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Silvia Cecchini

LE CARTE DELLA SCELTA


Fai da te il tuo mazzo di arcani

Edizioni Carote e Lillà


www.carotelilla.it
Parco del Ventaglio, Firenze, 2008
NOTA DI COPYRIGHT

2008, copyright Lulu editions (www.Lulu.com)

ISBN: 978-1-4092-4897-2

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INDICE

1. I primi quattro arcani pag. 6


2. Un oracolo personale pag. 10
3. Gli arcani minori pag. 11
4. La prima consultazione pag. 14
5. Il salto pag. 16
6. Specchi e attori pag. 20
7. Un bagno di realtà pag. 24
8. La personalità pag. 27
9. Beata solitudo, sola beatitudo pag. 32
10. Tutto scorre pag. 37
11. Azione e reazione pag. 41
12. In servizio pag. 48
13. I primi passi pag. 55
14. A passo di danza pag. 60
15. Un’epidemia di prove pag. 65
16. Un vestito più semplice pag. 71
17. Una scorta di bellezza pag. 80
18. Il suono dei campanelli pag. 84
19. Una scelta che va bene per tutti pag. 88
20. la biblioteca della terra pag. 94
21. Amore tra i pixel pag. 100
22. Una ludoteca con molte finestre pag. 107
23. Scambio di regali pag. 113
24. Il metodo globale pag. 120
Istruzioni per l’uso pag. 128

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INTRODUZIONE

Se credete alla legge della sincronicità (e, se


questo libro vi è capitato nelle mani, credo proprio
che ci crediate, o che finirete per crederci), allora
sapete che qualsiasi mezzo così detto di divinazione è
un’antenna che serve ad amplificare la nostra
consapevolezza e a portare alla nostra coscienza ciò
che si muove dentro di noi e intorno a noi, e che non
riusciamo ancora a leggere.
Un mazzo di carte, un lancio di monete, un tiro di
dadi possono essere, se usati con la giusta intenzione,
dei lettori del proprio inconscio, e, come tali, degli
utili strumenti.
Non sono certo mezzi per predire il futuro: anche
perché tutto ciò che cominciamo ad intuire dello
spazio-tempo è che non esiste un solo futuro, ma
molti, e che, poiché siamo stati dotati di libero
arbitrio, ogni futuro è causato dalle nostre scelte in
pensieri, parole, azioni. E, a proposito di scelte, ecco
il perché del nome di questo mazzo di arcani.
Conoscendo meglio me stesso davanti a possibili
diversi scenari, potrò poi decidere più
consapevolmente come orientare la mia scelta. Se
prendessi la cosa alla lettera, poiché ogni giorno è
fatto di innumerevoli scelte, non farei altro che
consultare il mio mazzo di carte, e questo magari
accadrà anche per un po’, all’inizio, entusiasmati dal
nuovo strumento. Ma, attenzione: come tutti gli

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strumenti utili, lasciamo alle carte della scelta il loro
ruolo. Uno strumento e basta, dunque, non il nostro
padrone. Ricordiamoci sempre che siamo noi a
scegliere, e a usare il nostro libero arbitrio, con o
senza le carte. E, come capita quando, dopo aver
imparato ad andare in bicicletta, le rotelline di
sostegno, dopo un po’, non servono più, e, anzi, è
giusto toglierle se vogliamo andare più veloci,
capiterà anche che le carte, dopo un po’ di tempo,
verranno usate sempre meno e solo in occasioni
particolarmente complesse, occasioni in cui il nostro
inconscio manda segnali contrastanti ed è
particolarmente difficile sbrogliarne la matassa.
La particolarità delle carte della scelta è che, a
differenza di tanti altri strumenti simili, sono
decisamente personali, e la definizione di ogni singolo
arcano viene affidata al lettore stesso, dopo un’
adeguata riflessione. Quindi, tenete sempre a portata
di mano una matita o una penna, quando leggete: il
libro è fatto per prendere appunti e anche, se volete,
per essere ritagliato; anche se vi consiglio di copiare
e ritagliare gli arcani a parte, così il libro potrà
essere riletto e le definizioni cambiate dopo qualche
mese o qualche anno.

Benvenuti alla Scuola della Vecchia Quercia,


dunque, e, silenzio: è appena cominciata la prima
lezione….

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1. I PRIMI QUATTRO ARCANI

- Stare fermi, la terra, il freddo, si trasforma nel muoversi, nell’aria, nel


caldo. L’ 1: LO YIN diventa il 2: LO YANG e viceversa, nel cerchio
bianco e nero del Tao. E lo Yin diventa 3: IL FEMMINILE, manifestandosi
in forma umana. La femminilità è nutrimento, creazione, accoglienza,
dolcezza, mollezza.
E lo Yang diventa 4: IL MASCHILE, manifestandosi in forma umana. La
mascolinità è forza, decisione, potenza, invasione, durezza.
Dunque, ragazzi miei, se dico “ sole caldo” di che sto parlando?
E se dico “Io vado via”?
Se dico” Aspetto”?
Se dico “lago tranquillo”?
- Io penso - dice Coriandolo – che

Lago tranquillo
libera la sua acqua
nel sole caldo

racconta la trasformazione dello Yin nello Yang. E che

Ferma aspetto
che tu dica, domani
“Io vado via”

racconta l’agire senza agire della donna che, infine, accetta gli eventi. E a
scatenare gli eventi sono quasi sempre, guarda un po’ gli uomini.
- Cosa vorresti dire - chiede Ortensia - che il femminile equivale a stare
sempre perfettamente fermi? Mi sembra di averti ormai dimostrato che noi
fate non siamo così…
- Nessun essere vivente è mai fatto di solo yin o di solo yang, ma si parla di
prevalenza. E, oltre a questo, ci sono esseri apparentemente femminili la cui
vera essenza è però notevolmente yang - interviene Fata Roverella.
- Così come - continua Iris – alcuni personaggi maschili rivelano invece un
grande Yin, molle, fermo, paziente.
- Lo Yin e lo Yang sono sempre in movimento e si mescolano, insieme ai
loro figli femminile e maschile, in un gioco a quattro dalle multiformi
apparenze. Dunque, adesso vi chiedo di scrivere i vostri primi 4 arcani:

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descrivete lo Yin e lo Yang, il femminile e il maschile, con parole vostre,
nate dalla vostra esperienza.

Quattro foglie di quercia volano dall’albero e cadono giù sul prato.


Che strano, non c’è vento. E sull’erba restano ferme, vicine, in
posizione innaturale, neanche bene appoggiate al suolo.
Ma altre quattro foglie, più grandi delle altre, e non ancora secche,
sono atterrate vicino a me. Certo è per prenderle in mano e tracciarvi
sopra, con il mio pensiero, i miei primi 4 arcani.

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Se vuoi vedere cosa hanno scritto Coriandolo,
Ortensia, Iris e Alloro puoi girare il libro.

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2. UN ORACOLO PERSONALE

Apro gli occhi: sono al parco del Ventaglio. Ho sognato?


“ Forse sì, ma non importa. Hai scritto i tuoi primi quattro
arcani?”
Ma chi sei tu che mi parli?
“E a te chi piacerebbe che fossi?”
Mmmh….Fata Roverella? No, la tua voce è troppo umana, per
essere una fata….Lo spirito del pino a cui sono appoggiata?
….Bene, se proprio devo immaginare, e visto che non costa
niente, non baderò a spese: mi piacerebbe immaginarti come
una donna vestita di bianco, accompagnata da fate e spiriti di
piante, che sa leggere nella memoria della terra, e nel suo
futuro, anche, che conosce i record akashici con la stessa
facilità con cui si fa una ricerca sul web…
Del resto, quando ho chiuso gli occhi, pensavo appunto a come
sarebbe piacevole poter consultare un proprio oracolo
personale, senza dipendere dalle forme-pensiero di coloro che
hanno elaborato e proposto quelli esistenti: tarocchi, Ching, per
non parlare poi degli oracoli che hanno bisogno di interpreti
come palle di vetro, conchiglie, fondi di caffè, e simili.
“E, quindi, eccomi qua, su tua richiesta.. Sai, non sei la sola a
sentire questo bisogno. Il costruirsi da soli un proprio oracolo,
guarda caso, fa parte del programma scolastico della Scuola
della Vecchia Quercia, in cui insegna Fata Roverella. Ricordi?
Tu stessa ci hai scritto una storia, anni fa…”
Quindi, poco fa, pensando di sognare, ho invece dato una
sbirciatina ad una loro lezione: è andata così?
“E’ andata che ti ho messo in comunicazione con quella realtà.
Ma non credere che loro non sapessero di essere osservati.
Hai scritto i tuoi primi quattro arcani?”
Sì, sì, li ho già pensati, o sognati: ora li scrivo…
Scrivo le poche frasi che mi ricordo sul mio taccuino, poi metto
tutto via. Gli occhi sono ben aperti, ora, e aspetto.

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3. GLI ARCANI MINORI

Ma cosa succede, adesso, alle foglie e ai fiori di questo parco? Vento


non ce n’è, eppure vedo i petali di quella rosa che si sfogliano e le
foglie di quelle ortiche, vicino al boschetto dei bambù, che vengono
strappate da mani invisibili.
Chiudo gli occhi per vedere meglio, ed ecco che sento la voce di Fata
Roverella:
- Bene, se avete scritto i vostri quattro arcani, sicuramente avrete
provato emozioni, o stati dell’essere che vi sono stati di aiuto o di
ostacolo nel vostro lavoro. Quindi, accanto alle foglie con gli arcani,
cominciate a mettere da parte dei petali di rosa, e delle foglie di
ortica. Nel primo caso, scrivetevi ciò che vi è stato di aiuto, nel
secondo scrivete gli ostacoli che avete dovuto superare. Stavolta il
lavoro sarà di gruppo.
Ecco dove erano andati a finire i petali di rosa e le foglie di ortica!
Ognuno dei quattro deva ne ha davanti a sé un mucchietto, ed è
pronto a scrivervi sopra con un ago di pino.
- Io – dice Coriandolo – avevo fretta di finire: forse ero in ansia,
pensavo di non riuscire. Insomma, volevo sbrigarmi per togliermi il
pensiero..
- Ottimo – dice Ortensia – scriviamo fretta su una foglia di ortica. E
allora come hai fatto?
- So che ogni cosa ha il suo tempo – dice Coriandolo – la fretta mi
aveva messo a disagio, quindi ho pensato che tanto valeva fare un
giretto nel parco con le farfalle. Mi sono preso il mio tempo e ho
scritto dopo, quando mi sono calmato.
- E io – dice Ortensia – mi sono un po’ arrabbiata, perché non mi
piace quando mi danno dei compiti da fare.
- E come hai fatto a scavalcare la rabbia? – le chiede Alloro.
- Non l’ho affatto scavalcata – risponde Ortensia- l’ho cavalcata,
invece, e mi sono fatta portare. L’energia della rabbia è diventata
entusiasmo, e ho scritto tutto in un baleno. Tu invece?
- Io sono sempre molto esigente con me stesso: critico tutto perché
voglio sempre il massimo: del resto, devo pur giustificare la mia
corona d’alloro! Ma, dicono, il meglio è nemico del bene. E mi sono
trovato bloccato , pensando che tutto sarebbe andato male…Poi, un

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raggio di sole si è fermato su una goccia della mia foglia, e ha
liberato i colori dell’arcobaleno. Ho visto la bellezza di questa
piccola cosa, e ho pensato che, sicuramente, anche ciò che scriverò,
se pur minimo, avrà la sua bellezza.
- Una ventata di ottimismo, dunque…- commenta Iris.
- Anche io – continua – ho avuto i miei problemi. Non credevo di
essere capace di fare quello che mi veniva chiesto: non scrivo poesie,
né sono certo un’artista..
- Ma non è vero! – la interrompe Coriandolo – Questa è
autosvalutazione: i tuoi fiori sono dei capolavori!
- E’ proprio ai fiori, infatti, che ho pensato! Ho riflettuto che se sono
capace di far sbocciare quelle opere d’arte progettate da Madre
natura, sarei stata pure capace di fare qualcosa di molto meno
difficile..
- Allora, mi fate vedere cosa avete scritto? – chiede Fata Roverella.

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4. LA PRIMA CONSULTAZIONE

E io? Che cosa ho provato io? A me sembra di averle provate


tutte, quelle emozioni…sarà che gli uomini sono più complicati
degli spiriti di natura…
Aperti gli occhi, tiro fuori il mio taccuino e scrivo, prima di
dimenticare.
Quando richiudo gli occhi, Fata Roverella ha già cominciato a
spiegare. Speriamo di non essermi persa niente…
- Vorrei rispondere alla tua domanda sul perché questi arcani li
avete trovati con un lavoro di gruppo, al contrario di prima,
ma…Non è certo una domanda semplice, Ortensia, e la risposta
forse l’avrai, completamente, un po’ più in là. Ma facciamo
subito una piccola esercitazione. Prendi ciò che hai scritto e
lancialo in aria. Adesso raccogli e leggi la foglia di quercia, il
petalo di rosa e la foglia di ortica che sono atterrate più vicine a
te. Cosa dicono?
Lo Yin, tempo, e critica.
- Su, azzarda un’interpretazione. Cosa risponde l’oracolo alla
tua domanda?
- Mah, mi sembra, più o meno le cose che mi hai detto tu. Che
è inutile che critichi, che ho bisogno di tempo per capire la
risposta, e che la cosa migliore è aspettare (lo Yin).
- Proprio così. Ma qualcosa credo già di poterti dire.
Gli arcani maggiori (le foglie di quercia) sono molto vasti nel
loro significato. Come se fossero scatoloni pieni di oggetti. Se
tu aprissi la scatola e dovessi scegliere un solo oggetto, per
descriverlo, ciò che sceglieresti sarebbe sicuramente diverso
dalla scelta di, per esempio, Coriandolo, o di altri. Ecco perché,
se vuoi un oracolo che risponda proprio alle tue domande, è
bene che scelga tu stessa l’etichetta da mettere sulla scatola.
Invece gli arcani minori (i petali di rosa e le foglie di ortica)
hanno dei significati molto più limitati, ed è anche molto
evidente il loro ruolo di risorsa o di ostacolo nel tuo percorso.

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Certo, potrei farvi scrivere degli arcani minori individualmente,
ma temo che allora le vostre lezioni non potrebbero più
svolgersi in classe, tutti insieme.

- Signora, il parco chiude tra cinque minuti.


E adesso? Penso, avviandomi all’uscita.
Per favore, Fata Roverella, considera che i tuoi allievi hanno
lavorato abbastanza, per oggi, e continua con la prossima
lezione domani, alla stessa ora…
Chissà se quella folata di vento che mi sposta i capelli è la sua
risposta…Speriamo di sì.

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5. IL SALTO

Piove. Non so in virtù di quale convinzione mi sono decisa ad


uscire. Il parco è deserto e bagnato, e non è certo il caso di
sedersi da qualche parte. I miei passi fanno scricchiolare la
ghiaia, restando sul sentiero che sale accanto al pratone. Ma,
adesso, perché cambio direzione, come spinta da qualcuno?
Che ci potrei fare, nel bosco di lecci, con questo tempo? Un
tuono, un fulmine. O meglio: un fulmine (che ho fatto finta di
non vedere, come faccio da sempre, chiudendo gli occhi e
incassando la testa nelle spalle), poi il tuono. C’è così poca
luce, nel bosco, e anche i bambini sanno che si deve stare
lontano dagli alberi durante i temporali. Allora chi è che mi
spinge verso la panchina marrone, quali mani mi spingono giù,
a sedere sul legno umido? Un altro tuono. Chiudo gli occhi.

- Te l’avevo detto che oggi sarebbe venuta, anche se pioveva...


- Quindi la lezione ci sarà anche oggi? Eppure Fata Roverella non
dovrebbe metterci così a rischio: i nostri corpi sottili sono così
sensibili all’elettricità dei temporali!
- Come vorrei stare al riparo sotto il tasso, a giocare, o a veder
piovere..
- Ci siamo tutti, giusto? Avete ancora con voi una foglia di ortica? A
sentirvi parlare, direi proprio che questo è il momento di scriverci
sopra ciò che state provando e che vi fa desiderare quello che non
c’è: il sole, un riparo, un abbraccio....
- Io ce l’ho già, la mia ortica. E’ rabbia, quello che sento. Possibile,
dico io, che la nostra insegnante non abbia il buon senso di annullare
la lezione, con questo tempo?
- E’ vero, Ortensia, tu spesso reagisci arrabbiandoti. Ma, se guardi
bene dentro di te, prima di avvertire il fuoco della rabbia, devi aver
provato qualche cos’altro, qualcosa che ti faceva battere i denti...
- Il freddo, direi! - interviene Coriandolo - Se oggi fosse estate,
staremmo anche bene, a fare il bagno nelle pozzanghere...
- Sei sicuro? Allora è per il freddo che quando tuona corri a
nasconderti fra le radici del leccio?

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- Io mi sento inadeguata: - commenta Iris - non ho le ali abbastanza
robuste per reggere il peso di questi goccioloni...
- E io trovo che è il posto ad essere sbagliato, invece – puntualizza
Alloro – la nostra osservatrice, alquanto strampalata, direi, ha deciso
di venire proprio oggi, nonostante il temporale, e di infilarsi nel
bosco, nonostante il pericolo. Non siamo noi a battere i denti, è lei
che....
- ...che ha paura. Paura, ragazzi miei. Una sola parola definisce
quello che mi e vi stavate raccontando. E’ la paura che fa nascere la
tua rabbia, Ortensia, e che vi fa venire voglia di scappare, che vi gela
dentro, e che vi fa trovare colpe immaginarie in voi stessi o negli
altri.

Che silenzio, ora. Non tuona più. I deva scrivono paura su una foglia
di ortica.

- Ma, Fata Roverella, continuo a non sentirmi bene. Posso scrivere


subito la mia risorsa su un petalo di rosa? – chiede Ortensia.
Certo. Immagino che non avrete dubbi su quale è l’antidoto della
paura.

Eh no, vorrei dire. Non è così semplice. Come dice Don Abbondio,
“uno, il coraggio, non se lo può dare”. Non basterà certo scriverlo per
stare bene.

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- Infatti – continua Fata Roverella, come se rispondesse al mio
pensiero. – Non si tratta di andare a procurarsi il coraggio fuori da
qualche parte o di chiedere ad un altro che te lo regali. Tutti ce
l’hanno, il coraggio, dentro di sé. Si tratta solo di andarlo a prendere.
Come? Con un tuffo, un salto.
- Saltare? - Dove?
- In ciò che non si conosce. Prendete una foglia di quercia. Ecco,
scrivete: 5. IL VUOTO.

Che vertigine! E’ come se mi tuffassi davvero, adesso, e non


sento più né il bagnato della panchina, né il suono della
pioggia.
Apro gli occhi. Il boschetto di lecci non sembra più così
minaccioso.
“Hai scritto il tuo arcano?”
In mano stringo una foglia di quercia: le parole che avevo
pensato le aleggiano intorno, pronte a svanire alla luce di questa
realtà. Le scrivo in fretta, sul mio notes.

“ Ti ricordi chi sei?”


Mica tanto. Sono
un’osservatrice bizzarra e
strampalata, o un’allieva di
Fata Roverella, o una donna a
cui piace passeggiare sotto la
pioggia? Non mi ritrovo in
nessuna di queste identità, anzi,
non mi ritrovo e basta.
“E’ così necessario ritrovarsi?”
Certo che lo è. Se non so chi
sono…
“Puoi sempre scoprirlo. Come fai a conoscere qualcosa che già
credi di sapere? Vuota la tua tazza, altrimenti non potrai
versarvi il tè…ricordi?”
Sì, maestro, maestra, chiunque tu sia.

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Se vuoi vedere cosa hanno scritto Coriandolo,
Alloro, Iris e Ortensia, capovolgi la pagina.

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6. SPECCHI E ATTORI

Va bene, sono una semplice osservatrice. E’ un po’ riduttivo,


ma mi adatterò. Strampalata, ha detto? Sono troppo umana, per
lui? O forse non lo sono abbastanza?
Mentre cammino verso il parco faccio fatica a mantenermi
serena.
Ammetto che l’idea che anche loro mi osservino non mi piace
molto.
Oggi il tempo è passabile e seguo la stessa procedura di sem-
pre. Mi siedo accanto al Pino, chiudo gli occhi.

- Vi siete mai innamorati? – chiede Fata Roverella.


- Sì – risponde Ortensia.

Sì, sì, sì….E non sono più in classe, con Fata Roverella e gli
altri, ma in un archivio personale di ricordi in cui i miei
“innamoramenti” occupano tutto uno scaffale.
Quando senti che non sei sola e non lo sarai mai più, quando la
tua mezza mela trova l’altra metà, quando un solo sguardo può
arrivare a toccare il tuo nocciolo tenero, quando non importa
niente altro che non sia noi due, quando le parole per sempre
hanno un suono così reale…

- Quando io e Ciliegio abbiamo danzato al chiaro di luna, in Francia,


io sentivo di esistere per la prima volta. Avevo perso l’Ortensia di
prima, ma poco mi importava perché in quel momento rinascevo
come una “Ortensia e Ciliegio”.
- Come vorrei che accadesse anche a me – sospira Iris.
- E’ amore? – chiede Coriandolo.
- Dubito – commenta Alloro.
- Certo lo sembra. Amore, voglio dire. Ma non è a me che dovete
chiederlo. L’unico modo per saperlo è vedere cosa è successo dopo.
Dove è Ciliegio, adesso?

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- E’….di là da quel muro. Nel giardino di quella villa c’è un ciliegio
e ogni tanto lui viene in visita….Non è che non ci vediamo più, ma,
insomma…non è come allora.
- Dunque, se parliamo in termini di arcani, quello che ti è successo
allora, durante la tua danza con Ciliegio, è il 6: L’ALTRO.
Avevi finalmente cominciato a guardare qualcosa di diverso da te,
ma, proprio per un discorso di allenamento, all’inizio non potevi
riuscire a vedere proprio bene. Nessuno riesce a vedere bene, finché
non è allenato: è come se fossimo circondati da specchi. Quello che
vedevi nell’altro era proprio quello che volevi vedere, che avevi
bisogno di vedere. Sai, l’esperienza del vuoto, quando accetti di
saltare, ti porta fuori dal tuo mondo, e accetti di confrontarti con
l’altro. Ma è solo l’inizio: quello che vedi è solo un riflesso dei tuoi
desideri. Forse tu, in Francia, avevi desiderato di innamorarti e…
- Vero, vero, verissimo! Non vedevo altro che fate che si
accoppiavano con fayoux ed elfi, e solo io restavo sola….
- Ma dobbiamo per forza innamorarci per capire questo 6? – chiede
Alloro.
- Ciò che ti sta fuorviando è il significato limitato che tu dai alla
parola innamorarsi. Si parla di “6” anche all’inizio di un’amicizia, o
di una conoscenza, o comunque tutte le volte che si sente una forte
attrazione per qualcuno o qualcosa.
- Parli di inizio, Fata Roverella. Perché, dopo l’inizio, cosa succede?
- Semplice: succede che il 6 diventa 7.
Il 7: LE MASCHERE. Incontrando quella che si crede la passione
della propria vita, ci si è aperti tanto, almeno rispetto a prima. Gli
occhi sono diventati più allenati a vedere , e qualcosa comincia ad
apparire, oltre gli specchi. Purtroppo non è sempre così piacevole.
Così, viene voglia di mascherarsi, di fingere di essere ciò che ci fa
più comodo, di fingere di non vedere.

