarà cessato di piovere. Era proprio quello, il segnale
che aspettava…E’ la stessa decisione che aveva preso nella realtà
precedente, ma stavolta la affronta senza paura, e…se vedeste come è
ordinato e baldanzoso lo sciame! Questa sì che è una bella cerimonia:
valeva la pena aspettare il momento giusto!
-Ecco, è il mio momento – interviene Iris- le api hanno meno paura e
quindi saranno meno aggressive quando incontrano la mia
bambina…Lei però si sta spaventando lo stesso: ecco, vado da lei e
accarezzo il suo corpo , e le sussurro all’orecchio: calma, stai calma,
lascia che facciano la loro strada, non interrompere il loro corteo,
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lasciale passare…Non ce la faccio, non ce la faccio, si sta agitando
lo stesso…
-Calmati, Iris, - interviene Alloro – ricordati cosa ha detto Fata
Roverella: niente sudditanza, non devi salvarla dalla puntura a tutti i
costi…Forse una piccola puntura è quello di cui ha bisogno per
imparare alcune cose…Pulisci la sua paura, stalle vicina, ma lascia
che faccia la sua strada: cura degli altri è anche questo….
-Ahi! E’ stata punta,ma…la puntura è meno gonfia e rossa dell’altra
volta, e le sue lacrime sono già finite! Il suo corpo energetico è più
luminoso, addirittura, e più stabile. Ho capito! Per lei era una prova
di coraggio, un rito di passaggio! Vedo che il suo papà le dice che è
stata coraggiosa a non agitarsi tanto, che in quel caso avrebbe corso
un pericolo maggiore…la abbraccia e la sua aura diventa tutta rosa,
anzi violetto, grazie al mio contributo!...Wow!
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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.
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13. I PRIMI PASSI
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-Forse sei stata promossa anche tu.- dice una voce argentina di cui
non vedo l’origine.
-Fata Verbena!- un coro di campanelli mi tintinna nelle orecchie
-Allora sei tu la nostra insegnante!
-Insegnante è proprio una parola grossa, anche perché la mia lezione
durerà solo un giorno. Siete già tutti in servizio ; eh sì, anche tu,-
dice, rivolgendosi a me - e quindi perfettamente in grado di
procedere da soli, seguendo le indicazioni dei vostri aiutatori. Ed il
mazzo di arcani serve proprio nel caso che queste indicazioni non vi
arrivino così chiaramente come vorreste, quindi vi aiuterò a
completarlo. Vi aiuterò proprio come una tata aiuta un bambino a
diventare indipendente. E voi, un po’ per volta, diventerete
indipendenti dalle pastoie che cercheranno, spesso e volentieri, di
trascinarvi di nuovo verso l’ignoranza, verso l’11, il 10….
Quindi, oggi , per voi, sarò Tata Verbena.
-Hai qualcosa a che fare con l’essenza “vervain” che Bach produsse
dal fiore della Verbena? – non posso fare a meno di chiedere.
- Come 12, sai che le coincidenze non esistono: se mai sei tu che non
riesci a capire la relazione tra gli eventi. Ma, visto che sei abituata a
lavorare con i rimedi floreali, forse potrai controllare se mi trovi
simile alla virtù associata a Vervain.
- La pazienza: certo, ci hai proprio spiegato tutto, con calma. E del
resto, se sei una tata, la pazienza non ti può mancare…Sì, ci può
stare..
- Ahi, ahi, Tata Verbena! La pancia mi fa male – si lamenta Iris
-A me gira la testa! – continua Ortensia
-Il mio odore oggi non mi piace – piagnucola Coriandolo.
-E io mi sento asciutto, e non riesco a dissetarmi… - dice Alloro.
-E a me fanno male le gambe! – concludo il coro delle lamentele.
-Sì, ma, dentro, come vi sentite?
-Io ho voglia di fare la lezione, - e io di continuare il mio servizio, -io
di scrivere un nuovo arcano, -e…
-Basta, basta! 13: LA TRASFORMAZIONE. Chi ha detto che i
processi di trasformazione sono indolori? Ma siete tutti d’accordo
che ne vale la pena!
Il vostro entusiasmo vi trascina avanti, molto velocemente, a scoprire
il vostro servizio e a raccoglier i frutti delle vostre azioni, ma i vostri
corpi sottili più pesanti fanno un po’ fatica a starvi dietro….
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Dovete avere pazienza…A me capita tutte le volte che fiorisco, di
diventare intollerante verso le foglie che mi soffocano e così schizzo
in su con lo stelo…E nel farlo, sento lo sforzo che stira il gambo, la
voglia di sole che non basta mai, la sete che non si acqueta…
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- E’ logico! – commenta Alloro levandosi la corona e staccandone le
foglie secche. – Cos’ facilitiamo il processo di trasformazione!
Anche gli altri deva cominciano a pulirsi e a staccare quelle parti di
sé che hanno perso lo smalto...
- Bravi: credo proprio che la lezione sia finita.
- Arrivederci, Tata Verbena!
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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..
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14. A PASSO DI DANZA
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- Io sinceramente non so: me lo sono trovato accanto…-
risponde Ortensia.
-La tua energia lo ha attratto e tu non l’hai allontanato, come
sicuramente hai fatto altre volte..
- E io avevo bisogno di sentire una voce diversa dalla mia, più
concreta, più attiva, più..maschile – dice Iris.
- Modestamente, in quanto a maschile, non mi batte nessuno…-
sottolinea Coriandolo
- Anche la capacità di critica denota intelligenza e acume
maschile… -interviene Alloro.
- Comunque vada, mi sembra che anche Alloro e Coriandolo
siano stati ben volentieri al gioco. Eppure ieri, quando eravate
pieni di dolori da tutte le parti, mi sembra che ognuno tendesse
a starsene per conto sue a leccarsi le ferite…Almeno così mi ha
raccontato Tata Verbena… Cosa è successo, oggi?
- E’ tutto passato! – Sto meglio! – Ci siamo puliti!
-Siete entrati in uno stato di equilibrio, in cui Yin e Yang si
uniscono e danzano insieme, dentro e fuori di voi. E ognuno di
voi cerca un partner complementare, per poter espandere la
sensazione di armonia che già lo pervade.
- Sì, ma la prudenza a cosa ci serve? – intervengo di nuovo,
seguendo il filo di associazione delle virtù ai fiori, cosa che
sembra non interessare minimamente le due coppie testè
formatesi, che si stanno muovendo, danzando, nell’aria tiepida.
- Sicuramente può servire a Ortensia, che già una volta, in
Francia, danzando con un partner, si era immaginata che
sarebbe stato per tutta la vita…
- Infatti, direi anche io che non è il caso di allargarsi troppo- e
Alloro si ritrae, allontanandosi dal gruppo .
- Vieni, Alloro, proviamo una danza a quattro! Così ti perdi
tutto il bello del 14!
- Perché Alloro sta da parte, Tata Genziana? Ci rovina la
simmetria a quattro! E la nostra “collega” – dice Coriandolo
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guardando cautamente verso di me – è troppo diversa per
inserirsi in una danza di Yin e Yang…
-Dimenticate che anche in questo stato ci può essere qualche
foglia di ortica? Chiedetevi
perché Alloro sta resistendo
alle vostre proposte.
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E dunque, perché resistere? Puoi invitare a danzare chi vuoi,
basta che tu lo faccia con prudenza e che non ti offenda se
l’altro rifiuta.
La voce di Tata Genziana si alza sopra la musica, e dice: “
Buon 14, finchè dura! E, fra una danza e l’altra, ricordatevi di
fare i compiti!”
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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..
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15. UN ‘ EPIDEMIA DI PROVE
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Ma, per rendervi le cose più facili, prendete un petalo di rosa e una
foglia di ortica, così vi illustrerò un paio di cose utili per superare la
prova.
Sull’ortica scriverete: piacere.
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E, quasi simultaneamente, ecco arrivare Ciliegio, ignaro dello
sbigottimento in cui ci ha lasciati questa lezione.
- Salve a tutti! Avete visto il bando, nel bosco di lecci?
- Che bando? – si riscuote Coriandolo
- I nostri amici giardinieri stanno cercando qualche spirito di natura
che li accompagni nella loro missione del solstizio d’estate. La cosa
mi attira molto: se penso alle avventure dell’anno scorso, nel nostro
viaggio a Nord…Credo che il bando scada tra un paio di giorni, alla
luna piena, e prima di decidere, voglio parlarti con calma Ortensia, a
cuore aperto.
Coriandolo, Iris, Alloro e io facciamo un passo indietro, per
educazione. Ma non ci allontaniamo così tanto da non sentire cosa si
dicono….Sarà questa la nostra prova da 15? Se è questa direi che la
perdiamo tutti e quattro: smettiamo perfino di respirare, per non
perderci una parola del loro colloquio.
- Qualche tempo fa non avrei esitato a partire, disposto a correre
qualsiasi rischio, tanto era forte il richiamo dell’avventura. Ma, da
quando mi hai fatto riflettere sulla nostra stabilità, sulla nostra
amicizia, che potrebbe diventare un amore, e sul poter mettere radici
qui, vicino al parco, e vicino a te, sto pensando che forse è tempo che
mi fermi. E allora, prima di decidere, Ortensia, ho bisogno di sapere
se avresti voglia di impegnarti, con me, in una bolla a due, unendo
colori e ombre, per crescere insieme …
- Io, io…devo pensarci su. Te lo dirò poi, dopo il tramonto…
Ortensia si volta a guardare Alloro, e si muove verso di lui.
Caspita, penso: manca solo la musica di Casablanca e un aereo nello
sfondo. Io, Coriandolo e Iris ci voltiamo di scatto verso Alloro , per
seguire la storia, ma…
- Dov’è andato a finire?- sbotta Coriandolo.