Oh no, Fata Roverella! Le tue parole hanno il potere di


scaraventarmi di nuovo in una serie di ricordi per nulla
simpatici: litigi, e abbandoni, e pause di riflessione, e
patteggiamenti….
Apro gli occhi, e la luce del cielo, anche se è coperto, mi
abbaglia.

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“Che c’è, apri gli occhi per far finta di non vedere? Sei proprio
in pieno 7!…”
Ho due foglie di quercia davanti a me.

“Scrivi.”
Perché ho la sensazione che il 6 sia così tanto più piacevole del
7? Eppure, se questi arcani hanno il significato di un percorso,
come mi sembra di aver capito, via via che si procede si
dovrebbe star meglio…
“Ah sì? E chi lo dice? Quando cammini in montagna, a volte a
una pianura distensiva segue una salita faticosa, eppure, se non
passi di lì, non puoi arrivare in cima…”
Potrei decidere di fermarmi nella radura. Chi me lo fa fare di
andare in cima?
“Giustissimo. La verità infatti è che la pianura non è migliore
della salita, né viceversa, così come il 6 non è più piacevole del
7.
Hai provato anche tu che, dopo un po’, fare la coppietta degli
innamorati ti veniva a noia, vero? E il fatto che tu sia entrata
nel 7, è stato come l’esigenza di un attore che ogni tanto vuole
cambiare personaggio. “Le maschere” vuol dire anche giocare,
in fondo, no?
“Dunque, adesso cosa trovi più piacevole. Il 6 o il 7?”
Prendo la penna, il notes, e scrivo.

22
Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.

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7. UN BAGNO DI REALTA’

Cosa vuol dire proiezioni, Ortensia?


-Perché lo stai scrivendo sulla
foglia di ortica? – chiede Iris.
- Fidatevi di me che ho più
esperienza: le proiezioni sono
l’ostacolo più duro da superare,
nel periodo del 6 e del 7!
- La parola è curiosa: proiettare…
la usano gli umani quando fanno
del cinema, io non l’ho mai
fatto….
- Che dici, Coriandolo? Non l’hai
mai fatto con gli attrezzi di un
cineasta o di un fotoamatore che
proietta diapositive, ma tutte le volte che usi il tuo pensiero, ci
costruisci un’immagine, e poi volgi la tua attenzione su qualcuno,
ecco che glielo proietti sopra, come un film su uno schermo.
- E lui cosa sente, quando riceve la proiezione?
- Ottima domanda, ragazzi! Ma non è proprio oggetto della lezione…
In breve: qualcosa sente sicuramente, a meno che non sia totalmente
chiuso agli influssi esterni (ma nessuno lo è)…Può accadere che si
senta spinto a comportarsi come quel film che gli è stato proiettato
sopra, e che magari lo faccia anche…Ma ricordatevi che tutte le volte
che qualcuno si sente spinto a fare qualcosa, non sta bene: tutti
vogliono essere liberi di muoversi al proprio passo…
- Quindi, se ho capito bene – dice Alloro – io incontro un’altra
persona, mi immagino (perché magari seguo i miei desideri, o le mie
paure) che sia in un certo modo, mi faccio il film e glielo proietto
sopra….Prima o dopo capirò che l’altro, in realtà, è diverso da come
mi si è mostrato all’inizio, e allora arriverà il 7, con tutte le sue
disillusioni……
- Be’, è una visione un po’ pessimistica della cosa, ma rende l’idea.
Adesso vorrei che trovaste delle risorse per aiutarvi in questi
passaggi.
Fata Roverella vola via, con un lieve fruscio.

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- Certo non è facile – riflette Ortensia – in Francia avrò sicuramente
proiettato su Ciliegio e mi sarò immaginata che fosse super
innamorato di me, ma è anche vero che anche lui deve aver proiettato
su di me, perché mi veniva di comportarmi in modo un po’…un
po’….appiccicoso, direi, certo in modo diverso da come sono io.
- E lui, lui come si comportava?
- Sembrava “preso”, era molto attento a vedere se avevo bisogno di
qualcosa: effettivamente questo è un po’ strano, considerando che
Ciliegio è un tipo indipendente, che viaggia per i mondi senza
fermarsi troppo da nessuna parte…
- Ma questi non sono solo gli effetti delle vostre proiezioni! Avrete
fatto l’azione di proiettare, ma poi stava ad ognuno di voi decidere se
comportarsi con sincerità o meno…
- Ok, trovato! – dice Iris. E scrive sincerità su un petalo di rosa, mentre
Alloro scrive menzogna su un’altra foglia di ortica.

- Ma così siamo punto e a capo! Ci manca sempre una risorsa….


-Ehm, scusate…. La mia voce suona stonata in mezzo a tutti quei
fruscii e bisbigli
- Ma…ma tu non dovresti parlare: ci hanno detto che sei solo
un’osservatrice!
- Scusate, pensavo che voleste un aiuto…
- No, no, non va che si mescolino così le dimensioni: siamo troppo
instabili, ancora, per permettercelo: potremmo proiettare le nostre
paure su di te e tu potresti comportarti da mostro….

25
- Stringiamo forte il petalo di rosa della sincerità, per impedirglielo,
presto! - balbetta Iris.
Io mi faccio piccola piccola: in questo teatro, non mi è concesso
neanche il ruolo del suggeritore, almeno per ora….
- Temo che la sincerità non basti: noi possiamo anche essere sinceri;
ma è lei che non lo sarà, se si comporta da mostro, seguendo le nostre
proiezioni. Abbiamo bisogno di un’altra risorsa…
- Potrebbe essere semplicemente un atteggiamento più razionale, più
logico: - interviene Alloro - che interesse avrebbe un’osservatrice a
spaventarci comportandosi da mostro e facendoci scappare? Non
avrebbe poi più niente da osservare! Se usi la logica capisci che le tue
proiezioni sono fuori posto!
- Come dire: che interesse avrebbe Ciliegio, che è un avventuriero, a
comportarsi improvvisamente come il più stanziale dei deva, fermo
in un giardino di città pur di stare vicino a Ortensia? Sì, c’è del buon
senso in questa domanda. – commenta Iris
- E allora scriviamolo, veloci! – incalza Coriandolo.

Sento sfiorarmi i capelli, le


mani. Poi una voce mi sussurra
all’orecchio:
- Tutto sommato, crediamo che
sia improbabile che tu ti
comporti da mostro, anche se
un po’ ci fai paura, quindi ti
chiediamo scusa per il nostro
mal garbo di prima, e …ti
salutiamo: la lezione, per oggi,
è finita!

Scomparsi in un attimo: nemmeno il tempo di ricevere una


risposta.
- A domani - sorrido.

26
8. LA PERSONALITA’

- Ciliegio, dove sei?.


La voce di Ortensia mi arriva da dietro il muro di recinzione
del parco.
- Eccoti, finalmente. Ma sei qui per restare o solo di passaggio?
- Che importanza ha? Adesso sono qui. Non ti basta?
- Ecco, vedi, vorrei proporti un’analisi della situazione, ad
occhi ben aperti, senza proiezioni, e con tutto il buon senso che
riusciamo a mettere insieme…
- Ma, Ortensia, come parli? Che ti è successo?
- Ecco qua, guarda: foglie di quercia, petali di rosa, foglie di
ortica. Non è il mazzo di arcani completo, ma sono sicura che
ci aiuterà a chiarirti le idee.
- Ortensia, attenta a quello che dici! - la voce bisbigliata di
Coriandolo si alza al di qua del muro. - Ci aiuterà a chiarirti le
idee? Non ti sembra di essere già preda di proiezioni?
- So quello che faccio, zitti ,voi!
- Ortensia, con chi stai parlando?
- Niente, niente. Concentriamoci sugli arcani. Adesso tu
chiederai agli arcani: “come si presenta la mia strada se decido
di restare stabilmente al ventaglio? “Lanciali in aria,
forza….Vediamo , ecco qua quelli più vicini a te: il 6, poi
prendiamo un petalo di rosa, ecco: tempo…
- Le foglie di ortica non servono a niente? Questa qui, per
esempio, dove c’è scritto paura?
- No, no, quella lasciala perdere, è caduta abbastanza lontano…
Dunque, vedi. Se tu ti fermi qui con me, rinascerà
quell’atmosfera magica che abbiamo già provato in Francia: ci
innamoreremo, insomma, ci vorrà solo un po’ di tempo e
pazienza….
- Ortensia!
La voce di Fata Roverella suona come un gong, nelle mie
orecchie.

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Eccoli qui, adesso, tutta la classe è al completo.
- Avete domande sul lavoro svolto fino ad ora?
- Certo - risponde Alloro – Vorrei sapere cosa stava
combinando Ortensia di là dal muro. E’ così che si usano gli
arcani?
- Gli arcani sono uno strumento che può essere usato in ogni
modo: e possono anche essere usati in modo non appropriato,
direi…un po’ come un bastone, che può essere usato per
aiutarsi a camminare o per picchiare qualcuno….
Quello che stava accadendo, era che Ortensia stava vivendo
uno stato da….8: LA PERSONALITA’ .
Quando abbiamo strutturato degli aspetti di noi stessi, quando,
attraverso il 7, che ci permette di vedere cose spiacevoli e
piacevoli, siamo riusciti a limare via le cose che non ci
piacciono di noi e a formare un bel quadretto di noi stessi, ecco
che ci capita di sentirci belli, giusti, e arrivati, e pensiamo di
sapere che cosa è bene per noi e per gli altri. Magari lo
sappiamo anche, ma chi può dirlo? Come si comportava
Ortensia?
- Con sicurezza – risponde Iris.
- Certamente. Ma le sue risposte venivano da un’idea del
momento, non da una convinzione profonda. Altrimenti non
avrebbe avuto bisogno di rigirarsi l’interpretazione delle carte
come pareva a lei….
- Io avrei interpretato gli arcani come una messa in guardia al
pericolo di proiezioni, e che bisognava procedere lentamente.
Altro che stabilirsi permanentemente qui!- commenta
Coriandolo.
- E poi, non avrebbe dovuto tralasciare quella foglia d’ortica
che parlava di paura! Imperdonabile! – aggiunge Alloro
- Perdonabile, perdonabilissima! Sono errori che abbiamo fatto
tutti, quando siamo in uno stato da 8. Ci sentiamo capaci di fare
qualsiasi cosa, e non stiamo tanto a rifletterci su. Ma,
attenzione: questo stato nasconde una certa paura del vuoto…

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Certo non è la paura del salto del 5, ma , nascosta da qualche
parte, c’è, e , per non sentirla, ci immergiamo nelle attività,
nelle parole, nel dirigere la vita degli altri. Ci creiamo delle
certezze, che siano più o meno false non ci importa molto.
Abbiamo la presunzione di sapere le cose, insomma.
- Non è un gran bell’arcano, allora! - Commenta Iris
- Perché no? E’ uno stato in cui senti di saper fare, in cui
cominci a sapere chi sei e che cosa vuoi, e, quindi, puoi
camminare, finalmente, invece di barcollare a tentoni, come
prima.
- Scusate, posso unirmi alla lezione?
- Certo Ciliegio, benvenuto! Spero che tu non ti sia fatto
influenzare da Ortensia e dai suoi esperimenti come
cartomante….
- Forse no, ma il lancio delle carte e la loro interpretazione mi
ha fatto pensare: e poi lei sembrava così sicura di quello che
diceva!
- In quel momento vi assicuro che credevo davvero in quello
che dicevo!- si scusa Ortensia, con un filo di voce.
- E’ questa la caratteristica dell’8. Sei talmente convinto di
quello che pensi e che dici (e che a volte dici senza aver
pensato molto), che riesci a convincere anche gli altri. I quali,
poi, continuano a chiedere i tuoi consigli, e a dipendere da te,
per le loro decisioni. Il tuo rapporto con loro non è di vero aiuto
o insegnamento ma di sostituzione della tua personalità alla
loro, più fragile o in formazione.
Sarai il benvenuto , Ciliegio, per il tempo che vuoi restare qui:
sarai anche tu un osservatore, con diritto di parola, s’intende!
Ed ora vi lascio al vostro lavoro.
Con diritto di parola, lui! E io?
Mi alzo, sdegnata, per andarmene.
“Hai scritto?”
Non so neanche se ho voglia di farlo: anzi, credo che
probabilmente non ho bisogno di queste lezioni. A che cosa

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serve, poi, un mazzo di arcani? Serve solo a chi non si conosce,
a chi non sa che cosa vuole: non è certo il mio caso! Ahi!
Qualcosa mi ha punto la mano: una foglia di ortica….
Ho capito, ho capito!
Mi si chiede di continuare senza poter intervenire nella lezione?
Bene, so di potercela fare: figuriamoci, cosa ci vuole? Dove è il
mio petalo di rosa? Ah, eccolo.
Prendo il notes e scrivo.

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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.

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9. BEATA SOLITUDO, SOLA BEATITUDO

Che silenzio, oggi, nel prato! Ma dove sono andati, tutti?


Dovunque siano, non ne sento la mancanza: l ' aria, oggi, ha un
sapore speciale. La assaporo mentre entra ed esce dal mio naso:
inspiro, espiro. Il suono del silenzio mi riempie tutta, e non
lascia spazio a niente altro. Mi alzo, lentamente, e mi muovo,
lentamente, sul vialetto: per due passi inspiro, per due passi
espiro.
“Non vai a lezione, oggi?”
Non ne ho affatto voglia. Non credo neanche di averne bisogno.
Otto arcani sono già' abbastanza, per vivere bene. Non devo
dimostrare più' niente, né al mondo, né' a me stessa....
I miei passi mi hanno portato accanto al grande tasso.

- Ortensia, mi aiuti di nuovo con i tuoi arcani? Vorrei capire se è' il


caso di partire o no...
- Stai a vedere che adesso non sei più in grado di decidere da solo!
Fino a poco tempo fa andavi e venivi tra i mondi senza pensarci un
secondo, e ora, improvvisamente, non sai più muovere un passo
senza chiedermi consiglio! Mi dispiace, ma non ci sono per nessuno!
Un lampo azzurro sfreccia via , lontano da Ciliegio.
- Alloro, per favore, mi dai una mano tu?
- Prego? No, no, oggi proprio non posso. Devo prepararmi alla
fioritura, e non posso muovermi dalla grande siepe...
- Iris, io...
Silenzio: solo un bagliore di viola che appare e scompare, al ritmo di
un battito d' ali.
- Coriandolo, almeno tu, aiutami....
- Ohm......Ohm...... ssst....non posso risponderti, sto facendo i miei
esercizi di meditazione......
- Ma cosa e' successo, dunque?
La domanda di Ciliegio echeggia nel vuoto per un intero respiro,
quando un fruscio di foglie e il suono di una risata annunciano l'
arrivo di Fata Roverella.
- Benvenuti nel 9: LA SOLITUDINE....

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Si alza un gran vento: mulinelli di polvere compaiono davanti al
tasso e lungo la siepe di alloro.
- Che succede? Non si riesce a fare niente con questo vento!
- Fata Roverella, dobbiamo fare lezione anche oggi? Stavo così
tranquilla, da sola, una volta tanto…
- In effetti, questo arcano l’avete già messo in pratica: non credo che
ci sia molto da spiegare….Riassumiamo: vi avevo lasciato all’arcano
8, in cui le vostre capacità vi sono così evidenti che rischiate di
diventare presuntuosi, e, ovviamente, non potete fare a meno di
mettervi in mostra. Dunque non potete lamentarvi del fatto che tutti
vi chiedano aiuto, consigli, e che vi stiano alle costole perché
lavoriate per loro…
- Ecco, è proprio per questo che mi ero messo a fare meditazione.
L’insistenza delle formiche mi aveva stressato..- commenta
Coriandolo
- Ed io mi ero reso conto che, continuando a rispondere alle esigenze
dei postulanti, mi ero dimenticato di pensare a me e alla mia fioritura
– continua Alloro.
- Io ero così contenta di aver dimostrato che valevo quanto gli altri,
che me la stavo godendo sotto le fronde del tasso, e stavo rimettendo
in ordine la mia tavolozza - dice Iris.
- Io, poi, ho riflettuto su quello che era successo prima con Ciliegio, e
avevo capito che suggerirgli di stare qui, senza che lui fosse pronto,
non era una gran buona idea, anche perché, forse, non sono pronta
neanche io. La vita da sola non mi dispiace affatto: non c’è da
discutere con nessuno, e questo è così rilassante! – conclude
Ortensia.
- Mi sembra che abbiate già trovato la risorsa da scrivere sul petalo di
rosa: ognuno di voi si è rifugiato da qualche parte, in qualcosa: e ha
trovato la tranquillità, in compagnia di se stesso, del suo respiro, di
semplici attività, al di fuori della folla…
Ma, invece, riuscite a vedere l’ostacolo che dovrete superare per non
finire la vostra vita tra le quattro mura di una prigione che vi siete
costruita da soli?
- Lo vedo io, l’ostacolo, e ben chiaramente! – interviene Ciliegio –
Quando li ho interpellati, mi sembrava di sbattere contro un muro:
neanche fossi stato un venditore a domicilio di ristrutturante di ali…
- Io non mi sono accorta di essere chiusa..- dice Ortensia .

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- E io nemmeno! – rinforzano, ad uno ad uno, gli altri tre.

-
E’ possibile che, della chiusura, si accorgano più facilmente gli altri
che non chi se ne sta, pacifico, nel suo piccolo regno. Ma sapete
anche voi che le stagioni si succedono l’una all’altra, inevitabilmente,
e che, anche se ci sembra di stare bene e che non ci manchi niente,
tutto cambia, tutto deve cambiare per poter procedere felicemente sul
sentiero in cui tutti noi siamo incamminati…
- E’ per questo che hai chiesto aiuto al vento, Fata Roverella?
- Sì, stavolta sono stata io che vi ho disturbato, perché era l’ora della
lezione, ma, nella vita, quando vi adagiate in uno stato di 9, c’è
sempre qualcuno più in alto che interviene e vi scaraventa di nuovo
nella mischia, volenti o nolenti.
- Tanto vale muoversi da soli, no? - dice Ciliegio
- Forse sì, forse no, questione di gusti…..Ma. oggi, sarò io a darvi
una spintarella, per poter passare all’arcano successivo.
Dopo aver scritto il vostro 9, comincerete un altro tipo di
esercitazione: tu, Ortensia, ad aiutare le formiche ( - meno male!-
bisbiglia Coriandolo), tu Coriandolo, dalle api, tu, Iris, ad aiutare
quel gruppo di bambini che gioca sempre a nascondino, e tu, Alloro,
dovrai guidare un gruppo di turisti in visita a Firenze…Per i dettagli,
ci vediamo dopo il tramonto: non credo che interessino i nostri
osservatori.

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E io? Quale è il mio compito fino a domani?
“Hai scritto il tuo 9?”
Ancora no, ma in questo momento non ne ho tanta voglia: ho
un po’ d’ansia all’idea di quale esperienza mi toccherà: Fata
Roverella ha parlato di essere scaraventati nella mischia, e la
cosa non mi suona tanto piacevole.
“E’ proprio per questo che devi scrivere il tuo 9, e vivertelo, per
almeno qualche respiro. Solo se l’hai vissuto a sufficienza
saluterai con piacere qualsiasi diversivo alla monotonia di una
vita da 9….Altrimenti, potresti davvero avere la sensazione di
essere catapultata nel caos, e di non vedere l’ora di tornare a
rinchiuderti nel tuo rifugio.”
Ok, adesso scrivo…

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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.

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10. TUTTO SCORRE

Santo cielo! Mi ci vuole davvero una passeggiata al parco!


In questi due giorni la mia tranquilla routine si è interrotta a
causa di un virus sul mio computer. Così, sono stata
scaraventata …nella mischia, diceva Fata Roverella? Sì,
proprio: mi sono ritrovata nel mondo digitale, dove tutto
sembra semplice ma è incomprensibile. E ciò che non
comprendo mi mette a disagio.
“A disagio? E sarebbe? Come ti senti?”
Mi sento frastornata, priva di punti di riferimento. Come se
fossi in una trottola che mi fa cambiare continuamente
prospettiva…

- Cambiare prospettiva è un’ottima cosa, direi.


La voce di Fata Roverella sta parlando a Coriandolo.
- Mi ero appena calato nei panni delle formiche e stavo giusto
capendo le loro esigenze, quando eccomi insieme alle api, che sono
ben diverse, direi…
- Io stavo accarezzando il corpo sottile della bambina più piccola del
gruppo, che aveva paura di non riuscire a trovare i suoi compagni,
quando mi sono resa conto che chi aveva più bisogno di aiuto era
un’altra bambina, così grossa e così alta che si sentiva fuori posto
dovunque…Nascondino è proprio un giuoco faticoso: troppe
personalità, troppi nodi da sciogliere, troppi punti di vista diversi..-
Iris sospira, completando il suo racconto.
-Le formiche che stavo assistendo e armonizzando stavano
trasportando uno scarabeo morto nel loro formicaio, e…mi sono
distratta: ho visto quel piccolo barlume di consapevolezza che
aleggiava intorno allo scarabeo e mi sono persa dietro a lui, per
accompagnarlo dallo spirito del gruppo degli scarabei…credo di
essermi distratta dall’incarico, e le formiche mi sono sembrate
improvvisamente ciniche e crudeli…- racconta Ortensia.
- Quanto a me, - dice Alloro – il gruppo di turisti di cui mi dovevo
occupare era molto particolare, dal momento che seguivano il
percorso dei tabernacoli descritto dai nostri amici della Carote e

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Lillà. Erano, come dire?, troppo carichi di aspettative e si aspettavano
di veder comparire fantasmi ad ogni angolo di strada, o luci e
campane a sottolineare i loro momenti di meditazione.
Capisco il loro punto di vista, ma le manifestazioni più importanti le
sentiranno dentro di loro, e magari non così immediatamente…
Spiegaci questo “10”, Fata Roverella: che arcano è?
- Un passo per volta: se doveste descrivere la vostra risorsa, durante
le vostre esperienze?
- Tutte le volte che mi sentivo un po’ stressata, pensavo che in fin dei
conti stavo giocando, che io non ero né una formica, né uno
scarabeo,..
-…né un’ape..
-…né un turista …
-….né una bambina grassa…
- E così, è andata meglio?
- Così così: mi sentivo comunque persa nei punti di vista degli altri.
Io dov’ero? Non mi trovavo più..

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- E anche io, in certi momenti, ho avuto voglia di tornare al mio
tasso, nel mio mondo tranquillo da 9…
- Eppure, vedete, quando cambiate punto di vista, o cambiate
mondo, o cambiate, gioco, c’è sempre una stessa cosa che
continuate a sperimentare, ed è 10: IL CAMBIAMENTO.
Tutto scorre, tutto cambia, ma c’è qualcosa che resta sempre
fermo, sotto l’apparenza della mutevolezza: è quella parte di
voi che apprezza il gioco, che sa che è un gioco…

Un gioco? Il mondo digitale un gioco, dici? Forse, se avessi il


cervello di un bambino! Ma con la mia testa analogica, ho i
miei dubbi che possa sembrarmi un gioco…

“Forse è per questo che senti quel


senso di vertigine: ti impedisce di
seguire il tuo ordine per cui da A
si passa a B e da B a C.. osserva
A, B e C come se fossero mondi
diversi: la comprensione della
relazione tra loro arriverà dopo,
forse..”
Ci proverò: infine con contano né
A, né B, né C, ma solo io che li
osservo….

“Ah-ah…Non correre..hai scritto il tuo arcano?”

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Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.

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11. AZIONE E REAZIONE

- Come va con le api, Coriandolo?


- Molto meglio, molto meglio, Fata Roverella. C’era la nuova ape
regina che aveva molto resistenze a lasciare l’alveare di origine, nel
quale si stava producendo una situazione di affollamento veramente
disarmonico. Allora sai che cosa ho fatto? Ho messo insieme un po’
di pioggia, giusto un po’ più del normale…E quella piccola alluvione
ha fatto decidere lei e il suo nuovo sciame ad allontanarsi…Eccoli là,
che volano in cerca della nuova sistemazione….
- Volano, si fa per dire!- interviene Alloro. - Non vedi che non è uno
sciame ordinato? Stanno volteggiando alla rinfusa, e in disordine…
Non promette niente di buono…
- Oh no, la mia bambina grassa è proprio nella loro
traiettoria….Devo correre in aiuto…- Iris scompare.
- Ecco Iris in azione, amici spettatori, - Ciliegio prende la parola -
che volge la testa della bambina grassa verso lo sciame e le bisbiglia
pensieri di avvertimento nelle orecchie: “scacciale, stai attenta,
possono pungerti..” I pensieri prendono forma, ma , ahimè, sfuggono
al controllo della nostra collega, ingigantiscono e diventano scuri..La
bambina , in preda al panico, si agita e muove le mani come pale di
un mulino….Ahi ahi! Beccata!
Gentili spettatori, alla fine di questa esperienza possiamo contare una
bambina punta, un’ape morta, e Iris in lacrime, di ritorno in
sede….prego Iris, dicci il perché del tuo pianto: come ci si sente ad
essere la causa di un paio di vittime?
-Non sono certo io ad esserne la causa, almeno non la sola: quelle api
avevano un’energia così disordinata e inquinata da forme pensiero di
paura, perché stavano fuggendo da una catastrofe: la loro non era
certo l’energia di chi, giunto ad un preciso punto di maturazione,
decide che è il momento di lasciare la propria casa natale….La colpa
è tutta di Coriandolo, che le ha spinte ad abbandonare l’alveare!
- Che succede, Fata Roverella? Di chi è la colpa? E perché la lezione
non è ancora cominciata? – chiede Ortensia.
- La lezione è già cominciata: stiamo parlando dell’arcano 11: IL
KARMA, ovvero la legge di azione e reazione.

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Se volete sapere cosa è successo, Coriandolo, lancia i tuoi arcani e
vediamo quali sono i tre più vicini a te.
- Eccoli: il 10, presunzione e capacità.
- Cominciamo dall’inizio: Coriandolo, espletando il suo servizio
dalle api, ha imparato a conoscere il loro modo di vita (il 10) e i loro
punti di vista. Però sa benissimo che lui non è un’ape, e che è ben più
potente di loro (Bene, questo è uno dei motivi per cui gli è stato dato
l’incarico di far loro da aiutatore invisibile, grazie alle sue capacità).
Dunque pensa di sapere che, per il loro bene, (presunzione) è giunto
il momento di far migrare una nuova ape regina.
Quindi agisce, con tutto il potere che, nutrito dal suo maschile e dalla
sua personalità (cresciuto quindi attraverso il 2, il 4 e l’8), è così
efficace che può davvero cambiare la realtà fenomenica.
Ma la lezione dell’11 è che ad ogni azione corrisponde una reazione,
e che la responsabilità di tutto ciò che si fa ci torna indietro. In questo
caso, poiché ha agito con presunzione, in modo inappropriato, quello
che gli torna indietro è la rabbia di Iris, e, anche, il mio rimprovero,
che lo fa sentire a disagio.
Bene, Coriandolo, se hai finito di espiare, e puoi accettare di smettere
di essere triste, fissa bene nella tua memoria che cosa ti ha portato ad
agire in modo inappropriato: così non ci sarà una prossima volta. Il
miglior modo di chiedere scusa è di vigilare, dentro di te, perché non
si ripresenti più un fatto del genere.
- Credo di sapere che cosa mi ha spinto ad agire così: certo, pensavo
di sapere cosa dovevano fare le api, ma, prima ancora di questo, c’era
la mia voglia di vederle procedere, ero ansioso di vedere la cerimonia
del nuovo sciame che so che è bellissima…
- Voglia, desiderio, si attaccano e impediscono il fluire delle cose,
giusto?
- E quale poteva essere la sua risorsa, in quel momento?
- Semplicemente lasciar fluire, connettersi all’energia delle api e
vedere che mancava ancora un po’ al momento dello sciame: la
nuova ape regina doveva ancora fare dei piccoli passaggi di
consapevolezza: per esempio, elaborare le sue paure, che altrimenti si
sarebbero trasmesse al suo sciame.

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- Ma Iris, allora, non ha proprio nessuna colpa?
- Prima di tutto, preferirei che parlaste di responsabilità, e non di
colpa. Non so: chiediamo a Iris come si sente.
-Male: mi sento triste, perché non sono riuscita a proteggere la
bambina, e arrabbiata. Non sono io che dovrei stare male: è
Coriandolo che ha la colpa, cioè la responsabilità: e allora perché mi
sento male io?
- Se ti senti male, è segno che ti sei “messa in punizione”, per farti
capire che devi imparare qualcosa. Forse non hai osservato bene
quello che è successo.
Quando hai agito per proteggere la bambina, c’entravano , per caso,
presunzione e attaccamento? Eri ben connessa col fluire delle cose?
- Io…mi sono lasciata prendere dalla paura che si facesse male: certo
non potevo essere ben connessa, perché la paura disturba il flusso…
non avrei mai voluto vederla soffrire, quindi penso che ci fosse un
po’ di attaccamento.
- Un’azione che si basa su questi presupposti darà luogo ad una
reazione che ti farà star male, in modo che tu possa correggerti per la
prossima volta. Tutto questo serve ad imparare…
- Ma allora, sembra che la cosa migliore sia non agire…
Credo proprio di no – interviene Ortensia – Io non ho agito , con le
formiche, e adesso mi sento male lo stesso…quindi devo imparare
qualcosa: devo imparare che mi sono comportata in modo non
corretto.

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Ecco cosa è successo. Non mi sono più pacificata con le formiche,
dopo l’uccisione dello scarabeo, e le ho lasciate perdere. Mi sono
disinteressata di loro, insomma. Più non azione di così!… Adesso
però, quando le vedo con la coda dell’occhio, o quando penso a loro,
mi sento a disagio…
- Ma certo! Non stai svolgendo il compito che ti era stato dato:
dovevi prenderti cura di loro, mica ignorarle!
- Invece di criticare me, Alloro, guarda nel tuo piatto! Cosa stai
combinando con quel gruppo di turisti? Credi che non ti abbia visto
arruolare le lucciole, ieri sera? E che fine hanno fatto?
- E’ vero: credo di avere sbagliato anche io. Avevo notato che nel
gruppo di turisti c’erano un paio di persone che si divertivano a
prendere in giro le storie del libro, via via che qualcuno del gruppo le
leggeva e invitava gli altri a fare la meditazione consigliata. Ecco,
non era il fatto che loro non ci credessero e non meditassero a darmi
noia (ognuno è libero di fare ciò che vuole), ma era che, con le loro
forme-pensiero distruttive, rovinavano il lavoro degli altri… Allora
ho pensato di dar loro una bella lezione e , poiché le condizioni del
tempo lo consentivano (era già quasi buio) e il gruppo era proprio in
Santa Croce, davanti a quel tabernacolo con la volta dipinta come un
cielo stellato..in breve: ho chiesto ad un gruppo di lucciole di
aiutarmi e loro si sono posate ognuna su una stella dipinta. Al
momento cruciale, quando la storia finisce e gli ascoltatori inviano
pensieri di luce, le lucciole si sono alzate in volo, brillando ad
intermittenza: vi assicuro che è stato un effetto scenico stupendo,
sorprendente….
Solo che….c’erano delle altre persone che passavano di lì, con un
paio di bambini…Sapete che esistono degli usi barbari che invitano i
bambini a catturare le lucciole e a metterle sotto un bicchiere?
Ho fatto di tutto, ma due di loro sono state prese, e non sono tornate
con noi al parco.
- Capisco che tu stia male, adesso: usa la tua attenzione per capire le
motivazioni del tuo errore.
- E’ sempre attaccamento?
- Credo proprio di sì: e presunzione, anche. Ti eri messo in testa che
“una bella lezione” sarebbe stata appropriata per quei due, e non hai
esitato a coinvolgere le tue amiche lucciole. Ma il loro sacrificio è

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valso la pena? Quei due “criticoni” (mi sa che ti somigliano un
po’…) hanno cambiato atteggiamento?
- Temo di no: hanno detto che era tutta una coincidenza, e che fate e
deva sono solo un’invenzione per bambini.
- Quindi, metti da parte e impara: la prossima volta connettiti con il
fluire delle cose e accetta che non sia ancora giunto il tempo dei
miracoli….

Interessante questa lezione : me ne devo ricordare tutte le volte


che mi viene voglia di intervenire in qualche situazione.
“Ah sì? Come ora che potresti dare alle anatre quel po’ di pane
secco che ti sei portata dietro e che continui a tenere in tasca?”
Proprio, proprio. Magari , se dò loro il pane, intervengo nel loro
karma, le abituo male, diventano troppo grasse, non si
rassegnano al cibo più scarso dell’inverno e soffriranno poi….
“Magari, se non dai loro il pane, soffrono la fame e muoiono
adesso.. Se fai questi ragionamenti, è il modo più diretto per
finire nell’11!”
La lezione di Ortensia, vero? Non agire è un altro modo di
agire…Allora che faccio?
“Pensa a quando hai preso il pane, a casa, prima di uscire.
Come ti sentivi?”
Mi sentivo felice, serena, avevo voglia di uscire e di assistere
alla lezione. Poi, sulla porta, mi è venuto in mente del pane
secco che avevo messo da parte, e l’ho preso con me…
“Eri attaccata alle anatre? Presumevi di essere la responsabile
del loro allevamento? Sei andata contro una legge scritta che
dice che non si deve dar da mangiare alle anatre?”

Be’, nell’ordine:
1) no, per niente, non mi capita mai di pensare a loro.
2) No, c’è il custode, per questo,
e 3) no.
“Se non c’era attaccamento né presunzione, forse eri ben
connessa col flusso delle cose, visto che ti sentivi serena e

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felice, e il prendere il pane è stato un atto che magari ti veniva
suggerito da qualche aiutatore invisibile…ora come ti senti?
Hai voglia di regalar loro un po’ di pane? Segui il tuo intuito!”
Il mio intuito mi dice di regalare il pane a quel bambino, perché
si diverta a dar loro da mangiare: io ho altro da fare. Devo
scrivere il mio arcano…

46
Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.

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12. IN SERVIZIO
-Ma non può funzionare, Ortensia!
-Ti dico di sì, invece! Un redreaming può davvero aggiustare le cose,
l’abbiamo sperimentato più volte…
-Ma ormai le lucciole sono state catturate..
-Fa’ come ti dico! Adesso che hai capito dove hai sbagliato, chiudi
gli occhi, concentrati e ritorna al momento immediatamente
precedente al tuo errore…Ecco, quando stai per arrivare al
tabernacolo col cielo stellato…Adesso cosa fai?
-Un bel niente , direi…Certo non vado ad arruolare nessuna
lucciola…Mi limito ad accompagnarli e a respirare per mantenermi
calmo quando quei due scetticoni cominciano a sogghignare mentre
racconto la storia di Michelangelo….
-Noi ti aiutiamo, forza, Alloro, credici! – lo sostiene Coriandolo,
chiamando a sé anche Iris e Ciliegio.

E anche io li aiuto: le lucciole mi stanno simpatiche, e poi, di


redreaming ho una certa esperienza. Ho fatto tanti di quegli errori, in
vita mia, sui quali sono dovuta ritornare col pensiero….

-Finalmente siamo tornate! Dove sono le altre?


-Le due lucciole prigioniere! Non posso crederci! – Alloro non sta in
sé dalla sorpresa, mentre Ortensia si gonfia dalla soddisfazione,
inviando intorno lampi blu e rosa alternati.
-Fata Roverella, come è stato possibile?- chiede Iris, sentendo
giungere il consueto fruscio di foglie.
-Chiediamolo a loro. Cosa vi ricordate, piccoline?
-Stavamo facendo il nostro show, quando siamo finite chiuse sotto
una prigione trasparente. Sentivamo , al di là del vetro, l’energia di
un piccolo d’uomo, che ci ammirava. Abbiamo continuato, per un
po’, poi ci siamo stancate e ci siamo addormentate….Io avrei voluto
volare via, e mi sentivo triste…quando sono triste non brillo più….
Poi è successo qualcosa, non so che cosa, e ci siamo ritrovate libere.
Abbiamo seguito le vostre voci e siamo ritornate a casa…ora però
abbiamo sonno: per noi è tardi e vogliamo andare a dormire….Buon
giorno a tutti!

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-Un momento:- interviene Alloro – nel mio redreaming io ho pensato
di non chiamare nessuna lucciola, quindi, se veramente la realtà è
stata riscritta, nessuna di loro avrebbe dovuto essere stata catturata…
-Tu hai pensato, tu hai deciso…Sbaglio o sei ancora nell’11?
Fortunatamente non è andata così: poiché non eri veramente convinto
di ciò che facevi, ti sei limitato a riconoscere il tuo errore e a pregare
di non averlo mai commesso. Non hai riscritto un bel niente: ma il
tuo pentimento sincero ha fornito a chi di dovere l’energia necessaria
per convincere i carcerieri delle lucciole a lasciarle andare: tutto ciò è
stato possibile perché non era ancora giunto, per loro, il momento del
trapasso, e una loro morte prematura avrebbe pesato eccessivamente
su di te, che ormai avevi capito l’errore…
Ecco, diciamo che, quando hai chiuso gli occhi e hai semplicemente
“sperato di poter annullare il tuo errore”, hai messo la tua energia al
servizio di chi aveva il potere di agire, e quindi sei entrato nel 12: IL
SERVIZIO.
-Possiamo farlo anche noi, Fata Roverella, per riparare i pasticci che
abbiamo combinato quando sperimentavamo l’11?
-Potete sempre provare, ma i risultati non sono garantiti. Mi
raccomando, specialmente tu, Ortensia: non sta a voi decidere se è
giusto riscrivere il passato. Una preghiera è sempre senza aspettative,
altrimenti diventa un incantesimo, che è proprio l’arma degli 11!
Però, prima di lasciarvi provare, vorrei che cercaste di definire
meglio la risorsa e l’ostacolo legati a questo arcano.
-Alloro, tu che hai già provato, e con successo, a che cosa pensavi
quando ti concentravi nel
redreaming? – chiede Coriandolo.
-Sostanzialmente mi stava a cuore
il bene delle due piccole delle
quali, in qualche modo, mi ero
reso responsabile. Avrei voluto
che stessero bene, in qualunque
posto fossero: sotto un vetro,
libere, o nel paradiso delle
lucciole…

-E siccome si parla di Servizio, di


quello che stiamo proprio imparando in questa scuola di aiutatori,

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credo che la risorsa sia la cura che tutti noi mettiamo nell’aiutare chi
ha bisogno di noi…- Ortensia scrive il suo petalo di rosa, dopo aver
dato un’occhiata a Fata Roverella, che annuisce.
- E sull’ortica, cosa scriviamo? Io credo che Alloro non abbia trovato
alcun ostacolo, in questo servizio…- commenta Iris
- Non l’ha trovato, in questo caso, ma mettiamo che avesse potuto
comunicare con le due lucciole che, irritate e spaventate per la cattura
gli avessero detto….Coriandolo, Ciliegio, potete darmi una mano,
interpretando le due lucciole sotto il vetro che, improvvisamente,
possono parlare con Alloro?
-Sbrigati a levarci di qui, pomposo contaballe! Ci avevi detto che
sarebbero stati onori e gloria, ma ci sembra che l’alloro te lo sei
tenuto tutto per te! A noi la galera, invece!
-Ottima interpretazione. E tu, Alloro, come ti saresti sentito, in questo
caso?
-Mi sarei sentito veramente colpevole di averle ficcate in un tale
pasticcio e probabilmente avrei cercato, concentrandomi, di
convincere il bambino a liberarle.
-E saresti di nuovo scivolato nell’11! Come potevi sapere se , invece,
non fosse per le due lucciole giunta l’ora del trapasso, e che tu non
fossi stato semplicemente uno strumento del karma? O pensi di
saperne di più di chi sta sopra di te, e di poter decidere della vita e
della morte di due lucciole?
Facendoti comandare dal volere
delle due lucciole, invece di essere
al servizio, saresti caduto in uno
stato di sudditanza. Ma non sono
loro a cui devi obbedire né
rendere conto: c’è Qualcuno più in
alto di tutti noi..

Quindi, ricordate, quando adesso


farete la vostra esercitazione
pratica: né comandanti, né
comandati, ma semplicemente in
servizio, con l’orecchio ben
attento ai segnali degli aiutatori….
Fata Roverella si allontana.

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Mi rendo conto che il passaggio da 11 a 12 è frutto di un sottile
equilibrio fra l’intenzione e l’accettazione, fra la mente e lo
spirito: un passaggio così sottile, ma così importante come un
ponte di corde sospeso su una voragine…
Quando ho regalato il pane delle anatre a quel bambino mi sono
comportata da 11 o da 12? Perché il bambino, poi, non ha dato
il pane alle anatre, ma l’ha sbriciolato e ceduto alle formiche….
“L’unico modo in cui puoi avere la risposta a questa domanda è
attraverso la legge di causa ed effetto. Quali sono gli effetti del
tuo gesto?”
Le anatre mi sembra che stiano bene, il bambino si sta
divertendo molto, le formiche stanno trasportando le briciole
nel loro formicaio, e io sono tranquilla….
Sembra proprio una situazione in logica win-win, ma c’è una
cosa che mi turba: quando mi sono ricordata di prendere il
pane, subito prima di uscire di casa, è stato su suggerimento di
un aiutatore invisibile, che certo era incaricato di aiutare le
anatre…Io ho disatteso i suoi consigli, quindi il suo servizio ne
starà risentendo…
“E chi ti dice che il pane che stavi prendendo fosse per le
anatre?”
Effettivamente non me l’ha detto nessuno, ma sono loro che mi
sono venute in mente, non certo le formiche.
“A causa della tua mente un po’ limitata: un bambino ha certo
più fantasia di te…Forse, se tu fossi stata una bambina, avresti
udito molto meglio la voce di Ortensia che ti diceva: prendi un
po’ di pane, per favore: se le formiche avranno il pane,
smetteranno di uccidere gli scarabei…
Ma siccome tu non l’hai ascoltata, ecco che si è rivolta al
bambino, e, prima che a lui, a te per suggerirti di regalare il
pane a lui.”
Caspita, che lavoro, che inventiva! Questo lavoro di aiutatore
mi sembra molto complesso: dunque, era tutto deciso fin da

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prima che io uscissi di casa…e a me che sembrava che le idee
mi fossero venute all’istante, quasi dal nulla…
“Quando sarai anche tu un aiutatore in servizio, questo sarà uno
dei tuoi più grandi divertimenti, credo: quello di passare
inosservata…..”

-Dai, comincia tu, Ortensia!- dice Iris – voglio vedere ancora una
volta come si fa, prima di provare…
-In verità, bisogna che vi dica che io, il mio redreaming, l’ho già
fatto!
Ho deciso di occuparmi delle formiche e di fare in modo che non
abbiano più bisogno di uccidere scarabei: e mi sembra proprio di
esserci riuscita: fortuna che ci sono dei collaboratori sensibili alla
voce degli spiriti di natura…Anche se un po’ poveri di fantasia, a
volte…ma insomma, mi sembra che sia andato tutto bene, guardate!-
E indica la lunga file di formiche che portano, ognuna, una briciola di
pane, sotto gli occhi attenti di un bambino.
-Allora proverò io! – dice Coriandolo – Il mio errore comincia dal
mio attaccamento alla cerimonia della sciamatura, e dal volerla
provocare con un’alluvione. Dunque, fatemi concentrare, ritorno a
quel momento e, sì, non vado a cercare la pioggia, me ne sto lì, in un
angolo, a guardare l’alveare….Ehi, ma piove lo stesso!
-Non avrai mica creduto di aver fatto piovere tu, il mago della
pioggia più famoso del mondo! – lo prende in giro Alloro.
-Sì, piove, magari un po’ meno, ma c’è qualcosa che posso fare:
pulisco la paura che avvolge l’alveare , e faccio sì che la nuova ape
regina ascolti il suo intuito, che le dice che è giunto il momento di
andare, appena sarà cessato di piovere. Era proprio quello, il segnale
che aspettava…E’ la stessa decisione che aveva preso nella realtà
precedente, ma stavolta la affronta senza paura, e…se vedeste come è
ordinato e baldanzoso lo sciame! Questa sì che è una bella cerimonia:
valeva la pena aspettare il momento giusto!
-Ecco, è il mio momento – interviene Iris- le api hanno meno paura e
quindi saranno meno aggressive quando incontrano la mia
bambina…Lei però si sta spaventando lo stesso: ecco, vado da lei e
accarezzo il suo corpo , e le sussurro all’orecchio: calma, stai calma,
lascia che facciano la loro strada, non interrompere il loro corteo,

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lasciale passare…Non ce la faccio, non ce la faccio, si sta agitando
lo stesso…
-Calmati, Iris, - interviene Alloro – ricordati cosa ha detto Fata
Roverella: niente sudditanza, non devi salvarla dalla puntura a tutti i
costi…Forse una piccola puntura è quello di cui ha bisogno per
imparare alcune cose…Pulisci la sua paura, stalle vicina, ma lascia
che faccia la sua strada: cura degli altri è anche questo….
-Ahi! E’ stata punta,ma…la puntura è meno gonfia e rossa dell’altra
volta, e le sue lacrime sono già finite! Il suo corpo energetico è più
luminoso, addirittura, e più stabile. Ho capito! Per lei era una prova
di coraggio, un rito di passaggio! Vedo che il suo papà le dice che è
stata coraggiosa a non agitarsi tanto, che in quel caso avrebbe corso
un pericolo maggiore…la abbraccia e la sua aura diventa tutta rosa,
anzi violetto, grazie al mio contributo!...Wow!

Che bello! Che sensazione di pace sento, mentre mi avvio


all’uscita…
E’ questo il 12? E’ questa sensazione che tutto va come deve
andare, che c’è qualcuno che conosce il disegno del quadro in
cui noi siamo solo delle pennellate?

“Hai scritto il tuo arcano?”


Una pausa, mai? Lo scrivo, lo scrivo…..

53
Se vuoi sapere cosa hanno scritto i deva, gira la
pagina.

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13. I PRIMI PASSI

Mi avvio zoppicando verso il parco. Le gambe mi dolgono


come se avessi camminato per chilometri. Che cosa è successo,
stanotte, mentre dormivo?
Mi fermo nel pratone, appoggiata al pino, sperando che oggi la
lezione si svolga qui: non ce la farei ad arrivare al tasso.
“Niente lezione, oggi. E neanche domani.”
Come? Vorresti dire che il mio mazzo di arcani finisce qui?
Con 12 arcani maggiori e 24 arcani minori? Vuoi dire che,
proprio adesso che ci prendevo gusto, non si va più avanti?
“E chi dice che non si va più avanti? Dico solo che non ci sarà
Fata Roverella con i suoi allievi, a spianarti la strada…ma una
strada c’è sempre: forse te la devi cercare da sola…”
Che turbine di emozioni mi girano intorno, mentre ascolto
queste parole: paura, rabbia, attaccamento…ma un profumo di
12 mi avvolge, col pensiero: qualunque sia il mio servizio, lo
accetterò.
Dunque, pensiamo un po’: dopo il 12 viene il 13. Afferro una
foglia di quercia ancora verde e la tengo in mano, tracciandovi
sopra, col pensiero, il numero…

-Sei tu che ci fai lezione, oggi?