- Sapete dov’è Alloro?. – chiede Ortensia. – Vorrei parlargli…
- Un minuto fa era qui, e poi…attenti! Un messaggio urgente in
arrivo!- Iris si sposta di scatto per far posto al grande airone grigio
che si posa sull’erba, accanto al laghetto.
- Convocazione urgente per Iris in qualità di sovrintendente dei bulbi
del Parco di Marte. In un vivaio della zona stanno sperimentando
una nuova combinazione di colori per i fiori della tua specie. Credo
che abbiano proceduto ad incroci forzati in laboratorio, in vista della
mostra dei fiori, per realizzare nuove razze con gradazioni di colori
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mai visti. E’ richiesto il tuo aiuto, e la tua eventuale approvazione
per la creazione di questa nuova specie.
- Devo andare, devo andare, a domani!
L’airone spicca il volo: intorno alle ali si intravedono dei bagliori
violetti. Certo sta portando Iris a destinazione: dritta dritta nella sua
prova da 15!
- Vado anche io – dice Coriandolo – vorrei andare ad arruolarmi nella
missione del solstizio! Mi ricordo ancora la mia avventura sul
Duomo di Colonia: quello fu proprio l’inizio…e certo non voglio
rinunciare a quel susseguirsi di emozioni…
- E col tuo servizio con le api, come la metti?- gli grida dietro
Ortensia, mentre lui si dirige verso il bosco dei lecci.
- Sei rimasta solo tu, per consigliarmi – mi dice Ortensia
guardandomi sfiduciata. – sai, a proposito di emozioni: non posso
dimenticare quella notte al chiaro di luna, quel profumo inebriante di
ciliegia, che mi ha fatto innamorare….
- Ah, questo deve essere quello che voi deva chiamate piacere, vero?
Un po’ diverso da quello degli uomini, ma neanche poi tanto… Ma
ricordati quello che ci ha detto Tata Agrimonia…Non vorrai mica far
guidare la tua scelta dal piacere?
Ortensia si scrolla e si allontana, un po’ piccata.
Meglio andare via: una vera epidemia di 15, non vorrei finire
contagiata…
“Troppo tardi”.
Il mio telefono squilla: un numero che non conosco.
- Mi scusi, non so se il telefono è giusto. E’ lei la scrittrice?
- Sì, sono io la scrittrice.
- Lei sta scrivendo un libro che parla di deva, e di carte…
- E lei come fa a saperlo?…Anzi, prima mi dica chi è lei, per
favore.
Il nome che sento è, già in sé, una prova da 15.
- Quella casa editrice?
- Sì, proprio quella. Vede, una copia di una parte del suo libro
deve essere stata lasciata per sbaglio sul treno , e lì l’ha trovata
uno dei nostri lettori di manoscritti. E’ evidente che il testo non
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è ancora finito, ma…ci interessa, e vorremmo proporle
un’opzione sui diritti…
- Bene, mi ci faccia pensare, e, ci sentiamo domani. Clic.
Ho detto così, perché la temperanza mi ha impedito di urlargli
di Sììììì, ma a che pro? Questa non è una prova da 15: è un 18,
19 , o ancora più su….
“E allora perché non hai accettato subito?”
Devo dire che il Troppo tardi che avevi detto, subito prima
della telefonata, mi aveva insospettito e temevo che fosse una
prova da 15. Quindi ci sono andata coi piedi di piombo.
“E se non accettando subito avessi perso la prova? Se la prova
fosse consistita proprio nel non esitare?”
A questo non avevo pensato! Ma come si fa a sapere se una
prova si è superata o meno?
“Dagli effetti delle tue azioni, come al solito, e da come ti senti,
dentro.”
Adesso non mi sento né bene né male: un po’ …sospesa, direi.
Forse la prova è rimandata?
Spero proprio che domani ci sia un’altra lezione, prima della
telefonata.
“Non ci sarà nessuna lezione, se prima non scrivi il tuo arcano”
Subito, immediatamente.
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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..
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16. UN VESTITO PIU’ SEMPLICE
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sensazione di serenità è proprio quella che accompagna questo stato,
oltre al fatto che gli altri vi vedono più belli…
- Allora anche tu, Coriandolo, sei passato a 16: non ti ho mai visto
così brillante e profumato!- commenta Ortensia – temo che non si
possa dire lo stesso di me: mi sento così male…
- Uno alla volta, prego: tanto, finchè non siete tutti passati a 16, e
dico proprio TUTTI (sbaglio o sento la sua energia che tocca proprio
me?), resterò con voi. Quindi, Coriandolo, raccontaci di te, e della tua
prova.
- In realtà non sapevo che fosse
una prova. Non avevo neanche
messo in discussione la mia
adesione al bando per la nuova
missione, e mi stavo dirigendo al
bosco di lecci, quando qualcuno
(sottolinea, guardando Ortensia)
mi ha ricordato che la mia
situazione era molto diversa da
quella dell’ultima volta, in cui non
avevo alcun servizio stabile. Ma,
nonostante la domanda di Ortensia, la mia intenzione di partire non si
era spostata di un soffio, se non fosse che lì, proprio nel boschetto di
lecci, ho visto due delle mie api al lavoro. Si erano spinte così
lontano dal nuovo alveare, in cerca di polline, e stavano correndo il
rischio di perdere l’orientamento.
Ho pensato che il nuovo alveare ancora è in addestramento; che , se
fosse stato in un altro momento, avrebbero potuto fare sicuramente a
meno del mio aiuto, ma ora… E allora ho lasciato andare quel
desiderio di avventure lontane: ho pensato che anche questa è una
bella avventura…Anzi, per sostenermi nella mia scelta, mi sono fatto
questa bella divisa da indossare, perchè sia chiaro chi sono e quale è
il mio ruolo adesso…- Coriandolo sfodera un mantello a righe gialle
e nere, scatenando l’ilarità degli altri.
- Ma che cosa sei diventato? Il supercoriandolo delle api?- lo prende
in giro Alloro.
- Non sottovalutate, invece, - interviene Tata Vitalba – la capacità di
rinforzo che hanno i vestiti adatti al momento adatto, specie quando
siete voi che ve li siete costruiti. Coriandolo , semplicemente, ha
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scelto di aiutare se stesso a mantenere la sua decisione. E così il suo
16 sarà più stabile, senza ripensamenti….
- Adesso tocca a me: – interviene Alloro – non so se ho superato o no
qualche prova. Fatto sta che non mi sono accorto di niente, e mi
sembra di essere uguale a prima…
- Infatti sei rimasto a 14! Quando era il momento, per te, di affrontare
una prova da 15, ti sei scansato, ci sei rimbalzato su, come su un
muro di gomma…ma non potrai farlo sempre, mio caro..
- Anche perché noi non te lo permetteremo: ricorda che Tata Vitalba
ha detto che finchè non siamo tutti a 16 le lezioni non possono
procedere! – interviene Coriandolo.
- Allora, adesso, aiuta me, Tata Vitalba! – riprende Ortensia – mi
sento male, male, come se…
- Fossi caduta giù a 11! Eh sì: questo accade abbastanza spesso,
quando una prova da 15 viene persa in modo piuttosto evidente. Te
ne accorgi subito, perché, dopo, stai peggio di prima…
- Ma è come il gioco dell’oca?- intervengo io – Se non si supera la
prova non si resta a 14, ma si torna addirittura indietro?
- Cos’è questo gioco dell’oca? – chiede Iris - Forse vorrai dire il
gioco dei gamberi….
- Lascia stare: è una cosa degli uomini…una delle tante cose strane:
non ho mai capito perché si chiami gioco dell’oca!
- Sì. Si può tornare indietro, indietro, anche fino a 5, se si sono perse
tutte le proprie risorse… Ma non divaghiamo: Ortensia, raccontaci
cosa ti è successo.
- Io mi ricordavo di quei bei momenti passati con Ciliegio e,
insomma, lo sapete anche voi, mi sarebbe piaciuto , al mio livello di
evoluzione, trovare un compagno con cui condividere la mia bolla.
Però Ciliegio mi sembrava troppo volubile, oggi qui, domani là…ed
ho cominciato a frequentare Alloro: abbiamo passato insieme dei bei
momenti, un bel 14, potrei dire…
Poi eccoti che si rifà vivo Ciliegio con quella sua domanda: “posso
ancora contare su di te, se resto qui, o parto di nuovo in missione, con
la mia bolla singola?”. Avrei voluto sentire cosa ne pensava Alloro,
prima di rispondergli: in fin dei conti, fra me e Alloro non si era mai
parlato di impegni stabili…Ma lui si era volatilizzato…
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Poi qualcuno (Ortensia guarda inferocita verso di me) mi ha
consigliato di non farmi guidare dal “piacere” nel fare la mia scelta,
ed ho pensato che aveva assolutamente ragione, e quindi….
- E quindi ti sei fatta guidare dall’eccesso opposto: dalla negazione
del piacere! Ma dove era la temperanza, in tutto questo?- Tata
Vitalba trattiene a stento il riso.
- Ho semplicemente deciso che,
quell’attrazione che mi spingeva
verso Ciliegio, me la sarei fatta
passare…
- E come? – chiede la voce sottile
di Iris, incuriosita.
- Be’, conosco dei trucchetti,
come quello di sotterrare un
nocciolo di ciliegia e volarci su
tre volte in senso antiorario.
Giochetti innocenti, che aiutano..
- Ah-ah: l’uso del potere non è
mai consigliabile, senza guide superiori come le Tate…Ecco cosa
può succedere. Adesso lancia i tuoi arcani e vediamo se ti aiutano…-
Tata Vitalba commenta, scuotendo la testa.