Le voci dei miei amici deva interrompono la mia meditazione.
-Fata Roverella ci ha promossi tutti al corso di arcani avanzato, ma,
alla Scuola della Vecchia Quercia, le cose funzionano in modo un
po’…improvvisato: non sappiamo né l’ora della lezione, né chi sarà
il nostro insegnante.
Ortensia, la portavoce del gruppo, si è messa proprio accanto a me.
Che felicità: vedo e non vedo i suoi contorni luminosi, ma gli occhi
mi bruciano, e mi lacrimano , anche, per lo sforzo.
-Vorrei tanto fare lezione con voi, ma non credo di potere: i miei
petali si sono quasi tutti staccati e mi tirano dappertutto. Il mio bulbo
si sta indurendo e non riesco a pensare ad altro- dice Iris.
-Ma com’è che oggi parlate così tranquillamente con me, e non avete
paura che io sia un mezzo mostro?

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-Forse sei stata promossa anche tu.- dice una voce argentina di cui
non vedo l’origine.
-Fata Verbena!- un coro di campanelli mi tintinna nelle orecchie
-Allora sei tu la nostra insegnante!
-Insegnante è proprio una parola grossa, anche perché la mia lezione
durerà solo un giorno. Siete già tutti in servizio ; eh sì, anche tu,-
dice, rivolgendosi a me - e quindi perfettamente in grado di
procedere da soli, seguendo le indicazioni dei vostri aiutatori. Ed il
mazzo di arcani serve proprio nel caso che queste indicazioni non vi
arrivino così chiaramente come vorreste, quindi vi aiuterò a
completarlo. Vi aiuterò proprio come una tata aiuta un bambino a
diventare indipendente. E voi, un po’ per volta, diventerete
indipendenti dalle pastoie che cercheranno, spesso e volentieri, di
trascinarvi di nuovo verso l’ignoranza, verso l’11, il 10….
Quindi, oggi , per voi, sarò Tata Verbena.
-Hai qualcosa a che fare con l’essenza “vervain” che Bach produsse
dal fiore della Verbena? – non posso fare a meno di chiedere.
- Come 12, sai che le coincidenze non esistono: se mai sei tu che non
riesci a capire la relazione tra gli eventi. Ma, visto che sei abituata a
lavorare con i rimedi floreali, forse potrai controllare se mi trovi
simile alla virtù associata a Vervain.
- La pazienza: certo, ci hai proprio spiegato tutto, con calma. E del
resto, se sei una tata, la pazienza non ti può mancare…Sì, ci può
stare..
- Ahi, ahi, Tata Verbena! La pancia mi fa male – si lamenta Iris
-A me gira la testa! – continua Ortensia
-Il mio odore oggi non mi piace – piagnucola Coriandolo.
-E io mi sento asciutto, e non riesco a dissetarmi… - dice Alloro.
-E a me fanno male le gambe! – concludo il coro delle lamentele.
-Sì, ma, dentro, come vi sentite?
-Io ho voglia di fare la lezione, - e io di continuare il mio servizio, -io
di scrivere un nuovo arcano, -e…
-Basta, basta! 13: LA TRASFORMAZIONE. Chi ha detto che i
processi di trasformazione sono indolori? Ma siete tutti d’accordo
che ne vale la pena!
Il vostro entusiasmo vi trascina avanti, molto velocemente, a scoprire
il vostro servizio e a raccoglier i frutti delle vostre azioni, ma i vostri
corpi sottili più pesanti fanno un po’ fatica a starvi dietro….

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Dovete avere pazienza…A me capita tutte le volte che fiorisco, di
diventare intollerante verso le foglie che mi soffocano e così schizzo
in su con lo stelo…E nel farlo, sento lo sforzo che stira il gambo, la
voglia di sole che non basta mai, la sete che non si acqueta…

- Posso aiutarmi con i miei arcani?- chiede Ortensia, e non aspetta


neanche la risposta: lancia in aria le sue foglie e raccoglie le tre più
vicine:
- Rabbia, entusiasmo, 2: LO YANG.
- L’interpretazione è facile – interviene prontamente Alloro.
L’energia Yang è proprio l’energia della trasformazione, del
movimento, che ti spinge a cambiare. Ti puoi forse arrabbiare un po’
perché il processo è un po’ doloroso, ma l’entusiasmo ti porterà
sicuramente avanti nella tua decisione di procedere.
Applausi. La corona di Alloro traballa un po’, e ne cade qualche
foglia.
Evidentemente, anche lui è in trasformazione…

- Quand’è che staremo meglio? – chiede Coriandolo


- Su, siate tolleranti, ma, soprattutto, lavatevi bene.
- Come? Ma se ho fatto il bagno proprio ieri sera?
Un coro di risatine accoglie questa mia uscita da “proprietaria di
corpo fisico”.
- Ah, ho capito! Forse vuoi dire che dobbiamo lavare bene i nostri
corpi sottili….

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- E’ logico! – commenta Alloro levandosi la corona e staccandone le
foglie secche. – Cos’ facilitiamo il processo di trasformazione!
Anche gli altri deva cominciano a pulirsi e a staccare quelle parti di
sé che hanno perso lo smalto...
- Bravi: credo proprio che la lezione sia finita.
- Arrivederci, Tata Verbena!

Ahi, che dolore alle gambe, nell’alzarmi! Comincerò con un


bagno di respiri, e poi, a casa, continuerò con un bagno di
acqua calda e sale, e poi berrò almeno due litri di tisana, e poi
magari qualche goccia di Vervain, e poi…

“Hai scritto il tuo arcano?”


Che pazienza che mi ci vuole, con te…

58
Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..

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14. A PASSO DI DANZA

- Come mi sento bene, oggi! La voce di Ortensia, che canta una


armoniosa melodia, mi arriva dritta al cuore…
Mi sento tutta nuova, vedo le cose con chiarezza, so cosa fare e
cosa non fare…..secondo me sto diventando una fata
illuminata, una Fata con la F maiuscola, forse già un Tata,
sicuramente ho cambiato energia…..
-Non credo proprio che tu sia un’illuminata, altrimenti non
parleresti così tanto!- Ecco Alloro, inconfondibile.
-Bene, vediamo subito, lanciamo in aria qualche arcano e…
guarda! Un petalo di rosa proprio su di me, una foglia di ortica
proprio su di te, e una di quercia a metà tra noi due: dai,
leggiamo!
Ottimismo, per me, ovvio, critica, per te (e si vedeva anche), e
3: IL FEMMINILE per entrambi…cosa vuol dire?
-Vuol dire che puoi partire da quella energia, per spiegare cosa
ti accadendo, ma l’arcano giusto ancora non l’avete scritto.
Buona giornata a tutti, e sono sicura che lo sarà, visto che
lavoreremo sul 14: L’EQUILIBRIO. Sono Tata Genziana, mi
avete riconosciuto?
- Sì, con quel colore è impossibile non riconoscerti – mi
permetto di intervenire – e, se posso permettermi, tu dovresti
essere qui non solo per spiegarci il 14, ma per regalarci una tua
importante virtù: la prudenza, vero?
- Scusateci, siamo in ritardo?- ecco arrivare Coriandolo e Iris,
con un’aria trasognata. – stavamo passeggiando insieme e ci
siamo distratti…
-E allora, partiamo proprio da lì. L’energia femminile, che
accoglie, e che crea, che attrae, abbraccia, e contiene: tu, Iris, e
tu Ortensia, in breve, che ne siete sicuramente compenetrate,
come mai avete scelto come vostri compagni di condivisione,
proprio Coriandolo e Alloro?

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- Io sinceramente non so: me lo sono trovato accanto…-
risponde Ortensia.
-La tua energia lo ha attratto e tu non l’hai allontanato, come
sicuramente hai fatto altre volte..
- E io avevo bisogno di sentire una voce diversa dalla mia, più
concreta, più attiva, più..maschile – dice Iris.
- Modestamente, in quanto a maschile, non mi batte nessuno…-
sottolinea Coriandolo
- Anche la capacità di critica denota intelligenza e acume
maschile… -interviene Alloro.
- Comunque vada, mi sembra che anche Alloro e Coriandolo
siano stati ben volentieri al gioco. Eppure ieri, quando eravate
pieni di dolori da tutte le parti, mi sembra che ognuno tendesse
a starsene per conto sue a leccarsi le ferite…Almeno così mi ha
raccontato Tata Verbena… Cosa è successo, oggi?
- E’ tutto passato! – Sto meglio! – Ci siamo puliti!
-Siete entrati in uno stato di equilibrio, in cui Yin e Yang si
uniscono e danzano insieme, dentro e fuori di voi. E ognuno di
voi cerca un partner complementare, per poter espandere la
sensazione di armonia che già lo pervade.
- Sì, ma la prudenza a cosa ci serve? – intervengo di nuovo,
seguendo il filo di associazione delle virtù ai fiori, cosa che
sembra non interessare minimamente le due coppie testè
formatesi, che si stanno muovendo, danzando, nell’aria tiepida.
- Sicuramente può servire a Ortensia, che già una volta, in
Francia, danzando con un partner, si era immaginata che
sarebbe stato per tutta la vita…
- Infatti, direi anche io che non è il caso di allargarsi troppo- e
Alloro si ritrae, allontanandosi dal gruppo .
- Vieni, Alloro, proviamo una danza a quattro! Così ti perdi
tutto il bello del 14!
- Perché Alloro sta da parte, Tata Genziana? Ci rovina la
simmetria a quattro! E la nostra “collega” – dice Coriandolo

61
guardando cautamente verso di me – è troppo diversa per
inserirsi in una danza di Yin e Yang…
-Dimenticate che anche in questo stato ci può essere qualche
foglia di ortica? Chiedetevi
perché Alloro sta resistendo
alle vostre proposte.

- Lo sappiamo: già da prima la


critica l’aveva punto.
Con un soffio , Tata Genziana
spinge verso Alloro il petalo
della prudenza.
- Io ti capisco, sai - gli dice. –
Non sei sicuro che tutta questa
novità vada a finire bene. Ma questo stato non lo risolvi
resistendo alla musica che ti chiama a ballare ( lo vedo che fai
sempre più fatica a stare fermo)…Lo risolvi accettando di
partecipare con la prudenza che ti permetterà di smettere se
dovessi sentirti a disagio…
Il profumo di Alloro diventa
sempre più vicino e la musica
della loro danza mi entra nella
testa, dolcemente.
- Tata Genziana, si può vivere
il 14 anche da soli? Avrei
voglia anche io di invitare a
danzare un partner maschile…
- Sì, il 14 si vive anche da soli,
ma lo Yin e lo Yang si
inseguono sempre, in questo
stato, e restare soli non è molto facile: ti ritrovi sempre
qualcuno intorno, anche se non lo cerchi.

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E dunque, perché resistere? Puoi invitare a danzare chi vuoi,
basta che tu lo faccia con prudenza e che non ti offenda se
l’altro rifiuta.
La voce di Tata Genziana si alza sopra la musica, e dice: “
Buon 14, finchè dura! E, fra una danza e l’altra, ricordatevi di
fare i compiti!”

E io, che ci sto a fare ancora qui al parco? Vado a casa,


camminando svelta.
“Sarà bene che tu scriva, prima. Dopo, il 14 potrebbe già essere
sfumato…”
Va bene, va bene…

63
Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..

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15. UN ‘ EPIDEMIA DI PROVE

Sono un paio di giorni che vado al parco e non trovo nessuno.


Non che non si stia bene, anzi, una meraviglia di colori, un’aria
limpida, una temperatura mite….
“Un bell’equilibrio, no?”
Sì, un bell’equilibrio, però….manca qualcosa.

- Finalmente sei arrivata! Aspettavamo solo te, perché , vedi, Tata


Agrimonia , oggi, ci spiegherà il 15!
Eccoli qua, i miei compagni di classe, ristorati e rilassati da tutto
questo tempo passato a 14, ma anche, sembra, un po’ inquieti, attratti
da ciò che deve venire e nello stesso tempo un po’ intimoriti.
- Sì, è proprio così- dice Tata Agrimonia leggendomi nel pensiero-
inquieti è la parola giusta. Ortensia, lancia i tuoi arcani.
Quercia, rosa, ortica. Nell’ordine: 7, sincerità, menzogna.
- Ecco perché sono inquieta! Il 7 mi fa intuire che dietro questa realtà
apparentemente perfetta c’è qualcos’altro, c’è un velo da togliere.
Prima le cose andavano perfettamente, ma ora sembra che sia più io a
dirmi “va tutto bene”….la sincerità mi serve a dichiarare che sento
che mi manca qualcosa, ma…non so che cosa.
- E’ perché il processo di crescita procede, e equilibrio non vuol dire
restare immobili. – spiega Tata Acrimonia - Ma qualsiasi rottura
dell’equilibrio, o crisi, non significa altro che opportunità di crescita
e di maturazione. E quell’inquietudine che sentite è molto simile alla
voglia di crescere che provano i gambi dei fiori, quando salgono
ancora più su, a scatti, e da un giorno all’altro si ritrovano a vedere il
loro mondo dall’alto.
Io la conosco bene, quella sensazione: il mio fiore a piramide mi dà
sempre una certa vertigine, quando cresce, e cresce, e poi,
finalmente, si decide a sbocciare. Dunque ecco il 15: LE PROVE.
- E allora, Tata Agrimonia, è una specie di compito in classe a
sorpresa? Su, dicci il tema del compito – chiede Alloro.
- Magari fosse così semplice! La vera prova sta nel fatto che questa
arriva quando meno ve lo aspettate, e dalla parte da cui meno ve lo
aspettate.

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Ma, per rendervi le cose più facili, prendete un petalo di rosa e una
foglia di ortica, così vi illustrerò un paio di cose utili per superare la
prova.
Sull’ortica scriverete: piacere.

- Ma quello non è un ostacolo, sembra più una risorsa! - commenta


Coriandolo.
- Tutto ciò che viene portato all’eccesso diventa un ostacolo. Quando
vi fate guidare dal piacere, invece che dalla vostra anima o dal buon
senso, è difficile che riusciate a lanciare il vostro cuore oltre il muro
del 15…
Se invece praticate la temperanza, ecco che troverete il vostro giusto
mezzo, quell’equilibrio, che vi ha accompagnato per tutto il 14, che
vi darà la serenità necessaria ad affrontare la vostra sfida.Ecco il mio
consiglio, proprio come se fossi un allenatore che vi prepara per una
gara: siate moderati nel mangiare e nel bere. Tu Iris, non fare
indigestione di colori, e tu , Alloro, vacci piano con il terriccio fresco
lasciato attorno alle aiuole. Dentro di voi sapete se una cosa è giusta
per voi: non vi chiedo una dieta strettissima, specie a te, Ortensia, che
sei capace di digiunare per mesi…Anche il digiuno è un eccesso. E
tu, Coriandolo, nutriti lentamente, con calma, per capire in tempo se
non stai esagerando..Come si dice: gli occhi sono più veloci dello
stomaco…
Io potrei stare qui a parlarvi per tutto il giorno, ma il 15 dovrete
proprio scoprirlo da soli: è solo con l’esperienza che si cresce, e
nessuno può vivere al posto vostro…
Tata Agrimonia svanisce in un bagliore giallo.

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E, quasi simultaneamente, ecco arrivare Ciliegio, ignaro dello
sbigottimento in cui ci ha lasciati questa lezione.
- Salve a tutti! Avete visto il bando, nel bosco di lecci?
- Che bando? – si riscuote Coriandolo
- I nostri amici giardinieri stanno cercando qualche spirito di natura
che li accompagni nella loro missione del solstizio d’estate. La cosa
mi attira molto: se penso alle avventure dell’anno scorso, nel nostro
viaggio a Nord…Credo che il bando scada tra un paio di giorni, alla
luna piena, e prima di decidere, voglio parlarti con calma Ortensia, a
cuore aperto.
Coriandolo, Iris, Alloro e io facciamo un passo indietro, per
educazione. Ma non ci allontaniamo così tanto da non sentire cosa si
dicono….Sarà questa la nostra prova da 15? Se è questa direi che la
perdiamo tutti e quattro: smettiamo perfino di respirare, per non
perderci una parola del loro colloquio.
- Qualche tempo fa non avrei esitato a partire, disposto a correre
qualsiasi rischio, tanto era forte il richiamo dell’avventura. Ma, da
quando mi hai fatto riflettere sulla nostra stabilità, sulla nostra
amicizia, che potrebbe diventare un amore, e sul poter mettere radici
qui, vicino al parco, e vicino a te, sto pensando che forse è tempo che
mi fermi. E allora, prima di decidere, Ortensia, ho bisogno di sapere
se avresti voglia di impegnarti, con me, in una bolla a due, unendo
colori e ombre, per crescere insieme …
- Io, io…devo pensarci su. Te lo dirò poi, dopo il tramonto…
Ortensia si volta a guardare Alloro, e si muove verso di lui.
Caspita, penso: manca solo la musica di Casablanca e un aereo nello
sfondo. Io, Coriandolo e Iris ci voltiamo di scatto verso Alloro , per
seguire la storia, ma…
- Dov’è andato a finire?- sbotta Coriandolo.
- Sapete dov’è Alloro?. – chiede Ortensia. – Vorrei parlargli…
- Un minuto fa era qui, e poi…attenti! Un messaggio urgente in
arrivo!- Iris si sposta di scatto per far posto al grande airone grigio
che si posa sull’erba, accanto al laghetto.
- Convocazione urgente per Iris in qualità di sovrintendente dei bulbi
del Parco di Marte. In un vivaio della zona stanno sperimentando
una nuova combinazione di colori per i fiori della tua specie. Credo
che abbiano proceduto ad incroci forzati in laboratorio, in vista della
mostra dei fiori, per realizzare nuove razze con gradazioni di colori

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mai visti. E’ richiesto il tuo aiuto, e la tua eventuale approvazione
per la creazione di questa nuova specie.
- Devo andare, devo andare, a domani!
L’airone spicca il volo: intorno alle ali si intravedono dei bagliori
violetti. Certo sta portando Iris a destinazione: dritta dritta nella sua
prova da 15!
- Vado anche io – dice Coriandolo – vorrei andare ad arruolarmi nella
missione del solstizio! Mi ricordo ancora la mia avventura sul
Duomo di Colonia: quello fu proprio l’inizio…e certo non voglio
rinunciare a quel susseguirsi di emozioni…
- E col tuo servizio con le api, come la metti?- gli grida dietro
Ortensia, mentre lui si dirige verso il bosco dei lecci.
- Sei rimasta solo tu, per consigliarmi – mi dice Ortensia
guardandomi sfiduciata. – sai, a proposito di emozioni: non posso
dimenticare quella notte al chiaro di luna, quel profumo inebriante di
ciliegia, che mi ha fatto innamorare….
- Ah, questo deve essere quello che voi deva chiamate piacere, vero?
Un po’ diverso da quello degli uomini, ma neanche poi tanto… Ma
ricordati quello che ci ha detto Tata Agrimonia…Non vorrai mica far
guidare la tua scelta dal piacere?
Ortensia si scrolla e si allontana, un po’ piccata.

Meglio andare via: una vera epidemia di 15, non vorrei finire
contagiata…
“Troppo tardi”.
Il mio telefono squilla: un numero che non conosco.
- Mi scusi, non so se il telefono è giusto. E’ lei la scrittrice?
- Sì, sono io la scrittrice.
- Lei sta scrivendo un libro che parla di deva, e di carte…
- E lei come fa a saperlo?…Anzi, prima mi dica chi è lei, per
favore.
Il nome che sento è, già in sé, una prova da 15.
- Quella casa editrice?
- Sì, proprio quella. Vede, una copia di una parte del suo libro
deve essere stata lasciata per sbaglio sul treno , e lì l’ha trovata
uno dei nostri lettori di manoscritti. E’ evidente che il testo non

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è ancora finito, ma…ci interessa, e vorremmo proporle
un’opzione sui diritti…
- Bene, mi ci faccia pensare, e, ci sentiamo domani. Clic.
Ho detto così, perché la temperanza mi ha impedito di urlargli
di Sììììì, ma a che pro? Questa non è una prova da 15: è un 18,
19 , o ancora più su….
“E allora perché non hai accettato subito?”
Devo dire che il Troppo tardi che avevi detto, subito prima
della telefonata, mi aveva insospettito e temevo che fosse una
prova da 15. Quindi ci sono andata coi piedi di piombo.
“E se non accettando subito avessi perso la prova? Se la prova
fosse consistita proprio nel non esitare?”
A questo non avevo pensato! Ma come si fa a sapere se una
prova si è superata o meno?
“Dagli effetti delle tue azioni, come al solito, e da come ti senti,
dentro.”
Adesso non mi sento né bene né male: un po’ …sospesa, direi.
Forse la prova è rimandata?
Spero proprio che domani ci sia un’altra lezione, prima della
telefonata.
“Non ci sarà nessuna lezione, se prima non scrivi il tuo arcano”
Subito, immediatamente.

69
Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..