- Ecco qua: chiusura, rifugio e 9. Ho capito: mi sono chiusa al nuovo,
a quelle emozioni provate con Ciliegio, che un po’ mi turbavano. Ma
adesso trovo rifugio nel mio cuore, e mi metto subito a respirare, e a
danzare in senso orario, così annullerò quello stupido
incantesimo….Riparto dal 9 giusto?
- Giusto.
Osserviamo Ortensia che danza in modo armonico, al ritmo del suo
respiro, poi, eccola davanti a noi che ci dice: - Adesso, utilizzando il
10, vivo il gioco che la novità mi porta, accetto che ho sbagliato e mi
connetto a un piano superiore (11), mi affido e rientro in servizio
(12), e , ahi!, aspetto che mi passi questo lieve mal di testa. (13)…ora
sto meglio, ah , come sto meglio…(14). La mia temperanza sta nel
riconoscere e accettare quello che sento per Ciliegio; starò in guarda
perché non diventi attaccamento, e perché non sia il piacere a
guidarmi (basta stare in guardia, non importa autofustigarsi! Lancia
questa frase, con tono ancora un po’ astioso, verso di me). Lascio
andare il vestito da sposa che mi ero preparata (effettivamente un po’
74
esagerato: e poi mi creava troppe aspettative), e sono pronta per
rispondere a Ciliegio: Mi piacerebbe provare a condividere con te
una bolla a due, ma sono sincera e non so se il tentativo riuscirà: lo
valuteremo giorno per giorno. Ti dico questo perché tu me lo hai
chiesto , ma ti prego di decidere sulla tua eventuale missione in
piena autonomia, e non perché io te lo chiedo. Mi sento bene, mi
sento bene!
- E sei anche molto bella! – le dicono Iris e Coriandolo.
- Sei a 16, Ortensia! – le dice Tata Vitalba – e grazie per la tua
esperienza, che sarà di aiuto a tanti.
- Sì, ma dov’è Ciliegio? – chiede Coriandolo – Alla fine tutto quello
che lei ha fatto, adesso, sarà stato inutile, perché lui, ormai, si sarà già
arruolato…
- Come ti senti, Ortensia, all’idea che Ciliegio ormai si sia già
arruolato?- le chiede Tata Vitalba.
- Ti dirò: meno peggio di quello che avrei detto, anzi…mi sento
serena. Se è andata così, vuol dire che era giusto così, e che anche
quest’esperienza servirà a tutti e due!
- Un bel 16 stabile! Complimenti!
- Ehm, ehm…- una tossettina nervosa richiama la nostra attenzione. –
Credo di essere precipitato….
Piange? Alloro che piange? Non avevo mai visto un deva piangere!
- Le prove non si possono scansare all’infinito: eri stato
avvertito….Come ti senti, Alloro?
- Quando Ortensia ha cominciato a parlare di lei e di Ciliegio, e della
loro nuova vita, mi sono sentito male…cioè ho sentito che era la cosa
giusta, ma che tutto si era svolto senza la mia partecipazione:
nonostante me, insomma, e non con me!
- Conosco quella sensazione, “ la vita è quella cosa che ci accade
mentre siamo occupati a fare altri progetti.”, come diceva John
Lennon..
- John Lennon? Chi è? Quello che ha inventato il gioco dell’oca?…
- Lascia perdere, lascia perdere…
- Allora, Alloro, - continua Tata Vitalba, incurante delle nostre
divagazioni - non ti resta che fare un redreaming, no? Ritorna a
quando Ortensia si volta per cercarti…
- E io mi faccio trovare.
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Ortensia continua: - Io ti chiedo: Alloro, cosa ne pensi di noi?
Ciliegio mi ha fatto una proposta e io sono confusa, ho bisogno di
altre informazioni.
- Io ti rispondo: Per quello che mi riguarda, è stata una bella
esperienza vivere questo tempo di 14 con te: e il mio Yang ne è
uscito rigenerato e addolcito dal contatto col tuo Yin…Ti ringrazio
molto di questo, ma non penso di poter fare progetti per il futuro.
Sento che per me è ancora presto pensare di organizzarmi in una
bolla a due… Non ti sto dicendo, con questo, di andare con Ciliegio,
né ti sto dando consigli di alcun genere: ti sto solo fornendo
informazioni, come tu mi hai chiesto, su cosa provo io, perché questo
ti aiuti a prendere liberamente la tua decisione…” Eccoci, ci siamo!
Mi sento meglio, molto meglio, a parte il fatto che devo lasciare
andare questa corona…- Le foglie che circondano la testa di Alloro
volano via…- è vero: cambiare vestito serve…benvenuto, 16!
- Alloro, senza corona sei bellissimo! – gli dice Iris, applaudendo.
- Sì, ma Ciliegio?- insiste Coriandolo.
- Mi avete chiamato?- Ecco Ciliegio, più luminoso che mai, con
bagliori di rosso come se le sue ciliegie fossero maturate tutte in una
notte.
- Non sei partito ancora?- gli chiede Coriandolo, evidentemente
curioso, ancora, delle avventure degli altri.
- Credevate forse che sarebbe bastato il rifiuto di una fata per farmi
arruolare in missioni pericolose? Quando Ortensia mi ha detto la sua,
quell’informazione è stata un tassello che si è aggiunto agli altri: alla
mia esperienza in questo parco, alla mia voglia di novità, e, anche, al
responso degli arcani! Sì, non guardatemi così: ho chiesto alle carte
che cosa sarebbe successo se fossi partito, e che cosa sarebbe
successo se fossi restato.
- E allora?- l’uditorio chiede, sospeso.
- Nel primo caso: 10; nel secondo caso: 12. E così ho scelto il
servizio, e, appena ho deciso, sono stato subito convocato per un
incarico a tempo determinato qui nel parco del ventaglio.
Ho accettato volentieri: mi è bastato lasciar andare l’idea che mi ero
fatto di un viaggio nei boschi di altri paesi , e ho deciso di farmi una
divisa per il mio nuovo incarico. Era proprio per questo che ero
venuto da voi: per sapere se potete aiutarmi ..
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- Che divisa ti occorre? – Ortensia gli si avvicina, pronta a cucirgli,
immagino, un vestito straordinario.
- Qualcosa che sia giallo e nero, perché….
- Come questo?- Coriandolo sfodera il suo mantello da guarda-api.
- Ebbene sì: – interviene Tata Vitalba – la logica win-win vuole che,
essendo ormai tutti a 16, o quasi ( occhiata in tralice verso di me),
tutti siano sereni. Ciliegio, tu ti occuperai delle api, e, Coriandolo, se
vuoi, sei libero di iscriverti per la prossima partenza. Ortensia potrà
sperimentare la sua bolla a due con Ciliegio, e Alloro sarà libero
dalla responsabilità di impegnarsi in qualcosa per cui non si sente
pronto. Iris ha una nuova maestria nel riconoscere e pulire i colori,
e….
77
che farai, ma, semplicemente, devi restare serena, farti guidare
dalla temperanza e dalla semplicità, e la decisione arriverà da
sola.”
Ho trovato: farò come Ciliegio e lancerò gli arcani!
“A proposito di arcani, hai scritto il tuo?”
Lo sto già scrivendo.
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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..
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17. UNA SCORTA DI BELLEZZA
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- E c’è troppo rumore, e vortici di polvere , e…
- Ehi, sono venuto anche io – ecco Ciliegio, che ha raggiunto gli altri
– ma me ne sto quasi pentendo: credo proprio che il nostro viaggio si
risolverà in una disfatta. Conciati come siamo, depressi e sporchi,
non riusciremo a portar luce dove c’è ne bisogno….
- Ah – ah: - Con un lampo giallo Tata Eliantemo interrompe la serie
di lamentele - tutto questo pessimismo non credo che sia di qualche
utilità, se non a quella di trovare qualcosa da scrivere su una foglia di
ortica.
Invece, visto come stanno le cose, credo che avrete tutti bisogno di
una risorsa…Ecco qua, prendete un petalo di rosa: di mio pugno, vi
scriverò sopra una parola che vi sarà di aiuto: speranza.
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- Certo, potete cominciare a lavorare: siamo arrivati alla meta della
prima tappa di questo viaggio. Ma , prima di andare, voglio vedere se
davvero avete fatto scorta di bellezza: cosa avete scritto nel vostro
diario?
Un fiore selvatico lungo il marciapiede, uno sguardo brillante di
simpatia, una canzone cantata a mezza bocca, il rosso di un geranio
che spunta da una finestra, una rondine che si specchia in una
pozzanghera, …
Bene, bene: sono sicura che farete un ottimo lavoro. Buona giornata,
e non dimenticate di fare il vostro compito…
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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina.
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18. IL SUONO DEI CAMPANELLI
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Ancora fango? Le mie scarpe fanno fatica a staccarsi da terra: e, ogni
passo, è portato avanti con difficoltà.
“E tu vola, allora! Puoi spostarti anche così…”
La fai facile, tu, che non hai a che fare con il peso di un corpo fisico.
“Va bene, se proprio non vuoi volare, pensa almeno di farlo..”
Ecco, effettivamente, qualcosa è cambiato. I piedi affondano meno, e
qualcosa, fra le scapole, mi raddrizza la schiena…
Il fango c’è ancora, ovvio, ma mi sento più forte di lui. Lui sta fermo,
in fin dei conti, io invece ci posso scivolare sopra, o affondare,
schizzarlo via, o lasciarlo sulle scarpe e poi farlo seccare e lavarlo.
E’….divertente! O quasi.
Il terreno adesso è asciutto, il prato soffice, e il sentiero più spedito.
Vedo già, là in fondo, la fine del percorso, e mi sento diversa da tutte
le altre volte che ho camminato.
“Diversa come?”
Sono più stanca, forse? Certo, i muscoli mi fanno un po’ male,
specialmente i polpacci che hanno lavorato per combattere col
fango..
“Allora avrai voglia di dormire…”
No, neanche per idea: ho un’ energia addosso che potrei ricominciare
tutto daccapo, fango e tutto. Anzi, direi che, senza quel tratto di
fango, non mi sarei così….divertita!
- Tata Centaurea, ma di che arcano stiamo parlando? Che cosa ha a
che fare col fango?
- Parliamo del 18: LA COMPRENSIONE. E il fango può entrarci
perché, se capite il motivo del fango, questo è un buon esercizio di
comprensione…
E’ facile comprendere il perché di una cosa piacevole, più difficile
capire il perché di un evento un po’ irritante…
- Sicuramente , con la tua pioggia di petali hai pulito molta melma
astrale, e questo è stato un tuo servizio nella cura degli altri…Noi
abbiamo raccolto tutta la melma che potevamo, intorno a noi, e tu sei
arrivata e l’hai pulita…E’ andata così?
- Brava Ortensia, 18!
- Dopo essere passato attraverso il fango che mi rallentava così tanto
(e io non sopporto l’andare lento) , scopro che adesso vado
velocissimo…Evviva, non sarebbe mai accaduto senza
quell’esercizio che mi ha rinforzato le ali!
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- Bravo Coriandolo, 18!
- Continuo a pensare che il fango sia una gran seccatura, ma devo
dire che mi ha costretto a rallentare, e, mentre camminavo così piano,
mi sono trovato a sincronizzare il mio respiro con i passi:
un’esperienza davvero illuminante. E dunque grazie, fango!
- Bravo Alloro, 18!
- Quando non riuscivo a vedere più niente ho avuto paura: quella è
proprio una mia debolezza. Poi, è passata. Sentivo le voci, e ho
imparato che il mondo senza colori può lo stesso essere un bel
mondo. Soprattutto, Tata Centaurea, la tua voce mi è sembrata una
sinfonia di campanelli. Se avessi potuto vederti subito, con quel tuo
colore rosa così delicato, credo che la mia attenzione sarebbe stata
distolta dall’ascolto…Quindi io ho compreso il perché del fango: ho
imparato ad apprezzare i suoni. Potrei dirlo come quel nostro vecchio
amico1: il fango mi ha regalato il suono dei campanelli!
- Brava Iris, 18 anche a te!
E , per concludere, vi dirò che anche io ho compreso il perchè del
fango: grazie a lui, questa è stata una lezione veramente breve! Buen
camino!
Anche io ho capito il perché del fango: ho giocato! E a me piace
giocare!
“Pensi che, adesso, potresti riuscire a divertirti anche disegnando e
ritagliando un po’?”
Sì, ho capito, scrivo subito il 18.
1
Antoine Saint Exupéry, ne “Il Piccolo Principe”, a proposito del “colore del grano”
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19. UNA SCELTA CHE VA BENE PER TUTTI
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- Io, quando non so come fare, faccio sempre un po’ di prove, prima
– le suggerisce Iris. – Immagina che siamo noi quei piccoli deva e
prova a parlarci.
Ortensia si rivolge ai suoi amici : - Ragazzi, venite qua. Mi state
facendo perdere un sacco di tempo a riparare i vostri strappi. Siete
ancora piccoli per questo genere di cose, e non potete comportarvi
come dei deva pulitori. State fermi, non mettetevi in mezzo, e
seguiteci senza piangere….
-Ortensia, ma ti sembra il caso? – Alloro, come al solito, non lesina
critiche. -Faresti passare a qualsiasi margherita la voglia di diventare
dei deva in servizio…
- Qui ci vuole l’aiuto di una Tata : eccomi. Sono Tata Mimulus, e una
volta ero anche io molto timida, Iris, proprio come te. E, se dovevo
intervenire in qualche situazione, non ero mai certa di fare la cosa
giusta. Per questo motivo comunicavo incertezza, disagio, proprio
come questa foglia d’ortica:
insicurezza.
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Ovviamente, la ricerca della soluzione ti porterà dritta dritta al 19:
LA SAGGEZZA.
E, per prendere una decisione saggia, dovrai tener conto di tutto ciò
che avete imparato fino ad ora: non avere attaccamento, né stimolarlo
(il 16), cercare la bellezza nella vostra soluzione (il 17), e
comprendere gli obiettivi sottostanti alla decisione (il 18). Il tutto
dovrà essere comunicato con decisione e nettezza, al modo dei 4,
insomma, senza ambivalenze…
Ah, dimenticavo: il modo di comunicare la tua decisione – ho
assistito alla tua simulazione di poco fa – dovrà essere assolutamente
compassionevole, e le parole dovranno essere delicate come fiori…Il
messaggio che vuoi trasmettere dovrà essere avvolto da dolci
profumi e colori, in modo che risulti comunque gradito…Vi lascio al
vostro lavoro di gruppo….
-Tata Mimulus, dove vai?
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-Sandwich? Non capisco…
Ah sì, Tata Mimulus, è così che si chiama un modo molto semplice
per comunicare le cose un po’ “difficili”: è come se mettessi un
petalo di ortica fra due petali di rosa, uno prima e uno dopo.
-Ma qui l’ortica quale è?
Per loro l’ortica potrebbe essere il senso di separazione che
riceverebbero da un mio distacco…..
-Analisi corretta, e grado di compassione sufficiente. Se riesci a
risolvere la questione, avrai fatto l’esperienza del 19: procedi!
Io però adesso devo tornare di là: come sarebbe tutto più semplice, se
la classe fosse riunita, senza barriere spazio-temporali…ma ancora
non siete a quel punto del programma…A dopo.
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- E tu cosa fai, qui da sola?
Li aspetto qui: ho promesso ai miei compagni di viaggio che
comporrò un haiku per ciascuno di loro, insieme a una foto,
mentre fanno la loro deviazione. Così, ho pensato, non
sentiranno la separazione, e io manterrò pulita me stessa e loro.
- Buon 19 anche a te, dunque. Buon disegno……
La voce di Tata Mimulus si perde nel vento, mentre cerco i
miei colori.
“Ehm, ehm…A proposito: visto che stai per metterti a
scrivere….”
Non avevi proprio bisogno di ricordarmelo: l’avrei fatto da
sola, visto che, ancora per qualche minuto, sarò molto saggia….
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20. LA BIBLIOTECA DELLA TERRA
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- Vedi, Iris?- ride Coriandolo- Quella di Ortensia è solo una falsa
sicurezza. Lei crede di sapere e per questo motivo non pensa
minimamente ad altre possibilità, mentre – e Coriandolo afferra un
petalo di rosa che sta ancora galleggiando in aria – la vera sicurezza,
come è scritto qua sopra, è saper muoversi in scioltezza, senza sforzo,
seguendo il flusso dell’energia e pronti a cogliere con attenzione i
segnali che ci vengono inviati….Tieni, odoralo un po’, vedrai che ti
farà bene…
Il petalo viene passato da un deva all’altro, e l’aria, intorno a loro,
comincia a farsi più pulita, a tal punto che riesce a farsi strada una
luce sempre più forte.
- Buongiorno a tutti, sono la vostra tata di oggi: Tata Fiorsecco, e vi
accompagnerò nella pulizia di questo grandissimo archivio, oltre che
darvi qualche suggerimento per sperimentare un felice stato di 20:
LA CONOSCENZA.
- Evviva, Tata! Allora potrai dirci tu come procedere con tutti questi
libri e scaffali…Giusto poco fa Ortensia suggeriva di…
- Sì. Sì. So cosa ha suggerito, ma era proprio un’idea da 8, che si
tuffa nel lavoro fino a sfinirsi. Se vi mettete a leggere questi libri uno
per uno, penso che avrete finito fra…..santo cielo, non riesco neppure
a calcolare fra quanto!
Quello che invece vi suggerisco di fare è di leggere semplicemente
l’energia dei libri, semplicemente scorrendo con lo sguardo lo
scaffale, e fermandovi sul libro che emette la nota più stonata.
Estraete quello, e lo pulite, poi le rimettete a posto, e proseguite. Via
via che gli scaffali vengono accordati si arriverà ad un punto di massa
critica, per cui tutta la stanza si accorderà da sola.
- Ma, Tata, ci sono ancora tante altre stanze da fare! Dobbiamo
proprio farle tutte? – chiede Coriandolo.
- Se mi dici questo, vuol proprio dire che l’ortica ha punto anche te,
non solo Ortensia. Ecco, guarda qui: l’incostanza è proprio un
ostacolo, perché se non arrivi alla massa critica, tutto il lavoro che
hai fatto potrebbe poi disfarsi in poco tempo….
Tieni questo petalo di rosa: la costanza è una grande virtù, che si
pratica pensando in piccolo. Non pensare di dover pulire tutto
l’archivio: pensa di dover fare solo quello scaffale, e finito lo
scaffale, pensa al successivo.
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Se vedi solo un passo per volta, nessun passo ti peserà più del
precedente, e il lavoro procederà con scioltezza, come poco fa eri
tanto bravo a spiegare….
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- Esiste un archivio molto più grande di questo, per uomini e deva, e
ogni essere che abita la terra. E’ il grande archivio della terra, e,
prego, accomodatevi…
Che succede? Davanti ai deva si è formata un’apertura luminosa, e al
di là di essa, si intravedono stanze e stanze piene di scaffali e di libri
di tutti i colori e forme…
Entrano timidamente, in punta di ali, ma, presto, si tuffano fra gli
scaffali, estraendo libri, leggendo, e punteggiando di esclamazioni il
silenzio assorto della loro lettura.