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16. UN VESTITO PIU’ SEMPLICE

Vado lo stesso, anche se minaccia pioggia. Devo sapere come si


passa al 16, prima della telefonata.
Dove sono, tutti? Al tasso, al bosco di lecci, nel pratone? Ma ecco un
bagliore viola che scorgo con la coda dell’occhio: deve essere Iris, ed
è splendente come non mai. La seguo.
- Iris, come sei bella! E hai anche cambiato vestito: questo ha dei
colori straordinari? Cosa hai fatto?
Ma, al posto di Iris, risponde una nuova Tata: un baluginio cotonoso
bianco e lucente.
- E’ così perché sta vivendo il suo 16. Buongiorno a tutti: sono Tata
Vitalba, colei che vi assisterà nei vostri passaggi al 16: IL LASCIAR
ANDARE.
Mai Tata fu più acclamata.
- Dunque, Iris, vuoi raccontare a tutti cosa ti è successo?
- Vi ricordate il vivaio e il mio incarico? Bene, quando sono giunta lì
ho visto dei fiori dai colori mai realizzati prima: il rosa era così
acceso che neanche le fucsie riescono a farlo così…E’ stato un
grande impatto, sono stata sommersa dal colore, e il piacere che mi
procurava era inebriante…E’ stato allora che mi sono sentita
pungere..(ricordate? La foglia dell’ortica su cui avevamo scritto
piacere era ancora con me..). E ho riflettuto sulla natura di quei
colori, realizzati dall’uomo in laboratorio , un tentativo dopo l’altro.
Quel tipo di storia si poteva ancora leggere nella loro vibrazione:
troppo perfetta, senza imperfezioni, con poche sfumature: era
“eccessiva”, dunque, mancava di temperanza. Allora mi sono
avvicinata ai bulbi e, con un aiuto superiore, sono stata guidata a
eliminare gli impianti genici inseriti dall’uomo. Mi sono subito
sentita meglio, e sono tornata, ecco qua. In quanto al vestito, non
so…Dopo essere uscita dal vivaio, mi è sembrato che il mio vestito
fosse un po’ troppo elaborato. E’ come se improvvisamente avessi
avuto più voglia di semplicità, e ho levato qualche fronzolo. Ora mi
sento veramente serena.
- Ottimo: ecco una buona descrizione del 16: si lascia andare
qualcosa, e così, più leggeri, si può superare il muro del 15. La

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sensazione di serenità è proprio quella che accompagna questo stato,
oltre al fatto che gli altri vi vedono più belli…
- Allora anche tu, Coriandolo, sei passato a 16: non ti ho mai visto
così brillante e profumato!- commenta Ortensia – temo che non si
possa dire lo stesso di me: mi sento così male…
- Uno alla volta, prego: tanto, finchè non siete tutti passati a 16, e
dico proprio TUTTI (sbaglio o sento la sua energia che tocca proprio
me?), resterò con voi. Quindi, Coriandolo, raccontaci di te, e della tua
prova.
- In realtà non sapevo che fosse
una prova. Non avevo neanche
messo in discussione la mia
adesione al bando per la nuova
missione, e mi stavo dirigendo al
bosco di lecci, quando qualcuno
(sottolinea, guardando Ortensia)
mi ha ricordato che la mia
situazione era molto diversa da
quella dell’ultima volta, in cui non
avevo alcun servizio stabile. Ma,
nonostante la domanda di Ortensia, la mia intenzione di partire non si
era spostata di un soffio, se non fosse che lì, proprio nel boschetto di
lecci, ho visto due delle mie api al lavoro. Si erano spinte così
lontano dal nuovo alveare, in cerca di polline, e stavano correndo il
rischio di perdere l’orientamento.
Ho pensato che il nuovo alveare ancora è in addestramento; che , se
fosse stato in un altro momento, avrebbero potuto fare sicuramente a
meno del mio aiuto, ma ora… E allora ho lasciato andare quel
desiderio di avventure lontane: ho pensato che anche questa è una
bella avventura…Anzi, per sostenermi nella mia scelta, mi sono fatto
questa bella divisa da indossare, perchè sia chiaro chi sono e quale è
il mio ruolo adesso…- Coriandolo sfodera un mantello a righe gialle
e nere, scatenando l’ilarità degli altri.
- Ma che cosa sei diventato? Il supercoriandolo delle api?- lo prende
in giro Alloro.
- Non sottovalutate, invece, - interviene Tata Vitalba – la capacità di
rinforzo che hanno i vestiti adatti al momento adatto, specie quando
siete voi che ve li siete costruiti. Coriandolo , semplicemente, ha

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scelto di aiutare se stesso a mantenere la sua decisione. E così il suo
16 sarà più stabile, senza ripensamenti….
- Adesso tocca a me: – interviene Alloro – non so se ho superato o no
qualche prova. Fatto sta che non mi sono accorto di niente, e mi
sembra di essere uguale a prima…
- Infatti sei rimasto a 14! Quando era il momento, per te, di affrontare
una prova da 15, ti sei scansato, ci sei rimbalzato su, come su un
muro di gomma…ma non potrai farlo sempre, mio caro..
- Anche perché noi non te lo permetteremo: ricorda che Tata Vitalba
ha detto che finchè non siamo tutti a 16 le lezioni non possono
procedere! – interviene Coriandolo.
- Allora, adesso, aiuta me, Tata Vitalba! – riprende Ortensia – mi
sento male, male, come se…
- Fossi caduta giù a 11! Eh sì: questo accade abbastanza spesso,
quando una prova da 15 viene persa in modo piuttosto evidente. Te
ne accorgi subito, perché, dopo, stai peggio di prima…
- Ma è come il gioco dell’oca?- intervengo io – Se non si supera la
prova non si resta a 14, ma si torna addirittura indietro?
- Cos’è questo gioco dell’oca? – chiede Iris - Forse vorrai dire il
gioco dei gamberi….
- Lascia stare: è una cosa degli uomini…una delle tante cose strane:
non ho mai capito perché si chiami gioco dell’oca!
- Sì. Si può tornare indietro, indietro, anche fino a 5, se si sono perse
tutte le proprie risorse… Ma non divaghiamo: Ortensia, raccontaci
cosa ti è successo.
- Io mi ricordavo di quei bei momenti passati con Ciliegio e,
insomma, lo sapete anche voi, mi sarebbe piaciuto , al mio livello di
evoluzione, trovare un compagno con cui condividere la mia bolla.
Però Ciliegio mi sembrava troppo volubile, oggi qui, domani là…ed
ho cominciato a frequentare Alloro: abbiamo passato insieme dei bei
momenti, un bel 14, potrei dire…
Poi eccoti che si rifà vivo Ciliegio con quella sua domanda: “posso
ancora contare su di te, se resto qui, o parto di nuovo in missione, con
la mia bolla singola?”. Avrei voluto sentire cosa ne pensava Alloro,
prima di rispondergli: in fin dei conti, fra me e Alloro non si era mai
parlato di impegni stabili…Ma lui si era volatilizzato…

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Poi qualcuno (Ortensia guarda inferocita verso di me) mi ha
consigliato di non farmi guidare dal “piacere” nel fare la mia scelta,
ed ho pensato che aveva assolutamente ragione, e quindi….
- E quindi ti sei fatta guidare dall’eccesso opposto: dalla negazione
del piacere! Ma dove era la temperanza, in tutto questo?- Tata
Vitalba trattiene a stento il riso.
- Ho semplicemente deciso che,
quell’attrazione che mi spingeva
verso Ciliegio, me la sarei fatta
passare…
- E come? – chiede la voce sottile
di Iris, incuriosita.
- Be’, conosco dei trucchetti,
come quello di sotterrare un
nocciolo di ciliegia e volarci su
tre volte in senso antiorario.
Giochetti innocenti, che aiutano..
- Ah-ah: l’uso del potere non è
mai consigliabile, senza guide superiori come le Tate…Ecco cosa
può succedere. Adesso lancia i tuoi arcani e vediamo se ti aiutano…-
Tata Vitalba commenta, scuotendo la testa.
- Ecco qua: chiusura, rifugio e 9. Ho capito: mi sono chiusa al nuovo,
a quelle emozioni provate con Ciliegio, che un po’ mi turbavano. Ma
adesso trovo rifugio nel mio cuore, e mi metto subito a respirare, e a
danzare in senso orario, così annullerò quello stupido
incantesimo….Riparto dal 9 giusto?
- Giusto.
Osserviamo Ortensia che danza in modo armonico, al ritmo del suo
respiro, poi, eccola davanti a noi che ci dice: - Adesso, utilizzando il
10, vivo il gioco che la novità mi porta, accetto che ho sbagliato e mi
connetto a un piano superiore (11), mi affido e rientro in servizio
(12), e , ahi!, aspetto che mi passi questo lieve mal di testa. (13)…ora
sto meglio, ah , come sto meglio…(14). La mia temperanza sta nel
riconoscere e accettare quello che sento per Ciliegio; starò in guarda
perché non diventi attaccamento, e perché non sia il piacere a
guidarmi (basta stare in guardia, non importa autofustigarsi! Lancia
questa frase, con tono ancora un po’ astioso, verso di me). Lascio
andare il vestito da sposa che mi ero preparata (effettivamente un po’

74
esagerato: e poi mi creava troppe aspettative), e sono pronta per
rispondere a Ciliegio: Mi piacerebbe provare a condividere con te
una bolla a due, ma sono sincera e non so se il tentativo riuscirà: lo
valuteremo giorno per giorno. Ti dico questo perché tu me lo hai
chiesto , ma ti prego di decidere sulla tua eventuale missione in
piena autonomia, e non perché io te lo chiedo. Mi sento bene, mi
sento bene!
- E sei anche molto bella! – le dicono Iris e Coriandolo.
- Sei a 16, Ortensia! – le dice Tata Vitalba – e grazie per la tua
esperienza, che sarà di aiuto a tanti.
- Sì, ma dov’è Ciliegio? – chiede Coriandolo – Alla fine tutto quello
che lei ha fatto, adesso, sarà stato inutile, perché lui, ormai, si sarà già
arruolato…
- Come ti senti, Ortensia, all’idea che Ciliegio ormai si sia già
arruolato?- le chiede Tata Vitalba.
- Ti dirò: meno peggio di quello che avrei detto, anzi…mi sento
serena. Se è andata così, vuol dire che era giusto così, e che anche
quest’esperienza servirà a tutti e due!
- Un bel 16 stabile! Complimenti!
- Ehm, ehm…- una tossettina nervosa richiama la nostra attenzione. –
Credo di essere precipitato….
Piange? Alloro che piange? Non avevo mai visto un deva piangere!
- Le prove non si possono scansare all’infinito: eri stato
avvertito….Come ti senti, Alloro?
- Quando Ortensia ha cominciato a parlare di lei e di Ciliegio, e della
loro nuova vita, mi sono sentito male…cioè ho sentito che era la cosa
giusta, ma che tutto si era svolto senza la mia partecipazione:
nonostante me, insomma, e non con me!
- Conosco quella sensazione, “ la vita è quella cosa che ci accade
mentre siamo occupati a fare altri progetti.”, come diceva John
Lennon..
- John Lennon? Chi è? Quello che ha inventato il gioco dell’oca?…
- Lascia perdere, lascia perdere…
- Allora, Alloro, - continua Tata Vitalba, incurante delle nostre
divagazioni - non ti resta che fare un redreaming, no? Ritorna a
quando Ortensia si volta per cercarti…
- E io mi faccio trovare.

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Ortensia continua: - Io ti chiedo: Alloro, cosa ne pensi di noi?
Ciliegio mi ha fatto una proposta e io sono confusa, ho bisogno di
altre informazioni.
- Io ti rispondo: Per quello che mi riguarda, è stata una bella
esperienza vivere questo tempo di 14 con te: e il mio Yang ne è
uscito rigenerato e addolcito dal contatto col tuo Yin…Ti ringrazio
molto di questo, ma non penso di poter fare progetti per il futuro.
Sento che per me è ancora presto pensare di organizzarmi in una
bolla a due… Non ti sto dicendo, con questo, di andare con Ciliegio,
né ti sto dando consigli di alcun genere: ti sto solo fornendo
informazioni, come tu mi hai chiesto, su cosa provo io, perché questo
ti aiuti a prendere liberamente la tua decisione…” Eccoci, ci siamo!
Mi sento meglio, molto meglio, a parte il fatto che devo lasciare
andare questa corona…- Le foglie che circondano la testa di Alloro
volano via…- è vero: cambiare vestito serve…benvenuto, 16!
- Alloro, senza corona sei bellissimo! – gli dice Iris, applaudendo.
- Sì, ma Ciliegio?- insiste Coriandolo.
- Mi avete chiamato?- Ecco Ciliegio, più luminoso che mai, con
bagliori di rosso come se le sue ciliegie fossero maturate tutte in una
notte.
- Non sei partito ancora?- gli chiede Coriandolo, evidentemente
curioso, ancora, delle avventure degli altri.
- Credevate forse che sarebbe bastato il rifiuto di una fata per farmi
arruolare in missioni pericolose? Quando Ortensia mi ha detto la sua,
quell’informazione è stata un tassello che si è aggiunto agli altri: alla
mia esperienza in questo parco, alla mia voglia di novità, e, anche, al
responso degli arcani! Sì, non guardatemi così: ho chiesto alle carte
che cosa sarebbe successo se fossi partito, e che cosa sarebbe
successo se fossi restato.
- E allora?- l’uditorio chiede, sospeso.
- Nel primo caso: 10; nel secondo caso: 12. E così ho scelto il
servizio, e, appena ho deciso, sono stato subito convocato per un
incarico a tempo determinato qui nel parco del ventaglio.
Ho accettato volentieri: mi è bastato lasciar andare l’idea che mi ero
fatto di un viaggio nei boschi di altri paesi , e ho deciso di farmi una
divisa per il mio nuovo incarico. Era proprio per questo che ero
venuto da voi: per sapere se potete aiutarmi ..

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- Che divisa ti occorre? – Ortensia gli si avvicina, pronta a cucirgli,
immagino, un vestito straordinario.
- Qualcosa che sia giallo e nero, perché….
- Come questo?- Coriandolo sfodera il suo mantello da guarda-api.
- Ebbene sì: – interviene Tata Vitalba – la logica win-win vuole che,
essendo ormai tutti a 16, o quasi ( occhiata in tralice verso di me),
tutti siano sereni. Ciliegio, tu ti occuperai delle api, e, Coriandolo, se
vuoi, sei libero di iscriverti per la prossima partenza. Ortensia potrà
sperimentare la sua bolla a due con Ciliegio, e Alloro sarà libero
dalla responsabilità di impegnarsi in qualcosa per cui non si sente
pronto. Iris ha una nuova maestria nel riconoscere e pulire i colori,
e….

Squilla il telefono: appena a tempo!


Sono loro. Hanno letto con più attenzione il manoscritto e
propongono delle piccole modifiche.
- Molto piccole, sa, solo i fiori usati per il nome delle Tate.
Agrimonia, per esempio, è un fiore che pochi conoscono:
perché non fiori più comuni, come Ciclamino, o Rosa?
- Sa, credevo che si fosse capito, l’ho anche scritto, le Tate
sono proprio i dodici Fiori che il dr. Bach conobbe in Galles,
diversi anni fa…ma questa è un’altra storia, e non posso
scriverla in questo libro..
- Appunto per questo, vede: poiché non tutti la conoscono,
questo restringe il target a cui è indirizzato il libro, e la nostra
case editrice si rivolge ad un pubblico piuttosto vasto…Ci pensi
su: anche il racconto sarebbe di più facile comprensione…
Ci penso su. Eccola, la mia prova da 15! E adesso, come ci
penso su? Se mi irrigidisco sulle mie posizioni di floriterapueta,
questo è 11; se mi faccio condizionare dalle richieste della case
editrice pur di pubblicare, sono di nuovo a 11! Almeno, con il
gioco dell’oca, con un adeguato tiro di dadi, il muro si riesce a
superare…
“Vedi, il punto non è quello che decidi e quello che fai, ma
come lo decidi e come lo fai….Quindi non devi decidere ciò

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che farai, ma, semplicemente, devi restare serena, farti guidare
dalla temperanza e dalla semplicità, e la decisione arriverà da
sola.”
Ho trovato: farò come Ciliegio e lancerò gli arcani!
“A proposito di arcani, hai scritto il tuo?”
Lo sto già scrivendo.

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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina..

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17. UNA SCORTA DI BELLEZZA

Uff, domani partenza!…penso mentre metto le ultime cose


nello zaino. Ancora non ho capito perché, subito prima di una
partenza, mi sento frenata come da fortissimi elastici che mi
trattengono: eppure sono stata io che ho programmato questo
viaggio a piedi di una settimana: zaino in spalla, in mezzo ai
boschi, come piace a me…
E le lezioni? Cosa sarà della mia frequenza alla scuola della
vecchia Quercia? Spero che organizzeranno dei corsi di
recupero, al mio ritorno….
Basta: ultima notte nel mio letto, prima della partenza…

- Avanti, ragazzi, si parte!


- Cosa? Dove andiamo?
- In missione nelle terre asfaltate!
- Oh no! Avevo tanto sperato di non doverci tornare!
Sono le voci di Ortensia, Alloro, Iris e Coriandolo, che mi
raggiungono nel dormiveglia, mentre il sonno mi porta via.
Ed eccomi qui , con loro, ad assistere ad una frettolosa partenza.
Anche i deva hanno gli zaini? Direi proprio di no, ma il loro
portamento, adesso che si mettono in fila e si incamminano, a volo
lento, è più pesante, e più lento, proprio come se ne portassero uno.
- Buongiorno a tutti: sono Tata Eliantemo, e vi condurrò in questa
prima parte del vostro percorso. Infatti, con il 17: LA BELLEZZA,
continuerete ad imparare durante il vostro viaggio.
- La Bellezza, dici? Allora non si va nelle terre d’asfalto!
- E da cosa lo deduci? Pensi davvero che la bellezza sia unico
privilegio di fiori e boschi? Credo, allora, che converrà che ognuno di
voi si eserciti a percepire la bellezza tenendo un bel diario. Oggi
descriverete quella bellezza che scoprirete, durante il vostro percorso,
che sia molta o poca, non importa: la bellezza non si misura a peso…
- Ma, Tata, io sono già stanca, e siamo appena partiti: mi sento
schiacciata dal peso…
- E da questo odore orribile…
- E poi mancano i colori: c’è tanto grigio!

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- E c’è troppo rumore, e vortici di polvere , e…
- Ehi, sono venuto anche io – ecco Ciliegio, che ha raggiunto gli altri
– ma me ne sto quasi pentendo: credo proprio che il nostro viaggio si
risolverà in una disfatta. Conciati come siamo, depressi e sporchi,
non riusciremo a portar luce dove c’è ne bisogno….
- Ah – ah: - Con un lampo giallo Tata Eliantemo interrompe la serie
di lamentele - tutto questo pessimismo non credo che sia di qualche
utilità, se non a quella di trovare qualcosa da scrivere su una foglia di
ortica.
Invece, visto come stanno le cose, credo che avrete tutti bisogno di
una risorsa…Ecco qua, prendete un petalo di rosa: di mio pugno, vi
scriverò sopra una parola che vi sarà di aiuto: speranza.

Sperar non costa niente,


e poi, certo non fa male:
brilla nella vostra mente
e come un gran tesoro vale.
Se fai scorta di bellezza
la strada non ti peserà,
puoi avanzare con scioltezza
e il mondo si illuminerà…

- Tata Eliantemo, mi sento leggera, molto leggera! Posso andare a


spolverare di luce quel mucchio di spazzatura accatastata all’angolo
di quella strada?

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- Certo, potete cominciare a lavorare: siamo arrivati alla meta della
prima tappa di questo viaggio. Ma , prima di andare, voglio vedere se
davvero avete fatto scorta di bellezza: cosa avete scritto nel vostro
diario?
Un fiore selvatico lungo il marciapiede, uno sguardo brillante di
simpatia, una canzone cantata a mezza bocca, il rosso di un geranio
che spunta da una finestra, una rondine che si specchia in una
pozzanghera, …
Bene, bene: sono sicura che farete un ottimo lavoro. Buona giornata,
e non dimenticate di fare il vostro compito…

Finalmente un po’ di verde, un po’ di silenzio, a parte il suono dei


miei passi: e lo zaino sulle spalle non è tanto pesante. Certo i muscoli
cominciano a far male, e sono appena all’inizio, ma…che cos’è
questa filastrocca che mi viene in mente?
“Forse l’hai già sentita da qualche parte..”
No, sono sicura di no…un momento! Il sogno di questa notte!
Ma che razza di coincidenza è? Io sono qui, a camminare in mezzo ai
boschi, il regno dei deva, e loro sono in missione speciale in città?
“Potresti chiamarlo un programma di scambio culturale?”
La bellezza: mi entra da ogni poro della mia pelle, qui, in mezzo ai
boschi…Sarà facile farne scorta, ma dove la conservo?
“Su un pezzo di carta? Sulla tua agenda?”
Ma certo: una scorta per i momenti di pessimismo. Provvedo subito.
“E, già che stai scrivendo…”
Sì, sì, ho capito. Lo faccio subito.

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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina.

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18. IL SUONO DEI CAMPANELLI

- Ma dobbiamo proprio proseguire in mezzo a tutto questo fango?


- Mi resta tutto appiccicato addosso…
- Dai, Coriandolo, cerca la bellezza nel fango, così ci sentiremo
meglio…
- Non ce la faccio, non ce la faccio, mi sento sempre più debole, e le
ali sempre più pesanti…
- Io uso gli arcani, ho deciso!
- Allora, Ortensia? Leggiceli tu, noi non riusciamo a vedere nulla, in
questa melma…
- Sono: sudditanza, cura degli altri, e 12. E dunque?
- Dunque – interviene una nuova voce argentina – non puoi farti
comandare dal fango e decidere di interrompere il tuo cammino solo
perché lui ti fa la voce grossa. Ricorda il perchè del nostro
camminare qui, ricordati la meta, cioè l’aiuto per gli esseri in
difficoltà, ed è proprio questo il nostro servizio. Come vi sembra la
mia interpretazione? A proposito, bentrovati. Sono Tata Centaurea, e
sono stata inviata qui non appena Coriandolo ha sfoderato la sua
nuova foglia d’ortica, la debolezza.
Vi occorre stabilità, motivazione, allineamento, in una parola forza.
Ed eccola qua.

- Ah, che buon profumo!- dice Coriandolo, mentre una pioggia di


petali rosa cade su di loro.

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Ancora fango? Le mie scarpe fanno fatica a staccarsi da terra: e, ogni
passo, è portato avanti con difficoltà.
“E tu vola, allora! Puoi spostarti anche così…”
La fai facile, tu, che non hai a che fare con il peso di un corpo fisico.
“Va bene, se proprio non vuoi volare, pensa almeno di farlo..”
Ecco, effettivamente, qualcosa è cambiato. I piedi affondano meno, e
qualcosa, fra le scapole, mi raddrizza la schiena…
Il fango c’è ancora, ovvio, ma mi sento più forte di lui. Lui sta fermo,
in fin dei conti, io invece ci posso scivolare sopra, o affondare,
schizzarlo via, o lasciarlo sulle scarpe e poi farlo seccare e lavarlo.
E’….divertente! O quasi.
Il terreno adesso è asciutto, il prato soffice, e il sentiero più spedito.
Vedo già, là in fondo, la fine del percorso, e mi sento diversa da tutte
le altre volte che ho camminato.
“Diversa come?”
Sono più stanca, forse? Certo, i muscoli mi fanno un po’ male,
specialmente i polpacci che hanno lavorato per combattere col
fango..
“Allora avrai voglia di dormire…”
No, neanche per idea: ho un’ energia addosso che potrei ricominciare
tutto daccapo, fango e tutto. Anzi, direi che, senza quel tratto di
fango, non mi sarei così….divertita!
- Tata Centaurea, ma di che arcano stiamo parlando? Che cosa ha a
che fare col fango?
- Parliamo del 18: LA COMPRENSIONE. E il fango può entrarci
perché, se capite il motivo del fango, questo è un buon esercizio di
comprensione…
E’ facile comprendere il perché di una cosa piacevole, più difficile
capire il perché di un evento un po’ irritante…
- Sicuramente , con la tua pioggia di petali hai pulito molta melma
astrale, e questo è stato un tuo servizio nella cura degli altri…Noi
abbiamo raccolto tutta la melma che potevamo, intorno a noi, e tu sei
arrivata e l’hai pulita…E’ andata così?
- Brava Ortensia, 18!
- Dopo essere passato attraverso il fango che mi rallentava così tanto
(e io non sopporto l’andare lento) , scopro che adesso vado
velocissimo…Evviva, non sarebbe mai accaduto senza
quell’esercizio che mi ha rinforzato le ali!

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- Bravo Coriandolo, 18!
- Continuo a pensare che il fango sia una gran seccatura, ma devo
dire che mi ha costretto a rallentare, e, mentre camminavo così piano,
mi sono trovato a sincronizzare il mio respiro con i passi:
un’esperienza davvero illuminante. E dunque grazie, fango!
- Bravo Alloro, 18!
- Quando non riuscivo a vedere più niente ho avuto paura: quella è
proprio una mia debolezza. Poi, è passata. Sentivo le voci, e ho
imparato che il mondo senza colori può lo stesso essere un bel
mondo. Soprattutto, Tata Centaurea, la tua voce mi è sembrata una
sinfonia di campanelli. Se avessi potuto vederti subito, con quel tuo
colore rosa così delicato, credo che la mia attenzione sarebbe stata
distolta dall’ascolto…Quindi io ho compreso il perché del fango: ho
imparato ad apprezzare i suoni. Potrei dirlo come quel nostro vecchio
amico1: il fango mi ha regalato il suono dei campanelli!
- Brava Iris, 18 anche a te!
E , per concludere, vi dirò che anche io ho compreso il perchè del
fango: grazie a lui, questa è stata una lezione veramente breve! Buen
camino!
Anche io ho capito il perché del fango: ho giocato! E a me piace
giocare!
“Pensi che, adesso, potresti riuscire a divertirti anche disegnando e
ritagliando un po’?”
Sì, ho capito, scrivo subito il 18.

1
Antoine Saint Exupéry, ne “Il Piccolo Principe”, a proposito del “colore del grano”

86
Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina

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19. UNA SCELTA CHE VA BENE PER TUTTI

- Sei proprio sicuro che dobbiamo portarceli dietro?- Ortensia chiede


a Coriandolo, indicando con un cenno del capo un gruppo di piccoli
deva di margherite, viole del pensiero, ciclamini.
-Almeno, così dicono le istruzioni che mi sono arrivate in una bolla
di luce, proprio poco fa.
- Ma non sanno nemmeno come si fa a pulire un’aiuola, immaginati
uno spartitraffico, o un incrocio!
- Io non le ho lette, le istruzioni. Vuoi ripeterle, per favore, parola per
parola?- Alloro chiede a Coriandolo.
- “Proseguite nei grandi campi asfaltati, fino a che non vi verrà
incontro la vostra nuova Tata. E portate con voi tutti i piccoli deva di
fiori delle aiuole di città.”
- Ecco, mi sembra evidente – commenta Iris – che dobbiamo portarli
con noi, ma che non saranno parte attiva nella missione. Vengono
con noi perché li possiamo portare al sicuro, non perché ci debbano
aiutare a pulire strade, marciapiedi, e vigili urbani.
- Più facile a dirsi che a farsi!- riprende Ortensia – prova a
spiegarglielo tu: ne ho qui un paio – non me li stacco di dosso – che
vogliono “aiutarmi” a pulire. E fanno più danni che altro! Non faccio
altro che riparare il loro malfatto e poi, come se non bastasse, perdo
anche tempo a risistemare loro, che, decidendo di lavorare, si sono
ridotti a brandelli, con varchi e strappi in ali e corpi aurici…
- Io penso che dovresti dirglielo, di star fermi e non lavorare, perché
non sono ancora in grado…
- E chi sono io, per dirglielo? Non sono certo la loro Tata! Mi sentirei
troppo presuntuosa, e poi…temo che si metterebbero a piangere, e io
proprio non sopporto le lacrime dei piccoli deva….Basta, ho deciso:
ricorro agli arcani.
Ortensia fa volare il suo mazzo di arcani, e ne raccoglie tre:
-Il 4, il maschile….Non c’è dubbio, devo comportarmi come un
comandante e , con decisione, agire e rimetterli al loro posto…poi …
autosvalutazione: infatti, non mi sento proprio in grado di farlo, e
poi…capacità: ce la posso fare, ce la faccio? Ma come glielo dico?

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- Io, quando non so come fare, faccio sempre un po’ di prove, prima
– le suggerisce Iris. – Immagina che siamo noi quei piccoli deva e
prova a parlarci.
Ortensia si rivolge ai suoi amici : - Ragazzi, venite qua. Mi state
facendo perdere un sacco di tempo a riparare i vostri strappi. Siete
ancora piccoli per questo genere di cose, e non potete comportarvi
come dei deva pulitori. State fermi, non mettetevi in mezzo, e
seguiteci senza piangere….
-Ortensia, ma ti sembra il caso? – Alloro, come al solito, non lesina
critiche. -Faresti passare a qualsiasi margherita la voglia di diventare
dei deva in servizio…
- Qui ci vuole l’aiuto di una Tata : eccomi. Sono Tata Mimulus, e una
volta ero anche io molto timida, Iris, proprio come te. E, se dovevo
intervenire in qualche situazione, non ero mai certa di fare la cosa
giusta. Per questo motivo comunicavo incertezza, disagio, proprio
come questa foglia d’ortica:
insicurezza.

Adesso, Ortensia, se guardi bene


quelle piccole ali spezzate, e ti
fanno certamente compassione,
altrettanta compassione ti faranno
quelle piccole anime desiderose di
aiutarti e di essere apprezzate. Le
emozioni dei piccoli deva non
sono meno importanti delle loro
ali a brandelli, quindi occorre che
tu trovi il giusto modo di risolvere
la questione. E ciò che occorre,
per guidarti, è la pietà, la
compassione, appunto. Che non
significa dire di sì per non far
male, o dire di no perché non si
facciano male, ma semplicemente
dire la cosa giusta per loro e per
te, in esatta logica win-win, cioè
che giovi a tutti.

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Ovviamente, la ricerca della soluzione ti porterà dritta dritta al 19:
LA SAGGEZZA.
E, per prendere una decisione saggia, dovrai tener conto di tutto ciò
che avete imparato fino ad ora: non avere attaccamento, né stimolarlo
(il 16), cercare la bellezza nella vostra soluzione (il 17), e
comprendere gli obiettivi sottostanti alla decisione (il 18). Il tutto
dovrà essere comunicato con decisione e nettezza, al modo dei 4,
insomma, senza ambivalenze…
Ah, dimenticavo: il modo di comunicare la tua decisione – ho
assistito alla tua simulazione di poco fa – dovrà essere assolutamente
compassionevole, e le parole dovranno essere delicate come fiori…Il
messaggio che vuoi trasmettere dovrà essere avvolto da dolci
profumi e colori, in modo che risulti comunque gradito…Vi lascio al
vostro lavoro di gruppo….
-Tata Mimulus, dove vai?

Vieni da me, Tata Mimulus? Il gruppo con cui sto camminando ha


deciso di fare un’escursione troppo faticosa per me. Ma non voglio
guastar loro la festa, tirandomi indietro. Del resto , credo che sia
meglio che io non partecipi, se l’andare deve far loro correre il
rischio di tornare indietro a metà, se mi sentissi male….
-La situazione si presenta ingarbugliata…Tu, veramente, che cosa
vuoi fare? Quali sono le cose verso cui provi attaccamento? Perché,
ricorda, per una azione saggia bisogna partire dal 16.
Attaccamento alla mia immagine di trekkista instancabile: be’, non
tanto, posso lasciarla andare; attaccamento al vedere tutto quello che
è possibile: un po’ più a fatica, ma lo lascio andare…
-E la bellezza, dove è?
In entrambe le strade: sia nel nuovo sentiero, che in una sosta al
bivio, ad aspettarli.
-Il tuo obiettivo?
Stare nella natura, con tempo per riflettere.
-Il loro?
Andare in cima alla montagna, deviazione di circa un’ora, altri 400
metri di dislivello…
-E dunque?
Io resto qui, ad aspettarli. E il modo di dirlo? Procedo col classico
sandwich?

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-Sandwich? Non capisco…
Ah sì, Tata Mimulus, è così che si chiama un modo molto semplice
per comunicare le cose un po’ “difficili”: è come se mettessi un
petalo di ortica fra due petali di rosa, uno prima e uno dopo.
-Ma qui l’ortica quale è?
Per loro l’ortica potrebbe essere il senso di separazione che
riceverebbero da un mio distacco…..
-Analisi corretta, e grado di compassione sufficiente. Se riesci a
risolvere la questione, avrai fatto l’esperienza del 19: procedi!
Io però adesso devo tornare di là: come sarebbe tutto più semplice, se
la classe fosse riunita, senza barriere spazio-temporali…ma ancora
non siete a quel punto del programma…A dopo.

Ortensia sta parlando ai piccoli deva. Dietro a lei sono Alloro,


Coriandolo, e Iris.
- Piccoli : è bellissimo avervi qui. Non credevamo che nelle terre
d’asfalto ci fosse una popolazione di deva così nutrita. Essendo
cresciuti lontani dalla scuola della vecchia Quercia non avete avuto
l’opportunità di imparare come proteggere le vostre ali, e come
restare integri quando vi esponete a grossi pericoli. Adesso che siamo
arrivati qui noi, la cosa che mi sembra più opportuno fare è
accompagnarvi dalle vostre Tate, a scuola, per poi poter iniziare
insieme un lavoro di pulizia della vostra terra. Fino a quel momento,
potete aiutarmi restando vicini a me e cantando in coro una canzone.
Questo mi aiuterà a restare pulita e voi non vi esporrete a grossi
pericoli. Conoscete qualche canzone?-
Le note argentine dei deva sono la migliore risposta.
- Un’ottima soluzione, Ortensia, veramente saggia: da 19,
sicuramente!
- Non ci sono giunta da sola, però: Iris mi ha suggerito di coinvolgerli
in qualche attività utile, Alloro ha proposto di farli cantare, e
Coriandolo mi ha aiutato nel formulare il discorso con la dovuta
delicatezza e decisione.
- E allora, vuol dire che la mia lezione è già finita, visto che l’aria del
19 circonda tutti voi. Prendete appunti su come vi sentite , così che
possiate ricuperare questa saggezza, quando ne avrete bisogno.

91
- E tu cosa fai, qui da sola?
Li aspetto qui: ho promesso ai miei compagni di viaggio che
comporrò un haiku per ciascuno di loro, insieme a una foto,
mentre fanno la loro deviazione. Così, ho pensato, non
sentiranno la separazione, e io manterrò pulita me stessa e loro.
- Buon 19 anche a te, dunque. Buon disegno……
La voce di Tata Mimulus si perde nel vento, mentre cerco i
miei colori.
“Ehm, ehm…A proposito: visto che stai per metterti a
scrivere….”
Non avevi proprio bisogno di ricordarmelo: l’avrei fatto da
sola, visto che, ancora per qualche minuto, sarò molto saggia….

92
Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina

93
20. LA BIBLIOTECA DELLA TERRA

- Ecco, siamo arrivati! - la voce di Ortensia, squillante, irrompe nella


mia testa, costringendomi a chiudere gli occhi per seguire meglio
cosa sta accadendo ai miei compagni di studio.
- Archivio di stato! Proprio come immaginavo – aggiunge Alloro –
uno dei posti più insidiosi e pericolosi delle terre d’asfalto.
- E noi dovremmo pulire tutta questa massa di libri? – domanda Iris,
spaurita, mentre cerca di stare al passo con Coriandolo, che è già
andato avanti agli altri, aggirandosi circospetto fra gli scaffali.
- Cosa ci vuole? Sono solo un centinaio di stanze con circa duecento
scaffali per stanza, con circa duecento libri per scaffale, quindi……
tanti. Va bene, tanti, ma certo il lavoro è alla nostra portata: basterà
avere un metodo. Tu, per esempio, Alloro, e tu, Iris, potreste
cominciare da quel lato della stanza, partendo dall’alto e procedendo
poi a serpentina, mentre io e Coriandolo puliamo angoli e pavimento
da tutte le forme pensiero depositate negli anni…
- Come sei brava, Ortensia! Così sicura di te! Vorrei esserne capace
anch’io.,,- mormora Iris.
- Neanche per idea! Quella non è sicurezza! – interviene Coriandolo
– ha solo un attacco di comandite acuta, e non la devi certo
ammirare…
-Io comando solo perché so quale è il modo più efficiente per pulire
tutta questa massa di files. E, visto che mi metti in dubbio, tirerò
fuori i miei arcani…
Volano in aria, gli arcani di Ortensia. Il più vicino a lei è una foglia
di ortica, che però non viene raccolto subito: chissà, non l’avrà notato
o avrà fatto finta? Invece la foglia di quercia che viene raccolta è l’ 8:
LA PERSONALITA’.
- Vedi?- commenta Ortensia – c’è chi sembra fatto per comandare, e
chi invece per obbedire, senza entrare nel giudizio, ovviamente…In
verità ho certe capacità naturali che mi portano ad essere una
leader…
- Perché non giri anche quella foglia di ortica che hai casualmente
trascurato?- chiede Alloro, flemmatico
- Ti accontento subito- dice Ortensia, e – presunzione,..-mormora, un
po’ mortificata.

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- Vedi, Iris?- ride Coriandolo- Quella di Ortensia è solo una falsa
sicurezza. Lei crede di sapere e per questo motivo non pensa
minimamente ad altre possibilità, mentre – e Coriandolo afferra un
petalo di rosa che sta ancora galleggiando in aria – la vera sicurezza,
come è scritto qua sopra, è saper muoversi in scioltezza, senza sforzo,
seguendo il flusso dell’energia e pronti a cogliere con attenzione i
segnali che ci vengono inviati….Tieni, odoralo un po’, vedrai che ti
farà bene…
Il petalo viene passato da un deva all’altro, e l’aria, intorno a loro,
comincia a farsi più pulita, a tal punto che riesce a farsi strada una
luce sempre più forte.
- Buongiorno a tutti, sono la vostra tata di oggi: Tata Fiorsecco, e vi
accompagnerò nella pulizia di questo grandissimo archivio, oltre che
darvi qualche suggerimento per sperimentare un felice stato di 20:
LA CONOSCENZA.
- Evviva, Tata! Allora potrai dirci tu come procedere con tutti questi
libri e scaffali…Giusto poco fa Ortensia suggeriva di…
- Sì. Sì. So cosa ha suggerito, ma era proprio un’idea da 8, che si
tuffa nel lavoro fino a sfinirsi. Se vi mettete a leggere questi libri uno
per uno, penso che avrete finito fra…..santo cielo, non riesco neppure
a calcolare fra quanto!
Quello che invece vi suggerisco di fare è di leggere semplicemente
l’energia dei libri, semplicemente scorrendo con lo sguardo lo
scaffale, e fermandovi sul libro che emette la nota più stonata.
Estraete quello, e lo pulite, poi le rimettete a posto, e proseguite. Via
via che gli scaffali vengono accordati si arriverà ad un punto di massa
critica, per cui tutta la stanza si accorderà da sola.
- Ma, Tata, ci sono ancora tante altre stanze da fare! Dobbiamo
proprio farle tutte? – chiede Coriandolo.
- Se mi dici questo, vuol proprio dire che l’ortica ha punto anche te,
non solo Ortensia. Ecco, guarda qui: l’incostanza è proprio un
ostacolo, perché se non arrivi alla massa critica, tutto il lavoro che
hai fatto potrebbe poi disfarsi in poco tempo….
Tieni questo petalo di rosa: la costanza è una grande virtù, che si
pratica pensando in piccolo. Non pensare di dover pulire tutto
l’archivio: pensa di dover fare solo quello scaffale, e finito lo
scaffale, pensa al successivo.

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Se vedi solo un passo per volta, nessun passo ti peserà più del
precedente, e il lavoro procederà con scioltezza, come poco fa eri
tanto bravo a spiegare….

Ecco un suggerimento veramente utile: la sosta è già finita e


dobbiamo ricominciare a camminare. Abbiamo fatto solo un terzo
della salita, e la cima è così lontana: se guardo davanti a me vedo
altri camminatori, piccoli piccoli, che si arrampicano sotto il sole. E
io dovrei arrivare lassù? Mi viene solo voglia di tornare indietro…Ma
basta pensare solo ai passi , e non alla meta, e le cose sembrano più
facili…
E, se guardo le piccole erbe che costeggiano il sentiero, se la mia
attenzione non si sposta dal presente e dai due passi che seguono il
mio respiro, il tempo e la fatica scompaiono, e…
Ci siamo! Siamo in cima!
Tata Fiorsecco, ci sei?

- Abbiamo davvero finito? Non posso crederci!


- E’ stato facile individuare subito i libri da pulire senza doverli
leggere tutti.
- Certo,- commenta Alloro passando lo sguardo sugli scaffali
luminosi che li circondano, - c’è una bella massa di conoscenza,
raccolta qua dentro.
- Tata Fiorsecco, esiste un archivio così anche per i deva?

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- Esiste un archivio molto più grande di questo, per uomini e deva, e
ogni essere che abita la terra. E’ il grande archivio della terra, e,
prego, accomodatevi…
Che succede? Davanti ai deva si è formata un’apertura luminosa, e al
di là di essa, si intravedono stanze e stanze piene di scaffali e di libri
di tutti i colori e forme…
Entrano timidamente, in punta di ali, ma, presto, si tuffano fra gli
scaffali, estraendo libri, leggendo, e punteggiando di esclamazioni il
silenzio assorto della loro lettura.
- Ehi, Coriandolo! Ho trovato una cosa che ti riguarda: si parla di un
fatto avvenuto mesi fa, nel triangolo dei castelli della Baviera…
- Come , come? Fai vedere….Ehi, ma qui c’è tutto uno scaffale a mio
nome…Tata! Tata Fiorsecco: ci sono anche gli avvenimenti futuri?
- Si, certo che sì, c’è proprio tutto, ma non sono messi precisamente
in ordine….per trovare gli avvenimenti futuri devi seguire le linee di
energia che collegano un libro all’altro, così avrai l’esatta sequenza.
- Ma è praticamente impossibile!- la voce di Ortensia viene da dietro
un altro scaffale. - Ho trovato il mio settore, ma le linee di energia
sono una rete fittissima: seguirle è troppo complicato, ci vorrebbe…
- Costanza, ci vuole!- Interviene Alloro.- Parti dall’oggi e segui la
linea, come se fosse un gomitolo, ecco, così…
- No, non funziona così – dice Iris – ho provato anche io questo
metodo, ma le linee presto si biforcano e poi si biforcano ancora, e
quindi dal libro di oggi si passa per esempio a una ventina di volumi
che riguardano domani e …così via..
- Roba da far girare la testa!- commenta Coriandolo.- Puoi
spiegarcelo, Tata?
- Ogni volta che fate una scelta, il futuro si biforca, e si creano due
piani di realtà paralleli, e così via…E ciò non toglie che alcuni piani
si possano poi nuovamente intersecare e riunire….è molto divertente.
- E allora, Tata, a cosa ci serve tutta questa conoscenza? E’
praticamente impossibile scegliere! Sono talmente tante le
conseguenze e le combinazioni…
- Ma hai dimenticato i colori, Iris, e proprio tu! I volumi hanno colori
diversi, e così le realtà diverse che vengono create dalle tue scelte. Se
vuoi avere un aiuto nella tua scelta, portai fare un salto nell’archivio
della terra e scegliere il volume in base al colore che ti attira di più in
quel momento.

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La vera conoscenza ti porta ad accettare che tutte le strade sono
percorribili, e che tutte sono degne di essere vissute, ma che il tuo
libero arbitrio può indirizzarti in una direzione o nell’altra, a seconda
del colore che in quel momento ti piace di più. E, quando
sperimentate il 20, non vedete più solo due strade possibili, ma potete
vedere che ce ne sono tre, quattro, cinque, sei, ….tante, insomma, (lo
sapete che non sono forte in matematica). E riuscite anche a
distinguere i colori di ogni scelta, come se foste davanti ad una
tavolozza e doveste solo intingere il pennello…
Vi lascio qui. La biblioteca non ha orario, ed è aperta a tutti: almeno,
a tutti quelli che hanno svolto il programma fino al 19. E, se aveste
bisogno di una mano, c’è sempre la bibliotecaria a cui rivolgersi…
Tata Fiorsecco indica una donna vestita di bianco, che si sta
muovendo fra gli scaffali spolverandoli e pulendoli.
Ha qualcosa di familiare, quella figura vestita di bianco, è…

Sei tu?
“Be’, perché ti stupisci? Sei tu che mi immaginavi vestita di bianco, e
dunque…”
Posso entrare anche io a vedere i miei scaffali?
“Prego, di qua: basta chiedere…”
Quanti files! E quanti colori!
Prima di tutto mi piacerebbe
ordinarli per colore, poi per
intensità di luminosità, e poi…

“Un momento, per favore: prima


di consultare i volumi, ci sarebbe
una piccola formalità..”
Una scheda, una penna.
Ti pareva! Lo scrivo subito….

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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina

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21. AMORE TRA I PIXEL

-E’ emozionante, vero? – sussurra la voce di una piccola margherita.


-Sì, davvero, e pensa a quando andremo nel bosco, a studiare,
lontano da questo grigiore…Ma tu l’hai mai vista una quercia? Hai
sentito, andremo a studiare alla scuola della vecchia Quercia…
-Non l’ho mai vista, ma i deva anziani me l’hanno descritta più volte,
quando mi raccontavano le favole, e la riconoscerei ovunque. Qui
non si trovano alberi così enormi e possenti, con una chioma così
grande, sotto la quale tutti possono trovare riparo….Ehi, eccola là,
eccone una, proprio davanti a noi!
-Dove, dove, dove?- tante voci diverse chiedono, affollandosi
accanto alla piccola margherita.
-E’ proprio lì, al di là di quel vetro! Venite, andiamo: magari è
proprio quella la casa di Fata Roverella, che ci sta aspettando tutti…
Un vortice, un brillio, un frullo d’ali così veloce che solo un occhio
attento può percepire, e….spariti!
Ma quel vuoto improvviso si sente, e come!
-Piccoli, dove siete andati? Venite qui, non giocate, è pericoloso!-
Ortensia si accorge subito che non è un gioco quello che sta vivendo.
–Alloro, Iris, Coriandolo, venite, aiutatemi: i piccoli non ci sono più!
Dove saranno andati?
-Sento il loro profumo, ancora una lieve traccia, che va proprio in
quella direzione..- e Coriandolo indica la vetrina di un negozio che
vende computer.
-Oh no! Non ditemi che è successo quello che temo!- Ortensia indica
lo schermo di un computer che mostra la foto di una grande quercia.
-I miraggi! Sono stati ingannati dai miraggi!- conferma Iris.
-E ci sono finiti dentro!- constata Alloro, cupo. – Adesso, Ortensia,
non darti tutte le colpe: nessuno se ne è accorto: sono stati veloci
come solo i piccoli deva possono esserlo. Si vede che era destino che
sparissero così, prima di raggiungere la meta del viaggio. Prendila
con filosofia, e lavora sul tuo attaccamento…
-Me ne frego della tua filosofia! Sono stati catturati, sono piccoli,
indifesi, ed erano affidati a me! Adesso vado a riprenderli…
-Ferma, Ortensia! – le tre voci dei suoi amici gridano all’unisono.-
Non puoi far niente, lo sai.. per noi il mondo digitale è troppo

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pericoloso: potresti non tornare più indietro. Non puoi andare lì
dentro senza una Tata…Ci vuole prudenza, ricordati…
-Me ne frego della tua prudenza! Io sento che devo andare: nessuno
di voi può fermarmi!- E Ortensia, preso lo slancio, passa attraverso lo
schermo del computer, che si è, adesso, oscurato un attimo, come se
l’avesse inghiottita, per poi presentare, con un sofisticato effetto di
dissolvenza in movimento, un’altra fotografia: stavolta, un bellissimo
ingrandimento di un fiore.
-Oh, no! La quercia è scomparsa! Non la ritroveremo più!- E Alloro,
senza lasciar tempo a nessuna risposta, si tuffa nel cuore del fiore,
all’inseguimento di Ortensia. Lo schermo si oscura di nuovo, e
ricompare la quercia.
-Eccola, di nuovo la quercia! Povero Alloro, avrà preso una falsa
direzione. E’ solo attraverso la quercia che possiamo ritrovare
Ortensia, e lui non ce la farà mai: vado io!- Iris si tuffa fra i rami
della quercia. Lo schermo si oscura. Due mani di uomo afferrano il
computer per portarlo all’interno del negozio.
- No, Iris, dove sei? Aspettami, vengo ad aiutarti! – Anche
Coriandolo, con un volo al limite delle sue capacità, raggiunge lo
schermo in movimento, e si tuffa in quel mondo , che per molti deva
significa la morte.