- Ehi, Coriandolo! Ho trovato una cosa che ti riguarda: si parla di un
fatto avvenuto mesi fa, nel triangolo dei castelli della Baviera…
- Come , come? Fai vedere….Ehi, ma qui c’è tutto uno scaffale a mio
nome…Tata! Tata Fiorsecco: ci sono anche gli avvenimenti futuri?
- Si, certo che sì, c’è proprio tutto, ma non sono messi precisamente
in ordine….per trovare gli avvenimenti futuri devi seguire le linee di
energia che collegano un libro all’altro, così avrai l’esatta sequenza.
- Ma è praticamente impossibile!- la voce di Ortensia viene da dietro
un altro scaffale. - Ho trovato il mio settore, ma le linee di energia
sono una rete fittissima: seguirle è troppo complicato, ci vorrebbe…
- Costanza, ci vuole!- Interviene Alloro.- Parti dall’oggi e segui la
linea, come se fosse un gomitolo, ecco, così…
- No, non funziona così – dice Iris – ho provato anche io questo
metodo, ma le linee presto si biforcano e poi si biforcano ancora, e
quindi dal libro di oggi si passa per esempio a una ventina di volumi
che riguardano domani e …così via..
- Roba da far girare la testa!- commenta Coriandolo.- Puoi
spiegarcelo, Tata?
- Ogni volta che fate una scelta, il futuro si biforca, e si creano due
piani di realtà paralleli, e così via…E ciò non toglie che alcuni piani
si possano poi nuovamente intersecare e riunire….è molto divertente.
- E allora, Tata, a cosa ci serve tutta questa conoscenza? E’
praticamente impossibile scegliere! Sono talmente tante le
conseguenze e le combinazioni…
- Ma hai dimenticato i colori, Iris, e proprio tu! I volumi hanno colori
diversi, e così le realtà diverse che vengono create dalle tue scelte. Se
vuoi avere un aiuto nella tua scelta, portai fare un salto nell’archivio
della terra e scegliere il volume in base al colore che ti attira di più in
quel momento.
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La vera conoscenza ti porta ad accettare che tutte le strade sono
percorribili, e che tutte sono degne di essere vissute, ma che il tuo
libero arbitrio può indirizzarti in una direzione o nell’altra, a seconda
del colore che in quel momento ti piace di più. E, quando
sperimentate il 20, non vedete più solo due strade possibili, ma potete
vedere che ce ne sono tre, quattro, cinque, sei, ….tante, insomma, (lo
sapete che non sono forte in matematica). E riuscite anche a
distinguere i colori di ogni scelta, come se foste davanti ad una
tavolozza e doveste solo intingere il pennello…
Vi lascio qui. La biblioteca non ha orario, ed è aperta a tutti: almeno,
a tutti quelli che hanno svolto il programma fino al 19. E, se aveste
bisogno di una mano, c’è sempre la bibliotecaria a cui rivolgersi…
Tata Fiorsecco indica una donna vestita di bianco, che si sta
muovendo fra gli scaffali spolverandoli e pulendoli.
Ha qualcosa di familiare, quella figura vestita di bianco, è…
Sei tu?
“Be’, perché ti stupisci? Sei tu che mi immaginavi vestita di bianco, e
dunque…”
Posso entrare anche io a vedere i miei scaffali?
“Prego, di qua: basta chiedere…”
Quanti files! E quanti colori!
Prima di tutto mi piacerebbe
ordinarli per colore, poi per
intensità di luminosità, e poi…
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la pagina
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21. AMORE TRA I PIXEL
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pericoloso: potresti non tornare più indietro. Non puoi andare lì
dentro senza una Tata…Ci vuole prudenza, ricordati…
-Me ne frego della tua prudenza! Io sento che devo andare: nessuno
di voi può fermarmi!- E Ortensia, preso lo slancio, passa attraverso lo
schermo del computer, che si è, adesso, oscurato un attimo, come se
l’avesse inghiottita, per poi presentare, con un sofisticato effetto di
dissolvenza in movimento, un’altra fotografia: stavolta, un bellissimo
ingrandimento di un fiore.
-Oh, no! La quercia è scomparsa! Non la ritroveremo più!- E Alloro,
senza lasciar tempo a nessuna risposta, si tuffa nel cuore del fiore,
all’inseguimento di Ortensia. Lo schermo si oscura di nuovo, e
ricompare la quercia.
-Eccola, di nuovo la quercia! Povero Alloro, avrà preso una falsa
direzione. E’ solo attraverso la quercia che possiamo ritrovare
Ortensia, e lui non ce la farà mai: vado io!- Iris si tuffa fra i rami
della quercia. Lo schermo si oscura. Due mani di uomo afferrano il
computer per portarlo all’interno del negozio.
- No, Iris, dove sei? Aspettami, vengo ad aiutarti! – Anche
Coriandolo, con un volo al limite delle sue capacità, raggiunge lo
schermo in movimento, e si tuffa in quel mondo , che per molti deva
significa la morte.
Apro gli occhi. Che sogno! Sono così stanca, con queste salite e
discese, che ad ogni sosta mi addormenterei. Stiro la schiena contro il
tronco dell’albero a cui mi sono appoggiata, e osservo, per la prima
volta, di che albero si tratta. E’ una quercia, sicuramente, ma c’è
qualcosa che non va. Questo tronco non ha energia, non mi ha
riposato, anzi, è come se fossi più stanca di prima. Mi alzo e sfioro
con le mani le foglie della quercia. Che brutte macchie gialle, e come
cadono facilmente! Certo non sono foglie secche, come quelle di una
roverella sana, che ricambia periodicamente la sua chioma. Sono
proprio foglie malate.
E’ malato, questo albero. Che pena! Cosa posso fare? Mi chiedo.
Ehi, chiedo a te, qua dentro! Tu che conosci le cose, bibliotecaria dei
record akashici, signora del numero 20, mi ascolti?
“Prego?”
Quest’albero è malato, vero?
“Così sembra.”
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Come posso aiutarlo?
“Non vorrai certo un corso di biologia in cinque minuti? Non che non
potrei fornirtelo, ma dubito delle tue capacità di assimilarlo.. Quindi,
fammi pensare…qualcosa che tu possa capire facilmente, perché
l’hai già studiato, e qualcosa che tu possa avere qui con te….Non hai
mai sentito parlare di “Fiori”?
Ma certo, sciocca che sono! E tu, è inutile che fai dello spirito! E’
che, nelle situazioni di emergenza, a volte uno le cose più ovvie se le
dimentica..E questa è proprio una situazione di emergenza, da …
Rescue Remedy. La mia mano corre alla boccetta del Rescue, che
tengo nella tasca esterna dello zaino, visto che in questi giorni l’ho
usato così tante volte, fra punture di ortica, di zanzara, dolori
muscolari, e così via…Ma è praticamente finito! Ne restano solo
poche gocce! Se lo consumo ora, come farò ad arrivare a fine
viaggio, visto che dubito che incontreremo un posto dove lo
vendano?
La mia mano si stringe ancora di più attorno alla boccetta.
No, non posso accettare di ripartire senza aver dato alla quercia
quello di cui ha così evidentemente bisogno.
Verso le ultime gocce di Rescue nella mia bottiglietta d’acqua, e poi
verso l’acqua intorno alle radici dell’albero.
Benissimo! Così, oltre che il rescue, ho finito anche la mia acqua…
Ma mi sento meglio, molto meglio.
Addio, quercia, guarisci.
Mentre riprendo a camminare, c’è una voce che mi risuona dentro, e
non è la voce della bibliotecaria. Sembra piuttosto la voce di… Fata
Roverella, ma più forte, più ampia, e mi dice : Grazie, era proprio
ciò di cui avevo bisogno, per ristabilire la connessione..
Lì, nel mondo dei pixel, si sente qualcosa che fluisce, che non
procede a scatti: assomiglia al vento che stormisce fra le fronde di un
albero, a linfa che scorre, a voce che canta, alla voce di..
- Roverella, sei proprio tu? – esclama Coriandolo, occupato a
schivare impulsi elettrici che gli passano accanto.
- Fata Roverella, sono qui!- dice Alloro, con voce tonante, al di là di
un muro di metallo
- Fata Roverella, di qua, di qua!- ecco Iris, che tiene per mano
Ortensia, e..
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- Fata Roverella, Fata Roverella, eccola, lo sapevamo! – urlano tante
voci argentine di piccoli deva.
- Venite qui, sotto la mia chioma.- Fata Roverella ride.- Anche se è
una chioma digitale, il mio spirito riesce a governarla, perché l’amore
può guidare qualsiasi pixel…
- Dove ci porti?- chiede la margherita, aggrappandosi ad una fronda
di energia.
- Che domande: a casa, alla Scuola della vecchia Quercia!
Ed ecco un turbine, una vibrazione, un reset del computer (la voce
del commesso dice: “Ecco, abbia pazienza, a volte si deve riavviare”)
e Fata Roverella e i piccoli non ci sono più, mentre Ortensia, Iris,
Alloro, e Coriandolo si ritrovano proprio di fronte al negozio,
sull’aiuola di un giardinetto di città.
- Finalmente, eccovi qua! Credevo che la lezione non finisse mai!
Una tata tutta vestita di blu si presenta: - Buon giorno, sono Tata
Cicoria!-
- Ma cosa dici, Tata Cicoria: la lezione di oggi non è neanche
incominciata!
- Questo lo dite voi. Non avete ancora capito che queste lezioni
sono…esperienziali, si dice così oggi, no?
- Vuoi dire che era tutto programmato? Abbiamo corso questi rischi
solo per una lezione? – Alloro chiede, enfatico.
- No, no, nessun programma. L’unico programma era che voi
sperimentaste l’arcano 21: L’AMORE. Avete fatto tutto da soli, o
quasi. Adesso faremo un debriefing, per capire cosa vi è successo.