Apro gli occhi. Che sogno! Sono così stanca, con queste salite e
discese, che ad ogni sosta mi addormenterei. Stiro la schiena contro il
tronco dell’albero a cui mi sono appoggiata, e osservo, per la prima
volta, di che albero si tratta. E’ una quercia, sicuramente, ma c’è
qualcosa che non va. Questo tronco non ha energia, non mi ha
riposato, anzi, è come se fossi più stanca di prima. Mi alzo e sfioro
con le mani le foglie della quercia. Che brutte macchie gialle, e come
cadono facilmente! Certo non sono foglie secche, come quelle di una
roverella sana, che ricambia periodicamente la sua chioma. Sono
proprio foglie malate.
E’ malato, questo albero. Che pena! Cosa posso fare? Mi chiedo.
Ehi, chiedo a te, qua dentro! Tu che conosci le cose, bibliotecaria dei
record akashici, signora del numero 20, mi ascolti?
“Prego?”
Quest’albero è malato, vero?
“Così sembra.”

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Come posso aiutarlo?
“Non vorrai certo un corso di biologia in cinque minuti? Non che non
potrei fornirtelo, ma dubito delle tue capacità di assimilarlo.. Quindi,
fammi pensare…qualcosa che tu possa capire facilmente, perché
l’hai già studiato, e qualcosa che tu possa avere qui con te….Non hai
mai sentito parlare di “Fiori”?
Ma certo, sciocca che sono! E tu, è inutile che fai dello spirito! E’
che, nelle situazioni di emergenza, a volte uno le cose più ovvie se le
dimentica..E questa è proprio una situazione di emergenza, da …
Rescue Remedy. La mia mano corre alla boccetta del Rescue, che
tengo nella tasca esterna dello zaino, visto che in questi giorni l’ho
usato così tante volte, fra punture di ortica, di zanzara, dolori
muscolari, e così via…Ma è praticamente finito! Ne restano solo
poche gocce! Se lo consumo ora, come farò ad arrivare a fine
viaggio, visto che dubito che incontreremo un posto dove lo
vendano?
La mia mano si stringe ancora di più attorno alla boccetta.
No, non posso accettare di ripartire senza aver dato alla quercia
quello di cui ha così evidentemente bisogno.
Verso le ultime gocce di Rescue nella mia bottiglietta d’acqua, e poi
verso l’acqua intorno alle radici dell’albero.
Benissimo! Così, oltre che il rescue, ho finito anche la mia acqua…
Ma mi sento meglio, molto meglio.
Addio, quercia, guarisci.
Mentre riprendo a camminare, c’è una voce che mi risuona dentro, e
non è la voce della bibliotecaria. Sembra piuttosto la voce di… Fata
Roverella, ma più forte, più ampia, e mi dice : Grazie, era proprio
ciò di cui avevo bisogno, per ristabilire la connessione..

Lì, nel mondo dei pixel, si sente qualcosa che fluisce, che non
procede a scatti: assomiglia al vento che stormisce fra le fronde di un
albero, a linfa che scorre, a voce che canta, alla voce di..
- Roverella, sei proprio tu? – esclama Coriandolo, occupato a
schivare impulsi elettrici che gli passano accanto.
- Fata Roverella, sono qui!- dice Alloro, con voce tonante, al di là di
un muro di metallo
- Fata Roverella, di qua, di qua!- ecco Iris, che tiene per mano
Ortensia, e..

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- Fata Roverella, Fata Roverella, eccola, lo sapevamo! – urlano tante
voci argentine di piccoli deva.
- Venite qui, sotto la mia chioma.- Fata Roverella ride.- Anche se è
una chioma digitale, il mio spirito riesce a governarla, perché l’amore
può guidare qualsiasi pixel…
- Dove ci porti?- chiede la margherita, aggrappandosi ad una fronda
di energia.
- Che domande: a casa, alla Scuola della vecchia Quercia!
Ed ecco un turbine, una vibrazione, un reset del computer (la voce
del commesso dice: “Ecco, abbia pazienza, a volte si deve riavviare”)
e Fata Roverella e i piccoli non ci sono più, mentre Ortensia, Iris,
Alloro, e Coriandolo si ritrovano proprio di fronte al negozio,
sull’aiuola di un giardinetto di città.
- Finalmente, eccovi qua! Credevo che la lezione non finisse mai!
Una tata tutta vestita di blu si presenta: - Buon giorno, sono Tata
Cicoria!-
- Ma cosa dici, Tata Cicoria: la lezione di oggi non è neanche
incominciata!
- Questo lo dite voi. Non avete ancora capito che queste lezioni
sono…esperienziali, si dice così oggi, no?
- Vuoi dire che era tutto programmato? Abbiamo corso questi rischi
solo per una lezione? – Alloro chiede, enfatico.
- No, no, nessun programma. L’unico programma era che voi
sperimentaste l’arcano 21: L’AMORE. Avete fatto tutto da soli, o
quasi. Adesso faremo un debriefing, per capire cosa vi è successo.
- Io credo che sia nato tutto da un errore, e avevo anche avvertito
Ortensia. Secondo me – dice Alloro - lei è stata punta
dall’attaccamento e ha usato l’intenzione, come un 11, seguendo i
piccoli per una motivazione non corretta.
- E se invece avesse preso una decisione giusta perché aveva stabilito
una forte connessione ?– qui Tata Cicoria estrae il petalo di rosa già
noto ai deva.
- Come possiamo capirlo?
- Come al solito, dalle conseguenze. Cosa è successo, dopo?
- Ecco, a catena, ci siamo buttati tutti dietro a lei, senza nemmeno
starci a pensare su… - risponde Iris.
- Per forza, era una situazione di emergenza Non avresti mica voluto
metterti ad estrarre gli arcani di fronte a quei miraggi che si

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alternavano velocemente? Io mi sono sentito spingere avanti da un
fuoco che divampava dentro di me…- continua Alloro.
-Potrebbe chiamarsi amore, credo….- Tata Cicoria sorride. – Avete
avuto la sensazione di essere stati manipolati, per spingervi a seguire
Ortensia? – La Tata estrae una foglia d’ortica che reca la parola
manipolazione. – Qualcuno vi ha detto: “se mi ami, devi aiutarmi,
devi seguirmi? “Oppure: “provami la tua amicizia, il tuo affetto, e
aiutami”?
Un “Noo!” scandalizzato esce all’unisono dalla bocca dei deva.
- Benissimo: dunque, la motivazione che vi ha spinto era pura e
nobile. Ecco qua: sacrificio, è la virtù che faceva parte della lezione
di oggi, e l’avete già praticata. Anzi, per essere corretti, l’abbiamo
praticata, perché anche io, cosa credete, non è che stessi così
tranquilla a vedervi correre quei rischi restando ferma immobile, per
non interferire nelle vostre scelte: anche star fermi è amore, a
volte….

- Ma, Tata, io ti ho visto, non eri ferma e immobile, c’eri anche tu, eri
tu quel fiore blu che compariva sullo schermo del computer…
- Touché…E’ difficile smettere le vecchie abitudini: quando ero una
semplice fata, ogni tanto, avevo il vizio di impicciarmi dei fatti degli
altri, ma stavolta no…Ho dovuto seguirvi giusto per controllare
l’andamento della lezione…..almeno credo…spero…
- E se ci fosse successo qualcosa di terribile, Tata, saresti
intervenuta?

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- Non so, cara Ortensia. In quei momenti non si sta tanto a ragionare:
è il cuore che comanda. Il cuore, non l’attaccamento, certo. Se sei in
profonda connessione il cuore, l’amore, ti dirà cosa fare..

Connessione! Ecco perché la quercia mi ha ringraziato della


“connessione che le avevo offerto”!
Che bello! Tutto è bene ciò che
finisce bene, come si dice…
“Anche se hai sete e sei
stanca?”
Bene, mia cara, gli atti d’amore
fanno passare sete e
stanchezza, nel caso tu non lo
avessi ancora provato..
“Allora, visto che non sei
stanca, che ne diresti di
scrivere il tuo arcano?”

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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina

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22. UNA LUDOTECA CON MOLTE FINESTRE

- Seguitemi, ragazzi. Questa è una potenziale oasi nella desolazione


delle terre d’asfalto. Il suo nome umano è ludoteca, ed è uno spazio
dove i bambini possono giocare.
- Ma da quando in qua i bambini hanno bisogno di uno spazio per
giocare? A loro bastano due sassi e uno spago, per inventare cose
magnifiche!
E tu Tata, sei la nostra insegnante di oggi?
- Esattamente. Sono Tata Cerato, e sono venuta per accompagnare
anche voi nello spazio del 22: IL PASSAGGIO.
- Il passaggio? Per dove?- chiede Iris, timorosa.
- Per altri mondi, che diamine! Ma non è questo il momento di
parlarne…E tu , Alloro, perché ti sei rannuvolato?
- Mi dispiace dirlo, ma credo proprio che siano tutte fantasie. La
nostra immaginazione è una gran bella cosa, ma da qui a pensare che
altri mondi esistano realmente….
- Ho capito, ho capito. Vuol dire che hai subito bisogno di uno dei
miei petali di rosa: ecco qua. Abbi sempre fede che il tuo intuito ti
mostri la giusta strada. E cosa dice il tuo intuito, Alloro?
- Ecco, io penso che, se
esistessero davvero altri mondi,
sarebbe davvero molto complicato
riuscire a stare fermi nel proprio
senza andare a curiosare in casa
d’altri, e siccome qui da noi non è
venuto a curiosare quasi
nessuno ,a parte quella
“osservatrice”, che, secondo me
non è reale, è solo una forma
pensiero larvica di qualcuno di noi
– e, dicendo questo, Alloro guarda
intenzionalmente Ortensia – allora propendo per pensare che…
- Basta, basta arzigogolare! Ti sei aggrovigliato nei tuoi dubbi e nella
tua finta logica. Tata Cerato, che razza di ortica l’ha punto?- chiede
Coriandolo

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- Vediamo: cercate di arrivarci voi stessi. Alloro, estrai tre arcani,
su…
- Ecco qua: 6: L’ALTRO , e l’ortica che, secondo voi, mi ha punto,
è…proiezioni. Non capisco: L’ALTRO può avere un senso, in fin dei
conti stiamo parlando di altri mondi, ma che cosa mai sto
proeittando?
- Forse – interviene Iris –stai proiettando sugli altri la tua stessa
voglia di curiosare, e, siccome non li vedi farlo, pensi che allora non
esistano. Ma guarda che non ce ne sono mica tanti, di curiosi come
te! Io , per esempio, non ho tanta voglia di andare in esplorazione,
perché la cosa mi fa un po’ di paura.
- E allora,- continua Alloro, voltando il petalo di rosa che è atterrato
vicino a lui,- a cosa mi servirebbe il buon senso?
- Ti servirebbe a capire – gli risponde Ortensia - che la nostra
osservatrice è un personaggio troppo strampalato per uscire dalla mia
fantasia, per quanto io possa essere una romanziera esperta, e quindi
deve esistere realmente.
- E dunque, basta che esista un solo mondo diverso dal vostro, che
dovrai accettare la possibilità che ne esistano altri, senza ricorrere a
se o a ma, finendo in un bel groviglio mentale.- conclude Tata
Cerato, porgendo ai deva le relative foglie d’ortiche.
- Tata, che cosa ci facciamo nella ludoteca, visto che un’oasi non ha
bisogno di essere pulita?- chiede
Coriandolo.
- Ha molto bisogno invece di
essere pulita! – insiste Tata Cerato
– Qui i bambini creano, e hanno
bisogno che non ci siano intorno a
loro le forme pensiero degli adulti
che, pensando o dicendo che i loro
giochi sono solo fantasie,
impediscono la crescita e la
realizzazione di nuovi mondi.
Guardate là, per esempio, quel
bambino che sta lavorando con la plastilina, e che ha costruito una
palla con due occhi e una bocca. Adesso è incerto se aggiungerci due
gambe: senza gambe la palla potrebbe rotolar via meglio, ma qualche
forma pensiero che gli aleggia intorno gli sta dicendo: “un essere così

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non può esistere: se gli metti un paio di gambe può somigliare un po’
di più ad un uomo, e sarai lodato dalla maestra , che ti farà un bel
sorriso…”
Ortensia prende il suo retino acchiappa-forme e cattura al volo quel
pensiero molesto.
Il bambino prende un altro pezzo di plastilina di colore diverso, e
comincia ad appoggiare tante bolle sulla palla. -E’ uno smile a pois!-
gli dice la maestra, col sorriso distratto di chi non vede niente di
nuovo sotto i lsole.
- No, no,- sussurra Iris all’orecchio del bambino - non è uno smile: è
una nuova specie di fiore sorridente che sta, proprio ora, nascendo in
un mondo di là dal cielo. Bravo, è una bellissima creazione!
- Proprio così, Iris, Ortensia: ottimo lavoro di squadra. Dunque,
all’opera! E poi, quando avete finito, ricordatevi che la ludoteca sarà
un posto così pulito che potrete usarla voi stessi per giocare un po’….

Siamo già arrivati? Oggi tappa breve, per far riposare i muscoli. E
che cosa mai faremo, in questo posto fuori dal mondo, per tutto il
pomeriggio?
Per tenere lo zaino leggero mi sono portata dietro solo un blocco, una
penna, e pezzetti di pastelli. Le mie mani girellano sul foglio,
muovendo la matita senza intenzione. E’ così naturale disegnare fiori,
quando ne sei circondata. Ma forse non è così naturale non copiare i
fiori che mi circondano, ma disegnarne di nuovi….e la mano
comincia a tracciare un tondo, una sfera, a riempirla di bolle,e a
completarla con un sorriso. Un fiore sorridente, possibile?
No, che non è possibile, certo che no.
“E chi te lo dice?”
La statistica, la probabilità, l’osservazione dovuta…
“Alla tua misera esperienza di qualche migliaia di anni…. Vuoi che
te lo cerchi in biblioteca?”
Per carità, mi fido, mi fido….però quel pensiero molesto mi gira
ancora intorno..La matita disegna un retino che rincorre una forma
disarmonica. Ecco, presa! Adesso comincio a ricamarci intorno, a
colorarla, e ne viene un bellissimo riciclaggio di disegno sbagliato…
Come vorrei disegnare qualcuno dei deva miei compagni di scuola!
Ma, fino ad oggi, li ho visti e non visti, sentendo le voci e
percependone l’energia, più che vederli..Anche se, chiudendo gli

109
occhi, posso un po’ immaginarmeli….Il colore blu e azzurro di
Ortensia prende una forma più definita, l’aspetto diventa
inevitabilmente simile a quello di una fatina della tradizione
anglosassone, con ali e tutto il resto…La mia mano ne traccia un
veloce schizzo sul foglio….

- Ehi, cosa mi succede? – chiede Ortensia, preoccupata. – Mi stanno


spuntando le ali, ma è un bel po’ che non ho più le ali…Che c’è, Tata
Cerato? Ho sbagliato qualcosa e mi avete retrocessa?
Tata Cerato? Dove sei?

Tata Cerato, sei qui con me? Mi vuoi dire qualcosa?


- Ti voglio dire solo di aver fede: se non riesci a vedere Ortensia
come tu vorresti, vacci piano con l’immaginazione, potresti andare a
disturbarla nel suo mondo e alterare la sua forma. Accetta,
semplicemente, di incontrarla per quello che ti permette l’apertura
della tua finestra verso il suo mondo. Via via che il vetro della tua
finestra sarà un po’ meno smerigliato, i suoi contorni diverranno più
precisi e non avrai bisogno di ricorrere a forme pensiero esistenti da
tanto, e piacevoli, anche, e belle a vedersi, sì, ma solo forme
pensiero….La realtà è tanto più bella…
Mi precipito a fare una croce sul disegno.

- Ah, meno male….sono sparite: è di nuovo tutto a posto - Ortensia


tira un respiro di sollievo.- Cosa state facendo? – chiede poi ai suoi
amici, molto impegnati a lavorare con la materia astrale.
-Io sto facendo dei pensieri buffi e gli sto dando la forma di farfalla –
dice Coriandolo -;
- e io li sto colorando: farfalle incredibili.. – aggiunge Iris.
- Io li guardo giocare e mi diverto, e poi, quando il prodotto è finito,
lo spedisco al di là di quella finestra, nel mondo della nostra strana
osservatrice: riesco a farlo benissimo, avendo accettato che ciò è
possibile.- aggiunge Alloro.
- Io, allora, - dice Ortensia - inventerò una storia, che racconta di un
gruppo di viaggiatori, uomini e deva, insieme. La intitolerò “Dove
nasce il vento del paradiso”. Infatti il gruppo di viaggiatori, fatto di
esseri di terra e esseri di aria, si era messo in viaggio verso una

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nicchia energetica molto potente, dove le idee e i pensieri nascenti
creano un tale turbine che esso dà forma ad un vento…..

Che farfalle incredibili, oggi! Non credo di averne mai viste tante…
Saranno state richiamate dal retino che ho disegnato, chissà…
Devo proprio stare attenta a ciò che scrivo e a ciò che disegno..Be’,
certo, anche a ciò che dico: ma quello credo che sia ancora più
difficile…
Ad esempio, il prossimo libro della Carote e Lillà, che sarà scritto sul
viaggio a Nord-Est, dovrà essere scritto con la massima
attenzione….Soprattutto a cominciare dal titolo, che ovviamente darà
l’impronta al libro.
Che cos’è questo vento improvviso che mi gira le pagine del blocco?
Non c’è più modo di disegnare, oggi, ma…potrebbe essere un buon
spunto per il titolo. Il titolo dovrebbe parlare di un vento, me lo dice
qualcosa…

- Non mi piace quando mi chiamano qualcosa! Mi dice Ortensia


nelle orecchie.
Come, cosa? Non sapevo che ci fossi anche tu: non ho nemmeno
chiuso gli occhi, né mi sono concentrata pensando a te..
- Neanche io, se è per questo,
avevo chiesto un paio di ali,
quando invece qualcuno me le
stava disegnando..- Ortensia
indica il mio blocco…
Non mi piace quando mi
chiamano qualcuno!
Tata Cerato! Eccola apparsa, con
una nuova folata di vento.
- Il vento sta cambiando: devo
andare via, come dice la legge
Poppins che governa la durata
delle tate. Il vostro incontro, per oggi, finisce, e devo dire che stava
quasi per sconfinare nell’arcano successivo….
Ortensia non c’è più.
E il vento, adesso, è cessato.
“Ottimo! Così puoi scrivere il tuo arcano in tutta tranquillità…”.

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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina

112
23. SCAMBIO DI REGALI

- Ehi, tu…ci sei? Mi vedi?


- Be’, vederti proprio no, e neanche ci voglio provare, altrimenti ti
ritrovi un paio di ali in più e un aspetto che non so se è di tuo
gradimento…
- Alquanto stucchevole, direi, ma posso accettarlo, quello….Senti,
che ne diresti di un piccolo rendez-vous? Che so, un tè delle cinque o
cose del genere, oggi , quando noi avremo finito di lavorare e tu di
camminare?
- Sì, volentieri…Vi aspetto tutti qui da me a fine giornata.
- Be’, no, veramente…non so se gli altri sono in grado di passare
dalla finestra, e quindi, magari…è meglio se vieni tu da noi: uno
spazio dove ritrovarci lo troviamo di sicuro, di aiuole spartitraffico
non ne mancano, nel tuo mondo.
- Guarda, mia cara, che, a rigor di bon ton, visto che sei tu che hai
proposto l’incontro, sei tu che devi spostarti, se io ti invito…
- Non avrai mica paura di passare la finestra?
- Io? Che dici? È solo che mi sembra più giusto che siate voi a venire
da me: ci sono più alberi, sarete sicuramente più a vostro agio…
- Magari un’altra volta, allora…Mi chiamano, devo andare.
Sarà vero o sarà solo una scusa che ha fatto scappare Ortensia?
Chiudo gli occhi.

- Buongiorno, Ortensia. Dove eri finita? La lezione sta


incominciando: sono Tata Impatiens, e so che dovrei sempre
aspettare che tutti gli alunni siano presenti in aula, ma non riesco a
perdere completamente le vecchie abitudini di quando ero fata, e
acceleravo sempre il passo.
Dunque, miei cari, l’arcano di oggi è il 23: L’OLTRE.
E l’esercitazione è la seguente: dovrete fare dei regali. Arrivederci.
- Tata Impatiens, dove vai?
- Ma come, se ne è già andata?
- Allora è proprio come la sua pianta che fa fiori e frutti nello stesso
giorno e non aspetta neanche un po’…
- Ma a chi li dovremmo fare questi regali?

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- Io ho un’idea – dice Coriandolo - Facciamo dei regali a noi stessi,
però col gioco del sorteggio. Ognuno di noi preparerà un bellissimo
regalo (talmente bello che, se lo ricevesse lui, farebbe un triplo salto
per la contentezza), poi li impacchetteremo tutti in modo che non sia
possibile capire cosa sono, e ognuno di noi ne sceglierà uno a caso.
- E dove li troviamo, questi regali? – chiede Iris.
- Nei negozi: credo proprio che Tata Impatiens ci faccia fare questa
esercitazione per farci pulire tutti i negozi della città: certo poteva
anche spiegarcelo un po’ meglio…- Risponde Ortensia.
- Allora, a dopo!

Che idea! Mi piacerebbe fare un gioco così…


“E chi te lo impedisce?”
Certo, si può fare. Chiederò ai miei compagni di cammino, visto che
questa è la nostra ultima sera insieme, se hanno voglia di fare uno
“scambio di regali anonimi”. Sarà divertente !
E poi, abbiamo tutto il giorno per procurarci dei regali appropriati. Io
penso che disegnerò qualcosa , e poi scriverò dei versi: l’arte è
sempre ben accetta come regalo…Almeno, a me piacerebbe
moltissimo ricevere qualcosa del genere, da appendere sul muro,
davanti alla scrivania, per ricordarmi di questi bei giorni….

- Che pacco enorme! Chi è che l’ha fatto? Deve essere costato molta
energia….
- Modestamente, mi sono dato un bel po’ da fare… - dice Coriandolo.
- Lo prendo io! – No, io!
- Fermi, fermi…- ecco apparire Tata Impatiens. - Avete detto “a
sorte” e sarà così. Coriandolo,voltati. Ecco: a chi va il tuo regalo?
Ad A, B, o C?- chiede la Tata mentre indica i tre deva uno per uno…

E’ già l’ ora dello scambio? Vengo subito! Ecco sì, tutti i regali in un
cesto, e ognuno stia attendo a non riprendere il suo…
Ecco, questo mi sembra abbastanza grosso, e la carta in cui è
incartato è molto colorata…mio!
Cosa? Un calzino? Certo, è molto bello, così morbido e colorato:
arancio e viola, poi, sono dei bellissimi colori, ma…uno solo? Ah,
capisco…hai perso l’altro e di questo non sapevi che fartene…
“Che c’è? Ti vedo un po’ in difficoltà..”

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Che me ne faccio di un calzino solo? Se penso a quanto ho lavorato
per fare il mio disegno e scrivere i versi, e in cambio ho recuperato
un calzino spaiato…
“Ti sei divertita mentre lavoravi?”
Sì, certo…
“E allora il tuo regalo in cambio l’hai già avuto. E poi, non si può
mai sapere: magari in futuro potrà esserti utile….”