- Io credo che sia nato tutto da un errore, e avevo anche avvertito
Ortensia. Secondo me – dice Alloro - lei è stata punta
dall’attaccamento e ha usato l’intenzione, come un 11, seguendo i
piccoli per una motivazione non corretta.
- E se invece avesse preso una decisione giusta perché aveva stabilito
una forte connessione ?– qui Tata Cicoria estrae il petalo di rosa già
noto ai deva.
- Come possiamo capirlo?
- Come al solito, dalle conseguenze. Cosa è successo, dopo?
- Ecco, a catena, ci siamo buttati tutti dietro a lei, senza nemmeno
starci a pensare su… - risponde Iris.
- Per forza, era una situazione di emergenza Non avresti mica voluto
metterti ad estrarre gli arcani di fronte a quei miraggi che si
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alternavano velocemente? Io mi sono sentito spingere avanti da un
fuoco che divampava dentro di me…- continua Alloro.
-Potrebbe chiamarsi amore, credo….- Tata Cicoria sorride. – Avete
avuto la sensazione di essere stati manipolati, per spingervi a seguire
Ortensia? – La Tata estrae una foglia d’ortica che reca la parola
manipolazione. – Qualcuno vi ha detto: “se mi ami, devi aiutarmi,
devi seguirmi? “Oppure: “provami la tua amicizia, il tuo affetto, e
aiutami”?
Un “Noo!” scandalizzato esce all’unisono dalla bocca dei deva.
- Benissimo: dunque, la motivazione che vi ha spinto era pura e
nobile. Ecco qua: sacrificio, è la virtù che faceva parte della lezione
di oggi, e l’avete già praticata. Anzi, per essere corretti, l’abbiamo
praticata, perché anche io, cosa credete, non è che stessi così
tranquilla a vedervi correre quei rischi restando ferma immobile, per
non interferire nelle vostre scelte: anche star fermi è amore, a
volte….
- Ma, Tata, io ti ho visto, non eri ferma e immobile, c’eri anche tu, eri
tu quel fiore blu che compariva sullo schermo del computer…
- Touché…E’ difficile smettere le vecchie abitudini: quando ero una
semplice fata, ogni tanto, avevo il vizio di impicciarmi dei fatti degli
altri, ma stavolta no…Ho dovuto seguirvi giusto per controllare
l’andamento della lezione…..almeno credo…spero…
- E se ci fosse successo qualcosa di terribile, Tata, saresti
intervenuta?
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- Non so, cara Ortensia. In quei momenti non si sta tanto a ragionare:
è il cuore che comanda. Il cuore, non l’attaccamento, certo. Se sei in
profonda connessione il cuore, l’amore, ti dirà cosa fare..
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la pagina
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22. UNA LUDOTECA CON MOLTE FINESTRE
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- Vediamo: cercate di arrivarci voi stessi. Alloro, estrai tre arcani,
su…
- Ecco qua: 6: L’ALTRO , e l’ortica che, secondo voi, mi ha punto,
è…proiezioni. Non capisco: L’ALTRO può avere un senso, in fin dei
conti stiamo parlando di altri mondi, ma che cosa mai sto
proeittando?
- Forse – interviene Iris –stai proiettando sugli altri la tua stessa
voglia di curiosare, e, siccome non li vedi farlo, pensi che allora non
esistano. Ma guarda che non ce ne sono mica tanti, di curiosi come
te! Io , per esempio, non ho tanta voglia di andare in esplorazione,
perché la cosa mi fa un po’ di paura.
- E allora,- continua Alloro, voltando il petalo di rosa che è atterrato
vicino a lui,- a cosa mi servirebbe il buon senso?
- Ti servirebbe a capire – gli risponde Ortensia - che la nostra
osservatrice è un personaggio troppo strampalato per uscire dalla mia
fantasia, per quanto io possa essere una romanziera esperta, e quindi
deve esistere realmente.
- E dunque, basta che esista un solo mondo diverso dal vostro, che
dovrai accettare la possibilità che ne esistano altri, senza ricorrere a
se o a ma, finendo in un bel groviglio mentale.- conclude Tata
Cerato, porgendo ai deva le relative foglie d’ortiche.
- Tata, che cosa ci facciamo nella ludoteca, visto che un’oasi non ha
bisogno di essere pulita?- chiede
Coriandolo.
- Ha molto bisogno invece di
essere pulita! – insiste Tata Cerato
– Qui i bambini creano, e hanno
bisogno che non ci siano intorno a
loro le forme pensiero degli adulti
che, pensando o dicendo che i loro
giochi sono solo fantasie,
impediscono la crescita e la
realizzazione di nuovi mondi.
Guardate là, per esempio, quel
bambino che sta lavorando con la plastilina, e che ha costruito una
palla con due occhi e una bocca. Adesso è incerto se aggiungerci due
gambe: senza gambe la palla potrebbe rotolar via meglio, ma qualche
forma pensiero che gli aleggia intorno gli sta dicendo: “un essere così
108
non può esistere: se gli metti un paio di gambe può somigliare un po’
di più ad un uomo, e sarai lodato dalla maestra , che ti farà un bel
sorriso…”
Ortensia prende il suo retino acchiappa-forme e cattura al volo quel
pensiero molesto.
Il bambino prende un altro pezzo di plastilina di colore diverso, e
comincia ad appoggiare tante bolle sulla palla. -E’ uno smile a pois!-
gli dice la maestra, col sorriso distratto di chi non vede niente di
nuovo sotto i lsole.
- No, no,- sussurra Iris all’orecchio del bambino - non è uno smile: è
una nuova specie di fiore sorridente che sta, proprio ora, nascendo in
un mondo di là dal cielo. Bravo, è una bellissima creazione!
- Proprio così, Iris, Ortensia: ottimo lavoro di squadra. Dunque,
all’opera! E poi, quando avete finito, ricordatevi che la ludoteca sarà
un posto così pulito che potrete usarla voi stessi per giocare un po’….
Siamo già arrivati? Oggi tappa breve, per far riposare i muscoli. E
che cosa mai faremo, in questo posto fuori dal mondo, per tutto il
pomeriggio?
Per tenere lo zaino leggero mi sono portata dietro solo un blocco, una
penna, e pezzetti di pastelli. Le mie mani girellano sul foglio,
muovendo la matita senza intenzione. E’ così naturale disegnare fiori,
quando ne sei circondata. Ma forse non è così naturale non copiare i
fiori che mi circondano, ma disegnarne di nuovi….e la mano
comincia a tracciare un tondo, una sfera, a riempirla di bolle,e a
completarla con un sorriso. Un fiore sorridente, possibile?
No, che non è possibile, certo che no.
“E chi te lo dice?”
La statistica, la probabilità, l’osservazione dovuta…
“Alla tua misera esperienza di qualche migliaia di anni…. Vuoi che
te lo cerchi in biblioteca?”
Per carità, mi fido, mi fido….però quel pensiero molesto mi gira
ancora intorno..La matita disegna un retino che rincorre una forma
disarmonica. Ecco, presa! Adesso comincio a ricamarci intorno, a
colorarla, e ne viene un bellissimo riciclaggio di disegno sbagliato…
Come vorrei disegnare qualcuno dei deva miei compagni di scuola!
Ma, fino ad oggi, li ho visti e non visti, sentendo le voci e
percependone l’energia, più che vederli..Anche se, chiudendo gli
109
occhi, posso un po’ immaginarmeli….Il colore blu e azzurro di
Ortensia prende una forma più definita, l’aspetto diventa
inevitabilmente simile a quello di una fatina della tradizione
anglosassone, con ali e tutto il resto…La mia mano ne traccia un
veloce schizzo sul foglio….
110
nicchia energetica molto potente, dove le idee e i pensieri nascenti
creano un tale turbine che esso dà forma ad un vento…..
Che farfalle incredibili, oggi! Non credo di averne mai viste tante…
Saranno state richiamate dal retino che ho disegnato, chissà…
Devo proprio stare attenta a ciò che scrivo e a ciò che disegno..Be’,
certo, anche a ciò che dico: ma quello credo che sia ancora più
difficile…
Ad esempio, il prossimo libro della Carote e Lillà, che sarà scritto sul
viaggio a Nord-Est, dovrà essere scritto con la massima
attenzione….Soprattutto a cominciare dal titolo, che ovviamente darà
l’impronta al libro.
Che cos’è questo vento improvviso che mi gira le pagine del blocco?
Non c’è più modo di disegnare, oggi, ma…potrebbe essere un buon
spunto per il titolo. Il titolo dovrebbe parlare di un vento, me lo dice
qualcosa…
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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina
112
23. SCAMBIO DI REGALI
113
- Io ho un’idea – dice Coriandolo - Facciamo dei regali a noi stessi,
però col gioco del sorteggio. Ognuno di noi preparerà un bellissimo
regalo (talmente bello che, se lo ricevesse lui, farebbe un triplo salto
per la contentezza), poi li impacchetteremo tutti in modo che non sia
possibile capire cosa sono, e ognuno di noi ne sceglierà uno a caso.
- E dove li troviamo, questi regali? – chiede Iris.
- Nei negozi: credo proprio che Tata Impatiens ci faccia fare questa
esercitazione per farci pulire tutti i negozi della città: certo poteva
anche spiegarcelo un po’ meglio…- Risponde Ortensia.
- Allora, a dopo!
- Che pacco enorme! Chi è che l’ha fatto? Deve essere costato molta
energia….
- Modestamente, mi sono dato un bel po’ da fare… - dice Coriandolo.
- Lo prendo io! – No, io!
- Fermi, fermi…- ecco apparire Tata Impatiens. - Avete detto “a
sorte” e sarà così. Coriandolo,voltati. Ecco: a chi va il tuo regalo?
Ad A, B, o C?- chiede la Tata mentre indica i tre deva uno per uno…
E’ già l’ ora dello scambio? Vengo subito! Ecco sì, tutti i regali in un
cesto, e ognuno stia attendo a non riprendere il suo…
Ecco, questo mi sembra abbastanza grosso, e la carta in cui è
incartato è molto colorata…mio!
Cosa? Un calzino? Certo, è molto bello, così morbido e colorato:
arancio e viola, poi, sono dei bellissimi colori, ma…uno solo? Ah,
capisco…hai perso l’altro e di questo non sapevi che fartene…
“Che c’è? Ti vedo un po’ in difficoltà..”
114
Che me ne faccio di un calzino solo? Se penso a quanto ho lavorato
per fare il mio disegno e scrivere i versi, e in cambio ho recuperato
un calzino spaiato…
“Ti sei divertita mentre lavoravi?”
Sì, certo…
“E allora il tuo regalo in cambio l’hai già avuto. E poi, non si può
mai sapere: magari in futuro potrà esserti utile….”
- Coriandolo, che hai? Non hai l’aria contenta come gli altri…
- Ci credo, Tata Impatiens…Hai presente il regalo che ho costruito
con la plastilina che ho trovato nel negozio di giocattoli? L’ho fatto
tutto io , quel fantacolorspicchio a molla, che permette di cambiare
orientamento ai propri pensieri tutte le volte che vuoi. Ci ho lavorato
tutto il giorno, girando di negozio in negozio e osservando i pensieri
delle persone, e soprattutto i pensieri felici dei bambini….Mi sarei
aspettato di avere in cambio un regalo altrettanto bello, e invece….mi
è toccato proprio il più brutto…
- Ah-ah: Coriandolo è stato punto da una foglia di ortica, e si sente
una vittima .. Coraggio, Coriandolo, fai volare i tuoi arcani, e
vediamo che cosa ti suggeriscono.
- Eccoli: 1:LO YIN, fretta, e tempo. Lo Yin vorrà dire che devo
rallentare, devo fermarmi e non
giudicare così in fretta se il mio
regalo è davvero così brutto.
Forse, col tempo scoprirò che può
essermi utile…è così?
- Più o meno..Vediamo subito.
Prendi in mano il tuo regalo, quel
micro..micro..
- Microscopio, si chiama-
interviene Alloro - E’ molto utile
e l’ho trovato in un negozio per
ricercatori. Sembra che serva per
mettere a fuoco le cose: non credo
affatto che sia un brutto regalo..-Alloro guarda Coriandolo con
intenzione.
- Allora, provo subito ad usarlo: vediamo. Con questa rotella cosa
metto a fuoco?
115
- Il tempo, no?- dice Ortensia. E pure ti è anche stato suggerito…Vai
a vedere cosa precisamente è successo prima che decidessimo di fare
lo scambio di regali..
Coriandolo fa scattare la rotella del microscopi: - Ecco, è andata
proprio così: io ho detto che avevo un’idea, e ho proposto lo
scambio..
- Allora, sei stato tu a proporre uno scambio alla cieca! Ma, per
definizione, uno scambio di tal genere non può creare aspettative,
giusto?
- Effettivamente è vero..Non avrei dovuto aspettarmi chissà che
cosa… e, di fatto…
-Ecco qua un petalo di rosa, per aiutarti- continua Tata Impatiens.-
Prenditi le tue responsabilità, e accetta che le cose siano andate così.
Forse anche gli altri avranno le loro , di responsabilità, ma non sta a
te giudicare, c’è qualcuno sopra di voi che ha questo compito. A
ognuno il suo, come si dice, con equanimità. - Che strumento
fantastico!- Ortensia ammira il microscopio - con questo e il tuo
fantacolorspicchio potremmo fare un ottimo gioco di squadra, se ogni
tanto accetterai di metterlo in comune…..
Ma sì, Tata Impatiens ha proprio ragione. Non posso certo giudicare
ora dell’utilità o meno di un
calzino spaiato. E poi temo di
essermi anch’io fatta un bel po’ di
aspettative; inoltre, anche nel mio
caso, l’idea del regalo di scambio
è stata mia…Vorrei proprio
raccontare a Coriandolo che anche
a me è successo..… ma che
succede?
Il paesaggio , intorno a me,
cambia velocemente, e assume
una connotazione familiare: ecco
un albero di tasso e…
- Il Ventaglio!-
- Il tè delle cinque, benvenuti!-
- Ciliegio?-
Non sono solo io che ho parlato, ma, insieme alla mia esclamazione,
hanno vibrato le voci di Ortensia, Iris, Alloro , e Coriandolo.
116
- Che ci facciamo qui? Io speravo che venissi a trovarci nelle terre
d’asfalto..- dice Ortensia, rivolta a me
- E io volevo raccontare a Coriandolo che ho vissuto la sua tessa
esperienza nello scambio dei doni…- rispondo io.
- Ma, avete notato che “ci vediamo” senza finestre di alcun genere?-
chiede Iris.
- Finalmente l’avete notato! E, visto che ormai avete tutti
sperimentato il 23, la lezione, stavolta, è veramente finita, e io posso
andarmene in un altro “oltre”….Addio!
- Mai visto una Tata più veloce a salutare e a sparire!
- Davvero! Ma, Ciliegio, come mai siamo finiti da te?
- Vedete, io riuscivo a seguire le vostre imprese, dalla mia postazione
di custode delle api (e avevo un sacco di tempo libero: le api stanno
diventando sempre più evolute), e ho visto che stamani vi eravate
messe in un bello stallo - dice, guardando me e Ortensia – e non
riuscivate a venirvi incontro equanimemente. Allora ho pensato di
metterci del mio, e ho allestito qui nel parco un bell’ incontro con ,
come si dice?, ricchi premi e cotillons, giusto?
- Premi, premi? – esclama Coriandolo. – Hai preparato dei premi?
- Un premio, uno solo, e l’ho preparato per tutti voi, anzi, per tutti
noi.
Durante la vostra esplorazione del 20, quando siete andati via dalla
biblioteca, ci ho fatto una capatina e mi sono attardato un po’ a fare
delle ricerche. Mi aveva incuriosito quello che la nostra osservatrice
aveva detto di un certo “gioco dell’oca”, e allora ho cercato nella
sezione giochi, e ho trovato anche molti altri spunti, che mi sono
serviti per costruire …questo!
- Cos’è, Ciliegio?
- Un tabellone?
- A forma di ciliegia?
Ciliegio volta il tabellone che ha in mano e appare uno schema del
tutto simile a…
- Ma è il vecchio gioco dell’oca!- dico io.
- Non proprio, non proprio…Ci sono spunti simili, ma c’è anche
molto del gioco della Lila, come viene chiamato negli antichi Rig
Veda, e poi ci sono i nostri arcani, e i petali di rosa , e le foglie di
ortica, e…
- Che bello, dai!
117
- Mettiamoci subito a giocare!
- Ma occorrerà un dado!- dico io.
- Basterà un dado virtuale:- risponde Ciliegio. – chiedi ad alta voce:
un numero , prego!, ed ecco, vedi? Comparirà in aria, proprio
accanto a te, un numero da 1 a 6…E adesso, chi comincia?
-Ehm, ehm, scusate se interrompo la festa, ma…lì in biblioteca,
signor Ciliegio, ha lasciato molti volumi aperti e da rimettere a posto.
- Oh, pardon, mi scusi, signora bibliotecaria! Torno subito, ragazzi,
aspettatemi!
- E, mentre aspettate il ritorno di Ciliegio, mi permetterei di suggerire
a tutti voi … sapete,mi servirebbero per il mio archivio… di scrivere
i vostri arcani…
118
Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina
119
24. IL METODO GLOBALE
120
o che cosa vi fa pensare che sappiate decidere, più di me, e più di Chi
manda me da voi, che cosa è giusto per voi e per il vostro
apprendimento?
Adesso , odorate bene questo petalo di rosa, e, con umiltà, accettate il
programma di oggi. Ortensia, consulta i tuoi arcani per capire come
mai vi eravate scordati della lezione.
121
L’esercitazione di oggi, dunque, consiste nel lasciarvi guidare da chi
ne sa più di voi (il direttore del coro, potremmo chiamarlo), e, per far
questo, occorre che vi mettiate a dormire.
- Dormire?- le cinque voci dei deva hanno esclamato all’unisono,
sbalorditi.
- Ma..non l’abbiamo mai fatto..
- Quante altre volte, nella vostra vita, avete vissuto un’esperienza da
24? E quindi, c’è sempre una prima volta…anche per te, sai: -
continua Tata Violetta guardandomi – il dormire di cui parlo è
diverso dal sonno a cui sei abituata. E’ un dormire in cui rinunci ad
agire col tuo corpo fisico, ti fai portare ed indicare la strada, ma
mantieni la tua coscienza vigile per tutto il tempo. Ecco, se vi
accomodate tutti sotto questo tasso, sarete comodissimi…
- Io…ho paura di chiudere gli occhi…- mormora timidamente Iris.
- Ascolta, Iris- le dico – anche noi umani, quando siamo piccoli, a
volte abbiamo paura di andare a dormire, e allora…
- Allora - continua Tata Violetta – per questa volta puoi farti
confortare da qualcosa a te caro, qualcosa che ti faccia sentire al
sicuro…
- Ma io non ho niente del genere: - dice Iris – non sono una piccola
umana che va a nanna col suo oggetto transizionale, io…
- Ecco qua: - e porgo a Iris il mio calzino spaiato viola e arancio. –
A qualcosa doveva pur servire! Senti com’è morbido!
- E che bei colori! – commenta Iris, rinfrancata.