- Coriandolo, che hai? Non hai l’aria contenta come gli altri…
- Ci credo, Tata Impatiens…Hai presente il regalo che ho costruito
con la plastilina che ho trovato nel negozio di giocattoli? L’ho fatto
tutto io , quel fantacolorspicchio a molla, che permette di cambiare
orientamento ai propri pensieri tutte le volte che vuoi. Ci ho lavorato
tutto il giorno, girando di negozio in negozio e osservando i pensieri
delle persone, e soprattutto i pensieri felici dei bambini….Mi sarei
aspettato di avere in cambio un regalo altrettanto bello, e invece….mi
è toccato proprio il più brutto…
- Ah-ah: Coriandolo è stato punto da una foglia di ortica, e si sente
una vittima .. Coraggio, Coriandolo, fai volare i tuoi arcani, e
vediamo che cosa ti suggeriscono.
- Eccoli: 1:LO YIN, fretta, e tempo. Lo Yin vorrà dire che devo
rallentare, devo fermarmi e non
giudicare così in fretta se il mio
regalo è davvero così brutto.
Forse, col tempo scoprirò che può
essermi utile…è così?
- Più o meno..Vediamo subito.
Prendi in mano il tuo regalo, quel
micro..micro..
- Microscopio, si chiama-
interviene Alloro - E’ molto utile
e l’ho trovato in un negozio per
ricercatori. Sembra che serva per
mettere a fuoco le cose: non credo
affatto che sia un brutto regalo..-Alloro guarda Coriandolo con
intenzione.
- Allora, provo subito ad usarlo: vediamo. Con questa rotella cosa
metto a fuoco?

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- Il tempo, no?- dice Ortensia. E pure ti è anche stato suggerito…Vai
a vedere cosa precisamente è successo prima che decidessimo di fare
lo scambio di regali..
Coriandolo fa scattare la rotella del microscopi: - Ecco, è andata
proprio così: io ho detto che avevo un’idea, e ho proposto lo
scambio..
- Allora, sei stato tu a proporre uno scambio alla cieca! Ma, per
definizione, uno scambio di tal genere non può creare aspettative,
giusto?
- Effettivamente è vero..Non avrei dovuto aspettarmi chissà che
cosa… e, di fatto…
-Ecco qua un petalo di rosa, per aiutarti- continua Tata Impatiens.-
Prenditi le tue responsabilità, e accetta che le cose siano andate così.
Forse anche gli altri avranno le loro , di responsabilità, ma non sta a
te giudicare, c’è qualcuno sopra di voi che ha questo compito. A
ognuno il suo, come si dice, con equanimità. - Che strumento
fantastico!- Ortensia ammira il microscopio - con questo e il tuo
fantacolorspicchio potremmo fare un ottimo gioco di squadra, se ogni
tanto accetterai di metterlo in comune…..
Ma sì, Tata Impatiens ha proprio ragione. Non posso certo giudicare
ora dell’utilità o meno di un
calzino spaiato. E poi temo di
essermi anch’io fatta un bel po’ di
aspettative; inoltre, anche nel mio
caso, l’idea del regalo di scambio
è stata mia…Vorrei proprio
raccontare a Coriandolo che anche
a me è successo..… ma che
succede?
Il paesaggio , intorno a me,
cambia velocemente, e assume
una connotazione familiare: ecco
un albero di tasso e…
- Il Ventaglio!-
- Il tè delle cinque, benvenuti!-
- Ciliegio?-
Non sono solo io che ho parlato, ma, insieme alla mia esclamazione,
hanno vibrato le voci di Ortensia, Iris, Alloro , e Coriandolo.

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- Che ci facciamo qui? Io speravo che venissi a trovarci nelle terre
d’asfalto..- dice Ortensia, rivolta a me
- E io volevo raccontare a Coriandolo che ho vissuto la sua tessa
esperienza nello scambio dei doni…- rispondo io.
- Ma, avete notato che “ci vediamo” senza finestre di alcun genere?-
chiede Iris.
- Finalmente l’avete notato! E, visto che ormai avete tutti
sperimentato il 23, la lezione, stavolta, è veramente finita, e io posso
andarmene in un altro “oltre”….Addio!
- Mai visto una Tata più veloce a salutare e a sparire!
- Davvero! Ma, Ciliegio, come mai siamo finiti da te?
- Vedete, io riuscivo a seguire le vostre imprese, dalla mia postazione
di custode delle api (e avevo un sacco di tempo libero: le api stanno
diventando sempre più evolute), e ho visto che stamani vi eravate
messe in un bello stallo - dice, guardando me e Ortensia – e non
riuscivate a venirvi incontro equanimemente. Allora ho pensato di
metterci del mio, e ho allestito qui nel parco un bell’ incontro con ,
come si dice?, ricchi premi e cotillons, giusto?
- Premi, premi? – esclama Coriandolo. – Hai preparato dei premi?
- Un premio, uno solo, e l’ho preparato per tutti voi, anzi, per tutti
noi.
Durante la vostra esplorazione del 20, quando siete andati via dalla
biblioteca, ci ho fatto una capatina e mi sono attardato un po’ a fare
delle ricerche. Mi aveva incuriosito quello che la nostra osservatrice
aveva detto di un certo “gioco dell’oca”, e allora ho cercato nella
sezione giochi, e ho trovato anche molti altri spunti, che mi sono
serviti per costruire …questo!
- Cos’è, Ciliegio?
- Un tabellone?
- A forma di ciliegia?
Ciliegio volta il tabellone che ha in mano e appare uno schema del
tutto simile a…
- Ma è il vecchio gioco dell’oca!- dico io.
- Non proprio, non proprio…Ci sono spunti simili, ma c’è anche
molto del gioco della Lila, come viene chiamato negli antichi Rig
Veda, e poi ci sono i nostri arcani, e i petali di rosa , e le foglie di
ortica, e…
- Che bello, dai!

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- Mettiamoci subito a giocare!
- Ma occorrerà un dado!- dico io.
- Basterà un dado virtuale:- risponde Ciliegio. – chiedi ad alta voce:
un numero , prego!, ed ecco, vedi? Comparirà in aria, proprio
accanto a te, un numero da 1 a 6…E adesso, chi comincia?
-Ehm, ehm, scusate se interrompo la festa, ma…lì in biblioteca,
signor Ciliegio, ha lasciato molti volumi aperti e da rimettere a posto.
- Oh, pardon, mi scusi, signora bibliotecaria! Torno subito, ragazzi,
aspettatemi!
- E, mentre aspettate il ritorno di Ciliegio, mi permetterei di suggerire
a tutti voi … sapete,mi servirebbero per il mio archivio… di scrivere
i vostri arcani…

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Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina

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24. IL METODO GLOBALE

E’ tutta la mattina che cammino, in questo ultimo giorno di trekking,


vedendo con la coda dell’occhio il paesaggio intorno a me mutare in
modo curioso: a volte vedo una strada, dei negozi, a volte ritorno a
osservare il sentiero con i miei compagni di viaggio, a volte il parco
del ventaglio. E, sempre, sento accanto a me le voci di Ortensia, Iris,
Alloro, Coriandolo, e Ciliegio, che parla alle api.
Che confusione! Sarà sempre così?
“Hai mai provato ad ascoltare la radio quando non è sintonizzata?”
Certo, e poi basta spostare un po’ la manopola per sentire solo il
canale che ci interessa. E’ così che devo fare?
“Esattamente.”
Peccato che non abbia ancora capito dove è la manopola nel mio
cervello!
“Lo capirai, lo capirai…”
Non vedo l’ora di aver concluso il viaggio, così potrò ritrovarmi in
tutta tranquillità con i miei amici deva: dobbiamo ancora provare il
gioco di Ciliegio. Ieri sera, poi, non c’è stato il tempo nemmeno di
fare qualche tiro di dado: fra una cosa e l’altra, si era fatto tardi, e io
sono andata a dormire. A proposito: ma i deva dormono?
“Lo scoprirai presto….”

Eccoci qua, tutti insieme, sotto il tasso, proprio come ieri.


- Finalmente! Mancavi solo tu! Possiamo cominciare a giocare, e…
- Buon giorno, ragazzi! Piacere di vedervi: sono la vostra insegnante
di oggi, Tata Violetta. E sappiate che oggi sarà la vostra ultima
lezione. Immagino che non vedrete l’ora….ma che cosa sono quelle
facce ?
-Ecco, noi..- è Ortensia che parla – non ce lo ricordavamo più…Fra
la fine della missione e il ritorno a casa, e la voglia di giocare a
questo gioco stupendo che…Non potremmo rimandare la lezione?
- Sì, Tata Violetta: credo che non ci farebbe male un po’ di relax
dopo tutto quell’asfalto; e dopo, saremo sicuramente più pronti alla
comprensione – continua Alloro.
- Bene. Alloro e tutti quelli che la pensano come lui: forse è il caso
che controlliate di non essere stati punti dall’ortica dell’orgoglio. Chi

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o che cosa vi fa pensare che sappiate decidere, più di me, e più di Chi
manda me da voi, che cosa è giusto per voi e per il vostro
apprendimento?
Adesso , odorate bene questo petalo di rosa, e, con umiltà, accettate il
programma di oggi. Ortensia, consulta i tuoi arcani per capire come
mai vi eravate scordati della lezione.

- Eccoli: 10, gioco e dispersione. Dunque, ci eravamo lasciati


risucchiare dal turbine degli avvenimenti, e non mantenevamo più la
consapevolezza di noi stessi e dei nostri obiettivi; il gioco è una
risorsa, certo, ma forse ce ne siamo lasciti prendere troppo, tanto è
vero, che ci siamo dispersi in altre attività, senza pensare alle nostre
priorità, nel nostro progetto di vita.
- Perfetto: dunque, mettete via il gioco di Ciliegio, avrete sempre
tempo per giocarci, e ascoltatemi mentre vi spiego l’ultimo arcano, il
24: NOI.
Sapete, l’incarico di spiegare questo arcano è stato dato proprio a me
perché avevo la brutta abitudine, quando ero più giovane, di voler
fare sempre tutto da sola. Invece la parola NOI indica proprio che in
questa situazione, della parola “io” fareste bene a scordarvi. Tutto
viene valutato e deciso in modo cooperativo. Il vostro punto di vista
individuale non conta più niente, se non si accorda a quello degli
altri, così come il canto di un corista entra in risonanza armonica con
tutto il coro, pur essendoci partiture diverse per ogni cantante.

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L’esercitazione di oggi, dunque, consiste nel lasciarvi guidare da chi
ne sa più di voi (il direttore del coro, potremmo chiamarlo), e, per far
questo, occorre che vi mettiate a dormire.
- Dormire?- le cinque voci dei deva hanno esclamato all’unisono,
sbalorditi.
- Ma..non l’abbiamo mai fatto..
- Quante altre volte, nella vostra vita, avete vissuto un’esperienza da
24? E quindi, c’è sempre una prima volta…anche per te, sai: -
continua Tata Violetta guardandomi – il dormire di cui parlo è
diverso dal sonno a cui sei abituata. E’ un dormire in cui rinunci ad
agire col tuo corpo fisico, ti fai portare ed indicare la strada, ma
mantieni la tua coscienza vigile per tutto il tempo. Ecco, se vi
accomodate tutti sotto questo tasso, sarete comodissimi…
- Io…ho paura di chiudere gli occhi…- mormora timidamente Iris.
- Ascolta, Iris- le dico – anche noi umani, quando siamo piccoli, a
volte abbiamo paura di andare a dormire, e allora…
- Allora - continua Tata Violetta – per questa volta puoi farti
confortare da qualcosa a te caro, qualcosa che ti faccia sentire al
sicuro…
- Ma io non ho niente del genere: - dice Iris – non sono una piccola
umana che va a nanna col suo oggetto transizionale, io…
- Ecco qua: - e porgo a Iris il mio calzino spaiato viola e arancio. –
A qualcosa doveva pur servire! Senti com’è morbido!
- E che bei colori! – commenta Iris, rinfrancata.
- E adesso non ci sono più scuse. Cantiamo tutti insieme una Ohm,
lasciando poi che le voci si spengano e ci accompagnino nel viaggio
in cui sarete portati felicemente ad una meta sicura …

- Evviva, sono arrivate le Tate! Eravate in ritardo: che cosa vi era


successo?- Le voci di tanti piccoli deva salutano il nostro arrivo in un
posto non molto lontano, perché, ecco.. siamo sempre sotto il tasso,
ma , forse, in un’altra dimensione…Davanti a noi, margherite, viole
del pensiero, gerani, tutti i piccoli deva di città che salutano
affettuosamente Ortensia, e Fata Roverella che li sta accompagnando
come una chioccia. Noi siamo tutti qui, e siamo abbastanza
sbalorditi: nessuno ci ha dato nessuna istruzione, e Tata Violetta, alla
quale vorremmo rivolgerci, sta volando via facendo cenni di saluto.

122
Ma, ecco, che delle parole si formano nella mia mente, e mi sento
dire:
- Buon giorno a tutti: siamo le vostre Tate , e siamo qui per
insegnarvi a comporre i vostri 24 arcani…
- Infatti – continua Alloro con scioltezza – oggi potremmo
cominciare proprio dal numero 1, che si chiama LO YIN….
- In realtà – interviene Ortensia – potrebbe proprio andare così, la
lezione, se non fosse che ormai i tempi sono cambiati . Quando
eravamo giovani, gli arcani ci vennero insegnati così, uno alla volta e
in sequenza, come vi indicava Tata Alloro, ma noi crediamo che per
giovani generazioni come voi, la cosa migliore sia utilizzare il
sistema di apprendimento globale, e quindi vi proponiamo di
imparare gli arcani giocando ad un bel gioco: Tata Ciliegio, mostra il
tuo tabellone!-
Un coro di sììì e di evviva sommerge le ultime perplessità di Alloro,
che del resto, anche lui, non vedeva l’ora di giocare.
- Dunque, brevemente, le regole: – dice Ciliegio - si tira il dado, uno
alla volta, e si procede nel tabellone. Se esce un 6, il dado si tira
un’altra volta, se invece i 6 escono tre volte di fila, si salta un giro
(così si impara a rallentare). Ci sono alcune caselle che contengono
una freccia, e che portano avanti nel gioco, facendo fare dei gran
salti, e ci sono caselle, invece, che contengono un serpente, che vi
inghiotte e che vi fa uscire dalla sua coda, riportandovi indietro e in
basso.
Il gioco finisce nella casella numero 68, e bisogna arrivarci con un
numero esatto. Se, tirando il dado, il numero uscito è maggiore,
allora si procede con successive reincarnazioni, finchè non si riuscirà
ad arrivare al 24 in modo esatto. E, anche per reincarnarsi, bisognerà
arrivare alla casella 72 (proiezioni) in modo esatto, altrimenti
occorrerà aspettare, e, nell’attesa, un po’ di meditazione non farà
male…
Ogni casella in cui sosterete, ogni freccia che prenderete, ogni
serpente da cui sarete inghiottiti, avrà per voi un significato preciso e
vi fornirà indicazioni utilissime sulla vostra vita, per cui prendete
appunti, mentre giocate. Noi siamo qui per aiutarvi a capire ciò che
non vi è abbastanza chiaro.

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I piccoli deva cominciano a giocare, mentre Iris bisbiglia, in modo
che solo noi Tate possiamo sentirla: - Ma cosa possiamo spiegare,
visto che non ci abbiamo giocato neanche una volta?
- Non ti sei accorta – le dice Ciliegio – che c’è qualcuno, sopra di
noi, a metterci in bocca le parole giuste? Io non sapevo le regole
prima di esporle, eppure mi sono venute fuori così, senza alcuna
esitazione…
- E neanche io – continua Ortensia- mi immaginavo che avrei
proposto di giocare al gioco di Ciliegio…
- Spiegatemi questo, allora: - chiede Iris – sul tabellone, gli arcani
sono in successione, ma i petali di rosa e le foglie di ortica non
rispettano i livelli in cui li abbiamo studiati.
- E’ vero, – conferma Alloro – trovo che il tabellone manchi un po’
di…metodo…
- Ma la vita è così – intervengo io – Anche la vita spesso manca di
ordine: e le emozioni, gli ostacoli, le risorse, si alternano
disordinatamente, e compaiono a volte quando meno te lo aspetti.
Guarda là, per esempio, la casella subito prima dell’arcano 20: credi
avercela fatta, e invece, se ti fai prendere dalla debolezza, ti inghiotte
un serpente che ti riporta al 2!
- E’ vero, è proprio così: mai mollare la guardia, ecco la morale che
se ne ricava…
Ma queste ultime parole, dette da Coriandolo, vengono sommerse da
un vocìo indescrivibile di toni acuti che si sovrammettono,
rivolgendosi chi a me, chi ad Ortensia o a Ciliegio, chi a Iris, o ad
Alloro, o a Coriandolo:
- Tata, tata! Cosa vuol dire il 10?
- Io, io, Tata! Perché la mia freccia mi ha portato oltre il 24? Adesso
devo ricominciare tutto da capo?
- Tata, guarda qua! Il dado continua segnare 1, resto sempre dietro gli
altri..
- Tata, tata!…ma la reincarnazione comincia con una menzogna?..
- Tata, tata, per favore, spiegami il 15…
- E a me l’11, continuo a tornarci…
-Tata.. tata!….
Il frastuono cresce sempre di più, le parole non si distinguono, tutto si
sfuoca, e…

124
Siamo di nuovo qui, sotto il tasso, e Iris ha ancora accanto a sé il
calzino spaiato che ora so che le lascerò, ben nascosto dalle foglie
alla base dell’albero.
- Ma siamo proprio sicuri – è Alloro quello che parla per primo – che
questo metodo globale dia davvero dei frutti? Io credo solo che faccia
venire un gran mal di testa alle Tate…
- Se, dopo un’esperienza da 24, hai un po’ di mal di testa, questo vuol
dire che hai resistito un po’, prima di lasciarti andare…L’ho letto nei
miei archivi.
Chi avrà parlato? Certo, la nostra onnipresente bibliotecaria, venuta a
ricordarci puntualmente:
-Dovreste, per favore, comporre i vostri arcani…

125
Se vuoi sapere come è l’arcano dei deva, gira
la pagina.

126
“Ehm, ehm… ci sarebbe ancora una cosa…”
Sei ancora qui? Stavamo proprio per accingerci, finalmente, a
giocare…
“Ecco, appunto. Avrei bisogno del gioco: per i miei archivi,
sapete…”

FINE.

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ISTRUZIONI PER L’USO

Adesso che siete giunti alla fine del libro, avrete


davanti a voi, probabilmente, una serie di arcani ,
ritagliati e compilati secondo le istruzioni dei vari
capitoli, oppure avrete ancora da fare tutto il lavoro
di costruzione delle carte.
I deva del Parco del Ventaglio, come avrete letto,
usano gli arcani facendoli volare in aria e
raccogliendo quelli che si posano più vicini a loro.
Ne scelgono tre: una foglia di quercia, un petalo di
rosa, e una foglia di ortica. Questo serve loro a
controllare quale è la loro risorsa più importante, il
loro maggiore ostacolo, e il livello di consapevolezza
di quella situazione.
Potreste anche decidere di usare le carte nel loro
stesso modo: in tal caso sarebbe opportuno
ritagliarle con forme diverse, per poter appunto
distinguere le 24 foglie di querce dai 24 petali di
rosa dalle 24 foglie di ortica. Personalmente, non le
ho mai usate così, per cui non posso fornirvi
nessuna esperienza in proposito, ma niente vi vieta di
sperimentare voi stessi, così come niente vi vieta di
leggere il vostro inconscio usando il dado e il gioco
creato da Ciliegio dopo la sua ricerca in biblioteca.
Vi dirò invece come le ho usate io, e come, secondo
la mia esperienza di anni, mi hanno molto aiutato
nell’esplorazione di me stessa.
Le ho ritagliate e plastificate, con il dorso uguale per
tutte, proprio come un mazzo di carte, magari tonde,

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come è suggerito nel libro, ma è ovvio che qualsiasi
forma vi piaccia può andar bene.
Poi, dopo aver eseguito una breve meditazione
(saprete voi quanti respiri sono sufficienti per
entrare in contatto con voi stessi) esprimete con
precisione la domanda da porre. Infatti, la prima
legge che imparerete con l’esperienza è che “a
domanda vaga, risposta vaga; a domanda precisa,
risposta precisa”. Ad esempio, di fronte ad una
scelta tra tre diverse possibilità, quando non riuscite
a far pendere con decisione la bilancia dei vantaggi
e degli svantaggi da una parte o dall’altra, potreste
chiedere: “Che cosa mette in moto, in me, la scelta
A?”, e, ovviamente, ripetere poi la consultazione per
la scelta B e la scelta C.
La consultazione avverrà nel modo più semplice,
senza disporre sul tavolo le carte in complesse
configurazioni, ma semplicemente stendendo le carte
sul tavolo a pancia in giù, e scegliendone una. Si
legge, se ne prende atto, si può capire il perché
della carta, a cosa si riferisce, e poi si decide se la
risposta, così, è sufficiente o se è il caso di
procedere. Personalmente mi fermo tutte le volte che
arrivo ad un arcano di valore 16 o più.
Basta; sto; mi dico: è sufficiente.
Certo, se per arrivare ad un risultato del genere
devo estrarre, una ad una, molte carte del mazzo,
questo mi dà l’idea che quella strada sia parecchio
lunga e, se irta di ortiche, forse anche un po’

129
difficoltosa da seguire. Potrò quindi confrontarla
con altre possibili.
Confrontarla, prendere atto, ma non decidere. La
decisione, se avete letto bene il libro, è solo nostra. E
le informazioni raccolte nella nostra consultazione
serviranno unicamente a farci acquisire altri dati, e
a decidere in tutta libertà.
Inoltre, non dovrò mai dimenticarmi della legge
della sincronicità , che riguarda unicamente il
momento presente. E il momento presente, alla fine
della mia consultazione, è già diventato passato: io
sono divenuta consapevole, sono stata aiutata dai
petali di rosa, dalle risorse che ho contattato dentro
di me durante la consultazione, e le cose sono già
diverse. Quindi, perché no?, ad una prima
consultazione posso farne seguire una seconda,
sempre sullo stesso argomento, e vedere come la
situazione è cambiata. Che succede? La situazione è
sempre più ricca di petali di rosa, gli arcani sono
sempre più alti? Benissimo, vuol dire che sto
andando in una direzione di sempre maggiore
facilità e consapevolezza, e che la mia prima
consultazione mi sta servendo a eliminare pensieri
parassiti e erbacce varie. E se, invece, la situazione
peggiore, e mi ritrovo sommersa da foglie di ortica?
Bene, allora forse devo fare un passo indietro:
fermarmi, e fare un po’ di meditazione, per riflettere
sull’argomento, magari ascoltando i suggerimenti
delle ortiche.

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A questo punto, direi che il libro è proprio finito. Ma,
siamo proprio sicuri che ho detto tutto? Controllo
subito.
Estraggo: Speranza, 7, Coraggio. Capacità,
Dispersione.
Ah-ah, un’ortica. Dunque, qualcosa ancora va detto:
Che potrete sperare nell’ utilità delle carte nel
togliere il velo che cela ai vostri occhi alcune parti
di voi (il 7), che via via che procedete acquisirete il
coraggio di procedere e vi renderete conto della
vostra capacità; ma anche che dovrete vigilare sulla
tentazione di provare tutti i metodi possibili elencati
in questa introduzione, perché potreste disperdere la
vostra energia in mille rivoli. Quindi potreste
cominciare da un metodo solo, magari dal più
semplice (ad esempio estraendo una sola carta per
volta, e fermandovi lì). Ho capito bene? E’ solo
questa l’informazione che mancava ?
Estraggo di nuovo: 18. Sì, direi che avevo proprio
compreso.
E , con la speranza che abbiate compreso anche voi,
vi auguro un buon cammino.

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