- E adesso non ci sono più scuse. Cantiamo tutti insieme una Ohm,
lasciando poi che le voci si spengano e ci accompagnino nel viaggio
in cui sarete portati felicemente ad una meta sicura …
122
Ma, ecco, che delle parole si formano nella mia mente, e mi sento
dire:
- Buon giorno a tutti: siamo le vostre Tate , e siamo qui per
insegnarvi a comporre i vostri 24 arcani…
- Infatti – continua Alloro con scioltezza – oggi potremmo
cominciare proprio dal numero 1, che si chiama LO YIN….
- In realtà – interviene Ortensia – potrebbe proprio andare così, la
lezione, se non fosse che ormai i tempi sono cambiati . Quando
eravamo giovani, gli arcani ci vennero insegnati così, uno alla volta e
in sequenza, come vi indicava Tata Alloro, ma noi crediamo che per
giovani generazioni come voi, la cosa migliore sia utilizzare il
sistema di apprendimento globale, e quindi vi proponiamo di
imparare gli arcani giocando ad un bel gioco: Tata Ciliegio, mostra il
tuo tabellone!-
Un coro di sììì e di evviva sommerge le ultime perplessità di Alloro,
che del resto, anche lui, non vedeva l’ora di giocare.
- Dunque, brevemente, le regole: – dice Ciliegio - si tira il dado, uno
alla volta, e si procede nel tabellone. Se esce un 6, il dado si tira
un’altra volta, se invece i 6 escono tre volte di fila, si salta un giro
(così si impara a rallentare). Ci sono alcune caselle che contengono
una freccia, e che portano avanti nel gioco, facendo fare dei gran
salti, e ci sono caselle, invece, che contengono un serpente, che vi
inghiotte e che vi fa uscire dalla sua coda, riportandovi indietro e in
basso.
Il gioco finisce nella casella numero 68, e bisogna arrivarci con un
numero esatto. Se, tirando il dado, il numero uscito è maggiore,
allora si procede con successive reincarnazioni, finchè non si riuscirà
ad arrivare al 24 in modo esatto. E, anche per reincarnarsi, bisognerà
arrivare alla casella 72 (proiezioni) in modo esatto, altrimenti
occorrerà aspettare, e, nell’attesa, un po’ di meditazione non farà
male…
Ogni casella in cui sosterete, ogni freccia che prenderete, ogni
serpente da cui sarete inghiottiti, avrà per voi un significato preciso e
vi fornirà indicazioni utilissime sulla vostra vita, per cui prendete
appunti, mentre giocate. Noi siamo qui per aiutarvi a capire ciò che
non vi è abbastanza chiaro.
123
I piccoli deva cominciano a giocare, mentre Iris bisbiglia, in modo
che solo noi Tate possiamo sentirla: - Ma cosa possiamo spiegare,
visto che non ci abbiamo giocato neanche una volta?
- Non ti sei accorta – le dice Ciliegio – che c’è qualcuno, sopra di
noi, a metterci in bocca le parole giuste? Io non sapevo le regole
prima di esporle, eppure mi sono venute fuori così, senza alcuna
esitazione…
- E neanche io – continua Ortensia- mi immaginavo che avrei
proposto di giocare al gioco di Ciliegio…
- Spiegatemi questo, allora: - chiede Iris – sul tabellone, gli arcani
sono in successione, ma i petali di rosa e le foglie di ortica non
rispettano i livelli in cui li abbiamo studiati.
- E’ vero, – conferma Alloro – trovo che il tabellone manchi un po’
di…metodo…
- Ma la vita è così – intervengo io – Anche la vita spesso manca di
ordine: e le emozioni, gli ostacoli, le risorse, si alternano
disordinatamente, e compaiono a volte quando meno te lo aspetti.
Guarda là, per esempio, la casella subito prima dell’arcano 20: credi
avercela fatta, e invece, se ti fai prendere dalla debolezza, ti inghiotte
un serpente che ti riporta al 2!
- E’ vero, è proprio così: mai mollare la guardia, ecco la morale che
se ne ricava…
Ma queste ultime parole, dette da Coriandolo, vengono sommerse da
un vocìo indescrivibile di toni acuti che si sovrammettono,
rivolgendosi chi a me, chi ad Ortensia o a Ciliegio, chi a Iris, o ad
Alloro, o a Coriandolo:
- Tata, tata! Cosa vuol dire il 10?
- Io, io, Tata! Perché la mia freccia mi ha portato oltre il 24? Adesso
devo ricominciare tutto da capo?
- Tata, guarda qua! Il dado continua segnare 1, resto sempre dietro gli
altri..
- Tata, tata!…ma la reincarnazione comincia con una menzogna?..
- Tata, tata, per favore, spiegami il 15…
- E a me l’11, continuo a tornarci…
-Tata.. tata!….
Il frastuono cresce sempre di più, le parole non si distinguono, tutto si
sfuoca, e…
124
Siamo di nuovo qui, sotto il tasso, e Iris ha ancora accanto a sé il
calzino spaiato che ora so che le lascerò, ben nascosto dalle foglie
alla base dell’albero.
- Ma siamo proprio sicuri – è Alloro quello che parla per primo – che
questo metodo globale dia davvero dei frutti? Io credo solo che faccia
venire un gran mal di testa alle Tate…
- Se, dopo un’esperienza da 24, hai un po’ di mal di testa, questo vuol
dire che hai resistito un po’, prima di lasciarti andare…L’ho letto nei
miei archivi.
Chi avrà parlato? Certo, la nostra onnipresente bibliotecaria, venuta a
ricordarci puntualmente:
-Dovreste, per favore, comporre i vostri arcani…
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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina.
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“Ehm, ehm… ci sarebbe ancora una cosa…”
Sei ancora qui? Stavamo proprio per accingerci, finalmente, a
giocare…
“Ecco, appunto. Avrei bisogno del gioco: per i miei archivi,
sapete…”
FINE.
127
ISTRUZIONI PER L’USO
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come è suggerito nel libro, ma è ovvio che qualsiasi
forma vi piaccia può andar bene.
Poi, dopo aver eseguito una breve meditazione
(saprete voi quanti respiri sono sufficienti per
entrare in contatto con voi stessi) esprimete con
precisione la domanda da porre. Infatti, la prima
legge che imparerete con l’esperienza è che “a
domanda vaga, risposta vaga; a domanda precisa,
risposta precisa”. Ad esempio, di fronte ad una
scelta tra tre diverse possibilità, quando non riuscite
a far pendere con decisione la bilancia dei vantaggi
e degli svantaggi da una parte o dall’altra, potreste
chiedere: “Che cosa mette in moto, in me, la scelta
A?”, e, ovviamente, ripetere poi la consultazione per
la scelta B e la scelta C.
La consultazione avverrà nel modo più semplice,
senza disporre sul tavolo le carte in complesse
configurazioni, ma semplicemente stendendo le carte
sul tavolo a pancia in giù, e scegliendone una. Si
legge, se ne prende atto, si può capire il perché
della carta, a cosa si riferisce, e poi si decide se la
risposta, così, è sufficiente o se è il caso di
procedere. Personalmente mi fermo tutte le volte che
arrivo ad un arcano di valore 16 o più.
Basta; sto; mi dico: è sufficiente.
Certo, se per arrivare ad un risultato del genere
devo estrarre, una ad una, molte carte del mazzo,
questo mi dà l’idea che quella strada sia parecchio
lunga e, se irta di ortiche, forse anche un po’
129
difficoltosa da seguire. Potrò quindi confrontarla
con altre possibili.
Confrontarla, prendere atto, ma non decidere. La
decisione, se avete letto bene il libro, è solo nostra. E
le informazioni raccolte nella nostra consultazione
serviranno unicamente a farci acquisire altri dati, e
a decidere in tutta libertà.
Inoltre, non dovrò mai dimenticarmi della legge
della sincronicità , che riguarda unicamente il
momento presente. E il momento presente, alla fine
della mia consultazione, è già diventato passato: io
sono divenuta consapevole, sono stata aiutata dai
petali di rosa, dalle risorse che ho contattato dentro
di me durante la consultazione, e le cose sono già
diverse. Quindi, perché no?, ad una prima
consultazione posso farne seguire una seconda,
sempre sullo stesso argomento, e vedere come la
situazione è cambiata. Che succede? La situazione è
sempre più ricca di petali di rosa, gli arcani sono
sempre più alti? Benissimo, vuol dire che sto
andando in una direzione di sempre maggiore
facilità e consapevolezza, e che la mia prima
consultazione mi sta servendo a eliminare pensieri
parassiti e erbacce varie. E se, invece, la situazione
peggiore, e mi ritrovo sommersa da foglie di ortica?
Bene, allora forse devo fare un passo indietro:
fermarmi, e fare un po’ di meditazione, per riflettere
sull’argomento, magari ascoltando i suggerimenti
delle ortiche.
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A questo punto, direi che il libro è proprio finito. Ma,
siamo proprio sicuri che ho detto tutto? Controllo
subito.
Estraggo: Speranza, 7, Coraggio. Capacità,
Dispersione.
Ah-ah, un’ortica. Dunque, qualcosa ancora va detto:
Che potrete sperare nell’ utilità delle carte nel
togliere il velo che cela ai vostri occhi alcune parti
di voi (il 7), che via via che procedete acquisirete il
coraggio di procedere e vi renderete conto della
vostra capacità; ma anche che dovrete vigilare sulla
tentazione di provare tutti i metodi possibili elencati
in questa introduzione, perché potreste disperdere la
vostra energia in mille rivoli. Quindi potreste
cominciare da un metodo solo, magari dal più
semplice (ad esempio estraendo una sola carta per
volta, e fermandovi lì). Ho capito bene? E’ solo
questa l’informazione che mancava ?
Estraggo di nuovo: 18. Sì, direi che avevo proprio
compreso.
E , con la speranza che abbiate compreso anche voi,
vi auguro un buon cammino.
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